Archive for the 'Ebrei e palestinesi' Category

“Io non m’impiccio coi ragazzi”

19 April 2011

Blog di Sergio Caserta su “Il Fatto”

Commento al post “Arrigoni, martire non per tutti” del 18 apr 2011  

Sergio Caserta, esperto di marketing, vendoliano, che attribuisce l’assassinio di Arrigoni ad Hamas e dintorni, osserva giustamente che mentre lodano i militari morti in missione, le autorità, ipocritamente, parlano poco di Arrigoni. Il Capo di Stato maggiore dell’Esercito, Valotto, ha avuto la buona grazia di lodare il pacifista Arrigoni; accomunandolo ai soldati per l’impegno e il coraggio; e forse  accomunato anche dall’esposizione a forme volontarie e subdole di quello che i militari chiamano fuoco amico.

Non è del tutto vero che le altre autorità staranno zitte; è come per il terrorismo: se si tratta di commemorare genericamente, ponendosi in prima fila ai funerali per “rifarsi una verginità” (Pasolini), allora partecipano e pontificano; ma se c’è il rischio di dover sentire che la responsabilità è di forze come gli USA e Israele, allora le nostre autorità, quelle che si riempiono la bocca di Stato di diritto, o Resistenza, o Patria; le polizie che proteggono i cittadini dai delinquenti piccoli, e aiutano quelli grossi; i preti che si atteggiano convinti a mezzi Dio; i politici e amministratori che credono di avere le palle perché litigano con la voce grossa mentre studiano come meglio vendersi, tutti quanti, cambiano faccia. Come la cambiò Azzeccagarbugli:

“Che mi venite a rompere il capo con queste fandonie? …Andate, andate; non sapete quel che dite; io non m’impiccio coi ragazzi”.

Come Azzeccagarbugli, siedono “in atto di rispetto il più puro, il più sviscerato” alla tavola degli occupanti; e nonché della loro ipocrisia, bisognerebbe parlare del loro costume di vendere gli italiani dello stampo di Arrigoni:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/04/15/i-precedenti-di-arrigoni/

https://menici60d15.wordpress.com/2011/04/03/la-sinistra-smagnetizzata/

I precedenti di Arrigoni

15 April 2011

Blog di Andrea Carancini

Commento del 15 apr 2011 al post “Vittorio Arrigoni ucciso dai salafinti” del 15 apr 2011

Commento del 15 apr 2011 al post della redazione de Il Fatto “Gaza rapito e ucciso Arrigoni. I precedenti”. Censurato da Il Fatto.

I precedenti di Arrigoni

Secondo il Fatto, che è attestato su posizioni filoisraeliane, i precedenti dell’assassinio di Vittorio Arrigoni comprendono i cooperanti e i giornalisti rapiti e liberati in missione, e la bodyguard Fabrizio Quattrocchi; Nicola Calipari non è citato in sé, ma solo nel commento a un altro nome della lista, la Sgrena. Il problema della lista non è tanto la sua eterogeneità, quanto la sua parzialità depistante.

Io penso che ciò che ha avuto un peso determinante nella decisione di fare assassinare Arrigoni sia stato il suo essere una persona di grande valore, forte e capace nell’opporsi a chi comanda e tiranneggia nel mondo. Penso che sia stato mostrato prigioniero e sanguinante, prima di impiccarlo, per deumanizzare la sua figura, che era, ed è oggi più di prima, quella di un Uomo vero.

I “precedenti” sono l’insieme eterogeneo delle centinaia di italiani di valore uccisi dalla caduta del fascismo ad oggi; un’epurazione che, anche quando non sia stata direttamente ordinata dai poteri forti esteri, è andata comunque a loro vantaggio; e che si è avvalsa dell’appoggio costante degli innumerevoli leccascarpe dei tre poteri dello Stato; e dell’indifferenza di una popolazione con un tasso troppo alto di cialtroni.

Da Bonomo e Dalla Chiesa, generali veri, al fricchettone Rostagno. Dallo scaltro capitano d’industria Mattei al generoso extraparlamentare Impastato. Dal comunista La Torre al fascista De Mauro. Dal rigore del timorato Livatino al rigore del maudit Pasolini. Dal curiale Moro, autentico statista, alla ragazza in gamba Ilaria Alpi, autentica giornalista. Da Tobagi, un “tiratore scelto” della penna, a quei pochi funzionari di polizia che erano più acuti e più onesti di tanti “intellettuali”. Dal monarchico Ambrosoli al sindacalista Rossa. Da Calipari, che non ignorava cosa rischiava rappresentando una figura di agente dei servizi troppo indipendente e dinamica, ai tanti che credevano di fare solo il loro dovere.

15 aprile 2011 13:56

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Blog Metilparaben

Commento del 16 apr 2011 al post “C’è chi decanta, e chi fa” del 15 apr 2011

Mi è venuto il mente il caso di un altro Arrigoni, ucciso in circostanze misteriose, per il quale pure c’è chi ha parlato dei servizi israeliani. Una notte del 2005, sulla statale Brescia Verona, sotto il cartello che segna l’entrata a Verona, ci fu una sparatoria. Rimasero uccise 4 persone. I due poliziotti di una Volante; una donna, presentata dai media come prostituta; Andrea Arrigoni, investigatore privato, già bodyguard della Lega [e allontanato perchè sospettato di essere un informatore dei servizi]; stimato in vita per la sua attività sindacale, poi dipinto da morto come pazzo maniaco. Mi interessai al caso perché cerco di seguire tutte le notizie relative ad atti di violenza nei quali è coinvolta la polizia. Allora ipotizzai una provocazione di polizia finita male.

Secondo un post su Indymedia datato 2005, che ho letto nel 2010, la donna sarebbe stata in realtà un’ebrea ucraina, Galina Chafranek, forse agente di qualche servizio. Il post considera la possibilità che siano intervenuti nella sparatoria soggetti terzi; la collega ad un avvicinamento di Arrigoni ad AN, il partito  “guidato dall’attuale Ministro degli Esteri Gianfranco Fini, che negli ultimi mesi è giunto ad un acritico (ed a volte entusiasta) sostegno ai circoli giudaici euro-americani e all’entità sionista”. Digitando “Arrigoni” e “Chafranek” si può trovare il post su Google. Mi guardo dal presentare conclusioni, se non quella che sappiamo poco.

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Blog “Blogghete”

Commenti e discussioni nel post “Arrigoni: un altro omicidio mirato di Israele” del 15 apr 2010

A me pare che Il Fatto sia su posizioni filoisraeliane. In modo intelligente, facendo sentire, ma fioca, anche l’altra campana; così del resto ha sempre fatto anche il Corriere della Sera. C’è un modo rozzo e un modo sottile di appoggiare un potere. Quello rozzo sono buoni tutti a vederlo. E’ comodo riconoscere un giornalaccio e storcere la bocca. Riconoscere il modo sottile è più faticoso, ed ingrato perché espone a critiche. Ma è a forza di abboccare trionfanti al teatrino “brutti e cattivi contro pacati e nobili” che l’Italia è ridotta così.

Poche settimane fa il Fatto ha censurato un mio commento di critica in un post che santificava Saviano:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/03/25/antimafiosi/

Il giorno della notizia dell’assassinio di Arrigoni ha censurato il primo commento di questo post, che criticava il post della redazione del Fatto dove Arrigoni viene accomunato al mercenario Quattrocchi.

La posizione de Il Fatto su Arrigoni mi pare mostri come dei bravi giornalisti possano assecondare l’opinione pubblica progressista che vogliono gestire, per poi riportarla all’ovile. Riporto in ordine cronologico altri post pubblicati su internet finora da il Fatto su Arrigoni. Ho segnato con +, 0, -, il giudizio personale sulla concordanza delle posizioni contenute nell’articolo con posizioni come quelle di questo blog.

[+] Arrigoni, un eroe del nostro tempo (G. Chiesa). Elogio di Arrigoni. Rifiuto della tesi che siano stati i palestinesi.

[0] Vittorio Arrigoni è qui con noi (G. Mascia). Appello a manifestare assieme. Aderiscono gruppi palestinesi, Rifondazione, Italia dei valori, Partito dei comunisti, centri sociali.

[0] Vittorio Arrigoni, umano (A. Puliafito). Nulla sugli assassini. Era soprattutto un giornalista capace e libero.

[-] Il sangue dei pacifisti (S. Cannavò). Arrigoni è stato ucciso dai terroristi [palestinesi].

[-] La sfida salafita ad Hamas (P. Caridi, redazione). Probabilmente sono stati i salafiti, pertanto vanno analizzate a fondo le intenzioni contro Hamas di questo complesso gruppo.

[+] Arrigoni, la sincerità di un antieroe (E. Gazzilli). Elogio di Arrigoni.

[0] In ricordo di un pacifista scomodo (F. Marcelli). Elogio di Arrigoni. Non si sa chi lo ha ucciso. Dovremo aspettare le indagini dei nostri servizi segreti, che sicuramente ce lo diranno.

[0] Cooperante ucciso, sotto il Colosseo il ricordo di Arrigoni (S. Pavone). Arrigoni utopista. I manifestanti, che fanno rivivere la sua utopia, non credono siano stati i salafiti.

[0] Stay human, Vik (S. Alfano). Israele ha responsabilità indirette nell’omicidio di un generoso attivista. Sarà la sua morte a fare aprire gli occhi sull’esistenza di una questione palestinese, che la parlamentare europea sta già affrontando da tempo coi suoi colleghi.

[0] Valori e ideali non hanno nazionalità (FQ Londra). Nulla sugli assassini. Elogio delle scelte di vita di Arrigoni, che l’autore accomuna a quelle dei giovani italiani che, come lui, vanno a lavorare all’estero.

[-] Arrigoni i salafiti ammettono. Rapimento e uccisione sono opera di una cellula impazzita (Redazione). Sono stati i Salafiti, ma ufficialmente si cerca di sminuire le loro responsabilità parlando di schegge impazzite.

[0] Scusa Vittorio (C. Paolin). Scusa Vittorio per P. Battista del Corsera che dice che eri un fanatico colpevole di addossare a Israele tutta la colpa. Tu non eri come il Trota. E Hamas ha chiesto perdono all’Italia per l’omicidio.

[0] Restiamo umani, Vittorio (G. Cavalli). Ho sentito Vittorio pochi giorni fa, per una serata che stavamo organizzando a Milano sulla Freedom Flottilla. Era un apolide. Volontario professionista. Una delle tante briciole di democrazia. Uno di quelli che hanno la loro isola da costruire.

