Corruzione “qui tam” e sfruttamento

18 December 2014

6 dicembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Portanova “Carminati si è imborghesito. Come la mafia”

Il Procuratore generale di Brescia, Dell’Osso, che ora lancia l’allarme sulla “nuova mafia”, ha anche sostenuto che la P2 era (è) solo un’organizzazione affaristica, senza fini eversivi. A me invece pare che vi sia, tra le altre, una corruzione “qui tam”. Una corruzione piduista, cioè che abusa dei poteri dello Stato a fini eversivi, a favore dei detentori della sovranità reale; a favore del re, cioè dei poteri forti. E’ la corruzione, attuata da coloro che gestiscono i poteri dello Stato, che sta facendo del Paese sempre più una terra di sfruttamento per la grande speculazione. Notizie clamorose come questa di Carminanti e soci, con CC e magistrati che fanno uscire dal cilindro, o dai cassetti, gravi attività illecite che sono state lasciate operare per decenni, tendono a distrarre dalla corruzione qui tam, e a lasciarla nell’ombra. Facendo addirittura passare per paladini della lotta alla corruzione coloro che, se non prenderebbero mai una mazzetta, praticano a danno del Paese la corruzione qui tam, per averne altri vantaggi, personali e corporativi. Con metodi che sono quelli eterni di mafiosi, piduisti, corrotti, etc. Soprattutto a Brescia, che nella mia esperienza è una specie di Barcellona Pozzo di Gotto padana per il malaffare istituzionale di alto bordo, es. quello a favore di grandi affari illeciti delle multinazionali farmaceutiche.

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6 e 7 dicembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Valditara “Mafia Capitale e corruzione: che fare?”. Censurato.

C’è la “corruzione pulp”, come quella di Carminati e c. C’è la “corruzione delle mazzette”, ben nota. C’è la “corruzione dei lazzaroni”, quella delle persone comuni, degli innumerevoli furbi. Queste forme il prof. Valditara le mette giustamente in luce. Ma c’è anche la “corruzione qui tam” (““Qui tam pro domino rege quam pro se ipso in hac parte sequitur”): la corruzione, attuata da coloro che gestiscono i poteri dello Stato, a favore dei detentori della sovranità reale; a favore del re, cioè dei poteri forti. La corruzione che sta facendo del Paese sempre più una terra di sfruttamento per la grande speculazione. Questa corruzione Valditara non solo non la riconosce, ma indirettamente la auspica, chiedendo deregolamentazione e più spazio ai privati negli appalti; per combattere, dice, le altre tre forme di corruzione, le uniche che vede. Questa visione acuta da un lato e orba dall’altro lo porta ad affermare che “il problema è della società non della politica”: il problema è, secondo lui, di chi “mette i piedi sui sedili del bus, parcheggia in doppia fila, imbratta i muri”, etc. . Ciò rafforza l’impressione che queste notizie clamorose, con CC e magistrati che fanno uscire dal cilindro, o dai cassetti, gravi attività illecite che sono state lasciate operare per decenni, siano usate per spingere verso la corruzione qui tam; ripulendo l’immagine di una classe dirigente non migliore dei portoghesi e dei vandali, e dipingendo coloro che proseguono la vendita del Paese come dei paladini della lotta alla corruzione.

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6 dicembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Roccuzzo “Mafia Capitale: in Germania sono persone, in Italia si specula sulle origini degli immigrati”

Carminati ha potuto agire per oltre 30 anni, dai tempi della strage di Bologna e dell’omicidio di Fausto e Iaio, prima di essere fermato dalle stesse forze che lo hanno fin qui favorito. I romani votano sindaco un ex estremista di destra, che si accompagna a tipi del genere. Invece di riflettere su ciò, la clamorosa e roboante operazione Mafia Capitale viene subito sfruttata come falso standard, per fare sembrare al confronto pulite forze che in realtà non sono lontane dal “mondo di mezzo”. Es. in questo articolo ci si ammonisce che siccome è stata fermata questa banda, non dobbiamo essere “razzisti” ma considerare gli immigrati come italiani; prendendo esempio, secondo l’autore, dai tedeschi. Mi sembra un discorso tirato per i capelli, nella logica e nel merito. Gli immigrati vengono fatti arrivare per abbassare il costo del lavoro e per altri fini di profitto, a danno del nostro popolo e dei popoli di provenienza, da poteri che hanno potuto disporre anche di terroristi neri e rossi. Ieri Visco, di BankItalia, ha commentato che la corruzione come quella di Carminati danneggia l’economia; ma non ha detto che la corruzione che obbliga lo Stato a piazzare i titoli di Stato sul mercato privato, opera anche di BankItalia, ha messo un paese florido, e il collo degli italiani, nel cappio degli strozzini. In Italia le retate di delinquenti “pulp” sono usate per creare consenso per i forbiti delinquenti istituzionali che prosperano vendendo il Paese.

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17 dicembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. P. Dal Monte “Corruzione: Fateskifen! (almeno, secondo la percezione di mio cuggino)

Sono d’accordo. In epidemiologia si distinguono misure di frequenza e misure di intensità. Le mafie, ora i picchiatori romani, le “furbate” di chi può evadere o imbrogliare, sono casi di corruzione ad alta intensità. La corruzione “percepita” gonfia artificiosamente tali misure; non è un buon indice in sé, è influenzata da media e propaganda, e si autoalimenta. Non ci vengono invece mostrati i dati sulla frequenza totale della corruzione; o meglio dello sfruttamento, del quale la corruzione è un aspetto. Né sulla sua distribuzione. Vorrei vedere un diagramma a barre, o a torta, dello sfruttamento totale e della sua distribuzione, misurato in euro. Quanto veniamo sfruttati, in miliardi di euro, noi italiani? Quanto è grande questa torta? E di questa torta, quanto va alle mafie, quanto ai tangentisti, quanto in privilegi di politici, clero, amministratori, quanto deriva dall’evasione e dal lavoro nero? E quanto es. deriva dal piazzare il debito pubblico sul mercato privato? Ci sono forme di corruzione a bassa intensità e ad elevata frequenza relativa, attuate da pacati politici con un decreto, uno scambio di lettere, come questa dei titoli di Stato. Per non parlare delle frodi legalizzate in medicina, una forma di tassazione occulta sulla malattia. Credo che agitando la corruzione vistosa, quella da film, o che fa indignare – e permettendola – si copra quella che zitta zitta, tramite il potere dello Stato, si prende la maggior parte della torta.

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2 gennaio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di E. Bianchini “Roma, vigili assenti a Capodanno. Ospol (sindacato): ‘Numeri Comune sbagliati’”. Censurato.

3 gennaio 2015

Blog di A. Giannuli. Commento al post “Gli assenteisti e il pubblico impiego: quando il sindacato sbaglia tutto. Pubblicato ma cancellato dopo pochi giorni.

Sputtanarsi per screditare

E’ singolare che i vigili urbani abbiano allestito questo numero, che sta facendo indignare il pubblico, proprio mentre tramite il governo Renzi si sta spingendo per la riduzione delle garanzie a tutela dei lavoratori, e si adduce ad argomento l’infingardaggine dei dipendenti della P.A. A me risulta che i vigili urbani ambiscano, come le altre forze di polizia, a mettere la loro attività di corpo armato al servizio degli interessi dei poteri forti, anche a danno della comunità e dei singoli cittadini e in spregio alla legalità e alla decenza. Questo clamoroso sput.mento sput.tana l’intera causa della tutela del pubblico impiego; mentre non è detto che saranno i vigili a farne le spese. Non che non sarebbe giusto licenziare i tanti imboscati, incapaci e corrotti della P.A.; ma temo che, alla fine della fiera, a venire penalizzati saranno gli onesti, mentre quelli che attaccano il cavallo dove vuole il padrone, a partire dai tanti delle forze di polizia, verranno favoriti da un sistema che premierà l’asservimento a grandi interessi particolari, anche illeciti, anziché la fedeltà ai princìpi costituzionali. (Commento del 2 gen 2015 al post “Roma, vigili assenti a Capodanno. Ospol (sindacato): ‘Numeri Comune sbagliati’” de Il Fatto quotidiano. Censurato).

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17 gennaio 2015

Blog e Il Fatto

Commento al post di T. Mackison “Corruzione nel cuore dello Stato. Solo alla Difesa 130 dipendenti sotto accusa”

oi17425. “Tutti possono rubare a tutti. tangenti, corruzioni, evasioni, creste varie, sono furti. facendo una analisi del fenomeno occorre distinguere il furto tra privati ed a danno di privati da quello perpetrato in àmbito publico da personale pubblico pagato dallo stato. per il secondo, in ogni caso, dal più grave al quello economicamente meno rilevante, le leggi debbono prevedere misure di controllo, processi rapidi e pene detentive e risarcitorie pesanti senza sconti. più pesanti delle condanne per rapina a mano armata, nella quale l’autore almeno rischia in proprio.”

@ oi17425. Giusto. Ma dovrebbe essere riconosciuta e contrastata anche la corruzione “qui tam”, “a favore del re”, cioè la corruzione di chi, piuttosto che arraffare quello che può, mette il potere istituzionale che esercita al servizio dei poteri forti sovranazionali e a danno dei cittadini. A parte i soliti noti, politici, amministratori faccendieri, maneggioni etc., ci sarebbero sconcertanti soprese su coloro che proprio magistrati, carabinieri, e altre polizie dello Stato dovrebbero perseguire.

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19 gennaio 2015

Blog de il Fatto

Commento al post “Corruzione, Orlando: “Intollerabile”. Ma difende il falso in bilancio berlusconiano”

La corruzione delle mazzette e dei privilegi è anche una stecca alle varie caste per la corruzione “qui tam”, la corruzione a favore dei poteri forti internazionali. Sotto questo aspetto, le parole del ministro del governo Renzi suonano come un’ambasciata, con la quale l’imperatore ricorda ai vassalli nostrani che lo “ius praedandi” gli potrebbe venire decurtato o addirittura tolto se non curano come si deve gli interessi dei predoni maggiori; se non antepongono le ruberie dei pesci grossi al loro parassitismo.

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25 gennaio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di B. Giulietti “Anno giudiziario: mafia al Nord. Qualcuno ha chiesto scusa a Saviano?”

La mafia ormai non infiltra ma occupa il Nord, secondo l’autorevole voce del presidente della Corte d’Appello di Milano Canzio. Se le mafie meridionali al Nord sparissero, se fossero prosciugate come un lago artificiale che ha invaso e colmato una vallata (ma chi dovrebbe farlo se ne guarda bene) il panorama che verrebbe scoperto non sarebbe quello di una sana contrada. Verrebbe alla luce un brulichio di malaffare e di corruzione “qui tam”; la corruzione istituzionale a favore dei poteri forti sovranazionali. La corruzione della vendita dell’Italia come terra di sfruttamento, da parte della sua classe dirigente. Un’impresa ben simboleggiata da Napolitano, che l’alto magistrato ha lodato mentre ripeteva il mantra dell’inarrestabilità della mafia. La relazione tra mafia e società è parassitica; ma quella tra mafia e classe dirigente, tra mafia e istituzioni, ha anche una componente mutualistica.

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6 febbraio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Mondello “Stacchio, per il benzinaio solidarietà 2.0: #iostoconstacchio (storify)”

Una gran massa di italiani ha i testicoli retrattili come le “corna” delle lumache: si esaltano al pensiero di sparare a un delinquente se questi è uno zingaro, ma quando vengono derubati alla grande dai potenti, da chi sta portando il Paese indietro di decenni, stanno muti e con gli occhi bassi.

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Blog de Il Fatto

11 febbraio 2015

Commento al post di N. Delbecchi “Tangentopoli, nella serie “1992” su Sky l’affresco dell’Italia di Mani Pulite”

C’è in questo ”affresco corale” una parte dove si fa vedere qualcuno degli indipendenti magistrati di Mani Pulite a colloquio col console USA a Milano? In un angolo, come S. Pietro nel “Tributo a Cesare” del Masaccio. Lo disse l’ambasciatore USA; e a vedere il contesto e gli effetti di Mani pulite, e l’attuale comportamento della magistratura quando sono in gioco grandi interessi sovranazionali sull’Italia, e anche a danno dell’Italia, non mi pare che la possibilità di un legame tra magistratura e interessi USA possa essere scartata come infondata. Ma agli italiani piacciono i film rassicuranti, che non li mettano a rischio di dover prendere la più timida posizione contro poteri forti. Non avrebbe successo un romanzo o un film, se non una ricostruzione storica, che comparasse l’ascesa dei corleonesi contro la mafia perdente a Palermo con la sostituzione pilotata del regime democristiano col berlusconismo e con la sinistra “smagnetizzata” dopo la caduta del Muro.

@ Lollo. Nulla è cambiato nel senso che la classe dirigente ha potuto continuare a farsi i suoi interessi, servendo nuovi padroni, e le nuove esigenze dei padroni vecchi. Tangentopoli è stata un’operazione gattopardesca nel senso dell’adeguamento dei “baroni” al nuovo corso storico. Ma non si sono solo i Tancredi e i don Ciccio Tumeo. Per il popolo è cambiato tutto perché la “classe dirigente” ha preso a vendere il Paese a interessi esteri, come prima non faceva. Aggiungendo al suo sfruttamento lo sfruttamento a favore di poteri forti sovranazionali. (vedi P. Ferrero, La truffa del debito pubblico). E’ da questa corruzione, verso l’alto, che viene tenuta nascosta col mostrare solo la corruzione arraffa-mazzette, verso il basso, che dipende in misura sostanziale il cambiamento verso il degrado. Tangentopoli ha esposto il marcio della corruzione dei forchettoni, e ha aiutato la corruzione “qui tam”, verso “il re”, cioè verso i poteri forti sovranazionali.

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24 febbraio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. C. Caselli “Corruzione, le parole del Papa e i politici sordi”

Il papa certamente sa parlare. Le sue prediche contro la corruzione possono avere un peso. Ma sono parole, che hanno effetti molto deboli. Sull’altro piatto della bilancia, abbiamo un clero che ha informato della sua cultura la nazione. La loro concezione gerarchica della società e quella per la quale lo Stato è subordinato a poteri etici, cioè ai preti, il loro paternalismo e particolarismo, il perdono come opzione al bisogno, la crudezza dei rapporti di forza dietro l’ipocrisia barocca, il criterio mafioso per il quale nulla spetta ma tutto è grazia concessa dall’alto, hanno fatto dell’Italia una nazione nella quale la corruzione è intessuta intimamente nella società. La massa degli italiani non sa, sinceramente, cosa voglia dire essere cittadini, e i vantaggi, oltre che i limiti, che ciò comporta. Anche se quando vuole la descrive magistralmente, il clero è più fonte di corruzione che opposizione ad essa. Le società calviniste invece, con la loro idea del successo come segno della predestinazione, inducono a forme diverse di corruzione, che istituzionalizzano, rendono legale, lo sfruttamento, del quale la corruzione nostrana è solo una declinazione. Sembra che i magistrati siano solidali col papa per passare anche da noi dalla corruzione “tridentina” a quella luterana, come vogliono le forze della globalizzazione. Purtroppo probabilmente il risultato sarà un ibrido delle due, con i preti e i magistrati custodi, come sempre, del nuovo assetto.

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@ Otello. Per ciò di cui stiamo parlando, essere cittadini significa considerarsi parte responsabile di una comunità solidale, entro la quale i rapporti di interesse sono regolati da accordi equi prestabiliti, dagli effetti prevedibili, detti leggi, anzichè solo da contrattazioni personali volta per volta, né da rapporti di forza. Significa comprendere che vi sono beni comuni che è conveniente, anche da un punto di vista egoistico, tutelare come tali, anziché considerare la loro tutela come un impaccio che si può scavalcare, magari con la benedizione del parroco. C’è in effetti una religiosità nell’accettare ciò; se non ti piace (ma conoscendoti, penso che sia perché ti piacciono le religiosità che vestono i paramenti ecclesiastici) puoi leggere il discorso pre-cristiano di Pericle “Ad Atene noi facciamo così”. Se non ricordo male, fu Aristotele a dire che anche la cittadinanaza dovrebbe essere considerata una magistratura.

@ Otello. I beni comuni sono quelli che empiricamente dimostrano di dare i migliori frutti se considerati come un bene collettivo. Del quale non bisogna abusare. Es. classico del passato sono i “commons”, i pascoli comuni. Si sottovaluta come le cure mediche e il diritto alla tutela della salute siano da considerare un bene comune: si è visto che se ognuno fa parte a sé tenderà a pretendere il meglio del meglio, senza limite; ciò porterà a fornirgli le cure più lucrose, anche se inefficaci, o solo marginalmente utili; e non solo altri resteranno scoperti per cure utili, ma, date le componenti probabilistiche presenti in tante procedure mediche, lui stesso non avrà le cure ottimali. E’ assimilabile a un bene comune un valore come l’onestà, che in una società ricca come la nostra porta a una vita più tranquilla e sicura per tutti. Le “volpi” della vita comune finiscono a loro volta in pelletteria; quanti furbi di successo vengono bidonati una volta che si rivolgono alla medicina. Sulla “libertà di religione” occorre qualche cautela, perché le religioni confessionali in politica sono corrosive dei diritti: tendono ad aggredire le libertà altrui (il tuo tono ne è un piccolo esempio). Nonostante pretendano di riferirsi all’assoluto, e quindi a ciò che è supremo, e di farsene portavoce, le religioni nella vita pubblica dovrebbero essere in posizione subordinata, rispetto al primato dell’umano. E che cos’è l’umano… ?

@ Otello. Anche io quando sento i tuoi complessi e perentori ragionamenti avrei l’impulso di rifugiarmi nel mondo incantato della fisica. E occuparmi della teoria delle stringhe. Non quella che vuole unire meccanica quantistica e relatività generale. La teoria delle stringhe delle scarpe, che dovrebbero costituire una carrucola composta.

