Marisa conti: E Ultimo che ne pensa?
@ Marisa Conti. Nella mia esperienza, in Calabria – e anche in Lombardia – più intrallazzano più hanno cura di procurarsi il bollino antimafia accostando a sé qualche figura simbolo. Tramite l’assegnazione di una carica, il conferimento di una cittadinanza onoraria, l’invito a partecipare a conferenze sulla legalità. Ho assistito a eventi pubblici dove Gratteri parlava seduto allo stesso tavolo a fianco di soggetti che lo avevano invitato sui quali sono venute fuori magagne di alto livello, gravi, ma poca cosa rispetto a quello che viene tenuto coperto. L’antimafia è un’ottima copertura per l’affarismo massonico-clericale (che non teme es. i CC; tutt’altro; li deve temere chi gli è d’intralcio). Le star dell’antimafia si concedono un po’ troppo facilmente come testimonial rispetto a quanto ci si aspetterebbe da chi sia abituato ad affrontare la mentalità mafiosa e l’humus culturale sul quale la mafia attecchisce e prolifera.
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22 giugno 2020
vedi
La partnership tra istituzioni dello Stato e privati nella criminalità ordoliberista: il mascariamento della patente di guida dell’avv. Vittorini e del prefetto di Brescia si incontra a Cosenza con la “procedura Lozano” di Iliad. In: Coronavirus 22 giugno 2020
22 giugno 2020
Blog de Il Fatto
Commento al post “Gratteri alla Festa del Fatto.it: “Più contante c’è e più si favorisce illegalità”. Travaglio: “Aboliamolo per combattere evasione e mafie””
La variabile M, mafia-corruzione-evasione, è causata dalla variabile impunità I; e secondariamente da altre variabili tra cui C, contante, che è un effect modifier: non è una causa diretta ma potenzia l’azione di I. C è pleiotropica: ha anche un effetto benefico per i cittadini proteggendoli dallo sfruttamento e dal controllo dei poteri economici (variabile U, da usura). Sopprimere C non spegnerà M; mentre di certo mette il cittadino nelle grinfie di U.
Stravolgere l’assetto socioeconomico conforme alla Costituzione in nome di una asserita lotta al crimine favorendo così altri crimini è illegittimo. L’assetto corretto è di spegnere M spegnendo I, e di lasciare C. La mafia, la corruzione sono sempre più lo spauracchio per favorire crimini di alto bordo (“metamafia”). Questo spiega perché non si voglia eliminarle.
Mi trovo in Calabria, e sperimento come poteri forti e Stato sfruttino le transazioni immateriali, bloccandole abusivamente, per boicottare chi ne denuncia i crimini. Sto per scriverne a Sabella (“I crimini che Sabella favorisce”), che ha detto in tv che se non vogliamo i Casamonica in Ferrari bisogna abolire il contante. Sarebbe invece giusto che chi è pagato per farlo neutralizzi quattro delinquenti che recitano Scarface e non li usi adoperandosi oltre il proprio ruolo perché in Ferrari vadano a nostre spese gli usurai delle banche e delle multinazionali. Ne scriverei anche a Gratteri, ma conosco le ritorsioni della mafia che sta dietro l’antimafia.
@ Alessandro_S. Probabilmente Sabella voleva dire che l’uso del contante ha permesso ai Casamonica di acquisire una disponibilità di denaro, anche scritturale, tale da fargli acquistare beni di lusso. Vero, ma è errata l’implicazione che il contante sia una causa sufficiente e necessaria (e che la sua abolizione non favorisca altre mafie). Ci sono altre cause; tra le quali, vedo, la nuova attività dei mafiosi, dopo la caduta del Muro e l’instaurarsi del liberismo, di impersonare sé stessi, nella maniera più cinematografica nel caso dei Casamonica, per favorire il paravento antimafia e la sostituzione degli standard positivi della Costituzione con lo standard negativo della sentina mafiosa che occorrono al “mondo di sopra”. E’ strano che i magistrati non percepiscano questa attività; lo spunto a rilevarla, riflettendo sulle connivenze e collusioni per crimini di alto bordo che conosco direttamente, me lo diede un acuto commento dei magistrati che spiegarono come Pasquale Barra “ ’o animale” accentuasse volutamente la sua figura terrificante.
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13 luglio 2020
Blog de Il Fatto
Commento al post di A. Corlazzoli “Beni confiscati alla mafia, per mille studenti campi estivi di educazione alla legalità nelle terre dei boss. Firmato il protocollo a Locri”
Scuole chiuse a oltranza a differenza del resto d’Europa, volontà di prolungare lo stato di guerra fino al nuovo anno, e campi estivi antimafia. C’è una coerenza, dovuta a una comune matrice, tra questi campi antimafia e la volontà politica di prolungare quanto più possibile l’emergenza covid e i danni delle contromisure, e di renderne definitivi alcuni aspetti negativi.
Quello che dovrebbe entrare nella pedagogia degli adulti e dei giovani, e invece ne è ermeticamente tenuto fuori, è la “cultura” della necessità di farla finita con la mafia, eliminandola. Questa è invece la cultura fintamente democratica della cronicizzazione della mafia; della mafia come entità ontologica, ineliminabile; e quindi dell’antimafia perenne, che, come le istituzioni preposte danno agio di osservare in Calabria e in Lombardia a chi contrasti interessi illeciti di alto bordo, è un paravento legittimante per l’appoggio dello Stato a delitti dei poteri forti. Poteri forti che probabilmente nel golpe precedente, quello dei primi anni ’90, con le stragi di combattenti antimafia autentici hanno anche impostato un sistema mafia-antimafia stabile, che, funzionale al liberismo e ai suoi crimini, è uno dei fattori del declino dell’Italia; tra comodi battimano antimafia, passeggiate e inchini antimafia, esaltanti happenings antimafia, pastasciuttate antimafia, musica teatro e cinema antimafia, e ora colonie estive antimafia.
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19 luglio 2020
Blog de Il Fatto
Commento al post di G. C. Caselli “Borsellino, l’isolamento di chi fa il suo dovere è una vergogna che non deve mai più ripetersi”
“La morte che sembra esercitare l’effetto più sicuro è quella che viene dalla bocca del cannone. Si tratta di uno spettacolo terrificante… “ Lord Roberts, sulla esemplarità delle esecuzioni per tenere sottomessa l’India.
Scagliare in pezzi un Valoroso e la scorta è servito anche a instaurare STANDARD NEGATIVI, repulsivi, che scacciano e sostituiscono (essendone le converse) i principi costituzionali, attrattivi. Come si sta facendo con l’epidemia. Secondo lo standard positivo – cui conformarsi – della tutela della salute l’epidemia va combattuta evitando gli effetti iatrogeni e distruttivi delle contromisure. Mentre se ad esso si sostituisce lo standard negativo del terrore covid – dal quale fuggire – si può fare di tutto in suo nome, incluso lo sfasciare il Paese e danneggiare la salute. Se lo standard è la legalità prevista dalla Costituzione la mafia la si estirpa, e la corruzione e l’evasione istituzionalizzate vengono impedite come incostituzionali. Se a questo standard positivo si sostituisce l’orrore della mafia allora si può es. togliere ai cittadini il diritto al possesso del proprio denaro (contanti), e mettergli così il guinzaglio degli usurai delle banche, facendo credere che sia il modo efficace ed unico per fermare mafie, corruzione ed evasione. Protraendo mafia ed epidemia – e con gli ambigui carrozzoni preposti ad esse – si rendono stabili standard negativi che tradiscono la Costituzione simulandola con manomissioni inapparenti ma radicali dei suoi dettati.
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30 luglio 2020
Blog de Il Fatto
Commento al post di Agenzia Vista Alexander Jakhnagiev “Rocco Chinnici, il discorso di Bonafede per ricordare il giudice ucciso 37 anni fa: “Pioniere della lotta a mafia, suo messaggio resta attuale”
“Mi investe in malo modo [il Procuratore generale Pizzillo] dicendo che all’ufficio istruzione stiamo rovinando l’economia palermitana… mi dice che devo [bloccare] Falcone”. Rocco Chinnici, 1982.
Non è un buon segno se il messaggio di Chinnici sulla mafia “resta attualissimo” dopo 40 anni. Si sarebbero dovuti fare progressi da allora – e dal tempo di quegli omicidi di coloro che la mafia la combattevano sul serio. Nel 2020 la mafia avrebbe già dovuto essere eliminata. Ma appare che convenga coltivarla, in una specie di piscicoltura. Si lascia che ce ne sia abbastanza per poter esibire di continuo retate con pesci mafiosi di varia taglia (ma non troppo grandi). In questo modo, dalla Lombardia alla Calabria, dietro al paravento della lotta alla mafia si possono favorire economie di larga scala – come quelle del grande business biomedico – che necessitano delle stesse attenzioni istituzionali invocate da Pizzillo per l’economia palermitana di allora. Le si favorisce abusando del potere istituzionale – a Brescia come a Cosenza – con sistemi di mafia classica. Non quella proiettata sugli schermi dagli sceneggiati Raiset, che andrebbe avanti a raffiche di mitra. La mafia silenziosa, autentica, che applica l’equivalente criminologico del principio di minima azione in fisica.
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12 agosto 2020
Blog de Il Fatto
Commento al post di M. Lanaro “Bonus 600 euro, Morra: “Forze politiche condannano Tridico e controlli dell’Inps. Ma stiamo scherzando? Paese alla rovescia”
Siamo un paese alla rovescia. Che si dà politici che distribuiscono soldi pubblici per categorie grezze, creando ingiustizie fino all’inversione costituita dal cosiddetto “effetto San Matteo”: “a chi ha, verrà dato anche ciò che non ha; e a chi non ha, verrà tolto anche ciò che ha” (Matteo, 25:29). Politici che primeggiano nel mondo quando in nome di una emergenza si tratta di sabotare il Paese, e sono in coda quando c’è da costruire. Che sfruttano l’avidità stolida di qualche paio di pezzentoni per stimolare la rabbia miope della gente e creare, invece di un Parlamento finalmente degno, un Parlamento ancor meno rappresentativo del popolo e ancor più composto di burattini, modello USA ma senza gli aspetti positivi. “With all due respect, this committee and this Congress jump when the drug industry says “jump”; it rushes to pass legislation when the drug industry wants it to pass legislation.” (Representative Sherrod Brown, D-Ohio).
Un paese alla rovescia dove il capo della commissione parlamentare antimafia Morra è in rapporti fraterni con i Cavalieri del Santo Sepolcro*, l’organizzazione clericale-massonica che storicamente ha servito la mafia eversiva (Gelli, Marcinkus, Contrada). Congrega che tuttora fa parte della rete che si occupa di sistemare more massonico chi si opponga a quegli affari illeciti di larga scala che i futuri yes men fatti eleggere al Parlamento ristretto dalle multinazionali serviranno saltando a comando.
*Comunali Cosenza 2016…. Il Fatto, 26 aprile 2016.
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Farmaci contraffatti: farmaci copiati e farmaci suberati
13 agosto 2020
Blog de Il Fatto
Commento al post “Farmaci contraffatti, al via la campagna dell’Agenzia delle dogane con Flavio Insinna: “Non scherzate con la vostra salute””
respinto il 13 agosto. pubblicato al secondo tentativo il 14 agosto
Una moneta può essere falsa in quanto copiata da un falsario. O in quanto “suberata”: contenente un metallo vile sotto una foglia di metallo prezioso; come hanno fatto stati sovrani fin dall’antichità. La banconota copiata è il simbolo dell’imbroglio criminale. La moneta suberata, fuori d’oro e dentro di piombo, rappresenta la frode da parte del potere. La distinzione vale anche per i farmaci. Ci sono quelli copiati, “falsi”. Ma non di rado i farmaci ufficiali autentici, in un mercato che sta superando i 1000 miliardi di dollari, sono suberati, non avendo i meriti che riportano. Un esempio recente tra i mille: “Limitations in Clinical Trials Leading to Anticancer Drug Approvals by the US Food and Drug Administration. Jama, 15 giugno 2020. Lo studio mostra che la FDA tra il 2014 e il 2019 ha approvato farmaci anticancro sulla base dei risultati di studi in 2 casi su 3 viziati già nel disegno da trucchi e manipolazioni.
Le istituzioni, AIFA e NAS per primi, hanno interesse a propagandare la lotta ai farmaci copiati. Considerarli gli unici falsi permette di ignorare i farmaci suberati, prodotti e smerciati legalmente dall’industria e dall’alta finanza; e di proteggerli attivamente. Una stretta analogia con quello che succede per la mafia, che viene perseguita – badando a non estinguerla – nelle sue forme basse e rozze, distraendo dalla cultura e dalle prassi mafiose delle istituzioni e del mondo legale, che contano su omertà, impunità e complicità.
