I depistaggi a stupro continuato

20 November 2015

C’era una ragazza a Norfolk, in Virginia, che aveva denunciato un uomo per stupro. Il giudice le chiese: «Quando  è avvenuto questo stupro?». «Quando è avvenuto, signor giudice?» rispose lei.«Be’, maledizione, è stato uno stupro continuo ed è andato avanti per tutta l’estate».

Michael Josselson (agente della CIA. Citato in: Sanders FS. “La Guerra Fredda culturale. La CIA e il mondo delle lettere e delle arti”. Fazi, 2004)

Dato il contesto attribuire agli esecutori mafiosi anche il ruolo di mandanti appare irrealistico. Di sicuro è illogico escludere positivamente “variabili latenti” quando vi sono segni concreti, ammessi pur snobbandoli dagli stessi giudici, della loro azione. E’ un passaggio di testimone tra ricostruzioni che non smascherano i disegni di potere ma ne favoriscono il proseguimento. Ci si accinge a giustificare la strage covid in Lombardia orientale con narrazioni di comodo scritte dai mandanti. Dall’oniricità dei viddani dotati dei superpoteri dei fumetti a quella della strage covid focalizzata entro sanità locali, che sono efficienti emissarie dei registi, come dovuta ad una insufficiente aderenza ai dettati dei registi.

Col covid diritto e scienza si stanno malamente congiungendo. E con essi mistificazioni scientifiche e paralogismi giuridici. E’ tenuta nascosta dagli imbonitori mediatici – ma è sottolineata dagli esperti onesti – l’importanza delle variabili latenti in epidemiologia. Latenti non vuol dire inimmaginabili o esoteriche, essendo spesso entità comuni, ma trascurate nell’impostazione, soggettiva, del modello. Va riconosciuto come parallelamente sia praticata la ricostruzione giudiziaria surrettizia, dove si espelle l’evidenza di fattori sottostanti, “latenti” ma non così arcani, diversi da quelli evidenti e pubblicizzati sui quali si addossano in toto le responsabilità, e sui quali si cuciono significati che prolungano l’eversione.

ccc

18 novembre 2015
 
Blog de Il Fatto
 
Commento al post “Giuseppe Gulotta, dopo 22 anni di carcere da innocente incontra Papa Francesco”
 

Per Giuseppe Gulotta essere ricevuto dal papa “se non è un miracolo ditemi voi cos’è”. Con tutto il rispetto a la solidarietà per lui, non è un miracolo per la società, e per altri nelle grinfie della criminalità di Stato. E’ un’altra mano di bianco sull’esterno di un sepolcro; un passaggio di un’imenoplastica del potere, opportunamente tardiva. L’omicidio dei due carabinieri – che nel libro “Alkamar” viene ricondotto a traffici di Gladio, cioè alle istituzioni dello Stato, non alla “pista mafiosa”, l’unica che “rimane aperta” secondo questo articolo de Il Fatto – resta inspiegato e impunito. Né è intervenuta una giusta punizione a impedire, col suo potere deterrente, che i carabinieri e i magistrati lavorino per il crimine in altri intrighi. Si sta riparando, messi al sicuro i vari colpevoli, il singolo caso della ingiusta condanna di Gulotta. Ma non si sta riparando per gli altri cittadini, per prevenire altre frodi giudiziarie, e per contrastare i disegni criminosi ai quali sono funzionali. Con questo arrivo a cose fatte della giustizia, in realtà una giustizia subordinata all’illegalità, con queste agnizioni “miracolose” si sta invece ripulendo dal fango e dal sangue una macchina che continuerà ad operare.

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26 giugno 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Musolino “‘Ndrangheta, arrestato il boss Ernesto Fazzalari, latitante da 20 anni. Era il 2° più pericoloso dopo Messina Denaro”

La velocità di cattura di questi supermafiosi potrebbe essere presa come una forma di titolazione del livello di legalità delle istituzioni. In chimica la velocità di una reazione dipende dalla concentrazione dei reagenti. Se la concentrazione dei reagenti è alta la reazione è veloce, se è bassa la reazione procede lentamente. Analogamente, quando la concentrazione di legalità dalla parte delle “guardie” è elevata, la “reazione” di cattura dei mafiosi sarà veloce; ma se il livello di legalità di quelli che si presentano come tutori della legalità è basso, se il gradiente di legalità tra cacciatori e catturandi è poco saliente, la “reazione” di cattura sarà lenta. Dalla velocità di cattura si può desumere il livello di legalità delle istituzioni rispetto alla mafia. Qui l’indice segna velocità di cattura dell’ordine dei decenni.

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11 agosto 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Strage di Piazza della Loggia, “opera della destra eversiva. Maggi ebbe appoggio dei servizi segreti anche stranieri” “

I magistrati dicono di essere stati sviati; nonostante siano dei professionisti del non farsi sviare. Allora come oggi, la magistratura si fa “sviare” troppo facilmente, troppo in massa e troppo a lungo, quando la mamma yankee o per suo tramite poteri forti economici ordinano qualche operazione sporca in Italia. Appare applicare in questi casi non la Costituzione, ma un “Codice Atlantico” che prevede una sostanziale cooperazione. Questa sentenza “archeologica” è pur sempre qualcosa di rilevante. Ma salvando la faccia, o salvando la maschera, può favorire il proseguimento della cooperazione istituzionale a favore dei poteri che controllano e sfruttano l’Italia; una grave forma di corruzione non esclusiva dei politici.

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30 settembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Limiti “Commissione Moro, coordinamento con Procura generale per ricostruire strage di via Fani. Arriva pm che indagò su Brescia”

L’eliminazione di Moro mostra come quando la mamma atlantica chiama e chiede la testa di qualche italiano l’apparato dirigente, clero, politici, carabinieri, polizia, notabili, esegue. Non è una pedanteria metodologica obiettare che è un errore dare per scontato, portando ad esempio le poche eccezioni, che la magistratura, parte integrante dell’apparato, si dissoci e non pratichi questo costume. Magari tramite un elegante pipelining basato sullo sfasamento storico: apparendo impegnata a indagare su misfatti di 40 anni prima mentre favorisce quelli contemporanei; che verranno a loro volta indagati 40 anni dopo, a copertura di quelli che favorirà allora. Bisognerebbe guardare anche al ruolo della magistratura nei Misteri d’Italia e nelle epurazioni.

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22 ottobre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Scalettari “Alpi-Hrovatin, si torna all’anno zero. Perché fu depistaggio di Stato”

Anche se i vari procedimenti si affastellano negli anni e nei decenni, questo genere di processi ha in realtà due soli gradi: “salvacapre” e “salvacavoli”. Nel primo grado, salvacapre, che è obbligatorio, si servono i poteri che vollero gli omicidi. Se consentito si ha un secondo grado, salvacavoli: quando i crimini sono sufficientemente lontani nel tempo e le impunità consolidate, si provvede a ricucire l’onore della magistratura con qualche sentenza a effetto.

Nel 2016 la magistratura ci dice che Hashi, condannato a 26 anni, è stato un capro espiatorio per il delitto del 1994 (o una “pecora” a pagamento ?). Anche la figura del magistrato cattivo che blocca e trae in inganno schiere di magistrati buoni è un capro espiatorio. Sarebbe nostra responsabilità di cittadini comprendere finalmente che, contrariamente alla favola rassicurante che non ci stanchiamo di farci raccontare, quando la mamma delle mamme ordina di eliminare qualcuno – compresi singoli magistrati – la magistratura nel suo complesso non sta dalla parte della vittima, della verità, della giustizia, dei diritti dei cittadini e degli interessi del Paese.

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3 novembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Fabbretti “Omicidio Bruno Caccia, perché dopo 33 anni manca ancora la verità”

Forse alcuni omicidi eccellenti hanno avuto, al di là dei moventi contingenti, al di là della criminalità che ha fornito gli esecutori, una funzione politica di “pulizia antropologica”: sono serviti a marcare come proibiti alcuni tipi umani. Nel capitalismo alcuni tipi umani, tra i quali il magistrato integerrimo, sono un’anomalia sistemica e non devono esistere, ha scritto Castoriadis. Il fatto che dopo 33 anni “manchi ancora la verità” da parte di quelli che dovrebbero essere i colleghi di Caccia sembra confermare che uccidendolo sia stata soffocata una varietà rara, una autentica diversità antropologica, impedendo che si riproducesse con l’esempio e l’insegnamento.

Commento al post “Roma, Guariniello possibile capo gabinetto di Raggi: “Sto decidendo””

Guariniello e i 5S hanno in comune due tratti congiunti. Da un lato non sono compromessi col generale mangia-mangia casareccio, e hanno qualche merito nel contrastarlo. Dall’altro tendono a perorare cause che sembrano progressiste e invece finiscono puntualmente per favorire i poteri forti più potenti. I 5S hanno appoggiato Stamina, Guariniello, molto lentamente, l’ha contrastata. Il duetto tra i due cori, durato anni, ha costituito una mega-propaganda a beneficio delle staminali ufficiali (v. “Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale”).

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Blog di Aldo Giannuli

Commento al post “Il caso Bisignani-P4” dell’8 dic 2011

Il prof. Giannuli invita a non considerare le nuove Pn, con n>2, come una semplice prosecuzione della P2. E’ vero che ci sono differenze, forse legate a diramazioni: certi segni, come il magistrato che, denunciati meritoriamente i privilegi borbonici e gli abusi dei Consiglieri di Stato, invita a “una collaborazione sincera e duratura tra massoneria [buona] e magistratura” [1] portano a chiedersi se gli scandali giudiziari non riflettano una lotta intestina tra fazioni in lotta, portatrici di interessi e stili diversi. Inoltre, cambiato il periodo storico, occupandosi di affari invece che di “Guerra fredda”, forse le nuove Pn non si occupano più di sbudellamenti. Forse: v. Breivik. Però si occupano più di prima di budella, occupandosi di quel fondamentale settore dell’economia che è la medicina.

Forse è un caso, ma è stata la Corte d’appello di Brescia presieduta da Marra, poi dimessosi per lo scandalo P3, ad appoggiare la campagna sui cellulari che provocano il cancro, riconoscendo il nesso etiologico con una sentenza, la prima del genere in Italia. (Questa di scrivere pagine “acrobatiche“ di medicina – gradite al potere – è una delle attività improprie che distraggono i magistrati dal loro lavoro). La cancerogenesi a pile dei cellulari ha scarsissima plausibilità biologica, ma viene agitata in continuazione; in contraddizione col silenzio su radiazioni elettromagnetiche molto più potenti e che si sa per certo essere cancerogene, come quelle dei raggi X: i presunti e dibattuti pericoli dei telefonini sono noti al pubblico come lo erano gli unguenti degli untori sotto la peste, mentre gli si nasconde quanto gli addetti sanno, e scrivono nelle riviste scientifiche, che una quota non trascurabile e crescente di tumori sta venendo provocata da esami radiologici, spesso non necessari, in particolare le TAC. Ritengo che il cancro da cellulari sia un vero depistaggio etiologico. Peraltro attuato su scala mondiale; i piduisti nostrani di ieri e di oggi appaiono come gli operatori locali di movimenti di portata internazionale.

I nostri comunque fanno la loro figura all’interno di questa orchestra internazionale. Statistiche di questi giorni riportano che l’Italia ha la più alta incidenza al mondo di neoplasie dell’età pediatrica. Immediatamente, insieme all’inquinamento (fattore reale, negato o esagerato a seconda della convenienza) sono stati accusati i cellulari. Le Pn si occupano, insieme ai cugini delle forze di polizia, e agli zii della magistratura, di screditare e mettere a tacere chi indichi altri fattori, di tipo sociologico, e segnatamente criminologico, per questo record [2].

Va bene uno sguardo distaccato sui nuovi fenomeni piduisti; ma, soprattutto con una magistratura al 99% abituata, allora come oggi, a fare il pesce in barile, e a ingraziarsi i poteri forti, quando non è parte diretta della rete piduista, suggerirei ai comuni cittadini di non perdersi in distinguo eccessivamente sottili, e di non vedere con occhio più benevolo queste reti di potere; che mettono silenziosamente a rischio gli organi interni, cioè le budella, più di quando facevano fragorosamente esplodere le bombe o crepitare i mitra.

1. https://menici60d15.wordpress.com/2011/03/11/massoni-e-legalita/
2.https://menici60d15.wordpress.com/2008/12/17/sos-cancro-nei-bambini-e-sovradiagnosi/

17 febbraio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Bauducco “Omicidio Caccia, Caselli: “Responsabilità disciplinare magistratura? Problema aperto. Il Csm fu disattento””

La nostra concezione di causalità risente troppo di quella semplicistica e intuitiva del positivismo. Bruno Caccia è stato vittima di delinquenti; così come chi muore per tbc è ucciso dal micobatterio. Come ha osservato il genetista Lewontin, in biomedicina occorre distinguere tra “agente” e “causa”. Batteri e virus patogeni erano gli agenti dell’elevata mortalità per malattie infettive nell’’Ottocento; che è crollata per il venire meno delle cause, ambientali, col migliorare delle condizioni di vita. La correzione non è limitata alla patologia e alla genetica. Ndranghetisti, massoni e servizi, magistrati collusi, sono stati, in posizioni diverse, agenti dell’epurazione di una figura troppo vicina a ciò che un magistrato dovrebbe essere. Ma nella descrizione della causa dell’omicidio rientra a pieno titolo l’assenza di un ambiente giudiziario sano e forte, che impedisca le scorrerie di poteri criminali. Infatti il caso è ancora aperto dopo 35 anni; e Caccia viene ricordato come una mosca bianca. Per le persone oneste che si espongono, la massa di magistrati mediocri e ignavi costituisce una forza ostile non meno pericolosa dei delinquenti e della minoranza di magistrati francamente corrotti. I “malamente” di tante eliminazioni sono agenti; strumenti contingenti di una causa a monte, le forze che selezionano i tipi umani da diffondere o ridurre, come in un ecosistema controllato, nella classe dirigente italiana.

