In attesa di un’analisi serena e scevra da pregiudizi laicisti che riconsideri la possibilità che le statue della Madonna piangano, leggiamo su Il Fatto che padre Pio era animato da “una fortissima carica civica”; che lo portava a spendersi in un impegno generoso come può esserlo quello di chi ha le mani bucate. La fonte è un libro, “Da Pietrelcina. L’altro Padre Pio”. Il nome della casa editrice, “La Fontana di Siloe” è interessante.
La Piscina di Siloe è il luogo dove Gesù secondo il Vangelo diede la vista a un cieco dalla nascita. E’ simbolo della conversione al cattolicesimo. Tanto più dopo che Pitigrilli scrisse il libro “La piscina di Siloe” dove racconta la sua conversione. Cattolico ai tempi di De Gasperi e da vecchio, sotto il fascismo era stato ateo, vizioso e fatuo, e spia e delatore per l’Ovra. Fece arrestare tra gli altri Leone Ginzburg, Carlo Levi, Cesare Pavese, Giulio Einaudi. A Parigi Emilio Lussu gli disse: “togliti dai piedi, perché davanti a uno come te la pistola spara da sola”.
Pitigrilli viene portato a esempio edificante dai cattolici, e forse in futuro anche dai laici. Conviene ricordarsi di questa figura quando si legge la frase così frequente su questo blog, “sono ateo e anticlericale, però questo papa…”.
Si riconosce che la fame nel mondo sia dovuta in genere non alla assenza di alimenti, ma alla estrema povertà che impedisce di comprarli o di produrli. Il clero è ricco in maniera ingiustificata rispetto a quanto dà. Va classificato tra coloro che tolgono, impoveriscono e affamano. Anche se si mimetizza come amico e difensore degli affamati.
Quid prodest strepitus oris muto corde? A che serve lo strepito della voce, se il cuore tace? (S. Agostino).
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10 dicembre 2013
Blog de Il Fatto
Commento al post di G. Trinchella “Papa Francesco veda Philomena e aiuti le madri che cercano i figli”
“Bergoglio è il pontefice degli umili, dei poveri, dei malati”. Solo perché mostra segni esteriori, ingigantiti dai media, di uno spirito caritatevole? Se si vuole continuare a piangere dopo aver fatto una scorpacciata di lacrime con la storia del figlio che le suore strappano alla madre derelitta e poi vendono, va bene. Chiedete aiuto a Bergoglio per ricongiungere alle madri gli altri casi di figli venduti. Ma se si vuole che tragedie causate dagli abusi del clero non si ripetano bisogna tenere gli occhi asciutti, e chiedere giustizia a soggetti terzi e non alle stesse istituzioni responsabili; e soprattutto non abbandonarsi a questa soggezione, questa apertura di credito di tipo filiale a figure religiose, sulla base di esili impressioni che forse derivano da sceneggiature che sono più “pellicole” del film al quale vengono a forza collegate. Questa fiducia infantile è tra le cause degli abusi del clero sui quali poi, quando non restano nell’oscurità, si va a singhiozzare nella poltrona della sala cinematografica.
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@ marisa guidi. C’è il perdono rispetto a Dio o a sé stessi, un sentimento privato, interiore, che non è accessibile né verificabile dall’esterno; può derivare da forza o da debolezza, da un animo puro o da complicate alchimie mentali. Poi c’è il perdono predicato dai preti, e promosso dai loro scrivani. Un perdono dichiarato ed esibito, analogo, nelle conseguenze pratiche, alla concezione che porta i criminali a chiamare “infame” la vittima che non si attiene al codice dell’omertà e li denuncia. Li si può distinguere dalla chiassosità e dall’invadenza. Nel discorso pubblico, sul perdono interiore non c’è molto da dire. Invece, appena i preti intervengono su di un delitto commesso da qualche loro protetto, o da loro stessi, ecco che appare immancabile la questione del perdono dei colpevoli, talora infilata di straforo, talora ingombrante e querula, che disturba e intralcia la domanda di giustizia. Prevedibile come lo sbucare di Paolini dietro ai cronisti tv.
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@ Giovanna Trinchella Gentile Giovanna,
il cinema è un’arte affascinante, ma non dovrebbe aiutare a confondere apparenza e realtà. Alla speranza, una delle tre virtù che sarebbero teologali, viene attribuita una valenza esclusivamente positiva; può invece anche essere un veleno. Parafrasando un biologo dell’Ottocento a me sembra che vi sia troppa speranza e troppo poca carità. E che questo papa, e articoli come i suoi, vadano in questa direzione, creando una sceneggiatura ricca di di impressioni e arida nella sostanza.
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@ Giovanna Trinchella Gentile Giovanna
è la sua esortazione a invocare il papa contro i torti del clero sulla base di un film tratto da una storia vera che compie il passaggio dalla realtà all’apparenza. Sul suo consiglio di tacere sul papa per un anno prima di esprimere giudizi, le suggerisco di applicarlo. Sul dover tacere perché è stato nominato man of the year su Time, le segnalo il mio commento sul relativo articolo de Il Fatto.
Francesco
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11 dicembre 2013
Blog de Il Fatto
Commento al post “Papa Francesco è il personaggio dell’anno di Time: “E’ il pontefice della gente” “
Man of the year come altri “santi padri” (e anche diversi potenti poco raccomandabili). Si può trovare un altro precedente nell’intesa fin dagli anni ’40 tra Pio XII e Clara Booth Luce, poi ambasciatrice USA in Italia, moglie del proprietario di Time. Booth Luce era “fedele acccolito” (cit.) del papa; che ogni tanto doveva anzi frenarla: “sono cattolico anch’io”. A quel tempo Vaticano e USA si occupavano insieme, per il bene del gregge italico, di propaganda, e quando non bastava la carta stampata di operazioni come la strage di Portella. Ma è roba passata, che non c’entra nulla con l’oggi. Time, la rivista a maggior circolazione al mondo, non persegue gli interessi del potere a danno del popolo.
Dubitarne, considerare la notizia come propaganda della tirannia globalista contraria al nostro interesse, è sconveniente quasi quanto sostenere che le autorevolissime riviste Nature e Science sono tiranniche e a volte distorcono la scienza, e creano bolle mediatiche con trucchi di marketing, dando spazio ai temi che vogliono e sopprimendone altri importanti, permettendo agli autori delle ricerche che vogliono far passare per eccezionali di “prendere scorciatoie” che portano a frodi. E’ quanto ha appena affermato il premio Nobel per la medicina 2013 Scheckman. Ma sai che gliene importa di questo nichilismo distruttivo sulle fonti di informazione ai devoti di padre Pio; e al midcult italiano, che è tradizione considerare più intelligente e più libero della gente semplice.
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11 dicembre 2013
Blog de Il Fatto
Commento al post “Uk, Scientology ora è religione: sì a matrimoni e probabili sgravi fiscali”
Da noi Scientology è tenuta a bada dai preti, che comandano. A ognuno la sua croce.
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@ peterdem. Sì. Sono gironi di diverso livello. Per me, Scientology emana da subito un’aura sinistra, mentre il cattolicesimo può ammaliare. Da adolescente fui avvicinato per strada da una bella ragazza, che mi invitò ad andare in un centro lì vicino, di Scientology (che non conoscevo), a compilare un questionario di tipo psicologico. Il modulo con le risposte fu poi passato a un addetto, che dopo averlo letto mi fece alcune domande e poi mi disse in malo modo di andarmene, come se fossi io a voler truffare loro. Forse hanno valutato che da me non avrebbero ottenuto una lira, mentre avrebbero avuto un rompiscatole tetragono e sobillatore. Rimasi un po’ mortificato, ma oggi se ci ripenso non mi dispiace essere stato immediatamente scartato da Scientology. I preti sono più avvolgenti, sia nella cattura mentale che nella spoliazione materiale; ma non sono angioletti neanche loro. Anche loro possono portare nascosto sotto l’abito lo stiletto.
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@ peterdem. Scientology mostra in modo palmare i danni a cui può portare lo sfruttamento del senso religioso. Ma, a parte il fatto che a volte sono i preti che ti mettono nel mirino se hai qualcosa che è loro interesse toglierti, non sono sicuro che “dalla chiesa ti puoi allontanare” “quando ti pare”. La religione non è una semplice fandonia; è un poco come quei farmaci i cui sorprendenti effetti si spiegano con il fatto di natura che sulle cellule si trovano recettori specifici per essi, che rispondono ai farmaci attivando percorsi metabolici; che possono portare anche ad effetti psichici, come nel caso dell’oppio citato da Marx nel suo celebre paragone. Chi si è allontanato, venendo bollato come “apostata” o transfuga, insomma rinnegato, ha descritto la fatica che occorre. E’ da notare che i principali oppositori del reato di plagio sono i preti, che sul tema hanno la coda di paglia. Penso al contrario che andrebbero introdotte, erga omnes (incluso il furoreggiante “messianismo scientifico”) norme a protezione del senso religioso, inteso come la naturale recettività dell’individuo ai messaggi di tipo religioso o soteriologico, che consente uno sfruttamento a fini illeciti. Bisognerebbe cominciare dal non consentire ai minori i sacramenti (né la frequentazione di sette). Anche se, come mostra Scientology, non ci sono solo i cattolici. Bisognerebbe anche regolare i messaggi mediatici apparentemente “laici”, che nascondono la stimolazione di pulsioni religiose a fini di profitto.
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13 dicembre 2013
Blog de Il Fatto
Commento al post di A. Bellelli e M. Bella “Il Papa e Stamina: la cura percepita”
Credo che con le staminali il clero persegua, insieme ad interessi materiali (v. il vescovo Paglia) una forma di sincretismo con la scienza; qui tra la speranza di vita eterna nell’aldilà e la magia scientista che promette l’immortalità su questa terra con prodotti hi-tech. Un progetto che ha precedenti nelle teorie di un altro gesuita, Teilhard de Chardin, che furono stroncate da Monod e Medawar. Altri tempi. Oggi il prof Bellelli contemporaneamente predica il rigore scientifico e trova aspetti positivi nell’appoggio del papa a Stamina. “La speranza, anche se fallace, ha un valore” conclude. La speranza fallace ha un valore, per il paziente disperato; ma non è un valore. Non può essere negata a chi è disperato (mentre deve esserlo a chi, sano, viene illuso) ma resta una speranza truffaldina; una speranza “usurocratica”, ottenuta – tramite i poteri dello Stato – esaltandola sui media e sopprimendo le altre possibilità, anche quelle che avrebbero forse funzionato. Chi la crea quindi non va premiato, ma va fermato; né è lecito estendere la non negabilità dell’uso “terapeutico” su chi è disperato all’uso come strumento di induzione di una domanda di mercato nel pubblico generale. La via di uscita, contrariamente a quanto dice Bellelli, c’è; si trova in quei principi etici giudaico-cristiani che certo non si possono rammentare al papa. Es. il 7° comandamento. Ma che sembrano più irraggiungibili e utopici delle promesse messianiche di resurrezione dei tessuti.
F. Pansera
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@ Benedetto Toni. Se il paziente è rispetto alla speranza allo stadio nel quale si trova rispetto al dolore il malato terminale con metastasi ossee, anche se falsa la speranza non gli va negata, come per l’altro paziente la morfina (meglio se con un placebo). Ma dovrebbe trattarsi di una soluzione tampone: se tale speranza è fraudolenta , come ho scritto, andrebbe progressivamente smorzata fino a farla sparire dall’immaginario, eliminando il problema. Invece qui preti e scienziati, magistrati e imbonitori, dotti e ignoranti, guardie e ladri, politici e persone ingenue, stanno facendo a gara a portare combustibile a questo falò e farlo ardere vigoroso e a lungo, in modo da creare aspettative generali sulle staminali. I pazienti di Vannoni sono come ostaggi, usati strumentalmente a questo fine. Gli aspetti compassionevoli fanno da cavallo di Troia al disegno degli strozzini di creare la domanda per i futuri farmaci dell’immortalità.
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@ Teodoro Lascella. Se si applica il ragionamento del TAR, per il quale gli esperti non devono essere “prevenuti” contro una nuova proposta, allora più grossa uno la spara maggiore sarà il suo potere di ricusazione degli esperti. Il bello è che il paradosso è evitabile con un concetto che i giudici amministrativi padroneggiano: la “ricevibilità”. La pretesa di un esperto di marketing di curare con una terapia miracolosa e segreta dovrebbe essere respinta come irricevibile. Irricevibile sul piano etico, scientifico e giuridico.
In condizioni normali si valuterebbero inoltre eventuali profili psichiatrici o penali. Ma gli ordini di scuderia sono di fare ammuina sulle staminali, per radicare false speranze nel pubblico; sia sulle staminali di Nature che su quelle di Padre Pio. Il TAR si adegua, con una versione togata dell’ideologia scientista imposta dal liberismo: il futuro è una tabula rasa, e tutto vi è possibile grazie alla scienza; la scienza – purché accreditata dalle magistrature dello Stato – è il solo oracolo che può indicare se la guerra sarà vinta o persa; ciò che il mondo già conosce sugli uomini, e la scienza sulla natura, non conta; se non in forma parziale e distorta, quando conviene al papa o al re.
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@ Marco Bella. Oltre all’ovvia assistenza medica, sarebbe utile distinguere 4 ordini di problemi, da tenere separati nell’affrontarli, ponendo cura nel non confondere le categorie e invece comporle tra loro: a) La biologia della malattia; fino a evidenza contraria la possibilità di ricostituzione terapeutica di tessuto nervoso con “staminali”è fantasia. b) Il dolore morale e la paura del malato e dei familiari; li si sta sballottolando senza pietà; occorre che strillino, nel gigantesco spot sulle staminali. c) Sarebbe ora di riconoscere che vi è un gruppo di problemi derivanti dal fatto che nella odierna medicina commerciale vige il vae victis; come nella giungla, chi è ferito o debole diviene una preda, che viene attaccata fingendo di volerla aiutare; vi è cioè un problema di frode endemica, strutturale, che può provenire da insospettabili, e va affrontato esplicitamente. Le staminali hanno anche una dimensione criminologica; comprendendo questo le cose divengono più chiare. d) La protezione degli astanti, del pubblico, il vero obiettivo per il quale è stata inscenata questa sconcia farsa, che sta venendo indottrinato nel credere all’imminente venuta delle cellule magiche. I vari attori si dovrebbero restituire l’un altro i rispettivi cappelli, fare un passo indietro, restare nel proprio ambito, parlare e far parlare il meno possibile, e fare il proprio dovere. Tutto si sgonfierebbe. Ma questo implicherebbe una buona fede e una dirittura che posso testimoniare essere assenti.
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15 dicembre 2013
Blog de Il Fatto
Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco, primo Natale a San Pietro: “Mi danno del Marxista? Non sono offeso”
“Il capitalismo è lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo”. Il potere del clero è il contrario.
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@05ulm. “Monaci, preti e polli non furono mai satolli”. (Vox populi toscana).
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@ graffit. “Vedo stampelle ma non protesi”. Emile Zola sugli ex-voto a Lourdes.
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@ obiettivamente. Tipica risposta vagamente minatoria del cerretano cattolico disturbato nella sua attività di imbonitore.
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@ obiettivamente. E’ la madonna di Lourdes che fa miracoli a quelli con le stampelle (che possono fingere) ma non fa ricrescere gli arti. Questo voleva dire Zola scrivendo “vedo stampelle ma non protesi”. Speriamo che a te dia quello che ti manca.
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E perché dovrebbe offendersi (ammesso che sia vero)? E’ la conferma che abboccano; o meglio, che fingono di abboccare; che può contare su tanta gente di esile spina dorsale per la quale i propri interessi politici sono un tema noioso e pericoloso. Gente che non vuole opporsi al potere, ed è lieta di affidarsi a qualsiasi potente che dicendo “io sono per il popolo” per quanto improbabile come leader popolare gli dà l’alibi per evitare di interrogarsi e agire politicamente; e gli permette di continuare a interessarsi di cose personali che considera le sole importanti. O più gradevoli, come il calcio, la tv, la playstation etc.
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16 dicembre 2013
Blog de Il Fatto
Commento al post di R. Marchesi “Papa Francesco persona dell’anno: capace di rivoluzionare un secolo”
Non solo il capo di una delle maggiori forze di sfruttamento predica la giustizia sociale. Ma le altre forze capitalistiche invece di censurarlo pubblicizzano in maniera martellante la sua immagine “rivoluzionaria”. Ora abbiamo i comunisti “top-down”. E’ un interessante prodotto di marketing: insieme agli ovvi vantaggi per chi sfrutta di presentarsi come difensore degli sfruttati, permette a tanti di dirsi “per la giustizia sociale” e allo stesso tempo di leccare il potere.
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17 dicembre 2013
Blog de Il Fatto
Commento al post “Papa Francesco compie 77 anni e festeggia il compleanno con quattro clochard”
Auguri di cento di questi giorni. E anche che in futuro non ci siano clochard che abbiano bisogno del papa, e che il papa non abbia bisogno di esibire clochard.
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17 dicembre 2013
Blog de Il Fatto
Commento al post di B. Ballardini “Chiesa e marketing: Bergoglio verso il Concilio Vaticano 3.0?”
La chiesa è un po’ in crisi. Il suo messaggio appare anche all’uomo medio logoro e stantio; vi sono altri poteri forti che la guardano con ostilità, e guardano con appetito alle sue ricchezze; deve cambiare pelle. Nel farlo, può contare su “fondamentali” utili al marketing. La grande esperienza e abilità (la “propaganda” l’hanno inventata loro). La spregiudicatezza cinica da principe rinascimentale. Il compiacere sistematicamente i più forti. Il camaleontismo, che le permette di virare i colori a piacimento e in poco tempo. Soprattutto, la natura fortemente “consonante” del suo prodotto, che, se è una truffa, è una di quelle truffe che spesso il truffato accoglie con una passione non meno intensa della volontà del truffatore di rifilargliela.
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13 gennaio 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di G. Zaccariello “I preti contro discarica di Poiatica: ‘Cloaca nauseante. Noi preoccupati per la salute’ “
“Trasi munnizza e esci oru” diceva un mafioso del business dei rifiuti. Un business basato sul degrado, che attrae mafiosi, corrotti e cascame umano di vario genere. La concentrazione di monnezza fisica genera una concentrazione di monnezza umana. Lo smaltimento rifiuti non solo riceve, ma emette. Dai rifiuti può anche uscire cancro, per inquinamento. Ma possono uscire diagnosi di cancro anche attraverso allarmi basati sull’emotività, come quelli che qui lanciano i preti, e che vanno a favorire il business dei cancri taroccati, un florido business nel quale i preti hanno grossi interessi (v. “Ilva. Dal cancro nascosto al cancro inventato”).
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@ bandarus 05. L’articolo è reperibile su internet digitando il titolo. Queste sono questioni complesse, e il “ho detto tutto” sarebbe meglio lasciarlo a Peppino De Filippo.
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@ anton ruud. Sono questioni complesse, ma anche fraudolente. E che, come nelle frodi di strada, abbisognano, tra i vari compari, di gorilla che intimidiscano e screditino chi dice cose non gradite, che potrebbero mettere sull’avviso i polli. Nel gergo dei truffatori USA i dissuasori si dicono “Heavy”, o “Freddy”. Ne è un piccolo esempio il tuo commento, sguaiato, senza senso e vagamente minaccioso, che cerca di fare passare me per favorevole a una manifestazione del liberismo dissennato nel quale i preti inzuppano il pane; salvo vestire i panni dei salvatori, per lanciare nuove frodi a loro vantaggio, aggiornate ai tempi.
Come in tutte le truffe, si gioca sull’avidità del pollo; al quale va bene lo stile di vita consumistico, salvo saltare su quando i rifiuti gli arrivano al collo. Allora ascolta le voci più allarmistiche, reagendo come al solito di pancia, e cascando in nuovi seducenti imbrogli.
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@ mosquito. Sarebbe tanto se ci fosse un 5% della popolazione che si informa, studia e ragiona invece di farsi dire per cosa deve protestare dagli imbonitori con la tonaca o in borghese.
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22 dicembre 2013
Blog de Il Fatto
Commento al post “Papa Francesco, messaggio a Davos: “Ricchezza sia a servizio dell’umanità” “
Ricordo un titolo di Travaglio: “I ricchi che rubano”. Poi ci sono i ricchi che rubano e predicano la giustizia sociale.
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4 febbraio 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco, il messaggio quaresimale: “Disoccupazione è suicidio incipiente”
Il rapporto tra disoccupazione e clero ha alcune analogie con quello tra disoccupazione e mafia. Inclusa la pretesa di preti e mafiosi di essere considerati dei benefattori che vogliono bene al prossimo; purché questi se lo meriti. Entrambe le forze tendono a ordinare la società secondo loro criteri, parassitari e gerarchici, che sconvolgono quello che dovrebbe essere l’ordine sociale basato sulla giustizia e sulla solidarietà umana.
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4 febbraio 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco, in dieci mesi assegnati sei appalti per le riforme del Vaticano”
Si crede che il percorso della medicina sia dettato da considerazioni scientifiche ed etiche. Oggi in realtà a indicare la rotta sono in misura preponderante multinazionali di marketing come la PWC, alla quale il papa ha affidato l’ospedale pediatrico del Bambin Gesù. La PWC (180000 dipendenti e $31.5 mld di fatturato) ad es. ha propugnato e preme per l’alleggerimento delle prove scientifiche di sicurezza ed efficacia per i nuovi farmaci, e l’utilizzo della totalità dei pazienti come cavie (farmaci col triangolo nero), in modo da velocizzare sia l’immissione di nuovi prodotti sia il loro ricambio con altre novità, senza fine. La PWC sta lanciando la ”medicina personalizzata”, che ha calcolato produrrà un fatturato di oltre $450 mld nel 2015. La medicina personalizzata suona come una buona idea, e in parte lo sarebbe; ma in pratica significa segmentazione post hoc con conseguenti falsi risultati nella ricerca, e stimolazione dell’individualismo consumista nei pazienti, spinti così a fare shopping medico; per prodotti “su misura”, quindi più costosi. Ha analogie con la branca della teologia morale detta “casistica”, nella quale eccelsero i gesuiti. Fu un uomo di fede e di scienza, Pascal, a denunciare come la casistica distrugga i principi etici che dice di applicare. Preti e businessmen della City londinese, quando si tratta di fare profitti, anche sulle malattie dei bambini, adorano assieme lo stesso dio.