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Gisella, i miei commenti sono spariti dopo essere stati pubblicati: non è questione di hosting. E gli articoli il lettore li deve giudicare dai contenuti, non dalla personalità degli autori, come fai tu che li frequenti. Se è questione di persone, lo è nel senso opposto a quello che dici tu. Il potere in Italia ha questo carattere subalterno; questa natura compradora:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/02/21/c’e-la-parola-compradora/

I progressisti più degli altri. E purtroppo anche i progressisti professionalmente capaci. Credo che tra le motivazioni dell’eliminazione di persone forti e di valore come Arrigoni vi sia quella di selezionare una classe dirigente serva. Alla rassegna aggiungo questo articolo, che avevo dimenticato:

[-] Il pacifista tirato per la giacchetta (V. Gandus). Chi indica Israele come mandante è rivoltante e indegno quanto quelli che si fanno beffe della sua morte. Non bisogna tirare Arrigoni per la giacchetta, e la famiglia avrebbe dovuto fare passare la salma per Israele.

Questo invece è un commento, che Il Fatto mi ha pubblicato, all’articolo “Arrigoni, martire non per tutti”. L’articolo attribuisce l’uccisione alla parte araba, e contemporaneamente accusa i politici di ipocrisia per non interessarsi di Arrigoni. L’autore, Caserta, è tra i fondatori di Sinistra ecologia e libertà.

https://menici60d15.wordpress.com/2011/04/19/“io-non-m’impiccio-coi-ragazzi”/

Andrebbe notata la voragine tra la costante intorcinata ambiguità di questi giornalisti e il modo piano e schietto col quale Arrigoni parlava davanti ai cannoni israeliani.

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@ Mondart. Non penso di avere capito tutto. Sono giochi complicati, e il Medio oriente è particolarmente complicato. Una volta un libanese mi ha raccontato che gli israeliani arrivati a Beirut andarono ad uccidere non gli arabi estremisti, ma i più moderati, quelli che cercavano il dialogo con loro. Leggo con interesse i tuoi post, ma veramente stavolta non ho capito bene neppure quale disegno tu sostieni ci sarebbe stato. Ci sarebbe un’entità superiore anche a Israele e agli Usa che manovra tutti? Dovresti definirla meglio. In genere il “primo livello”, i grandi poteri economici, finanziari, politici, viene ignorato fingendo che esistano solo beghe italiche locali; vedo che può anche venire scavalcato in nome della ricerca di una livello ancora più alto. Israele, gli USA, le corporations, la grande finanza, etc. mi paiono abbastanza forti da rappresentare il livello superiore di potere. E mi paiono il livello di potere supremo da considerare ai fini pratici. Un potere che viene negato, o trascurato (non su questo blog, almeno nei suoi aspetti riguardanti la politica estera). Ma sentirò volentieri la descrizione di questo potere ancora superiore in nome del quale scuoti la testa. Una specie di potere immateriale, foucaltiano mi pare di capire.

Non ho scritto che Arrigoni è stato ucciso perché “dava fastidio al potere”. Ritengo al contrario che lui e altri, inclusi uomini di potere, siano stati uccisi non solo e forse non tanto per i loro atti, ma per i tipi umani che rappresentavano. Sono lontano dalle scelte di vita di Arrigoni, probabilmente non condiviveva con me tante idee; ma mi ha colpito la lucidità e la pacatezza con la quale ha risposto a Saviano sulla Palestina. (Saviano del quale ho criticato il culto in relazione all’antimafia). E mi ha colpito la credibilità e la coerenza, visto che parlava dalla prima linea.

Ritengo che ci sia da decenni una incessante pressione selettiva –mediante omicidio, fisico o morale- sulla nostra classe dirigente; dai governanti agli intellettuali ai dissidenti, per fare sì che in tutti i campi, dal governo al giornalismo alla magistratura (e ora i blog) non ci siano figure guida forti, ma regni la mediocrità. Ciò non esclude che ci siano altre motivazioni nella catena di omicidi; anzi mi pare probabile; ma credo che questa selezione antropologica sia da annoverare tra i fattori; anche perché mi pare che sia piuttosto sottovalutata dai sopravvissuti. Forse perché, come diceva Napoleone, “sopravvivono le salmerie”.

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@Mondart. E’ interessante quanto dici su eventuali futuri piani di dominio mondiale. Per quello spicchio al quale sono più interessato, la selezione avversa della classe dirigente, penso che si possano distinguere due casi. E’ vero che “se uno è veramente scomodo, sparisce e basta, magari con un attacco cardiaco”:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/03/03/morte-cardiaca-cc-e-magistrati/

Ma può anche esserci, all’opposto, un interesse a praticare quello che voi pubblicitari chiamate “marketing negativo”: educarne 1000 colpendo un caso esemplare; sopprimere in una maniera clamorosa e raccapricciante, che incida sui nuclei psicologici profondi, per marcare negativamente un dato tipo antropologico, rappresentato dalla vittima, in modo che non divenga un modello da imitare e invece divenga un modello negativo; o meglio un modello di comportamento proibito:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/04/04/il-negativo-e-il-proibito/

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@Mondart. Trovo in generale fondato che vi sia un’omologazione dei fenomeni culturali e che il dissenso venga pilotato. La tesi che Israele sia vittima dell’uccisione di Arrigoni mi pare davvero un tiro troppo lungo. E anche quella che noi e Israele saremmo nella condizione di “alleati” contrapposti agli USA. Israele appare strettamente legato, già fuso in pratica, agli USA; ed entrambi non ci sono amici.

Come mostra la stria di sangue della quale ho parlato nel primo commento. Lo zampino di Israele, oltre che quello degli USA, è emerso negli studi sugli Anni di piombo. La manipolazione da Pensiero unico sulla nostra sinistra, che quando non è venduta è in genere facilmente orientabile, a me pare questa: sono molto più conosciute e più contrastate le ingiustizie di Israele sui Palestinesi che le ingerenze ebraiche in Italia.

Arrigoni aveva scelto di occuparsi di Palestina. Penso che quello che ha fatto scattare il braccio assassino è che, persona di valore, lo stava facendo troppo bene (e forse anche in maniera diversa da ciò che al momento sappiamo). Ma per un Arrigoni ci sono tanti che si pavoneggiano con la kefiah al collo e che allo tesso tempo votano partiti “di sinistra” asserviti alla finanza internazionale ebraica, e si accodano alle speranze di affrancamento dal giogo berlusconiano affidate a un MSI con la kippah, Fini. Questi camperanno cent’anni, dipendesse dal Mossad.

Israele potrebbe essere visto come vittima in un altro senso. A volte mi chiedo perché gli ebrei, coi loro mezzi materiali e culturali, non riescono o non vogliono costruire una pace accettabile per tutti per quel territorio prevalentemente desertico meno esteso della Lombardia. E’ difficile, ma forse non è impossibile, trovare un’architettura di politica internazionale che garantisca la pace; e non ci vorrebbe molto, un po’ di benessere, per mettere le due piccole popolazioni residenti d’accordo su quelle quattro pietre arse dal sole. Dando così pace anche al resto del mondo. Invece gli ebrei accettano che Israele resti un perenne focolaio di guerra, vivendo in un modo angoscioso, che li avvicina a coloro che li hanno perseguitati; come presi in una trappola, politica ed esistenziale. Come condannati da una maledizione divina a non avere mai pace.


Dove vai se la non-complementarietà non ce l’hai?

22 March 2011

Blog di Aldo Giannuli

Commento al post “Qualche domanda sul caso Libia” del 22 mar 2011

“Risponda alla domanda”
Gassman pregiudicato anarchico all’ufficiale austriaco in “la Grande guerra”

“Potere che mette tutto e tutti insieme, che intesse tutto. Che assimila tutto. Anche l’opposizione, anche la contestazione”
Sciascia

Si. No. No. No. Così risponderei, nella maniera meno lontana da ciò che penso, se mi torcessero un braccio dietro la schiena per farmi rispondere. Il prof. Giannuli, forse più come sperimentatore che come storico, pone sull’intervento militare in Libia 4 domande alle quali bisogna rispondere solo con un sì o con un no; a dire il vero domande così chiuse e “loaded” da distruggere informazione invece di produrne (es. una delle opzioni è ”sono contrario perché è solo una montatura dei servizi”; come se il ragionamento semplicistico fosse presente solo tra i contrari). Il principio del terzo escluso, che in matematica e in logica dà risultati fenomenali, in politica e in etica può divenire un fattore di confusione, o un fattore di mistificazione quando viene tradotto nella semantica bene/male.

E’ una delle grandi scotomizzazioni culturali del pensiero unico non considerare che i sistemi complessi, non riducibili a sistemi di variabili, ma riducibili in linea di principio a sistemi di vettori, cioè a sistemi composti da insiemi ordinati e inscindibili di variabili, sono la norma in campi come la politica (o la biologia). In tali sistemi non ha senso dire se una singola variabile è in sé un bene o un male, se non si considera l’intero vettore del quale fa parte, e le conseguenze della variazione del vettore. Vettore che spesso non conosciamo, non ci curiamo di conoscere, e anzi rifiutiamo scocciati di considerare.

La penosa sinistra parlamentare italiana abbraccia invece la visione binaria amico/nemico, psicologicamente robusta, propria dei fascisti. Un grande teorico della complessità, Wiener, scienziato di altissimo livello, dopo un rapporto della CIA divenne inviso al governo USA; perché la sua teoria aveva, come è stato scritto, “una spiacevole sfumatura di rosso” che “minava il modo di pensare americano”.Wiener è uno di quelli che non sono militanti di sinistra ma dicono cose di sinistra. Fu emarginato rispetto all’importanza della sua produzione; in Italia, dove è prassi inneggiare a Che Guevara e servire Licio Gelli, a un simile curioso soggetto sarebbe andata anche peggio.

Nei sistemi complessi si riscontra la non-complementarietà: se c’è un male, un nemico, un cattivo, non è detto che le persone o gli interventi che vi si oppongono siano invece il bene, un amico, un buono:

Il PM Nicastro come assessore alla sanità: la non complementarietà tra magistrati e tangentisti
https://menici60d15.wordpress.com/2010/02/27/1322/ (par. 13)

Ciò vale per il cancro (v. link sopra), per Gheddafi, l’imperialismo USA e occidentale, il comunismo, la mafia, il terrorismo, i Borboni, il fascismo, i tangentisti, Berlusconi, etc: si può essere contro essendo non-complementari, rappresentando cioè non la scelta giusta, ma un altro male, spesso in rapporto non di opposizione ma di competizione col male riconosciuto.

