Archive for the 'Etica algebrica' Category

Commento agli auguri di Pasqua 2013 del vescovo di Brescia su Youtube

31 March 2013

C’è anche chi dice di vedere Gesù, e lo annuncia, ma non riconosce l’Uomo. Uno dei modi per svilire la persona umana è anteporle un Dio e dirsene rappresentanti. I trascorsi rapporti tra la gerarchia ecclesiastica che ha espresso il nuovo papa e la giunta militare argentina sono un esempio di come per il Dio dei preti il gregge è bestiame. Il bastone pastorale è prossimo alla picana.

Gli strani “compagni di letto” di Ingroia

13 February 2013

Appello al popolo

13 febbraio 2013

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Le staminali e altre questioni di biopolitica porteranno sempre più i politici ad avere strani compagni di letto

JD Moreno

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L’espressione “strani compagni di letto” (da La Tempesta, Shakespeare: “misery acquaints a man with strange bedfellows”) è comunemente usata dai commentatori politici anglosassoni per indicare alleanze inattese e anomale. Ingroia si è subito trovato compagni di partito che appaiono piuttosto strani per fare una “rivoluzione” o almeno portare una ventata di aria pulita: stagionati guerriglieri della poltrona come Diliberto, Ferrero, Di Pietro, etc. Ma il commento del bioeticista Moreno [1], che considera che nuove strane alleanze politiche verranno formate sotto la pressione delle forze economiche che vogliono imporre le biotecnologie [2], si attaglia specificatamente alla scelta di Rivoluzione Civile di candidare Andolina per le prossime elezioni politiche del 24 febbraio 2013. L’analisi del bioeticista sull’influenza del biotech sulla politica mostra come l’Ingroia politico non sia un fenomeno spontaneo, ma un prodotto piuttosto sofisticato inserito in una tendenza globale.

Andolina applica, al di fuori dei protocolli ufficiali, con metodi di preparazione alla buona, una terapia con cellule staminali che lo ha portato ad essere inquisito insieme ad altri dal Procuratore Guariniello per truffa, associazione a delinquere, somministrazione di medicinali pericolosi per la salute pubblica. E’ senza dubbio al centro di una querelle intrisa di emotività su un tema importante e delicato, che richiederebbe lucidità, fermezza e coerenza. Tutto ciò non ha fermato il paladino della legalità Ingroia, che ha messo Andolina come capolista; con giustificazioni tanto fumose e contorte (non sapevo; non l’ho candidato io ma Rifondazione; però se eletto si dimette) quanto furono cristalline le parole del suo maestro Borsellino sui criteri di candidatura dei politici.

Andolina è un truffatore che gioca sulle malattie dei bambini o un genio incompreso benefattore dell’umanità? Considerando le staminali come un tema di sanità pubblica, non sono interessato alle sue responsabilità personali, ma alla truffa più ampia nella quale si trova a giocare essenzialmente il ruolo di compare; insieme a insospettabili come i magistrati. Gli psicologi che studiano il comportamento degli investitori nei mercati finanziari considerano che le scelte delle persone in situazioni di informazione incompleta derivano da un processo duale, cioè dall’interazione tra il sistema cognitivo, razionale, e quello affettivo, inconscio; il secondo essendo il più forte [3]. Dato il doppio carattere, tecnico e emotivo, degli interventi a tutela della salute, è utile considerare la presenza dei due sistemi e la loro interazione anche nelle situazioni di incertezza relative alla valutazione di terapie innovative. Tanto più che, è stato osservato da uno specialista del settore, ormai sulle terapie farmacologiche l’aspetto finanziario è predominante rispetto a quello industriale, così che gli effetti sulla Borsa della notizia diffusa oggi di una possibile nuova cura contano più dei guadagni ottenuti dalle vendite del farmaco 5 anni dopo.

Sul piano affettivo, le staminali rientrano nel pacchetto di promesse di salute perenne e immortalità tramite prodotti hi-tech [4]. Le staminali, si dice al pubblico, diverranno una mano santa: dovrebbero riparare le lesioni di cuore e cervello che spesso rendono penosa la vecchiaia; restituire l’uso degli arti a chi è rimasto paralizzato per lesioni del midollo spinale o per malattie neurologiche degenerative; curare il diabete, i tumori solidi, l’artrosi, rimediare alle malattie genetiche, ridare la vista a chi l’ha persa per patologie della retina, etc. Sul piano razionale, sono un filone di ricerca che tenta di estendere alcune proprietà della crescita e differenziazione dei tessuti per applicarle al campo medico. Proprietà che da un lato sono strabilianti, ma dall’altro sono contenute entro poderosi vincoli biologici. Il processo di sviluppo e differenziazione è ricco di fenomeni che sono sbalorditivi, ben più della puerile vulgata delle staminali che come abili muratori ricostruiscono organi e tessuti danneggiati; appartenendo a quel genere di processi naturali che fanno dire anche a scientisti duri, se non puri, come R. Dawkins che “la realtà è magica” [5].

Ma nella realtà alcune “magie” avvengono e altre non avvengono, né possono avvenire (ci sono degli invarianti; che sono anch’essi stupefacenti); è compito della scienza discernere tra queste categorie. Il business, con i ricercatori più che consenzienti, si è impossessato di quello che dovrebbe essere un piccolo campo di ricerca chiuso nei laboratori; sfruttando la base delle conoscenze scientifiche, ampia e consolidata, seppure incompleta, su un fenomeno biologico che in alcune sue manifestazioni sembra magico, nel senso che ha del meraviglioso, ha forzato le previsioni sulle applicazioni cliniche in senso magico, cioè nel senso di sovrannaturale, al di là di qualsiasi plausibilità e decenza, e le ha diffuse nell’opinione pubblica tramite un’imponente e incessante campagna mediatica.

Come era da attendersi i risultati di rilevanza medica qua staminali terapeutiche, al netto delle terapie con staminali ante litteram e dei fenomeni rigenerativi fisiologici, sono stati marginali; tolto il can can mediatico, ai pazienti restano delle prospettive di future avare eccezioni al sostanziale “no” col quale la realtà fisica ha risposto alla ricerca di quest’altra fonte miracolosa. Nulla che corrisponda lontanamente alle promesse della propaganda. Un fallimento, testimoniato dal caso del ritiro, con rinuncia ai 25 milioni di dollari di finanziamento già ottenuti da un’agenzia statale, da parte di una ditta pioniere delle biotecnologie, che ha così abbandonato la sperimentazione clinica intrapresa sul genere di cure che Andolina dice di poter ottenere con uno schiocco di dita [6].

Si è quindi reso necessario per gli affaristi ricorrere a vari espedienti per continuare l’affare, ed espanderlo, tenendo insieme scienza e superstizione, forti della presa che le notizie di nuove cure possono avere sui malati e sul pubblico. Non potendo presentare fatti concreti chiaramente positivi, risultati tangibili che spegnerebbero lo scetticismo, è tramite tecniche di persuasione, ottenendo con sistemi manipolativi un consenso di massa, che si sta creando una accettazione del principio che le ricerche sulle staminali danno o daranno luogo a terapie efficaci. In particolare, si cerca di produrre nel pubblico ciò che gli psicologi cognitivi – anche quelli che studiano come convincere gli investitori – chiamano “anchoring”: un giudizio di base, rispetto al quale verranno valutate le successive informazioni. E’ stato dimostrato da celebri studi che le correzioni di questo giudizio iniziale prodotte da nuovi dati tendono a essere insufficienti. L’anchoring tende cioè a vincolare i giudizi successivi alla prima opinione che il soggetto si forma sull’argomento; una euristica naturale che se si basa su false informazioni o false convinzioni può causare gravi errori nel giudizio e nelle decisioni [7].

L’esempio che viene fatto è il prezzo iniziale gonfiato di un’auto usata, che nella negoziazione farà sembrare accettabili i ribassi successivi anche se restano superiori al reale valore dell’auto [8]. Vanno soggetti a errori da anchoring, e da altre fallacie cognitive, non solo il pubblico, ma anche gli esperti [9] e i medici nella pratica quotidiana [10]. L’anchoring è collegato, anche nella progressione della ricerca scientifica, all’effetto d’ordine [11]: l’informazione che si riceve per prima tende ad essere accettata come uno standard, sul quale misurare le informazioni successive; e quindi pesa di più nella formazione finale della credenza, non per il suo valore di verità, ma per la sua posizione. Sulle staminali si sta facendo molto per ottenere un anchoring e un effetto d’ordine circa la loro validità, mediante la propaganda mediatica, alla quale si sono aggiunte varie operazioni.

Una prima operazione è stata quella della controversia bioetica tra “cattolici” e “laici” su staminali adulte ed embrionali [12], che induce a credere all’efficacia delle staminali per presupposizione: se due litigano tanto per un tesoro, il tesoro deve esserci, ovvero le staminali funzionano o funzioneranno. Il clero, che manda gruppi di devoti a manifestare pro Stamina davanti ai tribunali, in realtà ha più investimenti che scrupoli nel business delle staminali. E’ riportato in letteratura almeno un altro caso di quest’uso strumentale della bioetica, dove si è creata ad arte – e mediante ricchi finanziamenti agli esperti – una discussione etica per propagandare un farmaco inefficace e dannoso [13].

Simile a questo sistema, che possiamo chiamare “manfrina bioetica”, è la “manfrina giudiziaria”, che in Italia sta venendo applicata col caso Stamina. C’è chi parteggia per il medico coraggioso che rompe gli schemi; chi esige invece l’aderenza ai severi protocolli ufficiali; ma in entrambe le scelte il falso dilemma implica che le staminali funzionano. Nel pubblico si configurano e si rafforzano speranze e aspettative a mano a mano che la vicenda si sviluppa.

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Giurisdizione e marketing farmaceutico

I magistrati reggono bene il gioco. Ingroia, e i giudici che hanno ordinato la prosecuzione delle terapie, danno credibilità ad Andolina e alla versione “alternativa” delle staminali. Guariniello, che insieme ad altri magistrati e ai NAS dei Carabinieri è già stato partecipe di quello che considero un caso analogo di strumentalizzazione del potere giudiziario a fini di marketing farmaceutico [14], si trova invece a spingere, insieme ai NAS, all’AIFA e ad altri magistrati, verso la versione istituzionale, che alla lunga sarà quella prevalente, e che paradossalmente otterrà i maggiori benefici dalla violazione dei più elementari principi scientifici – e di buon senso – da parte di Andolina e c. La ricerca ufficiale apparirà per contrasto seria e ragionevole nelle sue pacate – e contenute, almeno nelle pubblicazioni scientifiche – affermazioni di efficacia. E’ da notare che Andolina ha accettato di puntare al più improbabile degli effetti clinici, la rigenerazione del tessuto nervoso; con un preparato dalla composizione non ben definita. Un po’ come se avesse chiesto 50000 euro per una Panda catorcio. Una esagerazione che sembra fatta per fornire credibilità alle terapie ufficiali con staminali, che proporranno obiettivi non così abborracciati, e relativamente meno ambiziosi (e quindi più facili da raggiungere coi tanti trucchi coi quali si possono manipolare i trial e confondere le acque in sede clinica).

Andolina trae legittimità dalle teorie ufficiali sulle staminali, e la ricerca ufficiale ne trae ancora di più da Andolina, apparendo seria e rigorosa paragonata alle sue sgangherate procedure. Un’ambivalenza pilotata funzionale a grandi interessi, che spiega la distribuzione delle – marcate – posizioni dei magistrati su entrambi i fronti. Ambivalenza riassunta dal commento di Veronesi, per il quale è sbagliato non ammettere la terapia di Andolina “ma anche” andare contro le motivazioni scientifiche che l’hanno fermata. Il filone alternativo, promettendo guarigioni miracolose, sta incontrando il favore del pubblico in tutto il mondo; si è sviluppato un turismo medico verso i paesi, in molti casi non tecnologicamente avanzati, che consentono questa lucrosa truffa (attualmente il costo di un trattamento con staminali è indicativamente attorno ai 40000 euro, ma può superare i 150000 euro; in paesi come la Tailandia il rito di immortalità può costare meno di 10000 euro). In Italia, ottenuti i gradi sul campo con questo colpo di mano, e le medaglie grazie a Ingroia e agli altri magistrati, il filone alternativo potrà proseguire, sia pure in semiclandestinità, come forma borderline, e riemergere al bisogno.

Il filone ufficiale avrà vantaggi anche superiori; come il clero che respingendo come falsi alcuni miracoli acquisisce la credibilità e l’autorevolezza che vengono poi spese nel dichiararne altri autentici (avvalendosi di comitati scientifici). Come il venditore che mette in guardia da proposte di concorrenti troppo belle per essere vere, per poi presentare la sua che resta comunque allettante, e che al confronto delle altre appare ragionevole; ma è truffaldina anch’essa. Ad Andolina infatti si contestano i mezzi, più che il progetto in sé. Uno dei giudici ha emesso una sentenza che secondo i media si riassume nel “Sì alle cellule per [bambina], ma che non siano quelle della Stamina, ma staminali di laboratori autorizzati” [15]. Una presa di posizione che dovrebbe essere ricordata come esempio negativo. Esempio di come la magistratura persegue le frodi mediche di secondo grado, quelle che leggiamo sui giornali, e aiuta quelle di primo grado, quelle strutturali e legalizzate [16]; e di come a volte aiuti le frodi di primo grado col contrastare quelle di secondo grado; e accettando di arrogarsi compiti tecnici che non dovrebbero competerle.

I singoli magistrati sembrano condividere la credulità che stimolano nei cittadini; saranno anche loro come tutti noi vittime di questi giochi sulla salute. Non hanno trovato strano che uno dei maggiori ospedali d’Italia, e il più grande della Lombardia, gli Spedali Civili di Brescia, sede di reparti universitari, diretto da una burocrazia pubblica fin troppo fiscale, (capace di contestare a un medico dipendente il fatto che lavori, gratuitamente, oltre le ore previste dal contratto), dia credito a sperimentazioni terapeutiche dilettantesche e estremamente azzardate, per non dire senza senso, su minori, e che addirittura le ospiti, avendo solo da perderci in prestigio, quando se funzionassero gli stessi risultati potrebbero essere ottenuti, pazientando un poco, con procedure ortodosse; magari sviluppate dalla propria facoltà di medicina, ottenendo così riconoscimenti mondiali. Né trovano strano che l’AIFA, che ha denunciato Andolina, sia presieduta dal rettore dell’Università di Brescia, Pecorelli, direttore della Clinica ostetrica e ginecologica Università di Brescia/Spedali Civili di Brescia. Pecorelli non ha prevenuto lo “scandalo” che colpiva la sua istituzione di provenienza; non ha operato per insabbiare o sopire l’azione dell’AIFA come suo presidente; e questo, non c’è bisogno di dirlo, va a suo onore.

Ma Pecorelli non ha fermato il danno alla propria istituzione di provenienza neppure come rettore, e come tra i più influenti cattedratici bresciani, e nazionali, intervenendo senza commettere illeciti con una moral suasion su Brescia, per riportare alla ragione i dipendenti dell’ospedale ai quali sembra abbia improvvisamente dato di volta il cervello. Invece delle proverbiali connivenze e obbedienze accademiche, avremmo qui un singolare caso di anarchia e autolesionismo. Volendo ricorrere alla satira, si potrebbe dire che è come se uno scaltro capomafia, tra i più potenti, folgorato dalla lettura della Critica della ragion pratica, applicasse l’inflessibile etica kantiana e denunciasse alla polizia alcuni dei suoi fedeli sottocapi; o basterebbe citare “Quel generale romano” di Campanile [17].

Pecorelli è uno dei maggiori promotori in Italia del vaccino contro l’HPV sulle ragazze per la prevenzione del carcinoma del collo dell’utero. Il caso Stamina a Brescia mi ha fatto ricordare che, prima di divenire presidente dell’AIFA e rettore, a una conferenza rivolta al pubblico, alla sala San Barnaba di Brescia, sulla prevenzione in età scolare del tumore della cervice uterina, il 16 ottobre 2008, citò con approvazione i tentativi di terzi di fare oscurare siti web che criticavano il vaccino come pericoloso (ricordo anche la pantera della PS che, attesa e immancabile, mi sfilò accanto fatti pochi passi dopo essere uscito dalla sala). C’è una certa somiglianza col caso in oggetto, perché quelle critiche – che definì “depistaggi” – contro le quali si scagliava appaiono in effetti non adeguatamente supportate, ma ciò non toglie che vi sia una minoranza di scienziati qualificati che avanzano critiche valide: considerando questo vaccino come un caso di scienza ufficiale corrotta, che presenta al pubblico come evidenza fattuale assunti di base errati o non dimostrati; assunti di comodo che vengono tradotti in messaggi distorti, a favore di interessi economici che godono di forti protezioni da parte dei governi [18,19]. In entrambi i casi, staminali e vaccino, appare che siano stati indicati dei facili bersagli sui quali fare puntare l’attenzione per distogliere dalle magagne autentiche e mostrarsi onesti e scientifici. Il vaccino antiHPV, la cui efficacia non è dimostrata, e che con ogni probabilità è inefficace, e che se anche avesse l’efficacia parziale promessa dai produttori non avrebbe che un effetto minimo, pochi decimi di punto percentuale, sulla mortalità femminile per tumore in Italia, è uno dei fiori all’occhiello dei responsabili della politica sanitaria italiana: “L’Italia questa volta vince il confronto con gli altri Paesi europei e si colloca al terzo posto per diffusione del vaccino” [20]. In compenso non ci sono fondi per coprire l’assistenza agli anziani non autosufficienti.

Inoltre, le case farmaceutiche non sono tenere con coloro che percepiscono come una minaccia per i loro interessi; e senza un loro appoggio, o consenso, i responsabili di terapie che le scavalcano prendendo per di più scorciatoie illecite, di porte aperte avrebbero trovato solo quelle delle case circondariali, se non avessero recepito gli avvertimenti. Ad Andolina invece dà appoggio una grande struttura ospedaliera della regione che sarebbe la leader anche per la sanità; e pare gli si voglia assicurare addirittura l’immunità parlamentare, una tecnica alla Dell’Utri. Probabilmente ottenuto l’effetto voluto si farà in modo che nessuno dei compari che hanno giocato la parte dei ribelli nella manfrina giudiziaria si faccia male veramente.

Intanto sull’onda di questa “emergenza” il ministero della Salute ha emanato direttive per le sperimentazioni sulle staminali; che verranno supervisionate dall’AIFA. Si sono ristabiliti ordine e rigore. La questione della legittimità di intraprendere sperimentazioni su umani senza attendere sufficienti evidenze precliniche, e anzi in presenza di un quadro complessivo di evidenze di efficacia negativo, il tema della plausibilità biologica, della correttezza scientifica e dell’opportunità sul piano della scelta politica dell’allocazione delle risorse per la sanità, sono stati così elegantemente evitatati, facendoli evaporare ai calori del caso Stamina.

Nella sanità lombarda, celebrata per la sua efficienza, si calpesta ancor più che altrove l’aureo enunciato di Cochrane, per il quale un sistema sanitario “non può raggiungere l’efficienza senza passare per l’efficacia”. E’ grazie a quello stesso spirito che è all’opera sulle staminali a Brescia, diametralmente opposto alla concezione di Cochrane, che in Lombardia si sono succhiati dalle casse dello Stato i tanti milioni di euro andati poi in quelle tangenti che oggi i magistrati, svegliatisi da un sonno durato diversi lustri, scoprono. Ma né i magistrati – né il pubblico – sono curiosi di sapere con quali sistemi è stata ottenuta quella montagna di denaro pubblico stornata a favore degli amici. Le staminali sembrano la fantascienza che si fa realtà; pensando a cosa accadrà ai malati, a me questo lancio delle costosissime cellule magiche mentre la sanità pubblica viene ridotta, e mentre aumentano le esigenze di assistenza agli anziani, ricorda quei paesi del Meridione dove le fognature erano carenti, ma ogni anno il Comune destinava una quota consistente dei fondi disponibili allo “sparo”, i fuochi d’artificio per la festa del patrono.

Alcuni magistrati hanno ordinato di proseguire le terapie della Stamina parlando di “diritto alla speranza”, una difesa che allora si può applicare a qualsiasi ciarlatano che, appigliandosi a uno straccio di argomento pseudorazionale, susciti la speranza di guarigione in chi è in condizioni disperate. La speranza, nei casi dove è utile stimolarla, la si può ottenere anche con dei placebo economici (un tempo si usava la “pillula panis”) anziché con misture che costringono le persone a vendere la casa, o che nel caso delle terapie pubbliche lasciano scoperti servizi utili. A questi magistrati suggerirei di considerare la speranza in medicina invece che come un diritto in sé come il diritto a un farmaco: come il diritto agli oppiacei, farmaci che possono essere una medicina preziosa, in alcune circostanze, o una droga che abbrutisce o uccide, in altre; e che possono essere spacciati anche dai peggiori soggetti o essere tagliati male.

Altri magistrati hanno accettato la tesi del ricorrente che i “centri d’eccellenza internazionale” – gli Spedali Civili e l’Università di Brescia – renderebbero “pleonastico” illustrare la giustificazione razionale delle terapie. A loro volta le sentenze dei magistrati a favore di Andolina vengono citate come prova della bontà delle sue cure, anche da eminenti giuristi candidati con Rivoluzione Civile. Si sta dunque affermando una nuova brillante forma di validazione delle cure per via giudiziaria, tramite un circulus in probando costituito da una legittimazione reciproca tra due argomenti ad auctoritatem. Potrebbe essere chiamata “validazione a simmetria centrale”. Le due autorità, medica e giudiziaria, si dispongono infatti tra di loro in un atteggiamento che ricorda le figure a simmetria centrale, es. il simbolo buddista dello yin-yang.

Queste operazioni manipolano l’opinione pubblica; appannano le non eccezionali facoltà di discernimento dei governanti e indeboliscono la loro già flebile capacità di resistere ai voleri dei poteri forti, mentre stuzzicano i loro vivaci appetiti. Interferiscono inoltre col processo scientifico. Si sa che i trial vengono condotti in doppio o anche triplo cieco per evitare che i pregiudizi del paziente, del medico, e di chi verifica influenzino le misure. Ma in casi come questi i progetti di ricerca successivi partono già da alcune credenze e aspettative diffuse e radicate a livello culturale: si è generato un bias ambientale di anchoring e di order effect; che orienterà la ricerca nella direzione voluta, e renderà più facile far passare per buoni i dati delle sperimentazioni accreditate. Credo che la funzione dei magistrati sia di rappresentare e difendere alcuni standard fissi; scritti nella Costituzione e nelle norme. Con questi giochi i magistrati stanno costituendo all’opposto dei falsi standard a favore delle staminali, tradendo così nella maniera più radicale il loro compito ed esorbitando di fatto dalle loro competenze.

La magistratura dovrebbe smettere di fare il pesce in barile, e prendere invece misure per evitare di venire strumentalizzata. Dovrebbe, anziché favorirle, contrastare tali operazioni, che sono attentati alla salute dei cittadini, ad una efficiente assistenza sanitaria e all’inviolabilità delle casse dell’erario. La magistratura si sta assumendo la responsabilità storica dell’introduzione di queste e di altre terapie “innovative”. Ingroia e i suoi colleghi magistrati portatori di questo dubbio onore si trovano ad avere altri strani bedfellows. Cicchitto, piduista berlusconiano, ha commentato che “C’è un giudice a Berlino” a proposito di una sentenza favorevole ad Andolina. Da Falcone e Borsellino a Cicchitto. E’ tipico della sinistra istituzionale partire cantando “la entranable transparencia, de tu querida presencia…” e arrivare presto, con una breve sequenza di intelligenti mosse politiche, a trovarsi a lavorare insieme a Gelli.

Un modo serio per valutare le terapie con staminali e evitare frodi sarebbe quello di richiedere risultati robusti e convincenti su validi modelli animali prima di consentire la sperimentazione su umani. Neppure a farlo apposta, magistrati di Brescia nello stesso periodo del caso Stamina hanno dato vigore all’opposizione alla sperimentazione animale, con la chiusura dell’allevamento di Green Hill. La sperimentazione animale può essere una truffa e una crudeltà, ma correttamente eseguita può dare informazioni necessarie alla tutela della salute; ed è interesse di chi conduce operazioni come questa sulle staminali indebolire gli standard di verifica delle terapie [21]. I magistrati, e gli attivisti dai quali hanno ottenuto applausi, hanno avuto in questa battaglia di civiltà compagni come Formigoni e Vittoria Brambilla; per non parlare della pornostar bresciana Elena Grimaldi, che sostiene che “Green Hill ha chiuso grazie a me”. La situazione creata è di quelle che un’espressione colloquiale paragona alla baraonda di una casa di tolleranza. Un chiassoso mercimonio; anche a prescindere dalla professionista bresciana.

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I professionisti della metamafia e la magistratofilia

Non scrivo per favorire altri partiti o movimenti, che non reputo migliori. Non sono pregiudizialmente contrario al passaggio di magistrati a funzioni politiche, anche se le esperienze pregresse, e valutazioni sui meccanismi di potere profondi, dovrebbero intimare cautela [22]. Il caso Ingroia mi interessa per ciò che può dire su tendenze generali. Ingroia è un valoroso magistrato antimafia che non guarda in faccia a nessuno, o una figura piuttosto ambigua che va a unirsi all’orgia della politica romana, al servizio, come gli altri e forse più ancora, di poteri imperiali come le multinazionali farmaceutiche? La dissonanza cognitiva si può risolvere lasciando cadere come assurda e calunniosa la presente interpretazione. Oppure, si può accettare il lavoro faticoso e ingrato di revisione delle premesse, cioè delle proprie credenze sulla lotta alla mafia e sugli interessi della magistratura.

Ingroia come magistrato antimafia sarà rispettabile, anche se sembra più graffiare che mordere; la vicenda delle intercettazioni sul Quirinale, un altro spettacolo pirotecnico i cui ultimi sprazzi si vanno già spegnendo, sembra caduta a fagiolo per sollevarne le quotazioni. Ma il punto è che essere antimafia non dovrebbe dare oggi necessariamente una patente di superiorità morale. C’è un’antimafia combattente, coi suoi eroi davanti ai quali alzarsi in piedi e togliersi il cappello; ma c’è anche ed è preponderante un’antimafia di comodo, che veste le penne del pavone e bada a campare cento anni, e che arriva al suo estremo ad essere ricettacolo di imboscati e di ruffiani; perché non solo la mafia, ma anche una perenne antimafia che non vince mai la guerra è funzionale agli interessi dei poteri forti [23,24].

Tra le rovine che la mafia ha causato al Paese vi è quella derivante dall’essere stata posta dal potere come standard; un altro ancoraggio, un altro falso standard, uno standard negativo sul quale misurare la legalità, e rispetto al quale il resto dell’illegalità appare meno grave o secondario; o non compare per nulla, e viene così lasciato libero di operare. L’antimafia di converso è sinonimo di eroicità, anche quando in realtà di eroismo non ce n’è troppo. Così oggi non si giudica il politico Ingroia su cosa farà per il Paese, e neppure si considerano i suoi risultati concreti come magistrato, la sua strana defezione sul più bello, le giravolte nella metamorfosi da magistrato a leader di un gruppetto parlamentare che potrà incidere sugli equilibri politici; ma lo si esalta come un Giulio Cesare della lotta alla mafia, che va sostenuto senza discutere, o comunque non va criticato, se non si vuole passare per mafiosi o simpatizzanti.

E’ per me una mesta soddisfazione vedere una conferma, con questa candidatura di Andolina, di quanto sostengo da anni, che l’antimafia serve anche da legittimazione e da alibi per favorire interessi dei poteri economici e finanziari come le frodi mediche. Ciò vale in generale per l’intera magistratura. Posso testimoniare che non ci sono magistrati per i reati, anche gravi, di supporto a queste operazioni. E che le forze di polizia lavorano come se fossero contractors profumatamente pagati dalle multinazionali, piuttosto che tutelare la legalità in questo campo. La presenza sotto la guida del discepolo di Borsellino di Andolina, e di soggetti in odore di massoneria comunista, come Diliberto e Soffritti, o dalle posizioni non sempre limpide come l’accusatore di Falcone Leoluca Orlando, o dalle frequentazioni atlantiche come Di Pietro, anche lui magistrato simbolo passato dalle stelle di grandi operazioni giudiziarie moralizzatrici al calduccio maleodorante della politica, appare comica e sinistra per chi sperimenta le complicità di politici e magistrati, e i mezzi e i servizi istituzionali, dei quali possono disporre le forze che impongono prodotti medici come le staminali.

Grillo, l’altro degli “irregolari”, rivale di Ingroia per il posto di capo dell’insurrezione civile che metterà fine alla corruzione, pranza con l’ambasciatore USA e ne riceve le lodi [25]. Gli italiani vogliono fare la rivoluzione coi Carabinieri, diceva Montanelli. Seguendo un costume secolare, gli italiani considerano necessario avere un protettore tra i potenti; nello sconvolgimento politico e sociale degli ultimi decenni alcuni pensano di averlo trovato nella magistratura; immemori evidentemente di come funzioni l’amministrazione giudiziaria nella routine. Ma la magistratura ha due anime – e forse Ingroia mostra come non siano tanto separate tra loro. C’è quella che aspira sinceramente a distribuire giustizia, a costo di sacrifici, dell’incomprensione del pubblico e di esposizioni personali; e quella che tende a servire il trono per partecipare dei suoi privilegi. C’è nella magistratura, questa sorta di aristocrazia, un’anima nobile; e anche un’anima cortigiana e parassitaria, che tra le due non è quella più debole. Noi cittadini dovremmo mostrare da un lato riconoscenza e sostegno per il magistrato che immette giustizia nella società, invece di restare indifferenti fino a quando non viene colpito; ma dall’altro lato dovremmo esercitare verso la magistratura come potere una diffidenza attenta e ragionata, invece dell’abbandonarci al timore reverenziale.

O di abbandonarci al sogno di avere trovato un “potere buono”, e al tifo; un altro aspetto della degenerazione delle istanze di sinistra, che ricadono in concezioni pre-politiche conservatrici e illiberali proprie della cultura italica. Sui dirigenti comunisti di Rifondazione che, accodatisi a Ingroia, servono il peggior Capitale con la furbata di mettere a capolista “l’antisistema” Andolina non occorre spendere parole. I semplici cittadini che si ritengono di sinistra stanno accettando troppo facilmente l’equivoco tra giustizia e potere giudiziario. Gli entusiasti di qualsiasi colore che sperano di ottenere la giustizia affidandosi al partito dei giudici cadono in ore leonis.

I magistrati certo non scippano le vecchiette e, salvo eccezioni, non vogliono bustarelle. Ma cercano a loro volta il favore di poteri maggiori, e tendono pertanto a servire proprio i poteri superiori che sono la fonte principale delle sempre più pesanti ingiustizie e dell’affossamento della nazione; li servono sfruttando la leva della funzione di controllo, che permette loro di agire senza dover esporsi troppo, e anzi riuscendo a fare bella figura, come si vede qui. Combattono, meritoriamente, la corruzione di politici e amministratori, di quei “baroni” che “l’impero” vuole ridimensionare; ma tendono a servire l’altra corruzione, quella dei poteri sopranazionali, che includono la tecnocrazia globalista che vuole imporre il mercato del biotech. Poteri che hanno dimostrato di curare la selezione della classe dirigente nazionale, aiutando l’ascesa di alcuni e fermando altri, arrivando a fare uccidere quelli della pasta di Falcone e Borsellino.

Oggi il trono è dato in primo luogo da quei poteri che influenzano l’Italia avendo “la testa fuori dall’Italia”. Un tema sul quale vige una generale omertà [26]. Con atti come la candidatura di Andolina, Ingroia aiuta la corporazione dei magistrati, che vuole tessere di queste alleanze [27]; ma danneggia la magistratura come istituzione, svilendone la funzione, abbassandola a strumento di marketing; in aderenza alla dottrina, derivata dalle teorie economiche – con le collegate pesanti interferenze politiche nei vari paesi – della scuola di Milton Friedman, che prevede che lo Stato induca una Domanda commerciale che poi i privati soddisfano [28].

In operazioni come questa sulle staminali la magistratura si trova in conflitto di interessi. Un conflitto nel quale viene premiata se opera male e punita se opera bene. Aiutando il business delle staminali la magistratura ottiene il favore, anziché l’ostilità, di poteri forti; inoltre, in generale lo sfruttamento parassitario del popolo si traduce in benefici per lei. D’altro canto, se si opponesse al criminale messianesimo sulle terapie magiche i primi – ma non i soli – a darle addosso sarebbero gli innumerevoli sciocchi presenti nel popolo. Così partecipa alla frode, piegandosi alla realtà contingente, o approfittando dell’occasione, costituite entrambe dalla convergenza tra gli interessi del potere truffatore e i sentimenti del popolo truffato.

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Note

[1] Moreno J.D. Biotech is thrusting us into new political territory. New Scientist, 28 ago 2012.

[2] Kenney M. Biotechnology and the creation of a new economic space. In Thackray A. Private science: biotechnology and the rise of molecular sciences. University of Pennsylvania press, 1998.

[3] Lovric et al. A conceptual model of investor behavior. In: Advances in cognitive systems. London Institution of Engineering and Technology, 2010.

[4] Hall S. I superfarmaci dell’immortalità. Prefazione di S. Garattini. Orme editori, 2004.

[5] Dawkins R. La realtà è magica. Mondadori, 2012.

[6] Boseley S. Geron abandons stem cell therapy as treatment for paralysis. Guardian, 15 nov 2011.

[7] Tversky A. Kahnemann D. Judgement under uncertainty. Heuristics and biases. Science, 1974. 185: 1124.

[8] Anchoring. Wikipedia.

[9] Eyles et al. Do expert assessments converge? An exploratory case study of evaluating and managing a blood supply risk. BMC Public Health, 2011. 11: 666.

[10] Groopman J. How doctors think. Houghton Mufflin, 2007.

[11] Wang et al. Human belief revision and the order effect. Twenty-second annual conference of the Cognitive Science Society, 2000.

[12] La fallacia esistenziale nel dibattito bioetico sulle staminali. https://menici60d15.wordpress.com/2011/10/22/la-fallacia-esistenziale-nel-dibattito-bioetico-sulle-staminali/

[13] Eichacker et al. Surviving sepsis – Practice guidelines, marketing campaigns, and Eli Lilly. NEJM, 2006. 335:16. Linee guida mertoniane e linee guida commerciali. In: La corruptio optimi nel liberismo: le linee guida cliniche e il decreto Balduzzi. https://menici60d15.wordpress.com/2012/10/21/la-corruptio-optimi-nel-liberismo-le-linee-guida-cliniche-e-il-decreto-balduzzi/

[14] Per cosa è morto Pantani. Lo sport e il marketing farmaceutico. https://menici60d15.wordpress.com/2013/01/29/per-cosa-e-morto-pantani-lo-sport-e-il-marketing-farmaceutico/

[15] Angelici L. Sì alle cellule, no alla Stamina. Corriere della Sera, 29 dic 2012.

[16] La magistratura davanti alle frodi mediche di primo e secondo grado. https://menici60d15.wordpress.com/2009/08/22/la-magistratura-davanti-alle-frodi-mediche-di-primo-e-secondo-grado/

[17] Campanile A. Vite degli uomini illustri. Rizzoli, 1975.

[18] Dueberg P. Virus che causano il cancro della cervice. In: AIDS, Il virus inventato. Baldini e Castoldi, 1998. p. 119.

[19] Tomljenovic et al. HPV vaccines and cancer prevention, science versus activism. Infectious Agents and Cancer, 2013. 8: 6.

[20] Edott. Vaccinazione anti-Hpv, Italia terza in Europa. 30 gen 2012

[21] La sperimentazione animale. Uno spoglio etico. https://menici60d15.wordpress.com/2011/05/16/sperimentazione-animale-uno-spoglio-etico-2/

[22] Il PM Nicastro come assessore alla sanità: la non complementarietà tra magistrati e tangentisti. https://menici60d15.wordpress.com/2010/02/27/1322/

[23] La mafia e l’antimafia favoriscono la soggezione dell’Italia a poteri extra-nazionali? https://menici60d15.wordpress.com/2012/07/28/4271/ .

[24] I professionisti della metamafia  https://menici60d15.wordpress.com/2010/06/08/i-professionisti-della-metamafia/

[25] Il fascino dell’ambasciatore USA per Grillo: “Interlocutore affidabile”. Il Fatto Quotidiano, 12 feb 2013.

[26] Il tolemaicismo politico. https://menici60d15.wordpress.com/2013/02/04/il-tolemaicismo-nella-storia-contemporanea-italiana/

[27] La corruzione ghibellina di magistratura e polizia. https://menici60d15.wordpress.com/2012/03/24/la-corruzione-ghibellina-di-magistratura-e-polizia/

[28] Klein N. Shock economy. Rizzoli, 2007.

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24 febbraio 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di N. Dalla Chiesa “La ricercatrice in lotta contro la danza più infelice del mondo” del 24 febbraio 2013

censurato

Se il discernimento accademico non impedisce al prof. Dalla Chiesa di considerare interpretazioni che non hanno cittadinanza nell’università della quale sia lui sia la collega per la quale ha impugnato la cetra fanno parte, gli segnalo il seguente articolo sul rapporto tra antimafia, criminalità economica e staminali:

Gli strani “compagni di letto” di Ingroia

Gli strani “compagni di letto” di Ingroia

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5 agosto 2013

Blog de il Fatto

Commento al post “Sperimentazione Stamina, 20 scienziati a Lorenzin: “Protocollo sia reso pubblico” del 5 agosto 2013

Il duello Stamina-ortodossia appare come un caso di quella tecnica promozionale che le ditte di pubbliche relazioni – il campo di expertise di Vannoni – chiamano “impollinazione incrociata”, nella quale una tesi viene fatta passare orchestrando uno scontro tra due parti apparentemente in conflitto (Rampton S, Stauber J. Toxic sludge is good for you. Lies, damned lies and the public relation industry, 1995): v. “Gli “strani compagni di letto” di Ingroia” e “Il magistrato e gli stregoni”, reperibili su internet.

La posizione dell’Università di Brescia-Spedali Civili, che con una mano pratica il metodo, legittimandolo, e con l’altra lo attacca in nome dell’onestà e del rigore, potrebbe essere detta un caso di “autoimpollinazione”. Del resto, l’Italia progressista in questi giorni esulta per la condanna di Berlusconi mentre il principale partito che la rappresenta, e che davanti agli elettori ha sempre dipinto Berlusconi come la causa dei mali d’Italia, ci governa assieme: in Italia il tenere il piede in due staffe, o in tre, passa inosservato; se non per venire apprezzato come segno di acume e abilità.

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Questa è una e-mail di contatto dal sito http://www.antimafiaduemila.com/ inviata da:

Francesco Pansera <menici60d15@gmail.com>

Spezzano Sila, 29 ott 2013

Egregia redazione di Antimafia 2000

oggetto: antimafia e staminali.

Vedo che vi interessare alle staminali: oggi 29 ott 2013 avete pubblicato l’articolo pro-Stamina “Legalità e terapia con cellule staminali” di Andolina. Sui rapporti tra antimafia e staminali vi segnalo i miei post: “Gli strani “compagni di letto” di Ingroia :

https://menici60d15.wordpress.com/2013/02/13/gli-strani-compagni-di-letto-di-ingroia/

e “La convergenza di mafia e antimafia.Pizzo mafioso e pizzo di Stato” :

https://menici60d15.wordpress.com/2013/09/08/la-convergenza-di-mafia-e-antimafia-pizzo-mafioso-e-pizzo-di-stato/

sul mio sito https://menici60d15.wordpress.com/

Altri miei post sull’argomento:

I professionisti della metamafia

https://menici60d15.wordpress.com/2010/06/08/i-professionisti-della-metamafia/

La frode delle staminali

https://menici60d15.wordpress.com/la-frode-delle-staminali/

Buon lavoro

Francesco Pansera

menici60d15@gmail.com

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13 agosto 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Gina Lollobrigida è candidata al Senato: l’attrice 95enne in corsa per la lista Italia Sovrana e Popolare”

O una spregiudicata mossa propagandistica, o una conferma che per essere ammessi sulla scena politica qualsiasi sia la posizione professata occorre in ogni caso dare prova di volubilità e cialtroneria. Dare garanzia che come nel film del 1953 del nonno di Calenda al posto della sostanza si metterà la fantasia.

– Che ti mangi ?
– Pane.- E che ci metti dentro ?
– Fantasia marescia’.

15 agosto 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Gina Lollobrigida si candida al Senato e si ispira a Gandhi: “Mi batterò perché sia il popolo a decidere””

A Miss Italia mentre la concorrente sfila, la presentatrice legge a) il sogno nel cassetto (es. “Laurearmi in medicina e lavorare all’estero”; b) il motto della candidata (es. “Credere in sé stessi così che gli altri possano credere in te”). Qui il sogno nel cassetto è diventare senatrice, e il motto essere gandhiani e lasciare decidere al popolo su sanità e giustizia.

I movimenti politici “diagnostici”, che si presentano avendo il merito dell’accurata individuazione e descrizione degli oceanici scempi prodotti dall’establishment, ma nessuna prova diretta che faranno ciò che dicono, dovrebbero studiare come dare delle garanzie di serietà ai cittadini cui chiedono di mandarli al potere; come garantire di non offrire delle esche che nascondono degli ami, pescando così elettori a sostegno di ciò che con la bocca dicono di combattere; come è stato per Grillo, o Di Pietro, o per la degenerazione da Nenni a Craxi, da Gramsci a Letta, etc. Le rassicurazioni verbali, le denunce esatte e vibrate, lo scilinguagnolo, non bastano. Questa candidatura, di una persona che non ha qualifiche particolari, una esperienza di vita opposta a quella popolare, e che supera di 15 anni il limite di età posto dagli accorti preti per partecipare al conclave, non va in questo senso. Oltre che non rispettare, strumentalizzandola, una amata figura del cinema italiano.

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15 agosto 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Pipitone “Conte candida Scarpinato. Nel listino M5s anche l’ex magistrato De Raho e l’ex ministro Costa. Chi sono gli altri: da Appendino a De Santoli”

Una riprova di come la mafia di cosca serva a mantenere l’ipomafia istituzionale. E di come ciò avvenga mediante l’antimafia. Se non ci fosse la mafia, se la si fosse eradicata, come dovrebbe essere in un Paese sano, non ci potrebbero essere i semidei dell’antimafia. Semidei che coprono le spalle all’ipomafia istituzionale, e ora la rivestono della loro credibilità e del loro prestigio. Es. l’ipomafia praticata da Pierpaolo Sileri, 5 stelle, che da sottosegretario alla sanità ha vociato di esilio (a calci) e messo in atto il ricatto di “rendere la vita difficile” fino a togliere il lavoro, ed estromettere, tuttora, dall’esercizio della professione medica, per chi non si sottoponga a iniezioni che si stanno rivelando inefficaci e nocive.

Magistrati autenticamente antimafia – o magistrati tout court – dovrebbero rifiutare con sdegno di fornire legittimazione e lustro a un partito che pratica l’ipomafia istituzionale, responsabile in concorso della triturazione di diritti fondamentali, incluso il rispetto della vita umana, con l’operazione covid. Magari potrebbero aiutare il loro sodale Ingroia, iscrivendosi nelle sue liste. E’ invece Ingroia che ambiguo aiuta il loro gioco, candidando la veneranda Gina Lollobrigida. Questi tempi particolarmente torbidi offrono la possibilità di vedere in diretta come funziona il teatro dei pupi istituzionale; in questo caso come la mafia degli eterni latitanti serve da alibi per pratiche mafiose che usano la Gazzetta ufficiale.

Il Primo Stato

19 December 2012

19 dicembre 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post di N. Di Somma e M. De Maglie “Il coraggio della suora, l’omertà della stampa” del 19 dicembre 2012

Mi pare che il discrimine principale non sia tra uomini e donne, ma tra clero e persone comuni. Da un lato è confortante che la suora, alla quale va tutta la nostra solidarietà come persona, abbia avuto giustizia. Ma l’eccezione non dovrebbe fare ignorare la norma: si può dire che possano contare sulla stessa giustizia i tanti laici, di qualsiasi sesso, che hanno subito e subiscono abusi o violenze di qualsiasi genere da parte del clero? Un clero, suore comprese, che a volte non si astiene dall’ostentare beffardamente la propria influenza sulle istituzioni che dovrebbero tutelare la legalità. Invece di precipitarsi, sfruttando qualsiasi occasione, a ripetere le giaculatorie su un clero virtuoso e vittima del sistema, si potrebbe osservare che la giustizia per i reati del clero è diversa a seconda che le vittime appartengano anch’esse al Primo Stato o siano pecorelle del gregge.

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19 dicembre 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post “Esenzioni IMU alla Chiesa, la UE dà l’ok e “condona” all’Italia il recupero aiuti” del 19 dicembre 2012

La UE è una struttura di sfruttamento, e riconosce alla Chiesa un compartecipazione, una fetta di lasagna. In cambio la Chiesa aiuterà, come fa da molti secoli, nella spremitura degli astutissimi abitanti della marca italica.

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26 ottobre 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post di A67 “Il Ministro Cancellieri incontra padre Maurizio Patriciello” del 26 ottobre 2012

Nella mia esperienza, se un comune cittadino denuncia alla magistratura le angherie della polizia, poi dovrà aspettarsi ritorsioni; spesso nella forma di un raddoppio di quanto ha denunciato. Qui il ministro dell’Interno in persona riceve il povero prete oltraggiato, leccando il clero; e il giornalista lecca entrambi. E la gente comune? “Nessuno completamente innocente, tutti egualmente colpevoli” secondo il giornalista; una filosofia da prete e da questurino che ricalca antichi detti della malavita, e favorisce la malavita.

Inoltre in un articolo dove si plaude alla cerimonia di penitenza dello Stato per avere osato rimbrottare un prete che aveva omesso il cartiglio onorifico a un prefetto, il prete viene qualificato come “Padre”. La direzione e la redazione de Il Fatto dovrebbe considerare di adottare la politica editoriale di chiamare i preti con titoli come “don” o tutt’al più “reverendo”, invece di lubrificare queste studiate moine tra il manganello e l’aspersorio.

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@ Salvatore Legnante. Né la distanza tra Stato e grande criminalità, né la distanza tra Stato e clero, né quella tra clero e grande criminalità sono ampie quanto dovrebbero essere nell’interesse del cittadino. Così non solo in Campania ma in tutta Italia, inclusa Brescia dove Cancellieri è stata prefettto, i preti vengono identificati con lo stato, e le guerre alla criminalità non si vincono mai, mentre chi le “combatte” accumula potere e si arricchisce parallelamente al grande crimine.

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22 febbraio 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di E. Bianchini “Senatrice Pdl scrive ai preti umbri. Uno risponde: “Velo pietoso su Berlusconi” del 22 febbraio 2013

Il clero ha fatto per i due decenni a cavallo del millennio i peggiori affari col suo degno compare B., contribuendo all’impoverimento materiale e al degrado spirituale della nazione. Ora, caduto B. in disgrazia presso i poteri forti, il clero prende le distanze e cerca nuovi soci. Non si chiede conto ai preti delle loro complicità nel saccheggio; invece, basta una severa letterina, che sarebbe rispettabile o lodevole, se la data non fosse “12 febbraio 2013”, fatta provvidenzialmente circolare, e la gente si prostra e grida al nuovo San Francesco.

“Dio perdona tante cose per un’opera di misericordia” dice Lucia all’Innominato. Fino a quando tanti avranno questo atteggiamento alla Lucia Mondella verso i preti e verso gli altri poteri, continueremo ad essere imbrogliati e sfruttati. Davanti a tanta ansia di riverire, di trovare una mano di potente da baciare, il capolavoro di Manzoni va sostituito coi Promessi sposi riscritti da Piero Chiara: “… la tattica dei preti è di star sempre metà da un parte e metà dall’altra. Così, comunque vadano le cose, loro vincono sempre”.

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21 giugno 2013

Blog de il Fatto

Commento al post di C. Tecce “Francesco, 100 giorni da Papa pop. Basterà?” del 21 giugno 2013

In Italia paghiamo tasse da Scandinavia con servizi da Sud America anche perché ci accolliamo senza fiatare una bella fetta delle tasse, e delle spese, del clero: vige il risciò fiscale per i preti, e noi siamo quelli che tirano le carrozzelle. Slurpate invereconde come questa di Tecce fanno sì che la gente continui contenta a fare i coolies.

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@ Massimo Ekow Corsini. Più che di un luogo comune, si tratta di un re nudo. E tutta questa pubblicità che esalta il nuovo papa è un raccontare quanto sono belli e ricchi i vestiti nuovi dell’imperatore.

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Togliere ai poveri per dare ai ricchi è un luogo comune, dal punto di vista dello “sceriffo di Nottingham”. Sui dati quantitativi e i dettagli dei privilegi economici e fiscali del clero, si può vedere il sito della UAAR. Se in Italia, con le tasse che paghiamo, i servizi pubblici le paiono decenti, si vede che applica – agli altri – lo standard pretesco per il quale la gente deve stare con la bocca appena sopra il pelo dell’acqua, meglio se ogni tanto un po’ sotto. Ma forse, citando il “Sud America” ho involontariamente richiamato certi “servizi pubblici” argentini che un altro luogo comune vuole siano stati motivo di somma infamia per il clero.

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21 giugno 2013

Blog de Il Fatto

Commenti al post di V. Gentili “I silenzi omertosi della Chiesa OGM” del 21 giugno 2013

Secondo Francesca Gentili, artista, in cerca di scrittura suppongo, noi siamo traditi e smarriti, e in cerca di guida morale; e dovremmo sperare in Francesco, che riporterà la Chiesa alla sua precedente purezza. Il salvatore sarebbe arrivato“ a piedi dalla fine del mondo”.

E’ venuto dall’Argentina piduista – dove non risulta abbia avuto problemi – nell’Italia piduista, dove pure il clero problemi con Gelli e c. non ne ha, anzi. Per passare l’Atlantico ha usato mezzi di trasporto convenzionali.

Non vanno a piedi, ma si spostano con le nostre gambe. Serviamo da forza motrice per i preti, come i coolies che tirano i risciò, pagando le tasse anche per la loro quota e permettendo che lo Stato giri a loro denaro e risorse del contribuente. Il clero ha molto in comune con la mafia; ora, anche la retorica del capo buono e generoso che si oppone ai  sottoposti perfidi e cattivi.

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@ eliminato. Veronica Gentili. Non è ancora famosa. Ma è sulla strada giusta.

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@ marcodd. In effetti il comportamento materiale dei preti è una forte evidenza contro le loro affermazioni su entità sovrannaturali non osservabili con le quali sarebbero in rapporto privilegiato.

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Cristofobia e cristianofobia

I preti vanno in risciò; noi siamo i coolies che devono fornire il servizio. I coolies che obiettano al tirare la carrozzella, al pagare le tasse dei preti oltre che le loro; all’uso del denaro del contribuente e delle altre risorse dello Stato per privilegiare il clero e favorirne l’arricchimento; al venire impoveriti, tenuti nell’ignoranza, venduti ad altri poteri (a volte ostili per davvero alla Chiesa), e sfruttati come bestie da soma, sono “Cristofobici”. Il passeggero del risciò con una canna e una lenza fa penzolare davanti al fesso alle stanghe un Crocifisso, per indurlo a muoversi. Quelli che si rifiutano di tirare sarebbero affetti da una patologica avversione per la figura di Cristo; se poi si voltano e dicono al passeggero ciò che pensano, sono “cristianofobi”. L’argomento è interessante perché è uno dei casi, non infrequenti, dove i clericali bestemmiano sia l’Uomo sia il loro Dio in un colpo solo.

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@ guest. Guardi che di smettere di fregarvi i soldi dei cittadini vi toccherà sentirlo sempre più spesso.

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27 giugno 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Politi “Papa Francesco sceglie una donna per ripulire lo Ior” del 27 giugno 2013

Mary Ann Glendon è una repubblicana, già consulente per la bioetica di GW Bush; una bioeticista contraria all’uso dei preservativi anche per la prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale. L’articolo omette di dire, al momento in cui posto questo commento, che la “donna” scelta dal papa è stata ambasciatore degli USA presso il Vaticano. Collega cioè dell’ambasciatore USA in Argentina ai tempi dei desaparecidos, e dei tanti ambasciatori dei tanti golpe. Collega di Clara Booth Luce, ambasciatrice USA in Italia negli anni ’50, quando CIA e Vaticano rafforzavano quella collaborazione che aveva già dato effetti come la strage di Portella, e che ci avrebbe portato dove siamo oggi. Pare che il papa di allora Pio XII, ad una ennesima tirata dell’intransigente Clara sul pericolo dei miscredenti abbia risposto “Signora, sono cattolico anch’io”. Questa nomina non autorizza a pensare che sarà la nostra condizione quella che verrà migliorata dal rimaneggiamento dello IOR.

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Lo chieda a Politi, secondo il quale ha rilevanza che è una donna. I collegamenti politici e le posizioni etiche di una persona nominata hanno invece rilevanza quando la nomina viene presentata come segno di progressismo, rinnovamento, pulizia, eccetera. Per ripulire le stalle Augie ci volle Ercole; ho dei dubbi che una persona col curriculum della Glendon possa essere pari al compito che i media e i tanti del pubblico attribuiscono alla volontà dell’attuale papa.

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10 luglio 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Robecchi “Un ‘White bloc’ di nome Francesco” del 10 luglio 2013

Papa “White bloc”? Più che bianco colomba mi sembra bianco vaselina… Questo spot de Il Fatto sul papa che si mescola ai manganellati manifestando in piazza per il Bene, e anzi  – naturalmente – si mette alla loro testa contro alta finanza e multinazionali, mi ricorda quell’altra campagna di marketing, che attribuiva a Berlusconi identità multiple: manager, operaio, intellettuale, buon padre di famiglia, capo della banda musicale, etc. Su di un manifesto di 6 metri per 3 col faccione di B. e lo script “Per un presidente contadino”, qualcuno aggiunse con la vernice spray “allora va a zappà la terra”.

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Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Vaticano, Papa Francesco: “Pene più severe per reati contro minori e riciclaggio” dell’11 luglio 2013

“Le leggi son ma chi pon mano a elle?” (Dante). Una legge, in sé, non è che un paragrafo in un grosso libro. Guardando alla realtà, la legge che conta, la legge vera che il clero applica, e che insegna come applicare dietro le chiacchiere ai suoi tanti adepti e scagnozzi, dai governanti ai facchini, è il “mors tua vita mea”. Il canone di Caino, che ha contribuito non poco al degrado della vita sociale e al declino della Nazione.

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Blog de Il Fatto

Commento al post di E. Matassi “Filosofia; i volti moderni di Gesù” del 22 luglio 2013

Il genio allucinato di Nietzsche ha potuto vedere “una colossale e inattaccabile sfera di bronzo” in Gesù. Noi persone comuni dovremmo prima di tutto riconoscere la colossale e perenne faccia di bronzo dei preti.

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Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Papa Francesco in Brasile condanna “la dittatura del denaro e del successo” del 24 luglio 2013

Predicare contro i vizi dei quali si è campioni: la ventriloquia morale dei preti.

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Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Papa Francesco a Rio, ‘lottare contro la miseria` e prende un caffè nella favela” del 25 luglio 2013

La prima miseria è quella di un popolo – in Brasile e anche da noi – che non ha le sue istituzioni etiche e politiche, che si contrappongano a quelle del potere, e che perciò si aggrappa disperato a istituzioni che – anche quando si presentano come popolari – sono dall’altra parte della barricata. Così che un’istituzione di potere come la Chiesa mentre sfrutta il popolo può permettersi di fargli intravedere la salvezza, con qualche chiacchiera da bar e un caffè, ottenendo così una ancor maggiore sudditanza.

La prima miseria è quella delle istituzioni di popolo desaparecide; eliminate dalla scena sociale come furono eliminati quegli argentini che avrebbero potuto dare corpo a istituzioni popolari, e che invece hanno terminato il loro calvario quando i loro torturatori li hanno buttati dagli aerei nel Rio della Plata, con un Chiesa che allora fu connivente e complice, e oggi usurpa il loro posto.

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Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Bergoglio a Rio: “La laicità dello Stato favorisce la convivenza tra religioni”

Una caramellina agli ingenui, e allo stesso tempo un occhiolino ai massoni e alle altre grandi religioni ? Lo Stato non dev’essere “laico”, nel senso di essere neutrale, e quindi magari d’accordo con le varie religioni nello spartirsi lo sfruttamento del popolo. Lo Stato deve essere laico in quanto tutela attivamente l’Uomo, nella sua realtà terrena; e deve pertanto rifiutare, fermare e se necessario bandire l’accesso al potere a qualunque religione o ideologia, quando questa bestemmia l’Uomo.

Si tratti degli intrighi dei preti, che antepongono all’Uomo il loro Dio proteiforme, che cambia forma e volontà a seconda dei loro affari e del clima storico; o di quelli di quei “laici” di loggia che fanno lo stesso ma usano un pittoresco “Grande architetto”; o delle frodi degli scientisti, i Simon mago della ricerca, che coprono la loro attività di imbroglioni proclamandosi sacerdoti della Scienza; o dell’eversione dei banchieri, che istituzionalizzano il furto sostenendo che tutto è opera di un Demiurgo chiamato “mercato”; o delle imposizioni de “il Partito” dei defunti “comunisti”, che vedevano la mano della Storia nella loro dittatura di burocrati.

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Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Papa Francesco: “Sì a trasparenza e onestà”. Online il sito dello Ior” del 31 luglio 2013

Lei l’ha mai sentita la barzelletta della perpetua giovane, dell’inchiesta del vescovo…? No? Gliela voglio accontare: per una volta, sentirà una barzelletta sui preti raccontata da un prete… Dunque: al vescovo vanno a riferire che in un paese c’è un prete che non solo tiene una perpetua di età molto al di sotto, come dice Manzoni (lupus in fabula), della sinodale; ma che se la corica a lato, nello stesso letto. Il vescovo, naturalmente, corre: piomba in casa del prete, vede la perpetua giovane e belloccia davvero, poi la camera da letto, il letto a due piazze e mezza. Contesta al prete l’accusa. Il prete non nega. ‘E vero’ dice ‘eccellenza che lei dorme da questo lato e io da quest’altro: ma, come vede, al muro, tra il mio lato e il suo, ci sono dei cardini; e a questi cardini io ogni sera, prima di andare a letto, attacco questa grande e robusta tavola, che è come un muro – e mostra la tavola. Il vescovo si addolcisce, stupito da tanto candore: ricorda qualcuno di quei santi del medioevo che andavano a letto con una donna ma mettendo una croce o una spada nel mezzo, con dolcezza dice ‘Ma figliuolo mio, la tavola, non c’è dubbio, è una precauzione; ma la tentazione, se la tentazione ti assale furiosa, rabbiosa, infernale qual è? E tu che fai, quando la tentazione ti assale?’ ‘Oh eccellenza’ risponde il prete ‘non ci vuole poi tanto: levo la tavola.’ ” (Sciascia, A ciascuno il suo).

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Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Papa Francesco, “La Lista di Bergoglio”: così salvò chi fuggiva dalla dittatura” del 2 ottobre 2013

I vincitori sono “padroni anche della verità” su quanto è davvero avvenuto (Primo Levi). Mentre i sommersi non possono più parlare. Onore ai sommersi del Rio della Plata.

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Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Bia “Parma, no all’estradizione di don Reverberi: “Nessuna prova che collaborò con Videla” del 30 ottobre 2013

Il prete che 4 testimoni affermano essere stato presente alle torture ordinate dai generali argentini che giocavano a tennis col cardinale Laghi non era fuori posto. I preti vogliono dominare. E sanno che chi viene abusato tende a sottomettersi. Il caso delle torture è estremo, ma l’opera dei preti per il degrado di chi non si sottomette è costante. Possono usare blandizie e paroline dolci, ricatti economici ed emotivi o atti efferati, ma il fine è lo stesso. La Chiesa ha bisogno che l’Uomo sia offeso per poterlo manipolare. A questo va aggiunta la componente sadica che è spesso associata alla ricerca del potere.

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4 novembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di Cittadinanzattiva “Crisi, qualche proposta: una ‘legge Bergoglio’ anticorruzione e una ‘patrimoniale zero’ ” del 4 novembre 2013

Lo Stato non impedisce l’evasione fiscale, e il rappresentante di “Cittadinanzattiva” propone di combatterla tassando ulteriormente i cittadini, con una patrimoniale da applicare secondo un criterio regressivo rispetto al reddito. Chi è a basso reddito ma ha qualche casa, magari ereditata, viene classificato insieme ai grandi evasori da stanare. Lo Stato è strutturato in modo da favorire la corruzione e il privilegio, e il rappresentante di “Cittadinanzattiva” propone di combattere ciò affidandosi ai disegni del capo dei preti, coloro che di tale sistema parassitario sono tra i principali beneficiari. Accettare queste visioni sembra piuttosto un assumere posizioni di “cittadinanza passiva”.

Andrebbe invece riconosciuto che all’evasione fiscale è stata affiancata la “diversione fiscale”: le tasse in quota crescente non vanno in servizi pubblici ma tornano ad essere usate, come avveniva in antico, per arricchire i potenti depredando il popolo per via legale. E andrebbe riconosciuto che bisogna smettere di tutelare e incrementare l’immenso patrimonio dei preti a spese dei cittadini comuni.

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8 novembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Papa Francesco contro la corruzione, condanna la “dea tangente” ” dell’8 novembre 2013

Dalle tangenti libera nos Domine. Ma anche dalla depredazione legalizzata tramite le tasse, i privilegi a certe categorie, la privatizzazione dei servizi; voci queste nelle quali il clero ha le mani in pasta.

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9 novembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. A. Mazzola “Futuro: il Papa, unico leader politico” del 9 novembre 2013

A me pare che il futuro verso il quale l’Italia sta andando vedrà un ridimensionamento della depredazione tramite corruzione e tangenti, e un corrispondente aumento della depredazione istituzionalizzata, alla luce del sole e coi Carabinieri, tramite tasse, privatizzazione dei servizi, privilegi legalizzati, frodi commerciali e professionali. Il clero si sta riposizionando, ripudiando le pratiche delle quali è stato per decenni tra i maggiori padrini. La gente come al solito è indietro, e applaude chi la sta traghettando dalla padella alla brace.

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11 novembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Corruzione, Papa Francesco: “Scandaloso chi dona alla Chiesa ma ruba allo Stato” ” dell’11 novembre 2013

In una commedia di De Filippo, un personaggio a chi aveva commesso un ammanco di cassa: “Erano soldi tuoi?”. “No”. “Allora li hai rubati. C’è la parola, usiamola”. I ladri sono ladri. I tangentisti sono ladri. Ma ci sono forme di depredazione più sofisticate e radicali, che stanno soppiantando quelle classiche. Come chiamare il cristiano (o chiunque) che trasforma le imposte e tasse in decime da pagare all’alta finanza e ai potentati vari, clero incluso? E quello che privatizza i servizi come sanità, pensioni, scuola, che dovrebbero già essere coperti dalle tasse? E quello che istituzionalizza privilegi ingiusti a favore di certe categorie, inclusa quella dei preti? E quello che partecipa alle frodi istituzionalizzate della medicina nella sanità laica e cattolica? Limitarsi ai “ladri” nel 2013 è gattopardesco.

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Il papa si ricorda del settimo comandamento il popolo fa i conti senza l’oste lo acclama ed è contento mentre al posto suo paga le imposte.

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13 novembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di B. Borromeo “Papa Francesco, il pm Gratteri: “La sua pulizia preoccupa la mafia” del 13 novembre 2013

La mafia e il clero sono entrambi agganciati ad un comune sistema di potere, quello dei poteri forti. Le esternazioni del magistrato Gratteri rischiano di favorire la mimetizzazione di tali legami. E’ vero che il sistema di sfruttamento si va evolvendo, andando verso l’istituzionalizzazione; la mafia può essere preoccupata di rimanere tagliata fuori, ma noi dovremmo continuare a preoccuparci che tutto resti come prima, dopo che tutto sarà cambiato.

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14 novembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di V. Gentili “Papa Francesco, la casta e i bastoncini di Shangai”

La “collusività omertosa” di cui parla l’attrice si alimenta anche con l’adulazione del clero, della quale ci dà un lirico esempio. Altro che bastoncini di Shangai …

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@ Karlino. Di certe pratiche che tanti si inventano per campare, come quella di arruffianarsi il potente di turno, preferisco non capire molto.

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15 novembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Politi “Papa Francesco e il verminaio che lo circonda”

Si va delineando il modello: il papa è la testa che profuma di un pesce marcio.

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19 novembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Farinella “Frattura Pdl: il retroscena cattolico e la ‘misericordina’ “

Su clero, papi e medicine (quelle vere, delle multinazionali) ci sarebbe molto da dire: dall’appoggio dell’ex papa e del papa attuale alle promesse commerciali messianiche sulle staminali, alla partecipazione dell’ospedale Vaticano del Bambin Gesù alla medicalizzazione dell’obesità infantile. Ma siamo sotto Quaresima: la 2° rata dell’IRPEF e dell’IMU. Pertanto non dovremmo farci distrarre da altri discorsi, ma meditare contriti sul risciò fiscale; cioè sul fatto che noi paghiamo non solo tasse esose sui nostri beni, ma paghiamo anche quelle dei preti, ai quali facciamo quindi da coolies.

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19 novembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Madron “Campo da calcio a pagamento in oratorio per chi non frequenta il catechismo”

Vi scandalizzate per l’euro richiesto per giocare al calcetto dell’oratorio. Miscredenti, perché guardate la pagliuzza nell’occhio del prete e non vedete la trave che vi viene conficcata in questi giorni, ovvero il fatto che con l’IRPEF e l’ IMU vi state togliendo il pane di bocca per arricchire il clero e pagare le tasse al posto suo?

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Brescia, 21 novembre 2013

Opera San Francesco per i poveri Viale Piave 2 20129 Milano Frati minori cappuccini Fondazione Voce di Padre Pio P.le S. Maria delle Grazie, 4 71013 San Giovanni Rotondo (FG) racc. online Per cortesia non inviatemi più materiale promozionale. I vostri due plichi sono arrivati ieri 20 novembre 2013, lo stesso giorno che ho ricevuto molestie e segnali piuttosto sgradevoli. Questa coincidenza della stampa religiosa che arriva insieme ad “avvertimenti” dopo che ho scritto su internet critiche al clero l’ho già sperimentata anni fa, e ora pare stia riprendendo. Allego copia dei 4 commenti che avevo postato su internet poche ore prima. Commenti simili li avevo postati nelle settimane e nei mesi precedenti. Francesco Pansera Dr F. Pansera Via Tosetti 30 25124 Brescia http://ra60d15.wordpress.com/

19 novembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Farinella “Frattura Pdl: il retroscena cattolico e la ‘misericordina’ “

Su clero, papi e medicine (quelle vere, delle multinazionali) ci sarebbe molto da dire: dall’appoggio dell’ex papa e del papa attuale alle promesse commerciali messianiche sulle staminali, alla partecipazione dell’ospedale Vaticano del Bambin Gesù alla medicalizzazione dell’obesità infantile. Ma siamo sotto Quaresima: la 2° rata dell’IRPEF e dell’IMU. Pertanto non dovremmo farci distrarre da altri discorsi, ma meditare contriti sul risciò fiscale; cioè sul fatto che noi paghiamo non solo tasse esose sui nostri beni, ma paghiamo anche quelle dei preti, ai quali facciamo quindi da coolies.

ccc

19 novembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Madron “Campo da calcio a pagamento in oratorio per chi non frequenta il catechismo”

Vi scandalizzate per l’euro richiesto per giocare al calcetto dell’oratorio. Miscredenti, perché guardate la pagliuzza nell’occhio del prete e non vedete la trave che vi viene conficcata in questi giorni, ovvero il fatto che con l’IRPEF e l’ IMU vi state togliendo il pane di bocca per arricchire il clero e pagare le tasse al posto suo?

ccc

18 novembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Lapertosa “Rifiuti tossici, allarme pediatri: “Rischio cancro inaccettabile. Incidenza alta” “

Non è così semplice come mostrano i media; non è così cinematografico, coi buoni che combattono i cattivi. L’inquinamento è un grave pericolo per la salute, riconosciuto, ma vi sono altri pericoli, nascosti e contrari al senso comune, che sono potenziati dal battage sull’inquinamento. Le cose possono essere ancora più sudice di come vengono presentate; la camorra può essere usata come “forcone” per spingervi verso “angeli” in camice bianco che angeli non sono. State attenti su questi allarmi, per voi e per i vostri figli, perché oltre ai cancri da inquinamento ambientale e da cancerogeni nei prodotti di consumo ci sono anche i falsi cancri da sovradiagnosi. (V. “Ilva. Dal cancro nascosto al cancro inventato”).

ccc

20 novembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Farinella “Papa Francesco, fermi l’interventismo politico del Vaticano

La teoria del pesce marcio con la testa profumata.

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20 novembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. Iardino “Un cimitero dei feti? Questione di civiltà e di buona amministrazione”

Le spoglie di feti da aborti volontari sono spesso una conseguenza della rinuncia ad avere figli perchè non ce li si può permettere. Quelli che costruiscono i giardini degli angeli sono gli stessi che contribuiscono a provocare questa sterilità da cause socio-economiche.

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@ Red Baron. Non sono marxista. Sono quelli come te che sono cimiteriali.

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Renzi è di quelli che si occupano più di bare che di culle.

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22 novembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Globalizzazione, il cardinale Maradiaga: “E’ come il comunismo e il nazismo”

“La mafia fa schifo”. (Salvatore Cuffaro, da presidente della regione Sicilia; attualmente detenuto per favoreggiamento aggravato alla mafia).

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23 novembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Concistoro 2014, Papa Francesco premia i cardinali stranieri. Solo 5 gli italiani

Sul piano politico, sarebbe appropriato considerare che non esistono cardinali “italiani”, anche se sono nati in Italia e qui hanno fatto carriera. Essi sono infatti leali al Vaticano, che considera la nazione italiana come un organismo sul quale impiantarsi per trarne nutrimento.

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26 novembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco, l’esortazione apostolica: “Chiesa recuperi freschezza del Vangelo””

Bene, ma sul succhio dei nostri soldi a favore del clero tramite l’imposizione fiscale, infernale per noi e angelica per loro ? Questo papa ci dà tanta poesia, però arrivati al dunque Bergoglio non fa rima con portafoglio.

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@ Elisabetta Cantele. Ma non è solo questione di rivolgersi allo Stato (!). L’aggressività dei preti ci riguarda in prima persona.

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28 novembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Marcelli “Papa Francesco dacce er via…” 

Ieri Berlusconi è stato fatto decadere dalla carica di senatore, e oggi il prof. Marcelli ci esorta a metterci agli ordini del papa, chiedendogli l’OK per una ribellione. Il papa, spiega, è adatto a questo ruolo di comandante del nuovo CLN in quanto nella sua enciclica ci rivela come stanno le cose: ci stanno fregando. Poi Marcelli forse si accorge che il suo ardore barricadero lo ha portato ad eccedere: specifica che l’enciclica gli appare consolatoria. Noi consoliamoci con De Andrè, confrontando le necessità espresse nell’articolo con quelle di Pasquale Cafiero:

mi scervello e mi asciugo la fronte per fortuna c’è chi mi risponde a quell’uomo sceltissimo immenso io chiedo consenso a don Raffaè.

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@ Fabio Marcelli. L’ho riletto. Non abbraccio nessuna ideologia (neppure quella della pagnotta …) . Continua a sembrarmi un articolo che adula il potere e che diseduca alla responsabilità politica personale, incitando ad affidarsi a figure carismatiche, del tutto improbabili rispetto al programma politico dichiarato. Mi pare un appello al peronismo, a un pastone ideologico-emotivo che permetta di raccogliere quanta più gente possibile, fascisti e comunisti, speculatori e scontenti, sfruttatori e sfruttati, sotto la stessa tettoia.

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@ Fabio Marcelli. Il peronismo è irrilevante, dici? Detto da uno che mette insieme la Evangelii Gaudium e i morti di Abbadia San Salvatore nel 1948 …

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1 dicembre 2013

Blog de Il Fatto 

Commento al post “Aids, appelli di Papa Francesco e di San Suu Kyi. Francia riduce prezzi condom” dell’1 dicembre 2013

Sulla patogenesi dell’AIDS e la iatrogenicità della diagnosi e della terapia ufficiali ritengo abbia ragione il prof. Duesberg (e i tanti altri ricercatori e accademici qualificati che hanno espresso idee simili alle sue). Penso quindi che il papa, mettendosi su questo punto accanto a quei poteri globalisti che a noi dice di criticare e di contrastare, appoggi una versione cruenta e crudele delle concezioni malthusiane; come i suoi predecessori.

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8 dicembre 2013

Blog de Il Fatto 

Commento al post di F.A.Grana “Il lato ‘politico’ di Padre Pio e quel no alla riforma agraria di Alcide De Gasperi”

In attesa di un’analisi serena e scevra da pregiudizi laicisti che riconsideri la possibilità che le statue della Madonna piangano, leggiamo su Il Fatto che padre Pio era animato da “una fortissima carica civica”; che lo portava a spendersi in un impegno generoso come può esserlo quello di chi ha le mani bucate. La fonte è un libro, “Da Pietrelcina. L’altro Padre Pio”. Il nome della casa editrice, “La Fontana di Siloe” è interessante.

La Piscina di Siloe è il luogo dove Gesù secondo il Vangelo diede la vista a un cieco dalla nascita. E’ simbolo della conversione al cattolicesimo. Tanto più dopo che Pitigrilli scrisse il libro “La piscina di Siloe” dove racconta la sua conversione. Cattolico ai tempi di De Gasperi e da vecchio, sotto il fascismo era stato ateo, vizioso e fatuo, e spia e delatore per l’Ovra. Fece arrestare tra gli altri Leone Ginzburg, Carlo Levi, Cesare Pavese, Giulio Einaudi. A Parigi Emilio Lussu gli disse: “togliti dai piedi, perché davanti a uno come te la pistola spara da sola”.

Pitigrilli viene portato a esempio edificante dai cattolici, e forse in futuro anche dai laici. Conviene ricordarsi di questa figura quando si legge la frase così frequente su questo blog, “sono ateo e anticlericale, però questo papa…”.

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8 dicembre 2013

Blog de Il Fatto 

Commento al post “Papa Francesco uno scandalo la fame del mondo”. Appello a Chiesa e istituzioni”

Si riconosce che la fame nel mondo sia dovuta in genere non alla assenza di alimenti, ma alla estrema povertà che impedisce di comprarli o di produrli. Il clero è ricco in maniera ingiustificata rispetto a quanto dà. Va classificato tra coloro che tolgono, impoveriscono e affamano. Anche se si mimetizza come amico e difensore degli affamati.

Quid prodest strepitus oris muto corde? A che serve lo strepito della voce, se il cuore tace? (S. Agostino).

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10 dicembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Trinchella “Papa Francesco veda Philomena e aiuti le madri che cercano i figli”

“Bergoglio è il pontefice degli umili, dei poveri, dei malati”. Solo perché mostra segni esteriori, ingigantiti dai media, di uno spirito caritatevole? Se si vuole continuare a piangere dopo aver fatto una scorpacciata di lacrime con la storia del figlio che le suore strappano alla madre derelitta e poi vendono, va bene. Chiedete aiuto a Bergoglio per ricongiungere alle madri gli altri casi di figli venduti. Ma se si vuole che tragedie causate dagli abusi del clero non si ripetano bisogna tenere gli occhi asciutti, e chiedere giustizia a soggetti terzi e non alle stesse istituzioni responsabili; e soprattutto non abbandonarsi a questa soggezione, questa apertura di credito di tipo filiale a figure religiose, sulla base di esili impressioni che forse derivano da sceneggiature che sono più “pellicole” del film al quale vengono a forza collegate. Questa fiducia infantile è tra le cause degli abusi del clero sui quali poi, quando non restano nell’oscurità, si va a singhiozzare nella poltrona della sala cinematografica.

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@ marisa guidi. C’è il perdono rispetto a Dio o a sé stessi, un sentimento privato, interiore, che non è accessibile né verificabile dall’esterno; può derivare da forza o da debolezza, da un animo puro o da complicate alchimie mentali. Poi c’è il perdono predicato dai preti, e promosso dai loro scrivani. Un perdono dichiarato ed esibito, analogo, nelle conseguenze pratiche, alla concezione che porta i criminali a chiamare “infame” la vittima che non si attiene al codice dell’omertà e li denuncia. Li si può distinguere dalla chiassosità e dall’invadenza. Nel discorso pubblico, sul perdono interiore non c’è molto da dire. Invece, appena i preti intervengono su di un delitto commesso da qualche loro protetto, o da loro stessi, ecco che appare immancabile la questione del perdono dei colpevoli, talora infilata di straforo, talora ingombrante e querula, che disturba e intralcia la domanda di giustizia. Prevedibile come lo sbucare di Paolini dietro ai cronisti tv.

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@ Giovanna Trinchella Gentile Giovanna,

il cinema è un’arte affascinante, ma non dovrebbe aiutare a confondere apparenza e realtà. Alla speranza, una delle tre virtù che sarebbero teologali, viene attribuita una valenza esclusivamente positiva; può invece anche essere un veleno. Parafrasando un biologo dell’Ottocento a me sembra che vi sia troppa speranza e troppo poca carità. E che questo papa, e articoli come i suoi, vadano in questa direzione, creando una sceneggiatura ricca di di impressioni e arida nella sostanza.

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@ Giovanna Trinchella Gentile Giovanna

è la sua esortazione a invocare il papa contro i torti del clero sulla base di un film tratto da una storia vera che compie il passaggio dalla realtà all’apparenza. Sul suo consiglio di tacere sul papa per un anno prima di esprimere giudizi, le suggerisco di applicarlo. Sul dover tacere perché è stato nominato man of the year su Time, le segnalo il mio commento sul relativo articolo de Il Fatto.

Francesco

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11 dicembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post “Papa Francesco è il personaggio dell’anno di Time: “E’ il pontefice della gente” “

Man of the year come altri “santi padri” (e anche diversi potenti poco raccomandabili). Si può trovare un altro precedente nell’intesa fin dagli anni ’40 tra Pio XII e Clara Booth Luce, poi ambasciatrice USA in Italia, moglie del proprietario di Time. Booth Luce era “fedele acccolito” (cit.) del papa; che ogni tanto doveva anzi frenarla: “sono cattolico anch’io”. A quel tempo Vaticano e USA si occupavano insieme, per il bene del gregge italico, di propaganda, e quando non bastava la carta stampata di operazioni come la strage di Portella. Ma è roba passata, che non c’entra nulla con l’oggi. Time, la rivista a maggior circolazione al mondo, non persegue gli interessi del potere a danno del popolo.

Dubitarne, considerare la notizia come propaganda della tirannia globalista contraria al nostro interesse, è sconveniente quasi quanto sostenere che le autorevolissime riviste Nature e Science sono tiranniche e a volte distorcono la scienza, e creano bolle mediatiche con trucchi di marketing, dando spazio ai temi che vogliono e sopprimendone altri importanti, permettendo agli autori delle ricerche che vogliono far passare per eccezionali di “prendere scorciatoie” che portano a frodi. E’ quanto ha appena affermato il premio Nobel per la medicina 2013 Scheckman. Ma sai che gliene importa di questo nichilismo distruttivo sulle fonti di informazione ai devoti di padre Pio; e al midcult italiano, che è tradizione considerare più intelligente e più libero della gente semplice.

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11 dicembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post “Uk, Scientology ora è religione: sì a matrimoni e probabili sgravi fiscali”

Da noi Scientology è tenuta a bada dai preti, che comandano. A ognuno la sua croce.

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@ peterdem. Sì. Sono gironi di diverso livello. Per me, Scientology emana da subito un’aura sinistra, mentre il cattolicesimo può ammaliare. Da adolescente fui avvicinato per strada da una bella ragazza, che mi invitò ad andare in un centro lì vicino, di Scientology (che non conoscevo), a compilare un questionario di tipo psicologico. Il modulo con le risposte fu poi passato a un addetto, che dopo averlo letto mi fece alcune domande e poi mi disse in malo modo di andarmene, come se fossi io a voler truffare loro. Forse hanno valutato che da me non avrebbero ottenuto una lira, mentre avrebbero avuto un rompiscatole tetragono e sobillatore. Rimasi un po’ mortificato, ma oggi se ci ripenso non mi dispiace essere stato immediatamente scartato da Scientology. I preti sono più avvolgenti, sia nella cattura mentale che nella spoliazione materiale; ma non sono angioletti neanche loro. Anche loro possono portare nascosto sotto l’abito lo stiletto.

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@ peterdem. Scientology mostra in modo palmare i danni a cui può portare lo sfruttamento del senso religioso. Ma, a parte il fatto che a volte sono i preti che ti mettono nel mirino se hai qualcosa che è loro interesse toglierti, non sono sicuro che “dalla chiesa ti puoi allontanare” “quando ti pare”. La religione non è una semplice fandonia; è un poco come quei farmaci i cui sorprendenti effetti si spiegano con il fatto di natura che sulle cellule si trovano recettori specifici per essi, che rispondono ai farmaci attivando percorsi metabolici; che possono portare anche ad effetti psichici, come nel caso dell’oppio citato da Marx nel suo celebre paragone. Chi si è allontanato, venendo bollato come “apostata” o transfuga, insomma rinnegato, ha descritto la fatica che occorre. E’ da notare che i principali oppositori del reato di plagio sono i preti, che sul tema hanno la coda di paglia. Penso al contrario che andrebbero introdotte, erga omnes (incluso il furoreggiante “messianismo scientifico”) norme a protezione del senso religioso, inteso come la naturale recettività dell’individuo ai messaggi di tipo religioso o soteriologico, che consente uno sfruttamento a fini illeciti. Bisognerebbe cominciare dal non consentire ai minori i sacramenti (né la frequentazione di sette). Anche se, come mostra Scientology, non ci sono solo i cattolici. Bisognerebbe anche regolare i messaggi mediatici apparentemente “laici”, che nascondono la stimolazione di pulsioni religiose a fini di profitto.

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13 dicembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Bellelli e M. Bella “Il Papa e Stamina: la cura percepita”

Credo che con le staminali il clero persegua, insieme ad interessi materiali (v. il vescovo Paglia) una forma di sincretismo con la scienza; qui tra la speranza di vita eterna nell’aldilà e la magia scientista che promette l’immortalità su questa terra con prodotti hi-tech. Un progetto che ha precedenti nelle teorie di un altro gesuita, Teilhard de Chardin, che furono stroncate da Monod e Medawar. Altri tempi. Oggi il prof Bellelli contemporaneamente predica il rigore scientifico e trova aspetti positivi nell’appoggio del papa a Stamina. “La speranza, anche se fallace, ha un valore” conclude. La speranza fallace ha un valore, per il paziente disperato; ma non è un valore. Non può essere negata a chi è disperato (mentre deve esserlo a chi, sano, viene illuso) ma resta una speranza truffaldina; una speranza “usurocratica”, ottenuta – tramite i poteri dello Stato – esaltandola sui media e sopprimendo le altre possibilità, anche quelle che avrebbero forse funzionato. Chi la crea quindi non va premiato, ma va fermato; né è lecito estendere la non negabilità dell’uso “terapeutico” su chi è disperato all’uso come strumento di induzione di una domanda di mercato nel pubblico generale. La via di uscita, contrariamente a quanto dice Bellelli, c’è; si trova in quei principi etici giudaico-cristiani che certo non si possono rammentare al papa. Es. il 7° comandamento. Ma che sembrano più irraggiungibili e utopici delle promesse messianiche di resurrezione dei tessuti.

F. Pansera

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@ Benedetto Toni. Se il paziente è rispetto alla speranza allo stadio nel quale si trova rispetto al dolore il malato terminale con metastasi ossee, anche se falsa la speranza non gli va negata, come per l’altro paziente la morfina (meglio se con un placebo). Ma dovrebbe trattarsi di una soluzione tampone: se tale speranza è fraudolenta , come ho scritto, andrebbe progressivamente smorzata fino a farla sparire dall’immaginario, eliminando il problema. Invece qui preti e scienziati, magistrati e imbonitori, dotti e ignoranti, guardie e ladri, politici e persone ingenue, stanno facendo a gara a portare combustibile a questo falò e farlo ardere vigoroso e a lungo, in modo da creare aspettative generali sulle staminali. I pazienti di Vannoni sono come ostaggi, usati strumentalmente a questo fine. Gli aspetti compassionevoli fanno da cavallo di Troia al disegno degli strozzini di creare la domanda per i futuri farmaci dell’immortalità.

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@ Teodoro Lascella. Se si applica il ragionamento del TAR, per il quale gli esperti non devono essere “prevenuti” contro una nuova proposta, allora più grossa uno la  spara maggiore sarà il suo potere di ricusazione degli esperti. Il bello è che il paradosso è evitabile con un concetto che i giudici amministrativi padroneggiano: la “ricevibilità”. La pretesa di un esperto di marketing di curare con una terapia miracolosa e segreta dovrebbe essere respinta come irricevibile. Irricevibile sul piano etico, scientifico e giuridico.

In condizioni normali si valuterebbero inoltre eventuali profili psichiatrici o penali. Ma gli ordini di scuderia sono di fare ammuina sulle staminali, per radicare false speranze nel pubblico; sia sulle staminali di Nature che su quelle di Padre Pio. Il TAR si adegua, con una versione togata dell’ideologia scientista imposta dal liberismo: il futuro è una tabula rasa, e tutto vi è possibile grazie alla scienza; la scienza – purché accreditata dalle magistrature dello Stato – è il solo oracolo che può indicare se la guerra sarà vinta o persa; ciò che il mondo già conosce sugli uomini, e la scienza sulla natura, non conta; se non in forma parziale e distorta, quando conviene al papa o al re.

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@ Marco Bella. Oltre all’ovvia assistenza medica, sarebbe utile distinguere 4 ordini di problemi, da tenere separati nell’affrontarli, ponendo cura nel non confondere le categorie e invece comporle tra loro: a) La biologia della malattia; fino a evidenza contraria la possibilità di ricostituzione terapeutica di tessuto nervoso con “staminali”è fantasia. b) Il dolore morale e la paura del malato e dei familiari; li si sta sballottolando senza pietà; occorre che strillino, nel gigantesco spot sulle staminali. c) Sarebbe ora di riconoscere che vi è un gruppo di problemi derivanti dal fatto che nella odierna medicina commerciale vige il vae victis; come nella giungla, chi è ferito o debole diviene una preda, che viene attaccata fingendo di volerla aiutare; vi è cioè un problema di frode endemica, strutturale, che può provenire da insospettabili, e va affrontato esplicitamente. Le staminali hanno anche una dimensione criminologica; comprendendo questo le cose divengono più chiare. d) La protezione degli astanti, del pubblico, il vero obiettivo per il quale è stata inscenata questa sconcia farsa, che sta venendo indottrinato nel credere all’imminente venuta delle cellule magiche. I vari attori si dovrebbero restituire l’un altro i rispettivi cappelli, fare un passo indietro, restare nel proprio ambito, parlare e far parlare il meno possibile, e fare il proprio dovere. Tutto si sgonfierebbe. Ma questo implicherebbe una buona fede e una dirittura che posso testimoniare essere assenti.

