29 aprile 2019
Blog de Il Fatto
Commento al post di L. Musolino “Mimmo Lucano, verso ’archiviazione giudice indagato per favoreggiamento: “Sono onorato di essergli amico”
Fa cascare le braccia vedere, e per di più in Calabria, l’arbitrio nella ridistribuzione di denaro, voluto dai poteri forti, aiutato e giustificato in termini etici da un magistrato. Sono convinto che in una società civile la decenza, la grigia, umile decenza precede la santità. La decenza, la semplice correttezza, l’equità elementare vengono prima, sono più importanti e utili, dell’eroismo, dei grandi gesti; lo “stato di eccezione” è spesso la giustificazione, l’alibi, per ingiustizie e ruberie. E’ lo sfarzo barocco che copre la pezzenteria. Lo penso anche sulla scorta del mobbing e stalking istituzionale- massonico- clericale, a favore degli stessi grandi interessi illeciti serviti dall’utile Lucano e da magistrati come questo, che devo aspettarmi quando sono costretto a recarmi nel lametino (Cz), la terra dei miei genitori. La Calabria, l’Italia, non si risolleveranno mai se non verrà riconosciuto questo ordine di priorità. L’anteporre la santità – o la presunta santità – l’eccezionale, alla regola, alla decenza, alla razionalità, equità, legalità accomuna disonesti e prevaricatori di vario abito; e, reato o meno, il sostenerlo da parte di un magistrato lo rende non idoneo alla carica, che non avrebbe dovuto essergli assegnata e che probabilmente ha ricevuto per intercessione di qualche divinità.
lele: in effetti il problema non è la ‘ndrangheta…ma il traffico (citazione).
@ lele: Benigni è bravo come comico, ed è un guru dell’arte di servire chi comanda fingendosi partigiani della giustizia. In effetti senza la ndrangheta e le altre mafie tante mascalzonate dei “perbene”, tanti servigi resi agli stessi burattinai che muovono anche i fili della mafia, tante omertà e viltà apparirebbero per quello che sono, e non ci sarebbero alibi per lasciarle indisturbate e favorirle. La mafia delle ndrine fa sembrare onesta la mafia del palazzo e del mondo legale. Fa comodo. “I magistrati si occupino piuttosto della mafia” lo ha detto Salvini su una indagine su un leghista, lo dicono i galoppini dei preti e dei poteri globalisti che esaltano Lucano, questo Robin Hood che lavora per lo sceriffo di Nottingham, e lo dicono chissà quanti imbroglioni di mezza tacca colti con le mani nel sacco.
fender 957: Se cominciaste a liberarvi dalla ‘ndrangheta sarebbe un bel passo avanti.
@ fender 957: Hai ragione. E la mafia andrebbe eliminata non solo per i suoi crimini diretti, ma anche per la sua funzione di standard negativo che favorisce l’altra mafia; da quella dello sfruttamento del Paese da parte dei poteri forti al clero e alle massonerie, al clientelismo dei politicanti locali, a quella dei micro-imbroglioni rappresentati come angelici al confronto della mafia dal candido sosia di Johnny Stecchino nel film di Benigni. La mafia e l’antimafia si sono composte in un sistema di potere integrato, che andrebbe scisso. Potremmo chiedere aiuto a Graziano “Cutro” Delrio, di Reggio Emilia. Per voi del Nord liberarsi dalla mafia non so se sarebbe un passo avanti. Poi come farebbero i lombardi a delinquere impunemente (ne conosco tanti), come farebbero i magistrati a chiudere gli occhi davanti a gravi attività illecite delle “aree produttive” con la scusa della sovrumana e inestirpabile risalita della linea della palma? La mafia è una montagna di m. che ha effetti fertilizzanti per altri generi di crimine.
Syrantex: Certo che mettere massoni e clericali nello stesso complotto….quando si fa l’insalata non si possono mettere ingredienti a caso.
@ Syrantex: Se si legge la storiografia sulla mafia e il terrorismo nell’Italia repubblicana si trovano Vaticano e massoneria alleati negli stessi sanguinosi complotti. E’ praticamente la norma. Alleanza che si riscontra anche, in Calabria o a Brescia, se si è testimoni di affari sporchi di alto bordo. Quando si fa l’anticomplottista è utile l’anacronismo, il fingere di essere ai tempi di Clemente XII, primo Settecento, o che vi sia la scomunica immediata per i prelati iscritti alle logge. Certo non dico che Bergoglio sia iscritto al Rotary. Mi correggo, è socio onorario del Rotary, e di quello di Buenos Aires, che sulla P2 e i suoi crimini deve avere concezioni parecchio misericordiose. Il Rotary era già stato rivalutato da papa Montini, di Brescia.