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25 febbraio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. Patitucci “Corruzione, anche per Nature l’Italia agli ultimi posti: “Penalizzata la scienza””

Badalamenti aveva due nemici: Impastato, che non voleva la Mafia; e Bernardo Provenzano, che la voleva eccome ma era in competizione con Tano nel business. Analogamente, si può essere contrari alla corruzione nostrana per due motivi: perché si vuole una società onesta, oppure per esercitare lo sfruttamento al suo posto, magari in forme diverse. Le nostre università e centri di ricerca contengono spesso pozze fangose, quando non sono interamente paludi (l’università della settentrionalissima città dove abito diede una cattedra pure a un consigliori di B. Provenzano). Da noi si ruba per sé, per la famiglia o il gruppo. All’estero, la corruzione corrisponde all’istituzionalizzazione del crimine a favore di poteri forti come le multinazionali. La ricerca internazionale in campo biomedico è stata di recente descritta come asservita a una mafia (Gotzsche P. Deadly Medicines and Organised Crime. Radcliffe, 2013) da un medico accademico, uno dei fondatori della Cochrane collaboration; editors delle più importanti riviste mediche UK e USA hanno scritto che non gli si può dare torto. Il ricercatore tra l’altro documenta come tale corruzione sia diffusa e grave anche nella sua Danimarca, che invece figura come luminoso modello di virtù nei grafici corruzione/innovazione di Nature. Per l’ltalia, le premure straniere vogliono onestà o take-over? Credo che sia la seconda che ho detto. Ma l’Impero e i nostri baroni si stanno mettendo d’accordo per un amichevole compromesso.

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@ Math. La ricerca corrotta è alla base della pratica corrotta. Gotzsche ne parla estesamente, facendo decine di esempi. V. ad es. le sezioni del libro “Clinical trials, a broken social contract with patients” o “Clinical trials are marketing in disguise”. Il libro è in pratica un manuale di criminologia della ricerca biomedica. Che qualcuno degli oltre ottomila magistrati italiani farebbe bene a leggere. Illustra i vari trucchi della ricerca; spiega ad es. come “ it takes very little unblinding to turn a totally ineffective drug into one that seems quite effective”. Il tuo è mendacio allo stato puro. Accompagnato dall’affermazione diffamatoria che quanto dico è frutto di un mio stato delirante. La frode medica ha tanti aspetti; è anche attrezzata a rispondere sistematicamente alle critiche con il mendacio e gli attacchi più spudorati. Credo che quindi i blogger come te andrebbero censiti e identificati, se chi di dovere volesse occuparsi di quest’altra forma di illegalità e corruzione, che provoca gravi danni alla tutela della salute, oltre che alle casse dello Stato e alle tasche dei cittadini.

@ Math. Tu dici che è “complottista” considerare come un soggetto che ha un interesse ad aiutare illeciti chi si prende la briga di mentire per la gola per poter dare del delirante a chi nomina quegli illeciti. Tipico è piuttosto dare del complottista a chi dice che la corruzione degli assessori non è l’unica, e c’è anche quella a favore dei crimini delle multinazionali. Hanno fatto bene Leys e Player, che non si sono lasciati intimidire e hanno intitolato un loro libro “The plot against the NHS”. Scrivendo: “Plot: a secret plan, esp. to achieve an unlawful end; a conspiracy; Conspiracy: combination of people for an unlawful or reprehensible purpose. (Oxford English Dictionary). Yes it was a plot. What made it a plot was its covert nature. Neither parliament nor the public have ever been told honestly what was intended. Misrepresentation, obfuscation and deception have been involved at every stage”. Il libro accusa gli stessi interessi economici UE aiutati dall’articolo di Nature. E’ interessante anche la tua idea che sia “lievemente dittatoriale” identificare e censire chi commette reati via internet e così facendo favorisce reati più gravi. Gotzsche, al contrario di quelli al servizio delle frodi mediche, ha il dono di essere chiaro e perspicuo; e dice proprio “mafia”[in italiano]; “organized crime”. Dimostrando come il parallelo sia appropriato, e come non si tratti di una figura retorica, o di una generica battaglia sulla qualità della ricerca.

@ Math. Non ti denuncio perché so che le tue vanterie di impunità hanno un fondamento. Oggi su Il Fatto Sabelli, presidente dell’ANM, avverte che la legge appena approvata sulla responsabilità dei magistrati avrà effetti negativi sui cittadini, perché chi farà “causa a una multinazionale si troverà solo contro una parte molto più forte, a cui viene regalato uno strumento per alterare le regole del giudizio”. Io ritengo che certi piacerini alle multinazionali diversi magistrati preferiscano, da prima della legge, farli volontariamente; e che questa legge avrà tra gli effetti negativi anche quello di fornire ai magistrati una sorta di giustificazione morale.

Comunque se mi capitasse un magistrato adatto io non mancherò di segnalarti, te e gli altri che si sentono liberi di diffamare, come parte dell’apparato di sostegno a quella corruzione che chiede maggiore spazio in Italia a scapito dei rubagalline. Se sono “pericoloso” come dici per quanto scrivo su Stamina (v. Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale), denunciami tu; sarebbe già un bel passo avanti rispetto ai sistemi vigliacchetti e illegali che usate. Gotzsche, che tu dici di ammirare, riporta come davanti alle sue critiche una delle accuse ricorrenti sia stata “you are killing my patients”; forse allora sono in buona compagnia. Se invece mantieni la promessa di non perdere altro tempo con me, e ti togli davvero dai corbelli, senza ricorrere a cambi di nick, mi fai un favore.

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12 marzo 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post “‘Ndrangheta, Libera: “Delrio non ha capito e ha sottovalutato i cutresi”

Delrio non è fanciullesco, come Libera ha interesse a dipingerlo. Né a Cutro, 10 000 abitanti, Satana ha creato lo sbocco diretto di un camino dall’inferno, il cui fumo renderebbe i cutresi demoni irresistibili. Delrio rappresenta chi ha interesse a impiantare e coltivare la delinquenza mafiosa al Nord. La mafia è l’appendice gangsteristica di un sistema che è tutto pervaso di mafiosità, a partire dalle istituzioni dello Stato, incluse magistratura e forze di polizia, e dai gruppi come il partito di Delrio, il PD. Una criminalità dal volto feroce fa comodo, e va quindi entro certi limiti favorita: la mafia di cosca, con la sua alta intensità criminale, fa sembrare pulita la massa del malaffare istituzionale, minore per intensità criminale ma cumulativamente non meno grave. Con una presenza mafiosa sul territorio, mentre si combattono santisti e picciotti si può meglio praticare la corruzione a favore di grandi interessi; anche con metodi paramafiosi. La presenza mafiosa rende la curva della distribuzione di frequenza dei livelli di illegalità al Nord “right skewed”, asimmetrica a destra: alza la media della illegalità che i cittadini possono attendersi dalla società e quindi dalle istituzioni e dalla politica. La paura della mafia favorisce la sottovalutazione del danno e del pericolo costituiti dal crimine istituzionale e dal connesso crimine dei poteri forti; è questa la vera sottovalutazione, ottenuta con abilità diabolica.

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4 marzo 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di G.C. Caselli “Firenze, la storia riscritta dagli squadristi”

Non sono d’accordo con forme violente di protesta, come l’impedire di parlare. Per ragioni di principio; di tattica, visto che chi si contesta è militarmente più forte (e non meno violento); e di strategia, perché permette di essere dipinti come aggressori da chi aggredisce. La storia la scrivono i vincitori; e spiace vedere Caselli che accosta le figure di chi ha lottato davvero ed eroicamente contro la mafia ai cupi interessi dei poteri forti. Ma non è il solo. Il 13 marzo, allo “Unistem day” a Milano, ho sentito il magistrato Santosuosso spiegare a un uditorio di studenti che “Il diritto alla salute non può andare contro la scienza”. Ciò che lui chiama “scienza”, il business biomedico, sono interessi economici resi giganteschi da metodi fraudolenti; descritti in dettaglio da un criminologo accademico come “da bastardi spietati” (Braithwaite) e da affermati ricercatori come letteralmente mafiosi (Gotzsche). Santosuosso, giudice, e professore universitario specializzato nei rapporti tra diritto e scienza, degli aspetti criminologici della “scienza” fa mostra di essere più ignaro di un bambino. Mi è dispiaciuto vedere in chiusura della lezione agli studenti, in un video con musica trascinante a manetta, da convention di promotori finanziari, con immagini a scansione rapida di lanci col paracadute, acrobati sul filo tra due grattacieli, Zanardi che gareggia in carrozzina, etc. , anche Falcone e Borsellino sorridenti.

@ Alzappone1. Che la ricerca biomedica sia corrotta è riconosciuto da innumerevoli commentatori; inclusi direttori del BMJ, JAMA, NEJM. In Italia, il forte riflesso alla suzione verso i potenti porta a negare l’evidenza, ad attacchi personali contro chi lo dice e a fare anche di peggio. Le cose sono più gravi di come le ho descritte. Il considerare “scienza” lo sviluppo di terapie che avranno fatturati per decine di miliardi, quando i casi di trucchi e truffe nel settore, a partire da truffe nella ricerca, sono descritti per migliaia di pagine, è un errore categoriale che favorisce crimini contro la salute. Il servirsi della scienza non rende necessariamente scientifica un’attività finalizzata al profitto. E’ come dire che siccome l’aritmetica non è un’opinione, allora un bilancio aziendale non può essere falso. Il metodo scientifico è orientato alla conoscenza pura; non garantisce onestà e disinteresse, ma li presuppone. E’ disonesto far credere che sia in grado di preservare dalle frodi. Il promettere successi terapeutici, come sulle staminali “scientifiche”, è marketing e non scienza: la scienza vera non può prevedere i suoi successi. E’ lo sviluppo attuale del “modello lineare” di produzione di ricchezza tramite la ricerca introdotto da Vannevar Bush (citato nella conferenza con Obama). La “scienza” che dà alla Pfizer margini di profitto del 42% necessita di marketing di Stato come Stamina; di cattivi maestri e magistrati amici; per la propaganda e il soffocamento della critica.

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26 marzo 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post “Corruzione, Orlando: “Chi lo fa tradisce Paese”. M5S: “Grasso ritiri firma da ddl” “

Come osservato anche da specialisti (D.F. Thompson, Two concepts of corruption) di corruzione ce ne sono due tipi. Una è quella che mette in vendita il potere istituzionale per ottenere un vantaggio individuale, es. intascando mazzette. L’altra fa dell’istituzione uno strumento dei poteri forti, es. facendo in modo che le tasse servano a redistribuire legalmente la ricchezza dai più poveri ai più ricchi; o che amministrazioni pubbliche, incluse quelle che dovrebbero tutelare la legalità, servano da strumento per modellare la vita politica e sociale a favore degli affari illeciti dei poteri forti. Quando si parla di corruzione si considera, come fa questo ministro di grazia e giustizia, solo un tipo, la corruzione individuale, quella delle mazzette, più evidente concettualmente, ma meno dannosa rispetto alla corruzione che istituzionalizza il crimine. Quest’ultima costituisce un autentico alto tradimento e ha effetti molto più gravi. Ma viene tenuta nascosta, anche atteggiandosi a nemici delle corruzione individuale, quella che derubando il popolo toglie parte del bottino ai poteri forti. Lo sdegno verso la corruzione “qui tam” , la corruzione “per il re”, da parte di alcuni che ricoprono cariche istituzionali servendo i poteri forti ricorda il disprezzo e l’ostilità dei mafiosi verso i topi d’appartamento.

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26 marzo 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Capitano “Corruzione, un male tutto italiano. Non solo nel libro di Cantone”

Ci sono due tipi di corruzione (es. DF Thompson, Two concepts of corruption). Raffaele Cantone ne considera solo uno: la corruzione individuale, delle mazzette. Del secondo tipo, la corruzione istituzionale, le persone perbene non parlano; nonostante gli intrecci tra le due. In effetti è “con la precisione di un orologiaio” che mentre dipinge in modo così vivido la ben nota figura del ladro che intasca tangenti, finge che non esista la corruzione che fa delle istituzioni uno strumento dei poteri forti; che legalizza prelievi illeciti dalle tasche dei cittadini di diversi ordini di grandezza maggiori. La corruzione che sta togliendo al paese democrazia, e che trasferisce ricchezza dal basso verso l’alto; che ha interesse a ridimensionare la corruzione dei forchettoni per avere più spazio per esercitare il proprio, di sfruttamento, che è anche più pesante; e che trae quindi un doppio vantaggio dall’addossare ai concorrenti della corruzione individuale gli effetti delle sue spoliazioni. La corruzione di chi serve le ruberie “del re”, ottenendo un posto a corte; corruzione alla quale la casta di Cantone, i magistrati, composta anche di persone che magari preferirebbero farsi tagliare una mano anziché usarla per accettare una volgare bustarella, sta dando un valido contributo. Di “tutto italiano” c’è forse la furbizia di presentare la corruzione individuale come l’unica, ed esaltarla, in modo da favorire la corruzione istituzionale, quella che cede lo Stato ai poteri forti.

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11 aprile 2015

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Commento al post di F.A. Grana “Giubileo 2015, Francesco ai corrotti come Wojtyła ai mafiosi: “Convertitevi” “

E convertirsi anche riguardo al travaso forzoso dei nostri beni a favore del clero, es. mediante la diversa imposizione fiscale, infernale per noi e angelica per loro? Oltre il pizzo della criminalità organizzata e la corruzione delle mazzette c’è l’istituzionalizzazione dello sfruttamento, la rapina che si fa legge dello Stato, così che è il rapinato a doversi recare coi soldi in mano dal rapinatore; che è perfino peggio. Su questa forma di sfruttamento, in forte crescita, il clero, che ne è tra i beneficiari, resta silenzioso; mentre ha preso a condannare a parole quelle che sono le forme di sfruttamento più grossolane, criminali e gravi ma vassalle rispetto ai poteri forti.

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26 aprile 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post “25 Aprile, Mattarella: “Democrazia vuol dire lotta severa a corruzione e mafie” “

“Democrazia vuol dire lotta severa a corruzione e mafie”. Traduzione: faremo il solito scarmazzo rumoroso e inconcludente sulle famiglie mafiose e i tangentisti, dipingendoli come la fonte infernale e invincibile di tutti i mali; facendo così credere al popolino che siano questi piccoli e medi succhiasangue, che ci guardiamo dall’eliminare, l’unica causa dell’anemia di cui soffre il Paese; distogliendo così l’attenzione dai grandi vampiri, i poteri forti, rispetto ai quali siamo un governo di Vichy.

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28 aprile 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Vendemiale “Scuola, Miur riapre le graduatorie delle supplenze per docenti extracomunitari”

A quando anche giudici extracomunitari? Sarebbe un avvicinamento: questa sentenza è di quelle che fanno pensare che abbiamo giudici extraterrestri.

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1 giugno 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Marcelli “Sentenza Diaz: Cantone chiarisca le sue posizioni”

Sono un po’ strani questi magistrati “dr Jekyll-mr Hyde”, che associano notevoli meriti per la lotta ai criminali che stanno tra di noi a inspiegabili difese dei crimini di chi sta sopra di noi. Un altro è Sabella, rappresentativo della categoria, essendo segretario del sindacato dei magistrati. E se non vi fosse contraddizione? Se i magistrati che fanno così fossero coerenti? Coerenti nel servire i poteri forti: es. sia favorendo lo squadrismo di Stato del G8; sia combattendo la corruzione tangentizia, quella delle mazzette, per lasciare campo libero alla corruzione istituzionale, quella che legalizza lo sfruttamento.

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@ michele o pazzo.“Combattendo la corruzione tangentizia si servono i poteri forti?”. Non necessariamente, ma è possibile, se i poteri forti, come appare essere il caso oggi, vogliono ridimensionare i tangentisti per sostituirsi ad essi nella predazione: meno tangenti, e invece più tasse e privatizzazioni dei servizi pubblici. I soldi tolti ai forchettoni locali andranno così non a noi, ma al grande capitale; cambieranno gli sfruttatori, ma lo sfruttamento potrebbe anche aggravarsi. Si può combattere Tano Badalamenti perché si è contro la mafia, come fece eroicamente Impastato: o oppure perché si è in competizione con lui, essendo di una banda rivale, come fece l’altro nemico di Badalamenti, Bernardo Provenzano.

“Le mafie non sono i poteri forti?” Le banche e i grandi operatori finanziari, le multinazionali, i grandi organismi economici internazionali, le grandi forze militari al loro servizio, sono i poteri forti. Le mafie sono un potere “virulentato”: dei criminali sanguinari parzialmente cooptati dai poteri forti, e resi potenti dalle protezioni che i poteri forti concedono loro per servirsene come instrumentum regni. Tra le loro funzioni, anche quella di distogliere dai poteri forti rappresentando tutto il Male; per cui luoghi come San Luca d’Aspromonte o Corleone sarebbero gli sbocchi sulla superficie terrestre di condotti che partono dal cuore dell’inferno.

@ michele o pazzo. Non ho detto, come lei gratuitamente mi attribuisce, che per combattere i poteri forti si devono permettere le tangenti. Ho detto che bisogna combattere sia lo sfruttamento da tangenti sia quello da poteri forti, anziché combattere la mafia perdente delle tangenti, fingere che sia l’unica mafia, e favorire la mafia vincente che si vende l’intero Paese. Aggiungo, come ho già scritto in precedenza, che le due categorie non sono mutualmente esclusive.

Cantone avrà combattuto valorosamente la mafia; ma l’essere difeso da uno come lei, che come un paglietta di pochi mezzi e di pochi scrupoli distorce i ragionamenti dei critici capovolgendone il significato fino alla calunnia (per di più nei confronti di chi come me ha provato di persona che razza di grandissimi farabutti siano entrambe le varietà di corrotti), non accresce il curriculum né la credibilità di quest’altro magistrato sceso in politica.

@ michele o pazzo. Lei diagnostica che sarei “obnubilato”, da una ideologia (?), perché constato che esiste anche una forma di corruzione tipica della magistratura. Non so chi sia “l’agente Tortosa&co”. Parlo dei poteri forti che hanno voluto i pestaggi a sangue freddo del G8, e dei poteri dello Stato che li hanno serviti.

