C’era una ragazza a Norfolk, in Virginia, che aveva denunciato un uomo per stupro. Il giudice le chiese: «Quando è avvenuto questo stupro?». «Quando è avvenuto, signor giudice?» rispose lei.«Be’, maledizione, è stato uno stupro continuo ed è andato avanti per tutta l’estate».
Michael Josselson (agente della CIA. Citato in: Sanders FS. “La Guerra Fredda culturale. La CIA e il mondo delle lettere e delle arti”. Fazi, 2004)
Dato il contesto attribuire agli esecutori mafiosi anche il ruolo di mandanti appare irrealistico. Di sicuro è illogico escludere positivamente “variabili latenti” quando vi sono segni concreti, ammessi pur snobbandoli dagli stessi giudici, della loro azione. E’ un passaggio di testimone tra ricostruzioni che non smascherano i disegni di potere ma ne favoriscono il proseguimento. Ci si accinge a giustificare la strage covid in Lombardia orientale con narrazioni di comodo scritte dai mandanti. Dall’oniricità dei viddani dotati dei superpoteri dei fumetti a quella della strage covid focalizzata entro sanità locali, che sono efficienti emissarie dei registi, come dovuta ad una insufficiente aderenza ai dettati dei registi.
Col covid diritto e scienza si stanno malamente congiungendo. E con essi mistificazioni scientifiche e paralogismi giuridici. E’ tenuta nascosta dagli imbonitori mediatici – ma è sottolineata dagli esperti onesti – l’importanza delle variabili latenti in epidemiologia. Latenti non vuol dire inimmaginabili o esoteriche, essendo spesso entità comuni, ma trascurate nell’impostazione, soggettiva, del modello. Va riconosciuto come parallelamente sia praticata la ricostruzione giudiziaria surrettizia, dove si espelle l’evidenza di fattori sottostanti, “latenti” ma non così arcani, diversi da quelli evidenti e pubblicizzati sui quali si addossano in toto le responsabilità, e sui quali si cuciono significati che prolungano l’eversione.
ccc
18 novembre 2015
Blog de Il Fatto
Commento al post “Giuseppe Gulotta, dopo 22 anni di carcere da innocente incontra Papa Francesco”
Per Giuseppe Gulotta essere ricevuto dal papa “se non è un miracolo ditemi voi cos’è”. Con tutto il rispetto a la solidarietà per lui, non è un miracolo per la società, e per altri nelle grinfie della criminalità di Stato. E’ un’altra mano di bianco sull’esterno di un sepolcro; un passaggio di un’imenoplastica del potere, opportunamente tardiva. L’omicidio dei due carabinieri – che nel libro “Alkamar” viene ricondotto a traffici di Gladio, cioè alle istituzioni dello Stato, non alla “pista mafiosa”, l’unica che “rimane aperta” secondo questo articolo de Il Fatto – resta inspiegato e impunito. Né è intervenuta una giusta punizione a impedire, col suo potere deterrente, che i carabinieri e i magistrati lavorino per il crimine in altri intrighi. Si sta riparando, messi al sicuro i vari colpevoli, il singolo caso della ingiusta condanna di Gulotta. Ma non si sta riparando per gli altri cittadini, per prevenire altre frodi giudiziarie, e per contrastare i disegni criminosi ai quali sono funzionali. Con questo arrivo a cose fatte della giustizia, in realtà una giustizia subordinata all’illegalità, con queste agnizioni “miracolose” si sta invece ripulendo dal fango e dal sangue una macchina che continuerà ad operare.
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26 giugno 2016
Blog de Il Fatto
Commento al post di L. Musolino “‘Ndrangheta, arrestato il boss Ernesto Fazzalari, latitante da 20 anni. Era il 2° più pericoloso dopo Messina Denaro”
La velocità di cattura di questi supermafiosi potrebbe essere presa come una forma di titolazione del livello di legalità delle istituzioni. In chimica la velocità di una reazione dipende dalla concentrazione dei reagenti. Se la concentrazione dei reagenti è alta la reazione è veloce, se è bassa la reazione procede lentamente. Analogamente, quando la concentrazione di legalità dalla parte delle “guardie” è elevata, la “reazione” di cattura dei mafiosi sarà veloce; ma se il livello di legalità di quelli che si presentano come tutori della legalità è basso, se il gradiente di legalità tra cacciatori e catturandi è poco saliente, la “reazione” di cattura sarà lenta. Dalla velocità di cattura si può desumere il livello di legalità delle istituzioni rispetto alla mafia. Qui l’indice segna velocità di cattura dell’ordine dei decenni.
Commento al post “Attilio Manca, Napolitano spieghi perché si interessò alla morte dell’urologo di Provenzano”
e al post di M. Lanaro “Borsellino, De Raho: “Agenda rossa sparita? Momento oscuro della nostra democrazia. Oggi mafie più insidiose di allora””
“Se ci sono state entità esterne che sono intervenute [1993], questo lo si scoprirà [2019]”. L’affermazione del capo dell’antimafia De Raho per me conferma quanto ho appena postato su Bonafede e Morra: “E’ quanto meno ingenuo scrivere che il ministro Bonafede e il presidente della commissione parlamentare antimafia Morra “si stanno muovendo in totale discontinuità con chi li ha preceduti”. “La speranza che venga fatta luce su incredibili segreti di Stato va rafforzandosi”. Va rafforzandosi negli ingenui, che non considerano la possibilità – concreta, per chi conosca la friendliness di Bonafede e dell’antimafia per chi tira i fili – che si tratti della consueta, collaudata, sempre ripetuta prassi del “pipelining”, nella quale sono versati politici e magistrati, che consiste in una sistematica sfasatura: ci si occupa di “segreti di Stato” che si è lasciato non chiariti o si è aiutato decenni prima per crearsi un alibi sulle infamie attuali alle quali ci si prostituisce. Napolitano bisognava evitarlo e fermarlo prima che facesse danni. Ma l’escamotage è prima lasciare fare e poi ergersi alti e nobili verso il passato remoto; per continuare a voltare le spalle al presente, e favorirlo. Le vergogne di ieri divengono le medaglie di oggi, a coprire nuove vergogne.”