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28 giugno 2019
Blog de Il Fatto
Commento al post di Agenzia Vista Alexander Jakhnagiev “Ponte Morandi, un boato sordo e un lungo applauso: il momento dell’esplosione delle pile 10 e 11”
Un “lungo applauso” per la demolizione del relitto di un viadotto autostradale che è crollato per il malgoverno, uccidendo decine di persone, che avevano pagato un pedaggio per passarci sopra. Un applauso davanti a un caso esemplare degli sfaceli causati dall’arricchimento parassitario, a nostre spese e a nostro danno, come quello elargito ai concessionari delle autostrade. L’applauso facile è sintomatico di un’indole codarda e ruffianesca, e di scarso rispetto per sé stessi.
@ Antonella Genova. Credo che la radice di ovazioni per cose come la spettacolare esplosione controllata con la quale si sono abbattuti i reliquati di un fallimento criminale – o del precipitarsi a celebrare come eroi e angeli coloro che, pagati per questo, estraggono persone dalle macerie nello scenario pauroso di paesi sventrati da un terremoto – sia la stessa dalla quale cresce il cinismo miope dei cittadini che porta a ponti e case che crollano. Mentre i non-eventi, come ponti che non crollano e case che nei terremoti non uccidono chi le abita, richiedono cittadini che la solerzia la pratichino nel darsi governanti capaci e onesti – che non sono grandi meriti ma requisiti minimi – più che nello spellarsi le mani per esprimere speciale riconoscimento a chi svolge, facendo il proprio dovere, mesti compiti come lo spazzare via i cocci dopo che il disastro è stato lasciato accadere, i morti sono stati tumulati e il denaro dei cittadini è stato indebitamente intascato.
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3 gennaio 2020
Blog de Il Fatto
Commento al post “Cosenza, l’imprenditrice che ha fatto arrestare la prefetta: “Per me è stato fondamentale l’appello di Gratteri ai calabresi onesti” “
A Cosenza ora c’è il faraonico ponte di Calatrava; ma le strade, anche in centro, sono piene di buche e orlate da cumuli di spazzatura non raccolta. L’accoppiata di indecenza e splendore, diffusa in tutta Italia, è vivida al Sud. Anche in questo caso: nessuno prima ha osservato che fosse incongruo mandare in terra di ndrangheta un prefetto, Galeone, affiliato all’Ordine del Santo Sepolcro; quello col quale il funzionario di polizia Bruno Contrada teneva i suoi rapporti con la mafia; quello di Gelli e Marcinkus; citato nel recente libro “Gotha” sulla “massondrangheta”. A dire il vero io l’ho scritto, questa estate, su un foglio esposto nell’auto vandalizzata vicino Cosenza. Vandalismi che durano da anni, e infatti sono proseguiti e proseguono a Brescia, tra boicottaggi e mobbing di ogni genere. A me questa storia suona strana, oltre che per lo sfondapiedi al prefetto da una persona vicina al mondo delle mangiatoie prefettizie, perché vedo che lo Stato tramite le persone che lo rappresentano, a partire da quelle dirette dai prefetti, commette crimini non meno miserabili della “scarpetta” da 700 euro – ma più gravi – verso chi si oppone a quel malaffare di alto bordo del quale il prudente Gratteri ha spiegato che è meglio non occuparsi. Contro il male, la decenza costante e vigile è più efficace del bel gesto occasionale che delizia e illude il pubblico.
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22 aprile 2020
Blog de Il Fatto
Commento al post “Mattarella la nomina “Alfiere” a 9 anni: storia di Mavì Borrelli, che ha donato i suoi capelli ai malati”
9 anni. La maturità ideale per dei sudditi. Dare i propri capelli per farne parrucche per i pazienti sottoposti a cure oncologiche che sono dettate dall’interesse speculativo a danno dei malati (es. *). Partecipare ai soccorsi di un’acqua alta a Venezia avvenuta perché hanno fatto una mangiatoia dei sistemi di prevenzione. La pedagogia dell’ottimo senza il buono; della santità senza decenza. Ai giovani bisognerebbe insegnare che la decenza starà più in basso, ma viene prima della santità; e a diffidare degli eroismi sbandierati dai vari pulpiti. Spiegare come il culto della santità possa essere un trucco, di origine clericale, per calpestare la decenza con la scusa di superarla. Per agghindare l’infamia. Un segnare gol in fuorigioco. Celebrando eroismi dove non ha soddisfatto il livello di decenza, il potere assolve e celebra sé stesso.