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17 marzo 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Ilaria Alpi, la madre: “Basta iniziative. Io umiliata e offesa da formali ossequi di chi ha operato per occultare la verità””

Solidarietà alla madre di Ilaria Alpi. Ricusare la giustizia dei tribunali a volte è l’unica via che resta per tutelare la verità e il principio di giustizia. Rinunciò a difendersi, revocando il mandato ai legali, Danilo Dolci, querelato da Bernardo Mattarella. Rifiutò di comparire in aula, con motivazioni che lo esposero all’accusa di oltraggio alla corte, Domenico Marotta, direttore dell’Istituto Superiore di Sanità, persona di stampo ben diverso da quello di alcuni altri suoi successori; vittima di un’operazione che è stata giustamente definita “una vergogna della magistratura”*.

Per chi da decenni ordina i delitti più gravi, quelli commessi per mantenere il Paese sottomesso, tra i quali l’eliminazione di persone di valore e preziose per il Paese; per chi fa stroncare l’esempio dato da persone come Alpi, Dolci, Marotta, la magistratura non è un deterrente e a volte è una risorsa. In Italia in genere soltanto delinquenti e disonesti considerano, per ovvie ragioni, la magistratura come fonte di male. E’ indice dello scarso senso civico degli italiani – e del loro scarso coraggio davanti al potere – il non includere la magistratura, nei suoi rapporti con i poteri forti, tra i focolai di corruzione che determinano i mali perenni della Repubblica e ora il declino della nazione.

*Russo L Santoni E. Ingegni minuti. Una storia della scienza in Italia. Feltrinelli, 2010.

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Blog di Aldo Giannuli

Commento al post “Il caso Bisignani-P4” dell’8 dic 2011

Il prof. Giannuli invita a non considerare le nuove Pn, con n>2, come una semplice prosecuzione della P2. E’ vero che ci sono differenze, forse legate a diramazioni: certi segni, come il magistrato che, denunciati meritoriamente i privilegi borbonici e gli abusi dei Consiglieri di Stato, invita a “una collaborazione sincera e duratura tra massoneria [buona] e magistratura” [1] portano a chiedersi se gli scandali giudiziari non riflettano una lotta intestina tra fazioni in lotta, portatrici di interessi e stili diversi. Inoltre, cambiato il periodo storico, occupandosi di affari invece che di “Guerra fredda”, forse le nuove Pn non si occupano più di sbudellamenti. Forse: v. Breivik. Però si occupano più di prima di budella, occupandosi di quel fondamentale settore dell’economia che è la medicina.

Forse è un caso, ma è stata la Corte d’appello di Brescia presieduta da Marra, poi dimessosi per lo scandalo P3, ad appoggiare la campagna sui cellulari che provocano il cancro, riconoscendo il nesso etiologico con una sentenza, la prima del genere in Italia. (Questa di scrivere pagine “acrobatiche“ di medicina – gradite al potere – è una delle attività improprie che distraggono i magistrati dal loro lavoro). La cancerogenesi a pile dei cellulari ha scarsissima plausibilità biologica, ma viene agitata in continuazione; in contraddizione col silenzio su radiazioni elettromagnetiche molto più potenti e che si sa per certo essere cancerogene, come quelle dei raggi X: i presunti e dibattuti pericoli dei telefonini sono noti al pubblico come lo erano gli unguenti degli untori sotto la peste, mentre gli si nasconde quanto gli addetti sanno, e scrivono nelle riviste scientifiche, che una quota non trascurabile e crescente di tumori sta venendo provocata da esami radiologici, spesso non necessari, in particolare le TAC. Ritengo che il cancro da cellulari sia un vero depistaggio etiologico. Peraltro attuato su scala mondiale; i piduisti nostrani di ieri e di oggi appaiono come gli operatori locali di movimenti di portata internazionale.

I nostri comunque fanno la loro figura all’interno di questa orchestra internazionale. Statistiche di questi giorni riportano che l’Italia ha la più alta incidenza al mondo di neoplasie dell’età pediatrica. Immediatamente, insieme all’inquinamento (fattore reale, negato o esagerato a seconda della convenienza) sono stati accusati i cellulari. Le Pn si occupano, insieme ai cugini delle forze di polizia, e agli zii della magistratura, di screditare e mettere a tacere chi indichi altri fattori, di tipo sociologico, e segnatamente criminologico, per questo record [2].

Va bene uno sguardo distaccato sui nuovi fenomeni piduisti; ma, soprattutto con una magistratura al 99% abituata, allora come oggi, a fare il pesce in barile, e a ingraziarsi i poteri forti, quando non è parte diretta della rete piduista, suggerirei ai comuni cittadini di non perdersi in distinguo eccessivamente sottili, e di non vedere con occhio più benevolo queste reti di potere; che mettono silenziosamente a rischio gli organi interni, cioè le budella, più di quando facevano fragorosamente esplodere le bombe o crepitare i mitra.

1. https://menici60d15.wordpress.com/2011/03/11/massoni-e-legalita/
2.https://menici60d15.wordpress.com/2008/12/17/sos-cancro-nei-bambini-e-sovradiagnosi/

20 aprile – 5 maggio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di E. Ambrosi del 22 aprile 2017 “Cellulare, toglietevelo dalla testa. E basta”

@ Atomic. Non è un demerito dei soli italiani, come conclude l’articolo. Gli italiani hanno solo esercitato il consueto zelo. Nel dicembre 2010 la Corte d’appello di Brescia – una corte piuttosto sensibile ai venti atlantici – emise la prima sentenza che riconosce che un cellulare abbia causato un tumore, anche in quel caso un tumore benigno di un nervo cranico. Contemporaneamente nel Maine un legislatore, Boland, proponeva di apporre un’avvertenza di rischio cancro sui cellulari, come per le sigarette. L’articolo inoltre ignora la step increase in incidenza dei tumori del CNS negli anni Ottanta da introduzione di nuovi strumenti diagnostici. “Variazioni importanti” “legate a sostanziali miglioramenti nella capacità diagnostica per immagini” dice a proposito dell’aumento dei tumori infantili del SNC il rapporto AIRTUM 2012. Epidemiologi USA hanno invece osservato che se fosse solo questione di miglioramenti diagnostici l’incidenza dopo essere aumentata avrebbe dovuto decrescere ai livelli precedenti, cosa che non è avvenuta.

Commento al post di S. Palmisano del 4 maggio 2017 “Cellulari e tumori, chi ne studia la correlazione sia super partes”

Le radiazioni ionizzanti sono un cancerogeno certo e potente. L’analogia a effetto tra l’uso del cellulare e i sopravvissuti di Hiroshima è scientifica come sostenere che avendo trovato altezze simili tra un cestista (in ginocchio) e un nano (su trampoli), allora anche il nano è alto. Sul conflitto di interessi, va osservato che la paura per agenti cancerogeni, che ha un valore di mercato spingendo a sovradiagnosi e a richieste di denaro a vario titolo, oggi viene separata dalle responsabilità, che sono più mostrate che punite, e dal modello socioeconomico liberista, che non viene messo in discussione. La propaganda, inclusa quella giudiziaria, opera un po’ come la colonna di distillazione di una raffineria. Alcune componenti vengono fatte sparire; altre, come la paura, sono diffuse nell’atmosfera, inquinando l’opinione pubblica. Un buon sistema è nascondere i cancerogeni veri (es radiazioni ionizzanti mediche), e agitare quelli falsi o esagerati. Vi è conflitto d’interessi anche nel produrre paure redditizie. Es. quando nel 1884 Bismarck introdusse l’assicurazione per i lavoratori, medici e avvocati riesumarono la teoria già screditata delle “lividure” e altri esiti di traumi come causa di cancro (Malleson A. Whiplash and other useful disease. Cap. Lawyers, junk science and chicanery. McGill-Queen ‘s University Press, 2002).

@ Sp1959. 5 giorni dopo Ivrea anche a Firenze (studio avv. Bonafede, deputato 5stelle; giudice Nuvoli) la magistratura ha riconosciuto che l’uso del cellulare può provocare tumori del sistema nervoso. Non si tratta dunque di un fake a sostegno del business oncologico e giudiziario: è la terza sentenza del genere e quindi, soddisfacendo il Principio del Campanaio (1), è stato raggiunto l’elevato livello di rigore tipico dei contributi della magistratura alla medicina. Il Principio del Campanaio è applicato dalla scienza ufficiale del più alto livello di reputazione, es. nella ricerca oncologica (2), che magistrati e forze di polizia considerano fonte di verità, immune da interessi di parte o illeciti, e difendono come giannizzeri.

1 ”In The Hunting of the Snark di Lewis Carroll, il Campanaio dice: «Tutto quello che ti dico tre volte è vero».” (L’errore del campanaio. In: Follie e inganni della medicina. Skrabanek P. McCormick J. Marsilio, 1992).

2 “Some non-reproducible preclinical papers had spawned an entire field, with hundreds of secondary publications that expanded on elements of the original observation, but did not actually seek to confirm or falsify its fundamental basis. More troubling, some of the research has triggered a series of clinical studies — suggesting that many patients had subjected themselves to a trial of a regimen or agent that probably wouldn’t work. “ Begley CG, Ellis LM. Raise standards for preclinical cancer research. Nature, 2012.483;531.

@ MyOwnBoss. Grazie. Un articolo su Radiology dell’aprile 2017 (Larson et al) rileva che in USA il numero di TAC su bambini si è quintuplicato negli ultimi 13 anni. Una stima conservativa ha calcolato in USA tra 2640 e 9080 i casi di cancro all’anno causati da TAC pediatriche*. Ma su questo si sta zitti. La pericolosità delle onde EM aumenta in generale con l’aumentare della frequenza, e quindi dell’energia. Il pubblico viene invece indotto a credere a una “legge fisica” opposta, nella quale minore è la frequenza maggiore è il pericolo. Nell’articolo di Palmisano scopro nomi a me già noti per altri affari, in questa attività di magistrati e medici associati di uguagliare il rotondo al quadrato e di cambiare il bianco in nero.

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25 giugno 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Agosti “Strage di piazza della Loggia, lettera agli innocenti”

Dopo mezzo secolo suonate l’adunata per andare a cercare i mandanti della strage. Vivo a Brescia, che quando sono in gioco interessi USA sembra una dependance della vicina base NATO-USA. Vengono in mente quei baroni scozzesi di “Braveheart” che chiamavano a raccolta contro gli occupanti inglesi e sottobanco si erano venduti ad essi. A2A, la partecipata del Comune, che ogni volta che su Il Fatto commento gli interventi di Mattarella manda puntualmente le macchine spazzatrici a sfilarmi accanto sollevando lerciume mentre cammino, chiede la nomina a senatore a vita di Manlio Milani. Anche Mattarella, da decenni uomo di fiducia “su cui puntare” come presidente secondo un ambasciatore USA in Italia (La Stampa, 20 giu 2017), necessita di alibi per la sua fedeltà atlantica. Così, col machiavellismo e le capacità recitative che nella nostra classe dirigente occupano il posto di doti più pregiate, verranno prolungate la sacralità e la pompa che rivestono scelte di campo non molto eroiche.

Sui reali rapporti di A2A, della dirigenza e della popolazione bresciana, e delle istituzioni dello Stato con i mandanti della strage, vedi: 29 giugno 2017. Et in pulverem reverteris. I bresciani e i mandanti della strage del 1974. In: La medicina sotto la presidenza Mattarella

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5 luglio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, la procura chiede l’archiviazione: “È impossibile stabilire movente e autore dell’omicidio””

“blackdog72. Le prove non ci sono per chi non vuole vedere, roma con pignatone rimane il porto delle nebbie che é sempre stata,troppe procure sono parte del sistema politico mafioso che domina l’Italia,per un magistrato onesto ci sono mille collusi.”

@ blackdog72. Mille forse no, ma per un magistrato onesto e coraggioso ce ne sono una dozzina collusi e, quel che forse è peggio, cento che “non sono nati col cuor di leone”. L’effetto complessivo è comunque quello di una magistratura sulla quale certe mamme possono contare quando danno mandato ai sicari e ai tirapiedi.

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17 settembre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Limiti “Piazza della Loggia, la verità già nota 40 anni fa. Ma le indagini puntarono altrove”

S. Palidda, studioso del controllo di polizia, usa l’espressione “anamorfosi dello Stato di diritto” per indicare l’applicazione abnorme e omissiva delle norme a favore di interessi particolari. Come nelle anamorfosi ottiche, disegni deformi e irriconoscibili proiettati sullo schermo visibile al pubblico acquistano forma compiuta e presentabile. Hanno carattere di anamorfosi anche le innumerevoli ricostruzioni delle stragi dove è costante lo schema “l’impegno dei magistrati e investigatori non è mai mancato ma…” ma ci sono stati diabolici depistaggi. Credo che nessuna ricostruzione che voglia essere onesta e approfondita possa eludere il tema dell’applicazione del “codice atlantico”, delle connivenze e complicità di magistrati, forze di polizia e notabili locali alle operazioni sotto l’egida della Rosa dei Venti. Ieri e oggi. Il tribunale di Brescia ha da poco assolto un medico per avere incassato, quando era il rettore, lo stipendio di primario senza andare al lavoro: perché l’università e l’ospedale glielo hanno lasciato fare*. Una motivazione che suona farsesca al lettore comune. Un ragionamento giuridico che sa di anamorfosi, di mappatura di altre ragioni, riconducibili, per chi conosca gli affari che prosperano impuniti a Brescia, al ruolo dell’allora rettore di portaordini di Washington. Ordini che oggi riguardano operazioni mediche come Stamina e i vaccini imposti.

*M. Toresini. Corsera, 15 lug 2017.

