I preti verdi e altri inverter morali

27 February 2021

25 febbraio 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post “Preti verdi, l’Italia dei veleni e i sacerdoti-simbolo della battaglia ambientalista: la presentazione in diretta con Mario Lancisi e Maddalena Oliva”

 
 
Gli inverter morali
 
Il politically correct offre “inverter morali”, che consentono di servire il potere, e i suoi inganni e sfruttamenti, beneficiandone e allo stesso tempo apparendo virtuosi. Uno di questi inverter morali è l’inquinamento. Che impaurendo oltre il vero spinge verso le frodi del business biomedico, e quindi anche della sanità cattolica, come le sovradiagnosi di cancro, sulle quali invece vige un’omertà ferrea: l’inquinamento come promozione e capro espiatorio di frodi sulla salute. La lotta all’inquinamento favorisce la green economy, e il grande capitale che la gestisce. Oggi per retrocedere l’Uomo non si usa più Dio ma la Natura. L’aristocrazia liberista incoraggia ciò anche come valvola di sfogo che lascia indisturbate le sue altre ingiustizie. Preti santimoniosi, intellettuali deboli di schiena, magistrati che si sentono leoni della foresta quando sono accucciati ai piedi del trono, scelgono la via comoda dell’inverter morale, e atteggiandosi a coraggiosi addossano tutto all’inquinamento; anche colpe non sue oltre a quelle che ha. Ma si guardano dal partire dal bandolo della matassa, dal degrado ingravescente dell’ecologia umana causato dal sistema che sotto mentite spoglie servono: “La prima delle battaglie ecologiche deve riguardare l’animale uomo. Il resto, come la difesa […] dell’ambiente naturale [..] verrà da sé e si troverà salvo se sarà salvo l’uomo con le sue peculiarità, con l’unicità della sua faccia e della sua coscienza” (P. Chiara).

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26 febbraio 2021

Blog de il Fatto

Commento al post ” “È una semplice verruca”: era un tumore maligno che l’ha uccisa. Medico condannato”

Il melanoma è un cancro molto aggressivo. La frequenza di questo brutto modo di morire e la crescita del cancer burden vengono preservati da notizie giornalistiche a senso unico come questa (del caso non si può parlare non conoscendolo). Da decenni è in corso una epidemia di diagnosi di melanomi, dovuta al fatto che vengono chiamate cancro formazioni che non lo sono*. (Torino ha livelli record di questa epidemia). A questa massa di diagnosi “salvavita” non è corrisposta una diminuzione della mortalità per melanoma. La notizia impaurendo spinge sia i pazienti sia i medici alla sovradiagnosi; alla sventatezza, che viene detta “prudenza”, di considerare solo uno dei due pericoli, e a formulare sovradiagnosi con la scusa della medicina difensiva. Ciò incancrenisce un mercato – dal quale ne gemmano altri, come quello delle cause legali – che verrebbe mozzato dal superamento dell’ambiguità diagnostica; e dall’ottenimento di una cura dei melanomi veri, economicamente svantaggiosa in quanto molto più difficile da sviluppare, e lesiva della comoda e lucrosa “prevenzione”.

I magistrati di Torino sono della scuola di Guariniello, che di recente ha propugnato il licenziamento di chi non si vaccini per il covid. La disinformazione che emana da interventi giudiziari che vanno solo nel senso della corrente del business biomedico serve i grandi interessi della medicina a danno del popolo fingendo di servire il popolo.

* The Rapid Rise in Cutaneous Melanoma Diagnoses. NEJM, 7 gen 2021.

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