La mia non è “una volgare allusione” ma una chiara affermazione. Che non mi stancherò di ripetere. Quando si arriva agli interessi dei poteri forti, il comportamento dei magistrati e delle forze di polizia muta e si capovolge; fino a divenire complice di atti non meno gravi di quelli della criminalità comune sui quali costruiscono il loro prestigio. Un tale andamento bifasico spiega anche le posizioni, contraddittorie e sconcertanti agli occhi dei cittadini che credono nella legalità, di Cantone.

La credibilità di Cantone come Autorità anti-corruzione si misura su quello che fa contro la corruzione. Hic Rhodus. L’usare questa posizione per difendere i delitti della polizia mostra come la sua sia una carica politica, e non della specie migliore.

Mi auguro che Cantone non si regoli come lei, deducendo arbitrariamente da ciò che dice l’interlocutore l’opposto di ciò che dice, fino a concludere con albagia che parteggia per il crimine. E dando dell’obnubilato a chi non si sottomette al dogma dell’immacolata concezione dei magistrati. Esistono anche un’etica del giudizio e del ragionamento, e, ripeto, il suo modo di tesserne il panegirico non fa fare una bella figura a Cantone.

@ michele o pazzo. Sì, io non credo alla tesi inverosimile e smentita da innumerevoli elementi che i delitti di Stato che marchiano la storia della Repubblica siano farina del sacco di democristiani untuosi, berlusconiani arraffoni e dei loro sottoposti. La SPECTRE non esiste. La NATO sì; e ha tante persone di fiducia in tutti i settori della classe dirigente italiana.

Poi c’è la temibile EPPP: Ente Protezione Penne del Pavone. Della quale sospetto lei sia un agente, dati i suoi argomenti. Con l’attuale cerchio magico governativo, così ricco di pezzi pregiati, voi dell’EPPP avete parecchio lavoro.

@ michele o pazzo. Evidenze per mandanti – come al solito – sovranazionali sono illustrate nel libro “G8 gate” di F. Fracassi. Es. secondo David Graber, antropologo della Yale University, incolpare [solo] il governo Berlusconi e la polizia italiana per le torture di Genova “significa non aver capito nulla di come va il mondo: nei fatti di Genova, il governo americano è infinitamente più coinvolto di quello italiano”. Ma perché speculare? Ci sono dozzine e dozzine di blac block identificati, arrestati, interrogati dalla polizia di De Gennaro, persona che quando ci sono di mezzo gli USA non guarda in faccia a nessuno; e condannati; basta farselo dire da loro. O no?

C’è anche un fattore antropologico; le sue “istituzioni” sono per chi le occupa un carapace; per invertebrati, che non hanno grandi disegni, ma puntano a campare bene obbedendo a chi è più forte. Quanto alla “dietrologia a tutti i costi”, è il suo quello che chiamo “tolemaicismo” [*]; ovvero il voler spiegare, distorcendo, tagliando, deformando, in termini esclusivamente nazionali gli atti coi quali i poteri sovranazionali controllano il Paese e ne determinano le sorti. Divenendo così complici dei poteri forti; come ci si può aspettare dai pastasciuttari delle “istituzioni”.

*. Il tolemaicismo politico. Nel mio sito.

@ michele o pazzo. “Tolemacismo” si riferisce al geocentrismo, basato sui modelli – o sui teoremi – dell’ottimo matematico Tolomeo; contrapposto al modello eliocentrico copernicano (v. articolo). E’ una metafora per indicare una sofisticata forma di omertà, tipica di intellettuali e “istituzioni”, della quale lei fa sfoggio. Che è pure una forma di servilismo, dove a volte gli esecutori arrivano ad addossarsi anche le responsabilità dei mandanti (confidando comunque, e non a torto, nella comprensione dei magistrati). Appare che lei, Cantone e magistrati affini, gli eroi in divisa torturatori di ragazzini inermi, stiate tutti da una stessa parte. Che è quella giusta, dice lei. Il “partito americano”, dico io. A parte i differenti giudizi, l’identificazione del vostro gruppo è già un risultato condiviso, del quale possiamo accontentarci, su questi argomenti così gravi.

@ michele o pazzo. Pure Mattei e Cefis collaboravano. Falcone è stato ostacolato dai colleghi e poi brutalmente ucciso. De Gennaro, sodale di Cantone, ha avuto sempre la strada spianata e ha fatto una carriera da intoccabile. Appartengono ciascuno a una delle due diverse antimafie. Molto, molto diverse.

Pur avendo idee e prese di posizione abbastanza nette, e che possono apparire “militanti”, io non aderisco a nessun partito, ideologia o gruppo di interesse; per la gioia degli sciacalli. Non dico che lei e i tanti come lei siano anglofili; anzi non di rado non amano la cultura di coloro che servono. Quelli del suo genere sarebbero, dietro le pompose proteste di patriottismo e di “attaccamento alle istituzioni”, “il partito russo” o “Il partito cinese” se i padroni del mondo fossero queste nazioni invece che gli americani.

Sto cercando qualcosa della sua mercanzia su cui dirmi d’accordo. E’ vero che “tra l’omertà e la dietrologia c’è di mezzo il mare”: voi omertosi non avete nulla a che fare con quelli che chiamate “dietrologi” esercitando la crassa omertà che spacciate per rigore metodologico.

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6 giugno 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. Lauricella “Strage Borsellino, Scarantino racconta in aula il depistaggio di Stato: “Costretto a dire il falso da pm e poliziotti” “

“A fine mese, quando ricevo lo stipendio, faccio l’esame di coscienza e mi chiedo se me lo sono guadagnato”
PAOLO BORSELLINO

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@ Magamelia. Addossarsi agli occhi dell’opinione pubblica tutte le responsabilità della corruzione istituzionale rientra nel mestiere di politico. E accettare di credere che siano solo i politici ad essere corrotti rientra nelle comode illusioni di un popolo che si merita questi politici. Magistrati e poliziotti salvo sporadiche eccezioni non prendono mazzette. Ma anche i magistrati e le forze di polizia, quando si tratta di scegliere tra il compiacere gli interessi criminali dei poteri forti e trarne i conseguenti benefici oppure fare il lavoro per il quale nominalmente ricevono lo stipendio e passare dei guai, fanno spesso dei calcoli che non sono del genere di quelli che faceva Borsellino.

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13 giugno 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco al Csm: “Salvaguardare i diritti umani, ma senza farne abuso” “

E’ corretto e opportuno che un organo dello Stato, che dovrebbe salvaguardare autonomia e indipendenza dei magistrati, vada in pellegrinaggio a farsi dare direttive dal capo di un potere che ha pesanti interessi sull’Italia, interessi non sempre leciti e che non di rado contrastano con gli interessi leciti e i diritti dei cittadini italiani? L’arroganza e la corruzione istituzionale dei magistrati si alimentano di questi ossequi della loro casta ai poteri forti.

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20 giugno 2015

Blog di Aldo Giannuli

Commento al post “Dalla Prima alla Seconda Repubblica in Italia”

In medicina è detto “never events” quel genere di errori che non dovrebbero accadere mai: amputare la gamba sana invece che quella in cancrena, somministrare a Tizio le cure destinate a Caio, lasciare un tampone nell’addome, etc. In campo politico e amministrativo ci sono never events che sono indice non di negligenza ma di dolo. E che si spiegano con la subordinazione dei poteri dello Stato a poteri economici sovranazionali. Es. l’avere lasciati indisturbati i black bloc a Genova [1].

E’ stato un never event anche l’aver fatto passare nel SSN e sui media, per anni, la ciarlatanesca e spudorata “terapia” Stamina, ignorando le pur tenui barriere “scientifiche”; e superando le barriere politiche, molto più robuste, per le quali se a politici, clero, polizia, magistrati non sta bene in Italia non si può neppure attraversare liberamente la strada. Un “errore” incredibile, che trova la sua spiegazione in un’operazione di marketing di magistratura, polizia, politica (non senza l’ombra dei sevizi) a favore del business biomedico [2]. In questi termini sono spiegabili anche altri interventi di magistratura e polizia, come la distruzione di Pantani [3] o l’intervento forte e tardivo sui veleni dell’ILVA [4]. Attualmente ci sono gli estremi per sostenere che abbiamo i CC e Guariniello (che il prof. Giannuli vorrebbe al Quirinale) che esercitando l’azione penale spingono a favore di quella che può essere la maggiore singola truffa a danno del contribuente e del cittadino, le terapie a colpi di centinaia di milioni di euro per l’epatite C.

Osservando questi fenomeni, sono giunto alla conclusione che in campo medico magistrati e forze di polizia operano, ancor più dei politici, a favore di interessi illeciti del business medico [5]. Una tesi che trova riscontro in quella di Giannuli per la quale la globalizzazione neo liberista comporta una “alleanza diretta tra il potere finanziario e gli apparati tecnici dello stato (polizia, magistratura, servizi segreti) e confina il potere politico ad una funzione meramente servente” in un “nuovo blocco storico che indichiamo come “l’alleanza tra la spada e la moneta” “.

Restano nascoste sotto alle concezioni ingenue e rassicuranti su medicina, magistrati e polizia le conseguenze negative dei servigi resi dalla penna e dal manganello a poteri che, paragonabili a organizzazioni mafiose [6], determinano come curare le malattie. Mentre la gravità delle conseguenze dovrebbe portare a identificare in questi rapporti patologici tra potere giudiziario e moneta medica un pericoloso focolaio di corruzione.

1 Fracassi F. G8 Gate. Alpine studio, 2011.
2 Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale. *
3 Per cosa è morto Pantani. Lo sport e il marketing farmaceutico. *
4 Ilva. Dal cancro nascosto al cancro inventato. *
5 Nuove P2 e organi interni. *
6 Gotzsche P. Deadly Medicines and Organised Crime. Radcliffe, 2013.

*nel mio sito.

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11 lug 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post “Bologna, procuratore Alfonso: “Qui omertà su inchieste che hanno riguardato la politica. Nessuno ha collaborato” “

Sembra che vi sia uno snobismo dell’omertà. I settentrionali fanno mostra di disprezzare l’omertà mafiosa che vige al Sud, e intanto a casa loro ne praticano una non più onorevole sulla corruzione, inclusi i loro affari con mafiosi. I magistrati condannano sdegnati queste due omertà, ma quando si tratta di riconoscere la terza forma di grande criminalità oltre a mafia e corruzione, quella dell’atlantismo, dell’illegalità e del crimine al servizio degli interessi dei poteri forti, che non si esauriscono con le stragi impunite di 40 anni fa, ma hanno rilevanza attuale, divengono tanto ciechi sordi e muti quanto lo sono i corrotti e i mafiosi su corruzione e mafia.

Il Procuratore Alfonso si accinge a dirigere gli uffici giudiziari di Milano, quelli dei magistrati di Mani Pulite che mentre eliminavano la classe politica dell’era di Yalta riferivano al console USA. Alfonso denuncia che a Bologna “non abbiamo mai avuto una persona che sia venuta in Procura a raccontare”; ma le Procure a loro volta sono come pozzi, o inghiottitoi, nei quali i sassi gettati che superino una certa densità scompaiono senza produrre alcun suono. Alla stessa latitudine di Milano un Procuratore permette, o fa in modo, che al cittadino che gli invia una lettera, su un procedimento nel quale il Procuratore è formalmente implicato, non torni in risposta neppure la ricevuta di ritorno della raccomandata; ma solo un’accentuazione degli illeciti istituzionali che la lettera espone.

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16 luglio 2015

Blog de il Fatto

Commento al post di L. Franco “Mafia capitale, denuncia la clinica citata in inchiesta. “Licenziata per questo” “

@ Giovanni Oriofi. Prima di precipitarsi giulivi a gridare “c’è un giudice a BERLINO !!!!!!” perché viene esibito un caso nel quale “questa volta le indagini dei PM sembrano più decise”, bisognerebbe contare e pesare quante volte i magistrati fanno ciò per cui vengono retribuiti e quante volte chiudono gli occhi o sono complici. Tanti hanno sempre sulla punta della lingua il “c’è un giudice a Berlino” e trascurano che quando c’è il gatto i topi non ballano.

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1 ottobre 2015

Blog de il Fatto

Commento l post di B. Tinti “Ttip, perché è utile un Tribunale internazionale”

Di recente un giudice federale ha bloccato un’agenzia governativa, la FDA (non certo nota per essere nemica del business), che stava impedendo a una ditta di propagandare l’uso off-label di un farmaco. Il giudice ha motivato la sentenza col 1° Emendamento, quello sulla libertà di espressione, che per lui sarebbe da applicare anche al commercio. Il JAMA ha commentato che così si va verso la ripetizione di quelle tragedie (cioè quelle con migliaia di morti) da uso di farmaci non adeguatamente testati (*). Numerosi casi mostrano la tendenza dei magistrati italiani a fare da manutengoli agli affari sporchi di Big Pharma, con giustificazioni di livello pari a quelle del collega USA (es. un “diritto alla speranza”); e la tendenza all’uso del diritto come strumento per tali affari; in particolare, all’uso del diritto per ottenere quella deregulation, o libertà di truffa, che si è già visto essere in grado di causare morti a migliaia; o a decine di migliaia. E’ per questo che considero di dubbio valore le asserite basi giuridiche e morali per richiedere un tribunale speciale per la tutela degli interessi delle multinazionali.

* Sharfstein JS Charo A. The Promotion of Medical Products in the 21st Century. Off-label Marketing and First Amendment Concerns. JAMA, sept 14, 2015.

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15 ottobre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Cappato “Caso Mantovani: il sistema delle nomine Asl è marcio”

I radicali sostengono che il sistema delle nomine Asl è marcio, e che “la sola strada” per fermare il “processo infettivo” consiste nel togliere le nomine dei direttori generali ai politici per darle a “società nazionali e internazionali specializzate” cioè passarle del tutto alle multinazionali. E’ costante nella storia della medicina il tentativo, o la tentazione, di curare un male con un altro male. Per limitarsi al passato, curare il cancro infettando il paziente con lo streptococco; c’erano medici che trattavano con il salasso anche il colera.

@ Harleyking. E’ ovvio che queste non precisate società dovrebbero essere “senza conflitto di interessi” o meglio indipendenti; o meglio ancora “completamente” indipendenti, come è stato osservato bisognerebbe aggiungere a proposito di strutture di valutazione che si usa definire ”indipendenti”. Ma è anche ovvio che non lo saranno. Se bastasse l’ovvietà di una condizione perché essa si realizzi, allora tanto varrebbe dire che è ovvio che politici e amministratori dovrebbero essere competenti e onesti.

@ Harleyking. Credo che occorra che la gente non si faccia fare fessa. Le persone dovrebbero fare i compiti. Nella società complessa, non devono più zappare per vivere, ma devono informarsi e riflettere. Cominciare a pensare seriamente ai propri interessi. A vedere le cose come stanno. E a ragionare meglio. Tu per esempio, che in 15 parole mostri quattro errori: auspicare uno sfruttatore nuovo e più grosso per eliminare quello vecchio più piccolo; postulare che lui invece sarà onesto; credere che le critiche debbano avere conclusioni “costruttive”; identificare il malaffare con la lottizzazione, che ne è solo una delle forme.

@ Guido Anzuoni. La politica relegata in una postilla, che però anzi è il perno …. La politica che sarebbe libera di fare la filosofia mentre l’esecutivo viene trasferito ai poteri forti. Già, tanto abbiamo un parlamento popolato da nobili figure di legislatori degne della Repubblica di Platone. Dici semplicemente che vuoi una versione coloniale del sistema USA; dove un senatore, Durbin, ha osservato che quando l’industria medica dice “salta” il Congresso salta e passa le leggi richieste.

Stiamo così perché non abbiamo politica degna di questo nome, ma mezzecalze, venduti e satrapi. E perché accettiamo di averli, magari pensando di essere furbi. La “rivoluzione” a favore di banche e multinazionali? La rivoluzione che può salvarci è quella “in interiore homine” (Bianciardi), cambiando testa, e quindi atteggiamento verso il potere, senza credere all’imbonitore di turno.

@ Guido Anzuoni. Ti sembra di capire che se uno non accetta che le politiche di Milton Friedman siano auspicabili, illuminate e civili (neurone A), allora non può essere che uno stalinista (neurone B). Non si può dire che il tuo apparato conoscitivo – o l’apparato conoscitivo dei target di tale propaganda – formi un groviglio inestricabile.

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25 ottobre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. Gaudenzi “Giustizia, Anm: nel paese degli scandali, è scandaloso il magistrato?”

Osservando da tempo come politici e magistrati rispettino “la garanzia costituzionale sul diritto alla salute” evocata dal presidente di Corte d’appello Canzio quando ci sono in gioco gli interessi dell’industria medica, consiglierei al pubblico di ricordarsi di come il lungo duello all’ultimo sangue tra berlusconiani e post-comunisti sia stato un’opera dei pupi finita a tarallucci e vino a nostro danno; e di non guardare quindi solo alle baruffe e gomitate tra politici e magistrati, ma anche a ciò le due caste di privilegiati fanno d’amore e d’accordo nel servire gli interessi dei poteri forti, mentre l’amministrazione dello Stato e della giustizia vanno a ramengo.

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28 ottobre 2015

Blog de Il Fatto

Commento la post “Corruzione, Cantone: “Milano è la capitale morale, Roma non ha anticorpi” “

Vedendo quanto certe forme di illegalità a beneficio dei potenti, es. in ambito sanitario, siano consentite, aiutate e protette in Lombardia, in pratica siano istituzionalizzate, ritengo l’affermazione del magistrato uno spot politico a favore della corruzione istituzionale*, quella dove anziché intascare direttamente mazzette si traggono vantaggi indiretti dal favorire le ruberie dei poteri forti, rendendole formalmente o di fatto legali.

*Thompson DF. Two concepts of corruption. Edmond J. Safra Working Papers, No. 16. Aug 2013.

@ vale1000. l livello del tuo commento conferma il non invidiabile livello dei giudizi gratuiti di questo eminente magistrato. Dall’accorrere in soccorso ad una vittima del G8 – da lui identificata nel capo dei picchiatori De Gennaro – all’assegnazione motu proprio del titolo di “capitale morale” a posti che, intartarati da decenni di corruzione di ogni tipo, danno ora l’esempio del nuovo modello di corruzione.

