Archive for the 'Libertà dalla bugia' Category

Corruzione “qui tam” e sfruttamento

18 December 2014

6 dicembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Portanova “Carminati si è imborghesito. Come la mafia”

Il Procuratore generale di Brescia, Dell’Osso, che ora lancia l’allarme sulla “nuova mafia”, ha anche sostenuto che la P2 era (è) solo un’organizzazione affaristica, senza fini eversivi. A me invece pare che vi sia, tra le altre, una corruzione “qui tam”. Una corruzione piduista, cioè che abusa dei poteri dello Stato a fini eversivi, a favore dei detentori della sovranità reale; a favore del re, cioè dei poteri forti. E’ la corruzione, attuata da coloro che gestiscono i poteri dello Stato, che sta facendo del Paese sempre più una terra di sfruttamento per la grande speculazione. Notizie clamorose come questa di Carminanti e soci, con CC e magistrati che fanno uscire dal cilindro, o dai cassetti, gravi attività illecite che sono state lasciate operare per decenni, tendono a distrarre dalla corruzione qui tam, e a lasciarla nell’ombra. Facendo addirittura passare per paladini della lotta alla corruzione coloro che, se non prenderebbero mai una mazzetta, praticano a danno del Paese la corruzione qui tam, per averne altri vantaggi, personali e corporativi. Con metodi che sono quelli eterni di mafiosi, piduisti, corrotti, etc. Soprattutto a Brescia, che nella mia esperienza è una specie di Barcellona Pozzo di Gotto padana per il malaffare istituzionale di alto bordo, es. quello a favore di grandi affari illeciti delle multinazionali farmaceutiche.

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6 e 7 dicembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Valditara “Mafia Capitale e corruzione: che fare?”. Censurato.

C’è la “corruzione pulp”, come quella di Carminati e c. C’è la “corruzione delle mazzette”, ben nota. C’è la “corruzione dei lazzaroni”, quella delle persone comuni, degli innumerevoli furbi. Queste forme il prof. Valditara le mette giustamente in luce. Ma c’è anche la “corruzione qui tam” (““Qui tam pro domino rege quam pro se ipso in hac parte sequitur”): la corruzione, attuata da coloro che gestiscono i poteri dello Stato, a favore dei detentori della sovranità reale; a favore del re, cioè dei poteri forti. La corruzione che sta facendo del Paese sempre più una terra di sfruttamento per la grande speculazione. Questa corruzione Valditara non solo non la riconosce, ma indirettamente la auspica, chiedendo deregolamentazione e più spazio ai privati negli appalti; per combattere, dice, le altre tre forme di corruzione, le uniche che vede. Questa visione acuta da un lato e orba dall’altro lo porta ad affermare che “il problema è della società non della politica”: il problema è, secondo lui, di chi “mette i piedi sui sedili del bus, parcheggia in doppia fila, imbratta i muri”, etc. . Ciò rafforza l’impressione che queste notizie clamorose, con CC e magistrati che fanno uscire dal cilindro, o dai cassetti, gravi attività illecite che sono state lasciate operare per decenni, siano usate per spingere verso la corruzione qui tam; ripulendo l’immagine di una classe dirigente non migliore dei portoghesi e dei vandali, e dipingendo coloro che proseguono la vendita del Paese come dei paladini della lotta alla corruzione.

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6 dicembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Roccuzzo “Mafia Capitale: in Germania sono persone, in Italia si specula sulle origini degli immigrati”

Carminati ha potuto agire per oltre 30 anni, dai tempi della strage di Bologna e dell’omicidio di Fausto e Iaio, prima di essere fermato dalle stesse forze che lo hanno fin qui favorito. I romani votano sindaco un ex estremista di destra, che si accompagna a tipi del genere. Invece di riflettere su ciò, la clamorosa e roboante operazione Mafia Capitale viene subito sfruttata come falso standard, per fare sembrare al confronto pulite forze che in realtà non sono lontane dal “mondo di mezzo”. Es. in questo articolo ci si ammonisce che siccome è stata fermata questa banda, non dobbiamo essere “razzisti” ma considerare gli immigrati come italiani; prendendo esempio, secondo l’autore, dai tedeschi. Mi sembra un discorso tirato per i capelli, nella logica e nel merito. Gli immigrati vengono fatti arrivare per abbassare il costo del lavoro e per altri fini di profitto, a danno del nostro popolo e dei popoli di provenienza, da poteri che hanno potuto disporre anche di terroristi neri e rossi. Ieri Visco, di BankItalia, ha commentato che la corruzione come quella di Carminati danneggia l’economia; ma non ha detto che la corruzione che obbliga lo Stato a piazzare i titoli di Stato sul mercato privato, opera anche di BankItalia, ha messo un paese florido, e il collo degli italiani, nel cappio degli strozzini. In Italia le retate di delinquenti “pulp” sono usate per creare consenso per i forbiti delinquenti istituzionali che prosperano vendendo il Paese.

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17 dicembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. P. Dal Monte “Corruzione: Fateskifen! (almeno, secondo la percezione di mio cuggino)

Sono d’accordo. In epidemiologia si distinguono misure di frequenza e misure di intensità. Le mafie, ora i picchiatori romani, le “furbate” di chi può evadere o imbrogliare, sono casi di corruzione ad alta intensità. La corruzione “percepita” gonfia artificiosamente tali misure; non è un buon indice in sé, è influenzata da media e propaganda, e si autoalimenta. Non ci vengono invece mostrati i dati sulla frequenza totale della corruzione; o meglio dello sfruttamento, del quale la corruzione è un aspetto. Né sulla sua distribuzione. Vorrei vedere un diagramma a barre, o a torta, dello sfruttamento totale e della sua distribuzione, misurato in euro. Quanto veniamo sfruttati, in miliardi di euro, noi italiani? Quanto è grande questa torta? E di questa torta, quanto va alle mafie, quanto ai tangentisti, quanto in privilegi di politici, clero, amministratori, quanto deriva dall’evasione e dal lavoro nero? E quanto es. deriva dal piazzare il debito pubblico sul mercato privato? Ci sono forme di corruzione a bassa intensità e ad elevata frequenza relativa, attuate da pacati politici con un decreto, uno scambio di lettere, come questa dei titoli di Stato. Per non parlare delle frodi legalizzate in medicina, una forma di tassazione occulta sulla malattia. Credo che agitando la corruzione vistosa, quella da film, o che fa indignare – e permettendola – si copra quella che zitta zitta, tramite il potere dello Stato, si prende la maggior parte della torta.

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2 gennaio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di E. Bianchini “Roma, vigili assenti a Capodanno. Ospol (sindacato): ‘Numeri Comune sbagliati’”. Censurato.

3 gennaio 2015

Blog di A. Giannuli. Commento al post “Gli assenteisti e il pubblico impiego: quando il sindacato sbaglia tutto. Pubblicato ma cancellato dopo pochi giorni.

Sputtanarsi per screditare

E’ singolare che i vigili urbani abbiano allestito questo numero, che sta facendo indignare il pubblico, proprio mentre tramite il governo Renzi si sta spingendo per la riduzione delle garanzie a tutela dei lavoratori, e si adduce ad argomento l’infingardaggine dei dipendenti della P.A. A me risulta che i vigili urbani ambiscano, come le altre forze di polizia, a mettere la loro attività di corpo armato al servizio degli interessi dei poteri forti, anche a danno della comunità e dei singoli cittadini e in spregio alla legalità e alla decenza. Questo clamoroso sput.mento sput.tana l’intera causa della tutela del pubblico impiego; mentre non è detto che saranno i vigili a farne le spese. Non che non sarebbe giusto licenziare i tanti imboscati, incapaci e corrotti della P.A.; ma temo che, alla fine della fiera, a venire penalizzati saranno gli onesti, mentre quelli che attaccano il cavallo dove vuole il padrone, a partire dai tanti delle forze di polizia, verranno favoriti da un sistema che premierà l’asservimento a grandi interessi particolari, anche illeciti, anziché la fedeltà ai princìpi costituzionali. (Commento del 2 gen 2015 al post “Roma, vigili assenti a Capodanno. Ospol (sindacato): ‘Numeri Comune sbagliati’” de Il Fatto quotidiano. Censurato).

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17 gennaio 2015

Blog e Il Fatto

Commento al post di T. Mackison “Corruzione nel cuore dello Stato. Solo alla Difesa 130 dipendenti sotto accusa”

oi17425. “Tutti possono rubare a tutti. tangenti, corruzioni, evasioni, creste varie, sono furti. facendo una analisi del fenomeno occorre distinguere il furto tra privati ed a danno di privati da quello perpetrato in àmbito publico da personale pubblico pagato dallo stato. per il secondo, in ogni caso, dal più grave al quello economicamente meno rilevante, le leggi debbono prevedere misure di controllo, processi rapidi e pene detentive e risarcitorie pesanti senza sconti. più pesanti delle condanne per rapina a mano armata, nella quale l’autore almeno rischia in proprio.”

@ oi17425. Giusto. Ma dovrebbe essere riconosciuta e contrastata anche la corruzione “qui tam”, “a favore del re”, cioè la corruzione di chi, piuttosto che arraffare quello che può, mette il potere istituzionale che esercita al servizio dei poteri forti sovranazionali e a danno dei cittadini. A parte i soliti noti, politici, amministratori faccendieri, maneggioni etc., ci sarebbero sconcertanti soprese su coloro che proprio magistrati, carabinieri, e altre polizie dello Stato dovrebbero perseguire.

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19 gennaio 2015

Blog de il Fatto

Commento al post “Corruzione, Orlando: “Intollerabile”. Ma difende il falso in bilancio berlusconiano”

La corruzione delle mazzette e dei privilegi è anche una stecca alle varie caste per la corruzione “qui tam”, la corruzione a favore dei poteri forti internazionali. Sotto questo aspetto, le parole del ministro del governo Renzi suonano come un’ambasciata, con la quale l’imperatore ricorda ai vassalli nostrani che lo “ius praedandi” gli potrebbe venire decurtato o addirittura tolto se non curano come si deve gli interessi dei predoni maggiori; se non antepongono le ruberie dei pesci grossi al loro parassitismo.

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25 gennaio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di B. Giulietti “Anno giudiziario: mafia al Nord. Qualcuno ha chiesto scusa a Saviano?”

La mafia ormai non infiltra ma occupa il Nord, secondo l’autorevole voce del presidente della Corte d’Appello di Milano Canzio. Se le mafie meridionali al Nord sparissero, se fossero prosciugate come un lago artificiale che ha invaso e colmato una vallata (ma chi dovrebbe farlo se ne guarda bene) il panorama che verrebbe scoperto non sarebbe quello di una sana contrada. Verrebbe alla luce un brulichio di malaffare e di corruzione “qui tam”; la corruzione istituzionale a favore dei poteri forti sovranazionali. La corruzione della vendita dell’Italia come terra di sfruttamento, da parte della sua classe dirigente. Un’impresa ben simboleggiata da Napolitano, che l’alto magistrato ha lodato mentre ripeteva il mantra dell’inarrestabilità della mafia. La relazione tra mafia e società è parassitica; ma quella tra mafia e classe dirigente, tra mafia e istituzioni, ha anche una componente mutualistica.

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6 febbraio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Mondello “Stacchio, per il benzinaio solidarietà 2.0: #iostoconstacchio (storify)”

Una gran massa di italiani ha i testicoli retrattili come le “corna” delle lumache: si esaltano al pensiero di sparare a un delinquente se questi è uno zingaro, ma quando vengono derubati alla grande dai potenti, da chi sta portando il Paese indietro di decenni, stanno muti e con gli occhi bassi.

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Blog de Il Fatto

11 febbraio 2015

Commento al post di N. Delbecchi “Tangentopoli, nella serie “1992” su Sky l’affresco dell’Italia di Mani Pulite”

C’è in questo ”affresco corale” una parte dove si fa vedere qualcuno degli indipendenti magistrati di Mani Pulite a colloquio col console USA a Milano? In un angolo, come S. Pietro nel “Tributo a Cesare” del Masaccio. Lo disse l’ambasciatore USA; e a vedere il contesto e gli effetti di Mani pulite, e l’attuale comportamento della magistratura quando sono in gioco grandi interessi sovranazionali sull’Italia, e anche a danno dell’Italia, non mi pare che la possibilità di un legame tra magistratura e interessi USA possa essere scartata come infondata. Ma agli italiani piacciono i film rassicuranti, che non li mettano a rischio di dover prendere la più timida posizione contro poteri forti. Non avrebbe successo un romanzo o un film, se non una ricostruzione storica, che comparasse l’ascesa dei corleonesi contro la mafia perdente a Palermo con la sostituzione pilotata del regime democristiano col berlusconismo e con la sinistra “smagnetizzata” dopo la caduta del Muro.

@ Lollo. Nulla è cambiato nel senso che la classe dirigente ha potuto continuare a farsi i suoi interessi, servendo nuovi padroni, e le nuove esigenze dei padroni vecchi. Tangentopoli è stata un’operazione gattopardesca nel senso dell’adeguamento dei “baroni” al nuovo corso storico. Ma non si sono solo i Tancredi e i don Ciccio Tumeo. Per il popolo è cambiato tutto perché la “classe dirigente” ha preso a vendere il Paese a interessi esteri, come prima non faceva. Aggiungendo al suo sfruttamento lo sfruttamento a favore di poteri forti sovranazionali. (vedi P. Ferrero, La truffa del debito pubblico). E’ da questa corruzione, verso l’alto, che viene tenuta nascosta col mostrare solo la corruzione arraffa-mazzette, verso il basso, che dipende in misura sostanziale il cambiamento verso il degrado. Tangentopoli ha esposto il marcio della corruzione dei forchettoni, e ha aiutato la corruzione “qui tam”, verso “il re”, cioè verso i poteri forti sovranazionali.

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24 febbraio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. C. Caselli “Corruzione, le parole del Papa e i politici sordi”

Il papa certamente sa parlare. Le sue prediche contro la corruzione possono avere un peso. Ma sono parole, che hanno effetti molto deboli. Sull’altro piatto della bilancia, abbiamo un clero che ha informato della sua cultura la nazione. La loro concezione gerarchica della società e quella per la quale lo Stato è subordinato a poteri etici, cioè ai preti, il loro paternalismo e particolarismo, il perdono come opzione al bisogno, la crudezza dei rapporti di forza dietro l’ipocrisia barocca, il criterio mafioso per il quale nulla spetta ma tutto è grazia concessa dall’alto, hanno fatto dell’Italia una nazione nella quale la corruzione è intessuta intimamente nella società. La massa degli italiani non sa, sinceramente, cosa voglia dire essere cittadini, e i vantaggi, oltre che i limiti, che ciò comporta. Anche se quando vuole la descrive magistralmente, il clero è più fonte di corruzione che opposizione ad essa. Le società calviniste invece, con la loro idea del successo come segno della predestinazione, inducono a forme diverse di corruzione, che istituzionalizzano, rendono legale, lo sfruttamento, del quale la corruzione nostrana è solo una declinazione. Sembra che i magistrati siano solidali col papa per passare anche da noi dalla corruzione “tridentina” a quella luterana, come vogliono le forze della globalizzazione. Purtroppo probabilmente il risultato sarà un ibrido delle due, con i preti e i magistrati custodi, come sempre, del nuovo assetto.

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@ Otello. Per ciò di cui stiamo parlando, essere cittadini significa considerarsi parte responsabile di una comunità solidale, entro la quale i rapporti di interesse sono regolati da accordi equi prestabiliti, dagli effetti prevedibili, detti leggi, anzichè solo da contrattazioni personali volta per volta, né da rapporti di forza. Significa comprendere che vi sono beni comuni che è conveniente, anche da un punto di vista egoistico, tutelare come tali, anziché considerare la loro tutela come un impaccio che si può scavalcare, magari con la benedizione del parroco. C’è in effetti una religiosità nell’accettare ciò; se non ti piace (ma conoscendoti, penso che sia perché ti piacciono le religiosità che vestono i paramenti ecclesiastici) puoi leggere il discorso pre-cristiano di Pericle “Ad Atene noi facciamo così”. Se non ricordo male, fu Aristotele a dire che anche la cittadinanaza dovrebbe essere considerata una magistratura.

@ Otello. I beni comuni sono quelli che empiricamente dimostrano di dare i migliori frutti se considerati come un bene collettivo. Del quale non bisogna abusare. Es. classico del passato sono i “commons”, i pascoli comuni. Si sottovaluta come le cure mediche e il diritto alla tutela della salute siano da considerare un bene comune: si è visto che se ognuno fa parte a sé tenderà a pretendere il meglio del meglio, senza limite; ciò porterà a fornirgli le cure più lucrose, anche se inefficaci, o solo marginalmente utili; e non solo altri resteranno scoperti per cure utili, ma, date le componenti probabilistiche presenti in tante procedure mediche, lui stesso non avrà le cure ottimali. E’ assimilabile a un bene comune un valore come l’onestà, che in una società ricca come la nostra porta a una vita più tranquilla e sicura per tutti. Le “volpi” della vita comune finiscono a loro volta in pelletteria; quanti furbi di successo vengono bidonati una volta che si rivolgono alla medicina. Sulla “libertà di religione” occorre qualche cautela, perché le religioni confessionali in politica sono corrosive dei diritti: tendono ad aggredire le libertà altrui (il tuo tono ne è un piccolo esempio). Nonostante pretendano di riferirsi all’assoluto, e quindi a ciò che è supremo, e di farsene portavoce, le religioni nella vita pubblica dovrebbero essere in posizione subordinata, rispetto al primato dell’umano. E che cos’è l’umano… ?

@ Otello. Anche io quando sento i tuoi complessi e perentori ragionamenti avrei l’impulso di rifugiarmi nel mondo incantato della fisica. E occuparmi della teoria delle stringhe. Non quella che vuole unire meccanica quantistica e relatività generale. La teoria delle stringhe delle scarpe, che dovrebbero costituire una carrucola composta.

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25 febbraio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. Patitucci “Corruzione, anche per Nature l’Italia agli ultimi posti: “Penalizzata la scienza””

Badalamenti aveva due nemici: Impastato, che non voleva la Mafia; e Bernardo Provenzano, che la voleva eccome ma era in competizione con Tano nel business. Analogamente, si può essere contrari alla corruzione nostrana per due motivi: perché si vuole una società onesta, oppure per esercitare lo sfruttamento al suo posto, magari in forme diverse. Le nostre università e centri di ricerca contengono spesso pozze fangose, quando non sono interamente paludi (l’università della settentrionalissima città dove abito diede una cattedra pure a un consigliori di B. Provenzano). Da noi si ruba per sé, per la famiglia o il gruppo. All’estero, la corruzione corrisponde all’istituzionalizzazione del crimine a favore di poteri forti come le multinazionali. La ricerca internazionale in campo biomedico è stata di recente descritta come asservita a una mafia (Gotzsche P. Deadly Medicines and Organised Crime. Radcliffe, 2013) da un medico accademico, uno dei fondatori della Cochrane collaboration; editors delle più importanti riviste mediche UK e USA hanno scritto che non gli si può dare torto. Il ricercatore tra l’altro documenta come tale corruzione sia diffusa e grave anche nella sua Danimarca, che invece figura come luminoso modello di virtù nei grafici corruzione/innovazione di Nature. Per l’ltalia, le premure straniere vogliono onestà o take-over? Credo che sia la seconda che ho detto. Ma l’Impero e i nostri baroni si stanno mettendo d’accordo per un amichevole compromesso.

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@ Math. La ricerca corrotta è alla base della pratica corrotta. Gotzsche ne parla estesamente, facendo decine di esempi. V. ad es. le sezioni del libro “Clinical trials, a broken social contract with patients” o “Clinical trials are marketing in disguise”. Il libro è in pratica un manuale di criminologia della ricerca biomedica. Che qualcuno degli oltre ottomila magistrati italiani farebbe bene a leggere. Illustra i vari trucchi della ricerca; spiega ad es. come “ it takes very little unblinding to turn a totally ineffective drug into one that seems quite effective”. Il tuo è mendacio allo stato puro. Accompagnato dall’affermazione diffamatoria che quanto dico è frutto di un mio stato delirante. La frode medica ha tanti aspetti; è anche attrezzata a rispondere sistematicamente alle critiche con il mendacio e gli attacchi più spudorati. Credo che quindi i blogger come te andrebbero censiti e identificati, se chi di dovere volesse occuparsi di quest’altra forma di illegalità e corruzione, che provoca gravi danni alla tutela della salute, oltre che alle casse dello Stato e alle tasche dei cittadini.

@ Math. Tu dici che è “complottista” considerare come un soggetto che ha un interesse ad aiutare illeciti chi si prende la briga di mentire per la gola per poter dare del delirante a chi nomina quegli illeciti. Tipico è piuttosto dare del complottista a chi dice che la corruzione degli assessori non è l’unica, e c’è anche quella a favore dei crimini delle multinazionali. Hanno fatto bene Leys e Player, che non si sono lasciati intimidire e hanno intitolato un loro libro “The plot against the NHS”. Scrivendo: “Plot: a secret plan, esp. to achieve an unlawful end; a conspiracy; Conspiracy: combination of people for an unlawful or reprehensible purpose. (Oxford English Dictionary). Yes it was a plot. What made it a plot was its covert nature. Neither parliament nor the public have ever been told honestly what was intended. Misrepresentation, obfuscation and deception have been involved at every stage”. Il libro accusa gli stessi interessi economici UE aiutati dall’articolo di Nature. E’ interessante anche la tua idea che sia “lievemente dittatoriale” identificare e censire chi commette reati via internet e così facendo favorisce reati più gravi. Gotzsche, al contrario di quelli al servizio delle frodi mediche, ha il dono di essere chiaro e perspicuo; e dice proprio “mafia”[in italiano]; “organized crime”. Dimostrando come il parallelo sia appropriato, e come non si tratti di una figura retorica, o di una generica battaglia sulla qualità della ricerca.

@ Math. Non ti denuncio perché so che le tue vanterie di impunità hanno un fondamento. Oggi su Il Fatto Sabelli, presidente dell’ANM, avverte che la legge appena approvata sulla responsabilità dei magistrati avrà effetti negativi sui cittadini, perché chi farà “causa a una multinazionale si troverà solo contro una parte molto più forte, a cui viene regalato uno strumento per alterare le regole del giudizio”. Io ritengo che certi piacerini alle multinazionali diversi magistrati preferiscano, da prima della legge, farli volontariamente; e che questa legge avrà tra gli effetti negativi anche quello di fornire ai magistrati una sorta di giustificazione morale.

Comunque se mi capitasse un magistrato adatto io non mancherò di segnalarti, te e gli altri che si sentono liberi di diffamare, come parte dell’apparato di sostegno a quella corruzione che chiede maggiore spazio in Italia a scapito dei rubagalline. Se sono “pericoloso” come dici per quanto scrivo su Stamina (v. Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale), denunciami tu; sarebbe già un bel passo avanti rispetto ai sistemi vigliacchetti e illegali che usate. Gotzsche, che tu dici di ammirare, riporta come davanti alle sue critiche una delle accuse ricorrenti sia stata “you are killing my patients”; forse allora sono in buona compagnia. Se invece mantieni la promessa di non perdere altro tempo con me, e ti togli davvero dai corbelli, senza ricorrere a cambi di nick, mi fai un favore.

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12 marzo 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post “‘Ndrangheta, Libera: “Delrio non ha capito e ha sottovalutato i cutresi”

Delrio non è fanciullesco, come Libera ha interesse a dipingerlo. Né a Cutro, 10 000 abitanti, Satana ha creato lo sbocco diretto di un camino dall’inferno, il cui fumo renderebbe i cutresi demoni irresistibili. Delrio rappresenta chi ha interesse a impiantare e coltivare la delinquenza mafiosa al Nord. La mafia è l’appendice gangsteristica di un sistema che è tutto pervaso di mafiosità, a partire dalle istituzioni dello Stato, incluse magistratura e forze di polizia, e dai gruppi come il partito di Delrio, il PD. Una criminalità dal volto feroce fa comodo, e va quindi entro certi limiti favorita: la mafia di cosca, con la sua alta intensità criminale, fa sembrare pulita la massa del malaffare istituzionale, minore per intensità criminale ma cumulativamente non meno grave. Con una presenza mafiosa sul territorio, mentre si combattono santisti e picciotti si può meglio praticare la corruzione a favore di grandi interessi; anche con metodi paramafiosi. La presenza mafiosa rende la curva della distribuzione di frequenza dei livelli di illegalità al Nord “right skewed”, asimmetrica a destra: alza la media della illegalità che i cittadini possono attendersi dalla società e quindi dalle istituzioni e dalla politica. La paura della mafia favorisce la sottovalutazione del danno e del pericolo costituiti dal crimine istituzionale e dal connesso crimine dei poteri forti; è questa la vera sottovalutazione, ottenuta con abilità diabolica.

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4 marzo 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di G.C. Caselli “Firenze, la storia riscritta dagli squadristi”

Non sono d’accordo con forme violente di protesta, come l’impedire di parlare. Per ragioni di principio; di tattica, visto che chi si contesta è militarmente più forte (e non meno violento); e di strategia, perché permette di essere dipinti come aggressori da chi aggredisce. La storia la scrivono i vincitori; e spiace vedere Caselli che accosta le figure di chi ha lottato davvero ed eroicamente contro la mafia ai cupi interessi dei poteri forti. Ma non è il solo. Il 13 marzo, allo “Unistem day” a Milano, ho sentito il magistrato Santosuosso spiegare a un uditorio di studenti che “Il diritto alla salute non può andare contro la scienza”. Ciò che lui chiama “scienza”, il business biomedico, sono interessi economici resi giganteschi da metodi fraudolenti; descritti in dettaglio da un criminologo accademico come “da bastardi spietati” (Braithwaite) e da affermati ricercatori come letteralmente mafiosi (Gotzsche). Santosuosso, giudice, e professore universitario specializzato nei rapporti tra diritto e scienza, degli aspetti criminologici della “scienza” fa mostra di essere più ignaro di un bambino. Mi è dispiaciuto vedere in chiusura della lezione agli studenti, in un video con musica trascinante a manetta, da convention di promotori finanziari, con immagini a scansione rapida di lanci col paracadute, acrobati sul filo tra due grattacieli, Zanardi che gareggia in carrozzina, etc. , anche Falcone e Borsellino sorridenti.

@ Alzappone1. Che la ricerca biomedica sia corrotta è riconosciuto da innumerevoli commentatori; inclusi direttori del BMJ, JAMA, NEJM. In Italia, il forte riflesso alla suzione verso i potenti porta a negare l’evidenza, ad attacchi personali contro chi lo dice e a fare anche di peggio. Le cose sono più gravi di come le ho descritte. Il considerare “scienza” lo sviluppo di terapie che avranno fatturati per decine di miliardi, quando i casi di trucchi e truffe nel settore, a partire da truffe nella ricerca, sono descritti per migliaia di pagine, è un errore categoriale che favorisce crimini contro la salute. Il servirsi della scienza non rende necessariamente scientifica un’attività finalizzata al profitto. E’ come dire che siccome l’aritmetica non è un’opinione, allora un bilancio aziendale non può essere falso. Il metodo scientifico è orientato alla conoscenza pura; non garantisce onestà e disinteresse, ma li presuppone. E’ disonesto far credere che sia in grado di preservare dalle frodi. Il promettere successi terapeutici, come sulle staminali “scientifiche”, è marketing e non scienza: la scienza vera non può prevedere i suoi successi. E’ lo sviluppo attuale del “modello lineare” di produzione di ricchezza tramite la ricerca introdotto da Vannevar Bush (citato nella conferenza con Obama). La “scienza” che dà alla Pfizer margini di profitto del 42% necessita di marketing di Stato come Stamina; di cattivi maestri e magistrati amici; per la propaganda e il soffocamento della critica.

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26 marzo 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post “Corruzione, Orlando: “Chi lo fa tradisce Paese”. M5S: “Grasso ritiri firma da ddl” “

Come osservato anche da specialisti (D.F. Thompson, Two concepts of corruption) di corruzione ce ne sono due tipi. Una è quella che mette in vendita il potere istituzionale per ottenere un vantaggio individuale, es. intascando mazzette. L’altra fa dell’istituzione uno strumento dei poteri forti, es. facendo in modo che le tasse servano a redistribuire legalmente la ricchezza dai più poveri ai più ricchi; o che amministrazioni pubbliche, incluse quelle che dovrebbero tutelare la legalità, servano da strumento per modellare la vita politica e sociale a favore degli affari illeciti dei poteri forti. Quando si parla di corruzione si considera, come fa questo ministro di grazia e giustizia, solo un tipo, la corruzione individuale, quella delle mazzette, più evidente concettualmente, ma meno dannosa rispetto alla corruzione che istituzionalizza il crimine. Quest’ultima costituisce un autentico alto tradimento e ha effetti molto più gravi. Ma viene tenuta nascosta, anche atteggiandosi a nemici delle corruzione individuale, quella che derubando il popolo toglie parte del bottino ai poteri forti. Lo sdegno verso la corruzione “qui tam” , la corruzione “per il re”, da parte di alcuni che ricoprono cariche istituzionali servendo i poteri forti ricorda il disprezzo e l’ostilità dei mafiosi verso i topi d’appartamento.

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26 marzo 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Capitano “Corruzione, un male tutto italiano. Non solo nel libro di Cantone”

Ci sono due tipi di corruzione (es. DF Thompson, Two concepts of corruption). Raffaele Cantone ne considera solo uno: la corruzione individuale, delle mazzette. Del secondo tipo, la corruzione istituzionale, le persone perbene non parlano; nonostante gli intrecci tra le due. In effetti è “con la precisione di un orologiaio” che mentre dipinge in modo così vivido la ben nota figura del ladro che intasca tangenti, finge che non esista la corruzione che fa delle istituzioni uno strumento dei poteri forti; che legalizza prelievi illeciti dalle tasche dei cittadini di diversi ordini di grandezza maggiori. La corruzione che sta togliendo al paese democrazia, e che trasferisce ricchezza dal basso verso l’alto; che ha interesse a ridimensionare la corruzione dei forchettoni per avere più spazio per esercitare il proprio, di sfruttamento, che è anche più pesante; e che trae quindi un doppio vantaggio dall’addossare ai concorrenti della corruzione individuale gli effetti delle sue spoliazioni. La corruzione di chi serve le ruberie “del re”, ottenendo un posto a corte; corruzione alla quale la casta di Cantone, i magistrati, composta anche di persone che magari preferirebbero farsi tagliare una mano anziché usarla per accettare una volgare bustarella, sta dando un valido contributo. Di “tutto italiano” c’è forse la furbizia di presentare la corruzione individuale come l’unica, ed esaltarla, in modo da favorire la corruzione istituzionale, quella che cede lo Stato ai poteri forti.

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11 aprile 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Giubileo 2015, Francesco ai corrotti come Wojtyła ai mafiosi: “Convertitevi” “

E convertirsi anche riguardo al travaso forzoso dei nostri beni a favore del clero, es. mediante la diversa imposizione fiscale, infernale per noi e angelica per loro? Oltre il pizzo della criminalità organizzata e la corruzione delle mazzette c’è l’istituzionalizzazione dello sfruttamento, la rapina che si fa legge dello Stato, così che è il rapinato a doversi recare coi soldi in mano dal rapinatore; che è perfino peggio. Su questa forma di sfruttamento, in forte crescita, il clero, che ne è tra i beneficiari, resta silenzioso; mentre ha preso a condannare a parole quelle che sono le forme di sfruttamento più grossolane, criminali e gravi ma vassalle rispetto ai poteri forti.

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26 aprile 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post “25 Aprile, Mattarella: “Democrazia vuol dire lotta severa a corruzione e mafie” “

“Democrazia vuol dire lotta severa a corruzione e mafie”. Traduzione: faremo il solito scarmazzo rumoroso e inconcludente sulle famiglie mafiose e i tangentisti, dipingendoli come la fonte infernale e invincibile di tutti i mali; facendo così credere al popolino che siano questi piccoli e medi succhiasangue, che ci guardiamo dall’eliminare, l’unica causa dell’anemia di cui soffre il Paese; distogliendo così l’attenzione dai grandi vampiri, i poteri forti, rispetto ai quali siamo un governo di Vichy.

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28 aprile 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Vendemiale “Scuola, Miur riapre le graduatorie delle supplenze per docenti extracomunitari”

A quando anche giudici extracomunitari? Sarebbe un avvicinamento: questa sentenza è di quelle che fanno pensare che abbiamo giudici extraterrestri.

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1 giugno 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Marcelli “Sentenza Diaz: Cantone chiarisca le sue posizioni”

Sono un po’ strani questi magistrati “dr Jekyll-mr Hyde”, che associano notevoli meriti per la lotta ai criminali che stanno tra di noi a inspiegabili difese dei crimini di chi sta sopra di noi. Un altro è Sabella, rappresentativo della categoria, essendo segretario del sindacato dei magistrati. E se non vi fosse contraddizione? Se i magistrati che fanno così fossero coerenti? Coerenti nel servire i poteri forti: es. sia favorendo lo squadrismo di Stato del G8; sia combattendo la corruzione tangentizia, quella delle mazzette, per lasciare campo libero alla corruzione istituzionale, quella che legalizza lo sfruttamento.

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@ michele o pazzo.“Combattendo la corruzione tangentizia si servono i poteri forti?”. Non necessariamente, ma è possibile, se i poteri forti, come appare essere il caso oggi, vogliono ridimensionare i tangentisti per sostituirsi ad essi nella predazione: meno tangenti, e invece più tasse e privatizzazioni dei servizi pubblici. I soldi tolti ai forchettoni locali andranno così non a noi, ma al grande capitale; cambieranno gli sfruttatori, ma lo sfruttamento potrebbe anche aggravarsi. Si può combattere Tano Badalamenti perché si è contro la mafia, come fece eroicamente Impastato: o oppure perché si è in competizione con lui, essendo di una banda rivale, come fece l’altro nemico di Badalamenti, Bernardo Provenzano.

“Le mafie non sono i poteri forti?” Le banche e i grandi operatori finanziari, le multinazionali, i grandi organismi economici internazionali, le grandi forze militari al loro servizio, sono i poteri forti. Le mafie sono un potere “virulentato”: dei criminali sanguinari parzialmente cooptati dai poteri forti, e resi potenti dalle protezioni che i poteri forti concedono loro per servirsene come instrumentum regni. Tra le loro funzioni, anche quella di distogliere dai poteri forti rappresentando tutto il Male; per cui luoghi come San Luca d’Aspromonte o Corleone sarebbero gli sbocchi sulla superficie terrestre di condotti che partono dal cuore dell’inferno.

@ michele o pazzo. Non ho detto, come lei gratuitamente mi attribuisce, che per combattere i poteri forti si devono permettere le tangenti. Ho detto che bisogna combattere sia lo sfruttamento da tangenti sia quello da poteri forti, anziché combattere la mafia perdente delle tangenti, fingere che sia l’unica mafia, e favorire la mafia vincente che si vende l’intero Paese. Aggiungo, come ho già scritto in precedenza, che le due categorie non sono mutualmente esclusive.

Cantone avrà combattuto valorosamente la mafia; ma l’essere difeso da uno come lei, che come un paglietta di pochi mezzi e di pochi scrupoli distorce i ragionamenti dei critici capovolgendone il significato fino alla calunnia (per di più nei confronti di chi come me ha provato di persona che razza di grandissimi farabutti siano entrambe le varietà di corrotti), non accresce il curriculum né la credibilità di quest’altro magistrato sceso in politica.

@ michele o pazzo. Lei diagnostica che sarei “obnubilato”, da una ideologia (?), perché constato che esiste anche una forma di corruzione tipica della magistratura. Non so chi sia “l’agente Tortosa&co”. Parlo dei poteri forti che hanno voluto i pestaggi a sangue freddo del G8, e dei poteri dello Stato che li hanno serviti.

La mia non è “una volgare allusione” ma una chiara affermazione. Che non mi stancherò di ripetere. Quando si arriva agli interessi dei poteri forti, il comportamento dei magistrati e delle forze di polizia muta e si capovolge; fino a divenire complice di atti non meno gravi di quelli della criminalità comune sui quali costruiscono il loro prestigio. Un tale andamento bifasico spiega anche le posizioni, contraddittorie e sconcertanti agli occhi dei cittadini che credono nella legalità, di Cantone.

La credibilità di Cantone come Autorità anti-corruzione si misura su quello che fa contro la corruzione. Hic Rhodus. L’usare questa posizione per difendere i delitti della polizia mostra come la sua sia una carica politica, e non della specie migliore.

Mi auguro che Cantone non si regoli come lei, deducendo arbitrariamente da ciò che dice l’interlocutore l’opposto di ciò che dice, fino a concludere con albagia che parteggia per il crimine. E dando dell’obnubilato a chi non si sottomette al dogma dell’immacolata concezione dei magistrati. Esistono anche un’etica del giudizio e del ragionamento, e, ripeto, il suo modo di tesserne il panegirico non fa fare una bella figura a Cantone.

@ michele o pazzo. Sì, io non credo alla tesi inverosimile e smentita da innumerevoli elementi che i delitti di Stato che marchiano la storia della Repubblica siano farina del sacco di democristiani untuosi, berlusconiani arraffoni e dei loro sottoposti. La SPECTRE non esiste. La NATO sì; e ha tante persone di fiducia in tutti i settori della classe dirigente italiana.

Poi c’è la temibile EPPP: Ente Protezione Penne del Pavone. Della quale sospetto lei sia un agente, dati i suoi argomenti. Con l’attuale cerchio magico governativo, così ricco di pezzi pregiati, voi dell’EPPP avete parecchio lavoro.

@ michele o pazzo. Evidenze per mandanti – come al solito – sovranazionali sono illustrate nel libro “G8 gate” di F. Fracassi. Es. secondo David Graber, antropologo della Yale University, incolpare [solo] il governo Berlusconi e la polizia italiana per le torture di Genova “significa non aver capito nulla di come va il mondo: nei fatti di Genova, il governo americano è infinitamente più coinvolto di quello italiano”. Ma perché speculare? Ci sono dozzine e dozzine di blac block identificati, arrestati, interrogati dalla polizia di De Gennaro, persona che quando ci sono di mezzo gli USA non guarda in faccia a nessuno; e condannati; basta farselo dire da loro. O no?

C’è anche un fattore antropologico; le sue “istituzioni” sono per chi le occupa un carapace; per invertebrati, che non hanno grandi disegni, ma puntano a campare bene obbedendo a chi è più forte. Quanto alla “dietrologia a tutti i costi”, è il suo quello che chiamo “tolemaicismo” [*]; ovvero il voler spiegare, distorcendo, tagliando, deformando, in termini esclusivamente nazionali gli atti coi quali i poteri sovranazionali controllano il Paese e ne determinano le sorti. Divenendo così complici dei poteri forti; come ci si può aspettare dai pastasciuttari delle “istituzioni”.

*. Il tolemaicismo politico. Nel mio sito.

@ michele o pazzo. “Tolemacismo” si riferisce al geocentrismo, basato sui modelli – o sui teoremi – dell’ottimo matematico Tolomeo; contrapposto al modello eliocentrico copernicano (v. articolo). E’ una metafora per indicare una sofisticata forma di omertà, tipica di intellettuali e “istituzioni”, della quale lei fa sfoggio. Che è pure una forma di servilismo, dove a volte gli esecutori arrivano ad addossarsi anche le responsabilità dei mandanti (confidando comunque, e non a torto, nella comprensione dei magistrati). Appare che lei, Cantone e magistrati affini, gli eroi in divisa torturatori di ragazzini inermi, stiate tutti da una stessa parte. Che è quella giusta, dice lei. Il “partito americano”, dico io. A parte i differenti giudizi, l’identificazione del vostro gruppo è già un risultato condiviso, del quale possiamo accontentarci, su questi argomenti così gravi.

@ michele o pazzo. Pure Mattei e Cefis collaboravano. Falcone è stato ostacolato dai colleghi e poi brutalmente ucciso. De Gennaro, sodale di Cantone, ha avuto sempre la strada spianata e ha fatto una carriera da intoccabile. Appartengono ciascuno a una delle due diverse antimafie. Molto, molto diverse.

Pur avendo idee e prese di posizione abbastanza nette, e che possono apparire “militanti”, io non aderisco a nessun partito, ideologia o gruppo di interesse; per la gioia degli sciacalli. Non dico che lei e i tanti come lei siano anglofili; anzi non di rado non amano la cultura di coloro che servono. Quelli del suo genere sarebbero, dietro le pompose proteste di patriottismo e di “attaccamento alle istituzioni”, “il partito russo” o “Il partito cinese” se i padroni del mondo fossero queste nazioni invece che gli americani.

Sto cercando qualcosa della sua mercanzia su cui dirmi d’accordo. E’ vero che “tra l’omertà e la dietrologia c’è di mezzo il mare”: voi omertosi non avete nulla a che fare con quelli che chiamate “dietrologi” esercitando la crassa omertà che spacciate per rigore metodologico.

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6 giugno 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. Lauricella “Strage Borsellino, Scarantino racconta in aula il depistaggio di Stato: “Costretto a dire il falso da pm e poliziotti” “

“A fine mese, quando ricevo lo stipendio, faccio l’esame di coscienza e mi chiedo se me lo sono guadagnato”
PAOLO BORSELLINO

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@ Magamelia. Addossarsi agli occhi dell’opinione pubblica tutte le responsabilità della corruzione istituzionale rientra nel mestiere di politico. E accettare di credere che siano solo i politici ad essere corrotti rientra nelle comode illusioni di un popolo che si merita questi politici. Magistrati e poliziotti salvo sporadiche eccezioni non prendono mazzette. Ma anche i magistrati e le forze di polizia, quando si tratta di scegliere tra il compiacere gli interessi criminali dei poteri forti e trarne i conseguenti benefici oppure fare il lavoro per il quale nominalmente ricevono lo stipendio e passare dei guai, fanno spesso dei calcoli che non sono del genere di quelli che faceva Borsellino.

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13 giugno 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco al Csm: “Salvaguardare i diritti umani, ma senza farne abuso” “

E’ corretto e opportuno che un organo dello Stato, che dovrebbe salvaguardare autonomia e indipendenza dei magistrati, vada in pellegrinaggio a farsi dare direttive dal capo di un potere che ha pesanti interessi sull’Italia, interessi non sempre leciti e che non di rado contrastano con gli interessi leciti e i diritti dei cittadini italiani? L’arroganza e la corruzione istituzionale dei magistrati si alimentano di questi ossequi della loro casta ai poteri forti.

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20 giugno 2015

Blog di Aldo Giannuli

Commento al post “Dalla Prima alla Seconda Repubblica in Italia”

In medicina è detto “never events” quel genere di errori che non dovrebbero accadere mai: amputare la gamba sana invece che quella in cancrena, somministrare a Tizio le cure destinate a Caio, lasciare un tampone nell’addome, etc. In campo politico e amministrativo ci sono never events che sono indice non di negligenza ma di dolo. E che si spiegano con la subordinazione dei poteri dello Stato a poteri economici sovranazionali. Es. l’avere lasciati indisturbati i black bloc a Genova [1].

E’ stato un never event anche l’aver fatto passare nel SSN e sui media, per anni, la ciarlatanesca e spudorata “terapia” Stamina, ignorando le pur tenui barriere “scientifiche”; e superando le barriere politiche, molto più robuste, per le quali se a politici, clero, polizia, magistrati non sta bene in Italia non si può neppure attraversare liberamente la strada. Un “errore” incredibile, che trova la sua spiegazione in un’operazione di marketing di magistratura, polizia, politica (non senza l’ombra dei sevizi) a favore del business biomedico [2]. In questi termini sono spiegabili anche altri interventi di magistratura e polizia, come la distruzione di Pantani [3] o l’intervento forte e tardivo sui veleni dell’ILVA [4]. Attualmente ci sono gli estremi per sostenere che abbiamo i CC e Guariniello (che il prof. Giannuli vorrebbe al Quirinale) che esercitando l’azione penale spingono a favore di quella che può essere la maggiore singola truffa a danno del contribuente e del cittadino, le terapie a colpi di centinaia di milioni di euro per l’epatite C.

Osservando questi fenomeni, sono giunto alla conclusione che in campo medico magistrati e forze di polizia operano, ancor più dei politici, a favore di interessi illeciti del business medico [5]. Una tesi che trova riscontro in quella di Giannuli per la quale la globalizzazione neo liberista comporta una “alleanza diretta tra il potere finanziario e gli apparati tecnici dello stato (polizia, magistratura, servizi segreti) e confina il potere politico ad una funzione meramente servente” in un “nuovo blocco storico che indichiamo come “l’alleanza tra la spada e la moneta” “.

Restano nascoste sotto alle concezioni ingenue e rassicuranti su medicina, magistrati e polizia le conseguenze negative dei servigi resi dalla penna e dal manganello a poteri che, paragonabili a organizzazioni mafiose [6], determinano come curare le malattie. Mentre la gravità delle conseguenze dovrebbe portare a identificare in questi rapporti patologici tra potere giudiziario e moneta medica un pericoloso focolaio di corruzione.

1 Fracassi F. G8 Gate. Alpine studio, 2011.
2 Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale. *
3 Per cosa è morto Pantani. Lo sport e il marketing farmaceutico. *
4 Ilva. Dal cancro nascosto al cancro inventato. *
5 Nuove P2 e organi interni. *
6 Gotzsche P. Deadly Medicines and Organised Crime. Radcliffe, 2013.

*nel mio sito.

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11 lug 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post “Bologna, procuratore Alfonso: “Qui omertà su inchieste che hanno riguardato la politica. Nessuno ha collaborato” “

Sembra che vi sia uno snobismo dell’omertà. I settentrionali fanno mostra di disprezzare l’omertà mafiosa che vige al Sud, e intanto a casa loro ne praticano una non più onorevole sulla corruzione, inclusi i loro affari con mafiosi. I magistrati condannano sdegnati queste due omertà, ma quando si tratta di riconoscere la terza forma di grande criminalità oltre a mafia e corruzione, quella dell’atlantismo, dell’illegalità e del crimine al servizio degli interessi dei poteri forti, che non si esauriscono con le stragi impunite di 40 anni fa, ma hanno rilevanza attuale, divengono tanto ciechi sordi e muti quanto lo sono i corrotti e i mafiosi su corruzione e mafia.

Il Procuratore Alfonso si accinge a dirigere gli uffici giudiziari di Milano, quelli dei magistrati di Mani Pulite che mentre eliminavano la classe politica dell’era di Yalta riferivano al console USA. Alfonso denuncia che a Bologna “non abbiamo mai avuto una persona che sia venuta in Procura a raccontare”; ma le Procure a loro volta sono come pozzi, o inghiottitoi, nei quali i sassi gettati che superino una certa densità scompaiono senza produrre alcun suono. Alla stessa latitudine di Milano un Procuratore permette, o fa in modo, che al cittadino che gli invia una lettera, su un procedimento nel quale il Procuratore è formalmente implicato, non torni in risposta neppure la ricevuta di ritorno della raccomandata; ma solo un’accentuazione degli illeciti istituzionali che la lettera espone.

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16 luglio 2015

Blog de il Fatto

Commento al post di L. Franco “Mafia capitale, denuncia la clinica citata in inchiesta. “Licenziata per questo” “

@ Giovanni Oriofi. Prima di precipitarsi giulivi a gridare “c’è un giudice a BERLINO !!!!!!” perché viene esibito un caso nel quale “questa volta le indagini dei PM sembrano più decise”, bisognerebbe contare e pesare quante volte i magistrati fanno ciò per cui vengono retribuiti e quante volte chiudono gli occhi o sono complici. Tanti hanno sempre sulla punta della lingua il “c’è un giudice a Berlino” e trascurano che quando c’è il gatto i topi non ballano.

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1 ottobre 2015

Blog de il Fatto

Commento l post di B. Tinti “Ttip, perché è utile un Tribunale internazionale”

Di recente un giudice federale ha bloccato un’agenzia governativa, la FDA (non certo nota per essere nemica del business), che stava impedendo a una ditta di propagandare l’uso off-label di un farmaco. Il giudice ha motivato la sentenza col 1° Emendamento, quello sulla libertà di espressione, che per lui sarebbe da applicare anche al commercio. Il JAMA ha commentato che così si va verso la ripetizione di quelle tragedie (cioè quelle con migliaia di morti) da uso di farmaci non adeguatamente testati (*). Numerosi casi mostrano la tendenza dei magistrati italiani a fare da manutengoli agli affari sporchi di Big Pharma, con giustificazioni di livello pari a quelle del collega USA (es. un “diritto alla speranza”); e la tendenza all’uso del diritto come strumento per tali affari; in particolare, all’uso del diritto per ottenere quella deregulation, o libertà di truffa, che si è già visto essere in grado di causare morti a migliaia; o a decine di migliaia. E’ per questo che considero di dubbio valore le asserite basi giuridiche e morali per richiedere un tribunale speciale per la tutela degli interessi delle multinazionali.

* Sharfstein JS Charo A. The Promotion of Medical Products in the 21st Century. Off-label Marketing and First Amendment Concerns. JAMA, sept 14, 2015.

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15 ottobre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Cappato “Caso Mantovani: il sistema delle nomine Asl è marcio”

I radicali sostengono che il sistema delle nomine Asl è marcio, e che “la sola strada” per fermare il “processo infettivo” consiste nel togliere le nomine dei direttori generali ai politici per darle a “società nazionali e internazionali specializzate” cioè passarle del tutto alle multinazionali. E’ costante nella storia della medicina il tentativo, o la tentazione, di curare un male con un altro male. Per limitarsi al passato, curare il cancro infettando il paziente con lo streptococco; c’erano medici che trattavano con il salasso anche il colera.

@ Harleyking. E’ ovvio che queste non precisate società dovrebbero essere “senza conflitto di interessi” o meglio indipendenti; o meglio ancora “completamente” indipendenti, come è stato osservato bisognerebbe aggiungere a proposito di strutture di valutazione che si usa definire ”indipendenti”. Ma è anche ovvio che non lo saranno. Se bastasse l’ovvietà di una condizione perché essa si realizzi, allora tanto varrebbe dire che è ovvio che politici e amministratori dovrebbero essere competenti e onesti.

@ Harleyking. Credo che occorra che la gente non si faccia fare fessa. Le persone dovrebbero fare i compiti. Nella società complessa, non devono più zappare per vivere, ma devono informarsi e riflettere. Cominciare a pensare seriamente ai propri interessi. A vedere le cose come stanno. E a ragionare meglio. Tu per esempio, che in 15 parole mostri quattro errori: auspicare uno sfruttatore nuovo e più grosso per eliminare quello vecchio più piccolo; postulare che lui invece sarà onesto; credere che le critiche debbano avere conclusioni “costruttive”; identificare il malaffare con la lottizzazione, che ne è solo una delle forme.

@ Guido Anzuoni. La politica relegata in una postilla, che però anzi è il perno …. La politica che sarebbe libera di fare la filosofia mentre l’esecutivo viene trasferito ai poteri forti. Già, tanto abbiamo un parlamento popolato da nobili figure di legislatori degne della Repubblica di Platone. Dici semplicemente che vuoi una versione coloniale del sistema USA; dove un senatore, Durbin, ha osservato che quando l’industria medica dice “salta” il Congresso salta e passa le leggi richieste.

Stiamo così perché non abbiamo politica degna di questo nome, ma mezzecalze, venduti e satrapi. E perché accettiamo di averli, magari pensando di essere furbi. La “rivoluzione” a favore di banche e multinazionali? La rivoluzione che può salvarci è quella “in interiore homine” (Bianciardi), cambiando testa, e quindi atteggiamento verso il potere, senza credere all’imbonitore di turno.

@ Guido Anzuoni. Ti sembra di capire che se uno non accetta che le politiche di Milton Friedman siano auspicabili, illuminate e civili (neurone A), allora non può essere che uno stalinista (neurone B). Non si può dire che il tuo apparato conoscitivo – o l’apparato conoscitivo dei target di tale propaganda – formi un groviglio inestricabile.

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25 ottobre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. Gaudenzi “Giustizia, Anm: nel paese degli scandali, è scandaloso il magistrato?”

Osservando da tempo come politici e magistrati rispettino “la garanzia costituzionale sul diritto alla salute” evocata dal presidente di Corte d’appello Canzio quando ci sono in gioco gli interessi dell’industria medica, consiglierei al pubblico di ricordarsi di come il lungo duello all’ultimo sangue tra berlusconiani e post-comunisti sia stato un’opera dei pupi finita a tarallucci e vino a nostro danno; e di non guardare quindi solo alle baruffe e gomitate tra politici e magistrati, ma anche a ciò le due caste di privilegiati fanno d’amore e d’accordo nel servire gli interessi dei poteri forti, mentre l’amministrazione dello Stato e della giustizia vanno a ramengo.

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28 ottobre 2015

Blog de Il Fatto

Commento la post “Corruzione, Cantone: “Milano è la capitale morale, Roma non ha anticorpi” “

Vedendo quanto certe forme di illegalità a beneficio dei potenti, es. in ambito sanitario, siano consentite, aiutate e protette in Lombardia, in pratica siano istituzionalizzate, ritengo l’affermazione del magistrato uno spot politico a favore della corruzione istituzionale*, quella dove anziché intascare direttamente mazzette si traggono vantaggi indiretti dal favorire le ruberie dei poteri forti, rendendole formalmente o di fatto legali.

*Thompson DF. Two concepts of corruption. Edmond J. Safra Working Papers, No. 16. Aug 2013.

@ vale1000. l livello del tuo commento conferma il non invidiabile livello dei giudizi gratuiti di questo eminente magistrato. Dall’accorrere in soccorso ad una vittima del G8 – da lui identificata nel capo dei picchiatori De Gennaro – all’assegnazione motu proprio del titolo di “capitale morale” a posti che, intartarati da decenni di corruzione di ogni tipo, danno ora l’esempio del nuovo modello di corruzione.

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28 novembre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Martucci “Elettrosmog: a Roma per parlare di bambini a rischio e mamme per la verità”

Dunque la leucemia linfoblastica acuta e altre neoplasie dei bambini sarebbero almeno in parte da attribuire all’elettrosmog, secondo un convegno intitolato “Sensibilità chimica multipla ed elettrosensibilità” tenuto il 23 novembre 2015 nella sala della Protomoteca in Campidoglio. Sulla diffusione di questi allarmi, che possono facilitare la sovradiagnosi di tumori nei bambini, garantisce il commissario prefettizio, Paolo Tronca. Personalmente il tenore della “informazione” sulla salute dei bambini emessa dal Campidoglio mi sembra ancora meno serio e meno decoroso dei centurioni per turisti che Tronca ha fatto sgombrare; l’avallo di simili messaggi da parte del consiglio comunale di Roma ancora più sinistro degli affari de “er cecato” con l’amministrazione del Comune.

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9 dicembre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di I. Proietti “Previsioni errate, stop alla responsabilità penale per i vertici della Protezione civile”

Nel caso della medicina difensiva l’impunità riguarda comportamenti che hanno una matrice dolosa, sia pure in genere non individuale ma sistemica, volta a ottenere profitto e altri ingiusti vantaggi a danno dei pazienti (v. “La medicina difensiva come scusa e come illecito”). Non sorprende che partecipino alla riunione su come disegnare quest’altra impunità i vertici della magistratura. La funzione dei magistrati appare essere quella non di contrastare l’ingiustizia, ma di modularla, di plasmarla, conformandola agli interessi dei poteri forti; così che quando sono in gioco tali interessi alcuni delitti sono favoriti, alcuni sono ignorati e tenuti nascosti, altri sono rappresentati in maniera esagerata o distorta, e comportamenti contrari a interessi illeciti vengono di fatto repressi come se fossero reati.

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26 gennaio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Portanuova “Whistleblower, il “segnalatore di corruzione” che in italiano non esiste. E la Crusca ci spiega che non è un caso”

In inglese, che oltre ad essere la lingua a volte “treacherous” dei poteri egemoni è la lingua di un antico popolo europeo particolarmente arricchita dal duro passaggio delle vicende umane, si distingue tra “bribery”, prendere soldi, e corruption, che ha un senso più ampio. Es. perseguire alcuni reati e favorirne altri in conformità a interessi particolari, ottenendo in cambio vantaggi per la corporazione o benefici di carriera non è bribery ma è comunque corruzione.

Per tradurre “whistleblower” si potrebbe sfruttare l’espressione “qui tam pro domino rege quam pro se ipso” che indica chi fa causa nell’interesse del re oltre che del suo. Gli anglosassoni parlano di cause “qui tam”. Si potrebbe quindi dire “denunciante qui tam” o “denunciante pro rege”; intendendo per “il re” il bene collettivo.

Una interessante complicazione è che anche la corruzione, incluse le denunce selettive, e inclusi i “whistleblowing” selettivi, possono essere nell’interesse del re inteso come l’interesse prevaricatore dei poteri forti, che non vuole concorrenti. C’è anche una “corruzione qui tam”: quella di chi, anche quando non prende mazzette e persegue la bribery di piccolo o medio livello che noi a torto identifichiamo con tutta la corruzione, rema a favore dell’istituzionalizzazione dei grandi interessi illeciti, es. quelli di Big Pharma. Forse si potrebbe dire “denunciante pro patria”; espressione che essendo impegnativa e passibile di ironie spinge anche alle necessarie verifiche.

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2 febbraio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Adriana Faranda a corso di formazione per magistrati. Che protestano: “Assurdo” “

“Tra il materiale sequestrato ai brigatisti Valerio Morucci e Adriana Faranda dopo il loro arresto (29 maggio 1979) c’era l’indirizzo e il numero telefonico dell’abitazione di monsignor Marcinkus, nonché l’indirizzo e il numero telefonico di padre Felix Morlion (agente della Cia), ai quali l’autorità giudiziaria non ha mai rivolto alcuna domanda”. “Per confutare la perizia sulla mitraglietta Skorpion utilizzata per uccidere Moro, Valerio Morucci e Adriana Faranda si sono avvalsi di un perito di parte legato al servizio segreto militare: tale Marco Morin, estremista di destra, appartenente a “Gladio”. (Sergio Flamigni, La tela del ragno e Convergenze parallele).

La Faranda alla scuola dei magistrati? L’ambiguità della situazione riflette l’ambiguità della grande maggioranza dei burocrati giudiziari, che mentre vanno dicendo di essere colleghi di Alessandrini e Occorsio stanno invece allineati e coperti rispetto ai poteri che muovevano i fili allora e continuano a muoverli oggi. E’ una presenza proficua per i giovani giureconsulti: li aiuta ad apprendere l’arte di articolare le categorie reali con le categorie dichiarate, che sono tra loro opposte e incompatibili. Ed e’ istruttivo anche per il pubblico.

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6 aprile 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di E. Ciccarello “Corruzione nella Sanità, la ricerca: “Episodi di tangenti in un’Asl su tre”. Il rapporto di Transparency”

Queste campagne di Emergency e di Cantone modernizzano il Paese, inducendo i forchettoni all’antica a moderarsi per fare spazio al malaffare politico consono alla globalizzazione. Si può rubare facendo pagare al contribuente una siringa 10 volte il suo costo reale. Ma si può rubare, e legalmente, e molto di più, anche facendo iniettare al paziente un farmaco costosissimo, inutile e nocivo ma “scientifico”. I politici tradizionali tirano più per il primo tipo di ladrocinio, dove intascano direttamente e gestiscono un potere di mediazione; i magistrati, i CC e i politici “di ultima generazione”, parteggiano per il secondo tipo di corruzione, che va a beneficio di Big Pharma e degli altri grandi investitori della medicina; i quali poi ricompensano, riconoscendo loro diritti feudali, le corporazioni istituzionali e i gruppi politici che li servono. Istituzioni che divengono così una sorta di personale dell’industria e finanza medica internazionale, anche se lo stipendio glielo paghiamo noi. I magistrati stanno accumulando una serie di benemerenze rispetto ai poteri forti della medicina. Probabilmente si addiverrà ad un accordo spartitorio tra i baroni locali e l’impero, e avremo siringhe sia a costo gonfiato, ma un po’ meno gonfiato, sia dal contenuto ancor più fraudolento di oggi, e in formato king size.

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12 aprile 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di I. Proietti “Consiglio superiore della magistratura, le nomine lottizzate: ecco la lettera che inguaia le correnti”

Dopo quella del Procuratore di Cremona Di Martino, dalla stessa sede di Corte d’appello che i magistrati hanno intitolato al giurista che fondò la P2 storica – Zanardelli – si scaglia, pochi giorni dopo, una seconda pietra contro le correnti di magistrati (in entrambi i casi, in occasione di mancate promozioni). Le correnti sono senza dubbio un male per i cittadini. Ma non sono l’unico. C’è la subordinazione dei magistrati ai poteri forti, l’equivalente sociale di un linfonodo metastatizzato, che da presidio di difesa dell’organismo diviene focolaio di malattia. La degenerazione peggiore; anche se si presenta come il superamento di vecchi mali.

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26 aprile 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di G.C. Caselli “Corruzione, la questione morale non è archeologia. Le condanne fanno curriculum”

Ci sono due tipi di corruzione: la corruzione dei ladri e la corruzione dei cortigiani. I ladri, trovandosi in una posizione di potere, rubano col farsi pagare. I cortigiani non prendono soldi, ma prostituiscono i loro uffici a favore di poteri maggiori in cambio di status, prebende e privilegi. La gente indentifica la corruzione con la corruzione dei ladri; ma la corruzione di chi senza prendere soldi favorisce gli interessi dei poteri forti – sfruttamenti e ingiustizie di larga scala – è anche più dannosa. I politici vogliono esercitare assieme entrambe le forme: taglieggiare i cittadini e svenderli ai poteri forti. E i magistrati? Sicuramente non rubano, e combattono questa forma semplice di corruzione. Ottenendo così il consenso dei poteri forti, che vogliono tutto il bottino per sé e gradiscono che la colpa dell’impoverimento e del degrado sia addossata esclusivamente ai tangentisti.

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28 apr 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Corruzione, Mattarella: “Quella dei politici è la più grave: combatterla è un impegno di tutti””

Una settimana fa Mattarella ha accolto al Quirinale la Commissione Trilaterale, riunita a Roma in una conferenza che ha avuto al primo punto “Shaping the future of Italy in Europe”. Non si può escludere che vi sia una relazione con questa crociata “anticorruzione” predicata ai magistrati. Nel suo cordiale discorso agli amici della Trilaterale, Mattarella ha citato la necessità di una visione “multidimensionale”. In effetti il potere sovranazionale pratica raffinate strategie multidimensionali. Es. può far combattere una forma di ladrocinio per introdurne altre, più moderne, come è avvenuto con Mani Pulite, che ha dato una svolta liberista al Paese. Gli italiani invece prediligono letture a 1 dimensione: guardie contro ladri. I corrotti sono solo quelli che prendono buste gonfie di banconote, i mafiosi sono solo quelli degli “inchini” da cinema della statua del santo in processione, e chi combatta un pochino, o dica di combattere, tangentisti e padrini non può che stare dalla parte dei cittadini. Ma anche il calare le braghe davanti alle forze che stanno depredando il Paese, e il favorire i loro disegni, ottenendone benefici, andrebbe riconosciuto come un male, contro il quale impegnarsi.

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3 maggio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di O. Lupacchini “Piercamillo Davigo e la virtù del ‘parlar chiaro’ “

Sotto le semplificazioni mediatiche la realtà è multidimensionale: corrisponde a un vettore che può essere positivo nella componente dell’asse x, quello più immediato, che viene mostrato, e negativo nelle sue proiezioni su altri assi, che vengono celati. Es. un processo per un cancro del colon attribuito all’esposizione lavorativa in tipografia è positivo sull’asse del contrasto ai tumori occupazionali, che i datori di lavoro tendono a occultare. Non appare positivo su quelli dell’accertamento dei fatti e della giustizia, perché appare indimostrabile e poco plausibile che questo particolare tipo di cancro, comune, sia dovuto a quella esposizione lavorativa. E’ negativo sull’asse della tutela della salute e della proprietà privata, favorendo concezioni culturali errate che vanno a favore di interessi colossali sul cancro del colon a scapito dei cittadini.

L’intemerata di Davigo è positiva sull’asse del contrasto alla corruzione tangentizia, in pratica il contrasto ai politici ladri; e su quello del contrasto all’arroganza dei politici. Ma ha una componente negativa nascosta: fa identificare con le tangenti tutta la corruzione, nascondendo l’asse della corruzione proditoria, quella a favore dei poteri forti; la corruzione nefasta che affonda il Paese, e che può trarre beneficio dall’equivoco, strumentalizzando la lotta alle tangenti, come è accaduto proprio con Mani Pulite. Una eterogenesi dei fini sulla quale i magistrati sono un po’ troppo silenziosi.

@ Sidney Sonnino. Un conto è prendere una mazzetta es. per fare acquistare allo Stato il farmaco di una certa ditta. Un altro è legiferare per abbattere i controlli sull’immissione di nuovi farmaci; o imbastire casi giudiziari clamorosi per sostituire, nei presupposti che giustificano la ricerca sperimentale sullo sviluppo di nuove classi di farmaci, alla plausibilità scientifica aspettative irrazionali create ad arte; in cambio non di soldi, ma di posizioni di potere, con i relativi vantaggi. (C’è poi la “cattura normativa”, che riesce a strumentalizzare politici o magistrati onesti). Sono anni che osservo questa differenza; è stato per me un conforto scoprire che “distinguo” di questo genere non solo vengono posti da specialisti (1), ma sono applicati proprio dove li ho desunti, la medicina (2).

I magistrati fanno il loro gioco, invadendo il territorio altrui e sguarnendo il proprio a seconda della convenienza. Il problema vero sono gli italiani, che sono dei von Clausewitz col collega d’ufficio e dei Giufà davanti al potere; e che non concepiscono la ribellione all’ingiustizia altrimenti che con l’eleggere a loro paladino qualche altra figura di potere; dimentichi che “non esistono poteri buoni”.

1 Thompson D. Two concepts of corruption. Harvard Center for ethics, 2010.
2 Light D et al. Few Benefits from New Drugs and Many Serious,
Costly Risks. Chemical industry Digest, 2014.

@ Sidney Sonnino. Sui principi generali che citi siamo penso tutti d’accordo. Un conto però sono i 10 comandamenti e la loro predicazione, un conto gli affari del convento. Io sarei stato più entusiasta se i magistrati avessero espresso come presidente del loro sindacato di categoria una persona con le stesse doti di Davigo, vigorosa, competente, personalmente onesta; ma che non richiamasse – di questi tempi – grafi dalle forme inquietanti; es. quello che collega il parresiasta al chiacchierone: Davigo-Di Pietro-Leeden-Renzi.

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12 maggio 2016

Blog de il Fatto

Commento al post “Corruzione, Lagarde (Fmi): “Ogni anno fino a 2mila miliardi di dollari di tangenti nel mondo” “

E’ corrotto anche chi esegue le volontà del FMI e delle agenzie sorelle a danno dei cittadini e viene pagato per questo con la posizione e lo stipendio invece che con mazzette. La posizione e lo stipendio di parlamentare o di ministro non essendo che un solerte portaborse. O pagato con la posizione e lo stipendio di alto magistrato avendo lo stesso spessore di un usciere bravino con la rubrica “Se voi foste il giudice “ della Settimana Enigmistica ma di pochi scrupoli se c’è da procacciarsi una 50 euro. O con la posizione e lo stipendio di prefetto, ufficiale dei CC, questore, quando in una Repubblica vera sarebbe oggetto delle attenzioni delle forze di polizia.

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29 maggio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di O. Lupacchini “Innamorarsi di Antigone e finire per farsi intrigare da Creonte”

Giuristi e politici citano abbastanza spesso Antigone. 25 secoli dopo Sofocle, dovremmo essere in uno Stato democratico nel quale non c’è discrasia insanabile tra la giustizia naturale e quella formale, se non in rari casi. L’appello ad Antigone è il più delle volte un’intellettualizzazione delle “lacrime di coccodrillo” per abusi di potere tramite la legge. Queste dissociazioni da sé stessi, che portano ad autoassoluzioni e autocommiserazioni da parte di chi comanda, rivestendo di una patina di gravitas comportamenti che a volte non sono che atti illeciti miserabili e vili, mi ricordano il racconto “Quel generale romano”(in “Vite di uomini illustri” di Achille Campanile), dell’antico romano che come generale condanna a morte il figlio mentre come padre, zio, cognato, cugino, suocero, dittatore, sommo sacerdote, si sforza senza successo di salvarlo.

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11 agosto 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Strage di Piazza della Loggia, “opera della destra eversiva. Maggi ebbe appoggio dei servizi segreti anche stranieri” “

I magistrati dicono di essere stati sviati; nonostante siano dei professionisti del non farsi sviare. Allora come oggi, la magistratura si fa “sviare” troppo facilmente, troppo in massa e troppo a lungo, quando la mamma yankee o per suo tramite poteri forti economici ordinano qualche operazione sporca in Italia. Appare applicare in questi casi non la Costituzione, ma un “Codice Atlantico” che prevede una sostanziale cooperazione. Questa sentenza “archeologica” è pur sempre qualcosa di rilevante. Ma salvando la faccia, o salvando la maschera, può favorire il proseguimento della cooperazione istituzionale a favore dei poteri che controllano e sfruttano l’Italia; una grave forma di corruzione non esclusiva dei politici.

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26 settembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Consiglio di Stato, il governo nomina Manzione: aggirato il minimo di età”

Purtroppo non è raro che un alto magistrato sia moralmente l’omotetia (cioè un fedele ingrandimento) di figure come quella del vigile urbano raccomandato e traffichino. Questo è un interessante caso dove la trasformazione, essendo materiale, è evidente.

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4 novembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Capozzi “Banche, riecco il pronto soccorso di Poste italiane. Dopo il Monte dei Paschi ora tocca a Unicredit”

uò darsi però che sotto Francesco Caio Poste Italiane abbiano trovato sistemi creativi per fare profitti. Es. nella mia esperienza hanno il costume di non consegnare le ricevute di ritorno delle racc. inviate online, quindi tramite i server di Poste Italiane, alla magistratura (3 su 3 in 20 mesi). Raccomandate che contengono notizie di reato, che coinvolgono anche istituzioni dirette da soggetti in ottimi rapporti con Caio stesso; e che possono avere un valore di mercato, che può essere valorizzato, se non ci si impunta su alcune polverose ubbie come quelle del dovere di rispettare il diritto alla corrispondenza e il diritto del cittadino a rivolgersi alla magistratura.

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6 dicembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Addio a Victor Uckmar: è mancato a 91 anni il noto fiscalista e tributarista”

Un’intervista del Manifesto del 2004 riporta l’osservazione di Uckmar che il Financial Times e l’Economist facevano pubblicità alle società off-shore; e che a un incontro a New York all’FBI, con Rudolph Giuliani, Uckmar propose di mettere al bando le società finanziarie che avevano propaggini nei paradisi fiscali; “lo guardarono in modo strano” e pur avendo mostrato dati dettagliati e sofisticati sul fenomeno gli risposero che di quello non se ne occupavano. Chissà come Uckmar, l’insigne tributarista capace di queste franchezze essendo ben addentro agli ambienti di potere, consigliere dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, avrebbe commentato l’interpretare come una tassa occulta e perversa, un balzello sul morire, a favore di privati in combutta con i governanti, quella che in USA chiamano la “financial toxicity” dei nuovi farmaci oncologici, che possono ridurre un malato sul lastrico – e saccheggiare le casse pubbliche – senza essere realmente efficaci*.

*Trupp T, Zuckermann D. Quality of Life, Overall Survival, and Costs of Cancer Drugs Approved Based on Surrogate Endpoints. JAMA, 29 nov 2016.

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21 dicembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Roma, anche l’Anac contro Marra: “Conflitto d’interessi sul fratello. E la Raggi doveva esonerarlo dalle decisioni””

C’è un problema di “epistemic reliance”, “fiducia epistemica”. Noi sentiamo Grillo, sentiamo i 5S, denunciare il malaffare; ci si allarga il cuore e crediamo che i 5S siano tutt’altra cosa dal sistema che condannano con voce tonante. Il grosso, grossissimo guaio è che c’è un problema nascosto di fiducia epistemica mal riposta anche sull’ANAC, che ha un progetto sinergico con AIFA per il “fast track”, l’approvazione abbreviata dei nuovi farmaci. Una forma di corruzione istituzionalizzata non meno dannosa per i cittadini della corruzione con mazzette dei palazzinari romani. Un watchdog dei diritti dei cittadini competente, incisivo e non ambiguo (come purtroppo non sono i 5S), il National Center for Health Research, ha parlato di “McDrugs”, e di come “fast drugs can be more dangerous than fast food”. Ma il renziano Cantone – magistrato – invece di avvisare dei danni e dei pericoli del fast track, riportati anche da studiosi della corruzione*, collabora al programma obamiano di deregolamentazione dei farmaci, ponendo così l’anticorruzione al servizio della corruzione legalizzata.

*Light DW et al. Institutional corruption and the pharmaceutical industry. Journal of Law, Medicine and Ethics. Fall 2013.

23 dicembre 2016. Fonte: quotidianosanità.it. “Da Ministero e Anac arriva Fast Track per sperimentazioni più veloci e sicure”. Scaricato il 19 dic 2016. A quattro giorni di distanza, la notizia non risulta essere riportata da altre fonti internet. Può darsi che l’articolo riporti erroneamente “ANAC” invece di “AIFA” nel comunicare nel titolo e nel testo che “è nato il fast track, un progetto sinergico di ANAC e Ministero della salute”. L’eventuale errore non è a oggi corretto. Anac collabora alla realizzazione dei progetti di AIFA e Min. Salute, come riferisce anche l’articolo. Non risulta abbia sollevato obiezioni sul fast track, esponendone la natura corrutiva, o i rischi di corruzione. L’articolo prende spunto dalla IX Conferenza Nazionale sui Dispositivi medici. La conferenza ha tenuto a battesimo il fast track italiano. Il sito della conferenza non riporta la presenza di Anac. Riporta la compresenza e la convergenza di controllati e controllori, incluso il comandante dei NAS.

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10 gennaio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Portanova “I professionisti dell’anti-antimafia”

Per evitare strumentalizzazioni mafiose, e la regressio ad infinitum “professionisti dell’antimafia”, “professionisti dell’anti-antimafia”, “dell’anti-anti-antimafia” etc. ci sarebbe un modo: eliminare la mafia. Ma la mafia è come il coltellino svizzero: ha tante funzioni utili. Anche quella di lasciare agire nell’ombra, con la sua presenza e con quella complementare dell’antimafia, pratiche mafiose, massonerie, gestioni pontificie, pizzi legalizzati, tradimenti del Paese, intimidazioni e ricatti, asservimento alla criminalità dall’alto, da parte di chi occupa le istituzioni. Distraendo e distogliendo risorse, impaurendo i cittadini e spingendoli a chiedere protezione e a riconoscere consenso e legittimità a poteri dello Stato che li vendono; giustificando con la lotta alla mafia impunità e omissioni. Questo dovrebbe essere un motivo in più per distruggere la criminalità mafiosa e spargere il sale sulle sue macerie. E’ invece un motivo in più per lasciarla in vita. Non rassicura che diversi antimafia à la page tendano a considerare la mafia come un’entità perenne (divergendo in questo da Falcone). A volte giocando sull’equivoco tra cosche o ndrine e la diffusissima mentalità mafiosoide; che è un altro problema, pure grave, che trae forza dalla guerra che non si vuole vincere contro quella mafia che è usata dai professionisti della metamafia per ammonirci di stare buoni e subire, in un profluvio di immagini e parole.

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13 gennaio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Ministro Lorenzin dopo la firma dei nuovi Lea: “Vaccini gratis e senza ticket” “

Gratis? “Molte persone non lo vedono ma alla fine tutti i costi sono pagati dalle persone comuni. Quando vedi i pazienti nel tuo studio sai che non pagheranno la particolare prestazione che stai per erogare. Ma puoi essere certo che alla fine in qualche modo pagheranno il costo. Abbiamo portato il laundering [riciclaggio] dei costi della sanità ad un’arte elevata, che fa sembrare le banche off-shore dei dilettanti. Ma puoi essere certo che dopo che il riciclaggio è completato, i costi saranno ancora là, e li pagheranno le persone comuni” (*,ridotto).

Questi non sono regali; se non alle case farmaceutiche di denaro pubblico. Saranno pagati da noi con le imposte e tasse; e con le spese private che si sarà a costretti a sostenere per l’assistenza medica realmente necessaria e lasciata scoperta.

*Eddy DM Medicine, money and mathematics. Am Coll Surg Bull, 1992. 77: 36.

@ Snoopix. Non è la “sanità universale”. E’ la sanità delle multinazionali attraverso il potere dello Stato. Che ottimizza non la salute, ma il profitto, succhiando denaro ai cittadini mediante informazioni ingannevoli, sovradiagnosi e cure futili, e a volte dannose, ma comode e lucrose per il business, e trascurando interventi necessari, non sviluppando trattamenti e lasciando il cittadino senza guida e senza aiuto in situazioni critiche.

@ Bruccio. Questo è il modello americano. Es. “With faster drug approvals taxpayers could be left to foot the bill” STATplus, 13 gen 17 (USA). Sei tu che sembri avere difficoltà a distinguere tra servizio sanitario utile pagato con le tasse e uso del prelievo fiscale con la copertura della sanità pubblica per trasferire denaro dei cittadini al business.

@ Bruccio. Quindi non si può criticare o denunciare come corrotto nessun appalto per lavori pubblici se non si è ingegneri specializzati in quel genere di opera? Sono un medico e mi occupo di frodi mediche strutturali. In genere, come qui, cito degli autori a supporto di quanto dico. Puoi indicarmi tu quale immunologo, vaccinologo, dipendente dell’industria farmaceutica sulla base di quali studi e di quali competenze sosterrebbe che una spesa pubblica importante non possa essere che benefica, indiscutibile e priva di conflitti di interesse se supportata dal parere di “scienziati”? Puoi indicarmi es. l’evidenza scientifica pubblicata che giustificherebbe l’allocazione preferenziale di denaro pubblico per la vaccinazione di adolescenti maschi contro l’HPV ? Che giustifichi il porre tale vaccinazione sotto il titolo di “assistenza essenziale”? Io credo che, più che essere io a rispondere nel “tribunale della scienza” nel quale fai il pubblico ministero, in un Paese sano ciò andrebbe spiegato alla magistratura nell’ambito di un’indagine. Condivido l’opinione di diversi scienziati che in medicina la scienza sia stata insozzata facendone uno strumento di frode, e che mettendola al servizio dei soldi facili sia stata fatta divenire un fattore di malattia.

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25 gennaio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Fior “Poste e i risparmiatori, l’ad Caio: “L’alfabetizzazione finanziaria passa per il rischio”

L’alfabetizzazione finanziaria, e più in generale l’educazione alle insidie del liberismo, passano per il comprendere che col rischio, cioè con offerte basate su modelli probabilistici, il business può facilmente frodare le persone: facendole decidere sulla base di un modello ingannevole. Secondo gli studi di alcuni cognitivisti è a causa di falsi modelli di rischio che tanti persistono nel giocare alle macchinette mangiasoldi nonostante sperimentino che è svantaggioso *. Data la loro capacità di confondere e persuadere, anche gli intelligenti*, il liberismo tende a espandere l’impiego di modelli probabilistici oltre la loro reale necessità, in ambiti diversi. In medicina la formulazione non appropriata e la presentazione distorta di modelli probabilistici è un comune mezzo di frode; associato al lamentare “l’analfabetismo scientifico” del pubblico. Posso testimoniare che le Poste Italiane di Caio, superate concezioni vetuste come la consegna deterministica della corrispondenza, estendono la loro diversificazione commerciale all’appoggio informale alla “alfabetizzazione probabilistica” in campo medico. Supportando in concorso prodotti medici probabilistici vicini sotto diversi profili a quei prodotti finanziari, reperibili anche presso gli uffici postali, che sembrano un regalo e invece fanno arricchire il banco a scapito dei giocatori.

*Yu EC, Lagnado DA. The influence of initial beliefs on judgments of probability. Frontiers in psychology, 2012. 3. Art. 381.

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28 gennaio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Giustizia, l’allarme del Pg di Milano: “Siamo al collasso. Gravi le infiltrazioni della mafia in Fiera””

Il convento povero descritto dal capo dei ricchi frati degli uffici giudiziari di Milano, con una “giustizia al collasso”, e la resistenza contro i brutti ceffi della mafia alle porte da così tanti decenni da fare sembrare poca cosa al confronto i miseri 10 anni dell’assedio di Troia, corrisponde con notevole precisione alla situazione ideale per il crimine di alto bordo, tanto grave quanto invisibile, che trova in Lombardia un terreno particolarmente adatto, come le truffe delle banche, o le frodi istituzionalizzate in medicina: insufficienza di mezzi e distrazione dell’attenzione e delle risorse verso crimini ad alto impatto mediatico come quelli del mostro mafioso. La magistratura milanese è stata criticata per le assoluzioni in appello dopo che JP Morgan e altre banche importanti erano state condannate in primo grado per truffe miliardarie. Non conosco i dettagli, ma riguardo alle frodi mediche strutturali posso testimoniare che spesso e volentieri la magistratura nel suo deliquio finisce con l’essere più un aiuto che un deterrente.

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7 febbraio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Mattarella, monito ai giovani magistrati: “Fatevi condizionare soltanto dalla legge ed evitate il rischio di sovraesposizioni” “

I giovani magistrati potrebbero leggere “Frà diavolo e il governo nero. Doppio Stato e stragi nella Sicilia del dopoguerra” di G. Casarrubea, che riporta il ruolo dei poteri dello Stato nella Sicilia di Bernardo Mattarella; per riflettere, oltre che sui saggi consigli di Sergio Mattarella, anche su come in uno Stato asservito a poteri esterni i magistrati possano superare i limiti istituzionali e morali ed essere complici di eversione facendo mostra di tenere un profilo moderato e prudente.

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24 marzo 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di T. Mackinson “Treviso, la lettera choc del giudice Mascolo: “Lo Stato è fuori controllo, io mi armo. Perché quando ci vuole ci vuole””

L’opposizione all’immigrazione forzosa e il diritto alla legittima difesa, posizioni che condivido, stanno venendo deformati in surrogati di quei diritti che consentono di non vivere in uno stato perenne di paura. Si sta introducendo una sorta di diritto alla paura invece di rimuovere le cause che generano il surplus evitabile di paura. Questo Azzeccagarbugli di Stato incoraggia gli stupidi italiani non a esigere uno Stato di diritto onesto ed efficiente che li tuteli; ma a girare con la pistola. In pratica a beccarsi tra di loro come i capponi che Renzo portava ad Azzeccagarbugli, in modo che così possano credere di avere gli attributi e si sfoghino mentre si sottomettono docili alla tosatura e alla macelleria sociale alla quale sta venendo destinata l’Italia tramite gli imbonitori e i prestanome messi a governarla.

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9 aprile 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di I. Lonigro “Strage di Viareggio, Ferrovie lo licenziò perché faceva da consulente alle famiglie. La Cassazione: “Giusto allontanarlo” “

Non conosco questo caso nel dettaglio; potrebbe anche darsi che la sentenza in sé sia difendibile sul piano formale. Ciò non toglierebbe che sia coerente con un quadro politico sostanzialmente corrotto. La notizia della sentenza appare affermare che dando uno stipendio – magari proveniente da denaro pubblico – si acquista anche la coscienza della persona. “Chi ci dà il pane è nostro padre” ammonivano i vecchi mafiosi. Il messaggio conferma i potenti che delinquono – e i dipendenti a loro moralmente affini – nella convinzione che l’omertà, e la fedeltà al gruppo invece che alla comunità, siano un valore; mentre fa opera di dissuasione e intimidazione verso chi vorrebbe opporsi al malaffare. [Nella mia esperienza è comune l’impiego sistematico di dipendenti, anche pubblici, come picciotti per boicottare, mobbizzare, intimidire, cercare di screditare e compromettere chi sia di ostacolo agli affari inconfessabili dei cerchi magici dove si incontrano poteri forti, datori di lavoro e rappresentanti delle istituzioni; e, nella mia esperienza, a questo genere di “rapporto fiduciario” la magistratura assicura impunità e fornisce sostegno.] In tema di protezioni istituzionali di grandi affari illeciti, andrebbe esaminata anche la lealtà dei magistrati verso il popolo dal quale ricevono pane e companatico.

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10 maggio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Migranti, la procura di Trapani: “Indaghiamo su persone appartenenti alle Ong per immigrazione clandestina””

Preparando l’esame di medicina legale rimasi colpito dalla distinzione tra ubriachezza accidentale, motivo di non imputabilità, e ubriachezza preordinata per prepararsi una scusa volendo commettere un reato, aggravante. Se un ladro acrobata si lancia da un edificio e un acrobata complice lo acchiappa al volo impedendo che precipiti, e entrambi si introducono così nella banca, non è che il porteur non è imputabile. Il Procuratore “Cartosio ha fissato un principio”: se l’imbarcazione coi clandestini rischia di naufragare non c’è reato di favoreggiamento nel soccorrerli e portarli in Italia. Neppure da parte delle ONG che incrociano proprio allo scopo dichiarato di recuperare i previsti naufraghi. Il principio del procuratore è valido in caso di naufragio e soccorso autentici, eventi essenzialmente casuali, sporadici, non voluti e anzi scongiurati. Ma se si organizzano sistematicamente “naufragi” e “soccorsi”, per giustificare l’immigrazione clandestina, usando la vita degli imbarcati come arma di ricatto, salvati come è ovvio i passeggeri non si dovrebbe legittimare l’escamotage e favorire così un reato, coi suoi incidenti mortali, con un ragionamento giuridico. Si dovrebbero ritenere organizzatori ed esecutori responsabili in toto del traffico da costa a costa. Quindi anche della sicurezza; inclusi gli annegati, osservando che sono funzionali allo schema come giustificazione morale, e ora anche giuridica.

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13 maggio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di I. Tabusso “Brexit, l’Agenzia europea del farmaco a Milano? La strada è lunga e in salita”

La Norvegia limitava l’approvazione dei nuovi farmaci a quelli che mostravano un vantaggio sugli esistenti. Nel 1996 la “armonizzazione” UE le fece rimuovere questo sano criterio. Studiosi della corruzione considerano l’attuale approvazione dei farmaci esempio principe di corruzione istituzionalizzata*. E’ divenuta un’attività eminentemente affaristica, tutto fuorché limpida; dove si possono creare dal nulla miliardi di euro di profitti purché si sia disposti a recitare, senza alcun rischio, sussiegose farse; e non ci si lasci impressionare dalle conseguenze visibili in sala settoria di questa meravigliosa forma di creazione di ricchezza, una cornucopia fondamentale per il modello economico trionfante. Necessita di doti che la Lombardia ha in abbondanza, per dono di natura e per la cultura plurisecolare degli affari, non impacciata da soverchie ubbie intellettualoidi o moralisteggianti. L’operosità lombarda è inoltre provvista di un apparato di protezione piduista, cioè di mafia tramite i poteri dello Stato. Efficiente e discreto, come dev’essere la mafia che si rispetti, è quel che ci vuole per l’eliminazione delle voci guastafeste e la conduzione spedita. Abbiamo una marcia in più rispetto agli altri pur degni pretendenti all’osso. Se si applicherà il criterio meritocratico, Milano ha già la prestigiosa assegnazione in tasca.

*Light D et al. Few Benefits from New Drugs and Many Serious, Costly Risks. Chemical Industry Digest, Feb 2014.

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14 giugno 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Davigo: “Dentro i partiti accadono cose non tollerate in nessuna società, nemmeno in una bocciofila”

Guardie e ladri. Batteri utili e batteri che provocano malattie. Ma volte il modello appropriato non è quello buoni/cattivi. Ci sono batteri normalmente presenti, es. nell’intestino, che divengono patogeni quando trovano condizioni di scarsa concentrazione di ossigeno (anaerobiosi). Anche i politici, come Davigo mette in luce, “fanno infezione”, cioè creano corruzione, in situazioni di “anaerobiosi”, ovvero in situazioni chiuse, sottratte all’ossigeno del controllo democratico. Solo che questo pericolo c’è per qualsiasi gruppo di potere che sia chiuso, sottratto ai controlli. Davigo limita ai politici il suo giusto indicare i pericoli delle situazioni chiuse al controllo. Secondo lui ai magistrati va invece applicato il modello che ci è caro fin da bambini, quello buoni/cattivi. I magistrati sarebbero i buoni per stipulazione. E’ vero che si tratta di “specie”, di tipi umani, diversi: il magistrato che intasca la mazzetta non è, a differenza del politico con la mazzetta, rappresentativo della sua categoria. Ma quando si tratta di ottenere i favori di grandi interessi sovranazionali, es. spazzando via un sistema politico corrotto perché sia soppiantato da un altro più asservito a banche e multinazionali, o favorendo grandi affari a danno dei cittadini – penso a quelli della medicina – l’anaerobiosi della casta giudiziaria favorisce ascessi e cancrene da germi opportunisti come quella dei politici. E all’opposto di quanto dice Davigo in questi casi non sono i cattivi che devono temere i magistrati.

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15 giugno 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Papa Francesco contro la corruzione: “E’ una bestemmia, un cancro che logora le nostre vite. Bisogna combatterla insieme””

Sia Peppino Impastato sia Bernardo Provenzano erano contro Gaetano Badalamenti. Impastato perché era contro la mafia. Provenzano come mafioso concorrente. Si può essere contro la corruzione per ragioni morali e come vittime; oppure come competitori. La grande distribuzione è ostile ai liberi bottegai; analogamente la corruzione tradizionale, dove ogni disonesto, fino all’ultimo assessore del piccolo comune, può rubare per casa sua quanto gli riesce, non è ben vista dai poteri forti. Il loro interesse è di ridurre il cancro della corruzione per espandere la tisi dello sfruttamento legalizzato. Tramite la tassazione a loro vantaggio, mentre i servizi pubblici sono privatizzati; la svalutazione continua dell’identità personale e comunitaria e dei diritti, il dissodamento del tessuto sociale per la monocoltura del suddito-consumatore, le grandi frodi istituzionalizzate della medicina. Addossando poi la colpa alla mafia perdente. Il clero prospera nel regime di corruzione, e prospererà anche in quello dello sfruttamento legalizzato.

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17 giugno 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Corruzione e mafia, il Vaticano pensa alla scomunica. “L’illegalità calpesta la sacra dignità della persona””

I mafiosi non tollerano che la delinquenza comune operi a piacimento nel territorio che sfruttano. Il clero e i “50 magistrati” sono alleati contro la corruzione delle mazzette ma sono a favore dello sfruttamento legalizzato, tramite il potere dello Sato, a beneficio delle banche, delle multinazionali e degli altri privilegiati. I preti predicano con sussiego il “rispetto per la dignità della persona” e intanto vanno in risciò, con noi che li trainiamo pagando anche le loro tasse, e anzi pagando a loro le decime. I magistrati combattono la corruzione delle mazzette, e agitano l’eterna lotta alla mafia, ma favoriscono lo sfruttamento da parte dei poteri forti; a volte con favoritismi che mostrano come certi lauti stipendi siano bustarelle legalizzate.

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17 giugno 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Corrotti e mafiosi, ecco l’iter della scomunica promessa dal Vaticano. Obiettivo: farla entrare in vigore nel 2018”

Che il ricco faccia pagare le sue tasse al povero, e che invece di versare per intero le tasse dovute ne incassi parte, come fa il clero in Italia, a quanto pare non rientra nella corruzione. Invece di limitarsi alla corruzione si dovrebbe considerare l’intero spettro di atti coi quali si può trasgredire il settimo comandamento.

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26 giugno 2017

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Commento al post di O. Lupacchini “Stefano Rodotà, la dignità dell’uomo e l’indegnità delle istituzioni”

Alcuni grazie alle loro capacità riescono sia a far parte del potere sia a criticarlo validamente, conquistandosi la stima del pubblico. Rodotà era uno di questi. Un altro è Zagrebelsky. In campo medico, Lewis Thomas è stato sia un acuto critico, sia a capo di istituzioni responsabili delle storture che metteva in evidenza; un caso simile da noi si può trovare in Giovanni Berlinguer. Sono persone di valore, dalle quali c’è da apprendere. Piacciono al popolo. E piacciono al potere; perché col loro “docere” e “movere” leniscono, placano, ricostruiscono la decenza e quindi la credibilità. Es. il tema della dignità è ben centrato, e quel che dice Rodotà sulla delegittimazione da negata dignità è importante; la lettura del saggio sarà un arricchimento. Non l’individuo-formica dei totalitarismi, non il trono di cartapesta sul quale l’individualismo capitalista pone l’homo economicus per vendergli paccottiglia e spogliarlo del suo valore di persona. Ma la de hominis dignitate, l’orgoglio della modestia. Pascal: siamo solo canne, ma pensanti. Ogni bambino nasce con una moneta d’oro che non può essere tolta né alienata. L’evocazione consolatrice della Dignità fa scordare che oltre alla sua denegazione c’è il marciume istituzionale. Con cacciatori di mafiosi che praticano l’intimidazione verso onesti invisi alle multinazionali, difensori dal terrorismo del passato che lavorano per l’eversione presente, lotta alla corruzione che va a favore degli usurai che strozzano tramite il fisco.

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20 luglio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Mafia Capitale, Gabrielli: “Corruzione incubatrice delle mafie: reato 416 bis da aggiornare” “

I mali non sono due ma sono tre: mafia, corruzione delle tangenti (bribery) e corruzione istituzionale, che serve i poteri forti (banche, case farmaceutiche, strutture atlantiche, Vaticano, etc.) mettendo il potere dello Stato al servizio di grandi interessi illeciti, che vengono così legalizzati. Quest’ultimo male viene tenuto coperto quanto gli altri due sono pubblicizzati; e viene tenuto coperto attribuendo agli altri due anche i suoi effetti deleteri. I tre mali sono tra loro collegati, ma sono entità distinte. C’è chi ne pratica uno solo, chi due, chi tutti e tre. Non pochi nelle forze di polizia e nella magistratura passano per virtuosi agli occhi del pubblico e acquistano i favori dei poteri forti combattendo, soprattutto a parole, mafia e corruzione delle tangenti, e praticando al riparo da occhi indiscreti la corruzione istituzionale.

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28 luglio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Vaccini, una deputata del Pd denuncia: “Aggredita con due colleghi dai no vax” “

Attenti ai Nuclei Pro Sofisticazioni, che si occupano di fare figurare gli oppositori come estremisti e di mantenere pulita la fedina penale di una manica di corrotti.

Astronotus: Ma anche quella di calunniatori seriali.

@ Astronotus: Giusto. Meglio lasciare fuori gli amici magistrati, che già fanno tanto per la causa. Ai calunniatori li si può sistemare facendogli constatare che a mettersi contro certi poteri ci si ritrova “in cattive acque” (Gelli Licio; da non confondersi con Gelli Federico, PD, autore dell’attuale piano di rinascita sanitaria), producendo false informative, facendoli prendere a bastonate quando rientrano a casa, spaccandogli il parabrezza dell’auto, lasciandogli un ratto morto davanti alla porta. E in mille altri modi, date le inesauribili risorse della parte sana del Paese. Tra un discorso antimafia e una lezione di legalità nelle scuole.

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31 luglio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Vaccini, padre incolpa un medico di Cosenza della malattia del figlio e lo aggredisce: è ai domiciliari”

Nel 1911 a Verbicaro, prov. di Cosenza, avvenne l’ultimo linciaggio di presunti untori. Salvemini commentò: ““La folla è come un ammalato che ha male allo stomaco e si lamenta di avere male al capo. Essa non sa fare la diagnosi esatta dei propri malanni”. I vaccini obbligatori sono un abuso a favore del business, ma le vaccinazioni, che raramente possono causare complicazioni neurologiche che oggi possono essere etichettate (misdiagnosed) come autismo, non sono la causa dell’epidemia di diagnosi di autismo: quella è un altro imbroglio*. I pro-glaxo incoraggiano le critiche infondate, in pratica favoriscono depistaggi, per screditare quelle fondate. In Calabria poi le autorità preposte alla legalità sono particolarmente solerti nel proteggere il big money in campo farmacologico. L’attuale capo dei NAS, gen. Lusi, è stato comandante dei CC della Legione Calabria. A giudicare dai comportamenti gratuiti dei CC nel cosentino e nel lametino nei confronti di chi denuncia frodi e reati in campo biomedico, la sua nomina ai NAS ha provocato reazioni intense nei responsabili di tali frodi e reati. Si può immaginare come è andata. Alla notizia, CEO che guadagnano milioni di euro all’anno si sono chiusi nei loro uffici, il volto segnato da un’espressione impenetrabile. Dopo un poco si sono uditi dei colpi. Erano i botti dello champagne stappato per festeggiare.

*Frances A. Primo, non curare chi è normale. Contro l’invenzione delle malattie. Bollati Boringhieri, 2013.

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28 agosto 2017

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Commento al post di Spazio Economia per Italia Aperta “Industria farmaceutica, grandi affari per grandi aziende”

L’industria immobiliare “non vende sogni”: la vendita di una casa che non c’è viene subito riconosciuta come una truffa. I produttori di energia vendono un’entità fisica astratta; ma che ha effetti concreti, che giustificano la bolletta elettrica. La merce dell’industria farmaceutica non ha invece uno stretto vincolo con la realtà materiale [1]. Ha un legame col mondo delle credenze magiche, dal quale la medicina storicamente proviene, e dal quale Big Pharma attinge la forza persuasiva che gli sta consentendo di imporre prezzi usurai anche quando non vende che dannose illusioni a chi, malato, si aggrappa a qualsiasi fuscello [2]. L’industria farmaceutica recupera la dimensione sostanziale tramite una redistribuzione allargata degli utili, indispensabile a mantenerne l’attività. Spende più in “marketing” che in ricerca; in USA 24 miliardi di dollari all’anno per ottenere la cooperazione dei medici, cioè le prescrizioni di farmaci ai pazienti [3]. Per ogni miliardo di euro/anno impiegato per ungere gli ingranaggi giusti si può creare la solida realtà di diecimila persone influenti che ricevono in media centomila euro/anno.

1 Boggs W. Flimsy evidence behind many FDA approvals. Reuters, 15 aug 2017.

2 Rupp T et al. Quality of Life, Overall Survival, and Costs of Cancer Drugs Approved Based on Surrogate Endpoints. JAMA, 2017. 177: 276.

3 Swanson A. Big pharmaceutical companies are spending far more on marketing than research. Wonkblog, 11 feb 2015.

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@ Adam Smith. Si parte da una buona idea, da dei buoni principi, e si finisce col degenerare. Succede sempre. Es. i seguaci di Adam Smith tendono a confondere tra “mano invisibile” e mano lesta.

@ Hobbes. Insomma, di un finanziamento dell’industria farmaceutica per lo studio criminologico dell’attuale industria farmaceutica – definita l’industria più corrotta da un classico studio [1] e un’impresa assimilabile alla mafia da analisi più recenti [2] – non se ne parla.

1 Braithwaite J. Corporate Crime in the Pharmaceutical Industry. Routledge, 1984.

2 Gotzsche PC. Deadly medicines and organized crime. Radcliffe, 2013.

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14 settembre 2017

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Commento al post di A. Gennaro “Whistleblower in gabbia davanti al Pantheon: “Serve una legge per tutelare chi denuncia corruzione e malaffare””

L’ordoliberismo vuole che si passi dal ladro “libero professionista” al ladro stipendiato: dai politici che rubano al personale politico al servizio dei poteri forti. Dalle mazzette per sé stessi al rendere legge il furto a favore di banche e multinazionali. In USA ci sono politici, come Sanders e Grassley, che si stanno opponendo alle malversazioni che si nascondono dietro alle “malattie rare” e alla relativa legislazione. In Italia tutti zitti: solo sviolinate sui bambini malati e i genitori straziati. Il Fatto, mentre pubblica questo articolo, col titolo sulla SMA “Le famiglie: Il nuovo farmaco apre nuova era. Non è più mortale se presa in tempo” aiuta l’approvazione di un farmaco criticato in USA per il costo, di 125000 $ a fiala. Il messaggio del titolo non è solo falso, perché i dati non dimostrano questo risultato miracoloso. E’ pericoloso per la salute, perché favorisce la fase successiva, la diagnosi e cura “precoce”, che espanderà il business ma porterà sovradiagnosi e furto di risorse. Ci si può aspettare, dal nuovo genere di politici richiesto dal grande business tramite Transparency e 5S, uno screening obbligatorio alla nascita, con una quota di neonati immessi senza reale necessità sul nastro trasportatore dell’industria medica. Mentre difende chi denuncia le mascalzonate dei signorotti nostrani, Il Fatto aiuta la calata degli “imperiali” del farmaco; anche censurando i commenti dei whistleblower invisi a Big Pharma.

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2 ottobre 2017

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Commento al post di O. Lupacchini “Concorsi truccati, un grande classico. Quando il trombato era Giambattista Vico”

Piero Chiara commenta che il freddo di Vatolla, “nel Cilento nevoso”, forse ha aiutato Vico nelle sue meditazioni. Che oggi vengono riportate in sofisticati testi anglosassoni di semiotica. Bartolo Nigrisoli, chirurgo di guerra, estraneo ai servilismi e agli intrighi dei Balanzone, uno dei pochi professori che preferirono perdere la cattedra piuttosto che giurare fedeltà al fascismo, raccontava di come il prof. Rummo avesse copiato pari pari dalla tesi di laurea di Codivilla. Codivilla non disse nulla; intervenne rivendicando il suo anni dopo, quando Rummo si scagliò pubblicamente contro un terzo medico, Moscatelli, che aveva plagiato ciò che lui Rummo aveva rubato a Codivilla. Di aneddoti sulle miserie accademiche ce ne sono tanti. Ma converrebbe non scordare che in Italia gli scandali, le tangentopoli, esplodono, dopo decenni di impunità, quando arriva l’ordine di sostituire una mafia vecchia con una nuova. I magistrati sembrano avere una particolare destrezza nel perseguire le gaglioffate giuste al momento giusto. Il nepotismo, il clientelismo, possono essere sostituiti non dal merito ma dalla meritocrazia strumentale: dove a fare il professore di diritto tributario va il più abile nel curare gli interessi delle banche. O nelle cattedre mediche il più brillante nell’eseguire il copione delle multinazionali farmaceutiche. Con una censura non meno ferrea delle voci sgradite. V. “Choosy, marchesini e figli di. La differenza tra meritocrazia e merito”.

Il prof. Bellelli osserva che comunque l’Italia si colloca ottava in una classifica della ricerca internazionale basata sulle citazioni. Questi indici, più appropriati come misura del conformismo, sono criticati per la varietà di storture che generano. Inclusa la capacità di creare gli inciuci* nei quali noi italiani, forse a torto, siamo considerati i primi; di certo non siamo gli ultimi arrivati. Inoltre la ricerca internazionale, metro di paragone per Bellelli, in campo biomedico è così sana che si discute su se ad essere falsi sia la maggioranza dei risultati di ricerca, secondo il celebre articolo di Ioannidis (oltre 5000 citazioni…), o “solo” una bella fetta dalle dimensioni da definire. Gli argomenti di Bellelli costituiscono un esempio, una trasposizione al tema della selezione degli universitari, di temi importanti per la biologia e la clinica delle malattie che la pletorica ricerca ufficiale, imbrigliata, accantona, e copre con sofismi standard: l’assenza di “gold standard” di malattia solidi e la loro sostituzione con surrogati non validi; e il disprezzo, la svalutazione, per il fenotipo della malattia, per ciò che accade, sostituiti in nome dell’oggettività da indici pseudoquantitativi o esoterici test di laboratorio, che suonano scientifici ed essendo complicati intimidiscono, ma troppo spesso sono un latinorum ad hoc.

*Greenberg SA. How citation distortions create unfounded authority: analysis of a citation network. BMJ, 2009.

@ Andrea Bellelli. Non è questione di nazioni, ma di tipi umani. Non sono contento. Non si considera abbastanza ciò che il dr. Lupacchini evidenzia, che gli effetti delle epurazioni, della selezione inversa della classe dirigente, quali che siano la sua provenienza e le modalità, dagli omicidi politici “eccellenti” degli anni passati a silenziose eliminazioni per via burocratica, li scontiamo tutti.

@ Giacomo Mulas. “Esagerazioni”? Con un mercato globale dei farmaci sul milione di milioni di euro/anno, e in crescita incessante, è più facile che siano invece i suoi beneficiari a minimizzare ciò che è così smisurato che non si può negarlo del tutto. Il praticare una forma tradizionale di malaffare non impedisce di aggiungervi una forma più moderna, e di fonderle. (Io poi commentavo l’uso di questa aggiunta come elemento a discolpa dell’uso privato delle assunzioni nell’università pubblica). Credo anzi che il fattore sovranazionale sia al centro dei motivi che sottendono lo scandalo: i signorotti dello Stivale capiranno l’antifona, e compiaceranno l’impero il più possibile per cercare di mantenere l’ereditarietà dei feudi minori. Col risultato, che già c’è posso testimoniare, di un “lussureggiamento degli ibridi” tra la corruzione italica e quella d’importazione. Del resto, il ceppo nostrano della mafia è stato potenziato dal patrocinio di poteri esteri. Rileggendo il suo commento, con passi logici come “la corruzione generalizzata della ricerca non è minimamente un problema italiano perché non riguarda solo l’Italia” un altro esempio che mi viene alla mente è quello di Stanlio e Ollio: grazie al doppiaggio di Sordi e Zambuto la versione italiana fa ridere ancora di più dell’originale in inglese.

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10 ottobre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Mattarella: “La toga non è un abito di scena. Il magistrato non sia guidato da opinioni personali” “

B. Pascal (1623-652): “I nostri magistrati hanno ben compreso questo mistero. Le loro toghe rosse, i loro ermellini, di cui si ammantano come gatti impellicciati, i palazzi dove giudicano, i fiordalisi, tutto questo apparato augusto era molto necessario; e se i medici non avessero palandrane e pantofole, e se i dottori non avessero berrette a quattro punte e vesti quattro volte più ampie del dovuto, mai avrebbero ingannato la gente, che è incapace di resistere a uno sfoggio così autentico. Se possedessero la vera giustizia e se i medici avessero la vera arte di guarire, non saprebbero che farne delle berrette a quattro punte; la maestà delle loro scienze sarebbe di per se stessa assai rispettabile. Ma non avendo che scienze immaginarie, necessita che ricorrano a tali vani strumenti che colpiscono l’immaginazione con la quale hanno a che fare; e con questa, di fatto, si attirano il rispetto.”

Si dovrebbe ricordare ai giovani magistrati anche il dovere di resistere ai poteri forti; la differenza tra la toga dello Stato e la veste gallonata di chi serve multinazionali e banche. Ma per nominare l’indipendenza dei magistrati rispetto al trono, e la necessità di non recitare la parte del giudice scritta da chi opprime, anziché predicare l’indipendenza dalla sola piazza e la “messa tra parentesi” dell’uomo dentro l’abito curiale, ci sarebbe voluto uno dei politici e magistrati del ramo estinto, quelli che furono scartati, a volte con le pallottole.

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15 giugno 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Gentilini “Tumori, l’Italia è tutto un Sin?”

Ieri Cantone ha detto che la corruzione è “il male assoluto”. Si è guardato dal distinguere tra bribery, le mazzette, e institutional corruption, l’istituzionalizzare interessi illeciti dei poteri forti in cambio della carriera. La corruzione genera eccessi di diagnosi di cancro (soprattutto la corruzione istituzionale, che si vuole prenda il posto di quella delle bustarelle). Ma tra corruzione e cancro c’è una rete causale complessa più estesa del sempre ripetuto inquinamento, che permette giochi e effetti paradossi: la corruzione può agire anche combattendo sé stessa, come nel “doppio pacco e contropaccotto” del film di Nanni Loy. Es. in USA si sta riducendo il business delle TAC addominali ai bambini con sospetta appendicite, volendo evitare l’insorgenza di cancri da radiazioni (una causa di cancro reale, iatrogena, che i corrotti della biomedicina nostrani occultano attribuendo tutto ai corrotti inquinatori). Questo ha portato a un aumento delle ecografie, meno specifiche, e quindi a un aumento di sovradiagnosi di appendicite, con relativo aumento del business di appendicectomie non necessarie. Descrivendo l’Italia come tutta una Korogocho a causa delle mazzette si lanciano allarmi su aumenti di diagnosi di tumori pediatrici attribuendoli al male assoluto, invece che a tanti piccoli imbroglioni; e se ne favorirà così, in nome della salute e della giustizia, la sovradiagnosi, con relativi fatturati illeciti. Magistrati e forze di polizia in prima linea.

@ Patrizia Gentilini. Il potere può orientare le credenze pubbliche variando ad hoc il peso dei vari fattori di un caso complesso. Da un lato, i focolai di inquinamento e degrado ambientale sono ormai sinonimi di epidemia di cancro. La relazione non è così stretta. Dall’altro, lei attribuisce certezza assoluta alle diagnosi istologiche. Sapesse quanto basta poco, entro la discrezionalità del microscopista, per sovradiagnosticare una lesione da benigna a maligna, da basso grado ad alto grado. Es. le formazioni neuroectodermiche, i tumori cerebrali, quelli di origine connettivale, le malformazioni congenite, i tessuti fisiologicamente capaci di proliferazione. Le diagnosi istologiche sono oggi riconosciute come centrali al problema, e non più come un’assicurazione di certezza. Ci sono i markers vecchi in appoggio; e i nuovi, per i quali le malattie, in un regresso spacciato per progresso, sempre più sono senza gold standard, ma sono definite da esoterici test di laboratorio, spesso non ben validati e prodotti da chi vende anche le cure. C’è il comodo spauracchio detto “medicina difensiva”. Le pressioni economiche e sociali. Una volta scrissi ad A2A una lettera critica degli inceneritori. Casaleggio ne fece un post per Grillo, Medicina Democratica la pubblicò senza neppure chiedermelo. Se però dico di guardare a tutti i fattori, cominciando da quelli di casa propria, sovradiagnosi e cancri iatrogeni per i medici, e di evitare allarmi distorti che in realtà favoriscono il business, ricevo legnate.

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1 luglio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di J. Piromallo “Bidonata da Telecom (terza puntata). Class action contro la Tim. Caro Giuseppe Recchi (ex vice presidente) ti scrivo”

Giorni fa, fine giugno, ho ricevuto la solita telefonata dalla Telecom (registrata). Stavolta mi è stato detto che la ADSL, che attualmente Telecom ha strozzato a una velocità intorno ai 2.5-2.8 Mbit/s (a Brescia) a fronte di un canone di 54 euro/mese, verrà chiusa a metà luglio, e che pertanto sarei obbligato a passare alla FTTC, che chiamano “fibra”. Quindi al Voip, telefonia tramite internet; e, clausola capestro, con in casa il loro modem, “regalo” da usare obbligatoriamente se non si vogliono avere problemi tecnici, mi è stato detto; contrariamente anche alla normativa UE. Sono telefonate che hanno il suono arrogante di una truffa che evolve in violenza privata e estorsione. Di recente ho acquistato in un loro negozio una ricarica SIM per internet. Obbligo di nuova SIM, 5 euro extra. Servizi a pagamento da disattivare nuovamente, ma solo tramite chiamata al loro call center. Sembra che “lo Stato” abbia rilasciato a Telecom licenze di delinquere che vanno dal furto con destrezza alla rapina.

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9 ottobre 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. Rosso “Vajont, 55 anni fa il disastro della diga. Tra errori e silenzi c’era anche chi lottava per la verità”

Ma si è sicuri che la magistratura sia desiderosa di sentire pareri tecnici non compiacenti quando gli imputati, o i responsabili, rappresentano grandi interessi? La PM di Milano Tiziana Siciliano ha appena auspicato che venga attuata la legge Gelli, che prevede di giudicare la responsabilità medica rispetto alle linee guida cliniche. “Che in base alla legge avrebbero dovuto essere il nostro faro”, dice. E’ un auspicare di subire una cattura normativa, ed è un po’ come essere ansiosi di premiare gli osti che annacquano il vino – o lo fanno col metanolo – se sta scritto negli insindacabili capitolati della loro corporazione.

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12 marzo 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “La Confessione, Davigo a Gomez: “Non so ancora se sono onesto perché non sono mai stato indotto in tentazione””

Davigo fa sua la tesi che in certi ambienti non accettare mazzette è porsi contro il gruppo dei colleghi; mentre per il magistrato la mazzetta è una scelta individuale. Ciò è solo un aspetto della regola per la quale ogni attività ha la sua forma di malaffare. I magistrati in genere non prendono banconote e ripudiano l’idea; ma la corruzione non è solo bribery. I magistrati praticano forme diverse – impalpabili – di corruzione di categoria. Es. col loro potere di marketing giudiziario: possono influenzare e formare l’opinione pubblica su temi scientifici (Jasanoff) tramite interventi e omissioni. Per un’attività di controllo come la loro basta scegliere casi particolari che rientrino nei limiti del presentabile per favorire grandi interessi illeciti, ottenendo così il patrocinio di poteri forti. Es. illeciti istituzionalizzati glorificati valutandoli rispetto a uno standard negativo. Trucco – usato anche negli studi scientifici, e che è una delle funzioni della mafia – che capovolge il concetto della legge e dell’etica come standard. In biomedicina, Stamina, truffa rozza che consente di presentare come scienza benefica la bolla delle staminali ufficiali. La cura Hamer, e analoghi, che i magistrati dovrebbero togliere di circolazione come aberrante, e invece stanno sfruttando per mostrare le manette a chi tenti di divincolarsi, inevitabilmente incorrendo in altri mali e inganni, da una oncologia ufficiale che non senza fondamento percepisce come fraudolenta e paurosa.

Commento al post “La Confessione, Davigo a Gomez: “Intitolare una via a Craxi? Anche per i giudici inglesi non era un perseguitato politico”

Davigo si lamenta di chi dice che Tangentopoli fu un colpo di Stato. A noi spettatori che la applaudivamo apparve come la pulizia delle stalle di Augia; oggi mi sembra più appropriato paragonare il passaggio dalla prima alla seconda repubblica ad un “trapianto di feci”. (Il trapianto di feci esiste davvero; è una terapia, ancora agli inizi, sviluppata per la cura di gravi infezioni iatrogene, derivate da quel genere di medicina orientata al profitto che è esplosa dopo la caduta del Muro e i fenomeni satelliti come Tangentopoli). Gli italiani applaudono sempre l’Ercole che dà una lavata alle stalle di Augia, o le spalanca indignato; e poi si ritrovano puntualmente con un trapianto di nuove feci. Ci pensavo l’altro giorno ascoltando i propositi del generale dei CC Cotticelli sui letamai della sanità calabrese, conoscendo l’azione repressiva e propagandistica dei CC – e dei magistrati – a favore degli affari illeciti della medicina liberista.

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9 aprile 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Musolino “Corruzione, Davigo: “Raramente è fatto singolo”. Gratteri: “Se è sistemica serve pena uguale ad associazione mafiosa””

“Immaginarsi un corrotto che si venda una volta soltanto è come immaginarsi una prostituta che si venda una volta soltanto. Non ha senso” (Davigo). Ci sono vari tipi di prostituzione. Es. in USA le “drug whores”, che si fanno pagare in droga. “Drug whores” sono anche chiamati dalle case farmaceutiche i più esosi tra i medici che mettono a libro paga perché prescrivano, e che si fanno pagare anche dalla concorrenza (in particolare gli psichiatri). Da noi i medici in rapporti non virginali con Big Pharma si contano a brigate e divisioni*. C’è anche qualche drug whore che invece di accontentarsi pensa di poter dettare legge ai giganti delle pillole; le vediamo nei tg, consegnate al braccio secolare di magistratura e polizia. A proposito di magistratura, polizia, e prostituzione per Big Pharma, la prostituzione una tantum evocata da Davigo va distinta da ciò che una scafata segretaria d’ospedale bresciana chiamava “le puttane con un cliente solo” riferendosi alle mantenute. Il concetto di corruzione monopsonica, continuativa, ha piena rilevanza a voler fare sul serio sulla corruzione. Soprattutto quando il cliente unico è dato dai poteri forti che includono Big Pharma, che ha oltre a un esercito di medici da marciapiede anche i favori non pagati in moneta di istituzioni i cui componenti guardano alle mazzette con lo stesso sincero orrore col quale le mantenute guardano alle battone di strada.

*Big Pharma, 30000 medici con la lobby. Il Fatto 1 apr 2019.

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20 giugno 2019

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Commento al post “Eleonora Bottaro morta di leucemia, i genitori condannati per aver rifiutato la chemioterapia. La madre: “Rifarei tutto””

Sentenze del genere sarebbero benefiche se la medicina e la magistratura operassero, al contrario di ciò che avviene, in modo da separare nettamente le cure oneste e razionali da quelle disoneste e irrazionali. Né la diffidenza per l’oncologia ufficiale né gli avvisi contro le terapie alternative sono infondati. Nel buon governo sia cure pazzoidi come quella Hamer, sia cure “scientifiche” in realtà volte al profitto a danno del paziente sono bandite. Nel cattivo governo si lasciano entrambe e si fa credere – anche con una magistratura troppo credulona o troppo amichevole col business biomedico che sfruttando una eccezione manda un messaggio generale – che il discrimine sia tra le cure alternative, che sono palesemente sballate, e cure ufficiali, che non sono razionali e oneste come dicono, arrivando a usare come moltiplicatore di profitto i pesanti effetti avversi. Le persone, se lasciate senza guida onesta, e indotte a credere alla “libertà di cura”, la perniciosa illusione – voluta dal business e propagandata qui dai magistrati – di poter scegliere da sé, nel tentativo di trovare una via si alterneranno tra la padella e la brace; perdendo le parti valide della medicina ufficiale; o cadendo in cure ufficiali inefficaci e pesanti. Il pubblico dovrebbe rifiutare la “libertà” di scegliersi il guaritore, e con essa il caveat emptor, e pretendere invece una unica medicina cui potersi affidare, onesta e razionale, depurata da predatori e commensali grandi e piccoli.

22 giugno 2019

La sentenza è arrivata nella “giornata nazionale” delle leucemie. Una condanna della magistratura è un efficace strumento di marketing e propaganda (Jasanoff); meglio, di persuasione, data la minaccia che contiene. Il giorno dopo a Torino i medici del Civile di Brescia sono stati assolti in secondo grado dalle già annacquate accuse per Stamina. Il comportamento consapevole dei luminari di uno dei maggiori policlinici universitari d’Italia non è stato meno ciarlatanesco, cialtronesco, malintenzionato e dannoso dell’inganno nel quale si sono ficcati i genitori puniti a Padova. Ma Stamina, patrocinata dall’avvocato oggi premier Conte, è la versione italiana di una frode propagandistica* in atto anche in USA e altrove; alla quale magistrati di tutta Italia hanno partecipato. Il procuratore di Milano Greco ha espresso stupore per lo scandalo CSM, aggiungendo che “i magistrati del Nord” quelle cose non le fanno. Al Nord diversi medici e magistrati si limitano al gioco grande, i servigi ai massimi poteri; blindati da rischi, date le protezioni sia occulte sia ideologiche. Chissà se il PM Greco, esperto di reati finanziari, ignora anche che le manipolazioni della medicina come queste hanno una natura, e una struttura, finanziaria. Frodi quotate in Borsa, che sfruttano la copertura e la libertà di azione della medicina; la più bassa espressione delle arti della finanza, per il sangue di cui grondano e per il volume.

*v. ‘Stamina come esca per le frodi della medicina commerciale’.

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10 luglio 2019

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Commento al post di D. De Felice “Frodare la scienza (e i cittadini) non è reato?””

Sarebbe utile intendere la scienza come “l’ufficio tecnico” dell’umanità. Il liberismo tende a colonizzare per metterli a reddito strumenti e valori, e non esita a distorcere la scienza a fini di profitto: come garante di frodi; e nuova religione le cui pronunce è empio o folle mettere in discussione, come nota anche Gomez. La scienza andrebbe liberata e protetta dall’appropriazione da parte del business. Oltre che dalle frodi materiali da quelle ideologiche, più sottili, a volte aiutate e propagandate dagli stessi che additano casi inequivocabili come questo dei photoshop dell’oncologia milanese. Un esempio: la ricerca biomedica, all’opposto di ciò che avviene, dovrebbe essere subordinata all’etica ma incapsulata. Subordinata: va controllata per tenerla orientata sulle ovvie finalità morali, non sul fare soldi. Incapsulata: considerandola solo in sé stessa, per evitare che si spaccino per validi prodotti sulla parola, invocando l’etica mentre la si tradisce, mostrando “poster child”: bambini in sedia a rotelle accanto a ricercatori dallo sguardo intenso, etc. Dichiarare valido un farmaco con gli spot emotivi di Telethon – o AIRC, o IEO – è come descrivere l’efferatezza del delitto per desumerne la colpevolezza dell’imputato. Ma truffe sulla salute intessute in larghe fette di economia possono contare sul Viminale di Alfano, oggi a capo del policlinico di don Verzè, e sul Viminale di Amato, Maroni o Salvini come Alfieri e Nuvoletta potevano contare sul Viminale di Gava.

@ Fausto Noce. Grazie, sempre gentile. Il problema maggiore non è “frodare la scienza”, una sorta di oltraggio alla divinità, ma il frodare tramite la scienza, che è un’attività umana alta e preziosa, ma permeabile agli inganni. I risultati di ricerca truccati col photoshop* sono un eye-opener. Sono un cubetto di un iceberg di manipolazioni che vengono trasferite nella clinica; dove sono rese legali, e obbligatorie con le “linee guida” ** e la relativa legislazione. Restando nel campo delle prove visive, l’imaging, tarato ad hoc verso la sensibilità a scapito della specificità, ha un ruolo fondamentale nelle sovradiagnosi; nell’etichettare come malati persone sane o che hanno una differente patologia. Es. anche nella diagnosi di sclerosi multipla**. Ancora di più coi nuovi criteri***, alla cui stesura ha partecipato anche il San Raffaele. Distorsioni pro business sulla pelle dei pazienti che restano coperte e blindate: rese legge, e alla cui protezione provvedono, con sistemi da campieri, i PS e i CC di Alfano, ora a capo del San Raffaele e tutta la holding San Donato, e dei suoi predecessori e successori, con altri integerrimi occupanti dei palazzi di giustizia.

*What’s in a picture? The temptation of image manipulation. J Cell Biol 2004. 166: 11. ** Expanding Disease Definitions in Guidelines and Expert Panel Ties to Industry. Plos medicine 2013.10, e1001500. ***’Burning Debate’ on McDonald Diagnostic Criteria in MS. Medscape, 12 ott 2018.

@ spaceexplorer. La “sequestration thesis” prevede, in versioni diverse, che la verifica sperimentale della validità dei farmaci sviluppati dall’industria sia affidata allo Stato *. Sarebbe necessario, perché attualmente con la fictio per la quale l’immissione di un farmaco da parte di un’impresa gigante quotata in Borsa sarebbe una questione primariamente scientifica la procedura, è stato notato, è quella di un tribunale dove le indagini e l’accusa le fa l’imputato. Ma non sarebbe sufficiente, perché statale non è sinonimo di onesto; si può aggirare e corrompere anche il controllo statale, che per di più può mancare della risolutezza del privato. Soprattutto in un campo intriso di pulsioni irrazionali e di soldi facili come la medicina. E in un Paese come l’Italia, con una tradizione di santimonia; e di guardie che lavorano per i ladri, quando i ladri sono potenti. Il prerequisito, e segno di una volontà sincera di riforma, è quello di scrostare l’ideologia parareligosa che riveste la medicina e la scienza in funzione del profitto senza freni.

*Lexchin J Those Who Have the Gold Make the Evidence: How the Pharmaceutical Industry Biases the Outcomes of Clinical Trials of Medications. Sci Eng Ethics 2012. 18: 247.

@ bobovitz. La medicina consente di sfruttare il ruolo di agente morale salvifico a fini di profitto, ed è sempre più orientata a ciò. Dovrebbe essere desacralizzata, e ristrutturata in modo da prevenire le frodi (v. sotto la “sequestration thesis”). La sola repressione di tipo giudiziario delle “mele marce” sarebbe cosmesi. Chi dovrebbe esercitarla, poi? Probiviri? I ritoccatori sono ai vertici della ricerca italiana e ammanicati internazionalmente. I magistrati, che hanno promosso Stamina e poi mandato assolti i suoi medici? Le forze di polizia, che, posso testimoniare, sul business biomedico sono prone ai poteri forti e complici come lo furono al tempo delle stragi e degli omicidi politici? L’anticorruzione? Cantone, il magistrato che ne è a capo, ha pubblicato un libro con monsignor Paglia, che cura gli interessi del clero in campo medico. Interessi che prosperano su manipolazioni pari e peggiori di questa del fotoritocco. Nel libro i due raccontano che loro sono moralmente superiori: il patrocinatore di ciò che dovrebbe essere controllato e chi dovrebbe controllare a braccetto nella posizione di supremi, inappellabili custodi del Bene. Sono appena uscite le intercettazioni di discorsi di segno opposto tra Paglia e Palamara. Andrebbe riconosciuto, laicamente, che le agenzie morali sono esposte a divenire un nido che dà protezione e strumenti per meglio delinquere. Il caso Montante è paradigmatico e non isolato.

12 ottobre 2019

Commento al post di C. Sivieri Tagliabue “Tumore al seno, ottobre è il ‘mese rosa’. Ecco un esempio di mobilitazione eccezionale”

La superficialità delle informazioni al pubblico è il primo inquinante. E’ ovvio, ma falso*, che gli screening mammografici riducano i casi di cancro della mammella che si presenta come metastatico.

E’ inoltre fraudolento. Col supporto delle bullshit come quelle puntualmente riportate nell’articolo, accade il contrario: il cancro vero serve come spauracchio per vendere una “prevenzione” che più che prevenire produce cancro; diagnosticando come cancro lesioni indolenti e subcliniche e trasformando donne sane in pazienti.

Uno schema che crea ricchezza a danno del pubblico e dei malati: invece di rompersi la testa nel cercare di trovare cure per il cancro vero lo si rende una comoda fonte di profitto; immediata, espandibile e senza fine.

E’ aberrante che si chiami questa gelida fiera “diritto alla prevenzione” alla Camera dei deputati (presidente Fico, 5S). La criminalità mafiosa è anche un alibi; gli stessi che gridano contro la liberazione dei capimafia richiesta dalla Corte europea sono per l’aiuto dello Stato allo sfruttamento sulla carne delle persone in medicina. Un esempio di come quello del deputato e senatore – meglio se pochi così non si perdono nel clientelismo spicciolo – divenga un lavoro a chiamata, ben pagato, che consiste nel legiferare che è oro quanto viene fatto luccicare dai potenti datori di lavoro.

* Why Has Breast Cancer Screening Failed to Decrease the Incidence of de Novo Stage IV Disease?. Cancers, 2019. 11, 500.

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8 novembre 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Bauducco “‘Ndrangheta, la procuratrice della Dda ai sindaci del Milanese: “Non avete più alibi, entrate a far parte del capitale sociale dell’antimafia””

”… gl’Amplissimi Senatori quali Stelle fisse, e gl’altri Spettabili Magistrati qual’erranti Pianeti spandino la luce per ogni doue, venendo così a formare un nobilissimo Cielo, altra causale trouar non si può del vederlo tramutato in inferno d’atti tenebrosi, malvaggità e sevitie che dagl’huomini temerarij si vanno moltiplicando, se non se arte e fattura diabolica, attesoché l’humana malitia per sé sola bastar non dourebbe a resistere a tanti Heroi, che con occhij d’Argo e braccj di Briareo, si vanno trafficando per li pubblici emolumenti.”. Un milanese di altri tempi. Voi invece iscrivetevi al “capitale sociale dell’antimafia”. Approfittate. Mantenendo in vita la mafia dei paesani e raffigurandola come una criminalità inestirpabile, lo Stato, lo stesso Stato dell’impunità per Piazza Fontana e della verginità antifascista tramite le stragi, vi permette di porvi sulla testa le aureole dell’antimafia, e potere così fare liberamente gli amministratori juke-box, a favore di altre grandi forme di sfruttamento; quelle dei poteri globalisti, del capitale finanziario che stanno spogliando l’Italia. Così come i magistrati e le forze di polizia tra un mafioso e l’altro fanno i juke-box, suonando tutti e solo i dischi decisi da chi “calls the tune” in operazioni come Stamina a Brescia o l’Ilva di Taranto.

@ fabrip.  Tante sentenze, 10^6 € in spese legali per gli Spedali Civili, NAS al “lavoro” per anni; quando sarebbe bastato un maresciallo esperto in truffe di strada per fermare Vannoni. Volendo lanciare le underperforming staminali, l’ordine, diramato da un policlinico dove il rettore ha portato da Washington gli ordini sui vaccini, è stato di suonare una musica giudiziaria che scambiasse di posto 3 entità. La medicina pazza (Stamina) è stata messa al posto di medicina disonesta. La medicina disonesta (promesse staminali ufficiali) al posto di quella onesta. La medicina onesta (denuncia delle frodi) al posto di quella pazza.

Taranto. Per tagliare l’industria pesante e convertirla nell’industria medica si è ordinato di suonare una musica che, date 2 cause di aumento di incidenza di cancro, inquinamento (a) e sovradiagnosi (b), fornisse la coonestazione della magistratura all’ingigantire oltre il vero a; e allo stimolare b, censurando sulla sua presenza e spingendo verso di essa gridando alla peste; fino al livello truffe di strada, es. Bonelli che dice che metà dei bambini di Taranto si ammala di cancro. Risultato non solo forni spenti e operai a casa. Anche aumento in futuro di incidenza di diagnosi di cancro.

In entrambi i casi clero regista e all’incasso. Rispetto ai voleri dei poteri sovranazionali preti, polizie e magistratura vanno contati tra i focolai di corruzione.

V. Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale. ILVA. dal cancro nascosto al cancro inventato.

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19 novembre 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Tani “Mafie, alla Bocconi una cattedra per capire l’impatto della criminalità sull’economia. Pinotti: “Causa riduzione del Pil pro capite fino al 20%”

La white hat mafia

Una magistratura adeguata dovrebbe chiedere il nome dell’anonimo che finanzia la “associate professorship…”, e interrogarsi; non negando il fenomeno del “white hat”: l’indossare il cappello bianco dell’antimafia per meglio praticare affari illeciti del mondo legale. Il Fatto rende noto oggi che A. Mittal sta facendo con Ilva ciò che fece in Romania. Chi l’avrebbe mai detto… anche i candidi magistrati hanno suonato la musica funzionale a questo attacco al Paese*. Invece rapiti applaudiamo le storie di malavita di Gratteri, e la martinella del carroccio suonata dalla Dolci. L’altro giorno dal Cergas Bocconi si è detto che bisogna trasferire più spesa farmaceutica dalle farmacie agli ospedali. Questo favorirà il succhio di denaro pubblico con farmaci di dubbia efficacia, e dai prezzi che analisi economiche mostrano essere in grado di mandare in bancarotta un sistema sanitario, mentre i cittadini dovranno pagare; per una industria farmaceutica che già spaccia tanto inutile e dannoso. Nessun clamore.

Al white hat del business predatorio e della magistratura business-friendly occorre una criminalità mafiosa da esibire; traendo vantaggi, a scapito della collettività, da questo parafulmine. Posso testimoniare che dalle medesime istituzioni che studiano e combattono ma non eliminano la mafia partono azioni per l’eliminazione con sistemi mafioidi di voci sgradite al grande business, come su Ilva e farmaci.

*Ilva. Dal cancro nascosto al cancro inventato.

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26 gennaio 2020

Blog de Il Fatto

Commento al posti di M. Brando “Corruzione, l’Italia è la palestra ideale per i fan delle mazzette. E nessuno di noi può sentirsi innocente”

Identificare la corruzione con le mazzette (‘bribery’) è come ridurre la categoria dei ladri a quella dei borseggiatori. Le campagne anticorruzione si guardano dal parlare della ‘institutional corruption’ nella quale non si intascano mazzette, ma lo stipendio e gli altri benefici di un posto di parlamentare, di ministro, di alto magistrato, di prefetto o di generale dei CC, e via a scendere, in cambio del legiferare, governare, giudicare, sorvegliare e punire a favore degli interessi dei poteri forti, rappresentando questi anziché il popolo. Si sta contrastando la vecchia attività libero-professionale delle mazzette dando spazio alla corruzione in regime di lavoro dipendente, tramite stipendio e carriera immeritati.

@ Francesco- La tassonomia della corruzione è ampia e varia. Quelli che timbrano e non vanno a lavorare sono una sottocategoria del cronyism; la mafia a prateria, bassa, non circoscritta a cosche ma diffusa e sconfinata, delle raccomandazioni, del clientelismo e nepotismo, delle cordate; che dovrebbe essere “diserbata” se si volesse davvero combattere la mafia. Mentre dei costumi mafioidi accettati nella società legale magistrati e forze di polizia mentre tuonano contro la mafia di cosca sono attenti custodi (e spesso beneficiari). Poi ci sono anche i corrotti che timbrano il cartellino, o non hanno bisogno di firmarlo dato il grado, vanno al lavoro e lì abusano della loro posizione es. per favorire la grande evasione fiscale delle multinazionali, e l’uso ordoliberista delle frodi mediche per giustificare balzelli occulti a favore di privati tramite il prelievo fiscale dello Stato sotto la copertura della “medicina pubblica”. E anche usando il fisco per perseguitare e tentare di intimidire chi si oppone, tipica espressione dei costumi mafiosi – e eversivi – dello Stato. Oggi i furbetti del cartellino vengono additati per coprire il flagello occulto della corruzione istituzionalizzata dei livelli più alti delle gerarchie.

@ Francesco- Ricorda il caso di Poggi Longostrevi, poi morto suicida, il medico truffatore che faceva figurare esami clinici non necessari e mai eseguiti? Se, stando alle regole di quell’ambito del white collar crime, li avesse fatti eseguire avrebbe fatto ammalare e morire diverse persone: gli esami ingiustificati sono pericolosi, potendo innescare una cascata di esami e cure iatrogeni. E avremmo ascoltato i suoi insegnamenti come riverito luminare. Quelli che truffano lo stipendio timbrando e andando a spasso sono irritanti; ma in genere fanno meno danni di quelli che truffano lo stipendio prostituendosi nel loro lavoro a interessi illeciti. Se lo faccia dire da chi suo malgrado appartiene alla categoria, identificata da un magistrato ucciso, di quelli che pagano per svolgere la propria professione.

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19 febbraio 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Lanaro “Corruzione, Caselli: “Oggi chi la contrasta viene chiamato ‘giustizialista’”. E cita il Papa: “Sue parole non contraddicono politica di Bonafede””

Occorrerebbe stratificare corruzione bassa e alta. Quella bassa è la bribery dei funzionari pubblici. Quella alta è es. gli enormi profitti che deriveranno dal fare, complici governo e Parlamento, dell’intelligenza artificiale uno strumento legale per rafforzare e moltiplicare facilmente grandi frodi mediche istituzionalizzate, a danno della salute*. La distanza è quella tra scippatori di vecchiette e grandi trafficanti di droga; gli addetti vedono solo i pesci piccoli, e quelli medi, che chiamano grandi. Vi è un interesse a reprimere, o riconvertire, la corruzione bassa perché il denaro pubblico vada, legalmente, agli affari di quella alta. Contrastare la corruzione limitandosi come è norma alle fogne in basso non è in contraddizione col favorire quelle in alto, ordoliberiste, ed è anzi coerente. E’ anche la migliore copertura, v. Il Moralista di Sordi e l’antimafia di Montante. Non rassicurano, dato il coinvolgimento dell’industria informatica e del clero nelle frodi biomediche, le lodi di IBM e Microsoft al Vaticano che si fa garante dell’etica della intelligenza artificiale**. Se ne occupa mons. Paglia, sodale del magistrato campione dell’anticorruzione renziana R. Cantone. I due danno lezioni sul rapporto tra diritto e etica.

*Potential excessive testing at scale. Biomarkers, genomics, and machine learning. JAMA, 8 feb 2019.
** Intelligenza Artificiale e etica: Ibm e Microsoft con il Vaticano. A fine mese la firma del documento. Internazionale, 11 feb 2020.

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20 maggio 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post “Bonafede, Davigo su La7: “Io al suo posto come ministro Giustizia? Mai. Da più di 30 anni ripeto che i magistrati non devono fare politica””

Bisogna ascoltare Davigo quando spiega che i magistrati non devono fare i politici. Ma occorre anche distinguere tra divenire un politico e fare politica. La posizione di magistrato è ottima per fare politica. E Davigo ne è un esempio. Nell’intervista ha anche difeso la legittimità delle misure restrittive per l’intera popolazione e di strozzamento dell’economia assimilandola a quella dei fogli di via dei questori per soggetti pericolosi. La lucidità analitica con la quale castiga la corruzione spicciola appare capovolgersi, davanti al tema degli abusi dei poteri forti, in un frettoloso “professionismo delle carte a posto” assolutorio. O in una specie di Nuremberg defense autoassolutoria. Dando per scontato che le misure eccezionali e dagli effetti disastrosi – dettate dall’OMS, che ha una storia di corruzione – siano tutte materialmente giustificate; rifiutando di considerare, lui così solerte nell’additare, meritoriamente, le astuzie dei farabutti quando si tratta di mazzette, se non ci siano abusi col pretesto del “supremo” interesse della salute. Della salute “quoad coronam”, in obbedienza all’OMS; salute tanto ristretta e storpiata quanto è dilatata e irrealistica la definizione di salute dell’OMS come “totale benessere fisico, mentale e sociale”. Contraddizione apparente: con entrambi gli estremi ad essere favoriti sono gli stessi grandi interessi – pagatori dell’OMS – che vogliono la medicalizzazione della società e dell’economia; e ora lo Stato terapeutico.

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6 giugno 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post”“Serena Bortone lascia Agorà: prenderà il posto di Caterina Balivo con un nuovo programma nel pomeriggio di Rai1””

Uno dei maggiori esempi di “hand-waving”, cioè di quegli imbonitori televisivi, presenti su tutte le principali reti televisive, gesticolanti e perentori, come se dirigessero il flusso dell’informazione, quando sono portavoce di veline totalmente asserviti. Ed esempio di quella perniciosa disinformazione e di quell’indottrinamento di Stato che rendono il canone RAI obbligatorio un poco simile all’obbligo, sotto certi regimi, per i condannati a morte di pagarsi le spese della propria esecuzione.

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5 febbraio 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post “Corte dei Conti: “Auspicabile una patrimoniale”. Ripensare l’Irpef, il ceto medio è tassato troppo”

Uno Stato e una magistratura che non fermano ruberie, frodi ed evasioni che svuotano le casse dello Stato e invece premono perché i cittadini comuni si impoveriscano continuando a riempire quelle stesse casse con prelievi fiscali sempre più esosi sono partecipi delle ruberie, frodi ed evasioni. A partire dalle grandi frodi istituzionalizzate in campo medico; rubare in nome della salute è sempre più il sistema infallibile per rubare impunemente tramite lo Stato. Ieri il ministro Speranza ha vantato che l’Italia è tra i primi in Europa per sopravvivenza dopo una diagnosi di cancro. Si fa passare come un successo un male: l’aumentata sopravvivenza è un artefatto, dovuto al diagnosticare come cancro lesioni che non sono aggressive*. L’andamento della mortalità per cancro infatti non riflette questi sbandierati successi: il suo calo – quando presente – è molto più modesto (ed è dovuto a fattori come il calo nell’uso delle sigarette e i miglioramenti terapeutici; non, come si fa credere, agli screening, che provocano le sovradiagnosi e quindi i falsi miglioramenti della sopravvivenza). Posso testimoniare che questo lucroso gigantesco affare, che succhia denaro pubblico creando malati, magistrati e forze di polizia, ben sistemati ai piedi del trono, lo proteggono attivamente.

* Epidemiologic Signatures in Cancer. NEJM, 3 ott 2019.
The Rapid Rise in Cutaneous Melanoma Diagnoses, NEJM, 7 gen 2021.

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12 ottobre 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Modica “La storia di Salvatore Cuzzocrea, l’ex rettore di Messina “figlio d’arte” sempre in crescita. Anche quando si parla di rimborsi e indennità”

Non dovrebbe essere omesso che Cuzzocrea è anche il presidente della CRUI, la conferenza dei rettori, e presidente eletto della SIF, l’associazione dei farmacologi. Né dovrebbe essere perso di vista che oltre a questo basso sgraffignare esiste anche, ancora più grave, la corruzione accademica verso l’alto: il dare una veste legittima, “scientifica” agli inganni e alle violenze del potere. Come i farmaci nocivi spacciati per miracolosi. Quella che è stata chiamata “corruzione istituzionale”, e che è stata studiata prendendo proprio il campo farmaceutico come paradigma*.

Come per Palamara, la scelta da parte degli associati di loro rappresentanti che sono quasi maschere farsesche del malaffare dovrebbe porre dubbi al cittadino sulla effettiva composizione e natura di potenti corporazioni che condizionano pesantemente la sua vita.

* Light DW, Lexchin J, Darrow JJ. Institutional corruption of pharmaceuticals and the myth of safe and effective drugs. Journal of Law, Medicine and Ethics. June 1, 2013.

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21 febbraio 2024

Blog de il Fatto

Commento al post di F. Baraggino “Poltronificio lombardo, il centrodestra si spartisce gli Istituti scientifici. Dal farmacista di FdI al papà dell’assessore forzista”

Ci sono due tipi di corruzione. Quella riconosciuta, bribery, cronyism, mazzette, clientelismo, etc. E quella tenuta nascosta, la institutional corruption* che consiste nel vendersi ai poteri forti, diventandone agenti; in cambio di posti di potere con relativi stipendi e privilegi. In Lombardia la falsa destra pratica entrambe. Da un lato obbediente ai poteri forti in campo medico perinde ac cadaver **. Dall’altro vivace nell’amministrazione “all’uso e’ Napule”. Napoli da dove Vincenzo De Luca vuole fare lo stesso, lanciare la corruzione “utroque” nel PD.

La formula ibrida si sta mostrando vincente rispetto alla pretesa di falsa sinistra, pentastellati, magistratura, giornalismo alla Report, di limitarsi alla corruzione istituzionale, che è più comoda perché evita giochi di sottobosco indecorosi e di sporcarsi le dita contando banconote. E che, gestendo operazioni che arrivano pitturate con pretesti etici, consente un’aura di alterità morale. In realtà fasulla, perché la corruzione verso l’alto non è meno perniciosa dell’altra, e può essere perfino peggiore. Soprattutto in campo medico.

* Light DW. et al. Institutional corruption of pharmaceuticals and the myth of safe and effective drugs. Journal of law, medicine and ethics. June 1, 2013. Light DW. Strengthening the Theory of institutional corruptions: broadening, clarifying, and measuring. Edmond J. Safra Working Paper, No. 2. 20 march 2013.
** Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale

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v. anche:

Baruffe di corte: i baroni della destra e i mandarini della magistratrura

Il populismo cortigiano

Un certificato di decenza per le attività antimafia

I professionisti della metamafia

La corruzione ghibellina di magistratura e polizia

La convergenza di mafia e antimafia. Pizzo mafioso e pizzo di Stato

C’è la parola: compradora

I magistrati “business friendly” e la mafia come sineddoche tendenziosa

Choosy, marchesini e figli di. La differenza tra meritocrazia e merito

Pienza e la nuova Pienza

Vendola e il nostos del professore

La medicina difensiva come scusa e come illecito

17 November 2014

“Le ordino alcuni esami, giusto per pararmi il culo” [1]

deKay3Il modello che DeKay e Asch, considerando la medicina difensiva, hanno proposto che i magistrati adottino nel giudicare la responsabilità professionale medica [2]

Di recente il Tribunale di Milano, giudice Patrizio Gattari, ha emesso una sentenza sulla responsabilità professionale del medico che è stata definita “rivoluzionaria”. La sentenza rende più difficile ottenere risarcimenti, considerando non più “contrattuale” ma “extracontrattuale” la responsabilità del medico ospedaliero [3]. Credo che con la sentenza i magistrati mostrino, o meglio confermino [4], di essere amici del giaguaro. Il giaguaro sono i grandi interessi economici che, imponendo l’attuale modello di medicina, sono all’origine delle storture e dei danni che spesso portano i pazienti a rivolgersi al magistrato.

