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“Topolino è un cartone, invece Superman esiste davvero”. Uno dei ragazzini nel film “Stand by me”
“Sì alle cellule per Sofia, ma che non siano quelle della Stamina, ma staminali di laboratori autorizzati”. Un giudice. [1].
“Può sembrare un’insolente presunzione nei confronti della natura, il pretendere di sapere ciò che essa può fare e ciò che essa non può fare. Quanto meno, c’è il rischio di essere brutalmente smentiti, prima o poi, dai fatti. Ma le forme dei viventi non si fanno e non si disfano a capriccio. (…) Ecco dunque dove possiamo rivolgere la nostra attenzione, nell’indagine sui confini tra le forme possibili e le forme impossibili: a quelle leggi, o regole, della cui esistenza cominciamo a sospettare quando le nostre attese vengono così clamorosamente smentite.” A. Minelli. [2]. ccc
1. Bait and switch
L’11 aprile 2014, al Circolo della Stampa di Milano, ho assistito alla presentazione del libro dell’on. Paola Binetti e della giornalista Francesca Lozito “Il caso Stamina e la prova dei fatti”, Magi, 2014. E’ il secondo libro che critica Stamina, dopo quello di Corbellini et al. [3]. A presentazione finita mi sono diretto verso Piazza Duomo, riflettendo sulla presentazione; e su come mentre io aspettavo, per commentare per esteso gli sviluppi del caso Stamina [4], che Guariniello concludesse finalmente la sua indagine, le forze che hanno favorito Stamina fossero già passate alla “fase 2”. Pensavo al parallelismo fatto durante la presentazione del libro da Francesca Pasinelli, direttore generale di Telethon, tra la sua associazione e Stamina, in merito alla leucodistrofia metacromatica; e su come tale parallelismo andrebbe svolto in termini diversi, portando a conclusioni molto diverse, del genere di quelle esposte qui, non lusinghiere per Telethon. Sulla strada che congiunge Piazza S. Babila a Piazza Duomo ho trovato, circondato da un capannello di curiosi, una specie di santone che, apparentemente in violazione delle leggi della fisica e dei parametri della fisiologia, da seduto ne sorreggeva senza sforzo con un braccio solo un altro, che stava appollaiato, assorto ma comodo, su un cuscino che poggiava su pallone da calcio; che poggiava sul tronco di bambù retto con nonchalance dal primo santone (v. foto). Lo spettacolo mi ha riportato dai pensieri sulla varietà degli alleli del gene che codifica per l’arilsolfatasi A, l’enzima che è carente nella leucodistrofia metacromatica, al tema di base, la facilità con la quale abili illusionisti possono mostrarci come vere cose impossibili.
Cosa intendo per “fase 2”? Per me Stamina è la componente bait di una frode istituzionale di tipo bait and switch. Per “istituzionale” intendo che è stata condotta con i mezzi e la gestione delle istituzioni dello Stato; anche se, come spesso è accaduto nei cosiddetti delitti di Stato, per conto di interessi esterni allo Stato; probabilmente con una cabina di regia “remota” alla quale lo Stato ha solo obbedito. E’ istituzionale anche perché contribuisce a far divenire una determinata entità, le cure con staminali, un’istituzione sociale, una presenza culturale che viene percepita dal pubblico come una componente naturale e necessaria del panorama sociale.
Quel genere di frodi che nei paesi anglosassoni sono note al pubblico e a magistrati e avvocati come frodi bait and switch, “esca e scambio”, consistono nell’attirare il pubblico con un’offerta allettante, per poi deviare l’interesse così creato verso un altro prodotto, che era quello che dall’inizio si voleva smerciare. La forma più semplice è quella degli “articoli civetta” con i quali si attirano i clienti per poi vendere loro prodotti più costosi. Stamina è stata l’esca che è servita a creare e sollevare speranze e aspettative sulle staminali. Ora, dopo averle dato il via libera e averla pubblicizzata, si passa alla fase 2, lo switch, lo scambio. Nel quale la domanda così indotta viene deviata verso i prodotti primari, le staminali ufficiali. Che sono un’altra frode, ma a favore del grande business internazionale. Nella fase 1 Stamina ha fatto da esca, ed è stata lanciata e favorita. Ha creato un potenziale mercato. Ora nella fase 2 Stamina serve, come avevo previsto [5], da falso standard, per fare apparire le staminali ufficiali come la risposta corretta e credibile alla domanda di cure con staminali che è stata suscitata da Stamina stessa. Comincia quindi la sua damnatio, che sarà probabilmente parziale, e più che altro verbale, con tanto fumo e poco arrosto, perché tra compari si finge di litigare e di picchiarsi ma non ci si fa male davvero.
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2. La terza campana
Questo è uno dei tanti casi dove il trucco sta principalmente nel convincere il pubblico a considerare solo l’alternativa presentata, solo le due campane. Ma, soprattutto su questioni politiche, se due litigano chiassosamente, oltre che considerare come sono distribuiti tra di loro torti e ragioni bisognerebbe considerare se i due non siano d’accordo, e se non si tratti di una manfrina che hanno concordato per convincere gli astanti. Un esempio di tale callidissimo stratagemma, che ad alcuni sembrerebbe così inusitato e diabolico da bollarlo come concepibile solo da una mente ottenebrata dai fumi del “complottismo”, è ne “I soliti ignoti” di Monicelli, dove Ferribbotte e Salvatori importunano per strada la servetta; poi Gassman “Peppe er pantera” interviene a difenderla in modo da conquistarsene la fiducia, mettendo in fuga i pappagalli a sganassoni. Le false dispute instaurano falsi dilemmi. E più sono teatrali meglio ci riescono. I falsi duelli, v. Forza Italia e il PD, sono inscenati di continuo, e l’accettarli come veri, scegliendo per l’ennesima volta di parteggiare per l’uno o l’altro dei due contendenti, tacciando di “complottismo” chi avanza dubbi di combine, non depone a favore della vigoria intellettuale del pubblico.
In medicina il falso dilemma, il falso duello tra terapie dilettantesche e terapie scientifiche è particolarmente convincente. Cosa è saggio scegliere come terapia per dimagrire, tra lo “scioglipancia” di Vanna Marchi e le indicazioni dietetiche provenienti dalla ricerca medica ufficiale? Non c’è dubbio che quella di Vanna Marchi sia una truffa. E, rispetto a Vanna Marchi, la dietologia basata sulla ricerca medica ufficiale sembra rock-solid. Ma è una fallacia logica e cognitiva inferire che la dietologia “scientifica” sia seria in base alla sua comparazione con una truffa. Dare fiducia alle indicazioni della dietetica ufficiale basandosi su questo confronto non è realmente saggio, perché trascura la terza campana: in questo caso, i vizi della ricerca dietetica ufficiale. Di recente un editoriale sulla implausibilità dei risultati di tale ricerca [6] ha portato a una discussione tra medici sulla prevalenza di rubbish, cioè di spazzatura, nella ricerca scientifica ufficiale sulle diete [7].
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3. La terza campana sulle staminali. Onnipotenza e impossibilità
Il frastuono su Stamina copre ancora di più il silenzio della terza campana sulle staminali, cioè la critica razionale e scientifica alla teoria che la scienza ufficiale presenta al pubblico con la complicità dei media. Ne presento qui un assaggio.
La teoria che le cellule staminali possano essere usate a fini terapeutici per ricostituire parti di organi parenchimatosi, es. cuore, fegato, rene, sistema nervoso centrale, etc., viene presentata al pubblico dalla scienza (v. es. Nature [8]) in una versione semplificata ed edulcorata che sta alla realtà come una favola a lieto fine per bambini sta alla vita, tacendo dei formidabili ostacoli che la impediscono. Analogamente, per capirsi, al concetto di xenotrapianto, di sostituzione degli organi umani danneggiati con quelli di animali, che è elementare e intuitivo, prescientifico; ma che, la scienza ci dice, è impedito da barriere di compatibilità immunologica. La natura consente alcune varianti morfologiche, ma ne proibisce altre. Così che esistono varianti “legali” e varianti “inesistenti”; la natura può consentire varianti radicali del Bauplan, del “progetto”; e impedire modifiche che ci paiono minime, così che il loro perseguimento porterebbe a danni e deficit gravi e letali. E’ legale che nascano vitelli – o bambini – a due teste, o, tramite interventi di laboratorio, insetti con in testa un paio di zampe al posto delle antenne; ma è inesistente, è impossibile, una scolopendra con un numero pari di zampe; 22 paia anziché 21 [2].
Con le staminali, il pubblico crede che si stia parlando di una possibile terapia, mentre si tratta di un’ipotesi di ricerca di base, estremamente azzardata, per quanto non scartabile a priori ed esaltante per il ricercatore. Un’ipotesi però modificata e distorta per farla sembrare molto più realizzabile di quanto non sia. Non c’è una vera e propria teoria scientifica di come si possa ottenere a fini terapeutici un fenomeno che è di tipo fisiologico durante lo sviluppo, ma che nella vita post-uterina non avviene nei termini desiderati, che sono anzi fisiologicamente impediti da meccanismi specifici. La teoria ufficiale, amplificata dalla disputa su Stamina, è una “just so story”. Una teoria puerile, rispetto alla ancora inestricabile complessità dei fenomeni biologici ad essa sottesi; e probabilmente volutamente puerile, dovendo essere venduta al grande pubblico; un esempio di teoria scientifica ufficiale marketing-oriented.
La teoria ufficiale delle staminali permette di fare credere che sia possibile riuscire a trattare la materia vivente come la creta con la quale Dio plasmò l’Uomo secondo il Genesi. Le conoscenze scientifiche disponibili mostrano che invece vi è una situazione concettualmente analoga a quella dei quanta per la struttura atomica: solo alcune configurazioni sono possibili. Solo alcuni tragitti di sviluppo sono consentiti, e solo in alcuni periodi della vita dell’organismo. Invece di supporre l’onnipotenza, occorrerebbe prendere atto del carattere discontinuo, discreto, dei percorsi e degli esiti dei processi di crescita tissutale. Per la teoria ufficiale invece, non esiste l’impossibile. Questo può andare bene come motto per gli alpini, ma è falso nella rigenerazione dei tessuti. Quelle delle staminali del midollo osseo, e dei pochi altri distretti dove si sono ottenuti alcuni risultati reali, cute e cornea, non sono induzioni in situ di rigenerazione ma, sul piano biologico, trapianti (ciò è irrilevante sul piano della normativa e delle leggi, nazionali o UE), a volte preceduti da una fase di amplificazione in laboratorio, di cellule che già fisiologicamente esplicano efficaci funzioni staminali nell’adulto, in tessuti non rigidamente strutturati o a struttura semplice. Non autorizzano estrapolazioni sulla fattibilità per altri distretti a dinamica cellulare diversa e ad anatomia microscopica complessa. Lo studio scientifico di eventuali applicazioni mediche delle staminali su organi parenchimatosi dovrebbe essere centrato meno sulla semplice mimesi di ciò che avviene nelle fasi di sviluppo dell’organismo, e più sui limiti che oggi vengono taciuti, sui vincoli biologici, che impediscono tali fenomeni nell’adulto; sul loro studio, su come tentare di superarli, su come trovare l’eccezione consentita. Dovrebbe basarsi sulla consapevolezza dell’improbabilità dell’impresa; non su una hubris che vorrebbe essere prometeica e poi deve appoggiarsi a “Le Iene” di Berlusconi.
I vincoli di biologia dello sviluppo (v. l’aureo libro di Minelli [2]), di omeostasi tissutale, e anatomici, che dovrebbero obbligatoriamente essere discussi e studiati come il nucleo centrale dell’ipotesi e del programma di ricerca [9] sono tralasciati dagli addetti ai lavori, e non sono resi noti al pubblico. Al contrario, alle staminali, cellule che producono altre cellule, vengono attribuite proprietà che non hanno: quelle relative all’organizzazione e regolazione della crescita e del differenziamento, che invece sono proprietà “di rete”, distribuite anche ad altre cellule e a fattori umorali. Il tema della complessità dei sistemi biologici, dell’auto-organizzazione e delle proprietà emergenti, che dovrebbe essere ineludibile dato l’oggetto di studio, spicca per la sua assenza; complice anche l’interesse ideologico a ignorare in biomedicina tali temi, che rendono più difficile l’ideazione di ipotesi terapeutiche, per limitarsi a un meccanicismo e riduzionismo estremi, che invece si confanno alle necessità commerciali. ”La modulazione degli elettroliti nel corpo è regolata non dalla ma attraverso la ghiandola surrenale” fa osservare ai giovani scienziati Medawar [10]; analogamente, i tessuti e gli organi non sono prodotti dalle cellule staminali ma sono ottenuti attraverso le cellule staminali. Sembra che gli scienziati senior abbiano scordato questi canoni elementari. Le staminali partecipano; le capacità di organizzazione e regolazione della crescita e del differenziamento non risiedono esclusivamente nelle staminali, e non sono loro proprietà intrinseche e immutabili, ma dipendono strettamente dal milieu e dalla cronologia; dallo stato fisiologico di crescita e di differenziamento del tessuto. Questa regolazione è presente anche nei tessuti dell’adulto, dove blocca la libera crescita, pena il cancro. Implicite nella corrente concezione delle proprietà delle cellule staminali terapeutiche sono alcune delle caratteristiche che formano l’insieme distintivo delle cellule tumorali: una autosufficienza nei fattori di crescita, la cooperazione con le cellule non-proliferanti, l’insensibilità ai fattori di anti-crescita normalmente presenti nei tessuti [11].