Si può accusare tale approccio “sistemico” di portare verso l’astratto e l’inconcludente; a me sembra, l’attuale elettroencefalogramma intellettuale della sinistra parlamentare lo conferma, che sia il giochino dei media “rispondete alla seguente domanda con un sì o con un no” a fare girare in tondo. Per capire il mondo servirebbe saper usare l’algebra lineare (e forse chi comanda si serve per le sue decisioni di analisti che la utilizzano); o forse non è indispensabile: ricordo una scritta su un banco del liceo, anni ’70, che epitomizza il concetto, sia pure in maniera faziosa, rozza e approssimativa: “I padroni leggono il Lama-sutra, 100 modi diversi di inc… la classe operaia”. La non-complementarietà, che, cibernetica a parte, è una elementare e imprescindibile regola euristica derivante dalla conoscenza del mondo e della sua storia, non dovrebbe mancare, nella sua forma esplicita, nel necessaire del blogger d’assalto; o nell’armamentario di chi voglia pensare per conto suo, senza comprare il dissenso di rosticceria, già cotto.

Questo caso mostra bene il punto. Se il prof. Giannuli dice che attaccare la Libia è il male minore, non si può scartare con leggerezza questa tesi. Ma sono perplesso. Di cosa sta avvenendo in Libia non so nulla, e attendo lumi dagli esperti; mi chiedo se possano avere qualche rilevanza tesi come quelle del libro di C. Palermo, “Il Quarto livello”, che descrive il longevo dittatore Gheddafi, fino a ieri tazza e cucchiara con i governanti italiani, come facente parte di una rete massonica che unisce leader arabi a quelli occidentali, e si occupa di dominare le masse, sia in Occidente che nei paesi arabi. Mi chiedo se, al di là degli aspetti di colore su sufi e templari, la contrapposizione prima stia davvero tra Occidente e Islam oppure, come al solito, la contrapposizione orizzontale maschera quella verticale, più forte, tra chi sta sopra e chi sta sotto. Non si capisce dunque se bisogna essere solo contro Gheddafi, o temere una Santa alleanza che al di là delle lotte intestine è una forza di oppressione dei popoli. L’attacco alla Libia potrebbe essere un assestamento interno a un vettore, anziché uno scontro tra Crociati e Infedeli.

Intanto ci macchiamo le mani di sangue innocente obbedendo agli ordini e agli interessi del potere; solleviamo odio, giustificato, e fanatismo verso di noi; accentueremo la sottomissione e lo sfruttamento dell’Africa rispetto a noi, e degraderemo ulteriormente il nostro tessuto sociale con la conseguente immigrazione forzata; ci procuriamo un aumento del costo della benzina, riscaldamento, luce etc.; un sistema che genera precarietà e guerra si rafforzerà. Non intervenendo, o meglio non aggregandoci come banderuole all’intervento, possono darsi altri effetti negativi, e protestando contro la guerra si possono favorire altri poteri che non sono neanche loro il Bene. Riconosciuta la complessa rete di relazioni comunque a noi svantaggiosa, invece di rispondere con movimenti del capo a domande sulle singole carte, per quanto vistose, che una a una ci vengono presentate, forse dovremmo aprire bocca e contestare il mazzo, il gioco e il banco.

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Blog di Aldo Giannuli

Commento al post “Il commento al nostro mini-questionario” del 27 mar 2011

28 marzo 2011 alle 17:49

“Vivere delle rinnovabili di altri paesi?

Se il Mediterraneo diverrà un’area di cooperazione o di scontro nel 21° secolo sarà di importanza strategica per la nostra sicurezza comune. J Fisher, Ministro degli esteri tedesco, 2004”

Titolo ed epigrafe del cap. 25 di “Sustainable energy – without the hot air.” Versione 3.5.2, 2008 di DJC MacKay. Reperibile su internet.

Segnalo il dato nel quale mi sono imbattuto leggendo il libro di MacKay, Chief scientific advisor del Dip. dell’energia UK, cap. 25:

nel deserto libico si potrebbero installare impianti solari capaci di risolvere il grave problema energetico europeo, inclusi i risvolti ecologici. Dal testo, le tabelle e i grafici si evince che la Libia è il paese ideale per la vicinanza, la bassissima densità di popolazione, l’elevata quantità di energia potenzialmente ottenibile.

Sul piano politico, mentre il coriaceo Gheddafi potrebbe essere un problema per tale progetto, un governo fantoccio renderebbe la Libia una “sandbox” perfetta per lo sfruttamento energetico occidentale. Può essere utile annotare che lo scatolone libico non è pieno solo di petrolio, e potrebbe essere un’area di eccezionale importanza per l’approvvigionamento di energia dell’Europa.

“Ogni gruppo pensa che la sua m… non puzza”

10 February 2008

2 febbraio 2008

Forum http://www.marcotravaglio.it 

Commento al post “La lista nera degli ebrei”.

sito chiuso

 

Gli Italiani corrono sempre in soccorso ai vincitori, e quelli che difendono fuori misura gli ebrei ora che gli ebrei sono potenti sembrano non gli oppositori, ma i discendenti morali degli Italiani che fecero finta di nulla quando gli ebrei erano deboli e furono sopraffatti dalle infami leggi razziali. (“E’ come sparare col cannone ad un uccellino”commentò il gerarca Bottai, che sosteneva che bastavano atti amministrativi con false motivazioni, come l’accusa di inettitudine, per allontanare gli ebrei da ruoli dirigenziali). Quelli che si sbracciano a difendere gli ebrei oggi, quando gli ebrei si sanno difendere da soli, sono gli stessi che mostrano il massimo zelo contro i nuovi discriminati, i nuovi proscritti. Il ”blacklisting” nel mondo accademico oggi non ha per oggetto gli ebrei in quanto tali, tutt’altro. Ed è cosa ben diversa dalla pubblicazione dell’elenco degli esponenti di uno dei gruppi che, minoritario in Italia, fa parte della “santa alleanza” che nel mondo influenza la comunità scientifica. La pubblicazione della lista è potenzialmente pericolosa, per come è stata inserita in un attacco frontale agli ebrei: un gruppo etnico che, mediante Israele, da decenni è in guerra contro nemici che sognano il suo annientamento; e che, per quanto potente, storicamente è a rischio di essere indicato come capro espiatorio. Ma è una pubblicazione che sarebbe anche utile, nell’ambito di un discorso sulla ricerca, se si volesse un sistema imparziale e trasparente. Si sarebbero dovuti pubblicare assieme gli elenchi degli universitari massoni, di quelli clericali, di quelli di nomina partitica, delle reti di parentele; di quelli che hanno legami finanziari con l’industria, eccetera. Gli ebrei attualmente non sono più a rischio di blacklisting nelle università; e anzi, chi conosce la situazione delle università in USA sa che i professori ebrei ora hanno voce in capitolo quando si stila, contrariamente ai principi etici della ricerca, l’elenco dei buoni e dei cattivi.

L’espressione “lista nera” è esagerata e tendenziosa. “Gli ebrei italiani verificheranno attentamente chi parteciperà alla manifestazione e chi no. Non c’è dubbio che chi eviterà di partecipare e non ci sarà, sarà considerato un nemico non solo di Israele ma anche degli ebrei italiani” (Pacifici, portavoce della comunità ebraica romana; Corsera, 31 ottobre 2005). Quest’affermazione, su un sit-in di protesta davanti all’ambasciata iraniana, è già più vicina al concetto di “lista nera”: la schedatura dei soggetti da considerare ostili, che può essere usata anche a scopo intimidatorio. Quando uno è davvero blacklisted scompare: non ha accesso né visibilità. Per comprendere, o ricordare, cos’è il blacklisting in un sistema formalmente democratico, si possono leggere le biografie di due scienziati ebrei che, pur avendo raggiunto i massimi livelli, apportando contributi fondamentali, finirono nell’ombra per le loro idee, in anni nei quali essere ebreo costituiva inoltre un reale handicap per gli studiosi: quelle di Leo Szilard (W. Lanouette. Genius in the shadows. Scribners, 1992 ) e di Norbert Wiener (F. Conway, J. Siegelman. L’eroe oscuro dell’età dell’informazione. Codice, 2005). La lettura delle idee scientifiche del padre della cibernetica, malviste dalla CIA, può anche servire a rifarsi la bocca mentre i vari poteri che oggi comandano nelle università sfilano sui media per denunciare le discriminazioni che subiscono. Sembra che, come nel finale di un film di Fantozzi, dove il ragioniere dopo morto va all’inferno anziché in paradiso perché il direttore totale, morto pure lui, ha scambiato i curriculum, ora i potenti si impossessino anche di quelle vesti di vittima che in realtà impongono agli altri, e che secondo il Discorso della montagna dovrebbero garantire un risarcimento, addirittura sotto forma di beatitudine, nell’aldilà.

Non si può tacere che Israele attualmente è invischiato in situazioni gravi, che sarebbero fonte di dolore per gli ebrei che furono vittime della persecuzione, se potessero vederle. Sul piano logico, è una fallacia sostenere che siccome un popolo è stato perseguitato, e perseguitato orribilmente, i suoi discendenti non possono essere persecutori. E, di converso, il fatto che un gruppo perseguiti non significa che non sia stato perseguitato, e che non sia a rischio di tornare a subire la stessa sorte. La relazione di persecuzione è simmetrica: si può essere perseguitati e perseguitare. Questa verità di ragione appare avere riscontro nella storia dell’umanità. Con gli ebrei, è particolarmente complesso distinguere e districare le diverse relazioni e il loro verso. Speriamo che almeno in Italia i contendenti si limitino a scambi verbali, e che anche i più agguerriti non si procurino pezze d’appoggio con altri metodi. Credo – un’opinione facilmente contestabile, e che probabilmente non farà piacere né agli ebrei né ai loro nemici – che gli ebrei vadano considerati, e siano, esattamente un popolo come tutti gli altri. Senza offesa, sono come noi e come gli altri; che è tutto dire. Non ci sono popoli buoni e popoli cattivi. Così mi rispose un medico ebreo di Boston sul conflitto tra israeliani e palestinesi: “Problem is each group thinks its s… doesn’t stink”. “Il problema è che ogni gruppo pensa che la sua m… non puzza”.
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Propter Sion non tacebo

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23 gennaio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di E. Castano “Giornata Memoria, annullata mostra sulla Shoah: “Ci sono disegni di bimbi di Gaza” “

Un grande matematico (ebreo) Cantor, ha dimostrato come vi siano vari gradi di infinito; come alcuni infiniti siano “più grandi” di altri. Forse si può dire lo stesso degli eccidi; che ve ne sono alcuni ancora più gravi degli altri, come sostengono gli ebrei per il tentativo di genocidio che hanno subito. Restano però tutti atti infinitamente gravi e, come per gli infiniti matematici di Cantor, non li si può misurare col metro comune. Chissà se, là dove sono, i bambini ebrei uccisi dai nazisti e i bambini palestinesi uccisi dagli ebrei giocano assieme, senza badare alle pagliaccesche questioni di precedenza di noi vivi.

