Il principio di Bayes nel ragionamento etico, politico e giudiziario

4 September 2023

22 agosto 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Migranti, l’arcivescovo di Palermo: “Va recuperato il senso umanitario. Non si possono penalizzare le Ong perché salvano vite”

Imponendo di valutare una questione nella sua globalità, il celebre teorema che prende il nome da un pastore anglicano, il rev. Bayes, dovrebbe essere trasposto, nella sua essenza qualitativa, anche a questioni etiche, o presentate come tali. In questo caso, il principio di Bayes dice che è errato ragionare come l’arcivescovo: “dati gli sbarchi [che sottobanco noi preti e c. organizziamo] cosa è etico”. La corretta impostazione è “dato ciò che è etico, cosa fare per i popoli in difficoltà dai quali arrivano i migranti”. Con la prima versione si serve un travaso umano, cioè di uomini, ma disumano, voluto dai poteri forti a loro interesse, mascherato con belati e pelli di pecora. Senza badare né alle masse di diseredati che restano a marcire nei loro paesi né agli italiani che devono accollarsi “l’accoglienza” e farne le spese. Con la seconda, si deve cercare di migliorare le condizioni in loco, e non sostituire parte del gregge italico con altre “razze” ora che non rende più abbastanza.

Detto in altri termini, la carità – asserita – verso gruppi particolari, senza la giustizia, che è carità verso tutti, è un uso immorale dell’etica. Non è “senso umanitario”, ma senso cinico del business sulla pelle dei popoli. Come mostrano le morti catalizzate e catalizzatrici degli affogati*, portate a sostegno dall’arcivescovo.

*Le morti catalitiche Sito menici60d15.

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