@ Edison2. Veramente io le cose le ho scritte prima; inclusa la sventura Napolitano, e la collaborazione di Bonafede alla disinformazione imposta dal potere quando faceva l’avvocato a Firenze. Ma voi avete il monopolio dell’opposizione dura e pura. Altro che chiacchiere. Basta guardare i 5S al governo. E’ sicuramente una mia impressione errata, ma nel pugno chiuso proteso dal ministro Toninelli dal banco del governo mi è parso di intravedere un leccalecca. Prima il pugno chiuso, poi la rosa nel pugno, ora il leccalecca. La mafia e le complicità schifose sono quelle di sempre; la novità è l’utilizzo di ragazzini smaniosi anziché dei quaquaraqua adulti.
@ Edison2. E’ stata tutta la scena, del titolare di un ministero che dai banchi del governo fa un gesto gigionesco, da quindicenne elettrizzato, a darmi un senso di incredulità, a farmi chiedere se avevo visto bene. Siete voi il brutto film.
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12 aprile 2019
Blog de Il Fatto
Commento al post “Strage via D’Amelio Fiammetta Borsellino: “Csm non ha fatto nulla. I topi stanno mangiando i faldoni sulle stragi”
@ Giuseppe Aino. Bisogna distinguere tra paura, reazione fisiologica che ci blocca, e codardia, scelta di vita fondamentale che fa diventare complici attivi. I poteri forti fanno paura a chiunque sano di mente si metta sulla loro strada; ma chi si tiene la divisa, la toga dello Stato, le camere con vista dall’alto di colli romani e li aiuta nelle loro attività predatorie e nell’eliminazione delle figure scomode non ha solo paura; è anche un codardo privo di rispetto per sé stesso.
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28 maggio 2019
Blog de Il Fatto
Commento al post di G. Barbacetto “Su piazza della Loggia ora sappiamo la verità. Un pezzo che spiega un quadro intero”
Magistratura e forze di polizia hanno messo in carcere gli autori della strage in meno un anno e mezzo. Un anno e mezzo del pianeta Saturno, che impiega 29,5 anni terrestri a girare intorno al sole. Considerando che ci saranno state da mandare in galera un centinaio di persone si è avuto un tasso di punizione del 2%; con una risposta temporale del 3.4%, calcolata come il rapporto tra un tempo perfettamente accettabile, un anno terrestre e mezzo, e i 43 anni terrestri reali. Moltiplicando i due tassi si ottiene un indice di efficacia giudiziaria dello 0.07%. Questo limitandosi alle responsabilità di manovalanza e quadri intermedi. Si dovrebbe includere nel conto quanto l’impunità abbia permesso altri delitti e condizionamenti nelle ere politiche successive. Questa può essere una risposta all’abbuono alla Lucia Mondella – “Dio perdona tante cose per un’opera di misericordia” – secondo il quale la storia la scrivono i tribunali, e a spiegare “l’intero quadro” delle stragi sarebbe una sentenza di condanna minimale che segue ciò che è di dominio pubblico da decenni. Per chi conosca la partecipazione contemporanea di CC, poliziotti, magistrati al quadro dell’asservimento istituzionale ai poteri che oggi come allora controllano il Paese, la condanna micrometrica è piuttosto una operazione cosmetica che salvando la faccia consente di meglio proseguire nel servire gli stessi mandanti di allora in nuovi compiti, silenziosi ma non meno dannosi per il Paese.
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19 luglio 2019
Blog de Il Fatto
Commento al post “Borsellino, pg Fuzio scrive a Fiammetta. La figlia del giudice: “Lettera vergognosa. L’ultimo affronto da parte dello Stato”
Fiammetta Borsellino dice sulla desecretazione degli atti del CSM e della Commissione antimafia ciò che ho pensato anch’io. Credo inoltre che chi si pavoneggia e strumentalizza a fini mediatici, come Fiammetta Borsellino denuncia, si renda responsabile, sia pure inconsapevolmente, non di fenomeni aggiuntivi, ma di comportamenti che era tra le molteplici finalità delle due stragi indurre. Mi sono convinto – osservando l’operato delle istituzioni in un campo particolare, quello dei grandi intessi della biomedicina – che occorra distinguere tra ‘criminalità mafiosa’ e ‘strutture mafiose della società legale’. Con il duplice eccidio ai danni di due magistrati di eccezionale valore e di chi era con loro, e l’attribuzione esclusivamente alla criminalità mafiosa e ai suoi appoggi nello Stato, si è ottenuto anche un evento fondativo per l’instaurazione di una emergenza mafia perenne, che fornisce alibi, giustificazione, uno stemma nobile, ai tanti che nelle istituzioni servono le strutture mafiose della società; che sono così favorite e protette. L’antimafia che addita di continuo la criminalità mafiosa senza mai abbatterla non è vera lotta alla mafia, che è distruzione della mafia; ma aiuta gli affari delle strutture mafiose sociali. La criminalità mafiosa serve al potere anche da diversivo e da contraltare, interpretando sé stessa. Un assetto istituzionale malato, che spiega il divario folle tra i depistaggi e l’impunità da un lato e le fanfare commemorative dall’altro.