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6 ottobre 2020
Blog de Il Fatto
Commento al post di S. Virgilio “Prima la mafia italiana! Un paio di domande alla leghista Maraventano”
“M5S, Grillo: “Prima d’incontrare la finanza, la mafia aveva una sua morale” “ (Il Fatto 26 ott 2014).
“La mafia difendeva il territorio e aveva sensibilità e coraggio”. Angela Maraventano, senatrice, a sostegno di Matteo Salvini.
“Parmaliana, ha denunciato al segretario nazionale Fassino di essere stato oggetto di minacce verbali durante un direttivo provinciale [DS]. «E poi parlano di confronto – ironizza – purtroppo mi sono accorto che la discontinuità, il rinnovamento, la lotta alla mafia, sono solo slogan a titolo promozionale e propagandistico»” (D. Cusumano. Centonove 12 mag 2006).
“si capiva subito che Vicenzino era uomo di onore, uno di quegli imbecilli violenti capaci di ogni strage.” Tomasi di Lampedusa
“La mafia è una montagna di m.” Giuseppe Impastato.
Lampedusa, uno dei tre mali della Sicilia secondo il famigerato cardinale di Palermo Ruffini; Impastato, ucciso e fatto passare per suicida; il professor Parmaliana, indotto al suicidio da magistrati, ebbero la capacità morale e intellettuale di riconoscere il male radicale e colossale per quello che è, senza le mezze misure proprie delle mezzecartucce; e furono avversati per questo.
Maraventano però è un caso facile, che ci regala l’assoluzione: nel caso di altre entità che non hanno lo stigma di Satana le loro dimensioni giganti ci intimidiscono, così che abbiamo difficoltà a riconoscere che sono frode e violenza monumentali e monolitiche. Es. la Sharia anti-covid.
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7 ottobre 2020
Blog de Il Fatto
Commento al post di A. Leccese “Mafia in Puglia, il grido d’allarme del sindacato di Polizia non deve rimanere inascoltato”
Spunta una nuova mafia cui dare priorità politica assoluta secondo i sindacati che curano gli interessi dei poliziotti. E’ sempre più di moda considerare solo uno tra i vari pericoli di una situazione: quello che fa comodo. Es. le misure anti Covid distruttive del tessuto sociale ed economico vengono spacciate per “precauzione”; mentre, osserva il professore di patologia J. Lee, sono auto-contraddittorie e anti-scientifiche*. Contraddittorie perché ignorano le precauzioni per evitare che interventi non valutati causino più danno della minaccia; antiscientifiche perché con la “prudenza” si nega che l’approccio scientifico sia l’unica via di conoscenza.
Nel caso delle mafie, al continuo fragore sul pericolo che costituiscono in sé si associa un silenzio da camera anecoica sul pericolo che costituiscono fornendo un alibi e un diversivo a magistratura e polizie per lasciare indisturbate, e aiutare, altre “montagne di m.”: quelle dei grandi interessi illeciti. Es. quelli della biomedicina.
La soluzione è semplice: distruggere le mafie nascenti. Uno Stato non corrotto ha un duplice interesse a farlo. Se invece comincia la tiritera della invincibilità sovrannaturale dei mafiosi, del mix fiction-azione giudiziaria, è segno che, come è da attendersi da sindacati, ci si sta marciando, facendo occupare tutto il palcoscenico a una sola classe di grande criminalità. Per fini che chiamo “metamafiosi”, conoscendoli di prima mano.
*The making of Britain’s catastrophe. Spiked, 25 set 2020.
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14 ottobre 2020
Blog de Il Fatto
Commento al post “Caso Shalabayeva, condannati tutti gli imputati: cinque anni all’attuale questore di Palermo Cortese e al capo della Polfer Improta”
I bravi cittadini che sanno di Boris Giuliano ma non dei successori a Palermo scelti dal Viminale, il piduista Impallomeni col questore piduista Nicolicchia, saranno turbati dalla condanna a 5 anni del questore di Palermo attuale, che a suo tempo catturò grossi mafiosi: Provenzano, Brusca, etc.. Non considerano come in quegli ambienti possa esservi una vicinanza “farmacologica” tra guardia e ladro (v. “Distanza etica e distanza farmacologica tra delinquenza e contrasto alla delinquenza”). E soprattutto non concepiscono che l’antimafia, quella che fa fare carriera, che si fa bella delle figure dei valorosi eliminati perché la mafia la combattevano sul serio, serve come copertura e alibi per attività piduiste, cioè l’omologo istituzionale della mafia. Questo concetto della mafia di Stato dietro all’antimafia l’ho sviluppato ricevendo il trattamento di assassinio morale tramite lo Stato, in una città dove era prefetto la Cancellieri; che divenuta ministro ha definito “perfetto” l’abuso vile oggi condannato. La notizia del cacciatore di mafiosi interdetto dai pubblici uffici per me è un lupus in fabula, perché sto pensando di lasciare una memoria alla locale direzione dell’antimafia su reati di stampo piduista praticati impunemente da chi si presenta come combattente antimafia o occupa cariche antimafia; a favore di amici, e forse fratelli di loggia, di importanti cariche dello Stato e dei grandi interessi illeciti che protettori e protetti servono in associazione.
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18 novembre 2020
Blog de il Fatto
Commento al post “Calabria, Gratteri su La7: “Gino Strada? Ha fatto grandi cose. Ma come commissario serve un manager contro ruberie, non un bravo medico””
Per capire cosa accade in Calabria occorre leggere almeno due libri, che parlano entrambi della medicina come mafia, ma da angoli molto diversi. “Calabria Malata. Sanità, l’altra ndrangheta” di M. Scura, ingegnere, già commissario straordinario, figlio di un calabrese di Vaccarizzo, che svela la sanità mafiosa dei parassiti intrallazzoni e protervi; quella delle fatture pagate due volte, e in ritardo per caricarle apposta di lauti interessi. Mentre “Deadly medicines and organized crime”, del medico e statistico danese Gotzsche (oltre 126000 citazioni su riviste scientifiche) stende un parallelo, dettagliato sul piano tecnico, tra la ricerca biomedica internazionale e la mafia italoamericana.
Si sta articolando la transizione e il compromesso tra l’anacronistica mafia medica rurale e la mafia medica imperiale delle multinazionali e della finanza, divenuta col covid instrumentum regni del mondo. Un poco come con la caduta del Muro vi fu Tangentopoli, e si scoperchiarono le ruberie di DC e PSI per fare posto alla corruzione liberista. Come gli eroi di Mani Pulite, in contatto col console USA, o con un passato non chiaro nei servizi nel caso di Di Pietro, le figure come Strada e Gratteri creano appoggio popolare a una operazione gattopardesca. O Scura, che, racconta, disegnò la frizione dell’Arna (l’Alfa-Nissan), e si è battuto con coraggio contro la mafia che conosce, ma spinge, in buona fede, per quella non meno avida e sanguinaria descritta da Gotzsche.
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20 novembre 2020
Blog de Il Fatto
Commento al post “
Calabria, Morra: “Noto a tutti che Santelli era gravemente malata, cittadini responsabili delle proprie scelte”. Il centrodestra: “Si dimetta””
Avevo denunciato la Santelli per l’obbligo di vaccinazione antinfluenzale quando lavori scientifici evidenziano un suo ruolo favorente del covid. In precedenza avevo scritto a magistrati e amministratori calabresi su come mentre sale la linea della palma scende quella del mammografo, essendo in corso una transizione dalla sanità delle ruberie a quella delle grandi frodi delle multinazionali. Il riscontro è stato un accentuarsi delle rappresaglie massoniche, in Calabria e a Brescia. La Santelli è morta all’improvviso, di emorragia interna, si è detto. Non appariva in fase terminale. Parce sepulto, è morta mentre in Calabria si va verso l’aumento surrettizio delle diagnosi di cancro della mammella, anche sulle fasce più giovani; con antitumorali dai prezzi usurai che possono provocare morte cardiaca improvvisa. In Lombardia orientale, dove si sentono arrivati e superiori, per una medicina ad alto tasso di iatrogenicità, hanno contribuito con la vita al record mondiale di morti che ha innescato l’operazione covid. Picco con una componente oscura, ma del quale viene nascosta la componente iatrogena. “Il diavolo ci gira tutti attorno al mignolo” (Il Gattopardo); votanti ed eletti, di qualsiasi colore. Inclusi i DS, i primi traditori; o quel bluff dei 5S, conniventi sulla sanità delle ruberie in Calabria (M. Scura, Calabria malata) e ora pro frodi di Big Pharma. Con Morra l’antimafioso in fraterni rapporti coi Cavalieri del S. Sepolcro, quelli di Gelli, Marcinkus, Contrada, etc.
Vedi: 20 novembre 2020. In: I rituali zozzonici della banda Mattarella
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25 novembre 2020
Blog de Il Fatto
Commento al post “Gratteri su La7: “Morra? Non avrebbe dovuto dire quelle frasi su Santelli. Ma lo conosco, è impegnato nella lotta alla mafia e al malaffare””
Se uno non è in contatto diretto con la mafia o le bustarelle allora è onesto? Gratteri dà qui un esempio di standard negativo, quello che ha fatto la fortuna dei 5S, che si sono presentati – a parole – come sani rispetto a una classe politica che hanno mostrato per ciò che è, coi toni roboanti e vuoti che ora Morra rilancia; un’esca della quale stiamo sperimentando l’amo. Lo standard negativo inoltre contribuisce a spiegare la permanenza delle mafie, come vantaggiosa per il resto della criminalità, affaristica, politica e giudiziaria, che se ne serve come distrazione e termine di paragone rispetto al quale sembrare legittima e sopportabile.
Nella mia esperienza in Calabria sia la Santelli, sia Morra e sia altri lodati da Gratteri fanno parte del mondo che prospera servendo i poteri forti economici e geopolitici. Poteri forti che andrebbero riconosciuti come una delle vette della catena montuosa del Male, insieme alla mafia, che a me pare subalterna ad essi, e che invece viene dipinta come un Kilimangiaro che si innalza solitario. Gratteri nell’assegnare i suoi bollini di garanzia – che, posso testimoniare, favoriscono malaffare di alto bordo e annessi reati – dovrebbe motivarli, non in termini negativi cioè in base alla circostanza che i bollinati non parlano con tagliagole, grassatori e passa-mazzette, né in base al suo occhio esperto, né a orecchio, ma nei termini positivi dell’applicazione concreta, fattiva e coerente dei princìpi della Costituzione e dell’etica.
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9 dicembre 2020
Blog de Il Fatto
Commento al post di F.A. Grana “Rosario Livatino verso la beatificazione: Canicattì contro la traslazione del corpo ad Agrigento. “Nessuno lo tocchi””
Il solito eroismo senza decenza. La solita celebrazione del valore altrui a coprire l’indecenza propria. Il cattolicesimo porta ad accettare ingiustizia e oppressione sotto mentite spoglie. Questi riti, cerimonie, devozioni, collegamenti col sovrannaturale e con l’eterno, candele accese e giaculatorie, serviranno a fare accettare l’indecenza della permanenza della mafia, della sua elevazione a realtà ontologica ineliminabile, e del connesso uso da parte delle istituzioni della lotta alla mafia come alibi, legittimazione e diversivo per favorire gli stessi poteri forti che possono avvalersi sia dei mafiosi; che dei politici, magistrati e forze di polizia, tanto meglio se coi galloni dell’antimafia.
@ tamba84. In certi casi chi si vanta dei martiri che portavano il suo stesso abito sta più dalla parte degli uccisori. La sua immagine edulcorata del clero rispetto alla violenza e alla mafia in Sicilia mi ricorda le anziane figlie zitelle del Gattopardo, che veneravano sopra l’altare della cappella gentilizia il quadro di una giovane assai piacente, i capelli in grazioso disordine sulle spalle seminude, in espressione di trepida attesa, con in mano una lettera spiegazzata. Senza nessuno dei simboli che accompagnano l’immagine di Maria. Per le nobili signorine “Rappresenta la Madonna della Lettera. La Vergine è sul punto di consegnare la santa missiva ed invoca dal Figlio Divino la protezione sul popolo messinese; quella protezione che è stata gloriosamente concessa, come si è visto dai molti miracoli avvenuti in occasione del terremoto di due anni fa.”