I fenomeni della morfogenesi sono affascinanti, per quanto intimidiscano per la loro complessità, ben diversa dagli schemetti “for dummies” propinati al pubblico; ma non c’è nulla di particolarmente “magico”, o anche solo di particolarmente importante, nelle staminali. Le staminali sono solo dei componenti di un sistema integrato; sistema dal quale emergono effetti meravigliosi. Sarebbe come, per intendersi, attribuire la cupola del Brunelleschi a chi posava i mattoni e impastava la malta. Ma qui non c’è nessun architetto né muratore: la focalizzazione sulle staminali è un esempio del panglossismo [12] e del determinismo che caratterizzano una ricerca biomedica al servizio del profitto, che deve produrre oggetti ben identificabili, che possono essere oggetto di brevetto e possono essere confezionati e venduti. Un riduzionismo biologico che ripete l’ideologia già vista, fallimentare sul piano terapeutico, e ora in corso di revisione, del determinismo genetico, che assegna al gene un ruolo onnipotente, e promette di ottenere grandi risultati agendo sui meccanismi fittizi che così può disegnare. Un riduzionismo che si accorda e si compenetra con la cultura liberista corrente [13].
Non si impara dalla storia, la storia recente, e si è quindi condannati a ripeterla. Lo hype (uno di quei termini della lingua dei colonizzatori che conviene imparare) sulle staminali ufficiali ripropone in una nuova variante la distorsione ideologica e l’inganno attuati con le mirabolanti promesse sulla terapie geniche. “Per 20 anni i genetisti hanno fatto un sacco di promesse sui risultati che avrebbero potuto ottenere. Pochi sono stati raggiunti e alcuni non lo saranno mai. E’ stato detto che le 4 lettere del codice genetico sono H, Y, P e E, e coloro che forniscono assistenza medica dovrebbero capire che il business della biologia molecolare è abile nel propagandare la sua merce non meno di qualsiasi altro business” ha scritto nel 2000 un genetista in un rapporto, che il tempo non ha smentito, rivolto a “policymakers” della sanità [14]. Ma quando si tratta di promesse fiabesche sulla medicina, come i bambini per le fiabe il pubblico, la classe dirigente e gli intellettuali scientifici non si saziano di sentirne di vecchie e di nuove.
Un recente precedente della versione “pulp” delle staminali, cioè di Stamina, è la “clonazione raeliana”, una teoria che comprendeva astronavi aliene, e che appare avere dato credibilità per contrasto alle affermazioni ufficiali sulla clonazione, mentre impazzava la “pecora Dolly”. Affermazioni ufficiali su risultati sperimentali della ricerca “seria” – anche di premi Nobel – che, alla luce dell’analisi di competenti genetisti, appare improbabile siano stati davvero ottenuti [15]. Terze campane che sono rimaste lettera morta. I raeliani per la clonazione, e Stamina per le staminali, sono intervenuti come buffoni di corte che stabilizzano distraendo. Distraendo da quello che avrebbe dovuto essere il punto numero uno, la fattibilità tecnica. E’ interessante che in entrambi i casi la questione pregiudiziale della fattibilità sia stata aggirata e offuscata, prima che dalla farsa dei raeliani e di Vannoni, da un’accanita discussione sui risvolti bioetici delle due promesse, con alte grida di non-eticità; discussione che in entrambi i casi ha portato gli spettatori a dare per acquisita la fattibilità (v. infra).
L’avere elevato le cellule staminali a “master cells” [16] o “mattoni magici” [17] è anche un caso di quelli che chiamo “aristotelismo scientista” e “aracnismo”, che sconfinano nell’animismo e quindi nel magico [18]. Per “staminali” oggi si intende “cellule che possono riparare i tessuti di organi parenchimatosi a fini terapeutici”; un’entità ipotetica, e fino a prova contraria dell’ipotetico dell’irrealtà. Si intende, con un antropomorfismo, una “cellula-muratore”, così come nell’antropomorfismo sul sistema immunitario ci sono le “cellule-soldato” che ci difendono. Le cellule sarebbero come individui, con un identità ben definita, e le staminali sarebbero una specie cellulare speciale, individui speciali; starebbero alle altre cellule come gli elfi alle persone comuni. Il biochimico De Luca si vanta di insegnare agli studenti che la cellula staminale – una cellula “semplice”, poco differenziata, primitiva – “è una Ferrari”, e come una Ferrari che esce dal box correrà ovunque [19]. Verrebbe da rispondere che le staminali, o meglio i processi dei quali nella rappresentazione abusiva ufficiale le staminali sono portatrici, non vanno ovunque, non corrono sull’acqua e non scalano le vette per poi ridiscendere dall’altra parte, come si promette; sono mezzi che possono muoversi solo sulla rete stradale, che percorrono obbedendo al guidatore e nel rispetto dei segnali e delle regole del codice della strada, fino a quando, nell’adulto, vengono fermate oppure vengono fatte immettere in un circuito e lì fatte girare.
Le cifre che compongono i numeri telefonici sono “potenti” e a potenza decrescente. Quando si solleva la cornetta si possono chiamare centinaia di milioni di utenti. A mano a mano che si immettono le cifre, questa potenza diminuisce, fino a ridursi a 0 dopo l’ultima cifra. Quella delle cifre dei numeri telefonici è una potenza posizionale. Non è una potenza intrinseca: non è che se si ripete la prima cifra in fondo al numero si torna ad avere la scelta che si aveva con quella cifra. Invece, in una specie di elenco dei personaggi, di mitologia, le staminali sarebbero dei minuscoli demiurghi di varia “potenza”: “totipotenti”, “pluripotenti”, “multipotenti”, “unipotenti”; che bisogna solo convincere a esercitare per noi i loro poteri; scambiando, con un legerdemain semantico, il potenziale aristotelico, l’uovo che è in potenza gallina, con il potere demiurgico di fare di una gallina una supergallina, dagli organi sempre rinnovabili. Ciò è in accordo con l’attuale tendenza della medicina di offrire all’individuo il potere di abbattere le frontiere biologiche entro le quali siamo confinati; di superare la nostra impotenza. Promessa che non può essere mantenuta ma può essere proficuamente commercializzata. In generale, le staminali che appaiono produrre tessuti e organi mostrano questa capacità in quanto determinate dall’ambiente interno e dalla fase biologica, dal luogo e dal tempo, non per una loro caratteristica intrinseca forte. Non hanno i poteri autonomi che questa specie di vitalismo hi-tech attribuisce loro, e che ne farebbero cellule eccezionali. Anche nel loro caso “l’esistenza precede l’essenza”. Come per qualsiasi altro tipo cellulare, vale per la definizione delle staminali, sulla loro natura ed identità, il detto di Ortega Y Gasset “io sono io più la mia circostanza, e se non salvo questa non mi salvo nemmeno io”.
Invece di ricorrere alla costruzione di uno standard negativo con questo sconcio baccano sulla pelle dei bambini malati, la patente scientifica le staminali terapeutiche avrebbero potuto ottenerla splendendo di luce propria, mostrando i risultati sperimentali palpabili, anatomici, che promettono; le ricerche mostrano invece risultati che sono oltre che modesti e dubbi, indiretti e ambigui: vale anche per loro l’osservazione di Zola su Lourdes, “Vedo stampelle ma non protesi” [4]. La biologia dello sviluppo e del differenziamento, mentre è sottoposta a vincoli, ha allo stesso tempo una notevole fluidità combinatoria. Come mostra anche la teratologia, consente un grande numero di varianti non fisiologiche; alcune delle quali possono essere usate per simulare la rigenerazione promessa. E’ dall’Ottocento che l’embriologia sperimentale mostra fenomeni mirabili, sorprendenti. E non è difficile fare esprimere in laboratorio ad alcuni tipi cellulari alcuni dei caratteri di altri tipi, o ottenere da alcuni tessuti altre forme con alcune delle caratteristiche di tessuti diversi da quelli di origine; ciò avviene anche in quel caos cellulare che è il cancro. Anche il cancro, che parassita l’organismo e alla fine uccide l’ospite e con esso sé stesso, ha una sua legalità sul piano delle crescita dei tessuti. Non tutto ciò che è possibile “plasmare” è di valore terapeutico; tra le varianti che possono avere luogo, quelle di valore terapeutico corrispondono a un minuscolo, ipotetico, sottogruppo (fig.). Non si dovrebbe quindi dichiarare automaticamente che tali effetti hanno un potenziale terapeutico, giocando sull’equivoco antropomorfo delle cellule come individui. Invece queste dimostrazioni, questi esercizi, vengono poi spacciati, con la complicità dei media, come ricostruzione in laboratorio di organi e tessuti. Si batte tanto sul “rigore”, limitandosi in realtà a quello sulle GMP, sulle ricette di preparazione, un aspetto necessario ma secondario rispetto al problema, mentre si trascura di stabilire standard interpretativi degli esperimenti, come fu fatto nel 1890 (e ancora prima) tramite i postulati di Koch per l’identificazione degli agenti eziologici delle malattie infettive. Il postulato in vigore è “tutto fa brodo”, in nome della “speranza”; in realtà, del business. Vannoni ha portato alle estreme conseguenze queste gravi omissioni e storture. La Binetti, portavoce dei preti, che la sanno lunga e vogliono far presente ai soci coi quali partecipano a determinate imprese che se aderiscono non è perché sono fessi, ha commentato che, lungi dall’accettare Stamina, “avremmo addirittura bisogno di maggior rigore scientifico” sulle staminali ufficiali.
Fig. Diagramma di Venn e diagramma ad albero che mostrano il sottogruppo ipotetico dei fenomeni di rigenerazione a valore terapeutico (?T) e le entità, reali o immaginarie, che possono essere confuse o fatte passare per esso. Il rettangolo rappresenta l’insieme C dei fenomeni di rigenerazione concepibili mentalmente. E’ diviso in due gruppi principali: Legali (L) e Impossibili (I). Ti: terapeutici ma impossibili. Int: impossibili non terapeutici. Ld: legali ma dannosi. Ln: Legali non dannosi. Lnt: legali e non dannosi ma terapeuticamente inefficaci.
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Sarebbe quindi intellettualmente onesto, ed eticamente doveroso trattandosi di medicina, distinguere per i risultati degli esperimenti sulle staminali tra effetti di livello biologico, reali e comuni, ma non applicabili sul piano pratico, ed effetti di livello terapeutico, ipotetici e improbabili (fig.). E stabilire standard per discernere tra i due tipi di risultato sperimentale. Con una metafora, giocare con la variabilità di sistemi combinatori quali sono i meccanismi dello sviluppo e del differenziamento è come giocare al Totocalcio per un singolo giocatore. Gli effetti di livello terapeutico equivalgono a vincere, pronosticando correttamente 13 o 14 esiti. L’ottenere effetti di livello biologico è come fare 7 o 8: non è difficile, e sembra un risultato col suo peso, un passo avanti che porta non molto lontano dalla meta vincente; ma in realtà è dovuto in larga parte alla natura del sistema in esame e a leggi statistiche, e non autorizza a dire che il giocatore è a pochi passi dall’ottenere il jackpot. Anche se così sembra, tanto che questi “risultati promettenti” spingono a continuare a giocare e a predire che la vittoria arriverà.
“Staminali” è ormai un termine deviato, frutto di una scienza deviata. Non si riferisce, nel dibattito corrente, alle corrispondenti entità biologiche, “pezzi” tra i tanti del “meccanismo” di un orologio liquido emerso dal caso; ma a entità biologiche fantastiche, chimere immaginarie ottenute dall’uomo mediante un collage di parti reali. Aggiunge un’altra pagina, moderna, all’antico atlante che contiene anche l’ippogrifo, l’equino che vola. Vannoni ha ottenuto credito usando senza mezze misure, con le esagerazioni iperboliche dell’imbonitore anziché col contagocce dello scienziato prezzolato, tale deviazione, che ha trovato già pronta, non ha creato. Si è impossessato, si è lasciato che si impossessasse, di un Campo dei Miracoli non suo, e del raccolto in zecchini. Ma lo restituirà ai legittimi truffatori più fertile di come lo abbia trovato.
Si vede come, prima di testare l’efficacia terapeutica delle staminali sugli umani, andrebbe dimostrata su animali la possibilità di ottenere nella realtà gli effetti terapeutici postulati (non una loro simulazione tramite effetti biologici, come si è detto). Prima di applicarla su umani e prima di prospettarla al pubblico come terapia andrebbe provata su animali la fattibilità biologica: la possibilità, che per principio non si può scartare, ma che contrasta con quanto è già noto e viene taciuto, che i semplici effetti terapeutici predetti e desiderati (non un loro simulacro sul quale gridare al miracolo) si verifichino [4]; senza un eccesso di effetti negativi. Se si volesse tagliare la testa al toro, bisognerebbe tagliare la coda al gatto; e vedere se ricresce con le staminali.