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6 febbraio 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post “Terra dei fuochi, il provvedimento è legge. Screening gratuito e utilizzo dell’esercito“
I rifiuti sono, dal punto di vista economico, ”autofertilizzanti”, come certi reattori nucleari: ciò che producono può a sua volta essere sfruttato. Sui rifiuti ci sono i business nei quali l’inquinamento è l’effetto. E quelli dove l’inquinamento, creato dai business precedenti, è la causa, cioè l’occasione per fare altri soldi: con le bonifiche; ma non solo. Anche con la medicalizzazione e la iatrogenesi. Non dice la verità, ma dice una cosa vera don Patriciello commentando ”E’ un punto di inizio, non di arrivo”. Non è una svolta, ma una prosecuzione su nuove basi.
Sono noti i danni alla salute provocati dal business del primo tipo, cioè da inquinamento. E’ molto meno noto che sono possibili anche danni alla salute provocati dal business del secondo tipo, mentre il potere mostra di voler soccorrere chi ha lasciato fosse esposto a sostanze tossiche. Davanti alla premurosa elargizione di screening gratuiti dopo decenni di libero inquinamento, gli abitanti della Terra dei fuochi dovrebbero stare attenti a non cascare dalla padella alla brace: dai danni alla salute da inquinamento a quelli da medicalizzazione. Vedi l’articolo “Ilva. Dal cancro nascosto al cancro inventato”, reperibile su internet. (Siti Appello al popolo e menici60d15).
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5 marzo 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post “Bergoglio: “Abusi su minori, Chiesa ha fatto tanto. Il Papa? Una persona normale”
Il papa della porta accanto. Solo che le tasse e le spese condominiali sul suo appartamento gliele paghiamo noi.
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22 marzo 2014
Blog de il Fatto
Commento al post “Papa Francesco contro i media: “Peccati grossi disinformazione e calunnia”
A quando una lectio magistralis di Wanna Marchi sull’etica del commercio? I media mentono e calunniano ad alto volume, ma i preti avvelenano i rapporti personali nell’ombra. Gli affari del clero prosperano anche grazie alla pratica sistematica della calunnia e della denigrazione verso chi è di ostacolo. Quanti danni ha fatto e fa “l’odio paziente e vigile dei mediocri” (Celine) che portano la tonaca? Dopo secoli di pratica, sono così versati nei venefici morali che li commettono anche su commissione, per conto terzi, non diversamente dai mafiosi. Un famoso giornalista disse che in alcune circostanze il silenzio è una bugia; è questo è un altro tratto che accomuna media e preti.
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27 marzo 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di F. A. Grana “Papa Francesco contro i corrotti alla Messa dei politici: “Più difficile che tornino a Dio”
Parafrasi. I poteri forti vogliono una ridistribuzione del bottino tra ladroni: vogliono ridimensionare in Italia lo sfruttamento parassitario dei cittadini da parte dei signorotti locali a favore dello sfruttamento parassitario dei cittadini da parte di banche, multinazionali, paesi egemoni etc. Noi preti prendiamo quindi un poco le distanze dallo sfruttamento di tipo democristiano, dei quali siamo stati animatori. Favoriamo l’arrivo del nuovo corso di sfruttamento; e la variazione degli assetti a scapito della mafia perdente, con la quale abbiamo fatto, e faremo, buoni affari. Usiamo inoltre i ladroni da mettere in minoranza come capro espiatorio per i nuovi ladrocini. Seguendo il ferreo precetto del mettersi dalla parte del più forte, e allo stesso tempo non volendo cancellare del tutto lo status quo, mandiamo al cane più debole il segnale che se vuole continuare a spolpare qualcosa deve mettersi al servizio dei cani più forti. Noi preti facciamo così in modo da continuare a rimanere a pieno titolo nella banda, e in modo che la nostra fetta di lasagna continui ad essere assicurata; invariata, e possibilmente accresciuta.
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27 marzo 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di M.Pillera “Papa Francesco, per i corrotti non c’è via d’uscita”
Esagerato. Basta che i capobastone locali si sottomettano all’impero, rubino un pò meno per sè e siano solerti nel reggere il sacco ai poteri forti, incluso il Vaticano, e tutto resterà come prima.
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28 marzo 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di A. Viola “Papa Francesco: ‘I politici corrotti non sono buoni cristiani’ ”
Affidarsi a una figura di autorità, e idolatrarla, perché pronuncia verità morali elementari che dovrebbero essere già presenti e ben ferme in interiore homine è segno di vuoto spirituale, ipocrisia e servilismo. Tanto più se chi dispensa concetti profondi e illuminanti come “i politici non devono essere corrotti” è a capo di un gruppo che è maestro nel praticare l’opposto di ciò che predica.
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@ valeria1967. Non dovremmo cercare alcun “superman” o “gigante buono” a cui affidarci. Ma solo dentro di noi un “soldato semplice” che sa qual è il suo dovere e cerca di farlo.
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4 aprile 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post “Incontro Renzi-Bergoglio, il Papa: “Io comunista? Amare i poveri è Vangelo”
Comunismo? Vangelo? Campare e prosperare alle spalle degli altri non è né comunista né evangelico. Ci vorrebbero meno paroloni e più decenza.
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9 aprile 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di M. Politi “Renzi, impari qualcosa dal Papa”
Neppure la dottrina cattolica prevede che si possa prendere il papa o chiunque altro come standard morale. Questa è papalatria. Un modo per sbarazzarsi dei princìpi di etica pubblica sostituendoli col poster di un papa alla mano. La via religiosa all’immoralità.
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19 aprile 2014
Commento agli auguri di Pasqua del vescovo di Brescia su Youtube
Ritenere falso che i morti tornino in vita non è più sufficiente. L’ateismo è divenuto polveroso quanto le dottrine che avversa. Non basta più non credere nella resurrezione dei corpi: occorre essere atei anche rispetto alla religione scientista, anch’essa strumento di prevaricazione, e non credere neppure alle promesse di resurrezione terrena degli organi con le staminali; miracolo hi-tech che oggi i preti hanno in catalogo accanto alla vita eterna tradizionale.
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10 maggio 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post ” Expo 2015, card. Parolin: “Corruzione male del mondo. Non abbassare la guardia” “
“Lotta alla corruzione” vuol dire “centralizzazione e legalizzazione della corruzione”. I piccoli feudatari, i tangentisti, i forchettoni, vanno ridimensionati, lasciando loro solo una ragionevole commissione. La corruzione, istituzionalizzata tramite lo Stato, deve andare principalmente a beneficio dei poteri forti come multinazionali, nazioni egemoni, banche, Vaticano. Il clero si unisce ai magistrati e alle forze di polizia in quest’opera di riforma della ripartizione dei territori e della spartizione degli utili tra gangster.
Come già fece con Tangentopoli, il pubblico applaude i “liberatori”, illudendosi che l’attacco alla mafia perdente andrà a suo vantaggio.
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13 maggio 2014
Blog de Il FattoCommento al post “Croce dedicata al Papa travolse e uccise ragazzo: 13 indagati da Procura di Brescia”
“Giovanni Paolo II a settembre è venuto a Brescia. Ha beatificato Tovini, un banchiere […]. Gli hanno fatto trovare uno spettacolare crocifisso ricurvo di una ventina di metri, con Cristo sospeso prono, quasi parallelo al terreno, incombente e precario. Aggiungere nuovi significati, o presunti significati, ad un simbolo come la croce? A me, spettatore esterno e marginale, ha ricordato la tendenza a piegare il religioso come più fa comodo, maltrattando ulteriormente Cristo e chi gli sta sotto.” (Brescia, 30 ottobre 1998. Lettera a un’amica suora).
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21 maggio 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di F. A. Grana “Cei, anche Ouellet contro Bagnasco: “Assemblea non sia gioco di fazioni”
Mi raccomando, dopo la sceneggiata della terribile lotta tra Renzi-Grillo-Berlusconi, goduta al modesto costo dell’andare a votare per uno dei contendenti, e così dare la vostra legittimazione, che renderà più agevole lo spennarvi, non mancate di credere a quest’altra appassionante storia di cappa e spada del duello tra curia vaticana buona e curia vaticana cattiva.
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23 maggio 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di E. D’Ospina “Terra dei fuochi: incontro con Don Maurizio Patriciello. La speranza che non si arrende mai”
“Incontrare don Maurizio Patriciello è un dono” secondo Elisa D’Ospina, che si presenta come “scrittrice”. Io ritengo che per molti bambini, per molti genitori, don Maurizio Patriciello sia una disgrazia, dati i messaggi che diffonde, parziali e ingannevoli, che favoriscono le speculazioni più basse sulla sofferenza e sulla paura, complice l’aura di santità diffusa intorno a lui dai vari turiferari. Vedi: Sos cancro dei bambini e sovradiagnosi. Ilva, dal cancro nascosto al cancro inventato. Reperibili su internet.
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@ Ilenia. Un tempo si faceva il galoppino ai democristiani, oggi direttamente ai preti. Reperibili su internet ci sono studi scientifici che mostrano milioni di casi di sovradiagnosi di cancro, dovute a fome di propaganda della malattia. E’ di queste ore la notizia che nel PIL verranno incluse anche attività illegali come traffico di droga e prostituzione. I benefici all’economia da diagnosi fraudolente di cancro, favorite dagli allarmi a senso unico ai quali lei inneggia, vi entreranno a pieno titolo.
Io segnalo a chi non si beve a occhi chiusi i raccontini delle spiegazioni ufficiali, a chi dubita che il potere che ha tollerato la camorra sia rinsavito, questo altro pericolo, che si facciano soldi sulla paura e a danno della salute dopo che si sono fatti soldi inquinando il territorio. Chi ritiene di non aver tempo da perdere ad ascoltare altre voci, ragionare e riflettere, si accomodi, segua il piffero dei don Patriciello e vada a fare la fila alla porta dei reparti di oncologia.
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27 maggio 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco: “La pedofilia è come le messe nere”. Tre vescovi sotto indagine”
“Un prete pedofilo è come un prete che celebri messe nere”. E un clero che non paga le sue tasse e le carica sulle spalle degli altri è come un clero che predica la fratellanza e si fa portare in risciò dai cittadini comuni.
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29 maggio 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di J. Piromallo “Trash-chic, il Papa snobba il ricevimento dei Legionari di Cristo e va dai francescani”
Il papa, in Israele, snobba il ricevimento dei Legionari di Cristo, altezzosi e chiacchierati, e va a mangiare a sorpresa dagli umili francescani. Rompendo il protocollo. Wow. A chi volesse rinunciare al piacere di bersi questo happy hour mediatico, per rimanere a gola asciutta ma sobrio, ricordo la storia di Enrico Zucca, un francescano i cui interessi, dal trafugamento della salma di Mussolini all’eversione nera, agli omicidi di Stato al caso Moro, mostrano che certi soggetti incardinati nell’ordine dei seguaci del Poverello di Assisi non hanno nulla da invidiare ai bellicosi correligionari sud-americani quanto a fascismo e partecipazione ai giochi oscuri del potere. (v. L’anello della Repubblica, S. Limiti. Il noto servizio, Giulio Andreotti e il caso Moro, A. Giannuli).
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@ Luca Castelli. Se avessi dovuto riportare, come fai tu, l’esperienza personale, avrei avuto difficoltà a trasmettere adeguatamente il senso di sfiducia e il giudizio negativo sui francescani coi quali ho avuto a che fare. Riporto fatti storici (recenti; a criticare i francescani ci pensò già Dante), citando autori che non dovresti vantarti di non conoscere. Mi rivolgo a quelli che sarebbero disposti a rinunciare a bersi le seducenti storielle sul clero virtuoso. Tu parli agli etilisti. Io esorto a non bere; tu a continuare ad ubriacarsi di queste pericolose frottole.
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1 giugno 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di M. Patriciello “Nascere uomini”
Si nasce uomini; dando ascolto a melopee come questa a poco a poco si diventa sudditi senza spina dorsale.
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6 giugno 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di D. Naso “Finale The Voice, suor Cristina trionfa. E ora Rai2 ha trovato uno show “mondiale”
La frivolezza costa cara. E’ un lusso che viene elargito mentre si negano le cose essenziali. Ora i preti somministrano anche questo veleno. Non guardate questi spettacoli vacui, che rendono servi; e non partecipate a queste feste di massa che rendono scemi. Don Milani, il rompic… che oggi i preti-star scimmiottano, aveva messo in guardia dalla frivolezza “regalata” dal potere: “Un ballo se è bello o brutto non importa, quello che impongono è quello che pigliate. Se fissano a New York che quest’anno ballate l’Aida, voi ballate l’Aida, se fissano che ballate la messa da morto, ballate la messa da morto.
La vostra libertà è di scegliere entro i limiti delle poche possibilità che vi danno, cioè di ballare un twist o un madison, ma non di ballare o pensare; non di ballare o regnare e essere padroni del vostro voto, del vostro pensiero; non di ballare oppure vincere discussioni; non di ballare o convincere le persone con cui parlate.
Purtroppo la mia previsione è che sarete pecore, che vi piegherete completamente alle usanze, che vi vestirete come vuole la moda, che passerete il tempo come vuole la moda. Ma mi dite che soddisfazione ci trovate ad accettare una situazione simile? Ribellatevi! Ne avete l’età: Studiate, pensate, chiedete consiglio a me, inventate qualcosa per sortire da questa triste situazione in cui siete e poter arrivare al punto di fare realmente, con una libera scelta vostra, le cose che vi par giusto fare.”
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@ votochivoglio. “Chiedete consiglio a me” lo diceva don Milani, non io. Lo riporto infatti tra virgolette. Lei è arrivato alla pensione senza sapere comprendere un semplice testo. Don Milani si rivolgeva ai giovani, e per loro riporto il suo pensiero. A lei, che ha risolto come dice, buon proseguimento. La sua soluzione è esistenzialmente rispettabile; ma credo che la disoccupazione giovanile sia a livelli record anche perché ci sono quelli come lei che si sono messi così comodi e papali che pensano di potere scrivere senza saper leggere.
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@ votochivoglio. Lei non deve giustificarsi per le sue scelte. Ma neppure esibire l’atteggiamento aggressivo da ignorante presuntuoso che, osservò Pasolini quando lei era giovane, è figlio proprio della sostituzione della cultura popolare con quella dei media. Esempio di tale cultura artificiale sono queste competizioni di “talenti” dove si celebra l’idea del successo facile. Un coro di sirene al quale i preti ora hanno aggiunto un’altra voce, con la tonaca, invece di mettere in guardia.
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11 giugno 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di F.A. Grana ” Papa Francesco: “Corrotti e fabbricanti di armi dovranno render conto a Dio”
Il considerare l’aldilà come una realtà, e una realtà omogenea alla vita terrena, dà luogo a paradossi che i furbi e i prepotenti non mancano di sfruttare. Sono rimaste storiche le parole del legato pontificio nella Crociata albigese, quando si pose il problema di distinguere tra catari e cattolici nello sterminare gli eretici: “Ammazzateli tutti, Dio riconoscerà i suoi”.
Su una vena meno feroce, combattere la corruzione spaventando i corrotti con il redde rationem nell’aldilà per ciò che commettono nell’aldiqua mi ricorda la storiella che circolava sul capostipite di una famiglia di successo della provincia italiana. Muore il babbo. Arriva un figlio, lo piange, e gli mette nelle tasche del vestito un milione di lire in banconote, come per rendergli più leggero il viaggio nell’Ade. Il secondo fratello fa lo stesso, lasciando nella bara contanti per lo stesso valore. Poi arriva lui, il futuro capostipite. Strilla, si dispera. Si mette a cercare nelle tasche interne della propria giacca. “Anch’io ti lascio un milione per le piccole spese” – dice tra i singhiozzi. “… ohibò, ho dimenticato il portafoglio. Fa lo stesso, ti lascio un assegno da 3 milioni e prendo i 2 milioni”.
L’aldilà è un titolo di credito. La nostra povera vita reale è in sudici contanti. E semmai la religiosità, un senso religioso della vita, deve pure essere in contanti. Pochi maledetti e subito. Non una cambiale emessa da soggetti di dubbia fede.
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20 giugno 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di E. Fierro “‘Ndrangheta, Papa Francesco nell’inferno dei boss dove fu ucciso il piccolo Cocò”
Non tutti i preti sono collusi, ma non è solo questione di preti “puliti” e “punciuti”. E’ la mentalità clericale che è contigua, che è affine, a quella mafiosa. E che pervade tutti gli ambiti della società. Il clero fa da legame, da collante, da ponte tra ciò che dovrebbe essere separato e distinto, e alimenta la mentalità e le pratiche che favoriscono anche l’osmosi tra crimine e Stato, crimine e resto della società. Così che in Calabria puoi ricevere messaggi di intimidazione da condannati per mafia e da gente in divisa che dice di combattere la mafia, da modesti dipendenti comunali di sindaci che si dicono antimafia e da preti, o religiosi, compiaciuti e gonfi come le vesciche che un tempo si vedevano nelle macellerie. Le belle parole, che i preti possono emettere “a fiumara in piena”, sono facciata. Sono “falsa politica”, avrebbe forse detto un candido prete di Oppido Mamertina che scrisse crudamente su queste cose, con lo pseudonimo di don Luca Asprea. A chi si affida ai preti nella lotta contro la mafia occorre ripetere quel detto meridionale: “ tu dall’ospedale vuoi la salute?”. Se non si è capaci di ergersi sulle proprie gambe contro l’oppressione, se ci si rivolge ai preti perché siano guida nella lotta a un male del quale essi sono uno dei principali fattori causali, si ha già perso. O forse si vuole solo collaborare alla festa antimafia per vedere di rimediarne qualche banconota, così come prima alcuni facevano per la festa del santo locale.
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@ Ale. Lei dice che quando un mafioso si presenta allo IOR con una valigetta di contanti ci sono problemi di incomunicabilità, così che il prete non capisce cosa mai vorrà quel signore, e occorre un intermediario, un facilitatore culturale, che spieghi? O che quando il capobastone locale e il vescovo decidono ciascuno per suo conto chi deve avere un lavoro e può mettere su famiglia e chi è bene che continui a stare “seduto” insorgono tra loro liti furibonde, con il vescovo che parla al mafioso come Fra’ Cristoforo a Don Rodrigo?
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@ Ale. Non è difficile trovare affinità mentali e umane tra coloro che si arricchiscono mediante privilegi. Se non sopporti la generalizzazione non sopporti il ragionamento razionale. Una delle mistificazioni dei preti, dei paglietta, dei politicanti è che la generalizzazione sia qualcosa di per sé negativo. Un fisico ha scritto “chi ha il dono della generalizzazione”. E’ un’operazione logica fondamentale, che non piace a coloro che sono disonesti fin dal linguaggio. Se ne può discutere la validità nei casi in cui è applicata, ma negarne a priori la liceità è disonesto. In una vignetta Altan mise alla berlina il refrain “non si può generalizzare”: “I ladri sono ladri” – “Lei non può criminalizzare così un’intera categoria”. Ho esordito dicendo che si sono eccezioni. Potrei citare casi di degni preti calabresi. Ma la mia generalizzazione è lecita. Il clero, in Calabria e non solo, appartiene a una classe che sovrasta quella delle persone comuni, come quelle dei politici e dei mafiosi. Classi che insieme sono dedite allo sfruttamento. Scagliarsi contro la generalizzazione è coltivare l’ignoranza per nascondere e preservare una realtà ingiusta. Una generalizzazione illecita è invece quella del clero che si fa bello dei pochi preti che hanno combattuto davvero la mafia, attribuendosi in massa la virtù delle eccezioni.
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@ Ale. E’ interessante quanto i preti denigrino l’operazione di generalizzazione, chiamandola come dici “ignoranza, superficialità, segno di mancanza di giudizio e di incapacità di distinguere il vero dal falso”. Forse perché rimanda al concetto di classe, sia sul piano logico che su quello politico e morale. Fra’ Tommaso Campanella, che amava la sua Calabria, identificò tre mali estremi in “Tirannide, sofismi e ipocrisia”. Questo diseducare al ragionamento razionale chiamando vizio ciò che può essere un pregio è un sofisma ipocrita al servizio della tirannide.
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@ Ale. Tu con la scusa dei limiti dell’induzione neghi che il clero, e i poteri ad esso alleati, possano essere valutati come classe. Non c’è una casta di preti, ci sono solo singoli casi, sostieni. Chi la pensa altrimenti sragiona, mi dici, e non è scientifico. Vallo a dire al Bambin Gesù, Ospedale Vaticano, che qualche giorno fa si è fatto incensare dai media per avere affermato di aver prodotto un nuovo miracoloso metodo per i trapianti di midollo osseo sulla base di un singolo studio preliminare. Non sei prete, ma con i tuoi sofismi contrari all’etica e alla logica parli come un molinista delle Provinciali di Pascal. In omaggio al papa gesuita, suppongo. Io non penso che chi dissemina tali idee false e capziose dovrebbe poter aprire e mantenere scuole, perché non formerà dei cittadini consapevoli, ma dei sudditi superstiziosi.
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@ Ale. Credo sia tu che stai costruendo un’epistemologia di comodo per evitare la verità elementare che non esistono solo individui, ma anche gruppi sociali, classi, caste, i cui componenti hanno interessi comuni e contrapposti a quegli degli altri gruppi. I preti costituiscono una classe (un tempo si diceva che sono “Il primo Stato”). Per es., il loro atteggiamento rispetto al fisco è molto più simile tra di loro che rispetto al resto della popolazione, date le esenzioni di cui godono; e dato il travaso di denaro dal popolo a loro che ne deriva. Tra parentesi, non ho ancora sentito di un singolo prete che non accetti questa prassi, di fare pagare alla gente comune le tasse sui beni immobili che gestisce.
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@ Ale. Studi filosofia, ma discuti peggio di un sacrestano. Pure in difesa del tuo papa devi usare la bugia, l’attacco personale, l’arrampicata sugli specchi? Tu sei di quei filosofi che dicono con San Tommaso “primum manducare” e poi si fermano a questo stadio preliminare (scusa la ricercata citazione, ma preferisco non esprimere in termini dialettali calabresi cosa penso degli interessati soccorritori della casta dei preti). Io non uso molto l’espressone “onestà intellettuale”, perché credo che chi è intellettualmente disonesto è disonesto tout court; tu vai d’accordo coi preti; “similes cum similibus contregantur” (scusa ancora la citazione).