Invece di fargli sognare la premiazione al Quirinale ai giovani – e ai grandi che con questi riti vengono infantilizzati – bisognerebbe fare leggere il racconto “I ragazzi di Cucarasi” di Gian Carlo Fusco; quello su ser Ciappelletto di Boccaccio; di Thenardier e Pontmercy ne I Miserabili; o “La farisea” di Mauriac, etc. E spiegare loro che la medaglia più importante, senza la quale le altre non contano e si è comunque disonorati, è quella invisibile, ma automatica, che si ottiene con la lealtà e gli altri doveri verso il prossimo e la società.
* Questioning Ethics of Costly Drugs for Metastatic Cancer. Medscape, 15 nov 2016.
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3 giugno 2020
Blog de il Fatto
Commento al post “Coronavirus, Mattarella premia i sacrifici dell’Italia in prima linea. I medici, l’addetta delle pulizie, la cassiera, il rider, l’autista del 118 e i volontari: la lista dei 57 nominati cavalieri al merito”
Queste celebrazioni mi trasmettono le stesse sensazioni che provai vedendo i festeggiamenti per la vittoria della Juventus dopo la strage dell’Heysel. In altre nazioni non distribuiscono a manciate croci di cavaliere, ma hanno avuto meno morti e non devono temere per la sopravvivenza economica. Sarebbe meglio avere meno battimano agli eroi e, soprattutto ai vertici, avere più persone che facciano semplicemente il loro dovere.
@ ronflo. Te ne parlerei, ma è meglio che tu non ti distragga e continui ad applaudire. Comunque c’è il mio sito, che mostra cosa faccio e perché ritengo che la facile e insistita celebrazione dello straordinario serva a coprire il non rispetto dei doveri base di lealtà, diligenza e onore nell’apparato statale.
@daco749. Ha ragione. Vari specialisti hanno commentato sulle manipolazioni che si possono commettere omettendo il dato autoptico in questa epidemia. Es. John Lee, professore di patologia: The distinction between dying ‘with’ Covid-19 and dying ‘due to’ Covid-19 is not just splitting hairs. Consider some examples: an 87-year-old woman with dementia in a nursing home; a 79-year-old man with metastatic bladder cancer; a 29-year-old man with leukaemia treated with chemotherapy; a 46-year-old woman with motor neurone disease for 2 years. All develop chest infections and die. All test positive for Covid-19. Yet all were vulnerable to death by chest infection from any infective cause (including the [common] flu).
Oltre a fornire dati epidemiologici non viziati autopsie adatte avrebbero permesso di acquisire conoscenze preziose per la cura della malattia da covid bona fide; e di identificare errori nel trattamento; inclusi effetti iatrogeni, così attribuiti invece al virus. Non eseguire autopsie è una forma di rinuncia e distruzione di informazioni fondamentali; che nella mia esperienza è segno di cattiva fede. E’ uno di quei lati oscuri dove è latitante insieme alle sbandierate “scienza” e “abnegazione” anche quel dovere standard che viene disprezzato con la scusa delle virtù superiori. Il culto assiduo dell’eroismo e della santità a cui ci hanno abituato copre vuoti di decenza e affidabilità; echeggia le processioni sacre in paesini infestati dalla mafia.
@ v. viana. Di sicuro esiste il minimo sotto il quale non scendere mai. Ed è questo il livello più importante, trascurato a favore del podio. “Uno Stato è fatto dai suoi governanti e dai suoi cittadini. Ognuno nella sua misura”. Io direi “una repubblica è fatta …”. I cittadini hanno doveri verso la propria comunità. Assolti quelli, se vogliono possono meritoriamente fare anche più che il proprio dovere. Questo in una repubblica. Dove si riconosce e si loda l’impegno straordinario che sia in aggiunta a quello ordinario. Non in sostituzione. Dove la decenza precede la santità. Invece la diseducazione antirepubblicana, propagata da tutti i pulpiti, insegna ai cittadini a battere le mani all’eroismo per trascurare il dovere. Quello dei governanti e quello loro. Coprendo così, sia con casi di eroismo autentico che con storie ritagliate in sacrestia, carenze e tradimenti. Parlavo prima delle mancate autopsie. E’ una situazione di distruzione di informazione simile (forse molto simile …), al lavaggio della piazza ordinato dalla Questura subito dopo la bomba in Piazza Loggia a Brescia nel 1974. Il responsabile venne promosso. Anche lì la retorica e l’autocelebrazione si sono sprecati, a danno del dovere. In entrambi i casi, Mattarella si è mostrato pronto a officiare. Con questo culto barocco dei santi finisce che chi viene meno al proprio dovere o addirittura impedisce ad alcuni di fare il proprio dovere, si mette a fare il maestro di morale.