Questi temi potrebbero e dovrebbero essere sviluppati per decine di pagine, per ricondurre l’ipotesi staminali dal ruolo che usurpa di “speranza”, dal ruolo di speranza come prodotto da inscatolare, prezzare e immettere sul mercato, a quello che dovrebbe esserle proprio: di ipotesi scientifica speranzosa, ma lontana da applicazioni pratiche, da sviluppare in silenzio nelle sedi della ricerca scientifica, e coi suoi modi. Ma non è questo ciò che avviene.
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4. Fermate quel batacchio
Il pubblico, e anche a volte chi ha responsabilità sul caso Stamina, neppure sa che esiste una terza campana; la critica viene silenziata, a livello accademico e “operativo”. Occorre distinguere, come per la mafia e il terrorismo, tra il negativo e il proibito [20]. Il negativo, qui Stamina, viene presentato ed evidenziato, a tinte forti; perché deve recitare il ruolo del Cattivo nel copione. Così gli si permette di emergere e affermarsi, prima di contrastarlo. Il proibito invece è tabù; è fuori dalla trama della rappresentazione, e la danneggerebbe; viene pertanto represso. Si cerca di distruggerlo, o di incapsularlo facendolo apparire come marginale e deviante. Si spendono energie e risorse, e si commettono reati e azioni ignobili, per fare in modo che la propaganda, come Stamina, che gioca la parte di “dissidenza”, e le ricorrenti notizie di “successi” della ricerca ufficiale sulle staminali, occupino completamente l’orizzonte mediatico, sottraendo alla vista del pubblico la critica razionale al progetto delle staminali terapeutiche.
Le fonti accreditate che dovrebbero suonare la terza campana, es. gli specialisti di biologia dello sviluppo, stanno al contrario saltando sul carrozzone. Le promesse sulle staminali terapeutiche sono per molti specialisti non come avere azzeccato un sistema vincente al Totocalcio ma come un biglietto vincente della lotteria che è stato regalato: un’occasione insperata per passare da una posizione periferica (dignitosa) a una ribalta (sporca) che conferisce prestigio, denaro e potere. La British Society of Developmental Biology nel 2013 discuteva se cambiare il proprio nome in “British Society of Developmental and Stem Cell Biology” [21].
Che io sappia, l’unico esperto che nel denunciare la frode di Stamina ha mosso alcune critiche parallele anche alle staminali ufficiali è stato il prof. Paolo Bianco [22]. Bianco, esperto di staminali mesenchimali, non muove critiche radicali alla teoria ufficiale sulle staminali terapeutiche, ma ammette che si sta esagerando. Nota che “accade che sulle più prestigiose riviste scientifiche del mondo si possano leggere editoriali che argomentano della capacità di cellule ossee di guarire o silenziare tutto ciò che è compreso tra l’autismo e l’incontinenza urinaria, passando per infarti e ictus, Parkinson e SLA. Naturalmente non è così”. Illustra come “alcuni ‘scienziati’ fanno esattamente ciò che Stamina fa senza osservare le regole”, a fini di lucro; così che “la battaglia di Stamina era la loro battaglia: liberarsi di lacci e lacciuoli regolatori, e aprire il mercato”. Per Bianco vi è una alleanza tra Stamina, una quota di mele marce della ricerca ufficiale e alcuni affaristi, contro un sistema sano. Probabilmente è il massimo che si può dire da una cattedra universitaria di medicina senza avere guai, e non volendo segare il ramo sul quale si è seduti.
Sulle staminali, che ormai non sono più primariamente un argomento scientifico, essendo state trasformate in un fenomeno sociale ed economico, la critica tecnica e politica all’ipotesi di base non ha cittadinanza; il suo posto è fuori dal consesso civile, come un’attività marginale e trascurabile, polemica, di bastian contrario, e che è lecito allontanare con attacchi ad hominem. Come per altre teorie biologiche di comodo sulle quali si istituiscono enormi mercati biomedici, tale critica da fonti accreditate avrebbe effetti poco salutari sulla carriera, o sulla sopravvivenza professionale, di chi la muovesse. Così ci si imbatte in dichiarazioni contorte dei biologi dello sviluppo sullo “ottimismo”, sulle “speranze”, mentre tra le righe si legge che sanno bene che il progetto finge di ignorare difficoltà che appaiono insormontabili.
La critica è una componente obbligata della ricerca; è “la madre della metodologia”, è stato scritto. Invece per “metodo scientifico” – che nella sua forma genuina è dato da un’impostazione mentale scientifica piuttosto che essere un decalogo di regole meccaniche [23] – gli zeloti delle staminali ufficiali intendono “liturgia davanti alla quale è sacrilego non tacere e inchinarsi”. In campo biomedico i teorici della “evidence based medicine”, considerando che “le affermazioni ingannevoli sui trattamenti sono frequenti”, richiedono che le affermazioni scientifiche debbano essere sottoposte a “sfide energiche e ripetute”: se resistono le si può considerare “abbastanza affidabili” [24]. Nella realtà avviene che l’evidenza che si vuole mostrare, anche se falsa, venga esaltata al parossismo e protetta, e che quella contraria sia censurata. Per poi dire con sussiego e condiscendenza che “l’evidenza scientifica mostra …”. Come per certi esiti elettorali, si tratta di una “evidenza scientifica” ottenuta con i brogli, la corruzione, e anche con i mazzieri di giolittinana memoria. Stamina, che farebbe ridere se non facesse piangere, prende anche il posto delle sfide autentiche. Per asserzioni come quelle sulle staminali vengono sguinzagliati sgherri di vario genere per proteggere il prodotto da critiche; i guastafeste vengono pugnalati nell’ombra mentre brillano i fuochi d’artificio di campagne come Stamina.
In Italia, dove tra gli articoli della Costituzione applicati all’incontrario c’è anche quello sulla libertà della scienza, le forze che occupano le istituzioni si occupano servizievoli anche di reprimere tali critiche tecniche. Si arriva a ricorrere a una costante pressione fatta di minacce, boicottaggi, ricatti, danneggiamenti “di avvertimento”, costruzione di “incidenti” incresciosi volti a mettere in cattiva luce la persona da zittire. I macchinari che dietro le quinte danno luogo a queste spettacolari campagne di disinformazione hanno aspetti inquietanti, che andrebbero messi in luce. Le campagne propagandistiche sono agite da forze abituate a imporre con la forza la loro volontà, che hanno dimestichezza nell’uso illegale ma protetto e impunito della violenza; che può traboccare, come mostra il caso Pantani [25]. Qui la violenza è stata in primis sui pazienti e le famiglie, usati senza scrupoli. Ma non solo. Posso testimoniare che ad es. i Carabinieri, che pubblicamente hanno sollevato il caso mettendo in luce le pecche di Stamina coi NAS, sottobanco, con strutture che ho soprannominato “nuclei pro sofisticazioni”, si occupano di evitare che la critica sia alle staminali qua staminali. Mediante la tecnica di “alternare la repressione con la provocazione ed il depistaggio” che è attribuita ai ROS [26]; (che non è escluso non si interessino anche di questa, tra le trame di potere che curano). I CC, coi loro cugini del Viminale, i delinquenti più appariscenti del caso Stamina li perseguono per finta, i responsabili principali li tengono in palma di mano, e a coloro che svelerebbero la frode rendono la vita impossibile. Alle campane terze viene impedito di suonare, e le si danneggia in modo che il loro suono sia comunque quello fioco e sgradevole, stralunato e inattendibile, di una campana fessa.
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5. Stamina come esca
La terza campana consentirebbe di inquadrare la disputa. Le staminali appaiono come la risposta ad un quesito. Non il quesito ”qual è la linea di ricerca scientifica migliore nell’interesse dei pazienti?”. Ma: “quale prodotto medico conviene che la ricerca sviluppi per massimizzare i profitti?”. I due quesiti non coincidono, ma divergono. Da un lato autentici balzi in avanti nel campo della cura delle comuni patologie sono difficili, e legati a tempi lunghi che sono l’opposto dei tempi degli investitori. Dall’altro, la medicina conserva la sua antica anima irrazionale, che oggi ha la forma di una fede di tipo superstizioso nella scienza, e che consente facili promesse. Le staminali fanno parte dei “superfarmaci dell’immortalità” [27]. Promettono la resurrezione degli organi su questa terra. Che dal punto di vista biologico è ancora più difficile che ricostruire ex novo un intero individuo; ma che come concetto fa presa sulle masse, alle quali appare chiaro e netto come lo fu secoli fa la pretesa alchemica di trasmutare il piombo in oro. Binetti non ha torto parlando dello “Strano fascino delle cellule staminali”. Stamina è servita ad accrescere tale fascino, che la ricerca ufficiale sfrutta a fini di profitto; anziché “decostruirlo” spiegando i termini reali della biologia delle staminali.
Stamina ha permesso di fare le promesse da imbonitore, false e assurde, ma gradite al pubblico, sulle staminali, richieste dal business delle staminali ufficiali; senza comprometterlo, ma anzi, col successivo switch, accrescendone la credibilità. La millanteria sfrontata di Stamina dà nerbo, sul piano della propaganda, a un’ipotesi scientifica guascona ed esangue, e così a un progetto industriale disonesto; dotando la medicina scientifica, delicata e limitata, delle possenti leve antropologiche della medicina tradizionale, di inganno e di autoinganno consolatori. Con Stamina, tutti hanno appreso che ci sono delle cellule che sarebbero in grado di ricostituire qualunque tessuto. Vannoni avrebbe tuttalpiù corso un po’ troppo; ma viene dato per scontato che la pelle dell’orso può essere messa in commercio; che le staminali possono dare vita alla medicina rigenerativa, attualmente una medicina in cerca di autore, una delle entità satelliti delle staminali che sono state fatte passare dall’immaginario alla realtà con un fiat, nominandole. Con Stamina è stata costruita una ontologia, una descrizione della realtà naturale e sociale che include le staminali come potente fonte di speranza. E sono stati ovviamente creati un mercato e una domanda.
Stamina contribuisce anche alla ontologia generale della medicina orientata al profitto. Supporta la credenza nella medicina dei miracoli, e rende inattuale la voce della saggezza sul dovere etico e politico di assicurare in primo luogo ai malati tutta l’assistenza utile, possibile e collaudata, invece di negargliela sperperando le risorse in truffe (a favore degli amici) avendoli illusi con false speranze [28]. Nella spesa sanitaria, i trattamenti con promesse di risultati miracolosi dovrebbero costituire un capitolo opzionale, a priorità minore rispetto alle cure di base; si fa invece in modo che siano “l’unica speranza”, la sola carta da giocare per i pazienti e i familiari disperati; mentre con altre informazioni, e con giubilo, vi puntano gli operatori finanziati privati. E’ come se il denaro dei lavoratori prelevato e accantonato per le pensioni fosse usato per giochi speculativi su junk bonds, promettendo pensioni d’oro per tutti.
Il clima culturale favorisce quello che il fisico Feynman ha chiamato “cargo cult”; il culto, in realtà retrogrado, dell’innovazione. “Non ho più voglia di morire” recita la maglietta dei supporters di Stamina. Davanti a tanta gigioneria, Binetti ha buon gioco nell’osservare gravemente che nel terzo millennio si pensa che “non ci si possa più ammalare di questo o di quello e tanto meno morire”; tralasciando che il cattolicesimo, e gli investimenti clericali sulla biomedicina, si basano sulla sollecitazione degli stessi sentimenti in forme più larvate ed elaborate. Stamina supporta la conflazione tra ricerca biomedica e medicina, due attività complementari ma molto diverse tra loro e in parte contrastanti. Oggi si spera nei miracoli medici della “scienza”, sperando che risultati strabilianti siano ottenuti senza sforzo e in un baleno, schioccando le dita. Il business che domina la medicina ufficiale vuole siano diffuse queste idee infantili, della scienza come magia, sulle quali specula non meno dei piccoli imbroglioni che hanno animato la truffa-esca di Stamina.
Nota Binetti nel suo libro che Stamina ha anche preparato il terreno alla “medicina partecipativa”; dove il pubblico viene coinvolto, viene chiamato a giudicare e scegliere dal Ponzio Pilato di turno. “Oggi la gente vuole capire e vuole sentirsi protagonista, vuole partecipare efficacemente ai processi che la riguardano” scrive la Binetti. In un’abile e perversa parodia di democrazia [29], la gente viene adulata e circuita, e viene manovrata come strumento delle frodi a suo danno. Umberto Ambrosoli, uno dei relatori della presentazione, ha evidenziato quanto riporta il libro della Binetti: il Comitato Nazionale di Bioetica suggerisce di applicare un “consenso sociale informato”; cioè l’uso della piazza, manipolata dai media e dal marketing, per fare passare l’approvazione di nuovi prodotti medici.