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15 dicembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco, primo Natale a San Pietro: “Mi danno del Marxista? Non sono offeso

“Il capitalismo è lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo”. Il potere del clero è il contrario.

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@05ulm.  “Monaci, preti e polli non furono mai satolli”. (Vox populi toscana).

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@ graffit. “Vedo stampelle ma non protesi”. Emile Zola sugli ex-voto a Lourdes.

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@ obiettivamente. Tipica risposta vagamente minatoria del cerretano cattolico disturbato nella sua attività di imbonitore.

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@ obiettivamente. E’ la madonna di Lourdes che fa miracoli a quelli con le stampelle (che possono fingere) ma non fa ricrescere gli arti. Questo voleva dire Zola scrivendo “vedo stampelle ma non protesi”. Speriamo che a te dia quello che ti manca.

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E perché dovrebbe offendersi (ammesso che sia vero)? E’ la conferma che abboccano; o meglio, che fingono di abboccare; che può contare su tanta gente di esile spina dorsale per la quale i propri interessi politici sono un tema noioso e pericoloso. Gente che non vuole opporsi al potere, ed è lieta di affidarsi a qualsiasi potente che dicendo “io sono per il popolo” per quanto improbabile come leader popolare gli dà l’alibi per evitare di interrogarsi e agire politicamente; e gli permette di continuare a interessarsi di cose personali che considera le sole importanti. O più gradevoli, come il calcio, la tv, la playstation etc.

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16 dicembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. Marchesi “Papa Francesco persona dell’anno: capace di rivoluzionare un secolo”

Non solo il capo di una delle maggiori forze di sfruttamento predica la giustizia sociale. Ma le altre forze capitalistiche invece di censurarlo pubblicizzano in maniera martellante la sua immagine “rivoluzionaria”. Ora abbiamo i comunisti “top-down”. E’ un interessante prodotto di marketing: insieme agli ovvi vantaggi per chi sfrutta di presentarsi come difensore degli sfruttati, permette a tanti di dirsi “per la giustizia sociale” e allo stesso tempo di leccare il potere.

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17 dicembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post “Papa Francesco compie 77 anni e festeggia il compleanno con quattro clochard”

Auguri di cento di questi giorni. E anche che in futuro non ci siano clochard che abbiano bisogno del papa, e che il papa non abbia bisogno di esibire clochard.

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17 dicembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di B. Ballardini “Chiesa e marketing: Bergoglio verso il Concilio Vaticano 3.0?”

La chiesa è un po’ in crisi. Il suo messaggio appare anche all’uomo medio logoro e stantio; vi sono altri poteri forti che la guardano con ostilità, e guardano con appetito alle sue ricchezze; deve cambiare pelle. Nel farlo, può contare su “fondamentali” utili al marketing. La grande esperienza e abilità (la “propaganda” l’hanno inventata loro). La spregiudicatezza cinica da principe rinascimentale. Il compiacere sistematicamente i più forti. Il camaleontismo, che le permette di virare i colori a piacimento e in poco tempo. Soprattutto, la natura fortemente “consonante” del suo prodotto, che, se è una truffa, è una di quelle truffe che spesso il truffato accoglie con una passione non meno intensa della volontà del truffatore di rifilargliela.

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13 gennaio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Zaccariello “I preti contro discarica di Poiatica: ‘Cloaca nauseante. Noi preoccupati per la salute’ “

“Trasi munnizza e esci oru” diceva un mafioso del business dei rifiuti. Un business basato sul degrado, che attrae mafiosi, corrotti e cascame umano di vario genere. La concentrazione di monnezza fisica genera una concentrazione di monnezza umana. Lo smaltimento rifiuti non solo riceve, ma emette. Dai rifiuti può anche uscire cancro, per inquinamento. Ma possono uscire diagnosi di cancro anche attraverso allarmi basati sull’emotività, come quelli che qui lanciano i preti, e che vanno a favorire il business dei cancri taroccati, un florido business nel quale i preti hanno grossi interessi (v. “Ilva. Dal cancro nascosto al cancro inventato”).

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@ bandarus 05. L’articolo è reperibile su internet digitando il titolo. Queste sono questioni complesse, e il “ho detto tutto” sarebbe meglio lasciarlo a Peppino De Filippo.

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@ anton ruud. Sono questioni complesse, ma anche fraudolente. E che, come nelle frodi di strada, abbisognano, tra i vari compari, di gorilla che intimidiscano e screditino chi dice cose non gradite, che potrebbero mettere sull’avviso i polli. Nel gergo dei truffatori USA i dissuasori si dicono “Heavy”, o “Freddy”. Ne è un piccolo esempio il tuo commento, sguaiato, senza senso e vagamente minaccioso, che cerca di fare passare me per favorevole a una manifestazione del liberismo dissennato nel quale i preti inzuppano il pane; salvo vestire i panni dei salvatori, per lanciare nuove frodi a loro vantaggio, aggiornate ai tempi.

Come in tutte le truffe, si gioca sull’avidità del pollo; al quale va bene lo stile di vita consumistico, salvo saltare su quando i rifiuti gli arrivano al collo. Allora ascolta le voci più allarmistiche, reagendo come al solito di pancia, e cascando in nuovi seducenti imbrogli.

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@ mosquito. Sarebbe tanto se ci fosse un 5% della popolazione che si informa, studia e ragiona invece di farsi dire per cosa deve protestare dagli imbonitori con la tonaca o in borghese.

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22 dicembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post “Papa Francesco, messaggio a Davos: “Ricchezza sia a servizio dell’umanità” “

Ricordo un titolo di Travaglio: “I ricchi che rubano”. Poi ci sono i ricchi che rubano e predicano la giustizia sociale.

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4 febbraio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco, il messaggio quaresimale: “Disoccupazione è suicidio incipiente”

Il rapporto tra disoccupazione e clero ha alcune analogie con quello tra disoccupazione e mafia. Inclusa la pretesa di preti e mafiosi di essere considerati dei benefattori che vogliono bene al prossimo; purché questi se lo meriti. Entrambe le forze tendono a ordinare la società secondo loro criteri, parassitari e gerarchici, che sconvolgono quello che dovrebbe essere l’ordine sociale basato sulla giustizia e sulla solidarietà umana.

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4 febbraio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco, in dieci mesi assegnati sei appalti per le riforme del Vaticano”

Si crede che il percorso della medicina sia dettato da considerazioni scientifiche ed etiche. Oggi in realtà a indicare la rotta sono in misura preponderante multinazionali di marketing come la PWC, alla quale il papa ha affidato l’ospedale pediatrico del Bambin Gesù. La PWC (180000 dipendenti e $31.5 mld di fatturato) ad es. ha propugnato e preme per l’alleggerimento delle prove scientifiche di sicurezza ed efficacia per i nuovi farmaci, e l’utilizzo della totalità dei pazienti come cavie (farmaci col triangolo nero), in modo da velocizzare sia l’immissione di nuovi prodotti sia il loro ricambio con altre novità, senza fine. La PWC sta lanciando la “”medicina personalizzata””, che ha calcolato produrrà un fatturato di oltre $450 mld nel 2015. La medicina personalizzata suona come una buona idea, e in parte lo sarebbe; ma in pratica significa segmentazione post hoc con conseguenti falsi risultati nella ricerca, e stimolazione dell’individualismo consumista nei pazienti, spinti così a fare shopping medico; per prodotti ““su misura””, quindi più costosi. Ha analogie con la branca della teologia morale detta ““casistica””, nella quale eccelsero i gesuiti. Fu un uomo di fede e di scienza, Pascal, a denunciare come la casistica distrugga i principi etici che dice di applicare. Preti e businessmen della City londinese, quando si tratta di fare profitti, anche sulle malattie dei bambini, adorano assieme lo stesso dio.

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6 febbraio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Terra dei fuochi, il provvedimento è legge. Screening gratuito e utilizzo dell’esercito

I rifiuti sono, dal punto di vista economico, “”autofertilizzanti””, come certi reattori nucleari: ciò che producono può a sua volta essere sfruttato. Sui rifiuti ci sono i business nei quali l’inquinamento è l’effetto. E quelli dove l’inquinamento, creato dai business precedenti, è la causa, cioè l’occasione per fare altri soldi: con le bonifiche; ma non solo. Anche con la medicalizzazione e la iatrogenesi. Non dice la verità, ma dice una cosa vera don Patriciello commentando “”E’ un punto di inizio, non di arrivo””. Non è una svolta, ma una prosecuzione su nuove basi.

Sono noti i danni alla salute provocati dal business del primo tipo, cioè da inquinamento. E’ molto meno noto che sono possibili anche danni alla salute provocati dal business del secondo tipo, mentre il potere mostra di voler soccorrere chi ha lasciato fosse esposto a sostanze tossiche. Davanti alla premurosa elargizione di screening gratuiti dopo decenni di libero inquinamento, gli abitanti della Terra dei fuochi dovrebbero stare attenti a non cascare dalla padella alla brace: dai danni alla salute da inquinamento a quelli da medicalizzazione. Vedi l’articolo ““Ilva. Dal cancro nascosto al cancro inventato””, reperibile su internet. (Siti Appello al popolo e menici60d15).

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5 marzo 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Bergoglio: “Abusi su minori, Chiesa ha fatto tanto. Il Papa? Una persona normale”

Il papa della porta accanto. Solo che le tasse e le spese condominiali sul suo appartamento gliele paghiamo noi.

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22 marzo 2014

Blog de il Fatto

Commento al post “Papa Francesco contro i media: “Peccati grossi disinformazione e calunnia”

A quando una lectio magistralis di Wanna Marchi sull’etica del commercio? I media mentono e calunniano ad alto volume, ma i preti avvelenano i rapporti personali nell’ombra. Gli affari del clero prosperano anche grazie alla pratica sistematica della calunnia e della denigrazione verso chi è di ostacolo. Quanti danni ha fatto e fa “l’odio paziente e vigile dei mediocri” (Celine) che portano la tonaca? Dopo secoli di pratica, sono così versati nei venefici morali che li commettono anche su commissione, per conto terzi, non diversamente dai mafiosi. Un famoso giornalista disse che in alcune circostanze il silenzio è una bugia; è questo è un altro tratto che accomuna media e preti.

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27 marzo 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Papa Francesco contro i corrotti alla Messa dei politici: “Più difficile che tornino a Dio”

Parafrasi. I poteri forti vogliono una ridistribuzione del bottino tra ladroni: vogliono ridimensionare in Italia lo sfruttamento parassitario dei cittadini da parte dei signorotti locali a favore dello sfruttamento parassitario dei cittadini da parte di banche, multinazionali, paesi egemoni etc. Noi preti prendiamo quindi un poco le distanze dallo sfruttamento di tipo democristiano, dei quali siamo stati animatori. Favoriamo l’arrivo del nuovo corso di sfruttamento; e la variazione degli assetti a scapito della mafia perdente, con la quale abbiamo fatto, e faremo, buoni affari. Usiamo inoltre i ladroni da mettere in minoranza come capro espiatorio per i nuovi ladrocini. Seguendo il ferreo precetto del mettersi dalla parte del più forte, e allo stesso tempo non volendo cancellare del tutto lo status quo, mandiamo al cane più debole il segnale che se vuole continuare a spolpare qualcosa deve mettersi al servizio dei cani più forti. Noi preti facciamo così in modo da continuare a rimanere a pieno titolo nella banda, e in modo che la nostra fetta di lasagna continui ad essere assicurata; invariata, e possibilmente accresciuta.

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27 marzo 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di M.Pillera “Papa Francesco, per i corrotti non c’è via d’uscita”

Esagerato. Basta che i capobastone locali si sottomettano all’impero, rubino un pò meno per sè e siano solerti nel reggere il sacco ai poteri forti, incluso il Vaticano, e tutto resterà come prima.

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28 marzo 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Viola “Papa Francesco: ‘I politici corrotti non sono buoni cristiani’

Affidarsi a una figura di autorità, e idolatrarla, perché pronuncia verità morali elementari che dovrebbero essere già presenti e ben ferme in interiore homine è segno di vuoto spirituale, ipocrisia e servilismo. Tanto più se chi dispensa concetti profondi e illuminanti come “i politici non devono essere corrotti” è a capo di un gruppo che è maestro nel praticare l’opposto di ciò che predica.

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@ valeria1967. Non dovremmo cercare alcun “superman” o “gigante buono” a cui affidarci. Ma solo dentro di noi un “soldato semplice” che sa qual è il suo dovere e cerca di farlo.

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4 aprile 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Incontro Renzi-Bergoglio, il Papa: “Io comunista? Amare i poveri è Vangelo”

Comunismo? Vangelo? Campare e prosperare alle spalle degli altri non è né comunista né evangelico. Ci vorrebbero meno paroloni e più decenza.

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9 aprile 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Politi “Renzi, impari qualcosa dal Papa”

Neppure la dottrina cattolica prevede che si possa prendere il papa o chiunque altro come standard morale. Questa è papalatria. Un modo per sbarazzarsi dei princìpi di etica pubblica sostituendoli col poster di un papa alla mano. La via religiosa all’immoralità.

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19 aprile 2014

Commento agli auguri di Pasqua del vescovo di Brescia su Youtube

Ritenere falso che i morti tornino in vita non è più sufficiente. L’ateismo è divenuto polveroso quanto le dottrine che avversa. Non basta più non credere nella resurrezione dei corpi: occorre essere atei anche rispetto alla religione scientista, anch’essa strumento di prevaricazione, e non credere neppure alle promesse di resurrezione terrena degli organi con le staminali; miracolo hi-tech che oggi i preti hanno in catalogo accanto alla vita eterna tradizionale.

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10 maggio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post ” Expo 2015, card. Parolin: “Corruzione male del mondo. Non abbassare la guardia” “

“Lotta alla corruzione” vuol dire “centralizzazione e legalizzazione della corruzione”. I piccoli feudatari, i tangentisti, i forchettoni, vanno ridimensionati, lasciando loro solo una ragionevole commissione. La corruzione, istituzionalizzata tramite lo Stato, deve andare principalmente a beneficio dei poteri forti come multinazionali, nazioni egemoni, banche, Vaticano. Il clero si unisce ai magistrati e alle forze di polizia in quest’opera di riforma della ripartizione dei territori e della spartizione degli utili tra gangster.

Come già fece con Tangentopoli, il pubblico applaude i “liberatori”, illudendosi che l’attacco alla mafia perdente andrà a suo vantaggio.

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13 maggio 2014

Blog de Il FattoCommento al post “Croce dedicata al Papa travolse e uccise ragazzo: 13 indagati da Procura di Brescia”

“Giovanni Paolo II a settembre è venuto a Brescia. Ha beatificato Tovini, un banchiere […]. Gli hanno fatto trovare uno spettacolare crocifisso ricurvo di una ventina di metri, con Cristo sospeso prono, quasi parallelo al terreno, incombente e precario. Aggiungere nuovi significati, o presunti significati, ad un simbolo come la croce? A me, spettatore esterno e marginale, ha ricordato la tendenza a piegare il religioso come più fa comodo, maltrattando ulteriormente Cristo e chi gli sta sotto.” (Brescia, 30 ottobre 1998. Lettera a un’amica suora).  

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21 maggio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Cei, anche Ouellet contro Bagnasco: “Assemblea non sia gioco di fazioni”

Mi raccomando, dopo la sceneggiata della terribile lotta tra Renzi-Grillo-Berlusconi, goduta al modesto costo dell’andare a votare per uno dei contendenti, e così dare la vostra legittimazione, che renderà più agevole lo spennarvi, non mancate di credere a quest’altra appassionante storia di cappa e spada del duello tra curia vaticana buona e curia vaticana cattiva.

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23 maggio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di E. D’Ospina “Terra dei fuochi: incontro con Don Maurizio Patriciello. La speranza che non si arrende mai”

“Incontrare don Maurizio Patriciello è un dono” secondo Elisa D’Ospina, che si presenta come “scrittrice”. Io ritengo che per molti bambini, per molti genitori, don Maurizio Patriciello sia una disgrazia, dati i messaggi che diffonde, parziali e ingannevoli, che favoriscono le speculazioni più basse sulla sofferenza e sulla paura, complice l’aura di santità diffusa intorno a lui dai vari turiferari. Vedi: Sos cancro dei bambini e sovradiagnosi. Ilva, dal cancro nascosto al cancro inventato. Reperibili su internet.

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@ Ilenia. Un tempo si faceva il galoppino ai democristiani, oggi direttamente ai preti. Reperibili su internet ci sono studi scientifici che mostrano milioni di casi di sovradiagnosi di cancro, dovute a fome di propaganda della malattia. E’ di queste ore la notizia che nel PIL verranno incluse anche attività illegali come traffico di droga e prostituzione. I benefici all’economia da diagnosi fraudolente di cancro, favorite dagli allarmi a senso unico ai quali lei inneggia, vi entreranno a pieno titolo.

Io segnalo a chi non si beve a occhi chiusi i raccontini delle spiegazioni ufficiali, a chi dubita che il potere che ha tollerato la camorra sia rinsavito, questo altro pericolo, che si facciano soldi sulla paura e a danno della salute dopo che si sono fatti soldi inquinando il territorio. Chi ritiene di non aver tempo da perdere ad ascoltare altre voci, ragionare e riflettere, si accomodi, segua il piffero dei don Patriciello e vada a fare la fila alla porta dei reparti di oncologia.

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27 maggio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco: “La pedofilia è come le messe nere”. Tre vescovi sotto indagine”

“Un prete pedofilo è come un prete che celebri messe nere”. E un clero che non paga le sue tasse e le carica sulle spalle degli altri è come un clero che predica la fratellanza e si fa portare in risciò dai cittadini comuni.

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29 maggio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di J. Piromallo “Trash-chic, il Papa snobba il ricevimento dei Legionari di Cristo e va dai francescani”

Il papa, in Israele, snobba il ricevimento dei Legionari di Cristo, altezzosi e chiacchierati, e va a mangiare a sorpresa dagli umili francescani. Rompendo il protocollo. Wow. A chi volesse rinunciare al piacere di bersi questo happy hour mediatico, per rimanere a gola asciutta ma sobrio, ricordo la storia di Enrico Zucca, un francescano i cui interessi, dal trafugamento della salma di Mussolini all’eversione nera, agli omicidi di Stato al caso Moro, mostrano che certi soggetti incardinati nell’ordine dei seguaci del Poverello di Assisi non hanno nulla da invidiare ai bellicosi correligionari sud-americani quanto a fascismo e partecipazione ai giochi oscuri del potere. (v. L’anello della Repubblica, S. Limiti. Il noto servizio, Giulio Andreotti e il caso Moro, A. Giannuli).

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@ Luca Castelli. Se avessi dovuto riportare, come fai tu, l’esperienza personale, avrei avuto difficoltà a trasmettere adeguatamente il senso di sfiducia e il giudizio negativo sui francescani coi quali ho avuto a che fare. Riporto fatti storici (recenti; a criticare i francescani ci pensò già Dante), citando autori che non dovresti vantarti di non conoscere. Mi rivolgo a quelli che sarebbero disposti a rinunciare a bersi le seducenti storielle sul clero virtuoso. Tu parli agli etilisti. Io esorto a non bere; tu a continuare ad ubriacarsi di queste pericolose frottole.

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1 giugno 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Patriciello “Nascere uomini”

Si nasce uomini; dando ascolto a melopee come questa a poco a poco si diventa sudditi senza spina dorsale.

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6 giugno 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. Naso “Finale The Voice, suor Cristina trionfa. E ora Rai2 ha trovato uno show “mondiale”

La frivolezza costa cara. E’ un lusso che viene elargito mentre si negano le cose essenziali. Ora i preti somministrano anche questo veleno. Non guardate questi spettacoli vacui, che rendono servi; e non partecipate a queste feste di massa che rendono scemi. Don Milani, il rompic… che oggi i preti-star scimmiottano, aveva messo in guardia dalla frivolezza “regalata” dal potere: “Un ballo se è bello o brutto non importa, quello che impongono è quello che pigliate. Se fissano a New York che quest’anno ballate l’Aida, voi ballate l’Aida, se fissano che ballate la messa da morto, ballate la messa da morto.

La vostra libertà è di scegliere entro i limiti delle poche possibilità che vi danno, cioè di ballare un twist o un madison, ma non di ballare o pensare; non di ballare o regnare e essere padroni del vostro voto, del vostro pensiero; non di ballare oppure vincere discussioni; non di ballare o convincere le persone con cui parlate.

Purtroppo la mia previsione è che sarete pecore, che vi piegherete completamente alle usanze, che vi vestirete come vuole la moda, che passerete il tempo come vuole la moda. Ma mi dite che soddisfazione ci trovate ad accettare una situazione simile? Ribellatevi! Ne avete l’età: Studiate, pensate, chiedete consiglio a me, inventate qualcosa per sortire da questa triste situazione in cui siete e poter arrivare al punto di fare realmente, con una libera scelta vostra, le cose che vi par giusto fare.”

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@ votochivoglio. “Chiedete consiglio a me” lo diceva don Milani, non io. Lo riporto infatti tra virgolette. Lei è arrivato alla pensione senza sapere comprendere un semplice testo. Don Milani si rivolgeva ai giovani, e per loro riporto il suo pensiero. A lei, che ha risolto come dice, buon proseguimento. La sua soluzione è esistenzialmente rispettabile; ma credo che la disoccupazione giovanile sia a livelli record anche perché ci sono quelli come lei che si sono messi così comodi e papali che pensano di potere scrivere senza saper leggere.

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@ votochivoglio. Lei non deve giustificarsi per le sue scelte. Ma neppure esibire l’atteggiamento aggressivo da ignorante presuntuoso che, osservò Pasolini quando lei era giovane, è figlio proprio della sostituzione della cultura popolare con quella dei media. Esempio di tale cultura artificiale sono queste competizioni di “talenti” dove si celebra l’idea del successo facile. Un coro di sirene al quale i preti ora hanno aggiunto un’altra voce, con la tonaca, invece di mettere in guardia.

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11 giugno 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana ” Papa Francesco: “Corrotti e fabbricanti di armi dovranno render conto a Dio”

Il considerare l’aldilà come una realtà, e una realtà omogenea alla vita terrena, dà luogo a paradossi che i furbi e i prepotenti non mancano di sfruttare. Sono rimaste storiche le parole del legato pontificio nella Crociata albigese, quando si pose il problema di distinguere tra catari e cattolici nello sterminare gli eretici: “Ammazzateli tutti, Dio riconoscerà i suoi”.

Su una vena meno feroce, combattere la corruzione spaventando i corrotti con il redde rationem nell’aldilà per ciò che commettono nell’aldiqua mi ricorda la storiella che circolava sul capostipite di una famiglia di successo della provincia italiana. Muore il babbo. Arriva un figlio, lo piange, e gli mette nelle tasche del vestito un milione di lire in banconote, come per rendergli più leggero il viaggio nell’Ade. Il secondo fratello fa lo stesso, lasciando nella bara contanti per lo stesso valore. Poi arriva lui, il futuro capostipite. Strilla, si dispera. Si mette a cercare nelle tasche interne della propria giacca. “Anch’io ti lascio un milione per le piccole spese” – dice tra i singhiozzi. “… ohibò, ho dimenticato il portafoglio. Fa lo stesso, ti lascio un assegno da 3 milioni e prendo i 2 milioni”.

L’aldilà è un titolo di credito. La nostra povera vita reale è in sudici contanti. E semmai la religiosità, un senso religioso della vita, deve pure essere in contanti. Pochi maledetti e subito. Non una cambiale emessa da soggetti di dubbia fede.

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20 giugno 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di E. Fierro “‘Ndrangheta, Papa Francesco nell’inferno dei boss dove fu ucciso il piccolo Cocò”

Non tutti i preti sono collusi, ma non è solo questione di preti “puliti” e “punciuti”. E’ la mentalità clericale che è contigua, che è affine, a quella mafiosa. E che pervade tutti gli ambiti della società. Il clero fa da legame, da collante, da ponte tra ciò che dovrebbe essere separato e distinto, e alimenta la mentalità e le pratiche che favoriscono anche l’osmosi tra crimine e Stato, crimine e resto della società. Così che in Calabria puoi ricevere messaggi di intimidazione da condannati per mafia e da gente in divisa che dice di combattere la mafia, da modesti dipendenti comunali di sindaci che si dicono antimafia e da preti, o religiosi, compiaciuti e gonfi come le vesciche che un tempo si vedevano nelle macellerie. Le belle parole, che i preti possono emettere “a fiumara in piena”, sono facciata. Sono “falsa politica”, avrebbe forse detto un candido prete di Oppido Mamertina che scrisse crudamente su queste cose, con lo pseudonimo di don Luca Asprea. A chi si affida ai preti nella lotta contro la mafia occorre ripetere quel detto meridionale: “ tu dall’ospedale vuoi la salute?”. Se non si è capaci di ergersi sulle proprie gambe contro l’oppressione, se ci si rivolge ai preti perché siano guida nella lotta a un male del quale essi sono uno dei principali fattori causali, si ha già perso. O forse si vuole solo collaborare alla festa antimafia per vedere di rimediarne qualche banconota, così come prima alcuni facevano per la festa del santo locale.

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@ Ale. Lei dice che quando un mafioso si presenta allo IOR con una valigetta di contanti ci sono problemi di incomunicabilità, così che il prete non capisce cosa mai vorrà quel signore, e occorre un intermediario, un facilitatore culturale, che spieghi? O che quando il capobastone locale e il vescovo decidono ciascuno per suo conto chi deve avere un lavoro e può mettere su famiglia e chi è bene che continui a stare “seduto” insorgono tra loro liti furibonde, con il vescovo che parla al mafioso come Fra’ Cristoforo a Don Rodrigo?

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@ Ale. Non è difficile trovare affinità mentali e umane tra coloro che si arricchiscono mediante privilegi. Se non sopporti la generalizzazione non sopporti il ragionamento razionale. Una delle mistificazioni dei preti, dei paglietta, dei politicanti è che la generalizzazione sia qualcosa di per sé negativo. Un fisico ha scritto “chi ha il dono della generalizzazione”. E’ un’operazione logica fondamentale, che non piace a coloro che sono disonesti fin dal linguaggio. Se ne può discutere la validità nei casi in cui è applicata, ma negarne a priori la liceità è disonesto. In una vignetta Altan mise alla berlina il refrain “non si può generalizzare”: “I ladri sono ladri” – “Lei non può criminalizzare così un’intera categoria”. Ho esordito dicendo che si sono eccezioni. Potrei citare casi di degni preti calabresi. Ma la mia generalizzazione è lecita. Il clero, in Calabria e non solo, appartiene a una classe che sovrasta quella delle persone comuni, come quelle dei politici e dei mafiosi. Classi che insieme sono dedite allo sfruttamento. Scagliarsi contro la generalizzazione è coltivare l’ignoranza per nascondere e preservare una realtà ingiusta. Una generalizzazione illecita è invece quella del clero che si fa bello dei pochi preti che hanno combattuto davvero la mafia, attribuendosi in massa la virtù delle eccezioni.

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@ Ale. E’ interessante quanto i preti denigrino l’operazione di generalizzazione, chiamandola come dici “ignoranza, superficialità, segno di mancanza di giudizio e di incapacità di distinguere il vero dal falso”. Forse perché rimanda al concetto di classe, sia sul piano logico che su quello politico e morale. Fra’ Tommaso Campanella, che amava la sua Calabria, identificò tre mali estremi in “Tirannide, sofismi e ipocrisia”. Questo diseducare al ragionamento razionale chiamando vizio ciò che può essere un pregio è un sofisma ipocrita al servizio della tirannide.

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@ Ale. Tu con la scusa dei limiti dell’induzione neghi che il clero, e i poteri ad esso alleati, possano essere valutati come classe. Non c’è una casta di preti, ci sono solo singoli casi, sostieni. Chi la pensa altrimenti sragiona, mi dici, e non è scientifico. Vallo a dire al Bambin Gesù, Ospedale Vaticano, che qualche giorno fa si è fatto incensare dai media per avere affermato di aver prodotto un nuovo miracoloso metodo per i trapianti di midollo osseo sulla base di un singolo studio preliminare. Non sei prete, ma con i tuoi sofismi contrari all’etica e alla logica parli come un molinista delle Provinciali di Pascal. In omaggio al papa gesuita, suppongo. Io non penso che chi dissemina tali idee false e capziose dovrebbe poter aprire e mantenere scuole, perché non formerà dei cittadini consapevoli, ma dei sudditi superstiziosi.

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@ Ale. Credo sia tu che stai costruendo un’epistemologia di comodo per evitare la verità elementare che non esistono solo individui, ma anche gruppi sociali, classi, caste, i cui componenti hanno interessi comuni e contrapposti a quegli degli altri gruppi. I preti costituiscono una classe (un tempo si diceva che sono “Il primo Stato”). Per es., il loro atteggiamento rispetto al fisco è molto più simile tra di loro che rispetto al resto della popolazione, date le esenzioni di cui godono; e dato il travaso di denaro dal popolo a loro che ne deriva. Tra parentesi, non ho ancora sentito di un singolo prete che non accetti questa prassi, di fare pagare alla gente comune le tasse sui beni immobili che gestisce.

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@ Ale. Studi filosofia, ma discuti peggio di un sacrestano. Pure in difesa del tuo papa devi usare la bugia, l’attacco personale, l’arrampicata sugli specchi? Tu sei di quei filosofi che dicono con San Tommaso “primum manducare” e poi si fermano a questo stadio preliminare (scusa la ricercata citazione, ma preferisco non esprimere in termini dialettali calabresi cosa penso degli interessati soccorritori della casta dei preti). Io non uso molto l’espressone “onestà intellettuale”, perché credo che chi è intellettualmente disonesto è disonesto tout court; tu vai d’accordo coi preti; “similes cum similibus contregantur” (scusa ancora la citazione).

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@ Ale. Errata corrige: “similes cum similibus congregantur” (a Brescia quelli come lei li chiamavano “congregot”). Buonasera.

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21 giugno 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Politi “Bergoglio, il Papa che non vuole andare in vacanza”

Ricorda il culto per Mussolini. Era possibile vedere la luce del suo studio di Piazza Venezia accesa tutta la notte: il Duce lavora sempre, per il suo popolo. Intanto i funzionari dle partito si arricchivano e facevano la bella vita. Mussolini incaricava l’usciere di tenere la luce accesa e spegnerla all’alba. Malaparte, fascista ma irrispettoso della gerarchia, scrisse “Spunta il sole, canta il gallo, Mussolini monta a cavallo”; si fece un pochino di confino. Oggi, nel Paese nel quale “la mafia uccide solo d’estate” i fascisti di Stato, devoti del papa, si danno il cambio per continuare il lavoro senza rinunciare alle meritate ferie.

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21 giugno 2014

Blog de Il Fatto

Comnento al post di F.A. Grana “Papa Francesco oltre Wojtyla: per la prima volta un’esplicita scomunica ai mafiosi”

La ndrangheta è il frutto più velenoso di un albero velenoso. E’ la declinazione in ambito malavitoso di mentalità e comportamenti diffusi in tutti i settori della società. L’albero si conosce dai frutti, e questo albero ha anche robuste radici clericali, tra le sue varie radici. E’ comodo usare la mafia come standard negativo, come male assoluto, per sentirsi dalla parte del bene. E’ un poco fare come quegli industriali del Nord che alle riunioni di Confindustria invitano Albanese perché reciti Cetto La Qualunque, rispetto al quale si sentono degli imprenditori integri e illuminati. O un poco fare come i mafiosi stessi, che dopo che “qualcuno” ha bruciato la vigna si presentano al proprietario e gli offrono protezione, bollando con parole di fuoco gli “ignoti” danneggiatori (che in realtà hanno mandato loro).

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22 giugno 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Roccuzzo “Mafie, il Papa che scomunica”

Non c’è solo la mafia. C’è anche la mezza mafia, cioè il malaffare di politici, amministratori, faccendieri, massoni, preti, magistrati, forze di polizia, etc. E paradossalmente questo prendere a parole le distanze dalla mafia, questo auto assegnarsi una patente di bontà e onestà, e distribuirla ai tanti soci, fungerà da salvacondotto per continuare con gli affari della mezza mafia meglio di prima.

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@ Peppe. Attribuendo intenzioni disoneste a tutti, si rischia di assolvere tutti, chi commette peccati veniali e grandi predatori. Le responsabilità vanno differenziate, in base ai comportamenti. E’ verissimo che tanti dei comuni cittadini partecipano, a volte in forma larvata, al malaffare. E che questa categoria viene trascurata, quando il suo peso è fondamentale. Io li chiamo “i lazzaroni”, come i popolani al servizio dei Borboni nella soppressione della rivoluzione del ’99. Sono una piaga nascosta. Purtroppo i successori del cardinale Ruffo di Calabria, e i loro confratelli padani, ne fanno largo impiego anche oggi. Questo è uno degli effetti più nefasti delle pratiche clientelari che accomunano la mentalità clericale e quella massonica.

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@ Peppe. E’ sbagliato dire es. che siccome tra i preti vi è una maggiore prevalenza di comportamenti pedofili rispetto alla popolazione generale, allora i preti sono tutti pedofili. Ma è sbagliato anche, come vorrebbero i preti, e come lei ripete, guardare solo all’individuo e non anche alla classe. Per esempio, i preti formano in massa una classe fiscalmente privilegiata: gran parte delle tasse sui loro beni grava sulle nostre spalle. Sotto questo aspetto i preti non stanno sulla nostra stessa barca; e quanto più si aggrava l’ingiustizia a nostro danno, tanto meglio staranno loro. I preti, come classe, hanno influito sulla storia del Paese; negativamente, pensano tanti. Alcuni parlano di educazione clericale a una cattiva religiosità, che ha portato a scusare l’arbitrio, il privilegio, la sopraffazione. Cattivi insegnamenti che hanno elevato a sistema questi mali, favorendo così la corruzione, e anche le mafie.

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29 giugno 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco torna dopo indisposizione. Battuta sulla tomba dei papi”

Il papa se ne approfitta perchè in Italia non dico di comunismo, che forse non è da rimpiangere, ma di ideali di giustizia sociale da tanti anni non c’è neppure l’odore. Il papa è comunista? E sono, come sostiene, i comunisti ad avere usurpato le posizioni dei cattolici? Chiedilo a loro : a quelli che dormono sul fondo del Rio della Plata.

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@ mauriziorosso. C’è tutta un’area antiutilitarista, che attinge a tradizioni diverse, e che a differenza del comunismo e del socialismo istituzionalizzati non condivide col capitalismo lo stesso immaginario. Non condivide la stessa utopia della salvezza tramite la continua crescita economica, che porta la “sinistra” ad essere una costola, o una fedele gregaria, o una quinta colonna, o una prostituta senza vergogna, del capitalismo stesso. Posizioni antiutilitariste che sono autenticamente critiche del liberismo, senza essere estremiste. Né sono posticce e strumentali al potere come il cattolicesimo progressista. Ma che, forse proprio per questa loro indipendenza, e questo carattere di alternativa autentica, sono soppresse e negate, anche con la stantìa recita di “destra contro sinistra”. Consiglio un piccolo grande libro: “Il vicolo cieco dell’economia”, di J. C. Michea.

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@ mauriziorosso. Ma perché dovresti deludermi dicendomi che hai letto il libro che segnalo a tutti gli interessati? Io a mia volta lo conosco per una recensione di Marino Badiale, che vi trova assonanze con la sua riflessione; ed esordisce con “E’ bello scoprire di non essere soli nell’universo”. Lo stesso sentimento che ho provato io, e che credo proverebbero tante persone animate da un sincero desiderio di una società più giusta, e disorientate o disgustate dal tradimento di coloro che hanno parlato in nome di quegli stessi ideali. Comunque anche Michea adotta alcune analisi e intuizioni marxiane. Lasch e Preve sono altri pensatori ai quali riferirsi volendo capire come mai la sinistra è un’ottima arma del capitalismo. Nel libro di Michea, tra gli altri pregi, concetti fondamentali sono concentrati in 100 pagine. Credo allora valga la pena scrollarsi di dosso le vecchie etichette, non cercare improbabili primogeniture e approfondire questi campi scarsamente frequentati, e che inaspettatamente mostrano orizzonti ampi e puliti che credevamo perduti.

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@ Harry Fotter. Non bisogna fingere di essere ciò che non si è, e che non si può essere. “Ama il prossimo tuo come te stesso” è un’esagerazione innaturale. Uno slogan che è servito e serve per fregarlo, il prossimo, e sotto il cui vessillo si sono commessi eccidi. Meglio la regola aurea “Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te”. Non una società basata sull’ “amore”, ideale ambiguo e ipocrita, ma una società basata sulla decenza nei rapporti tra persone.

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@ mauriziorosso. Fare dei sentimenti di amore e fratellanza valori politici non ha funzionato, ed è stato controproducente. Non che volersi bene debba essere vietato o deprecato, ma non basta. I motivi del fallimenti li esponi tu stesso, citando Gesù, che parla di “prossimo”, non di tutti gli uomini. Il prossimo sono “quelli che conosco”, dici. E’ vero; funzioniamo così, ma ciò contrasta, retorica a parte, con la possibilità di giustizia sociale. Amiamo il prossimo, chi conosciamo; e con chi non soddisfa questo criterio? Ricordo in USA una breve chiacchierata con uno sconosciuto italo-americano che veniva da Palermo. Portava al collo, appesa a una catena d’oro, una piastrina d’oro con la silhouette della Sicilia. In corrispondenza di Palermo c’era un diamante. “Peccato che in Sicilia, una terra magnifica, ci sia la mafia” – dissi. “Dipende” – mi rispose –“ se ti conoscono non ci sono problemi. Se non ti conoscono può essere diverso”.

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@ mauriziorosso. Come tutte le tecniche di controllo ideologico, anche i sermoni dei preti parlano più alle viscere che alla testa, e scambiano la dimensione privata con quella politica. E’ vero che proviamo sentimenti principalmente per quelli coi quali veniamo in contatto diretto. Ma non mi pare una buona base per definire l’etica pubblica. C’è il volto dell’altro, ma c’è anche l’altro senza volto. Esiste anche un naturale sentimento di solidarietà umana, di rispetto per gli altri esseri, di rispetto per sé stessi nel riconoscere gli altri come parte di un tutto comune, che andrebbe valorizzato. Oggi viene soppresso, e si diseducano le persone, facendo loro credere che al di fuori della propria sfera fare la carogna sia naturale e necessario. E anche qui i clericali, dai ciellini lombardi ai mafiosetti calabresi ai mestatori romani, strappano di mano la bandiera ai dilettanti, mostrando in effetti di meritare di essere loro gli alfieri della furfanteria, dietro a chiacchiere come queste sul clero che starebbe dalla parte degli sfruttati.

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30 giugno 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana ‘ ” Arcivescovo di Reggio al Papa: “Abolire i padrini per ostacolare la ‘ndrangheta” ‘

La proposta mostra quanta serietà ci sia negli intenti antimafia del clero calabrese. Si dovrebbe piuttosto abolire il battesimo dei minori, e permettere solo ai maggiorenni di decidere se affiliarsi o meno alla Chiesa cattolica, o ad altre religioni. Oltre che tutelare i diritti del minore e della persona, questo potrebbe avere anche un effetto benefico contro la mentalità chiesastica, che è l’anticamera della mentalità mafiosa.

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@ Ale. Molto probabilmente, sono praticamente nulle le responsabilità del clero calabrese riguardo alla criminalità organizzata della Papuasia. Quelle sulla ndrangheta invece non sono affatto trascurabili. Senza l’influenza culturale e politica del clero la criminalità organizzata ci sarebbe comunque; ma il suo peso sarebbe ridotto, perchè in Calabria, e in Italia, vi sarebbe una maggiore separazione tra i criminali e il resto della società.

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5 luglio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana ‘Papa Francesco: “Non portare il pane a casa toglie la dignità” ‘

Anche il papa, come altri potenti, usa l’espressione che sentiamo ripetere tante volte “mettere al centro”: mettere al centro l’uomo, o la sua dignità. “Mettere il paziente al centro”. L’interpretazione dell’espressione, visto che quelli che la usano più che altro “mettono in mezzo” le persone, si può ribaltare: in effetti ciò che fanno i potenti è mettere l’uomo al centro nel senso di metterlo a metà di un percorso. L’uomo dovrebbe essere messo non “al centro”, ma all’inizio e alla fine di qualsiasi operazione sociale. All’inizio, perché è lui il movente, e alla fine per verificare se il fine umano per il quale si era partiti è stato ottenuto. Se l’alfa e l’omega sono invece la divinità, o per i liberisti l’economia, l’uomo diviene un passaggio intermedio, un mezzo, e può essere strumentalizzato da quelli che dicono di parlare e agire in nome di queste entità superiori.

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@ Graffit. Oltre allo “Uno e Trino” ci sarebbe una specie di groviglio teologico “uomo-Dio”, per il quale non si può dire che l’uomo viene mortificato, però alla fine sempre sotto deve stare? I cristiani a quanto dici si ritengono esentati dal loro Dio dal sottostare al principio logico fondamentale di non contraddizione, e dall’esprimere la loro dottrina in termini comprensibili. Privatamente potete pensarla come volete; e magari mostrare coi fatti che il vostro credo non sfrutta il senso religioso per impostare una gerarchia di privilegi, ma rispetta l’uomo, e concorre positivamente alla sua tutela. In ogni caso, nella sfera pubblica a nessun dio dovrebbe essere permesso di ergersi al di sopra dell’uomo per procura, tramite suoi asseriti ministri. Neppure al Dio eretto da cristiani che come te ci mettono 4 righe a passare dal cantare l’infinita potenza di Dio a parole di commiserazione e disprezzo per l’uomo; dallo “umanesimo integrale” al concludere, in soldoni, “voi nun siete un c…”.

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10 luglio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post ‘ Oppido, il maresciallo: “La ‘ndrangheta forma odiosa di sopraffazione” ‘

@ Annamaria Zerbi. Presumo che sia andata così, per 2 ragioni. Da un lato, il fatto, subito ripreso dai media, che sarebbe potuto accadere da quando è in vigore questo asserito “inchino”, segue di pochi giorni l’intervento del papa sulla mafia, ed è stato seguito dall’intervento del vescovo, che ha sospeso le processioni. Come ho scritto, anche il clero ora si rifà una verginità e si dà un alibi sfruttando la mitologia per la quale la casa dove abita il Male sono i paesini calabresi, così come la casa degli dei greci era il Monte Olimpo; in modo da distogliere l’attenzione dai suoi lati bui, o inferi.

Inoltre, da molti anni ho modo di toccare con mano come i CC si danno la briga, evidentemente perché così ordinati, di commettere atti che non vanno nella direzione della lotta al crimine, ma in quella della protezione di interessi forti, interessi così potenti che possono avvalersi ora della mafia ora dello Stato. In Calabria vedo come a volte non sia possibile distinguere, per chi è inviso a tali interessi, tra atti intimidatori di CC e di forze dello Stato collegate, dei massoni e dei mafiosi. Per esempio, vorrei sapere da dove è partita l’inquietante email, a firma di un condannato per ndrangheta, che mi è arrivata nei minuti intercorsi tra quando ho postato il primo commento su questo episodio e la sua pubblicazione. Commento dove ho scritto che la mafia è una montagna di m…, come diceva Impastato, che viene messa in evidenza per coprire le montagne di m… delle istituzioni.

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14 luglio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post  ‘ Oppido, don Rustico: :”Non capisco la Dda. Arresti non servono. Così si criminalizza” ‘

Ma non vi pare costruita questa commedia? Col prete che fa di tutto per farsi dare del mafioso, che si erge a contraddire il papa, il vescovo, l’opinione pubblica, le autorità, su una cosa come la mafia? E’ più probabile che il prete stia facendo da spalla. Come in un programma Mediaset. Se i mafiosi causano interazioni “mafiogene” con la popolazione, che li si tolga dalla loro sfera di influenza antropologica: che non siano permessi arresti domiciliari nel loro paese di origine, ma solo altrove; che le famiglie mafiose siano tolte dai loro paesi e disperse, separandone i componenti in luoghi diversi. Ma lo scarmazzo inconcludente sulla mafia è metamafia, è mafia sulla mafia. Conviene al potere, e anche ai preti, accentrare l’attenzione sulla mafia: per far dimenticare, e per fare accettare, che la maggior parte degli italiani il pizzo lo paga non ai mafiosi come quelli dell'”inchino”, ma, attraverso lo Stato, ai poteri forti (incluso il clero); e che da questi, prima che dalla mafia, subisce soprusi, angherie, perdita di diritti, ingiustizie. Poteri che del resto all’occorrenza possono servirsi per i lavori sporchi di quei mafiosi che a parole condannano. Ora preferiscono usarli come alibi, diversivo e spauracchio, per tenere sottomessa la popolazione: un uso mafioso della lotta alla mafia. Pensare che i mali d’Italia provengano dai 5000 abitanti di Oppido Mamertina, o dai 500 di San Procopio, è da stupidi e da vigliacchi.

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28 luglio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post  di F. A. Grana “Papa Francesco a Caserta, bestemmie in diretta su emittente dei vescovi Tv 2000”

I preti cercano costantemente di mettersi in una posizione di superiorità morale senza averla realmente meritata. In tutti i modi, ma sopratutto sfruttando la loro asserita contiguità col divino. Non si dovrebbe bestemmiare, anche per non dare ai preti un pretesto per salire sulla pedana di difensori di Dio. Alcune volte l’insulto sacrilego è un’invocazione estrema al Dio assente. I preti al contrario cantano Dio per potere meglio oltraggiare l’umanità.

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30 luglio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Gianbartolomei “Piemonte, “no a scuola pubblica se c’è veto paritaria”. Pd e Sel contro la norma”

In Piemonte la vara dello Stato si inchina ai boss papalini.

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31 luglio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Scuola, Giannini: “Veto paritaria? Stop a lotta fra statale e non statale”

Diversi commentatori si fanno distrarre dall’errore tipografico nel sommario dell’articolo: “ha” senza la acca. Ma l’errore da non trascurare è del ministro della pubblica istruzione, ed è di aritmetica. Per lei 2+2 fa 5. Questo è infatti l’esempio che si porta per illustrare l’artificio retorico detto della “media aurea”. Se uno dei contendenti sostiene che 2+2=4, e l’altro che 2+2=6, l’autorità preposta che voglia favorire il secondo può assumere la posizione apparentemente conciliante che 2+2=5. Perfino davanti al caso grottesco di una scuola privata, sovvenzionata, confessionale, che vieta allo Stato di aprire sue scuole, chi ci governa trova il modo di affermare che 2+2 non fa 4.

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1 agosto 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Gianbartolomei ” ‘Veto delle private sulle pubbliche’: Piemonte valuta costituzionalità della norma”

E’ già difficile comprendere espressioni come “uno e trino”, o “vergine e madre, figlia del tuo figlio”. Ma che debba essere la scuola privata a detenere un controllo amministrativo sulla scuola pubblica non può essere scritto che nel vangelo degli arraffoni.

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2 settembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Patriciello “Riina minaccia don Ciotti: uomini e uomini”

“Beati i miti, perché erediteranno la terra”. “Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati”. Secondo il Discorso della montagna, dolce sul piano poetico, velenoso su quello politico, chi subisce in questa vita si vedrà ripagato nell’altra. Anche i prepotenti se la godono in questa vita, ma sconteranno le loro malefatte a tumulazione avvenuta. Una sequenza “a scacchiera”. Se prima si perde poi si vince, e viceversa. Non si può accettare sul piano civile l’invito alla rassegnazione, a subire i soprusi; ma da quelle parole emana un certo pathos, legato all’alternarsi e alla caducità delle storie umane.

La posizione del clero su temi come la mafia è invece “win-win”. E’ in ottimi rapporti con la mafia, con la quale ha fatto e fa affari assieme, condividendone buona parte della mentalità e delle prassi di potere. Allo stesso tempo, grazie ad alcuni omicidi di preti degni, e ora grazie a una serie di provvidenziali spot, e all’eloquenza come quella di don Patriciello, sta dando ai preti la veste di coraggiosi oppositori della mafia. Il clero riesce ad essere sia mafioso sia antimafioso, e a trarre così vantaggio da entrambi i partiti. Può accadere al contrario che una persona comune, che capiti nelle grinfie di questi insaziabili che vogliono per loro tutte le beatitudini, quelle materiali e quelle morali, non solo sia perseguitata perché onesta, ma sia pure fatta passare per un poco di buono, da sorvegliare.

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11 settembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Politi “Suore uccise in Burundi: la tragica normalità di tre donne di Dio”

Bisogna sperare che si tratti solo di un delitto isolato, e non vi siano componenti di fanatismo religioso o di lotta tra poteri. E’ una forma di sciacallaggio anche l’impossessarsi dei panni delle vittime, e vestirli. Grande rispetto e considerazione per tre donne. Non per i clericali che, ringalluzziti da questo fatto orribile, vorrebbero fare passare queste suore per un campione rappresentativo di un gruppo sociale, il loro, che mediamente di africano ha solo l’affinità con gli sciami di locuste. I clericali che mirano a campare cento anni, e per un seme di grano come quelli che mi immagino seminassero le uccise ne seminano mille di zizzania.

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13 settembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Papa Francesco: “Una terza guerra combattuta a pezzi con crimini e massacri”

Stavolta, con il concetto che si sta combattendo una terza guerra mondiale a pezzi invece che tutta in una volta, il papa ha scelto di dire qualcosa di nuovo e interessante. Ma è una verità parziale, che con la sua incisività aiuta a tenere nascosta l’altra parte. La guerra, parafrasando il famoso detto, è la prosecuzione dello sfruttamento con altri mezzi. E’ il passaggio dal parassitismo alla predazione. Se non si vuole la guerra, l’orrore massimo, bisogna combattere il male alla radice: lo sfruttamento dei popoli, fra nazioni e interno alle nazioni, che avviene incessantemente, qui e ora, anche da noi. E che ormai anche da noi appare come una guerra a bassa intensità del potere contro le persone comuni. Una guerra che usa principalmente forme subdole e “legali” – ma anche quando occorre dosi di violenza criminale – per spremere la gente come arance e ottenerne denaro e soggezione. Guerra nella quale i preti sono maestri, e che, oggi, trovano di gran lunga più conveniente per i loro affari che la guerra guerreggiata. Da qui probabilmente il loro invito alla moderazione agli altri componenti della “Santa alleanza” che regge il mondo.

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@ Otello. E’ lei che mi ha convinto. Dire che il potere inganna e fa i suoi interessi è roba da complottisti che credono nei rettiliani. No, avete ragione voi isomerici: quello che c’è dietro a ciò che ci viene detto e mostrato è lo stesso di quello che c’è davanti. Tentare un’analisi è roba da disturbati mentali. E lei col suo sdegnato commento e le sue acute argomentazioni è la dimostrazione che voi persone dabbene ed equilibrate siete isomerici, avete una sola faccia; il lato B essendo uguale a quella che mostrate.

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@ Otello. Non si scaldi, se rispondo per le rime ai suoi insulti. Lei che difende il papa, non lo sa che bisogna porgere l’altra guancia? (O, per gli isomerici, una delle altre tre). Soprattutto se si è quelli che hanno cominciato. Se vuole vedermi, e mostrarmi la sua faccia per un consulto, venga lei da me. Si rivolga alla diocesi di Brescia, dove sanno chi sono e dove abito. Però glielo dico subito, nei casi di isomeria facio-podalica in genere c’è poco da fare.

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21 settembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana ” Papa Francesco in Albania, “paese che ha sofferto per un terribile regime ateo”

Credo che la presenza nella psicologia dei singoli di una sana dimensione religiosa, che può anche essere atea, favorisca una società sana. Ma sia la defunta “chiesa” comunista d’Albania sia il sempre rampante clero cattolico sono casi di fonti nocive, alle quali è meglio non beva chi voglia dissetare la propria sete di senso religioso della vita nei termini della costruzione di una società giusta, prosperosa e pacifica.

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@ Giovanna. Per “senso religioso” intendo la sensazione, la credenza, che vi sia un piano superiore, al quale noi siamo sottomessi. Il senso religioso è connaturato all’uomo; la sua forma spontanea vede varie divinità, o il Dio dei monoteisti, costituire questo piano; una concezione che, qui sono d’accordo con lei, è stata dannosa, e anche catastrofica. Una soluzione a ciò è rifiutare l’esistenza di questo piano superiore; ma mi pare che il materialismo che comporta conduca anch’esso a danni e storture. Io penso che il piano superiore andrebbe riconosciuto, ma andrebbe popolato di principi etici, di principi universali che assicurino la miglior convivenza possibile. L’uomo sottomesso a un Dio è in pratica al guinzaglio dei preti; ma anche l’uomo che crede di essere sovrano, non sottoposto a nulla, diventa spesso una caricatura patetica e pericolosa. Credo che essere uomini sia anche scegliersi un padrone, che non sia né un Dio, né leggi umane né convezioni, né il ventre “veluti pecora”, ma leggi morali che, interne a noi, ci sovrastano come un cielo stellato. Leggi alle quali obbedire, sordi ai comandi in contrasto con esse, da qualsiasi bocca provengano.

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21 settembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana ” Papa Francesco: “Gli estremisti travisano la religione, nessuno si faccia scudo di Dio” “

Sugli estremisti che travisano la religione qui ha ragione il papa:

G Bernanos, I grandi cimiteri sotto la luna. (Sulla guerra civile spagnola).

“L’antivigilia, duecento abitanti della vicina cittadina di Manacor, giudicati sospetti dagli italiani, erano stati tirati fuori dai loro letti, in piena notte, condotti in massa al cimitero, abbattuti con una palla nella testa e bruciati in mucchio un po’ più lontano. Il personaggio che le convenienze mi costringono a chiamare il vescovo-arcivescovo aveva delegato laggiù uno dei suoi preti il quale , con le scarpe nel sangue, distribuiva le assoluzioni tra una scarica e l’altra. “

Quando sentiamo i preti pronunciare parole di pace contro qualcuno, quando sentiamo chiunque, muezzin, rabbino, congressman, unire religione e guerra ricordiamoci delle scarpe del prete spagnolo distaccato presso le valorose truppe italiane dal vescovo sostenitore di quella che lui chiamava la “nuestra santa guerra”.

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24 settembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana ” Papa Francesco: “Anche la Chiesa superi la diffidenza verso i migranti” “

I migranti sono parte dell’attuale macchina per fare profitti:

“Nei paesi ricchi i salari sono determinati più dai controlli sull’immigrazione che da qualsiasi altro criterio, inclusa la legislazione sui salari minimi. Come viene stabilito il tetto massimo di immigrati? Non dal «libero» mercato del lavoro, che, se lasciato a se stesso, finirebbe per rimpiazzare l’80-90 per cento dei lavoratori locali con manodopera straniera più conveniente e spesso più produttiva. La soglia d’immigrazione è in gran parte stabilita dalla politica.” (Chang, 23 cose che non ti hanno mai detto sul capitalismo).

E’ la stessa macchina che quando conviene li uccide nei loro paesi natali. I rimproveri moralistici sull’immigrazione sono principalmente coperture per nascondere la vergogna di questa Babele. Sono discorsi voluti da chi non vuole né il bene dei migranti né il nostro, ma pensa a come sfruttare entrambi, creando un disordine a lui favorevole. Gli stranieri basterebbe rispettarli, non derubarli, o se del caso aiutarli, a casa loro, e non obbligarli così a venire da noi. Ne guadagneremmo tanto, vivremmo meglio e in pace, sia loro che noi . (v. “La pietà coi numeri e altre forme minori di pietà”).

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2 ottobre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. Evangelisti ” Satira su preti pedofili, il parroco di Livorno contro il titolo del Vernacoliere”

Il fedele e il confessore. – Padre, ho peccato. Ho abusato di un ragazzino. – Uhm. E poi, cos’altro ? – Poi … ho bestemmiato. – E’ comprensibile, non stanno mai fermi. Il guaio è che i prefetti fanno ben altro che “invitare alla saggezza e alla prudenza” quando c’è da coprire crimini di notabili e di poteri forti.

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19 ottobre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F:A: Grana “Bergoglio beatifica Paolo VI. “Instancabile apostolo”. Con Francesco anche Ratzinger”

La santità di papa Pochino

“Il Papa ha fatto pochino: forse ne avrà scrupolo” (Aldo Moro, ultima lettera alla moglie). Montini, che ebbe da Pio XII la delega ai servizi segreti, è stato invece instancabile in altri campi, dalle ratlines per esfiltrare i nazisti in Sud America alla P2, che ha avuto un ruolo anche nella dittatura argentina. Questa beatificazione del papa dell’OSS di Portella e della CIA di Moro da parte del papa passato attraverso l’Argentina dei desaparecidos impensierisce. Forse lo faranno santo patrono delle “barbe finte”; o delle anime finte, posticce come le barbe.

Sembra invece non usurpata la sua fama di “papa intellettuale”. Woityla, nella sua prima visita a Brescia – città montiniana, cioè catto-massonica – citò una frase di Paolo VI che dice pressapoco che “un giorno solo la chiesa proteggerà la scienza”. Una profezia singolare, che, anche se non si è avverata, tutt’altro, perché la chiesa ha le mani in pasta nella degenerazione della scienza a fini di profitto, fa supporre che egli avesse superato la propaganda, sia clericale, sia scientista, e fosse in possesso di una visione chiara, non banale, dei reali rapporti tra scienza, capitalismo ed etica. Questi pezzi grossi del clero, Bergoglio lo fa spesso, di tanto in tanto fanno balenare il Vero e il Giusto che contribuiscono a tenere incarcerato e nascosto.

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25 ottobre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco: “La famiglia imbastardita dalle convivenze part time” “

Come al solito, c’è del vero nel descrivere una situazione, in questo caso l’attacco alla famiglia, della quale il clero è tra i maggiori responsabili: sostenendo il modello liberista, che disgrega le formazioni sociali, perché vuole avere avere una folla di individui isolati, più manipolabili. Insieme a ciò, con la pratica della “pulizia confessionale” da parte dei preti, che favoriscono con le raccomandazioni e i particolarismi il costituirsi di famiglie pro-clero, dando lavoro e tranquillità a chi si arruffiana col parroco, o con mille congreghe, mentre discriminano e cercano di svantaggiare chi non si sottomette. Per poi aggiungere al danno la beffa della riprovazione per la vita familiare “imbastardita” degli esclusi. Tolstoj quando scrisse “Tutte le famiglie felici sono uguali” non intendeva che sono tutte affiliate a CL. Data la qualità umana dei baciapile, credo che anche questa forma di selezione porterà a un imbastardimento della popolazione.

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29 ottobre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Papa: “Io comunista? Amore per i poveri è nel Vangelo. Proseguano la lotta”

Dato che tanti si sono detti comunisti, e hanno detto di essere per i poveri, per poi mettersi d’accordo con Licio Gelli e servire il peggior capitalismo, non dovrebbe sorprendere che il papa adotti una livrea mimetica rossa. Anche se dispiace, pensando che prende il posto dei comunisti veri che hanno fatto il volo e ora dormono sul fondo del Mar della Plata, quando Bergoglio era in Argentina ma questi accostamenti non li faceva.

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@ Andres. Timeo Danaos… Uno dei guasti della mentalità cattolica è questo vedere le divisioni come sempre negative. Ciò porta a strani abbracci che invariabilmente si rivelano mortali. Il papa fa il capo della Chiesa. Che non è un’organizzazione di beneficenza o un movimento per l’emancipazione dei popoli. Se si vuole liberarsi dall’oppressione bisogna rivolgersi altrove (e nemmeno ai comunisti, a mio parere). Che il papa voglia fare davvero qualcosa di buono, che voglia che il clero cessi di essere un peso e contribuisca invece a un miglioramento sociale, lo si vedrà dalle azioni concrete. La pretesa di essere giudicato dalle sole parole non è un buon segno. Parole e gesti simbolici che appaiono suggeriti, se non dal demonio, dalle grandi multinazionali di pubbliche relazioni alle quali il Vaticano si affida. E che di sicuro non sono comuniste, essendo un’industria che ha servito anche la giunta Videla.

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@ Andres. Non disturbano neanche me; ma neppure mi “stupisco” come dicono di essersi stupiti gli esperti di fumo del Leoncavallo. Provo un senso di stanchezza davanti a questi stunt, e a questo gridare al miracolo perché un papa dice parole a effetto. Non credo che sia “la prima volta in 2000 anni” che un papa a parole prende le parti dei poveri. Sarebbe la prima volta, forse, se ci fosse un papa che non pretendesse che le sue parole vengano prese per fatti. Un papa uomo, non semi-divinità, che non facesse proclami che non siano proporzionati a ciò che fa nel concreto. Quanto alle multinazionali, comincio a pensare che questo papa sia una specie di peronista, che terrà buoni i descamisados. Non credo che corra i rischi di quei sudamericani o centroamericani che non piacevano alla ITT o alla United Fruit. O alla Ford.

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@ Andres. Fece scalpore a fine Ottocento anche la Rerum novarum, che per di più era un’enciclica, che ebbe qualche effetto. Allora, quando si profilava il pericolo del marxismo, si parlò di “papa dei lavoratori”. C’è un passo nei libri sacri dove si dice di un cammello (o era una gomena) e della cruna di un ago. Ricordo da bambino a fine anni Sessanta a Siena, città rossa, un’ omelia, che mi colpì, perché il celebrante, un olivetano, disse che “chi è ricco non può essere onesto”. Discorsi del genere in effetti da qualche tempo se ne sentivano pochi. I preti possono avere mille registri, a seconda delle circostanze. Mi pare che lei si sforzi di estrarre succo da dove non ce n’è molto. Per me questi annunci sono solo varianti dei consueti giochi di prestigio dove l’oro che i preti si prendono sembra trasformarsi in morale che i preti elargiscono.

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29 ottobre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Kanakis “Papa Francesco, ho scovato l’anti-Renzi”

Anna Kanakis ci rivela che l’antipapa è Renzi. Mi correggo, che il papa è l’anti-Renzi. In passato la signora prediligeva Cossiga tra quelli da elogiare come “buoni”. Speriamo che Bergoglio non ci salvi da Renzi come Cossiga salvò Moro da quelli che lo volevano morto.

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@ Anna Kanakis. Lei ha una sensibilità spiccata, ma fortemente selettiva, nel riconoscere qualità morali nei potenti. Cossiga è stato un uomo politico e le sue responsabilità, di portata storica, non possono essere coperte incasellandole come lei fa come problematiche interiori, e come accuse dalle quali la persona non si può più difendere. Lei vede l’uomo Cossiga; che le appare un po’ come oggi le appare Bergoglio. Io vedo l’opera attuale di quelle organizzazioni che gestirono l’assassinio di Moro quando Cossiga era ministro dell’interno; e penso che gli acquarelli dai colori tenui che lei espone siano tragicamente impropri (per non dire grottescamente falsi).

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@ Anna Kanakis. Sa, leggendo i suoi commenti politici mi viene un poco in mente il romanzo “Delitto di Stato”, di Maria Bellonci, dove vicende di palazzo sono filtrate e trasfigurate da una sensibilità femminile. Forse il suo interesse per la letteratura potrebbe essere più proficuo se orientato su altri soggetti.

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29 ottobre 2014

Blog de Il Fatto 

Commento al post “Papa Francesco, Leoncavallo: “Parole più a sinistra di quelle dei partiti di sinistra” “

Anche Mussolini a parole era su posizioni più di sinistra dell’attuale “sinistra”; col fascismo sociale, poi copiato in Argentina da Peron. A parte i leoncavallini, opportunisti quanto la sinistra che criticano, non è che con questo papa dall’Argentina ci sta rimbalzando il peronismo, o qualcosa del genere?

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14 novembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana: Papa Francesco: “Tante persone costrette a lavorare in nero e senza garanzie” 

E’ in corso un’aggressione delle classi parassitarie verso le classi subalterne. Il clero, che il papa rappresenta, sta di fatto dalla parte dello sfruttamento. Il papa però ora sostiene, con parole e gesti simbolici, di essere dalla parte degli sfruttati. Sulle parole dal papa si può fare una scommessa, come quella proposta da Pascal sull’esistenza di Dio; ma al contrario: conviene non credergli. Se le sue parole fossero sincere, lo si vedrà coi fatti; se sono le solite parole mielate che i preti usano per conquistarsi la fiducia delle vittime, non ci si sarà cascati. Credere alle parole di un papa senza garanzie è da sprovveduti; oppure è da ruffiani, che dicono di crederci nella speranza che gli venga lanciato qualche avanzo del pasto.

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18 novembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Papa Francesco: “Tanti dirigenti corrotti, sono in stato di putrefazione””

Zaccheo, ricorda il papa, promette di restituire 4 volte quello che ha rubato. Invece se si intralciano i preti nei loro affari sporchi, mostrando loro che si stanno comportando da banditi, la reazione è più quella della criminalità organizzata verso i guastafeste. Pertanto a me queste uscite del front-man dei preti sul marciume all’interno dei sepolcri imbiancati ricordano, per analogia, quel gangster che descrive disgustato le nefandezze della sua banda a un gruppo avverso nel quale chiede di entrare, e che in realtà è stato mandato ad infiltrare.

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26 novembre 2014

Blog de Il fatto

Commento al post di M. Politi “Papa Francesco a Strasburgo: il pontefice dei poveri e la sordità dei politici”

La banda di usurai che affondano le loro grinfie nella carne della nazione italiana ora può contare anche sul papa come good cop.

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27 novembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Vaccino esavalente, “nesso causale con autismo”. Indenizzo per bimbo di 9 anni” 

Non è che una sentenza che arbitrariamente dà credito a un’ ipotesi non ha “alcun peso” perché dal punto di vista scientifico non fa testo. La sentenza , che è stata ripresa anche da siti stranieri, rinfocola la polemica, e condiziona l’opinione pubblica. Jasanoff ha osservato che le decisioni giudiziarie su temi scientifici condizionano il pubblico molto più della sola scienza. Mettere una pulce nell’orecchio sui potenziali pericoli dei vaccini può essere utile. Ma l’argomento è complesso, e qui si disinforma invece di chiarire, con un’accusa ai vaccini scientificamente infondata.

La sentenza viene resa nota insieme alla notizia dell’incontro del papa con bambini autistici, genitori e addetti ai lavori; dal Bambin Gesù, ospedale del Vaticano, si è commentato come mentre in USA si considera che un bambino su 68 rientri nello “spettro autistico”, in Italia si fanno troppo poche diagnosi. Le due notizie pubblicizzano l’autismo, e vanno a favore della sovradiagnosi e della misdiagnosis, e quindi dell’espansione truffaldina del mercato dei farmaci al ritardo mentale, ad altri disturbi e a varianti normali.

E’ interessante la tesi del giudice come tronista, che non ricerca la verità, ma emette sentenze a seconda di quale delle due parti sia stata più brava a convincerlo; anche sui temi che riguardano la salute, che destano allarme nel pubblico, e che fanno guadagnare o perdere grandi quantità di denaro all’industria e alla finanza.

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12 dicembre 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post d P. Gomez “Corruzione, Re Giorgio Napolitano è nudo. Davanti ai vescovi”

Presepio 2014. Sono nudi anche i vescovi. Ma chiedere di riconoscere che sono nudi sia il bue, sia l’asinello che viene detto cornuto dal bue, e anche il bambin gesù – Grillo, mandato dal padre a salvare la mangiatoia, e scaldato dal fiato dei due grossi animali, sarebbe pretendere troppo dagli italiani. Per di più sotto Natale.

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[in risposta a: Nicoletta: “Ma hai già cominciato a bere dal mattino? Datti una regolata”] Eliminato insieme ai commenti ingiuriosi ai quali rispondeva.

No, è che pensavo a quelli che credono che i preti possano fare la morale sulla corruzione; e a quelli che credono che siccome Grillo ha scoperto che in Italia c’è la corruzione, allora obbedendo a lui e a Casaleggio hanno modo di fare valere la superiorità morale che si sentono dentro. E mi sono venute alla mente metafore zoomorfe. Mi dispiace di avere così urtato la vostra sensibilità.

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@ dinamo62. Parafrasi per dinamo62 e c. Napolitano accusa genericamente di eversione chi è stomacato dalla classe dirigente, ma rappresenta lui stesso una forma di eversione dall’alto. I vescovi fingono di contrastarlo condannando la corruzione, malcostume del quale sono tra i maggiori responsabili e beneficiari. Tutti e due con questo battibecco contribuiscono a fare credere che la soluzione sia Grillo, che raccogliendo i voti dei semplici e dei presuntuosi e riducendo quindi il non voto salverà il sistema caro a Napolitano e ai vescovi. Tanti italiani sono incapaci di istanze autenticamente popolari: sono incapaci di concepire la politica come altro che parteggiare per uno o per l’altro dei potenti sul palcoscenico; e basta poco per ottenere il loro appoggio. Condividono in realtà le idee di Napolitano, che sia eversivo non mettersi comunque sotto a figure di potere, anche nel contestare gli abusi del potere.

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24 dicembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Padellaro “Papa Francesco: perché stiamo con Bergoglio”

Padellaro, già direttore de l’Unità, rappresenta l’uomo di princìpi che sa stare al mondo. Ieri era la giustizia sociale, oggi la spiritualità. Ieri era il potere politico derivante dal consenso delle masse, oggi il potere della Chiesa: questo alto sentire varia i suoi enunciati coi tempi, ma resta sempre orientato verso il potere. E quindi verso i benefici che il potere comporta o che elargisce. Più sento queste mielose dichiarazioni di affinità col capo eletto di coloro che prosperano all’ombra del Crocifisso, più rivaluto la figura del Cattivo Ladrone.

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27 dicembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Padellaro “Natale di pietra”

La strumentalizzazione degli “ultimi” a favore delle classi privilegiate

“Qui, infatti, l’ipocrisia e il cinismo, o specularmente la cattiva coscienza e l’autoinganno, sono probabilmente le disposizioni strutturali in quanto queste classi sono tenute a riprodurre e a sviluppare costantemente le condizioni di un modo di vita privilegiato […] all’interno di un immaginario che si struttura – a differenza di quello delle élite precedenti – sulla negazione delle disuguaglianze che fondano quei privilegi. È, indubbiamente, tale dispositivo quello che spiega, fra l’altro, il ruolo insolito che gioca, nella buona coscienza delle classi privilegiate contemporanee, la compassione filantropica per “l’escluso”, che sia il senzatetto, l’immigrato clandestino, il giovane di periferia … Il fatto è che l’escluso, se gli si assegna il monopolio della sofferenza legittima, presenta un doppio vantaggio: innanzi tutto quello di appartenere a una categoria minoritaria per definizione (il che limita automaticamente il campo dell’ingiustizia e quindi quello della cattiva coscienza); poi, e soprattutto, quello di permettere con la sua stessa esistenza di spostare in un colpo solo l’insieme dei lavoratori ordinari, inseriti nel sistema di sfruttamento classico, dalla parte dei benestanti e dei privilegiati. “ (J.C. Michea. Il vicolo cieco dell’economia. Sull’impossibilità di sorpassare a sinistra il capitalismo).

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29 dicembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di T. Nocchetti “Papa Francesco a Napoli, 200mila euro stanziati: anch’io ‘vorrei una Chiesa povera’”

Il papa chiagne e i suoi sottoposti fottono.

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1 gennaio 2014 Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco: “Lotta alle schiavitù di oggi”. Nel 2015 viaggio in Asia e Sinodo”

Il papa ha mosso “l’invito ‘no global’ a non acquistare prodotti realizzati attraverso lo sfruttamento di altre persone”. La Chiesa ha i mezzi per redigere e pubblicare un elenco di tali prodotti. Che il papa faccia preparare e pubblicare un tale elenco. Otterrebbe così un duplice risultato. Mostrerebbe che non si limita a uscite a effetto, ma che fa sul serio nel ripudiare il partito dei potenti dei quali fa parte. Inoltre, dopo secoli di “Index librorum prohibitorum” riscatterebbe la Chiesa, pubblicando un indice a favore non più dell’oppressione ma degli oppressi; contribuendo in maniera fattiva a difendere la libertà di cui a parole si dice sostenitore.

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@ Kurohata. Parlare in astratto quando si può indicare il concreto non è una virtù. Da come la metti, quella del papa non sarebbe che una “grillata”; una sparata mediatica tutto fumo e niente arrosto. In effetti, il clero ha una tradizione nell’incitare a combattere il peccato mentre fa affari col peccatore. E quindi ha cura di evitare di entrare nei “dettagli”, cioè l’indicare esplicitamente le situazioni materiali che denuncia a gran voce come peccaminose. Penso ai prodotti farmaceutici, dove spesso sono i consumatori, cioè i pazienti – e i sani – ad essere barbaramente sfruttati. Nella medicina “cattolica” e a in quella “antipapista”. Accomunate dall’adorazione del dio quattrino.

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7 gennaio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Papa Francesco fa la riffa: in palio una Panda. Incasso in beneficenza ai poveri”

Un’elemosina coi soldi degli altri, ottenuti celebrando un rito consumista. Ma qui si sta scuotendo la società dalle fondamenta.

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15 gennaio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Bergoglio: “Non si può deridere la fede. Uccidere in nome di Dio? Aberrazione”

Non si possono offendere le credenze religiose come parte integrante dei valori delle singole persone. Ma non si può neppure bestemmiare l’Uomo in nome di Dio, come fanno di continuo, escogitando mille modi, mille pretese, mille proclami i preti e i sedicenti “credenti” delle varie religioni. Il mondo sarebbe non pacificato, ma meno arroventato se si stabilisse che nella sfera pubblica “la fede” viene dopo i valori naturali universali condivisi; che in campo politico Dio viene dopo l’Uomo. Se non si salva prima l’Uomo non si salva neppure Dio. Dio, se ci fosse, non si offenderebbe di questo “secondo posto” a cautela della pace e della civile convivenza; a differenza di quelli che lo usano come scudo e come arma per le loro guerre di sopraffazione.

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@ Gabriele Aleandri. Il clero nella vita politica è fuori posto come i mercanti nel tempio. Invece i preti perseguono il potere politico, i mercanti trafficano in chiesa e i politici mettono su bottega.

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19 gennaio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al  post di V. Gentili “Charlie Hebdo: l’irritante irreverenza dell’ateo”

“Irritante irreverenza dell’ateo”? Su che basi ci si pone in questo atteggiamento di condiscendenza? Le credenze religiose personali vanno rispettate. Ma le professioni di fede come mezzo per ottenere di essere considerati speciali, no. E’ bene che non sia rispettato l’uso della religione (o di qualsiasi ideologia) per pretendere un particolare “rispetto”, o addirittura “reverenza”; per recintare nell’agorà un luogo “sacro” dal quale operare in posizione di privilegio, di presunta superiorità morale, di impunità. Una tattica che è sempre stata fonte di ingiustizia e strumento di sopraffazione. La “reverenza” bisogna meritarsela coi comportamenti. E’ bene che non venga accordato alcun atteggiamento reverenziale verso chi si atteggia a uomo di fede, o a pia donna, per ottenere rispetto mentre non rispetta gli altri.

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20 gennaio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Saletti “Charlie Hebdo: solo la religione merita il rispetto che si deve a una ‘madre’?”

Cominciarono ad accusarmi di libertinaggio, non essendoci leggi antiblasfeme. Poi mi rinchiusero per pazzo, e qui un infermiere cattolico mi uccise di botte. La mia colpa fu questa: dissi che Dio mentì ad Adamo, e gli assegnò di condurre una vita da scemo (Lee Masters, Antologia di Spoon River)

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22 gennaio 2015

Blog de Il Fatto 

Commento al post di M. Patriciello “Pedofilia, urge un dibattito scientifico per continuare a riflettere”

E giustamente sono anche cattivo, deve avermi sciupato l’indifferenza di una mamma ostile, c’ho l’Io devastato da trauma infantile. E’ solamente mancanza di amore, io sono buono, non c’entro, se vi faccio del male non reagite sono debole di dentro. (Giorgio Gaber)

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La pedofilia, attrazione sessuale orientata esclusivamente o primariamente verso prepuberi, va distinta dalla violenza sessuale su bambini. Non tutti i pedofili violentano i bambini e non tutti i violentatori di bambini sono pedofili. La pedofilia è già oggi considerata un disturbo mentale. Nell’articolo il prete, mentre chiede di considerarla malattia, non distingue tra pedofilia e violenza sessuale su bambini. Tende così ad alleggerire la responsabilità giudiziaria e lo stigma sociale sulla violenza su minori, inglobando anch’essa nella sfera della “malattia”. Le sue posizioni sono coerenti con gli interessi del clero in tema di violenze dei preti su minori.

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26 gennaio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Cei, Bagnasco: “Libri sul gender a scuola sono colonizzazione ideologica” “

C’è del vero nelle parole di Bagnasco sulla volontà di colonizzazione ideologica. Il liberismo vuole una società disgregata, di individui poco sorretti dalla rete familiare; individui isolati e senza solidi punti d’appoggio, e perciò più malleabili come consumatori e come sudditi. C’è anche tanto di vero nelle accuse al clero di volere controllare le famiglie; di condizionarle per trarne potere, ricattando gli adulti e indottrinando i bambini; di insinuarsi a loro vantaggio in fatti privati che non possono riguardarli, di instillare sensi di colpa e ipocrisia, di favorire le famiglie dei loro e sabotare le famiglie di quelli che non si sottomettono. Il liberismo porta verso rapporti familiari sfuocati e fragili; il clericalismo, verso una famiglia gretta e soffocante. Né i preti, né gli strozzini, che peraltro litigano tra loro solo di giorno, sono buoni maestri su come creare e condurre una famiglia.

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@ VeronikaVeg. Facevo un discorso più ampio. Mi pare sia in atto un invito ad abbracciare stili di vita adatti agli interessi liberisti. E che poi si dipinga tale spinta come “promozione dell’integrazione”. Qui sul Fatto c’è una divertente rubrica che invita regolarmente uomini e donne ad acquistare “sex toys” per quello che può essere chiamato “monoerotismo”. Non ho letto il piano di educazione sessuale che citi. Ricordo una vecchia vignetta del NY Times. Due bambini dell’asilo. Uno dice: “”Jane ha due mamme”. L’altro: “Cosa vuol dire ‘due’?”. I giovani hanno poche prospettive, li si manda allo sbaraglio, non li si attrezza per la vita, non si favorisce la loro crescita, non si permette davvero loro di scegliere; gli si impedisce di fatto, con la disoccupazione, di fare figli e mettere su famiglia con una persona dell’altro sesso se hanno questo ghiribizzo tra i tanti leciti (e su questo i preti tacciono); ma si ha “premura” di educarli all’integrazione sessuale. Non dico che ciò che viene insegnato dal piano che tu lodi sia sbagliato; probabilmente conterrà anche buoni insegnamenti sull’accettazione degli altri. Ma, ritengo, è parte di un movimento strumentale che mira a promuovere comportamenti personali per interessi particolari, e come tale pericoloso e portatore di squilibri. Come la predica dei precetti cattolici del resto.

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@ ekkekkakkien. Se il liberismo vuole la famiglia tradizionale, perché la combatte ? Tu dici “gomploddo”. Fatti vedere le adenoidi, questa pronuncia nasale che si riversa addirittura nello scritto preoccupa. Un tempo si diceva che l’ipertrofia delle adenoidi compromettesse la crescita del cervello. Una teoria falsa, ma che a volte si sarebbe portati a rivalutare.

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@ fuzzylogic. Se parli per sentenze è già tanto che ti si risponda. Non si capisce se sei un prete o il suo omologo speculare in campo avversario.

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15 febbraio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Papa Bergoglio ai nuovi cardinali: “Non isolatevi in una casta” “

Nell’Ancien Regime il clero era il “Primo Stato”. Parlando delle ambizioni dei preti dire “casta” è riduttivo. I preti pensano in grande. Il fare della Sicilia, da regione occupata dalla mafia, la “porta aperta all’Africa” suona come l’annuncio dell’avvicendamento di una piaga con un’altra. O della sovrapposizione di calamità. Forse dovrebbero chiedere ai siciliani, che hanno 2000 anni di storia come colonia, se vogliono fare la porta d’accesso per gli africani.

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16 febbraio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco, smacco alla politica: niente messa con parlamentari e governo”

Questo papa è un dono della Provvidenza. Proprio quando la credibilità della politica è al suo nadir; quando anche il più fantozziano degli elettori deve ammettere che si è fregato con le sue mani dando fiducia a persone indegne, il papa fa una mossetta e riaccende nei tanti cuori ovini la speranza di avere ritrovato un nuovo potente, un nuovo duce, sotto la cui ala cercare rifugio. Il sistema è salvo. La nuova stella è a capo della banda di sfruttatori più abile e potente, che ha una tradizione proverbiale nel proclamare una cosa per meglio praticare l’opposto, osserverebbero i pagani. Dai cattivi politici bisogna liberarsi, democraticamente, da soli, in primis prendendo coscienza della situazione, invece di aspettare il “liberatore” di turno, se non si vuole ricadere nella stessa passività verso un diverso padrone; sibilerebbe qualche cattivo maestro. E’ abnorme, e non porta bene ai popoli, affidarsi a capi religiosi in campo politico, sentenzierebbe un inviato di Satana. Ma come ispirato da divina colomba Egli ha alzato un sopracciglio davanti alla masnada che lo stesso clero ha contribuito a mettere a capo dell’Italia che affonda; tanto basta all’italiano medio per poter ritornare a soddisfare rapito e con rinnovato slancio il desiderio di vassallaggio che gli rugge dentro, da troppo tempo ormai mortificato e represso da una realtà impudica.

@ Esperio. La rivoluzione per essere efficace deve cominciare “in interiore homine”, ha scritto Luciano Bianciardi (citando S. Agostino). Che ci siano giganti buoni che “ci pensano loro” era una pubblicità di Carosello; non una sveglia, ma una bella fiaba per mandare a letto rassicurati i bambini.

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19 febbraio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post ” Trattativa, cappellano in aula: “Un amico dei servizi mi ha sconsigliato di deporre” “

I rapporti di collaborazione tra preti e servizi segreti, e le comuni responsabilità nelle pagine più sudice della storia dello Stato repubblicano (incluso l’omicidio Moro, citato in chiave apologetica da questo prete con amici nei servizi) sono parte integrante del nucleo criminale che condiziona le sorti del Paese; costituiscono uno di quegli aspetti chiave nascosti e coperti da omertà che permetterebbero di capire tante cose e prevenire tanti mali.

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24 febbraio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. C. Caselli “Corruzione, le parole del Papa e i politici sordi”

Il papa certamente sa parlare. Le sue prediche contro la corruzione possono avere un peso. Ma sono parole, che hanno effetti molto deboli. Sull’altro piatto della bilancia, abbiamo un clero che ha informato della sua cultura la nazione. La loro concezione gerarchica della società e quella per la quale lo Stato è subordinato a poteri etici, cioè ai preti, il loro paternalismo e particolarismo, il perdono come opzione al bisogno, la crudezza dei rapporti di forza dietro l’ipocrisia barocca, il criterio mafioso per il quale nulla spetta ma tutto è grazia concessa dall’alto, hanno fatto dell’Italia una nazione nella quale la corruzione è intessuta intimamente nella società. La massa degli italiani non sa, sinceramente, cosa voglia dire essere cittadini, e i vantaggi, oltre che i limiti, che ciò comporta. Anche se quando vuole la descrive magistralmente, il clero è più fonte di corruzione che opposizione ad essa. Le società calviniste invece, con la loro idea del successo come segno della predestinazione, inducono a forme diverse di corruzione, che istituzionalizzano, rendono legale, lo sfruttamento, del quale la corruzione nostrana è solo una declinazione. Sembra che i magistrati siano solidali col papa per passare anche da noi dalla corruzione “tridentina” a quella luterana, come vogliono le forze della globalizzazione. Purtroppo probabilmente il risultato sarà un ibrido delle due, con i preti e i magistrati custodi, come sempre, del nuovo assetto.

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@ Otello. Per ciò di cui stiamo parlando, essere cittadini significa considerarsi parte responsabile di una comunità solidale, entro la quale i rapporti di interesse sono regolati da accordi equi prestabiliti, dagli effetti prevedibili, detti leggi, anzichè solo da contrattazioni personali volta per volta, né da rapporti di forza. Significa comprendere che vi sono beni comuni che è conveniente, anche da un punto di vista egoistico, tutelare come tali, anziché considerare la loro tutela come un impaccio che si può scavalcare, magari con la benedizione del parroco. C’è in effetti una religiosità nell’accettare ciò; se non ti piace (ma conoscendoti, penso che sia perché ti piacciono le religiosità che vestono i paramenti ecclesiastici) puoi leggere il discorso pre-cristiano di Pericle “Ad Atene noi facciamo così”. Se non ricordo male, fu Aristotele a dire che anche la cittadinanaza dovrebbe essere considerata una magistratura.

@ Otello. I beni comuni sono quelli che empiricamente dimostrano di dare i migliori frutti se considerati come un bene collettivo. Del quale non bisogna abusare. Es. classico del passato sono i “commons”, i pascoli comuni. Si sottovaluta come le cure mediche e il diritto alla tutela della salute siano da considerare un bene comune: si è visto che se ognuno fa parte a sé tenderà a pretendere il meglio del meglio, senza limite; ciò porterà a fornirgli le cure più lucrose, anche se inefficaci, o solo marginalmente utili; e non solo altri resteranno scoperti per cure utili, ma, date le componenti probabilistiche presenti in tante procedure mediche, lui stesso non avrà le cure ottimali. E’ assimilabile a un bene comune un valore come l’onestà, che in una società ricca come la nostra porta a una vita più tranquilla e sicura per tutti. Le “volpi” della vita comune finiscono a loro volta in pelletteria; quanti furbi di successo vengono bidonati una volta che si rivolgono alla medicina. Sulla “libertà di religione” occorre qualche cautela, perché le religioni confessionali in politica sono corrosive dei diritti: tendono ad aggredire le libertà altrui (il tuo tono ne è un piccolo esempio). Nonostante pretendano di riferirsi all’assoluto, e quindi a ciò che è supremo, e di farsene portavoce, le religioni nella vita pubblica dovrebbero essere in posizione subordinata, rispetto al primato dell’umano. E che cos’è l’umano… ?

@ Otello. Anche io quando sento i tuoi complessi e perentori ragionamenti avrei l’impulso di rifugiarmi nel mondo incantato della fisica. E occuparmi della teoria delle stringhe. Non quella che vuole unire meccanica quantistica e relatività generale. La teoria delle stringhe delle scarpe, che dovrebbero costituire una carrucola composta.

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28 febbraio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco contro ‘false cooperative’: “Ingannano per scopri di lucro” “

28 febbraio 2015. E’ morto Pasquale Barra, detto ‘O animale. Si dice che abbia affondato i denti nelle viscere di chi aveva appena ammazzato a coltellate. Il papa esorta le cooperative a non essere ipocrite, e dice che la sanità “è un campo delicato”. In genere, quando una figura istituzionale definisce una certa questione come “delicata” intende dire che si stanno commettendo azioni illecite e impresentabili, che però si possono tenere coperte e proseguire a patto di maneggiarle con cura. La codeword “delicato” è adattissima in effetti a tanti affari della medicina, cha attirano frotte di benefattori – incluse le cooperative – per i quali sono appropriate le parole di Bergoglio sulle cooperative corrotte: “dietro a una facciata onorata perseguire invece finalità disonorevoli e immorali”. Massima delicatezza; nulla a che vedere con Pasquale Barra, che, scrissero i giudici, accentuava la sua aura di crudeltà per fare più paura. Sono invece le figure rassicuranti di medici, preti, scienziati, magistrati, carabinieri, etc. a sostenere quella medicina che Jacques Attali ha chiamato “l’ordine cannibale”, e che a volte porta sui tavoli delle sale settorie corpi che sembrano essere passati sotto le zanne di bestie feroci.