Privo di preparazione giuridica, commento la sentenza sotto il profilo medico e politico. Non accuso di essere “amici del giaguaro” i giudici perché pongono un freno alle cause contro i medici. Le cause per malpractice sono divenute in buona parte un’industria fraudolenta indotta dall’industria fraudolenta della medicina [5]. Es. in USA è in corso una forte espansione del settore dei dispositivi medici, che si avvale di una regolamentazione per l’immissione sul mercato meno rigida rispetto a quella per i farmaci. Invece di arginare il fenomeno con una legislazione adeguata sulla messa in commercio di nuovi dispositivi, che preverrebbe il contenzioso, ma frenerebbe il business, si stanno moltiplicando le cause dovute a danni da dispositivi medici; ed è in corso di sviluppo un nuovo settore della giurisprudenza su questa sottocategoria [6].

L’alta frequenza di processi contro i medici non è fisiologica; non è segno di un sano Stato di diritto. Quali che siano le loro cause, in uno Stato che funzioni i procedimenti per responsabilità medica dovrebbero essere una rarità, e la loro frequenza oltre una certa soglia dovrebbe spingere lo Stato a prevenirli intervenendo sulle cause; anche per i motivi che sto per esporre, i procedimenti per “malasanità” sono da considerare come un sintomo di “malattia” della sanità. L’intento dichiarato della sentenza è quindi buono. Ma qui i giudici hanno agito sul sintomo, riducendolo con terapie che aggravano i fattori causali della malattia e pertanto peggiorano lo stato di salute del paziente, che solo all’apparenza fanno sembrare migliorato. Come avveniva per il salasso [7].

Mi riferisco al recedere dal considerare il rapporto tra curante e paziente come contrattuale, e alle motivazioni addotte riferite dai giornali. I giudici hanno portato come argomenti la necessità di limitare la “medicina difensiva” e quella di favorire la “alleanza terapeutica” tra medico e paziente. Alleanza che secondo i giudici va depurata da “un sottinteso e strisciante obbligo di risultato”. Al quale, così pensano i giudici, sarebbe da attribuire la medicina difensiva: è il larvato obbligo di risultato ad essere “spesso alla base di scelte terapeutiche difensive, pregiudizievoli per la collettività e talvolta anche per le stesse possibilità di guarigione del malato”. Un maligno potrebbe volgarmente tradurre: è doveroso che il medico avvolga il paziente in un rapporto di dipendenza psicologica; però poi così il paziente si mette in testa di dover avere dei risultati proporzionati alle speranze suscitate; ed è questo serpentesco intruso nella comunione spirituale tra medico e paziente ciò che costringe il medico ad agire, obtorto collo, a suo vantaggio e a danno del paziente, come terminale dell’industria medica, usando il paziente come supporto e occasione per massimizzare la vendita di beni e servizi medici; occorre quindi, per proteggere il paziente da sé stesso, spuntare il suo diritto a chiedere giustizia, riducendo la responsabilità professionale del medico.

Non so se i magistrati possano addentrarsi così tanto in questioni politiche ed etiche in sede di giudizio. Ma ciò che colpisce della loro “rivoluzione” è che non solo dà agli interessi della medicina liberista parte di ciò che chiedono, ma lo fa ripetendo i relativi ideologismi portati a supporto della richiesta. Ideologismi che sono alla base dei meccanismi che generano danni iatrogeni alla salute e ingiusti profitti; e quindi anche, in gran parte, alla base dell’aumento della litigiosità. Considero qui la medicina difensiva. In un successivo articolo tratterò dell’alleanza terapeutica, e presenterò considerazioni sui rapporti tra questi temi, la pratica della medicina e la posizione dei magistrati.

Espongo prima come la medicina difensiva sia una giustificazione pretestuosa per atti illeciti, e come l’accordare maggiore impunità per ridurla sia accettare un ricatto che lascia mano libera ad ulteriori illeciti. Considero poi i fattori culturali ed ideologici che rendono possibile la medicina difensiva e portano a non riconoscere l’essenza fraudolenta del meccanismo nel quale è integrata, e a sottovalutarne la dannosità e il carattere antigiuridico. Infine mostro come la medicina difensiva sia da considerare a tutti gli effetti un illecito in sé; e come il rispetto delle preferenze del paziente sia un altro ideologismo che si affianca alla medicina difensiva per aiutare a trarre lucro dalla medicina, a spese del paziente.

ccc

1. La medicina difensiva e il divorzio all’italiana

Anche alcuni tra coloro che chiedono di ridurre la punibilità dei medici riconoscono [8] che la medicina difensiva è la giustificazione di routine che i medici presentano per le loro responsabilità nel problema, enorme ma tenuto nell’ombra, delle sovradiagnosi e dei sovratrattamenti [1,9-11]. In realtà, prima della “medicina difensiva”, opera un “perverso sistema di incentivi finanziari” [1,12] col quale si ottiene la prescrizione di cure non necessarie e spesso dannose. “Il nostro sistema incentiva i medici perché forniscano più servizi, ma non perché mantengano sani i pazienti” (Hillary Clinton).

Gli incentivi operano anche nella medicina pubblica. Dove si pratica in realtà una medicina mista: disegnata dal business, e a terminale pubblico. Non ci sono solo gli incentivi monetari dell’attività intra moenia e extra moenia dei medici, e della corruzione di politici e amministratori. I trattamenti non necessari sono determinanti nel fare girare ed espandere quel fondamentale settore dell’economia che la medicina oggi costituisce. I sovratrattamenti assicurano quindi posti di lavoro, giustificano stipendi, danno prestigio. L’essere agiti dalla tecnologia medica dà potere e aiuta a fare carriera [13]. Credo che valga per i medici, i magistrati, e per altre categorie lavorative: nel campo dello sfruttamento legalizzato, al quale appartiene ciò che si tratta qui, assicurare a un numero sufficientemente alto di persone un stipendio buono e sicuro e gli altri vantaggi derivanti dal far parte di “una classe riverita e forte” può costituire una forma di corruzione tanto efficace quanto inapparente. Che permette di mettere a reddito anche il credito di cui gode chi gestisce un servizio pubblico.

La medicina è immersa in un gigantesco comparaggio di tipo industriale, che si va sempre più istituzionalizzando. La corruzione maggiore è a monte della pratica clinica. I casi di esperti che, pagati dalle multinazionali, esprimono pareri e linee guida a favore del consumo di prodotti medici sono quasi la norma [5,14]. Ma non sono purtroppo rarità, neanche da noi, casi di medici, inclusi medici del SSN, che in massa accettano di essere pagati per prescrivere; e di pazienti deceduti a causa di prescrizioni inappropriate di farmaci ottenute dalle case farmaceutiche pagando i medici; es. il caso dell’EPO in USA [15]. Stanno comparendo pagamenti diretti anche ai medici dipendenti dei servizi sanitari europei. Mentre in Italia si discute la sentenza milanese resa pubblica dai media, in UK si protesta perché i medici di famiglia riceveranno dallo Stato un extra di 55 sterline, circa 70 euro, per ogni diagnosi di demenza senile [16,17]. E’ da notare che si tratta di un incentivo alla diagnosi. Alcuni medici hanno osservato che l’incentivo danneggerà gli anziani, causerà una epidemia di diagnosi di demenza e un aumento di spesa sanitaria; che si danno ricompense per diagnosticare una malattia per la quale la diagnosi è soggettiva; che una diagnosi errata di demenza può avere conseguenze “truly tragic” per chi la subisce; che non c’è cura ma ci sono medicine, che spesso non funzionano e mai sono risolutive. Altri accettano i soldi, ma ammettono che ciò comporti un rischio di sovramedicalizzazione. Un’associazione di pazienti parla di “taglia” messa sulla testa di alcuni anziani. C’è una lettera aperta di medici perché non sia istituito un “pericoloso precedente” [18]. Davanti a questo singolare portare alla luce del sole e burocratizzare ciò che già avviene per vie oblique, forse agli inglesi ora appariranno meno eccentriche e radicali le parole dell’irlandese G.B. Shaw: “Il fatto che in ogni nazione sana, avendo ottenuto la fornitura di pane col dare al fornaio un interesse pecuniario nel fare il pane, si prosegua dando al chirurgo un interesse pecuniario nel tagliarti una gamba è sufficiente a fare disperare che vi sia umanità nella politica. Ma è ciò che abbiamo fatto.”; “E’ semplicemente non scientifico affermare o credere che i medici nelle circostanze attuali non eseguano interventi non necessari e non fabbrichino o prolunghino la malattia che dà lucro”. Da noi l’AIFA preconizza una triplicazione delle diagnosi di demenza senile nei prossimi decenni mentre si dice “onorata di rappresentare l’Italia” nel sostenere lo sviluppo internazionale di nuovi farmaci per le demenze [19]. Un obiettivo estremamente ambizioso, data l’attuale scarsa plausibilità biologica del progetto. La via dell’onore o del dovere che passa per il risolvere prima il problema meno formidabile dell’assistenza agli affetti da demenza senile e del sostegno alle famiglie con anziani non autosufficienti è molto meno battuta.

La medicina difensiva implica un maggior numero di trattamenti, e quindi un maggior numero di errori e di danni evitabili [20]. L’incremento degli errori e danni in funzione dei sovratrattamenti è più che proporzionale, come si dirà. Errori e danni evitabili che accrescono anch’essi le ricchezze personali e il PIL. Si è visto che le complicanze chirurgiche aumentano il giro d’affari e i profitti degli ospedali [21]. La medicina difensiva non solo maschera la pratica dei sovratrattamenti, ma è anche la foglia di fico di un dolo sistemico, di una iatrogenesi pilotata, che è il convitato di pietra quando si discute di errore medico.

La medicina difensiva risponde alla necessità del sistema di avere pretesti e scusanti. Che si tratti di un pretesto lo confermano gli studi che riportano come il tipo di medicina che si asserisce essere esercitato a scopo difensivo continui ad essere praticato anche quando il rischio di essere citati in giudizio viene ridotto [22]. Ed è praticato anche nei paesi, come la Nuova Zelanda, dove vige il sistema no-fault, per il quale il paziente viene risarcito senza che il medico venga accusato [23].

A proposito del sistema no-fault, che ha i suoi sostenitori ma incontra resistenze soprattutto per l’aumento dei costi che provocherebbe, la sentenza dei giudici di Milano prevede che mentre per il medico dipendente si passa alla responsabilità extracontrattuale, l’ospedale continui ad essere soggetto alla responsabilità contrattuale. In caso di condanna di entrambi, dovranno risarcire in solido il danno. Questa diversificazione potrebbe configurare un sistema che si avvicina a quello no-fault, che presenta tra i suoi diversi rischi [24] quello di “produrre gli incentivi sbagliati per medici e vittime” [25], facendo venire meno il deterrente per il medico e allo stesso tempo incoraggiando l’azione giudiziaria dei pazienti. Se fosse così, i danni alla salute e le richieste di risarcimento potrebbero aumentare. In pratica c’è il rischio che il sistema rimanga com’è, e si rafforzi nelle sue storture, salvando le capre del business medico col ridurre la responsabilità professionale, e i cavoli delle derivate cause giudiziarie deviando le richieste di risarcimento verso altri soggetti – pubblici in questo caso; e “ tirando nell’affare” il paziente – soprattutto i più spregiudicati e venali tra i pazienti – assegnandogli una quota; a scapito della collettività.

La medicina difensiva deriva da: a) l’includere gli interessi del medico insieme a quelli del paziente nella condotta terapeutica; b) l’esposizione del medico al rischio di cause, a volte pretestuose. Il punto b) viene usato, enfatizzandolo, anche per coprire a), che invece è un tema del quale si parla troppo poco. Ma a) è, come si è visto, solo parzialmente dipendente da b); continua a vivere di vita propria, ad essere alimentato e a produrre gli stessi effetti che sono imputati alla medicina difensiva anche quando b) viene meno. Se si elimina b), ma resta a), che è sottoposto a forti incentivi, la ricerca degli interessi del medico a spese di quelli del paziente continuerà. E anzi potrà essere più sfrenata, venendo meno il timore di b). Anche se venisse meno una scusa sarà immediato sostituirla, essendo già disponibile una batteria di argomenti convincenti : “meglio prevenire che curare” [26], sospetto clinico soggettivo, “libera” preferenza del paziente (v. infra), conformità a linee guida [5,14], il mero timore delle ripercussioni di lamentele del paziente o di azioni giudiziarie verso l’ospedale sulla reputazione e carriera, etc. C’è chi indica anche le classifiche dei centri medici basate sulla soddisfazione dei pazienti tra i fattori che manterranno comunque la medicina difensiva, e potrebbero farla aumentare anche quando ci sarà maggiore impunità per i medici [27]. Fare presente al lupo che all’epoca delle asserite ingiurie non si era ancora nati non servirà.

Le medicina difensiva non è, nei fatti, causa necessaria dei danni che ad essa sono attribuiti. E difficilmente da sola agirebbe come causa sufficiente. E’ un fattore facilitante interno ad un gruppo di fattori causali. Il diagramma sotto mostra come la rete di interessi nella quale la medicina difensiva è integrata sia robusta rispetto alla medicina difensiva, che è sussidiaria ad un sistema che continuerà ad operare allo stesso modo anche senza di essa; e che vedrà migliorare l’efficienza patologica del suo funzionamento quanto più gli si accorda impunità in nome della riduzione della medicina difensiva.

DiagrammaMedDif

Dai giudici ci si aspetterebbe che sappiano riconoscere e distinguere meglio di chiunque altro tra scuse e attenuanti o esimenti vere. Quante volte i magistrati hanno sentito un violento dire con tono mansueto “ho avuto paura…” e il completamento della frase dovrebbe essere “ e gli ho rotto la testa anche se stava scappando; mi pagano per questo”. Invece qui appare che i giudici ci caschino; e che facilitino così quei comportamenti illeciti, dannosi per la salute, che dicono di volere contrastare.

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2. La medicina difensiva e il primato del positivo

Da più parti si accusa la “cultura della colpa” di essere causa degli eccessi della medicina preventiva. Il sistema legale sarebbe complice, sollecitando una “cultura della vergogna”. E si auspica una cultura nuova, che accetti la fallibilità della medicina; e che quindi porti alla non punibilità del medico che sbaglia. [8]. Questa tesi sarebbe rispettabile in un sistema sano. In un sistema sano, dove non vi sia l’interesse ai sovratrattamenti e le persone non vengono illuse dalla propaganda, dovrebbe essere chiaro a tutte le parti che c’è un tasso inevitabile di complicazioni e insuccessi anche nelle attività mediche oneste e appropriate. E che le decisioni cliniche hanno una componente probabilistica (come illustrato sotto), che implica che vi siano insuccessi e danni anche quando sono corrette. (Componente probabilistica che in una medicina sana sarebbe più bassa di quella attuale, dove è gonfiata a dismisura dai sovratrattamenti). Definiti tali tassi per ogni intervento con studi epidemiologici, appositi organi di controllo dovrebbero badare a che non vengano superati, esaminando tutti gli incidenti e verificando inoltre se non ci sia stata invece negligenza, imperizia o imprudenza, da segnalare agli organi giudiziari. La verifica in alcuni casi potrebbe essere fatta solo se il medico supera una soglia, e allora scatterebbero anche accertamenti retrospettivi. In un sistema sano, controlli del genere, se ce ne fosse ancora bisogno, ammansirebbero l’uso improprio del diritto incomprimibile di rivolgersi al giudice se si ritiene di essere stati ingiustamente danneggiati.

La presenza incombente della dimensione giudiziaria può condizionare negativamente il medico nelle sue scelte; e guasta non la “alleanza terapeutica”, che, viscida e abusiva, va nello stesso verso illecito della medicina difensiva (come si dirà), ma il clima di serenità, fondata fiducia e franchezza nel rapporto tra il medico e il paziente. Lo strumento giudiziario è inoltre di dubbia efficienza: in USA il sistema legale si è dimostrato incapace di compensare coloro che hanno subito un danno e di frenare i medici irrispettosi della buona pratica [28]. Ciò è coerente col carattere speculativo, complementare ed aggiuntivo più che di contrapposizione, del movimento che ha fatto delle cause per responsabilità medica, e delle relative assicurazioni, un indotto dell’industria primaria dei sovratrattamenti. Comunque l’efficienza e l’equità del sistema non miglioreranno con l’impunità in nome della riduzione della medicina difensiva, che è un “dare bistecche a una tigre sperando che divenga vegetariana”.

Propugnare un cambio culturale verso una visione più realistica della medicina suona però ipocrita nel sistema attuale, dove si fanno grandi sforzi in senso contrario, per illudere il pubblico presentando la medicina come capace di fare miracoli [29]. Il caso Pantani [15] e il caso Stamina [30], nei quali i magistrati sono stati determinanti, sono esempi di cosa si arrivi a fare per ottenere tale effetto antropologico, da parte dell’apparato di propaganda di poteri così forti che possono avvalersi dei poteri dello Stato. Prima si eccitano nel pubblico e nei pazienti pulsioni arcaiche, si presenta il medico come un onnipotente [13], si suscitano ad arte speranze e aspettative false; e dopo, quando la frittata è fatta e bisognerebbe risponderne, ci si toglie il cappello a cono e la zimarra del mago e vestito il maglioncino dell’intellettuale pacatamente si invita a ragionare da adulti, chiedendo desolati come si può pensare che la medicina abbia soggiogato l’ananke; spiegando che non bisogna illudersi di avere l’immortalità e l’eterna salute dalla medicina, che non esistono fontane dell’eterna giovinezza; e che quel CEO di una compagnia di biotecnologie che ha detto “la morte è una serie di malattie prevenibili” ha esagerato (anche il Nobel Montagnier ha affermato una cosa simile). Questi cambi d’abito sono un esempio dello “eclettismo tecnognostico”, di cui si dirà.

La medicina [1], e le biotecnologie [31], annunciano falsamente al pubblico di poter ottenere grandi risultati benefici, che poi non si realizzano; la medicina usa “false premesse e false promesse” [32]. Ci sono stati medici che hanno sostenuto apertamente in conferenze mediche che i medici devono mentire al pubblico, per il suo bene, esagerando i benefici, per indurlo a sottoporsi ai loro servizi: perché si sottoponga a pratiche come lo screening per il cancro della mammella [33], la cui vantaggiosità viene sempre più spesso negata da studi scientifici mentre è certo che esponga a danni iatrogeni [34]. Ed è ciò che avviene nella pratica, esagerando i benefici e nascondendo i rischi [35]. Nel consigliare di abolire del tutto lo screening mammografico, gli esperti dello Swiss Medical Board hanno osservato anche come alle donne viene fatto credere il falso [36]. Ci si ricorda di dover dire la verità quando è troppo tardi; quando conviene; quando si deve rispondere dei danni causati; o quando, con la brutale rivelazione di una diagnosi infausta (non sempre biologicamente fondata) si assesta al paziente una manganellata psicologica che lo rende sottomesso. Allo stesso tempo la medicina attuale, mentre promette ciò che non può dare non dà tutto ciò che potrebbe dare: non ottimizza le cure, come si vedrà, ma pratica, per ragioni di profitto, un servizio di qualità inferiore a quello che può realmente fornire. Arrivando ad essere lei stessa causa di malattia. Più che fondare una nuova cultura, bisognerebbe abbandonare la nuova cultura liberista del cinismo e del fregare il prossimo come valori.

Nei paesi anglosassoni si stanno comunque conducendo campagne di sensibilizzazione verso i medici, come “Choosing wisely”, “Less is more”, “Too much medicine”, per ridurre gli eccessi che vengono presentati come difensivi. Ma non si tocca, né lì né da noi, un nodo più profondo, quello della asimmetria che conferisce un primato alla positività rispetto alla negatività. Il sistema medico, quello giudiziario e la società considerano più gravi gli errori di omissione che di commissione. Nell’attuale modello, lo scopo della medicina è di scovare a tutti i costi la malattia. A costo di “condannare un innocente”, o di sparare a un innocente, nel senso di diagnosticare e trattare anche quando non ce n’è necessità. Il sistema è congegnato in modo da esaltare i reperti positivi, e quindi anche i falsi positivi, e favorire così anche l’impiego di prodotti medici, anche quando ingiustificato, per aumentare i consumi e i fatturati; e trascura, o addirittura nasconde con dolo, i reperti negativi e la dannosità delle procedure diagnostiche e dei trattamenti. Questo ha la sua base nel messianesimo scientista, nell’imperativo tecnologico che vede l’uso della tecnologia come indiscutibilmente sempre positivo [13,37]. Le rare avvertenze, da parte di medici e ricercatori, che troppa medicina può causare danni, e che i prodotti nuovi business-driven in medicina possono essere più dannosi che benefici [1,11], anche se raggiungono il pubblico suonano a molti eccessive e polemiche come le parole di Shaw sulle amputazioni chirurgiche.

Il riconoscimento di questo primato avviene a tutti i livelli. A livello di diagnostica [38]: gli esami di laboratorio e di imaging sono tarati, o distorti, verso la sensibilità, cioè in modo da scoprire il più piccolo segno di patologia – anche se di patologia non si tratta, v. il caso dei cancri che non sono cancro [39] – a scapito della specificità, la capacità di riconoscere i veri negativi. La ricerca in corso di test sempre più sensibili (adesso pomposamente chiamati “biomarkers”) probabilmente aggraverà il problema delle sovradiagnosi [34]. La diagnostica è così impostata per dottrina, attuando scelte sostanzialmente arbitrarie, di portata globale, la cui dannosità non viene riconosciuta; se non dopo che è stata lasciata libera di agire, causando danni e producendo profitti, per anni: in questi giorni l’autorità canadese preposta ha emanato direttive che dicono di non usare il test del PSA per lo screening del cancro della prostata [40]. Spiegando che l’evidenza accumulata non mostra che il test riduca la mortalità ma mostra che provoca danni al paziente. Lo screening col PSA non aumenta la speranza di vita complessiva, ma può condurre una persona in salute a rimanere impotente e incontinente [41]. Fino a pochi anni fa l’omissione del test sarebbe stata considerata una negligenza grossolana e inspiegabile, dato che il test viene inserito di routine negli esami di laboratorio degli uomini dalla mezza età in poi. E’ da notare che a contestare le direttive dell’autorità canadese sono, oltre agli urologi, gruppi di “advocacy”, cioè associazioni di pazienti e di comuni cittadini; gruppi che spesso sono finanziati dall’industria.

Il primato del positivo ha luogo anche nel campo delle terapie, dove gli effetti avversi vengono sottaciuti e sottovalutati; e si considera trattamento causale quello che modifica i surrogate end-points [7], vistosi ma non necessariamente utili. Ha luogo nel campo della ricerca. Viene assicurato già a livello epistemologico con la “evidence based medicine”, una forma di empirismo filosofico che si traduce nella “medicina basata su quello che c’è sperimentalmente ”; non importa se le conoscenze già disponibili a priori dicono altrimenti; né se i risultati disponibili sono falsi o dubbi e frutto di un’agenda distorta e di censura. Ha luogo nelle scelte sulle ricerche da condurre, dove accade perfino che si cerchi di espandere, applicandole a un maggior numero di persone, pratiche che la ricerca ha già mostrato che andrebbero eliminate o ridotte; a volte coinvolgendo il pubblico senza neppure dire chiaramente alle persone che si stanno sottoponendo a un esperimento [35]. Avviene nella conduzione della ricerca, dove l’apparato statistico e la prassi sono conformati per dare risultati positivi, tanto che esperti accreditati argomentano che la maggior parte dei risultati di ricerca biomedica riportati dalle pubblicazioni scientifiche sono falsi [42]. La lettura troppo favorevole dei dati è tra i fattori che portano le frodi scientifiche, intenzionali, a riguardare, secondo una stima, il 20% delle ricerche [43]. Avviene in sede di pubblicazione scientifica e di controllo istituzionale, dove notoriamente le case farmaceutiche fanno in modo che vengano pubblicati prevalentemente risultati positivi; e a volte nascondono dolosamente informazioni in loro possesso sulla dannosità del farmaco, come mostrano alcuni casi giudiziari. Avviene nell’informazione mediatica, che riporta con toni trionfali risultati preliminari la cui interpretazione in senso positivo è quanto meno dubbia, ai quali poi non seguono conferme più solide, ma altri annunci salvifici. E avviene anche in sede di giudizio sulla responsabilità professionale, dove si condanna il non essere intervenuti più che l’essere intervenuti a sproposito.

I magistrati dovrebbero chiedersi perché i medici sentano il bisogno di difendersi dall’accusa di non avere agito molto più che da quella di non essersi astenuti; e perché il sistema giudiziario di fatto non sanzioni le due responsabilità allo stesso modo. Perché il medico possa sostenere di temere così tanto la mera possibilità di essere accusato di responsabilità omissiva da mettere in atto abusi o reati (v. infra) per evitarlo . E’ una situazione surreale, un po’ come se i soldati in trincea passassero al nemico sostenendo che lo fanno perché alle spalle hanno i carabinieri che se non vanno all’attacco gli sparano; e i carabinieri accettassero la giustificazione. I giudici sono specialisti nel bilanciare diritti e valori contrapposti. Es. la prevenzione del crimine da parte della polizia e la tutela dei diritti della persona (almeno in teoria). I giudici sanno che un commerciante o un professionista, un ingegnere, un avvocato, possono truffare il cliente anche facendogli acquistare servizi che non gli servono, o che addirittura lo danneggiano. Il loro contributo sarebbe prezioso per ridurre questo sbilanciamento verso il positivo, verso questo dargli la priorità, che consente la giustificazione pretestuosa del medico dell’avere agito “per difendersi”, e rende particolarmente dannose per il paziente le conseguenze di questa “autodifesa”.

Il primato del positivo è soprattutto una questione culturale. Per il pubblico, in seguito alla secolarizzazione, all’assetto culturale liberista e a un’epocale opera di convincimento, la medicina non è un rimedio tecnico contro la malattia, spesso imperfetto e raramente privo di affetti avversi, da usare oculatamente; ma è una fonte magica di salute, che deve scorrere rigogliosa. Chi più ne ha più ne metta. Il troppo non “stroppia” , mentre c’è la condanna morale per il mancato intervento. Ne deriva che il pubblico in certo qual modo esige di essere truffato: “Sia il medico che il pubblico sono così fortemente prevenuti a favore della diagnosi che dalla sua omissione risulta una condanna non solo legale ma anche morale, mentre ciò è raramente osservato quando il medico sbaglia sul lato opposto [44]. Perfino nel campo dell’autismo, dove non c’è carenza di accuse di sovradiagnosi, la condanna pubblica tende ad appuntarsi sui pediatri che trovano “scuse” perché avrebbero “paura” di dire che un bambino possa avere l’autismo” [45]. I magistrati potrebbero spendere la loro conoscenza del mondo, capacità di discernimento giuridico e autorevolezza nel correggere questa mentalità sbagliata, che favorisce abusi e reati. Invece alimentano tali credenze nel pubblico. Di recente la Procura di Trani si è lanciata in un allarme sull’autismo che favorirà le sovradiagnosi, considerando cause improbabili e ignorando l’interesse alla sovradiagnosi. Partecipando così di fatto a una campagna di disinformazione che danneggerà il pubblico, e lo confermerà in altre credenze sbagliate e dannose [46].

La sentenza dei giudici di Milano combacia con l’ideologia e con la prassi del primato del positivo anche in un altro aspetto. All’apparenza il passare dal richiedere che sia il paziente a dover dimostrare l’errore e non il medico a dover dimostrare la sua assenza cancella una pretesa irragionevole. Ma l’informazione sui reali effetti delle terapie, già carente e dubbia, soprattutto in campo chirurgico, è viziata verso il positivo; e i grandi interessi commerciali la mantengono pervicacemente in questo stato. Es. il tentativo di porre riparo al malcostume di pubblicare solo ciò che fa comodo e nascondere i dati negativi, e al “data dredging”, mediante l’istituzione di registri dei trial, viene aggirato [47]. Anche grazie alla deregulation, che sempre più permette l’immissione di prodotti non sufficientemente testati, lo standard delle cure rispetto al quale definire le responsabilità in sede giudiziaria è spesso elusivo [6]. Anzi, accade che la medicina difensiva venga eletta con l’uso [1], e anche con interventi ad hoc [48], come standard di cura; uno standard arbitrario e viziato, ma che sarà difficile ignorare in sede di giudizio, nella valutazione dell’errore. La letteratura scientifica disponibile risente anch’essa dell’asimmetria verso il positivo: dato il publication bias, e l’occultamento dei dati che depongono a sfavore della commercializzazione di una terapia, diviene più difficile per il danneggiato portare evidenze scientifiche a supporto della sua doglianza [49]. Anche quando sarebbe di fatto giustificata. L’onere della prova dovrebbe essere definito attentamente, considerando i molteplici fattori che, da entrambe le parti, possono viziarlo. Il passaggio tout court dell’onere al ricorrente è un usare per bilancia della giustizia la stessa bilancia autorevole ma truccata, a bracci diseguali e a pesi alterati, della ricerca e della pratica medica commerciali.

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3. La medicina difensiva e l’eclettismo tecnognostico

Qual è nella nostra cultura la concezione del rapporto medico-paziente, per come si riflette sulla responsabilità professionale? Ad un estremo c’è un rapporto di tipo religioso, che considera la figura del medico come guaritore. Non si fa causa allo sciamano. Davanti al medico-sacerdote ci si pone in un atteggiamento di speranzosa sudditanza psicologica. L’eco psicologica di questo tipo di rapporto, che attiene alle profonde radici antropologiche della relazione di cura, sopravvive oggi, e non è tenue. D’altro lato, studi storici mostrano che anche un’altra concezione, quella contrattualistica, che vede il medico come un qualsiasi altro professionista che presta la sua opera dietro compenso, non è recente. Per secoli, dal Quattrocento al Settecento, a Bologna si stipulavano contratti per i quali il medico era tenuto addirittura a guarire il cliente entro un certo periodo [50]. Le due concezioni possono coesistere, in quell’area della psiche dove si ammonticchiano le idee e i sentimenti sulla medicina.

Oggi, con il medico in posizione subordinata, spesso di franchising [5] rispetto alla medicina industriale, anche al tema della responsabilità professionale viene applicata quella prassi generale che consiste nell’attingere, a seconda della convenienza, a qualsiasi campo ideologico per supportare la tesi desiderata; saccheggiando qualunque bacino culturale a seconda della bisogna, e unendo tra loro posizioni eterogenee e politicamente contrapposte. Essendo facilitati in ciò dalla doppia anima, antropologica e scientifica, della medicina. L’antica base magica della medicina e il moderno diritto, il rigore inflessibile della scienza e la seducente vaghezza del sentimento; tutto in funzione del profitto. La medicina si presenta come “oggettiva”, scientifica, quando è intrisa non solo di suggestioni ed emozioni, ma di suggestioni ed emozioni di tipo primitivo; i frammenti che possono dirsi scientifici vengono presentati come rappresentativi dell’intera disciplina. Magia e scienza vengono usate assieme e scambiate a seconda del caso. Ci consideriamo moderni, ma sulle credenze che regolano i problemi esistenziali vi è stato più un rimescolamento che un progresso: “Quando la religione era forte e la scienza debole, gli uomini consideravano la magia come medicina; ora che la scienza è forte e la religione debole, considerano la medicina come magia” [51].

Un aspetto di questa contraddittorietà rilevante per la medicina difensiva è che mentre si sostiene il superamento del “paternalismo” medico, – e quindi la conseguente cessione di responsabilità, morali e legali, dal medico al paziente – si sostiene anche l’alleanza terapeutica, concetto che proviene dalla psicoanalisi e che, come si dirà in un futuro articolo, fa riferimento all’instaurazione di un legame di attaccamento non lontano da quello di tipo genitoriale. Un altro esempio rilevante è la concezione probabilistica in medicina. Da un lato si fa un affidamento eccessivo sulla statistica, strumento importante ma elevato a nucleo centrale del “metodo scientifico” poiché è alla base dei trial clinici. Per di più non riconoscendo che i risultati dei trial clinici possono benissimo essere fatti apparire come elefanti anche quando sono mosche [52]; e che le statistiche possono essere usate a scopo retorico [53] e per dire bugie [54]. Nelle scienze soft, e anche in medicina, la statistica sta svilendo la pratica scientifica, trascurando la modellizzazione concettuale a favore dei modelli empirici; un fisico ha fatto il paragone con una tribù che avendo trovato un cacciavite lo ritenesse l’unico strumento utile, anche per tagliare e come scalpello [55]. Dall’altro lato, si oscura il carattere probabilistico delle decisioni nella pratica medica, come si dirà a proposito dei danni al paziente da medicina difensiva. Le decisioni cliniche sono considerate avere il carattere deterministico di una formula della meccanica; o di una formula magica. Ai più suonano astruse e teoriche le parole di Kassirer, già editor del New England Journal of Medicine, quando critica la “nostra cocciuta richiesta di certezza diagnostica” tra le cause di quegli eccessi che vengono attribuiti alla medicina difensiva [56]. Si vuole essere “scientifici” con la “medicina basata sull’evidenza” [5,14] – che è tutt’altro che impermeabile a manipolazioni mentre fa da barriera al mercato – e allo stesso tempo si vuole l’off-label [57], che ne è la negazione e moltiplica, oltre che i danni alla salute e i profitti, le occasioni di richiesta di risarcimento. Si celebra la tecnologia, ma si è tecnologici a metà, la metà che fa aumentare i consumi: ci si guarda dall’allestire, sfruttando la tecnologia disponibile, sistemi di rilevazione e limitazione dell’errore medico a feed-back negativo del genere di quelli abbozzati sopra [58]; che porterebbero a una riduzione dei consumi. La tecnologia medica viene piuttosto fatta come sboccare da una mitologica cornucopia.

Queste mescolanze e contaminazioni, queste contraddizioni, delle quali si potrebbero fare tanti altri esempi, danno luogo a un chimerismo ideologico, a un eclettismo che si può chiamare “tecnognostico” [59] (anche se in certi casi sarebbe più appropriata la locuzione “meretricio intellettuale”). La medicina difensiva è un caso dell’eclettismo tecnognostico: il medico è uno scienziato, ma è anche un sacerdote che non va oltraggiato chiamandolo a rispondere legalmente degli effetti del suo ministero. L’esercizio della professione medica è, giustamente, limitato da leggi e regolamenti; come lo è l’immissione di farmaci e dispositivi medici; ma ai medici si riconosce sempre più una sacralità che fa comodo agli investitori. Mentre è in atto una frenetica corsa alla cosiddetta innovazione, cioè al lancio sempre più ravvicinato di nuovi prodotti merceologici, dalle caratteristiche sempre più incerte, al medico che li applica si riconosce sempre più quella stabilità, quella staticità che, ha osservato Ellul, è propria della magia, ed è una delle differenze tra magia e tecnica, sotto altri aspetti accomunate nelle credenze popolari.

A rendere possibile il regresso verso concezioni che credevamo superate, che danno luogo a questo ibrido dove la figura del medico ha l’immunità del uomo-medicina e il prestigio dello scienziato, è proprio ciò che avrebbe dovuto renderci moderni, la tecnologia; la fede in essa, e il conseguente “l’imperativo tecnologico”, del quale la medicina difensiva è stata riconosciuta essere una delle declinazioni [1,13]. L’imperativo tecnologico, sorto nel dopoguerra insieme all’uso della tecnologia come “endless frontier”, cioè come motore perpetuo della crescita economica, impone di usare quanta più tecnologia è possibile; e considera l’uso della più avanzata tecnologia come sinonimo della migliore medicina possibile. Ciò che può essere fatto deve essere fatto. La speranza di futuri progressi coincide con la speranza di nuove tecnologie. “Solo perché qualcosa è nuova e costosa non significa che funzionerà meglio dei metodi standard” ha osservato di recente un medico-avvocato statunitense; che evidentemente non teme di perdere clienti con questo avvertimento [6]: l’imperativo tecnologico risponde poco alle critiche razionali. Appare essere una credenza di tipo mistico, cieca ai limiti e ai pericoli della tecnologia. Un’idolatria di tipo nuovo nella storia umana: che ha per oggetto un’entità prodotta dagli uomini, che non è un puro simulacro ma incide sulla realtà; e che pare a tratti svincolarsi dalle mani che la creano, assumere una vita propria e sovrastare gli uomini con la sua potenza; come un Golem [60]. Da strumento, la tecnologia diviene padrone del medico, è stato osservato [13]. L’imperativo tecnologico è determinante, come si è detto, per il primato del positivo. L’imperativo tecnologico inoltre fa sì che paradossalmente si percepisca una sacralità nella figura del medico tecnologico; come desiderato da chi ne trae guadagno. “L’uomo trasferisce il senso del sacro proprio su ciò che ne ha distrutto l’oggetto, cioè sulla Tecnica” (Ellul). Scacciata la religione, la tecnologia prende il suo posto e ne veste le insegne.

L’idolatria della tecnologia permette di aggirare la razionalità; e con essa l’etica. La tecnica, detronizzato il sacro religioso e divenuta il nuovo sacro, si arroga anche funzioni di tribunale morale di ultima istanza. Come spiega Ellul, la “soppressione dei limiti” è “l’essenza stessa della tecnica” e “La tecnica, autogiudicandosi, si trova ormai libera da ciò che da sempre ha costituito l’ostacolo principale alle azioni dell’uomo: le credenze (sacre, spirituali, religiose) e la morale”. La tecnica non accetta di essere sottoposta a giudizio, ma decide essa stessa dei valori: “Una proposizione morale verrà considerata valida per un dato periodo solo se sarà conforme al sistema tecnico, se concorderà con esso.” [61]. Mentre mal sopporta di essere giudicata, la tecnica diviene fonte di diritto, di ciò che è “fas” e “nefas”, come per l’antico diritto sacro romano. In questo milieu culturale, la pretesa di scusare il consumo di tecnologie a danno del paziente, e di poter richiedere maggiore impunità, con la medicina difensiva; pretesa che, effettuando una modesta epochè, appare assurda e aberrante, viene accettata, fino a venire incorporata nel ragionamento giuridico dei magistrati.

Anche l’idea che la responsabilità del medico verso il paziente possa essere “extracontrattuale” contiene una paradossale ambiguità. Per illustrare la specificità del rapporto medico paziente è utile il seguente esempio [62]. Assistendo a una conferenza, non riuscite concentrarvi a causa di un forte mal di testa. Il vicino di posto vi offre una pillola contro la cefalea, che assumete. Ma il disturbo non migliora. La pillola era in realtà di zucchero. Quando però a dare lo stesso zuccherino fosse la stessa persona, ma che si presentasse come medico, all’interno di un ospedale, l’efficacia del trattamento, hanno mostrato studi sull’effetto placebo, migliorerebbe fino al 40%. Il medico non è un passante che dà un consiglio su come guarire. L’influenza psicologica che esercita per il solo fatto di rappresentare il ruolo è profonda. Inoltre non regala confetti, ma prescrive esami e trattamenti che hanno spesso effetti pesanti sull’organismo. I giudici di Milano vanno anche oltre nella divaricazione tra responsabilità giuridica e potere persuasivo, perché mettono insieme la responsabilità extracontrattuale e l’alleanza terapeutica. Cioè mettono una responsabilità generica a controllare atti medici compiuti sulla base di un legame di attaccamento eccessivamente forte, agganciato ai piani psicologici profondi del paziente. Anche i magistrati quindi concorrono nel delineare un rapporto medico-paziente allo stesso tempo più intimo per il paziente e meno vincolante per il medico. Come avviene tra il capo di una setta e un adepto. Il diritto smobilita, mentre è proprio nel caso del rapporto medico-paziente che dovrebbe dispiegare la sua potenza e sottigliezza, definendo e circoscrivendo tale rapporto con esattezza come un particolare tipo di contratto. Invece con queste semplificazioni non di grana fine contemporaneamente si riconosce al medico uno status castale di sacerdote, e le responsabilità di un quisque de populo che dice la sua.

Consentire ai medici di usare il pretesto della medicina difensiva è incompatibile con una concezione civile dei rapporti tra cliente e medico. Quest’ultimo deve infatti, dietro adeguato compenso, fare l’interesse del paziente. Non è scusabile che lo danneggi per favorire sé stesso. Ma mentre i poteri del business medico possono contare su una poderosa assistenza legale, che può produrre i più avanzati argomenti giuridici, i più astuti trabocchetti [57]; mentre la normativa sull’approvazione dei farmaci è una fitta vegetazione di scienza distorta e regole di comodo nella quale solo attori pachidermici possono muoversi senza restare impigliati, al medico si riconosce, culturalmente, anche da parte dei giuristi, quel tipo di autonomia che si riconosce allo stregone. Come lo stregone, il medico va assecondato. Essendo a priori una fonte di bene, é comprensibile che faccia un poco anche i propri interessi; per evitare i danni che possono derivare da ciò si deve cercare di non farlo inquietare; “altrimenti è peggio”. Non distinguendo tra il lecito interesse ad un equo corrispettivo per la prestazione professionale e lo applicare cure a proprio vantaggio, come si dirà. E’ facile per chi è nella posizione del mediatore tra il popolo e la divinità mettere a tacere timide critiche colpevolizzando chi le avanza per la sua poca fede. Così la medicina davanti all’accusa di badare al profitto può rilanciare, rispondendo con un’impudenza che non viene avvertita di essere obbligata a comportarsi così perché non la si lascia sufficientemente libera. L’impunità legalizzata del medico non solo trae forza dalla concezione sacrale della medicina; a sua volta alimenta la concezione sacrale della medicina, potenziando così il sistema che porta ai danni che si dicono di voler combattere. Del resto, la visione sacrale delle professioni che maneggiano valori etici ed emozioni non dispiace affatto alla cugina corporazione dei magistrati.

La medicina difensiva è una delle razionalizzazioni – una delle più sfrontate – di un sistema di credenze di tipo religioso sulla tecnologia biomedica; che è anche alla base di un business da migliaia di miliardi di dollari all’anno. Credenze in una fede che non dà quel che promette, ed è spesso nociva, ma che è divenuta ai nostri tempi una variante normale e comune dell’indispensabile bozzolo psicologico che consente di vivere nella realtà della vita senza angosce eccessive, facendo apparire rimpicciolite incertezze altrimenti terrorizzanti. Questa funzione è efficace quando si è sani; se ci si ammala i miti sulla potenza della tecnologia medica, messi alla prova dei fatti, sono spesso frustrati: il mito tecnologico porta ora a delusione e rabbia nei pazienti [1]. Sentimenti che il sistema provvede a neutralizzare e a mettere a frutto convogliandoli nell’industria delle cause per malasanità.

Si dirà che è normale e giusto che nel rapporto tra medico e paziente vi sia anche una dimensione non tecnica; e che questa non necessariamente inficia la dimensione tecnica. Il rapporto col medico non è lo stesso del rapporto con l’ingegnere dal quale ci si fa progettare una casa, ovviamente. Dovrebbe fare riflettere che il professore di igiene pubblica che ha progettato ed eseguito un grande studio statistico sull’efficacia dello screening per il tumore della mammella, con un follow-up di 25 anni [63], nel riferire al pubblico i risultati parli di “mito dello screening” [34]. Lo studio mostra che lo screening non ha ridotto la mortalità nelle donne tra i 40 e i 59 anni mentre ha aggiunto ad ogni 100 diagnosi corrette di cancro almeno altre 28 donne che ha etichettato falsamente e ha fatto curare come malate di cancro. Gli autori stimano che per ogni 100 donne alle quali è stato scoperto un cancro non palpabile, almeno altrettante, altre 100, siano state etichettate e trattate come affette dalla stessa malattia, che in realtà non avevano. Parlando di mito, di aspetti antropologici che favoriscono frodi, non si indulge dunque in ubbie filosofiche. Ci sono episodi che mostrano come, mentre si vuole far credere che la medicina sia basata sulla scienza, e non si curi di sofisticherie da umanisti o da parolai, le case farmaceutiche si avvalgono anche delle competenze di antropologi culturali; arrivando a fare in modo di carpire il parere dei maggiori specialisti quando devono lanciare un nuovo farmaco [62].

In sede di responsabilità giuridica, ci si aspetterebbe che i magistrati si sottraggano all’incantesimo e laicamente “tirino“ dalla parte di una visione contrattualistica del rapporto; controbilanciando così la tendenza interessata al rapporto di tipo religioso, che vede il medico come un onnipotente e un intoccabile. Appare qui invece che il magistrato reciti lo stesso credo delle persone comuni, e incorpori nella giurisdizione il timore reverenziale se non verso i medici verso la figura del medico. Timore reverenziale che favorisce illeciti e reati. Tra i quali va annoverata la stessa medicina difensiva, che non è solo una giustificazione, un pretesto.

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4. La medicina difensiva come danno economico

Si pensa che la medicina difensiva sia, solamente, uno spreco di risorse. La stima del costo annuale della medicina difensiva in USA nel 2003 variava tra i 60 miliardi di dollari, secondo il ministero della salute, e gli oltre 200 miliardi secondo la American Medical Association e un istituto di ricerca sulla politica sanitaria [64]. E’ considerata da alcuni il primo fattore di spreco. Appare che serva da capro espiatorio anche per il problema politico ed etico dei costi sempre crescenti, e sempre più spesso insostenibili, della medicina hi-tech. In realtà i primi fattori di spesa inutile, o dannosa, sono dati dalla sovradiagnosi, dai sovratrattamenti e dalla corsa ai prodotti innovativi. La medicina difensiva, isolatamente, è un fattore debole; e prima di essere ciò è un alibi per i fattori forti. Andrebbe tenuta presente la favola di Esopo sulla mosca che diceva di tirare l’aratro insieme al bue.

Questi “costi” contribuiscono però in parte ad accrescere il PIL. Gli economisti spiegano come ciò che è un costo per qualcuno può essere un beneficio per altri; in casi come questo, più che di costi bisognerebbe parlare di produzione e di trasferimento illeciti di ricchezza. I costi veri della medicina difensiva e del pacchetto di storture alle quali fa da paravento sono quelli sociali, cioè i danni iatrogeni e il danno da mancato utilizzo razionale di risorse mediche, e i costi di transazione delle cause giudiziarie, cioè il mancato utilizzo di risorse giudiziarie in attività più produttive. Non sono invece autentici costi quelli degli esborsi di medici e assicurazioni in caso di condanna: si tratta di trasferimenti di ricchezza, e ridurli non ridurrà i costi della medicina [65]. Oltre che un danno alla salute, può esservi anche un danno patrimoniale diretto per il paziente. Si riconosce una “financial toxicity” tra gli effetti collaterali delle nuove costosissime terapie oncologiche [66] e la medicina difensiva è citata tra le cause [67].

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5. La medicina difensiva come atto offensivo

Il pretesto della medicina difensiva aiuta ad aumentare i consumi medici, a non praticare l’astensione dai trattamenti quando è questa la scelta corretta e a sommergere la medicina utile sotto un diluvio di test diagnostici impropri, che sono il motore della iatrogenesi. Viene presa con filosofia dal pubblico. Ci si scherza su, v. la vignetta che riporto del sofisticato “New Yorker”. Viene spesso percepita come un eccesso di zelo, che non è sgradito al paziente ed è anzi a volte da questo apprezzato o assiduamente ricercato. Nel disporre sovradiagnosi o sovratrattamenti, i medici usano spesso espressioni come “per andare sul sicuro”, o “better to err on the safe side”; rese possibili dalla cultura del primato del positivo e dall’immagine del medico come guaritore. Avvocati, politici, medici pensano o sostengono che la medicina difensiva sia comunque benefica per il paziente. Al contrario, un’analisi formale ha dimostrato che i benefici potenziali della medicina difensiva sono sempre inferiori ai danni potenziali, e che quindi la medicina difensiva in media sarà dannosa per il paziente. La medicina difensiva inevitabilmente sacrifica gli interessi del paziente a favore di quelli del medico, e abbassa il livello qualitativo globale della medicina [2,47].

Il modello mostra come la medicina difensiva non sia una medicina in scienza e coscienza ma una medicina quanto meno imprudente, che nell’avvantaggiare il medico e l’industria medica danneggia il paziente. Il modello, è stato commentato, mostra anche come con la medicina difensiva il medico commetta una sorta di furto, appropriandosi di parte dell’utilità che era destinata al paziente [68]. Il modello mostra come la medicina difensiva di per sé sia già un oggettivo inadempimento; e come i medici con la medicina difensiva non rispettano l’obbligo dei fini nell’applicare la medicina. Con la medicina difensiva gli interessi personali del medico, al contrario di quanto previsto nel contratto col paziente, vengono inclusi tra i fini del gesto medico, a scapito degli interessi del paziente; e questa intrusione nei fini si traduce in un inadempimento dell’obbligo di mezzi. La medicina difensiva maschera un dolo sistemico, cioè derivato dall’assetto generale di una medicina, quella attuale, che nella sua ricerca del profitto accetta di esporre la salute del paziente a rischi, e più che evitare la iatrogenesi accetta di sfruttarla economicamente, in forme pilotate, cioè misurate in modo che siano non eccessivamente riconoscibili. I medici, aiutati a volte da dosi variabili di ignoranza e di falsa coscienza (e a volte nella sostanziale consapevolezza) accettano di farsi agenti di questi interessi. Assumendosi responsabilità che a me ricordano concetti come colpa con previsione, preterintenzionalità, dolo eventuale, dolo alternativo.

Andrebbe chiesto quali possibilità ha il paziente, sul quale viene sempre più addossato il peso delle scelte del medico, di rifiutare la medicina difensiva, nella poco probabile ipotesi che si renda conto di stare subendo un abuso e danno: come potrebbe il paziente mettersi a discutere col curante di cosa non fare, addentrandosi in temi che non può conoscere a sufficienza, e senza dover temere di offendere il medico, e venire tacciato di presunzione, sventatezza, ignoranza, scarsa fiducia, etc. E senza dover temere che il medico per ritorsione più o meno consapevolmente faccia andare male le cose, per fare vedere che la scelta del paziente era sbagliata. Purtroppo non si può escludere che possa accadere anche questo; ho descritto in una perizia un caso dove alcuni medici appaiono essersi comportati in questo modo con una paziente riottosa, favorendo le posizioni di colleghi di un altro ospedale in una non nobile diatriba medico-giudiziaria che ha avuto risonanza nazionale. Il medico sostiene di “difendersi” perché minacciato, ma è lui che approfittando dello stato di dipendenza (reso più efficace dalla alleanza terapeutica) mette il paziente sotto il ricatto “o così o non andiamo d’accordo”. C’è del vero nel sostenere che il medico è a sua volta sotto ricatto, da parte dei “big players”; ma nel caso del medico il ricattato trae ampi vantaggi dal cedere, e dal farsi socio col ricattatore, facendosi suo tramite. Mentre il paziente è sostanzialmente indifeso; e lo è tanto più se si nega che vi sia un contratto tra lui e il curante.

Anche qui pesano i fattori culturali. La medicina difensiva è una manifestazione dell’imperativo tecnologico, la forma religiosa dei nostri tempi che placa le ansie sulle incertezze del nostro futuro. Aspetto importante, l’imperativo tecnologico oltre che ad alleviare le ansie del paziente tende a ridurre quelle dei curanti riducendone la responsabilità: la responsabilità viene trasferita alla tecnologia [13]. In questi termini, l’uso della tecnologia deresponsabilizza mentre favorisce l’irrazionale. Talvolta la convinzione, il trasporto, coi quali i medici difendono l’uso improprio e dannoso della tecnologia che prescrivono appare come un sincero abbandono alla “possessione tecnologica” [13]; che potrebbe ricordare quella degli antichi oracoli alla divinità. Al contrario, si dovrebbe riconoscere che la tecnica è un sacro che “desacralizza gli uomini” (Ellul); e che gli strumenti tecnologici, che hanno spesso effetti potenti e inattesi, non sollevano da responsabilità ma al contrario devono imporre maggiore razionalità e responsabilità nella loro applicazione [13,69].

Mentre si pretendono dal pubblico conoscenze che non è tenuto ad avere, e che difficilmente si possono acquisire in forma valida senza lungo studio ed esperienza pratica, mentre lo si esorta a farsi indottrinare dal marketing tacciandolo di “analfabetismo scientifico “, lo si mantiene in uno stato di ignoranza degno di una dittatura facendogli credere che è ovvio e indiscutibile che eseguire un test clinico “per sicurezza” sia una cosa buona. In realtà la decisione va soppesata attentamente. A un test, e alle terapie eventualmente conseguenti, sono associate, con varie probabilità, delle utilità, che assumono valori diversi a seconda delle circostanze, e possono essere sia positive che negative; dalla somma algebrica delle varie utilità, ciascuna pesata per la relativa probabilità, si ottiene l’utilità attesa. Che può anche essere negativa: il test e il trattamento possono essere più dannosi che utili. Esempio per assurdo, è lapalissiano che l’autopsia, pur rappresentando in genere un gold standard, non è praticabile come esame clinico. Discorso analogo per i programmi preventivi: la castrazione riduce la probabilità di eventi cardiovascolari, ma ad un costo inaccettabile. Nella pratica si verificano situazioni dove l’utilità è negativa es. perché la probabilità di malattia è bassa, la malattia è poco curabile e le probabilità del danno da test, da falso positivo e da trattamento sono alte. Se si fa un test senza buona ragione, “per difesa”, è molto più probabile che se positivo lo sia falsamente, che non quando lo si fa perché il quadro clinico lo richiede. Questa secondo Deyo e Patrick “dovrebbe essere considerata una verità inalterabile, come la legge di gravitazione” [1]. “Per difesa” si arriva a mettere persone sane sul nastro trasportatore che alimenta la grande macchina della medicina industriale; un “giro” che, anche quando la persona ne esce, appare come un contrappasso crudele alla ingenua colpa delle credenze di tipo religioso sulla medicina.

Per comprendere la pericolosità insita nell’eseguire esami diagnostici senza reale necessità si può compararli a un gioco d’azzardo, nel quale la prospettiva di ricevere una fortuna fa perdere di vista la possibilità di rimetterci o di rovinarsi. Si dovrebbe considerare la differenza tra giocare e vincere, e tra utilità condizionale, che è quella che viene percepita, e utilità attesa, che invece è quella che si dovrebbe considerare. L’utilità percepita, in realtà utilità condizionale, di vincere un terno al lotto è data dal suo coefficiente di vincita, che è pari a 4250: una vincita “ingrossa” il denaro investito nella giocata di 4250 volte. Ma, poiché la probabilità che ciò avvenga è di 1 su 11748, l’utilità attesa del terno al lotto è di perdere in media nel lungo periodo circa i due terzi del capitale investito.

I percorsi diagnostici e terapeutici vanno applicati solo quando “il gioco” è a rendimento vantaggioso, cioè l’utilità attesa è positiva. Es. un nonno può fare una lotteria ai nipotini, nella quale devono indovinare quale delle sei facce esce al lancio di un dado. Il nonno paga 12 volte la posta. Il prodotto del coefficiente di vincita 12 e della probabilità di evento favorevole 1/6 dà un rendimento di 2. In media per ogni euro giocato i nipotini ne vinceranno 2. Ci sono circostanze e percorsi diagnostici che hanno un utilità attesa per il paziente simile a quella disegnata dal nonno per i nipotini, e altri che non solo hanno l’utilità attesa svantaggiosa tipica dei giochi d’azzardo, ma impongono di fare puntate elevate, es. di giocarsi la casa (la salute) con la prospettiva di vincerne migliaia (di salvarsi da grave malattia). Il nonno dovrebbe fare capire ai nipotini questa differenza tra miraggio e realtà, passando a pagare la vincita 6 volte la posta, e poi 3 volte; mostrando come il premio prospettato possa essere ingannevole, sembrando comunque allettante quando a conti fatti giocare è svantaggioso.

Si comprende quindi come si sia osservato che i test diagnostici difensivi sono test offensivi [48]. Che l’aggiunta di test diagnostici, il cercare di raccogliere quante più informazioni possibile sullo stato del paziente usando gli imperfetti mezzi disponibili, non è necessariamente un rafforzamento del processo diagnostico ma paradossalmente può costituire un peggioramento delle cure [70]. E come pertanto si sia proposto, da cattedre dell’ortodossia medica, di regolamentare i test diagnostici, e di non lasciarli liberi come qualcosa di invariabilmente positivo [71].

Al gioco d’azzardo, invece di contrastarlo, e di scoraggiarlo (magari obbligando ad apporre su ogni macchinetta mangiasoldi il suo rendimento, con una scritta ben visibile del tipo “Questa macchina ha un rendimento dello 0.xy. Fa perdere z euro per ogni 10 euro giocati”), si è aggiunta l’industria delle “ludopatie”. Anche nel caso della medicina si lascia che il banco gestisca giochi sulla salute a rendimento svantaggioso. E si lascia inoltre che sugli effetti di tali giochi si sovrapponga l’industria della malasanità, e poi la medicina difensiva, le assicurazioni, le conseguenti richieste di impunità etc. Si lasciano cioè operare, e si aiutano, meccanismi moltiplicativi, di feedback positivo, propri del business; e propri dei meccanismi patogenetici [58]. Circoli virtuosi per gli investitori, circoli viziosi per la salute delle persone. Le incastellature così costruite sono tenute in piedi da contrafforti ideologici ai quali contribuiscono anche coloro dai quali ci si aspetterebbe il contrario.

Su un piano meno formale, in un manuale rivolto ai pazienti su come evitare diagnosi sbagliate e test non necessari [72] due medici spiegano che il considerare sempre il “worst case scenario”, la peggiore delle ipotesi, rassicura il paziente ma può risolversi in un danno. Gli autori invitano a distinguere tra il tenere presente il worst case scenario e il farne “per sicurezza” l’unico ragionamento, strategia che definiscono un tranello nel quale non cascare; statisticamente farà più male che bene. Il paziente può credere che la medicina difensiva sia anche buona medicina. Ma la medicina difensiva è altro dalla “careful medicine”, “medicina attenta” cioè diligente e prudente [73].

Secondo alcuni, nella pratica medica quotidiana è all’opera anche un bias cognitivo, che spinge a dare maggior peso nella clinica alle informazioni ottenute tramite esami che alle informazioni delle quali si è già in possesso [74]. Certo è controintuitivo, soprattutto nella “era dell’informazione” il considerare che in determinate circostanze è razionale e utile al paziente rinunciare ad acquisire altra informazione. Ma superare l’istinto e i condizionamenti culturali e operare secondo ragione è parte di quelle capacità che dovrebbero contraddistinguere un professionista. Il comportamento dei medici è spesso ben lontano da dubbi e dilemmi del genere: “purtroppo i medici sono colpevoli di usare trattamenti o test che ‘dovrebbero funzionare’ molto prima che ci sia alcuna evidenza che funzionino davvero” [1]. Per un nodo essenziale come questo, al quale sono stati condotti dall’intricatezza della medicina tecnologica, i medici non esigono direttive ufficiali, linee guida serie e oneste, per il corretto trattamento; accontentandosi di quelle commerciali, che favoriscono l’errore a vantaggio del medico liberandolo da responsabilità [5,14].

Gli esami “per stare sul sicuro” causano danni indirettamente, aumentando i falsi positivi, che portano a trattare persone sane; causando quindi danni costituiti a) dalla terapia stessa, es. l’ablazione di un organo sano, come la prostata [41]; b) dall’esposizione agli effetti avversi delle terapie, come quelli dei chemioterapici; nel 1999 in USA le reazioni avverse ai farmaci hanno costituito la quinta causa di morte, superiore agli incidenti d’auto. c) dalle conseguenze psicologiche, sociali e comportamentali dell’etichetta di malato e della prognosi. Gli esami fatti “per sicurezza” possono inoltre essere nocivi direttamente. A volte per complicazioni che si verificano in una minoranza di casi, e sono apparenti o rilevabili, come quelle che possono essere le complicazioni emorragiche di una biopsia epatica. Ma in altri casi la iatrogenicità può essere inevitabile e subdola. Non è percepito dal pubblico – e, studi mostrano, neppure da molti medici – che le TAC, che secondo stime ufficiali per un terzo non sono necessarie, aumentano considerevolmente, data l’esposizione ad alte dosi di radiazioni ionizzanti, il rischio di cancro [75]. Nell’attuale medicina, con le sue procedure ad alto rischio e la sua devozione all’imperativo tecnologico, la medicina difensiva innesca spesso effetti negativi a cascata [76]. Una sequenza di interventi che possono portare anzitempo una persona sana sul tavolo della sala settoria.

Con la medicina difensiva non solo si ottengono vantaggi ingiusti e profitti illeciti per chi la pratica e per i fornitori di prodotti; e non solo si sottraggono risorse a forme utili di assistenza sanitaria; ma, quel che è peggio, si danneggia la salute delle persone. La medicina difensiva, portando a cure non necessarie, è una medicina che uccide. Il governo USA nel 1974 valutava in 16000 i morti all’anno causati dai 2.4 milioni di interventi chirurgici non necessari [77]. E’ stato valutato che i vari problemi indotti da cure mediche, cioè iatrogeni, costituiscano nel loro insieme la terza causa di morte [78], dopo il cancro e prima dell’ictus. Non si dovrebbero lesinare le misure per contrastare i comportamenti volontari che contribuiscono a ciò, come la medicina difensiva. I magistrati dovrebbero riconoscere le gravi conseguenze della medicina difensiva, e controbilanciare una situazione squilibrata. Hanno gli strumenti concettuali per riconoscere che in medicina i dati negativi e positivi, la predizione negativa e positiva, hanno pari valore epistemologico ed etico; che le astensioni deliberate sono cosa diversa dalle omissioni: sono azioni, non solo lecite ma doverose, se del caso. E che l’intervenire può essere invece un omettere colpevolmente dal quadro parte dei fattori che vanno considerati. I magistrati dovrebbero non favorire ma contrastare il bias verso il positivo, che penalizzando il decidere di non intervenire provoca sovratrattamenti; e dovrebbero perseguire anche la medicina difensiva per sé, come un illecito di pericolo, una oggettiva inadempienza che con elevata frequenza si trasforma in un ingiusto danno, a volte dalle gravi e irreparabili conseguenze; inclusa la medicina difensiva che per evitare “rogne” non interviene quando invece dovrebbe; preferendosi una comoda routine. O come minimo, ciò dovrebbe essere noto e chiaro in sede di elaborazione giuridica teorica. Questi illeciti vengono invece aiutati, nella prassi e nella teoria, accettando la versione di chi li commette e accordando impunità.

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6. Le preferenze del paziente

Abbiamo già visto come è difficile per i pazienti evitare la medicina difensiva agendo in prima persona; oltre che essere ingiusto, in quanto ciò dovrebbe essere un preciso dovere del medico. La strada per conformarsi alla medicina difensiva è invece in discesa, essendo aiutata anche da un altro argomento collaterale, quello dell’autonomia del paziente, e della “libertà di cura”: anche se l’esame o la terapia non sono nel suo migliore interesse, il paziente avrebbe comunque un diritto ad accedere a cure che gli danno “speranza”. Una tesi che ha a che fare col consenso dell’avente diritto. In genere l’argomento viene supportato mostrando casi dove nessuna delle alternative è dominante sulle altre. Diversi pazienti chiedono di loro iniziativa esami diagnostici e terapie, e c’è una tendenza dei medici ad acconsentire anche quando non sarebbero d’accordo [79]. Nel caso dei pazienti che chiedono antibiotici per il raffreddore, i medici tendono a trovare sintomi o a porre diagnosi che giustifichino la prescrizione [80]; il loro successivo addossare ai pazienti la colpa di questo uso improprio degli antibiotici è stato definito “disingenuous” [78].

La spinta per le libere preferenze del paziente e per la libertà di cura è complementare alla pubblicità direct-to-consumer, che in quasi tutti i paesi è vietata; o meglio, assume le forme attenuate e mascherate della divulgazione, delle rubriche di medicina, del continuo bombardamento mediatico su risultati di ricerca che vengono presentati al grande pubblico come favolose “speranze” quando non di rado dovrebbero essere discussi tra gli addetti come mezzi fallimenti, o fallimenti totali. Uno dei due paesi nei quali la pubblicità medica direct-to consumer è consentita è la Nuova Zelanda, dove vige il sistema no-fault; l’altro sono gli Stati Uniti.

E’ a dir poco ingenuo considerare il paziente come una variante dell’homo oeconomicus, perfettamente informato, quando spesso neanche i medici conoscono bene gli effetti sullo stato di salute complessivo del paziente del segmento di cure di cui si occupano. Certo non è per ingenuità che si cerca di appioppare al paziente il caveat emptor. Il paziente non può inventarsi in un istante competenze mediche. Inoltre, sotto pressione psicologica per il timore della malattia, e spesso irretito dalla propaganda, può chiedere ciò che lo danneggia. Studi mostrano che i pazienti più soddisfatti per avere ricevuto più cure vengono ricoverati più spesso, senza averne vantaggi in salute [81] o peggiorando rispetto agli scontenti non trattati [82]. In un recente studio i pazienti più soddisfatti sono risultati avere, insieme a maggiori tassi di ospedalizzazione e a costi maggiori, una mortalità più alta del 26% [83]. I crimini dei colletti bianchi hanno la caratteristica della “invisibilità”; e la vittima può rimanere non consapevole di avere subito un danno [84]; la medicina permette che il truffato concorra alla frode a suo danno, fino a pretenderla. Arrivando a fare causa per ottenere di subirla; a fare causa perché gli viene negato di venire truffato a danno della sua salute. Ci sono stati casi in USA di pazienti che, vistisi negare dalle assicurazioni un nuovo trattamento hi-tech per la cura del cancro, propagandato dalla medicina ufficiale come risolutivo, ma in realtà di non provata efficacia, tossico e costosissimo, hanno ottenuto dai giudici di ricevere il trattamento. Venendo dipinti dai media come paladini della libertà di cura. Il trattamento successivamente è stato ritirato come dannoso (dopo essere stato applicato su 42000 donne, per un fatturato di 3.4 miliardi di dollari) [85]. Il caso ha però contribuito a inculcare nel pubblico il concetto fintamente progressista di “libertà di cura”. (Il caso ha analogie con quanto è avvenuto da noi per Stamina [30]). Anche il consenso informato non è autentica manifestazione della volontà del paziente: studi hanno mostrato che si basa spesso su un’informazione incompleta, e che è più un persuadere il paziente raccomandandogli l’intervento piuttosto che un esporre adeguatamente i rischi e i benefici [1].

Queste storture sono un’ulteriore ragione per cui il diritto dovrebbe intervenire anatomizzando la complessa natura del contratto che si instaura tra medico e paziente; invece che aiutare a svicolare verso l’extracontrattuale. In tema di responsabilità, il corretto rapporto tra medico e paziente corrisponde a quello contrattuale “agente-principale”. Dietro adeguato compenso, il medico agisce per conto del paziente, nel suo migliore interesse. Decidendo non solo su cosa è bene fare, ma – altrettanto importante – su cosa è bene non fare. Il medico è il reale acquirente e consumatore di prodotti medici [86], e anche per questo è il responsabile della tecnologia medica applicata al paziente; e ne resta responsabile anche quando non sceglie direttamente ma orienta le scelte che si vogliono addossare al paziente, o acconsente ai dettati del paziente. Se non ci fossero gli interessi venali e la propaganda, e al netto del tenere conto delle preferenze soggettive del paziente fatta salva la sostanza, i dissidi forti tra medici e pazienti sulla condotta clinica sarebbero casi di scuola o poco più.

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7. L’obbligo dei fini e la legalità come finestra

Il “primum non nocere”, espressione attribuita a Ippocrate ma coniata nel 1860, ha retto per circa un secolo come il primo precetto dell’etica medica. Ora è stato retrocesso, da a una medicina che nei fatti è disposta a nuocere pur di ottenere profitto [41]. Ai primi del Novecento in USA la chirurgia non necessaria era definita come “criminal behavior”. Fino agli anni ’70 era tra le comuni fattispecie delle cause per malpractice. Poi, anche grazie a una campagna dell’American Medical Association, si passò a considerarla un atto negligente piuttosto che criminale [78]. Oggi mentre si praticano su larga scala cure inappropriate si piangono lacrime di coccodrillo con la medicina difensiva; e in suo nome anche i magistrati promuovono e soddisfano la richiesta di impunità.

La medicina difensiva è un pretesto per commettere illeciti, che danneggiano il paziente; ed è essa stessa un oggettivo inadempimento, che configura responsabilità più gravi, dato che come si è detto scegliendo di applicarla il medico statisticamente provoca un danno alla salute dei pazienti, a proprio vantaggio. I giudici di Milano dicono di voler evitare che l’obbligo di risultato “inquini” l’alleanza terapeutica (mentre l’industria medica spende ogni anno diverse decine di miliardi di dollari in marketing, cioè per favorire il clima che porta all’alleanza terapeutica, e per inquinarla con false illusioni sui risultati). Ma ignorano il problema della decadenza dell’obbligo dei fini: l’inquinamento dei fini delle cure – l’utilità per il paziente – con le utilità per il medico; e le ripercussioni negative, volontarie, sui mezzi ai quali il medico è obbligato. Anzi favoriscono l’istituzionalizzazione dell’inquinamento dei fini facilitando l’oggettivo inadempimento costituito dalla medicina difensiva, col passaggio alla responsabilità extracontrattuale. I magistrati di Milano non scusano la medicina difensiva, ma neppure la trattano come un illecito che scusa illeciti, e come parte integrante del sistema fraudolento che ha un peso importante nel generare le lamentele e i danni di cui si occupano; e la accettano come argomento a supporto della richiesta di maggiore impunità (per di più facendola derivare dagli effetti sul paziente dell’alleanza terapeutica). Il fatto che affermino tutto ciò riconoscendo una potenziale pericolosità della medicina difensiva, e quindi la minaccia che contiene, aggrava il quadro. La medicina difensiva non può fare parte delle considerazioni a favore dell’alleggerimento della responsabilità professionale. E’ un illecito in sé, che va contrastato attivamente. Per contrastare la medicina difensiva, e ciò che copre, occorre rincalzare il rapporto medico paziente entro la forma del contratto giuridico. Pensare di contrastarla addirittura considerando extracontrattuale la responsabilità del medico è un difendere il pollaio accontentando la volpe nella sua richiesta di essere messa a guardia. Non ci si dovrebbe piegare alle pretese ricattatorie di grandi interessi illeciti, sperando, contro l’evidenza e la logica, che conferendo loro maggiore immunità cessino di sottrarre utilità al paziente a loro vantaggio. Non si può accettare che i ragionamenti abnormi e interessati di chi è in una posizione di forza arrivino, percolando tortuosamente attraverso il ragionamento giuridico, a divenire Legge.

Discuterò in un futuro articolo, sull’alleanza terapeutica, i vari risvolti di quanto esposto, es. come l’ideologia individualista e la sua trasposizione nella pratica medica portino a una medicina che è, sul piano puramente tecnico, biologico, svantaggiosa proprio per il singolo paziente. Si può già dire che la sentenza dei giudici di Milano si iscrive in un movimento più ampio, globale, a favore dell’impunità in medicina. La magistratura sta avendo un peso crescente nell’industria medica. Da un lato i magistrati stanno assumendo le vesti del medico e del ricercatore: lasciano, o favoriscono, che siano le sentenze o gli interventi giudiziari a scrivere pagine nuove – ed errate – di medicina [4]; accettando che il potere dei casi giudiziari di influenzare l’opinione pubblica sulla medicina, potere molto più forte di quello della scienza da sola [87], sia sfruttato a fini di marketing. Dall’altro lato i magistrati abbandonano le navi delle quali sono capitani: si degrada la responsabilità professionale a extracontrattuale, quando poche tra le relazioni tra persone si gioverebbero di un’applicazione attenta e accurata dei concetti e dei principi del contratto giuridico quanto quella tra medico e paziente. Soprattutto nella situazione attuale.

La medicina difensiva è una sorta di depistaggio, uno scaricare tutte le responsabilità su uno dei componenti minori della banda. I magistrati mostrano ancora una volta una forte vulnerabilità al depistaggio, quando questo è a favore di interessi molto grandi, soprattutto sovranazionali. Come in diversi altri casi [4] i magistrati appaiono vedere il problema da un punto di vista non neutrale ma più vicino a quello di poteri forti. La loro interpretazione sviluppa il decreto Balduzzi; che, illogicamente, già concede una licenza di danno a chi ha applicato le linee guida cliniche, cioè i dettami dell’industria; spesso esse stesse volte a interessi commerciali e dannose per il paziente [5,14]. I giudici di Milano e gli altri magistrati che condividono la sentenza si trovano sulle stesse posizioni di personaggi che sono espressione di quei gruppi di potere che si occupano di regolare a vantaggio di interessi forti l’andamento generale della società: G.W. Bush all’epoca della sua presidenza [88], e un alto magistrato in odore di massoneria “deviata” che ha dovuto lasciare l’ordine giudiziario [89]. Il trasferimento grezzo dell’onere della prova dal medico al paziente echeggia la definizione di “chirurgia appropriata” prodotta dalla RAND Corporation, il noto think tank finanziato anche all’industria medica. La definizione della RAND in pratica considera una procedura chirurgica appropriata a meno che non si provi il contrario [78]. Nonostante che molte procedure chirurgiche in uso non siano state neppure testate con trial clinici. Si vede come “evidenza” voglia nei fatti dire “presenza” e non “prova scientifica”. La “evidenza” è intesa non, come dovrebbe essere, in senso epistemologico, ma in senso ontologico. Ciò è un esempio di come agli interventi giudiziari sulla salute corrisponda una “responsabilità ontologica” dei magistrati [90]. Il criterio della RAND protegge il medico, tanto più data l’asimmetria nelle informazioni scientifiche e dottrinarie causata dal primato del positivo, di cui si è detto. Anche il caso della casa di cura S. Rita – un caso che sta al sovratrattamento industriale come il tagliare male una partita di droga, e guastare così la piazza, da parte di piccoli pusher, per fare la cresta, sta al traffico internazionale di stupefacenti [91] – ha contribuito ad affermare l’assunto che se la chirurgia non è dimostrabilmente deviante, come lo era, in maniera comprensibile anche a un bambino, quella della S. Rita, allora è appropriata.

I magistrati sono anch’essi soggetti all’influenza della temperie culturale. Ma non appaiono mostrare la minima consapevolezza delle ingiustizie che incorpora, dei reati che favorisce. Appaiono invece farsi promotori dell’ideologia che la alimenta. “Le imprese tecnoscientifiche non partono da una domanda, ma da una risposta che deve essere poi sostanziata, da una promessa che deve essere mantenuta” [37]. Chissà se i magistrati colgono, o se vogliono cogliere, in questa frase, che riassume icasticamente la “funzione salvifica della tecnoscienza”, le possibili valenze truffaldine dell’ideologia tecnologica, dalla quale derivano anche i sovratrattamenti e la medicina difensiva.

Il Sole 24 ore, organo di Confindustria, conclude l’articolo sulla sentenza [3] chiedendo che sia il legislatore a riconsiderare la responsabilità professionale del medico; “coniugando” “l’esigenza universale di tutelare la salute con quella di compiere scelte economicamente e socialmente sostenibili”. Come detto, il “non nocere” non è più al primo posto; e ora lo si obbliga ad accoppiarsi con altre esigenze. Nello stato attuale, la medicina onesta non è economicamente sostenibile; la frode a danno del paziente, legalizzata e non punibile, è economicamente indispensabile. Le frodi mediche strutturali sono state inserite a pieno titolo nel sistema economico legale, fino a divenirne travi portanti [92]. La medicina difensiva fa parte di un gruppo di illeciti legalizzati che mantengono e fanno crescere l’economia legale, e sono quindi protetti. L’implacabile avidità del business medico ha bisogno di impunità, più che mai oggi, mentre cresce la corsa alla “innovazione” e alla riduzione dei controlli su sicurezza, efficacia e costi. In questi casi i giudici non applicano l’art. 41 della Costituzione sui limiti etici all’attività economica. Ma un articolo non scritto, parallelo all’art. 499 C.P. sui reati contro l’economia, per il quale è chi ostacola la commissione dei reati commessi a favore del business che va perseguito [93]. Viene tutelata una legalità che è legalità non come soglia, ma come finestra [94]; dove anche il superare la soglia superiore, cioè il rifiuto e la denuncia dei reati funzionali a grandi interessi privati è, secondo un codice che non viene mostrato, illegale. Nelle aree della vita sociale dove il mondo è ruotato, e le speculazioni sulla salute a danno della salute divengono “difesa”, gli addetti alla giustizia tendono a ruotare la legalità nello stesso verso; fino ad applicarla al contrario. Crimini come quelli qui descritti vengono protetti dai poteri dello Stato con argomentazioni giuridiche più o meno complesse; e anche per le vie brevi, con metodi analoghi, o identici, a quelli che la borghesia mafiosa applica a favore di quella mafia che politici, magistrati e polizia sempre agitano e mai sconfiggono, usandola come alibi e diversivo per questo genere di lavori. Soprattutto in Lombardia.

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Note

[1] Deyo RA, Patrick DL. Hope or hype. The obsession with medical advances and the high cost of false promises. Amacom, 2005.

[2] DeKay ML, Asch DA. Is the defensive use of diagnostic tests good for patients, or bad? Med Decis Making, 1998. 18:19.

[3] Ferrarella L. Rivoluzione in corsia. Il paziente deve provare l’errore del medico. Corriere della Sera, 13 ott 2014. Occorsio V, Pittella D. Medici, solo il legislatore può frenare interventi diversi. Sole 24 ore, 15 ott 2014.

[4] Nuove P2 e organi interni. https://menici60d15.wordpress.com/2011/12/08/nuove-p2-e-organi-interni/

[5] L’industria della malasanità. In: L’irresponsabilità della medicina in franchising. https://menici60d15.wordpress.com/2012/11/30/lirresponsabilita-della-medicina-in-franchising/

[6] Crane M. Malpractice dangers of new medical devices. Medscape, 30 ott 2014.

[7] Il salasso ieri e oggi. La sinergia tra malattia e terapia. https://menici60d15.wordpress.com/2012/01/15/il-salasso-ieri-e-oggi-la-sinergia-tra-malattia-e-terapia/

[8] Hoffman JR, Kanzaria HK. Intolerance of error and culture of blame drive medical excess. BMJ, 2014. 349: g57.

[9] Welch HG et al. Overdiagnosed. Making people sick in the pursuit of health. Beacon Press, 2011.

[10] Brownlee, S. Overtreated. Why too much medicine is making us sicker and poorer. Bloomsbury, 2007.

[11] Hadler, NM. Worried sick. A prescription for health in an overtreated medicine. University of North Carolina Press, 2008.

[12] Hoffman JR, cit. Vedi citazioni 1-5.

[13] Hofmann B. Is there a technological imperative in health care? International Journal of Technology Assessment in Health Care, 2002. 18: 675.

[14] La corruptio optimi nel liberismo. Le linee guida cliniche e il decreto Balduzzi. https://menici60d15.wordpress.com/2012/10/21/la-corruptio-optimi-nel-liberismo-le-linee-guida-cliniche-e-il-decreto-balduzzi/ franchising

[15] Per cosa è morto Pantani. Lo sport e il marketing farmaceutico. https://menici60d15.wordpress.com/2013/01/29/per-cosa-e-morto-pantani-lo-sport-e-il-marketing-farmaceutico/

[16] McKee S. Uproar as doctors get £55 per dementia diagnosis. World news, 23 ottobre 2014.

[17] Is paying UK GPs 55 £ for diagnosing dementia a good idea? Blog Doc2doc, 22 ott 2014.

[18] McKee S. Doctors Rally against dementia diagnosis cash scheme. Pharmatimes, 6 nov 2014.

[19] Anche l’AIFA entra nella squadra internazionale anti-demenze. Healthdesk, 12 nov 2014.

[20] Gupta S. More treatment, more mistakes. NY Times, 31 lug 2012.

[21] Eappen S. Relationship between occurence of surgical complications and hospital finances. JAMA, 2013. 309: 1599.

[22] Hoffman JR, cit. Vedi citazioni 13-18.

[23] Cunningham W, Dovey S. Defensive changes in medical practice and the complaints process: a qualitative study of New Zealand doctors. NZ Med J, 2006.119:U2283.

[24] Mechanic D. Some social aspects of the medical malpractice dilemma. Duke Law Journal, 1976. 1179.

[25] Huang H, Soleimani F. What happened to no-fault? The role of error reporting in healthcare reform. 10 Houston Journal of Health Law & Policy, 2009.

[26] I cancri che non sono cancro. https://menici60d15.wordpress.com/2013/10/09/i-cancri-che-non-sono-cancro/

[27] Brenner HR. Why defensive medicine won’t go away … and might become worse. Medscape, 19 apr 2011.

[28] Hoffman JR, cit. Vedi cit. 21-26

[29] Callahan D, Nuland S. The Quagmire. The New Republic, 9 giugno 2011, 16.

[30] Stamina come esca per le frodi della medicina commerciale. https://menici60d15.wordpress.com/2014/05/04/stamina-come-esca-per-le-frodi-della-medicina-ufficiale/

[31] Rose H, Rose S. Genes, cells and brains. The promethean promises of the new biology. Verso, 2013.

[32] Skrabanek P. False premises false promises. Tarragon press, 2000.

[33] James Lind Alliance, 9 feb 2012. Recensione di: Gotzsche PC. Mammography screening: truth, lies and controversy. Radcliffe Publishing, 2012. Il libro riporta numerosi casi di messa in pratica della “bugia a fin di bene”.

[34] Miller AB. The screening myth. Project syndacate, 7 nov 2014.

[35] Wilson C. Critics say wider breast screening trial “unethical”. New Scientist, 10 nov 2014.

[36] Biller-Andorno N, Juni P. Abolishing mammography screening programs? A view from the Swiss Medical Board. New Engl J Med, 2014. 370: 1965.

[37] Benessia A, Funtowicz S. Ottimizzare, sostituire e sconfiggere. I proiettili d’argento dell’innovazione. In: Jasanoff S et al. L’innovazione tra utopia e storia. Codice, 2013.

[38] Sovradiagnosi. https://menici60d15.wordpress.com/sovradiagnosi/

[39] I cancri che non sono cancro. https://menici60d15.wordpress.com/2013/10/09/i-cancri-che-non-sono-cancro/

[40] Chustecka Z. Now Canada says don’t use PSA test for cancer screening. Medscape, 27 ott 2014.

[41] Sovradiagnosi I. Come la medicina nuoce. https://menici60d15.wordpress.com/2012/04/12/sovradiagnosi-i-come-la-medicina-nuoce/

[42] Ioannidis JPA. Why most published research findings are false. Plos medicine, 2005. 2: e124.

[43] Tebano E. Lo scienziato italiano che scopre i falsi dei colleghi. Corriere della Sera, 17 novembre 2014.

[44] Scheff, T. J. (1984). Being mentally ill: a sociological theory. New York, Aldine Pub. Co.

[45] The production of autism diagnoses within an institutional network: towards a theory of diagnosis. Natasha Toni Rossi . Ph. D Thesis, Columbia University, 2012.

[46] L’autismo ai tempi dell’individualismo. https://menici60d15.wordpress.com/2014/04/03/lautismo-al-tempo-dellindividualismo/

[47] Mathieu, S. Comparison of registered and published primary outcomes in randomized controlled trials. JAMA, 2009. 302: 977.

[48] DeKay ML, Asch DA. Offensive testing-the balancing act, the evil twin, and the pure play. Med Decis Making 1998; 18: 35.

[49] Inadequacies in the knowledge base of surgical practice. In: Sharpe VA, Faden AI. Medical harm: historical, conceptual, and ethical dimensions of iatrogenic illness. Cambridge University Press, 1998.

[50] Pomata G. Contracting a Cure: patients, healers, and the law in early modern Bologna. J Hopkins University Press, 1998.

[51] Szaz T. The Second Sin. Routledge, 1974.

[52] Simon, Sd. Statistical evidence in clinical trials. Mountain or molehill, what do the data really tell us? Oxford University Press, 2006.

[53] Battersby M. The rethoric of numbers: statistical inference as argumentation. University of Windsor. Informal logic @25, 14 mag 2003.

[54] Hooke B. How to tell liars from the staticians. Dekker, 1983.

[55] Taagepera R. Making social sciences more scientific. The need for predictive models. Oxford University Press, 2008.

[56] Kassirer JP. Our stubborn quest for diagnostic certainty. NEJM, 1989. 320: 1489.

[57] Sulle regole per la Roche. https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/30/sulle-regole-per-la-roche/

[58] Sovradiagnosi III. Parodia e antiomeostasi nella medicina commerciale. https://menici60d15.wordpress.com/2012/07/07/sovradiagnosi-iii-parodia-e-anti-omeostasi-nella-medicina-commerciale/

[59] Davis E. TechGnosis: myth, magic and mysticism in the age of information. Harmony Books, 1998.

[60] Collins H, Pinch T. Dr. Golem. University of Chicago Press, 2005.

[61] Ellul J. Le systeme technicien. Calman. Levy, 1977.

[62] Cracked. Why psychiatry is doing more harm than good. Icon books, 2013.

[63] Miller AB et al. Twenty five year follow-up for breast cancer incidence and mortality of the Canadian National Breast Screening Study: randomised screening trial. BMJ, 2014. 348: g366.

[64] Crane, ME. Must you practice defensive medicine to avert a malpractice lawsuit? Medscape, 27 ott 2009.

[65] Macones GA, Asch DA. Costs, true costs, and whose costs in economic analyses in medicine? Am J Man Care, 1997. 3: 915.

[66] Mulcahy N. New adverse effect in cancer treatment: “Financial toxicity”. Medscape, 25 apr 2013.

[67] Nelson R. Cancer care cost “unsustainable” in industrialized nations. Lancet Oncol, 2011. 12: 933.

[68] Owens DK. Defensive diagnostic testing – a case of stolen utility? Med Decis Making, 1998. 18:33.

[69] Callahan D. False hopes. Why America’s quest for perfect health is a recipe for failure. Simon & Schuster, 1998.

[70] Sisson JC et al. Clinical decision analysis. The hazard of using additional data. JAMA, 1976. 236: 1259.

[71] Kassirer JP. Should diagnostic testing be regulated? NEJM, 1978. 299: 947.

[72] Wen L, Kosowsky J. When doctors don’t listen. St Martin’s, 2014.

[73] Crane ME. Must you still practice defensive medicine to avert a malpractice suit? Medscape, 27 ott 2009.

[74] Redelmeier R, et al. The beguiling pursuit of more information. Med Decision Making, 2001. 21: 376.

[75] Johnson DA. CT imaging and related risk for cancer. Arch Int Med, 2009. 169: 2078.

[76] Deyo RA. Cascade effects of medical technology. Annu Rev Public Health, 2002. 23: 23.

[77] U.S. Congress, House Committee on Interstate and Foreign Commerce. Subcommittee on Oversight and Investigation. “Cost and quality of health care: unnecessary surgery” (Washington, DC: U.S. Government Printing Office, 1976).

[78] Markle GE, McCrea FB. What if medicine disappeared? State University of New York Press, 2008.

[79] Cohen O et al. Medical investigations requested by patients: how do primary care physicians react? Fam Med, 1999. 31: 426.

[80] Scott J et al. Antibiotic use in acute respiratory infections and the ways patients pressure physicians for a prescription. Journal of Family Practice, 2001. 50: 853.

[81] Weinberger M et al. Does increased access to primary care reduce hospital readmissions? N Engl J Med, 1996. 334: 1441.

[82] Kendrick D et al. Radiography of the lumbar spine in primary care patients with low back pain: Randomised controlled trial. BMJ, 2001. 322: 400. Potosky AL et al. Quality of life following localized prostate cancer treated initially with androgen deprivation therapy or no therapy. J Natl Cancer Inst, 2002. 94: 430.

[83] Brookes LB, Fenton JJ. Patient satisfaction and quality of care: are they linked? Medscape, 11 giu 2014.

[84] Ruggiero V. Economie sporche. L’impresa criminale in Europa. Bollati Boringhieri, 1996.

[85] Mello MM , Brennan TA. The controversy over high-dose chemotherapy with autologous bone marrow transplant for breast cancer. Health Affairs 2001; 20(5): 101-117.

[86] Bennett IL. Technology as a shaping force. In: Knowles JH, ed. Doing better and feeling worse. Norton, 1977:125.

[87] Jasanoff S. Science at the bar. Harvard University Press, 1995.

[88] President uses dubious statistics on costs of malpractice lawsuits. Factcheck.org. Annenberg Public Policy Center of the University of Pennsylvania, 2004.

[89] Spagnolo G. Medicina difensiva, pazienti e finanza pubblica. Giornale della Previdenza, 2011. n.12.

[90] ILVA. Dal cancro nascosto al cancro inventato. https://menici60d15.wordpress.com/2013/05/21/ilva-dal-cancro-nascosto-al-cancro-inventato/

[91] Roba da chiodi. https://menici60d15.wordpress.com/2009/02/26/roba-da-chiodi/

[92] La medicina come rimedio ai limiti della crescita economica. https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/15/la-medicina-come-rimedio-ai-limiti-della-crescita-economica/

[93] Reati contro l’economia. https://menici60d15.wordpress.com/2011/01/23/reati-contro-leconomia/

[94] La legalità come finestra. https://menici60d15.wordpress.com/2014/05/01/la-legalita-come-finestra/

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3 marzo 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. C. Caselli “Magistratura: cosa ci insegna ancora Giovanni Falcone”

Falcone è un esempio, forse più per i non magistrati che per gli smaliziati chierici che dicono di esserne colleghi. La nuova legge sulla responsabilità civile sembra un altolà dei poteri forti alla magistratura; che eviterà di disturbarne gli affari illeciti, mentre continuerà a commettere abusi verso chi non ha i muscoli per opporsi; magari perseguitando chi è inviso ai poteri forti, come accadde a Falcone. Confermano ciò le dichiarazioni del segretario dell’ANM della città dove abito, che dice che questa legge sulla responsabilità civile porterà i magistrati all’equivalente della “medicina difensiva”. La medicina difensiva è da considerarsi un vero e proprio reato, che prelude ad altri reati; peraltro guardato con indulgenza, per ragioni di consonanza di interessi, dai magistrati (v. “La medicina difensiva come scusa e come illecito”). Il sindacalista dei giudici avvisa candidamente che verrà praticata una giustizia che è l’equivalente della medicina iatrogena, dove il magistrato, dicendosi intimidito, include il proprio tornaconto nelle decisioni sulla vita dei cittadini.

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24 settembre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di E. Ambrosi “Sanità, perché è giusto lo sciopero dei medici”

Ci sono situazioni trappola, come la “litigation cell” della citologia vaginale, nelle quali è il medico che si comportasse onestamente, nell’interesse delle pazienti, evitando di sovradiagnosticare, che non dovrebbe dormire la notte, perché statisticamente si esporrà a un rischio cumulativo di falso negativo; il tipo di errore che il sistema, anteponendo il profitto alla salute, persegue accanitamente mentre favorisce il falso positivo. Ma i medici non sono solo “vittime”: la medicina clinica non ha i poteri che fa credere di avere, con la complicità dei giornalisti, es. quello di “prevenire il melanoma cutaneo o il cancro dei polmoni” come sostiene l’articolista Ambrosi. Queste promesse ciarlatanesche incontrano il favore del pubblico, e su di esse si costruiscono imperi economici, speculando sulla paura e coltivando false credenze. Dunque quello degli avvocati è sì uno sciacallaggio, ma di secondo ordine. La medicina difensiva, essa stessa dannosa per la salute e ladronesca (*), viene usata come giustificazione dei furti e dei danni alla salute provocati ai pazienti da queste truffe; che non si ridurranno ma si aggraveranno assicurando maggiore impunità a chi ne trae di che vivere e privatizzandole.

*La medicina difensiva come scusa e come illecito. (Nel mio sito).

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11 ottobre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Casolari “Medicina difensiva: l’intervento psichiatrico deve svolgere un ruolo di controllo sociale?”

Casolari, medico psicoanalista, riferendo delle sue esperienze nel campo lascia pensare che i magistrati possano permettere, e talora favorire, l’uso della psichiatria come arma offensiva tramite la scusa della “medicina difensiva”. E’ interessante, anche per ragioni di ricostruzione storica. In Italia si è dato del pazzo perfino a Moro – mentre si evitava di farlo tornare a casa – mediante le valutazioni diagnostiche “nauseanti” [1] di Ferracuti, “collaboratore del Sisde in Italia e agente della CIA” [2]. Il segretario della ANM, Ippolito, definì come “un’ignominia degna della psichiatria stalinista” il trattare Moro come un soggetto bisognoso di trattamenti psichiatrici nel caso di una sua liberazione; piano che invece secondo Cossiga era stato preparato d’intesa con la magistratura. I magistrati smentirono indignati. Andrebbe notato che da parte di psichiatri e di altre figure dotate di potere amministrativo non solo il prestarsi a dichiarare falsamente malata di mente una persona, es. per screditare un testimone, ma anche il prestarsi a minacciarla di farla dichiarare pazza, per esercitare su di essa pressioni indebite, es. per intimidire un testimone, è una forma di violenza subdola e grave.

1 Nese M. Guerzoni: “In quella riunione decisero che era pazzo”. Corriere della Sera, 1 dicembre 1993.
2 Lupacchini O. In pessimo Stato. Koinè, 2014.

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9 dicembre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di I. Proietti “Previsioni errate, stop alla responsabilità penale per i vertici della Protezione civile”

Nel caso della medicina difensiva l’impunità riguarda comportamenti che hanno una matrice dolosa, sia pure in genere non individuale ma sistemica, volta a ottenere profitto e altri ingiusti vantaggi a danno dei pazienti (v. “La medicina difensiva come scusa e come illecito”). Non sorprende che partecipino alla riunione su come disegnare quest’altra impunità i vertici della magistratura. La funzione dei magistrati appare essere quella non di contrastare l’ingiustizia, ma di modularla, di plasmarla, conformandola agli interessi dei poteri forti; così che quando sono in gioco tali interessi alcuni delitti sono favoriti, alcuni sono ignorati e tenuti nascosti, altri sono rappresentati in maniera esagerata o distorta, e comportamenti contrari a interessi illeciti vengono di fatto repressi come se fossero reati.

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28 dicembre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Casolari “Sanità, perché diamo sempre la colpa ai medici?”

Ci sono enormi responsabilità di politici e amministratori, dell’industria e della finanza medica. Da non trascurare quelle di forze di polizia e magistrati, che con la medicina hanno trovato un modo elegante di servire il potere, anche nei suoi aspetti più nefandi, fingendo di lavorare per il popolo. Degli avvocati, che incastellano l’industria della malpractice su quella della medicina volta al profitto. Le responsabilità più riposte, delle quali è tabù parlare, sono quelle del pubblico e dei pazienti, che danno forma alla medicina proiettando su di essa speranze, superstizioni e pretese irrazionali che poi vanno a loro stesso danno. Ci sarebbero perfino responsabilità proprie di coloro che curano le malattie per professione, i medici. Di tutte queste responsabilità i medici normalmente non si accorgono, forse perché sono colpe che vanno, del tutto o in buona parte, a loro vantaggio. Un altro caso di corruzione a propria insaputa. Solo quando sono chiamati in causa attribuiscono la colpa agli altri attori, dicendosi più candidi dei loro camici.

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14 dicembre 2016

Blog de il Fatto

Commneto al post di S. Palmisano “Medici punibili solo ‘per colpa grave’. I pazienti sono abbastanza tutelati?”

“Troppe persone ricevono trattamenti di cui non hanno bisogno o inefficaci, che possono causare effetti avversi ai farmaci, complicazioni chirurgiche, morte. Come si è arrivati a questo? La risposta standard dei medici è: gli avvocati. La medicina difensiva. In effetti la paura di essere citati in giudizio influenza il nostro comportamento, ma c’è dell’altro. Ai miei colleghi che danno la colpa agli avvocati propongo questo esperimento mentale: il problema dei sovratrattamenti sparirebbe se gli avvocati sparissero? Li aiuta a comprendere che è all’opera una pluralità di cause. La risposta standard degli economisti è (sorpresa): interessi economici.”*.

“Sebbene solo 250 internisti svizzeri pensassero che i vantaggi dello screening col PSA negli uomini di età superiore ai 50 anni superino i danni, il 75% raccomandava uno screening regolare col PSA. Come mai? Molti medici dicevano di farlo per proteggersi da azioni legali, nonostante che in Svizzera il rischio di contenzioso sia basso.”**.

*Welch HG. Less medicine, more health. 2015.
** Ablin RJ. The great prostate hoax. 2014.

@ giust iv. Sì, la medicina difensiva ha un carattere offensivo*; risente nei suoi rapporti con la legge del carattere “manic aggressive”** che il liberismo le ha infuso. Comunque davanti alla malattia e alle paure che spingono verso la medicina deboli lo siamo tutti. Anche chi è benestante, o in una posizione sociale vantaggiosa, è esposto a queste storture; in alcuni casi perfino più dei diseredati, come osservò Illich. Chi conosce gli ambienti della medicina sa che una costosa assicurazione privata, una raccomandazione o lo zelo per la persona di riguardo possono essere controproducenti.

*DeKay ML Asch DA. Offensive Testing-the Balancing Act, the Evil Twin, and the Pure Play. Med Decis Making 1998; 18: 35.
**DiSalvo CR. Worshipping at the Altar of Technique: Manic Aggressive Medicine and Law. Vill L Rev. , 1995. 1365.

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31 marzo 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Casolari “Camici sporchi e medici spezza ossa, attenzione a sbattere il dottore-mostro in prima pagina”

Le situazioni mostruose generate dal sonno della ragione non vanno scambiate per “il mostro”. E’ improbabile che spaccasse volontariamente ossa (mentre è facile che fosse disposto a correre il rischio anteponendo un suo interesse illecito a quello legittimo e ai diritti del paziente). Meglio non emettere pesanti giudizi non conoscendo a fondo i fatti. Soprattutto, “il mostro”, l’aberrazione, l’esagerazione caricaturale non rappresenta la situazione generale, sulla quale il pubblico dovrebbe invece porre attenzione. Una situazione di frode istituzionalizzata*. E’ plausibile che l’accusato fosse non un mostro ma qualcosa di più tremendo: un leader. Riverito e seguito dai più, in un ambito dove pratiche come applicare protesi substandard con interventi inutili o dannosi per aumentare i profitti sono la norma, letteralmente*; e che ora, con una mostruosità giuridica, sono tutelate e premiate dalla legge, con l’aderenza alle linee guida stilate dagli stessi “controllandi”, case produttrici e medici. Riconoscere il carattere strutturale va contro immensi arricchimenti. Per fortuna dei beneficiari, va anche contro la potente fantasia del medico-genitore che si prende cura di noi come da bambini facevano mamma e papà. Così conviene calcare la mano sul “mostro”, scaricando tutto sulla “mela marcia”, facendo sfogare malcontenti e lasciando il business intatto.

A. Sarmiento. Barebones, 2003.

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7 aprile 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Brescia, bimba di 4 anni muore di otite: “Era stata respinta da due ospedali” “

Il messaggio è tonante: dietro alla comune otite c’è un mostro che può uccidere il bambino; l’otite media quindi esige work-up diagnostico e terapia aggressivi. Non viene detto che i mostri sono due, e disposti a tenaglia. Oltre a Scilla, le rare complicazioni di una patologia quasi sempre benigna, c’è Cariddi, gli effetti iatrogeni degli esami e delle terapie. Gli antibiotici hanno scarsa efficacia sulle otiti, e possono fare aumentare le ricorrenze. Il dubbio qui seminato di un ascesso cerebellare trascurato porta alla TAC, che soprattutto nei bambini può causare cancro del cervello e leucemia*, con una probabilità come minimo paragonabile a quella delle complicazioni gravi nelle otiti. La buona medicina pilota il bambino nello specchio di mare, non così stretto, tra i due mostri. Quella cattiva fa rotta a casaccio. La medicina commerciale grida a Scilla per spingere il bambino verso Cariddi, sulla cui presenza tace. Questa vaga e anomala scare story viene da Brescia, città dove i magistrati vanno troppo d’accordo coi medici, e coinvolge la Poliambulanza, ospedale di suore fortemente orientato alla medicina commerciale; tra gli amplificatori, un parroco e la ministra Lorenzin. C’è di che raccomandare ai genitori doppia cautela, data la disseminazione di messaggi parziali, distorti, ingannevoli e pericolosi.

*The use of computed tomography in pediatrics and the associated radiation exposure and estimated cancer risk. JAMA Pediatr 10 giu 2013.

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9 ottobre 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. Rosso “Vajont, 55 anni fa il disastro della diga. Tra errori e silenzi c’era anche chi lottava per la verità”

Ma si è sicuri che la magistratura sia desiderosa di sentire pareri tecnici non compiacenti quando gli imputati, o i responsabili, rappresentano grandi interessi? La PM di Milano Tiziana Siciliano ha appena auspicato che venga attuata la legge Gelli, che prevede di giudicare la responsabilità medica rispetto alle linee guida cliniche. “Che in base alla legge avrebbero dovuto essere il nostro faro”, dice. E’ un auspicare di subire una cattura normativa, ed è un po’ come essere ansiosi di premiare gli osti che annacquano il vino – o lo fanno col metanolo – se sta scritto negli insindacabili capitolati della loro corporazione.

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11 dicembre 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Casolari “Dottori: tra aggressioni e denunce, la paura è un nemico. Tutelarli significa difendere il paziente”

L’industria delle cause ai medici ricorda il concetto biologico di iperparassitismo: organismi che parassitano altri parassiti (nel caso di parassitismo di membri della stessa specie parassita si parla di “adelfoparassitismo”). Una medicina commerciale, resa ricca da pratiche predatorie, viene a sua volta depredata dagli avvocati. Togliere l’iperparassitismo, conferendo impunità ai medici, potrebbe peggiorare la situazione: l’iperparassitismo può in alcuni casi ridurre la virulenza del parassita primario*. Di sicuro la scusa della medicina difensiva consente quelli che economisti chiamano “furti di utilità”: cure finalizzate all’interesse dell’offerta a danno del paziente. La soluzione corretta sarebbe avere una medicina con obbligo dei fini, limitata alle pratiche oneste, che torni ad applicare il “primum non nocere” e rinunci a eccitare i pazienti con promesse ciarlatanesche. In una medicina sana i processi sarebbero una rarità. La loro alta frequenza, l’infestazione da iperparassitismo, riflette il florido parassitismo primario della medicina. Se il medico è un uno sciamano, fragile e da non spaventare perché non si lasci guidare, come dice, dalla paura, una volta investito di immunità, posto davanti alla scelta tra vita tranquilla, soldi e status applicando la parassitaria medicina commerciale, oppure grossi guai rifiutando di farlo, più di prima farà scelte da leone del Mago di Oz.

* Combes C. Parasitism. The Ecology and Evolution of Intimate Interactions.

@ otro otra vez. Ci sono purtroppo buone possibilità che finisca così, cioè che tramite fondi di risarcimento, come i ‘no-fault’, il denaro del contribuente sia usato per mantenere entrambi gli anelli della catena alimentare.

@ Sebbuz. La degenerazione commerciale della medicina porta diversi medici a rinunciare, mostrano alcuni studi, ad alcune delle cure che applicano agli altri. Per te la medicina è cosa vostra, proprietà dei medici, da accettare “tal quale” oppure rinunciare alle cure. Immagino che “sarai più contento” quando anche altri mestieri, professioni, amministrazioni pubbliche applicheranno nei tuoi confronti la tua stessa deregolamentazione anarchica. Il tema della responsabilità medica è reso intricato dalla stratificazione di interessi indebiti. Ma il tuo stropicciarsene dei principi etici contenuti nell’art. 41 della Costituzione spinge a considerare, nella riflessione sulla carta bianca pretesa dai medici, accanto alle icone del medico-sacerdote, del medico disinteressato benefattore, del medico serio professionista, anche il profilo psicologico del monatto descritto da Manzoni nel 32° capitolo del suo romanzo.

@ Sebbuz. In un manuale di marketing degli ospedali cattolici USA si espone un concetto simile a quello che non ti vergogni di esibire: non è necessario essere realmente bravi, l’importante è apparire come la migliore tra le possibilità disponibili. Roba da università di San Vittore. In effetti conoscendo le varie frodi si è talvolta costretti a non andare dai medici. La sgradevolezza dei toni rozzi e aggressivi, e dell’autolelogio ridicolo, dei quali dai un saggio, facilita la rinuncia. Una cosa da sapere sui medici è che quelli che svelano nei modi una concezione volgare e arrogante del loro lavoro sono anche i primi dai quali guardarsi. La tua strafottenza piagnona, comune in chi sa di potere contare sul bisogno dei pazienti e sulle spalle coperte dalle multinazionali le cui frodi spesso spaccia, contiene un concetto interessante: quello dell’esclusione. Invece di applicarlo come fai nella versione ribalda, per il ricatto al paziente e per la repressione della denuncia di frodi lucrose, e invece di fare girare tramite avvocati e magistrati altri denari come prezzo per libbre di carne, per danni che spesso includono la frode come concausa necessaria, bisognerebbe usare maggiormente l’esclusione come sanzione: la sospensione e l’interdizione dalla professione. Ma questo contrasta con l’aura ieratica indispensabile a un’attività tramite la quale tanti oltre ai medici si ingozzano o spiluccano.

@ Sebbuz. Oggi è il 15 dic 2018. Un esempio di cure “peggio che niente” uscito l’altro giorno:

Bildkeli, B et al. Association of inferior vena cava filter use with mortality rates in older adults with acute pulmonary embolism. JAMA Int Med, 10 dic 2018.

I filtri nella vena cava inferiore per prevenire l’embolia polmonare (patologia largamente sovradignosticata tramite la manipolazione dei criteri diagnostici; con conseguenti danni alla salute su persone non affette*) possono fare aumentare la mortalità anziché ridurla.

Di situazioni così, dove se non si va dal medico ci si guadagna, ce ne sono tante. L’elenco delle cure inefficaci riempie interi libri. Mentre i limiti della medicina vengono occultati, attribuendole capacità magiche che non può avere, anche quello che la medicina può fare, che non è poco, viene negato e stravolto in obbedienza alla funzione profitto. Non credo che questo stia nella Costituzione; che sia scritto nella Carta che chi ha il privilegio di occupare nella società una posizione come quella di cura delle malattie non risponde a nessuno, offre le cure gli pare e ha il diritto di dire “o così o quella è la porta”. Le tue pretese illegittime condite da improperi suonano come qualche insegnamento del raggio dove sono rinchiusi i truffatori. Penso che la Costituzione imponga di sanare questi sconci.

*McDonald EG. Rates of Overtreatment and Treatment-Related Adverse Effects Among Patients With Subsegmental Pulmonary Embolism. JAMA Int Med, 30 lug 2018.

@ Sebbuz. Un recente editoriale sul BMJ, con occhiello “Christmas 2018”, considera che la degenerazione della medicina è diffusa, e come l’intera pratica vada ripensata *. Chi lo nega non sa di che parla o è disonesto. Non andare dal medico è la soluzione più logica per il paziente conoscendo le frodi. Frodi che sono protette e celate agli occhi del pubblico con metodi di livello mafioso. Ma rinunciare all’assistenza medica per evitarne le frodi è una difesa obbligata da una situazione illecita, da sanare; non una “facoltà” in un paese civile. Arrogarsi il diritto di offrire cure false e dannose, o queste o niente, la libertà di truffa, nessuno mi può giudicare, è una furfanteria spudorata che neppure gli affaristi più estremi pronunciano. La medicina per la sua natura favorisce l’istituzionalizzazione del crimine; tu lo stai tranquillamente teorizzando in pubblico. I toni perentori e squillanti, volti a intimidire le persone semplici, la caricaturizzazione delle posizioni dell’avversario, l’attribuirgli sentimenti negativi, portano a ricondurre la tua dottrina alla scuola di Vanna Marchi.

*Marshall M. et al. Rethinking medicine. BMJ, 13 dic 2018.

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10 febbraio 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Capozzi “Polizze obbligatorie per medici e ospedali, arriva il regolamento. Ma manca l’indennizzo automatico per il paziente danneggiato”

… un sistema che si avvicina a quello no-fault, che presenta tra i suoi diversi rischi [24] quello di “produrre gli incentivi sbagliati per medici e vittime” [25], facendo venire meno il deterrente per il medico e allo stesso tempo incoraggiando l’azione giudiziaria dei pazienti. Se fosse così, i danni alla salute e le richieste di risarcimento potrebbero aumentare. In pratica c’è il rischio che il sistema rimanga com’è, e si rafforzi nelle sue storture, salvando le capre del business medico col ridurre la responsabilità professionale, e i cavoli delle derivate cause giudiziarie deviando le richieste di risarcimento verso altri soggetti – pubblici in questo caso; e “tirando nell’affare” il paziente – soprattutto i più spregiudicati e venali tra i pazienti – assegnandogli una quota; a scapito della collettività.

[24] Mechanic D. Some social aspects of the medical malpractice dilemma. Duke Law Journal, 1976. 1179.
[25] Huang H, Soleimani F. What happened to no-fault? The role of error reporting in healthcare reform. 10 Houston Journal of Health Law & Policy, 2009.

Da: La medicina difensiva come scusa e come illecito. 2014.

Buone notizie per il business medico, per quello delle assicurazioni, per i furbi. Cattive notizie per il malato e il contribuente, perché favorirà, finanziandola con denaro pubblico, la cattiva medicina. La medicina liberista, volta al lucro al punto che anche il danno crea profitto.

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12 maggio 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Milano, “colpevole ritardo” nel diagnosticare la sclerosi multipla: medico condannato a risarcire 830mila euro ad una paziente”

Se a Milano in cima all’edificio più alto della città invece della legittima Occupante stesse un diavoletto, questi potrebbe indurre a sfruttare a fini di lucro la sclerosi multipla (SM): è accertato che la SM si presta ad essere sovradignosticata. Ciò viene favorito dall’imaging, e dal cambio dei criteri diagnostici, cui ha partecipato un ospedale milanese fondato da un prete arrembante. Perfino gli artefici delle variazioni ammettono questa evenienza:

“If MRI findings are over-interpreted and the clinical picture is not properly interpreted, there is a clear risk of overdiagnosis (false positives), [… ] . This may result in inappropriate exposure of patients to drugs with associated risks.”

Il diagnosticare la SM anche su chi non ce l’ha porta a fare sembrare le terapie più efficaci di quello che sono. Il diavoletto potrebbe dare impulso a tale spirale a coda di diavolo, sovradiagnosi-falsi successi-sovradiagnosi, inducendo i magistrati locali a creare un deterrente dal considerare il “countervailing risk”. Tanto più che le sovradiagnosi di SM spesso sono su base funzionale*, cioè su soggetti vulnerabili alle suggestioni, come questa condanna. I magistrati verranno inoltre indotti a precipitare nella Geenna sociale i medici che si oppongano.

Il diavoletto avrà così ottenuto una medicina che genera malattia e una giustizia complice del crimine. Ma queste sono fantasie morbose alla Buzzati.

*Functional neurological disorders and multiple sclerosis. J Neurol, 2022.

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18 giugno 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Frosina “Sindaci, assessori, carabinieri e medici: i 3.623 pregiudicati per abuso d’ufficio che con la riforma di Nordio avranno le condanne cancellate”

“Tra il forte e il debole, tra il ricco e il povero, tra il padrone e il servitore è la libertà che opprime, è la legge che affranca“. Rousseau e Lacordaire, citato da don Milani.

La “paura della firma” ricorda la “medicina difensiva”*. Ma la critica a Nordio non è tutta la verità. Vi sono abusi di potere su singoli cittadini che vengono commessi in favore dei crimini dei poteri forti verso la collettività. Sulla libera commissione e impunità di questi i politici e i magistrati concordano. Es. gli abusi, mafioidi e fascisti, volti a eliminare le voci tecniche di critica della medicina, giudicate indispensabili perfino da chi chiede uno status giuridico privilegiato davanti alla legge per i medici** (richiesta che sia Nordio, sia magistrati “di sinistra” fanno propria). Politici e magistrati vanno visti come nobili di corte, in lotta tra loro per la supremazia, ma uniti nel servire il re. Uniti anche nel travolgere ogni principio, legge e decenza. Le nuove regole renderanno ancora più scorrevole il compito di proseguire i piani piduisti al servizio dei grandi interessi biomedici a tanti sindaci e funzionari, CC, PS, GdF, e anche a tanti magistrati.

*La medicina difensiva come scusa e come illecito. Sito menici60d15.
**Erosion of Peer Review and Quality Assurance Privilege. JAMA, 14 giu 2023.

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28 agosto 2023

Blog de il Fatto

Commento al post “Lo studio dei fisici italiani che negavano il cambiamento climatico ritirato: “Conclusioni non supportate da prove o dati””

Sulle retrazioni operano due tendenze, a tenaglia: “the unwillingness of scientific journals to retract seriously flawed data that mean the findings and conclusions cannot be relied on. … At the same time, however, calls for retractions and apologies have become ubiquitous and vexatious. When a reader or a lobby group disagree with an opinion or the tone of an article, an increasingly common reaction is to demand a retraction, an apology, or both. Sound research, commentaries, and journalism that deliver an uncomfortable message must be instantly erased from the scientific record, in some people’s opinion. When a complainant demands satisfaction, it isn’t by means of swords or pistols at dawn but by retraction”. (Abbasi, BMJ, editor in chief. Retract or be damned: a dangerous moment for science and the public, 22 giu 2023).

La censura di ricercatori di alto valore, es. Ioannidis sul covid, e le condizioni antiscientifiche per essere pubblicati* dovrebbero farci ricordare che l’identificazione della scientificità con la pubblicazione peer-reviewed è già abusiva sul piano epistemiologico, in sé. E considerare che oggi che la scienza ha perso la sua integrità, e viene prostituita a enormi interessi, è un avallare “organised criminal activities, which may be at the behest of sponsors” (Curing the pandemic of misinformation on COVID-19 mRNA vaccines through real evidence-based medicine. Malhotra, 2022)

*How to get published in the Covid era. Hart, 21 ago 2023.

@ pot: “Mai parla di degenerazione della scienza”?. “If a critical mass of scientists become untrustworthy, a tipping point is possible in which the scientific enterprise itself becomes inherently corrupt and public trust is lost, risking a new dark age with devastating consequences to humanity.” Certo che gli addetti lo sanno, del marcio interno e dei suoi effetti.

In biblioteca ci sono articoli come “German medical association finally apologizes for atrocities committed by German physicans under the nazi” 2013, o “Why did so many German doctors join the Nazi Party early?” 2012; ergo per pot, il re del blasé, l’argomento è chiuso.

La medicina difensiva è come la “paura della firma” per liberalizzare l’abuso di ufficio. Ma, essendo i medici forzati a fare i piazzisti di Big pharma qui i magistrati, deboli coi poteri forti, sono d’accordo. Per me la medicina difensiva è un illecito in sé, andando contro il miglior interesse del paziente. Si parla di obbligo di mezzi e non di risultato e si tace dell’obbligo dei fini: v. La medicina difensiva come scusa e come illecito. Sito menici60d15.

Ma quale “verità assoluta” e “infallibilità”. L’onestà però non è un attributo divino, e attendersela nella ricerca della verità e del bene non è da sempliciotti come dice il re del blasé. In un campo che si vuole intoccabile, oltre un certo tipping point di disonestà che si istituzionalizza i crimini, dici bene, non si riesce a contarli. Non tutti si adattano a ciò come un guanto, re pot.

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3 gennaio 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Casolari “I contenziosi per via penale tra medici e pazienti ledono tutti: il futuro della medicina è fosco”

Resident in USA, ricevetti un invito a partecipare gratuitamente a un “mock trial”, un processo simulato, dove avvocati ci avrebbero dato istruzioni su cosa dire e non dire al giudice, come rivolgersi alla giuria, etc. Ero giovane, e lo cestinai pensando che non avesse nulla a che fare con la pratica della medicina.

Divenuta comodo strumento di profitto e di potere, la medicina è stata sovrainfettata dal business avvocatesco. In una medicina sana le cause penali e civili sarebbero rare: lo Stato definirebbe la medicina onesta, e, consapevole dei margini fisiologici di incertezza e degli inevitabili tradeoff, controllerebbe che la pratica, non necessariamente pubblica, non deviasse. Ma ogi la medicina non è più in mano ai medici ma a poteri forti, che ne impongono forme aberranti*.

Lo Stato invece di controllare fa da picciotto di sgarro e da esattore. I magistrati hanno accettato la medicina come forma di crimine legale. Nordio e magistrati “di sinistra” sono in consonanza sull’assimilare i medici ai magistrati nell’impunità**. Sanando l’infezione di base si spegnerebbe la sovrainfezione. Invece si istituzionalizza un prestige bias – che piace tanto anche ai magistrati: si difende il “prestigio” della medicina togliendo controlli; favorendo così ulteriori degenerazioni.

* L’irresponsabilità della medicina in franchising. – La medicina difensiva come scusa e come illecito. Sito menici60d15.
**Baruffe di corte: i baroni della destra e i mandarini della magistratura Ib.

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v. anche:

Le pubbliche virtù delle ambulanze e il postulato di sacralità delle pratiche mediche stabilite

La necessità di laicità contro l’aggiramento dei limiti e l’inversione dei controlli posti dall’art. 41 della Costituzione

Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale

4 May 2014

 

fACHIRI ccc

Topolino è un cartone, invece Superman esiste davvero”. Uno dei ragazzini nel film “Stand by me”

Sì alle cellule per Sofia, ma che non siano quelle della Stamina, ma staminali di laboratori autorizzati”. Un giudice. [1].

Può sembrare un’insolente presunzione nei confronti della natura, il pretendere di sapere ciò che essa può fare e ciò che essa non può fare. Quanto meno, c’è il rischio di essere brutalmente smentiti, prima o poi, dai fatti. Ma le forme dei viventi non si fanno e non si disfano a capriccio. (…) Ecco dunque dove possiamo rivolgere la nostra attenzione, nell’indagine sui confini tra le forme possibili e le forme impossibili: a quelle leggi, o regole, della cui esistenza cominciamo a sospettare quando le nostre attese vengono così clamorosamente smentite.” A. Minelli. [2]. ccc

1. Bait and switch

L’11 aprile 2014, al Circolo della Stampa di Milano, ho assistito alla presentazione del libro dell’on. Paola Binetti e della giornalista Francesca Lozito “Il caso Stamina e la prova dei fatti”, Magi, 2014. E’ il secondo libro che critica Stamina, dopo quello di Corbellini et al. [3]. A presentazione finita mi sono diretto verso Piazza Duomo, riflettendo sulla presentazione; e su come mentre io aspettavo, per commentare per esteso gli sviluppi del caso Stamina [4], che Guariniello concludesse finalmente la sua indagine, le forze che hanno favorito Stamina fossero già passate alla “fase 2”. Pensavo al parallelismo fatto durante la presentazione del libro da Francesca Pasinelli, direttore generale di Telethon, tra la sua associazione e Stamina, in merito alla leucodistrofia metacromatica; e su come tale parallelismo andrebbe svolto in termini diversi, portando a conclusioni molto diverse, del genere di quelle esposte qui, non lusinghiere per Telethon. Sulla strada che congiunge Piazza S. Babila a Piazza Duomo ho trovato, circondato da un capannello di curiosi, una specie di santone che, apparentemente in violazione delle leggi della fisica e dei parametri della fisiologia, da seduto ne sorreggeva senza sforzo con un braccio solo un altro, che stava appollaiato, assorto ma comodo, su un cuscino che poggiava su pallone da calcio; che poggiava sul tronco di bambù retto con nonchalance dal primo santone (v. foto). Lo spettacolo mi ha riportato dai pensieri sulla varietà degli alleli del gene che codifica per l’arilsolfatasi A, l’enzima che è carente nella leucodistrofia metacromatica, al tema di base, la facilità con la quale abili illusionisti possono mostrarci come vere cose impossibili.

Cosa intendo per “fase 2”? Per me Stamina è la componente bait di una frode istituzionale di tipo bait and switch. Per “istituzionale” intendo che è stata condotta con i mezzi e la gestione delle istituzioni dello Stato; anche se, come spesso è accaduto nei cosiddetti delitti di Stato, per conto di interessi esterni allo Stato; probabilmente con una cabina di regia “remota” alla quale lo Stato ha solo obbedito. E’ istituzionale anche perché contribuisce a far divenire una determinata entità, le cure con staminali, un’istituzione sociale, una presenza culturale che viene percepita dal pubblico come una componente naturale e necessaria del panorama sociale.

Quel genere di frodi che nei paesi anglosassoni sono note al pubblico e a magistrati e avvocati come frodi bait and switch, “esca e  scambio”, consistono nell’attirare il pubblico con un’offerta allettante, per poi deviare l’interesse così creato verso un altro prodotto, che era quello che dall’inizio si voleva smerciare. La forma più semplice è quella degli “articoli civetta” con i quali si attirano i clienti per poi vendere loro prodotti più costosi. Stamina è stata l’esca che è servita a creare e sollevare speranze e aspettative sulle staminali. Ora, dopo averle dato il via libera e averla pubblicizzata, si passa alla fase 2, lo switch, lo scambio. Nel quale la domanda così indotta viene deviata verso i prodotti primari, le staminali ufficiali. Che sono un’altra frode, ma a favore del grande business internazionale. Nella fase 1 Stamina ha fatto da esca, ed è stata lanciata e favorita. Ha creato un potenziale mercato. Ora nella fase 2 Stamina serve, come avevo  previsto [5], da falso standard, per fare apparire le staminali ufficiali come la risposta corretta e credibile alla domanda di cure con staminali che è stata suscitata da Stamina stessa. Comincia quindi la sua damnatio, che sarà probabilmente parziale, e più che altro verbale, con tanto fumo e poco arrosto, perché tra compari si finge di litigare e di picchiarsi ma non ci si fa male davvero.

ccc

2. La terza campana

Questo è uno dei tanti casi dove il trucco sta principalmente nel convincere il pubblico a considerare solo l’alternativa presentata, solo le due campane. Ma, soprattutto su questioni politiche, se due litigano chiassosamente, oltre che considerare come sono distribuiti tra di loro torti e ragioni bisognerebbe considerare se i due non siano d’accordo, e se non si tratti di una manfrina che hanno concordato per convincere gli astanti. Un esempio di tale callidissimo stratagemma, che ad alcuni sembrerebbe così inusitato e diabolico da bollarlo come concepibile solo da una mente ottenebrata dai fumi del “complottismo”, è ne “I soliti ignoti” di Monicelli, dove Ferribbotte e Salvatori importunano per strada la servetta; poi Gassman “Peppe er pantera” interviene a difenderla in modo da conquistarsene la fiducia, mettendo in fuga i pappagalli a sganassoni. Le false dispute instaurano falsi dilemmi. E più sono teatrali meglio ci riescono. I falsi duelli, v. Forza Italia e il PD, sono inscenati di continuo, e l’accettarli come veri, scegliendo per l’ennesima volta di parteggiare per l’uno o l’altro dei due contendenti, tacciando di “complottismo” chi avanza dubbi di combine, non depone a favore della vigoria intellettuale del pubblico.

In medicina il falso dilemma, il falso duello tra terapie dilettantesche e terapie scientifiche è particolarmente convincente. Cosa è saggio scegliere come terapia per dimagrire, tra lo “scioglipancia” di Vanna Marchi e le indicazioni dietetiche provenienti dalla ricerca medica ufficiale? Non c’è dubbio che quella di Vanna Marchi sia una truffa.  E, rispetto a Vanna Marchi, la dietologia basata sulla ricerca medica ufficiale sembra rock-solid. Ma è una fallacia logica e cognitiva inferire che la dietologia “scientifica” sia seria in base alla sua comparazione con una truffa. Dare fiducia alle indicazioni della dietetica ufficiale basandosi su questo confronto non è realmente saggio, perché trascura la terza campana: in questo caso, i vizi della ricerca dietetica ufficiale. Di recente un editoriale sulla implausibilità dei risultati di tale ricerca [6] ha portato a una discussione tra medici sulla prevalenza di rubbish, cioè di spazzatura, nella ricerca scientifica ufficiale sulle diete [7].

ccc

3. La terza campana sulle staminali. Onnipotenza e impossibilità

Il frastuono su Stamina copre ancora di più il silenzio della terza campana sulle staminali, cioè la critica razionale e scientifica alla teoria che la scienza ufficiale presenta al pubblico con la complicità dei media. Ne presento qui un assaggio.

La teoria che le cellule staminali possano essere usate a fini terapeutici per ricostituire parti di organi parenchimatosi, es. cuore, fegato, rene, sistema nervoso centrale, etc., viene presentata al pubblico dalla scienza (v. es. Nature [8]) in una versione semplificata ed edulcorata che sta alla realtà come una favola a lieto fine per bambini sta alla vita, tacendo dei formidabili ostacoli che la impediscono. Analogamente, per capirsi, al concetto di xenotrapianto, di sostituzione degli organi umani danneggiati con quelli di animali, che è elementare e intuitivo, prescientifico; ma che, la scienza ci dice, è impedito da barriere di compatibilità immunologica. La natura consente alcune varianti morfologiche, ma ne proibisce altre. Così che esistono varianti “legali” e varianti “inesistenti”; la natura può consentire varianti radicali del Bauplan, del “progetto”; e impedire modifiche che ci paiono minime, così che il loro perseguimento porterebbe a danni e deficit gravi e letali. E’ legale che nascano vitelli – o bambini – a due teste, o, tramite interventi di laboratorio, insetti con in testa un paio di zampe al posto delle antenne; ma è inesistente, è impossibile, una scolopendra con un numero pari di zampe; 22 paia anziché 21 [2].

Con le staminali, il pubblico crede che si stia parlando di una possibile terapia, mentre si tratta di un’ipotesi di ricerca di base, estremamente azzardata, per quanto non scartabile a priori ed esaltante per il ricercatore. Un’ipotesi però modificata e distorta per farla sembrare molto più realizzabile di quanto non sia. Non c’è una vera e propria teoria scientifica di come si possa ottenere a fini terapeutici un fenomeno che è di tipo fisiologico durante lo sviluppo, ma che nella vita post-uterina non avviene nei termini desiderati, che sono anzi fisiologicamente impediti da meccanismi specifici. La teoria ufficiale, amplificata dalla disputa su Stamina, è una “just so story”. Una teoria puerile, rispetto alla ancora inestricabile complessità dei fenomeni biologici ad essa sottesi; e probabilmente volutamente puerile, dovendo essere venduta al grande pubblico; un esempio di teoria scientifica ufficiale marketing-oriented.

La teoria ufficiale delle staminali permette di fare credere che sia possibile riuscire a trattare la materia vivente come la creta con la quale Dio plasmò l’Uomo secondo il Genesi. Le conoscenze scientifiche disponibili mostrano che invece vi è una situazione concettualmente analoga a quella dei quanta per la struttura atomica: solo alcune configurazioni sono possibili. Solo alcuni tragitti di sviluppo sono consentiti, e solo in alcuni periodi della vita dell’organismo. Invece di supporre l’onnipotenza, occorrerebbe prendere atto del carattere discontinuo, discreto, dei percorsi e degli esiti dei processi di crescita tissutale. Per la teoria ufficiale invece, non esiste l’impossibile. Questo può andare bene come motto per gli alpini, ma è falso nella rigenerazione dei tessuti. Quelle delle staminali del midollo osseo, e dei pochi altri distretti dove si sono ottenuti alcuni risultati reali, cute e cornea, non sono induzioni in situ di rigenerazione ma, sul piano biologico, trapianti (ciò è irrilevante sul piano della normativa e delle leggi, nazionali o UE), a volte preceduti da una fase di amplificazione in laboratorio, di cellule che già fisiologicamente esplicano efficaci funzioni staminali nell’adulto, in tessuti non rigidamente strutturati o a struttura semplice. Non autorizzano estrapolazioni sulla fattibilità per altri distretti a dinamica cellulare diversa e ad anatomia microscopica complessa. Lo studio scientifico di eventuali applicazioni mediche delle staminali su organi parenchimatosi dovrebbe essere centrato meno sulla semplice mimesi di ciò che avviene nelle fasi di sviluppo dell’organismo, e più sui limiti che oggi vengono taciuti, sui vincoli biologici, che impediscono tali fenomeni nell’adulto; sul loro studio, su come tentare di superarli, su come trovare l’eccezione consentita. Dovrebbe basarsi sulla consapevolezza dell’improbabilità dell’impresa; non su una hubris che vorrebbe essere prometeica e poi deve appoggiarsi a “Le Iene” di Berlusconi.

I vincoli di biologia dello sviluppo (v. l’aureo libro di Minelli [2]), di omeostasi tissutale, e anatomici, che dovrebbero obbligatoriamente essere discussi e studiati come il nucleo centrale dell’ipotesi e del programma di ricerca [9] sono tralasciati dagli addetti ai lavori, e non sono resi noti al pubblico. Al contrario, alle staminali, cellule che producono altre cellule, vengono attribuite proprietà che non hanno: quelle relative all’organizzazione e regolazione della crescita e del differenziamento, che invece sono proprietà “di rete”, distribuite anche ad altre cellule e a fattori umorali. Il tema della complessità dei sistemi biologici, dell’auto-organizzazione e delle proprietà emergenti, che dovrebbe essere ineludibile dato l’oggetto di studio, spicca per la sua assenza; complice anche l’interesse ideologico a ignorare in biomedicina tali temi, che rendono più difficile l’ideazione di ipotesi terapeutiche, per limitarsi a un meccanicismo e riduzionismo estremi, che invece si confanno alle necessità commerciali. ”La modulazione degli elettroliti nel corpo è regolata non dalla ma attraverso la ghiandola surrenale”  fa osservare ai giovani scienziati Medawar [10]; analogamente, i tessuti e gli organi non sono prodotti dalle cellule staminali ma sono ottenuti attraverso le cellule staminali. Sembra che gli scienziati senior abbiano scordato questi canoni elementari. Le staminali partecipano; le capacità di organizzazione e regolazione della crescita e del differenziamento non risiedono esclusivamente nelle staminali, e non sono loro proprietà intrinseche e immutabili, ma dipendono strettamente dal milieu e dalla cronologia; dallo stato fisiologico di crescita e di differenziamento del tessuto. Questa regolazione è presente anche nei tessuti dell’adulto, dove blocca la libera crescita, pena il cancro. Implicite nella corrente concezione delle proprietà delle cellule staminali terapeutiche sono alcune delle caratteristiche che formano l’insieme distintivo delle cellule tumorali: una autosufficienza nei fattori di crescita, la cooperazione con le cellule non-proliferanti, l’insensibilità ai fattori di anti-crescita normalmente presenti nei tessuti  [11].

I fenomeni della morfogenesi sono affascinanti, per quanto intimidiscano per la loro complessità, ben diversa dagli schemetti “for dummies” propinati al pubblico; ma non c’è nulla di particolarmente “magico”, o anche solo di particolarmente importante, nelle staminali. Le staminali sono solo dei componenti di un sistema integrato; sistema dal quale emergono effetti meravigliosi. Sarebbe come, per intendersi, attribuire la cupola del Brunelleschi a chi posava i mattoni e impastava la malta. Ma qui non c’è nessun architetto né muratore: la focalizzazione sulle staminali è un esempio del panglossismo [12] e del determinismo che caratterizzano una ricerca biomedica al servizio del profitto, che deve produrre oggetti ben identificabili, che possono essere oggetto di brevetto e possono essere confezionati e venduti. Un riduzionismo biologico che ripete l’ideologia già vista, fallimentare sul piano terapeutico, e ora in corso di revisione, del determinismo genetico, che assegna al gene un ruolo onnipotente, e promette di ottenere grandi risultati agendo sui meccanismi fittizi che così può disegnare. Un riduzionismo che si accorda e si compenetra con la cultura liberista corrente [13].

Non si impara dalla storia, la storia recente, e si è quindi condannati a ripeterla. Lo hype (uno di quei termini della lingua dei colonizzatori che conviene imparare) sulle staminali ufficiali ripropone in una nuova variante la distorsione ideologica e l’inganno attuati con le mirabolanti promesse sulla terapie geniche. “Per 20 anni i genetisti hanno fatto un sacco di promesse sui risultati che avrebbero potuto ottenere. Pochi sono stati raggiunti e alcuni non lo saranno mai. E’ stato detto che le 4 lettere del codice genetico sono H, Y, P e E, e coloro che forniscono assistenza medica dovrebbero capire che il business della biologia molecolare è abile nel propagandare la sua merce non meno di qualsiasi altro business” ha scritto nel 2000 un genetista in un rapporto, che il tempo non ha smentito, rivolto a “policymakers” della sanità [14]. Ma quando si tratta di promesse fiabesche sulla medicina, come i bambini per le fiabe il pubblico, la classe dirigente e gli intellettuali scientifici non si saziano di sentirne di vecchie e di nuove.

Un recente precedente della versione “pulp” delle staminali, cioè di Stamina, è la “clonazione raeliana”, una teoria che comprendeva astronavi aliene, e che appare avere dato credibilità per contrasto alle affermazioni ufficiali sulla clonazione, mentre impazzava la “pecora Dolly”. Affermazioni ufficiali su risultati sperimentali della ricerca “seria” – anche di premi Nobel –  che, alla luce dell’analisi di competenti genetisti, appare improbabile siano stati davvero ottenuti [15]. Terze campane che sono rimaste lettera morta. I raeliani per la clonazione, e Stamina per le staminali, sono intervenuti come buffoni di corte che stabilizzano distraendo. Distraendo da quello che avrebbe dovuto essere il punto numero uno, la fattibilità tecnica. E’ interessante che in entrambi i casi la questione pregiudiziale della fattibilità sia stata aggirata e offuscata, prima che dalla farsa dei raeliani e di Vannoni, da un’accanita discussione sui risvolti bioetici delle due promesse, con alte grida di non-eticità; discussione che in entrambi i casi ha portato gli spettatori a dare per acquisita la fattibilità (v. infra).

L’avere elevato le cellule staminali a “master cells” [16] o “mattoni magici” [17] è anche un caso di quelli che chiamo “aristotelismo scientista” e “aracnismo”, che sconfinano nell’animismo e quindi nel magico [18]. Per “staminali” oggi si intende “cellule che possono riparare i tessuti di organi parenchimatosi a fini terapeutici”; un’entità ipotetica, e fino a prova contraria dell’ipotetico dell’irrealtà. Si intende, con un antropomorfismo, una “cellula-muratore”, così come nell’antropomorfismo sul sistema immunitario ci sono le “cellule-soldato” che ci difendono. Le cellule sarebbero come individui, con un identità ben definita, e le staminali sarebbero una specie cellulare speciale, individui speciali; starebbero alle altre cellule come gli elfi alle persone comuni. Il biochimico De Luca si vanta di insegnare agli studenti che la cellula staminale – una cellula “semplice”, poco differenziata, primitiva – “è una Ferrari”, e come una Ferrari che esce dal box correrà ovunque [19]. Verrebbe da rispondere che le staminali, o meglio i processi dei quali nella rappresentazione abusiva ufficiale le staminali sono portatrici, non vanno ovunque, non corrono sull’acqua e non scalano le vette per poi ridiscendere dall’altra parte, come si promette; sono mezzi che possono muoversi solo sulla rete stradale, che percorrono obbedendo al guidatore e nel rispetto dei segnali e delle regole del codice della strada, fino a quando, nell’adulto, vengono fermate oppure vengono fatte immettere in un circuito e lì fatte girare.

Le cifre che compongono i numeri telefonici sono “potenti” e a potenza decrescente. Quando si solleva la cornetta si possono chiamare centinaia di milioni di utenti. A mano a mano che si immettono le cifre, questa potenza diminuisce, fino a ridursi a 0 dopo l’ultima cifra. Quella delle cifre dei numeri telefonici è una potenza posizionale. Non è una potenza intrinseca: non è che se si ripete la prima cifra in fondo al numero si torna ad avere la scelta che si aveva con quella cifra. Invece, in una specie di elenco dei personaggi, di mitologia, le staminali sarebbero dei minuscoli demiurghi di varia “potenza”: “totipotenti”, “pluripotenti”, “multipotenti”, “unipotenti”; che bisogna solo convincere a esercitare per noi i loro poteri; scambiando, con un legerdemain semantico, il potenziale aristotelico, l’uovo che è in potenza gallina, con il potere demiurgico di fare di una gallina una supergallina, dagli organi sempre rinnovabili. Ciò è in accordo con l’attuale tendenza della medicina di offrire all’individuo il potere di abbattere le frontiere biologiche entro le quali siamo confinati; di superare la nostra impotenza. Promessa che non può essere mantenuta ma può essere proficuamente commercializzata. In generale, le staminali che appaiono produrre tessuti e organi mostrano questa capacità in quanto determinate dall’ambiente interno e dalla fase biologica, dal luogo e dal tempo, non per una loro caratteristica intrinseca forte. Non hanno i poteri autonomi che questa specie di vitalismo hi-tech attribuisce loro, e che ne farebbero cellule eccezionali. Anche nel loro caso “l’esistenza precede l’essenza”. Come per qualsiasi altro tipo cellulare, vale per la definizione delle staminali, sulla loro natura ed identità, il detto di Ortega Y Gasset “io sono io più la mia circostanza, e se non salvo questa non mi salvo nemmeno io”.

Invece di ricorrere alla costruzione di uno standard negativo con questo sconcio baccano sulla pelle dei bambini malati, la patente scientifica le staminali terapeutiche avrebbero potuto ottenerla splendendo di luce propria, mostrando i risultati sperimentali palpabili, anatomici, che promettono; le ricerche mostrano invece risultati che sono oltre che modesti e dubbi, indiretti e ambigui: vale anche per loro l’osservazione di Zola su Lourdes, “Vedo stampelle ma non protesi” [4]. La biologia dello sviluppo e del differenziamento, mentre è sottoposta a vincoli, ha allo stesso tempo una notevole fluidità combinatoria. Come mostra anche la teratologia, consente un grande numero di varianti non fisiologiche; alcune delle quali possono essere usate per simulare la rigenerazione promessa. E’ dall’Ottocento che l’embriologia sperimentale mostra fenomeni mirabili, sorprendenti. E non è difficile fare esprimere in laboratorio ad alcuni tipi cellulari alcuni dei caratteri di altri tipi, o ottenere da alcuni tessuti altre forme con alcune delle caratteristiche di tessuti diversi da quelli di origine; ciò avviene anche in quel caos cellulare che è il cancro. Anche il cancro, che parassita l’organismo e alla fine uccide l’ospite e con esso sé stesso, ha una sua legalità sul piano delle crescita dei tessuti. Non tutto ciò che è possibile “plasmare” è di valore terapeutico; tra le varianti che possono avere luogo, quelle di valore terapeutico corrispondono a un minuscolo, ipotetico, sottogruppo (fig.). Non si dovrebbe quindi dichiarare automaticamente che tali effetti hanno un potenziale terapeutico, giocando sull’equivoco antropomorfo delle cellule come individui. Invece queste dimostrazioni, questi esercizi, vengono poi spacciati, con la complicità dei media, come ricostruzione in laboratorio di organi e tessuti. Si batte tanto sul “rigore”, limitandosi in realtà a quello sulle GMP, sulle ricette di preparazione, un aspetto necessario ma secondario rispetto al problema, mentre si trascura di stabilire standard interpretativi degli esperimenti, come fu fatto nel 1890 (e ancora prima) tramite i postulati di Koch per l’identificazione degli agenti eziologici delle malattie infettive. Il postulato in vigore è “tutto fa brodo”, in nome della “speranza”; in realtà, del business. Vannoni ha portato alle estreme conseguenze queste gravi omissioni e storture. La Binetti, portavoce dei preti, che la sanno lunga e vogliono far presente ai soci coi quali partecipano a determinate imprese che se aderiscono non è perché sono fessi, ha commentato che, lungi dall’accettare Stamina, “avremmo addirittura bisogno di maggior rigore scientifico” sulle staminali ufficiali.

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Fig. Diagramma di Venn e diagramma ad albero che mostrano il sottogruppo ipotetico dei fenomeni di rigenerazione a valore terapeutico (?T) e le entità, reali o immaginarie, che possono essere confuse o fatte passare per esso. Il rettangolo rappresenta l’insieme C dei fenomeni di rigenerazione concepibili mentalmente. E’ diviso in due gruppi principali: Legali (L) e Impossibili (I). Ti: terapeutici ma impossibili. Int: impossibili non terapeutici. Ld: legali ma dannosi. Ln: Legali non dannosi. Lnt: legali e non dannosi ma terapeuticamente inefficaci.

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Sarebbe quindi intellettualmente onesto, ed eticamente doveroso trattandosi di medicina, distinguere per i risultati degli esperimenti sulle staminali tra effetti di livello biologico, reali e comuni, ma non applicabili sul piano pratico, ed effetti di livello terapeutico, ipotetici e improbabili (fig.). E stabilire standard per discernere tra i due tipi di risultato sperimentale. Con una metafora, giocare con la variabilità di sistemi combinatori quali sono i meccanismi dello sviluppo e del differenziamento è come giocare al Totocalcio per un singolo giocatore. Gli effetti di livello terapeutico equivalgono a vincere, pronosticando correttamente 13 o 14 esiti. L’ottenere effetti di livello biologico è come fare 7 o 8: non è difficile, e sembra un risultato col suo peso, un passo avanti che porta non molto lontano dalla meta vincente; ma in realtà è dovuto in larga parte alla natura del sistema in esame e a leggi statistiche, e non autorizza a dire che il giocatore è a pochi passi dall’ottenere il jackpot. Anche se così sembra, tanto che questi “risultati promettenti” spingono a continuare a giocare e a predire che la vittoria arriverà.

“Staminali” è ormai un termine deviato, frutto di una scienza deviata. Non si riferisce, nel dibattito corrente, alle corrispondenti entità biologiche, “pezzi” tra i tanti del “meccanismo” di un orologio liquido emerso dal caso; ma a entità biologiche fantastiche, chimere immaginarie ottenute dall’uomo mediante un collage di parti reali. Aggiunge un’altra pagina, moderna, all’antico atlante che contiene anche l’ippogrifo, l’equino che vola. Vannoni ha ottenuto credito usando senza mezze misure, con le esagerazioni iperboliche dell’imbonitore anziché col contagocce dello scienziato prezzolato, tale deviazione, che ha trovato già pronta, non ha creato. Si è impossessato, si è lasciato che si impossessasse, di un Campo dei Miracoli non suo, e del raccolto in zecchini. Ma lo restituirà ai legittimi truffatori più fertile di come lo abbia trovato.

Si vede come, prima di testare l’efficacia terapeutica delle staminali sugli umani, andrebbe dimostrata su animali la possibilità di ottenere nella realtà gli effetti terapeutici postulati (non una loro simulazione tramite effetti biologici, come si è detto). Prima di applicarla su umani e prima di prospettarla al pubblico come terapia andrebbe provata su animali la fattibilità biologica: la possibilità, che per principio non si può scartare, ma che contrasta con quanto è già noto e viene taciuto, che i semplici effetti terapeutici predetti e desiderati (non un loro simulacro sul quale gridare al miracolo) si verifichino [4]; senza un eccesso di effetti negativi. Se si volesse tagliare la testa al toro, bisognerebbe tagliare la coda al gatto; e vedere se ricresce con le staminali.

Questi temi potrebbero e dovrebbero essere sviluppati per decine di pagine, per ricondurre l’ipotesi staminali dal ruolo che usurpa di “speranza”, dal ruolo di speranza come prodotto da inscatolare, prezzare e immettere sul mercato, a quello che dovrebbe esserle proprio: di ipotesi scientifica speranzosa, ma lontana da applicazioni pratiche, da sviluppare in silenzio nelle sedi della ricerca scientifica, e coi suoi modi. Ma non è questo ciò che avviene.