Forse è uno dei motivi per i quali il mantovano cardinale di Palermo Ruffini incluse Lampedusa tra i tre grandi mali della Sicilia. Insieme ad altri passi, come la croce sulla cupola di San Pietro in alabastro spezzata con la mano dal principe mentre spiega a Chevalley la condizione irredimibile della Sicilia. O il commento che carbonari e monaci, rivali, fossero accomunati dal fanatismo e dall’essere avidi di potere, “cioè di ozio”.
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3 gennaio 2021
Blog de Il Fatto
Commento al post di L. Musolino “Calabria, così la sanità è finita al collasso: “Fatture pagate 2 volte, ospedali finanziati e mai realizzati e le infiltrazioni dei clan”
Nel 2018 a Lamezia con l’operazione “Quinta bolgia” la DDA di Catanzaro fermò le mani della ndrangheta sul servizio ambulanze. Nello stesso periodo venivano assolti a Brescia responsabili di servizi ambulanze, incluso il direttore della ASL, imputati di avere gonfiato i rimborsi per il trasporto dializzati. Quello che non viene detto è che si può rubare – danneggiando la salute – col servizio ambulanze in maniera sicura, applicando “regole” ufficiali in realtà distorte; v. “Le pubbliche virtù delle ambulanze e il postulato di sacralità delle pratiche mediche stabilite”. Obbligato da comportamenti non solo illegali, ma spiteful (un segno di sociopatia), a Lamezia, mi accingo a scrivere su questo a Gratteri, titolo “La mafia che Gratteri lascia passare”: la lotta a ndrangheta e corruzione rozza copre l’aiuto a forme più sofisticate e più potenti di malaffare biomedico; che si avvale dei tradizionali metodi massonico-clericali per eliminare chi sveli l’illegalità nascosta nelle “regole” ufficiali. Metodi che possono largamente contare su CC, PS e magistrati.
Gli italiani non imparano. Anch’io ho applaudito Mani Pulite. Che ci ha dato B. e i DS. Anche io speravo in Grillo; ora coi 5S abbiamo il golpe degli scappati di casa. Lo scoprire il putridume in Calabria porterà alla sua sostituzione-aggiustamento con il grande business biomedico, non meno dannoso per la salute e il portafogli. Quando ci mostrano dei mascalzoni, dovremmo esaminare attentamente cosa portano i “liberatori”.
@ Basettoni. La mia posizione rispetto ai contendenti attorno alla mangiatoia della sanità è un po’ come quella di chi fosse andato a dire a Bontade e a Riina mentre si facevano la guerra che la soluzione del conflitto era che tutto il traffico di droga fosse stroncato. Anche loro – e i loro protettori – avrebbero espresso “sconcerto”. A me sconcerta che le toghe, divise, tonache, camici bianchi, prima abbiano permesso al vecchio malaffare di arrivare e di mantenersi, da decenni, al livello di porcilaia che ora viene mostrato al grande pubblico; e che si sveglino ora, quando c’è da sostituire o aggiornare il vecchio malaffare con quello più moderno della speculazione internazionale (Gotzsche PC Deadly medicines and organised crime. How big pharma has corrupted healthcare. Radcliffe, 2013). Una pratica che oltre che diversi precedenti ha un termine che la descrive, “gattopardesca”, dal romanzo di Lampedusa. E che nella mia esperienza si avvale della cultura mafiosa; cultura della quale i mafiosi di ndrina sono solo una parte, la manifestazione nel campo della criminalità di mentalità e prassi ubiquitarie, endemiche nelle istituzioni.
Il malaffare va eliminato misurandolo su uno standard positivo autonomo, la medicina onesta e utile. Non va elevato a standard, negativo, così che chi lo combatte appare come il bene, anche se instaura un nuovo malaffare. Il moral credentialing clericale, dove chi combatte un diavolo è il bene quando è anche lui di provenienza infera.
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Brescia, 19 gennaio 2021
Ordine dei giornalisti della Lombardia
c/o Il Presidente
Dr Alessandro Galimberti
odgmi@pec.odg.mi.it
Centro Studi Rosario Livatino
Presidente Prof. Avv. Mauro Ronco
Vicepresidenti
Dr. Domenico Airoma, PM
Dr Alfredo Mantovano, giudice
Prof. Filippo Vari
info@centrostudilivatino.it
Il giornalismo embedded nell’operazione covid e il moral credentialing sulla mafia
Segnalo all’Ordine dei giornalisti della Lombardia il post “ Incentivi e ricatti ai cittadini per medicalizzarli ” nel mio sito menici60d15. E’ costituito da un mio commento all’articolo “L’appello di Papa Francesco per il vaccino: “È etico, io lo farò. In gioco la salute, ma anche la vita tua e degli altri. Inspiegabile il negazionismo suicida” di F.A. Grana, il Fatto online, 9 gennaio, 2021, e dalle risposte ad altri blogger. Il tutto è stato censurato in blocco dalla redazione del giornale. Non desidero che venga aperto un procedimento disciplinare, come quando nel 2013 segnalai all’ Ordine nazionale un caso simile sullo stesso giornale. Ricevetti due anni dopo comunicazione dall’Ordine giornalisti della Lombardia della archiviazione, con la motivazione che i commenti dei lettori, incluse le risposte a chi li attaccava, sono analoghe alle lettere al direttore, e quindi la loro pubblicazione è “risultato di una libera scelta editoriale”. La comunicazione arrivò insieme a una censura del mio Ordine, quello dei medici, su richiesta dei carabinieri per avere denunciato reati, e tramite la magistratura. In quello che ritengo un caso, miserabile, di eversione di Stato, i cui frutti si stanno avendo con l’operazione covid. Alla quale la Lombardia ha dato un contributo fondamentale ( Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale . Sito menici60d15)
Desidero solo lasciare documentazione del ruolo “embedded” dei giornalisti – qui insieme al ruolo del Vaticano – nel corso di questa manovra, che porterà tra le varie sventure anche probabilmente a ciò che prevedo nei commenti censurati, e che è in fase più avanzata in altri paesi.
L’elenco completo dei commenti censurati da il Fatto, inclusi diversi sul covid, è nel mio sito, pagina “ Commenti censurati da “Il Fatto” ”
Segnalo lo scritto censurato anche agli studiosi del Centro Studi Livatino, della cui esistenza ho saputo in occasione di un mio commento sulla beatificazione di Livatino (v. 9 dicembre 2020. Blog de Il Fatto. Commento al post di F.A. Grana “Rosario Livatino verso la beatificazione: Canicattì contro la traslazione del corpo ad Agrigento. “Nessuno lo tocchi””. Nella raccolta “ La decenza precede la santità ” sito menici60d15). Lo segnalo insieme al suggerimento che questa istituzione ponte tra magistratura e Vaticano consideri, nei suoi studi, il concetto di “moral credentialing”; con particolare riferimento alle posizioni antimafia, e a quelle di magistero morale:
“Recent studies lead to the paradoxical conclusion that the act of affirming one’s egalitarian or prosocial values and virtues might subsequently facilitate prejudiced or self-serving behavior, an
effect previously referred to as “moral credentialing.” (Brown RP et al. Moral credentialing and the rationalization of misconduct. Ethics Behav, 2011. 21: 1-12).
La lettura de “Il giudice ragazzino” mi turbò. E’ un bene che la sua figura venga ricordata. Insieme alle circostanze che hanno permesso l’omicidio, e che non avrebbero dovuto esserci. Né sono state eliminate eradicando al mafia: al contrario la mafia, utile anche come alibi, è stata elevata a entità ontologica fissa; a diavolo rispetto al quale presentarsi come paladini del Bene. Conoscendo magistratura e clero, la creazione della figura del magistrato-santo ha un suono beffardo e sinistro. In queste celebrazioni, come mostra il caso Montante ( Un certificato di decenza per le attività antimafia . Sito menici60d15), il credito morale che ne deriva può essere speso in atti che sul piano culturale e politico sono immorali o illeciti: o anche mafiosi, la cultura mafiosa essendo tutt’altro che limitata ai mafiosi di cosca. Un diavolo rispetto al quale la cultura clericale non è certo l’acqua santa.
Il credito morale creato sul valore altrui, un poco come stampare in proprio denaro, viene impiegato in atti che sono il terreno adatto alla crescita delle malapiante che si dice di combattere ( I professionisti della metamafia. Sito menici60d15). Come il favorire frodi e sfruttamenti tramite la medicina, fino a farsi promoter pubblicitari; il parteciparvi attivamente ( Quando è Pietro che si associa a Simon Mago . Sito menici60d15); e la censura e l’assassinio morale di persone comuni che opponendosi a questi crimini ammantati di ipocrisia rendono onore a Livatino naturalmente e senza forma , obbedendo, nella loro condizione, a valori simili col fare il proprio dovere. Così che ai loro occhi la continua ricerca di simboli, riti e declamazioni che non poggiano come dovrebbe essere su una buona normalità, appaiono il solito eroismo senza decenza; la solita ciliegina senza la torta, o posta a guarnire i peggiori materiali.
Distinti saluti
Francesco Pansera
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19 gennaio 2021
Blog de Il Fatto
Commento al post di S. Borsellino “Rosario Cattafi, dopo quattro anni di attesa per un’udienza il reato di mafia rischia la prescrizione”
Solidarietà e gratitudine a Salvatore Borsellino e agli altri estensori per il dossier su mafia e antimafia a Barcellona Pozzo di Gotto. Costituisce anche un antidoto alla retorica dell’antimafia, svelando una realtà sconcia.
“Diseases which kill most of the people they infect and also spread efficiently are very rare, and are usually confined to disaster movies.”(C. Yates, Senior Lecturer in Mathematical Biology, University of Bath). Si può adattare il concetto alla mafia: anche il crimine organizzato che sia allo stesso tempo potente e longevo è un’entità cinematografica. A meno che qualche potere sovrastante non ci metta la coda, tramite i ruffiani che lo servono. Sia virulentando il Male, favorendolo, per servirsene come strumento; sia esagerandone la rappresentazione, per atteggiarsi a integerrimo paladino. Allora si possono avere pestilenze infinite; e mafie infinite.
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30 gennaio 2021
Blog de Il Fatto
Commento al post di A. Cannatà “I governi in Italia cadono sulla giustizia. Che fare? La via la indica Montanelli”
Sarebbe ora che noi persone comuni prendessimo consapevolezza della dannosità immane dello standard negativo: l’indurci ad accettare, blandendoci descrivendo il nostro scarso impegno come realismo e maturità, ciò che appare meno peggio, data una presenza inaccettabile. Con questo criterio debole basta al potere istituire un Pessimo, la mafia, il terrorismo o B. al Quirinale, o una falsa opposizione becera, per estorcere consenso. Non può esserci giustizia finché si applica il principio dello standard negativo. Quello per il quale secondo l’articolista, secondo Montanelli, e come vogliono le forze che usano la parte visibile di mafia, terrorismo e corruzione come picana, bisogna scegliere il male minore. Un male può essere definito “male minore” quando è indipendente dal maggiore. Accettare la protezione del capobastone del paese dagli sconosciuti che hanno bruciato la propria vigna, cioè dai picciotti mandati dallo stesso capomafia, non è scegliere il male minore. E’ cedere a un ricatto non dichiarato. C’è da augurarsi che questa crisi di governo non sia una manfrina per mettere al Paese il capestro voluto dai poteri dei quali Renzi è agente. Personalmente sperimento a Lamezia, nella giurisdizione del PM antimafia candidato a ministro della giustizia di Renzi, Gratteri, ”uomo integerrimo” (Cannata), come gli interessi renziani vengano promossi praticando l’illegalità fino a farne mezzo di danno gratuito e di dileggio, come è tipico della mafia sicura di impunità.
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30 gennaio 2021
Blog de Il Fatto
Commento al post “Lamezia Terme, inaugurato l’anno giudiziario nella nuova maxi-aula bunker. Il pg: “Un miracolo organizzativo, grazie al ministero”
La concezione che i risultati della ricerca biomedica siano ottenibili ponendovi sufficienti risorse e organizzazione, come per una forma di ingegneria, è legata al nome di Vannevar Bush. Che la difese davanti alla commissione USA sui farmaci di Kefauver; a proposito di mafia, lo stesso Kefauver della commissione che identificò Cosa nostra. Kefauver non ebbe successo nel fermare né la mafia né la degenerazione affaristica della medicina. E’ in base alla distorta ideologia tecnocratica di V. Bush (che omette la parte che sarebbe valida, quella di controlli di sicurezza di tipo ingegneristico, “aviation model”, in biomedicina) che oggi abbiamo, trovandolo naturale e attribuendolo all’eccezionale sforzo, un magico proliferare di vaccini per il covid; nonostante “They have tried to make coronavirus vaccines for decades with no success. A vaccine was developed against another coronavirus 30 years ago, but when tested in cats, they fared worse than cats that were not vaccinated” (P. Gotzsche).