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14 luglio 2020
Blog de Il Fatto
Commento al post “Coronavirus, Francia celebra il 14 luglio omaggiando medici, infermieri e operatori sanitari. E il governo aumenta il loro stipendio”
L’accostamento della medicina con la guerra, molto usato dalla propaganda commerciale medica, è fonte di inganno (es.*). Il Nobel Lederberg ha esortato a suo tempo ad abbandonare quella metafora della guerra tra microorganismi e uomo che oggi sta venendo usata da medici, politici e media per equivocare tra presenza del virus e patogenicità**.
Senza dubbio ci saranno alcuni medici altruisti, o perfino eroici, che emergono nelle calamità, siano esse vere, costruite o gonfiate. E’ però difficile credere che vi siano intere armate di medici pronti alla morte come la vecchia guardia di Napoleone. In questa operazione covid, che porterà a un ulteriore degrado della medicina come settore dell’economia guidato dal mercato a scapito dei valori di facciata***, e quindi a scapito della salute e del denaro del pubblico, i francesi oltre ad applaudire i camici bianchi come nuovi soldati farebbero bene a rileggersi ne I Miserabili di Victor Hugo l’equivoco che portò Pontmercy a credere che il perfido Thenardier, che a Waterloo depredava i cadaveri dei caduti, fosse un animo nobile al quale dovere eterna riconoscenza.
*Avoiding the breast cancer ‘warrior’ trap. The Cut. 12 ago 2014.
**What is a pathogen? Virulence, 2014. 5: 775.
***Monetized medicine: from the physical to the fiscal. Accounting, Organizations and Society,2005. 30: 249.
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9 dicembre 2020
Blog de Il Fatto
Commento al post di F.A. Grana “Rosario Livatino verso la beatificazione: Canicattì contro la traslazione del corpo ad Agrigento. “Nessuno lo tocchi””
Il solito eroismo senza decenza. La solita celebrazione del valore altrui a coprire l’indecenza propria. Il cattolicesimo porta ad accettare ingiustizia e oppressione sotto mentite spoglie. Questi riti, cerimonie, devozioni, collegamenti col sovrannaturale e con l’eterno, candele accese e giaculatorie, serviranno a fare accettare l’indecenza della permanenza della mafia, della sua elevazione a realtà ontologica ineliminabile, e del connesso uso da parte delle istituzioni della lotta alla mafia come alibi, legittimazione e diversivo per favorire gli stessi poteri forti che possono avvalersi sia dei mafiosi; che dei politici, magistrati e forze di polizia, tanto meglio se coi galloni dell’antimafia.
@ tamba84. In certi casi chi si vanta dei martiri che portavano il suo stesso abito sta più dalla parte degli uccisori. La sua immagine edulcorata del clero rispetto alla violenza e alla mafia in Sicilia mi ricorda le anziane figlie zitelle del Gattopardo, che veneravano sopra l’altare della cappella gentilizia il quadro di una giovane assai piacente, i capelli in grazioso disordine sulle spalle seminude, in espressione di trepida attesa, con in mano una lettera spiegazzata. Senza nessuno dei simboli che accompagnano l’immagine di Maria. Per le nobili signorine “Rappresenta la Madonna della Lettera. La Vergine è sul punto di consegnare la santa missiva ed invoca dal Figlio Divino la protezione sul popolo messinese; quella protezione che è stata gloriosamente concessa, come si è visto dai molti miracoli avvenuti in occasione del terremoto di due anni fa.”
Forse è uno dei motivi per i quali il mantovano cardinale di Palermo Ruffini incluse Lampedusa tra i tre grandi mali della Sicilia. Insieme ad altri passi, come la croce sulla cupola di San Pietro in alabastro spezzata con la mano dal principe mentre spiega a Chevalley la condizione irredimibile della Sicilia. O il commento che carbonari e monaci, rivali, fossero accomunati dal fanatismo e dall’essere avidi di potere, “cioè di ozio”.