Vannoni, come un magliaro al quale siano stati conferiti pieni poteri, mentre tiene segreta la “terapia” insiste per una “sperimentazione”, usurpando anche quest’altro termine: diffonde così anche l’ideologia della ricerca di massa e permanente voluta dal business; dove la medicina è in continua ebollizione, col pubblico come cavia. E col pubblico che “partecipa”; facendogli credere di partecipare, mentre in realtà lo si pilota come un bambino su questioni tecniche complesse. Stamina ha contribuito a imprimere nelle concezioni degli strati più ingenui, e più vasti, della popolazione, un panorama ontologico della medicina che è il più favorevole al continuo lancio di nuovi prodotti, anche se dannoso per la tutela della salute. I ceti colti e semicolti, che hanno una certezza ferrea che vi sia solo l’alternativa scolastica tra ciarlataneria e scienza, e che a Stamina si oppongono, completano il danno, accettandola come falso standard. Uno standard negativo, come lo scioglipancia per la dietetica; che porta a propugnare le staminali ufficiali con uno scorretto sillogismo disgiuntivo.
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6. Stamina come standard negativo
Durante la presentazione è intervenuta la Presidente della Commissione Sanità del Senato, Emilia De Biase. Ha detto che lo Stato ha riacchiappato il caso a tempo e lo ha ricondotto su binari normali. In realtà, lo Stato, dopo un vergognoso via libera da Banana Republic, ottenuto l’effetto bait, l’effetto propaganda con l’esca Stamina, è passato allo switch. Lo switch ha a sua volta due componenti. La prima, di conferma della parte di propaganda ottenuta con l’esca: che le staminali possano funzionare viene dato per scontato. La seconda, di sconfessione dell’esca, come mezzo inadeguato, per sostituirla con la frode primaria nel perseguire gli stessi fini e nel prolungare le stesse tematiche ideologiche. Non si contestano le staminali, ma l’eresia di Vannoni. NAS e magistrati accusano di laboratori negli scantinati, ma non sembrano chiedersi quanto è serio, quanto è interessato, chiunque parla oggi da qualsiasi laboratorio o cattedra di una cosa del livello dei miracoli compiuti da Cristo nel Vangelo, cioè la ricostituzione del tessuto nervoso, come fanno entrambe le parti. Non solo si dimentica che le staminali non hanno l’essenza loro arbitrariamente attribuita; ma si dimentica che in medicina l’efficacia e la sicurezza devono precedere la qualità. La versione ufficiale dà molto peso alle “Good manifacturing practices”: le staminali devono essere correttamente prodotte, dalle cell factories (in Italia ce ne sono già 13). Normalmente prima si inventa un prodotto e poi si allestisce la sua produzione industriale. Qui abbiamo delle factories, dei costosissimi “stabilimenti industriali”, con severi disciplinari di preparazione di un prodotto miracoloso, prima che l’efficacia del prodotto sia stata mostrata. Un’industria tessile che produce per tutti i vestiti nuovi dell’imperatore. Si dovrebbe piuttosto parlare di “Good magic”: la critica consentita e propagandata contro Stamina rafforza nel pubblico questa falsa impressione, che basti preparare le staminali per bene per ottenere le magie che di loro si raccontano.
Il governo istituisce una commissione scientifica per valutare Stamina, riconoscendo così implicitamente che se si pronuncia la parola “staminali” si è ipso facto in ambito scientifico. Per la Binetti Stamina corrisponderebbe a una di quelle asserzioni che i logici chiamano “gappy”. Non una truffa da manette, ma una “verità gappy”. Ci sarebbero quindi, tra i gap, le lacune, parti valide. Un poco come vendere ciambelle intascando gli euro dei clienti e non dando loro nulla, ma sostenendo che si consegnano ai clienti ciambelle, che però sono al momento geometricamente degenerate, col diametro del buco pari al diametro della ciambella; e che si è ottimisti sull’ottenere un miglior rapporto tra i due diametri in futuro…. .
In precedenza si è litigato su se è etico usare staminali ottenute da embrioni, o bisogna limitarsi a quelle da adulti. Una manfrina bioetica, che ha indotto a credere che le staminali possano funzionare [30]. Con lo stesso meccanismo, quello della presupposizione, dell’entimeme, della “loaded question”, della domanda suggestiva, ponendo la scelta tra Vannoni e Cattaneo, tra quale dei due sia quello cui conviene affidarsi, si induce a dare per scontata l’idea suadente e meravigliosa che le staminali possano funzionare. Anche la bioetica dà una mano alle grandi frodi della medicina.
La scienza ufficiale delle staminali è ipocrita nell’accusare di marketing Vannoni. Vannoni, esperto di marketing, è una parte della imponente campagna di marketing a favore delle staminali ufficiali. Se le terapie con staminali ufficiali funzionassero come promettono, i loro risultati spazzerebbero via in un attimo questo ciarpame. Ma non solo i risultati tangibili [4] non si sono visti, per quanto vengano periodicamente annunciati con le acrobazie e i trucchi congiunti ricercatori-giornalisti, un duo che ricorda quello dei santoni visti in Corso Vittorio terminata la presentazione del libro della Binetti; ma vi sono serie ragioni per temere che i risultati promessi non vi saranno. Il simulacro ha i piedi di argilla; le notizie su risultati scientifici fraudolenti, su risultati gonfiati, che accompagnano la ricerca sulle staminali terapeutiche dall’inizio, si vanno accavallando. Allora invece di usare il discorso scientifico per valutare quanto si fa credere al pubblico, scelta che sarebbe controproducente sul piano che conta, quello del marketing, si mette accanto all’ipotesi dei luminari, dei Nobel (categoria già diverse volte smentita in passato), un fantoccio (uno spaventapasseri, dicono gli anglosassoni), una cosa ancora più folle, rispetto alla quale l’ipotesi con la corona d’alloro fa bella figura. Dopo che ci si è addentrati per quattro passi nel delirio con Stamina, fare due passi indietro sembra un ritorno alla ragione e alla serietà scientifica.
La ciarlataneria rozza di Stamina permette per confronto di fare passare la figura dello scienziato per quella del mago. Vannoni è un mago; o forse è un impostore e allora i maghi veri sono gli scienziati. La ricerca non più come tentativo razionale, spesso votato all’insuccesso, ma come potere sovrannaturale, che attraverso le sue arti, incomprensibili ai non iniziati, ottiene risultati che ricalcano i desideri umani. Si chiede una alfabetizzazione scientifica per combattere casi come Stamina; ma si vuole una forma di indottrinamento allo scientismo che è essa stessa una forma di fideismo irrazionale [23]. L’educazione per una cittadinanza responsabile dovrebbe essere sia ai princìpi della scienza, sia alla sociologia della scienza; inclusa la consapevolezza degli interessi in gioco nella ricerca biomedica, e dei mezzi, spesso spregiudicati come quelli di altre attività economiche, e anche di più, impiegati per soddisfarli.
Stamina sta anche introducendo l’idea che i risultati terapeutici delle staminali, che per loro natura dovrebbero essere eclatanti, tangibili [4], devono essere valutati con lo stesso metro delle terapie tradizionali: non i risultati risolutivi promessi, come es. a suo tempo quelli della penicillina per la polmonite, o dell’antisepsi per la febbre puerperale, ma i miglioramenti putativi e incrementali dei nuovi prodotti odierni, da estrarre con le potenti tecniche statistiche dei trial, che per la loro natura di strumenti ad alta sensibilità, e grazie ad aggiustamenti di comodo, possono facilmente dar luogo a falsi positivi [4]. In nome della cautela scientifica, della sobrietà dopo la sbornia, i risultati eclatanti promessi verranno sostituiti da altri più modesti, di livello comparabile a quello dei farmaci oggi in uso per le stesse patologie; risultati parziali, probabilistici, sfumati, continuamente rivisti e rimpastati, che come per i farmaci convenzionali è possibile mostrare di avere ottenuto con le consuete routine delle manipolazioni della ricerca clinica e di base. Del resto, i confronti con standard relativi invece che assoluti sono anche uno dei tanti trucchi per ingigantire surrettiziamente rischi e benefici in epidemiologia clinica.
Stamina non è stata l’irruzione della follia nel tempio della Scienza, ma una carnevalata criminale che consente di fare passare come serie le funeste buffonate in camice bianco della ricerca e della medicina ufficiali. Stamina è una caricatura che precede l’originale. Presentata al pubblico per introdurre l’originale. Una caricatura delle storture delle staminali ufficiali. A partire dalla teoria di base, apodittica, reticente, distorta e vaga sul piano ufficiale e misteriosa e demenziale per Stamina; passando per la sperimentazione, esoterica, gracile, e gonfiata tramite i media per la ricerca ufficiale – e a volte ritirata in quanto manipolata – e segreta, inesistente, diffusa con sistemi da fiera di paese e palesemente truffaldina per Stamina. A guardarli bene in faccia, i due avversari si somigliano. Nella scelta comune a entrambi di partire dal più difficile, la ricostituzione del tessuto nervoso, altamente irrazionale sul piano scientifico, ma che offre oltre una dozzina di vantaggi sul piano della frode e del marketing [4]. Nella scelta comune a entrambi di concentrarsi sulle malattie rare, irrazionale [13], ma funzionale al nuovo corso dell’industria medica, che vuole occuparsi di questo settore, frammentario ma non piccolo; e che può servire da porta d’accesso per l’introduzione di nuovi prodotti nel mercato delle malattie comuni, aggirando con una combinazione di escamotage i criteri più stringenti previsti per l’approvazione all’uso per le malattie comuni. Entrambi i duellanti parlano molto di curare i bambini, emotivamente più convincenti, quando il bersaglio al quale si punta (voce che circola tra i medici) sono le malattie neurologiche dell’anziano, il mercato più redditizio. I bambini malati servono a introdurre l’idea-truffa, seducente e totalmente irrealistica, dell’eterna giovinezza tramite la rigenerazione di organi e tessuti. Alla sfacciata venalità di Vannoni, che ha portato molti a paragonarlo a Vanna Marchi (e Vannoni si è affidato allo stesso avvocato della Marchi, non ritenendo evidentemente ciò inopportuno), corrisponde, resa rispettabile dalla storiella dei ricercatori galileiani e dei medici animati da sacra fiamma, la bramosia di profitto felpata e in giacca e cravatta dei pescecani del business liberista. Il principio è il medesimo: i tentativi terapeutici fatti sotto il segno della (falsa) speranza e della (falsa) scienza si pagano profumatamente. Come dimostrano i prezzi stratosferici e gli effetti marginali o negativi di quei nuovi farmaci “innovativi” che l’industria vuole sfornare a getto continuo [31].
D’altro canto, la ricerca ufficiale, mossa anch’essa dal marketing, ha preso a imitare i santoni di Stamina, e a convergere verso questo ibrido di scienza e superstizione; con il presidente del comitato scientifico nominato dal ministero della sanità, Ferrari, nanotecnologo, ricercatore e businessman nel campo biomedicale, che, da capo della commissione che dovrebbe valutare scientificamente l’efficacia della terapia, si mette a fare l’assistente spirituale dei familiari dei malati, che dice di voler ascoltare anche per quanto riguarda l’efficacia della terapia. La sensazione è quella di una gabbia di matti: quasi come se davanti al caso di un soggetto che crede di essere Napoleone si chiamasse, per valutarne le affermazioni, un esperto di storia militare e questi sostenesse di essere il duca di Wellington. Ferrari, criticato da parte dell’ortodossia, es. Garattini, ha raccolto le lodi della Binetti, che sostiene che il vaso di Pandora di Stamina ha però permesso di liberare la speranza. Stamina ha in realtà permesso di sdoganare, a beneficio del grande business del quale Ferrari è espressione, l’uso illecito delle false speranze in medicina, con ricatti da strozzini del dolore e della paura.
Stamina fa sembrare per confronto elevata l’ufficialità che scimmiotta; che spesso non raggiunge il mediocre, sul piano intellettuale ed etico. Con la fase switch, molti possono rifarsi una verginità a poco prezzo, semplicemente esprimendo sdegno per Stamina. Di Stefano, il presidente dell’Ordine dei medici di Brescia, che prima ha favorito l’introduzione di Stamina nel SSN come componente del comitato etico del locale ospedale, parla ora della “pochezza” di Stamina. E loda come nobili partigiani della medicina, che hanno il coraggio di opporre un’obiezione di coscienza, i medici che prima, come dipendenti del SSN, hanno applicato la “terapia” Stamina e che ora cercano di non subirne le conseguenze.
Può darsi che qualcosa dell’esca venga lasciato; sia per continuare ad alimentare le suggestioni magiche a beneficio delle staminali ufficiali, sia per ragioni di segmentazione di mercato. Le “terapie” come Stamina sono per i semplici, i presuntuosi ingenui che si formano su “Le iene”. Quelli che Hazlitt ha descritto ne “L’ignoranza delle persone istruite” – un saggio che ogni tanto rileggo a scopo profilattico – sceglieranno le staminali di Cattaneo, quelle della scienza con la “s” maiuscola.