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4. Fermate quel batacchio

Il pubblico, e anche a volte chi ha responsabilità sul caso Stamina, neppure sa che esiste una terza campana; la critica viene silenziata, a livello accademico e “operativo”. Occorre distinguere, come per la mafia e il terrorismo, tra il negativo e il proibito [20]. Il negativo, qui Stamina, viene presentato ed evidenziato, a tinte forti; perché deve recitare il ruolo del Cattivo nel copione. Così gli si permette di emergere e affermarsi, prima di contrastarlo. Il proibito invece è tabù; è fuori dalla trama della rappresentazione, e la danneggerebbe; viene pertanto represso. Si cerca di distruggerlo, o di incapsularlo facendolo apparire come marginale e deviante. Si spendono energie e risorse, e si commettono reati e azioni ignobili, per fare in modo che la propaganda, come Stamina, che gioca la parte di “dissidenza”, e le ricorrenti notizie di “successi” della ricerca ufficiale sulle staminali, occupino completamente l’orizzonte mediatico, sottraendo alla vista del pubblico la critica razionale al progetto delle staminali terapeutiche.

Le fonti accreditate che dovrebbero suonare la terza campana, es. gli specialisti di biologia dello sviluppo, stanno al contrario saltando sul carrozzone. Le promesse sulle staminali terapeutiche sono per molti specialisti non come avere azzeccato un sistema vincente al Totocalcio ma come un biglietto vincente della lotteria che è stato regalato: un’occasione insperata per passare da una posizione periferica (dignitosa) a una ribalta (sporca) che conferisce prestigio, denaro e potere. La British Society of Developmental Biology nel 2013 discuteva se cambiare il proprio nome in “British Society of Developmental and Stem Cell Biology”  [21].

Che io sappia, l’unico esperto che nel denunciare la frode di Stamina ha mosso alcune critiche parallele anche alle staminali ufficiali è stato il prof. Paolo Bianco [22]. Bianco, esperto di staminali mesenchimali, non muove critiche radicali alla teoria ufficiale sulle staminali terapeutiche, ma ammette che si sta esagerando. Nota che “accade che sulle più prestigiose riviste scientifiche del mondo si possano leggere editoriali che argomentano della capacità di cellule ossee di guarire o silenziare tutto ciò che è compreso tra l’autismo e l’incontinenza urinaria, passando per infarti e ictus, Parkinson e SLA. Naturalmente non è così”. Illustra come “alcuni ‘scienziati’ fanno esattamente ciò che Stamina fa senza osservare le regole”, a fini di lucro; così che “la battaglia di Stamina era la loro battaglia: liberarsi di lacci e lacciuoli regolatori, e aprire il mercato”. Per Bianco vi è una alleanza tra Stamina, una quota di mele marce della ricerca ufficiale e alcuni affaristi, contro un sistema sano. Probabilmente è il massimo che si può dire da una cattedra universitaria di medicina senza avere guai, e non volendo segare il ramo sul quale si è seduti.

Sulle staminali, che ormai non sono più primariamente un argomento scientifico, essendo state trasformate in un fenomeno sociale ed economico, la critica tecnica e politica all’ipotesi di base non ha cittadinanza; il suo posto è fuori dal consesso civile, come un’attività marginale e trascurabile, polemica, di bastian contrario, e che è lecito allontanare con attacchi ad hominem. Come per altre teorie biologiche di comodo sulle quali si istituiscono enormi mercati biomedici, tale critica da fonti accreditate avrebbe effetti poco salutari sulla carriera, o sulla sopravvivenza professionale, di chi la muovesse. Così ci si imbatte in dichiarazioni contorte dei biologi dello sviluppo sullo “ottimismo”, sulle “speranze”, mentre tra le righe si legge che sanno bene che il progetto finge di ignorare difficoltà che appaiono insormontabili.

La critica è una componente obbligata della ricerca; è “la madre della metodologia”, è stato scritto. Invece per “metodo scientifico” – che nella sua forma genuina è dato da un’impostazione mentale scientifica piuttosto che essere un decalogo di regole meccaniche [23] – gli zeloti delle staminali ufficiali intendono “liturgia davanti alla quale è sacrilego non tacere e inchinarsi”. In campo biomedico i teorici della “evidence based medicine”, considerando che “le affermazioni ingannevoli sui trattamenti sono frequenti”, richiedono che le affermazioni scientifiche debbano essere sottoposte a “sfide energiche e ripetute”: se resistono le si può considerare “abbastanza affidabili” [24]. Nella realtà avviene che l’evidenza che si vuole mostrare, anche se falsa, venga esaltata al parossismo e protetta, e che quella contraria sia censurata. Per poi dire con sussiego e condiscendenza che “l’evidenza scientifica mostra …”. Come per certi esiti elettorali, si tratta di una “evidenza scientifica” ottenuta con i brogli, la corruzione, e anche con i mazzieri di giolittinana memoria. Stamina, che farebbe ridere se non facesse piangere, prende anche il posto delle sfide autentiche. Per asserzioni come quelle sulle staminali vengono sguinzagliati sgherri di vario genere per proteggere il prodotto da critiche; i guastafeste vengono pugnalati nell’ombra mentre brillano i fuochi d’artificio di campagne come Stamina.

In Italia, dove tra gli articoli della Costituzione applicati all’incontrario c’è anche quello sulla libertà della scienza, le forze che occupano le istituzioni si occupano servizievoli anche di reprimere tali critiche tecniche. Si arriva a ricorrere a una costante pressione fatta di minacce, boicottaggi, ricatti, danneggiamenti “di avvertimento”, costruzione di “incidenti” incresciosi volti a mettere in cattiva luce la persona da zittire. I macchinari che dietro le quinte danno luogo a queste spettacolari campagne di disinformazione hanno aspetti inquietanti, che andrebbero messi in luce. Le campagne propagandistiche sono agite da forze abituate a imporre con la forza la loro volontà, che hanno dimestichezza nell’uso illegale ma protetto e impunito della violenza; che può traboccare, come mostra il caso Pantani [25]. Qui la violenza è stata in primis sui pazienti e le famiglie, usati senza scrupoli. Ma non solo. Posso testimoniare che ad es. i Carabinieri, che pubblicamente hanno sollevato il caso mettendo in luce le pecche di Stamina coi NAS, sottobanco, con strutture che ho soprannominato “nuclei pro sofisticazioni”, si occupano di evitare che la critica sia alle staminali qua staminali. Mediante la tecnica di “alternare la repressione con la provocazione ed il depistaggio” che è attribuita ai ROS [26]; (che non è escluso non si interessino anche di questa, tra le trame di potere che curano). I CC, coi loro cugini del Viminale, i delinquenti più appariscenti del caso Stamina li perseguono per finta, i responsabili principali li tengono in palma di mano, e a coloro che svelerebbero la frode rendono la vita impossibile. Alle campane terze viene impedito di suonare, e le si danneggia in modo che il loro suono sia comunque quello fioco e sgradevole, stralunato e inattendibile, di una campana fessa.

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5. Stamina come esca

La terza campana consentirebbe di inquadrare la disputa. Le staminali appaiono come la risposta ad un quesito. Non il quesito ”qual è la linea di ricerca scientifica migliore nell’interesse dei pazienti?”. Ma: “quale prodotto medico conviene che la ricerca sviluppi per massimizzare i profitti?”. I due quesiti non coincidono, ma divergono. Da un lato autentici balzi in avanti nel campo della cura  delle comuni patologie sono difficili, e legati a tempi lunghi che sono l’opposto dei tempi degli investitori. Dall’altro, la medicina conserva la sua antica anima irrazionale, che oggi ha la forma di una fede di tipo superstizioso nella scienza, e che consente facili promesse. Le staminali fanno parte dei “superfarmaci dell’immortalità” [27]. Promettono la resurrezione degli organi su questa terra. Che dal punto di vista biologico è ancora più difficile che ricostruire ex novo un intero individuo; ma che come concetto fa presa sulle masse, alle quali appare chiaro e netto come lo fu secoli fa la pretesa alchemica di trasmutare il piombo in oro. Binetti non ha torto parlando dello “Strano fascino delle cellule staminali”. Stamina è servita ad accrescere tale fascino, che la ricerca ufficiale sfrutta a fini di profitto; anziché “decostruirlo” spiegando i termini reali della biologia delle staminali.

Stamina ha permesso di fare le promesse da imbonitore, false e assurde, ma gradite al pubblico, sulle staminali, richieste dal business delle staminali ufficiali; senza comprometterlo, ma anzi, col successivo switch, accrescendone la credibilità. La millanteria sfrontata di Stamina dà nerbo, sul piano della propaganda, a un’ipotesi scientifica guascona ed esangue, e così a un progetto industriale disonesto; dotando la medicina scientifica, delicata e limitata, delle possenti leve antropologiche della medicina tradizionale, di inganno e di autoinganno consolatori. Con Stamina, tutti hanno appreso che ci sono delle cellule che sarebbero in grado di ricostituire qualunque tessuto. Vannoni avrebbe tuttalpiù corso un po’ troppo; ma viene dato per scontato che la pelle dell’orso può essere messa in commercio; che le staminali possono dare vita alla medicina rigenerativa, attualmente una medicina in cerca di autore, una delle entità satelliti delle staminali che sono state fatte passare dall’immaginario alla realtà con un fiat, nominandole. Con Stamina è stata costruita una ontologia, una descrizione della realtà naturale e sociale che include le staminali come potente fonte di speranza. E sono stati ovviamente creati un mercato e una domanda.

Stamina contribuisce anche alla ontologia generale della medicina orientata al profitto. Supporta la credenza nella medicina dei miracoli, e rende inattuale la voce della saggezza sul dovere etico e politico di assicurare in primo luogo ai malati tutta l’assistenza utile, possibile e collaudata, invece di negargliela sperperando le risorse in truffe (a favore degli amici) avendoli illusi con false speranze [28]. Nella spesa sanitaria, i trattamenti con promesse di risultati miracolosi dovrebbero costituire un capitolo opzionale, a priorità minore rispetto alle cure di base; si fa invece in modo che siano “l’unica speranza”, la sola carta da giocare per i pazienti e i familiari disperati; mentre con altre informazioni, e con giubilo, vi puntano gli operatori finanziati privati. E’ come se il denaro dei lavoratori prelevato e accantonato per le pensioni fosse usato per giochi speculativi su junk bonds, promettendo pensioni d’oro per tutti.

Il clima culturale favorisce quello che il fisico Feynman ha chiamato “cargo cult”; il culto, in realtà retrogrado, dell’innovazione. “Non ho più voglia di morire” recita la maglietta dei supporters di Stamina. Davanti a tanta gigioneria, Binetti ha buon gioco nell’osservare gravemente che nel terzo millennio si pensa che “non ci si possa più ammalare di questo o di quello e tanto meno morire”; tralasciando che il cattolicesimo, e gli investimenti clericali sulla biomedicina, si basano sulla sollecitazione degli stessi sentimenti in forme più larvate ed elaborate. Stamina supporta la conflazione tra ricerca biomedica e medicina, due attività complementari ma molto diverse tra loro e in parte contrastanti. Oggi si spera nei miracoli medici della “scienza”, sperando che risultati strabilianti siano ottenuti senza sforzo e in un baleno, schioccando le dita. Il business che domina la medicina ufficiale vuole siano diffuse queste idee infantili, della scienza come magia, sulle quali specula non meno dei piccoli imbroglioni che hanno animato la truffa-esca di Stamina.

Nota Binetti nel suo libro che Stamina ha anche preparato il terreno alla “medicina partecipativa”; dove il pubblico viene coinvolto, viene chiamato a giudicare e scegliere dal Ponzio Pilato di turno. “Oggi la gente vuole capire e vuole sentirsi protagonista, vuole partecipare efficacemente ai processi che la riguardano” scrive la Binetti. In un’abile e perversa parodia di democrazia [29], la gente viene adulata e circuita, e viene manovrata come strumento delle frodi a suo danno. Umberto Ambrosoli, uno dei relatori della presentazione, ha evidenziato quanto riporta il libro della Binetti: il Comitato Nazionale di Bioetica suggerisce di applicare un “consenso sociale informato”; cioè l’uso della piazza, manipolata dai media e dal marketing, per fare passare l’approvazione di nuovi prodotti medici.

Vannoni, come un magliaro al quale siano stati conferiti pieni poteri, mentre tiene segreta la “terapia” insiste per una “sperimentazione”, usurpando anche quest’altro termine: diffonde così anche l’ideologia della ricerca di massa e permanente voluta dal business; dove la medicina è in continua ebollizione, col pubblico come cavia. E col pubblico che “partecipa”; facendogli credere di partecipare, mentre in realtà lo si pilota come un bambino su questioni tecniche complesse. Stamina ha contribuito a imprimere nelle concezioni degli strati più ingenui, e più vasti, della popolazione, un panorama ontologico della medicina che è il più favorevole al continuo lancio di nuovi prodotti, anche se dannoso per la tutela della salute. I ceti colti e semicolti, che hanno una certezza ferrea che vi sia solo l’alternativa scolastica tra ciarlataneria e scienza, e che a Stamina si oppongono, completano il danno, accettandola come falso standard. Uno standard negativo, come lo scioglipancia per la dietetica; che porta a propugnare le staminali ufficiali con uno scorretto sillogismo disgiuntivo.

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6. Stamina come standard negativo

Durante la presentazione è intervenuta la Presidente della Commissione Sanità del Senato, Emilia De Biase. Ha detto che lo Stato ha riacchiappato il caso a tempo e lo ha ricondotto su binari normali. In realtà, lo Stato, dopo un vergognoso via libera da Banana Republic, ottenuto l’effetto bait, l’effetto propaganda con l’esca Stamina, è passato allo switch. Lo switch ha a sua volta due componenti. La prima, di conferma della parte di propaganda ottenuta con l’esca: che le staminali possano funzionare viene dato per scontato. La seconda, di sconfessione dell’esca, come mezzo inadeguato, per sostituirla con la frode primaria nel perseguire gli stessi fini e nel prolungare le stesse tematiche ideologiche. Non si contestano le staminali, ma l’eresia di Vannoni. NAS e magistrati accusano di laboratori negli scantinati, ma non sembrano chiedersi quanto è serio, quanto è interessato, chiunque parla oggi da qualsiasi laboratorio o cattedra di una cosa del livello dei miracoli compiuti da Cristo nel Vangelo, cioè la ricostituzione del tessuto nervoso, come fanno entrambe le parti. Non solo si dimentica che le staminali non hanno l’essenza loro arbitrariamente attribuita; ma si dimentica che in medicina l’efficacia e la sicurezza devono precedere la qualità. La versione ufficiale dà molto peso alle “Good manifacturing practices”: le staminali devono essere correttamente prodotte, dalle cell factories (in Italia ce ne sono già 13). Normalmente prima si inventa un prodotto e poi si allestisce la sua produzione industriale. Qui abbiamo delle factories, dei costosissimi “stabilimenti industriali”, con severi disciplinari di preparazione di un prodotto miracoloso, prima che l’efficacia del prodotto sia stata mostrata. Un’industria tessile che produce per tutti i vestiti nuovi dell’imperatore. Si dovrebbe piuttosto parlare di “Good magic”: la critica consentita e propagandata contro Stamina rafforza nel pubblico questa falsa impressione, che basti preparare le staminali per bene per ottenere le magie che di loro si raccontano.

Il governo istituisce una commissione scientifica per valutare Stamina, riconoscendo così implicitamente che se si pronuncia la parola “staminali” si è ipso facto in ambito scientifico. Per la Binetti Stamina corrisponderebbe a una di quelle asserzioni che i logici chiamano “gappy”. Non una truffa da manette, ma una “verità gappy”. Ci sarebbero quindi, tra i gap, le lacune, parti valide. Un poco come vendere ciambelle intascando gli euro dei clienti e non dando loro nulla, ma sostenendo che si consegnano ai clienti ciambelle, che però sono al momento geometricamente degenerate, col diametro del buco pari al diametro della ciambella; e che si è ottimisti sull’ottenere un miglior rapporto tra i due diametri in futuro…. .

In precedenza si è litigato su se è etico usare staminali ottenute da embrioni, o bisogna limitarsi a quelle da adulti. Una manfrina bioetica, che ha indotto a credere che le staminali possano funzionare [30]. Con lo stesso meccanismo, quello della presupposizione, dell’entimeme, della “loaded question”, della domanda suggestiva, ponendo la scelta tra Vannoni e Cattaneo, tra quale dei due sia quello cui conviene affidarsi, si induce a dare per scontata l’idea suadente e meravigliosa che le staminali possano funzionare. Anche la bioetica dà una mano alle grandi frodi della medicina.

La scienza ufficiale delle staminali è ipocrita nell’accusare di marketing Vannoni. Vannoni, esperto di marketing, è una parte della imponente campagna di marketing a favore delle staminali ufficiali. Se le terapie con staminali ufficiali funzionassero come promettono, i loro risultati spazzerebbero via in un attimo questo ciarpame. Ma non solo i risultati tangibili [4] non si sono visti, per quanto vengano periodicamente annunciati con le acrobazie e i trucchi congiunti ricercatori-giornalisti, un duo che ricorda quello dei santoni visti in Corso Vittorio terminata la presentazione del libro della Binetti; ma vi sono serie ragioni per temere che i risultati promessi non vi saranno. Il simulacro ha i piedi di argilla; le notizie su risultati scientifici fraudolenti, su risultati gonfiati, che accompagnano la ricerca sulle staminali terapeutiche dall’inizio, si vanno accavallando. Allora invece di usare il discorso scientifico per valutare quanto si fa credere al pubblico, scelta che sarebbe controproducente sul piano che conta, quello del marketing, si mette accanto all’ipotesi dei luminari, dei Nobel (categoria già diverse volte smentita in passato), un fantoccio (uno spaventapasseri, dicono gli anglosassoni), una cosa ancora più folle, rispetto alla quale l’ipotesi con la corona d’alloro fa bella figura. Dopo che ci si è addentrati per quattro passi nel delirio con Stamina, fare due passi indietro sembra un ritorno alla ragione e alla serietà scientifica.

La ciarlataneria rozza di Stamina permette per confronto di fare passare la figura dello scienziato per quella del mago. Vannoni è un mago; o forse è un impostore e allora i maghi veri sono gli scienziati. La ricerca non più come tentativo razionale, spesso votato all’insuccesso, ma come potere sovrannaturale, che attraverso le sue arti, incomprensibili ai non iniziati, ottiene risultati che ricalcano i desideri umani. Si chiede una alfabetizzazione scientifica per combattere casi come Stamina; ma si vuole una forma di indottrinamento allo scientismo che è essa stessa una forma di fideismo irrazionale [23]. L’educazione per una cittadinanza responsabile dovrebbe essere sia ai princìpi della scienza, sia alla sociologia della scienza; inclusa la consapevolezza degli interessi in gioco nella ricerca biomedica, e dei mezzi, spesso spregiudicati come quelli di altre attività economiche, e anche di più, impiegati per soddisfarli.

Stamina sta anche introducendo l’idea che i risultati terapeutici delle staminali, che per loro natura dovrebbero essere eclatanti, tangibili [4], devono essere valutati con lo stesso metro delle terapie tradizionali: non i risultati risolutivi promessi, come es. a suo tempo quelli della penicillina per la polmonite, o dell’antisepsi per la febbre puerperale, ma i miglioramenti putativi e incrementali dei nuovi prodotti odierni, da estrarre con le potenti tecniche statistiche dei trial, che per la loro natura di strumenti ad alta sensibilità, e grazie ad aggiustamenti di comodo, possono facilmente dar luogo a falsi positivi [4]. In nome della cautela scientifica, della sobrietà dopo la sbornia, i risultati eclatanti promessi verranno sostituiti da altri più modesti, di livello comparabile a quello dei farmaci oggi in uso per le stesse patologie; risultati parziali, probabilistici, sfumati, continuamente rivisti e rimpastati, che come per i farmaci convenzionali è possibile mostrare di avere ottenuto con le consuete routine delle manipolazioni della ricerca clinica e di base. Del resto, i confronti con standard relativi invece che assoluti sono anche uno dei tanti trucchi per ingigantire surrettiziamente rischi e benefici in epidemiologia clinica.

Stamina non è stata l’irruzione della follia nel tempio della Scienza, ma una carnevalata criminale che consente di fare passare come serie le funeste buffonate in camice bianco della ricerca e della medicina ufficiali. Stamina è una caricatura che precede l’originale. Presentata al pubblico per  introdurre l’originale. Una caricatura delle storture delle staminali ufficiali. A partire dalla teoria di base, apodittica, reticente, distorta e vaga sul piano ufficiale e misteriosa e demenziale per Stamina; passando per la sperimentazione, esoterica, gracile, e gonfiata tramite i media per la ricerca ufficiale – e a volte ritirata in quanto manipolata – e segreta, inesistente, diffusa con sistemi da fiera di paese e palesemente truffaldina per Stamina. A guardarli bene in faccia, i due avversari si somigliano. Nella scelta comune a entrambi di partire dal più difficile, la ricostituzione del tessuto nervoso, altamente irrazionale sul piano scientifico, ma che offre oltre una dozzina di vantaggi sul piano della frode e del marketing [4]. Nella scelta comune a entrambi di concentrarsi sulle malattie rare, irrazionale [13], ma funzionale al nuovo corso dell’industria medica, che vuole occuparsi di questo settore, frammentario ma non piccolo; e che può servire da porta d’accesso per l’introduzione di nuovi prodotti nel mercato delle malattie comuni, aggirando con una combinazione di escamotage i criteri più stringenti previsti per l’approvazione all’uso per le malattie comuni. Entrambi i duellanti parlano molto di curare i bambini, emotivamente più convincenti, quando il bersaglio al quale si punta (voce che circola tra i medici) sono le malattie neurologiche dell’anziano, il mercato più redditizio. I bambini malati servono a introdurre l’idea-truffa, seducente e totalmente irrealistica, dell’eterna giovinezza tramite la rigenerazione di organi e tessuti. Alla sfacciata venalità di Vannoni, che ha portato molti a paragonarlo a Vanna Marchi (e Vannoni si è affidato allo stesso avvocato della Marchi, non ritenendo evidentemente ciò inopportuno), corrisponde, resa rispettabile dalla storiella dei ricercatori galileiani e dei medici animati da sacra fiamma, la bramosia di profitto felpata e in giacca e cravatta dei pescecani del business liberista. Il principio è il medesimo: i tentativi terapeutici fatti sotto il segno della (falsa) speranza e della (falsa) scienza si pagano profumatamente. Come dimostrano i prezzi stratosferici e gli effetti marginali o negativi di quei nuovi farmaci “innovativi” che l’industria vuole sfornare a getto continuo [31].

D’altro canto, la ricerca ufficiale, mossa anch’essa dal marketing, ha preso a imitare i santoni di Stamina, e a convergere verso questo ibrido di scienza e superstizione; con il presidente del comitato scientifico nominato dal ministero della sanità, Ferrari, nanotecnologo, ricercatore e businessman nel campo biomedicale, che, da capo della commissione che dovrebbe valutare scientificamente l’efficacia della terapia, si mette a fare l’assistente spirituale dei familiari dei malati, che dice di voler ascoltare anche per quanto riguarda l’efficacia della terapia. La sensazione è quella di una gabbia di matti: quasi come se davanti al caso di un soggetto che crede di essere Napoleone si chiamasse, per valutarne le affermazioni, un esperto di storia militare e questi sostenesse di essere il duca di Wellington. Ferrari, criticato da parte dell’ortodossia, es. Garattini, ha raccolto le lodi della Binetti, che sostiene che il vaso di Pandora di Stamina ha però permesso di liberare la speranza. Stamina ha in realtà permesso di sdoganare, a beneficio del grande business del quale Ferrari è espressione, l’uso illecito delle false speranze in medicina, con ricatti da strozzini del dolore e della  paura.

Stamina fa sembrare per confronto elevata l’ufficialità che scimmiotta; che spesso non raggiunge il mediocre, sul piano intellettuale ed etico. Con la fase switch, molti possono rifarsi una verginità a poco prezzo, semplicemente esprimendo sdegno per Stamina. Di Stefano, il presidente dell’Ordine dei medici di Brescia, che prima ha favorito l’introduzione di Stamina nel SSN come componente del comitato etico del locale ospedale, parla ora della “pochezza” di Stamina. E loda come nobili partigiani della medicina, che hanno il coraggio di opporre un’obiezione di coscienza, i medici che prima, come dipendenti del SSN, hanno applicato la “terapia” Stamina e che ora cercano di non subirne le conseguenze.

Può darsi che qualcosa dell’esca venga lasciato; sia per continuare ad alimentare le suggestioni magiche a beneficio delle staminali ufficiali, sia per ragioni di segmentazione di mercato. Le “terapie” come Stamina sono per i semplici, i presuntuosi ingenui che si formano su “Le iene”. Quelli che Hazlitt ha descritto ne “L’ignoranza delle persone istruite” – un saggio che ogni tanto rileggo a scopo profilattico – sceglieranno le staminali di Cattaneo, quelle della scienza con la “s” maiuscola.

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7. Lo scontro e la confluenza tra ciarlataneria mesmerista e scientismo asimoviano Il 23 aprile 2014, mentre scrivevo questo articolo, il PM Guariniello ha mandato un avviso di conclusione delle indagini preliminari a Vannoni e a una ventina di persone. L’accusa principale è di associazione a delinquere finalizzata alla truffa; accusa non infondata, tutt’altro. Ma Stamina è stata una truffa di appoggio alla truffa maggiore, che trarrà giovamento dall’esecrazione e da eventuali condanne. I media hanno riportato la notizia enfatizzando il punto dove Guariniello parla di malati indebitamente trasformati in cavie. Nello scrivere ciò, il magistrato riporta a sua volta il parere del Comitato scientifico ministeriale. E il parere del comitato riflette lo schema esposto qui: si accusa Vannoni di incompetenza, frettolosità e sciatteria nell’uso di mezzi potenzialmente idonei, da introdurre con sistemi scientifici. In realtà quella di Vannoni è ciarlataneria, non sperimentazione su umani. La sperimentazione richiede un solido razionale e un accurato disegno, del tutto assenti nel caso di Stamina; e gravemente carenti nella ricerca ufficiale sulle staminali [4].

Stamina ha fatto peggio che usare i pazienti come cavie. Li ha usati come uccelli da richiamo, perché attirassero l’attenzione e commuovessero con il loro dolore, i loro pianti, urla e proteste. E li ha usati come ostaggi, per continuare a praticare la frode e a svolgere così il suo ruolo di esca e di falso standard, esercitando ricatti morali. E’ la medicina ufficiale che, manovrata dal business, sta andando, con la deregolamentazione dei criteri per l’immissione di farmaci nell’uso clinico, verso i pazienti come cavie. Es. con l’off-label [32], la manomissione degli standard sui trial [4], i farmaci col triangolo nero. Anche qui, Stamina favorisce l’interesse dell’ufficialità sulle staminali, che è di saltare alla sperimentazione clinica senza adeguati riscontri preliminari [4]. E l’interesse generale alla “medicina traslazionale” cioè al trovare la via più spiccia per passare dal laboratorio al mercato, senza un adeguato rispetto dei vincoli di efficacia e sicurezza [33]. Interesse che viene perseguito con una molteplicità di mezzi, anche usando l’appello ad populum mentre ci si appella alla “scienza”. L’argomento fallace sarà “Gli imbroglioni di Stamina pretendono di sperimentare sull’uomo, invece la ricerca ufficiale fa ciò solo quando sussistono i prerequisiti”. (V. epigrafe).

Stamina non è sperimentazione ma è ciarlataneria; ciarlataneria pilotata, e di quella forma particolare che fa un uso ciarlatanesco di acquisizioni scientifiche. Può essere detta “ciarlataneria mesmerista” dal mesmerismo del 700, che faceva un uso ciarlatanesco delle allora recenti acquisizioni scientifiche, sostenendo di poter curare le malattie agendo sul “magnetismo animale”; in pratica un pretesto per pratiche ipnotiche basate sulla suggestione [34]. Anche Mesmer come Vannoni rifiutò di rivelare i segreti delle sue “scoperte”; e fu sbugiardato da una commissione, nominata dal re, di scienziati veri (incluso Lavoisier). Che però evitarono, è stato osservato, di rilevare che l’effetto placebo sul quale Mesmer si basava era sfruttato anche dalla medicina ufficiale, e di estendere ad essa lo scetticismo  [35]. I commenti di quella commissione voluta da Luigi XVI appaiono comunque più seri di quelli delle nostre attuali commissioni governative; che neppure avrebbero dovuto essere istituite per una cosa come Stamina. Osserva Stengers [36] che la commissione nel Settecento anticipò quelli che sono princìpi della ricerca medica moderna, stabilendo che “la guarigione non prova nulla” [in corsivo nel testo] e che anzi “il ciarlatano è ormai definito come colui che rivendica come prova le guarigioni”. Bisognerebbe avere presente questo principio, e spiegarlo al pubblico, per i vari casi come Stamina (effetto placebo, eterogeneità delle patologie – e a volte anche delle pseudopatologie – incluse sotto la stessa etichetta diagnostica, fluttuazioni nell’andamento della malattia, effetti aspecifici delle cure, regressione verso la media, bias nella valutazione degli effetti per mancanza di cieco e per altri fattori, etc.); e bisognerebbe averlo presente anche per i tanti casi dove risultati clinici iniziali sono annunciati come “breakthroughs” che permettono di passare subito alla commercializzazione.

La ciarlataneria mesmerista si è attaccata alla scienza moderna come una remora agli scafi delle navi, sfruttando l’alone di mistero e il senso del meraviglioso che emana da tante acquisizioni scientifiche autentiche. A differenza delle superstizioni degli antichi sulle remore, aiuta la navigazione anziché ostacolarla, sul piano dell’interesse. Ancora oggi è frequente sentire maghi, fattucchiere e guaritori parlare di “bioenergetica”, di applicazioni all’uomo di questa o quella teoria fisica o biologica, di “campi biomagnetici”, “medicina quantica”, stimolazione delle difese immunitarie col potere della mente o con rimedi naturali, etc.; ed esibire macchinari dall’aspetto scientifico tra i parafernali che usano per impressionare i clienti. Regolarmente su “Striscia la notizia” vengono trionfalmente smascherati impostori del genere; e vengono comparati alla medicina ufficiale, che invece sarebbe immune da qualunque trucco e disonestà.

Le autorità perseguono questi pesci piccoli, che spesso sono autori di frodi parassitarie, frodi sulle grandi frodi istituzionalizzate della medicina. Come del resto ha fatto Vannoni reinterpretando la frode delle staminali. Ma le grandi frodi istituzionali della medicina invece vengono favorite dai magistrati [37, 38]. La magistratura tende anzi a dettare regole che favoriscono le frodi istituzionalizzate; “ruolo di supplenza della politica in campo bioetico”, l’ha chiamato il segretario dell’ANM, Carbone. Stamina è stata usata come benchmark negativo in questo senso. Es. stabilendo, mentre la si indagava per truffa, l’esistenza di un “diritto alla speranza” che ha portato i magistrati ad autorizzare, ed imporre, la terapia Stamina, e quindi a maggior ragione consentirà le frodi mediche ufficiali basate su questo genere di strozzinaggio dei sentimenti ai danni di chi è in una condizione di estrema vulnerabilità. L’attività giudiziaria contro Stamina, doverosa ma tardiva e flebile, aiuta lo switch, e inoltre salverà la faccia a una magistratura che ha avuto un ruolo non secondario nella fase bait della frode. Servirà anche per rafforzare il monopolio della medicina ufficiale sulle pratiche di cura e sulle relative frodi; analogamente a come in passato streghe e mammane furono osteggiate dal potere costituito su richiesta della medicina ufficiale con motivazioni “illuministe”, ma in realtà per ragioni corporative, di competizione per i clienti [39].

D’altro canto, le posizioni ufficiali sulle staminali terapeutiche, che hanno interesse ad accusare Vannoni di sperimentazione abusiva su umani anziché di ciarlataneria, a loro volta sfruttano indebitamente le acquisizioni scientifiche autentiche. Non sono scienza, ma scientismo; una particolare forma di scientismo che si può chiamare “scientismo asimoviano”. Da Asimov, scrittore di fantascienza che sfruttava le sue solide conoscenze scientifiche (era docente universitario di biochimica). Asimov ha anche scritto pseudo-articoli scientifici, articoli che sembrano tratti da una rivista scientifica, e richiedono conoscenze scientifiche per essere letti, ma sono fantascienza [40]. Sono contenuti e discussi in un volume della American Chemical Society dove si mostra come sia possibile comporre fantascienza usando elementi scientifici autentici e a volte non banali [41].

I due contendenti in realtà convergono, da fronti opposti, in una fusione di scienza e ciarlataneria, in una mistura le cui giuste dosi sono stabilite dal business. Che vuole una contaminazione reciproca tra immaginario fantascientifico e scienza. Descrive questo fenomeno ideologico anche un libro di Magaudda [42], che prende in esame il caso delle nanotecnologie, che sono insieme alle staminali un altro macrosettore sul quale l’industria e la finanza stanno facendo forti puntate; e sono il campo di attività di quel Ferrari che abbiamo già incontrato alla testa del Comitato scientifico ministeriale su Stamina; CEO e scienziato, ma con una sensibilità verso gli stati psicologici dei malati e dei loro parenti che sarebbe più appropriata per i seguaci di Mesmer. Il libro della Binetti, svolgendo una tesi guarnita secondo l’uso clericale di affermazioni valide e di spessore, ma essenzialmente distorta, va in questa stessa direzione simoniaca, della medicina come magia quotata in Borsa.

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8. L’eversione di Stato al tempo del liberismo: dalle bombe alle frodi mediche Il caso Stamina non è “la cartina di tornasole della tragica condizione di declino culturale in cui versa l’Italia”, declino che la porterebbe a non affidarsi ciecamente all’ufficialità per l’introduzione di terapie cosiddette “innovative” [3]. Stamina è servita proprio per poter avanzare affermazioni del genere, che aggraveranno la situazione e sono esse stesse manifestazioni di imbarbarimento. Una barbarie che si ripulisce e impone standard barbari [43]. Il caso mostra i danni del liberismo, della sua presa di possesso della medicina e degli Stati nazionali. Mostra i danni di una medicina che diviene il settore economico di maggior successo tra quelli legali, al costo di divenire il settore dell’economia legale più corrotto, dove si studia come comporre grandi frodi sempre nuove e istituzionalizzarle. Mostra i danni che gli italiani subiscono e subiranno dalla perdita di sovranità, dall’accettare che i poteri dello Stato siano retti da soggetti non all’altezza e desiderosi di servire poteri maggiori vendendo il Paese.

Chi occupa lo Stato vuole essere giudicato, come ha notato Debord, in base non ai princìpi, a standard positivi, es. i valori costituzionali, ma in base ai “nemici”; a standard negativi come la mafia e il terrorismo, che lo Stato spesso favorisce per poter meglio praticare quell’eversione di Stato e quella mezza mafia che  danneggiano i cittadini non meno del terrorismo e dei mafiosi [44]; e che sono all’opera anche in questo caso. Una analoga tecnica del falso standard, dello standard negativo, oggi, al tempo del liberismo scatenato, viene usata dallo Stato per fare da imbonitore ai prodotti del business privato; il ruolo che l’attuale assetto prevede per ciò che resta degli Stati nazionali [45]. Stamina appare essere un esempio delle manipolazioni per portare il destino economico dell’Italia nella direzione decisa altrove [46, 47]. Dove la medicina avrà sempre maggior peso, e ne avranno quindi le sue frodi; con i malati, e il pubblico, come materia prima.

Anche nel caso Stamina, come per le operazioni nelle quali i terroristi sono stati per un periodo lasciati agire e aiutati, anziché essere subito fermati, dietro agli apparenti errori, incertezze, incompetenze, irresolutezze, ingenuità, appaiono operare – per conto di interessi sovranazionali – strutture prive di scrupoli che sanno quello che devono fare; e che pilotano i crimini delle istituzioni, o li commettono direttamente. Dall’esacerbare il dolore di pazienti e famiglie, illudendoli e tentandoli, facendo loro intravedere una possibile via di salvezza e offrendo loro una via di sfogo con l’attivismo, ponendo su di loro ulteriori pesi, in modo che le loro grida smuovano il pubblico. Al sabotare terze campane che guasterebbero la frode.

Schematicamente, una frode come Stamina si può considerare come composta da tre elementi e tre processi. Gli elementi sono l’esca (Stamina), la frode primaria o contropacco (le staminali ufficiali), e la terza campana (la critica razionale). I processi sono la propaganda di base, che lanciando l’esca instaura una costellazione di credenze e aspettative. Lo switch, una propaganda aggiuntiva che condannando l’esca confrontandola col contropacco mette il mercato creato con l’esca a disposizione del contropacco. E la censura, che in tutte le fasi impedisce che la terza campana guasti l’imbroglio.

La sequenza esca-scambio riesce a dare una spiegazione dei misteri, le costanti ambiguità, le doppiezze, i cambi di casacca del caso Stamina. Spiega come una ciarlataneria folle abbia avuto il via libera nel SSN e sia stata considerata ai massimi livelli dello Stato. Spiega perché i magistrati – un focolaio di corruzione quando sono in gioco grandi interessi sovranazionali – si siano sbracciati per farla introdurre, mentre altri magistrati la indagavano come truffa, ma molto lentamente, lasciando che quanto seminava attecchisse. E’ coerente con una serie di clamorosi interventi dei magistrati su temi medici, che finiscono col favorire grandi affari illeciti creando l’ontologia culturale distorta favorevole alle frodi [48]. Spiega perché a Brescia il rettore dell’università, Pecorelli, medico e “barone” universitario tra i più potenti in Italia, non abbia impedito la pratica di una terapia crassamente antiscientifica nel locale ospedale che fa da policlinico universitario, del quale è il ras, mentre allo stesso tempo la combatteva come presidente dell’AIFA [49]. Perché i preti abbiano sobillato malati e pubblico su Stamina, sull’esca, pur avendo benedetto le staminali “scientifiche” con Ratzinger [50] (e appoggiato quelle “antisistema” di Vannoni con Bergoglio [51]). Ora con la Binetti arrivano alla sintesi preordinata, con un’opposizione a Stamina “ferma” sul piano “scientifico” ma aperta alle suggestioni irrazionali di Stamina. Spiega l’andamento bifasico di altre forze, come i grillini, o Il Fatto Quotidiano, che prima partecipano al lancio di Stamina e poi la criticano a favore delle staminali ufficiali. Induce a classificare tra gli abusi commessi dal Quirinale contro la Costituzione e a danno del popolo anche la creazione di una figura specularmente opposta a Vannoni, ma in realtà complementare, con la nomina ingiustificata della Cattaneo a senatrice a vita mentre furoreggiava Stamina. E così via.

Personalmente, vedo anche la censura della terza campana, e vedo quindi come le autorità e i vari poteri dello Stato, uno Stato privatizzato, facciano non due ma tre giochi, avendo anche questo terzo ruolo, di protezione della immonda farsa dalle voci critiche. C’è la manovalanza, che commette atti illegali impunemente. In alcuni casi appare avere legami o una distanza minore di quanto si supporrebbe con gli ambienti dei servizi. Gli accordi atlantisti contro il “bioterrorismo” del Civile di Brescia [52]. L’avventurosa attività di Andolina in missioni umanitarie in teatri di guerra e in intrighi internazionali dove sono stati coinvolti i servizi [53], incongrua rispetto a quella di genio del laboratorio; un profilo che per alcuni suoi punti contribuisce, insieme ad altri, a far sì che la vicenda Stamina faccia venire alla mente la figura di Cagliostro; come fa venire alla mente un’altra icona massonica, il Ballo Excelsior. Ma andrebbe considerata anche la criminalità di Stato che sorregge gli attori visibili. Qui non si tratta di medicina, diritto, buon governo, etica, scienza, misericordia, democrazia; ma di loro caricature, agitate da una mafia con la divisa dello Stato che briga nella maniera più bassa per ottenere vantaggi aiutando affari criminali sui malati e sulla paura della malattia. E dietro alla facciata dei toni agostiniani della Binetti, delle sue osservazioni talora apprezzabili, opera il pugnale dei gesuiti. L’Italia descritta da Pasolini, “ridicola e sinistra” e governata da “maschere comiche vagamente imbrattate di sangue”.

Brescia, 4 maggio 2014

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Note

1. Angelici L. Sì alle cellule, no alla Stamina. Corriere della Sera, 29 dic 2012.

2. Minelli A. Forme del divenire. La biologia evoluzionistica dello sviluppo. Einaudi, 2007.

3. Capocci M Corbellini G. Le cellule della speranza. Il caso Stamina tra inganno e scienza. Codice, 2014.

4. La paranza delle staminali. Il palpabile e il tangibile. In preparazione.

5. La frode delle staminali. https://menici60d15.wordpress.com/la-frode-delle-staminali/

6. Ioannidis J P A. Implausible results in human nutrition research. BMJ, 2013. 347: f6698.

7. Lehman R. Is dietary research largely rubbish? Doc2doc, 25 nov 2013.

8. McKay R. Stem cells – hype and hope. Nature, 2000. 406: 361.

9. Appunti sulle frodi concettuali delle staminali. https://menici60d15.wordpress.com/appunti-sulle-frodi-concettuali-sulle-staminali/

10. Medawar P B. Consigli a un giovane scienziato. Bollati Boringhieri,1981.

11. Hanahan D Weinberg R A. The Hallmarks of Cancer. Cancer, 2000. 100: 57.

12. Gould S Lewontin R.The spandrels of San Marco and the Panglossian paradigm: a critique of the adaptationist programme, Proceedings of the Royal Society of London, 1979. B 205: 581.

13. Testart J. La vita in vendita. Biologia, medicina, bioetica e il potere del mercato. Landau, 2004.

14. Jones S. Genetics in medicine: real promises, unreal expectations. Milbank Memorial fund, 2000. Reperibile su internet.

15. Sgaramella V. Nobel a Gurdon e Yamanaka. Scienza in rete, Gruppo 2003, 16 ott 2012. | Buiatti M. Il benevolo disordine della vita. UTET, 2004.

16. Stem cells: what they are and what they do. Mayo Clinic staff. Reperibile su internet.

17. Danton. I “magici mattoni della vita” Lab. Il mondo del laboratorio, mar-apr 2013. | Borselli L. La cura protezionista. Il biologo Angelo Vescovi spiega perchè il new deal americano sulle staminali non serve alla medicina ma a Wall Street. Reperibile su internet.

18. I cancri che non sono cancro. https://menici60d15.wordpress.com/2013/10/09/i-cancri-che-non-sono-cancro/

19. Costa R, Capocci M. Le cellule staminali dal laboratorio alla clinica: dialogo con due protagonisti. In: Le cellule della speranza, cit.

20. Giancarlo Caselli e i Notav. https://menici60d15.wordpress.com/2012/02/23/giancarlo-caselli-e-i-no-tav-il-negativo-e-il-proibito/

21. Stem cells in developmental biology: a debate at the BSDB. Martinez-Arias Lab. Dept of Genetics. University of Cambridge. 25 marzo 2013.

22. Bianco P. L’ ”affare Stamina”: diario dell’attacco politico-commerciale alla medicina in Italia. In: Le cellule della speranza, cit.

23. Bauer H H. Scientific literacy and the myth of the scientific method. University of Illinois Press, 1992.

24. Evans I, Thornton H, Chalmers I. Come sapere se una cura funziona. Il Pensiero Scientifico, 2007.

25. Per cosa è morto Pantani. Lo sport e il marketing farmaceutico. https://menici60d15.wordpress.com/2013/01/29/per-cosa-e-morto-pantani-lo-sport-e-il-marketing-farmaceutico/

26. Comidad. Il Veneto tra il mito della secessione e la realtà della delocalizzazione. 10 aprile 2014.

27. Hall S. I superfarmaci dell’immortalità. Come l’industria mondiale si prepara a sfidare il tabù della morte e a prolungare illimitatamente la nostra vita. Pref. di S. Garattini. Orme, 2003.

28. Callahan D Nuland S. The Quagmire. The New Republic, 9 giugno 2011, 16.

29. Dittatura a stampo e medicina. https://menici60d15.wordpress.com/2012/01/23/dittatura-a-stampo-e-medicina/

30. La fallacia esistenziale nel dibattito bioetico sulle staminali. https://menici60d15.wordpress.com/2011/10/22/la-fallacia-esistenziale-nel-dibattito-bioetico-sulle-staminali/

31. L’ambasciatore USA ordina il sostegno al loro complesso magico-industriale. https://menici60d15.wordpress.com/2013/03/20/4753/

32. Sulle regole per la Roche. https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/30/sulle-regole-per-la-roche/

33. I trucchi della medicina traslazionale. https://menici60d15.wordpress.com/2014/01/12/i-trucchi-della-medicina-traslazionale/

34. Fuso S. La falsa scienza. Invenzioni folli, frodi e medicine miracolose dalla metà del Settecento ad oggi. Carocci, 2013.

35. Wootton D. Bad medicine. Doctors doing harm since Hippocrates. Oxford University Press, 1996.

36. Stengers S. Medici e stregoni. Manifesto per la psicopatologia scientifica. Il medico e il ciarlatano. Boringhieri, 1995.

37. La magistratura davanti alle frodi mediche di primo e secondo grado. https://menici60d15.wordpress.com/2009/08/22/la-magistratura-davanti-alle-frodi-mediche-di-primo-e-secondo-grado/

38. Nuove P2 e organi interni. https://menici60d15.wordpress.com/2011/12/08/nuove-p2-e-organi-interni/

39. Ehrenreich B English D. For her own good. 150 years of experts advice to women. Doubleday, 1978.

40. Asimov I. The Endochronic Properties of Resublimated Thiotimoline. Astounding science fiction, 1948.

41. Stocker J H , ed. Chemistry and science fiction. American Chemical Society, 1998.

42. Magaudda P. Innovazione Pop. Nanotenologie, scienziati e invenzioni nella popular culture. Il Mulino, 2012.

43. La corruptio optimi nel liberismo. Le linee guida cliniche e il decreto Balduzzi. https://menici60d15.wordpress.com/2012/10/21/la-corruptio-optimi-nel-liberismo-le-linee-guida-cliniche-e-il-decreto-balduzzi/

44. I professionisti della metamafia. https://menici60d15.wordpress.com/2010/06/08/i-professionisti-della-metamafia/

45. Klein N. Shock economy. Rizzoli, 2007.

46. La medicina come rimedio ai limiti della crescita economica. https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/15/la-medicina-come-rimedio-ai-limiti-della-crescita-economica/

47. Ilva. Dal cancro nascosto al cancro inventato. https://menici60d15.wordpress.com/2013/05/21/ilva-dal-cancro-nascosto-al-cancro-inventato/

48. La responsabilità ontologica dei magistrati nella frode medica strutturale. Il caso dell’Avastin per uso oftalmico. Lettera ai PM Rossi e Pesci, 7 aprile 2014. In: Nuove P2 e organi interni. Cit.

49. Gli strani “compagni di letto” di Ingroia. https://menici60d15.wordpress.com/2013/02/13/gli-strani-compagni-di-letto-di-ingroia/

50. Second international conference Regenerative medicine: a fundamental shift in science and Culture. The Vatican, april 11-13, 2013. | Smith R Trafny T Gomez M. The healing cell: how the greatest revolution in medical medicine is changing your life. With a message from Pope Benedict XVI. Ctr Street, 2013.

51. Bellelli A. Il papa e Stamina: la cura percepita. Il Fatto Quotidiano, 13 dic 2013.

52. Leopardi, Unabomber e altri eversori. https://menici60d15.wordpress.com/leopardi-unabomber-e-altri-eversori/

53. Altamura M. Oriano Mattei: “Le verità di Pollari”. Rinascita, 13 luglio 2007.

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8 giugno 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Martelli “Stamina: a Brescia riprendono le infusioni, il direttore dell’Aifa minaccia le dimissioni”

A tutti i magistrati del caso Stamina andrebbe fatto presente che sono coinvolti in una frode “bait and switch” (v. “Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale”); attuata usando i pazienti come pedine sacrificabili. Frode che sta evolvendo in un noto schema di marketing basato sull’illusione cognitiva scientificamente descritta detta “effetto di dominanza asimmetrica”, o “decoy effect”; nel quale Stamina è il decoy, le staminali ufficiali sono il prodotto da lanciare, e la critica razionale e onesta al progetto delle staminali terapeutiche il “prodotto” da eliminare. Ma appare inutile e rischioso esporre tali ragionamenti a magistrati che nell’investire di poteri straordinari Andolina dicono di non sapere che è accusato di truffa per avere già esercitato quelle stesse attività.

Suona un pò buffo che l’ingiunzione provenga da Pesaro: i marchigiani hanno fama di essere mediamente gente cauta e moderata. Ma l’impressione che si tratti di un colpo di testa è sbagliata. Non so se i magistrati siano marchigiani, ma certo non corrono il rischio di sollevare nei loro confronti quell’ostilità che costò cara a un grande Italiano proveniente dalla provincia di Pesaro, Enrico Mattei. Che invece era uno “anomalo”, che non attaccava il cavallo dove vuole il padrone. Stamina è un caso di virulentazione del crimine per via giudiziaria, e di marketing giudiziario, nell’ambito di un intrigo servendo il quale si ottiene anzi la benevolenza di chi muove i fili.

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@ dalfattopassiamoaifatti.  “Chi vende farmaci e cure”, cioè le multinazionali farmaceutiche e altri giganteschi soggetti economici, è proteso alla “innovazione” cioè a immettere sul mercato nuovi prodotti, a maggior valore aggiunto. Sfruttando la circostanza che nella società attuale la gente sembra non stancarsi mai di chiedere nuovi farmaci sempre più meravigliosi. L’idea delle staminali panacea non l’ha inventata Vannoni; lui piuttosto la propaganda. Se fossi al posto dei magistrati, sarei interessato a conoscere cosa sa Vannoni, esperto di marketing, di tecniche di marketing come l’introduzione di prodotti decoy per influenzare i consumatori a favore di altri prodotti; dato che Stamina appare avere una funzione di questo genere.

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22 giugno 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di C. Daina “Novartis, generosità o secondi fini?”

Monocalpo: Nella Sua ultima asserzione del soprastante intervento, Lei afferma perentoriamente che senza difensori della scienza come me, non ci sarebbe stato il caso Stamina. Mi stupisca: mi spieghi il perché. Le prometto che la leggerò davvero con attenzione e senza pregiudizi.

@ Monocalpo. In generale, questa retorica bolsa e pomposa sulla scienza rende la scienza stessa fragile e manipolabile. Manipolabile il più della volte dall’industria medica, ma anche da uno scalzacani come Vannoni. Che in realtà, come spiego, è strumento di grandi interessi, che hanno permesso la sua incredibile ascesa. Se si fanno i santoni della scienza, poi non ci si deve meravigliare se arriva la concorrenza dei santoni esperti di marketing. Date le speranze messianiche, la propaganda massiccia e la censura sulle staminali ufficiali, a Vannoni è bastata la formula magica “staminali” per fare calare le brache anche a chi non era direttamente compromesso. Se invece vi fosse stato un approccio critico e scettico a questo hype sulle staminali ufficiali, Vannoni sarebbe subito apparso per un profittatore.

La alfabetizzazione scientifica deve riguardare anche la consapevolezza dei forti limiti della ricerca (consapevolezza sul campo; non come giaculatoria astratta), e anche le pesanti distorsioni economiche e sociali. Il decantato “metodo scientifico”, che, ci dicono diversi epistemologi, è un mito nella forma in cui lo si presenta, è nel migliore dei casi una grammatica, una sintassi. Necessaria, ma insufficiente. Non basta parlare in italiano corretto: bisogna vedere cosa si dice. Invece spesso il mitico “metodo“ non diviene che un grammelot usato per truffare.

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@ PLM2. Se c’è chi vende alberi degli zecchini, lo Stato che invece di arrestarli subito istituisce una commissione scientifica per vedere se quegli alberi fruttificano oro, non sta bloccando la frode: sta aiutando future frodi di alberi degli zecchini “scientifici”. La tua è la velina ministeriale. Chi sta in alto (esecutori, comunque), politici, medici, magistrati, hanno permesso e favorito che “cure” palesemente ciarlatanesche entrassero nel SSN, per propagandare le staminali. Hanno permesso e favorito che pazienti e genitori venissero crudelmente illusi, e aizzati, che il pubblico fosse disinformato, diseducato e disorientato. Ora, quando bisogna lanciare le staminali ufficiali paragonandole a quelle di Vannoni, chi sta in alto sta trascinando la cosa il più possibile: più pende più rende, in termini di propaganda; e c’è da salvare i colleghi di casta e compari nel raggiro, i medici di Brescia, dipingendoli come eroici “disobbedienti” alla truffa quando ne sono stati parte fondamentale. Così oggi 24 giu 14 abbiamo allo stesso tempo un’accusa per truffa e ordini dei tribunali di Pesaro e Venezia di proseguire la truffa. Però chi dice questo è affetto da turbe psichiche, secondo quelli come te, che in un Paese serio dovrebbero essere interrogati dai magistrati sui motivi del loro accanimento diffamatorio; e sui loro rapporti con “chi sta in alto”, e con chi trarrà soldi e prestigio da questa truffa a danno della salute, della serenità e degli averi dei cittadini.

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17 luglio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. De Felice “Contro Stamina, lo Stato siamo noi”

Sarebbe interesse del pubblico conoscere la differenza tra truffe di offerta e truffe di implementazione in medicina. I palazzinari che vendevano appartamenti senza impianto idraulico, coi rubinetti posati ma senza tubi dietro, attuavano una truffa di implementazione. L’offerta di una casa non è in sé fraudolenta. Vendere sulla carta la macchina del tempo che rende immortali è invece una truffa di offerta. Stamina è entrambe le cose. Implementa come con i rubinetti dei palazzinari un’offerta fraudolenta; offerta – va notato – che è quella data dalle promesse dell’ufficialità sulle staminali. Accusando Stamina considerandola esclusivamente come una truffa di implementazione si conferisce credibilità alla più generale truffa di offerta. E’ come perseguire la truffa della macchina per l’immortalità accettando la fattibilità: contestando solo che dietro al pannello coi bottoni e le lucette non c’è niente, non l’offerta in sé, che viene così “sdoganata”. Da qui buona parte dei paradossi del caso. Se ben presentate, le truffe di offerta della medicina acquistano facilmente grande credibilità e autorevolezza; e rendono tantissimo. A Brescia mentre per medici del suo ospedale universitario viene chiesto il rinvio a giudizio per Stamina l’università celebra, col ministro della sanità Lorenzin, il progetto “Health & Wealth” : l’esplicita ricerca del profitto tramite la medicina. Progetto che verrà favorito dallo sbugiardare, ma solo parzialmente, Stamina; e da manovre affini.

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3 ottobre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post ” Stamina, gli esperti bocciano il metodo Vannoni: “No alla sperimentazione” “

L’Accademia Francese delle Scienze rifiutò di prendere in considerazione invenzioni di macchine di moto perpetuo già dal 1775, quando la termodinamica doveva ancora essere scoperta. Alessandro Manzoni che la credenza che la peste fosse trasmessa dagli untori era un’assurdità e un’isteria collettiva lo comprese prima che sorgesse la moderna microbiologia. Nel 2014, per dichiarare che con l’acqua sporca non si ricostituisce il tessuto nervoso ci sono invece voluti studi di scienziati che hanno richiesto mesi, con un ritardo che ha causato danni incalcolabili a pazienti e cittadini. Ma qui bisognava fare attecchire nel pubblico l’idea che se si pronuncia la parola magica “staminali” allora può darsi che il miracolo promesso avvenga. E quindi, invece dell’arrivo del brigadiere e dell’appuntato dietro immediata telefonata al 112, per decidere c’è voluta una causa di beatificazione. Che, dopo anni, ha dato esito negativo, ma legittima il futuro riconoscimento di santi autentici; senza aureola ma con la fustella e un numero elevato di cifre ad indicare il prezzo.

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3 ottobre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Stamina, Lorenzin: “No a sperimentazione. Metodo che equivale alla cura dei maghi” “

Stamina è una truffa “a cera persa”. Costituisce la meravigliosa statua in cera di un sogno di libertà dalla malattia. Ora, dopo che si è lasciato per anni che il pubblico la ammirasse, è stata ricoperta da un involucro di argilla, di fango rappreso, e la cera viene sciolta ed evacuata. Al suo posto resta lo stampo, cavo, del sogno delle staminali. Verrà riempito con la colata di bronzo fuso delle staminali ufficiali, che non hanno altrimenti le caratteristiche materiali per poter reggersi da sole ed essere commercializzate onestamente (v. “Stamina come esca per frodi della medicina ufficiale”). O con altre bronzee “innovazioni”. Stamina è una truffa preliminare: l’opera d’arte finale verrà dopo. E’ una truffa ma anche un’operazione di marketing, tramite la quale non ci si limita ad agire sul mercato, ma si crea un nuovo mercato: così come la statua di cera serve a dare forma a un vuoto. Purtroppo il “rapporto tra giustizia e scienza” del quale parla il ministro diviene come animato dallo spirito di Benvenuto Cellini, quando i committenti di questi grandi e tozzi bidoni sulla salute sono quelli di colossali forze economiche.

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19 febbraio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post ” Stamina, commissione Sanità del Senato: “Via libera fu errore del Parlamento” “

Nessun errore. Un consumato mestiere, o un istintivo servizio al potere, da parte di medici, politici, magistrati, forze di polizia, media. Un’operazione in due tempi che istituzionalizza una truffa; con la quale si trasforma la speranza, impalpabile come gli altri contenuti del vaso di Pandora, in un lucroso prodotto commerciale, che si può inscatolare e prezzare. Prima, dando il via libera a Stamina, e fingendo di credergli, e dandogli pubblicità, si è trasformata nei consumatori la riposta speranza di immortalità nella speranza esplicita in una entità materiale, che ora tutti conoscono: le cellule staminali. Poi, sconfessando chi ha liberamente venduto questo fumo nelle piazze e nelle fiere, e riservandone la produzione agli scienziati seri e al grande capitale, lo si trasforma in un bene scarso, e in un bene economico rispettabile, che può entrare a testa alta e con tutti gli onori nel circuito legale. A beneficio dei pochi che lo producono, commercializzano e sostengono; dei “ricchi che rubano”, applicando un’espressione di Travaglio.

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4 marzo 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di G.C. Caselli “Firenze, la storia riscritta dagli squadristi”

Non sono d’accordo con forme violente di protesta, come l’impedire di parlare. Per ragioni di principio; di tattica, visto che chi si contesta è militarmente più forte (e non meno violento); e di strategia, perché permette di essere dipinti come aggressori da chi aggredisce. La storia la scrivono i vincitori; e spiace vedere Caselli che accosta le figure di chi ha lottato davvero ed eroicamente contro la mafia ai cupi interessi dei poteri forti. Ma non è il solo. Il 13 marzo, allo “Unistem day” a Milano, ho sentito il magistrato Santosuosso spiegare a un uditorio di studenti che “Il diritto alla salute non può andare contro la scienza”. Ciò che lui chiama “scienza”, il business biomedico, sono interessi economici resi giganteschi da metodi fraudolenti; descritti in dettaglio da un criminologo accademico come “da bastardi spietati” (Braithwaite) e da affermati ricercatori come letteralmente mafiosi (Gotzsche). Santosuosso, giudice, e professore universitario specializzato nei rapporti tra diritto e scienza, degli aspetti criminologici della “scienza” fa mostra di essere più ignaro di un bambino. Mi è dispiaciuto vedere in chiusura della lezione agli studenti, in un video con musica trascinante a manetta, da convention di promotori finanziari, con immagini a scansione rapida di lanci col paracadute, acrobati sul filo tra due grattacieli, Zanardi che gareggia in carrozzina, etc. , anche Falcone e Borsellino sorridenti.

@ Alzappone1. Che la ricerca biomedica sia corrotta è riconosciuto da innumerevoli commentatori; inclusi direttori del BMJ, JAMA, NEJM. In Italia, il forte riflesso alla suzione verso i potenti porta a negare l’evidenza, ad attacchi personali contro chi lo dice e a fare anche di peggio. Le cose sono più gravi di come le ho descritte. Il considerare “scienza” lo sviluppo di terapie che avranno fatturati per decine di miliardi, quando i casi di trucchi e truffe nel settore, a partire da truffe nella ricerca, sono descritti per migliaia di pagine, è un errore categoriale che favorisce crimini contro la salute. Il servirsi della scienza non rende necessariamente scientifica un’attività finalizzata al profitto. E’ come dire che siccome l’aritmetica non è un’opinione, allora un bilancio aziendale non può essere falso. Il metodo scientifico è orientato alla conoscenza pura; non garantisce onestà e disinteresse, ma li presuppone. E’ disonesto far credere che sia in grado di preservare dalle frodi. Il promettere successi terapeutici, come sulle staminali “scientifiche”, è marketing e non scienza: la scienza vera non può prevedere i suoi successi. E’ lo sviluppo attuale del “modello lineare” di produzione di ricchezza tramite la ricerca introdotto da Vannevar Bush (citato nella conferenza con Obama). La “scienza” che dà alla Pfizer margini di profitto del 42% necessita di marketing di Stato come Stamina; di cattivi maestri e magistrati amici; per la propaganda e il soffocamento della critica.

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18 marzo 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Gianbartolomei “Stamina, Davide Vannoni patteggia condanna a un anno e dieci mesi”

Parlare di “trionfo della scienza” perché finalmente si sono fermati soggetti “in divisa da ladro”, e gli è pure stato dato un paterno scappellotto, è come dare una cattedra di fisica per chiara fama a chi risponde “ma va la’ ” a quelli che credono che si possano piegare i cucchiai col pensiero. La corrotta ricerca biomedica ha bisogno di essere definita a contrario, non per i propri comportamenti e meriti, ma facendola apparire come baluardo all’oscurantismo; questo connubio teatrale, dopo tanto torpore, di “giustizia e scienza” appare piuttosto essere la manifestazione di una sotterranea intesa tra magistratura e grande business biomedico. Del resto lo Stato occupato dai corrotti si giova dall’essere definito non per la sua aderenza alla Costituzione, ma come l’opposto del terrorismo e della mafia; che quindi quando occorre aiuta sottobanco. Analogamente, prima di fare la faccia severa lo Stato ha permesso per molti anni a una volgare truffa di spacciare le sue assurdità ai malati e ai familiari. E – cosa perfino peggiore, ma che viene taciuta – di impiantare così nel pubblico aspettative false ma sentite sulla cura delle malattie; di rendere “regnant social expectations” (Callahan) le promesse irrazionali della scienza ufficiale sulle staminali; a vantaggio di quegli affari illeciti, troppo grandi e sofisticati per essere semplicemente definiti ciarlataneria, che i nostri magistrati, candidi come colombe, identificano con la “scienza”.

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19 marzo 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Tornago “Brescia, rettore assume ex segretaria Gelmini. Indaga Corte dei Conti”

Pecorelli, ginecologo, è sia il rettore dell’università della quale gli Spedali civili di Brescia sono il policlinico, sia il presidente dell’Aifa. Cioè comanda sia nell’ospedale pubblico che ha accolto i magliari di Stamina, sia nell’agenzia statale che dovrebbe assicurare la “scientificità” dei farmaci. Non è strano? Solo se si bevono le veline mediatiche: Stamina fa sembrare scientifiche le terapie ufficiali, e aiuta la pretesa di una farmacologia al di sopra della legge, e che si fa legge. Il trasformare la “health” in “wealth” necessita di questi “stunt” di marketing, e di certi pupari.

E anche di amici nelle istituzioni. Nella primavera del 2014 ho assistito a una scena agghiacciante. All’università di Brescia Nicola Gratteri ha prima, parlando di come combatte gli ndranghetisti, trascinato l’uditorio; me compreso, che ho antenati delle sue parti e trovo affinità perfino fisionomiche, oltre che culturali, con Gratteri; e poi è stato zitto e sorridente, facendo da testimonial, mentre Pecorelli esponeva il progetto “Health and wealth”. Un progetto che vuole fare affari sulla salute; che non può funzionare senza frodi, senza impunità e aiuti istituzionali alle frodi, senza la soppressione delle voci di denuncia; nella migliore tradizione paramafiosa delle nostre istituzioni e classi dirigenti. Altro che assistere alla puncitina.

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14 aprile 2015 Blog de Il Fatto Commento al post di Marco Bella “Sindone: quando la storia può essere rigorosa quanto la scienza”

Vorrei chiedere agli storici e ai sociologi se la presenza della Sindone a Torino abbia influenzato l’esoterismo laico, cioè massonico, per il quale è nota questa città, stimolando, nello stesso campo del magico, del misterico, una reazione di segno opposto; o parzialmente contrario, dati i legami tra i due gruppi di potere. Es. l’importante museo egizio. Questa “guerra tra maghi” mi sembrerebbe un paragone un poco più calzante del contrasto tra dibelliani e oncologia ufficiale, che non quello tra dibelliani e “autenticisti” uniti contro la Verità Scientifica avanzato da Marco Bella. Il cancro è una risorsa economica prima di essere un oggetto di studio scientifico. L’imponente scienza del cancro è una scienza debole, viziata dal “profit motive” e intrisa di fideismo scientista, che fa da paravento e strumento a enormi interessi economici. Una “scienza” che quanto ad applicazioni, cioè cure, con rare eccezioni gira a vuoto, o gira al contrario, in senso iatrogeno, e fa così ottenere guadagni sempre crescenti a danno dei pazienti. I progressi terapeutici reali sono modesti, e di cancro si continua a soffrire e morire. Una scienza che, come nel caso Stamina, si fa bella paragonandosi alla ciarlataneria e alla superstizione non potendo splendere di luce propria. Una “scienza” che, irrazionalmente, fa dei torti altrui le proprie ragioni.

@ Gianni Monroe. Vede il suo non è solo un arbitrario relativismo etico. E’ un relativismo epistemico, nell’interpretazione dei fatti. Ed è un “relativismo” coerente con la frode. Per lei l’establishment scientifico (Tomatis), che come è costume dei benpensanti lei chiama “comunità scientifica” è una forza buona che smaschera le vergogne. Invece i dati indicano che la sua forza buona è in forte conflitto di interesse, essendo condizionata dall’industria, e le vergogne contribuisce a crearle e a nasconderle. Non si dovrebbe contare sul buon cuore della “comunità scientifica” per impedire le stragi per frodi biomediche, delle quali casi come il Vioxx sono la parte visibile dell’iceberg, imponente e tuttavia minoritaria rispetto a ciò che non si vede. Affidare la custodia del pollaio alle volpi in termine tecnico si chiama “cattura normativa” (una delle finalità di quella tragedia e farsa del caso Stamina). La si può rivestire come fa lei con panni filosofici, di uno scetticismo sulle fondamenta, a suo dire elusive, dei principi per i quali es. non si può uccidere una persona per impossessarsi dei suoi beni; ma restano sofismi che danno forma estetica a sovrastrutture culturali che coprono forme di sfruttamento parecchio brutte.

Lei dà come entità primitive l’indifferenza dei valori morali, che non sarebbero che mere convenzioni sociali, e allo stesso tempo la “bellezza” della “comunità scientifica”, che ci proteggerebbe dalle frodi. La frode c’entra perché con questa “business ontology” così svergolata uno dei principali attori della frodi biomediche strutturali, l’establishment scientifico, viene posto in una posizione privilegiata di controllore delle frodi stesse. Così es. basta fare in modo, con la compiacenza e la partecipazione delle istituzioni dello Stato, che a Stamina, una banale frode che normalmente sarebbe durata 30 minuti, il tempo dell’arrivo del maresciallo dei CC, vengano invece fatte assumere dimensioni giganti, per poter presentare per contrasto una comunità scientifica corrotta come il baluardo contro la ciarlataneria; con magistrati come Guariniello e Santosuosso che come lei commentano inneggiando alla “scienza” quando dovrebbero controllarne gli abusi, coonestando una cattura normativa che è anche “deep capture” (Hanson e Yosifon), cioè cattura culturale.

Invece per me non c’è bisogno della filosofia per assumere che la medicina non deve nuocere al paziente a favore di chi la vende. E occorre prendere tristemente atto (v. Gotzsche, cit.) che la ricerca scientifica ai nostri giorni non è la cura, ma è parte della patogenesi. La volontà di rappresentare posizioni, interessi, e rapporti di forza senza infingimenti è già un orientarsi verso la soluzione.

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6 giugno 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post “Stamina, no della Cassazione al metodo di Vannoni: “Nessuna validità scientifica” “

Consideriamo tre tipi di banconote: quelle autentiche; quelle ben contraffatte, così da sembrare vere; e quelle contraffatte in maniera pedestre, es usando una fotocopiatrice, facilmente riconoscibili come false. Chiamare “tecnicamente imperfetto”, come ha fatto la Cassazione, il ridicolo trattamento Stamina è un po’ come chiamare “tecnicamente imperfette” le banconote grossolanamente contraffatte con una fotocopiatrice. E’ un abbassare lo standard a favore delle contraffazioni ben fatte; che appare essere una delle finalità di questa truffa di Stato a favore del business farmaceutico, che calpesta gli interessi dei pazienti e del pubblico. Truffa che vede le posizioni dei magistrati aderire fedelmente al copione, dalle turbinose giravolte delle prime fasi alla precisione millimetrica del presente denouement.

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7 luglio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post “Stamina,”Vannoni è genio ma criminale” il pm chiede due anni per truffa”

La “genialità” di Vannoni è un’altra di quelle giustificazioni della magistratura che ricordano il passo del Manzoni “gl’Amplissimi Senatori quali Stelle fisse…”. In effetti la ciarlataneria, che venne definita da un osservatore “ars turpissima sed profunda” – due secoli prima di Galilei – una volta che sia smascherata a volte appare ingegnosa, e profonda nel suo toccare i giusti tasti psicologici.

Ma lo Stato non è un villico ingenuo o una massaia smarrita: dovrebbe sapervi resistere senza difficoltà, e proteggere i cittadini bloccandola sul nascere. Invece ne è complice. Vannoni è stato solo un buon “con artist” che, con le spalle coperte, ha eseguito un copione scritto da altri. Copione al quale anche coloro che avrebbero dovuto fermarlo si sono fedelmente attenuti, come bravi attori o docili burattini.

Non è la presunta diabolicità di chi ha interpretato la parte del protagonista, che è proprio quella dell’irresistibile ciarlatano, che spiega come il marketing abbia potuto raggiungere questi livelli di criminalità. Ma è il marciume delle istituzioni, che sempre più vendono i cittadini a grandi interessi privati; in questo caso prestandosi ad una farsa propagandistica sulle staminali.

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@ Chiara Lestuzzi. Non mi sembra il caso di alzare la voce. Di “QUESTO” processo se ne occuperanno quelli come lei. Di fatto qui, commentando l’articolo, si parla della figura di Vannoni, che è indissolubilmente legata all’affare Stamina, e di come essa sia stata plasmata dai magistrati, insieme ai media. E anche, visto che lei è di quelli che tendono a ridurre il reale al giudiziario, di QUEI mancati procedimenti della magistratura che hanno permesso e favorito la resistibile ascesa di questo “genio”.
Per valutare ciò che i magistrati fanno e non fanno relativamente a un problema, in questo caso Vannoni, credo che sarebbe appropriato applicare quella che in statistica si chiama media armonica pesata.

@ Chiara Lestuzzi. La sorte di Vannoni è secondaria. Siamo nell’era del capitalismo cognitivo: su alcuni temi lo schema “guardie e ladri”, con i mariuoli che scappano col malloppo da una parte e i carabinieri coi baffoni che li inseguono dall’altra non è adeguato. L’azione giudiziaria, male impostata e opportunamente modulata, può divenire strumento di convincimento di massa; di costruzione di un’ontologia, cioè di credenze condivise che percepiamo come la realtà. Anche a favore di interessi che comportano gravi lesioni dei diritti umani e costituzionali. Segnalo il post “Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale” nel mio sito.

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24 luglio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di Cittadinanzattiva “Strage di Piazza della Loggia, l’impegno dei cittadini alla lunga paga”

@ Keynez. La cure demenziali e sciacallesche di Stamina e di Simoncini fanno entrambe sembrare al confronto razionale e nobile la corrotta e avida “scienza” biomedica ufficiale, oggi controllata dalle multinazionali. Un poco come il terrorismo spinse la gente a stringersi attorno alle corrotte istituzioni dello Stato. A Brescia, 40 anni fa la bomba, oggi Stamina, sono entrambe state rese possibili e favorite da forze istituzionali che poi si sono presentate come salvatrici della patria per il terrorismo, e come novelli Galilei che salvano la “scienza” dal baratro per le staminali di Vannoni. Una differenza è che questa volta i neofascisti veneti di sicuro non c’entrano. (Curiosamente, pure Vannoni e Andolina provengono dalla ex “frontiera calda”, incubatrice di trame, che è stato il Nord Est).

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10 dicembre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di ItaliaDallEstero “Legge Stabilità: il caso Stamina non ci ha insegnato niente”

Il caso Stamina è un esempio di “bayesanesimo fraudolento”: non ci sono sufficienti prior, sufficienti evidenze precliniche che giustifichino test su umani, cioè la sperimentazione clinica con staminali per le malattie neurodegenerative (una passeggiata, con RCT che sono plasmabili come il pongo). I prior, le credenze a priori, sono stati costruiti sollevando aspettative con la lunga telenovela Stamina, grazie a medici, politici, magistrati, media. Sono prior non scientifici, ma emotivi e culturali. Che ora, fatta fuori Stamina, vengono messi a frutto a beneficio della ricerca “vera” cioè del business.

Il caso Stamina è anche un esempio di molinismo scientista. Nelle Lettere Provinciali Pascal si oppone al molinismo dei gesuiti, volto a giustificare i peccati dei più forti. Anche dove i loro teologi sostengono che non vi sia truffa dei maghi e degli astrologi se questi sono abili e diligenti nelle loro arti: “diligentia a mago apposita est pretio aestimabilis”. Invece della invereconda truffa Stamina, una sofisticata manipolazione con tutti i crismi dell’attuale “rigore scientifico”.

Il resto, se a dettare lo sviluppo della speculazione debbano essere direttamente gli investitori tramite “la scienza”, come vuole Nature; o se debbano esservi una opzione preferenziale dei preti, che ci hanno messo le mani con il ricercatore di mons. Paglia, e una lasagna per i politici, è una questione di spartizione del grisbi.

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3 novembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Fabbretti “Omicidio Bruno Caccia, perché dopo 33 anni manca ancora la verità”

Forse alcuni omicidi eccellenti hanno avuto, al di là dei moventi contingenti, al di là della criminalità che ha fornito gli esecutori, una funzione politica di “pulizia antropologica”: sono serviti a marcare come proibiti alcuni tipi umani. Nel capitalismo alcuni tipi umani, tra i quali il magistrato integerrimo, sono un’anomalia sistemica e non devono esistere, ha scritto Castoriadis. Il fatto che dopo 33 anni “manchi ancora la verità” da parte di quelli che dovrebbero essere i colleghi di Caccia sembra confermare che uccidendolo sia stata soffocata una varietà rara, una autentica diversità antropologica, impedendo che si riproducesse con l’esempio e l’insegnamento.

Commento al post “Roma, Guariniello possibile capo gabinetto di Raggi: “Sto decidendo””

Guariniello e i 5S hanno in comune due tratti congiunti. Da un lato non sono compromessi col generale mangia-mangia casareccio, e hanno qualche merito nel contrastarlo. Dall’altro tendono a perorare cause che sembrano progressiste e invece finiscono puntualmente per favorire i poteri forti più potenti. I 5S hanno appoggiato Stamina, Guariniello, molto lentamente, l’ha contrastata. Il duetto tra i due cori, durato anni, ha costituito una mega-propaganda a beneficio delle staminali ufficiali (v. “Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale”).

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2 dicembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Margottini “Corsi de il Fatto Quotidiano: da Human Technopole a Xylella, per le inchieste scientifiche serve metodo”

censurato

Alla giornalista Margottini, laureata in matematica, segnalo che spesso il giornalismo scientifico e le frodi a fini di lucro della biomedicina sono intimamente legati in uno schema che chiamo “bayesanesimo fraudolento”, riconducibile al teorema di Bayes. Le probabilità a priori di ottenere un dato risultato, cioè la valutazione della plausibilità biologica delle possibili vie sulla base di ciò che si conosce, sono sostituite dallo scegliere ipotesi che si conformino alle aspettative a carattere magico del pubblico, distorcendo ad hoc la teoria; e dal farle sembrare raggiungibili attraverso campagne mediatiche. Ciò è facilitato dall’impostazione empirista che considera i trial clinici – facilmente manipolabili – non una verifica ma la fonte unica di verità. Il caso Stamina mostra come politici, giornalisti e magistrati si occupino di gonfiare le probabilità a priori; così da indirizzare la ricerca e aumentare artatamente la valutazione positiva a posteriori del raggiungimento di effetti clinici*. Rendendo in questo modo “entrenched” quelle che poi si rivelano, come era prevedibile, “underperforming big ideas”**, criticate come pericolosamente viziate da aspettative fideistiche perfino dalla servizievole FDA ***.

*Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale. Sul mio sito.
**Joyner et al. What happens when underperforming big ideas in research become entrenched? JAMA, 28 lug 2016.
***Marks et al. Clarifying stem-cell therapy’s benefit and risks. NEJM, 30 nov 2016.

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17 dicembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Politi “Papa Francesco, 80 anni amari. In Vaticano è sempre più sotto attacco”

Il papa ieri nel circondarsi di bambini malati, seguiti al Bambin Gesù, si è soffermato sulla piccola Noemi, ora in lista d’attesa per una terapia sperimentale dell’opedale pediatrico vaticano; mettendole in testa la sua papalina. E’ toccante, ma il cappello papale non è il rifugio più sicuro per un bambino malato. E’ invece un ottima copertura per forze che nella ricerca amorale del profitto si comportano come orchi. Nel 2013 papa Francesco aveva usato Noemi per patrocinare Stamina*. Collabora così ad un’operazione di diseducazione e regressione culturale: la traslazione della medicina verso il magico, con la medicina ristretta a quella “scientifica”, in realtà commerciale e corrotta, magia buona, e alle medicine “antisistema”, in realtà ciarlataneria classica aggiornata, magie dubbie o cattive. Un riarrangiamento analogo a quello già architettato nel ‘600 per legittimare la magia dai gesuiti contro i quali si scagliò Pascal nelle Lettere Provinciali. Lunga e sana vita a Bergoglio, come a chiunque. Ma bisognerebbe considerare anche la salute e la longevità delle persone comuni e dei bambini vittime di operazioni che sotto mentite spoglie sono più vicine, nelle finalità, nelle pratiche e nei tradimenti istituzionali, all’Argentina di Videla o alla Sicilia del cardinale Ruffini che al Vangelo.

*Stamina, il Papa un giorno intero al fianco di Noemi, in attesa di nuove cure. Corsera Brescia, 6 nov 2013.

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10 gennaio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. La Cara “Terapia genica, Luigi Naldini: “Così l’esistenza di molti bambini è cambiata in meglio”

@ Beta. Lei non vede i gravi pericoli della operazione malattie rare; e neppure la corruzione diffusa nella ricerca, ammessa pure da molti ricercatori. Sapesse quante cose avvengono a sua insaputa. Credo che prima di accusare di “complottismo” bisognerebbe considerare il concetto di “crimine dall’alto”, una generalizzazione della “eversione dall’alto” di Gramsci e dei “ricchi che rubano” di Travaglio. Sull’innocenza dell’establishment biomedico su Stamina, in questi giorni si addebita alla “psicosi” del pubblico la corsa indiscriminata al vaccino antimeningococco dopo che si è sollevata la paura per una pseudoepidemia costruita ad arte. Questo mostrare indignazione o sconcerto per ciò che si è suscitato lo chiamo “i rimproveri della maitresse”. Sono d’accordo con lei che molte persone si approfittino di gente disperata per lucrare.

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4 aprile 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Marfella “Autismo, tumori e disabilità: quanto influisce l’inquinamento sulla nostra salute?

Ricordo il dr. Marfella, che dice di essere schierato dalla parte dei cittadini, a fianco al Procuratore generale di Brescia a una conferenza dove si lanciavano allarmi sui danni alla salute da inquinamento nel bresciano, accomunandolo alla Terra dei Fuochi. Platea di studenti, cioè di minori, scelta a mio parere imprudente, per non dire censurabile*. Marfella accosta l’inquinamento anche alla ”epidemia” di autismo; schierandosi a fianco all’ufficialità, incluso Mattarella, in un’operazione di creazione di malattia per via culturale. La bufala dell’epidemia di autismo da vaccini serve da standard negativo per fare sembrare scientifiche le manipolazioni sull’autismo dell’ufficialità; come Stamina al confronto fa sembrare credibili le promesse fantasiose dell’ufficialità sulla rigenerazione del tessuto nervoso. La chemio, fallimentare, viene valutata paragonandola alla follia del metodo Hamer. Su questo sito M. Mirabella, che ha gravi responsabilità per forme di deleteria pubblicità direct-to-consumer mascherate da divulgazione, sembra un difensore dell’onestà scientifica, essendo mostrato a sbeffeggiare una “raeliana”. Il dibattito è coartato a magia bassa contro magia alta. Per un esempio di terza campana, v. autismo in “Primo non curare chi è normale. Contro l’invenzione delle malattie”, Boringhieri. L’autore dopo avere diretto la nosografia psichiatrica ufficiale ne è divenuto un critico.

*La post-camorra. Dai tagliagole alla chirurgia ingiustificata della tiroide.

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25 maggio 2017

Blog Bye-bye Uncle Sam

Commento al post di P. Cammerinesi “The smoking gun”

Quando devono eseguire ordini inconfessabili le nostre istituzioni mescolano rigidità prussiana e sciatteria fricchettona. Es. con Moro finsero sia inflessibilità kantiana, “lo Stato non tratta”, sia inettitudine fantozziana sul piano poliziesco, per evitare di salvarlo. Pecorelli, mentre a Washington come presidente dell’AIFA riceveva istruzioni sull’operazione che avrebbe portato alle odierne leggi draconiane sulla vaccinazione dei bambini, era anche dominus di fatto del grande ospedale pubblico che fa da policlinico all’Università di Brescia, come rettore e primario. In quella veste, associata per di più a quella di presidente dell’ente di valutazione scientifica dei farmaci, è stato incredibilmente corrivo: gli Spedali Civili aprirono le porte a Stamina, una truffa da quattro soldi, dandole peso e credibilità.

Non si tratta di rigore né di lassismo, ma di esecuzione di direttive. La rigenerazione di tessuti solidi con staminali è un progetto fantascientifico, di grande suggestione, ma che non riesce a soddisfare i criteri di scientificità, a partire dalla plausibilità biologica. Allora, essendo anche un business, si è ricorsi al sistema dello standard inverso, negativo invece che positivo: si comparano sul piano dell’immagine i prodotti ufficiali non con gli standard di efficacia e sicurezza che dovrebbero raggiungere, ma con quanto di peggio, con versioni volgarmente ciarlatanesche, per farli sembrare seri e validi al confronto, anche se restano inefficaci e dannosi (1). Le versioni pop, che costituiscono a loro volta un business, permettono anche di stimolare liberamente le aspettative del pubblico sulle asserite proprietà miracolose, addirittura la ricostituzione del tessuto nervoso. Le credenze a priori fittiziamente elevate falsano nel verso desiderato le verifiche sulle staminali ufficiali, consentendo standard più bassi e interpretazioni compiacenti. Le staminali spudoratamente fraudolente che servono da standard negativo ricevono il via libera, e anche appoggi e riconoscimento, dalle istituzioni, nella costernazione degli addetti alle staminali “scientifiche”. E’ un copione che in USA viene recitato da anni e su larga scala (2). Posso testimoniare che in Italia diverse istituzioni dello Stato hanno favorito in vari modi, anche tramite atti illeciti e infami, l’altrimenti impossibile operazione Stamina, tradendo ancora una volta il Paese in obbedienza ai poteri forti.

1 Stamina come esca per la medicina ufficiale https://menici60d15.wordpress.com/2014/05/04/stamina-come-esca-per-le-frodi-della-medicina-ufficiale/. La polarizzazione gesuitica. https://menici60d15.wordpress.com/2017/04/07/la-polarizzazione-gesuitica/
2 Joseph A. Texas leans into unproven stem cell treatments, to the dismay of scientists. STAT, May 16, 2017. Joyce M. Strip mall stem cells. Health News Review, March 16, 2017.

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30 maggio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Processo Stamina, quattro condanne a due anni per il filone bresciano”

Nel 1947 a Partinico fu assaltata una sezione del PCI. Due militanti furono uccisi, uno rispose al fuoco ferendo G. Ofria, mafioso locale, braccio destro di un massone latifondista. La polizia fece passare Ofria, sicario, per una delle vittime. Tra gli uccisi vi era il padre di Giuseppe Casarrubea, che, divenuto storico, ha commentato: “La cosa incredibile non è, tuttavia, solo l’equivoca attività d’indagine degli inquirenti, quanto il fatto che i giudici sia a Viterbo, sia a Roma, non svolsero nessun approfondimento autonomo, e si appiattirono acriticamente sui rapporti di polizia. Anzi fecero di peggio. Non solo rimossero il problema dei mandanti ma concessero le attenuanti ai correi della strage”*.

Nel processo per quel remoto fatto di sangue nella Sicilia di Bernardo Mattarella ci sono state manipolazioni, influenze esterne, circostanze storiche e conseguenze per il Paese che si possono comparare con l’odierno fare figurare Reg. Lombardia, Min. della Salute e AIFA tra le vittime; con l’assoluzione dalle accuse appropriate, truffa e associazione a delinquere; e con l’appiattimento sui voleri della “money-driven medicine” nell’elevare acqua sporca a “farmaco imperfetto”, una falsità madornale che serve lo schema fraudolento del quale Stamina è solo una componente**; schema che chiarisce movente principale e mandanti dell’imbroglio, che sono stati rimossi.

*Casarrubea G. “Fra’ diavolo” e il governo nero.
**Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale.

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13 luglio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Lanaro “Vaccini, Lorenzin: “Solo una piccola parte della popolazione pensa che facciano male”. Senatrici M5s la contestano in Aula”

La truffa Stamina, che la Lorenzin dipinge come l’antiscienza debellata dalla scienza della quale è paladina, ha potuto avvampare perché gli ha aperto le porte l’ospedale universitario di Brescia. L’allora rettore dell’Università di Brescia, il ginecologo Pecorelli, è lo stesso che nel 2014 è andato in USA a prendere ordini per l’operazione vaccini. Che un rettore, e presidente dell’AIFA, permetta l’introduzione di una truffa di basso conio nell’ospedale pubblico del quale è il dominus è impensabile. Come se dei carabinieri pilotassero il terrorismo.

Stamina ha dato credibilità alla corrotta scienza medica ufficiale; il terrorismo servì a stabilizzare le storture del sistema di potere. Oggi da commenti su questo blog si apprende che la rivista di intelligence Theorema ha come presidente del comitato scientifico il gen. dei CC Mario Mori e il reduce delle BR Valerio Morucci come collaboratore. Fu il telefonista che indicò dove avevano lasciato il cadavere di Moro.

Lo Stato dovrebbe dare indicazioni mediche corrette. Invece fa dei cittadini carne per l’industria medica, e li induce per reazione alla pericolosa illusione, utile al business anche più delle cure forzose, che siano capaci di scegliere tra le offerte della medicina. Un valido motivo per opporsi alle iniezioni obbligatorie è l’inaffidabilità di quelli che occupano le istituzioni, che appaiono recitare copioni scritti altrove, come i loro predecessori all’epoca del terrorismo.

@ Manuel Fantoni. Grazie. Oggi viviamo in un mondo complesso. Non dobbiamo più zappare per vivere, ma dobbiamo vangare studiando per andare oltre il superficiale, dove spesso non solo la versione ufficiale, ma anche l’opposizione consentita sono confezionate a favore di grandi interessi.

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31 dicembre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. La Cara “Stamina, morta la piccola Sofia. Storia della bambina “farfalla” che i genitori hanno voluto curare con metodo Vannoni”

L’industria farmaceutica, vista la crisi delle scoperte reali e il calo dei profitti, si sta in parte convertendo da volume based a value based. Dal venderne tanti al venderne pochi ma costosissimi. Le malattie rare sono la miniera del value based: consentono “facilitazioni”, cioè abbassamento delle prove di efficacia e aumento dei prezzi. Plausibilità, razionalità ed etica sono sostituite, col marketing, v. Telethon, dall’emotività. Stamina, ciarlataneria pura, è servita da standard negativo per far sembrare valida la scienza ufficiale, sofisticata ma gracile e obbediente al business. E per introdurre l’idea delirante che le improbabili cure di patologie complesse siano prodotti da attendersi. Osservando che la cura Telethon per una malattia genetica, come è quella di Sofia, Strimvelis, costa 665000$, in USA ci si chiede se queste cure non manderanno in bancarotta il sistema sanitario. Considerando l’esiguità delle prove scientifiche presentate e i prezzi astronomici, esperti hanno proposto per lo Strimvelis e simili un rimborso se non funzionassero. Ma è un altro trabocchetto. Si stanno lanciando gli screening neonatali, che chiuderanno il cerchio della frode creando, con la scusa della diagnosi precoce, falsi pazienti e quindi falsi successi; e maggior volume. Stamina è stata una truffa piccola in appoggio, complice lo Stato, alla truffa grande; come un compare del Grande Mago che inscena il mago “rivale” scarso per fare sembrare credibile e potente la pozione del Grande Mago.

@ Valter Fiore. Se “è ovvio” che non si sono mezzi di verifica scientifica solida, dovrebbe essere ovvio non salutare i prodotti come scientifici e non accettare lo “extortion pricing”. G. M. Weinberg* spiega come vi siano sistemi troppo complessi per i metodi analitici e troppo organizzati e poco numerosi per quelli statistici. Verso i campi che più corrispondono a quest’area cieca, dove le verifiche sull’efficacia sono difficili, il business orienta la ricerca. Sia con le malattie rare, che presentano altre caratteristiche che facilitano successi fittizi, es. penetranza e espressività variabili. Sia come lei dice con l’oncologia “personalizzata”. Con i biomarkers e i farmaci “tissue-agnostic” si sta spezzettando il cancro e precludendo la verifica statistica, l’unica disponibile, già criticabile. I due campi di elusione della scientificità tramite “la scienza” confluiscono: è stato detto che “un giorno tutti i tumori saranno malattie rare”; l’AIFA, ente controllore che lavora per i controllati, sta inserendo terapie per sottotipi di tumori comuni nel fondo farmaci orfani.

Si vuole che a decidere gli acquisti dei farmaci sia “la scienza”. E’ sconsiderato, o eversivo, che lo Stato obbedisca ad articoli di riviste scientifiche, controllati dal business; ma prima ancora, le prove di efficacia presentate sono scarse e dubbie. C’è invece tanta propaganda, con bambini in sedia a rotelle o morenti soccorsi da angeli in camice bianco, che copre trucchi da usurai anaffettivi.

*An introduction to general systems thinking. Weinberg & Weinberg, 2011.

@ Valter Fiore. Lei precisa di non avere detto zuppa ma pan bagnato: senza trial in doppio cieco di adeguata potenza e privi di bias non si può neppure supporre di avere ottenuto risultati positivi per le malattie genetiche. A meno di risultati eclatanti, definitivi, impliciti nel battage propagandistico, ma poco probabili, dove i ciechi riacquistano la vista e i paraplegici l’uso delle gambe; che non si vedono. Un tempo si diceva che se c’è bisogno di analisi statistica per evidenziare i risultati l’esperimento non è riuscito; oggi si stanno sforbiciando gli standard statistici di prova fino a ridurli a simulacri.

Il Kymriah che lei sceglie a esempio non ha solo un costo di 475000$. La stessa Novartis propone di non farlo pagare se la leucemia non risponde entro un mese. Ma, ha osservato un medico esperto in drug pricing, nel trial chiave per il Kymriah il 25% dei responders a 1 mese ha avuto una progressione a 6 mesi. Prasad – che ha pubblicato diverse analisi sull’inefficacia di tanti costosissimi antitumorali “innovativi” – ha osservato che la finestra di rimborso a 1 mese permette di incassare senza dare in cambio benefici, e dovrebbe essere estesa a 3 anni. Inoltre il farmaco come gli altri della sua classe causa con elevata frequenza, prossima al 50% in uno studio riportato dalla ditta produttrice, gravi effetti avversi immunologici e neurologici, che possono arrivare ad essere mortali. Una cura dagli effetti così aleatori e volatili somiglia più a un contratto di vendita di speranza a prezzi e condizioni usuraie a chi è disperato che a un risultato valido. Io, che non condivido il suo ottimismo alla Pangloss, li chiamo “contratti gotici”, per la nota di cupa disumanità delle scelte alle quali costringono.

@ Valter Fiore. Purtroppo in molti casi la descrizione del prodotto farmaceutico in termini commerciali è più semplice, lineare e coerente di quella in termini del vantaggio al paziente. Le ricordo che siamo nell’era dei pacchetti malattia-cure: la malattia viene definita e la diagnostica stabilita nell’ambito dello sviluppo dei servizi e trattamenti da vendere. Es. epatite C, o tutto il settore delle sovradiagnosi, dal PSA all’angiografia TAC per l’embolia polmonare. O le “malattie” nuove (Appleby J. Ads, Not Research, Create Some Pharma Best-Sellers. Medscape, 16 maggio 2017). C’è un sondaggio che chiede ai medici “Which comes first: drug or disease? Marketing and medicine” (Medpage, 5 dic 2016).

Andrebbe affermata la capziosità della pratica dell’attribuirsi valore in base a standard negativi. In questi giorni una “sinistra” che serve l’assolutismo globalista tenta di “rifarsi una verginità” tuonando contro il fascismo dei fez e gagliardetti. Già Pasolini nel ‘75 diceva che era per questo che i fascisti non venivano liquidati. L’antimafia, limitata alla cancrena dei mafiosi da film, è un paravento per la malattia sistemica di base, la diffusa cultura mafioide. Stamina è stata introdotta nel SSN dall’ospedale dove era rettore il presidente dell’AIFA. La validità scientifica per prodotti clinici corre su una scala logaritmica: si può essere allo stesso tempo 100 volte più scientifici di Stamina e 10 volte meno scientifici del minimo dovuto.

@ Valter Fiore. Non aderisco a “teorie politiche unificanti”. Mi limito ad osservare che sofismi di poteri diversi prendono la stessa forma, cosa che non dovrebbe sconvolgere troppo. Sono colpito dalla sua onesta ammissione, mentre parla di scienza, di non riuscire a vedere isomorfismi tra fenomeni diversi, neppure quando le vengono indicati. Un po’ meno dai suoi criteri per l’introduzione di nuove pratiche mediche e per la loro valutazione a posteriori. Per lei “il PSA si è rivelato meno specifico di quanto sembrava essere, tutto lì” A parte che si è rivelato anche meno sensibile, per il suo scopritore Ablin il suo impiego nello screening è stato “una gigantesca truffa che ha provocato un disastro di salute pubblica” (Ablin R, Piana R. The Great Prostate Hoax: How Big Medicine Hijacked the PSA Test and Caused a Public Health Disaster. St. Martin’s Press, 2014). E’ sicuro di usare gli stessi pesi quando valuta i pro e i contro delle pratiche mediche vecchie e nuove?

@ Valter Fiore. Il risultato di discorsi come i suoi, contraddetti da esperti e istituzioni, è stato ed è la creazione illecita di innumerevoli invalidi, uomini resi incontinenti e impotenti senza reale giustificazione con un test che si sa essere non valido, quindi dolosamente. Non c’è bisogno di evocare “grandi disegni” dove la perenne e ubiquitaria pulsione ad approfittare di una posizione di potere, e di uno stato di debolezza altrui, inquina il rapporto medico paziente, in maniera inqualificabile. Sotto la maschera sacra e grottesca dello “scientifico” unito al giudizio soggettivo del medico allignano comportamenti di rilevanza criminologica. La medicina non può essere una collezione di scuse per fare soldi sbolognando impunemente cure ingiustificate anche a danno del paziente. Mi dispiace, ma non è piacevole leggere le sue contorsioni.

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22 maggio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Giuseppe Conte e il caso Stamina: nel 2013 fu legale della bimba che i genitori volevano curare con i metodi di Vannoni”

Stamina è stata una operazione di marketing, e una farsa criminale, gestita dallo Stato a favore dei poteri forti. Si è inscenato uno scontro tra due modi diversi, ma non mutualmente esclusivi, e anzi complementari, di lucrare sulla medicina a danno della salute e dei beni dei cittadini. Va contro la salute la parte in commedia del protagonista , di chi come Conte spinge per la “libertà di cura”, tipico ideologismo liberista che sembra progressista ed è un bidone; corrispondendo di fatto alla “libertà di truffa” (questo carattere ‘bifronte’ è ricercato dalle forze che servono il potere fingendo di stare dalla parte della gente). Va contro la salute anche la parte dell’antagonista; di chi, come la papabile alla presidenza del consiglio Cattaneo*, ha usato una truffa livello Vanna Marchi come standard negativo per propagandare e dare credibilità alle promesse “scientifiche” ufficiali, sofisticate ma anch’esse ciarlatanesche, sull’asserita individuazione del giacimento aurifero della rigenerazione di parti di organi solidi tramite staminali. E’ contro la salute anche il ruolo dei macchinisti di Stato che dietro le quinte hanno alimentato e retto il gioco per anni; e si sono occupati inoltre di reprimere le voci che lo avrebbero messo a rischio, con sistemi da codice penale che troverebbero l’approvazione dei mafiosi che dicono di combattere.

Vedi: Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale.

*Gastaldi G. Il Fatto, 7 mag 2018.

@ luigiboschin. Li conosco i fatti. E Iacona, che una volta ha parlato di “apertura di prateria per noi giornalisti” in campo biomedico, non è una fonte molto attendibile. Semmai tu dovresti spegnare la tv e leggere materiale di prima mano; anche sulle gravi responsabilità dei giornalisti nelle frodi mediche; su come le notizie giornalistiche false o distorte costituiscano atto medico e provochino danni alla salute su scala collettiva; e sui “conflitti di interesse” tra verità e multinazionali generose e riconoscenti che corrispondono ai grassi e verdi pascoli di Iacona.

@ luigiboschin. La tua figliola non ha “i FATTI”, come scrivi, e neppure ha i fatti; anche se ha lavorato da giornalista insieme a un PM. Questa collaborazione conferma piuttosto quanto denuncio. Una giornalista non dovrebbe “lavorare insieme a un PM” come scrivi; ma di fatto è successo questo, nell’ambito di un’operazione di marketing di Stato che ha diffuso false concezioni a favore di business illeciti. E dove Iacona e coll. hanno fatto la loro parte. A danno del pubblico; mentre ne hanno beneficato in diversi, inclusi magistrati e giornalisti; che in effetti lavorano insieme, in questi casi. Una sociologa della scienza, Jasanoff, ha osservato come la propaganda medica tragga credibilità dagli interventi giudiziari. Quello che dici di non capire sul lavoro di tua figlia è il genere di concetti definito da Maynard Keynes: “è difficile fare capire una cosa a qualcuno il cui stipendio dipende dal non capirlo”. A non capire certe cose ci si guadagna; fino ad arrivare a Palazzo Chigi. Mentre a non farsi i fatti propri si hanno seri guai. In USA c’è un dibattito sui conflitti di interesse dei giornalisti biomedici (c’è anche chi parla di “checkbook science”). Es. “Real harm to real people from shoddy PR news releases” Health News Review, 19 gen 2016. Da noi c’è chi sostiene l’incomprensibilità del concetto mentre vanta una collaborazione col celebre Guariniello.

@ luigiboschin. Tu vai all’insediamento del presidente degli USA. Ah no, quello era Gelli, con Carter. Tu vai a cena da Donald Trump. Holy canasta. I’m impressed. Interessanti i legami multipli di tua figlia giornalista, con Guariniello, Iacona, e l’entourage di Trump. I soldi del canone RAI obbligatorio sono spesi bene. Le compagnie farmaceutiche uccidono impunemente; “are getting away with murder”. Sono le parole del tuo amico Trump, Che però si è subito dimostrato ottimo amico di quelli che chiama assassini, mettendoli in posti di governo importanti e legiferando a loro favore. Credo che sia la stessa tecnica dei “populisti” (in realtà, demagoghi) nostrani; e quindi la partecipazione alla farsa criminale Stamina fa curriculum. Buona fortuna a voi che “la vita la viviamo in diretta” (ma attenti agli effetti omicidiari della medicina che servite).

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23 maggio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Ruccia “5s-Lega, Travaglio: “Conte? Chiarisca suo curriculum. Vedo molti cani da riporto trasformarsi in cani da guardia””

Ieri 22 maggio 2018 il Congresso USA ha approvato la legge “Right to try” voluta da Trump, contro il parere – fondato, anche se sua volta non disinteressato – delle società scientifiche; variante del “diritto alla libertà di cura” del quale Giuseppe Conte è paladino. Il “diritto a tentare”, è stato osservato, “esporrà pazienti vulnerabili al rischio di seri danni, incluso il morire prima e in maniera più dolorosa” (M.A. Carome, Public Citizen). Frenerà anche la ricerca di cure efficaci, sviluppate con criteri scientifici, o meno antiscientifici, a danno dei futuri pazienti. Mentre favorirà indebitamente il business. Il cambio di vocazione evidenziato da Travaglio è reciprocante: è vero che i cani da riporto ora fanno i cani da guardia. Ma quelli che si presentano come cani da guardia rivelano inquietanti congruenze con i soliti Melampo, il cane da guardia che nel libro di Collodi era d’accordo con le faine.

@ flamenco. L’angoscia per familiari malati la conosciamo tutti. Anche la pulsione a tentarle tutte è un pensiero domestico, familiare a tutti noi. Oggi però, nel terzo millennio, le conoscenze acquisite mostrano che legalizzando i tentativi disperati si crea una situazione che chiamo di “efficienze divergenti”: diminuisce l’efficienza delle cure e del trovare cure più efficaci, e aumenta l’efficienza economica, il profitto. Un affossare sempre più nella condizione di ‘vinti’ i malati, e incamerare sempre più soldi dall’altro lato. La via relativamente più efficace, e quindi la più etica, è quella razionale, anti-istintiva, non quella emotiva, che viene sollecitata ad arte e infiorettata da speculatori senza cuore.

Il problema oggi è se i governanti rappresentano il popolo o il potere. Si può fare a meno di valutare la buona fede di un candidato alla guida del paese. Lasciando ciò al frate confessore. Al cittadino è sufficiente il fenomeno, cioè l’aderenza di fatto del candidato a potenti ideologismi (appoggiati anche con mezzi criminali, posso dire) a vantaggio del potere e a danno del popolo.

Il “diritto a tentare”, argomento che fu di Berlusconi, è un pessimo affare anche in campo politico. Come in medicina, dovrebbe piuttosto vigere lo “aviation model”. Le cure e il governo del Paese dovrebbero avere garanzie tendenti a quelle che si hanno salendo su un aereo che non cadrà, e non essere esperimenti sulla pelle della popolazione.

@ elpolloloco91. Legga meglio, ho scritto che è paladino della libertà di cura. Come è chiaro dall’averla portata ad argomento nel perorare un’istanza che andava a favore di un “diritto” a che i contribuenti finanzino le truffe mediche più volgari. Dall’essersi speso nella creazione di strutture di sostegno e propaganda a favore di questo “diritto”. E dal fatto che, cattedratico, ha portato argomentazioni giuridiche a sostegno; assai deludenti. Come del resto tanti magistrati, ha ritagliato un facile caso iperuranio ignorando incredibilmente di stare ricalcando un argomento capzioso, a favore di colossali interessi illeciti del mondo terreno della malattia e dell’economia; di stare cucendo una veste giuridica, perché abbiano forza di legge, su slogan probabilmente usciti dalle grandi agenzie di public relation.

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28 maggio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Sla, “i trapianti di cellule staminali umane cerebrali sono sicuri e si potranno fare in numero illimitato””

Uno studio fase I non può provare l’ipotesi di efficacia, salvo risultati eclatanti (come i miracoli promessi per le staminali); ma può contraddirla, e questo studio appare come una falsificazione dell’ipotesi sperimentale di efficacia terapeutica. Dire che il risultato è positivo perché il trattamento non ha peggiorato la malattia, che ha proseguito il suo corso uccidendo il 60% dei soggetti selezionati, e dire che il trapianto si potrà fare illimitatamente quando per ottenere ciò che ad essere ottimisti è un intervento inutile si sono scartati 1002 pazienti su 1020 (il 98%), è un esempio di ‘research spin’, di presentazione capziosa dei risultati. Lo studio appare viziato anche riguardo all’endpoint primario della sicurezza. La mancanza di peggioramento in soggetti con tessuto nervoso già distrutto dalla malattia non prova che l’iniezione di staminali nelle corna anteriori del midollo spinale (luogo della patologia) sia sicura, come invece scrivono gli autori. Se si vuole verificare se un intervento potenzialmente demolitivo su linee telefoniche non causa danni non è un buon disegno (similmente agli studi affetti da ‘immortal time bias’) considerarne l’effetto aggiuntivo su linee telefoniche già abbattute da una bufera.

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20 giugno 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Eleonora Bottaro morta di leucemia, i genitori condannati per aver rifiutato la chemioterapia. La madre: “Rifarei tutto””

Sentenze del genere sarebbero benefiche se la medicina e la magistratura operassero, al contrario di ciò che avviene, in modo da separare nettamente le cure oneste e razionali da quelle disoneste e irrazionali. Né la diffidenza per l’oncologia ufficiale né gli avvisi contro le terapie alternative sono infondati. Nel buon governo sia cure pazzoidi come quella Hamer, sia cure “scientifiche” in realtà volte al profitto a danno del paziente sono bandite. Nel cattivo governo si lasciano entrambe e si fa credere – anche con una magistratura troppo credulona o troppo amichevole col business biomedico che sfruttando una eccezione manda un messaggio generale – che il discrimine sia tra le cure alternative, che sono palesemente sballate, e cure ufficiali, che non sono razionali e oneste come dicono, arrivando a usare come moltiplicatore di profitto i pesanti effetti avversi. Le persone, se lasciate senza guida onesta, e indotte a credere alla “libertà di cura”, la perniciosa illusione – voluta dal business e propagandata qui dai magistrati – di poter scegliere da sé, nel tentativo di trovare una via si alterneranno tra la padella e la brace; perdendo le parti valide della medicina ufficiale; o cadendo in cure ufficiali inefficaci e pesanti. Il pubblico dovrebbe rifiutare la “libertà” di scegliersi il guaritore, e con essa il caveat emptor, e pretendere invece una unica medicina cui potersi affidare, onesta e razionale, depurata da predatori e commensali grandi e piccoli.

22 giugno 2019

La sentenza è arrivata nella “giornata nazionale” delle leucemie. Una condanna della magistratura è un efficace strumento di marketing e propaganda (Jasanoff); meglio, di persuasione, data la minaccia che contiene. Il giorno dopo a Torino i medici del Civile di Brescia sono stati assolti in secondo grado dalle già annacquate accuse per Stamina. Il comportamento consapevole dei luminari di uno dei maggiori policlinici universitari d’Italia non è stato meno ciarlatanesco, cialtronesco, malintenzionato e dannoso dell’inganno nel quale si sono ficcati i genitori puniti a Padova. Ma Stamina, patrocinata dall’avvocato oggi premier Conte, è la versione italiana di una frode propagandistica* in atto anche in USA e altrove; alla quale magistrati di tutta Italia hanno partecipato. Il procuratore di Milano Greco ha espresso stupore per lo scandalo CSM, aggiungendo che “i magistrati del Nord” quelle cose non le fanno. Al Nord diversi medici e magistrati si limitano al gioco grande, i servigi ai massimi poteri; blindati da rischi, date le protezioni sia occulte sia ideologiche. Chissà se il PM Greco, esperto di reati finanziari, ignora anche che le manipolazioni della medicina come queste hanno una natura, e una struttura, finanziaria. Frodi quotate in Borsa, che sfruttano la copertura e la libertà di azione della medicina; la più bassa espressione delle arti della finanza, per il sangue di cui grondano e per il volume.

*v. ‘Stamina come esca per le frodi della medicina commerciale’.

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8 novembre 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Bauducco “‘Ndrangheta, la procuratrice della Dda ai sindaci del Milanese: “Non avete più alibi, entrate a far parte del capitale sociale dell’antimafia””

”… gl’Amplissimi Senatori quali Stelle fisse, e gl’altri Spettabili Magistrati qual’erranti Pianeti spandino la luce per ogni doue, venendo così a formare un nobilissimo Cielo, altra causale trouar non si può del vederlo tramutato in inferno d’atti tenebrosi, malvaggità e sevitie che dagl’huomini temerarij si vanno moltiplicando, se non se arte e fattura diabolica, attesoché l’humana malitia per sé sola bastar non dourebbe a resistere a tanti Heroi, che con occhij d’Argo e braccj di Briareo, si vanno trafficando per li pubblici emolumenti.”. Un milanese di altri tempi. Voi invece iscrivetevi al “capitale sociale dell’antimafia”. Approfittate. Mantenendo in vita la mafia dei paesani e raffigurandola come una criminalità inestirpabile, lo Stato, lo stesso Stato dell’impunità per Piazza Fontana e della verginità antifascista tramite le stragi, vi permette di porvi sulla testa le aureole dell’antimafia, e potere così fare liberamente gli amministratori juke-box, a favore di altre grandi forme di sfruttamento; quelle dei poteri globalisti, del capitale finanziario che stanno spogliando l’Italia. Così come i magistrati e le forze di polizia tra un mafioso e l’altro fanno i juke-box, suonando tutti e solo i dischi decisi da chi “calls the tune” in operazioni come Stamina a Brescia o l’Ilva di Taranto.

@ fabrip.  Tante sentenze, 10^6 € in spese legali per gli Spedali Civili, NAS al “lavoro” per anni; quando sarebbe bastato un maresciallo esperto in truffe di strada per fermare Vannoni. Volendo lanciare le underperforming staminali, l’ordine, diramato da un policlinico dove il rettore ha portato da Washington gli ordini sui vaccini, è stato di suonare una musica giudiziaria che scambiasse di posto 3 entità. La medicina pazza (Stamina) è stata messa al posto di medicina disonesta. La medicina disonesta (promesse staminali ufficiali) al posto di quella onesta. La medicina onesta (denuncia delle frodi) al posto di quella pazza.

Taranto. Per tagliare l’industria pesante e convertirla nell’industria medica si è ordinato di suonare una musica che, date 2 cause di aumento di incidenza di cancro, inquinamento (a) e sovradiagnosi (b), fornisse la coonestazione della magistratura all’ingigantire oltre il vero a; e allo stimolare b, censurando sulla sua presenza e spingendo verso di essa gridando alla peste; fino al livello truffe di strada, es. Bonelli che dice che metà dei bambini di Taranto si ammala di cancro. Risultato non solo forni spenti e operai a casa. Anche aumento in futuro di incidenza di diagnosi di cancro.

In entrambi i casi clero regista e all’incasso. Rispetto ai voleri dei poteri sovranazionali preti, polizie e magistratura vanno contati tra i focolai di corruzione.

V. Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale. ILVA. dal cancro nascosto al cancro inventato.

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Blog de Il Fatto

14 gennaio 2020

Commento al post di M. Martucci “Cellulare e tumori, una sentenza conferma il nesso. E ora la posta in gioco è sempre più alta

Il settore biomedico è il più corrotto (Braithwaite, Gotzsche); la medicina, col suo potere persuasivo come pratica antropologica e l’intricato versante tecnico rende facile e sicuro nascondere danni reali e inventarne di falsi. Non si dice al pubblico del previsto “tsunami of iatrogenic harm” (Mandrola) da app mediche degli smartphone*; mentre si agita un rischio cancro aiutando così sia le sovradiagnosi di cancro a fini di lucro, sia interessi extramedici.

Impressiona come e quanto i magistrati siano partecipi. Es. a Brescia e Torino oltre a decretare un nesso cellulari-neoplasie sono già stati determinanti per Stamina, la truffa pro Pharma**, modulando il loro intervento massimizzando l’effetto disinformativo a danno della tutela della salute e coprendo le spalle ai responsabili istituzionali.

Disgustato, anche dalla promiscuità dei magistrati, mi rifugio nelle letture sulle buone pratiche di ricerca. Ma non c’è scampo: il libro di A. Field ‘An adventure in statistics’, Sage 2016, considera la sentenza nostrana sul cancro da cellulari -“In October 2012 Italy’s highest civil court supported Innocente Marcolini’s claim…. “ – per spiegare il metodo scientifico. Come esempio negativo. Il nesso che la nuova sentenza conferma è quello tra magistrati e medicina fraudolenta.

*I’m a Heart Doctor. Here’s Why I’m Wary of the New Apple Watch. Medium, 17 Set 2018.
**Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale.

bobovitz: “Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale”
Sinceramente, hai mai pensato di consultare uno bravo?

@ bobovitz. Un modo per vendere un prodotto che non funziona è raffrontarlo con uno ancora peggiore. Ciò è stato fatto per le promesse miracolistiche sulle staminali ufficiali, facendo spuntare e crescere versioni cialtronesche di cure miracolose con staminali; in USA si sono registrati tanti casi. In Italia abbiamo avuto Stamina. Non credo che uno psichiatra onesto considererebbe questa tesi motivo per intraprendere cure. Stamina è stata lanciata a Brescia dal più grande ospedale pubblico, sede universitaria, della regione modello per la sanità; essendo il rettore dell’Università di Brescia, Pecorelli, presidente dell’ente per il controllo scientifico dei farmaci, l’AIFA. Forse uno bravo vedrebbe comportamenti psicotici nelle istituzioni responsabili. Lasciando da parte la psichiatria, “tu sei matto” è l’argomento dei borsaioli colti in flagranza.

bobovitz: Vedo che non hai seguito la vicenda Stamina (o l’hai seguita ma non l’hai capita), motivo per cui passo oltre.

@ bobovitz. Capire una truffa è decostruirla e ricomporla (ci si riesce se si possiedono sufficienti conoscenze sul merito e le circostanze). Il primo passo è proprio non accettare la storia che presenta. Storia che a volte ha più di un livello. Es. non credere all’imbonitore che per accattivarsi la fiducia sbugiarda, dicendo il vero, un astante che in realtà è il suo compare. Ma queste cose non le devo certo spiegare a te.

15 gennaio 2020

Commento al post di L. Gaita “Cellulari e tumori, gli scienziati discutono su sentenza. Polichetti (Iss): “Studi non sufficienti per un verdetto così”. L’Isde: “Nessun stupore””

Uno dei criteri classici di causalità in epidemiologia (Bradford Hill) è la presenza di correlazione dose-risposta. Es. più sigarette si fumano più aumenta il rischio di cancro del polmone. Qui abbiamo, nella comunicazione al pubblico, una correlazione inversa. Si tace degli effetti cancerogeni accertati da radiazioni EM ad alta energia, quelle da TAC*, ionizzanti, capaci di alterare il DNA; e della insufficiente attenzione a questo pericolo nel prescrivere esami radiologici**. Mentre si cerca a tutti i costi di fare figurare un simile effetto, nonostante l’evidenza cercata e non trovata, delle radiazioni a bassa energia. L’inversione della correlazione dose-risposta può essere considerata come indice di disinformazione. Qui è associata al silenzio anche sui danni autentici da cellulari, quelli iatrogeni da app mediche***. Quel che è peggio alimenta l’allarmismo che favorisce le lucrose sovradiagnosi di cancro. Mette la credibilità delle sentenze al servizio del perverso marketing biomedico; e scredita una magistratura già collusa rispetto ad una ricerca biomedica che il business, dopo averla resa strumento di frode, vuole sia riconosciuta come supremo legislatore e suprema magistratura.

*Overall Cancer Incidence 24% Greater for Those Exposed to CT in Childhood or Adolescence. BMJ, 2013.
** Personalized and Conscientious Medical Imaging. To Image or Not to Image. Jama, 2017.
*** Artificial Intelligence Is Rushing Into Patient Care—And Could Raise Risks. Sci Am 2019.

18 gennaio 2020

Commento al post di P. Gentilini “Cellulare e tumori, la sentenza di Torino è una pietra miliare. Per me una boccata d’aria”

Gli ideali vanno a male, e il liberismo accelera la putrefazione. Es. da Gramsci a Renzi. Gotzsche, parlando della degenerazione della Cochrane, da lui cofondata e che oggi l’ha espulso, riporta come ogni singola ONG crescendo finisca con l’operare in maniera diametralmente opposta ai fini per cui fu fondata. Da Tomatis – pure lui cacciato da ciò che fece grande – che combatté la cancerogenesi da prodotti industriali, ai “medici per l’ambiente” che non fanno pulizia in casa propria, la medicina, ma usano l’inquinamento come spauracchio per aumentare la sporcizia domestica delle sovradiagnosi di cancro. Il livello di conflitto di interesse e di corruzione in medicina è da non credere, dice Gotzsche nel descriverlo. Ma magistrati che parlano di conflitti di interesse qui mi ricordano, oltre a Manzoni “a giudicare per induzione, e senza la necessaria cognizione dei fatti, si fa alle volte gran torto anche ai birbanti”, Iago che dice a Otello “Guardatevi dalla gelosia, mio signore”: ne osservo da anni gli interventi in campo biomedico, e posso mostrare come nelle operazioni di suggestio falsi e suppressio veri a favore del business biomedico ci si tuffino e ci sguazzino. Anche in questo caso, dove mentre si dice di opporsi alla corruzione ci si arrampica sui vetri per lanciare un allarme inconsistente che favorisce le sovradiagnosi di cancro e depista dai cancri veri da radiazioni ionizzanti da esami radiologici e dai danni iatrogeni da app biomediche degli smartphone.

@ Valter Fiore. Lo spiega es. il cardiologo Mandrola*, che in precedenza ha definito uno “tsunami of iatrogenic harm” gli effetti da attendersi da app mediche. V. anche Artificial Intelligence Is Rushing Into Patient Care—And Could Raise Risks. Sci Am 2019.

E sui cancri dalle radiazioni ionizzanti delle TAC non necessarie? La testimonianza giurata di non conoscenza da parte di una persona competente come lei è effetto dell’impostazione commerciale, che fa intraprendere e diffondere le cosiddette ‘fishing expeditions’ per acchiappare una pagliuzza essendo omertosi sul pilone da viadotto appenninico.

*I’m a Heart Doctor. Here’s Why I’m Wary of the New Apple Watch. Medium, 17 Set 2018. Screening for Atrial Fibrillation Comes With Many Snags. JAMA, 7 ago 2018.

@ Valter Fiore. I wearables e la relativa disinformazione aggiungono, sfruttando la ‘gizmo idolatry’, un ulteriore livello di generatori di sovradiagnosi e quindi di danni iatrogeni alla salute; la cui responsabilità piuttosto che agli ipocondriaci va addossata agli organi regolatori, e a chi ne intasca i benefici, medici “scocciati” inclusi. Le CT scan inutili non sono solo uno spreco. Causano malattia e uccidono, per cascade effects da incidentalomi e anche per effetto diretto provocando cancri. La medicina difensiva è una scusa, e un illecito*, per giustificare gli interessi di lucro di una medicina che è tutta privata, nelle impostazioni e nella dottrina: anche la medicina pubblica oggi è il terminale pubblico di una medicina privata. Le indicazioni e le prassi sono dettate, complici i politici (e magistrati), dal business; che ne raccoglie i profitti, anche indebiti, tramite il prelievo fiscale**. Da qui la recente simpatia per la medicina “pubblica” dei pescecani del business biomedico. “Fishing expedition” in biomedicina è un termine dispregiativo che indica il cercare di produrre risultati a tutti i costi; con mezzi scorretti come l’abuso delle subgroup analysis e il p-hacking. Lei applica la comune confusione tra exploratory e confirmatory research, che è come fare passare la raccolta di voci su eventuali reati per il verdetto di condanna della Cassazione.

*V. La medicina difensiva come scusa e come illecito.

**V. Le frodi mediche istituzionalizzate come tasse occulte.

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25 maggio 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post “Sclerosi multipla, trapianto di staminali cerebrali umani in 15 pazienti. In valutazione effetti terapeutici”

“Scevra da qualunque problematica etica o morale” ? L’elenco di tali problematiche è in realtà lungo. Es.:

1 Conflicts of interests: “Potential profits from stem cell interventions are massive, and may incentivize investigators to overstate successes or underreport adverse events”.
2 Informed consent: Once stem cells are implanted, patients cannot be guaranteed the right to leave a trial, due to possible migration and growth of cells.
3 Risk-benefit Ratio: Benefits unclear from current animal model studies, risks include both those of surgery and of the stem cells themselves.
4 Patients are also vulnerable to sensational claims made in the media by proponents of stem cell interventions.*

5 Uno dei temi tipicamente evitati dai bioeticisti: l’etica della plausibilità biologica. E’ improbabile che una patologia progressiva, a localizzazione multifocale e imprevedibile, nel più denso, intricato e irrecuperabile dei parenchimi possa curarsi con un trapianto. E’ invece plausibile che le definizioni di comodo e le fluttuazioni della sclerosi multipla facciano figurare successi spuri.

6 La pratica letteralmente criminale di eliminare le voci di dissenso tecnico. La “purezza” vantata richiama le frequentazioni del suo certificatore, il rappresentate del Vaticano Paglia, con il rappresentante dei magistrati Palamara; e ambienti connessi.

* Ethical clinical translation of stem cell interventions for neurologic disease. Neurology, 2017.

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13 maggio 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Strage di Piazza della Loggia, accolta l’istanza di revisione. Nuovo processo per Maurizio Tramonte”

Dopo mezzo secolo la magistratura non è ancora sicura su quanto può dire sia avvenuto in Piazza Loggia il 28 maggio 1974, tanto che considera di ripensarci sull’esito carcerario, già esiguo, tardivo e poco rappresentativo del complesso di responsabilità? Ieri 12 maggio 2022 ho rinnovato al presidente della Corte d’appello di Brescia Castelli, al procuratore generale di Brescia Rispoli, al presidente del Tribunale di Brescia Masia, mie considerazioni sulla recente sentenza di assoluzione dei medici di Brescia per la truffa Stamina. Truffa e assoluzione che a mio parere hanno rilevanza per l’anomalia costituita dalla strage covid nel distretto di Corte d’Appello di Brescia nel 2020, e per i relativi procedimenti giudiziari. La richiesta di copia della sentenza di assoluzione, 11 aprile, non è stata soddisfatta. I fatti più gravi e scottanti sono scritti su fogli che la magistratura mantiene nei decenni accartocciati e riaccartocciati, così che sono leggibili solo in forma frammentaria e confusa. Mentre è lesta nel fermare con sistemi sommari chi quei fogli vorrebbe dispiegare.

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2 febbraio 2023

Blog de il Fatto

Commento al post “Stamina 2, assolto in appello il pediatra Marino Andolina: “Non sono felice, penso a tutti i morti” “

Sarà contento tra gli altri “l’antisistema” Ingroia, che lo candidò 1. Andolina, in armonia con la concezione della legalità di ambienti ai quali è legato 2, affermava che “chi si oppone alla terapia Stamina va perseguito per legge” 3. E’ stato accontentato, applicando “codici” di quelli da loggia trapanese: chi è stato fermato è chi ha indicato la mano dei grandi interessi della biomedicina in una ciarlataneria da due soldi trascinata per anni e anni da medicina ufficiale, magistratura e media 4. Così come non è stato senza conseguenze – conseguenze di natura simile a quelle che hanno lasciato Messina Denaro imprendibile per 30 anni – indicare alla magistratura che l’avere permesso la truffa Stamina nel più grande ospedale della Lombardia, dominus il capo dell’AIFA che portò da Washington gli ordini sui vaccini, ha rilevanza per la localizzazione nello stesso distretto di Corte d’appello dell’anomalo picco di mortalità del 2020 che è servito da giustificazione delle leggi marziali irrazionali e nefaste; e per la nomina di Crisanti, Imperial college, a consulente dei PM 5. Certe scelte di consulenti, es. Tumbarello, parlano più delle sentenze.

1 Gli strani “compagni di letto” di Ingroia.
2 Truffa Staminali, Andolina “ho lavorato per i servizi segreti”. Giornale di Brescia 25 mag 2021.
3 BresciaToday 17 feb 2013.
4 Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale.
5 Il livello Scarantino, palazzo Zanardelli e la strage covid in Lombardia orientale.

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10 febbraio 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Pietrobelli “Inchiesta sui tamponi rapidi, a processo ex primario e la dg dell’Azienda Zero (Regione Veneto)

C’è un’analogia con lo schema Stamina*: si persegue un illecito per avvalorarne un altro, ufficiale, preso come standard corretto; preso apoditticamente allora, e contro l’evidenza a posteriori oggi. Qui lo standard da mantenere sacro è la nefasta versione Imperial College-Crisanti su come contrastare la pandemia recludendo il Paese in un sanatorio; con le misure dettate da Crisanti in Veneto messe a fare da falsa riprova rispetto alla strage in Lombardia orientale causata dalla poca fede nel Verbo, sempre secondo il copione**. Standard che dati i morti che sono serviti alla sua dimostrazione dovrebbe essere oggetto di indagine, di una magistratura che invece lo dà per sacro dall’inizio, partecipando così a una manipolazione dove tutte le parti istituzionali sono pupi e servono la stessa morale della storia.

Ho appena finito di leggere “I soldi della P2. Sequestri, casinò, mafie e neofascismo: la lunga scia che porta a Licio Gelli” (A. Beccaria, F. Repici, M. Vaudano; 2021, editoriale il Fatto quotidiano). Descrive come la magistratura ha “dragged her feet”, favorendo l’impunità sui mandanti dell’uccisione di un suo valoroso esponente, Bruno Caccia. E aiuta a comprendere la reale consistenza della magistratura davanti ai delitti commissionati da mandanti di massima scala.

*Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale.
**Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale.

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4 giugno 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Papa Francesco su Rai 1: “Le apparizioni della Madonna? Non sempre sono vere”. È la prima volta nella storia che un Pontefice è ospite in uno studio tv” “

I miracoli sono un’immagine platonica netta e ben delineata, che siamo predisposti ad accettare come vera: wishful thinking. Esprimono una concezione poco rispettosa della divinità, dipingendola come una specie di capobastone o di politico locale che può salvare o no a seconda di quanto lo si prega.

Tra le incongruenze logiche, una divinità farebbe in modo di mostrare come inequivocabile il suo intervento. Non ci dovrebbe essere bisogno di accertamenti, commissioni, etc. Si ricorre allora a trucchi da imbonitore. Incluso quello dello standard negativo: riconoscendo per truffaldine sceneggiate del genere di Trevignano si legittima il potere di dichiarare miracoli “veri”. Come ribadisce qui Bergoglio.

Lo standard negativo è usato anche per i miracoli laici. Ricordo i cori degli ultrà del Brescia con lanci di bengala davanti al duomo pro Stamina, la truffa grossolana che ha legittimato le promesse di miracolo delle staminali ufficiali; sulle quali anche il clero ha interessi. C’è il wishful bias anche per i miracoli laici: il presidente della Corte d’appello che ha lasciato impunito l’inoculo della ridicola truffa Stamina nel SSN ha di recente ammonito contro l’accusare i medici senza avere le competenze tecniche; e allo stesso tempo li ha lodati come magnifici per il covid, nonostante le caratteristiche iatrogene della strage covid locale, mostrando di sentenziare a sentimento, come minimo.

*Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale.

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23 giugno 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Finte vaccinazioni Covid per ottenere il green-pass: la Procura di Ravenna chiede il rinvio a giudizio di 227 persone”

In Svezia tali accuse sono impossibili, in assenza dei ricatti mafiosi di Stato (senza che si siano verificate le sciagure minacciate da Mattarella e c. per giustificarli). I giudici svedesi hanno invece condannato a 2.5 anni un luminare italiano, Macchiarini (The deadly legacy of a stem cell charlatan. BMJ, 21 giu 2023).

In Italia i magistrati sono zelanti nel punire chi elude l’esproprio del proprio corpo, e assolvono i luminari che hanno introdotto la ciarlataneria Stamina (1) nel SSN agli Spedali Civili di Brescia (assolsero anche Macchiarini). Non solo. Il presidente della stessa corte che ha assicurato l’impunità alla ciarlataneria bresciana sulle staminali – e presidente di Magistratura democratica – propugna una “vicinanza” tra magistrati e medici (2). Come Nordio (3). Non solo. Magistrati e forze di polizia perseguitano, con sistemi che dovrebbero essere materia per le loro DDA, chi denuncia frodi ufficiali “deadly” come quelle di Macchiarini e Stamina e quelle deadly sul covid.

I nostri magistrati sono attratti dalla capacità di trasformare il crimine di alto bordo in legge data da una medicina zombie, catturata dal peggior liberismo. Ma per contribuire alla metamorfosi, con un diritto zombie, non per opporvisi.

1 Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale.
2 Castelli G. Magistrati e medici: più vicinanza di quanto si creda. Brescia medica, feb-mar 2023.
3 Processi, più tutele ai medici. Nordio: filtro come per i giudici. Corsera, 19 ott 2004.

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13 agosto 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Travolge il barista con l’auto ad Alba: “Sei vaccinato”. Ora è indagato per tentato omicidio: il video”

Oltre che definire i torti e le circostanze, si dovrebbe considerare tra le ipotesi che questo scontro tra due dissennati – e altri che forse seguiranno – che nella forma in cui è riportato dai media fa da bilanciamento alle infamie provax, sia stato più o meno indotto, se non concordato. Come ai tempi, che ci si illude siano passati, degli “opposti estremismi” pilotati dal Viminale. Ho un filmato di quando sono stato gratuitamente aggredito e ferito a colpi di rastrello nell’entrare a casa. Mostra che uno degli aggressori dice di avere avuto istruzioni dai CC su come agire. Non ho reagito, evitando la rissa. Ho solo chiamato il 118. Aspetto ancora spiegazioni da magistratura, CC e Comune di Brescia (dopo l’accaduto, e dopo fanali spaccati e auto graffiata, gli aggressori hanno sostenuto che quello non fosse suolo pubblico, in quanto il Comune l’avrebbe affidato a loro; nonostante non vi fosse alcun cartello; quando chiedo di nuovo spiegazioni mi arrivano multe anomale, sanzioni costruite ad arte, etc.). In quel periodo avevo descritto come Stamina fosse una frode grossolana, come al Civile di Brescia l’avessero immessa nel SSN per propagandare le grandi promesse sulle staminali ufficiali, e come la magistratura reggesse il gioco.

Purtroppo, con l’operazione covid, nella quale sono implicati, i magistrati hanno preso la mano, insieme ai giornalisti, nel burocratizzare il loro ruolo, assumendo veline da Minculpop come verità acquisita e procedendo di conseguenza.

@ Hobbes. Quanti ricordi, eh? A proposito di città del Piemonte, ci sono equivoci peggiori. Es. tra il tartufo fungo e il tartufo tipo umano: “Tempo d’esami. Tema in classe «Descrivete la differenza fra il tartufo di Alba e il tartufo di Molière»” (Marcello Marchesi).

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26 ottobre 2023
Blog de Il Fatto
Commento al post di 30science “Covid, la grande truffa dei trattamenti con cellule staminali. L’allarme degli scienziati: “Non sono stati approvati o autorizzati”

Questi “allarmi”, questi appelli “a enti normativi e forze dell’ordine” a fermare le truffe hanno finalità non trasparenti. Se non si possono mostrare dei meriti reali si ricorre a uno standard negativo, a un infimo, rispetto al quale il prodotto da sbolognare sembri virtuoso. Analogamente all’uso della mafia di cosca come standard negativo che fa sembrare accettabile la mafia di Stato. Le truffe grossolane sulle staminali, lasciate operare (1) (come la mafia), fanno sembrare oneste le truffe ufficiali (2). Enti di controllo e polizie reggono il gioco. Applicando lo stesso sofisma gesuitico smascherato da Pascal nell’ottava delle sue Lettere provinciali: se le staminali – o i vaccini – hanno una forma di riconoscimento ufficiale, non importa quanto sgangherata (es. 3), allora sono “scienza” (4). Es. la Corte d’appello di Brescia ha assolto i medici del SSN per la rozza truffa Stamina. Il presidente subito dopo ha fatto l’occhiolino ai medici su un loro status privilegiato davanti alla legge (5). E’ a capo di Magistratura democratica, ma sui medici da equiparare ai magistrati nella non punibilità la vede come Nordio (5).

1 Unproven but Profitable: The Boom in US Stem Cell Clinics. JAMA, 2018.
2 Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale.
3 Anomalous Patterns of Mortality and Morbidity in Pfizer’s Covid-19 Vaccine Trial. 20 ott 2023.
4 La polarizzazione gesuitica.
5 Baruffe di corte: i baroni della destra e i mandarini della magistratura.

Tedbenner: basta con questi dico non dico: le truffe delle staminali sono solo lo spaventapasseri per coprie le truffe ben piú gravi dei vaccini anticovid. fa tutto parte della stessa mafia occulta, un complotto globale orchestrato dalla massoneria transnazionale con a capo mister no e la sua setta delle ombre agli ordini delle multinazioniali. ma noi teniamo l’elmetto e combattiamo, non siamo mica come quegli altri boccaloni, siamo speciali, piú furbi, vediamo le connessioni tra le cose, colleghiamo dati e avvenimenti. a noi non la si fa!

CENSURATO @ tedbenner: Bravo. Ti abbraccerei, se fosse possibile, e se il conseguente scampanellio delle bubbole del tuo copricapo non guastasse il pathos. Comunque è rincuorante vedere che c’è qualcuno che ha il coraggio di parlare; una voce particolarmente autorevole, stante la sua posizione di troll a latere*. * I troll a latere. In: I due sillogismi di Gomez e la giustizia “dai cinesi”. Sito menici60d15.

@ tedbenner, pubblicato: L’appello al conformismo, il minacciare di venire additati come complottisti, è un argomento da magliari. Ha una sua efficacia. Comunque è incoraggiante – ed è indice del livello delle attuali “istituzioni” – che giorni fa 8 elettori brianzoli su 10, dovendo scegliere tra Forza Milan Galliani e Cappato il promotore dell’omicidio medico (di concerto coi magistrati), non sono andati a votare. Salendo così il primo gradino della coscienza politica, quello di non credere alle vostre commedie e di non votare a proprio danno. Ci sono voluti decenni agli italiani per capire che i “compagni” non sono più quelli di Gramsci ma quelli di Renzi. Hanno capito che Grillo è un bait and switch. Che la destra è forchettona già lo sanno. Vediamo quanto ci vorrà per apprezzare l’inversione rispetto ai fini dichiarati di una sanità che ti vuole inoculare a tutti i costi mentre lesina l’assistenza standard. E l’inversione di una magistratura che proclama che Stamina ha una base scientifica, e che fa parlare la Costituzione come un ventriloquo il suo pupazzo, facendole dire e ribadire che è lecito togliere il lavoro a chi non si fa inoculare contro l’evidenza e senza altra garanzia che la parola degli indovini di corte. Può darsi che cresca la consapevolezza che il conformismo non paga, e porta alla rovina.

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Vedi anche:

28 novembre 2023. Due giorni in Questura. L’affinità tra la Sindaco di Brescia Castelletti e la Vicepresidente del Senato Ronzulli. In: I rituali zozzonici della banda Mattarella

Baruffe di corte: i baroni della destra e i mandarini della magistratrura

Quando la frode sta nel respingere i miracoli

I rintocchi funebri del marketing medico

Il livello Scarantino, palazzo Zanardelli e la strage covid in Lombardia orientale

I paradisi giudiziari per la grande criminalità biomedica

 

La legalità come finestra

1 May 2014

29 aprile 2014

Blog di A. Giannuli

Commento al post di S. Palidda “Gli abusi delle forze di polizia e la “civilizzazione della guerra”

 

Mi pare che ci sia un interesse politico di intimidire i cittadini mostrando loro che le forze di polizia sono capaci di commettere azioni violente e illegali; esibendo casi eclatanti, come i pestaggi mortali di soggetti indifesi. Ma gli abusi e le soverchierie sono di vario genere, e spesso restano sotto l’orizzonte mediatico. Parlando di abusi di polizia, e di abusi della magistratura, trovo utile il concetto di legalità non come soglia ma come finestra. Lungo un asse verticale di comportamenti a valore etico e politico crescente, polizia e magistratura si occupano di mantenere i comportamenti dei singoli e della popolazione tra due limiti, quello inferiore, che corrisponde a ciò che comunemente si intende per soglia di legalità, e quello superiore, sopra il quale i comportamenti, positivi o encomiabili sulla carta, lo sono un po’ troppo nella realtà, e vanno quindi fermati, perché contrari all’assetto generale della società e della economia. Presidiando la soglia inferiore e quindi proteggendoci dai “ladri”, “guardie” e magistrati ottengono da noi legittimità e consenso; proteggendo la soglia superiore ottengono i favori dei poteri forti.

Il concetto che polizia e magistratura si occupano anche di reprimere, con abusi, omissioni, parzialità, false rappresentazioni dei fatti e altri mezzi obliqui, comportamenti in sé eccessivamente onesti o eccessivamente consequenziali rispetto ai valori costituzionali, aiuta a spiegare molte loro posizioni. Linearizzando quella che Palidda chiama “l’anamorfosi dello Stato di diritto”, si potrebbero costruire grafici qualitativi delle finestre di legalità per ogni settore di attività, caratterizzandoli per livello medio e ampiezza della finestra. Io lo vedo nel mio settore, la medicina, un settore di primaria importanza dell’economia che deve il suo successo economico in gran parte all’uso di suggestioni antropologiche che spesso sono indistinguibili dalla truffa, e che quindi necessita di impunità e di repressione del dissenso per operare e crescere. In questo campo la finestra è spostata verso il basso e ha una soglia superiore bassa, così che crimini di alto livello sono attivamente protetti e favoriti da polizia e magistratura. Anche perseguitando chi denuncia; quelli che nel 1956 Calamandrei, nell’arringa difensiva per Danilo Dolci, chiamò “insopportabili importuni”.

L’autismo al tempo dell’individualismo

3 April 2014

23 marzo 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Vaccini, procura di Trani apre inchiesta su possibile connessione con autismo”

Sarebbe meritorio se qualche Procura indagasse senza pregiudizi, a 360°, sui fortissimi incrementi di diagnosi psichiatriche su bambini, e di conseguente somministrazione di psicofarmaci. La Procura di Trani invece rilancia un’ipotesi screditata; e quindi ricaccia ancor più nell’ombra i solidi elementi, non difficili da individuare, che imporrebbero di considerare – anche tramite indagini giudiziare – se il boom di diagnosi di autismo sia legato a sovradiagnosi (cioè a diagnosi “gonfiate”; alla “S. Rita”, per intendersi).

Così distorta, l’indagine della magistratura è un depistaggio e uno spot pubblicitario a favore del business dell’autismo; e non ridurrà i danni causati dagli eccessi sui vaccini, e dai loro pericoli, ma aumenterà i danni della epidemia di diagnosi di autismo. Bisognerebbe introdurre un reato di “propaganda di malattia”. Prevedendo aggravanti per chi fa di questi servigi agli interessi illeciti del business biomedico abusando dei mezzi e della credibilità che gli vengono dal suo ruolo di medico, giornalista, magistrato, amministratore pubblico.

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31 marzo 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.Spinazzola “Vaccini, le contestazioni in Rete e la comunicazione scientifica”

Scienza? La definizione e la diagnosi di autismo, o “disturbi dello spettro autistico” sono quanto di più arbitrario e proteiforme. Da casi gravi a piccoli disturbi, senza un denominatore comune univoco. Dai markers genetici al famigerato “occhio clinico”, passando per le definizioni stipulative e mutevoli dei chiacchierati esperti del DSM. Da malattia rara e peculiare a “epidemia” con incrementi esplosivi Si ammette che sia sovradiagnosticata, per l’influenza di fattori sociologici, come, in USA, i vantaggi che la diagnosi comporta per familiari e medici. Quali sono gli effetti dell’inclusione di casi di ritardo mentale nell’autismo? Qual è in questo calderone eterogeneo e cangiante dell’autismo il peso di varie eziologie; inclusi i casi, rari, ma non inesistenti, di danno neurologico da vaccino? Qual è il peso delle pressioni per estendere la diagnosi per vendere di più, creando allarme, disinformando, depistando, con i magistrati e i NAS che intervengono a orologeria – rafforzando quello che appare come un bias – insieme agli allarmi della letteratura “scientifica”, amplificati dai media?

Senza definire l’oggetto di cui si parla si può litigare all’infinito, tra gli zeloti che gridano “è scienza” senza mostrarla e senza rispondere nel merito alle critiche e gli zeloti che accettano a occhi chiusi la tesi che è tutta colpa dei vaccini. Qual è la definizione scientifica, e quali sono i conseguenti corretti criteri diagnostici dell’autismo? Se esistono.

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2 aprile 2014 – Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo

Blog de Il Fatto

Commento al post “Giornata autismo, da uno studio canadese “Spiegazione scientifica a introspezione”

Un bambino, una persona, su 80 affetta da autismo? Ma dove sono?
Non è che è una malattia che sta diventando “di moda”?
Lungi da me sottovalutare una malattia indubbiamente grave e per cui non ci sono ancora cure certe, ma mi sembra che vengano bollati come autistici anche bambini che sono semplicemente introversi, magari immaturi, senza concedergli il beneficio della crescita coi propri tempi. E questo non aiuta gli autistici veri che necessitano di aiuto.
E’ anche vero che il numero degli psicologi e psicoterapeuti ultimamente è lievitato a dismisura, e devono pur lavorare…..

@ Once in a while. Secondo quanto comunicato in questi giorni dal CDC, in 10 anni, dal 2000 al 2010, la prevalenza dei disturbi dello spettro autistico sarebbe aumentata del 120%. Cioè sarebbe più che raddoppiata; per una malattia ora comune, della quale l’umanità non si era accorta fino a ieri. Analisti finanziari prevedono che la prevalenza continuerà ad aumentare del 10%-17% all’anno. Si sta creando quello che gli esperti chiamano “disease reservoir”: l’equivalente di un giacimento, di un bacino idrico, da sfruttare economicamente. In termini di paziente-anno (i diagnosticati hanno spesso speranza di vita normale), si è stimato che sarà paragonabile a quello del più grande mercato neurologico, l’Alzheimer.

Occorre considerare la propensione antropologica ad abbandonarsi ciecamente alla credenza che le parole mediche denotino sempre e fedelmente cose reali. “Una nuova malattia fu lanciata sul mercato, una nuova parola fu coniata. Un conio aureo: COLITE! […] La colite si diffuse come un incendio per tutta Parigi. La mia sala d’aspetto era così piena di clienti che alcuni dovevo metterli in sala da pranzo” (A. Munthe, Storia di San Michele). Certe etichette diagnostiche, a partire da quelle ottenute estendendo in maniera arbitraria e vaga la diagnosi di patologie reali e gravi, possono diffondersi come incendi. Soprattutto quando i pompieri fanno un secondo lavoro al servizio di chi ha interesse a che si butti benzina sul fuoco.

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25 novembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Vaccino esavalente, “nesso causale con autismo”. Indenizzo per bimbo di 9 anni”

Ci sono evidenze per ammettere che i vaccini possano provocare, in una minoranza di casi, danni neurologici ai bambini. L’autismo, malattia un tempo rara, resa comune dall’espandere e sfumare i criteri diagnostici, è una etichetta-contenitore nella quale possono finire varie malattie neurologiche e mentali; inclusi quindi anche i danni neurologici da vaccino. Appare che, se c’è, il nesso vaccini-autismo sia esile, dovuto a errori di classificazione più che a un genuino rapporto causa-effetto. Ben più robusta appare la possibilità che l’autismo sia sovradiagnosticato, e che gli incentivi finanziari favoriscano ciò, come si dice da tempo in USA. Lì una diagnosi di autismo porta i genitori a ricevere decine di migliaia di dollari per le spese mediche; e centinaia di migliaia di dollari in risarcimenti per autismo “da vaccino”. Appare che l’autismo “da vaccino” abbia contribuito al lancio della malattia: sia facendola conoscere e diffondendo la paura, sia facendo balenare la possibilità di ricevere denaro con essa. Bisognerebbe considerare se la sentenza, che assegna un vitalizio, agirà in questo stesso senso; aggravando così il problema dell’autismo. La sentenza è comunque una buona notizia per gli investitori. Gli analisti finanziari prevedono una crescita del 7.5% annuo del mercato dei farmaci per l’autismo.