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@ Ale. Errata corrige: “similes cum similibus congregantur” (a Brescia quelli come lei li chiamavano “congregot”). Buonasera.
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21 giugno 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di M. Politi “Bergoglio, il Papa che non vuole andare in vacanza”
Ricorda il culto per Mussolini. Era possibile vedere la luce del suo studio di Piazza Venezia accesa tutta la notte: il Duce lavora sempre, per il suo popolo. Intanto i funzionari dle partito si arricchivano e facevano la bella vita. Mussolini incaricava l’usciere di tenere la luce accesa e spegnerla all’alba. Malaparte, fascista ma irrispettoso della gerarchia, scrisse “Spunta il sole, canta il gallo, Mussolini monta a cavallo”; si fece un pochino di confino. Oggi, nel Paese nel quale “la mafia uccide solo d’estate” i fascisti di Stato, devoti del papa, si danno il cambio per continuare il lavoro senza rinunciare alle meritate ferie.
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21 giugno 2014
Blog de Il Fatto
Comnento al post di F.A. Grana “Papa Francesco oltre Wojtyla: per la prima volta un’esplicita scomunica ai mafiosi”
La ndrangheta è il frutto più velenoso di un albero velenoso. E’ la declinazione in ambito malavitoso di mentalità e comportamenti diffusi in tutti i settori della società. L’albero si conosce dai frutti, e questo albero ha anche robuste radici clericali, tra le sue varie radici. E’ comodo usare la mafia come standard negativo, come male assoluto, per sentirsi dalla parte del bene. E’ un poco fare come quegli industriali del Nord che alle riunioni di Confindustria invitano Albanese perché reciti Cetto La Qualunque, rispetto al quale si sentono degli imprenditori integri e illuminati. O un poco fare come i mafiosi stessi, che dopo che “qualcuno” ha bruciato la vigna si presentano al proprietario e gli offrono protezione, bollando con parole di fuoco gli “ignoti” danneggiatori (che in realtà hanno mandato loro).
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22 giugno 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di A. Roccuzzo “Mafie, il Papa che scomunica”
Non c’è solo la mafia. C’è anche la mezza mafia, cioè il malaffare di politici, amministratori, faccendieri, massoni, preti, magistrati, forze di polizia, etc. E paradossalmente questo prendere a parole le distanze dalla mafia, questo auto assegnarsi una patente di bontà e onestà, e distribuirla ai tanti soci, fungerà da salvacondotto per continuare con gli affari della mezza mafia meglio di prima.
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@ Peppe. Attribuendo intenzioni disoneste a tutti, si rischia di assolvere tutti, chi commette peccati veniali e grandi predatori. Le responsabilità vanno differenziate, in base ai comportamenti. E’ verissimo che tanti dei comuni cittadini partecipano, a volte in forma larvata, al malaffare. E che questa categoria viene trascurata, quando il suo peso è fondamentale. Io li chiamo “i lazzaroni”, come i popolani al servizio dei Borboni nella soppressione della rivoluzione del ’99. Sono una piaga nascosta. Purtroppo i successori del cardinale Ruffo di Calabria, e i loro confratelli padani, ne fanno largo impiego anche oggi. Questo è uno degli effetti più nefasti delle pratiche clientelari che accomunano la mentalità clericale e quella massonica.
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@ Peppe. E’ sbagliato dire es. che siccome tra i preti vi è una maggiore prevalenza di comportamenti pedofili rispetto alla popolazione generale, allora i preti sono tutti pedofili. Ma è sbagliato anche, come vorrebbero i preti, e come lei ripete, guardare solo all’individuo e non anche alla classe. Per esempio, i preti formano in massa una classe fiscalmente privilegiata: gran parte delle tasse sui loro beni grava sulle nostre spalle. Sotto questo aspetto i preti non stanno sulla nostra stessa barca; e quanto più si aggrava l’ingiustizia a nostro danno, tanto meglio staranno loro. I preti, come classe, hanno influito sulla storia del Paese; negativamente, pensano tanti. Alcuni parlano di educazione clericale a una cattiva religiosità, che ha portato a scusare l’arbitrio, il privilegio, la sopraffazione. Cattivi insegnamenti che hanno elevato a sistema questi mali, favorendo così la corruzione, e anche le mafie.
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29 giugno 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco torna dopo indisposizione. Battuta sulla tomba dei papi”
Il papa se ne approfitta perchè in Italia non dico di comunismo, che forse non è da rimpiangere, ma di ideali di giustizia sociale da tanti anni non c’è neppure l’odore. Il papa è comunista? E sono, come sostiene, i comunisti ad avere usurpato le posizioni dei cattolici? Chiedilo a loro : a quelli che dormono sul fondo del Rio della Plata.
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@ mauriziorosso. C’è tutta un’area antiutilitarista, che attinge a tradizioni diverse, e che a differenza del comunismo e del socialismo istituzionalizzati non condivide col capitalismo lo stesso immaginario. Non condivide la stessa utopia della salvezza tramite la continua crescita economica, che porta la “sinistra” ad essere una costola, o una fedele gregaria, o una quinta colonna, o una prostituta senza vergogna, del capitalismo stesso. Posizioni antiutilitariste che sono autenticamente critiche del liberismo, senza essere estremiste. Né sono posticce e strumentali al potere come il cattolicesimo progressista. Ma che, forse proprio per questa loro indipendenza, e questo carattere di alternativa autentica, sono soppresse e negate, anche con la stantìa recita di “destra contro sinistra”. Consiglio un piccolo grande libro: “Il vicolo cieco dell’economia”, di J. C. Michea.
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@ mauriziorosso. Ma perché dovresti deludermi dicendomi che hai letto il libro che segnalo a tutti gli interessati? Io a mia volta lo conosco per una recensione di Marino Badiale, che vi trova assonanze con la sua riflessione; ed esordisce con “E’ bello scoprire di non essere soli nell’universo”. Lo stesso sentimento che ho provato io, e che credo proverebbero tante persone animate da un sincero desiderio di una società più giusta, e disorientate o disgustate dal tradimento di coloro che hanno parlato in nome di quegli stessi ideali. Comunque anche Michea adotta alcune analisi e intuizioni marxiane. Lasch e Preve sono altri pensatori ai quali riferirsi volendo capire come mai la sinistra è un’ottima arma del capitalismo. Nel libro di Michea, tra gli altri pregi, concetti fondamentali sono concentrati in 100 pagine. Credo allora valga la pena scrollarsi di dosso le vecchie etichette, non cercare improbabili primogeniture e approfondire questi campi scarsamente frequentati, e che inaspettatamente mostrano orizzonti ampi e puliti che credevamo perduti.
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@ Harry Fotter. Non bisogna fingere di essere ciò che non si è, e che non si può essere. “Ama il prossimo tuo come te stesso” è un’esagerazione innaturale. Uno slogan che è servito e serve per fregarlo, il prossimo, e sotto il cui vessillo si sono commessi eccidi. Meglio la regola aurea “Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te”. Non una società basata sull’ “amore”, ideale ambiguo e ipocrita, ma una società basata sulla decenza nei rapporti tra persone.
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@ mauriziorosso. Fare dei sentimenti di amore e fratellanza valori politici non ha funzionato, ed è stato controproducente. Non che volersi bene debba essere vietato o deprecato, ma non basta. I motivi del fallimenti li esponi tu stesso, citando Gesù, che parla di “prossimo”, non di tutti gli uomini. Il prossimo sono “quelli che conosco”, dici. E’ vero; funzioniamo così, ma ciò contrasta, retorica a parte, con la possibilità di giustizia sociale. Amiamo il prossimo, chi conosciamo; e con chi non soddisfa questo criterio? Ricordo in USA una breve chiacchierata con uno sconosciuto italo-americano che veniva da Palermo. Portava al collo, appesa a una catena d’oro, una piastrina d’oro con la silhouette della Sicilia. In corrispondenza di Palermo c’era un diamante. “Peccato che in Sicilia, una terra magnifica, ci sia la mafia” – dissi. “Dipende” – mi rispose –“ se ti conoscono non ci sono problemi. Se non ti conoscono può essere diverso”.
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@ mauriziorosso. Come tutte le tecniche di controllo ideologico, anche i sermoni dei preti parlano più alle viscere che alla testa, e scambiano la dimensione privata con quella politica. E’ vero che proviamo sentimenti principalmente per quelli coi quali veniamo in contatto diretto. Ma non mi pare una buona base per definire l’etica pubblica. C’è il volto dell’altro, ma c’è anche l’altro senza volto. Esiste anche un naturale sentimento di solidarietà umana, di rispetto per gli altri esseri, di rispetto per sé stessi nel riconoscere gli altri come parte di un tutto comune, che andrebbe valorizzato. Oggi viene soppresso, e si diseducano le persone, facendo loro credere che al di fuori della propria sfera fare la carogna sia naturale e necessario. E anche qui i clericali, dai ciellini lombardi ai mafiosetti calabresi ai mestatori romani, strappano di mano la bandiera ai dilettanti, mostrando in effetti di meritare di essere loro gli alfieri della furfanteria, dietro a chiacchiere come queste sul clero che starebbe dalla parte degli sfruttati.
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30 giugno 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di F. A. Grana ‘ ” Arcivescovo di Reggio al Papa: “Abolire i padrini per ostacolare la ‘ndrangheta” ‘
La proposta mostra quanta serietà ci sia negli intenti antimafia del clero calabrese. Si dovrebbe piuttosto abolire il battesimo dei minori, e permettere solo ai maggiorenni di decidere se affiliarsi o meno alla Chiesa cattolica, o ad altre religioni. Oltre che tutelare i diritti del minore e della persona, questo potrebbe avere anche un effetto benefico contro la mentalità chiesastica, che è l’anticamera della mentalità mafiosa.
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@ Ale. Molto probabilmente, sono praticamente nulle le responsabilità del clero calabrese riguardo alla criminalità organizzata della Papuasia. Quelle sulla ndrangheta invece non sono affatto trascurabili. Senza l’influenza culturale e politica del clero la criminalità organizzata ci sarebbe comunque; ma il suo peso sarebbe ridotto, perchè in Calabria, e in Italia, vi sarebbe una maggiore separazione tra i criminali e il resto della società.
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5 luglio 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di F. A. Grana ‘Papa Francesco: “Non portare il pane a casa toglie la dignità” ‘
Anche il papa, come altri potenti, usa l’espressione che sentiamo ripetere tante volte “mettere al centro”: mettere al centro l’uomo, o la sua dignità. “Mettere il paziente al centro”. L’interpretazione dell’espressione, visto che quelli che la usano più che altro “mettono in mezzo” le persone, si può ribaltare: in effetti ciò che fanno i potenti è mettere l’uomo al centro nel senso di metterlo a metà di un percorso. L’uomo dovrebbe essere messo non “al centro”, ma all’inizio e alla fine di qualsiasi operazione sociale. All’inizio, perché è lui il movente, e alla fine per verificare se il fine umano per il quale si era partiti è stato ottenuto. Se l’alfa e l’omega sono invece la divinità, o per i liberisti l’economia, l’uomo diviene un passaggio intermedio, un mezzo, e può essere strumentalizzato da quelli che dicono di parlare e agire in nome di queste entità superiori.
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@ Graffit. Oltre allo “Uno e Trino” ci sarebbe una specie di groviglio teologico “uomo-Dio”, per il quale non si può dire che l’uomo viene mortificato, però alla fine sempre sotto deve stare? I cristiani a quanto dici si ritengono esentati dal loro Dio dal sottostare al principio logico fondamentale di non contraddizione, e dall’esprimere la loro dottrina in termini comprensibili. Privatamente potete pensarla come volete; e magari mostrare coi fatti che il vostro credo non sfrutta il senso religioso per impostare una gerarchia di privilegi, ma rispetta l’uomo, e concorre positivamente alla sua tutela. In ogni caso, nella sfera pubblica a nessun dio dovrebbe essere permesso di ergersi al di sopra dell’uomo per procura, tramite suoi asseriti ministri. Neppure al Dio eretto da cristiani che come te ci mettono 4 righe a passare dal cantare l’infinita potenza di Dio a parole di commiserazione e disprezzo per l’uomo; dallo “umanesimo integrale” al concludere, in soldoni, “voi nun siete un c…”.
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10 luglio 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post ‘ Oppido, il maresciallo: “La ‘ndrangheta forma odiosa di sopraffazione” ‘
@ Annamaria Zerbi. Presumo che sia andata così, per 2 ragioni. Da un lato, il fatto, subito ripreso dai media, che sarebbe potuto accadere da quando è in vigore questo asserito “inchino”, segue di pochi giorni l’intervento del papa sulla mafia, ed è stato seguito dall’intervento del vescovo, che ha sospeso le processioni. Come ho scritto, anche il clero ora si rifà una verginità e si dà un alibi sfruttando la mitologia per la quale la casa dove abita il Male sono i paesini calabresi, così come la casa degli dei greci era il Monte Olimpo; in modo da distogliere l’attenzione dai suoi lati bui, o inferi.
Inoltre, da molti anni ho modo di toccare con mano come i CC si danno la briga, evidentemente perché così ordinati, di commettere atti che non vanno nella direzione della lotta al crimine, ma in quella della protezione di interessi forti, interessi così potenti che possono avvalersi ora della mafia ora dello Stato. In Calabria vedo come a volte non sia possibile distinguere, per chi è inviso a tali interessi, tra atti intimidatori di CC e di forze dello Stato collegate, dei massoni e dei mafiosi. Per esempio, vorrei sapere da dove è partita l’inquietante email, a firma di un condannato per ndrangheta, che mi è arrivata nei minuti intercorsi tra quando ho postato il primo commento su questo episodio e la sua pubblicazione. Commento dove ho scritto che la mafia è una montagna di m…, come diceva Impastato, che viene messa in evidenza per coprire le montagne di m… delle istituzioni.
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14 luglio 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post ‘ Oppido, don Rustico: :”Non capisco la Dda. Arresti non servono. Così si criminalizza” ‘
Ma non vi pare costruita questa commedia? Col prete che fa di tutto per farsi dare del mafioso, che si erge a contraddire il papa, il vescovo, l’opinione pubblica, le autorità, su una cosa come la mafia? E’ più probabile che il prete stia facendo da spalla. Come in un programma Mediaset. Se i mafiosi causano interazioni “mafiogene” con la popolazione, che li si tolga dalla loro sfera di influenza antropologica: che non siano permessi arresti domiciliari nel loro paese di origine, ma solo altrove; che le famiglie mafiose siano tolte dai loro paesi e disperse, separandone i componenti in luoghi diversi. Ma lo scarmazzo inconcludente sulla mafia è metamafia, è mafia sulla mafia. Conviene al potere, e anche ai preti, accentrare l’attenzione sulla mafia: per far dimenticare, e per fare accettare, che la maggior parte degli italiani il pizzo lo paga non ai mafiosi come quelli dell'”inchino”, ma, attraverso lo Stato, ai poteri forti (incluso il clero); e che da questi, prima che dalla mafia, subisce soprusi, angherie, perdita di diritti, ingiustizie. Poteri che del resto all’occorrenza possono servirsi per i lavori sporchi di quei mafiosi che a parole condannano. Ora preferiscono usarli come alibi, diversivo e spauracchio, per tenere sottomessa la popolazione: un uso mafioso della lotta alla mafia. Pensare che i mali d’Italia provengano dai 5000 abitanti di Oppido Mamertina, o dai 500 di San Procopio, è da stupidi e da vigliacchi.
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28 luglio 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di F. A. Grana “Papa Francesco a Caserta, bestemmie in diretta su emittente dei vescovi Tv 2000”
I preti cercano costantemente di mettersi in una posizione di superiorità morale senza averla realmente meritata. In tutti i modi, ma sopratutto sfruttando la loro asserita contiguità col divino. Non si dovrebbe bestemmiare, anche per non dare ai preti un pretesto per salire sulla pedana di difensori di Dio. Alcune volte l’insulto sacrilego è un’invocazione estrema al Dio assente. I preti al contrario cantano Dio per potere meglio oltraggiare l’umanità.
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30 luglio 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di A. Gianbartolomei “Piemonte, “no a scuola pubblica se c’è veto paritaria”. Pd e Sel contro la norma”
In Piemonte la vara dello Stato si inchina ai boss papalini.
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31 luglio 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post “Scuola, Giannini: “Veto paritaria? Stop a lotta fra statale e non statale”
Diversi commentatori si fanno distrarre dall’errore tipografico nel sommario dell’articolo: “ha” senza la acca. Ma l’errore da non trascurare è del ministro della pubblica istruzione, ed è di aritmetica. Per lei 2+2 fa 5. Questo è infatti l’esempio che si porta per illustrare l’artificio retorico detto della “media aurea”. Se uno dei contendenti sostiene che 2+2=4, e l’altro che 2+2=6, l’autorità preposta che voglia favorire il secondo può assumere la posizione apparentemente conciliante che 2+2=5. Perfino davanti al caso grottesco di una scuola privata, sovvenzionata, confessionale, che vieta allo Stato di aprire sue scuole, chi ci governa trova il modo di affermare che 2+2 non fa 4.
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1 agosto 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di A. Gianbartolomei ” ‘Veto delle private sulle pubbliche’: Piemonte valuta costituzionalità della norma”
E’ già difficile comprendere espressioni come “uno e trino”, o “vergine e madre, figlia del tuo figlio”. Ma che debba essere la scuola privata a detenere un controllo amministrativo sulla scuola pubblica non può essere scritto che nel vangelo degli arraffoni.
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2 settembre 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di M. Patriciello “Riina minaccia don Ciotti: uomini e uomini”
“Beati i miti, perché erediteranno la terra”. “Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati”. Secondo il Discorso della montagna, dolce sul piano poetico, velenoso su quello politico, chi subisce in questa vita si vedrà ripagato nell’altra. Anche i prepotenti se la godono in questa vita, ma sconteranno le loro malefatte a tumulazione avvenuta. Una sequenza “a scacchiera”. Se prima si perde poi si vince, e viceversa. Non si può accettare sul piano civile l’invito alla rassegnazione, a subire i soprusi; ma da quelle parole emana un certo pathos, legato all’alternarsi e alla caducità delle storie umane.
La posizione del clero su temi come la mafia è invece “win-win”. E’ in ottimi rapporti con la mafia, con la quale ha fatto e fa affari assieme, condividendone buona parte della mentalità e delle prassi di potere. Allo stesso tempo, grazie ad alcuni omicidi di preti degni, e ora grazie a una serie di provvidenziali spot, e all’eloquenza come quella di don Patriciello, sta dando ai preti la veste di coraggiosi oppositori della mafia. Il clero riesce ad essere sia mafioso sia antimafioso, e a trarre così vantaggio da entrambi i partiti. Può accadere al contrario che una persona comune, che capiti nelle grinfie di questi insaziabili che vogliono per loro tutte le beatitudini, quelle materiali e quelle morali, non solo sia perseguitata perché onesta, ma sia pure fatta passare per un poco di buono, da sorvegliare.
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11 settembre 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di M. Politi “Suore uccise in Burundi: la tragica normalità di tre donne di Dio”
Bisogna sperare che si tratti solo di un delitto isolato, e non vi siano componenti di fanatismo religioso o di lotta tra poteri. E’ una forma di sciacallaggio anche l’impossessarsi dei panni delle vittime, e vestirli. Grande rispetto e considerazione per tre donne. Non per i clericali che, ringalluzziti da questo fatto orribile, vorrebbero fare passare queste suore per un campione rappresentativo di un gruppo sociale, il loro, che mediamente di africano ha solo l’affinità con gli sciami di locuste. I clericali che mirano a campare cento anni, e per un seme di grano come quelli che mi immagino seminassero le uccise ne seminano mille di zizzania.
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13 settembre 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di F. A. Grana “Papa Francesco: “Una terza guerra combattuta a pezzi con crimini e massacri”
Stavolta, con il concetto che si sta combattendo una terza guerra mondiale a pezzi invece che tutta in una volta, il papa ha scelto di dire qualcosa di nuovo e interessante. Ma è una verità parziale, che con la sua incisività aiuta a tenere nascosta l’altra parte. La guerra, parafrasando il famoso detto, è la prosecuzione dello sfruttamento con altri mezzi. E’ il passaggio dal parassitismo alla predazione. Se non si vuole la guerra, l’orrore massimo, bisogna combattere il male alla radice: lo sfruttamento dei popoli, fra nazioni e interno alle nazioni, che avviene incessantemente, qui e ora, anche da noi. E che ormai anche da noi appare come una guerra a bassa intensità del potere contro le persone comuni. Una guerra che usa principalmente forme subdole e “legali” – ma anche quando occorre dosi di violenza criminale – per spremere la gente come arance e ottenerne denaro e soggezione. Guerra nella quale i preti sono maestri, e che, oggi, trovano di gran lunga più conveniente per i loro affari che la guerra guerreggiata. Da qui probabilmente il loro invito alla moderazione agli altri componenti della “Santa alleanza” che regge il mondo.
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@ Otello. E’ lei che mi ha convinto. Dire che il potere inganna e fa i suoi interessi è roba da complottisti che credono nei rettiliani. No, avete ragione voi isomerici: quello che c’è dietro a ciò che ci viene detto e mostrato è lo stesso di quello che c’è davanti. Tentare un’analisi è roba da disturbati mentali. E lei col suo sdegnato commento e le sue acute argomentazioni è la dimostrazione che voi persone dabbene ed equilibrate siete isomerici, avete una sola faccia; il lato B essendo uguale a quella che mostrate.
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@ Otello. Non si scaldi, se rispondo per le rime ai suoi insulti. Lei che difende il papa, non lo sa che bisogna porgere l’altra guancia? (O, per gli isomerici, una delle altre tre). Soprattutto se si è quelli che hanno cominciato. Se vuole vedermi, e mostrarmi la sua faccia per un consulto, venga lei da me. Si rivolga alla diocesi di Brescia, dove sanno chi sono e dove abito. Però glielo dico subito, nei casi di isomeria facio-podalica in genere c’è poco da fare.