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Brescia, 19 gennaio 2021
Ordine dei giornalisti della Lombardia
c/o Il Presidente
Dr Alessandro Galimberti
odgmi@pec.odg.mi.it
Centro Studi Rosario Livatino
Presidente Prof. Avv. Mauro Ronco
Vicepresidenti
Dr. Domenico Airoma, PM
Dr Alfredo Mantovano, giudice
Prof. Filippo Vari
info@centrostudilivatino.it
Il giornalismo embedded nell’operazione covid e il moral credentialing sulla mafia
Segnalo all’Ordine dei giornalisti della Lombardia il post “ Incentivi e ricatti ai cittadini per medicalizzarli ” nel mio sito menici60d15. E’ costituito da un mio commento all’articolo “L’appello di Papa Francesco per il vaccino: “È etico, io lo farò. In gioco la salute, ma anche la vita tua e degli altri. Inspiegabile il negazionismo suicida” di F.A. Grana, il Fatto online, 9 gennaio, 2021, e dalle risposte ad altri blogger. Il tutto è stato censurato in blocco dalla redazione del giornale. Non desidero che venga aperto un procedimento disciplinare, come quando nel 2013 segnalai all’ Ordine nazionale un caso simile sullo stesso giornale. Ricevetti due anni dopo comunicazione dall’Ordine giornalisti della Lombardia della archiviazione, con la motivazione che i commenti dei lettori, incluse le risposte a chi li attaccava, sono analoghe alle lettere al direttore, e quindi la loro pubblicazione è “risultato di una libera scelta editoriale”. La comunicazione arrivò insieme a una censura del mio Ordine, quello dei medici, su richiesta dei carabinieri per avere denunciato reati, e tramite la magistratura. In quello che ritengo un caso, miserabile, di eversione di Stato, i cui frutti si stanno avendo con l’operazione covid. Alla quale la Lombardia ha dato un contributo fondamentale ( Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale . Sito menici60d15)
Desidero solo lasciare documentazione del ruolo “embedded” dei giornalisti – qui insieme al ruolo del Vaticano – nel corso di questa manovra, che porterà tra le varie sventure anche probabilmente a ciò che prevedo nei commenti censurati, e che è in fase più avanzata in altri paesi.
L’elenco completo dei commenti censurati da il Fatto, inclusi diversi sul covid, è nel mio sito, pagina “ Commenti censurati da “Il Fatto” ”
Segnalo lo scritto censurato anche agli studiosi del Centro Studi Livatino, della cui esistenza ho saputo in occasione di un mio commento sulla beatificazione di Livatino (v. 9 dicembre 2020. Blog de Il Fatto. Commento al post di F.A. Grana “Rosario Livatino verso la beatificazione: Canicattì contro la traslazione del corpo ad Agrigento. “Nessuno lo tocchi””. Nella raccolta “ La decenza precede la santità ” sito menici60d15). Lo segnalo insieme al suggerimento che questa istituzione ponte tra magistratura e Vaticano consideri, nei suoi studi, il concetto di “moral credentialing”; con particolare riferimento alle posizioni antimafia, e a quelle di magistero morale:
“Recent studies lead to the paradoxical conclusion that the act of affirming one’s egalitarian or prosocial values and virtues might subsequently facilitate prejudiced or self-serving behavior, an
effect previously referred to as “moral credentialing.” (Brown RP et al. Moral credentialing and the rationalization of misconduct. Ethics Behav, 2011. 21: 1-12).
La lettura de “Il giudice ragazzino” mi turbò. E’ un bene che la sua figura venga ricordata. Insieme alle circostanze che hanno permesso l’omicidio, e che non avrebbero dovuto esserci. Né sono state eliminate eradicando al mafia: al contrario la mafia, utile anche come alibi, è stata elevata a entità ontologica fissa; a diavolo rispetto al quale presentarsi come paladini del Bene. Conoscendo magistratura e clero, la creazione della figura del magistrato-santo ha un suono beffardo e sinistro. In queste celebrazioni, come mostra il caso Montante ( Un certificato di decenza per le attività antimafia . Sito menici60d15), il credito morale che ne deriva può essere speso in atti che sul piano culturale e politico sono immorali o illeciti: o anche mafiosi, la cultura mafiosa essendo tutt’altro che limitata ai mafiosi di cosca. Un diavolo rispetto al quale la cultura clericale non è certo l’acqua santa.
Il credito morale creato sul valore altrui, un poco come stampare in proprio denaro, viene impiegato in atti che sono il terreno adatto alla crescita delle malapiante che si dice di combattere ( I professionisti della metamafia. Sito menici60d15). Come il favorire frodi e sfruttamenti tramite la medicina, fino a farsi promoter pubblicitari; il parteciparvi attivamente ( Quando è Pietro che si associa a Simon Mago . Sito menici60d15); e la censura e l’assassinio morale di persone comuni che opponendosi a questi crimini ammantati di ipocrisia rendono onore a Livatino naturalmente e senza forma , obbedendo, nella loro condizione, a valori simili col fare il proprio dovere. Così che ai loro occhi la continua ricerca di simboli, riti e declamazioni che non poggiano come dovrebbe essere su una buona normalità, appaiono il solito eroismo senza decenza; la solita ciliegina senza la torta, o posta a guarnire i peggiori materiali.