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27 novembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Vaccino esavalente, “nesso causale con autismo”. Indenizzo per bimbo di 9 anni” 

Non è che una sentenza che arbitrariamente dà credito a un’ ipotesi non ha “alcun peso” perché dal punto di vista scientifico non fa testo. La sentenza , che è stata ripresa anche da siti stranieri, rinfocola la polemica, e condiziona l’opinione pubblica. Jasanoff ha osservato che le decisioni giudiziarie su temi scientifici condizionano il pubblico molto più della sola scienza. Mettere una pulce nell’orecchio sui potenziali pericoli dei vaccini può essere utile. Ma l’argomento è complesso, e qui si disinforma invece di chiarire, con un’accusa ai vaccini scientificamente infondata.

La sentenza viene resa nota insieme alla notizia dell’incontro del papa con bambini autistici, genitori e addetti ai lavori; dal Bambin Gesù, ospedale del Vaticano, si è commentato come mentre in USA si considera che un bambino su 68 rientri nello “spettro autistico”, in Italia si fanno troppo poche diagnosi. Le due notizie pubblicizzano l’autismo, e vanno a favore della sovradiagnosi e della misdiagnosis, e quindi dell’espansione truffaldina del mercato dei farmaci al ritardo mentale, ad altri disturbi e a varianti normali.

E’ interessante la tesi del giudice come tronista, che non ricerca la verità, ma emette sentenze a seconda di quale delle due parti sia stata più brava a convincerlo; anche sui temi che riguardano la salute, che destano allarme nel pubblico, e che fanno guadagnare o perdere grandi quantità di denaro all’industria e alla finanza.

v. anche: I falsi pentiti nella disinformazione biomedica

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21 maggio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post ‘Autismo, “test dello sguardo sui neonati per diagnosticare la malattia” ‘

Screenare dei neonati per segni che ipoteticamente predirrebbero futuri disturbi comportamentali è un buon sistema per creare pazienti, sovradiagnosticando malattie scambiando la variabilità fisiologica e ritardi di sviluppo per patologia (1). E per potersi vantare di riuscire a “guarire” una quota di bambini malati, che in realtà corrisponde ai falsi positivi.

1 Recommendations on screening for developmental delay. Canadian Task Force on Preventive Health Care. CMAJ 2016. DOI:10.1503/cmaj.151437.

@ Cb. Dove lo ha letto che con gli screening non si fa diagnosi? Si fa diagnosi, su singole persone. Qui su singoli neonati, di entità arbitrarie, come “l’alto rischio” (considerato nel lavoro di Di Giorgio et al. già assodato prima del test …) in base a un test non validato e implausibile; o di “spettro”: “The term “spectrum” is used to widen categories, for example, “obsessive-compulsive disorder spectrum,” “schizophrenia spectrum disorder,” and “autism spectrum disorder” (1). Inoltre stanno per essere lanciate nuove cure per l’autismo (2). Come è avvenuto per altre “epidemie” appare in allestimento un combinato disposto tra nuove cure e nuovi metodi diagnostici che le faranno sembrare dotate di una efficacia.

1.Angell M. The Epidemic of Mental Illness: Why?.The New York Review, 23 giu 2011.
2.Dawson G. On the Brink of Breakthroughs in Diagnosing and Treating Autism. Scientific American 9 mag 2016

@ Cb. Lei sta equivocando tra diagnosi definitiva e diagnosi iniziale. La mammografia di screening porta a una diagnosi, firmata da un radiologo, che poi quando risulta positiva incanala verso altri esami, es. l’agoaspirato; e può così portare a terapie anche quando è un falso positivo. La diagnosi precoce da screening può portare a gravi danni, dato il rischio di falsi positivi. Pochi, tra i competenti, hanno ormai lo stomaco o la faccia di negarlo. Né andrebbe negato il conflitto di interessi che preme verso i falsi positivi, cioè verso occasioni di profitto e prestigio a danno dei pazienti. Mi dirà che per diagnosi precoce lei intende la diagnosi precoce corretta. Che però è un’astrazione teorica, non potendo essere garantita nella realtà.

Sul JAMA di questa settimana c’è un articolo intitolato “ Vorrei che qualcuno ci avesse detti i rischi e i benefici di sostituire il defibrillatore a mio padre”. “Uno”, cioè il paziente, dovrebbe essere messo in condizioni di decidere, su informazioni veritiere e chiare, se sottoporsi o meno allo screening, come a qualsiasi procedura medica. Screening svantaggiosi, e ce ne sono anche diversi ufficialmente riconosciuti come tali, non dovrebbero neppure essergli prospettati. L’ideologia erronea e deleteria che sia sempre meglio intervenire, che una diagnosi sia “SEMPRE” una cosa positiva, va nella direzione opposta.

@ Cb. Cosa rappresentano le curve ROC per lei? “Diagnosi” non vuol dire necessariamente “scioglimento di un dubbio” come crede lei. a) Perchè si dovrebbe sistematicamente dubitare della salute propria e dei propri figli? b) Le diagnosi non sono infallibili – né ci si sforza molto di avvicinarle a questo ideale – e possono crearlo, il dubbio; o generare informazioni del tutto false; soprattutto quando poste “precocemente”, cioè prematuramente su soggetti asintomatici o su un quadro poco delineato, dove è facile scambiare variazioni non patologiche per malattia.

Così che a volte, non solo secondo me, ma per parere documentato di chi se ne occupa specificamente, è meglio non tentare queste diagnosi oracolari inventate negli ultimi decenni dal business; è es. ciò che illustra l’articolo, da me citato sopra, del panel di esperti canadesi. Sarei interessato a conoscere l’effetto che la lettura dell’articolo ha su di lei.

A chi coltivi le stesse visioni naif che lei ripete, e davvero volesse approfondire anziché cullarsi in pericolose illusioni o fare il galoppino per l’espansione fraudolenta del giro d’affari medico, consiglio la lettura del libro divulgativo di G. Welch “Less medicine, more health. 7 assumptions that drive too much medical care”, cap. 3: “ASSUMPTION #3: SOONER IS ALWAYS BETTER. Disturbing truth: Early diagnosis can needlessly turn people into patients”.

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4 aprile 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Marfella “Autismo, tumori e disabilità: quanto influisce l’inquinamento sulla nostra salute?

Ricordo il dr. Marfella, che dice di essere schierato dalla parte dei cittadini, a fianco al Procuratore generale di Brescia a una conferenza dove si lanciavano allarmi sui danni alla salute da inquinamento nel bresciano, accomunandolo alla Terra dei Fuochi. Platea di studenti, cioè di minori, scelta a mio parere imprudente, per non dire censurabile*. Marfella accosta l’inquinamento anche alla ”epidemia” di autismo; schierandosi a fianco all’ufficialità, incluso Mattarella, in un’operazione di creazione di malattia per via culturale. La bufala dell’epidemia di autismo da vaccini serve da standard negativo per fare sembrare scientifiche le manipolazioni sull’autismo dell’ufficialità; come Stamina al confronto fa sembrare credibili le promesse fantasiose dell’ufficialità sulla rigenerazione del tessuto nervoso. La chemio, fallimentare, viene valutata paragonandola alla follia del metodo Hamer. Su questo sito M. Mirabella, che ha gravi responsabilità per forme di deleteria pubblicità direct-to-consumer mascherate da divulgazione, sembra un difensore dell’onestà scientifica, essendo mostrato a sbeffeggiare una “raeliana”. Il dibattito è coartato a magia bassa contro magia alta. Per un esempio di terza campana, v. autismo in “Primo non curare chi è normale. Contro l’invenzione delle malattie”, Boringhieri. L’autore dopo avere diretto la nosografia psichiatrica ufficiale ne è divenuto un critico.

*La post-camorra. Dai tagliagole alla chirurgia ingiustificata della tiroide.

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31 luglio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Vaccini, padre incolpa un medico di Cosenza della malattia del figlio e lo aggredisce: è ai domiciliari”

Nel 1911 a Verbicaro, prov. di Cosenza, avvenne l’ultimo linciaggio di presunti untori. Salvemini commentò: ““La folla è come un ammalato che ha male allo stomaco e si lamenta di avere male al capo. Essa non sa fare la diagnosi esatta dei propri malanni”. I vaccini obbligatori sono un abuso a favore del business, ma le vaccinazioni, che raramente possono causare complicazioni neurologiche che oggi possono essere etichettate (misdiagnosed) come autismo, non sono la causa dell’epidemia di diagnosi di autismo: quella è un altro imbroglio*. I pro-glaxo incoraggiano le critiche infondate, in pratica favoriscono depistaggi, per screditare quelle fondate. In Calabria poi le autorità preposte alla legalità sono particolarmente solerti nel proteggere il big money in campo farmacologico. L’attuale capo dei NAS, gen. Lusi, è stato comandante dei CC della Legione Calabria. A giudicare dai comportamenti gratuiti dei CC nel cosentino e nel lametino nei confronti di chi denuncia frodi e reati in campo biomedico, la sua nomina ai NAS ha provocato reazioni intense nei responsabili di tali frodi e reati. Si può immaginare come è andata. Alla notizia, CEO che guadagnano milioni di euro all’anno si sono chiusi nei loro uffici, il volto segnato da un’espressione impenetrabile. Dopo un poco si sono uditi dei colpi. Erano i botti dello champagne stappato per festeggiare.

*Frances A. Primo, non curare chi è normale. Contro l’invenzione delle malattie. Bollati Boringhieri, 2013.

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18 marzo 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Marfella “Sanità, anche io ho il mio codice 048. Ma al Registro tumori non serve”

Non discuto la condizione clinica dalla quale il dr. Marfella riporta essere affetto. In un film della Wertmuller il protagonista vede con terrore sulla faccia del PM gli stessi nei del mafioso. A volte ho un po’ un’impressione simile; es. quando sento come qui magistrati (D. Ceglie) e CC che attribuiscono all’inquinamento dei camorristi una presunta esplosione di casi di cancro basandosi sull’esenzione da ticket. Un grossolano end point surrogato ottimo per il circolo vizioso che è stato chiamato “il paradosso del falso allarme”, dove “il danno è interpretato come beneficio” perché chi viene falsamente diagnosticato come malato di cancro diviene “the most vocal proponent” dei test che portano alla falsa diagnosi*.

Invece di giocare al piccolo epidemiologo introducendo nuovi “metodi” magistrati e polizia dovrebbero commissionare un monitoraggio epidemiologico sull’uso di psicofarmaci, e sul loro possibile ruolo causale**, nei casi di omicidio- suicidio che riempiono le cronache. Sarebbe un dovere d’ufficio, scrissi anni fa al più celebre PM impegnato in fatti di medicina. Ma magistrati e polizia, ricolmi di buon senso, evitano l’epidemiologia che è anatema per il business biomedico, mentre sono un pungolo e un traino per quella del genere che fa aumentare il fatturato.

*Schwartz LM et al. Not so silver lining. Arch Int Med 28 mar 2011. ** Gøtzsche PC. Deadly Psychiatry and Organised Denial, 2015.

22 marzo 2018:

Ho letto l’articolo di Mangone. Compara le esenzioni con i RT, e – in quest’ambito – riporta una sottostima di casi. Con una relativa sovrastima dei tumori più comuni e sovradignosticabili, e un 3.5% di probabili non tumori in pazienti con esenzione. Ciò non contraddice e non deve nascondere la trave, ignorata, che benefici di welfare, e quindi il loro uso come indicatori, possano in circostanze favorevoli, allarmi, falsa informazione medica, propaganda, prevedibilmente portare a incidenze gonfiate – anche nei RT, non esenti da limiti tecnici e condizionamenti politici – per la convergenza tra l’industria, ad avere pazienti, e il pubblico, a ottenere benefici.

Es. per il redattore capo del DSM IV (Frances A. Primo, non curare chi è normale) c’è una “falsa epidemia di autismo”, con uno spettacolare aumento di incidenza di 20 volte, per un “errore dell’epidemiologia” con “epidemiologi psichiatrici, che utilizzano un sistema intrinsecamente difettoso per la sistematica tendenza a fornire un quadro esagerato” quando “L’ «epidemia» di autismo, però, per una buona metà è stata sicuramente alimentata dai servizi: una diagnosi sbagliata è il modo più sicuro per un bambino di ottenere maggiore attenzione nel sistema scolastico e una terapia psichiatrica più accurata.” Anche altri mostrano come alla “epidemia” di autismo ha contribuito l’ottenimento di “a wide range of state-funded services” (Rossi NT. The Production of Autism Diagnoses within an Institutional Network).

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19 giugno 2021

Blog de Il Fatto
Commento al post di M. Carta e V. Petrini ““A Taranto la combinazione tra piombo e arsenico ha effetti deleteri sul quoziente intellettivo dei bambini che vivono a ridosso dell’ex Ilva” “

I livelli di IQ rilevati dallo studio nei quartieri Tamburi e Paolo VI (94 e 102) sono comunque nel range normale. Sono significativamente più bassi rispetto a Statte e Tulsano, sopra la media (110). Solo nella città immaginaria di Lake Wobegon tutti i bambini sono sopra la media. L’ADHD e l’autismo sono facilmente sovradiagnosticati*. Lo studio non consente inferenze causali così fini tra metalli e stato neurologico. Si tratta di dati soft e gonfiati, che stimolando paure porteranno ad un aumento delle sovradiagnosi.

Comunque stiano le cose, le persone dovrebbero essere evacuate dai quartieri prossimi all’ILVA. Ma il fine è politico ed economico, non quello della salute della popolazione, che è solo un pretesto, e che verrà peggiorata da queste manovre, sia spingendo verso la medicina for profit sia a causa dell’impoverimento.

I crimini riconosciuti – a partire da quelli mafiosi – hanno spesso omologhi non riconosciuti nel mondo legale – soprattutto in campo medico. Anni fa criticai sul il Fatto un’inchiesta della procura di Trani, sulla ormai screditata tesi dell’autismo da vaccini (23 marzo 2014 Commento al post “Vaccini, procura di Trani apre inchiesta su possibile connessione con autismo”). Le manipolazioni attuali sull’ILVA sono l’omologo “perbene” del “sistema Trani”.

*Overdiagnosis of Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder in Children and Adolescents. JAMA, 2021. The autism “epidemic”, Neurology, 2017.

Servizi, masse e istituzioni nei movimenti di protesta

15 March 2014

14 marzo 2014

Blog di A. Giannuli

Commento al post “Tahir, Maidan, Caracas, Taksim, Atene, forconi, indignados, Ows… ma che movimenti sono?”

Il prof. Giannuli mette in guardia dal credere che i sommovimenti che a orologeria si presentano nel mondo siano frutto solo dei servizi: che si limiterebbero a innescare le polveri. Questo è un truismo: non si può fare il pane senza la farina, e la qualità del pane dipende dalla farina di cui di dispone. E certe ricette peggiore è la qualità degli ingredienti meglio riescono. Ricordo, bambino, a Siena, allo Stellino, su un muro una scritta i cui caratteri erano più alti di me: “CALABRESI ASSASSINO”. Restò lì per mesi. I senesi sono gente tranquilla; ma tanti di loro, come in tutta Italia, fecero come fa un carico libero nella stiva, che più la nave si inclina più la fa sbandare. Mi chiedo a volte come si creò una mobilitazione, che raccolse gente semplice, i tanti immancabili conformisti e opportunisti, ma anche intellettuali sinceri e di valore, contro Calabresi, instaurando il clima che portò all’omicidio. La risposta che mi do è che siamo in una condizione di minorità, prima di tutto conoscitiva, su questi meccanismi.

Mi pare, in termini aristotelici, che il prof. Giannuli evidenzi un po’ troppo le cause materiali e formali a scapito delle cause efficienti e finali. Non seguo molto la politica internazionale, ma ho occasione di osservare, e toccare con mano, fatti nostrani che mi danno un’idea di come certe sommosse possano essere sollevate. Vedo nel mio campo, la medicina, come sia possibile tramite i media, e istituzioni compiacenti, creare delle contese, dove si individua un male, a volte vero a volte immaginario, e si spinge l’opinione pubblica a combatterlo, ma in nome di una soluzione che è ciò che il potere voleva ottenere, e che è un altro male, a volte peggiore (Ilva, elettrosmog, Stamina, Avastin-Lucentis, etc; v. il mio sito). Vedo come in Italia ciò sia al servizio di un lento movimento eversivo che porterà la medicina ad essere un’attività industriale fondamentale, con i corpi dei cittadini che faranno sempre più da materia, prima, cioè da supporto per consumare in maniera pretestuosa prodotti e servizi medici inutili e nocivi.

Vedo anche su scala minima, a Brescia dove vivo, come la pratica di creare dal nulla tensioni e bersagli, e di orientare le une verso gli altri, sia nella città che si dice ferita dalla strage un’attività strutturata e vigorosa, che si avvale di tecniche di guerra psicologica sofisticate, e dell’opera illegale, oltre che dei servizi, delle istituzioni “in chiaro”, che sono affiancate ai servizi nella subordinazione a quei poteri dei quali i servizi sono il braccio. E di come sia facile servirsi del “carico libero”, le persone comuni; cioè di come con le masse popolari, analogamente alle masse fisiche nella stiva di una nave, si possa allestire un sistema a feedback positivo, dove togliendo alcuni fermi, ungendo qualche rotella, assestando qualche spinta, si può fare lentamente inclinare una situazione e tenerla “ingavonata”, o arrivare a provocare un naufragio.

Parlare del ruolo di zavorra libera delle persone comuni, e di quello poco appariscente ma determinante di istituzioni “pulite” nei disegni eversivi geopolitici o economici, a cominciare dal rimaneggiamento in corso nel nostro Paese, richiede più coraggio e impegno intellettuale che l’attribuire tutto a potentissime e arcane strutture segrete che dominerebbero il mondo, o ai soliti “spezzoni deviati”. O a vaghe combinazioni di servizi e volontà popolare. La gente, inclusa quella che riveste cariche pubbliche, è quella che è: manipolabile, toccando le corde giuste. Ma sull’arte e sui mezzi della manipolazione, e sulle responsabilità colpose e dolose di coloro che istituzionalmente l’eversione dovrebbero prevenirla e non aiutarla, sappiamo molto poco. Gli specialisti dovrebbero studiare questi aspetti, come una causa primaria, anziché minimizzarli come un fattore tra gli altri.

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26 novembre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Roccuzzo “Parigi, la Marsigliese è un inno alla guerra. Possiamo usarlo come ‘canto della libertà’?

“Al suono della Marsigliese ridotti da cittadini a ostaggi

La colonna sonora della scorsa settimana è stata l’inno della Marsigliese, suonato in tutte le salse ed in tutte le occasioni; ciò, si è detto, per “solidarietà” nei confronti del popolo francese. In realtà la riproposizione dell’inno della Rivoluzione Francese del 1789 ha finito per assumere una valenza simbolica molto più profonda, ed anche molto meno rassicurante.
La Rivoluzione Francese, almeno ai suoi inizi, aveva proposto un’idea di cittadino non come semplice soggetto di diritti e doveri, ma come vera e propria funzione della Repubblica. In tale concezione, il cittadino si poneva come controllore assiduo della legalità e della legittimità degli atti del governo e dell’amministrazione. Già nei decenni successivi questo ideale si annacquava tramite la mediazione della stampa, che trasformava la cittadinanza in “opinione pubblica”, la cui presunta funzione di controllo diventava così controllabile.
Gli avvenimenti di queste ultime settimane configurano un modello di potere addirittura opposto a quello del 1789, dato che il cittadino si ritrova retrocesso al ruolo nemmeno di suddito, ma di ostaggio da parte di un potere che pretenderebbe di porsi come protettore e difensore di una popolazione che esso stesso minaccia con le sue proprie iniziative spericolate.” (Da: Comidad, 26 nov 2015).

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v. anche:

Giustizia per Piazza Loggia
Milizie bresciane
Nuove P2 e organi interni
Il tolemaicismo politico
La corruzione ghibellina di magistratura e polizia

Bayes. Il verosimile e il plausibile

13 March 2014

11 marzo 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Casa Colosseo, Scajola “inconsapevole”. La cricca “voleva condizionarlo”

La formazione delle conoscenze è modellizzata nel teorema di Bayes; dove si distingue tra “verosimiglianza” e “plausibilità”. Forse tale distinzione andrebbe adottata anche nella valutazione degli illeciti “a insaputa”. La plausibilità riguarda le conoscenze a priori; la verosimiglianza quella sulle nuove informazioni che ad essa si aggiungono. Anche una verosimiglianza elevata della tesi innocentista può portare al falso se poggia su una plausibilità bassa, ed è affiancata da una buona verosimiglianza dell’ipotesi opposta (qui che Scajola sapesse che stava comprando al 35% del prezzo). La plausibilità è data dalle conoscenze a priori di Scajola: sui prezzi delle case che cercava e sulla possibilità di ricevere favori per corromperlo o condizionarlo. Ammettiamo, per non offenderlo, che la plausibilità che non sia uno sprovveduto e sia consapevole di quanto costano le case di lusso, e delle insidie della politica, sia del 99%. Traduciamo il “non inverosimile” della sentenza in un 30% di probabilità che a una sua ignoranza sui prezzi e le trappole si sia aggiunto un ulteriore disinteresse sulla convenienza dell’acquisto; e in un generoso 50% la verosimiglianza che, pur scafato, non si sia accorto di un regalo da 1.1 milioni di euro. La probabilità che Scajola, ministro dell’Interno, sia così fuori dal mondo resta dello 0.6 percento. In questi termini, come cittadini si è legittimati a continuare a non credergli, e a dubitare della sentenza.

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Applichiamo invece probabilità realistiche. Probabilità che Scajola sappia quello che fa quando acquista una casa e tratta affari che lo espongono al rischio di ricatti: 99.9%. Probabilità che, essendo uno distaccato dalle cose materiali, si sia inoltre fatto grossolanamente ingannare in questo caso: 10%. Probabilità che pur essendo accorto come crediamo sia, abbia agito col candore di Heidi come dice: 1 su 1000. Le probabilità che Scajola, sprovveduto o adeguato, fosse in buona fede, assommano comunque allo 0.1%. Le probabilità che ci abbia marciato sono del 99.8%. I magistrati non dovrebbero usare la “verosimiglianza” come passepartout retorico. Davanti a proteste di verosimiglianza dovrebbero considerare anche la plausibilità, e il rapporto tra di loro.

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13 marzo 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Vannucci “Casa al Colosseo: magari Scajola sapeva di non sapere

Le signore esperte, come quelle che tengono una rubrica di consigli nei giornali femminili, spiegano alle ragazze che ancora non lo sapessero che accettando da un uomo facoltoso il regalo di un gioiello di valore, regalo fatto apparentemente senza ragione proporzionata, accettano anche di dargli accesso a quel loro “gioiello”. Nei manuali di “business ethics” statunitensi è descritta la tecnica del regalo per creare un’obbligazione, e come occorra sottrarvisi se si vuole restare integri (McKay Q. The bottom line on integrity. Gibbs Smith, 2004); e questo noi, forti della antica cultura italica, e non digiuni delle pratiche avvolgenti da sottobosco, quando non paramafiose, non abbiamo bisogno di apprenderlo dai libri degli americani. Non è improbabile che uno Scajola non sapesse che i doni, soprattutto alcuni, poi esigono una contropartita? Vedi nel mio sito “Bayes. Il verosimile e il plausibile.”

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27 ottobre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Ciccozzi “Sentenza Grandi Rischi: sacralità della scienza o impunità istituzionale?”

La sensibilità è la capacità di riconoscere i positivi; la specificità, di riconoscere i negativi. Per ragioni culturali e di interesse, in medicina vige una falsa sensibilità della diagnosi: i medici, il pubblico e i magistrati considerano più grave l’omessa diagnosi che il falso positivo. Oltre alle procedure diagnostiche anche la ricerca è tarata e distorta verso il falso positivo.Tutto ciò, dannoso per il paziente e fatto a fini di lucro,è imputabile anche a una carenza di ragionamento bayesiano, che è fondamentale in una scienza onesta e nelle oneste decisioni cliniche.

Questo processo invece è su un caso di falsa specificità, di specificità falsamente elevata, della diagnosi. I magistrati di primo grado hanno applicato un corretto ragionamento bayesiano; dando una lezione di scienza ai fan della scienza. Molti scienziati, o perché punti sul vivo due volte, nell’interesse corporativo e nella dottrina, oppure perché poco intelligenti, rispondono confondendo tra il non poter prevedere il verificarsi del terremoto per carenza di sensibilità dei mezzi disponibili, e il prevedere il suo non verificarsi da falsa specificità, il falso negativo deliberato, da cattivo uso volontario delle conoscenze e informazioni.

Si invoca da più parti, nella ricerca biomedica, di recuperare il valore perduto del dato negativo. Se i giudici tenessero duro sarebbero benemeriti anche perché riaffermerebbero la pari dignità epistemologica ed etica del dato negativo.

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@ Paolo uno. L’arroganza, che fa dire “è così e basta”, della quale lei è un esempio in formato mignon, gioca dei brutti scherzi quando, abituati a fare i prepotenti con le persone, si pensa di potere prendersi certe libertà anche con la probabilità, che è un cattivo cliente.

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@ Paolo uno. Lei mostra così tanto impegno nel buttarla in caciara da portarmi chiedere se il suo sia un hobby o un’occupazione.

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13 novembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Tipaldo “Commissione Grandi Rischi, quando la scienza trema /2”

Per Tipaldo l’accertamento del nesso causale è stato scientificamente carente: mancano tra l’altro studi statistici sulla popolazione per poter dire che le vittime siano state influenzate dalla rassicurazione. E’ un’applicazione della “sottodeterminazione delle ipotesi” (Duhem), con la quale si possono sempre negare perfino proposizioni scientifiche. L’usò anche il vescovo di Padova, rifiutando di guardare nel cannocchiale di Galilei sostenendo che le macchie lunari dovevano essere un artefatto da strumento difettoso. E qui non si tratta di scienza. Ma di una comunicazione tecnico-istituzionale al pubblico. Alla quale va applicato il livello di determinazione proprio di tali comunicazioni. Altrimenti si può sostenere che mancano le audiometrie che mostrino che le vittime non avessero problemi di udito, e così via; e nessuna comunicazione sarebbe mai colpevole (specie se le vittime non possono più parlare). Mi pare un riaffermare il diritto di alcuni al libero uso del latinorum scientifico. La “scienza” – la scienza cortigiana – trema, ma di rabbia, perché è stata messa in dubbio la sua superiorità, che ora subito riafferma sfondando il buon senso e prendendo per il collo il diritto. Tribunali a parte, è chiaro che sono state fatte cose da galera. Per interessi particolari, pensando che ciò che era possibile non si sarebbe verificato, si è scelto di non dire la verità: “dire la verità non consiste nel dire cose vere, ma nel dare impressioni fedeli del vero” (Stevenson).

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@ G. Tipaldo. Ho letto. Lei nella valutazione degli effetti delle informazioni sulla popolazione non fa uso della statistica, ma del lirismo, quando si tratta degli allarmi di Giuliani: “grida in una fertile oasi mediatica” “ordigno mediaticamente caricato”. Lei aggiunge che quindi è da ritenere “razionalmente comprensibile” il comportamento di Bertolaso. Non mi pare. Se non si è d’accordo con gli allarmi di un outsider, posizione legittima, è razionale, ed obbligatorio per legge ed etica, ignorarli in sede di valutazione dei rischi e delle conseguenti indicazioni sulla sicurezza alla popolazione. Non è razionale e comprensibile, né legale o etico falsare valutazione e informazione sulla sicurezza per screditare l’intruso; puntando, come se si stesse giocando a un gioco d’azzardo, sulla non occorrenza dell’evento. Giuliani potrà essere discutibile, ma gli esperti e chi rappresentava lo Stato e doveva tutelare i cittadini si sono dimostrati incoscienti e meschini.

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@ Ricercatore italiano.

“Nonostante quello che dicono i giornali, e le loro mamme, molti ricercatori sono stupidi” (Jim Watson).

“Ho leccato il sedere quando c’era da leccarlo”: Enzo Boschi. (La Stampa, 8 set 2008). Il suo maestro o il suo modello, immagino, ricercatore italiano.

Non conosco Boschi. Credo che sia tecnicamente competente; che qui è un’aggravante. Ma conosco l’ambiente dei baroni. E, cosa ancor meno gradevole, la composizione umana dei loro codazzi. Che comprendono gente pronta a insultare con battute da piazzista chi presenta argomenti: priva di rispetto anche per la propria funzione. Le sue esibizioni da ricercatore, quale lei dice di essere, sono utili per capire come sono andate le cose. Lei coi suoi interventi rappresenta bene la figura del portaborse, dove l’insulto gratuito e cialtronesco è un aspetto di una medaglia che sull’altra faccia ha virtuosismi di lingua da schioccatore di Brisighella. Quelli come lei così fanno carriera, e occupato un posto degno del volume di elio che li riempie poi fanno danni; come quelli del genere di cui si tratta qui.

Non sono nella carriera accademica, né mai ci sarò. Non si preoccupi. Chi si dovrebbe preoccupare è il contribuente, se i suoi soldi vanno a pagare come ricercatori scientifici ricercatori della pagnotta come lei.

Poveri morti dell’Aquila. Non solo le abitazioni, ma anche le istituzioni dovrebbero essere antisismiche, invece che essere fatte del materiale che lei così bene rappresenta.

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Censurato. @ Paolo Uno. No, ma mi interesso dei rapporti tra scienza, malaffare e istituzioni. Posso chiederle chi è il suo datore di lavoro (come troll)?

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2 dicembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Margottini “Corsi de il Fatto Quotidiano: da Human Technopole a Xylella, per le inchieste scientifiche serve metodo”

censurato

Alla giornalista Margottini, laureata in matematica, segnalo che spesso il giornalismo scientifico e le frodi a fini di lucro della biomedicina sono intimamente legati in uno schema che chiamo “bayesanesimo fraudolento”, riconducibile al teorema di Bayes. Le probabilità a priori di ottenere un dato risultato, cioè la valutazione della plausibilità biologica delle possibili vie sulla base di ciò che si conosce, sono sostituite dallo scegliere ipotesi che si conformino alle aspettative a carattere magico del pubblico, distorcendo ad hoc la teoria; e dal farle sembrare raggiungibili attraverso campagne mediatiche. Ciò è facilitato dall’impostazione empirista che considera i trial clinici – facilmente manipolabili – non una verifica ma la fonte unica di verità. Il caso Stamina mostra come politici, giornalisti e magistrati si occupino di gonfiare le probabilità a priori; così da indirizzare la ricerca e aumentare artatamente la valutazione positiva a posteriori del raggiungimento di effetti clinici*. Rendendo in questo modo “entrenched” quelle che poi si rivelano, come era prevedibile, “underperforming big ideas”**, criticate come pericolosamente viziate da aspettative fideistiche perfino dalla servizievole FDA ***.

*Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale. Sul mio sito.
**Joyner et al. What happens when underperforming big ideas in research become entrenched? JAMA, 28 lug 2016.
***Marks et al. Clarifying stem-cell therapy’s benefit and risks. NEJM, 30 nov 2016.

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25 gennaio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Fior “Poste e i risparmiatori, l’ad Caio: “L’alfabetizzazione finanziaria passa per il rischio”

L’alfabetizzazione finanziaria, e più in generale l’educazione alle insidie del liberismo, passano per il comprendere che col rischio, cioè con offerte basate su modelli probabilistici, il business può facilmente frodare le persone: facendole decidere sulla base di un modello ingannevole. Secondo gli studi di alcuni cognitivisti è a causa di falsi modelli di rischio che tanti persistono nel giocare alle macchinette mangiasoldi nonostante sperimentino che è svantaggioso *. Data la loro capacità di confondere e persuadere, anche gli intelligenti*, il liberismo tende a espandere l’impiego di modelli probabilistici oltre la loro reale necessità, in ambiti diversi. In medicina la formulazione non appropriata e la presentazione distorta di modelli probabilistici è un comune mezzo di frode; associato al lamentare “l’analfabetismo scientifico” del pubblico. Posso testimoniare che le Poste Italiane di Caio, superate concezioni vetuste come la consegna deterministica della corrispondenza, estendono la loro diversificazione commerciale all’appoggio informale alla “alfabetizzazione probabilistica” in campo medico. Supportando in concorso prodotti medici probabilistici vicini sotto diversi profili a quei prodotti finanziari, reperibili anche presso gli uffici postali, che sembrano un regalo e invece fanno arricchire il banco a scapito dei giocatori.

*Yu EC, Lagnado DA. The influence of initial beliefs on judgments of probability. Frontiers in psychology, 2012. 3. Art. 381.

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8 novembre 2019

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Commento al post di G. Ruccia “Fascismo, prof. Barbero: “Non può tornare, ma Italia è piena di fascisti in fondo al cuore. Ghigliottina? Certa gente se la meriterebbe”

E’ piacevole ascoltare questo medievalista dotato di una spiccata verve. Sui terrapiattisti “imbecilli” dovrebbe ricordarsi della “ars turpissima sed profunda” dei cerretani (Teseo Pini). E del “pons asinorum”, la prova che nel Medioevo fu considerata separare intellettualmente i capaci dagli inadatti (asini): la dimostrazione secondo Euclide del teorema dell’uguaglianza degli angoli alla base di un triangolo isoscele. Oggi la soglia è stata drasticamente abbassata: se sai che non è vero che la Terra è piatta (tesi questa predicata da Paneroni, che ne ricavò, sotto il fascismo, un ricovero coatto in manicomio) sei istruito e razionale, e capisci e apprezzi la scienza. Il liberismo, che nella sua ricerca forsennata del profitto corrompe le cose migliori per impossessarsi della loro credibilità, lusinga così schiere di ignoranti, e di stupidi, affinché riconoscano come fonte indiscutibile di verità una scienza che il liberismo vuole in catene; una scienza snaturata, che proclama ciò che detta il suo padrone. “Corruptio optimi pessima”. C’è anche il rischio che a cadere sotto la lama che Barbero immagina torni a sibilare siano, se non quelle di nuovi Lavoisier, le teste sbagliate; tra gli sghignazzi delle tricoteuses, orgogliose per aver passato brillantemente il pons asinorum che i cerretani del politically correct pongono per accattivarsi il favore dei polli da spennare.

@ fuzzylogic. E’ più appropriata la distinzione tra sensibilità e valore predittivo. “Se sei istruito e razionale, sai che la Terra è piatta” non è proprio “giusto” avendo l’ambizione di progettare un pons asinorum. E’ formalmente corretto, ma è incompleto. E’ un testa a sensibilità elevata, che considera l’alta proporzione di quelli che sanno che la terra non è piatta tra i razionali e intelligenti; ma che trascura che è elevata anche la proporzione di quelli che lo sanno tra coloro che non sono intelligenti e razionali. Un “ponte” simile ha un basso valore della grandezza valida, il valore predittivo, cioè la proporzione di chi è intelligente e razionale tra quelli che sanno che la Terra non è piatta. E’ quindi da non costruire e se costruito da abbattere e ricostruire con un disegno completamente diverso. Più che con il 5° teorema del 1° libro degli Elementi di Euclide considerato da Ruggero Bacone ha affinità coi falsi certificati di partigiano che si vendevano a guerra finita. I test clinici ad alta sensibilità e a insufficiente valore predittivo, che producono come questo del terrapiattismo molti falsi positivi, sono tra i prodotti smerciati dalla scienza tarocca che ha interesse a propalare la scemenza di considerare le scemenze dei terrapiattisti come criterio negativo di scientificità.

 

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12 January 2014

11 gennaio 2014

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Commento al post di A. Bellelli “Sperimentazioni: sulla riproducibilità dei risultati scientifici”

E’ curioso che l’allarme sulla carenza di riproducibilità, un indice del degrado della ricerca attuale, provenga dalla Amgen e dalla Bayer, quando il degrado è dovuto alle pressioni commerciali. Ma nell’attuale situazione si può frodare anche attraverso un incremento della riproducibilità. Es. se ci si limita, come fanno Amgen e Bayer nei 2 articoli citati, alla riproducibilità dei risultati nella fase di target validation. In questo modo si riuscirà a meglio ottenere degli effetti biologici reali, che poi con i trial clinici sarà possibile far passare per effetti terapeutici. Es. se gli effetti reali corrispondono a surrogate end points clinici, che come si è visto possono essere vantaggiosi per il paziente sulla carta ma non nella realtà. Un aumento del rigore della fase preclinica – mentre gli standard sui trial clinici vengono sempre più “alleggeriti” – può, paradossalmente, aumentare il livello delle frodi. Gli standard di riproducibilità dovrebbero riguardare tutte le fasi; senza ridursi andando dal biologico al paziente. La riproducibilità non andrebbe identificata con la validità clinica; es. non andrebbe scambiata con ciò che forse si dovrebbe chiamare “ripetibilità”, cioè con l’accordo tra osservatori, che può riguardare un dato autentico ma errato nella sua interpretazione.

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17 gennaio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Martelli “Stamina, il perito del tribunale di Brescia: “Cura inutile, inappropriata e dannosa”

Mario Ferrari, il presidente del comitato ministeriale che dovrebbe valutare il metodo Stamina, afferma di voler sentire anche “la campana” dei pazienti. E che la scienza progredisce così. Ma al comitato scientifico spetta di esprimere un giudizio di tipo obiettivo su dati di fatto o di fare il mediatore o il paciere? Appare che la mescolanza tra scienza ed emotività sia una costante in questa vicenda.

Un malato ha almeno due problemi: quello biologico e quello psicologico. Sono entrambi importanti, e vanno entrambi affrontati. Ma tenendoli ben separati. Confonderli, come sta facendo Vannoni, e anche chi dovrebbe valutare il suo incredibile “metodo” o ha sul caso responsabilità amministrative, legislative o giudiziarie, è un pessimo affare per il malato. Con la “scienza dal volto umano” il rischio è di avere quattro parole carezzevoli che coprono una tecnica votata al profitto, inutile, inefficace o dannosa. Questo già nella clinica, e a maggior ragione in una terapia “sperimentale”. Purtroppo è vero, e questo caso lo dimostra, che la “scienza” biomedica oggi progredisce così; seguendo i dettami del marketing.

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@ Rino. Quindi la “massa dei pro-Stamina” la deve gestire chi deve fare la perizia tecnica. In maniera paternalistica, a quanto dici, fingendo di prendere sul serio chi considera “stregoni”. Che squisita delicatezza e dispendio di mezzi da parte della sanità pubblica quando si tratta di creare, mantenere e far lievitare un pastone di sentimenti viscerali e tecnologia. Un pastone altamente nutriente, per chi venderà le cure, di qualsiasi tipo, che ne deriveranno; appetitoso anche per tanti pazienti, ma molto meno salutare.

Uno Stato che avesse a cuore la salute dei cittadini non avrebbe dovuto permettere a Stamina di creare “la massa”, né di entrare nel SSN; e non dovrebbe continuare a riconoscerla come possibile terapia. Così invece lo Stato, premuroso verso il business, continua a rimescolare il calderone; a consentire a Vannoni di recitare lo scienziato incompreso, e aggiungendo nella rappresentazione gli scienziati che dialogano coi malati.

Questa fusione di ricerca e clinica , con la figura dello scienziato di laboratorio che cura e si prende cura, suona bene. Sembra naturale; e lo è, nel senso che soddisfa pulsioni primitive, andando proprio verso una moderna forma di stregoneria. A beneficio di chi la ricerca la usa come un modo per fare soldi sfornando a catena sempre nuovi prodotti da spacciare come miracolosi. Farà più danni di Vannoni, che sta solo preparando il terreno a quella “comunità scientifica” che oggi gli fa la guerra, o dice di fargliela.

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2 febbraio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di T. Colluto “Metodo Di Bella, per giudice deve essere a carico del servizio sanitario nazionale”

Considerando che le cure oncologiche sono in genere deludenti rispetto alle promesse e ai soldi spesi, bisognerebbe resistere all’impulso di aderire a una delle due parti, e guardare al quadro più ampio: quello di uno scandalo acceso ad arte che pone un falso dilemma, in ogni caso sfavorevole al cittadino. Solo superficialmente infatti la sentenza pro Di Bella si contrappone all’ufficialità. Essa va nel senso del lasciare la scelta al paziente; che è ciò su cui il business punta per ottenere “sviluppo”, cioè sempre maggiori profitti. Dietro ad una parte valida, riguardante la variabilità biologica tra individui e le preferenze personali, la medicina soggettiva è una medicina commerciale e nociva, che sostituisce i bisogni oggettivi del paziente con i suoi desideri, facilmente manipolabili. In medicina l’anarchia non è meglio della scienza corrotta. Al business fanno comodo entrambe.

“La sanità oggi deve essere concepita non come una spesa infruttifera per fornire ai cittadini un semplice servizio solidaristico, ma come motore di sviluppo”; Vietti, vicepres. CSM. Con sentenze come questa i magistrati stanno introducendo – a danno della tutela della salute e dell’onestà dei commerci artt. 32 e 41 della Costituzione – l’ideologismo della medicina dei desideri, dove il paziente sceglie il prodotto; che, come per Stamina, dopo la libera uscita ““alternativa”” verrà sfruttato dalle multinazionali, dalla finanza e dalle case di cura private.

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4 febbraio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco, in dieci mesi assegnati sei appalti per le riforme del Vaticano”

Si crede che il percorso della medicina sia dettato da considerazioni scientifiche ed etiche. Oggi in realtà a indicare la rotta sono in misura preponderante multinazionali di marketing come la PWC, alla quale il papa ha affidato l’ospedale pediatrico del Bambin Gesù. La PWC (180000 dipendenti e $31.5 mld di fatturato) ad es. ha propugnato e preme per l’alleggerimento delle prove scientifiche di sicurezza ed efficacia per i nuovi farmaci, e l’utilizzo della totalità dei pazienti come cavie (farmaci col triangolo nero), in modo da velocizzare sia l’immissione di nuovi prodotti sia il loro ricambio con altre novità, senza fine. La PWC sta lanciando la “medicina personalizzata”, che ha calcolato produrrà un fatturato di oltre $450 mld nel 2015. La medicina personalizzata suona come una buona idea, e in parte lo sarebbe; ma in pratica significa segmentazione post hoc con conseguenti falsi risultati nella ricerca, e stimolazione dell’individualismo consumista nei pazienti, spinti così a fare shopping medico; per prodotti ““su misura””, quindi più costosi. Ha analogie con la branca della teologia morale detta ““casistica””, nella quale eccelsero i gesuiti. Fu un uomo di fede e di scienza, Pascal, a denunciare come la casistica distrugga i principi etici che dice di applicare. Preti e businessmen della City londinese, quando si tratta di fare profitti, anche sulle malattie dei bambini, adorano assieme lo stesso dio.

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22 giugno 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di C. Daina “Novartis, generosità o secondi fini?”

La tecnica propagandistica e lobbistica di creare o appoggiare, stimolare, pilotare, finanziare, associazioni di pazienti che facciano pressione sull’opinione pubblica e sullo Stato nella direzione desiderata dall’industria e dalla finanza avanzando argomenti di tipo morale ed emotivo sulla loro malattia, o su quella dei loro congiunti, è ben nota. Ha un nome: astroturfing. (Gioco di parole, derivato dall’espressione “grassroot”, per indicare un movimento che sembra nascere spontaneamente dalla base dei cittadini comuni e invece è artificiale). Costituendo una interferenza sulla valutazione razionale e politica dei prodotti medici, dovrebbe essere vietata come pratica commerciale illecita. Ma, come mostra il recente caso Stamina (v. Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale), quelli che ricevendo lo stipendio dello Stato dovrebbero contrastarla partecipano invece anche loro alla farsa, come tante comparse interessate più al cestino e alla paga giornaliera, che al contenuto del film che si gira. Dicendo naturalmente di agire spontaneamente, essendo sinceri difensori del bene dei pazienti, del diritto, dello Stato, etc. Tanto che in Italia si può parlare di astroturf istituzionale.

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@ Bicarbonato. Boh. Che ne so. Se lo dici tu. Io stavo parlando di altro. Quello che so riguardo all’argomento sul quale mi vuoi trascinare è che un antineplastico di successo come il Gleevec è stato appoggiato da una campagna pubblicitaria da 1 miliardo di dollari da parte di un solo centro (Oregon Health & Science University), sollevando perplessità anche tra i più energici sostenitori dell’innovazione in medicina, che hanno parlato di informazioni ingannevoli e di esagerazioni sui successi (Topol on Cancer ‘Cures’: Are We Being Misled? Medscape. Jun 17, 2014). Che un articolo scientifico di una ventina di gioni fa ha evidenziato come gli oncologi promuovano le terapie oncologiche con tecniche di tipo pubblicitario piuttosto che fornire ai pazienti informazioni oggettive (Vater LB, Donohue JM, Arnold R, et al. What are cancer centers advertising to the public?: A content analysis. Ann Intern Med. 2014 May 27.). E che evidentemente la nobile ed alta scienza della cura del cancro ha bisogno dei cachinni di un Bicarbonato per tirare avanti.

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25 luglio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Di Grazia “Medicina: la libertà di cura è libertà di farsi truffare?”

Come Di Grazia, che ricama sull’art. 32, anche un magistrato, Deidda, dirigente della Scuola superiore di magistratura, sostiene oggi (25 lug 14: La Stampa “Impossibile fermarli senza un parere scientifico ufficiale”; informazione Glaxo Smith Kline “Stamina, un giudice difende i giudici”) che nella Costituzione vi sarebbe un diritto alla “libertà di cura”. Tale, secondo lui, da rendere leciti l’iniezione degli intrugli di Stamina e l’obbligo posto dai giudici in questo senso. Di Grazia invece rappresenta la voce “scientifica”: libertà di cura per l’industria, per ciò che le redazioni di riviste scientifiche certificano come “scientifico”; ma non per la concorrenza, ovvero per la piccola e media impresa della ciarlataneria. Con una farsa come Stamina, che condivide con altri interventi istituzionali di questi stessi mesi un sapore eversivo prima che criminale, magistrati e politici stanno operando per introdurre una maggiore “libertà” di spaccio in medicina; e allo stesso tempo, ponendosi come ago della bilancia tra due diversi livelli di malaffare, per ottenere una regolazione fine di tale libertà, al livello di esclusività desiderato dal business farmaceutico. Il pubblico crede che questa “libertà di truffa” sulla salute, in nome della Costituzione, della libertà, della scienza etc, sarà un bene per lui. Credo che ormai l’articolo più rilevante per la salute, in quel Documento che non ha mai regnato e ora è attorniato dai sicari, sia l’art. 41, secondo comma.

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@ Lupesio. “Protocolli rigidissimi”? Ciò che è intricato sembra rigoroso. Sono labirintici, dovendo servire da barriera di mercato, ma plasmabili. Come il diritto, v. le tesi ultraliberiste di Deidda sui farmaci. Riproducibilità? I trial clinici non sono riproducibili, se non in teoria. E si possono aggiustare, in tanti modi. Infatti spesso a giochi fatti vengono smentiti. L’industria ha anche questo da guadagnare nel passare, come esige, alla ricerca clinica prima di avere sufficienti evidenze di laboratorio.

Critiche feroci prima di accettare la scoperta? Si censura la critica, si pagano ditte di PR e esperti che annunciano il miracolo ancor prima che avvenga, si seminano fantasie. Ne è una prova Stamina, che sfrutta il “fumus di efficacia” delle staminali ufficiali nella rigenerazione di tessuti complessi per applicare un “metodo”, segreto, di rigenerazione del tessuto nervoso, che in un ambito non corrotto avrebbe presto portato dal secondino o dallo psicologo.

Grazie a un simile scadimento, la ricerca ufficiale sulle staminali ha buon gioco nel sostenere che lei invece può procedere alla ricerca clinica. Un’applicazione seria del metodo scientifico, e un’applicazione rispettosa del diritto costituzionale alla tutela della salute, richiederebbe, invece che queste farse, risultati solidi – riproducibili – su animali di laboratorio di rigenerazioni di parenchimi di livello terapeutico (non le solite “promettenti” ombre di risultati) prima di passare alla sperimentazione sull’uomo.

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14 settembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di N. Dalla Chiesa “Sla: Luciano, ‘camminatore di domande’ contro la malattia”

La SLA e il Dio che ha fallito

Ci si sente bene, ci si sente nobili e generosi donando per una giusta causa. Donando al PCI, si è visto come è andata a finire. Allora si diceva “per la causa”. La causa, le ingiustizie sociali, era giusta; ma i dirigenti, ultimo dei quali Renzi, hanno pensato ad altro. Anche con la ricerca sulla SLA è quanto meno superficiale pensare che se “la causa” è giusta lo sono anche i mezzi e i fini. E’ preoccupante che, per una malattia refrattaria alle terapie, si stia puntando sulla ricerca della diagnosi precoce; che suona come una cosa buona, e a volte lo è, ma è anche uno dei cavalli di battaglia delle frodi mediche, permettendo di diagnosticare una malattia con metodi indiretti, senza il quadro che la definisce, e poi sostenere di averla guarita quando in realtà la malattia non c’era. Se i nuovi farmaci verranno sperimentati, come già ci si prefigge, su queste forme “precoci”, si sarà allestito il meccanismo che potrà ripetere quello che è già accaduto, e descritto in letteratura, con la diagnosi precoce del cancro; che ha portato a milioni di false diagnosi mentre il cancro autentico continua a uccidere. Media e opinionisti stanno favorendo un aggiramento della razionalità: le secchiate e i casi commoventi permettono di saltare dall’emotivo dei buoni sentimenti all’esoterico degli studi “scientifici”, evitando la fase intermedia delle valutazioni tecniche ed etiche sulle strade da imboccare; che sono lasciate agli interessi del business anziché a quelli dei pazienti.

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21 gennaio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Sylos Labini “Ricerca scientifica: tanto spendi, tanto ottieni”

@ never8. Me lo chiedo anch’io, come, e prima ancora se, si può “misurare” la qualità scientifica.

Obedient replication: Investigators feel that the prevailing views are so dominant that finding consistent results is a sign of being a good scientist and there is no room for dissenting results and objections.

Obliged replication: Proponents of dominant view are so strong in controlling the publication venues that they can largely select and mold the results, wording, and interpretation of studies eventually published.

[Ioannidis J. Scientific inbreeding and same-team replication: Type D personality as an example. Journal of Psychosomatic Research, 2012. 73: 408.] cit. da Coyne C C discutendo del “confirmatory bias”.

In ambito biomedico, considerare il numero di citazioni, un indice che riflette, almeno in parte, gli effetti degli incentivi e pressioni verso il conformismo e l’opportunismo, come un indice di qualità della ricerca crea un circolo vizioso verso lo scadimento della ricerca sul piano epistemologico, etico e sociale.

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@ Francesco Sylos Labini. Può indicare per cortesia gli studi di validazione che permettono di considerare le citazioni un surrogato della qualità scientifica?

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@ Francesco Sylos Labini. Dr Sylos Labini, gli studi che lei cita non portano evidenze che le citazioni siano un valido indice surrogato della qualità della ricerca, ma lo presumono. In medicina, l’uso disinvolto di indici surrogati nella ricerca è fortemente criticato. Soprattutto per come si riflette sulle scelte e decisioni politiche e amministrative. “One of the most harmful practices in drug regulation is to approve drugs based on their effects on surrogate outcomes. As this mistake has cost the lives of hundreds of thousands, or perhaps even millions, of patients (see below), it’s difficult to understand that the regulators don’t require proven effects on relevant outcomes. (Gotzsche, Deadly Medicines and Organised Crime. Radcliffe, 2013).

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@ Francesco Sylos Labini. La circostanza che i lavori che riportano le scoperte più importanti, e ai quali sono stati conferiti premi, siano in genere più citati non giustifica la generalizzazione per la quale il numero di citazioni sarebbe un indice valido per misurare la qualità della ricerca. Non è un “fatto validato”, in assenza di studi specifici, che più un lavoro è citato, migliore è la sua qualità. Sull’affermazione che sarebbe “ovvio” le faccio osservare che ritenere che oltre alla qualità non vi siano altri fattori che determinano la popolarità, e negare che questi siano irrilevanti per la qualità, o che possano essere in contrasto con la qualità, è quanto meno ingenuo e irrealistico. Es. ci sono studi che mostrano che l’appoggio dell’industria favorisce la pubblicazione su alcuni tra i giornali ad alto impatto (Lundh A, et al. Conflicts of interest at medical journals: the influence of industry-supported sponsorized trials on journal impact factors: Plos Med 2010. 7: e1000354) e quindi maggiori citazioni, da visibilità, e da autorevolezza percepita. C’è anche chi cita l’estensione, da lei adottata, degli indici bibliometrici personali a interi paesi come il caso estremo di una pratica criticabile (Taborsky. Biased citation practice and taxonomic parochialism. Ethology, 2009. 115:111). Le suggerisco di approfondire nella letteratura biomedica cosa sono gli studi di validazione degli indici surrogati.

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@ Francesco Sylos Labini. Oltre all’interpretazione arbitraria del significato del numero di citazioni, andrebbero considerati i limiti degli studi ecologici come il suo. E’ risaputo che non sono adatti a stabilire nessi causali. Quello che si può correttamente inferire dai suoi dati è che in genere dove corrono più soldi è maggiore il numero delle citazioni. Una correlazione che, almeno in campo biomedico, potrebbe anche riflettere l’appiattimento della ricerca della conoscenza scientifica alla ricerca del profitto, con le conseguenti degenerazioni, come da più parti, sempre più spesso, viene denunciato.

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27 gennaio 2015

Blog de Il Fatto 

Commento al post “Stamina: ok della procura alla proposta di patteggiamento di Vannoni”

Quello della cure selvagge con staminali – e delle loro commistioni con la medicina ufficiale – è un fenomeno diffuso, che non riguarda solo l’Italia (Knoepfler P. Stem cell clinics and unapproved, for-profit human experimentation. Sito “Science-based medicine”). Pensare di fermare le truffe alla buona sulle staminali facendo dire a Vannoni che non lo farà più e lasciandolo libero è fare come quel tale che guardava tranquillo mentre in stazione gli stavano rubando la valigia perché, spiegava, la valigia l’aveva chiusa a chiave e le chiavi le aveva lui. Le cure di tipo ciarlatanesco saranno semmai incoraggiate dall’impunità, e dalla rinuncia della magistratura a esprimersi chiaramente sul merito (dopo che sul merito ha dettato legge e si è compromessa, condizionando il pubblico). Ma per le staminali non si tratta di semplice ciarlataneria; le versioni “unapproved” vengono lasciate fare, entro certi limiti, avendo un effetto di traino per le staminali ufficiali: conferendo loro visibilità e, per contrasto, credibilità presso il grande pubblico; es. con questo scandalo. Le staminali ufficiali hanno bisogno di questa propaganda comparativa, in assenza di risultati reali proporzionali alle stratosferiche – e scientificamente scorrette – promesse di rigenerazione degli organi. I magistrati, Vannoni, NAS, politici, medici, giornalisti etc. hanno orientamenti diversi; ma, in ultima analisi, se si fa la somma vettoriale, spingono tutti a favore degli stessi grandi interessi.

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@ Ciuz. Limitare le “cure compassionevoli” a quelle ufficiali è un monopolizzare procedure che possono facilmente trasformarsi in una scappatoia – nella migliore tradizione burocratica – verso l’approvazione. In un’era dove si stanno smantellando i controlli scientifici seri sui farmaci. O sono sperimentazioni cliniche, di fase I o II, anche su soggetti “senza speranza”, che non permettono in realtà gli invece consueti annunci di marketing di nuove cure; o non è sperimentazione, ma uso clinico della speranza, che allora non dovrebbe permettere analisi o inferenze di tipo scientifico, come invece si vuole fare. Come è stato osservato, le cure compassionevoli possono costituire una forma irrazionale di allocazione delle risorse, competendo con possibili veri progressi scientifici; ovviamente irrazionale per i pazienti, e razionale per il business.

Il caso Stamina mostra l’ambiguità sulla contraddizione della speranza umana, che mentre è molto importante in medicina clinica, non ha significato o è fonte di bias nella scienza. Le cure compassionevoli, ora “terapie avanzate”, poggiano su questa confusione per unire i due campi, scienza e clinica, in un modo e in un verso sbagliati, ma utili agli enormi interessi monetari sulla medicina.

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31 marzo 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di G.C. Caselli “Meredith e i mali del nostro processo”

Da profano del diritto, credo che Caselli abbia ragione sulle degenerazioni che nascono dai gradi di giudizio. Qui però il problema appare essere stato primariamente politico: quello di dover giudicare, per un delitto atroce commesso forse per un capriccio da debosciati, la rampolla di un membro dell’establishment USA. I magistrati appaiono essere piuttosto “atlantisti”; come gli conviene; mentre non potrebbero contare sull’appoggio di un popolo in cerca di padrone. L’ombra del grande cowboy appare essersi riflessa anche nella procedura. Sono riconosciute le cosiddette “sentenze suicide”, le sentenze scritte volutamente male, in modo da essere rigettate nei successivi gradi di giudizio. Qui appare che siano state le indagini ad essere “suicide”. Si sottovaluta quanto le premesse possano minare le conclusioni. Es. molta della ricerca biomedica entra nella fase clinica già su basi a dir poco traballanti. Ne conseguono conferme, poi smentite, nuove conferme, per lunghi anni, in una serie simile a quella dei gradi di giudizio dei tribunali. Nelle more il prodotto si vende, fino a che non viene sostituito, in un nuovo ciclo. Sia nella ricerca biomedica, sia nell’attività giudiziaria, insieme al tema dei gradi di giudizio e delle prove bisognerebbe considerare il problema della solidità delle fasi iniziali. E dell’applicazione di quel principio trascurato che sintetizza l’importanza delle premesse rispetto al “trial” nel detto “junk in, junk out”.

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14 aprile 2015
Blog de Il Fatto
Commento al post di Marco Bella “Sindone: quando la storia può essere rigorosa quanto la scienza”

Vorrei chiedere agli storici e ai sociologi se la presenza della Sindone a Torino abbia influenzato l’esoterismo laico, cioè massonico, per il quale è nota questa città, stimolando, nello stesso campo del magico, del misterico, una reazione di segno opposto; o parzialmente contrario, dati i legami tra i due gruppi di potere. Es. l’importante museo egizio.
Questa “guerra tra maghi” mi sembrerebbe un paragone un poco più calzante del contrasto tra dibelliani e oncologia ufficiale, che non quello tra dibelliani e “autenticisti” uniti contro la Verità Scientifica avanzato da Marco Bella. Il cancro è una risorsa economica prima di essere un oggetto di studio scientifico. L’imponente scienza del cancro è una scienza debole, viziata dal “profit motive” e intrisa di fideismo scientista, che fa da paravento e strumento a enormi interessi economici. Una “scienza” che quanto ad applicazioni, cioè cure, con rare eccezioni gira a vuoto, o gira al contrario, in senso iatrogeno, e fa così ottenere guadagni sempre crescenti a danno dei pazienti. I progressi terapeutici reali sono modesti, e di cancro si continua a soffrire e morire. Una scienza che, come nel caso Stamina, si fa bella paragonandosi alla ciarlataneria e alla superstizione non potendo splendere di luce propria. Una “scienza” che, irrazionalmente, fa dei torti altrui le proprie ragioni.

Il commento ha portato a un diluvio di commenti negativi, con insulti di ogni genere, a nome di 10 diversi bloggers. Appare che si sia adottata anche la tattica di proseguire la discussione ad nauseam. Ho smesso di rispondere alla 54° accusa, dopo avere riempito 13 cartelle di testo in repliche. Riporto qui solo i passi più significativi. I testi completi sono sul sito de Il Fatto.

@ Aldo Quadri. Lei dice di non credere in Dio, ma è affine intellettualmente a quelli che credono alla Sindone; ed è affine moralmente a quelli che speculano su queste credenze. Lei ha solo sostituito la vecchia fede e i vecchi trucchi con una nova fede e con nuovi trucchi. Come per la fede, l’ateismo può essere professato falsamente da sciocchi e opportunisti.

@ Stefano B. Propongo di eliminare la componente antropica: prevenzione primaria vera cioè riduzione dell’esposizione a cancerogeni, ambientali e medici, controllo delle sovradiagnosi, dei farmaci costosissimi e inutili, etc. . Lei è troppo perentorio nel ripetere il luogo comune “il cancro non esiste, ma esistono decine di neoplasie molto diverse tra loro”. Come ha osservato Medawar, questa è a sua volta un’esagerazione. Ha ragione nel mostrare, con la sua domanda apparentemente fuori argomento, come la critica alla medicina ufficiale non è soddisfacente per il pubblico, perché toglie le rassicurazioni che vengono vendute a peso d’oro spacciandole per cure scientifiche.

@ Teschio. Occuparsi della falsità della Sindone offre anche il vantaggio di evitare l’uso un po’ più pesante della ragione e della scienza. Un poco come quelli che si danno al modellismo per non dover guardare le brutture del mondo.
Lo scientismo sta producendo i suoi bigotti, e i suoi ignoranti; e tu sei un buon esempio di questa nuova figura, l’ignorante scientista.

@ Gsax. La scienza invece si propone proprio l’abbattimento dei limiti naturali. Le compagnie farmaceutiche spendono miliardi di euro per propalare questa visione. Qualche spicciolo lo daranno, spero, a quelli che chiamano “complottisti” chi lo fa osservare.

Dal tuo modello teologico su questa forza sovrannaturale che dalla scienza arriverebbe alle persone non portando altro che bene manca una cosuccia da niente: il fattore “interesse”. Quella che chiami “tecnologia” è sviluppo industriale, e viene spacciata per scienza. Solo in Italia abbiamo così tanti fondamentalisti, o adulatori, che negano che l’interesse commerciale e finanziario possa provocare danni anche gravi ai cittadini, e che identificano l’industria farmaceutica – corrottissima – con la “Scienza”. Parlare della falsità della Sindone per affermare la verità delle cure oncologiche ufficiali è un’operazione retorica, logicamente scorretta. Ma fruttuosa: permette di sentire “true believers” scientisti come te, che dicono all’interlocutore “i medicinali grazie quali ai quali sei vivo” dopo avere snocciolato i capisaldi del credo scientista. Questa che dobbiamo la vita ai farmaci, come prima la dovevamo a Dio, è una grossa “tesi”, che dovresti presentare sui social network, che io non frequento, bastandomi gli scienziati seri come te. Tu non ne hai bisogno, ma per chi volesse avvicinarsi all’ateismo medico segnalo “What if medicine disappeared” Markle, McCrea. SUNY Press, 2008.

@ Maelstrom 128. Il tuo è un esempio ingannevole perché, come molti osservano, le imprese giganti, le multinazionali, sono quanto di più contrario al libero mercato, istituendo monopoli e oligopoli, ed essendo in grado con loro potere economico di condizionare la politica. E anche la cultura, come i discorsi tuoi e di tanti altri mostrano. La Sindone è una bufala per creduloni; ma non é messo molto bene neppure chi come te ritiene che sia delirante affermare che aziende con fatturati non di un panettiere, ma superiori al PIL della Svezia, possano costituire un potere pericoloso.

La spesa farmaceutica in USA nel 2014 è cresciuta del 13.1%, a 373.9 miliardi di dollari, avendo ben pochi beneficiari. Solo per l’epatite C, l’industria ha potuto ottenere 11.3 miliardi di dollari, senza altra giustificazione del possesso del brevetto. Perfino il Sole 24 ore considera, nel citato intervento di Garattini, che il sistema attuale di barriere in entrata frena l’innovazione reale (v. es. Morgan et al. “Breakthrough” drugs and growth in expenditure on prescription drugs in Canada. BMJ, 2 set 2005). Quella che chiami “innovazione” è una fuga in avanti verso farmaci che di nuovo hanno essenzialmente l’essere costosissimi (Pillole per pochi. Così fa i soldi big pharma. Secolo XIX, 6 mar 2014). L’unica concorrenza forte è quella, gigantesca e capillare, con la verità: basta vedere come anche in un blog c’è chi come te risponde a capocchia, ma aggressivamente, alla minima critica. Vedere una “concorrenza spietata” nell’industria farmaceutica è peggio che vedere nella Sindone l’impronta autentica del volto di Cristo deposto dalla croce.

Critico che si rubino soldi come con l’operazione epatite C. Si parla di una previsione di spesa per i farmaci per l’epatite C pari alla metà dell’intero bilancio pubblico per la sanità. Questo me lo chiami normale?
– Le mee-too drugs vengo spacciate per farmaci innovativi.
– Le pillole stracostose per pochi sono la nuova direzione del businness farmaceutico.
Il problema è che le industrie farmaceutiche la concorrenza del libero mercato non sanno cosa sia, imponendo i loro prodotti spacciando per “scoperte” e brevetti” ciò che chiamano tale. Quale domanda giudica il loro prodotto, se loro stesse sono, come è stato osservato, imputato e investigatore nel processo di approvazione. Quale concorrenza, se spendono fiumi di denaro per comprare chi dovrebbe controllarli, e il favore del pubblico. Del resto, chi produce una cosa importante come le medicine non avrebbe bisogno di patrocinanti dei loro affari come te, se si basasse su forme leali di attività economica.

Quindi per es., il cittadino che sventatamente si rechi in farmacia senza avere letto la recente review del British Medical Journal che indica come i rischi di effetti avversi anche mortali del farmaco da banco, o SOP, più usato, il paracetamolo, (Tachipirina) siano stati finora sottovalutati, (Roberts et al. Paracetamol: not as safe as we thought? BMJ, 2 mar 2015), è un ignorante che l’infarto del miocardio, l’ictus, l’emorragia gastrica, l’insufficienza renale che eventualmente si becca se li è andati a cercare. D’altra parte, se venisse a conoscenza dell’articolo, e lamentasse questa vendita di sostanze pericolose come se fossero caramelle, tu o un tuo collega potreste rispondere che resta un ignorante, privo dell’indispensabile cultura scientifica, un ignorante presuntuoso, visto che trascura il channelling bias al quale questo tipo di studio è esposto.

Io invece penso che la sola, ma grave, colpa del cittadino sia di avere eletto dei politici venduti o inetti che permettono che egli sia esposto all’assunzione di farmaci in situazioni di bilancio danni/benefici svantaggioso, che i termini di tali bilanci vengano nascosti o alterati con informazioni false o ingannevoli, che si permetta la libera vendita di prodotti pericolosi; e che si permetta in generale di operare così e anche peggio a quelle associazioni a delinquere delle quali sei pertinace sostenitore.

Ci sono numerosi studi che mostrano che le attività illegali delle aziende farmaceutiche sono la norma, non l’eccezione; e che la loro ricerca, viziata dalla ricerca per il profitto è spesso scadente; e trascina verso il basso anche gli standard della ricerca accademica (v. il libro di Gotzsche che ho citato). Credo che sarebbe piuttosto ora di finirla di chiamare paranoici coloro che denunciano questi grandi interessi illeciti, e di chiamare paranoica addirittura l’idea stessa che anche i poteri forti possano imbrogliare in forme proporzionali alla loro forza. Queste sono espressioni da spalla dei truffatori di strada quando vogliono allontanare chi svela agli astanti il trucco. Mi dici che fai ricerca in ambito accademico. Da contribuente, non è una notizia rassicurante sulla qualità intellettuale ed etica dell’università.

Bene, ma guarda che nella foga filantropica i tuoi “15 minuti” sono diventati ore e ore. Mi fai la guardia a tempo pieno, come mostra la cronologia dei tuoi interventi sui miei. Ieri 15 apr 2015: 12:22; 14:15; 15:26; 16:49; 21:33. Oggi 16 apr 2015: 11:46, 12:48; 14:55; 17:43; 18:40. E la giornata non è finita. Dici che vedo la Spectre. Ma che hai paura che se fallisci nel picchiettarmi allo sfinimento le parti intime finisci nel grande acquario con lo squalo ? Tanto vale che tu ti faccia assumere per un secondo lavoro da una di quelle multinazionali di PR che curano l’immagine delle frodi farmaceutiche… Oppure torna in laboratorio, a dare al mondo i preziosi frutti della tua attività, uhm, di scienziato. In ogni caso, fatti passare l’allergia per le citazioni che non ti piacciono, o che non piacciono al tuo capo Stavro Blofeld, come il libro di Gotzsche che descrive le attività della case farmaceutiche, compresa questa tua, come una vera e propria forma di crimine organizzato.

Non si può chiedere alle aziende di agire con “spirito filantropico”. Ma il sistema è semplicemente criminale, e va rifondato. Ci sono varie proposte. Es. quella di non considerare più le prove di evidenza “scienza” ma procedure di approvazione, da togliere al controllo dei produttori di farmaci. Di recente Horton sul Lancet, commentando quanti degli articoli pubblicati presentano dati scorretti, ha riportato la proposta di innalzare la soglia del livello di significatività statistica P. (Veronesi invece vorrebbe che fosse ulteriormente abbassata). Si potrebbero seguire le indicazioni più ampie dell’epidemiologo Ioannidis, che tocca il tema tabù dei pre-study odds. L’idea di educare il pubblico alla scienza è utopica, e porterà solo a esporlo maggiormente alle sofisticate manipolazioni dell’industria. Gli andrebbe invece fatto capire che la medicina non è “scientifica”; si avvale anche di tecniche scientifiche, che però non sono l’unico fattore né sono immuni o esenti da distorsioni commerciali. Invece la tendenza è all’opposto quella di presentare l’attuale sistema corrotto non solo come “scienza” ma di fare di questa una specie di religione, con la “innovazione” come salvezza; noi qui commentiamo un articolo che contrappone la Sindone e la ricerca biomedica.

Una infarinatura scientifica rende solo più esposti alle manipolazioni dei professionisti. La scienza, quella vera, è difficile, non è come quella di Quark di Piero Angela. Ci vogliono anni e anni di studio e di esperienza per potere esprimere con cognizione di causa valutazioni che sono, come noti, sia tecniche che politiche su argomenti esoterici e complessi. Se vuoi sapere come la divulgazione e la “scienza per tutti” possano aiutare a imbrogliare, v. Bauer H.H. “Scientific literacy and the myth of the scientific method” U of Illinois Press, 1992. Io trovo che sia un’operazione di marketing analoga anche quella per la quale il medico pratico, il clinico, dovrebbe essere il grado di valutare lui il lavoro di statistici, farmacologi, biologi molecolari, etc. leggendone le pubblicazioni. E diversi medici sono d’accordo con me.

a) Nelle questioni scientifiche non si decide a maggioranza, ma secondo i dati e la ragione. Si decide a maggioranza nelle questioni corporative. Impostazioni statistiche che consentono di pubblicare come veri rapporti falsi (Ioannidis PA. Why Most Published Research Findings Are False. PLoS Med 2005. 2: e124) accettate come vuoi tu sulla base della volontà della maggioranza sono un esempio di interessi corporativi trasferiti alla metodologia, che viene venerata come il Dio del rigore e invece a forza di queste pensate è, nelle parole di uno statistico, “moribund”. Succede in tutte le professioni; sarebbe ora di capire che gli scienziati non sono speciali, e come gli avvocati se la cantano e se la suonano come gli conviene.
b) Se si danno alla gente, o ai medici, magistrati, politici, giornalisti, modellini semplificati e ad hoc, come quelli delle brochure dei rappresentanti farmaceutici, non li si “educa”. Li si indottrina. Si fa loro credere di aver capito, mentre si propagano false informazioni. Se e quando va preso l’ibuprofene al paziente glielo deve dire il medico; allora per cosa è pagato a fare? La tua visione è quella di fare del farmaco un prodotto di consumo, che si prende come gli altri dallo scaffale al supermaket, scaricando la responsabilità sul cliente. Che poi cliente non è, perché la decisione di assumere il farmaco viene presa dal medico, o dal farmacista, o in caso di automedicazione viene comunque indotta dalle case produttrici.

2. Occorre rivedere la cultura “farmacocentrica”. Dici che sarebbe idiota non avere questa possibilità, di prendere un antiinfiammatorio come una caramella se si ha il mal di testa. Se per ogni fesseria ti prendi un antiinfiammatorio che ti avvicina a un ictus o a un infarto miocardico, o magari ti fa buchini (lacune emorragiche) nel cervello, invece sei un furbo? Parli di “educazione scientifica”. Una delle prima cose che il pubblico dovrebbe sapere è che prodotti da banco come i NSAID sono molto più pericolosi di quanto non viene fatto credere.

@ Gino. La “complessità” del cancro è resa irredimibile dall’averlo trasformato in una lucrosa fonte di guadagno. No, io non sono “anti-scienza”; sono contro la scienza corrotta che lei difende. La “comunità scientifica” oncologica non fa solo l’interesse delle case farmaceutiche, ma anche il proprio, promettendo mari e monti per vendere cure che costano quanto una casa e fanno morire male. C’è un autentica dimensione criminale in quella che lei chiama “scienza” (Gotzsche PC Deadly medicines and organized crime. How big pharma has corrupted health care. Radcliffe, 2013); che si avvale anche di “argomenti” come quelli che lei sta usando nei miei confronti.

@ Mauro Moroni. Per i medici corrotti, v. il libro di Gotzsche che ho citato. L’intero campo risente del clima immorale. Pochi giorni fa la Gdf ha segnalato alla Corte dei Conti la consueta infornata, 985 medici, per eccessive prescrizioni di farmaci per l’osteoporosi. Se si volesse valutare quanti sono gli onesti, si potrebbe verificare in questi casi quanti medici hanno rifiutato il comparaggio (che è comunque una frode derivata, rispetto a quelle più nocive sulla dottrina). Uno studio sull’influenza negativa delle case farmaceutiche nelle prescrizioni di esami e terapie di medici di famiglia USA riporta che un magro 7% ha resistito e si è opposto a prescrizioni orientante al profitto anziché all’interesse del paziente (Hunt et al. The Changing Face of Chronic Illness Management in Primary Care: A Qualitative Study of Underlying Influences and Unintended Outcomes. Annals of Family Medicne, 2012. 15: 452). Ma anche lei sembra più interessato alla reputazione – o all’impunità – dei medici che ai danni che derivano ai pazienti – e alla professione – da questo assetto.

@ Marco Bella. Non so se il ricercatore della Sapienza si riferisce a me, che ho contestato la logica, il merito e l’impostazione ideologica della conclusione della sua tortuosa analogia per la quale siccome è vero che i pro-sindone sono in errore come lo sono i dibelliani (OK), e siccome è vero che i pro-sindone sono stati smentiti dalla buona scienza (OK), allora sarebbe anche vero che la scienza ufficiale che condanna Di Bella è buona scienza quando produce terapie oncologiche (No).

Gentile dr. Bella, lei dice che esiste solo “la Scienza e la Medicina”, senza attributi. Come ideali astratti, forse (anche qui ci sarebbe da discutere). Ma nella realtà, scienza e medicina sono attività umane completamente immerse nella società, nell’economia, nella cultura, e a non definire le caratteristiche variabili che possono assumere sotto l’influenza di questi potenti fattori si rischia di erigere degli altari; con annesse sacrestie, nelle quali, come avviene per le confessioni religiose, si possono condurre affari molto lontani dall’ideale di purezza che lei cita.

@ Gianni Monroe. Lei ragiona come quel chirurgo della barzelletta che, avendo amputato per errore al paziente il pene gli dice: “C’è però una buona notizia. L’istologico è negativo per cancro”. O come Teletutto, la rete tv di Brescia, che quando l’enorme crocifisso di legno di Enrico Job si è spezzato, e nel crollare ha ucciso un ragazzo, ha parlato di miracolo divino perché la croce cadendo ha ucciso una sola persona. O come il premier Renzi, che ha definito “eroi” i CC che hanno catturato Giardiello dopo che gli avevano fatto detenere una pistola nonostante precedenti allarmanti, dopo che ha potuto avere un’arma, sparare e muoversi senza ostacoli nel Palagiustizia, e poi uscire e allontanarsi per 30 chilometri. Siccome al peggio non c’è limite, e lei valuta in base al peggio, anziché in base a ciò che sarebbe giusto, lei potrà trovare del buono e dei motivi di congratulazione in qualsiasi inferno.

Lei parla come il Pangloss di Voltaire. Lei fa l’ateo ma fa discorsi da cattivo prete, cioè sofismi ridicoli per portare ad accettare ruberie e violenze quando queste sono commesse da potenti.

Cosa c’è di peggio del moralismo? L’estetismo. Lei estetizza le peggiori furfanterie. Lei arriva a chiamare bene il male, arrogandosi il diritto di descrivere in maniera tendenziosa i fatti per poterli ficcare dentro alle categorie morali che arbitrariamente definisce. Ripeto, la natura di quanto scrive è pretesca. C’è la venerazione per un telo dipinto, ma c’è anche la “latria” scientista. Magari c’è qualcuno a cui piacerebbe unire le due.

Vede il suo non è solo un arbitrario relativismo etico. E’ un relativismo epistemico, nell’interpretazione dei fatti. Ed è un “relativismo” coerente con la frode. Per lei l’establishment scientifico (Tomatis), che come è costume dei benpensanti lei chiama “comunità scientifica” è una forza buona che smaschera le vergogne. Invece i dati indicano che la sua forza buona è in forte conflitto di interesse, essendo condizionata dall’industria, e le vergogne contribuisce a crearle e a nasconderle. Non si dovrebbe contare sul buon cuore della “comunità scientifica” per impedire le stragi per frodi biomediche, delle quali casi come il Vioxx sono la parte visibile dell’iceberg, imponente e tuttavia minoritaria rispetto a ciò che non si vede. Affidare la custodia del pollaio alle volpi in termine tecnico si chiama “cattura normativa” (una delle finalità di quella tragedia e farsa del caso Stamina). La si può rivestire come fa lei con panni filosofici, di uno scetticismo sulle fondamenta, a suo dire elusive, dei principi per i quali es. non si può uccidere una persona per impossessarsi dei suoi beni; ma restano sofismi che danno forma estetica a sovrastrutture culturali che coprono forme di sfruttamento parecchio brutte.

Lei dà come entità primitive l’indifferenza dei valori morali, che non sarebbero che mere convenzioni sociali, e allo stesso tempo la “bellezza” della “comunità scientifica”, che ci proteggerebbe dalle frodi. La frode c’entra perché con questa “business ontology” così svergolata uno dei principali attori della frodi biomediche strutturali, l’establishment scientifico, viene posto in una posizione privilegiata di controllore delle frodi stesse. Così es. basta fare in modo, con la compiacenza e la partecipazione delle istituzioni dello Stato, che a Stamina, una banale frode che normalmente sarebbe durata 30 minuti, il tempo dell’arrivo del maresciallo dei CC, vengano invece fatte assumere dimensioni giganti, per poter presentare per contrasto una comunità scientifica corrotta come il baluardo contro la ciarlataneria; con magistrati come Guariniello e Santosuosso che come lei commentano inneggiando alla “scienza” quando dovrebbero controllarne gli abusi, coonestando una cattura normativa che è anche “deep capture” (Hanson e Yosifon), cioè cattura culturale.

Invece per me non c’è bisogno della filosofia per assumere che la medicina non deve nuocere al paziente a favore di chi la vende. E occorre prendere tristemente atto (v. Gotzsche, cit.) che la ricerca scientifica ai nostri giorni non è la cura, ma è parte della patogenesi. La volontà di rappresentare posizioni, interessi, e rapporti di forza senza infingimenti è già un orientarsi verso la soluzione.

La vita media si è allungata, ben da prima della medicina hi-tech, per merito dell’economia, che ha migliorato le condizioni di vita generali, e delle conoscenze scientifiche, che hanno permesso di ridurre l’esposizione a fattori nocivi. Gli impressionanti incrementi dalla fine dell’800 sono in gran parte dovuti all’abbattimento della mortalità perinatale e infantile e al controllo delle malattie infettive. La medicina clinica ha giocato un ruolo minore sulla mortalità, anche se ha contribuito al benessere dell’individuo in altro modo. Costretta dalla sua trasformazione “corporate” a ottimizzare il profitto anziché la riduzione della sofferenza, mentre promette ciò che non può dare, la medicina nega le cure ottimali che già oggi potrebbe fornire. Il resto dell’equivalente laico del Credo che lei elenca come meriti della medicina sono sue impressioni. Es. i “metodi diagnostici sempre più raffinati” sono spesso metodi eccessivamente sensibili che provocano epidemie di falsi positivi. E’ curioso come lei sia un sostenitore della prevenzione secondaria del cancro, immagino, uno di quei “passi avanti impensabili” della medicina, ma sostenga che invece il malaffare endemico in medicina non può essere prevenuto, ma solo represso a posteriori. Invece si dovrebbe es. controllare già ora i “biomarkers” in sviluppo, “metodi diagnostici raffinati” che tra 20 anni porteranno a dire “è stato un errore, sono nocivi”, come sta avvenendo oggi per certi diffusissimi screening oncologici.

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29 maggio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di E. D’Ospina “#Vorreiprendereiltreno, bimbo affetto da malattia rara fermato sulle scale del binario: “Troppo lento” “

Le orphan drugs hanno trovato tanti papà; che moralmente sono di incerti natali. Uno studio del 2012 della Thomson Reuters mostra che la cura delle malattie rare può genere profitti non inferiori a quelli da malattie comuni, per un valore di mercato dell’ordine delle centinaia di miliardi di dollari. Le malattie rare sono una nuova miniera per il business farmaceutico. E’ un settore in crescita esplosiva.

Conferma ciò il marketing d’appoggio sui media. L’uso di malati per propagandare operazioni commerciali con la presentazione di storie ad effetto dovrebbe essere contrastato; soprattutto se, come in questo caso, si utilizzano minori. Il business delle malattie rare sfrutterà queste storie toccanti per ottenere denaro pubblico a prescindere dalla reale validità dei nuovi prodotti, e per massimizzare alcuni dei numerosi vantaggi delle malattie rare: i ridotti costi, tempi e requisiti per l’approvazione alla messa in commercio. Le lacrime versate sugli spot si tradurranno in lacrime nella vita reale, dovute alla diversione delle risorse per le cure, di malattie rare e comuni, da ciò che è più utile verso ciò che è più remunerativo.

Poliziotti e magistrati dovrebbero interessarsi, per dovere istituzionale, a queste manipolazioni dell’opinione pubblica; ma tengono molto all’amicizia dei grandi interessi finanziari e industriali sulla medicina, e nonché contrastarle preferiscono partecipare alle varie campagne di propaganda, interpretando sé stessi.

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@ Tano Loktar Scala. Se una cosa ti rimane incomprensibile nonostante sia stata sottoposta alla tua analisi logica, le possibilità secondo te sono due: o chi la dice è un genio o è “uno dei soliti che girano su internet e non necessitano di spiegazioni”. Applichi il rasoio di Occam, dici. Uno come te, che ha portato a compimento con successo la lettura di un intero articolo de Il Fatto Quotidiano (per di più di Elisa D’Ospina) è un ferratissimo intellettuale che non ha bisogno di informarsi ulteriormente. Non può che ricorrere alla logica deduttiva. A dire il vero non dovresti scartare a priori la possibilità molto parsimoniosa che il problema risieda in te… sta attento a non tagliarti.

Due articoli recenti per chi invece di volesse approfondire il tema della natura speculativa dell’interesse per le malattie rare:

Are orphan drugs too successful? Ttopstart, 16 gen 2015.

e quello dell’uso delle narrazioni ad effetto per vendere prodotti medici:

Patient anecdotes in NY-Presbyterian hospital ads mask mediocre quality ratings. Health News Review, 27 mag 2015.

@ Noodles. Le malattie rare sono un problema di bambini inspiegabilmente maltrattati da poliziotti brutali degni di un romanzo di Dickens o di Hugo; poliziotti carogna che addirittura impediscono a un bambino disabile – per una malattia mitocondriale – di prendere il treno per andare a curarsi. Chi pensa invece che la prima cosa da sapere per il cittadino comune sulle malattie rare è che su di esse si appuntano enormi interessi speculativi; e che tali interessi ricorrono sistematicamente ai ricatti morali su casi umani per spillare soldi, a danno dei pazienti, è un “complottaro”. Almeno secondo noodles, uno dei tanti concorrenti al premio “piccoli Renzi crescono”.

PS. se vuoi proprio parlare di complotti e Polfer, si potrebbe ricordare di quando il capo della Polfer era Umberto D’Amato, legato alla CIA, e scoppiavano le bombe sui treni. Ma sono fantasie complottare “meglio della fantascienza” …

@ Jericho Kilmister. Non mi rivolgo a te, né a quelli come te che credono alla genuinità di questa notizia giornalistica o dicono di crederci. Ma a quelli che possono comprendere come vengono danneggiati da queste manfrine e dagli zelanti guardiani del sacro verbo mediatico come te.

@ Gian TT. Leggendo es. l’articolo che ho citato “Are orphan drugs too successful?” si può rilevare come il presupposto che presenti “per queste malattie al momento nessuno investe” è grossolana disinformazione, essendo oggi vero l’opposto. Il fare propaganda per le operazioni dell’industria medica falsa il processo di introduzione di nuovi farmaci, che vengono sviluppati e poi approvati avendo come base “a priori” un consenso pubblico costruito coi metodi delle agenzie di PR. Es. il sollecitare il pathos sui bambini malati favorirà l’ulteriore abbassamento delle soglie delle prove di efficacia, e la pratica del “premium price”, l’uso di prezzi esorbitanti come prova dell’efficacia; a danno dei malati. Non so come si possa pronunciare come fai tu la parola “ricerca” mentre si sostiene che “a fin di bene” è lecito manipolare il pubblico. Se si trattasse solo di soldi, si potrebbe equiparare ciò all’aggiotaggio, che è già un reato. Ma qui si incide inoltre pesantemente sulla tutela della salute, impiegando le risorse (denaro dei cittadini) in ciò che conviene all’industria e alla finanza; negando cure utili e introducendone altre che chi vi guadagna non solo non ha convenienza siano efficaci, ma non ha neppure convenienza che siano almeno prive di effetti collaterali. La dimensione criminale di tali manovre, che godono della complicità e della connivenza dei poteri dello Stato, non andrebbe sottovalutata.

@ Stefano.Che fine umorista che sei. Mi fai la parodia anche di questo, tratto da una pagina del documento di analisi “No al Nuovo ordine mondiale” del collettivo anarchico “Bakunin vive”:

“Big Pharma è diventato un global business nell’era dei farmaci blockbuster, quelli che tutti noi conosciamo e utilizziamo. Malgrado il marketing … la creazione di valore per gli azionisti è stata recentemente scarsa o addirittura nulla. La linea potrebbe essere, come consigliano alcune società di consulenza aziendale, di imitare le piccole aziende del farmaco di eccellenza: mirare alla massima customer satisfaction, semplice in regimi di prezzi amministrati o garantiti dai sistemi di rimborso farmacologico pubblico, e puntare ai settori che il blockbuster ha sempre trascurato: le malattie rare e metaboliche …
Ma giocare facile è una tentazione irresistibile: se la ricerca e sviluppo è costosa e non permette questa nuova ingenua religione del «creare valore per gli azionisti», c’è sempre la via d’uscita del marketing aggressivo e più o meno occulto… Tuttavia, sul piano di quelle che potremmo definire le PSYOP (Psychological operations) di Big Pharma, occorre farsi alcune domande essenziali…”

Ah no scusa, è da una pagina di Giancarlo Elia Valori. (Geopolitica della salute. Marsilio, 2014). Ma fa lo stesso. Facciamoci altre due risate.

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@ noodles. C’è il costume di screditare certe segnalazioni di illeciti commessi a favore dei poteri forti dipingendole come “assurde” o frutto di “complottismo”; questa tattica è particolarmente facile in medicina, dove dati i complicati rapporti tra dimensione tecnica e dimensione umana è facile scambiare – agli occhi del pubblico- tra Bene e Male. La partecipazione della polizia di Stato a manipolazioni a danno della salute e dell’erario non è poi una “notiziola”. (Né queste lealtà deviate sono una novità, o sono inconcepibili, v. i citati trascorsi degli uffici al Viminale della Polfer). La reale natura commerciale, e i risvolti negativi sulla tutela della salute, dell’interesse mediatico per le malattie rare e metaboliche, che vengono taciute al pubblico dandogli invece questi spot, non sono poi una notiziola. Del resto, perché ti scaldi tanto per un commento semi-invisibile a una “notiziola”? Quanto al premio, non accetto regalie dalle multinazionali; che poverine hanno già da mantenere la folla di affamati di ogni genere e grado della quale anche tu fai parte.

@ noodles. Questo episodio non è un attentato dinamitardo: non è grave in sé, ma andrebbe indagato e approfondito in quanto sintomatico di rapporti corrotti tra Stato, business farmaceutico e informazione. D’altra parte, tra il prestarsi a uno spot per delle grandi truffe sulla salute e il fare passare un tipo con una valigetta, sapendo che in entrambi i casi se ne avranno vantaggi e non si verrà puniti, non c’è poi una così grande differenza; anche sul piano degli effetti negativi sulla cittadinanza.

Bacini anche a te Noodle; ma mi pare tu esprima la paura che se si lascia che si tiri una maglia poi continuando a tirare si può fare un gomitolo di tutto il maglione. Chi è infedele nel poco lo è anche nel molto; chi è un bugiardo è anche un ladro. Questi detti sono spesso veritieri; e le volpi del business medico hanno grandi code di paglia da proteggere dal fuoco. Così ci sono degli addetti che hanno la funzione di “defensores virginitatis”, e scattano a rinserrare la falla non appena vengono messe in dubbio le finalità di certi accorati lamenti dell’apparato di sfruttamento della malattia su casi di malati che soffrono; e vengono allo stesso tempo posti interrogativi sulla reale professione di certe figure della ricerca medica; che non portano proprio il cilicio (comunque il cilicio lo porta la Binetti, anche lei entusiasta sostenitrice dell’operazione malattie rare).

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13 giugno 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di I. Cavicchi “Cancro, un nuovo approccio all’oncologia”

La “medicina personalizzata” è la nuova svolta nel campo dell’oncologia commerciale, quella che è orientata a sfruttare economicamente il cancro, spesso a scapito del paziente. Uno degli inganni sui quali si basa è la confusione tra “cura personale” e “ terapia biologicamente individualizzata”. Pochi saprebbero fare meglio di Ivan Cavicchi, il primo rètore della medicina in Italia, nel supportare questa componente della nuova “scienza”, o meglio ideologia, della “medicina personalizzata”, ingigantendo l’equivoco e la confusione tra l’illusione pseudo-morale di essere curati ad personam, come ci curava la mamma da piccoli, e l’illusione pseudo-scientifica di saper definire e controllare la variabilità biologica tra individui. Una promessa smodata di “olismo” – curare l’intera persona – che maschera la discesa di un altro gradino nella pratica truffaldina del riduzionismo clinico, del ridurre la malattia a test di laboratorio, a “biomarkers” sempre più esoterici e di sempre più dubbia validità scientifica, spacciati, come è già tragicamente avvenuto, per oracoli infallibili.

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18 luglio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al posti di D. Patitucci “Alzheimer, la scoperta dell’università Usa: ‘Diagnosi precoce da studio biomarcatori’ “

@ guest (commento eliminato). Giusto (v. es. Moynihan R, Cassels A. Selling Sickness. How the world’s biggest pharmaceutical companies are turning us all into patients. Nation Books, 2005). Purtroppo anche le teorie sulle cause di malattia, e quindi la definizione biologica di malattia, sono pesantemente condizionate e distorte dal marketing. In USA è in corso di approvazione il “21st Century Cure acts” che tra le tante novità, come quella di permettere in certi casi la sperimentazione dei farmaci “innovativi” su malati senza il loro consenso, spinge per l’approvazione dei farmaci basandosi “more on biomarkers and other surrogate measures than actual clinical endpopints” (Avorn J, Kesselheim A D. The 21st Century Cures Act – Will It Take Us Back in Time? NEJM. 2015. 372: 2473). Pare che alla notizia i rettiliani abbiano preso a imbarcarsi sulle astronavi per il ritorno a casa, considerando che qui ormai non c’è più bisogno del loro intervento.

@ Gianna. La ricerca del 2005 dello Alzheimer Disease Cooperative Study Group mostra che il principio attivo dell’Aricept non è più efficace del placebo nel “prevenire” l’Alzheimer in soggetti positivi a un asserito biomarker. Il farmaco fu lanciato con grande battage anche in Italia “nonostante che le prove della sua efficacia fossero del tutto modeste e non costanti” (Bobbio M. Il malato immaginato. Einaudi, 2010). E’ un prodotto la cui rinnovata approvazione in USA a dosaggi aumentati, nonostante i gravi possibili effetti avversi (polmonite, emorragia intestinale massiva, rottura esofagea, morte) è stata criticata come esempio di introduzione di un farmaco nella pratica clinica contro l’evidenza (Schwartz L M, Woloshin S. How the FDA forgot the evidence: the case of donepezil 23 mg. BMJ, 2012. 344: e1086. Lenzer J. FDA is criticised for licensing high dose donepezil. BMJ, 2011; 342: d3270.). Ed è stata definita da un esperto della Cochrane Collaboration uno “scam” (raggiro), da 2 miliardi di dollari all’anno nei soli USA, basato su pubblicità con affermazioni “untrue” (false) e complicità politiche (Gotzsche P C. Deadly medicine and organized crime. Radcliff, 2013).

@ sgarbatello. I casi “esecrabili” (o meglio, casi che dovrebbero essere oggetto di procedimento penale e che invece sono istituzionalizzati e protetti) come questo non sono un’eccezione. Ce ne sono così tanti che si fa fatica a riuscire a seguirli tutti; come diverse voci avvisano, la situazione sta ulteriormente peggiorando. Ma è vero anche ciò che lei controbatte: non c’è solo il crimine. Bisogna essere contenti per ciò che c’è di non contraffatto, dice lei. Di Mussolini, che portò all’Italia regresso civile, lutti immani e rovina, non solo i sostenitori ma anche gli storici riportano alcuni indirizzi politici positivi. Troisi diceva che anziché dittatore bisognava farlo capostazione, visto che con lui i treni arrivavano in orario.

@ sgarbatello. Non è sarcasmo. E’ il riflesso dell’estrema divaricazione tra ciò che viene fatto apparire e ciò che è realmente nella medicina del marketing. Saluti a lei.

@ sgarbatello. Ha ragione, si può dire con certezza pressochè matematica che non un centesimo delle quote che le multinazionali farmaceutiche spendono in Europa e in Italia per attività di lobbying e corruzione va a finire nelle tasche dei destinatari statunitensi delle attività di lobbying e corruzione che le stesse multinazionali attuano in USA.

@ sgarbatello. Capisco la necessità di mischiare le tinte, e far vedere tutto come attraverso una nebbiolina. E’ una delle tecniche di ciò che stai patrocinando. Anche molte delle frodi biomediche hanno le loro basi tecniche nella creazione ad arte di una larga gamma di sfumature in sostituzione della definizione più netta e ristretta possibile dei confini biologici tra normale e patologico. Di delicati acquerelli a difesa dell’applicazione di cose che hanno ben altri colori ne abbiamo anche troppi.

@ sgarbatello. Da più parti diversi specialisti chiedono che si smetta di diagnosticare come “cancro” reperti anatomopatologici della mammella e della prostata che invece vengono diagnosticati – e quindi trattati – come cancro. Una prassi di massa, a fini di lucro, la cui incidenza è ufficialmente stimata in percentuali a due cifre, che ha causato danni gravissimi, anche mortali, a milioni di persone che non avevano il cancro. E tu constatare questo me lo chiami “manicheismo”? Altro che logica fallace, qui siamo in flagrante truffa a danno della salute. Come conferma il tuo sparare numeri “semiattached “: ”uno 0,01”.

Se però stai invocando il fattore di correzione applicato da chi dovrebbe tutelare l’onestà nei commerci, fattore che fa riconoscere le truffe come tali in ragione direttamente proporzionale alla riconoscibilità del crimine agli occhi dell’opinione pubblica e inversamente proporzionale al potere di chi lo commette, devo purtroppo darti ragione: applicando la correzione sono come minimo un manicheo a dire che i ladri sono ladri anche negli affari miliardari della medicina.

@ sgarbatello. I dati statistici, confermati, ci sono già, e infatti si sta torpidamente facendo retromarcia, badando a non far capire al pubblico il macello provocato. Anche senza le colpe che le addossi, di basarsi sui “dati di un numero sufficiente” di venditori, la medicina basata sull’evidenza è divenuta ciò che confessi: il diritto di applicare cure dannose in nome della “evidenza”. Io sono per la medicina basata sulla scienza; quella che non cura senza prima avere stabilito con adeguato margine di sicurezza efficacia e vantaggiosità delle terapie. La fase preclinica è stata sostituita dal battage pubblicitario di cui questo articolo di Patitucci è un esempio. I trial clinici si basano sullo hype mediatico; mentre le nozioni a priori vengono trascurate, come teorizzato esplicitamente da quella squallida caricatura di scienza, quella ideologia giustificativa della bancarotta frudolenta nella ricerca biomedica che è ormai la EBM.

Es. quando la “prevenzione” dell’Alzheimer basata sui biomarker, e in realtà su campagne mediatiche, incassati i miliardi fallirà, avendo seminato per molti anni morti e feriti, come era prevedibile essendo state ignorate le evidenze contrarie (es. 1) arriveranno sussiegosi quelli come te a dire che è solo un tentativo non riuscito ed è da analfabeti non capire che è questa la scienza.

1 In: Hadler N M. Rethinking aging. 2011. U of North Carolina Press, 2011.

@ sgarbatello. La farmacovigilanza su farmaci immessi in fretta, con scarse prove di efficacia e sicurezza, per fare cassa, è poco efficace, ed immorale. Infatti coi “farmaci innovativi” stiamo avendo un’epidemia di effetti avversi. L’idea che ci possano essere “prove ed errori” sulla pelle delle popolazioni, e che questa sia la scienza, è di un’aberrazione abissale. Sarebbe come dire che ci possono essere prove ed errori nella costruzione dei ponti e palazzi, e se ne casca qualcuno (o tanti, nel caso della medicina) occorre capire che “il metodo scientifico è fallibile” e chi non accetta questa possibilità “ricama complotti”. Il “metodo scientifico” delle multinazionali è così solido che necessita dei discorsi “non di parte” (!) come quelli che emetti e di una marea di articoli che, secondo te, mettono in guardia dalle facili promesse, come quelli di Patitucci ….

Nel caso si facessero le cose in maniera seria e onesta, e non si sfornassero nuovi farmaci di continuo come si sfornano modelli di smartphone, non mi lamenterei, come, alla stregua di un imbonitore di fiera, mi attribuisci. Ha scritto Hans Jonas sulla sperimentazione medica che “il progresso è un obiettivo opzionale.. e i suoi tempi non hanno nulla di sacro”. L’onestà e il rispetto degli altri invece non sono un optional. Piuttosto forse sarebbe scontento qualcuno che perderebbe una fonte di reddito…

@ sgarbatello. L’onestà e il rispetto degli altri uno non se li “arroga”: sono doveri. Decidere se ci sono sufficienti basi precliniche per passare agli studi clinici rientra nelle competenze tecniche, e poi nei doveri deontologici, dei ricercatori. Tu risolvi addossando il controllo del soddisfacimento di una condizione di natura altamente tecnica ai comitati etici. Che sono così onesti, rigorosi e competenti che quello degli Spedali Civili di Brescia, secondo ospedale d’Italia, policlinico dell’università di cui è rettore il presidente dell’AIFA, ha dato il via libera pure alle staminali di Vannoni.

Non so se i comitati etici conoscono e prendono nella dovuta considerazione articoli come questi: Harvard scientist warn about epidemic of side effects due to corruption. NSBC international, 25 jun 2015. Light D et al. “Institutional Corruption of Pharmaceuticals and the Myth of Safe and Effective Drugs” . Journal of Law, Medicine and Ethics – Fall 2013. Ma i componenti dei comitati etici sono persone scelte, che in genere rifuggono simili complottismi. E poi Sgarbatello dice “mah”, e così anche la denuncia dell’incremento degli effetti avversi da indebolimento dei controlli viene sistemata dove merita, in quella interessante struttura che mi vai mostrando.

@ sgarbatello. Se ti sei stufato possiamo interrompere. Non è un piacere per me assistere alle tue contorsioni. Se vuoi continuare ricomponiti e cerca di rispondere nel merito, spiegando come possano i comitati etici garantire la liceità, sul piano tecnico, dell’inizio della sperimentazione clinica; e cosa prevede il tuo manuale, oltre al mugolare “mah”, sull’aumento degli effetti avversi provocato da ciò che tu chiami “scienza” “non matematica”, e io “tecnica della bancarotta fraudolenta in medicina”.

@ sgarbatello. Su Google ci sono già stato. Io vorrei continuare a sentire la tua versione. Ti ricordo che sei intervenuto spontaneamente sui miei commenti. E hai fatto una serie di formidabili affermazioni; che non sembrano farina del tuo sacco. Ora addirittura non capisci l’espressione ”aumento degli effetti avversi”. Non ti va più di esporre il giusto verbo? Puoi allora citarmi un testo, un articolo, un libro, un sito, che espongano la visione della ricerca biomedica che tu ardentemente professi?

@ sgarbatello. Una querela? Per carità, c’è un equivoco: io non “insinuo” nulla. Ma spiego a chiare lettere come quanto tu propugni sia un articolato metodo per lucrare su larga scala sulle malattie, a danno della salute, a scapito dei beni dei cittadini, e facendo della scienza una prostituta, E’ chi svela un disegno così abietto e criminale che deve essere punito? Chiunque lo pratica, o lascia che venga praticato, o ne favorisce la pratica, dovrebbe essere lui oggetto di censura. In futuro continuerò a non tacere davanti a quelli che come te propagandano le frodi biomediche strutturali e le loro metodologie (e a rispondere alle vostre denigrazioni). Non so che rapporti tu abbia coi principali beneficiari di tali crimini. Ma andrebbe loro detto che dopo tanti anni di rappresaglie e intimidazioni miserabili e mafiose non sarà il ricorso, minacciato o effettivo, al magistrato a impressionarmi. Bada piuttosto tu a ciò che scrivi. Potresti doverne rispondere.

sgarbatello, 23 luglio 2014: “Puoi dipingerti come il paladino che vuoi, ma ancora immagini nemici ovunque e insinui che io propugni qualcosa. Buona giornata

@ sgarbatello. Censurato da Il Fatto. Hai ragione, non bisogna scambiare un tafano per un elicottero. Quando vorrai decollare da dove sei posato mi farai un piacere

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24 luglio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di Cittadinanzattiva “Strage di Piazza della Loggia, l’impegno dei cittadini alla lunga paga”

Certe battaglie sono sfruttate dal potere come coperture per il loro opposto. A Brescia forse più che altrove il pestare l’acqua nel mortaio sulla strage impunita – che resta sostanzialmente tale dopo questa sentenza – ha facilitato il servire i poteri occulti che la vollero. Non stupisce che a zampillare lacrime di commozione e ad inneggiare allo “impegno dei cittadini” nella mesta occasione del parto di questo modesto risultato dopo 494 mesi di gestazione, a dire che una simile sentenza mostrerebbe il “potere dei cittadini di cambiare le cose” (“a fianco delle Istituzioni che sono fatte di persone che, in grande maggioranza, conducono la nostra stessa lotta per un Paese migliore e più giusto”) sia Cittadinanzattiva. La “medicina partecipativa” propugnata da Cittadinanzattiva, nella quale i cittadini avrebbero voce, è uno degli strumenti impiegati dal grande business biomedico per ridisegnare il paziente come consumatore (1), rendendolo in realtà ancor più passivo e menomato nei diritti. A me questa retorica celebrativa pare invece un’altra manciata del sale dell’ipocrisia sulle ferite delle coltellate che i volontari “impegnati” e le persone delle istituzioni così spesso fanno assestare alla Nazione nel consegnarla a interessi esterni.

1 Tritter et al. Globalisation, Markets and Healthcare Policy. Redrawing the patient as consumer. Routledge, 2010.

@ Cittadinazattiva Onlus. Lieto di avervi informato su cosa fate. A favore di quella che a Brescia è stata ufficialmente battezzata “Health and wealth”, la medicina che genera ricchezza, da autorità con le quali collaborate. Quanto esposto da Tritter et al., che mi auguro leggerete per intero (Routledge è la casa editrice) si applica senza perdita di generalità anche al caso italiano, e al vostro. C’è una certa letteratura a riguardo di ciò che è stato descritto come un deleterio “pas de deux” tra paziente e medico. Già nel 700 scriveva un medico anonimo: “Non è ella una reale pazzia il lagnarsi che la Donnicciuola, lo Speziale, il Barbiere, il volgo tutto si presuppone di poter con giustizia operare, e ragionare delle cose attinenti alla Medicina? Questo volgo opera, e parla da Medico non per altra ragione, se non perché i Medici operano e ragionano da volgo”.

La medicina, e la politica sanitaria, non sono “deleghe”. Sono funzioni altamente tecniche. Il cittadino non può improvvisarsi internista, statistico, biologo molecolare, etc. mentre può facilmente, data la fortissima asimmetria informativa, essere convinto a prendere posizioni su questi temi a vantaggio di chi conduce la medicina, e a suo danno. Il suo unico dovere, sulla cui trasgressione gioca questa sorta di coinvolgimento della vittima nella truffa, è di eleggere politici competenti e onesti. Farsi coinvolgere in responsabilità di governo oltre che un pessimo affare per salute e portafogli è anche una degenerazione della democrazia.

@ Keynez. Rimedio subito. Il bicarbonato che cura il cancro, o Stamina, introdotta nel SSN dal policlinico universitario il cui rettore, presidente dall’AIFA, collabora con Cittadinanzattiva, sono un termine di paragone indispensabile per far brillare la stella dell’attuale scienza medica ufficiale. Il marketing funziona così. Si chiama “decoy effect”. Cittadino, hai intenzione di partecipare anche tu attivamente alle discussioni sulla “governance” della medicina? Sembri portato.

@ Keynez. La cure demenziali e sciacallesche di Stamina e di Simoncini fanno entrambe sembrare al confronto razionale e nobile la corrotta e avida “scienza” biomedica ufficiale, oggi controllata dalle multinazionali. Un poco come il terrorismo spinse la gente a stringersi attorno alle corrotte istituzioni dello Stato. A Brescia, 40 anni fa la bomba, oggi Stamina, sono entrambe state rese possibili e favorite da forze istituzionali che poi si sono presentate come salvatrici della patria per il terrorismo, e come novelli Galilei che salvano la “scienza” dal baratro per le staminali di Vannoni. Una differenza è che questa volta i neofascisti veneti di sicuro non c’entrano. (Curiosamente, pure Vannoni e Andolina provengono dalla ex “frontiera calda”, incubatrice di trame, che è stato il Nord Est).

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18 agosto 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post “Tumori, ricercatori: “Scoperta una molecola che ne frena la crescita” “

La sostituzione della ricerca razionale di cure efficaci con la diffusione della speranza che si verrà curati, e la conseguente vendita di speranza spacciata per cura materiale, è uno schema truffaldino che può contare sia su illustri fiancheggiatori istituzionali (es. i magistrati che hanno individuato un “diritto alla speranza” nel caso Stamina), sia su quella parte del pubblico, cioè dei truffati, che batte le mani ogni volta che vengono ripetuti annunci ingannevoli come questo.

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10 dicembre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di ItaliaDallEstero “Legge Stabilità: il caso Stamina non ci ha insegnato niente”

Il caso Stamina è un esempio di “bayesanesimo fraudolento”: non ci sono sufficienti prior, sufficienti evidenze precliniche che giustifichino test su umani, cioè la sperimentazione clinica con staminali per le malattie neurodegenerative (una passeggiata, con RCT che sono plasmabili come il pongo). I prior, le credenze a priori, sono stati costruiti sollevando aspettative con la lunga telenovela Stamina, grazie a medici, politici, magistrati, media. Sono prior non scientifici, ma emotivi e culturali. Che ora, fatta fuori Stamina, vengono messi a frutto a beneficio della ricerca “vera” cioè del business.

Il caso Stamina è anche un esempio di molinismo scientista. Nelle Lettere Provinciali Pascal si oppone al molinismo dei gesuiti, volto a giustificare i peccati dei più forti. Anche dove i loro teologi sostengono che non vi sia truffa dei maghi e degli astrologi se questi sono abili e diligenti nelle loro arti: “diligentia a mago apposita est pretio aestimabilis”. Invece della invereconda truffa Stamina, una sofisticata manipolazione con tutti i crismi dell’attuale “rigore scientifico”.

Il resto, se a dettare lo sviluppo della speculazione debbano essere direttamente gli investitori tramite “la scienza”, come vuole Nature; o se debbano esservi una opzione preferenziale dei preti, che ci hanno messo le mani con il ricercatore di mons. Paglia, e una lasagna per i politici, è una questione di spartizione del grisbi.

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20 dicembre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Farinella “Vaticano: a proposito della finta donazione del cardinal Bertone”

Che scandalo! Ma l’ingordigia di Bertone è solo una vistosa pagliuzza rispetto alla trave invisibile che favorisce, a danno della dignità, della salute e dei beni delle persone. Bertone non deve sforzarsi molto per impersonare il “bad cop”; così facendo aiuta il “good cop”. La sua donazione è per lo studio delle “malattie rare”. Ottima cosa sulla carta. In pratica le malattie rare sono puntate perché, prevedendo deroghe ai requisiti di approvazione dei farmaci, offrono uno spiraglio per affari colossali (1). E’ in corso un’offensiva per la deregulation a favore di Big Pharma che fa leva anche sulle “malattie rare” (2). Col cavallo di Troia dei bambini malati, e la scappatoia delle orphan drugs, si venderanno “nichebuster”: farmaci non adeguatamente testati, e quindi con maggior probabilità inefficaci o dannosi, a prezzi altissimi, per le malattie comuni; come è già accaduto.
Questi però sono discorsi aspri e tristi, poco gradevoli mediaticamente; invece lo spettacolo del Prete Cattivo che non prevale sulle Forze del Bene impersonate dai Preti Buoni è godibile e appagante.

1 Drugs for rare diseases: mixed assessment in Europe. Prescrire International, 2007. 16: 36.
2 “Adaptive licensing” or “adaptive pathways”: Deregulation under the guise of earlier access. Brussels, 16 October 2015, Joint briefing paper. www.prescrire.org

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20 dicembre 2015

Blog de il Fatto

Commento al post “Bambin Gesù, Bertone: “Mio è gesto di beneficenza. Contro di me santa alleanza. Su ospedale operazione a mia insaputa”

Bertone, e l’ospedale pediatrico del papa, pongono l’enfasi sulle malattie rare mentre queste sono usate come stratagemma dall’industria e dalla finanza per aggirare i controlli e vendere farmaci poco efficaci, poco sicuri e costosissimi*. Bertone chiede misericordia per sé, ma lui e le gerarchie che all’apparenza gli si oppongono mostrano di averne per le persone comuni e gli ammalati quanto i banchieri e gli speculatori coi quali così collaborano.

*Drugs for rare diseases: mixed assessment in Europe. Prescrire International, 2007. 16: 36. “Adaptive licensing” or “adaptive pathways”: deregulation under the guise of earlier access. Brussels, 16 October 2015, Joint briefing paper. Prescrire.

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21 dicembre 2015

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Commento al post di S. Palmisano “Xylella: se la scienza deve dubitare delle sue verità ufficiali”

Quando sono in gioco grandi interessi molto ciò che viene fatto passare per “scienza” è in realtà una perizia di parte, più o meno distorta e falsata. Tale uso strumentale della scienza vuole proprio ciò che chiede Palmisano, la “participatory research”. E’ facile convincere e manipolare dei non esperti affinché esercitino pressioni morali che vanno in realtà a loro danno. Come accadde es. nel caso dell’accesso alla famigerata AZT per gli attivisti AIDS, e al nocivo trattamento del cancro della mammella con trapianto di midollo osseo. Vedi Mayer, una attivista di un movimento di pazienti: Listen to all the voices: an advocate’s perspective on early access to investigational therapies. Clinical Trials, 2006. 3: 149. La scienza, anche quella manipolata, è difficile. Accettare di “partecipare” è in genere una trappola. Quello che il pubblico dovrebbe fare è perdere il timore reverenziale, capire che oggi grandi interessi fanno della scienza uno strumento ideologico, e pretendere un controllo politico su di essa. In casi estremi, come sembra essere questo della Xylella, è giusto intervenire. Ma occorre ricordarsi che ci si è addentrati in un territorio per il quale non si attrezzati, che è illusorio pensare di potere occupare stabilmente. La via migliore non è quella di improvvisarsi copiloti del Jumbo, ma di pretendere buoni piloti. Non è quella di fare i “cittadini scienziati” ma di darsi rappresentanti politici fedeli al popolo, che mettano tecnici onesti e competenti.

@

@ emastro. E quindi, siccome – l’hai scoperto tu, immagino – la derivata seconda della posizione in funzione del tempo provocata dalla forza gravitazionale è di 9.8m/s^2, allora gli olivi vanno tagliati. Si tramanda che anche Eulero – che non era un cretino – abbia detto a Diderot “Signore (a+b^n)/n=x, quindi Dio esiste. Rispondete”; lasciando Diderot con un palmo di naso. Forse è fare un torto al grande matematico attribuirgli questo non sequitur; ma di mezzi Newton che ragionano così ce ne sono diversi in giro.

@ emastro. L’attrazione di gravità non è “pari al prodotto delle masse”; come sai, devi considerare anche il reciproco del quadrato della distanza e la costante gravitazionale. Io non contesto la scienza, attività umana che mi piace e che ammiro, ma la sua elevazione a idolo sacro da un lato e degenerazione a sofisma fraudolento dall’altro. Il calcolo differenziale si è dimostrato corretto e utile, superando critiche fondate a Newton come quelle di Berkeley. Ma è un tassello in un quadro molto più ampio. Sembra che chi ha fatto lo sforzo di comprendere, o maneggiare, concetti ardui e importanti, come quelli dell’analisi matematica, si ritenga, esausto, autorizzato a ritenersi giunto su una vetta sulla quale può sedersi per giudicare tutto il resto. Invece di montagne bisogna scalarne tante altre per avere una visione ampia a sufficienza. Tu sei un po’ fermo a questa tua attività, nella quale eccelli, di fare cascare i gravi, scientificamente, col cronometro in mano.

@ emastro. Che la “democrazia” (o il suo equivalente nel mondo reale, il marketing) non c’entri nel decidere su una patogenicità è quello che ho scritto. La gente deve stare sull’avviso; senza né bersi tutto a occhi chiusi né credere di potersi districare con le sue forze in questioni tecniche complesse e manipolate. I magistrati, con inquirenti e periti, mi sembrano i più adatti a decidere se siano stati commessi illeciti. Anche se, come ho scritto criticando le posizioni della magistratura riguardo ai tre casi che citi, Di Bella, Stamina, autismo da vaccino, anche loro sono esposti alle manipolazioni della ricerca marketing-driven, alle sue esche e ai suoi trabocchetti, e alle influenze politiche delle smisurate forze economiche che hanno fatto della scienza la loro ideologia. Ma questa idea che la scienza sia al di sopra della legge, che echeggia in alcuni controversi orientamenti legislativi UE sulla ricerca medica, è nefasta. Non solo non ha nulla a che vedere con la scienza, ma tradisce un atteggiamento irrazionale e particolaristico che contrasta coi principi etici e metodologici della scienza.

@ Giulio Tedeschi. La legge e la scienza sono ambiti separati come campi di studio. Gli allarmi di tecnici vanno invece sottoposti come le altre attività alla tutela giudiziaria dei diritti, dei beni e della salute dei cittadini. La complessità tecnica della materia – in genere comunque non si tratta di fisica quantistica – non può giustificare una immunità. E’ vero che la prima tutela dovrebbe, come ho detto, essere politica, tramite tecnici affidabili. E che il magistrato non è omnisciente, e che consulenti validi sono quindi indispensabili. Ma è anche vero che un buon magistrato, con la sua esperienza sui comportamenti umani, è in grado di sentire da che parte viene l’odore di bruciato quando vi sia un contrasto tra tesi diverse. E di valutare, meglio di tanti altri, le reali intenzioni di certi “batteri” di 70 kg che fanno più danni di quelli che pesano 10^-12 grammi.

23 luglio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Xylella, nuova procedura di infrazione europea contro l’Italia: “Fermate subito l’avanzata del batterio”

Dieci giorni fa i 23 morti dell’incredibile frontale dei treni fra gli olivi delle Murge. Oggi La UE torna a comandare l’abbattimento delle piante nel Salento. E’ come se Satana avesse mandato in missione in Puglia il demone dei cattivi controlli.

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17 marzo 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di E. Reguitti “Annalisa Minetti a Domenica Live, perché gli ipovedenti ce l’hanno con lei”

In questi giorni all’interno del gruppo di advocacy USA “Alzheimer’s association” è esplosa, dopo che le tensioni si sono accumulate per decenni, la disputa “care vs. cure”: se i fondi raccolti debbano andare alle speranze, offerte dalla ricerca, di ipotetiche cure future o al supporto dei pazienti e delle famiglie che lottano con la malattia [1]. “E se la cura non c’è? Che facciamo per i milioni di persone affette nel frattempo?” dice un oppositore. La cura verrà, e l’associazione aiuterà a trovarla, ribatte il direttore. E’ noto agli addetti che i gruppi di malati e familiari possono essere strumentalizzati a fini commerciali, per forzare l’introduzione di cure che hanno bisogno del supporto del marketing. Questa comune tattica di pubbliche relazioni viene chiamata, con un gioco di parole intraducibile, “astroturf”. V. es (2).

Fa piacere vedere che anche da noi qualcuno degli interessati si opponga a manovre del genere. Sull’ideologia della speranza di innovazione a scapito dell’assicurare in primis la migliore assistenza disponibile, e sui danni che provoca, v. Callahan e Nuland (3).

1 Graham J. Leading Alzheimer’s group splinters over claims of misplaced priorities and lavish spending. STAT, 2 marzo 2016.
2 Lieberman T. Groups push pharma agenda under the guise of patient advocacy. Health news Review, 10 febbraio 2016.
3 The Quagmire. The New Republic, 9 giugno 2011, 16.

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19 e 20 marzo 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Simulazioni al pc e nuovi farmaci: dalle molecole ai sistemi biologici (podcast)”

Questa intervista aiuta a capire come mai gli uffici giudiziari di Brescia, mentre dicono di avere gravi carenze di personale, e appaiono non carenti ma inesistenti davanti ad abusi che favoriscono il futuro orwelliano decantato da Cingolani (che tra tre giorni terrà una conferenza a Brescia, invitato dal Comune), si spendano generosamente in “battaglie di civiltà” (PM Cassiani) per casi come i cagnolini di Green Hill.

Ottime notizie per gli investitori e altri “shareholders”. Per i malati, il colore del futuro non è rosa: ciò che descrive Cingolani è una cosuccia come la liquidazione del metodo scientifico, ormai ingombrante per il business; per sfornare farmaci “innovativi” a getto continuo, con garanzie di sicurezza ed efficacia azzerate.

“ ‘With clinical evidence becoming an industry advertisement tool and with much ‘‘basic’’ science becoming an annex to Las Vegas casinos” … “Claims are even made that with new big data, the scientific method is obsolete: petabyte data will replace the scientific method (28) . I apologize for being so old fashioned, but I believe the scientific method is alive and well and will remain so, regardless of amounts of data.
28 The data deluge makes the scientific method obsolete. Available at http://www.wired.com/2008/06/p…. Accessed January 7, 2016.”

Ioannidis JPA. Evidence-based medicine has been hijacked: a report to David Sackett. Journal of Clinical epidemiology, 2016. http://dx.doi.org/10.1016/j.jc…

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11 aprile 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. Patitucci “Obesità infantile, ecco i batteri nemici del fegato. “Future terapie saranno basate su probiotici personalizzati” “

Dagli ottocenteschi postulati di Koch si è arrivati ad annunciare al pubblico di avere individuato come patogene delle specie batteriche avendo riportato una variazione della loro frequenza nelle feci. Un’affermazione che appare come lo sviluppo ai nostri giorni non della scienza, ma degli incredibili cavilli dei gesuiti denunciati da Pascal nelle Lettere Provinciali. Sembra che nell’ospedale del Vaticano dotti teologi abbiano stabilito che spacciare una vaga correlazione dal vago significato per l’individuazione di un agente causale – di un’entità patologica a sua volta dai contorni e dal significato tutt’altro che ben definito – e annunciare questo esile falso come una valida base per medicalizzare bambini e riempirli di lucrosi prodotti farmaceutici, non sia peccato.

@Cleofe e York. Il concetto è che l’industria medica inventa o esagera nuovi stati patologici, e attribuisce loro una – falsa – causa precisa, per vendere farmaci e altri prodotti e servizi medici. Per fare questo si calpestano i criteri logico scientifici che servono a definire le malattie, a individuare le loro cause e a stabilire se nuove cure sono realmente efficaci e sufficientemente sicure; mentre si ricorre a campagne di propaganda mediatiche. I dettagli tecnici richiedono la conoscenza sia dei criteri, sia dell’ambito biologico e clinico della nuova malattia che viene lanciata; sia ormai delle tecniche di propaganda. Un buon inizio, volendo capire, è l’articolo “Selling sickness: the pharmaceutical industry and disease mongering” di Moyniham et al, BMJ 2002. 324: 886. Ci sono – oltre alla cattiva fede di chi è interessato – resistenze psicologiche e culturali alla comprensione. E’ di recente uscito uno studio che mostra come in UK le persone non conoscano e abbiano difficoltà a comprendere il concetto di sovradiagnosi, che è un importante aspetto di queste manipolazioni della medicina a danno dei pazienti (Ghanouni et al. A survey of public definitions of the term ‘overdiagnosis’ in the United Kingdom. BMJ Open. 2016.).

@Cleofe e York. Nell’articolo di Patitucci si dice, o si lascia chiaramente intendere, che sarebbero i batteri a provocare un effetto patologico. E se ne desume, citando gli autori dello studio, che occorre trattare i bambini, agendo sui batteri. Ma una associazione, ammesso che vi sia, non è necessariamente causale. Stabilire la causalità biologica è piuttosto arduo; e prima ancora, bisogna definire in maniera accurata e precisa l’effetto, cioè la malattia, sulla quale si lanciano allarmi e si vuole intervenire. “Laici” e “credenti” sono oggi accomunati dal non rispettare queste procedure, a favore di una medicina molto più facile, superficialmente appagante, e redditizia.

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14 maggio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Pena di morte, il colosso farmaceutico Pfizer nega i suoi medicinali per le iniezioni letali”

“A cominciare dagli anni ’90 i dirigenti del marketing farmaceutico cominciarono a parlare ossessivamente dell’integrazione tra marketing e R&D [ricerca e sviluppo]. Il primo fu William Steere Jr. della Pfizer, che fu promosso da capo del marketing ad amministratore delegato nel 1991. Le priorità dichiarate da Steere nell’assumere il comando della ditta erano tre. “La prima, avvicinare marketing e ricerca. La seconda, avvicinare marketing e ricerca. Poi, disse, la terza era avvicinare marketing e ricerca” (1).
La Pfizer è una “marketing machine” (Fortune); ha un “livello tetro di etica pubblica” (NY Times). Sulla priorità data al marketing a danno della ricerca il Wall Street Journal commenta “quando il gioco si fa duro i duri alzano i prezzi” (2).
Unire marketing e ricerca è andare verso la ciarlataneria e la frode. Per apparire come filantropi mentre praticano strategie criminali le multinazionali farmaceutiche possono contare, oltre che sulla propaganda come questa, su qualche boia e tanti tirapiedi. In Italia reclutati soprattutto nelle istituzioni, tra i tanti esperti in doppiezza; che mentre si presentano es. come cavalieri della lotta alla mafia, o bioeticisti, si occupano di togliere di mezzo con l’assassinio morale le voci scomode.

1 Applbaum K. Is marketing the enemy of pharmaceutical innovation? Hasting Center Report 2009. 4: 13.
2 Mintzberg H. Patent nonsense: evidence tells of an industry out of social control. CMAJ, 2006. 175.

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28 maggio 2016

Blog Critica Scientifica

Commento al post di A. Giuliani “Il ragionamento scientifico mal sopporta il relativismo”

Sull’uso distorto e strumentale del tema fondamentale della complessità in biomedicina – e sulla natura economica di questa “medicina contro l’evidenza” – segnalo “Life as surplus: biotechnology and capitalism in the neoliberal era” di M. Cooper. U of Washington Press, 2008.

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31 maggio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Ponzani “Medicina di precisione e mappatura del genoma: la sfida che l’Italia lancia al mondo”

Un simile progetto, che riguarda tutti i sistemi sanitari, o meglio tutte le economie, dei paesi occidentali, imposto da poteri del massimo livello, è paragonabile a quello di un ponte tra Civitavecchia e Olbia; o a un’idrovora che prosciugherà il Tirreno; o che comunque prosciugherà un mare di soldi. Un progetto faraonico nelle dimensioni e di marzapane nella plausibilità delle basi biologiche delle promesse di vantaggi per i malati (più solide sono invece le premesse sui possibili danni al cittadino e al paziente). Credo che la volontà dell’ITT e del governo Renzi, cioè di chi muove i loro fili, di centralizzarlo in un unico istituto sia da assecondare, nell’interesse della salute dei cittadini e del denaro dei contribuenti. In stretta analogia con quanto sostengono studiosi di economia criminale, per i quali è meno dannoso per la società avere un regime monopolistico, con una o poche grandi imprese ben organizzate di questo genere, piuttosto che una condizione disorganizzata con una pluralità di piccole imprese (Schelling T. C., 1967, Economic Analysis of Organized Crime. In: The President’s Commission on Law Enforcement and the Administration of Justice, Task Force Report: Organized Crime, Government Printing Office, Washington, DC).

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1 giugno 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Marfella “Sanità Campania, come i ‘medici ammalati’ la riformerebbero”

La medicina, antica pratica antropologica, irrazionale – che ha acquisito in tempi recenti una parte reale e utile, razionale – prevede l’autoinganno del guaritore. Un chirurgo, I. Harris, ha illustrato come i medici partecipino alle illusioni (che a volte sono frodi) che vendono ai pazienti, rafforzandole col loro crederci (1). Melazzini, a capo dell’AIFA, serve fedelmente gli interessi dell’industria farmaceutica; la sua malattia serve più che altro a conferirgli credibilità e intoccabilità. Nella buona medicina il malato, il sofferente, regna ma non governa. Mentre chi decide amministra ma non regna. Oggi invece si fa “governare” il paziente, o meglio glielo si fa credere, strumentalizzandolo per forzare approvazioni non dovute di farmaci, allentamento dei controlli, allestimento di strutture inutili e dannose; mentre lo si spodesta, e si mette sul trono il profitto. Le scelte di politica sanitaria dovrebbero essere tenute separate dal parere tecnico dei collegi medici, che non dovrebbero avere ruoli politici né esercitare pressioni (2). Molti medici, malati e non, possono dare suggerimenti preziosi; ma la figura romantica del medico-malato che governa la sanità consente di aggirare una corretta distribuzione e separazione dei poteri.

1 Surgery the ultimate placebo. A surgeon cuts through the evidence. NewSouth Publishing, 2016.
2 Ewart RM. Primum Non Nocere and the Quality of Evidence: Rethinking the Ethics of Screening. JABFP, 2000. 13: 188.

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29 luglio 2016

Blog de  Il Fatto

Commento al post “Alzheimer, “farmaco frena la malattia”. Garattini: “Dati incoraggianti ma bisogna aspettare” “

“Il più recente arretramento in un campo devastato da anni di fallimenti.”. “Il farmaco non ha fatto meglio della pillola di zucchero“. “Un altro colpo alla ricerca sull’Alzheimer. Il 99.6% dei trattamenti testati per l’Alzheimer tra il 2002 e il 2012 ha fallito nei trial”. “La TauRx non si è fatta finanziare dai venture capitalist tradizionali, ma ha ottenuto $500 milioni da investitori malesi e di Singapore”*.

“I ricercatori hanno tuttavia cercato di promuovere una sottoanalisi prespecificata, dalla quale risulta che quelli che hanno assunto lo LMTM come monoterapia hanno avuto un miglioramento cognitivo e funzionale rispetto a chi assumeva anche altri farmaci per l’Alzheimer”. “La sola cosa che conta è l’outcome primario”. ”Le analisi secondarie sono piene di difficoltà interpretative a causa dei bias nascosti … è come continuare a lanciare i dadi: alla fine gli occhi del serpente [1+1] arrivano” (D. Knopman, neurologo, Mayo Clinic)**.

*Garde G. Promising Alzheimer’s drug treatment flops in new trial, crushing hopes. Statnews, 27 lug 2016
**Fiore K. Tau Drug Flops in Study. A derivative of methylene blue fails in phase III trial. Medscape, 28 lug 2016

Il Fatto citando Garattini, e Rossini del Gemelli di Roma, presenta come una buona notizia quello che per altri è un flop.

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6 agosto 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di PRESSapoco “Screening neonatale, votata la legge ma nessuno deve saperlo”

Le malattie rare consentono di vendere farmaci costosissimi aggirando i già corrivi controlli standard *. Es. è stata appena approvata una terapia per l’ADA Scid, presentata come un successo italiano. Non è stato detto che costerà 665000$ a paziente. Né che avere dubbi sull’efficacia è lecito**, e quindi doveroso (ma poco salutare, dato il sistema di protezione mafiosa istituzionale per questi affari). Gli screening neonatali sono funzionali al business nascente delle malattie rare. Molte malattie genetiche e metaboliche non hanno meccanismi patogenetici semplici e netti, come invece viene fatto credere al pubblico: al dato di laboratorio considerato marker positivo può non corrispondere un futuro sviluppo di malattia, o la malattia può essere espressa in forma lieve. Gli screening possono sia allargare la quota di bambini etichettati come malati e quindi il volume di affari, sia simulare una parziale efficacia dei farmaci, data in realtà dai casi che comunque sarebbero rimasti asintomatici o avrebbero sviluppato forme lievi. E’ uno schema già rodato con gli screening per il cancro. Toglierebbe denaro al SSN per la routine regalandolo alle case farmaceutiche. L’aspetto peggiore è che creerebbe piccoli malati.

* “Adaptive licensing” or “adaptive pathways”: deregulation under the guise of earlier access. 16 ott 2015, Joint briefing paper. Prescrire.org
** Garde D. There’s a possible cure for ‘bubble boy’ disease. It will cost $665,000. Statnews, 3 ago 2016.

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19 agosto 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Ferri “In matematica si può dire “non esiste” “

Nel IV secolo AC si ottenne la quadratura con riga e compasso di alcune figure curvilinee. “Un po’ di impegno e riusciremo a quadrare anche il cerchio” devono avere ragionevolmente supposto. 22 secoli dopo venne dimostrata l’impossibilità. Questo, che a volte alcuni oggetti sono ottenibili mentre altri, ipotetici, apparentemente poco diversi non lo sono è un insegnamento valido, mutatis mutandis, anche per le scienze empiriche. E’ messo in ombra dall’attuale “cultura” scientifica pop, che come gli ufologi confonde le infinite possibilità teoriche con ciò che realmente avviene (Feynman). E’ possibile dire “ciao” in tempo reale per i nostri sensi a qualcuno all’altro capo della Terra? Sì, basta una telefonata. E con la stella più vicina? No, il “ciao” impiegherà almeno 4 anni ad arrivare. E’ possibile ricostituire un midollo osseo trapiantando le sue cellule staminali, che fisiologicamente producono a getto continuo le varie cellule di un tessuto non strutturato? Sì (con rilevanti limitazioni e effetti avversi); lo si è visto dai tardi anni ’40. E’ possibile fare qualcosa di simile per i complessi circuiti dati dal tessuto nervoso, che è di tipo perenne? Sì, si vaticina in coro. Ma anche no, per le conoscenze attuali, se non ci si fa abbagliare dalla superficiale analogia col midollo osseo. Andrebbe riconosciuta come una fallacia scientista il ritenere che se la Natura ha concesso abbastanza facilmente “30” allora non negherà ciò che a noi sembra “31”.

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13 settembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post  “Genetica, banca dati con Dna centenari sardi: “Sparite alcune provette” “

Le banche dati del DNA a fini medici sono in primo luogo un’entità economica: si conta con esse di generare immensi profitti. La reale vantaggiosità per i pazienti di questi progetti, che Ruth Hubbard, una biologa di Harvard da poco deceduta, ha chiamato “Profitable promises”, intitolando così un suo libro, è assai dubbia. Ma a questo rimedia la propaganda. Tra le varie piste investigative andrebbe considerata anche quella della propaganda per entimeme, per implicatura. Se le provette vengono rubate vuol dire che sono preziose. E che quindi quanto viene promesso sui “big data” genetici è veritiero. Una complicazione è che CC e magistrati in generale mostrano una simpatia eccessiva per i grandi interessi che beneficiano della diffusione di notizie che alterano la percezione del reale valore dei prodotti biomedici, nei pazienti e negli investitori.

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23 settembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Epilessia, individuato un marcatore in grado di segnalare lo stato iniziale della malattia”

Una sofisticata analisi, su un modello animale che, secondo un grosso salto interpretativo, riprodurrebbe l’epilessia che può seguire tardivamente a gravi traumi cerebrali. Sequela comunque non prevenibile; già in buona misura prevedibile clinicamente; e curabile, quando non scompare da sola come spesso avviene. A questa forma rara (2%) Rizzi in un’intervista assimila abusivamente il 40% delle epilessie, sostenendo di avere aperto la strada per eliminarle. I giornalisti fanno 100%. La malattia viene dipinta in blocco come un rischio latente e evitabile.

Il lavoro è molto lontano da una reale rilevanza sanitaria. Il suo acrobatico stravolgimento in promessa grandiosa di cure è molto vicino al lato oscuro della medicina: quello che crea test “oggettivi” per “diagnosi precoci” equivocando tra non affetto e asintomatico, in modo da espandere il mercato biomedico con malattie fittizie e nuovi prodotti che le “curerebbero” prima della comparsa dei sintomi. Il contesto socioeconomico dell’annuncio ingannevole comprende i precedenti, fortemente negativi, dei farmaci antiepilettici quanto a manovre di marketing, abusi e gravi danni alla salute generati per espanderne il mercato. E lo sviluppo di marker “predittivi”, molecolari o di altro tipo, per gli effetti dei traumi cerebrali; es. test neuropsicologici “baseline” e di controllo – criticati come privi di adeguate basi scientifiche – cui tutti gli sportivi esposti a subire botte in testa dovrebbero sottoporsi preventivamente.

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27 settembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Gianni “Disabilità, perché lo spot di Zalone non mi fa ridere”

Con la retorica dell’antiretorica, Zalone aiuta un messaggio culturale pernicioso: che il finanziare “la ricerca“ permetta di prevedere a breve future cure. E’ la versione attuale della dottrina di Vannevar Bush sulla messa a reddito della ricerca di base. Strumentalizzando il sano impulso di aiutare bambini malati, si favorisce lo sviluppo di farmaci lucrosi, approvati sull’onda dell’emotività calpestando l’evidenza scientifica. In USA il Sarepta, “an elegant placebo” da 300000$/anno per la m. di Duchenne è stato appena approvato contro il parere degli esperti; presentando bambini in carrozzella e uno studio scadente del quale ora si chiede il ritiro come viziato. I bambini resteranno malati, e potranno subire danni dalle nuove terapie; le risorse per l’assistenza possibile per loro e per chi è affetto da altre malattie rare o comuni verranno distolte a favore di prodotti fraudolenti. Le possibilità della scoperta autentica di cure per le future generazioni tramite ricerca seria verranno bloccate da questa ricerca affrettata basata sul marketing e orientata al profitto.

Il marketing biomedico fa un ampio uso di appelli alla solidarietà umana. Es. si lanciano nuove “malattie” sostenendo di voler “togliere lo stigma”. Una satira di questo genere di retorica è in “Cado dalle nubi”: la canzone dove Zalone difende e compatisce gli omosessuali per la loro “malattia”. E’ un peccato che un artista di talento si metta al servizio di ciò che come pochi saprebbe smascherare.

@ Stefano B. Certo che ci pagano. A carriolate. Come hai fatto a capirlo? Vorrei cederti parte di quello che ricevo, o anche tutto, da dividere coi tuoi colleghi, ma so che gente della tua intelligenza e sensibilità non si lascia nè sviare nè corrompere. Per favore, non dire nulla all’ordine dei medici o ai NAS, o ad altri difensori dei benefattori medici dell’umanità, altrimenti passo un guaio.

@ Fabio62. Il mio è un discorso generale. Al quale la SMA non appare fare eccezione. Mi informi lei per favore sulla “storia” dei futuri successi. Perché una casa farmaceutica che ha grandi mezzi, e prospettive di guadagno stratosferiche a sentire ciò che promette, che firma accordi milionari sul futuro sfruttamento del farmaco, dovrebbe chiedere denaro al pubblico con degli spot per finanziare le sue ricerche sui suoi imminenti successi? Proprio su un fronte dove si starebbero ottenendo vittorie? E’ un controsenso sul piano economico ed etico. In genere ciò si fa per creare consenso, col quale supplire al merito. Io non vedo studi adeguati che convalidino i miracoli promessi. Può indicarmeli? (Gli studi, non la pagina dell’associazione che, come nel caso USA citato, spinge a favore del business). Vedo invece la solita tecnica di introduzione di nuovi prodotti, per asseverazione tramite propaganda anziché tramite presentazione di validi dati scientifici. I successi scientifici non sono prevedibili su basi storiche di avanzamento della ricerca. I business speculativi invece si.

29 settembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al poost di L. Bizzarri “Checco Zalone, bene l’ironia ma i disabili non sono dei privilegiati”

L’ironia è stata riconosciuta come uno dei 4 tropi retorici fondamentali nel ‘700 da GB Vico. In quegli stessi anni Swift mostrò come usare il cinismo satirico a fini moralistici con la “Modesta proposta”. Ma per molti la trovata che Zalone gli scodella è una novità; e si esaltano, come quei verginoni che scoperto il sesso a 40 anni si mettono a spiegarne le delizie agli altri. Lo spot adula, facendolo sentire intelligente e sensibile, lo spettatore medio; che in cambio accetta l’effetto Carosello, cioè di confondere il valore estetico ed etico del siparietto con il valore di ciò che si vuole vendere. La finalità dello spot è di educare il pubblico ad appoggiare nuovi costosissimi farmaci; oggi uno per la SMA per il quale gli analisti prevedono un fatturato di 0.47 miliardi di $ nel 2023. Nell’ambito dell’operazione più ampia sui farmaci per le malattie rare, che si prevede avranno una crescita di fatturato del 12% composto annuo. In USA si sta discutendo preoccupati di tale operazione, che si basa da un lato sull’abbassamento dei criteri di approvazione e dall’altro sul coinvolgimento emotivo di malati e pubblico; una ricetta che ha già cominciato a far immettere prodotti inefficaci e che prosciugano risorse. I due ingredienti principali sono la corruzione delle classi dirigenti e l’ignoranza presuntuosa del pubblico; l’Italia, un popolo di fini intellettuali governato da integerrimi politici, è quindi al sicuro.

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12 ottobre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. La Cara “Famiglie SMA: “Grazie a Checco Zalone raccolti 250mila euro per campagna contro l’atrofia muscolare spinale”

Censurato

I poveretti che non comprendono la grandezza morale dello spot, gli infelici ai quali è precluso lo stato di godimento estetico continuato dato dall’immane capolavoro zaloniano, si crogiolino in basse considerazioni degne della loro condizione. La campagna, ora camuffata da raccolta fondi per l’assistenza medica e sociale, è a sostegno dell’introduzione di un farmaco:

“La tradizionale campagna di raccolta fondi nazionale, che si svolgerà dal 24 settembre all’8 ottobre, acquista oggi un significato tutto particolare: sarà infatti tutta concentrata sul raggiungimento di questo obiettivo di supporto alla distribuzione del farmaco.” (F. Lozito. Avvenire, 7 set 2016).

Farmaco che fatturerà, prevedono gli analisti, 470 milioni di $/anno. Perché – direbbe Franti – farmaci “ultra-scientifici” invece di imporsi da soli sono spinti con argomenti emotivi? Gli inferiori non smossi da questo spot rivolto a persone colte e civili maligneranno che i farmaci che invece che con il solo processo scientifico onesto e adeguato vengono introdotti con l’appoggio della propaganda non funzionano. In USA c’è un’altra lucrosa terapia genica, per la distrofia muscolare, la cui approvazione è stata forzata con gli spot; e che una mutua privata si sta rifiutando di rimborsare come “not medically necessary”. A fare le spese di questo genere di “scienza” – secondo i perbenisti piccolo borghesi – saranno i bambini affetti, le famiglie e tutti gli altri malati, ai quali verranno così sottratte risorse.

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13 ottobre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Sclerosi multipla, scoperto un potenziale biomarcatore dai ricercatori italiani”

“Cleofe e York: Non ho capito: il marcatore è stato scoperto o no? Tutti i vari marcatori che anticipano malattie… mah .”

@ Cleofe e York. Giusto: sul piano logico, e quindi su quello scientifico, una proprietà, e in particolare la proprietà di predire validamente lo sviluppo di una malattia, o è scoperta o non è scoperta. Ma sul piano commerciale, che è quello che conta, un marcatore “forse sì forse no”, prono a dare falsi positivi, è promettente, perché può essere sviluppato in uno pseudomarker che causa sovradiagnosi, e che quindi espande il mercato della malattia e permette di spacciare i trattati non affetti come “curati”. I “potential markers”, in genere entità della biologia molecolare alle quali viene attribuita una “potenziale” rilevanza diagnostica, stanno spuntando come funghi. Ad una recente conferenza internazionale sulla sovradiagnosi una delle sessioni è stata intitolata “Genomics – unlimited potential for overdiagnosis?”. La sclerosi multipla è già soggetta a procedure diagnostiche che, sotto la veste hi-tech, causano sovradiagnosi; sul piano etico non si dovrebbe neppure nominare l’espressione “marcatore potenziale” ma si dovrebbe pensare a ridurre l’incertezza diagnostica, favorevole al profitto e non rispettosa del diritto alla tutela della salute, che è già stata introdotta.

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18 ottobre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. Marceddu “Farmaci, furti di antitumorali per oltre 2 milioni: 18 arresti. L’ombra della camorra”

I nuovi farmaci oncologici sono costosissimi, e il loro prezzo riflette non una reale efficacia o altre giustificazioni razionali ma la volontà di chiedere “what the market will bear”, quanto il mercato sopporta*. Il fatto che vengano rubati mostra che hanno un elevato valore di mercato, ma non implica, come si tenderebbe a credere, che siano preziosi, cioè proporzionalmente efficaci (es. il traffico di corni di rinoceronte, per intendersi). Guardando all’ampiezza e all’intensità degli appoggi istituzionali a pratiche come i prezzi estorsivi e fraudolenti degli antitumorali nel mercato legale, pratiche che nonostante la loro gravità vengono tenute nell’ombra, l’attenzione di CC, magistrati e media ai furti di antitumorali ricorda un poco il 1° capitolo de “La bolla di componenda” di Camilleri: dove la GdF su soffiata bloccava di tanto in tanto uno dei tanti carichi di sigarette, a favore di telecamere, figurando come tutore della legalità, quando in realtà per il contrabbando, lasciato altrimenti indisturbato, il bilancio era positivo, derivandone una pubblicità alle sigarette.

*Kim C, Prasad V. Cancer Drugs Approved on the Basis of a Surrogate End Point and Subsequent Overall Survival: An Analysis of 5 Years of US Food and Drug Administration Approvals. JAMA Internal Medicine, 19 ott 2015. Mailankody S, Prasad V. Five Years of Cancer Drug Approvals: Innovation, Efficacy, and Costs. JAMA Oncology, 2015. 1: 4. 539.

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27 ottobre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. D’Auria “Guerrina Piscaglia, una condanna senza corpo della vittima. Gratien ‘prete deviato’ per forza”

Purtroppo si può manipolare anche coi metodi dello “scienziato empirista” che D’Auria esige: si possono portare esempi di come in biomedicina siano indebitamente invocati in senso probatorio o restrittivo a seconda dell’interesse. Un libro di metodologia scientifica (MacMahon B Pugh TF. Epidemiology principles and methods, 1970) osserva che la cautela in assenza di prove dirette è lodevole, ma non dovrebbe essere spinta a estremi irrealistici, e cita a riguardo Thoreau: “ci sono evidenze circostanziali molto forti, come quando trovi una trota nel latte” [Thoreau si riferiva alla possibilità che il latte fosse stato annacquato].