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21 settembre 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di F. A. Grana ” Papa Francesco in Albania, “paese che ha sofferto per un terribile regime ateo” “
Credo che la presenza nella psicologia dei singoli di una sana dimensione religiosa, che può anche essere atea, favorisca una società sana. Ma sia la defunta “chiesa” comunista d’Albania sia il sempre rampante clero cattolico sono casi di fonti nocive, alle quali è meglio non beva chi voglia dissetare la propria sete di senso religioso della vita nei termini della costruzione di una società giusta, prosperosa e pacifica.
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@ Giovanna. Per “senso religioso” intendo la sensazione, la credenza, che vi sia un piano superiore, al quale noi siamo sottomessi. Il senso religioso è connaturato all’uomo; la sua forma spontanea vede varie divinità, o il Dio dei monoteisti, costituire questo piano; una concezione che, qui sono d’accordo con lei, è stata dannosa, e anche catastrofica. Una soluzione a ciò è rifiutare l’esistenza di questo piano superiore; ma mi pare che il materialismo che comporta conduca anch’esso a danni e storture. Io penso che il piano superiore andrebbe riconosciuto, ma andrebbe popolato di principi etici, di principi universali che assicurino la miglior convivenza possibile. L’uomo sottomesso a un Dio è in pratica al guinzaglio dei preti; ma anche l’uomo che crede di essere sovrano, non sottoposto a nulla, diventa spesso una caricatura patetica e pericolosa. Credo che essere uomini sia anche scegliersi un padrone, che non sia né un Dio, né leggi umane né convezioni, né il ventre “veluti pecora”, ma leggi morali che, interne a noi, ci sovrastano come un cielo stellato. Leggi alle quali obbedire, sordi ai comandi in contrasto con esse, da qualsiasi bocca provengano.
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21 settembre 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di F. A. Grana ” Papa Francesco: “Gli estremisti travisano la religione, nessuno si faccia scudo di Dio” “
Sugli estremisti che travisano la religione qui ha ragione il papa:
G Bernanos, I grandi cimiteri sotto la luna. (Sulla guerra civile spagnola).
“L’antivigilia, duecento abitanti della vicina cittadina di Manacor, giudicati sospetti dagli italiani, erano stati tirati fuori dai loro letti, in piena notte, condotti in massa al cimitero, abbattuti con una palla nella testa e bruciati in mucchio un po’ più lontano. Il personaggio che le convenienze mi costringono a chiamare il vescovo-arcivescovo aveva delegato laggiù uno dei suoi preti il quale , con le scarpe nel sangue, distribuiva le assoluzioni tra una scarica e l’altra. “
Quando sentiamo i preti pronunciare parole di pace contro qualcuno, quando sentiamo chiunque, muezzin, rabbino, congressman, unire religione e guerra ricordiamoci delle scarpe del prete spagnolo distaccato presso le valorose truppe italiane dal vescovo sostenitore di quella che lui chiamava la “nuestra santa guerra”.
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24 settembre 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di F. A. Grana ” Papa Francesco: “Anche la Chiesa superi la diffidenza verso i migranti” “
I migranti sono parte dell’attuale macchina per fare profitti:
“Nei paesi ricchi i salari sono determinati più dai controlli sull’immigrazione che da qualsiasi altro criterio, inclusa la legislazione sui salari minimi. Come viene stabilito il tetto massimo di immigrati? Non dal «libero» mercato del lavoro, che, se lasciato a se stesso, finirebbe per rimpiazzare l’80-90 per cento dei lavoratori locali con manodopera straniera più conveniente e spesso più produttiva. La soglia d’immigrazione è in gran parte stabilita dalla politica.” (Chang, 23 cose che non ti hanno mai detto sul capitalismo).
E’ la stessa macchina che quando conviene li uccide nei loro paesi natali. I rimproveri moralistici sull’immigrazione sono principalmente coperture per nascondere la vergogna di questa Babele. Sono discorsi voluti da chi non vuole né il bene dei migranti né il nostro, ma pensa a come sfruttare entrambi, creando un disordine a lui favorevole. Gli stranieri basterebbe rispettarli, non derubarli, o se del caso aiutarli, a casa loro, e non obbligarli così a venire da noi. Ne guadagneremmo tanto, vivremmo meglio e in pace, sia loro che noi . (v. “La pietà coi numeri e altre forme minori di pietà”).
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2 ottobre 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di D. Evangelisti ” Satira su preti pedofili, il parroco di Livorno contro il titolo del Vernacoliere”
Il fedele e il confessore. – Padre, ho peccato. Ho abusato di un ragazzino. – Uhm. E poi, cos’altro ? – Poi … ho bestemmiato. – E’ comprensibile, non stanno mai fermi. Il guaio è che i prefetti fanno ben altro che “invitare alla saggezza e alla prudenza” quando c’è da coprire crimini di notabili e di poteri forti.
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19 ottobre 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di F:A: Grana “Bergoglio beatifica Paolo VI. “Instancabile apostolo”. Con Francesco anche Ratzinger”
La santità di papa Pochino
“Il Papa ha fatto pochino: forse ne avrà scrupolo” (Aldo Moro, ultima lettera alla moglie). Montini, che ebbe da Pio XII la delega ai servizi segreti, è stato invece instancabile in altri campi, dalle ratlines per esfiltrare i nazisti in Sud America alla P2, che ha avuto un ruolo anche nella dittatura argentina. Questa beatificazione del papa dell’OSS di Portella e della CIA di Moro da parte del papa passato attraverso l’Argentina dei desaparecidos impensierisce. Forse lo faranno santo patrono delle “barbe finte”; o delle anime finte, posticce come le barbe.
Sembra invece non usurpata la sua fama di “papa intellettuale”. Woityla, nella sua prima visita a Brescia – città montiniana, cioè catto-massonica – citò una frase di Paolo VI che dice pressapoco che “un giorno solo la chiesa proteggerà la scienza”. Una profezia singolare, che, anche se non si è avverata, tutt’altro, perché la chiesa ha le mani in pasta nella degenerazione della scienza a fini di profitto, fa supporre che egli avesse superato la propaganda, sia clericale, sia scientista, e fosse in possesso di una visione chiara, non banale, dei reali rapporti tra scienza, capitalismo ed etica. Questi pezzi grossi del clero, Bergoglio lo fa spesso, di tanto in tanto fanno balenare il Vero e il Giusto che contribuiscono a tenere incarcerato e nascosto.
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25 ottobre 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco: “La famiglia imbastardita dalle convivenze part time” “
Come al solito, c’è del vero nel descrivere una situazione, in questo caso l’attacco alla famiglia, della quale il clero è tra i maggiori responsabili: sostenendo il modello liberista, che disgrega le formazioni sociali, perché vuole avere avere una folla di individui isolati, più manipolabili. Insieme a ciò, con la pratica della “pulizia confessionale” da parte dei preti, che favoriscono con le raccomandazioni e i particolarismi il costituirsi di famiglie pro-clero, dando lavoro e tranquillità a chi si arruffiana col parroco, o con mille congreghe, mentre discriminano e cercano di svantaggiare chi non si sottomette. Per poi aggiungere al danno la beffa della riprovazione per la vita familiare “imbastardita” degli esclusi. Tolstoj quando scrisse “Tutte le famiglie felici sono uguali” non intendeva che sono tutte affiliate a CL. Data la qualità umana dei baciapile, credo che anche questa forma di selezione porterà a un imbastardimento della popolazione.
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29 ottobre 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di F.A. Grana “Papa: “Io comunista? Amore per i poveri è nel Vangelo. Proseguano la lotta”
Dato che tanti si sono detti comunisti, e hanno detto di essere per i poveri, per poi mettersi d’accordo con Licio Gelli e servire il peggior capitalismo, non dovrebbe sorprendere che il papa adotti una livrea mimetica rossa. Anche se dispiace, pensando che prende il posto dei comunisti veri che hanno fatto il volo e ora dormono sul fondo del Mar della Plata, quando Bergoglio era in Argentina ma questi accostamenti non li faceva.
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@ Andres. Timeo Danaos… Uno dei guasti della mentalità cattolica è questo vedere le divisioni come sempre negative. Ciò porta a strani abbracci che invariabilmente si rivelano mortali. Il papa fa il capo della Chiesa. Che non è un’organizzazione di beneficenza o un movimento per l’emancipazione dei popoli. Se si vuole liberarsi dall’oppressione bisogna rivolgersi altrove (e nemmeno ai comunisti, a mio parere). Che il papa voglia fare davvero qualcosa di buono, che voglia che il clero cessi di essere un peso e contribuisca invece a un miglioramento sociale, lo si vedrà dalle azioni concrete. La pretesa di essere giudicato dalle sole parole non è un buon segno. Parole e gesti simbolici che appaiono suggeriti, se non dal demonio, dalle grandi multinazionali di pubbliche relazioni alle quali il Vaticano si affida. E che di sicuro non sono comuniste, essendo un’industria che ha servito anche la giunta Videla.
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@ Andres. Non disturbano neanche me; ma neppure mi “stupisco” come dicono di essersi stupiti gli esperti di fumo del Leoncavallo. Provo un senso di stanchezza davanti a questi stunt, e a questo gridare al miracolo perché un papa dice parole a effetto. Non credo che sia “la prima volta in 2000 anni” che un papa a parole prende le parti dei poveri. Sarebbe la prima volta, forse, se ci fosse un papa che non pretendesse che le sue parole vengano prese per fatti. Un papa uomo, non semi-divinità, che non facesse proclami che non siano proporzionati a ciò che fa nel concreto. Quanto alle multinazionali, comincio a pensare che questo papa sia una specie di peronista, che terrà buoni i descamisados. Non credo che corra i rischi di quei sudamericani o centroamericani che non piacevano alla ITT o alla United Fruit. O alla Ford.
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@ Andres. Fece scalpore a fine Ottocento anche la Rerum novarum, che per di più era un’enciclica, che ebbe qualche effetto. Allora, quando si profilava il pericolo del marxismo, si parlò di “papa dei lavoratori”. C’è un passo nei libri sacri dove si dice di un cammello (o era una gomena) e della cruna di un ago. Ricordo da bambino a fine anni Sessanta a Siena, città rossa, un’ omelia, che mi colpì, perché il celebrante, un olivetano, disse che “chi è ricco non può essere onesto”. Discorsi del genere in effetti da qualche tempo se ne sentivano pochi. I preti possono avere mille registri, a seconda delle circostanze. Mi pare che lei si sforzi di estrarre succo da dove non ce n’è molto. Per me questi annunci sono solo varianti dei consueti giochi di prestigio dove l’oro che i preti si prendono sembra trasformarsi in morale che i preti elargiscono.
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29 ottobre 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di A. Kanakis “Papa Francesco, ho scovato l’anti-Renzi”
Anna Kanakis ci rivela che l’antipapa è Renzi. Mi correggo, che il papa è l’anti-Renzi. In passato la signora prediligeva Cossiga tra quelli da elogiare come “buoni”. Speriamo che Bergoglio non ci salvi da Renzi come Cossiga salvò Moro da quelli che lo volevano morto.
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@ Anna Kanakis. Lei ha una sensibilità spiccata, ma fortemente selettiva, nel riconoscere qualità morali nei potenti. Cossiga è stato un uomo politico e le sue responsabilità, di portata storica, non possono essere coperte incasellandole come lei fa come problematiche interiori, e come accuse dalle quali la persona non si può più difendere. Lei vede l’uomo Cossiga; che le appare un po’ come oggi le appare Bergoglio. Io vedo l’opera attuale di quelle organizzazioni che gestirono l’assassinio di Moro quando Cossiga era ministro dell’interno; e penso che gli acquarelli dai colori tenui che lei espone siano tragicamente impropri (per non dire grottescamente falsi).
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@ Anna Kanakis. Sa, leggendo i suoi commenti politici mi viene un poco in mente il romanzo “Delitto di Stato”, di Maria Bellonci, dove vicende di palazzo sono filtrate e trasfigurate da una sensibilità femminile. Forse il suo interesse per la letteratura potrebbe essere più proficuo se orientato su altri soggetti.
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29 ottobre 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post “Papa Francesco, Leoncavallo: “Parole più a sinistra di quelle dei partiti di sinistra” “
Anche Mussolini a parole era su posizioni più di sinistra dell’attuale “sinistra”; col fascismo sociale, poi copiato in Argentina da Peron. A parte i leoncavallini, opportunisti quanto la sinistra che criticano, non è che con questo papa dall’Argentina ci sta rimbalzando il peronismo, o qualcosa del genere?
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14 novembre 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di F.A. Grana: Papa Francesco: “Tante persone costrette a lavorare in nero e senza garanzie”
E’ in corso un’aggressione delle classi parassitarie verso le classi subalterne. Il clero, che il papa rappresenta, sta di fatto dalla parte dello sfruttamento. Il papa però ora sostiene, con parole e gesti simbolici, di essere dalla parte degli sfruttati. Sulle parole dal papa si può fare una scommessa, come quella proposta da Pascal sull’esistenza di Dio; ma al contrario: conviene non credergli. Se le sue parole fossero sincere, lo si vedrà coi fatti; se sono le solite parole mielate che i preti usano per conquistarsi la fiducia delle vittime, non ci si sarà cascati. Credere alle parole di un papa senza garanzie è da sprovveduti; oppure è da ruffiani, che dicono di crederci nella speranza che gli venga lanciato qualche avanzo del pasto.
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18 novembre 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di F. A. Grana “Papa Francesco: “Tanti dirigenti corrotti, sono in stato di putrefazione””
Zaccheo, ricorda il papa, promette di restituire 4 volte quello che ha rubato. Invece se si intralciano i preti nei loro affari sporchi, mostrando loro che si stanno comportando da banditi, la reazione è più quella della criminalità organizzata verso i guastafeste. Pertanto a me queste uscite del front-man dei preti sul marciume all’interno dei sepolcri imbiancati ricordano, per analogia, quel gangster che descrive disgustato le nefandezze della sua banda a un gruppo avverso nel quale chiede di entrare, e che in realtà è stato mandato ad infiltrare.
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26 novembre 2014
Blog de Il fatto
Commento al post di M. Politi “Papa Francesco a Strasburgo: il pontefice dei poveri e la sordità dei politici”
La banda di usurai che affondano le loro grinfie nella carne della nazione italiana ora può contare anche sul papa come good cop.
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27 novembre 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post “Vaccino esavalente, “nesso causale con autismo”. Indenizzo per bimbo di 9 anni”
Non è che una sentenza che arbitrariamente dà credito a un’ ipotesi non ha “alcun peso” perché dal punto di vista scientifico non fa testo. La sentenza , che è stata ripresa anche da siti stranieri, rinfocola la polemica, e condiziona l’opinione pubblica. Jasanoff ha osservato che le decisioni giudiziarie su temi scientifici condizionano il pubblico molto più della sola scienza. Mettere una pulce nell’orecchio sui potenziali pericoli dei vaccini può essere utile. Ma l’argomento è complesso, e qui si disinforma invece di chiarire, con un’accusa ai vaccini scientificamente infondata.
La sentenza viene resa nota insieme alla notizia dell’incontro del papa con bambini autistici, genitori e addetti ai lavori; dal Bambin Gesù, ospedale del Vaticano, si è commentato come mentre in USA si considera che un bambino su 68 rientri nello “spettro autistico”, in Italia si fanno troppo poche diagnosi. Le due notizie pubblicizzano l’autismo, e vanno a favore della sovradiagnosi e della misdiagnosis, e quindi dell’espansione truffaldina del mercato dei farmaci al ritardo mentale, ad altri disturbi e a varianti normali.
E’ interessante la tesi del giudice come tronista, che non ricerca la verità, ma emette sentenze a seconda di quale delle due parti sia stata più brava a convincerlo; anche sui temi che riguardano la salute, che destano allarme nel pubblico, e che fanno guadagnare o perdere grandi quantità di denaro all’industria e alla finanza.
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12 dicembre 2012
Blog de Il Fatto
Commento al post d P. Gomez “Corruzione, Re Giorgio Napolitano è nudo. Davanti ai vescovi”
Presepio 2014. Sono nudi anche i vescovi. Ma chiedere di riconoscere che sono nudi sia il bue, sia l’asinello che viene detto cornuto dal bue, e anche il bambin gesù – Grillo, mandato dal padre a salvare la mangiatoia, e scaldato dal fiato dei due grossi animali, sarebbe pretendere troppo dagli italiani. Per di più sotto Natale.
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[in risposta a: Nicoletta: “Ma hai già cominciato a bere dal mattino? Datti una regolata”] Eliminato insieme ai commenti ingiuriosi ai quali rispondeva.
No, è che pensavo a quelli che credono che i preti possano fare la morale sulla corruzione; e a quelli che credono che siccome Grillo ha scoperto che in Italia c’è la corruzione, allora obbedendo a lui e a Casaleggio hanno modo di fare valere la superiorità morale che si sentono dentro. E mi sono venute alla mente metafore zoomorfe. Mi dispiace di avere così urtato la vostra sensibilità.
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@ dinamo62. Parafrasi per dinamo62 e c. Napolitano accusa genericamente di eversione chi è stomacato dalla classe dirigente, ma rappresenta lui stesso una forma di eversione dall’alto. I vescovi fingono di contrastarlo condannando la corruzione, malcostume del quale sono tra i maggiori responsabili e beneficiari. Tutti e due con questo battibecco contribuiscono a fare credere che la soluzione sia Grillo, che raccogliendo i voti dei semplici e dei presuntuosi e riducendo quindi il non voto salverà il sistema caro a Napolitano e ai vescovi. Tanti italiani sono incapaci di istanze autenticamente popolari: sono incapaci di concepire la politica come altro che parteggiare per uno o per l’altro dei potenti sul palcoscenico; e basta poco per ottenere il loro appoggio. Condividono in realtà le idee di Napolitano, che sia eversivo non mettersi comunque sotto a figure di potere, anche nel contestare gli abusi del potere.
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24 dicembre 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di A. Padellaro “Papa Francesco: perché stiamo con Bergoglio”
Padellaro, già direttore de l’Unità, rappresenta l’uomo di princìpi che sa stare al mondo. Ieri era la giustizia sociale, oggi la spiritualità. Ieri era il potere politico derivante dal consenso delle masse, oggi il potere della Chiesa: questo alto sentire varia i suoi enunciati coi tempi, ma resta sempre orientato verso il potere. E quindi verso i benefici che il potere comporta o che elargisce. Più sento queste mielose dichiarazioni di affinità col capo eletto di coloro che prosperano all’ombra del Crocifisso, più rivaluto la figura del Cattivo Ladrone.
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27 dicembre 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di A. Padellaro “Natale di pietra”
La strumentalizzazione degli “ultimi” a favore delle classi privilegiate
“Qui, infatti, l’ipocrisia e il cinismo, o specularmente la cattiva coscienza e l’autoinganno, sono probabilmente le disposizioni strutturali in quanto queste classi sono tenute a riprodurre e a sviluppare costantemente le condizioni di un modo di vita privilegiato […] all’interno di un immaginario che si struttura – a differenza di quello delle élite precedenti – sulla negazione delle disuguaglianze che fondano quei privilegi. È, indubbiamente, tale dispositivo quello che spiega, fra l’altro, il ruolo insolito che gioca, nella buona coscienza delle classi privilegiate contemporanee, la compassione filantropica per “l’escluso”, che sia il senzatetto, l’immigrato clandestino, il giovane di periferia … Il fatto è che l’escluso, se gli si assegna il monopolio della sofferenza legittima, presenta un doppio vantaggio: innanzi tutto quello di appartenere a una categoria minoritaria per definizione (il che limita automaticamente il campo dell’ingiustizia e quindi quello della cattiva coscienza); poi, e soprattutto, quello di permettere con la sua stessa esistenza di spostare in un colpo solo l’insieme dei lavoratori ordinari, inseriti nel sistema di sfruttamento classico, dalla parte dei benestanti e dei privilegiati. “ (J.C. Michea. Il vicolo cieco dell’economia. Sull’impossibilità di sorpassare a sinistra il capitalismo).
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29 dicembre 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post di T. Nocchetti “Papa Francesco a Napoli, 200mila euro stanziati: anch’io ‘vorrei una Chiesa povera’”
Il papa chiagne e i suoi sottoposti fottono.
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1 gennaio 2014 Blog de Il Fatto
Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco: “Lotta alle schiavitù di oggi”. Nel 2015 viaggio in Asia e Sinodo”
Il papa ha mosso “l’invito ‘no global’ a non acquistare prodotti realizzati attraverso lo sfruttamento di altre persone”. La Chiesa ha i mezzi per redigere e pubblicare un elenco di tali prodotti. Che il papa faccia preparare e pubblicare un tale elenco. Otterrebbe così un duplice risultato. Mostrerebbe che non si limita a uscite a effetto, ma che fa sul serio nel ripudiare il partito dei potenti dei quali fa parte. Inoltre, dopo secoli di “Index librorum prohibitorum” riscatterebbe la Chiesa, pubblicando un indice a favore non più dell’oppressione ma degli oppressi; contribuendo in maniera fattiva a difendere la libertà di cui a parole si dice sostenitore.
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@ Kurohata. Parlare in astratto quando si può indicare il concreto non è una virtù. Da come la metti, quella del papa non sarebbe che una “grillata”; una sparata mediatica tutto fumo e niente arrosto. In effetti, il clero ha una tradizione nell’incitare a combattere il peccato mentre fa affari col peccatore. E quindi ha cura di evitare di entrare nei “dettagli”, cioè l’indicare esplicitamente le situazioni materiali che denuncia a gran voce come peccaminose. Penso ai prodotti farmaceutici, dove spesso sono i consumatori, cioè i pazienti – e i sani – ad essere barbaramente sfruttati. Nella medicina “cattolica” e a in quella “antipapista”. Accomunate dall’adorazione del dio quattrino.
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7 gennaio 2015
Blog de Il Fatto
Commento al post di F. A. Grana “Papa Francesco fa la riffa: in palio una Panda. Incasso in beneficenza ai poveri”
Un’elemosina coi soldi degli altri, ottenuti celebrando un rito consumista. Ma qui si sta scuotendo la società dalle fondamenta.