Analogamente, appare improprio identificare l’efficienza giudiziaria in difesa della legalità con la costruzione di un’aula da 950 posti in 6 mesi. Per me la vanteria è occasione di un mesto sorriso, sapendo come a Lamezia si esibisca la lotta alle fogne che stanno in basso per meglio favorire quelle che stanno in alto, e in particolare quelle del grande business biomedico.
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3 febbraio 2021
Blog de Il Fatto
Commento al post di M. Modica ” “La Sicilia è una terra di miseria, senza il nostro controllo si forma il piccolo banditismo”: così parlava il boss mafioso”
“cosca, gli avevano spiegato, è la fitta corona di foglie del carciofo“ Sciascia (Vocabolario online Treccani). Nel carciofo le foglie (”brattee”) sono embricate in modo ordinato e serrato a formare una specie di corazza. L’estensione della figura allegorica usata dal mafioso nel filosofeggiare di effetti pro-legalità della mafia, coi cardi-banditelli che schizzano se si estirpa il carciofo, sembra avere un sentore letterario.
Nelle frodi mediche istituzionalizzate è diffuso il ghost writing: influenti luminari – del genere di quelli che ci stanno asfissiando in tv – in realtà declamano copioni scritti dalle case farmaceutiche*. Scritti non al banco del laboratorio o nei database dei trial ma al tavolino dell’usuraio. Chissà, forse accade qualcosa del genere anche in questo comodo strumento del potere che è la mafia, che istituzionale lo è, ma in modo diverso, uniformemente piceo, da quello “silver lining” tradizionalmente ripetuto nei circoli dei corpi ausiliari e dei fiancheggiatori del deep state per giustificare comportamenti infami e miserabili.
*Moffatt B. et al Ghost marketing: Pharmaceutical Companies and Ghostwritten Journal Articles. Perspectives in Biology and Medicine, 2007. 50:18. Sismondo S. Ghost Management: How Much of the Medical Literature Is Shaped Behind the Scenes by the Pharmaceutical Industry? PLoS Med 2007. 4: e286.
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4 marzo 2021
Blog de Il Fatto
Commento al post ” “Quarta mafia”, il libro di Antonio Laronga che racconta la mafia foggiana: “L’organizzazione più feroce e violenta d’Italia” – Il booktrailer”
Dopo decenni di tambureggiante propaganda antimafia, invece di restringersi il fronte della “guerra” contro la mafia si allarga. Credo che la mafia pulp, pulp come la copertina di questo libro di un magistrato con prefazione laudatoria del prete Ciotti, serva a coprire e lasciare indisturbato un sistema di potere vigente che è intimamente mafioso; culturalmente e nei suoi affari. La lotta alla mafia truculenta come alibi, diversivo e spauracchio per mantenere legittimazione e consenso. A favore delle mafie perbene: la mafia del “mondo di mezzo” il sottobosco intrecciato alle istituzioni – incluse magistratura e università – cui ha di recente accennato Massimo Fini (Sputi e corruzione, Il Fatto, 27 feb 2021); e il “gomorrismo ordoliberista”, la mafia dei poteri forti, che fa quello che vuole, indisturbata come nello sceneggiato, venendo non ostacolata ma aiutata dalle istituzioni, a partire da forze di polizia e magistrati. Un motivo in più per puntare alla eradicazione delle mafie tradizionali, e ottenerla, in un sistema sano. Per il sistema di potere mafioso in carica, un motivo per farne gemmare di nuove, che servano da copertura presentandole come forze demoniache, tanto che trasformerebbero in laghi di sangue traboccanti intere province, secondo la copertina di questo libro voce dell’antimafia istituzionale pubblicato nel 2021.
Commento al post “Quarta Mafia, Michele Emiliano alla presentazione del libro sulla criminalità foggiana: “Rivoluzionario chiamare le cose col loro nome” “
Sembrano degli umanisti rinascimentali che si congratulano tra loro per il ritrovamento e l’edizione di un antico testo romano o greco. “Quarta mafia”, 2021. Ma una espansione della mafia, o il suo riconoscimento tardivo, non dovrebbe essere, a chiamare le cose col loro nome, una grave sconfitta, le cui responsabilità andrebbero accertate? Ora le mafie sono ufficialmente quattro. Le mafie numerate, che come quello noto al pubblico degli iscritti alla P2 sono un elenco parziale che protegge la lista riservata. Più si allunga l’elenco dei brutti ceffi più è al sicuro l’elenco degli insospettabili; da quelli in missione per conto della divinità, ormai a braccetto con quegli altri, gli illuminati depositari di arcani saperi, ai filantropi che donano all’umanità altrimenti condannata all’estinzione la salvezza in compresse e flaconcini. Poteri che tra le loro dimensioni ne hanno anche una mafiosa, che può contare sul silenzio e la collaborazione di quelli con la medaglia dell’antimafia. La vera scoperta “filologica” per me è che si dovrebbe parlare di complesso mafia-antimafia, della sua funzione di stabilizzazione di un sistema di potere oppressivo, e del suo ruolo nel declino del Paese.
@ sinteg. Tra le cose che non ho detto e che suonano incomprensibili e moleste a quelli come lei c’è pure che la lotta perenne alle mafie è anche un elegante alibi per la viltà dei cittadini rispetto agli abusi del potere. Ma non si preoccupi. E’ probabile che a breve ci sia uno sceneggiato tv, che spiegherà chiaramente quanto è tremenda la mafia foggiana. E quanto sono eroiche le forze di polizia e la magistratura nell’arginarla. La si potrebbe intitolare “Il quarto cavaliere”, dopo Osso, Mastrosso e Carcagnosso.
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CENSURATO
15 marzo 2021
Blog de Il Fatto
Commento al post di E. Stamile “Il nuovo comandante dei carabinieri accolto da sette colpi di pistola. Io la chiamo ‘ndrangheta”
A poposito di ndrangheta e idioti. Tanti anni fa a Sambiase, oggi Lamezia, arrivò un pullman di rinforzo di CC, per catturare un pericoloso latitante. Circondato il quartiere dove viveva, cominciarono a setacciarlo. Fermo su una porta, che ostruiva col braccio teso, c’era il cognato del ricercato. Noto sempliciotto. Il militi lo oltrepassarono senza badargli. Ma il cognato disse “marescià, guaichi trase!”. I carabinieri si voltarono, lo guardarono, e quello ripeté con tono minaccioso “guai chi trase”. In un attimo un fiume di carabinieri, scostato il tipo con uno spintone, entrò nella casa. Ne uscirono col latitante ammanettato, che rivolse al cognato uno sguardo e qualche insulto di rassegnata commiserazione. Rimase l’espressione “guai chi trase” per indicare chi si fa notare quando dovrebbe tenere un profilo basso. Come i mafiosi sanno meglio di chiunque.
Che nel 2021 si saluti sparando l’arrivo di un comandante dei CC è da “guai chi trase”. Io non la chiamo ndrangheta, ma metamafia. Cioè virulentazione della delinquenza che spara e sua rappresentazione cinematografica per permettere alle istituzioni di presentarsi come bersagli del Male e quindi paladini del Bene, e protettori del cittadino. E coprire così i silenziosi affari illeciti di poteri, rappresentati da clero e massoneria, che nella mia esperienza nel cosentino e nel lametino spadroneggiano more mafioso, vantandosi con le vittime dell’impunità loro assicurata dai magistrati, e dei servizi loro forniti dai CC.
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29 marzo 2021
Blog de Il Fatto
Commento al post di A. Corlazzoli ““Mafie e corruzione vengono spesso da una politica fiacca e un po’ complice”. Il discorso di Don Luigi Ciotti per le vittime”
Memoria delle vittime innocenti di mafia e invettiva, urlando “vergogna, vergogna, vergogna”, contro chi si oppone alla modifica liberista della composizione etnica e demografica dell’Italia. Appare che sia la mafia sia l’antimafia ufficiale non siano così autonome come vengono dipinte ma siano strumento, da versanti opposti, dell’agenda dei poteri forti. Es. le stragi a manovalanza mafiosa e a depistaggi antimafiosi del ’93 sono state funzionali al passaggio alla seconda repubblica. La modifica liberista della composizione etnica e demografica dell’Italia è curata anche dall’antimafia; che piuttosto che autocelebrarsi, ergersi a direttore spirituale e infilare temi estranei le vittime dovrebbe ricordarle mostrando ogni anno di quanto ci si è avvicinati all’eliminazione delle mafie. Nel caso della Terra dei fuochi c’è stata ed è in corso un’operazione in sequenza camorra-antimafia, con la camorra lasciata libera per poi presentare “la cura” antimafia, cioè l’estendere al Sud lucrose pratiche mediche, come gli screening tumorali, che in aree più avanzate vengono criticate e ridotte. E quando c’è da eliminare qualcuno non conforme all’agenda i poteri forti hanno a disposizione sia i pendagli da forca mafiosi; sia i sicari morali delle istituzioni, che partecipano ai prescritti riti antimafia con la stessa religiosità narcisista con la quale i loro rozzi omologhi mafiosi pregano e allestiscono altarini.
21 marzo 2021
Blog de Il Fatto
Commento al post “PresaDiretta, è stupefacente che non si parli dell’inchiesta sulla ‘ndrangheta ma solo di chi indaga – La lettera del pm Paolo Sirleo
Di Sabin si narrava che quando visitò a Siena gli impianti dell’Istituto Sclavo, che produceva il suo vaccino, volle vedere non i laboratori ma i WC. E’ da come si tengono i bagni che si comprende la serietà, disse. Analogamente, un indice della qualità del lavoro di polizia e magistrati è dato dal generale rispetto per la legge nei rapporti interpersonali di routine sul territorio. Soprattutto in zone di mafia, dove volendo davvero sconfiggerla occorre farle terra bruciata stabilendo un rigido regime di legalità. La considerazione per la legge da parte di cittadini in vista a Lamezia è nella mia esperienza rappresentabile con Sabin che trova dei bagni fetidi; nel caso di chi è malvisto da poteri forti, che comandano sullo Stato e si avvalgono di massoneria e clero, c’è in aggiunta una ostentazione di disprezzo per la legalità e di certezza di impunità. Per me il processo Rinascita-Scott è poco più che pirotecnica e fumo negli occhi, che serve a farsi belli e a distogliere l’attenzione sia da come viene coltivata la cultura che si dice di voler soffocare, sia dall’asservimento delle istituzioni ai poteri forti. Da questo scarmazzo mediatico beneficeranno gli attori, magistrati, forze di polizia, i mafiosi e corrotti di peso, avvocati, giornalisti. La situazione feudale sulla quale si dice di volere incidere non muterà, se non per adattarsi ai tempi, e il fiume fetido della prepotenza continuerà a scorrere in silenzio al di sotto della baraonda in superficie.
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25 marzo 2021
Blog de il Fatto
Commento al post di L. Musolino “Gratteri e il caso della prefazione: “Non c’entro con il negazionismo, ho ribadito l’allarme su come le mafie approfittano della pandemia””
Come in altri snodi nefasti dell’Italia repubblicana, anche per l’operazione covid l’orientamento generale della magistratura è quello greve e triste del collaborazionismo. I magistrati hanno la capacità, affinata nei decenni, di non farlo apparire, es. esibendo figure di eccezione – a volte mandate a morire – come campioni rappresentativi della categoria, o praticando raffinati cerchiobottismi e anfibologie nei loro interventi e sentenze. Questa può essere una chiave interpretativa sul perché un magistrato già parte del governo Prodi (l’allineato, ma con la seduta spiritica dove La Pira dall’oltretomba disse “Gradoli”), come sottosegretario al ministero della polizia – ministero che, posso testimoniare, in piena continuità col suo passato deviato il terreno propizio all’attuale “strage di Stato” l’ha preparato fin dai tempi di Giorgianni – denunci l’operazione covid come un crimine di Stato; e Gratteri, anche al netto della scissione narcisista e della sua assenza di problemi di ritrosia, trovandosi su posizioni opposte arrivi a collaborare con il magistrato iconoclasta scrivendo la prefazione della denuncia. Però parlando solo dello spicchio politically correct, la sineddoche mafiosa, la parte criminale presentata al pubblico come il tutto criminale: la mafia di cosca, che distoglie dai sanguinari barattieri che conducono l’operazione covid, coi quali forse si è già accordata.