@ Edmondo. I “casini” sono solo quello che emerge. E’ nella routine, nella quotidianità, che il loro Cristo viene negato, negli ospedali cattolici così come nei non cattolici; una indifferenza rispetto ai principi professati che è una manifestazione pratica della non esistenza di Dio. Quelli cattolici però hanno la statuetta della Madonna e ci sfiniscono di prediche su come loro siano ispirati dal Signore, mentre badano a succhiare soldi come idrovore.

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8 marzo 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Ferrara “Alex Zanotelli, una vita dalla parte degli ultimi”

Se anche, ripulito dell’abbondante saliva della slurpata dell’articolista, fosse questo stinco di santo, e allora? Ci saranno eccezioni, ma l’indole media del clero non è emancipatrice ma parassitaria; e i santini di personaggi con l’aureola sono tra le chincaglierie con le quali abbindolano chi sfruttano.

@ Maurizio Rosso. Come per i mafiosi che esigono il pizzo, o gli amministratori locali che vogliono la mazzetta, non è che chi subisce la loro influenza deleteria deve “frequentarli” per dire come si comportano. Anzi, raccomando a chi voglia preservare quel poco di virtù che può avere di evitare tali cattive frequentazioni.

@ Savoia Marchetti. Fidatevi. Che Zanotelli sia un santo ve lo dice uno con per avatar un bombardiere con tre fasci littori, l’aereo di Mussolini che operò anche in Spagna; quando i preti si aggiravano “con le scarpe nel sangue” tra i cadaveri di quelli che avevano fatto fucilare dagli italiani (Bernanos, I Grandi cimiteri sotto la luna).

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8 marzo 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco a Cl: “No spiritualità d’etichetta. Non siate impresari da Ong” “

Il papa critica la spiritualità attuale delle locuste di CL; non dice nulla sul loro poderoso apparato buccale.

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5 aprile 2015

Youtube

Commento agli auguri di Pasqua del vescovo di Brescia Luciano Monari

Che tipo di speranza ci offre la Pasqua, chiede il vescovo Monari? Sul piano teologico e psicologico, una speranza smodata, quella di vittoria sulla morte. Ma in pratica la speranza smerciata dai preti è come un salvagente di cemento, o come un’ancora di cartone. La loro speranza è nemica della moderazione e della decenza.

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11 aprile 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Giubileo 2015, Francesco ai corrotti come Wojtyła ai mafiosi: “Convertitevi” “

E convertirsi anche riguardo al travaso forzoso dei nostri beni a favore del clero, es. mediante la diversa imposizione fiscale, infernale per noi e angelica per loro? Oltre il pizzo della criminalità organizzata e la corruzione delle mazzette c’è l’istituzionalizzazione dello sfruttamento, la rapina che si fa legge dello Stato, così che è il rapinato a doversi recare coi soldi in mano dal rapinatore; che è perfino peggio. Su questa forma di sfruttamento, in forte crescita, il clero, che ne è tra i beneficiari, resta silenzioso; mentre ha preso a condannare a parole quelle che sono le forme di sfruttamento più grossolane, criminali e gravi ma vassalle rispetto ai poteri forti.

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1 maggio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Zanardo “Expo 2015, Francesco e la rivoluzione del volto”

L’uso cattolico di citare i poveri che non mangiano prima di cominciare il pasto. Un pensierino sulla fame degli altri col tovagliolo già al collo e le posate in mano aiuta la convivialità: rasserena e rende più gustose le pietanze, anche se queste non sono che gli hamburger di McDonald, uno degli sponsor della manifestazione.

@ ErPanza78. A ognuno il suo mestiere. Ma lo stand dei croccanti moniti pontifici non è molto diverso da quello accanto dei grassi panini di McDonald. C’è anche il junk food dell’anima, un cibo soddisfacente al momento ma alla lunga nocivo, data la sua qualità e composizione.

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27 maggio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Castello di Narni, monsignor Paglia indagato per associazione a delinquere”

Monsignor Paglia è stato uno dei promotori delle terapie sperimentali con staminali. Terapie con le staminali ufficiali, quelle “serie” non quelle di Vannoni (che il clero comunque ha pure supportato). Per molti spettatori questo interesse del vescovo per le biotecnologie sarà un titolo di merito, una cosa buona, che contrasta col suo amore per il denaro e i relativi maneggi; e che lo redime, almeno in parte. A me invece, sapendo quali associazioni a delinquere sostengono il business delle staminali, questa notizia dell’accusa di associazione a delinquere per gli affari illeciti sulla compravendita del castello di Narni appare perfettamente in linea con la partecipazione del prelato alle grandi operazioni dell’industria medica. Anzi, è un anticlimax; un poco, per fare un esempio, come l’accusa di evasione fiscale per la quale fu condannato Al Capone, mentre andò impunita la sua attività di gangster.

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10 giugno 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di P.G. Cardone “Azzollini a suor Marcella: “Da oggi in poi comando io, se no vi piscio in bocca” “

San Francesco insegnava a rispondere al diavolo tentatore “Apri la bocca che vi ti caco”. Le sventurate suore ancelle invece avrebbero permesso lo scambio dei ruoli. Un’analoga versione delle suore ancelle che non conterebbero nulla, ma sarebbero povere vittime di manager laici – che le rendono ricche e potenti tramite la gestione di strutture ospedaliere – la sentii raccontare da un fervente cattolico, anni fa; ma riguardo a un florido stabilimento ospedaliero lombardo. Allora mi chiedevo dubbioso se le cose stessero proprio così. Sembra che ovunque vadano le suore ospedaliere finiscano nelle mani di bruti che le schiavizzano (e le riempiono di soldi). Ma a giudicare dall’avidità, dai cattivi soci e dalle cattive affiliazioni, dai modi aggressivi e maligni quando sanno di poterlo fare, da comportamenti che i businessman USA chiamano “cutthroat”, non subiscono proprio nulla che non gradiscano e dal quale non ricavino un tornaconto. Questa storia delle suorine che si fanno mettere i piedi in testa appare conforme alla usuale tattica passivo-aggressiva clericale. Faciliterà l’applicazione della vigente legge non scritta sui privilegi del Primo Stato, e quindi il loro passare indenni per questo chiassoso happening giudiziario; per continuare, voltate di nuovo le spalle al mondo, a cercare il sussurro di Dio nel fruscìo delle banconote.

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13 giugno 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco al Csm: “Salvaguardare i diritti umani, ma senza farne abuso” “

E’ corretto e opportuno che un organo dello Stato, che dovrebbe salvaguardare autonomia e indipendenza dei magistrati, vada in pellegrinaggio a farsi dare direttive dal capo di un potere che ha pesanti interessi sull’Italia, interessi non sempre leciti e che non di rado contrastano con gli interessi leciti e i diritti dei cittadini italiani? L’arroganza e la corruzione istituzionale dei magistrati si alimentano di questi ossequi della loro casta ai poteri forti.

@ Giovanna. E’ un SAM :“Sono Ateo Ma”. (Sono ateo ma questo papa spacca; sono ateo ma bisogna, laicamente, obbedire al papa; sono ateo ma questo papa mi fa venire voglia di donare tutti i miei averi alla Chiesa e farmi frate trappista; etc.). Molti si saranno accorti di questa nuova figura, che da quando Ratzinger è stato sostituito con Bergoglio è divenuta una presenza pressoché costante nei commenti sui tanti articoli de il Fatto sul papa.

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16 giugno 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Enciclica Laudato si’, Bergoglio: “Non è intoccabile il diritto a proprietà privata”

Il papa utilizza l’ambiguità dell’espressione “proprietà privata”, ambiguità che deriva dal carattere omnicomprensivo del concetto: sono “proprietà privata” la casetta di chi vive modestamente e i fantastilioni delle multinazionali e delle banche. Semplificando al massimo, bisognerebbe distinguere tra “proprietà personale”, i beni il cui possesso consente a una persona di vivere serenamente e dignitosamente; questa dovrebbe essere intoccabile; e “ricchezze”, il di più oltre il necessario posseduto da persone o da entità giuridiche, da rispettare, se ottenute lecitamente, ma “toccabili”, in funzione crescente del loro ammontare.

Oggi all’inverso accade che sia il diritto alle ricchezze ad essere intoccabile, mentre non è affatto intoccabile quello alla proprietà personale. Su queste ultime è stabilmente innestato, tramite lo Stato, come un tubicino; tramite il quale viene praticato un continuo salasso, a favore delle grandi ricchezze, incluse quelle delle Chiesa. I preti, che sono tra i beneficiari e i sostenitori di questo sistema capovolto, hanno tutto interesse a parlare di “non intoccabilità” della “proprietà privata”. E a rafforzare l’equivoco, accorpando sotto un unico titolo e considerando quindi “sempre” “prelevabili” sia le proprietà personali delle persone comuni, facili prede, sia le ricchezze dei predoni, che al di là delle chiacchiere sono intoccabili di fatto.

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18 giugno 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Laudato si’: dall’ecologia alle banche, pubblica l’enciclica di Francesco”

“Abbiamo tutti i motivi per dirci stanchi delle buone parole e delle omelie morali senza risultato”
(Lévi-Strauss)

@ Paolo Catti De Gasperi. Sono già informato. I preti sono soggetti pericolosi, che sistematicamente usano buone parole per fare l’esatto opposto. Con una costanza e una sistematicità che fa pensare a una specie biologica che abbia sviluppato nell’inganno il suo modo di adattarsi all’ambiente e riprodursi. In pratica mi rimproveri di riconoscere l’esca.

@ Graffit. Graffit lei però non deve, nel suo empito papalino, bestemmiare. “Fatti”? Moderi i termini. Queste del papa sono parole, non fatti. E restano parole; nenie consolatorie; il miracolo di trasformare il flatus vocis in fatti concreti non è stato compiuto.

I fatti dei preti ci sono eccome, ma sono di ben altro tenore; essendo poco distinguibili, e spesso poco distinti, da quelli inqualificabili dei poteri che il papa condanna, genericamente, con la bocca, mentre sotto il tavolo ci si scambiano strette di mano.

@ Paolo Catti De Gasperi.  Non credo di abboccare facilmente. Certo, non si può mai sapere, date la fauna e la flora dello strano mondo del quale i preti fanno parte. Ecco perché è importante mantenere intatta la capacità di provare nausea e disgusto.

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26 giugno 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. Fusaro “Papa Francesco, l’ultimo marxista?”

Dovrebbe essere evidente la duplicità delle parole di giustizia, addirittura “marxiste” secondo i turiferari, del capo di un’organizzazione che è parte integrante del sistema di dominio e sfruttamento. Ma il timbro falso viene neutralizzato dalle pulsioni degli italiani ad acclamare un potente per trarne protezione; un po’ fingendo, un po’ convincendosi, di credergli. Mettersi sotto a un protettore funzionerà anche in questo liberismo aggressivo, che in effetti è così vorace da porre a rischio anche gli stessi interessi del clero? Non credo. Ascoltare i preti, che pensano a salvare sé stessi, potrebbe peggiorare la nostra situazione; già ora paghiamo le decime anche a loro, oltre che ai poteri globalisti. Ma tanti italiani sono incapaci di reggersi in piedi sulle loro gambe, politicamente. E non possono fare altro che affidarsi a un patronus, nella speranza di vivere in ginocchio.

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26 giugno 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Amendola “L’Enciclica ‘Laudato si’’, Papa Francesco e Berlinguer”

@ Elcondorpasa. Berlinguer, quello che predicava le virtù repubblicane e anticapitaliste stando – parole sue – “sotto l’ombrello della Nato”. La stessa balda posizione – la bocca a sinistra e il sedere sotto l’ombrello atlantico – di tanti magistrati, intellettuali, leader spirituali, etc. ai quali dobbiamo buona parte del successo del nostro Paese.

@ Nokia. Quello stesso che, avvisato dell’imminente attentato terroristico alla Questura di Milano del 1973, tacque, e lasciò che avvenisse, come era nella volontà dei servizi, mentre tramite G. Pajetta intratteneva buoni rapporti col capo dell’Ufficio Affari Riservati del Viminale, D’Amato, emissario della CIA. Renzi non è un mutante, ma il prevedibile frutto dell’albero. L’ubertoso albero dei doppiogiochisti.

@ Nokia. Non mi drogo. Il fatto è riportato in un’ordinanza di un collega di Amendola, il giudice Antonio Lombardi. Non so se ho ferito un nostalgico nelle sue illusioni o se ho dato a un ruffiano il modo di ricevere un altro buono pasto.

@ Nokia. E allora? L’articolo conferma quanto dico. Lei non potendo confutare ricorre all’attacco ad personam. Berlinguer, grande figura. Apprezzato anche dai “nemici”: un mese prima del sequestro Moro viene invitato da N Birnbaum, ritenuto collegato alla CIA, per tenere conferenze in USA. Al suo posto manda un altro, tale Napolitano. Diversi commentatori, affetti evidentemente dagli stessi gravi disturbi che lei diagnostica a me (Chessa, Pinotti, Santachiara), hanno collegato ciò alla fine di Moro, e alle susseguenti fortune dei “comunisti” “preferiti”. Lei si deve stordire con alcool o altro per fare questo suo lavoro o ormai ci ha fatto il callo? O è nato con la vocazione?

@ Nokia. Non credo che le obbedienze che hanno gestito l’assassinio di Moro abbiano a che fare con le scie chimiche. Non ho mai considerato il tema delle scie chimiche. Lo ignoro, supponendo a priori che probabilmente sia una di quelle bufale di disturbo, che servono ad aggiungere confusione, mescolandosi alle verità sporche e così mimetizzandole, giustificando la tesi che chi controinforma sul potere non è che un “complottista”. Eh, i comunisti atlantisti, un colossale bluff, uniscono i metodi della propaganda stalinista a quelli delle multinazionali di pubbliche relazioni occidentali.

@ Cesby. A Civitavecchia la gente venera le statue della Madonna che piangerebbero sangue, e il Procuratore della Repubblica venera l’asserito anticapitalismo di Berlinguer (v. infra). Tutti insieme lodano il papa “ecologista” come leader spirituale e politico. I fedeli saranno anche brava gente, il Procuratore ha dei meriti. Ma sembra che in Italia siamo condannati a vivere in un perenne Seicento manzoniano.

@ GAmendola. Il suo elogio di Berlinguer e l’accostamento tra il segretario del PCI e papa Bergoglio mi hanno fatto ricordare di un altro magistrato, del quale non ricordo il nome, che tanti anni fa in un’intervista paragonò la situazione italiana, sul terrorismo, a un fiume che, date le increspature prodotte in superficie dal vento, sembra scorrere in un verso, mentre in realtà scorre nel verso opposto. Se vogliamo un futuro dove si pensi con la propria testa, e ci si possa fidare della testa di altri su questioni sulle quali non sappiamo giudicare, bisogna privilegiare la coerenza tra ciò che appare e ciò che è. Ci sono stati casi di coerenza, pagata cara, anche tra i comunisti e i cattolici. E’ alle loro posizioni lineari, anziché ai trompe l’oeil della politica di successo, che va la mia ammirazione.

F. Pansera

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30 giugno 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Cannavale “Enciclica Laudato si’: Papa Francesco e Pepe Mujica, un’interessante analogia”

L’opposizione ai consumi voluttuari e alienanti, agli sprechi sconsiderati, alla corsa cieca al profitto, alla guerra folle contro la Natura è una cosa. L’impoverimento un’altra. In Uruguay, dove Mujica è presidente, il PIL procapite è circa il 43% di quello italiano. Meno della metà. L’Italia è seconda nella graduatoria dei paesi per aspettativa di vita alla nascita (83 anni); l’Uruguay è 44° (77 anni). Speriamo che un papa dalle posizioni “analoghe” a quelle di un ex tupamaro – movimento guerrigliero di ispirazione marxista-leninista – convertitosi all’ecologismo non sia una sceneggiata che, allestita quando aumenta la depredazione da parte dei poteri forti, servirà a indorare la pillola dell’avvicinamento del livello di ricchezza degli italiani a quello degli uruguaiani, e dei nostri standard di vita e politici a quelli di altri paesi sudamericani. Credo che converrebbe sondare “analogie” anche col peronismo.

@ Daniele Uboldi. Ho mostrato indicatori di tipo oggettivo. Non ho espresso giudizi sull’Uruguay, ma sul sentire vagheggiare una società bella, pacifica, sobria e progressista, a parole, mentre con gli occhi, dove abito, vedo che il clero pratica un affarismo senzaddio, così che, arricchendosi, contribuisce a spingere le persone verso l’inferno della povertà. Mi fa piacere che si sia trovato bene in Uruguay, tra persone di classe. Da bambino volevo andarci, avendo letto “Il fiume non si ferma” di Mino Milani. Sono luoghi affascinanti. Ottimi scenari, come dimostra anche l’ambientazione latina delle telenovelas.

Se ci si basa su testimonianze personali, come fa lei, sarebbe interessante conoscere il parere di quelli che dormono sul fondo del tratto di mare, o nel grande estuario, tra l’Uruguay e Buenos Aires, nel quale furono gettati vivi (narcotizzati, su consiglio dei preti) dagli aerei militari, quando Bergoglio era là, e ancora non era stato fulminato sulla via di Damasco dal “marxismo” o roba simile. Ma loro non possono più parlare. E sembra che dopo la vita vengano spogliati anche della loro identità, che come una preda di guerra viene fatta vestire alla parte che coi generali piduisti ci giocava a tennis.

@ Daniele Uboldi. Mi permetto di consigliarle di fare sì tesoro delle sue esperienze in Uruguay, Paese al quale guardo con rispetto e simpatia, Mi permetto di consigliarle di fare sì tesoro delle sue esperienze in Uruguay, Paese al quale guardo con rispetto e simpatia, ma di non ritenere che ciò che ha visto, per quanto vivido, esaurisca il reale. Che a volte è ben diverso dallo spicchio che vediamo dalla nostra cameretta. Siamo viandanti in un mondo che è “grande e terribile” diceva uno sfortunato genio italico.

@ Daniele Uboldi. Io sono un medico, e tra gli argomenti che seguo c’è la cattiva applicazione del quantitativo in medicina. (Inclusa l’importanza eccessiva accordata alla statistica, e il suo uso distorto). Sono onorato di fare la sua conoscenza, ma devo confessare che ho una collezione di esempi negativi di studi di suoi colleghi (la letteratura a riguardo è nutrita). A volte (e a volte per dolo, purtroppo) si trascura il formale quando sarebbe appropriato, o viceversa lo si mette al primo posto quando dovrebbe prevalere l’esperienza. Sono utili entrambi, se applicati con criterio. Nel ‘700 a vincere il premio per il modo più efficiente su come disporre l’albero delle navi fu un matematico, Bernoulli, che era uno svizzero che non aveva mai visto il mare. Se avessi un guasto all’auto, per la riparazione mi fiderei più di Giggetto er meccanico, che, con la 3° media, aggiusta auto da 40 anni, che del prof. Rubbia, che conosce come pochi i principi del motore termico. Il saper dare il giusto peso ai vari tipi di evidenza e di saperi vale anche per i temi che discutiamo qui.
Hasta siempre, Daniele

@ Daniele Uboldi. A ognuno il suo mestiere. Siamo su posizioni vicine. Ma vorrei osservare che in alcuni settori, complessi e a rilevanza etica, non si tratta di mestieri e neppure di professioni liberali, ma di un’attività intellettuale, che deve saper uscire dalle acque tranquille degli ambiti disciplinari per parlare, da ospite, anche la lingua di altri settori. Segnalo l’articolo, sempre attuale, di un noto biostatistico, consulente della più quotata rivista di medicina, sui danni della carenza di interdisciplinarietà, di comprensione reciproca dei temi, tra medici e statistici nella ricerca biomedica: Bailar, JC. The Real Threats to the Integrity of Science. Journal of Higher Education, 21 apr 1995.

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31 luglio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Farinella “Ici-Imu:perché lo Stato ha bisogno delle scuole paritarie”

Don Farinella ci fa notare come lo Stato crei il “bisogno” delle scuole private, regalando i soldi del contribuente ad amici vari, incluso il clero, affossando la scuola pubblica, e obbligando così il cittadino a pagare per i servizi tre volte: con le tasse per i servizi pubblici, con i trasferimenti delle tasse ai privati per il “bisogno” creato distraendo le entrate dello Stato dalla loro legittima destinazione, e direttamente di tasca propria quando il servizio pubblico è sufficientemente sabotato dallo Stato. Dai conti di Farinella sono escluse diverse altre voci rilevanti; es. i vantaggi materiali che il clero ricava dal gestire l’istruzione, cioè dal plasmare le menti dei futuri cittadini. C’è da temere che la pedagogia clericale insegni di questi falsi bilanci, che fanno presentare come benemerito ciò che è mafioso.

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30 agosto 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco: “Le morti dei migranti sono crimini che offendono l’umanità” “

Verissimo che le morti dei migranti nei viaggi di entrata sono crimini contro l’umanità. E come tali andrebbero perseguiti. Ma la responsabilità di questi crimini non è delle popolazioni, come la nostra, alle quali l’immigrazione forzosa viene fatta subire. E’ dei poteri che impongono il travaso di masse di persone, e che, come al tempo delle navi negriere, non si curano di perdere nel viaggio parte della loro merce, che è sovrabbondante. Anzi, usano tali stragi per esercitare ricatti morali, applicando quello che potrebbe essere detto “l’argomento del negriero”: “se non collaborate allo sversamento di masse di stranieri nel vostro popolo siete responsabili della loro morte”.
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2 settembre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Musolino “Madonna di Polsi, vescovo non parla di ‘ndrangheta. La Questura vieta i funerali pubblici del boss Nirta”

Il vescovo ha fatto un riferimento abbastanza trasparente, di condanna morale, alla ndrangheta. Senza nominarla. Sotto alle parole diplomatiche restano le affinità, che spingono ad alleanze. Il feeling naturale tra clero e malavita affonda le sue radici nei secoli. “Durante la loro attività criminale, i briganti davano grosse somme in denaro a preti e monaci i quali, in segno di riconoscenza, offrivano protezione e ospitalità. […] I briganti si mostravano profondamente religiosi, nutrivano una grande devozione per la Vergine; parte del ricavato delle attività criminali era sempre destinato alla chiesa o al santuario dove si riunivano ogni anno per ringraziarli della protezione ricevuta.” (Sole G. L’invenzione del calabrese. Rubbettino, 2015).
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@ Electra. Segni vistosi di amicizia tra crimine e clero ce ne sono tanti. Forse viene data loro eccessiva attenzione, come nel recente caso dei funerali Casamonica; distolgono, oltre che da altre routine di illegalità non meno dannose per il popolo, dalla circostanza che entrambe le forze, pur molto diverse sotto altri aspetti, ricercano, ciascuna per proprio conto, giustificazioni e coperture di tipo religioso al perseguimento aggressivo di interessi terreni. Appare che queste basi, originariamente indipendenti tra loro, contribuiscano all’avvicinamento tra “diavolo e acqua santa”, dando infine luogo a quei fenomeni esteriori che danno scandalo. Si considera in genere che la rozza religiosità mafiosa sia una religiosità deviata e aberrante rispetto allo standard raffinato e sapiente costituito dalla Chiesa. I santini e le candele dello ndranghetista sono molto lontani dalle pagine di spiritualità di S. Agostino o dai ragionamenti di S. Tommaso che i preti maneggiano. Si potrebbe invece provare a considerare che i grandi gruppi di potere parassitario tendano a fornirsi di un’ideologia di supporto; che questa, influenzata dalla cultura locale, possa prendere forme religiose; e che tali coperture religiose pur nella diversità dei livelli e delle pratiche abbiano dei punti in comune, e quindi formino dei ponti culturali, che favoriscono i rapporti concreti tra clero e vari gruppi criminali. Gruppi mafiosi, gruppi di criminalità comune o – non ultimi ma primi – gruppi affaristici.
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16 ottobre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post “Mercedes Vito, Papa Francesco benedice il primo esemplare prodotto in Argentina”

Nel suo libro “The shock doctrine” (2008) Naomi Klein riporta che la Mercedes-Benz Argentina è stata accusata di avere segnalato negli anni ’70 alla giunta militare nome e indirizzo di 16 sindacalisti di un suo impianto. I 16 finirono tra i desaparecidos. 14 di loro non sono mai più tornati. La fonte citata nel libro è l’articolo: Sergio Correa, “Los desaparecidos de Mercedes-Benz” BBC Mundo, November 5, 2002.
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18 novembre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post “Giuseppe Gulotta, dopo 22 anni di carcere da innocente incontra Papa Francesco”

Per Giuseppe Gulotta essere ricevuto dal papa “se non è un miracolo ditemi voi cos’è”. Con tutto il rispetto a la solidarietà per lui, non è un miracolo per la società, e per altri nelle grinfie della criminalità di Stato. E’ un’altra mano di bianco sull’esterno di un sepolcro; un passaggio di un’imenoplastica del potere, opportunamente tardiva. L’omicidio dei due carabinieri – che nel libro “Alkamar” viene ricondotto a traffici di Gladio, cioè alle istituzioni dello Stato, non alla “pista mafiosa”, l’unica che “rimane aperta” secondo questo articolo de Il Fatto – resta inspiegato e impunito. Né è intervenuta una giusta punizione a impedire, col suo potere deterrente, che i carabinieri e i magistrati lavorino per il crimine in altri intrighi. Si sta riparando, messi al sicuro i vari colpevoli, il singolo caso della ingiusta condanna di Gulotta. Ma non si sta riparando per gli altri cittadini, per prevenire altre frodi giudiziarie, e per contrastare i disegni criminosi ai quali sono funzionali. Con questo arrivo a cose fatte della giustizia, in realtà una giustizia subordinata all’illegalità, con queste agnizioni “miracolose” si sta invece ripulendo dal fango e dal sangue una macchina che continuerà ad operare.

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16 dicembre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Giubileo, la truffa delle false pergamene. Papa: “La salvezza non si paga, è gratis”

Non ci sono pasti gratis, e le attività di tipo religioso dei preti hanno un prezzo, che è anzi sproporzionato rispetto al valore; come altre cose che sembrano gratuite. E’ stato osservato da un medico e matematico (D.E. Eddy) che i sistemi coi quali, tramite le assicurazioni (private, ma vale anche per la sanità pubblica) si dà ai pazienti l’impressione che cure non necessarie o dannose siano gratuite sono forme di “riciclaggio che fanno apparire quelli della BCCI dei dilettanti”. (Per i più giovani, la BCCI era la banca coinvolta in traffici sporchi per antonomasia, al tempo di Bush e Bin Laden). E’ forse davvero gratis Mediaset, che oltre a ottenere in cambio l’inoculazione nel cervello dello spettatore di modelli culturali alienanti e di tanta pubblicità ha imposto Berlusconi? Qui l’uso della tv, che “può imbottire teste, indurre ai consumi e formare opinioni” non si paga “però si sconta” (L. Bianciardi). E’ un po’ lo stesso coi preti. Se si limitassero a servire il bisogno di religiosità, fornendo, a chi lo vuole in questa forma, sostegno psicologico e consulenza morale, non adulterati da secondi fini, non ci sarebbe nulla di male nel pagargli il giusto corrispettivo. Ma dicono di non volere nulla, quando predicano il loro ruolo di ministri di Dio, se non un implicito riconoscimento di autorità, che poi trasformano in privilegio, e quindi in sfruttamento, così che alla fine il “dono“ si rivela un contratto usuraio.

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20 dicembre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Vaticano, quelli che incarnano davvero una Chiesa povera e attenta agli ultimi”

“L’attenzione agli ultimi” può essere uno strumento di potere e sfruttamento: “[…]’ipocrisia e il cinismo, o specularmente la cattiva coscienza e l’autoinganno, sono probabilmente le disposizioni strutturali in quanto queste classi [dominanti] sono tenute a riprodurre e a sviluppare costantemente le condizioni di un modo di vita privilegiato […] all’interno di un immaginario che si struttura – a differenza di quello delle élite precedenti – sulla negazione delle disuguaglianze che fondano quei privilegi. È, indubbiamente, tale dispositivo quello che spiega, fra l’altro, il ruolo insolito che gioca, nella buona coscienza delle classi privilegiate contemporanee, la compassione filantropica per ”l’escluso”, che sia il senzatetto, l’immigrato clandestino, il giovane di periferia… Il fatto è che l’escluso, se gli si assegna il monopolio della sofferenza legittima, presenta un doppio vantaggio: innanzi tutto quello di appartenere a una categoria minoritaria per definizione (il che limita automaticamente il campo dell’ingiustizia e quindi quello della cattiva coscienza); poi, e soprattutto, quello di permettere con la sua stessa esistenza di spostare in un colpo solo l’insieme dei lavoratori ordinari, inseriti nel sistema di sfruttamento classico, dalla parte dei benestanti e dei privilegiati. (Michea JC. Il vicolo cieco dell’economia. 2002).

@ Piero. Grande canzone. Ce n’è anche una parodia goliardica, non riferibile. E lei si ricorda la canzone di Orietta Berti dello stesso periodo, che invitava a non protestare per avere il vino se comunque si ha il pane, perché altrimenti si finisce col rimanere senza niente.

@ Piero. E’ rilevante anche “Via dei ciclamini”, allegra ma percorsa da un delicato pathos, sulla distanza troppo breve che separa l’amore onesto dalla prostituzione.

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20 dicembre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Farinella “Vaticano: a proposito della finta donazione del cardinal Bertone”

Che scandalo! Ma l’ingordigia di Bertone è solo una vistosa pagliuzza rispetto alla trave invisibile che favorisce, a danno della dignità, della salute e dei beni delle persone. Bertone non deve sforzarsi molto per impersonare il “bad cop”; così facendo aiuta il “good cop”. La sua donazione è per lo studio delle “malattie rare”. Ottima cosa sulla carta. In pratica le malattie rare sono puntate perché, prevedendo deroghe ai requisiti di approvazione dei farmaci, offrono uno spiraglio per affari colossali (1). E’ in corso un’offensiva per la deregulation a favore di Big Pharma che fa leva anche sulle “malattie rare” (2). Col cavallo di Troia dei bambini malati, e la scappatoia delle orphan drugs, si venderanno “nichebuster”: farmaci non adeguatamente testati, e quindi con maggior probabilità inefficaci o dannosi, a prezzi altissimi, per le malattie comuni; come è già accaduto.
Questi però sono discorsi aspri e tristi, poco gradevoli mediaticamente; invece lo spettacolo del Prete Cattivo che non prevale sulle Forze del Bene impersonate dai Preti Buoni è godibile e appagante.

1 Drugs for rare diseases: mixed assessment in Europe. Prescrire International, 2007. 16: 36.
2 “Adaptive licensing” or “adaptive pathways”: Deregulation under the guise of earlier access. Brussels, 16 October 2015, Joint briefing paper. www.prescrire.org

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20 dicembre 2015

Blog de il Fatto

Commento al post “Bambin Gesù, Bertone: “Mio è gesto di beneficenza. Contro di me santa alleanza. Su ospedale operazione a mia insaputa”

Bertone, e l’ospedale pediatrico del papa, pongono l’enfasi sulle malattie rare mentre queste sono usate come stratagemma dall’industria e dalla finanza per aggirare i controlli e vendere farmaci poco efficaci, poco sicuri e costosissimi*. Bertone chiede misericordia per sé, ma lui e le gerarchie che all’apparenza gli si oppongono mostrano di averne per le persone comuni e gli ammalati quanto i banchieri e gli speculatori coi quali così collaborano.

*Drugs for rare diseases: mixed assessment in Europe. Prescrire International, 2007. 16: 36. “Adaptive licensing” or “adaptive pathways”: deregulation under the guise of earlier access. Brussels, 16 October 2015, Joint briefing paper. Prescrire.

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28 gennaio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Bioetica, Papa Francesco: “La Chiesa non rivendica alcuno spazio privilegiato” “

La biomedicina è corrotta da una ricerca del profitto che il liberismo sta rendendo spasmodica; e il clero, coi suoi interessi in campo sanitario, è tra i grandi beneficiari delle colossali speculazioni sulle malattie e sulle paure e le sofferenze legate alle malattie. La bioetica ha spesso un ruolo di appoggio, giustificativo, e a volte propagandistico, alle innumerevoli frodi dell’attuale medicina, mentre evita di guardare ai punti cruciali. I preti, con le loro conoscenze teoriche e pratiche sull’etica e sul mondo, potrebbero avere un ruolo di denuncia. Credo che le parole del papa sulla “rinuncia a un ruolo privilegiato” della Chiesa sulla bioetica vogliano dire che non saranno certo loro a fare i guastafeste; e che faranno disciplinatamente la loro parte, in un’impresa che è oggi la forma religiosa più convincente e più redditizia, in cambio della loro quota di bottino.

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2 febbraio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Adriana Faranda a corso di formazione per magistrati. Che protestano: “Assurdo” “

“Tra il materiale sequestrato ai brigatisti Valerio Morucci e Adriana Faranda dopo il loro arresto (29 maggio 1979) c’era l’indirizzo e il numero telefonico dell’abitazione di monsignor Marcinkus, nonché l’indirizzo e il numero telefonico di padre Felix Morlion (agente della Cia), ai quali l’autorità giudiziaria non ha mai rivolto alcuna domanda”. “Per confutare la perizia sulla mitraglietta Skorpion utilizzata per uccidere Moro, Valerio Morucci e Adriana Faranda si sono avvalsi di un perito di parte legato al servizio segreto militare: tale Marco Morin, estremista di destra, appartenente a “Gladio”. (Sergio Flamigni, La tela del ragno e Convergenze parallele).

La Faranda alla scuola dei magistrati? L’ambiguità della situazione riflette l’ambiguità della grande maggioranza dei burocrati giudiziari, che mentre vanno dicendo di essere colleghi di Alessandrini e Occorsio stanno invece allineati e coperti rispetto ai poteri che muovevano i fili allora e continuano a muoverli oggi. E’ una presenza proficua per i giovani giureconsulti: li aiuta ad apprendere l’arte di articolare le categorie reali con le categorie dichiarate, che sono tra loro opposte e incompatibili. Ed e’ istruttivo anche per il pubblico.

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7 febbraio 2016

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Commento al post di R. Lenzi “Incontri tra ex terroristi e vittime? Ancora troppe nuvole coprono la verità”

I poteri che propagarono la paura di un terrorismo autonomo, che in realtà pilotavano, ora si giovano di questo fare assumere ai familiari in aggiunta alla posizione, sacrosanta, di vittime in quanto congiunti il ruolo improprio di rappresentanti esclusivi e indiscutibili dei cittadini come vittime degli effetti politici di quelle strategie violente. La paura terroristica è tramontata; ma i poteri egemoni che la vollero non sono inattivi; continuano, indisturbati, a dare ordini. Si perpetuano e si facilitano i loro affari criminali, oggi sotterranei anziché vistosi, con questa falsa riduzione ad una riconciliazione tra ribelli in buona fede e le vedove e gli orfani su un passato lontano. La squallida classe dirigente che mantiene per loro conto l’Italia a pelo d’acqua è anche il frutto di quella stagione che si vorrebbe sepolta; e delle interferenze, che hanno mutato forma senza perdere in efficacia, che si vorrebbero inesistenti. Invece di riscritture romantiche e edificanti ad uso dei vincitori sarebbe utile al Paese guardarsi la piaga cancrenosa. Si dovrebbero raccontare i terroristi come utili idioti, quando non collaborazionisti. E es. di come il fascismo agì sulla vedova Matteotti per normalizzare l’assassinio del marito; comparando ciò all’attuale ruolo normalizzatore dei familiari delle vittime. Invece di preti che mantengono torbide le acque costruendo epiloghi luminosi, servirebbe un’analisi storica che chiarisca le complicità del clero.

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10 marzo 2016

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Commento al post di R. La Cara “Fondazione Theodora aiuta con i suoi clown i bambini in ospedale: “Il sorriso è un diritto per ogni malato” (Foto)”

Graffit: Mi è venuto subito in mente il manifesto futurista del controdolore di A. Palazzeschi, il cui punto 8 è: “Trasformare gli ospedali in ritrovi divertenti, mediante five o’ clock thea esilarantissimi, café-chantants, clowns. Imporre agli ammalati delle fogge comiche, truccarli come attori, per suscitare fra loro una continua gaiezza. I visitatori non potranno entrare nei palchetti delle corsie se non dopo esser passati per un apposito istituto di laidezza e di schifo, nel quale si orneranno di enormi nasi foruncolosi, di finte bende, ecc. ecc.”  Applicato a bambini degli ospedali pediatrici è da standing ovation al superlativo.

@ Graffit: A me invece è venuto in mente un recente articolo di esperti in “financial engineering” e oncologi di Harvard e del MIT che propongono di istituire mutui ipotecari specifici per fare pagare negli anni ai pazienti le costosissime cure mediche *. Uno di loro, Weinstock, ha fatto l’esempio delle cure con cellule CAR-T per la leucemia linfoblastica pediatrica, il più frequente tumore infantile, commentando che questi pazienti giovani avranno una lunga vita per ripagare il debito. (Ma le cure accorciano l’aspettativa di vita dei sopravvissuti dei tumori pediatrici). Ciò costituirebbe un incentivo a imporre farmaci sempre più costosi, ammettono gli autori. E anche un incentivo a sovradiagnosticare tumori nei bambini per trarne una rendita. In Europa il SIOPE, un piano strategico sui tumori pediatrici, parla di sviluppare trattamenti – e diagnosi – con l’industria dei farmaci. Palazzeschi era uno spirito gentile e un po’ balzano. Qui si tratta di pelli di agnello su affari lupeschi. Infatti i preti come lei sono pronti col turibolo a spandere fumo; e a partecipare agli affari carnivori che si nascondono dietro la maschera degli ingenui pagliacci.

* Nelson R. Can’t Afford the Cost of Cancer Drugs? Get a Mortgage. Medscape, 1 marzo 2016. Montazerhodjat V, Weinstock DM, Lo AW. Buying cures versus renting health: Financing health care with consumer loans. Science Translational Medicine, 24 febbraio 2016.

Graffit: Ben vengano nuove terapie efficaci, auspicabili a costo zero o previdenzialmente coperte. Le Dottoresse e Dott. Sogni possono essere buoni coadiuvanti psicologici, utili quanto i placebo, ma benevoli dispensatori di buon umore neofuturista.
Solo i preti come lei possono credere che io sia un prete, anziché un sacerdote di tipo luterano appartenente al popolo regale e sacerdotale, di cui parlano le sacre scritture. Come re del popolo regale vado sempre in giro con la corona in testa: i bambini del Bambin Gesù mi farebbero festa, altri la festa.

@ Graffit. Mi scusi se ho leso la sua regalità. Pensavo fosse un’aureola invece lei porta solo una corona. Penso che sì, i poveri bambini degli ospedali pediatrici la festeggerebbero; ci vorrebbe qualcuno adulto che mettesse da parte il clima puerile e fiabesco, favorevole ai business illeciti della medicina, che i sacerdoti con la corona etc. come lei alimentano, e li sottraesse alle vostre “feste”.

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15 marzo 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Pipitone “Augusta, Curia chiede dimissioni del prete che legge in chiesa i nomi dei morti per inquinamento. E la città si mobilita”

Non per nulla i preti chiamano “gregge” la gente. Il gregge prima ha applaudito le industrie inquinanti, l’invasione della chimica con la sua carica cancerogena, senza volere sentire nulla sugli aspetti negativi. E ora applaude l’essere condotto verso l’industria del cancro con allarmi ad hoc e scenette come questa del prete coraggioso osteggiato dal vescovo cattivo; senza voler sentire nulla dei pericoli di sovradiagnosi e di cure fraudolente legalizzate.

Un cardinale di Palermo, il mantovano Ruffini, incluse Tomasi di Lampedusa tra i maggiori mali della Sicilia, accanto alla mafia (della quale però disse anche che era un’invenzione dei comunisti). Forse perché i primi gattopardi sono i preti; che stanno lavorando per l’introduzione dell’oncologia di massa al Sud, mentre l’economia peggiora, l’industria convenzionale viene smantellata e le pensioni degli anziani come fonte di reddito per le famiglie si vanno riducendo. Una rivoluzione apparente che farà sì che tutto resti come prima, o peggiore di prima.

17 marzo 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Pipitone “Augusta, ritirata la richiesta di dimissioni di don Palmiro Prisutto: il sacerdote che legge i nomi dei morti per inquinamento resta al suo posto”

Un prete predica in chiesa che ognuno è condannato a morire di cancro, dovuto invariabilmente all’inquinamento industriale, essendo in corso “un vero e proprio genocidio”. In Spoon River gli epitaffi svelavano la verità; non servivano a diffondere gli inganni dei vivi tramite i morti.

L’epidemiologia è oggi uno strumento di persuasione, che serve il business. Sia nascondendo rischi, come quelli delle lavorazioni industriali; uno dei suoi fondatori, sir R. Doll, autore dello studio che dimostra che il fumo causa il cancro del polmone, in seguito, pagato segretamente dalla Monsanto per 20 anni (1500$ al giorno), minimizzò il rischio cancerogeno degli inquinanti ambientali e dei prodotti chimici. Sia gonfiando e distorcendo i “fattori di rischio”, con allarmismi che hanno portato a crescite esponenziali nel consumo di prodotti medici.

Per i cittadini è un danno sia il minimizzare il rischio tumori da inquinamento, come avveniva soprattutto ai tempi dello sviluppo economico coi democristiani; sia l’esagerarlo e l’enfatizzarlo, come avviene oggi, sotto il liberismo, quando si vogliono rastrellare pazienti per l’oncologia, una delle poche industrie mai in crisi e sempre in crescita, che bada a sfruttare il cancro piuttosto che a guarirlo. I preti, ben addentro al business medico, si conformano al corso storico. Buona fortuna a chi crede che l’epidemiologia dei tumori dal pulpito sia contrapposta ai grandi interessi in gioco; e che il vittimismo passivo sia un buon affare.

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26 aprile 2016

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Commento al post di F. A. Grana “Papa Francesco, preghiera-invettiva alla via crucis. Contro preti pedofili, terroristi, corrotti, indifferenti”

Le parole dei preti sono spesso come quelle piante belle ma cariche di sostanze nocive. Così come si può ammirare un oleandro in fiore ma non si deve mangiarlo (20 casi di intossicazione all’anno riportati in Lombardia), si possono apprezzare le parole che ricordano valori che il corso storico – al quale il clero è come sempre ben allineato – vuole siano demoliti; ma occorre guardarsi dallo scambiare queste liriche per sincere dichiarazioni di intenti.

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27 marzo 2016

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Commento agli auguri di Pasqua del vescovo di Brescia Luciano Monari

Le parole dei preti sono come quelle piante belle ma cariche di sostanze letali. La speranza che predicano è della stessa famiglia di quella dello slogan “Food, health and hope” adottato da una potente multinazionale che ha, fondatamente, fama sinistra. Chi accumula oro spesso batte la moneta della speranza. Meglio il Credo senza resurrezione e senza campane, ma fresco e pulito, di T. Huxley: “Nessuna fede, pochissima speranza, e il massimo della carità che si riesce a dare”.

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28 marzo 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Chiesa, effetto Bergoglio anche sulle confessioni”

Il problema è spesso costituito da chi si confessa, da chi si sgrava la coscienza e trova un accomodamento morale che lo fa ripartire più vispo di prima, non meno che da chi gli fornisce questo servizio impartendo il sacramento. Sul danno sociale, sulla cronicizzazione del malcostume (a partire dal malaffare mafioso) provocati da pratiche di assoluzione da parte di un potere parallelo che ne trae indebiti vantaggi, vedi “La bolla di componenda” di Camilleri. V. anche “ ‘A confessione ‘e Taniello” di R. Petra, marchese di Caccavone, su una nota più leggera, sul reale gradiente morale tra confessore e penitente.

@ pregiudicati. Ho avuto un’educazione cattolica, e a catechismo andavo bene; né questa mi sembra la peggiore delle disgrazie, non illudendomi sulla incapacità degli uomini di vivere senza l’appoggio di una qualche illusione. Quello che dico deriva dalla constatazione empirica di come si comportano nel mondo i preti; e dei danni che provocano. Inclusa la loro pretesa di scambiare per questioni spirituali, per “religione”, per discorsi sulla divinità, tecniche di manipolazione e sfruttamento terrene. Mentre nella realtà la sacrestia sovrasta il tabernacolo.

@ pregiudicati. Poi sono cresciuto e ho visto che questa storia del “pentimento” soggettivo che permette di farsi “assolvere” se ci si rivolge alle persone giuste è un sostituire i doveri verso gli altri con il rapporto col proprio ombelico; che favorisce il lassismo morale per chi si metta sotto la protezione dei preti; fino a divenire un rilascio di patenti di ribalderia (v. Camilleri).

@ pregiudicati. Hai ragione, l’albero si riconosce dai frutti. Il clero ha venduto componende a Mussolini (“l’uomo mandato dalla Provvidenza”), poi ai democristiani, a Berlusconi, ora ai piduini. Papa Bergoglio di recente ha lodato come “grandi d’Italia” Napolitano (massoneria e finanza internazionale) e Emma Bonino (Soros), emissari di poteri che agli italiani non vogliono troppo bene. Non so se questa sequenza ininterrotta di piaghe per te è reale a sufficienza.

@ pregiudicati. C’entra col potere che il clero si arroga di giudicare secondo opportunità il bene e il male, e di assolvere e appoggiare chi è abbastanza furbo da allearsi a lui, a scapito del popolo. Forse preferiresti che parlassi di casi come quello della signora che nei neocatecumeanali, che praticano la confessione pubblica nell’assemblea, prima stupì confessando il suo adulterio. E poi lasciò esterrefatti, e anche un po’ divertititi, quando 15 giorni dopo tornò a lamentare di essere ricaduta nello stesso peccato. E continuò così. La lavanderia opera a livello micro e a livello macro.

@ pregiudicati. Sembrava più un caso dove il “chiagne e … “ così frequente tra i credenti era letterale. Comunque, stai equiparando le donne con una relazione extraconiugale ad alcolizzate gravi, da guarire dalla “dipendenza”. Già gli Alcolisti Anonimi sono criticati per tendere alla patologizzazione per quella che è realmente una dipendenza; e per tendere al cultismo. Secondo il Vangelo, Cristo con l’adultera ebbe un’altra mano. Poi c’è l’Anonima Banchieri; e quelli non li curate dal peccato, ma ci peccate assieme.

@ Vicv71. I reati vanno prevenuti e puniti. Il facile lavaggio dell’anima favorisce il commettere di continuo quell’oceano di abusi e scorrettezze, anche gravi, che rendono ingiusta la società; e anche la commissione di reati. Inoltre, come componente di quell’elemento della cultura cattolica che esagera l’attenzione allo stato spirituale dell’offensore a scapito dell’attenzione al danno all’offeso e alla società, favorisce l’impunità anche sul piano giudiziario.

@ Vicv71. Ti dici d’accordo sulla prevenzione dei reati, ma difendi pratiche che li favoriscono. Non è che per “prevenzione” tu intendi la sorveglianza occhiuta su chi si oppone ai sacri affari? La confessione non è elencata nel codice tra le attenuanti, quindi, dici, non ha rilevanza sullo stato della giustizia … La mentalità cattolica, e anche l’influenza politica cattolica, influenzano anche l’amministrazione della giustizia. Posso fare esempi personali; ma su Il Fatto settimane fa ho osservato che i magistrati mentre a suo tempo – al tempo di “papa pochino” (Aldo Moro) – trascurarono di indagare perché la Faranda e Morucci avevano numero di telefono e indirizzo di casa di Marcinkus e padre Felix Morlion (agente della CIA), oggi la loro fine sensibilità li spinge a invitare la stessa Faranda a tenere banco alla scuola per magistrati (invito ritirato dopo le proteste). L’unione di argomenti emotivi e formalismo che presenti è tipica. Di comune applicazione nella vita reale, permette di distorcere l’azione giudiziaria a fini particolari.

 @ Vicv71. Perchè cambi le carte in tavola? Non ho detto che una confessione religiosa possa influenzare un procedimento penale. Ho detto che il clero ha vari strumenti, anche culturali, come l’istituto dell’assoluzione morale rilasciata da un esponente di un centro di potere privato, per influenzare la concezione comune delle responsabilità personali, e il livello di giustizia. Un istituto questo sì abbastanza assurdo da un punto di vista razionale rispetto alle responsabilità personali; che viene infatti riportato come una comicità nei paesi non cattolici. Tu parli di una cosa diversa da quella di cui parlo io: parli dello “straw man” che hai allestito. Camilleri conclude la Bolla di componenda col commento di Sciascia che una carta del genere non si troverà mai; ed è questa assenza ciò a cui tu ti stai appellando.

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11 aprile 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. Patitucci “Obesità infantile, ecco i batteri nemici del fegato. “Future terapie saranno basate su probiotici personalizzati” “

Dagli ottocenteschi postulati di Koch si è arrivati ad annunciare al pubblico di avere individuato come patogene delle specie batteriche avendo riportato una variazione della loro frequenza nelle feci. Un’affermazione che appare come lo sviluppo ai nostri giorni non della scienza, ma degli incredibili cavilli dei gesuiti denunciati da Pascal nelle Lettere Provinciali. Sembra che nell’ospedale del Vaticano dotti teologi abbiano stabilito che spacciare una vaga correlazione dal vago significato per l’individuazione di un agente causale – di un’entità patologica a sua volta dai contorni e dal significato tutt’altro che ben definito – e annunciare questo esile falso come una valida base per medicalizzare bambini e riempirli di lucrosi prodotti farmaceutici, non sia peccato.

@Cleofe e York. Il concetto è che l’industria medica inventa o esagera nuovi stati patologici, e attribuisce loro una – falsa – causa precisa, per vendere farmaci e altri prodotti e servizi medici. Per fare questo si calpestano i criteri logico scientifici che servono a definire le malattie, a individuare le loro cause e a stabilire se nuove cure sono realmente efficaci e sufficientemente sicure; mentre si ricorre a campagne di propaganda mediatiche. I dettagli tecnici richiedono la conoscenza sia dei criteri, sia dell’ambito biologico e clinico della nuova malattia che viene lanciata; sia ormai delle tecniche di propaganda. Un buon inizio, volendo capire, è l’articolo “Selling sickness: the pharmaceutical industry and disease mongering” di Moyniham et al, BMJ 2002. 324: 886. Ci sono – oltre alla cattiva fede di chi è interessato – resistenze psicologiche e culturali alla comprensione. E’ di recente uscito uno studio che mostra come in UK le persone non conoscano e abbiano difficoltà a comprendere il concetto di sovradiagnosi, che è un importante aspetto di queste manipolazioni della medicina a danno dei pazienti (Ghanouni et al. A survey of public definitions of the term ‘overdiagnosis’ in the United Kingdom. BMJ Open. 2016.).

@Cleofe e York. Nell’articolo di Patitucci si dice, o si lascia chiaramente intendere, che sarebbero i batteri a provocare un effetto patologico. E se ne desume, citando gli autori dello studio, che occorre trattare i bambini, agendo sui batteri. Ma una associazione, ammesso che vi sia, non è necessariamente causale. Stabilire la causalità biologica è piuttosto arduo; e prima ancora, bisogna definire in maniera accurata e precisa l’effetto, cioè la malattia, sulla quale si lanciano allarmi e si vuole intervenire. “Laici” e “credenti” sono oggi accomunati dal non rispettare queste procedure, a favore di una medicina molto più facile, superficialmente appagante, e redditizia.

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9 maggio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Migranti, la Cei a Renzi: “Valutare i permessi di soggiorno umanitari: 40mila invisibili sfruttati in Italia” “

Aveva ragione Primo Levi: anche nella sventura ci sono i sommersi e i salvati. Ma quelli che il clero fa passare per sommersi sono in realtà i salvati, inoculati coattivamente nelle nostre società per un cinico disegno. I sommersi, assenti nei discorsi da piazzisti sulle asserite motivazioni “etiche” di queste deportazioni inverse, sono le moltitudini lasciate nei paesi di provenienza, a morire di fame, e di sfruttamento occidentale, o sotto le bombe. In questa etica appiccicaticcia gli esclusi, i dannati, divengono persone solo quando sono in movimento, “migranti”, e diretti qui. Chi resta fermo nelle sue terre o va nella direzione non desiderata non esiste. Così finiscono tra i sommersi anche gli italiani svantaggiati, che vengono ancor più messi ai margini per fare spazio a questa tratta delle popolazioni.

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1 giugno 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Migranti, Cei: “No a hotspot su navi”. Alfano: “Non possiamo accogliere tutti”. Lega: “Chiesa usi i soldi dello Ior””

censurato

Un tempo vi erano dei miserabili che mutilavano e storpiavano i bambini per renderli più efficaci come mendicanti, muovendo a pietà col loro aspetto. Ne “L’ opera da 3 soldi”, di Brecht, Geremia Delatore, che gestisce con la violenza il racket dei mendicanti, spiega a Sgranfigna l’arte di usare storie compassionevoli per “smuovere il buon cuore dei passanti”: “sfornito di mezzi e abbandonato a me stesso… come il rottame di una nave in balia del mare”.  Il naufragio è un’immagine potente.

Appare che questi annegamenti, per la maggior parte evitabili dalla stessa macchina organizzativa che va a prendere i migranti e ce li porta in casa, abbiano la stessa radice, servendo a dare una giustificazione morale all’immigrazione forzosa; così che degli assassini, dei corruttori di popoli, sembrino angeli misericordiosi, e chi li critica mostri di malvagità.

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12 giugno 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Regis “Aldo Moro, verso via libera alla beatificazione. Il postulatore Giampaolo: “Quasi concluso l’iter canonico” “

Moro non fu affatto un santo; ma fu un martire. Era uno statista, figura di politico che oggi i giovani non conoscono nemmeno nelle sue forme più sbiadite. Una battuta vuole che la diplomazia vaticana sia nata quando Pietro negò per la terza volta di conoscere Gesù. Pietro poi si fece crocifiggere capovolto, si riporta; mentre i preti badano a restare coi piedi per terra. Sono capaci di consegnare uno dei loro – uno dei pochi che metteva in predicato l’asservimento delle greggi italiche al tiranno – ai sicari del tiranno. E poi sostenere che il tradito fosse un santo, atteggiandosi ad anime pie e a vittime. Per meglio continuare a tradire. La chiesa del dodicesimo apostolo, ma priva di rimorsi, che fende così la sua via nella storia.

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10 luglio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Migranti, Francesco: “Il mio prossimo è anche chi ha fede e nazionalità diverse e che vogliono cacciare” “

Il prossimo non è solo chi è “prossimo”, cioè vicino, ma anche chi è distante. Questa è la copertura poetica. La realtà è che stanno facendo come il marito che picchia la moglie e fa il galante fuori.

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19 agosto 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Meeting Cl, Mattarella all’inaugurazione: “Spostamenti migratori non si risolvono con un cartello che vieta l’ingresso”

Andrebbe piuttosto rivalutato il valore delle giuste separazioni. Es. un Presidente della Repubblica non dovrebbe esortare a spalancare le frontiere a masse senza arte né parte in cerca di fortuna; e dovrebbe astenersi dal varcare la soglia del gran convegno di un forte gruppo di interesse come CL. La sua partecipazione è anche un insulto – modesto – ai cittadini che sono vittime dell’affarismo spregiudicato di questa specie di massoneria clericale; ed è un endorsement che rafforza le mura e allarga il fossato di un castello di signorotti, dei quali favorirà aggressività e convinzione di impunità. Ho l’impressione che Sergio Mattarella sia più affine al padre che al fratello Piersanti nel definire liberi pascoli e muraglie invalicabili.

@ Mauro. C’è da sperare che gli italiani comprendano in interiore homine che sarebbe nel loro personale e urgente interesse avere governanti validi e che li rappresentino. Il confronto tra il catalogo attuale – nessuno escluso – e i tempi che ci attendono dovrebbe fargli venire brividi di paura, se non di sdegno; e spingerli a drizzare la schiena, piuttosto che impetrare il Soffio divino.

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14 settembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Melito Porto Salvo, per l’arcivescovo di Reggio non è solo ‘ndrangheta e omertà. “C’è un problema di educazione sessuale””

L’arcivescovo di Reggio Calabria ha ragione: questa disgraziata vicenda ha diverse sfaccettature. Una è data dagli appoggi istituzionali di cui godono gli Iamonte (e naturalmente dai servizi che gli Iamonte rendono ad alcune operazioni istituzionali; magari di concerto con loro omologhi di pedigree lombardo). Ne è un esempio lo stesso intervento dell’arcivescovo, che ingigantendo l’aspetto sociologico riduce un lungo periodo di reati contro la persona, una reiterazione di comportamenti malvagi e vili, a espressione delle storture della società. Forse riadattando un sermone sulle discoteche, Fiorini Morosini considera che la violenza di gruppo, il soggiogamento della vittima, l’intimidazione implicita verso il resto del paese siano un riflesso del diffuso orientamento alla vita gaudente. Una questione di “mancata educazione sessuale”. Sono ragazzi che volevano giocare e divertirsi. Il prelato ha già provveduto a fargli fare una ramanzina. In carcere: l’edonismo imperante deve avere contagiato anche i preti di Melito, che non hanno aperto gli occhi alle vittime della società da liberi, e anzi parteggiano per loro. Ma è acqua passata: è dalla Chiesa, che è l’opposto della mafiosità e dell’arretratezza culturale, che la popolazione tutta deve ricevere – come ha ricevuto per tanti secoli – educazione sessuale e lezioni sulla buona vita. Il capo del clero reggino conclude che, a fini pedagogici, sulla vicenda occorre spegnere luci e microfoni.

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29 settembre 2016

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Commento al post di R. Lenzi e C. Pecora “Uno Bianca: perdonare i terroristi non è solo difficile, è impossibile”

Le pressioni per il perdono possono contenere una valenza aggressiva che prolunga e inasprisce l’offesa invece di cancellarla. In alcune circostanze l’invito a praticare il perdono può derivare da un cinico calcolo di potere, quando non da perfidia. L’insistenza dei preti sul perdono dei responsabili di violenze dalla torbida matrice fa venir in mente che il cardinale Mazzarino nelle sue lezioni di tecnica del potere consiglia, per vendicarsi di qualcuno, di figurare estranei facendolo colpire da terzi e poi obbligare l’offeso a perdonare l’offensore. Il fedele servitore del Re Sole raccomanda inoltre di assicurare l’impunità agli esecutori.

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13 ottobre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Papa Francesco: “Non è cristiano chi difende Gesù e vuole cacciare i rifugiati. L’ipocrisia è il peccato più grave di tutti””

Da bambino, tanti anni fa, leggevo Famiglia Cristiana. Nelle prime pagine il direttore rispondeva a quesiti dei lettori. Mi colpì una sua risposta: “Nel Vangelo non c’è scritto di essere fessi”. Credo che nel Vangelo non ci sia scritto neppure di ascoltare chi ti vuole fare fesso in nome di Gesù.

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26 ottobre 2016

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Commento al post di D: Marceddu “Gorino, il parroco: “Chi sono io per giudicare? Nessuno ha avvisato per tempo. Qui mancano i servizi””

Eh no. Comodo dissociarsi e atteggiarsi a mezzo difensore del gregge quando alla fine anche una popolazione molle come la nostra fa resistenza. Le solite doppiezze dei preti. I preti sono tra i principali promotori di questa invasione, e sono loro che anche sul territorio ne devono rispondere. E’ a loro, ai parroci come ai prelati, che si deve chiedere non un giudizio morale, ma conto e ragione degli sfaceli causati da questa manovra disumana travestita da atto umanitario.

@ Giovanni Cammarata. E’ lei che fa confusione tra il credere e non credere in Dio e le responsabilità umane di una questione terrena. Si può anche essere sinceri credenti e respingere gli inganni degli uomini con la tonaca. Lei si dice ateo, che sarebbe comunque irrilevante, ma mette di mezzo Dio nel difendere le evidenti complicità dei preti in un’operazione sporca. E’ un ateo SAM, “Sono Ateo Ma…” una frequente figura del marketing di questo pontificato.

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26 ottobre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Chiaramonte “Lettera agli abitanti di Gorino, con mia profonda vergogna”

Fare il tifo per l’immigrazione forzosa porta a un doppio vantaggio: servire il potere e allo stesso tempo apparire virtuosi e moralmente superiori. Paghi uno e prendi due. Un affare irresistibile al discount del pensiero unico liberista per quelli che non vogliono o non possono spendere molto.

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26 ottobre 2016

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Commento al post “Migranti, il Papa: “Chiusura non è soluzione ma favorisce traffici criminali. Tutti siamo chiamati ad accogliere” “

Le migrazioni sono un fenomeno storico non nuovo ricorda Bergoglio. Anche le inondazioni a scopo bellico, le invasioni, le occupazioni, non sono una novità. L’immigrazione forzosa fatta subire a un popolo – il nostro – probabilmente avrà dei precedenti, e forse un nome specifico. In Unione Sovietica di spostavano etnie e gruppi sociali a piacimento. Nulla di nuovo sotto il sole, inclusa la benedizione dei papi alla violenza e al sopruso.

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27 ottobre 2016

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Commento al post di L. D’Auria “Guerrina Piscaglia, una condanna senza corpo della vittima. Gratien ‘prete deviato’ per forza”

Purtroppo si può manipolare anche coi metodi dello “scienziato empirista” che D’Auria esige: si possono portare esempi di come in biomedicina siano indebitamente invocati in senso probatorio o restrittivo a seconda dell’interesse. Un libro di metodologia scientifica (MacMahon B Pugh TF. Epidemiology principles and methods, 1970) osserva che la cautela in assenza di prove dirette è lodevole, ma non dovrebbe essere spinta a estremi irrealistici, e cita a riguardo Thoreau: “ci sono evidenze circostanziali molto forti, come quando trovi una trota nel latte” [Thoreau si riferiva alla possibilità che il latte fosse stato annacquato].

@mauriziorosso. No trota? Sicuro? Comunque parlo dei principi dell’epistemologia applicata. Non dei ghirigori coi quali mandare assolto il prete di Kinshasa.

@ mauriziorosso. Non sto discutendo il merito delle sue premure verso il prete condannato per l’omicidio del’amante. Sto contestando il livello di prova che qui si afferma essere necessario nei casi pratici e gravi della vita, come il riconoscimento degli effetti avversi di una terapia o in un giudizio penale. I prelati che negarono che il cannocchiale di Galilei funzionasse sostenendo che ciò che si vedeva potessero essere artefatti applicavano questa obiezione strumentale (sottodeterminazione di Duhem), che spinge verso il piano metafisico questioni che sono in realtà fatte di terra e di fango. Una strategia che viene tuttora tirata fuori quando serve, in vari campi, spacciandola per “metodo scientifico”.

@ mauriziorosso. Ma io non faccio l’avvocato (né lei è il giudice) e non voglio partecipare al processo parallelo o al processo del processo che lei tiene a imbastire a favore del suo già ben protetto assistito. Io contesto che si possa invocare il “rigore” a piacimento e senza limiti quando fa comodo. Per di più in nome della “scienza” o di un ideale di scientificità. Lo dice es. anche l’autrice di un recente editoriale sul New England Journal of Medicine nel rispondere a chi si oppone in nome del rigore metodologico alla denuncia del problema, poco presentabile, delle sovradiagnosi di massa da screening: “Rather than focusing on statistical issues and study design, we should move forward by agreeing that overdiagnosis does occur, even though the exact percentage of overdiagnosed cases remains unknown”. (Elmore JC. Solving the problem of overdiagnosis. 13 ott 2016). Lorenzo Tomatis osservava che vi è un doppiopesismo nel rigore richiesto alle prove scientifiche a seconda che i risultati convengano o meno. Trovo logicamente infondata, e pericolosa, la tesi dalla quale deriva che il fare sparire un’evidenza, es. un cadavere, conferisce una automatica impunità. E per la quale si può creare “evidenza” sopprimendo le critiche. Sono contro questa “epistemologia del plinto di cemento”, che è adottata dai senza scupoli di tutte le razze e di tutte le casacche.

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1 novembre 2016

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Commento al post di N. Carnimeo “Minori non accompagnati: un bimbo migrante sta per affogare, lo salviamo o no?”

Segnalo l’articolo “Non sono poveri e non scappano dalla guerra né dalla fame”, che riporta un’intervista ad Anna Bono, docente di storia e istituzioni dell’Africa all’Università di Torino. Su Appello al Popolo, 29 ott 2016. Stiamo importando imboscati, più che bisognosi.

Gli annegamenti sono prevenibili, visto che la breve traversata è gestita e monitorata coi mezzi dello Stato. Gli annegati, quelli veri e quelli inventati, sono usati per fare figurare l’immigrazione forzosa come una questione di soccorso a dei naufraghi. I magistrati su queste morti annunciate guardano dall’altra parte. Quello che possiamo fare per salvare bambini dall’annegamento è riconoscere che sono usati come scudi umani dai sostenitori di questa violenza degli sbarchi camuffata da atto umanitario. Vanno salvati togliendoli di mano a chi come l’articolista li solleva e li tiene sospesi fuori bordo per ricattarci e fare arrivare altri finti profughi da mantenere.

@Vlad Tepes. Non conosco l’autrice, e non ho nulla a che spartire con fondamentalisti e fascisti. Qualcosa sul merito di ciò che questa esperta scrive? Qualche autore di quelli che hanno la sua approvazione che dimostra che dice il falso, che “accogliamo” secondo un criterio etico-razionale, cioè accogliamo quelli che ne hanno più bisogno? La piramide dell’età con la divisione per sesso degli immigrati, della popolazione italiana, delle popolazioni di provenienza, delle popolazioni bisognose? Sono calunnie di fasci e di fanatici che vi sia un forte eccesso di giovanotti da discoteca e una scarsità di soggetti fragili, di anziani, malati, sfollati da bombardamenti? Comunque Bergoglio è al servizio di Soros. Posso provarlo, applicando il suo schema logico: Bergoglio porta i calzini; chi lavora per Soros in genere non va in giro senza calzini. Se ne deduce infallibilmente che Bergoglio è al servizio di Soros. Purtroppo la burbanza di quelli come lei non si limita a questo modo di ragionare, che si chiama fallacia del medio non distribuito.

 @Vlad Tepes. Sono io che devo rimostrare sotto casa di Soros? Ma vada lei a prendere istruzioni. Cavolata per cavolata, perché non organizzate un sistema di scambi: per ogni 5 gagà neri che manteniamo uno come lei viene proscritto in Africa, a sfogare lì il suo spirito samaritano. Mediamente non ci perderemmo nello scambio; forse il livello umano del Paese migliorerebbe. Certo immettere in quel continente martoriato quelli del suo stampo sarebbe una vera crudeltà nei confronti delle popolazioni stanziali. E di tutto l’ecosistema. Fiutata la sua presenza gli elefanti si metterebbero a barrire scuotendo il capo; grandi mandrie di gnu si darebbero alla fuga.

 @Vlad Tepes. La Rochefoucauld osservava come è curioso che i preti mentre predicano la povertà accumulano grandi ricchezze. Analogamente, molti di quelli che predicano l’immigrazione forzosa in nome di principi umanitari sono facili al disprezzo e all’insulto verso chi critica i piani che servono. Probabilmente i due paradossi sono collegati, riguardando le stesse figure, e la differenza tra ciò che dicono e ciò che vogliono. Ma in fondo la mancanza di rispetto per chi non riconosce la asserita superiorità di certe carità pelose copre una mancanza di rispetto – non sempre immotivata – per sé stessi.

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2 novembre 2016

Blog de il Fatto

Commento al post “Papa Francesco: “Migranti, l’Europa non si deve spaventare. Ma i governanti abbiano prudenza per integrare bene””

Gli italiani non dovrebbero spaventarsi, ma preoccuparsi, e opporsi, come fanno gli altri europei. E’ da incoscienti non preoccuparsi di questa inoculazione di disordine, discriminazioni, ingiustizie, tensioni. Sostenuta dal clero tramite la grottesca deformazione dei principi cristiani a favore del disegno liberista, che non vuole comunità forti di cittadini, ma una poltiglia di sradicati da manipolare. A proposito dell’avvicinamento ai luterani, si può dire che la chiesa oggi vende indulgenze alla degenerazione dello spirito capitalista.

2 novembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Migranti, Papa Francesco: “Europa non si spaventi. Disumano chiudere le porte””

E’ disumano ignorare i problemi dei popoli in difficoltà, derubarli, sfruttarli, bombardarli, fomentare guerre invece di aiutarli razionalmente in loco. Ma è pure scarsamente umano, è una caricatura ghignante della solidarietà, l’imporre porte aperte per masse di giovani bighelloni africani, spesso della classe media ci dicono gli esperti, lasciando nella disperazione chi dentro e fuori i confini ha veramente bisogno, e danneggiando le nostre strutture sociali, perché i vari potentati ne traggano profitto.

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6 novembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Giubileo dei carcerati, Papa Francesco: “Ipocrita chi vede la prigione come unica via”. E chiede un “atto di clemenza””

Pubblicato al 2° tentativo 6 ore dopo il primo

I consueti ammiccamenti del Vaticano alla malavita.

7 novembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Marietti “Giubileo dei carcerati, ha ragione Papa Francesco”

Il reale problema delle carceri, in un Paese dove lo Stato non rispetta i cittadini “liberi”, è una cosa. Il non erigersi a Dio e non fare un inferno di quei centri di dolore che raccolgono chi ha creato dolore è una questione reale, che rientra nella tutela della civiltà di un Paese. Il fare di questo problema un pretesto per aprire le porte delle carceri è un’altra cosa, di natura opposta: un negare la necessità inevitabile della punzione certa a tutela della convivenza civile, un altro erigersi a Dio esercitando l’arbitrio, accordando impunità, se non anche patenti di corsa, a delinquenti di fascia bassa per meglio preservare la propria impunità di fascia alta; e seminare così paura e disordine, per trarne potere a spese dei cittadini.

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7 novembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Politi “Migranti, la Chiesa può accogliere ma serve la Politica. Che latita”

L’affermazione che sarebbe la Chiesa ad “accogliere”, da “buon Samaritano” secondo Angelo Scola (CL…), ricorda quel tale che si presentò a casa di un conoscente sostenendo di avere fatto il voto di venire a mangiare gratis a casa sua per tre mesi, e di doverlo soddisfare avendo ricevuto la grazia implorata. Questa non è accoglienza, è introduzione forzosa di popolazioni straniere a vantaggio dei poteri parassitari e a danno del popolo.

8 novembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Migranti, don Vigorelli: “O siete di Salvini o siete cristiani”. Il segretario del Carroccio: “Episodio vergognoso””

Un falso dilemma gesuitico. Se non siete per la cinica operazione di darwinismo sociale camuffata da pietà cristiana dei preti, allora siete per le sparate fascistoidi – e a salve – della Lega. Sullo scaffale dei pensieri precotti del supermarket mediatico stanno solo questi due prodotti, entrambi tossici.

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13 novembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Papa Francesco: “Inaccettabile scartare le persone”. Oggi chiudono le porte sante”

“Non puoi mangiare l’arancia e buttare via la buccia. Un uomo non è un pezzo di frutta” (Willy, il mediocre e disperato protagonista di “Morte di un commesso viaggiatore”). Che sia “inaccettabile scartare le persone” lo sappiamo. Ce lo ricordano mentre praticano una eugenetica politica, importando a forza e favorendo determinati tipi di persona – non le più svantaggiate – non per bontà ma perché più adatti come sudditi rispetto ai loro affari. Trattando così interi popoli come se fossero vari cumuli di frutta di loro proprietà, da selezionare, scegliendo e scartando, per riempire le cassette come gli conviene.

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16 novembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Don Ciotti contro l’Europa: “I muri non risolvono i problemi. Investimenti si fanno nella direzione giusta””

E’ deludente sentire il celebre prete antimafia parlare per slogan, e anzi ripetere gli slogan di Renzi. Ora c’è l’opposizione ai muri; a certi muri ovviamente, non ai loro, che anzi vengono rafforzati. Non più frontiere nè confini. Ma una posizione così radicale non dovrebbe essere definita, spiegata e argomentata? Quando a lanciare slogan contro i muri sono i preti dalle loro posizioni blindate, insieme ai liberi muratori renziani, con le loro imbarazzanti pretese di superiorità, e a coloro che lucrano sull’immigrazione forzosa (inclusi i mafiosi, che su questo stanno con don Ciotti) mi viene in mente Ezechiele. Non il profeta ma Ezechiele lupo, quello dei tre porcellini, che pure avrebbe condannato come atto di egoismo e slealtà l’uso della muratura.

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30 novembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. Salvadorini “Corsi de il Fatto Quotidiano: il giornalismo scientifico deve essere critico, non megafono della scienza”

Riguardo all’uso della medicina e della “scienza” per fare uscire mafiosi dal carcere, segnalo che secondo notizie giornalistiche a Cosenza sono in corso trattative che coinvolgono il vescovo Nolè e il direttore del carcere Benevento per estendere alle fasce deboli e ai detenuti lo screening per il carcinoma della prostata. Lo screening col PSA o succedanei – v. Ablin, “Il grande inganno della prostata” – non identificando realmente il cancro della prostata ha reso senza necessità impotenti e incontinenti molti che vi si sono sottoposti. E’ infatti in via di ritiro in USA. Ma è un business colossale. Da un lato, i carcerati poveri diavoli, che sono in una posizione di soggezione, potranno subire pressioni per fare da carne da cannone. Magari con la prospettiva che una diagnosi di cancro e la conseguente mutilazione portino ad alleggerimenti di pena. Dall’altro, è da notare che, in funzione dell’età, la biopsia alla quale il test del PSA conduce può mostrare positività per cancro con frequenza elevatissima (oltre il 50-60% dai 50 anni di età). Si e proposto di non chiamare più “cancro” tali reperti istologici. Questi falsi positivi potrebbero fornire un appiglio giuridico a detenuti potenti, provvisti di complicità istituzionali, per evitare la cella; salvo non farsi operare, e non finire quindi ”limp and leaking” (“floscio e gocciolante”) visto che sta prendendo piede il “watchful waiting” invece della prostatectomia.

@ Monocalpo. E infatti non è previsto e non si dovrebbe. Stiamo parlando di imbrogli che possono favorire altri imbrogli. Non pensi che l’etichetta di malato di cancro possa avere un suo peso, tra gli argomenti addotti, davanti a un tribunale di sorveglianza?

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6 dicembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Papa Francesco si rivolge a preti e vescovi: “No alla doppia vita come Giuda””

Più che il pastore che lascia le 99 pecorelle per quella smarrita, i preti ricordano un pastore che si metta d’accordo coi lupi.

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17 dicembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Politi “Papa Francesco, 80 anni amari. In Vaticano è sempre più sotto attacco”

Il papa ieri nel circondarsi di bambini malati, seguiti al Bambin Gesù, si è soffermato sulla piccola Noemi, ora in lista d’attesa per una terapia sperimentale dell’opedale pediatrico vaticano; mettendole in testa la sua papalina. E’ toccante, ma il cappello papale non è il rifugio più sicuro per un bambino malato. E’ invece un ottima copertura per forze che nella ricerca amorale del profitto si comportano come orchi. Nel 2013 papa Francesco aveva usato Noemi per patrocinare Stamina*. Collabora così ad un’operazione di diseducazione e regressione culturale: la traslazione della medicina verso il magico, con la medicina ristretta a quella “scientifica”, in realtà commerciale e corrotta, magia buona, e alle medicine “antisistema”, in realtà ciarlataneria classica aggiornata, magie dubbie o cattive. Un riarrangiamento analogo a quello già architettato nel ‘600 per legittimare la magia dai gesuiti contro i quali si scagliò Pascal nelle Lettere Provinciali. Lunga e sana vita a Bergoglio, come a chiunque. Ma bisognerebbe considerare anche la salute e la longevità delle persone comuni e dei bambini vittime di operazioni che sotto mentite spoglie sono più vicine, nelle finalità, nelle pratiche e nei tradimenti istituzionali, all’Argentina di Videla o alla Sicilia del cardinale Ruffini che al Vangelo.

*Stamina, il Papa un giorno intero al fianco di Noemi, in attesa di nuove cure. Corsera Brescia, 6 nov 2013.

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30 dicembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Sfregola “Pranzo gratis per i poveri? Sì, solo se italiani. Quando la carità è nazionalista”

Pittore ti voglio parlare
Mentre dipingi un altare.

Tra tanti angioletti neri
Metti anche un angioletto bianco

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1 gennaio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Papa Francesco: “Abbiamo un debito con i giovani, li obblighiamo a emigrare e mendicare lavori che non esistono”

Lacrime di coccodrillo. Non sono un buon segno, perché i coccodrilli cattolici piangono non solo dopo avere mangiato ma anche prima di un nuovo pasto.
@ graffit. De te fabula narratur. In effetti parlo anche per esperienze personali, conoscendo il clero, che con la sua famelicità sta riducendo l’Italia a una riserva di caccia per coccodrilli con la lacrimuccia e squali inespressivi.
@ graffit. Buon per lei. Solo che il suo hortus conclusus si alimenta anche creando disordine all’esterno, cioè a spese altrui.
ccc
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21 gennaio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Terremoto Centro Italia, “turbina utilizzata per pulire percorso della processione”: polemica a Montemonaco”

Nel Buon governo, e nelle buone religioni, su questioni materiali come il soccorso per una bufera di neve, o la ricostruzione dopo un terremoto, l’Uomo precede Dio. Dio, se esistesse e fosse come dicono, non avrebbe difficoltà a lasciare che il salvataggio di un cristiano abbia priorità rispetto a un rito di adorazione; a dare priorità al ridare un tetto ai mortali rispetto al ricostruire un sontuoso tempio per celebrare Lui che vive nell’eternità. Nel Cattivo governo, e nelle cattive religioni, Dio viene usato per bestemmiare l’Uomo.

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26 gennaio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di O. Lupacchini “‘Il concilio d’amore’, tra Dio e il Papa si salva solo il Diavolo”

Ai tempi di Panizza la sifilide faceva paura, e non sorprende che per l’ingenuo iconoclasta rappresenti la vigoria di Satana. Allora erano in tanti a morire pazzi o dementi con la neurosifilide, considerata una manifestazione avanzata della sifilide. Oggi quel genere di flagello appartiene alla storia delle malattie; è scomparso a causa della cattiva medicina, ha scritto Lewis Thomas, perché la delicata spirocheta, che dà la sifilide, è stata immersa in “un aerosol di penicillina” da uso indiscriminato di antibiotici.

O anche perché con l’avvento degli antibiotici si è smesso di trattare la sifilide con mercurio e arsenico, che erano le vere cause della neurosifilide, provocando un avvelenamento cronico con esiti tardivi peggiori della malattia naturale, secondo P. Duesberg. Duesberg vede nell’errore dei medici ottocenteschi un precursore storico delle manipolazioni iatrogene con le quali oggi come allora si condannano a un inferno in terra masse di persone. Non c’è bisogno di calarsi in pozzi bui e viscidi per arrivare al Male. Inutile alzare il pugno e maledire il Cielo, o sbeffeggiare chi millanta di esserne portavoce. Anche il Diavolo è un’ipotesi non necessaria. Ciò che chiamiamo Male è in noi e tra noi, diffuso, in una miscela corrosiva diluita ma permanente composta di stupidità, paura, autoinganno, hubris, avidità e quant’altro. Assume a volte forme concentrate; più spesso in chi comanda, o veste la talare, la divisa, la toga o il camice bianco.

@ Helvetius. Sinceramente, da ciò che scrivi non credo che tu sappia in cosa consista lo studio; e credo che ciò che chiami “studiare” non sia, una volta lasciati i banchi delle elementari, un’attività da raccomandare.

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27 gennaio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Corlazzoli “Giorno della Memoria, Auschwitz raccontata dai 18enni: “Quei muri sono come quelli che si vogliono alzare oggi” “

Un paragone che dà del nazista sterminatore a chi è contrario all’immigrazione forzosa. Non rispettando così neppure le vittime di quella tragedia. I muratori razzisti che allora eressero i muri dei ghetti e dei lager per segregare coloro che consideravano inferiori sono piuttosto simili ai muratori autorazzisti che oggi vogliono abbattere ciò che abbiamo costruito per trasformare la società in un’immensa tendopoli, sovrastata dai castelli dei signori.

@ Grazia Rove. La carta che gli resta da giocare è quella pretesca del tentare di suscitare ad ogni costo, senza andare per il sottile, un senso di colpa, per quanto infondato, che faccia presa almeno sulla parte più suggestionabile dell’uditorio; con accuse grottesche e spudorate verso chi non accetta l’assurdo di un travaso dall’Africa all’Italia.

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6 febbraio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Augusta, don Prisutto e i morti per inquinamento: la Spoon River di Sicilia in un documentario”

Tra i prodotti velenosi emessi dalle industrie ce n’è uno particolarmente prezioso per gli speculatori: la paura. La paura della malattia, che spinge le persone verso l’industria medica. Attribuire tutte le morti per cancro a fonti puntuali di inquinamento è un’operazione scorretta, che trova la sua ratio nella valorizzazione di quell’inquinante potente che è la paura. Don Prisutto, esponente di una chiesa che è nel lucroso business della medicina commerciale, si trova a fianco di altre figure “etiche” nell’alimentare credenze distorte sulle malattie a danno della popolazione e a favore del business. Considerare solo i pericoli, reali, dell’inquinamento industriale, gonfiandoli con una retorica accattivante oltre le loro pur rilevanti dimensioni e ignorando le altre cause, e nascondere l’interesse a spingere verso i reparti di oncologia, con le loro false diagnosi di massa spacciate per prevenzione e le cure poco efficaci, pesanti e costosissime per i cancri veri, è come educare i bambini ad attraversare una strada a due sensi di circolazione e molto trafficata guardando solo da un lato anziché sia a sinistra che a destra.

@ FrankVa. Hai ragione sui pericoli dell’ignoranza. Il lato buono di quanto scrivi è che mette in luce la differenza, che andrebbe rimarcata, tra inquinamento ed esposizione. Non è vero che accertato che una sostanza è dannosa si può mettere “punto e basta”, congratularsi con sé stessi per il proprio raziocinio e senso civico e andare a mangiarsi una cassata. Anche un fornello da cucina o un accendino accesi possono causare orribili danni se l’esposizione ai loro gas è troppo ravvicinata. Bisognerebbe vietarli? La tossicità intrinseca è una cosa, l’esposizione è un’altra, gli effetti reali sulla salute un’altra ancora. Una conseguenza del confondere tra inquinamento ed esposizione è che spesso, in conformità a interessi illeciti, si nascondono gli effetti nocivi sui lavoratori o altri soggetti che siano direttamente esposti e allo stesso tempo si impaurisce eccessivamente la popolazione generale. Il rischio viene nascosto oppure esagerato dai don Prisutto in funzione dell’interesse. Un recente studio australiano mostra come i medici sottovalutino gli effetti avversi delle medicine. Il cui consumo beneficia da queste campagne di paura. Il danno da inquinamento va valutato sugli effetti sulla salute, data l’esposizione, non sulla tossicità potenziale. Forse invece di magliette, foulard, parodie di Spoon River, denunce di genocidi e professioni di oggettività bisognerebbe mostrare evidenze valide e, deposta la sicumera e riconosciuti gli interessi palesi e quelli nascosti, ragionarci.

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13 febbraio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Pedofilia, Papa Francesco: “Chiedo umilmente perdono alle famiglie delle vittime. Saremo molto severi””

“Il saggista politico W.R. Mead ha indicato un disservizio più sottile nell’attenzione mediatica ai preti pedofili. Nel dare notizia di preti pervertiti i giornalisti presumibilmente credono di sollevare la questione più ampia del crollo morale di una delle istituzioni spirituali più antiche e influenti. Tuttavia, come Mead nota, l’attenzione ossessiva ai preti pedofili mette in ombra problemi della chiesa dalle conseguenze molto più estese. Cita in particolare la corruzione dei partiti politici che la chiesa ha supportato in Europa, e la perdita di fedeli. Questi temi sono più difficili da coprire per la stampa, specialmente in modo che il pubblico li trovi interessanti. Eppure sono indicatori molto più pertinenti del declino e della corruzione della chiesa che non i preti pedofili”. *

La scandalosità degli abusi di preti su bambini può essere usata per distrarre dal contributo del clero allo sfruttamento, all’impoverimento, e al degrado delle condizioni di vita che colpiscono personalmente ognuno di noi.

*Glassner B. The culture of fear. 2010.

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27 marzo 2017

Blog de Il Fatto

Commmento al post “Benedizioni a scuola, per il Consiglio di Stato “sono legittime se fuori dalle ore di lezione e se facoltative”

Più che un atto religioso un avviamento alla vita reale, alle sue ipocrisie e genuflessioni. Grazie al Consiglio di Stato, che se ne intende, i ragazzi possono venire plasmati alla legalità reale. “A scuola ero il miglior ultimo della classe. Le mie vacanze erano sempre in pericolo. Mi salvavo all’ultimo. 9 in Religione”. (Marcello Marchesi).

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31 marzo 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Alatri, la preghiera davanti al locale. Il vescovo: “Che la vendetta non crei altri deserti””

Se davvero c’è questo pericolo, speriamo che ad Alatri, dopo che si è permesso che una scelleratezza venisse compiuta, non si aggiunga la scelleratezza della vendetta. Ma il discorso del vescovo, che subito rimprovera i cittadini per colpe non commesse e difende, da potenziali future violenze, gli assassini, appare obliquo. C’è la capacità, come Manzoni diceva di don Abbondio, di saper trovare sempre un torto nella parte offesa; qui la comunità. Più ancora, appare riflettere la costante preferenza dei preti per Caino. Il clero mentre recita la predicazione della non violenza si avvale anche dei prepotenti, dei violenti, dei criminali; dall’esercito dei raccomandati, tanto molesti quanto vili, alla malavita come la banda della Magliana; dalle dittature sudamericane alle istituzioni dello Stato “democratico”, sulle quali esercita la sua pesante influenza. Da sempre la Chiesa offre asilo e aiuto ai violenti, e procura loro impunità, sapendo che ne trarrà vantaggi. Vuole che le persone siano gregge, spaventate e docili. Due categorie apparentemente opposte sono affini nella ricerca del potere e nell’uso della paura per ottenerlo. Infatti tendono ad allearsi. Mussolini, nello stringere il patto tra camicie nere e tonache, disse che la potenza della Chiesa si fonda sulla paura. Lo riporta Ernesto Rossi, in un libro il cui titolo non andrebbe scordato: Il manganello e l’aspersorio.