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28 gennaio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Colombo “‘American Sniper’, il cecchino Clint ricorda ‘La tregua’ di Primo Levi”

I facili sbrodolamenti hollywoodiani sui presunti mal di pancia di un soldato del più potente esercito invasore, che sceglie volontariamente il compito di sparare a freddo, da lontano, anche su civili; di sparare anche, a sua discrezione, su donne e bambini, un’attività non migliore di quella del sicario o del boia, o dello psicopatico, a Furio Colombo ricordano la lucida freddezza di Primo Levi nel riportare l’orrore vissuto della deportazione e del lager, riflesso nel peregrinare di uno scampato.

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@ ninuzzu. Parlavo solo dell’accostamento tra questo filmetto di propaganda e i libri di Primo Levi. Ho l’impressione che lei non distingua molto bene tra fiction e realtà. Non bisognerebbe fare l’avvocato, o il giudice, di un personaggio da videogame, considerando al posto dei fatti una trama ritagliata ad hoc per glorificare la barbarie senza esporsi troppo. Nella realtà di sicuro sì, hanno ucciso a freddo civili, gente normale come me e lei, in massa o uno alla volta, dopo essere piombati nella loro terra senza giustificazione. Mi pare che il trailer enfatizzi proprio la scena dove il soldato scelto mette nel suo crosshair una donna e un bambino. Diversa gente si eccita per queste cose. A me a pensare che si è spostato di dodicimila chilometri da casa sua in Texas per una battuta di caccia verso persone che non gli avevano fatto nulla viene un vago senso di nausea; simile a quello che provai quando da bambino vidi per la prima volta la foto tristemente famosa di quell’altro bambino con le mani alzate davanti a una SS che gli puntava il fucile nel ghetto di Varsavia.

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@ ninuzzu. Se un domani presunti terroristi di Belluno riuscissero – incredibilmente – a radere al suolo il più importante palazzo di Pechino, e qualche ministro leghista, le labbra ancora umide di grappa, inneggiasse a ciò, sarebbe giusto che i cinesi si impadronissero dell’Italia mettendola a ferro e fuoco? Film come questo educano a ragionare male. E a razionalizzare impulsi violenti: in USA, e ovunque nel mondo, prima c’è la voglia di aggredire e uccidere, unita all’interesse economico a farlo, e quindi si costruiscono storie per renderla presentabile.

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@ ninuzzu. Folle di italiani accolsero festanti il proclama di Mussolini di entrata in guerra nel 1940. Si ficcarono allegramente nel disastro non avendo capito nulla; istupiditi dalla propaganda come lo sono quelli che oggi si bevono i messaggi ideologici e propagandistici contenuti nel film di Eastwood. Sollecitare in noi stessi certi istinti e lanciare attacchi odiosi verso gruppi etnici a loro volta non privi di tendenze bellicose e di derive estremiste è giocare col fuoco. Riguardo alla strage di Charlie Hebdo, la sua natura, come per l’11 settembre, è incerta; ma di sicuro se bombardiamo civili a fini imperialistici poi non possiamo aspettarci che i loro correligionari musulmani, parlo delle persone normali, ci guardino con simpatia. Il culto della guerra, la ricerca di un nemico, è da irresponsabili per chi ci guadagna, e da perfetti stupidi per i comuni cittadini.

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4 febbraio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Simonelli “‘American Sniper’, un film che di originale ha solo i tre minuti finali”

Fritz è un giovane tedesco che per ingenuità giovanile e idealismo male orientato si è arruolato nelle SS. Inviato sul fronte russo, vede gli orrori, la stupidità, la crudeltà della guerra e sente sempre più come contrastino con i suoi principi sul dovere e l’onore. Conosce il dolore e la paura, i propri e quegli degli altri. Perde le certezze degli antichi punti di riferimento, senza conquistarne di nuovi. Stanziato negli ultimi mesi di guerra a Roma, la città del tradimento, gli arriva la notizia che tutta la sua famiglia, meno la sorella più piccola, è scomparsa sotto i bombardamenti alleati. Ha uno scontro verbale con il tenente che comanda il suo plotone, che lo minaccia di deferirlo alla corte marziale per i suoi discorsi disfattisti e di sfiducia nel Reich. Poco dopo vede cadere il commilitone suo migliore amico in un attentato di partigiani in abiti civili. Ecco perché quando quella donna rincorre il loro autocarro, sul quale hanno caricato dei partigiani catturati, d’impulso le spara, uccidendola; il rimorso immediato è acuito dalla vista del bambino e del prete accorsi accanto al cadavere. Tornato in Germania, con un’altra raffica salva in extremis la sorella da un soldato russo. Il film si chiude con Fritz che attonito e smarrito, la divisa lacera, tenendo per mano la sorellina guarda le rovine di Dresda. (Immaginario remake di Roma città aperta, se ipoteticamente ci fosse interesse a riabilitare i nazisti).

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@ Hobbes. E’ una sua idea, purtroppo diffusa, che tutte le storie siano come “Rashomon”. Una sorta di “relativismo epistemico”. Che spesso, come qui, gioca sullo scambio tra casi individuali e corsi storici. La descrizione della realtà, e i conseguenti giudizi morali, non dovrebbero cambiare a seconda “dei punti di vista”; tanto più se i punti di vista sono presentati dalla cinepresa retta da chi ha interesse a dare una certa versione.

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@ Hobbes. Suvvia, lei è troppo pessimista, per non dire nichilista. La vita è “Rashomon”? Citare “Rashomon” nella pratica è un modo colto per praticare il “se la canta e se la suona”. La vita non è un mero gioco di specchi. E’ anche un contrastare chi a botte di “angolazioni” giustifica tutto, anche l’indifendibile, e celebra tutto, anche ciò che è abietto. Pascal nelle sue Lettere Provinciali mostra l’assurdità dei sofismi coi quali i gesuiti arrivavano a giudicare leciti la violenza e l’omicidio per futili motivi.

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@ Hobbes. “La hanno raccontato le loro vite”. Le testimonianze personali sono rispettabili. Però nell’arte, incluso il cinema, nella scienza, nella militanza intellettuale, bisogna riuscire ad andare oltre il racconto, oltre il narrativo, anziché adagiarvisi ripetendolo; e cogliere, con gli strumenti propri delle singole discipline, il reale, che anche nel caso delle vicende umane esiste, e va identificato.

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@ Peters. Opere sui repubblichini come l’autobiografico “A cercar la bella morte” di C. Mazzantini sono apprezzabili perché contrastano gli eccessi di retorica e le distorsioni storiche della Resistenza (o meglio, di quelli che hanno prosperato sulla Resistenza), e spingono quindi verso il vero. Qui stiamo invece parlando della storia scritta a Hollywood dai vincitori. Meglio, dagli aggressori. Grazie per i complimenti alla mia proposta di trama. Ma soprattutto grazie per essersi esposto, mostrando come basti imbastire un raccontino di maniera da quattro soldi per ottenere consenso. E come molti siano quindi banderuole vulnerabili all’indottrinamento, e si sentano anzi difensori di valori estetici mentre non distinguono la realtà dalla narrativa. E mentre chiamano “arte” le bugie che fanno comodo e “propaganda” le verità che non fanno comodo. Nell’era del marketing, la narrativa strumentale, la sollecitazione a buon mercato di corde emotive, non è arte, ma veleno; veleno scientificamente sintetizzato.

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@ Peters. Non so quale ideologia mi attribuisce; non aderisco a nessuno schieramento di potere, ho simpatie per altri aspetti della cultura USA, e sono critico sull’immissione di nuove etnie in Europa. “L’ideologia” sarebbe il criticare come propagandistico un film che riguarda un conflitto che ha contribuito a creare una instabilità generale in Medio Oriente, tuttora in corso; un film altamente ideologico, che esalta la parte che aggredendo ha innescato una catena di lutti che continua mentre parliamo. Si dovrebbe astenersi dal “contenutismo”, dice lei, e guardare solo a come il film è confezionato. Non capisco cosa proibisca di considerare entrambe le cose; e perché va respinto come “ideologico” il considerare l’ideologia che il film promuove. Sprofondarsi nel velluto della poltrona fregandosene del rapporto tra un film che tratta di fatti terribili e attuali e la terribile realtà, sulla quale il film incide eccitando l’opinione pubblica e i fanatici, occidentali e islamici; il non badare ad altro che al piacere, alle sensazioni estetiche che si possono estrarre dalla visione di un film partigiano su una tragedia ancora in corso, mi pare una posizione di mediocrità presuntuosa; o una perversione, che non viene resa migliore dallo scambiarsi impressioni sull’esperienza quando le luci si riaccendono.

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@ Peters. Una volta sentii dire a un regista cinematografico, a una conferenza pubblica, che Veltroni avrebbe a suo tempo siglato un accordo riservato con il governo USA per garantire l’accesso e l’ampia visibilità dei film USA in Italia. Lei dice di avere “orrore” delle guerre lanciate dagli USA, ma si vuole “battere” perché non si dica che vi sia un rapporto con la politica estera USA di questo film, che si intitola “American sniper” e urla un messaggio guerrafondaio. Mi scusi, ma lei “si batte” per imboscarsi. Lei corre in soccorso ai cow boy contro gli indiani. Lei carica lancia in resta verso il banco del pop corn. Lei spera in qualche biglietto omaggio per soddisfare la sua inestinguibile – a quanto dice – sete di pellicola.