@mauriziorosso. No trota? Sicuro? Comunque parlo dei principi dell’epistemologia applicata. Non dei ghirigori coi quali mandare assolto il prete di Kinshasa.

@ mauriziorosso. Non sto discutendo il merito delle sue premure verso il prete condannato per l’omicidio del’amante. Sto contestando il livello di prova che qui si afferma essere necessario nei casi pratici e gravi della vita, come il riconoscimento degli effetti avversi di una terapia o in un giudizio penale. I prelati che negarono che il cannocchiale di Galilei funzionasse sostenendo che ciò che si vedeva potessero essere artefatti applicavano questa obiezione strumentale (sottodeterminazione di Duhem), che spinge verso il piano metafisico questioni che sono in realtà fatte di terra e di fango. Una strategia che viene tuttora tirata fuori quando serve, in vari campi, spacciandola per “metodo scientifico”.

@ mauriziorosso. Ma io non faccio l’avvocato (né lei è il giudice) e non voglio partecipare al processo parallelo o al processo del processo che lei tiene a imbastire a favore del suo già ben protetto assistito. Io contesto che si possa invocare il “rigore” a piacimento e senza limiti quando fa comodo. Per di più in nome della “scienza” o di un ideale di scientificità. Lo dice es. anche l’autrice di un recente editoriale sul New England Journal of Medicine nel rispondere a chi si oppone in nome del rigore metodologico alla denuncia del problema, poco presentabile, delle sovradiagnosi di massa da screening: “Rather than focusing on statistical issues and study design, we should move forward by agreeing that overdiagnosis does occur, even though the exact percentage of overdiagnosed cases remains unknown”. (Elmore JC. Solving the problem of overdiagnosis. 13 ott 2016). Lorenzo Tomatis osservava che vi è un doppiopesismo nel rigore richiesto alle prove scientifiche a seconda che i risultati convengano o meno. Trovo logicamente infondata, e pericolosa, la tesi dalla quale deriva che il fare sparire un’evidenza, es. un cadavere, conferisce una automatica impunità. E per la quale si può creare “evidenza” sopprimendo le critiche. Sono contro questa “epistemologia del plinto di cemento”, che è adottata dai senza scupoli di tutte le razze e di tutte le casacche.

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14 novembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Casolari “Modena, per i pazienti è sempre colpa dei medici. La realtà è diversa da tv e fiction”

“L’intera medicina si è collusa con un progetto più ampio di ricerca di soluzioni tecniche ai problemi esistenziali posti dalla finitezza della vita e dall’inevitabilità dell’invecchiamento, della perdita e della morte… Le sole soluzioni a queste profonde sfide esistenziali vanno cercate nel coraggio, sopportazione e accettazione dei limiti dalla vita. Nel pensare in maniera diversa e più profonda.” (I. Heath sui meccanismi sociologici di quelle frodi mediche istituzionalizzate che sono le sovradiagnosi*). La medicina stimola nel pubblico aspettative false, e irrealistiche fino al delirio, per trarne profitti smisurati. Richiama alla realtà quando le conviene, come in questo caso; con “rimproveri della maitresse”, che ricordano una tenutaria che dia dello sporcaccione ai clienti sulle cui debolezze vive. L’anima fraudolenta delle promesse mediche comporta violenza fisica, con lesioni e omicidi su larga scala. In genere violenza indiretta e mascherata sui pazienti**. Non dovrebbe sorprendere che emerga talora violenza fisica riconoscibile, da parte di pazienti coerenti nel delirio o di chi vende medicina fraudolenta. Per di più la dimensione criminologica della medicina è un tema sul quale magistrati e forze di polizia hanno i carboni bagnati.

*Overdiagnosis: when good intentions meet vested interests. BMJ, 2013. 347: f6361.
** Es. Ablin RJ. The great prostate hoax. How big medicine hijacked the PSA test and caused a public health disaster.

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17 novembre 2016

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Commento al post di O. Lupacchini “Voto, suffragio universale e democrazia ‘borghese’ di Manzoni” “

Manzoni sarà stato paternalista, o elitista; ma voleva che alla lettura del romanzo fosse abbinata quella de La colonna infame, che mostra quanto buon padre possa essere il potere. Oggi il grande capitale facendo credere alla gente che è libera di pensare e di scegliere imbriglia l’immensa forza bruta della stupidità di massa. In medicina ai mali del paternalismo si è sostituita, o meglio affiancata, una pretesa autonomia del paziente che “permette ai medici di scapolare dal dovere di base che è sempre stato di perseguire il bene del paziente”*. In USA si stanno indebolendo i regolamenti di controllo sulla sicurezza dei farmaci in nome delle “libere” “scelte” dell’individuo; si approvano prodotti pericolosi affermando che ci si è conformati al livello di rischio voluto dai pazienti. Per poi imporre paternamente compliance, ovvero obbedienza, ai pazienti. L’attuale manipolazione scientifica delle masse ricorre a qualsiasi ideologismo e al suo contrario (Napolitano con la sua storia rappresenta bene questo eclettismo). Credo che il superamento del paternalismo vada cercato nel rifiutare i falsi padri imposti dall’alto ma eleggere se possibile chi ci governi come un buon padre. L’agghiacciante attuale arco politico dimostra che purtroppo il popolo non è affatto bravo in questo, che corrisponde a una forma alta di democrazia rappresentativa.

*Loewy EH. In defense of paternalism. Theor Med Bioeth 2005. 26: 445.

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23 novembre 2016

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Commento al post di D. Patitucci “Meningite in Toscana, eccessi di casi di meningococco C. Rezza (Iss): “Ceppo particolarmente virulento””

C’è una letteratura sulle cause commerciali di variazioni geografiche di incidenza. L’ISS la ignora, insieme alla circostanza che l’incremento di diagnosi di meningite in Toscana è associato all’introduzione di un test diagnostico sviluppato al Meyer di Firenze. Il nuovo test usa un metodo, la PCR, che è noto causare falsi positivi. Ha già provocato incrementi spuri di incidenza di malattie infettive da sovradiagnosi (malaria, m. di Lyme, colite da c. difficile). Prima che di epidemia, il rischio per la salute pubblica appare essere quello che, secondo un collaudato “business model”, che ha già causato tragici effetti, la definizione di malattia venga alterata, identificandola abusivamente con la positività di test di laboratorio a basso valore predittivo positivo, che provocano sovradiagnosi; mentre allo stesso tempo si stimolano paure eccessive. Ciò permette di vendere cure inutili o dannose, a scapito dell’assistenza utile. Mattarella dal Quirinale esclude che possano esservi critiche fondate e responsabili ai vaccini; il presidente dell’ISS Ricciardi può invitare pubblicamente i magistrati a fare da braccio secolare a questa sua “scienza”, rivolgendosi alla stessa Procura che 50 anni fa fu, a danno della nazione, il sicario morale di un presidente dell’ISS come Marotta. Le frodi istituzionali sulla salute, come i test diagnostici che creano le “epidemie” che dicono di contrastare, sono intoccabili anche quando non sono coperte che da un velo sottile.

@ Marco (quello senza avatar). L’incremento dei morti, e i conseguenti allarmi mediatici su un’epidemia, sono qui legati a circostanze poco limpide e molto sospette sulle quali istituzioni all’altezza dei loro poteri e doveri indagherebbero, in un Paese onesto. Andrebbe considerato come un ulteriore indizio che le versioni ufficiali siano appoggiate sul web da squadrette di soggetti pronti a tirare fuori il “complottismo” e a dileggiare chi non scambia, come fanno non molto lucidamente loro, la diagnosi di morte per la diagnosi della causa di morte; rammaricandosi che i manicomi siano stati chiusi. (Secondo un’interpretazione di quelle che danno un lavoro ai troll, furono chiusi, assecondando, ma solo nella pars destruens, il sincero radicale di sinistra Basaglia in Italia, e negli stessi anni dal liberista Reagan in USA, per creare un più ampio mercato agli psicofarmaci, che sono spesso inutili e dannosi).

@ Marco (quello senza avatar). Sì, non c’è nessuna epidemia, e probabilmente nessuna reale rilevante variazione nell’epidemiologia della meningite. Invece, date al pubblico l’impressione, manipolando ad arte esami e notizie, che la pestilenza sia dietro l’angolo; per supportare prediche e obblighi a sempre nuove vaccinazioni. Peccato che “al vostro paese” non ci siano un giudice, una guardia e una gattabuia. Un recente lavoro * mostra che in Europa il carico di malattia da 6 infezioni associate alle cure mediche è maggiore di quello delle altre 32 malattie trasmissibili. Le malattie infettive oggi sono diventate largamente un problema iatrogeno. Ma gli zelanti Savonarola della peste incombente su questo stanno muti.

*Cassini A et al. Burden of Six Healthcare-Associated Infections on European Population Health: Estimating Incidence-Based Disability-Adjusted Life Years through a Population Prevalence-Based Modelling Study. PLOS medicine, 18 ott 2016.

@ Marco (quello senza avatar). Una versione semplificata del lavoro è sul New Scientist: “The first ever study of hospital-acquired infections in European hospitals has found that the combined health impact of these infections is twice that of the combined burden of 32 infections caught outside hospitals, including flu, HIV and tuberculosis.” (18 ott 2016). La licenza di mistificare a piacimento chi te l’ha data? Se distorci ciò che è scritto nero su bianco, accusando gli altri di non capire, si può immaginare cosa fai sulla epidemia-non-epidemia di meningite. Certo è un bello spettacolo per un cittadino vedere la presidenza della Repubblica, l’ISS, Il Meyer di Firenze, la crema della medicina, affiancati da venditori come te.

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25 gennaio 2017

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Commento al post di P. Fior “Poste e i risparmiatori, l’ad Caio: “L’alfabetizzazione finanziaria passa per il rischio”

L’alfabetizzazione finanziaria, e più in generale l’educazione alle insidie del liberismo, passano per il comprendere che col rischio, cioè con offerte basate su modelli probabilistici, il business può facilmente frodare le persone: facendole decidere sulla base di un modello ingannevole. Secondo gli studi di alcuni cognitivisti è a causa di falsi modelli di rischio che tanti persistono nel giocare alle macchinette mangiasoldi nonostante sperimentino che è svantaggioso *. Data la loro capacità di confondere e persuadere, anche gli intelligenti*, il liberismo tende a espandere l’impiego di modelli probabilistici oltre la loro reale necessità, in ambiti diversi. In medicina la formulazione non appropriata e la presentazione distorta di modelli probabilistici è un comune mezzo di frode; associato al lamentare “l’analfabetismo scientifico” del pubblico. Posso testimoniare che le Poste Italiane di Caio, superate concezioni vetuste come la consegna deterministica della corrispondenza, estendono la loro diversificazione commerciale all’appoggio informale alla “alfabetizzazione probabilistica” in campo medico. Supportando in concorso prodotti medici probabilistici vicini sotto diversi profili a quei prodotti finanziari, reperibili anche presso gli uffici postali, che sembrano un regalo e invece fanno arricchire il banco a scapito dei giocatori.

*Yu EC, Lagnado DA. The influence of initial beliefs on judgments of probability. Frontiers in psychology, 2012. 3. Art. 381.

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18 maggio 2017

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Commento al post di D. Patitucci “Corea di Huntington, speranze dalla terapia genica. La senatrice a vita Cattaneo: “Mai più discriminazione”

In generale, etica della ricerca e cultura cristiana dovrebbero convergere nel tenere l’aspetto etico e quello tecnico separati e distinti. Oggi invece ricercatori e clero cercano la promiscuità. Le malattie gravi inducono a compassione e impongono obblighi di solidarietà. E’ divenuta prassi stimolare ad arte la compassione per rendere credibili le promesse di cura, sostituendo la plausibilità biologica con spot lacrimevoli (bayesanesimo fraudolento). La gravità di una malattia, la sua crudeltà e lo stigma, l’impulso a combatterla, non hanno nulla a che vedere con la possibilità materiale di curarla; ma spesso sono usati, invece che per spingere alla migliore assistenza possibile, per legittimare prodotti hi-tech, basati su teorie di comodo architettate dal business, piuttosto che dalla scienza al servizio della compassione come si vuole fare credere. Presentare casi commoventi, o creare un caso morale*, sono tecniche usate dalle ditte di marketing per aiutare i loro clienti a vendere farmaci costosissimi che non funzionano. E’ divenuta comune l’affermazione di voler “destigmatizzare” per propagandare un prodotto medico carente; es. è stata usata per la colonscopia virtuale**.

*Eichacker PQ et al. Surviving sepsis – Practice guidelines, marketing campaigns, and Eli Lilly. NEJM, 2006. 335:16.
**As radiologists push for “virtual” colonoscopy coverage, risk of misleading readers is real. Health News Review, 12 set 2016.

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21 novembre 2017

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Commento al post “Ema, il direttore Guido Rasi: “Milano molto preparata ma Amsterdam era preferita dai dipendenti” “

Converrebbe, per la propria salute, avere presente che l’assegnazione della nuova sede riguarda interessi, ambienti, equilibri, dispute e personaggi di varia nazionalità piuttosto lontani dal caso di Lise Meitner che superò Enrico Fermi correggendone l’interpretazione degli esperimenti. “As an example, the EMA’s director, Guido Rasi, has brought in a number of people from the drug company Sigma Tau that include Stefano Marino, his head of legal affairs. Rasi has worked with this company for many years and apparently owns several patents together with the company (15).” Commento sulla segretezza e altri atti contro il pubblico interesse e sui conflitti di interesse nell’EMA. Da: Complaint to the European Medicines Agency (EMA) over maladministration at the EMA. Cochrane Nordic, 26 maggio 2016. (La Sigma Tau è stata fondata e diretta da Cavazza, presidente di Farmindustria, che disse di avere pagato De Lorenzo, Donat Cattin, Poggiolini per avere l’approvazione di farmaci).

@ MatFis. Era una litote, un eufemismo e un’ironia. Il prendere letteralmente le figure retoriche non è buon segno. Ho voluto evitare di fare il paragone pesante della competizione tra “Cobra” Cavataio e “i viddani”; ma non si possono evitare i pedanti e simili. Ora invece di parlare delle reali finalità dell’EMA, degli effetti negativi sui malati* e dell’incontro tra le note pratiche illecite italiane e le note pratiche illecite internazionali sull’approvazione dei farmaci lei si può dilungare sulle guerre di mafia.

*Davis C et al. Availability of evidence of benefits on overall survival and quality of life of cancer drugs approved by European Medicines Agency: retrospective cohort study of drug approvals 2009-13. BMJ, 2017. 359:j4530. Conclusions: This systematic evaluation of oncology approvals by the EMA in 2009-13 shows that most drugs entered the market without evidence of benefit on survival or quality of life. At a minimum of 3.3 years after market entry, there was still no conclusive evidence that these drugs either extended or improved life for most cancer indications. When there were survival gains over existing treatment options or placebo, they were often marginal.

Censurato. @ MatFis. Ha ragione. Non posso che arrendermi. Cedo davanti alla minaccia credibile di ricevere un’altra scarica di anagoge brematurata. Mormoro sommessamente che la prova per sfinimento viene usata anche nel malaffare farmaceutico.

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31 dicembre 2017

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Commento al post di R. La Cara “Stamina, morta la piccola Sofia. Storia della bambina “farfalla” che i genitori hanno voluto curare con metodo Vannoni”

L’industria farmaceutica, vista la crisi delle scoperte reali e il calo dei profitti, si sta in parte convertendo da volume based a value based. Dal venderne tanti al venderne pochi ma costosissimi. Le malattie rare sono la miniera del value based: consentono “facilitazioni”, cioè abbassamento delle prove di efficacia e aumento dei prezzi. Plausibilità, razionalità ed etica sono sostituite, col marketing, v. Telethon, dall’emotività. Stamina, ciarlataneria pura, è servita da standard negativo per far sembrare valida la scienza ufficiale, sofisticata ma gracile e obbediente al business. E per introdurre l’idea delirante che le improbabili cure di patologie complesse siano prodotti da attendersi. Osservando che la cura Telethon per una malattia genetica, come è quella di Sofia, Strimvelis, costa 665000$, in USA ci si chiede se queste cure non manderanno in bancarotta il sistema sanitario. Considerando l’esiguità delle prove scientifiche presentate e i prezzi astronomici, esperti hanno proposto per lo Strimvelis e simili un rimborso se non funzionassero. Ma è un altro trabocchetto. Si stanno lanciando gli screening neonatali, che chiuderanno il cerchio della frode creando, con la scusa della diagnosi precoce, falsi pazienti e quindi falsi successi; e maggior volume. Stamina è stata una truffa piccola in appoggio, complice lo Stato, alla truffa grande; come un compare del Grande Mago che inscena il mago “rivale” scarso per fare sembrare credibile e potente la pozione del Grande Mago.

@ Valter Fiore. Se “è ovvio” che non si sono mezzi di verifica scientifica solida, dovrebbe essere ovvio non salutare i prodotti come scientifici e non accettare lo “extortion pricing”. G. M. Weinberg* spiega come vi siano sistemi troppo complessi per i metodi analitici e troppo organizzati e poco numerosi per quelli statistici. Verso i campi che più corrispondono a quest’area cieca, dove le verifiche sull’efficacia sono difficili, il business orienta la ricerca. Sia con le malattie rare, che presentano altre caratteristiche che facilitano successi fittizi, es. penetranza e espressività variabili. Sia come lei dice con l’oncologia “personalizzata”. Con i biomarkers e i farmaci “tissue-agnostic” si sta spezzettando il cancro e precludendo la verifica statistica, l’unica disponibile, già criticabile. I due campi di elusione della scientificità tramite “la scienza” confluiscono: è stato detto che “un giorno tutti i tumori saranno malattie rare”; l’AIFA, ente controllore che lavora per i controllati, sta inserendo terapie per sottotipi di tumori comuni nel fondo farmaci orfani.

Si vuole che a decidere gli acquisti dei farmaci sia “la scienza”. E’ sconsiderato, o eversivo, che lo Stato obbedisca ad articoli di riviste scientifiche, controllati dal business; ma prima ancora, le prove di efficacia presentate sono scarse e dubbie. C’è invece tanta propaganda, con bambini in sedia a rotelle o morenti soccorsi da angeli in camice bianco, che copre trucchi da usurai anaffettivi.

*An introduction to general systems thinking. Weinberg & Weinberg, 2011.

@ Valter Fiore. Lei precisa di non avere detto zuppa ma pan bagnato: senza trial in doppio cieco di adeguata potenza e privi di bias non si può neppure supporre di avere ottenuto risultati positivi per le malattie genetiche. A meno di risultati eclatanti, definitivi, impliciti nel battage propagandistico, ma poco probabili, dove i ciechi riacquistano la vista e i paraplegici l’uso delle gambe; che non si vedono. Un tempo si diceva che se c’è bisogno di analisi statistica per evidenziare i risultati l’esperimento non è riuscito; oggi si stanno sforbiciando gli standard statistici di prova fino a ridurli a simulacri.

Il Kymriah che lei sceglie a esempio non ha solo un costo di 475000$. La stessa Novartis propone di non farlo pagare se la leucemia non risponde entro un mese. Ma, ha osservato un medico esperto in drug pricing, nel trial chiave per il Kymriah il 25% dei responders a 1 mese ha avuto una progressione a 6 mesi. Prasad – che ha pubblicato diverse analisi sull’inefficacia di tanti costosissimi antitumorali “innovativi” – ha osservato che la finestra di rimborso a 1 mese permette di incassare senza dare in cambio benefici, e dovrebbe essere estesa a 3 anni. Inoltre il farmaco come gli altri della sua classe causa con elevata frequenza, prossima al 50% in uno studio riportato dalla ditta produttrice, gravi effetti avversi immunologici e neurologici, che possono arrivare ad essere mortali. Una cura dagli effetti così aleatori e volatili somiglia più a un contratto di vendita di speranza a prezzi e condizioni usuraie a chi è disperato che a un risultato valido. Io, che non condivido il suo ottimismo alla Pangloss, li chiamo “contratti gotici”, per la nota di cupa disumanità delle scelte alle quali costringono.

@ Valter Fiore. Purtroppo in molti casi la descrizione del prodotto farmaceutico in termini commerciali è più semplice, lineare e coerente di quella in termini del vantaggio al paziente. Le ricordo che siamo nell’era dei pacchetti malattia-cure: la malattia viene definita e la diagnostica stabilita nell’ambito dello sviluppo dei servizi e trattamenti da vendere. Es. epatite C, o tutto il settore delle sovradiagnosi, dal PSA all’angiografia TAC per l’embolia polmonare. O le “malattie” nuove (Appleby J. Ads, Not Research, Create Some Pharma Best-Sellers. Medscape, 16 maggio 2017). C’è un sondaggio che chiede ai medici “Which comes first: drug or disease? Marketing and medicine” (Medpage, 5 dic 2016).

Andrebbe affermata la capziosità della pratica dell’attribuirsi valore in base a standard negativi. In questi giorni una “sinistra” che serve l’assolutismo globalista tenta di “rifarsi una verginità” tuonando contro il fascismo dei fez e gagliardetti. Già Pasolini nel ‘75 diceva che era per questo che i fascisti non venivano liquidati. L’antimafia, limitata alla cancrena dei mafiosi da film, è un paravento per la malattia sistemica di base, la diffusa cultura mafioide. Stamina è stata introdotta nel SSN dall’ospedale dove era rettore il presidente dell’AIFA. La validità scientifica per prodotti clinici corre su una scala logaritmica: si può essere allo stesso tempo 100 volte più scientifici di Stamina e 10 volte meno scientifici del minimo dovuto.

@ Valter Fiore. Non aderisco a “teorie politiche unificanti”. Mi limito ad osservare che sofismi di poteri diversi prendono la stessa forma, cosa che non dovrebbe sconvolgere troppo. Sono colpito dalla sua onesta ammissione, mentre parla di scienza, di non riuscire a vedere isomorfismi tra fenomeni diversi, neppure quando le vengono indicati. Un po’ meno dai suoi criteri per l’introduzione di nuove pratiche mediche e per la loro valutazione a posteriori. Per lei “il PSA si è rivelato meno specifico di quanto sembrava essere, tutto lì” A parte che si è rivelato anche meno sensibile, per il suo scopritore Ablin il suo impiego nello screening è stato “una gigantesca truffa che ha provocato un disastro di salute pubblica” (Ablin R, Piana R. The Great Prostate Hoax: How Big Medicine Hijacked the PSA Test and Caused a Public Health Disaster. St. Martin’s Press, 2014). E’ sicuro di usare gli stessi pesi quando valuta i pro e i contro delle pratiche mediche vecchie e nuove?

@ Valter Fiore. Il risultato di discorsi come i suoi, contraddetti da esperti e istituzioni, è stato ed è la creazione illecita di innumerevoli invalidi, uomini resi incontinenti e impotenti senza reale giustificazione con un test che si sa essere non valido, quindi dolosamente. Non c’è bisogno di evocare “grandi disegni” dove la perenne e ubiquitaria pulsione ad approfittare di una posizione di potere, e di uno stato di debolezza altrui, inquina il rapporto medico paziente, in maniera inqualificabile. Sotto la maschera sacra e grottesca dello “scientifico” unito al giudizio soggettivo del medico allignano comportamenti di rilevanza criminologica. La medicina non può essere una collezione di scuse per fare soldi sbolognando impunemente cure ingiustificate anche a danno del paziente. Mi dispiace, ma non è piacevole leggere le sue contorsioni.

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22 febbraio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post ““Farmaci antidepressivi sono efficaci”, su The Lancet lo studio su 116mila persone”

Non è una sperimentazione su 116000 persone ma una comparazione tra i risultati già pubblicati di 522 trial; ciascuno condotto su gruppi in genere tra i 50 e 150 soggetti. E’ un po’ come se l’innocenza di un gruppo accusato di crimini fosse stabilita comparando tra loro oltre 500 dichiarazioni di innocenza degli imputati stessi. Se a giurare che loro sono una congrega di benefattori fossero centinaia di ospiti di Poggioreale, Ucciardone, Badu ‘e Carros, etc. la loro parola, con la sua mole, sarebbe attendibile? Il procuratore capo di Boston sta esaminando una richiesta di riapertura delle indagini per i risultati falsificati sull’antidepressivo Celexa su bambini e adolescenti. Fu fatto figurare come efficace, nascondendo i dati che ne mostravano l’inefficacia. La casa produttrice ha già pagato 188$ milioni di transazione. Un gruppo di ricercatori sta chiedendo all’American J of Psychiatry il ritiro della pubblicazione del trial incriminato, che è del 2004.

Ma sembra impensabile che centinaia e centinaia di ricerche scientifiche siano manipolate. Vi sono esperti qualificati che affermano proprio questo, analizzando come gli studi che fanno vendere psicofarmaci siano stati gravemente alterati in massa (metaanalisi comprese), a danno dei pazienti e del pubblico: Gøtzsche P.C. Deadly Psychiatry and Organised Denial. People’s Press, 2015. Gøtzsche esamina anche i meccanismi psicologici e sociali che portano i ricercatori a concorrere in queste frodi di massa.

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28 marzo 2018

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Commento al post “Anatomia, scoperto un nuovo organo: interstizio. Tra i più grandi del corpo, potrà spiegare tumori e invecchiamento”

Nella frenesia di inventare la giustificazione a un altro “diagnostic tool”, come scrivono, gli autori ingigantiscono l’ovvio sforbiciando la funzione di una struttura anatomica già nota, il sistema linfatico, che drena l’interstizio. G. Azzoni, filosofo del diritto, ha scritto un interessante saggio su “L’arbitrarietà del corpo umano”. Artaud immaginava “Il corpo senza organi”; la medicina attuale al contrario prende alcune entità, alcuni concetti importanti, e li gonfia e li deforma per attribuire loro un ruolo chiave, in un meccanicismo schematico e puerile che deve fare da base teorica di comodo a nuovi prodotti. Gli “innovativi” vanno sfornati in continuazione, come per una maledizione che è la vera vendetta degli dei per il dono di Prometeo all’umanità. Lo ha fatto es. con le staminali, il sistema immunitario, l’apoptosi; lo sta facendo col microbioma, comincia a farlo con l’infiammazione. Il concetto di localismo, di legame tra struttura anatomica e malattia, una delle grandi conquiste della medicina, viene esasperato in un riduzionismo che è volgare semplicismo. Commette anche l’eccesso opposto, quello dell’ignorare l’anatomia, con le terapie “tissue agnostic”, se occorre un altro tipo di pezza d’appoggio al business. Una medicina che nella corsa al soldo saccheggia e sconquassa la conoscenza; più pazza di Artaud, che era schizofrenico.

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17 febbraio 2019

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Commento al post di M. Ferri “Chi ha paura dell’intelligenza artificiale?”

Dipende. Il chip che attiva le 4 frecce in caso di frenata di emergenza, o gli algoritmi di controllo in chirurgia, sono utili. L’avidità potenziata dal computer no. R. Caruna, senior researcher della Microsoft, ha illustrato i pericoli della AI in medicina: un suo modello di AI per ricoverare o meno in terapia intensiva chi ha la polmonite mette a rischio gli affetti da asma, che nel modello vengono esclusi in quanto l’asma risulta essere un fattore protettivo; mentre porta solo a maggiore attenzione clinica. Caruna ha aggiunto che i modelli sono così complessi che nessuno ne comprende appieno il funzionamento; l’errore sull’asma lo ha scoperto per caso. La AI può generare “unknown unknowns”. J. Hennessy, già rettore di Stanford, Turing Award 2017, ha commentato: “”Remember one thing, supervised learning is the ultimate example of garbage in garbage out….” (1).

Queste ammissioni provengono da ricercatori coinvolti che come il prof. Ferri “si leccano i baffi”; se li leccano in fase con soggetti meno ‘scholarly’ (2). La AI non è affatto per se a prova di errore. E può generarne di subdoli. In medicina errori iatrogeni incrementando i profitti fanno brodo, dal punto di vista degli investitori; che dettano legge. La medicina “black box” fa paura a chi sa cosa può contenere.

1 Tuma RS. Caution Needed With Artificial Intelligence in Medicine, Experts Warn. Medscape, 29 mag 2018.

2 Ford O. Investors See Big Opportunity in AI. MDDI, 19 lug 2018.

@ Massimo Ferri. Fonti ortodosse sono meno fiduciose (1). La riduzione del complesso al visualizzabile è affascinante. Es. pensai “è uno strumento formidabile” comparando in una fredda sala settoria, tra gli umori e odori della decomposizione, la differenza tra la ricerca anatomica della patologia sul cadavere e le immagini nette e chiare di CT scan e MRI sul diafanoscopio. Le immagini pulite e “asettiche” emesse dai PC sono però anche una delle maggiori fonti di sovradiagnosi. Un esempio tra i mille: (2). E la AI può “ripulirle” troppo in questo senso, automatizzando interpretazioni viziate o creando anatomie virtuali, cioè false, favorevoli al profitto a danno del paziente. Aggravando frodi. Anche chi coltivi discipline difficili come la tua, quando emette giudizi etici, e politici, sui prodotti commerciali che si basano sulle sue competenze deve conoscere, verificare e includere nel giudizio gli aspetti rilevanti, sia tecnici che umani, che esulano dal suo campo. Si propone di usare la AI per contrastare le deviazioni commerciali della medicina (3). Ma il ricercatore che intraprendesse – sul serio – questo meritorio filone, invece che i finanziamenti e la visibilità dello “hyperhyped AI healthcare” (cit.) più probabilmente otterrebbe l’equivalente di una scarica di legnate.

1 Mandl KD et al. Potential Excessive Testing at Scale… JAMA, 8 feb 2019.

2 Soylemez R et al. When a test is too good… BMJ, 2 Lug 2013.

3 Oren O et al. Curbing Unnecessary…. JAMA, 7 gen 2019.

@ Bicchiere_1. Tu dici che dovrei mettermi in testa che “un programma può fare tutto quello che può fare un uomo”; credo più al citato rettore di Stanford col Turing Award, che a proposito degli errori gravi propri delle diagnosi AI ha detto che “These programs can extract information from examples, but they don’t have insights”; lo ‘insight’, ‘acume’, ‘discernimento’, ‘intuizione’, resta una indispensabile dote umana. Quello che un programma scritto da uomini può fare come un uomo, non è difficile comprendere, se non si ha la proverbiale ristrettezza mentale che viene attribuita ad alcuni cultori delle discipline esatte, è fare danno, sbagliando in buona fede o ingannando volontariamente, come farebbe direttamente un umano. Es. adottando gli stessi parametri che portano alla sovradiagnosi dell’embolia polmonare alla TAC; causando così emorragie da anticoagulanti e danno economico (Soylemez, cit.). Uno stadio successivo è il comprendere come possano esserci in aggiunta effetti negativi più sottili, favoriti specificamente dalla programmazione informatica: es. di come basti una semplice variazione della soglia di apprendimento AI per ottenere una curva ROC – quella ideata a suo tempo dagli ingegneri elettronici per il radar – che procuri indebitamente all’industria un aumento sostanziale di clienti per il trattamento della retinopatia diabetica (Mandl, cit.).

@ Bicchiere_1. Ho troppa considerazione per la matematica, e stima per i bravi matematici, per accettare la “matematica sulla parola” come la tua.

@ Bicchiere_1. Hai ragione, pensare che condividere le riserve di tanti esperti del massimo livello su programmi informatici che diagnostichino correttamente le malattie sia come mettere in dubbio il teorema di Pitagora non è matematica; è un’altra cosa, e sarei tentato di dirti cos’è, dati i danni che sta facendo questo confondere crassamente tra conoscenza scientifica e tecnologia commerciale; ma è meglio non rubare altro tempo ai tuoi ardui studi. 2

@ Bicchiere_1. Le critiche che riporto sono corredate da esempi, o controesempi, che è scorretto chiamare “generalizzazioni da caso singolo”. Semmai sono dicto simpliciter gli argomenti della carica dei piazzisti. Ricordo che le diagnosi istologiche con neural networks le vedevo studiate 30 anni fa in USA, e non mi pare ci siano stati progressi risolutivi. “Da buttare” è la prosopopea da venditore di tegami. Per ora quella delle diagnosi tramite AI non è una tecnologia affidabile, è pericolosa per il paziente e può favorire scorciatoie commerciali cioè frodi. Questo è lo stato dell’arte attuale. Il fatto che la AI sia una puntata degli investitori, e che sia pompata dal marketing, es. la tua deep supercazzola che “è matematico che funzionino meglio degli umani”, o un altro attrezzo classico del marketing in medicina, la propaganda per entimeme, dove si grida a temibili conseguenze etiche (“programma di AI bloccato perché può costruire fake news impeccabili”, tramesso dai media, incluso Il Fatto, e ieri sera dal TG1) in modo da fare interiorizzare senza discussione la premessa in realtà non dimostrata di una tremenda efficacia e potenza, sono ulteriori motivi di scetticismo sul piano scientifico; e di preoccupazione su quello pratico, dato il possibile uso fraudolento, spicciolo, questo sì a portata di mano.

@ Bicchiere_1. Per il problema delle diagnosi al microscopio fatte da un computer un passo risolutivo sarebbe riuscire a ottenere diagnosi microscopiche impiegabili nella clinica. Passo che non è stato ottenuto, dopo decenni. Il programma di produzione automatica delle fake micidiali è stato presentato al pubblico come censurato in quanto pericoloso. I problemi che riporto sono giudicati non solo di difficile soluzione, ma di una natura che rende difficile individuarli (“unknown unknowns”): la AI può introdurre variabili nascoste dagli effetti non prevedibili su come i pazienti sono definiti e trattati. Scusa ma mi sembra di parlare con uno che voglia vendere a forza un prodotto scadente facendo leva sullo sfinimento. Facciamo conto che tu abbia la bancarella dell’AI diagnostico, che con il tuo inesauribile scilinguagnolo mi abbia convinto ad acquistare la confezione Maxi 2×3, e che possiamo quindi cordialmente salutarci.

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15 maggio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. Patitucci “Còrea di Huntington, silenziato gene della malattia. Elena Cattaneo: “Per la prima volta ridotti livelli proteina tossica””

@ Weston Loomis. Avevo rinunciato a commentare per risparmiarmi gli insulti dei troll di guardia alla propaganda della medicina commerciale. Il lavoro, mirato a verificare non l’efficacia ma la manifestazione di effetti avversi acuti, mostra una riduzione della concentrazione periferica della proteina difettosa, ipotizzando che rifletta una riduzione intracellulare; la senatrice saluta come un successo eccezionale ciò che gli stessi autori classificano come end point secondario; e che hanno correlato a una scala clinica con risultati da interpretare, scrivono, “with caution”; essendo frutto di un’analisi (post hoc) che è annoverata tra i trucchi usati per parlare abusivamente di successo. E’ riportato un aumento del volume delle cavità interne del cervello (ventricoli), segno di atrofia, e dei marker di neuroinfiammazione: risulterebbe che la terapia aggrava la base anatomopatologica della malattia. Un dato allarmante, taciuto. Il divario tra pubblicazione scientifica e soffietto sarebbe uno spunto per parlare di come i surrogate endpoints vengano spacciati per miglioramenti clinici; anche nella pratica medica, quella di routine, come mostra una divergenza di questi giorni tra il presidente dell’Ordine dei medici di Milano e il vicepresidente della Soc. di medicina generale. Sostituire al giudizio clinico globale, onesto, informato ed esperto la falsa oggettività degli endpoint surrogati aumenta i profitti ma danneggia il paziente.

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28 maggio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Sla, “i trapianti di cellule staminali umane cerebrali sono sicuri e si potranno fare in numero illimitato””

Uno studio fase I non può provare l’ipotesi di efficacia, salvo risultati eclatanti (come i miracoli promessi per le staminali); ma può contraddirla, e questo studio appare come una falsificazione dell’ipotesi sperimentale di efficacia terapeutica. Dire che il risultato è positivo perché il trattamento non ha peggiorato la malattia, che ha proseguito il suo corso uccidendo il 60% dei soggetti selezionati, e dire che il trapianto si potrà fare illimitatamente quando per ottenere ciò che ad essere ottimisti è un intervento inutile si sono scartati 1002 pazienti su 1020 (il 98%), è un esempio di ‘research spin’, di presentazione capziosa dei risultati. Lo studio appare viziato anche riguardo all’endpoint primario della sicurezza. La mancanza di peggioramento in soggetti con tessuto nervoso già distrutto dalla malattia non prova che l’iniezione di staminali nelle corna anteriori del midollo spinale (luogo della patologia) sia sicura, come invece scrivono gli autori. Se si vuole verificare se un intervento potenzialmente demolitivo su linee telefoniche non causa danni non è un buon disegno (similmente agli studi affetti da ‘immortal time bias’) considerarne l’effetto aggiuntivo su linee telefoniche già abbattute da una bufera.

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20 luglio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di J. Piromallo “Luciano De Crescenzo diceva sempre che la vita va ‘allargata’: era geniale. E io lo ricordo così”

Insieme a Camilleri ci lascia un altro dei non molti “italiani da esportazione” (E. Biagi). La Piromallo evidenzia come De Crescenzo fosse anche un uomo di mondo, un bon vivant. Invece di rotolarsi nei piaceri questa decorosa figura di gentiluomo napoletano scriveva, e bene, dimostrando che per farlo non è indispensabile essere degli infelici incacchiati. La Piromallo sottolinea il genere che De Crescenzo praticava, quello del livello notevole che essendo anche accessibile e godibile fa ingelosire i soloni della cultura “alta”. Come Camilleri, Lampedusa, o Piero Chiara, di padre siciliano. Nessun libro mi ha fatto ridere quanto ‘Elena, Elena, amore mio’. Nella sua divulgazione sulla filosofia si trovano preziosità come “Si purificano del sangue versato macchiandosi di altro sangue, come se per pulirsi dalla melma si lavassero con altra melma” (Panta Rei) che descrive bene certe operazioni indicibili delle istituzioni. Ne “Il pressappoco” De Crescenzo riporta la foto di un manifesto funebre sul quale, alla scritta “A 101 anni si è serenamente spento Luigi Esposito” qualcuno aveva aggiunto a penna “e vulevo vedè ca faceva pure storie”; che è utile per chi volesse capire le manovre internazionali e italiane per creare uno schema da decine di miliardi di euro/anno di fatturato speculando bassamente sulle paure e le illusioni dell’età anziana (Fear of dementia could lead to overtreatment. Lown institute, 10 lug 2019).

@ Januaria Piromallo. Grazie a lei. Aveva diverse frecce al suo arco. Non è stato solo un divulgatore; ingegnere, metteva al lavoro, per così dire, i classici della filosofia teoretica sulla vita quotidiana, producendo una sorta di filosofia applicata, perspicua e sorridente.

@ herbert marcuse. Tanti lei come lei non capiscono la differenza e la distanza tra discipline pure e applicate. La distanza tra matematica e fisica, o tra fisica e ingegneria. Nel caso della biomedicina, si è nella frode spacciando per “scienza” una ricerca tecnologica applicata e condizionata da limiti strutturali, fattori umani e famelici interessi commerciali. Si trascura anche come le discipline applicate – quando non corrotte – non siano meno difficili e importanti di quelle sulle quali si basano. De Crescenzo non è Giambattista Vico, ma tra le varie cose buone che ci ha regalato mostra, tongue in check, questa distinzione che tromboni, e imbroglioni, ignorano. Mi colpì quando negli anni 80 lo sentii citare in un ambiente accademico in Olanda, nel presentarmi come italiano. La frase di Eraclito che De Crescenzo riporta e che per lei è una “banalità assoluta” viene tramandata da 24 secoli, e resisterà anche a chi durante una commemorazione si produce in espressioni sguaiate e senza valore. Ma in fondo è un omaggio anche il suo; gli scritti di De Crescenzo esercitano l’attrazione dell’intelligenza, della sensibilità, della benevolenza verso il prossimo; che lei evoca provocando la repulsione per la stupidità, rozzezza e boria.

@ frankzappa.fz. Io vedo i danni della “profondità”, del “depth first”, della conoscenza ingessata in nome del rigore su aspetti ristretti e false strade, e so che i campi da esplorare e tenere presenti sono numerosi, troppi per la durata di una vita di studio; non mi lascio abbindolare da chi ostende un qualsiasi testo sacro, o proclama il primato della filosofia, o della fisica o di qualsiasi altra disciplina o arte; e quindi apprezzo la buona divulgazione di campi non centrali ai miei interessi. Ancora meglio se arricchita da interessanti visioni personali, come nel caso di De Crescenzo. Posso segnalare altri libri di ottima divulgazione filosofica di autori italiani e stranieri. Eraclito nell’originale lo leggono gli specialisti, i filologi; o i pedanti che poi sproloquiano su altri campi dei quali sono ignoranti come cocuzze avendo perso troppo tempo sui presocratici per soddisfare l’illusione di padroneggiare il sapere.

@ frankzappa.fz. C’è anche un’ignoranza insegnata a scuola. Al liceo si doveva studiare la storia della letteratura senza avere letto la letteratura, una tortura che educa a sbrodolare pomposamente su ciò che non si conosce. All’università a medicina mi sono avvicinato ai testi del mondo anglosassone, dove non si applica il “o Cesare o nessuno” ma si studia lo stesso argomento a livelli crescenti di approfondimento, badando alla chiarezza, non allo sfoggio. Il professore di farmacologa, alla Cattolica di Roma, imponeva la sua traduzione di un testo USA; con una sua prefazione più lunga di quella degli autori, e senza l’indice analitico. (Comunque, disillusioni dell’età adulta, è venuto fuori che la dottrina in celebri manuali di medicina USA è stata alterata dietro mazzette).“Grande filosofo”? Non lo dice nessuno, e lui certo non si atteggiava. Ma perché non essere grati a chi sbroglia a livello elementare materie rese più oscure di quello che sono? Perché ingelosirsi per delle buone osservazioni, condite di filosofia classica (un segreto: a volte chi si rifà ad altri autori ha già pensato da solo i concetti, e li guarnisce con precedenti illustri). Perché piccarsi per un successo che non è, come per tanti casi, quello di chi vende fumo? De Crescenzo è da esportazione anche perché era l’opposto del tipo del professore di scuola provinciale che il suo amato Fellini mostra in Amarcord.

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20 febbraio 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Ferri “È innegabile: l’Intelligenza Artificiale funziona (abbastanza)”

Ferri cita l’articolo di Nature sulla discriminazione benigno/maligno di neoformazioni cutanee come evidenza che “l’AI funziona”. L’esempio in realtà mostra i pericoli dell’AI. La diagnosi di melanoma nelle forme non conclamate, confondibili coi nevi, è incerta. Tale incertezza è sfruttata in senso commerciale. Il risultato è da decenni una epidemia di false diagnosi di melanoma, un tempo tumore raro; con mortalità stabile, la classica evidenza di sovradiagnosi. “The enthusiasm for artificial intelligence in melanoma diagnosis is similarly worrisome. Although artificial intelligence could help reduce variable diagnostic standards, we fear that in our volume-driven system it is more likely to be used to increase the capacity to evaluate pigmented lesions, while retaining the lower pathological thresholds currently in practice.” (The Rapid Rise in Cutaneous Melanoma Diagnoses. NEJM, 7 jan 2021). La AI può salvare, dando una patina di scientificità, frodi mediche istituzionalizzate a danno della salute. Sta venendo applicata ad altre sovradiagnosi, es. del cancro mammella. (Anche l’esclusione di cancro via AI per la banale comunissima cheratosi seborroica causerà falsi positivi di cancro, per il teorema di Bayes).

Ci vorrebbero “le leggi della AI”. Una di queste dovrebbe essere che non va applicata a diagnosi di malattie per quali non esiste un gold standard diagnostico solido. Situazione molto più frequente di quel che pensano le anime belle che credono agli imbroglioni.

@ M. Ferri. Dato un sistema umano che genera sistematicamente una quantità impressionante di false diagnosi di cancro – false diagnosi attivamente perseguite per i vantaggi, indebiti, che procurano; sulla dermatologia stanno mettendo le mani, coi loro sistemi, le private equities* – automatizzarlo, sulla base degli stessi presupposti umani viziati che lo generano** come può renderlo sano o migliorarlo? I suoi “supporti”, “aiuti” potenziano il sistema gravemente tarato da cui vengono sviluppati. Non credo, e andrebbe dimostrato, che si possa ottenere un magico “junk in, gold out”. E’ praticamente inevitabile che l’AI basata su una frode, sottesa da enormi interessi, aiuti la frode, sia nell’output diagnostico sia col paludamento esoterico e hi-tech della matematica avanzata. Il fatto poi che attualmente l’AI funzioni “così così” aggiunge solo un ulteriore strato di incertezza. Ammettere tale problema aggiuntivo non esonera dal guardare al nucleo del problema, che potrebbe essere detto “il problema degli assiomi tarocchi”. E’ beffardo che una disciplina deduttiva come la matematica trascuri i postulati di base; in applicazioni dove è in gioco la salute.

*Why Private Equity Is Furious Over a Paper in a Dermatology Journal. NYT, 26 ott 2018.
**Do pathologists play dice? Uncertainty and early histopathological diagnosis of common malignancies. Histopathology, 1997. 31: 495.

@ M. Ferri. “A reference slide collection, injudiciously used, has the inherent danger that the previous mistaken interpretations may be made with increasing frequency and confidence!” (Underwood JCE. Introduction to Biopsy Interpretation and Surgical Pathology). Che ne direbbe di leggere anche gli articoli di medicina altrui rilevanti per il suo lavoro, come quelli che ho citato (posso fornirne diversi altri a chi – a suo rischio – non voglia accettare la fictio del postulato di sacralità della medicina nello sviluppare per la medicina strumenti come questi) invece di continuare a rileggere il suo per ripetersi “quanto sono bravo”, “come è bello”? Non mi pare siano concetti così ardui; tanto meno per un docente di matematica. La difficoltà appare essere di ordine psicologico e morale: “It is difficult to make a man understand something when his salary depends on not understanding it”. Non ce l’ho con lei (che del resto, a differenza di me che denuncio, non corre alcun rischio; anzi). Questa della dipendenza dal non capire va riconosciuta come una condizione perversa estremamente comune nella medicina liberista, che nella sua ricerca implacabile del profitto provoca la corruptio optimi pessima, dall’istopatologia alle reti neurali. E pratica un rigido sistema di premi e punizioni per mantenere assurdi a danno della salute come quelli cui lei sta appiccicando la credibilità posticcia dell’alta matematica.

@ M. Ferri. Sì, mistaken intepretations (JCE underwood, J Hunter professor of pathology, etc.) di esami istologici; come spiegano i lavori che ho citato. C’è una letteratura sulla interobserver variability delle diagnosi differenziali benigno/maligno in istopatologia. La diagnosi istologica non è un test oggettivo, nè ha grandi basi scientifiche*. Ha una forte componente soggettiva, e di verità per coerenza, cioè per aderenza a quello che fanno i peer; e di ad auctoritatem rispetto ai vertici gerachici. Non è matematica, ed è innervata da fattori politici e sociali. Non posso credere che lei non comprenda quando scrivono gli autori che cito. O che le sembri inconcepibile. (Credo però che il sostenerlo, da un pulpito universitario, non sia indipendente dalla sua personale posizione sociale e reddituale). E’ lei che si insulta da solo, forse per buttarla in caciara, con questo spettacolo avvilente e imbarazzante di un ragionamento circolare – capisco che il covid lo abbia sdoganato – come premessa all’evoluzione pseudo-tecnologica di trucchetti in fondo banali e squallidi, come quello di chiamare sistematicamente melanomi incipienti i nevi.

*Pathology as art appreciation. Bandolier. Evidence-based health care, 1997. Vol. 4 issue 3.

@ VTmaster. “«L’intelligenza artificiale è un dono di Dio ma serve un’algor-etica». La «nuova frontiera» della scienza e della tecnologia stringe l’uomo e la macchina in un rapporto complesso. Ne parla Papa Francesco alla plenaria della Pontificia Accademia per la vita in un discorso letto dal presidente mons. Vincenzo Paglia.”

Alta etica, alta scienza e troll. Un pattern costante nelle frodi biomediche strutturali; un viraggio repentino e inatteso dalle stelle allo stallatico, che potrebbe essere studiato con la teoria delle catastrofi di Thom. Ma forse basta la pagina di Pinocchio dove il Gatto, che insieme alla Volpe sta abbindolando Pinocchio con l’atteggiarsi a filantropi che elargiscono preziosi segreti, si avventa sul Merlo bianco che cerca di avvisare la vittima e lo sbrana.

“Noi, – riprese la Volpe, – non lavoriamo per il vile interesse: noi lavoriamo unicamente per arricchire gli altri.” “Che brave persone! – pensò dentro di sé Pinocchio”.

@ VTmaster. Mi spiace, posso parlare con tutti di queste cose, con chi non ne sa niente e con chi ne sa più di me; ma non coi troll né coi piazzisti di medicinali. Né tanto meno con chi ha la doppia qualifica. Lei stia al suo posto e si limiti a fare chiasso.

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Vedi anche:

Misurare è un privilegio, non un diritto

La frode delle staminali

Stamina come esca per le frodie della medicina ufficiale

L’ambasciatore USA ordina il sostegno al loro complesso magico-industriale

La questua delle multinazionali

Sperimentazione animale: uno spoglio etico

Cure oncologiche. A che punto sono Sulle regole per la Roche

Quando è Pietro che si associa a Simon Mago

L’omertà manzoniana su Moro

14 November 2013

Appello al popolo

ccc

Le sue parole io l’ho sentite, e non te le sarei ripetere. Le parole dell’iniquo che è forte penetrano e sfuggono. Può adirarsi che tu mostri sospetto su di lui, e, nello stesso tempo, farti sentire che quello che tu sospetti è certo. (Manzoni)

Mio padre mi raccontava di quando negli anni ’50 andò, col gruppo di giovani dell’Azione cattolica, da Sambiase, oggi Lamezia, a Catanzaro a sentire un comizio di Scelba. Uno del gruppo chiese a Scelba chi fossero i responsabili della strage di Portella della Ginestra. Scelba rispose, con un tono inferocito e scocciato: “Sono stato io. Va bene?”. Riuscendo così ad ammutolire il contestatore e, sull’argomento, gli altri giovanotti. Scelba diceva allo stesso tempo una cosa vera e falsa, perché come ministro dell’interno ebbe delle gravi responsabilità, ma la strage non era tutta farina del suo sacco, e probabilmente se fosse dipeso solo da lui non vi sarebbe stata.

L’episodio mi è tornato in mente per la notizia di questi giorni che è indagato per calunnia il sottufficiale della GdF che ha costituito una fonte dei libri e degli interventi di Imposimato sulla volontà dello Stato di non salvare Moro [1]. La calunnia riguarderebbe la prigione di Via Montalcini, che secondo il finanziere era circondata e monitorata da polizia, militari e servizi, anche stranieri, ai quali però fu dato l’ordine di non intervenire.

Le altre ipotesi sui luoghi di prigionia includono una base nel ghetto di Roma, e palazzo Caetani; e anche un ipotetico ambiente dotato di una biblioteca, con testi che fanno pensare a un istituto religioso [2] (ricordo vagamente dai miei anni romani che a palazzo Caetani vi era una biblioteca, aperta al pubblico). Quali che siano state le prigioni, e le mosse delle forze che avrebbero dovuto liberarlo, il finanziere e Imposimato non sono certo i soli a sostenere che si volle fare uccidere Moro: ci sono studi dettagliati, come quelli di Flamigni e De Lutiis, che, mostrando un ampio e coerente quadro di elementi, confermano la presenza di una volontà atlantica, e forse anche sovietica, della quale i nostri governanti furono intermediari.

Oltre ai risultati degli specialisti vi è poi una legittima credenza bayesiana, che cioè considera espressamente anche le probabilità a priori; che sono un’entità epistemologica che il moderno scientismo, che permea di sè anche le discipline umanistiche, tende a trascurare in nome di un rigore che rigore non è. Quali sono le probabilità che un gruppo di dilettanti, già sotto controllo, riesca senza aiuti potenti e protezioni a programmare ed eseguire un rapimento simile, e a tenere per mesi in scacco un intero Stato proteso alla ricerca del sequestrato? Quali sono le probabilità che le forze di polizia non trovassero al più presto i responsabili della barbara uccisione dei 5 loro colleghi nell’agguato di Via Fani? Quali sono le probabilità che gli USA e altri poteri forti non esercitino influenze indebite, anche mediante guerra a bassa intensità, e che quindi siano estranei alla vicenda? Dati anche altri casi di terrorismo dove la presenza negativa dei servizi, con la loro subordinazione ai “liberatori”, non è proprio un fantasma ? E dato il carattere di Moro: credo che la principale “colpa” di Moro fosse quella di fare, sia pure con le sue proverbiali cautele, lo statista, anziché il pupazzo, e di esprimere una politica almeno in parte genuinamente indipendente. La “red scare” della Guerra fredda mi pare poco meno di una copertura, una giustificazione ideologica; i “rossi” essendo “rosa”, come si può agevolmente constatare oggi.

Tra le varie possibilità sull’indagine per calunnia c’è quella del paradosso di Gettier, dove una credenza è vera nonostante sia ritenuta tale sulla base di una giustificazione falsa (il libro “Il diavolo, certamente” di Camilleri ne contiene alcuni esempi [3]). In questo caso il finanziere potrebbe avere effettivamente prodotto, in parte o totalmente, delle false evidenze; che danno supporto a una credenza vera, quella della correità dei governanti. Il paradosso di Gettier costruito ad arte può essere una tecnica di depistaggio, per screditare una pista valida o intorbidire le acque su una verità raggiunta.

Sul piano logico corrisponde alla fallacia proposizionale della negazione dell’antecedente: “se A allora B”; “non A”; quindi “non B”. Sul piano della disinformazione fa pensare alla tecnica della “inoculation” (vaccinazione): “vaccinare” contro la verità presentandola in forma non valida. Thomas H. Huxley, “il mastino di Darwin”, ha scritto che “Verità irrazionalmente difese possono essere più dannose di errori ragionati”; e che, d’altra parte “Non c’è errore maggiore che la conclusione affrettata che un’opinione è priva di valore in quanto è malamente argomentata”. Questi giochi hanno un effetto dirompente sulla ricerca della verità (soprattutto se si ha poca voglia di raggiungerla); come in un sistema di specchi, rendono inafferrabile la verità mentre sembrano offrirla.

Bisogna distinguere tra valore di verità e giustificazione di una credenza, quando si tratta di argomenti come i Misteri d’Italia. Nel caso Moro appare esserci stato almeno un altro caso di giustificazione falsa di una verità. Cossiga diceva che lui e i DC avevano ucciso Moro; intendendo di avere causato la morte di Moro indirettamente, come effetto collaterale previsto ma non voluto, e per una scelta autonoma di difesa dello Stato; mentre fu una responsabilità di tipo diretto, e in esecuzione di volontà esterne. L’affermazione di Cossiga, anch’essa una risposta alle accuse, nella sua arrogante ambiguità ha alcune somiglianze con quella di Scelba a Catanzaro.

Non va dimenticato d’altra parte che se i dettagli non sono ricostruibili con certezza, il quadro generale è abbastanza chiaro. Personalmente non ho bisogno di studi interminabili per comprendere che coloro che occupano le istituzioni dello Stato sono corrotti e venduti a forze sovranazionali: lo vedo coi miei occhi ogni giorno. Bisogna anche evitare che, come tendono a fare accademici e magistrati, venga sabotata l’accuratezza in nome della precisione; cioè che si neghi il quadro generale perché alcuni particolari vengono periodicamente messi in discussione e corretti.

Oltre che un depistaggio, le rivelazioni false che indicano la verità e la loro successiva demolizione possono essere una forma di intimidazione, e hanno un effetto demoralizzante. Col conseguente procedimento per calunnia il paradosso intimidisce il pubblico dal profferire ciò che d’altro canto gli si lascia capire. Una nota, questa del negare e mostrare, presente in tutta la vicenda Moro. Sembra anzi che faccia parte della strategia del terrore il far intravedere chi sono i veri mandanti, prima ai politici e alla classe dirigente, ora al pubblico generale; dando così un esempio e lanciando una minaccia. E rivelando quindi il senso di un’operazione altrimenti folle, oltre che scellerata; di una “follia” che apparentemente pervase anche la risposta dello Stato.

Gli atti terroristici del potere, come ho potuto apprezzare a Brescia [4], hanno, dopo la frazione di secondo dell’esplosione, o della penetrazione del proiettile, un lungo fall-out di corruzione e di degrado, che dura anni e decenni. Con Moro si può ancora intimidire il popolo e addestrarlo alla sottomissione. Pochi giorni prima dell’indagine per calunnia, Pieczenik, emissario di Kissinger presso il governo italiano in veste di consulente per il caso Moro, intervistato da Minoli ha affermato, similmente a quanto aveva fatto negli anni precedenti, che vi era un interesse USA a eliminare Moro, e che egli agì in questo senso; attribuendo a sé stesso “il sacrificio” di Moro, come un merito. Con un discorso simile nella struttura formale a quello di Cossiga.

Appare che vi sia la volontà di imporre, mediante ammissioni parziali e distorte da un lato e smentite e minacce giudiziarie dall’altro, una forma di omertà particolarmente umiliante, che si può chiamare “manzoniana”, descritta nella sua perversità da Manzoni, a proposito della dominazione spagnola sull’Italia (v. epigrafe): non si deve dire ma si deve sapere. Così il mostro può circolare liberamente nelle menti ma non nel discorso pubblico. Già nell’agorà la convinzione privata dell’omicidio di Stato in esecuzione di ordini sovranazionali diviene un argomento poco maneggevole e opinabile, al quale vengono affibbiate connotazioni da chiacchiera da bar, complici la diffusa vigliaccheria e il diffuso atteggiamento ruffiano verso il potere. E nelle assemblee ufficiali la terribile accusa di essersi venduti agli stranieri nel partecipare a un assassinio politico non entra se non per essere condannata come una calunnia, che getta fango sui fieri rappresentanti di un popolo fiero.

Qualcosa del genere appare essere avvenuto per l’11 settembre. Vi è una letteratura, scritta da tecnici competenti, sull’impossibilità materiale che le torri collassassero completamente in seguito al solo urto degli aerei. Forse anche qui si è voluto ventilare ciò che ufficialmente si nega. Questo spiegherebbe perché il terzo edificio, il “Salomon Brothers”, è crollato apparentemente da solo, come se si volesse svelare il trucco e insinuare il dubbio sulla versione che allo stesso tempo si propagandava. E’ interessante che coloro che supportano, anche con la loro rispettabilità, la tesi che l’attentato sia stato un auto-attentato vi sia Imposimato.

L’accusa di calunnia coinvolge, sul piano della credibilità, Imposimato, ex magistrato che indagò sull’omicidio di Moro. Io vedo che i magistrati sono “atlantically correct” [5], e che le loro responsabilità e complicità nella dominazione USA, nelle collegate eliminazioni di soggetti sgraditi, e quindi nel degrado del Paese, sono ampiamente sottovalutate. Il PM che sta indagando per calunnia il finanziere è Palamara, già segretario dell’ANM: comunque stiano le cose, egli rappresenta bene la corporazione e gli interessi dei magistrati. Imposimato mi era sembrato l’esponente visibile di una esigua minoranza nobile di magistrati che mi immagino debba esistere; magistrati capaci, esperti e insieme probi e animati da passione civile. Ora pare che non sia sicuro che le cose stiano così [6]. Avendo il prof. Giannuli proposto Guariniello come candidato alla Presidenza della Repubblica, ho scritto di come gli interventi del PM di Torino sulla medicina siano a volte in realtà più consonanti con grandi interessi sovranazionali che con quelli del popolo [7], e sul sito di Giannuli ho proposto invece Imposimato [8], che mi era parso una voce pacata e allo stesso tempo fuori dal “tolemaicismo”, la pratica politica e intellettuale di ricondurre responsabilità sovranazionali a fattori interni [9]. Può darsi che chi si occupa professionalmente dei Misteri d’Italia possa mostrare su Imposimato riserve speculari a quelle che ho espresso su Guariniello rispetto alla medicina, il mio campo.

Come per gli interventi giudiziari di Guariniello, l’opera pubblicistica di Imposimato conserva comunque una sua utilità. Ma temo che l’attesa per la venuta del Magistrato Sconosciuto, prudente come un serpente e candido come una colomba, debba proseguire. Gli italiani, col loro cinismo da povera gente, sono pure colpevoli, per come si sono fatti i fatti loro, per come hanno guardato con indifferenza, con calcolata indifferenza, a quello che è stato definito “il golpe di Via Fani” (De Lutiis). Come se un fatto di tale gravità non li riguardasse direttamente, come se si fosse trattato di uno dei tanti sceneggiati su forze del male, terroristi o mafiosi, capaci di impossessarsi della società, se le forze del bene, lo stesso potere che ci opprime, non le fermano. O al più di una lotta tra signori, della quale era meglio non impicciarsi. Rilevante solo per il fatto che per avere protezione bisognava quindi rivolgersi alla fazione vincitrice; che è ciò che hanno fatto, accettando e votando personaggi, a sinistra non meno che a destra, cento volte peggiori di Moro. E servendoli, speranzosi di ottenere benefici. Dovrebbero riflettere sul fatto che poi hanno avuto Cossiga presidente e ora hanno un Napolitano bis; e su come sarebbe diversa la loro vita se, come sarebbe stato probabile, avessero avuto un settennato Moro, e altri presidenti almeno dello stesso livello.

La risposta di Scelba non era il motivo principale per il quale mio padre ricordava la giornata a Catanzaro. Nel viaggio di ritorno, lungo la strada vecchia tutta curve e pendenze, su quel genere di torpedoni che sono diventati uno dei simboli del Sud, uno della comitiva cominciò ad accusare il mal d’auto. Si mise con la testa fuori dal finestrino, bianco in faccia come un cencio. Un altro personaggio si sporse a sua volta dal finestrino immediatamente posteriore per sfotterlo. Traducendo dal calabrese, diceva, con una voce fintamente carezzevole: “********* brutto, perché sei venuto? Dove va girando uno come te? Non potevi startene a casa? Che c’entri tu con queste cose?”. E così via, senza smettere. La corriera andava, tra curve, controcurve, scossoni e beccheggiamenti, con le due teste che sporgevano fuori; quella china e quella protesa verso l’altra. Il sofferente, persona mite e di umile condizione sociale, non rispondeva. Subiva boccheggiando, fino a che non vomitò, e il getto andò a finire in faccia al suo tormentatore, che si ritrasse ingiuriando e imprecando, con esclamazioni che descrivevano ciò che aveva ricevuto: “puzzi ‘i subbrimatu”, “puzzi d’a midicina d’i surici” [sublimato corrosivo, allora usato come disinfettante e topicida]; tra la soddisfazione ilare del resto del gruppo. La scena rimase memorabile. Io ho collegato i due episodi salienti di quella giornata: il vomito dei semplici sarebbe una risposta adeguata alle parole e agli atti perfidi, che penetrano e allo stesso tempo sfuggono, degli iniqui in posizione di potere.

https://menici60d15.wordpress.com/

Note

[1]. Non vollero salvare Moro. Indagato per calunnia ex finanziere. Il Fatto Quotidiano, 5 novembre 2013.

[2] De Lutiis G. Commento sul libro “Diario apocrifo di Aldo Moro prigioniero” di A. Vettori. In : Il golpe di Via Fani. Protezioni occulte e connivenze internazionali dietro il delitto Moro. Sperling & Kupfer, 2007.

[3] Il diavolo, certamente. https://menici60d15.wordpress.com/2012/09/15/il-diavolo-certamente/

[4] Brescia non solo bombe. https://menici60d15.wordpress.com/2010/11/23/brescia-non-solo-bombe/ . La Leonessa https://menici60d15.wordpress.com/2010/11/21/la-leonessa/

[5] La convergenza di mafia e antimafia. Pizzo mafioso e pizzo di stato. https://menici60d15.wordpress.com/2013/09/08/la-convergenza-di-mafia-e-antimafia-pizzo-mafioso-e-pizzo-di-stato/

[6] Caroli G. Imposimato, giudice bendato. Bye bye Uncle Sam, 8 novembre 2013.

[7] Il magistrato e gli stregoni. https://menici60d15.wordpress.com/2013/04/15/il-magistrato-e-gli-stregoni/

[8] Giannuli A. Ancora sulle candidature al Quirinale. 5 marzo 2013.

[9] Il tolemaicismo politico. https://menici60d15.wordpress.com/2013/02/04/il-tolemaicismo-nella-storia-contemporanea-italiana/

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12 novembre 2013

Blog di A. Giannuli

Commento al post “Caso Falcone, caso Moro: ma quanti nuovi (tardivi) testimoni!”

Stiamo parlando di fatti di eccezionale gravità, sui quali è da incoscienti e poveracci accettare che non sia fatta chiarezza, perchè riguardano anche le nostre esistenze personali. Sul caso Ladu sto scrivendo un breve pezzo (attendo che mi arrivi il libro di Imposimato ”I 55 giorni che hanno cambiato l’Italia”) dove commento anche sulla mia proposta di Imposimato come candidato alla Pdr in risposta a quella di Giannuli di Guariniello (A. Giannuli Ancora sulle candidature al Quirinale, 5 marzo 2013). Quando lo avrò pubblicato posterò il link su questo sito, sperando di fare cosa utile.

Un commento al post ““Non vollero salvare Moro”. Indagato per calunnia ex finanziere” Il Fatto quotidiano, 5 novembre 2013

Paradosso di Gettier e depistaggi

Una tra le varie possibilità è quella del paradosso di Gettier, dove una credenza è vera nonostante sia ritenuta tale sulla base di una giustificazione falsa (il libro “Il diavolo, certamente” di Camilleri ne contiene alcuni esempi). In questo caso il finanziere potrebbe avere effettivamente prodotto delle false evidenze; che supportano però un fatto vero. Il paradosso di Gettier costruito ad arte può essere una tecnica di depistaggio, per screditare una pista valida o intorbidire le acque su una verità raggiunta.

Col conseguente procedimento per calunnia intimidisce il pubblico dal profferire ciò che d’altra parte si lascia intravedere: “L’iniquo che è forte … può adirarsi che tu mostri sospetto di lui, e, nello stesso tempo farti sentire che quello che tu sospetti è certo.” (Manzoni). Una nota, questa del negare e mostrare, presente in tutta la vicenda Moro.

Bisogna distinguere tra valore di verità e giustificazione di una credenza, quando si tratta dei Misteri d’Italia. Nel caso Moro appare esserci stato almeno un altro caso di giustificazione falsa di una verità. Cossiga diceva che lui e i DC avevano ucciso Moro; intendendo di avere causato la morte di Moro indirettamente, come effetto collaterale previsto ma non voluto, e per una scelta autonoma di difesa dello Stato; mentre, come mostrano studi come quelli di Flamigni e De Lutiis, fu una responsabilità di tipo diretto, e in esecuzione di volontà esterne.

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16 novembre 2013

Segnalo il post “L’omertà manzoniana su Moro”:

L’omertà manzoniana su Moro

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12 novembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Moro, pg Roma: “Gravi indizi di concorso in omicidio su ex funzionario Usa”

“aikon. Continuiamo con i fumetti suggestivi che dimostrano quanto meno ignoranza completa della storia delle BR.

“Ma anche l’avvertimento (o minaccia) che ebbe mentre presumibilmente si trovava in un Paese “amico”,e da parte di una personalità in quel Paese autorevole,non crediamo sia possibile collegarlo alla sua eliminazione:e per il fatto stesso che c’è stato.Cose del genere-lo si sa persino proverbialmente-si fanno senza dirle; il non dirle è anzi condizione necessaria per farle”.(Dalla Relazione di minoranza presentata dal deputato Leonardo Sciascia alla Commissione Moro -1982) ”

@ Aikon. Gia’ Aristotele respingeva come un sofisma il sostenere che l’accusato, un uomo forte, non può avere picchiato l’uomo debole perché altrimenti tutti avrebbero capito che è stato lui. E’ il cosiddetto “corax”, l’argomentazione dove si sostiene che “la colpevolezza non è verosimile proprio perché può esserlo”. A parte il fatto che a volte gli uccisori avvertono chiaramente la vittima che la colpiranno se non desiste, es. Aricò con Ambrosoli. L’avvertimento può essere anzi una esibizione criminale di potere; anche come esempio ad altri per future imposizioni. E può disorientare la vittima, e confondere la ricostruzione, soprattutto se l’omicidio in realtà è già stato deciso.Anche Ambrosoli credeva che non fosse possibile che lo uccidessero, perché sarebbe stato un omicidio firmato. Il modo di pensare e di comportarsi del predatore è diverso da quello dell’uomo onesto. Mi dispiace che Sciascia abbia aggiunto la sua voce al guazzabuglio di interpretazioni fuorvianti sull’omicidio di Moro.

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13 novembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Portanova “Aldo Moro, Grassi (Pd): “Pieczenik al Viminale per favorire l’omicidio” “

Grazie alle singolari autoaccuse statunitensi, rimembranze di poliziotti e interventi tardivi della magistratura, sta tornando di moda considerare i comunisti di allora come vittime del “golpe di Via Fani”. Invece furono tra i congiurati, assicurandosi il favore degli anglosassoni, dei quali sono servi premurosi ormai da tanti anni. Credo che Moro volesse usare il PCI per dare all’Italia un’autonomia politica, progetto osteggiato da anglosassoni e russi. Quelli del PCI lo hanno consegnato ai suoi carnefici una volta avvenuto il sequestro, partecipando all’immonda sceneggiata della “fermezza” accoppiata al “non riuscire” a trovarlo. Ottenendo così dagli anglosassoni un placet i cui effetti sono oggi davanti ai nostri occhi. Moro fu eliminato perché avrebbe portato l’Italia a non essere totalmente soggiogata, a non essere sfruttata e degradata. Gli “atlantically correct” dei PD e della magistratura oggi non sono meno falsi e meno vili nel fare i sicari o i tirapiedi per mantenere lo status quo.

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12 giugno 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Regis “Aldo Moro, verso via libera alla beatificazione. Il postulatore Giampaolo: “Quasi concluso l’iter canonico” “

Moro non fu affatto un santo; ma fu un martire. Era uno statista, figura di politico che oggi i giovani non conoscono nemmeno nelle sue forme più sbiadite. Una battuta vuole che la diplomazia vaticana sia nata quando Pietro negò per la terza volta di conoscere Gesù. Pietro poi si fece crocifiggere capovolto, si riporta; mentre i preti badano a restare coi piedi per terra. Sono capaci di consegnare uno dei loro – uno dei pochi che metteva in predicato l’asservimento delle greggi italiche al tiranno – ai sicari del tiranno. E poi sostenere che il tradito fosse un santo, atteggiandosi ad anime pie e a vittime. Per meglio continuare a tradire. La chiesa del dodicesimo apostolo, ma priva di rimorsi, che fende così la sua via nella storia.

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30 settembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Limiti “Commissione Moro, coordinamento con Procura generale per ricostruire strage di via Fani. Arriva pm che indagò su Brescia”

L’eliminazione di Moro mostra come quando la mamma atlantica chiama e chiede la testa di qualche italiano l’apparato dirigente, clero, politici, carabinieri, polizia, notabili, esegue. Non è una pedanteria metodologica obiettare che è un errore dare per scontato, portando ad esempio le poche eccezioni, che la magistratura, parte integrante dell’apparato, si dissoci e non pratichi questo costume. Magari tramite un elegante pipelining basato sullo sfasamento storico: apparendo impegnata a indagare su misfatti di 40 anni prima mentre favorisce quelli contemporanei; che verranno a loro volta indagati 40 anni dopo, a copertura di quelli che favorirà allora. Bisognerebbe guardare anche al ruolo della magistratura nei Misteri d’Italia e nelle epurazioni.

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25 maggio 2017

Blog Bye-bye Uncle Sam

Commento al post di P. Cammerinesi “The smoking gun”

Quando devono eseguire ordini inconfessabili le nostre istituzioni mescolano rigidità prussiana e sciatteria fricchettona. Es. con Moro finsero sia inflessibilità kantiana, “lo Stato non tratta”, sia inettitudine fantozziana sul piano poliziesco, per evitare di salvarlo. Pecorelli, mentre a Washington come presidente dell’AIFA riceveva istruzioni sull’operazione che avrebbe portato alle odierne leggi draconiane sulla vaccinazione dei bambini, era anche dominus di fatto del grande ospedale pubblico che fa da policlinico all’Università di Brescia, come rettore e primario. In quella veste, associata per di più a quella di presidente dell’ente di valutazione scientifica dei farmaci, è stato incredibilmente corrivo: gli Spedali Civili aprirono le porte a Stamina, una truffa da quattro soldi, dandole peso e credibilità.

Non si tratta di rigore né di lassismo, ma di esecuzione di direttive. La rigenerazione di tessuti solidi con staminali è un progetto fantascientifico, di grande suggestione, ma che non riesce a soddisfare i criteri di scientificità, a partire dalla plausibilità biologica. Allora, essendo anche un business, si è ricorsi al sistema dello standard inverso, negativo invece che positivo: si comparano sul piano dell’immagine i prodotti ufficiali non con gli standard di efficacia e sicurezza che dovrebbero raggiungere, ma con quanto di peggio, con versioni volgarmente ciarlatanesche, per farli sembrare seri e validi al confronto, anche se restano inefficaci e dannosi (1). Le versioni pop, che costituiscono a loro volta un business, permettono anche di stimolare liberamente le aspettative del pubblico sulle asserite proprietà miracolose, addirittura la ricostituzione del tessuto nervoso. Le credenze a priori fittiziamente elevate falsano nel verso desiderato le verifiche sulle staminali ufficiali, consentendo standard più bassi e interpretazioni compiacenti. Le staminali spudoratamente fraudolente che servono da standard negativo ricevono il via libera, e anche appoggi e riconoscimento, dalle istituzioni, nella costernazione degli addetti alle staminali “scientifiche”. E’ un copione che in USA viene recitato da anni e su larga scala (2). Posso testimoniare che in Italia diverse istituzioni dello Stato hanno favorito in vari modi, anche tramite atti illeciti e infami, l’altrimenti impossibile operazione Stamina, tradendo ancora una volta il Paese in obbedienza ai poteri forti.

1 Stamina come esca per la medicina ufficiale https://menici60d15.wordpress.com/2014/05/04/stamina-come-esca-per-le-frodi-della-medicina-ufficiale/. La polarizzazione gesuitica. https://menici60d15.wordpress.com/2017/04/07/la-polarizzazione-gesuitica/
2 Joseph A. Texas leans into unproven stem cell treatments, to the dismay of scientists. STAT, May 16, 2017. Joyce M. Strip mall stem cells. Health News Review, March 16, 2017.

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12 dicembre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Limiti “Commissione Moro: “Ciò che abbiamo saputo finora è una verità dicibile: servì a chiudere la stagione del terrorismo””

Ma che vuol dire che l’eliminazione di Moro “servì a chiudere la stagione del terrorismo”. Probabilmente l’espressione sta per “servì a chiudere, con un assassinio esemplare, la stagione dove c’era ancora uno spiraglio di indipendenza”. Un esempio del dressage istituzionale sugli episodi più tragici e vergognosi della sudditanza della nazione: la tromba suona la carica, e la cavalleria si guarda bene dal caricare; ma esegue figure di alta scuola, galoppi in aria e piroette, per dare l’impressione di valore ed essere applaudita senza andare da nessuna parte. A Brescia, dove Fioroni ha buoni amici, stanno raccogliendo firme per la nomina a senatore a vita di Manlio Milani. A Brescia c’è un’altra scuola di dressage istituzionale, dove il fiume di commemorazioni e 40 anni di procedimenti giudiziari sulla strage di Piazza Loggia del 74 hanno prodotto sia il topolino delle mezze condanne – a Milano – di due degli esecutori, sia un pratico paravento dietro al quale servire zelantemente USA e NATO negli affari correnti.

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21 febbraio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Aldo Moro, “A morte le guardie”: imbrattata con svastiche la targa di via Fani a Roma. Famigliari vittime: “Vergognoso””

Nell’agosto 2014, a Celico (Cs), ho ascoltato una conferenza pubblica di Francesco Bruno, il criminologo legato ai servizi che in caso di liberazione avrebbe dovuto “prendersi cura” di Moro, dato il disturbo psichiatrico che era stato diagnosticato a Moro per spiegare quanto scriveva (Ippolito: roba da psichiatri stalinisti. Corsera, 1 dic 1993). Alcune affermazioni di Bruno estranee al tema della conferenza (che era quello delle persone che si perdono nei boschi) hanno rafforzato la convinzione che gli apparati incaricati di coprire con manipolazioni l’eliminazione di Moro siano ancora in piedi. L’uccisione degli agenti di scorta può avere un legame con quanto il giudice Lupacchini riporta sul comportamento delle volanti di polizia nell’attentato alla sinagoga di Roma dell’ottobre 1982 (“Il lodo Moro”. In: In pessimo Stato. Koinè, 2014). Ma anche con l’allontanamento di un dirigente di polizia fedele e abile come Santillo dalle indagini su quel colpo di mano che frantumò quanto restava dell’indipendenza dello Stato; e con la volontà di creare un alibi agli aiutanti del boia, permettendogli di mostrare dei loro caduti come segno di merito. Credo che lo squallido imbrattamento, con gli insulti vili agli agenti uccisi, nel corso di una campagna orchestrata di riesumazione, more democristiano, del pericolo di fascismi e opposti estremismi, contempli anche questo ultimo scopo, sull’immagine pubblica degli odierni tirapiedi.

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12 marzo 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Belve, Adriana Faranda ospite su Nove: “Non ci aspettavamo che la scorta di Moro fosse così impreparata””

Forse non sono la Faranda e c. ad essere “belve”; ma sono mezzecalzette quelli che danno corda agli utili scagnozzi della guerra a bassa intensità e accreditano la tesi di Moro tenuto per 55 giorni da terroristi-Diabolik che tengono in scacco un esercito di incapaci. Invece che l’esibizione della belva da baraccone sarebbe stato più interessante sentire parlare di questo:

“Il luogo infatti si colloca nell’ area dove il 16 marzo si perdono le tracce dei rapitori di Moro durante Ia fuga da via Fani; in via della Balduina, da un lato vi sono alcuni stabili appartenenti all’Istituto per le opere di religione, lo lor, diretto per molti anni dal potente monsignore Paul Marcinkus (29) dall’altro vi sono gli ampi giardini e i palazzi della Loyola University of Chicago – Rome Center of Liberal Arts, anch’essa gestita da religiosi [E’ un’università dei gesuiti,ndr]. (De Lutiis, Il golpe di Via Fani).

(29): “Tra il materiale sequestrato ai brigatisti Valerio Morucci e Adriana Faranda dopo il loro arresto (29 maggio 1979) c’era l’indirizzo e il numero telefonico dell’abitazione di monsignor Marcinkus, nonché l’indirizzo e il numero telefonico di padre Felix Morlion (agente della Cia), ai quali l’autorità giudiziaria non ha mai rivolto alcuna domanda”. (Da: Flamigni, La tela del ragno).

@ Brisk. Lei insinua il seme angoscioso del dubbio. Con innumerevoli pagliacciate come quest’ultima delle memorie militari della comandante Faranda sulla Nove in occasione dell’anniversario del rapimento, e con tanti vivaci clown, signor Brisk, che intervengono dal pubblico a dare man forte allo spettacolo, possibile che abbiano dovuto scomodarsi “menti raffinatissime”? Se è stata la CIA, forse le è bastato incaricare i suoi tirocinanti.

@ Brisk. You jolly fellow, mister Brisk.

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17 marzo 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Aldo Moro, l’ex Br Balzerani : “La figura della vittima è diventata un mestiere”. La figlia: “Adesso basta. Silenzio””

La Balzerani si attiene ai desiderata istituzionali. C’è da mascherare da terrorismo l’eliminazione di uno statista che mette a rischio l’asservimento dell’Italia ai poteri atlantici? E lei, in tasca i numeri di telefono privati di Marcinkus e di un altro prete agente della CIA, Morlion, fa la guerrigliera impavida dura e pura. Occorre, 40 anni dopo, alimentare la perenne buffoneria, variare i giochi di specchi, fare apparire come fuse in oro le più posticce virtù istituzionali? E lei si mette a fare – senza troppo sforzo – la “bitchy”, l’attaccabrighe da talk show, presentando come un vanto le infamie commesse. Ha fatto da sponda a Cossiga ai tempi del Viminale dell’atlantico Federico Umberto D’Amato, ora fa da spalla a Gabrielli e c. ai tempi dell’atlantico Minniti.

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9 maggio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Aldo Moro, Gentiloni: “la sua uccisione pesa sulla coscienza della Repubblica”. Poi cambiato in “Aldo Moro, Mattarella: “L’Italia fu vittima del terrorismo anche con la complicità di pezzi di apparati dello Stato”

Nessuno escluso, piangono il tradimento del Paese di allora per meglio commettere i tradimenti del Paese di oggi. Ai lati della lapide e delle corone di fiori le corazze della guardia presidenziale scintillano, ma sono di latta.

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2 settembre 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Versiliana 2018, Gian Carlo Caselli alla festa del Fatto Quotidiano: “La mafia ha perso nonostante la Trattativa””

La fermezza vera sarebbe stata non partecipare alla fictio delle BR samurai invincibili, e liberare Moro. Quello non fu “il fronte della fermezza”, ma “il fronte del tenere fermo”. Tenere fermo Moro, con una motivazione ipocrita, come il traditore tiene ferma la vittima in modo da facilitare al sicario il lavoro col pugnale. E’ possibile che la prolungata prigionia sia stata una forma di guerra psicologica volta a fare emergere e a confermare nella classe politica e dirigente un atteggiamento di base, una opzione fondamentale, una scelta di campo, che diversamente da quelli di Moro fossero di totale sottomissione e complicità. Guardando alla situazione attuale, che secondo il dr. Caselli permetterebbe di parlare di vittorie, nel commissionare omicidi eccellenti i “vantaggi positivi” degli effetti ottenuti sui sopravvissuti e sul pubblico appaiono avere avuto un peso non inferiore a quello dei “vantaggi negativi” derivanti dell’eliminazione di soggetti scomodi, il movente al quale comunemente ci si limita. Immobilizzare la vittima rientra tra i compiti dell’aiutante; rientra tra i compiti che quelli che hanno avuto benefici dalla eliminazione di Moro, e sono divenuti i fiduciari dei mandanti, eseguono tuttora. Con la fatica di Sisifo, in realtà la tela di Penelope, della lotta alla mafia come alibi e paravento.

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14 febbraio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “‘Moro. Il caso non è chiuso’, i soldi per il riscatto erano pronti nella villa di Castel Gandolfo”

Tra i veri testi sacri del clero andrebbero annoverati quelli del gesuita spagnolo Baltasar Gracian, che nel ‘600 scrisse che un vincitore non necessita di spiegazioni. Perché la maggioranza della gente non bada ai dettagli, ma solo se si ha vinto o si ha perso. Così che la reputazione non viene danneggiata da atti ignobili, se porta alla vittoria. “Il papa ha fatto pochino. Forse ne avrà scrupolo” scrisse Moro nella sua lettera d’addio. Al papa, amico di Moro, sarà costato e forse dispiaciuto; ma, legato ai servizi, sacrificò a una sorte orribile uno dei suoi uomini migliori per mantenersi dalla parte dei vincitori. Vari storici indicano un ruolo attivo di prelati nel rapimento e nella prigionia di Moro. Per non parlare del ruolo degli israeliani, che qui figurano pure loro – testimone un piduista dei CC – tra i soccorritori.

L’importante, ciò che conta, è non finire in croce, a costo di porgere i chiodi e reggere la scala a chi crocifigge. Assicurata l’appartenenza alla parte vittoriosa, come prescrive il vangelo secondo Baltasar, poi con quattro chiacchiere e fumi d’incenso non ci vuole molto a coprire il dettaglio del sangue e del tradimento. A scrivere la storia capovolta dei vincitori, facendo di papa Pochino un santo e convertendo un cinico abbandono, e probabilmente una collaborazione con i mandanti, in un disperato sforzo per salvarlo. Con fumetti come il cofanetto di banconote; quando per liberare Moro sarebbe bastato volerlo.

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27 marzo 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Sansa “Coronavirus, qualcuno si ricorderà dei cassieri dei supermercati?”

Stamane sulla RAI hanno mostrato Cordero di Montezemolo che esortava ad affidarsi alla scienza contro il virus. Il Fatto a febbraio ha riportato che PM contestano all’illuminato filantropo di avere dissipato seicentomila euro Alitalia in gozzoviglie. All’una su RAI 3 il mellifluo Paolo Mieli ha ricapitolato la vicenda del generale Bellomo, un eroe vero. Il tema della selezione avversa della classe dirigente è stato abilmente evitato, e si è attribuito alla situazione politica contingente il comportamento vile degli italiani nel lasciare senza fiatare che venisse giustiziato. Nel pomeriggio Ferruccio Sansa canta l’eroismo delle cassiere. Che tra i vari meriti sanitari hanno anche quello di scaccolarsi puntualmente, da anni, quando passano la spesa di un medico del quale si occupano gli stessi apparati che stanno gestendo questa epidemia, di cui la città lombarda dove abito rappresenta uno dei maggiori focolai. Dall’1/1/2020 al 3/3/2020, ultima volta che ci sono stato, non hanno mai saltato. Su Google Drive ho una raccolta di foto di cassiere con le dita ostentatamente nel naso, in bocca, nel cavo ascellare, sul pavimento, nel cestino della spazzatura, etc. nel maneggiare gli alimenti che compro. Potrebbe appoggiare la concessione di medaglie al valore, a loro, alle ditte, al prefetto e agli altri organizzatori, da parte di Mattarella. Non mi stupirei se in serata venisse trasmessa una storia con un mafioso che salva una bambina in crisi respiratoria da Coronavirus.

Bertrand Einstein. peccato, avevi iniziato bene prendendotela con Motezemolo e Mieli, privilegiati e sempre in prima fila a pontificare. Poi te la sei presa con ste disgraziate che fanno un lavoro alienante e sottopagato ed ora – come se nn bastasse – rischiano molto più della media delle persone. Prova tu a stare otto ore in un posto di lavoro dove non puoi nemmeno alzarti (spesso i capi cronometrano addirittura le loro soste bagno) senza poterti gattare il naso o l’ascella se tu prude. Se non è del tutto igienico, pazienza, forse dovresti fare un giro in qualche azienda di prodotti alimentari e vedere quali sono gli standard delle cose che mangi

Censurato @ Bertrand Einstein.

Chi ha i soldi, inclusi i CDA delle GDO miliardarie responsabili di questi reati miserabili, lo sa che “gli operai sono anche peggio di noi” (G. Gaber). Se tu conoscessi le frodi mediche che voi crumiri morali servite, e che mansueti subirete. Ai prossimi gesti fissi delle cassiere – e dei loro direttori – mi pulirò sul posto della loro saliva, muco, sudore o sporco del pavimento o spazzatura, con fogli di carta con le facce di noti monsignori bioeticisti e magistrati anticorruzione dei quali la catena ha sponsorizzato le conferenze. Ieri su il Fatto c’è stato un coro di fischi contro Zanda, che propone di ipotecare Montecitorio dato lo strozzamento dell’economia. E’ la profezia di Moro, “il mio sangue ricadrà su di voi”, che si compie. Moro lo disse ai colleghi, ma vale per l’intera popolazione. Zanda è stato il portavoce di Cossiga durante e dopo l’uccisione di Moro. Se la gente guarda solo al suo particolare e non si cura della civitas, delle epurazioni di chi farebbe i suoi interessi; se permette che chi ha tradito sia premiato; che alle alte cariche dello Stato vengano messi debosciati, e nelle istituzioni fantocci, ruffiani e venduti; se vi prostituite per due lire partecipando all’assassino morale di soggetti non graditi a grandi affari criminali, poi avrete l’impatto della selezione avversa che favorite. Es. Zanda, che forse sta partecipando a un secondo golpe dopo quello del 1978, e i soldi agli usurai li darà non vendendo il Colosseo ma togliendoli ai cittadini.
ccc
[Vedi: 3 marzo 2020. il sigillo presidenziale. In: I rituali zozzonici della banda Mattarella]

3 aprile 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post “Coronavirus, il pg della Cassazione: “Rischio epidemia nelle carceri. Bisogna alleggerire la pressione e incentivare misure alternative””

Questa epidemia ha caratteristiche anomale sul piano biologico; es. il suo profilo epidemiologico ricalca quello delle cause di morte generali. Le misure prese dal nostro governo per combatterla appaiono massimizzare il danno collaterale alla società: ‘mitigation’ rigida, che non abbatte l’epidemia ma prolunga il suo corso, e quindi le misure restrittive; linearmente; mentre i danni da strozzamento dell’economia attivando fattori moltiplicativi crescono nel tempo in maniera più che lineare. Questo dell’immissione nella società, in nome del freno alla circolazione del virus, di un gruppo dedito ad attività antisociali, è un altro aspetto. Salvi si è pronunciato contro la dietrologia sull’uccisione di Moro, per lui opera esclusiva delle BR. Nella crisi di oggi, che forse può essere comparata a quella del 1978, i magistrati hanno ciò che è un merito, per la visione del mondo sostenuta da Salvi per Moro: avere depurato preventivamente la società di voci di critica tecnica della versione ufficiale e delle conseguenti azioni istituzionali. Voci che oggi più che mai è bene continuino a essere segregate. Come dice il secondino di Collodi, l’apertura delle celle non può riguardare quelli che “non sono del bel numero”.

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24 settembre 2020

Blog de il Fatto

Commento al post “Mattarella a dieci anni dalla morte di Cossiga: “Fu lungimirante nel porre la questione del Sud, della disoccupazione e delle riforme”

Cossiga ha segnato la biforcazione tra l’avere governanti – e capi dello Stato – come Moro o come Cossiga. La strada fatta imboccare al Paese con la forza – ma senza incontrare grandi resistenze – ci ha portato fin qua, e ci sta portando verso gli eventi futuri che si intravedono come nubi plumbee all’orizzonte. Per lo meno con questo panegirico si potrà evitare di essere accusati di vilipendio, dicendo che Sergio Mattarella è dello stesso ramo di Francesco Cossiga.

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10 dicembre 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post ” “Uomo che uccise la moglie incapace d’intendere”: polemiche per la sentenza di Brescia. Bonafede dispone accertamenti”

Non conosciamo il caso nei necessari dettagli. Appare però che le possibilità di “jolly” ottenibili dalla carta psichiatrica coltivandone la giurisprudenza non siano ignote in ambienti della magistratura bresciana. Per dirne una nel 1998 a Brescia lo psichiatra Ermentini, direttore di cattedra dell’università di Brescia e primario degli Spedali Civili, lo stesso che dalla cabina di regìa P2 aveva appiccicato diagnosi psichiatriche su Moro prigioniero per screditarne le lettere, fu prosciolto dal GIP Anna Di Martino dall’accusa di avere favorito un camorrista, La Torre, e l’evasione di un trafficante di droga di alto livello, tramite referti psichiatrici pilotati.

Ricordo una conferenza pubblica tenuta congiuntamente da Ermentini e dall’allora capo dei GIP di Brescia. Sembravano ben affiatati. Quel magistrato lo soprannominai “Ciliegino” dopo che una volta mentre ero alla cassa del supermarket me l’ero trovato alla cassa accanto. Ogni volta che facevo la spesa lì un magazziniere immancabilmente sceglieva di passare per la strettoia della cassa dove mi trovavo, arrivando di spalle, urtandomi e strusciandosi nel passaggio. Lo avrebbe fatto anche davanti al magistrato? Arrivò da davanti, dal lato di uscita delle casse, una commessa, che restò a distanza, e fece cadere da un cestellino alcuni pomodori ciliegini, uno dei quali rotolò fino alla mia scarpa.

Vedi: Mandanti, esecutori e catalizzatori

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6 gennaio 2021

Blog de il Fatto

Commento al post “Maria Fida Moro aderisce alla raccolta firme di Fratelli d’Italia contro Conte. “Cancellati i diritti inviolabili dell’uomo, gente terrorizzata””

Parole antifasciste che portano acqua a un partito postfascista; contro una “sinistra” che serve il fascismo liberista. Un inviluppo che è simbolo dell’avvenuto scambio di ruoli tra destra e sinistra: ora politiche di destra nera vengono fatte condurre alla falsa sinistra, e la falsa opposizione per tenere buono lo scontento la fa la destra populista. Maria Fida Moro appare avere una vulnerabilità alle influenze esterne, e quindi ad essere strumentalizzata.

L’appello della figlia di Moro sembra provenire da un’altra epoca, di quando gli ideali del dopoguerra non erano ancora del tutto spenti. Il suo valore è nel cambiamento in interiore homine che può produrre: il recupero della percezione corretta della realtà, alterata dalla paura indotta dalle mistificazioni della propaganda, nella quota di italiani che non hanno l’animo di quei cagnolini che, ringhiosi con gli estranei, al fischio del padrone gli portano in bocca il guinzaglio col quale verranno legati. La maledizione che Aldo Moro rivolse ai colleghi di partito, ”il mio sangue ricadrà su di voi”, si sta compiendo per larga parte del popolo, per il vizio della povera gente di credere e obbedire al più forte, e combattere per lui attaccando chi gli resiste, nell’illusione di fare così il proprio interesse.

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16 marzo 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post “Aldo Moro, Mattarella ricorda le vittime della strage di via Fani: “16 marzo 1978 data indelebile nella nostra coscienza””

Se, come era nell’ordine delle cose, avessimo avuto Aldo Moro presidente della Repubblica, non ci troveremmo dove siamo finiti ora. Moro non era asservito ai padroni del mondo, e puntava abilmente a espandere per quanto possibile la libertà dell’Italia. E’ per quest’ordine di motivi che è stato fatto uccidere, manovrando i cialtroni delle BR e ordinandolo ai ruffiani delle istituzioni.

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28 luglio 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post “Covid, Mattarella: “Il virus limita la libertà, non gli strumenti per sconfiggerlo. La scuola in presenza deve essere un’assoluta priorità”” “La vaccinazione è un dovere morale e civico”

Libera delinquenza, specialmente per i potenti, tramite la costituzionalista Cartabia. L’equivalente di un’agocannula in permanenza nel braccio con libertà di inoculo da parte dello Stato, pena il venire puniti. Frontiere a brache calate, barriere interne staliniste per i cittadini.

Torna il tradimento presentato come virtù. “Nonostante lo sforzo gigantesco, non riusciamo a trovare dove è tenuto prigioniero Moro”: no, le BR non erano così diabolicamente abili; le si è virulentate, e si è bloccata la liberazione di Moro, obbedendo agli ordini. “Fronte della fermezza”: in realtà hanno tenuto Moro fermo sotto i colpi dei sicari. Questa finzione fruttò a Cossiga il Quirinale. Ora la storia si ripete, con un virus terrorista fatto figurare come “samurai invincibile”, e con la “fermezza” del costringere con ricatti materiali e morali la popolazione a farsi inoculare sostanze potenzialmente nocive (primeggiando nel mondo per questa imposizione). Nel 1978 gli italiani non si resero conto che la campana suonava anche per loro, costituendo l’assassinio di Moro lo standard per una selezione di politici fedeli non al popolo ma ai mandanti. Oggi il danno che riceveranno sarà diretto, anche se molti credono che pure stavolta la cosa si risolverà dietro alle menzogne e agli ipocriti sermoni dei palazzi.

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21 aprile 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Ferrero “L’Anpi ha completamente ragione: la Resistenza italiana non si può paragonare a quella ucraina”

Non sono paragonabili, ma sono entrambe figlie di posizioni false e autolesioniste. Gli italiani accettarono il fascismo che violento e cialtrone mosse guerra contro nazioni bellicose essendo impreparato e accodandosi alla follia nazista. Dopo l’8 settembre si pose a molti il dilemma dello scambiare nemico e aggregarsi sottomessi al vincitore. Gli ucraini hanno accettato lo zelenskismo, il fare da stato fantoccio suicida. Per il piacere degli USA si sono prestati a rendersi una minaccia per una nazione molto più forte, fino a farsi attaccare. Ora hanno il dilemma di difendere la propria terra essendosela prima venduta e combattendo una guerra altrui in casa propria e con la certezza di sconfitta.

L’ANPI ha evitato la vergogna di unirsi allo zelenskismo nostrano. Ma dovremmo riflettere sulle conseguenze tragiche, per noi nel ‘43, per gli ucraini oggi, di accettare per viltà, ruffianeria, indifferenza, corruzione, le posizioni “furbe” in realtà false e dannose, dei capi. Ieri il fascismo, oggi lo zelenskismo. Non esistono poteri buoni; invece di servire gli uni o gli altri, e invece di bersi la retorica fascio-clericale, trombona e ignorante, che si traduce nell’eseguire l’ordine di “reagire” evirandoci economicamente, dovremmo riconoscere come primo dovere quello della nostra salvezza e sicurezza nello scontro tra i potenti litiganti. E solo dopo esserci messi al sicuro lavorare – ma seriamente – per la pace degli altri, anche a costo di sacrifici.

@ Matteo Sivestrini. “Adesso sta a vedere che il cretino sono io” (De Curtis). Mi rifaccia questa sparata il 9 maggio, quando commemoreranno Aldo Moro, uno di quelli eliminati – tramite gli immancabili traditori e idioti – da chi vuole farci vivere “in un modo aperto e libero”. Con politici come lui PdC o PdR, invece dei campioni attuali, non faremmo la guerra di liberazione tagliandoceli.

@ Matteo Sivestrini. Martinazzoli, abile affabulatore, parlò di “inattualità” di Moro. Forse vivo mentalmente in un mondo inattuale, dove “libertà” non significa piegarsi al potente di turno e servirlo (oggi gli USA; domani chissà) e per il resto cercare di fregare i propri pari. Lei vive nel fumetto con sangue vero delle versioni ufficiali, dove le BR erano “samurai invincibili”. Aldo Moro era un DC, uno scaltro curiale portato al compromesso. Ma non era lontano dall’utopia borghese di una società equilibrata, inattuale e invisa al liberismo non meno del libro dei sogni dei comunisti. Moro, tanto di cappello, era il contrario dei buffoni che a parole sono dei Che Guevara e poi a stipendio ottenuto fanno gli sciuscià. Teneva all’Italia come entità autonoma e libera, e questo ha segnato la sua eliminazione esemplare. Tramite le BR, sciagurati ometti anti-italiani, proprio come la sciagurata masnada per la quale lei interviene, che oggi pratica quello che chiamo il “caetanismo”, l’aberrazione che può degenerare nello zelenskismo. Es. l’influenza del Centro Studi americani di Via Caetani – è davanti al muro esterno della sede del Centro che fu parcheggiata la Renault 4 – nell’orientare, tolti di mezzo gli “inattuali” e promossi gli yes-men, le nuove politiche sanitarie, senza precedenti, senza legalità, senza razionalità e iatrogene. Uniche per l’Italia, una forma di barbarie hi-tech che giusto un bravo scolaretto come lei può vedere come “occidentali”.

@ Ground 01. A me non fanno paura i mostri come Goebbels, che sono rari. A me fanno paura le masse che facilmente li seguono. Es. Why did so many German doctors join the Nazi Party early. International Journal of Law and Psychiatry, 2012. Uno storico tedesco, Kellerhoff, sostiene che la forza principale che ha portato all’Olocausto è stata la peer pressure. Le greggi di pecore, quelle sono sempre attive, cioè pronte a obbedire.

@ Snorri. Legga meglio che c’è. E legga meglio anche sulle cause; a meno di non fare come quegli attaccabrighe che grossi e minacciosi mettono il loro naso a 1 cm dal tuo e ti dicono “ti ho toccato? Che vuoi, se mi tocchi ti meno”. Una variante è che a provocare è uno piccolo, con dietro uno grosso che aspetta di accorrere in soccorso. Veda un po’ di trovare anche qualcosa sul ruolo di paciere degli anglo-americani, che smentirebbe definitivamente le calunnie che li dipingono come guerrafondai. Anche se Il Fatto di oggi riporta del generale Bertolini, già dei parà, ambiente che un poco ho conosciuto da civile e che non mi è parso spiccasse per bolscevismo, irenismo e amletismo, “gli USA tengono in ostaggio la pace”; “se il negoziato non c’è perché gli USA non lo vogliono, la guerra va avanti chissà quanto. E questa è una cosa spaventosa”.

@ Matteo Sivestrini. Le ho lette tutte, e non vi ho trovato nulla sugli USA che trattengano la loro “bald eagle”. Fu detto che la guerra è una cosa troppo seria per lasciarla ai generali. C’è da chiedersi se una cosa seria come l’informazione va lasciata a giornalisti e commentatori, perché per l’Ucraina alcuni nostri generali si stanno mostrando, nel dare punti di vista e informazioni, più seri e ponderati di tanti uomini di penna, che invece ricordano la poesia di Trilussa “L’eroe ar caffè”, 1916.

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CENSURATO

3 settembre 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. C. Caselli “Generale Dalla Chiesa: il mio ricordo a quarant’anni dalla strage di via Carini”

Credo che gli omicidi eccellenti abbiano avuto moventi multifattoriali: che siano stati commissionati tenendo conto di una molteplicità di fattori. Tra questi la necessità di selezionare la classe dirigente “compradora” tramite la quale governare il Paese a scapito dei suoi abitanti. La selezione avviene anche marcando come proibiti alcuni tipi umani tramite l’assassinio. L’attuale catalogo politico, che ricorda un atlante di funghi saprofiti, corrobora l’ipotesi.

Era un carabiniere che ci credeva davvero, ed era professionalmente abile. Per di più, con le parole che Caselli riporta sulla mafia che concede come favore ciò che è diritto delineava una singolare figura di generale quadrato e tosto che esprime critiche politiche centrate e nobili che potrebbero provenire da un Salvemini o un Danilo Dolci. (Quando la tendenza è all’opposto che le istituzioni mafiosamente concedano come favore ciò che è dovuto). Un guerriero che parla come un filosofo va bene per la Repubblica di Platone. Ciò può avere pesato, insieme ai fattori contingenti, per il pollice verso.

Questi crimini necessitano di una “location” adatta, attrezzata e conforme al copione ad usum delphini. Se si vuole eliminare un Dalla Chiesa il machiavello è mandarlo a Palermo e affidare il lavoro ai mafiosi. (Se si vuole un picco di letalità che inneschi e sostenga a livello internazionale una cascata di provvedimenti mostruosi giustificandoli in nome della salute, la Lombardia orientale è il posto giusto).

[Il commento è stato censurato, rimuovendolo, dopo essere rimasto visibile per almeno una giornata e avere ricevuto dei like. Probabilmente per l’ultima frase, sulla location in Lombardia orientale della “mini Wuhan”. V. Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale. Il classico lavoro di Wennberg, The Dartmouth Atlas of Health Care in the United States. Hanover, NH:Trustees of Darmouth College; 1998, mostra come contrariamente a quello che istintivamente si crede la medicina sia un determinante dell’incidenza registrata di malattia, e così di forti variazioni nell’incidenza locale (nella prassi per ragioni di profitto, tramite il meccanismo della “supplier-induced demand”). Mostra inoltre come sia comune il fenomeno di creazione di malattia da parte della medicina. Sia dichiarandone la presenza surrettiziamente, o ri-etichettando patologie diverse, sia materialmente, pilotando il decorso clinico con azioni e omissioni. Nozione tabù in generale, e tanto più nel caso della strage covid in Lombardia, che gode di coperture e di versioni di comodo non inferiori a quelle delle stragi siciliane.

Per altri miei commenti sul quarantennale dell’omicidio di Dalla Chiesa, v. La selezione avversa]

3 settembre 2022

Commento al post di S. Limiti “Carlo Alberto dalla Chiesa, nelle carte di Moro il segreto del suo assassinio”

Dalla Chiesa non era un agnellino né un ingenuo. Ma si trovò a giocare contro la sociopatia al potere. Che toccando i tasti giusti riuscì ad attirarlo a Palermo, e quindi alla portata dei mitra dei mafiosi; facendo così rientrare agli occhi del pubblico l’eliminazione nella narrazione “mafiocentrica”, la versione canonica che resa credibile dagli omicidi eclatanti accentrando l’attenzione su uno dei grandi poteri criminali lascia liberi di agire gli altri. Come i poteri che vollero la morte di Moro; e che oggi ci sacrificano ai loro interessi facendoci andare in malora.

Ambrosoli scrisse alla moglie che non lo avrebbero ucciso perché sarebbe stato un omicidio firmato. Enrico Mattei, l’opposto degli attuali traditori, procacciava nel mondo con magistrale abilità l’energia per l’Italia. La moglie lo sentiva piangere la notte per le minacce ricevute; deve essersi sentito rinfrancato dalla laurea honoris causa conferitagli da Stanford. Ma non fece tempo a ritirarla. Lo deve avere anche rassicurato la presenza di un passeggero americano sul suo aereo. Tutti e tre persone di grande valore, che non avendo la testa del farabutto erano svantaggiate nel confronto col Male vero, che unisce lo studio psicologico della vittima, l’inganno perfido, la finzione gelida, alla sanguinarietà bestiale. La dicotomia buoni/cattivi è spesso semplicistica, si sa. Ma si può usare al suo posto quella tra “l’inferno e chi non è inferno” (Calvino), che è robusta.

@ Basettoni. Ci sono colpe anche nel farsi colonizzare senza resistere, e anzi collaborando: “If overall responsibility for the strategy of tension rests with the United States, a great burden of guilt must be born by the Italians, without whose willing participation the country’s terrorist ordeal would never have come about” (Willan P. Puppetmasters. The political use of terrorism in Italy.2002; il libro dà anche un quadro non agiografico su Dalla Chiesa e il suo assassinio). Si parla sempre di mafia, un po’ di corruzione, ma mai della terza testa del mostro, il tradimento delle classi dirigenti. Né dell’ignavia omertosa degli italiani, che ora avranno modo di meditare sulle conseguenze degli atti di guerra cui, presi solo dai loro affari immediati, hanno voltato le spalle, come l’eliminazione di un capitano d’industria come Mattei,di statisti come Moro e di tanti che volevano servire il Paese.

@ Basettoni. Si viene estromessi dal lavoro, e con esso dalla possibilità di incidere sulla società, non come il facoltoso avvocato Conte, dagli ambigui addentellati, catapultato a palazzo Chigi; ma scomparendo in silenzio mentre si viene mascariati. A lupara bianca. Senza clamore, senza che se ne accorga altri che quelli che vanno educati. Su direttive di oltreoceano, v. R. F. Kennedy jr, “The real Anthony Fauci”, 2021, sulle epurazioni implacabili, e sulle munifiche selezioni alla rovescia degli “esperti”, pro frode in campo biomedico. Tramite notabili di casa nostra. Del genere di quelli che misero in carcere Domenico Marotta. Facendo largo ai Ricciardi e catapultando ai vertici i Crisanti. “Piacerini” di politici e magistrati dalle conseguenze nefande: “Why are so many people dying? The endless butterflies effects of damaging policies”, Gruppo Hart, 5 set 2022.

La precisa ripartizione delle responsabilità tra i quisling e le persone comuni – con il clero storico gestore e catalizzatore dalla pratica di vendersi l’Italia – forse è il problema dell’uovo e la gallina. In ogni caso non si può sollevare da una cospicua quota di colpe l’italiano medio, che, uso servire i santi e fregare i suoi pari, ancora meglio se le due cose assieme, ascolterebbe con impaziente distacco il suo quadro di asservimento nazionale. Che lei ha tratteggiato usando l’accetta, con tagli di troppo e senza gli sfumati che lo rivestono. Ma non è certo campato in aria.

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11 dicembre 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Marco Bellocchio vince il premio Efa per l’”Innovative storytelling” con Esterno Notte e annuncia: “Voglio fare una serie su Tortora””

Non c’è molto di creativo né di innovativo nell’antica arte cortigiana di coprire un delitto gravissimo, quello che è stato chiamato un golpe* – le cui conseguenze stiamo subendo adesso con una classe dirigente selezionata con questi metodi – mediante quattro svolazzi calligrafici dozzinali che ripetono, infiorettandola, la versione falsa e autoassolutoria dei mandanti, dei complici istituzionali e degli esecutori.

*De Lutiis G. Il golpe di via Fani. Protezioni occulte e connivenze internazionali dietro al delitto Moro. 2007. Pref. Rosario Priore.

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15 dicembre 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post ““Io ci sarò ancora”, la diretta con Miguel Gotor, Maddalena Oliva e Andrea Purgatori per parlare dei segreti del caso Moro”

Nelle carceri USA i boss sottraggono ciò che vogliono al detenuto di basso rango in sua presenza, sottolineando che loro non rubano ma prendono. Analogamente, tenere tramite quattro scalzacani uno statista di vertice in prigionia per due mesi prima di ucciderlo è affermazione di dominio. Un’esecuzione pubblica, da potenze coloniali che giustiziano platealmente i pochi singoli che tra i docili nativi mettono in discussione la sottomissione.

Dipinto da vivo come un retore capace di parlare per ore senza dire nulla, non solo ha pagato il suo agire con un’esecuzione esemplare; ma, in un contrappasso immeritato, è entro un enorme bozzolo di chiacchiere, di scambi tra l’essenziale e il ridondante, tassonomie umane da fumetto, bigiotteria intellettuale, guitterie cinematografiche, che è stata imballata la sua storia. Per travisarne la nuda sostanza, semplice, ma impresentabile avendo come causa necessaria – subito dopo la causa prima, coloniale – il tradimento infame di una classe dirigente già allora guasta; e oggi massa inerte priva di qualsiasi luce propria.

“il 20 aprile 1978 in una lettera a Zaccagnini, il prigioniero, riprendendo l’anatema biblico, ribadiva: Se voi non intervenite, sarebbe scritta una pagina agghiacciante nella storia d’Italia. Il mio sangue ricadrebbe su di voi, sul partito, sul paese. Pensateci bene cari amici. Siate indipendenti. Non guardate al domani, ma al dopo domani’.” (Gotor M. Il Memoriale della Repubblica, 2011). Il dopo domani è arrivato.

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17 dicembre 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post ““Il caso Moro dalla Storia allo Schermo”. Domenica 18 dicembre a Piacenza l’incontro con Miguel Gotor e Marco Bellocchio”

Nel film di Bellocchio, consulente Gotor, papa “pochino” (A. Moro) è un candido asceta. Non un uomo di potere che sacrifica l’amico per mantenere il fare a mezzi con forze straniere sull’Italia; come il clero fa, a nostro danno, dai tempi dell’alto medioevo. I brigatisti sono guerrieri-filosofi capaci di audaci azioni di commando e di rendersi imprendibili mentre meditano angosciati sul loro agire. Non cialtroni violenti che non sapevano quello che facevano, pilotati, protetti, e ricattati per non parlare. Ma chi oserebbe dirlo, davanti a questa unione di acribia storiografica e somma arte?

Da giovane mi sorprese come l’asserita unione di due virtù possa generare il suo contrario. I mitici MD/PhD, medici col dottorato di ricerca, visti da vicino in USA si rivelarono tranne poche eccezioni scarsi come clinico e come ricercatore, buoni solo a impapocchiare quanto gli veniva ordinato di fare risultare. L’unione di scienza e diritto genera mostri, ora che la medicina è divenuta un vettore etico di sfruttamento e frode; come un’ambulanza nella quale i gangster possono trasportare impunemente, e con diritto di precedenza, armi e droga, grazie anche a magistrati che ricordano il commissario Winchester dei Simpson, perseguendo chi dubita che si tratti di soccorso e non cede il passo. Su temi di rilevanza vitale per il Paese, certi ibridi, certi arditi ircocervi, come questo di storiografia e “licenza poetica”, non andrebbero accolti come supereroi buoni.

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17 dicembre 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Il caso Moro, dalla storia allo schermo”. Il dibattito tra lo storico Miguel Gotor e il regista Marco Bellocchio, organizzato da Bottega XNL”

Alla “Moroteca di Babele” citata dalla curatrice gioverebbe una classificazione formale. Potrebbe essere basata sulle causalità attribuite. Es. io credo alle ricostruzioni che vedono negli USA e varie potenze estere una causa necessaria e il motore primo; nelle complicità istituzionali e clericali un’altra causa necessaria e causa intermedia; e nel complesso di queste due cause necessarie una causa sufficiente. Oltre che utile per cercare di mettere ordine nella “ambiguità comparata” su Moro, un’analisi causale porta a considerare un elemento trascurato sui misteri d’Italia, credo, importante: quello delle cause ridondanti. Cioè i tanti elementi da soli non necessari né sufficienti – ma pesanti nel loro complesso – che favoriscono e lubrificano l’eversione dall’alto, e ne proteggono il nocciolo sostanziale col loro spesso strato. Es. i calcoli dei politicanti, i tanti funzionari dello Stato postulanti senza onore in logge e sacrestie, la schiera di penne vendute, il servilismo miope del cittadino comune. Lo strato dei fattori ridondanti nella mia esperienza lavora di continuo quando c’è da servire ordini atlantici, avvolgendo la loro impresentabile durezza nel mare viscoso delle cialtronerie, bizantinismi, meschinità, opportunismi, disonestà intellettuali, estetizzazioni mercenarie, abusi e omissioni amministrative, giudiziarie e di polizia che è la routine cui viene di fatto riconosciuto un diritto ad essere praticata.

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21 dicembre 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Miguel Gotor confessa in pubblico un falso storico nella serie TV ‘Esterno Notte’. Ma è davvero un errore?!”

E’ comune vedere nei film ambientati in secoli lontani finimenti moderni sui cavalli. A parte l’avvincente tema degli anacronismi nel cinema, sul rapporto tra la Faranda, le case di Dio e il rituale di cancellazione di Moro, per i profani – ma che magari hanno una esperienza diretta della montagna di m. che può contare pure su presepi pindarici che la nascondano trasfigurandola – sarebbe meglio avere lumi “soggetto-predicato-complemento”:

“La II Commissione parlamentare d’inchiesta sul delitto Moro (2014-2017) ha accertato … che la mattina del 16 marzo 1978, i terroristi in fuga con l’ostaggio si rifugiarono in uno stabile di via Massimi 91 di proprietà dello Ior (la banca vaticana)”. (Flamigni. Il quarto uomo del delitto Moro).

“Tra il materiale sequestrato ai brigatisti Valerio Morucci e Adriana Faranda dopo il loro arresto (29 maggio 1979) c’era l’indirizzo e il numero telefonico dell’abitazione di monsignor Marcinkus, nonché l’indirizzo e il numero telefonico di padre Felix Morlion (agente della Cia), ai quali l’autorità giudiziaria non ha mai rivolto alcuna domanda. (Da: Flamigni, La tela del ragno)”. (De Lutiis, Il golpe di Via Fani).

Per Fasanella (Il puzzle Moro) bisognerebbe usare “la felice espressione di Miguel Gotor” di “un bel presepe di coincidenze” anche sulle intersezioni nello stabile di via Massimi tra la Faranda, vista lì fin dal 1970, Marcinkus e un affollamento di prelati e punti d’appoggio di servizi esteri.

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1 gennaio 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Limiti “Il caso Moro e le verità nascoste: serve un discorso pubblico che smascheri le fandonie”

“La ricostruzione della verità [sulle bombe] non è poi così difficile”, scrisse Pasolini. Che finì male. Mentre farla diventare un rompicapo da fisica quantistica è salutare e redditizio. Sarebbe doveroso presentare agli italiani, dopo decenni, un quadro essenziale, veritiero e chiaro. Per fare ordine, per sbrogliare, si può ricorrere a strumenti di analisi razionale, es. il modello causale INUS, cioè il dichiarare, documentando, le singole cause necessarie che insieme hanno costituito causa sufficiente. Invece all’opposto si distribuiscono al pubblico, gridando al capolavoro, soap caramellose che presentano cretini violenti e ambigui come dei puri; i giuda diventano santi. Dal punto di vista metodologico è ciò che a Firenze chiamano un “andare a Roma per il Mugello”. Sul piano civile ed umano è incomprensibile e disgustoso. Non è facile dire la verità sul coltello sempre insanguinato del potere; ma dignità e responsabilità dovrebbero portare almeno a tacere piuttosto che collaborare diffondendo il falso. Il ricamare versioni ad usum delphini è espressione del coté cortigiano che rientra nelle “cause ridondanti”. Il suo contributo alla verità non è dato dalle storie propinate ma dall’ostensione di sé stesso: dal mostrare come l’Italia offra una cultura dell’asservimento e una borghesia compradora, figlie di millenarie prassi clericali, favorevoli alla soppressione di leader che non siano dei fantocci.

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11 gennaio 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Francesco Bruno, morto il criminologo che si è occupato del mostro di Firenze e di decine di casi di ‘nera’”

Insieme al suo maestro Ferracuti (P2 e agente CIA*) diagnosticò un disturbo psichiatrico a Moro prigioniero. Sulla base di una lettera di Moro. “Il mio compito, ha dichiarato Bruno, avrebbe dovuto essere quello di aiutare il presidente della Dc a ricostruire la sua personalità provata dalla prigionia e da una condizione che lo stesso Moro aveva definito di “pieno e incontrollato dominio di altri su di lui”. Mi ricordo che all’ epoca si parlò della possibilità di isolarlo per alcuni giorni, come consigliavano di fare nei casi di “sindrome di Stoccolma” gli studi americani, in una stanza al policlinico Gemelli.”**

Nel 1993 Cossiga affermò che la Procura di Roma era d’accordo con l’internamento**. Suscitando proteste sdegnate. Cossiga non è una fonte sicura; ma non escluderei che abbia detto il vero, potendo portare a conferma una testimonianza di ciò di cui sono capaci i magistrati in conformità agli interessi criminali di chi controlla l’Italia. Per di più conoscendo come certi poteri, tradizionali servitori di chi controllando l’Italia ogni tanto chiede qualche testa, siano particolarmente di casa a Celico, come in altri paesini e città calabresi.

*Imposimato F. Doveva Morire. Chiarelettere, 2008.

**Cossiga: tacevo per carita’ di patria. Polemiche dopo le dichiarazioni di Cossiga Francesco sul progetto per accogliere Moro Aldo dopo un eventuale rilascio. “l’isolamento concordato con la Procura ” – Guerzoni: “in quella riunione decisero che era pazzo”. Corsera 1 dic 1993.

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22 settembre 2023

Blog de il Fatto

Commento al post “Uccise e fece a pezzi Carol Matesi, Davide Fontana ammesso alla giustizia riparativa. Il padre della vittima: “Schifato” “

“Il sonno della ragione genera mostri”. Questi sono i mostri, ma il sonno è il nostro, che permettiamo di tenere i posti di guida del Paese occupati da soggetti che non sono nostri rappresentanti, nostri fiduciari, ma alieni. L’alieno è “colui che appartiene ad altri”. Come la Cartabia, o come i tanti che vanno a fare l’inchino al meeting di CL, a partire dal presidente del CSM, il PdR Mattarella.

@ Brisk: Il sonno della ragione genera mostri. Non bisogna confondere lo strumento con l’effetto. E’ vero che Goya lo disse descrivendo gli orrori dell’invasione di una rozza soldataglia; ma nel caso della penna del giudice – o della siringa del medico – con le “trovate mirabolanti”, con gli argomenti in sé ridicoli, si generano mostri con poco sforzo. Es. nell’applicare la sciagurata amnistia Togliatti i giudici ci aggiunsero del loro. Come nel caso dei fascisti assolti in quanto i giudici giudicarono non sufficientemente efferato lo stupro di gruppo – con modalità particolamente violente e umilianti – di una staffetta partigiana (Franzinelli M. L’amnistia Togliatti. 1946. Colpo di Spugna su crimini fascisti. Feltrinelli, 2016).

Pensando alle conseguenze, delle mancate epurazioni di allora, e oggi della giustizia resa una variabile aleatoria, una concessione soggetta al capriccio di chi ha in mano la penna, un bene scarso da pietire, si può dire che il sonno della ragione, il dormire e lasciare fare dei cittadini, genera stirpi di mostri: mostri che si riproducono e diventano così una presenza perenne.

@ Brisk: Usiamo categorie diverse. I magistrati aiutarono i fascisti non in quanto affini (anche se alcuni avevano indossato la camicia nera sotto la toga, e scritto su “Diritto della razza”), ma in obbedienza al nuovo potere. Che non voleva le epurazioni, volendo i fascisti come strumento per il controllo del Paese. I magistrati in quegli anni favorirono anche la mafia per lo stesso motivo. Togliatti con l’amnistia si adeguò ad ordini spartitori sovranazionali, Yalta, etc. Oggi col medesimo spirito cortigiano i magistrati “progressisti” servono i disegni del moderno fascismo tecnocratico in medicina, es. sul suicidio assistito, la legalizzazione del colpo di grazia che aumenterà sovratrattamenti e sofferenze. Dietro alla tenue vernice ideologica opera la perenne potente forza che spinge a mettersi dalla parte del più forte. Non è che Napolitano fosse un fascista convinto quando era nel GUF, un fanatico stalinista quando approvava l’URSS che schiacciava l’Ungheria, un sincero lockiano quando frequentava le ambasciate USA e UK e si metteva al servizio della NATO mentre gli stessi ambienti evitavano che avessimo degli Aldo Moro come PdR facendolo uccidere. Napolitano serviva il potere. Si trascura l’elementare, possente spinta a “correre in soccorso al vincitore”, e la si copre sotto storielle di duelli ideologici. La magistratura non è meno compromessa dei politici in questa forma di corruzione.

v. Baruffe di corte: i baroni della destra e i mandarini della magistratura

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12 dicembre 2023

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Commento al post di A. De Vita “54 anni fa la Strage di Piazza Fontana: un sanguinoso fil rouge unisce i 5 attacchi del 12 dicembre”

G. Salvini con A. Sceresini. La maledizione di Piazza Fontana. L’indagine interrotta. I testimoni dimenticati. La guerra tra i magistrati. Chiarelettere, 2019.

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Commento al post di S. Bauducco “Piazza Fontana, Sala alla commemorazione: “A Milano fascisti e nazisti, vecchi e nuovi, non devono avere spazio””

La “matrice fascista” è un falso e un alibi. I fascisti sono stati causa intermedia, cioè sciagurati esecutori, mediante i servizi. La matrice, cioè i mandanti, la causa necessaria, è la mamma atlantica. Che oggi sindaci “antifascisti” lombardi non sono secondi a nessuno nel servire. Una causa necessaria resa sufficiente dall’acquiescenza e complicità delle istituzioni, le stesse che ipocritamente “chiedono giustizia tutti gli anni”.

@ Il figlio del grigio: “Involontariamente ci hai preso”. Non è farina del mio sacco. Ci sono serie ricostruzioni di studiosi, magistrati e giornalisti – di una realtà complicata, ma la cui essenza è sintetizzabile in poche righe – e sono in molti a sapere. E non è involontario, il rompere un’omertà fifona. Da re nudo, da segreto di Pulcinella, su qualcosa di molto grave e molto importante, un po’ difficile da riconoscere ma che non è rocket science. V. L’omertà manzoniana su Moro. Sito menici60d15 (“può adirarsi che tu mostri sospetto su di lui, e, nello stesso tempo, farti sentire che quello che tu sospetti è certo”). Il problema sono anche gli italiani, che stanno al gioco, e sono pronti a combattere a parole fascisti e mafiosi, purché non si scherzi “con i santi”. V. Il tolemaicismo politico; e L’orizzontalizzazione, ib.

@ Il figlio del grigio: Potresti cominciare da “Trame atlantiche” S. Flamigni; “The puppetmasters. The political use of terrorism in Italy” P. Willan; “Gli eserciti segreti della NATO” D. Ganser; “Dietro tutte le trame” Tamburino G.”; “The Jakarta method. Washington’s anticommunist Crusade & The Mass Murder Program That Shaped Our World” Bevins V. Date le tue simpatie clericali, i libri di Casarrubea sugli inizi in Sicilia nel dopoguerra, nei quali si staglia la collaborazione del Vaticano; che prosegue. Ho già citato “La maledizione di Piazza Fontana” di G. Salvini, da leggere sia in sé, sia come omaggio all’autore, che va in pensione in questi giorni, essendo stato avversato all’interno di una magistratura che quelli che non stanno al gioco li prende come propri simboli ma non certo come modello. Di scritti ce ne sono tanti. Come per tante altre letture, il passettino, minimo, per distillare la morale ce lo deve mettere il lettore.

@ Ierre: La letteratura è abbondante. Es. G. De Lutiis. I servizi segreti in Italia, 2010. Piazza Fontana vi è citata 64 volte, e non in termini positivi per i servizi.

Questo mostrarsi meravigliati mi ricorda un episodio del mese che passai in Israele in uno scambio studentesco. Sentivo spesso dei boati (probabilmente i jet militari che superavano la barriera del suono, poi ho ricostruito). Ne chiesi ai medici dell’ospedale di Kfar Saba che mi ospitava come studente di medicina. Ma caddero dalle nuvole. Un giorno a mensa, a tavola con altri tre medici, si sentì un boato fortissimo. Ebbi come l’impressione che la minestra tremasse nel piatto. “Ecco, questi boati. Li avete sentiti?” I tre medici si scambiarono un impercettibile sorriso e risposero “no”. Ma forse, trattandosi non di fedeltà alla propria nazione ma del suo opposto, è più appropriato il paragone con la scenetta boccaccesca di donne infedeli che colte in flagrante non solo negano, ma proseguono l’atto.

@ Ierre: Sono noti, e se anche non lo fossero resterebbe la responsabilità della struttura nell’ingranaggio. Alcuni sono stati condannati. Il citato libro di De Lutiis ha 15 pagine di indice dei nomi. Che ricorrono in tanti altri libri. O es. nelle liste note P2. In testa alla prima pagina, seconda colonna, “Allavena Giovanni”. L’ultimo nome, dopo Zorzi Delfo, è “Zvi Zamir”, capo del Mossad. Il libro ha anche un appendice con le liste dei responsabili dei vari servizi. Bisognerebbe semmai conoscere di più su quelli odierni. I nomi restano nell’ombra rispetto alle responsabilità un po’ per la natura segreta; un po’ per l’impunità loro garantita; un po’ perché sono in fondo mezze figure, esecutori di ordini sovranazionali più prossimi ad addetti al capestro con lo stipendio ministeriale il 27 che a James Bond. A “Un giorno in pretura” sentii una PM citare Nietzsche : “l’assassino non è all’altezza del suo gesto”. Penso lo stesso dei quadri – servizi, polizie in divisa, magistrati, politici, amministratori, omini comuni – che si prestano a tanti di questi crimini. A tante operazioni sanguinose e abiette di condizionamento del Paese verso il basso; che non appartengono solo a un passato concluso, sul quale si dibatte senza fine e si inscenano cerimonie bolse mentre si commettono tradimenti nel presente. Es. parlando di amministratori lombardi, bipartisan, e di papaveri assortiti a Roma: Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale . Sito menici60d15.

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7 febbraio 2024

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Mascali “Procura generale di Roma, l’ostilità di Chigi per Amato e l’influenza di Mantovano: il nuovo favorito al Csm ora è il “moderato” Patrono”

Un Procuratore generale di Roma, Ciampoli, stava facendo chiarezza, la chiarezza essenziale, sostanziale, su Moro (1). Stava anche definendo il ruolo di Pieczenik; a insabbiare ci pensò la figura scelta dai magistrati per rappresentare i loro interessi, Palamara.

Affidando la ricostruzione della strage iniziale del 2020 a un emissario dell’Imperial college (Ferguson, MI5) i magistrati hanno ricalcato i passi di Cossiga con Pieczenik emissario di Kissinger (2). Ma non c’è un pari di Ciampoli che voglia fare chiarezza su questo. Commentavo ieri qui (3) su Cappato che preme per depenalizzare l’uso omicida degli stessi farmaci che sono stati descritti tra le vere cause dei picchi di letalità covid. Leggo ora di aspiranti procuratori generali che scotomizzato il picco anomalo di letalità “fulminei” spalleggiano Cappato; ovvero l’agenda dettata da quei poteri che vollero la testa di Moro (col Vaticano doppio oggi sulle iniezioni letali come allora su Moro). Sul covid, come per le stragi del passato, i magistrati play dumb e drag their feet. Favoriscono e partecipano (2). Ciò dà una spiegazione dello slancio nel gareggiare per cariche che a esercitarle seriamente sono pesanti e ingrate.

1 Barbacetto G. “La commissione Moro ha nascosto la verità” Il Fatto, 25 nov 2019.
2 Il livello Scarantino, palazzo Zanardelli e la strage covid in Lombardia orientale
3 Fine vita, Cappato: “La Regione Lombardia non si volti dall’altra parte. Servono tempi certi perché le persone soffrano meno”

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5 marzo 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post ““La tua rivoluzione è stata la mia”. Polemica su Di Cesare per il post su Balzerani (poi cancellato). Rettrice La Sapienza: “Sconcerto””

Si possono esecrare le tesi di un intellettuale che sostenga la lotta armata, ma comunque rispettarlo. E’ invece disgustoso che – bene imboscata nello Stato con una cattedra universitaria – si elogi il terrorismo pilotato. Tramite il terrorismo affidato ai vari Moretti*, il compagno della Balzerani, si è soggiogato il Paese, si sono eliminati leader che lo volevano libero, si è selezionata una classe dirigente di servi. Disgustoso è il narcisismo del fiancheggiare l’oppressore e presentarsi come fiancheggiatore della ribellione all’oppressione (vale anche per i post-fascisti).

Donatella Di Cesare ha pubblicato “Immunodemocracy. Capitalist asphyxia” una critica addomesticata dell’operazione covid che vorrebbe sostituirsi a quella – per me altamente valida – di Agamben (vergognosamente attaccato, anche su questo sito). Il saggio è stato subito pubblicato dalla Massachussetts Institute of Technology Press. Toni Negri, promotore del terrorismo con legami con figure sinistre del capitalismo, fu pubblicato dalla Harvard University Press. A Cambridge, Massachussets (Boston), trovano porte aperte e così legittimazione e prestigio autori italiani che si appropriano di critiche antisistema, le deformano e le indirizzano in forme che ne permettono un utilizzo strumentale da parte del potere che dicono di combattere.

*S. Flamigni. La sfinge delle Brigate rosse. 2004.

@ MARCOBASTA: Non metto in discussione il diritto di salutare sul piano umano anche il peggior delinquente. Ma si ha anche il diritto di osservare che riconoscendo con l’occasione dignità alle “idee” di un doppio gioco, sanguinoso, preparato a tavolino in qualche think tank di oltre oceano, condotto per stupidità o scelleratezza, che ha portato alla decadenza invece che alla crescita, ci si esibisce nell’arte del servire il padrone fingendosi ribelli.

Come in tutte le storie di ambiguità e doppiezza, “una parola” non basta. Ci sono abbondanti evidenze che ci fosse anche cattiva fede. E protezione. Es. “stella a sei punte” Moretti. Nella migliore delle ipotesi, “ci credevano” come utili idioti. Gli intellettuali servirebbero a questo, a riconoscere i cattivi insegnamenti. Es. Pasolini: “Essi credono di spezzare il cerchio e invece non fanno altro che rinsaldarlo”.

Avremmo bisogno di un’autentica sinistra progressista, e di un’autentica destra conservatrice. Invece appare che siano permesse solo caricature, vuote dietro alle sparate, e accomunate dal servire i poteri che nel 1978 manovravano i terroristi improvvisati, resi “samurai invincibili”, e che oggi non ne hanno neppure bisogno, essendo sufficiente il personale politico ottenuto anche con via Fani, via Caetani, etc.

@ MARCOBASTA: Prima l’ha “salutata” lodandone i deliri e lo sfacelo provocato, poi si è retratta, come il cucù degli orologi svizzeri. Non ha neppure tenuto il punto, ma ha nascosto il braccio. Va bene la lotta armata, ma anche i contributi INPS….

L’espressione sui samurai è di Tobagi: “non sono samurai invincibili”. Tobagi fu ucciso da dei figli di papà, al solito protetti. Non è “fare i samurai” fare i sicari – e le patsy, i prestanome – essendo un terminale di apparati delle maggiori potenze politiche e militari, servendole in quello che voi dovreste riconoscere come “imperialismo”. E’ invece simile alla viltà degli squadristi, che attaccavano in venti contro uno. Si sono spente le voci equilibrate, come Moro e Tobagi, si sono eliminati coraggiosi autentici, da Bellomo a Rossa a Borsellino a Calipari, e si dà spazio a sguaiataggini servili e incoscienti con ritrazione incorporata. In Italia pure terroristi e annessi tengono famiglia, e sono raccomandati.

I cancri che non sono cancro

9 October 2013

Appello al popolo

9 ottobre 2013

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Fin dal 1965 mettevo in pratica e insegnavo che ‘quando dici cancro, dici una parola grossa. Stai molto attento. Con questa diagnosi tu, il patologo, stai dando al clinico la licenza di trattare quel paziente e il suo cancro con qualsiasi trattamento in voga al momento, incluso il tagliarlo via, sparargli raggi, o avvelenare il cancro e il paziente’ .”

G. Lundberg. What is and is not Cancer? 29 agosto 2013

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I medici, i pazienti e il pubblico generale devono divenire consapevoli che la sovradiagnosi è comune e avviene più di frequente negli screening oncologici.

L.J. Esserman et al. JAMA , 29 luglio 2013. Corsivo nel testo.

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Invitiamo tutte le donne a prenotare la loro visita con lo slogan ‘Ricordati di te’ perché c’è un diritto inalienabile che deve essere riconosciuto da parte delle istituzioni pubbliche. Non esiste crisi né esistono tagli alla sanità che possano far venir meno l’elementare bisogno di un servizio: lo screening alla mammella come grande scelta strategica di prevenzione. È giusto per le donne ed è giusto e utile per una amministrazione che vuole prevenire e non solo curare il male. La prevenzione sarà uno dei pilastri del nuovo modello di difesa della salute che stiamo costruendo perché prevenire ci aiuta anche a spendere meno e meglio le risorse pubbliche”.

Nicola Zingaretti, presidente Regione Lazio, sulla campagna “Ottobre rosa”, 30 settembre 2013

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Il carcinoma duttale in situ non è cancro; perché allora lo chiamiamo cancro?”. “Noi terrorizziamo le donne facendogli credere che col carcinoma duttale in situ hanno il cancro.

L. J. Esserman, direttrice del Centro per il cancro della mammella dell’Università della California a San Francisco, a proposito dello screening per il cancro della mammella. 29 luglio 2013.

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1. Il canchero ieri e oggi

Mi colpì, da bambino, leggere in Bertoldo e Bertoldino di Giulio Cesare Croce che per Bertoldo una delle tre “infermità incurabili” è “il canchero” (le altre due sarebbero la pazzia e i debiti): anche nelle culture di ere lontane (a metà del ‘500) si sapeva dunque identificare il cancro, che i media descrivevano negli anni ’60 come legato a misteriosi processi studiati dalla scienza moderna. Il più noto dizionario medico, almeno fino all’edizione del 1994, riporta che il cancro è “una neoplasia il cui corso naturale è fatale” [1]. Oggi però ci sono, e sono comuni, cancri, o meglio quadri istologici diagnosticati come cancro, che hanno una sopravvivenza del 100% anche se non li si cura [2]. Da qualche mese fonti autorevoli raccomandano di tenere presente il problema costituito da questi cancri che non si adattano alla definizione classica. Cosa è successo? Come è stato possibile che su cos’è il cancro abbiamo le idee meno chiare oggi che secoli fa ?

Il cancro è noto da millenni, per le sue concrete caratteristiche macroscopiche; è del 1320 lo scritto di un chirurgo che afferma che è inguaribile [3] (nonostante che fosse meno frequente, e che nei tempi antichi le neoplasie siano state talvolta accorpate con patologie di altro genere, es. lesioni infettive ulcerate). Nell’Ottocento ci fu una svolta nella medicina, associata a nomi come Bichat e Virchow. Con l’aiuto del microscopio il cancro fu definito in termini cellulari e istologici, correlando la clinica con i reperti patologici. Questo da un lato fu un notevole progresso. Dall’altro aprì la strada alle sovradiagnosi: il diagnosticare come cancro quadri istologici il cui aspetto è riferibile al cancro, ma che non si comportano come cancro.

A queste proliferazioni o anomalie microscopiche in diversi casi non corrisponde una massa, che è ciò che ha dato il nome al “tumore”; oppure la massa è di dimensioni ridotte, e non dà disturbi clinici importanti. Al microscopio il loro aspetto è a volte notevolmente diverso da quello del cancro autentico; presentano però caratteristiche che rendono possibile interpretarle come forme iniziali di cancro, o di una sofferenza cellulare che può trasformarsi in cancro. Esistono cioè proliferazioni e anomalie cellulari di vario tipo che vengono classificate come cancro, ma che ai fini pratici sarebbero irrilevanti: se non scoperte restano silenti. Studi autoptici hanno mostrato che sono comunissime, specialmente con l’avanzare dell’età, con percentuali che in alcuni casi superano il 50%; tanto che si parla di esse come di “disease reservoir” di giacimenti, di scorte di malattia [1, 4]. Come se fossero una materia prima; e lo sono; è infatti conveniente all’industria medica diagnosticare queste alterazioni come cancro. Diagnosticare come cancro ciò che non si comporta come cancro aumenta tre cose: i profitti, aumentando il numero dei trattati e quindi del consumo di prodotti e servizi medici; il potere, suscitando paura; il prestigio, perché i falsi positivi figureranno come successi terapeutici.

Negli ultimi decenni del secolo le sovradiagnosi – fenomeno diffuso in medicina [5] – sono state sfruttate commercialmente mediante la “prevenzione”, ovvero l’idea che per riuscire a curare il tumore bisogna coglierlo il più precocemente possibile. Una teoria dettata dal senso comune, eletta a strategia principale. Una scelta questa che studi clinici, oggi si riconosce, hanno mostrato essere, con possibili eccezioni, fallimentare [1, 6-9]. Questa prevenzione, detta “prevenzione secondaria” – in realtà medicina clinica sui sani – ha avuto l’effetto di fare scoprire e far diagnosticare come cancro le forme non aggressive. Ciò ha fatto aumentare di molto la frequenza di diagnosi di cancro, senza una proporzionale riduzione, riconducibile agli screening e non ad altre cause, della mortalità; che in alcuni casi con gli screening peggiora dato il carico iatrogeno [7, 10]. I media e gli addetti ai lavori presentano invece bollettini trionfalistici; anche mediante trucchetti, come il confondere tra la sopravvivenza, che è la proporzione dei sopravvissuti tra i diagnosticati, e la mortalità per quello stesso cancro nella popolazione generale [11,12].

Con gli screening non si aspetta il cancro ma lo si va a cercare nella popolazione sana su iniziativa dell’Offerta medica. Non è detto che con questo sistema si riesca ad intercettare il cancro a tempo e efficacemente; di sicuro si pescano molte di queste comuni proliferazioni silenti e non aggressive, che alcuni hanno chiamato “pseudomalattie”, e che vengono spacciate per cancro. Le sovradiagnosi derivano soprattutto dagli screening; ma anche dai reperti incidentali, trovati per caso mentre si controllava altro; dai controlli di routine; dalla propaganda che spaventa il pubblico e lo induce a controlli e ad autoesami (ora ci sono le app per controllare con lo smartphone se i propri nei possono essere un melanoma). Lo sforzo della medicina è stato di includere quante più situazioni possibile nella diagnosi di cancro o di sospetto cancro; censurando chi invece si opponeva. Come conseguenza l’incidenza di cancro è cresciuta rapidamente, e si sono potuti presentare falsi successi. Es. l’incidenza del melanoma cutaneo in USA si è triplicata in 30 anni; la mortalità è rimasta sostanzialmente invariata, con un lieve aumento per gli uomini. Secondo stime accettate dall’ufficialità sono sovradiagnosi il 25% dei cancri della mammella scoperti con la mammografia, il 50% dei tumori del polmone scoperti con la radiografia del torace e il 60% dei cancri della prostata scoperti col PSA [1]. Questi screening mostrano risultati deludenti; quello sul cancro del polmone è tutt’ora in via di sviluppo. Altri distretti sui quali si praticano di routine sovradiagnosi di cancro sono tiroide, cute (melanoma), esofago (esofago di Barrett), rene, tumori pediatrici [11]. Per altri screening o diagnosi precoci oncologiche, dove pure le sovradiagnosi sono molto frequenti, occorrerebbe un discorso più articolato di quello che facciamo qui; in quei casi la situazione non è comunque brillante.

La sovradiagnosi è una pratica fraudolenta, applicata alla popolazione generale, che toglie risorse alla sanità utile, distoglie dalla ricerca di cure efficaci per il cancro autentico ed è dannosa per i pazienti. E’ sostanzialmente una falsa diagnosi istituzionalizzata. Le sovradiagnosi sono falsi positivi a carattere doloso, di un dolo strutturale, motivato dal profitto, che è divenuto legale. Nonostante si distingua sottilmente, come si dirà, tra sovradiagnosi e falsi positivi. Alle sovradiagnosi segue il sovratrattamento: chirurgia, chemioterapia, radioterapia e una serie di esami diagnostici su soggetti sani. Le sovradiagnosi di cancro sono causa, oltre che di danni psicologici ed economici, di danni fisici, non di rado pesanti; causati dagli esami stessi, e dalle terapie, come i traumi e le menomazioni da interventi chirurgici; e i danni da radiazioni e da chemioterapia, che includono effetti cancerogeni.

Tra ricercatori e medici che le cose stessero così si sapeva, almeno da un certo livello culturale in su; ma solo pochi nel mondo della medicina lo denunciavano. Rischiando per questo di essere sistematicamente boicottati e attaccati, anche sul piano personale, dalla “comunità scientifica” e dai medici, soprattutto se la critica era razionale e scientifica [7]. Verso il 2009 le critiche, nei paesi anglosassoni, hanno cominciato a divenire ufficiali, e si sono ingrossate fino a che questo anno si è preso a mettere in discussione la definizione stessa, o il nome stesso, di cancro, e i media hanno diffuso la notizia [6, 13-15]. Ora sono le stesse istituzioni responsabili dell’incremento delle sovradiagnosi, come il National Cancer Institute e l’American Cancer Association, che chiedono, apparentemente, rigore. Così nel 2013, dopo una immensa mole di studi e montagne di soldi spesi in ricerca sul “male del secolo”, appaiono articoli intitolati “Cosa è cancro e cosa non lo è?” [16], “Se non è maligno non chiamatelo cancro” [17], “Lo screening col PSA fa più male che bene” [10].

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2. Aruspicina. La cattiva strada dell’anatomia patologica

L’anatomia patologica, nata con le correlazioni anatomo-cliniche in sala settoria, ha un carattere a posteriori, confirmatorio. Questo suo carattere viene meno nelle diagnosi precoci. Se si dice “alla massa sospetta di questo paziente corrisponde, nel tessuto ottenuto con una biopsia, un certo quadro istologico, che l’esperienza ha mostrato, in maniera riproducibile, essere quello di un cancro letale” si applica il carattere a posteriori, confirmatorio, dell’anatomia patologica. Ma se si dice “questa alterazione microscopica clinicamente silente assomiglia, più o meno, al cancro, anche se non infiltra o infiltra leggermente, e pertanto è un cancro in via di sviluppo, che in futuro darà luogo a un cancro clinico” si compie un salto categoriale. In questo caso l’anatomia patologica diventa un test di laboratorio da validare. Un test predittivo: dallo ex post allo ex ante. Se, come è avvenuto, il test predittivo non è validato da adeguati studi clinici, facendo diagnosi di cancro su queste basi si commette un illecito scientifico ed etico.