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15 gennaio 2015
Blog de Il Fatto
Commento al post di F.A. Grana “Bergoglio: “Non si può deridere la fede. Uccidere in nome di Dio? Aberrazione”
Non si possono offendere le credenze religiose come parte integrante dei valori delle singole persone. Ma non si può neppure bestemmiare l’Uomo in nome di Dio, come fanno di continuo, escogitando mille modi, mille pretese, mille proclami i preti e i sedicenti “credenti” delle varie religioni. Il mondo sarebbe non pacificato, ma meno arroventato se si stabilisse che nella sfera pubblica “la fede” viene dopo i valori naturali universali condivisi; che in campo politico Dio viene dopo l’Uomo. Se non si salva prima l’Uomo non si salva neppure Dio. Dio, se ci fosse, non si offenderebbe di questo “secondo posto” a cautela della pace e della civile convivenza; a differenza di quelli che lo usano come scudo e come arma per le loro guerre di sopraffazione.
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@ Gabriele Aleandri. Il clero nella vita politica è fuori posto come i mercanti nel tempio. Invece i preti perseguono il potere politico, i mercanti trafficano in chiesa e i politici mettono su bottega.
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19 gennaio 2015
Blog de Il Fatto
Commento al post di V. Gentili “Charlie Hebdo: l’irritante irreverenza dell’ateo”
“Irritante irreverenza dell’ateo”? Su che basi ci si pone in questo atteggiamento di condiscendenza? Le credenze religiose personali vanno rispettate. Ma le professioni di fede come mezzo per ottenere di essere considerati speciali, no. E’ bene che non sia rispettato l’uso della religione (o di qualsiasi ideologia) per pretendere un particolare “rispetto”, o addirittura “reverenza”; per recintare nell’agorà un luogo “sacro” dal quale operare in posizione di privilegio, di presunta superiorità morale, di impunità. Una tattica che è sempre stata fonte di ingiustizia e strumento di sopraffazione. La “reverenza” bisogna meritarsela coi comportamenti. E’ bene che non venga accordato alcun atteggiamento reverenziale verso chi si atteggia a uomo di fede, o a pia donna, per ottenere rispetto mentre non rispetta gli altri.
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20 gennaio 2015
Blog de Il Fatto
Commento al post di A. Saletti “Charlie Hebdo: solo la religione merita il rispetto che si deve a una ‘madre’?”
Cominciarono ad accusarmi di libertinaggio, non essendoci leggi antiblasfeme. Poi mi rinchiusero per pazzo, e qui un infermiere cattolico mi uccise di botte. La mia colpa fu questa: dissi che Dio mentì ad Adamo, e gli assegnò di condurre una vita da scemo (Lee Masters, Antologia di Spoon River)
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22 gennaio 2015
Blog de Il Fatto
Commento al post di M. Patriciello “Pedofilia, urge un dibattito scientifico per continuare a riflettere”
E giustamente sono anche cattivo, deve avermi sciupato l’indifferenza di una mamma ostile, c’ho l’Io devastato da trauma infantile. E’ solamente mancanza di amore, io sono buono, non c’entro, se vi faccio del male non reagite sono debole di dentro. (Giorgio Gaber)
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La pedofilia, attrazione sessuale orientata esclusivamente o primariamente verso prepuberi, va distinta dalla violenza sessuale su bambini. Non tutti i pedofili violentano i bambini e non tutti i violentatori di bambini sono pedofili. La pedofilia è già oggi considerata un disturbo mentale. Nell’articolo il prete, mentre chiede di considerarla malattia, non distingue tra pedofilia e violenza sessuale su bambini. Tende così ad alleggerire la responsabilità giudiziaria e lo stigma sociale sulla violenza su minori, inglobando anch’essa nella sfera della “malattia”. Le sue posizioni sono coerenti con gli interessi del clero in tema di violenze dei preti su minori.
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26 gennaio 2015
Blog de Il Fatto
Commento al post di F. A. Grana “Cei, Bagnasco: “Libri sul gender a scuola sono colonizzazione ideologica” “
C’è del vero nelle parole di Bagnasco sulla volontà di colonizzazione ideologica. Il liberismo vuole una società disgregata, di individui poco sorretti dalla rete familiare; individui isolati e senza solidi punti d’appoggio, e perciò più malleabili come consumatori e come sudditi. C’è anche tanto di vero nelle accuse al clero di volere controllare le famiglie; di condizionarle per trarne potere, ricattando gli adulti e indottrinando i bambini; di insinuarsi a loro vantaggio in fatti privati che non possono riguardarli, di instillare sensi di colpa e ipocrisia, di favorire le famiglie dei loro e sabotare le famiglie di quelli che non si sottomettono. Il liberismo porta verso rapporti familiari sfuocati e fragili; il clericalismo, verso una famiglia gretta e soffocante. Né i preti, né gli strozzini, che peraltro litigano tra loro solo di giorno, sono buoni maestri su come creare e condurre una famiglia.
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@ VeronikaVeg. Facevo un discorso più ampio. Mi pare sia in atto un invito ad abbracciare stili di vita adatti agli interessi liberisti. E che poi si dipinga tale spinta come “promozione dell’integrazione”. Qui sul Fatto c’è una divertente rubrica che invita regolarmente uomini e donne ad acquistare “sex toys” per quello che può essere chiamato “monoerotismo”. Non ho letto il piano di educazione sessuale che citi. Ricordo una vecchia vignetta del NY Times. Due bambini dell’asilo. Uno dice: “”Jane ha due mamme”. L’altro: “Cosa vuol dire ‘due’?”. I giovani hanno poche prospettive, li si manda allo sbaraglio, non li si attrezza per la vita, non si favorisce la loro crescita, non si permette davvero loro di scegliere; gli si impedisce di fatto, con la disoccupazione, di fare figli e mettere su famiglia con una persona dell’altro sesso se hanno questo ghiribizzo tra i tanti leciti (e su questo i preti tacciono); ma si ha “premura” di educarli all’integrazione sessuale. Non dico che ciò che viene insegnato dal piano che tu lodi sia sbagliato; probabilmente conterrà anche buoni insegnamenti sull’accettazione degli altri. Ma, ritengo, è parte di un movimento strumentale che mira a promuovere comportamenti personali per interessi particolari, e come tale pericoloso e portatore di squilibri. Come la predica dei precetti cattolici del resto.
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@ ekkekkakkien. Se il liberismo vuole la famiglia tradizionale, perché la combatte ? Tu dici “gomploddo”. Fatti vedere le adenoidi, questa pronuncia nasale che si riversa addirittura nello scritto preoccupa. Un tempo si diceva che l’ipertrofia delle adenoidi compromettesse la crescita del cervello. Una teoria falsa, ma che a volte si sarebbe portati a rivalutare.
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@ fuzzylogic. Se parli per sentenze è già tanto che ti si risponda. Non si capisce se sei un prete o il suo omologo speculare in campo avversario.
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15 febbraio 2015
Blog de Il Fatto
Commento al post di F.A. Grana “Papa Bergoglio ai nuovi cardinali: “Non isolatevi in una casta” “
Nell’Ancien Regime il clero era il “Primo Stato”. Parlando delle ambizioni dei preti dire “casta” è riduttivo. I preti pensano in grande. Il fare della Sicilia, da regione occupata dalla mafia, la “porta aperta all’Africa” suona come l’annuncio dell’avvicendamento di una piaga con un’altra. O della sovrapposizione di calamità. Forse dovrebbero chiedere ai siciliani, che hanno 2000 anni di storia come colonia, se vogliono fare la porta d’accesso per gli africani.
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16 febbraio 2015
Blog de Il Fatto
Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco, smacco alla politica: niente messa con parlamentari e governo”
Questo papa è un dono della Provvidenza. Proprio quando la credibilità della politica è al suo nadir; quando anche il più fantozziano degli elettori deve ammettere che si è fregato con le sue mani dando fiducia a persone indegne, il papa fa una mossetta e riaccende nei tanti cuori ovini la speranza di avere ritrovato un nuovo potente, un nuovo duce, sotto la cui ala cercare rifugio. Il sistema è salvo. La nuova stella è a capo della banda di sfruttatori più abile e potente, che ha una tradizione proverbiale nel proclamare una cosa per meglio praticare l’opposto, osserverebbero i pagani. Dai cattivi politici bisogna liberarsi, democraticamente, da soli, in primis prendendo coscienza della situazione, invece di aspettare il “liberatore” di turno, se non si vuole ricadere nella stessa passività verso un diverso padrone; sibilerebbe qualche cattivo maestro. E’ abnorme, e non porta bene ai popoli, affidarsi a capi religiosi in campo politico, sentenzierebbe un inviato di Satana. Ma come ispirato da divina colomba Egli ha alzato un sopracciglio davanti alla masnada che lo stesso clero ha contribuito a mettere a capo dell’Italia che affonda; tanto basta all’italiano medio per poter ritornare a soddisfare rapito e con rinnovato slancio il desiderio di vassallaggio che gli rugge dentro, da troppo tempo ormai mortificato e represso da una realtà impudica.
@ Esperio. La rivoluzione per essere efficace deve cominciare “in interiore homine”, ha scritto Luciano Bianciardi (citando S. Agostino). Che ci siano giganti buoni che “ci pensano loro” era una pubblicità di Carosello; non una sveglia, ma una bella fiaba per mandare a letto rassicurati i bambini.
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19 febbraio 2015
Blog de Il Fatto
Commento al post ” Trattativa, cappellano in aula: “Un amico dei servizi mi ha sconsigliato di deporre” “
I rapporti di collaborazione tra preti e servizi segreti, e le comuni responsabilità nelle pagine più sudice della storia dello Stato repubblicano (incluso l’omicidio Moro, citato in chiave apologetica da questo prete con amici nei servizi) sono parte integrante del nucleo criminale che condiziona le sorti del Paese; costituiscono uno di quegli aspetti chiave nascosti e coperti da omertà che permetterebbero di capire tante cose e prevenire tanti mali.
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24 febbraio 2015
Blog de Il Fatto
Commento al post di G. C. Caselli “Corruzione, le parole del Papa e i politici sordi”
Il papa certamente sa parlare. Le sue prediche contro la corruzione possono avere un peso. Ma sono parole, che hanno effetti molto deboli. Sull’altro piatto della bilancia, abbiamo un clero che ha informato della sua cultura la nazione. La loro concezione gerarchica della società e quella per la quale lo Stato è subordinato a poteri etici, cioè ai preti, il loro paternalismo e particolarismo, il perdono come opzione al bisogno, la crudezza dei rapporti di forza dietro l’ipocrisia barocca, il criterio mafioso per il quale nulla spetta ma tutto è grazia concessa dall’alto, hanno fatto dell’Italia una nazione nella quale la corruzione è intessuta intimamente nella società. La massa degli italiani non sa, sinceramente, cosa voglia dire essere cittadini, e i vantaggi, oltre che i limiti, che ciò comporta. Anche se quando vuole la descrive magistralmente, il clero è più fonte di corruzione che opposizione ad essa. Le società calviniste invece, con la loro idea del successo come segno della predestinazione, inducono a forme diverse di corruzione, che istituzionalizzano, rendono legale, lo sfruttamento, del quale la corruzione nostrana è solo una declinazione. Sembra che i magistrati siano solidali col papa per passare anche da noi dalla corruzione “tridentina” a quella luterana, come vogliono le forze della globalizzazione. Purtroppo probabilmente il risultato sarà un ibrido delle due, con i preti e i magistrati custodi, come sempre, del nuovo assetto.
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@ Otello. Per ciò di cui stiamo parlando, essere cittadini significa considerarsi parte responsabile di una comunità solidale, entro la quale i rapporti di interesse sono regolati da accordi equi prestabiliti, dagli effetti prevedibili, detti leggi, anzichè solo da contrattazioni personali volta per volta, né da rapporti di forza. Significa comprendere che vi sono beni comuni che è conveniente, anche da un punto di vista egoistico, tutelare come tali, anziché considerare la loro tutela come un impaccio che si può scavalcare, magari con la benedizione del parroco. C’è in effetti una religiosità nell’accettare ciò; se non ti piace (ma conoscendoti, penso che sia perché ti piacciono le religiosità che vestono i paramenti ecclesiastici) puoi leggere il discorso pre-cristiano di Pericle “Ad Atene noi facciamo così”. Se non ricordo male, fu Aristotele a dire che anche la cittadinanaza dovrebbe essere considerata una magistratura.
@ Otello. I beni comuni sono quelli che empiricamente dimostrano di dare i migliori frutti se considerati come un bene collettivo. Del quale non bisogna abusare. Es. classico del passato sono i “commons”, i pascoli comuni. Si sottovaluta come le cure mediche e il diritto alla tutela della salute siano da considerare un bene comune: si è visto che se ognuno fa parte a sé tenderà a pretendere il meglio del meglio, senza limite; ciò porterà a fornirgli le cure più lucrose, anche se inefficaci, o solo marginalmente utili; e non solo altri resteranno scoperti per cure utili, ma, date le componenti probabilistiche presenti in tante procedure mediche, lui stesso non avrà le cure ottimali. E’ assimilabile a un bene comune un valore come l’onestà, che in una società ricca come la nostra porta a una vita più tranquilla e sicura per tutti. Le “volpi” della vita comune finiscono a loro volta in pelletteria; quanti furbi di successo vengono bidonati una volta che si rivolgono alla medicina. Sulla “libertà di religione” occorre qualche cautela, perché le religioni confessionali in politica sono corrosive dei diritti: tendono ad aggredire le libertà altrui (il tuo tono ne è un piccolo esempio). Nonostante pretendano di riferirsi all’assoluto, e quindi a ciò che è supremo, e di farsene portavoce, le religioni nella vita pubblica dovrebbero essere in posizione subordinata, rispetto al primato dell’umano. E che cos’è l’umano… ?
@ Otello. Anche io quando sento i tuoi complessi e perentori ragionamenti avrei l’impulso di rifugiarmi nel mondo incantato della fisica. E occuparmi della teoria delle stringhe. Non quella che vuole unire meccanica quantistica e relatività generale. La teoria delle stringhe delle scarpe, che dovrebbero costituire una carrucola composta.
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28 febbraio 2015
Blog de Il Fatto
Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco contro ‘false cooperative’: “Ingannano per scopri di lucro” “
28 febbraio 2015. E’ morto Pasquale Barra, detto ‘O animale. Si dice che abbia affondato i denti nelle viscere di chi aveva appena ammazzato a coltellate. Il papa esorta le cooperative a non essere ipocrite, e dice che la sanità “è un campo delicato”. In genere, quando una figura istituzionale definisce una certa questione come “delicata” intende dire che si stanno commettendo azioni illecite e impresentabili, che però si possono tenere coperte e proseguire a patto di maneggiarle con cura. La codeword “delicato” è adattissima in effetti a tanti affari della medicina, cha attirano frotte di benefattori – incluse le cooperative – per i quali sono appropriate le parole di Bergoglio sulle cooperative corrotte: “dietro a una facciata onorata perseguire invece finalità disonorevoli e immorali”. Massima delicatezza; nulla a che vedere con Pasquale Barra, che, scrissero i giudici, accentuava la sua aura di crudeltà per fare più paura. Sono invece le figure rassicuranti di medici, preti, scienziati, magistrati, carabinieri, etc. a sostenere quella medicina che Jacques Attali ha chiamato “l’ordine cannibale”, e che a volte porta sui tavoli delle sale settorie corpi che sembrano essere passati sotto le zanne di bestie feroci.
@ Edmondo. I “casini” sono solo quello che emerge. E’ nella routine, nella quotidianità, che il loro Cristo viene negato, negli ospedali cattolici così come nei non cattolici; una indifferenza rispetto ai principi professati che è una manifestazione pratica della non esistenza di Dio. Quelli cattolici però hanno la statuetta della Madonna e ci sfiniscono di prediche su come loro siano ispirati dal Signore, mentre badano a succhiare soldi come idrovore.
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8 marzo 2015
Blog de Il Fatto
Commento al post di G. Ferrara “Alex Zanotelli, una vita dalla parte degli ultimi”
Se anche, ripulito dell’abbondante saliva della slurpata dell’articolista, fosse questo stinco di santo, e allora? Ci saranno eccezioni, ma l’indole media del clero non è emancipatrice ma parassitaria; e i santini di personaggi con l’aureola sono tra le chincaglierie con le quali abbindolano chi sfruttano.
@ Maurizio Rosso. Come per i mafiosi che esigono il pizzo, o gli amministratori locali che vogliono la mazzetta, non è che chi subisce la loro influenza deleteria deve “frequentarli” per dire come si comportano. Anzi, raccomando a chi voglia preservare quel poco di virtù che può avere di evitare tali cattive frequentazioni.
@ Savoia Marchetti. Fidatevi. Che Zanotelli sia un santo ve lo dice uno con per avatar un bombardiere con tre fasci littori, l’aereo di Mussolini che operò anche in Spagna; quando i preti si aggiravano “con le scarpe nel sangue” tra i cadaveri di quelli che avevano fatto fucilare dagli italiani (Bernanos, I Grandi cimiteri sotto la luna).
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8 marzo 2015
Blog de Il Fatto
Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco a Cl: “No spiritualità d’etichetta. Non siate impresari da Ong” “
Il papa critica la spiritualità attuale delle locuste di CL; non dice nulla sul loro poderoso apparato buccale.
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5 aprile 2015
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Commento agli auguri di Pasqua del vescovo di Brescia Luciano Monari
Che tipo di speranza ci offre la Pasqua, chiede il vescovo Monari? Sul piano teologico e psicologico, una speranza smodata, quella di vittoria sulla morte. Ma in pratica la speranza smerciata dai preti è come un salvagente di cemento, o come un’ancora di cartone. La loro speranza è nemica della moderazione e della decenza.
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11 aprile 2015
Blog de Il Fatto
Commento al post di F.A. Grana “Giubileo 2015, Francesco ai corrotti come Wojtyła ai mafiosi: “Convertitevi” “
E convertirsi anche riguardo al travaso forzoso dei nostri beni a favore del clero, es. mediante la diversa imposizione fiscale, infernale per noi e angelica per loro? Oltre il pizzo della criminalità organizzata e la corruzione delle mazzette c’è l’istituzionalizzazione dello sfruttamento, la rapina che si fa legge dello Stato, così che è il rapinato a doversi recare coi soldi in mano dal rapinatore; che è perfino peggio. Su questa forma di sfruttamento, in forte crescita, il clero, che ne è tra i beneficiari, resta silenzioso; mentre ha preso a condannare a parole quelle che sono le forme di sfruttamento più grossolane, criminali e gravi ma vassalle rispetto ai poteri forti.
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1 maggio 2015
Blog de Il Fatto
Commento al post di L. Zanardo “Expo 2015, Francesco e la rivoluzione del volto”
L’uso cattolico di citare i poveri che non mangiano prima di cominciare il pasto. Un pensierino sulla fame degli altri col tovagliolo già al collo e le posate in mano aiuta la convivialità: rasserena e rende più gustose le pietanze, anche se queste non sono che gli hamburger di McDonald, uno degli sponsor della manifestazione.
@ ErPanza78. A ognuno il suo mestiere. Ma lo stand dei croccanti moniti pontifici non è molto diverso da quello accanto dei grassi panini di McDonald. C’è anche il junk food dell’anima, un cibo soddisfacente al momento ma alla lunga nocivo, data la sua qualità e composizione.
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27 maggio 2015
Blog de Il Fatto
Commento al post di F. A. Grana “Castello di Narni, monsignor Paglia indagato per associazione a delinquere”
Monsignor Paglia è stato uno dei promotori delle terapie sperimentali con staminali. Terapie con le staminali ufficiali, quelle “serie” non quelle di Vannoni (che il clero comunque ha pure supportato). Per molti spettatori questo interesse del vescovo per le biotecnologie sarà un titolo di merito, una cosa buona, che contrasta col suo amore per il denaro e i relativi maneggi; e che lo redime, almeno in parte. A me invece, sapendo quali associazioni a delinquere sostengono il business delle staminali, questa notizia dell’accusa di associazione a delinquere per gli affari illeciti sulla compravendita del castello di Narni appare perfettamente in linea con la partecipazione del prelato alle grandi operazioni dell’industria medica. Anzi, è un anticlimax; un poco, per fare un esempio, come l’accusa di evasione fiscale per la quale fu condannato Al Capone, mentre andò impunita la sua attività di gangster.
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10 giugno 2015
Blog de Il Fatto
Commento al post di P.G. Cardone “Azzollini a suor Marcella: “Da oggi in poi comando io, se no vi piscio in bocca” “
San Francesco insegnava a rispondere al diavolo tentatore “Apri la bocca che vi ti caco”. Le sventurate suore ancelle invece avrebbero permesso lo scambio dei ruoli. Un’analoga versione delle suore ancelle che non conterebbero nulla, ma sarebbero povere vittime di manager laici – che le rendono ricche e potenti tramite la gestione di strutture ospedaliere – la sentii raccontare da un fervente cattolico, anni fa; ma riguardo a un florido stabilimento ospedaliero lombardo. Allora mi chiedevo dubbioso se le cose stessero proprio così. Sembra che ovunque vadano le suore ospedaliere finiscano nelle mani di bruti che le schiavizzano (e le riempiono di soldi). Ma a giudicare dall’avidità, dai cattivi soci e dalle cattive affiliazioni, dai modi aggressivi e maligni quando sanno di poterlo fare, da comportamenti che i businessman USA chiamano “cutthroat”, non subiscono proprio nulla che non gradiscano e dal quale non ricavino un tornaconto. Questa storia delle suorine che si fanno mettere i piedi in testa appare conforme alla usuale tattica passivo-aggressiva clericale. Faciliterà l’applicazione della vigente legge non scritta sui privilegi del Primo Stato, e quindi il loro passare indenni per questo chiassoso happening giudiziario; per continuare, voltate di nuovo le spalle al mondo, a cercare il sussurro di Dio nel fruscìo delle banconote.
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13 giugno 2015
Blog de Il Fatto
Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco al Csm: “Salvaguardare i diritti umani, ma senza farne abuso” “
E’ corretto e opportuno che un organo dello Stato, che dovrebbe salvaguardare autonomia e indipendenza dei magistrati, vada in pellegrinaggio a farsi dare direttive dal capo di un potere che ha pesanti interessi sull’Italia, interessi non sempre leciti e che non di rado contrastano con gli interessi leciti e i diritti dei cittadini italiani? L’arroganza e la corruzione istituzionale dei magistrati si alimentano di questi ossequi della loro casta ai poteri forti.