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7. Lo scontro e la confluenza tra ciarlataneria mesmerista e scientismo asimoviano Il 23 aprile 2014, mentre scrivevo questo articolo, il PM Guariniello ha mandato un avviso di conclusione delle indagini preliminari a Vannoni e a una ventina di persone. L’accusa principale è di associazione a delinquere finalizzata alla truffa; accusa non infondata, tutt’altro. Ma Stamina è stata una truffa di appoggio alla truffa maggiore, che trarrà giovamento dall’esecrazione e da eventuali condanne. I media hanno riportato la notizia enfatizzando il punto dove Guariniello parla di malati indebitamente trasformati in cavie. Nello scrivere ciò, il magistrato riporta a sua volta il parere del Comitato scientifico ministeriale. E il parere del comitato riflette lo schema esposto qui: si accusa Vannoni di incompetenza, frettolosità e sciatteria nell’uso di mezzi potenzialmente idonei, da introdurre con sistemi scientifici. In realtà quella di Vannoni è ciarlataneria, non sperimentazione su umani. La sperimentazione richiede un solido razionale e un accurato disegno, del tutto assenti nel caso di Stamina; e gravemente carenti nella ricerca ufficiale sulle staminali [4].
Stamina ha fatto peggio che usare i pazienti come cavie. Li ha usati come uccelli da richiamo, perché attirassero l’attenzione e commuovessero con il loro dolore, i loro pianti, urla e proteste. E li ha usati come ostaggi, per continuare a praticare la frode e a svolgere così il suo ruolo di esca e di falso standard, esercitando ricatti morali. E’ la medicina ufficiale che, manovrata dal business, sta andando, con la deregolamentazione dei criteri per l’immissione di farmaci nell’uso clinico, verso i pazienti come cavie. Es. con l’off-label [32], la manomissione degli standard sui trial [4], i farmaci col triangolo nero. Anche qui, Stamina favorisce l’interesse dell’ufficialità sulle staminali, che è di saltare alla sperimentazione clinica senza adeguati riscontri preliminari [4]. E l’interesse generale alla “medicina traslazionale” cioè al trovare la via più spiccia per passare dal laboratorio al mercato, senza un adeguato rispetto dei vincoli di efficacia e sicurezza [33]. Interesse che viene perseguito con una molteplicità di mezzi, anche usando l’appello ad populum mentre ci si appella alla “scienza”. L’argomento fallace sarà “Gli imbroglioni di Stamina pretendono di sperimentare sull’uomo, invece la ricerca ufficiale fa ciò solo quando sussistono i prerequisiti”. (V. epigrafe).
Stamina non è sperimentazione ma è ciarlataneria; ciarlataneria pilotata, e di quella forma particolare che fa un uso ciarlatanesco di acquisizioni scientifiche. Può essere detta “ciarlataneria mesmerista” dal mesmerismo del 700, che faceva un uso ciarlatanesco delle allora recenti acquisizioni scientifiche, sostenendo di poter curare le malattie agendo sul “magnetismo animale”; in pratica un pretesto per pratiche ipnotiche basate sulla suggestione [34]. Anche Mesmer come Vannoni rifiutò di rivelare i segreti delle sue “scoperte”; e fu sbugiardato da una commissione, nominata dal re, di scienziati veri (incluso Lavoisier). Che però evitarono, è stato osservato, di rilevare che l’effetto placebo sul quale Mesmer si basava era sfruttato anche dalla medicina ufficiale, e di estendere ad essa lo scetticismo [35]. I commenti di quella commissione voluta da Luigi XVI appaiono comunque più seri di quelli delle nostre attuali commissioni governative; che neppure avrebbero dovuto essere istituite per una cosa come Stamina. Osserva Stengers [36] che la commissione nel Settecento anticipò quelli che sono princìpi della ricerca medica moderna, stabilendo che “la guarigione non prova nulla” [in corsivo nel testo] e che anzi “il ciarlatano è ormai definito come colui che rivendica come prova le guarigioni”. Bisognerebbe avere presente questo principio, e spiegarlo al pubblico, per i vari casi come Stamina (effetto placebo, eterogeneità delle patologie – e a volte anche delle pseudopatologie – incluse sotto la stessa etichetta diagnostica, fluttuazioni nell’andamento della malattia, effetti aspecifici delle cure, regressione verso la media, bias nella valutazione degli effetti per mancanza di cieco e per altri fattori, etc.); e bisognerebbe averlo presente anche per i tanti casi dove risultati clinici iniziali sono annunciati come “breakthroughs” che permettono di passare subito alla commercializzazione.
La ciarlataneria mesmerista si è attaccata alla scienza moderna come una remora agli scafi delle navi, sfruttando l’alone di mistero e il senso del meraviglioso che emana da tante acquisizioni scientifiche autentiche. A differenza delle superstizioni degli antichi sulle remore, aiuta la navigazione anziché ostacolarla, sul piano dell’interesse. Ancora oggi è frequente sentire maghi, fattucchiere e guaritori parlare di “bioenergetica”, di applicazioni all’uomo di questa o quella teoria fisica o biologica, di “campi biomagnetici”, “medicina quantica”, stimolazione delle difese immunitarie col potere della mente o con rimedi naturali, etc.; ed esibire macchinari dall’aspetto scientifico tra i parafernali che usano per impressionare i clienti. Regolarmente su “Striscia la notizia” vengono trionfalmente smascherati impostori del genere; e vengono comparati alla medicina ufficiale, che invece sarebbe immune da qualunque trucco e disonestà.
Le autorità perseguono questi pesci piccoli, che spesso sono autori di frodi parassitarie, frodi sulle grandi frodi istituzionalizzate della medicina. Come del resto ha fatto Vannoni reinterpretando la frode delle staminali. Ma le grandi frodi istituzionali della medicina invece vengono favorite dai magistrati [37, 38]. La magistratura tende anzi a dettare regole che favoriscono le frodi istituzionalizzate; “ruolo di supplenza della politica in campo bioetico”, l’ha chiamato il segretario dell’ANM, Carbone. Stamina è stata usata come benchmark negativo in questo senso. Es. stabilendo, mentre la si indagava per truffa, l’esistenza di un “diritto alla speranza” che ha portato i magistrati ad autorizzare, ed imporre, la terapia Stamina, e quindi a maggior ragione consentirà le frodi mediche ufficiali basate su questo genere di strozzinaggio dei sentimenti ai danni di chi è in una condizione di estrema vulnerabilità. L’attività giudiziaria contro Stamina, doverosa ma tardiva e flebile, aiuta lo switch, e inoltre salverà la faccia a una magistratura che ha avuto un ruolo non secondario nella fase bait della frode. Servirà anche per rafforzare il monopolio della medicina ufficiale sulle pratiche di cura e sulle relative frodi; analogamente a come in passato streghe e mammane furono osteggiate dal potere costituito su richiesta della medicina ufficiale con motivazioni “illuministe”, ma in realtà per ragioni corporative, di competizione per i clienti [39].
D’altro canto, le posizioni ufficiali sulle staminali terapeutiche, che hanno interesse ad accusare Vannoni di sperimentazione abusiva su umani anziché di ciarlataneria, a loro volta sfruttano indebitamente le acquisizioni scientifiche autentiche. Non sono scienza, ma scientismo; una particolare forma di scientismo che si può chiamare “scientismo asimoviano”. Da Asimov, scrittore di fantascienza che sfruttava le sue solide conoscenze scientifiche (era docente universitario di biochimica). Asimov ha anche scritto pseudo-articoli scientifici, articoli che sembrano tratti da una rivista scientifica, e richiedono conoscenze scientifiche per essere letti, ma sono fantascienza [40]. Sono contenuti e discussi in un volume della American Chemical Society dove si mostra come sia possibile comporre fantascienza usando elementi scientifici autentici e a volte non banali [41].
I due contendenti in realtà convergono, da fronti opposti, in una fusione di scienza e ciarlataneria, in una mistura le cui giuste dosi sono stabilite dal business. Che vuole una contaminazione reciproca tra immaginario fantascientifico e scienza. Descrive questo fenomeno ideologico anche un libro di Magaudda [42], che prende in esame il caso delle nanotecnologie, che sono insieme alle staminali un altro macrosettore sul quale l’industria e la finanza stanno facendo forti puntate; e sono il campo di attività di quel Ferrari che abbiamo già incontrato alla testa del Comitato scientifico ministeriale su Stamina; CEO e scienziato, ma con una sensibilità verso gli stati psicologici dei malati e dei loro parenti che sarebbe più appropriata per i seguaci di Mesmer. Il libro della Binetti, svolgendo una tesi guarnita secondo l’uso clericale di affermazioni valide e di spessore, ma essenzialmente distorta, va in questa stessa direzione simoniaca, della medicina come magia quotata in Borsa.
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8. L’eversione di Stato al tempo del liberismo: dalle bombe alle frodi mediche Il caso Stamina non è “la cartina di tornasole della tragica condizione di declino culturale in cui versa l’Italia”, declino che la porterebbe a non affidarsi ciecamente all’ufficialità per l’introduzione di terapie cosiddette “innovative” [3]. Stamina è servita proprio per poter avanzare affermazioni del genere, che aggraveranno la situazione e sono esse stesse manifestazioni di imbarbarimento. Una barbarie che si ripulisce e impone standard barbari [43]. Il caso mostra i danni del liberismo, della sua presa di possesso della medicina e degli Stati nazionali. Mostra i danni di una medicina che diviene il settore economico di maggior successo tra quelli legali, al costo di divenire il settore dell’economia legale più corrotto, dove si studia come comporre grandi frodi sempre nuove e istituzionalizzarle. Mostra i danni che gli italiani subiscono e subiranno dalla perdita di sovranità, dall’accettare che i poteri dello Stato siano retti da soggetti non all’altezza e desiderosi di servire poteri maggiori vendendo il Paese.
Chi occupa lo Stato vuole essere giudicato, come ha notato Debord, in base non ai princìpi, a standard positivi, es. i valori costituzionali, ma in base ai “nemici”; a standard negativi come la mafia e il terrorismo, che lo Stato spesso favorisce per poter meglio praticare quell’eversione di Stato e quella mezza mafia che danneggiano i cittadini non meno del terrorismo e dei mafiosi [44]; e che sono all’opera anche in questo caso. Una analoga tecnica del falso standard, dello standard negativo, oggi, al tempo del liberismo scatenato, viene usata dallo Stato per fare da imbonitore ai prodotti del business privato; il ruolo che l’attuale assetto prevede per ciò che resta degli Stati nazionali [45]. Stamina appare essere un esempio delle manipolazioni per portare il destino economico dell’Italia nella direzione decisa altrove [46, 47]. Dove la medicina avrà sempre maggior peso, e ne avranno quindi le sue frodi; con i malati, e il pubblico, come materia prima.
Anche nel caso Stamina, come per le operazioni nelle quali i terroristi sono stati per un periodo lasciati agire e aiutati, anziché essere subito fermati, dietro agli apparenti errori, incertezze, incompetenze, irresolutezze, ingenuità, appaiono operare – per conto di interessi sovranazionali – strutture prive di scrupoli che sanno quello che devono fare; e che pilotano i crimini delle istituzioni, o li commettono direttamente. Dall’esacerbare il dolore di pazienti e famiglie, illudendoli e tentandoli, facendo loro intravedere una possibile via di salvezza e offrendo loro una via di sfogo con l’attivismo, ponendo su di loro ulteriori pesi, in modo che le loro grida smuovano il pubblico. Al sabotare terze campane che guasterebbero la frode.
Schematicamente, una frode come Stamina si può considerare come composta da tre elementi e tre processi. Gli elementi sono l’esca (Stamina), la frode primaria o contropacco (le staminali ufficiali), e la terza campana (la critica razionale). I processi sono la propaganda di base, che lanciando l’esca instaura una costellazione di credenze e aspettative. Lo switch, una propaganda aggiuntiva che condannando l’esca confrontandola col contropacco mette il mercato creato con l’esca a disposizione del contropacco. E la censura, che in tutte le fasi impedisce che la terza campana guasti l’imbroglio.