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@ Peters. A me il cinema piace; ma non vesto “panni reali et curiali” quando guardo un film. E io “guardo dentro al film”. I film USA hanno spesso questa rogna, di voler convogliare un messaggio ideologico volto a favorire grandi interessi. Contengono un’anima metallica che li rende spesso scomodi e spigolosi, e detrae dai loro meriti artistici. Questo film, che di artistico ha poco, esalta la violenza ignorante e vile; stimola le fantasie omicide dei giocatori di videogames. Sentimenti che sostengono un gorgo di guerre che dura da tanti anni e ora si sta avvicinando all’Europa. E’ meglio che si fermi lei, che per leccare il peggio degli USA viene a importunami dicendomi di stare zitto mentre si atteggia a esteta. Non so quanta sincerità possa esserci nelle sue posizioni, ma le trovo doppiamente sgradevoli. Non si distragga con me, torni alle sue funzioni nel tempio della decima musa, il fuoco sacro potrebbe spegnersi.

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27 gennaio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Corlazzoli “Giorno della Memoria, Auschwitz raccontata dai 18enni: “Quei muri sono come quelli che si vogliono alzare oggi” “

Un paragone che dà del nazista sterminatore a chi è contrario all’immigrazione forzosa. Non rispettando così neppure le vittime di quella tragedia. I muratori razzisti che allora eressero i muri dei ghetti e dei lager per segregare coloro che consideravano inferiori sono piuttosto simili ai muratori autorazzisti che oggi vogliono abbattere ciò che abbiamo costruito per trasformare la società in un’immensa tendopoli, sovrastata dai castelli dei signori.

@ Grazia Rove. La carta che gli resta da giocare è quella pretesca del tentare di suscitare ad ogni costo, senza andare per il sottile, un senso di colpa, per quanto infondato, che faccia presa almeno sulla parte più suggestionabile dell’uditorio; con accuse grottesche e spudorate verso chi non accetta l’assurdo di un travaso dall’Africa all’Italia.

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27 gennaio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Giorno della Memoria, Auschwitz raccontata dai 18enni: “Quei muri sono come quelli che si vogliono alzare oggi””

E’ vero, come notò anche Benedetto Croce, che c’è una continuità tra le falsità del fascismo e quelle della Repubblica, a parole opposta al fascismo. A un magistrato che nel dopoguerra presiedeva la corte del processo ai fascisti della banda Koch un imputato ricordò che durante il Ventennio il giudice usava portare la camicia nera sotto la toga. I caporali che servono gli ebrei oggi che gli ebrei sono potenti e da oppressi sono divenuti oppressori, che ci vendono ai poteri forti, che spacciano gli attacchi etnocidi al proprio popolo per atti di civiltà, sono i discendenti morali dei caporali che tradirono i nostri concittadini ebrei quando questi erano in una condizione di debolezza.

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22 gennaio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Tani “Liliana Segre: “Da ebrea ero clandestina: so cosa vuol dire. Come posso gridarlo a chi erge muri?”. E commuove i ragazzi” “

E’ bene ricordare sempre la più recente persecuzione degli ebrei, quella nazifascista. Anche perché gli ebrei furono perseguitati da chi era in una posizione di potere. Vigliaccamente, la gente accettò gli ordini dall’alto. La stessa vigliaccheria, la medesima vigliaccheria che oggi che gli ebrei sono potenti, e sono serviti dalla crema della ruffianeria nazionale, porta ad accettare la strumentalizzazione di quegli orrori indicibili per favorire la dissoluzione globalista dell’Italia; mentre si finge di non vedere i muri di Israele contro gli altri abitanti della terra che ebrei e palestinesi dovrebbero condividere.

@ maselio. A mio modesto parere, paragonare i ragazzotti africani che si ciondolano a nostre spese agli ebrei nei lager, e considerare come fuori tema e “inquinante” (!) il tema della discriminazione ebraica verso i palestinesi mentre da ebrei si sale in cattedra a predicare principi universali di uguaglianza e pace, e da quella cattedra si paragonano al razzismo fascista gli italiani che stanno subendo un’invasione contro la loro volontà, non è una posizione seria e decorosa.

@ ilfattodiluca. Ai tempi della banda Irgun anche gli ebrei facevano i terroristi. E comprendevo le loro ragioni, quelle di volere avere una terra dopo tante persecuzioni. Oggi però a sentire voi le ingiustizie ebraiche contro i palestinesi non esistono, e invece esisterebbe un razzismo fascista degli italiani contro gli stranieri che vengono portati qui a forza, contro il nostro volere. Le parole della senatrice sulle violenze a base etnica e sui discorsi strambi coi quali il potere le sostiene sono vere, ma sono anche autologiche: sono anche predicato di sé stesse.

@ Si cominciò a uccidere palestinesi già con la banda Irgun, e non si è smesso. Quell’area è un roveto che arde senza mai spegnersi, come per una maledizione divina. A proposito delle “differenze” mi rifaccio a quello che mi disse un patologo forense ebreo di Boston sul conflitto ebrei-palestinesi: “problem is each group thinks their shit doesn’t stink”.

@ Roberto1969. Una volta un libanese in USA mi disse che gli israeliani facevano assassinare i leader arabi più ragionevoli, quelli che volevano trattare con gli ebrei per arrivare alla pace. Non so se sia vero, ma qui da noi mi sembra si voglia applicare la tattica dell’estremizzazione, stimolando il peggio in un popolo come l’italiano che non ha tra le sue sfortune quella di ritenersi superiore o eletto. Per poi accusarlo di essere razzista. Sembra vi dispiaccia che non ci sia tutto questo razzismo. Trovo assonanze tra il tuo insinuare che vengano adottate in Italia le concezioni di un criminale come Hitler, che era un abile manipolatore delle masse, e questa tattica criminale; e anche con le scritte razziste “goym shit” “gentili merde” che ricordo nei cessi di rinomate università di Boston.

@ Roberto1969. Mi chiedi di dirti se credo 1) che ci sia un’assonanza tra i discorsi di Hitler e gli slogan contro l’immigrazione. 2) Che oggi qualcuno stia manipolando le masse per acquisire potere. Rispondo. 1) è una domanda così tendenziosa e insultante che non merita altra risposta che c’è un’asinanza nel paragonare a Hitler l’opposizione alla violenza dell’immigrazione imposta. Bisogna invece chiedere perché odiate l’opposizione lecita e civile a una violenza etnica di diverso segno, e la vogliate dipingere coi colori dell’infamia accomunandola a frange estremiste, e spingerla in quella direzione. Sul tema della sollecitazione della pazzia estremista in Italia, penso a Moro, si dovrebbe avere almeno il buon gusto di tacere; e noi dovremmo stare attenti, dati i precedenti. 2) Tra quelli che manipolano le masse a fini di potere ci siete voi coi questi discorsi tristi e grotteschi, che arrivano a strumentalizzare un tentativo di genocidio per bloccare il confronto democratico e seminare oggi danno e zizzania. Chiedetevi voi che genere di lezione avete imparato dalle grandi tragedie della storia, e dove vi collocate rispetto ad esse con questo comportamento cinico e disperato.

@ Roberto1969. Grazie, mi fai un complimento. Troppo buono. Ci sono muri che opprimono e mura che liberano. In genere chi pratica l’odierno saturation advertising martellandoci di slogan contro i muri vuole abbattere le seconde e rafforzare i primi.

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11 novembre 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Antisemitismo, Lamorgese: “Parole di odio portano ad azioni violente. Ultimamente sono state sdoganate. Mai abbassare la guardia” “

L’odio è una categoria politica dubbia; è del tutto scorretto parlarne senza distinguere tra le sue varietà. C’è l’odio razziale, che rasenta la psicosi. L’odio del prepotente, del despota, che vuole infangare e distruggere chi gli resiste. “L’odio prudente e vigile dei mediocri” (Celine). L’odio reattivo di chi ha subito un torto; Primo Levi (che rappresenta davvero un’anima nobile nel lager; lui dal seggio di senatore a vita avrebbe diffuso insegnamenti di civiltà autentici) scrisse che comprendeva l’odio delle vittime per i carnefici.

Inoltre insieme all’odio bisogna considerare la figura eterna dei caporali; gli acceleranti dei focolai di odio. Quelli che sotto il fascismo collaboravano alla persecuzione degli ebrei e oggi che sono potenti li servono.

Ieri a una conferenza la figlia di Pinelli ha ricordato che il questore Guida era stato un direttore del confino sotto il fascismo. Collegato al caporale che si reincarna nella storia è l’odio come pretesto per la censura: una retorica usata anche dai fascisti. Nel 1923 stabilirono per legge che i prefetti potevano diffidare i direttori di giornali, pena la sospensione della testata, dal pubblicare quanto “ecciti l’odio di classe”. Posso testimoniare che i questurini e c. di oggi non sono così diversi dai tempi di Bocchini, Leto, Senise e Guida; si occupano, in obbedienza ai poteri attuali, della censura delle denunce di frodi di grandi interessi; e gli fanno comodo false accuse e pretesti ipocriti.

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25 luglio 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post “Segre: “Il paragone tra vaccini e Shoah è follia, il cattivo gusto si incrocia con l’ignoranza”

La Shoah non c’entra. La banalità e la follia delle imposizioni liberticide, disumanizzanti e discriminatorie che la precedettero è invece del tutto rilevante per la banalità e la follia delle imposizioni liberticide, disumanizzanti e discriminatorie attuali.

“Gli ebrei debbono portare la stella giudaica ed essere distinti da tutti gli altri. Gli ebrei debbono consegnare le biciclette. Gli ebrei non possono salire in tram, gli ebrei non possono più andare in auto. Gli ebrei non possono fare acquisti che fra le tre e le cinque, e soltanto dove sta scritto ‘bottega ebraica’. Gli ebrei dopo le otto di sera non possono essere per strada, né trattenersi nel loro giardino o in quello di conoscenti. Gli ebrei non possono andare a teatro, al cinema o in altri luoghi di divertimento, gli ebrei non possono praticare sport all’aperto, ossia non possono frequentare piscine, campi di tennis o di hockey eccetera. Gli ebrei non possono nemmeno andare a casa di cristiani. Gli ebrei debbono studiare soltanto nelle scuole ebraiche. E una quantità ancora di limitazioni del genere. Così trascorreva la nostra piccola vita, e questo non si poteva e quello non si poteva.” Anna Frank.