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31 marzo 2021
Blog de Il Fatto
Commento al post di S. Borsellino “Rosario Cattafi potrebbe uscire indenne dal processo per mafia. Il dibattimento va riaperto”
Intanto gli appassionati possono godersi qui su Il Fatto Gomez, Laronga e Carofiglio raccontare l’avvincente storia di come sia fiorita la “quarta mafia”, quella foggiana. Sembra che la mafia più che combatterla la si coltivi, e che l’antimafia istituzionale sia più una fragorosa fanfara di panciuti musicanti che un silenzioso ed efficiente reparto d’assalto.
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15 aprile 2021
Blog de Il Fatto
Commento al post di G. Pipitone “Ergastolo ai boss stragisti, per la Consulta la norma che vieta di liberarli va riscritta: ora il Parlamento ha un anno di tempo”
Il convitato di pietra è la paura. Occorre, senza finzioni e ipocrisie – e in tempo di biopolitica – riconoscere esplicitamente il peso fondamentale di questo potente fattore che lega alle profondità cerebrali il comportamento pubblico. E distinguere le sue due facce: quella perversa e ributtante dell’oppressione e quella non bella ma buona della difesa. C’è la paura-valore, oltre alla paura-disvalore. La paura-valore è quella deterrente, che frena i comportamenti antisociali facendo temere conseguenze. (E’ da notare che i tratti della personalità sociopatica includono un basso livello di paura). La paura-valore riduce la paura-disvalore, quella che toglie la giusta libertà e serenità.
La democrazia si può giudicare dall’uso delle due paure e dai loro livelli. Sempre più cala la paura-valore e aumenta quella disvalore. E’ l’onesto che deve temere lo Stato come entità aliena e ostile mentre il predatore sa di trovarvi affinità e quindi appoggi. Oggi abbiamo le verghe littorie per gli onesti e l’indulgenza, tramite il Vangelo secondo il sacrestano, per chi è del bel numero. Per i mafiosi di cosca, ma soprattutto per i mafiosi di testa – che vogliono la permanenza della mafia di cosca anche per usarla come spauracchio per ottenere la sottomissione dei cittadini. L’inversione gesuitica delle posizioni morali e materiali è sempre più diffusa. Il sistema Montante è pervasivo e tentacolare; l’obelisco della piazza coi Dioscuri ne è il miliario aureo.
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17 aprile 2021
Blog de Il Fatto
Commento al post di D. Mattiello “Ergastolo ostativo, dopo la sentenza della Consulta la sfida è non spostare indietro il baricentro della lotta alla mafia”
Buona la domanda dell’attivista antimafia, di quale cultura è figlia l’attuale svolta?
Della cultura clericale, che include l’ostilità per il “pentitismo” tra le sue aree di sovrapposizione con quella mafiosa. V. Dissociazione mafiosa e pentimento cattolico, in Sales I: I preti e i mafiosi. “Pentimento senza riparazione. Nella dottrina cattolica, la violazione di alcuni comandamenti … non rubare, non ammazzare non rende necessario riparare l’ingiustizia commessa e il dolore procurato …. L’ingiustizia compiuta e il danno arrecato non implicano obblighi nei confronti delle vittime. È solo l’autorità religiosa che ha il potere di liberarci dal peso degli errori commessi.” “come sia vicina la teologia morale cattolica all’idea che in materia di pentimento e collaborazione hanno gli stessi mafiosi”. “I collaboratori di giustizia, infami e anticristiani”, etc.
E della cultura dell’applauso degli italiani, sempre pronti a battere le mani, entusiasti e passivi, a ogni trillo retorico. In particolare sull’antimafia. Senza badare al clericalismo da Sicilia del dopoguerra di Mattarella, né a quello della affarista e atlantista CL di Cartabia. Senza badare che ciò che si sta disarmando fu in risposta alle stragi che pilotarono il passaggio alla II repubblica; che oggi, in una ulteriore turbolenza verso il declino, potrebbero essere usati, o minacciati, sistemi analoghi; e che si mostra così alla manovalanza che si stanno predisponendo vie di fuga per chi tiene la bocca chiusa.
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vedi
4 maggio 2021
Blog de Il Fatto
Commento al post di S. Limiti “Massoneria e politica, siamo alle solite: la vita pubblica va protetta dai gruppi privati”
In Massoni e legalità
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21 maggio 2021
Blog de Il Fatto
Commento al post “Anniversario Falcone, Teresi: “Non andrò in aula bunker, passerella indecorosa. Senza l’ergastolo ostativo il nostro Paese meno sicuro”
Ci sono 2 antimafie. Quella tipo I che fa sul serio e porterebbe all’estinzione di cosche e ndrine; coi suoi martiri, voluti non solo dai mafiosi. Mentre per l’antimafia tipo II (che si attribuisce i caduti dell’altra antimafia) la mafia “più pende più rende”, dati i vantaggi derivanti sia dal lustro, sia dal favorire enormi interessi illeciti del mondo dell’economia e degli affari – non ultimi quelli del settore biomedico – dietro al paravento morale della lotta alla mafia. La mafia che ci atterrisce e l’antimafia tipo II che ci proteggerebbe in cambio del nostro consenso e sottomissione sono componenti accoppiate dei sistemi di controllo e sfruttamento del Paese. E’ l’antimafia alla Montante, che vuole una mafia perpetua, di cosca e ndrina, per servire altre mafie mentre si atteggia a nostro paladino.
L’antimafia del semplice cittadino deve rifiutare il ricatto del “se non ci applaudi sei mafioso “ e con esso l’imbroglio di considerare antimafia tipo I, valorosa, quella che è l’antimafia di copertura di tipo II, teatrale e doppia. Che es. mentre dichiara beato Livatino, cospargendosi di incenso, vuole che lo Stato riconosca e rispetti il principio di omertà:
“notare come la Chiesa, in materia di pentimento e perdono, non riconosca la supremazia dell’ordinamento dello Stato italiano e delle sue leggi, ma anche come sia vicina la teologia morale cattolica all’idea che in materia di pentimento e collaborazione hanno gli stessi mafiosi.” (I Sales. I preti e i mafiosi).
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23 maggio 2021
Blog de Il Fatto
Commento al post “Strage di Capaci, il presidente Mattarella: “O si sta contro la mafia o si è complici, non ci sono alternative. Polemiche e contese minano prestigio e autorevolezza della magistratura” “
Le stragi del ‘93 furono parte di un golpe per declassare il Paese dal male al peggio; reso possibile dalla complicità della classe dirigente, che incluse il tradimento di Falcone e Borsellino.
2021. Col covid la classe dirigente ha fornito il peggior danno sanitario, sociale, costituzionale e il peggior calo europeo del PIL; e un futuro di impoverimento, squilibri demografici, disoccupazione, tasse, riduzione continua di salari, pensioni, servizi pubblici. Mentre i misteri d’Italia (di Pulcinella, nelle linee generali su mandanti e finalità) restano insoluti, si aggiungono liberazioni dei mafiosi patibolari che hanno tenuto la bocca chiusa. Una umiliazione sprezzante per chi antimafia lo è davvero. E uno spauracchio preparatorio del saccheggio, per spingere alla sottomissione allo Stato capobastone per averne protezione.
Le prediche del potere vanno ascoltate con gli occhi: badando a quello che fa, non a quello che dice. Questa classe dirigente strumento di degrado e sfruttamento calca sugli artifici retorici teatrali delle commemorazioni in pompa magna per strappare un applauso a un popolo politicamente apatico che crede ancora di salvarsi pagando il pizzo del consenso ai capifabbricato che lo vendono.
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10 giugno 2021
Blog de Il Fatto
Commento al post “Giustizia, Cartabia in commissione Antimafia: “Norma sui collaboratori di giustizia è da preservare” “
A volte le manovre corrette sono controintuitive. Non sterzare dal lato opposto se l’auto sbanda ma assecondare per mantenere il controllo. Per stare a galla non cercare di emergere sbracciando come ossessi, ma rilassarsi e immergersi il più possibile, la bocca a pelo d’acqua, per massimizzare la spinta di Archimede. Bloccare incendi boschivi con l’incendiare, facendo terra bruciata col controfuoco. Puntare verso terra per recuperare velocità e evitare lo stallo dell’aereo.
Sarà lo stesso per il trattamento di lusso a “pentiti” bestiali. Noi spettatori esterni non conosciamo a sufficienza come funziona la lotta alla mafia per giudicare. Solo, in un campo che invece conosco, la medicina, gli stessi che applicano un sano machiavellismo con la mafia poi abbracciano, basandovi interventi e omissioni, concezioni da riviste femminili. Anche in medicina a volte la misura giusta è quella controintuitiva. Es. “l’immergere” la popolazione, lasciando che l’infezione circoli tra quelli che non sviluppano malattia grave, per stare a galla e uscire da un’epidemia, la via dell’immunità collettiva controllata; raccomandata da scienziati di prim’ordine (es. Barrington declaration).
Il denominatore comune sembra la volontà dei poteri forti: scappatoie rassicuranti per la manovalanza mafiosa, e invece pugno di ferro immotivato sul popolo in nome di epidemie anomale e di misure ancora più devianti; e cronicizzazione dei due terrori che tengono il popolo sottomesso, mafia e peste.
@ E. Scopazzo. E.Scopazzo, Estiqaatsi, l’unico che regge il confronto con te, non può che darti ragione, e osservare quanto deve valere un establishment che può vantare il tuo appoggio e i tuoi argomenti.
@ morenik. Evidenzio l’incoerenza tre le due posizioni, e come si risolva in una coerenza rispetto ai voleri dei poteri forti. Il comprarsi mafiosi, che per di più è uno schiaffo all’ideologia degli “uomini d’onore”, avversato da mafiosi e clero, io l’appoggio, riconoscendone la ratio senza scandalizzarmi e affidandomi agli addetti, come ho spiegato. La stessa misura può avere effetti “pleiotropici” a seconda delle misure tra le quali è inserita. Qui la struttura complessiva delle misure antimafia è tale che di finirla con la mafia abbattendola non se ne parla; mentre è sul tavolo il rammollimento dell’ergastolo ostativo, contro Falcone, che consente di atteggiarsi a “uomini d’onore” a prezzi scontati.
Nella scienza vera non c’è parere di minoranza. La minoranza, concetto politico, compare quando vi irrompe, corrompendola, l’interesse e dettano legge i rapporti di forza. Come compare ovunque ci sia chi si oppone alla prepotenza. E’ vero che vi è una maggioranza di quelli col blasone, dell’antimafia o altro, che lega il cavallo dove vuole il padrone. Che alterna pragmatiche misure controintuitive alle superstizioni da giudici della Colonna Infame, oggi diffuse dalle raffinate psyops del potere – e che alterna anche abusi a omissioni – ritagliando così fedelmente silhouette lungo le tracce disegnate dal potere. Come quella della mafia alibi e spauracchio perenne, cui oggi si aggiunge quella della peste alibi e spauracchio perenne. Comunque non mi sembra il caso di vantarsene.
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26 luglio 2021
Blog de Il Fatto
Commento al post di G. C Caselli “Riforma Cartabia, si tenga conto delle parole di Mattarella in tema di mafia”
“O si sta contro la mafia o si è complici dei mafiosi”. Sul piano logico è la fallacia dello “affermare una disgiunzione”: che è valido solo in caso di disgiunzione esclusiva. L’affermazione non è valida, basandosi su una disgiunzione inclusiva: perché nella realtà può darsi, ed è la norma, che si combatta la mafia con una mano e la si aiuti con l’altra. Come vede chiunque non sia cieco guardando a decenni di comportamenti dello Stato rispetto alla mafia. Es. la cattura di Riina con una mano e la mancata perquisizione del covo con l’altra.
Si può essere contro la mafia, montagna di m., perché si è contro il Male; ma lo si può essere perché la mafia è solo una delle cime di una catena montuosa di m. e accentrando l’attenzione su di essa, su questo Annapurna di m., si lascia indisturbato il resto. Come l’Himalaya comprende altre 9 vette oltre gli 8000, concatenate alla mafia stanno le vette dei poteri geopolitici e finanziari. Identificando le montagne del Male con la sola mafia si fornisce il grande alibi alle istituzioni per lasciare indisturbate e servire le sue 9 sorelle. Che stanno facendo smantellare, dagli stessi che predicano la lotta alla mafia, l’assetto democratico, con le norme liberticide con la scusa della salute; e con l’amputazione di gambe e braccia ad una giustizia già deforme con la scusa che è troppo lunga. Non ci sono solo i mafiosi da film, sempre esibiti e mai sconfitti: i cittadini dovrebbero essere tutelati da tutte le forme di sopraffazione.