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14 aprile 2017

Youtube

Commento agli auguri di Pasqua 2017 del vescovo di Brescia Monari

Per la Pasqua hanno messo una stazione della Via Crucis sotto casa. Una croce addobbata con una stola bianca; scaricata da un furgone della Caritas, guidato da un nero, che mentre passavo ha imballato il motore spargendo il tanfo dei gas di scarico. Quei due pezzi di legno ortogonali indicherebbero un’entità superiore all’Uomo. A me la croce imposta e l’incensiere diesel hanno fatto venire in mente David Lazzeretti, il Cristo dell’Amiata, visionario sincero, messo a morte perché troppo umano.

v. Spezzano della Sila, 15 aprile 2017. In :I professionisti della metamafia

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1 maggio 2017

Blog de  Il Fatto

Commento al post “Migranti, altro che morti in mare. La colpa è delle Ong cattive: parola di Luigi di Maio”

Pierberry: Lo si dice anche per il cancro…….

@ Pieberry: In effetti ci sono analogie e legami tra le due varietà di benefattori, e tra le due varietà di traghettamento di denaro del pubblico in tasche private: “Si vede che non solo gli antitumorali somministrati [costosissimi] sono stati uno spreco di risorse, ma anche che sono inefficaci e provocano tossicità non necessaria sui pazienti”. A. Aggarwal, autore del recente studio “Do patient access schemes for high-cost cancer drugs deliver value to society?—lessons from the NHS Cancer Drugs Fund”. Annals of Oncology, 2017. 0:13.

Pieberry: Ma vada a ….scopare il mare con una scopa di saggina!

@ Pieberry: E’ giusto che ci vada lei, che può camminare sulle acque, essendo di quelli cui la santità conferisce capacità sovrannaturali. Basta vedere come riuscite a moltiplicare le pagnotte e i branzini.

Pieberry: Signore perdonalo perchè non sa quello che dice.

@ Pieberry: Signore, le nostre colpe sono grandi, ma non ci meritavamo la confusione delle lingue e la dispersione dei popoli come per la Torre di Babele. Permettimi di farTi osservare che gli scellerati che lavorano per Babilonia, a nostre spese, sostengono di agire in Tuo nome. Potrebbe essere un caso di millantato credito: forse non Tu, ma qualche altro signore, gli ha dato “un assegno della sua presenza”.

Pieberry: A quanto ammontava l'”assegno”?

@ Pieberry: Mysterium fidei. Possiamo farcene un’idea considerando il giro d’affari (C. Marincola. Ecco i fondi per i migranti un miliardo va alla Chiesa. Il Messaggero, 28 aprile 2017), che porta ad escludere che il corrispettivo dei benefici ricevuti ammonti a soli 30 denari.

Pieberry: Quelli sono riservati ai traditori

@ Pieberry: E’ vero. Le maschere vuote, che recitano qualsiasi copione e non hanno rimorsi, si fanno pagare bene.

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17 maggio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Migranti, Gratteri: “Al cara cibo insufficiente e soldi alla ‘ndrangheta. Cose veramente tristi””

Sono “cose veramente tristi”; tristi almeno cinque volte. 1) Tristi perché conseguenza di un’immigrazione forzosa che estende sfruttamento e degrado sociale all’Italia a favore degli stessi interessi che portano guerre e depredazioni nel mondo. Questo parassitismo primario è come un tronco dal quale si ramificano altre cose tristi: 2) Veniamo obbligati a fornire ogni giorno il cornetto col cappuccino e gli altri due pasti a schiere di giovanotti nullafacenti, scelti da chi ha imposto questa invasione, voltando le spalle a popoli martoriati e alla povertà e disoccupazione nostrane (parassitismo discriminatorio). 3) Si traveste una violenza epocale con nobili ideali, trascurando i ragionevoli doveri verso i popoli in loco e sostituendoli con una “accoglienza” deformata oltre il suo campo di applicabilità fino all’assurdo (misericordia simoniaca, che spaccia valori e principi come poteri magici benefici per poi lucrarci). 4) Al seguito dei grandi predatori pasteggiano le solite iene, mafiosi, politici, preti (parassitismo mafioso). 5) Ci si spella le mani nell’applaudire la retata, riconoscendo alle istituzioni che ci tradiscono legittimità in cambio del contentino di una puntata dell’eterna saga mafia-antimafia; illudendoci che l’accettata con la quale i CC e Gratteri hanno potato uno dei rami, finora lasciato prosperare, sia un colpo al tronco della malapianta, che invece viene protetta e curata.

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18 maggio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. Patitucci “Corea di Huntington, speranze dalla terapia genica. La senatrice a vita Cattaneo: “Mai più discriminazione”

In generale, etica della ricerca e cultura cristiana dovrebbero convergere nel tenere l’aspetto etico e quello tecnico separati e distinti. Oggi invece ricercatori e clero cercano la promiscuità. Le malattie gravi inducono a compassione e impongono obblighi di solidarietà. E’ divenuta prassi stimolare ad arte la compassione per rendere credibili le promesse di cura, sostituendo la plausibilità biologica con spot lacrimevoli (bayesanesimo fraudolento). La gravità di una malattia, la sua crudeltà e lo stigma, l’impulso a combatterla, non hanno nulla a che vedere con la possibilità materiale di curarla; ma spesso sono usati, invece che per spingere alla migliore assistenza possibile, per legittimare prodotti hi-tech, basati su teorie di comodo architettate dal business, piuttosto che dalla scienza al servizio della compassione come si vuole fare credere. Presentare casi commoventi, o creare un caso morale*, sono tecniche usate dalle ditte di marketing per aiutare i loro clienti a vendere farmaci costosissimi che non funzionano. E’ divenuta comune l’affermazione di voler “destigmatizzare” per propagandare un prodotto medico carente; es. è stata usata per la colonscopia virtuale**.

*Eichacker PQ et al. Surviving sepsis – Practice guidelines, marketing campaigns, and Eli Lilly. NEJM, 2006. 335:16.
**As radiologists push for “virtual” colonoscopy coverage, risk of misleading readers is real. Health News Review, 12 set 2016.

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22 maggio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Gentilini “Tumori infantili, l’Italia detiene il triste primato in Europa”

Lo studio citato commenta sull’incremento dell’incidenza mondiale dei tumori infantili del 20% in 20 anni: “Cancer statistics in high-income countries might be influenced by overdiagnosis of some cancers detected by non-invasive imaging and screening tests, including neuroblastoma, thyroid cancer, melanoma, and kidney cancer. “. Non lo studio, ma la dr.ssa attribuisce l’incremento all’inquinamento; e il primato italiano di tumori infantili ad una maggiore corruzione che causerebbe più inquinamento. L’inquinamento è tra le cause di cancro; ma mentre lo si sbandiera non si dovrebbe ignorare la possibilità, ormai nota, che nel differenziale rispetto ad altri paesi giochi la sovradiagnosi. Sovradiagnosi favorita dai continui allarmi sui miasmi dell’inquinamento. E in Italia catalizzata – narrazione per narrazione – dal pietismo peloso di un paese cattolico: per i tanti santocchi (inclusi quelli non praticanti o non credenti) l’immagine del bambino nelle grinfie del cancro, che consente sviolinate caramellose che portano a intascare indebitamente soldi e riconoscimenti, è una tentazione. Così forte che se il cancro il bambino non ce l’ha non si moderano nello sfruttare i diversi appigli disseminati dalla medicina “scientifica” per inventarlo impunemente.

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15 giugno 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Papa Francesco contro la corruzione: “E’ una bestemmia, un cancro che logora le nostre vite. Bisogna combatterla insieme””

Sia Peppino Impastato sia Bernardo Provenzano erano contro Gaetano Badalamenti. Impastato perché era contro la mafia. Provenzano come mafioso concorrente. Si può essere contro la corruzione per ragioni morali e come vittime; oppure come competitori. La grande distribuzione è ostile ai liberi bottegai; analogamente la corruzione tradizionale, dove ogni disonesto, fino all’ultimo assessore del piccolo comune, può rubare per casa sua quanto gli riesce, non è ben vista dai poteri forti. Il loro interesse è di ridurre il cancro della corruzione per espandere la tisi dello sfruttamento legalizzato. Tramite la tassazione a loro vantaggio, mentre i servizi pubblici sono privatizzati; la svalutazione continua dell’identità personale e comunitaria e dei diritti, il dissodamento del tessuto sociale per la monocoltura del suddito-consumatore, le grandi frodi istituzionalizzate della medicina. Addossando poi la colpa alla mafia perdente. Il clero prospera nel regime di corruzione, e prospererà anche in quello dello sfruttamento legalizzato.

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17 giugno 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Corruzione e mafia, il Vaticano pensa alla scomunica. “L’illegalità calpesta la sacra dignità della persona””

I mafiosi non tollerano che la delinquenza comune operi a piacimento nel territorio che sfruttano. Il clero e i “50 magistrati” sono alleati contro la corruzione delle mazzette ma sono a favore dello sfruttamento legalizzato, tramite il potere dello Sato, a beneficio delle banche, delle multinazionali e degli altri privilegiati. I preti predicano con sussiego il “rispetto per la dignità della persona” e intanto vanno in risciò, con noi che li trainiamo pagando anche le loro tasse, e anzi pagando a loro le decime. I magistrati combattono la corruzione delle mazzette, e agitano l’eterna lotta alla mafia, ma favoriscono lo sfruttamento da parte dei poteri forti; a volte con favoritismi che mostrano come certi lauti stipendi siano bustarelle legalizzate.

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17 giugno 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Corrotti e mafiosi, ecco l’iter della scomunica promessa dal Vaticano. Obiettivo: farla entrare in vigore nel 2018”

Che il ricco faccia pagare le sue tasse al povero, e che invece di versare per intero le tasse dovute ne incassi parte, come fa il clero in Italia, a quanto pare non rientra nella corruzione. Invece di limitarsi alla corruzione si dovrebbe considerare l’intero spettro di atti coi quali si può trasgredire il settimo comandamento.

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13 luglio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Cei, Galantino risponde a Renzi: “Aiutarli a casa loro? Non basta. È un modo per scrollarsi di dosso le responsabilità””

L’imporre un’operazione di ingegneria etnica che ristruttura – malamente – la composizione della popolazione esorbita dai poteri costituzionali. Va considerato come un atto illegale e ostile verso il popolo italiano, da parte dei governanti e da parte di altre forze che li comandano come la CEI.

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15 luglio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di P: Gomez “Papa Francesco: e se ci governasse lui? L’editoriale di Peter Gomez su Fq Millennium”

Un po’ come spegnere il fuoco con la benzina o curare l’anemia con le sanguisughe.

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5 novembre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco, gli estimatori ‘impensabili’ del Pontefice”

Luigi Berlinguer, già rettore dell’università di Siena, ministro dell’istruzione e riformatore in senso liberista dell’università, segretario generale della conferenza dei rettori, è stato citato a esempio della “metà dei rettori iscritti alla massoneria”*. L’affinità e i legami tra i massocomunisti e il papa globalista non sono affatto “impensabili”, e anzi sono prevedibili. Berlinguer, uno dei mandarini responsabili dell’attuale condizione del Paese, si definisce “rozzo attivista da strada”. Gli italiani dovrebbero smettere di credere ai fumetti. Con Bergoglio il potere veste i panni dell’opposizione ai propri misfatti, mentre ha cura di rendere l’opposizione autentica “desaparecida”.

*Carlucci D, Castaldo A. Un paese di baroni. Truffe, favori, abusi di potere. Logge segrete e criminalità organizzata. Come funziona l’università italiana. Chiarelettere, 2009. Pag. 139.

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16 novembre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Pasciuti “Fine vita, Francesco è la vera ‘classe dirigente’: indica la strada senza curarsi della convenienza”

Quello che è buono non è nuovo e quello che è nuovo non è buono. Il buono è l’identificazione dell’accanimento medico a fine vita o in condizioni di malattia estreme e crudeli. Il nuovo è l’appoggio alla liberatoria culturale e giuridica per un maggiore arbitrio medico su vita e morte. Es. il Liverpool Care Pathway in UK, dove la soppressione di anziani, volta ridurre la spesa, ottenuta applicando buoni protocolli di fine vita anche a chi non stava morendo, è stata ricompensata in denaro. Non c’è contraddizione con la pretesa assurda e macabra di “curare” Charlie Gard: il medesimo fine, il profitto, impone a seconda delle circostanze che si curino i morti e si uccida chi non vuole morire. E’ ovvio che il clero abbia saperi e capacità politiche di gran lunga superiori a quelli dei figuranti messi a gestire lo Stato. Ma è patetico credere che i preti non predichino secondo la loro convenienza. Sono puntuali nel posizionarsi secondo il loro interesse, e la campagna sul libero morire ha – come decenni fa quella sul libero amore – finalità economiche, più che di emancipazione. Oggi accorre sbarazzarsi di cittadini non redditizi. Si lecca la mano che porta al macello, mentre si tacciono i tetri calcoli sul controllo della popolazione. E’ stata meno ipocrita Lady Warnock, filosofo moralista consulente del governo UK: per lei chi soffre di demenza “ha il dovere di morire” perché costa troppo.

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24 novembre 2017

Blog de il Fatto

Commento al post “Migranti, Papa: “I politici che fomentano la paura seminano violenza razzista””

Gli stranieri alla ventura immessi a forza sono come le biglie di un mulino a biglie. Ad essere frantumata e macinata sarà la popolazione locale, togliendo legami comunitari, diritti, identità, ricchezza. La globalizzazione non vuole comunità forti, ma una massa di singoli deboli e incolori.

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6 dicembre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Giambartolomei “Bologna, sarà vietato concedere sale comunali a chi discrimina in base all’etnia, alla religione o al sesso”

Ci sono due modi di svilire l’umanità dei singoli e delle etnie. C’è quello fascista classico, per il quale ci sarebbero individui e “razze” superiori e inferiori. E quello globalista, che furtivamente sostituisce al principio di uguaglianza, al principio di pari dignità umana, quello apparentemente simile, ma opposto negli effetti, di interscambiabilità. Il principio che le persone e le etnie sono così uguali da essere interscambiabili. Per il principio di interscambiabilità lavoro, casa, spazi sociali, riconoscimento di cittadinanza, li possono avere l’individuo e il gruppo che li hanno costruiti, che ne sono tessuto costitutivo, come pure li può avere chiunque altro, venuto da qualunque posto. Secondo decisioni prese e imposte dall’alto. A chi si oppone all’ideologia dell’interscambiabilità globalista, e ai metodi coercitivi coi quali viene attuata, viene cucita addosso la stella nera del razzismo.

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14 dicembre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Marfella “Terra dei Fuochi non è una fake news. Il report di Regione Campania è incompleto”

Le evidenze dovrebbero essere indipendenti dalle asserite virtù di chi le presenta. Il biostatistico Allison ha chiamato “white hat bias”, “bias del cappello bianco”, il distorcere l’informazione scientifica in nome del ritenersi “dalla parte giusta”. E l’iscrivere chi dissente nella parte sbagliata.

Per di più, i buoni col cappello bianco e i malamente che rapiscono i bambini in culla lavorano per lo stesso impresario. Si sta distillando un prezioso sottoprodotto dell’inquinamento, la paura delle malattie, separandola dalla verità sull’effettiva entità del fenomeno, dalle responsabilità e dalle conseguenze antieconomiche. Sia De Luca, magnifico esempio di feudatario, tanto brillante nel rintuzzare i rivali quanto ossequiente ai poteri superiori, sia Patriciello, emissario di un clero che si occupa di vendere greggi di pecorelle, hanno interesse a mantenere la paura free-floating, che giustifichi il business delle bonifiche e spinga le persone nel business dell’oncologia. E allo stesso tempo ad evitare conseguenze negative su altri settori dell’economia, come l’agricoltura e la ricerca sconsiderata del profitto nel business dei rifiuti. L’incertezza sollevata inscenando il duello salva capre e cavoli.

Don Diana non meritava di essere chiamato maestro di questo peccato di superbia interessata, l’indossare il cappello bianco; né di questo genere di sceneggiate, il contrario del parlare chiaro che porta a ricevere non consenso ma la violenza dei malvagi.

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21 dicembre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Papa Paolo VI sarà santo: “Individuato un miracolo compiuto dal Pontefice”

Papa Pochino (“il papa ha fatto pochino”, A. Moro, prima dell’esecuzione) era legato a massoneria e servizi; e ai loro affari sporchi. Da Paolo VI a Telethon, la santità, l’eroismo, gli altissimi valori sono un camuffamento dei predatori. In biologia viene chiamato “mimetismo aggressivo”. La differenza tra l’aureola pubblica e la verità picea ricorda quegli ordigni innescati che vengono nascosti in pucciosi peluche per farli esplodere nelle mani di bambini.

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31 dicembre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Zanfino “Si gela, italiani e migranti assieme occupano hotel nel centro di Cosenza. “Il Comune? Quest’anno nemmeno i container””

Ezechiele lupo non vuole che i 3 porcellini abitino ciascuno in una casa in muratura. Così di porcellini ne fa arrivare altri 3, sullo stesso appezzamento e quindi per gli stessi mezzi di sostentamento, in modo che finiscano tutti e 6 in baracche e capanne. Quando penso al genere di società per la quale il clero e i suoi accoliti stanno spingendo, e alle pressioni per regalare agli immigrati il denaro ottenuto spremendo i piccoli proprietari di case, o per regalargli direttamente le case permettendo occupazioni, mentre il primo padrone di immobili, il clero, gode di lauti privilegi fiscali, mi viene in mente il palazzo vescovile di Noto, che torreggiava accanto alla cattedrale superbo in mezzo alla miseria e alla disperazione narrata da Verga nei suoi racconti. Sarà contenta la curia di Cosenza, che vede le prime avvisaglie del degrado, del livellamento verso la povertà, dell’arbitrio che si fa legge, che stanno venendo perseguiti tramite l’immigrazione forzosa e l’uso anticristiano di princìpi morali cristiani.

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1 febbraio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Leucemia, bimbo di 4 anni curato con la terapia genica. È la prima volta in Italia”

@ Fausto Noce. Ha ragione. La versione cartacea de Il Fatto va oltre, titolando “terapia genica salva bimbo di 4 anni”. Si tratta di hype propagandistico per i farmaci oncologici “innovativi”, che sul piatto dei benefici moltiplica ad arte il peso di un dato che sul piano scientifico, ed etico, non permette i Te Deum intonati da tutto l’arco dirigenziale, dalla Lorenzin al giornale di Gomez e Travaglio; dando la falsa impressione che le nuove costosissime terapie oncologiche, che qualche volta sembrano funzionare, nelle condizioni controllate, e artificiose, dei trial (un noto ricercatore, Von Hoff, dice che in molti trial di farmaci oncologici per essere ammessi bisogna essere atleti olimpionici col cancro), costituiscano la fatidica soluzione già tante volte annunciata; mentre occulta i gravi rischi e i fini speculativi dell’immunoterapia e della terapia genica sull’altro piatto. Occulta come queste nuove terapie oncologiche molto spesso non funzionino mentre non di rado massacrano il paziente e possono rendere il cancro decine di volte più aggressivo. “La bilancia falsa è abominio al Signore” (Proverbi).

@ Bobovitz. Voi uomini di scienza lo sapete che a volte un sottoinsieme, definito intensionalmente, coincide con l’intero insieme. Es.: “Dimmi un po’ ragassuolo, tu conosci un certo Mario che abita qua intorno?” “Qui de Mario ce ne so’ cento” “Mo si va bene, ma questo l’è uno che ruba” “Sempre cento so’”. (I soliti ignoti).

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15 febbraio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Marco Cappato, la Consulta depenalizzi l’aiuto al suicidio per motivi umanitari”

Abele. Il suicidio tramite terzi allontana lo spettro del fare la fine della vittima del racconto di Poe “Il barile di Amontillado”. Magistrati e politici illuminati e coraggiosi stanno conducendo una battaglia di civiltà.

Caino. E’ arrivato l’ordine: legalizzare l’eliminazione di persone in base a criteri economici. Media, radicali e magistrati, sensibili ai voleri atlantisti, si sono messi all’opera. Si mostrano casi particolari come questo di dj Fabo dove la soppressione delle restanti funzioni vitali è eticamente difendibile e una deroga, rigidamente circoscritta, ridurrebbe lo sconcio di sofferenze prolungate. Si tace sul vero obiettivo, la massa di vecchietti e malati gravi di ogni età – inclusi sani resi malati dalla medicina – da sfruttare per vendere cure fraudolente inefficaci o nocive e poi buttare come limoni spremuti. In USA ora si criticano le speculazioni commerciali ($3000) sul PAD, physician assisted dying. Da noi si ignorano rozzamente gli interessi e le condizioni che costituiscono l’imbuto che conduce a “scegliere liberamente” il suicidio sostituendolo con un fantoccio, lo “Homo juridicus” padrone delle sue scelte. L’immagine implicita di questi festeggiamenti per la morte facile è quella di Casper del viandante solitario che osserva dall’alto della cima il mare di nebbia. Per molti l’immagine appropriata sarà quella di un insetto che finito nella corolla a imbuto di una pianta carnivora si dissolve al suo fondo, poco importa come.

 @ Dada Cinnok. Sì, siamo figli di Caino. Riconoscerlo può aiutarci a limitare e superare la nostra natura; e a non abboccare a tante predicazioni di amore, bontà, santità, incluse quelle in salsa “laica”, come questo brillante diritto-dovere di aiutare gli altri ad andare a morire ammazzati. In modo da raggiungere e mantenere una convivenza civile, dove non vigano sotto cosmesi etiche, ideologiche e giuridiche le leggi di Caino. Una società basata sulla decenza, che è il minimo accettabile, e salvo casi fortunati anche il massimo cui si può ragionevolmente puntare.

@ Angle. I figli del fratello che ha prevalso assassinando il fratello e ha così diffuso la sua progenie non sono tutti uguali; allora bisogna anche considerare come è distribuita nelle varie componenti della popolazione la loro diversità. Dato lo stratagemma di presentarsi come discendenti dello zio si dovrebbero inoltre comparare due distribuzioni di frequenza, quella apparente e quella reale.

@ Angle. Ah, lei intende in senso letterale. Dio, il Dio il cui nome ricorre spesso nei discorsi dei suoi portavoce, e Satana, se posso usare i vostri termini, hanno in comune questa narrazione della lotta tra bene e male, tra good guy/bad guy, angeli e demoni, santi e scellerati. Quanti fascismi ho visto dietro all’antifascismo, quanto piduismo, la mafia di Stato, dietro all’antimafia, quanta “eversione dall’alto” (cit.) dietro all’antiterrorismo, empietà contro l’Uomo dietro a parole di fede in Dio. Quanta propaganda pro frodi mediche dietro all’antidoping, barbarie di ritorno dietro a battaglie di civiltà come questa del suicidio a domanda, frodi tecniche dietro alla lotta alle ciarlatanerie delle cure alternative. Così, sarà Dio, sarà Satana, quando sento proclamare applicazioni del binarismo bene/male mi chiedo se provengono da quella minoranza di brave persone o dal solito lupo che s’è mangiato la nonna, ne indossa la cuffia e aspetta Cappuccetto Rosso.

@ Angle. L’expertise dei preti sul mondo terreno è straordinaria. E’ stolto credere, come si dice spesso, che, siccome li sostiene la Chiesa, allora si tratta per forza di principi retrogradi e dannosi. D’altra parte, ci si può trovare su posizioni convergenti per motivazioni e finalità diverse. Es. il rispetto della dignità umana vs. il potere che deriva dallo stare in piedi davanti a chi è messo in ginocchio dalla sofferenza. Inoltre il clero è immerso nel business biomedico, per nulla santo, al quale questo liberalizzare – e privatizzare – le cesoie di Atropo è funzionale.

Si fa presto a dire di essere parte di una istituzione Santa. Da bambini, quando dicevamo cosa volevamo diventare da grandi, c’era sempre il più furbo che diceva, invece che il pilota di caccia o il dottore, “il miliardario”. Ma il miliardario non è un mestiere o professione, è un risultato eccezionale. Analogamente questo attribuirsi a priori una “Santità” pare una furbata per bambini. E ancor più col distinguo tra contenitore soprannaturale e contenuto umano. Poi si può credere di essere qualsiasi cosa, e indossare i paramenti più sfarzosi o le vesti più dimesse; ma per me se si vuole essere riconosciuti come interlocutori certo non santi ma credibili, qualunque abito si indossi e intenzione si professi bisogna dimostrare una robusta decenza, cioè il non scendere sotto il livello che comporta il rispetto sostanziale degli altri.

@ Angle. Non dubito che, come per altri gruppi criticati e criticabili – comunisti, fascisti, massoni, pregiudicati etc. – tra i cattolici e nel clero vi siano singoli individui di valore. Anche perché alcuni penso di averli conosciuti, di persona o tramite gli scritti. Ma lei trasfigura una realtà prosaica. Del resto è questa la vostra arte, di operare anagrammi e sciarade sulla realtà per ricomporla in un significato diverso, talora opposto.

@ Angle. Non si dovrebbe citare Dio, usandolo come un “jolly”, per ciò che è spiegabile in termini terreni. Cappato lavora per il liberismo. E quelli che calano “Dio” in continuazione? Lei dice che loro sono doppiamente contrari. A me pare siano contrari a metà. La regolazione delle morti è imposta dall’economia liberista, e il clero sa che chi si mette dalla parte del più forte campa 2000 anni. Serve al business biomedico, alla medicina dei guadagni di Borsa stratosferici, che ha resuscitato sotto il manto dello scienziato forme di magia naturale e promesse di salvezza ancora più arcaiche della novella cristiana. Un business stregonesco tinto di sangue col quale anche il clero si arricchisce. Per di più, la gente, mentre crede che pozioni e gizmo tecnologici la manterranno sempre in forma, si affretta ad accettare che si tiri la spina alla prima prospettiva di soffrire. Così i preti si limitano a un “lip service”. Peccato, perché c’è un clericalismo che specula sul dolore, ma c’è anche una filosofia cristiana che potrebbe dare un contributo positivo, educando a una visione di vita più sobria e forte; a non credere né alle promesse di immortalità terrena, né alle paure e minacce di tormenti degli imbonitori. Potrebbe indirizzare molti sulla strada per affrontare, senza sfuggire – né pretendere di risolverla – la condizione umana.

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27 febbraio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Profughi, corridoio umanitario con l’8xmille. Bambini a Fiumicino, Galantino ai “politici sciacalli”: “Guardateli negli occhi””

Galantino è uno che quando parla a quelli che considera ”il gregge” tende a non distinguere. Nel 2017 ci ha detto che non c’è differenza tra i profughi di guerra e i migranti economici. Distinguere tra chi fugge dai massacri e chi viene qui perché vuole il televisore a schermo gigante per il monsignore è come fare la distinzione tra “morire impiccato e la sedia elettrica”. Ha usato una stessa parola, sfruttandone la polisemia, chiamando nello stesso discorso “disgraziata” Pamela Mastropietro e “disgraziato” il nigeriano che a Macerata l’ha uccisa e depezzata. Ora non distingue tra bambini e cagnolini. Dice severo “guardateli negli occhi” come la signora chiede “non è carino?” del suo Fuffi o come la gattara tratta come suoi figli i tanti micini. La signora e la gattara hanno ritagliato un loro micro-mondo da coltivare riversandovi amore. Disinteressandosi del pianeta vero, che resta all’esterno. Ma chi dice di volere fare il bene non può coltivare bonsai: deve guardare “Il mondo grande e terribile” (Gramsci). I bambini si deve cercare di salvarli tutti, in loco, con azioni politiche; non solo la parte infinitesima portata qui per esibirla in spot dolciastri per meglio accollarci una massa di gente scelta con criteri non umanitari ma di tornaconto. Un uso dei bambini “callous” e stucchevole; e stomachevole se si pensa alla sorte che le stesse forze servite dal clero che impongono a noi l’immigrazione forzosa decretano per i tanti bambini sotto le bombe o alla fame.

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4 marzo 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di E. Ambrosi “Cancro al seno, parlano 200 donne malate: “Non siamo fighe, siamo rottami. Chiediamo una miglior qualità della vita (e una comunicazione giusta)””

In Francia una commissione, che ha compreso cittadini, nominata dal ministero della sanità, ha chiesto l’abolizione o la riduzione dello screening per il cancro della mammella e uno stop alla disinformazione e propaganda (Barratt A et al. Reform of the National Screening Mammography Program in France. JAMA, 30 ott 2017). In Italia si cerca all’opposto di espandere il business. Anche con l’estetizzazione della pesante e dolorosa esperienza del cancro. La presidente dell’Associazione Italiana Oncologia, Stefania Gori, ha lodato la Toffa. Per una voce di donna, con diagnosi di cancro della mammella, che denuncia queste tecniche di vendita avvilenti e disoneste: Ehrenreich B. Smile or die. How positive thinking fooled America & the world. Granta, 2010.

Rivolgersi a Bergoglio come avvocato è finire in ore leonis, perché il clero promuove il business del cancro, al quale partecipa. Ma gli italiani, diceva Montanelli, “vogliono fare la rivoluzione coi carabinieri”. E infatti anche la scelta dello “antisistema” M5S, che ha appena vinto le elezioni, del generale dei CC della Terra dei fuochi al ministero dell’ambiente va nel verso del favorire il business del cancro insieme agli spot della Mediaset di Berlusconi su come è fico avere il cancro e alle bugie sul cancro del governo Renzi (v. La post-camorra. Dai tagliagole alla chirurgia ingiustificata della tiroide).

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12 marzo 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Belve, Adriana Faranda ospite su Nove: “Non ci aspettavamo che la scorta di Moro fosse così impreparata””

Forse non sono la Faranda e c. ad essere “belve”; ma sono mezzecalzette quelli che danno corda agli utili scagnozzi della guerra a bassa intensità e accreditano la tesi di Moro tenuto per 55 giorni da terroristi-Diabolik che tengono in scacco un esercito di incapaci. Invece che l’esibizione della belva da baraccone sarebbe stato più interessante sentire parlare di questo:

“Il luogo infatti si colloca nell’ area dove il 16 marzo si perdono le tracce dei rapitori di Moro durante Ia fuga da via Fani; in via della Balduina, da un lato vi sono alcuni stabili appartenenti all’Istituto per le opere di religione, lo lor, diretto per molti anni dal potente monsignore Paul Marcinkus (29) dall’altro vi sono gli ampi giardini e i palazzi della Loyola University of Chicago – Rome Center of Liberal Arts, anch’essa gestita da religiosi [E’ un’università dei gesuiti,ndr]. (De Lutiis, Il golpe di Via Fani).

(29): “Tra il materiale sequestrato ai brigatisti Valerio Morucci e Adriana Faranda dopo il loro arresto (29 maggio 1979) c’era l’indirizzo e il numero telefonico dell’abitazione di monsignor Marcinkus, nonché l’indirizzo e il numero telefonico di padre Felix Morlion (agente della Cia), ai quali l’autorità giudiziaria non ha mai rivolto alcuna domanda”. (Da: Flamigni, La tela del ragno).

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16 marzo 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di E. Ambrosi “Nuovo contratto Rai, lavoro in eredità? Fare assumere un parente non è come dare i buoni pasto”

Le asserite motivazioni del passaggio dinastico del posto di lavoro pubblico in RAI, incluso quello di giornalista, sono nobili: aiutare gli indigenti. Era lo stesso criterio filantropico di Gianni Prandini, il democristiano bresciano deceduto giorni fa, a sentire il suo amico don Armando Nolli, che ha celebrato il funerale e nel lodarne la figura nell’omelia ha detto che Prandini “ha sempre tenuto presente i bisogni più che i meriti”. Date le sue pratiche tangentizie (v. Mani sporche, Travaglio e Gomez) a Brescia circolava una barzelletta sulla differenza tra un democristiano-tipo e Prandini. Il democristiano-tipo per spiegare come si fa ad arricchirsi dice al neofita “Vedi quella strada là in fondo alla valle? L’appalto prevedeva un terrapieno di 4 metri e noi l’abbiamo fatto costruire di 3 metri”. Prandini al neofita dice: “Vedi quella strada là in fondo alla valle?” – “Quale strada? Non vedo nessuna strada.” – “Appunto”. Circolava anche un libro che illustrava come “la brigata prandiniana dei prendeur d’affaires” avesse circuito e spogliato dei suoi averi un’anziana, anche grazie a varie complicità istituzionali. Scritto da Renato Rovetta, che era un giornalista del tipo che la RAI tiene lontano.

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1 aprile 2018

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Commento al video messaggio “Tremolada: “Nella Pasqua scaturisce la speranza. Il vescovo Pierantonio augura una buona Pasqua ai bresciani”

A Paolo VI, cui Tremolada è devoto, non si attribuisce che uno stentato miracolo parziale. Testimonio un altro effetto sovrannaturale del santo: da molti anni quando a Brescia passo davanti a una chiesa compaiono Audi station wagon o auto di polizia. Puntuali evocazioni delle entità che sistemarono Moro, e che nella Buenos Aires di Bergoglio esibivano le famigerate Ford Falcon; in un’alleanza tra adoratori della Trinità e del triangolo massonico della quale Montini andrebbe fatto patrono.

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7 aprile 2018

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Commento al post “Brescia, bimba di 4 anni muore di otite: “Era stata respinta da due ospedali” “

Il messaggio è tonante: dietro alla comune otite c’è un mostro che può uccidere il bambino; l’otite media quindi esige work-up diagnostico e terapia aggressivi. Non viene detto che i mostri sono due, e disposti a tenaglia. Oltre a Scilla, le rare complicazioni di una patologia quasi sempre benigna, c’è Cariddi, gli effetti iatrogeni degli esami e delle terapie. Gli antibiotici hanno scarsa efficacia sulle otiti, e possono fare aumentare le ricorrenze. Il dubbio qui seminato di un ascesso cerebellare trascurato porta alla TAC, che soprattutto nei bambini può causare cancro del cervello e leucemia*, con una probabilità come minimo paragonabile a quella delle complicazioni gravi nelle otiti. La buona medicina pilota il bambino nello specchio di mare, non così stretto, tra i due mostri. Quella cattiva fa rotta a casaccio. La medicina commerciale grida a Scilla per spingere il bambino verso Cariddi, sulla cui presenza tace. Questa vaga e anomala scare story viene da Brescia, città dove i magistrati vanno troppo d’accordo coi medici, e coinvolge la Poliambulanza, ospedale di suore fortemente orientato alla medicina commerciale; tra gli amplificatori, un parroco e la ministra Lorenzin. C’è di che raccomandare ai genitori doppia cautela, data la disseminazione di messaggi parziali, distorti, ingannevoli e pericolosi.

*The use of computed tomography in pediatrics and the associated radiation exposure and estimated cancer risk. JAMA Pediatr 10 giu 2013.

Zaccanella9apr18

9 aprile 2018, ore 15:02. Un’inquilina sente il bisogno di spazzare le scale condominiali sovrastanti l’atrio proprio mentre entro con la spesa. Succede sempre; anche dopo che a mie lettere di protesta all’amministratore le pulizie sono state affidate a una ditta esterna. Una catena di molestie incessante e asfissiante. Entrato in casa, su RAI 1 una presentatrice, un avvocato e un attore commentano il caso della bambina a Brescia, stigmatizzando il non dare gli antibiotici e non fare la TAC ai bambini con l’otite. Citano a sostegno Ricciardi, direttore dell’ISS. Sostengono che i genitori dovrebbero a loro giudizio chedere la TAC all’ospedale, e che se la chiedono i medici commettono un abuso passibile di procedimento giudiziario negandola. Sono queste informazioni perniciose al pubblico, questo sobillare, il vero delitto, di gran lunga il principale e il più grave, se non l’unico.

L’inquilina lavora come inserviente nella vicina Poliambulanza (v. sopra). E’ una figura repellente; ma, col suo modo di acquisire meriti buttando sporcizia dall’alto addosso a un medico quando rientra con la spesa nell’edificio dove abita, è una gran signora paragonata ai magistrati, medici, preti, prefetti, sindaci e assessori, ufficiali dei CC, funzionari di polizia, etc. che i meriti li acquisiscono accoppiando a operazioni come questa della criminale diseducazione del pubblico, e dell’intimidazione dei medici sull’otite, la relativa repressione nei miei confronti. Mi chiedo se la ricompensa l’avranno subito, o dopo che verrà registrato l’incremento che stanno così producendo del consumo di antibiotici per otite, e quindi l’incremento di casi di otite, di complicanze, e di lucrosi cancri del cervello e del midollo osseo in bambini. Oppure metà subito e metà a risultato ottenuto.

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19 aprile 2018

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Commento al post di G. Pietrobelli “Treviso, prete brucia 500mila euro della parrocchia al casinò: patteggia due anni”

C’è chi nega l’esistenza della ludopatia*. Ammesso che l’entità nosologica abbia, come sembra, un nucleo reale, è interesse delle case da gioco e di chi nello Stato favorisce i loro affari espanderlo e dilatarlo, in modo da trasferire sulle vittime la responsabilità morale e giuridica di quella che è una truffa statistica legalizzata. La ludopatia inoltre crea pazienti, e quindi fatturato, per l’industria psichiatrica, che prospera – causando gravi danni – proprio sulla patologizzazione dei comportamenti. Lo sviluppo del concetto di ludopatia viene finanziato da casinò**. I preti, sempre pronti a puntare l’indice sui vizi e le debolezze degli altri, nel caso del confratello parlano di “patologia”, per la quale il prete giocatore è stato immesso in “un impegnativo programma terapeutico”. In effetti non deve essere un campione di equilibrio psicologico. Ma l’etichetta di malato è anche comoda come quella di cleptomane per la signora bene che venga trovata a rubare dagli scaffali dei supermarket. E soprattutto serve la funzione che il clero ha appaltato di propagandare sotto pelli di agnello gli ideologismi a sostegno delle bassezze del liberismo. *Vesper I. Gaming addiction probably isn’t a real condition, study suggests. New Scientist, 26 ottobre 2017. ** Casinos fund therapy for gambling. Las Vegas Sun, 9 marzo 2012.

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3 giugno 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. La Cara “Papa incontra l’Unione italiana per la lotta alla distrofia muscolare: “Siete una ‘palestra’ di vita attraverso la lezione della sofferenza””

Ricordo con gratitudine una professoressa di italiano delle medie, persona all’antica, un po’ rigida ma coscienziosa e preparatissima. Diceva che i partiti politici “si scoprono gli altarini a vicenda”. Si riferiva con un’espressione compita al noto fenomeno dello sput.tanamento incrociato, al reciproco svergognarsi rivelando le rispettive malefatte. Non avviene solo in politica. All’EMA hanno espresso parere negativo sull’eteplirsen ($300000/anno) per la distrofia muscolare. In USA il farmaco, definito da un critico “an elegant placebo” è stato approvato, nonostante pareri negativi e tra grida allo scandalo, dalla FDA. L’EMA ha anche raccomandato l’estensione delle indicazioni di un altro farmaco per la distrofia muscolare, in origine bocciato, poi ammesso con riserva, l’ataluren (£220000/anno). Che la FDA invece ha respinto come di non provata efficacia*.

La ricerca su terapie geniche per la distrofia muscolare ne ha fatta di strada dagli anni ’90, quando lo scopritore del gene difettoso, Hoffman, parlò indignato di “snake oil” e di arruolamento di famiglie disperate a proposito dei primi tentativi. Oggi c’è un solido complesso marketing-ricerca, così che alla carenza di efficacia di questi prodotti costosissimi si supplisce con una lubrificazione emotiva, belle parole e buoni sentimenti; affidandosi ai migliori specialisti di queste cose.

*Jeffrey S. CHMP Advises Against Approval for Eteplirsen in DMD. Medscape, 1 giu 2018.

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14 giugno 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Migranti, Papa Francesco: “Sono persone, non numeri. Bisogna cambiare mentalità, l’altro non è una minaccia””

Non sono numeri. I numeri sono quelli a molte cifre dei soldi ottenuti a danno delle persone comuni gestendo questa tratta e questa invasione. Sono persone. E anche noi lo siamo. Siamo tutti persone, noi e loro, e non bestiame. Non siamo mandrie che possono essere spostate e ammassate a piacimento dagli avidi cowboy dell’anarcocapitalismo, che usano le terre di chi vi è nato e vi abita come loro carri bestiame, nei quali stipare persone come a loro conviene.

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20 giugno 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Papa: “I populisti creano la psicosi sull’immigrazione. Paura non impedisca di accogliere il prossimo””

Come distinguere la carità vera dalla carità pelosa? Un indice dell’uso strumentale, o immorale, dell’etica è la presenza di efficienze divergenti. Fare entrare liberamente quelli più svelti, o quelli scelti da chi comanda tutta l’operazione, è un modo molto inefficiente di aiutare il prossimo. Non si aiutano i più bisognosi e si crea danno a chi è obbligato ad “accogliere”. E’ invece un modo efficiente di creare degrado, tensioni e discordia per trarne potere e denaro, riportando indietro la società verso i tempi d’oro del papato.

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4 luglio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Papa a messa per migranti: “Silenzi complici su ingiustizie”. Ai volontari ong: “Grazie a chi salva vite senza chiedere niente””

Quello del buon samaritano fu un soccorso casuale dopo un’aggressione casuale. Il soccorso samaritano quotidiano e all’ora convenuta è un’anomalia. Se inoltre il samaritano deruba altri per mantenere l’aggredito occorre chiedersi se egli non sia una varietà camuffata di brigante di strada. Ci sono atti che vengono presentati come altruistici mentre sono per tornaconto; e nascondono la creazione di esternalità negative, cioè scaricano danni su terzi. Es. è descritto come le case farmaceutiche facendo approvare farmaci non ben testati con la scusa dell’aiuto ai malati scarichino sulla collettività costi di ricerca e rischi alla salute da effetti avversi. Le operazioni “Amaro Montenegro” di salvataggio in mare usurpano la parabola del samaritano sia perché sono deterministiche, sia perché scaricano pesanti esternalità negative sulle persone comuni, che il papa e gli altri privilegiati additano come persone cattive. E’ vero che c’è un silenzio su ingiustizie: quello sulle esternalità negative da parte di chi si autoelogia mentre fa il samaritano su appuntamento e di mano lunga. E’ inquietante come in questo quadro gli annegati vadano a fornire un alibi. In questo papato il clero pratica la tecnica dell’atto presentato come santo che nasconde l’ottenimento di vantaggi indebiti e scarica pesanti esternalità negative; sia nel caso dei migranti, sia con complicità in campo farmaceutico. Sembra che il Vangelo venga svenduto come fonte di slogan per arricchirsi.

@ Petti rosso. A giudicare dal trattamento che continuo a ricevere dai prefetti e da ceffi con la divisa dello Stato, su temi come frodi mediche istituzionalizzate, immigrazione forzosa, affari sporchi del clero il vangelo e il rosario del ministro degli interni Salvini sono molto più vicini a quelli di Bergoglio di quanto la sceneggiata pubblica faccia apparire.

@ Simone Tribbioli. Il Vangelo è stato sempre usato per fargli dire ciò che conveniva; soprattutto, come qui, per scavalcare e sovvertire il senso di giustizia naturale. La ierotecnica, lo sfruttamento a fini materiali del religioso, che oggi fa del Vangelo un repertorio di slogan di marketing, è l’opposto della religiosità. E offende la religiosità naturale di tutti.

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20 agosto 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Farinella “Ponte Morandi: l’Imam, il Cardinale e quelle parole che hanno commosso una città intera”

Le esequie di decine di morti per un disastro dovuto all’incuria e avidità di una classe dirigente che è largamente espressione del potere politico del clero, trasfigurate in un “ponte di civiltà e d’amore indistruttibile” tra gli italiani e i musulmani immessi a forza sul territorio nazionale; invasione affidata al clero. I cadaveri devono ancora essere inumati, e già si prende la palla al balzo per un ponte tra i vecchi affari sporchi tra democristiani e cementieri e i correnti affari sporchi della globalizzazione presi in appalto dai clericali. Un articolo di Pellizzetti su questo blog è stato criticato perché parla di responsabilità diffuse per il disastro. Un popolo che accetta di essere preso per i fondelli con questa “conduzione” spirituale andrebbe incluso tra i corresponsabili. Chissà se mai gli italiani si romperanno i tiranti di questa retorica clericale che si lava dal fango con altro fango, e messi da parte i ponti Morandi e i ponti Farinella si accontenteranno di ponti ben costruiti e ben mantenuti, di politici che non li derubino e non li vendano, e di preti che, per chi apprezza il genere, ostendano, inzuppino nel vino e addentino ostie, non saporiti tarallucci.

@ Umana. Lei è atea ma addirittura accetta il magistero clericale sull’unione delle religioni, a sproposito, in occasione di una cerimonia funebre, per una sciagura, dovuta in parte agli stessi cattivi maestri; e invita gli altri ad accettarlo. Lei è una SAM (Sono Ateo Ma…), figura nuova molto frequente con questo papa socio onorario del Rotary. I ponti, sia fisici sia morali, non si costruiscono ignorando le proprie responsabilità e disegnando a chiacchiere meravigliosi arcobaleni, rilanciando lo sfruttamento in forme nuove. Le Sante alleanze tra i capi dei vari poteri vengono fatte passare per muri abbattuti, ma sono fossati e fortificazioni tra chi ha potere e la gente comune; i travasi di popoli vengono fatti passare per ponti indistruttibili tra le genti, ma ricordano piuttosto un altro dispositivo tecnologico: un mulino a biglie, nel quale componenti etniche diverse vengano unite, mescolate, fatte sfregare tra loro, frantumate e omologate in modo da ottenere un volgo indistinto e sottomesso.

@ Umana. “Un giorno, sant’Agostino in riva al mare meditava sul mistero della Trinità, volendolo comprendere con la forza della ragione. S’avvide allora di un bambino che con una conchiglia versava l’acqua del mare in una buca. Incuriosito dall’operazione ripetuta più e più volte, Agostino interrogò il bambino chiedendogli: «Che fai?» La risposta del fanciullo lo sorprese: «Voglio travasare il mare in questa mia buca». Sorridendo Sant’Agostino spiegò pazientemente l’impossibilità dell’intento ma, il bambino fattosi serio, replicò: «Anche a te è impossibile scandagliare con la piccolezza della tua mente l’immensità del Mistero trinitario». E detto questo sparì.”. (Suor Gloria Riva. Avvenire, 25 ago 2015).

Si commette un errore simile a quello imputato al co-fondatore della dottrina cattolica se si pensa di poter racchiudere in un breve scritto le poste del libro mastro degli affari sporchi del clero. Tutti noi abbiamo la nostra buchetta di acqua sporca; ma è incommensurabile col mare e gli abissi dei predicatori del Vangelo.

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20 settembre 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Papa: “Chi sfrutta i migranti ne renderà conto a Dio. Rinasce l’intolleranza, la politica non strumentalizzi la paura””

Date le responsabilità del clero nello sporco affare dell’immigrazione forzosa, e i vantaggi ingiusti che ne ottiene a scapito del popolo, per pronunciare un malaugurio del genere occorre una esemplare certezza sulla non esistenza di Dio.

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3 ottobre 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Musolino “Arresto Lucano, il procuratore di Locri: “Non processiamo il progetto Riace ma gli illeciti. Ho lanciato una bomba in una favola”

Quando sono in Calabria l’impressione che ho è che il malaffare massonico e quello clericale non abbiano di che temere dalla magistratura. Non mi stupirei quindi se anche col “modello Riace” la magistratura reggesse il gioco alla costruzione di un eroico soccorso al vincitore. Il progetto, sostenuto da massoni e clero, dell’immigrazione forzosa, se ha una “nobiltà”, come dice il Procuratore di Locri, ha una nobiltà condizionale, una nobiltà “cherry picking”: di tutte le cose nobili e umanitarie che si possono fare in Calabria, in Italia, e per il Terzo Mondo, si sceglie proprio quel pezzettino marginale che corrisponde agli interessi globalisti a danno degli altri cittadini italiani e che non migliora le condizioni dei popoli in difficoltà. Tutti pecoroni davanti alle vessazioni tramite la legge, ma leoni quando trasgredendo la legge si servono poteri superiori allo Stato. C’è la tragedia di Antigone che onora i vincoli familiari e c’è la farsa di Antigone che tiene famiglia.

filippoguidarelli. Il malaffare massonico e quello clericale servi del globalismo? Davvero è questo il male profondo della Calabria?

@ filippoguidarelli. Chi lo sa? Secondo Enrico Fierro qui su Il Fatto la natura selvaggia avrebbe selezionato una popolazione di irrecuperabili bruti. All’opposto, figlio di calabresi cresciuto fuori dalla Calabria, sospetto che non vi sia un male profondo, ma una sfortuna storica; una serie di condizioni e di scelte politiche sulla Calabria che l’hanno collocata nel quadro nazionale e internazionale in una posizione svantaggiosa; che si è accresciuta, autoalimentandosi con l’esaltazione dei difetti dei calabresi e la soppressione dei loro pregi. Alcuni mali che sembrano eterni, immutabili, e quindi costitutivi, ‘ontologici’, come la mafia, o in medicina impostazioni errate che risalgono a secoli precedenti, sono invece anacronismi voluti: artificialmente tenuti in vita da grandi interessi. Anche la malasorte della Calabria, credo. “lo stesso giorno dell’arrivo in Città degli anglo-americani “una pattuglia puntò su Fuscaldo Marina per incontrare l’Avvocato Samuele Tocci” ultimo Venerabile della Loggia cosentina prima dello scioglimento.” (Libro Unione provinciale agricoltori Cosenza). Il clero in Calabria per secoli ha sfruttato il popolo associandosi in affari coi criminali (v. G. Sole. L’invenzione del calabrese, 2015). A Sambiase negli anni ’60 quelli che oggi chiamiamo ndranghetisti erano chiamati “massoni”. L’influenza negativa di clero e massoneria, anche come agenti dei poteri esterni, appare maggiore di quella delle fiumare, delle timpe e delle scogliere omeriche.

Commento al post “Riace, Di Matteo a Tv2000: “Rischio strumentalizzazione per denigrare accoglienza migranti”

Il finanziamento da parte del contribuente all’immigrazione forzosa è “accoglienza” quanto il pizzo estorto ai commercianti è “assistenza ai carcerati”. Il modello Riace che Di Matteo esalta dando per scontato che sia un’attività positiva e meritoria permette, agganciandosi al servire i poteri globalisti contro l’interesse dei cittadini, di fare rinascere in una forma ammodernata l’assistenzialismo clientelare, dove politici e clero elargiscono a loro discrezione denaro pubblico a chi vogliono; pratica mafioide favorevole alla crescita delle mafie. Una magistratura che pratica interventi di propaganda a favore della politica imposta dai poteri forti nascondendo e mascherando gli aspetti negativi a danno dei cittadini sta alla magistratura con la emme maiuscola come la sinistra dei banchieri di Renzi sta a quella di Gramsci. “Il più grave fattore di inquinamento della nostra democrazia” è l’ubiquitaria (nessuno escluso) sottomissione di politici e organi dello Stato ai poteri forti; sottomissione che accomuna tra gli altri la mafia alla antimafia del genere rappresentato da questo spot del sostituto procuratore della DNA De Matteo sull’emittente vaticana.

Petti rosso. La vostra paranoica avversione per i migranti vi ha mandato in tilt la ragione e il buon senso. Ripiatevi.

@ Petti rosso. Ricordo una volta la cattura di un borseggiatore. Gridava senza ritegno “pazzo” a chi lo accusava, ma il poliziotto di mezza età che lo teneva non ci faceva caso. Forse però lei è a suo modo sincero. Il vostro camaleontismo narcisistico vi fa vedere il bene dove c’è squallido calcolo e il male in chi non ha ingurgitato il beverone del quale vi nutrite come poppanti al biberon. Inutile rispondervi “ripijateve voi”, perché dalla condizione narcisistica, dalla condizione di chi non ha faccia propria ma ha una maschera determinata dall’esterno che diviene faccia, non si esce. Si può solo cambiare personaggio.

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4 ottobre 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Farinella “Mimmo Lucano, anch’io nella mia vita sono andato contro leggi ingiuste”

Farinella ha argomenti tanto forti che deve premettere che chi non la pensa come lui è un imbecille. Ma, passato lo sdegno, da buon pastore ci indica la strada: prima delle leggi dei codici, prima ancora delle leggi naturali, c’è una Legge più alta. La Legge della Pagnotta, del chi-se-ne-frega-degli-altri, che oggi è dettata dai poteri globalisti, che impongono di cambiare la composizione etnica del Paese, imborghesendo a nostre spese una massa di gente che differisce da noi per cultura e per il colore della pelle, ma non per livello morale medio, inclusi avidità e opportunismo. Col bonus di passare per rivoluzionari mentre per un tozzo di pane si collabora a fare in modo che tutto cambi perché il parassitismo dei privilegiati, come il clero, continui come prima.

@ GR. Sarei dunque un teorico delle leggi razziali, che portarono agli orrori dei massacri e dei lager. Auspicherei la razza pura; lei al contrario è una evidenza a favore del controverso concetto del lussureggiamento degli ibridi. La facilità di insulto come la sua rafforza la sensazione che quelli che difendono a spada tratta gli ebrei oggi che gli ebrei sono potenti, e che lanciano accuse di razzismo, antisemitismo, nazismo etc. a chi contrasta quelle violenze in disprezzo dell’umanità che sono le politiche globaliste siano i discendenti morali dei ruffiani senza spina dorsale che permisero e applaudirono le leggi razziali.

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14 ottobre 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Papa Francesco proclama sette santi: tra loro anche Papa Paolo VI e il vescovo Oscar Romero”

Per bilanciare questo proclamare alcuni cattolici come esseri intermedi tra i comuni mortali e Dio si potrebbe istituire altri riconoscimenti dove si definiscono cattolici in posizione intermedia tra gli esseri umani e il demonio. Es. un premio “Machete d’oro”, con riferimento ai 581000 machete acquistati (da fornitori cinesi) nella pianificazione del genocidio dei Tutsi in Ruanda: il più recente degli eccidi appoggiati ed eseguiti anche da alcuni preti e vescovi. Con un Vaticano che davanti ai massacri di massa di africani nel loro Paese non mostrò ombra della pertinacia, che dice derivare da coerenza col messaggio del Vangelo, con la quale lavora per l’immigrazione forzosa di giovanotti africani in Italia, ordinata dagli stessi grandi interessi che vollero il genocidio; ma si limitò a un flebile lip service per chiamarsi fuori. Qualche personaggio, data la maestria clericale nel sembrare un tipo di persona ed esserne un altro, meriterebbe entrambi i titoli.

Commento al post di F.A. Grana “Vaticano, Papa Paolo VI che si offrì alle Brigate Rosse e il vescovo martire Romero: i due nuovi santi proclamati da Bergoglio”

La ‘santità’ consente di calpestare la decenza. Le chiacchiere sul puntare ad elevarsi ad un livello intermedio tra gli uomini comuni e Dio facilitano la prassi degli affari che avvicinano al diavolo. L’aureola sulla testa distrae dalle mani da prestigiatore. E dalle scarpe nel sangue, come quelle del prete in uno degli eccidi benedetti dai preti (Bernanos, I grandi cimiteri sotto la luna). Qui un papa nominato membro onorario del Rotary a Buenos Aires, cioè cooptato da ambienti massonici dell’Argentina della dittatura sanguinaria, nomina semidio un papa già addetto ai servizi segreti vaticani e in odore di massoneria, attivo nella Chiesa coinvolta nel terrorismo e nelle stragi.

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22 ottobre 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Migranti, blitz interforze durante una serata organizzata da don Biancalani: “Resisteremo. In nome del Vangelo””

Un blitz senza reale motivazione di 50 agenti contro un prete armato solo del Vangelo, che difende i diseredati della terra. I diseredati hanno le treccine. E le forze di polizia gareggiano tra loro nell’obbedire a tappetino ai preti. Soprattutto nell’eseguire, come fanno da decenni, operazioni sporche conformi ai voleri dei poteri sovranazionali dei quali i preti e le forze di polizia sono agenti zelanti e privi di remore. Non si può escludere che si sia trattato di una sceneggiata – v. il caso Lucano – per fare passare per coraggiosi perseguitati quelli che lavorano e lucrano, a spalle coperte, nell’eversione della immigrazione forzosa. E per fare passare Salvini come un inflessibile difensore degli italiani.

@ formica nera. Che dico. Questi sono come i discorsi del corvo e della civetta al capezzale di Pinocchio. Per me ci sono dei punti fermi. La corruzione della polizia – e della corporazione cugina dei magistrati – a favore dei poteri forti; come quelli che stanno imponendo l’immigrazione forzosa; che creerà la società atomizzata e non coesa necessaria al liberismo che solo sprovveduti o disonesti possono considerare evangelica o civile. La subordinazione del manganello all’aspersorio, della polizia a un clero che da tempi immemorabili vende il Paese a interessi esterni. E la prevalenza della società dello spettacolo, per la quale uno dei primi precetti del buon commentatore, del buon blogger, davanti a una disputa tra poteri, dovrebbe essere quello di considerare non solo chi dei due litiganti abbia ragione, chi siano i “buoni” e chi i “cattivi”, ma anche la terza, importante possibilità che entrambi stiano recitando una parte concordata, a danno degli spettatori.

@ daria papadia. Mi fa piacere che tu abbia colto l’ironia. Sono d’accordo, ma non punzecchiarmi chiamandomi “compagno”. La mia impostazione non è quella dell’apprezzabile tradizione del socialismo autentico, ormai introvabile sulla scena pubblica; e considero un insulto essere accomunato alla falsa sinistra attuale, che “ha cambiato marciapiede ma non mestiere” (Castoriadis e Michea). (Ma il falso populismo non è la soluzione). Ricordo un vecchio contadino calabrese: “Compagno sì, ma prima voglio vedere la persona”.

@ daria papadia. Figurati. Ma ci sono socialisti autentici che sono contrari a questa immigrazione forzosa voluta dal capitale. Sia i preti, sia la polizia, che in questo sketch appaiono fronteggiarsi, hanno cura di evitare che trapelino critiche “di sinistra”.

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14 febbraio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “‘Moro. Il caso non è chiuso’, i soldi per il riscatto erano pronti nella villa di Castel Gandolfo”

Tra i veri testi sacri del clero andrebbero annoverati quelli del gesuita spagnolo Baltasar Gracian, che nel ‘600 scrisse che un vincitore non necessita di spiegazioni. Perché la maggioranza della gente non bada ai dettagli, ma solo se si ha vinto o si ha perso. Così che la reputazione non viene danneggiata da atti ignobili, se porta alla vittoria. “Il papa ha fatto pochino. Forse ne avrà scrupolo” scrisse Moro nella sua lettera d’addio. Al papa, amico di Moro, sarà costato e forse dispiaciuto; ma, legato ai servizi, sacrificò a una sorte orribile uno dei suoi uomini migliori per mantenersi dalla parte dei vincitori. Vari storici indicano un ruolo attivo di prelati nel rapimento e nella prigionia di Moro. Per non parlare del ruolo degli israeliani, che qui figurano pure loro – testimone un piduista dei CC – tra i soccorritori.

L’importante, ciò che conta, è non finire in croce, a costo di porgere i chiodi e reggere la scala a chi crocifigge. Assicurata l’appartenenza alla parte vittoriosa, come prescrive il vangelo secondo Baltasar, poi con quattro chiacchiere e fumi d’incenso non ci vuole molto a coprire il dettaglio del sangue e del tradimento. A scrivere la storia capovolta dei vincitori, facendo di papa Pochino un santo e convertendo un cinico abbandono, e probabilmente una collaborazione con i mandanti, in un disperato sforzo per salvarlo. Con fumetti come il cofanetto di banconote; quando per liberare Moro sarebbe bastato volerlo.

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1 gennaio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Mattarella al Papa: “Politica responsabile e lungimirante non alimenta paure, non lascia spazio a nazionalismo e xenofobia””

Alle orecchie di tanti italiani, i messaggi a carattere etico che Bergoglio e Mattarella ripetono in continuazione, e si palleggiano, sull’immigrazione, non hanno il suono argentino della verità. Sembrano piuttosto strumentali alla trasformazione dell’Italia secondo il dettato globalista, che vuole le nazioni come contenitori di sradicati. I costanti appelli della coppia ad alti valori umanitari fanno pensare a quei missionari che predicando ai locali con la Bibbia in mano preparavano il terreno alle conquiste coloniali e allo sfruttamento.

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15 gennaio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post ““Siamo rovinati. Non ci resta che vendere la mozzarella contaminata di Caserta”. Alessandro Gassmann e Marco Giallini fanno imbufalire i produttori campani”

Un altro risultato del complesso mafia-antimafia, che, nell’ambito dei suoi servigi alle grandi frodi mediche strutturali (1), sta lanciando senza validi riscontri un allarme su routine di squartamenti a Castel Volturno per predare organi. Una narrativa implausibile sul piano tecnico, che esalta l’industria ufficiale dei trapianti mentre tace dei suoi eccessi e distorsioni: gli effetti avversi sui singoli, come quelli da allentamento dei criteri di espianto e di utilizzo; gli effetti negativi sulla comunità (2); ‘an overly zealous medical and societal commitment to the endless perpetuation of life’ sul quale anche i preti sgomitano per arricchirsi, prostituendo ad esso la concezione cristiana della vita. Si rafforza l’idea falsa che un trapianto sia in sostanza come svitare un pezzo da un’auto e montarlo sulla propria, invece che una forzatura immunologica. Lo strombazzamento mediatico su improbabili “anonima macellazione umana” è in sintonia ideologica con la medicina liberista; che ha l’interesse, tenuto per ora coperto mentre si prepara il terreno con queste notizie, a instaurare un mercato, con persone che – evidentemente costrette dal bisogno – vendano legalmente i propri organi (3).

1 La post-camorra. Dai tagliagole alla chirurgia ingiustificata della tiroide. Sito menici60d15.

2 Fox RC, Swazey JP. Spare parts. Oxford University Press, 1992.

3 From removing disincentives to testing incentives. Am J Transpl, 31 mar 2015.

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21 marzo 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Bauducco “Mafia, Don Ciotti: “Vero nemico non sono migranti, ma criminalità organizzata. Governo? Finora ha fatto poco””

Il nemico non sono i migranti. Ostili nei nostri confronti semmai sono i preti e gli altri che li fanno entrare e ci guadagnano. E che ci dicono che siamo malvagi e peccatori se non accettiamo mansueti l’imposizione di mantenerli e di subire i costi sociali di quest’altra operazione regressiva liberista; un discorso piuttosto simile a quello col quale i mafiosi fanno passare il pagamento del pizzo per l’atto di carità dell’assistenza alle famiglie dei carcerati. Se i mafiosi venissero a mancare, debellati da un’antimafia vera, smetterebbero di coprire e rendere intoccabile la corruzione e il parassitismo dei “buoni”, che si ingrassa nascosto dietro all’antimafia delle processioni e delle prediche.

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27 marzo 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Migranti, Papa Francesco: “Tenere ferma la nave di Open Arms? E’ un’ingiustizia””

Usare gli imbarcati stessi come ostaggi per farli entrare a forza, un ricatto morale che usa la violenza sui migranti per il fine della violenza su di noi dell’immigrazione forzosa, non è una ingiustizia. E’ un crimine, sostenuto dal potere. Al tempo della filantropia tossica, dei “filantropocapitalisti”*, i preti fanno affari con un uso tossico del Vangelo.

*Parramore L. Toxic Philanthropy? The Spirit of Giving While Taking. Trad. italiana: Filantropia tossica: lo spirito del dare mentre si toglie. L Mancini, Appello al popolo.

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14 aprile 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Greta Thunberg in Italia: incontrerà Papa Francesco. “La crisi climatica non va in vacanza. Neanche noi””

Con l’ecoliberismo si può dare la veste nobile dell’austerità all’impoverimento dovuto allo sfruttamento. Si può usare il tema ambientale come leva politica, si possono aumentare i profitti, es. spingendo o obbligando a cambiare auto o spingendo a varcare da sani le porte dei reparti di oncologia con la paura del cancro. Si può dare sfogo al malcontento per il sistema economico liberista, evitando che venga messo seriamente in discussione. Che la predicatrice della nuova religione sia una bambina, e che vada d’accordo col papa, il capo dei professionisti dell’infantilizzazione delle masse a favore del potere, con la UE di Strasburgo, con Maria Elisabetta Alberti Casellati, indica quale genere di “protesta contro il sistema” quelli che comandano stanno stimolando. Chi non è d’accordo sulla necessità di contrastare il degrado ambientale? Ma il primo inquinamento è quello dei temi etici, usati come passepartout per introdursi nelle coscienze, controllarle, e continuare ad abbuffarsi e insozzare a danno del pianeta e della maggioranza dei suoi abitanti.

@ sianpain. Con l’ecoliberismo si può dare la veste nobile dell’austerità all’impoverimento dovuto allo sfruttamento. Si può usare il tema ambientale come leva politica, si possono aumentare i profitti, es. spingendo o obbligando a cambiare auto o spingendo a varcare da sani le porte dei reparti di oncologia con la paura del cancro. Si può dare sfogo al malcontento per il sistema economico liberista, evitando che venga messo seriamente in discussione. Che la predicatrice della nuova religione sia una bambina, e che vada d’accordo col papa, il capo dei professionisti dell’infantilizzazione delle masse a favore del potere, con la UE di Strasburgo, con Maria Elisabetta Alberti Casellati, indica quale genere di “protesta contro il sistema” quelli che comandano stanno stimolando. Chi non è d’accordo sulla necessità di contrastare il degrado ambientale? Ma il primo inquinamento è quello dei temi etici, usati come passepartout per introdursi nelle coscienze, controllarle, e continuare ad abbuffarsi e insozzare a danno del pianeta e della maggioranza dei suoi abitanti.

@ area 51. Sapesse quanto sono stufo io di vedere dei vecchi criminali che manovrano dei giovani smidollati.

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21 aprile 2019

Youtube

Commento agli auguri di Pasqua 2019 del vescovo di Brescia Tremolada

Conoscendo i comportamenti, e le distese di gramigna coltivata chiamandola grano, sembra che l’uomo sulla croce che dai preti viene esibito, celebrato e fatto adorare come il maestro che indica la via non sia Cristo ma quello accanto, il cattivo ladrone. In tanti luoghi e manifestazioni la croce che esposta regna è di fatto quella del cattivo ladrone; un esemplare del tipo umano più terreno, che non rinuncia al sogno dell’immortalità ma cerca di abbrancarla con le unghie adunche.

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25 aprile 2019

Commento al post di T. Montanari “Eretici, Tomaso Montanari racconta Papa Francesco: “È l’unica voce contro precariato e dittatura del denaro””

Un papa è piuttosto l’opposto di un eretico. L’eretico parlando paga. Dice cose nuove, che stonano e non sono gradite, e ne è testimone esponendosi all’ostilità e alle punizioni. Il papa parlando guadagna. Può dire quello che vuole, e le sue parole, anche se criticabili, o banali, o vistosamente in contrasto con i comportamenti, verranno prese per oro colato e profondi insegnamenti. Non ha bisogno di provare le sue affermazioni con la testimonianza della coerenza; gli basta parlare, o fare qualche mossetta come quelle che questo giornalista riporta farlo sciogliere e traboccare di ammirazione. All’eretico si nega il diritto di parlare; al papa si riconosce una autorità a priori sulle coscienze.

Sono le voci sincere ad essere represse. Certo che “voci contro precariato e dittatura del denaro” non se ne sentono molte. Es. quelle argentine furono mandate ai pesci dalla giunta Videla mentre Bergoglio stava zitto e al sicuro. Si sente bene solo la voce, o meglio il flatus vocis, di Bergoglio, al servizio come falso dissidente degli altri poteri forti, che condanna con la bocca e aiuta con le mani. Che slurpata invereconda.

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27 maggio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Farinella “Europee 2019, gli italiani hanno votato senza ragionare. E lo pagheranno amaramente”

Un’analisi che fa riflettere. Ma, e i preti ? Il texan sharpshooter (tiratore scelto texano) prima spara alla parete del fienile e poi disegna i bersagli centrandoli sui segni dei colpi. Il clero fa texan sharpshooting etico sull’immigrazione, disegnando il Vangelo attorno agli obiettivi prefissati dell’immigrazione forzosa segnati da poteri che del Vangelo e dell’etica se ne stropicciano. Non si è così alienato buona parte del favore popolare? Davvero non sa dove spinge così l’elettorato? I preti a differenza nostra i loro interessi rispetto a chi comanda li sanno difendere, e la politica la sanno fare; invece di sostenere dietro compenso ladri e ruffiani avrebbero potuto dotare l’Italia di una classe politica decente. Forse, venuta meno la presa del messaggio religioso hanno scelto di partecipare alla macellazione come carne da brodo delle galline italiche che finora hanno sfruttato come ovaiole. Cioè alla spoliazione e al degrado di una popolazione laboriosa ma imbelle, che hanno storicamente tenuto in uno stato di infantilismo, rissosa all’interno e incapace di affrontare chi la sfrutta e chi la vende.

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6 agosto 2019

Blog de Il Fatto

Commmento al post “La Madonna è persona seria e il ‘macho’ del Papeete riesce a imbrattare anche lei”

Non è rassicurante vedere porre una legge dello Stato sotto gli auspici del circo di Medjugorje. Del resto i politici baciapile, di qualsiasi fazione, si sprecano; questa uscita è la versione leghista, di un livello di serietà non diverso es. da quello delle asserite tardive tendenze mistiche manifestate dai post-comunisti D’Alema e Bertinotti dopo la caduta del Muro, o dell’asserito ardore umanitario puntiforme, limitato al servire l’arrembaggio del Paese con l’immigrazione forzosa. L’accostamento dell’approvazione di una legge sulla sicurezza col “compleanno della Madonna” a me che conosco le costanti illegalità e violenze del Viminale al servizio dei poteri forti fa venire in mente il blasfemo sergente istruttore Hartman in Full Metal Jacket, che il 25 dicembre celebra il Natale come “il compleanno di Gesù Cristo” facendo cantare in coro “Tanti auguri a te” e usandolo per ribadire l’addestramento a liberarsi dalle remore morali e uccidere. Salvini non è un marine, ma anche lui o i suoi spin doctor seguono il vecchio metodo del “Dio è con noi”, appropriandosi di simboli cristiani; gareggiando in fariseismo e spregiudicatezza coi proprietari storici del marchio, e, non impacciati dalla tonaca, evocando il sacro alla maniera greve da caserma, o da pellegrinaggio in pullman da padre Pio, o Natuzza, o qualche altra fonte cattolica di portenti sovrannaturali.

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3 ottobre 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Politi “Pignatone in Vaticano, la scelta di un pm antimafia non si improvvisa in poche ore. Papa Francesco manda un chiaro segnale”

Piazzale Clodio e Vaticano sono uniti da via della Giuliana, strada piuttosto larga. Considerando la libertà di manovra, i privilegi, le impunità e i favoreggiamenti di cui godono gli affari del Vaticano in Italia, questa nomina del procuratore della Repubblica al tribunale del trono di Pietro appare come un caso di revolving door tra poteri che dovrebbero essere oggetto di controllo di legalità e poteri che dovrebbero esercitare tale controllo. Più che quello di improbabili moralizzazioni interne a colpi di processi, il messaggio che manda è che in Italia l’alto clero e i giudici dello Stato sono sullo stesso lato del banco. Un segnale simile è stato emesso mesi fa da un altro magistrato, anche lui renziano, il capo dell’anticorruzione Cantone, scrivendo un libro su legge e etica insieme al bergogliano vescovo Paglia, che si occupa di grandi operazioni commerciali hi-tech tutt’altro che immacolate come le staminali e l’intelligenza artificiale.

La “scelta di un PM antimafia” (di “Serpico”, aggiunge Grana) mostra anche come mafia e antimafia siano strutturalmente congiunte a formare un dispositivo di potere: senza quello che ai più sembra naturale e non lo è, cioè la mafia mai eliminata, e quindi senza la ricrescita senza fine della verginità assicurata dall’antimafia perenne, sarebbe più difficile camuffare, facendole passare per alleanze tra poteri buoni, commistioni che negano i principi costituzionali e la stessa essenza della giustizia.

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25 gennaio 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Politi “La Chiesa si schiera contro la cultura dell’odio: non si potrà dire che Francesco abbia taciuto”

Non il fascismo, ma forme moderne di tirannide sono già in corso: l’imposizione ai cittadini di masse di stranieri, spacciata per umanitarismo; l’imposizione bipartisan dello ‘Stato terapeutico’ a favore del business medico e delle sue frodi. Salvini fa leva su sentimenti viscerali. Ma Bergoglio è un campione della cultura della porporina, che riveste con la polvere dorata degli alti principi il peggiore materiale per farlo sembrare una cosa buona. Basta pagare, e indorano anche lo sterco.

unicuique suum tribuere. Yaveh ordinò a Eliseo di cuocere focacce di sterco

@ unicuique suum tribuere. Non lo sapevo; non sono riuscito a trovare la fonte sulla singolare ordinazione. Questo conferma che i due formavano, con rispetto, una coppia non molto amabile. Il Vecchio Testamento riporta che quando Eliseo fu canzonato da dei bambini per la sua calvizie il profeta chiese vendetta a Dio, che inviò due orse che sbranarono 42 bambini. A una conferenza una nota PM ha raccontato che quando era a Barcellona Pozzo di Gotto un boss mafioso fece amputare le mani a un bambino che aveva rubato un giocattolo a un coetaneo figlio del boss. Nella mia esperienza i don con la tonaca hanno una concezione di sé più vicina a quella stralunata dei don con la lupara e di Eliseo che a quella evangelica che dovrebbe accompagnare le loro esortazioni alla mansuetudine. Anche qui la glassa esteriore copre un ripieno di composizione opposta.

unicuique suum tribuere. leggasi Ezechiele invece di Eliseo

@ unicuique suum tribuere. A Ezechiele Dio impose di usare gli escrementi umani come combustibile per cuocere, penitenza poi convertita nell’uso di escrementi vaccini. La divinità, riporta la Bibbia, richiese inoltre al profeta di farsi la barba con la spada, di bruciare un terzo dei peli rasati, sminuzzarne un altro terzo e disperdere al vento il terzo finale. La suddivisione dei peli era da effettuarsi mediante una bilancia. Il pensiero di Ezechiele appare avere una certa influenza su questo pontificato. Ezechiele lupo, dei tre porcellini, con la sua avversione ai “muri”, alle case fatte in muratura. Il sogno dei lupi, del mondo come una sterminata favela di baracche punteggiata da castelli e conventi dalle mura possenti. Ci pensavo l’altro giorno, guardando il programma di Alberto Angela sul sontuoso monastero dei Benedettini di Catania, 210×130 metri, e riflettendo su come doveva apparire agli occhi dei poveri e piegati descritti da Giovanni Verga.

unicuique suum tribuere. ma le focacce erano a contatto con il combustibile?

@ unicuique suum tribuere. Lei ha sbagliato il soggetto: non Eliseo, con la sua strage divina degli innocenti – la versione clericale del “Nemo me inpune lacessit” dei sanguinari e dei mafiosi – ma Ezechiele. Ha sbagliato il predicato: non mangiare sterco ma usarlo, rinsecchito, per cuocere poggiandovi sopra gli alimenti; nell’ambito dei trattamenti per produrre un profeta di Dio. Mi pare che lei abbia una gran voglia di parlare della cacca e dell’obbligare a mangiarla; anche riscrivendo a questo scopo il testo sacro. In effetti, come dicevo, parlando di preti basta grattare la vernice scintillante dello escatologico e affiora lo scatologico.

unicuique suum tribuere. E’ vero, lei ha ragione, l’argomento mi appassiona,per questo mi ero collegato al finale del suo post a memoria senza verificare le scritture. Comunque io una focaccia cotta così non la mangerei 

@ unicuique suum tribuere. Lei si appassiona a ciò che è stomachevole per antonomasia. Forse in effetti considerare il nauseabondo invece di escluderlo in certi casi è un modo di andare al cuore del problema. Mi occupo di frodi mediche istituzionalizzate – nelle quali il clero si è tuffato – e quotidianamente vedo cose che mi fanno rimpiangere quando in anatomia patologica prima di descriverli e campionarli svuotavo del loro contenuto fecale i segmenti di colon provenienti dalle sale operatorie. Certi, i più insospettabili, hanno proprio un pezzo di sterco secco al posto del cuore.

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8 luglio 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post “Migranti, papa Francesco: “Non immaginate l’inferno dei lager in Libia, basta versioni distillate. È Dio a chiederci di sbarcare””

Come può essere che masse di persone continuino a farsi rinchiudere volontariamente in lager infernali? Mi ricorda di Woody Allen che raccontava che faceva telefonate oscene a una donna. Le telefonate erano “collect”, a carico del destinatario. E la donna le accettava.

L’inferno volontario è una premessa di comodo alla scontata conclusione che neppure Dio che sa tutto vede altra soluzione che quella di imbarcarle sulla pericolante nave Italia, e perciò ci “chiede” di farlo – in pratica ci obbliga a farlo tramite la sua pia ancella Lamorgese.

Non è lecito scherzare sulla sofferenza altrui, qualunque sia il suo grado reale dietro alla propaganda. Ma è lecito e anzi è doveroso non prendere sul serio le parole dei broker della sofferenza. Di coloro che per professione vi speculano. Sia gonfiando a dismisura l’allarme su una porzione minuscola rispetto al totale, quella che gli fa comodo per i loro disegni di potere e arricchimento, come i giovani del Terzo mondo che investono nella traghettata Libia-Italia; sia trascurando e occultando il resto della sofferenza, cui hanno contribuito e continuano a contribuire, in concorso coi poteri che a parole condannano, nelle terre di partenza e in quelle di approdo.

@ John Green. Io non ho una buona opinione degli immigrati: penso che siano come noi. E non credo quindi che siano dei poveri sprovveduti usciti dalla foresta che non sappiano ormai cosa li attende in Libia, che non sappiano fare i loro conti, e che continuino a farsi imbrogliare.

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17 dicembre 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post “Coronavirus, l’accusa del re di Svezia: “Nel nostro Paese molti morti, abbiamo fallito. Il popolo ha sofferto””

16 dicembre 2020, Worldometer. Svezia 7 decessi covid, Italia 680. Svezia in 23° posizione nella graduatoria mondiale dei decessi covid per popolazione, stabile. Italia terza, prossima a guadagnare la seconda posizione superando il Perù. Gli svedesi non devono temere una catastrofe economica; agli italiani glielo dice pure San Gennaro che il futuro non si prospetta buono. I governanti svedesi si battono il petto, gli italiani danno lezione al mondo. O meglio, gli svedesi chiagnono e fottono, gli italiani fanno ‘o gallo ‘ncopp a munnezza.

@ Il figlio del grigio. Non dimentico, e sono il primo a indicare la responsabilità degli italiani. Che sembrano quelle ragazze che continuano a incappare nello stesso genere di amore sbagliato, del quale poi ogni volta si lamentano, per ricascarci, senza avere imparato. Dopo avere accettato gli inganni passati che citi, si fanno ingannare da quelli nuovi che pure enumeri, credendoci: il “mancato rinnovo del protocollo pandemie” è un volgare depistaggio. Formigoni e c. hanno fatto da apripista alle grandi frodi mediche istituzionalizzate; e ora che le frodi hanno attecchito, cominciano ad essere non più necessari e vengono attaccati; dopo che tutti, magistratura in primis, ha fatto fare a qui brutti ceffi quello che volevano. La sanità “pubblica” non esiste: la pratica medica è dettata dal business, e darle un terminale pubblico aggiunge il potere dello Stato ai grandi interessi criminali ultra-privati.

Il figlio del grigio. Forse non te ne sei ancora accorto, ma ormai sono passati quasi 30 anni da quando il paese ha iniziato la china verso il baratro,ed è targata berlusalvameloni più pd, volevo solo segnalarti che questo governo, il primo da 30 anni a questa parte che sta dalla parte del popolo, ce la sta mettendo tutta per tirare su la cloche, dell’aereo in picchiata che hanno ereditato, dai precedenti danni fatti dai potenti e i loro servi di politici corrotti, vedi alla voce cerchio magico e giglio magico

@ Il figlio del grigio. CENSURATO

Sapessi quanto ti sbagli, sognando questa opposizione a B. il piduista e contorno, ai suoi amici massocomunisti, e al giglio fracico da parte del governo di Conte e Di Maio, che secondo te sarebbero di tutt’altra parrocchia e “dalla parte del popolo”; quando a loro è stata affidata l’operazione covid, dove manca solo che al popolo pinzino le targhette all’orecchio come si fa col bestiame. Per non parlare, conoscendo la tua devozione, del papa affiliato al Rotary di Buenos Aires.

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4 febbraio 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “L’indice dei libri proibiti è sparito ‘appena’ 55 anni fa. Il primo a stilarlo? L’autore del Galateo”

censurato

Non ho mai ben capito perché la croce sulla quale su suppliziato Gesù dovrebbe essere diversa tra quelle della foresta sterminata di croci usate per giustiziare innumerevoli innocenti nel corso della storia. Crocifissi in mille modi diversi. Es. i Romani non avevano solo il metodo della croce; ci furono anche le liste di proscrizione di Silla, non meno tremende come forma di tortura mortale. Anche di modi di censura ce ne sono diversi. Non c’è più il rogo. I tempi sono cambiati; il clero non è cambiato ma si adegua. Persa l’egemonia, la messa all’indice potrebbe essere una forma di riconoscimento, e un’ammissione di soverchieria. Oggi il povero cristo che intralci gli affari del clero, e quelli delle sante alleanze cui il clero aderisce, scrivendo come siano contrari al Vangelo, e anche al codice penale, viene proscritto in silenzio, tramite qualche sinedrio di ruffiani, e inchiodato tra i malfattori e gli scarti della società, con un cartello di scherno, a contare i parassiti che si spartiscono il suo e i benemeriti spara-alle-spalle che si guadagnano stipendio, gradi e medaglie impestandolo.

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17 aprile 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. Mattiello “Ergastolo ostativo, dopo la sentenza della Consulta la sfida è non spostare indietro il baricentro della lotta alla mafia”

Buona la domanda dell’attivista antimafia, di quale cultura è figlia l’attuale svolta?

Della cultura clericale, che include l’ostilità per il “pentitismo” tra le sue aree di sovrapposizione con quella mafiosa. V. Dissociazione mafiosa e pentimento cattolico, in Sales I: I preti e i mafiosi. “Pentimento senza riparazione. Nella dottrina cattolica, la violazione di alcuni comandamenti … non rubare, non ammazzare non rende necessario riparare l’ingiustizia commessa e il dolore procurato …. L’ingiustizia compiuta e il danno arrecato non implicano obblighi nei confronti delle vittime. È solo l’autorità religiosa che ha il potere di liberarci dal peso degli errori commessi.” “come sia vicina la teologia morale cattolica all’idea che in materia di pentimento e collaborazione hanno gli stessi mafiosi”. “I collaboratori di giustizia, infami e anticristiani”, etc.

E della cultura dell’applauso degli italiani, sempre pronti a battere le mani, entusiasti e passivi, a ogni trillo retorico. In particolare sull’antimafia. Senza badare al clericalismo da Sicilia del dopoguerra di Mattarella, né a quello della affarista e atlantista CL di Cartabia. Senza badare che ciò che si sta disarmando fu in risposta alle stragi che pilotarono il passaggio alla II repubblica; che oggi, in una ulteriore turbolenza verso il declino, potrebbero essere usati, o minacciati, sistemi analoghi; e che si mostra così alla manovalanza che si stanno predisponendo vie di fuga per chi tiene la bocca chiusa.

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7 novembre 2021

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Commenti al post “Riace, padre Zanotelli invita tutti a sostenere Mimmo Lucano: “Comunità ferita. Ma andiamo avanti contro tendenza neofascista che fa paura””

Zanotelli difende due condizioni di deroga al settimo comandamento, “Non rubare”, che pur non essendo scritte sono fondamentali, per il comportamento del clero e per la sua influenza culturale. 1) Rubare essendo protetti da potenti, e in coerenza coi loro disegni. 2) Rubare sotto una copertura pseudoetica.

Rubare sul business dei travasi forzosi di etnie soddisfa entrambi i requisiti. Se ben condotti da mani esperte i furti di questo genere portano ai ladri un triplice vantaggio: il bottino, passare per santi e acquisire meriti presso i potenti che così si servono, e quindi potere. A ciò corrisponde un triplice danno: oltre all’impoverimento dei derubati, la selezione avversa delle figure leader e l’affossamento del Paese in una condizione di asservimento e sfruttamento.

E’ logico che venga difesa con veemenza la sua impunità. In primis dal clero, per il quale è una professione; e anche perché la prospettiva di arricchirsi, acquisire prestigio e divenire signorotti in quando vassalli, senza rischi, è fortemente attraente per tanti. Mentre i magistrati, attaccati da più parti, ricordano che potrebbero ritirare l’ampia franchigia di impunità al costume ubiquitario dell’uso criminoso dell’etica; alla santimonia che in questo caso vende i popoli e si arricchisce con la loro tratta.

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Blog de Il Fatto

26 novembre 2021

Commento al post di P. Barabino “Droghe, Don Ciotti alla contro-conferenza sui temi esclusi dal tavolo istituzionale: “La legalizzazione non sarebbe stata trattata””

27 novembre 2021

Commento al post “Droghe, don Ciotti: “Serve la depenalizzazione dei reati più lievi. La mafia più pericolosa è la lentezza della politica””

Non abbiamo solo un governo fantoccio, ma anche guide morali fantoccio. C’è da instaurare un mercato della droga, da affidare alla mafia, restringendo la disponibilità di sostanze ma mai strozzandola del tutto ? Arriva l’antimafia della mafia samurai invincibile e perenne. C’è da intontire le masse con stupefacenti per fargli accettare il nuovo degrado? L’antimafia si converte al free joint. La droga degrada la persona e annulla il cittadino. Ma il vangelo di Ciotti e c. è “La bolla di componenda” di Camilleri.

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4 dicembre 2021

Blog de Il Fatto

Comemnto al post “Migranti, il Papa a Cipro: “Le nostre spiagge come i lager del secolo scorso. È una schiavitù universale: non possiamo tacere””

Predica e impone l’accoglienza forzosa, e la dottrina che i popoli in difficoltà si possono aiutare solo facendoli venire a casa dei già pestati, già spremuti, già venduti sudditi della bassa Europa. Questo colonialismo inverso dove si invitano masse dei più irrequieti a considerare altri popoli come fonte di nutrimento e arricchimento è seminare una zizzania che infesterà il futuro.

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9 dicembre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Papa Francesco ancora una volta contro la corruzione: “Ripresa e sviluppo con il risanamento della società””

Di “corruptio optimi pessima” parlava Ivan Illich, ma a proposito della Chiesa. L’etica liberista di Bergoglio ricorda le finestre a bocca di lupo delle carceri: limita la vista a uno stretto spicchio di cielo, ma nasconde la realtà umana che scorre davanti. Non è corruzione che il clero non paghi la sua gigantesca IMU ma la addossi a noi, e che ora, grazie al PD, in barba a una sentenza della Cassazione torni a non pagare neppure la tassa rifiuti e la faccia pagare maggiorata a noi. Non è corruzione favorire, propagandare e imporre le frodi di Big Pharma. Non è corruptio optimi dell’etica rinchiudere i cittadini e cinesizzarli con la scusa del covid, e allo stesso tempo obbligarli ad “accogliere” chi vuole venire a suo piacimento nella loro terra. Appare che sia di competizione, non di opposizione, il rapporto tra i poteri dei quali Bergoglio è parte e le forme di corruzione contro le quali tuonano.