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26 ottobre 2019
Blog de Il Fatto
Commento al post “Depistaggio di Stato, ma 25 anni prima di piazza Fontana. Carlo Lucarelli lo racconta su FQMillenniuM in edicola”
Per non dire dell’affaire Putifarre. La moglie, narra la Bibbia, accusò Giuseppe di avere tentato di stuprarla dopo che Giuseppe le aveva resistito. Casi storici nostrani sono in “In pessimo Stato”, O. Lupacchini; da leggere. Altri paesi hanno antologie simili. Da noi si pratica un equivalente intellettuale dell’astronomia tolemaica: contorsioni per attribuire all’indubbia tradizione locale, quindi primariamente a mandanti interni, i crimini usati per controllare l’Italia; da forze sovranazionali tuttora attive, che contano, primo dei “misteri”, su una classe dirigente collaborazionista. Su Il Fatto del 20 ott 2019, pg. 11, un articolo su Piazza Fontana: “Noi sappiamo”. “Basta con la retorica dei misteri d’Italia”. Più giù: [dei pochi processi sulle stragi risoltisi con condanne] “mancano i mandanti, alcuni degli esecutori, molti dei complici”. L’autore è Barbacetto, uno dei migliori giornalisti italiani, che ha dei meriti quanto a denunce. E’ del 16 dicembre 1969, 4 giorni dopo la strage, il rapporto del SID che dice che era stata realizzata da terroristi neri con l’appoggio della CIA. Il “mistero”, ovvero ciò che viene negato nel discorso pubblico, è che “siamo un protettorato USA” (Maletti). A pg. 10, a fianco al “Noi sappiamo”, articolo sui rapporti tra Berlusconi e Capaci messi in luce dal PM Tescaroli. Ma non si parla della pista USA: “Capaci, Luca Tescaroli: un atto terroristico-eversivo di una strategia più ampia”. S. Zecchi, Euronews, 26 maggio 2019.
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13 dicembre 2019
Blog de Il Fatto
Commento al post “Piazza Fontana, Mattarella: “Depistaggio da parte di pezzi dello Stato doppiamente colpevole. No a tentazioni revisioniste per uso settario””
Similmente alla corruzione, che necessita di corruttibili oltre che di corruttori, i depistaggi non farebbero molta strada se non vi fosse nei vari settori e livelli gerarchici istituzionali una quota sufficiente di codardi, ruffiani e debosciati; ben disposti a lasciarsi forviare. La consistenza morale di chi occupa le istituzioni è un fattore importante ma trascurato; di primaria importanza anche per spiegare l’attuale condizione di declino.
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16 dicembre 2019
Blog de Il Fatto
Commento al post “Terra dei fuochi, lo studio: “Concentrazioni elevate e fuori norma di metalli pesanti nel sangue dei malati di cancro” “
Lo Stato corrotto che ha permesso gli sversamenti non si è ravveduto: prolunga, mutatis mutandis, la sua attività di supporto al crimine di alto livello. Questo studio cerca spudoratamente, contro le regole metodologiche, di spremere qualcosa da presentare. Non sarebbe stato accettato per la pubblicazione, neppure come studio esplorativo e preliminare quale dice di essere, se non vi fossero pressioni e interessi. Rappresentarlo al pubblico e alla Camera come conferma dell’equazione onirica cancro=sversamenti è truffaldino. Le mafie aiutano, è prassi, gli arcana del potere; qui facendo da spalla alle istituzioni interpretando sé stesse. Lo Stato – complici i media – manipola e censura per diffondere l’idea che le sorgenti cancerogene che indica siano eccezionalmente potenti. (Ma con un carattere di sfuggevolezza, di inafferabilità; mentre sui cancerogeni nei prodotti di consumo sta muto; men che meno avvisa sui farmaci cancerogeni). Penso rientri nella riconversione in corso del Paese come terra di sfruttamento: riconversione ad un’economia che necessita della creazione di pazienti per il business oncologico. L’altro ieri si è tuonato contro i depistaggi per Piazza Fontana. Un giorno, se fossero chiamati a dare conto dei danni così causati alla salute, della vendita dei cittadini come carne per l’industria medica, le istituzioni, magistrati con la gigantografia di Falcone e Borsellino per primi, diranno di essere stati depistati. Da input come questo studio.
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Blog de Il Fatto
14 gennaio 2020
Commento al post di M. Martucci “Cellulare e tumori, una sentenza conferma il nesso. E ora la posta in gioco è sempre più alta
Il settore biomedico è il più corrotto (Braithwaite, Gotzsche); la medicina, col suo potere persuasivo come pratica antropologica e l’intricato versante tecnico rende facile e sicuro nascondere danni reali e inventarne di falsi. Non si dice al pubblico del previsto “tsunami of iatrogenic harm” (Mandrola) da app mediche degli smartphone*; mentre si agita un rischio cancro aiutando così sia le sovradiagnosi di cancro a fini di lucro, sia interessi extramedici.
Impressiona come e quanto i magistrati siano partecipi. Es. a Brescia e Torino oltre a decretare un nesso cellulari-neoplasie sono già stati determinanti per Stamina, la truffa pro Pharma**, modulando il loro intervento massimizzando l’effetto disinformativo a danno della tutela della salute e coprendo le spalle ai responsabili istituzionali.
Disgustato, anche dalla promiscuità dei magistrati, mi rifugio nelle letture sulle buone pratiche di ricerca. Ma non c’è scampo: il libro di A. Field ‘An adventure in statistics’, Sage 2016, considera la sentenza nostrana sul cancro da cellulari -“In October 2012 Italy’s highest civil court supported Innocente Marcolini’s claim…. “ – per spiegare il metodo scientifico. Come esempio negativo. Il nesso che la nuova sentenza conferma è quello tra magistrati e medicina fraudolenta.
*I’m a Heart Doctor. Here’s Why I’m Wary of the New Apple Watch. Medium, 17 Set 2018.
**Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale.
bobovitz: “Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale”
Sinceramente, hai mai pensato di consultare uno bravo?