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12 marzo 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Belve, Adriana Faranda ospite su Nove: “Non ci aspettavamo che la scorta di Moro fosse così impreparata””

Forse non sono la Faranda e c. ad essere “belve”; ma sono mezzecalzette quelli che danno corda agli utili scagnozzi della guerra a bassa intensità e accreditano la tesi di Moro tenuto per 55 giorni da terroristi-Diabolik che tengono in scacco un esercito di incapaci. Invece che l’esibizione della belva da baraccone sarebbe stato più interessante sentire parlare di questo:

“Il luogo infatti si colloca nell’ area dove il 16 marzo si perdono le tracce dei rapitori di Moro durante Ia fuga da via Fani; in via della Balduina, da un lato vi sono alcuni stabili appartenenti all’Istituto per le opere di religione, lo lor, diretto per molti anni dal potente monsignore Paul Marcinkus (29) dall’altro vi sono gli ampi giardini e i palazzi della Loyola University of Chicago – Rome Center of Liberal Arts, anch’essa gestita da religiosi [E’ un’università dei gesuiti,ndr]. (De Lutiis, Il golpe di Via Fani).

(29): “Tra il materiale sequestrato ai brigatisti Valerio Morucci e Adriana Faranda dopo il loro arresto (29 maggio 1979) c’era l’indirizzo e il numero telefonico dell’abitazione di monsignor Marcinkus, nonché l’indirizzo e il numero telefonico di padre Felix Morlion (agente della Cia), ai quali l’autorità giudiziaria non ha mai rivolto alcuna domanda”. (Da: Flamigni, La tela del ragno).

Commento al post di G. Amendola “Green Hill, la Cassazione chiude la vergognosa vicenda dei beagle. Ma non basta”

In un paese civile non si infliggono sofferenze non necessarie agli animali; e prima ancora non si usano gli umani come cavie, immettendo nella pratica clinica farmaci non sufficientemente testati. In un paese incivile uomini e bestie sono trattati in maniera simile. In un paese fintamente civile si allentano i controlli sui farmaci facendo mostra di affannarsi a evitare sofferenze agli animali mentre si lascia che i farmaci vengano testati sulla popolazione (es. Carome M. Worst pills. Ott 2017. US Senate passes “False hope” Act. Pease AM et al. Postapproval studies of drugs initially approved by the FDA on the basis of limited evidence: systematic review. BMJ, 3 mag 2017). I magistrati, in particolare quelli bresciani, mostrano grande sensibilità per “gli esseri viventi e senzienti come noi” (Amendola); associata a una posizione “business friendly” sugli esperimenti condotti a beneficio del business biomedico su intere popolazioni di primati della specie H. sapiens.

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22 giugno 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Via d’Amelio, Salvatore Borsellino al pm Di Matteo: “Miei familiari ti accusano del depistaggio. Io ti chiedo scusa””

Ci sono responsabilità personali, come quelle penali, che devono essere accuratamente definite e circoscritte. Ma ciò non deve fare trascurare e cancellare responsabilità morali e politiche collettive. L’isolamento e l’abbandono ad un destino annunciato di un magistrato valoroso che era in prima linea, e l’avere permesso che le indagini su un grave omicidio gestito dalle solite strutture massoniche fossero condotte da una “procura massonica”, sono responsabilità dell’intera magistratura.
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Blog de Il Fatto

Commento al post “Via d’Amelio, Fiammetta Borsellino a Salvini: ‘Incredibile che il Viminale non sia parte civile al processo su depistaggio’”

Quelli che si presentano come colleghi dei poliziotti uccisi in Via D’Amelio continuano a fare lavori sporchi per le forze che ordinarono la strage. Con la complicità di quelli che dicono di essere colleghi di Borsellino. Credo che, come per altri omicidi terroristici, con Borsellino si sia eliminata una figura pericolosa non solo per ciò che faceva ma per ciò che era: per il modello che quindi rappresentava. Uccidendolo con un’esplosione si è marcato come proibito il suo tipo umano; e infatti oggi chi comanda può contare su materiale umano adatto al Viminale e negli uffici giudiziari.

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17 novembre 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Anselmo “Riccardo Magherini, tutta l’amarezza che provo”

Ieri qui su Il Fatto l’avvocato Repici ha affermato che, come per Borsellino, non si è voluto accertare in sede giudiziaria i mandanti veri dell’omicidio del Procuratore Bruno Caccia (Delitto Bruno Caccia, l’avvocato Repici: “Depistaggio simile a quello di via D’Amelio. Cambiano solo le latitudini”). Appare che quelli ai quali è affidato il servizio giustizia quando l’iniquità discende dall’alto non ce la facciano a fare giustizia neppure per l’omicidio dei migliori tra loro.

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5 gennaio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Gangi “Trattativa Stato-mafia, Fava: “Accelerò la morte di Borsellino. Depistaggio ci fu prima dell’esplosione della bomba””

Le menti raffinatissime non potrebbero fare molto se non potessero contare sugli innumerevoli codardi e ruffiani delle istituzioni: “(magistrati, poliziotti, funzionari dei servizi, capi e vicecapi di varia natura, prefetti, ministri…)”. Che oggi continuano a staccare marchette nascondendosi dietro alla gigantografia di Falcone e Borsellino. Quegli omicidi hanno paradossalmente fornito una copertura ai grami tipi umani che allora li permisero e li favorirono; e che oggi continuano a servire le menti raffinatissime. Credo che questo, la creazione di un’epopea antimafia che distolga da tradimenti e complicità istituzionali in altri settori dell’asservimento e dello sfruttamento del Paese, sia stato tra le raffinate finalità dei bestiali attentati.

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25 gennaio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Ventidue anni in carcere da innocente, chiesti 66 milioni di risarcimento allo Stato e a tre carabinieri: “Mi torturarono””

Quando arrivano ordini dai livelli alti sovranazionali anche carabinieri e magistrati, dietro alle loro chiacchiere sullo Stato di diritto, sull’onore e il dovere, su Falcone e Borsellino o Salvo D’Acquisto, sono dalla parte degli assassini, non da quelle delle vittime; e lavorano per gli assassini. Anche quando le vittime sono dei loro. Se a lavoro svolto, decenni dopo, fanno marce indietro e applicano impacchi di soldi è per ricostituirsi una verginità e meglio proseguire nella loro doppiezza.

@ achillefer. “Forze di regime, quindi, le mafie italiane che affiancavano quelle di polizia e gli apparati di sicurezza, tant’è che la struttura militare denominata «Gladio» era presente nel centro-nord e non nel Sud Italia e nelle isole. I suoi compiti informativi e di controllo del territorio erano, difatti, espletati delle mafie. Quando qualcuno, fra gli appartenenti alle forze di polizia, moriva per mano mafiosa, era perché non aveva compreso la realtà, pensava di dover combattere contro la criminalità organizzata, come è accaduto al vicequestore Boris Giuliano. Morto lui, il ministero degli Interni ha subito inviato a Palermo il vicequestore Giuseppe Impallomeni, affiliato alla loggia P2, sospettato di aver percepito tangenti a Firenze, in modo da rassicurare gli amici e gli amici degli amici sul ripristino della normalità nei rapporti fra Questura e mafia.”. Da: Una visione unitaria, 2018. Detenuto Vincenzo Vinciguerra.

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29 gennaio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Marco Vannini, in appello pena ridotta da 14 a 5 anni per Ciontoli. La madre del ragazzo: ‘Uno schifo, vergogna’”

Machiavelli consigliava di non lasciare in vita ma di eliminare coloro ai quali si sono fatti gravi torti; quelli che oggi celebrano la memoria di Emilio Alessandrini presentandosi come suoi colleghi assicurano a chi appartiene alle forze di polizia, o in questo caso ai servizi, la praticabilità, o la convenienza, di tale strategia.

31 gennaio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Omicidio Vannini, Trenta: “No reintegro di Ciontoli nelle forze armate”. Bonafede: “Frase giudice inaccettabile, verifiche””

Probabilmente lo stesso apparato che ha protetto lo 007 lo sistemerà in un altro lavoro. Il non farlo rientrare nelle forze armate fa parte dell’operazione di risoluzione dei problemi, per farlo figurare come estraneo alla massa dei suoi colleghi. Mentre chi ha a che fare con le doppie lealtà, o meglio le mezze lealtà, degli ometti che occupano le istituzioni sa che i comportamenti vili di militari, in questo caso l’eliminare la testimonianza di un ragazzo al quale è stato trapassato il torace con un colpo di pistola per motivi futili e abietti, impedendo per ore che sia soccorso, e facendolo così morire della morte lenta dell’emorragia interna, sono la norma. E anche i soggetti complementari, che in associazione truffano senza paura di conseguenze lo stipendio di magistrato proteggendo le peggiori mascalzonate dei vili con la divisa, inducendoli così nella continuazione di attività delinquenziali, non sono affatto un’eccezione.

@ Steffen. A me ricorda tante cose, tra le quali l’esecuzione a freddo di Mara Cagol inginocchiata e ammanettata dai carabinieri con un singolo colpo di pistola del più piccolo calibro (22) sotto l’ascella (Fasanella, Franceschini, Cosa sono le BR; sull’elaborato “trapianto di testa” delle BR con soggetti controllati dai servizi). Non perché creda si sia trattato di un omicidio premeditato; non sappiamo chi e in quali circostante abbia sparato. Ma perché è inverosimile che un agente dei servizi con la pistola non conosca gli effetti di un colpo di arma da guerra nel torace; e per il comportamento che ha tenuto dopo.

La minimizzazione, la teatrale cialtroneria, sono solo l’aspetto prima facie. Nella sostanza si è trattato dell’eliminazione volontaria della vittima, e quindi della sua testimonianza. Omicidio ottenuto respingendo chi offriva cure e la possibilità di salvezza mentendo crassamente su ciò che era successo. Ciò è in linea col profilo di un soggetto integrato in strutture che si occupano professionalmente di violenza, simulazioni, intrighi e che sanno di potere contare sulla lurida tradizione di coperture da parte dei signori con la toga dello Stato.

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14 febbraio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Bauducco “Processo Caccia, confermato l’ergastolo per Schirripa. La figlia Paola: “Ma il percorso per la verità non è concluso”

E’ stato osservato come i magistrati nelle sentenze per  le stragi del 1992-1993 che pilotarono la sostituzione della prima repubblica con la seconda repubblica siano arrivati a considerare, contro il buon senso, che la Falange armata fosse un depistaggio della mafia. E’ un conforto sentire le dichiarazioni dell’avvocato Repici, diverse dalle solite versioni di comodo che lasciano indisturbati i mandanti eccellenti spiegando tutto con la manovalanza mafiosa. Repici si mostra all’altezza del compito, nobile nello sciocco e pavido contesto odierno, della ricerca e esposizione della verità su quella che fu una delle epurazioni che ci hanno dato questa disgraziata classe dirigente.

Tra i vari ordini di moventi dell’omicidio del Procuratore chi oggi è testimone del malaffare di Stato non può non pensare al movente generale, sovraordinato rispetto ad altri contingenti, della selezione avversa voluta da chi controlla l’Italia: facendo uccidere un duro incorruttibile come Bruno Caccia si è spinto per la selezione di un genere di magistrati malleabili, non di ostacolo ma utili alle attività indicibili che le istituzioni servono dietro ai loro cartonati di Falcone e Borsellino.

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6 aprile 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Attilio Manca, Napolitano spieghi perché si interessò alla morte dell’urologo di Provenzano”

e al post di M. Lanaro “Borsellino, De Raho: “Agenda rossa sparita? Momento oscuro della nostra democrazia. Oggi mafie più insidiose di allora””

“Se ci sono state entità esterne che sono intervenute [1993], questo lo si scoprirà [2019]”. L’affermazione del capo dell’antimafia De Raho per me conferma quanto ho appena postato su Bonafede e Morra: “E’ quanto meno ingenuo scrivere che il ministro Bonafede e il presidente della commissione parlamentare antimafia Morra “si stanno muovendo in totale discontinuità con chi li ha preceduti”. “La speranza che venga fatta luce su incredibili segreti di Stato va rafforzandosi”. Va rafforzandosi negli ingenui, che non considerano la possibilità – concreta, per chi conosca la friendliness di Bonafede e dell’antimafia per chi tira i fili – che si tratti della consueta, collaudata, sempre ripetuta prassi del “pipelining”, nella quale sono versati politici e magistrati, che consiste in una sistematica sfasatura: ci si occupa di “segreti di Stato” che si è lasciato non chiariti o si è aiutato decenni prima per crearsi un alibi sulle infamie attuali alle quali ci si prostituisce. Napolitano bisognava evitarlo e fermarlo prima che facesse danni. Ma l’escamotage è prima lasciare fare e poi ergersi alti e nobili verso il passato remoto; per continuare a voltare le spalle al presente, e favorirlo. Le vergogne di ieri divengono le medaglie di oggi, a coprire nuove vergogne.”

@ Edison2. Veramente io le cose le ho scritte prima; inclusa la sventura Napolitano, e la collaborazione di Bonafede alla disinformazione imposta dal potere quando faceva l’avvocato a Firenze. Ma voi avete il monopolio dell’opposizione dura e pura. Altro che chiacchiere. Basta guardare i 5S al governo. E’ sicuramente una mia impressione errata, ma nel pugno chiuso proteso dal ministro Toninelli dal banco del governo mi è parso di intravedere un leccalecca. Prima il pugno chiuso, poi la rosa nel pugno, ora il leccalecca. La mafia e le complicità schifose sono quelle di sempre; la novità è l’utilizzo di ragazzini smaniosi anziché dei quaquaraqua adulti.

@ Edison2. E’ stata tutta la scena, del titolare di un ministero che dai banchi del governo fa un gesto gigionesco, da quindicenne elettrizzato, a darmi un senso di incredulità, a farmi chiedere se avevo visto bene. Siete voi il brutto film.