Accanto alla capacità confirmatoria, di confermare o escludere che una lesione con le caratteristiche macroscopiche e cliniche sospette per cancro sia effettivamente un cancro, l’istopatologia ha anche una capacità caratterizzante. Rivela, con l’ausilio di colorazioni speciali, l’istotipo, cioè l’organo o il distretto di provenienza; confermando che un cancro è insorto nella stessa sede della biopsia, o che è una metastasi proveniente dal cancro di una sede diversa, o, individuando, o fornendo elementi per individuare, l’origine di un cancro a sede primaria sconosciuta. L’istopatologia inoltre indica il tipo di cancro tra i vari conosciuti per un dato organo, e il suo grado di aggressività, informazioni utili per la prognosi e la terapia. Tutto ciò con un margine di errore non trascurabile e a volte elevato, con limitazioni, e nell’ambito di un complesso rapporto coi dati clinici; e d’altro lato di un rapporto scarno e schematico con la biologia della malattia. Questa capacità caratterizzante, importante, ha però contribuito a conferire alla disciplina la credibilità eccessiva, il “rispetto reverenziale tra i medici” e “la credenza popolare di indiscutibile veracità” [18], che sono stati riversati nelle sovradiagnosi. Inoltre, la ricerca della classificazione fine, lo “splitting” catalogatorio [18], ha portato a forzare i limiti della disciplina; a quel privilegiare la precisione a spese dell’accuratezza che è tipico dell’inganno intellettuale in tutti i campi, ed è all’opera anche nelle sovradiagnosi.

L’aggiunta di una branca predittiva non è stata riconosciuta e adeguatamente sviluppata scientificamente. Si è trasferito il valore di autoevidenza della anatomia patologica confirmatoria, e di “gold standard”, di standard diagnostico di riferimento, a quelle che sono più valutazioni arbitrarie che test validati. Si può considerare ciò come un caso complesso di quegli errori “bayesiani”, comuni in medicina, che trascurano il teorema di Bayes e la sua applicazione nella diagnostica. Avendo scoperto che al cancro clinicamente accertato corrisponde, con una sensibilità prossima al 100%, una determinata categoria di quadri istologici, si è ritenuto valido un inverso, che i quadri istologici permettano di diagnosticare il cancro anche nelle sue fasi iniziali. Si è ritenuto, per una forma particolarmente debole di induzione, l’analogia, di poter estendere la diagnosi di cancro a quadri istologici che presentano aspetti solo parzialmente simili, sforzandosi anzi di trovare queste analogie e di tradurle come diagnostiche di cancro o di pre-cancro nella pratica clinica. Analogie visive, impressioni, talora rafforzate con panel di colorazioni immunoistochimiche; delle quali si usa dire che costituiscono aumenti di potenza diagnostica inversamente proporzionali alla potenza intellettuale del diagnosta [19].

L’errore, mantenuto e promosso dal business, ha un’origine psicologica, sia di tipo cognitivo che riguardante, come si dirà, meccanismi più profondi. Sul piano cognitivo, l’istologia, evidenza di tipo diretto, oculare, che storicamente è stata determinante, nella forma a posteriori, alla comprensione del cancro, dà l’impressione di essere sempre oggettiva; di essere in ogni caso il gold standard. Inoltre l’istopatologia è tenuta in alta considerazione ma non è conosciuta, tranne che da una minoranza di medici; e ci si guarda dall’informare gli altri medici e il pubblico sulla frequente presenza nei tessuti umani di innocue imperfezioni che gli atlanti di istologia umana normale non riportano; e che la concezione intuitiva, meccanicista e nascostamente finalista, che comunemente si ha dell’anatomia porta a classificare come patologiche.

L’applicare l’anatomia patologica in senso predittivo è un programma di ricerca interessante, potenzialmente importante. C’erano due vie per svolgerlo. Una è quella scientifica, considerando in questo caso l’anatomia patologica come un test, da validare con seri trial clinici. E da applicare se e quando utile al paziente, avendo valutato la sua utilità pratica; es. se la diagnosi precoce porta a vantaggi terapeutici e non si limita a dare luogo al lead-time bias; cioè come a munire, è stato detto, una persona legata ai binari di un binocolo, così che vede il treno arrivare prima ma viene colpita allo spesso momento.

Un’altra via, molto meno impegnativa e molto più redditizia, è quella di praticare l’antica anima magica della medicina, che non l’ha mai abbandonata, e condurre l’anatomia patologia verso una forma tecnologica di aruspicina, la predizione del destino attraverso l’osservazione delle viscere di animali, trasferita sull’uomo.

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3. La natura ibrida della medicina moderna. L ‘aracnismo naturalista

L’attuale problema delle sovradiagnosi viene attribuito alla concezione ottocentesca del cancro, basata sull’anatomia patologica. (Va notato che Virchow avvertì del rischio insito nella metodica della quale stava ponendo le basi [20]). Ma è in realtà più recente e più antico. Più recente perché è stato mantenuto e ingigantito a dismisura negli ultimi decenni, con il business degli screening. Più antico perché la medicina è nata e ha prosperato come una forma di magia naturale; e ha avuto una forte tendenza antiscientifica. Storicamente la medicina ha privilegiato gli aspetti magici, mentre ha rinunciato, talora per secoli, a sfruttare le acquisizioni che il progresso della scienza rendeva a mano a mano disponibili, restando nelle varie ere ancorata a concezioni errate, polverose e obsolete anche rispetto ai tempi [21]. Questa sua anima coincide con la sua identità antropologica, e non l’ha mai abbandonata del tutto, ma si è fusa dall’Ottocento in poi con la medicina scientifica. Anche perché gli interessi economici che la manovrano non vogliono una medicina davvero scientifica, che non guardi in faccia a nessuno nella sua ricerca di verità. Vogliono una scienza ipse dixit, una bocca della verità al loro esclusivo servizio, ma temono il libero dibattito scientifico, arrivando a proibire ope legis che arrivi in sede politica [22]. La medicina attuale si presenta come scientifica ma continua a praticare la sua arte millenaria, mescolando elementi reali a carattere scientifico al mito e alla fantasia, creando degli ibridi.

Una mescolanza che dà luogo a una forma persuasiva di magia. Come magia naturale la medicina ha praticato tra le altre la particolare tecnica di persuasione che consiste nel costruire le teorie magiche desiderate basandosi su elementi naturali reali, la cui scoperta e il cui studio garantiscono della veridicità della parte immaginaria. Non sapendo come chiamarla, la chiamo “aracnismo” dalla frase del Manzoni “Fecero l’uno e l’altro come que’ ragni, che attaccano i capi del loro filo a qualcosa di solido, e poi lavoran per aria”. La frase si riferisce a due personaggi de La Colonna Infame, che si trovano in una situazione pesante, provocata dall’isterismo di massa sulla pestilenza e dall’opportunismo e la meschinità dei giudici. L’aracnismo naturalista, fornendo credibilità alla magia e alla medicina, aiuta a rispondere agli interrogativi esistenziali o alle ansie di una situazione contingente personale come la malattia. Esempi storici di aracnismo naturalista sono l’astrologia, che pretende di predire il futuro umano sulla base di alcune conoscenze astronomiche reali che permettono di predire il moto degli astri, e l’alchimia, di quegli studiosi-maghi, a volte anche medici, che, ottenute conoscenze e tecniche rudimentali e frammentarie sulla realtà chimica, sostenevano di avere pertanto poteri eccezionali sulla materia. Si può considerare un primitivo aracnismo anche l’aruspicina, che si basava sul riconoscimento della dimensione anatomica della vita.

La contaminazione va nei due sensi. Non solo i maghi hanno sfruttato, e sfruttano ancora oggi, conoscenze scientifiche per attribuirsi poteri sovrannaturali, ma la scienza e la tecnologia cercano di accrescere il loro prestigio sociale estendendo il loro campo di applicabilità ai desideri che spingono il pubblico a rivolgersi all’irrazionale; abusivamente, ma mostrando a garanzia i notevoli risultati reali. La Natura è magica, magica nel senso che certe sue manifestazioni hanno del meraviglioso; e hanno del meraviglioso le applicazioni tecnologiche che – non va dimenticato – essa permette; le richieste accolte, i desideri esauditi, tra i tanti che gli uomini le sottopongono con progetti tecnici; le tecnologie che le leggi della Natura non vietano ma, conoscendole, rendono possibili agli uomini. Questa magia della natura viene sfruttata sia dai ciarlatani che dagli scienziati nelle frodi mediche, come quella sulle staminali, per presentare una Natura magica nel senso di sovrannaturale [23]. Una Natura senza le leggi arcigne e gelide, senza i vincoli irremovibili e spietati che in realtà impone a sé stessa e agli uomini. Una Natura onnipotente, da asservire con arti, chiavi, sortilegi che loro i maghi possiedono, o possono fabbricare, così che possono farle fare tutto quello che vogliono. Un millantato credito sulla Natura, portando a riprova alcune pratiche che sono realmente andate a buon fine.

I legami tra scienza e magia sono sempre stati forti. Un famoso oroscopista era Keplero, lo stesso della terza legge che porta il suo nome, e Newton era anche un alchimista. L’aracnismo naturalista in campo scientifico può essere definito come un non sequitur nel quale le premesse sono vere e di grande portata, tanto da intimidire sul piano intellettuale e psicologico; proiettando così il loro alone di autorevolezza sulle conclusioni. Un esempio lampante di aracnismo in campo scientifico, e dell’arroganza che talora l’accompagna, è il “(a+b^n)/n=x quindi Dio esiste. Rispondete”, la sfida che Eulero avrebbe lanciato a Diderot alla corte di Caterina di Russia. Si può riconoscere l’aracnismo anche nelle trasmissioni televisive di medicina, che spesso seguono lo schema di presentare prima dati reali, interessanti e avvincenti, sull’anatomia e la fisiologia; per poi passare a descrivere i meccanismi putativi dell’ultimo prodigioso ritrovato dell’industria medica, che invece non ha affatto la solidità scientifica delle informazioni che gli hanno preparato il terreno.

L’essere riusciti a volare, con apposite macchine, è uno degli argomenti portati comunemente a riprova della potenza della scienza e della tecnologia; ed è una delle premesse, talora implicite, di aracnismi scientifici. Anche in oncologia. Nel 1971 Nixon dichiarò la “guerra al cancro”, lanciando di fatto il programma degli screening, rispondendo all’appello di S. Farber, un past president dell’American Cancer Society: “Siamo così vicini alla cura del cancro. Ci manca solo la volontà, il denaro e la programmazione che ci hanno fatto portare l’uomo sulla luna.” Vedremo più oltre perché lo skyrocketing (lo schizzare in alto come un razzo lanciato verso il cielo) c’è stato solo nelle sovradiagnosi.

Le conoscenze scientifiche attuali della medicina offrono grandi possibilità di aracnismo naturalista. E’ quanto è avvenuto anche con la trasformazione arbitraria delle diagnosi anatomo-patologiche da confermative e caratterizzanti a predittive. Si è così ottenuto un sistema di certificazione pseudoscientifica delle sovradiagnosi. Ai nostri tempi, operazioni come questa sono dettate da interessi economici; sono in pratica delle truffe istituzionalizzate. Adorno nel suo saggio sull’astrologia [24] parla di quest’altro aracnismo che continua ad accompagnare il cammino dell’uomo come di una “pseudorazionalità”, di una “zona crepuscolare tra la ragione e le pulsioni inconsce”, di un “sovrannaturalismo naturalista”; e conclude citando Leibniz, che disse, riferendosi agli astrologi, che “provava un profondo disprezzo per quelle attività intellettuali che hanno per fine l’inganno”. Adorno cita anche Cicerone, che ha scritto che un aruspice non può incontrarne un altro senza ridere. Cicerone, parlando degli aruspici, osservò che esistono due modi per prevedere il futuro; uno, il loro, artificioso, congetturale, e uno razionale, basato su forme di studio che oggi avrebbe chiamato scientifiche [25].

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4. L’aristotelismo scientista

L’aracnismo nella medicina attuale non viene riconosciuto facilmente perché è inglobato in un vasto e profondo corpus di acquisizioni scientifiche che fa da feltro. La commistione di parti reali e parti inventate dà luogo a un conglomerato eterogeneo di scienza e mito, che si può chiamare “aristotelismo scientista”.

Aristotele ha avuto notevoli meriti nella storia della scienza e della biologia. E’ stato anche il pioniere della tassonomia bilogica sistematica. Ma le sue opere naturalistiche e biologiche “sono una strana farragine, […] di voci incontrollate, di osservazioni imprecise, di convinzioni preconcette e di ingenuità così esagerate da fare pensare ad una vera e propria dabbenaggine” [26]. Nell’attuale tassonomia medica sulle diagnosi precoci di cancro si sostiene in tanti casi l’equivalente del sostenere che certi gatti sono tigri allo stadio di cucciolo.

Nella scienza biomedica di 23 secoli dopo, che riguarda operazioni industriali e finanziarie di grande portata, la dabbenaggine ha – a livello decisionale – un peso trascurabile. Le basi della definizione di cancro sono rimaste volutamente ingenue; la tentazione iniziale sull’entusiasmo dei risultati reali ottenuti è stata trasformata, dopo oltre un secolo di studi, in un errore ingigantito a dismisura e istituzionalizzato. Per sostenere tale concezione anacronistica, approssimativa e pericolosa sul cancro si sono fatti notevoli sforzi, mentre si è attaccato in modi incredibili chi si opponeva al business. La ricerca sugli screening contiene un ampio catalogo di trucchi, manipolazioni e scorrettezze dietro alla prosopopea della “scienza rigorosa” [7]. Es. il presentare solo ciò che conviene, per mostrare surrettiziamente di aver provato che gli screening hanno netti effetti positivi; mentre si tace sistematicamente sui loro danni, questi reali [8]. Il noto studioso della sociologia della scienza Ziman chiama questo, con un’espressione aulica, “scienza post-accademica”; una scienza sottomessa all’economia che “dice la verità ma non tutta la verità” [27]. In termini colloquiali gli anglosassoni lo chiamano “cherry picking”, lo scegliersi le ciliege a una a una. Vi sono state comunque anche manipolazioni di dati [28], e l’interpretazione ingiustificata e tendenziosa dei risultati delle ricerche è comune [7]. La tanto venerata evidenza [29, 30] diviene l’apparenza, ciò che si vede in un gioco di prestigio. Non si può dire che gli errori, su un tema basilare come la definizione del cancro, siano stati in buona fede, né tanto meno che sia stato lo spirito scientifico, o quello umanitario, a guidare la ricerca.

L’accettazione delle sovradiagnosi è un esempio, anzi un caso grave, di aristotelismo scientista. Per scientismo intendo l’uso distorto e strumentale della scienza, non solo a fini ideologici, ma a fini di profitto. L’aristotelismo scientista consiste nel basare, a scopo di profitto, la ricerca scientifica non su concetti scientifici, ma su una forma rifinita di categorie e concezioni prescientifiche, ingenue. Un poco l’operazione conversa dell’aracnismo. E, in generale, nel mescolare tali concezioni e i dati scientifici, come fa l’aracnismo che ne è un aspetto particolare. Concezioni che spesso si accordano con l’intuizione; come la fisica aristotelica, che studi di psicologia sperimentale hanno mostrato accordarsi con il nostro sistema percettivo visivo meglio della fisica newtoniana [31]. Un oncologo ha osservato – nell’indicare come parte della disinformazione sul cancro l’idea che la vittoria sia una solo una questione di finanziamenti – che la conoscenza dei principi fisici che ha permesso quelle imprese spaziali alle quali Farber e Nixon paragonavano la ricerca sul cancro era disponibile dai tempi di Newton, mentre per la cura del cancro mancava – e manca, come si vede – una base teorica sufficiente sulla biologia della malattia [32]. Quando adottate dal potere, le teorie dell’aristotelismo scientista evolvono in un dogmatismo sistematico, adorante e autoritario, che, com’è storicamente avvenuto con l’aristotelismo, è empio e rischioso mettere in discussione. La scienza oggi siede su quella cattedra che fu dell’aristotelismo che ha combattuto, e al quale tende sempre più ad assomigliare in alcuni aspetti non secondari.

Nell’esplorare nuovi territori la scienza cerca di ridefinire gli oggetti di partenza, inclusi quelli che pensiamo di conoscere perché sono presenti della realtà osservabile nella quale viviamo. I filosofi della scienza discutono se l’oro e l’acqua del senso comune e l’oro e l’acqua dei chimici, l’elemento caratterizzato dall’avere 79 protoni e un composto di idrogeno e ossigeno, sono lo stesso oggetto. L’aristotelismo scientista anziché ridefinire un problema umano in termini scientifici accetta come premesse le credenze prescientifiche, ingenue, talora grossolanamente errate, su quell’argomento; al più, le rielabora in una forma accademica, così come Aristotele diede dignità scientifica alle idee comuni sul moto dei corpi.

Come forma di alleanza tra scienza e senso comune, l’aristotelismo scientista ottiene di far divenire la scienza più credibile e più forte presso l’opinione pubblica; e anche di collegare lo psichismo degli individui che compongono il pubblico, i loro fantasmi e desideri soggettivi, alla tecnologia commerciale, in forma apparentemente oggettiva. Dà così luogo a singolari ibridi, nei quali tecniche scientifiche avanzate, es. il dosaggio del PSA, sono in funzione di concetti prescientifici spesso rozzi e assurdi [20]; tecniche scientificamente sofisticate si basano su premesse intuitive, date come ovvie; in realtà inadeguate e a volte puerili. O fa rivivere in forma moderna antichi trucchi magici a effetto, come i surrogate end-points, che analogamente al salasso [21, 33] mostrano spesso benefici clinici solo apparenti che vengono scambiati per efficacia reale.

Nell’aristotelismo scientista la scienza non viene usata per correggere le concezioni ingenue sulla realtà, ma viene adattata a tali concezioni; viene in questo modo subordinata al senso comune, e ai desideri che gli danno forma; divenendo così sia più adatta al commercio, sia più facile da manipolare. La filosofia naturale di Aristotele è stata chiamata “la scienza del senso comune” [34]. Il senso comune, soprattutto sulla malattia, non è il buon senso e ne è spesso nemico : “il buon senso c’era; ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune”; Manzoni, sulle dicerie sulla peste. Nell’aristotelismo scientista il senso comune viene protetto da qualsiasi riscrittura scientifica che pregiudicherebbe la possibilità di mostrare, surrettiziamente, risultati “scientifici” che si possono tradurre in profitti. Ma il senso comune oltre che essere modellato e protetto dalla propaganda e dalla censura è agito da pulsioni più profonde, così che i truffatori trovano insospettabili alleati nei truffati.

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5. La paura del cancro e la diagnosi precoce come meccanismi di difesa psicologici

Il cancro resta la malattia mortale per antonomasia. La malattia più temuta, nonostante non sia sempre così crudele come la si dipinge e non sia l’unica malattia a essere crudele tra quelle comuni. La consapevolezza del suo progredire lento – quando è lento – e inesorabile è un incessante memento mori, che si fa sempre più cupo e penoso con l’aggravarsi della malattia. Il cancro, male che appare come endogeno, e che dà luogo a una forma anticipata e accelerata di decadimento fisico, è la metafora di quell’aspetto della condizione umana che è il declino tormentoso e consapevole verso la morte; ed è anche, oggi, passato lo spettro delle malattie infettive, il simbolo della morte prematura per malattia. Gli screening e gli attuali criteri di identificazione del cancro danno un nome e un’apparenza razionale al nostro destino inaccettabile e folle. La morte, e la sequenza di lente frane e di crolli che portano ad essa, non sono più ineluttabili, se si spostano le cause della morte e dell’infermità da intrinseche alla condizione umana a un oggetto materiale ben definito, una parte dell’organismo divenuta un’entità aliena, che si annida nel nostro corpo ma dal quale è possibile estirparla, quanto prima tanto meglio. La paura del cancro e la fede negli screening sono anche meccanismi psicologici di difesa; operanti tramite lo spostamento e la razionalizzazione.

Questo spiega il cosiddetto “paradosso dello screening” [35]: con le sovradiagnosi è aumentato il numero di persone che dicono dello screening “mi ha salvato la vita”, e ciò induce altri a sottoporsi agli screening, in un circolo vizioso. La medicina e la scienza hanno fatto la grazia. In realtà non c’era (ancora) alcuna grazia da chiedere, perché non c’era un vero cancro. Ma tanti altri si rivolgono a santi così magnanimi; alcuni mentre irridono chi va anche in pellegrinaggio dalla statua della Madonna che piange. E’ un rito esorcistico moderno, alimentato dai media, anche con storie di pazienti o di celebrità che “devono la vita” agli screening.

In biomedicina la scienza è pesantemente infiltrata dalle tecniche di persuasione del marketing. Nell’oncologia attuale le fondamenta psicologiche sono a volte più solide di quelle scientifiche. Queste ultime a volte non sono che il paludato travestimento di moventi psicologici. Le sovradiagnosi sono una truffa di dimensioni epocali che ha solide basi antropologiche. Una truffa “a stampo”, che si adatta come un guanto alle necessità psicologiche delle vittime [36]. Le frodi sulle diagnosi precoci di cancro combaciano con le nostre irredimibili rivendicazioni di immortalità.

Appare, come per altre parti della medicina, che, analogamente alle credenze religiose, certi assunti scientifici siano in realtà proiezioni dell’inconscio. Così come i preti raccolgono e sfruttano la naturale tendenza a credere in un Dio antropomorfo per alleviare la paura e lo smarrimento esistenziali, la scienza concentra e sistema proiezioni simili su un piano immanente. Tanto che bisogna faticare a convincere le vittime di essere oggetto di frodi. Il direttore del National Cancer Institute, il Nobel Varmus, nell’affermare che le sovradiagnosi sono diventate un problema di salute pubblica ha detto:“Abbiamo difficoltà a convincere i pazienti che le cose che vengono trovate come conseguenza della mammografia, del PSA per il carcinoma della prostata e di altri screening non sono sempre maligne e in pratica non mettono in pericolo la loro vita”.

Il successo della definizione estesa di cancro deriva in parte anche da questo. Su una base reale e razionale, si innesta la concezione, in ultima istanza animista, che negli organi e nei tessuti possono annidarsi delle entità maligne, che determinano il nostro destino avverso, e che individuandole ed eliminandole ci si libera dalla morte o la si allontana. La spinta antropologica arriva, stimolata dal marketing, in ambito scientifico. Anche competenti critici della sovradiagnosi, come Gotzsche e Welch, accettano la visione comune per la quale queste lesioni non sono falsi positivi ma sono cancro, anche se a bassa aggressività, a crescita lenta o nulla, o che regredisce spontaneamente. Ci sarebbero dunque cancri innocui e cancri cattivi. I primi molto più frequenti dei secondi: con questa distinzione, mostra lo stesso Welch, il cancro risulta presente nel 30-70% delle prostate degli uomini sopra i 60 anni, nel 36-100% delle tiroidi di persone tra i 50 e i 70 anni, nel 7-39% delle mammelle delle donne tra i 40 e i 70 anni. Mentre il rischio di morire dei rispettivi cancri, o di sviluppare la forma metastatica, nel corso della vita è del 4% (prostata), 0.1% (tiroide), 4% (mammella) [1]. Una categorizzazione innaturale, che va contro il buon senso antico di considerare cancro solo i tumori maligni; e quello moderno di considerare fino a prova contraria tali formazioni come delle varianti anatomiche, vista la loro elevatissima frequenza. Così invece si favorisce la confusione e l’annebbiamento dei confini tra cancro e non cancro. Personalmente, provenendo proprio dall’anatomia patologica, della quale conosco gli insegnamenti sul corpo, i suoi limiti, e i suoi costumi nella pratica, la penso in modo diverso.

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6. Decostruire il cancro per fini scientifici ed etici

Lo studio del cancro è scienza applicata. Come fenomeno biologico non sarebbe degno di particolare interesse tra i tanti in natura se non avesse un’eminente importanza pratica e morale. Il cancro è un problema umano pratico e morale, e quindi c’è un obbligo della scienza a definirlo di conseguenza, cioè a mappare come cancro sulla realtà biologica solo ciò che, tra tutto ciò che si può definire cancro, dà problemi pratici e morali. Senza permettere che accademismi intralcino tale necessità o che aggravino il problema pratico e morale del cancro. Nella scienza a volte un termine di uso comune viene esteso, fino a inglobare l’opposto significato comune. Per la fisica non esiste la decelerazione, la frenata, ma solo l’accelerazione, che può essere di segno negativo o positivo; ciò per profonde ragioni concettuali. Ma per il cancro l’estensione della designazione non è giustificata né su un piano tecnico né su quello etico; piuttosto che una sineddoche scientifica questa espansione della definizione ricorda le adulterazioni e contraffazioni alimentari. Anni fa con una lettera su Lancet un patologo chiese se i suoi colleghi non sono preda di crisi psicotiche quando appongono sulle persone queste etichette arbitrarie di cancro [37].

Occorre ammettere il guaio e ricominciare da capo, producendo una definizione genuinamente scientifica, che permetta di distinguere efficacemente nella pratica, ovvero nella clinica, ciò che è cancro e ciò che non lo è. Un’operazione necessaria anche a prescindere dal problema delle sovradiagnosi. Può essere eseguita ripartendo dalla definizione classica, considerando come gold standard la clinica confermata dalla patologia. E’ cancro ciò che: a) si comporta clinicamente come ciò che comunemente si è sempre inteso per cancro; b) mostra all’esame anatomo-patologico il comportamento invasivo e il caratteristico aspetto istologico. Una forma di crescita abnorme dei tessuti, aggressiva, che provoca danni all’organismo, fino alla morte. Non sono cancro le proliferazioni tissutali che non si comportano così. Se invece si considera come gold standard la sola diagnosi istologica, nello spazio degli eventi la probabilità a priori di cancro sarà data dalla somma dei veri positivi e di una quota variabile dei falsi positivi (e delle sovradiagnosi, se si vuole distinguere tra i due). La valutazione di altri test e metodi diagnostici sarà conseguentemente viziata da questa petizione di principio. Stabilito così uno spazio degli eventi sicuro, gli si possono sovrapporre vari test, per accertarne il valore predittivo. Anche la definizione anatomo-patologica del gruppo di alterazioni alla cui diagnosi oggi si attribuisce arbitrariamente valore predittivo andrebbe vista come un test da validare tra gli altri.

Non comprendo come scienziati, o medici orientati scientificamente, possano studiare un oggetto, il cancro, accettando che l’oggetto non sia stato scientificamente definito, e accontentandosi di definizioni aristoteliche, le cui finalità commerciali e illecite dovrebbero essere evidenti agli addetti ai lavori. Si dovrebbe ricominciare da capo, stavolta in maniera scientifica, impostando un intero settore di ricerca. Alcuni esempi. Andrebbero condotti studi clinici alla ricerca di test che permettano di ottenere diagnosi di laboratorio di cancro con alto valore predittivo rispetto alla definizione tradizionale di cancro. Gli studi controllati sulla diagnostica, e più ancora sulla storia naturale delle malattie, sono trascurati dalla “evidence based medicine” [29, 30], che si concentra invece su farmaci e screening. Trial clinici randomizzati richiederanno tempo, e dovranno superare difficoltà etiche e metodologiche. Andrebbe comunque sfruttata con studi osservazionali l’enorme massa di dati costituita dai reperti di questi decenni di caccia al tumore nella culla.

La biologia delle alterazioni che sono state abusivamente chiamate cancro andrebbe studiata specificamente, in funzione del problema delle sovradiagnosi. Es. andrebbero chiariti gli effetti di influenze ormonali, incluse quelle paracrine, sull’anatomia microscopica di organi ghiandolari come mammella, prostata e tiroide. Campi come la nevogenesi, lo sviluppo fisiologico dei nevi cutanei, e in generale quelli riguardanti gli asseriti o adombrati passaggi da benigno a maligno, dovrebbero essere un libro aperto, senza angoli poco illuminati nei quali sia possibile combinare affari loschi tra figure col camice bianco e spin doctor dei media. Andrebbe studiata la capacità dell’imaging di discriminare tra cancro e alterazioni che lo simulano (valore predittivo), non più di rilevare lesioni sospette (alta sensibilità al costo di una bassa specificità).

Occorrerebbe approfondire gli studi di cinetica di crescita del cancro umano e di ciò che gli assomiglia in vivo in funzione della clinica. L’espressione vaga “a crescita lenta” dovrebbe essere sostituita, per i vari casi, da scale quantitative con correlazioni anatomo-cliniche. Così come non bisogna perdere tempo per un grave trauma cranico, ma non bisogna fasciarsi la testa prima di rompersela, sul cancro, un processo che tende a invadere localmente e a volte a colonizzare altri distretti con le metastasi, è pacifico che è meglio intervenire precocemente; ma non prima che insorga; o su qualcosa che gli assomiglia ma non è cancro. Va anche considerato ciò che l’ideologia delle diagnosi precoci mette in ombra: il cancro clinico è l’esito finale di un lungo processo cellulare, e può già avere tenuto un comportamento aggressivo che le modeste armi terapeutiche attuali non possono più fermare, quando lo si rileva “precocemente” come una lesione di piccole dimensioni; che in certi casi appare inoltre “ben differenziata” e “a crescita lenta”. Occorre stabilire con dati scientifici, non in base a generiche misure prudenziali, quanto precocemente è sia vantaggioso sia possibile fare la diagnosi per i vari tipi di cancro.

Vanno sfatate anche le espressioni come “è meglio andare sul sicuro”; intervenire senza un’autentica ragione non è sicuro per chi subisce l’intervento. Le linee guida cliniche, e la paura che spinge alla “medicina difensiva”, sono un alibi non meno che una coercizione [29, 30]. Andrebbe invece accertato scientificamente quali segni precoci il comune cittadino deve considerare per rivolgersi al medico; e quali segni devono indurre il medico di base a prescrivere un depistage. Ma ciò non dev’essere come oggi all’insegna del chi più ne ha più ne metta. Converrebbe, nell’ambito della revisione terminologica che fonti autorevoli stanno chiedendo, distinguere tra diagnosi precoce, auspicabile, e diagnosi prematura, pericolosa.

Con una definizione scientifica di cancro si colmerebbe, in ritardo, una gravissima, incredibile lacuna che non riguarda solo le sovradiagnosi ma l’intera ricerca sul cancro. Sarebbe un importante progetto scientifico, le cui indubbie difficoltà – in un campo molto studiato e molto finanziato – non vanno esagerate: il cancro autentico è mediamente abbastanza diverso, istologicamente e biologicamente, dai suoi surrogati commerciali. Si tratterebbe in buona parte di demolire le concezioni pseudoscientifiche imposte dal business. Occorre ridurre al minimo la zona grigia, che finora è stata ampliata per ragioni economiche. La zona grigia è composta da due toni di grigio: quello della incertezza politica, opera dell’uomo, dato dall’incastellatura nosografica costruita per collegare tra loro maligno e benigno, per descrivere un continuum morfologico sullo iato biologico tra la neoplasia che infiltra e eventualmente dà metastasi e varianti non aggressive. E quello della incertezza biologica, che non è così esteso, ma che comunque si deve cercare di minimizzare. L’incertezza biologica può essere suddivisa in incertezza epistemologica, da insufficiente conoscenza, e casualità intrinseca, come nel decadimento radioattivo; ma la distinzione e la sua applicazione in medicina sono opinabili, e chiamano in causa impegnativi problemi teorici, anche data la concezione soggettivista di Bruno De Finetti [38]; nel trattarla occorre evitare di ricadere nell’incertezza politica mentre si cerca il rigore.

 

7. Aristotelismo scientista e frode semantica

Sul piano semantico, va osservato che la parola “cancro” appartiene alla lingua comune prima che a quella tecnica. La creazione di una terminologia specialistica è un processo di traduzione in una nomenclatura, in un “mondo di ‘cose’ oggettive”; a partire dal linguaggio comune, che invece non è una nomenclatura, ma “un’organizzazione cognitiva culturalmente determinata” [39]. L’aristotelismo scientista non ha correttamente tradotto la parola in chiave biologica e clinica, e ha viceversa alterato, rendendolo più infedele rispetto alla realtà di quanto non fosse originariamente, il significato culturale nel linguaggio comune. Un errore madornale, o un’operazione disonesta, che dovrebbero essere inconcepibili su un tema come questo. Le parole in medicina sono atti linguistici perlocutori che hanno potenti effetti materiali [29]. Creano, soprattutto in oncologia, ciò che indicano [40]. Ciò accade particolarmente con le sovradiagnosi di cancro, nelle quali delle semplici etichette arbitrarie divengono diagnosi; in particolare le diagnosi istopatologiche [37, 41]. Occorrerebbe ricominciare ex novo anche qui, stabilendo correttamente i significati di espressioni come “cancro”, “tumore benigno” “falso positivo”, “sovradiagnosi”, “diagnosi precoce”, “pseudomalignancy” (che oggi indica lesioni che la dottrina riconosce come non tumorali o non maligne e capaci di mimare il cancro; e quindi come possibili fonti di errore diagnostico nella pratica), etc. ; e quali termini vanno ammessi, quali esclusi, quali vanno creati, quali vanno modificati nel significato. Arrivando a definizioni chiare, oneste e accurate.

Dubito che progetti del genere siano ciò che i pezzi da novanta dell’oncologia hanno in mente; e il propugnare di decostruire la definizione di cancro per ricostruirla solidamente e evitare così le sovradiagnosi rischia di finire col favorire quelli che invece sono i progetti sul futuro del business del cancro [42], e che hanno probabilmente portato i cortigiani a denunciare, dopo decenni di imposizione dell’omertà, che il re è nudo. Vediamo la pars construens di questa critica ufficiale.

 

8. Decostruire il cancro. Una rivoluzione gattopardesca?

La denuncia proviene non da un’opposizione ma dall’alto. Appare che non si tratti di resipiscenza, ma di un adattamento ai tempi e di una evoluzione dell’ideologia scientista della medicina industriale. Non si parla infatti di dare finalmente basi rigorose all’oncologia, definendo scientificamente il cancro. Né tanto meno di mettere in discussione la strada delle diagnosi precoci. Non si presenta un programma di ricerca ben definito per costruire le fondamenta mancanti, ma si fanno proposte sparse, per “migliorare” il sistema [6]. Alcuni degli interventi che si citano sono appropriati, ma parziali e insufficienti. Creare registri per le lesioni “a basso potenziale maligno” [6]; alzare le soglie dei test di screening; tenere in maggior considerazione le dimensioni delle neoformazioni; sensibilizzare i medici e i ricercatori, introdurre il concetto di sovradiagnosi nei programmi delle facoltà di medicina [1].

Altri degli interventi proposti appaiono ambigui e gattopardeschi. Si ammette finalmente che il termine”cancro” deve essere limitato alle lesioni aggressive. E’ giusto denunciare la disonestà lessicale sulla temuta parola che comincia con ”C” [43]. Ma le lesioni da escludere, per le quali si propone di creare una nuova nomenclatura, con termini come “indolentomi” o IDLE, ”indolent lesions of epithelial origin.” (“idle” in inglese equivale a “in folle”), continueranno comunque ad essere ricercate con gli screening, venendo talora sovradiagnosticate. In ogni caso saranno scoperte; e seguite clinicamente, es. controllandone il tasso di crescita [1], che può essere un utile indice di malignità, ma implica la condizione di paziente, e interventi medici, per estesi periodi di tempo. Continueranno ad essere percepite dal pubblico come l’anticamera del cancro, come un allarme, e propagandate come tali. Invece dell’astensione diagnostica e terapeutica sulla base di una definizione scientifica del cancro, screening e “sorveglianza attiva”: la cronicizzazione. La cronicizzazione basata sulle sovradiagnosi configura una forma di rendita vitalizia, una tassa occulta [44] a favore dell’Offerta medica; a danno delle persone trasformate in paziente per il resto dell’esistenza e dello Stato che finanzia l’operazione.

Altre proposte considerano di trattare questi non-cancri con terapie diverse. Con la dieta, che come cura per il cancro è ridicola; ma va incontro agli interessi dell’industria alimentare, ed è in linea con la propaganda per la quale l’insorgenza del cancro non è dovuta ai cancerogeni introdotti dall’industrializzazione nell’ambiente e nei prodotti di consumo, ma è colpa del malato per i suoi pregressi cattivi stili di vita [45, 46]. O con la chemioprevenzione, la terapia farmacologica preventiva, illogica, ma che si tradurrebbe in un’altra grande speculazione, anche per l’ulteriore incremento iatrogeno; ci sarebbe un’ulteriore spinta verso le sovradiagnosi. Sono proposte che poggiano sulla base antropologica dell’oncologia.

Evidenziando il problema della distinzione tra cancro e non cancro e esagerandolo si spinge per sviluppare gli strumenti di diagnostica molecolare. In pratica i biomarkers, una rivoluzione silenziosa in corso in oncologia, il cui lancio forse è stato il motivo principale di questa ammissione ufficiale. Anche in Italia c’è un boom di queste analisi [47]. I biomarkers promettono di saper distinguere tra cancro e non cancro, prevedere la sua aggressività e indirizzare la terapia; c’è il fondato sospetto che si stia passando dai tarocchi ai fondi di caffè con la motivazione che i primi non funzionano. Con i biomarkers molecolari ci si addentra ancor più nel non osservabile e nell’arcano; l’aracnismo può passare dall’istologia, collusa ma pur sempre testimone scomoda e ora sospettata, al ginepraio ancora più fitto della genetica. Col pretesto della necessità di approfondire per discriminare tra cancro e non cancro, si va ad aprire un vaso di Pandora. Si parla di cambiamento semantico. Il passaggio ai biomarkers sarà piuttosto un cambiamento di paradigma semiotico: la diagnosi si baserà su segni indiretti ed esoterici, su test di biologia molecolare – applicati anche alle sezioni istologiche e alla citologia – di difficile verificabilità e interpretazione. La semiotica è lo studio di tutto ciò che può essere usato per mentire (U. Eco). Con i biomarkers le manipolazioni della ricerca per mantenere ed espandere il mercato medico saranno ancora più facili e radicali. Ci sono già denunce che mostrano come nella ricerca scientifica sui biomarkers si stia già praticando la vergognosa tecnica di fabbricare artatamente la “evidenza” ritagliando le informazioni che convengono e nascondendo quelle negative [48] e c’è chi li ha chiamati “un oscuro casino” [49].

Anche l’imaging va considerato con scetticismo come mezzo per ridurre le sovradiagnosi. Con la già vista “spregiudicatezza”, per usare un eufemismo, nel giocare con le parole, ora in medicina gli esami radiologici ed ecografici sono stati promossi a “imaging biomarkers”. L’imaging è un’altra grossa fonte di sovradiagnosi di cancro, e anche di sopravvalutazione dei benefici, spuri, delle terapie; e i suoi progressi tecnici hanno una tendenza a tradursi in un aggravamento di questi errori [50]. Inoltre con la digitalizzazione l’imaging diagnostico non riproduce immagini della realtà, come la pellicola fotografica, ma le genera al computer. Si parla ad es. di “colonscopia virtuale” tramite TAC; coi conseguenti rischi che si continui a inventare il cancro, stavolta disegnandolo col pretesto di evidenziarlo; o che lo si provochi mentre si dice di volerlo prendere in tempo [51].

C’è quindi il rischio che decostruendo la definizione di cancro, disconoscendo le attuali frontiere, si passi dalla condizione presente di annessioni indebite a una eliminazione delle frontiere, o a un loro abbassamento. L’inoculare e ingrandire il dubbio in nome del rigore è una delle tattiche dell’industria per contrastare i dati scientifici sulla cancerogenicità da inquinamento [52]. Portando alla luce un’incertezza finora rimasta occulta si può creare una situazione ancora più caotica; insinuando un allarme che giustifichi nuovi prodotti diagnostici e terapeutici senza un reale e sano rinnovamento. Non una doverosa rifondazione ma una riforma del genere di quelle a cui noi italiani dovremmo essere abituati.

Si propone anche di coinvolgere il paziente, informandolo del rischio e facendogli scegliere se e quanto sottoporsi a terapie oncologiche davanti a un esame positivo per questi ”indolentomi”; e introducendo un consenso informato per i test di screening, che esponga i rischi di danno da sovradiagnosi. Ciò va nella direzione dell’estensione del caveat emptor liberista alla medicina. Da un lato, il pubblico e i pazienti non sono informati e sensibilizzati in anticipo dei rischi della sovradiagnosi, e sono invece disinformati dalle autorità sanitarie, dagli opinion maker della medicina e dai media. I bioeticisti, che esercitano una funzione di supporto ideologico al business medico, di giustificazione e talora di propaganda alle frodi [53, 23], stanno alla larga da questo genere di temi, che contraddicono i postulati di bontà, onestà ed efficacia della medicina; mentre spaccano il capello in quattro e discettano del sesso degli angeli su questioni politically correct. Quel poco di informazione che percolerà servirà tutt’al più ad avvisare una piccola minoranza, i più accorti ed energici, o i garantiti, che sono anche i pazienti meno desiderabili per queste frodi.

Dall’altro lato si pretenderebbe che chi viene messo davanti alla prospettiva di avere la malattia che fa più paura compia scelte tecniche, a base probabilistica, su un campo complesso e viziato da distorsioni del quale non sa nulla. Già il consenso informato, il consenso in sala d’attesa o nel letto della camerata, è spesso una clausola vessatoria per il paziente, una liberatoria mascherata; difficilmente in consenso informato per gli screening avrà la forma piana [54] che sarebbe indispensabile. Sul piano etico e del diritto il rapporto medico-paziente dovrebbe essere considerato come un particolare caso di rapporto agente-principale. Il medico è l’agente che grazie alle sue competenze agisce nell’interesse del principale, il paziente; trovandosi molto spesso, come agente, in conflitto con quelli che sono i suoi interessi (di vendere più cure, acquisire maggior prestigio, etc.). Il fatto che la relazione medico-paziente sia, oltre che una relazione professionale, una relazione d’aiuto, è un altro motivo per il quale non si dovrebbe chiedere al paziente, già angosciato, di compiere lui scelte tecniche che spetterebbero al medico.

Il paziente, pur mantenendo libertà di decisione, dovrebbe recarsi dal medico affinché sia questi a dirgli se gli conviene sottoporsi a esami che comportano un rischio, se ciò che ha è un cancro oppure no, se operarsi o meno, se esporsi a terapie pesanti e cancerogene, se considerarsi sano o malato. Oltre all’area grigia delle diagnosi di cancro, più in generale l’area di incertezza sulla biologia della malattia non va dilatata a piacimento ma ridotta. Con l’ideologia del “superamento del paternalismo medico”, della “alleanza terapeutica” (espressione che proviene dalla psicoanalisi, e che si riferisce al tranfert [55]) e ora della “medicina partecipativa”, si scaricano invece sul paziente compiti e responsabilità che spetterebbero al professionista, e alla medicina stessa, a partire dalle responsabilità derivanti da frodi mediche strutturali, quelle oggi integrate nella medicina.

 

9. Il metodo scientifico in biomedicina e le leggi di Campbell e Goodhart

Appare che la revisione in corso sulla terminologia e la definizione del cancro sia uno di quei casi, frequenti anche in medicina, nei quali il potere si impossessa di critiche valide al duplice scopo di disinnescarle e di volgerle a suo vantaggio. Ne è un esempio il caso ILVA, nel quale le scorte di minerale stanno venendo sostituite da disease reservoir con l’allarme inquinamento [56].

L’aristotelismo scientista è all’opera anche qui, mediante concezioni ingenue della scienza stessa. Si favoleggia di un metodo scientifico che proteggerebbe dalle frodi. Ignorando gli annosi problemi interni, epistemologici, del metodo scientifico, del quale nelle correnti discussioni pubbliche si fa un uso sostanzialmente mitico [57]. Beffardamente, l’anatomia patologica, che si ritiene offra il gold standard per la definizione e la diagnosi di cancro, è singolarmente carente dei requisiti necessari a considerare scientifica una disciplina.

Le diagnosi anatomo-patologiche di cancro agli stadi iniziali sono in genere prive del potere predittivo derivante da studi statistici di validazione adeguati; e la variabilità diagnostica tra patologi è elevata. Tanto che alcuni sostenitori della evidence-based medicine hanno paragonato l’anatomia patologica alla critica d’arte, nella quale l’intenditore attribuisce il quadro a un autore dallo stile e dai colori [41]. Ciò nonostante, sarebbe un errore, per le ragioni dette sopra, mettere in seconda fila l’anatomia macroscopica e l’istologia come insufficienti e antiquate. Bisognerebbe invece renderle scientifiche. Ricordando il detto latino che da chi ha tradito una volta bisogna aspettarsi che tradirà ancora.

Inoltre, in una forma di sussiegoso analfabetismo [57] che vede solo la scienza e ignora la metascienza (Ziman), si dà credito alla grottesca finzione per la quale la conoscenza scientifica non sarebbe inquinata e compromessa da fattori socioeconomici. Che nel caso della ricerca biomedica odierna è come dire che siccome i bilanci aziendali sono fatti di numeri e operazioni aritmetiche e la matematica non è un’opinione allora i bilanci non possono essere falsi. Nel caso della medicina gli interessi particolari sono di dimensioni colossali, e sono così tirannici da avere trasformato la vestale del tempio in una prostituta sacra.

Davanti alle trite proteste di scientificità, alimentate e non contrastate da tante contestazioni alternative sulla scienza, converrebbe considerare sempre la ricerca biomedica, la ricerca che viene decisa dai consigli di amministrazione ed è costantemente seguita e commentata sul Wall Street Journal, anche nella sua lapalissiana dimensione socioeconomica; senza dimenticare la dimensione antropologica. Un modo per farlo relativamente alle sovradiagnosi di cancro è avere presente la morale racchiusa nelle leggi di Campbell e Goodhart [58, 59]. La legge di Campbell osserva che “Quanto più un indicatore sociale quantitativo è usato per per prendere decisioni di politica sociale, tanto più sarà soggetto a pressioni corruttive e diverrà strumento di distorsione e corruzione dei processi sociali che dovrebbe monitorare.”. Questa regola è emersa come critica alla “politica basata sull’evidenza” di Tony Blair, della stessa famiglia ideologica dell’attuale “medicina basata sull’evidenza”. Affine ad essa è la legge di Goodhart, un banchiere, che pone che qualsiasi indicatore economico scientifico cederà sotto la pressione di un suo uso per scopi di controllo dell’economia. Così che quando una misura a carattere scientifico diviene un obiettivo politico “cessa di essere una buona misura”.

Ciò è avvenuto anche in medicina – ormai parte integrante e importante dell’imprenditoria e della finanza – per i criteri per diagnosticare precocemente il cancro. I metodi di diagnosi – già in sé stessi poco scientifici – sono stati sovraccaricati dalle pressioni economiche e hanno ceduto, e sono diventati essi stessi patologici. Sono divenuti, da custodi, strumento di corruzione. Oltre alla overdiagnosis e allo overtreatment, bisognerebbe considerare anche l’overburden, il sovraccarico dell’economia sui metodi di diagnosi e sull’intera oncologia. Un sovraccarico sulla definizione di cancro e sulla ricerca oncologica che va rimosso perché le deforma fino a stravolgerle. La scienza forse è prometeica, è amica dell’uomo come la raffigura la statua al Rockefeller Center a New York, di Prometeo che dona il fuoco agli uomini, mentre bambini e adulti pattinano sulla pista sottostante. Ma non bisognerebbe scambiarla con la statua di Atlante, che nello stesso centro regge il mondo, di fronte alla cattedrale di San Patrizio. La scienza non ha le spalle così larghe.

 

10. Quando cercare di curare è meglio che cercare di prevenire

L’intrusione nella ricerca sul cancro di fattori extra-scientifici antropologici ed economici, e la loro commistione con gli aspetti tecnici, dovrebbero invece essere esplicitamente messi in conto. Abbandonando il mito rassicurante di un invincibile metodo scientifico; un san Giorgio in grado di uccidere qualsiasi drago. Il metodo scientifico non è molto efficace contro la malignità umana, che può essere peggiore del cancro, e più insidiosa. Invece di scrollarsi di dosso l’aristotelismo scientista, si coltiva una scolastica scientista sofisticata ma deteriore. L’opzione della prevenzione secondaria è divenuta un dogma; mantenuto, come hanno fatto i seguaci di Aristotele dal Medioevo in poi, anche contro l’evidenza, e con argomenti ad baculum.

Errare è umano, e anche perseverare nell’errore è molto umano. Ma non è scientifico. Tanto più se l’errore ha una componente dolosa. Le sovradiagnosi sono una conseguenza, desiderata dal business, del programma di lotta al cancro basato sulla diagnosi precoce. L’esperimento non è riuscito. Il bilancio danni/benefici – già discutibile in sé – è andato in rosso in analisi formali sugli screening più importanti. Si è creata una situazione dove il responsabile scientifico dell’American Cancer Society afferma sul New York Times che studi scientifici mostrano che che l’attuale screening della prostata ha una probabilità 50 volte maggiore di rovinarti la vita che di salvartela; e una professoressa universitaria di medicina spiega perché rifiuta di sottoporsi allo screening mammografico, nonostante risulti tra le categorie a rischio secondo i protocolli ufficiali [60]. Oggi oltre al cancro c’è da temere quello che la medicina ci offre contro il cancro. Tra l’altro, gli esami radiologici usati negli screening comportano un rischio cancerogeno; la prevenzione clinica può provocare ciò che dice di voler evitare. I risultati dei programmi di screening sono lontani da quelli sperati, e a volte sono l’opposto; hanno prodotto una situazione dove il medico rappresenta un pericolo non meno che un aiuto. L’assenza di un ubi consistam facilita la moltiplicazione della spesa rendendo il cancro un’entità vaga [61], molle e sfuggente, modellabile come la creta, che si può adattare a prodotti sempre nuovi, con miglioramenti immaginari o minimi e asintotici, e una forbice tra costi e efficacia che si allarga.

Si può discutere a lungo sulla effettiva natura e le vere cause dei miglioramenti parziali presentati dalle statistiche epidemiologiche [62]. Ma di cancro, di cancro autentico, si continua a soffrire e morire, e gli screening alla “guerra al cancro” hanno dato non la vittoria, ma, con le sovradiagnosi, un aumento del cancer burden, il carico di cancro. Anche quest’altro overburden, sulla popolazione, va considerato. Dopo 30 anni di questa strategia, i nostri politici, bipartisan, continuano a sostenerla e rafforzarla come “nuovo modello di difesa della salute”.

Tanto sul piano scientifico che su quello socioeconomico si dovrebbe considerare di non credere ulteriormente al dogma di questa “prevenzione”. Ai nostri giorni, sia per ragioni tecniche (e a fortiori se la distinzione scientifica tra cancro e non cancro fosse davvero così problematica come si sostiene), sia per ragioni socioeconomiche, non bisognerebbe più affidarsi, aristotelicamente a occhi chiusi, al vecchio adagio del medico di Cronin che un oncia di prevenzione vale meglio di una tonnellata di cure [63].

Abbandonando la strategia di dare la priorità agli screening non solo si eviterebbero le relative frodi; si semplificherebbero la definizione scientifica e la diagnosi di cancro. Oggi si chiamano diagnosi, o diagnosi “precoci” quelle che sono in realtà etichette arbitrarie; e che dovrebbero chiamarsi “diagnosi premature” o predizioni, come detto. La previsione scientifica in biologia e la prognosi in medicina spesso sono difficili e aleatorie anche quando si hanno maggiori dati a disposizione. In questo caso si dovrebbe predire lo sviluppo di un’entità la cui costituzione non è del tutto nota, e che potrebbe non consentire tale predizione, almeno nei termini oggi dati per scontati. Togliere la priorità al programma degli screening eviterebbe di concentrarsi nella pratica e nella ricerca su quella che attualmente è una forma di divinazione. Se si pretende che la medicina faccia la sibilla, non c’è poi da meravigliarsi del carattere sibillino dell’attuale diagnostica tumorale. Curare è meglio che tirare a indovinare.

A questo punto si dovrebbe tornare a puntare primariamente sulla prevenzione vera, quella che riduce l’esposizione ai cancerogeni; e puntare a tagliare la testa al toro, ovvero a curare il cancro quando si presenta; un campo dove nonostante i soldi spesi, nonostante il progresso tecnologico generale, si è ancora al “caro babbo” quanto a risultati terapeutici. Non andrebbe dimenticato che esistono anche i cancri veri; ma nell’assetto attuale conviene mantenerli non guaribili, sia per vendere terapie farmacologiche antitumorali sempre nuove a prezzi elevati – che sono arrivati per certi prodotti allo stesso ordine di grandezza di quello dei prezzi delle case – sia per continuare l’espansione dell’intero mercato del cancro, sia per non perdere lo spauracchio necessario per spingere verso gli screening, e moltiplicare così il numero dei pazienti. Prima che la scienza, bisognerebbe ritrovare la decenza, il senno che quel patologo ha commentato essere stato perso dai suoi colleghi chiamando cancro ciò che non lo è.

 

11. La politica reale sulla sovradiagnosi

Ma è utopico aspettarsi un ritorno all’onestà scientifica, all’onestà linguistica, e all’onestà tout court, dato quello che sta avvenendo in realtà. La frode e i falsi positivi sono stati istituzionalizzati, e sono divenuti parte di uno dei pilastri dell’economia. Discorsi del genere di quello presentato qui non verranno presi in considerazione, se non in negativo. La dottrina ufficiale sul cancro non ammette deviazioni. Ora si è fatta questa apertura, a ragion veduta, anche per non esporre troppo il fianco alle critiche, e trasformandole in un’ulteriore opportunità di profitto. Chi ha denunciato le sovradiagnosi e le loro conseguenze anni fa è stato censurato e attaccato. Come per la Chiesa, si finisce al rogo oppure acclamati sostenendo le stesse cose, a seconda del periodo storico. Inoltre la verità ufficiale sul cancro varia a seconda dei mercati; e quella che in USA fa da freno a un’espansione economica troppo esuberante, che rischia di diventare insostenibile, non può essere diffusa allo stesso modo in Italia, dove c’ è ancora tanto da mietere e dove la reazione del pubblico potrebbe essere diversa.

Come minimo il pubblico dovrebbe essere informato. Informato che oggi a una diagnosi di cancro, se ottenuta con screening o per reperto incidentale, in una larga percentuale di casi non corrisponde un cancro autentico; mentre reali saranno le pesanti terapie a cui la persona verrà sottoposta dopo che gli è stata attaccata dall’ufficialità l’etichetta di malato di cancro. Informato che per la maggior parte degli screening i danni derivanti dal sottoporvisi sono molto più certi dei benefici, a livello di popolazione, e sono più probabili a livello individuale; che termini come lesione pre-cancerosa, carcinoma in situ, displasia, neoplasia intraepiteliale, etc. ; e anche in alcuni casi carcinoma [20] o sarcoma ben differenziati, e perfino in certe limitate situazioni descrizioni di neoplasia aggressiva, sono o possono essere diagnosi commerciali, infedeli e truffaldine. Informato che quello che ha visto con gli interventi chirurgici senza indicazioni della S. Rita è solo una versione grezza e artigianale, l’iniziativa di alcuni balordi sgradita agli stessi grandi interessi sul cancro, di una situazione ubiquitaria e istituzionalizzata [64]; l’introduzione dello screening per il cancro del polmone, supportata anche dagli allarmi sull’incremento di questa patologia per inquinamento [56], renderanno legali, in una veste elaborata, interventi di chirurgia toracica come quelli che si facevano alla S. Rita.

La soluzione del problema dovrebbe essere scientifica, e non sarebbe terribilmente difficile ottenere degli adeguati cutoff, dei limiti convenzionali ottimali, tra cancro e non cancro. Ma il problema è solo secondariamente scientifico, perché l’economia liberista ha bisogno di frodi come queste per restare in piedi. La definizione e diagnosi di cancro sono dunque un problema politico. Occorrerebbe che la politica se ne facesse carico. Oggi il potere è altrove e più in alto della classe politica. I rappresentanti politici eletti dal popolo dovrebbero servire come barriera alle prevaricazioni delle grandi forze che plasmano i destini dei popoli e degli individui; non esserne gli esecutori. Il caso delle sovradiagnosi conferma ciò.

Non ci sono sulla scena forze politiche di opposizione vera, che diffondano queste informazioni ai cittadini e portino il problema in sede legislativa e di governo. I “di sinistra” ora parlano di “Ottobre rosa” (epigrafe). Uno slogan commerciale ottenuto attingendo ai loro miti passati, che porta, insieme ad altre notizie [65] a chiedersi quanto distanti siano moralmente dal milieu berlusconiano delle papi girl; sul quale gli italiani si gingillano anziché occuparsi di argomenti politici seri. Di roseo non ci sono che, per gli investitori [66], le previsioni degli analisti finanziari sulla crescita economica del cancro. In USA la spesa sul cancro continua a crescere, a un tasso maggiore che in altri settori della medicina. Si prevede che sarà aumentata del 39% nel 2020 [67]. Gli italiani ignorano la necessità, in un mondo tecnologico sofisticato e insidioso, di aggregarsi e darsi istituzioni politiche proprie, non preconfezionate dall’alto (tra le quali va incluso anche il dissenso verboso, superficiale, dittatoriale e paralizzante di Grillo [68]).

I governanti, al servizio dei poteri forti, invece non stanno in “idle”. Il governo Letta nella Nota di Aggiornamento al recente Documento Economico Finanziario prevede di de-finanziare la sanità pubblica e di restringerne le prestazioni; cioè di costringere i cittadini a rivolgersi alle assicurazioni e alla sanità private. Allo stesso tempo, nel documento si stabilisce di potenziare i servizi di prevenzione [69]. Cioè non solo meno risorse per la sanità pubblica, ma anche impiego di parte delle risorse residue nelle procedure inutili e iatrogene esposte qui. Una sanità pubblica menomata e al servizio delle forme peggiori di business. La regressione dell’Italia, il metterla in posizione di arretratezza economica, sociale e culturale probabilmente comprende anche la sostituzione dell’economia reale con l’economia surrogata e fraudolenta della quale la frode medica strutturale e il cancro simulato sono importanti esempi.

E, indipendentemente dai governi, con grande abnegazione e spirito di servizio, politici, amministratori e dipendenti pubblici, magistrati, forze di polizia, si spogliano dell’onore e della dignità – o degli omologhi vestigiali che la Natura e l’educazione ricevuta gli hanno dato – e si impegnano per trasformare il dissenso tecnico in marginalità e devianza, censurando, boicottando, screditando, tentando di intimidire e provocare chi presenti analisi come questa, rendendogli la vita impossibile. Reati e infamie commessi per proteggere le infamie e i reati delle frodi sul cancro.

 

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Note

 

1. Welch H.G. Black W.C. Overdiagnosis in cancer. JNCI, 2010. 102: 605.

2. Lundberg G. What is and is not Cancer? Medscape, 29 agosto 2013.

3. Cosmacini G. Sironi V. A. Il male del secolo. Per una storia del cancro. Laterza, 2002.

4. Kaplan R. M. Disease, diagnoses, and dollars. Copernicus Books, 2009.

5. Sovradiagnosi. https://menici60d15.wordpress.com/sovradiagnosi/ .

6. L.J. Esserman et al. Overdiagnosis and overtreatment in cancer. An opportunity for improvement. JAMA 29 lug 2013.

7. Gotzsche P.C. Mammography screening. Truth, lies and controversy. Radcliffe, 2012.

8. Heleno B et al. Quantification of harms in cancer screening: literature review. BMJ, 16 set 2013.

9. The failure of cancer medicine? Lancet, 9 feb 2013.

10. Nelson. R. PSA screening does more harm than good, says new analysis. Medscape 29 set 2013

11. Sos cancro nei bambini e sovradiagnosi. https://menici60d15.wordpress.com/2008/12/17/sos-cancro-nei-bambini-e-sovradiagnosi/.

12. Lo sfruttamento del bias da sovradiagnosi in oncologia. https://menici60d15.wordpress.com/2011/11/25/lo-sfruttamento-del-bias-da-sovradiagnosi-in-oncologia/ .

13. Parker-Pope T. Scientists urge narrower rules to define cancer. NY Times, 7 lug 2013.

14. Aliferis L. Cutting down on cancer overdiagnosis: national panel weighs in. The California report, 29 lug 2013.

15. La svolta: “Cambiamo la definizione di cancro” Corriere della Sera, 30 lug 2013.

16. G. Lundberg. What is and is not Cancer? Lundberg G.D. Medscape, 29 ago 2013.

17. O’Callaghan, T. If it isn’t life-threatening, don’t call it cancer. New Scientist, 12 ago 2013.

18. J.C.E. Underwood. Introduction to biopsy interpretation and surgical pathology. Springer-Verlag, 1987.

19. Wheeler T. Immunohistochemistry: when do we have too much of a good thing? Medscape, 6 mag, 2010.

20. Sovradiagnosi I. Come la medicina nuoce. https://menici60d15.wordpress.com/2012/04/12/sovradiagnosi-i-come-la-medicina-nuoce/ .

21. Wootton D. Bad medicine. Doctors doing harm since Hippocrates. Oxford University Press, 2006.

22. La UE come mostro adescatore. La proibizione agli stati nazionali di presentare argomenti scientifici. https://menici60d15.wordpress.com/2012/03/15/la-ue-come-mostro-adescatore-proibizione-agli-stati-nazionali-di-presentare-argomenti-scientifici/ .

23. Gli strani “compagni di letto” di Ingroia. https://menici60d15.wordpress.com/2013/02/13/gli-strani-compagni-di-letto-di-ingroia/ .

24. Adorno T. W. Stelle su misura. Einaudi, 1975.

25. Pinto G. Storia della medicina in Roma al tempo dei re e della repubblica; investigazioni e studi. Tipografia Artero, 1879.

26. Medawar P.B, Medawar J.S. Da Aristotele a zoo. Dizionario filosofico di biologia. Mondadori, 1983.

27. Ziman J. Real science. Cambridge University Press, 2000.

28. Zahl P. et al. Results of the Two-Country trial of mammography screening are not compatible with contemporaneous official Swedish breast cancer statistics. Dan Med Bull, 2006. 53: 438.

29. La corruptio optimi nel liberismo. Le linee guida cliniche e il decreto Balduzzi. https://menici60d15.wordpress.com/2012/10/21/la-corruptio-optimi-nel-liberismo-le-linee-guida-cliniche-e-il-decreto-balduzzi/.

30. L’irresponsabilità della medicina in franchising. https://menici60d15.wordpress.com/2012/11/30/lirresponsabilita-della-medicina-in-franchising/ .

31. Bozzi P. Fisica ingenua. Garzanti, 1990.

32. Zito R. Il cancro della disinformazione (e viceversa). In: Manale di disinformazione. Ballardini B. Castelvecchi, 1995.

33. Il salasso ieri e oggi. La sinergia tra malattia e terapia. https://menici60d15.wordpress.com/2012/01/15/il-salasso-ieri-e-oggi-la-sinergia-tra-malattia-e-terapia/ .

34. McClellan III J.E. Dorn H. Science and technology in world history. An introduction. JHU press, 2006.

35. Raffle, A.E. Muir Gray J. A. Screening: evidence and practice. Oxford University Press, 2007. Citato in: Wennberg J.E. Tracking medicine. Oxford University Press, 2010.

36. Dittatura a stampo e medicina. https://menici60d15.wordpress.com/2012/01/23/dittatura-a-stampo-e-medicina/ .

37. Foucar E. Carcinoma-in-situ of the breast: have pathologists run amok? Lancet, 1996. 347: 707.

38. Spiegelhalter D.J. Understanding uncertainty. Ann Fam Med, 2008. 6: 196.

39. Crevatin F. Terminologia, traduzione, cultura. In: Manuale di terminologia. A cura di M. Magris et al. Hoepli, 2002.

40. Bell K, Ristovski-Slijepcevic S. Cancer survivorship: why labels matter. J Clin Oncol, 2013. 31: 409.

41. Pathology as art appreciation. Bandolier. Evidence-based health care, 1997. Vol. 4 issue 3.

42. Grogan K. Nearly 1000 cancer drugs in development in USA. Medscape, 1 giu 2012.

43. Riflessioni e divagazioni sulla scelta dei nomi. https://menici60d15.wordpress.com/2011/05/04/riflessioni-e-divagazioni-sulla-scelta-dei-nomi/ .

44. La convergenza di mafia e antimafia. Pizzo mafioso e pizzo di Stato. https://menici60d15.wordpress.com/2013/09/08/la-convergenza-di-mafia-e-antimafia-pizzo-mafioso-e-pizzo-di-stato/.

45. La disinformazione circolare sulle cause di malattia. https://menici60d15.wordpress.com/2012/09/21/la-disinformazione-circolare-sulle-cause-di-malattia/ .

46. Il rimprovero della maitresse. In: Sovradiagnosi II. Parodia e antiomeostasi nella medicina commerciale. https://menici60d15.wordpress.com/2012/07/07/sovradiagnosi-iii-parodia-e-anti-omeostasi-nella-medicina-commerciale/.

47. Oltre 580000 test l’anno in Italia, boom di analisi sui tumori. ADNkronos salute, 25 set 2013.

48. Biomarkers in cardiovascular medicine. The shame of publication bias. JAMA, 22 apr 2013.

49. West H. J. What molecular markers to order in non-small cell lung cancer? It’s a murky mess! Medscape, 28 mar 2010.

50. Hogan M. Better imaging doesn’t always mean better diagnosis, expert says. Medscape, 13 dic 2010.

51. Brownstein J. Long D. Will virtual colonscopy detect colon cancer or give it to you? ABC news, 20 mar 2019.

52. Michels D. Doubt is their product: how industry’s assualt on science threatens your health. Oxford University Press, 2008.

53. La fallacia esistenziale nel dibattito bioetico sulle staminali. https://menici60d15.wordpress.com/2011/10/22/la-fallacia-esistenziale-nel-dibattito-bioetico-sulle-staminali/ .

54. Voler guarire senza essere malati. https://menici60d15.wordpress.com/2011/10/30/voler-guarire-senza-essere-malati/ .

55. I giornalisti e il mal di schiena. https://menici60d15.wordpress.com/2011/04/21/i-giornalisti-e-il-mal-di-schiena/ .

56. ILVA. Dal cancro nascosto al cancro inventato. https://menici60d15.wordpress.com/2013/05/21/ilva-dal-cancro-nascosto-al-cancro-inventato/.

57. Bauer M. Scientific literacy and the myth of scientific method. University of Illinois Press, 1992.

58. Campbell’s law. Wikipedia.

59. Goodhart’s law. Wikipedia.

60. Bewley S. The NHS breast screening programme needs independent review. BMJ, 25 ott 2011.

61. La vaghezza del cancro. In: ILVA. Dal cancro nascosto al cancro inventato. Cit.

62. Nicotri P. Lotta al cancro: la scienza ha fatto progressi con le statistiche. Blitz quotidiano, 3 set 2012.

63. Cronin, A.J. Le chiavi del regno, 1941.

64. Cerca “S. Rita” in: https://menici60d15.wordpress.com/ .

65. Teolato L. Regione Lazio, il nuovo consulente è Pellegrino. Legale del PD e di Angelucci. Il Fatto quotidiano, 6 ott 2013.

66. Apolone et al. A new anti-cancer drug in the market: good news for investors or for patients? Eur J Cancer, 2008. 44: 1786.

67. Nelson R. Cancer care in crisis, says IOM report. Medscape, 15 set 2013.

68. Il grillismo al servizio del capitalismo predatorio. https://menici60d15.wordpress.com/2013/02/17/il-grillismo-al-servizio-del-capitalismo-predatorio/ .

69. Bellelli A. Servizio sanitario sostenibile: la sanità ‘elettiva’ è utopia o realismo? Il Fatto quotidiano, 23 set 2013.

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2 dicembre 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Abati “Uranio impoverito, carabiniere malato di tumore. Tar: “Piena responsabilità Stato” “

Il carcinoma papillare della tiroide non è “una patologia gravissima” come scrivono i giudici: la prognosi è molto buona. Il carcinoma papillare della tiroide è tra le alterazioni che oggi si riconosce essere sovradiagnosticate. La sua incidenza è esplosa con l’uso dell’ecografia. E’ una di quelle alterazioni che più le si cerca, più le si trova; si dice infatti che la sovradiagnosi sia dovuta a “zelo” diagnostico. Per arginare il boom di diagnosi si è anche proposto di cambiargli il nome, per le lesioni di piccole dimensioni: da cancro a micro PLIC (micro papillary lesion of indolent course).

I noduli diagnosticati come carcinoma papillare della tiroide si presentano più frequentemente tra i 20 e i 40 anni. Mettendo da parte questo particolare caso, una diagnosi di carcinoma papillare della tiroide è il modo adatto per spillare soldi dei contribuenti e goderseli, dichiarandosi vittime dell’uranio impoverito, sfruttando lo zelo di magistrati e medici. La diffusione di notizie del genere si rifletterà inoltre negativamente sulla popolazione civile, favorendo il business della sovradiagnosi. La guerra è stupida, la guerra è il ladrocinio che si fa violenza, e questa è una delle sue bave.

Morris LGT et al. The increasing incidence of thyroid cancer: The influence of access to care. Thyroid, 2013. 23: 885.

Brito JP. Too much medicine. Thyroid cancer: zealous imaging has increased detection and treatment of low risk tumours. BMJ, 2013. 347: f4706.

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4 gennaio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Madron “Ricercatrice negli Usa, torna in Italia: “Ora dirigo un team in modo autonomo”

Sul NY Times del 29 dic 13 l’articolo “Breast Cancer Screenings: What We Still Don’t Know” spiega come “un programma di screening che dà falsi allarmi su circa metà della popolazione è oltraggioso”. Una lettera del 1 gennaio 2014 sul JAMA parla del dolore cronico che si instaura in una quota delle mastectomizzate. Su Il Fatto invece a segnare l’inizio per il 2014 della litania sul cancro della mammella è una gustosa notizia alla “Amici di Maria De Filippi” sulle “bionde che pensano” che vanno su e giù da Milano agli USA; e che, mentre si parla di carriere, vi rifilano concetti come l’introduzione di nuovi test per diagnosticare ancora più prontamente il cancro della mammella, quando già oggi c’è un vergognoso problema di sovradiagnosi. Buona visione. I commentatori paventano la ripartenza della attraente scienziata; ma trascurano che per certi business come l’industria del cancro basata sul marketing e sulla disinformazione, l’Italia è l’America.

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25 settembre 2014

Blog de il Fatto

Commento al post di D. G. Gessa ““Effetto Angelina Jolie”, in Uk raddoppia ricorso a screening per il cancro al seno”

Angelina e Susanna

“Avvicinandosi i 50 anni, con una storia familiare di cancro della mammella (nonna, zia e sorella) e fattori di rischio (gravidanza tardiva, basso numero di figli, obesità) ho dovuto considerare lo screening mammografico. E’ naturale temere il cancro e il suo trattamento; ed è comprensibile pensare “meglio stare sul sicuro”: che la promessa di una diagnosi precoce possa migliorare la probabilità di vivere e di stare in salute.

Ho rifiutato però l’offerta dello screening, perché il programma di screening del NHS [SSN inglese] non stava dicendo tutta la verità. […] I benefici erano esagerati, i rischi taciuti.” [Ad un’analisi dei dati disponibili appare che] i benefici dello screening sono marginali, nel migliore dei casi. […] Alle donne non è stata detta la verità sulle gravi riserve sullo screening. Milioni di donne sono passate per la catena di montaggio dello screening per il tumore della mammella inconsapevoli dei problemi, delle critiche, e del rischio reale in termini quantitativi.”

(Susan Bewley, professor of complex obstetrics, Division of Women’s Health, King’s College, London. The NHS breast screening programme needs independent review. British Medical Journal, 25 ott 2011).

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8 novembre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post di B. Longo “Grazie a Umberto Veronesi milioni di donne possono evitare radicali mutilazioni al seno”

4 aprile 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Di Grazia “Medici o stregoni? Chi ci mette al riparo dai ciarlatani?

Ci sono ciarlatani come quelli smascherati da Striscia la notizia; e ci sono i grandi corruttori come Berlusconi, che produce la trasmissione che smaschera i piccoli ciarlatani. Ieri sera Report ha mostrato un imprenditore siciliano, dirigente di Confindustria, paladino della lotta al pizzo, ora indagato per collusioni con la mafia. Ci sono i ciarlatani classici come Hamer; e, a proposito di melanoma, c’è una medicina ufficiale che mentre addita (ma non troppo) i ciarlatani come Hamer, sovradiagnostica in massa il melanoma; un cancro la cui incidenza apparente è andata alle stelle negli ultimi anni. Così che sembra esserci un epidemia. C’è piuttosto “un epidemia di diagnosi di melanoma”: si è preso a chiamare melanoma anche alcune lesioni pigmentate che non sono cancro, con un notevole incremento del business (V. Melanoma. In: Welch et al. Overdiagnosis. Making people sick in the pursuit of health. Beacon press, 2011. capitolo 5. Tradotto in italiano da Il Pensiero Scientifico).

@ Powers of Ten. Quella che riporti è la versione propagandistica e giustificativa di routine delle sovradiagnosi di melanoma: colpa dei pazienti, e comunque meglio andare sul sicuro. L’autore che cito racconta che anche lui pensava che tra le varie sovradiagnosi di cancro questa avesse limitate conseguenze negative; e come un dermatologo gli abbia fatto notare che togliere una losanga di cute, a volte dalla faccia, la falsa etichetta di malato di tumore di uno dei cancri più aggressivi, la susseguente sorveglianza, non sono cose da poco. Le statistiche indicano che questo eccesso di zelo, mentre sottrae indebitamente denaro dei contribuenti a scapito di cure utili, non ha ridotto la mortalità per melanoma nella popolazione. Ha migliorato la “sopravvivenza” dei diagnosticati, come è ovvio avvenga se si diagnostica una malattia che non c’è. Artefatto che viene spacciato per evidenza di successo.

@ Powers of Ten. “Una sovradiagnosi non va confusa con un falso allarme: nei falsi allarmi ai pazienti si dice che non hanno il cancro, e non vengono trattati; ai pazienti che sono sovradiagnosticati si dice che hanno il cancro e quindi li si tratta”1. Gli screening causano anche falsi allarmi; ma tu confondi, e neghi che vi sia il problema, diverso e più grave, delle sovradiagnosi: non-cancri che sono dichiarati cancro. E’ la sovradiagnosi che ha fatto sì che il melanoma sia il tumore la cui incidenza risulta essere cresciuta più di qualsiasi altro tumore. In USA e in Europa l’incidenza si è triplicata in 20 anni.

Una settimana fa un articolo su Il Fatto citando i NAS ha spiegato la differenza tra “adulterazioni”, “sofisticazioni”, “falsificazioni”, “contraffazioni”, “italian sounding” nelle frodi sull’olio di oliva. Per le diagnosi di cancro invece vige un candore bambinesco. Si nega che possano esistere manipolazioni, e se costretti si interviene a loro difesa; anche facendo i finti tonti e cercando di confondere tra fattispecie diverse. L’atteggiamento da scienziato galileiano, esercitato con voce grave sulle assurdità di Hamer o Simoncini, è sostituito da un’apparente ottusità (il tono resta sostenuto). Un’ottusità che viene rispettata e protetta, anche da chi persegue i piccoli imbroglioni di Striscia e dell’olio di oliva.

1 Welch HG Less medicine, more health. Beacon Press, 2015.

@ Powers of Ten. No, non sempre si viene a sapere “se era effettivamente melanoma o no” col vetrino e le colorazioni. La diagnosi istologica di melanoma può essere falsamente positiva; e ciò può accadere di routine, per come è [artatamente] impostata la dottrina, non per un deficit di capacità del patologo 1.

Sull’idea che sia un bene scoprire alterazioni morfologiche (o di laboratorio) clinicamente silenti la rimando al libro citato di Welch del 2015, che spiega al pubblico come tale ragionamento, all’apparenza indiscutibile, sia invece fallace e pericoloso. L’autore, un medico universitario, porta vari esempi, incluso l’uso della RMN. La RMN dà es. seri problemi di attendibilità, che vengono più sfruttati che contrastati, nella sclerosi multipla; e nella progressione dei gliomi ad alto grado (dove si parla di “pseudorisposta” e “pseudoregressione”). Del suo caso personale non so dirle nulla. Al pubblico, e agli addetti istituzionali onesti, bisognerebbe dire che l’imaging, e gli esami ad alta sensibilità, hanno un ruolo importante nelle sovradiagnosi, potendo generare facilmente falsi positivi. Ai pazienti dovrebbero dirlo i medici: già nel 1994 un editoriale del NEJM faceva presente ai medici che la prescrizione “per sicurezza” di esami di RMN può “mettere in moto una serie di interventi medici sconsiderati”.

1 Foucar E. Debating Melanocytic Tumors of the Skin: Does an “Uncertain” Diagnosis Signify Borderline Diagnostic Skill? Am J Dermatopathol, 1995. 17: 626.

@ Powers of Ten. Questo è panglossismo medico: descrivere in termini positivi le carenze fraudolente della medicina. Come chi lodasse l’oste che annacqua il vino perché evita ai suoi clienti l’ebbrezza alcolica. O e’ molto “buono” o e’ socio del’oste ….

@ Powers of Ten. Eh sì, il problema della distorsione e dell’ingarbugliamento dei già complessi problemi medici è un po’ complicato …

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9 dicembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Franco “Agenzia del farmaco, non è permesso accedere agli atti sui rimborsi spese del presidente Melazzini”

Virus 1953: Ma, fare un esposto alla Corte dei Conti?

@ Virus 1953: La Corte dei Conti ha appena chiesto 400000€ a Susanna Fiorini, l’infermiera condannata per aver falsificato referti di test di screening del tumore del colon, per “lesione della fede pubblica” e “avere diffuso allarmismo e sfiducia nelle istituzioni”. Ma nessuna Procura o Corte dei Conti vede quanto sono falsi e ingannevoli i messaggi sia istituzionali sia di privati per indurre a sottoporsi agli screening es. per il cancro della mammella, millantando benefici e tacendo dei rischi e di probabili bilanci sfavorevoli* (né la propaganda per quello del colon è esente da manipolazioni**). La Corte dei Conti non appare diversa da altre giurisdizioni che in campo medico coonestano il frame ufficiale, calcando la mano, omettendo e favorendo la censura. Di figure come Melazzini non bisognerebbe occuparsi applicando il sistema che è stato attribuito al Procuratore di Palermo Scaglione: guardare la minuzia, cioè quello che forse potrebbe intascare coi rimborsi (come in effetti si è già visto col rimborso forfettario in reg. Lombardia), e lasciare indisturbato il grosso, ovvero ciò che fa intascare alle case farmaceutiche a danno dell’erario; e della tutela della salute.

*Keen JD Jorgensen KJ. Four principles to consider before advising women on screening mammography. J Women’s Health, 2015. 24:867.
**Horgan J. Why I won’t get a colonscopy. Sci Am 12 mar 2012.

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20 aprile – 5 maggio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Bauducco “Ivrea, Roberto Romeo risarcito per malattia professionale: “Ho usato il cellulare per 15 anni: ora non sento più dall’orecchio destro” “

Gli esperti sanno che “il cancro più lo si cerca più lo si trova”: si trovano lesioni non maligne o a bassa malignità che vengono sovradiagnosticate e sovratrattate. Ciò vale anche per il tessuto nervoso. Es. i gliomi a basso grado trovati incidentalmente investigando cefalee o traumi cerebrali. Con de

8 novembre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post di B. Longo “Grazie a Umberto Veronesi milioni di donne possono evitare radicali mutilazioni al seno”

cisioni definite “controverse”, per queste lesioni clinicamente silenti e indolenti si sta passando dal “wait-and-see” a chirurgia, chemio e radio. C’è perfino chi propugna lo screening per i gliomi, una proposta che fa il paio con l’andare ad attaccarsi allo schwannoma vestibolare pur di dire che i cellulari causano tumori cerebrali. La sentenza, che arbitrariamente associa il cellulare, oggetto comune, all’immagine, resa familiare dai film, dei tumori cerebrali aggressivi, favorisce il business dei sovratrattamenti. Fa sì che accostandolo all’orecchio il cellulare vi immetta la pulce del cancro. Mentre i danni sociali della cultura dello smartphone e le pratiche da filibustieri delle compagnie per sfilare soldi non vengono discusse, i magistrati applicano una lente ingrandente e danno credibilità al rischio implausibile e non dimostrato dei tumori cerebrali da telefonino. Aumentano così l’incertezza invece di ridurla, e lanciando allarmi servono interessi che invece andrebbero contrastati; in campo medico incappano spesso in queste sfortune. La sentenza-spot dovrebbe far temere più che altro di non finire privati senza ragione di una cucchiaiata di cervello.

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30 settembre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di V. Langher “‘È depressa’, invece ha il cancro. Quando è il medico ad aver bisogno di aiuto”

Può accadere che un cancro sia erroneamente diagnosticato come depressione (il cancro del pancreas in particolare). La consigliera dell’ordine degli psicologi evidenzia questa trave nell’occhio altrui. Ma non guarda al pilone da viadotto appenninico che è nell’occhio di chi lancia questo genere di allarmi tacendo il caso opposto, diversi ordini di grandezza più frequente: dove una depressione facilita la falsa diagnosi di cancro. Per un carcinoma metastatico della mammella non diagnosticato e scambiato per depressione, quante donne hanno un falso positivo di cancro della mammella essendosi sottoposte per depressione ad accertamenti? Il tasso di sovradiagnosi per gli screening per il cancro della mammella è stimato sul 30%-50%. Gridando solo a Scilla, cancro scambiato per depressione, si aiuta Cariddi, la depressione che favorisce l’etichettare e trattare sani come malati di cancro, lucrosamente e in massa. Gli psicologi dovrebbero parlare al pubblico della malattia come “surrogate complaint” nel mondo attuale: di come venga incoraggiato l’esprimere una sofferenza morale in termini di malattia organica. Ciò, e la propaganda a senso unico sui falsi negativi, favoriscono i falsi positivi, con l’abbandono delle incertezze della clinica in favore di percorsi diagnostici e biomarkers in realtà tarati per il profitto. “Il sistema impone” ai medici di creare pazienti; anche a favore della psico-oncologia.

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28 novembre 2017

Blog de il Fatto

Commento al post “Grande Fratello Vip, il ministro Lorenzin: “Malgioglio testimonial per campagna sul melanoma””

Il melanoma vero, tumore molto aggressivo, non è “dovuto ai nei”. Malgioglio parla del melanoma commerciale, un falso tumore ottenuto disinformando, e sfruttando con campagne di marketing le paure degli ipocondriaci che possono essere sensibili a figure come la sua. La conseguenza della disinformazione e propaganda su nei e melanoma è stata una epidemia di diagnosi di melanoma, senza miglioramenti nella mortalità. Si muore come prima, per il melanoma vero, e si sono moltiplicati i malati, trasformando in malati di cancro persone sane, per fare soldi. Uno studio sulle infermiere americane ha mostrato che con la storia che il melanoma “si combatte con la prevenzione” (Lorenzin) il rapporto diagnosi di melanoma-in-situ/diagnosi di melanoma invasivo è aumentato di 12 volte in 30 anni, e oggi si è invertito. E’ invertito anche il profilo epidemiologico per età. Se con la “prevenzione” si intercettassero lesioni pre-maligne, ci si dovrebbe aspettare che questi cancri “presi in tempo” vengano diagnosticati in persone più giovani di quelle alle quali viene diagnosticato il melanoma invasivo. Invece dallo studio si è visto che le diagnosi di lesione in situ erano su soggetti più anziani di quelli con il melanoma invasivo. E’ invertito anche il ruolo del ministro della “salute”, che invece di tutelare la salute fa ingannare e inganna i cittadini a danno della salute.

@ enzolabarbera. Il discorso sulla “prevenzione” dei tumori tramite screening e monitoraggio, che riguarda frequenze di casi in una popolazione, è diverso da quello sui casi singoli. Né tanto meno si possono discutere casi singoli su un blog. Ma quello che riferisci non è affatto in contraddizione con quanto scrivo, né col sistema commerciale del quale la “prevenzione” del melanoma è uno degli aspetti.

@ otra vez. Lo dicono in molti che c’è un’epidemia di sovradiagnosi di melanoma. Es., dopo averlo mostrato in uno studio, Welsh, che riporta anche il parere di un dermatologo onesto all’obiezione che l’escissione “prudenziale”- in realtà, estrema – abbia conseguenze lievi: “He pointed out that sometimes the surgery is more major, particularly on the face, and involves skin grafts and flaps. And he reminded me that the subsequent surveillance, looking for a second melanoma in patients who have already had one, makes some patients extremely anxious.”. Inoltre studi mostrano che la diagnosi dello spettro diagnostico tra displasia moderata e invasività precoce non è né riproducibile né accurata. Dalle fisime alla Malgioglio si può finire a ricevere senza motivo terapie pesanti; e costose. Si riporta che sovratrattamenti da comparaggio sono “rife” (comuni, diffusi). La libertà di sottrazione di denaro pubblico istituita con diagnosi di comodo non toglie soli “100 euro”. Ignorare e tacere i danni della sovradiagnosi è una pratica non onesta. “Complottista”, nel gergo della mala “alta”, è la qualifica per chi denunci gli affari dei “ricchi che rubano” (Travaglio). Sostenere che chi argomenta critiche alla dottrina ufficiale mette a rischio la salute dei pazienti – un argomento non scientifico ma religioso per il Nobel Mullis – è tentare di ricattare minacciando di calunniare. Tra i doveri della medicina c’è quello del contrastare la costante tendenza a interventi non validi.

@ otra vez. Creano una frana e la chiamano roccia. E vi costruiscono sopra: si stanno sviluppando test genetici per “predire” le metastasi da melanoma, e quindi “prevenirle” trattando le già dubbie “lesioni” precoci con la pesante immunoterapia (Gerami). In altri paesi si rendono noti inefficacia e danni degli screening. In Italia il pubblico non ne deve essere informato, ma deve essere bombardato, anche tramite lo Stato, da messaggi falsi. Possono parlare di cancro i Malgioglio, che raggiungono il genere di persone vulnerabili ai messaggi dei personaggi da rotocalco; e le corporazioni professionali, che decidono in flagrante conflitto di interesse cosa il pubblico deve sapere. Al contrario penso che la medicina debba non essere propagandata, come avviene, tramite ditte di PR; che il pubblico non vada ingannato “per il suo bene” fingendo di “educarlo”; né facendogli credere che – caveat emptor – può decidere da sé. La medicina dovrebbe essere un rimedio, o un sostegno, sicuro, per chi è davvero malato, non una macchina per creare falsi malati e renderli malati veri. Una “comunità scientifica” che ricorre a mezzi miserabili e criminali per reprimere il dissenso interno si qualifica come associazione dedita a schemi truffaldini che aumentano il carico di malattia. Il ministero dovrebbe controllare l’andamento corretto della medicina, invece di farsi dettare il disciplinare del vino dal bettoliere; e invece di occuparsi del marketing di frodi mediche istituzionalizzate.

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12 dicembre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Bellelli “Tumori della donna, diffusi e costosi. Ma la politica deve trovare le risorse”

“Conclusions. The Dutch mammography screening programme seems to have little impact on the burden of advanced breast cancers, which suggests a marginal effect on breast cancer mortality. About half of screen detected breast cancers would represent overdiagnosis.”. Autier P. et al. Effectiveness of and overdiagnosis from mammography screening in the Netherlands: population based study. BMJ, 5 set 2017. “”The widespread introduction of mammography is associated with a dramatic increase in the detection of early-stage breast cancer but little concomitant decline in the rate at which women present with late-stage breast cancer. This combination suggests that screening mammography has little effect on breast cancer mortality””. “”An important message is that you don’t solve the problem by throwing more technology at it. Adding an ultrasound, adding an MRI, adding digital mammography, this only makes the problem of overdiagnosis worse. The harder you look for this stuff, the more likely you are going to get into the overdiagnosis problem,”” Welch GH, in Lowry F. Screening Mammography Has Little Impact on Advanced Cancer Rates. Medscape, 8 dic 2017.

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23 marzo 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. Patitucci “Cancro, “sopravvivenza in Italia superiore a media europea, ma al Sud si muore di più malgrado ci si ammali meno””

Il numero di cancri diagnosticati è sensibile al grado di indagine*: più cancri si cercano – con gli screening -più se ne trovano. O meglio, più se ne diagnosticano, perché quello che si trova facilmente sono entità che non rappresentano veri cancri, ma sovradiagnosi di cancro. Questo spiega perché in uno studio a parità di fattori di rischio le donne più ricche hanno il doppio del tasso di diagnosi di cancro della mammella delle donne più povere*. Le sovradiagnosi da screening fanno risultare una “maggiore sopravvivenza” (Mantovani) perché il pool dei malati è diluito con pazienti non affetti. E’ scorretto e ingannevole confondere tra sopravvivenza (vivi tra i diagnosticati) e mortalità (morti per cancro nella popolazione). Le sovradiagnosi fanno aumentare l’indice statistico della sopravvivenza indipendentemente dalla mortalità, che può restare invariata; e in alcuni casi viene aumentata, per effetto iatrogeno.

Un danno e una frode sono presentati come beneficio e merito; vantandoli come superiori alla media europea. In un complesso di fattori, al Nord il maggior numero di sovradiagnosi da screening fa sembrare che le cure facciano vivere più a lungo, rispetto alla maggior proporzione di cancri veri al Sud. L’abbassarsi della linea del mammografo, e la spinta di fake “scientifiche” come questa, danno anche alle donne del Sud i falsi cancri delle donne del ricco Nord.

*Welch HG. Et al. Scrutiny-Dependent Cancer and Self-fulfilling Risk Factors. Ann Int Med, 2 gen 2018.

@ braciolanti. I dati mostrano che al Nord stanno messi peggio che al Sud quanto a incidenza e quanto a mortalità per cancro. Ma siccome bisogna estendere al Sud gli screening, per affiancare nel Meridione al vecchio malaffare locale della sanità il malaffare internazionale sul cancro basato su false informazioni e false promesse, si fa figurare che nel Sud arretrato “si muore di più” rispetto al Nord moderno perché, spiega molto preoccupato Mantovani, non si fanno screening a sufficienza; equivocando tra sopravvivenza dei diagnosticati e mortalità nella popolazione. E equivocando tra tumori falsi, sovradiagnosticati, dovuti proprio a ciò che si vuole estendere al Sud, e tumori reali e avanzati, come mostra anche il recente lavoro del 5 set 2017 sul BMJ di Autier et al Effectiveness of and overdiagnosis from mammography … Ma che cito a fare queste quisquilie davanti alla tua rigorosa spiegazione. Il concetto che mi spieghi sono riuscito, dopo lunga meditazione, ad afferrarlo: si vince se si indovina sotto quale dei tre bicchierini capovolti sta la pallina, la mano è più veloce dell’occhio, la scienza non è democratica, etc.

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13 luglio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Talco, gli oncologi: “Nessuna prova di una correlazione con il cancro dell’ovaio”

La “scienza” dietro alla sentenza ha la stessa consistenza del talco (1). Sono invece solidi due punti. a) si sta cercando di forzare (2,3) l’introduzione dello screening per il cancro delle ovaie. Un’impresa viziata alla base, perché il cancro dell’ovaio, che ha sì un tasso di mortalità elevato, ha un’incidenza bassa, e quindi un test avrà valore predittivo basso, con molti falsi positivi; cioè creerà molte false malate e false guarigioni, musica per le orecchie del business. L’utilità e la pericolosità di un test diagnostico non sono, come comunemente si pensa, esclusivamente sue caratteristiche intrinseche, ma dipendono anche dalla frequenza nella popolazione della malattia che si cerca. b) la descrizione dei precedenti noti della Johnson & Johnson per ogni genere di imbrogli, intrighi e violazioni in campo medico occuperebbe un libro. Una possibile connessione tra i due punti è che col clamore mediatico e relative discussioni si stia introducendo nel pubblico l’idea di un legame tra la quotidianità, il banale, qui l’igiene intima femminile, e l’insidioso ma poco frequente cancro dell’ovaio.

1Mulcahy N. Talc Powder and Ovarian Cancer: What’s the Science? Medscape, 2016.

2Kuhen BM. The Hunt Continues for Early Ovarian Cancer Clues. JAMA, June 14, 2017.

3Narod SA. Is There a Future for Ovarian Cancer Screening? JAMA Intern Med, May 2018.

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3 settembre 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Tumori alla gola aumentati del 300% in dieci anni: “Legame con infezione da Hpv, trasmesso attraverso il sesso orale”

Martinazzoli raccontò che a un suo collega avvocato era rimasto il soprannome “l’inventore” perché la prima notte di nozze la moglie era fuggita dalla camera d’albergo gridando “no, questa cosa te le sei inventata tu”. La tesi, non provata, che il sesso orale si sia diffuso repentinamente, al punto da provocare un’epidemia di cancro, oggi, in concomitanza con l’attribuzione dei tumori orofaringei all’HPV e con le pressioni per screening e vaccini, è implausibile. Né si comprende come possano i giovani presentare cancri da infezione che richiederebbero 20-50 anni per manifestarsi (superior stabat lupus…). Non va trascurato che questi sbalzi di incidenza di diagnosi sono un noto segno di sovradiagnosi; e che quella dell’HPV è una storia di malattia definita da chi ne vende il trattamento. Zur Hausen, l’inventore della anomala teoria* dell’HPV come causa di cancro, è legato all’industria, che ha anche influito sull’assegnazione del Nobel**. Diverse lesioni del cavo orale possono essere sovradiagnosticate come cancro, somigliandogli, sotto il giogo del framing propagandistico e degli incentivi e punizioni. Il fattore delle manipolazioni commerciali non va ignorato anche perché conseguenti sovratrattamenti possono causare effetti cruenti: i cancri della testa e collo sono tra quelli che più di frequente portano al suicidio i sottoposti a trattamento.

*McCormack et al. Molecular Cytogenetics 2013, 6:44.
**Ombre sul Nobel della Medicina. Premio pilotato. La Stampa 27/04/2017.

12 ottobre 2019

Commento al post di C. Sivieri Tagliabue “Tumore al seno, ottobre è il ‘mese rosa’. Ecco un esempio di mobilitazione eccezionale”

La superficialità delle informazioni al pubblico è il primo inquinante. E’ ovvio, ma falso*, che gli screening mammografici riducano i casi di cancro della mammella che si presenta come metastatico.

E’ inoltre fraudolento. Col supporto delle bullshit come quelle puntualmente riportate nell’articolo, accade il contrario: il cancro vero serve come spauracchio per vendere una “prevenzione” che più che prevenire produce cancro; diagnosticando come cancro lesioni indolenti e subcliniche e trasformando donne sane in pazienti.

Uno schema che crea ricchezza a danno del pubblico e dei malati: invece di rompersi la testa nel cercare di trovare cure per il cancro vero lo si rende una comoda fonte di profitto; immediata, espandibile e senza fine.

E’ aberrante che si chiami questa gelida fiera “diritto alla prevenzione” alla Camera dei deputati (presidente Fico, 5S). La criminalità mafiosa è anche un alibi; gli stessi che gridano contro la liberazione dei capimafia richiesta dalla Corte europea sono per l’aiuto dello Stato allo sfruttamento sulla carne delle persone in medicina. Un esempio di come quello del deputato e senatore – meglio se pochi così non si perdono nel clientelismo spicciolo – divenga un lavoro a chiamata, ben pagato, che consiste nel legiferare che è oro quanto viene fatto luccicare dai potenti datori di lavoro.

* Why Has Breast Cancer Screening Failed to Decrease the Incidence of de Novo Stage IV Disease?. Cancers, 2019. 11, 500.

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17 maggio 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post “Race for the cure, il messaggio di Conte: “La corsa per la cura ai tumori al seno non può fermarsi. Fondamentale investire nella ricerca””

Le contromisure sul Covid, coi loro danni immani che fanno dell’Italia il Paese più sconvolto, sono per il nostro bene. O no? Il tacchino induttivista di B. Russell crede che il padrone gli voglia bene perché ogni giorno lo rimpinza. Fino a che il 24 dicembre non gli tira il collo per la cena di Natale. Il patrocinio alla potente Komen di Conte e Speranza durante la serrata (ma vale anche per altri politici) col codazzo di gente che ottiene così sia pubblicità, sia la benevolenza della “farmocrazia” (1), permette di valutare se siamo dei beneficiati oppure veniamo venduti come pollame per l’industria medica. La Komen “oversells” la mammografia (2). Susan Bewley, professore di salute della donna al King’s College, ha scritto che la sospensione degli screening per la crisi Covid è una buona notizia; un’occasione per rivelare al pubblico che i loro sbandierati benefici sono piccoli o nulli, o negativi; che sono supportati alimentando falsi miti, e facendo decidere le persone sulla base di informazioni tecniche ingannevoli (3).

I capponi italici, instancabili nel beccarsi tra loro, dovrebbero riesaminare le reali intenzioni dei padroni della fattoria.

1K Sunder Rajan. Pharmocracy. Value, politics, and knowledge in global biomedicine. Duke University Press, 2017.
2 *Woloshin S et al. How a charity oversells mammography. BMJ, 2012 345: e5132.
3 Susan Bewley: Things should never be the same again in the screening world. BMJ, 14 aprile 2020.

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20 febbraio 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Ferri “È innegabile: l’Intelligenza Artificiale funziona (abbastanza)”

Ferri cita l’articolo di Nature sulla discriminazione benigno/maligno di neoformazioni cutanee come evidenza che “l’AI funziona”. L’esempio in realtà mostra i pericoli dell’AI. La diagnosi di melanoma nelle forme non conclamate, confondibili coi nevi, è incerta. Tale incertezza è sfruttata in senso commerciale. Il risultato è da decenni una epidemia di false diagnosi di melanoma, un tempo tumore raro; con mortalità stabile, la classica evidenza di sovradiagnosi. “The enthusiasm for artificial intelligence in melanoma diagnosis is similarly worrisome. Although artificial intelligence could help reduce variable diagnostic standards, we fear that in our volume-driven system it is more likely to be used to increase the capacity to evaluate pigmented lesions, while retaining the lower pathological thresholds currently in practice.” (The Rapid Rise in Cutaneous Melanoma Diagnoses. NEJM, 7 jan 2021). La AI può salvare, dando una patina di scientificità, frodi mediche istituzionalizzate a danno della salute. Sta venendo applicata ad altre sovradiagnosi, es. del cancro mammella. (Anche l’esclusione di cancro via AI per la banale comunissima cheratosi seborroica causerà falsi positivi di cancro, per il teorema di Bayes).

Ci vorrebbero “le leggi della AI”. Una di queste dovrebbe essere che non va applicata a diagnosi di malattie per quali non esiste un gold standard diagnostico solido. Situazione molto più frequente di quel che pensano le anime belle che credono agli imbroglioni.

@ M. Ferri. Dato un sistema umano che genera sistematicamente una quantità impressionante di false diagnosi di cancro – false diagnosi attivamente perseguite per i vantaggi, indebiti, che procurano; sulla dermatologia stanno mettendo le mani, coi loro sistemi, le private equities* – automatizzarlo, sulla base degli stessi presupposti umani viziati che lo generano** come può renderlo sano o migliorarlo? I suoi “supporti”, “aiuti” potenziano il sistema gravemente tarato da cui vengono sviluppati. Non credo, e andrebbe dimostrato, che si possa ottenere un magico “junk in, gold out”. E’ praticamente inevitabile che l’AI basata su una frode, sottesa da enormi interessi, aiuti la frode, sia nell’output diagnostico sia col paludamento esoterico e hi-tech della matematica avanzata. Il fatto poi che attualmente l’AI funzioni “così così” aggiunge solo un ulteriore strato di incertezza. Ammettere tale problema aggiuntivo non esonera dal guardare al nucleo del problema, che potrebbe essere detto “il problema degli assiomi tarocchi”. E’ beffardo che una disciplina deduttiva come la matematica trascuri i postulati di base; in applicazioni dove è in gioco la salute.

*Why Private Equity Is Furious Over a Paper in a Dermatology Journal. NYT, 26 ott 2018.
**Do pathologists play dice? Uncertainty and early histopathological diagnosis of common malignancies. Histopathology, 1997. 31: 495.

@ M. Ferri. “A reference slide collection, injudiciously used, has the inherent danger that the previous mistaken interpretations may be made with increasing frequency and confidence!” (Underwood JCE. Introduction to Biopsy Interpretation and Surgical Pathology). Che ne direbbe di leggere anche gli articoli di medicina altrui rilevanti per il suo lavoro, come quelli che ho citato (posso fornirne diversi altri a chi – a suo rischio – non voglia accettare la fictio del postulato di sacralità della medicina nello sviluppare per la medicina strumenti come questi) invece di continuare a rileggere il suo per ripetersi “quanto sono bravo”, “come è bello”? Non mi pare siano concetti così ardui; tanto meno per un docente di matematica. La difficoltà appare essere di ordine psicologico e morale: “It is difficult to make a man understand something when his salary depends on not understanding it”. Non ce l’ho con lei (che del resto, a differenza di me che denuncio, non corre alcun rischio; anzi). Questa della dipendenza dal non capire va riconosciuta come una condizione perversa estremamente comune nella medicina liberista, che nella sua ricerca implacabile del profitto provoca la corruptio optimi pessima, dall’istopatologia alle reti neurali. E pratica un rigido sistema di premi e punizioni per mantenere assurdi a danno della salute come quelli cui lei sta appiccicando la credibilità posticcia dell’alta matematica.

@ M. Ferri. Sì, mistaken intepretations (JCE underwood, J Hunter professor of pathology, etc.) di esami istologici; come spiegano i lavori che ho citato. C’è una letteratura sulla interobserver variability delle diagnosi differenziali benigno/maligno in istopatologia. La diagnosi istologica non è un test oggettivo, nè ha grandi basi scientifiche*. Ha una forte componente soggettiva, e di verità per coerenza, cioè per aderenza a quello che fanno i peer; e di ad auctoritatem rispetto ai vertici gerachici. Non è matematica, ed è innervata da fattori politici e sociali. Non posso credere che lei non comprenda quando scrivono gli autori che cito. O che le sembri inconcepibile. (Credo però che il sostenerlo, da un pulpito universitario, non sia indipendente dalla sua personale posizione sociale e reddituale). E’ lei che si insulta da solo, forse per buttarla in caciara, con questo spettacolo avvilente e imbarazzante di un ragionamento circolare – capisco che il covid lo abbia sdoganato – come premessa all’evoluzione pseudo-tecnologica di trucchetti in fondo banali e squallidi, come quello di chiamare sistematicamente melanomi incipienti i nevi.

*Pathology as art appreciation. Bandolier. Evidence-based health care, 1997. Vol. 4 issue 3.

@ VTmaster. “«L’intelligenza artificiale è un dono di Dio ma serve un’algor-etica». La «nuova frontiera» della scienza e della tecnologia stringe l’uomo e la macchina in un rapporto complesso. Ne parla Papa Francesco alla plenaria della Pontificia Accademia per la vita in un discorso letto dal presidente mons. Vincenzo Paglia.”

Alta etica, alta scienza e troll. Un pattern costante nelle frodi biomediche strutturali; un viraggio repentino e inatteso dalle stelle allo stallatico, che potrebbe essere studiato con la teoria delle catastrofi di Thom. Ma forse basta la pagina di Pinocchio dove il Gatto, che insieme alla Volpe sta abbindolando Pinocchio con l’atteggiarsi a filantropi che elargiscono preziosi segreti, si avventa sul Merlo bianco che cerca di avvisare la vittima e lo sbrana.

“Noi, – riprese la Volpe, – non lavoriamo per il vile interesse: noi lavoriamo unicamente per arricchire gli altri.” “Che brave persone! – pensò dentro di sé Pinocchio”.

@ VTmaster. Mi spiace, posso parlare con tutti di queste cose, con chi non ne sa niente e con chi ne sa più di me; ma non coi troll né coi piazzisti di medicinali. Né tanto meno con chi ha la doppia qualifica. Lei stia al suo posto e si limiti a fare chiasso.

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26 febbraio 2021

Blog de il Fatto

Commento al post ” “È una semplice verruca”: era un tumore maligno che l’ha uccisa. Medico condannato”

Il melanoma è un cancro molto aggressivo. La frequenza di questo brutto modo di morire e la crescita del cancer burden vengono preservati da notizie giornalistiche a senso unico come questa (del caso non si può parlare non conoscendolo). Da decenni è in corso una epidemia di diagnosi di melanomi, dovuta al fatto che vengono chiamate cancro formazioni che non lo sono*. (Torino ha livelli record di questa epidemia). A questa massa di diagnosi “salvavita” non è corrisposta una diminuzione della mortalità per melanoma. La notizia impaurendo spinge sia i pazienti sia i medici alla sovradiagnosi; alla sventatezza, che viene detta “prudenza”, di considerare solo uno dei due pericoli, e a formulare sovradiagnosi con la scusa della medicina difensiva. Ciò incancrenisce un mercato – dal quale ne gemmano altri, come quello delle cause legali – che verrebbe mozzato dal superamento dell’ambiguità diagnostica; e dall’ottenimento di una cura dei melanomi veri, economicamente svantaggiosa in quanto molto più difficile da sviluppare, e lesiva della comoda e lucrosa “prevenzione”.

I magistrati di Torino sono della scuola di Guariniello, che di recente ha propugnato il licenziamento di chi non si vaccini per il covid. La disinformazione che emana da interventi giudiziari che vanno solo nel senso della corrente del business biomedico serve i grandi interessi della medicina a danno del popolo fingendo di servire il popolo.

* The Rapid Rise in Cutaneous Melanoma Diagnoses. NEJM, 7 gen 2021.

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8 novembre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post di B. Longo “Grazie a Umberto Veronesi milioni di donne possono evitare radicali mutilazioni al seno”

Grazie agli studi di Fisher e Veronesi dagli anni ’70 in poi la mastectomia radicale, mutilante e invalidante, fu abbandonata. “Minimally invasive surgery is a real advance; it reduces the amount of trauma caused by surgery. That means individual patients are subjected to less harm. The problem is that it also reduces the threshold to perform the surgery. That means more people are operated on” *.Ciò permise il lancio dei programmi di screening mammografici. Che hanno aumentato fittiziamente il numero di diagnosi tramite la sovradiagnosi, e di conseguenza i successi apparenti da aumentata sopravvivenza (confusa artatamente con la mortalità, la cui modesta riduzione è principalmente dovuta a miglioramenti terapeutici*). Le donne sono state medicalizzate; tante mammelle vengono inutilmente sfregiate **.In paesi avanzati si discute di ridurre o eliminare gli screening mammografici.

Si può usare la medicina come rassicurazione puntando sul rito degli screening, che lascia insoluto il problema cancro per sfruttarlo a fini di profitto. E celebrare San Veronesi. Oppure con l’austera medicina razionale constatare che 1) così come “nella società dello spettacolo il vero è un momento del falso” nella medicina liberista il Bene può essere un momento del Male. 2) Il business sviluppa dannosi pacchetti sovradiagnosi-pseudocure a fini di profitto. Sta accadendo per l’Alzheimer e le malattie rare.

*Welch HG. Less medicine more health. 2015.
**Gotzsche, Mammography screening. 2012.

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26 aprile 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Gentilini “Un ‘vaccino’ mRna contro il melanoma? Una buona notizia ma resto prudente, ecco perché”

Non è una “buona notizia” da considerare con prudenza ma una velenosa disinformazione da respingere. Sul piano concettuale, l’annuncio di futuri successi medici nega l’essenza stessa, la natura, il cuore della scienza: il “nullius in verba”. Il non poter affermare nulla senza solide, reali, conferme empiriche. Si sostituisce alla scienza un simulacro onesto quanto le statue sacre che piangono*. Soprattutto sul cancro**. Soprattutto sui farmaci a mRNA, come si è visto col divario proclami-effetti covid, guarnito da scienza farsesca.

Sul piano pratico, si nasconde l’evidenza che le diagnosi di melanoma siano balzate in alto, senza una corrispettiva riduzione nella mortalità, a causa di sovradiagnosi***. La notizia da dare al pubblico dovrebbe essere che in questi giorni l’ente USA preposto ha bocciato ancora gli screening per i cancri della pelle. Si coprono le sovradiagnosi addossando tutto all’inquinamento, oltre il suo reale peso e contro l’evidenza su cause umane commerciali: la “teoria miasmatica” del cancro. Così si aiuta lo stagecraft fraudolento: le sovradiagnosi formano un pacchetto integrato con le pseudocure, i falsi positivi venendo contati come guarigioni.

*The Modern Commercialization of Science is a Passel of Ponzi Schemes. Mirowski 2010.
**Overoptimism about cancer. Lancet, 2000.
***The rapid rise in cutaneous melanoma diagnoses. NEJM, 2021. – Epidemiologic signatures in cancer. NEJM, 2019.

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2 maggio 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Diego Passoni: “Con Peter Gomez abbiamo infranto il tabù del ditino del dottore per la visita della prevenzione per la prostata”. Il racconto di ‘Ca** nostri””

Lo screening per il cancro della prostata ha ricevuto un duro colpo dai pareri negativi degli enti regolatori, basati su studi che mostravano che non previene le morti, mentre provoca legioni di invalidi, “limp and leaking” (impotenti e incontinenti). Gli interessi in gioco hanno lanciato una controffensiva, che ricorre anche alla retorica*. Come questa dell’esplorazione rettale digitale che sarebbe un superare il machismo; un appello al progressismo che ricorda le sigarette “torce della libertà” per lanciare il fumo tra le donne nel 1929 in USA (Bernays, il padre della manipolazione mediatica).

Gli esami clinici possono essere pericolosi. Già le evidenze “scientifiche” sono viziate dagli interessi in gioco. Tantomeno si dovrebbe valutare l’opportunità di un test sulla base di considerazione estetiche, umanistiche. Per chi vuole comunque seguire questo criterio, c’è “The great prostate hoax”, di Ablin, che oltre a spiegare perché lui non abbia mai voluto sottoporvisi, nonostante il test di laboratorio sul quale lo screening si basa lo abbia inventato lui, racconta come si sia dedicato a questa ricerca avendo assistito impotente alla morte del padre per cancro della prostata; dopo avere insistito perché si sottoponesse regolarmente all’esplorazione rettale.

*Prostate cancer screening rhetoric amps up. Medscape, 2018.

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3 maggio 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Gandini “Eccesso di mortalità e shock economy: perché gli allarmismi sanitari allargano le diseguaglianze”

La riduzione degli screening tumorali non dovrebbe essere considerata tra le cause dell’eccesso di mortalità: gli studi hanno ripetutamente mostrato effetti nulli o negativi sulla mortalità complessiva. Es. Does screening for disease save lives in asymptomatic adults? Systematic review of meta-analyses and randomized trials. Int J Epidemiol, 2015. – Why cancer screening has never been shown to “save lives” and what we can do about it. BMJ, 2016.

Gli screening tumorali sono un esempio del divario rispetto alla realtà delle promesse di salvezza che i poteri medici somministrano al pubblico, con la complicità di chi occupa lo Stato, nell’imporre culturalmente, e ora anche con la coercizione, misure preventive che “salvano vite”; mistificazione che ha raggiunto l’acme col covid.

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5 maggio 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Race for the cure, torna il 7 maggio a Roma la manifestazione per la lotta ai tumori al seno. Masetti: “È un’emergenza sanitaria permanente, non va a ondate” “

Come con la puleggia differenziale, che da un lato tira e dall’altro cede ma tira più di quanto non ceda, si possono sollevare a mano grossi pesi, così il potere riesce a prendere quel che vuole senza reazioni dando contemporaneamente qualcosa, ma meno di quello che prende. A volte è evidente, come osserva il Fatto sul cuneo fiscale. A volte è occulto, come per la Komen, che con argomenti ingannevoli* fa correre non verso la salute, ma verso la malattia, e il suo sfruttamento affaristico, premendo per gli screening, che creano falsi malati senza migliorare la mortalità complessiva.

In cambio la “Race for the Cure symbolize and help produce a form of ideal citizenship that gains virtue and elicits identification and support precisely because of its innocence. … innocence is invoked here in a double sense to mean both prepolitical (as in the innocence of childhood) and a refusal to know. … to be innocent or to refuse to know is to be unethical (Christian)”**. Komen e Race for the cure sono “quintessential modes and effects of neoliberal governmentality”** e infatti hanno il patronato di Mattarella. E con esso una protezione diciamo “sicula”.

*Four Principles to Consider Before Advising Women on Screening Mammography. Journal of women’s health, 2015.
**King SJ. Doing Good by Running Well. Breast Cancer, the Race for the Cure, and New Technologies of Ethical Citizenship. 2003, State of New York University Press.

Christian B (1999). The crime of innocence. In D. Batstone & E. Mendieta (Eds.), The good citizen. Routledge.

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21 settembre 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Tumore al seno, “La prevenzione è il nostro capolavoro”: rivedi la diretta della conferenza stampa”

Di recente la U.S. National Library of Medicine ha aggiunto il termine “overdiagnosis”, “sovradiagnosi” alla sua lista di titoli medici. Definendola “the labeling of a person with a disease or abnormal condition that would not have caused the person harm if left undiscovered, creating new diagnoses by medicalizing ordinary life experiences, or expanding existing diagnoses by lowering thresholds or widening criteria without evidence of improved outcomes. Individuals derive no clinical benefit from overdiagnosis, although they may experience physical, psychological, or financial harm.”. Lo riporta una review mainstream*, che descrive l’inefficacia e i danni degli screening. Gli autori evitano di irritare i potenti beneficiari di questa frode, ma chiedono che al pubblico venga resa un’informazione onesta.

Il governo Meloni, e il Fatto suo severo critico, dovrebbero essere concordi nel dare una informazione veritiera al pubblico – e in particolare alle donne, che tutti dicono di voler proteggere da abusi e violenze – sugli scarsi benefici e i tanti rischi dello screening*. Invece sono uniti nel rispondere alla chiamata della mamma: non solo non svelano il divario tra quanto viene fatto credere e la realtà, ma lavorano assieme per irrobustire l’inganno. Contribuendo a un bombardamento massiccio di disinformazione e propaganda.

*Dunn BK et al. Cancer overdiagnosis: A challenge in the era of screening. Journal of the National Cancer Center, 2022.

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31 ottobre 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Banfi, Cucinotta, Verdone, Boccoli: l’invito a donare per la prevenzione del tumore del seno – Fondazione il Fatto Quotidiano per Komen Italia”

CENSURATO

“Io, nutrita dagli slogan: ma con me la pubblicità non funziona mai” Articolo di Benedetta Boccoli, Il Fatto, 1 agosto 2022.

Purtroppo la propaganda ingannevole della quale l’attrice si fa, come tanti personaggi dello spettacolo, testimonial, è straordinariamente efficace, oltre che perversa: Kristen Pickles, Alexandra Barratt et al. Effects of awareness of breast cancer overdiagnosis among women with screen-detected or incidentally found breast cancer. BMJ open, 2022.

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4 febbraio 2024

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Lo Torto “Giornata mondiale contro il cancro, “in Italia 1 paziente su 4 vede peggiorare la sua situazione finanziaria. E ridurre le possiblità di cura” “

L’oncologia è il campo dei feedback positivi; dei circoli viziosi che si espandono autoalimentandosi. A parte la stimolazione autocrina e i meccanismi selettivi nella biologia tumorale, i feedback positivi creati dal business. Es. :

Overdiagnosis creates a powerful cycle of positive feedback for more overdiagnosis because an ever increasing proportion of the population knows someone—a friend, a family member, an acquaintance, or a celebrity—who “owes their life” to early cancer detection. Some have labeled this the popularity par-adox of screening: The more overdiagnosis screening causes, the more people who feel they owe it their life and the more popular screening becomes.1

We receive positive feedback from patients thanking us for “saving my life,” alarming feedback from patients with missed diagnoses” and no feedback at all from patients whose cancer was overdiagnosed.2

A positive feedback loop of testing ensues3

Anche dare ancora più denaro pubblico all’oncologia, divenuta una insaziabile idrovora succhia-soldi, nei termini nei quali li chiede, la renderà ancora più corruttrice, a danno della salute e degli averi dei malati es.4. Ci vorrebbero invece misure di controllo “antitumorali” sull’oncologia stessa.

1 Overdiagnosis in Cancer. JNCI 2010.
2 Solving the Problem of Overdiagnosis. NEJM 2016.
3 Overdiagnosis: How Our Compulsion for Diagnosis May Be Harming Children. Pediatrics 2014.
4 Pharma Money to Oncologists Tied to Nonrecommended Care. Medscape 2023.

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11 febbraio 2024

Blog de Il Fatto

Commento al post “Sanremo 2024, l’ambasciatore d’Israele attacca Ghali per aver detto “stop al genocidio”. Gasparri: “La Rai si scusi”. Fassino: “Dovevano ricordare le vittime di Hamas”. E l’ad Sergio: “Solidarietà alla comunità ebraica””

E’ sicuramente peggio che vergognoso che la RAI tramite Fiorello – quello che dalla rete pubblica dileggia i menomati da vaccino – abbia fatto pubblicità occulta pro sovradiagnosi di melanoma, invitando a sottoporsi alla “mappa dei nei”. Una pratica non validata, che appare fatta apposta per favorire la sovradiagnosi. In USA si è stimato che nel 65% dei casi le diagnosi di melanoma sono sovradiagnosi: non c’è il temibile cancro*. Perfino l’ultraortodossa American Medical Association ha parole di critica per la propaganda del cancro tramite celebrità**. Propaganda che fa presa nei più indifesi:

“If we go back to Milly… on her way to the mole-mapping clinic every second billboard seems to be about skin cancer, and every third billboard about raising funds for the Cancer Society.”

Si discrimina anche sulle vittime: la denuncia del Male è ordinata secondo la forza dei poteri che ne sono stati colpiti. la Shoah è l’orrore più grande, ma anche il più sacralizzato. I palestinesi hanno degli appoggi; trova così voce la denuncia del loro massacro in quell’adunata oceanica che impone conformismo e superficialità che è Sanremo. Dove altre infamie di massa, le frodi sul cancro, vengono invece taciute, e vi si collabora, i potenti essendo concordi sul praticarle.

*Ecological study estimating melanoma overdiagnosis in the USA using the lifetime risk method. BMJ, 2023.
** How Should Clinicians Respond When Patients Are Influenced by Celebrities’ Cancer Stories? AMA Ehics, 2018.

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12 febbraio 2024

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Granato “Quella di Ghali è la vera hit di Sanremo, lui che ha avuto il coraggio di dire la parola proibita”

L’arte del sembrare coraggiosi mentre si pratica la viltà non poteva avere pulpito migliore di Sanremo, il tempio della superficialità e del conformismo. I nostri politici vilmente si astengono dal prendere la posizione di stop al massacro, per compiacere gli ebrei, ora che gli ebrei sono potenti. (E non separando i contendenti non tutelano, come pure si dovrebbe, neppure gli ebrei, che seguendo Netanyahu si stanno attirando esecrazione e odio). Siccome anche i palestinesi hanno poteri alle spalle danno loro un contentino con questa patetica uscita “ribelle”. Da notare che nella stessa trasmissione Fiorello ha fatto uno spot pro frodi mediche*; le vittime di queste frodi, che siamo tutti noi, non hanno protezione; la RAI e chi la controlla quindi collaborano. A riprova del carattere mercenario di Sanremo, che mescola il mandolino a cose serie e gravi e, espressione di una classe dirigente debosciata, dosa la morale a seconda degli interessi dei potenti che serve. Gli italiani, sempre troppo pronti ad applaudire, dovrebbero invece riconoscere come un segno di disprezzo che vengano spacciate per virtù le gag sul palcoscenico-marciapiede dell’Ariston.

*Commento di menici60d15 al post dell’11 febbraio 2024 “Sanremo 2024, l’ambasciatore di Israele attacca Ghali per aver detto “stop al genocidio”. Gasparri “La Rai si scusi”. Fassino: “Dovevano ricordare le vittime di Hamas”. E l’ad Sergio “solidarietà alla comunica ebraica” “.

@ darthvader. Tu dai giudizi troppo tranchant. C’è qualcosa di orwelliano nella pressione a celebrare il festival di Sanremo, così sproporzionata rispetto al merito musicale, e cieca ai demeriti di costume. Si dice che convenga incoraggiare i popoli subalterni a cantare, per non farli pensare e tenerli sottomessi. Ciò non toglie che per Sanremo nei decenni siano comunque passate tante belle canzoni.

Il festival è l’ultimo luogo dove parlare di cose importanti. Come le guerre, o il cancro. Ma sostenere che le tragedie degli ebrei e dei palestinesi, e i conseguenti pericoli per il mondo, non ci devono riguardare, fa congetturare, Darth, che l’elmetto, la maschera e forse anche il mantello e il maneggio della spada laser intralcino le tue capacità cognitive; peggiorandole, visto che sono le stesse che ti hanno spinto ad acconciarti così.

@ checilascialoz@mpino. Data una mia giovanile passione per la causa ebraica, da studente di medicina scelsi Israele per un mese di scambio studentesco. Tra i ricordi positivi ho quello della disponibilità dei medici. Nell’insegnarmi una procedura (il prelievo di sangue arterioso) mi spiegarono che la prima cosa è mettersi in una posizione comoda, con gli strumenti pronti e ben disposti. “Altrimenti avrai problemi, e comincerai a sudare”. Non ho dimenticato la lezione, che ritengo vada applicata anche sul piano intellettuale. Che cosa c’entra Sanremo con una questione solenne e complessa come lo scontro Israele-Palestina. La si deve affrontare in un ambiente adatto e preparati; consapevoli che mentre l’orrore e la follia sono chiari, e vanno fermati senza discussioni, molto probabilmente noi pubblico non abbiamo tutti i dati e gli strumenti per comprenderne cause ed effetti. Non aiuta molto buttare la frasetta furbetta tra strimpellate e buffonate, mentre sottobanco si favorisce la strage; e insieme alle marchette RAI-Fiorello pro frodi mediche (che ci riguardano direttamente, e dovrebbero essere oggetto di indagine e contestazioni, prima di mettersi a fare la morale agli altri sui massimi sistemi).

Un’altra cosa memorabile che mi disse un ebreo, a Boston; questa sul conflitto tra loro e gli arabi: “Each group thinks their shit doesn’t stink”.

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27 febbraio 2024

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Montanari “Sulla morte di Roberta Repetto e sulla difficoltà di punire chi manipola le fragilità umane”

Si dice che nell’abolizione del reato di plagio abbia pesato l’accontentare il clero, che in merito ha i carboni bagnati. Analogamente, appare che alle medicine alternative venga lasciata una indebita libertà di manovra perché rinfocolano una irrazionalità che è anche della medicina ufficiale*. Con la quale condividono anche finalità fraudolente. Le notizie del genere dell’escissione di una formazione su un tavolo di cucina servono inoltre da standard negativo per fare figurare come appropriate e corrette pratiche ufficiali che non lo sono. Giocando sul superficiale rapporto coi nei, si è arrivati a quella che in ambienti medici viene comunemente chiamata “epidemic of melanoma”: cioè una epidemia di sovradiagnosi. Un recente studio rileva in USA tassi di sovradiagnosi di melanoma del 50% negli uomini, e – rilevante per una prospettiva psicologica – del 65% nelle donne.** Additura sul JAMA, una specie di Osservatore Romano della medicina ufficiale, nel nov 2023 è apparso un articolo da titolo “Perspectives and Strategies to Minimize Harm From Melanoma Diagnosis”. Questo non viene reso noto al pubblico. Si propaganda il controllo dei nei, alimentando la frode. E non ci sono articoli di psicoanalisti su come questa medicina ufficiale sfrutti impunita e protetta le fragilità umane.

*La medicina alternativa non olet
**Ecological study estimating melanoma overdiagnosis in the USA using the lifetime risk method. BMJ, 2023.

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15 marzo 2024

Blog de Il Fatto

Commento al post di E. Ambrosi “Il professor Persiani: “Il tumore al colon è diffuso, ma si cura. Però il pudore frena l’adesione allo screening preventivo””

Uno spot pro colonscopie. Il messaggio trasmesso è che si eviterà di morire di questo cancro, che resta il secondo killer, se ci si sottopone a colonscopie periodiche; e che occorre quindi aumentare l’adesione ed espandere le indicazioni. La riduzione in mortalità viene attribuita agli screening, mentre è meglio spiegabile con altri fattori*. Nulla viene detto su sovradiagnosi, sovratrattamenti, rischi dell’esame**. In USA pressioni come questa hanno portato a un eccesso di colonscopie, con conseguenti danni***.

Messaggio di dubbia eticità dall’ospedale del papa. Medicina push, che spinge per pratiche redditizie, anche a danno del paziente. Postulato di santità della medicina, che nega pericoli e interessi venali e tutto permette. Vizioso l’uso dei minori per spingere acriticamente i genitori. Il ministero dell’istruzione è d’accordo nel trasformare gli studenti in “ambasciatori di salute in famiglia”. L’altra sera a Le Iene Gaspare Mutolo ha detto che un vantaggio dell’affiliarsi alla mafia fu che la polizia smise di ostacolarlo. Oggi è il business medico il campo che lo Stato lascia a briglie sciolte e favorisce.

*Colorectal Cancer on the Decline — Why Screening Can’t Explain It All. NEJM, 2016.
**First Guideline to Say Colon Cancer Screening Is not for all. Medscape, 2019.
***An Estimate of the US Rate of Overuse of Screening Colonoscopy. J Gen Intern Med 2021.

@ zeitgeist run: Lei trova normale e meritorio che su 5 studenti universitari 3 siano risultati positivi a neoplasie del colon (essendo andati a cercarle). I “Fermi problems” sono valutazioni basate su calcoli semplici che danno risposte a problemi che sembrano difficili. Calcolando, Fermi poté chiedere “dove sono gli extraterrestri? [se esistessero]”. Un antidoto alla disinformazione pseudoscientifica*. Li usano anche gli ingegneri**. Ingegnere, se i ventenni mostrano un incidenza di neoplasie del colon intorno al 60%, considerando che l’incidenza di cancro aumenta fortemente con l’età, con un calcolo di Fermi si potrebbe chiedere come mai l’essere umano raggiunge in massa l’età anziana; con questi tassi di incidenza di cancro da cacciata dal Paradiso non sulla Terra ma direttamente all’inferno.

Sempre che con quest’affermazione assurda (nella mia esperienza, una tecnica usata nelle frodi) lei non voglia proseguire la disinformazione del camice bianco del Gemelli: è in corso una campagna per estendere l’oncologia push ai giovani, che si avvale anche del gonfiare le statistiche***. Anche per gli “ambasciatori”, i figli mandati a dire “papà, se mi vuoi bene fatti una colonscopia” si sta approntando la tramoggia.

* Helfand DJ. A survival guide to the misinformation age. Scientific habits of mind. Columbia U Press, 2016.
** Bowam et al. Thinking like an engineer. Cap. 5 Estimation. Pearson, 2015.
*** Have Early-Onset Cancer Cases Soared? Not So Fast, Experts Say. Medscape, 22 set 2023.

@ zeitgeist run: Ho fatto semplici considerazioni basate su dati e non su quanto lei ha scritto. L’incidenza di cancro del colon riportata in USA per la fascia d’età 20-24 è di 0.8 per 100000 abitanti (dati del 2023; nonostante si spinga per le sovradiagnosi). Lei, presentatosi come ingegnere, si basa su un aneddoto personale con un’incidenza 25000 volte più alta (venticinquemila); un’incidenza 75000 volte maggiore (settantacinquemila) includendo lesioni precancerose. Lei mostra come a sentire la propaganda, inclusi interventi di persone che hanno competenze, ci sarebbero tali esplosioni di incidenza del cancro che sarebbe appropriato usare una scala logaritmica, come per l’intensità dei terremoti. E’ vero che la complessità in biomedicina viene spesso ignorata o sottovalutata. Ma la parola giusta qui non è “complessità”…

 

La convergenza di mafia e antimafia. Pizzo mafioso e pizzo di Stato

8 September 2013

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3 novembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Fabbretti “Omicidio Bruno Caccia, perché dopo 33 anni manca ancora la verità”

Forse alcuni omicidi eccellenti hanno avuto, al di là dei moventi contingenti, al di là della criminalità che ha fornito gli esecutori, una funzione politica di “pulizia antropologica”: sono serviti a marcare come proibiti alcuni tipi umani. Nel capitalismo alcuni tipi umani, tra i quali il magistrato integerrimo, sono un’anomalia sistemica e non devono esistere, ha scritto Castoriadis. Il fatto che dopo 33 anni “manchi ancora la verità” da parte di quelli che dovrebbero essere i colleghi di Caccia sembra confermare che uccidendolo sia stata soffocata una varietà rara, una autentica diversità antropologica, impedendo che si riproducesse con l’esempio e l’insegnamento.

Commento al post “Roma, Guariniello possibile capo gabinetto di Raggi: “Sto decidendo””

Guariniello e i 5S hanno in comune due tratti congiunti. Da un lato non sono compromessi col generale mangia-mangia casareccio, e hanno qualche merito nel contrastarlo. Dall’altro tendono a perorare cause che sembrano progressiste e invece finiscono puntualmente per favorire i poteri forti più potenti. I 5S hanno appoggiato Stamina, Guariniello, molto lentamente, l’ha contrastata. Il duetto tra i due cori, durato anni, ha costituito una mega-propaganda a beneficio delle staminali ufficiali (v. “Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale”).

Appello al Popolo

8 settembre 2013

AlfonsoJpg

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I principi e le regole della democrazia sono estranei alla natura del popolo italiano […]. La gran massa degli italiani è individualista e politicamente irresponsabile e si preoccupa soltanto dei suoi problemi economici più urgenti. Mussolini aveva ragione a dire che gli italiani sono sempre stati povera gente.

L’ambasciatore britannico presso il Vaticano. Novembre 1943. [1]

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Non dico certo che i mafiosi e chi si occupa di combatterli siano in media sullo stesso piano, né che svolgano complessivamente le stesse attività, né che operino in modi perfettamente sovrapponibili; ma sono convinto che buona parte della mafia e dell’antimafia, con tutte le profonde differenze, siano nello stesso contenitore, o nella stessa cassetta degli attrezzi, che ha sul coperchio una Rosa dei Venti. Quest’estate consideravo gli aspetti costanti e le differenze di comportamento nei miei confronti delle forze di polizia nei distretti antimafia di Brescia e di Cosenza; le stesse forze che regolarmente compaiono sui media per aver eseguito brillanti operazioni antimafia. Quando ogni estate scendo in Calabria sono un poco come quel personaggio di un film, emigrato in USA, al quale l’unica cosa che mancava dell’Italia erano i fumetti di Tex Willer: riconosco comportamenti a carattere mafioso da parte delle istituzioni dello Stato per averli sperimentati a Brescia, dove l’iconografia accettata, secondo la quale la città sarebbe virtuosa, e solo vittima della mafia, paradossalmente permette una ancor maggior tranquillità agli esecutori.

La medicina è un campo nel quale imbrogliare è sia facile, sia altamente redditizio; la medicina “scientifica” non è affatto a prova di frode, e può esserne strumento; occorrerebbero controlli specifici sull’onestà delle cure. In Italia, la penetrazione delle grandi frodi mediche organizzate da multinazionali e poteri finanziari internazionali viene favorita, oltre che dai politici, da magistratura e forze di polizia, che stanno fornendo tale controllo di legalità, ma alla rovescia, perseguitando con modi obliqui chi si oppone alle frodi; in modo da proteggerle. Del resto, la tolleranza e la connivenza di magistratura e polizia caratterizzano la storia della mafia nella fase del dopoguerra.

Mentre riflettevo su ciò, ho letto la notizia delle celebrazioni ufficiali a Gela per l’anniversario dell’invasione della Sicilia nel 1943 [2]. Così mi è venuta in mente la vignetta che riporto, disegnata sul posto da un celebre cartoonist dell’esercito USA, che partecipò allo sbarco in Sicilia e alla campagna d’Italia [3,4]. Mi ha colpito, qualche giorno dopo, anche la diagnosi psichiatrica del prof. Andreoli sugli italiani [5]. Tra quegli stessi italiani, in un Paese che ne vede da secoli e secoli di ogni colore, ora va di moda considerare come una patologia mentale, detta “complottismo”, l’idea che i potenti, nel curare i propri interessi, non si astengano dal tramare a loro vantaggio e a danno dei sottomessi. I complotti, i machiavelli, gli arcana imperi, anche quando sono reali, sono solo metà della storia dei mali che affliggono la nazione; l’altra, quella più terribile [6], e che li rende possibili, è il cattivo assetto psicologico, intellettivo e morale delle masse, il loro presuntoso servilismo, la loro furbesca ignoranza [7].

I media mainstream nazionali non hanno trovato nulla di rilevante nella celebrazione di un evento che portò a quella che è stata chiamata “la morte della patria”, a lutti e sciagure che squassarono il Paese, ad un asservimento che dura tutt’ora. Né gli italiani hanno protestato per la squallida festa, tenuta, con la scusa dell’antifascismo, allo scopo di adulare i vincitori del cataclisma dell’estate ’43; mentre brindavano o si stracciavano le vesti sulla condanna – consentita e voluta dai poteri sovranazionali – di Berlusconi, e discutevano sulle presunte “liste di proscrizione” di magistrati. Magistrati e Berlusconi starebbero conducendo un duello all’ultimo sangue. Ma nessuno si farà male [8]; a parte il popolo, che vuole credere alla sceneggiata, seguendo il principio “gioca con i fanti ma lascia stare i santi”.

Ho già commentato su questa celebrazione [9]. L’hanno contestata sul posto i No-Muos, che hanno ricevuto dal governatore antimafia Crocetta l’accusa di essere infiltrati dalla mafia. Dopo un repentino voltafaccia sulla questione del Muos, Crocetta ha citato la sorte di Enrico Mattei; ma semmai sarebbe stato più appropriato citare quella di Pio La Torre, che si oppose alla base NATO di Comiso, e fu ucciso dalla mafia; con armi inconsuete per dei mafiosi, in dotazione all’esercito USA. Crocetta avrebbe dovuto citare anche i tanti compagni di partito che, abbandonati La Torre e altri comunisti siciliani al loro destino di morte, con gli yankee hanno fatto carriera; come Napolitano, che il giorno dell’assassinio si trovava in USA. Cereghino e Fasanella commentano il rapporto dell’ambasciatore UK sul carattere degli italiani osservando che Mattei fu eliminato avendo provato a emancipare i connazionali dal loro stato di “povera gente” [1]. Sia Mattei, sia La Torre, grandi Italiani, che sapevano a cosa si esponevano, erano privi di quell’arte circense dimostrata da Crocetta nel combattere per finta le pretese statunitensi e allo stesso tempo sostenerle fino a celebrare l’anniversario di un’invasione straniera a danno di quella che dovrebbe essere la sua nazione.

Crocetta si vanta di essere un nemico della mafia, e allo stesso tempo, come pressoché tutta l’intera classe dirigente, come tanti antimafiosi, considera gli americani in Italia una benedizione. Ingroia, per esempio, non contento di essere un ferro di lancia della lotta alla mafia, della quale conoscerà i meccanismi profondi, quando ancora magistrato ha tentato la carta della politica si è espresso, assumendo la foggia di un vaporoso piumino, a favore dell’aumento di investimenti USA in Italia [10]. Ma anche il campo avversario è su posizioni fortemente filoamericane; anche i mafiosi considerano gli USA una provvidenza. I rapporti tra gli USA e la mafia non sono quelli ostili tra i Liberatori e i malvagi, ma tra un protettore-mandante e un esecutore [11]. Anche la mafia deve guardare con interesse a investimenti USA come una base militare, che in passato hanno significato per lei appalti e scambi di favori. Il PM Palermo, che indagava su traffici di armi, fu sfrattato dalla base NATO nella quale alloggiava, prima di subire l’attentato.

Sia i mafiosi, sia le forze che dicono di contrastare la mafia, sono postulanti dell’amico americano, e favoriscono il suo radicamento e consolidamento militare, politico ed economico sul territorio. Abbiamo un’antimafia che combatte la mafia, o dice di combatterla, mentre si prostra ai superiori della mafia.

La mafia è sì una realtà terribile come si dice, e anche più; ma molto diversa dal film, centrato sui pochi eroi autentici, che viene propinato da RAI, Mediaset e altri media in infusione continua, e che gli italiani, vigliaccamente, accettano. Oltre ad un antagonismo, esiste una convergenza tra mafia e antimafia: nell’essere entrambe subordinate ai poteri atlantici, e nell’operare a loro favore [12], venendone protette e favorite. Una convergenza contingente, di potere, rafforzata in molti casi da una parentela culturale, di mentalità e di stili. Una convergenza di entità tra loro indipendenti; ma, insieme a questo comune tropismo, appaiono esistere anche canali orizzontali, dati dai servizi e da corpi speciali di polizia, che collegano i due fronti, quello delle masserie, o del jet set mafioso, e quello delle divise e delle toghe.

Il risultato è un pool comune di effetti eversivi prodotti dalla mafia e dalle forze deputate a combatterla, ottenuti con mezzi diversi, ma comunque a favore del patron che dal ’43 non se ne è più andato, avendo innestato nel Meridione, sul ceppo mafioso originario, la mafia dei grandi traffici di droga e armi e quella terroristica degli omicidi politici. Ma mentre i guasti della mafia abbiamo per lo meno imparato a riconoscerli, quelli praticati da coloro che hanno il crest della DIA alle spalle della scrivania passano per legalità. Questo concetto della convergenza in alto di mafia e antimafia – che per me è in primo luogo una constatazione empirica – consente di spiegare più facilmente, in accordo col principio di parsimonia delle ipotesi, non solo la storia infinita della mafia; e della lotta alla mafia, questa tela di Penelope a favore dei Proci; ma anche le altre disgrazie del Paese, alle quali dietro l’alibi della lotta alla mafia le istituzioni statali danno il loro appoggio.

Non credo sia ormai onesto né serio analizzare la mafia e l’antimafia omettendo di considerare il livello sovranazionale – nei suoi due aspetti politico e dei poteri economici e finanziari – che le accomuna; di come e quanto questo livello controlli o influenzi entrambe le parti. Ma il carattere degli italiani è quello della vignetta, e del servo encomio di 70 anni dopo. I fascisti, che dovevano fermare gli invasori sul “bagnasciuga” [battigia], ci misero poco a sostituire l’orbace e gli alalà. Già nel 1947, protetti da Viminale, Vaticano e democristiani, sono di nuovo in armi in Sicilia, stavolta a Portella della Ginestra, dotati di lanciagranate di fabbricazione USA, nel ruolo di killer di connazionali inermi per conto dell’OSS; un contadino li sente gridare “hurrah”.

I comunisti nostrani mainstream hanno voluto darsi più tempo nel mettersi al servizio dello star spangled banner e poi dei poteri globalisti, ma hanno fatto danni anche peggiori; ora che hanno gettato la maschera, ciò dovrebbe essere palese. La lotta alla mafia è “imenopoietica”: rigenera verginità. Fa sempre presa la retorica di coloro che, mentre scalano poltrone che sono inaccessibili a chi non abbia ricevuto il pass dei poteri che manovrano anche la mafia, sventolano le immagini sempre più gualcite dei Caduti che la mafia l’hanno combattuta davvero; di Quelli che l’hanno combattuta in prima linea avendo alle spalle un vuoto, o un’ostilità, non meno paurosi del fronte nemico.

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I poteri innominati

I politici, che il popolo si è dato, non sono i soli responsabili; ma tra i compiti del loro lavoro, che assume sempre di più carattere postribolare, c’è anche quello di fare da parafulmine, attirando su di loro tutte le accuse (senza ovviamente pagare). Alzare lo sguardo, andare oltre le colonne d’Ercole dei legami tra mafia e politici nazionali, è difficile come salire su una montagna sempre più ripida. Viene evitato l’argomento, fondamentale, della subordinazione delle forze di polizia e della magistratura ai successori dei Liberatori del ‘43, e della conseguente esecuzione di operazioni illegali e dannose per il Paese, delle complicità e connivenze.

Il livello sovranazionale è al di fuori del discorso consueto: quando si tocca questo tasto il fiume di parole sulla mafia, alla quale in alcune librerie è espressamente dedicata una sezione degli scaffali, diviene un rivoletto impercettibile. La mole dei commenti ortodossi sulla mafia rappresenta a mio parere uno dei casi principali di “tolemaicismo”: lo spiegare fenomeni che hanno radici sovranazionali in termini esclusivi di dinamiche nazionali, ricorrendo a tortuose ed elaborate versioni pur di evitare di citare gli agenti esterni [13].

La mafia è il Negativo, che viene esaltato nel discorso ufficiale; i suoi burattinai sono il Proibito [14], del quale non bisogna parlare. Analogamente a quanto avviene nella ricerca medica attuale, dettata dall’industria, sulla mafia si sviscerano ad nauseam sempre gli stessi temi, ma è proibito considerarne altri. Il livello sovranazionale, il suo legame con la mafia da un lato e i suoi referenti istituzionali, magistrati e polizia in particolare, dall’altro, sono un argomento che dovrebbe emergere quanto meno sul piano dell’inferenza logica; ma non fa parte del discorso, dell’imponente discorso, sulla mafia, che anzi lo oscura. E’ tra le cose che è difficile anche solo nominare; e che non vanno nominate e non devono avere nome.

Comprendo meglio oggi perché Manzoni volle chiamare “l’innominato” uno spietato signorotto locale; una scelta all’apparenza troppo enfatica, da feuilleton. Col suo estro finissimo che lo portava disegnare i casi della vita con un’esattezza pari a quella di una macchina di precisione, Manzoni, consapevolmente o meno, ha così rappresentato il fenomeno dell’istituzionalizzazione dell’oppressione e dell’iniquità, per il quale certi poteri, certi crimini, vengono accettati dal popolo – da un popolo debole e adatto a essere soggiogato – come dati di fatto, come strutture fisse che trascendono la dimensione personale e danno forma alla realtà, e come tali sono intoccabili. Divengono istituzioni, cioè “abitudini di pensiero” (T. Veblen), che non sono oggetto di discussione, così come non si discute, e a volte neppure si nomina, ciò che è sacro; e che impongono regole, leggi, alle quali sono i fatti (cioè le interpretazioni della realtà) a doversi adattare, ha scritto Veblen.

Chiamando “innominato” un brigante divenuto castellano, che dalla cima del poggio “come l’aquila dal suo nido insanguinato” “non vedeva mai nessuno al di sopra di sé, né più in alto”, Manzoni dà un’allegoria dell’istituzionalizzazione del crimine, che si fa potere supremo e si spersonalizza; che, da potere militare, si fa cielo sotto il quale condurre la propria vita, per gli abitanti della vallata. Nella realtà, questi poteri non si convertono, ma fanno convertire il popolo, facendosi considerare entità sovraterrene. Si dice “poteri forti”, locuzione insoddisfacente, che in effetti si espone alla critica di essere generica; li si potrebbe chiamare poteri anonimi; o meglio, “poteri innominati”.

Invece, andrebbe riconosciuto e detto a chiare lettere che vi è un livello sovranazionale che controlla sia la mafia, sia le istituzioni che conducono la lotta alla mafia; che la mafia in Italia è solo una delle due ganasce asimmetriche di una tenaglia di sfruttamento, tenuta da una mano che è quella di giganteschi interessi globali; che non solo la mafia ma anche la cronicizzazione della guerra alla mafia, questo stato di eccezione permanente [15], pone un pericolo per i cittadini, permettendo l’avverarsi, nel campo dell’antimafia, del sogno mafioso dell’oppressione che si fa Stato e norma. Che si fa istituzione politica e, ancor prima, istituzione antropologica. La paura, il terrore, vanno sullo sfondo; l’asservimento e il danno diventano una componente dell’ordine naturale del mondo, e non provocano paura né dolore.

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La paura teologica della mafia e la paura rimossa dello sfruttamento

Così che, ad esempio, mentre condanniamo sprezzanti i Meridionali che accettano la cultura mafiosa, troviamo normale pagare il pizzo, quel pizzo istituzionalizzato che è ciò che in parte sono diventate le imposte e tasse, ad un picciotto – che è solo l’esattore – che si chiama Stato. E troviamo naturale la frattura tra un popolo sfruttato, e tenuto nelle condizioni adatte a questo fine, e governanti che fanno i baroni ma dicono di essere lo Stato. Stato al quale pensiamo di dovere devozione perché ci protegge impedendo ai mafiosi di venire a bussare alla porta di casa a chiederci soldi. Stato la cui seconda carica è attualmente ricoperta dal già Procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, difensore, e possibile successore, del viceré USA Giorgio Napoletano.