@ bobovitz. Un modo per vendere un prodotto che non funziona è raffrontarlo con uno ancora peggiore. Ciò è stato fatto per le promesse miracolistiche sulle staminali ufficiali, facendo spuntare e crescere versioni cialtronesche di cure miracolose con staminali; in USA si sono registrati tanti casi. In Italia abbiamo avuto Stamina. Non credo che uno psichiatra onesto considererebbe questa tesi motivo per intraprendere cure. Stamina è stata lanciata a Brescia dal più grande ospedale pubblico, sede universitaria, della regione modello per la sanità; essendo il rettore dell’Università di Brescia, Pecorelli, presidente dell’ente per il controllo scientifico dei farmaci, l’AIFA. Forse uno bravo vedrebbe comportamenti psicotici nelle istituzioni responsabili. Lasciando da parte la psichiatria, “tu sei matto” è l’argomento dei borsaioli colti in flagranza.
bobovitz: Vedo che non hai seguito la vicenda Stamina (o l’hai seguita ma non l’hai capita), motivo per cui passo oltre.
@ bobovitz. Capire una truffa è decostruirla e ricomporla (ci si riesce se si possiedono sufficienti conoscenze sul merito e le circostanze). Il primo passo è proprio non accettare la storia che presenta. Storia che a volte ha più di un livello. Es. non credere all’imbonitore che per accattivarsi la fiducia sbugiarda, dicendo il vero, un astante che in realtà è il suo compare. Ma queste cose non le devo certo spiegare a te.
15 gennaio 2020
Commento al post di L. Gaita “Cellulari e tumori, gli scienziati discutono su sentenza. Polichetti (Iss): “Studi non sufficienti per un verdetto così”. L’Isde: “Nessun stupore””
Uno dei criteri classici di causalità in epidemiologia (Bradford Hill) è la presenza di correlazione dose-risposta. Es. più sigarette si fumano più aumenta il rischio di cancro del polmone. Qui abbiamo, nella comunicazione al pubblico, una correlazione inversa. Si tace degli effetti cancerogeni accertati da radiazioni EM ad alta energia, quelle da TAC*, ionizzanti, capaci di alterare il DNA; e della insufficiente attenzione a questo pericolo nel prescrivere esami radiologici**. Mentre si cerca a tutti i costi di fare figurare un simile effetto, nonostante l’evidenza cercata e non trovata, delle radiazioni a bassa energia. L’inversione della correlazione dose-risposta può essere considerata come indice di disinformazione. Qui è associata al silenzio anche sui danni autentici da cellulari, quelli iatrogeni da app mediche***. Quel che è peggio alimenta l’allarmismo che favorisce le lucrose sovradiagnosi di cancro. Mette la credibilità delle sentenze al servizio del perverso marketing biomedico; e scredita una magistratura già collusa rispetto ad una ricerca biomedica che il business, dopo averla resa strumento di frode, vuole sia riconosciuta come supremo legislatore e suprema magistratura.
*Overall Cancer Incidence 24% Greater for Those Exposed to CT in Childhood or Adolescence. BMJ, 2013.
** Personalized and Conscientious Medical Imaging. To Image or Not to Image. Jama, 2017.
*** Artificial Intelligence Is Rushing Into Patient Care—And Could Raise Risks. Sci Am 2019.
18 gennaio 2020
Commento al post di P. Gentilini “Cellulare e tumori, la sentenza di Torino è una pietra miliare. Per me una boccata d’aria”
Gli ideali vanno a male, e il liberismo accelera la putrefazione. Es. da Gramsci a Renzi. Gotzsche, parlando della degenerazione della Cochrane, da lui cofondata e che oggi l’ha espulso, riporta come ogni singola ONG crescendo finisca con l’operare in maniera diametralmente opposta ai fini per cui fu fondata. Da Tomatis – pure lui cacciato da ciò che fece grande – che combatté la cancerogenesi da prodotti industriali, ai “medici per l’ambiente” che non fanno pulizia in casa propria, la medicina, ma usano l’inquinamento come spauracchio per aumentare la sporcizia domestica delle sovradiagnosi di cancro. Il livello di conflitto di interesse e di corruzione in medicina è da non credere, dice Gotzsche nel descriverlo. Ma magistrati che parlano di conflitti di interesse qui mi ricordano, oltre a Manzoni “a giudicare per induzione, e senza la necessaria cognizione dei fatti, si fa alle volte gran torto anche ai birbanti”, Iago che dice a Otello “Guardatevi dalla gelosia, mio signore”: ne osservo da anni gli interventi in campo biomedico, e posso mostrare come nelle operazioni di suggestio falsi e suppressio veri a favore del business biomedico ci si tuffino e ci sguazzino. Anche in questo caso, dove mentre si dice di opporsi alla corruzione ci si arrampica sui vetri per lanciare un allarme inconsistente che favorisce le sovradiagnosi di cancro e depista dai cancri veri da radiazioni ionizzanti da esami radiologici e dai danni iatrogeni da app biomediche degli smartphone.
@ Valter Fiore. Lo spiega es. il cardiologo Mandrola*, che in precedenza ha definito uno “tsunami of iatrogenic harm” gli effetti da attendersi da app mediche. V. anche Artificial Intelligence Is Rushing Into Patient Care—And Could Raise Risks. Sci Am 2019.
E sui cancri dalle radiazioni ionizzanti delle TAC non necessarie? La testimonianza giurata di non conoscenza da parte di una persona competente come lei è effetto dell’impostazione commerciale, che fa intraprendere e diffondere le cosiddette ‘fishing expeditions’ per acchiappare una pagliuzza essendo omertosi sul pilone da viadotto appenninico.
*I’m a Heart Doctor. Here’s Why I’m Wary of the New Apple Watch. Medium, 17 Set 2018. Screening for Atrial Fibrillation Comes With Many Snags. JAMA, 7 ago 2018.