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28 novembre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Martucci “Elettrosmog: a Roma per parlare di bambini a rischio e mamme per la verità”

Dunque la leucemia linfoblastica acuta e altre neoplasie dei bambini sarebbero almeno in parte da attribuire all’elettrosmog, secondo un convegno intitolato “Sensibilità chimica multipla ed elettrosensibilità” tenuto il 23 novembre 2015 nella sala della Protomoteca in Campidoglio. Sulla diffusione di questi allarmi, che possono facilitare la sovradiagnosi di tumori nei bambini, garantisce il commissario prefettizio, Paolo Tronca. Personalmente il tenore della “informazione” sulla salute dei bambini emessa dal Campidoglio mi sembra ancora meno serio e meno decoroso dei centurioni per turisti che Tronca ha fatto sgombrare; l’avallo di simili messaggi da parte del consiglio comunale di Roma ancora più sinistro degli affari de “er cecato” con l’amministrazione del Comune.

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9 dicembre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di I. Proietti “Previsioni errate, stop alla responsabilità penale per i vertici della Protezione civile”

Nel caso della medicina difensiva l’impunità riguarda comportamenti che hanno una matrice dolosa, sia pure in genere non individuale ma sistemica, volta a ottenere profitto e altri ingiusti vantaggi a danno dei pazienti (v. “La medicina difensiva come scusa e come illecito”). Non sorprende che partecipino alla riunione su come disegnare quest’altra impunità i vertici della magistratura. La funzione dei magistrati appare essere quella non di contrastare l’ingiustizia, ma di modularla, di plasmarla, conformandola agli interessi dei poteri forti; così che quando sono in gioco tali interessi alcuni delitti sono favoriti, alcuni sono ignorati e tenuti nascosti, altri sono rappresentati in maniera esagerata o distorta, e comportamenti contrari a interessi illeciti vengono di fatto repressi come se fossero reati.

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26 gennaio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Portanuova “Whistleblower, il “segnalatore di corruzione” che in italiano non esiste. E la Crusca ci spiega che non è un caso”

In inglese, che oltre ad essere la lingua a volte “treacherous” dei poteri egemoni è la lingua di un antico popolo europeo particolarmente arricchita dal duro passaggio delle vicende umane, si distingue tra “bribery”, prendere soldi, e corruption, che ha un senso più ampio. Es. perseguire alcuni reati e favorirne altri in conformità a interessi particolari, ottenendo in cambio vantaggi per la corporazione o benefici di carriera non è bribery ma è comunque corruzione.

Per tradurre “whistleblower” si potrebbe sfruttare l’espressione “qui tam pro domino rege quam pro se ipso” che indica chi fa causa nell’interesse del re oltre che del suo. Gli anglosassoni parlano di cause “qui tam”. Si potrebbe quindi dire “denunciante qui tam” o “denunciante pro rege”; intendendo per “il re” il bene collettivo.

Una interessante complicazione è che anche la corruzione, incluse le denunce selettive, e inclusi i “whistleblowing” selettivi, possono essere nell’interesse del re inteso come l’interesse prevaricatore dei poteri forti, che non vuole concorrenti. C’è anche una “corruzione qui tam”: quella di chi, anche quando non prende mazzette e persegue la bribery di piccolo o medio livello che noi a torto identifichiamo con tutta la corruzione, rema a favore dell’istituzionalizzazione dei grandi interessi illeciti, es. quelli di Big Pharma. Forse si potrebbe dire “denunciante pro patria”; espressione che essendo impegnativa e passibile di ironie spinge anche alle necessarie verifiche.

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2 febbraio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Adriana Faranda a corso di formazione per magistrati. Che protestano: “Assurdo” “

“Tra il materiale sequestrato ai brigatisti Valerio Morucci e Adriana Faranda dopo il loro arresto (29 maggio 1979) c’era l’indirizzo e il numero telefonico dell’abitazione di monsignor Marcinkus, nonché l’indirizzo e il numero telefonico di padre Felix Morlion (agente della Cia), ai quali l’autorità giudiziaria non ha mai rivolto alcuna domanda”. “Per confutare la perizia sulla mitraglietta Skorpion utilizzata per uccidere Moro, Valerio Morucci e Adriana Faranda si sono avvalsi di un perito di parte legato al servizio segreto militare: tale Marco Morin, estremista di destra, appartenente a “Gladio”. (Sergio Flamigni, La tela del ragno e Convergenze parallele).

La Faranda alla scuola dei magistrati? L’ambiguità della situazione riflette l’ambiguità della grande maggioranza dei burocrati giudiziari, che mentre vanno dicendo di essere colleghi di Alessandrini e Occorsio stanno invece allineati e coperti rispetto ai poteri che muovevano i fili allora e continuano a muoverli oggi. E’ una presenza proficua per i giovani giureconsulti: li aiuta ad apprendere l’arte di articolare le categorie reali con le categorie dichiarate, che sono tra loro opposte e incompatibili. Ed e’ istruttivo anche per il pubblico.

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6 aprile 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di E. Ciccarello “Corruzione nella Sanità, la ricerca: “Episodi di tangenti in un’Asl su tre”. Il rapporto di Transparency”

Queste campagne di Emergency e di Cantone modernizzano il Paese, inducendo i forchettoni all’antica a moderarsi per fare spazio al malaffare politico consono alla globalizzazione. Si può rubare facendo pagare al contribuente una siringa 10 volte il suo costo reale. Ma si può rubare, e legalmente, e molto di più, anche facendo iniettare al paziente un farmaco costosissimo, inutile e nocivo ma “scientifico”. I politici tradizionali tirano più per il primo tipo di ladrocinio, dove intascano direttamente e gestiscono un potere di mediazione; i magistrati, i CC e i politici “di ultima generazione”, parteggiano per il secondo tipo di corruzione, che va a beneficio di Big Pharma e degli altri grandi investitori della medicina; i quali poi ricompensano, riconoscendo loro diritti feudali, le corporazioni istituzionali e i gruppi politici che li servono. Istituzioni che divengono così una sorta di personale dell’industria e finanza medica internazionale, anche se lo stipendio glielo paghiamo noi. I magistrati stanno accumulando una serie di benemerenze rispetto ai poteri forti della medicina. Probabilmente si addiverrà ad un accordo spartitorio tra i baroni locali e l’impero, e avremo siringhe sia a costo gonfiato, ma un po’ meno gonfiato, sia dal contenuto ancor più fraudolento di oggi, e in formato king size.

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12 aprile 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di I. Proietti “Consiglio superiore della magistratura, le nomine lottizzate: ecco la lettera che inguaia le correnti”

Dopo quella del Procuratore di Cremona Di Martino, dalla stessa sede di Corte d’appello che i magistrati hanno intitolato al giurista che fondò la P2 storica – Zanardelli – si scaglia, pochi giorni dopo, una seconda pietra contro le correnti di magistrati (in entrambi i casi, in occasione di mancate promozioni). Le correnti sono senza dubbio un male per i cittadini. Ma non sono l’unico. C’è la subordinazione dei magistrati ai poteri forti, l’equivalente sociale di un linfonodo metastatizzato, che da presidio di difesa dell’organismo diviene focolaio di malattia. La degenerazione peggiore; anche se si presenta come il superamento di vecchi mali.

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26 aprile 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di G.C. Caselli “Corruzione, la questione morale non è archeologia. Le condanne fanno curriculum”

Ci sono due tipi di corruzione: la corruzione dei ladri e la corruzione dei cortigiani. I ladri, trovandosi in una posizione di potere, rubano col farsi pagare. I cortigiani non prendono soldi, ma prostituiscono i loro uffici a favore di poteri maggiori in cambio di status, prebende e privilegi. La gente indentifica la corruzione con la corruzione dei ladri; ma la corruzione di chi senza prendere soldi favorisce gli interessi dei poteri forti – sfruttamenti e ingiustizie di larga scala – è anche più dannosa. I politici vogliono esercitare assieme entrambe le forme: taglieggiare i cittadini e svenderli ai poteri forti. E i magistrati? Sicuramente non rubano, e combattono questa forma semplice di corruzione. Ottenendo così il consenso dei poteri forti, che vogliono tutto il bottino per sé e gradiscono che la colpa dell’impoverimento e del degrado sia addossata esclusivamente ai tangentisti.

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28 apr 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Corruzione, Mattarella: “Quella dei politici è la più grave: combatterla è un impegno di tutti””

Una settimana fa Mattarella ha accolto al Quirinale la Commissione Trilaterale, riunita a Roma in una conferenza che ha avuto al primo punto “Shaping the future of Italy in Europe”. Non si può escludere che vi sia una relazione con questa crociata “anticorruzione” predicata ai magistrati. Nel suo cordiale discorso agli amici della Trilaterale, Mattarella ha citato la necessità di una visione “multidimensionale”. In effetti il potere sovranazionale pratica raffinate strategie multidimensionali. Es. può far combattere una forma di ladrocinio per introdurne altre, più moderne, come è avvenuto con Mani Pulite, che ha dato una svolta liberista al Paese. Gli italiani invece prediligono letture a 1 dimensione: guardie contro ladri. I corrotti sono solo quelli che prendono buste gonfie di banconote, i mafiosi sono solo quelli degli “inchini” da cinema della statua del santo in processione, e chi combatta un pochino, o dica di combattere, tangentisti e padrini non può che stare dalla parte dei cittadini. Ma anche il calare le braghe davanti alle forze che stanno depredando il Paese, e il favorire i loro disegni, ottenendone benefici, andrebbe riconosciuto come un male, contro il quale impegnarsi.

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3 maggio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di O. Lupacchini “Piercamillo Davigo e la virtù del ‘parlar chiaro’ “

Sotto le semplificazioni mediatiche la realtà è multidimensionale: corrisponde a un vettore che può essere positivo nella componente dell’asse x, quello più immediato, che viene mostrato, e negativo nelle sue proiezioni su altri assi, che vengono celati. Es. un processo per un cancro del colon attribuito all’esposizione lavorativa in tipografia è positivo sull’asse del contrasto ai tumori occupazionali, che i datori di lavoro tendono a occultare. Non appare positivo su quelli dell’accertamento dei fatti e della giustizia, perché appare indimostrabile e poco plausibile che questo particolare tipo di cancro, comune, sia dovuto a quella esposizione lavorativa. E’ negativo sull’asse della tutela della salute e della proprietà privata, favorendo concezioni culturali errate che vanno a favore di interessi colossali sul cancro del colon a scapito dei cittadini.

L’intemerata di Davigo è positiva sull’asse del contrasto alla corruzione tangentizia, in pratica il contrasto ai politici ladri; e su quello del contrasto all’arroganza dei politici. Ma ha una componente negativa nascosta: fa identificare con le tangenti tutta la corruzione, nascondendo l’asse della corruzione proditoria, quella a favore dei poteri forti; la corruzione nefasta che affonda il Paese, e che può trarre beneficio dall’equivoco, strumentalizzando la lotta alle tangenti, come è accaduto proprio con Mani Pulite. Una eterogenesi dei fini sulla quale i magistrati sono un po’ troppo silenziosi.

@ Sidney Sonnino. Un conto è prendere una mazzetta es. per fare acquistare allo Stato il farmaco di una certa ditta. Un altro è legiferare per abbattere i controlli sull’immissione di nuovi farmaci; o imbastire casi giudiziari clamorosi per sostituire, nei presupposti che giustificano la ricerca sperimentale sullo sviluppo di nuove classi di farmaci, alla plausibilità scientifica aspettative irrazionali create ad arte; in cambio non di soldi, ma di posizioni di potere, con i relativi vantaggi. (C’è poi la “cattura normativa”, che riesce a strumentalizzare politici o magistrati onesti). Sono anni che osservo questa differenza; è stato per me un conforto scoprire che “distinguo” di questo genere non solo vengono posti da specialisti (1), ma sono applicati proprio dove li ho desunti, la medicina (2).

I magistrati fanno il loro gioco, invadendo il territorio altrui e sguarnendo il proprio a seconda della convenienza. Il problema vero sono gli italiani, che sono dei von Clausewitz col collega d’ufficio e dei Giufà davanti al potere; e che non concepiscono la ribellione all’ingiustizia altrimenti che con l’eleggere a loro paladino qualche altra figura di potere; dimentichi che “non esistono poteri buoni”.

1 Thompson D. Two concepts of corruption. Harvard Center for ethics, 2010.
2 Light D et al. Few Benefits from New Drugs and Many Serious,
Costly Risks. Chemical industry Digest, 2014.

@ Sidney Sonnino. Sui principi generali che citi siamo penso tutti d’accordo. Un conto però sono i 10 comandamenti e la loro predicazione, un conto gli affari del convento. Io sarei stato più entusiasta se i magistrati avessero espresso come presidente del loro sindacato di categoria una persona con le stesse doti di Davigo, vigorosa, competente, personalmente onesta; ma che non richiamasse – di questi tempi – grafi dalle forme inquietanti; es. quello che collega il parresiasta al chiacchierone: Davigo-Di Pietro-Leeden-Renzi.

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12 maggio 2016

Blog de il Fatto

Commento al post “Corruzione, Lagarde (Fmi): “Ogni anno fino a 2mila miliardi di dollari di tangenti nel mondo” “

E’ corrotto anche chi esegue le volontà del FMI e delle agenzie sorelle a danno dei cittadini e viene pagato per questo con la posizione e lo stipendio invece che con mazzette. La posizione e lo stipendio di parlamentare o di ministro non essendo che un solerte portaborse. O pagato con la posizione e lo stipendio di alto magistrato avendo lo stesso spessore di un usciere bravino con la rubrica “Se voi foste il giudice “ della Settimana Enigmistica ma di pochi scrupoli se c’è da procacciarsi una 50 euro. O con la posizione e lo stipendio di prefetto, ufficiale dei CC, questore, quando in una Repubblica vera sarebbe oggetto delle attenzioni delle forze di polizia.

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29 maggio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di O. Lupacchini “Innamorarsi di Antigone e finire per farsi intrigare da Creonte”

Giuristi e politici citano abbastanza spesso Antigone. 25 secoli dopo Sofocle, dovremmo essere in uno Stato democratico nel quale non c’è discrasia insanabile tra la giustizia naturale e quella formale, se non in rari casi. L’appello ad Antigone è il più delle volte un’intellettualizzazione delle “lacrime di coccodrillo” per abusi di potere tramite la legge. Queste dissociazioni da sé stessi, che portano ad autoassoluzioni e autocommiserazioni da parte di chi comanda, rivestendo di una patina di gravitas comportamenti che a volte non sono che atti illeciti miserabili e vili, mi ricordano il racconto “Quel generale romano”(in “Vite di uomini illustri” di Achille Campanile), dell’antico romano che come generale condanna a morte il figlio mentre come padre, zio, cognato, cugino, suocero, dittatore, sommo sacerdote, si sforza senza successo di salvarlo.

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11 agosto 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Strage di Piazza della Loggia, “opera della destra eversiva. Maggi ebbe appoggio dei servizi segreti anche stranieri” “

I magistrati dicono di essere stati sviati; nonostante siano dei professionisti del non farsi sviare. Allora come oggi, la magistratura si fa “sviare” troppo facilmente, troppo in massa e troppo a lungo, quando la mamma yankee o per suo tramite poteri forti economici ordinano qualche operazione sporca in Italia. Appare applicare in questi casi non la Costituzione, ma un “Codice Atlantico” che prevede una sostanziale cooperazione. Questa sentenza “archeologica” è pur sempre qualcosa di rilevante. Ma salvando la faccia, o salvando la maschera, può favorire il proseguimento della cooperazione istituzionale a favore dei poteri che controllano e sfruttano l’Italia; una grave forma di corruzione non esclusiva dei politici.

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26 settembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Consiglio di Stato, il governo nomina Manzione: aggirato il minimo di età”

Purtroppo non è raro che un alto magistrato sia moralmente l’omotetia (cioè un fedele ingrandimento) di figure come quella del vigile urbano raccomandato e traffichino. Questo è un interessante caso dove la trasformazione, essendo materiale, è evidente.

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4 novembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Capozzi “Banche, riecco il pronto soccorso di Poste italiane. Dopo il Monte dei Paschi ora tocca a Unicredit”

uò darsi però che sotto Francesco Caio Poste Italiane abbiano trovato sistemi creativi per fare profitti. Es. nella mia esperienza hanno il costume di non consegnare le ricevute di ritorno delle racc. inviate online, quindi tramite i server di Poste Italiane, alla magistratura (3 su 3 in 20 mesi). Raccomandate che contengono notizie di reato, che coinvolgono anche istituzioni dirette da soggetti in ottimi rapporti con Caio stesso; e che possono avere un valore di mercato, che può essere valorizzato, se non ci si impunta su alcune polverose ubbie come quelle del dovere di rispettare il diritto alla corrispondenza e il diritto del cittadino a rivolgersi alla magistratura.

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6 dicembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Addio a Victor Uckmar: è mancato a 91 anni il noto fiscalista e tributarista”

Un’intervista del Manifesto del 2004 riporta l’osservazione di Uckmar che il Financial Times e l’Economist facevano pubblicità alle società off-shore; e che a un incontro a New York all’FBI, con Rudolph Giuliani, Uckmar propose di mettere al bando le società finanziarie che avevano propaggini nei paradisi fiscali; “lo guardarono in modo strano” e pur avendo mostrato dati dettagliati e sofisticati sul fenomeno gli risposero che di quello non se ne occupavano. Chissà come Uckmar, l’insigne tributarista capace di queste franchezze essendo ben addentro agli ambienti di potere, consigliere dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, avrebbe commentato l’interpretare come una tassa occulta e perversa, un balzello sul morire, a favore di privati in combutta con i governanti, quella che in USA chiamano la “financial toxicity” dei nuovi farmaci oncologici, che possono ridurre un malato sul lastrico – e saccheggiare le casse pubbliche – senza essere realmente efficaci*.

*Trupp T, Zuckermann D. Quality of Life, Overall Survival, and Costs of Cancer Drugs Approved Based on Surrogate Endpoints. JAMA, 29 nov 2016.