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12 aprile 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Strage via D’Amelio Fiammetta Borsellino: “Csm non ha fatto nulla. I topi stanno mangiando i faldoni sulle stragi”

@ Giuseppe Aino. Bisogna distinguere tra paura, reazione fisiologica che ci blocca, e codardia, scelta di vita fondamentale che fa diventare complici attivi. I poteri forti fanno paura a chiunque sano di mente si metta sulla loro strada; ma chi si tiene la divisa, la toga dello Stato, le camere con vista dall’alto di colli romani e li aiuta nelle loro attività predatorie e nell’eliminazione delle figure scomode non ha solo paura; è anche un codardo privo di rispetto per sé stesso.

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28 maggio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Barbacetto “Su piazza della Loggia ora sappiamo la verità. Un pezzo che spiega un quadro intero”

Magistratura e forze di polizia hanno messo in carcere gli autori della strage in meno un anno e mezzo. Un anno e mezzo del pianeta Saturno, che impiega 29,5 anni terrestri a girare intorno al sole. Considerando che ci saranno state da mandare in galera un centinaio di persone si è avuto un tasso di punizione del 2%; con una risposta temporale del 3.4%, calcolata come il rapporto tra un tempo perfettamente accettabile, un anno terrestre e mezzo, e i 43 anni terrestri reali. Moltiplicando i due tassi si ottiene un indice di efficacia giudiziaria dello 0.07%. Questo limitandosi alle responsabilità di manovalanza e quadri intermedi. Si dovrebbe includere nel conto quanto l’impunità abbia permesso altri delitti e condizionamenti nelle ere politiche successive. Questa può essere una risposta all’abbuono alla Lucia Mondella – “Dio perdona tante cose per un’opera di misericordia” – secondo il quale la storia la scrivono i tribunali, e a spiegare “l’intero quadro” delle stragi sarebbe una sentenza di condanna minimale che segue ciò che è di dominio pubblico da decenni. Per chi conosca la partecipazione contemporanea di CC, poliziotti, magistrati al quadro dell’asservimento istituzionale ai poteri che oggi come allora controllano il Paese, la condanna micrometrica è piuttosto una operazione cosmetica che salvando la faccia consente di meglio proseguire nel servire gli stessi mandanti di allora in nuovi compiti, silenziosi ma non meno dannosi per il Paese.

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19 luglio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Borsellino, pg Fuzio scrive a Fiammetta. La figlia del giudice: “Lettera vergognosa. L’ultimo affronto da parte dello Stato”

Fiammetta Borsellino dice sulla desecretazione degli atti del CSM e della Commissione antimafia ciò che ho pensato anch’io. Credo inoltre che chi si pavoneggia e strumentalizza a fini mediatici, come Fiammetta Borsellino denuncia, si renda responsabile, sia pure inconsapevolmente, non di fenomeni aggiuntivi, ma di comportamenti che era tra le molteplici finalità delle due stragi indurre. Mi sono convinto – osservando l’operato delle istituzioni in un campo particolare, quello dei grandi intessi della biomedicina – che occorra distinguere tra ‘criminalità mafiosa’ e ‘strutture mafiose della società legale’. Con il duplice eccidio ai danni di due magistrati di eccezionale valore e di chi era con loro, e l’attribuzione esclusivamente alla criminalità mafiosa e ai suoi appoggi nello Stato, si è ottenuto anche un evento fondativo per l’instaurazione di una emergenza mafia perenne, che fornisce alibi, giustificazione, uno stemma nobile, ai tanti che nelle istituzioni servono le strutture mafiose della società; che sono così favorite e protette. L’antimafia che addita di continuo la criminalità mafiosa senza mai abbatterla non è vera lotta alla mafia, che è distruzione della mafia; ma aiuta gli affari delle strutture mafiose sociali. La criminalità mafiosa serve al potere anche da diversivo e da contraltare, interpretando sé stessa. Un assetto istituzionale malato, che spiega il divario folle tra i depistaggi e l’impunità da un lato e le fanfare commemorative dall’altro.

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26 ottobre 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Depistaggio di Stato, ma 25 anni prima di piazza Fontana. Carlo Lucarelli lo racconta su FQMillenniuM in edicola”

Per non dire dell’affaire Putifarre. La moglie, narra la Bibbia, accusò Giuseppe di avere tentato di stuprarla dopo che Giuseppe le aveva resistito. Casi storici nostrani sono in “In pessimo Stato”, O. Lupacchini; da leggere. Altri paesi hanno antologie simili. Da noi si pratica un equivalente intellettuale dell’astronomia tolemaica: contorsioni per attribuire all’indubbia tradizione locale, quindi primariamente a mandanti interni, i crimini usati per controllare l’Italia; da forze sovranazionali tuttora attive, che contano, primo dei “misteri”, su una classe dirigente collaborazionista. Su Il Fatto del 20 ott 2019, pg. 11, un articolo su Piazza Fontana: “Noi sappiamo”. “Basta con la retorica dei misteri d’Italia”. Più giù: [dei pochi processi sulle stragi risoltisi con condanne] “mancano i mandanti, alcuni degli esecutori, molti dei complici”. L’autore è Barbacetto, uno dei migliori giornalisti italiani, che ha dei meriti quanto a denunce. E’ del 16 dicembre 1969, 4 giorni dopo la strage, il rapporto del SID che dice che era stata realizzata da terroristi neri con l’appoggio della CIA. Il “mistero”, ovvero ciò che viene negato nel discorso pubblico, è che “siamo un protettorato USA” (Maletti). A pg. 10, a fianco al “Noi sappiamo”, articolo sui rapporti tra Berlusconi e Capaci messi in luce dal PM Tescaroli. Ma non si parla della pista USA: “Capaci, Luca Tescaroli: un atto terroristico-eversivo di una strategia più ampia”. S. Zecchi, Euronews, 26 maggio 2019.

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13 dicembre 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Piazza Fontana, Mattarella: “Depistaggio da parte di pezzi dello Stato doppiamente colpevole. No a tentazioni revisioniste per uso settario””

Similmente alla corruzione, che necessita di corruttibili oltre che di corruttori, i depistaggi non farebbero molta strada se non vi fosse nei vari settori e livelli gerarchici istituzionali una quota sufficiente di codardi, ruffiani e debosciati; ben disposti a lasciarsi forviare. La consistenza morale di chi occupa le istituzioni è un fattore importante ma trascurato; di primaria importanza anche per spiegare l’attuale condizione di declino.

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16 dicembre 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Terra dei fuochi, lo studio: “Concentrazioni elevate e fuori norma di metalli pesanti nel sangue dei malati di cancro”

Lo Stato corrotto che ha permesso gli sversamenti non si è ravveduto: prolunga, mutatis mutandis, la sua attività di supporto al crimine di alto livello. Questo studio cerca spudoratamente, contro le regole metodologiche, di spremere qualcosa da presentare. Non sarebbe stato accettato per la pubblicazione, neppure come studio esplorativo e preliminare quale dice di essere, se non vi fossero pressioni e interessi. Rappresentarlo al pubblico e alla Camera come conferma dell’equazione onirica cancro=sversamenti è truffaldino. Le mafie aiutano, è prassi, gli arcana del potere; qui facendo da spalla alle istituzioni interpretando sé stesse. Lo Stato – complici i media – manipola e censura per diffondere l’idea che le sorgenti cancerogene che indica siano eccezionalmente potenti. (Ma con un carattere di sfuggevolezza, di inafferabilità; mentre sui cancerogeni nei prodotti di consumo sta muto; men che meno avvisa sui farmaci cancerogeni). Penso rientri nella riconversione in corso del Paese come terra di sfruttamento: riconversione ad un’economia che necessita della creazione di pazienti per il business oncologico. L’altro ieri si è tuonato contro i depistaggi per Piazza Fontana. Un giorno, se fossero chiamati a dare conto dei danni così causati alla salute, della vendita dei cittadini come carne per l’industria medica, le istituzioni, magistrati con la gigantografia di Falcone e Borsellino per primi, diranno di essere stati depistati. Da input come questo studio.

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Blog de Il Fatto

14 gennaio 2020

Commento al post di M. Martucci “Cellulare e tumori, una sentenza conferma il nesso. E ora la posta in gioco è sempre più alta

Il settore biomedico è il più corrotto (Braithwaite, Gotzsche); la medicina, col suo potere persuasivo come pratica antropologica e l’intricato versante tecnico rende facile e sicuro nascondere danni reali e inventarne di falsi. Non si dice al pubblico del previsto “tsunami of iatrogenic harm” (Mandrola) da app mediche degli smartphone*; mentre si agita un rischio cancro aiutando così sia le sovradiagnosi di cancro a fini di lucro, sia interessi extramedici.

Impressiona come e quanto i magistrati siano partecipi. Es. a Brescia e Torino oltre a decretare un nesso cellulari-neoplasie sono già stati determinanti per Stamina, la truffa pro Pharma**, modulando il loro intervento massimizzando l’effetto disinformativo a danno della tutela della salute e coprendo le spalle ai responsabili istituzionali.

Disgustato, anche dalla promiscuità dei magistrati, mi rifugio nelle letture sulle buone pratiche di ricerca. Ma non c’è scampo: il libro di A. Field ‘An adventure in statistics’, Sage 2016, considera la sentenza nostrana sul cancro da cellulari -“In October 2012 Italy’s highest civil court supported Innocente Marcolini’s claim…. “ – per spiegare il metodo scientifico. Come esempio negativo. Il nesso che la nuova sentenza conferma è quello tra magistrati e medicina fraudolenta.

*I’m a Heart Doctor. Here’s Why I’m Wary of the New Apple Watch. Medium, 17 Set 2018.
**Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale.

bobovitz: “Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale”
Sinceramente, hai mai pensato di consultare uno bravo?

@ bobovitz. Un modo per vendere un prodotto che non funziona è raffrontarlo con uno ancora peggiore. Ciò è stato fatto per le promesse miracolistiche sulle staminali ufficiali, facendo spuntare e crescere versioni cialtronesche di cure miracolose con staminali; in USA si sono registrati tanti casi. In Italia abbiamo avuto Stamina. Non credo che uno psichiatra onesto considererebbe questa tesi motivo per intraprendere cure. Stamina è stata lanciata a Brescia dal più grande ospedale pubblico, sede universitaria, della regione modello per la sanità; essendo il rettore dell’Università di Brescia, Pecorelli, presidente dell’ente per il controllo scientifico dei farmaci, l’AIFA. Forse uno bravo vedrebbe comportamenti psicotici nelle istituzioni responsabili. Lasciando da parte la psichiatria, “tu sei matto” è l’argomento dei borsaioli colti in flagranza.

bobovitz: Vedo che non hai seguito la vicenda Stamina (o l’hai seguita ma non l’hai capita), motivo per cui passo oltre.

@ bobovitz. Capire una truffa è decostruirla e ricomporla (ci si riesce se si possiedono sufficienti conoscenze sul merito e le circostanze). Il primo passo è proprio non accettare la storia che presenta. Storia che a volte ha più di un livello. Es. non credere all’imbonitore che per accattivarsi la fiducia sbugiarda, dicendo il vero, un astante che in realtà è il suo compare. Ma queste cose non le devo certo spiegare a te.

15 gennaio 2020

Commento al post di L. Gaita “Cellulari e tumori, gli scienziati discutono su sentenza. Polichetti (Iss): “Studi non sufficienti per un verdetto così”. L’Isde: “Nessun stupore””

Uno dei criteri classici di causalità in epidemiologia (Bradford Hill) è la presenza di correlazione dose-risposta. Es. più sigarette si fumano più aumenta il rischio di cancro del polmone. Qui abbiamo, nella comunicazione al pubblico, una correlazione inversa. Si tace degli effetti cancerogeni accertati da radiazioni EM ad alta energia, quelle da TAC*, ionizzanti, capaci di alterare il DNA; e della insufficiente attenzione a questo pericolo nel prescrivere esami radiologici**. Mentre si cerca a tutti i costi di fare figurare un simile effetto, nonostante l’evidenza cercata e non trovata, delle radiazioni a bassa energia. L’inversione della correlazione dose-risposta può essere considerata come indice di disinformazione. Qui è associata al silenzio anche sui danni autentici da cellulari, quelli iatrogeni da app mediche***. Quel che è peggio alimenta l’allarmismo che favorisce le lucrose sovradiagnosi di cancro. Mette la credibilità delle sentenze al servizio del perverso marketing biomedico; e scredita una magistratura già collusa rispetto ad una ricerca biomedica che il business, dopo averla resa strumento di frode, vuole sia riconosciuta come supremo legislatore e suprema magistratura.

*Overall Cancer Incidence 24% Greater for Those Exposed to CT in Childhood or Adolescence. BMJ, 2013.
** Personalized and Conscientious Medical Imaging. To Image or Not to Image. Jama, 2017.
*** Artificial Intelligence Is Rushing Into Patient Care—And Could Raise Risks. Sci Am 2019.

18 gennaio 2020

Commento al post di P. Gentilini “Cellulare e tumori, la sentenza di Torino è una pietra miliare. Per me una boccata d’aria”

Gli ideali vanno a male, e il liberismo accelera la putrefazione. Es. da Gramsci a Renzi. Gotzsche, parlando della degenerazione della Cochrane, da lui cofondata e che oggi l’ha espulso, riporta come ogni singola ONG crescendo finisca con l’operare in maniera diametralmente opposta ai fini per cui fu fondata. Da Tomatis – pure lui cacciato da ciò che fece grande – che combatté la cancerogenesi da prodotti industriali, ai “medici per l’ambiente” che non fanno pulizia in casa propria, la medicina, ma usano l’inquinamento come spauracchio per aumentare la sporcizia domestica delle sovradiagnosi di cancro. Il livello di conflitto di interesse e di corruzione in medicina è da non credere, dice Gotzsche nel descriverlo. Ma magistrati che parlano di conflitti di interesse qui mi ricordano, oltre a Manzoni “a giudicare per induzione, e senza la necessaria cognizione dei fatti, si fa alle volte gran torto anche ai birbanti”, Iago che dice a Otello “Guardatevi dalla gelosia, mio signore”: ne osservo da anni gli interventi in campo biomedico, e posso mostrare come nelle operazioni di suggestio falsi e suppressio veri a favore del business biomedico ci si tuffino e ci sguazzino. Anche in questo caso, dove mentre si dice di opporsi alla corruzione ci si arrampica sui vetri per lanciare un allarme inconsistente che favorisce le sovradiagnosi di cancro e depista dai cancri veri da radiazioni ionizzanti da esami radiologici e dai danni iatrogeni da app biomediche degli smartphone.