La sequenza esca-scambio riesce a dare una spiegazione dei misteri, le costanti ambiguità, le doppiezze, i cambi di casacca del caso Stamina. Spiega come una ciarlataneria folle abbia avuto il via libera nel SSN e sia stata considerata ai massimi livelli dello Stato. Spiega perché i magistrati – un focolaio di corruzione quando sono in gioco grandi interessi sovranazionali – si siano sbracciati per farla introdurre, mentre altri magistrati la indagavano come truffa, ma molto lentamente, lasciando che quanto seminava attecchisse. E’ coerente con una serie di clamorosi interventi dei magistrati su temi medici, che finiscono col favorire grandi affari illeciti creando l’ontologia culturale distorta favorevole alle frodi [48]. Spiega perché a Brescia il rettore dell’università, Pecorelli, medico e “barone” universitario tra i più potenti in Italia, non abbia impedito la pratica di una terapia crassamente antiscientifica nel locale ospedale che fa da policlinico universitario, del quale è il ras, mentre allo stesso tempo la combatteva come presidente dell’AIFA [49]. Perché i preti abbiano sobillato malati e pubblico su Stamina, sull’esca, pur avendo benedetto le staminali “scientifiche” con Ratzinger [50] (e appoggiato quelle “antisistema” di Vannoni con Bergoglio [51]). Ora con la Binetti arrivano alla sintesi preordinata, con un’opposizione a Stamina “ferma” sul piano “scientifico” ma aperta alle suggestioni irrazionali di Stamina. Spiega l’andamento bifasico di altre forze, come i grillini, o Il Fatto Quotidiano, che prima partecipano al lancio di Stamina e poi la criticano a favore delle staminali ufficiali. Induce a classificare tra gli abusi commessi dal Quirinale contro la Costituzione e a danno del popolo anche la creazione di una figura specularmente opposta a Vannoni, ma in realtà complementare, con la nomina ingiustificata della Cattaneo a senatrice a vita mentre furoreggiava Stamina. E così via.
Personalmente, vedo anche la censura della terza campana, e vedo quindi come le autorità e i vari poteri dello Stato, uno Stato privatizzato, facciano non due ma tre giochi, avendo anche questo terzo ruolo, di protezione della immonda farsa dalle voci critiche. C’è la manovalanza, che commette atti illegali impunemente. In alcuni casi appare avere legami o una distanza minore di quanto si supporrebbe con gli ambienti dei servizi. Gli accordi atlantisti contro il “bioterrorismo” del Civile di Brescia [52]. L’avventurosa attività di Andolina in missioni umanitarie in teatri di guerra e in intrighi internazionali dove sono stati coinvolti i servizi [53], incongrua rispetto a quella di genio del laboratorio; un profilo che per alcuni suoi punti contribuisce, insieme ad altri, a far sì che la vicenda Stamina faccia venire alla mente la figura di Cagliostro; come fa venire alla mente un’altra icona massonica, il Ballo Excelsior. Ma andrebbe considerata anche la criminalità di Stato che sorregge gli attori visibili. Qui non si tratta di medicina, diritto, buon governo, etica, scienza, misericordia, democrazia; ma di loro caricature, agitate da una mafia con la divisa dello Stato che briga nella maniera più bassa per ottenere vantaggi aiutando affari criminali sui malati e sulla paura della malattia. E dietro alla facciata dei toni agostiniani della Binetti, delle sue osservazioni talora apprezzabili, opera il pugnale dei gesuiti. L’Italia descritta da Pasolini, “ridicola e sinistra” e governata da “maschere comiche vagamente imbrattate di sangue”.
Brescia, 4 maggio 2014
ccc
Note
1. Angelici L. Sì alle cellule, no alla Stamina. Corriere della Sera, 29 dic 2012.
2. Minelli A. Forme del divenire. La biologia evoluzionistica dello sviluppo. Einaudi, 2007.
3. Capocci M Corbellini G. Le cellule della speranza. Il caso Stamina tra inganno e scienza. Codice, 2014.
4. La paranza delle staminali. Il palpabile e il tangibile. In preparazione.
5. La frode delle staminali. https://menici60d15.wordpress.com/la-frode-delle-staminali/
6. Ioannidis J P A. Implausible results in human nutrition research. BMJ, 2013. 347: f6698.
7. Lehman R. Is dietary research largely rubbish? Doc2doc, 25 nov 2013.
8. McKay R. Stem cells – hype and hope. Nature, 2000. 406: 361.
9. Appunti sulle frodi concettuali delle staminali. https://menici60d15.wordpress.com/appunti-sulle-frodi-concettuali-sulle-staminali/
10. Medawar P B. Consigli a un giovane scienziato. Bollati Boringhieri,1981.
11. Hanahan D Weinberg R A. The Hallmarks of Cancer. Cancer, 2000. 100: 57.
12. Gould S Lewontin R.The spandrels of San Marco and the Panglossian paradigm: a critique of the adaptationist programme, Proceedings of the Royal Society of London, 1979. B 205: 581.
13. Testart J. La vita in vendita. Biologia, medicina, bioetica e il potere del mercato. Landau, 2004.
14. Jones S. Genetics in medicine: real promises, unreal expectations. Milbank Memorial fund, 2000. Reperibile su internet.
15. Sgaramella V. Nobel a Gurdon e Yamanaka. Scienza in rete, Gruppo 2003, 16 ott 2012. | Buiatti M. Il benevolo disordine della vita. UTET, 2004.
16. Stem cells: what they are and what they do. Mayo Clinic staff. Reperibile su internet.
17. Danton. I “magici mattoni della vita” Lab. Il mondo del laboratorio, mar-apr 2013. | Borselli L. La cura protezionista. Il biologo Angelo Vescovi spiega perchè il new deal americano sulle staminali non serve alla medicina ma a Wall Street. Reperibile su internet.
18. I cancri che non sono cancro. https://menici60d15.wordpress.com/2013/10/09/i-cancri-che-non-sono-cancro/
19. Costa R, Capocci M. Le cellule staminali dal laboratorio alla clinica: dialogo con due protagonisti. In: Le cellule della speranza, cit.
20. Giancarlo Caselli e i Notav. https://menici60d15.wordpress.com/2012/02/23/giancarlo-caselli-e-i-no-tav-il-negativo-e-il-proibito/
21. Stem cells in developmental biology: a debate at the BSDB. Martinez-Arias Lab. Dept of Genetics. University of Cambridge. 25 marzo 2013.
22. Bianco P. L’ ”affare Stamina”: diario dell’attacco politico-commerciale alla medicina in Italia. In: Le cellule della speranza, cit.
23. Bauer H H. Scientific literacy and the myth of the scientific method. University of Illinois Press, 1992.
24. Evans I, Thornton H, Chalmers I. Come sapere se una cura funziona. Il Pensiero Scientifico, 2007.
25. Per cosa è morto Pantani. Lo sport e il marketing farmaceutico. https://menici60d15.wordpress.com/2013/01/29/per-cosa-e-morto-pantani-lo-sport-e-il-marketing-farmaceutico/
26. Comidad. Il Veneto tra il mito della secessione e la realtà della delocalizzazione. 10 aprile 2014.
27. Hall S. I superfarmaci dell’immortalità. Come l’industria mondiale si prepara a sfidare il tabù della morte e a prolungare illimitatamente la nostra vita. Pref. di S. Garattini. Orme, 2003.
28. Callahan D Nuland S. The Quagmire. The New Republic, 9 giugno 2011, 16.
29. Dittatura a stampo e medicina. https://menici60d15.wordpress.com/2012/01/23/dittatura-a-stampo-e-medicina/
30. La fallacia esistenziale nel dibattito bioetico sulle staminali. https://menici60d15.wordpress.com/2011/10/22/la-fallacia-esistenziale-nel-dibattito-bioetico-sulle-staminali/
31. L’ambasciatore USA ordina il sostegno al loro complesso magico-industriale. https://menici60d15.wordpress.com/2013/03/20/4753/
32. Sulle regole per la Roche. https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/30/sulle-regole-per-la-roche/
33. I trucchi della medicina traslazionale. https://menici60d15.wordpress.com/2014/01/12/i-trucchi-della-medicina-traslazionale/
34. Fuso S. La falsa scienza. Invenzioni folli, frodi e medicine miracolose dalla metà del Settecento ad oggi. Carocci, 2013.
35. Wootton D. Bad medicine. Doctors doing harm since Hippocrates. Oxford University Press, 1996.
36. Stengers S. Medici e stregoni. Manifesto per la psicopatologia scientifica. Il medico e il ciarlatano. Boringhieri, 1995.
37. La magistratura davanti alle frodi mediche di primo e secondo grado. https://menici60d15.wordpress.com/2009/08/22/la-magistratura-davanti-alle-frodi-mediche-di-primo-e-secondo-grado/
38. Nuove P2 e organi interni. https://menici60d15.wordpress.com/2011/12/08/nuove-p2-e-organi-interni/
39. Ehrenreich B English D. For her own good. 150 years of experts advice to women. Doubleday, 1978.
40. Asimov I. The Endochronic Properties of Resublimated Thiotimoline. Astounding science fiction, 1948.
41. Stocker J H , ed. Chemistry and science fiction. American Chemical Society, 1998.
42. Magaudda P. Innovazione Pop. Nanotenologie, scienziati e invenzioni nella popular culture. Il Mulino, 2012.
43. La corruptio optimi nel liberismo. Le linee guida cliniche e il decreto Balduzzi. https://menici60d15.wordpress.com/2012/10/21/la-corruptio-optimi-nel-liberismo-le-linee-guida-cliniche-e-il-decreto-balduzzi/
44. I professionisti della metamafia. https://menici60d15.wordpress.com/2010/06/08/i-professionisti-della-metamafia/
45. Klein N. Shock economy. Rizzoli, 2007.
46. La medicina come rimedio ai limiti della crescita economica. https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/15/la-medicina-come-rimedio-ai-limiti-della-crescita-economica/
47. Ilva. Dal cancro nascosto al cancro inventato. https://menici60d15.wordpress.com/2013/05/21/ilva-dal-cancro-nascosto-al-cancro-inventato/
48. La responsabilità ontologica dei magistrati nella frode medica strutturale. Il caso dell’Avastin per uso oftalmico. Lettera ai PM Rossi e Pesci, 7 aprile 2014. In: Nuove P2 e organi interni. Cit.
49. Gli strani “compagni di letto” di Ingroia. https://menici60d15.wordpress.com/2013/02/13/gli-strani-compagni-di-letto-di-ingroia/
50. Second international conference Regenerative medicine: a fundamental shift in science and Culture. The Vatican, april 11-13, 2013. | Smith R Trafny T Gomez M. The healing cell: how the greatest revolution in medical medicine is changing your life. With a message from Pope Benedict XVI. Ctr Street, 2013.
51. Bellelli A. Il papa e Stamina: la cura percepita. Il Fatto Quotidiano, 13 dic 2013.
52. Leopardi, Unabomber e altri eversori. https://menici60d15.wordpress.com/leopardi-unabomber-e-altri-eversori/
53. Altamura M. Oriano Mattei: “Le verità di Pollari”. Rinascita, 13 luglio 2007.
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8 giugno 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di F. Martelli “Stamina: a Brescia riprendono le infusioni, il direttore dell’Aifa minaccia le dimissioni”
A tutti i magistrati del caso Stamina andrebbe fatto presente che sono coinvolti in una frode “bait and switch” (v. “Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale”); attuata usando i pazienti come pedine sacrificabili. Frode che sta evolvendo in un noto schema di marketing basato sull’illusione cognitiva scientificamente descritta detta “effetto di dominanza asimmetrica”, o “decoy effect”; nel quale Stamina è il decoy, le staminali ufficiali sono il prodotto da lanciare, e la critica razionale e onesta al progetto delle staminali terapeutiche il “prodotto” da eliminare. Ma appare inutile e rischioso esporre tali ragionamenti a magistrati che nell’investire di poteri straordinari Andolina dicono di non sapere che è accusato di truffa per avere già esercitato quelle stesse attività.
Suona un pò buffo che l’ingiunzione provenga da Pesaro: i marchigiani hanno fama di essere mediamente gente cauta e moderata. Ma l’impressione che si tratti di un colpo di testa è sbagliata. Non so se i magistrati siano marchigiani, ma certo non corrono il rischio di sollevare nei loro confronti quell’ostilità che costò cara a un grande Italiano proveniente dalla provincia di Pesaro, Enrico Mattei. Che invece era uno “anomalo”, che non attaccava il cavallo dove vuole il padrone. Stamina è un caso di virulentazione del crimine per via giudiziaria, e di marketing giudiziario, nell’ambito di un intrigo servendo il quale si ottiene anzi la benevolenza di chi muove i fili.
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@ dalfattopassiamoaifatti. “Chi vende farmaci e cure”, cioè le multinazionali farmaceutiche e altri giganteschi soggetti economici, è proteso alla “innovazione” cioè a immettere sul mercato nuovi prodotti, a maggior valore aggiunto. Sfruttando la circostanza che nella società attuale la gente sembra non stancarsi mai di chiedere nuovi farmaci sempre più meravigliosi. L’idea delle staminali panacea non l’ha inventata Vannoni; lui piuttosto la propaganda. Se fossi al posto dei magistrati, sarei interessato a conoscere cosa sa Vannoni, esperto di marketing, di tecniche di marketing come l’introduzione di prodotti decoy per influenzare i consumatori a favore di altri prodotti; dato che Stamina appare avere una funzione di questo genere.
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22 giugno 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di C. Daina “Novartis, generosità o secondi fini?”
Monocalpo: Nella Sua ultima asserzione del soprastante intervento, Lei afferma perentoriamente che senza difensori della scienza come me, non ci sarebbe stato il caso Stamina. Mi stupisca: mi spieghi il perché. Le prometto che la leggerò davvero con attenzione e senza pregiudizi.