@ Valter Fiore. I wearables e la relativa disinformazione aggiungono, sfruttando la ‘gizmo idolatry’, un ulteriore livello di generatori di sovradiagnosi e quindi di danni iatrogeni alla salute; la cui responsabilità piuttosto che agli ipocondriaci va addossata agli organi regolatori, e a chi ne intasca i benefici, medici “scocciati” inclusi. Le CT scan inutili non sono solo uno spreco. Causano malattia e uccidono, per cascade effects da incidentalomi e anche per effetto diretto provocando cancri. La medicina difensiva è una scusa, e un illecito*, per giustificare gli interessi di lucro di una medicina che è tutta privata, nelle impostazioni e nella dottrina: anche la medicina pubblica oggi è il terminale pubblico di una medicina privata. Le indicazioni e le prassi sono dettate, complici i politici (e magistrati), dal business; che ne raccoglie i profitti, anche indebiti, tramite il prelievo fiscale**. Da qui la recente simpatia per la medicina “pubblica” dei pescecani del business biomedico. “Fishing expedition” in biomedicina è un termine dispregiativo che indica il cercare di produrre risultati a tutti i costi; con mezzi scorretti come l’abuso delle subgroup analysis e il p-hacking. Lei applica la comune confusione tra exploratory e confirmatory research, che è come fare passare la raccolta di voci su eventuali reati per il verdetto di condanna della Cassazione.
*V. La medicina difensiva come scusa e come illecito.
**V. Le frodi mediche istituzionalizzate come tasse occulte.
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11 febbraio 2020
Blog de Il Fatto
Commento al post di G. Pipitone e G. Trinchella “Strage di Bologna, chiusa l’inchiesta sui mandanti: “Fu organizzata e finanziata dalla P2 di Gelli e dal prefetto D’Amato. Bellini tra gli esecutori. Indagato per depistaggio anche un ex generale del Sisde””
E’ il pipelining giudiziario. Nel 2020 i magistrati individuano i livelli intermedi, “mandanti”, della strage del 1980. Può darsi che nel 2060 riconosceranno le operazioni piduiste che nel 2020 la magistratura lascia indisturbate – e talora aiuta – forte anche del credito che ottiene additando i criminali di 40 anni prima; o meglio le loro tombe. Nel 2100 porterà in tribunale i crimini di Stato su cui aveva chiuso gli occhi nel 2060 mentre svelava i crimini del 2020, etc.
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13 febbraio 2020
Blog de Il Fatto
Commento al post “Giuseppe Uva, le motivazioni della Cassazione dopo l’assoluzione di poliziotti e carabinieri: “Non vi fu violenza gratuita””
Non è difficile tecnicamente praticare occasionalmente la lupara bianca istituzionale, una lupara bianca alla luce del sole, cioè commettere un omicidio e attribuire le cause della morte a fattori che scagionino – meglio se addossabili alla vittima; purché si possa abusare del potere di polizia, si possa alterare la rappresentazione dei fatti, e si possa contare sulla complicità di medici e sulla alleanza di magistrati. Una combinazione di illeciti non astratti. La videosorveglianza con telecamere, che registri il trattamento di chi si trovi in balia di persone che esercitano l’uso legale della violenza, da visionare in casi come questo, dove un arresto di dubbia legittimità è esitato in una morte improvvisa attribuita a entità notoriamente di comodo come la excited delirium syndrome e il prolasso della mitrale, limiterebbe i casi di lupara bianca istituzionale ed eviterebbe accuse infondate e sospetti ingiusti su carabinieri e altri agenti.
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20 febbraio 2020
Blog de Il Fatto
Commento al post “Depistaggio via D’Amelio, Boccassini ai giudici: “Scarantino? Si doveva capire subito che era inattendibile. Atteggiamento verso di me cambiò dopo le elezioni del 1994” “
Ilda Boccassini ha qualche ricordo affettuoso su Tinebra, reggente della “procura massonica” responsabile del depistaggio al quale risulta essersi opposta; mentre Gioacchino Genchi le puzza. Oltre al ‘gut feeling’ non dà molte ragioni specifiche per giustificare il giudizio schiacciante sul già poliziotto esperto di informatica. Genchi risponde che la Boccassini è la prima responsabile del depistaggio. 28 anni dopo siamo a questo punto. Come stanno le cose? Sarebbe di primaria importanza che ci venisse reso noto, perché l’uccisione di Borsellino, caso estremo nella selezione avversa della classe dirigente – qui un’epurazione esemplare degli uomini dello Stato più validi, seguita da una reazione di magistratura e polizia goffa e torpida (per usare eufemismi) – ci riguarda in prima persona, noi e le nostre famiglie. Inoltre, è anche interessante vedere se è accaduto che magistrati e dirigenti di polizia abbiano screditato, delegittimato e ostracizzato tecnici pericolosi per i grandi interessi illeciti dei poteri superiori. A me risulta che, quali che siano le pulsioni psicologiche, o meglio i deficit, dei singoli, la magistratura e le forze di polizia forniscano questo servizio di sicari morali, dagli effetti paralleli a quelli dei killer con la pistola; e posso testimoniarlo.