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v.
16 giugno 2021
Tertium datur: la mafia e le sue nove sorelle
In: I rituali zozzonici della banda Mattarella
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25 agosto 2021
Blog de Il Fatto
Commento al post di E. Mattioni “Crespi e i film antimafia dopo la condanna per concorso esterno. I giudici lo scarcerano: “La pena sarebbe una doppia riabilitazione”. E resta in attesa dopo la richiesta di grazia”
Al di là del caso personale di Crespi, è una conferma della vicinanza funzionale – e probabilmente della convergenza ai livelli dei burattinai sovranazionali che controllano il Paese – tra mafia e antimafia, che contrapposte formano un unico dispositivo di potere. E mostra la volontà dei magistrati di alimentare, culturalmente, il tema della mafia, mentre non li si sente molto su quello che dovrebbe essere l’obiettivo primario, spegnere la mafia eradicandola come fattore criminale di primaria importanza. Nel dispositivo mafia-antimafia la mafia perenne consente l’antimafia perenne, e l’antimafia perenne permette di mantenere, servendo da paravento e da alibi, l’ipomafia, cioè i routinari metodi mafiosi al netto della violenza omicida diretta propri delle istituzioni dello Stato. Che in questi tempi vengono applicati nell’operazione covid, es. introducendo – solo in Italia – il sinallagma ipomafioso “se non riconosci allo Stato un controllo farmacologico sul tuo corpo io Stato ti tolgo il lavoro”. Non si vedono né interventi della magistratura né denunce di cineasti a contrastarli. Mentre all’ipomafia viene affidato il compito di eliminare per via amministrativa figure d’intralcio, così come si è usata in precedenza la violenza mafiosa per epurazioni che sono servite a imprimere al Paese la direzione voluta.
@ Antonio Informatico. La “colpa” di mafia e ipomafia è anche dei magistrati che, in consonanza col Quirinale, fanno gli splendidi sulla mafia e i don Abbondio – o i don Rodrigo – sull’ipomafia. E anche dei cittadini che tollerano e applaudono l’estetizzazione dannunziana di quella che dovrebbe essere una guerra senza quartiere, dove conti l’eliminazione della mafia, senza fronzoli. Diseducati in effetti da B e le sue tv, oltre che dalla storica consuetudine del barocco, dove la ricchezza retorica copre la miseria della sostanza. Consuetudine anche di quelli che si atteggiano ad avversari del loro compare B, oltre che della mafia. Della quale coltivano la cultura e praticano la versione civile, ipomafiosa, tra un dopocena antimafia e l’ennesima trovata da cicisbei dell’antimafia.
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8 dicembre 2021
Blog de il Fatto
Commento al post “Giornata internazionale contro la Corruzione, Libera lancia una campagna per monitorare la trasparenza nelle università italiane”
Il mostro ha tre teste. Libera, come tanti, è specializzata nel descrivere due delle teste del mostro, mafia e corruzione; per nascondere la terza testa, il tradimento. Cioè l’asservimento collaborazionista della classe dirigente, e del clero, ai poteri che tengono l’Italia sottomessa. Fatta salva una quota di sani, che fanno da alibi, l’università è permeata di corruzione quanto un savoiardo nel latte. Si sa. Meno evidente, ma non meno grave, è che allo stesso tempo pratica il tradimento, rivestendo a comando di panni aulici, pseudoscientifici, i nefasti ideologismi dei poteri forti, invece di criticarli, sbugiardarli e conservare il culto della verità disinteressata. Lo sta facendo bassamente sul covid. Libera addita l’ovvio, come il mercato paesano dei concorsi. Uno sconcio mercato delle vacche, absit iniuria sui celebri favoritismi verso le amanti. Ma non parla della Trahison des clercs, alla quale, con Ciotti fedele esecutore di Bergoglio, partecipa, insieme ai pediatri vaticani del Bambin Gesù che gridano contro scienza e Vangelo che “I bambini sono un serbatoio di virus” per farli inoculare. O con Ricciardi, uomo di Bergoglio, accademico pontificio. Ordinario alla Cattolica, premendo per punizioni ricatti e obblighi a oltranza per gli inoculi, ricorda lo spirito antidemocratico e il virulento antisemitismo del fondatore Agostino Gemelli quando i poteri cui fornire prestazioni intellettuali mercenarie erano quelli del fascismo mussoliniano.
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20 dicembre 2021
Blog de Il Fatto
Commento al post di L. Musolino “Gratteri: “Per la ‘ndrangheta momento magico. Punta ai soldi del Recovery, mentre dall’agenda del governo scompare l’antimafia” “
Di legami e convergenze tra il covid e la mafia ce ne sono diversi. Uno è l’illimitatezza. Le epidemie vere si esauriscono spontaneamente, ma qui avremmo una inedita epidemia a sorgente stazionaria, che come una guerra può perdurare a seconda di come si comportano gli uomini. Anche la mafia, “fenomeno umano che avrà una fine” (Falcone; che forse divenne bersaglio anche per la sua inclinazione a capire troppo) è stata resa sorgente stazionaria, illimitata, di Male. Il male assoluto consente misure assolute; nel caso del covid, quelle legibus solutus. Nel caso della mafia, consente di mostrare solo questa e praticare indisturbati dietro alla perenne lotta alla mafia altre forme di grande predazione. Fino a questo golpe camuffato da lotta al covid, dove il potere sembra potere fare a meno, per il momento, del paravento della lotta alla mafia. Le sorgenti di male infinito – soprattutto se appaiono coltivate, come è sia per il covid che per la mafia – andrebbero riconosciute come possibili coperture per delitti di massima scala, favorendo in vario modo l’esercizio predatorio del potere. Una terza illimitatezza che consente il male in nome del bene è quella del bene agli altri, che nella realtà può essere esercitato in via diretta solo verso il prossimo, cioè per un raggio limitato a piccoli gruppi; mentre si vuole che abbia portata infinita, per giustificare una “accoglienza” forzosa dei migranti economici che di etico non ha nulla.
@ Giangermano. Non ho capito una crocetta (dolcetto natalizio calabrese di fichi secchi). Volendo trovare un nesso, quella climatica sarà si dice la prossima apocalisse per giustificare lo stato di eccezione perenne. Ricordo un passo di Ivan Illich dove propugna piccoli modesti automezzi per tutti. Invece sembra che per le masse si stia prospettando un passaggio dalle super-auto paranoidi e megalomani degli spot pubblicitari al finire appiedati, in nome del “bene pubblico”. In un quadro generale di collettivismo liberista che unisce il peggio delle due scuole. Tornando alle ndrine e ai loro amici di istituzioni e finanza, credo che occorra individuare come sospetta – sospetta per alta mascalzonaggine – qualsiasi infinitizzazione del male e del bene. Dalla mafia invincibile alla epidemia che violerebbe la legge di Farr, al riscaldamento globale che sarebbe dovuto ai nostri lussi sibaritici, da domare con l’ecologismo elitista che vuole venderci l’acqua per bere e per lavarci a valore d’uso (lo fa già coi farmaci), e che ricorda i tempi nei quali cacciare nel parco del re era punito con la morte.
@ Giangermano. Le crocette diventano tre… Dato quel che vuole fare, quando l’estate scorsa la Cartabia è stata acclamata dai detenuti che visitava ho pensato che forse qualcuno al suo passaggio le avrà gridato entusiasta “Una di noi !”… La mafia può essere usata dal potere come alleato, o come spauracchio e alibi. Due funzioni diverse, anche se spesso accoppiate. Non so quale mix adotterà il governo Draghi.
La bicicletta ho dovuto smettere di usarla, data la tendenza dei mezzi delle partecipate a praticare comportamenti pericolosi, in una città del Nord dove Gratteri ha amici influenti che non apprezzano quanto scrivo. Non so cosa intenda lei per “privato/familiare”. Credo che pochi quanto me sostengano che il problema degli italiani è proprio illudersi che tale dimensione sia sufficiente e trascurare la dimensione repubblicana. (V. es. “Il canone italiano”). Così che invece di crearsi degli idoli, e crearsi allo stesso tempo un alibi osannandoli, un lip service per continuare a curare i fatti propri, dovremmo chiedere che la mafia sia eradicata, in modo che non impalli altre forme di predazione, come invece avviene nel consenso generale.
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24 gennaio 2022
Blog de Il Fatto
Commento al post “Mafia, la Consulta dichiara illegittima la censura della corrispondenza tra i detenuti al 41bis e gli avvocati”
Rinserrata nel palazzo, facendo capolino solo per assentire, la corte costituzionale ha lasciato che le mostruosità materiali e giuridiche dell’operazione covid calassero sulla Costituzione come orde barbare che non trovino resistenza. In compenso l’alta corte cesella sulla tutela fine dei diritti dei tagliagole. “In compenso” non è ironico: avendo perso, con la collaborazione per il covid zelante fino al farsesco, la credibilità che proviene dall’autorevolezza, allentando la catena dei cagnacci mafiosi con la riforma Cartabia e c. lo Stato recupera credibilità in una forma degradata, quella che deriva dalla paura e dalla protezione. Come il capobastone che fa riconoscere la sua autorità garantendo, dietro pagamento, protezione dai malavitosi che può sguinzagliare. Con le orecchie tenute tappate sulla studiata degradazione della persona tramite la normativa covid e spalancate sulle istanze dei mafiosi, il ricatto e la violenza ai cittadini da parte dello Stato assumono prominenza e vengono istituzionalizzati.
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CENSURATO
29 gennaio 2022
Blog de Il Fatto
Commento al post “Ergastolo ostativo, Di Battista: “Eliminarlo è il più grande regalo alle mafie”. Salvatore Borsellino: “Vanifichiamo lavoro di mio fratello e di Falcone”
Ciò che il detto popolare dice dei denti e delle corna, che la loro comparsa fa male ma poi aiuta a mangiare, vale – nel caso delle istituzioni – anche per la mafia; e per le leggi che le ridanno ossigeno. Con la maggior presenza del Male iconico della mafia di cosca, con il male con le corna come il diavolo dipinto da Ambrogio Lorenzetti ne “Il Cattivo governo” i poteri dello Stato possono meglio giustificare le loro connivenze e collusioni con altre forme di grande predazione, affratellate ai mafiosi ma legalizzate, e mimetizzate da Bene come l’agnello con la coda di scorpione sempre nell’affresco di Lorenzetti. O come il lupo sotto la pelle d’agnello nell’emblema del club dei fabiani cui il ministro Speranza è affiliato. Infatti parliamo dei mafiosi che ammazzano i bambini, ma non di chi tra 72 ore non potrà ritirare la pensione o entrare in una bottega per comprarsi la biancheria, né di coloro ai quali sono stati tolti o verranno tolti lavoro e stipendio, non avendo ceduto a un ricatto di Stato sui diritti di possesso dei propri organi interni. Chi grida al bubbone mafioso non rileva la mafiopoli (Impastato) che marchia l’Italia: la continuità culturale con la mafia di misure di Stato che devono fare provare invidia, ammirazione e speranza agli estortori del pizzo nelle loro celle. I mafiosi che sparano sono dilettanti rispetto ai loro fratelli maggiori, che tenendo viva la mafia da cinema ottengono distrazione e campo libero, paura e sottomissione.
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4 febbraio 2022
Blog de Il Fatto
Commento al post “Sanremo 2022, Roberto Saviano ricorda Falcone e Borsellino: “Ora celebrati come eroi, ma non era così quando erano in vita””
L’antimafia che incassa porta Falcone, Borsellino e Rita Atria tra i lustrini e gli istrioni della tv di Stato; tra i numeri en travesti, il cantante che si mette la mano nella patta e il brillante intrattenitore che sfotte chi muore di vaccino imposto o resta menomato. I pianti di coccodrillo mediatici sono parte integrante dello stesso apparato che i martiri li crea; insieme a depistaggi, impunità e versioni addomesticate che nascondono i mandanti addossando tutto alla manovalanza mafiosa o terroristica. Le commemorazioni pompose e vuote sono un riciclaggio morale, uno scambio in controcorrente, dove il valore degli epurati viene trasferito ai promossi compromessi da frequentazioni e pratiche impresentabili. L’eversione delle bombe viene usata per legittimare quella dei dpcm. Appena calato il sipario sulla teatralità del Mattarella reloaded arriva questo cinico mescolare tragico e frivolo, la carne dei giusti sul tavolo settorio e il popcorn di mezzanotte. “L’Italia – e non solo l’Italia del Palazzo e del potere – è un Paese ridicolo e sinistro: i suoi potenti sono delle maschere comiche, vagamente imbrattate di sangue: contaminazioni tra Molière e il Grand Guignol. Ma i cittadini italiani non sono da meno” (Pasolini).