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21 dicembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Roma, anche l’Anac contro Marra: “Conflitto d’interessi sul fratello. E la Raggi doveva esonerarlo dalle decisioni””

C’è un problema di “epistemic reliance”, “fiducia epistemica”. Noi sentiamo Grillo, sentiamo i 5S, denunciare il malaffare; ci si allarga il cuore e crediamo che i 5S siano tutt’altra cosa dal sistema che condannano con voce tonante. Il grosso, grossissimo guaio è che c’è un problema nascosto di fiducia epistemica mal riposta anche sull’ANAC, che ha un progetto sinergico con AIFA per il “fast track”, l’approvazione abbreviata dei nuovi farmaci. Una forma di corruzione istituzionalizzata non meno dannosa per i cittadini della corruzione con mazzette dei palazzinari romani. Un watchdog dei diritti dei cittadini competente, incisivo e non ambiguo (come purtroppo non sono i 5S), il National Center for Health Research, ha parlato di “McDrugs”, e di come “fast drugs can be more dangerous than fast food”. Ma il renziano Cantone – magistrato – invece di avvisare dei danni e dei pericoli del fast track, riportati anche da studiosi della corruzione*, collabora al programma obamiano di deregolamentazione dei farmaci, ponendo così l’anticorruzione al servizio della corruzione legalizzata.

*Light DW et al. Institutional corruption and the pharmaceutical industry. Journal of Law, Medicine and Ethics. Fall 2013.

23 dicembre 2016. Fonte: quotidianosanità.it. “Da Ministero e Anac arriva Fast Track per sperimentazioni più veloci e sicure”. Scaricato il 19 dic 2016. A quattro giorni di distanza, la notizia non risulta essere riportata da altre fonti internet. Può darsi che l’articolo riporti erroneamente “ANAC” invece di “AIFA” nel comunicare nel titolo e nel testo che “è nato il fast track, un progetto sinergico di ANAC e Ministero della salute”. L’eventuale errore non è a oggi corretto. Anac collabora alla realizzazione dei progetti di AIFA e Min. Salute, come riferisce anche l’articolo. Non risulta abbia sollevato obiezioni sul fast track, esponendone la natura corrutiva, o i rischi di corruzione. L’articolo prende spunto dalla IX Conferenza Nazionale sui Dispositivi medici. La conferenza ha tenuto a battesimo il fast track italiano. Il sito della conferenza non riporta la presenza di Anac. Riporta la compresenza e la convergenza di controllati e controllori, incluso il comandante dei NAS.

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10 gennaio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Portanova “I professionisti dell’anti-antimafia”

Per evitare strumentalizzazioni mafiose, e la regressio ad infinitum “professionisti dell’antimafia”, “professionisti dell’anti-antimafia”, “dell’anti-anti-antimafia” etc. ci sarebbe un modo: eliminare la mafia. Ma la mafia è come il coltellino svizzero: ha tante funzioni utili. Anche quella di lasciare agire nell’ombra, con la sua presenza e con quella complementare dell’antimafia, pratiche mafiose, massonerie, gestioni pontificie, pizzi legalizzati, tradimenti del Paese, intimidazioni e ricatti, asservimento alla criminalità dall’alto, da parte di chi occupa le istituzioni. Distraendo e distogliendo risorse, impaurendo i cittadini e spingendoli a chiedere protezione e a riconoscere consenso e legittimità a poteri dello Stato che li vendono; giustificando con la lotta alla mafia impunità e omissioni. Questo dovrebbe essere un motivo in più per distruggere la criminalità mafiosa e spargere il sale sulle sue macerie. E’ invece un motivo in più per lasciarla in vita. Non rassicura che diversi antimafia à la page tendano a considerare la mafia come un’entità perenne (divergendo in questo da Falcone). A volte giocando sull’equivoco tra cosche o ndrine e la diffusissima mentalità mafiosoide; che è un altro problema, pure grave, che trae forza dalla guerra che non si vuole vincere contro quella mafia che è usata dai professionisti della metamafia per ammonirci di stare buoni e subire, in un profluvio di immagini e parole.

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13 gennaio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Ministro Lorenzin dopo la firma dei nuovi Lea: “Vaccini gratis e senza ticket” “

Gratis? “Molte persone non lo vedono ma alla fine tutti i costi sono pagati dalle persone comuni. Quando vedi i pazienti nel tuo studio sai che non pagheranno la particolare prestazione che stai per erogare. Ma puoi essere certo che alla fine in qualche modo pagheranno il costo. Abbiamo portato il laundering [riciclaggio] dei costi della sanità ad un’arte elevata, che fa sembrare le banche off-shore dei dilettanti. Ma puoi essere certo che dopo che il riciclaggio è completato, i costi saranno ancora là, e li pagheranno le persone comuni” (*,ridotto).

Questi non sono regali; se non alle case farmaceutiche di denaro pubblico. Saranno pagati da noi con le imposte e tasse; e con le spese private che si sarà a costretti a sostenere per l’assistenza medica realmente necessaria e lasciata scoperta.

*Eddy DM Medicine, money and mathematics. Am Coll Surg Bull, 1992. 77: 36.

@ Snoopix. Non è la “sanità universale”. E’ la sanità delle multinazionali attraverso il potere dello Stato. Che ottimizza non la salute, ma il profitto, succhiando denaro ai cittadini mediante informazioni ingannevoli, sovradiagnosi e cure futili, e a volte dannose, ma comode e lucrose per il business, e trascurando interventi necessari, non sviluppando trattamenti e lasciando il cittadino senza guida e senza aiuto in situazioni critiche.

@ Bruccio. Questo è il modello americano. Es. “With faster drug approvals taxpayers could be left to foot the bill” STATplus, 13 gen 17 (USA). Sei tu che sembri avere difficoltà a distinguere tra servizio sanitario utile pagato con le tasse e uso del prelievo fiscale con la copertura della sanità pubblica per trasferire denaro dei cittadini al business.

@ Bruccio. Quindi non si può criticare o denunciare come corrotto nessun appalto per lavori pubblici se non si è ingegneri specializzati in quel genere di opera? Sono un medico e mi occupo di frodi mediche strutturali. In genere, come qui, cito degli autori a supporto di quanto dico. Puoi indicarmi tu quale immunologo, vaccinologo, dipendente dell’industria farmaceutica sulla base di quali studi e di quali competenze sosterrebbe che una spesa pubblica importante non possa essere che benefica, indiscutibile e priva di conflitti di interesse se supportata dal parere di “scienziati”? Puoi indicarmi es. l’evidenza scientifica pubblicata che giustificherebbe l’allocazione preferenziale di denaro pubblico per la vaccinazione di adolescenti maschi contro l’HPV ? Che giustifichi il porre tale vaccinazione sotto il titolo di “assistenza essenziale”? Io credo che, più che essere io a rispondere nel “tribunale della scienza” nel quale fai il pubblico ministero, in un Paese sano ciò andrebbe spiegato alla magistratura nell’ambito di un’indagine. Condivido l’opinione di diversi scienziati che in medicina la scienza sia stata insozzata facendone uno strumento di frode, e che mettendola al servizio dei soldi facili sia stata fatta divenire un fattore di malattia.

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25 gennaio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Fior “Poste e i risparmiatori, l’ad Caio: “L’alfabetizzazione finanziaria passa per il rischio”

L’alfabetizzazione finanziaria, e più in generale l’educazione alle insidie del liberismo, passano per il comprendere che col rischio, cioè con offerte basate su modelli probabilistici, il business può facilmente frodare le persone: facendole decidere sulla base di un modello ingannevole. Secondo gli studi di alcuni cognitivisti è a causa di falsi modelli di rischio che tanti persistono nel giocare alle macchinette mangiasoldi nonostante sperimentino che è svantaggioso *. Data la loro capacità di confondere e persuadere, anche gli intelligenti*, il liberismo tende a espandere l’impiego di modelli probabilistici oltre la loro reale necessità, in ambiti diversi. In medicina la formulazione non appropriata e la presentazione distorta di modelli probabilistici è un comune mezzo di frode; associato al lamentare “l’analfabetismo scientifico” del pubblico. Posso testimoniare che le Poste Italiane di Caio, superate concezioni vetuste come la consegna deterministica della corrispondenza, estendono la loro diversificazione commerciale all’appoggio informale alla “alfabetizzazione probabilistica” in campo medico. Supportando in concorso prodotti medici probabilistici vicini sotto diversi profili a quei prodotti finanziari, reperibili anche presso gli uffici postali, che sembrano un regalo e invece fanno arricchire il banco a scapito dei giocatori.

*Yu EC, Lagnado DA. The influence of initial beliefs on judgments of probability. Frontiers in psychology, 2012. 3. Art. 381.

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28 gennaio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Giustizia, l’allarme del Pg di Milano: “Siamo al collasso. Gravi le infiltrazioni della mafia in Fiera””

Il convento povero descritto dal capo dei ricchi frati degli uffici giudiziari di Milano, con una “giustizia al collasso”, e la resistenza contro i brutti ceffi della mafia alle porte da così tanti decenni da fare sembrare poca cosa al confronto i miseri 10 anni dell’assedio di Troia, corrisponde con notevole precisione alla situazione ideale per il crimine di alto bordo, tanto grave quanto invisibile, che trova in Lombardia un terreno particolarmente adatto, come le truffe delle banche, o le frodi istituzionalizzate in medicina: insufficienza di mezzi e distrazione dell’attenzione e delle risorse verso crimini ad alto impatto mediatico come quelli del mostro mafioso. La magistratura milanese è stata criticata per le assoluzioni in appello dopo che JP Morgan e altre banche importanti erano state condannate in primo grado per truffe miliardarie. Non conosco i dettagli, ma riguardo alle frodi mediche strutturali posso testimoniare che spesso e volentieri la magistratura nel suo deliquio finisce con l’essere più un aiuto che un deterrente.

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7 febbraio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Mattarella, monito ai giovani magistrati: “Fatevi condizionare soltanto dalla legge ed evitate il rischio di sovraesposizioni” “

I giovani magistrati potrebbero leggere “Frà diavolo e il governo nero. Doppio Stato e stragi nella Sicilia del dopoguerra” di G. Casarrubea, che riporta il ruolo dei poteri dello Stato nella Sicilia di Bernardo Mattarella; per riflettere, oltre che sui saggi consigli di Sergio Mattarella, anche su come in uno Stato asservito a poteri esterni i magistrati possano superare i limiti istituzionali e morali ed essere complici di eversione facendo mostra di tenere un profilo moderato e prudente.

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24 marzo 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di T. Mackinson “Treviso, la lettera choc del giudice Mascolo: “Lo Stato è fuori controllo, io mi armo. Perché quando ci vuole ci vuole””

L’opposizione all’immigrazione forzosa e il diritto alla legittima difesa, posizioni che condivido, stanno venendo deformati in surrogati di quei diritti che consentono di non vivere in uno stato perenne di paura. Si sta introducendo una sorta di diritto alla paura invece di rimuovere le cause che generano il surplus evitabile di paura. Questo Azzeccagarbugli di Stato incoraggia gli stupidi italiani non a esigere uno Stato di diritto onesto ed efficiente che li tuteli; ma a girare con la pistola. In pratica a beccarsi tra di loro come i capponi che Renzo portava ad Azzeccagarbugli, in modo che così possano credere di avere gli attributi e si sfoghino mentre si sottomettono docili alla tosatura e alla macelleria sociale alla quale sta venendo destinata l’Italia tramite gli imbonitori e i prestanome messi a governarla.

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9 aprile 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di I. Lonigro “Strage di Viareggio, Ferrovie lo licenziò perché faceva da consulente alle famiglie. La Cassazione: “Giusto allontanarlo” “

Non conosco questo caso nel dettaglio; potrebbe anche darsi che la sentenza in sé sia difendibile sul piano formale. Ciò non toglierebbe che sia coerente con un quadro politico sostanzialmente corrotto. La notizia della sentenza appare affermare che dando uno stipendio – magari proveniente da denaro pubblico – si acquista anche la coscienza della persona. “Chi ci dà il pane è nostro padre” ammonivano i vecchi mafiosi. Il messaggio conferma i potenti che delinquono – e i dipendenti a loro moralmente affini – nella convinzione che l’omertà, e la fedeltà al gruppo invece che alla comunità, siano un valore; mentre fa opera di dissuasione e intimidazione verso chi vorrebbe opporsi al malaffare. [Nella mia esperienza è comune l’impiego sistematico di dipendenti, anche pubblici, come picciotti per boicottare, mobbizzare, intimidire, cercare di screditare e compromettere chi sia di ostacolo agli affari inconfessabili dei cerchi magici dove si incontrano poteri forti, datori di lavoro e rappresentanti delle istituzioni; e, nella mia esperienza, a questo genere di “rapporto fiduciario” la magistratura assicura impunità e fornisce sostegno.] In tema di protezioni istituzionali di grandi affari illeciti, andrebbe esaminata anche la lealtà dei magistrati verso il popolo dal quale ricevono pane e companatico.

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10 maggio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Migranti, la procura di Trapani: “Indaghiamo su persone appartenenti alle Ong per immigrazione clandestina””

Preparando l’esame di medicina legale rimasi colpito dalla distinzione tra ubriachezza accidentale, motivo di non imputabilità, e ubriachezza preordinata per prepararsi una scusa volendo commettere un reato, aggravante. Se un ladro acrobata si lancia da un edificio e un acrobata complice lo acchiappa al volo impedendo che precipiti, e entrambi si introducono così nella banca, non è che il porteur non è imputabile. Il Procuratore “Cartosio ha fissato un principio”: se l’imbarcazione coi clandestini rischia di naufragare non c’è reato di favoreggiamento nel soccorrerli e portarli in Italia. Neppure da parte delle ONG che incrociano proprio allo scopo dichiarato di recuperare i previsti naufraghi. Il principio del procuratore è valido in caso di naufragio e soccorso autentici, eventi essenzialmente casuali, sporadici, non voluti e anzi scongiurati. Ma se si organizzano sistematicamente “naufragi” e “soccorsi”, per giustificare l’immigrazione clandestina, usando la vita degli imbarcati come arma di ricatto, salvati come è ovvio i passeggeri non si dovrebbe legittimare l’escamotage e favorire così un reato, coi suoi incidenti mortali, con un ragionamento giuridico. Si dovrebbero ritenere organizzatori ed esecutori responsabili in toto del traffico da costa a costa. Quindi anche della sicurezza; inclusi gli annegati, osservando che sono funzionali allo schema come giustificazione morale, e ora anche giuridica.

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13 maggio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di I. Tabusso “Brexit, l’Agenzia europea del farmaco a Milano? La strada è lunga e in salita”

La Norvegia limitava l’approvazione dei nuovi farmaci a quelli che mostravano un vantaggio sugli esistenti. Nel 1996 la “armonizzazione” UE le fece rimuovere questo sano criterio. Studiosi della corruzione considerano l’attuale approvazione dei farmaci esempio principe di corruzione istituzionalizzata*. E’ divenuta un’attività eminentemente affaristica, tutto fuorché limpida; dove si possono creare dal nulla miliardi di euro di profitti purché si sia disposti a recitare, senza alcun rischio, sussiegose farse; e non ci si lasci impressionare dalle conseguenze visibili in sala settoria di questa meravigliosa forma di creazione di ricchezza, una cornucopia fondamentale per il modello economico trionfante. Necessita di doti che la Lombardia ha in abbondanza, per dono di natura e per la cultura plurisecolare degli affari, non impacciata da soverchie ubbie intellettualoidi o moralisteggianti. L’operosità lombarda è inoltre provvista di un apparato di protezione piduista, cioè di mafia tramite i poteri dello Stato. Efficiente e discreto, come dev’essere la mafia che si rispetti, è quel che ci vuole per l’eliminazione delle voci guastafeste e la conduzione spedita. Abbiamo una marcia in più rispetto agli altri pur degni pretendenti all’osso. Se si applicherà il criterio meritocratico, Milano ha già la prestigiosa assegnazione in tasca.

*Light D et al. Few Benefits from New Drugs and Many Serious, Costly Risks. Chemical Industry Digest, Feb 2014.

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14 giugno 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Davigo: “Dentro i partiti accadono cose non tollerate in nessuna società, nemmeno in una bocciofila”

Guardie e ladri. Batteri utili e batteri che provocano malattie. Ma volte il modello appropriato non è quello buoni/cattivi. Ci sono batteri normalmente presenti, es. nell’intestino, che divengono patogeni quando trovano condizioni di scarsa concentrazione di ossigeno (anaerobiosi). Anche i politici, come Davigo mette in luce, “fanno infezione”, cioè creano corruzione, in situazioni di “anaerobiosi”, ovvero in situazioni chiuse, sottratte all’ossigeno del controllo democratico. Solo che questo pericolo c’è per qualsiasi gruppo di potere che sia chiuso, sottratto ai controlli. Davigo limita ai politici il suo giusto indicare i pericoli delle situazioni chiuse al controllo. Secondo lui ai magistrati va invece applicato il modello che ci è caro fin da bambini, quello buoni/cattivi. I magistrati sarebbero i buoni per stipulazione. E’ vero che si tratta di “specie”, di tipi umani, diversi: il magistrato che intasca la mazzetta non è, a differenza del politico con la mazzetta, rappresentativo della sua categoria. Ma quando si tratta di ottenere i favori di grandi interessi sovranazionali, es. spazzando via un sistema politico corrotto perché sia soppiantato da un altro più asservito a banche e multinazionali, o favorendo grandi affari a danno dei cittadini – penso a quelli della medicina – l’anaerobiosi della casta giudiziaria favorisce ascessi e cancrene da germi opportunisti come quella dei politici. E all’opposto di quanto dice Davigo in questi casi non sono i cattivi che devono temere i magistrati.

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15 giugno 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Papa Francesco contro la corruzione: “E’ una bestemmia, un cancro che logora le nostre vite. Bisogna combatterla insieme””

Sia Peppino Impastato sia Bernardo Provenzano erano contro Gaetano Badalamenti. Impastato perché era contro la mafia. Provenzano come mafioso concorrente. Si può essere contro la corruzione per ragioni morali e come vittime; oppure come competitori. La grande distribuzione è ostile ai liberi bottegai; analogamente la corruzione tradizionale, dove ogni disonesto, fino all’ultimo assessore del piccolo comune, può rubare per casa sua quanto gli riesce, non è ben vista dai poteri forti. Il loro interesse è di ridurre il cancro della corruzione per espandere la tisi dello sfruttamento legalizzato. Tramite la tassazione a loro vantaggio, mentre i servizi pubblici sono privatizzati; la svalutazione continua dell’identità personale e comunitaria e dei diritti, il dissodamento del tessuto sociale per la monocoltura del suddito-consumatore, le grandi frodi istituzionalizzate della medicina. Addossando poi la colpa alla mafia perdente. Il clero prospera nel regime di corruzione, e prospererà anche in quello dello sfruttamento legalizzato.