@ Vitalemare. Io vorrei sentire voci come Primo Levi e Hannah Arendt, non questa figura mediatica senza spessore che si va ad affiancare a Conte, Draghi, Cartabia, tra gli spiriti eletti secondo il metro di giudizio del re travicello che ci è stato imposto. Non ci sono i nazisti. Ci sono quelli che chiamo gli ipofascisti, che usano sistemi indiretti. Compresa la repressione del dissenso per via amministrativa, propugnata a suo tempo dal gerarca Bottai per gli ebrei, lei che parla di libertà di esprimere il dissenso. Il primo dovere qui è di non inventarsi ideologie pseudoscientifiche per discriminare, si tratti di “razze superiori e inferiori” come nel ’38; o di “persone pericolose e non pericolose” (dice lei) sulla base di una descrizione di una ILI degna del Manifesto della razza del ’38. La Costituzione prevede la democrazia; e la democrazia implica l’accountability, la responsabilità e la verificabilità. Non l’alzarsi la mattina e inventarsi, ricevuto l’ordine, teorie sballate ad hoc, come fecero allora altri medici e scienziati* e come fanno oggi quelli del CTS, col codazzo di manutengoli.

*F. Cuomo. I Dieci. Chi erano gli scienziati italiani che firmarono il Manifesto della razza.

@ Vitalemare. Avrebbe fatto meglio a non disturbarsi a rispondermi, e ancora meglio non importunarmi dall’inizio, ma si vede che le piace assumere atteggiamenti condiscendenti. Come al tempo del fascismo, oggi quelli che non portano il cervello all’ammasso sul covid vengono impestati da gente che ha l’impellenza di sentirsi superiore per compensare dolorose consapevolezze. La Lega, Forza Italia, etc., sono quello che dice lei e anche peggio. Ma voi siete ipofascisti anche perché di compromesso in compromesso, di ruffianeria in ruffianeria, di spocchia in spocchia avete finito per porvi moralmente ad un piano inferiore a quello dei vostri compari, coi quali fate affari assieme di notte e che di giorno chiamate fascisti per darvi un’identità. Tanto che vi fate scavalcare a sinistra da loro. Tanto che siete più zelanti di loro nell’instaurare, per mera obbediente vigliaccheria, non per smanie sansepolcriste, un regime autoritario, su presupposti frutto di grossolani artefatti. Riguardo ai miei doveri, il caporale della milizia vada a farlo da un’altra parte. Si concentri e cerchi di vedere i suoi di doveri. Da sé, senza farseli dire dagli “scienziati”.

@ Vitalemare. Il credere che gli obblighi vaccinali e le altre misure di igiene pubblica siano questioni di “scienza”, invece che di politica sanitaria, che la scienza sappia qui cosa fare, e che debba dettare legge, è segno di ignoranza o malafede, come quelle che fecero accettare la pseudoscienza del manifesto sulla razza. La scienza vera mostra degli scenari possibili e – importante – ne esclude altri, ammette le aree di ignoranza, e lascia la decisione alle autorità politiche, che se ne assumono la responsabilità, considerati anche gli altri fattori. Come mostrano i numerosi scienziati di alto livello censurati, la scienza vera non appoggerebbe la rappresentazione che viene data di questa inedita “pandemia”, e mostrerebbe che conveniva prendere misure diverse e spesso opposte. Questo è invece sciamanesimo tecnologico, dove il potere fa dire a un simulacro di cartapesta, l’onnisciente e benefica grande dea scienza, ciò che gli interessa che la gente creda.

Lei mi concede il dialogo purché io non mi esalti; dichiara la necessità di “isolare” quelli che non ci stanno, come “pericolosi”, accomunandoli a “ladri e mafiosi”, e mi dà del “folle”. Che vuole che le dica. Il covid sta mostrando che le teste delle persone non sono tanto cambiate dai tempi della peste del Manzoni, e da quelli dell’Italia del Ventennio. Se vuole continuare a darne prova coi suoi sproloqui di ometto in camicia nera, patetici e inquietanti, faccia pure.

@ Vitalemare. I lockdown sono una novità, non studiata scientificamente, non attuata e non prevista prima, e criticati come inutili e dannosi da una moltitudine di specialisti di alto livello. Ioannidis, da subito, per dirne uno. Obbligare o costringere a vaccini anticovid di dubbia provenienza e utilità e di accertata pericolosità è per ora una esclusività italiana. Tutti scemi e barbari nel resto del pianeta? 100 anni fa l’Italia diede dal mondo, con l’esempio, la parola e il concetto di “fascismo”. Continuiamo ad aprire nobili strade per il progresso dell’umanità? Medici e infermieri sono clinici, non sanno di queste cose. E non sono tra le gerarchie angeliche, ma hanno interesse a fare i venditori di medicina. La maggioranza, manipolabile già ai tempi di Le Bon, di cui Mussolini era un estimatore, fa storicamente disastri, vedi il consenso ai dittatori. Etc. Invece di tenersi le sue opinioni sballate, lei le sbandiera e le butta addosso agli altri. Così come darmi dell’esaltato non è un ‘offesa, dice lei, non prenda come un’offesa la constatazione empirica che lei è il prototipo dei tanti che ripetendo le parole d’ordine senza sapere niente e senza capire niente fanno da zavorra che sposta gli equilibri a favore del male. Uno che in questo stato dice che sono gli altri che devono avere dubbi e stare zitti; ricorda i personaggi di Remarque dove descrive l’affermarsi del nazismo tra il popolo.

@ MrDrugo. Non sappiamo cosa avrebbe detto Primo Levi. Chimico, avrebbe forse guardato al contenuto dei vaccini, senza accettarli a boccetta chiusa come fate voi. Ci ha insegnato che a dividere tra salvati e sommersi si selezionano i peggiori. Hannah Arendt, che è la torpida mediocrità della massa acquiescente, più che la pazzia furiosa di pochi, a dare potenza al flusso del grande fiume del Male. La Segre, che non ha pregressi meriti intrinsechi, ma solo la condizione di ex vittima quando il suo gruppo è ora forte e spadroneggia, e viene pertanto lisciato dai caporali odierni che allora avrebbero approvato le infami discriminazioni, ripete la propaganda ufficiale e difende la supposta unicità del tentato genocidio degli ebrei. Lei ripete “campo di sterminio” 10 volte. Anche fare dell’orrore indicibile passato una bandiera nella quale avvolgersi per promuovere impunemente altre violenze e sopraffazioni fa venire la pelle d’oca. Perché mostra che quel seme di male è ancora vivo. Lei non capisce che vietare con pretesti che fanno strame della ragione una pizzetta a Pinco Pallino e vietarla con pretesti che fanno strame della ragione ad Anna Frank stanno dallo stesso versante; stanno oltre il valico. Il valico del rispetto della persona, passato il quale può esserci di tutto, dallo sfruttamento schiavista tramite lo Stato, alla medicina truffa istituzionalizzata, al lager. Non capire non è una colpa; ma lei che se ne vanta e parla a me di vergogna dovrebbe guardarsi allo specchio.

@ MrDrugo. Ho detto che non so cosa ne avrebbe pensato Levi. Non ne insulti la memoria dicendo che avrebbe fatto come lei. Cioè il pecorone sbruffone. Levi ha spiegato come la persecuzione cominciò con l’accettare un clima simile a quello di oggi.

Ricambio la disistima. Non so quanta “carne” ci sia in quanto scrivo e che “puzza” emani. I suoi scritti sono puliti: nel senso di content-free. Al netto degli insulti beceri, naturalmente. E’ arci squallido strumentalizzare una tragedia per ottenerne meriti, e vantaggi ai fini di basse operazioni di potere che ne ripetono i prodromi. Con quelli di Forza Nuova fate dei duo affiatati. Nessuna misura, tanta arroganza squadrista, e lamentosità ruffiana. Mi sono a volte chiesto se non siate d’accordo, per buttarla in caciara. Sembrate della stessa pasta. Per rifarmi la bocca rileggo “The Israeli People`s Committee Report of Adverse Events Related to the Corona Vaccine, April 2021: Never has a vaccine injured so many.”

@ MrDrugo. E’ lei che ricorre al mendacio, falsando le cose che ho scritto, per potermi insultare. Che è l’unica cosa che sa fare. Perché non spara un po’ di parolacce senza tanti giri di parole e si toglie dai piedi, invece di farmi perdere tempo? Non credo che dilungarsi sarà positivo per il suo compito. I troll di supporto alla senatrice vengono forniti dallo Stato, o da terzi?

@ Negromontanus. Caino non è nato nel 1921 e non è morto nel 1945. Le limitazioni imposte allora agli ebrei trovavano origine nel razzismo antisemita, mascherato con false teorie biologiche e antropologiche e condito di false narrazioni. Quelle simili di oggi sono emanazione di disegni politici ed economici di scala mondiale, mascherati con false teorie biologiche e false narrazioni. Entrambi i casi, razzismo e calcolo di potere, sono sviluppi di profondo disprezzo per le vite degli altri e di considerazione di sé megalomane. Un altro punto in comune è che allontanando scienziati ed intellettuali ebrei Germania e Italia danneggiarono sé stesse: oggi promuovendo i medici e gli scienziati signorsì ed epurando quelli che hanno sufficiente intelletto e integrità per capire e non piegarsi, voi entusiasti della separazione tra degni e indegni e dei roghi della scienza “degenerata” vi punirete da soli.

Giovanni Zac. Io temo proprio che Lei qualche problema lo abbia, per il suo bene veda di scoprire quale.

@ Giovanni Zac. C’è un aneddoto, che non ho il tempo di riportare, di re Salomone che con tutta la sua saggezza ammette che contro la stupidità neppure lui trova rimedio. Lei è quello che “L’unica motivazione per essere No Vax è avere nel DNA una mutazione di tendenza Nazisto dittatoriale”. Però avete anche qualche diagnosta di livello per la pratica infame della patologizzazione del dissenso. Complimenti alla senatrice a vita Segre.

Giovanni Zac. Re Salomone potrebbe avere ragione…ne tragga insegnamento.

@ Giovanni Zac. Lo so da tempo quanto aveva ragione Salomone. E di sicuro il Suo genoma, Zac, è puro 100% sotto questo profilo…

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10 agosto 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post “Milano, cerimonia per l’eccidio di piazzale Loreto. Cenati (Anpi): “Vergognosi paragoni tra Shoah, regime nazista e regole anti-Covid”

CENSURATO
I partigiani del 26 aprile.

Arizona2. Vergognati.

@Arizona2. Ti risponderei “Vergognati tu”. Ma l’esercito dei ragazzi di Cucarasi, di tutte le varietà, che hanno ridotto così l’Italia, è immune da questo sentimento.