@ Valter Fiore. Lo spiega es. il cardiologo Mandrola*, che in precedenza ha definito uno “tsunami of iatrogenic harm” gli effetti da attendersi da app mediche. V. anche Artificial Intelligence Is Rushing Into Patient Care—And Could Raise Risks. Sci Am 2019.

E sui cancri dalle radiazioni ionizzanti delle TAC non necessarie? La testimonianza giurata di non conoscenza da parte di una persona competente come lei è effetto dell’impostazione commerciale, che fa intraprendere e diffondere le cosiddette ‘fishing expeditions’ per acchiappare una pagliuzza essendo omertosi sul pilone da viadotto appenninico.

*I’m a Heart Doctor. Here’s Why I’m Wary of the New Apple Watch. Medium, 17 Set 2018. Screening for Atrial Fibrillation Comes With Many Snags. JAMA, 7 ago 2018.

@ Valter Fiore. I wearables e la relativa disinformazione aggiungono, sfruttando la ‘gizmo idolatry’, un ulteriore livello di generatori di sovradiagnosi e quindi di danni iatrogeni alla salute; la cui responsabilità piuttosto che agli ipocondriaci va addossata agli organi regolatori, e a chi ne intasca i benefici, medici “scocciati” inclusi. Le CT scan inutili non sono solo uno spreco. Causano malattia e uccidono, per cascade effects da incidentalomi e anche per effetto diretto provocando cancri. La medicina difensiva è una scusa, e un illecito*, per giustificare gli interessi di lucro di una medicina che è tutta privata, nelle impostazioni e nella dottrina: anche la medicina pubblica oggi è il terminale pubblico di una medicina privata. Le indicazioni e le prassi sono dettate, complici i politici (e magistrati), dal business; che ne raccoglie i profitti, anche indebiti, tramite il prelievo fiscale**. Da qui la recente simpatia per la medicina “pubblica” dei pescecani del business biomedico. “Fishing expedition” in biomedicina è un termine dispregiativo che indica il cercare di produrre risultati a tutti i costi; con mezzi scorretti come l’abuso delle subgroup analysis e il p-hacking. Lei applica la comune confusione tra exploratory e confirmatory research, che è come fare passare la raccolta di voci su eventuali reati per il verdetto di condanna della Cassazione.

*V. La medicina difensiva come scusa e come illecito.

**V. Le frodi mediche istituzionalizzate come tasse occulte.

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11 febbraio 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Pipitone e G. Trinchella “Strage di Bologna, chiusa l’inchiesta sui mandanti: “Fu organizzata e finanziata dalla P2 di Gelli e dal prefetto D’Amato. Bellini tra gli esecutori. Indagato per depistaggio anche un ex generale del Sisde””

E’ il pipelining giudiziario. Nel 2020 i magistrati individuano i livelli intermedi, “mandanti”, della strage del 1980. Può darsi che nel 2060 riconosceranno le operazioni piduiste che nel 2020 la magistratura lascia indisturbate – e talora aiuta – forte anche del credito che ottiene additando i criminali di 40 anni prima; o meglio le loro tombe. Nel 2100 porterà in tribunale i crimini di Stato su cui aveva chiuso gli occhi nel 2060 mentre svelava i crimini del 2020, etc.

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13 febbraio 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post “Giuseppe Uva, le motivazioni della Cassazione dopo l’assoluzione di poliziotti e carabinieri: “Non vi fu violenza gratuita””

Non è difficile tecnicamente praticare occasionalmente la lupara bianca istituzionale, una lupara bianca alla luce del sole, cioè commettere un omicidio e attribuire le cause della morte a fattori che scagionino – meglio se addossabili alla vittima; purché si possa abusare del potere di polizia, si possa alterare la rappresentazione dei fatti, e si possa contare sulla complicità di medici e sulla alleanza di magistrati. Una combinazione di illeciti non astratti. La videosorveglianza con telecamere, che registri il trattamento di chi si trovi in balia di persone che esercitano l’uso legale della violenza, da visionare in casi come questo, dove un arresto di dubbia legittimità è esitato in una morte improvvisa attribuita a entità notoriamente di comodo come la excited delirium syndrome e il prolasso della mitrale, limiterebbe i casi di lupara bianca istituzionale ed eviterebbe accuse infondate e sospetti ingiusti su carabinieri e altri agenti.

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20 febbraio 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post “Depistaggio via D’Amelio, Boccassini ai giudici: “Scarantino? Si doveva capire subito che era inattendibile. Atteggiamento verso di me cambiò dopo le elezioni del 1994” “

Ilda Boccassini ha qualche ricordo affettuoso su Tinebra, reggente della “procura massonica” responsabile del depistaggio al quale risulta essersi opposta; mentre Gioacchino Genchi le puzza. Oltre al ‘gut feeling’ non dà molte ragioni specifiche per giustificare il giudizio schiacciante sul già poliziotto esperto di informatica. Genchi risponde che la Boccassini è la prima responsabile del depistaggio. 28 anni dopo siamo a questo punto. Come stanno le cose? Sarebbe di primaria importanza che ci venisse reso noto, perché l’uccisione di Borsellino, caso estremo nella selezione avversa della classe dirigente – qui un’epurazione esemplare degli uomini dello Stato più validi, seguita da una reazione di magistratura e polizia goffa e torpida (per usare eufemismi) – ci riguarda in prima persona, noi e le nostre famiglie. Inoltre, è anche interessante vedere se è accaduto che magistrati e dirigenti di polizia abbiano screditato, delegittimato e ostracizzato tecnici pericolosi per i grandi interessi illeciti dei poteri superiori. A me risulta che, quali che siano le pulsioni psicologiche, o meglio i deficit, dei singoli, la magistratura e le forze di polizia forniscano questo servizio di sicari morali, dagli effetti paralleli a quelli dei killer con la pistola; e posso testimoniarlo.

@ Maria Gabriella Bernardini. Quando ci si sta occupando sul serio di una cosa come l’accertare le responsabilità della strage di Via D’Amelio, che è come per un alpinista essere intento a scalare l’Annapurna, toni paternalistici, a maschi o femmine, non hanno rilevanza emotiva per chi li riceve; sono – uomo o donna – frivolezze, da annotare se ripetute come indice di possibile atteggiamento inappropriato. L’importante è, per quelli – di qualunque sesso – che abbiano accettato di condurre loro l’impresa, salire fino in cima. Invece di tornare indietro con un giro largo dopo qualche spuntone e qualche folata; per poi dare una loro versione di cosa è accaduto in quota. I bisticci tardivi sul depistaggio ricordano appunto quelli storici, con reciproche accuse di vigliaccheria, tra scalatori. Ma qui non si tratta di un’impresa sportiva, e la verità non andrebbe lasciata ai memoriali di parte, ma ricostruita seriamente ed esposta in forma compiuta; ripulita dalle note di colore, come il “Cocca” di un magistrato dal comportamento censurabile sotto ben altri aspetti a un PM donna estremamente motivata a seguire la via e i passaggi che portano alla cima, quando la cima è quella del successo mondano.

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27 giugno 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post “Omicidio Vannini, in un audio “ripulito” le ultime parole del ragazzo ucciso: “Ti prego basta, mi fa male. Portami il telefono”

Ciontoli con l’aiuto dei suoi cari avrà anche impedito a Vannini di attaccarsi alla cornetta, ma mai poteva immaginare, lui che è un militare dei servizi che fa la guardia del corpo, non un perito balistico né un patologo forense, che i proiettili della sua arma da guerra, sparati da vicino, non si fermano dopo qualche cm; né che trapassando il torace di una persona e sequestrandola impedendole di ricevere cure adeguate la si porta a morte. Sfido chiunque non abbia alle spalle ardui studi specialistici a sapere che proiettili del tipo in dotazione alla polizia oltrepassano cute, sottocute, fascia, muscoli, ossa e raggiungono facilmente gli organi interni; potendo quindi, strano ma vero, addirittura uccidere; e che sia elevata la probabilità di morte ad horas per una persona che resti viva dopo che le si è bucata da fianco a fianco con una pistolettata la cavità nella quale sono stipati cuore, grandi vasi e polmoni.

Occorre anzi la revisione di tanti processi: sono stati dati ergastoli a persone che hanno sì sparato in testa ad altri, ma essendo manifestamente a digiuno delle più elementari nozioni di neuroanatomia. Es. senza sapere della presenza nella scatola cranica della via spino-bulbo-talamo-corticale. Del resto, il magistrato che scrive che in quella casa “difettava la piena consapevolezza delle circostanze” dimostra col suo stesso esempio che per chi appartiene alla parte buona della società non c’è niente che non possa essere commesso a propria insaputa.

@ strawy 1. La mia era un’ironia. Per sottolineare come la supposta disamina giudiziaria rigorosa abbia sfondato i limiti del buon senso, finendo nel teatro dell’assurdo. Una calibro 9, una semiautomatica come se ne vedono innumerevoli in tv, non è un flobert. I suoi effetti sul corpo sono universalmente noti a chiunque, bambini compresi. Chi fa il mestiere di Ciontoli non può onestamente sostenere di avere creduto che la pallottola sarebbe stata raggiungibile nel braccio con un ferretto; di non essersi accorto – mentre sostiene ravanava nel foro d’entrata – di come avesse proseguito il tragitto nel torace – messo a nudo. E di non essersi reso conto degli effetti del proiettile, e delle inevitabili conseguenze dell’impedire soccorsi tempestivi. Addirittura dicono di non esseri accorti del boato dello sparo, in un appartamento. La paura miserabile che farebbe anteporre a qualsiasi cosa il non perdere il lavoro, gli improbabili tentativi di estrazione del proiettile, coprono volontà e disegni strutturati, ben diversi da quelli di una famigliola di cialtroni nel panico. Non ci sarebbe bisogno di ricorrere a vie espressive elaborate per partecipare all’indignazione generale se la magistratura non avesse fornito i coperchi alle pentole della difesa.

@ Antonella Genova. E’ quello che sto cercando di dire. In questa vicenda, forse incluse le intercettazioni nella caserma dei CC, non così naive per chi stia nel giro, il canovaccio della ricostruzione dei fatti e delle motivazioni è stato lasciato dettare agli imputati.

@ Francesco Mariani. Grazie. Credo che in questo caso occorra appoggiare l’azione giudiziaria. Sia per conformarsi alla volontà dei genitori di Marco, sia perché sta mostrando al grande pubblico quali composti mostruosi genera l’interazione tra servizi e magistratura.

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16 settembre 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Pipitone “Mauro De Mauro, così scompariva un giornalista. Depistaggi, servizi e mafia: dopo 50 anni è rimasto un caso senza verità”

In queste rievocazioni dei “casi senza verità” invece di dare tutta la colpa per l’impunità e l’aura di mistero a depistaggi “massicci”, come hanno scritto i giudici, andrebbe detto che di massiccio c’è anche l’inerzia dei magistrati, CC, PS, GdF; la cui massa predominante quando sono in corso operazioni dei burattinai che muovono mafia e servizi nostrani è, e resta per diversi decenni, una funicolare senza corrente.

Commento al post di G. Pipitone “Mattarella ricorda De Mauro 50 anni dopo: “Caso senza verità è una sconfitta per le istituzioni. Squarciare velo degli occultamenti”

Può essere utile leggere oggi due libri nei quali si intrecciano le vicende di Mauro De Mauro e di Bernardo Mattarella: “I complici. Gli anni dell’antimafia” Feltrinelli, 1973, del giornalista de “L’Ora” Orazio Barrese; “Storia segreta della Sicilia. Dallo sbarco alleato a Portella della Ginestra” Bompiani, 2005, dello storico G. Casarrubea.

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8 novembre 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post di E. Trevisan ” “La prima bomba”, la strage di Piazza Fontana diventa un fumetto noir. La disegnatrice: “Così tra fiction e realtà lo spettatore si immedesima” “

Un esempio di “alambrismo”. Ai musulmani è vietato raffigurare Allah; nei paesi islamici si è quindi perfezionata la decorazione geometrica, gli arabeschi, raggiungendo l’eccellenza. I geometri moderni hanno osservato che nell’Alhambra abili artisti hanno impiegato tutti e 17 i gruppi di simmetria che sono possibili in due dimensioni. Piazza Fontana e gli altri misteri d’Italia devono rimanere impuniti e avvolti in una caligine artificiale; la magistratura ha attivamente provveduto a ciò: vedi G. Salvini, La maledizione di Piazza Fontana, Chiarelettere 2019. La proibizione di dire pane al pane sui misteri d’Italia, e l’obbligo di lasciare sostanzialmente impuniti i crimini coi quali si controlla il Paese, hanno portato a una florida produzione vicaria, che si produce in virtuosismi che a volte raggiungono un notevole effetto estetico; a supplire alla perenne insufficienza morale e civile.