@ Maria Gabriella Bernardini. Quando ci si sta occupando sul serio di una cosa come l’accertare le responsabilità della strage di Via D’Amelio, che è come per un alpinista essere intento a scalare l’Annapurna, toni paternalistici, a maschi o femmine, non hanno rilevanza emotiva per chi li riceve; sono – uomo o donna – frivolezze, da annotare se ripetute come indice di possibile atteggiamento inappropriato. L’importante è, per quelli – di qualunque sesso – che abbiano accettato di condurre loro l’impresa, salire fino in cima. Invece di tornare indietro con un giro largo dopo qualche spuntone e qualche folata; per poi dare una loro versione di cosa è accaduto in quota. I bisticci tardivi sul depistaggio ricordano appunto quelli storici, con reciproche accuse di vigliaccheria, tra scalatori. Ma qui non si tratta di un’impresa sportiva, e la verità non andrebbe lasciata ai memoriali di parte, ma ricostruita seriamente ed esposta in forma compiuta; ripulita dalle note di colore, come il “Cocca” di un magistrato dal comportamento censurabile sotto ben altri aspetti a un PM donna estremamente motivata a seguire la via e i passaggi che portano alla cima, quando la cima è quella del successo mondano.
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27 giugno 2020
Blog de Il Fatto
Commento al post “Omicidio Vannini, in un audio “ripulito” le ultime parole del ragazzo ucciso: “Ti prego basta, mi fa male. Portami il telefono”
Ciontoli con l’aiuto dei suoi cari avrà anche impedito a Vannini di attaccarsi alla cornetta, ma mai poteva immaginare, lui che è un militare dei servizi che fa la guardia del corpo, non un perito balistico né un patologo forense, che i proiettili della sua arma da guerra, sparati da vicino, non si fermano dopo qualche cm; né che trapassando il torace di una persona e sequestrandola impedendole di ricevere cure adeguate la si porta a morte. Sfido chiunque non abbia alle spalle ardui studi specialistici a sapere che proiettili del tipo in dotazione alla polizia oltrepassano cute, sottocute, fascia, muscoli, ossa e raggiungono facilmente gli organi interni; potendo quindi, strano ma vero, addirittura uccidere; e che sia elevata la probabilità di morte ad horas per una persona che resti viva dopo che le si è bucata da fianco a fianco con una pistolettata la cavità nella quale sono stipati cuore, grandi vasi e polmoni.
Occorre anzi la revisione di tanti processi: sono stati dati ergastoli a persone che hanno sì sparato in testa ad altri, ma essendo manifestamente a digiuno delle più elementari nozioni di neuroanatomia. Es. senza sapere della presenza nella scatola cranica della via spino-bulbo-talamo-corticale. Del resto, il magistrato che scrive che in quella casa “difettava la piena consapevolezza delle circostanze” dimostra col suo stesso esempio che per chi appartiene alla parte buona della società non c’è niente che non possa essere commesso a propria insaputa.
@ strawy 1. La mia era un’ironia. Per sottolineare come la supposta disamina giudiziaria rigorosa abbia sfondato i limiti del buon senso, finendo nel teatro dell’assurdo. Una calibro 9, una semiautomatica come se ne vedono innumerevoli in tv, non è un flobert. I suoi effetti sul corpo sono universalmente noti a chiunque, bambini compresi. Chi fa il mestiere di Ciontoli non può onestamente sostenere di avere creduto che la pallottola sarebbe stata raggiungibile nel braccio con un ferretto; di non essersi accorto – mentre sostiene ravanava nel foro d’entrata – di come avesse proseguito il tragitto nel torace – messo a nudo. E di non essersi reso conto degli effetti del proiettile, e delle inevitabili conseguenze dell’impedire soccorsi tempestivi. Addirittura dicono di non esseri accorti del boato dello sparo, in un appartamento. La paura miserabile che farebbe anteporre a qualsiasi cosa il non perdere il lavoro, gli improbabili tentativi di estrazione del proiettile, coprono volontà e disegni strutturati, ben diversi da quelli di una famigliola di cialtroni nel panico. Non ci sarebbe bisogno di ricorrere a vie espressive elaborate per partecipare all’indignazione generale se la magistratura non avesse fornito i coperchi alle pentole della difesa.
@ Antonella Genova. E’ quello che sto cercando di dire. In questa vicenda, forse incluse le intercettazioni nella caserma dei CC, non così naive per chi stia nel giro, il canovaccio della ricostruzione dei fatti e delle motivazioni è stato lasciato dettare agli imputati.
@ Francesco Mariani. Grazie. Credo che in questo caso occorra appoggiare l’azione giudiziaria. Sia per conformarsi alla volontà dei genitori di Marco, sia perché sta mostrando al grande pubblico quali composti mostruosi genera l’interazione tra servizi e magistratura.
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16 settembre 2020
Blog de Il Fatto
Commento al post di G. Pipitone “Mauro De Mauro, così scompariva un giornalista. Depistaggi, servizi e mafia: dopo 50 anni è rimasto un caso senza verità”
In queste rievocazioni dei “casi senza verità” invece di dare tutta la colpa per l’impunità e l’aura di mistero a depistaggi “massicci”, come hanno scritto i giudici, andrebbe detto che di massiccio c’è anche l’inerzia dei magistrati, CC, PS, GdF; la cui massa predominante quando sono in corso operazioni dei burattinai che muovono mafia e servizi nostrani è, e resta per diversi decenni, una funicolare senza corrente.
Commento al post di G. Pipitone “Mattarella ricorda De Mauro 50 anni dopo: “Caso senza verità è una sconfitta per le istituzioni. Squarciare velo degli occultamenti”
Può essere utile leggere oggi due libri nei quali si intrecciano le vicende di Mauro De Mauro e di Bernardo Mattarella: “I complici. Gli anni dell’antimafia” Feltrinelli, 1973, del giornalista de “L’Ora” Orazio Barrese; “Storia segreta della Sicilia. Dallo sbarco alleato a Portella della Ginestra” Bompiani, 2005, dello storico G. Casarrubea.