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17 giugno 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Corruzione e mafia, il Vaticano pensa alla scomunica. “L’illegalità calpesta la sacra dignità della persona””

I mafiosi non tollerano che la delinquenza comune operi a piacimento nel territorio che sfruttano. Il clero e i “50 magistrati” sono alleati contro la corruzione delle mazzette ma sono a favore dello sfruttamento legalizzato, tramite il potere dello Sato, a beneficio delle banche, delle multinazionali e degli altri privilegiati. I preti predicano con sussiego il “rispetto per la dignità della persona” e intanto vanno in risciò, con noi che li trainiamo pagando anche le loro tasse, e anzi pagando a loro le decime. I magistrati combattono la corruzione delle mazzette, e agitano l’eterna lotta alla mafia, ma favoriscono lo sfruttamento da parte dei poteri forti; a volte con favoritismi che mostrano come certi lauti stipendi siano bustarelle legalizzate.

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17 giugno 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Corrotti e mafiosi, ecco l’iter della scomunica promessa dal Vaticano. Obiettivo: farla entrare in vigore nel 2018”

Che il ricco faccia pagare le sue tasse al povero, e che invece di versare per intero le tasse dovute ne incassi parte, come fa il clero in Italia, a quanto pare non rientra nella corruzione. Invece di limitarsi alla corruzione si dovrebbe considerare l’intero spettro di atti coi quali si può trasgredire il settimo comandamento.

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26 giugno 2017

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Commento al post di O. Lupacchini “Stefano Rodotà, la dignità dell’uomo e l’indegnità delle istituzioni”

Alcuni grazie alle loro capacità riescono sia a far parte del potere sia a criticarlo validamente, conquistandosi la stima del pubblico. Rodotà era uno di questi. Un altro è Zagrebelsky. In campo medico, Lewis Thomas è stato sia un acuto critico, sia a capo di istituzioni responsabili delle storture che metteva in evidenza; un caso simile da noi si può trovare in Giovanni Berlinguer. Sono persone di valore, dalle quali c’è da apprendere. Piacciono al popolo. E piacciono al potere; perché col loro “docere” e “movere” leniscono, placano, ricostruiscono la decenza e quindi la credibilità. Es. il tema della dignità è ben centrato, e quel che dice Rodotà sulla delegittimazione da negata dignità è importante; la lettura del saggio sarà un arricchimento. Non l’individuo-formica dei totalitarismi, non il trono di cartapesta sul quale l’individualismo capitalista pone l’homo economicus per vendergli paccottiglia e spogliarlo del suo valore di persona. Ma la de hominis dignitate, l’orgoglio della modestia. Pascal: siamo solo canne, ma pensanti. Ogni bambino nasce con una moneta d’oro che non può essere tolta né alienata. L’evocazione consolatrice della Dignità fa scordare che oltre alla sua denegazione c’è il marciume istituzionale. Con cacciatori di mafiosi che praticano l’intimidazione verso onesti invisi alle multinazionali, difensori dal terrorismo del passato che lavorano per l’eversione presente, lotta alla corruzione che va a favore degli usurai che strozzano tramite il fisco.

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20 luglio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Mafia Capitale, Gabrielli: “Corruzione incubatrice delle mafie: reato 416 bis da aggiornare” “

I mali non sono due ma sono tre: mafia, corruzione delle tangenti (bribery) e corruzione istituzionale, che serve i poteri forti (banche, case farmaceutiche, strutture atlantiche, Vaticano, etc.) mettendo il potere dello Stato al servizio di grandi interessi illeciti, che vengono così legalizzati. Quest’ultimo male viene tenuto coperto quanto gli altri due sono pubblicizzati; e viene tenuto coperto attribuendo agli altri due anche i suoi effetti deleteri. I tre mali sono tra loro collegati, ma sono entità distinte. C’è chi ne pratica uno solo, chi due, chi tutti e tre. Non pochi nelle forze di polizia e nella magistratura passano per virtuosi agli occhi del pubblico e acquistano i favori dei poteri forti combattendo, soprattutto a parole, mafia e corruzione delle tangenti, e praticando al riparo da occhi indiscreti la corruzione istituzionale.

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28 luglio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Vaccini, una deputata del Pd denuncia: “Aggredita con due colleghi dai no vax” “

Attenti ai Nuclei Pro Sofisticazioni, che si occupano di fare figurare gli oppositori come estremisti e di mantenere pulita la fedina penale di una manica di corrotti.

Astronotus: Ma anche quella di calunniatori seriali.

@ Astronotus: Giusto. Meglio lasciare fuori gli amici magistrati, che già fanno tanto per la causa. Ai calunniatori li si può sistemare facendogli constatare che a mettersi contro certi poteri ci si ritrova “in cattive acque” (Gelli Licio; da non confondersi con Gelli Federico, PD, autore dell’attuale piano di rinascita sanitaria), producendo false informative, facendoli prendere a bastonate quando rientrano a casa, spaccandogli il parabrezza dell’auto, lasciandogli un ratto morto davanti alla porta. E in mille altri modi, date le inesauribili risorse della parte sana del Paese. Tra un discorso antimafia e una lezione di legalità nelle scuole.

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31 luglio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Vaccini, padre incolpa un medico di Cosenza della malattia del figlio e lo aggredisce: è ai domiciliari”

Nel 1911 a Verbicaro, prov. di Cosenza, avvenne l’ultimo linciaggio di presunti untori. Salvemini commentò: ““La folla è come un ammalato che ha male allo stomaco e si lamenta di avere male al capo. Essa non sa fare la diagnosi esatta dei propri malanni”. I vaccini obbligatori sono un abuso a favore del business, ma le vaccinazioni, che raramente possono causare complicazioni neurologiche che oggi possono essere etichettate (misdiagnosed) come autismo, non sono la causa dell’epidemia di diagnosi di autismo: quella è un altro imbroglio*. I pro-glaxo incoraggiano le critiche infondate, in pratica favoriscono depistaggi, per screditare quelle fondate. In Calabria poi le autorità preposte alla legalità sono particolarmente solerti nel proteggere il big money in campo farmacologico. L’attuale capo dei NAS, gen. Lusi, è stato comandante dei CC della Legione Calabria. A giudicare dai comportamenti gratuiti dei CC nel cosentino e nel lametino nei confronti di chi denuncia frodi e reati in campo biomedico, la sua nomina ai NAS ha provocato reazioni intense nei responsabili di tali frodi e reati. Si può immaginare come è andata. Alla notizia, CEO che guadagnano milioni di euro all’anno si sono chiusi nei loro uffici, il volto segnato da un’espressione impenetrabile. Dopo un poco si sono uditi dei colpi. Erano i botti dello champagne stappato per festeggiare.

*Frances A. Primo, non curare chi è normale. Contro l’invenzione delle malattie. Bollati Boringhieri, 2013.

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28 agosto 2017

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Commento al post di Spazio Economia per Italia Aperta “Industria farmaceutica, grandi affari per grandi aziende”

L’industria immobiliare “non vende sogni”: la vendita di una casa che non c’è viene subito riconosciuta come una truffa. I produttori di energia vendono un’entità fisica astratta; ma che ha effetti concreti, che giustificano la bolletta elettrica. La merce dell’industria farmaceutica non ha invece uno stretto vincolo con la realtà materiale [1]. Ha un legame col mondo delle credenze magiche, dal quale la medicina storicamente proviene, e dal quale Big Pharma attinge la forza persuasiva che gli sta consentendo di imporre prezzi usurai anche quando non vende che dannose illusioni a chi, malato, si aggrappa a qualsiasi fuscello [2]. L’industria farmaceutica recupera la dimensione sostanziale tramite una redistribuzione allargata degli utili, indispensabile a mantenerne l’attività. Spende più in “marketing” che in ricerca; in USA 24 miliardi di dollari all’anno per ottenere la cooperazione dei medici, cioè le prescrizioni di farmaci ai pazienti [3]. Per ogni miliardo di euro/anno impiegato per ungere gli ingranaggi giusti si può creare la solida realtà di diecimila persone influenti che ricevono in media centomila euro/anno.

1 Boggs W. Flimsy evidence behind many FDA approvals. Reuters, 15 aug 2017.

2 Rupp T et al. Quality of Life, Overall Survival, and Costs of Cancer Drugs Approved Based on Surrogate Endpoints. JAMA, 2017. 177: 276.

3 Swanson A. Big pharmaceutical companies are spending far more on marketing than research. Wonkblog, 11 feb 2015.

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@ Adam Smith. Si parte da una buona idea, da dei buoni principi, e si finisce col degenerare. Succede sempre. Es. i seguaci di Adam Smith tendono a confondere tra “mano invisibile” e mano lesta.

@ Hobbes. Insomma, di un finanziamento dell’industria farmaceutica per lo studio criminologico dell’attuale industria farmaceutica – definita l’industria più corrotta da un classico studio [1] e un’impresa assimilabile alla mafia da analisi più recenti [2] – non se ne parla.

1 Braithwaite J. Corporate Crime in the Pharmaceutical Industry. Routledge, 1984.

2 Gotzsche PC. Deadly medicines and organized crime. Radcliffe, 2013.

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14 settembre 2017

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Commento al post di A. Gennaro “Whistleblower in gabbia davanti al Pantheon: “Serve una legge per tutelare chi denuncia corruzione e malaffare””

L’ordoliberismo vuole che si passi dal ladro “libero professionista” al ladro stipendiato: dai politici che rubano al personale politico al servizio dei poteri forti. Dalle mazzette per sé stessi al rendere legge il furto a favore di banche e multinazionali. In USA ci sono politici, come Sanders e Grassley, che si stanno opponendo alle malversazioni che si nascondono dietro alle “malattie rare” e alla relativa legislazione. In Italia tutti zitti: solo sviolinate sui bambini malati e i genitori straziati. Il Fatto, mentre pubblica questo articolo, col titolo sulla SMA “Le famiglie: Il nuovo farmaco apre nuova era. Non è più mortale se presa in tempo” aiuta l’approvazione di un farmaco criticato in USA per il costo, di 125000 $ a fiala. Il messaggio del titolo non è solo falso, perché i dati non dimostrano questo risultato miracoloso. E’ pericoloso per la salute, perché favorisce la fase successiva, la diagnosi e cura “precoce”, che espanderà il business ma porterà sovradiagnosi e furto di risorse. Ci si può aspettare, dal nuovo genere di politici richiesto dal grande business tramite Transparency e 5S, uno screening obbligatorio alla nascita, con una quota di neonati immessi senza reale necessità sul nastro trasportatore dell’industria medica. Mentre difende chi denuncia le mascalzonate dei signorotti nostrani, Il Fatto aiuta la calata degli “imperiali” del farmaco; anche censurando i commenti dei whistleblower invisi a Big Pharma.

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2 ottobre 2017

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Commento al post di O. Lupacchini “Concorsi truccati, un grande classico. Quando il trombato era Giambattista Vico”

Piero Chiara commenta che il freddo di Vatolla, “nel Cilento nevoso”, forse ha aiutato Vico nelle sue meditazioni. Che oggi vengono riportate in sofisticati testi anglosassoni di semiotica. Bartolo Nigrisoli, chirurgo di guerra, estraneo ai servilismi e agli intrighi dei Balanzone, uno dei pochi professori che preferirono perdere la cattedra piuttosto che giurare fedeltà al fascismo, raccontava di come il prof. Rummo avesse copiato pari pari dalla tesi di laurea di Codivilla. Codivilla non disse nulla; intervenne rivendicando il suo anni dopo, quando Rummo si scagliò pubblicamente contro un terzo medico, Moscatelli, che aveva plagiato ciò che lui Rummo aveva rubato a Codivilla. Di aneddoti sulle miserie accademiche ce ne sono tanti. Ma converrebbe non scordare che in Italia gli scandali, le tangentopoli, esplodono, dopo decenni di impunità, quando arriva l’ordine di sostituire una mafia vecchia con una nuova. I magistrati sembrano avere una particolare destrezza nel perseguire le gaglioffate giuste al momento giusto. Il nepotismo, il clientelismo, possono essere sostituiti non dal merito ma dalla meritocrazia strumentale: dove a fare il professore di diritto tributario va il più abile nel curare gli interessi delle banche. O nelle cattedre mediche il più brillante nell’eseguire il copione delle multinazionali farmaceutiche. Con una censura non meno ferrea delle voci sgradite. V. “Choosy, marchesini e figli di. La differenza tra meritocrazia e merito”.

Il prof. Bellelli osserva che comunque l’Italia si colloca ottava in una classifica della ricerca internazionale basata sulle citazioni. Questi indici, più appropriati come misura del conformismo, sono criticati per la varietà di storture che generano. Inclusa la capacità di creare gli inciuci* nei quali noi italiani, forse a torto, siamo considerati i primi; di certo non siamo gli ultimi arrivati. Inoltre la ricerca internazionale, metro di paragone per Bellelli, in campo biomedico è così sana che si discute su se ad essere falsi sia la maggioranza dei risultati di ricerca, secondo il celebre articolo di Ioannidis (oltre 5000 citazioni…), o “solo” una bella fetta dalle dimensioni da definire. Gli argomenti di Bellelli costituiscono un esempio, una trasposizione al tema della selezione degli universitari, di temi importanti per la biologia e la clinica delle malattie che la pletorica ricerca ufficiale, imbrigliata, accantona, e copre con sofismi standard: l’assenza di “gold standard” di malattia solidi e la loro sostituzione con surrogati non validi; e il disprezzo, la svalutazione, per il fenotipo della malattia, per ciò che accade, sostituiti in nome dell’oggettività da indici pseudoquantitativi o esoterici test di laboratorio, che suonano scientifici ed essendo complicati intimidiscono, ma troppo spesso sono un latinorum ad hoc.

*Greenberg SA. How citation distortions create unfounded authority: analysis of a citation network. BMJ, 2009.

@ Andrea Bellelli. Non è questione di nazioni, ma di tipi umani. Non sono contento. Non si considera abbastanza ciò che il dr. Lupacchini evidenzia, che gli effetti delle epurazioni, della selezione inversa della classe dirigente, quali che siano la sua provenienza e le modalità, dagli omicidi politici “eccellenti” degli anni passati a silenziose eliminazioni per via burocratica, li scontiamo tutti.

@ Giacomo Mulas. “Esagerazioni”? Con un mercato globale dei farmaci sul milione di milioni di euro/anno, e in crescita incessante, è più facile che siano invece i suoi beneficiari a minimizzare ciò che è così smisurato che non si può negarlo del tutto. Il praticare una forma tradizionale di malaffare non impedisce di aggiungervi una forma più moderna, e di fonderle. (Io poi commentavo l’uso di questa aggiunta come elemento a discolpa dell’uso privato delle assunzioni nell’università pubblica). Credo anzi che il fattore sovranazionale sia al centro dei motivi che sottendono lo scandalo: i signorotti dello Stivale capiranno l’antifona, e compiaceranno l’impero il più possibile per cercare di mantenere l’ereditarietà dei feudi minori. Col risultato, che già c’è posso testimoniare, di un “lussureggiamento degli ibridi” tra la corruzione italica e quella d’importazione. Del resto, il ceppo nostrano della mafia è stato potenziato dal patrocinio di poteri esteri. Rileggendo il suo commento, con passi logici come “la corruzione generalizzata della ricerca non è minimamente un problema italiano perché non riguarda solo l’Italia” un altro esempio che mi viene alla mente è quello di Stanlio e Ollio: grazie al doppiaggio di Sordi e Zambuto la versione italiana fa ridere ancora di più dell’originale in inglese.

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10 ottobre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Mattarella: “La toga non è un abito di scena. Il magistrato non sia guidato da opinioni personali” “

B. Pascal (1623-652): “I nostri magistrati hanno ben compreso questo mistero. Le loro toghe rosse, i loro ermellini, di cui si ammantano come gatti impellicciati, i palazzi dove giudicano, i fiordalisi, tutto questo apparato augusto era molto necessario; e se i medici non avessero palandrane e pantofole, e se i dottori non avessero berrette a quattro punte e vesti quattro volte più ampie del dovuto, mai avrebbero ingannato la gente, che è incapace di resistere a uno sfoggio così autentico. Se possedessero la vera giustizia e se i medici avessero la vera arte di guarire, non saprebbero che farne delle berrette a quattro punte; la maestà delle loro scienze sarebbe di per se stessa assai rispettabile. Ma non avendo che scienze immaginarie, necessita che ricorrano a tali vani strumenti che colpiscono l’immaginazione con la quale hanno a che fare; e con questa, di fatto, si attirano il rispetto.”

Si dovrebbe ricordare ai giovani magistrati anche il dovere di resistere ai poteri forti; la differenza tra la toga dello Stato e la veste gallonata di chi serve multinazionali e banche. Ma per nominare l’indipendenza dei magistrati rispetto al trono, e la necessità di non recitare la parte del giudice scritta da chi opprime, anziché predicare l’indipendenza dalla sola piazza e la “messa tra parentesi” dell’uomo dentro l’abito curiale, ci sarebbe voluto uno dei politici e magistrati del ramo estinto, quelli che furono scartati, a volte con le pallottole.

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15 giugno 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Gentilini “Tumori, l’Italia è tutto un Sin?”