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15 feb 2022
Blog de Il Fatto
Commento al post di A. Marfella “Si scopre che la camorra assicura un welfare avanzato. E lo stato?”
Veramente che il farmaco sia una “risorsa” lo si vede a occhi chiusi, oggi 15 feb 2022, quando a chi non se ne fa iniettare uno di dubbia utilità e sicurezza viene tolto il lavoro. Alla mafiosa. Ma Marfella si riferisce non ai trilioni di dollari del business farmaceutico, ma umilmente alla piccola lasagna per gli impiegati di concetto della ricerca. Che con sincerità partenopea accosta alle vedette dello spaccio. Non solo il farmaco è pilastro centrale dell’economia; ma ciò è un punto sul quale camorristi, politici, magistrati, preti, etc. sono d’accordo. Così che occupano o sostengono livelli diversi della stessa variabile: lo sfruttamento tramite i farmaci. L’altro giorno hanno arrestato Guttadauro, noto esponente storico di quella mafia che ricorda gli antri siciliani dei ciclopi, i mostri che si cibavano di carne umana. Nulla a che vedere con le frodi della medicina ufficiale; che pure pasteggiano con la carne umana, ma in maniera sofisticata. Lo spauracchio mafioso invece di essere incenerito viene agitato da figure come Saviano: aiuta lo sfruttamento tenendo bassa la media e quindi lo standard dell’integrità. Così che i perbene possono arricchirsi illecitamente usando il farmaco come “risorsa”, e sembrare onesti e meritevoli. E’ una delle funzioni della mafia. La statistica insegna che bisognerebbe usare anche la mediana del tasso di criminalità, oltre che la media aritmetica, raffrontando mafia e legalità. E soprattutto raffrontando mafia e medicina.
@ CarloJr. Nel 2021 i ricavi attesi erano un rispettabile 50 miliardi di dollari per quell’anno per i soli vaccini mRNA. Lo riporta Nature*. Non male per prodotti che vengono fatti assumere tramite i governi, con disinformazione e ricatti. E che pertanto la cui “vendita”, termine improprio trattandosi di inganno tramite paura ed estorsione tramite violenza, quindi, meglio, il cui prelievo fiscale a beneficio di privati, è rinnovabile ed espandibile a piacimento. E la cui base scientifica era stata giudicata, testuale, “s***”, cioè m****, da un premio Nobel, il cui nome viene tenuto coperto, riporta lo stesso articolo di Nature.
Il suo strepito è intonato alla pia glorificazione dei suddetti prodotti contenuta nell’ordinanza 583 del 4 feb 2022 con la quale il Consiglio di Stato ha confermato l’obbligo vaccinale per i sanitari; e così l’epurazione dei medici che non reggono con diagnosi e terapie il gioco mortifero sul covid che continua a produrre e aggrava, dopo due anni di epidemia e di misure draconiane, le pessime statistiche usate per giustificare norme che si servono del degrado morale e materiale come arma per obbligare ai farmaci. Mantenendo così lo stesso circolo vizioso di quando la maggioranza dei medici reiteravano il salasso in risposta al peggioramento delle condizioni del paziente dopo il salasso**.
*The tangled history of mRNA vaccines. Nature, 16 set 2021.
**Il salasso ieri e oggi. La sinergia tra malattia e terapia. Sito menici60d15.
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1 marzo 2022
Blog de Il Fatto
Commento al post “Carceri, il giudice scelto per guidare il Dap scrive a Cartabia: “Mie frasi equivocate”. Maria Falcone: “Attenuare 41bis? Segnale pericoloso””
La mafia è una istituzione prevista dalla costituzione non scritta: uno standard negativo e un alibi che fa sembrare lecito e lascia indisturbato il grande malaffare legalizzato. Aiuta a mantenerla l’enfasi sul culto dei martiri. Che andrebbero ricordati e onorati non con gare di poesia e recitazione ma con resoconti quantitativi che mostrino quanto ci si è avvicinati all’eliminazione della mafia, l’unica “terapia” valida. Il magistrato scelto dalla custode della costituzione Cartabia addita la scarsa sostanza dietro ai riti antimafia; ma lo fa pro misure che ravvivano il benchmark mafioso, non per rendere effettiva la guerra.
Del resto, per appoggiare i gravi abusi anticostituzionali, anti-diritto, antidemocratici, anti-etici delle “misure” covid i magistrati stanno tradendo il loro dovere primo di preservare la natura induttiva del loro lavoro; di basare cioè azioni e sentenze sul serio accertamento dei fatti. Trasformano il loro compito in deduzione, povera e servile dietro al pomposo latinorum. E a volte pure zoppicante. Con omissioni e interventi che sono deformi quanto ciò che invece dovrebbero raddrizzare. Proprio come i loro sodali scienziati, medici, giornalisti; accomunati dalla degenerazione nel deduttivo, nell’astratto, nello scolastico, nel teologico, di professioni in primis empiriche e induttive. Il ritorno alla tradizione di favorire il babau mafioso fa comodo anche a molti che ne denunciano la contraddittorietà rispetto alla retorica antimafia.
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5 marzo 2022
Blog de Il Fatto
Commento al post di L. Musolino “‘Ndrangheta, arrestato Campisi: era latitante da 2 anni. Il broker della droga era nascosto a Roma. A casa una parrucca e molti libri”
“Oh what a tangled web we weave, when first we practice to deceive” W. Scott.
E’ l’epigrafe di un articolo che spiega i trucchi contabili sulla mortalità dei vaccinati e non vaccinati*. Falsi bilanci criminali che non temono la GdF e le DDA; che stanno dalla parte di Klaus Davi, che strilla in tv istigando ad addossare ai non vaccinati la colpa di una epidemia ottenuta con manipolazioni del genere.
La mafia viene interpretata secondo categorie fumettistiche. Come fa comodo al potere**. Dovrebbe piuttosto essere analizzata con strumenti concettuali che vadano oltre il livello Gomorra. Es. quelli alla base degli structural equations models***. Sotto questo aspetto le letture del mafioso sulla criminalità massonica e sul pasionario dell’antimafia Davi sono del tutto pertinenti alla sua attività criminale. Riguardando variabili latenti, e anche confounders, ovvero poteri che agiscono causalmente sia sulla mafia sia sulle istituzioni antimafia. Come può sperimentare a sue spese, da Lamezia a Brescia, chi sia inviso alle forze, latenti, ma non troppo, che impongono sia la mafia perenne, e quindi l’antimafia perenne; sia questa novità nella storia umana e questa mafiosizzazione della biomedicina, le epidemie rovinose a sorgente stazionaria.
*Public Health Scotland and the misinterpretation of data. Hart, 4 mar 2022.
**I professionisti della metamafia. – L’ipomafia. Sito menici60d15.
***Gli structural equations model per lo studio dei Misteri d’Italia. Sito menici60d15.
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12 marzo 2022
Blog de Il Fatto
Commento al post di S. Limiti “Stragismo e golpismo non si incontrarono mai, ma diedero forza al progetto eversivo della P2”
“La storia di una sconfitta”. E’ vero. Eversione, e mafia, sono standard negativi, che fanno sembrare “mediazione” un abbassare il livello di civiltà. Centrato l’esempio di Mussolini che sguinzaglia a tale fine gli squadristi. Ho commentato qui un mese fa, su un singolare post di un autore anticamorra che perorava una cagnotta per i lavoratori del business farmaceutico, che per valutare lo stato di legalità e democrazia bisogna resistere alla tendenza intuitiva di limitarsi all’equivalente concettuale della media aritmetica, ma bisogna considerare anche la mediana. Il Male può essere pesato o contato. La media aritmetica pesa e trova il baricentro. Le stragi, i golpe, i fiumi di sangue, pesano molto. Se ci si limita a pesarli, come vuole chi li orchestra, la soglia della legalità viene abbassata. Pilotando bombe, assassini di migliori, rumore di sciabole si è ottenuto lo scadimento dello standard: oggi, nella tempesta, accettiamo come timonieri figure minuscole e infedeli.
In statistica per evitare indici falsati dal peso dei valori estremi si usa la mediana: non si pesa ma si conta, disponendo i valori in ordine crescente e prendendo come indice il valore a metà. Le bombe, i tagliagole, non devono distrarre dagli sciami di piccoli e medi disonesti e traffichini che operano impunemente, protetti proprio dagli alibi ben costruiti dei misteri d’Italia e della sempreverde mafia: questa “ipomafia” attua il tradimento del Paese prefigurato da golpisti ed eversori.
@ Stokasto. Quanto riporto sull’uso della mediana in statistica è pacifico. In genere l’esempio che viene fatto nei libri di testo è col reddito. Se su 100 persone una guadagna 10 milioni all’anno e le altre 99 guadagnano 25000, un reddito di 124750, la media aritmetica, non rappresenta efficacemente la popolazione. Mafiosi, killer piduisti, etc, sono i “milionari” del crimine, che spostano verso il basso il livello socialmente accettabile di criminalità; ma l’effetto cumulativo degli affari formalmente legittimi, e resi così presentabili, di una classe dirigente che tra una commemorazione e l’altra ci vende non è meno pesante. Quelli colti con le mani nel sacco gridano “invece di occuparsi dei mafiosi…”; mentre Borsellino spiegava come non basta la fedina penale pulita per essere un politico pulito.
Vista la sua giaculatoria su Gauss penso che non sia solo la mia prosa a non essere immediata per lei. Che appare contagiato dal calculemus, l’automation bias. L’illusione, favorevole alle frodi, che la scienza sia una questione di applicazione di algoritmi. E che esenti quindi dal pensare*. Una degenerazione, un rifugiarsi, nel momento deduttivo, praticata anche dai professionisti della giustizia, i magistrati, es. per giustificare le leggi liberticide, nocive e sadiche basandosi sulla premessa a priori della tutela della salute, invece di esaminarne la fondatezza.
*Gigerenzer, Marewski. Surrogate Science: The Idol of a Universal Method for Scientific Inference.2015.
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14 marzo 2022
Blog de Il Fatto
Commento al post di A. Marfella “Don Patriciello riceve oggi tanta solidarietà ma mai una risposta concreta”
Il brano di Sciascia mostra che la cattiva antimafia ha come marker il “moral grandstanding” che salta la decenza. Mattarella e c. partecipano alla pirotecnica imbelle. Mentre proclamano campagne di Russia napoleoniche (in realtà la guerra la fanno ai popoli ucraino e italiano, buttando olio sul fuoco e facendoci razziare con le sanzioni) non sono buoni a ridurre all’impotenza a Caivano qualche banda di delinquenti.
Ma l’ombra dei mafiosi da gabbione conferisce per contrasto un’aureola che è una mano santa per affari illeciti di finanza, clero, politici. Es. quelli della farmocrazia* che beneficiano sia della visione estremamente sghemba diffusa da istituzioni, media e figure come Patriciello sui pericoli per la salute della “Terra dei fuochi”**; sia delle firme e esternazioni di Mattarella sull’obbligo e il dovere di assumere in massa da sani farmaci improvvisati che si stanno mostrando sempre meno efficaci e sempre più nocivi per il singolo e la popolazione. Imposti, nella nazione della mafia, del manganello, dell’aspersorio e della loro alleanza, con la violenza santimoniosa; col sostegno della magistratura. Ora chiamata a fare luce sul petardo e su eventuali futuri crescendo che, camorristici o di altra provenienza, sono una provvidenza per interessi criminali promossi da chi occupa lo Stato, e protetti anche mediante sistemi camorristici.
* Pharmocracy. Duke U Press 2017.
**La post-camorra. Dai tagliagole alla chirurgia ingiustificata della tiroide.
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6 febbraio 2021
Blog de il Fatto
Commento al post di M. Del Corno ” “La tirannia del merito”, nel libro di Michael Sandel tutti gli inganni e i pericoli della meritocrazia”
Il merito è il criterio valido quando comprende le doti morali oltre alla competenza e alle capacità. La meritocrazia è l’ideologia per la quale il comandare, il privilegio, l’arricchimento, sono meritati per definizione. Occorre distinguere nettamente tra merito e meritocrazia*. Altrimenti si può benissimo avere contemporaneamente meritocrazia e soppressione del merito vero. Lo mostra il pendolo della politica che ci passa sibilando davanti oscillando tra i due nuovi poli: demagoghi e tecnocrati. Tecnocrati ultra-competenti, ultra-competenti anche nel confezionare cravatte e applicarcele. Demagoghi di vario genere, rozzi, mediocri, a volte incapaci totali, figure appaganti per i mediocri e i presuntuosi, ma anche loro obbedienti ai burattinai. Con nel mezzo figure di politici tradizionali che, poco rassicuranti, e a volte agghiaccianti, sono i generatori del moto pendolare.