Si può immaginare a quale profluvio alambrista darà luogo l’operazione covid. Mentre non si dirà che è stata facilitata dall’avere selezionato una classe politica e dirigente di telecomandati. E che la magistratura e il Viminale vi hanno collaborato provvedendo tramite assassinio morale all’eliminazione preventiva di soggetti che avrebbero contrastato le manipolazioni tecniche e i danni al Paese di questa nuova operazione false flag, che attribuisce caratteristiche da samurai invincibile a un virus respiratorio invece che a un gruppetto di spostati.

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11 gennaio 2021

Blog de il Fatto

Commento al post “Francesco Zambon parla a La7: “Dalla denuncia intorno a me solitudine, dall’Oms non ho avuto solidarietà” “

Credo che dietro le quinte, al di là delle esigenze di copione, la solidarietà per Zambon ci sia, perché fa comodo a tutti i vari poteri coinvolti un falso pentito che recitando sui media la parte dell’ostracizzato permette di fingere di credere al depistaggio – inconsistente sul piano tecnico – per il quale la strage reale in Lombardia orientale che ha innescato l’operazione Covid sarebbe dovuta al non avere aggiornato un documento dell’OMS. Un “piano antipandemico” preparato non in base a dati di fatto, ma all’opposto mentre si lanciavano ingigantimenti mediatici catastrofisti, antiscientifici, che facevano figurare le periodiche ondate di virus simil-influenzali come armageddon, per i quali sarebbe lecito parlare di rischio di estinzione di H. Sapiens secondo R. Horton, attuale direttore del Lancet (Infection: the global threat. The New York review, 1995). Un depistaggio che configura inoltre una situazione – rivelatrice – di paradosso di Gettier, dove un allarme manifestamente costruito poi si realizza; in forme anch’esse non limpide.

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24 marzo 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post “Strage via d’Amelio, l’ombra dei servizi sul depistaggio delle indagini. Il pentito e “gli amici del Monte Pellegrino”

Parlare, 2021, di “ombra dei servizi sul depistaggio” da un lato è tristemente comico. Dall’altro è a sua volta un depistaggio: additando lo sporco ovvio tiene in ombra le complicità di magistratura e polizia convenzionali; che contrariamente a quanto ci fanno credere stanno con i cattivi, quando i cattivi sono molto forti. Io lo vedo nel depistaggio in corso sullo knock-on covid in Lombardia orientale. Che in quella strage siano entrati fattori iatrogeni è scritto in Alicespringtomind, un sito dell’Australia centrale: “the region of Bergamo experienced a high death rate attributed to Covid, but now seemingly also associated with the ventilator crisis “. “Ventilator crisis” ha, come è tipico delle frodi iatrogene, 2 significati opposti. Quello genuino è che i ventilatori sono stati usati troppo, non troppo poco: “The “ventilator crisis”, in which ventilating elderly people who are highly vulnerable to death from this intervention was initially recommended by WHO” (ib.). Da noi tutti zitti. I medici, eroi; la Procura di Bergamo abbraccia la grottesca versione dei responsabili, quella del mancato “piano pandemico”, che non solo li scagiona ma favorisce la continuazione di colossali reati. Il depistaggio è attuato anche tenendo a bada, modo mafioso, i guastafeste; da chi di dovere, che include pattuglie con le insegne dei vari corpi di polizia, prefetti che predicano l’etica pubblica, sindaci santimoniosi e magistrati impegnati nella lotta contro l’idra ndranghetista.

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25 marzo 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post “Vaccini Covid, task force di Aifa a disposizione delle procure che indagano per dare indicazioni e informazioni”

Giovanni Salvi non a caso ha raggiunto il grado massimo, di Procuratore generale presso la Cassazione. Ha praticato il “cicognismo”* negando l’azione di qualsiasi altra forza oltre agli sciancati delle BR nell’eliminazione di Moro. Affidare l’accertamento della verità sui vaccini Covid ad Aifa e CTS è molto simile a ciò che fece Cossiga nel 1978 – durante quel precedente golpe – avvalendosi di un “comitato tecnico” composto da agenti che favorirono l’assassinio di Moro.

*Cicognismo: uno studio statistico mostrò una forte correlazione positiva in città del Nord Europa tra numero di nidi di cicogna e nascite di bambini. Come se i bambini li portasse la cicogna. Ma la spiegazione causale deve considerare un tertium quid, una lurking variable. Per le cicogne e i bebè la crescita socioeconomica che favorisce sia la nidificazione che le nascite. Per Moro i poteri sovranazionali, che hanno ottenuto una esecuzione esemplare muovendo come burattini terroristi e politici. Il cicognismo nega il tertium quid e ne denigra la ricerca; praticando qualsiasi contorcimento pur di sostenere le semplici e puerili versioni di facciata.

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25 marzo 2021

Blog de il Fatto

Commento al post di L. Musolino “Gratteri e il caso della prefazione: “Non c’entro con il negazionismo, ho ribadito l’allarme su come le mafie approfittano della pandemia””

Come in altri snodi nefasti dell’Italia repubblicana, anche per l’operazione covid l’orientamento generale della magistratura è quello greve e triste del collaborazionismo. I magistrati hanno la capacità, affinata nei decenni, di non farlo apparire, es. esibendo figure di eccezione – a volte mandate a morire – come campioni rappresentativi della categoria, o praticando raffinati cerchiobottismi e anfibologie nei loro interventi e sentenze. Questa può essere una chiave interpretativa sul perché un magistrato già parte del governo Prodi (l’allineato, ma con la seduta spiritica dove La Pira dall’oltretomba disse “Gradoli”), come sottosegretario al ministero della polizia – ministero che, posso testimoniare, in piena continuità col suo passato deviato il terreno propizio all’attuale “strage di Stato” l’ha preparato fin dai tempi di Giorgianni – denunci l’operazione covid come un crimine di Stato; e Gratteri, anche al netto della scissione narcisista e della sua assenza di problemi di ritrosia, trovandosi su posizioni opposte arrivi a collaborare con il magistrato iconoclasta scrivendo la prefazione della denuncia. Però parlando solo dello spicchio politically correct, la sineddoche mafiosa, la parte criminale presentata al pubblico come il tutto criminale: la mafia di cosca, che distoglie dai sanguinari barattieri che conducono l’operazione covid, coi quali forse si è già accordata.

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31 marzo 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Borsellino “Rosario Cattafi potrebbe uscire indenne dal processo per mafia. Il dibattimento va riaperto”

Intanto gli appassionati possono godersi qui su Il Fatto Gomez, Laronga e Carofiglio raccontare l’avvincente storia di come sia fiorita la “quarta mafia”, quella foggiana. Sembra che la mafia più che combatterla la si coltivi, e che l’antimafia istituzionale sia più una fragorosa fanfara di panciuti musicanti che un silenzioso ed efficiente reparto d’assalto.

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9 aprile 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Mantovani “Ranieri Guerra indagato a Bergamo per false informazioni al pm. Fu sentito come testimone sull’aggiornamento del piano pandemico”

La medicina è sempre stata, e oggi lo è più che mai, punteggiata di gorghi: di misleading feedback, circoli viziosi, che attraverso manipolazione e disinformazione producono iatrogenesi e la moltiplicano, sia a livello individuale che di popolazione*. Sono gorghi che, nefasti per i pazienti e il pubblico, conferiscono alibi e potenti protezioni ad addetti e fiancheggiatori, perché creano e ingrandiscono lucrosi mercati*. Puntare l’attenzione verso una insufficiente aderenza ai dettati delle strutture che hanno prodotto e gestito l’operazione covid – e che negli anni precedenti hanno condotto prove di allarmi apocalittici che hanno incluso la stesura dei piani pandemici – non è solo un depistaggio ma una forma perversa di depistaggio; che oltre a distogliere dai misleading feedback iatrogeni della strage dell’anno scorso in Lombardia orientale e dai successivi alimenta e potenzia quelli che vengono pilotati nel presente, e quelli che verranno pilotati nei prossimi mesi e anni, dalle stesse forze, quando sarà ulteriormente prolungata la presente epidemia, o si presenteranno le annunciate future epidemie, tutte dello stesso ceppo dell’attuale, il ceppo “ammazzademocrazia”.

*Hofmann B, Welch HG. New diagnostic tests: more harm than good. BMJ, 2017. 358: j3314.

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13 aprile 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post “Piano pandemico, perché il caso del dossier Oms sparito si intreccia con il G20 a guida italiana. I punti che Speranza deve chiarire”

E sarebbe per questo che la Lombardia orientale ha segnato un record mondiale negativo, trasformandosi da area ricca e provvista di una medicina di punta nell’ultima landa desolata del globo? Lo scambio di accuse ricorda quello tra Vittorio Gassman e Memmo Carotenuto davanti al giudice istruttore, I soliti Ignoti, scena 15. Solo che qui i magistrati ci credono, a quanto pare, mentre nel film il giudice conclude: “Avete finito?” “Dentro tutti e due”.

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16 aprile 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post “Strage di Bologna, al via nuovo processo. L’ex terrorista Bellini: “Come Sacco e Vanzetti”. Bolognesi: “Si difenda nel merito””

Una volta a Boston dovetti recarmi in un ospedale di Braintree, il quartiere di Sacco e Vanzetti, per avere copia di un articolo scientifico. Prendemmo con l’allora mia moglie la metro, e ci avviammo a fare l’ultimo tratto a piedi. Dopo poco si fermò un vecchio macchinone, guidato da una donna di mezza età, che ci chiese dove andavamo, e si offrì di portarci a destinazione. Gli americani hanno di queste gentilezze. Accettato il passaggio, in auto chiacchierammo. La donna ci raccontò di discendere da italiani, e di essere la moglie di un poliziotto. “You live in Braintree, you are of italian heritage, and the wife of a policeman. So you know about Sacco e Vanzetti” le dissi. Il tentativo fu stroncato con un “No” forte e sgarbato. La sua espressione si indurì fino a divenire cattiva, come se avessi detto qualcosa di offensivo. Il breve trasporto proseguì in silenzio. Forse il passaggio non era stato una cortesia, ma una forma di controllo. Il controllo continuo e pronto, aggressivo e preventivo, che si pratica in USA, dentro e fuori i confini.

Si dice che con l’esecuzione di Sacco e Vanzetti si sia voluto dare un segnale non solo in chiave anti-commies (anarchici, socialisti, etc.) ma anche per tenere al loro posto gli immigrati italiani. Un controllo “pre-emptive”. La strage di Bologna e suoi contorni hanno servito logiche e pratiche di controllo dello stesso tenore, che accomunano a Sacco e Vanzetti le vittime e non la manovalanza.

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30 aprile 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Casula “Bambino morto a 5 anni di tumore, la procura di Taranto chiede il processo per 9 dirigenti ex Ilva”

In queste ore è in corso un nuovo tentativo di depistaggio su Via d’Amelio. I magistrati sanno con quanta cautela vanno prese le dichiarazioni di chi si presenta come pentito.

Il liberismo si basa sulla manipolazione cognitiva, su una presentazione della realtà a fini di profitto distorta in maniera magistrale e diffusa con l’uso dei più larghi mezzi. I magistrati non verificano se alcuni grandi temi mediatici, all’apparenza sacrosanti e meritori, siano in realtà volti a interessi illeciti; alla istituzionalizzazione di frode e sfruttamento. Così che è possibile che loro ne divengano strumento, come è già avvenuto per i depistaggi mafia-servizi. Es. che in futuro sulla spinta di questi allarmi le diagnosi di tumore pediatrico e il business che sostengono aumenteranno. Studi mostrano come gli allarmi inneschino un feedback positivo che autoalimentandosi genera sovradiagnosi. Sembra che non se lo chiedano, o che non vi badino. Ci sono le teste di turco mafia-servizi; ma ci sono anche le teste di turco cognitive, che, non meno perfide e velenose, fuorviando possono fare male su larga scala.

Ilva. Dal cancro nascosto al cancro inventato.
La post-camorra. Dai tagliagole alla chirurgia ingiustificata della tiroide.

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1 maggio 2021

Blog de il Fatto

Commento al post “Brescia, arrestati nella notte due no vax cinquantenni per l’attentato del 3 aprile all’hub vaccinale: “Indiziati di atto di terrorismo” “

Un’altra notizia sui vaccini: chi è vaccinato può sviluppare la malattia a causa delle varianti. “L’idea che potremmo non avere più necessità di test nel mondo post-vaccino probabilmente non è accettabile in questo momento. Per quanto ne sappiamo attualmente, anche le persone completamente vaccinate che sviluppano sintomi respiratori dovrebbero prendere in considerazione di sottoporsi al test per Covid-19, e dovrebbero fare lo stesso in caso di esposizione a individui con infezione nota”*.

I virus a RNA costituiscono delle “quasispecie”, nelle quali in continuazione sorgono varianti. Presentando artatamente le attese varianti come dei nuovi ceppi virulenti si crea la pezza d’appoggio per un vaccino che libera quando c’è da porgere la spalla all’ago e non libera quando c’è da prolungare a oltranza la condizione di cittadini di un paese sotto occupazione. Questo però non viene discusso. “L’impronta che lo Stato ha dato per la gestione della pandemia” (Procuratore Prete) è invece quella di accostare all’eversione la critica della gestione liberticida, dei danni immani che causa e delle sue distorsioni tecniche. I due dinamitardi inconsulti sono coerenti con l’impronta data tramite lo Stato. Come lo erano gli utili farabutti di 40 anni fa che oggi si finge di mettere nelle galere dove dovrebbero risiedere da allora. Mentre appare si torni ai tempi dell’Hyperion e del destabilizzare per stabilizzare.

*Vaccine Breakthrough Infections with SARS-CoV-Variants. NEJM 21 apr 2021.

@ Koryu. Quanto scrivi è assurdo, ma l’assurdo è la norma in queste operazioni. “Fermezza” nel senso di tenerlo fermo nelle mani degli assassini, per Moro, brache calate per Cirillo. I magistrati che non indagano i legami evidenti della Faranda con Vaticano e col Viminale e a vittime tumulate la invitano a tenere conferenze. Borsellino tradito da vivo, e poi da morto, da coloro che se ne fanno belli appendendo la sua foto con Falcone alle spalle della scrivania. Quindi non mi sgomenta questa tua classificazione demenziale.