Ieri Cantone ha detto che la corruzione è “il male assoluto”. Si è guardato dal distinguere tra bribery, le mazzette, e institutional corruption, l’istituzionalizzare interessi illeciti dei poteri forti in cambio della carriera. La corruzione genera eccessi di diagnosi di cancro (soprattutto la corruzione istituzionale, che si vuole prenda il posto di quella delle bustarelle). Ma tra corruzione e cancro c’è una rete causale complessa più estesa del sempre ripetuto inquinamento, che permette giochi e effetti paradossi: la corruzione può agire anche combattendo sé stessa, come nel “doppio pacco e contropaccotto” del film di Nanni Loy. Es. in USA si sta riducendo il business delle TAC addominali ai bambini con sospetta appendicite, volendo evitare l’insorgenza di cancri da radiazioni (una causa di cancro reale, iatrogena, che i corrotti della biomedicina nostrani occultano attribuendo tutto ai corrotti inquinatori). Questo ha portato a un aumento delle ecografie, meno specifiche, e quindi a un aumento di sovradiagnosi di appendicite, con relativo aumento del business di appendicectomie non necessarie. Descrivendo l’Italia come tutta una Korogocho a causa delle mazzette si lanciano allarmi su aumenti di diagnosi di tumori pediatrici attribuendoli al male assoluto, invece che a tanti piccoli imbroglioni; e se ne favorirà così, in nome della salute e della giustizia, la sovradiagnosi, con relativi fatturati illeciti. Magistrati e forze di polizia in prima linea.

@ Patrizia Gentilini. Il potere può orientare le credenze pubbliche variando ad hoc il peso dei vari fattori di un caso complesso. Da un lato, i focolai di inquinamento e degrado ambientale sono ormai sinonimi di epidemia di cancro. La relazione non è così stretta. Dall’altro, lei attribuisce certezza assoluta alle diagnosi istologiche. Sapesse quanto basta poco, entro la discrezionalità del microscopista, per sovradiagnosticare una lesione da benigna a maligna, da basso grado ad alto grado. Es. le formazioni neuroectodermiche, i tumori cerebrali, quelli di origine connettivale, le malformazioni congenite, i tessuti fisiologicamente capaci di proliferazione. Le diagnosi istologiche sono oggi riconosciute come centrali al problema, e non più come un’assicurazione di certezza. Ci sono i markers vecchi in appoggio; e i nuovi, per i quali le malattie, in un regresso spacciato per progresso, sempre più sono senza gold standard, ma sono definite da esoterici test di laboratorio, spesso non ben validati e prodotti da chi vende anche le cure. C’è il comodo spauracchio detto “medicina difensiva”. Le pressioni economiche e sociali. Una volta scrissi ad A2A una lettera critica degli inceneritori. Casaleggio ne fece un post per Grillo, Medicina Democratica la pubblicò senza neppure chiedermelo. Se però dico di guardare a tutti i fattori, cominciando da quelli di casa propria, sovradiagnosi e cancri iatrogeni per i medici, e di evitare allarmi distorti che in realtà favoriscono il business, ricevo legnate.

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1 luglio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di J. Piromallo “Bidonata da Telecom (terza puntata). Class action contro la Tim. Caro Giuseppe Recchi (ex vice presidente) ti scrivo”

Giorni fa, fine giugno, ho ricevuto la solita telefonata dalla Telecom (registrata). Stavolta mi è stato detto che la ADSL, che attualmente Telecom ha strozzato a una velocità intorno ai 2.5-2.8 Mbit/s (a Brescia) a fronte di un canone di 54 euro/mese, verrà chiusa a metà luglio, e che pertanto sarei obbligato a passare alla FTTC, che chiamano “fibra”. Quindi al Voip, telefonia tramite internet; e, clausola capestro, con in casa il loro modem, “regalo” da usare obbligatoriamente se non si vogliono avere problemi tecnici, mi è stato detto; contrariamente anche alla normativa UE. Sono telefonate che hanno il suono arrogante di una truffa che evolve in violenza privata e estorsione. Di recente ho acquistato in un loro negozio una ricarica SIM per internet. Obbligo di nuova SIM, 5 euro extra. Servizi a pagamento da disattivare nuovamente, ma solo tramite chiamata al loro call center. Sembra che “lo Stato” abbia rilasciato a Telecom licenze di delinquere che vanno dal furto con destrezza alla rapina.

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9 ottobre 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. Rosso “Vajont, 55 anni fa il disastro della diga. Tra errori e silenzi c’era anche chi lottava per la verità”

Ma si è sicuri che la magistratura sia desiderosa di sentire pareri tecnici non compiacenti quando gli imputati, o i responsabili, rappresentano grandi interessi? La PM di Milano Tiziana Siciliano ha appena auspicato che venga attuata la legge Gelli, che prevede di giudicare la responsabilità medica rispetto alle linee guida cliniche. “Che in base alla legge avrebbero dovuto essere il nostro faro”, dice. E’ un auspicare di subire una cattura normativa, ed è un po’ come essere ansiosi di premiare gli osti che annacquano il vino – o lo fanno col metanolo – se sta scritto negli insindacabili capitolati della loro corporazione.

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12 marzo 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “La Confessione, Davigo a Gomez: “Non so ancora se sono onesto perché non sono mai stato indotto in tentazione””

Davigo fa sua la tesi che in certi ambienti non accettare mazzette è porsi contro il gruppo dei colleghi; mentre per il magistrato la mazzetta è una scelta individuale. Ciò è solo un aspetto della regola per la quale ogni attività ha la sua forma di malaffare. I magistrati in genere non prendono banconote e ripudiano l’idea; ma la corruzione non è solo bribery. I magistrati praticano forme diverse – impalpabili – di corruzione di categoria. Es. col loro potere di marketing giudiziario: possono influenzare e formare l’opinione pubblica su temi scientifici (Jasanoff) tramite interventi e omissioni. Per un’attività di controllo come la loro basta scegliere casi particolari che rientrino nei limiti del presentabile per favorire grandi interessi illeciti, ottenendo così il patrocinio di poteri forti. Es. illeciti istituzionalizzati glorificati valutandoli rispetto a uno standard negativo. Trucco – usato anche negli studi scientifici, e che è una delle funzioni della mafia – che capovolge il concetto della legge e dell’etica come standard. In biomedicina, Stamina, truffa rozza che consente di presentare come scienza benefica la bolla delle staminali ufficiali. La cura Hamer, e analoghi, che i magistrati dovrebbero togliere di circolazione come aberrante, e invece stanno sfruttando per mostrare le manette a chi tenti di divincolarsi, inevitabilmente incorrendo in altri mali e inganni, da una oncologia ufficiale che non senza fondamento percepisce come fraudolenta e paurosa.

Commento al post “La Confessione, Davigo a Gomez: “Intitolare una via a Craxi? Anche per i giudici inglesi non era un perseguitato politico”

Davigo si lamenta di chi dice che Tangentopoli fu un colpo di Stato. A noi spettatori che la applaudivamo apparve come la pulizia delle stalle di Augia; oggi mi sembra più appropriato paragonare il passaggio dalla prima alla seconda repubblica ad un “trapianto di feci”. (Il trapianto di feci esiste davvero; è una terapia, ancora agli inizi, sviluppata per la cura di gravi infezioni iatrogene, derivate da quel genere di medicina orientata al profitto che è esplosa dopo la caduta del Muro e i fenomeni satelliti come Tangentopoli). Gli italiani applaudono sempre l’Ercole che dà una lavata alle stalle di Augia, o le spalanca indignato; e poi si ritrovano puntualmente con un trapianto di nuove feci. Ci pensavo l’altro giorno ascoltando i propositi del generale dei CC Cotticelli sui letamai della sanità calabrese, conoscendo l’azione repressiva e propagandistica dei CC – e dei magistrati – a favore degli affari illeciti della medicina liberista.

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9 aprile 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Musolino “Corruzione, Davigo: “Raramente è fatto singolo”. Gratteri: “Se è sistemica serve pena uguale ad associazione mafiosa””

“Immaginarsi un corrotto che si venda una volta soltanto è come immaginarsi una prostituta che si venda una volta soltanto. Non ha senso” (Davigo). Ci sono vari tipi di prostituzione. Es. in USA le “drug whores”, che si fanno pagare in droga. “Drug whores” sono anche chiamati dalle case farmaceutiche i più esosi tra i medici che mettono a libro paga perché prescrivano, e che si fanno pagare anche dalla concorrenza (in particolare gli psichiatri). Da noi i medici in rapporti non virginali con Big Pharma si contano a brigate e divisioni*. C’è anche qualche drug whore che invece di accontentarsi pensa di poter dettare legge ai giganti delle pillole; le vediamo nei tg, consegnate al braccio secolare di magistratura e polizia. A proposito di magistratura, polizia, e prostituzione per Big Pharma, la prostituzione una tantum evocata da Davigo va distinta da ciò che una scafata segretaria d’ospedale bresciana chiamava “le puttane con un cliente solo” riferendosi alle mantenute. Il concetto di corruzione monopsonica, continuativa, ha piena rilevanza a voler fare sul serio sulla corruzione. Soprattutto quando il cliente unico è dato dai poteri forti che includono Big Pharma, che ha oltre a un esercito di medici da marciapiede anche i favori non pagati in moneta di istituzioni i cui componenti guardano alle mazzette con lo stesso sincero orrore col quale le mantenute guardano alle battone di strada.

*Big Pharma, 30000 medici con la lobby. Il Fatto 1 apr 2019.

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20 giugno 2019

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Commento al post “Eleonora Bottaro morta di leucemia, i genitori condannati per aver rifiutato la chemioterapia. La madre: “Rifarei tutto””

Sentenze del genere sarebbero benefiche se la medicina e la magistratura operassero, al contrario di ciò che avviene, in modo da separare nettamente le cure oneste e razionali da quelle disoneste e irrazionali. Né la diffidenza per l’oncologia ufficiale né gli avvisi contro le terapie alternative sono infondati. Nel buon governo sia cure pazzoidi come quella Hamer, sia cure “scientifiche” in realtà volte al profitto a danno del paziente sono bandite. Nel cattivo governo si lasciano entrambe e si fa credere – anche con una magistratura troppo credulona o troppo amichevole col business biomedico che sfruttando una eccezione manda un messaggio generale – che il discrimine sia tra le cure alternative, che sono palesemente sballate, e cure ufficiali, che non sono razionali e oneste come dicono, arrivando a usare come moltiplicatore di profitto i pesanti effetti avversi. Le persone, se lasciate senza guida onesta, e indotte a credere alla “libertà di cura”, la perniciosa illusione – voluta dal business e propagandata qui dai magistrati – di poter scegliere da sé, nel tentativo di trovare una via si alterneranno tra la padella e la brace; perdendo le parti valide della medicina ufficiale; o cadendo in cure ufficiali inefficaci e pesanti. Il pubblico dovrebbe rifiutare la “libertà” di scegliersi il guaritore, e con essa il caveat emptor, e pretendere invece una unica medicina cui potersi affidare, onesta e razionale, depurata da predatori e commensali grandi e piccoli.

22 giugno 2019

La sentenza è arrivata nella “giornata nazionale” delle leucemie. Una condanna della magistratura è un efficace strumento di marketing e propaganda (Jasanoff); meglio, di persuasione, data la minaccia che contiene. Il giorno dopo a Torino i medici del Civile di Brescia sono stati assolti in secondo grado dalle già annacquate accuse per Stamina. Il comportamento consapevole dei luminari di uno dei maggiori policlinici universitari d’Italia non è stato meno ciarlatanesco, cialtronesco, malintenzionato e dannoso dell’inganno nel quale si sono ficcati i genitori puniti a Padova. Ma Stamina, patrocinata dall’avvocato oggi premier Conte, è la versione italiana di una frode propagandistica* in atto anche in USA e altrove; alla quale magistrati di tutta Italia hanno partecipato. Il procuratore di Milano Greco ha espresso stupore per lo scandalo CSM, aggiungendo che “i magistrati del Nord” quelle cose non le fanno. Al Nord diversi medici e magistrati si limitano al gioco grande, i servigi ai massimi poteri; blindati da rischi, date le protezioni sia occulte sia ideologiche. Chissà se il PM Greco, esperto di reati finanziari, ignora anche che le manipolazioni della medicina come queste hanno una natura, e una struttura, finanziaria. Frodi quotate in Borsa, che sfruttano la copertura e la libertà di azione della medicina; la più bassa espressione delle arti della finanza, per il sangue di cui grondano e per il volume.

*v. ‘Stamina come esca per le frodi della medicina commerciale’.

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10 luglio 2019

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Commento al post di D. De Felice “Frodare la scienza (e i cittadini) non è reato?””

Sarebbe utile intendere la scienza come “l’ufficio tecnico” dell’umanità. Il liberismo tende a colonizzare per metterli a reddito strumenti e valori, e non esita a distorcere la scienza a fini di profitto: come garante di frodi; e nuova religione le cui pronunce è empio o folle mettere in discussione, come nota anche Gomez. La scienza andrebbe liberata e protetta dall’appropriazione da parte del business. Oltre che dalle frodi materiali da quelle ideologiche, più sottili, a volte aiutate e propagandate dagli stessi che additano casi inequivocabili come questo dei photoshop dell’oncologia milanese. Un esempio: la ricerca biomedica, all’opposto di ciò che avviene, dovrebbe essere subordinata all’etica ma incapsulata. Subordinata: va controllata per tenerla orientata sulle ovvie finalità morali, non sul fare soldi. Incapsulata: considerandola solo in sé stessa, per evitare che si spaccino per validi prodotti sulla parola, invocando l’etica mentre la si tradisce, mostrando “poster child”: bambini in sedia a rotelle accanto a ricercatori dallo sguardo intenso, etc. Dichiarare valido un farmaco con gli spot emotivi di Telethon – o AIRC, o IEO – è come descrivere l’efferatezza del delitto per desumerne la colpevolezza dell’imputato. Ma truffe sulla salute intessute in larghe fette di economia possono contare sul Viminale di Alfano, oggi a capo del policlinico di don Verzè, e sul Viminale di Amato, Maroni o Salvini come Alfieri e Nuvoletta potevano contare sul Viminale di Gava.

@ Fausto Noce. Grazie, sempre gentile. Il problema maggiore non è “frodare la scienza”, una sorta di oltraggio alla divinità, ma il frodare tramite la scienza, che è un’attività umana alta e preziosa, ma permeabile agli inganni. I risultati di ricerca truccati col photoshop* sono un eye-opener. Sono un cubetto di un iceberg di manipolazioni che vengono trasferite nella clinica; dove sono rese legali, e obbligatorie con le “linee guida” ** e la relativa legislazione. Restando nel campo delle prove visive, l’imaging, tarato ad hoc verso la sensibilità a scapito della specificità, ha un ruolo fondamentale nelle sovradiagnosi; nell’etichettare come malati persone sane o che hanno una differente patologia. Es. anche nella diagnosi di sclerosi multipla**. Ancora di più coi nuovi criteri***, alla cui stesura ha partecipato anche il San Raffaele. Distorsioni pro business sulla pelle dei pazienti che restano coperte e blindate: rese legge, e alla cui protezione provvedono, con sistemi da campieri, i PS e i CC di Alfano, ora a capo del San Raffaele e tutta la holding San Donato, e dei suoi predecessori e successori, con altri integerrimi occupanti dei palazzi di giustizia.

*What’s in a picture? The temptation of image manipulation. J Cell Biol 2004. 166: 11. ** Expanding Disease Definitions in Guidelines and Expert Panel Ties to Industry. Plos medicine 2013.10, e1001500. ***’Burning Debate’ on McDonald Diagnostic Criteria in MS. Medscape, 12 ott 2018.

@ spaceexplorer. La “sequestration thesis” prevede, in versioni diverse, che la verifica sperimentale della validità dei farmaci sviluppati dall’industria sia affidata allo Stato *. Sarebbe necessario, perché attualmente con la fictio per la quale l’immissione di un farmaco da parte di un’impresa gigante quotata in Borsa sarebbe una questione primariamente scientifica la procedura, è stato notato, è quella di un tribunale dove le indagini e l’accusa le fa l’imputato. Ma non sarebbe sufficiente, perché statale non è sinonimo di onesto; si può aggirare e corrompere anche il controllo statale, che per di più può mancare della risolutezza del privato. Soprattutto in un campo intriso di pulsioni irrazionali e di soldi facili come la medicina. E in un Paese come l’Italia, con una tradizione di santimonia; e di guardie che lavorano per i ladri, quando i ladri sono potenti. Il prerequisito, e segno di una volontà sincera di riforma, è quello di scrostare l’ideologia parareligosa che riveste la medicina e la scienza in funzione del profitto senza freni.

*Lexchin J Those Who Have the Gold Make the Evidence: How the Pharmaceutical Industry Biases the Outcomes of Clinical Trials of Medications. Sci Eng Ethics 2012. 18: 247.

@ bobovitz. La medicina consente di sfruttare il ruolo di agente morale salvifico a fini di profitto, ed è sempre più orientata a ciò. Dovrebbe essere desacralizzata, e ristrutturata in modo da prevenire le frodi (v. sotto la “sequestration thesis”). La sola repressione di tipo giudiziario delle “mele marce” sarebbe cosmesi. Chi dovrebbe esercitarla, poi? Probiviri? I ritoccatori sono ai vertici della ricerca italiana e ammanicati internazionalmente. I magistrati, che hanno promosso Stamina e poi mandato assolti i suoi medici? Le forze di polizia, che, posso testimoniare, sul business biomedico sono prone ai poteri forti e complici come lo furono al tempo delle stragi e degli omicidi politici? L’anticorruzione? Cantone, il magistrato che ne è a capo, ha pubblicato un libro con monsignor Paglia, che cura gli interessi del clero in campo medico. Interessi che prosperano su manipolazioni pari e peggiori di questa del fotoritocco. Nel libro i due raccontano che loro sono moralmente superiori: il patrocinatore di ciò che dovrebbe essere controllato e chi dovrebbe controllare a braccetto nella posizione di supremi, inappellabili custodi del Bene. Sono appena uscite le intercettazioni di discorsi di segno opposto tra Paglia e Palamara. Andrebbe riconosciuto, laicamente, che le agenzie morali sono esposte a divenire un nido che dà protezione e strumenti per meglio delinquere. Il caso Montante è paradigmatico e non isolato.

12 ottobre 2019

Commento al post di C. Sivieri Tagliabue “Tumore al seno, ottobre è il ‘mese rosa’. Ecco un esempio di mobilitazione eccezionale”

La superficialità delle informazioni al pubblico è il primo inquinante. E’ ovvio, ma falso*, che gli screening mammografici riducano i casi di cancro della mammella che si presenta come metastatico.