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25 maggio 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Padre Pio e i rapporti burrascosi con Vaticano e confratelli: ‘Le stimmate se le procura da sé’”

“Il pittore Guido Gonzato, che era devoto di Padre Pio, mi raccontò un giorno d’aver fatto il viaggio a San Giovanni Rotondo insieme a un architetto che andava dal famoso frate per chiedergli la grazia di avere una commissione qualsiasi, perché da dieci anni che si era laureato non aveva ancora avuto un cliente. A San Giovanni Rotondo, quando l’architetto apparve sul piazzale, Padre Pio lo chiamò per nome e gli disse: «Lo so perché sei venuto e ti voglio accontentare. Appena tornerai a casa ti saranno ordinate parecchie stazioni».

L’architetto, che era proprio specializzato in costruzioni ferroviarie, credette al miracolo.

Appena tornato infatti si vide ordinare dal Curato del suo paese, ma a titolo di carità, un progetto per il rifacimento delle quattordici stazioni della Via Crucis che dentro altrettante cappelle scalcinate circondavano la chiesa parrocchiale.”

(Piero Chiara)

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1 giugno 2022

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Commento al post di A. Corlazzoli “Gita scolastica al Duomo di San Donà di Piave: gli insegnanti non fanno entrare alcuni alunni perché “non fanno religione”

“Si versano più lacrime per le preghiere esaudite che per quelle non accolte” (Santa Teresa d’Avila). I giovani non dovrebbero premere troppo per entrare nei luoghi di culto (vecchi e nuovi; dichiarati e mascherati). Nei luoghi dove si fa atto di sottomissione a una qualche entità, plasmata in modo che non coincide mai con la legge morale, l’unica alla quale dobbiamo essere sottomessi; ma vi si sovrappone malamente, deformandola ed esautorandola, a vantaggio di quelli che manovrano il simulacro. Le chiese sono antri suggestivi, che racchiudono bellezze artistiche. Ma la permanenza prolungata tra le imposture dei preti rende meno umani: o più pecore o più lupi. L’accesso furbescamente condizionato all’indottrinamento andrebbe preso come “a blessing in disguise”, che meglio permette di mantenere il rifiuto di giurare sulle parole di qualsiasi maestro.

@ Charles Daniel. Le piramidi sono all’aperto, nel deserto. Hanno il fascino del grandioso, che è stato sfruttato dalla massoneria. Insieme ad altri simboli egizi. Ci sono logge intitolate ad Iside. Come la sinistra “Iside 2” di Trapani, che ricorre nelle ricostruzioni su mafia e deviazioni di Stato. Qualsiasi culto si appoggia a varie forme di sublime, di eccelso, per fini terreni. Terreni nel senso del terriccio del piano di campagna. Se vai a vedere le piramidi hai i modesti rischi del giro turistico sul dromedario. Se ti avvicini al culto massonico di Iside, puoi essere coinvolto nei peggiori crimini. Ai quali storicamente non sono stati estranei soggetti che veneravano i simboli del cattolicesimo. Del resto quelli come te, ai quali non la si fa, a volte hanno la doppia affiliazione, sia tonache che grembiulini. Il carattere interessante o edificante dei luoghi di culto, il loro potere seduttivo, non deve fare dimenticare il carattere moralmente ambiguo e spesso malsano.

@ Charles Daniel. Sei tu che insisti nel fare una caricatura, nello storpiare per negare la sostanza e insultare come un sacrestano che vede messo in pericolo il bussolotto delle offerte. Lascia perdere i sacrifici umani delle civiltà precolombiane estinte, la macumba, l’isola di Pasqua, etc. Torna tu coi piedi per terra. Nell’Italia del Veneto di “Signore e signori” (P. Germi); o de “Le mie vacanze erano sempre in pericolo. Mi salvavo all’ultimo. 9 in Religione” (Marcello Marchesi). Nelle religioni c’è tanto, ma ciò non toglie che chi va al mulino si infarina.

Charles Daniel. TOLTO DOPO LA MIA RISPOSTA, CENSURATA E POI RIMESSO. Ti do ragione, ai matti si dà sempre ragione. Io sono ateo, ma tu sei ossessionato dalla religione più di un fanatico credente. Riguardo alle tue estemporanee citazioni non dimostrano un bel niente.

@ Charles Daniel. CENSURATO. Tu sei un credente e un fedele. Un credente e un fedele della religione della pagnotta, che vi accomuna tutti. La religione non mi interesserebbe, se fosse possibile voltare le spalle ai lupi vestiti da agnello. Come dimostra, oltre agli infiniti imbrogli commessi all’ombra della Croce, il tuo sbraitare, da volgare piazzista di Rolex falsi sbugiardato.

@ Charles Daniel. CENSURATO. Tu sei un credente e un fedele. Un credente e un fedele della religione della pagnotta, che vi accomuna tutti. La religione non mi interesserebbe, se fosse possibile voltare le spalle ai lupi vestiti da agnello. Il senso del religioso, a torto o a ragione di fatto un bisogno istintivo dell’uomo, quasi una sua caratteristica biologica, come se vi fossero “recettori” innati per esso, andrebbe separato e distinto dal suo sfruttamento a fini di frode e sopraffazione. Dell’uso strumentale del senso religioso, del suo avvelenamento, che condiziona in negativo la vita civile, per non parlare di come opera sulla vita di chi è di intralcio a loschi affari, non si può fare a meno di occuparsi. L’educazione religiosa nelle scuole dovrebbe includere anche questo caveat (qualche teologo ha anche supportato questa necessità di educare sul lato cattivo della religione). Non limitarsi a un approccio pseudoetnologico come il tuo, che, fai bene a mostrarlo, nasconde animosità lupesche. Come dimostra, oltre agli infiniti imbrogli commessi all’ombra della Croce, il tuo sbraitare, da volgare piazzista di Rolex falsi sbugiardato.

@ Charles Daniel. CENSURATO. Provo a ripostare la risposta, censurata, a un tuo precedente insulto. Tu non sei ateo. Sei un credente e un fedele. Un credente e un fedele della religione della pagnotta, che vi accomuna tutti. La religione non mi interesserebbe, se fosse possibile voltare le spalle ai lupi vestiti da agnello. Il senso del religioso, a torto o a ragione di fatto un bisogno istintivo dell’uomo, quasi una sua caratteristica biologica, come se vi fossero “recettori” innati per esso, andrebbe separato e distinto dal suo sfruttamento a fini di frode e sopraffazione. Dell’uso strumentale del senso religioso, del suo avvelenamento, che condiziona in negativo la vita civile, per non parlare di come opera sulla vita di chi è di intralcio a loschi affari, non si può fare a meno di occuparsi. L’educazione religiosa nelle scuole dovrebbe includere anche questo caveat (qualche teologo ha anche supportato questa necessità di educare sul lato cattivo della religione). Invece di limitarsi a un approccio pseudoetnologico come il tuo, che, fai bene a mostrarlo, è una copertura per animosità lupesche. Come dimostra, oltre agli infiniti imbrogli commessi all’ombra della Croce, il tuo sbraitare, da volgare piazzista di Rolex falsi sbugiardato.

@ Charles Daniel. Significa che così come la Sala di Smeraldo del Grande e Temibile Mago di Oz nasconde un ometto ventriloquo di Omaha (che in USA è come dire di Chieti), non bisogna lasciarsi abbagliare da certe rutilanti scenografie. Tu fusse ‘nu poche mariuolo?

@ Charles Daniel. Charlie, risponderti è come parlare con la testa di Yorik da vivo. Certe luci nel buio non sono fari ma falò. “E fu allora che Nuto calmo calmo mi disse che superstizione è soltanto quella che fa del male, e se uno adoperasse la luna e i falò per derubare i contadini e tenerli all’oscuro, allora sarebbe lui l’ignorante e bisognerebbe fucilarlo in piazza.” (C. Pavese. La luna e i falò). “Ed era contro di essi [i conventi] che in realtà erano accesi i fuochi delle montagne, attizzati del resto da uomini assai simili a quelli che nei conventi vivevano, fanatici come essi, chiusi come essi, come essi avidi di potere, cioè, com’è l’uso, di ozio”. (Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo).

@ Charles Daniel. A proposito delle logge massoniche Iside, sono citate anche nel libro “Dietro tutte le trame – Gianfranco Alliata e le origini della strategia della tensione” di G. Tamburino, che ho appena letto avendone saputo da Il Fatto, che lo ha recensito qualche giorno fa. Appartiene a quel genere di libri che fanno rendere conto che siamo come costretti nella caverna platonica a vedere solo gli artefatti della realtà. Es. questa specie di psicologia inversa, disperata, per spingere i giovani in chiese sempre più vuote (ahimè, vuote a vantaggio di luoghi e di nuove divinità non migliori).

Tra le cose che si apprendono dal libro c’è, in particolare nell’appendice con la cronologia e biografia, scritta da M. Massignan, l’associazione tra cialtroneria e crimine eversivo. Tra il ciarpame di copertura, con l’ossessione per i titoli altisonanti e per l’attribuirsi eccelsi meriti, e i soldi passati sottobanco per commettere infamie. Vi sono figure inserite in reti responsabili di gravissimi reati, che prima di essere dei criminali sono dei buffoni. Anche questa tua facilità clownesca nel produrre discorsi strampalati coi quali falsificare a oltranza quanto scrivo ha un timbro ibrido. Sembra che il male abbia cura di non presentarsi mai col suo volto, ma sempre dietro a una varietà maschere. Non necessariamente positive. A volte nobili, o sante, o “awe inspiring” come maestose cattedrali; altre volte dozzinali e grottesche.

@ Charles Daniel. Ti dò modo di guadagnarti ancora la pagnotta: il nome della loggia Ungheria è stato collegato a piazza Ungheria, ai Parioli; dove c’è pure la chiesa intitolata al gesuita Bellarmino! Il ciarpame di copertura è un attributo di ciò che nasconde. Le squadre della morte organizzate dagli USA in El Salvador intitolate al mitico Atlacatl, simbolo della resistenza ai colonizzatori bianchi: “El Mozote, the report said, was work of U.S.-trained Atlacatl battalion, part of a days-long search-and-destroy sweep known as “Operation Rescue.” In fact, the report said, the soldiers massacred more than 500 people in six villages. In El Mozote, where the identified victims exceeded 200, “the men were tortured and executed, then women were executed and finally, the children” Washington Post, 3/21/1993”. “Gladio”, la spada dei legionari romani, gente seria, per i miserabili accoltellatori alle spalle a libro paga dell’aquila statunitense. I simboli di amore e altruismo per la tosatura del gregge, o la sua macellazione se non rende abbastanza. “Quando i grandi di questo mondo si mettono ad amarvi, è che vogliono ridurvi in salsicce da battaglia… È il segnale… È infallibile. È con l’amore che comincia.” Celine.

L’efficacia del grande male deriva in larga parte dal poter attingere al serbatoio immenso e inesauribile di battaglioni di piccoli cialtroni, che le chincaglierie grandi e piccole le recepiscono e le emettono; inclusi i cialtroni varietà “da sagrato”.

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5 dicembre 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Il libro-enciclica con tutti gli appelli alla pace del Papa: “Con la guerra tutti sconfitti”. E Francesco ringrazia anche ilfattoquotidiano.it”

Il Signore, secondo Manzoni, porta sempre a termine i miracoli, dice Bergoglio. Il Signore. I poteri maggiori, coi quali Bergoglio è strettamente alleato, stanno facendo portenti negativi. Come l’epidemia a dio del vulcano, che si placa solo se si buttano nel cratere il normale vivere, diritti, averi, salute. O come la guerra di difesa con le armi che sparano al contrario, colpendo noi. O come la dittatura del denaro che promette benessere in cambio dell’abbandonare i valori etici e sta diffondendo impoverimento, insieme all’immoralità senza freni nella vita pubblica e nella politica dietro a maschere false. Le parole di Bergoglio sul completare “i miracoli” suonano sinistre.

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6 dicembre 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Candela “Marina Nalesso, la portavoce del ministro Sangiuliano si racconta a ‘Maria con te’: “Il rosario al Tg2? Non lo tolgo mai e non intendo farlo, la Madonna è nella mia vita””

“A scuola ero il miglior ultimo della classe. Le mie vacanze erano sempre in pericolo. Mi salvavo all’ultimo. 9 in Religione” (Marcello Marchesi). Ci sono delle povere donne di paese che sbarcando il lunario affettando una religiosità esagerata e aggressiva portano anche loro il rosario al collo.

C’è il rischio che a chiedere di togliere i simboli cattolici li si sostituisca con qualche altro segno di devozione ad un’entità superiore, ovvero ai suoi rappresentanti terreni. Il triangolo con l’occhio massonico, la doppia elica del DNA della recente religione tecnocratica, i simboli di qualche altra religione se dovesse divenire egemone. Non che le altre divinità dell’attuale Olimpo non siano ossequiate e servite anche loro. Consideriamo queste ostensioni un avvertimento, un segnale di doppiezza, un’ammissione di tartuferia, in linea con la propaganda sempre più falsa e spudorata che si propinano i giornalisti mainstream, non watchdog ma rumorosi cagnolini da grembo del potere.

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12 marzo 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “ESCLUSIVO | Intervista a Papa Francesco: ‘Corruzione, lo scandalo che mi fa soffrire’. Pedofilia? ‘La Chiesa ha capito che non può più coprirla’”

Corruzione e mafia occupano il podio mediatico dei grandi mali. Il papa aggiunge la sua alle voci incessanti che dagli altoparlanti ci spiegano cosa pensare, lasciando assente, sul gradino più alto, il genitore di mafia e corruzione: lo sfruttamento. Il prosperare succhiando le vite degli altri, con l’inganno e con la violenza. Corruzione e mafia sono casi particolari e riconoscibili di sfruttamento. Ma lo sfruttamento è più ampio, prendendo forme coperte: legalizzate, istituzionalizzate, sacralizzate. La forma delle leggi distorte, del governo e dell’amministrazione feudali, servili verso i più forti e predatori con i cittadini, delle ideologie imposte, dei lupi sotto pelli di pecora. Non è certo da un papa che ci verrà il freno al parassitismo dei potenti e dei loro vassalli, incluso quello dei preti.

Interview with Pope Francis. “Corruption is the scandal that makes me suffer. Pedophilia? The Church can no longer cover it up” | EXCLUSIVE

The pope adds his voice to the unrelenting propaganda which depicts corruption and mafia as the only great evils. Thus hiding exploitation, of which corruption and mafia are but particular instances. Exploitation thrives on sucking away life from others. Much wider than “mafia di cosca” and kickbacks, exploitation takes forms which are hidden having being made legal, socially accepted and even commendable: unjust laws; civil servants drooping in front of financial powers, robbing common people to fatten their masters; self-serving ideologies; fraudulent medicine; wolves clothed as sheeps. It won’t be from a pope that we will get a restraint of the parasitism of the powerful and their henchmen; including the clergy parasitism.

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Vedi anche:

La decenza precede la santità

Anche il CSM interviene su Alfie

Preghiere esaudite. Le cure compassionevoli nella medicina usuraia

La post-camorra. Dai tagliagole alla chirurgia ingiustificata della tiroide

Sos cancro nei bambini e sovradiagnosi

Quando è Pietro che si associa a Simon Mago

La santimonia

Lo screening del glaucoma coi paraocchi

2 November 2011

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. De Felice “Dove ci guida la vista?” del 2 nov 2011

Lo screening per il glaucoma, nonostante gli interessi coinvolti, non è stato ancora proclamato efficace su basi scientifiche; per ora non è santo ma solo venerabile. Fo l’advocatus diaboli. A leggere le lunghe e complesse discussioni sui pro e contro dello screening per il glaucoma, la proposta di obbligarvi per legge tutti i guidatori non appare affatto “un modo semplice” né pacifico per prevenire i temibili effetti di questa neuropatia. Il glaucoma cronico, la forma più comune, ha uno sviluppo insidioso, ma non è detto che la misura della pressione intraoculare lo diagnostichi in fase precoce: il rapporto tra aumento della pressione e il danno al nervo ottico non è consistente. Tale incertezza sul nesso causale probabilmente spiega perché lo screening ha specificità molto bassa e bassa sensibilità; cioè dà luogo a tanti falsi positivi (in un’analisi bayesiana, su 4 positivi 3 sarebbero falsi) e anche a falsi negativi; con in più il rischio di provocare una forma acuta di glaucoma; solleva inoltre dubbi sui dati circa l’efficacia, peraltro anche ufficialmente non elevata, delle terapie preventive volte ad abbassare la pressione intraoculare. Terapie che possono avere effetti nocivi anche pesanti, e sistemici, e dare luogo ad una serie di interazioni pericolose con altre patologie e farmaci.

Il glaucoma conclamato può essere causa di incidenti da riduzione del visus e del campo visivo. Ma porta al non rinnovo della patente, per una piccola quota di automobilisti; a differenza della terapia preventiva di massa, che pure incrementa il rischio di incidenti automobilistici, es. causando ridotta visione con poca luce da miotici. Le visite oftalmologiche per il rinnovo della patente di guida con screening obbligatorio potrebbero così non ridurre ma aumentare gli incidenti d’auto. Il paradosso mostra come questi appelli sulle premalattie che suonano di buon senso lascino fuori dal campo visivo bilanci vantaggi/danni che sono intricati e poco entusiasmanti.

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Nella Baltimore eye survey oltre il 50% dei glacomatosi non avevano una pressione intraoculare elevata. Di converso, nello studio di Gordon et al, Archives of Ophthalmology 2002; 120:714-20 risulta che il 90% dei soggetti con la diagnosi di ipertensione oculare non trattati non ha sviluppato glaucoma nei successivi 5 anni. La pressione intraoculare è considerata un fattore di rischio per il glaucoma. Ma non una causa; per sostenere che ciò è falso occorrerebbe portare prove. La ricerca sta sondando numerose ipotesi etiologiche completamente diverse.

I due concetti, fattore di rischio, concetto statistico, e causa, concetto fisiopatologico, sembrano vicini; ma non andrebbero confusi, ma tenuti molto bene separati mentalmente. E la distinzione andrebbe rispettata e spiegata soprattutto nel lanciare allarmi al pubblico. Uno scambio che invece è ormai automatico, essendo uno dei dogmi, delle pietre angolari, della disinformazione medica al pubblico.

Riguardo alla sua posizione che lo screening di massa, magari obbligatorio, sia una scelta che distinguerebbe uno statista da un politico, sono d’accordo nel senso che temo che potrebbe interessare più i nostri politicanti in cerca di commesse che padri della patria immuni dal lobbying:

“Tools for screening for glaucoma are imperfect and there is no currently accepted screening program. It would not be cost-effective to screen the entire population, and many people who are suspected of having glaucoma initially are found not to have the disease on review by an ophthalmologist.” (Australian doctor, july 2011).

A proposito di confusione tra pressione arteriosa e intraoculare, i beta bloccanti preventivi per via locale, molto usati, possono abbassare entrambe, provocando una riduzione della funzione cardiaca; slatentizzando o aggravando un’insufficienza cardiaca (o respiratoria); non l’ideale per una guida sicura.

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Il problema degli effetti collaterali sistemici, e locali, delle terapie farmacologiche per il glaucoma non appare essere stato superato. Le opinioni personali dei medici in tema di nuove forme di medicina possono avere un loro peso, e io le ascolto con attenzione, soprattutto quando non confliggono con gli interessi professionali; ma nel formularle, in campi così difficili, dove spesso sono in gioco decine di variabili, penso venga spontaneo trovare aiuto nelle opinioni esterne. Oggi la Glaxo ha accettato una transazione di 3 miliardi di dollari col governo Usa per avere forzato l’espansione delle indicazioni di suoi farmaci, con effetti catastrofici per i pazienti. Il singolo medico che, convinto che i progressi della medicina lo consentano, voglia proporre sulla base di convinzioni personali una cosuccia come un nuovo screening di massa praticamente obbligatorio, potrebbe esaminare con attenzione le ragioni per le quali, nonostante se ne parli dagli anni ’60, nonostante questo furore per trovare sempre nuovi mercati medici che ha portato la Glaxo a incorrere in costi con cifre da manovra finanziaria, gli screening per il glaucoma non sono stati ancora introdotti, neppure su base volontaria; e controllare quali sono le molteplici condizioni comunemente ritenute indispensabili per proporre uno screening, e se questo insieme di condizioni sarebbe davvero soddisfatto oggi. Il rischio altrimenti è quello di una visione coi paraocchi, che nel caso del glaucoma sarebbe il colmo.

Il negativo e il proibito

4 April 2011

29 gennaio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di O. Lupacchini “Emilio Alessandrini, il giudice dalla ‘faccia mite’, giustiziato dagli eversori che combatteva”

“«Il capitalismo si è sviluppato consumando in modo irreversibile l’eredità storica [che comprende] l’onestà, l’integrità, la responsabilità, la cura del lavoro, le attenzioni dovute agli altri, ecc. Ora, in un regime che proclama continuamente, con le parole e con i fatti, che il denaro è il suo unico valore, e in cui la sola sanzione è quella della legge penale, per quali ragioni i giudici non dovrebbero mettere all’asta le sentenze che devono emettere? Certo, la legge lo proibisce, ma perché coloro che sono incaricati di applicarla dovrebbero essere incorruttibili? Quis custodes custodiat? […] Si dirà: ci sarà sempre qualche matto inoffensivo che preferisce [valori morali al denaro]. Io dico invece che proprio secondo le norme del sistema persone simili non devono esistere: la loro sopravvivenza è un’anomalia sistemica, come quella di operai coscienziosi, di giudici integerrimi, di burocrati weberiani, ecc.» (Castoriadis).

E’ in declino il tipo antropologico rappresentato da Emilio Alessandrini, che diceva che il magistrato è un mestiere che per farlo bisognerebbe pagare. In campi nei quali ci si può muovere senza che il pubblico capisca ciò che avviene, come i grandi affari della biomedicina, dove si mescolano potere, soldi e immaginario, il comportamento dei magistrati a volte è indiscernibile da quello del magistrato che voglia non pagare, ma al contrario essere pagato.” (Da un mio scritto sull’eliminazione dei tipi antropologici proibiti, 2006).

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Blog di Alessio Liberati su “il Fatto”

Commento al post “Odio il clandestino” del 4 apr 2011

Sull’immigrazione la penso diversamente:

https://menici60d15.wordpress.com/2009/05/24/immigrati-la-pieta-coi-numeri-e-altre-forme-minori-di-pieta/

Ma sono d’accordo col dr Liberati sul criticare il termine “clandestino”. Si dovrebbe distinguere tra il “negativo” e il “proibito”. L’immigrato irregolare è una figura negativa, ma permessa: serve come forza lavoro e come consumatore, e la negatività che gli viene attaccata (oltre a quella della quale è involontario portatore come elemento perturbante sul piano antropologico e sociale) permette di meglio sfruttarlo. Gli si rinfaccia di essere un clandestino dopo aver finto di non accorgersi che saliva a bordo. Si potrebbe chiamarlo “meteco” lo straniero che nell’antica Grecia si aveva interesse ad ammettere, ma con diritti ridotti e sotto un “prosseno”, protettore. Mi pare che siano figure altamente negative ma non proibite di fatto anche lo spacciatore e il mafioso, che assolvono a compiti sporchi; sono perseguite, ma non eradicate.

All’opposto stanno i positivi ma proibiti: fanno cose giuste, ma non tollerabili dal potere, che li fa marcare dai suoi servi come modelli proibiti, che respingono invece che attrarre. Li si potrebbe paragonare a celebri ostracizzati di Atene. Alcuni omicidi di magistrati e poliziotti forse sono stati anche modi per marcare come proibite certe forme di lotta alla mafia o al commercio internazionale di droga. In genere però si usa più lo stigma sociale che la pistola. Forse di ostracizzati ce ne sono più di quanto si pensi, anche in campi formalmente legali dove ci sono interessi illeciti da tutelare. Ma non si vedono, anche perché i “liberi” hanno interiorizzato la proibizione, e accettano di considerare gli ostracizzati come figure negative, il cui marchio legittima l’esclusione e l’abuso. Così sul piano esistenziale il sans papier e l’ostracizzato sul piano esistenziale si incrociano alla porta della città, mentre percorrono in direzione opposta lo stesso cammino.

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3 novembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Fabbretti “Omicidio Bruno Caccia, perché dopo 33 anni manca ancora la verità”

Forse alcuni omicidi eccellenti hanno avuto, al di là dei moventi contingenti, al di là della criminalità che ha fornito gli esecutori, una funzione politica di “pulizia antropologica”: sono serviti a marcare come proibiti alcuni tipi umani. Nel capitalismo alcuni tipi umani, tra i quali il magistrato integerrimo, sono un’anomalia sistemica e non devono esistere, ha scritto Castoriadis. Il fatto che dopo 33 anni “manchi ancora la verità” da parte di quelli che dovrebbero essere i colleghi di Caccia sembra confermare che uccidendolo sia stata soffocata una varietà rara, una autentica diversità antropologica, impedendo che si riproducesse con l’esempio e l’insegnamento.

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17 febbraio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Bauducco “Omicidio Caccia, Caselli: “Responsabilità disciplinare magistratura? Problema aperto. Il Csm fu disattento””

La nostra concezione di causalità risente troppo di quella semplicistica e intuitiva del positivismo. Bruno Caccia è stato vittima di delinquenti; così come chi muore per tbc è ucciso dal micobatterio. Come ha osservato il genetista Lewontin, in biomedicina occorre distinguere tra “agente” e “causa”. Batteri e virus patogeni erano gli agenti dell’elevata mortalità per malattie infettive nell’’Ottocento; che è crollata per il venire meno delle cause, ambientali, col migliorare delle condizioni di vita. La correzione non è limitata alla patologia e alla genetica. Ndranghetisti, massoni e servizi, magistrati collusi, sono stati, in posizioni diverse, agenti dell’epurazione di una figura troppo vicina a ciò che un magistrato dovrebbe essere. Ma nella descrizione della causa dell’omicidio rientra a pieno titolo l’assenza di un ambiente giudiziario sano e forte, che impedisca le scorrerie di poteri criminali. Infatti il caso è ancora aperto dopo 35 anni; e Caccia viene ricordato come una mosca bianca. Per le persone oneste che si espongono, la massa di magistrati mediocri e ignavi costituisce una forza ostile non meno pericolosa dei delinquenti e della minoranza di magistrati francamente corrotti. I “malamente” di tante eliminazioni sono agenti; strumenti contingenti di una causa a monte, le forze che selezionano i tipi umani da diffondere o ridurre, come in un ecosistema controllato, nella classe dirigente italiana.

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19 maggio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Simonelli “Enzo Tortora: una carriera televisiva di successo, ma non certo lineare”

Credo che nella storia della Repubblica siano state perseguitate, a volte uccise, persone diverse tra loro per posizioni e per pregi, ma accomunate dall’avere lo spessore proprio delle persone che, non perfette né sante, né dalle posizioni sempre condivisibili, sono di valore, e formano pertanto naturalmente, in condizioni di libertà, la variegata classe dirigente di una nazione. Questa caratteristica comune le ha poste, in una nazione non libera, fuori dai limiti stabiliti per la selezione di una classe dirigente di mediocri, impoverita di figure di peso e pullulante di gauleiter, ruffiani, tirapiedi, servi, babbei, tromboni, guitti. Il loro essere devianti rispetto ai tipi umani consentiti e desiderati è stato un fattore, insieme ad altri contingenti, che ha determinato la loro eliminazione. Condita spesso dai giudizi severi dei prescelti, come questo di Simonelli.

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21 luglio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Musolino “‘Ndrangheta, scoperti a Vibo Valentia i “giardini segreti” della cosca Mancuso: sequestrate 26mila piante di marijuana”

La droga e la mafia sono casi della differenza tra il negativo e il proibito. Come la mafia, la droga è nella cultura dominante il negativo, stigmatizzato e formalmente avversato; ma non è davvero proibita, cioè espulsa dal sistema, nonostante la repressione dia lavoro a tanti. Ora viene in parte sdoganata dalla posizione negativa. E’ in corso una liberalizzazione della cannabis nel mondo occidentale. A parte la dannosità degli effetti farmacologici per sé stessi e per gli altri, le conseguenze sul piano sociale e politico saranno di degrado, con sudditi fumati invece che cittadini ben svegli e partecipi. Nei casi di negativo non proibito, strumenti di controllo e oppressione, lo Stato favorisce con una mano ciò che con l’altra combatte. Una doppiezza palpabile in Calabria, ma ugualmente presente in forme diverse in regioni che godono di migliore fama, che permette tante giocolerie. Anche a danno di ciò che al contrario è nominalmente positivo ma di fatto proibito, come la denuncia del crimine nelle sue forme istituzionalizzate.

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24 gennaio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di O. Lupacchini “Guido Rossa, quarant’anni fa quell’omicidio segnò una svolta. Anche per le Brigate Rosse”

Dalla mia lettera a Sabina Rossa, Giovanni Fasanella, Anna Canepa, “L’omicidio politico nell’Italia repubblicana come marcatura di tipi antropologi proibiti. Il caso Rossa.” 16 ott 2006: Mi ha sempre sorpreso questa costante della qualità degli uccisi nell’eterogeneità delle situazioni, dei caratteri, delle scelte: mi ha sorpreso come molte biografie della lista degli uccisi andassero a formare un catalogo. Catalogo in senso tecnico: una tassonomia di tipi antropologici, analogamente alla tecnica di marketing detta dei “profili psicografici”. E’ come se un’entità invisibile avesse voluto descrivere i tipi antropologici sgraditi presenti nella società italiana, spiccando un campione, o più campioni, da ogni classe.

Credo che omicidi come quello di suo padre siano serviti non ad eliminare direttamente gli epurandi, ma a marcare determinate classi antropologiche come proibite affinché divenissero, sotto l’effetto di strumenti di persuasione incruenti, classi spopolate e semivuote.

La figura umana positiva di suo padre simboleggiava il tipo antropologico dell’uomo forte e responsabile, “autonomo ma relato”, orientato ad una “sovranità relativa”. Questo tipo antropologico è il nerbo di istituzioni antropologiche come quella dell’opposizione forte e non plebea al potere; e quindi di corrispondenti istituzioni politiche: partiti di sinistra realmente degni di chiamarsi “Sinistra”. Tipi e istituzioni non desiderati dai grandi interessi; e neppure dai politicanti.

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14 febbraio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Bauducco “Processo Caccia, confermato l’ergastolo per Schirripa. La figlia Paola: “Ma il percorso per la verità non è concluso”

E’ stato osservato come i magistrati nelle sentenze per  le stragi del 1992-1993 che pilotarono la sostituzione della prima repubblica con la seconda repubblica siano arrivati a considerare, contro il buon senso, che la Falange armata fosse un depistaggio della mafia. E’ un conforto sentire le dichiarazioni dell’avvocato Repici, diverse dalle solite versioni di comodo che lasciano indisturbati i mandanti eccellenti spiegando tutto con la manovalanza mafiosa. Repici si mostra all’altezza del compito, nobile nello sciocco e pavido contesto odierno, della ricerca e esposizione della verità su quella che fu una delle epurazioni che ci hanno dato questa disgraziata classe dirigente.

Tra i vari ordini di moventi dell’omicidio del Procuratore chi oggi è testimone del malaffare di Stato non può non pensare al movente generale, sovraordinato rispetto ad altri contingenti, della selezione avversa voluta da chi controlla l’Italia: facendo uccidere un duro incorruttibile come Bruno Caccia si è spinto per la selezione di un genere di magistrati malleabili, non di ostacolo ma utili alle attività indicibili che le istituzioni servono dietro ai loro cartonati di Falcone e Borsellino.

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vedi anche:

Antropologicamente diversi ?

Giancarlo Caselli e i NO-TAV: il Negativo e il Proibito

“Se la canaglia impera, la patria degli onesti è la galera”

 

La questua delle multinazionali

17 December 2010

 

Blog “Sono io”

Commento al post “Supposte Glaxo” del 16 dic 2010

Con un utile netto di 5.66 miliardi di sterline nel 2009, per Glaxo i 10 milioni di euro che investe nella donazione a Telethon sono poco più della metà dei guadagni che accumula in un giorno, per 365 giorni all’anno. E’ una delle normali assurdità del pensiero unico che la gente debba finanziare la ricerca di aziende for profit che hanno bilanci grandi quanto quelli di Stati nazionali. Ma la raccolta fondi, e l’ottenere finanziamenti dai contribuenti tramite coloro che occupano le nostre istituzioni, sempre pronti a sifonare denaro dal popolo per darlo ai potenti, non serve solo a fare cassa. Il fundraising, del quale questi giganti sono gli ultimi ad avere bisogno, è anche uno strumento di marketing, che ha somiglianze con la questua durante la messa: se il singolo sostiene un’idea finanziandola, anche con un solo euro, diverrà sostenitore fedele dell’idea; l’idea entrerà a far parte del suo paradigma cognitivo e morale, per meccanismi psicologici come la dissonanza cognitiva. In questo caso l’idea è che la salute proviene dalle cure mediche centrate sull’hi-tech, costosissime, che Telethon rappresenta; e quindi anche dai sempre nuovi prodotti della Glaxo. Mentre si proibiscono e si cancellano forme di medicina meno lucrose ma più razionali e più utili al paziente. Il più corrotto settore dell’industria e del commercio si pone così su  un  elevato piedistallo etico; e le vittime col loro obolo si sottomettono all’idolo.

Riguardo a ciò segnalo il post:

“Da quali minacce va protetta la Glaxo”

nel mio sito

https://menici60d15.wordpress.com/

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Segnalazione su “Aurora” in “L’irresistible ascesa di Padoa Schioppa” e su “La voce del ribelle” in “Padoa Schioppa, uno di loro”

Padoa Schioppa dichiarò che dovremmo riconoscere che “le tasse sono una cosa bellissima”. Sono una cosa bellissima quando servono a fornire servizi pubblici, in maniera equa, efficace ed efficiente; non se divengono un sistema per sifonare risorse dal popolo per trasferirle a privati che navigano nell’oro, come ho commentato di recente a proposito dei 24 milioni di euro elargiti dal governo italiano alla Glaxo:

“La questua delle multinazionali”

La questua delle multinazionali

nel sito web

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11 dicembre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post “Telethon 2015, #nonmiarrendo. Riparte la raccolta fondi in tv contro le malattie rare”

@ Paolorzo. Sono link a pagine generiche, che affermano ma non mostrano. Potrebbe per cortesia indicare gli estremi delle pubblicazioni scientifiche che riportano i 10 più importanti risultati di ricerca ottenuti da Telethon?

@ Paolorzo. I 2000 studi sono il throughput, la mole di lavoro svolto. Io, come altri, chiedevo invece quale output, cioè il conseguimento di risultati concreti, Telethon può presentare nel chiedere, da 25 anni, finanziamenti ai cittadini come impresa scientifica volta alla cura delle malattie. Gli esempi che riporti come i risultati più rappresentativi sono, al netto dello hype mediatico, quelli di terapie ancora sperimentali, cioè la cui efficacia non è stata ancora dimostrata, per due delle tante malattie rare. Una delle quali, la sindrome di Wiskott-Aldrich, se la sua incidenza in Italia è paragonabile a quella in USA, colpisce circa 1 nuovo nato all’anno.

@ Broono. Basta poco, un pizzico di verità, a fare scattare l’insulto… Bisognerebbe avvisare Luigi Naldini e gli altri ricercatori, Francesca Pasinelli, Luca Cordero di Montezemolo e gli altri mecenati, i responsabili del marketing e comunicazione di Telethon, che vi è un tale, tu, che propaganda Telethon con insulti e con argomenti a livello di Stamina. Pretendere di definire efficace una terapia con criteri stabiliti a piacimento, e dando del cialtrone a chi osserva che non lo è né di fatto né finora neppure formalmente, configura un orientamento truffaldino.

Come è stato osservato, la strategia delle case farmaceutiche di puntare sulle malattie rare favorisce truffe del genere, prevedendo, a partire dall’Orphan Drug Act del 1983, un allentamento dei criteri per l’approvazione*. E’ interessante che si rivolgano alle malattie rare le stesse imprese scientifiche che hanno supporter come te, molto più vicini ai compari che attirano i polli al banchetto coi tre bussolotti e allontanano gli astanti indesiderati insultandoli, che agli appassionati animati dal sacro fuoco della scienza.

*Rose H, Rose S. Genes, cells and brains. The Promethean promises of the new biology. Verso, 2013.

@ Broono. L’onere della prova è su chi afferma; e prima di questo c’è l’obbligo morale – e anche legale – di non riportare risultati non veritieri, es. far credere al pubblico al quale si chiedono soldi che si è riusciti a stabilire nuove cure di malattie quando in sede scientifica si sono presentati risultati che non si sono potuti definire che col solito, logoro “promising”. Ci sono specialisti, come K. Applbaum, che sostengono che oggi la ricerca biomedica sia marketing-driven, funzionale al marketing. Telethon con le sue scelte strategiche singolari e aderenti agli indirizzi del business biomedico, col suo rapporto sproporzionato tra risultati concreti e amplificazione mediatica, tra l’enfasi sugli aspetti emotivi e la reticenza su quelli tecnici, appare essere un caso da studiare sotto questo aspetto. E non solo sotto questo aspetto; il tuo modo di intervenire e ragionare è inquietante. Non ci si aspetterebbe di sentire questi discorsi di bassa lega in chi perora una causa come quella che Telethon dice di avere sposato. La diagnosi di truffa non è una mera “probabilità di esclusione” per chi presenta risultati in maniera falsa e ingannevole con la grancassa mediatica, dà del cialtrone apicale, dell’incapace, del probabile ciarlatano, a chi si azzardi a chiedere a chi propaganda una campagna fondi di citare gli articoli sui quali gli asseriti successi sono riportati, e maneggia cavilli e caciara come il più consumato sensale.

@ Broono. Le pubblicazioni “fiori all’occhiello” di Telethon del 2013 le ho lette nel 2013. Insieme al cospicuo materiale propagandistico che le ha accompagnate. Avrei voluto sincerarmi che non ce ne fossero altre, ma la mia sacrilega curiosità è stata fermata. Che vi siano bufale e frodi nella ricerca medica lo dicono ormai tantissimi addetti ai lavori; per dirne uno Gotszche, della Cochrane, nel libro Deadly Crimes, dove mostra come la ricerca biomedica abbia una dimensione genuinamente criminale. In Italia ciò viene tenuto nascosto al grande pubblico tramite la censura, anche con addetti come te. Né sono certo il solo a criticare Telethon, v. es. Testart. Mi auguro che i ricercatori Telethon non applichino la tua logica, come il tuo dilemma falso per il quale o farnetico oppure sono l’unico ad avere capito in un mondo di stupidi. Forse una disgiunzione esclusiva migliore è se sono pazzo io, come dici, o se è disonesto qualcun altro. Il fatto che un delitto non sia perseguito – in Italia – non significa che non esista. Alla magistratura penale su questo caso andrebbero esposte diverse cose, incluse le tue interessanti vanterie di avere il loro placet.

@ Broono. Le scie chimiche sono il livello al quale la scienza marketing-driven è costretta a paragonarsi per sembrare scienza. Se uno ha il poker che dice di avere non ha bisogno di rispondere a chi chiede di vederlo con la diffamazione, la diagnosi di disturbi mentali e l’invito ad andare dal magistrato: lo mostra. E’ quando si chiama un bluff che la reazione è scomposta. I coniugi Rose sono affermati professori ordinari a Cambridge e alla London School of Economics. Il libro di Gotszche ha le prefazioni elogiative di un direttore del British Medical Journal e di un editor del JAMA. Testart, l’autore che ha descritto Telethon come un raggiro e una propaganda ideologica fuorviante, è un direttore di ricerca di riconosciuta capacità. Autori che non sono come coloro che per raccogliere soldi e consenso nel sacro nome della causa accampano successi inesistenti e fanno gridare “complottista” da qualche scagnozzo a chi li smentisca. E’ stato detto che è il codice penale ad essere complottista là dove prevede l’associazione a delinquere. Stai tranquillo che, con o senza la magistratura che hai citato come testimone, raccontare a quali sistemi ricorre Telethon per poter sfoggiare asseriti intenti umanitari e successi scientifici è tra i compiti che mi pongo. Già questa tua esibizione mostra quali “argomenti” la filantropia di Telethon oppone a chi non si beve i suoi sciropposi programmi tv e la sua ingannevole promozione di interessi speculativi sulla salute.

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22 dicembre 2015

Blog de Il Fatto

Commento  al post “Telethon 2015, record per la ricerca sulle malattie genetiche: raccolti 31,5 milioni”

Non è chiaro su quali basi Telethon si attribuisca il merito di un asserito raddoppio negli ultimi 10 anni dell’aspettativa di vita delle persone affette da distrofia muscolare. Una recente review* (che riporta 12 diverse case farmaceutiche nella sezione “competing interests”) mostra che i lenti miglioramenti della sopravvivenza, avvenuti nei decenni, degli affetti dalla più comune forma di distrofia muscolare sono associati a una serie di misure terapeutiche convenzionali che rendono comunque pesante la vita dei pazienti. Uno studio francese pubblicato nel 2013 attribuisce l’aumento della sopravvivenza principalmente alla ventilazione meccanica attraverso tracheostomia. La review conclude che le case farmaceutiche stanno investendo molto nella terapia genica, dalla quale sperano di trarre profitti; e che dato il loro elevato costo, simili terapie dovrebbero mostrare un chiaro benefico complessivo per essere adottate; ma ”sfortunatamente per ora c’è evidenza insufficiente che alcuno dei nuovi farmaci sviluppati possa ottenere questo desiderabile risultato”.

*Strehle EM, Straub V. Recent advances in the management of Duchenne muscular dystrophy. Arch Dis Child, 2015. 100:1173.

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28 dicembre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Ferri “Disabilità, l’irresistibile entusiasmo della ricerca”

L’entusiasmo nella ricerca è utile quando è, applicando un concetto dell’informatica, incapsulato. Quando cioè spinge a fare ricerca nella giusta direzione, avendo passato il vaglio dell’etica e della ragione, ma non interferisce, non è presente nella ricerca stessa, nella quale bisogna essere freddi e distaccati. Lasciarlo a contatto con la ricerca, cioè fare ricerca sotto il pungolo della gratificazione personale o di altri impulsi emotivi, fa danni. Es. porta non a ricercare ciò che utile al paziente, ma a definire utile ciò che si sa ricercare. Spinge a lavorare per la speculazione, nel caso della irrazionale ricerca delle terapie geniche, volta più al profitto che ai malati. Aiuta il cavallo di Troia della compassione per gli affetti da malattie rare, che porterà a una deregulation della ricerca, anche di quella sulle malattie comuni*. Per fare buona ricerca biomedica bisogna prima di tutto commuoversi per la sorte dei malati; e quindi operare a occhi asciutti e senza speranza, dimentichi sia di loro che di sé stessi. Al contrario nell’attuale ricerca marketing-driven prima si fanno calcoli egoistici e cinici e poi si supplisce alla carenza di risultati con piagnucolamenti, canti e trombettieri che suonano la carica.

* Drugs for rare diseases: mixed assessment in Europe. Prescrire International, 2007. 16: 36. “Adaptive licensing” or “adaptive pathways”: Deregulation under the guise of earlier access. Brussels, 16 October 2015, Joint briefing paper.

@ Massimo Ferri. Evidentemente per chi si occupa di matematica pura, un campo di ricerca stratosferico che non conosco, ma che prevede ferrei sistemi di controllo dei risultati, è possibile e vantaggioso lasciare operare emozioni “unbounded”. Ma in medicina occorre tenere molto bene separati sentimenti e ricerca. Il distacco emotivo e l’assorbimento per la ricerca sono due entità diverse. “Lo scienziato impegnato a fondo in un problema non dedica una parte del proprio tempo alla sua soluzione, ma la meditazione di quell’argomento è lo stato di equilibrio o il punto zero del quadrante a cui la sua mente tende a fare ritorno automaticamente ogni qualvolta non è occupata da altri pensieri.” (Medawar). Ciò è diverso dalla tanto decantata unione tra istanze umanitarie e scienza in medicina; sulla cui dannosità v. Annas GJ. Questing for Grails: Duplicity, Betrayal and Self-Deception in Postmodern Medical Research. J Contemporary Health Law Policy, 1996. 12: 297.

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30 gennaio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. Patitucci “Cancro, “in futuro possibili diagnosi con analisi del sangue”. Tornano le arance della salute dell’Airc con 15 mila volontari”

Su come questo incipiente nuovo business delle diagnosi di cancro con “biopsia liquida” mentre sembra un altro regalo della scienza all’umanità sia avventato, irrazionale e pericoloso per la salute, vedi R. Hoffman, “Grail’s search for a universal cancer screen: noble quest or fool’s errand?” e il capitolo “Assumption #4 – It never hurts to get more information” in Welch H. G. “Less medicine, more health” Beacon Press, 2015.

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Vedi: Telethon. La manipolazione dello sperabile e la squadra pro-truffa. In: Milizie bresciane, 13 febbraio 2016

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18 maggio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Tumori, De Luca: “Dalla Campania un vaccino contro il cancro entro 2 anni”

Dal clientelismo democristiano alla ciarlataneria liberista. Il sangue di San Gennaro si liquefà, per via soprannaturale secondo chi ci crede, tre volte all’anno. Invece nei paesi progrediti gli annunci che seri scienziati avrebbero finalmente scoperto cure risolutive per il cancro sono continui, in pratica giornalieri (1,2). Le promesse di De Luca e Telethon di medicine portentose sono un altro elemento che fa presagire che quello che gli elettori riceveranno in futuro sarà l’industria del cancro, nella quale loro saranno materia prima.

1 West J. Your daily ‘Miracle Cure’ for cancer. Medscape. 2 maggio 2016.
2 Abola MV, Prasad V. The use of superlatives in cancer research. JAMA Oncol, 2016. 2: 139.

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1 luglio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. Patitucci “Terapia genica con staminali “efficace contro l’Ada-Scid, la sindrome dei bambini bolla”

Un’alternanza di troppo e troppo poco. Prodotti molto elaborati, ma standard scientifici bassi: scarsi i controlli, che sono il cuore del metodo sperimentale. Lo studio, fase I-II, non è disegnato per valutare l’efficacia, e il gruppo di controllo è assente. Né si è voluto mostrare un controllo riportando la gravità, che può essere molto variabile, della malattia per ciascuno dei 18 casi, dando solo alcuni dati sommari. Tanto marketing, con RVM commoventi e edificanti alla Barbara D’Urso; e informazioni tecniche approssimative e ingannevoli; tripudio e celebrazioni per il “miracolo” (Corsera). Silenzio sul carattere marginale dell’asserito successo: le dita di una mano bastano e avanzano per contare i casi all’anno interessati in Italia (scelti perché è la malattia offre le maggiori possibilità di ottenere risultati alle grandiose promesse della terapia genica). Sulle ulteriori limitazioni della terapia, che comporta un chemioterapico su neonati, che resta una seconda scelta e riguarda solo un aspetto di una sindrome metabolica che ha altri deficit, anche mentali. Sui costi esorbitanti (la Glaxo nel rifiutare di dire il prezzo ha promesso che sarà “significantly less” del Glybera; che costa 1 milione di euro a trattamento). E soprattutto sulla costruzione della scappatoia delle malattie rare, con le quali si giustificano bassi standard scientifici e li si estende all’immissione di farmaci di dubbia efficacia e sicurezza nel mercato di massa.

@ Paolorzo. La malattia, quando c’è davvero (deficit di ADA e SCID si intersecano solo parzialmente; e andrebbe detto) è congenita e richiede un intervento precoce; si tratti di neonati o bambini, su organismi in crescita la chemio non fa bene, ma può causare danni che si manifestano anche nel lungo periodo. Per il resto, che vuoi che dica a uno che sostiene che uno studio che non solo non è randomizzato e con un braccio di controllo ma trascura anche i controlli che sarebbero stati possibili, e doverosi, quelli rispetto alla baseline (come si faceva un tempo anche per gli studi sulle cure per l’ADA-SCID) sia addirittura una “sorta di fase III”. Inutile chiederti per quali motivi allora si richiede un gruppo di controllo vero per verificare l’efficacia di una terapia, o come uno studio senza controllo possa mostrare efficacia spuria; anche del 100%. Il controllo non c’è ma è come se ci fosse, dici. Certo che a voi supporters Claude Bernard e Enrico Fermi vi fanno un baffo. Sii orgoglioso di questa tua impostazione scientifica; fini epistemologi la chiamerebbero “baconiana”, da Francesco Bacone, in quanto ricalca il suo metodo, riportando la scienza a prima di Galilei; oppure la si potrebbe chiamare “a controllo virtuale”, che suona hi-tech; a me, nella mia “fumosa prosopopea basata sul nulla”, ricorda i pataccari di strada che vogliono convincere il passante che il loro falso orologio di marca è più bello e va meglio di quello autentico.

@ Paolorzo. Non mi risulta che il trapianto autologo di staminali emopoietiche sia stato finora l’unico trattamento curativo e risolutivo, come scrivi. Il contributo maggiore del gruppo San Raffaele Telethon appare essere stato quello di impiegare un conditioning con busulfano più leggero prima della terapia genica. Il trapianto di midollo osseo HLA-identical da familiare donatore, quando possibile, resta la prima linea di terapia. Sulle limitazioni della verifica sperimentale della terapia genica, chi si mette in condizione di dover sostituire la propria automobile con un monopattino non può dire che quel monopattino è un’automobile. Resta un monopattino. E non si dovrebbe poter prendere una seconda linea terapeutica per una patologia rarissima, che secondo alcuni autori ha una frequenza di 1 su un milione di nascite, che obbligherebbe, secondo la tua linea, alla sostituzione dell’auto col monopattino, cioè all’abbattimento dei criteri, farne un caso, fare passare il principio che tutti i “monopattini” vanno considerati come automobili, e impostare un vendita sistematica di “monopattini” a prezzi da automobili.

@ Paolorzo. “Hematopoietic stem cell transplantation (SCT) from an allogeneic human leukocyte antigen (HLA)-compatible sibling donor is the preferred treatment.” Questo scrivono all’aprile 2016 i ricercatori che secondo te avrebbero surclassato il “vecchio” trapianto. I farmaci “innovativi” possono contare su sostenitori più monarchici del re, che sistematicamente gonfiano i già esagerati annunci dei ricercatori.

@ Paolorzo. “Se”. Sì, se davvero si dimostrasse migliore sarebbe migliore. Una verità a priori. Ecco un caso dove la differenza tra l’indicativo “ è migliore” e il congiuntivo, “se si dimostrasse migliore”, non è una pedanteria.

Che una terapia sperimentale venga approvata da dei burocrati per l’immissione nella pratica clinica per me non è una buona notizia, per i motivi che ho riassunto sopra a Brisk. Si sta spingendo per queste approvazioni “half-baked” anche in USA, soprattutto per quel gruppo di “wonder drugs” accomunate da interessi speculativi, grandi promesse, battage propagandistico e zelantissimi appoggi istituzionali, come la terapia genica e le staminali; e non solo ricercatori e pazienti, ma perfino industrie avvisano contro le “grave consequences” che possono derivarne*. Che poi a dare il via libera sia la UE, che ha sostenuto che il controllo sull’efficacia e la sicurezza dei farmaci sia una questione di politica industriale prima che una questione medica, non è rassicurante.

*Joseph A. Drive to get more patients experimental stem cell treatments stirs concern. STATnews, 30 giugno 2016.

@ Ugo Lopez. Sto dicendo che il rapporto prove/propaganda; il rapporto tra i risultati limitati e incerti riportati sulle pubblicazioni scientifiche e gli splendidi risultati diffusi al pubblico tramite i media; il rapporto tra tutele etiche e interessi pecuniari; il rapporto tra impegno e effetti, quello tra promesse e progressi; e il rapporto tra i possibili benefici clinici alla popolazione e le conseguenze di politica sanitaria negative per la salute della popolazione, sono tutti molto lontani dall’essere brillanti; e dovrebbero spingere allo scetticismo e alla diffidenza piuttosto che al giubilo e alla venerazione. Quelli che hanno intascato riconoscenti gli 80 euro della stessa presidenza del Consiglio che oggi celebra il “primato italiano” sulla ADA-SCID dovrebbero avere imparato che se si considera il quadro più ampio del quale certi regali, certe apparenti elargizioni benefiche, sono parte integrante, se si fa il bilancio del dare e dell’avere, non si dovrebbe essere esultanti. Più che capire il mio post, è difficile superare la fede di tipo religioso nella potenza dell’attuale tecnologia medica.

@ Brisk. Lei solleva un aspetto centrale: la confusione imperante tra scienza e clinica. La scienza procede per errori, per tentativi e correzioni, e ha le sue regole, che contrastano a volte coi nostri sentimenti; ma la clinica non può essere tentativi o cure non adeguatamente testate su pazienti. Invece oggi la ricerca viene trasformata dal marketing (Telethon primeggia in questo) in una relazione di cura; così si nega il dovuto rigore scientifico nello sviluppo delle cure, con obiezioni di sapore etico, come le pelose presentazioni di casi commoventi, le “cure compassionevoli” e la necessità che sarebbe prioritaria di “fast approval”. E la clinica viene trasformata in ricerca anarchica, in innovazione economica shumpeteriana senza pace; negando le dovute tutele ai pazienti, immettendo cure non sufficientemente testate (e a volte immettendole contro l’evidenza) in nome di una entità suprema chiamata “scienza”. Ma così sia la scienza vera, sia la vera medicina, che aiutano l’Uomo nella sua condizione terrena, vengono stravolte in magia. Le segnalo, sulla necessità di non accettare ma di contrastare la conflazione di scienza e clinica, la necessità di considerare le due come entità distinte:

Annas, GJ. Questing for Grails: Duplicity, Betrayal and Self Deception in Postmodern Medical Research. Journal of Contemporary Health Law Policy, 1996. 12: 297.

@ Brisk. Sul piano tecnico, c’è un forte movimento, denunciato da più parti, volto a indebolire i criteri scientifici di approvazione dei farmaci; anche facendo leva su casi del genere. In questi giorni senatori USA, per fare approvare a una recalcitrante FDA un farmaco per la distrofia muscolare che non ha le carte in regola (nel cui sviluppo è pure coinvolto Telethon) da un lato fanno pressioni col loro potere, dall’altro esibiscono i casi pietosi dei bambini affetti. Sul piano generale, quello del “fare comunque qualcosa” è un paralogismo che riguarda le radici antropologiche della convivenza sociale. In una concezione individualista ciascuno prende quello che può, senza attendere, e al diavolo gli altri. Anche se quello che si prende sono un pugno di mosche, a beneficio di venditori che hanno interesse a offrire rimedi “quick and dirty”. Se invece si ha una concezione comunitaria, se ci si sente non isole ma parte di un continente di umanità, si fanno le cose per bene, ovvero in maniera scientifica, e non fintamente scientifica, da maghi; così che, se non noi, chi verrà dopo potrà contare sulle migliori cure ottenibili. E nel frattempo si ottimizzano le cure e l’assistenza possibili ai malati, senza negarle dirottando le risorse verso chi promette cure prodigiose. E’ singolare che sotto al sentimentalismo sdolcinato vi siano feroci interessi economici, mentre la razionalità arcigna e senza cuore potrebbe essere strumento autentico di servizio agli altri.

@ Brisk. Non aderisco ad alcuna particolare filosofia, salvo forse l’utopia borghese di un mondo equilibrato. Non è che un singolo debba contare meno di un milione di persone; è che l’illusione rifilata al singolo mentre non lo salva condanna anche gli altri. Qui stiamo parlando non di grandi sistemi filosofici, ma di sistemi fraudolenti, che tolgono la borsa senza dare la vita che promettono; e che si basano proprio sulla disinformazione.

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6 agosto 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di PRESSapoco “Screening neonatale, votata la legge ma nessuno deve saperlo”

Le malattie rare consentono di vendere farmaci costosissimi aggirando i già corrivi controlli standard *. Es. è stata appena approvata una terapia per l’ADA Scid, presentata come un successo italiano. Non è stato detto che costerà 665000$ a paziente. Né che avere dubbi sull’efficacia è lecito**, e quindi doveroso (ma poco salutare, dato il sistema di protezione mafiosa istituzionale per questi affari). Gli screening neonatali sono funzionali al business nascente delle malattie rare. Molte malattie genetiche e metaboliche non hanno meccanismi patogenetici semplici e netti, come invece viene fatto credere al pubblico: al dato di laboratorio considerato marker positivo può non corrispondere un futuro sviluppo di malattia, o la malattia può essere espressa in forma lieve. Gli screening possono sia allargare la quota di bambini etichettati come malati e quindi il volume di affari, sia simulare una parziale efficacia dei farmaci, data in realtà dai casi che comunque sarebbero rimasti asintomatici o avrebbero sviluppato forme lievi. E’ uno schema già rodato con gli screening per il cancro. Toglierebbe denaro al SSN per la routine regalandolo alle case farmaceutiche. L’aspetto peggiore è che creerebbe piccoli malati.

* “Adaptive licensing” or “adaptive pathways”: deregulation under the guise of earlier access. 16 ott 2015, Joint briefing paper. Prescrire.org
** Garde D. There’s a possible cure for ‘bubble boy’ disease. It will cost $665,000. Statnews, 3 ago 2016.

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10 settembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Scuola, Fondazione Telethon lancia campagna sull’inclusione dei bambini affetti da malattie rare – VIDEO”

Censurato. (Copia inviata p.c. alla presidente del Tribunale dei minori di Venezia)

La presidente del Tribunale dei minori di Venezia ha spiegato come “Abbiamo salvato un bambino non ci siamo riusciti con Eleonora [Bottaro]”*; facendogli d’autorità asportare un occhio, data una diagnosi di tumore. A parte i casi specifici, che necessitano della conoscenza dei dettagli per essere valutati, appare che i magistrati siano solerti nel contrastare le cure ciarlatanesche (a volte dopo averle virulentate, v. Stamina); ciò sarebbe meritorio, se i magistrati non considerassero, con una comparazione errata – e ricercata – la medicina ufficiale, in realtà infestata da deviazioni speculative, come un supremum indiscutibile. La campagna Telethon nelle scuole sulla “inclusione”, singolarmente limitata ad un settore nosologico ristretto – che sta divenendo “invasivo” – può, dietro la facciata pedagogica, favorire l’agenda delle malattie rare, che è descrivibile come una gigantesca operazione per legalizzare frodi mediche**. Le “malattie rare” oggi non coincidono più come si fa credere con le malattie trascurate, tutt’altro. Su questo empito filantropico verso la popolazione scolastica della medicina “scientifica” d’assalto supportata dalle banche i magistrati non pensano di dover vigilare a tutela dei minori.

* Il Mattino, 7 set 2016.
** “Adaptive licensing” or “adaptive pathways”: Deregulation under the guise of earlier access. Brussels, 16 October 2015, Prescrire.org. House orphan drug proposal: a Windfall for Pharma, False ‘Cure’ for Patients. Public citizen, dic 2015.

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27 settembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Gianni “Disabilità, perché lo spot di Zalone non mi fa ridere”

Con la retorica dell’antiretorica, Zalone aiuta un messaggio culturale pernicioso: che il finanziare “la ricerca“ permetta di prevedere a breve future cure. E’ la versione attuale della dottrina di Vannevar Bush sulla messa a reddito della ricerca di base. Strumentalizzando il sano impulso di aiutare bambini malati, si favorisce lo sviluppo di farmaci lucrosi, approvati sull’onda dell’emotività calpestando l’evidenza scientifica. In USA il Sarepta, “an elegant placebo” da 300000$/anno per la m. di Duchenne è stato appena approvato contro il parere degli esperti; presentando bambini in carrozzella e uno studio scadente del quale ora si chiede il ritiro come viziato. I bambini resteranno malati, e potranno subire danni dalle nuove terapie; le risorse per l’assistenza possibile per loro e per chi è affetto da altre malattie rare o comuni verranno distolte a favore di prodotti fraudolenti. Le possibilità della scoperta autentica di cure per le future generazioni tramite ricerca seria verranno bloccate da questa ricerca affrettata basata sul marketing e orientata al profitto.

Il marketing biomedico fa un ampio uso di appelli alla solidarietà umana. Es. si lanciano nuove “malattie” sostenendo di voler “togliere lo stigma”. Una satira di questo genere di retorica è in “Cado dalle nubi”: la canzone dove Zalone difende e compatisce gli omosessuali per la loro “malattia”. E’ un peccato che un artista di talento si metta al servizio di ciò che come pochi saprebbe smascherare.

@ Stefano B. Certo che ci pagano. A carriolate. Come hai fatto a capirlo? Vorrei cederti parte di quello che ricevo, o anche tutto, da dividere coi tuoi colleghi, ma so che gente della tua intelligenza e sensibilità non si lascia nè sviare nè corrompere. Per favore, non dire nulla all’ordine dei medici o ai NAS, o ad altri difensori dei benefattori medici dell’umanità, altrimenti passo un guaio.

@ Fabio62. Il mio è un discorso generale. Al quale la SMA non appare fare eccezione. Mi informi lei per favore sulla “storia” dei futuri successi. Perché una casa farmaceutica che ha grandi mezzi, e prospettive di guadagno stratosferiche a sentire ciò che promette, che firma accordi milionari sul futuro sfruttamento del farmaco, dovrebbe chiedere denaro al pubblico con degli spot per finanziare le sue ricerche sui suoi imminenti successi? Proprio su un fronte dove si starebbero ottenendo vittorie? E’ un controsenso sul piano economico ed etico. In genere ciò si fa per creare consenso, col quale supplire al merito. Io non vedo studi adeguati che convalidino i miracoli promessi. Può indicarmeli? (Gli studi, non la pagina dell’associazione che, come nel caso USA citato, spinge a favore del business). Vedo invece la solita tecnica di introduzione di nuovi prodotti, per asseverazione tramite propaganda anziché tramite presentazione di validi dati scientifici. I successi scientifici non sono prevedibili su basi storiche di avanzamento della ricerca. I business speculativi invece si.

29 settembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Bizzarri “Checco Zalone, bene l’ironia ma i disabili non sono dei privilegiati”

L’ironia è stata riconosciuta come uno dei 4 tropi retorici fondamentali nel ‘700 da GB Vico. In quegli stessi anni Swift mostrò come usare il cinismo satirico a fini moralistici con la “Modesta proposta”. Ma per molti la trovata che Zalone gli scodella è una novità; e si esaltano, come quei verginoni che scoperto il sesso a 40 anni si mettono a spiegarne le delizie agli altri. Lo spot adula, facendolo sentire intelligente e sensibile, lo spettatore medio; che in cambio accetta l’effetto Carosello, cioè di confondere il valore estetico ed etico del siparietto con il valore di ciò che si vuole vendere. La finalità dello spot è di educare il pubblico ad appoggiare nuovi costosissimi farmaci; oggi uno per la SMA per il quale gli analisti prevedono un fatturato di 0.47 miliardi di $ nel 2023. Nell’ambito dell’operazione più ampia sui farmaci per le malattie rare, che si prevede avranno una crescita di fatturato del 12% composto annuo. In USA si sta discutendo preoccupati di tale operazione, che si basa da un lato sull’abbassamento dei criteri di approvazione e dall’altro sul coinvolgimento emotivo di malati e pubblico; una ricetta che ha già cominciato a far immettere prodotti inefficaci e che prosciugano risorse. I due ingredienti principali sono la corruzione delle classi dirigenti e l’ignoranza presuntuosa del pubblico; l’Italia, un popolo di fini intellettuali governato da integerrimi politici, è quindi al sicuro.

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12 ottobre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. La Cara “Famiglie SMA: “Grazie a Checco Zalone raccolti 250mila euro per campagna contro l’atrofia muscolare spinale”

Censurato

I poveretti che non comprendono la grandezza morale dello spot, gli infelici ai quali è precluso lo stato di godimento estetico continuato dato dall’immane capolavoro zaloniano, si crogiolino in basse considerazioni degne della loro condizione. La campagna, ora camuffata da raccolta fondi per l’assistenza medica e sociale, è a sostegno dell’introduzione di un farmaco:

“La tradizionale campagna di raccolta fondi nazionale, che si svolgerà dal 24 settembre all’8 ottobre, acquista oggi un significato tutto particolare: sarà infatti tutta concentrata sul raggiungimento di questo obiettivo di supporto alla distribuzione del farmaco.” (F. Lozito. Avvenire, 7 set 2016).

Farmaco che fatturerà, prevedono gli analisti, 470 milioni di $/anno. Perché – direbbe Franti – farmaci “ultra-scientifici” invece di imporsi da soli sono spinti con argomenti emotivi? Gli inferiori non smossi da questo spot rivolto a persone colte e civili maligneranno che i farmaci che invece che con il solo processo scientifico onesto e adeguato vengono introdotti con l’appoggio della propaganda non funzionano. In USA c’è un’altra lucrosa terapia genica, per la distrofia muscolare, la cui approvazione è stata forzata con gli spot; e che una mutua privata si sta rifiutando di rimborsare come “not medically necessary”. A fare le spese di questo genere di “scienza” – secondo i perbenisti piccolo borghesi – saranno i bambini affetti, le famiglie e tutti gli altri malati, ai quali verranno così sottratte risorse.

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10 gennaio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. La Cara “Terapia genica, Luigi Naldini: “Così l’esistenza di molti bambini è cambiata in meglio”

Il “gerrymandering” che enfatizza le malattie rare – citate da Sergio Mattarella nel suo discorso di fine anno – permette dietro all’immagine sacra del bambino malato manovre speculative dello stesso livello di quelle dei salvataggi bancari a spese dei cittadini (e della stessa radice; non sorprende che sia sostenuto dalle banche); ma più gravi, dato il loro impatto negativo sulla salute. Permette infatti approvazioni con controlli ridotti, e di vendere quindi farmaci dall’efficacia terapeutica nulla o dubbia (ma non privi di effetti avversi) applicando il “premium pricing”. Coartando il concetto di malattia rara tende ad estendersi alle malattie comuni, con sotterfugi come il “salami slicing”, aggirando così i controlli e i limiti anche per la massa dei pazienti. Elementi fondamentali dello schema sono la definizione di malattia e di nuovi sottogruppi tramite biomarker e la “diagnosi precoce”, che inevitabilmente porteranno a sovradiagnosi (che permettono di presentare “risultati” terapeutici). La politica e l’informazione invece di fermarsi ai buoni sentimenti da talk show dovrebbero considerare che il combinato di attenzione sproporzionata, propaganda, manipolazione della nosologia e deregolamentazione non porti a un “cambiamento dell’esistenza di molti bambini” – e anche di molti adulti – in peggio, con un bilancio complessivo negativo per la collettività.

Herder M. What is the purpose of the Orphan Drug Act? PLoS Med, 2017. 14; e1002191. E citazioni.

@ Beta. Quanto dico dell’attuale distorsione della ricerca sulle malattie “rare” è il trasferimento sul piano politico di critiche e allarmi lanciati da esperti, anche da Brussels, su una nuova direzione impostata dalle multinazionali farmaceutiche globalmente. Partita dagli USA (anche tramite l’ODA), riguarda anche la UE, es reg. 141/2000*. Telethon, dopo avere spinto per la promessa sostanzialmente mancata – come era prevedibile – della terapia genica, ora ha aggiunto esplicitamente il tema delle malattie rare. Sempre con la formula della propaganda mediatica che strumentalizzando il dolore supporta una ricerca tanto sofisticata quanto basata su presupposti e catene di assunti errati o fragili. E’ stato detto che “un giorno tutti i tumori saranno malattie rare”. L’Italia non appare estranea alla nuova strategia. Es. la scelta da piano industriale dei politici (5S in testa) di allargare gli screening neonatali obbligatori per le malattie rare, portandoli a 40, senza indicare le malattie; non partendo quindi dalla singola patologia e dal bilancio della validità e utilità dei test. E’ già avvenuto che premure preventive portino a fatturati astronomici per chi vende e ad un forte aumento delle persone, qui bambini, falsamente etichettate come malate, senza che i benefici promessi si avverino.

*Gibson S et al. Why the Shift? Taking a Closer Look at the Growing Interest in Niche Markets and Personalized Medicine. World Medical and Health Policy, 2015. 7:1.

@ Beta. L’europeo ““Adaptive licensing” or “adaptive pathways”: Deregulation under the guise of earlier access” Prescrire, ott 2015 ? Questa è un’operazione anche economica e politica, nell’ambito di un mercato dove i miliardi di euro corrono come noccioline, e non si dovrebbe storcere il naso se la trattano, come avviene, anche riviste internazionali di legge e di economia. Come in altri casi, alcuni giuristi ed economisti, in possesso di strumenti adatti, per la conoscenza degli ambienti del business, e perché meno coinvolti direttamente, muovono critiche puntuali e istruttive, meglio di tanti ricercatori biomedici. (C’è anche una monografia italiana del 2007, che non ho letto, da un convegno su “Malattie rare: la ricerca tra etica e diritto”).

Lei non solo vede la figura dello scienziato come l’unico tra gli esperti che possa giudicare. Ma gli attribuisce una onniscienza, estesa al futuro, che fa parte dell’attuale diseducazione sulla scienza, una volgarizzazione della dottrina di V. Bush: la credenza che si possano predire i successi scientifici, e ottenerli purché si dedichino loro sufficienti risorse. Si ignora la plausibilità iniziale, e per una “slothful induction”, decenni di fallimenti; si sostituisce al necessario ragionamento bayesiano un bayesanesimo fraudolento che crea priors fittizi con la propaganda come quella di Telethon; le citerei articoli a riguardo ma temo che lei li esamini attraverso la sua ottica, che non si limita a ingrandire.

@ Beta. E’ verissimo che spesso chi fa parte della classe dirigente o del ceto intellettuale non sa, non essendo addentro. E che a volte abbracci lo stesso modello di malattia presentato sulle riviste femminili prima delle pagine dei lavori a uncinetto. L’agenda della ricerca scientifica biomedica viene distorta in radice e per i rami dagli interessi economici. Così che chi conosce e analizza il mondo degli affari a volte diviene adatto a spiegare dove si vuole andare a parare nella “Scienza”. Avviene es. regolarmente sul Wall Street Journal. O a volte partecipa attivamente; es. permettendo che l’autorevolezza del potere giudiziario su temi scientifici (Jasanoff) sia usata per propagandare un dato tema. Sui danni del persistere sulla terapia genica e altre agende imposte dal business v. esempio Joyner et al.What happens when underperforming big ideas become entrenched. JAMA, 28 jul 2017. Su il “time will tell”: Kaptchuck TJ. Effect of interpretive bias on research evidence. BMJ, 2003. 326: 1453. Paolo VI disse che l’Osservatore Romano non considera il mondo com’è ma come dovrebbe essere; anche lei ha una visione curiale di come vanno le cose nella ricerca biomedica.

@ Beta. I politici e gli scienziati muovono entrambi i passi voluti dall’industria; ma, dice lei, è solo un’apparenza che ballino assieme; sono in realtà indipendenti, nonostante disegnino un’unica danza; come le monadi di Leibniz. Anzi, agli scienziati dispiacciono i passi dei politici (che i politici dicono di fare su parere degli scienziati). Converrà che ci sono spiegazioni più parsimoniose: es. che stiano ballando assieme. Stamina, lanciata nel policlinico della facoltà di medicina presieduta dall’allora presidente dell’AIFA, mostra ciò che dico: propaganda per fare assorbire al pubblico un modello di credenze irrazionali, che renda credibili i proclami e le promesse della scienza “seria”.

@ Beta. Lei non vede i gravi pericoli della operazione malattie rare; e neppure la corruzione diffusa nella ricerca, ammessa pure da molti ricercatori. Sapesse quante cose avvengono a sua insaputa. Credo che prima di accusare di “complottismo” bisognerebbe considerare il concetto di “crimine dall’alto”, una generalizzazione della “eversione dall’alto” di Gramsci e dei “ricchi che rubano” di Travaglio. Sull’innocenza dell’establishment biomedico su Stamina, in questi giorni si addebita alla “psicosi” del pubblico la corsa indiscriminata al vaccino antimeningococco dopo che si è sollevata la paura per una pseudoepidemia costruita ad arte. Questo mostrare indignazione o sconcerto per ciò che si è suscitato lo chiamo “i rimproveri della maitresse”. Sono d’accordo con lei che molte persone si approfittino di gente disperata per lucrare.

@ Beta. Se la scienza funzionasse come dovrebbe, non ci sarebbe bisogno di doversi ridurre alla logora parafrasi dell’autodifesa del clero, con la missione salvifica dei ricercatori al netto delle solite mele marce. Nè di caricaturizzare la denuncia di degenerazioni sistematiche che vanno a costituire un nucleo di autentica criminalità, sia pure dal bavero bianco; parallela alla criminalità in giacca e cravatta che vende junk bond (e a volte direttamente legata ad essa, vedi M. Milken). Criminalità non solo impunita, ma che fa la morale e impartisce direttive.

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18 maggio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. Patitucci “Corea di Huntington, speranze dalla terapia genica. La senatrice a vita Cattaneo: “Mai più discriminazione”

In generale, etica della ricerca e cultura cristiana dovrebbero convergere nel tenere l’aspetto etico e quello tecnico separati e distinti. Oggi invece ricercatori e clero cercano la promiscuità. Le malattie gravi inducono a compassione e impongono obblighi di solidarietà. E’ divenuta prassi stimolare ad arte la compassione per rendere credibili le promesse di cura, sostituendo la plausibilità biologica con spot lacrimevoli (bayesanesimo fraudolento). La gravità di una malattia, la sua crudeltà e lo stigma, l’impulso a combatterla, non hanno nulla a che vedere con la possibilità materiale di curarla; ma spesso sono usati, invece che per spingere alla migliore assistenza possibile, per legittimare prodotti hi-tech, basati su teorie di comodo architettate dal business, piuttosto che dalla scienza al servizio della compassione come si vuole fare credere. Presentare casi commoventi, o creare un caso morale*, sono tecniche usate dalle ditte di marketing per aiutare i loro clienti a vendere farmaci costosissimi che non funzionano. E’ divenuta comune l’affermazione di voler “destigmatizzare” per propagandare un prodotto medico carente; es. è stata usata per la colonscopia virtuale**.

*Eichacker PQ et al. Surviving sepsis – Practice guidelines, marketing campaigns, and Eli Lilly. NEJM, 2006. 335:16.
**As radiologists push for “virtual” colonoscopy coverage, risk of misleading readers is real. Health News Review, 12 set 2016.

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7 giugno 2017

Blog de il Fatto

Commento al post di E. Murgese ““Dalla morte di mia sorella per fibrosi cistica, la speranza di un farmaco salvavita” “

Fornire a chi è affetto da malattie gravi la migliore assistenza possibile è un dovere. Consolarlo è un comportamento lodevole. Lo sfruttare la sofferenza per fare soldi, usandola come leva emotiva per l’introduzione di farmaci di non provata efficacia e dal prezzo “unconscionable”* (iniquo, vessatorio), illudendo i pazienti, comprando i dirigenti della associazioni di malati e ingannando il pubblico, è stato chiamato, nella varietà statunitense, “venture philantropy”, proprio considerando il caso della fibrosi cistica*.

*The invention of venture philantropy. In: American sickness. How healthcare became big business and how you can take it back. Rosenthal E. Penguin Press 2017.

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23 giugno 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Bella “Vaccini: Alice Pignatti, i consiglieri M5S e la borsa di studio della discordia”

 

Sul JAMA, 22 giu 17, si spiegano le tecniche per convincere i genitori. La propaganda è oggi estensione della “scienza”. Le mamme, in buona fede o meno, sono arruolate come strumento di marketing per fare vendere cure (Schneiderman LJ, Jecker NS. Wrong medicine. Doctors, patients and futile treatments. J Hopkins Univ Press, 1995). Anche a spese del contribuente, mostra questo caso. Le mamme battezzate “mamme rare” di Telethon per il business enorme e truffaldino delle malattie rare; le “madri coraggio” della Terra dei Fuochi per la messa a reddito dei bambini campani (v. “La post-camorra”). Davanti al “cuore di mamma” che promuove compresse o fiale “scientifiche” (e quotate in borsa) occorre un atteggiamento disincantato: “Medical consumer groups are viewed by the public and by the government as claiming the moral high ground and being solely devoted to the general good. Society grants [their] recommendations a special status as being true and honest. [They] are no more than advocates for their own particular diseases and interests, willing to divert medical resources … from other, more worthy areas of health care. They are, in essence, lobbyists, much the same as any other lobbying group or political action committee and, like the others, they are corruptible.” (Gottfried D. Too much medicine. A Doctor’s Prescription for Better and More Affordable Health Care. Paragon House, 2009).

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13 settembre 1017

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. La Cara “Atrofia muscolare spinale, le famiglie: “Il nuovo farmaco apre nuova era. Non è più malattia mortale se presa in tempo” “

Censurato

“Biogen Safe Harbor
This press release contains forward-looking statements, including statements relating to the potential benefits, safety and efficacy of SPINRAZA […]. These statements may be identified by words such as “believe,” “except,” “may,” “plan,” “potential,” “will” and similar expressions, and are based on our current beliefs and expectations. You should not place undue reliance on these statements. These statements involve risks and uncertainties that could cause actual results to differ materially from those reflected in such statements, including uncertainty of […] the effectiveness of sales and marketing efforts, […] occurrence of adverse safety events, failure to obtain regulatory approvals in other jurisdictions, […] product liability claims, […] and the other risks and uncertainties that are described in the Risk Factors section of Biogen’s most recent annual or quarterly report and in other reports Biogen has filed with the U.S. Securities and Exchange Commission (SEC). Any forward-looking statements speak only as of the date of this press release and we assume no obligation to update any forward-looking statement.” (Dal comunicato della casa produttrice, 14 gennaio 2017, su quelli che sono i dati di ricerca a qualità teorica relativamente più alta sugli asseriti benefici clinici del farmaco venduto a 1 milione di dollari per 8 fiale).

14 settembre 2017

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Commento al post di A. Gennaro “Whistleblower in gabbia davanti al Pantheon: “Serve una legge per tutelare chi denuncia corruzione e malaffare””

pubblicato

L’ordoliberismo vuole che si passi dal ladro “libero professionista” al ladro stipendiato: dai politici che rubano al personale politico al servizio dei poteri forti. Dalle mazzette per sé stessi al rendere legge il furto a favore di banche e multinazionali. In USA ci sono politici, come Sanders e Grassley, che si stanno opponendo alle malversazioni che si nascondono dietro alle “malattie rare” e alla relativa legislazione. In Italia tutti zitti: solo sviolinate sui bambini malati e i genitori straziati. Il Fatto, mentre pubblica questo articolo, col titolo sulla SMA “Le famiglie: Il nuovo farmaco apre nuova era. Non è più mortale se presa in tempo” aiuta l’approvazione di un farmaco criticato in USA per il costo, di 125000 $ a fiala. Il messaggio del titolo non è solo falso, perché i dati non dimostrano questo risultato miracoloso. E’ pericoloso per la salute, perché favorisce la fase successiva, la diagnosi e cura “precoce”, che espanderà il business ma porterà sovradiagnosi e furto di risorse. Ci si può aspettare, dal nuovo genere di politici richiesto dal grande business tramite Transparency e 5S, uno screening obbligatorio alla nascita, con una quota di neonati immessi senza reale necessità sul nastro trasportatore dell’industria medica. Mentre difende chi denuncia le mascalzonate dei signorotti nostrani, Il Fatto aiuta la calata degli “imperiali” del farmaco; anche censurando i commenti dei whistleblower invisi a Big Pharma.

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23 settembre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Checco Zalone nel nuovo spot solidale per le Famiglie Sma: “#FacciamoloTutti””

L’approvazione di questo farmaco in Usa è stata definita da un neurologo sulla Harvard Business Review “un segnale di minaccia al sistema sanitario”: neppure il sistema sanitario USA sarà in grado di finanziare questo genere di terapie tanto costose. Il prezzo del farmaco in USA è stato posto dalla casa produttrice a 125000$ a fiala. I primi 2 anni di cura su 6 bambini fatturano una somma che oltrepassa abbondantemente i 5 milioni e rotti di euro che nello spot il bambino chiede a Checco (le sole fiale, escludendo gli altri costi). L’efficacia del farmaco è sostenuta da studi che non sono a prova di errore o di manipolazione e dovrebbero indurre cautela nell’amministrazione pubblica; ma basta la parola dell’oste, e il patrocinio di Zalone. Anche il tema della non predittività dell’analisi genetica, data la penetranza variabile dei geni che provocano la SMA, e quindi il pericolo dei trattamenti non necessari e dell’efficacia spuria, è troppo noioso per gli spiriti eletti che assaporano la raffinata ironia del comico pugliese. Per una campagna che chiede ai comuni cittadini di dare soldi a un’operazione del genere, avrei preferito il compianto Villaggio, nel ragionier Fantozzi che si cava il sangue per donarlo a Dracula, o che svuota il proprio conto per aiutare Berlusconi, pronunciando il “com’è umano lei”.

@ Brisk. Ha ragione: neanche Banderas controlla il grano dei biscotti del Mulino Bianco ai quali fa da testimonial. Ma i farmaci da prescrizione non sono biscotti, e infatti la loro propaganda ai consumatori è vietata (meno che in USA e Nuova Zelanda). Lei, che non fa differenza tra medicinali hi-tech e merendine, dovrebbe provare a chiedersi il perché. A maggior ragione dovrebbe essere vietata la propaganda in appoggio all’approvazione di un farmaco. Questo rivestire di sacralità un lucroso prodotto commerciale mettendo avanti i bambini malati e le famiglie non depone a favore della validità e correttezza di un’operazione che in USA viene descritta come speculativa. Non ho difficoltà a dire ai genitori che se un farmaco non efficace viene immesso a prezzo esorbitante, facendo leva sulla vulnerabilità delle famiglie e sulla dabbenaggine degli spettatori, ad essere danneggiati saranno tutti i malati, per il furto di risorse, saranno gli stessi bambini affetti, che vedranno allontanarsi le già improbabili cure efficaci, e saranno diversi bambini non malati o non gravi, che verranno trattati da asintomatici in nome del “funziona se presa a tempo”. E’ già pesante avere a che fare con le consorterie senza scrupoli che si occupano di questi affari. Non voglio interferire con le credenze e le gratificazioni mediatiche di persone come lei; mi rivolgo sommessamente ad una minoranza di persone, se la vostra tremenda sensibilità lo permette.

@ Brisk. Ricambio i cordiali saluti e la riverenza; ma i modi urbani non dovrebbe praticarli solo come chiusa, se non vuole essere ripagato con la stessa moneta. Non le avrei risposto se non pensassi che sia utile evidenziare la sua baldanza nel dare giudizi, di merito, etici e personali su una nuova terapia genica. E la facilità con la quale interviene su obiezioni tecniche ed etiche con l’insulto. Sì, lei è di quelli che dicono: “Non sono un esperto. Però…” e tranciano giudizi. Sono facilitati in questo dall’ortodossia, che propugna, insieme all’intangibilità della “scienza” ufficiale, la “participatory medicine”, la partecipazione del pubblico nella clinica, nella ricerca, nella approvazione dei farmaci. Anche mediante questi spot, camuffati da richiesta fondi. Ritengo sia utile mostrare a quale serbatoio di volontari (a volte pagati) il business attinge per legittimare scelte di politica sanitaria che hanno incidenza sostanziale negativa sulla salute, sul benessere e sulla dignità dell’intera popolazione.

@ antonella genova. Smith GA. The cost of drugs for rare disease is threatening the US Health Care System. Harvard Business review. 7 apr 17. Ollendorf DA et al. Assessing the effectiveness and value of drugs for rare conditions. ICER, may 2017. La crudeltà di una malattia è irrilevante sull’efficacia di nuove cure. La pubblicità, e la questua da parte di investitori miliardari, sono tecniche che creano consenso, che prende il posto dei prior tecnici, delle probabilità a priori di successo, giustificando filoni di ricerca lucrosi ma destinati all’insuccesso clinico. L’obiezione, che in USA è un coro (v. gli studi di Prasad), è che i farmaci “innovativi”, a partire dagli antitumorali, sono costosi in maniera ingiustificata a fronte di scarse prove di validità e a una sostanziale inefficacia. Ritenere un farmaco efficace in quanto costoso è il meccanismo del “premium pricing”. Ho avuto contatti con giovani malati. Da bambino, su invito del parroco, mia madre mi portò a visitare un adolescente, che viveva attaccato a un respiratore. Ricordo la dignità, la pacatezza. Ma gli occhi non smettevano di chiedere risposte e aiuto. Morì qualche anno dopo. Non mi piacque essere stato tolto dai miei giochi, ma rimasi colpito, e l’esperienza ebbe un peso nello scegliere di fare il medico. Le emozioni, nelle valutazioni prima e dopo l’azione medica, sono lecite e utili. Le emozioni nella fase tecnica sono scorrette, e possono essere un ignobile mezzo di frode.

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21 dicembre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Papa Paolo VI sarà santo: “Individuato un miracolo compiuto dal Pontefice”

Papa Pochino (“il papa ha fatto pochino”, A. Moro, prima dell’esecuzione) era legato a massoneria e servizi; e ai loro affari sporchi. Da Paolo VI a Telethon, la santità, l’eroismo, gli altissimi valori sono un camuffamento dei predatori. In biologia viene chiamato “mimetismo aggressivo”. La differenza tra l’aureola pubblica e la verità picea ricorda quegli ordigni innescati che vengono nascosti in pucciosi peluche per farli esplodere nelle mani di bambini.

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31 dicembre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. La Cara “Stamina, morta la piccola Sofia. Storia della bambina “farfalla” che i genitori hanno voluto curare con metodo Vannoni”

L’industria farmaceutica, vista la crisi delle scoperte reali e il calo dei profitti, si sta in parte convertendo da volume based a value based. Dal venderne tanti al venderne pochi ma costosissimi. Le malattie rare sono la miniera del value based: consentono “facilitazioni”, cioè abbassamento delle prove di efficacia e aumento dei prezzi. Plausibilità, razionalità ed etica sono sostituite, col marketing, v. Telethon, dall’emotività. Stamina, ciarlataneria pura, è servita da standard negativo per far sembrare valida la scienza ufficiale, sofisticata ma gracile e obbediente al business. E per introdurre l’idea delirante che le improbabili cure di patologie complesse siano prodotti da attendersi. Osservando che la cura Telethon per una malattia genetica, come è quella di Sofia, Strimvelis, costa 665000$, in USA ci si chiede se queste cure non manderanno in bancarotta il sistema sanitario. Considerando l’esiguità delle prove scientifiche presentate e i prezzi astronomici, esperti hanno proposto per lo Strimvelis e simili un rimborso se non funzionassero. Ma è un altro trabocchetto. Si stanno lanciando gli screening neonatali, che chiuderanno il cerchio della frode creando, con la scusa della diagnosi precoce, falsi pazienti e quindi falsi successi; e maggior volume. Stamina è stata una truffa piccola in appoggio, complice lo Stato, alla truffa grande; come un compare del Grande Mago che inscena il mago “rivale” scarso per fare sembrare credibile e potente la pozione del Grande Mago.