G. C. Fusco. I ragazzi di Cucarasi. In “Le rose del Ventennio”. Sellerio, 2000.

Non censurato:
Va tutto bene per i diritti, il lavoro, la democrazia. Per la Costituzione del 1948. Chi lo nega, e nota somiglianze con i primi passi mossi dalle dittature novecentesche, si deve vergognare. Un altro audace colpo di mano contro le preponderanti forze nazifasciste di quelli della “26 Aprile”. La brigata partigiana di chi sa stare al mondo, prendendosi sia le medaglie per la lotta all’oppressione sia le prebende per il servaggio agli oppressori. Alla faccia di chi combatté e perse la vita, e dei fessi che credono a queste continue pompose autocelebrazioni tenute col pretesto di commemorare ciò che in realtà si è tradito.

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9 novembre 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Liliana Segre: “Per la prima volta denuncerò un no vax. Sono stata tanto tempo in silenzio, ma adesso farò causa a chi mi ha insultato””

E’ uno di quei casi dove bisogna evitare la trappola della compensazione tra torti che ricalca il fraintendimento sulla terza legge di Newton. Offese e minacce alla Segre vanno considerate in sé, e se del caso sanzionate, senza sconti. D’altra parte andrebbero considerati separatamente i danni – ben più gravi – della deceptive coercion sugli inoculi. I siringatori stanno attaccando e cercando la caciara per difendersi. Per evitare di rispondere delle loro responsabilità nell’operazione covid; e mantenere la posizione di superiorità morale che hanno usurpato, col golpe morale oltre che materiale. Avendo dalla loro il potere e le sue emanazioni, incluso il sistema giudiziario, dai vertici in giù. “Ognuno dei due crede che la loro m. non puzza” mi disse un medico ebreo sul conflitto Israele-Palestina. E in Italia i magistrati sul covid hanno mostrato di considerare che i tanfi non sono uguali davanti alla legge. A seconda di chi li emette. Riconoscendo come profumo, da tutelare, l’odore di morte e oppressione. Siamo il Paese delle mancate epurazioni dopo il 1945, affidate a un magistrato, La Torre, autore di articoli sulla rivista “Diritto della razza” pochi anni prima, al tempo del “Manifesto degli scienziati razzisti”; e con il magistrato presidente del Tribunale della razza, Azzariti, messo a presidente della Corte costituzionale, a tutela dell’uguaglianza dei cittadini “senza distinzioni di razza”.

@ Ermete Macchioni. Sì, non c’è bisogno di scomodare Hannah Arendt o Primo Levi. Basta Totò, sulla figura del caporale servo del male che attraversa le epoche sempre uguale a sé stesso sotto vesti diverse e talora opposte. Invece di dirlo a me, badi lei (12 commenti in un’ora su questo post) a occupare meglio il suo tempo: lei presenta grave anosmia – come ho detto riportando il commento di un medico ebreo di Boston – che come sa è un sintomo del covid. Invece di stare a cincischiare a fare vedere il suo zelo ai superiori corra a farsi fare la quinta botta di mRNA. O se l’ha già fatto si prenoti per la sesta.

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27 gennaio 2023
Blog de Il Fatto

Commento al post “Giorno della Memoria, Mattarella: “Hitler e Mussolini responsabili della Shoah, ma ci fu tacito consenso dovuto anche all’apatia morale”

CENSURATO
E’ vero: certi mostri sono costituiti da sciami. Mussolini, dittatore espressione di un’Italia paesana, aveva detto “Il razzismo è roba da biondi” ma i compaesani non glielo rinfacciarono quando divenne discepolo dell’esaltato del quale era stato maestro. Oltre all’apatia morale del popolo un altro elemento da non dimenticare è che i capi si accodarono alla follia di poteri esterni, attirando così sulla nazione sciagure mentre la rendevano partecipe di un disegno infame. L’apatia del popolo va quindi ricordata anche riguardo al consentire la tradizionale tendenza dei vertici ad asservire l’Italia a poteri sovranazionali, alla Franza o alla Spagna del periodo storico, ideologicamente e materialmente, fino a lasciargli depredare il Paese e a obbedire a ordini rovinosi.

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11 ott 2023
Blog de Il Fatto
Commento al post di F. Grasso “Non riesco a credere che governo ed esercito israeliani siano stati colti di sorpresa”

Dà da pensare. Come i dubbi sollevati su 11 settembre, Pearl Harbor, l’incendio del Reichstag. La storia delle stragi e degli omicidi politici in Italia è essenzialmente quella di terrorismo e mafia pilotati. Il Principe si avvale anche di omicidi catalizzati e catalizzatori*, es. gli affogati dei barconi che giustificano il far figurare come salvataggio il servizio navetta. Se vogliamo che entrambi i popoli abbiano una loro terra, nella quale vivere in pace invece di questo inferno perenne che mette a rischio la pace mondiale, quello che possiamo fare noi cittadini comuni è avere il coraggio di individuare il vero, per quanto pazzesco, dietro le falsità di guerra. E’ difficile. E essere perbene non aiuta. Mattei probabilmente non credeva che avrebbero abbattuto un aereo con a bordo anche un cittadino USA, il corrispondente da Roma di “Time” e “Life”. Ambrosoli scrisse che non lo avrebbero ucciso perché sarebbe stato un omicidio firmato. Per ottenere la verità bisogna comprendere che poteri come quelli che sostengono i due contendenti ragionano e agiscono secondo calcoli per noi impensabili. Putroppo in Italia beviamo qualsiasi favoletta che permetta di non metterci in urto con il potere; e così siamo sottomessi a una classe dirigente di ruffiani, che ci vende, es. fornendo a livello internazionale la strage casus belli per l’operazione covid.

*Le morti catalitiche. Sito menici60d15.
** Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale . Ib.

@ Volpesio. Si considera che i vertici USA sapessero dell’imminente attacco senza dichiarazione giapponese, e che lo abbiano subito volutamente (ma salvando le portaerei). Per lei, se non si sono bombardati da soli non può esserci stato complotto. Una concezione da bambini. Io invece alla parola “complotto” penso al libro “Il golpe inglese”, Cereghino e Fasanella, Chiarelettere 2011, I capitolo, su come gli inglesi avrebbero manovrato Matteotti, dandogli documenti che rivelavano la corruzione di Mussolini e della casa reale e poi favorendo la sua uccisione da parte dei fascisti. Consiglio di leggerlo a chi voglia rendersi conto di cosa è un complotto. Almeno come schema. Se non si vuole indulgere in cretinate puerili. Non ci sono innocenti tra chi tesse questi giochi. Come cantava De Andrè, non ci sono poteri buoni. Travaglio lo ha giustamente ribadito, di non usare le categorie moralistiche dell’asilo d’infanzia nel definire immani voragini come il conflitto arabo-israeliano. “Sia gli ebrei sia i palestinesi credono che la propria m. non puzza” mi disse un ebreo di Boston. Sulle tecniche di provocazione poi, quelle praticate dalle nostre istituzioni nobili e cuor di leone per fare figurare la vittima come soggetto negativo, per screditare denunce scomode, quando ci sono in gioco gli interessi di poteri internazionali, potrei scrivere per diverse pagine.

@ Volpesio: “Antieconomico”?. Come è tipico delle guerre, i danni vanno ai poveri cristi che ne sono vittima, ebrei e palestinesi (e, in misura non paragonabile, a danno di noi poveri cristi, che veniamo ulteriormente spennati in nome della guerra giusta). Mentre si parla di enormi interessi finanziari che beneficiandone vogliono tenere acceso il focolaio del Medio-Oriente (La bolla di soldi e di armi sotto il brand di Israele. Comidad, 12 ott 2023). Così come non è stata “antieconomica”, ma lucrosa per chi l’ha pilotata, e dannosa per gli uccisi, la strage false flag covid in Lombardia nel 2020, ottenuta con un mix di indicazioni tecniche iatrogene e panico (v. sopra); peraltro secondo commentatori anglosassoni compensata con i 30 denari del PNRR (v. Peggio di Marcinelle: morti iatrogene per l’operazione covid in cambio di finanziamenti UE – Italy 2020: Inside Covid’s ‘Ground Zero’ in Europe. 21st century wire, 7 mar 2023. – Covid 19: a global financial operation. Off Guardian, 2 gen 2023.).

Ninna nanna, tu nun senti
li sospiri e li lamenti
de la gente che se scanna
per un matto che commanna;
che se scanna e che s’ammazza
a vantaggio de la razza…
o a vantaggio d’una fede
per un Dio che nun se vede,
ma che serve da riparo
ar Sovrano macellaro.

Ché quer covo d’assassini
che c’insanguina la terra
sa benone che la guerra è un gran giro de quatrini
che prepara le risorse
pe’ li ladri de le Borse.

Trilussa, ott 1914.

 

 

@ Volpesio: Davanti ad anomalie su gravissimi fatti di sangue – come le BR “samurai invincibili” per Moro, o i capimafia imprendibili per 30 anni mentre girellano per il loro paese – negarle accettando la versione ufficiale e affannarsi a diagnosticare problemi mentali in chi solleva dubbi è indice di cattiva fede o di scarsa consistenza morale e intellettiva.

@ Vulture Culture: All’università, primi anni 80, avendo una simpatia giovanile e ammirazione per la causa degli ebrei, scelsi Israele per uno scambio studentesco. Alla EL-AL prima mi dissero che non c’era posto, e che mi avrebbero chiamato se se ne fosse liberato uno. Mi chiamarono, e divenuti cordiali mi fecero comprare il biglietto. Sull’aereo, e per tutta la permanenza, persone cordiali, che però alla fine chiedevano sempre a me banale studentello se conoscessi palestinesi. Quando dissi che alla Cattolica di Roma non ci potevano essere musulmani, mi risposero che ce n’erano. In una gita ci diedero una vecchia carabina M1, che portavamo a turno. A Masada aspettammo l’alba, una decina di ragazzi di diverse nazioni, nella tenda di guardia dei soldati accanto all’ostello, scherzando e chiacchierando. Ci dissero che coi binocoli avevano visto tracce di passi su una striscia di sabbia che rullavano apposta. Quando io e l’altro italiano dicemmo che eravamo passati di lì per provare il bagno nel Mar Morto ci guardarono, e telefonarono. Mi raccontarono cose come soldati uccisi di sorpresa sotto la doccia dagli egiziani. Le infermiere uscivano coi mitra. Non ho certezze, ma in questo caso anche l’alternativa, con Hamas che circola per Israele come i razziatori in un villaggio di inermi peones, mi sembra un poco un fumetto. Shit happens, sometimes; but most of the time it is laid out willingly by humans.