Distinti saluti
Francesco Pansera
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21 marzo 2021
Blog de Il Fatto
Commento al post “I sanitari italiani candidati al Nobel per la Pace: “Sono stati i primi a dover affrontare una gravissima emergenza sanitaria””
Avevamo un gigantesco lotto di eroi e non lo sapevamo. Giù il cappello davanti ai farmacisti e fisioterapisti. Oggi 21 aprile 2021 su Worldometer l’Italia risulta prima al mondo tra le grandi nazioni per tasso di mortalità covid dall’inizio della epidemia; la Norvegia è più giù, oltre la centesima posizione. La media su 7 giorni di morti giornalieri covid al 19 marzo 2021 riporta 383 per l’Italia; 1 (uno) per la Norvegia. Siamo inoltre seriamente candidati a essere il paese che farà il maggior tonfo, la preda più grassa, il posto dove le persone comuni più soffriranno le conseguenze delle misure imposte in nome della salute. La gestione dittatoriale, incoerente e irrazionale, che fa della scienza una farsa, centrata su asserite necessità mediche, è suicida, e il medagliato apparato sanitario la esegue senza fiatare. Ci prendono per i fondelli premiando di queste vittorie, giocando sulla circostanza culturale che in Italia si dà molto peso al bel gesto, vero o inventato poco importa, come se fosse un sostituto valido del risultato e della decenza, che invece si accetta manchino. Applaudendo ci si autoassolve anche dalla propria dabbenaggine e pavidità, dal farsi condurre docili e grati al macello. Così le celebrazioni di eroi e i discorsi roboanti sono un continuo; mentre manca la decenza, e insieme ad essa il senso del ridicolo e della gravità della situazione.
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10 aprile 2021
Blog de Il Fatto
Commento al post di A. Bellelli “Ormai i cittadini pensano di poter risolvere da soli il conflitto tra protezione e libertà”
Dopo Gratteri che prefa e condanna, Bellelli chiama *** chi vede un disegno politico e loda Agamben.
Agamben: “In questione è il disegno di un paradigma di governo la cui efficacia supera di gran lunga quella di tutte le forme che la storia dell’occidente abbia conosciuto. Se già, nel decadere di ideologie e fedi politiche, le ragioni di sicurezza avevano fatto accettare ai cittadini limitazioni delle libertà, la biosicurezza si è dimostrata capace di presentare l’assoluta cessazione di ogni attività politica e di ogni rapporto sociale come la massima forma di partecipazione civica. Si è così avuto il paradosso di organizzazioni di sinistra, tradizionalmente abituate a rivendicare diritti e denunciare violazioni della costituzione, accettare senza riserve limitazioni delle libertà decise con decreti ministeriali privi di ogni legalità e che nemmeno il fascismo aveva mai sognato di poter imporre” (abbreviato).
Bellelli attribuisce le misure repressive agli italiani, e dà del truffatore al truffato. E’ vero che “È evidente che gli italiani sono disposti a sacrificare praticamente tutto, le condizioni normali di vita, i rapporti sociali, il lavoro, perfino le amicizie, gli affetti e le convinzioni religiose e politiche al pericolo di ammalarsi. La nuda vita – e la paura di perderla – non è qualcosa che unisce gli uomini, ma li acceca e separa.” (Agamben). Fifoni, creduloni, passivi col potere, perdono sia la libertà che la sicurezza cadendo nella truffa della paura.
@ dicristo-carlo@libero.it. Lei centra il punto: la paura. Se ne parla poco, è poco elegante ammettere la sua morsa, ma è il fattore centrale e la chiave interpretativa di quanto stiamo vivendo. La paura, che ci fa regredire alla nuda vita (Agamben), alla sopravvivenza biologica esaltando la nostra dimensione animale, istintuale, bruta, e sopprimendo quella umana, che può salvare sé stessi e con sé stessi gli altri: la paura della quale occorre avere paura perché non fa ragionare anche quando sia giustificata. E qui, sul piano tecnico, inutile dirlo a chi ha paura, fa paura non l’asserito tremendo fenomeno biologico, ma chi manipolandolo lo rappresenta e virulenta a dismisura. E lo stampede della massa che segue questa follia collettiva, come ha fatto nel passato. La paura emessa dagli altoparlanti mediatici h24 come in un racconto distopico. La paura come “fonte del diritto” si è chiesto l’Ordine degli avvocati di Roma. La paura come metro della democrazia: politici vili hanno creato un corso dove lo stupido, il servile, il profittatore viene incoraggiato nell’errore e potenziato dalla legge, che invece minaccia chi un po’ ragiona e resiste agli appelli alla paura.