@ Valter Fiore. Se “è ovvio” che non si sono mezzi di verifica scientifica solida, dovrebbe essere ovvio non salutare i prodotti come scientifici e non accettare lo “extortion pricing”. G. M. Weinberg* spiega come vi siano sistemi troppo complessi per i metodi analitici e troppo organizzati e poco numerosi per quelli statistici. Verso i campi che più corrispondono a quest’area cieca, dove le verifiche sull’efficacia sono difficili, il business orienta la ricerca. Sia con le malattie rare, che presentano altre caratteristiche che facilitano successi fittizi, es. penetranza e espressività variabili. Sia come lei dice con l’oncologia “personalizzata”. Con i biomarkers e i farmaci “tissue-agnostic” si sta spezzettando il cancro e precludendo la verifica statistica, l’unica disponibile, già criticabile. I due campi di elusione della scientificità tramite “la scienza” confluiscono: è stato detto che “un giorno tutti i tumori saranno malattie rare”; l’AIFA, ente controllore che lavora per i controllati, sta inserendo terapie per sottotipi di tumori comuni nel fondo farmaci orfani.

Si vuole che a decidere gli acquisti dei farmaci sia “la scienza”. E’ sconsiderato, o eversivo, che lo Stato obbedisca ad articoli di riviste scientifiche, controllati dal business; ma prima ancora, le prove di efficacia presentate sono scarse e dubbie. C’è invece tanta propaganda, con bambini in sedia a rotelle o morenti soccorsi da angeli in camice bianco, che copre trucchi da usurai anaffettivi.

*An introduction to general systems thinking. Weinberg & Weinberg, 2011.

@ Valter Fiore. Lei precisa di non avere detto zuppa ma pan bagnato: senza trial in doppio cieco di adeguata potenza e privi di bias non si può neppure supporre di avere ottenuto risultati positivi per le malattie genetiche. A meno di risultati eclatanti, definitivi, impliciti nel battage propagandistico, ma poco probabili, dove i ciechi riacquistano la vista e i paraplegici l’uso delle gambe; che non si vedono. Un tempo si diceva che se c’è bisogno di analisi statistica per evidenziare i risultati l’esperimento non è riuscito; oggi si stanno sforbiciando gli standard statistici di prova fino a ridurli a simulacri.

Il Kymriah che lei sceglie a esempio non ha solo un costo di 475000$. La stessa Novartis propone di non farlo pagare se la leucemia non risponde entro un mese. Ma, ha osservato un medico esperto in drug pricing, nel trial chiave per il Kymriah il 25% dei responders a 1 mese ha avuto una progressione a 6 mesi. Prasad – che ha pubblicato diverse analisi sull’inefficacia di tanti costosissimi antitumorali “innovativi” – ha osservato che la finestra di rimborso a 1 mese permette di incassare senza dare in cambio benefici, e dovrebbe essere estesa a 3 anni. Inoltre il farmaco come gli altri della sua classe causa con elevata frequenza, prossima al 50% in uno studio riportato dalla ditta produttrice, gravi effetti avversi immunologici e neurologici, che possono arrivare ad essere mortali. Una cura dagli effetti così aleatori e volatili somiglia più a un contratto di vendita di speranza a prezzi e condizioni usuraie a chi è disperato che a un risultato valido. Io, che non condivido il suo ottimismo alla Pangloss, li chiamo “contratti gotici”, per la nota di cupa disumanità delle scelte alle quali costringono.

@ Valter Fiore. Purtroppo in molti casi la descrizione del prodotto farmaceutico in termini commerciali è più semplice, lineare e coerente di quella in termini del vantaggio al paziente. Le ricordo che siamo nell’era dei pacchetti malattia-cure: la malattia viene definita e la diagnostica stabilita nell’ambito dello sviluppo dei servizi e trattamenti da vendere. Es. epatite C, o tutto il settore delle sovradiagnosi, dal PSA all’angiografia TAC per l’embolia polmonare. O le “malattie” nuove (Appleby J. Ads, Not Research, Create Some Pharma Best-Sellers. Medscape, 16 maggio 2017). C’è un sondaggio che chiede ai medici “Which comes first: drug or disease? Marketing and medicine” (Medpage, 5 dic 2016).

Andrebbe affermata la capziosità della pratica dell’attribuirsi valore in base a standard negativi. In questi giorni una “sinistra” che serve l’assolutismo globalista tenta di “rifarsi una verginità” tuonando contro il fascismo dei fez e gagliardetti. Già Pasolini nel ‘75 diceva che era per questo che i fascisti non venivano liquidati. L’antimafia, limitata alla cancrena dei mafiosi da film, è un paravento per la malattia sistemica di base, la diffusa cultura mafioide. Stamina è stata introdotta nel SSN dall’ospedale dove era rettore il presidente dell’AIFA. La validità scientifica per prodotti clinici corre su una scala logaritmica: si può essere allo stesso tempo 100 volte più scientifici di Stamina e 10 volte meno scientifici del minimo dovuto.

@ Valter Fiore. Non aderisco a “teorie politiche unificanti”. Mi limito ad osservare che sofismi di poteri diversi prendono la stessa forma, cosa che non dovrebbe sconvolgere troppo. Sono colpito dalla sua onesta ammissione, mentre parla di scienza, di non riuscire a vedere isomorfismi tra fenomeni diversi, neppure quando le vengono indicati. Un po’ meno dai suoi criteri per l’introduzione di nuove pratiche mediche e per la loro valutazione a posteriori. Per lei “il PSA si è rivelato meno specifico di quanto sembrava essere, tutto lì” A parte che si è rivelato anche meno sensibile, per il suo scopritore Ablin il suo impiego nello screening è stato “una gigantesca truffa che ha provocato un disastro di salute pubblica” (Ablin R, Piana R. The Great Prostate Hoax: How Big Medicine Hijacked the PSA Test and Caused a Public Health Disaster. St. Martin’s Press, 2014). E’ sicuro di usare gli stessi pesi quando valuta i pro e i contro delle pratiche mediche vecchie e nuove?

@ Valter Fiore. Il risultato di discorsi come i suoi, contraddetti da esperti e istituzioni, è stato ed è la creazione illecita di innumerevoli invalidi, uomini resi incontinenti e impotenti senza reale giustificazione con un test che si sa essere non valido, quindi dolosamente. Non c’è bisogno di evocare “grandi disegni” dove la perenne e ubiquitaria pulsione ad approfittare di una posizione di potere, e di uno stato di debolezza altrui, inquina il rapporto medico paziente, in maniera inqualificabile. Sotto la maschera sacra e grottesca dello “scientifico” unito al giudizio soggettivo del medico allignano comportamenti di rilevanza criminologica. La medicina non può essere una collezione di scuse per fare soldi sbolognando impunemente cure ingiustificate anche a danno del paziente. Mi dispiace, ma non è piacevole leggere le sue contorsioni.

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28 febbraio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Giornata malattie rare 2018, la battaglia dei ricercatori per trovare la cura per 6mila malattie. Telethon in prima linea”

Le malattie rare, scelta strategica del business biomedico (1), permettono di sostituire alla presentazione di prove di efficacia solide quella delle immagini dei bambini malati e genitori affranti per ottenere di vendere a centinaia di migliaia di euro farmaci inefficaci o dannosi. E di vendere farmaci inefficaci e dannosi, che spesso costano più dell’immobile dove vive il paziente, anche per le malattie comuni, come il cancro (2), sminuzzando la nosografia e spacciando ciò per “precision medicine”. Stanno venendo propagandate al pubblico con un battage massiccio – da noi con direct- to-consumer disease awareness come questa ennesima “giornata” e i consigli alle mamme della Balivo (RAI) – che andrebbe riconosciuto come “medical intervention” “with unproven public health benefit, dubious plausibility, and suggestive evidence of harm” (3). L’intervento medico della charmant esperta in frivolezze che invita – con messaggi ingannevoli – agli screening neonatali estesi favorisce frodi tacendo la riconosciuta possibilità, e le enormi pressioni speculative, per sovradiagnosi; che causeranno false malattie e – al netto del danno iatrogeno – false guarigioni.

1 Meekings KN. Orphan drug development: an economically viable strategy for biopharma R&amp;D. 2012.

2 One in Five Cancers in the United States Is Considered Rare. Medscape 2017.

3 Pharmaceutical Marketing for Rare Diseases: Regulating Drug Company Promotion in an Era of Unprecedented Advertisement. JAMA, 18 mag 2017.

@ bobovitz. No, sono uno che ha spiegato come mai l’ospedale universitario dove era rettore il presidente dell’AIFA abbia aperto le porte del SSN alla truffa di basso livello di Vannoni; e come mai una truffa ridicola come quella di Vannoni abbia avuto tanto appoggio istituzionale (v. Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale). E’ sconsigliabile l’esame olfattivo su alcuni temi, che sono peggio di certe particolari autopsie che ricordo in USA i medical examiner con migliaia di autopsie alle spalle eseguivano fumando, per attenuare l’odore.

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3 giugno 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. La Cara “Papa incontra l’Unione italiana per la lotta alla distrofia muscolare: “Siete una ‘palestra’ di vita attraverso la lezione della sofferenza””

Ricordo con gratitudine una professoressa di italiano delle medie, persona all’antica, un po’ rigida ma coscienziosa e preparatissima. Diceva che i partiti politici “si scoprono gli altarini a vicenda”. Si riferiva con un’espressione compita al noto fenomeno dello sput.tanamento incrociato, al reciproco svergognarsi rivelando le rispettive malefatte. Non avviene solo in politica. All’EMA hanno espresso parere negativo sull’eteplirsen ($300000/anno) per la distrofia muscolare. In USA il farmaco, definito da un critico “an elegant placebo” è stato approvato, nonostante pareri negativi e tra grida allo scandalo, dalla FDA. L’EMA ha anche raccomandato l’estensione delle indicazioni di un altro farmaco per la distrofia muscolare, in origine bocciato, poi ammesso con riserva, l’ataluren (£220000/anno). Che la FDA invece ha respinto come di non provata efficacia*.

La ricerca su terapie geniche per la distrofia muscolare ne ha fatta di strada dagli anni ’90, quando lo scopritore del gene difettoso, Hoffman, parlò indignato di “snake oil” e di arruolamento di famiglie disperate a proposito dei primi tentativi. Oggi c’è un solido complesso marketing-ricerca, così che alla carenza di efficacia di questi prodotti costosissimi si supplisce con una lubrificazione emotiva, belle parole e buoni sentimenti; affidandosi ai migliori specialisti di queste cose.

*Jeffrey S. CHMP Advises Against Approval for Eteplirsen in DMD. Medscape, 1 giu 2018.

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3 febbraio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. La Cara “Beta Talassemia, il primo paziente: “La terapia genica mi ha cambiato la vita. La fiaba che ti raccontano da bambino”

Un esempio di come la ricerca del profitto produca una medicina deviante rispetto agli interessi del pubblico. Uno dei reali successi della ricerca biomedica è l’avere identificato le cause genetiche delle talassemie, e avere prodotto informazione che rende possibile la prevenzione: è possibile indentificare gli eterozigoti, avvertirli che se concepiscono tra loro avranno un 25% di probabilità di figlio malato a gravidanza; si può fare diagnosi in utero sul concepito, e abortire. Ma mentre si fa passare come salvavita la “prevenzione” del cancro con screening, inefficiente e iatrogena; mentre chi non porge senza fiatare i suoi figli a qualunque prevenzione vaccinale viene classificato come terrapiattista, oltre a subire forme di coercizione; mentre si stanno lanciando screening neonatali a tappeto, contro i criteri previsti, che produrranno falsi malati e così falsi successi per il business lucrosissimo delle malattie rare, non ci si concentra su questa prevenzione, efficace, relativamente semplice e cost-effective, che ha dimostrato di abbattere l’incidenza della malattia. Un testo USA di genetica, l’Hartwell, porta Ferrara come caso esemplare di prevenzione della talassemia. Qui si dà invece spazio al curare più che al prevenire, con hype di marketing per una tecnica sofisticata di dubbia efficacia, e pesante; e che, costosissima, compromette l’impiego razionale delle risorse disponibili per le cure mediche a favore dei guadagni facili e miliardari delle biotecnologie.

Valter Fiore: la talassemia si trasmette per modalità autosomica recessiva, quindi, secondo la sua “etica” visione della medicina, bisognerebbe dire a due ragazzi, innamorati e ahimè per loro, portatori sani, che non devono fare figli pena il condannarli a trasfusioni a vita per non darla vinta al “profitto di una medicina deviante rispetto agli interessi del pubblico”. Un certo Josef M. applaudirebbe.

@ Valter Fiore. Diverse opzioni vengono prospettate alle coppie di portatori eterozigoti: astenersi dall’avere figli, correre il rischio del 25% a gravidanza di avere un figlio malato grave e del 50% di procreare un portatore, l’adozione, il test prenatale con eventuale aborto, il ricorso alle donazione di sperma o di ovuli e altre tecniche di riproduzione assistita. La ricerca può aggirare i pericoli che sa indentificare nel concepimento fisiologico; al quale molte coppie affette accettano di rinunciare senza sentirsi spinte a ciò da nazisti in camice. Andrebbe aggiunto l’avviso di guardarsi dai propagandisti del business biomedico, che parlano di “etica di Mengele” per spingere a produrre figli gravemente malati che facciano da carne da cannone per un business che dà garanzie di qualità e serietà delle “cure” non superiori a quelle delle tecniche di propaganda ingannevoli e dei trolls incontinenti che gli sono indispensabili.

Valter Fiore: lei vorrebbe subordinare il progresso medico-scientifico alla paranoide pseudo etica della lotta “al profitto”, di cui lei sarebbe sommo sacerdote e giudice: se non è questa un’idelogia nazistoide e cialtrona …davvero non saprei come qualificarla.

@ Valter Fiore. Comincio ad avere l’impressione che quelli come lei che estraggono la reductio ad hitlerum con la stessa prontezza con la quale Goering cercava la pistola appena sentiva la parola cultura siano della stessa partita. La ricerca del profitto in medicina è dannosa per i malati. Lo ha sostenuto ad esempio Arrow, in un’analisi economica delle cure mediche. Era un Nobel in economia, con cattedra a Stanford, non esattamente un luogo ostile alla ricerca del profitto e alla subordinazione della ricerca scientifica al profitto. Non un “paranoide sacerdote della pseudoetica” predicante “un’ideologia nazistoide e cialtrona”. Era però anche una persona e uno studioso intelligente e col rispetto di sé stesso, non uno dei tanti magliari venditori di fumo. Il primato del “progresso medico-scientifico” – cioè delle frodi che lei serve – sull’etica, quello è semmai “pseudoetica paranoide”. Ma non vorrei che si scambiassero le parti; ci siamo altre volte scambiate le valutazioni personali, che devono essere un punto fermo. Ognuno al suo posto. Per lei io sono un malato di mente, e per me lei è un volgare troll in appoggio a furfanterie di potenti. Questo sillogismo disgiuntivo, o sono pazzo io o è un miserabile lei, e i tanti come lei, per me va bene.

@ Valter Fiore. Il capitalismo è un’invenzione relativamente recente (Polanyi, La grande trasformazione). Il liberismo sfrenato è recentissimo. Non è vero che senza profitto le attività umane non si muoverebbero, e che indicando i mali della ricerca del profitto si boccerebbe l’intera storia dell’umanità; che non è riducibile a una massa di puttane. Il profitto è un booster; può elevare e può portare a sbattere. Gli ascensori sono una cosa buona. E avere nel palazzo dove si abita due ascensori, tre ascensori quando ne basta uno? Con la medicina è possibile farne acquistare cinque di ascensori, e anche guasti o che precipitano. Che in medicina la ricerca del profitto provochi gravi distorsioni, date le particolarità del rapporto offerta-domanda, è generalmente riconosciuto, anche da economisti conservatori (da noi Ricossa, che saggiamente scrisse che il medico andrebbe pagato e ringraziato proprio per il fatto di non prescriverci nulla). Non equilibrata è questa visione spasmodica per la quale un sistema economico di successo non può divenire dannoso quando supera i suoi limiti; per la quale non c’è salvezza al di fuori della ricerca del profitto, e per la quale qualsiasi campo deve essere messo a reddito. E’ fuori di testa pensare alla medicina come a un servizio, che va adeguatamente remunerato ma deve essere strettamente controllato e tenuto fuori dalla corsa alla crescita economica e all’arricchimento? O è fuori di testa il vendersi pure la salute per stare al passo col “progresso”?

@ Valter Fiore. No, i progetti di ricerca li facciamo dettare come avviene dall’industria; es la Purdue, la casa farmaceutica attualmente sotto inchiesta in Massachussetts per il suo marketing ingannevole sull’Oxycontin col quale ha guadagnato miliardi e ha fatto – letteralmente – una strage; e che ora vuole espandersi nel trattamento della dipendenza da oppiacei che lei stessa ha causato. A proposito di marketing ingannevole, capisco che lei, animato dalla mistica del profitto, pensi subito ai verdi pascoli delle commissioni burocratiche; ma invece di fare sforzare Toninelli, e i suoi omologhi col camice da scienziato e altrettanto entusiasti, applichiamo l’efficienza capitalistica ponendo criteri standard valutabili semplicemente sbarrando caselle: a) lo studio di questo articolo non va presentato come viene fatto come prova di efficacia, essendo uno studio di fase I-II. Classe di studi nota per essere distorta e usata indebitamente a fini di propaganda. b) il presentare come evidenza un caso personale, e in termini emotivi, ciò che agli altri viene addebitato con una smorfia di disprezzo come aneddotica, è pure scorretto e alimenta l’analfabetismo scientifico del quale sareste acerrimi nemici; c) ciò soprattutto in una patologia come la talassemia che può avere vari gradi di severità; non si devono mandare messaggi ingannevoli ai pazienti per vendere la pelle dell’orso. Bocciato, e senza gettoni di commissione, mi spiace.

Andrea Bellelli: Ma una volta che uno la talassemia ce l’ha curarlo è molto importante, non le pare?

@ Andrea Bellelli. Sicuro. Ma non è logico né onesto fare coincidere, come si fa qui, il rilevante problema di salute pubblica talassemia – uno dei pochi per i quali esiste davvero la via della prevenzione – col problema, che si può e si deve porre come un caso marginale in subordine, di trattare chi finisca comunque malato di talassemia. La ricerca è l’arte del solubile, diceva Medawar. Del raggiungibile. Il detto proviene dalla politica, e infatti la politica sanitaria è ancora di più arte del possibile, nell’allocazione degli sforzi della ricerca e nell’impiego di risorse secondo il vantaggio alla salute dei cittadini, invece che l’investire e il trascurare stati patologici in funzione del profitto.

donatella savasta fiore: “si può fare diagnosi in utero sul concepito, e abortire”. questa sì che è una bella conquista della medicina… stile Mengele. 

@ donatella savasta fiore. Non ritengo l’aborto “una conquista di civiltà”, alla Emma Bonino (difensore sorosiano dei diritti umani, che il papa attuale ha lodato come una “grande d’Italia”; i due pulpiti, il laico e il cattolico, hanno posizioni convergenti anche sul fare soldi con la medicina). E’ vero che l’abortire un feto che si sa affetto da grave malattia e il concepire mettendo in conto tale eventualità sono forme di eugenetica; che come tali non dovrebbero andare esenti da un esame etico. Ma chi non solo vuole obbligare gli altri a subire il dolore annunciato del dare al mondo un figlio destinato alla sofferenza, ma alimenta di quella sofferenza il business di cure mediche che dietro allo hype mediatico sono così spesso evitabili, dubbie, falsamente efficaci, generatrici di altre condizioni morbose e così di altre rendite, non pratica anche lui una forma di selezione su umani? Causa di fatto la prevalenza del più ipocrita e spietato, del più ladro e cinico. E tra le due, quella che sottrae dolore e disordine e quella che li genera per cibarsene, la più vicina alla figura del medico sadico nazista al quale pensate così spesso è la vostra.

@ donatella savasta fiore. Il nazismo, anzi Mengele, il peggio del nazismo, l’ha sollevato lei, paragonandolo all’opzione aborto in caso di grave malattia congenita. Ho risposto che tra l’evitare la nascita di un bambino gravemente malato tramite un aborto e lo sfruttare bambini malati e fare in modo da incrementare questa fonte di reddito, la posizione più vicina al nazismo è la seconda. Ma lei insiste col riportare nel dettaglio i massacri nazisti. a) Ricorrere al nazismo, tentando così di intimidire, è indice di mancanza di argomentazioni pertinenti e valide, e di slealtà. b) La fascinazione morbosa per i crimini efferati del nazismo, questo pensarci sempre e proiettarli su chi è di ostacolo a loschi affari, dice qualcosa sulle pulsioni profonde che vi animano. c) Il clero sta partecipando allo sfruttamento dei bambini tramite la medicina, e questo mostrarsi “rigorosi” è un modo per nascondere dietro a simboli sacri programmi criminali che implicano un profondo disprezzo per l’umanità. Volete impressionare e zittire dando del nazista, ma in chi sa cosa praticate suscitate altre forme di repulsione: “Fra tutte le specie di ingiustizia la più detestabile e odiosa è quella di coloro che, quanto più ingannano, più cercano di apparire galantuomini” (Cicerone).

indel: Nessuno mette in secondo piano la prevenzione. Smettila con questi ridicoli complottismi.

@ indel: Smettete voi di dare assurde priorità ai prodotti medici da ingrasso anziché alla medicina utile.

Non censurato. indel: Ma quali prodotti medici di ingrasso? Quali? Non sai manco di cosa si tratta. Ma chi sei tu per dire cos’è utile o no? Ma fai un favore al mondo e smetti di parlare di cose che non capisci

Mia risposta censurata @ indel. E’ appena uscito un articolo del Lown Institute, ‘The moral price we pay for “innovation” ‘ che permette di capire a chi non lo sapesse cosa intendo per medicina da ingrasso. Un paragrafo:

“The pharma sector … is a bubble fed by astronomical, obscene profits. It’s not the innovative ideas, though there are many of those, nor the ‘best and the brightest’ young scientists, though they can be dazzling in their smarts, that are making the biotech sector boom. It’s the recent access to cheap capital and even cheaper hype. And predatory pricing.”.

Dopo avere riportato esempi di ‘overpricing’ e ‘hype posing as innovation’, (promesse sfrontate di cura del cancro, farmaci anticancro approvati che non funzionano, continue richieste di abbassamento di standard già corrivi, oltre il 50% delle start-ups altamente lodate che non presentano evidenza valida per supportare le loro “innovazioni”) conclude che

“our willingness to turn a blind eye to the profiteering of local biotech is a moral failing, for which “history will not judge us kindly.”

La teppaglia come te, che conosco bene, della quale si avvale la Telethon nostrana con le sue grandi imprese finanziatrici, rappresenta bene la versione italiana di un’attività malata, di un crimine di rilevanza storica che sarebbe fare un favore al mondo fermare.

Risposta eliminata con la mia. Cleofe e York. Stai affermando che è la gentaglia nostrana a sostenere la fondazione Telethon? Sei da segnalare.

Mia risposta censurata. I tuoi tentativi di intimidazione, dato il trattamento che ricevo, e conoscendo il livello umano di chi si occupa di me, mi fanno ridere. Sono già segnalato, alla gentaglia che truffa lo stipendio dello Stato appoggiando Telethon sopprimendo il dissenso; e appoggiando le grandi aziende che si fanno belle finanziandola, finanziando così una versione usuraia e fraudolenta della medicina; in linea evidentemente col loro core business. Mentre in un Paese sano la magistratura dovrebbe indagare i mobbers, stalkers e trolls che liberamente si affollano a protezione di un’operazione di marketing ideologico che fa più danni di forme riconosciute di crimine organizzato.

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11 aprile 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Terapia genica, otto bimbi con sindrome di Wiskott-Aldrich curati dai ricercatori del san Raffaele: “In buone condizioni” “

Nella biomedicina onesta le applicazioni cliniche poggiano su una base scientifica solida e stabile; questo è un esempio di biomedicina top-heavy, a piramide che poggia sulla punta. E’ un’analisi interim, cioè provvisoria, dalla quale è scorretto e ingannevole trarre, come viene fatto, conclusioni cliniche e diffonderle al pubblico (Woloshin et al). Analisi che esce nell’aprile 2019 sulla situazione provvisoria all’aprile 2016, per di più su uno studio preliminare (fase I/II), non-randomizzato e open label, piccolo, che considera endpoint surrogati o intermedi per una patologia a quadro clinico variabile. Risultati moderati, friabili e sospetti, con la non esclusa possibilità di indurre leucemie in una patologia che rende suscettibili all’insorgenza di tumori, e che è molto rara, con meno di 1 nuovi casi/anno attesi in Italia, sono sovraccaricati come importanti traguardi. Nell’editoriale di accompagnamento sul Lancet si parla di estendere questa terapia non adeguatamente testata alle “forme più lievi”, saltando indebitamente al vero obiettivo, i pacchetti sovradiagnosi-pseudocure, che rendano le malattie rare più “comuni”, e falsamente curabili. Per poter spacciare per farmaci miracolosi le fiale dai prezzi milionari sulle quali puntano i banchieri che finanziano questa medicina presentata come filantropica; le cui gigantesche speculazioni non reggerebbero sui loro piedi d‘argilla senza la complicità dei media e degli apparati dello Stato.

28 aprile 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. La Cara “Sindrome di Wiskott-Aldrich, così Jacob dagli Usa e Arseniy dalla Russia hanno trovato cura in Italia”

La foto dell’articolo mostra 26 persone di Milano, per lo più in camice, che si occupano di una malattia che colpisce in media meno di un bambino all’anno in Italia. Con risultati limitati e dubbi a leggere le pur compiacenti riviste scientifiche, ma celebrati, inventando nella comunicazione mediatica risultanze scientifiche che invece sono assenti, come trionfi. Questa inversione delle proporzioni, dove sono più i dottori che i malati, e dove risultati incerti e ritagliati vengono portati al pubblico cucinati come scienza solida, fa pensare, anche dati i prezzi stratosferici che queste dubbie cure pretendono, a un successo dell’arte del fare passare il cammello per la cruna dell’ago. Ed è solo l’inizio, perché questo battage sugli asseriti successi dell’ospedale di don Verzè, e della improbabile strategia genetica contro le malattie supportata tramite Telethon da banche e grandi imprese non estranee agli ambienti della speculazione finanziaria e della relativa diffusione di notizie ingannevoli, porterà a una moltiplicazione dei pani e dei pesci per chi, dal portantino al luminare al broker, campa o prospera sul vendere medicina: giustificando un aumento di persone etichettate come malato, tramite la sovradiagnosi, sotto l’etichetta di “diagnosi precoce”, che già fa balenare, indebitamente, sul Lancet l’editoriale di accompagnamento all’articolo qui presentato come un abbraccio mondiale ai bambini che soffrono.

Alla pubblicazione del commento è seguito un incontro ravvicinato in strada con un operaio della ditta Valtellina (TIM) che mi si è parato davanti impugnando un paio di forbici chiuse. Riportato in: I rituali zozzonici della banda Mattarella sez. 2 maggio 2019. Il commento è scomparso da internet, avendo cominciato Il Fatto negli stessi giorni a cancellare tutti i commenti dei lettori dopo avere chiuso i post.

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16 dicembre 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Terapia genica, due bambini ipovedenti dalla nascita recuperano la vista”

Da “Luxturna: FDA documents reveal the value of a costly gene therapy”* su quello che Telethon riporta come uno dei suoi maggiori successi (il secondo di due farmaci registrati in 30 anni; per il 2% dei bambini affetti dalle già rare distrofie retiniche ereditarie): “Widely described by the media as a curative treatment that ‘restores vision’, it was priced at US$850 000. Although voretigene neparvovec-rzyl represents a substantial therapeutic advance, most reports have failed to adequately describe study outcomes as documented by FDA reviewers. These documents reveal that the drug is not expected to restore normal vision, that only about half of treated patients met the FDA’s threshold for minimally meaningful improvement, that improvements might not persist long-term, that the most common measure of visual function was rejected as a primary endpoint after yielding mixed results, and that two patients experienced permanent vision loss.”*. L’articolo mostra come “trionfi” del genere mentre costituiscono i risultati relativamente più presentabili (o le poche, dubbie, eccezioni al prevedibile underperforming di strategie tecnicamente improbabili) abbiano un valore reale molto più scarso di quanto fatto credere al pubblico. E spiega come soddisfacendo le richieste di avidi investitori distolgano risorse – denaro del contribuente, in Italia – dall’assistenza medica più fondata, utile ed equa.

*Darrow J. Drug Discovery Today, 2019.

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19 dicembre 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Fibrosi cistica, creata una terapia su misura per una bambina di 4 anni da un team di ricercatori italiani”

I farmaci considerati nella ricerca alla base di questo salto dalla provetta e dallo stabulario al paziente sono portati a esempio delle incongruenze e promesse mancate della “medicina personalizzata” imposta dal business: “The new, genetically driven drugs for cystic fibrosis parallel the situation in cancer, in that they have modest effects but huge costs (18)”*. Un comitato di esperti in Canada si è espresso contro l’uso di questi farmaci criticandone sia efficacia che costi. Parere negativo anche in Scozia.

L’unione ricerca al banco-cure è una forma estrema di ‘therapeutic misconception’, la credenza che le cure sperimentali siano le migliori. E’ la versione tecno del bisognoso che si rivolge al sapiente con la zimarra per la pozione che verrà preparata per lui. Sono riportate frodi di istituzioni rinomate a danno dei malati con questo “marketing della speranza”. Il pubblico andrebbe piuttosto informato sui pericoli della reincarnazione dell’archetipo del mago nella ricerca commerciale odierna **.

*Joyner MJ et al. Promises, promises, and precision medicine. J Clin Investig 2019. 129: 946.
** Churchill LR et al. Genetic Research as Therapy. J Law Med Ethics 1998. 26: 38. Annas GJ. Questing for grails: duplicity, betrayal and self-deception in post modern medical research. J Contemporary Health Law Policy, 1996. 12: 297.

Errata corrige: nella prima frase togliere “e dallo stabulario”. In questi giorni della settimana Telethon il mobbing, lo stalking, i boicottaggi dei suoi padrini e gabellotti, istituzionali e privati, sono particolarmente pesanti e mi stanno dando parecchi pensieri e parecchio da fare per tamponare i danni. Ciò può avere evocato le immagini dei consueti animali di laboratorio, che nella ricerca in oggetto, di tipizzazione genetica di pazienti, ovviamente non c’entrano. L’articolo de Il Fatto non dà indicazioni bibliografiche. La pubblicazione che ho trovato* comunque scorrettamente omette i materiali e metodi e la descrizione del campione.

*Amato A. et al. Two CFTR mutations within codon 970 differently impact on the chloride channel functionality. Human Mutation, 2019. 40: 742.

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29 febbraio 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post “Coronavirus, Mattarella: “Stop alle paure irrazionali, possono portare a comportamenti autolesionistici. Avere fiducia nella scienza””

Respinto. Pubblicato al secondo tentativo 5 ore dopo.

La scienza è un antidoto ai danni autoinflitti da irrazionalità. Quando onesta; la divinizzazione di una scienza corrotta unisce i mostri del sonno della ragione alle tagliole delle frodi tecniche. L’operazione Coronavirus appare avere tra le sue ramificazioni quella di usare lo stato di eccezione per porre “la scienza”, cioè il business farmaceutico, con la sua etica da monatti, al vertice della gerarchia delle autorità morali e materiali. Innumerevoli casi documentati mostrano che è appropriata una sfiducia in un establishment biomedico che tradisce bassamente i cittadini a favore del business. Inoltre nel caso della medicina più che di scienza si tratta di tecnologia commerciale; la cui bontà può e deve essere valutata. Tecnologie dalle dimensioni sociali, economiche, politiche, colossali vogliono essere esentate dal controllo democratico e di legalità in nome di una scienza che stravolgono nei principi e prostituiscono nelle applicazioni. Es., la “scienza” delle malattie rare, che Mattarella qui incensa celebrando Telethon, diluisce, con la scusa della rarità, a livelli omeopatici i già compiacenti requisiti di approvazione dei farmaci; per poi vendere prodotti non scientificamente validati a prezzi gonfiati fino al milione di euro (del contribuente) a ciclo. Uno schema fraudolento per formidabili profitti legali. Sul quale non andrebbe posto il sigillo presidenziale.

v. anche 3 marzo 2020. Il sigillo presidenziale. In I rituali zozzonici della banda Mattarella

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7 marzo 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. La Cara ” “Telethon tortura, no vivisezione”, scritta spray sulla sede della Fondazione: “Un attacco diretto alla ricerca scientifica” “

Le manipolazioni della medicina stanno venendo usate come formidabili casus belli. Un allarme medico opportunamente ordito può fare chiudere una grande acciaieria; o deviare nel senso voluto l’economia mondiale e i suoi equilibri. La medicina è sempre più marketing. Si prospetta un pericolo tremendo e si dà la soluzione, presentandosi come salvatori.

Gli agitatori dell’animalismo – una dottrina antiumanista, e di supporto al generale indebolimento degli standard di ricerca – che somigliano ai terroristi pilotati dei decenni precedenti, offrono il destro, mentre impazza la paura, agli spin doctor di presentare Telethon come la fiaccola della ragione contro le tenebre. Non si parla della sperimentazione sulla popolazione costituita dall’immissione in commercio di farmaci tanto propagandati quanto non adeguatamente testati; a partire da quelli per le malattie rare*, in Italia promossi da Telethon. E’ un non sequitur sostenere che essendo oggetto di attacchi ideologici e vandalismi allora si è scienziati corretti, e filantropi. Posso testimoniare che Telethon, la beniamina del grande capitale, gode di attività di soppressione del dissenso da parte di istituzioni e grandi aziende, di livello criminale, impunite e libere di agire dietro all’indignazione per i tempistici show degli animalari.

*Herder M. The FDA and Sarepta: a window into the real world of drug regulation. Stat 3 set 2019.

@ Paolo-A. ”Il compito che mi sono scelto, in questo e in altri miei interventi, è combattere l’uso disinvolto di pseudologiche fuorvianti, in qualunque contesto, che sono una delle piaghe di questa nostra civiltà, con conseguenze pesantissime.”. Questo può dirlo di sé un Tommaso Campanella: “Io nacqui a debellar tre mali estremi / Tirannide, sofismi, ipocrisia.” Nel suo caso il compito coincide con lo hand-waving del troll che la butta in caciara e insulta senza l’ultimo brandello di pudore a difesa del pensiero unico. Qui a difesa del falso dissenso, consentito e incoraggiato perché occupi il posto di quello proibito. E’ comprensibile che certe attività ricorrano a eufemismi per definirsi. Es. escort per prostituta, o informatore scientifico per piazzista di farmaci e sensale di comparaggi. Le manipolazioni linguistiche sono comuni nei tanti lavori offerti dal leviatano medico; sono usate da chi cerca un piatto di minestra senza andare per il sottile, rappresentanti farmaceutici e troll; ma anche negli ambienti più austeri*. Tra tanti medici “supereroi” (ministro Speranza) e “grandi scienziati che lavorano ogni giorno per farci uscire dal buio della malattia e dell’emarginazione” (Telethon, qui), in questa galleria di vergini autocertificate, occorrono quelli come lei nati per accorrere a imbrattare verità nascoste che affiorino.

*Vinker CH et al. Use of positive and negative words in scientific PubMed abstracts between 1974 and 2014. BMJ, 2015. 351: h6467.

Il gap potenza-conoscenza

10 luglio 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. La Cara “Atrofia muscolare spinale, lo screening neonatale in Lazio e Toscana: “Cambiamo la storia della patologia””

Perché non affidare la giustizia direttamente a degli energici sceriffi, lesti con la pistola e pronti con la corda, facendo a meno dei magistrati? Perché si incorrerebbe in errori e distorsioni inaccettabili. Perché ai neopatentati sono imposti limiti di potenza dei mezzi e di velocità? L’uomo crea spesso situazioni di divario tra potenza, elevata, e conoscenza, insufficiente. La scienza e la medicina ne sono forti produttori. Tanto che si paragonano entrambe (Collins e Pinch) al Golem, il servitore bruto della mitologia ebraica.

Qui resta il divario tra l’insufficiente conoscenza sugli effettivi meriti dello screening per SMA, che ha portato organi di controllo a scartarlo*, e la potenza di uno strumento di massa che può dilapidare risorse per creare falsi successi per farmaci come lo “Onasemnogene abeparvovec” (Zolgensma) che sul lato della potenza ha un costo di oltre 1 milione di dollari a trattamento, e su quello della conoscenza una storia di manipolazione degli studi.

Il gap potenza-conoscenza andrebbe considerato quando si parla di “prevenzione”, “prudenza” “cautela”. Es. le misure draconiane e a oltranza sul covid, che trascurano gli effetti sul resto della salute e sull’economia, sono prudenti come il fuggire da un pericolo non ben conosciuto su una Ferrari senza freni; con per unico input la paura e per unico output il piede sull’acceleratore.

*UK national Screening committee Screening for SMA. 31 Ott 2018.

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2 novembre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. La Cara “Malattie rare, il Senato ha approvato il testo unico: è legge. Dal fondo per il sostegno ai caregiver alla ricerca: cosa prevede”

In medicina pochi campi come quello delle malattie rare offrono una ampiezza e varietà di modi diversi di frodare a danno dei pazienti e del contribuente e a vantaggio del business. Dalla trasmutazione della malattia da fenotipo clinico a positività di incerti test di laboratorio, agli studi per l’approvazione approssimativi e manipolati su campioni esigui, supportati con l’esibizione di bambini in sedia a rotelle; agli screening neonatali che su malattie a bassa incidenza sono garanzia di moltiplicazione delle diagnosi, di false diagnosi e false guarigioni; alle cure preventive controfattuali, che misurano il “successo” sui non-eventi; alle iniezioni messe a 1 milione di dollari l’una; alle esenzioni fiscali alle multinazionali come premio alle frodi; alla moltiplicazione surrettizia delle malattie rare col “salami slicing”, alle associazioni di pazienti astroturf, cioè pagate per premere per il prodotto miracoloso di turno, etc.

Da noi i “mastini” del giornalismo da guardia non annusano la notizia e non abbaiano, presentandola come senz’altro positiva, a differenza che altrove: House Orphan Drug Proposal: A Windfall for Pharma, False ‘Cure’ for Patients – Provision in Proposed 21st Century Cures Act Could Cost the Public $12 Billion. Public Citizen, 2015. Nessuno chiede una legislazione seria che preveda procedure e controlli volti specificamente a impedire che il settore si espanda come paradiso degli imbrogli in campo biomedico.

 

 

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Vedi anche:

Quando è Pietro che si associa a Simon Mago

Un certificato di decenza per le attività antimafia

Anche il CSM interviene su Alfie

Preghiere esaudite. Le cure compassionevoli nella medicina usuraia

Nobili battaglie e quieto vivere a Brescia nel nov 2010

14 November 2010

Blog di Beppe Grillo

Commento al post “Poliziotti con la carta d’identità” del 13 nov 2010

Intorno al 1970 all’università c’erano spesso manifestazioni e scioperi per il Vietnam. Fui sorpreso, quando andai all’università, di trovare nonostante tali rivolte il potere baronale vivo e virulento. L’occuparsi altruisticamente dei diritti altrui scavalcando le ingiustizie domestiche consente di fare bella figura mentre ci si ingrazia il potere fornendo l’opposizione che vuole. La Sinistra fa un favore alla Destra dando del razzista e dell’imbecille a chiunque critichi l’immigrazione, e relegando così la protesta per i disagi che crea alle voci grevi e incivili della Lega. La Destra fa un favore alla Sinistra non trattando gli extracomunitari con onestà e rispetto, e dandole quindi l’estro di ergersi a paladina di alti princìpi e acquisire così potere. Ma sia Destra che Sinistra che clero sono proni al modello liberista, che vuole lavoratori e consumatori immigrati, e implica sfruttamento sia in Italia che nel Terzo mondo. La polizia sta al gioco. Finora c’è stata più scena ad uso delle telecamere che sangue; speriamo che non si voglia rendere la scena più realistica. Intanto alle porte di Brescia una guardia giurata ha sparato in testa a un ragazzo per una lite automobilistica. Mentre si grida al fascismo battendosi all’ultimo sangue per i dannati della terra, nessun interesse sul caso della guardia privata che ha ritenuto appropriato bucare da parte a parte la scatola cranica di un locale. La società civile è affaccendata in ben altre battaglie. Le guardie giurate, buoni iscritti al sindacato e buoni aiutanti di CC e PS, non sono estranee a forme di repressione antidemocratica che non vedrete su Anno zero. Il pistolero, un altro che ha premuto il grilletto di un un’arma portata legalmente sapendo di stare dalla parte di chi comanda, verrà probabilmente tolto dai guai dalle istituzioni, e la violenza occulta di polizia continuerà più forte di prima.

° ° °

Bresciaoggi.it – Commento all’articolo “Gardone, ore d’ansia per il giovane ferito” del 15 nov 2010

Se Tizio spara in testa a Caio, non è corretto usare il termine “sparatoria”, come hanno fatto Brescia Oggi e Teletutto.

Il riduzionismo giudiziario nella frode medica strutturale: il caso del testamento biologico

24 June 2009

Lettera ai magistrati del 24 giu 2009

Segnalata sul blog “Uguale per tutti” come commento al post “Contro il relativismo etico ed epistemico” del 4 giu 2009

 

in appendice:

L’azione giudiziaria non euclidea

Lettera racc online al PM Del Grosso del 9 set 2009

 

Il clero sembrerebbe aver trascurato l’insegnamento di Gesù ai suoi discepoli di essere “prudenti come serpenti”, se a contrastare i propugnatori del testamento biologico manda “Militia Christi”, un gruppo cattolico inquietante fin dal nome, che ha decorato il suo sito internet con immagini di santi armati da capo a piedi; come se non fosse storicamente provato che quando le religioni cingono la spada gli esiti sono sciagurati. Per alcune sue affermazioni sul caso Welby, pochi giorni fa questo gruppo è stato condannato in sede civile dal Tribunale di Roma a pagare 20.000 euro all’Associazione per la Liberta’ della ricerca scientifica Luca Coscioni dell’associazione la Rosa nel pugno, e altrettanti al dottor Mario Riccio, per diffamazione. Per altre affermazioni sul caso Welby il Tribunale di Monza, sez. di Desio, ha condannato in sede penale i giornalisti Belpietro e Lorenzetto per diffamazione a danno del dr. Riccio. Il loro quotidiano, “il Giornale”, berlusconiano, sta alla borghesia conservatrice illuminata  – ammesso che tale favolosa entità esista – come la “milizia di Cristo” sta al messaggio evangelico. I parlamentari Binetti e Volontè, dai quali la vedova Welby riferisce di avere ricevuto accuse velenose, si sono sottratti alle loro responsabilità ammantandosi dell’immunità parlamentare. La sinistra progressista ha esultato per questa condanna; si è plaudito la vittoria contro “una portentosa opera di disinformazione e manipolazione della verita’ a danno, anzitutto, dei cittadini che vengono ritenuti ‘popolo bue’ al quale dare a credere qualsiasi ciarpame pur di evitare che si formi una coscienza collettiva, basata sulla conoscenza, su temi quali il fine vita. E cosi’ l’opera volta a ristabilire la verità…” (Marco Cappato e on. Maurizio Turco, PD).

Presumo che la sentenza sia in sé equilibrata, corretta e ineccepibile; ma non si può dire altrettanto degli effetti politici e sociali della sentenza, anche come parte delle posizioni generali della magistratura in tema di testamento biologico. Credo, per  ragioni già esposte, che il clero non è così contrario al testamento biologico come fa mostra di essere; e che questa vittoria giudiziaria sia un altro episodio del teatrino laici-cattolici su questioni bioetiche; con la partecipazione, non neutrale sul piano politico, della magistratura. La sentenza, rimbalzando sui media, non diminuirà ma aumenterà, come intendo dimostrare qui, la disinformazione e l’oscurantismo a danno del pubblico; proprio come detto da Cappato e Turco; anzi peggio, perché si formerà nel popolo una coscienza collettiva, ma distorta e contraria ai propri interessi.

Se da un lato c’è “Militia Christi” dall’altro sta la “morte opportuna”, espressione usata dal dr. Riccio per dare il titolo al suo libro su Welby: le posizioni del dr. Riccio, destinate a prevalere, alle quali questa condanna fornisce ulteriore credibilità e autorevolezza, non sono meno estremiste, e a mio parere non sono meno dannose, di quelle dei suoi bellicosi diffamatori cattolici. Ho avuto modo di constatarlo l’11 giu 09, ascoltando una conferenza sul testamento biologico tenuta dal dr. Riccio nella città dove abito, mentre il Presidente del locale Ordine dei notai autenticava gratuitamente le firme del testamento biologico. Nel suo intervento – che ho registrato – il dr. Riccio, accanto ad alcune osservazioni condivisibili, e ad altre interessanti, ha fatto diverse affermazioni a carattere medico per me sorprendenti. Ne riporto solo alcune.

“I casi Welby ed Englaro non sono eccezionali o unici, come vengono presentati; provocatoriamente sosterrò che di casi come Welby e Englaro ce ne sono 16.000 all’anno, circa una quarantina al giorno. Sono casi ordinari”. Infatti, spiega il dr. Riccio, “un quinto dei 150.000 ricoverati all’anno nelle terapie intensive muoino; di questi 30.000, 16.000 cioè il 62% [52%] muoiono per una decisione clinica: muoino perché la terapia viene limitata, ridotta, sospesa o non iniziata. Esattamente i casi Welby ed Englaro”.

E’ vero che Welby ed Englaro non sono casi eccezionali, né unici; ma non sono neppure casi ordinari. Si tratta di casi particolari, che riguardano poche migliaia di persone all’anno. La loro caratteristica specifica principale è lo stato di cronicità stabile in quella che ho definito come una “agonia statica”: che si può protrarre per molti anni. E’ capzioso paragonarli alle situazioni che si creano nelle terapie intensive, alle quali il dr. Riccio fa riferimento, dove giunge la massa dei casi che non sono né cronici né stabili, ma al contrario sono casi di persone che sono entrate da poche ore in una fase acuta grave che spesso porta inevitabilmente al decesso: es. un infarto miocardico esteso, politraumatizzati gravi da incidenti automobilistici, il precipitare di una malattia cronica come un’insufficienza respiratoria (per questo vengono chiamate anche “Critical care units”; l’opposto delle lungodegenze, che riguardano casi come quelli di Welby ed Englaro). Sono situazioni nelle quali, quando non c’è più nulla da fare, i rianimatori non insistono con interventi futili, che non andrebbero né nell’interesse del singolo paziente né, dati gli effetti sull’allocazione delle risorse, nell’interesse della comunità. Tali decisioni vengono prese insieme ai parenti. Ma anche qui esistono casi dubbi e problematici, sui quali non si dovrebbe essere tranchant in sede dottrinale.

Il dr. Riccio ha il merito di ricordare un altro contesto dei decessi medicalizzati, che non è il più comune, ma certo è importante, quello delle unità di terapia intensiva; ma è una forzatura ideologica equiparare Welby ed Englaro ai comuni casi di interruzione delle cure in terapia intensiva. Al contrario, sarebbe basilare riconoscere che le diverse condizioni cliniche portano a traiettorie di fine vita diverse (Chen J, et al. Terminal trajectories of functional decline in the long-term care setting. J Gerontology, 2007. 62A: 531-536. Al-Qurainy R, Collis E, Feuer D. Dying in an acute hospital setting: the challenges and solutions. Int J Clin Pract, 2009. 63: 508-515.); e che i problemi tecnici ed etici relativi a ciascun tipo di traiettoria non possono essere accorpati fingendo che le sottostanti condizioni e prospettive biologiche siano tra loro equivalenti. Traspare una volontà di usare i casi clinici di Welby ed Englaro come paradigmi per il problema di fine vita, per unificare le varie situazioni entro un’unica supercategoria; in modo da giustificare, come ho già detto in altri post e come esporrò qui, interventi analoghi su situazioni croniche superficialmente simili, sostanzialmente diverse, centinaia di volte più comuni e quindi molto più rilevanti economicamente.

“L’eutanasia è considerata unicamente un atto volontario, diretto, col quale viene iniettata una sostanza atta a interrompere rapidamente l’attività cardiaca o respiratoria. Non esiste un’eutanasia indiretta o passiva come qualcuno sostiene”.

E’ come dire che non ci sono colpe o responsabilità per gli atti omissivi, se chi li subisce esprime o avrebbe espresso la volontà di subirli. Una riclassificazione arbitraria, che porta a ricordare che il testamento biologico (“living will”) è stato introdotto negli anni ’60 da un’associazione che si chiamava “Euthanasia society of America”, e che in seguito reputò opportuno ribattezzarsi “Society for the right to die”. Questo mostra sia le radici ideologiche del movimento pro testamento biologico, sia l’attenzione che pone nell’evitare denominazioni allarmanti.

Un linguista ha distinto tra parole “purr” e parole “snarl” (parole “fusa” e parole “ringhio”). Qui i “laici” stanno attenti ad adottare termini “fusa”, mentre i cattolici, con tutta la loro ricca tavolozza di sfumature sembra lo facciano apposta a usare parole, e posizioni, “ringhio”. La causa per diffamazione appare rientrare in questa singolare traslazione, dove i cattolici, mentre non presentano le buone ragioni contro il testamento biologico, risultano cattivissimi, e i “laici” moderati; una traslazione che fa apparire agli occhi dell’opinione pubblica come “civile” e auspicabile il testamento biologico, in particolare la richiesta di interrompere acqua e cibo; e come fanatica e codina qualsiasi critica a questi atti.

“La morte naturale è un concetto privo di significato”. “La morte naturale non esiste. La morte naturale è un concetto del medico di fine Ottocento, che vedeva morire il suo paziente, non sapeva perché moriva, e quindi trovava un modo per nascondere la sua incolpevole ignoranza”. “Noi oggi tutti moriamo con una diagnosi e una terapia; la morte naturale è rimasta nel gergo giudiziario, nelle indagini sulle persone trovate morte”. “Welby non è morto di morte naturale, e neanche la signora che ha rifiutato l’amputazione del piede in cancrena diabetica”.

I magistrati vogliono sapere se un individuo è morto per cause naturali, e la domanda è pienamente sensata sul piano biologico. La patologia, con o senza diagnosi, è un’entità naturale. La morte è un fatto naturale: la longevità è un parametro fisiologico di specie, che obbedisce a stretti vincoli allometrici, es. quelli con la frequenza cardiaca. Gli esseri della nostra specie, nonostante ciò che si sente dire in tv, non possono arrivare a vivere 120 anni col miglioramento dello stato di salute della popolazione, come non possono arrivare ad essere alti due metri e mezzo col crescere dell’altezza media col benessere. Il dr. Riccio potrebbe chiamare a sostegno delle sue tesi il premio Nobel Montagnier, che portando il ragionamento alle sue logiche conclusioni ha sostenuto che “l’immortalità [tramite l’intervento medico] è un’ipotesi da prendere in considerazione” (F. Pierantozzi. L’immortalità. Colloquio con Luc Montagnier. Allegato al n. 48 di Liberal, 1999).

Il dr. Riccio confonde la “causa della morte”, ciò che causa i meccanismi fisiopatologici che portano alla morte, che può essere un fenomeno naturale, come un cancro, o può essere “antropica”, come una ferita da arma da fuoco, con la “manner of death”, ciò che ha provocato la causa della morte, che può essere naturale come una malattia, oppure dovuta all’uomo, come un omicidio, es. sparare a una persona o somministrarle senza valido motivo terapie cancerogene, o un suicidio. Per Welby ed Englaro la manner of death corrisponde sì ad una scelta umana, ponderata e permessa dai magistrati, di ritiro delle cure; ma che ha lasciato libera di agire una manner of death naturale, dovuta alla sottostante condizione patologica; che nelle sue forme specifiche è stata la causa di morte, pure di tipo naturale.

“Io ho una familiarità per malattie cardiache; se non controllo i fattori di rischio (soprappeso, vita sedentaria, alcool, colesterolo) e dovesse arrivarmi prematuramente una morte per danno cardiaco quella non sarebbe una morte naturale; naturale fino a un certo punto, sarebbe la conseguenza di un comportamento mio e sapevo benissimo a cosa andavo incontro”.

Il dr. Riccio confonde anche, seguendo un equivoco che è stato impressso nell’opinione pubblica, i fattori di rischio, che sono entità epidemiologiche a carattere meramente associativo, con i “lifestyle factors”, a carattere causale, che a volte coincidono coi fattori di rischio, che a volte non sono sufficientemente provati, e che spesso hanno la funzione, in quella religione gnostica che è la medicina attuale, di “peccati”. Il principale fattore di rischio per il cancro è l’età; ma non è che se un anziano sviluppa un cancro è colpa sua. Fattori come il fumo, il sovrappeso e la vita sedentaria sono effettivamente fattori di rischio e lifestyle factors per la cardiopatia ischemica; conviene ridurli, ma ci sono stati casi clamorosi di maratoneti magri morti d’infarto. Un livello ematico elevato di colesterolo è un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari (sopravvalutato; è un fattore di rischio forte solo per un piccolo sottogruppo), ma l’efficacia preventiva delle misure farmacologiche di massa per abbassarne il livello è a dir poco dubbia; solo, questa idea che con una pillolina si può continuare ad abbuffarsi e campare cento anni piace, e su di essa si è creato un business delle dimensioni di uno Stato, un Eldorado, per l’industria farmaceutica. In USA nel 2008, anno di vacche magre per l’industria farmaceutica, col tasso di crescita più basso mai registrato dal 1961, le statine, citate dal dr. Riccio tra i fattori che consentono di giudicare sorpassato il concetto di morte naturale, sono scese al secondo posto nella scala dei prodotti più venduti per fatturato annuo (al primo posto sono passati gli antipsicotici): dai 16.4 miliardi di dollari del 2007 a 14.5 miliardi di dollari. Il fatturato per le statine è così sceso dal 94° al 111° posto rispetto alla lista del 2008 dei PIL annui nazionali; continuando comunque a precedere Senegal, Albania, e un’altra sessantina di paesi.

Il dr. Riccio si presenta come laico, e condanna la vecchia medicina “ippocratica”. Ma propugna una medicina ancora peggiore, la medicina delle multinazionali dove la salute e la longevità te le dà la medicina, e se ti ammali o muori è colpa tua che non le obbedisci: una medicina non “paternalistica” ma “padreternalistica”. “Militia Christi” vuole, si legge nel suo sito, il “riconoscimento della Regalità Sociale di Cristo”; il dr. Riccio va verso una forma moderna, ma anch’essa totalizzante e teocratica, di medicina; una medicina che, come Dio, ti lascia la libertà di cadere nel peccato; ma solo seguendo la sua volontà ti salverai. E’ singolare sentir dire dagli stessi che propugnano la libertà di cura che l’osservanza dei precetti del medico dà la salvezza, addirittura emancipando dallo stato di natura, mentre la morte è causata dall’inosservanza dei precetti medici. Alla faccia della laicità.

Con la sentenza si dipingono come campioni della “difesa della libertà di ricerca” i sostenitori del neoliberismo USA come i radicali, e la magistratura, che in materia di violazione del primo comma dell’articolo 33 della Costituzione ha acquisito meriti presso le multinazionali, ma ha così scritto pagine di vergogna. E’ un autoritratto ribaldo, che capovolge la realtà. L’attuale business medico non può funzionare senza censura, e ha l’abilità di invocare per sé la libertà di ricerca mentre la fa togliere a chi gli è d’ostacolo, mediante i poteri dello Stato; anche con metodi violenti, che stravolgono la figura di chi deve essere messo a tacere fino a farlo apparire come un deviante o un delinquente. Questo scambio di ruoli tra persecutore e perseguitato, oggi di moda tra i potenti, mi ricorda un poco la fine di Fantozzi quando bussa alla porta del Paradiso. Ma le affermazioni come quelle del dr. Riccio su morte, natura e medicina suonano vicine a quelle di un’altra chiusura di film satirico; quella del “dr. Tersilli”, che citando un “prof. Stroganoff” sostiene che “La vecchiaia e la bruttezza sono malattie dalle quali si può e si deve guarire”.

“Al medico non spetta valutare qual è una vita dignitosa per il paziente; o comunque non si può fare valere tale giudizio per il paziente”. “Abbiamo rianimato un killer mafioso, che poi ha ucciso ancora”. “Il rapporto fiduciario medico-paziente è una favola, salvo casi di amicizia personale”.

Al medico non spetta certo giudicare se una persona deve vivere o morire in base alle sue qualità morali, ed è sinistro sentire considerare tale ipotesi, sia pure per poi scartarla. Ma al medico curante dovrebbe spettare di formulare una valutazione su quali sono e saranno le condizioni biologiche del paziente rispetto alle aspirazioni a una vita dignitosa; nell’esclusivo interesse del paziente, rispetto al quale egli è non è né semplice prestatore d’opera né figura genitoriale o divina né amico, ma agente, che come tale ha degli obblighi. La professione medica esiste in quanto le persone ritengono di non poter fare da sole sui problemi di salute; il paziente (termine deprecato, ma che ritengo preferibile a “cliente”) non va lasciato solo, sotto il peso talora schiacciante della sua condizione, a decidere della sua sopravvivenza, proprio nei casi nei quali avrebbe maggior bisogno di un sostegno tecnico e morale; un sostegno impermeabile all’influenza di quelli che sono gli interessi dell’agente. E d’altra parte il paziente non può essere accontentato, in nome di una astratta posizione avalutativa, se chiede di essere ucciso in base a una sua personale e soggettiva opinione, indotto dalla disperazione o dalla propaganda; o costretto dai trattamenti che ha ricevuto.

“L’accanimento terapeutico è un concetto inutile e pericoloso. E’ un termine che vi posso assicurare non troverete in nessun testo internazionale; è un ossimoro italiano non ben definito e indefinibile: il limite è personale”.

Concordo con quanto osserva il dr. Riccio a sostegno di questa sua tesi, che nel caso Welby era inappropriato parlare di accanimento terapeutico a proposito del respiratore che lo teneva in vita, come invece ha fatto la ministra Turco. Ma l’accanimento terapeutico non solo esiste, come si può verificare nei quotidiani problemi che pone; non solo è un concetto indispensabile per discutere i problemi di fine vita: ma si riferisce a un problema imprescindibile per l’analisi dell’intera medicina odierna: quello del sovratrattamento. Nella letteratura internazionale non si usa la nostra espressiva locuzione letteraria, ma si parla semplicemente di “overtreatment” o, soprattutto per i problemi di fine vita, di “overzealous treatment”. Ciò che non si trova comunemente nella letteratura medica internazionale è l’affermazione che il limite tra cure e sovratrattamento sia solo un problema personale. Il dr. Riccio considera come unico termine lecito la “futilità” cioè l’inutilità del trattamento; che è un caso particolare di sovratrattamento, che anche l’Offerta medica trova conveniente evitare, ma limitatamente al fine vita. Si tratta infatti di un’eccezione alla regola; per l’Offerta medica la regola è sovratrattare. Ci sono sovratrattamenti che non sono semplicemente futili o “overzealous”: sono sovratrattamenti fraudolenti, ingiustificati e dannosi, ma applicati in quanto economicamente redditizi. Per esempio, il lucroso sovratrattamento di massa di lesioni sovradiagnosticate come cancro, responsabile di crescite esplosive nelle statistiche d’incidenza dei tumori.

Il giorno stesso della conferenza del dr. Riccio avevo ricevuto per posta il libro “Overtreated” di Brownlee. Prima mi erano arrivati “”Overdosed America” di Abramson, e “Worried sick. A prescription for health in overtreated America” di Hadler. Sono libri “mainstream” e di buon successo, scritti da seri professionisti (che descrivono anche parte delle manipolazioni che hanno permesso di costruire un Eldorado con le statine). Mentre il dr. Riccio diceva che l’accanimento terapeutico non lo si deve neppure nominare, e lo scelto uditorio annuiva, pensavo che il sovratrattamento, attualmente molto discusso in Usa, almeno tra la parte più avvertita della popolazione, per i progressisti della provincia italiana invece non esiste, è uno dei nostri soliti svolazzi retorici. In realtà, c’è un mostruoso problema di sovratrattamento nella medicina attuale, dovuto al perseguimento del profitto; ma non si può dire; a sinistra, dove partiti sindacati e intellettuali organici sono al servizio di detto business, non meno che a destra.

Non si devono accostare le parole “accanimento” e “terapia” perché, dovendo spaventare il pubblico sulla possibilità di essere sovratrattati a fine vita, bisogna però stornare il sospetto che questo avvenga anche prima, che avvenga di continuo. Non bisogna cioè fare capire che il paziente, mentre gli viene fatto credere che è lui che decide, viene sovratrattato finché ciò è redditizio; e che quando diviene un peso, quando non è più un supporto valido per l’applicazione delle tante costose terapie, occorre toglierselo dai piedi, anche sottotrattandolo. Così abbiamo un medico che combatte il sovratrattamento negando che esso esista. Altro che “ossimoro”.

Stefano Rodotà, nella prefazione del libro di Riccio “Una morte opportuna” scrive “Riccio ci dà una lezione di moralità professionale”. L’impressione che ho tratto ascoltandolo è che il dr. Riccio non sia un maestro, né di moralità né tanto meno un maestro intellettuale, ma una persona pratica e grintosa, una specie di “rugbista” della discussione, inserito nel gruppo pro testamento accanto a teorici come Flores D’Arcais e Rodotà per la sua capacità di travolgere apoditticamente i concetti che sono d’impaccio.

La sentenza pro Riccio è un altro passettino verso l’orientamento desiderato. Aggrava lo stato di manipolazione culturale sul fine vita, e aggrava così il conseguente danno al pubblico, sia diretto per ciò che avverrà nei reparti di degenza, sia per il conseguente imbarbarimento della mentalità, e anche per l’imbarbarimento del diritto. La magistratura può sostenere, fondatamente ci mancherebbe altro, che lei ha solo giudicato sulla diffamazione, e che certo non può e non deve prendere parte alla contesa. Queste posizioni ricordano ciò che avviene nella ricerca biomedica, dove sostenendo il “riduzionismo” cioè la necessità metodologica (che in realtà è solo una strategia euristica) di occuparsi soltanto di aspetti parziali e ben definiti, poi, col mosaico dei dati così “rigorosamente” ottenuti, e quindi non contestabili, si costruisce un quadro complessivo preordinato, con vantaggi di carriera o finanziari “olistici” per gli scienziati “riduzionisti”. Un esempio è dato dai “trial” clinici, che hanno fortissime limitazioni di validità esterna, cioè di applicabilità al mondo reale, oltre ad una lunghissima lista di concreti pericoli di vizi e fattori confondenti: una volta che la loro “sentenza” (“trial” in  inglese vuol dire anche processo giudiziario) giunge sui media diviene indiscutibile; e acquista valore generale, ben al di là di quei limiti che lo studio si era posto in nome del rigore (e che gli hanno permesso di ottenere il risultato che la retrostante industria farmaceutica desiderava).

Come altre categorie, anche i magistrati di fatto fanno politica quando la loro azione riguarda temi politicamente rilevanti. E questo non è un male, anzi; è un bene che i magistrati mettano il più possibile le loro conoscenze e competenze al servizio del Paese; non solo nell’azione giudiziaria, ma anche come autorevole opinione, fra le altre, fuori dalle aule. Fare politica non significa sostituirsi al Parlamento o all’esecutivo. Può significare interessarsi, nell’ambito delle proprie competenze, o come cittadini, del bene pubblico; la parola “politica” però è un contronimo, perché può significare anche difendere gli interessi di una parte, legittimamente o illegittimamente, a scapito del bene pubblico.

Se, come nel caso del testamento biologico, i magistrati, emettendo sentenze (o omettendo sentenze o altre azioni giudiziarie) sono determinanti per il formarsi di quella opinione pubblica e per la costruzione culturale di quella realtà sociale che condizioneranno le leggi e le prassi, e fanno così politica; allora avrebbero il dovere non istituzionale, ma deontologico, di spiegare con commenti, con dichiarazioni informali, la differenza – o la concordanza – tra il loro ristretto operato giurisdizionale e le conseguenze pratiche e le implicazioni ideologiche, molto più ampie, del loro operato.

In questo come in altri casi i magistrati stanno operando in un modo, “riduzionista”, che guarda caso cristallizza il dibattito esattamente nei termini desiderati dalle parti forti; ma non intervengono per chiarire sui media, con visibilità pari a quella delle sentenze, il senso del loro operato istituzionale rispetto al contesto sociale e politico, come invece fanno spesso, giustamente, su altri temi che pure riguardano le leggi e la vita civile, tramite pronunciamenti del CSM, del loro sindacato di categoria l’ANM o di gruppi di studio di magistrati o di singoli magistrati.

Dovrebbero invece farlo, tanto più quando, come in questo caso, la loro azione si avvicina effettivamente a quella di supplenza degli altri poteri dello Stato: c’è stato un conflitto formale di competenze, e Flores d’Arcais loda la magistratura che ci salva dai politici sul testamento biologico. Ai magistrati e ai progressisti questo ruolo para-legislativo non dispiace. A me pare che, almeno in campo biomedico, si cada dalla padella alla brace. Vedo che su questi grandi temi i magistrati più che contrastare i maneggi dei politici gareggiano con loro nel fare ciò che è gradito ai poteri forti (poteri forti veri, come le multinazionali farmaceutiche); facendo così politica nel senso di curare gli interessi del proprio gruppo.

Ciò appare vero ancor più quando, sempre in base a rigorosi criteri “riduzionistici”, ma in realtà abusando del loro potere, i magistrati accoppiano all’amplificazione delle campane che i grandi interessi vogliono siano sentite l’eliminazione delle campane scomode; in questo caso quelle che potrebbero disturbare l’opera dei pupi tra le medievali milizie di Cristo e i kantiani come il dr. Riccio.

Col riduzionismo giudiziario la magistratura di fatto sta fornendo, da anni, un servizio completo, propaganda e censura, a manovre di poteri forti volte a fini illeciti in campo biomedico. E nessuno può dirle niente; anzi fa pure bella figura. Questa è una forma di alto bordo di quel “professionismo delle carte a posto” che è già stato imputato alla magistratura in altre tristi occasioni. In questa e in altre tematiche biomediche i poteri forti sono debitori alla magistratura di un pacchetto completo: propaganda e soffocamento del dissenso.

Così, mentre si celebra la vittoria della luce della ragione contro le tenebre clericali, le questioni sostanziali restano nell’ombra. Non si dice che la maggior parte di queste scelte riguarderà i pazienti anziani affetti da demenza senile, la cui traiettoria di fine vita è particolarmente lenta (ed è quindi mimata da quelle, mediaticamente più presentabili, di Welby ed Eluana). Non si parla della concreta possibilità, offerta dall’interruzione di idratazione e alimentazione, di forme di decesso pilotate. Questi pazienti col progredire della demenza possono arrivare a ridurre o perdere la capacità di nutrirsi da soli, per riduzione delle capacità cognitive, depressione, isolamento, povertà, problemi di dentatura, cibo inadatto, o, solo nei casi più gravi, per un danno organico reale, es. la paralisi pseudobulbare, che provochi autentica disfagia. Tale deficit viene comunque enfatizzato, per esempio ignorando che nell’anziano le richieste metaboliche si riducono, cioè mangia fisiologicamente di meno, tanto da mimare la denutrizione, potendo raggiungere fisiologicamente indici di massa corporea molto bassi (Hoffer L J. Tube feeding in advanced dementia: the metabolic perspective. BMJ, 2006. 333: 1214-1215).

La saldatura di queste manipolazioni tecniche con quella culturale rivolta al pubblico e alla classe dirigente, per la quale l’interruzione di cibo e acqua è una civile misura che va nell’interesse del paziente, consente di confondere facilmente causa ed effetto tra le condizioni dovute alla demenza e la riduzione dell’assistenza o l’abbandono clinico. Si ha interesse a trascurare le cause di denutrizione trattabili e a sovradiagnosticare le difficoltà di alimentazione come manifestazione di danno irreversibile, aprendo così la strada a soluzioni economicamente razionali: l’idratazione e alimentazione artificiale (che può essere sia indegna, sia più dannosa che utile) o meglio ancora l’interruzione prematura dell’alimentazione e dell’idratazione (che può essere un barbaro omicidio). Imboccarli è “labor intensive and therefore expensive” (Chernoff R. Tube feeding patients with dementia. Nutrition in clinical practice, 2006. 21: 142-146); un sondino è una soluzione più economica e più comoda (così come lo è il ben noto catetere vescicale); l’interruzione definitiva di cibo e acqua resta la soluzione migliore, sul piano commerciale.

Il Froedtert Hospital, un ospedale del Wisconsin, ha pubblicato su internet le direttive ai medici del suo comitato etico (Non-oral hydration and feeding in advanced dementia or at the end of life – Guidelines for physician staff), per le quali (pag. 4) l’alternativa all’alimentazione artificiale è o imboccare l’anziano o interrompere definitivamente l’alimentazione e l’idratazione, cioè lasciarlo morire di fame e di sete. Dunque, secondo questo documento è possibile che l’alimentazione artificiale venga iniziata prima che ce ne sia effettiva necessità, e che l’interruzione definitiva di cibo e acqua sia un’alternativa all’imboccare il paziente. Sembra un assurdo, ma è buon senso manageriale; i bioeticisti di Milwaukee, la città di “Happy days”, hanno il merito di dimostrare, avendolo messo per iscritto come linea guida bioetiche, ciò che avviene o può avvenire, e avverrà, nella realtà: l’alimentazione artificiale viene considerata non come l’ultimo – discutibile – stadio di una sequenza fissa di cure, ma come una tra le possibili alternative, che comprendono un’assistenza infermieristica costosa oppure il lasciarli morire di fame e sete. Studi statunitensi mostrano che i pazienti economicamente svantaggiati sono quelli che ricevono più frequentemente sia l’alimentazione tramite il sondino nasogastrico, sia la sospensione dell’assistenza conformemente a volontà sottoscritte in precedenza; a volte sottoscritte in quanto condizione per ricevere le cure.

Queste realtà, più terra terra rispetto agli strabilianti riordinamenti teorici del Dr. Riccio, in un dibattito civile e democratico dovrebbero essere in primo piano; invece non sono “in hoc mundo”, non essendo né negli acta giudiziari seguiti tramite i media da milioni di spettatori, né nei pronunciamenti delle varie forze che stanno introducendo il testamento biologico. Sono protette da un’omertà trasversale, che sposta l’attenzione dal cuore del problema alla sua periferia. Mentre si bisticcia su Sagunto, è Roma che viene espugnata. Credo quindi che le parti che festeggiano la vittoria della causa per diffamazione; le controparti; e anche la magistratura, tutti quanti, abbiano responsabilità collettive non distributive moralmente più gravi, anche se diverse, di quelle delle accuse lanciate dai querelati per le quali i magistrati di Roma e Monza hanno giudicato esservi stata diffamazione.

Dubito però che, se anche si trovassero elementi per querelarmi, verrò querelato. Un conto è intentare una causa che rafforza il falso che il potere vuole propagandare, un altro è farla dovendo considerare posizioni, e responsabilità, che è vantaggioso per entrambi i contendenti ufficiali, e per la “parte terza“, la magistratura, continuare a ignorare ufficialmente come inesistenti o marginali. Né tanto meno verrò lasciato stare, senza ricevere sanzioni per quanto scrivo. Per le voci come la mia i poteri dello Stato – tutori della legalità in prima linea – ricorrono a sistemi diversi: quelli mafioso-massonici di intimidazione, boicottaggio materiale, calunnia, discredito, guerra psicologica, etc.; potendo contare sulla Milizia della Pagnotta, che è la compagnia più antica, numerosa, fervente e pugnace tra quelle che si aggirano per l’Italia.

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Copia della presente viene inviata, firmata, con racc a/r online ai magistrati che hanno condotto questi procedimenti, c/o i Presidenti dei Tribunali di Roma e Monza. E anche, idealmente, agli equipaggi delle auto di CC, PS e affini, che non mancano mai di accompagnarmi vistosamente nei miei spostamenti. Pochi giorni fa l’equipaggio di una gazzella dei CC  mi ha spiegato che come cittadino dovrei essere contento di questo controllo del territorio così assiduo. Io veramente preferirei potere qualche volta andare a fare la spesa senza “la scorta”, e che i crimini di alto bordo in campo medico non godessero di appoggi e coperture istituzionali. Si vede che i Carabinieri hanno anche loro un’idea “riduzionista” della sicurezza; organica all’idea “riduzionista” della giustizia dei loro partner i magistrati, insieme ai quali stanno assicurando giustizia e sicurezza agli Eldorado della medicina meglio dei migliori contractors.

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L’azione giudiziaria non euclidea

Ho appreso dai media che la Procura di Lecco, avendo impiegato sufficienti risorse in estese indagini su un gran numero di siti web, ha potuto rinviare a giudizio ben 30 persone per diffamazione nei confronti del padre di Eluana Englaro (per avere usato espressioni come “omicida”). A mio parere questa è una scelta di allocazione delle risorse che va a vantaggio dei magistrati anziché dei cittadini. A questo proposito segnalo il commento “Il riduzionismo giudiziario nella frode medica strutturale; il caso del testamento biologico” https://menici60d15.wordpress.com/ che ho inviato per lettera a giudici di Roma e Monza che hanno già emesso condanne su casi analoghi.  Sul sito sono presenti altri commenti su magistrati e testamento biologico, e magistrati e biomedicina.

Vorrei ribadire un aspetto di quanto indico nel commento: nella pratica clinica, su pazienti che sono diventati “un peso”, le due procedure, il ritiro di cibo e acqua e l’alimentazione e idratazione artificiali, non sono così lontane e così contrapposte come si dice. Quanto già avviene in paesi più “avanzati” mostra che sono anzi pratiche piuttosto vicine e associate, che spesso vengono considerate sullo stesso piano, e adottate in sequenza, soprattutto su pazienti socialmente deboli.

Entrambe le procedure possono facilmente andare contro l’interesse del paziente ad avere buone cure; e contro il suo diritto alla vita e alla dignità. Appare probabile che in futuro anche in Italia in tanti casi non verrà applicata o l’una o l’altra, ma entrambe, ed entrambe prematuramente; a volte anche sullo stesso paziente: prima un po’ di alimentazione artificiale e poi, col peggiorare del quadro clinico, il ritiro di cibo e acqua. Il taglio di acqua e cibo resta la soluzione più semplice sul piano meramente manageriale, ma il sondino nasogastrico, che tra l’altro permette di fatturare ulteriore tecnologia medica, potrà avere una funzione preliminare: servirà a incanalare, sul piano etico e biologico, il paziente verso la misura risolutiva della morte per inedia. Oppure si può fare in modo di lasciar morire prematuramente il paziente, ritirando l’assistenza adeguata, col sondino nasogastrico inserito che serve da alibi. Pratiche del genere riguarderanno specialmente la massa crescente di persone che moriranno per demenza senile. Ciò avverrà anche grazie al movimento di opinione creato col caso giudiziario Englaro e simili; movimento ben più solido e duraturo delle posizioni dichiarate dell’attuale governo PDL.

Come mostro nel commento, anche sul piano degli interessi le due procedure,  che alleggeriscono costi e fatica nella gestione dei pazienti, stanno dalla stessa parte; la contrapposizione principale è fra il loro “lancio” congiunto da un lato e i reali interessi e diritti dei cittadini – che nessuna forza sta tutelando adeguatamente – dall’altro. Non è detto che la vita debba essere prolungata a tutti i costi; tanto meno in base a norme o ordini dello Stato; ma la dignità umana, questa non può essere mai interrotta: mentre con l’attuale farsa intorno alla povera Eluana non viene tutelato da nessuno degli attori il diritto del cittadino a non divenire un preparato biologico trattato secondo convenienze economico-politiche; il diritto a non subire gravi patimenti fisici perchè fa comodo ad altri.

E’ un po’ come quando i piazzisti spostano l’attenzione dall’opportunità dell’acquisto a quali prodotti scegliere. Alle due procedure corrisponde, con i berci tra laici e cattolici, una furibonda “lite” tra compari, inscenata con comparse inconsapevoli, volta a fare passare quello che in realtà è un pacchetto di interventi che, contenendo entrambe le procedure, permetterà di pilotare il fine vita secondo interessi industriali ed economici in conflitto con quelli dei pazienti.

Qui però non si è davanti alla commedia di due poveracci, come Gassman e Carotenuto davanti al giudice in “I soliti ignoti”; è una recita di alto affare, e la magistratura vi partecipa. La magistratura non si sta risparmiando in questa rappresentazione, ed è pertanto moralmente coinvolta; coinvolta in un’operazione di portata storica per la quale parlare semplicemente di omicidio è riduttivo. La magistratura sta avendo un ruolo determinante nel fare apparire al pubblico come poli opposti quelle che sono due entità complementari sottese dagli stessi interessi.

La disputa tra “crociati” e “volterriani” occupa l’intero spazio visivo. La magistratura non vede altro, e così neanche il pubblico vede altro; così si abitua a valutare la questione nei ristretti termini voluti dal potere. Come in tanti altri casi di interventi giudiziari su questioni biomediche. Una emianopsia culturale non in buona fede: che si regge non solo sull’ignoranza, ma sulla mistificazione, e anche sull’azione repressiva di diverse istituzioni, inclusa la stessa magistratura; inclusi corpi armati dello Stato, che costringono in una gabbia di minacciose molestie chi potrebbe attentare ad essa.

Sulle questioni biomediche, azioni della magistratura “non euclidee” come questa sono comuni. Mostrano come si può essere formalmente impeccabili e al tempo stesso manipolativi. Ricordano la geometria proiettiva e le altre geometrie primitive, che comprendono la geometria euclidea come caso particolare, ma consentono di distorcere fino a stravolgerla la rappresentazione della realtà fisica, rilassando la conservazione delle invarianze per alcune proprietà e relazioni, es. tra gli angoli o tra le lunghezze. Osservando l’operato della magistratura in campo biomedico, capisco bene chi ha parlato di “anamorfosi dello Stato di diritto” (S. Palidda) a proposito di altri abusi delle istituzioni. L’anamorfosi fa parte della geometria proiettiva.

Posto che, tralasciando le scoperte della fisica moderna, ai fini pratici si può dire che sul piano umano viviamo in un mondo euclideo, in una società “euclidea”, credo che vi sia un obbligo della magistratura, deontologico e forse costituzionale, ad essere “euclidea” nei suoi atti: ad agire cercando di mappare, e quindi rappresentare, la realtà il più fedelmente possibile, ovvero conservando tutte le relazioni illecite che la compongono. Ciò specialmente quando viene chiamata ad intervenire su alcune nuove realtà sociali che vengono costruite con l’atto di rappresentarle.

Invece in casi come questo la magistratura limita l’invarianza a quelle relazioni che il potere ha interesse vengano perseguite; contribuendo allo stesso tempo nella rappresentazione pubblica all’alterazione delle relazioni illecite che il potere vuole restino nascoste.

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27 novembre 2013

Blog de il Fatto

Commento al post “Eutanasia, estensione ai minori: coro di no. Unica eccezione i Radicali”

Non è che se una cosa la dicono i preti, dei quali in effetti non c’è da fidarsi, e che tradizionalmente preferiscono vedere la gente impantanata nella sofferenza, essa è sicuramente sbagliata. Liberismo e invecchiamento della popolazione spingono verso l’eutanasia e il suicidio assistito, e per la loro promozione culturale. A volte, quando la vita diventa un’agonia cronica, si può pensare a forme di riduzione della sofferenza che comportano come effetto collaterale un accorciamento della vita. Ma l’eutanasia e il suicidio possono essere promossi per togliersi dai piedi corpi – martoriati dalle lucrose terapie hi-tech – che non sono più redditizi. Il rispetto della vita non andrebbe lasciato ai cattolici (che se ne ricordano quando devono torcere il coltello nella piaga). Laicamente, senza farsi suggestionare al contrario dai cattolici, bisogna stare attenti a questo zelo per accorciarci la vita mentre si tagliano le pensioni e l’assistenza ai disabili.

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Rispetto e stimo Monicelli, per come ha voluto concludere la sua vita. Ci sono alcuni casi dove mantenere in vita una persona può essere una forma di violenza nei suoi confronti. Ma non capisco l’ansia di voler affidare la propria morte alla volontà di altri, o alle loro informazioni, o a come dispongono la situazione. O di affidarla ai loro interessi. E chiamare “esercizio del libero arbitrio” questo tirarsi la veste sul viso e rimettersi alla pietà di estranei.

Nel caso del Liverpool Care Pathway, un protocollo di cure palliative per i morenti usato in UK, che porta a morte in media in 29 ore, si è visto che è stato usato come sistema per liberare posti letto, ridurre la spesa sanitaria e ottenere gli incentivi economici previsti, applicandolo in massa anche a pazienti che non stavano morendo; e a chi non aveva neppure dato il consenso. Il suo livello di convinzione è profondo, ma ciò di cui è convinta è superficiale. Lei non pensa che una società dovrebbe impedire questi modi di morire?

Sareste padroni di ottenere tale forma di welfare, che il liberismo vuole darvi, mentre toglie l’assistenza che serve per campare, se nel chiedere stoicamente di farsi ammazzare a discrezione di altri non trascinaste le vite degli altri con le vostre. Io non voglio ulteriori regole che di fatto consentono a terzi di pilotare verso il peggio la qualità e la durata della vita delle persone.

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L’eutanasia sarà il “diritto” di fare decidere ad altri se e come morire. La sua morte, e quella degli altri che trascinerà con sé, non servirà a ridurre le spese sanitarie, ma a spostarle in settori medici più redditizi, a danno di altri pazienti che non sono ancora morti.

Su come i soldi risparmiati anticipando il decesso verranno spesi non a favore ma a danno di altri pazienti, le segnalo l’articolo “The quagmire” di Callahan e Nuland. Su come sono gli altri che in pratica decidono, v. il sopra citato caso UK, o digiti “testamento biologico” nella casella di ricerca del mio sito menici60d15. Sì, l’eutanasia sarebbe semmai un diritto, non un dovere. Ma è stato osservato da altri che il diritto di morire può trasformarsi in un dovere di morire. E ci sono segni di volontà e di pratiche che confermano che questo è un pericolo reale. Purtroppo in questo campo le convinzioni personali e i presupposti filosofici, pure importanti, non bastano; si devono fare i conti con la realtà socioeconomica.

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29 luglio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Il volto caritatevole del Bambin Gesù di Roma è quello del piccolo Charlie”

Nel 2012 in Inghilterra alcuni medici denunciarono che il Liverpool Care Pathway, un protocollo per il trattamento di fine vita accreditato come “best practice”, che porta a morte in media in 29 ore, veniva applicato anche a malati anziani curabili, come mezzo di eutanasia di massa per liberare posti letto e ridurre la spesa sanitaria. Gli ospedali ricevevano incentivi economici per raggiungere elevati livelli di applicazione del protocollo; alcuni hanno incassato mezzo milione di sterline. Su questo il clero, che a chiacchiere difende la vita, è stato omertoso. Ma non c’è contraddizione col caso Charlie Gard (i cui genitori sono stati assistiti da un avvocato pro-eutanasia) se si considera che ciò che il clero vuole è esercitare un controllo sul vivere e sul morire. Pretesa che combacia con un criterio liberista essenzialmente zootecnico: si abbattono i capi che non rendono; o al contrario li si ingozza di medicine, come le oche con le zampe inchiodate per il foie gras, quando è questa la convenienza. Charlie Gard è servito per una spietata propaganda pro cure “compassionevoli” e quindi a controlli ridotti, cioè costosissime e inefficaci, per le malattie rare. Un’operazione fraudolenta colossale, che vede l’Italia, come per i vaccini, in prima fila.

Del resto, la chiesa ha combattuto la scienza quando questa contribuiva all’emancipazione materiale e morale dell’umanità. Se ne fa alfiere oggi, quando viene prostituita a strumento fraudolento di profitto.

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16 novembre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Pasciuti “Fine vita, Francesco è la vera ‘classe dirigente’: indica la strada senza curarsi della convenienza”

Quello che è buono non è nuovo e quello che è nuovo non è buono. Il buono è l’identificazione dell’accanimento medico a fine vita o in condizioni di malattia estreme e crudeli. Il nuovo è l’appoggio alla liberatoria culturale e giuridica per un maggiore arbitrio medico su vita e morte. Es. il Liverpool Care Pathway in UK, dove la soppressione di anziani, volta ridurre la spesa, ottenuta applicando buoni protocolli di fine vita anche a chi non stava morendo, è stata ricompensata in denaro. Non c’è contraddizione con la pretesa assurda e macabra di “curare” Charlie Gard: il medesimo fine, il profitto, impone a seconda delle circostanze che si curino i morti e si uccida chi non vuole morire. E’ ovvio che il clero abbia saperi e capacità politiche di gran lunga superiori a quelli dei figuranti messi a gestire lo Stato. Ma è patetico credere che i preti non predichino secondo la loro convenienza. Sono puntuali nel posizionarsi secondo il loro interesse, e la campagna sul libero morire ha – come decenni fa quella sul libero amore – finalità economiche, più che di emancipazione. Oggi accorre sbarazzarsi di cittadini non redditizi. Si lecca la mano che porta al macello, mentre si tacciono i tetri calcoli sul controllo della popolazione. E’ stata meno ipocrita Lady Warnock, filosofo moralista consulente del governo UK: per lei chi soffre di demenza “ha il dovere di morire” perché costa troppo.

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17 gennaio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “DJ Fabo, Pm: “Assolvete Cappato, nessun ruolo esecutivo. Dignità è poter essere uomo e autodeterminarsi”

Le affermazioni della PM Siciliano sul caso particolare di DJ Fabo sono moralmente rispettabili. Il problema è quanto non considera nella sua perorazione generale, sui media, del diritto al suicidio assistito. Il magistrato presta l’autorevolezza del suo ruolo ai cantori della morte a richiesta nel farne soltanto una questione di diritti umani. Dove la malattia, a volte di concerto con le cure, si accanisce, e crea “l’uomo incrodato”, crea una situazione di agonia cronica, l’interruzione attiva delle residue funzioni vitali può costituire l’unico rimedio, l’unica difesa della dignità umana, e della stessa salute intesa in senso lato. Ma l’eutanasia risponde anche all’interesse di sopprimere persone e pazienti in base a criteri economici. E addirittura in base a incentivi finanziari. Come mostra il caso del Liverpool Care Pathway in UK. “Sparatevi Breda” scrisse M. Marchesi. Un magistrato, a contatto professionale con la miseria umana, e quindi anche con l’arte di spacciare per aiuto il sopruso, non dovrebbe nell’appoggiarlo pubblicamente ignorare l’ambivalenza e il possibile uso perverso di un nuovo principio etico. I magistrati seguono il flusso culturale imposto dal business e gradito al popolo, che al pretesco celebrare il digrignare di denti per il dolore sostituisce l’occultamento della condizione umana, fornendo sia lo schermo delle false promesse di immortalità da cure miracolose, spesso fonte di sofferenze non necessarie, sia quello dell’abbattimento zootecnico.

@ Pot. Non so molto della genealogia culturale del suicidio e della soppressione dei malati, ma mi pare che, mentre storicamente è antica, precristiana, la concezione della liceità – non il “diritto”, termine ormai degradato – del suicidarsi, dell’uccidersi da sé, sia piuttosto nuova l’idea del comprendere tra le cure mediche il farsi dare la morte, come evenienza di routine, e alla fine come servizio fatturabile. “Cantori della morte a richiesta”, perché chi si profonde in questa battaglia “di civiltà” a mio parere usa toni trionfalistici ed esibisce una sicumera giustificabili da una causa migliore di quella del legalizzare ed espandere ciò che finora è stata una estrema, mesta, ratio. Forse lo scarso entusiasmo del quale mi accusa deriva dalla consapevolezza delle pressioni economiche, antiumanistiche, di cui ho detto, verso questo bel progresso, e dal vedere ogni giorno come la medicina calpesti la dignità dei malati nello stesso taciuto perseguimento del profitto con cure non necessarie*; nell’indifferenza o nella complicità di quelli che si accalorano per portare l’efficienza del suicidio agli stessi alti livelli generali di civiltà della nostra società. E nella foga, sbadatamente, aprendo la strada all’omicidio mascherato.