@ Monocalpo. In generale, questa retorica bolsa e pomposa sulla scienza rende la scienza stessa fragile e manipolabile. Manipolabile il più della volte dall’industria medica, ma anche da uno scalzacani come Vannoni. Che in realtà, come spiego, è strumento di grandi interessi, che hanno permesso la sua incredibile ascesa. Se si fanno i santoni della scienza, poi non ci si deve meravigliare se arriva la concorrenza dei santoni esperti di marketing. Date le speranze messianiche, la propaganda massiccia e la censura sulle staminali ufficiali, a Vannoni è bastata la formula magica “staminali” per fare calare le brache anche a chi non era direttamente compromesso. Se invece vi fosse stato un approccio critico e scettico a questo hype sulle staminali ufficiali, Vannoni sarebbe subito apparso per un profittatore.
Il libro “Bombardate Roma!” di M. Franzinelli, appena uscito, mostra in maniera cogente che le lettere, pubblicate da Guareschi, con le quali De Gasperi avrebbe invitato gli Alleati a bombardare Roma, erano un falso. Franzinelli critica come frutto di una “impronta complottistico-dietrologica”, le posizioni di chi, come Giannuli, ha considerato autentiche le lettere. Il caso risale al 1954; l’analisi di Franzinelli è arrivata 60 anni dopo. Accettando la ricostruzione di Franzinelli, credo ci sia ancora molto da commentare su questa che a me pare un’altra “destabilizzazione per stabilizzare”; mi riprometto di scriverne. La magistratura non fece chiarezza, ma proseguì lo svolgimento di quella che oggi Franzinelli mostra essere stata una trama preordinata. Un intrigo che a mio modesto parere non è stato ancora del tutto sviscerato, né collocato nel suo ambito storico e politico autentico.
Le responsabilità furono tutte scaricate sull’unico che non aveva la rogna, Guareschi, che fu colpito con la stessa violenza voluttuosa con la quale il disonesto si vendica in maniera formalmente legale del galantuomo, cogliendolo in castagna dopo averlo fatto cadere in un tranello. Lo scambiarsi di posto, il far passare chi non è come loro per ciò che loro sono, e mettersi dalla parte di quella “legalità” che disprezzano e calpestano, è la mira costante dei ruffiani; che sono il tipo umano più trascurato e più comune della nostra classe dirigente, selezionata in modo da purificarla da soggetti come Guareschi.
Ha ragione Giannuli quando dice che bisogna sbarazzarsi delle “mitologie” sulla magistratura, e considerare il suo ruolo di forza di potere; oggi, il ruolo della magistratura nell’ambito dei processi di globalizzazione, dove la guerra è per i soldi prima che per territori. Lo mostrano il caso TAV, e anche il caso Stamina:
https://menici60d15.wordpress.com/2014/05/04/stamina-come-esca-per-le-frodi-della-medicina-ufficiale/
https://menici60d15.wordpress.com/2012/02/23/giancarlo-caselli-e-i-no-tav-il-negativo-e-il-proibito/
Ai Notav, e a chi è oggetto delle operazioni poliziesche e repressive che la magistratura favorisce con azioni o omissioni, ricordo come nel perseguire intenti buoni ci si debba guardare dal farsi attirare in imboscate dagli scellerati di professione dei quali il trono si circonda. E ricordo una riflessione di Guareschi in carcere:
“…Io mi sento come chi sta nella stiva di una nave che affonda. Se anziché essere “ai ferri” io mi trovassi sul ponte, niente muterebbe nella sostanza. […]. O si cambia l’equipaggio e si chiude la falla, o la barca andrà a fondo”.
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@ Germano Germani. I bombardamenti di obiettivi civili e gli eventuali tradimenti sono una cosa, le presunte lettere un’altra. Articolare le due cose è impegnativo. Es. le lettere con gli inviti vaticani a bombardare Roma sono datate gennaio 1944; nel febbraio 1944 gli Alleati ridussero in macerie, con un bombardamento aereo che non aveva motivazioni tattiche dicono gli esperti, l’abbazia di Monte Cassino.
Di Franzinelli mi colpì, anche per la qualità storiografica, “Un dramma partigano “, sulla storia dell’assassinio in terra bresciana del ten. colonnello Raffaele Menici. Non credo che i suoi libri siano soldi sprecati, come non lo sono i libri del prof. Giannuli, anche se non bisogna giurare sulle parole di nessun maestro.
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@ davidem. Sì, si esagera e si va nell’off-topic se dal “rema” che ho presentato, la condanna di Guareschi per diffamazione, si passa ai bombardamenti, e ci si dilunga su questi, fino a prendere il posto del “tema”; che è e resta l’insufficiente consapevolezza di come “l’azione giudiziaria in Italia non rispetti il Tempo ma obbedisca ai tempi”, così che i magistrati “mentre coi loro interminabili procedimenti non rispettano il Tempo, quello della vita delle persone, ossequiano la Storia, conformando ad essa la loro azione” (https://menici60d15.wordpress.com/2011/02/13/rispetto-della-storia-nellazione-giudiziaria/).
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29 agosto 2015
Blog di A. Giannuli
Commento al post “Le morti opportune nella storia d’Italia.”
L’intellettuale come bayesiano
Che la morte di Valerio Borghese, pur simulando un caso di morte “opportuna”, sia stata invece una morte naturale non è un caso bizzarro. Mette in luce un aspetto costitutivo di una potente leva intellettuale, che, per interessi ideologici, viene svalutata. (Soprattutto in medicina, dove la sua applicazione alla ricerca è chiesta da un crescente numero di scienziati, preoccupati dalla degenerazione a fini di profitto della “evidence based medicine”). Il ragionamento bayesiano, che permette di risalire alla probabilità delle cause dalla probabilità degli effetti. La stranezza e la puntualità di tante, davvero tante morti “strane”, unita alla massa delle informazioni sui “misteri d’Italia”, ha portato all’inferenza inversa che fossero in realtà omicidi mascherati; parallela a quella che alcuni omicidi, come quello di Moro o di Borselllino, avessero mandanti e motivazioni diverse da quelle ufficiali, i terroristi e la mafia essendo manovrati.
La capacità istintiva di ragionare per gli innaturali schemi bayesiani è un dono, proprio dell’intellettuale autentico. E’ descritta, in fondo, inconsapevolmente da Pasolini: “io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l’arbitrarietà, la follia e il mistero”.
Il teorema di Bayes legittima questa abilità, e incoraggia lo sforzo e il coraggio che richiede; e la disciplina, ricordandoci che esistono però i falsi positivi (es. la morte di Borghese); che restano un trabocchetto anche quando si è metodologicamente sulla strada giusta, che è comunque stretta, ardua e incerta. Un errore facilitato dalla tendenza generale a commettere l’errore cognitivo (chiamato anche “prosecutor’s fallacy”, la “fallacia del PM”) di prendere la probabilità degli effetti date le cause (la probabilità del mal di testa dato un tumore cerebrale, elevata) per la probabilità corretta, quella delle cause dati gli effetti (la probabilità di un tumore cerebrale data una cefalea, bassa). Un errore al quale si viene inoltre esposti dalla debolezza, presente anche nei migliori, dell’essere sedotti dalle idee che riusciamo a raggiungere.
Guareschi e Sciascia sono due casi di intellettuali veri, capaci di ragionare in modo bayesiano; che supportarono notevoli risultati bayesiani con esempi (test) errati: con brutti falsi positivi. Il concetto di Guareschi dei governanti che ci vendono a poteri esteri, e quello di Sciascia de “l’antimafia come strumento di potere. Che può benissimo accadere anche in un sistema democratico, retorica aiutando e spirito critico mancando.” sono autentici, e sarebbero stati preziosi, e lo sarebbero ancora di più oggi, in un Paese che non fosse così pervaso da viltà intellettuale a tutti i livelli, e quindi pronto a buttare il bambino con la scusa dell’acqua sporca. In un certo senso questi fondamentali concetti politici – collegati tra loro, come aspetti diversi di uno stesso potere – “sono stati suicidati” anch’essi. Col piattino fatto a Guareschi tramite le false lettere di De Gasperi e i coordinati interventi selettivi, omissivi e censori dei bravi magistrati (cfr. M. Franzinelli, Bombardate Roma!). E con i gradini perennemente insaponati degli ambienti “perimafiosi”, che portarono Sciascia a prendere come esempio proprio uno dei pochi magistrati fuori posto, uno dei pochi che non stava al gioco ma si batteva davvero, e che anche per questa sua superiore diversità fu poi eliminato.
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8 novembre 2015
Blog de Il Fatto
Commento al post di O. Lupacchini “Pier Paolo Pasolini: di quale verità è morto veramente”
E’ come se ci fosse una formula. Quando alcune variabili, personali e ambientali, immesse nella formula, portino il calcolo della formula a superare un determinato valore, si viene eliminati. Un termine della formula rappresenta ciò che si fa. Pasolini da intellettuale, Occorsio da magistrato, stavano portando alla luce centri di potere criminale occulto. Un altro dei termini della formula è dato da ciò che si è. Credo che il fatto di rappresentare tipi antropologici proibiti, da epurare e da marchiare come modelli funesti, sia stato tra i moventi di molti omicidi eccellenti; un fattore strategico distinto dalla necessità contingente di eliminare una figura “pericolosa”; anche se associato a tale necessità. Pasolini era un intellettuale vero; “bayesiano”, come ho descritto altrove, cioè capace di inferire conoscenza su fatti non noti raccogliendo e selezionando fatti noti e comparando le due categorie di dati. Inoltre era un “parresiasta”, uno che diceva in maniera chiara e penetrante cose scomode e importanti. Occorsio come altri magistrati uccisi era uno dei “Capaci”: integerrimi, coraggiosi, abili. Credo che anche questo rappresentare tipi antropologici proibiti abbia avuto un peso nel decidere gli omicidi; che erano anche volti a plasmare i valori e la classe dirigente secondo un modello di società subalterna. Così che sulle varietà umane indesiderate, da estirpare, da estinguere, da scoraggiare, è stato imposto un sigillo di proibizione colpendo i maggiori esempi.
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11 ottobre 2018
Blog de Il Fatto
Commento al post di S. Sacchetti “La Rabbia di Guareschi e Pasolini. Un documentario eretico”
Mi pare ambiguo ricordare gli “eretici”, in realtà quelli che non abiurarono, come affetti da “rabbia, sinonimo di frustrazione” per la colonizzazione culturale. Rappresentano piuttosto coloro che restano saldi nei propri riferimenti valoriali invece di convertirsi all’istante alla religione dei nuovi padroni. E’ costume vestirsi dei meriti dei dissidenti celebrandoli, in una ipallage: “documentario eretico”. Sarebbe utile, anche se meno piacevole, disegnarli per negativo, descrivendo l’infido pastone italiano sul quale si stagliano. Per Pasolini, la doppiezza dei “disinistra”, che con la loro asserita “diversità” già allora ammiccavano sottobanco ai poteri ai quali oggi sono pubblicamente prostituiti. E la doppiezza del clero, che ha sfruttato le inquietudini religiose dell’artista per le scenografie con le quali copre i suoi affari, mentre il suo braccio politico, Andreotti, disse che “se l’era cercata”. Per Guareschi l’opportunismo della magistratura, l’azione giudiziaria a diavoletto di Maxwell, che punì solo l’unico in buona fede della manovra straniera contro De Gasperi (Colonia Italia. Cereghino e Fasanella. Chiarelettere); sventando l’attacco, ma guardandosi dal praticare la prima giustizia, il ristabilire la verità intera. La magistratura invece scaricando tutto su chi era per altri versi un altro obiettivo dei mandanti collaborò con loro, nell’epurazione di quelli renitenti all’asservimento.
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30 giugno 2019
Blog de Il Fatto
Commento al post di S. Nardacchione “Danilo Dolci e la disobbedienza civile nonviolenta, dagli anni ’50 ad oggi: “Fare presto (e bene) perché si muore”
Per rifarmi la bocca ho riletto uno scritto di Dolci, sul sistema clientelare-mafioso legale. Un passo può essere utile a coloro che appoggino l’immigrazione forzosa in buona fede, credendo alle figure autorevoli e ai tanti agitatori che la presentano come motivata da scopi etici:
‘Tanto i mafiosi come i politici del sistema si stimano necessari all’ordine pubblico, locale e/o internazionale. “L’omertà è una qualità indispensabile per un mafioso” come per un giudice, un militare, un “politico” che voglia “fare carriera”. Come i delinquenti comuni più capaci e decisi non hanno alcuna possibilità di conoscere i segreti dell’organizzazione mafiosa, similmente – se pur diversamente – gli attivisti politici di base ignorano i traffici illegali e le trame segrete dei loro condottieri; e cosi i funzionari dello Stato ignorano Je decisioni segrete (talora determinanti in micidiali forme) dei massimi boss politici che si atteggiano, melliflui o tronfi, a espressione della volontà popolare.’ (In: Danilo Dolci, una rivoluzione nonviolenta, 2010).