Gli psicologi sociali distinguono paure primarie, realistiche per una data epoca storica, e paure secondarie, che sono “‘spostamenti’ volti a fornire obiettivi credibili su cui sia possibile scaricare l‘angoscia” [16]. In passato erano molto diffuse paure secondarie come quelle su streghe, Satana, etc. La Chiesa tentò di trasformare queste paure viscerali in paure teologiche, “indicando di volta in volta alcuni obiettivi … su cui la comunità cristiana poteva incanalare le paure primarie “ [16]. Oggi il potere eleva una paura primaria, la mafia, fenomeno temibile ma umano (G. Falcone) a paura teologica, a ipostasi del Male, per stornare da sé sentimenti di avversione e anzi ottenere consenso. Anche in questo caso Manzoni, delicato cantore della provvidenza divina e anatomista del Male umano, viene in aiuto, nel brano dove, con l’ampollosa prosa marinista di quando il dominatore era la Spagna, alla criminalità viene attribuita una natura infera, sulla base dell’incapacità della “antimafia” di allora – anche allora lodatissima – di sconfiggerla.

”… gl’Amplissimi Senatori quali Stelle fisse, e gl’altri Spettabili Magistrati qual’erranti Pianeti spandino la luce per ogni doue, venendo così a formare un nobilissimo Cielo, altra causale trouar non si può del vederlo tramutato in inferno d’atti tenebrosi, malvaggità e sevitie che dagl’huomini temerarij si vanno moltiplicando, se non se arte e fattura diabolica, attesoché l’humana malitia per sé sola bastar non dourebbe a resistere a tanti Heroi, che con occhij d’Argo e braccj di Briareo, si vanno trafficando per li pubblici emolumenti.” (Promessi sposi)

Le tasse sono state per secoli una delle grandi paure delle popolazioni, accanto alle pestilenze e alla fame [16]. Noi moderni in genere non percepiamo questa paura. Col nuovo corso di spoliazione associato alla crisi economica, la paura delle tasse torna di fatto ad essere giustificata; ma viene spostata su altri oggetti, come la mafia, che inducono all’obbedienza, e alla gratitudine, verso chi raccoglie il pizzo istituzionalizzato.

Le tasse c’è chi cerca di evaderle, c’è chi sbuffa e mugugna nel pagarle, ma non suscitano paura (con rilevanti eccezioni). E’ vero che in condizioni di giustizia non ci dovrebbe essere nessuna paura delle tasse. In una repubblica che funzioni, pagare le giuste imposte e tasse, che mandino avanti la macchina sociale, dovrebbe essere, oltre che un ovvio dovere, quasi un piacere. Ma le tasse fanno parte di un obbligo binario: vanno in coppia con l’obbligo di chi le esige di destinarle esclusivamente al bene dei cittadini [17]. Oltre all’evasione fiscale, quella di chi non versa, va riconosciuta e condannata l’esistenza di una immane “diversione fiscale”, nella quale chi manovra lo Stato “succhia” dal fondo nel quale affluisce il denaro versato dai cittadini, avendo creato canali effluenti, che a loro volta si suddividono in rami a favore del proprio gruppo, di amici, soci e clienti (che spesso sono anche evasori); e non ultimo, tutt’altro, a favore dei poteri sopranazionali che ci stanno strozzando.

Né si nota che i pulpiti dai quali provengono le prediche sul dovere di non evadere sono quelli di chi attua la diversione fiscale o ne beneficia [17]. Chi evade per principio è moralmente malato; ma non è psicologicamente sano il cittadino che, per ingenuità, indifferenza o rassegnazione, non sente l’urto della natura vessatoria delle tasse attuali. In tanti le tasse inique non evocano il sentimento di paura che si proverebbe per il ceffo che si presentasse alla propria attività e obbligasse a versare una quota per un servizio di “protezione”. Né la paura che si dovrebbe provare per il furto alla luce del sole che impoverisce; per il “perché sono il leone” fatto legge dello Stato; per la sopraffazione soffocante da parte del potere legale. Non si prova la paura che innesca la reazione fisiologica di allarme “fight or flight”, “combatti o fuggi”, che è preludio alla presa di coscienza e alla reazione politica.

Oggi, anche mantenendo la mafia e agitandola come uno spauracchio, gestito da quella che chiamo la metamafia, la mafia sulla mafia, la mafia sulla minaccia mafiosa [18], il principe riesce a farci pagare le tasse in eccesso; senza che neppure percepiamo l’imposizione, in aggiunta alle tasse dovute, di balzelli illegittimi e odiosi, le sovrattasse a beneficio di banche, speculatori, tangentisti, poteri esteri, clero e parassiti laici. Una tassazione di tipo medievale a fronte di una crescente disoccupazione e di un arretramento generale del Paese; e di servizi pubblici non di rado carenti o scadenti. Mentre ci accingiamo a pagare di tasca nostra senza fiatare quote crescenti di sanità, istruzione e pensioni; servizi che dovrebbero essere finanziati, come sarebbe sacrosanto, da una equa tassazione.

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Piduisti e “atlantically correct”

E, almeno nel caso della medicina, servizi – pubblici o privati – non di rado fraudolenti; e protetti con sistemi mafiosi da coloro che dicono di essere prosecutori dell’opera di Falcone e Borsellino e dei poliziotti e CC uccisi perché troppo bravi nella lotta alla mafia. Quest’altra funzione delle forze che esibiscono il distintivo antimafia e parlano tanto di mafia è un aspetto, oltre che della tradizione di doppiezza delle forze di polizia, degli eccellenti – e riservati – rapporti tra magistratura e grandi gruppi finanziari, tra magistratura e poteri globalisti [19]. Mentre combattono stancamente la mafia, e avvalendosi di questa copertura, sottobanco le istituzioni deputate alla legalità vanno verso il modello che vede messe sul mercato le loro prerogative, come servizi di protezione a grandi interessi privati [20].

Magistrati e forze di polizia aiutano le grandi frode mediche non solo con la repressione del dissenso, ma anche partecipando a campagne di propaganda e indottrinamento [21,22]. La diade mafia/antimafia ne copre un’altra più profonda: quella tra filoamericani, o filoliberisti, piduisti e filoamericani e filoliberisti “atlantically correct”. I piduisti sono l’ala militare, più dura, che gestisce affari come stragi, terrorismo, mafia, censura a favore delle frodi.

Gli “atlantically correct” portano avanti le tesi politiche e ideologiche desiderate dagli USA e dai grandi poteri finanziari e industriali. Tesi che sembrano progressiste e sono a favore di interessi usurai; confusione questa frequentissima in campo medico [23]. Tra di loro vi sono anche persone oneste e di valore in buona fede; vengono quindi scambiati, dalla gente affamata di capi, per genuini progresssisti che vogliono il bene del popolo. A volte gli atlantically correct sono sinceri oppositori dei piduisti; salvo poi lavorare con altri mezzi per lo stesso Mangiafuoco. Fungono da opinion leader del progressismo consentito in Italia, e quindi diffuso tra i concittadini istruiti dell’Alfonso della vignetta; il progressismo che va a sedere in parlamento, e che contribuisce a dare alla sedicente sinistra quel suo timbro falso, occupandosi di temi costruiti a tavolino, o secondari, rispetto ai veri problemi del Paese.

Questa distinzione spiega perché il cacciatore di mafiosi Ingroia ha dato una mano all’operazione Stamina [24], che andrà a confluire in una diversione, fraudolenta ma istituzionalizzata, di spesa sanitaria a danno della popolazione da fare invidia a quei mafiosi conclamati che si sono occupati di ospedali. O perché certi magistrati fanno spot per l’introduzione di pratiche mediche che sfociano in responsabilità penali [9]; come Gherardo Colombo, per altri versi stimabile, che scoprì le liste della P2, o parte di esse, e oggi per la gioia dei piduisti attuali propaganda, non si sa a quale titolo, la “prevenzione” medica, cioè gli screening [25], quando in tutto il mondo occidentale essi sono ormai oggetto di una massa di critiche anche ufficiali che li indicano come pericolosi per la salute e truffaldini [26]. O perché Nando Dalla Chiesa, decano dell’antimafia civile, anziché applicare gli strumenti di sociologo che studia i rapporti tra società e crimine alla grande operazione di pubbliche relazioni sulle staminali [27], fa il lirico su Elena Cattaneo [28], contribuendo a preparare il terreno per la nomina di questa a senatore a vita, un altro atto del Viceré configurabile come anticostituzionale; e sicuramente dannoso i cittadini, in questo caso sotto il profilo della tutela della salute [29].

O perché i magistrati in Lombarda, nei libri che scrivono per avvertire i cittadini sui pericoli mafiosi che rischierebbero di corrodere “le fondamenta della città” se magistratura e corpi speciali di polizia non li contrastassero valorosamente, includono il capitolo del racket dei parcheggi dei bibitari [30]; ma lasciano mano libera, da 20 anni, all’instaurazione, anche con mezzi illegali, di una medicina liberista anch’essa annoverabile tra i monopoli criminali, con un giro d’affari e un’incidenza negativa sulla società di molti ordini di grandezza superiore a quello dei panini al volo; e che resta tale anche al netto delle infiltrazioni ndranghetiste.

La lotta ai confratelli ndranghetisti dei politici lumbard, e ai fondi neri, è anzi un esempio del sistema metamafioso. Certo, avere amministratori della sanità mafiosi è toccare il fondo; ma si ha l’impressione, tolta la feccia ndranghetista e tangentista, di avere un sistema sanitario pulito e valido, per la soddisfazione degli atlantically correct. Invece ciò che resta è ciò che si voleva ottenere dall’inizio, una medicina tecnocratica a vantaggio del grande capitale (che non vuole dare ai piccoli forchettoni locali, e ai medi delinquenti, fette più grandi di quelle necessarie [31]). Una medicina che antepone il profitto alla tutela della salute, arrivando a propagandare assiduamente interventi iatrogeni come quelli raccomandati da Gherardo Colombo (e protetta dalle intemperanze dei guastafeste dai sicari dell’ala piduista; mentre gli atlantically correct sono troppo occupati a togliere le mani della mafia dalle piadine; o atlanticamente giustificano quest’uso mafioso del potere legale). La ndrangheta qui è un falso standard, uno standard negativo, a favore di una illegalità istituzionalizzata [18]; analogamente a Stamina rispetto al lancio delle staminali “scientifiche” [24]. Una situazione che ha analogie con la storia sul contrabbando di sigarette nel capitolo primo de “La bolla di componenda” di Camilleri. Questo quadro consente di non interrogarsi troppo a lungo sui meriti filosofici o intellettuali di uno dei più rappresentativi magistrati della Lombardia, al quale la rivista Foreign Policy ha conferito il titolo di “top global thinker” [32]. Porta però ad altri interrogativi sul riconoscimento. Del resto, non è una novità che gli angloamericani controllino l’Italia anche attraverso la selezione della classe intellettuale e la manipolazione cuturale [1,33].

A una conferenza ho sentito un giurista distinguere tra associazioni a delinquere nelle quali sia i fini sia i mezzi sono illeciti, es. il pizzo mafioso, e quelle dove i fini sono leciti e i mezzi illeciti, es. l’ottenere un appalto di un opera pubblica con minacce mafiose. Credo che andrebbe individuato un terzo tipo di associazione a delinquere, non meno pericoloso, che mediante mezzi in sé leciti ottiene fini illeciti; è il territorio delle frodi mediche strutturali, e degli intellettuali, politici, magistrati, amministratori, professionisti “atlantically correct”.

Le associazioni a delinquere del terzo tipo a loro volta si distinguono in volontarie, quando i soci sanno a che gioco stanno giocando, ed emergenti, dove i vari partecipanti non lo sanno o rifiutano di ammetterlo a sè stessi, e il carattere delinquenziale è una proprietà emergente del sistema. Frequenti le forme miste, in varie combinazioni. Appare che uno dei compiti principali dell’ala piduista sia proprio di favorire, anche con la violenza e il delitto, e insieme a una poderosa macchina propagandistica, tali associazioni a delinquere, creando le condizioni, il clima sociale, il modello di realtà adatti. Gli atlantically correct a volte sono in mala fede; altre volte applicano dosi massicce di falsa coscienza; altre ancora non sembra si rendano conto che se possono esporre le loro tesi e ottenere vasto consenso è anche perché vi è il ramo piduista che si occupa di facilitargli il lavoro, sopprimendo in vari modi le voci contrarie e conformando la realtà in modo da fargli trovare la via spianata.

* * *

In parole povere, anche grazie a un processo di epurazione dei pochi Italiani che volevano fare le cose sul serio, le istituzioni dello Stato sono per la maggior parte occupate da ruffiani, che ci vendono; però con sistemi sofisticati, non immediatamente riconoscibili. Inoltre, sono ruffiani di alto bordo in un paese che pullula di ruffiani, e pertanto sui loro affari coi poteri sovranazionali non devono temere denunce o critiche più di quanto debba temerne dai compaesani, per i suoi contatti con qualche ufficiale della NATO, un capomafia in uno di quegli sperduti paesini del Sud che sono permeati della subcultura che accetta la mafia; paesini che, a detta della vulgata ufficiale, sarebbero sorgente di un’energia criminale così elevata da irradiare di Male l’intero pianeta.

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8 set 2013

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Note

  1. Cereghino M J. Fasanella G. Il golpe inglese. Da Matteotti a Moro: le prove della guerra segreta per il controllo del petrolio in Italia. Chiarelettere, 2011.

  2. 70 anni fa lo sbarco alleato, Gela ricorda con Crocetta e Thorne. AGI, 10 lug 2013.

  3. La caricatura internazionale durante la II guerra mondiale. De Agostini, 1971.

  4. Bill Mauldin. Wikipedia.

  5. Purgatori A. Il professor Vittorino Andreoli: “L’Italia è un Paese malato di mente. Esibizionisti, individualisti, masochisti, fatalisti”. Huffington Post, 6 ago 2013.

  6. Il terzo livello. https://menici60d15.wordpress.com/2012/09/05/il-terzo-livello/

  7. Paranoia e ebefrenia. https://menici60d15.wordpress.com/2011/02/24/paranoia-e-ebefrenia/

  8. I magistrati e l’effetto Bokassa. https://menici60d15.wordpress.com/2011/04/21/i-magistrati-e-leffetto-bokassa/

  9. Celebrazioni dell’estate 2013. In: Nuove P2 e organi interni. https://menici60d15.wordpress.com/2011/12/08/nuove-p2-e-organi-interni/

  10. Dinucci M. L’arte della guerra. Gli ologrammi della politica. Il Manifesto, 13 marzo 2013.

  11. Cosa Nostra: la legione sicula della CIA. Blog di A. Carancini, 11 gen 2011.

  12. La mafia e l’antimafia favoriscono la soggezione dell’Italia a poteri extra-nazionali? https://menici60d15.wordpress.com/2012/07/28/4271/

  13. Il tolemaicismo politico. https://menici60d15.wordpress.com/2013/02/04/il-tolemaicismo-nella-storia-contemporanea-italiana/

  14. Giancarlo Caselli e i No-Tav. Il Negativo e il Proibito. https://menici60d15.wordpress.com/2012/02/23/giancarlo-caselli-e-i-no-tav-il-negativo-e-il-proibito/

  15. Antimafia e cultura dell’emergenza. https://menici60d15.wordpress.com/2011/03/28/antimafia-e-cultura-dellemergenza/

  16. Oliverio Ferraris A. Psicologia della paura. Bollati Boringhieri, 1998.

  17. Le tasse come obbligo binario. https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/22/le-tasse-come-obbligo-binario/

  18. I professionisti della metamafia. https://menici60d15.wordpress.com/2010/06/08/i-professionisti-della-metamafia/

  19. Giannuli A. Ma sono proprio le toghe rosse i nemici di Berlusconi? 1a puntata. 12 ago 2013. La metamorfosi della magistratura e il tormentone delle toghe rosse. 2a puntata 15 ago 2013. Sito web di A. Giannuli.

  20. Cavallaro L. Il modello mafioso e la società globale. Manifestolibri, 2004.

  21. Nuove P2 e organi interni. https://menici60d15.wordpress.com/2011/12/08/nuove-p2-e-organi-interni/

  22. Il magistrato e gli stregoni. https://menici60d15.wordpress.com/2013/04/15/il-magistrato-e-gli-stregoni/

  23. Sulle regole per la Roche. https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/30/sulle-regole-per-la-roche/

  24. Gli strani “compagni di letto” di Ingroia. https://menici60d15.wordpress.com/2013/02/13/gli-strani-compagni-di-letto-di-ingroia/

  25. De Felice D. Gherardo Colombo e “le regole” in sanità. Il Fatto quotidiano, 28 maggio 2013.

  26. Sovradiagnosi. https://menici60d15.wordpress.com/sovradiagnosi/

  27. La frode delle staminali. https://menici60d15.wordpress.com/la-frode-delle-staminali/

  28. Commento al post di N. Dalla Chiesa “La ricercatrice in lotta contro la danza più infelice del mondo” Il Fatto quotidiano, 24 febbraio 2013. Censurato. In: Gli strani “compagni di letto” di Ingroia, cit.

  29. In preparazione.

  30. Gennari G. Le fondamenta della città. Come il Nord Italia ha aperto le porte alla ‘ndrangheta. Mondadori, 2013.

  31. La magistratura davanti alle frodi mediche di primo e secondo grado. https://menici60d15.wordpress.com/2009/08/22/la-magistratura-davanti-alle-frodi-mediche-di-primo-e-secondo-grado/

  32. I mafiosi filantropi e la Lombarda non omertosa. https://menici60d15.wordpress.com/2011/12/20/i-mafiosi-filantropi-e-la-lombardia-non-omertosa/

  33. Saunders F. S. Who paid the piper? The CIA and the Cultural Cold War. Granta, 1999.

    *  *  *

14 settembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di M.A. Mazzola “C’eravamo tanto Amato”. Censurato

Giuliano Amato e la meritocrazia mafiosa

@ m.l. audit. Grazie per la segnalazione del libro di Barrotta sulla meritocrazia. Segnalo il mio articolo “Choosy, marchesini e figli di. La differenza tra meritocrazia e merito”, reperibile su internet. Le capacità individuali vengono citate non solo in maniera distorta; le si cita solo quando fa comodo. In un ambiguo intervento sull’ineluttabilità della mafia (Mafia, Amato: ormai è diventata economia. ADN Kronos, 28 apr 2007) l’uomo per tutte le stagioni oggi messo a fare il giudice costituzionale, che allora reggeva gli Interni, ha affermato: “Noi possiamo decapitare la mafia, ma è un organismo che ha una capacità di riprodursi, che forse null’altro in Italia ha in egual misura”.

La mafia come l’Idra di Lerna, o come l’invertebrato che da lei prende il nome? Quando ghigliottinarono Lavoisier fu detto che era bastato un secondo per tagliare una testa come la sua, ma sarebbero occorsi cento anni per averne un’altra. Non è vero che è possibile rimpiazzare a ripetizione un capo in grado di condurre una cosca con un altro delinquente. Se si tolgono di mezzo gli ufficiali dell’esercito dei gangster, questo verrà sconfitto; se si vuole sconfiggerlo. Allo stesso modo, e lo stiamo vedendo, se si eliminano magistrati antimafia valenti e valorosi, non sarà facile sostituirli.

E questo può essere detto di tutte le altre attività di tipo dirigenziale o intellettuale. Quando conviene ai poteri che servono, i dr sottile sostituiscono l’ideologia del merito con visioni egualitaristiche della natura umana altrettanto mitologiche.

[Choosy, marchesini e figli di. La differenza tra meritocrazia e merito]

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21 settembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. V. Rizzo “Antimafia, io ghost writer della della spektre mafiosa” del 21 settembre 2013

Non conosco i siti nisseni dei quali parla il Procuratore Lari, che può darsi che abbia ragione. In questo campo si entra in un gioco di specchi dove diventa aleatorio orientarsi. Ma credo che ci siano validi motivi per criticare l’antimafia, cosa che faccio da diversi anni (v. i miei interventi sui blog, come il recente “La convergenza di mafia e antimafia. Pizzo mafioso e pizzo di Stato”, raccolti in “I professionisti della metamafia”, reperibili su internet).

Sono d’accordo col magistrato sul rischio di nuovi attentati. Questo timore deriva da considerazioni astratte, da un esperimento mentale. Immaginiamo che gli omicidi dei valorosi combattenti antimafia non siano avvenute. Che visione avremmo della lotta alla mafia? Una visione fallimentare. Una tela di Penelope a favore dei Proci. Le uccisioni di personalità sono fondamentali nel modello mafia-antimafia che tratteggio nei miei post. Può darsi che con la crisi economica la gente si avveda di come l’antimafia possa essere funzionale al sistema di sfruttamento. E che quindi occorra un boost, del sangue vero per continuare a fare andare la macchina scenica. Ne seguiranno celebrazioni barocche a non finire e tutto resterà come prima. Possono colpire qualcuno senza grandi meriti, o anche chi sia davvero in prima linea. In modo da educarne cento, e da rinnovare l’alibi all’antimafia che distoglie dallo sfruttamento e lo legittima, e alla vigliaccheria degli italiani che accettano tutto questo.

F. Pansera

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19 setttembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. Milosa “Buccinasco, la ‘ndrangheta torna a sparare. Vittima costretta a lasciare la Lombardia” del 18 settembre 2013

L’intimidazione tra delinquenti avviene ad aprile, ma la notizia viene riportata ad ottobre: quando si sarebbe dovuto comunicare che i colpevoli sono stati condannati. ”Le potenti cosche di Platì”, ammesso che di loro si tratti, continuano a imperversare. Mantenere in vita la mafia, e colorare a tinte forti anche episodi minori come questo, fa comodo, mentre il Paese viene depredato. Lo spauracchio della mafia e la lotta alla mafia servono anche come giustificazione, diversivo e copertura ai piduisti delle forze di polizia, agli “atlantically correct” della magistratura e dei media, e ai tanti lazzari, la gente comune al servizio del potere, che in Lombardia non sono meno frequenti che nelle regioni che oggi corrispondono al Regno delle due Sicilie.

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Spezzano della Sila, 28 ottobre 2013

ccc

Dott. Gianni Speranza

Sindaco di Lamezia Terme

Via Sen. Arturo Perugini

88046 Lamezia Terme

Procuratore della Repubblica

Lamezia Terme

ccc

Dott. Domenico Prestinenzi

P. Repubblica

88046 Lamezia Terme

ccc

racc rr online

ccc

Offerta di donazione di beni inutilizzabili a causa di furto e danneggiamento a scopo intimidatorio

Ieri domenica 27 ottobre 2013, intorno alle ore 7:30 circa, in località Felicetta (Sambiase), giunto col fratello della mia compagna nel piccolo oliveto che possiedo, abbiamo scoperto che qualcuno aveva portato via le 4 reti che avevamo lasciato il giorno precedente. Il furto delle reti, acquistate alcuni giorni prima per 123 euro, combinato con il giorno festivo del 1 novembre e con l’improcrastinabile ritorno a Brescia, dove risiedo, mi impedisce di la raccolta delle olive delle 22 piante rimanenti.

Il gesto va ad aggiungersi, casualmente, ad altre forme, sgradevoli e caricaturali ma prive di conseguenze pratiche, di scoraggiamento e dissuasione rispetto alla mia intenzione di curare personalmente il piccolo fondo (un terzo di ettaro); con qualche scenetta nei giorni precedenti che a me, figlio di lametini ma cresciuto fuori dal Sud, è sembrata tratta da un film sulla mafia rurale, e vagamente comica nel suo carattere surreale. Non credo che la mafia vera e propria c’entri qualcosa.

Appare ora evidente, fin troppo, la volontà di provocare e demoralizzare. Non so se il prossimo passo sarà il furto delle olive, che peraltro non potrà passare inosservato dato che la zona è frequentata, oppure se ci si limiterà a quanto fatto. Ma ciò che mi preoccupa non è tanto il danno materiale, né quello che appare come il movente ovvio e immediato.

In concomitanza con l’accaduto si è tenuta a Lamezia una “festa” contro le intimidazioni mafiose. Poche ore prima del furto avevo scritto sul post “Calabria, record di amministratori minacciati. Avviso pubblico va a Lamezia.” de Il Fatto quotidiano, il seguente commento:

Solidarietà agli amministratori locali calabresi oggetto di intimidazioni e minacce da parte di “enclavi affaristico-mafiose-criminali”. Speriamo che le “enclavi” criminose vengano finalmente distrutte. E anche che gli amministratori lombardi e calabresi smettano di usare i dipendenti pubblici per molestie e stalking paramafiosi contro singoli invisi a potentati economici globali. Alla “festa” [sic] antimafia sarà presente il sottosegretario alla Presidenza del consiglio Minniti, con delega ai servizi segreti. Nella mia esperienza personale, l’antimafia dei sindaci lombardi e calabresi è vicina a Cossiga, già presidente onorario dell’ICSA, il centro di “Intelligence culture” fondato dall’on. Minniti, piuttosto che a Falcone e Borsellino. Appaiono esserci, dietro alle declamazioni di facciata, convergenze, affinità e collegamenti tra la mafia e questa antimafia; così che l’unica vera enclave è quella entro la quale vengono confinati gli onesti. Una enclave ideale, perché con attenzioni come questa dello stalking municipale si ha cura di disperderli e isolarli.

(Il commento, e la presente lettera, verranno aggiunti al post “La convergenza di mafia e antimafia. Pizzo mafioso e pizzo di Stato” sul mio sito https://menici60d15.wordpress.com/).

La coincidenza, che come innumerevoli altre dello stesso genere sembra una risposta di scherno e di intimidazione, mi ha fatto pensare di offrire al Comune di Lamezia a titolo gratuito le olive che mi è stato impedito di raccogliere. Invito quindi il Comune a fare raccogliere liberamente le olive rimaste nell’appezzamento di mia proprietà e a sfruttarle come crede. In base a quanto già ottenuto delle altre 25 piante, la raccolta persa corrisponde a circa 200 litri di olio. Estremi catastali: [omissis].

In generale, il rimettere agli enti locali o allo Stato i beni “confiscati” dalle mafie o da altri prevaricatori, o oggetto di gesti di boicottaggio e di sfregio da parte di poteri affini alle mafie, mi pare possa essere una extrema ratio per resistere in modo civile alle arti del sopruso.

Sia che il sopruso nasca dai ambienti rozzi e grossolani che cercano di arraffare quanto più possono, sia che muova, con cadenza prevedibile e implacabile, dai settori più raffinati delle istituzioni, quelli che sono all’interfaccia tra Stato e poteri forti sovranazionali. E’ mia convinzione che i due mondi non siano così distanti né così separati come si crede; e che le moltitudini di “lazzari”, le persone comuni che quando richieste fanno da piccola manovalanza ai disegni inconfessabili del potere, costituiscano una delle principali variabili nascoste e trascurate quando si parla di corruzione o di mafi

Distinti saluti

Dr Francesco Pansera

cccc

Dr F. Pansera

Via Tosetti 30

25124 Brescia

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Il 29 ottobre 2013, il giorno dopo aver spedito via internet la lettera al sindaco e alla procura di Lamezia, ho ricevuto questa email:

From: bartoloiamonte@libero.it <bartoloiamonte@libero.it>

Subject: RE: Salut

To: Me <menici60g15@gmail.com>

ciao, in 2 settimane ho perso 8 chili, provalo gratuitamente http :ly/1ay4SQz

Da Bartolo Iamonte, che fa parte dell’omonima ‘ndrina ed è stato condannato in via definitiva per reati di mafia. In effetti da meno di un mese sto cercando di dimagrire, e la raccolta manuale delle olive, forzosamente interrotta, stava, incidentalmente, contribuendo a ciò. Ma questo Iamonte non poteva saperlo; né si giustifica il tono confidenziale, come tra due persone che si conoscano e siano in contatto. Non sentivo Iamonte, che non ho mai incontrato, da 4 anni, quando, nel maggio 2009, avendo egli letto miei interventi sul blog “Uguale per tutti” del magistrato Felice Lima, mi aveva mandato alcune email (usando il Lei) sulla sua condizione di -a suo dire- ingiustamente condannato, che lo avrebbe accomunato a me (che di condanne giudiziarie formali non ne ho mai ricevute).

Questo e altri fatti anomali e inquietanti avvenuti subito dopo aver spedito la lettera mi confermano di essere oggetto dell’opera di mobbing e intimidazione di apparati che si potrebbero chiamare “Nuclei pro Sofisticazioni”; che favoriscono e proteggono le grandi frodi mediche strutturali con operazioni di discredito e guerra psicologica verso chi vi si oppone. “Nuclei” che sono collegati alla “antimafia di giorno”: l’antimafia che di giorno combatte i mafiosi e di notte lavora per i poteri forti che controllano anche la mafia. E che è in buoni rapporti con quello che dovrebbe essere il fronte nemico, così che all’occorrenza i mafiosi possono essere affiancati alle persone “perbene” per dare una mano a certe onorate attività dell’antimafia e delle altre istituzioni “pulite”.

Contemporaneamente all’email di Iamonte ho ricevuto la segnalazione di un articolo di Antimafia 2000, e ho inviato la seguente email:

Questa è una e-mail di contatto dal sito http://www.antimafiaduemila.com/ inviata da:

Francesco Pansera <menici60d15@gmail.com>

Spezzano Sila, 29 ott 2013

Egregia redazione di Antimafia 2000

oggetto: antimafia e staminali.

Vedo che vi interessare alle staminali: oggi 29 ott 2013 avete pubblicato l’articolo pro-Stamina “Legalità e terapia con cellule staminali” di Andolina. Sui rapporti tra antimafia e staminali vi segnalo i miei post: “Gli strani “compagni di letto” di Ingroia :

https://menici60d15.wordpress.com/2013/02/13/gli-strani-compagni-di-letto-di-ingroia/

e “La convergenza di mafia e antimafia.Pizzo mafioso e pizzo di Stato” :

https://menici60d15.wordpress.com/2013/09/08/la-convergenza-di-mafia-e-antimafia-pizzo-mafioso-e-pizzo-di-stato/

sul mio sito https://menici60d15.wordpress.com/

Altri miei post sull’argomento:

I professionisti della metamafia

https://menici60d15.wordpress.com/2010/06/08/i-professionisti-della-metamafia/

La frode delle staminali

https://menici60d15.wordpress.com/la-frode-delle-staminali/

Buon lavoro

Francesco Pansera

menici60d15@gmail.com

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14 novembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di B. Borromeo “Papa Francesco, il pm Gratteri: “La sua pulizia preoccupa la mafia”

@ Palermitano. Dunque, a quanto lei dice, dopo quello che ha detto Gratteri chi critica le notizie apologetiche sul papa è complice morale dei mafiosi. Certo che anche Gratteri, trovandosi dalla sua parte, si ritrova con compagni coi quali non si desidererebbe di vedere un magistrato.

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18 novembre 2013

Blog de Il Fatto
Commento al post di A. Lapertosa “Rifiuti tossici, allarme pediatri: “Rischio cancro inaccettabile. Incidenza alta” “

Non è così semplice come mostrano i media; non è così cinematografico, coi buoni che combattono i cattivi. L’inquinamento è un grave pericolo per la salute, riconosciuto, ma vi sono altri pericoli, nascosti e contrari al senso comune, che sono potenziati dal battage sull’inquinamento. Le cose possono essere ancora più sudice di come vengono presentate; la camorra può essere usata come “forcone” per spingervi verso “angeli” in camice bianco che angeli non sono. State attenti su questi allarmi, per voi e per i vostri figli, perché oltre ai cancri da inquinamento ambientale e da cancerogeni nei prodotti di consumo ci sono anche i falsi cancri da sovradiagnosi. (V. “Ilva. Dal cancro nascosto al cancro inventato”).

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1 gennaio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Musolino “Accusata di truffa e peculato, la paladina dell’antimafia Rosy Canale torna in libertà”

L’ambiguità di tanta antimafia non dovrebbe essere ridotta a questa grottesca storia alla Alberto Sordi. Il refrain della lotta ai mafiosi da film fa dimenticare che esiste una mafia legale, che prospera indisturbata, e che nonostante quanto va dicendo non è affatto incompatibile con la mafia da 41 bis. “I gruppi clientelari-mafiosi illegali trovano il loro vivaio più opportuno ove è presente il sistema clientelare-mafioso legale” (Danilo Dolci). Ciò vale sia per la Calabria che la Lombardia, dove gruppi clientelari-mafiosi legali operano protetti da magistratura e forze di polizia; e dichiarandosi nemici dei loro affini illegali possono svolgere più agevolmente le loro attività clientelari-mafiose. Prima che la contrapposizione tra mafia e antimafia si dovrebbe considerare la distinzione tra mafia illegale e mafia legale. E quando chiunque si presenta come antimafia bisognerebbe sempre considerare se è dell’antimafia che davvero si oppone alla mafia o se è di quella funzionale alla mafia legale.

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19 febbraio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Barbacetto “Massoneria al voto, con lo spettro della ‘ndrangheta”

Da “Mafia come ordinamento giuridico”. In: S. Lupo. Storia della mafia. Donzelli, 1996:

La relazione tra mafia e massoneria va al di là dell’occasionale presenza di qualche boss tra i liberi muratori.
Tra mafia e massoneria c’è un legame storico, oltre che funzionale.
Dal concetto massonico di ““umanità”” deriva quello camorristico di ““umiltà””, vale a dire subordinazione ai voleri dell’organizzazione; da qui, attraverso la conversione della ““l”” in ““r”” tipica del dialetto siciliano, verrebbe al parola “”omertà””.

V. anche: “Poteri segreti e criminalità. L’intreccio inconfessabile tra ndrangheta, massoneria e apparati dello Stato”. M. Guarino. Donzelli, 2004, dove si usa il termine ““massomafia””.

““Il piduismo ha permeato di sé buona parte della massoneria italiana, come se tante piccole P2 fossero germinate ovunque, nelle principali città”. “ A. Cordova. Da ““Occhio alla P3””. In: “F. Forgione, M Mondani. Oltre la cupola. Massoneria mafia politica. Rizzoli, 1994. Libro sui legami massoneria-ndrangheta.

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27 marzo 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Senato, Raffaele Cantone presidente dell’Autorità anticorruzione”

La corruzione è di due tipi. Quella tangentista, volgare (bribery) rivolta verso il basso, che munge i cittadini per fare cassa. E quella eversiva, di alto bordo, nella quale politici, magistrati, amministratori piegano i loro compiti e i loro interventi agli interessi dei poteri forti; creando una legalizzazione di forme di sfruttamento. La nomina di Cantone è una garanzia contro la corruzione del primo tipo, quella dei taglieggiamenti tramite la pubblica amministrazione, delle mazzette e dei favori; che è dannosa per noi, e che i poteri che beneficiano della corruzione del secondo tipo hanno interesse a ridimensionare, non per ragioni di equità e giustizia ma per sostituirsi ad essa nello sfruttamento dei cittadini.

La nomina non è invece rassicurante rispetto alla corruzione eversiva, quella che beneficia poteri che i magistrati appaiono voler compiacere. Poteri che stanno ottenendo una istituzionalizzazione dello sfruttamento (privatizzazione dei servizi, decime camuffate da imposte, deregolamentazione a favore delle frodi in medicina e nei consumi, etc.). Poteri dei quali non si parla ma che, come l’attuale crisi economica mostra, costituiscono per il cittadino un pericolo non inferiore a quello dei forchettoni e dei mafiosi, dei quali si parla in continuazione. Con Cantone si riduce la possibilità che un Cicciotto e Mezzanott venga a bussare alle nostre porte. Ma temo che aumenti quella che a bussare sia l’ufficiale giudiziario.

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@ Giovanni Pozzi. Mi sembra che tu rappresenti quelli che quando qualcuno mette in dubbio i facili schemetti della propaganda, con lo sceriffo che combatte i cattivi, reagiscono come se gli si spegnesse di colpo la tv proprio mentre il film era allo “arrivano i nostri”. Buona visione e buon Renzi.

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4 giugno 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post ” Borsellino, il pm Gozzo: “Magistrati e antimafia facciano autocritica ”

Sull’assassinio di Borsellino con i quattro agenti della scorta ancora non è stata fatta chiarezza. Il PM Gozzo chiede “cosa non ha funzionato”, in questi 20 anni di depistaggi: polizia, magistratura, controlli disciplinari e penali, Csm, la dottrina, la libera stampa. Immaginiamo un orologio le cui lancette girino alla corretta velocità angolare, ma in senso antiorario. Non è che quell’orologio “non funziona”: funziona al contrario. Quando certe “mamme”, che possono contare su esecutori obbedienti sia nella mafia che tra quelli che dovrebbero combatterla, ordinano di eliminare qualcuno, l’orologio istituzionale gira al contrario. Funzionando come un orologio svizzero.

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9 luglio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post ‘Oppido, inchino al boss. “Identificati tutti i portatori della statua della Madonna” ‘

“La mafia è una montagna di m…” diceva Peppino Impastato. La definizione andrebbe aggiornata: “La mafia è una montagna di m… che viene messa in evidenza per nascondere le montagne di m… che stanno nelle istituzioni”. (E ora anche il clero sta usando la mafia per distrarre dai propri letamai). Ci stanno togliendo tutto, non diversamente dai mafiosi, tramite gli abusi di chi occupa lo Stato; ma in tanti si consolano con queste gag cinematografiche, con queste co-produzioni Stato-mafia che i mafiosi e gli antimafiosi sfornano meglio di Cinecittà ai tempi d’oro.

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Pochi minuti dopo avere postato il commento sopra, mi è arrivata una email senza senso di una persona che non conosco, ma che so essere stata condannata per ndrangheta; e che si era già fatta viva quando l’anno scorso postai su Il Fatto un commento sui rapporti ambigui tra amministrazioni locali calabresi, antimafia e servizi. Se le cose non stessero come le descrivo sopra, denuncerei l’invio della email ai Carabinieri o alla magistratura, come gesto intimidatorio. A Oppido Mamertina si sono avvicendate diverse mafie; da quelle rurali e primitive descritte da don Luca Asprea ne “Il previtocciolo” a quelle che sono in ottimi rapporti con strutture i cui dipendenti, che dicono di operare contro la mafia, ricevono stipendi dallo Stato.

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10 luglio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post ‘ Oppido, il maresciallo: “La ‘ndrangheta forma odiosa di sopraffazione” ‘

A me preoccupano i carabinieri che come questo maresciallo parlano (su Facebook) di “dietrologia”; loro sono maestri nell’arte di nascondere il Proibito (il Male che deve restare segreto) dietro al Negativo (il Male che viene esposto e additato). I CC tendono a essere tazza e cucchiara con tutte le forme del potere. Non siamo più ai tempi di Impastato, che vedeva i CC passeggiare a braccetto, letteralmente, coi mafiosi; oggi più di allora la sopraffazione non è solo mafia, come si vuole far credere. Forse ci si accorgerà dello scopo di queste sceneggiate alla maresciallo Rocca tra qualche anno, quando gli oppidesi, come gli abitanti di Cogne, di Figline Valdarno e del resto d’Italia, con tante tasse e poco lavoro invece che pagare il pizzo ai mafiosi dovranno pagare altro denaro a privati per avere sanità, istruzione e pensioni; e i CC che faranno la guardiania al business. Business, e forma odiosa di sopraffazione, che già oggi i Carabinieri stanno sottobanco collaborando a impiantare; con metodi degni dei CC che depistarono le indagini sull’omicidio di Impastato, imbrattandone la figura. Forse tra qualche anno ci si accorgerà di come i governanti demolivano i diritti costituzionali mentre venivamo distratti con favolette come questa: che la minaccia sono gli inarrestabili mafiosi delle processioni della Madonna di Oppido Mamertina; e che i CC sono lì apposta per proteggerci.

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@ Montalbano. Lei fa appello a un sentimento del quale si parla poco, e che qui viene sfruttato: la voglia inappagata di normalità, di buona convivenza, di poter avere il piacere di tributare a qualcuno il suo per aver fatto bene. La provo anch’io. Può accadere che ci siano comportamenti del genere, anche di singoli Carabinieri, nella vita normale. Ma qui stiamo parlando di una notizia pubblica, di un’operazione simpatia a favore dei CC sfruttando una cosa come la mafia. Mesi fa ho risposto a un articolista de Il Fatto, noto scrittore di mafia, che sempre a proposito di Oppido diceva che i calabresi sono geneticamente animali (perchè hanno dovuto adattarsi a un territorio dove ci sono montagne e fiumare…). Con questa storia che il Male sta tutto nei mitici paesini calabresi si sta facendo della mafia sulla mafia. Qui si è trascinato nel fango un intero paese per raccontare una storia che non solo è costruita, ma copre realtà e problemi ben più gravi.

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@ Annamaria Zerbi. Il carabiniere si è comportato come gli hanno ordinato i suoi superiori. E evidentemente sia lui che i suoi superiore hanno scoperto nel 2014 che a Oppido esistono manifestazioni culturali della mafia, anche durante la processione della Madonna; e nel 2014 sono intervenuti. A viale Romania, nella mia esperienza personale, per la Lombardia e per la Calabria sono più interessati a servire i poteri forti, e a sfruttare la paura della mafia a questo fine, che a estirpare la mafia. E non si comportano affatto bene.

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@ Montalbano. Lei fa appello a un sentimento del quale si parla poco, e che qui viene sfruttato: la voglia inappagata di normalità, di buona convivenza, di poter avere il piacere di tributare a qualcuno il suo per aver fatto bene. La provo anch’io. Può accadere che ci siano comportamenti del genere, anche di singoli Carabinieri, nella vita normale. Ma qui stiamo parlando di una notizia pubblica, di un’operazione simpatia a favore dei CC sfruttando una cosa come la mafia. Mesi fa ho risposto a un articolista de Il Fatto, noto scrittore di mafia, che sempre a proposito di Oppido diceva che i calabresi sono geneticamente animali (perchè hanno dovuto adattarsi a un territorio dove ci sono montagne e fiumare…). Con questa storia che il Male sta tutto nei mitici paesini calabresi si sta facendo della mafia sulla mafia. Qui si è trascinato nel fango un intero paese per raccontare una storia che non solo è costruita, ma copre realtà e problemi ben più gravi.

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@ kiniko. Quando si tratta di criminalità al servizio del potere, come è la mafia, più che ringraziare bisogna ricordare commossi e riverenti quelli che sono morti combattendola. Che sono andati avanti senza avere le spalle coperte. E che sono stati eliminati anche per dare l’esempio a quelli che invece fanno in modo di campare 100 anni, e pretendono pure l’inchino, come mi dice lei. Posso testimoniare della loro complicità. “Le salmerie sopravvivono” diceva uno che di guerra se ne intendeva.

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@ superC. Lo diceva anche G. Falcone: per essere presi sul serio bisogna farsi ammazzare? Ci ho pensato a lungo, e la risposta che mi sono dato è che la la sincerità di intenti dell’antimafia è verificabile dal comportamento verso altre forme di criminalità: i poteri forti, i potentati locali, gli abusi delle ammninistrazioni dello Stato. A me pare, soprattutto per esperienza personale, che Italia ci sia quella che chiamo l’antimafia de “i ragazzi di Cucarasi”; dal titolo di un racconto di G. Fusco. Cioè che con la scusa della lotta alla mafia altre forme di criminalità vengano lasciate libere di agire. E così non si vince nè la mafia nè il resto, che non sarebbe da meno.

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@ Annamaria Zerbi. Presumo che sia andata così, per 2 ragioni. Da un lato, il fatto, subito ripreso dai media, che sarebbe potuto accadere da quando è in vigore questo asserito “inchino”, segue di pochi giorni l’intervento del papa sulla mafia, ed è stato seguito dall’intervento del vescovo, che ha sospeso le processioni. Come ho scritto, anche il clero ora si rifà una verginità e si dà un alibi sfruttando la mitologia per la quale la casa dove abita il Male sono i paesini calabresi, così come la casa degli dei greci era il Monte Olimpo; in modo da distogliere l’attenzione dai suoi lati bui, o inferi.

Inoltre, da molti anni ho modo di toccare con mano come i CC si danno la briga, evidentemente perché così ordinati, di commettere atti che non vanno nella direzione della lotta al crimine, ma in quella della protezione di interessi forti, interessi così potenti che possono avvalersi ora della mafia ora dello Stato. In Calabria vedo come a volte non sia possibile distinguere, per chi è inviso a tali interessi, tra atti intimidatori di CC e di forze dello Stato collegate, dei massoni e dei mafiosi. Per esempio, vorrei sapere da dove è partita l’inquietante email, a firma di un condannato per ndrangheta, che mi è arrivata nei minuti intercorsi tra quando ho postato il primo commento su questo episodio e la sua pubblicazione. Commento dove ho scritto che la mafia è una montagna di m…, come diceva Impastato, che viene messa in evidenza per coprire le montagne di m… delle istituzioni.

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@ Annamaria Zerbi. Davanti a un orologio a cucù che funziona, si presume che al suo interno operi il meccanismo di un orologio. Se su qualsiasi notizia riportata dai media per interpretarla si dovesse avere sempre la certezza di livello giudiziario su ogni dettaglio, né io né lei né nessun cittadino comune potremmo commentare alcuna notizia (né i media potrebbero riportarla).

Le sono vicino per il coraggioso grido sulla mafia “di m…”, ma non siamo a Cinisi negli anni ’70, a cento metri da Badalamenti. Oggi strillare così, al sicuro, in qualche happening antimafia, fa solo fare bella figura. Se però lei aggiunge che si parla sempre di Osso e Mastrosso, si parla così tanto di mafia che la fiction e la cronaca si mescolano (come in questo caso); però non la si debella, e nel frattempo governo, polizia e magistrati, tutti presi dalla mafia, lasciano commettere, o aiutano attivamente, il tale crimine y, a favore della multinazionale x, che provocherà ai cittadini il danno z, (v. il mio sito), allora può darsi che venga a trovarsi in cattive acque. Se dice che mentre stiamo a occhi sgranati al televisore a goderci l’ennesimo reality sulla mafia ci svaligiano la casa con l’aiuto dello Stato, può darsi che venga vista come una persona che non vuole ragionare. E se insiste i messaggi diverranno puntuali come un cucù svizzero. E le arriveranno anche da chi meno se lo aspetterebbe se fosse vero ciò che si dice sull’impegno delle “istituzioni” per la legalità.

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13 luglio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di N. Dalla Chiesa “Mafia: la solitudine di Tiberio, imprenditore che osò resistere al pizzo”

Siamo nella società dello spettacolo, dove occorre che la gente veda determinate entità, e non ne veda altre. Al potere occorre che il pubblico veda la presenza costante della mafia; un mascherone mostruoso che gli serve, oltre che come strumento, come diversivo e come spauracchio per ottenere consenso mentre opera forme di sfruttamento di portata non inferiore. Si usano, per convincere, narrazioni dickensiane come questa. Che distolgono dal fatto che in silenzio, in forme meno crude, tanti si trovano nelle stesse condizioni di questa persona, ad opera non della mafia ma dello Stato; che paghiamo un pizzo legale quando ci viene imposto di pagare sempre più tasse per le quali riceviamo sempre meno servizi, così che dobbiamo dare altri soldi ancora. L’imprenditore reggino deve impersonare un ruolo, a sue spese; poi magari interverrà a risolvere il caso lo Stato-fatina, lo stesso che ha creato la situazione da incubo, e che la sta sfruttando a fini propagandistici. Mille chilometri a Nord di Reggio Calabria, a Brescia, è in corso un’altra recita di Stato, col caso Stamina. Anche questa a favore di grandi interessi, di grandi forme di sfruttamento a danno dei cittadini, con i poteri dello Stato come macchinisti teatrali. E anche in quel caso, usando singoli come attori involontari, e facendone carne da cannone.

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14 luglio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post  ‘Oppido, don Rustico: :”Non capisco la Dda. Arresti non servono. Così si criminalizza” ‘

Ma non vi pare costruita questa commedia? Col prete che fa di tutto per farsi dare del mafioso, che si erge a contraddire il papa, il vescovo, l’opinione pubblica, le autorità, su una cosa come la mafia? E’ più probabile che il prete stia facendo da spalla. Come in un programma Mediaset. Se i mafiosi causano interazioni “mafiogene” con la popolazione, che li si tolga dalla loro sfera di influenza antropologica: che non siano permessi arresti domiciliari nel loro paese di origine, ma solo altrove; che le famiglie mafiose siano tolte dai loro paesi e disperse, separandone i componenti in luoghi diversi. Ma lo scarmazzo inconcludente sulla mafia è metamafia, è mafia sulla mafia. Conviene al potere, e anche ai preti, accentrare l’attenzione sulla mafia: per far dimenticare, e per fare accettare, che la maggior parte degli italiani il pizzo lo paga non ai mafiosi come quelli dell'”inchino”, ma, attraverso lo Stato, ai poteri forti (incluso il clero); e che da questi, prima che dalla mafia, subisce soprusi, angherie, perdita di diritti, ingiustizie. Poteri che del resto all’occorrenza possono servirsi per i lavori sporchi di quei mafiosi che a parole condannano. Ora preferiscono usarli come alibi, diversivo e spauracchio, per tenere sottomessa la popolazione: un uso mafioso della lotta alla mafia. Pensare che i mali d’Italia provengano dai 5000 abitanti di Oppido Mamertina, o dai 500 di San Procopio, è da stupidi e da vigliacchi.

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14 luglio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Signorelli “Cattolicesimo e mafie: la Madonna di Oppido Mamertina e degli italiani”

Piero Chiara racconta di un salumaio che sotto il fascismo quando un funerale passava davanti alla sua bottega usciva, si faceva il segno della croce, poi il saluto fascista e infine col braccio teso si inchinava ai familiari del defunto. I calabresi, vae victis, devono fare da capro espiatorio per un servilismo che molti di loro ben rappresentano, ma che è nazionale ed è in primo luogo di quelli che dovrebbero dare l’esempio. Ogni 28 maggio a Brescia assisto alla cerimonia per la strage impunita del 1974; e ai contorcimenti retorici coi quali mentre la si condanna si evita di dire chi furono i mandanti sovranazionali, ripetendo anzi la versione dei mandanti che si trattò di una strage “fascista”, essendo fascisti gli esecutori. Non un inchino, ma un bacio osceno ai poteri che gli “antifascisti” servono tutto l’anno. Del resto, del ruolo di tali poteri nel conferire alla mafia quell’invincibilità che dovrebbe fare ricordare il brano di Manzoni sull”inferno d’atti tenebrosi” i primi a non parlarne sono proprio gli “antimafia”. Il Paese intero è stato venduto ai poteri forti, e più che di inchino si deve parlare di alto tradimento. A tutti i livelli, leccare, vendersi, è normale. Vi è quindi una generale esigenza di ripulirsi, di rivalersi proiettando sdegno e disprezzo verso il servilismo degli altri. Da qui il coro contro i paesini calabresi, un bersaglio conveniente per le istituzioni e per i milioni di italiani a schiena curva.

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@ Roberto Magri. Come dice un’espressione che sentii da un ebreo, lei è di quelli che pensano che la loro m… non puzza. In Italia sia i “fascisti” sia i “comunisti” fanno a gara a leccare i poteri forti. I suoi “comunisti” non sono comunisti: sono “fighetti moramente più spregevoli dei berlusconiani” scrive oggi un noto commentatore di sinistra a proposito di Milano. E si stanno vendendo il Paese, Nord e Sud, quanto i berlusconiani e i mafiosi, oltre che insieme a loro. Mi risulta che i massoni lombardi (magari con la tessera da comunisti) siano in ottimi rapporti con quelli calabresi; e che insieme facciano danno, per rafforzare il loro parassitismo. Vedo che l’impunità giudiziaria che c’è in Lombardia per le prodezze dei massoni (o dei clericali) rivaleggia con quella che c’è in Calabria. Non vedo emuli di Alessandrini o di Galli. La vostra “diversità” rispetto alla mafia si rivela anche dal genere di calabresi che piace alla dirigenza lombarda, e dalla resistenza che hanno trovato i mafiosi nella loro penetrazione. I Calabresi hanno mille torti, ma non hanno bisogno di denigrare altri gruppi per definirsi; non vanno in giro a vantarsi di essere superiori per poi, “cercando il business”, servire come camerieri, e come tirapiedi, quelli che gli hanno messo le bombe in piazza. La mafia se la tengono stretta i tanti come lei che ne hanno bisogno per coprire i loro reati e le loro infamie mentre “cercano il business”. A proposito di figli, cercate voi di non venderveli “cercando il business”, con l’inquinamento che vi sommerge, con le diagnosi di cancro taroccate, o con operazioni da gente votata al male come la pagliacciata Stamina a Brescia sulla pelle dei malati.

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23 luglio 2014

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Commento al post di L. Musolino “‘Ndrangheta, arrestato il boss Iamonte. “Aveva un rilevatore di microspie”

“I magistrati di Reggio Calabria l’hanno definita “la tecnica del continuo orecchio teso della cosca Iamonte che gode “della complicità o contiguità con ambienti istituzionali”. La famiglia mafiosa di Melito Porto Salvo sarebbe stata in grado di accedere ad informazioni a carattere riservato della Procura della Repubblica di Reggio Calabria.”

“Deus sive natura” diceva Spinoza. Ci sono situazioni “panmafiose” nelle quali al malcapitato verrebbe da dire “ndrangheta sive servizi”; o “mafia sive Viminale”. Sia in Calabria, dove possono sbucare fuori rinomati soggetti del paese più a Sud della penisola, sia ai piedi delle Alpi, dove i locali parlano lumbard e credono di essere persone perbene, che non fanno nulla di grave facendo certi piacerini a uomini “delle istituzioni”.

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14 settembre 2014

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Commento al post di N. Dalla Chiesa “Sla: Luciano, ‘camminatore di domande’ contro la malattia”

Ci si sente bene, ci si sente nobili e generosi donando per una giusta causa. Donando al PCI, si è visto come è andata a finire. Allora si diceva “per la causa”. La causa, le ingiustizie sociali, era giusta; ma i dirigenti, ultimo dei quali Renzi, hanno pensato ad altro. Anche con la ricerca sulla SLA è quanto meno superficiale pensare che se “la causa” è giusta lo sono anche i mezzi e i fini. E’ preoccupante che, per una malattia refrattaria alle terapie, si stia puntando sulla ricerca della diagnosi precoce; che suona come una cosa buona, e a volte lo è, ma è anche uno dei cavalli di battaglia delle frodi mediche, permettendo di diagnosticare una malattia con metodi indiretti, senza il quadro che la definisce, e poi sostenere di averla guarita quando in realtà la malattia non c’era. Se i nuovi farmaci verranno sperimentati, come già ci si prefigge, su queste forme “precoci”, si sarà allestito il meccanismo che potrà ripetere quello che è già accaduto, e descritto in letteratura, con la diagnosi precoce del cancro; che ha portato a milioni di false diagnosi mentre il cancro autentico continua a uccidere. Media e opinionisti stanno favorendo un aggiramento della razionalità: le secchiate e i casi commoventi permettono di saltare dall’emotivo dei buoni sentimenti all’esoterico degli studi “scientifici”, evitando la fase intermedia delle valutazioni tecniche ed etiche sulle strade da imboccare; che sono lasciate agli interessi del business anziché a quelli dei pazienti.

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27 settembre 2014

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Commento al post di F. Abati “Poste Italiane “segnalata” nell’inchiesta sulla “banca della ‘ndrangheta” in Brianza”

Ho l’impressione che notizie sulla mafia come questa mentre svelano nuovi scenari li coprono e li proteggono, dandone una versione attenuata e sfocata. Mi fanno pensare ad una versione aggiornata del Mito della caverna di Platone. Ombre, colorate, ma pallide rispetto a una realtà molto più netta. Personalmente ho sperimentato comportamenti che mi portano a ritenere che vi siano legami tra, da un lato, dirigenti di questo ente, e dall’altro quegli apparati verso i quali tanti delinquenti di alto bordo, e anche la mafia, hanno motivi di gratitudine; apparati composti dai servizi e da quella fetta delle istituzioni – non diciamo quanto larga – che è marcia.

Considerare che tali apparati siano all’opera per sorreggere – tra il resto – le mafie, invece di fermarsi ai manovali, alla nota di colore del postino “punciuto”, può rendere comprensibile l’apparente invincibilità delle mafie. Permette di superare la tesi “marinista” dell’antimafia ufficiale. Quella che in pratica spiega tale ”invincibilità” parafrasando il passo del Manzoni “Gli amplissimi Senatori quali stelle fisse …”; e che trasforma così in una misteriosa entità connaturata alla vita quello che è un fatto umano (G. Falcone). Un fatto composto da tanti ingranaggi che considerati singolarmente sono semplici e miserabili. Composto anche da gente normale, come uno sportellista o un direttore delle Poste. Gente normale; povera gente, che – a tutti i livelli – si vende per un tozzo di pane.

Francesco Pansera

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28 settembre 2014

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Commento al post di M. Portanova “La ‘nuova mafia’ al Nord: meno padrini doc e più area grigia”

La lotta alla “nuova mafia” al Nord servirà, non diversamente dalla lotta alla vecchia mafia, come diversivo per lasciare indisturbata la libera commissione di reati legati all’economia legale. Es. , a Brescia, i reati di supporto allo sfruttamento della medicina, come i reati di supporto all’operazione Stamina, o di supporto alla manipolazione in senso affaristico delle relazioni tra inquinamento e cancro. Senza lo spauracchio affascinante della mafia, vecchia o nuova, reale o inventata, o gonfiata, o virulentata, o contraffatta chiamando “mafia” la delinquenza comune, in un’area come Brescia sarebbe più difficile giustificare omissioni, connivenze e complicità istituzionali, quando non la gestione diretta, per frodi, illeciti e crimini che non sono riconosciuti ma causano alle persone danni non meno gravi di quelli mafiosi. E che producono anch’essi ingenti profitti; ma in soldi puliti “ab initio”, senza necessità di riciclaggio. Denaro che, riversandosi in casse pulite poi probabilmente permetterà, restituendo il favore, di riciclare anche i guadagni mafiosi. Un gioco della parti, dove malviventi meridionali e ora anche locali vengono messi su un palcoscenico sotto i riflettori a interpretare sé stessi affinché altri loro pari, che non dicono né “mixxxia” né “pxxa” ma hanno un eloquio forbito, o quasi, e stanno in platea in prima fila, possano apparire come persone perbene; benefattori e difensori della legalità, al di sopra di ogni sospetto.

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5 ottobre 2014

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Commento al post di D. Milosa “Politica, sanità, imprese: in Lombardia la ‘ndrangheta si piglia tutto”

Non è vero che nella Sanità lombarda la ndrangheta si pigli tutto. Si prende la sua fetta; che le viene accordata anche perché con la sua immagine tenebrosa permette di tenere nell’ombra le fette altrui. Es. quelle per il caso Stamina, col quale, in un gioco di omissioni e di interventi parziali da parte delle istituzioni, si sta creando sul nulla un mercato falso ma miliardario, che consentirà un altro sciacallaggio legalizzato sulle malattie. Non è detto che lo yacht dei mafiosi sia quello più lungo e lussuoso, in quel porto delle nebbie che è la sanità lombarda. E bisognerebbe guardare anche ai panfili di forze insospettabili, come quelle che stanno reggendo il gioco Stamina, e che appaiono più brave a fermare, con metodi mafiosi, chi svela i grandi affari, criminali ma legalizzati, nella sanità lombarda, che ad acchiappare quegli ndranghetisti che indicano come il solo grande focolaio di corruzione.

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25 novembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di N. Dalla Chiesa “Medicina ‘umana’ a tempo determinato: la storia di Ketti”

Secondo l’articolo, e lo IEO, il “clinical decision making” è questione di psicologia e buoni sentimenti. Non di scelte razionali, a volte controintuitive, e contrarie agli interessi del business. Così la cura degli aspetti psicologi diviene il lubrificante delle frodi. Secondo l’articolo, medico e paziente puntano entrambi verso la stessa direzione, quella del benessere del paziente. Non vi è nessun conflitto di interessi. Che non è molto diverso dal dire “la mafia non esiste”: il problema dei trattamenti non necessari o dannosi prescritti , secondo i voleri di grandi interessi economici, a scapito del paziente e a beneficio del medico, è riconosciuto, ed è gigantesco. Lo stesso giorno, Maroni, presidente di Reg. Lombardia, loda lo IEO come “modello innovativo” che pratica i principi di “una sana gestione privata”. E’ questa convergenza dell’adamantino antimafia Dalla Chiesa con Maroni, ambiguo sulla mafia, che dovrebbe essere esaminata, anziché ripetere il ritornello ossessivo su Maroni che si sbagliava o mentiva nel dire che in Lombardia la mafia non c’è. La mafia c’è, e – anche grazie alla provocatoria uscita di Maroni – accentrando l’attenzione sulla mafia si tengono nascoste altre aree di grande criminalità. E le si aiuta; al prof. Dalla Chiesa, sociologo, consiglio, quando vuole parlare di medicina, di posare il violino e leggere prima libri sull’argomento scritti da suoi colleghi accademici, es. “What if medicine disappeared” di Markle e McCrea.

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6 febbraio 2015

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Commento al post di A. Celestini “Leonard Peltier, 39 anni in carcere. Bastano?”

Ammesso che sia questo il vero soggetto dell’articolo, nulla da dire sul caso di Leonard Peltier, che non viene esposto nell’articolo e sul quale non saprei esprimere un giudizio. Come critica dell’ergastolo, mi sembra rilevante quella di Foucault, che ha scritto che Cesare Beccaria ha proposto di sostituire la morte con la schiavitù perpetua. La speculazione di Veronesi, e la relativa marchetta pubblicitaria sulle staminali, per la quale i mafiosi ergastolani diverrebbero persone oneste nel lungo periodo perché il cervello verrebbe negli anni sostituito e modificato dalle cellule staminali, è sgangherata sul piano scientifico, o anche solo sul piano del buon senso. Ha piuttosto una sua coerenza sul piano pratico, perché sia gli affari della mafia sia il business del cancro, e quello delle staminali, e in generale della medicina commerciale, sono collegati a doppio filo a potenti oligarchie, che investono con successo in entrambi i rami. Sono quindi tra loro meno lontani e incompatibili di quanto i diversi contesti e modi di operare non facciano credere; avendo in comune anche protezioni da parte delle stesse istituzioni dello Stato.

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17 febbraio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Zaccariello “Reggio Emilia, commissione Antimafia: “Qui ‘ndrangheta pronta a usare armi” “

La scorsa estate, a un convegno in Sila, l’ho sentita spiegare che “i mafiosi sono vispi” (furbi, nella parlata toscana). Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare antimafia, ora fa osservare che i gangster hanno i mitra. Senza questa differenza gli ndranghetisti in oggetto non si distinguono sostanzialmente dagli altri gruppi affaristici che gravitano attorno alle istituzioni. Se l’antimafia può affermare che ci sono mafiosi con arsenali e pronti a sparare, a questi mafiosi si potrebbe anche togliere le armi, avendo centinaia di migliaia di persone stipendiate per fare il poliziotto: questa affermazione ricorda quella per la quale a Palermo le forze di polizia sapevano che era arrivato il tritolo per Borsellino; mentre non si sapeva, evidentemente, come fare a evitare la strage. Ma occorre dipingere la ndrangheta come un esercito straniero; come l’armata di Serse capace di oscurare il sole con le sue frecce, se ci si vuole presentare come i 300 di Leonida. Per continuare, forti di questa patente eroica, ad appoggiare affari di livello non diverso di quelli intessuti dalla ndrangheta in Emilia. E anche operazioni “altro dito, stessa mano”: non molto lontane da quelle della mafia che spara a bersagli politici su mandato, posso dire, ricordando quando la Bindi è stata ministro della sanità.

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18 marzo 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Gianbartolomei “Stamina, Davide Vannoni patteggia condanna a un anno e dieci mesi”

@ Andrea. Veramente scrivi di peggio: “il liberismo o il nulla”. Tu ricalchi le posizioni dell’industria farmaceutica anche in questo: nello “ontologizzare” le sue condotte illecite.“There in no alternative” è una frase della Thatcher; “Business ontology” è stata chiamata (Fisher). Già Max Weber diceva: “L’odierno ordinamento capitalistico è un enorme cosmo, in cui il singolo viene immesso nascendo, e che è a lui dato, per lo meno in quanto singolo, come un ambiente praticamente non mutabile, nel quale è costretto a vivere”. Chi presenta sistemi di sfruttamento enormi, truffaldini e sanguinosi propri di questo periodo storico come la volta celeste sopra di noi, allo stesso tempo ci promette l’emancipazione dalla condizione mortale tramite la medicina. Io al contrario penso che si possa e si debba contrastare i mali causati dall’uomo per avidità e desiderio di potere, come questa forma di crimine organizzato, prima di tentare di imporre sulla Natura l’artificialità senza limiti che ci piacerebbe. Anche per questo ammiro la figura di Falcone, che davanti a un altro totem presentato come una deità invincibile, la mafia, diceva che è un fatto umano e che avrà una fine.

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19 marzo 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Tornago “Brescia, rettore assume ex segretaria Gelmini. Indaga Corte dei Conti”

Pecorelli, ginecologo, è sia il rettore dell’università della quale gli Spedali civili di Brescia sono il policlinico, sia il presidente dell’Aifa. Cioè comanda sia nell’ospedale pubblico che ha accolto i magliari di Stamina, sia nell’agenzia statale che dovrebbe assicurare la “scientificità” dei farmaci. Non è strano? Solo se si bevono le veline mediatiche: Stamina fa sembrare scientifiche le terapie ufficiali, e aiuta la pretesa di una farmacologia al di sopra della legge, e che si fa legge. Il trasformare la “health” in “wealth” necessita di questi “stunt” di marketing, e di certi pupari.

E anche di amici nelle istituzioni. Nella primavera del 2014 ho assistito a una scena agghiacciante. All’università di Brescia Nicola Gratteri ha prima, parlando di come combatte gli ndranghetisti, trascinato l’uditorio; me compreso, che ho antenati delle sue parti e trovo affinità perfino fisionomiche, oltre che culturali, con Gratteri; e poi è stato zitto e sorridente, facendo da testimonial, mentre Pecorelli esponeva il progetto “Health and wealth”. Un progetto che vuole fare affari sulla salute; che non può funzionare senza frodi, senza impunità e aiuti istituzionali alle frodi, senza la soppressione delle voci di denuncia; nella migliore tradizione paramafiosa delle nostre istituzioni e classi dirigenti. Altro che assistere alla puncitina.

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3 novembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Fabbretti “Omicidio Bruno Caccia, perché dopo 33 anni manca ancora la verità”

Forse alcuni omicidi eccellenti hanno avuto, al di là dei moventi contingenti, al di là della criminalità che ha fornito gli esecutori, una funzione politica di “pulizia antropologica”: sono serviti a marcare come proibiti alcuni tipi umani. Nel capitalismo alcuni tipi umani, tra i quali il magistrato integerrimo, sono un’anomalia sistemica e non devono esistere, ha scritto Castoriadis. Il fatto che dopo 33 anni “manchi ancora la verità” da parte di quelli che dovrebbero essere i colleghi di Caccia sembra confermare che uccidendolo sia stata soffocata una varietà rara, una autentica diversità antropologica, impedendo che si riproducesse con l’esempio e l’insegnamento.

Commento al post “Roma, Guariniello possibile capo gabinetto di Raggi: “Sto decidendo””

Guariniello e i 5S hanno in comune due tratti congiunti. Da un lato non sono compromessi col generale mangia-mangia casareccio, e hanno qualche merito nel contrastarlo. Dall’altro tendono a perorare cause che sembrano progressiste e invece finiscono puntualmente per favorire i poteri forti più potenti. I 5S hanno appoggiato Stamina, Guariniello, molto lentamente, l’ha contrastata. Il duetto tra i due cori, durato anni, ha costituito una mega-propaganda a beneficio delle staminali ufficiali (v. “Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale”).

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24 dicembre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “G8 di Genova, condannato per la Diaz ora è il numero due dell’Antimafia: “Come si fa a dire che l’Italia è cambiata?””

Non c’è contraddizione tra il dirigente di polizia responsabile di vili pestaggi a freddo di pacifici manifestanti e il prode paladino antimafia. E’ piuttosto errata la premessa che tutto ciò che porta l’etichetta “antimafia” sia libero e buono. L’antimafia di chi è stato eliminato fisicamente sparandogli alle spalle o col tritolo non è la stessa di quella degli allineati e coperti, dei carrieristi e degli imboscati. Gli eroi uccisi dell’antimafia sono più degli epurati che non, come si vuole far credere, campioni rappresentativi dell’antimafia. Semplificando, l’Italia non è un paese indipendente, e i pupari che con una mano controllano i mafiosi con l’altra controllano l’antimafia. Operazioni sporche, come atti di violenza eclatanti che condizionano il corso politico, o l’eliminazione di soggetti scomodi, possono essere assegnate alla mafia o alle istituzioni che si fregiano del titolo di antimafia; a seconda delle circostanze.
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2 aprile 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Dichiarazione dei redditi, l’Agenzia delle Entrate: “Ecco come lo Stato usa le tasse””

La ripartizione delle entrate non svela l’uso interno e il merito delle varie voci. Es. si sta spalmando sulla massa dei contribuenti la spesa per farmaci a 6 cifre a paziente inutili e dannosi, lasciando scoperti servizi utili ai malati. La “difesa del SSN” cela la volontà ordoliberista di prelievi forzosi mediante le tasse a favore di privati, nominalmente per finanziare la tutela della salute, ma a danno della salute. Anche in USA ora si propone di usare la copertura ideologica della medicina sociale (es. A. Chandra, Harvard School of Government, ‘Losing Genetic Lottery, but Winning at Cure’) per quelle che sono frodi mediche da miliardi di euro.

Per di più l’Ag. delle entrate usa pesanti cartelle, infondate in maniera teatrale, derisoria e tracotante, per intimidire e ricattare chi sveli le frodi dell’industria medica; con tanto di sfoggio della GdF. Si dovrebbero piuttosto pubblicare introiti e benefici dei dirigenti dell’agenzia, degli ufficiali della GdF e altre polizie, dei signori che si guadagnano lo stipendio di magistrato permettendo questi reati, dei medici, dei politici e degli altri dipendenti pubblici che compongono questa associazione finalizzata al taglieggiamento occulto dei cittadini tramite il fisco. Una associazione che rivaleggia con la mafia come zavorra criminale per il Paese, ma è ancor meno visibile, imboscandosi nello Stato. Questa “trasparenza” sulla destinazione delle tasse è uno dei suoi mimetismi etici, foriero di ulteriori predazioni.

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Ved anche:

Medicina e rischio democratico

 

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v. anche:

Milizie bresciane

Giovanardi il “rodeo clown”

9 June 2013

9 giugno 2013

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Commento al post di N. Vallorani “Stefano Cucchi: lettera aperta al Senatore Giovanardi” del 9 giugno 2013

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L’autrice dell’articolo, Vallorani, è docente universitaria di letteratura inglese. Quindi sa cos’è una “red herring”, una “aringa affumicata”: una falsa traccia, un diversivo (che, nel caso dell’aringa, attira i cani della caccia alla volpe col suo odore penetrante). Se si vuole esercitare una pressione come cittadini occorre non farsi distrarre da vistose red herring come il Giovanardi di turno, e stare sul punto: lo Stato assicura una sostanziale impunità alle violenze della polizia e di categorie professionali come i medici e gli infermieri; e lo fa tramite i magistrati.

Se si cincischia commentando per l’ennesima volta su quanto è x Giovanardi, o su quanto è y, si sceglie la strada più facile e comoda per non occuparsi del nocciolo della questione; la strada all’italiana, che finisce come al solito in una caciara inconcludente. Se si vuole fare sul serio come cittadini occorre smettere di giocare con i fanti e avere il coraggio di parlare delle responsabilità dei santi.

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@EvaKant. Nei rodei, se le cose si mettono male per il cow boy intervengono dei figuranti, a volte del clown, per distrarre il toro. Giovanardi ha un poco questa funzione. E il popolo, che spesso del toro è solo lo sfortunato cugino, si lascia sviare facilmente. Non solo, ma così il discorso degenera; i giudici non sono ancora scesi dai loro scranni lasciando impunita una violenza di polizia, che già, con la risposta della professoressa Vallorani a Giovanardi, si infila nella protesta il tema del pagare di più i poliziotti.

Il poliziotto che è corretto nonostante non riceva uno stipendio alto secondo l’autrice sarebbe un “eroe”, da ammirare. Questo dei “1200 euro” (ma sono di più, per corpi di polizia pletorici e inefficienti), dell’onestà a pagamento, è un argomento vagamente ricattatorio, caro ai poliziotti, che gli abusi rischia di incentivarli. Anche uno stipendio lauto – o immeritato anche se non elevato – può portare all’arroganza. E a favorire i poteri che lo elargiscono: è difficile fare “l’eroe” quando si ricevono bei soldi da un datore di lavoro che non vuole eroismi. Lo mostra il caso stesso: i magistrati sono molto ben pagati, e continuano a ricevere aumenti di stipendio mentre tanti devono tirare la cinghia. La lettera è stata lodata da molti che vi hanno trovato tensione etica e qualità estetiche; ma l’accostamento tra l’annientamento di una persona indifesa e il salario mi pare un topos non troppo lontano da quelli di Giovanardi.

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Commento al post di N. Vallorani “Stefano Cucchi, risposta a Giovanardi: a volte è necessario il silenzio” del 12 giugno 2013

Questo duetto tra retori accentua l’immagine falsa che della polizia e dei magistrati danno la tv e gli altri media: o eroi o ribaldi. Solo le due esili code della gaussiana. In realtà, la mediocrità regna sovrana. Uno si immagina chissà che di poliziotti e magistrati – e medici – mentre il più delle volte non sono all’altezza né dei loro compiti, né dei crimini che commettono tradendo le loro funzioni.

Non deve trasparire che la banalità, la viltà, la grettezza, generano volumi di Male superiori a quelli della malvagità. Così Giovanardi esalta una vergogna, e Vallerani gli parla come Calamandrei a Kesserling; stolida tracotanza da un lato, ispirata nobiltà dall’altro. Prese di posizione, toni forti, che devono distogliere dalla mediocrità di una storia ignobile: le soddisfazioni abiette, il colpire chi barcolla e poi piagnucolare innocenza, gli interessi di bottega elevati a legge, il vendersi per poco o per tanto, l’abusare della propria arte e posizione per nuocere, le omertà e le protezioni mentre si dice di combattere la mafia.

Allontanata dalla vista la mediocrità esangue e sconcia, la docente universitaria e il senatore la riammettono ripulita: concordi nel dire che i poliziotti sono “eroi” e devono essere pagati di più. Un appoggio ruffianesco a una rivendicazione salariale a favore di una polizia che con morti gratuite e impunite come questa sta esercitando obliquamente intimidazioni e minacce verso i comuni cittadini, che finanziano gli stipendi dei poliziotti.

ILVA. Dal cancro nascosto al cancro inventato

21 May 2013

21 maggio 2013

Appello al Popolo

 

Il lobbying si fonda sull’abilità di saper presentare i propri interessi particolari come manifestazioni di interessi e valori superiori[…]. Il lobbying può addirittura parassitare gli sforzi di razionalizzazione delle opposizioni, le quali tendono sempre a cercare un progetto o una concezione ideale, laddove invece vi sono solo propositi affaristici. Il lobbying fagocita il linguaggio e le idee degli oppositori e, attraverso un’opportuna distorsione, li riutilizza ai propri scopi affaristici. (Comidad [1])

Nel mondo realmente rovesciato, il vero è un momento del falso. (G. Debord)

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1. Attenti alla coltellata in uscita

La chiusura dell’ILVA di Taranto ridurrà i danni da inquinamento. Ma potrà causare danni di altro genere alla salute della popolazione, e un aumento delle statistiche di incidenza dei tumori e di altre patologie, tramite la medicalizzazione, la sovradiagnosi e la iatrogenesi conseguenti all’allarme. Espongo qui come ciò possa avvenire; e come vi sia un complesso apparato volto a fare sì che ciò avvenga. L’avvertimento non riguarda solo l’ILVA, i tumori e i tarantini, ma è estendibile ad altre località e altre malattie, ed è quindi di interesse generale.

In alcune situazioni la risposta istintiva ad un problema in realtà lo aggrava, o causa unintended consequences negative. Nel test WAIS per la misurazione del quoziente intellettivo, nella sezione sul ragionamento morale, è presente la domanda: “Siete al cinema e vedete un principio d’incendio. Cosa fate?”. Alla risposta “grido al fuoco” viene dato solo metà punteggio, perché anche la calca provocata dall’allarme può causare danni. Ma anche una reazione istintiva pacata può essere dannosa: il direttore di Le Monde, Halimi, ha scritto che “In un teatro in fiamme gli spettatori si lasciano facilmente guidare da chi sostiene di sapere indicare l’uscita –  anche se la strada non è quella giusta”. Anche una reazione basata su argomenti veri e razionali può essere controproducente. Nelle epidemie di colera di metà Ottocento a Londra era stato riconosciuto, correttamente, che le feci trasmettono la malattia. Il tentativo di ridurre il contagio allontanando le feci dalle abitazioni mediante fognature, che scaricavano nel Tamigi, dal quale si attingeva l’acqua potabile, fece aumentare il numero dei decessi.

Un altro esempio è quello della coltellata. Estrarre un coltello confitto nel corpo può provocare la morte aggravando l’emorragia. Anche l’estrazione del coltello fa parte della coltellata; la si potrebbe chiamare “la coltellata in uscita”. Un corpo estraneo confitto ad es. nel torace va tolto dal chirurgo in sala operatoria. La chiusura dell’ILVA per inquinamento, che viene presentata come una vittoria della società civile e della magistratura contro i sordidi interessi dei padroni delle ferriere, contiene anch’essa l’equivalente di una coltellata in uscita per la cittadinanza. Restano infatti coperti alcuni suoi effetti perversi, del tipo “profezia che si auto-avvera”, che vengono favoriti e che la dovrebbero fare qualificare come un cambiamento gattopardesco, anziché una liberazione.

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2. Pacco, doppio pacco e contropaccotto

L’eterogenesi dei fini può avere carattere doloso, come mostra nel film “Pacco, doppio pacco e contro paccotto” l’episodio omonimo. Nell’episodio, il “buon samaritano” che si offre di riparare a una truffa permette ai complici di commetterne una seconda; e poi un indignato falso maresciallo dei Carabinieri la fa replicare un’altra volta ancora. L’errore delle vittime sta nella loro falsa rappresentazione dei “soccorritori”. La fiducia mal riposta in forze istituzionali “etiche” ha rilevanza anche in questo caso, come si dirà. Ma è la falsa rappresentazione dello stato di cose sulle minacce alla salute, e sulla medicina, che gioca un ruolo preponderante.

Noi abbiamo spesso una rappresentazione scolastica, semplice ma superata, di alcune realtà tecniche. Personalmente, credevo che la mezzadria fosse ancora in vigore; ho appreso solo poco tempo fa ciò che giuristi e agricoltori sanno benissimo: in Italia la stipulazione di nuovi contratti di mezzadria è vietata da quasi 40 anni. La rappresentazione grafica dell’atomo di Bohr, con gli elettroni che girano come pianeti attorno al nucleo in orbite nette, è un’icona familiare al grande pubblico; ma tra poco compirà un secolo la teoria che l’ha superata.

Anche la concezione comune sui rapporti tra inquinamento, salute e medicina è soggetta a un anacronismo. Si ritiene che la minaccia rappresentata dall’inquinamento sia censurata, e che la medicina combatta invece per la salute. Oggi in realtà dell’inquinamento si parla perfino troppo, e una parte non trascurabile della medicina, mentre lo denuncia, non è contrapposta all’inquinamento, ma gli è affiancata come fattore patogeno; e lo sfrutta ai suoi fini.

In passato la concezione sull’inquinamento come pericolo occultato, e isolato, da cui guardarsi senza se a senza ma, era più realistica. Lorenzo Tomatis ha illustrato le pressioni, le frodi scientifiche, i trucchi, la corruzione degli esperti e dei politici, le manipolazioni mediatiche con le quali si sono nascosti – e si nascondono – i danni da inquinamento e da cancerogeni. Oggi però all’inquinamento si è aggiunto, e si è associato, un altro fattore patogeno, dovuto alla medicina stessa.

Perseguendo il profitto, la medicina odierna si è ritorta contro l’uomo, come denunciò Illich; divenendo essa stessa una minaccia alla salute. E’ una medicina che, puntando al profitto, tende a vedere la malattia anche dove non c’è, e a simularne la presenza, o perfino a favorirne l’insorgenza o ad aggravarla; che tende a trattarla anche quando non ha mezzi efficaci; che preferisce cronicizzarla piuttosto che curarla. Vi è un problema di sovradiagnosi, sovratrattamento, iatrogenesi e cronicizzazione; sul quale la medicina ufficiale è omertosa o reticente, soprattutto in Italia. Una medicina che, ad esempio, è in conflitto di interesse con la riduzione delle complicazioni delle terapie, riduzione che le provoca un notevole danno finanziario: è ciò che ha evidenziato un recente studio sulle complicazioni degli interventi chirurgici [2]. Questo orientamento ha la complicità dei medici, ma è dovuto primariamente all’industria e alla finanza. Che a questo scopo non solo spendono miliardi di euro all’anno in propaganda e marketing (inclusa quella efficace tecnica di persuasione che consiste nel dare mazzette), ma si avvalgono anche delle istituzioni dello Stato.

In questo quadro, l’inquinamento, da Proibito, ovvero ciò di cui non si parla, è divenuto Negativo, ciò che viene riconosciuto ed è ammesso nella discussione pubblica, dove viene condannato; perché utile a fini non dichiarati [3]. L’inquinamento, se in parte viene tutt’ora nascosto e minimizzato quando si tratta di indicare responsabilità specifiche, è stato sdoganato, perché serve come alibi e come spauracchio per spingere verso la medicalizzazione e la sovradiagnosi [4]; che restano invece ampiamente nel recinto del Proibito. La chiusura dell’ILVA ridurrà l’inquinamento, e i danni alla salute che provoca; ma l’allarme, spingendo la gente a sottoporsi impaurita ad esami diagnostici e a terapie, può portare ad un incremento di diagnosi di cancro e altre malattie. Un incremento artificiale, dovuto al fatto che l’attuale medicina, per ragioni di interesse, è congegnata in modo da favorire sia i falsi positivi, cioè a etichettare come patologiche o gravi condizioni che non lo sono, sia l’insorgenza di patologie iatrogene. Inoltre, allocando fondi pubblici e risorse per questi interventi si lasciano scoperti servizi di assistenza medica utili.

Anche la chiusura dell’ILVA, nei modi nei quali è stata attuata, provocherà quindi danni alla salute dei cittadini. Danni di un tipo differente, ma sempre legato al profitto, e  più strettamente legato al profitto di quanto non lo siano i danni da inquinamento. Ho illustrato i meccanismi di questo effetto [5]; anche a proposito della “nave dei veleni” di Cetraro [6,7] (prima che la magistratura accertasse che era un falso allarme; probabilmente associato a un depistaggio sullo smaltimento clandestino di rifiuti tossici e radioattivi).

Il clamore sulla chiusura dell’ILVA ha modificato il modello della realtà; embricando nuovi inganni e nuovi danni a vecchie ingiustizie che stanno divenendo obsolete. Presento qui per sommi capi l’articolato complesso di false concezioni che hanno dato forma a tale nuova ontologia.

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3. La vaghezza del cancro

Che il cancro sia un’entità reale lo sperimentano i pazienti con neoplasia in stadio avanzato, es. quelli afflitti dai dolori delle metastasi ossee. Il cancro è un’entità materiale concreta. I tumori solidi si presentano in genere macroscopicamente come noduli a margini infiltranti, il più delle volte di consistenza aumentata rispetto al tessuto normale. Nel caso estremo di alcuni sarcomi degli arti, per alcuni fini speciali il campionamento viene effettuato congelando l’arto amputato e tagliandolo a fette con una segatrice a nastro da macelleria.

Oggi però il cancro è divenuto un’entità vaga, cioè un concetto che non ha confini netti, che permettano sempre di dire “questa lesione è un cancro e quest’altra non lo è”. Col progresso della medicina, e con la sua industrializzazione, si sono infatti inglobate sotto la temibile parola proliferazioni benigne, processi reattivi, varianti anatomiche, alterazioni dismorfogenetiche, e, nella pratica clinica, artefatti diagnostici. La definizione del cancro, affidata alla scienza, invece di venire ridotta entro limiti il più possibile ristretti e netti, come sarebbe stato dovere della scienza, è stata ampliata e sfumata. L’area grigia tra benigno e maligno, o tra cancro e non cancro, è stata dilatata e annessa al dominio del cancro con concetti come quelli di lesioni precancerose, carcinoma in situ, tumore a bassa aggressività; e con teorie eziologiche ad hoc.

I motivi sono difficili da comprendere per quanto sono elementari. Diagnosticare come cancro ciò che non si comporta come cancro aumenta tre cose: i profitti, aumentando il numero dei trattati e quindi del consumo di prodotti e servizi medici; il potere, suscitando paura; il prestigio, perché i falsi positivi risulteranno come successi terapeutici.

Per rendere possibili queste sovradiagnosi si è sfruttata la “scienza”: a mano a mano che il cancro veniva definito dalla microscopia, dalle caratterizzazioni molecolari, dalle nuove tecniche di imaging, si sono allargati i suoi confini. Una nuova ondata, peggiore delle altre, è un arrivo: quella dei “biomarkers”, che consentirebbero la diagnosi precoce del cancro e di altre malattie con semplici esami del sangue “oggettivi”. In realtà sono un signum che permette ancor più dei criteri precedenti di sganciare la diagnosi dalla realtà biologica; e che si presta quindi a infinite possibilità di manipolazione. L’ideologia che ha permesso sia l’allargamento delle diagnosi di cancro, sia il suo sfruttamento commerciale su larga scala, medicalizzando la popolazione sana, è quella della “prevenzione” [8]: se si prende il cancro a tempo, si può curarlo meglio. Ciò che non si lascia sapere al pubblico è come questa idea, o meglio il suo stravolgimento, abbia un rovescio negativo, dannoso per la salute, che può essere preponderante [9,10].

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4. I cancerogeni culturali

La paura del cancro, la disinformazione sul cancro, sono cancerogene, sul piano pratico e su quello statistico. Non perché causino materialmente il cancro, ma perché possono portare alla sua sovradiagnosi. (Che a sua volta può condurre, con una frequenza non trascurabile, allo sviluppo di un cancro vero, da antitumorali). Un esempio è dato dal carcinoma della mammella. Si è lanciato lo screening negli anni ’70, come la soluzione al problema. Si calcola che con questa campagna, secondo la quale le donne che non si sottopongono allo screening sono mentalmente insane, in USA in 30 anni si siano generate false diagnosi di cancro della mammella – e quindi gravi danni fisici, psicologici ed economici – su 1.3 milioni di donne; mentre lo screening “sta avendo, nel migliore dei casi, solo un piccolo effetto sulla mortalità per cancro della mammella” [11]. Le mammografie hanno rilevato noduli che non si sarebbero in realtà comportati come cancro, nonostante vengano chiamati così.  Oggi ci sono numerosi studi che smentiscono il trionfalismo su questo screening, il principale. Fonti ufficiali ammettono che la sua efficacia è assente, o se c’è è debole; mentre non si può dire lo stesso dei suoi effetti avversi.

Critiche analoghe stanno comparendo per altri screening. Per il cancro della prostata i falsi positivi in USA sono stati stimati in un milione di casi [v. citaz. in 6]. Appaiono dichiarazioni che dovrebbero suonare sconcertanti al pubblico. Otis Brawley, chief medical officer della American Cancer Society (associazione che è tra i maggiori responsabili dell’accaduto) ha così riassunto i risultati di uno studio clinico: “Con il test del PSA per lo screening del cancro della prostata avete una probabilità circa 50 volte maggiore di rovinarvi la vita piuttosto che di salvarvi la vita”. Una donna, professore universitario di ostetricia, con una storia familiare positiva e multipli fattori di rischio per il cancro alla mammella, ha spiegato pubblicamente i motivi scientifici per i quali ha rifiutato lo screening mammografico [12]. Come per altri tumori, non è stato sviluppato un trattamento che curi le donne che sono affette da cancro della mammella aggressivo; solo “progressi terapeutici”. Se si sapessero curare i cancri veri, non si riuscirebbe più a vendere quelli finti con la scusa della “prevenzione”. Mentre la mammografia, data la cancerogenicità dei raggi X, qualche cancro vero lo provoca, sui grandi numeri; la TAC per la prevenzione del cancro del polmone, con le sue elevate dosi di radiazioni, può fare di peggio.

Nel caso del cancro del polmone non ci sono stati sostanziali miglioramenti del tasso di sopravvivenza negli ultimi decenni. Si è invece rispolverata l’idea, già scartata per i risultati deludenti degli studi clinici, di sottoporre a screening almeno una parte della popolazione, quella dei fumatori (strategia finanziata dalle case produttrici di sigarette). Oggi si discute su quando definire “positivi” i risultati delle TAC usate per questo screening [13,14]: si vuole fare “prevenzione” non solo senza dati davvero validi sulla sua efficacia e vantaggiosità, ma ammettendo che non si sa dire con certezza se quello che si individua come un cancro agli stadi iniziali lo è davvero. Ciò – soprattutto per uno screening che può portare all’asportazione chirurgica di parti dei polmoni – è in stridente contrasto col principio etico, derivato da considerazioni tecniche, che se si offre un trattamento medico per una data patologia a una persona che è in salute per quella patologia si ha l’obbligo di essere certi del beneficio [15]. Uno screening su basi tanto forzate porterà a situazioni non dissimili nella sostanza da quelle della S. Rita, con asportazione di lobi polmonari senza cancro in soggetti che spesso hanno già una ridotta capacità respiratoria; ma legalmente, e su larga scala. Davanti alle pressioni di attori economici dotati di una potenza smisurata, che passano come un carro armato su una realtà biologica irta di ostacoli tecnici e di trabocchetti  [15,16], e anzi li sfruttano a loro vantaggio, di tutto ci sarebbe bisogno fuorché di suscitare paure eccessive nella popolazione. Essendo onesti; se non lo si è, questo è invece proprio ciò che va fornito, in carenza di motivazioni valide, per aiutare l’avvio del business. Cliniche private hanno già cominciato a offrire TAC “preventive” a pagamento.

Tumori come cancro della mammella, prostata, colon, tiroide, rene, tessuti emopoietici e linfoidi, melanoma cutaneo, e anche neoplasie pediatriche [5] hanno, accanto alla forma maligna vera, versioni che, per essere brutalmente chiari, si possono chiamare “taroccate”. Anche per le malattie non neoplastiche che effettivamente vengono aumentate dall’inquinamento atmosferico, come le comuni malattie cardiovascolari e respiratorie, si sono sviluppati e si stanno sviluppando complessi sistemi di sovradiagnosi [9].

Questo gioco necessita di campagne di propaganda, che puntano nella direzione opposta a quella dell’analisi e della razionalità. In USA il lancio dello screening della mammella, allora annunciato come la salvezza e oggi fortemente criticato, beneficiò della propaganda creata coi casi di due first ladies, Nancy Reagan e Betty Ford. Oggi abbiamo Angelina Jolie che fa pubblicità su scala globale, con l’annuncio della sua mastectomia preventiva, ai biomarkers diagnostici, in base ai quali si è fatta operare. La notizia ha fatto alzare in borsa le azioni della ditta che vende, speculandoci, il costosissimo test genetico [17]. In Italia l’allarme tumori ottenuto anche con il caso ILVA spinge la popolazione verso la medicina; che l’aspetta a braccia aperte.

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5. La nuova medicina dell’Era dell’informazione

Siamo nell’Era del  “capitalismo cognitivo”, nel quale la piramide medica, con i sani alla base e le cure terziarie al vertice, si capovolge [18]: si punta alla grande platea generale, alla vendita direct-to-consumer, mentre i medici si defilano e divengono “facilitators”; o “partners”, “soci” del paziente. Quella sull’ILVA è un esempio dell’informazione funzionale a tale nuovo schema, nel quale si confonde spesso “informazione” con “verità”. Si trascura che l’informazione, anche se paludata da scienza, può essere falsa: ciò che si chiama “bugia”, “disinformazione”, “falsa prova”, “fattoide”, “verità parziale e fuorviante”, etc. Del resto, “comunicazione” è oggi divenuto l’eufemismo per “propaganda”. Si incoraggiano i cittadini a pretendere, anche come diritto giuridico, “informazione” sui temi della salute (la catchword ora è “trasparenza”). Ma:

La disonestà collettiva cominciò dall’inizio. La dottoressa Angela Raffle, consulente in sanità pubblica dei programmi di screening nazionali in UK, dopo aver parlato alla conferenza Europa Donna a Milano nel 1997, ricevette il seguente commento da un direttore di un programma di screening radiologico olandese per il cancro della mammella: “Non sono d’accordo con nulla su ciò che lei dice. Noi dobbiamo mentire alle donne”. Raffle chiese perché, e il radiologo rispose: “Perché se non mentiamo non verranno”.

A metà anni ’90, il professor Michael Baum, che aveva allestito il primo centro di screening in UK nel 1988, si dimise dal comitato di direzione dei programmi di screening del servizio sanitario nazionale quando venne informato dal deputy chief medical officer che se alle donne fossero stati riferiti tutti i fatti non avrebbero aderito, e il programma non avrebbe raggiunto la soglia del 70%. [19].

In soldoni, la falsa informazione spinge le persone a sottoporsi a esami diagnostici preventivi; questi portano alla sovradiagnosi e a un trattamento ingiustificato; trattamento che è spesso iatrogeno, e trasforma il soggetto in un malato vero; e che si auto-sostiene causando complicazioni a cascata, spesso simili a quelle della malattia che dice di trattare; così che il paziente si trova in una trappola di esami diagnostici, cure e controlli, dai quali rischia di non uscire più [20]. L’enfatizzare da parte dei medici il pericolo inquinamento, offrendo contemporaneamente servizi diagnostici e di cura, e il sottacere i derivanti rischi iatrogeni da sovradiagnosi, è un altro esempio delle bugie “a fin di bene” propugnate a Milano dal radiologo olandese; bugie che vengono pronunciate sostenendo che l’era del paternalismo medico è finita.

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6. Deindustralizzazione e riconversione. Il cancro da sottoprodotto a materia prima

Magistratura e società civile si sono svegliati sull’ILVA solo dopo che si è avviato il processo di deindustrializzazione del Paese. Un processo imposto dall’esterno, a detta di diversi insider. La chiusura della grande acciaieria va in questa direzione. La medicina si evolve di conseguenza. Nel descrivere la medicina come strumento del potere, 40 anni fa Maccacaro osservava che il modo di produzione capitalista guarda alla salute delle masse secondo un calcolo razionale: e che [allora] non interessava la morte della forza-lavoro, che sarebbe stata una perdita; né il suo benessere, che avrebbe costituito un onere inutile. Ciò si rifletteva sulla pratica medica, che puntava a mantenere la popolazione sana quanto bastava alla domanda di lavoro [21]. Oggi, nell’era post-industriale, dove c’è sempre meno bisogno di braccia mentre aumenta il peso degli anziani, e sotto il regno dell’ideologia liberista, l’equazione del rapporto tra salute della popolazione e profitti del grande capitale si è modificata, ed è divenuta ulteriormente sfavorevole per le classi subalterne. Chi è inutile, in quanto non produttivo o non necessario, è zavorra della quale liberarsi; o da far fruttare in altro modo.

La medicina è una industria che traina l’economia [22]. Studi approfonditi hanno mostrato come, combinando la disinformazione e gli allarmi con la manipolazione istituzionalizzata dei criteri diagnostici, si costituiscano artatamente “disease reservoir”, “giacimenti” o “serbatoi” di malattia [23] altamente redditizi. Che si possono raffigurare come i giganteschi serbatoi delle scorte di materia prima di un impianto industriale. Una soluzione è dunque di mettere gli operai, e in generale i cittadini, sul nastro trasportatore della catena di montaggio della medicina industriale. Non è più il tempo dei laminatoi, ma delle pipelines delle case farmaceutiche. Declina la stella dell’ILVA, e in un modo che facilita questa riconversione industriale, mediante la medicalizzazione. Del resto, a Brescia, la città dei proprietari dell’ILVA, cliniche private sono state aperte da padroni di fonderie che chiudevano. Nel capitalismo cognitivo, mentre chiude l’industria pesante, accanto alle Grandi Opere, o al loro posto, si erigono le Grandi Frodi.

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7. La linea del mammografo

Il business medico è un business globale, alla conquista sistematica di nuovi mercati. Ad es. si prevede che il fatturato per la vendita di farmaci per il cancro della mammella crescerà nei prossimi anni dell’8% all’anno nei paesi BRIC [24]; la Goldman Sachs sta investendo in aziende di tecnologie mediche in India. In questo quadro, nella vecchia Europa il Meridione italiano rappresenta una piccola area che è come sfuggita alle pennellate incrociate dell’imbianchino sul muro. Nel Meridione i programmi di screening sono molto meno diffusi che nel Centro-Nord: l’estensione reale è spesso la metà o un terzo, e in alcuni casi un decimo, di quella del Nord, che è in linea coi valori europei. Ciò va contro ai desiderata delle multinazionali e della finanza, codificati dalle direttive europee. Questo allarme su Taranto, come quello di anni fa sulla Cunsky [6,7] – dove pure hanno fatto capolino i servizi – consentirà di portare a regime uno dei pochi mercati europei non ancora saturi. Si alza quella che Sciascia chiamava “la linea della palma,” con la (comoda [25]) diffusione della mafia al Nord, e si abbassa – verso i mercati della sponda nord-africana – “la linea del mammografo”. Sono due movimenti diretti da forze che convergono al vertice (e che probabilmente, dati casi pregressi di interesse della mafia per la medicina commerciale, hanno punti di contatto anche sul territorio). Partecipare a questo nuovo corso come lavoratore addetto al nastro, o come paziente sul nastro, è una delle prospettive di uscita dei cittadini del Sud dalla morsa della recessione e disoccupazione.

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8. La Nato e la salute dei popoli

La chiusura dell’ILVA è stata collegata alla volontà della NATO di installare un suo porto a Taranto [26]. E’ un fattore credibile. Anche la TAV, la cui costruzione è sostenuta dai politici con l’irremovibilità di Don Abbondio – e riceve un sostegno dalla magistratura mentre questa fa chiudere l’ILVA – è di interesse NATO [27]. La NATO si occupa di guerra, e in genere non aumenta la longevità, la salute, il benessere e la serenità delle popolazioni. La NATO si occupa anche di affari, dei quali è il braccio militare [28], e quello medico è un affare di prim’ordine. Sul piano economico la medicina attuale è una prosecuzione dell’economia di guerra. Più in particolare, “Si possono fare molti soldi dicendo alle persone sane che sono malate”. Così comincia un celebre articolo del British Medical Journal [29]. La NATO, e i poteri economici che serve, questo lo sanno; con la chiusura dell’ILVA per inquinamento, come è tipico di un certo genere di operazioni [30] si prendono più piccioni con una fava.

I poteri atlantici possono ordinare ai loro zelanti referenti della politica e delle istituzioni italiane [31] uno sconvolgimento come questo, e fargli avere ampia visibilità. Allo stesso tempo, ottengono dai loro servi locali di far togliere di mezzo le voci libere. I corpi di polizia che negli Anni di piombo servivano l’alleanza atlantica pilotando terrorismo rosso, nero e mafia e utilizzandoli per eliminare italiani che ostacolavano i disegni dei poteri sovranazionali, oggi la servono con metodi sofisticati e apparentemente incruenti, ma animati dallo stesso spirito omicida, avvalendosi stavolta di disgraziati di altra specie. Dove abito, a Brescia, una città con legami atlantici, anche riguardanti la medicina, lo Stato si occupa di screditare e zittire con metodi criminali chi guasterebbe, se fosse ascoltato, la rappresentazione che si vuole dare della medicina; come quella che viene promossa in questa operazione su Taranto.

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9. La giustizia come momento della frode. La responsabilità ontologica dei magistrati

Un corollario della massima di Debord sul vero come momento del falso è che, nella società dello spettacolo, la giustizia può essere un momento della frode. L’intervento della magistratura in sé è fondato. Ma la magistratura non ha supplito alla classe politica, come ha detto Giancarlo Caselli: si è accorta dei “mulini satanici” quando i tempi storici, ai quali appare sensibile più che al tempo della vita delle persone [32], lo richiedevano. La magistratura, come chi grida “al fuoco” al cinema, ritiene che il clamore suscitato e i suoi effetti sulla popolazione non la riguardino. Una magistratura che è determinante nel costruire la nuova realtà, nel modificare lo Zeitgeist, senza doverne rispondere. Una magistratura amica del grande business, che vede solo quello che le fa comodo, più che rispettosa della NATO e sottomessa alla legge della NATO prima che alla Costituzione. La stessa magistratura che col suo sguardo altamente selettivo, con una combinazione di interventi forti e di omissioni voraginose, mentre a Taranto combatte l’inquinamento fa propaganda su tutto il territorio nazionale a frodi mediche come le staminali [33,34]; che partecipa a varie campagne di disinformazione e propaganda del business medico [35]; e offre l’indispensabile sostegno e la copertura giudiziaria a operazioni di eliminazione di chi si oppone a questi crimini.

A Brescia la magistratura applica a grandi imprese inquinanti come A2A e ai grandi affari della medicina la dottrina Pizzillo [36], per la quale se non si vuole danneggiare l’economia bisogna permettere ai grandi interessi di spadroneggiare, e di soffocare il dissenso con metodi non meno gravi di quelli per i quali la Procura a Taranto ha contestato all’ILVA e a rappresentanti delle istituzioni la commissione di reati, e ha ordinato arresti eccellenti. Credo che sia ampiamente sottovalutato il ruolo della magistratura, a fianco a quello della politica, nella sottomissione del Paese a volontà sovranazionali, giocato alternando iniziative encomiabili, “atti dovuti”, occhi ben serrati e complicità attiva; dai tempi di Portella, passando per gli Anni di piombo, fino all’attuale corso storico.

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10. L’ecologismo liberista. Terzo viene l’Uomo

Chi oserebbe criticare una battaglia ecologista sulla salute, per di più fondata? Soprattutto se ci si ritiene progressisti. Invece questo è uno dei casi nei quali si dovrebbe attingere alla critica marxista, che ha denunciato l’ecologismo in voga come una faccia dell’ideologia liberista [37,38]. Qui l’ecologismo, giustificando la deindustrializzazione, svolge la sua funzione di freno, quando la locomotiva capitalista vuole frenare,; anzi, la funzione di demolitore: diviene strumento della “distruzione creativa” di Schumpeter. Allo stesso tempo serve da pungolo per nuovi consumi, stimolando la medicalizzazione; e da alibi, stornando verso l’inquinamento l’attenzione sulla natura iatrogena dell’attuale medicina. E’ stato osservato, da autori conservatori, che già fin dalla nascita, con i movimenti innescati dai libri di Rachel Carson e Barry Commoner negli anni Sessanta e Settanta, l’ecologismo ha avuto tra i suoi effetti anche quello di spingere verso l’oncologia di massa tramite la “cancer scare” [39].

L’ecologismo liberista è notoriamente malthusiano; non pensa affatto a fare campare tutti cento anni. E’ stato preparato da centri di ricerca ecologisti e di “sviluppo sostenibile” il recente studio finanziato dalla Commissione Europea [40], che riporta: “L’UE deve prendere delle drastiche misure per ridurre la crescita demografica sia in Europa sia, e soprattutto, nel resto del mondo.”; “Nel 2015, nei Paesi Europei il suicidio volontario o assistito sarà diventato legale.”; “Entro il 2020, la maggior parte dei canali d’informazione sarà controllata dal governo e utilizzata nel tentativo di indurre nuovi comportamenti sociali”. La medicalizzazione è potenzialmente in grado di ridurre la longevità, e di trasformare almeno in parte il problema dell’invecchiamento della popolazione in un vantaggio economico. Come per le recenti campagne per l’eutanasia, anche per la medicalizzazione si fa in modo, col supporto di interventi giudiziari [41-43], che sia la vittima a chiedere di essere sacrificata.

Questo ecologismo crea inoltre nuovi mercati, come quello della bonifica dei siti inquinati, in una “economia della finestra rotta”, dove si guadagna creando danno prima, e riparandolo poi. Quello che questo ecologismo non fa è trarre conclusioni politiche coerenti. Si occupa solo di temi particolari, avulsi dal contesto socioeconomico e storico, che non considera e non mette in discussione, se non con qualche vaga chiacchiera. Venato di spiritualità, come alcune religioni di successo è doppiamente appagante presso il pubblico; soddisfa il bisogno di alti ideali, ma è indulgente col fedele, permettendogli di credere di poter avere la botte piena – il modello consumista – e la moglie alticcia che vagheggia un Eden coi cerbiatti e le cascatelle. I sinceri progressisti dovrebbero chiedersi dove porta questo tipo di ecologismo; e interrogarsi sulle questioni radicali che un’autentica sensibilità verso la Natura pone, e se il posto dell’Uomo è davvero terzo, dopo il Business e la Natura. E qual è la preferibile, delle 6 permutazioni possibili.

In quest’ambito la medicina ufficiale – che quando occorre continua a negare i pericoli dell’inquinamento e dei cancerogeni – ha scoperto una coscienza ambientale. Viene data ampia visibilità a battaglieri medici ecologisti che intervengono in modo che il pubblico attribuisca esclusivamente all’inquinamento l’incremento del carico di malattia. Ordini dei medici hanno preso posizione in questo senso, e si sono sviluppate teorie speculative per attribuire all’inquinamento anche l’incremento delle diagnosi di malattia in età pediatrica. L’inquinamento fa molto comodo alla medicina commerciale: induce paura e quindi consumi, mentre, addossando a un altro fattore, autentico, colpe che non ha oltre a quelle che ha, lascia indisturbata la medicina riguardo alle sue responsabilità sulle false diagnosi e la iatrogenesi. Uscendo dalla sfera clinica e affrontando il tema ecologico si ottiene di poter sostenere che l’aumento drammatico delle diagnosi di comuni tipi di tumore non è dovuto anche, come invece è stato mostrato, alle sovradiagnosi; ma solo al fumo che esce da camini e tubi di scappamento (oltre che alle vittime stesse, che indulgerebbero in “stili di vita” dissennati [4,20]). I medici ecologisti, come il marito che picchia la moglie e fuori fa il galante, dovrebbero fare pulizia nella loro casa professionale prima di lanciarsi in altruistiche campagne sull’inquinamento.

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11. Scienza 2.0

I dati scientifici sugli effetti sulla salute dell’inquinamento da ILVA, e l’interpretazione dei dati che ha permesso di presentare Taranto come un luogo infernale rispetto al resto dei centri urbani, non sono al di sopra di dubbi e critiche circa la loro solidità e interpretazione. Appare improbabile che tali effetti siano assenti, ed è certo che si sia voluto occultare l’inquinamento, ma la dimensione quantitativa dei danni alla salute non è stata determinata con sicurezza. Potrebbe essere inferiore, o anche superiore, a quella stimata.  Ai fini di ciò che si considera qui, diamo per assodato che vi sia realmente un problema particolarmente grave, di danno alla salute da inquinamento a causa dell’ILVA. Anche ammettendo ciò, sono comunque presenti distorsioni.

Come la piramide medica vista prima, anche il rapporto scienza-politica è capovolto. Si dovrebbe partire dai dati scientifici, per prendere decisioni politiche. A seguire dovrebbero venire l’informazione ai cittadini, e l’intervento della società civile. Gli interessi economici particolari dovrebbero restare estranei, o ai margini, di questo processo sulla salute pubblica. Invece si parte dagli interessi privati dei poteri forti, e si punta direttamente ai sentimenti dell’opinione pubblica e alla loro manipolazione. Politica e giornalismo divengono strumenti di questo processo; e così la scienza. Una scienza “post-accademica” che è sottomessa a interessi economici e politici, e, nel migliore dei casi, “dice la verità ma non tutta la verità” [44]. Sull’ILVA la scienza lancia un allarme fondato, ma dà anche credibilità all’allarmismo. Tace su ciò che non conviene: non parla del pericolo della medicalizzazione e della iatrogenesi. I tumori infantili sono un genere di tumori per i quali l’Italia ha ottenuto dei tristi record statistici, e che secondo il giudizio a occhio di alcuni loquaci pediatri insorgerebbero con frequenza spaventosa a Taranto a causa dell’inquinamento. Nella recente monografia dell’AIRTUM sui tumori infantili, mentre si riporta un aumento dell’incidenza la parola “sovradiagnosi” è presente n=0 volte. Lo studio dà invece largo spazio al fattore inquinamento.

Da alcuni anni gli scienziati, gli epidemiologi in questo caso, lavorano, letteralmente, insieme a pubblicitari professionisti per lanciare campagne che sono un genere ibrido tra scienza e pubblicità [45]. I numeri delle statistiche tradizionali si mescolano a quelli delle “sentiment analysis”. I creativi del marketing sono avvantaggiati: la diade miasmi/medicina, mal aria/scienza medica, è quella della medicina ippocratica, che ha fatto presa sui popoli per tanti secoli. Non sorprende quindi che, mentre i risultati sull’inquinamento da emissioni dell’ILVA e altri siti vengano agitati quanto più possibile, sulla medicalizzazione, sovradiagnosi e iatrogenesi già presenti, e sulla loro accentuazione come contraccolpo dell’allarme, si taccia, non si facciano studi mirati, non vi sia dibattito politico; e non si avvisino i cittadini di quest’altro pericolo, che è concreto come quello dell’inquinamento, ed è legato all’allarme sull’inquinamento; ma che comunicare sarebbe antieconomico come è stato per l’inquinamento negli anni precedenti.

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12. Battaglie civili contro la padella e a favore della brace

Nel commentare la recente scomparsa di Andreotti, un blogger ha riportato uno scritto di Longanesi. Ne riporto un brano: “Quella di un romano non si può mai chiamare vigliaccheria. I romani la sanno lunga sul modo di servire i padroni e, nello stesso tempo, i propri interessi e usano della loro apparente fierezza per far sembrare la viltà solo un adattamento.”[46]. L’arte di lavorare servilmente per il potere apparendo allo stesso tempo critici temerari ha raggiunto in tutta Italia livelli sofisticatissimi. Una regola fondamentale di tale arte è di accettare come vere e indiscutibili le motivazioni ufficiali delle contese pubbliche tra poteri, ignorando la differenza tra chi si oppone a un’ingiustizia disinteressatamente e chi la combatte al fine di sostituirla con un’altra ingiustizia a suo vantaggio [47]. L’industria biomedica mostra una consumata abilità nell’allestire casi “etici”, dove si possono servire business luridi apparendo mossi da intenti umanitari [48,49]. L’ILVA offe un’altra magnifica possibilità agli impegnati, agli intellettuali e ai moralisti che tengono famiglia.

Ai tanti in buona fede della base faccio presente che i poteri ai quali si vorrebbe dare l’assalto ci sovrastano anche sul piano culturale; e sanno come incanalare ideali positivi e istanze legittime verso i propri fini, soprattutto nel campo della salute. Un tempo ciò si chiamava “demagogia”. Sarebbe ora di riconoscere l’esistenza della demagogia medica; e dei modi sottili – a volte accoppiati a modi volutamente grossolani [33,34] – coi quali agisce. Es. l’opera eccezionale di Franco Basaglia, radicale vero, fu sfruttata per ottenere la chiusura dei manicomi; come conveniva al business degli psicofarmaci, le “camice di forza chimiche”, al cui enorme mercato diede inizio uno scienziato anticonformista e critico del sistema, Laborit. Ciò che in Italia si ottenne con la cosiddetta “Legge Basaglia”, in USA fu decretato da Reagan [50].

Con scandali come questo dell’ILVA si sta diffondendo l’idea che dove c’è un rischio ambientale per la salute, la popolazione va messa sotto controllo sanitario. La popolazione che abita nelle vicinanze del nuovo inceneritore di Torino verrà regolarmente controllata, sottoposta ad analisi di laboratorio e check-up [51]. Anche se l’ILVA non chiudesse definitivamente, o chiudesse parzialmente – e anzi a maggior ragione – forme di medicalizzazione, organizzate o spontanee, verranno comunque instaurate. La gente, indottrinata, è contenta di ricevere attenzioni mediche; sensibilizzata da “contestatori” come Grillo, che non perde occasione per attaccare gli inceneritori come pericolosi. Io stesso, avendo scritto ad A2A di Brescia una lettera sul mancato rilascio dei dati sulle emissioni in base ai quali al suo inceneritore era stato conferito un premio (notando che della giuria faceva parte la ditta costruttrice), e avendo mostrato la lettera ad ambientalisti, fui contattato dalla Casaleggio Associati, che ne ha fatto uno degli argomenti di Grillo [52].

Ma Grillo, come l’ufficialità che lancia anch’essa di questi allarmi [5], tace sui danni da medicalizzazione che ne derivano. Non si dice che un programma di screening sulla popolazione generale porta con sé effetti nocivi. Alcuni gruppi anti-inceneritori chiedono controlli medici sulla popolazione, o addirittura li organizzano. Si è al paradosso che un fattore di danno alla salute, la presenza di un inceneritore o di altre fonti di inquinanti, permette interventi locali che aggirano i criteri e i controlli che limitano gli screening per evitare che provochino danni alla salute. Grillo e gli altri “antagonisti” aprono la via alla medicalizzazione del problema; anche dando voce ai medici ecologisti, che indicano l’inquinamento come un flagello parlando in nome della medicina, ma si scordano di come la loro categoria vi speculi. Con impostazioni come questa, Taranto, e altri siti sottoposti a misure di sorveglianza, divengono siti a rischio da danno iatrogeno oltre che da inquinamento.

Non si nota come l’allarme inquinamento stia servendo a introdurre misure di controllo biopolitico della popolazione senza una discussione politica, facendo appello ai sentimenti viscerali della gente. Misure di controllo e di intervento sul corpo, che mettono a serio rischio la libertà, i diritti fondamentali e la salute degli individui. Mentre ci si accalora a “educare” la cittadinanza perché consumi sempre più prodotti medici, non c’è chi la educhi davvero, spiegando che gli esami diagnostici vanno considerati alla stregua di medicine, e che assumerli da sani può portare a conseguenze altrettanto dannose.

 

13. Cittadini pensanti ma non troppo

Anche i cittadini si sono svegliati a comando. Sono incoraggiati a farlo: si parla oggi di “medicina partecipativa”; nella quale il cittadino è coinvolto nelle decisioni. E’ la filosofia del reality: lo spettatore che sale sul palcoscenico, che si fa protagonista. Mentre da un lato lo si convince a votare i peggiori, i corrotti e gli inetti, che creano di queste situazioni, si fa credere al cittadino che lui è capace di valutare e decidere su intricati problemi tecnici, e lo si invita a “scegliere” la soluzione e il prodotto che ritiene più adatti; un’evoluzione dell’imbarbarimento portato dalla società dei consumi di massa, osservato da Pasolini, per il quale alla perdita della cultura popolare si accompagna la crescita dell’ignoranza e della presunzione. L’utopia borghese, che prevede una società nella quale ciascuno svolga seriamente il proprio compito – a partire dal compito di elettore – viene rifiutata dalla gente come noiosa e antiquata, e repressa e marginalizzata dal potere come eversiva.

Nonostante un gruppo civico a Taranto abbia assunto il preoccupante nome di “cittadini pensanti” (e anche “liberi”), tanti attivisti non pensano che vi siano interessi contrastanti tra offerta e domanda di salute. Né considerano che il divenire “partner” o“alleato” di chi si guadagna da vivere, o prospera, vendendo costosissimi prodotti medici, che è illusorio credere di poter valutare da profani sul piano del merito, espone ad essere raggirati. Sono “pensanti q.b”, pensanti quanto basta a chi muove i fili. Gli esperti di pubbliche relazioni rilevano che i programmi di sorveglianza sanitaria sono ben accolti dalla popolazione, che aderisce al modello elementare “inquinamento cattivo-medicina buona”. Mentre diffondono la paura delle peste, i cittadini impegnati ignorano il pericolo della iatrogenesi che si profila e anzi gli vanno incontro di corsa. Non amano invece gli avvertimenti sulle spinte amorali che plasmano l’attuale medicina.

La storia in forme diverse si ripete. Bortolozzo, l’operaio che sollevò l’allarme sulla pericolosità del cloruro di vinile monomero a Marghera, fu per anni isolato e malvisto dai suoi colleghi e dai sindacati; c’era anche chi insinuava che fosse mosso da secondi fini [53]. La generale indifferenza, ignara, incredula e infastidita, sulla nuova forma di sfruttamento e di danno alla salute costituita dalla medicina come contraltare dell’inquinamento, è la reincarnazione dell’indifferenza che negli anni del boom economico portava le masse ansiose di posti di lavoro e di consumi a trattare come ubbie filosofiche e da “figli di papà” [53] le denunce dei danni alla salute provocati dall’inquinamento causato dall’industrializzazione e dalla società dei consumi. Sono discendenti di quelle di allora anche le omertà professionali, politiche, intellettuali, giudiziarie, mediatiche.

Né i cittadini mettono in discussione il modello di crescita generale, che prevede di usare come discarica l’atmosfera, che non è “il vuoto”, ma, dotata di estensione e massa, un oggetto fisico [54]. Un oggetto che inaliamo. Questo uso è intrinsecamente sbagliato; è come se un artigiano usasse la stessa scodella per mangiare e per gli impasti della sua attività lavorativa. Il cielo sopra di noi è il posto dell’aria, degli dei celesti e degli ideali umani. Viene fatto credere che con queste lotte puntiformi all’inquinamento e con l’abbraccio con la medicina si mettano le cose a posto, e si ripristini il rispetto verso il cielo; in termini nuovi, la bestemmia invece continua.

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Note

1. Comidad. La lobby di Bill Gates si insedia nella scuola. 9 maggio 2013.

2. Eappen S. Relationship between occurrence of surgical complications and hospital finances. JAMA, 2013. 309: 1599.

3. Giancarlo Caselli e i NO-TAV: il Negativo e il Proibito. https://menici60d15.wordpress.com/2012/02/23/giancarlo-caselli-e-i-no-tav-il-negativo-e-il-proibito/

4. La disinformazione circolare sulle cause di malattia. https://menici60d15.wordpress.com/2012/09/21/la-disinformazione-circolare-sulle-cause-di-malattia/

5. SOS cancro nei bambini e sovradiagnosi. https://menici60d15.wordpress.com/2008/12/17/sos-cancro-nei-bambini-e-sovradiagnosi/

6. La magistratura e la separazione dei valori: il caso della “nave dei veleni”.  https://menici60d15.wordpress.com/2009/10/28/la-magistratura-e-la-separazione-dei-valori-il-caso-della-“nave-di-veleni”/

7. Quando “less is more”. https://menici60d15.wordpress.com/2009/11/18/quando-“less-is-more”/

8. Per una lotta ai contronimi ideologici: la “Prevenzione”.  https://menici60d15.wordpress.com/2011/10/27/la-lotta-ai-contronimi-ideologici-prevenzione/

9. Sovradiagnosi. https://menici60d15.wordpress.com/sovradiagnosi/.

10. Welch HG. et al. Overdiagnosed. Making people sick in the pursuit of health. Beacon Press, 2011.

11. Bleyer A. Welch G. Effect of three decades of screening mammography on breast-cancer incidence. NEJM, 2012. 367: 1998.

12. Bewley S. The NHS breast screening programme needs independent review. BMJ 2011; 343 doi: 10.1136/bmj.d6894.

13. Henschke CI et al. Definition of positive test result in computer tomography screening for lung cancer. Ann Int Med, 2013. 158:246.

14. Veronesi G. et al. Estimating overdiagnosis in low-dose computer tomography screening for lung cancer. Ann Int Med, 2013. 157: 776.

15. Reich, JM. Improved survival and higher mortality. The conundrum of lung cancer screening. Chest, 2002. 122: 329.

16. Reich, Goodwin M, Gleeson FV. The pitfalls of lung cancer screening. Cancer Imaging, 2004. 4: 52.

17. PharmaTimes. Myriad Genetics stock rises on Angelina Jolie surgery. 15 mag 2013.

18. Smith R. The future of healthcare systems. Information technology and consumerism will transform health care worldwide. BMJ, 1997. 314: 1495.

19. The James Lind Alliance. New book explains the breast screening controversy. 9 feb 2012.

20. Parodia e anti-omeostasi nella medicina commerciale. https://menici60d15.wordpress.com/2012/07/07/sovradiagnosi-iii-parodia-e-anti-omeostasi-nella-medicina-commerciale/

21. Maccacaro G. Classe e salute. In: La salute in fabbrica. Savelli, 1974.

22. La medicina come rimedio ai limiti della crescita economica. https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/15/la-medicina-come-rimedio-ai-limiti-della-crescita-economica/

23. Kaplan, RM. Disease, diagnoses, and dollars. Facing the ever-expanding market for medial care. Copernicus Books, 2009.

24. PharmaTimes. BRIC nations’ breast cancer drug sales “to grow 8%/year”.  28 feb 2013.

25. I professionisti della metamafia. https://menici60d15.wordpress.com/2010/06/08/i-professionisti-della-metamafia/

26. Comidad. A Taranto via l’ILVA per far largo alla NATO. 31 lug 2012.

27. Bovo F. TAV, treno ad alta velocità atlantica. Statopotenza, maggio 2012.

28. Dinucci M. C’è anche la NATO economica. Il Manifesto, 19 feb 2013.

29. Moynihan R et al. Selling sickness: the pharmaceutical industry and disease mongering. BMJ, 2002. 324:886.

30. Terrorismo multipronged?  https://menici60d15.wordpress.com/2012/05/19/terrorismo-multipronged/.

31. L’ambasciatore USA ordina il sostegno al loro complesso magico-industriale.  https://menici60d15.wordpress.com/2013/03/20/4753/

32. Il rispetto della storia nell’azione giudiziaria.  https://menici60d15.wordpress.com/2011/02/13/rispetto-della-storia-nellazione-giudiziaria/

33. Gli strani “compagni di letto” di Ingroia. https://menici60d15.wordpress.com/2013/02/13/gli-strani-compagni-di-letto-di-ingroia/

34. Il magistrato e gli stregoni. https://menici60d15.wordpress.com/2013/04/15/il-magistrato-e-gli-stregoni/

35. Nuove P2 e organi interni.  https://menici60d15.wordpress.com/2011/12/08/nuove-p2-e-organi-interni/

36. Reati contro l’economia. https://menici60d15.wordpress.com/2011/01/23/reati-contro-leconomia/

37. Paccino D. L’imbroglio ecologico. L’ideologia della natura. Einaudi, 1972.

38. Hudson L. The political animal: species-being and bare life. Meditations, 2008. 23: 89.

39. Efron E. The apocalyptics : cancer and the big lie. How environmental politics controls what we know about cancer. Simon & Schuster,  1984.

40. Gardner L et al. OPEN:EU Scenario Storylines Report: Scenarios for a One Planet Economy in Europe. Lug 2011.

41. Il riduzionismo giudiziario nella frode medica strutturale: il caso del testamento biologico. https://menici60d15.wordpress.com/2009/06/24/il-riduzionismo-giudiziario-nella-frode-medica-strutturale-il-caso-del-testamento-biologico/.

42. Contro il relativismo etico ed epistemico. https://menici60d15.wordpress.com/2009/06/03/contro-il-relativismo-etico-ed-epistemico/.

43. Questionario immaginario ai magistrati sul testamento biologico. https://menici60d15.wordpress.com/2009/03/09/questionario-immaginario-ai-magistrati-sul-testamento-biologico/

44. Ziman, J. Real science. Cambridge University Press, 2000

45. Come raccontare l’epidemiologia in un mondo 2.0. Seminario dell’Associazione Italiana di Epidemiologia. Bologna, 6 mag 2013.

46. Malvino. Blog di Luigi Castaldi. Nessun mistero. 8 maggio 2013.

47. La differenza tra opposizione e take-over. https://menici60d15.wordpress.com/2012/10/14/la-differenza-tra-opposizione-e-take-over/

48. Sulle regole per la Roche. https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/30/sulle-regole-per-la-roche/

49. Il grillismo al servizio del capitalismo predatorio. https://menici60d15.wordpress.com/2013/02/17/il-grillismo-al-servizio-del-capitalismo-predatorio/

50. Comidad. Lavoro: finto negoziato e vero colonialismo NATO. 22 mar 2012.

51. Autori vari. “Se sono residente nelle vicinanze di un  inceneritore per lo smaltimento dei rifiuti, le emissioni prodotte dall’impianto possono rappresentare un rischio per la salute mia e dei miei familiari?”. Relazione al Convegno “Al cittadino non far sapere” dell’Associazione Italiana di Epidemiologia. Bologna, 7 mag 2013.

52. Blog di Beppe Grillo. Premio fai da te degli inceneritori. 8 nov 2006.

53. Bettin G. Dianese M. Petrolkiller. Feltrinelli, 2002.

54. Diritto dell’atmosfera.  https://menici60d15.wordpress.com/2010/12/04/diritto-dellatmosfera/

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V. anche: Teenage cancer

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18 novembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Lapertosa “Rifiuti tossici, allarme pediatri: “Rischio cancro inaccettabile. Incidenza alta” “

Non è così semplice come mostrano i media; non è così cinematografico, coi buoni che combattono i cattivi. L’inquinamento è un grave pericolo per la salute, riconosciuto, ma vi sono altri pericoli, nascosti e contrari al senso comune, che sono potenziati dal battage sull’inquinamento. Le cose possono essere ancora più sudice di come vengono presentate; la camorra può essere usata come “forcone” per spingervi verso “angeli” in camice bianco che angeli non sono. State attenti su questi allarmi, per voi e per i vostri figli, perché oltre ai cancri da inquinamento ambientale e da cancerogeni nei prodotti di consumo ci sono anche i falsi cancri da sovradiagnosi. (V. “Ilva. Dal cancro nascosto al cancro inventato”).

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13 gennaio 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Zaccariello “I preti contro discarica di Poiatica: ‘Cloaca nauseante. Noi preoccupati per la salute’ “

“Trasi munnizza e esci oru” diceva un mafioso del business dei rifiuti. Un business basato sul degrado, che attrae mafiosi, corrotti e cascame umano di vario genere. La concentrazione di monnezza fisica genera una concentrazione di monnezza umana. Lo smaltimento rifiuti non solo riceve, ma emette. Dai rifiuti può anche uscire cancro, per inquinamento. Ma possono uscire diagnosi di cancro anche attraverso allarmi basati sull’emotività, come quelli che qui lanciano i preti, e che vanno a favorire il business dei cancri taroccati, un florido business nel quale i preti hanno grossi interessi (v. “Ilva. Dal cancro nascosto al cancro inventato”).

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@ anton ruud. Sono questioni complesse, ma anche fraudolente. E che, come nelle frodi di strada, abbisognano, tra i vari compari, di gorilla che intimidiscano e screditino chi dice cose non gradite, che potrebbero mettere sull’avviso i polli. Nel gergo dei truffatori USA i dissuasori si dicono “Heavy”, o “Freddy”. Ne è un piccolo esempio il tuo commento, sguaiato, senza senso e vagamente minaccioso, che cerca di fare passare me per favorevole a una manifestazione del liberismo dissennato nel quale i preti inzuppano il pane; salvo vestire i panni dei salvatori, per lanciare nuove frodi a loro vantaggio, aggiornate ai tempi.

Come in tutte le truffe, si gioca sull’avidità del pollo; al quale va bene lo stile di vita consumistico, salvo saltare su quando i rifiuti gli arrivano al collo. Allora ascolta le voci più allarmistiche, reagendo come al solito di pancia, e cascando in nuovi seducenti imbrogli.

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@ mosquito. Sarebbe tanto se ci fosse un 5% della popolazione che si informa, studia e ragiona invece di farsi dire per cosa deve protestare dagli imbonitori con la tonaca o in borghese.

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6 febbraio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Terra dei fuochi, il provvedimento è legge. Screening gratuito e utilizzo dell’esercito”

I rifiuti sono, dal punto di vista economico, “”autofertilizzanti””, come certi reattori nucleari: ciò che producono può a sua volta essere sfruttato. Sui rifiuti ci sono i business nei quali l’inquinamento è l’effetto. E quelli dove l’inquinamento, creato dai business precedenti, è la causa, cioè l’occasione per fare altri soldi: con le bonifiche; ma non solo. Anche con la medicalizzazione e la iatrogenesi. Non dice la verità, ma dice una cosa vera don Patriciello commentando “”E’ un punto di inizio, non di arrivo””. Non è una svolta, ma una prosecuzione su nuove basi.

Sono noti i danni alla salute provocati dal business del primo tipo, cioè da inquinamento. E’ molto meno noto che sono possibili anche danni alla salute provocati dal business del secondo tipo, mentre il potere mostra di voler soccorrere chi ha lasciato fosse esposto a sostanze tossiche. Davanti alla premurosa elargizione di screening gratuiti dopo decenni di libero inquinamento, gli abitanti della Terra dei fuochi dovrebbero stare attenti a non cascare dalla padella alla brace: dai danni alla salute da inquinamento a quelli da medicalizzazione. Vedi l’articolo ““Ilva. Dal cancro nascosto al cancro inventato””, reperibile su internet. (Siti Appello al popolo e menici60d15).

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23 maggio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di E. D’Ospina “Terra dei fuochi: incontro con Don Maurizio Patriciello. La speranza che non si arrende mai”

“Incontrare don Maurizio Patriciello è un dono” secondo Elisa D’Ospina, che si presenta come “scrittrice”. Io ritengo che per molti bambini, per molti genitori, don Maurizio Patriciello sia una disgrazia, dati i messaggi che diffonde, parziali e ingannevoli, che favoriscono le speculazioni più basse sulla sofferenza e sulla paura, complice l’aura di santità diffusa intorno a lui dai vari turiferari. Vedi: Sos cancro dei bambini e sovradiagnosi. Ilva, dal cancro nascosto al cancro inventato. Reperibili su internet.

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@ Ilenia. Un tempo si faceva il galoppino ai democristiani, oggi direttamente ai preti. Reperibili su internet ci sono studi scientifici che mostrano milioni di casi di sovradiagnosi di cancro, dovute a fome di propaganda della malattia. E’ di queste ore la notizia che nel PIL verranno incluse anche attività illegali come traffico di droga e prostituzione. I benefici all’economia da diagnosi fraudolente di cancro, favorite dagli allarmi a senso unico ai quali lei inneggia, vi entreranno a pieno titolo.

Io segnalo a chi non si beve a occhi chiusi i raccontini delle spiegazioni ufficiali, a chi dubita che il potere che ha tollerato la camorra sia rinsavito, questo altro pericolo, che si facciano soldi sulla paura e a danno della salute dopo che si sono fatti soldi inquinando il territorio. Chi ritiene di non aver tempo da perdere ad ascoltare altre voci, ragionare e riflettere, si accomodi, segua il piffero dei don Patriciello e vada a fare la fila alla porta dei reparti di oncologia.

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1 agosto 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post ” Taranto, morto a 5 anni Lorenzo: bimbo simbolo della lotta all’inquinamento Ilva”

I media fanno sì che gli spettatori piangano in gruppo un bambino; ciò è toccante. Ma questi riti mediatici intorno all’ara sulla quale giace un bambino hanno anche un lato inquietante. Si fa in modo che piangendolo in gruppo il pubblico pensi anche in gruppo; e che idee sbagliate e pericolose possano ammantarsi della sacralità della morte di un innocente. Questo, in un mondo falso, che non rispetta neppure i bambini, porterà altri bambini, altri giovani, altri adulti, a patire sofferenze che si tradurranno in profitti; passando, nel caso dell’Ilva, da un’industria che provoca sofferenze come effetto collaterale ad un’industria della sofferenza; un’industria che fa della malattia, della paura, del dolore, la sua materia prima. Vedi: Sos cancro nei bambini e sovradiagnosi. E: Ilva, dal cancro nascosto al cancro inventato.

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3 dicembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Marescotti “Ilva: dal rischio cancerogeno al rischio genotossico”

“Un cervo inseguito dai cacciatori giunse a una grotta in cui si trovava un leone e vi entrò per nascondersi, ma cadde subito nelle grinfie della belva. “Povero me!” esclamò, mentre il leone lo sbranava. “Per sfuggire agli uomini mi sono buttato tra gli artigli di una fiera”. Così qualche volta, per paura di un pericolo minore, ci si getta in uno più grave.” – (Esopo, VI sec. AC).
Cfr: “Ilva, dal cancro nascosto al cancro inventato” e “SOS cancro nei bambini e sovradiagnosi” nel mio sito “menici60d15”.

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13 febbraio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Gentilini “Inquinamento e rischio tumori, ma davvero ammalarsi è solo sfortuna?”

La cancerogenesi ha componenti stocastiche, ed è in parte un fatto di natura, indipendente dalle attività umane. Ma in parte ha cause antropiche; la circostanza che un evento abbia meccanismi aleatori nella catena delle cause anziché essere puramente deterministico non esclude che vi possano essere responsabilità umane, la cui presenza è comunque accertata. Un conto è la probabilità di scivolare sul marciapiede dopo una gelata, un altro la probabilità se qualcuno vi scarica olio o bucce di banana tutto l’anno. Un conto è una roulette russa con un proiettile in una delle 6 camere del tamburo del revolver, un altro un giro dove qualcuno ha caricato il revolver con 5 proiettili su 6 camere.

E’ un gioco delle tre carte: si tende a minimizzare le responsabilità dei soggetti forti, cioè il ruolo dei cancerogeni chimici, ambientali e negli alimenti. Si scarica la responsabilità sulle vittime, esaltando i fattori personali, come i lifestyles, la dieta e ora la “sfortuna”. L’inquinamento a sua volta viene usato per nascondere, e, purtroppo, promuovere, un altro fattore umano legato al profitto, le sovradiagnosi di cancro (v. “Ilva, dal cancro nascosto al cancro inventato”).

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6 ottobre 2015

Blog de il Fatto

Commento al post di A. Marfella “Terra dei Fuochi: Gigi, Anna e le pubblicità ingannevoli”

Nella medicina attuale il cancro non è come il vaiolo, che ha una causa e manifestazioni ben definite (“monotetiche” ci spiegano gli epidemiologi, es. P. Vineis). La sua definizione e le sue cause sono divenute di fatto più eterogenee – politetiche – per l’influenza della ricerca del profitto. Tra le definizioni e quindi tra i criteri diagnostici sono state fatte rientrare alterazioni che non si comportano come cancri ma come tali sono diagnosticate; falsi positivi, che, moltiplicati dalla “prevenzione” – in realtà diagnosi presintomatica di massa – hanno causato crescite esplosive nelle statistiche dei corrispondenti “tumori”. L’inquinamento, fattore causale reale, viene indicato come causa monotetica delle “epidemie” di cancro dovute alle sovradiagnosi. La ricerca amorale del profitto provoca sia le aberrazioni dell’inquinamento, sia le aberrazioni delle sovradiagnosi; le prime vengono usate non solo per nascondere, come capro espiatorio, ma per praticare, come spauracchio che spinge alla “prevenzione” tramite screening, le seconde, mediante una rappresentazione distorta e ingannevole; diffondendo un nocebo in un circolo vizioso. I coniugi D’Alessio rappresentano bene il livello intellettuale e civile di questo appoggio all’industria biomedica. Un’industria che necessita di censura e massiccia propaganda; spesso fornite proprio da quelli che avrebbero il dovere di impedire quella caccia ai sani, per trasformarli in pazienti, che ora sta puntando le ragazzine.

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2 gennaio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post “Terra dei fuochi: il report dell’Iss certifica un altro pezzetto di verità. Guardiamo con fiducia al 2016”

Dallo studio: “Le caratteristiche metodologiche [analoghe a quelle dello studio Sentieri] non consentono, in linea generale, la formulazione di valutazioni di nessi causali, permettono tuttavia di individuare situazioni di possibile rilevanza eziologica da approfondire con studi mirati,”. L’allarme però viene dato in termini causali; come mostrano i toni tribunizi del dr. Marfella, che nel convegno da lui citato del 5 dicembre sedeva a fianco al Procuratore Generale di Brescia. Platea di minorenni, scolaresche. Nonostante a un convegno un eminente epidemiologo abbia risposto affermativamente alla mia domanda su se gli epidemiologi italiani considerino il rischio che questi allarmi mediatici provochino, col meccanismo della profezia che si autoavvera, un aumento spurio di diagnosi dei tumori, data la riconosciuta associazione tra considerazione del rischio e sovradiagnosi, gli epidemiologi, e gli altri addetti, appaiono ignari di ciò. L’inquinamento è una calamità della quale si privilegiano gli aspetti di generatore di profitti: medicalizzazione e bonifiche. Anche la possibilità di un circolo vizioso allarmi-diagnosi andrebbe studiata e contrastata, come fattore confondente e come pericolo futuro; e anche come dovere etico, e non solo, di non costruire sciagurate industrie del cancro, rischio che la storia degli screening dimostra non essere teorico. Ciò tanto più per dati che non sono così eclatanti e indiscutibili come li si presenta sui media.

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2 gennaio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Gentilini “Tumori pediatrici, la verità ‘dimezzata’ sui dati delle guarigioni”

Nel recente studio citato sulla Terra dei fuochi i tumori del SNC in età 0-1 e 0-14 anni diagnosticati in eccesso (riferimento alla Campania) sono stati dell’ordine delle unità all’anno; per un totale di alcune decine di casi in circa un decennio. L’eccesso maggiore, in provincia di Napoli, è stato di 7 casi invece dei 3 attesi. E’ quindi relativamente semplice, e a questo punto doveroso, analizzare tutte le diagnosi singolarmente per studiare caratteristiche come le modalità di diagnosi, i tipi istologici, i centri medici che li hanno diagnosticati, le eventuali relazioni con possibili fattori etiologici. “La lotta la cancro ha combattuto molte battaglie sbagliate con le armi sbagliate”. E’ verissimo. L’uso dell’epidemiologia per trarre conclusioni causali da effetti di piccole dimensioni è una delle più note armi sbagliate per battaglie sbagliate “sotto comandanti sbagliati”.

@ Patrizia Gentilini. Lei non ha mai sentito parlare di statistiche allarmistiche pro business. Strano. Grazie per l’articolo: le osservazioni sulla strategia da business bias di considerare singole cause e malattie rare supportano quello che dico. L’epidemiologia spadroneggia; può essere usata per distorcere a seconda della convenienza. Minimizzando e confondendo (v. es. Michels D. Doubt is their product 2008). Oppure esagerando, in particolare piccoli effetti, come notano diversi critici dell’establishment. V. es. “Epidemiology – The study of scare stories.” in Penston J. Stats.con, 2010; “Green healthism” in Skrabanek P. The death of human medicine and the rise of coercive healthism, 1994; Goldrake B. Bad science, 2008. Come vi è un interesse a nascondere alcuni rischi, ve ne è uno ad esagerarne altri; e a volte esagerando alcuni fattori si ottiene anche di meglio nasconderne altri. Gli stessi autori del rapporto sulla Terra dei fuochi premettono che dal tipo di studio non si possono trarre inferenze causali; e citano la rarità delle neoplasie infantili come elemento che limita la produzione di evidenze sulle responsabilità di cancerogeni ambientali. Non credo si sia arrivati a scrivere da qualche parte che dati epidemiologici, peraltro non conclusivi, rendono superflui verifiche e approfondimenti analitici clinici, che comunque stiano le cose possono fare chiarezza. Anche se purtroppo è così che si ragiona quando si vuole sostenere una tesi eziologica precostituita, di qualsiasi segno.

@ Stealth. Lo strumento epidemiologico ha la sua utilità, ma non è tutto. Prendere studi ecologici come oracoli che autorizzano allarmi che possono avere effetti controproducenti non è neppure epidemiologia, ma scientismo per le masse. Come ho detto, propongo di andare prendere tutte le cartelle cliniche e gli esami dei casi di neoplasia pediatrica del SNC riportati nello studio e analizzarle, anche statisticamente. Che tipi di tumore hanno dato eccessi? Vi è una variabilità interosservatore nelle diagnosi? Vi sono reperti come i frequenti astrocitomi a decorso benigno e altre patologie benigne il cui reperimento è aumentato negli ultimi anni per l’uso dell’imaging? Qual è stato l’andamento temporale? Vi sono cluster, le diagnosi sono legate a una struttura sanitaria o a modalità di diagnosi, o a un’esposizione locale dei bambini o dei genitori a particolari sostanze che siano cause accertate o plausibili? Etc. I dati disponibili vanno correttamente spolpati; non selezionati, come singole ciliegie staccate da inappetenti, in base a ciò che conviene alla propria tesi.

@ Jano1976. Cosa vuole che le dica. Le molle psicologiche di ciascuno di noi possono essere diverse. In questioni pubbliche di tipo tecnico bisognerebbe guardare al contenuto; e al più agli eventuali moventi pratici. Di sicuro le mie posizioni non hanno consonanza, consapevole o meno, con interessi economici o politici di alcun genere. A differenza di altre. Non ho “tesi preconcette”, ma obiezioni nel merito e nel metodo, che ho esposto. E non faccio attacchi ad hominem, come lei. La mia tesi è che la medicina deve offrire conoscenza, onesta; non coltivare, magari dietro a una vernice di “scientificità”, le eterne pulsioni irrazionali sulla malattia e spaventare a favore del business. V. sopra per i dettagli.

@ Jano1976. La ringrazio. Ormai è riconosciuto l’inquinamento della ricerca biomedica da parte di interessi venali. Ci sono libri di biostatistica che trattano esplicitamente la frode tra le possibilità da considerare nel valutare gli articoli scientifici. Diverse personalità della ricerca biomedica hanno denunciato questa degenerazione. Non irrilevanti per i connubi tra ricerca e propaganda sono le parole di Horton, direttore del Lancet: “Gran parte della letteratura scientifica, forse metà, potrebbe essere semplicemente non vera. Afflitta da studi con campioni di piccole dimensioni, effetti minuscoli, analisi esplorative non valide e flagranti conflitti di interessi, insieme all’ossessione di accodarsi alla moda corrente, la scienza ha imboccato una strada verso le tenebre”.

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10 gennaio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Gentilini “Presidente Mattarella, vogliamo un’ Italia ‘sostenibile e responsabile’

L’ecologismo o è “a monte”, integrato nel modello socioeconomico, che deve condizionare nel senso di una ecologia umana autentica, o è subordinato ad esso. Nel liberismo che tutto divora l’ecologismo “sostenibile” è un ecologismo roboante ma addomesticato, che parla a comando, giustificando sia autoritarismi; sia gli affari dell’economia dell’inquinamento, questa “finestra rotta” di Bastiat: es. con le bonifiche, e come spauracchio per spingere le masse verso l’industria medica, mai sazia di pazienti, lanciando allarmi parziali e esagerati, con un’evidenza “scientifica” di appoggio alla grancassa mediatica insufficiente e fortemente viziata. Non rassicurano le parole di Mattarella nel suo primo discorso di fine anno sulla necessità, data la “concretezza e centralità del problema” di superare divergenze per “collaborare” sull’ambiente, quando l’argomento appare oggetto di gravi omissioni e distorsioni a favore di interessi particolari che contrastano con i diritti del cittadino dettati dalla Costituzione. Si parla di “genocidio” della Terra dei Fuochi. Ma “a giudicare per induzione, e senza la necessaria cognizione dei fatti, si fa alle volte gran torto anche ai birbanti” (Manzoni). E si fa un favore ad altri birbanti, perché la diffusione di queste narrazioni semplicistiche su draghi sterminatori è in grado di innescare effetti nocebo, che tramite il meccanismo circolare paura-medicalizzazione-sovradiagnosi-paura stanno facendo sì che la profezia si autoavveri.