*Mandrola J. In defense of less-is-more. Medscape, 9 gen 2018.

@ pappacci. Sono temi pesanti; mi pare che lei abbia un’acuta reazione di difesa. Il libero arbitrio? Basta un buchino nella dentina, o una pietruzza in un uretere, per spazzare via questo elaborato capitolo dei trattati di filosofia. Per non parlare di quando le metastasi rosicchiano incessantemente le ossa o una malattia neurologica trasforma il corpo in un manichino. La responsabilità dell’assistenza, che può includere il convenire di usare come terapia l’interruzione delle funzioni vitali, non può essere scaricata sull’assistito immaginandolo come una sorta di superuomo padrone di sé stesso. Il mondo reale, con le terapie truffa vendute col ricatto della speranza, c’entra eccome. Lo sa quanti casi ci sono di “nessuna possibilità di miglioramento”? La campana non suona solo per i casi rari, come DJ Fabo, selezionati, ritagliati per sostenere la tesi che è bene rilasciare una liberatoria per farsi sopprimere, ma per quelli quotidiani. Per un Welby, un DJ Fabo, ci sono es. tanti malati terminali che vengono curati con la chemio, inutilmente e a loro danno*. Si potrà dare loro comodamente il colpo di grazia, togliendoseli dai piedi dopo averli usati come supporti per cure aberranti, facendolo passare per una scelta del paziente, alla quale si è acconsentito per alti motivi. Proseguendo con l’applicare le espressioni in malafede* della medicina commerciale.

*Mulcahy N. Palliative Chemotherapy Is ‘Disingenuous Term,’ Says Critic. Medscape, 5 marzo 2018.

@ RiccardoAlasia. E’ questo il bello del sessantottismo, cioè del supportare tesi che sembrano progressiste e invece sono al servizio delle forze di sfruttamento: permette di sembrare eroici mentre si serve. Permette ai mosci di atteggiarsi a forti. Ai fifoni di fare gli spadarotta. E di sfogarsi assestando il calcio dell’asino. Vada a sgambare in attesa del nuovo input dei radicali. O dei magistrati come la Siciliano, che ha eccitato animi come il suo sollevando il pathos della corazzata Potemkin: quello dello strumento di dominazione che passa invece a difendere i deboli. Ma a ben vedere, invece che all’immagine dei cannoni della corazzata dello zar che i marinai puntano sui cosacchi dello zar che stanno massacrando donne e bambini sulla scalinata di Odessa, la situazione è più simile a quella del voltafaccia al processo di Otello Celletti ne “Il vigile”. Non perda tempo con me, e galoppi a soccorrere qualche altro vincitore.

@ RiccardoAlasia. Ciò su cui lei salta a piè pari, con l’aiuto di qualche battito d’ala, è un cumulo di monnezza. Quando ha finito di fare chicchirichì dal suo pulpito, cerchi, invece di occuparsi della mia ventilazione, di abbassare di qualche torr la pressione dei gas dei quali è gonfio.

@ RiccardoAlasia. Alla buon ora. Un addetto di una partecipata presieduta da un cattedratico con esperienze oxoniensi ha già provveduto al consueto spernacchiamento. Certo che in Lombardia i magistrati possono contare sull’appoggio della parte più vibrante della società civile.

@ Pot. Ci sono due medicine. La medicina-servizio fa il miglior interesse del paziente. Non crea situazioni trappola che inducono a chiedere la morte. Quando queste si presentino spontaneamente si trova in effetti davanti al dilemma di quando si possono recidere i brandelli che tenendo attaccata la persona alla sopravvivenza biologica le causano sofferenze atroci. La medicina-business massimizza il profitto, facendo danni pur di vendere prodotti e servizi, e può essere lei la causa delle situazioni che spingono a chiedere la morte. Nelle sue mani, l’omicidio consensuale è un’arma in più; può sia favorire trattamenti inutili che provocano gravi sofferenze sia essere applicato con criteri zootecnici.

Oggi regna la medicina orientata al profitto. Il suo quadretto è uno spot di questa medicina: morire facendosi uccidere è una cosa naturale e accettata da tutti, per fortuna fornita dai medici, che sono umani e sensibili, ma ostacolata da norme inspiegabili e strane sul non uccidere, e dagli affetti da una patologia fobica, che, non curati, agitano i fantasmi di abusi, causando danni terribili ai normali.

La medicina commerciale trae il suo potere dalla nostra tendenza a considerare e immaginare, come meccanismo di difesa, solo gli aspetti positivi e nobili dell’intervento medico. La reale emancipazione proverrà dal divenire capaci di guardare anche i lingotti d’oro sanguinosi che oggi sono sull’altro piatto della bilancia.

@ RiccardoAlasia. Meno di 24 ore, e il gas si è già riformato. Mi spiace, non posso fare più nulla per lei.

@ RiccardoAlasia. In effetti a intrattenermi con lei comincio a sentire il disagio che si prova stando al bordo del vacuo più del necessario. La vertigine sonnolenta data dal piatto, da ciò che non ha profondità.

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15 febbraio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Marco Cappato, la Consulta depenalizzi l’aiuto al suicidio per motivi umanitari

Abele. Il suicidio tramite terzi allontana lo spettro del fare la fine della vittima del racconto di Poe “Il barile di Amontillado”. Magistrati e politici illuminati e coraggiosi stanno conducendo una battaglia di civiltà.

Caino. E’ arrivato l’ordine: legalizzare l’eliminazione di persone in base a criteri economici. Media, radicali e magistrati, sensibili ai voleri atlantisti, si sono messi all’opera. Si mostrano casi particolari come questo di dj Fabo dove la soppressione delle restanti funzioni vitali è eticamente difendibile e una deroga, rigidamente circoscritta, ridurrebbe lo sconcio di sofferenze prolungate. Si tace sul vero obiettivo, la massa di vecchietti e malati gravi di ogni età – inclusi sani resi malati dalla medicina – da sfruttare per vendere cure fraudolente inefficaci o nocive e poi buttare come limoni spremuti. In USA ora si criticano le speculazioni commerciali ($3000) sul PAD, physician assisted dying. Da noi si ignorano rozzamente gli interessi e le condizioni che costituiscono l’imbuto che conduce a “scegliere liberamente” il suicidio sostituendolo con un fantoccio, lo “Homo juridicus” padrone delle sue scelte. L’immagine implicita di questi festeggiamenti per la morte facile è quella di Casper del viandante solitario che osserva dall’alto della cima il mare di nebbia. Per molti l’immagine appropriata sarà quella di un insetto che finito nella corolla a imbuto di una pianta carnivora si dissolve al suo fondo, poco importa come.

@ Dada Cinnok. Sì, siamo figli di Caino. Riconoscerlo può aiutarci a limitare e superare la nostra natura; e a non abboccare a tante predicazioni di amore, bontà, santità, incluse quelle in salsa “laica”, come questo brillante diritto-dovere di aiutare gli altri ad andare a morire ammazzati. In modo da raggiungere e mantenere una convivenza civile, dove non vigano sotto cosmesi etiche, ideologiche e giuridiche le leggi di Caino. Una società basata sulla decenza, che è il minimo accettabile, e salvo casi fortunati anche il massimo cui si può ragionevolmente puntare.

@ Angle. Ah, lei intende in senso letterale. Dio, il Dio il cui nome ricorre spesso nei discorsi dei suoi portavoce, e Satana, se posso usare i vostri termini, hanno in comune questa narrazione della lotta tra bene e male, tra good guy/bad guy, angeli e demoni, santi e scellerati. Quanti fascismi ho visto dietro all’antifascismo, quanto piduismo, la mafia di Stato, dietro all’antimafia, quanta “eversione dall’alto” (cit.) dietro all’antiterrorismo, empietà contro l’Uomo dietro a parole di fede in Dio. Quanta propaganda pro frodi mediche dietro all’antidoping, barbarie di ritorno dietro a battaglie di civiltà come questa del suicidio a domanda, frodi tecniche dietro alla lotta alle ciarlatanerie delle cure alternative. Così, sarà Dio, sarà Satana, quando sento proclamare applicazioni del binarismo bene/male mi chiedo se provengono da quella minoranza di brave persone o dal solito lupo che s’è mangiato la nonna, ne indossa la cuffia e aspetta Cappuccetto Rosso.

@ Angle. Non si dovrebbe citare Dio, usandolo come un “jolly”, per ciò che è spiegabile in termini terreni. Cappato lavora per il liberismo. E quelli che calano “Dio” in continuazione? Lei dice che loro sono doppiamente contrari. A me pare siano contrari a metà. La regolazione delle morti è imposta dall’economia liberista, e il clero sa che chi si mette dalla parte del più forte campa 2000 anni. Serve al business biomedico, alla medicina dei guadagni di Borsa stratosferici, che ha resuscitato sotto il manto dello scienziato forme di magia naturale e promesse di salvezza ancora più arcaiche della novella cristiana. Un business stregonesco tinto di sangue col quale anche il clero si arricchisce. Per di più, la gente, mentre crede che pozioni e gizmo tecnologici la manterranno sempre in forma, si affretta ad accettare che si tiri la spina alla prima prospettiva di soffrire. Così i preti si limitano a un “lip service”. Peccato, perché c’è un clericalismo che specula sul dolore, ma c’è anche una filosofia cristiana che potrebbe dare un contributo positivo, educando a una visione di vita più sobria e forte; a non credere né alle promesse di immortalità terrena, né alle paure e minacce di tormenti degli imbonitori. Potrebbe indirizzare molti sulla strada per affrontare, senza sfuggire – né pretendere di risolverla – la condizione umana.

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9 febbraio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Trinchella “Eluana Englaro, “così in Cassazione stabilimmo che la dignità è il diritto dei diritti. Poi la fase oscura della politica””

Nell’attuale medicina commerciale la longevità ha sostituito la salute, così che si imbottiscono i pazienti di cure futili, aggressive e dolorose vendendo la speranza falsa di prolungare a oltranza la vita. La maggior parte delle spese mediche è in media consumata nell’ultimo anno di vita. Ciò ha prodotto la necessità economica contrastante di troncare a piacimento le cure. N. Wade, l’autore di ‘Betrayers of truth – fraud and deceit in science’, commentò una delle tante promesse commerciali di immortalità, quella della Geron sulla telomerasi, citando le Parche. Agli affari occorre anche Atropo. Qui i magistrati si svegliano, ricordandosi della dignità “diritto dei diritti”, e generalizzando da un caso particolare e mediatico. In medicina e nel diritto il rigore astratto, il rigore “scientifico” è mancanza di rigore: in queste discipline applicate occorre ciò che è stato definito ‘rigore pratico’, che tiene conto di tutti i fattori, inclusi quelli umani, storici, economici. Volendo davvero preservare la dignità bisognerebbe intervenire per ridurre sovradiagnosi, sovratrattamenti e medicalizzazione della morte; invece di limitarsi a fornire un meccanismo di smaltimento dei corpi sui quali ci si è accaniti per fare soldi. Ma in Italia a tanti, dai terroristi agli alti magistrati, piace la “doppia medaglia”; che si ottiene contribuendo a quelle parti dell’architettura ideologica voluta dal potere che fanno apparire come idealisti disinteressati che combattono per dei principi.

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28 settembre 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Farinella “Caso Cappato, la vita è sacra finché è umana. E la decenza imporrebbe il silenzio di fronte alla sofferenza”

“Libertà”? E’ questione di libertà quando si è in trappola come un minatore in una galleria crollata e chi ce lo ha fatto finire gli offre di immettere gas cianuro? “Sacralità della vita” ? Quando la sopravvivenza biologica si separa dalla vita arrivando a divenirle nemica, terminare le funzioni biologiche può essere il modo di preservare la vita; è facendo leva su questi casi estremi, come Dj Fabo, che i grandi interessi vogliono legalizzare l’omicidio medico per le malattie comuni; di routine, vedi il caso del Liverpool Care Pathway.

Il convitato di pietra, che entrambi i contendenti nascondono, è che le cure mediche seguono la funzione profitto, che diverge da quella etica. Es. le terapie intensive neonatali, lucrose, che in USA proliferano oltre la necessità trattando anche chi non ne ha bisogno creandogli danni; mentre ai bambini che ne escono viene negata l’assistenza per i loro deficit, che non rende*. Le varie forme di eutanasia ottimizzano l’allocazione della spesa medica, e quindi i profitti, alle cure più redditizie, anche inutili e dannose, eliminando gli “esausti”; che sono anche cattiva pubblicità.

I preti sfruttano la sofferenza; ma sono dentro al business medico, e anche a loro serve la selezione dei pazienti. Dietro ai rispettivi filosofemi altisonanti e ai diversi stili i due usurai, “laico” e “cattolico”, non sono così contrapposti.

* Cruel Calculus: Why Saving Premature Babies Is Better Business Than Helping Them Thrive. Health Affairs Nov 2010.

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1 ottobre 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. De Felice “Eutanasia, cambierà realmente qualcosa? Io confido in un ‘grande cerchio’ “

Tommaso Moro. E gli Stoici; o il suicidio dell’eroe omerico, visto che oggi si intorta il paziente con la “warrior trap”. O Socrate, ma è troppo calzante, controproducente. Nel Padrino II un boss viene spinto a suicidarsi anche citandogli casi storici illustri. La medicina sta seguendo il decorso di quella saga. Se l’interesse fosse quello di limitare le sofferenze si comincerebbe dal togliere l’accanimento terapeutico; e solo dopo si affronterebbe il problema di quando la sopravvivenza biologica si distacca gravemente dalla vita. Come con l’auto elettrica, dove mentre si predica la riduzione dei consumi si mostrano gare di ‘formula E’, il fine è di scartare i malati che rendono meno e di smaltire gli impresentabili residui umani creati ingannando i pazienti e imbottendoli di interventi lucrosi, inutili e dannosi, al posto di assistenza valida.

Es. il progetto di prevenire la demenza senile con screening (in Italia se ne occupa la cattolicissima Univ. Cattolica). Un’idea, messa in campo da grandi forze, senza capo né coda, essendo assai dubbia – a dir poco – la descrizione biologica, e non essendoci cure efficaci. I soldi verranno stornati dall’assistenza alla non autosufficienza a esami e farmaci inutili e dannosi. Sovradiagnosticando l’Alzheimer, di quelli che non l’avrebbero sviluppato si dirà di averli salvati. Gli affetti o con danni iatrogeni converrà toglierli di mezzo per quanto possibile; con l’aiuto del “grande cerchio di medici, religiosi, magistrati e politici”.

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12 ottobre 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Eutanasia, Beppe Grillo: “No alla bacchettoneria, ognuno sia libero di scegliere quello che ritiene il meglio per sé””

Pubblicato al secondo tentativo il giorno successivo

Aiutare gli altri a farsi ammazzare è civiltà. Mentre è ”ficcare il naso nelle cose altrui” obiettare; es. facendo presente che la giusta istanza della riduzione di sofferenze non necessarie viene strumentalizzata, tramite i vari cantori del superficiale, dei quali Grillo è il re, per illecite finalità di profitto. Chi dice “fatti i fatti tuoi” tace di quelli che credendo alle promesse di immortalità e salute perenne della medicina commerciale si fanno martoriare e sono quindi contenti di essere abbattuti per fare posto a altri disgraziati. Es. il colpo di grazia ai malati di cancro sui quali si pratica accanimento di fine vita per vendere lucrosi farmaci che a volte sono peggio che niente. O quelli da eliminare perché non redditizi: es. gli affetti da demenza senile, perché i soldi pubblici invece che all’assistenza per la non autosufficienza devono andare ai privati della truffa della “prevenzione dell’Alzheimer”. Guai poi a uscire dallo schemino clero/laici, osservando che una tesi che suona bene può essere una fregatura anche se è attaccata (ipocritamente) dai preti e di provenienza “progressista”.

Quel che è più grave, il poter uccidere pazienti mettendoli nella condizione che siano loro a chiederlo, o, come già avviene in altre nazioni, abusando impunemente della licenza di uccidere, propizia standard medici falsi e violenti; e ciò non riguarda solo quelli che si fermano a Grillo, Cappato, etc. ma anche chi deve subire le conseguenze del loro entusiasmo.

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24 dicembre 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Dj Fabo, la requisitoria della pm Siciliano: “Fabiano ha scelto di morire autonomamente, l’imputato Cappato venga assolto”

Il problema etico reale, con le sue aporie, è sovrastato dalla pressione del business per avere una via legale allo smaltimento dei pazienti; i magistrati conformano il diritto a ciò che fingono di ignorare ma di cui echeggiano gli argomenti raffazzonati dalle agenzie di marketing. DJ Fabo, nota la PM Siciliano, era una persona forte, un “combattente”, capace di autodeterminarsi. Ma a) DJ Fabo non è tipico della popolazione per la quale si chiede di cambiare la legislazione. Un caso tipico è l’anziano depresso e spossato, per la malattia e spesso anche per gli effetti avversi delle cure. E’ il trucco del far tornare i conti e generalizzare scegliendo soggetti adatti: è stato detto che per essere ammessi a certi trial clinici di oncologia si deve essere atleti olimpionici col cancro*. b) La retorica del malato combattente è stata chiamata “warrior trap”**: sei un guerriero quindi “combatti”, ovvero accetti di subire trattamenti devastanti e inutili ma lucrosi. E ti fai abbattere se diventi ingombrante. c) Quale libera scelta quando si è in una relazione di dipendenza, incatenati da sofferenza e terrore? Sembra piuttosto esserci una carenza di autodeterminazione, rispetto a grandi interessi, nei magistrati che dipingono l’omicidio di chi viene portato a acconsentirvi come la morte del superuomo.
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*’Buying a Ford but Paying for a Ferrari’: Value in Cancer Care. Medscape, 2017.
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**Pharma banks on cancer patients who are ‘determined to keep fighting’. Health News Review, 2018.

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17 maggio 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post di C. Troilo “Eutanasia, la battaglia non si ferma: Mattarella ha trasmesso una lettera al ministro D’Incà”

Invece di credere alle lusinghe su quanto saremmo disciplinati e coraggiosi, sul nostro condurre “battaglie” come questa per l’eutanasia, dovremmo riconoscere che siamo guidati nei nostri pensieri dalla paura inconsulta. Meglio, tramite la paura inconsulta. Mediante la quale veniamo spinti ad affidare la nostra sorte ad autorità alle cui decisioni ci abbandoniamo come da bambini ai nostri genitori quando eravamo spaventati. Ci stiamo suicidando economicamente, e anche fisicamente, obbedendo alle regole orwelliane che dovrebbero salvarci la vita dalla peste; rinunciando inoltre a quella dignità di vita che crediamo di rivendicare essendo indotti a chiedere – contemporaneamente – di essere abbattuti per paura di soffrire.

La paura è in certa misura naturale e sana. Ci porta a proporzionate misure di prevenzione contro le infezioni. Ci porta a rifiutare l’accanimento terapeutico a fine vita o in condizioni di vita meramente zoologica. Ma la paura blu, il terrore, ci spinge ad atti controintuitivi che ci danneggiano. Acclamiamo il raddoppio dei posti di terapia intensiva vantato da Speranza per il Covid, che causerà quell’accanimento che temiamo*; e che crediamo ci verrà evitato con l’eutanasia, che invece aumenta ancora la discrezionalità di vita e di morte, a seconda dell’interesse del business medico*, su di noi.

* The Urge to Build More Intensive Care Unit Beds and Ventilators: Intuitive but Errant. Ann Int Med, 7 maggio 2020. E sua bibliografia.

@ rolfo56. Neppure io ti capisco quando scrivi che il dolore può essere trasformato, sempre, anche quando intollerabile, in occasione di crescita spirituale. E non si tratta di idioma. Mi ricordi il prete che in Ricomicio da tre dice che anche perdere una mano non va visto come un castigo ma come un dono; Troisi gli risponde che i preti esagerano sempre. Quello che voglio dire è che bisognerebbe affidarsi meno alle opposte retoriche, la clericale e la “laica”, entrambe altisonanti e superomistiche. E guardare di più a fattori reali come gli interessi economici e di potere, la paura, l’uso della paura da parte dei grandi interessi, e il merito tecnico delle scelte sull’inserire e lo staccare la spina.

@ rolfo56. Anche questo basare valutazioni etiche e legislative generali su vividi casi singoli riportati dai media, che porta alla distorsione detta ‘identifiable victim effect’ (molto sfruttata, anche nell’emergenza Covid), andrebbe superato. Dei “numeri” tanto citati, cioè delle statistiche, dei dati di popolazione aggregati, si sottovalutata, soprattutto in campo biomedico, e anche bioetico, sia la capacità di ingannare, sia la capacità di correggere false impressioni e inganni a favore della pietà, compassione e solidarietà usandoli correttamente.

 @ rolfo56. A me sembra di avere colto dove vuoi andare a parare; anche perché l’argomento del dolore come “occasione di crescita”, per quanto astruso è in libera circolazione, dato lo spazio di cui il clero dispone sui media. E’ anche usato dal marketing biomedico: es. la sezione Salute del Corriere della Sera ha una rubrica fissa che si intitola “La malattia come opportunità”. Un argomento ripreso anche dalla Società Italiana di Pediatria, che a mio parere nel farlo ha debordato dai suoi compiti a spese dei suoi doveri. L’estetizzazione dello stato di malattia è uno dei figli malati dell’attuale matrimonio d’interesse tra business medico e Chiesa. Una nota saggista, con diagnosi di cancro della mammella, ha scritto contro queste tecniche di vendita avvilenti e disoneste: Ehrenreich B. Smile or die. How positive thinking fooled America &amp; the world. Granta, 2010. Da noi c’è la versione pretesca; che ha affinità con l’esaltazione tramite mortificazione del corpo del misticismo medievale, e con la lugubre retorica fascista. Gli intendimenti di questa glorificazione interessata del dolore degli altri, l’aberrante spacciato per elevato, penso di averli compresi.

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18 giugno 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post “Referendum sull’eutanasia, Peter Gomez: “Ecco perché Ilfattoquotidiano.it sostiene la battaglia per la liberta di decidere””

La parte giusta di questa “battaglia” (voluta dal potere, tanto più oggi, in vista degli sfoltimenti di popolazione) è di non lasciare morire le persone come un cane che agonizza sull’asfalto dopo essere stato investito. Fa da vettore etico alla parte perversa: si ignora come tante situazioni dolorose, o anche atroci, siano prodotte dallo stesso business medico, che pratica l’accanimento terapeutico; accanimento che verrà favorito dal suicidio medico. Non si dice come l’eccesso di medicina crei situazioni terribili, mentre si esalta la “civiltà” del finire i morenti; anzi si promuove in continuazione il consumo medico dannoso con false speranze (Cancer drugs, survival, and ethics. BMJ, 2019, 9 nov 2021), false rappresentazioni (Misconceptions about CPR distress patients at the end of life and bereaved people. BMJ, 28 apr 2021) sfruttando il “pull of desperation”, e perfino contro la reale volontà del paziente (Do you want everyting done? Lown Institute, 8 nov 2019).

La “buona morte” dovrebbe essere data dal “fare il più possibile per il paziente e il meno possibile al paziente” (Bernard Lown). Non il promettere eterna salute e miracoli, pasticciare sul corpo, intascare e alla fine abbattere; ma, fatto l’efficace, accompagnare nel modo più dignitoso e indolore. Questo dovrebbe essere chiesto. Invece così il paziente, dopo essere stato illuso e ridotto a un ecce homo per spremerne profitto, verrà comodamente smaltito come un oggetto di consumo che ha terminato il suo ciclo.

@ bladerunner. No, non ho fatto il testamento biologico. Tra i medici ce ne sono alcuni che dicono di portare in tasca un biglietto dove è scritto che se cadessero in stato di incoscienza non vogliono essere ricoverati nel reparto del collega Tizio o Caio…

E’ impressionante come voi guerrieri antisistema abbracciate gli ideologismi coi quali il sistema rende pecore. Come questo della “libertà di scelta”; dell’homus economicus omnisciente. Non c’è libertà senza informazione corretta. Di fatto basta la “lurida prosa” del medico “la ciste alla TAC potrebbe essere cancro”, “una delle coronarie principali presenta un’ostruzione del 50%” per convincere le persone a farsi massacrare senza necessità (B. Lown A Maverick’s Lonely Path in Cardiology, 2012).

Allo Stato non va chiesta libertà di scelta sulle cure. Ovvero la libertà di essere ingannati dal marketing biomedico – e dallo Stato stesso. Ma garanzie che la medicina non indirizzerà che verso il miglior interesse del paziente. Che a volte, è vero e ciò va tutelato, non è l’aggiungere giorni e minuti ai tormenti; ma neppure il farsi condurre in situazioni che portano a chiedere di essere uccisi. Quelli come te, che si atteggiano spavaldi a maestri di libertà e non hanno neppure la forza morale per non prendere per oro colato la propaganda biomedica, sono i primi a rinunciare alla libertà, sia saltando pronti nelle tagliole, sia offrendosi al colpo di grazia quando divengono un ingombro.

@ bladerunner. Questa idea del considerarsi costituzionalmente fragili e bisognosi di guida e assistenza (Furedi F. Therapeutic culture. Cultivating vulnerability in an uncertain age. 2004) è tra le basi della medicalizzazione, che porta ad abboccare all’esca di chiedere di mettere il proprio fine vita nelle mani dell’industria medica dopo averle consegnato docili il proprio corpo per le cure “scientifiche”. Sì, credo che terrorizzato dal non essere in linea col politically correct, lo chiederesti di esser aiutato … Io invece ti suggerisco di impugnare la vanga e dedicare qualche ora al giorno alla cura dell’orto.

@ bladerunner. Figurati, anzi grazie per mostrare il livello del trollaggio di supporto.

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17 luglio 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post “Caso Trentini, le motivazioni dell’assoluzione di Cappato e Welby: “Il suicidio assistito è lecito. Esiste il diritto a una vita dignitosa””

“’Groundbreaking’ Law Erases Some Barriers to Medical Aid to Dying”. Medscape, 16 lug 21: il New Mexico apre alla morte pilotata. Quando le forze che dettano il politically correct vogliono una cosa, qui la morte indotta, si instaura sui media e nei centri intermedi di potere “l’ombelico del mondo”: “Dove le regole non esistono, esistono solo le eccezioni”. Welby è di quella minoranza di casi che giustificano una deroga. Ma il caso comune è quello dell’accanimento terapeutico finalizzato al profitto (v. es. il procedimento in corso in UK a J Stebbing, o *). Dove a un certo punto il colpo di grazia, fatto chiedere al torturato “liberamente”, toglie d’imbarazzo e velocizza la catena di montaggio aumentando i profitti. Il fare dell’eccezione la norma, ottenere l’istituzionalizzazione del colpo di grazia spacciandolo per “morte buona”, ignorando i giganteschi interessi e fattori iatrogeni che aggiungendosi alla Natura matrigna creano situazioni disumane, favorirà la routine medica aggressiva e invasiva, e accentuerà quindi quelle sofferenze inutili e quel controllo e abuso sui corpi che i bene intenzionati, semplici cittadini, intellettuali, togati, credono di combattere accettando argomenti stilizzati preconfezionati che non aderiscono alla realtà storica attuale ma la travisano.

* Association between progression-free survival and patients’ quality of life in cancer clinical trials. Int. J Cancer. 2018.

@ francy68, Lei non è laico, ma diversamente bigotto. Segue un diverso pifferaio; che oggi fa cartello col pifferaio concorrente con la tonaca. La sua “laicità” conferirà anche al clero, insieme a una maggiore libertà di manovra nel business medico nel quale ha pesanti interessi, un potere ancora maggiore sul corpo e sul dolore. Anche su quelli degli altri oltre che sui suoi, potenziando i sovratrattamenti standard avendoli dotati di uno scarico. Lei ha una visione stereotipata dei rapporti laici/cattolici. Non siamo nell’800. Consegnare le forbici di Atropo nelle mani di curanti che già vendono e applicano di routine trattamenti inutilmente cruenti è una misura squilibrata che aggrava il problema che dice di volere risolvere. Fa il paio con la riforma Cartabia, che la giustizia che viene negata allungando i processi a dismisura, come sul letto di Procuste, sostiene di volerla recuperare tagliando le gambe e le braccia ai processi alla maniera di Procuste. Ha ragione nel definire i giudici dei quali sbandierate i commenti come affini a voi. Ho già visto diverse volte questa insufficiente distanza tra il “midwit” superficiale, supponente e servile che fa da truppa di manovra al radicalismo sovversivo liberista e i pronunciamenti di magistrati anche importanti a favore di gravi manipolazioni, contrarie ai diritti elementari prima ancora che alla Costituzione, volute dal potere in campo medico.

@ francy68. “Where all think alike, no one thinks very much”. Di sicuro non pratico il groupthinking. Lei deve esserne un vizioso, perché chiama anormale chi non si iscrive in nessun club. Torni nel mucchio e si dedichi a ciò che sa fare.

@ Nitro150. Tolga la testa dalla sabbia, invece di compiacersi di fare lo struzzo. Il vostro chiedere di farsi abbattere una volta esaurito il ruolo di capi di bestiame da sfruttare non riguarda solo voi. Conformarsi anche su questo all’agenda liberista lede la mia libertà, con quella degli altri; lede proprio il diritto di tutti a trattamenti medici nel miglior interesse del paziente e ad una parte finale della vita dignitosa e senza inutili sofferenze: voi così favorite l’impostazione sempre più aggressiva di una medicina volta al profitto; come norma, come standard al quale non è possibile sottrarsi. Il referendum non dovrebbe neppure essere consentito, vista questa conseguenza imprevista, o meglio occultata, che attende nel mondo reale mentre declamate i vostri temini da terza media. Al suo posto andrebbero leggi efficaci contro l’accanimento terapeutico e i sovratrattamenti, rampanti, che accettate come pecore, e che “le istituzioni” vigliaccamente appoggiano; e norme rigorose e dettagliate sui casi nei quali l’eliminazione della sofferenza può prevalere sul mantenimento delle mere funzioni vitali. Ma con giureconsulti come la ciellina e formigoniana Cartabia questa voce dell’agenda Cappato, il colpo di grazia legalizzato che permette di massimizzare i sovratrattamenti e quindi i profitti, non è davvero osteggiata. Padre Pio, “Il santo impostore” (M. Guarino) è vicino al suo bigottismo “laico” e oscurantista.

@ albspazio. Il tema è più complesso della forma scheletrica, astratta e distorta nella quale lo presentate voi. Tu es. neppure consideri gli interessi di Big Pharma. Abbi la bontà di leggere, e comprendere, es. l’articolo dell’Int J Cancer che riporto. O anche Prasad V. Malignant: how bad policy and bad evidence harm people with cancer. Hopkins Univ Press, 2020. La liberatoria per staccare la spina al paziente facilita l’impiego di farmaci costosissimi, inefficaci e dannosi. E permette quindi l’impostazione generale della medicina su questo modello aberrante, che va a colpire tutti.

@ Lu Mode. E’ vero, non ci sono solo i malati di cancro. Voi mettete in lista per l’eliminazione in base a interessi economici, e tramite incentivi finanziari, anche altre categorie, es. gli anziani affetti da demenza, come mostra il caso degli omicidi di massa via eutanasia del Liverpool Care Pathway. Le questioni non mediche ma esistenziali personali si possono risolvere col suicidio per propria mano; senza mescolare le due cose, trascinando con sé gli altri, prospettando a tutti che per loro potrà essere preferibile scegliere di essere uccisi da terzi dopo quello che verrà loro fatto. E senza approfittare del pull of desperation di chi è gravemente malato. La tua propaganda della legalizzazione dell’omicidio di routine incorporato in una medicina che crea la gran parte delle situazioni che tali omicidi dovrebbero risolvere è altamente torbida.

@ Nitro150.

La sua impressione che io “rimescoli le carte in tavola”, con “fantasie e complotti” è dovuta ad una scarsa dimestichezza coi problemi multidimensionali. Che invece sono tipici della medicina. Ciò che chiede lei, di essere aiutato a morire se dovesse trovarsi nelle condizioni la cui vista su un’altra persona l’ha ferita, è solo una parte della questione. Bisogna vedere ciò che realmente vogliono gli altri interessati, gli “stakeholder”, come si usa dire*. A partire dai contraenti forti. Es. il clero non è così avverso ai laici come lei ripete; fanno affari – sporchi – insieme. Bisogna vedere anche come materialmente, biologicamente, clinicamente, si raggiungono le condizioni inaccettabili. Altro è una cattiveria della Natura, altro sono le tante situazioni create a fini di profitto dalla medicina, dove l’eutanasia sarà il perfezionamento di lesioni aggravate e omicidio a fini abietti. E ne favorirà l’estensione.

Non è del tutto colpa sua: il pubblico viene diseducato a riconoscere la complessità dei problemi, e incoraggiato al pensiero “2+2” (e anche a sfogare la frustrazione insultando chi tenta approcci più elaborati). E’ un grave vulnus alla democrazia. I magistrati, dei quali Cappato si sta vantando, hanno gravi responsabilità, sia nella soppressione delle voci critiche; sia nello spingere il pubblico al pensiero semplificato, quando loro “should know better”.

*Di Maio e la lobby dei malati di cancro. Il paziente come stakeholder. Sito menici60d15.

@ Alberto Usai. Anche lo spettacolo della mezzapialla che adottati i temi pseudolibertari precotti che gli vengono messi davanti si atteggia ad essere superiore, apostolo delle libertà civili, caustico davanti ad obiezioni che neppure capisce, mentre sta mettendo la testa nel collare, o nel cappio, avrebbe un posto apprezzabile nella commedia umana, se non fosse per i danni immani che causate.

@ Lu Mode. Il colon non è attorcigliato, ma ha delle flessure e poi diventa sigmoidale, assumendo il nome di sigma. Ad essere attorcigliati, e intrecciati a pose ed espressioni sprezzanti, sono i vostri slogan. Non sono io che ti impedisco di spararti. Sei tu che vuoi precludermi una buona medicina, volendo imporne una che si fa i suoi comodi a danno del paziente fino a trasformarlo in un “disposable”.

@ Alberto Usai. arlate di ottenere la “vita dignitosa” mediante la legalizzazione dell’omicidio previa firma di una liberatoria da parte della vittima. Ma non praticate vie basilari alla vita dignitosa; es. l’astenersi dal partecipare ad operazioni losche fornendo gli schiamazzi di disturbo verso chi si oppone presentando argomenti.

@ baronz023. Le due cose non si escludono ma sono complementari: aumento dei profitti da cronicizzazione, aumento dei profitti da accanimento reso possibile dalla “soluzione finale”.Diritti autentici dei pazienti e profitto dell’industria medica non vanno d’accordo, e volendo morire in pace e senza soffrire è meglio tenerli separati e lontani tra loro.

@ Lu Mode. La realtà è molto più complessa dei vostri schemetti puerili, e molto più pericolosa degli omicidi legalizzati “per giusta causa” che giulivi auspicate.

@ Lu Mode. A parte”, “a parte”. E se invece di fare i saputi esaminaste ciò che date per scontato? Es. come il suicidio assistito tanto propagandato possa essere funzionale all’accanimento e al profitto che invece sono tenuti in ombra. Mai sentito parlare di effetti inattesi, o di promesse politiche che ottenuto il consenso lo usano per fare l’opposto? Qui le premesse ci sono tutte. O come il “welfare” pratichi una medicina tecnicamente simile a quella dei sistemi con assicurazione privata, a beneficio di grandi interessi privati, facendola finanziare, accanimenti e frodi comprese, tramite le tasse. O come sarebbe meglio una medicina che invece di curarti con farmaci che abbassano la qualità di vita senza salvarti, fino a farti preferire di essere soppresso, badasse di più ad assicurare una buona qualità di vita e meno a toglierti di mezzo quando non ce la fai più.

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25 luglio 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Gaita ““Mio padre se n’è andato in 46 giorni e io ho fatto di tutto perché fosse in modo dignitoso. Ora da avvocata raccolgo le firme per il referendum sull’eutanasia””

matteodini: Condivido questo referendum,libertà di scelta sempre,pero’ libertà di scelta anche per il vaccino,senza discriminazione,non capisco perché i radicali non facciano la battaglia anche contro green pass 

@ matteodini.

Ottima osservazione. In realtà i radicali sono coerenti. Coerenti con la necropolitica, il controllo politico tramite la morte (Mbembe). Nell’ambito del finto progressismo pro poteri forti che praticano. Il green pass, l’esproprio della salute*, cioè il trasformare, abusando dei poteri legittimi, la popolazione in una massa di pericolosi malati, costringendola a inocularsi ciò che il potere ordina per riavere in concessione un pezzetto dei propri diritti naturali, è coerente con la “libertà” di perdere la libertà, firmando una specie di procura all’omicidio in base alla quale per i medici sarà più facile massacrare i pazienti di terapie lucrose e inutili – come già fanno, nell’omertà dei radicali e degli altri, preti compresi – potendo poi dare il colpo di grazia**. Così che accanimento, sofferenza e deprivazione di diritti e dignità aumenteranno. La medicina verrà impostata su questo standard perverso: mentre parlano di autodeterminazione danneggiano oltre che sé stessi tutti gli altri, gli entusiasti che si fermano caparbi alla superfice e ai facili slogan, come se non avessero mai visto che a richieste e promesse in sé giuste può corrispondere nei fatti il loro opposto.

*L’esproprio della salute da parte della medicina dei banchieri
**Il riduzionismo giudiziario nella frode medica strutturale: il caso del testamento biologico.

@ pot. L’alcool riduce i riflessi anche a basse dosi, e non si dovrebbero assumere neppure due bicchieri di vino prima di guidare. E poi ad alcuni basta un dito per sbroccare. E proclamare cose come “la politica obbliga a vivere vaccinandosi”. A chi non sia sotto l’effetto di alcool o pot si può spiegare come il potere se ne frega che tu viva o muoia, ed è disposto sia a prolungare le tue sofferenze, sia a danneggiarti, sia a toglierti di mezzo a seconda della sua convenienza. Sempre con la scusa di fare il tuo bene, che voi di bocca buona vi bevete avidamente.

@ pot. Veramente mi rivolgo a chi sia disposto a mettere in dubbio le credenze che gli vengono presentate come ovvie e indiscutibili. Comunque grazie, vai, ma per favore prima di chiudere la porta apri le finestre. Il fumo del pot mi dà fastidio. E, lasciatelo dire, farne uso è un’altra delle cattive idee dell’agenda Cappato che diffondete: Strong Support for Causal Role of Cannabis in Schizophrenia. Medscape, 23 lug 21.

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3 agosto 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post “Eutanasia legale, raccolte oltre 320mila firme per il referendum. Aderiscono anche i sindaci di 78 città”

Sullo Hastings Center Report, un’importante rivista di bioetica, Battin e Kious hanno proposto l’idea di un dispositivo da impiantare che rilascia un farmaco letale quando il timer di cui è dotato raggiunge la data e l’ora per le quali il paziente ha programmato la propria morte*. C’è una corsa all’accelerare i decessi, evitando le responsabilità scaricandole sul morituro; sia nell’ambito di piani demografici, sia per favorire gli accanimenti terapeutici della medicina commerciale, che – già ora indisturbati e sotto omertà – saranno facilitati e non frenati dal rendere disposable le persone.

I 78 sindaci da politici si sono avventati su una “battaglia” – in realtà un altro marketing politico-biomedico basato sulla paura – che consente di servire i peggiori disegni dei poteri forti (incluso il clero, che ha grossi interessi in biomedicina) e allo stesso tempo adulare potenziali elettori facendoli sentire spiriti liberi, laici, etc.

Così come altre “battaglie” in sé giuste ma strumentali e pilotate sono esitate rapidamente nel loro opposto (Mani pulite, Grillo), con le nuove regole l’accanimento, la sofferenza, l’inciviltà, il disprezzo per la persona umana aumenteranno; per tutti, perché la medicina verrà calibrata su questo “Black Pass”.

*Ending one’s life in advance. Maggio 2021.

@ Stokasto. In circostanze specifiche può prevalere la cura della sofferenza sul mantenimento delle funzioni vitali. Occupandomi di frodi mediche vedo che queste campagne non sono volte a tale migliore interesse. Altrimenti si occuperebbero dell’accanimento: di come diverse situazioni penose, disumane, siano nella realtà comune – diversa dai casi mediatici particolari che vengono mostrati – provocate da pratiche terapeutiche aggressive, che non sono nell’interesse di chi le riceve ma di chi le vende. Es.: Anticoagulation and the end of life. JAMA Intern Med, 2021.

Si dovrebbe contrastare i sovratrattamenti, che sono routine e passano sotto silenzio, e quindi, così ridotti i casi, definire con cautela e attenzione quelli dove sia accettabile fare prevalere il desiderio di cessazione della sofferenza sulla nuda vita e sul principio del non uccidere. Invece con la liberatoria a forfait si attribuisce il potere del colpo di grazia a interessi che usano il corpo del malato come supporto per prodotti lucrosi e nocivi. La conseguenza sarà che il malato, in posizione di estrema asimmetria, conoscitiva, di potere, psicologica, verrà convinto prima, con false speranze, a prestarsi con la sua carne agli interessi predatori del business; che verranno esasperati, potendo poi convincerlo a togliersi di mezzo, come quei torturati che vengono portati a implorare di essere uccisi. E’ incomprensibile, o è lo schemetto ufficiale ad essere semplicistico e truffaldino?

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15 agosto 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Gaita “Eutanasia, la testimonianza del giudice: ‘Dj Fabo e mio padre non erano eroi, ma malati costretti a una scelta. Legislatore vigliacco rende necessario il referendum’”

Parafrasando la celebre spiegazione di Sasà sui giornalisti in Fortapàsc, ci sono i magistrati-magistrati e i magistrati-impiegati. Alcuni dei primi sono finiti ad essere esposti, in effige, negli uffici giudiziari, come paravento per le attività dei magistrati-impiegati. Questi altri fanno un mestiere diversi ordini di grandezza più facile. Come in questo caso, dove per servire un disegno di potere necropolitico basta prendere il caso scolastico e perorare la sua facile soluzione adolescenziale. Basta prendere casi particolari, aneddoti personali, ed estenderli al caso generale, fornendo così l’autorevolezza del magistrato a tecniche di marketing. Fingendo, mentre da magistrati si ha un panorama sulle brutture del mondo e i loro espedienti e mascheramenti, che non esistano interessi inconfessabili, come quello di conferire il potere del colpo di grazia, e il potere di estorcerne il consenso, a una medicina che situazioni atroci le crea di routine, e ancor più le creerà con la facoltà legalizzata di smaltire i corpi e le vite che non è più conveniente sfruttare e sono testimonianza di fallimento e frode*. La medicina offre la possibilità individuata da Cicerone, che anche i magistrati-impiegati colgono: “Fra tutte le specie di ingiustizia la più detestabile e odiosa è quella di coloro che, quanto più ingannano, più cercano di apparire galantuomini”.

*Il riduzionismo giudiziario nella frode medica strutturale: il caso del testamento biologico. Sito menici60d15.

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29 agosto 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Trinchella “Referendum Eutanasia legale – Mario Riccio, il dottore che aiutò Welby: “Io credo nel dovere morale del medico di portare a morte un paziente. Perché è la medicina a creare situazioni che non esistevano in passato””

La medicina crea situazioni di sofferenza, e le crea sotto pressioni degli interessi speculativi. Volendo davvero fare l’interesse del paziente occorre trovare una funzione di cura che ottimizzi, minimizzando il carico di sofferenza, il carico di sofferenza totale, e quello che in termini matematici può essere chiamata la densità di sofferenza, cioè la quantità di sofferenza per unità di tempo. Così invece si massimizza la medicina for profit: prima sofferenza in nome della sopravvivenza, a scapito della qualità della vita, che viene ignorata; fino a quando non è conveniente dare il colpo di grazia. Cosa facile dato lo stato di depressione dei pazienti, portati al punto di voler morire*. Con almeno tre ulteriori conseguenze generali negative: rendendo più facili e più convenienti le cure inutili e causa di sofferenze, le si aumenterà e si aumenterà così la sofferenza; la medicina verrà impostata, per tutti, su questa sequenza cure pesanti-smaltimento; si calpesta a fini di profitto con la foglia di fico della compassione il principio base del non uccidere, e lo si legalizza, ritornando verso la barbarie anche sul piano dottrinale. Chi parla di libertà, e assume pose stoiche, non vuole sentire parlare di considerare il problema nell’insieme dell’iter terapeutico – e diagnostico. Non vuole guardare in faccia come si viene portati con l’inganno ad accettare sofferenze inutili, e poi portati a chiedere la morte.

*The Secret I’ll Take to My Grave: Doc Reveals. JAMA, 25 ago 2021

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8 ottobre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post di Luisiana Gaita “Eutanasia, dalla sfida impossibile al “miracolo laico”: come la mobilitazione di volontari e cittadini ha permesso di raccogliere oltre un milione di firme”

Nella “desperation oncology”* vengono applicati su malati terminali trattamenti che in quelle condizioni fanno più male che bene**. Alcuni oncologi hanno pertanto lanciato un appello perché i colleghi facciano un passo indietro, in nome della compassione e del non nocere***.

Ottenuta la liberalizzazione di forme di omicidio del consenziente, i malati di cancro non saranno protetti da tale accanimento, ma dovranno affidarsi alla coscienza e al buon cuore dei curanti. Ad essere protetti saranno i medici che nel perseguire i premi e nell’evitare le punizioni – soldi, carriera, reputazione – per la vendita dei lucrosissimi farmaci in oggetto potranno accanirsi facendo balenare speranze, per poi togliersi dall’imbarazzo di avere ridotto il paziente a un ecce homo: con un colpo di grazia. Legalizzato in nome di civiltà, umanità, libertà, laicità etc.

La situazione sarà peggiore della precedente. Risultato che non dovrebbe stupire, data l’efficacia di questa tecnica con gli italiani, che abboccano voraci alle esche succulente che coprono ami di acciaio. Es. l’esca Grillo e l’amo Draghi.

*Desperation oncology. Seminars in Oncology, 2018.
** Immune Checkpoint Inhibitor Use Near the End of Life Is Associated With Poor Performance Status, Lower Hospice Enrollment, and Dying in the Hospital. American Journal of Hospice &amp; Palliative Medicine, 2019.
*** Immunotherapy for Cancer Patients With Poor PS Needs a Rethink. Medscape, 16 set 2021.

9 ottobre 2021

Blog de il Fatto

Commento al post “Eutanasia, l’intervento di don Ettore Cannavera al congresso dell’associazione Coscioni: “Ecco perché ho firmato per il referendum” “

A teorizzare la liberalizzazione di forme di omicidio dei malati ci sono anche docenti della Loyola Law School di Los Angeles (Il Fatto, 12 agosto 2021), tenuta dai gesuiti. La difesa della dottrina cattolica viene gesuiticamente lasciata a figure pittoresche come Adinolfi. Questo è in linea con le posizioni di Bergoglio, integrato nella Santa Alleanza che mentre ci massacra col covid si prepara a farlo con “la tutela dell’ambiente”, “del Creato” nella versione vaticana. E non è contrario al viziaccio clericale di sciacallare su dolore e debolezza, anzi. Renderà possibili meglio di prima gli accanimenti terapeutici, e quindi aumenterà il potere tramite il controllo del corpo su chi si trova nella posizione del torturato. Allo stesso tempo favorirà il business medico nel quale il clero investe molto, con la vendita di cure inutili, lucrose e nocive potendo disporre dell’exit strategy del colpo di grazia chiesto dalla vittima. Non si sentono né laici né preti che parlino contro quella diffusa violazione della dignità e libertà e che è l’accanimento medico a fini di lucro e di potere, che produce relitti umani che chiedono la morte come liberazione. Quel che è peggio, si favorirà una impostazione generale della medicina in termini fraudolenti, predatori e necrofili anche a danno di chi non abbocca alla facile esca dei radicali sulla “libertà di decidere”, così invitante per chi vuole sentirsi coraggioso e intellettuale senza esercitare né coraggio né raziocinio.

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12 ottobre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post “Eutanasia, ecco il nodo gordiano che nemmeno il colpo di spada del referendum può sciogliere”

Si finge che la questione sia tra da un essere perfettamente razionale e padrone di sé stesso e la sua malattia. E’ piuttosto, nella routine, tra una persona col suo male, che la rende debole e impaurita, e il medico, che è il terminale di immani interessi e poteri. Va dunque inquadrata in un rapporto morale e giuridico agente-principale; già sbilanciato. Se si dà all’agente anche il potere di uccidere il principale si aumenterà l’induzione a che approfitti dell’asimmetria e applichi cure lucrose e nocive, come viene fortemente pressato a fare: proprio per avere forzato la mano, creando condizioni intollerabili, potrà ottenere la richiesta di colpo di grazia e togliersi di impaccio. V. es. Immunotherapy for Cancer Patients With Poor PS Needs a Rethink. Medscape 16 set 21.

Dato il potere magico-antropologico della medicina, e la propaganda, non vediamo le decisioni tecniche dei medici sul nostro corpo come quelle di amministratori la cui infedeltà va prevenuta ma come quelle di giudici di sicura imparzialità. GB Shaw: “Nobody supposes that doctors are less virtuous than judges; but a judge whose salary and reputation depended on whether the verdict was for plaintiff or defendant would be as little trusted as a general in pay of the enemy. To offer me a doctor as my judge and then weigh the decision with a bribe and a guarantee that if he makes a mistake it can never be proved against him, is to go wildly beyond the ascertained strain which human nature will bear”.

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23 novembre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post “Suicidio assistito, il Vaticano sul caso ‘Mario’: “Giusto incoraggiare a togliersi la vita?”. Regione: “Dubbi sul farmaco richiesto””

Si dice che il “senza condizioni” nella lettera di Paolo VI alle BR abbia segnato la fine di Moro. Analogamente è doppiezza, è recitare un gioco delle parti per dare esca ai midwit che ignorano l’opposizione laica all’eutanasia, questo farsi vivi per un caso particolare, dove la sopravvivenza biologica è meccanismo ineludibile di sofferenza, e dove quindi vi è una logica e una giustificazione etica nel togliere la vita togliendo il dolore. Mentre il clero parla poco della routine, es. cancro terminale, demenze, ictus. Tace sul colpo di grazia che si vuole liberalizzare per le patologie comuni, che la sofferenza e la disumanità le aumenterà, e aumenterà il dominio tramite il dolore che tanto piace al clero, dando mano libera ad accanimenti terapeutici che le situazioni di sofferenza insopportabile le creano. Accanimenti lucrosi, della medicina commerciale, nella quale il clero è pienamente coinvolto.

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15 gennaio 2022

Blog de il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Suicidio assistito, i gesuiti prendono posizione e aprono il dibattito dentro la Chiesa: “La legge non sia affossata””

Contrariamente a quanto i midcult, gli acculturati a metà, ripetono sussiegosi, vi è un interesse dell’attuale clero all’instaurazione di forme di omicidio dei malati. Coerente con i grandi interessi dei quali il clero beneficia ed è alleato. In campo medico – dove il maggiore gruppo medico cattolico USA ha appena vinto uno “Shkreli Award” per “profiteering and disfunction in health care” avendo dirottato risorse dalle cure ai poveri a speculazioni finanziarie – si potranno vendere e somministrare ancora più facilmente cure lucrose inefficaci e pesanti: prima facendole balenare come una speranza, poi, dopo avere conciato il paziente peggio di Cristo flagellato, “riconoscendo” il suo diritto a farsi abbattere divenuto ingombrante. Con la legalizzazione del colpo di grazia il dolore, le condizioni insopportabili – e il vizio pretesco del potere tramite il dominio sul corpo – aumenteranno. Invece di questa teoria gesuitica del male minore, un clero fedele ai suoi principi dovrebbe chiedere che i casi autenticamente problematici vengano ridotti al minimo, evitando quell’accanimento di massa ricercato per paura dagli stessi che poi si atteggiano a stoici accettando di venire smaltiti. E’ per ragioni simili che, al contrario di quanto pensano quelli che si credono volterriani che combattono l’Inquisizione, esiste una opposizione laica all’eutanasia: Hartling O. Euthanasia and the ethics of a doctor’s decisions. An argument against assisted death. Bloomsbury Academic, 2021.
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@ Alekine. E’ presunzione infantile negare l’esistenza di ciò che non si capisce. 2 articoli di oggi 17 gen 2022: Unnecessary use of radiotherapy persists in end-of-life patients, Medscape; Which health systems are doing the most to reduce overuse? Lown Institute. I trattamenti inappropriati non sono “delinquenza” rispetto ad una norma generalmente rispettata. Ma una degenerazione istituzionalizzata, routinaria. Es. Prasad: Malignant: how bad policy and bad evidence harm people with cancer. Hopkins Univ Press, 2020. Ciò sulla spinta di enormi interessi economici. Grazie ai tanti come voi: la medicina, data la sua sempre viva anima antropologica, la fanno in gran parte i pazienti, come la religione la fanno in gran parte i fedeli. Ciecamente superstiziosi nell’ingollare cure che non sono nel miglior interesse del paziente, diventate pensatori engagé per inventare un “diritto” a farsi ammazzare, secondo criteri che vi illudete siano in mano vostra mentre vi consegnate passivi a meccanismi di interesse amorali e fuori controllo. Voi dipingete un fantastico uomo di ferro, padrone della sua vita e della sua morte anche nella sofferenza, per poter fare gli struzzi fifoni, continuare a credere alle favole e non guardare la realtà e affrontarla. Il superomismo di Fantozzi. Quel che è peggio, danneggiate gli altri consentendo al business lo spostamento degli standard su livelli più ancora più alti di nocività, reso possibile dalla legalizzazione dell’abbattimento del paziente.
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@ Alekine.Io dico che se le persone chiedono di poter terminare la vita, anzi di essere uccise in deroga al principio che lo proibisce, bisogna esaminare le cause che portano a ciò. Le cause possono essere naturali, cioè uno stato biologico patologico; ma non solo, come viene fatto credere. Vi sono anche importanti cause antropiche, iatrogene, da overuse a fini di profitto.

Riconosciuta questa “summa divisio”, naturale/antropico, dico allora che bisogna 1) combattere le cause iatrogene, legate alla routine. 2) combattere l’interesse a forme di eutanasia che favoriscono tali effetti aberranti da profitto, e che quindi aumenteranno la sofferenza, favorendo la medicalizzazione a oltranza, e faranno tornare alla barbarie della soppressione degli scomodi sotto mentite spoglie. 3) studiare identificazione e soluzioni, come ho detto qui, e in precedenza, per la minoranza di casi realmente problematici, non così comuni, in genere stati cronici e irreversibili, es. una tetraplegia con complicazioni (quelli che vengono mostrati per generalizzare indebitamente).

Se invece si finge che sia tutta colpa della natura e del fato, si finisce col servire interessi che portano a conseguenze nefande, fino ad autentiche forme di omicidio di massa in funzione di calcoli monetari di privati. Da notare che i preti avrebbero da offrire un po’ di buona filosofia cristiana sul non imbrogliare né uccidere da un lato e l’accettazione dei limiti umani dall’altro, se non fossero così presi da ben altri interessi.

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21 gennaio 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Uccise la madre 92enne gravemente malata perché soffriva: dopo tre anni confessa e viene assolto”

Insieme a quella dell’assoluzione per l’eutanasia della madre, è di oggi la notizia di una forma di obbligatorietà di test clinici in Puglia: tutte le donne dai 40 ai 74 anni riceveranno la convocazione per lo screening del cancro al seno, e verranno multate se non daranno disdetta. Si va creando una “giurisprudenza” “ridicola e sinistra” (Pasolini) che associa cure coatte su sani e omicidio dei malati scomodi. La si sta costruendo insinuandosi in interstizi e forzandoli; con magistrati che tali spazi li lasciano aperti o li spalancano. La contraddizione è solo apparente: sia la medicalizzazione -iatrogena – ora arrivata all’esproprio della salute, che viene erogata dallo Stato tramite interventi medici, sia i colpi di grazia agli scomodi sono coerenti col business. I magistrati sono collaborativi su questi obblighi abnormi, che da quello “unethical, immoral, discriminatory, ineffective” e che favorisce la diffusione del virus* sul vaccino covid si estendono ora a pratiche fortemente criticate, ridotte o abolite altrove data la iatrogenicità, qual è lo screening per cancro della mammella. Allo stesso tempo i colleghi di Falcone e Borsellino, ma anche di Palamara, si danno da fare per produrre fattispecie presentabili e quindi fessure giuridiche per i successivi piedi di porco anche sullo smaltimento di chi dopo essere stato ridotto a malato non è più redditizio.

*Open letter to House of Lords on NHS Vaccine Mandate. Hart 3 gen 2022.

@ Pier Francesco Del Signore. La libertà al tempo del covid è capovolta. La libertà è non ricevere cure pesanti e nocive che arricchiscono il business e che poi riducono la persona in uno stato tale da fargli acconsentire ad essere abbattuta. La libertà è non subire medicina push, proibita anche dal giuramento di Ippocrate. E quindi è non dover temere sanzioni pecuniarie e morali se non si risponde a una convocazione a farsi irradiare le mammelle per ottenere dati notoriamente inaccurati e poco utili, coi gravi danni che – occultati – possono derivarne.

Che tu, 19496 commenti a macchinetta pro business medico, corra in soccorso ai magistrati, compreso Emiliano, che in questi giorni a loro volta corrono in soccorso al più forte dando per assodate le inverosimili versioni ufficiali dello Stato che avrebbero il dovere di verificare, mi ricorda un articolo sul non forzare queste decisioni che in epigrafe riporta la procedura giudiziaria dove prima si emette la sentenza e poi si giudica:

“Let the jury consider their verdict,” the King said, for about the twentieth time that day. “No, no!” said the Queen. “Sentence first — verdict afterwards.” “Stuff and nonsense!” said Alice loudly. “The idea of having the sentence first!” “Hold your tongue!” said the Queen, turning purple. “I won’t!” said Alice. “Off with her head!” the Queen shouted at the top of her voice.”(Whither scientific deliberation in health policy recommendations? Alice in the Wonderland of Breast-Cancer Screening. NEJM, 1997).

@ for a wonderful world. Grazie per la solidarietà. Seguendo da anni le frodi mediche strutturali, ho descritto tante volte come i magistrati le servano volontariamente. Non meno dei politici. A differenza di tanti politici, i magistrati tranne eccezioni mai prenderebbero una mazzetta. Ma quanto ad asservimento ai poteri forti non sono meno compromessi dei politici. Sto pensando di scrivere sui magistrati nell’operazione covid, mostrandone il ruolo partecipe. Es. l’alimentare il mantenimento abnorme e surrettizio dell’epidemia consentendo confirmation bias su ricoveri e TI, tramite l’epurazione illegittima dei medici che non si prestano. I magistrati non dovrebbero applicare senza fiatare leggi che sono “anticostituzionali” quanto lo è una coltellata a chi intralci progetti criminosi; e non si limitano ad applicarle ma rilanciano. Longanesi diceva che gli italiani vogliono fare la rivoluzione coi carabinieri: il mistero più tremendo e intoccabile delle varie sventure del Paese è dato dalla tiepidità timorosa dell’italiano medio. Sarebbe ora di considerare, oltre a quelle dei soliti noti, delle teste di turco deputate, anche le responsabilità dei magistrati e delle forze di polizia nelle imposizioni “ab extrinseco” che deformano e storpiano il destino del Paese.

@ oimetra. Strano, perché in Romagna c’era una certa tradizione contro le prepotenze dello Stato. Si vede che l’involuzione politica che ha portato dal socialismo umanitario a Renzi prende in Puglia forme da fascismo agrario, mentre in Emilia maschera la servitù volontaria da solidarietà sociale. Segnalo: Susan Bewley: “Things should never be the same again in the screening world”. British Medical Journal 14 apr 2020. E’ una donna inglese, professore di ostetricia e ginecologia, che sullo screening per il cancro della mammella non ha affatto la presuntuosa dabbenaggine che lei attribuisce a tutte le donne della sua regione.

@ oimetra. Lo screening aumenta la probabilità di finire in sala operatoria e non prolunga la vita:
-Estimates of overdiagnosis of invasive breast cancer associated with screening mammography. Cancer Causes Control, 2010. 21:275.
-Why cancer screening has never been shown to “save lives”—and what we can do about it. BMJ, 2016. 352:h6070.
-The secret harms of cancer screening. Lown Institute, 31 gen 2020.
-Breast screening should be scrapped. The Guardian, 2 ago 2011.Mafia? Due anni fa ho inviato a un’amministrazione comunale del Sud, che pure si è messa a esaltare lo screening mammografico, i libri “Gotzsche P. Mammography screening. Truth, lies and controversy. Radcliffe, 2012. Gotzsche P. Deadly medicines and organized crime. Radcliffe, 2013.” Io ho ricevuto rappresaglie; l’amministrazione è stata poi sciolta per infiltrazioni mafiose. La linea della palma che sale e la linea del mammografo che scende sono legate. Anche nei metodi di difesa dei loro affari; con la disinformazione tutelata dai magistrati. La mafia da cinema fa da paravento a spinte insospettabili che determinano sia le punizioni di Emiliano alle donne che non scattano alla premura pelosa dello Stato perché si sottopongano a una pratica invasiva che in paesi più avanzati si discute come limitare o abolire; sia la comprensione dei suoi colleghi giudici, altrimenti sordi e impassibili su tante mostruosità materiali e giuridiche commesse in nome della medicina, per i cuscini sulla faccia dei malati gravi.@ Synesthedy. Ci sono differenze ma non sono essenziali: entrambi i sistemi prevedono un terzo pagante, e una medicina dettata dall’offerta privata. La nostra medicina non è veramente pubblica: è a terminale pubblico, ma è definita nella dottrina e nella pratica – e nella selezione dei medici – dai grandi interessi privati, ormai fusi con la finanza. Che con una medicina a terminale pubblico possono avvalersi, grazie alla loro forza, dei poteri dello Stato – di uno Stato debole e asservito – inapplicabili direttamente. Ciò che appare evidente col covid. Infatti in USA si preme per andare verso una medicina “pubblica” di questo genere, che in realtà è una forma di medicina privata che si potenzia munendosi dei poteri dello Stato. Da aggiungere che lì, dove tutto nasce, hanno frenato sugli screening, es. quello della prostata, non potendo continuare a negare il bilancio sfavorevole, evidenziato da fonti autorevoli. Appare che il business voglia scaricare questo lucroso prodotto a dir poco mediocre, in realtà peggio che mediocre, sulle altre zone, come quelle meridionali della colonia italica, finora rimaste escluse, non per virtù ma per arretratezza economica.

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9 febbraio 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Eutanasia, dal premio Nobel Parisi a Vito Mancuso e Gherardo Colombo: i primi 101 nomi che chiedono di votare sì al referendum”

“Un uomo non è frutta. Non puoi mangiare l’arancia e buttare via la buccia” (Morte di un commesso viaggiatore). Questa voce dell’agenda Cappato invece servirà allo smaltimento del paziente dopo che è stato spremuto con terapie inutili, nocive e lucrose. Es. *. Non è una legge, che sarebbe doverosa, contro le sofferenze inutili, cioè contro l’accanimento terapeutico. E’ una legge che favorirà l’accanimento terapeutico di routine, tema censurato, e quindi aumenterà le sofferenze inutili, legalizzando il colpo di grazia. Anche a danno di chi non è d’accordo, imponendo standard terapeutici che prevedono l’omicidio terminale.

Gran parte degli illustri firmatari devono la loro fortuna a essere non voci eminenti del popolo, ma portavoce o portaordini del potere. Sono muti, o favorevoli, sul lysenkismo e le sue epurazioni, il lavoro tolto a chi non si fa inoculare, la trasformazione ordoliberista dello Stato, il fallimento pilotato. Aggiungono invece questa ciliegina mortifera sulla necropolitica.

L’intellettuale, lo scienziato, il magistrato è degno se ignora la superficie delle apparenze, la perfora e estrae il vero sottostante. Non se serve il potere come direttore dei cori che ripetono facili slogan, confezionati per portare all’opposto di dove dicono. Anche su questa ulteriore cessione di proprietà del proprio corpo, dopo lo “ius inoculandi”, è illusorio credere che “andrà tutto bene”.

*Immunotherapy for Cancer Patients With Poor PS Needs a Rethink. Medscape 16 set 2021.

@ AI.La. “Necropolitics is the use of social and political power to dictate how some people may live and how some must die”. (Wikipedia). Mbembe A. Necropolitics. Public Culture, 2003. 15: 11. 5.

Siccome non conosci un termine e il concetto che rappresenta, decidi tu il suo significato e lo spieghi a chi lo usa. Tono ghignante, sostanza a “tasso di banana” 100%. Tu mostri un punto cruciale: il peso del midcult, dei midwit, nelle manipolazioni ideologiche odierne. La categoria, identificata da Pascal, e da Pasolini, di quelli che non hanno né la cultura popolare né quella alta. Ma stanno in mezzo, e “cattivi giudici e disgrazia per il mondo” (Pascal) propagandano gli ideologismi precotti atteggiandosi a spiriti liberi. Come la “libertà” di una persona gravemente malata e sofferente; un’invenzione che richiede stolidità, morale prima che intellettuale. I midwit, smaniosi e presuntuosi, che fanno danno agli altri oltre che a sé stessi, vanno identificati tra i mostri del nostro tempo. Grazie per la tua esibizione di buon esemplare.

Il bacio non lo ricambio, ma ti auguro di avere davanti alla morte un po’ dello stesso piglio da uomo di ferro che esibisci contro chi mette sull’avviso. E che invece vi manca del tutto, voi che belate di essere ammazzati, chiedendo di morire per paura, rinunciando alla dignità umana che dite di difendere consegnandovi a chi sulla vita e sulla morte specula.

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18 febbraio 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post di Riccardo Cristano “Suicidio assistito: il Vaticano può dire addio a certi valori non negoziabili?”

Inzerillo portò dagli USA la tecnica di sciogliere i cadaveri nell’acido. I boss ordinarono di riesumare i corpi putrefatti dei seppelliti per applicare anche agli omicidi pregressi l’innovazione tecnologica*. La cura e l’impegno sull’occultamento e la distruzione dei cadaveri erano ovviamente coerenti con gli omicidi; non una forma di rispetto per i defunti.

Analogamente, invece di svicolare sull’accanimento terapeutico di fine vita, come fa l’articolista che lo scansa dicendo che sarebbe un concetto insufficiente e vago, si deve valutare in quale genere di relazione si pone rispetto all’accanimento terapeutico questa ansia indotta dalla propaganda di medicalizzare la morte e di farsi uccidere. Se davvero si tratta di ridurre sofferenze inutili; e allora si deve affrontare il tema del contrasto all’accanimento che di routine le genera. Come sarebbe etico e doveroso. Oppure se si tratta di smaltire corpi martoriati per essere stati usati come occasione per terapie lucrose e inutili, come già avviene. Ciò che l’innovazione legislativa aumenterà facilitandole. Il clamore sul farsi ammazzare per non soffrire, associato all’omertà sull’accanimento, si tradurrà in un aumento delle sofferenze e del degrado dei pazienti; dei profitti del business biomedico, incluso quello clericale; e della biopolitica, il potere tramite il controllo sui corpi, ricercato dai preti non meno che ai laici. Complice il vigoroso tafazzismo delle future vittime.

*Profondo nero. Lo Bianco e Rizza.

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6 agosto 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “M5s, Salvatore Borsellino e l’endorsement per Scarpinato: “Non sapevo chi votare. La sua candidatura cambia tutto, scelta coraggiosa””

@ morenik. Dal detto popolare “fermarsi alla prima osteria”. La prima osteria etica. Gli esempi sono troppi. Nel mio campo, la medicina, giustissima la volontà di non prolungare sofferenze inutili. Ma il movimento sulla liberalizzazione dell’omicidio del consenziente è una prima osteria: considerando solo il colpo di grazia finale permetterà – e anzi imporrà a tutti – terapie ancora più pesanti a fini di profitto, e le indegnità e sofferenze aumenteranno. (v. Il riduzionismo giudiziario nella frode medica strutturale: il caso del testamento biologico; nel mio sito).

Giustissime le denunce di Grillo che hanno portato i 5s all’exploit elettorale (su richiesta di Casaleggio, diedi un contributo anch’io). Ma questa prima osteria è finita come con Napoleone della Fattoria degli animali.

C’è bisogno di dire che la mafia va combattuta ? Ma quella che si vede è per lo più l’antimafia prima osteria. L’antimafia vera, volta all’eliminazione della mafia, è soppiantata dall’antimafia eccezionalista: sono antimafia e quindi posso tutto (v. il caso Montante, non a caso finito con condanne lievi, dati i carboni bagnati di tanti uffici giudiziari, comandi CC, questure, prefetture, tutti antimafia…). In questo caso sostenere un partito di senza merito che serve i peggiori poteri, quelli che all’occorrenza possono mediante strutture apposite usare anche le stragi per imporre le loro volontà.

Bisogna resistere alla tentazione di placare la sete di giustizia bevendo d’istinto.

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26 novembre 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Suicidio assistito, Cappato si autodenuncia per la morte dell’82enne Romano: “Ci sono troppe richieste, aiutatemi. È violenza di Stato””

Un conto è la riduzione dell’accanimento terapeutico, i cui orrori sono invece celati e protetti; e i limitati casi particolari autenticamente problematici. Tutt’altra cosa, superficialmente simile ma in realtà opposta, è la legalizzazione dell’omicidio dei malati come routine, che favorendo l’accanimento aumenterà sofferenze, soggezione e barbarie. Es. un oncologo ha notato che i nuovi lucrosi ritrovati oncologici sono somministrati a troppi, troppo a lungo, in dosi eccessive, troppo spesso*. La possibilità di fare chiedere al paziente il colpo di grazia faciliterà tali sovratrattamenti, a spese del malato (e del contribuente). Ma nessuno va dal magistrato per questo. Gli interventi medici con motivazioni pseudoetiche – “chi non si vaccina uccide” – sono divenuti l’ariete per la grande breccia e l’irruzione del male nell’ordine costituito. Forniscono la giustificazione a immondi paradisi giudiziari. Gli operatori del “diritto”, della “giustizia”, ci stanno. Così che, come dimostra l’istrionica autodenuncia di Cappato, pelosi benefattori con la siringa in mano e toghe austere si spalleggiano come il gatto e la volpe.

*Gyawaly B. The Great Irony of Modern Oncology: Immunotherapy’s Imprecision. Medscape, 30 ago 2022.

@ Stokasto. Io invece sono abituato, e non provo nausea. Per quelli che incitano all’omicidio medico legalizzato impassibili, ma il disgusto gli viene, al posto di contro argomenti, per qualsiasi argomentazione contraria. Per quelli che stanno sempre dalla parte del potere e delle sue violenze mascherate da cura, si tratti del costringere a fare firmare per farsi dare il colpo di grazia chi è stato ridotto a sperare nella morte, o di costringere sani a farsi iniettare farmaci tirati fuori dal cilindro. Che sostengono che solo loro soffrono; che decidono di cosa si deve parlare e di cosa no. Un impasto di debolezza intellettuale, arroganza e vigliaccheria, con la magistratura che dati i vostri padrini vi regge il gioco e vi vizia. Certo, rimpiango quando svuotavo del loro contenuto i segmenti di colon provenienti dalle sale operatorie.

@ Stokasto. Denuncio l’inganno dell’omicidio “compassionevole” almeno dal 2009*. Siete voi che pretendete di imporre l’agenda Cappato, con la sua sequenza di imposizioni invariabilmente mortifere. Non sono io fuori tema; il tema della sopraffazione in nome dell’etica, col camice bianco al posto della tonaca, è sempre lo stesso, siete voi abituali e recidivi.

*Questionario immaginario ai magistrati sul testamento biologico. – Il riduzionismo giudiziario nella frode medica strutturale: il caso del testamento biologico.

@ fuzzylogic. Illazioni ? Se io rifiuto di consegnarle il portafoglio sto facendo illazioni sulla sua onestà? Piuttosto, andrebbe esaminata l’illazione, cioè l’inferenza deduttiva, per la quale chi tace sull’accanimento e si straccia le vesti per l’omicidio a fin di bene di chi ne è vittima agirebbe disinteressatamente, e con fini umanitari.

@ fuzzylogic. Ricerca Google, 27 nov 22: “overtreatment”: “circa 5.850.000 risultati.”

Non è che se non vedete una montagna che sta franando addosso al popolo, o vi coprite gli occhi, la montagna non esiste, e citarla è “una illazione, una paura senza riscontro”. La risposta alle pressioni per l’omicidio a fin di bene, che includono questo teatrale appoggiarsi alla magistratura, è troppo contenuta.

@ Giorgio Bussa. I miei argomenti ricordano quelli contro il divorzio, una battaglia meritoria dei radicali, nella sua testa. Il rischio non è che il paziente chieda il colpo di grazia; è che sia indotto, e in pratica inconsapevolmente costretto, a chiederlo, imbottendolo a fini di lucro di cure inutili e nocive. Le commissioni per evitare abusi composte da chi ha interesse a commetterli, ed è spinto a commetterli con incentivi e minacce, non funzionano. Con queste singolari credenze, è lei che dovrebbe fare uno sforzo e rendersi conto della differenza tra il porre termine all’accanimento intervenendo contro di esso o lasciandolo libero e dare in aggiunta a chi lo commette la facoltà, non di cattivo gusto, a criminale, vile e scellerata, di abbattere il paziente dopo avergli prospettato la morte provocata come l’unica via d’uscita dall’incubo atroce nel quale lo ha portato.

@ Roberto Altiri.

-Il riduzionismo giudiziario nella frode medica strutturale: il caso del testamento biologico. Sito menici60d15.
– Hartling O. Euthanasia and the ethics of a doctor’s decisions: an argument against assisted dying. Bloomsbury, 2021
-Yuill K. Assisted Suicide: The Liberal, Humanist Case against Legalization. Palgrave, 2013.

Grazie a guardiani come Mattarella, Draghi, Speranza, Anelli, i presidenti degli Ordini provinciali, la magistratura, non ultima, e tutto il resto, lei non deve temere per le informazioni che i medici danno ai pazienti. E i risultati si vedono, nel paese dove sul covid si sono ottenuti i risultati peggiori col massimo dei sacrifici: “Dal report emerge che per l’84,8% degli italiani i vaccini contro Covid-19 sono «importanti», percentuale molto più alta della media Ue che è del 78,4%. Complessivamente, considerando i vaccini in generale e non solo quelli contro Covid-19, gli italiani sono diventati più consapevoli, relativamente al resto dell’Europa, della rilevanza di questi farmaci: mentre nel 2018 e nel 2020 il Paese era sesto in Ue per fiducia nei vaccini, nel 2022 è quarto, con il 61,8% che ritiene questi rimedi importanti, sicuri, efficaci e compatibili con le convinzioni religiose. … La Germania è solo al 58,9%, la Francia addirittura al 46,8%”. (Doctor33, 26 nov 2022).

@ Nitro150. Ma quale volontà? Oggi medici, eticisti, magistrati, parlano come i mafiosi sulla libertà di rifiutare richieste. La “libera volontà” di chi da sano non conosce gli aspetti nascosti, come le enormi pressioni per sovratrattamenti , e da malato può essere ridotto a un “Ecce homo” che firmerà qualsiasi cosa?

Che la sanità si metta ad ammazzare gente con la scusa dell’alleviare sofferenze, semplicemente in base a criteri di interesse, è già avvenuto, es. il caso delle “eutanasie” del Liverpool Care Pathway. La visione per la quale la sanità sarebbe buona in sé, e sia quindi esentata da norme che impediscano abusi, è puerile e nefasta. La laicità consiste nel non considerare “superiori” individui e istituzioni a priori, una base alla loro posizione, ma in base al loro valore effettivo, dato da ciò che fanno. Beffardamente, sono i “laici” alla Cappato a stimolare la concezione bigotta e bambinesca sulla medicina.

@ Nitro150. Il paziente ha bisogno di cure fidate. Quale autoderminazione può avere una persona in preda alla paura, al dolore, all’angoscia? L’autodeterminazione che il mafioso riconosce a chi non gli paga il pizzo. L’autodeterminazione del truffato che in stato di necessità crede agli inganni del truffatore in posizione di credibilità, autorevolezza e status istituzionale. Siamo nell’era della fraudocrazia. Apprezzo il tentativo di abbozzare un argomento, sia pure ottenuto col copia e appiccica di un sofisma impudente; e comprendo che lo sforzo e la soddisfazione per tale parto la portino a darmi del vaneggiante intossicato da allucinogeni.

@ Nitro150. I bambini credono che quanto si dice loro non possa che essere vero. Poi sviluppano il concetto di bugia, e quello di inganno. E quello della insincerità che circola nel mondo. E con essi riconoscono gradualmente la necessità di essere cauti, considerando contesti, finalità non dichiarate, effetti inattesi. Capacità che vengono affinate con l’esperienza. I giuggioloni mantengono le credenze dei bambini; ma fanno i danni dei grandi. Danni che possono essere gravissimi, quando i giuggioloni vengono raccolti, inquadrati e fatti marciare assieme. La giuggioloneria del male.

@ Nitro 150. E questo me lo chiama discussione? Lei la discussione non l’ha neanche aperta. Ha solo dato sfoggio del senso di entitlement narcisista, della pochezza di ragionamento e della facilità all’insulto che tipicamente animano i fan dell’omicidio a fin di bene. PS: il fatto che un vaccino x sia vantaggioso non significa che lo sia anche il vaccino y. La nozione che una specie di una entità complessa non sia identificabile col genere al quale appartiene passate le elementari dovrebbe essere acquisita. Il libro di Gotzsche “Vaccines: truth, lies and controversy” 2020, esamina i vaccini uno per uno, e mostra che alcuni sono buoni, altri sono una truffa. I sicofanti sono un cesto di contraddizioni. Dicono spesso “non si può generalizzare”, quando la generalizzazione corretta è un’operazione logica fondamentale. Mentre all’occorrenza, come lei col suo vaccino che le avrebbe salvato la vita, praticano la hasty generalization ovvero il secundum quid.

@ Nitro 150. Come le ho scritto, con la medicina si può essere ingannati anche da sani. Soprattutto se l’informazione è viziata. Chiamare il dissenso politico che mostra ciò che viene celato “fare il processo” mentre si fa la sceneggiata con la magistratura amica è un esempio egregio di informazione coartata nel senso dei voleri del potere. Sulla sofferenza delle persone care, auguriamoci tutti che quella da malattia non venga moltiplicata da carità pelose. Come purtroppo già avviene e ancor più avverrà se si seguono i falsi profeti.

28 novembre 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Aiuto al suicidio, Cappato ancora indagato. Le ultime parole di Romano: “Non mi arrendo all’idea di non essere libero””

“… la speranza che, se non lo hanno fatto le aule parlamentari, possano le aule di tribunale riconoscere un DIRITTO FONDAMENTALE come questo”. Il diritto fondamentale non è, come dovrebbe essere, quello a non subire accanimento terapeutico; e quello a fare coincidere la possibile cura del dolore con la cessazione della vita soltanto nei casi limitati e da circoscrivere strettamente dove in effetti non vi è altra soluzione ragionevole praticabile. Nessun discernimento tra i casi, e omertà sull’accanimento: il diritto che si vuole imporre è quello di liberarsi dei pazienti dopo averli massacrati di cure inutili e dannose per lucrarci sopra. Il diritto all’inserimento del colpo di grazia, dell’omicidio a fin di bene, nella routine clinica. Con conseguente aumento delle cure inutili, e così della sofferenza, del controllo sui corpi, e dei profitti.

Come dimostra la compliance dei magistrati con le leggi liberticide, degradanti e dannose per salute del lockdown e degli inoculi dietro ricatto, Cappato sa quel che dice, perché sui voleri “medici” del principe i gentiluomini di corte con la toga sono persino più zelanti di quelli col laticlavio. Con i nostri magistrati a venire punito e zittito non è questo ambasciatore di Big Pharma, ma chi denuncia che temi etici sono usati come vettore per fini scellerati.

@ Valter Fiore. Lei deve essere onnisciente e dotato di volontà sovrumana. Tra l’altro ipotizza addirittura l’omicidio medico come opzione terapeutica iniziale, che per fortuna per ora non è sul tavolo (non convenendo neppure a quelli che vogliono legalizzare il colpo di grazia). Quello che accade alle persone comuni nella realtà, non nei fumetti propagandistici, è che viene loro prospettata una speranza, e, deboli e vulnerabili, accettano ciò che viene loro prescritto, anche se è nell’interesse di chi lo vende e a loro danno, come mostrano le cure a oltranza: Nelson R. Many Patients at End of Life Still Receiving Cancer Therapy. Medscape, 1 Nov 2022.

@ Valter Fiore. Sì, facciamo che uno vale uno: le “scelte” degli altri, qui “libertà “ di cure inutili e nocive + “libertà” di colpo di grazia, in realtà indotte dal business, vanno a consentire standard terapeutici a danno di chi vorrebbe invece cure solo se utili, e di morire in pace. Come la moneta, la medicina fraudolenta scaccia la medicina buona a danno di tutti. Le conseguenze collettive di scelte individuali le si considera solo con i discorsi fasulli “se non ti vaccini uccidi gli altri”. Chi accetta le frodi biomediche per sè danneggia anche gli altri.

@ Valter Fiore. L’industria biomedica è da decenni* descritta dagli studiosi del white collar crime come la più corrotta. Non dovrebbe “essere come le altre”, nel senso che dovrebbe avere standard etici all’altezza del carattere etico dei suoi prodotti. Invece, occupandosi di estrarre quanto più profitto e potere dalla medicina, “fa marketing”, cioè mente e imbroglia, peggio delle altre; e ora detta le leggi e la loro applicazione; fino a premere per la legalizzazione dello smaltimento via omicidio nella lavorazione del malato.

“Ma chi lo decide se una cura è utile …”. O se invece è dannosa. Non so, i televirologi, Otelma? Con tutta questa montagna di scienza non ci si capisce più niente … Di sicuro gli azionisti, tramite i burattini col camice bianco e quelli con altri costumi.

Del modus operandi e delle complicità istituzionali precedenti, cioè delle frodi e delle leggi aberranti pregresse mentre si cerca di infilarne di nuove, è meglio che se ne parli e se ne tenga conto. Almeno un minimo, un assaggio, perché la fedina completa è interminabile. I precedenti li dovrebbero considerare anche i magistrati, che però se ne guardano, preferendo giudicare non la questione reale, ma la versione che presentano i media e la claque. Artefatta e ripulita dal sangue che viene versato e dai soldi che vengono sottratti.

*J Braithwaite, Corporate Crime in the Pharmaceutical Industry. 1984.

29 novembre 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Cappato: “Romano è morto senza soffrire e salutando i cari, per me non è suicidio. Facciamo disobbedienza per l’inerzia della politica””

“Altrimenti sarebbe stato attaccato a una PEG”. Iona Heath, presidente del Royal College of General Practitioners: “two technological wrongs do not make an existential right. I don’t want assisted dying, but I also don’t want a PEG tube”*. I torti sono ridurre a un problema tecnologico un problema esistenziale. Sia la PEG sia la morte come terapia sono risposte tecnologiche. Di fatto associate, non contrapposte: “When doctors fail to recognise and acknowledge existential suffering in the dying and take refuge in excessive technological interventions, patients become frightened and, no longer able to trust their doctors, may request assisted dying”. Le possibilità vere non sono quelle ricattatorie di Cappato, ma tra morte naturale e la morte tecnocratica, dove c’è un controllo della persona tramite la medicina, che prima si accanisce, per vendere, negando la morte naturale – che, spiega la Heath, nella grande maggioranza dei casi preverrebbe la questione – e poi abbatte. Sostanzialmente a sua discrezione. Dietro allo spot girato da Cappato con la morte alla Mulino Bianco si subiranno sia trattamenti “futile and even cruel” sia il colpo di grazia, come spiega Heath, che conosce la realtà medica. La dottoressa aggiunge che inevitabilmente vi saranno pressioni per indurre chi è ormai un peso a firmare per farsi uccidere. E’ vero che ciò che l’agenda Cappato prevede non è suicidio; ma omicidio mascherato.

* What’s wrong with assisted dying. BMJ, 2012.

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8 dicembre 2022

Blog de il Fatto

Commento al post “Suicidio assistito, l’ultimo videomessaggio di Massimiliano: “Perché non posso farlo in Italia? Costretto ad andarmene via, per andarmene via” “

Gli interventi dei troll d’appoggio sono riportati in

Entomologia forense. L’infestazione da troll delle notizie di reato

 

Come per lockdown e coercizione vaccinale le cose stanno in maniera molto diversa da come vengono presentate con spot a effetto come questo. Fatto pronunciare a una persona in condizioni di assoluta dipendenza. Ciò per cui si preme non sono i rari casi limite ma l’omicidio medico di routine, il colpo di grazia che aumenterà il potere medico sul corpo dei malati, e così lucrosi accanimenti terapeutici, dipendenza e sofferenza morale e fisica. Infatti si tace, mafiosamente, del reale male, l’accanimento terapeutico di routine a fini di lucro. Si prosegue con ciò che è già stato fatto “per il nostro bene” col covid. Come per il covid gli emissari con le spalle coperte dai poteri che impongono una medicina degenerata, volta al profitto e al controllo, strumento di morte, fanno uno zimbello delle istituzioni che dovrebbero mantenere la legalità; dal fare proclamare “costituzionali” i ricatti sul pane quotidiano per forzare l’accesso dei giganti farmaceutici e della finanza all’interno dei corpi dei cittadini e immettervi a piacimento sostanze; a queste autodenunce arroganti e prevaricatrici, che dovrebbero ricordare il Mussolini che nel discorso alla Camera del 3 gennaio 1925, dopo l’assassinio di Matteotti, sfida interlocutori che sa essere deboli e pavidi dicendo di assumersi la responsabilità e chiede di essere giudicato e se del caso impiccato.

@ SERVIZIDEVIATIDAME. Conviene guardare prima a ciò che si ha in comune piuttosto che a differenze. Siamo tutti sotto lo stesso cielo; e immersi nella stessa umanità. Una medicina che preveda l’abbattimento finale sarà una medicina con protocolli ancora più aggressivi degli attuali, che verranno applicati anche a chi non abbocca all’offerta della morte dolce (che a volte non è affatto dolce). Indipendentemente da come sto, nella malattia e al decesso vorrei preservare la dignità e minimizzare la sofferenza. Conoscendo l’ambiente e i suoi inganni, questa voce dell’agenda Cappato è tutt’altro che il modo giusto.

@ Ermete Macchioni. Mentre leggo il suo intervento, con la dovuta attenzione, vedo che su “Striscia la notizia” stanno mostrando delle borseggiatrici che, similmente, insultano Staffelli e il suo staff che le svergognano come ladre.