La tua bavosa accusa mostra come i bombaroli servano a creare una sorta di anagramma, dotato di senso compiuto, anche se falso, scambiando le posizioni. I venduti vengono messi al posto dei paladini del bene, gli onesti in quello dei fanatici pazzi. Oggi come allora i bombaroli, anche questi alla Franco e Ciccio, non stanno dalla parte degli onesti, ma stanno dalla parte degli uffici affari riservati, logge, curie, uffici giudiziari, che inventano la devianza per favorire e praticare l’eversione dall’alto, quella dei poteri che servono.

@ Koryu. L’errore è illudersi che gli asini siano solo un paio. La rappresentazione dell’estremismo, qui accoppiato alla stupidità, rassicura: noi non siamo così, ci fa credere. Ma di asini troppi ce ne stanno. Gente che vuole la vita comoda finita a tirare la diligenza dell’omino di burro, trasformata in asino, avendo creduto alla medicina del Paese dei balocchi. Asini che assestano il proverbiale calcio dell’asino, in questa pandemia che come è stato scritto “empowers the petty”; dove più si è asini più si è a posto. Re Mida che nascondono le orecchie d’asino, con le quali la divinità li ha puniti, atteggiandosi a padreterni. Asini da quali si ottiene lo zigrino; la “pelle di zigrino”, con gallerie di personaggi privi scrupoli, simili a quelli del romanzo omonimo di Balzac. Inclusa l’opinione pubblica, che il maestro francese nel romanzo definisce “la più viziosa delle prostitute”.;)

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8 novembre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post “Borsellino quater, la Cassazione: “Anomalie e zone d’ombra ma strage di via D’Amelio ha paternità mafiosa””

Dato il contesto attribuire agli esecutori mafiosi anche il ruolo di mandanti appare irrealistico. Di sicuro è illogico escludere positivamente “variabili latenti” quando vi sono segni concreti, ammessi pur snobbandoli dagli stessi giudici, della loro azione. E’ un passaggio di testimone tra ricostruzioni che non smascherano i disegni di potere ma ne favoriscono il proseguimento. Ci si accinge a giustificare la strage covid in Lombardia orientale con narrazioni di comodo scritte dai mandanti. Dall’oniricità dei viddani dotati dei superpoteri dei fumetti a quella della strage covid focalizzata entro sanità locali, che sono efficienti emissarie dei registi, come dovuta ad una insufficiente aderenza ai dettati dei registi.

Col covid diritto e scienza si stanno malamente congiungendo. E con essi mistificazioni scientifiche e paralogismi giuridici. E’ tenuta nascosta dagli imbonitori mediatici – ma è sottolineata dagli esperti onesti – l’importanza delle variabili latenti in epidemiologia. Latenti non vuol dire inimmaginabili o esoteriche, essendo spesso entità comuni, ma trascurate nell’impostazione, soggettiva, del modello. Va riconosciuto come parallelamente sia praticata la ricostruzione giudiziaria surrettizia, dove si espelle l’evidenza di fattori sottostanti, “latenti” ma non così arcani, diversi da quelli evidenti e pubblicizzati sui quali si addossano in toto le responsabilità, e sui quali si cuciono significati che prolungano l’eversione.

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Brescia, 29 novembre 2021
Dr. ssa Elisabetta Melotti
Procuratore della Repubblica
Rimini

prot.procura.rimini@giustiziacert.it

La censura del gatto e la volpe su Antimafia e caso Pantani al tempo del Covid

in Per cosa è morto Pantani. Lo sport e il marketing farmaceutico

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12 dicembre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post “Piazza Fontana, il Senato twitta la relazione degli ex Msi che rilancia la pista anarchica. Fratoianni: “Oltraggio, fu attentato fascista””

Fu, come si dice, una “strage di Stato”. Ma si dovrebbe dire “strage di Stato commissionata”. Meglio, “strage di Stato commissionata e lasciata impunita”*. Meglio ancora, “strage di Stato commissionata, lasciata impunita e con perenne copertura istituzionale dei mandanti con attribuzione di tutte le responsabilità agli esecutori”. Gli italiani avrebbero da guadagnare, soprattutto oggi, per ciò che attiene al loro futuro, dal superare il timore reverenziale e riconoscere sia il ruolo dei pupari stranieri**, sia – non meno deleteria – la viltà dei burattini istituzionali; invece di accettare, facendosene partecipi, il solito teatrino depistante e autoassolutorio fasci-compagni.

*Salvini G. La maledizione di Piazza Fontana. 2019.
** Willan P. Puppetmasters. The political use of terrorism in Italy. 2002.

13 dicembre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post “Strage di piazza Fontana, Mattarella: “Processi hanno lasciato verità non pienamente svelate. Ma emerge la matrice eversiva neofascista””

La matrice eversiva fu atlantica. La sua manovalanza neofascista emerse già al tempo delle calunnie del questore Guida. Che, ho sentito a una conferenza dalla figlia di Pinelli, era stato addetto al confino quando era nella polizia fascista. E’ vero che c’è dai tempi del fascismo di cento anni fa un filo ininterrotto delle infamie; sia nero, rosso, bianco o altro il colore che assume nei vari tratti. Vige il “tolemaicismo” sui misteri d’Italia, cioè il mettere al centro delle ricostruzioni fattori interni, torturando fatti e logica. I post fascisti reggono il gioco ai “glaxocomunisti”, che si rifanno una verginità gridando alle camice nere, mentre servilmente evitano così la visione corretta, “l’eliocentrismo” nel quale l’ltalia è un satellite di poteri esteri, che ne determinano il corso, con i vari mezzi del potere; es. usando cialtroni rossi o neri come pedine. Questa mistificazione, dettata dai mandanti, è anch’essa una prosecuzione in altre forme di quegli anni che si dicono passati; e che invece servirono tra le altre cose a sostituire una classe politica, quella dei Moro, dei Mattei, dei La Torre, che manteneva il senso degli interessi nazionali con una i cui componenti gareggiano nel fare i tirapiedi ai poteri che ordinarono le bombe nell’Italia prospera di allora e che oggi ordinano gli inoculi dietro ricatto del fascismo dei banchieri, nell’Italia tornata terra di conquista.

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20 dicembre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post “Strage di piazza della Loggia, chiuse le ultime inchieste: due indagati per la bomba del 1974”

Le virtù della Costituzione del 1948, venuta alla luce dall’inferno della II guerra mondiale, sono dipese più dalle circostanze storiche che dalla volontà popolare che avrebbe dovuto esprimerla. Non essendo purtroppo genuina espressione del popolo, ma una idealizzazione, oggi, per circostanze di segno opposto, viene smantellata senza problemi; coi magistrati che fanno finta di non vedere e collaborano. Ma se, sognando, se ne scrivesse una nuova e ancora migliore, andrebbe inserita la negazione del diritto per chiunque all’illimitatezza. Al travalicare il principio di realtà, travolgendo verità e proporzioni. Le indagini senza limiti, figlie di impunità giudiziarie sostanzialmente senza limiti, mentre si ignora il senza limiti liberticida di questi mesi e di questi giorni attuato col pretesto del covid – imposto dagli stessi padroni che 50 anni fa ordinarono le bombe – sono più un riaffermare il diritto al senza limiti, il medesimo diritto al senza limiti che allora fu esercitato facendo mettere le bombe per stabilizzare un dominio, che un contrasto ad esso. Sono una cosmesi e una riaffermazione di un dominio che infatti da allora è cresciuto intrecciandosi con i poteri nazionali che avrebbero dovuto e dovrebbero contrastarlo, come certi alberi che in seguito a un evento traumatico crescono poi fusi assieme.

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13 maggio 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Strage di Piazza della Loggia, accolta l’istanza di revisione. Nuovo processo per Maurizio Tramonte”

Dopo mezzo secolo la magistratura non è ancora sicura su quanto può dire sia avvenuto in Piazza Loggia il 28 maggio 1974, tanto che considera di ripensarci sull’esito carcerario, già esiguo, tardivo e poco rappresentativo del complesso di responsabilità? Ieri 12 maggio 2022 ho rinnovato al presidente della Corte d’appello di Brescia Castelli, al procuratore generale di Brescia Rispoli, al presidente del Tribunale di Brescia Masia, mie considerazioni sulla recente sentenza di assoluzione dei medici di Brescia per la truffa Stamina. Truffa e assoluzione che a mio parere hanno rilevanza per l’anomalia costituita dalla strage covid nel distretto di Corte d’Appello di Brescia nel 2020, e per i relativi procedimenti giudiziari. La richiesta di copia della sentenza di assoluzione, 11 aprile, non è stata soddisfatta. I fatti più gravi e scottanti sono scritti su fogli che la magistratura mantiene nei decenni accartocciati e riaccartocciati, così che sono leggibili solo in forma frammentaria e confusa. Mentre è lesta nel fermare con sistemi sommari chi quei fogli vorrebbe dispiegare.

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23 maggio 2022

Blog de il Fatto

Commento al post di G. Pipitone “Giovanni Falcone, tutto quello che non torna sulla strage di Capaci 30 anni dopo. L’esplosivo, i buchi neri e i mandanti esterni (mai trovati)”

“Capaci è una strage che sembra compiuta da ingegneri”. O progettata da un corpo di genieri. La “teoria del doppio cantiere” è interessante anche come schema generale. Una ricostruzione di Portella della Ginestra vede quella strage eseguita da un secondo gruppo di fuoco, armato dagli USA, che sparò all’insaputa di Giuliano. Lo stesso sistema del doppio tiratore è stato descritto per Kennedy a Dallas. (Ci sono ipotesi, discusse, di doppia bomba anche per altre stragi). Joe Bonanno (Joe Bananas) faceva sparire i corpi degli uccisi nel doppio fondo di bare di morti “normali”.

Il sistema della quinta teatrale che nasconde il reale che imita, del coprire e mimetizzare sangue e fango dietro a uno scenario vistoso di sangue e fango, vale anche per le commemorazioni; autocelebrazioni tanto pompose quanto omertose sui mandanti sovranazionali. Il “performative activism” facondo nell’attribuire tutto ad una onnipotente mafia – che fornì la manovalanza e anche la “patsy” – e al più a suoi nebulosi referenti romani – i quadri intermedi – ma afasico sui poteri forti che controllano l’Italia; l’impossessarsi della sacralità, il presentarsi come affini agli uccisi, costituiscono per torme di politici, magistrati, forze di polizia, opinionisti un catafalco dietro al quale praticare l’asservimento ai mandanti sovranazionali – oggi come allora. La sonorità inconcludente delle celebrazioni facilita il tradimento istituzionale, costituendo quindi una prosecuzione dell’eversione.

24 maggio 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post ““Andreotti è vicino ai mafiosi”: il rapporto Usa nove mesi prima dell’avviso di garanzia”

Un rapporto – o un attestato – USA su Andreotti vicino ai mafiosi e 9 mesi dopo avviso di garanzia. Il console USA a Milano Semler, lo stesso che osserva con tono innocente che per uccidere il rappresentante in Sicilia del più potente e ammanicato politico italiano ci devono essere state protezioni ancora più alte, incontra Antonio Di Pietro e 4 mesi dopo comincia Mani Pulite. Stragi e Mani Pulite insieme spazzano via la Prima repubblica; corrotta; e, statalista, in contrasto col liberismo successivo alla Caduta del muro. Plasmano una Seconda repubblica più adeguata. E non meno corrotta. Silenzio invece di diplomatici USA e nella sostanza inazione dei magistrati italiani sui rapporti di Andreotti con fatti accaduti prima della Caduta del muro, come le uccisioni di Ambrosoli, Moro, Dalla Chiesa.

In un celebre esperimento di neurofisiologia Benjamin Libet mostrò che il cervello invia l’ordine di eseguire un movimento una frazione di secondo prima della decisione cosciente. Secondo l’interpretazione dell’esperimento quando noi pensiamo di decidere di muovere un dito, e diamo l’ordine alla mano, l’ordine è in realtà già partito. La coscienza sarebbe un replicatore piuttosto che il vero decisore. Forse, su reati che riguardano il controllo del Paese da parte di poteri forti, anche per i nostri magistrati prima delle loro azioni coscienti – incluso il trattenersi – l’impulso è già partito, per vie che rendono un’illusione il libero arbitrio.

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20 giugno 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Stragi del ’92, la pg di Palermo: “Sentenze ci dicono che ci sono piste da esplorare. Mancano dei pezzi sui concorrenti esterni””

All’indistinta tassonomia dei responsabili delle stragi ora si aggiunge la categoria dei “concorrenti esterni”. Un concetto trascurato ma fondamentale, un convitato di pietra – un segreto di Pulcinella, se il tema non fosse tragicamente solenne – dovrebbe essere quello di “motore primo”. Così si riferisce agli USA anche V. Bevins, nel libro “The Jakarta method. Washington’s anticommunist crusade and the mass murder program that shaped our world “, 2020, che mostra come gli USA abbiano messo il mondo a ferro e fuoco per imporre il loro dominio. L’azione del motore primo anche nella violenza eversiva italiana trova riscontro in innumerevoli ricostruzioni. Es. nel recente “Dietro tutte le trame” di G. Tamburino (che cita il libro di Bevins). Si potrebbe organizzare uno schema di responsabilità a tre livelli: A) motore primo, le amministrazioni USA e atlantiche coi loro emissari. B) quadri intermedi, cioè servizi e politici nazionali. C) esecutori, che hanno anche funzione di parafulmine, addossandosi tutto o quasi.