*Choosy, marchesini e figli di. La differenza tra meritocrazia e merito. (2012).
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17 marzo 2022
Blog de Il Fatto
Commento al post di S. Bauducco “Strage di Capaci, esposti a Milano i resti dell’auto della scorta di Falcone. La vedova Montinaro: “Dopo 30 anni non sappiamo ancora la verità”
Fu uno dei crimini di obbedienza – obbedienza ai voleri dei poteri forti – che butterano la storia dell’Italia repubblicana. Questo spiega perché “dopo 30 anni non sappiamo ancora la verità” mentre la teatralità abbonda. Cosa rappresenta quell’ammasso di lamiere informe.
Chi conosce in prima persona l’obbedienza ai mandanti delle stragi che è prevalente nelle stesse istituzioni che si fanno fregio dei Caduti vi vede una spoglia spolpata. Spolpata di meriti e valori altrui per tirare a campare.
Ma a tutti i cittadini che non siano pavidi può ormai apparire come la magniloquenza e l’insistenza delle istituzioni nell’accostarsi a eroismi e sacrifici altrui servano a nascondere il servilismo verso i poteri forti che allora ordinarono le stragi e oggi chiedono altre libbre di carne.
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24 marzo 2022
Blog de Il Fatto
Commento al post “Donna minaccia Don Patriciello all’incontro antimafia: “Misura le parole e non succede nulla”. Conte lo difende: “Grave, chi la manda?”
Il clero storicamente condivide e sostiene la visione mafiosa dell’omertà come valore: della collaborazione con la giustizia come infamia*. Ora con la ciellina Cartabia piazzata al ministero della giustizia nel governo Draghi-Mattarella – i cui diktat, unici in Europa, hanno più di un sentore della concezione feudale e gerarchica della società propria della mafia – tale sistema morale perverso riceve una forma di riconoscimento e di premio. Favorendo la mafia si aiutano anche i grandi imbrogli e le ruberie del mondo perbene, ai quali la mafia fa da contrappeso, col risultato di una stabilità che è patologica. Con una mano, tenuta sotto il banco, il clero (di concerto con politici come Conte) manovra a favore dei benefici che la presenza mafiosa dà agli sfruttamenti di massima scala, dei quali mafia e clero sono partecipi; con l’altra, bene esposta, prende i benefici di immagine e materiali dati dall’antimafia.
I preti leader dell’antimafia Patriciello e Ciotti possono usare il microfono che tengono sempre in mano per dirci chiaramente cosa pensano della controriforma della Cartabia sui mafiosi? Il pubblico con la spilletta dell’antimafia e dall’applauso pronto può chiederglielo, invece di gustarsi il brivido di questi happening mafia-antimafia? Glielo avrebbero già dovuto chiedere, come dovere professionale, giornalisti e opinionisti che trattano di mafia.
*I collaboratori di giustizia, infami e anticristiani. E passim, in: Sales I. I preti e i mafiosi, Rubbettino, 2016.
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18 aprile 2022
Blog de Il Fatto
Commento al post “Ergastolo ostativo, l’Antimafia: “Escludere i benefici per i detenuti al 41-bis e prevedere requisiti più stringenti per i reati di mafia””
Invece di un “no” chiaro e forte, l’antimafia di palazzo San Macuto collabora alla sostituzione delle porte a battente delle celle con porte girevoli. Estendendola, dietro a distinzioni di bandiera e bizantinismi. Facendo con le mani l’opposto di ciò che dice con la bocca; l’abilità nella quale i 5S non sono inferiori agli altri gruppi ma eccellono.
Questo gioco dell’oca sulla sbandierata lotta al Male è un cattivo segno. Non solo per l’effetto diretto di favorire la vitalità, l’operatività e l’omertà e affievolire la deterrenza. Ma anche in quanto il crimine convenzionale fa da lubrificante, da alibi, da distrazione e alla bisogna da agente al crimine dei poteri forti, che sono in ebollizione. E’ sotto questo aspetto che non sorprende che l’antimafia dei Morra e dei Grasso si mostri in linea con lo storico ruolo di questa commissione (O. Barrese. I complici. Gli anni dell’antimafia. 1973).
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23 maggio 2022
Blog de il Fatto
Commento al post di G. Pipitone “Giovanni Falcone, tutto quello che non torna sulla strage di Capaci 30 anni dopo. L’esplosivo, i buchi neri e i mandanti esterni (mai trovati)”
“Capaci è una strage che sembra compiuta da ingegneri”. O progettata da un corpo di genieri. La “teoria del doppio cantiere” è interessante anche come schema generale. Una ricostruzione di Portella della Ginestra vede quella strage eseguita da un secondo gruppo di fuoco, armato dagli USA, che sparò all’insaputa di Giuliano. Lo stesso sistema del doppio tiratore è stato descritto per Kennedy a Dallas. (Ci sono ipotesi, discusse, di doppia bomba anche per altre stragi). Joe Bonanno (Joe Bananas) faceva sparire i corpi degli uccisi nel doppio fondo di bare di morti “normali”.
Il sistema della quinta teatrale che nasconde il reale che imita, del coprire e mimetizzare sangue e fango dietro a uno scenario vistoso di sangue e fango, vale anche per le commemorazioni; autocelebrazioni tanto pompose quanto omertose sui mandanti sovranazionali. Il “performative activism” facondo nell’attribuire tutto ad una onnipotente mafia – che fornì la manovalanza e anche la “patsy” – e al più a suoi nebulosi referenti romani – i quadri intermedi – ma afasico sui poteri forti che controllano l’Italia; l’impossessarsi della sacralità, il presentarsi come affini agli uccisi, costituiscono per torme di politici, magistrati, forze di polizia, opinionisti un catafalco dietro al quale praticare l’asservimento ai mandanti sovranazionali – oggi come allora. La sonorità inconcludente delle celebrazioni facilita il tradimento istituzionale, costituendo quindi una prosecuzione dell’eversione.
24 maggio 2022
Blog de Il Fatto
Commento al post ““Andreotti è vicino ai mafiosi”: il rapporto Usa nove mesi prima dell’avviso di garanzia”
Un rapporto – o un attestato – USA su Andreotti vicino ai mafiosi e 9 mesi dopo avviso di garanzia. Il console USA a Milano Semler, lo stesso che osserva con tono innocente che per uccidere il rappresentante in Sicilia del più potente e ammanicato politico italiano ci devono essere state protezioni ancora più alte, incontra Antonio Di Pietro e 4 mesi dopo comincia Mani Pulite. Stragi e Mani Pulite insieme spazzano via la Prima repubblica; corrotta; e, statalista, in contrasto col liberismo successivo alla Caduta del muro. Plasmano una Seconda repubblica più adeguata. E non meno corrotta. Silenzio invece di diplomatici USA e nella sostanza inazione dei magistrati italiani sui rapporti di Andreotti con fatti accaduti prima della Caduta del muro, come le uccisioni di Ambrosoli, Moro, Dalla Chiesa.
In un celebre esperimento di neurofisiologia Benjamin Libet mostrò che il cervello invia l’ordine di eseguire un movimento una frazione di secondo prima della decisione cosciente. Secondo l’interpretazione dell’esperimento quando noi pensiamo di decidere di muovere un dito, e diamo l’ordine alla mano, l’ordine è in realtà già partito. La coscienza sarebbe un replicatore piuttosto che il vero decisore. Forse, su reati che riguardano il controllo del Paese da parte di poteri forti, anche per i nostri magistrati prima delle loro azioni coscienti – incluso il trattenersi – l’impulso è già partito, per vie che rendono un’illusione il libero arbitrio.
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14 giugno 2022
Blog de Il Fatto
Commento al post di G. Pipitone “Elezioni Palermo, c’è un libro che il nuovo sindaco Roberto Lagalla dovrebbe leggere”
Sui “flirt” e le promiscuità tra mondo bene e cosche c’è anche la raccolta “Criminalità dei potenti e metodo mafioso” (2009). Prefazione dello stesso Lagalla, come rettore dell’Università di Palermo. Il libro ha contributi di ottimi magistrati: Caselli, Del Bene, Di Matteo, Gozzo, Ingroia, Lo Forte, Messineo, Paci, Pepino, Scarpinato. E di attivisti e studiosi di primo piano, tra i quali Ciotti, Dalla Chiesa, Dino, Ruggiero. Comprende una sezione intitolata “La sanità siciliana: una radiografia dall’interno”. Lagalla, già a capo della sanità siciliana, è radiologo.
In attesa che l’intellighenzia e gli addetti affrontino e sviluppino il tema dei legami tra mafia e antimafia – a mio parere, il tema di come entrambe siano, pur contrapposte e largamente inconsapevoli, integrate e subalterne sotto lo stesso dispositivo di controllo del Paese – e il tema della necessità di un più netto clivaggio tra le due, ci si può consolare con Lampedusa:
“Ma era poi la verità questa? In nessun luogo quanto in Sicilia la verità ha vita breve: il fatto è avvenuto da cinque minuti e di già il suo nocciolo genuino è scomparso, camuffato, abbellito, sfigurato, oppresso, annientato dalla fantasia e dagli interessi: il pudore, la paura, la generosità, il malanimo, l’opportunismo, la carità, tutte le passioni, le buone quanto le cattive, si precipitano sul fatto e lo fanno a brani; in breve è scomparso.”
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15 gennaio 2021
Blog de Il Fatto
Commento al post di A. Leccese “Pasolini inaugura l’iniziativa dei Sibas: ricostruire i buchi neri della nostra memoria collettiva”
Il “moral credentialing” è un concetto interessante per chi si occupa di criminalità: “Recent studies lead to the paradoxical conclusion that the act of affirming one’s egalitarian or prosocial values and virtues might subsequently facilitate prejudiced or self-serving behavior, an effect previously referred to as “moral credentialing.” (Moral Credentialing and the Rationalization of Misconduct. Brown RP Ethics Behav 2001). V. anche When Virtue Leads to Villainy: Advances in Research on Moral Self-Licensing. Effron D. Current Opinion in Psychology. 2015.
L’epurazione di intellettuali che non sono irregimentati e denunciano gravi reati è oggi non meno che allora tra le attività delle forze di polizia. Tra le attività inconfessabili e servili, che facendo acquisire meriti presso i poteri forti – gli stessi che hanno ordinato e prontamente ottenuto l’autoaffondamento del Paese in corso in questi mesi – vanno a vantaggio corporativo della categoria. Per chi conosce questi loro servizi, che sindacati di polizia rievochino il caso più tragico e clamoroso suona ridicolo e sinistro (“L’Italia è un paese ridicolo e sinistro”, Pasolini). Un’affermazione di “one’s egalitarian or prosocial values and virtues” per costruirsi un credito morale che faciliterà la prosecuzione di atti livello suburra.
@ Basettoni. Il divario dei fratelli Zingaretti: sarebbe bello potere credere alla fiaba carezzevole del commissario Montalbano, ma la cruda realtà è l’altro fratello, Nicola, il segretario del PD. C’è una tendenza della magistratura a ciò che chiamo “il pipelining”: occuparsi dei misteri d’Italia non approfonditi e magari favoriti decenni prima, mentre nel presente si stanno lasciando libere e si aiutano operazioni della stessa provenienza. Ora lo praticano anche le forze di polizia. Il sindacato delle Fiamme Gialle segnala l’illuminante lavoro, che sto leggendo, di S. Zecchi, che inserisce l’eliminazione volutamente efferata, come esempio, di un non allineato in un affresco sull’inferno degli anni ’60 e ’70. Intanto la GdF, notizia che è arrivata alla stampa medica internazionale*, sta alimentando e proteggendo il grottesco depistaggio del “piano pandemico” sulla strage in Lombardia orientale**.
I depistaggi sui delitti dei poteri forti li chiamo “depistaggi a stupro continuato”***, da una greve battuta di un agente della CIA, che ho trovato nel libro della Saunders “Guerra fredda culturale – La CIA e il mondo delle Arti e delle Lettere”. Tra i meriti del libro della Zecchi c’è il sollevare la questione di una “Strategia della tensione culturale”.
* Italy Police Seize Health Ministry Documents in Probe Into Virus Response. Reuters, riportato in Medscape, 15 gennaio 2021.
** Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale. Sito menici60d15.
*** Sito menici60d15.