Sì, “Guai a quel popolo che ha bisogno di eroi”: quando gli eroi suppliscano alla decenza. Siamo messi male anche per la cultura clericale che esalta la “santità” e trascura la decenza. La decenza diffusa è più importante degli eroismi individuali, che vanno bene quando sono un di più rispetto ad essa, non un’eccezione tappabuchi.
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14 marzo 2022
Blog de Il Fatto
Commento al post di A. Marfella “Don Patriciello riceve oggi tanta solidarietà ma mai una risposta concreta”
Il brano di Sciascia mostra che la cattiva antimafia ha come marker il “moral grandstanding” che salta la decenza. Mattarella e c. partecipano alla pirotecnica imbelle. Mentre proclamano campagne di Russia napoleoniche (in realtà la guerra la fanno ai popoli ucraino e italiano, buttando olio sul fuoco e facendoci razziare con le sanzioni) non sono buoni a ridurre all’impotenza a Caivano qualche banda di delinquenti.
Ma l’ombra dei mafiosi da gabbione conferisce per contrasto un’aureola che è una mano santa per affari illeciti di finanza, clero, politici. Es. quelli della farmocrazia* che beneficiano sia della visione estremamente sghemba diffusa da istituzioni, media e figure come Patriciello sui pericoli per la salute della “Terra dei fuochi”**; sia delle firme e esternazioni di Mattarella sull’obbligo e il dovere di assumere in massa da sani farmaci improvvisati che si stanno mostrando sempre meno efficaci e sempre più nocivi per il singolo e la popolazione. Imposti, nella nazione della mafia, del manganello, dell’aspersorio e della loro alleanza, con la violenza santimoniosa; col sostegno della magistratura. Ora chiamata a fare luce sul petardo e su eventuali futuri crescendo che, camorristici o di altra provenienza, sono una provvidenza per interessi criminali promossi da chi occupa lo Stato, e protetti anche mediante sistemi camorristici.
* Pharmocracy. Duke U Press 2017.
**La post-camorra. Dai tagliagole alla chirurgia ingiustificata della tiroide.
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14 marzo 2022
Blog de Il Fatto
Commento al post di A. Marfella “Don Patriciello riceve oggi tanta solidarietà ma mai una risposta concreta”
Il brano di Sciascia mostra che la cattiva antimafia ha come marker il “moral grandstanding” che salta la decenza. Mattarella e c. partecipano alla pirotecnica imbelle. Mentre proclamano campagne di Russia napoleoniche (in realtà la guerra la fanno ai popoli ucraino e italiano, buttando olio sul fuoco e facendoci razziare con le sanzioni) non sono buoni a ridurre all’impotenza a Caivano qualche banda di delinquenti.
Ma l’ombra dei mafiosi da gabbione conferisce per contrasto un’aureola che è una mano santa per affari illeciti di finanza, clero, politici. Es. quelli della farmocrazia* che beneficiano sia della visione estremamente sghemba diffusa da istituzioni, media e figure come Patriciello sui pericoli per la salute della “Terra dei fuochi”**; sia delle firme e esternazioni di Mattarella sull’obbligo e il dovere di assumere in massa da sani farmaci improvvisati che si stanno mostrando sempre meno efficaci e sempre più nocivi per il singolo e la popolazione. Imposti, nella nazione della mafia, del manganello, dell’aspersorio e della loro alleanza, con la violenza santimoniosa; col sostegno della magistratura. Ora chiamata a fare luce sul petardo e su eventuali futuri crescendo che, camorristici o di altra provenienza, sono una provvidenza per interessi criminali promossi da chi occupa lo Stato, e protetti anche mediante sistemi camorristici.
* Pharmocracy. Duke U Press 2017.