@ Giovanna. E’ un SAM :“Sono Ateo Ma”. (Sono ateo ma questo papa spacca; sono ateo ma bisogna, laicamente, obbedire al papa; sono ateo ma questo papa mi fa venire voglia di donare tutti i miei averi alla Chiesa e farmi frate trappista; etc.). Molti si saranno accorti di questa nuova figura, che da quando Ratzinger è stato sostituito con Bergoglio è divenuta una presenza pressoché costante nei commenti sui tanti articoli de il Fatto sul papa.
@ Elcondorpasa. Berlinguer, quello che predicava le virtù repubblicane e anticapitaliste stando – parole sue – “sotto l’ombrello della Nato”. La stessa balda posizione – la bocca a sinistra e il sedere sotto l’ombrello atlantico – di tanti magistrati, intellettuali, leader spirituali, etc. ai quali dobbiamo buona parte del successo del nostro Paese.
@ Nokia. Quello stesso che, avvisato dell’imminente attentato terroristico alla Questura di Milano del 1973, tacque, e lasciò che avvenisse, come era nella volontà dei servizi, mentre tramite G. Pajetta intratteneva buoni rapporti col capo dell’Ufficio Affari Riservati del Viminale, D’Amato, emissario della CIA. Renzi non è un mutante, ma il prevedibile frutto dell’albero. L’ubertoso albero dei doppiogiochisti.
@ Nokia. Non mi drogo. Il fatto è riportato in un’ordinanza di un collega di Amendola, il giudice Antonio Lombardi. Non so se ho ferito un nostalgico nelle sue illusioni o se ho dato a un ruffiano il modo di ricevere un altro buono pasto.
@ Nokia. E allora? L’articolo conferma quanto dico. Lei non potendo confutare ricorre all’attacco ad personam. Berlinguer, grande figura. Apprezzato anche dai “nemici”: un mese prima del sequestro Moro viene invitato da N Birnbaum, ritenuto collegato alla CIA, per tenere conferenze in USA. Al suo posto manda un altro, tale Napolitano. Diversi commentatori, affetti evidentemente dagli stessi gravi disturbi che lei diagnostica a me (Chessa, Pinotti, Santachiara), hanno collegato ciò alla fine di Moro, e alle susseguenti fortune dei “comunisti” “preferiti”. Lei si deve stordire con alcool o altro per fare questo suo lavoro o ormai ci ha fatto il callo? O è nato con la vocazione?
@ Nokia. Non credo che le obbedienze che hanno gestito l’assassinio di Moro abbiano a che fare con le scie chimiche. Non ho mai considerato il tema delle scie chimiche. Lo ignoro, supponendo a priori che probabilmente sia una di quelle bufale di disturbo, che servono ad aggiungere confusione, mescolandosi alle verità sporche e così mimetizzandole, giustificando la tesi che chi controinforma sul potere non è che un “complottista”. Eh, i comunisti atlantisti, un colossale bluff, uniscono i metodi della propaganda stalinista a quelli delle multinazionali di pubbliche relazioni occidentali.
@ Cesby. A Civitavecchia la gente venera le statue della Madonna che piangerebbero sangue, e il Procuratore della Repubblica venera l’asserito anticapitalismo di Berlinguer (v. infra). Tutti insieme lodano il papa “ecologista” come leader spirituale e politico. I fedeli saranno anche brava gente, il Procuratore ha dei meriti. Ma sembra che in Italia siamo condannati a vivere in un perenne Seicento manzoniano.
@ GAmendola. Il suo elogio di Berlinguer e l’accostamento tra il segretario del PCI e papa Bergoglio mi hanno fatto ricordare di un altro magistrato, del quale non ricordo il nome, che tanti anni fa in un’intervista paragonò la situazione italiana, sul terrorismo, a un fiume che, date le increspature prodotte in superficie dal vento, sembra scorrere in un verso, mentre in realtà scorre nel verso opposto. Se vogliamo un futuro dove si pensi con la propria testa, e ci si possa fidare della testa di altri su questioni sulle quali non sappiamo giudicare, bisogna privilegiare la coerenza tra ciò che appare e ciò che è. Ci sono stati casi di coerenza, pagata cara, anche tra i comunisti e i cattolici. E’ alle loro posizioni lineari, anziché ai trompe l’oeil della politica di successo, che va la mia ammirazione.
F. Pansera
L’opposizione ai consumi voluttuari e alienanti, agli sprechi sconsiderati, alla corsa cieca al profitto, alla guerra folle contro la Natura è una cosa. L’impoverimento un’altra. In Uruguay, dove Mujica è presidente, il PIL procapite è circa il 43% di quello italiano. Meno della metà. L’Italia è seconda nella graduatoria dei paesi per aspettativa di vita alla nascita (83 anni); l’Uruguay è 44° (77 anni). Speriamo che un papa dalle posizioni “analoghe” a quelle di un ex tupamaro – movimento guerrigliero di ispirazione marxista-leninista – convertitosi all’ecologismo non sia una sceneggiata che, allestita quando aumenta la depredazione da parte dei poteri forti, servirà a indorare la pillola dell’avvicinamento del livello di ricchezza degli italiani a quello degli uruguaiani, e dei nostri standard di vita e politici a quelli di altri paesi sudamericani. Credo che converrebbe sondare “analogie” anche col peronismo.
@ Daniele Uboldi. Ho mostrato indicatori di tipo oggettivo. Non ho espresso giudizi sull’Uruguay, ma sul sentire vagheggiare una società bella, pacifica, sobria e progressista, a parole, mentre con gli occhi, dove abito, vedo che il clero pratica un affarismo senzaddio, così che, arricchendosi, contribuisce a spingere le persone verso l’inferno della povertà. Mi fa piacere che si sia trovato bene in Uruguay, tra persone di classe. Da bambino volevo andarci, avendo letto “Il fiume non si ferma” di Mino Milani. Sono luoghi affascinanti. Ottimi scenari, come dimostra anche l’ambientazione latina delle telenovelas.
30 novembre 2018
Blog de Il Fatto
Commento al post “Caso Magherini, Cassazione: “Carabinieri assolti perché non potevano prevedere la sua morte””
Senza la circolare del 13 marzo 2014 i Carabinieri, arma istituita il 13 luglio 1814, non sanno come fermare correttamente, essendo in 4, un agitato. I magistrati oltre che all’insostituibile funzione neurocognitiva delle circolari hanno creduto a un’entità di comodo come la “excited delirium syndrome”. Quando ci sono di mezzo grandi interessi il discernimento di magistrati e poliziotti corre su una scala logaritmica, potendo variare nel giro di qualche riga dalla zappa al microtomo, da Giufà o Gioppino alla logica di Frege e alla sensibilità di Proust. Per chi ha l’uso legale della violenza, di spada o di penna, l’ignoranza su quello che fa non può essere una scusante.
L’ignoranza che favorisce grandi interessi illeciti la vedo esercitare dai magistrati su questioni di sanità. Es. andrebbe loro mostrato come lo screening su minori per cancro della tiroide dopo l’incidente nucleare di Fukushima ha portato a fare emergere e sovradiagnosticare come cancro serbatoi di lesioni noncliniche e subcliniche, innocue, con “un peggioramento anziché un miglioramento della salute”*. Perché non possano poi dire che ignoravano che oltre all’inquinamento anche l’allarme su di esso ha pericoli, antropogeni, e può essere illecito; e nel dare forza alle paure su “terre dei fuochi” non ignorino l’interesse criminale miliardario, accertato, a estrarre falsi cancri dai serbatoi nonclinici a fini di profitto.
*Bauer et al, Morris. JAMA, Otolaryngology–Head & Neck Surgery, 29 nov 2018.
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25 febbraio 2019
Blog de Il Fatto
Commento al post “Taranto, marcia in ricordo di bimbi morti. Arcelor: “Con voi, bandiere a mezz’asta”. Rabbia in Rete: “Ridicoli, spegnete tutto”
Un aperto patrocinio ad un’altra delle tradizionali marce contro il potere volute dal potere. “Al momento di marciare / molti non sanno / che alla loro testa marcia il nemico./ La voce che li comanda / è la voce del loro nemico.” (B. Brecht). I cittadini che ieri obbedienti non vedevano l’inquinamento e che oggi vedono obbedienti solo l’inquinamento, e obbedienti lo elevano a peste nera, stanno marciando obbedienti coi loro figli in bocca ai lupi del business dell’industria dell’oncologia, che è libera di perseguire il profitto a danno loro come lo era ieri quella dell’acciaio. Marciano per la riconversione, necessaria per il potere finanziario, dalle troppe siviere da centinaia di tonnellate alle fiale da centomila euro spacciate per miracolose. I gattopardi, che non rischiano conseguenze serie, eccitano e incanalano la “protesta”; e con essa la paura, che spinge la gente verso le tagliole della medicina industriale. Un’industria che genera profitti superiori a quelli dell’industria dell’acciaio; e non teme crisi da sovrapproduzione, creando più condizioni di malato di cancro che guarigioni autentiche. Questa marcia coi paraocchi favorisce ciò che si crede di combattere, il profitto dei pochi a danno della salute e del benessere dei tanti.
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6 aprile 2019
Blog de Il Fatto
Commento al post di M. Asta “Ilva, a Taranto sapevano già tutto nel 1971. Così l’acciaio divenne il cappio della classe operaia”
Su come l’attuale “consapevolezza” non interrompa l’aspetto tragico della storia dell’Ilva, ma lo prosegua in forma farsesca: ‘Ilva. Dal cancro nascosto al cancro inventato’ nel mio sito.
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2 giugno 2019
Blog de Il Fatto
Commento al post “Ex Ilva, Bonelli (Verdi): “600 bambini nati con malformazioni a Taranto, ma governo rinvia presentazione dello studio””
A sentire politici e commentatori come Bonelli a Taranto sarebbe in corso e sarebbe tenuta nascosta un’epidemia di malformazioni congenite, con centinaia di bambini nati malformati a causa dell’inquinamento dell’ILVA. Dal 2002 al 2015 risultano nati a Taranto 25357 bambini. 600 bambini nati con malformazioni danno un tasso di malformazioni congenite del 2.4%. Il Ministero della salute riporta una prevalenza nazionale di malformazioni congenite di circa il 2% nella prima settimana di vita, che sale al 5-6% entro l’anno di vita. Uno studio osservazionale in corso su inquinamento e malformazioni congenite in Bretagna considera un tasso di malformazioni congenite in Francia del 3%. Volendo esercitare le doti di “cittadini liberi e pensanti” si dovrebbe considerare se va nell’interesse proprio e dei propri figli gonfiare la Scilla dell’inquinamento e nascondere la Cariddi delle sovradiagnosi, dei sovratrattamenti e delle altre manipolazioni del business biomedico, verso la quale si sta spingendo seminando paura con informazioni false e ingannevoli.
@ il gattamelata. L’unico numero che viene riportato è quello del totale di tutti i casi accumulatisi in 14 anni; inducendo il lettore a credere che ci siano stati 600 bambini nati malformati a causa dell’ILVA. Solo nel testo si dice che è risultato un numero di malformazioni più alto rispetto al dato regionale; ma, mentre si lanciano accuse di occultamento di dati spaventosi, si tacciono i dati elementari dei valori dell’incremento assoluto e relativo. Non si riporta, come lei dà per certo, che la differenza sia risultata statisticamente significativa. Se anche lo fosse, lo scambiare la significatività statistica per un effetto biologico forte è descritto negli elenchi degli “spin”, delle manipolazioni usate da certi autori per fare dire alle loro ricerche il contrario di ciò che hanno rilevato. I dati disponibili indicano già (v. mio commento precedente) che il pericolo per la salute non è dato solo dall’inquinamento, ma anche dalla diffusione di informazioni grossolanamente artefatte sull’inquinamento.
@ il gattamelata. Le peer review sono accusate di lassismo; ma se lei si presenta come fa qui, difendendo dati che non presenta e teorizzando che se le informazioni – false e catastrofiche – che si diffondono al pubblico sono su dati non pubblicati non si può criticarle, non si stupisca se perfino i corrivi peer reviewers la fermano. Ai dati inventati ma sacri, allo scambiare il cumulativo per l’incremento, roba non da peer review ma da bocciatura alle medie, o da associazione nella stessa cella di Vanna Marchi, aggiunge che dovrei tenermi per me e non svelare i trucchi di manipolazione della comunicazione delle ricerche; un sacrilegio appena commesso es. da il JAMA, la rivista dell’associazione di categoria dei medici USA (Fihn SD. Combating misrepresentation of research findings. 3 mag 2019). Conclude che chi non accetta questa sua “scienza” è pagato. D’acccordo sul “follow the money”: io non sono pagato, ma pago un prezzo per parlare contro il senso comune costruito da media, esperti, magistrati, showman, etc. Vedo piuttosto che esiste una conventio a praticare, in buona parte con denaro pubblico e con l’abuso della autorità istituzionale, la suggestio falsi e la suppressio veri a danno della salute pubblica e a favore di grandi interessi illeciti del business biomedico, notorio corruttore. Il terrapiattismo del potere che lei esibisce con tranquillità non potrebbe esistere e fare i sui danni senza tornaconti, censure e complicità.
@ il gattamelata. Non lo penso solo io che diagnostichino – strutturalmente, secondo dottrina – malattie che non ci sono, in particolare il cancro, per vendere prodotti medici. Posto che la sua sia solo impreparazione, incapacità e presunzione, quando ha finito di fare la ruota e contemporaneamente “svuotarsi l’intestino” sul suo trono digiti “overdiagnosis” su Pubmed. Sono riportati oltre 12000 articoli. Biostatistici hanno sviluppato metodologie per misurare il fenomeno. Tomatis osservò che gli statistici sono svegli ma “stringono al laccio di una formula e strozzano dati sperime7 giugno 2019. Gli altri fratelli di Mattarellantali che andrebbero considerati in un contesto biologico del quale hanno scarsa conoscenza”. Quindi una laurea in statistica può non essere sufficiente o rilevante; specie se non si hanno 2 centesimi di buon senso, modestia e onestà per capire che sì, la medicina non è scienza pura né filantropia ma una pratica antropologica che genera migliaia di miliardi vendendo sulla fiducia. Non è molto diverso dal capire che il meccanico o l’idraulico possono sovradiagnosticare guasti per alzare il conto. Lanciare allarmi oltre il vero lasciando libere queste frodi istituzionalizzate è come lanciare una Ferrari alla quale sono stati tolti i freni. Se lo si fa in buona fede, cioè si è stupidi, non bisognerebbe fare ricerca, tenere lezione, dettare politiche sanitarie … Se menzogne come questa sono diffuse per vantaggi materiali o psicologici si è nel campo delle consuete miserie che danno gambe agli orrori della storia umana.
@ il gattamelata. Bene, io sono losco perché non metto il mio nome su quel che scrivo sul internet, mentre lei non lo mette per deontologia. A non avere chiaro il concetto di sovradiagnosi sono io, non lei che scrive che mica convincono le persone ad avere tumori per vendergli le cure. Lei poi addirittura spinge il suo coraggio fino a mettere il suo nome sulle sue pubblicazioni scientifiche. Come altri, o meglio tutti (incluso me a suo tempo, devo dire; o come quando scrivo alla magistratura dell’impunità di cui gode la disinformazione nociva alla salute come questa che lei sta propagandando). Lei non mi vede come suo collega. Grazie. Mi duole invece di essere un contribuente, con ricercatori dotati come lei. Siccome per un periodo ho scritto liberamente, su invito, sulla rivista dell’associazione che ha lanciato il termine “sovranista”, articoli come quelli che lei cita, gatta ci cova. La ringrazio anche per la misura di stare lontano da me 2 km; tanto più che l’efficacia dei cordoni sanitari nell’impedire il contagio è sottovalutata. La sua statura, si vede da ciò che scrive, è tale che la sua figura torreggiante sarà visibile anche da quella distanza. Purtroppo non c’è nessuna profilassi contro inganni perniciosi come questo dei 600 casi di malformazioni congenite nascoste causate dall’inquinamento ILVA, che in un paese serio sarebbe oggetto di attenzione dei poteri dello Stato non meno dell’inquinamento ILVA.
@ il gattamelata. Ho esposto al pubblico il lavoro di Welch, con mie considerazioni. Non pubblico più su riviste scientifiche perché mi viene impedito; come del resto sono stati silurati lo stesso Welch, o Gotzsche, autorità riconosciute, dalle stesse forze che danno spazio a campioni come lei. Inoltre aspetti criminologici della medicina non dovrebbero restare confinati entro la corporazione. (Quelli che non vogliono siano rivelati sono gli stessi che chiedono la “medicina partecipativa”, che invece è un coinvolgere le vittime nelle truffe, come si vede qui). Non uso il mio nome, che riporto nel mio sito, per non esporlo agli schizzi di trollini e trolloni; come lei, che invece di vergognarsi e nascondersi per l’appoggio alla diffusione di notizie cialtronesche da esposto in Procura, viene a sindacare dove io posso scrivere. Forse c’è in effetti qualcosa di “sovranista” nel rivelare frodi mediche internazionali che sfruttano le persone come bestiame. In Italia c’è un problema di “soccidanti”, che affittano gli italiani. Sui ricercatori venduti, caro prof, posso scrivere per centinaia di pagine. Il caso di Fisher è un esempio debole; lei lo ha scelto perché è anche remoto e lui era molto intelligente? Quel che l’interessante esibizione che ha voluto offrire qui mi fa venire in mente è un articolo di Feinstein sui “perils of riding on a data barge”, i pericoli dell’analizzare dati che sono una chiatta carica di spazzatura (J Clin Epidemiol 1989.42; 929).
il gattamelata. Bene. In attesa che venga “silurato” anche Paci e le centinaia di altri autori che si occupano della questione senza farsi radiare, quindi vendendosi alle forze del male immagino, come me d’altronde, la invito sinceramente a cercare aiuto da un collega ancora abilitato.
@ il gattamelata. In un Paese dove il capo dello Stato oversells mammography * e manda la figlia a fare da madrina ad operazioni di disinformazione a danno del diritto costituzionale alla tutela della salute (a proposito di psichiatria della medicina, il “diritto alla salute” è stato identificato come paranoia **); dove si ammette quando non lo si può più negare che si è peccatori per considerarsi quindi assolti e proseguire; dove chi dovrebbe essere censurato usa impunemente la psichiatrizzazione per screditare e minacciare chi sveli frodi sulla salute, il posto di chi non si adatta è quello del matto. Sono fortunato; abito nella città, e d’estate nel paesino, dei due psichiatri che si occuparono di spiegare le lettere di Moro sequestrato diagnosticando un disturbo psichiatrico. Cossiga affermò che i magistrati erano d’accordo nella psichiatrizzazione piduista, e nel fare internare Moro in psichiatria in caso di liberazione. In questi giorni magistrati accostano gli scandali affiorati su CSM e ANM alla vicenda P2 del 1981. Una magistratura che es. nel caso ILVA persegue solo la “mafia perdente” e aiuta l’altra, permettendo che in nome della lotta all’inquinamento si passi dall’industria dell’acciaio a quella delle truffe della medicina, che continua a consentire l’uso mafioso della psichiatria, è anch’essa ben integrata in un sistema folle e miserabile.
*Woloshin S et al How a charity oversells mammography. BMJ, 2012 345: e5132.
**Zoja L Paranoia. La follia che fa la storia. 2011.
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10 ottobre 2019
Blog de Il Fatto
Commento al post “Bari, inquilini morti in palazzo vicino a una discarica. Il giudice non archivia e ordina ai pm di indagare ancora: “Non c’è prescrizione” “
Il rimpallo di false rappresentazioni della malattia tra medico e paziente è stato chiamato “pas de deux” (Malleson). Anche magistratura e “scienza” ballano assieme, e amplificano concezioni false e dannose scambiandosele. Come questa “teoria miasmatica del cancro”; per la quale il cancro avrebbe modalità di diffusione somiglianti a quelle degli avvelenamenti acuti. Questi casi mediatici contrastano con la “firma epidemiologica” del cancro (definita trattando delle sovradiagnosi, causa reale di picchi di incidenza del cancro*; che “scienza” e magistrati concorrono nell’occultare). Il cancro da agenti ambientali ha firma diversa, se non in casi particolari, es. alcune esposizioni ravvicinate all’amianto; e anche lì con latenze lunghissime. “La giurisprudenza chiama ma la scienza non risponde” secondo un magistrato, a proposito dell’assoluzione di De Benedetti per i morti da amianto. Questi procedimenti, simili alle “sentenze suicide” con le quali si mandavano assolti i fascisti nel dopoguerra, sono “ a pera”: una base larga, mediatica, che manda un messaggio di paura convincente ma falso; l’inconsistenza poi restringerà il caso nei gradi successivi fino al “liberi tutti”. Risultato: l’inquinamento diffuso come causa reale di cancro resta incontrollato e impunito; l’allarme così alimentato spinge verso l’estensione – in particolare al Sud – delle lucrose frodi di massa dell’oncologia*.
*Welch et al. Epidemiologic Signatures in Cancer. NEJM, 3 ott 2019.
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8 novembre 2018
Blog de Il Fatto
Commento al post di S. Bauducco “‘Ndrangheta, la procuratrice della Dda ai sindaci del Milanese: “Non avete più alibi, entrate a far parte del capitale sociale dell’antimafia””
”… gl’Amplissimi Senatori quali Stelle fisse, e gl’altri Spettabili Magistrati qual’erranti Pianeti spandino la luce per ogni doue, venendo così a formare un nobilissimo Cielo, altra causale trouar non si può del vederlo tramutato in inferno d’atti tenebrosi, malvaggità e sevitie che dagl’huomini temerarij si vanno moltiplicando, se non se arte e fattura diabolica, attesoché l’humana malitia per sé sola bastar non dourebbe a resistere a tanti Heroi, che con occhij d’Argo e braccj di Briareo, si vanno trafficando per li pubblici emolumenti.”. Un milanese di altri tempi. Voi invece iscrivetevi al “capitale sociale dell’antimafia”. Approfittate. Mantenendo in vita la mafia dei paesani e raffigurandola come una criminalità inestirpabile, lo Stato, lo stesso Stato dell’impunità per Piazza Fontana e della verginità antifascista tramite le stragi, vi permette di porvi sulla testa le aureole dell’antimafia, e potere così fare liberamente gli amministratori juke-box, a favore di altre grandi forme di sfruttamento; quelle dei poteri globalisti, del capitale finanziario che stanno spogliando l’Italia. Così come i magistrati e le forze di polizia tra un mafioso e l’altro fanno i juke-box, suonando tutti e solo i dischi decisi da chi “calls the tune” in operazioni come Stamina a Brescia o l’Ilva di Taranto.