Ma un altro concetto necessario è quello di Primo Levi di “zona grigia” (I sommersi e i salvati), come sa chi sperimenta come magistratura e le forze polizia, pur aristoteliche in quanto scolastiche, siano reticenti e ambigue su questo motore primo, e anche sui motori secondi, che favoriscono nei loro disegni attuali mentre stirano all’infinito i procedimenti sulle operazioni passate; attribuendo invece agli esecutori “arte e fattura diabolica” (Manzoni).

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13 luglio 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Depistaggio Borsellino, l’agente sopravvissuto alla strage: “Alla fine non paga mai nessuno””

Non è vero che nessuno paga. Questi crimini sono tra i mezzi usati per indirizzare il corso del Paese dai poteri sovranazionali che lo controllano. Quando da oltreoceano parte l’ordine di eliminare o fermare qualcuno, non solo i politici, i preti, i notabili, ma anche i magistrati e le forze di polizia stanno nel complesso dalla parte dei mandanti; e da quella dei quadri intermedi, cioè di loro colleghi. Le conseguenze, quelle della rotta così imposta, le paga, alla fine della catena di effetti, il popolo. Che se lo merita, perché si beve la favola degli esecutori terroristi o mafiosi come strateghi sommi e samurai invincibili. E crede alle lacrime di coccodrillo di politici, magistrati e forze di polizia. Fino ad accettare il loro farsi eroi per associazione in quanto colleghi di quelle vittime che tradiscono da morte dopo averle tradite da vive. Piedistallo ottenuto con un po’ di mossette e gorgheggi alle commemorazioni, che sono assidue e imponenti per quanto è gracile e smarrita l’azione giudiziaria. Un comodo alibi per l’accettazione della sottomissione, sia per la dirigenza che per il popolo. Ora, con il pollice verso che riguarda non più singoli ma la massa, con gli ordini di andare verso la decadenza economica e civile tramite le tempeste virali permanenti, tramite le sanzioni a sé stessi contro la Russia, tramite il culto della dea Natura, anche il popolo saggerà in maniera diretta la differenza tra le sgargianti versioni fumetto e la nera realtà che nascondono.

@ Alessandro Valente. Sulla asserita natura fantasiosa di input da Washington: Bevins V. The Jakarta Method. Washington’s anticommunist crusade and the mass murder program that shaped our world. Public Affairs 2020. Il libro è citato anche nel recente “Dietro tutte le trame” del già magistrato Tamburino.

E’ l’atteggiamento mentale di chi vuole ricondurre tutto a entità locali (v. “Il tolemaicismo politico”, sito menici60d15) e a fenomeni fumosi e indistinti, es. ad una mafia onnipotente, ad essere la forma moderna della versione classica degli inetti e corrotti che danno la colpa a entità diaboliche: “Gli amplissimi senatori…” (Manzoni). Chi sostiene ciò evita anche di riconoscere le miserabili responsabilità nazionali, a tutti i livelli: “If overall responsibility for the strategy of tension rests with the United States, a great burden of guilt must be born by the Italians, without whose willing participation the country’s terrorist ordeal would never have come about.” (Willan P. Puppetmasters. The political use of terrorism in Italy, 2002).

@ Aemilus Probus. L’omissione degli extraterrestri è voluta. Intanto, se ne occupa qui su Il Fatto un certo Bibolotti (affetto da una forma grave di complottismo, mi chiedo se questa incredibile rubrica de Il Fatto sugli UFO non sia volta a creare spiegazioni ad usum delphini per oggetti volanti non identificati tipo i droni; oltre che stimolare superstizione e oscurantismo). Soprattutto, gli extraterrestri non c’entrano, perché arretrano intimiditi, preferendo tuffarsi in un buco nero, al pensiero di dovere affrontare gente come i viddani, Scarpuzzedda, Nano feroce, Pasquale ‘o animale etc. che lei, con tanti illustri magistrati, forze di polizia, commentatori, mi insegnate essere la materia più pericolosa dell’universo; Mazinga e c. gli spicciano casa. Quelli che mettono il mondo a ferro e fuoco col Jakarta method gli lavano la macchina. Per non parlare di prefetti, questori, comandanti provinciali dei CC, procuratori della Repubblica, sindaci, etc. la cui vista fa rifugiare in un universo parallelo i più incredibili mostri alieni; essendo, quando arrivano gli ordini di puppetmaster sovranazionali – dalla Lombardia alla Calabria posso testimoniare – tosti quanto la mozzarella di bufala e Italiani come i Gurka. Mi correggo, tosti come i Gurka e Italiani come la mozzarella di bufala.

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13 luglio 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Depistaggio Borsellino, l’agente sopravvissuto alla strage: “Alla fine non paga mai nessuno””

Non è vero che nessuno paga. Questi crimini sono tra i mezzi usati per indirizzare il corso del Paese dai poteri sovranazionali che lo controllano. Quando da oltreoceano parte l’ordine di eliminare o fermare qualcuno, non solo i politici, i preti, i notabili, ma anche i magistrati e le forze di polizia stanno nel complesso dalla parte dei mandanti; e da quella dei quadri intermedi, cioè di loro colleghi. Le conseguenze, quelle della rotta così imposta, le paga, alla fine della catena di effetti, il popolo. Che se lo merita, perché si beve la favola degli esecutori terroristi o mafiosi come strateghi sommi e samurai invincibili. E crede alle lacrime di coccodrillo di politici, magistrati e forze di polizia. Fino ad accettare il loro farsi eroi per associazione in quanto colleghi di quelle vittime che tradiscono da morte dopo averle tradite da vive. Piedistallo ottenuto con un po’ di mossette e gorgheggi alle commemorazioni, che sono assidue e imponenti per quanto è gracile e smarrita l’azione giudiziaria. Un comodo alibi per l’accettazione della sottomissione, sia per la dirigenza che per il popolo. Ora, con il pollice verso che riguarda non più singoli ma la massa, con gli ordini di andare verso la decadenza economica e civile tramite le tempeste virali permanenti, tramite le sanzioni a sé stessi contro la Russia, tramite il culto della dea Natura, anche il popolo saggerà in maniera diretta la differenza tra le sgargianti versioni fumetto e la nera realtà che nascondono.

@ Alessandro Valente. Sulla asserita natura fantasiosa di input da Washington: Bevins V. The Jakarta Method. Washington’s anticommunist crusade and the mass murder program that shaped our world. Public Affairs 2020. Il libro è citato anche nel recente “Dietro tutte le trame” del già magistrato Tamburino.

E’ l’atteggiamento mentale di chi vuole ricondurre tutto a entità locali (v. “Il tolemaicismo politico”, sito menici60d15) e a fenomeni fumosi e indistinti, es. ad una mafia onnipotente, ad essere la forma moderna della versione classica degli inetti e corrotti che danno la colpa a entità diaboliche: “Gli amplissimi senatori…” (Manzoni). Chi sostiene ciò evita anche di riconoscere le miserabili responsabilità nazionali, a tutti i livelli: “If overall responsibility for the strategy of tension rests with the United States, a great burden of guilt must be born by the Italians, without whose willing participation the country’s terrorist ordeal would never have come about.” (Willan P. Puppetmasters. The political use of terrorism in Italy, 2002).

@ Aemilus Probus. L’omissione degli extraterrestri è voluta. Intanto, se ne occupa qui su Il Fatto un certo Bibolotti (affetto da una forma grave di complottismo, mi chiedo se questa incredibile rubrica de Il Fatto sugli UFO non sia volta a creare spiegazioni ad usum delphini per oggetti volanti non identificati tipo i droni; oltre che stimolare superstizione e oscurantismo). Soprattutto, gli extraterrestri non c’entrano, perché arretrano intimiditi, preferendo tuffarsi in un buco nero, al pensiero di dovere affrontare gente come i viddani, Scarpuzzedda, Nano feroce, Pasquale ‘o animale etc. che lei, con tanti illustri magistrati, forze di polizia, commentatori, mi insegnate essere la materia più pericolosa dell’universo; Mazinga e c. gli spicciano casa. Quelli che mettono il mondo a ferro e fuoco col Jakarta method gli lavano la macchina. Per non parlare di prefetti, questori, comandanti provinciali dei CC, procuratori della Repubblica, sindaci, etc. la cui vista fa rifugiare in un universo parallelo i più incredibili mostri alieni; essendo, quando arrivano gli ordini di puppetmaster sovranazionali – dalla Lombardia alla Calabria posso testimoniare – tosti quanto la mozzarella di bufala e Italiani come i Gurka. Mi correggo, tosti come i Gurka e Italiani come la mozzarella di bufala.

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17 luglio 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Speranza risponde alla signora no vax che lo contesta: “I vaccini hanno salvato 20 milioni di vite””

L’articolo “Imperial fantasy of 20 million lives saved – Modelling used to make wild claim” 8 lug 22 mostra come l’affermazione dei 20 milioni di vite salvate non sia solo controfattuale, ma sia tirata fuori dal cilindro. In paesi simili e vicini tra loro tassi di vaccinazione molto diversi non rendono possibile predire i tassi di mortalità. L’articolo nota che “Imperial’s models have never been proven to be right. Lessons never seem to be learnt. The assumptions Imperial used to create this model have no bearing to the real world.“ L’Imperial College è la stessa fonte dalla quale si è detto che le leggi liberticide non sembravano possibili fino a che l’Italia non ha dato il via. Sulla base della strage Covid, anomala ma reale, in Lombardia Orientale. Sulla cui ricostruzione la magistratura ha affidato la consulenza a Crisanti, che proviene dall’Imperial College.

Per l’articolo, del gruppo Hart, un gruppo di medici e ricercatori, i 20 milioni sono “a new fantasy number to test people’s gullibility”. Considerare di sinistra il fabiano Speranza, difensori degli interessi dei lavoratori Landini e c., e la magistratura impermeabile ai depistaggi sulle grandi operazioni di controllo e oppressione del Paese, indica un altro tasso di creduloneria. Questa sì correlata all’andamento del covid, che in Italia ha assunto forme tra le più gravi, per quanto slegate dalla realtà naturale.

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5 ottobre 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Piazza della Loggia, i pm di Brescia chiedono il rinvio a giudizio per due presunti esecutori della strage: avevano 17 e 20 anni”

Tale encomiabile tenacia e schiena dritta sulla strage di 48 anni fa stride con la corrività e arrendevolezza sulla strage covid avvenuta 2 anni fa nello stesso distretto di Corte d’appello. Dopo mezzo secolo di indagini e processi, i magistrati di quella giurisdizione devono conoscere molto bene il peso dei servizi e delle ingerenze estere. Eppure per la strage covid si sono affidati a Crisanti, emanazione dell’Imperial college, caso eclatante del “marriage between Big Pharma to the Western spy agencies”. Provengono dall’Imperial college le “fraudulent projections” usate “to justify the draconian global lock-downs”. (Proiezioni preparate da Ferguson, che ha riconosciuto il ruolo decisivo della strage in Lombardia nel rendere possibili nell’Occidente democratico le misure liberticide alle quali aveva fornito le pezze d’appoggio). Non solo: la chair dell’Imperial College è tenuta da “the former director general of MI5, Dame Eliza Manningham-Buller, a thirty-five-year counterespionage veteran who also functioned as official liaison between British and US intelligence agencies”. (Da: The Triumph of the Military/Intelligence Complex: Intelligence Agencies and COVID-19. In : R.F. Kennedy Jr. The real Anthony Faucy) . Questo genere di liaison spiega meglio della sua expertise professionale la scelta di Crisanti – fatto eleggere parlamentare col PD – da parte della magistratura bresciana.

Gio Zac: So da fonte certa che il Covid è stato diffuso dagli alieni grigi.

@ GIo Zac: Sì, è stato presentato ai giuggioloni bene informati come una entità aliena*, dato il carattere chimerico, un collage contraddittorio e incompatibile del peggio che si trova in natura mischiato all’orrido che non si dà in natura. Ma è proprio il contrario: una “peste” fatta “di suono e di furia”. Non occorre chissàche per gonfiare una delle ricorrenti ondate epidemiche virali a livello tale da giustificare coprifuoco, vaccinazioni coercitive, imposizione di bavagli, sabotaggio dell’economia. Avendo il potere necessario basta l’eccitare tramite le autorità e i media una psicosi di massa e spacciare come misure di contenimento quelle che sono smisurate condotte iatrogene; non è difficile avendo in pugno una classe dirigente analoga a quella de La Colonna Infame, o a quella dei misteri d’Italia regolarmente “depistati” dal dopoguerra ad oggi. Forse con qualche “carica di innesco” iniziale, localizzata e autolimitante, da fattori ad impatto biologico incogniti, per il picco in Lombardia orientale, che a sua volta ha costituito l’innesco principale, quello mediatico, in un effetto di amplificazione a catena.

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18 ottobre 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Unabomber, due vittime e un giornalista chiedono di riaprire le indagini. “Fare accertamenti su un capello bianco e su traccia di saliva” “

Temo che sarà un altro ciclo di pestatura dell’acqua nel mortaio, su atti terroristici che arbitrariamente e contro l’evidenza vengono considerati fare eccezione dalla solita matrice, dal solito motore primo dei misteri d’Italia (1,2). Atti terroristici che oggi più di allora col nuovo corso “scientocratico” appaiono volti a giustificare (1), con l’assonanza gratuita con l’Unabomber USA (1), inconfessabili complicità messe in atto da politica, forze di polizia e non ultima magistratura.

1 Leopardi, Unabomber e altri eversori. Sito menici60d15, 14 ottobre 2010.
2 Dinello U. La via delle Armi. Gladio, Peteano, Unabomber e altre verità nascoste. Laterza, 2022.

 

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Vedi anche:

Il livello Scarantino, palazzo Zanardelli e la strage covid in Lombardia orientale

Il vero piano pandemico, rispettato, in Lombardia orientale nel 2020

I quattro livelli del depistaggio

I crimini di controllo e il loro carattere continuativo e moltiplicativo

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