E’ inoltre fraudolento. Col supporto delle bullshit come quelle puntualmente riportate nell’articolo, accade il contrario: il cancro vero serve come spauracchio per vendere una “prevenzione” che più che prevenire produce cancro; diagnosticando come cancro lesioni indolenti e subcliniche e trasformando donne sane in pazienti.

Uno schema che crea ricchezza a danno del pubblico e dei malati: invece di rompersi la testa nel cercare di trovare cure per il cancro vero lo si rende una comoda fonte di profitto; immediata, espandibile e senza fine.

E’ aberrante che si chiami questa gelida fiera “diritto alla prevenzione” alla Camera dei deputati (presidente Fico, 5S). La criminalità mafiosa è anche un alibi; gli stessi che gridano contro la liberazione dei capimafia richiesta dalla Corte europea sono per l’aiuto dello Stato allo sfruttamento sulla carne delle persone in medicina. Un esempio di come quello del deputato e senatore – meglio se pochi così non si perdono nel clientelismo spicciolo – divenga un lavoro a chiamata, ben pagato, che consiste nel legiferare che è oro quanto viene fatto luccicare dai potenti datori di lavoro.

* Why Has Breast Cancer Screening Failed to Decrease the Incidence of de Novo Stage IV Disease?. Cancers, 2019. 11, 500.

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8 novembre 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Bauducco “‘Ndrangheta, la procuratrice della Dda ai sindaci del Milanese: “Non avete più alibi, entrate a far parte del capitale sociale dell’antimafia””

”… gl’Amplissimi Senatori quali Stelle fisse, e gl’altri Spettabili Magistrati qual’erranti Pianeti spandino la luce per ogni doue, venendo così a formare un nobilissimo Cielo, altra causale trouar non si può del vederlo tramutato in inferno d’atti tenebrosi, malvaggità e sevitie che dagl’huomini temerarij si vanno moltiplicando, se non se arte e fattura diabolica, attesoché l’humana malitia per sé sola bastar non dourebbe a resistere a tanti Heroi, che con occhij d’Argo e braccj di Briareo, si vanno trafficando per li pubblici emolumenti.”. Un milanese di altri tempi. Voi invece iscrivetevi al “capitale sociale dell’antimafia”. Approfittate. Mantenendo in vita la mafia dei paesani e raffigurandola come una criminalità inestirpabile, lo Stato, lo stesso Stato dell’impunità per Piazza Fontana e della verginità antifascista tramite le stragi, vi permette di porvi sulla testa le aureole dell’antimafia, e potere così fare liberamente gli amministratori juke-box, a favore di altre grandi forme di sfruttamento; quelle dei poteri globalisti, del capitale finanziario che stanno spogliando l’Italia. Così come i magistrati e le forze di polizia tra un mafioso e l’altro fanno i juke-box, suonando tutti e solo i dischi decisi da chi “calls the tune” in operazioni come Stamina a Brescia o l’Ilva di Taranto.

@ fabrip.  Tante sentenze, 10^6 € in spese legali per gli Spedali Civili, NAS al “lavoro” per anni; quando sarebbe bastato un maresciallo esperto in truffe di strada per fermare Vannoni. Volendo lanciare le underperforming staminali, l’ordine, diramato da un policlinico dove il rettore ha portato da Washington gli ordini sui vaccini, è stato di suonare una musica giudiziaria che scambiasse di posto 3 entità. La medicina pazza (Stamina) è stata messa al posto di medicina disonesta. La medicina disonesta (promesse staminali ufficiali) al posto di quella onesta. La medicina onesta (denuncia delle frodi) al posto di quella pazza.

Taranto. Per tagliare l’industria pesante e convertirla nell’industria medica si è ordinato di suonare una musica che, date 2 cause di aumento di incidenza di cancro, inquinamento (a) e sovradiagnosi (b), fornisse la coonestazione della magistratura all’ingigantire oltre il vero a; e allo stimolare b, censurando sulla sua presenza e spingendo verso di essa gridando alla peste; fino al livello truffe di strada, es. Bonelli che dice che metà dei bambini di Taranto si ammala di cancro. Risultato non solo forni spenti e operai a casa. Anche aumento in futuro di incidenza di diagnosi di cancro.

In entrambi i casi clero regista e all’incasso. Rispetto ai voleri dei poteri sovranazionali preti, polizie e magistratura vanno contati tra i focolai di corruzione.

V. Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale. ILVA. dal cancro nascosto al cancro inventato.

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19 novembre 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Tani “Mafie, alla Bocconi una cattedra per capire l’impatto della criminalità sull’economia. Pinotti: “Causa riduzione del Pil pro capite fino al 20%”

La white hat mafia

Una magistratura adeguata dovrebbe chiedere il nome dell’anonimo che finanzia la “associate professorship…”, e interrogarsi; non negando il fenomeno del “white hat”: l’indossare il cappello bianco dell’antimafia per meglio praticare affari illeciti del mondo legale. Il Fatto rende noto oggi che A. Mittal sta facendo con Ilva ciò che fece in Romania. Chi l’avrebbe mai detto… anche i candidi magistrati hanno suonato la musica funzionale a questo attacco al Paese*. Invece rapiti applaudiamo le storie di malavita di Gratteri, e la martinella del carroccio suonata dalla Dolci. L’altro giorno dal Cergas Bocconi si è detto che bisogna trasferire più spesa farmaceutica dalle farmacie agli ospedali. Questo favorirà il succhio di denaro pubblico con farmaci di dubbia efficacia, e dai prezzi che analisi economiche mostrano essere in grado di mandare in bancarotta un sistema sanitario, mentre i cittadini dovranno pagare; per una industria farmaceutica che già spaccia tanto inutile e dannoso. Nessun clamore.

Al white hat del business predatorio e della magistratura business-friendly occorre una criminalità mafiosa da esibire; traendo vantaggi, a scapito della collettività, da questo parafulmine. Posso testimoniare che dalle medesime istituzioni che studiano e combattono ma non eliminano la mafia partono azioni per l’eliminazione con sistemi mafioidi di voci sgradite al grande business, come su Ilva e farmaci.

*Ilva. Dal cancro nascosto al cancro inventato.

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26 gennaio 2020

Blog de Il Fatto

Commento al posti di M. Brando “Corruzione, l’Italia è la palestra ideale per i fan delle mazzette. E nessuno di noi può sentirsi innocente”

Identificare la corruzione con le mazzette (‘bribery’) è come ridurre la categoria dei ladri a quella dei borseggiatori. Le campagne anticorruzione si guardano dal parlare della ‘institutional corruption’ nella quale non si intascano mazzette, ma lo stipendio e gli altri benefici di un posto di parlamentare, di ministro, di alto magistrato, di prefetto o di generale dei CC, e via a scendere, in cambio del legiferare, governare, giudicare, sorvegliare e punire a favore degli interessi dei poteri forti, rappresentando questi anziché il popolo. Si sta contrastando la vecchia attività libero-professionale delle mazzette dando spazio alla corruzione in regime di lavoro dipendente, tramite stipendio e carriera immeritati.

@ Francesco- La tassonomia della corruzione è ampia e varia. Quelli che timbrano e non vanno a lavorare sono una sottocategoria del cronyism; la mafia a prateria, bassa, non circoscritta a cosche ma diffusa e sconfinata, delle raccomandazioni, del clientelismo e nepotismo, delle cordate; che dovrebbe essere “diserbata” se si volesse davvero combattere la mafia. Mentre dei costumi mafioidi accettati nella società legale magistrati e forze di polizia mentre tuonano contro la mafia di cosca sono attenti custodi (e spesso beneficiari). Poi ci sono anche i corrotti che timbrano il cartellino, o non hanno bisogno di firmarlo dato il grado, vanno al lavoro e lì abusano della loro posizione es. per favorire la grande evasione fiscale delle multinazionali, e l’uso ordoliberista delle frodi mediche per giustificare balzelli occulti a favore di privati tramite il prelievo fiscale dello Stato sotto la copertura della “medicina pubblica”. E anche usando il fisco per perseguitare e tentare di intimidire chi si oppone, tipica espressione dei costumi mafiosi – e eversivi – dello Stato. Oggi i furbetti del cartellino vengono additati per coprire il flagello occulto della corruzione istituzionalizzata dei livelli più alti delle gerarchie.

@ Francesco- Ricorda il caso di Poggi Longostrevi, poi morto suicida, il medico truffatore che faceva figurare esami clinici non necessari e mai eseguiti? Se, stando alle regole di quell’ambito del white collar crime, li avesse fatti eseguire avrebbe fatto ammalare e morire diverse persone: gli esami ingiustificati sono pericolosi, potendo innescare una cascata di esami e cure iatrogeni. E avremmo ascoltato i suoi insegnamenti come riverito luminare. Quelli che truffano lo stipendio timbrando e andando a spasso sono irritanti; ma in genere fanno meno danni di quelli che truffano lo stipendio prostituendosi nel loro lavoro a interessi illeciti. Se lo faccia dire da chi suo malgrado appartiene alla categoria, identificata da un magistrato ucciso, di quelli che pagano per svolgere la propria professione.

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19 febbraio 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Lanaro “Corruzione, Caselli: “Oggi chi la contrasta viene chiamato ‘giustizialista’”. E cita il Papa: “Sue parole non contraddicono politica di Bonafede””

Occorrerebbe stratificare corruzione bassa e alta. Quella bassa è la bribery dei funzionari pubblici. Quella alta è es. gli enormi profitti che deriveranno dal fare, complici governo e Parlamento, dell’intelligenza artificiale uno strumento legale per rafforzare e moltiplicare facilmente grandi frodi mediche istituzionalizzate, a danno della salute*. La distanza è quella tra scippatori di vecchiette e grandi trafficanti di droga; gli addetti vedono solo i pesci piccoli, e quelli medi, che chiamano grandi. Vi è un interesse a reprimere, o riconvertire, la corruzione bassa perché il denaro pubblico vada, legalmente, agli affari di quella alta. Contrastare la corruzione limitandosi come è norma alle fogne in basso non è in contraddizione col favorire quelle in alto, ordoliberiste, ed è anzi coerente. E’ anche la migliore copertura, v. Il Moralista di Sordi e l’antimafia di Montante. Non rassicurano, dato il coinvolgimento dell’industria informatica e del clero nelle frodi biomediche, le lodi di IBM e Microsoft al Vaticano che si fa garante dell’etica della intelligenza artificiale**. Se ne occupa mons. Paglia, sodale del magistrato campione dell’anticorruzione renziana R. Cantone. I due danno lezioni sul rapporto tra diritto e etica.

*Potential excessive testing at scale. Biomarkers, genomics, and machine learning. JAMA, 8 feb 2019.
** Intelligenza Artificiale e etica: Ibm e Microsoft con il Vaticano. A fine mese la firma del documento. Internazionale, 11 feb 2020.

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20 maggio 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post “Bonafede, Davigo su La7: “Io al suo posto come ministro Giustizia? Mai. Da più di 30 anni ripeto che i magistrati non devono fare politica””

Bisogna ascoltare Davigo quando spiega che i magistrati non devono fare i politici. Ma occorre anche distinguere tra divenire un politico e fare politica. La posizione di magistrato è ottima per fare politica. E Davigo ne è un esempio. Nell’intervista ha anche difeso la legittimità delle misure restrittive per l’intera popolazione e di strozzamento dell’economia assimilandola a quella dei fogli di via dei questori per soggetti pericolosi. La lucidità analitica con la quale castiga la corruzione spicciola appare capovolgersi, davanti al tema degli abusi dei poteri forti, in un frettoloso “professionismo delle carte a posto” assolutorio. O in una specie di Nuremberg defense autoassolutoria. Dando per scontato che le misure eccezionali e dagli effetti disastrosi – dettate dall’OMS, che ha una storia di corruzione – siano tutte materialmente giustificate; rifiutando di considerare, lui così solerte nell’additare, meritoriamente, le astuzie dei farabutti quando si tratta di mazzette, se non ci siano abusi col pretesto del “supremo” interesse della salute. Della salute “quoad coronam”, in obbedienza all’OMS; salute tanto ristretta e storpiata quanto è dilatata e irrealistica la definizione di salute dell’OMS come “totale benessere fisico, mentale e sociale”. Contraddizione apparente: con entrambi gli estremi ad essere favoriti sono gli stessi grandi interessi – pagatori dell’OMS – che vogliono la medicalizzazione della società e dell’economia; e ora lo Stato terapeutico.

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6 giugno 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post”“Serena Bortone lascia Agorà: prenderà il posto di Caterina Balivo con un nuovo programma nel pomeriggio di Rai1””

Uno dei maggiori esempi di “hand-waving”, cioè di quegli imbonitori televisivi, presenti su tutte le principali reti televisive, gesticolanti e perentori, come se dirigessero il flusso dell’informazione, quando sono portavoce di veline totalmente asserviti. Ed esempio di quella perniciosa disinformazione e di quell’indottrinamento di Stato che rendono il canone RAI obbligatorio un poco simile all’obbligo, sotto certi regimi, per i condannati a morte di pagarsi le spese della propria esecuzione.

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5 febbraio 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post “Corte dei Conti: “Auspicabile una patrimoniale”. Ripensare l’Irpef, il ceto medio è tassato troppo”

Uno Stato e una magistratura che non fermano ruberie, frodi ed evasioni che svuotano le casse dello Stato e invece premono perché i cittadini comuni si impoveriscano continuando a riempire quelle stesse casse con prelievi fiscali sempre più esosi sono partecipi delle ruberie, frodi ed evasioni. A partire dalle grandi frodi istituzionalizzate in campo medico; rubare in nome della salute è sempre più il sistema infallibile per rubare impunemente tramite lo Stato. Ieri il ministro Speranza ha vantato che l’Italia è tra i primi in Europa per sopravvivenza dopo una diagnosi di cancro. Si fa passare come un successo un male: l’aumentata sopravvivenza è un artefatto, dovuto al diagnosticare come cancro lesioni che non sono aggressive*. L’andamento della mortalità per cancro infatti non riflette questi sbandierati successi: il suo calo – quando presente – è molto più modesto (ed è dovuto a fattori come il calo nell’uso delle sigarette e i miglioramenti terapeutici; non, come si fa credere, agli screening, che provocano le sovradiagnosi e quindi i falsi miglioramenti della sopravvivenza). Posso testimoniare che questo lucroso gigantesco affare, che succhia denaro pubblico creando malati, magistrati e forze di polizia, ben sistemati ai piedi del trono, lo proteggono attivamente.

* Epidemiologic Signatures in Cancer. NEJM, 3 ott 2019.
The Rapid Rise in Cutaneous Melanoma Diagnoses, NEJM, 7 gen 2021.

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12 ottobre 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Modica “La storia di Salvatore Cuzzocrea, l’ex rettore di Messina “figlio d’arte” sempre in crescita. Anche quando si parla di rimborsi e indennità”

Non dovrebbe essere omesso che Cuzzocrea è anche il presidente della CRUI, la conferenza dei rettori, e presidente eletto della SIF, l’associazione dei farmacologi. Né dovrebbe essere perso di vista che oltre a questo basso sgraffignare esiste anche, ancora più grave, la corruzione accademica verso l’alto: il dare una veste legittima, “scientifica” agli inganni e alle violenze del potere. Come i farmaci nocivi spacciati per miracolosi. Quella che è stata chiamata “corruzione istituzionale”, e che è stata studiata prendendo proprio il campo farmaceutico come paradigma*.

Come per Palamara, la scelta da parte degli associati di loro rappresentanti che sono quasi maschere farsesche del malaffare dovrebbe porre dubbi al cittadino sulla effettiva composizione e natura di potenti corporazioni che condizionano pesantemente la sua vita.

* Light DW, Lexchin J, Darrow JJ. Institutional corruption of pharmaceuticals and the myth of safe and effective drugs. Journal of Law, Medicine and Ethics. June 1, 2013.

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21 febbraio 2024

Blog de il Fatto

Commento al post di F. Baraggino “Poltronificio lombardo, il centrodestra si spartisce gli Istituti scientifici. Dal farmacista di FdI al papà dell’assessore forzista”

Ci sono due tipi di corruzione. Quella riconosciuta, bribery, cronyism, mazzette, clientelismo, etc. E quella tenuta nascosta, la institutional corruption* che consiste nel vendersi ai poteri forti, diventandone agenti; in cambio di posti di potere con relativi stipendi e privilegi. In Lombardia la falsa destra pratica entrambe. Da un lato obbediente ai poteri forti in campo medico perinde ac cadaver **. Dall’altro vivace nell’amministrazione “all’uso e’ Napule”. Napoli da dove Vincenzo De Luca vuole fare lo stesso, lanciare la corruzione “utroque” nel PD.

La formula ibrida si sta mostrando vincente rispetto alla pretesa di falsa sinistra, pentastellati, magistratura, giornalismo alla Report, di limitarsi alla corruzione istituzionale, che è più comoda perché evita giochi di sottobosco indecorosi e di sporcarsi le dita contando banconote. E che, gestendo operazioni che arrivano pitturate con pretesti etici, consente un’aura di alterità morale. In realtà fasulla, perché la corruzione verso l’alto non è meno perniciosa dell’altra, e può essere perfino peggiore. Soprattutto in campo medico.

* Light DW. et al. Institutional corruption of pharmaceuticals and the myth of safe and effective drugs. Journal of law, medicine and ethics. June 1, 2013. Light DW. Strengthening the Theory of institutional corruptions: broadening, clarifying, and measuring. Edmond J. Safra Working Paper, No. 2. 20 march 2013.
** Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale

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v. anche:

Baruffe di corte: i baroni della destra e i mandarini della magistratrura

Il populismo cortigiano

Un certificato di decenza per le attività antimafia

I professionisti della metamafia

La corruzione ghibellina di magistratura e polizia

La convergenza di mafia e antimafia. Pizzo mafioso e pizzo di Stato

C’è la parola: compradora

I magistrati “business friendly” e la mafia come sineddoche tendenziosa

Choosy, marchesini e figli di. La differenza tra meritocrazia e merito

Pienza e la nuova Pienza

Vendola e il nostos del professore