@ fabrip. Tante sentenze, 10^6 € in spese legali per gli Spedali Civili, NAS al “lavoro” per anni; quando sarebbe bastato un maresciallo esperto in truffe di strada per fermare Vannoni. Volendo lanciare le underperforming staminali, l’ordine, diramato da un policlinico dove il rettore ha portato da Washington gli ordini sui vaccini, è stato di suonare una musica giudiziaria che scambiasse di posto 3 entità. La medicina pazza (Stamina) è stata messa al posto di medicina disonesta. La medicina disonesta (promesse staminali ufficiali) al posto di quella onesta. La medicina onesta (denuncia delle frodi) al posto di quella pazza.
Taranto. Per tagliare l’industria pesante e convertirla nell’industria medica si è ordinato di suonare una musica che, date 2 cause di aumento di incidenza di cancro, inquinamento (a) e sovradiagnosi (b), fornisse la coonestazione della magistratura all’ingigantire oltre il vero a; e allo stimolare b, censurando sulla sua presenza e spingendo verso di essa gridando alla peste; fino al livello truffe di strada, es. Bonelli che dice che metà dei bambini di Taranto si ammala di cancro. Risultato non solo forni spenti e operai a casa. Anche aumento in futuro di incidenza di diagnosi di cancro.
In entrambi i casi clero regista e all’incasso. Rispetto ai voleri dei poteri sovranazionali preti, polizie e magistratura vanno contati tra i focolai di corruzione.
V. Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale. ILVA. dal cancro nascosto al cancro inventato.
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19 novembre 2019
Blog de Il Fatto
Commento al post di P. Tani “Mafie, alla Bocconi una cattedra per capire l’impatto della criminalità sull’economia. Pinotti: “Causa riduzione del Pil pro capite fino al 20%”
La white hat mafia
Una magistratura adeguata dovrebbe chiedere il nome dell’anonimo che finanzia la “associate professorship…”, e interrogarsi; non negando il fenomeno del “white hat”: l’indossare il cappello bianco dell’antimafia per meglio praticare affari illeciti del mondo legale. Il Fatto rende noto oggi che A. Mittal sta facendo con Ilva ciò che fece in Romania. Chi l’avrebbe mai detto… anche i candidi magistrati hanno suonato la musica funzionale a questo attacco al Paese*. Invece rapiti applaudiamo le storie di malavita di Gratteri, e la martinella del carroccio suonata dalla Dolci. L’altro giorno dal Cergas Bocconi si è detto che bisogna trasferire più spesa farmaceutica dalle farmacie agli ospedali. Questo favorirà il succhio di denaro pubblico con farmaci di dubbia efficacia, e dai prezzi che analisi economiche mostrano essere in grado di mandare in bancarotta un sistema sanitario, mentre i cittadini dovranno pagare; per una industria farmaceutica che già spaccia tanto inutile e dannoso. Nessun clamore.
Al white hat del business predatorio e della magistratura business-friendly occorre una criminalità mafiosa da esibire; traendo vantaggi, a scapito della collettività, da questo parafulmine. Posso testimoniare che dalle medesime istituzioni che studiano e combattono ma non eliminano la mafia partono azioni per l’eliminazione con sistemi mafioidi di voci sgradite al grande business, come su Ilva e farmaci.
*Ilva. Dal cancro nascosto al cancro inventato.
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11 dicembre 2019
Blog de Il Fatto
Commento al post “Terra dei fuochi al Nord, in aumento il cancro alla prostata. Una ‘lapidazione’ mai vista”
Si è stimato che un 60% delle diagnosi di cancro della prostata siano sovradiagnosi (Welch, Black, JNCI, 2010). Il “great prostate hoax” è “a public health disaster” (Ablin, lo scopritore del PSA; sul cui dosaggio si basa lo hoax). Con la sovradiagnosi si può finire impotenti e incontinenti senza ragione.
L’articolo che dà a Marfella l’appiglio omette di scrivere di quanto è aumentata l’incidenza; discute invece degli aumenti percentuali. Da un grafico si vede un incremento in USA, per un fenomeno rarissimo tra le età 25-39, da meno di 1 caso/milione nel 1975 a meno di 4 casi/milione nel 2015. Un incremento in 40 anni dell’ordine dei decimillesimi di punto percentuale. E’ ingannevole fare passare big percentages per big numbers. “If results are presented as … relative values, mistrust them [diffidane]. Convert the figures to actual results.” (Hickey et al. Tarnished Gold. The Sickness of Evidence-Based Medicine, 2011).
Gli autori ammettono che all’incremento possa contribuire la sovradiagnosi col PSA; che si basa su quella disinformazione che alimentano. Includono tra le possibili cause una maggiore sedentarietà, supposta, dei giovani di oggi; congettura che dà un’idea del genere di “scienza”.
La notizia vera è che il business oncologico monta allarmi per espandersi ai giovani. Marfella vanta la considerazione delle istituzioni, anche a Brescia; un’affinità che aiuta a capire come le istituzioni abbiano visto in Montante un profeta dell’antimafia.
@ Antonio. I dati non sono numeri puri. 4*10^-6 è “il quadruplo” di 10^-6; ma praticamente la mai vista lapidazione di massa che per il dr. Marfella vi corrisponde es. in Lombardia riguarderebbe 1 soggetto ogni 3 anni. Saltando qualche anno, e in certi casi si tratterebbe di sovradiagnosi; che aumenteranno, con questi allarmi che sfondato il confine del vero proseguono in una corsa furiosa.
Feinstein* dice dei clinici che accettano questo modo del dr. Marfella di presentare i dati che “are not wary buyers”; ovvero che sono professionisti che commettono incauto acquisto. Penso, anche per esperienze personali, che per gli amici di Marfella con la divisa e con la toga dello Stato si dovrebbe considerare la ricettazione, e anche peggio, dati i sinistri beneficiari con la marsina del finanziere (per non dire degli inquietanti suggeritori con la tonaca); e date le conseguenze nefaste sul popolo di questo “lying with statistics” – e anche “despite statistics”. Es. il “pulling the plug” per l’ILVA; ma includeranno anche la diffusione di quelle frodi mediche istituzionalizzate, come quelle basate sulle sovradiagnosi, dove invece purtroppo le big percentages riguardano big numbers.
* Invidious Comparisons and Unmet Clinical Challenges. Ann Intern Med, 1992. 92:117.
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15 gennaio 2021
Blog de Il Fatto
Commento al post di F. Casula “Taranto, morì a 5 anni di cancro al cervello: 9 dirigenti ex Ilva indagati per omicidio colposo. “Malattia causata da polveri dell’acciaieria” “
Imbevuti di cultura pretesca, gli italiani, dai livelli alti a quelli più umili, sono fini praticanti della arte di servire il potere fingendo di combattere l’ingiustizia. Gli viene spontaneo. Gli accusati verranno probabilmente assolti, anche perché l’accusa poggia su basi tecniche molli; mentre il clamore delle iniziative giudiziarie spinge la gente verso le sovradiagnosi, che causano più diagnosi di cancro dell’inquinamento, ma vengono occultate e protette – dai magistrati per primi – perché sono un modo comodo di fare tanti soldi per quello stesso mondo dei grandi poteri economici che non ha scrupoli nel degradare l’ambiente inquinando. (Prescindendo dal caso di specie; comunque la mano troppo pesante della medicina è descritta anche per i tumori cerebrali pediatrici). ”While most people might think that rising overall cancer incidence reflects dangers in our environment, it instead reflects a danger in our medical care system”. “The biggest force causing overall incidence to rise is overdiagnosis — an unfortunate side effect of our drive to find cancer early.” HG Welch. Il risultato netto della costante suppressio veri e suggestio falsi giudiziaria sulle cause di aumento di incidenza del cancro è l’alimentazione di una profezia che si autoavvera; con un ulteriore aumento del tumor burden e dell’ingiustizia.
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30 aprile 2021
Blog de Il Fatto
Commento al post di F. Casula “Bambino morto a 5 anni di tumore, la procura di Taranto chiede il processo per 9 dirigenti ex Ilva”
In queste ore è in corso un nuovo tentativo di depistaggio su Via d’Amelio. I magistrati sanno con quanta cautela vanno prese le dichiarazioni di chi si presenta come pentito.
Il liberismo si basa sulla manipolazione cognitiva, su una presentazione della realtà a fini di profitto distorta in maniera magistrale e diffusa con l’uso dei più larghi mezzi. I magistrati non verificano se alcuni grandi temi mediatici, all’apparenza sacrosanti e meritori, siano in realtà volti a interessi illeciti; alla istituzionalizzazione di frode e sfruttamento. Così che è possibile che loro ne divengano strumento, come è già avvenuto per i depistaggi mafia-servizi. Es. che in futuro sulla spinta di questi allarmi le diagnosi di tumore pediatrico e il business che sostengono aumenteranno. Studi mostrano come gli allarmi inneschino un feedback positivo che autoalimentandosi genera sovradiagnosi. Sembra che non se lo chiedano, o che non vi badino. Ci sono le teste di turco mafia-servizi; ma ci sono anche le teste di turco cognitive, che, non meno perfide e velenose, fuorviando possono fare male su larga scala.
Ilva. Dal cancro nascosto al cancro inventato.
La post-camorra. Dai tagliagole alla chirurgia ingiustificata della tiroide.
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16 maggio 2021
Blog de Il Fatto
Commento al post di F. Casula “Morselli, ad dell’ex Ilva: “L’aria di Taranto è 20 volte migliore di quella di Milano”. Ma non spiega perché le polveri sottili uccidono di più”
Sulla divulgazione della fisica si dice che ci sia la fisica senza analisi matematica (derivate, integrali, etc.); la fisica senza matematica; e la fisica senza fisica. Qui la scientocrazia è arrivata all’epidemiologia senza epidemiologia: si dibatte in pubblico di dati epidemiologici allarmanti senza mostrarli né dire come sono stati ottenuti, elaborati e interpretati. Non li mostra Morselli, che rappresenta gli interessi dell’industria pesante. Non li mostra l’apparente controparte, e i media, che passano per paladini del popolo ma rappresentano gli interessi dell’industria biomedica, che guadagna da allarmi eccessivi che spingono verso le sovradiagnosi e la iatrogenesi. Pericoli questi che sono tanto nascosti e favoriti quanto sono pubblicizzati e a parole combattuti quelli da inquinamento. Come fa Balduzzi, della fazione del business biomedico, che è riuscito a trasformare in colpa il non seguire linee guida che incorporino frodi; e in merito e impunità il frodare secondo i canoni*. Posizione che è sfociata nel provvedimento del governo di questi giorni che assicura impunità generale ai medici dato il covid; anche questo sotto silenzio. Al pubblico vengono mostrati gli equivalenti di quei burattini ottenuti con guanti decorati a guisa di pupazzo coi quali si mettono in scena teatrini per bambini.
*La corruptio optimi nel liberismo: le linee guida cliniche e il decreto Balduzzi. Ott 2012 – L’irresponsabilità della medicina in franchising. Nov 2012.
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17 maggio 2021
Blog de Il Fatto
Commento al post”Ex Ilva, i genitori di Taranto all’ad Morselli: “Offende la nostra intelligenza. Solo lei non vuol vedere la pericolosità dei fumi””
“Per i treni in orario c’era bisogno di farlo capo del governo? Bastava farlo capostazione” (Troisi). Se i quartieri più vicini all’acciaieria presentano, a credere a studi sventolati e non mostrati, un eccesso di mortalità tremendo rispetto al resto d’Italia, non converrebbe studiare lo spostamento di chi abita in quei quartieri in siti sicuri? Io dubito che la situazione sia così apocalittica come la si vuole dipingere; ma il pericolo c’è, e in ogni caso sarebbe una giusta misura preventiva (che si sarebbe già dovuta eseguire decenni fa).
Temo però che siamo al “superior stabat lupus”. E che gli attivisti tarantini serviranno, come per altri furori di popolo, a fare passare un male che usa il bene come vettore. Così che si terranno l’esposizione generale a cancerogeni, cui si aggiungeranno il degrado e le malattie sia da deindustrializzazione, a favore di interessi stranieri come quelli di Arcelor; sia da riconversione dall’acciaio alla medicina commerciale. Con le sue iatrogenesi e sovradiagnosi, verso le quali si spinge senza un briciolo di testa. “While most people might think that rising overall cancer incidence reflects dangers in our environment, it instead reflects a danger in our medical care system”. “The biggest force causing overall incidence to rise is overdiagnosis — an unfortunate side effect of our drive to find cancer early.” L’autore, Welch, mostra anche come gli allarmi mediatici inneschino un circolo vizioso che genera questo aumento di incidenza.
@ ggerva. Non lo trovo; vuole rivelare lei lo URL dello studio “eclatante”? Non c’è invece scarsità di articoli intorno a ILVA e cancro; dal 2011 ne ho raccolti 616. Il più recente: “Una Tac al torace ti salva la vita”, Ass. salute pubblica, 8 mag 2021. La Tac che va a cercare il cancro te la può rovinare la vita; es. la probabilità di falso positivo è 83 volte quella asserita di evitare la morte per cancro del polmone (non che l’evitarla abbasserebbe il rischio di morte complessivo); è l’istituzionalizzazione delle resezioni che Brega Massone inventava artigianalmente a Milano, e di altre pratiche, coi loro rischi di gravi effetti avversi – incluso il causarlo il cancro, autentico.
Mentre si gridano e si pompano dati che si tiene appiattati si tace uno dei termini maggiori del problema, la spinta verso la medicalizzazione e la iatrogenesi, che godono di propaganda martellante e ingannevole. La disinformazione a tenaglia che ne risulta va a favore dei peggiori interessi.
Lo mostrano Tangentopoli, che ha portato al degrado della II repubblica, e la truffa politica dei 5S: servendo una causa che sembra pura giustizia – mentre in realtà componenti sacrosante sono intrecciate al marcio – senza verificare le finalità di chi la promuove, i rischi e le conseguenze nascoste, le omertà e magagne, si può collaborare, a proprio danno (per qualcuno con un tornaconto), al peggioramento di quello che si vorrebbe sanare. Qui la salute, la civiltà e il benessere a Taranto e nel resto d’Italia.
@ ggerva. Non è che non credo a nulla. Non prendo per oro colato le chiacchiere per quanto paludate e roboanti (incluse quelle scritte). Nullius in verba. Occupandomi da tanti anni di questi tristi argomenti, ho sviluppato la regola – chissà se qualche inquirente che si occupa di criminalità la condivide – che dal modo di trattare l’informazione si può comprendere la buona e cattiva fede.
Qui lo studio 2021 in base al quale si vuole imporre di comportarsi così e così non è disponibile al pubblico. Ce l’aveva ma non lo trova. Al suo posto atti amministrativi e sentenze del TAR: la tecnica del surrogato tipica della frode cognitiva liberista. E l’uso infame del poster child, col quale si fanno approvare farmaci inefficaci da milioni di euro a trattamento; acqua al mulino del business dell’oncologia pediatrica, che vuole una espansione del volume di pazienti (i magistrati di Taranto dovrebbero informarsi sulla facilità di sovradiagnosi per tumori pediatrici come il neuroblastoma). E frasette insolenti, “venga a vivere al Tamburi”. Vivo in una diversa area di inquinamento fisico e morale. Cercate voi di non decretare il vae victis per gli abitanti del Tamburi e degli altri quartieri, facendone carne da cannone per il business biomedico, e di non rendere l’intero Paese degradato. Oggi qui su Il Fatto P. Maddalena conferma quanto – non è il mio campo – sospettavo, che l’ILVA è un tradimento anche sul piano economico (v. Così l’inettitudine dei nostri politici … 18 mag 21).
@ ggerva. I suoi link arrivano fino al 5° Rapporto Sentieri, 2019. Qui si sta parlando del rapporto presentato il 30 aprile 2021 al convegno dell’Associazione Epidemiologica Italiana. E messo sul tavolo dai media. Chiuso però. Nessun link sui media. Arriva lei, “la mano è più veloce dell’occhio”, e dice che sa dov’è. Gli chiedo di mostrarmelo, però i suoi link portano ad altro. Capisco che la scienza è una cosa rigorosa e impegnativa. Mi conceda un altro tentativo per darmi la possibilità di leggerla: stavolta delle sue tre tavolette punto su quella che sta a sinistra.
A Taranto ho abitato un mese, bambino, da una mia zia, anno 1970. Ricordo i panzerotti fragranti, la visita guidata a un sommergibile dell’arsenale. C’erano ragazzi che si tuffavano dal molo e risalivano con delle cozze, che venivano consumate sul posto dai clienti. Oggi ci sono quelli che pescano nel torbido.
@ ggerva. Un esempio di “gelminismo” (dalla Gelmini, che, ministro dell’istruzione e della ricerca scientifica, pensava che fosse stato scavato un tunnel da Ginevra al Gran Sasso per farci passare i neutrini): il tradurre in termini macroscopici, visibili a occhio nudo, fenomeni che avvengono su livelli non percepibili direttamente; come la scala microscopica degli effetti molecolari degli inquinanti, e il livello statistico delle variazioni di incidenza e mortalità. Così che, dice lei, per gli effetti dell’ILVA lo studio del 2021, ciò di cui si sta parlando e in nome del quale si rinnova la protesta, può rimanere non letto mentre bisogna vedere icto oculi Taranto. I fenomeni microscopici e statistici obbediscono a modelli diversi – a volte molto strani per il senso comune, e incerti – da quelli evidenti del mondo che abitiamo. La scienza serve proprio a definire i modelli che descrivono ciò che non percepiamo coi sensi.
Del resto, cosa sarebbe l’epidemia covid se le persone non girassero con le mascherine, che numerosi studi mostrano essere inutili e pericolose?* La sua percezione pubblica sarebbe molto meno marcata. La scientocrazia promuove l’analfabetismo scientifico del pubblico in forme come questa del gelminismo.
*Open Letter from the UK Medical Freedom Alliance. 18 feb 21. – Is a Mask That Covers the Mouth and Nose Free from Undesirable Side Effects in Everyday Use and Free of Potential Hazards? Int. J. Environ. Res. Public Health 2021.
@ ggerva. Va bene, li conosco già, se potrò tornerò a rivedere, con interesse, affetto e rispetto Taranto, ma non sarebbe doveroso – e utile alla causa – rendere noti i nuovi documenti scientifici sui quali si sta discutendo pubblicamente oggi? La cosa sta diventando come i verbali di Amara…
@ ggerva. Comunicazioni a congressi e i preprint vengono comunemente resi noti e diffusi (i preprint sono divenuti routine col covid, a tutti i livelli). Si abusa di questa pratica, spacciando comunicazioni preliminari per studi approvati, a fini di promozione*, quando c’è da lanciare qualche nuovo prodotto. Gli studi osservazionali non possono stabilire la causalità, così per la “scare epidemiology” si fa il contrario: si diffonde la notizia, o la voce, tramite i media senza mostrare i dati. O addirittura senza averli, come ho scritto nel 2008**:
“Come è prassi in questi casi, il testo è difforme dai titoli perentori: nell’articolo gli specialisti affettano cautela prima di concedere che la causa dell’incremento di tumori pediatrici sia l’inquinamento. Come di norma, la procedura è invertita: prima la comunicazione al pubblico delle conclusioni; dopo verranno prodotti i dati scientifici e le dimostrazioni che supportano le conclusioni.”
Lungi dal seguire l’abc della scienza, si applicano metodi di marketing. I risultati sono quindi fortemente viziati nel senso di una narrativa preordinata, nella quale si esaltano alcuni aspetti e se ne censurano altri. Ricambio le cordialità.
*The polluted stream of health care information. Health News Review, 31 Ott 2018.
** SOS cancro nei bambini e sovradiagnosi.
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31 maggio 2021
Blog de Il Fatto
Commento al post di F. Casula e A. Tundo “Ilva, maxi-condanne nel processo Ambiente Svenduto: 22 anni a Fabio Riva, 20 a Nicola. Ventuno per Archinà, 3 anni e 6 mesi a Vendola”
@ Daniele Mainardi. Credo anch’io che sarà la solita farsa con una diluizione progressiva delle pene fino al loro annullamento o quasi. E che le clamorose pesanti sentenze in primo grado poi ritirate siano politiche – e propagandistiche – il fine non essendo la giustizia. Credo inoltre che vi sia, in questa generale prassi di condanne clamorose iniziali per inquinamento che finiscono in poco o niente, la disposizione a fornire quella che ho chiamato “la raffinazione della paura”. Una raffinazione nella quale la paura e il danno vengono separati; il regime di danno favorevole al business viene mantenuto, mentre la paura ottenuta viene impiegata in altre lavorazioni. Che aggraveranno il danno che si fa mostra di voler reprimere denunciandolo e condannandolo per finta. Qui gli affari di industria e finanza sull’acciaio verranno protetti, una volta raffinata e sparsa nell’aria la paura da inquinamento, che è materia prima per l’industria e la finanza biomediche, spingendo verso le sovradiagnosi e i sovratattamenti, i cui danni* sono tenuti occultati con sistemi piduisti tramite gli stessi poteri che gridano all’ambiente svenduto.
Ilva. Dal cancro nascosto al cancro inventato.
La raffinazione della paura.
*Brownlee, Korenstein. Better understanding the downsides of low value healthcare could reduce harm. BMJ, 23 marzo 2021.
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19 giugno 2021
Blog de Il Fatto
Commento al post di M. Carta e V. Petrini ““A Taranto la combinazione tra piombo e arsenico ha effetti deleteri sul quoziente intellettivo dei bambini che vivono a ridosso dell’ex Ilva” “
I livelli di IQ rilevati dallo studio nei quartieri Tamburi e Paolo VI (94 e 102) sono comunque nel range normale. Sono significativamente più bassi rispetto a Statte e Tulsano, sopra la media (110). Solo nella città immaginaria di Lake Wobegon tutti i bambini sono sopra la media. L’ADHD e l’autismo sono facilmente sovradiagnosticati*. Lo studio non consente inferenze causali così fini tra metalli e stato neurologico. Si tratta di dati soft e gonfiati, che stimolando paure porteranno ad un aumento delle sovradiagnosi.