**La post-camorra. Dai tagliagole alla chirurgia ingiustificata della tiroide.
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25 aprile 2022
Blog de Il Fatto
Commento al post “25 aprile, Mattarella: “Dopo l’invasione dell’Ucraina ho pensato a Bella ciao. Resistenza è opporsi all’invasore, con armi o senza””
A me invece la stigmatizzazione, la possibilità di lavorare tolta, le punizioni, per chi non si fa inoculare, specificità italiana, fanno pensare alle discriminazioni e ritorsioni verso chi non si diceva fascista. Il pronto obbedire agli USA accettando di divenire campo di battaglia economico nella guerra tra loro e la Russia, trascurando il primo dovere, quello di assicurare la sicurezza e la pace agli italiani; e gli accostamenti a sproposito tra chi fa sprofondare il proprio paese come Zelensky e il disperato tentativo dei nostri partigiani di redimerlo dopo l’8 settembre, fanno pensare al testo della sciagurata dichiarazione di guerra del 10 giugno 1941, con la folla esultante che gremiva Piazza Venezia. Il 25 aprile rileggo qualche passo delle Lettere dei condannati a morte della Resistenza. Ma le continue messe cantate, e retribuite, sull’eroismo di chi al contrario pagò suscitano in me paragoni tra quelli che si ingegnano di vestirsi da centurione davanti Colosseo per spillare soldi ai turisti e gli originali ai tempi dell’antica Roma. Mattarella e gli altri retori diseducano il popolo predicando l’eroismo senza decenza. Evocando immagini forti del passato e trascurando le meschinità odierne. Mentre andrebbe proclamato e ripetuto che l’eroismo non sostituisce la decenza; e che la decenza viene prima dell’eroismo.
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20 luglio 2022
Blog de Il Fatto
Commento al post di D. Mattiello “Giovanni Melillo dice parole sante: serve nuova collaborazione tra legislatore, magistrati e servizi”
Questo esponente dell’antimafia che sa stare al mondo loda le parole di contrizione di Melillo paragonandole a quelle di Gabrielli per il G8. Le cui “rose sono fiorite” con le schedature intimidatorie pro guerra autodistruttiva.
La celebre “falsificabilità” come criterio di scientificità dovrebbe essere trasposta all’ambito civile e politico: per chiamare democratica una istituzione è necessario che sia possibile riconoscere e dichiarare quando, tramite chi la rappresenta, non si comporta come tale. L’antimafia degli uomini di mondo – non a caso retta da un prete – si pone in una posizione di sacralità che scavalca questo criterio laico.
Idem per la magistratura. Se i suoi componenti – i “sacerdoti civili” secondo Andreotti – si comportano complessivamente, nell’espressione di Borsellino, da Giuda, impunemente, per fatti come Via D’Amelio, per poi risolvere chiedendo scusa, ammettendo qualche eccesso di vanità, 30 anni dopo, allora potranno anche continuare con le connivenze e collusioni, e perfino complicità. Come appare stia avvenendo ininterrottamente, e in particolare oggi al tempo del covid e di un’altra deviazione di rotta che sta venendo impressa al Paese dopo quella di 30 anni fa con gli interventi che inclusero, il 19 luglio 1992, l’esecuzione ostentata, con la scorta, di un magistrato che era marcatamente diverso dal magistrato medio. Tanto che evoca l’immagine di un apostolo fedele in mezzo a 11 Giuda.
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20 luglio 2022
Blog de Il Fatto
Commento al post di D. Mattiello “Giovanni Melillo dice parole sante: serve nuova collaborazione tra legislatore, magistrati e servizi”
Questo esponente dell’antimafia che sa stare al mondo loda le parole di contrizione di Melillo paragonandole a quelle di Gabrielli per il G8. Le cui “rose sono fiorite” con le schedature intimidatorie pro guerra autodistruttiva.
La celebre “falsificabilità” come criterio di scientificità dovrebbe essere trasposta all’ambito civile e politico: per chiamare democratica una istituzione è necessario che sia possibile riconoscere e dichiarare quando, tramite chi la rappresenta, non si comporta come tale. L’antimafia degli uomini di mondo – non a caso retta da un prete – si pone in una posizione di sacralità che scavalca questo criterio laico.
Idem per la magistratura. Se i suoi componenti – i “sacerdoti civili” secondo Andreotti – si comportano complessivamente, nell’espressione di Borsellino, da Giuda, impunemente, per fatti come Via D’Amelio, per poi risolvere chiedendo scusa, ammettendo qualche eccesso di vanità, 30 anni dopo, allora potranno anche continuare con le connivenze e collusioni, e perfino complicità. Come appare stia avvenendo ininterrottamente, e in particolare oggi al tempo del covid e di un’altra deviazione di rotta che sta venendo impressa al Paese dopo quella di 30 anni fa con gli interventi che inclusero, il 19 luglio 1992, l’esecuzione ostentata, con la scorta, di un magistrato che era marcatamente diverso dal magistrato medio. Tanto che evoca l’immagine di un apostolo fedele in mezzo a 11 Giuda.