Le piccole malviventi oggetto dello zelo farisaico di Mediaset non si presentano come benefattrici mosse da nobili intenti; non hanno le spalle coperte dal fascismo dei banchieri. Le scippatrici di portafogli che quando scoperte reagiscono lanciando zozzerie, come fa lei, sono limpide figure di nobildonna al confronto di quelli che scippano la vita; di coloro che a favore di disegni di potere e arricchimento spingono senza sosta a lasciarsi uccidere chi già barcolla. Con magistratura e forze di polizia che, amiche, come hanno fatto per lo scempio covid collaborano, e non vi indagano e non vi diffidano per l’istigazione ai suicidi che questo battage incessante sta verosimilmente inducendo.

@ SERVIZIDEVIATIDAME. Siete voi che volete imporre agli altri una mostruosità, quello che è stato chiamato il dovere di morire*. L’omicidio medico non riguarda solo chi lo agogna, ma ha effetti anche su chi non ci crede. Io mi sto difendendo, sia da protocolli clinici futili e dolorosi consentiti dal colpo di grazia, sia dalle pressioni per farsi togliere di mezzo che inevitabilmente subirà chi è divenuto un peso*, sia dal genere di società barbara che si vuole imporre. Inoltre, se potete parlare voi, avendo a disposizione tutti gli altoparlanti, non si vede perché gli altri non possano aprire bocca per esprimere parere diverso su una questione etica. Infine, invece di chiamare istrionici e ammiccanti i magistrati a farvi da spalla dovreste essere fermati in questo vostro istigare al suicidio.

*Hartling O. Euthanasia and the Ethics of a Doctor’s Decisions—An Argument Against Assisted Dying.

@ Pier Francesco Delsignore. E’ arrivata una delle pistole più veloci del blog. La pistola prezzatrice con la quale prima di tutto appiccica addosso un’etichetta a chi non accetta il sistema di credenze pseudoetico, in realtà altamente fraudolento, per il quale lavorate. Etichetta per etichetta, è rivelatore che uno dei più instancabili troll covidisti intervenga anche in appoggio all’omicidio a fin di bene dell’agenda Cappato. Parlate tanto di andare verso la libertà e conducete la gente verso gli stabbi e poi il macello.

@ Pier Francesco Delsignore. Qui di paranoico ci sta l’evil joker logorroico e assillante che spunta puntuale con quelli come te dietro alla maschera filantropica.

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9 dicembre 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Fine vita, in tre si autodenunciano per il caso di Massimiliano: Cappato, la giornalista Chiara Lalli e una attivista

CENSURATO

Gli italiani creduloni, che si sono fatti iniettare mRNA bevendosi la patacca dell’inoculo come dovere etico che avrebbe troncato l’epidemia, ora sono pronti ad assentire e premere per farsi abbattere dopo venire torturati, ancor più di quanto già avviene, con cure futili e dannose a scopo di lucro, es. *. L’agenda dei poteri forti che ci ha pestato col covid a dio del vulcano, che si placa solo se si buttano nel cratere diritti, vita normale, benessere, salute, può contare sull’instaurato paradiso giudiziario sui diktat biomedici; dalla Consulta che mette la Costituzione sotto le suole di Pfizer ai magistrati che si prestano a fare da spalla a Cappato. I magistrati, temibili con le persone comuni, come docili figuranti quando c’è di mezzo il potere biomedico. Non c’è un’azione della magistratura contro l’accanimento terapeutico a fini di lucro, fonte della maggior parte delle sofferenze e indegnità cui si vorrebbe rimediare con l‘omicidio medico; accanimento che invece così, con la legalizzazione del colpo di grazia mentre resta libero, verrà ulteriormente favorito, a danno dei malati. Cappato e c. possono promuovere e istigare a mezzo dei media il suicidio di chi è di peso senza che nessuno nelle istituzioni li fermi. Invece, vanno loro a fare una visita in caserma, con la serenità del giusto; in realtà con la tracotanza dell’intoccabile.

* When Too Much Treatment Creates More Harm Than Good. Medscape, 8 lug 2022.

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14 dicembre 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Sofia “I 20 anni dell’Associazione Coscioni, Cappato: ‘Tema dell’eutanasia è urgenza sociale. Politica non dà risposte? Le cercheremo nei tribunali’”

Con l’esclusione – spero – di alcune delle voci pro disabilità (a parte induzione e favoreggiamento della prostituzione, pagata dal SSN), è un catalogo di ribalderie e manipolazioni orwelliane. “Eutanasia” (aumento del lucroso accanimento terapeutico legalizzando il colpo di grazia, fatto invocare “liberamente” al paziente martoriato). Procreazione assistita (sterilità sociale e genitorialità per censo; donne come vacche fattrici, anche ad uso di omosessuali ricchi; avvio alle diagnosi predittive riguardanti il nascituro, riconosciuto campo di frodi). Malattie rare (deregulation con pretesti etico-tecnici per vendere farmaci tarocchi a centinaia di migliaia di euro a fiala mostrando bambini in sedia a rotelle). Cannabis terapeutica (stordimento dei sudditi facendo passare per medicina toccasana la cannabis, coi suoi danni alla salute e i suoi pericoli per l’incolumità). Staminali (progetto naif gravemente underperforming pompato come magico con la frode di Stato Stamina). Un magistrato che non provenga dalla montagna del sapone dovrebbe considerare la mano che Cappato gli tende alla stregua della proposta di essere punciuto. Ma le toghe nere, quando ci sono di mezzo i diktat liberticidi paludati in camice bianco dei poteri massimi*, sono molto diverse dalle figure epiche delle quali si dicono prosecutrici.

*Open letter to HoC & HoL scrutiny committees. The WHO’s pandemic PPR treaty is a major threat to national sovereignty and democracy. Gruppo Hart, 9 dic 2022.

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13 gennaio 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Cappato “Gli atti di disobbedienza civile non sono tutti uguali: vanno sempre comparati alle alternative. Inerzia inclusa”

Nella società dello spettacolo, e dopo la lezione del terrorismo pilotato, la prima, necessaria distinzione dovrebbe essere tra il dissenso autentico e il sicofantismo, cioè lo stracciarsi le vesti per impressionare gli ingenui e trascinarli a servire, a loro danno, disegni di dominio e sfruttamento.

Quando si dice “disobbedienza civile” penso con rispetto a Davide Lazzaretti, il cui “hearing a different drummer” lo rese inviso a clero e Stato; fatto assassinare tramite i CC (“l’uccisione del Lazzaretti è stata di una crudeltà feroce e freddamente premeditata”; Gramsci). A Danilo Dolci che scrive col pennello sul pilastro del tribunale di Palermo “Chi tace è complice”, fatto condannare da Bernardo Mattarella.

Invece praticano non la disobbedienza civile, che inscenano, abbagliando i male informati e gli spiriti adolescenziali, ma sicofantismi, barbari nei fini prima che prevaricatori nei mezzi, i pifferai dell’omicidio come terapia di routine, che favorisce a vantaggio del business medico i trattamenti futili e pesanti e le sofferenze e indegnità che promette di evitare*; e i balilla cresciutelli dell’ecologismo elitista, che tuona di voler salvare l’umanità ma vuole impoverire e degradare le masse in nome del dio Ambiente. Al contrario di chi per davvero dice no agli abusi del potere, non hanno molto da temere da CC, Digos, magistrati, Quirinale, date le forze che li manovrano.

*Il riduzionismo giudiziario nella frode medica strutturale: il caso del testamento biologico

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3 febbraio 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Pietrobelli “Trieste, iniezioni letali per nove anziani: ex anestesista condannato a 15 anni. Pena ridotta perché ha agito per motivi di “valore morale””

Invece che “per motivi di particolare valore morale e sociale”, la formula del codice penale, forse è meglio dire “per convinzioni di carattere morale”. Soprattutto, si dovrebbe aggiungere che simili convinzioni morali, giustificabili e valide in una minoranza di casi da circoscrivere e regolamentare attentamente, stanno venendo usate da vettore etico per introdurre l’omicidio come terapia di routine, con finalità altamente immorali e del tutto antisociali. Una routine che comporterebbe un aggravamento del controllo arbitrario sul corpo, delle sofferenze e indegnità: la legalizzazione del colpo di grazia favorirà ulteriormente la somministrazione di trattamenti lucrosi, futili, dolorosi e degradanti che già è praticata oggi nell’omertà generale. A partire dall’omertà dei samaritani dell’iniezione letale facile e dei magistrati che hanno orecchie solo per loro.

@ Valter Fiore. Sto parlando dei lucrosi trattamenti terapeutici per la malattia di base, es.*. Strano che lei fraintenda, perché è già intervenuto in precedenza su questa mia stessa osservazione, contestandola in nome di una “libertà” di farsi prima ingannare con false promesse e massacrare da accanimenti futili e poi di farsi abbattere.

A parte il fatto che anche l’omicidio medico può essere business, ulteriore, es. **. E che è ridicolo fingere che la fame di oro si fermi davanti alla morte. “Sparatevi Breda” scrisse in proposito Marcello Marchesi, che conosceva il divario tra gli interessi reali e i messaggi suadenti e premurosi della propaganda commerciale, essendone egli stesso autore.

*Inpatient palliative chemotherapy is associated with high mortality and aggressive end-of-life care in patients with advanced solid tumors and poor performance status. BMC palliative care. 2019.
**Lucrative New Medical Specialty Emerging: Purposely Killing Patients. Briggs, 7 dic 2022.

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14 febbraio 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Suicidio assistito, la Procura di Bologna ha chiesto l’archiviazione per le due attiviste che hanno accompagnato una donna in Svizzera”

L’entità “trattamenti di tipo farmacologico, interrotti i quali si verificherebbe la morte del malato anche se in maniera non rapida” è vaga e ambigua. Così da permettere nella routine, al di là dal caso in esame, studiato per ottenere la giurisprudenza voluta, sia il causare sofferenze e indegnità non necessarie sia la corrispondente induzione, interessata, al lasciarsi uccidere. Cioè un omicidio volontario mascherato da libero suicidio. In ambito clinico faciliterà e aggraverà il consueto accanimento terapeutico, ottenuto col consenso di una persona sofferente, dipendente e spaventata che è tutto fuorché libera, es. *: sarà più facile praticarlo potendo assestare il colpo di grazia. Accanimento lucroso, incentivato in termini monetari e di carriera dallo strapotente business biomedico per i medici; e compensato in termini di spartizioni di potere per i magistrati che lasciando indisturbati gli orrori dell’accanimento terapeutico e sostituendo il loro arbitrio e le loro fumosità a confini di legge chiari e netti per l’omicidio legalizzato mettono in atto i voleri dei poteri forti di esproprio dei corpi, in società con questi samaritani con la Luger.

*Physician Influence on Variation in Receipt of Aggressive End-of-Life Care Among Women Dying of Ovarian Cancer. JCO Precis Oncol 2022.

 

 

 

 

La fagocitosi dell’opposizione

6 June 2009

Blog “Uguale per tutti”

Commento al post “Contro il relativismo etico ed epistemico” del 4 giu 2009. Postato il 6 giu h 14:05

Ritengo di essere stato oggetto di dileggio e di insinuazioni calunniose gratuiti sul blog. Non credo che sia tolleranza dare spazio a tesi che vanno contro grandi interessi e contro il senso comune, se dall’altro lato si permettono attacchi ad hominem secondo i quali in base all’esperienza professionale di un direttore di carceri si dovrebbe diffidare di me; che avrei ”4 nemici” (?) che mi obbligano all’anonimato; o bisognerebbe usare il mio pseudonimo come passatempo per svelare i miei inconfessabili retroscena; e il mio è latinorum da analizzare con la psicoanalisi.

Questo è tiro al piccione, è buttarla in caciara. Un blog, anche se tenuto da magistrati, non è altro che una specie di speaker’s corner, uno sfogatoio dove uno può dire ciò che vuole e gli altri sono liberi di rispondergli qualunque cosa? E’ “La corrida”, con libertà di diffamazione e calunnia? Io credo che la libera discussione non possa tollerare attacchi ad personam gratuiti, da parte di gente che parla di querele e che dice cose come se per lei il codice penale fosse un fantoccio che si può eludere con qualche accortezza.

A me ha fatto molto piacere ricevere l’approvazione di Felice Lima, e vedere un commento pubblicato come post; comprendo e non invidio la sua delicata posizione, e mi dispiace che le cose abbiano preso questa piega; anche perché questo mio piccolo caso ripete una situazione generale che rattrista entrambi: poca giurisdizione, tanta sorveglianza. La democrazia carceraria.

Però non è che se uno riceve una medaglia poi è un ingrato se si lamenta perché dopo gli dipingono la faccia di blu. Credo che tale conto sia un esempio del costume della “contabilità etica creativa”, dell’ “etica algebrica”. In questo modo si hanno simulazioni malate di democrazia: tu puoi esprimere dei concetti, e io posso commentare che tu sei un delinquente e un soggetto da psicoanalisi. E’ davvero uguaglianza? Questo è il modo migliore per girare a vuoto.

Sono esattamente queste situazioni doppie, di matrice cattolica, che permettono la cronicizzazione dei mali del Paese; dove la presenza di forme di discussione consente la delegittimazione dell’avversario; l’antimafia delle istituzioni, l’appoggio istituzionale alla mafia; le elezioni, l’omicidio politico; le indagini pluridecennali sulle stragi, l’impunità quasi totale sulle stragi. Il “buono” che rende presentabile il “cattivo”; tutti e due a braccetto. Quando si induce a perdonare gli eversori impuniti, “purché si inginocchino”, sono i funerali della democrazia quelli che piangendo si stanno celebrando. Proprio questo manca nella litigiosa Italia, la divisione: è tartufesco unire ciò che dovrebbe essere separato. Invece creare una continuità con la critica è una delle prime regole; si chiama dialogo, ci si illude che sia dialogo, ma è fagocitosi.

Quanto al non rispondere pubblicamente alla prosecuzione dietro le scene di attacchi pubblici, come Morsello, che mi ha scritto che sarei un trafficante di cocaina, no, questi sono lussi da persone alle quali non sono stati tolti i diritti fondamentali; un Morsello al giorno per 16 anni non fa ridere. Sono in condizioni di pressione continua da parte di gente che differisce dai delinquenti comuni per il vestire abiti istituzionali e per usare i mezzi delle istituzioni. E’ il principale pensiero della mia vita; e ritengo di avere il diritto di difendermi. Il diritto del prigioniero a rispondere ai suoi aguzzini. Dopo il 1943 c’è stato un generale dell’esercito che a Regina Coeli rispose a pernacchie ai suoi torturatori. Lo fucilarono, ma almeno non ebbero la faccia tosta di dirgli che era scorretto.

Immigrati. La pietà coi numeri e altre forme minori di pietà.

24 May 2009

Blog “Uguale per tutti”

Commento al post “Elio e le storie tese” del 10 mag 2009

comunicato con riferimento URL

Caro Silvio, grazie per le Sue osservazioni, e per la precisazione su “questioni di tipo speculativo”. Da anni colleziono “contronimi”, o “autoantonimi”, cioè parole che hanno due significati opposti, e sono quindi gli antonimi di sé stesse. “Speculativo” può rientrare in un elenco di contronimi: la speculazione era l’attività di Socrate, e anche di Sindona; ma i due svolgevano attività in pratica contrarie (anche se hanno fatto la stessa fine). E’ un contronimo che in medicina, beffardamente, viene usato come gli avvocati usano la parola “fantasioso”, per respingere accuse di manovre speculative.

Sembra che io non meriti la Vostra benevolenza, perché faccio di tutto per farmela togliere: Lei cita il dibattito sugli immigrati, con riferimento ai recenti provvedimenti di respingimento nel Mediterraneo, dei quali si è occupato estesamente il blog; perciò non posso nascondere, come avrei preferito, che vedo anche questo dibattito animato dal deuteragonismo; e non solo limitatamente agli aspetti medici (Animalità razionale). Anzi, il dibattito sull’immigrazione mi sembra un caso importante di deuteragonismo. Esamino dunque questo esempio di deuteragonismo, non avendo competenze specifiche, ma solo opinioni, sugli extracomunitari; cioè, nel mio caso, come per molti altri italiani, opinioni sui vicini di casa della porta accanto.

“Mi piace l’odore del napalm al mattino … li abbiamo bombardati per 12 ore. Quando siamo atterrati non ne era rimasto nulla, non abbiamo trovato neppure un cadavere… C’era quell’odore di benzina…è l’odore della vittoria. Un giorno questa guerra finirà”: il comandante della cavalleria dell’aria in “Apocalypse now”. Conquistato il villaggio al suono della Cavalcata delle valchirie, rimprovera un soldato perché non dà da bere a un vietcong morente che chiede acqua, e gliela dà lui. Dopo pochi secondi lascia cadere la borraccia: va a parlare di surfing, la passione che lo ha spinto a conquistare il villaggio sul mare. Questa scena della borraccia me l’ha ricordata l’attenzione dei telegiornali, dei potenti, dell’Occidente, al dramma degli immigrati nel Mediterraneo. E’ scellerato non prodigarsi per chi, come Cristo sulla croce, ha sete perché sta morendo per shock ipovolemico; ma dargli da bere può essere un gesto vanaglorioso e distratto, che non riduce le responsabilità. Il fatto è che non si doveva assaltare il villaggio, e neppure fare la guerra. E’ scellerato non raccogliere e dare la massima assistenza agli occupanti dei barconi; ma equiparare il salvataggio in mare dei barconi all’aiuto al Terzo mondo è profondamente ingannevole.

Le immagini dei barconi mi sono parse uno spot sapientemente ambivalente; come Apocalpypse now, dove le scene soddisfano quelli che sognano di sbarchi, mitragliatrici e sbudellamenti, mentre i dialoghi – e il riferimento a Conrad – giustificano il film come prodotto letterario, come critica al militarismo. I barconi respinti faranno prendere voti alla Lega, e permetteranno all’opposizione deuteragonista di equiparare la contrarietà all’immigrazione all’infamia dell’abbandono di naufraghi in mare. Uno spot con dolore e morti veri.

Mettiamo da parte il fatto in sé, sul quale siamo d’accordo, e guardiamo al significato simbolico, al messaggio, alla “implicatura”, che non possono essere trascurati e sono, credo, l’aspetto principale. Se ci sono intere popolazioni che stanno affondando, centrare il problema sui pochi che sono riusciti, magari facendosi largo, a saltare in quelle scialuppe di salvataggio che sono i barconi è carità o è darwinismo sociale? Dei tanti parenti di quello che è nel barcone, meno svelti e rimasti nel continente africano, dei bambini che muoiono senza le telecamere, che ne facciamo? Quando non occorreranno più immigrati all’economia e alla politica, chi ci dice che la RAI non spegnerà le telecamere sul Mediterraneo e sui cadaveri che lo punteggiano, e che non torneremo a occuparci della strage dei cuccioli di foca al Polo?

Il mare. Il Mediterraneo. Uno sceneggiatore non avrebbe potuto scegliere sfondo migliore per i servizi su questo esodo e le sue tragedie. Anche il barcone, la scialuppa, non avrebbe potuto essere metafora migliore per le tesi che si vuole affermare. Le barche a vela appaiono più belle quando sono drammaticamente sbandate, con l’equipaggio a fare da contrappeso sull’altro bordo; i numeri della fisica però ci dicono che lo sbandamento in sé è svantaggioso, che la barca procederebbe più veloce se fosse dritta, con l’albero ortogonale alla superficie del mare. Nel ‘700 a vincere il premio per il modo più efficiente su come disporre l’albero delle navi fu un matematico, Bernoulli, che era uno svizzero che non aveva mai visto il mare.

Penso che sulla questione dei barconi dovremmo rivolgerci ai numeri. Da quelle entità algide e imperscrutabili può provenire una strana pietà, che non è in assoluto la migliore delle pietà possibili, ma è la migliore pietà possibile date le circostanze. Quanti sono i bisognosi del Terzo mondo? Di quanto denaro hanno bisogno procapite? E in assoluto? Quanto possiamo dargliene? Come allocare queste risorse limitate? Quanti pesci e quante canne da pesca? Dobbiamo “tirarne su” alcuni, o dobbiamo “scendere” noi dal nostro livello di benessere, e tentare di salvarci tutti? Stabiliamo che una quota delle entrate statali è loro, definiamo tale quota, e decidiamo come impiegarla. Dall’astratto al concreto, si può passare a calcolare in quali forme, mediante quali soluzioni, con migliaia di domande quantitative, sempre più dettagliate. E agire di conseguenza.

Ho l’impressione che questo approccio farebbe emergere questioni imbarazzanti. Per coloro che dicono di non volere immigrati, e però vogliono usarli come manodopera e consumatori, potrebbe venire fuori che la migliore soluzione al problema, e quindi anche alle loro ambasce, è semplicemente che l’Occidente smetta di sfruttare, ovvero di derubare, il Terzo mondo; potrebbe risultare che se rispettassimo il loro, di diritto a essere padroni a casa propria, i popoli del Terzo mondo se la caverebbero benino anche senza le nostre premure. Chi parla commosso dei boat people, non so come reagirebbe se gli si rispondesse che, per mantenere anche il resto dell’iceberg nell’Africa infuocata, si dovrebbero decurtare le entrate di tutti gli abitanti dei paesi ricchi, e quindi anche le sue, di una bella fetta, e ridurre sostanzialmente il suo livello di vita.

Quando ad essere coinvolti sono interi popoli, il barcone non è il livello di intervento appropriato; né sul piano demografico, né su quello etico. E’ ottimo sul piano della manipolazione mediatica. E’ inoltre un buon metodo di selezione del prodotto. Anche nella tratta degli schiavi il mare e le navi negriere servirono a selezionare i soggetti più forti. Qui la selezione maggiore avviene nel riuscire a trovare un posto; ma non finisce una volta a bordo. I barconi sono una vergogna anche se nessuno li respinge e approdano senza problemi.

Così invece, occupandosi solo di una minoranza – che è la minoranza che serve all’economia occidentale – si fa come per i miracoli, dove non si capisce perché la benevolenza divina ne deve salvare solo pochi. Ci si pone nella posizione di santi, o quasi.

Il rapporto tra etica e numeri, fondamentale nella nostra società tecnologica e tecnocratica, è in uno stato disastroso. Da un lato, si adorano gli “idola quantitatis” che servono come “instrumentum regni” per il capitalismo; l’applicazione inappropriata del quantitativo domina la medicina (Greene J. A. Prescribing by numbers. Drugs and the definition of disease. The John Hopkins university press, 2008); nell’ammirazione dei bioeticisti (e tale ignoranza viene attivamente tutelata). Dall’altro, quando ad un problema etico servirebbero i numeri e le altre entità matematiche, si ricorre invece ad argomenti persuasivi da fare invidia a Francis Ford Coppola.

Il vecchio espediente dello “stato di eccezione”, dell’emergenza per fare passare una tesi o un blocco di tesi. Curiosamente, la situazione ha somiglianze con la propensione padana per il soccorso; irridono quelli si chiamano Salvatore, ma gli piace fare i salvatori. Qui al Nord durante la settimana si lavora per fare soldi, nel week-end si fa i soccorritori. In carenza di disgrazie, si simulano, con esercitazioni. Il soccorritore volontario, di professione promotore finanziario, è anche lui, come il colonnello Kilgore di Apocalypse now, in mezzo a fumogeni accesi e con l’elicottero che gli volteggia sulla testa, e i morti e i feriti sono finti. Dice pacato nella ricetrasmittente gracchiante “roger, abbiamo uno spinale, atterrate”. La generosità della nostra gente, commenta il cronista mentre sullo sfondo l’elicottero si allontana con dentro il manichino macchiato di vernice rossa. Un’ottima cosa in sé, il soccorso volontario; meno buona se sostituisce ed esaurisce la questione dei doveri verso gli altri. Business senza guardare in faccia a nessuno nei giorni feriali, e nel dopolavoro il volontariato altruista. Ma non ci sono solo le emergenze, i traumi acuti, le catastrofi, i bambini da strappare alle fiamme. Ci sono anche i cronici, per i quali c’è molto meno entusiasmo, e carenze nell’assistenza. Ci sarebbero anche i sani da rispettare e aiutare: da non fregare, almeno. La carità è divenuta un sostituto dell’etica. E forse per questo, e per la frustrazione del lavoro inquadrato, assume forme spettacolari.

Andrebbe ricordato che la carità non è un sostituto dell’etica. Come osserva Scarpinato a proposito dell’elemosina in “Tra mafia e democrazia, tra oppressori e oppressi, tu, Chiesa, da che parte stai?”. Brecht, nell’Opera da tre soldi, fa dire a un personaggio che per ricevere l’elemosina non conta la condizione autentica del bisognoso, ma occorre che questi rappresenti la miseria in una forma teatralmente efficace, in modo che dare l’elemosina sia appagante. L’aiuto agli altri, quel poco che si può e si deve dare, andrebbe prima di tutto incorporato, fino a renderlo inapparente, nelle scelte di vita e nel lavoro. Il supererogatorio è facoltativo, e non esenta affatto dall’eticità nelle opzioni di base. Non compensa eventuali carenze etiche. Invece si è affermata la pratica di una contabilità etica creativa. Soprattutto nella Lombardia ciellina. Guardo con rispetto e ammirazione a coloro che praticano la carità avendo le carte in regola sull’etica delle attività personali. Ma davanti a certi altri slanci – soprattutto in campo medico – ritorna l’immagine di Apocalypse now, con la carità paranoide del comandante che fa evacuare in ospedale, col suo elicottero, dal villaggio che ha appena messo a ferro e fuoco per uno sfizio, un bambino vietnamita ferito.

Oltre alla pietà coi numeri, sulla questione degli immigrati esistono altre forme anch’esse fredde, o minori, di pietà o di carità negate. Chi non accetta gli immigrati è xenofobo o razzista o intollerante. Ma esistono delle pulsioni antropologiche, alla territorialità, alla comunità, all’identità culturale, al senso di appartenenza, che spingono a difendere il proprio territorio, il proprio gruppo, la propria cultura; alcune paure dei non garantiti di essere scalzati o danneggiati socialmente o economicamente dai nuovi arrivati; paure istintive, ma che non sono proprio del tutto campate in aria nella società “competitiva” e globalizzata. Il rifiuto dello straniero è avvenuto innumerevoli volte nella storia, nelle forme del malumore, dell’avversione, della protesta. E’ scorretto evocare subito i pogrom. Sono esistite anche situazioni di convivenza pacifica e armoniosa; che sono appunto citate come casi edificanti. Qui invece si dà per assunto che tali reazioni di rigetto siano patologiche. Si confonde tra risposta fisiologica ad un agente esterno e malattia. Trascurare il fisiologico paradossalmente può favorire degenerazioni patologiche; bollare aprioristicamente come razziste o xenofobe tali reazioni può essere una profezia che si autoavvera.

Gli immigrati, non in quanto “inferiori”, ma semplicemente in quanto irriducibilmente “diversi”, possono disgregare ulteriormente un tessuto sociale già degradato, possono ridurre quella zavorra di tradizioni che dà stabilità, aumentare l’atomizzazione sociale, che favorisce i consumi e la docilità popolare, ma rende tutti più vulnerabili e più egocentrici; la realtà del “melting pot” e del sogno americano mostrano ciò. “Give me your tired, your poor, your huddled masses…” declama solenne la poesia di accoglienza agli immigrati ai piedi della Statua della libertà. Ne abbiamo già troppe, sul globo, di masse che vogliono “to pursue happiness”, cioè fare soldi. Ovviamente noi siamo più buoni e più saggi; ma il rischio non andrebbe fatto passare sotto silenzio.

Quando sento che bisogna superare diffidenze e restrizioni mentali, mi chiedo se a dirlo siano persone che hanno una visione straordinariamente elevata, tanto da dimenticare questi fattori prossimi agli istinti primitivi, oppure – caso che mi sembra più frequente – persone che trascurano questi fattori o se ne fregano. Nel dibattito esistono solo leghisti sbraitanti, e ora anche schizzati di sangue, e pii discepoli di San Francesco. Nessuno tra i progressisti che dica che lo sfondamento dei confini antropologici forse è una necessità, ma è anch’esso una violenza; che non si mescolano culture lontane, non si innestano genti su territori occupati da altre genti, impunemente, così come non si trasfonde meccanicamente il sangue: ci sono fattori invisibili ma concreti che fisiologicamente si oppongono a tali commistioni.

Se non si vuole riconoscere ciò, se non si crede che la tendenza a difendere la territorialità e l’identità comunitaria e culturale vada rispettata, la si rispetti lo stesso: come forma di pietà verso gli autoctoni meno aperti e progrediti; non dovrebbe essere difficile, visto che propugnando l’abolizione delle frontiere che segnano le etnie si sta parlando dalle sfere superiori della moralità. In effetti in certe insofferenze gratuite e quasi maniacali verso l’immigrazione affiora una nota di frustrazione, di vigliacco sfogo esistenziale avendo trovato qualcuno ancora più sfigato rispetto al quale definirsi per contrasto. Ma non si tratta solo di questo. Pare che la nostra psiche sia stata tarata dall’evoluzione per una vita come membri di piccole comunità. Il cosmopolitismo non ha forti basi antropologiche, e non credo che possa pretendere un primato etico (forse non ha queste qualità neppure l’idea di nazione, alla quale sono attaccato). Il discorso che la Terra è di tutti l’ho sentito, in forme elaborate, anche per scusare, esprimendo rammarico, la cacciata degli indiani nativi dalle loro terre in Nord America ad opera degli europei, che “erano solo arrivati un po’ dopo”. Non l’ho sentito fare per le proprietà della Chiesa, o per le “dacie” degli apparatnik di sinistra, le proprietà di quelli che insieme esortano le masse a superare lo stantio concetto di “casa mia”.

Se si riconoscesse questa dimensione calpestata, oltre a fare un’opera buona verso i propri connazionali si aiuterebbe l’integrazione e si svelenirebbe la politica. Oggi infatti l’unica possibilità di rappresentazione politica del disagio per l’immigrazione è quella, ributtante, della Lega; che in realtà vuole gli immigrati, ma nelle forme che servono a interessi economici, come manodopera e consumatori; li vuole sottomessi e maltrattati, perché li si possa meglio sfruttare; verde fuori ma nera dentro, fa appello agli istinti più gretti e vili, alla paura e all’odio, diseducando l’elettorato mentre fa bottino di consensi; deuteragonista, presenta argomenti facilmente confutabili, caricaturali, alla “Catenacci” di Bracardi, con discorsi a base di “bingo bongo”, cannoneggiamenti di barconi, maiali sui suoli dove erigere moschee etc.

Dall’altro lato, per chi si indigna per i discorsi, e ora per gli atti, vergognosi dei leghisti, l’unica alternativa è il surreale buonismo cattolico, o di matrice cattolica, che esorta  all’amore totale, a un improbabile inesauribile amore per gli sconosciuti, ridicolo se si guarda a come ci vogliamo bene; e d’altro canto esclusivo e un po’ mercantile: con una forte predilezione per quelli abbastanza in gamba da salire sul barcone, e in grado quindi di produrre reddito, e acquistarsi una tv al plasma entro qualche anno. Una predica condita di accuse di egoismo, di avidità, di durezza di cuore, che viene dal pulpito dei preti.

Nel dibattito sono rappresentati, e quindi sono leciti, sotto i camuffamenti ideologici che attirano sostenitori in buona fede, solo due degli interessi maggiori, entrambi a favore dell’immmigrazione: quelli economici degli industriali e della finanza, con la Lega e il PdL, e quelli di politica internazionale del Vaticano – che gioca sullo scacchiere mondiale e vuole tessere rapporti col miliardo di mussulmani e con altre forze – mediante il centrosinistra e i progressisti. Posizioni alleate, in parte sovrapponibili, che trovano una sintesi che soddisfa entrambi. Seguono, in posizione subalterna, gli interessi di forze intermedie, come i politici che hanno bisogno di poveri che li ascoltino. Opposizione vera al potere, nisba. I cittadini comuni, zitti brutti razzisti; e leggetevi le pagine di Lévinas sul riconoscimento dell’altro; oppure andate a fare le ronde.

“C’uno la fugge, l’altro la coarta”: sull’immigrazione il deuteragonismo è reciproco, e le contrapposte esagerazioni provocano un vuoto al centro. Un vuoto che è una voragine di senso, che non viene riconosciuta dai più ma viene percepita, e si traduce in disaffezione – giusta – per la politica. Il successo del leghismo, determinante per la caduta della nostra democrazia, è dato dall’assenza di intellettuali e politici progressisti critici di quell’aspetto della globalizzazione che è l’immigrazione; dall’assenza di portavoce progressisti del disagio degli italiani per l’immigrazione; voci critiche invece migrate, come uno stormo di colombe, a fare il controcanto angelico ai leghisti diavoleschi. E così per cercare l’ottimo stiamo perdendo il buono, e finiamo per essere noi una repubblica bananiera; dalla quale forse si dovrebbe andarsene, se ci fossero ancora terre vergini; vergini della poderosa abilità umana di incasinare tutto.

Bisognerebbe che chi è ascoltato come autorità morale smettesse di confondere la gente dicendo in pratica che chi non vuole gli extracomunitari è una carogna. Dovrebbero invece esserci intellettuali e politici progressisti che riconoscano che l’immigrazione ha cause economiche e soddisfa finalità economiche; che provoca negli autoctoni reazioni di rifiuto che sono del tutto fisiologiche; e che possono progredire verso la patologia se trascurate. Intellettuali e politici progressisti dovrebbero considerare che i vantaggi dell’avere un supplemento di lavoratori, di consumatori, di futuri elettori in cerca di protezione, di tesserati nei sindacati, di legami con forze etniche e religiose emergenti a livello mondiale, non vanno tutti necessariamente a favore dei cittadini, e i loro risvolti etici non sono solo positivi.  I progressisti dovrebbero occuparsi anche della cura di questi problemi. Sarebbero così in una posizione più equilibrata per parlare di un altro discorso, quello dell’esistenza di altri doveri, verso gli altri popoli, oltre a quelli verso sé stessi, la propria famiglia, la propria comunità.

Ci vorrebbe maggior considerazione anche per i paesi di provenienza. Non siamo molto curiosi di sapere da dove vengono quelli che vorremmo salvare trasferendoli da noi. Siamo invece molto critici. Anche in questo, la penso al contrario dei progressisti: credo che da un lato, per lo stesso motivo già citato a proposito degli italiani, quello della consistenza dei fattori antropologici, ci vorrebbero maggior cautela e rispetto prima di sputare sentenze sui costumi di altri paesi che ci appaiono sbagliati, e di volerli sostituire con quelli della nostra superiore civiltà; es. la critica dell’obbligo per le donne del velo o di altre coperture del volto. Anche perché, come ha osservato Massimo Fini, forse dovremmo prima preoccuparci delle donne esposte “a quarti di bue” nella nostra televisione. D’altra parte, penso che chi vive da noi dovrebbe conoscere un minimo d’italiano, e accettare in generale i nostri usi e costumi, oltre che ovviamente le leggi; non vivere come dentro a un burqa, in una bolla portata dal paese d’origine. Ogni tanto ho l’impressione che, mentre procede tra padani che pensano “tel chi el negher”, qualche extracomunitario, soprattutto se portatore di credenze religiose forti, pensi a sua volta nella sua lingua “ ’sti zulù”. Non credo che un pasticcio etnico, un passare da Roma a Bisanzio, sia un vero arricchimento.

Altro caso è quello del rispetto dei diritti umani. Dovrebbe essere un assioma, in qualunque situazione, ovunque, per chiunque. I centri di raccolta non possono essere gabbie; né gabbie chiuse, nè gabbie aperte. Se è vero che i respinti in Nord Africa sono seviziati, lo si proibisca: si mandino degli osservatori, si mostri l’arma delle sanzioni, la si applichi se necessario. Lo stesso si faccia per qualunque violazione indiscutibile dei diritti umani che venga commessa in quei paesi. Ma il rispetto dei diritti umani, l’art. 1, non dovrebbe essere l’unico articolo del codice delle norme morali sugli extracomunitari.

Altra pietà minore. Il problema come detto non può essere affrontato a livello delle situazioni individuali, ma delle popolazioni; ma esistono anche problemi che riguardano l’individuo, una dimensione certo non secondaria. Gli immigrati sono anche degli emigrati; degli sradicati. Per alcuni trapianti, oltre al rigetto dell’organo trapiantato, c’è anche il rischio del rigetto “graft-versus-host”, del tessuto trapiantato contro l’organismo ricevente. Siamo sicuri che gli facciamo questo grosso favore a farli vivere da noi, anziché aiutarli nei loro paesi? Ad alcuni, sì. Forse, se si potesse misurare la felicità, credo che nella vecchia Italia la tipologia di persone più felice risulterebbe quella di alcune coppie giovani di immigrati; che hanno un buon lavoro; provenienti da situazioni difficili, perciò energiche e senza grilli, forti della loro cultura d’origine, pronte ad assorbire anche quella del paese ospite, che ha tanto da offrire; e che quindi vivono quella particolare felicità che è data dall’avere una chance di emancipazione, e dal coglierla pienamente. Alcuni extracomunitari sentono l’odore della vittoria personale nella costruzione, materiale e morale, della propria famiglia e di sé stessi mediante l’operosità pacifica; la felicità di quando il presente diventa ricco e l’avvenire diviene ben delineato; condizione che è possibile solo in alcune circostanze storiche. Ma per altri l’Italia può essere dolore pena sfruttamento e alienazione. Ricordo un giovane nordafricano, disteso in un’aiuola con gli avambracci spezzati. Era andato via da tutto, passando per una finestra dei piani alti dell’ospedale.

Quel suicidio, mi pare fosse un detenuto, non venne reso noto dai media locali. I media presentano sotto una luce filtrata gli immigrati. Pochi giorni fa i media locali hanno celebrato l’estensione di un bonus bebè di 1000 euro anche agli immigrati, negato dalla giunta comunale di centrodestra, imposto da un giudice dopo che sindacati e preti sono scesi in campo. Il bonus bebè è simbolico, per gli italiani; darlo anche quando il bambino nasce in famiglie di extracomunitari, nell’appartamento della porta accanto, dove può non essere solo simbolico, è semplice decenza, negarlo è meschino. Olio sul fuoco della disputa deuteragonista. Però non si parla di quella che è di gran lunga la prima causa di infertilità per gli italiani, la sterilità sociale, causata dalla difficoltà di formare una famiglia e fare figli. Ha le dimensioni e gli effetti di una vera epidemia, ma  al contrario di certe epidemie finte è un’epidemia silenziosa. I giovani oggi non fanno figli perché sono egoisti; meglio un pezzo sulla nostalgia della badante dell’Est per il suo paese e i suoi nipotini. Forse ci vorrebbe un po’ di carità anche per i giovani di casa nostra; per chi paradossalmente nella sua condizione ha meno prospettive di quelli che gli sbarcano davanti casa; per i guai che opprimono la gente comune, che stentano a trovare posto nei titoli dei giornali, che vengono sempre dopo qualche altra notizia.

Queste pietà, e altre simili, si potrebbe metterle assieme in un principio, anch’esso freddo e antipatico: quello della scissione, scissione concettuale, tra aiuto umanitario al Terzo mondo e il venire a lavorare in Italia da parte di extracomunitari. Le due entità, che ci sembrano unite perché così ce le presenta la propaganda, andrebbero considerate come entità distinte, quali in effetti sono; e tenute ben separate nei ragionamenti. Non si dovrebbe più dire che facendoli venire a lavorare qui aiutiamo i diseredati. L’importazione di lavoratori è determinata da ferrei meccanismi economici, e dovrebbe essere regolata da norme di accesso, da selezioni e da contratti, che la rendano equa e vantaggiosa per entrambe le parti, e per la terza parte, la cittadinanza, con le dovute tutele e garanzie per tutti. Si possono unire materialmente le due diverse entità: si potrebbe pensare a contratti nei quali una quota della retribuzione va a chi è rimasto a casa nella miseria, direttamente o in forma di aiuti; o riservare una quota di posti di lavoro agli extracomunitari, con l’obbligo di rientrare dopo alcuni anni, importando conoscenze e competenze nel proprio paese, anziché lasciarlo dissanguato delle energie migliori.

Anziché lasciare Sud il Sud del mondo. Non scambiamo il Vangelo con “l’effetto San Matteo”, così detto da una frase del Vangelo di Matteo (25:29), per il quale i ricchi diventano più ricchi e i poveri più poveri. Oltre ai danni da immigrazione, ci sono anche i danni causati ai popoli dall’emigrazione. Ricordiamoci dei meridionali saliti a lavorare nelle fabbriche del Nord, da regioni già anemizzate da decenni di emigrazione: di come hanno arricchito il Nord e di come sta oggi il Sud. La propaganda invece dice di ricordarci, a proposito degli immigrati dal Terzo mondo, che siamo figli di immigrati. Veramente i figli di italiani immigrati degni di questo paragone oggi vivono, a decine di milioni, in Argentina, Australia, Canada, Galles, etc; e in effetti sarebbe interessante ascoltare la loro opinione. Noi siamo i discendenti di quelli che restarono in Italia, o al massimo di quelli che tornarono, o che si spostarono all’interno, tra disagi ma senza problemi di permessi di soggiorno, o rischi di finire ai pesci. (Io stesso, italiano, sono stato classificato come “immigrato” dall’anagrafe locale quando, vincitore di un concorso pubblico per un posto di ruolo, dovetti trasferirmi al Nord e fare il cambio di residenza; un uso puntiglioso e non necessario nelle comunicazioni all’utente di un termine tecnico che ha un significato non neutrale nel linguaggio comune; una distinzione dai nativi che in seguito non mi è dispiaciuta). Quelli che restano non sono necessariamente i migliori, e hanno lo spirito e le abilità dello stanziale. Come si vede dai governanti che si danno. Tanti di noi conoscono le storie di immigrazione, per averle sentite da parenti. Per esempio, ho ascoltato bambino da un signore anziano una testimonianza in prima persona di cosa aveva voluto dire attraversare l’Atlantico in nave negli ultimi anni dell’Ottocento, all’età di 13 anni, da soli, essendo stati spediti a parenti di New York. Sono racconti molto utili, ma non inventiamoci, guardando i barconi, trascorsi avventurosi e falsi cameratismi. Consideriamo piuttosto quale danno è stato, per le regioni di provenienza, la selezione avversa derivata dall’emigrazione massiva dei soggetti più validi.

Con questa scissione tra lavoro e aiuti si eliminerebbe tanta retorica su entrambi i fronti, ricatti morali da un lato e pretese “celtiche” dall’altro (che poi, come ho detto, ritengo siano settori diversi dello stesso lato; quello del potere); e sarebbe più facile capire cosa fare. La filantropia dovrebbe essere esercitata su base razionale, tenendo conto delle necessità oggettive e delle risorse; erga omnes; e ordinatamente, senza picchiare la moglie e poi fare il galante fuori; senza la mostruosità, sommersi e salvati, di applicare alla solidarietà i criteri della selezione lavorativa: dentro chi è abile, pollice verso a chi non è redditizio; senza negare, con tutto l’amore che certi hanno per “gli ultimi”, qualsiasi attenzione a chi non corrisponde alla maschera teatrale dell’Ultimo, come si dice nell’Opera da tre soldi; senza la pietà coi paraocchi, che fa pensare che come al solito non ci viene chiesto di combattere per degli assoluti morali, ma per delle chiese, al di fuori delle quali non vi è salvezza.

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Blog di Trarco Mavaglio su il Fatto

Commento del 31 mar 2011 al post “Ferrara e i “30 milioni di immigrati” di D’Alema” del 31 mar 2011

La cifra di D’Alema dei 30 milioni di immigrati necessari all’economia era riferita all’Europa, non all’Italia come gli ha rinfacciato G. Ferrara.

Enzo Biagi ha raccontato che uno dei pochi casi che ha visto di giornalista licenziato per incapacità fu quello di un redattore che riportò la notizia di un paese bruciato coi suoi abitati perché un’autocisterna, nel tentativo non riuscito di schivare un cane, si era ribaltata andando a fuoco. Il giornalista aveva titolato “Tragica morte di un cane”.

Se c’è uno che sa fare il giornalista questi è Travaglio. Ma qui la notizia mi pare un po’ focalizzata sul cane. E chissene del battibecco tra Ferrara, a libro paga CIA, e D’Alema, legato a Licio Gelli.

Si ammette finalmente che è per ragioni economiche che occorre iniettare milioni di persone dai paesi poveri in Europa: volete dirci la cifra pianificata o prevista per l’Italia? E’ possibile parlare pacatamente di questo dato: della sua reale ineluttabilità; di quali sono i vantaggi e gli svantaggi, chi ci guadagnerà e chi ci perderà, quali riflessi ciò avrà sulla vita delle persone comuni, e sul Terzo mondo, senza i finti nazismi leghisti e gli ipocriti piagnistei pretesco-buonisti?

Consideriamo finalmente l’etica e la politica dei numeri dell’immigrazione:

Immigrati. La pietà coi numeri e altre forme minori di pietà.

@Armando D. E’ curioso che tu mi metta in guardia dal mescolare alcool e psicofarmaci: si vocifera che lo facesse Cossiga, che nel suo ultimo libro “Fotti il potere”, pag. 181, ha dichiarato di avere garantito lui per D’Alema presso gli USA. Invece ne “Il borghese piccolo piccolo” il liquido misterioso del giuramento massonico era l’amaro Petrus. @s42 a me piace più leggere che scrivere, ma ho difficoltà ad accedere alle biblioteche pubbliche di Brescia; sia sotto il dalemiano Corsini che sotto il berlusconiano Paroli. Sarei curioso di vedere l’archivio Gelli, curato dalla moglie dell’attuale presidente del Copasir e da lei inaugurato con grande passerella di piduisti ed elogi delle doti di poeta del Venerabile. Qualche minuto, perché dev’essere di una noia; e poi ho l’impressione che se proprio voglio leggere roba di sbirri venduti basta leggere le articolate confutazioni che quelli come voi danno su Il Fatto a chi stona.

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Blog de Il Fatto

Commento al post di Pallante e Bertaglio “L’ipocrisia leghista è l’arroganza occidentale” del 4 ott 2011

  “Per coloro che dicono di non volere immigrati, e però vogliono usarli come manodopera e consumatori, potrebbe venire fuori che la migliore soluzione al problema, e quindi anche alle loro ambasce, è semplicemente che l’Occidente smetta di sfruttare, ovvero di derubare, il Terzo mondo; potrebbe risultare che se rispettassimo il loro, di diritto a essere padroni a casa propria, i popoli del Terzo mondo se la caverebbero benino anche senza le nostre premure.”

Da:

https://menici60d15.wordpress.com/2009/05/24/immigrati-la-pieta-coi-numeri-e-altre-forme-minori-di-pieta/

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@Adamitaly. Giusto, la transizione demografica; e il “drilling and killing”, in Nigeria e altrove ?

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@giustizialista. Questo “ontolologizzare” la volontà dei poteri più forti, o le conseguenze della loro volontà, per cui la globalizzazione liberista, e le relative migrazioni, vanno prese come un dato di realtà non modificabile altrimenti è propaganda, mi pare un’impostura blasfema:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/04/24/il-doppio-cielo/

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@Giustizialista. Ricordo, nel 1981 come studente in scambio culturale in Israele, un Paese che ammiravo, che gli accompagnatori insistevano che Israele voleva la pace. A Metulla, al confine con Libano, chiesi a uno di loro a cosa servissero allora i giganteschi carri armati che portati su autotreni venivano ammassati in campi militari. Mi fu risposto che lì la sera si cuocevano salsicce e si suonava la chitarra attorno al fuoco. Il lato negativo delle salsicciate fu tempo dopo l’invasione del Libano. Tu mi hai ricordato questo episodio, equiparando, rubricandoli sotto lo stesso titolo “globalizzazione”, la scelta, arricchente ma facoltativa e libera, si spera, di aprirsi ad altre culture, con l’obbligo di salire su un barcone, abbandonare la propria terra, togliendosi di mezzo per favorirne lo sfruttamento, e divenire se si sopravvive degli sradicati, e spesso degli sfruttati; e equiparando il “siamo tutti fratelli” con l’obbligo per chi riceve di vedere il proprio lavoro messo a rischio da stranieri; l’obbligo per tutti di venire ridotti a consumatori isolati, omologati, privi di una cultura e di una storia comune profonde che li caratterizzi, tutti uguali rispetto al mercato; l’obbligo di credere,  se non si vuole essere chiamati gregge, alle colorate retoriche del “melting pot”, smentite dalla Storia in USA. Non mi sembra che con questa propaganda tu vada contro il liberismo e gli interessi economici sui flussi migratori forzati, che a parole dici di “aborrire”.

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24 settembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana ” Papa Francesco: “Anche la Chiesa superi la diffidenza verso i migranti” “

I migranti sono parte dell’attuale macchina per fare profitti:

“Nei paesi ricchi i salari sono determinati più dai controlli sull’immigrazione che da qualsiasi altro criterio, inclusa la legislazione sui salari minimi. Come viene stabilito il tetto massimo di immigrati? Non dal «libero» mercato del lavoro, che, se lasciato a se stesso, finirebbe per rimpiazzare l’80-90 per cento dei lavoratori locali con manodopera straniera più conveniente e spesso più produttiva. La soglia d’immigrazione è in gran parte stabilita dalla politica.” (Chang, 23 cose che non ti hanno mai detto sul capitalismo).

E’ la stessa macchina che quando conviene li uccide nei loro paesi natali. I rimproveri moralistici sull’immigrazione sono principalmente coperture per nascondere la vergogna di questa Babele. Sono discorsi voluti da chi non vuole né il bene dei migranti né il nostro, ma pensa a come sfruttare entrambi, creando un disordine a lui favorevole. Gli stranieri basterebbe rispettarli, non derubarli, o se del caso aiutarli, a casa loro, e non obbligarli così a venire da noi. Ne guadagneremmo tanto, vivremmo meglio e in pace, sia loro che noi . (v. “La pietà coi numeri e altre forme minori di pietà”).

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6 dicembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Roccuzzo “Mafia Capitale: in Germania sono persone, in Italia si specula sulle origini degli immigrati”

Carminati ha potuto agire per oltre 30 anni, dai tempi della strage di Bologna e dell’omicidio di Fausto e Iaio, prima di essere fermato dalle stesse forze che lo hanno fin qui favorito. I romani votano sindaco un ex estremista di destra, che si accompagna a tipi del genere. Invece di riflettere su ciò, la clamorosa e roboante operazione Mafia Capitale viene subito sfruttata come falso standard, per fare sembrare al confronto pulite forze che in realtà non sono lontane dal “mondo di mezzo”. Es. in questo articolo ci si ammonisce che siccome è stata fermata questa banda, non dobbiamo essere “razzisti” ma considerare gli immigrati come italiani; prendendo esempio, secondo l’autore, dai tedeschi. Mi sembra un discorso tirato per i capelli, nella logica e nel merito. Gli immigrati vengono fatti arrivare per abbassare il costo del lavoro e per altri fini di profitto, a danno del nostro popolo e dei popoli di provenienza, da poteri che hanno potuto disporre anche di terroristi neri e rossi. Ieri Visco, di BankItalia, ha commentato che la corruzione come quella di Carminati danneggia l’economia; ma non ha detto che la corruzione che obbliga lo Stato a piazzare i titoli di Stato sul mercato privato, opera anche di BankItalia, ha messo un paese florido, e il collo degli italiani, nel cappio degli strozzini. In Italia le retate di delinquenti “pulp” sono usate per creare consenso per i forbiti delinquenti istituzionali che prosperano vendendo il Paese.

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27 dicembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Padellaro “Natale di pietra”

La strumentalizzazione degli “ultimi” a favore delle classi privilegiate

“Qui, infatti, l’ipocrisia e il cinismo, o specularmente la cattiva coscienza e l’autoinganno, sono probabilmente le disposizioni strutturali in quanto queste classi sono tenute a riprodurre e a sviluppare costantemente le condizioni di un modo di vita privilegiato […] all’interno di un immaginario che si struttura – a differenza di quello delle élite precedenti – sulla negazione delle disuguaglianze che fondano quei privilegi. È, indubbiamente, tale dispositivo quello che spiega, fra l’altro, il ruolo insolito che gioca, nella buona coscienza delle classi privilegiate contemporanee, la compassione filantropica per “l’escluso”, che sia il senzatetto, l’immigrato clandestino, il giovane di periferia … Il fatto è che l’escluso, se gli si assegna il monopolio della sofferenza legittima, presenta un doppio vantaggio: innanzi tutto quello di appartenere a una categoria minoritaria per definizione (il che limita automaticamente il campo dell’ingiustizia e quindi quello della cattiva coscienza); poi, e soprattutto, quello di permettere con la sua stessa esistenza di spostare in un colpo solo l’insieme dei lavoratori ordinari, inseriti nel sistema di sfruttamento classico, dalla parte dei benestanti e dei privilegiati. “ (J.C. Michea. Il vicolo cieco dell’economia. Sull’impossibilità di sorpassare a sinistra il capitalismo).

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28 dicembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di Mammamondo “Immigrazione e razzismo, ecco chi siamo!”

In un libro di storia degli USA ho letto che l’esecuzione di Sacco e Vanzetti fu un segnale deliberato alla comunità italiana per “tenerla al suo posto”. Una politica di immigrazione per convenienza, quale quella USA di un secolo fa, può essere opportunisticamente associata a moti di ostilità verso i nuovi arrivati. Ma non mi pare sia il nostro caso. E’ scorretto equiparare al razzismo culturale la reazione fisiologica di rigetto a un trapianto culturale voluto da poteri economici. L’immigrazione globalista verso l’ltalia indebolisce il popolo italiano, abbassando i salari e le garanzie del lavoro e disgregando il tessuto sociale; senza risolvere i problemi dei Paesi di provenienza. Chi la impone o propugna è qualcosa di peggio che razzista, perché non gli importa né di chi viene immesso né di chi subisce l’immigrazione. E’ la puzza del denaro, quella che difende. Lo si potrebbe dire “babelista”, da un altro documento: “Il Signore disse: “Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l’inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l’uno la lingua dell’altro”. Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città. Per questo la si chiamò Babele, perché là il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra. “ (Genesi 11).

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15 aprile 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post “Libia, motovedetta Guardia costiera minacciata da scafisti con kalashnikov”

Un “casus belli” a doppio effetto, che fa sembrare patriottico sia l’andare a fare danno ai libici portandogli la guerra in casa a favore di interessi occidentali, sia il fare danno agli italiani continuando a riversare immigrati in quella che dovrebbe essere la nostra terra.

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15 febbraio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Papa Bergoglio ai nuovi cardinali: “Non isolatevi in una casta” “

Nell’Ancien Regime il clero era il “Primo Stato”. Parlando delle ambizioni dei preti dire “casta” è riduttivo. I preti pensano in grande. Il fare della Sicilia, da regione occupata dalla mafia, la “porta aperta all’Africa” suona come l’annuncio dell’avvicendamento di una piaga con un’altra. O della sovrapposizione di calamità. Forse dovrebbero chiedere ai siciliani, che hanno 2000 anni di storia come colonia, se vogliono fare la porta d’accesso per gli africani.

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3 marzo 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Tornago “Immigrazione, a Brescia manifesti Forza Nuova contro sindaco, prefetto e vescovo”

I fascisti dichiarati sono una benedizione per chi fascista lo è interiormente ma recita una diversa parte. E’ almeno dal 28 maggio 1974 che a Brescia la destra in camicia nera interviene per fare sembrare al confronto democratici e civili i clericali, i massoni, la “sinistra” atlantista e compagnia bella; aiutando così chi regge la città a praticare un fascismo travisato, al servizio non di nostalgie ideologiche ma dei grandi interessi che stanno distruggendo il Paese.

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Ma non è fascismo anche la sostituzione etnica? Non è fascismo un’immigrazione imposta e indiscriminata volta ad arricchire pochi mentre rovina un Paese? Forza Nuova, e la Lega, fanno sembrare “buoni” coloro che attaccano: secondo il solito copione, la ”sinistra” può gridare “fascisti” mentre serve le volontà antidemocratiche del liberismo. Manca un’opposizione autenticamente popolare e progressista all’immigrazione forzata.

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@ mema. Un extra comunitario che si occupava di accoglienza ad altri extracomunitari mi ha raccontato di come il ministero dell’interno retto da Maroni fosse generoso e disponibile. E’ vero che ci mostrano sceneggiate mentre lavorano sottobanco in direzione contraria. Tu dici di non curarsi se la porta è aperta perché il problema è più complesso. Penso che la prima cosa sarebbe rendersi conto della gravità di quanto accade, e della falsità e pericolosità dei messaggi e degli insegnamenti diffusi dagli interessi rappresentati dai tre soggetti dei manifesti. Nel frattempo sarebbe meglio rimettere la porta, antichissimo manufatto umano, sui suoi cardini, e usarla.

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3 maggio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Mascia “Migranti, dieci bufale che alimentano il razzismo – I”

“Gli scopritori, gli emigrati, gli avventurieri italiani, più o meno, furono costretti a rinunziar al proprio Paese per poter vivere, per poter operare, e finirono per dare ricchezza potenza e fama ad altri popoli.” (G. Prezzolini, 1948). Sì, accettiamolo questo paragone tra l’attuale immigrazione forzosa degli extracomunitari e la passata emigrazione forzosa degli italiani. Allora gli italiani furono cacciati dalla propria casa, impoverendo il Paese delle energie migliori; oggi gli italiani devono subire che la propria casa divenga luogo pubblico, terreno di transito o di accampamento per flussi indiscriminati. Il moto relativo è simile, e anche gli effetti negativi hanno aspetti in comune. Oggi come ieri, gli italiani sono sacrificati in funzione di grandi interessi economici. E’ vero: sfruttati e venduti allora, sfruttati e venduti oggi.

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6 maggio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Mascia “Migranti, dieci bufale che alimentano il razzismo – II”

L’argomento per il quale bisogna favorire l’immigrazione perché prima erano gli italiani ad emigrare è del genere “testa perdi tu croce vinco io”. Siccome prima (ma anche oggi) italiani venivano costretti a dover lasciare la propria terra, allora è giusto che oggi gli italiani subiscano l’occupazione forzosa della propria terra da parte di stranieri.

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21 giugno 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Casolari “Immigrazione: essere altruisti o egoisti?”

Colpisce che sia chi sta bene, alte cariche dello Stato, preti, opinionisti, privilegiati vari a predicare il dovere di fare spazio agli stranieri. Oggi anche Giorgio Armani, il milionario maestro del lusso e del superfluo, a un defilè ha esortato ad accogliere gli immigrati. Sono “i fissi”, coloro che i loro interessi se li sanno vedere bene, a fare gli “altruisti” sull’immigrazione forzosa. Lasciando ai fessi il ruolo di razzisti ignoranti, oltre che il danno.

Mente chi sostiene che sia dettata dall’etica e non dall’interesse dei potenti questa immigrazione forzosa, che deriva non da un sentimento di solidarietà ma da un calcolo cinico sulla nostra pelle e su quella delle popolazioni di provenienza. Un’altra mascalzonata che scompagina il nostro tessuto sociale mentre lascia indisturbato lo sfruttamento e l’abbandono del Terzo Mondo.

E’ falsa e artificiosa l’etichettatura “altruisti o egoisti”. Da un lato, ai “babilonisti” dell’immigrazione imposta non vanno riconosciuti meriti morali, ma gravi responsabilità. Dall’altro, le persone comuni non devono cadere nella trappola dei doppiogiochisti leghisti, e degli altri fascistoidi, accettando temi di sapore razzista; ma devono sostenere con principi di civiltà le loro ragioni e i loro diritti, che sono le ragioni e i diritti comuni a tutti gli oppressi, di entrambe le sponde del Mediterraneo.

@ Sonostufo54. “Ad agire coi cosidetti principi di civiltà” si ottiene che si resta umani, e non si diviene delle bestie, che è ciò che vogliono farci diventare, sia stipandoci come polli in batteria tra sconosciuti, sia aizzandoci gli uni contro gli altri.

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17 luglio 2015

Blog de il Fatto

Commento al post di F. Vespignani e E. Farneti “Crisi demografica: il contributo degli stranieri alla sopravvivenza del Paese – Seconda Parte”

Eppure, a giudicare dalle conclusioni arbitrarie e tendenziose che traggono dai dati, da noi certe madri sono sempre incinte …

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18 luglio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post “Migranti: il ‘clandestino’ come capro espiatorio di tutti i mali”

In effetti gli immigrati possono essere usati, dagli stessi che ce li stanno imponendo a forza, per deviare il malcontento su un capro espiatorio, e per ottenere consenso sollecitando gli istinti peggiori. Possono essere usati per creare e fomentare il disordine e la divisione; con i quali imperare, predicando beffardi dall’alto dei loro privilegi il “volemose bene”. Coloro che commettono questa violenza dell’immigrazione forzosa nei nostri confronti lo fanno per un calcolo a loro vantaggio, non per il bene degli africani e degli asiatici. Per loro possiamo andare in malora assieme, noi e i “poveri neri”. Chi comanda sta favorendo l’opposizione dei sobillatori di odio e dei fascisti; e non gli spiacerebbe forse, esperto com’è nell’uso dell’estremismo, un qualche gesto grave, per gridare al razzismo e ai pogrom e proseguire quindi rafforzato nel minare il tessuto sociale di un popolo pacifico. Motivi in più per contrastare questo disegno immorale, e farlo sempre con la massima civiltà.

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22 luglio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di V. Alessandro “Migranti: l’inconsistenza degli argomenti dei neorazzisti”

Mentre la Marina Militare italiana funziona al contrario, con le sue navi che come navi negriere sbarcano in Italia giovanotti in età da soldato a danno della popolazione, a ripetere l’accusa di razzismo verso chi si oppone si aggiunge Vittorio Alessandro. Contrammiraglio in pensione e presidente del Parco delle Cinque terre. Che dire. Il libro di A. Trizzino che illustra i tradimenti e i disastri dei capi della nostra MM durante l’ultima guerra si intitola “Navi e poltrone”.

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30 agosto 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco: “Le morti dei migranti sono crimini che offendono l’umanità” “

Verissimo che le morti dei migranti nei viaggi di entrata sono crimini contro l’umanità. E come tali andrebbero perseguiti. Ma la responsabilità di questi crimini non è delle popolazioni, come la nostra, alle quali l’immigrazione forzosa viene fatta subire. E’ dei poteri che impongono il travaso di masse di persone, e che, come al tempo delle navi negriere, non si curano di perdere nel viaggio parte della loro merce, che è sovrabbondante. Anzi, usano tali stragi per esercitare ricatti morali, applicando quello che potrebbe essere detto “l’argomento del negriero”: “se non collaborate allo sversamento di masse di stranieri nel vostro popolo siete responsabili della loro morte”.
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24 settembre 2015

Blog di Aldo Giannuli

Comment al post “L’esodo dei profughi e la vendetta della storia. Quando gli storici non fanno il loro mestiere.”

Nel 1963 la costruzione di una diga che bloccava la valle del Vajont diede luogo a un bacino artificiale. Ciò causò in breve tempo una frana di un fianco della valle, il monte “Toc” (che in dialetto locale vuol dire “marcio”). La frana precipitando nel bacino provocò una gigantesca ondata che piombò sui paesi sottostanti. Una catena di eventi descrivibile con le leggi della fisica. Analogamente, l’ondata dei profughi che si abbatte sull’Europa, provocata dalle guerre alimentate dall’Occidente, è spiegabile con le “leggi” della storia, ci spiega il professor Giannuli. Da un lato, è vero che abbiamo continuato a pensare al campionato di calcio, agli smartphone, e i più frivoli ai bisticci dei politici, mentre la potenza delle nostre nazioni veniva usata per seminare morte e distruzione in paesi lontani. Ma non si dovrebbero separare le responsabilità e dire qualcosina sugli ingegneri di questo disastro (e di quella che appare essere la sua pianificazione), anziché concludere “questo disastro lo abbiamo costruito noi” e ora ci “sta arrivando il conto” ?. Altrimenti va a finire che la colpa dei vari Vajont è dei cittadini dei vari Longarone che non sanno la fisica o la storia.
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4 ottobre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post “Lampedusa ricorda la strage di migranti del 2013. Mattarella: “La nostra coscienza s’interroghi sul dolore dei profughi”

La coscienza a spicchio

“La nostra coscienza continua a sentirsi interrogata dal dolore dei profughi”. La nostra coscienza dovrebbe sentirsi interrogata, ancora prima, dal dolore di coloro che tra i civili sono sopravvissuti ai bombardamenti imperialisti di ministri della difesa come lo stesso Mattarella; dal dolore dei tanti che restano nelle nazioni invase e sconvolte; dopo, dal dolore di quelli che vengono così scacciati dalle loro terre. E poi anche dal dolore dei comuni cittadini europei, e italiani, che vengono obbligati a ricevere l’ondata di profughi che gli stessi che ci fanno la predica hanno provocato; un’invasione che aumenterà ulteriormente la densità numerica della popolazione ma renderà il tessuto sociale ancora più rado e liso. La nostra coscienza non dovrebbe sentirsi interrogata dal “dolore” di chi viene qui a cercare fortuna, a nostro danno, approfittando delle porte spalancate dai politici su ordine dei poteri forti. La coscienza a spicchio, che ha percezione solo dello spicchio di dolore che fa comodo al padrone, è una coscienza addomesticata; una coscienza che quando non è bendata ha i paraocchi dell’animale da tiro; una coscienza serva anziché padrona.

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8 gennaio 2016

Blog de Il Fatto

Commento a post di F. Gervasoni “Pontoglio, cartelli anti islam nel “paese a cultura occidentale”. Prefetto chiede rimozione”

Se ad occuparsene sono prefettura e Digos di Brescia si può stare tranquilli. Come da ordini, ribadiranno, preservandoli da pericolose deviazioni, i termini della questione dell’immigrazione forzosa, che devono rimanere quelli della ipocrisia buonista contro l’ignoranza leghista.

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27 marzo 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Napoleoni “Terrorismo, Israele può insegnarci come proteggere gli obiettivi sensibili”

Non è che con questi attentati stanno “israelizzando” l’Europa, cioè stanno facendo dell’Europa una terra che condivida con Israele un grosso problema di sicurezza da nemici arabi?

Cristina Cappugi: Sono convinta che lei abbia centrato! Si riempie l’Europa di profughi di fede islamica e contemporaneamente si creano occasioni gravissime di odio verso di loro, tutto questo è pianificato

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11 aprile 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Terrorismo, Franco Roberti: “In carcere 500 minori a rischio Jihad. Garantire diritti o saremo come Belgio e Francia” “

Osservando il libero corso di reati istituzionali di stampo mafioso a favore di grandi intessi privati in giurisdizioni di direzioni distrettuali antimafia, questa metamorfosi della Procura antimafia in antiterrorismo islamico e in patrocinio degli interessi degli stranieri forzosamente immessi nel Paese rafforza l’impressione che l’antimafia serva non a debellare, ma a gestire minacce che vengono mantenute e alimentate apposta per meglio sfruttarci e tenerci sottomessi.

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9 maggio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Migranti, la Cei a Renzi: “Valutare i permessi di soggiorno umanitari: 40mila invisibili sfruttati in Italia” “

Aveva ragione Primo Levi: anche nella sventura ci sono i sommersi e i salvati. Ma quelli che il clero fa passare per sommersi sono in realtà i salvati, inoculati coattivamente nelle nostre società per un cinico disegno. I sommersi, assenti nei discorsi da piazzisti sulle asserite motivazioni “etiche” di queste deportazioni inverse, sono le moltitudini lasciate nei paesi di provenienza, a morire di fame, e di sfruttamento occidentale, o sotto le bombe. In questa etica appiccicaticcia gli esclusi, i dannati, divengono persone solo quando sono in movimento, “migranti”, e diretti qui. Chi resta fermo nelle sue terre o va nella direzione non desiderata non esiste. Così finiscono tra i sommersi anche gli italiani svantaggiati, che vengono ancor più messi ai margini per fare spazio a questa tratta delle popolazioni.

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29 maggio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di Ordine degli psicologi del Lazio – P. Stampa “Migranti, ‘Sindrome dell’assedio’: di chi abbiamo davvero paura?”

Ieri gli annegati dei barconi, prevedibili, per indurre a pietà. Oggi l’Ordine degli psicologi del Lazio che tramite il suo vicepresidente pubblicamente interpreta la contrarietà politica all’immigrazione forzosa come manifestazione di disturbi psicologici. In entrambi i casi, in un Paese serio dovrebbe intervenire la magistratura per verificare se non siano stati commessi reati e lesi i diritti dei cittadini. Comunque, è possibile interpretare in termini di distorsione psicologica anche questo entusiasmo per l’immigrazione forzosa. Ne “Io minimo “ C. Lasch spiega come sia “la confusione tra sé e non-sé – non “l’egoismo” – che distingue il fidanzamento di Narciso [con sé stesso]. L’Io minimo o narcisista è soprattutto un sé incerto dei suoi confini, che brama … di fondersi col resto del mondo in un’unione beata. “. Il narcisismo, disturbo della personalità conforme ai tempi, che facilita il successo mondano, spiega anche questa polarizzazione per la quale chi è in posizione di potere tende ad appoggiare l’immigrazione forzosa, mentre i danni di questa imposizione sono ben visibili a chi non vive nel privilegio.

@ Livio Sorros. Secondo un parere che porta la dicitura e il logo “Ordine psicologi Lazio – Ordine professionale”, chi teme conseguenze negative dell’immigrazione forzosa potrebbe essere classificato come psicologicamente squilibrato. Sarebbe pure un “difensore della razza” secondo un estimatore di tanta scienza, che lucidamente aggiunge che gli ”incroci” con gli africani eviteranno il pericolo di estinzione, anche culturale, della popolazione italiana. Sotto il fascismo alcuni scienziati – del genere di quelli che “si prostituiscono al potere e ne avallano tutte le abiezioni” (Pareto) – diedero un supporto “scientifico” alle leggi razziali, firmando il manifesto in “difesa della razza” con pseudo-teorie sulle “razze superiori “ e “inferiori”. Oggi un Ordine degli psicologi, ente pubblico posto sotto la vigilanza del ministero della giustizia, abborraccia impunemente una teoria “scientifica” sull’inferiorità psicologica di chi non è favorevole all’immigrazione forzosa.

@ Marochi. “Dimentichi” che i liberisti al potere vogliono frontiere chiuse per sé stessi e libero accesso per un paese debole come l’Italia. Debole anche perché vi si prostituiscono, magari sotto l’egida di una carica pubblica, quelli alla ricerca della ”doppia libidine”: servire il potere e apparire moralmente superiori. Come nel caso di chi accorre in soccorso alle politiche liberiste di immigrazione forzosa in Italia inventandosi argomenti pseudoumanitari e teorie pseudoscientifiche. E per di più intascando, meglio se senza fattura.

@ Livio Sorros. Chi autorizza lei e l’Ordine degli psicologi a dare dello xenofobo a chi è contrario all’immigrazione forzosa? Addirittura ponendo delle pseudodiagnosi professionali? Il ministro della giustizia Orlando, che dovrebbe vigilare sull’Ordine? E a paragonare ai difensori della razza chi si oppone a questi travasi di massa ? E’ lei che ha la coerenza di chi serve il potere, quella figura perenne che indifferentemente può appoggiare le leggi razziali di Mussolini come queste operazioni di liquefazione etnica. Senza uno straccio di argomento serio. Non le rispondo che tutti dobbiamo studiare; sia perché date le ridicolaggini che scrive non credo servirebbe; sia perché lei è già professore, di altra materia, nella quale contano la parlantina pronta, la noncuranza per il vero, un’assenza di remore nello spararle grosse sulla realtà materiale e sulle persone; mentre studiare e riflettere può essere controproducente.

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1 giugno 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Bagnoli “Migranti, da Mare Nostrum a Sophia (passando per il fallimento di Triton): così sono cambiate le missioni in mare”

Un tempo vi erano dei miserabili che mutilavano e storpiavano i bambini per renderli più efficaci come mendicanti, muovendo a pietà col loro aspetto. Ne “L’ opera da 3 soldi”, di Brecht, Geremia Delatore, che gestisce con la violenza il racket dei mendicanti, spiega a Sgranfigna l’arte di usare storie compassionevoli per “smuovere il buon cuore dei passanti”: “sfornito di mezzi e abbandonato a me stesso… come il rottame di una nave in balia del mare”. Il naufragio è un’immagine potente.

Quali che siano le vere cifre della contabilità di morte qui presentata, appare che questi annegamenti, per la maggior parte evitabili dalla stessa macchina organizzativa che va a prendere i migranti e ce li porta in casa, abbiano la stessa radice, servendo a dare una giustificazione morale all’immigrazione forzosa; così che degli assassini, dei corruttori di popoli, sembrino angeli misericordiosi, e chi li critica mostri di malvagità. A questo punto sarebbe meno criminale e meno ipocrita imbarcarli direttamente sui moli africani o pagare loro voli charter. L’ideale sarebbero missioni dove sono i politici e gli altri che ci stanno facendo questo ad essere imbarcati a Trapani e sbarcati in Cirenaica.

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10 luglio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Migranti, Francesco: “Il mio prossimo è anche chi ha fede e nazionalità diverse e che vogliono cacciare” “

Il prossimo non è solo chi è “prossimo”, cioè vicino, ma anche chi è distante. Questa è la copertura poetica. La realtà è che stanno facendo come il marito che picchia la moglie e fa il galante fuori.

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3 ottobre 2016

Blog  de Il Fatto

Commento al post di N. Carnimeo “Lampedusa, il ricordo della strage di migranti del 3 ottobre 2013: ‘La cittadinanza è universale’ “

Una farsa omicida. E’ palese che si vogliono trasferire masse di giovani africani in Italia. Se si facesse con ponti aerei o navali la violenza e il tradimento sarebbero pure palesi. Allora si inscena questo esodo con traversate in barcone, per coprire il servizio navetta della Marina militare. E si sfruttano i morti che ne conseguono per esercitare un ricatto morale. Le celebrazioni degli anniversari di naufragi, ora trasformati in “stragi”, servono a nascondere responsabilità e a inventare colpe da addossare agli italiani vittime di questa operazione; e ad apparire benefattori, quando derivano da un calcolo da negrieri. Se sono stragi, e in un certo senso lo sono, ne siete responsabili voi che gestite l’immigrazione forzosa, non noi. Smettetela di fare annegare la gente per procurarvi un alibi morale. E risparmiateci queste vostre squallide sviolinate e lezioni di umanità. Mostrate la verità, e portateli con trasporti regolari. Sarà meno infame di quello che state facendo.

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13 ottobre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Papa Francesco: “Non è cristiano chi difende Gesù e vuole cacciare i rifugiati. L’ipocrisia è il peccato più grave di tutti””

Da bambino, tanti anni fa, leggevo Famiglia Cristiana. Nelle prime pagine il direttore rispondeva a quesiti dei lettori. Mi colpì una sua risposta: “Nel Vangelo non c’è scritto di essere fessi”. Credo che nel Vangelo non ci sia scritto neppure di ascoltare chi ti vuole fare fesso in nome di Gesù.

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26 ottobre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di D: Marceddu “Gorino, il parroco: “Chi sono io per giudicare? Nessuno ha avvisato per tempo. Qui mancano i servizi””

Eh no. Comodo dissociarsi e atteggiarsi a mezzo difensore del gregge quando alla fine anche una popolazione molle come la nostra fa resistenza. Le solite doppiezze dei preti. I preti sono tra i principali promotori di questa invasione, e sono loro che anche sul territorio ne devono rispondere. E’ a loro, ai parroci come ai prelati, che si deve chiedere non un giudizio morale, ma conto e ragione degli sfaceli causati da questa manovra disumana travestita da atto umanitario.

@ Giovanni Cammarata. E’ lei che fa confusione tra il credere e non credere in Dio e le responsabilità umane di una questione terrena. Si può anche essere sinceri credenti e respingere gli inganni degli uomini con la tonaca. Lei si dice ateo, che sarebbe comunque irrilevante, ma mette di mezzo Dio nel difendere le evidenti complicità dei preti in un’operazione sporca. E’ un ateo SAM, “Sono Ateo Ma…” una frequente figura del marketing di questo pontificato.

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26 ottobre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Chiaramonte “Lettera agli abitanti di Gorino, con mia profonda vergogna”

Fare il tifo per l’immigrazione forzosa porta a un doppio vantaggio: servire il potere e allo stesso tempo apparire virtuosi e moralmente superiori. Paghi uno e prendi due. Un affare irresistibile al discount del pensiero unico liberista per quelli che non vogliono o non possono spendere molto.

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26 ottobre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Migranti, il Papa: “Chiusura non è soluzione ma favorisce traffici criminali. Tutti siamo chiamati ad accogliere” “

Le migrazioni sono un fenomeno storico non nuovo ricorda Bergoglio. Anche le inondazioni a scopo bellico, le invasioni, le occupazioni, non sono una novità. L’immigrazione forzosa fatta subire a un popolo – il nostro – probabilmente avrà dei precedenti, e forse un nome specifico. In Unione Sovietica di spostavano etnie e gruppi sociali a piacimento. Nulla di nuovo sotto il sole, inclusa la benedizione dei papi alla violenza e al sopruso.

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1 novembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di N. Carnimeo “Minori non accompagnati: un bimbo migrante sta per affogare, lo salviamo o no?”

Segnalo l’articolo “Non sono poveri e non scappano dalla guerra né dalla fame”, che riporta un’intervista ad Anna Bono, docente di storia e istituzioni dell’Africa all’Università di Torino. Su Appello al Popolo, 29 ott 2016. Stiamo importando imboscati, più che bisognosi.

Gli annegamenti sono prevenibili, visto che la breve traversata è gestita e monitorata coi mezzi dello Stato. Gli annegati, quelli veri e quelli inventati, sono usati per fare figurare l’immigrazione forzosa come una questione di soccorso a dei naufraghi. I magistrati su queste morti annunciate guardano dall’altra parte. Quello che possiamo fare per salvare bambini dall’annegamento è riconoscere che sono usati come scudi umani dai sostenitori di questa violenza degli sbarchi camuffata da atto umanitario. Vanno salvati togliendoli di mano a chi come l’articolista li solleva e li tiene sospesi fuori bordo per ricattarci e fare arrivare altri finti profughi da mantenere.

@Vlad Tepes. Non conosco l’autrice, e non ho nulla a che spartire con fondamentalisti e fascisti. Qualcosa sul merito di ciò che questa esperta scrive? Qualche autore di quelli che hanno la sua approvazione che dimostra che dice il falso, che “accogliamo” secondo un criterio etico-razionale, cioè accogliamo quelli che ne hanno più bisogno? La piramide dell’età con la divisione per sesso degli immigrati, della popolazione italiana, delle popolazioni di provenienza, delle popolazioni bisognose? Sono calunnie di fasci e di fanatici che vi sia un forte eccesso di giovanotti da discoteca e una scarsità di soggetti fragili, di anziani, malati, sfollati da bombardamenti? Comunque Bergoglio è al servizio di Soros. Posso provarlo, applicando il suo schema logico: Bergoglio porta i calzini; chi lavora per Soros in genere non va in giro senza calzini. Se ne deduce infallibilmente che Bergoglio è al servizio di Soros. Purtroppo la burbanza di quelli come lei non si limita a questo modo di ragionare, che si chiama fallacia del medio non distribuito.

 @Vlad Tepes. Sono io che devo rimostrare sotto casa di Soros? Ma vada lei a prendere istruzioni. Cavolata per cavolata, perché non organizzate un sistema di scambi: per ogni 5 gagà neri che manteniamo uno come lei viene proscritto in Africa, a sfogare lì il suo spirito samaritano. Mediamente non ci perderemmo nello scambio; forse il livello umano del Paese migliorerebbe. Certo immettere in quel continente martoriato quelli del suo stampo sarebbe una vera crudeltà nei confronti delle popolazioni stanziali. E di tutto l’ecosistema. Fiutata la sua presenza gli elefanti si metterebbero a barrire scuotendo il capo; grandi mandrie di gnu si darebbero alla fuga.

 @Vlad Tepes. La Rochefoucauld osservava come è curioso che i preti mentre predicano la povertà accumulano grandi ricchezze. Analogamente, molti di quelli che predicano l’immigrazione forzosa in nome di principi umanitari sono facili al disprezzo e all’insulto verso chi critica i piani che servono. Probabilmente i due paradossi sono collegati, riguardando le stesse figure, e la differenza tra ciò che dicono e ciò che vogliono. Ma in fondo la mancanza di rispetto per chi non riconosce la asserita superiorità di certe carità pelose copre una mancanza di rispetto – non sempre immotivata – per sé stessi.

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2 novembre 2016

Blog de il Fatto

Commento al post “Papa Francesco: “Migranti, l’Europa non si deve spaventare. Ma i governanti abbiano prudenza per integrare bene””

Gli italiani non dovrebbero spaventarsi, ma preoccuparsi, e opporsi, come fanno gli altri europei. E’ da incoscienti non preoccuparsi di questa inoculazione di disordine, discriminazioni, ingiustizie, tensioni. Sostenuta dal clero tramite la grottesca deformazione dei principi cristiani a favore del disegno liberista, che non vuole comunità forti di cittadini, ma una poltiglia di sradicati da manipolare. A proposito dell’avvicinamento ai luterani, si può dire che la chiesa oggi vende indulgenze alla degenerazione dello spirito capitalista.

2 novembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Migranti, Papa Francesco: “Europa non si spaventi. Disumano chiudere le porte””

E’ disumano ignorare i problemi dei popoli in difficoltà, derubarli, sfruttarli, bombardarli, fomentare guerre invece di aiutarli razionalmente in loco. Ma è pure scarsamente umano, è una caricatura ghignante della solidarietà, l’imporre porte aperte per masse di giovani bighelloni africani, spesso della classe media ci dicono gli esperti, lasciando nella disperazione chi dentro e fuori i confini ha veramente bisogno, e danneggiando le nostre strutture sociali, perché i vari potentati ne traggano profitto.

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7 novembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Politi “Migranti, la Chiesa può accogliere ma serve la Politica. Che latita”

L’affermazione che sarebbe la Chiesa ad “accogliere”, da “buon Samaritano” secondo Angelo Scola (CL…), ricorda quel tale che si presentò a casa di un conoscente sostenendo di avere fatto il voto di venire a mangiare gratis a casa sua per tre mesi, e di doverlo soddisfare avendo ricevuto la grazia implorata. Questa non è accoglienza, è introduzione forzosa di popolazioni straniere a vantaggio dei poteri parassitari e a danno del popolo.

8 novembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Migranti, don Vigorelli: “O siete di Salvini o siete cristiani”. Il segretario del Carroccio: “Episodio vergognoso””

Un falso dilemma gesuitico. Se non siete per la cinica operazione di darwinismo sociale camuffata da pietà cristiana dei preti, allora siete per le sparate fascistoidi – e a salve – della Lega. Sullo scaffale dei pensieri precotti del supermarket mediatico stanno solo questi due prodotti, entrambi tossici.

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13 novembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Papa Francesco: “Inaccettabile scartare le persone”. Oggi chiudono le porte sante”

“Non puoi mangiare l’arancia e buttare via la buccia. Un uomo non è un pezzo di frutta” (Willy, il mediocre e disperato protagonista di “Morte di un commesso viaggiatore”). Che sia “inaccettabile scartare le persone” lo sappiamo. Ce lo ricordano mentre praticano una eugenetica politica, importando a forza e favorendo determinati tipi di persona – non le più svantaggiate – non per bontà ma perché più adatti come sudditi rispetto ai loro affari. Trattando così interi popoli come se fossero vari cumuli di frutta di loro proprietà, da selezionare, scegliendo e scartando, per riempire le cassette come gli conviene.

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16 novembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Don Ciotti contro l’Europa: “I muri non risolvono i problemi. Investimenti si fanno nella direzione giusta””

E’ deludente sentire il celebre prete antimafia parlare per slogan, e anzi ripetere gli slogan di Renzi. Ora c’è l’opposizione ai muri; a certi muri ovviamente, non ai loro, che anzi vengono rafforzati. Non più frontiere nè confini. Ma una posizione così radicale non dovrebbe essere definita, spiegata e argomentata? Quando a lanciare slogan contro i muri sono i preti dalle loro posizioni blindate, insieme ai liberi muratori renziani, con le loro imbarazzanti pretese di superiorità, e a coloro che lucrano sull’immigrazione forzosa (inclusi i mafiosi, che su questo stanno con don Ciotti) mi viene in mente Ezechiele. Non il profeta ma Ezechiele lupo, quello dei tre porcellini, che pure avrebbe condannato come atto di egoismo e slealtà l’uso della muratura.

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30 dicembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Sfregola “Pranzo gratis per i poveri? Sì, solo se italiani. Quando la carità è nazionalista”

Pittore ti voglio parlare
Mentre dipingi un altare.

Tra tanti angioletti neri
Metti anche un angioletto bianco.

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27 gennaio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Corlazzoli “Giorno della Memoria, Auschwitz raccontata dai 18enni: “Quei muri sono come quelli che si vogliono alzare oggi” “

Un paragone che dà del nazista sterminatore a chi è contrario all’immigrazione forzosa. Non rispettando così neppure le vittime di quella tragedia. I muratori razzisti che allora eressero i muri dei ghetti e dei lager per segregare coloro che consideravano inferiori sono piuttosto simili ai muratori autorazzisti che oggi vogliono abbattere ciò che abbiamo costruito per trasformare la società in un’immensa tendopoli, sovrastata dai castelli dei signori.

@ Grazia Rove. La carta che gli resta da giocare è quella pretesca del tentare di suscitare ad ogni costo, senza andare per il sottile, un senso di colpa, per quanto infondato, che faccia presa almeno sulla parte più suggestionabile dell’uditorio; con accuse grottesche e spudorate verso chi non accetta l’assurdo di un travaso dall’Africa all’Italia.

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27 gennaio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Giorno della Memoria, Auschwitz raccontata dai 18enni: “Quei muri sono come quelli che si vogliono alzare oggi””

E’ vero, come notò anche Benedetto Croce, che c’è una continuità tra le falsità del fascismo e quelle della Repubblica, a parole opposta al fascismo. A un magistrato che nel dopoguerra presiedeva la corte del processo ai fascisti della banda Koch un imputato ricordò che durante il Ventennio il giudice usava portare la camicia nera sotto la toga. I caporali che servono gli ebrei oggi che gli ebrei sono potenti e da oppressi sono divenuti oppressori, che ci vendono ai poteri forti, che spacciano gli attacchi etnocidi al proprio popolo per atti di civiltà, sono i discendenti morali dei caporali che tradirono i nostri concittadini ebrei quando questi erano in una condizione di debolezza.

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3 aprile 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di N. Carnimeo “L’Amerigo Vespucci torna in mare e sfida l’Atlantico”

La Marina militare, dopo la tragedia nascosta della 2° Guerra mondiale, del venire sconfitta senza aver potuto combattere, dei suoi uomini e delle navi in fondo al Mediterraneo per il tradimento dei vertici* vive l’umiliazione dell’essere strumento di invasione del Paese con il servizio passeggeri dall’Africa mascherato da missione umanitaria. Consoliamoci con la signora del mare dal motto virile: “Non chi comincia ma quel che persevera”.

*Trizzino A. Navi e poltrone. 1966.

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29 aprile 2017

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Commento al post di G. Ruccia “Ong e migranti, l’ex giudice antimafia Di Lello: “Zuccaro? Battage pubblicitario fuori luogo sul niente””