Comunque stiano le cose, le persone dovrebbero essere evacuate dai quartieri prossimi all’ILVA. Ma il fine è politico ed economico, non quello della salute della popolazione, che è solo un pretesto, e che verrà peggiorata da queste manovre, sia spingendo verso la medicina for profit sia a causa dell’impoverimento.
I crimini riconosciuti – a partire da quelli mafiosi – hanno spesso omologhi non riconosciuti nel mondo legale – soprattutto in campo medico. Anni fa criticai sul il Fatto un’inchiesta della procura di Trani, sulla ormai screditata tesi dell’autismo da vaccini (23 marzo 2014 Commento al post “Vaccini, procura di Trani apre inchiesta su possibile connessione con autismo”). Le manipolazioni attuali sull’ILVA sono l’omologo “perbene” del “sistema Trani”.
*Overdiagnosis of Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder in Children and Adolescents. JAMA, 2021. The autism “epidemic”, Neurology, 2017.
Risposte a fabiomax censurate in blocco insieme ai commenti di fabiomax dopo l’ultima mia risposta:
fabiomax: Il “re” è nudo, ma “menici60d15” è cieco…
@ fabiomax: Nudo o vestito, il re la sa più lunga di noi. E sa che ci siete voi, con la vostra indomita ribellione all’oppressione e i vostri occhiali a raggi-X presi su Ebay, che vedete oltre le apparenze e scansate gli inganni del potere. Come avete visto che Mani pulite avrebbe portato a un miglioramento della politica rispetto ai tempi della corruzione democristiana; che le denunce fondate di tante magagne coi relativi vaffa di Grillo ci avrebbero allontanati dal governo dei banchieri; che l’euro e la EU avrebbero portato ricchezza e serenità, e le privatizzazioni costi minori e migliore efficienza; che Renzi sarebbe stato un degno successore di Gramsci, che il buttare a mare diritti ed economia avrebbe placato la tempesta covid, etc.
fabiomax: “…ci siete voi”. “Voi” chi?! “Renzi successore di Gramsci” è poi una pura bestemmia in cielo e in terra, gravissima considerando che non sono neppure credente… Per il resto, apprendiamo con piacere che “menic_eccetera” è ostile alle pochissime cose buone degli ultimi vent’anni, che sono proprio: Mani Pulite, i “vaffa” di Grillo e l’euro. L’affermazione sulle privatizzazioni – infine – è semplicemente una balla ed il “buttare a mare diritti ed economia” – degno finale – puro delirio. La (grave) cecità di “menic”_…” è dunque confermata.
@ fabiomax: Confermi che abbiamo ottiche opposte, e sono d’accordo. E che nonostante le apparenze superficiali sono le tue ad essere vicine ai desiderata dei padroni delle ferriere. Per te io sono cieco e delirante, e chi ripete quanto predichi ha l’occhio fino ed è intelligentissimo. A me tu e quelli che stanno a sentire i troll come te ricordate ciò che mi disse da bambino un contadino senese negli anni ’60, mostrandomi i suoi buoi: che hanno una grande forza che mettono docili al servizio di chi li governa e li attacca all’aratro, perché ai loro occhi appare come un gigante. Al di là della fisiologia della visione negli ungulati, questo patologizzare chi dissente fa presa su chi abbia un apparato percettivo e cognitivo bovino.
fabiomax: In due parole – al di là dei suoi arzigogoli pseudo-dotti – “menic60d15” conferma quanto osservato sopra: venendone smascherato, si aggrappa a presunte “patologizzazioni” da altri perpetrate. Del resto, basterebbe la sua premessa infelicissima su “Manipulite” per evidenziare palesemente la sua malcelata inclinazione per i “padroni delle ferriere”… inclinazione che probabilmente arriva ai 90 gradi nel biasimare i sacrosanti – e purtroppo passati – “vaffa” di Grillo (che a me peraltro non ha mai convinto troppo). Fortunatamente, esistono pur sempre gli ottici.
@ fabiomax: Nel 2006 mi telefonò a casa Casaleggio, ottenendo di usare un mio testo per uno dei post di Grillo; sull’inquinamento dell’inceneritore di Brescia. Ho applaudito a suo tempo Di Pietro; e Gherardo Colombo, al quale il figlio di un eccellente che in precedenza aveva fatto arrestare mi aveva paragonato. Poi ho approfondito, e ho rivisto le mie posizioni (anche su Colombo). L’ho fatto dopo che gli underdog sono diventati guru; e soprattutto, come qui, considerando il merito*.
Tu invece merito delle questioni zero; per te la vulgata mediatica è certa e sacra, come un santino da baciare. E autorizzebbe gli insulti grevi per intimidire l’avanzare e il considerare critiche alla versione ufficiale. Sistemi di propaganda di livello psyop. Non fare il sergente Hartman con me. “Fortunatamente esistono gli ottici”, ora mi dici. Non ne ho bisogno, sono abituato a cercare correzioni al mio vedere. Piuttosto, pensa alla tua di fortuna: “As long as they’ve got sidewalks, you’ve got a job.”. (Dal film “Footlight parade, “Viva le donne”, 1933).
*Dezzani F. Alle radici dell’infamante seconda repubblica. Il biennio 1992-93. – Di Maio e la lobby dei malati di cancro. Il paziente come stakeholder.
fabiomax: Sempre cercando di districarsi fra la cortina fumogena di citazioni e “segnaletica caotica” del “menic60d15”, ciò che sedimenta al netto della crusca è che il medesimo sposa entusiasta – novello Paolo sulla via di Damasco – le tesi propugnate da Federico Dezzani, cioè quello che delira di “giustizialismo di Tangentopoli”. Per decenza e rispetto della civiltà è meglio non aggiungere altro…
@ fabiomax: Dezzani parla anche delle “stragi di Capaci e di via D’Amelio, il pranzo luculliano a bordo del Britannia, speculazioni sfrenate, privatizzazioni vergognose, avvisi di garanzia ed omicidi eccellenti”. Es.: “Grazie all’intervista rilasciata dall’ex-ambasciatore americano Reginald Bartholomew a La Stampa nell’agosto 20123, sappiamo oggi che tra il pool di Mani Pulite ed il consolato americano di Milano esiste un legame diretto: è il console statunitense Peter Semler che, nel novembre 1991, quattro mesi prima dell’arresto di Mario Chiesa, “incontra” 4 Antonio Di Pietro nei suoi uffici. […] Di Pietro bazzica da tempo i servizi segreti italiani ed è ormai certo che abbia anche fatto parte della scorta del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, durante il suo ultimo e tragico incarico come prefetto di Palermo, quando la sua protezione passò dai carabinieri al corpo di polizia6.” Credo che il contributo della magistratura e delle forze di polizia negli input esterni che pilotano il destino del Paese sia largamente sottovalutato, dietro alle versioni agiografiche e ai fumi delle autocelebrazoni incessanti. Ne dai evidenza tu stesso, mostrando qui, per tornare all’ILVA, che razza di troll difendono la sua scienza e il suo diritto. I troll andrebbero ormai inseriti nello studio storico delle operazioni pilotate, come marker rivelatori.
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4 ottobre 2021
Blog de Il Fatto
Commento al post di F. Boero “Navi dei veleni: il caso di Otranto raccontato da Maritati è più attuale che mai”
Un altro magistrato scrittore* pugliese e eletto nei DS; come Carofiglio che in tv chiama chi non si vaccina “free-rider”; “scrocconi”, spiega Parenzo col quale fa un duo.
La lotta al potere può essere dal basso, genuina, o top-down, indotta dal potere per suoi disegni. (Un concetto utile per il caso Lucano). Conosciamo tutti i rischi che ci vengono rappresentati con le storie sulle “navi dei veleni”. Mentre non si parla dei rischi del benzene che con la benzina “verde” ha sostituito il piombo tetraetile. La tossicità ematopoietica, la capacità di provocare leucemia mieloide acuta e altre gravi malattie**. Lo respiriamo ogni giorno, ignari, imbevuti della propaganda giuliva su distributori e auto; mentre abbiamo viva l’immagine dell’ombra tenebrosa della mole di una nave sul fondo del mare.
Così pericoli alla salute in atto e diffusi vengono nascosti, stornando l’attenzione su aspetti ad alto impatto narrativo che non mettono in crisi il sistema. E che hanno il vantaggio aggiuntivo della paura che, depurata da responsabilità, viene diffusa perché spinga verso il business della biomedicina, come quello delle sovradiagnosi di cancro, altro tabù che viene favorito da questi allarmi strategicamente piazzati.
Nell’attività giurisdizionale, politica, autoriale, i magistrati tendono ad alimentare le denunce top-down e a soffocare quelle bottom-up.
*I magistrati scrittori. Sito menici60d15.
** Benzene. In: Casarett and Doull’s, Toxicology, the basic science of poisons, 2019.
Vedi il susseguente scambio con troll in : I magistrati scrittori
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24 novembre 2021
Blog de Il Fatto
Commento al post di P. Ricci “Green pass, sentire contestazioni da parte degli intellettuali sgomenta”
La curva del rapporto tra percentuali di vaccinati e di non vaccinati segue un andamento iperbolico: da un certo punto cresce ancor più rapidamente dell’esponenziale. Es. con l’80% di vaccinati ci sono 4 vaccinati per ogni non vaccinato. Mattarella ha appena citato, identificandolo come prova dell’attitudine scientifica degli italiani, un rapporto di 9 a 1. Il titolo già elevatissimo non basta, ci dicono, a portare sotto controllo l’epidemia. Urge anzi un giro di vite. Col 95% di vaccinati il titolo sarà a 19 a 1. Col 97%, 32 a 1. Col 98%, 49 a 1. Gli scienziati come Ricci dovrebbero indicare, mostrando come lo derivano, il numero cutoff oltre il quale saremmo in grado di controllare la forza demonica di questo flagello. O la soglia non c’è, e saremmo in pericolo – crescente – fino a che resti un solo renitente? Con una epidemia con questa forza sovrannaturale dopo 20 mesi, mai vista prima, e crassamente difforme dalla descrizione scientifica nota dell’andamento delle epidemie, si è in piena cattiva metafisica; e dovrebbero essere Agamben e altri filosofi (non viene citato l’ottimo Ermanno Bencivenga) a protestare per l’invasione ignorante dei loro campi di competenza.
PS. Complimenti alle Corti d’Appello di Venezia e Trieste per avere scelto come consulente questo rigido cultore della scienza che definisce chi non aderisce alla vaccinazione totale forzosa con una scarica di insulti che parte con la fisiognomica di Lombroso e termina con la Germania nazista.
[Ricci è tra gli autori dello studio Sentieri ]. Vedi Coronavirus per gli altri scambi sul post con altri commentatori.
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21 gennaio 2022
Blog de Il Fatto
Commento al post “Uccise la madre 92enne gravemente malata perché soffriva: dopo tre anni confessa e viene assolto”
Insieme a quella dell’assoluzione per l’eutanasia della madre, è di oggi la notizia di una forma di obbligatorietà di test clinici in Puglia: tutte le donne dai 40 ai 74 anni riceveranno la convocazione per lo screening del cancro al seno, e verranno multate se non daranno disdetta. Si va creando una “giurisprudenza” “ridicola e sinistra” (Pasolini) che associa cure coatte su sani e omicidio dei malati scomodi. La si sta costruendo insinuandosi in interstizi e forzandoli; con magistrati che tali spazi li lasciano aperti o li spalancano. La contraddizione è solo apparente: sia la medicalizzazione -iatrogena – ora arrivata all’esproprio della salute, che viene erogata dallo Stato tramite interventi medici, sia i colpi di grazia agli scomodi sono coerenti col business. I magistrati sono collaborativi su questi obblighi abnormi, che da quello “unethical, immoral, discriminatory, ineffective” e che favorisce la diffusione del virus* sul vaccino covid si estendono ora a pratiche fortemente criticate, ridotte o abolite altrove data la iatrogenicità, qual è lo screening per cancro della mammella. Allo stesso tempo i colleghi di Falcone e Borsellino, ma anche di Palamara, si danno da fare per produrre fattispecie presentabili e quindi fessure giuridiche per i successivi piedi di porco anche sullo smaltimento di chi dopo essere stato ridotto a malato non è più redditizio.
*Open letter to House of Lords on NHS Vaccine Mandate. Hart 3 gen 2022.
@ Pier Francesco Del Signore. La libertà al tempo del covid è capovolta. La libertà è non ricevere cure pesanti e nocive che arricchiscono il business e che poi riducono la persona in uno stato tale da fargli acconsentire ad essere abbattuta. La libertà è non subire medicina push, proibita anche dal giuramento di Ippocrate. E quindi è non dover temere sanzioni pecuniarie e morali se non si risponde a una convocazione a farsi irradiare le mammelle per ottenere dati notoriamente inaccurati e poco utili, coi gravi danni che – occultati – possono derivarne.
Che tu, 19496 commenti a macchinetta pro business medico, corra in soccorso ai magistrati, compreso Emiliano, che in questi giorni a loro volta corrono in soccorso al più forte dando per assodate le inverosimili versioni ufficiali dello Stato che avrebbero il dovere di verificare, mi ricorda un articolo sul non forzare queste decisioni che in epigrafe riporta la procedura giudiziaria dove prima si emette la sentenza e poi si giudica:
“Let the jury consider their verdict,” the King said, for about the twentieth time that day. “No, no!” said the Queen. “Sentence first — verdict afterwards.” “Stuff and nonsense!” said Alice loudly. “The idea of having the sentence first!” “Hold your tongue!” said the Queen, turning purple. “I won’t!” said Alice. “Off with her head!” the Queen shouted at the top of her voice.”(Whither scientific deliberation in health policy recommendations? Alice in the Wonderland of Breast-Cancer Screening. NEJM, 1997).
@ for a wonderful world. Grazie per la solidarietà. Seguendo da anni le frodi mediche strutturali, ho descritto tante volte come i magistrati le servano volontariamente. Non meno dei politici. A differenza di tanti politici, i magistrati tranne eccezioni mai prenderebbero una mazzetta. Ma quanto ad asservimento ai poteri forti non sono meno compromessi dei politici. Sto pensando di scrivere sui magistrati nell’operazione covid, mostrandone il ruolo partecipe. Es. l’alimentare il mantenimento abnorme e surrettizio dell’epidemia consentendo confirmation bias su ricoveri e TI, tramite l’epurazione illegittima dei medici che non si prestano. I magistrati non dovrebbero applicare senza fiatare leggi che sono “anticostituzionali” quanto lo è una coltellata a chi intralci progetti criminosi; e non si limitano ad applicarle ma rilanciano. Longanesi diceva che gli italiani vogliono fare la rivoluzione coi carabinieri: il mistero più tremendo e intoccabile delle varie sventure del Paese è dato dalla tiepidità timorosa dell’italiano medio. Sarebbe ora di considerare, oltre a quelle dei soliti noti, delle teste di turco deputate, anche le responsabilità dei magistrati e delle forze di polizia nelle imposizioni “ab extrinseco” che deformano e storpiano il destino del Paese.
@ oimetra. Strano, perché in Romagna c’era una certa tradizione contro le prepotenze dello Stato. Si vede che l’involuzione politica che ha portato dal socialismo umanitario a Renzi prende in Puglia forme da fascismo agrario, mentre in Emilia maschera la servitù volontaria da solidarietà sociale. Segnalo: Susan Bewley: “Things should never be the same again in the screening world”. British Medical Journal 14 apr 2020. E’ una donna inglese, professore di ostetricia e ginecologia, che sullo screening per il cancro della mammella non ha affatto la presuntuosa dabbenaggine che lei attribuisce a tutte le donne della sua regione.
-Estimates of overdiagnosis of invasive breast cancer associated with screening mammography. Cancer Causes Control, 2010. 21:275.
-Why cancer screening has never been shown to “save lives”—and what we can do about it. BMJ, 2016. 352:h6070.
-The secret harms of cancer screening. Lown Institute, 31 gen 2020.
-Breast screening should be scrapped. The Guardian, 2 ago 2011.
Mafia? Due anni fa ho inviato a un’amministrazione comunale del Sud, che pure si è messa a esaltare lo screening mammografico, i libri “Gotzsche P. Mammography screening. Truth, lies and controversy. Radcliffe, 2012. Gotzsche P. Deadly medicines and organized crime. Radcliffe, 2013.” Io ho ricevuto rappresaglie; l’amministrazione è stata poi sciolta per infiltrazioni mafiose. La linea della palma che sale e la linea del mammografo che scende sono legate. Anche nei metodi di difesa dei loro affari; con la disinformazione tutelata dai magistrati. La mafia da cinema fa da paravento a spinte insospettabili che determinano sia le punizioni di Emiliano alle donne che non scattano alla premura pelosa dello Stato perché si sottopongano a una pratica invasiva che in paesi più avanzati si discute come limitare o abolire; sia la comprensione dei suoi colleghi giudici, altrimenti sordi e impassibili su tante mostruosità materiali e giuridiche commesse in nome della medicina, per i cuscini sulla faccia dei malati gravi.
@ Synesthedy. Ci sono differenze ma non sono essenziali: entrambi i sistemi prevedono un terzo pagante, e una medicina dettata dall’offerta privata. La nostra medicina non è veramente pubblica: è a terminale pubblico, ma è definita nella dottrina e nella pratica – e nella selezione dei medici – dai grandi interessi privati, ormai fusi con la finanza. Che con una medicina a terminale pubblico possono avvalersi, grazie alla loro forza, dei poteri dello Stato – di uno Stato debole e asservito – inapplicabili direttamente. Ciò che appare evidente col covid. Infatti in USA si preme per andare verso una medicina “pubblica” di questo genere, che in realtà è una forma di medicina privata che si potenzia munendosi dei poteri dello Stato. Da aggiungere che lì, dove tutto nasce, hanno frenato sugli screening, es. quello della prostata, non potendo continuare a negare il bilancio sfavorevole, evidenziato da fonti autorevoli. Appare che il business voglia scaricare questo lucroso prodotto a dir poco mediocre, in realtà peggio che mediocre, sulle altre zone, come quelle meridionali della colonia italica, finora rimaste escluse, non per virtù ma per arretratezza economica.
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26 luglio 2022
Blog de Il Fatto
Commento al post di F. Casula “L’ex Ilva dieci anni dopo il sequestro: il nodo salute-lavoro è irrisolto. E i magistrati che indagarono insistono: “È ancora pericolosa””
Nella mitologia greca Argo era un gigante con occhi anche dietro la testa; o con cento occhi. Briareo, un gigante con cento braccia. Il falso anonimo manzoniano attribuisce agli “Spettabili Magistrati” “occhij di Argo e braccj di Briareo”. Nel complesso mondo attuale, dove regnano multicausalità e intrecci etiologici, rivestiti di un marketing di consumata scivolosità, la magistratura dovrebbe avere di questi attributi. Il caso Ilva mostra al contrario una magistratura affetta da emianopsia, e da ipotrofia monolaterale, che cieca e inerte su noxae patogene causate da brama di profitto che non siano l’unica che considera e combatte non solo le lascia libere, ma le potenzia*. Con effetti simili a quelli della polizia che limitandosi a reprimere una gang favorisce la gang rivale. O agli antibiotici che inducono infezioni alterando la flora microbica. O dei gattopardi che dicendosi paladini del popolo contro il vecchio regime lavorano per la conversione al nuovo regime.
Del resto, la compliance della magistratura per quelle che si possono chiamare “allegorie materiali” della biomedicina, dove interessi di potere e di profitto dei massimi livelli costruiscono, da un nucleo di realtà, una narrazione soteriologica, nella quale una causa singola viene gonfiata fino a rappresentare tutto il Male, in modo che altri fattori nocivi siano lasciati liberi, e ne siano istituiti di nuovi, è apparsa evidente con l’operazione covid.
*Ilva. Dal cancro nascosto al cancro inventato.
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5 novembre 2022
Blog de Il Fatto
Commento al post “Tumore dopo uso prolungato del cellulare per motivi di lavoro, a Torino la sentenza che riconosce la malattia professionale” “
I magistrati sostengono di poter fiutare effetti tumorali rari sepolti sotto una montagna di evidenza negativa: dovrebbe esserci un picco di incidenza da Etacs, con l’umanità attaccata ai cellulari. Mentre non hanno sentito lo schianto dell’asteroide della gestione covid sulla nazione, col suo immane sfacelo. Resta fuori scena l’uso crescente di smartphone app per frodi della medicina ufficiale; es. per l’occultamento di dati sugli effetti avversi da vaccino covid*.
Sentenze “long-shot” che suonano “coraggiose” sanciscono il principio che i magistrati possano intervenire sulla definizione di causalità biologiche in campo medico, a due mani con una ricerca sempre più manovrata dal business. Usurpando attività che è arduo praticare anche alla ricerca medica competente e onesta, la magistratura può così usare il suo potere materiale e di persuasione per negare o attribuire, minimizzare o ingigantire cause e responsabilità; es. l’efficacia dei vaccini covid (ottima, per il potere) e i loro effetti avversi (quasi inesistenti, per il potere). I magistrati si stanno arrogando la facoltà di scrivere a orecchio pagine di medicina quando i poteri forti impongono pagine contraffatte di medicina come presupposti di leggi giuridiche aberranti. Quando la medicina è diventata il piè di porco per scassare la Costituzione.
*Are adverse events in Covid-19 vaccine trials under-reported? Investigative Journalism, 2021.
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30 novembre 2022
Blog de Il Fatto
Commento al post di F. Casula e A. Tundo. “Sentenza Ilva, nelle motivazioni il “girone dantesco” di Taranto: “Con i Riva razzismo ambientale e ci fu corruzione di istituzioni e stampa””
Come per Tangentopoli, i magistrati vedono solo il marcio che i poteri forti vogliono sia sostituito con un marcio ancora peggiore. Su quest’ultimo, che rientra nel cerchio più profondo dell’Inferno dantesco, quello dei fraudolenti verso chi si fida, e che viene favorito dallo sbandierare il solo marcio precedente, chiudono occhi e orecchie. E tappano bocche, non solo le loro: v. “Ilva. Dal cancro nascosto al cancro inventato”.
21 febbraio 2023
Blog de il Fatto