Tanto più utile al giorno d’oggi, quando la criminalità del potere ha assunto forme “post-moderne”, ovvero appiccica – come in questo caso – icone etiche tradizionali sui propri disegni. Così che abbiamo la mafia post-moderna, che gestisce l’antimafia e chiede che nelle scuole sia insegnata la legalità (il caso Montante), e la tratta di esseri umani post-moderna che batte sullo spacciarsi per umanitarismo e nonviolenza.
@ Brodo. Non so chi sia la persona che, unica, a lei fa venire in mente quanto Dolci indica. A me fa venire in mente tutto il baule dei pupi, nessuno escluso, e i vari gruppi di fan che parteggiano per questo o quel paladino. Nelle stesse pagine sul sistema mafioso legale Dolci descrive la sua denuncia come mafioso di Mattarella padre; sarebbe interessante compararla con le posizioni istituzionali attuali, che dietro coperturte come la sagoma di Dolci non sono così lontane dalle posizioni dei notabili siciliani di allora, asservite ai poteri superiori e sprezzanti del popolo.
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7 luglio 2019
Blog de Il Fatto
Commento al post “Mediterranea, il capitano della nave Alex: “Un agente piangeva mentre controllava i documenti. Un altro ci ha ringraziato””
Accettare questo invito grottesco alla lacrimuccia non è solo ingenuità; è anche un segno della debolezza verso le figure di autorità che gli italiani scontano sulla loro pelle. Forse ci saranno poliziotti ipersensibili e dai rubinetti facili; ma in genere in questi casi vale quello che scrisse Celine della borghesia, “impassibile e piagnucolosa”, a seconda della convenienza personale, e quindi anche a seconda di ciò che il copione del potere prescrive. La consolidata ruffianeria delle forze di polizia e della magistratura verso i poteri forti è tra i principali fattori nascosti per i quali l’Italia non è un Paese per onesti. Ruffianeria verso i poteri forti che include la collaborazione ai soprusi abusando del potere istituzionale, e, come in questo caso, partecipazione alle narrative volte a fare passare per uno stato di cose normale o lodevole lo sfruttamento. “Salvarne” uno e sommergere cento persone comuni, italiani e stranieri, nell’impassibilità complice delle quinte colonne.
@ Stendhal. Credo che il tipo umano che oggi serve il potere dando del nazista a chi si oppone all’immigrazione forzosa sia lo stesso, sia il discendente morale di quello che allora serviva il potere nella caccia agli ebrei; che collabora con il più forte, privo di vergogna. Il tipo umano del delatore. “Se tutte le città d’Italia avessero fatto come Sarzana il fascismo non sarebbe passato”: Sandro Pertini. A proposito di forze di polizia, a Sarzana i carabinieri bloccarono i fascisti; oggi gli stipendiati di polizia calano le brache recitando queste farse patetiche. Se Vittorio Emanule III, detto Sciaboletta, avesse firmato il decreto d’assedio non saremmo caduti nel baratro del fascismo. Se avessimo la spina dorsale per esercitare il modesto sforzo occorrente a fermare l’immigrazione forzosa, come fanno altre nazioni, eviteremmo danni futuri. Se non lasciassimo campo libero ai ruffiani, agli intriganti con la tonaca, ai gauleiter, agli sciaboletta ai quali va bene che si affoghino neri per esercitare il ricatto morale per il quale gli unici da soccorrere, gli unici infelici sulla faccia della terra sarebbero i giovanotti con le treccine che hanno pagato il biglietto per il passaggio sui barconi, potremmo vivere meglio noi e fare qualcosa di buono per chi ha davvero bisogno nei paesi svantaggiati.
@ Stendhal. Non è plausibile che masse di persone paghino un lungo viaggio per andare a farsi internare volontariamente in lager allucinanti dai quali poi, se sopravvissuti, tentare di fuggire. Ricorda quel che racconta Woody Allen, di quando faceva telefonate oscene a una donna; e di come le facesse “collect” a carico del destinatario, e la donna le accettasse sempre. Non cito Woody Allen perché sono favorevole alla causa degli ebrei di New York. E Woody Allen non mi piace molto. Però la battuta è buona. Se cito una descrizione della borghesia di Celine, questo le darebbe il diritto di attriburmi sentimenti nazisti e da sterminatore di ebrei? Humani a mi nihil alienum puto. Cerco di riconoscere e prendere il buono tra un mare di paccottiglia e di veleni; anche se la fonte ha idee politiche o finalità lontane dalle mie. Quelli che parlano come lei, applicando le suddivisioni puerili tra martiri, demoni e santi tracciate dalla propaganda, cercano di racimolare una pagnotta, raccogliendo e lanciando qualsiasi spazzatura. Invece di organizzare ronde per il controllo del linguaggio e dei sentimenti altrui vedete di mettere mano a ciò che è racchiuso nei vostri sepolcri imbiancati.
@ Stendhal. La pietà e la solidarietà false imposte dagli strozzini tramite mezzani sviliscono i loro corrispettivi autentici. Per non parlare di quelli che di mestiere dicono di essere portavoce della divinità, e indossati paramenti di genere insultano coloro che resistono ai loro raggiri come fanno indovini e fattucchiere. La prostituzione di valori etici e religiosi a interessi di potere non è pietà o solidarietà. È santimonia, che già prima di Cristo era riconosciuta come rivoltante: “Fra tutte le specie di ingiustizia la più detestabile e odiosa è quella di coloro che, quanto più ingannano, più cercano di apparire galantuomini”. Cicerone.
@ Stendhal. Segua lei il mio consiglio, ceda l’armamentario a qualche emulo di Otelma e bussi al portone del luogo che meglio può accoglierla: la più vicina casa circondariale.
@ Stendhal. Spiace sempre per una persona al gabbio. Comunque la pena deve comprendere anche la riabilitazione; alla quale lei può avvicinarsi considerando questa notizia edificante del 7 luglio 2019, dei poliziotti che scoppiano in lacrime davanti alla flotta delle Ong; e la notizia di ieri, 8 luglio, l’assoluzione definitiva dei CC per l’omicidio di Giuseppe Uva. Rifletta e mediti su di esse, come farebbe per parabole evangeliche, le compari, con la sua intensa spiritualità. Si ponga come astri che guidano il cammino fulgidi esempi come questi del Vero e del Buono – ce ne sono tanti – li assimili, aiutato dalla Fede, e vedrà che si troverà pronto a rioccupare senza dover temere nulla il suo posto nella società dei liberi.
@ Stendhal. La compartimentazione, indispensabile alla vita e ubiquitaria nelle strutture biologiche, è un valore; contrariamente a quanto sostiene chi dice “ponti non muri”, come Bergoglio; o come il presidente dell’associazione USA delle case farmaceutiche, che ha spacciato per un creare “ponti” (Holmer AF. Direct-to-Consumer Prescription Drug Advertising Builds Bridges Between Patients and Physicians. JAMA 1989. 281. 380) l’induzione della domanda di farmaci tramite pubblicità (Hollun MF. Direct-to-Consumer Marketing of Prescription Drugs. Creating Consumer Demand. JAMA, ivi) sostanzialmente fraudolenta. Quindi plaudo alla sua asserita voglia di frapporre una barriera tra quelli come me e quelli come voi. Come commentò Guareschi dopo essere stato fatto cadere in un intrigo vero tramite un intrigo falso, “Se la canaglia impera il posto degli onesti è la galera”. Certo, i ser Ciappelletto e i frate Cipolla possono giocare sulla confusione tra chi è la canaglia e chi l’onesto; Pinocchio, incarcerato perché vittima, sarebbe rimasto in carcere nonostante l’amnistia se non si fosse dichiarato malandrino. Ma la segregazione di due classi antitetiche è già una forma di ordine. Però non sciupi tutto con i suoi rosari; l’importante è che rimaniamo dai lati opposti delle sbarre.
@ Stendhal. La lascio alle “pure gioie ascose” del suo cenobio.
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8 luglio 2019
Blog de Il Fatto
Commento al post “Caso Uva, Cassazione conferma assoluzione di poliziotti e carabinieri. Famigliari: “Ricorso a Corte europea””
Sentenze come questa e come quelle a favore di Ciontoli incoraggiano appartenenti ai corpi armati dello Stato a chiudere la bocca tramite l’eliminazione fisica a coloro verso i quali sono stati commessi gravi abusi. Con ricostruzioni false e irragionevoli che ripetono e certificano versioni difensive false e irragionevoli la magistratura non solo lava il fango con altro fango; ma incoraggia i suoi protetti a lavarsi dal sangue con altro sangue.
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24 giugno 2020
Blog de Il Fatto
Commento al post di P. Ercolani “Montanelli: imperfetta è la statua, l’imbrattatore e un’umanità bisognosa di piedistalli”
La vernice è quella del potere, che Montanelli serviva; col ’68 si fece spazio all’individualismo e all’edonismo; ora si usano i bacchettoni a comando per imporre la dittatura del politically correct. Una vernice che aggiunge un altro strato alle ambiguità di una figura complessa. Testimone del secolo, la sua scrittura era essenziale e precisa come la lama del più temibile spadaccino. Sostenitore di poteri che manovravano chi gli sparò. Virtuoso dell’arte del conformismo controcorrente (“Troppo facile, Indro/ scriver Controcorrente / traendo dal cilindro /quel che pensa la gente.” G. Calcagno ). Nei suoi scritti ha sputato sulla tomba di Moro e messo in manicomio chi sosteneva che Mattei fosse stato ucciso; ha invitato a votare DC come se vivere nel tanfo sia inevitabile. Ma intuì la degenerazione della Seconda Repubblica e ci avvisò. Già fascista. Ma meno fascista dentro di tanti altri. Esibì la bruttura del mondo raccontando del sesso tra lui soldato invasore e una bambina. Sarebbe stato meglio ricordarlo senza statua. Del resto Sordi, al quale qui è paragonato, grande attore, ha sì spiegato l’italiano mediocre; ma lo ha anche scusato, abbellito e fatto accettare. Guareschi lo definì “la diffamazione vivente dell’italiano”. Di tipi “sordiani” ne abbiamo troppi; abbiamo capito; Sordi è l’ultimo da mettere su un piedistallo per additarlo ai bambini. Due uomini da rispettare e apprezzare per ciò che hanno dato; senza venerarli, dato quanto hanno tolto.
@ tiepolo veneziano111. 1500 caratteri. Mi colpì anche il modo col quale faceva a pezzi Giordano Bruno. Ho conservato un ritaglio: “E si creò un campione del libero pensiero”. Corsera, 26 nov 1996. Una omelia da domenicano contro il peccato più grave: non chinare il capo all’autorità; non essere come i personaggi di Sordi. Bisognerebbe però allora citare anche la sua meritoria, anche se a detta degli esperti con non pochi errori, divulgazione della storia d’Italia. Poi c’è “Addio Wanda”, brillante nella forma, squallidotto nell’apologia della prostituzione; con “ragazze che muoiono sulle spiagge, vergini sì ma da una parte sola”. L’ho omesso anche perché gli aizzerebbe contro le erinni femministe, che lo punirebbero oltre le sue colpe. Il pamphlet mostra una volontà di “epater” che forse può spiegare il suo racconto della dodicenne africana. Montanelli era essenzialmente un giornalista, un ibrido ben riuscito tra un intellettuale e un guitto, che affascinava anche i lettori come me che ne riconoscevano bugie e manipolazioni. Forse l’errore è pretendere che un giornalista sia anche un eroe e un parresiasta – questo bisogna essere per scrivere certe verità in Italia – come pure ce ne sono stati.
@ tiepolo veneziano111. Eh sì. Da bambino negli anni ’60, guardando i buoi accosciati nelle stalle del senese, mi colpiva il contrasto tra la bellezza maestosa del bianco immacolato dell’ampio manto e le larghe macchie di letame che lo insozzavano. E’ spesso così anche per gli uomini di valore. Poi ci sono bovi nei quali la quota del letame è il 100% o subtotale …
@ tiepolo veneziano111. E’ proprio vero. Io lo dico sempre che il problema è che c’è una insufficiente distanza morale, una troppo simile visione del mondo e del modo di starci, tra chi spala il letame e un procuratore generale. Forse in Italia lo abbiamo scordato, cosa sia una classe dirigente degna. E le canonizzazioni di Montanelli e Sordi contribuiscono a tenerci nell’oblio.
Per restare nel campo dei grandi ruminanti domestici, questo caso appartiene alle situazioni che chiamo “a corna di vacca maremmana”; nelle quali si fronteggiano solo i due corni estremi, e la vera vittima sono le virtù medie. Così che gli sproloqui dei politically correct e dei neocon occupano la scena, e la misura e la decenza ne stanno ai margini, e sembrano loro posizioni strambe e oltranziste. Ambo i corni naturalmente sono attaccati a testoni e a corpaccioni che tirano il carro dello stesso vincitore.
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vedi anche: I conti di Ambrosoli e quelli di Carancini. In: L’uso del fisco nell’eversione di Stato settembre 2020.