@ Vulture culture: Per mia esperienza è vero, diversi ebrei sono persone normali, con orizzonti di vita normali. Ma da quel che si sa della infame storia delle persecuzioni contro gli ebrei, da quel che si vede dai media, di attentatori uccisi quasi all’instante, di crimini commessi per i quali bisogna attendersi vendetta, della recente tradizione militare e di intelligence, è difficile credere che Israele sia diventata da capo a piedi una comune di scemi imbelli. A Metulla vidi distese di carri armati. Davanti alle proteste di volere la pace, chiesi a che servissero. Mi risposero che la sera si lì accendevano i fuochi, si suonava la chitarra… Mesi dopo invasero il Libano.

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31 gennaio 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Segre: “Non devo discolparmi per quello che fa Israele a Gaza. Sbagliato mescolare Giorno della Memoria con cose diverse””

Se ci fosse un Aldilà, lì gli ebrei massacrati dai nazisti e venduti dai connazionali fascisti, e i palestinesi massacrati dagli ebrei e venduti dai loro, guardando i pifferi di montagna dei palestinesi e il chiagne e fotte degli ebrei forse scuoterebbero la testa e con gli occhi lucidi si abbraccerebbero.

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7 febbraio 2024

Blog de Il Fatto

Commento al post “Basile attacca Segre: “Sente dolore solo per i bimbi ebrei. Imita i nazisti?”. Il figlio della senatrice a vita: “Falso. La quereleremo””

Oggi Il Fatto riporta un insigne intervento di Travaglio sui comportamenti geneticamente fascisti che vengono ignorati quanto le carnevalate nostalgiche sono esaltate*. Al suo elenco potrebbero essere aggiunte altre voci. Come lo special pleading, il considerarsi esentati dai principi che si predicano. La Basile poteva esprimersi in forma più articolata, ma in sostanza ha evidenziato ciò che è lampante: che gli ebrei come la Segre praticano forme di special pleading nella comparazione tra il record negativo di atrocità e bassezze subite dagli ebrei e le atrocità e bassezze, non da record ma pure abissali, che Israele sta purtroppo attuando.

*Travaglio a La7:”non credo che tornerà il Duce ma un Italia un fascismo meno targato è presente. Ed è di destra, di sinistra e di centro.”

8 febbraio 2024

di Elena Basile

Le scuse di Elena Basile alla senatrice Segre: “Ho sbagliato ad agire molto frettolosamente, spero potrà dimenticare l’offesa ricevuta”

Alla fine la Basile ha fatto da spalla. Quando si sarà finito di parlare dell’alta statura morale di Liliana Segre si dovrà tornare a considerare lo special pleading, l’eccezione morale sui massacri commessi da Israele che gli ebrei pretendono mentre giustamente ci ricordano la Shoah. Special pleading al quale la Segre non è estranea, e che ora se vorrà può meglio continuare a promuovere. Bisognerà parlare della viltà mondiale del non avere mandato forze di interposizione a fermare i contendenti e proteggere le due popolazioni – anche da quelli che all’interno di entrambe le hanno vendute – in quel minuscolo appezzamento del globo; di come il sangue scorre mentre si fa salotto.

Tra le colpe nazionali andrebbe contata quella di non avere dato a suo tempo un seggio di senatore a vita a Primo Levi, che l’avrebbe meritato pienamente, ci avrebbe risparmiato di questi spot e dallo scranno avrebbe avuto parole di saggezza e umanità autentiche, che avrebbero ammutolito invece che aizzare.

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11 febbraio 2024

Blog de Il Fatto

Commento al post “Sanremo 2024, l’ambasciatore d’Israele attacca Ghali per aver detto “stop al genocidio”. Gasparri: “La Rai si scusi”. Fassino: “Dovevano ricordare le vittime di Hamas”. E l’ad Sergio: “Solidarietà alla comunità ebraica””

E’ sicuramente peggio che vergognoso che la RAI tramite Fiorello – quello che dalla rete pubblica dileggia i menomati da vaccino – abbia fatto pubblicità occulta pro sovradiagnosi di melanoma, invitando a sottoporsi alla “mappa dei nei”. Una pratica non validata, che appare fatta apposta per favorire la sovradiagnosi. In USA si è stimato che nel 65% dei casi le diagnosi di melanoma sono sovradiagnosi: non c’è il temibile cancro*. Perfino l’ultraortodossa American Medical Association ha parole di critica per la propaganda del cancro tramite celebrità**. Propaganda che fa presa nei più indifesi:

“If we go back to Milly… on her way to the mole-mapping clinic every second billboard seems to be about skin cancer, and every third billboard about raising funds for the Cancer Society.”

Si discrimina anche sulle vittime: la denuncia del Male è ordinata secondo la forza dei poteri che ne sono stati colpiti. la Shoah è l’orrore più grande, ma anche il più sacralizzato. I palestinesi hanno degli appoggi; trova così voce la denuncia del loro massacro in quell’adunata oceanica che impone conformismo e superficialità che è Sanremo. Dove altre infamie di massa, le frodi sul cancro, vengono invece taciute, e vi si collabora, i potenti essendo concordi sul praticarle.

*Ecological study estimating melanoma overdiagnosis in the USA using the lifetime risk method. BMJ, 2023.
** How Should Clinicians Respond When Patients Are Influenced by Celebrities’ Cancer Stories? AMA Ehics, 2018.

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12 febbraio 2024

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Granato “Quella di Ghali è la vera hit di Sanremo, lui che ha avuto il coraggio di dire la parola proibita”

L’arte del sembrare coraggiosi mentre si pratica la viltà non poteva avere pulpito migliore di Sanremo, il tempio della superficialità e del conformismo. I nostri politici vilmente si astengono dal prendere la posizione di stop al massacro, per compiacere gli ebrei, ora che gli ebrei sono potenti. (E non separando i contendenti non tutelano, come pure si dovrebbe, neppure gli ebrei, che seguendo Netanyahu si stanno attirando esecrazione e odio). Siccome anche i palestinesi hanno poteri alle spalle danno loro un contentino con questa patetica uscita “ribelle”. Da notare che nella stessa trasmissione Fiorello ha fatto uno spot pro frodi mediche*; le vittime di queste frodi, che siamo tutti noi, non hanno protezione; la RAI e chi la controlla quindi collaborano. A riprova del carattere mercenario di Sanremo, che mescola il mandolino a cose serie e gravi e, espressione di una classe dirigente debosciata, dosa la morale a seconda degli interessi dei potenti che serve. Gli italiani, sempre troppo pronti ad applaudire, dovrebbero invece riconoscere come un segno di disprezzo che vengano spacciate per virtù le gag sul palcoscenico-marciapiede dell’Ariston.

*Commento di menici60d15 al post dell’11 febbraio 2024 “Sanremo 2024, l’ambasciatore di Israele attacca Ghali per aver detto “stop al genocidio”. Gasparri “La Rai si scusi”. Fassino: “Dovevano ricordare le vittime di Hamas”. E l’ad Sergio “solidarietà alla comunica ebraica” “.

@ darthvader. Tu dai giudizi troppo tranchant. C’è qualcosa di orwelliano nella pressione a celebrare il festival di Sanremo, così sproporzionata rispetto al merito musicale, e cieca ai demeriti di costume. Si dice che convenga incoraggiare i popoli subalterni a cantare, per non farli pensare e tenerli sottomessi. Ciò non toglie che per Sanremo nei decenni siano comunque passate tante belle canzoni.

Il festival è l’ultimo luogo dove parlare di cose importanti. Come le guerre, o il cancro. Ma sostenere che le tragedie degli ebrei e dei palestinesi, e i conseguenti pericoli per il mondo, non ci devono riguardare, fa congetturare, Darth, che l’elmetto, la maschera e forse anche il mantello e il maneggio della spada laser intralcino le tue capacità cognitive; peggiorandole, visto che sono le stesse che ti hanno spinto ad acconciarti così.

@ checilascialoz@mpino. Data una mia giovanile passione per la causa ebraica, da studente di medicina scelsi Israele per un mese di scambio studentesco. Tra i ricordi positivi ho quello della disponibilità dei medici. Nell’insegnarmi una procedura (il prelievo di sangue arterioso) mi spiegarono che la prima cosa è mettersi in una posizione comoda, con gli strumenti pronti e ben disposti. “Altrimenti avrai problemi, e comincerai a sudare”. Non ho dimenticato la lezione, che ritengo vada applicata anche sul piano intellettuale. Che cosa c’entra Sanremo con una questione solenne e complessa come lo scontro Israele-Palestina. La si deve affrontare in un ambiente adatto e preparati; consapevoli che mentre l’orrore e la follia sono chiari, e vanno fermati senza discussioni, molto probabilmente noi pubblico non abbiamo tutti i dati e gli strumenti per comprenderne cause ed effetti. Non aiuta molto buttare la frasetta furbetta tra strimpellate e buffonate, mentre sottobanco si favorisce la strage; e insieme alle marchette RAI-Fiorello pro frodi mediche (che ci riguardano direttamente, e dovrebbero essere oggetto di indagine e contestazioni, prima di mettersi a fare la morale agli altri sui massimi sistemi).

Un’altra cosa memorabile che mi disse un ebreo, a Boston; questa sul conflitto tra loro e gli arabi: “Each group thinks their shit doesn’t stink”.

@ checilascialoz@mpino. Se non glielo diceva Ghali gli italiani non avrebbero fatto caso al bagno di sangue in corso in Medio Oriente, dice lei. Anch’io ammiro maestri come Baudrillard, Benjamin, Brecht, etc. Ma la sua perorazione mi fa venire in mente un autore infinitamente minore, la garbata Lina Sotis. Che alla voce “Sessantotto” ha descritto quello che chiama “il sovversivo da salotto”: “Famosa è rimasta la frase di una bella signora francese, moglie di un illustre giovane filosofo, che prima di partecipare a una manifestazione nelle strade di Bologna disse: «Je suis habillée’ en robe de combat», riferendosi alla sua tuta mimetica che usciva da una boutique di grande nome.”

Si organizzino continue manifestazioni pacifiche a Roma, e nel resto d’Italia, per chiedere la fine della viltà, smettendo di fornire i mezzi materiali del massacro, e che i contendenti vengano subito separati da una forza di interposizione e protetti. Allora potrete assegnarvi a vicenda, come fa lei, le medagliette per il “coraggio”; o almeno di esservi impegnati per la pace potrete dirlo with a straight face. Non per avere applaudito i “combattenti” in tutina e paillettes di Sanremo. Benjamin forse oggi osserverebbe che al tempo del marketing che sostituisce le ideologie non solo le idee ma ora anche il “coraggio” arriva predigerito.