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8 novembre 2020
Blog de Il Fatto
Commento al post di E. Trevisan ” “La prima bomba”, la strage di Piazza Fontana diventa un fumetto noir. La disegnatrice: “Così tra fiction e realtà lo spettatore si immedesima” “
Un esempio di “alambrismo”. Ai musulmani è vietato raffigurare Allah; nei paesi islamici si è quindi perfezionata la decorazione geometrica, gli arabeschi, raggiungendo l’eccellenza. I geometri moderni hanno osservato che nell’Alhambra abili artisti hanno impiegato tutti e 17 i gruppi di simmetria che sono possibili in due dimensioni. Piazza Fontana e gli altri misteri d’Italia devono rimanere impuniti e avvolti in una caligine artificiale; la magistratura ha attivamente provveduto a ciò: vedi G. Salvini, La maledizione di Piazza Fontana, Chiarelettere 2019. La proibizione di dire pane al pane sui misteri d’Italia, e l’obbligo di lasciare sostanzialmente impuniti i crimini coi quali si controlla il Paese, hanno portato a una florida produzione vicaria, che si produce in virtuosismi che a volte raggiungono un notevole effetto estetico; a supplire alla perenne insufficienza morale e civile.
Si può immaginare a quale profluvio alambrista darà luogo l’operazione covid. Mentre non si dirà che è stata facilitata dall’avere selezionato una classe politica e dirigente di telecomandati. E che la magistratura e il Viminale vi hanno collaborato provvedendo tramite assassinio morale all’eliminazione preventiva di soggetti che avrebbero contrastato le manipolazioni tecniche e i danni al Paese di questa nuova operazione false flag, che attribuisce caratteristiche da samurai invincibile a un virus respiratorio invece che a un gruppetto di spostati.
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11 gennaio 2021
Blog de il Fatto
Commento al post “Francesco Zambon parla a La7: “Dalla denuncia intorno a me solitudine, dall’Oms non ho avuto solidarietà” “
Credo che dietro le quinte, al di là delle esigenze di copione, la solidarietà per Zambon ci sia, perché fa comodo a tutti i vari poteri coinvolti un falso pentito che recitando sui media la parte dell’ostracizzato permette di fingere di credere al depistaggio – inconsistente sul piano tecnico – per il quale la strage reale in Lombardia orientale che ha innescato l’operazione Covid sarebbe dovuta al non avere aggiornato un documento dell’OMS. Un “piano antipandemico” preparato non in base a dati di fatto, ma all’opposto mentre si lanciavano ingigantimenti mediatici catastrofisti, antiscientifici, che facevano figurare le periodiche ondate di virus simil-influenzali come armageddon, per i quali sarebbe lecito parlare di rischio di estinzione di H. Sapiens secondo R. Horton, attuale direttore del Lancet (Infection: the global threat. The New York review, 1995). Un depistaggio che configura inoltre una situazione – rivelatrice – di paradosso di Gettier, dove un allarme manifestamente costruito poi si realizza; in forme anch’esse non limpide.
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15 gennaio 2021
Blog de Il Fatto
Commento al post di A. Leccese “Pasolini inaugura l’iniziativa dei Sibas: ricostruire i buchi neri della nostra memoria collettiva”
Il “moral credentialing” è un concetto interessante per chi si occupa di criminalità: “Recent studies lead to the paradoxical conclusion that the act of affirming one’s egalitarian or prosocial values and virtues might subsequently facilitate prejudiced or self-serving behavior, an effect previously referred to as “moral credentialing.” (Moral Credentialing and the Rationalization of Misconduct. Brown RP Ethics Behav 2001). V. anche When Virtue Leads to Villainy: Advances in Research on Moral Self-Licensing. Effron D. Current Opinion in Psychology. 2015.
L’epurazione di intellettuali che non sono irregimentati e denunciano gravi reati è oggi non meno che allora tra le attività delle forze di polizia. Tra le attività inconfessabili e servili, che facendo acquisire meriti presso i poteri forti – gli stessi che hanno ordinato e prontamente ottenuto l’autoaffondamento del Paese in corso in questi mesi – vanno a vantaggio corporativo della categoria. Per chi conosce questi loro servizi, che sindacati di polizia rievochino il caso più tragico e clamoroso suona ridicolo e sinistro (“L’Italia è un paese ridicolo e sinistro”, Pasolini). Un’affermazione di “one’s egalitarian or prosocial values and virtues” per costruirsi un credito morale che faciliterà la prosecuzione di atti livello suburra.
@ Basettoni. Il divario dei fratelli Zingaretti: sarebbe bello potere credere alla fiaba carezzevole del commissario Montalbano, ma la cruda realtà è l’altro fratello, Nicola, il segretario del PD. C’è una tendenza della magistratura a ciò che chiamo “il pipelining”: occuparsi dei misteri d’Italia non approfonditi e magari favoriti decenni prima, mentre nel presente si stanno lasciando libere e si aiutano operazioni della stessa provenienza. Ora lo praticano anche le forze di polizia. Il sindacato delle Fiamme Gialle segnala l’illuminante lavoro, che sto leggendo, di S. Zecchi, che inserisce l’eliminazione volutamente efferata, come esempio, di un non allineato in un affresco sull’inferno degli anni ’60 e ’70. Intanto la GdF, notizia che è arrivata alla stampa medica internazionale*, sta alimentando e proteggendo il grottesco depistaggio del “piano pandemico” sulla strage in Lombardia orientale**.
I depistaggi sui delitti dei poteri forti li chiamo “depistaggi a stupro continuato”***, da una greve battuta di un agente della CIA, che ho trovato nel libro della Saunders “Guerra fredda culturale – La CIA e il mondo delle Arti e delle Lettere”. Tra i meriti del libro della Zecchi c’è il sollevare la questione di una “Strategia della tensione culturale”.
* Italy Police Seize Health Ministry Documents in Probe Into Virus Response. Reuters, riportato in Medscape, 15 gennaio 2021.
** Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale. Sito menici60d15.
*** Sito menici60d15.
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20 gennaio 2021
Blog de Il Fatto
Commento al post di M. Bova “Borsellino quater, i giudici: “Nella strage di via d’Amelio possibili interessi convergenti di gruppi di potere estranei a Cosa nostra”
A quanto riporta Il Fatto questa di oggi è una “sentenza anfibologica”. “I giudici hanno escluso responsabilità dei poteri forti sovranazionali”. Falso: citano la presenza di appartenenti ai servizi, notoriamente subalterni ai detti poteri; convergenze, meglio “intersecazioni di convergenze” (possibili) con gruppi di potere estranei a Cosa nostra (non specificati), “coni d’ombra” (parziali). “I giudici hanno riconosciuto mandanti sovranazionali”. Falso: “tragico delitto di mafia dovuto ad una ben precisa strategia del terrore adottata da Cosa nostra”; la mafia come causa necessaria e sufficiente.
“lo scopo finale dello stragismo-terrorismo è un profitto economico che, forse all’insaputa dei «badilanti» del terrore, avvantaggia i «padrini» come in Cile e in Iraq e in molti altri paesi.”(G. Maletti (SID, Andreotti, P2), aprile 2020, in “L’inchiesta spezzata di Pasolini” S. Zecchi). Un modello “copernicano” con la mafia come badilante di poteri esteri dei quali l’Italia è un satellite, appare rozzo rispetto a questo lavoro di bulino dei giudici; ma forse non è peggiore di quello canonico “tolemaico”, che pone al centro forze nazionali, e qui considera i mafiosi come primum movens, proseguendo, dopo il lavoro di zappa con Scarantino, la blindatura sull’input mortifero dei poteri – attorno ai quali il pianetino Italia orbita – capaci di sovvertire dal Cile all’Iraq.
21 gennaio 2021
Blog de Il Fatto
Commento al post di S. Limiti “Borsellino quater, su via D’Amelio restano molte ombre ma la trattativa Stato-boss non c’entra”
Escludere una trattativa Stato-boss appare essere un merito della sentenza. E’ del tutto inverosimile che lo Stato – che tenne fermo Moro mentre lo assassinavano, col refrain della “fermezza” – venga costretto da quattro caprari col mitra a trattare con loro. Ma in quei mesi si consumò, su più livelli, un accomodamento dello Stato con ben altri poteri*, che manovravano per i loro disegni sia caprari sanguinari che compìti magistrati. E ancora li manovrano. Si dice “gettare il bambino con l’acqua sporca”. Insieme all’acqua sudicia e le bolle di sapone con le quali lo si è mascherato non bisogna fare sparire dalla ricostruzione il mostro.
*F. Dezzani. Alle radici dell’infamante Seconda Repubblica: il biennio 1992-1993.
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29 gennaio 2021
Blog de il Fatto
Commento al post “Il ministro Speranza sentito per 5 ore dai pm di Bergamo che indagano sul piano pandemico”
Forze di polizia e magistrati si stanno impegnando. Il “paradosso di Gettier” di un piano pandemico figlio di una stagione di falsi allarmi e manipolazioni sulle epidemie virali che ora diviene la via di salvezza colpevolmente trascurata. La “bomba pirofuga” del medico sbroccato di Montichiari, che tramite lo scandalo del raro omicidio medico per dolo diretto lascia nascosto il comune omicidio medico per dolo sistemico, quello senza scostamenti estremi da una dottrina e una prassi già deviate col quale si possono facilmente produrre stragi (come mostrano casi come la opioid crisis in USA). Ci vuole poco, soprattutto su soggetti fragili; basta, in obbedienza, in conformità, al discorso (Foucault) imposto in nome della peste, un po’ di zelo in più nel sovratrattare, es. attaccando ai ventilatori al minimo segno; o immettendo infetti nelle RSA. La piccineria del male, il potere di alcune professioni e cariche pubbliche di provocare effetti gravissimi con atti e omissioni relativamente piccoli, e quindi difendibili, i magistrati dovrebbero conoscerlo. Sia per l’estesa visione sul crimine dei colletti bianchi; sia per la natura di potere di controllo del loro lavoro; sia perché vi ricorrono, es. partecipando alla eliminazione di denunce scomode mediante assassinio morale senza farsi vedere col pugnale in mano.
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17 febbraio 2017
Blog de Il Fatto
Commento al post di E. Stamile “Non solo Palamara, la giustizia è malata e va riformata”
“E’ una giustizia malata quella che non è riuscita a trovare verità sui tanti enigmi sul depistaggio della strage di Via D’Amelio e sul falso pentito Scarantino” (Fiammetta Borsellino sull’archiviazione per i depistaggi dei PM). Si sottovaluta quanti dei mali della medicina provengono da manipolazioni diagnostiche: ci si lamenta di mali di cura e prevenzione trascurando che sono generati da premesse diagnostiche false. Analogamente bisognerebbe avere il coraggio di comprendere la verità innaturale, sgradevole, terrificante, che quando i poteri che hanno tirato i fili dei Misteri d’Italia nelle loro versioni gravissime, plateali e sanguinose, e che tuttora in silenzio tirano i fili, ordinano “sistematemi il tale” l’ordine può essere eseguito non solo da manovalanza mafiosa o terroristica; ma anche, in concorso o del tutto, da manovalanza istituzionale. E che questo vale anche per la magistratura e le forze di polizia, che quando un soggetto viene inquadrato nel mirino stanno più dalla parte dei potenti mandanti del killer che da quella della vittima. Si parva licet, posso testimoniare che in Calabria come in Lombardia la magistratura e le polizie continuano la doppiezza di servire ciò che si vantano di combattere. Solidarietà a Fiammetta Borsellino. Ma la sventura non è solo della sua famiglia, ma del Paese. Vengono colpiti direttamente in pochi; ma la campana, come i fatti stanno mostrando, suona per tutti.