@ Nokia. Per “ecologismo umano a monte” intendo il fissare a priori al modello socioeconomico dei limiti che consentano una convivenza il più possibile armoniosa tra Uomo e Natura; il decidere quanto abbiamo bisogno di togliere alla Natura per condurre in maniera serena e degna quel tratto di esistenza che ci viene concesso, senza danneggiarla a nostro stesso danno e senza spremerla oltre in un’illusoria ricerca del superamento della nostra condizione umana. Non è all’insegna della “purezza” come il nazismo – o i vagheggimenti tipo New Age – ma della misura. Se ha parentele politiche, queste sono con l’antiutilitarismo e il repubblicanesimo. “Si chiama nazionalsocialismo” nei bollori dei propagandisti del liberismo: l’ideologia che da un lato si sente in guerra con la natura, dall’altro specula sulle scarsità e le paure che crea con l’imbrattarla e il distruggerla. E’ il liberismo che con lo “healthism” tende a un’ecologismo stralunato e opportunista, con connotazioni fasciste: v. P. Skrabanek. The death of human medicine and the rise of coercive healthism.

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12 gennaio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Terra dei fuochi, Istituto superiore sanità: “Qui più morti e più tumori” “

In quelle zone mali storici, malvagità e inettitudine hanno dato luogo a una sovrapposizione di pericoli particolarmente spessa. Non solo problemi sociali, la camorra, l’inquinamento, i cancri autentici. C’è una continuità: lo Stato traditore che prima lascia degradare l’ambiente è lo stesso Stato che poi grida allo tsunami cancro da inquinamento e indica la salvezza negli ospedali, senza curarsi delle verifiche e precauzioni che sarebbero state doverose per evitare di causare ulteriori danni alla salute con questo allarme. Data la discrepanza tra l’enorme, sicura, epidemia di cancro da inquinamento che con articoli come questo si fa credere sia certificata dal rapporto dell’ISS e il dato che è in realtà riportato, di entità limitata, omissivo, dai tratti incerti sul quale poggiano conclusioni esorbitanti e inconseguenti, chi non abbia insormontabili pulsioni psicologiche ad apparire come genitore dal cuore straziato dovrebbe essere prudente davanti all’offerta di “percorsi di rapido accesso ai servizi sanitari e all’implementazione di azioni specifiche volte all’ottimizzazione delle procedure diagnostiche e terapeutiche per l’infanzia” (magari in futuro corredata di sovvenzioni-incentivi alle famiglie dei piccoli diagnosticati). Nel disagio sociale i più indifesi, in particolare i bambini, possono essere preda di varie insidie; oggi, anche di quella di essere trasformati in lucrosi pazienti tramite sovradiagnosi o sovratrattamenti.

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27 febbraio 2016

Blog Appello al popolo

Commento al post “La coppa dell’assenteista”

Solidarietà agli operai. Attenzione però, al messaggio che La Stampa, il giornale della FIAT, propaga con questo caso. All’arroganza del proprietario gli operai contrappongono certificati medici e interventi chirurgici alla colonna vertebrale, per “ben sei ernie”. Le ernie del disco non sono la causa dei dolori alla schiena, e a parte rari casi non sono una valida indicazione, ma solo un pretesto per interventi ortopedici o neurochirurgici; che studi hanno mostrato peggiorare i dolori e la funzionalità. In uno studio, solo il 26% degli operati era tornato al lavoro, contro il 67% dei non operati. Un chirurgo ortopedico ha giustamente osservato che questa chirurgia andrebbe eseguita solo su chi non ha il mal di schiena (ma ha sintomi, agli arti, di compromissione neurologica).

Al lavoratore con questa storia mediatica viene detto che se ha necessità reale, che non gli viene riconosciuta, di restare a casa, perché è stanco, ha dolori, non si sente bene; o anche se volesse imboscarsi; in entrambi i casi, se non vuole subire sanzioni morali, o se vuole essere in grado di contrastarle con argomenti validi, deve salire e stendersi, come manufatto, su quell’altra catena di montaggio, quella dell’industria medica.

Dove poi può trovarsi intrappolato in situazioni che lo sviliscono come persona, e che lo pongono a rischio di perdere la salute; e con essa a volte alla fine anche il lavoro.

Hadler NM. Stabbed in the back. Confronting back pain in an overtreated society. University of North Carolina Press, 2009.
Welch HG. Less medicine, more health. 7 assumptions that drive too much health care. Beacon Press, 2015.

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2 marzo 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Gentilini “Birre con erbicida: sul glifosato l’ennesima lezione imparata in ritardo?”

La dr.ssa Gentilini si chiede dove sia la coerenza di una EU che consente l’esposizione a cancerogeni e poi critica il trascurare questo pericolo. La coerenza è nel carattere ciclico, proprio della razionalità economica: del trarre profitto sia nel vendere beni creando danno sia nel vendere prodotti per trattare il danno che si è causato. Vi è un ciclo inquinamento- cancro, nel quale l’inquinare è il braccio “di andata”; il braccio “di ritorno” è l’impaurire e spingere a curarsi, anche esagerando il pericolo, e vendendo prodotti, come gli screening – un’altra lezione non ascoltata – che continuano ad essere presentati al pubblico con meriti che non hanno. Se si vuole, l’esposizione a sostanze dannose è “il pacco” e la speculazione medica il “contro pacco”. Quando si inquina non lo si dice; e quando si lancia l’allarme sull’inquinamento non si avverte dei rischi di sovradiagnosi, sovratrattamento, inefficacia e iatrogenesi. Si dovrebbe invece avere chiaro che i mostri sono due, la Cariddi dei cancerogeni, che quando serve viene mostrata, e la Scilla delle speculazioni mediche, che viene taciuta e verso la quale si spinge; mostri che servono lo stesso padrone.

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15 marzo 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Pipitone “Augusta, Curia chiede dimissioni del prete che legge in chiesa i nomi dei morti per inquinamento. E la città si mobilita”

Non per nulla i preti chiamano “gregge” la gente. Il gregge prima ha applaudito le industrie inquinanti, l’invasione della chimica con la sua carica cancerogena, senza volere sentire nulla sugli aspetti negativi. E ora applaude l’essere condotto verso l’industria del cancro con allarmi ad hoc e scenette come questa del prete coraggioso osteggiato dal vescovo cattivo; senza voler sentire nulla dei pericoli di sovradiagnosi e di cure fraudolente legalizzate.

Un cardinale di Palermo, il mantovano Ruffini, incluse Tomasi di Lampedusa tra i maggiori mali della Sicilia, accanto alla mafia (della quale però disse anche che era un’invenzione dei comunisti). Forse perché i primi gattopardi sono i preti; che stanno lavorando per l’introduzione dell’oncologia di massa al Sud, mentre l’economia peggiora, l’industria convenzionale viene smantellata e le pensioni degli anziani come fonte di reddito per le famiglie si vanno riducendo. Una rivoluzione apparente che farà sì che tutto resti come prima, o peggiore di prima.

17 marzo 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Pipitone “Augusta, ritirata la richiesta di dimissioni di don Palmiro Prisutto: il sacerdote che legge i nomi dei morti per inquinamento resta al suo posto”

Un prete predica in chiesa che ognuno è condannato a morire di cancro, dovuto invariabilmente all’inquinamento industriale, essendo in corso “un vero e proprio genocidio”. In Spoon River gli epitaffi svelavano la verità; non servivano a diffondere gli inganni dei vivi tramite i morti.

L’epidemiologia è oggi uno strumento di persuasione, che serve il business. Sia nascondendo rischi, come quelli delle lavorazioni industriali; uno dei suoi fondatori, sir R. Doll, autore dello studio che dimostra che il fumo causa il cancro del polmone, in seguito, pagato segretamente dalla Monsanto per 20 anni (1500$ al giorno), minimizzò il rischio cancerogeno degli inquinanti ambientali e dei prodotti chimici. Sia gonfiando e distorcendo i “fattori di rischio”, con allarmismi che hanno portato a crescite esponenziali nel consumo di prodotti medici.

Per i cittadini è un danno sia il minimizzare il rischio tumori da inquinamento, come avveniva soprattutto ai tempi dello sviluppo economico coi democristiani; sia l’esagerarlo e l’enfatizzarlo, come avviene oggi, sotto il liberismo, quando si vogliono rastrellare pazienti per l’oncologia, una delle poche industrie mai in crisi e sempre in crescita, che bada a sfruttare il cancro piuttosto che a guarirlo. I preti, ben addentro al business medico, si conformano al corso storico. Buona fortuna a chi crede che l’epidemiologia dei tumori dal pulpito sia contrapposta ai grandi interessi in gioco; e che il vittimismo passivo sia un buon affare.

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25 aprile 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Tornago “Brescia, mancano i soldi per la bonifica Caffaro. Sindaco scrive alla Regione: “Limitare le aree contaminate”

Al tempo dei sequestri di persona si bloccavano i beni di famiglia per dissuadere i banditi dal commettere altri sequestri. Non si pensa invece a come interrompere l’instaurazione e l’accrescimento di questi cicli economici ricattatori, nei quali prima si fanno soldi scaricando sulla collettività i danni da inquinamento; e dopo si fanno soldi con le bonifiche; attribuendo (analogamente a quanto avviene nelle frodi commerciali della medicina) il pericolo da inquinamento a monocausalità e focalità di comodo – come questo intervento del sindaco conferma. Con due importanti spin-off a beneficio dell’industria medica (rampante a Brescia): le malattie autentiche da inquinamento, e quello ancora più lucroso delle false “patologie” sovradiagnosticate avendo spinto a temere il peggio e a sottoporsi a esami non necessari agitando la paura dei danni alla salute da inquinamento. Questa ottimizzazione dell’economico a scapito dell’umano, questo inquinamento economico che crea cicli degradando per poi rabberciare, che trae profitto dal distruggere e dal gestire le macerie, è un pericolo non meno grave dell’inquinamento chimico. L’ inquinamento chimico non andrebbe visto isolatamente, ma come una componente di un sistema che avvelena non solo il suolo o l’aria, ma anche la società.

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18 maggio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Tumori, De Luca: “Dalla Campania un vaccino contro il cancro entro 2 anni”

Dal clientelismo democristiano alla ciarlataneria liberista. Il sangue di San Gennaro si liquefà, per via soprannaturale secondo chi ci crede, tre volte all’anno. Invece nei paesi progrediti gli annunci che seri scienziati avrebbero finalmente scoperto cure risolutive per il cancro sono continui, in pratica giornalieri (1,2). Le promesse di De Luca e Telethon di medicine portentose sono un altro elemento che fa presagire che quello che gli elettori riceveranno in futuro sarà l’industria del cancro, nella quale loro saranno materia prima.

1 West J. Your daily ‘Miracle Cure’ for cancer. Medscape. 2 maggio 2016.
2 Abola MV, Prasad V. The use of superlatives in cancer research. JAMA Oncol, 2016. 2: 139.

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1 giugno 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Marfella “Sanità Campania, come i ‘medici ammalati’ la riformerebbero”

La medicina, antica pratica antropologica, irrazionale – che ha acquisito in tempi recenti una parte reale e utile, razionale – prevede l’autoinganno del guaritore. Un chirurgo, I. Harris, ha illustrato come i medici partecipino alle illusioni (che a volte sono frodi) che vendono ai pazienti, rafforzandole col loro crederci (1). Melazzini, a capo dell’AIFA, serve fedelmente gli interessi dell’industria farmaceutica; la sua malattia serve più che altro a conferirgli credibilità e intoccabilità. Nella buona medicina il malato, il sofferente, regna ma non governa. Mentre chi decide amministra ma non regna. Oggi invece si fa “governare” il paziente, o meglio glielo si fa credere, strumentalizzandolo per forzare approvazioni non dovute di farmaci, allentamento dei controlli, allestimento di strutture inutili e dannose; mentre lo si spodesta, e si mette sul trono il profitto. Le scelte di politica sanitaria dovrebbero essere tenute separate dal parere tecnico dei collegi medici, che non dovrebbero avere ruoli politici né esercitare pressioni (2). Molti medici, malati e non, possono dare suggerimenti preziosi; ma la figura romantica del medico-malato che governa la sanità consente di aggirare una corretta distribuzione e separazione dei poteri.

1 Surgery the ultimate placebo. A surgeon cuts through the evidence. NewSouth Publishing, 2016.
2 Ewart RM. Primum Non Nocere and the Quality of Evidence:Rethinking the Ethics of Screening. JABFP, 2000. 13: 188.

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8 giugno 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di M.T. Totaro “Taranto, la Asl: “Ridurre l’inquinamento non basta, picco di tumori impossibile da calcolare” “

Accostare ai tumori da inquinamento, ai terribili mesoteliomi pleurici da amianto, la richiesta di impiantare l’ambiguo business degli screening di massa per il tumore della mammella, che non c’entra con l’inquinamento, e dove i cancri veri sono annacquati con cancri falsi, ricorda i bancari che, avendo l’agenzia dove lavorano subito un furto o una rapina, dichiarino un bottino 10 volte maggiore di quello reale, e intaschino la differenza. Ma in questa operazione gattopardesca spacciata per progresso civile, in questa riconversione industriale dagli altiforni ai mammografi, i cassieri infedeli non devono temere da CC e magistrati.

@taranto. Il meccanismo ipotetico che lei invita a considerare in nome della cautela non soddisfa neppure la condizione minima di avere riscontri epidemiologici: l’Ilva già Italsider è a Taranto da 50 anni ma non risultano in questi decenni drammatici incrementi geografici nell’incidenza di tumore della mammella predetti dalla teoria portata a giustificazione del quadro catastrofico. E’ invece accertato in letteratura che gli screening provocheranno un aumento spurio di incidenza di tumori, da sovradiagnosi; aumento che verrà attribuito d’ufficio all’inquinamento e solo ad esso. Le teorie patogenetiche che piuttosto che spiegare un fenomeno lo predicono, e che come per magia trovano riscontri a partire da quando sono dichiarate, più che scoperte paiono invenzioni, che esagerano, quando non creano di sana pianta, ad hoc. Soprattutto se sono favorevoli a interessi economici di larga scala; se sono sostenute da un battage mediatico, da appoggi politici e della magistratura; se, in un cherry-picking concettuale, selezionano gli elementi che più fanno comodo, inclusi quelli teorici, trascurandone altri più solidi e fattuali. E se alimentano l’idea intuitiva e rassicurante, ma errata, che la cautela consista nel prendere per veri gli allarmi in quanto tali, e nel mettersi quindi “al sicuro”; e che questo “lato sicuro” esista e sia dato dalla medicalizzazione. Che invece è, come l’inquinamento, un altro dei pericoli per la salute.

@ taranto. La storia della scienza è “costellata” di ipotesi perché le ipotesi sono un elemento costitutivo della scienza; le ipotesi esplicative di fenomeni noti, che vanno verificate prima di essere accettate. Le ipotesi sull’esistenza di un fenomeno che fanno da base, o da pezza giustificativa, a interventi medici – con conferme ex post a coniglio dal cilindro – invece non appartengono alla scienza, né sotto il profilo metodologico né sotto quello etico; anche se sono moneta corrente dell’attuale medicina orientata al profitto e condotta dal marketing; in uno dei suoi tanti equivoci, come quello per il quale più medicina fa sempre bene, e aggiungere medicina – lucrosa, a scapito di interventi più utili ai pazienti – significherebbe “prevenire”. I programmi di screening tumorali, falsamente spacciati come la salvezza, hanno mostrato di non ridurre la mortalità complessiva, e di contribuire significativamente al carico iatrogeno; tanto che in diversi casi si è dovuto ritirarli, nonostante le pressioni “filantropiche” di medici, industria e indotto. E’ interessante che mentre nei paesi più ricchi e progrediti gli screeening per il tumore della mammella vengono ridotti, e ci sono esperti che sostengono che sarebbe meglio abolirli del tutto, nell’Italia di Napolitano, nell’Italia che lesina al cittadino i servizi sanitari essenziali del SSN, il meglio delle istituzioni, della società civile, del clero preme perché lo Stato estenda, come priorità, gli screening al Sud Italia.

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18 giugno 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Caserta, morta a 3 anni. Arrestati falsa pediatra e marito: “Non diagnosticarono tumore””

Un guidatore può sbandare a destra e finire nel burrone. Ma può sbandare a sinistra, invadere la corsia opposta e fare un frontale; soprattutto se bada solamente a stare lontano dal precipizio a destra. Anche per le diagnosi di cancro gli errori possibili sono due. Si può mancare, colpevolmente o meno, la diagnosi di neuroblastoma. Studi hanno mostrato che, date le sue caratteristiche biologiche, c’è per questo tumore, statisticamente, una marcata facilità a commettere l’errore opposto, cioè a sovradiagnosticarlo. Trattando quindi bambini sani come malati di cancro, con gravi conseguenze, anche a lungo termine, sulla loro salute. Ci sono interessi economici, e, soprattutto in Campania, una campagna mediatica, che favoriscono lo sbandare dal lato dei falsi positivi. Vi è una dolosità sistemica in questo. Sul piano culturale, professionale, giudiziario, mentre i falsi negativi si puniscono e si propagandano i falsi positivi si nascondono e si premiano. Gli stessi che alla notizia di una mancata diagnosi di cancro chiedono i castighi più severi ringrazieranno per le lesioni o l’omicidio da errore opposto *. Magistrati, CC, preti, opinionisti, pronti sui falsi negativi, si sottomettono all’ideologia che vuole i falsi positivi sistematici come parte dell’economia legale, da proteggere e aiutare a crescere.

*Jha S. Doctors are thanked by the false positives but sued by the false negatives. Psychology Today. 13 set 2015.

@ Alexv. Aggiungerei “Come si può pensare che istituzioni dello Stato, autorevoli uomini di scienza dediti alla cura delle malattie, santi uomini con la tonaca, e i media, curino altro che il bene del cittadino, e che addirittura lo danneggino servendo per un loro tornaconto altri interessi?”. Accomodati: segui la strada che ti indicano. L’economia ha bisogno di persone che ragionano come te. Io mi rivolgo a quelli che non scambiano i telegiornali e gli allarmi diffusi dai media per la realtà.

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8 settembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Marescotti “Ilva, a Taranto la vita dei cittadini è ancora in pericolo”

Gli studi citati non giustificano il lanciare un allarme su una particolare condizione di “pericolo di vita” dei tarantini. (Le statistiche diverranno probabilmente più conformi in futuro, quando la profezia si autoavvererà, per la spirale allarme-paura-medicalizzazione-sovradiagnosi). Comunque il danno alla salute c’è. Ed è meglio andare sul sicuro, giusto? Ma non è vero che la prudenza non è mai troppa; a volte quello che sembra il lato sicuro nasconde altri pericoli. Anni ’60, industrializzazione, Italsider, lavoro, benessere: si allontana il pericolo della povertà. Ma entra silenzioso quello dei danni alla salute da inquinamento, censurato come inopportuno per decenni. 2010, Taranto sarebbe una camera a gas. Si sensibilizza sui danni alla salute da inquinamento, ma senza freni e criterio, spingendo così ciecamente verso la medicalizzazione e la sovradiagnosi; verso la nuova industria, quella medica, che ha bisogno di corpi come materia prima più che di braccia salariate. A volte pensando di mettersi al sicuro si finisce in ore leonis. Es. un comunicato di sicurezza della FDA del 7 set 2016 raccomanda di non usare gli screening per il cancro dell’ovaio, perché fanno più male che bene. La salute e la vita dei tarantini – e degli altri italiani – continuano a essere insidiate dall’uso delle false bilance, con le quali oggi come 50 anni fa a seconda della convenienza si esagerano i pesi su un piatto e si nasconde l’altro piatto e i pesi che porta.

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6 ottobre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. Rosso “Vajont, 53 anni fa la tragedia. Che cosa ci insegna?”

Floriano Calvino, che ebbe il coraggio di produrre una consulenza tecnica veritiera sul Vajont, firmò anche l’improvvido manifesto contro Luigi Calabresi; insieme ad altre persone di valore come F. Basaglia, L. Bianciardi, N. Bobbio, e allo stesso Giorgio Bocca, per limitarsi ai cognomi A-C dell’elenco. Ex post gli errori sono chiari. Una grande opera dell’uomo, come una diga, che sembra sbarrare il passo alla natura, o una battaglia civile, possono esaltarci. Da entrambe le tragedie possiamo imparare che quando fronteggiamo entità che sono non solo molto più grandi di noi, ma complesse, capaci di schiacciarci con le “unintended consequences”, occorre rimanere cauti come davanti a giganti imprevedibili. In questi giorni sui media sono comparsi 2 studi epidemiologici osservazionali su Taranto. Uno mostra il totale di anni di vita persi senza dare il tasso per abitante (trucco detto “broad-base fallacy”). L’altra notizia applica la nota fallacia opposta: dà il tasso relativo di incremento di incidenza senza dare i valori del rischio assoluto. His fretus, si grida alla pestilenza apocalittica, addossandola alla sola ILVA. Non si pensa che oltre all’inquinamento e al suo occultamento anche l’eccesso di allarmismo può provocare livelli nocivi di sostanze tossiche nel sangue. Es. di chemioterapici, dalle sovradiagnosi di cancro che saranno effetto di questa propaganda, che non vede i fianchi franosi dell’invaso che si viene creando con la “diga” per arginare l’inquinamento da ILVA.

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30 novembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. Salvadorini “Corsi de il Fatto Quotidiano: il giornalismo scientifico deve essere critico, non megafono della scienza”

Riguardo all’uso della medicina e della “scienza” per fare uscire mafiosi dal carcere, segnalo che secondo notizie giornalistiche a Cosenza sono in corso trattative che coinvolgono il vescovo Nolè e il direttore del carcere Benevento per estendere alle fasce deboli e ai detenuti lo screening per il carcinoma della prostata. Lo screening col PSA o succedanei – v. Ablin, “Il grande inganno della prostata” – non identificando realmente il cancro della prostata ha reso senza necessità impotenti e incontinenti molti che vi si sono sottoposti. E’ infatti in via di ritiro in USA. Ma è un business colossale. Da un lato, i carcerati poveri diavoli, che sono in una posizione di soggezione, potranno subire pressioni per fare da carne da cannone. Magari con la prospettiva che una diagnosi di cancro e la conseguente mutilazione portino ad alleggerimenti di pena. Dall’altro, è da notare che, in funzione dell’età, la biopsia alla quale il test del PSA conduce può mostrare positività per cancro con frequenza elevatissima (oltre il 50-60% dai 50 anni di età). Si e proposto di non chiamare più “cancro” tali reperti istologici. Questi falsi positivi potrebbero fornire un appiglio giuridico a detenuti potenti, provvisti di complicità istituzionali, per evitare la cella; salvo non farsi operare, e non finire quindi ”limp and leaking” (“floscio e gocciolante”) visto che sta prendendo piede il “watchful waiting” invece della prostatectomia.

@ Monocalpo. E infatti non è previsto e non si dovrebbe. Stiamo parlando di imbrogli che possono favorire altri imbrogli. Non pensi che l’etichetta di malato di cancro possa avere un suo peso, tra gli argomenti addotti, davanti a un tribunale di sorveglianza?

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10 dicembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Ventriglia “Informazione, Gomez a Latella: “Taranto? Non se n’è parlato perché c’è filo diretto tra editori e interessi politici” “

C’è il giornalismo dei pennivendoli, che per interesse serve di chi dovrebbe controllare; a volte con scandali ad hoc. E c’è Il giornalismo Lancillotto, senza macchia e senza paura e lancia in resta, benemerito, ma che a volte fa, involontariamente, anche lui l’interesse del potere, perché identifica il drago senza farsi troppe domande, e quindi il potere lo può manovrare, facendolo caricare dove vuole lui. Gomez è un giornalista di prim’ordine; ma non c’è giornalista, mi pare, che consideri che il vento su Taranto è cambiato. Lo Zeitgeist economico, che per decenni ha chiesto, come mezzi per il profitto, l’omertà delle autorità e l’indifferenza popolare sui danni da inquinamento, ottenendole facilmente, oggi vuole scarmazzo e paura, e una mobilitazione di massa sull’inquinamento, come mezzi per favorire la deindustrializzazione, e per sviluppare un’industria di diverso tipo, l’industria medica, da finanziare e da rifornire di materia prima spingendo verso di essa adulti e bambini. Anche stavolta è la sua volontà a imporsi, anche grazie alla stampa, che combattendo i mezzi del potere passati favorisce quelli odierni, che hanno semplicemente preso un verso opposto rispetto ai precedenti.

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11 dicembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Ventriglia “Evacuare la Campania? (In)Felix, un futuro apocalittico nel corto animato ispirato a un articolo del Fatto”

Nel cortometraggio di Maria Di Razza sull’inquinamento del suolo in Campania gli animali del luogo diventano belve, e scacciano l’uomo. Ne “Il Parnas” lo psichiatra Arieti racconta di un massacro di un gruppo di ebrei e di alcuni cristiani per mano dei nazisti, realmente avvenuto a Pisa nel 1944. Mentre viene ucciso, il protagonista, affetto da una zoofobia, vede i soldati tedeschi come animali: “Sì, voi siete bestie. La vostra voce è un abbaiare di cani, un ululare di lupi. In ognuno di voi, scorgo un muso, pelo, quattro zampe, e una coda”. La fobia e l’allucinazione trovavano fedele riscontro nella realtà. L’uomo è capace di farsi lupo agli altri uomini. Di fare riemergere dal profondo una paura che è la paura ancestrale per gli animali feroci. A volte con atti bestiali, come nel caso dei nazisti. A volte come strategia, per stanare e spingere le prede verso altri componenti del branco, come fanno certe specie animali nel “cooperative hunting”; e come sta avvenendo con questa disinformazione sull’inquinamento, che oggi è sfrenata nel descriverne i pericoli, ora con interpretazioni capziose dei dati di ricerca, ora con foga oratoria, qui con un cartone animato estetizzante; e invece omette dal quadro descrittivo, e dal bilancio razionale dei rischi, l’altra metà del branco di lupi, verso il quale viene spinta la mandria spaventata, indotta a fuggire verso la medicalizzazione e le frodi del business biomedico, che possono azzannare le persone non meno dell’inquinamento.

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6 febbraio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Augusta, don Prisutto e i morti per inquinamento: la Spoon River di Sicilia in un documentario”

Tra i prodotti velenosi emessi dalle industrie ce n’è uno particolarmente prezioso per gli speculatori: la paura. La paura della malattia, che spinge le persone verso l’industria medica. Attribuire tutte le morti per cancro a fonti puntuali di inquinamento è un’operazione scorretta, che trova la sua ratio nella valorizzazione di quell’inquinante potente che è la paura. Don Prisutto, esponente di una chiesa che è nel lucroso business della medicina commerciale, si trova a fianco di altre figure “etiche” nell’alimentare credenze distorte sulle malattie a danno della popolazione e a favore del business. Considerare solo i pericoli, reali, dell’inquinamento industriale, gonfiandoli con una retorica accattivante oltre le loro pur rilevanti dimensioni e ignorando le altre cause, e nascondere l’interesse a spingere verso i reparti di oncologia, con le loro false diagnosi di massa spacciate per prevenzione e le cure poco efficaci, pesanti e costosissime per i cancri veri, è come educare i bambini ad attraversare una strada a due sensi di circolazione e molto trafficata guardando solo da un lato anziché sia a sinistra che a destra.

@ FrankVa. Hai ragione sui pericoli dell’ignoranza. Il lato buono di quanto scrivi è che mette in luce la differenza, che andrebbe rimarcata, tra inquinamento ed esposizione. Non è vero che accertato che una sostanza è dannosa si può mettere “punto e basta”, congratularsi con sé stessi per il proprio raziocinio e senso civico e andare a mangiarsi una cassata. Anche un fornello da cucina o un accendino accesi possono causare orribili danni se l’esposizione ai loro gas è troppo ravvicinata. Bisognerebbe vietarli? La tossicità intrinseca è una cosa, l’esposizione è un’altra, gli effetti reali sulla salute un’altra ancora. Una conseguenza del confondere tra inquinamento ed esposizione è che spesso, in conformità a interessi illeciti, si nascondono gli effetti nocivi sui lavoratori o altri soggetti che siano direttamente esposti e allo stesso tempo si impaurisce eccessivamente la popolazione generale. Il rischio viene nascosto oppure esagerato dai don Prisutto in funzione dell’interesse. Un recente studio australiano mostra come i medici sottovalutino gli effetti avversi delle medicine. Il cui consumo beneficia da queste campagne di paura. Il danno da inquinamento va valutato sugli effetti sulla salute, data l’esposizione, non sulla tossicità potenziale. Forse invece di magliette, foulard, parodie di Spoon River, denunce di genocidi e professioni di oggettività bisognerebbe mostrare evidenze valide e, deposta la sicumera e riconosciuti gli interessi palesi e quelli nascosti, ragionarci.

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10 maggio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Gentilini “Puglia e Tap, l’oncologo in sciopero della fame e l’importanza di non arrendersi”

Gli oncologi sono persone dotate di una particolare sensibilità. Una sensibilità alternata, che si impenna o sparisce in conformità agli interessi economici dell’oncologia. Es. un recente articolo mostra che quando imbottiscono indebitamente di chemio chi ormai sta morendo di cancro, col risultato di aggravare gli ultimi giorni dei pazienti terminali e di sprecare risorse, affermano di farlo per ragioni etiche come l’alimentare la speranza*. Se si tratta di lanciare allarmi, anche infondati o esagerati, su agenti inquinanti cancerogeni nell’ambiente, che spaventando il pubblico lo spingono alla “diagnosi precoce” con gli screening, la loro generosità li porta ad affermazioni a effetto e comportamenti un po’ istrioneschi come questo dello sciopero della fame. Nello slancio dimenticano di fare prima pulizia in casa propria, evitando le sovradiagnosi di massa degli screening e informando il pubblico del pericolo. Su quello, sul fatto che il volume di affari viene moltiplicato etichettando e trattando come malati di cancro masse di persone sane, prevale la riservatezza tipica delle anime delicate. Così che alla fine gli oncologi non sono opposti alle storture e ai danni dell’industria e al business come sostengono e come fanno sembrare; lavorano piuttosto ad un’attività industriale e affaristica collaterale, o gemella siamese.

*Bluhm M et al. Paradox of Prescribing Late Chemotherapy: Oncologists Explain. J Oncol Pract, 2016. 12: e1006-e1015.

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20 ottobre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Borri “Cari lettori di Taranto”

Bisogna stare attenti a paragonare l’umano a volumi di luridume inanimato. Alla metafora di Impastato, “la mafia è una montagna di m.”, va riconosciuta una sostanziale accuratezza. Mentre il gerarca Farinacci, avvocato degli assassini di Matteotti, si sentì autorizzato a definire l’avvocato della vedova “un metro cubo di letame”. Taranto è una Tilafushi, spazzatura velenosa che si fa suolo, terra, città, come dice la corrispondente di guerra Borri? A Taranto le esagerazioni, gli adynaton (per stare lontano da parole più semplici ed espressive) non vanno a favore dei cittadini, ma a loro grave danno e a favore di grandi interessi della peggiore specie*. Con parole – e idee – senza misura si sembra guerrieri, pugnaci, ma non lo si è affatto. Come il sanguinario Farinacci: “Roberto Farinacci, detto anche l’”onorevole Tettoia”. Il soprannome gli viene attribuito, perché – dopo essere stato un fanatico interventista – Farinacci, durante la prima guerra mondiale, non parte per il fronte, ma rimane sotto la tettoia della stazione ferroviaria di Villetta Malagnino, con la qualifica di capostazione in seconda”. (Walter Tobagi).

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2 dicembre 2017

Blog de il Fatto

Commento al post di G. Amendola “Ilva, in una lotta tra inquinati non ci possono essere vincitori”

Dall’alto del monte Olimpo, il Magistrato osserva con compassione i mortali che si dibattono intrappolati nelle pene della condizione umana. Ma è solo una “lotta tra inquinati”, secondo la narrazione costruita dai magistrati? Non sono in gioco anche altri fattori, primari e più forti, dati da grandi interessi economici? I magistrati intervengono imperiosamente a fermare l’Ilva dal 2012, quando è in corso la deindustrializzazione del Paese. Non erano con gli altri responsabili della “vergogna nazionale” nei decenni precedenti? Così come allora si “tenevano gli occhi ben chiusi” su questa esternalità negativa dell’industrializzazione, le conseguenze dell’esposizione a sostanze nocive, oggi si è omertosi e complici sul nuovo corso e i suoi danni: la medicalizzazione, che invece della bugia del silenzio si giova della bugia dell’esagerazione, degli allarmi smodati sul rischio di cancro e altre malattie. I laminatoi vengono sostituiti dai mammografi. Sul nastro trasportatore non più billette, ma corpi. I magistrati non stanno contrastando questa riconversione industriale, ma aiutano la suggestio falsi che la sostiene; e, posso testimoniare, anche la suppressio veri. Trovandosi a lavorare per il potere insieme a forze piduiste.

@ Stef Menc. Una conclusione squallida che è tutta tua. Se fossi un magistrato non mi farebbe piacere ricevere questo genere di supporto. E mi chiederei in che compagine sto mettendo la toga che porto.

@ Traurig. La casta mafiosa e corrotta, i sindacalaidi, gli amici della parrocchietta e capitani coraggiosi che rubano i risparmi di pensionati e famiglie sono in un elenco del quale fa parte anche la tua categoria, che a mio parere è da accostare per gravità alla mafia e al terrorismo come strumento nefasto di potere a danno del Paese: i sessantottisti, che servono chi sta ancora più su del generone italico con temi pseudoprogressisti. E tutti insieme andate avanti a spese degli onesti. Nel loro servilismo, nella loro vigliaccheria, nel loro torpore mentale, i sessantottisti si sentono insultati da discorsi che non ricalchino la dottrina preconfezionata; e quindi legittimati a rispondere con l’insulto, ritenendosi inoltre superiori al dovere di argomentare. Un aspetto di questa piaga, il sessantottismo, in questi anni è la magistratofilia: la “Magistratura” sarebbe esente da errori, pavidità, compromessi col potere, corruzione. Il caso ILVA ha affinità con Tangentopoli, dove pure lo svegliarsi al momento giusto della magistratura, e qualche colloquio con diplomatici USA a quanto si riporta, ha orientato il Paese verso la china desiderata. Per i progressisti dei miei stivali la magistratura, che da che mondo è mondo è strumento del potere, farebbe eccezione: sarebbe una forza “buona”, come loro, a priori. Dimmi chi ti loda e ti dirò chi sei. Sulle marmotte non dico nulla essendo contrario a discutere con chi riporta casi aneddotici personali.

@ Traurig. Sì, il sessantottismo, strumento delle “distruzioni creative” del liberismo, per me è uno dei grandi mali del Paese, misconosciuto (autori di riferimento: Orwell, Lasch, Michea, Pasolini). Ed è, data la portata dei suoi effetti negativi, e data la natura burattinesca, cioè manovrata dall’alto coi fili, accostabile a mafia e terrorismo. E’ una forma speciale del diffusissimo tipo italiano, il vassallo. Che si trova un potere da servire per fare il signorotto sui suoi pari. Nel sessantottismo più o meno consapevolmente si seve il potere indossando panni “antisistema”, e così in più si fa bella figura, passando per coraggiosi combattenti. Basti vedere lei, che prima si scaglia contro di me, e poi “mi ricorda” che siamo occupati e c’è la VI flotta. Che crede di essere a posto misurandosi col peggio. La “LEGALITA’”, ad indossarla come in un vorticoso spettacolo di trasformismo, alternandola a fasi di immobilità da iguana al sole, sono le “forze vive” come la sua. C’è anche la legalità delle bande di criminali (Platone). E’ un valore derivato: dipende dai principi sui quali si basa. Es. se sviluppa i principi di libertà e decenza, che dovrebbero portare a fare meno gli Zampanò contro un connazionale senza padrini che esprime tesi non allineate, e ad essere meno Gelsomina, meno passivi, meno filosofici, meno gattopardeschi, verso i poteri occupanti dei quali si è così solerti nell’indovinare e servire le volontà. Una forma di intuito della quale sono ben provvisti anche i magistrati.

@ Traurig. In base al suo modo di ragionare Pasolini era di destra, perché criticava gli studenti contro i poliziotti. E anche un bigotto, perché critico dell’aborto. P. Impastato era un mafioso, perché come Provenzano era contro Badalamenti. Sciascia un fiancheggiatore della mafia, criticando l’antimafia. E’ l’opposto: dirsi contro un male non vuol dire essere per il bene. Può invece favorire un terzo male, un terzo interesse illecito. Un equivoco sul quale speculano in tanti, dai magistrati ai 5S.

Voi state svendendo le industrie, e allo stesso tempo, con la medicalizzazione, i concittadini. Per lei, “l’anticasta”, sull’indipendenza “è sufficiente” la rivista di De Benedetti, tessera n.1 del PD. Una razionalizzazione del prostituirsi al potere. Lei è allineato con la Digos, che avendo bisogno di giustificazioni per gli abusi su mandato nei miei confronti le sarà grata dell’attribuirmi disegni di “azioni militari” contro USA e NATO. Occorre un’intima disperazione per far convivere grandi proclami con l’atto infimo di additare come soggetto pericoloso da sorvegliare chi è di intralcio alle frodi omicide della medicina commercializzata. Frodi a volte favorite dai magistrati, quelli del “diritto alla vita”. Del resto il groviglio ILVA è un habitat adatto per manipolatori. L’ILVA, e lo stato attuale del Paese, riflettono i danni della gara a lustrare le scarpe a chi sta in alto per ottenere un piccolo feudo. Gara spesso mascherata da esercizio di alti compiti o da opposizione al potere.

@ Traurig. Sì, credo che “lo scambio democratico di opinioni” sia finito: la diagnosi psichiatrica è l’ultima carta che vi resta. Le condizioni psichiatriche sono una disgrazia meno grave della patologia esistenziale della “sindrome di Steve Jobs”, quella di coloro che come lei non hanno bisogno che glielo dica Steve Jobs “stay hungry”, di “stare affamati”, perché la convinzione irremovibile di essere in uno stato perenne di necessità che giustifica qualsiasi atto per mangiare ce l’hanno già.

@ Traurig. Grazie per la rassicurazione. Ma continuo ad avere queste allucinazioni, a sentire l’ombra minacciosa e incombente di chi è disposto a qualsiasi bassezza per mangiare. Di quelli che chiamo “straccioni esistenziali”. Mi rendo conto che è assurdo: sono creature immaginarie, non esistono. E se esistono non hanno nulla a che fare con quelli che intervengono come lei. Grazie per mostrarmi, con l’esibizione nella quale si sta producendo, qual è invece la realtà. Straccione esistenziale. Che idea stramba.

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18 dicembre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Amendola “Verdi alleati del Pd? Non basta una lista a far diventare ambientalista Renzi”

E se non ci fosse da stupirsi? E se i Verdi e il PD non fossero che rami diversi della stessa famiglia politica, funzionali sotto mentite spoglie a disegni di larga scala del potere, e che non hanno quindi difficoltà ad allearsi nel servaggio, e nella mistificazione a favore del primato del profitto? Se l’ecologismo politico fosse un’ideologia per rendere più forte l’assoggettamento e lo sfruttamento, come osservò il marxista Paccino (L’imbroglio ecologico, 1972)?. Se fosse un antiumanesmo, come sostiene il clericale Larcher (Il volto oscuro dell’ecologia, 2004)?. Se fosse un elaborato giro retorico che finisce per difendere le feroci leggi del mercato, le leggi della predazione animalesca e spietata, come scrive il teologo luterano Turke? (Violenza e tabù, 1991). E se l’ecologismo come programma etico fosse la permutazione perversa di una gerarchia di giusti valori, come ha scritto Piero Chiara (che era massone): “La prima delle battaglie ecologiche deve riguardare l’animale uomo. Il resto, come la difesa […] dell’ambiente naturale [..] verrà da sé e si troverà salvo se sarà salvo l’uomo con le sue peculiarità, con l’unicità della sua faccia e della sua coscienza”.

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11 gennaio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Palmisano “Ilva, come svilire le valutazioni ambientali e sanitarie”

L’avv. Palmisano dice che si sta svilendo la stima di un rischio aggiuntivo di tumore da inalazione >1:10000 (0.01%) per un’esposizione life-time (70 anni) su una popolazione di 14000 residenti. Un rischio aggiuntivo life-time di 2:10000 su una popolazione di 14000 si traduce nella comparsa in 1 caso di tumore in più ogni 25 anni nella intera popolazione.

Per come è strutturata l’oncologia, il gridare all’epidemia di cancro e l’associata campagna per introdurre misure mediche portano ad aumenti molto più marcati dell’incidenza di diagnosi di tumore, a causa delle sovradiagnosi. Es. per le donne in età 50-75 che spinte dai toni tribunizi si sottoporranno a screening mammografico, la probabilità che una diagnosi positiva sia in realtà una sovradiagnosi, cioè che la donna sul piano pratico, sostanziale, non abbia in realtà il cancro diagnosticatole, sarà di circa 1 su 3*.

La differenza tra gli ordini di grandezza dei rischi gridati da un lato, e dall’altro di quelli taciuti verso cui gridando si spinge, riflette le distorsioni sanitarie sull’ILVA. Se quello a cui si mira è la tutela della salute, il “principio di prevenzione” non deve omettere che anche le sovradiagnosi di cancro vanno prevenute**.

* Effectiveness of and overdiagnosis from mammography screening in the Netherlands: population based study. BMJ 2017;359:j5224.

** Preventing overdiagnosis: how to stop harming the healthy. BMJ 29 may 2012.

@ ermenegildo zecca. Ho riportato gli scritti ufficiali sui quali l’avv. Palmisano basa il suo discorso. “Inalatorio” l’ho aggiunto io, tra le cose da stipare in 1500 caratteri, riportandolo dal documento ARPA, proprio per specificare che la valutazione riguarda solo l’inquinamento per via inalatoria. La distorsione non è data da questa incompletezza, che comunque non inficia la comparazione che presento tra ordini di grandezza, ma dagli sforzi per comunicare al pubblico ingigantendoli gli effetti cancerogeni da inquinanti a Taranto ignorando le conseguenze iatrogene. Si ricorre a trucchi di retorica quantitativa come il presentare le frequenza assolute, il non comparare con il resto d’Italia, gli indici surrogati come i ricoveri, le “mappe della salute”, ingannevoli per il pubblico. In medicina gli errori commissivi sono permessi rispetto agli omissivi. Si pensa che abbondare sia più sicuro. La distorsione è data dal fingere di non sapere che anche la comunicazione a senso unico, l’allarme su Scilla tacendo di Cariddi, provoca danni alla salute. Ai tempi della Finsider i danni reali dell’inquinamento da ILVA venivano ignorati e nascosti; oggi, ai tempi della medicina commercializzata, e della deindustrializzazione, sono esaltati, dicendo “basta con le bugie” e ignorando, nascondendo e favorendo le conseguenze negative dell’allarme. Una contraddizione che deriva dalla costanza nell’aderire a criteri di convenienza economica e a scelte politiche.

@ MGB. L’accusa di “disonestà intellettuale” andrebbe semmai rivolta agli autori di quanto citato da Palmisano e da chi lo utilizza come fa Palmisano. Non mi pare però che l’assunzione di inquinanti per via inalatoria, del resto sempre agitata sui media – “la mal’aria” – sia in sé, a parte il suo livello e i suoi effetti nel caso specifico, un fattore causale minore. Vi accorgete che sarebbe, a vostro dire, una componente non rappresentativa quando si fanno quattro conti sui suoi effetti quantitativi dati i valori riportati? Per affermarlo, e per accusare di “disonestà intellettuale”, occorrerebbe presentare parecchio di più del “potrebbero esserci sorprese” e di discorsi a impronta etilica su epidemie sterminatrici di moscerini e test con palle di cannone. Invocare altri percorsi causali dopo che è stata mostrata una grottesca discrepanza tra ciò che si grida e i numeri sui documenti ufficiali che gridando si sventolano; invece di partire dal fenomeno del quale si dice di volere spiegare le cause, cioè dai dati di incidenza e mortalità; affrettandosi a passare all’attacco personale, basandosi su queste affermazioni apodittiche; indica una consumata capacità di imbrogliare senza pudore il discorso. Una capacità che, rispondo a lei, dalle mie parti si chiama come dice, ma senza l’aggettivo “intellettuale”.

@ ermenegildo zecca. Gli ordini di grandezza che presento sono quelli delle stime di casi extra di tumore addotti a sostegno, 1 ogni 25 anni sull’intera popolazione, e degli incrementi verificati di false diagnosi da screening di cancro della mammella, 1 ogni 3 diagnosi positive.

Lo pseudonimato sul web protegge il nome, che è comunque registrato (come deve essere), dagli insulti gratuiti, che anche in questa occasione mi sono stati prontamente lanciati da utente non identificato (MGB). E’ come una cerata dovendo lavorare al mercato del pesce. (E, in generale, certi nomi e cognomi, certe gote al vento di incappucciati preferirei non fossero esibite). Anche io penso che sarebbe necessario sapere chi sono le persone con cui si discute. Si può stabilire di usare tutti obbligatoriamente nome e cognome. Ma il nome e cognome è solo uno degli attributi; identifica ma non definsce. Per esempio vorrei sapere quali appoggi, quali appartenenze hanno permesso di occupare una cattedra universitaria, finanziata dal contribuente, a un interlocutore che in una discussione a carattere scientifico cambia in questo modo le carte in tavola.

Il suo pubblico proponimento di non discutere più con chi non dichiara nome e cognome combacia col mio, tacito, di stare lontano dai troppi professori universitari che interpretano la loro posizione non come obbligo di rigore ma come licenza di manipolare. E la cui esibizione di titoli accademici si avvicina troppo a una forma di peculato.

@ MGB. Non sono dell’ARPA. Ma se l’ARPA non avesse fatto altro che applicare un modello che per quanto limitato è più valido di altri presupposti intuitivi? Potrebbe essere stata corretta; non sarebbe la prima volta che avvengono cose del genere. O se avesse commesso qualche errore in buona fede? O se avesse voluto salvare capra e cavoli, prestandosi a fornire qualcosa di utilizzabile come pezza d’appoggio per l’allarme ILVA, ma senza alterare radicalmente la descrizione tecnica fattuale? O addirittura alleggerendola? Non si sa. Nelle questioni miste tecnico-politiche ci sono tantissimi possibili garbugli. Forse conviene astenersi se possibile dal puntare alle persone, da attacchi personali, e cercare invece di estrarre delle evidenze tecniche abbastanza solide: evidenze che chiariscano e che quindi parlino, esprimendo giudizi sulle scelte e responsabilità soggettive.

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30 novembre 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Caso Magherini, Cassazione: “Carabinieri assolti perché non potevano prevedere la sua morte””

Senza la circolare del 13 marzo 2014 i Carabinieri, arma istituita il 13 luglio 1814, non sanno come fermare correttamente, essendo in 4, un agitato. I magistrati oltre che all’insostituibile funzione neurocognitiva delle circolari hanno creduto a un’entità di comodo come la “excited delirium syndrome”. Quando ci sono di mezzo grandi interessi il discernimento di magistrati e poliziotti corre su una scala logaritmica, potendo variare nel giro di qualche riga dalla zappa al microtomo, da Giufà o Gioppino alla logica di Frege e alla sensibilità di Proust. Per chi ha l’uso legale della violenza, di spada o di penna, l’ignoranza su quello che fa non può essere una scusante.

L’ignoranza che favorisce grandi interessi illeciti la vedo esercitare dai magistrati su questioni di sanità. Es. andrebbe loro mostrato come lo screening su minori per cancro della tiroide dopo l’incidente nucleare di Fukushima ha portato a fare emergere e sovradiagnosticare come cancro serbatoi di lesioni noncliniche e subcliniche, innocue, con “un peggioramento anziché un miglioramento della salute”*. Perché non possano poi dire che ignoravano che oltre all’inquinamento anche l’allarme su di esso ha pericoli, antropogeni, e può essere illecito; e nel dare forza alle paure su “terre dei fuochi” non ignorino l’interesse criminale miliardario, accertato, a estrarre falsi cancri dai serbatoi nonclinici a fini di profitto.

*Bauer et al, Morris. JAMA, Otolaryngology–Head & Neck Surgery, 29 nov 2018.

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25 febbraio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Taranto, marcia in ricordo di bimbi morti. Arcelor: “Con voi, bandiere a mezz’asta”. Rabbia in Rete: “Ridicoli, spegnete tutto”

Un aperto patrocinio ad un’altra delle tradizionali marce contro il potere volute dal potere. “Al momento di marciare / molti non sanno / che alla loro testa marcia il nemico./ La voce che li comanda / è la voce del loro nemico.” (B. Brecht). I cittadini che ieri obbedienti non vedevano l’inquinamento e che oggi vedono obbedienti solo l’inquinamento, e obbedienti lo elevano a peste nera, stanno marciando obbedienti coi loro figli in bocca ai lupi del business dell’industria dell’oncologia, che è libera di perseguire il profitto a danno loro come lo era ieri quella dell’acciaio. Marciano per la riconversione, necessaria per il potere finanziario, dalle troppe siviere da centinaia di tonnellate alle fiale da centomila euro spacciate per miracolose. I gattopardi, che non rischiano conseguenze serie, eccitano e incanalano la “protesta”; e con essa la paura, che spinge la gente verso le tagliole della medicina industriale. Un’industria che genera profitti superiori a quelli dell’industria dell’acciaio; e non teme crisi da sovrapproduzione, creando più condizioni di malato di cancro che guarigioni autentiche. Questa marcia coi paraocchi favorisce ciò che si crede di combattere, il profitto dei pochi a danno della salute e del benessere dei tanti.

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6 aprile 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Asta “Ilva, a Taranto sapevano già tutto nel 1971. Così l’acciaio divenne il cappio della classe operaia”

Su come l’attuale “consapevolezza” non interrompa l’aspetto tragico della storia dell’Ilva, ma lo prosegua in forma farsesca: ‘Ilva. Dal cancro nascosto al cancro inventato’ nel mio sito.

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2 giugno 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Ex Ilva, Bonelli (Verdi): “600 bambini nati con malformazioni a Taranto, ma governo rinvia presentazione dello studio””

A sentire politici e commentatori come Bonelli a Taranto sarebbe in corso e sarebbe tenuta nascosta un’epidemia di malformazioni congenite, con centinaia di bambini nati malformati a causa dell’inquinamento dell’ILVA. Dal 2002 al 2015 risultano nati a Taranto 25357 bambini. 600 bambini nati con malformazioni danno un tasso di malformazioni congenite del 2.4%. Il Ministero della salute riporta una prevalenza nazionale di malformazioni congenite di circa il 2% nella prima settimana di vita, che sale al 5-6% entro l’anno di vita. Uno studio osservazionale in corso su inquinamento e malformazioni congenite in Bretagna considera un tasso di malformazioni congenite in Francia del 3%. Volendo esercitare le doti di “cittadini liberi e pensanti” si dovrebbe considerare se va nell’interesse proprio e dei propri figli gonfiare la Scilla dell’inquinamento e nascondere la Cariddi delle sovradiagnosi, dei sovratrattamenti e delle altre manipolazioni del business biomedico, verso la quale si sta spingendo seminando paura con informazioni false e ingannevoli.

@ il gattamelata. L’unico numero che viene riportato è quello del totale di tutti i casi accumulatisi in 14 anni; inducendo il lettore a credere che ci siano stati 600 bambini nati malformati a causa dell’ILVA. Solo nel testo si dice che è risultato un numero di malformazioni più alto rispetto al dato regionale; ma, mentre si lanciano accuse di occultamento di dati spaventosi, si tacciono i dati elementari dei valori dell’incremento assoluto e relativo. Non si riporta, come lei dà per certo, che la differenza sia risultata statisticamente significativa. Se anche lo fosse, lo scambiare la significatività statistica per un effetto biologico forte è descritto negli elenchi degli “spin”, delle manipolazioni usate da certi autori per fare dire alle loro ricerche il contrario di ciò che hanno rilevato. I dati disponibili indicano già (v. mio commento precedente) che il pericolo per la salute non è dato solo dall’inquinamento, ma anche dalla diffusione di informazioni grossolanamente artefatte sull’inquinamento.

@ il gattamelata. Le peer review sono accusate di lassismo; ma se lei si presenta come fa qui, difendendo dati che non presenta e teorizzando che se le informazioni – false e catastrofiche – che si diffondono al pubblico sono su dati non pubblicati non si può criticarle, non si stupisca se perfino i corrivi peer reviewers la fermano. Ai dati inventati ma sacri, allo scambiare il cumulativo per l’incremento, roba non da peer review ma da bocciatura alle medie, o da associazione nella stessa cella di Vanna Marchi, aggiunge che dovrei tenermi per me e non svelare i trucchi di manipolazione della comunicazione delle ricerche; un sacrilegio appena commesso es. da il JAMA, la rivista dell’associazione di categoria dei medici USA (Fihn SD. Combating misrepresentation of research findings. 3 mag 2019). Conclude che chi non accetta questa sua “scienza” è pagato. D’acccordo sul “follow the money”: io non sono pagato, ma pago un prezzo per parlare contro il senso comune costruito da media, esperti, magistrati, showman, etc. Vedo piuttosto che esiste una conventio a praticare, in buona parte con denaro pubblico e con l’abuso della autorità istituzionale, la suggestio falsi e la suppressio veri a danno della salute pubblica e a favore di grandi interessi illeciti del business biomedico, notorio corruttore. Il terrapiattismo del potere che lei esibisce con tranquillità non potrebbe esistere e fare i sui danni senza tornaconti, censure e complicità.

@ il gattamelata. Non lo penso solo io che diagnostichino – strutturalmente, secondo dottrina – malattie che non ci sono, in particolare il cancro, per vendere prodotti medici. Posto che la sua sia solo impreparazione, incapacità e presunzione, quando ha finito di fare la ruota e contemporaneamente “svuotarsi l’intestino” sul suo trono digiti “overdiagnosis” su Pubmed. Sono riportati oltre 12000 articoli. Biostatistici hanno sviluppato metodologie per misurare il fenomeno. Tomatis osservò che gli statistici sono svegli ma “stringono al laccio di una formula e strozzano dati sperime7 giugno 2019. Gli altri fratelli di Mattarellantali che andrebbero considerati in un contesto biologico del quale hanno scarsa conoscenza”. Quindi una laurea in statistica può non essere sufficiente o rilevante; specie se non si hanno 2 centesimi di buon senso, modestia e onestà per capire che sì, la medicina non è scienza pura né filantropia ma una pratica antropologica che genera migliaia di miliardi vendendo sulla fiducia. Non è molto diverso dal capire che il meccanico o l’idraulico possono sovradiagnosticare guasti per alzare il conto. Lanciare allarmi oltre il vero lasciando libere queste frodi istituzionalizzate è come lanciare una Ferrari alla quale sono stati tolti i freni. Se lo si fa in buona fede, cioè si è stupidi, non bisognerebbe fare ricerca, tenere lezione, dettare politiche sanitarie … Se menzogne come questa sono diffuse per vantaggi materiali o psicologici si è nel campo delle consuete miserie che danno gambe agli orrori della storia umana.

@ il gattamelata. Bene, io sono losco perché non metto il mio nome su quel che scrivo sul internet, mentre lei non lo mette per deontologia. A non avere chiaro il concetto di sovradiagnosi sono io, non lei che scrive che mica convincono le persone ad avere tumori per vendergli le cure. Lei poi addirittura spinge il suo coraggio fino a mettere il suo nome sulle sue pubblicazioni scientifiche. Come altri, o meglio tutti (incluso me a suo tempo, devo dire; o come quando scrivo alla magistratura dell’impunità di cui gode la disinformazione nociva alla salute come questa che lei sta propagandando). Lei non mi vede come suo collega. Grazie. Mi duole invece di essere un contribuente, con ricercatori dotati come lei. Siccome per un periodo ho scritto liberamente, su invito, sulla rivista dell’associazione che ha lanciato il termine “sovranista”, articoli come quelli che lei cita, gatta ci cova. La ringrazio anche per la misura di stare lontano da me 2 km; tanto più che l’efficacia dei cordoni sanitari nell’impedire il contagio è sottovalutata. La sua statura, si vede da ciò che scrive, è tale che la sua figura torreggiante sarà visibile anche da quella distanza. Purtroppo non c’è nessuna profilassi contro inganni perniciosi come questo dei 600 casi di malformazioni congenite nascoste causate dall’inquinamento ILVA, che in un paese serio sarebbe oggetto di attenzione dei poteri dello Stato non meno dell’inquinamento ILVA.

@ il gattamelata. Ho esposto al pubblico il lavoro di Welch, con mie considerazioni. Non pubblico più su riviste scientifiche perché mi viene impedito; come del resto sono stati silurati lo stesso Welch, o Gotzsche, autorità riconosciute, dalle stesse forze che danno spazio a campioni come lei. Inoltre aspetti criminologici della medicina non dovrebbero restare confinati entro la corporazione. (Quelli che non vogliono siano rivelati sono gli stessi che chiedono la “medicina partecipativa”, che invece è un coinvolgere le vittime nelle truffe, come si vede qui). Non uso il mio nome, che riporto nel mio sito, per non esporlo agli schizzi di trollini e trolloni; come lei, che invece di vergognarsi e nascondersi per l’appoggio alla diffusione di notizie cialtronesche da esposto in Procura, viene a sindacare dove io posso scrivere. Forse c’è in effetti qualcosa di “sovranista” nel rivelare frodi mediche internazionali che sfruttano le persone come bestiame. In Italia c’è un problema di “soccidanti”, che affittano gli italiani. Sui ricercatori venduti, caro prof, posso scrivere per centinaia di pagine. Il caso di Fisher è un esempio debole; lei lo ha scelto perché è anche remoto e lui era molto intelligente? Quel che l’interessante esibizione che ha voluto offrire qui mi fa venire in mente è un articolo di Feinstein sui “perils of riding on a data barge”, i pericoli dell’analizzare dati che sono una chiatta carica di spazzatura (J Clin Epidemiol 1989.42; 929).

il gattamelata. Bene. In attesa che venga “silurato” anche Paci e le centinaia di altri autori che si occupano della questione senza farsi radiare, quindi vendendosi alle forze del male immagino, come me d’altronde, la invito sinceramente a cercare aiuto da un collega ancora abilitato. 

@ il gattamelata. In un Paese dove il capo dello Stato oversells mammography * e manda la figlia a fare da madrina ad operazioni di disinformazione a danno del diritto costituzionale alla tutela della salute (a proposito di psichiatria della medicina, il “diritto alla salute” è stato identificato come paranoia **); dove si ammette quando non lo si può più negare che si è peccatori per considerarsi quindi assolti e proseguire; dove chi dovrebbe essere censurato usa impunemente la psichiatrizzazione per screditare e minacciare chi sveli frodi sulla salute, il posto di chi non si adatta è quello del matto. Sono fortunato; abito nella città, e d’estate nel paesino, dei due psichiatri che si occuparono di spiegare le lettere di Moro sequestrato diagnosticando un disturbo psichiatrico. Cossiga affermò che i magistrati erano d’accordo nella psichiatrizzazione piduista, e nel fare internare Moro in psichiatria in caso di liberazione. In questi giorni magistrati accostano gli scandali affiorati su CSM e ANM alla vicenda P2 del 1981. Una magistratura che es. nel caso ILVA persegue solo la “mafia perdente” e aiuta l’altra, permettendo che in nome della lotta all’inquinamento si passi dall’industria dell’acciaio a quella delle truffe della medicina, che continua a consentire l’uso mafioso della psichiatria, è anch’essa ben integrata in un sistema folle e miserabile.

*Woloshin S et al How a charity oversells mammography. BMJ, 2012 345: e5132.

**Zoja L Paranoia. La follia che fa la storia. 2011.

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10 ottobre 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Bari, inquilini morti in palazzo vicino a una discarica. Il giudice non archivia e ordina ai pm di indagare ancora: “Non c’è prescrizione” “

Il rimpallo di false rappresentazioni della malattia tra medico e paziente è stato chiamato “pas de deux” (Malleson). Anche magistratura e “scienza” ballano assieme, e amplificano concezioni false e dannose scambiandosele. Come questa “teoria miasmatica del cancro”; per la quale il cancro avrebbe modalità di diffusione somiglianti a quelle degli avvelenamenti acuti. Questi casi mediatici contrastano con la “firma epidemiologica” del cancro (definita trattando delle sovradiagnosi, causa reale di picchi di incidenza del cancro*; che “scienza” e magistrati concorrono nell’occultare). Il cancro da agenti ambientali ha firma diversa, se non in casi particolari, es. alcune esposizioni ravvicinate all’amianto; e anche lì con latenze lunghissime. “La giurisprudenza chiama ma la scienza non risponde” secondo un magistrato, a proposito dell’assoluzione di De Benedetti per i morti da amianto. Questi procedimenti, simili alle “sentenze suicide” con le quali si mandavano assolti i fascisti nel dopoguerra, sono “ a pera”: una base larga, mediatica, che manda un messaggio di paura convincente ma falso; l’inconsistenza poi restringerà il caso nei gradi successivi fino al “liberi tutti”. Risultato: l’inquinamento diffuso come causa reale di cancro resta incontrollato e impunito; l’allarme così alimentato spinge verso l’estensione – in particolare al Sud – delle lucrose frodi di massa dell’oncologia*.

*Welch et al. Epidemiologic Signatures in Cancer. NEJM, 3 ott 2019.

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8 novembre 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Bauducco “‘Ndrangheta, la procuratrice della Dda ai sindaci del Milanese: “Non avete più alibi, entrate a far parte del capitale sociale dell’antimafia””

”… gl’Amplissimi Senatori quali Stelle fisse, e gl’altri Spettabili Magistrati qual’erranti Pianeti spandino la luce per ogni doue, venendo così a formare un nobilissimo Cielo, altra causale trouar non si può del vederlo tramutato in inferno d’atti tenebrosi, malvaggità e sevitie che dagl’huomini temerarij si vanno moltiplicando, se non se arte e fattura diabolica, attesoché l’humana malitia per sé sola bastar non dourebbe a resistere a tanti Heroi, che con occhij d’Argo e braccj di Briareo, si vanno trafficando per li pubblici emolumenti.”. Un milanese di altri tempi. Voi invece iscrivetevi al “capitale sociale dell’antimafia”. Approfittate. Mantenendo in vita la mafia dei paesani e raffigurandola come una criminalità inestirpabile, lo Stato, lo stesso Stato dell’impunità per Piazza Fontana e della verginità antifascista tramite le stragi, vi permette di porvi sulla testa le aureole dell’antimafia, e potere così fare liberamente gli amministratori juke-box, a favore di altre grandi forme di sfruttamento; quelle dei poteri globalisti, del capitale finanziario che stanno spogliando l’Italia. Così come i magistrati e le forze di polizia tra un mafioso e l’altro fanno i juke-box, suonando tutti e solo i dischi decisi da chi “calls the tune” in operazioni come Stamina a Brescia o l’Ilva di Taranto.

@ fabrip.  Tante sentenze, 10^6 € in spese legali per gli Spedali Civili, NAS al “lavoro” per anni; quando sarebbe bastato un maresciallo esperto in truffe di strada per fermare Vannoni. Volendo lanciare le underperforming staminali, l’ordine, diramato da un policlinico dove il rettore ha portato da Washington gli ordini sui vaccini, è stato di suonare una musica giudiziaria che scambiasse di posto 3 entità. La medicina pazza (Stamina) è stata messa al posto di medicina disonesta. La medicina disonesta (promesse staminali ufficiali) al posto di quella onesta. La medicina onesta (denuncia delle frodi) al posto di quella pazza.

Taranto. Per tagliare l’industria pesante e convertirla nell’industria medica si è ordinato di suonare una musica che, date 2 cause di aumento di incidenza di cancro, inquinamento (a) e sovradiagnosi (b), fornisse la coonestazione della magistratura all’ingigantire oltre il vero a; e allo stimolare b, censurando sulla sua presenza e spingendo verso di essa gridando alla peste; fino al livello truffe di strada, es. Bonelli che dice che metà dei bambini di Taranto si ammala di cancro. Risultato non solo forni spenti e operai a casa. Anche aumento in futuro di incidenza di diagnosi di cancro.

In entrambi i casi clero regista e all’incasso. Rispetto ai voleri dei poteri sovranazionali preti, polizie e magistratura vanno contati tra i focolai di corruzione.

V. Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale. ILVA. dal cancro nascosto al cancro inventato.

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19 novembre 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Tani “Mafie, alla Bocconi una cattedra per capire l’impatto della criminalità sull’economia. Pinotti: “Causa riduzione del Pil pro capite fino al 20%”

La white hat mafia

Una magistratura adeguata dovrebbe chiedere il nome dell’anonimo che finanzia la “associate professorship…”, e interrogarsi; non negando il fenomeno del “white hat”: l’indossare il cappello bianco dell’antimafia per meglio praticare affari illeciti del mondo legale. Il Fatto rende noto oggi che A. Mittal sta facendo con Ilva ciò che fece in Romania. Chi l’avrebbe mai detto… anche i candidi magistrati hanno suonato la musica funzionale a questo attacco al Paese*. Invece rapiti applaudiamo le storie di malavita di Gratteri, e la martinella del carroccio suonata dalla Dolci. L’altro giorno dal Cergas Bocconi si è detto che bisogna trasferire più spesa farmaceutica dalle farmacie agli ospedali. Questo favorirà il succhio di denaro pubblico con farmaci di dubbia efficacia, e dai prezzi che analisi economiche mostrano essere in grado di mandare in bancarotta un sistema sanitario, mentre i cittadini dovranno pagare; per una industria farmaceutica che già spaccia tanto inutile e dannoso. Nessun clamore.

Al white hat del business predatorio e della magistratura business-friendly occorre una criminalità mafiosa da esibire; traendo vantaggi, a scapito della collettività, da questo parafulmine. Posso testimoniare che dalle medesime istituzioni che studiano e combattono ma non eliminano la mafia partono azioni per l’eliminazione con sistemi mafioidi di voci sgradite al grande business, come su Ilva e farmaci.

*Ilva. Dal cancro nascosto al cancro inventato.

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11 dicembre 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Terra dei fuochi al Nord, in aumento il cancro alla prostata. Una ‘lapidazione’ mai vista”

Si è stimato che un 60% delle diagnosi di cancro della prostata siano sovradiagnosi (Welch, Black, JNCI, 2010). Il “great prostate hoax” è “a public health disaster” (Ablin, lo scopritore del PSA; sul cui dosaggio si basa lo hoax). Con la sovradiagnosi si può finire impotenti e incontinenti senza ragione.

L’articolo che dà a Marfella l’appiglio omette di scrivere di quanto è aumentata l’incidenza; discute invece degli aumenti percentuali. Da un grafico si vede un incremento in USA, per un fenomeno rarissimo tra le età 25-39, da meno di 1 caso/milione nel 1975 a meno di 4 casi/milione nel 2015. Un incremento in 40 anni dell’ordine dei decimillesimi di punto percentuale. E’ ingannevole fare passare big percentages per big numbers. “If results are presented as … relative values, mistrust them [diffidane]. Convert the figures to actual results.” (Hickey et al. Tarnished Gold. The Sickness of Evidence-Based Medicine, 2011).

Gli autori ammettono che all’incremento possa contribuire la sovradiagnosi col PSA; che si basa su quella disinformazione che alimentano. Includono tra le possibili cause una maggiore sedentarietà, supposta, dei giovani di oggi; congettura che dà un’idea del genere di “scienza”.

La notizia vera è che il business oncologico monta allarmi per espandersi ai giovani. Marfella vanta la considerazione delle istituzioni, anche a Brescia; un’affinità che aiuta a capire come le istituzioni abbiano visto in Montante un profeta dell’antimafia.

@ Antonio. I dati non sono numeri puri. 4*10^-6 è “il quadruplo” di 10^-6; ma praticamente la mai vista lapidazione di massa che per il dr. Marfella vi corrisponde es. in Lombardia riguarderebbe 1 soggetto ogni 3 anni. Saltando qualche anno, e in certi casi si tratterebbe di sovradiagnosi; che aumenteranno, con questi allarmi che sfondato il confine del vero proseguono in una corsa furiosa.

Feinstein* dice dei clinici che accettano questo modo del dr. Marfella di presentare i dati che “are not wary buyers”; ovvero che sono professionisti che commettono incauto acquisto. Penso, anche per esperienze personali, che per gli amici di Marfella con la divisa e con la toga dello Stato si dovrebbe considerare la ricettazione, e anche peggio, dati i sinistri beneficiari con la marsina del finanziere (per non dire degli inquietanti suggeritori con la tonaca); e date le conseguenze nefaste sul popolo di questo “lying with statistics” – e anche “despite statistics”. Es. il “pulling the plug” per l’ILVA; ma includeranno anche la diffusione di quelle frodi mediche istituzionalizzate, come quelle basate sulle sovradiagnosi, dove invece purtroppo le big percentages riguardano big numbers.

* Invidious Comparisons and Unmet Clinical Challenges. Ann Intern Med, 1992. 92:117.

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21 febbraio 2023

Blog de il Fatto

Commento al post di F. Casula “Ilva, chiusa l’indagine sulle false testimonianze nel processo “Ambiente svenduto”: in sei verso rinvio a giudizio, anche ex vescovo di Taranto”

 

San Tommaso ha detto che non bisogna credere al diavolo neppure quando dice la verità. Non bisogna credergli sulla parola neppure quando fa mostra di essere colpevole. Es. il covid, epidemia gonfiata e pilotata. Complice la magistratura, che queste travi non le vede e le favorisce. Si accumulano i dati sui danni alla salute da vaccini anticovid. Inclusi quelli su aggravamenti di malattie preesistenti. Ma le voci che il vaccino avrebbe fatto insorgere in pochi mesi tumori ex novo sopra l’orizzonte clinico è biologicamente implausibile, e aiuta il business delle sovradiagnosi di cancro; che si basa sulla disinformazione e sulla paura. Così come l’aiutano, a beneficio anche dei vescovi*, le voci smodate su cancro a pioggia di Ilva** e Terre dei fuochi vari. (Anche gli allarmi su un aumento di sclerosi multipla da vaccino covid vanno nel verso di favorire le sovradiagnosi, di sclerosi multipla; mentre si nascondono i danni cardiovascolari da vaccino, e neurologici gravi, es. ictus, addossandoli al long covid). I magistrati, con questo costante fornire in campo medico la suggestio falsi, e anche la suppressio veri, volute da chi regge il gioco, sembrano personaggi minori che si attengono al facile copione di una recita che beneficia il tiranno e i suoi dignitari di palazzo.

*Quando è Pietro che si associa a Simon Mago.
** Ilva. Dal cancro nascosto al cancro inventato.

@ ggerva: Posso anche venire ma il cancro inventato lo conosco già; l’ho processato, misurato, fotografato, visto al microscopio tante volte, nel laboratorio di anatomia patologica. Conosco l’ormai abbondante letteratura sull’argomento. E non ci tengo a constatare de visu il classico pas de deux, che stringe il cuore, dei truffati coi truffatori e i loro complici. Ad assistere in loco all’impianto nel Meridione di un focolaio di una frode sulla salute nata e diffusa nelle aree ricche dell’Occidente (dove oggi si parla di ridurla), ben congegnata, che poggia su mezzi enormi e si avvale di testimonial etici: i magistrati, che lasciano incontrollata una variabile imponente*, e il clero**, che la sfrutta nei suoi ospedali. Una frode commerciale dalle tenaci radici antropologiche; come dimostra il darsi importanza dei tarantini per una disgrazia, che in realtà li danneggia più con la sua parte falsa, preminente, che per quella vera, ingigantita. “Michael Balint … wrote a book called “The Doctor, His Patient and The Illness.” He concluded that once a doctor and a patient agreed on a diagnosis, the “non-disease” becomes incurable”***.

*Overdiagnosis of disease. A modern epidemic. Arch Intern Med, 2012.
Income and Cancer Overdiagnosis — When Too Much Care Is Harmful. NEJM, 2017.
**La trincea di Taranto e i cattolici italiani. Città Nuova. 21 ott 2021.
***G. Lundberg, già editor del JAMA. How common are false diagnoses of specific disease ? Medpage Today, 19 luglio 2011. 

@ ggerva: Non ho capito molto. Solo due cose. a) Il cancro vero esiste, e non è cosa su cui “fissiare”. E’ il nucleo fattuale e morale sul quale si è fatto crescere il business dei cancri commerciali. b) Lo stesso pericolo può essere prima nascosto e poi esagerato dal potere, cambiato il quadro storico. Il cancro da impianti industriali – un pericolo principalmente per i lavoratori – è stato minimizzato e censurato nell’Italia della Prima repubblica, mentre ora, nella sua valenza di spauracchio, viene gonfiato per la transizione dall’industria alla biomedicina commerciale. E’ avvenuto anche per la mafia, e in entrambi i casi i magistrati si sono conformati. “… nell’immediato dopoguerra e fino ai tragici fatti di sangue della prima guerra di mafia degli anni ’62-’63, gli organismi responsabili e i mezzi d’informazione sembrano fare a gara per minimizzare il fenomeno mafioso” (G. Falcone). Oggi la mafia di cosca è il grande alibi per il malaffare di Stato, e ci viene presentata come un’entità ontologica infera e ineliminabile a tutte le ore della giornata.

@ ggerva: Veramente sono una quarantina di anni che cerco di esercitare il senso critico in medicina. Nei 2 anni precedenti si sono svegliati gli altri, dato il concentrato di abusi che in realtà erano già stati rodati prima. Incluso l’uso del cosiddetto “astroturf”, la tecnica di sollecitare movimenti dal basso per disegni voluti dall’alto. Facendo così in modo che siano le persone a chiedere ciò che va a loro danno. Dal 2012 a oggi ho raccolto, casualmente, oltre 700 articoli dei media su Ilva e tumori, il tema che secondo lei viene censurato. Vorrei sapere quanti conoscono i rischi delle sovradiagnosi di cancro per ogni 100 persone che conoscono il tema dell’ILVA come vulcano che erutta tumori. Anche i magistrati sono orientati al conformismo. Ora i trucchi avvocateschi e quelli della ricerca scientifica deviata si vanno fondendo. Il “metodo scientifico”, celebrato a chiacchiere, bestemmiato nei fatti, prevede che le osservazioni siano “fair” cioè giuste, eque. Intendendo con ciò che non si ignorino gli effetti di altre variabili (come le sovradiagnosi), oltre a quella in esame (l’inquinamento ILVA), sull’effetto, l’incidenza di tumori e altre malattie. Questa fairness, questa equità nell’indagine, i magistrati non l’hanno applicata. (Hanno piuttosto soffocato le voci di denuncia). Così come non la stanno applicando per la strage covid del 2020, dando per scontata la versione nefasta di chi dovrebbe essere indagato. C’è un problema di fariseismo, prima che di discernimento. 

@ ggerva: La terribile pestilenza covid in realtà ha un infection fatality rate prossimo a quello dell’influenza; come osservò inutilmente dall’inizio Ioannidis, l’epidemiologo più citato al mondo. Anche i dati ILVA non mostrano l’apocalisse inequivocabile che viene rappresentata per via mediatica e giudiziaria; proclamarla, come dovuta a causa singola, per un’eterogeneità di malattie comuni, rimanda alle pratiche manipolatorie, incancrenite, dell’epidemiologia. La religione scientocratica tace delle contorsioni retoriche usate per insinuare conclusioni di causalità, delle “inferenze causali di Schrodinger” (il fisico del gatto che era sia vivo sia morto)*. La disonestà dei vertici dell’ILVA e magistrati, la copertura di responsabilità autentiche, conferma solo che qui il più pulito ha la rogna.

Si è additato a priori un mostro credibile, ignorando, contro il metodo scientifico e il dovere giudiziario, la reale entità e delimitazione del fenomeno, altre noxae note, altri interessi illeciti, come quelli del business biomedico – così protetti e favoriti – per dare corpo alla tesi preordinata della concezione “miasmatica” del cancro (di converso, per giustificare i diktat covid si è negata la diffusione per aerosol per battere falsamente sul contagio interpersonale). Questo avvelenamento culturale, esteso alla nazione, rinnova e aggrava in forme aggiornate ruberie, degrado e lutti.

@ ggerva: “Ilva dal cancro nascosto al cancro inventato” l’ho postato nel 2013. Il covid è cominciato nel 2020. Rilevo tra le due manipolazioni somiglianze; somiglianze che hanno anche un valore di conferma di quanto denuncio, dato che mostrano validità predittiva. In patologia, lo studio biologico delle malattie, cause diverse confluiscono in un numero limitato di manifestazioni comuni. Anche i sistemi delle frodi mediche si basano su un repertorio di trucchi e manipolazioni che si ripetono nello schema di base. Es. quello che i magistrati in Puglia hanno fatto a Taranto, di accettare la versione che suona coraggiosa e invece fa comodo al potere, e svilupparla, a danno dei cittadini, come scrissi 10 anni fa, i magistrati di Bergamo lo stanno facendo per la strage covid in Lombardia*.

Siamo d’accordo che quella dell’Ilva è una situazione torbida; dalla quale il potere può pescare ciò che gli interessa e lasciare sommerso ciò che vuole nascondere; che vi è una componente, probabilmente primaria, economica; sulla quale non mi dilungo perché non è il mio campo, e di giochi di specchi tra i quali destreggiarsi ce ne sono già troppi nel campo che conosco.

*Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale. Sito menici60d15. Dic 2020- presente.

@ ggerva: Ilva, covid. Con l’argomento salute si può orientare la sorte di enorme impianto industriale, si può mettere ai ferri una nazione. Lo disse già Maccacaro che “la medicina è un modo del potere”. Oggi la medicina è stata “weaponized”, è diventata un instrumentum regni. Dati gli intrecci, è difficile non andare “ultra crepidam”, tra medicina, diritto ed economia. Ma bisognerebbe sempre cercare di evitare. Io non mi avventuro su diritto ed economia anche perché so come in medicina le conoscenze scolastiche, le nozioni generali, siano diverse, a volte radicalmente, dalla realtà tecnica.

Le sentenze vanno distinte dal messaggio al pubblico, ricordando il principio sociologico di Thomas: “se gli uomini definiscono situazioni come reali, sono reali nelle conseguenze”. Se si ammette che la magistratura ha un potere ontologico, di costruzione sociale della realtà, non c’è contraddizione tra l’allarmare prima e poi assolvere. Io chiamo di “raffinazione della paura” (mio sito) le sentenze che assolvono al termine di procedimenti eclatanti che sono serviti come marketing per lanciare concetti, falsi e nocivi, e inculcarli nell’opinione pubblica, dove restano, al di là delle assoluzioni. Un po’ come per i giornali si dice che la smentita è una notizia data due volte. Ricambio il saluto.

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30 aprile 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Turigliatto “Caso Capovani, ancora non si coglie l’impatto dei tagli alla sanità sulla salute del Paese”

“nel 1963 il presidente Kennedy aveva fatto lo storico annuncio dello stanziamento di fondi federali per la costituzione dei Comprehensive Community Mental Health Centers, che avranno in realtà scarso sviluppo, mentre prenderà piede la politica di riduzione dei tempi di degenza e dei letti pubblici che poi Reagan applicherà su larga scala.” (F. Ongaro Basaglia. Franco Basaglia l’utopia della realtà). Occorreva creare un mercato per gli psicofarmaci chiudendo i presidi psichiatrici; in USA se ne occupò Reagan, “the most fundamental element in the rapid rise of big pharma” (M. Angell); da noi si diede spazio a Basaglia. (Erano i tempi di Qualcuno volò sul nido del cuculo, 5 Oscar). Profeta degli psicofarmaci fu Cassano, univ. di Pisa, del quale Capovani fu allieva. Ora si usano le conseguenze per recuperare l’uso della psichiatria come arma del potere. E per chiedere soldi, senza considerare che andranno ad una medicina dettata dal business.

Dopo avere nascosto il cancro da Ilva lo si ingigantisce per vendere cancri commerciali*. E’ di oggi la notizia che i VV FF di Taranto grazie alla UIL si sottopongono a screening per il melanoma, giorni fa bocciato ancora dallo USPSTF per lo svantaggioso bilancio utilità/danni. Il camaleontismo, l’assumere coloriture ideologiche di segno opposto in coerenza coi propri obiettivi predatori, mi pare una manifestazione della dark triad narcisismo-machiavellismo-sociopatia.

*Ilva. Dal cancro nascosto al cancro inventato.

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13 giugno 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Sei dirigenti dell’ex Ilva a processo per la morte di tumore del piccolo Lorenzo Zaratta”

La magistratura che regge il gioco nella strage covid d’innesco*, che legittima il ricatto mafioso sugli inoculi, esercita qui lo stesso uso abnorme di argomenti pseudoscientifici. Arrogandosi un diritto di riscrivere i principi della dottrina medica e della tanto acclamata “scienza” (sotto dettatura di Big Pharma).

Il rinvio a giudizio può essere inquadrato nel contrasto di voci su Berlusconi, morto ieri. Per il sociologo Furedi B. ha rappresentato il “populism from above”**. Un populismo che seduce il popolo ma serve i potenti. La politica italiana appare più facile da decifrare se si considera che le istituzioni costituiscano non organi indipendenti ma una corte al servizio del re, cioè dei poteri forti. E che le varie fazioni di cortigiani mentre si contendono spazi di potere gestiscono forme diverse delle stesse direttive regali. B. ha praticato il falso populismo per le classi meno istruite e il popolo grasso. Sinistra e magistratura, il populismo dall’alto di tipo midcult. La magistratura qui sembra difendere il popolo dai poteri forti. In realtà, come ha fatto col covid, li favorisce a danno del popolo; aiutando il business oncologico***. Probabilmente poi assolverà i cortigiani minori che ora accusa su basi inconsistenti mentre copre noxae reali per la salute dei bambini, e le potenzia***; come ha già fatto con Conte e Speranza*.

* Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale
** How Silvio Berlusconi was undone by Brussels, 12 giu 2023.
*** ILVA. Dal cancro nascosto al cancro inventato; La raffinazione della paura

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9 ottobre 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post ““Sul Vajont pesanti responsabilità umane, occuparsi dell’ambiente è garanzia di vita”: Mattarella ricorda i 1910 morti del disastro del 1963”

La strage del Vajont andò sostanzialmente impunita. Come la strage di innesco dell’operazione covid del 2020*. Sulla quale Mattarella, che nel 2023 condanna la repressione degli allarmi e denunce di 60 anni fa, ha una posizione simile a quella di Napolitano sulle stragi del 1992.

La strage del Vajont derivò da un modello tecnico della realtà naturale che era stato distorto al fine di ottenere soldi e potere. Come per il covid, e come per il catastrofismo climatico. Oggi l’ENEL è “green”, come altre compagnie; gli stessi “scienziati” che allora falsarono la rappresentazione sul Vajont in nome del progresso oggi sarebbero tra i tanti che falsano i modelli su epidemie e clima per convincerci che abbiamo il dovere di farci inoculare sostanze pericolose e stare agli arresti ad arbitrio del potere; e il dovere di impoverirci, pagando case, spesa, bollette, auto, il doppio per limitare i danni del progresso.

“Quando il benessere bussa alle porte, poveri e onesti tenetevi forte” (M. Marchesi). Ci hanno venduto l’illusione del paradiso in Terra tramite il consumismo. Ora gli stessi affaristi ci vendono, a caro prezzo, l’illusione del “rimedio”. Non meglio della Purdue, la casa farmaceutica criminale che prima ha fatto soldi facendo prescrivere come antidolorifico la droga Oxycontin, causando sterminio, e poi ha brevettato e venduto l’antidoto al suo stesso veleno, la buprenorfina.

*Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale.

 

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vedi anche:

“7 giugno 2019. Gli altri fratelli di Mattarella” in: I rituali zozzonici della banda Mattarella

I rintocchi funebri del marketing medico

 

Giornalismo medico

22 April 2013


21 aprile 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Di Grazia “Scienza, finti congressi e cattivo giornalismo” del 20 aprile 2013

Ritenere che, siccome ci sono i ciarlatani, allora la ricerca biomedica ufficiale è onesta, è un tragico errore (e anche un esempio di ragionamento scientista, irrazionale e borioso). Il livello di corruzione del giornalismo nel propagandare “progressi” scientifici ufficiali è altissimo. In un Paese sano e democratico, diverse notizie mediche – incluse tante che compaiono su Il Fatto – dovrebbero essere perseguite dalle Procure.

Segnalo il libro di R. Levi, “Medical jornalism. Exposing fact, fiction fraud”, Iowa State University, 2001, a quei giornalisti che volessero esercitare in maniera non disonesta la loro professione riportando notizie mediche; e a quei lettori che non credono ciecamente alla panzana di dimensioni galattiche che la frode in medicina è solo quella dei pesci piccoli, mentre la medicina e la ricerca ufficiali sono al di sopra di ogni sospetto.

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@ Nicola. “La ricerca contiene tutti gli anticorpi per spurgarsi prima o poi dei risultati fasulli”. “Prima o poi” ? I betabloccanti in cardiologia stanno venendo criticati come dannosi dopo essere stati usati per 40 anni. Da settembre alcuni farmaci avranno un triangolo nero, a indicare che non si è sicuri dei loro possibili effetti avversi. Tutto scientifico, nominalmente, anche se è una “scienza” un po’ deboluccia; ma è comunque un usare le persone come cavie. L’impressione che ho io è che vi sia una dolosità sistemica, legata alle centinaia di miliardi di euro in gioco, che viene coperta nascondendosi dietro a un presunto “metodo scientifico” elevato a idolo. Il metodo scientifico non è nato per impedire le frodi, e non è sufficiente, né tecnicamente né eticamente, a questo scopo. Il giornalismo medico non è “tutto un altro paio di maniche”: lavora di concerto con una scienza aggiogata al profitto, amplificando quelli che sono messaggi pubblicitari. Speriamo che “prima o poi” gli scienziati, così consapevoli e indipendenti secondo te, producano anticorpi anche per questo ideologismo, e il povero metodo scientifico torni al suo utile e nobile ruolo di strumento di conoscenza, anziché fare da foglia di fico.

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@ Marco Ferazzani. Anche Garattini ha evidenziato che il triangolo sulle confezioni farmaceutiche comporta il rischio di immissione sul mercato di farmaci non sufficientemente testati e di abbassamento degli standard scientifici. I conti andrebbero fatti tenendo conto di quelli come te che ritengono che sia inevitabile esporsi a questi rischi, “fatti due conti” (li dovresti pubblicare, conti così interessanti e sintetici). Se al mondo non ci fossero quelli come te che sono così contenti di ricevere questi trattamenti che li difendono, non ci sarebbero neppure i “furbetti”. Sia “la scienza”, sia “la Legge” della nostra servile classe dirigente, appaiono prostituite a questo business; così come del resto avviene anche per altri interessi “globali”.

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1 dicembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Lapertosa “Parkinson, ideato un dispositivo intelligente di stimolazione cerebrale” del 30 novembre 2013

La deep brain stimulation è in uso da circa 20 anni. La sua efficacia è quanto meno limitata (i pazienti devono continuare a prendere farmaci anti-Parkinson). I possibili effetti avversi sono quelli della neurochirurgia: gli elettrodi sono impiantati nelle aree più profonde del cervello, tramite un intervento di chirurgia maggiore. Gli effetti avversi più gravi, oltre alla morte, sono infezione intracranica, emorragia cerebrale, ictus e altri danni e deficit neurologici permanenti.

Il gruppo italiano si propone, come altri gruppi, di migliorare il funzionamento del dispositivo con l’introduzione di impulsi on demand. La sperimentazione clinica è agli inizi; ma, colorando l’aspetto patriottico, e il tema dei giovani talenti maltrattati da non lasciar andar via, la ricerca viene celebrata dall’articolo di Lapertosa in anticipo, come se si fossero già ottenuti risultati altamente positivi. Glissando invece sul carattere chirurgico della terapia, e tacendo su i suoi rischi, e sulla sua efficacia limitata, o dubbia.

In questo modo l’articolo fa propaganda al tema tecnocratico della “frontiera infinita” in medicina: curare le comuni malattie neurodegenerative dell’anziano basandosi sul continuo lancio di nuovi prodotti hi-tech, a scapito dell’assistenza di base. Una strada che suscita speranze ed entusiasmo in ampi settori di pubblico, ma che a detta di alcuni medici e bioeticisti va nell’interesse del business più che del paziente.

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13 dicembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Porciello “Stress e depressione: il circolo vizioso tra biologia ed esperienza che ci fa ammalare”

La giornalista Porciello confeziona in veste giornalistica informazioni mediche che secondo diversi critici qualificati sono in realtà teorie ad hoc, e allarmi ad hoc, diffusi ad arte su incarico delle industrie produttrici di psicofarmaci per espandere il mercato, a danno dei pazienti, che ne verranno gravemente danneggiati (*). Si può controbattere che non è così; o che comunque occorre garantire il “pluralismo”, e la libertà di opinione. Ma in uno Stato democratico e basato sulla legalità, alla diffusione di indicazioni mediche che possono incidere fortemente, anche in negativo, sulla salute delle persone, dovrebbe corrispondere una responsabilità proporzionata. Qui, ad esempio, chi è responsabile per i possibili danni alla salute e di altro genere provocati da questo articolo? La giornalista Porciello? Il giornale Il Fatto? L’ordine dei giornalisti? O a loro va solo la gratitudine dei beneficiari di tale propaganda, la responsabilità venendo scaricata sulle “fonti” ? (Con ovvi rimpalli a ping-pong tra giornalisti e “scienziati”). Credo che dovrebbe essere individuato chi è responsabile in campo giornalistico per le conseguenze di notizie come queste, che costituiscono di fatto un atto medico, e che hanno un valore di mercato, valendo oro per le case farmaceutiche; ma che possono essere nocive per il pubblico. Si dovrebbe forse definire una figura, una persona o gruppo di persone, che si assume esplicitamente la responsabilità della diffusione per ognuna delle notizie mediche come questa. In particolare quando le notizie sono su temi controversi, o vanno a favore di grandi interessi, o sono in grado di provocare danni alla salute e di altro genere nel pubblico.

*. Davies J. Cracked. Why psychiatry is doing more harm than good. Icon books, 2013.

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@ Paola Porciello. Dando per assunto che gli innumerevoli casi di abbattimento psicologico causati dallo stress della vita moderna siano malattia, patologizzando arbitrariamente le difficoltà e i dolori della vita, il suo articolo le terapie le “sponsorizza” tutte. Lei “non si sogna di dire a qualcuno” a quale specifica terapia affidarsi, ma induce a rivolgersi ad esse sulla base di sentimenti soggettivi. (Cosa che nella pratica si traduce nello “prima l’una e poi l’altra”). Con una particolare attenzione alle terapie farmacologiche, visto che riporta inoltre che lo stress provoca alterazioni biologiche cerebrali tali da configurare malattia e che gli psicofarmaci agiscono su queste. Teorie scientificamente infondate, e business-oriented, come mostra il libro che cito. Tra i libri da leggere c’è anche “Anatomy of an epidemic: magic bullets, psychiatric drugs, and the astonishing rise of mental illness in America” di R. Whitaker. Tratta anch’esso di come applicando con disinvoltura etichette mediche di comodo si possano dichiarare affette da disturbo mentale masse di persone.

La medicina non comincia con la terapia, ma con la definizione e la comunicazione al pubblico di ciò che è malattia e di ciò che non lo è. E chiunque prenda pubblica posizione a riguardo dovrebbe rispondere (in forme legali …) di ciò che afferma. Me, per esempio. E anche i giornalisti come lei, che non dovrebbero tirare il sasso e nascondere il braccio.

Con pari cordialità
Francesco Pansera

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@ Paola Porciello. Potrei risponderle che ho visto persone condotte alla disperazione e alla rovina dagli psicofarmaci; e chiederle come mai lei, così attenta, non le vede. Ma penso sia meglio evitare, se possibile, questo genere di argomenti. Cara Paola, il suo ragionamento è di un tipo che dovrebbe essere riportato nella lista delle cose da non fare nel giornalismo medico. Il fatto che si soffra quando si è depressi non significa che tale stato sia equiparabile al modello di malattia che su di esso ha costruito la psichiatria ufficiale; né che le terapie mediche previste siano quindi giustificate. In questi giorni circola sui media un argomento simile: l’influenza ucciderebbe 8000 persone all’anno, quindi l’uso del vaccino è giustificato. Non conta che i dati mostrino scarsa efficacia e razionale viziato. Si tratta di non sequitur basati su un ricatto morale. Il parlare di persone che stanno male e l’affermare di volerle aiutare viene usato come piedistallo, per mettersi in una posizione di autorità e applicare trattamenti. Es. permette di confondere tra depressione endogena, quella che lei ora descrive, una condizione grave ma che non giustifica l’uso del “noi” del titolo del suo articolo, e la depressione reattiva derivante dallo stress che ci colpisce tutti. Io lo chiamo l’argomento ”qui c’è gente che soffre”, dall’espressione che mi ricordo usava un’infermiera per intimidire chi la richiamava ai suoi doveri.

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11 marzo 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Parrillo “Fecondazione eterologa, fiocco rosa e azzurro contro il riduzionismo biologico”

I bloggers parlano di “supercazzola”; chi vuole usare un linguaggio forbito, di “neolingua orwelliana”. Un giurista, George Annas, ha osservato come la corruzione linguistica e concettuale accompagni la corruzione dell’attuale medicina: “la sperimentazione diviene trattamento, i ricercatori sono medici curanti, e i soggetti di un esperimento sono pazienti”. (Questing for Grails: Duplicity, Betrayal and Self-Deception in Postmodern Medical Research,” Journal of Contemporary Health Law Policy,1996: 297); si è giocato anche su questi stessi equivoci in quella truffa di Stato che è Stamina. Il “doublespeak” in biomedicina è spesso sottile; ma la giornalista Parrillo, de Il Fatto, va giù pesante. Considera il riduzionismo nel campo della riproduzione. Si pensa che vorrà riferirsi al riduzionismo biomedico: in Italia il forte e crescente tasso di infertilità sociale, per il quale chi vorrebbe e potrebbe avere figli non può farne per carenza di mezzi economici e di futuro, passa sotto silenzio; mentre la politica della maternità è stata ridotta alla discussione su quanto vanno sostenute quelle tecnologie che permettono, a volte, di avere figli nella minoranza di casi di infertilità biologica. Invece Parrillo sostiene che è l’eterologa che permette superare il “riduzionismo biologico”. Il “riduzionismo biologico” per lei sarebbe il fare figli all’antica, tramite l’atto sessuale, e poi andare in giro a dire di essere padre o madre del concepito.

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2 dicembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Margottini “Corsi de il Fatto Quotidiano: da Human Technopole a Xylella, per le inchieste scientifiche serve metodo”

censurato

Alla giornalista Margottini, laureata in matematica, segnalo che spesso il giornalismo scientifico e le frodi a fini di lucro della biomedicina sono intimamente legati in uno schema che chiamo “bayesanesimo fraudolento”, riconducibile al teorema di Bayes. Le probabilità a priori di ottenere un dato risultato, cioè la valutazione della plausibilità biologica delle possibili vie sulla base di ciò che si conosce, sono sostituite dallo scegliere ipotesi che si conformino alle aspettative a carattere magico del pubblico, distorcendo ad hoc la teoria; e dal farle sembrare raggiungibili attraverso campagne mediatiche. Ciò è facilitato dall’impostazione empirista che considera i trial clinici – facilmente manipolabili – non una verifica ma la fonte unica di verità. Il caso Stamina mostra come politici, giornalisti e magistrati si occupino di gonfiare le probabilità a priori; così da indirizzare la ricerca e aumentare artatamente la valutazione positiva a posteriori del raggiungimento di effetti clinici*. Rendendo in questo modo “entrenched” quelle che poi si rivelano, come era prevedibile, “underperforming big ideas”**, criticate come pericolosamente viziate da aspettative fideistiche perfino dalla servizievole FDA ***.

*Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale. Sul mio sito.
**Joyner et al. What happens when underperforming big ideas in research become entrenched? JAMA, 28 lug 2016.
***Marks et al. Clarifying stem-cell therapy’s benefit and risks. NEJM, 30 nov 2016.

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10 dicembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Ventriglia “Informazione, Gomez a Latella: “Taranto? Non se n’è parlato perché c’è filo diretto tra editori e interessi politici” “

C’è il giornalismo dei pennivendoli, che per interesse serve di chi dovrebbe controllare; a volte con scandali ad hoc. E c’è Il giornalismo Lancillotto, senza macchia e senza paura e lancia in resta, benemerito, ma che a volte fa, involontariamente, anche lui l’interesse del potere, perché identifica il drago senza farsi troppe domande, e quindi il potere lo può manovrare, facendolo caricare dove vuole lui. Gomez è un giornalista di prim’ordine; ma non c’è giornalista, mi pare, che consideri che il vento su Taranto è cambiato. Lo Zeitgeist economico, che per decenni ha chiesto, come mezzi per il profitto, l’omertà delle autorità e l’indifferenza popolare sui danni da inquinamento, ottenendole facilmente, oggi vuole scarmazzo e paura, e una mobilitazione di massa sull’inquinamento, come mezzi per favorire la deindustrializzazione, e per sviluppare un’industria di diverso tipo, l’industria medica, da finanziare e da rifornire di materia prima spingendo verso di essa adulti e bambini. Anche stavolta è la sua volontà a imporsi, anche grazie alla stampa, che combattendo i mezzi del potere passati favorisce quelli odierni, che hanno semplicemente preso un verso opposto rispetto ai precedenti.

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4 aprile 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Marfella “Autismo, tumori e disabilità: quanto influisce l’inquinamento sulla nostra salute?

Ricordo il dr. Marfella, che dice di essere schierato dalla parte dei cittadini, a fianco al Procuratore generale di Brescia a una conferenza dove si lanciavano allarmi sui danni alla salute da inquinamento nel bresciano, accomunandolo alla Terra dei Fuochi. Platea di studenti, cioè di minori, scelta a mio parere imprudente, per non dire censurabile*. Marfella accosta l’inquinamento anche alla ”epidemia” di autismo; schierandosi a fianco all’ufficialità, incluso Mattarella, in un’operazione di creazione di malattia per via culturale. La bufala dell’epidemia di autismo da vaccini serve da standard negativo per fare sembrare scientifiche le manipolazioni sull’autismo dell’ufficialità; come Stamina al confronto fa sembrare credibili le promesse fantasiose dell’ufficialità sulla rigenerazione del tessuto nervoso. La chemio, fallimentare, viene valutata paragonandola alla follia del metodo Hamer. Su questo sito M. Mirabella, che ha gravi responsabilità per forme di deleteria pubblicità direct-to-consumer mascherate da divulgazione, sembra un difensore dell’onestà scientifica, essendo mostrato a sbeffeggiare una “raeliana”. Il dibattito è coartato a magia bassa contro magia alta. Per un esempio di terza campana, v. autismo in “Primo non curare chi è normale. Contro l’invenzione delle malattie”, Boringhieri. L’autore dopo avere diretto la nosografia psichiatrica ufficiale ne è divenuto un critico.

*La post-camorra. Dai tagliagole alla chirurgia ingiustificata della tiroide.

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19 aprile 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Report e vaccino Hpv, Mentana: “Anche i campioni sbagliano. Tanti avvelenatori di pozzi non aspettavano altro” “

In Giappone il governo si è espresso contro il vaccino HPV, e ha sospeso l’appoggio, adducendo riserve sulla sicurezza, facendo quasi azzerare i tassi di vaccinazione delle bambine. La misericordia impone di mandare ai superstiziosi ignoranti di Tokio Mentana e la Lorenzin a insegnare loro il rispetto per la scienza e come si tutela la salute dei cittadini.

La decisione di Tokio non prova in sé che il vaccino sia dannoso; ma mostra che le cautele sono ragionevoli, o doverose per chi ha responsabilità di politica sanitaria. Prima che della sua sicurezza, si dovrebbe dire “nullius in verba” sulla sua efficacia: Mentana, ma anche i giornalisti di Report, dovrebbero indicare i lavori scientifici che provano adeguatamente – adeguatamente – l’efficacia del vaccino nel prevenire il tumore del collo dell’utero. Gli esperti e i rappresentanti delle istituzioni che tuonano contro chi ha osato dubitare della parola degli Scienziati nella foga si sono scordati di presentarli. A voler fare il giornalista, bisognerebbe controllare se il livello di evidenza consenta effettivamente di gridare all’oscurantismo; o se, dati i grandi interessi, e conoscendo i nostri polli politici, non si tratti di un bluff, di una manfrina da imbonitori. Ma immagino che già questa richiesta sia segno di mancanza di fede, di ateismo o di eresia, e giustifichi l’iscrizione d’ufficio nell’elenco degli appartenenti alla setta degli “anti-vax”.

@wittrue. Il caso giapponese mostra che lì, nella patria della tecnologia, e dove certo non si è pregiudizialmente contrari al business farmaceutico, si sa distinguere tra politica sanitaria, che richiede un bilancio rischi benefici con garanzie sulla sicurezza, e ideologia scientista, per la quale i ricercatori (e chi li manovra) dettano la politica sanitaria; così che sempre più si stanno immettendo farmaci poco testati quanto a efficacia e sicurezza, usando la popolazione come cavie. Il lavoro che lei cita, una review di ricercatori dell’ISS e della casa farmaceutica che vende il vaccino anticancro, non mostra più di quel che affermano gli autori: “le vaccinazioni 4HPV hanno il potenziale di ridurre le verruche genitali”. Non mostra affatto una capacità del vaccino di prevenire il cancro del collo dell’utero; infatti evita di dirlo. Le verruche genitali (comuni) sono una cosa, il cancro mortale della cervice (raro) un’altra (per quanto si cerchi di confonderle assieme). Il non causa pro causa, la pretesa di trasformare i risultati di un lavoro in surrogate endpoint in sede di interpretazione, il conflitto d’interesse, per il quale il controllando conduce le verifiche insieme al controllore, costituiscono piuttosto un esempio delle storture sulle quali si basa la pretesa di imporre a masse di ragazze sane inoculazioni i cui risultati finali non sono noti; allocando fondi pubblici destinati alla sanità a prodotti che prima di essere “scienza” sono commercio e finanza.

@wittrue. Veramente la mia risposta è nel merito; e mostra che il merito non lo sta presentando chi dovrebbe, cioè chi afferma e vuole ordinare di sottoporsi al trattamento medico; cioè quelli della sua parte. Prendo atto che per lei il lavoro compilativo, su tipologie di studi che un testo di epidemiologia definisce “of lesser design”, scritto da dipendenti della ditta produttrice con gli amici dell’ISS, che conclude che il vaccino sembra prevenire le creste di gallo, è la prova che previene il cancro. E che lei questo lo chiama sapere. Mi scusi, ma dovendo “scegliere” mi danno più fiducia i giapponesi; e i diversi rispettabili ricercatori che hanno espresso critiche. Oltre alle evidenze scientifiche, anche la qualità e la buona fede delle argomentazioni addotte dovrebbero entrare nella valutazione politica (e in alcuni casi giudiziaria) di questo e altri diktat medici.

@ Conenna. E’ vero. La sanità non è solo questione di denaro, ma anche di valori, da tenere al riparo dagli interessi. E di razionalità, da proteggere dalle nostre paure e fantasie. Illich scrisse che a volte i più poveri sono risparmiati dagli effetti più sinistri della medicina iatrogena. Quando ero resident in USA, dove lussuosi ospedali sorgono a fianco a quartieri degradati con tassi di mortalità neonatale elevata, controllando la storia clinica dei pazienti vedevo che a volte il loro aver potuto acquistare costose assicurazioni li aveva esposti al danno iatrogeno più di quanto non li avesse protetti dalla malattia.

@vferrari. L’affermazione che cito di Illich è stata ritenuta degna di essere pubblicata sul Lancet, che ospitò l’articolo che la contiene. Il tema etico dell’allocazione delle risorse a seconda dell’aspettativa di vita per gli affetti da insufficienza renale cronica è stato discusso nelle sedi più titolate, che non lo hanno trovato da esaltati. I danni al singolo individuo dell’illusione individualistica che sia vantaggioso pensare solo in termini di cura del singolo sono pure stati considerati da bioeticisti, e dovranno esserlo sempre più, dato il corso liberista e il relativo marketing.

Certo, per voi che siete una fucina di alta scienza, infaticabili nel tenere sempre gonfi i mantici coi quali forgiate grossi doni all’umanità, Illich non è che “il più grande rompi…”, da scartare con disprezzo. In voi l’auspicata fusione tra le due culture si compie: siete tanto scienziati quanto intellettuali.

@vferrari. La salute collettiva non è ottimizzata considerandola la sommatoria delle cure ai singoli. Es. se, pensando in termini individuali, si assegnano reni per i trapianti ad anziani, con una ridotta aspettativa di vita, a scapito dei giovani, parte dei QALY che sarebbe possibile aggiungere alla popolazione andranno persi; così che in media il singolo individuo ci perderà. Problema etico, che è stato affrontato anche sul piano scientifico dai centri di matching; e che ne sta generando altri *.

La scienza, quella vera, è una tra le grandi imprese umane; mi spiace che mentre se ne erge a difensore non la conosca, a giudicare da come ne parla. Quelli come lei ne fanno un feticcio da adorare per ottenerne superiorità; un simulacro che in campo medico viene manovrato da astuti sacerdoti che gli fanno dire ciò che vogliono. Chi sostiene che la scienza non è corruttibile, elevandola così da attività umana a entità metafisica, non sa in cosa consista; o finge. Si crede razionale, ma è in realtà un praticante, interessato o ancor peggio sincero, di un culto che uno scienziato, Feynman, ha chiamato “cargo cult science”. Lo scientista è così ad uno stadio più arretrato e pericoloso rispetto al nondum matura sulla scienza di Croce. Dall’idealismo in effetti ha poco da imparare, quanto ad arte del sofisma, camaleontismo e spocchia. (Croce però aveva l’erudizione).

*Kaufman SR. Fairness and the Tyranny of Potential in Kidney Transplantation. Current Anthropology, 2013. 54. 856.

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21 aprile 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Fake news, scuola, giornalisti, imprese e digitale: 4 confronti alla Camera per parlare di misure contro disinformazione”

Sul British Medical Journal si chiede un freno allo “inquinamento da fake news” in campo medico*:

“Le fonti dell’inquinamento vengono da gruppi di interesse, che hanno da guadagnare nel porre le loro idee sotto una luce positiva. Sono spesso comunicati degli uffici stampa di questi interessi, come quelli delle ditte che vendono erbe curative, ma anche agenzie governative della sanità, ricercatori, università, clinici, centri medici, aziende farmaceutiche e di dispositivi biomedici, e gruppi di pazienti finanziati dalle industrie”.

“La notizia sulla salute che è inaccurata, sciatta, parziale o incompleta, minaccia la salute pubblica, la politica e le decisioni individuali. I giornalisti non possono essere semplici stenografi. Hanno una responsabilità di agenda setting, nell’aiutare il pubblico a comprendere quanta importanza riconoscere a un argomento sulla base dell’enfasi datagli dai media”

I bufalari privati postano petardi, ma il bombardamento a tappeto della disinformazione lo fa il potere. Alla riunione a Montecitorio ci sarebbe da fare una bella retata contro i seminatori di fake news. Ci sarà invece un capovolgimento dei ruoli, simile a quello per il quale in certi paesini i mafiosi sono la legge e gli onesti i cattivi soggetti.

*Schwitzer G. Pollution of health news. BMJ, 15 mar 2017.

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14 settembre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Gennaro “Whistleblower in gabbia davanti al Pantheon: “Serve una legge per tutelare chi denuncia corruzione e malaffare””

L’ordoliberismo vuole che si passi dal ladro “libero professionista” al ladro stipendiato: dai politici che rubano al personale politico al servizio dei poteri forti. Dalle mazzette per sé stessi al rendere legge il furto a favore di banche e multinazionali. In USA ci sono politici, come Sanders e Grassley, che si stanno opponendo alle malversazioni che si nascondono dietro alle “malattie rare” e alla relativa legislazione. In Italia tutti zitti: solo sviolinate sui bambini malati e i genitori straziati. Il Fatto, mentre pubblica questo articolo, col titolo sulla SMA “Le famiglie: Il nuovo farmaco apre nuova era. Non è più mortale se presa in tempo” aiuta l’approvazione di un farmaco criticato in USA per il costo, di 125000 $ a fiala. Il messaggio del titolo non è solo falso, perché i dati non dimostrano questo risultato miracoloso. E’ pericoloso per la salute, perché favorisce la fase successiva, la diagnosi e cura “precoce”, che espanderà il business ma porterà sovradiagnosi e furto di risorse. Ci si può aspettare, dal nuovo genere di politici richiesto dal grande business tramite Transparency e 5S, uno screening obbligatorio alla nascita, con una quota di neonati immessi senza reale necessità sul nastro trasportatore dell’industria medica. Mentre difende chi denuncia le mascalzonate dei signorotti nostrani, Il Fatto aiuta la calata degli “imperiali” del farmaco; anche censurando i commenti dei whistleblower invisi a Big Pharma.

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23 gennaio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Caporale “Otto anni di vita in meno, il conto esatto della malasanità – L’istantanea di Caporale”

I dati Istat più recenti mostrano una speranza di vita per la Campania di 81.1 anni contro una media nazionale di 82.8. Circa un anno e mezzo in meno. Questa fake del presidente dell’ISS Ricciardi, Iacona e Il Fatto, che i campani perderebbero molti anni di vita a testa per la malasanità, con l’implicazione che la buona sanità, rappresentata dalla meravigliosa sanità del Nord, sarebbe in grado di aumentare la speranza di vita di molti anni, è una di quelle che il min. degli Interni favorisce, servendo a dirottare anche al Sud la mangiatoia della sanità pubblica dalla distribuzione clientelare di posti e di soldi alle grandi frodi istituzionalizzate dell’industria medica internazionale. Sostituendo al maltrattamento borbonico lo sfruttamento liberista; che include anche effetti iatrogeni in grado di ridurre lo stato di salute della popolazione, come mostra il caso del faro della medicina propagandata da Ricciardi, Iacona e c., la medicina degli USA, dove si sta registrando una riduzione nella speranza di vita (a 78.6 anni) che viene attribuita anche alle sovraprescrizioni di oppioidi (Drop in U.S. life expectancy is an ‘indictment of the American health care system’. Stat, 4 gen 2018). La “opioid epidemic” è una manifestazione avanzata della fake medicine che fa soldi promettendo la salute eterna con le pillole e l’hi-tech, e che si vuole estendere al Sud, in parte scalzando la vecchia vergognosa camurria, in parte accordandosi, ma senza risolvere le piaghe reali.

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26 gennaio 2018

Commento al post di A. Marfella “‘A Napoli si vive 8 anni in meno’, l’allarme di Ricciardi mi ha scioccato”

Un articolo sull’inaffidabilità della letteratura scientifica, intitolato “Case di mattoni, non regge di paglia” (Kaelin WG. Nature, 25 maggio 2017), lamenta la tendenza della ricerca biomedica internazionale a cercare il sensazionalismo a scapito della solidità dei dati; e conclude che nel decidere se pubblicare dei risultati la domanda dovrebbe essere se sono corretti, non se sarebbero importanti se fossero veri. In Italia l’antifake, composta da scienziati, giornalisti, istituzioni, nel decidere le informazioni sulla salute da diffondere applica senza paura la legge

Importanza x Verità = Costante

dove l’importanza di una notizia e la sua veridicità sono inversamente proporzionali. Ovvero, più la notizia è “scioccante” meno c’è bisogno di definirla e di mostrarne l’autenticità. Qui es. non ci si cura di mostrare i dati, e la loro qualità, sulla strage che sarebbe in corso a Napoli. Di spiegare come si attribuisce un asserito crollo della speranza di vita nella popolazione alla malasanità (Ricciardi) o a sversamenti camorristi e ora allo smog (Marfella). I giornalisti e i professionisti della legalità sembrano non considerare se le dicerie che stanno trasmettendo non servano, con la scusa di curare i vecchi mali – disorganizzazione, malavita, ruberie e clientelismo – ad aggiungerne di nuovi, con l’estensione al Sud delle costose cure “da paese civile”, spesso non necessarie e dannose, che fanno ricca l’industria biomedica.

@ Capitano Alatriste. La camorra, e la sua esaltazione come potere malefico sovrannaturale tramite la serie tv Gomorra e gli altri innumerevoli fumettazzi, giustifica l’antimafia perenne. E l’antimafia perenne, la cronicizzazione della lotta alla mafia (in sostituzione ad una guerra che annienti le mafie) costituisce, insieme alla società mafioide a cui è collegata, un sistema di stabilizzazione del malaffare istituzionalizzato, analogo alle soluzioni tampone in chimica. Un sistema che contrasta sia il viraggio verso il basso, cioè che la mafia spadroneggi del tutto, sia il viraggio verso l’alto, cioè verso un maggior livello di decenza e onestà della società; e che favorisce così gli affari all’apparenza rispettabili ma illeciti della società mafioide, dei quali questa campagna pro big business biomedico è un caso.

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16 marzo 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di E. Ambrosi “Nuovo contratto Rai, lavoro in eredità? Fare assumere un parente non è come dare i buoni pasto”

Le asserite motivazioni del passaggio dinastico del posto di lavoro pubblico in RAI, incluso quello di giornalista, sono nobili: aiutare gli indigenti. Era lo stesso criterio filantropico di Gianni Prandini, il democristiano bresciano deceduto giorni fa, a sentire il suo amico don Armando Nolli, che ha celebrato il funerale e nel lodarne la figura nell’omelia ha detto che Prandini “ha sempre tenuto presente i bisogni più che i meriti”. Date le sue pratiche tangentizie (v. Mani sporche, Travaglio e Gomez) a Brescia circolava una barzelletta sulla differenza tra un democristiano-tipo e Prandini. Il democristiano-tipo per spiegare come si fa ad arricchirsi dice al neofita “Vedi quella strada là in fondo alla valle? L’appalto prevedeva un terrapieno di 4 metri e noi l’abbiamo fatto costruire di 3 metri”. Prandini al neofita dice: “Vedi quella strada là in fondo alla valle?” – “Quale strada? Non vedo nessuna strada.” – “Appunto”. Circolava anche un libro che illustrava come “la brigata prandiniana dei prendeur d’affaires” avesse circuito e spogliato dei suoi averi un’anziana, anche grazie a varie complicità istituzionali. Scritto da Renato Rovetta, che era un giornalista del tipo che la RAI tiene lontano.
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7 aprile 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Brescia, bimba di 4 anni muore di otite: “Era stata respinta da due ospedali” “

Il messaggio è tonante: dietro alla comune otite c’è un mostro che può uccidere il bambino; l’otite media quindi esige work-up diagnostico e terapia aggressivi. Non viene detto che i mostri sono due, e disposti a tenaglia. Oltre a Scilla, le rare complicazioni di una patologia quasi sempre benigna, c’è Cariddi, gli effetti iatrogeni degli esami e delle terapie. Gli antibiotici hanno scarsa efficacia sulle otiti, e possono fare aumentare le ricorrenze. Il dubbio qui seminato di un ascesso cerebellare trascurato porta alla TAC, che soprattutto nei bambini può causare cancro del cervello e leucemia*, con una probabilità come minimo paragonabile a quella delle complicazioni gravi nelle otiti. La buona medicina pilota il bambino nello specchio di mare, non così stretto, tra i due mostri. Quella cattiva fa rotta a casaccio. La medicina commerciale grida a Scilla per spingere il bambino verso Cariddi, sulla cui presenza tace. Questa vaga e anomala scare story viene da Brescia, città dove i magistrati vanno troppo d’accordo coi medici, e coinvolge la Poliambulanza, ospedale di suore fortemente orientato alla medicina commerciale; tra gli amplificatori, un parroco e la ministra Lorenzin. C’è di che raccomandare ai genitori doppia cautela, data la disseminazione di messaggi parziali, distorti, ingannevoli e pericolosi.

*The use of computed tomography in pediatrics and the associated radiation exposure and estimated cancer risk. JAMA Pediatr 10 giu 2013.

Zaccanella9apr18

9 aprile 2018, ore 15:02. Un’inquilina sente il bisogno di spazzare le scale condominiali sovrastanti l’atrio proprio mentre entro con la spesa. Succede sempre; anche dopo che a mie lettere di protesta all’amministratore le pulizie sono state affidate a una ditta esterna. Una catena di molestie incessante e asfissiante. Entrato in casa, su RAI 1 una presentatrice, un avvocato e un attore commentano il caso della bambina a Brescia, stigmatizzando il non dare gli antibiotici e non fare la TAC ai bambini con l’otite. Citano a sostegno Ricciardi, direttore dell’ISS. Sostengono che i genitori dovrebbero a loro giudizio chedere la TAC all’ospedale, e che se la chiedono i medici commettono un abuso passibile di procedimento giudiziario negandola. Sono queste informazioni perniciose al pubblico, questo sobillare, il vero delitto, di gran lunga il principale e il più grave, se non l’unico.

L’inquilina lavora come inserviente nella vicina Poliambulanza (v. sopra). E’ una figura repellente; ma, col suo modo di acquisire meriti buttando sporcizia dall’alto addosso a un medico quando rientra con la spesa nell’edificio dove abita, è una gran signora paragonata ai magistrati, medici, preti, prefetti, sindaci e assessori, ufficiali dei CC, funzionari di polizia, etc. che i meriti li acquisiscono accoppiando a operazioni come questa della criminale diseducazione del pubblico, e dell’intimidazione dei medici sull’otite, la relativa repressione nei miei confronti. Mi chiedo se la ricompensa l’avranno subito, o dopo che verrà registrato l’incremento che stanno così producendo del consumo di antibiotici per otite, e quindi l’incremento di casi di otite, di complicanze, e di lucrosi cancri del cervello e del midollo osseo in bambini. Oppure metà subito e metà a risultato ottenuto.

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22 maggio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Giuseppe Conte e il caso Stamina: nel 2013 fu legale della bimba che i genitori volevano curare con i metodi di Vannoni”

Stamina è stata una operazione di marketing, e una farsa criminale, gestita dallo Stato a favore dei poteri forti. Si è inscenato uno scontro tra due modi diversi, ma non mutualmente esclusivi, e anzi complementari, di lucrare sulla medicina a danno della salute e dei beni dei cittadini. Va contro la salute la parte in commedia del protagonista , di chi come Conte spinge per la “libertà di cura”, tipico ideologismo liberista che sembra progressista ed è un bidone; corrispondendo di fatto alla “libertà di truffa” (questo carattere ‘bifronte’ è ricercato dalle forze che servono il potere fingendo di stare dalla parte della gente). Va contro la salute anche la parte dell’antagonista; di chi, come la papabile alla presidenza del consiglio Cattaneo*, ha usato una truffa livello Vanna Marchi come standard negativo per propagandare e dare credibilità alle promesse “scientifiche” ufficiali, sofisticate ma anch’esse ciarlatanesche, sull’asserita individuazione del giacimento aurifero della rigenerazione di parti di organi solidi tramite staminali. E’ contro la salute anche il ruolo dei macchinisti di Stato che dietro le quinte hanno alimentato e retto il gioco per anni; e si sono occupati inoltre di reprimere le voci che lo avrebbero messo a rischio, con sistemi da codice penale che troverebbero l’approvazione dei mafiosi che dicono di combattere.

Vedi: Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale.

*Gastaldi G. Il Fatto, 7 mag 2018.

@ luigiboschin. Li conosco i fatti. E Iacona, che una volta ha parlato di “apertura di prateria per noi giornalisti” in campo biomedico, non è una fonte molto attendibile. Semmai tu dovresti spegnare la tv e leggere materiale di prima mano; anche sulle gravi responsabilità dei giornalisti nelle frodi mediche; su come le notizie giornalistiche false o distorte costituiscano atto medico e provochino danni alla salute su scala collettiva; e sui “conflitti di interesse” tra verità e multinazionali generose e riconoscenti che corrispondono ai grassi e verdi pascoli di Iacona.

@ luigiboschin. La tua figliola non ha “i FATTI”, come scrivi, e neppure ha i fatti; anche se ha lavorato da giornalista insieme a un PM. Questa collaborazione conferma piuttosto quanto denuncio. Una giornalista non dovrebbe “lavorare insieme a un PM” come scrivi; ma di fatto è successo questo, nell’ambito di un’operazione di marketing di Stato che ha diffuso false concezioni a favore di business illeciti. E dove Iacona e coll. hanno fatto la loro parte. A danno del pubblico; mentre ne hanno beneficato in diversi, inclusi magistrati e giornalisti; che in effetti lavorano insieme, in questi casi. Una sociologa della scienza, Jasanoff, ha osservato come la propaganda medica tragga credibilità dagli interventi giudiziari. Quello che dici di non capire sul lavoro di tua figlia è il genere di concetti definito da Maynard Keynes: “è difficile fare capire una cosa a qualcuno il cui stipendio dipende dal non capirlo”. A non capire certe cose ci si guadagna; fino ad arrivare a Palazzo Chigi. Mentre a non farsi i fatti propri si hanno seri guai. In USA c’è un dibattito sui conflitti di interesse dei giornalisti biomedici (c’è anche chi parla di “checkbook science”). Es. “Real harm to real people from shoddy PR news releases” Health News Review, 19 gen 2016. Da noi c’è chi sostiene l’incomprensibilità del concetto mentre vanta una collaborazione col celebre Guariniello.

@ luigiboschin. Tu vai all’insediamento del presidente degli USA. Ah no, quello era Gelli, con Carter. Tu vai a cena da Donald Trump. Holy canasta. I’m impressed. Interessanti i legami multipli di tua figlia giornalista, con Guariniello, Iacona, e l’entourage di Trump. I soldi del canone RAI obbligatorio sono spesi bene. Le compagnie farmaceutiche uccidono impunemente; “are getting away with murder”. Sono le parole del tuo amico Trump, Che però si è subito dimostrato ottimo amico di quelli che chiama assassini, mettendoli in posti di governo importanti e legiferando a loro favore. Credo che sia la stessa tecnica dei “populisti” (in realtà, demagoghi) nostrani; e quindi la partecipazione alla farsa criminale Stamina fa curriculum. Buona fortuna a voi che “la vita la viviamo in diretta” (ma attenti agli effetti omicidiari della medicina che servite).

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2 gennaio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Walter Ricciardi: “Le dimissioni dall’Iss? Da governo posizioni antiscientifiche””

Posso testimoniare che Ricciardi Cattolica – Cergas Bocconi – Valotti A2A – Mattarella costituiscono una clique integrata entro una estesa rete di potere. Rete che difende frodi biomediche miliardarie anche con sistemi da codice penale tramite le istituzioni dello Stato; rete che costituisce una “Santa” della corruzione: un livello altissimo di malaffare con legami internazionali per difendersi dal quale non vi sono giudici a Berlino; ma solo uffici giudiziari che rilasciano ai galantuomini licenze di delinquere.

@ Tataelga. Ce ne sono troppe. Non so, Stamina nell’ospedale universitario di Brescia (rettore Pecorelli, lo stesso portaordini da Washington sui vaccini) (1). Speculazioni – iatrogene – sulle malattie rare (delle speculazioni di recente se ne è occupato perfino il Government Accounting Office USA) con Telethon; sponsorizzate da Mattarella, e da una rete di grandi imprese come TIM, BNL, Auchan, etc. (2). A proposito di Ricciardi, Cattolica e Gemelli, a proposito di antiscientificità e a proposito di sottrazione di soldi pubblici, l’idea di applicare, calpestando la barriera della necessità dei previsti presupposti scientifici, la frode del pacchetto sovradiagnosi-pseudocure (2) all’Alzheimer, progetto Interceptor Fondazione Lilly – AIFA.

Se vuole una documentazione più circostanziata, dica a Valotti di farmela chiedere dal prossimo dei suoi spazzini che qui a Brescia mi butterà addosso lo sporco della strada, come è frequente costume dell’azienda dei termovalorizzatori diretta da questo professore di economia delle aziende e delle amministrazioni pubbliche dell’università Bocconi, il tempio del sapere che vanta Roberto Calvi tra i suoi passati dirigenti, ha dato al Paese Mario Monti e forse gli darà anche un altro dei suoi sodali, Cottarelli.

1 Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale. Sul mio sito.

2 Un certificato di decenza per le attività antimafia. Sul mio sito.

@ Tataelga. L’informazione mediatica sulla medicina in grado di influenzare il pubblico andrebbe riconosciuta costituire atto medico; le Iene è un programma che sarebbe letteralmente da chiudere, almeno per la sua disinformazione perniciosa sulla medicina. Ma quest’altro servizio di mistificazione Mediaset fa comodo alle grandi frodi, incluse quelle ‘bocconiane’ che cito; anche quando può non sembrare; e fa comodo ai loro – buona serata – galoppini, che parlandone male possono darsi un tono, quando sono dei magliari dello stesso livello.

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26 febbraio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Franco e P. Tani “Bloody Money, Saviano presenta il libro sull’inchiesta sul traffico di rifiuti: “Un grande racconto sul nostro tempo””

Gomez, uno dei migliori giornalisti italiani, difende a spada tratta il “giornalismo d’inchiesta” dalle accuse di essere pilotato. Non voglio insegnare la messa al papa; ma se, come dice, si fa di mestiere giornalismo d’inchiesta, credo non bisognerebbe ignorare la possibilità di essere manovrati. Quando non consapevoli strumenti, es. Lino Jannuzzi, che svelò “intentone” ma lavorava per i mandanti. Il giornalista d’inchiesta dovrebbe sapere che ci sono frodi e crimini “di appoggio”, “ausiliari”, o “subentranti”, che svelati al momento giusto favoriscono col loro scandalo ulteriori frodi e crimini, che invece restano coperti; coperti rigorosamente, a mano armata. Es. Stamina (v. Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale; sul mio sito); o lo stesso traffico di rifiuti (v. La post-camorra. Dai tagliagole alla chirurgia ingiustificata della tiroide; sul mio sito). Se ci si limita ai segmenti della catena criminale volutamente resi pubblici – tipicamente in maniera fragorosa, e con elogi e patenti di coraggiosità per i denuncianti – in realtà la si favorisce.

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9 maggio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Del Corno “Produzione industriale, il boom della farmaceutica non dipende dalla Brexit. Export e ricavi in crescita dal 2008”

Il genio italico è particolarmente adatto a questa industria; che deve la sua eccezionale performance economica a sistemi, per fare esempi delle ultime ore, come il testare i nuovi farmaci rispetto a controlli di comodo, che facciano sembrare migliori i nuovi, costosissimi prodotti senza provarlo davvero*. O il diagnosticare sistematicamente lesioni benigne come tumori aggressivi, fino a creare epidemie di falsi cancri, per poi vantare di riuscire a “guarirli”, es. il melanoma, giocando sulla mancanza di risoluzione diagnostica tra lesioni tumorali incipienti e entità benigne, e diffondendo paure con campagne di disinformazione**. Ma il merito per questo ramo rigoglioso che protende da un albero in sofferenza va anche ai media, che si guardano dal dare notizia delle denunce interne alla medicina come quelle di cui sopra mentre diffondono l’idea che chi non crede ai continui annunci di trionfi della medicina ufficiale abbia gli stessi processi mentali dei terrapiattisti. E alla nostra magistratura, ai CC, alla PS, la santa mafia che ferma il sabotaggio di questa industria da parte di guastafeste che vorrebbero insinuare che sia qualcosa di diverso da una magnifica unione di scienza e operosità.

*Harrison P. Clinical trials of new cancer drugs ‘frequently flawed’. Medscape, 8 mag 2019.

**Finholm. V. As melanoma rises, doctors challenge some early testing. Medscape, 7 mag 2019.

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5 dicembre 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. La Cara “Sclerosi multipla, dopo la rivelazione di Fedez domande e risposte su malattia e diagnosi”

Ne “I nuovi mostri” (1977) un impresario (Tognazzi) fa in modo che la moglie, cantante senza più voce (Orietta Berti), si rompa una gamba, per presentarla come caso umano. Oggi gli artisti esibiscono cartelle cliniche su mali finti, veri, metà e metà, ottenendo insieme alla simpatia un ritorno per lo spot a favore di frodi mediche: gli istrionismi sulla malattia attirano sani nelle tagliole mediche, ora predisposte anche per i giovani fragili, che prendono sul serio “Amici”. Nel 2019 ho contato su Il Fatto e altri media un centinaio di notizie di star malate che lanciavano messaggi pro affarismo medico.

La promo con Fedez che si commuove per un’entità malferma e infida come la “radiologically isolated syndrome” – uno dei nodi del “burning debate”* sulle sovradiagnosi e misdiagnosis di sclerosi multipla col variare dei criteri diagnostici – non è meno mostruosa di ciò che Tognazzi fa nel film. Questa recente aggiunta nosologica poggia su pilastri come l’uso di esami, qui la MRI, che tendono a moltiplicare i falsi positivi; la medicalizzazione di asintomatici tramite predizione; gli “incidentalomi”; l’espansione della definizione di malattia, da parte di esperti pagati dall’industria; la propaganda mascherata, dove avatar del marketing scaldano il pubblico per figure di pacati scienziati anch’esse proiezioni degli stessi grandi interessi fuori controllo.

*Neporent L. Medscape, 12 Oct 2018. Hughes S. One in five MS patients misdignosed. ib. 18 Apr 2019.

@ My.  Ho pensato anch’io alla questione della sfera personale di chi si dice malato. Ma è una forma sofisticata di animalità fare dei problemi di salute veri o presunti di un singolo che sceglie di sciorinarli alla nazione dai divani RAI, Mediaset – e purtroppo anche dal programma di Gomez – un sigillo di intoccabilità che permette di diffondere falsità e paure, a danno della salute di molti e a vantaggio di quelli che cercano un forte lucro dalla medicina; ottendolo con straordinario successo. Anche ammettendo che Fedez, che non è e non va tenuto al “centerstage” del problema, rinunci a qualsiasi tornaconto e abbia davvero una forma iniziale di sclerosi multipla. Il suo messaggio genererà falsi malati e sovratrattamenti. Su questi affari sono a volte pagliacceschi quelli col camice e la cattedra; è follia informare sulle malattie tramite artisti specialisti del fare spettacolo sul poco o sul niente. Qui il bilancio per me pende dalla parte del non accettare che il livello superiore che ci sovrasta tutti, occupato dai due presidi a difesa dei fatti seri della vita, valori etici fondamentali e razionalità, sia occupato abusivamente, degradato e messo a reddito da operazioni di marketing a danno della salute e degli averi dei cittadini. Cerchiamo di tenere gli occhi asciutti davanti alle lacrime in tv, se vogliamo evitare le lacrime evitabili nella valle di lacrime del mondo reale. Chiediamo anzi una scena pubblica meno affollata di parac. col Rolex.

@ My. “Non hanno invitato a fare prevenzione” “neanche lontanamente”. Inizio dell’articolo che commentiamo: “Continuano a squillare i telefoni del centralino dell’AISM dopo l’inaspettata rivelazione di Fedez”. Mai sentito parlare di campagne di sensibilizzazione per disease-mongering, e di sovradiagnosi da reperto incidentale o da workup diagnostici per sintomi aspecifici? Questo, non il soporifero Fedez, dovrebbe provocare sussulti. Una volta, all’Oriocenter di Bergamo, casualmente c’era una sua esibizione gratuita. Dopo due minuti la “reazione” è stata la sensazione di assistere a uno spettacolino di filastrocche finto-trasgressive per preadolescenti, per cui me ne sono andato.

Preferirei evitare di considerare Fedez e simili, e non dover ricevere i numeri di animatori come lei che premono per mantenere nel cono di luce questi beniamini della meglio gioventù. Ma mi pare proprio il caso di superare lo sconforto e individuare il fenomeno di tanti personaggi dello spettacolo, spesso privi di luce propria, usati sistematicamente per operazioni di disinformazione contrarie ai doveri sulla tutela della salute.

@ My. Meno male che le basta, altrimenti pur di infilarci Fedez mi accusava di “anti-Fedezismo”. Ma i testimonial che girano questi caroselli non sono innocenti. Andrebbe riconosciuto che le comunicazioni mediatiche sulle malattie hanno una forte valenza medica, e hanno effetti di larga scala che possono essere dannosi sulla salute del pubblico; e che sono influenzabili da interessi sulla medicina che investono miliardi in marketing, dando luogo, secondo diversi osservatori e studiosi, a una medicina basata sul marketing. Quindi i messaggi mediatici su argomenti medici non dovrebbero essere privi di regole.

“Ci mancherebbe altro che impedire di parlare a un malato, o ritenerlo responsabile di quel che dice sui media”. Mentre fa apparire credibili, l’essere colpiti da malattia non rende necessariamente fonti valide sulle malattie degli altri, né sul piano tecnico né su quello etico (tanto meno se non si è davvero malati). Associazioni di malati in USA sono implicate in sottrazione di fondi; e nella diffusione di informazioni false e in pressioni sul governo, a libro paga del business e a danno di sani e di altri malati.

C’è un titolo, “Because cowards get cancer too”, libro del giornalista J. Diamond. Un tema che potrebbe interessare qualche rapper non da centro commerciale. E anche ipotetici parlamentari che non essendo gli omologhi di Fedez fossero capaci di porre barriere alla marea di disinformazione medica sui media.

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9 gennaio 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post “Inchiesta ‘ndrangheta, il Csm apre pratica per trasferimento d’ufficio per procuratore generale Lupacchini dopo critiche a Gratteri”

Il crucifige su Lupacchini ha analogie col post di oggi su questo blog nel quale Spinazzola pubblicizza, con Justin Bieber, un’entità dall’esistenza assai dubbia; la forma cronica della malattia di Lyme. Una diagnosi che permette di trattare condizioni funzionali, “di testa” per capirsi, come malattia organica. Con trattamenti prolungati di antibiotici inutili ma causa di gravi danni, anche mortali*. Gli esperti spiegano che, se esiste, è una condizione rara. Ma i pazienti. aizzati, si arrabbiano a sentirlo. Hanno zittito malamente Steere quando si espresse in questo senso; inducendo così altri medici a tacere. Steere è il ricercatore che identificò il batterio che causa la malattia (acuta). Le incertezze scientifiche, l’irrazionalità dei pazienti, gli interessi a lucrare e la propaganda mediatica hanno reagito tra loro dando origine a uno dei tanti casi nefasti di sovradiagnosi e sovratrattamento. Attenti alle zecche, ho pensato; pardon, volevo dire attenti alle malattie propagandate da personaggi dello spettacolo e dello sport…

La colpa di Lupacchini è, come chi avvisa contro le malattie inventate, di sfidare il superficiale, le apparenze, l’appagante. A chi riesca a fare a meno di gratificarsi applaudendo all’ovvio, consiglio di informarsi su chi sia Lupacchini, per me uno dei non molti magistrati notevoli tra quelli noti al pubblico. E di leggere il suo libro “In pessimo Stato”.

*Deceptive Lyme Disease Diagnosis Linked With Serious Infections. JAMA 25 lug 2017.

@ George Benson. Quando si avanza un’ipotesi – invidia professionale – bisogna verificare che non ce ne siano anche altre, ed esaminarle. Lupacchini è un magistrato esperto nella posizione di Procuratore generale; non le viene il sospetto che ne sappia più di noi? Inoltre, è colui che in precedenza ne ha svelate tante – nell’indifferenza del pubblico – su cosa brulica dietro a quello che proiettano sul telone mediatico. Per me è una fortuna avere una fonte che non possa essere equiparata a Napalm 51. Dietro al telone non c’è il nulla, ma interi mondi. Es. ieri sera anche il TG1 ha trasmesso la notizia su J. Bieber che avrebbe la Lyme cronica. Questa è disinformazione grave, che dovrebbe avere rilevanza penale. Il Fatto riporta che le indagini di Gratteri mostrano che la Vibonese (serie C) è infiltrata dagli ndranghetisti. Nel frattempo il nuovo consiglio comunale di Lamezia nell’insediarsi ha indossato il fiocco della Komen. Associazione che, non solo per me, è un’agenzia di marketing che spaccia su grande scala la truffa degli screening mammografici come “salvavita”; mentre per il pres. del CSM, che manda sua figlia a fare da madrina alla Komen, è una benedizione. Questa è la mafia di serie A, e un’assicurazione per il Comune di Lamezia di non essere di nuovo sciolto per mafia. Le due frodi sulla salute non temono il controllo di legalità ma contano sulla protezione di Stato da guastafeste; collusioni cui l’antimafia a tela di Penelope fornisce alibi e diversivi.

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20 aprile 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post “Coronavirus, intervento sul Sole 24 Ore “mortalità non giustifica perdita diritti”. La redazione: “Scegliere meglio cosa pubblicare””

Con questo pubblicare sul loro giornale che la Corona è nuda e insieme, da parte dei loro stessi giornalisti, la descrizione sdegnata dello sfarzo delle vesti regali forse gli industriali mandano un segnale: stiamo al gioco, ma sappiamo come stanno davvero le cose. Lo stesso giorno, 17 aprile, sul Wall Street Journal è apparso l’editoriale “New data suggest the Coronavirus isn’t as deadly as we thought” bollato come antiscientifico dai Burioni e c. USA.

Comunque, i giornalisti in questa crisi non brillano per l’esaminare criticamente la versione ufficiale. Ne sono anzi gli altoparlanti. Il numero assoluto di morti da solo è una statistica ingannevole e a effetto, una ‘vanity metric’ (per non dire del fare della sieroprevalenza la conta degli appestati). I giornalisti l’hanno diffusa e non hanno chiesto i tassi di eccesso di mortalità nazionali, per fasce di età e per aree geografiche. Né hanno indagato sui perché di questo modo scorretto – globale – di comunicare l’epidemia, e di giustificare così la sciagura di contromisure distruttive.

“Uno statistico ha detto che i tassi gruppo-specifici danno il quadro migliore di una malattia”. E’ una citazione da “News & Numbers”, di Cohn e Cope, un volumetto di alfabetizzazione statistica rivolto ai giornalisti. La quantitative literacy è oggi indispensabile per quei valori di democrazia e umanità che i giornalisti di tutti i tipi sanno declamare; ma che solo i giornalisti-giornalisti (Fortapàsc) difendono sul serio.

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17 maggio 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post “Race for the cure, il messaggio di Conte: “La corsa per la cura ai tumori al seno non può fermarsi. Fondamentale investire nella ricerca””

Le contromisure sul Covid, coi loro danni immani che fanno dell’Italia il Paese più sconvolto, sono per il nostro bene. O no? Il tacchino induttivista di B. Russell crede che il padrone gli voglia bene perché ogni giorno lo rimpinza. Fino a che il 24 dicembre non gli tira il collo per la cena di Natale. Il patrocinio alla potente Komen di Conte e Speranza durante la serrata (ma vale anche per altri politici) col codazzo di gente che ottiene così sia pubblicità, sia la benevolenza della “farmocrazia” (1), permette di valutare se siamo dei beneficiati oppure veniamo venduti come pollame per l’industria medica. La Komen “oversells” la mammografia (2). Susan Bewley, professore di salute della donna al King’s College, ha scritto che la sospensione degli screening per la crisi Covid è una buona notizia; un’occasione per rivelare al pubblico che i loro sbandierati benefici sono piccoli o nulli, o negativi; che sono supportati alimentando falsi miti, e facendo decidere le persone sulla base di informazioni tecniche ingannevoli (3).

I capponi italici, instancabili nel beccarsi tra loro, dovrebbero riesaminare le reali intenzioni dei padroni della fattoria.

1K Sunder Rajan. Pharmocracy. Value, politics, and knowledge in global biomedicine. Duke University Press, 2017.
2 *Woloshin S et al. How a charity oversells mammography. BMJ, 2012 345: e5132.
3 Susan Bewley: Things should never be the same again in the screening world. BMJ, 14 aprile 2020.

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15 novembre 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post “ “Hold up”, il film negazionista che piace alle attrici francesi (anche a Sophie Marceau). Cesara Buonamici le archivia così” “

“Il film sposa la tesi secondo cui la pandemia mondiale sia stata organizzata a tavolino da governo e media. […] la risposta della giornalista Mediaset è perfetta”. Il Fatto 15 nov 2020.

“Anche la giornalista del Tg5 Cesara Buonamici, amica di Vittorio Emanuele e di Bonazza, si dà da fare per aiutare la banda delle slot machines. Segnala al ministro Matteoli un imprenditore in odor di malavita, il messinese Rocco Migliardi, e in cambio chiede una percentuale su ogni licenza (che poi negherà di aver ricevuto). Verrà sospesa dall’Ordine dei giornalisti per sei mesi.” (Barbacetto, Gomez, Travaglio. Mani sporche, 2007).

La vicenda giudiziaria è raccontata in dettaglio in “La scomparsa dei fatti”, sez. “La giornalista-mediatrice”. Travaglio, 2006. “Evidenziano il carattere a dir poco inquietante della condotta tenuta dalla nota giornalista, disposta a mercanteggiare con personaggi come […] denunciato per mafia e arrestato per rapina ed estorsione, che vive praticamente di schede di giochi d’azzardo illegali” (Woodcock).

“In realtà, poca gente, come me, ha capito la ineluttabilità di quanto è successo in Italia, e si è convinto […] che in Italia è accaduta una rivoluzione, che le vecchie idee dell’Ottocento sono liquidate, e che ormai, prima di scrivere un rigo o fare un passo, bisogna tener conto di questo”. Anni ’30, Giovanni Ansaldo, giornalista di alto livello, passato dall’antifascismo militante a essere una delle maggiori voci di propaganda del regime.

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14 gennaio 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post “Covid, la Francia anticipa il coprifuoco alle 18. Merkel pensa a un lockdown rafforzato dal 20 gennaio. In Svezia 351 morti: mai così tanti”

Pubblicato al secondo tentativo

Worldometer, 14 gen 2021. Morti totali Svezia: 10185, come riporta qui il Fatto; i dati sono quindi parimenti aggiornati. Nuove morti: Svezia 31, non 351. Italia 522.

Reuters, 14 gen 2021. Titolo: Sweden reports record daily number of COVID-19 deaths, but infection rate may have peaked.

Nel testo: The country of 10 million inhabitants registered 351 more deaths since Wednesday, statistics from the Public Health Agency showed, and reported 6,580 new coronavirus cases, with the daily number trending lower since late December.

The latest number of deaths are likely to have occurred over several days and weeks, with many from the Christmas period being registered with a significant delay.

Ovvero in un giorno sono stati aggiunti alle statistiche, aggiornandole, 351 decessi che si sono verificati non in un giorno, ma nel corso di diverse settimane precedenti. 351 morti/giorno sarebbe più del triplo del picco massimo toccato dalla Svezia nell’aprile 2020. Un’altra delle quotidiane falsità.

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Brescia, 19 gennaio 2021

Ordine dei giornalisti della Lombardia
c/o Il Presidente
Dr Alessandro Galimberti
odgmi@pec.odg.mi.it

Centro Studi Rosario Livatino
Presidente Prof. Avv. Mauro Ronco
Vicepresidenti
Dr. Domenico Airoma, PM
Dr Alfredo Mantovano, giudice
Prof. Filippo Vari
info@centrostudilivatino.it

Il giornalismo embedded nell’operazione covid e il moral credentialing sulla mafia

Segnalo all’Ordine dei giornalisti della Lombardia il post “ Incentivi e ricatti ai cittadini per medicalizzarli ” nel mio sito menici60d15. E’ costituito da un mio commento all’articolo “L’appello di Papa Francesco per il vaccino: “È etico, io lo farò. In gioco la salute, ma anche la vita tua e degli altri. Inspiegabile il negazionismo suicida” di F.A. Grana, il Fatto online, 9 gennaio, 2021, e dalle risposte ad altri blogger. Il tutto è stato censurato in blocco dalla redazione del giornale. Non desidero che venga aperto un procedimento disciplinare, come quando nel 2013 segnalai all’ Ordine nazionale un caso simile sullo stesso giornale. Ricevetti due anni dopo comunicazione dall’Ordine giornalisti della Lombardia della archiviazione, con la motivazione che i commenti dei lettori, incluse le risposte a chi li attaccava, sono analoghe alle lettere al direttore, e quindi la loro pubblicazione è “risultato di una libera scelta editoriale”. La comunicazione arrivò insieme a una censura del mio Ordine, quello dei medici, su richiesta dei carabinieri per avere denunciato reati, e tramite la magistratura. In quello che ritengo un caso, miserabile, di eversione di Stato, i cui frutti si stanno avendo con l’operazione covid. Alla quale la Lombardia ha dato un contributo fondamentale ( Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale . Sito menici60d15)

Desidero solo lasciare documentazione del ruolo “embedded” dei giornalisti – qui insieme al ruolo del Vaticano – nel corso di questa manovra, che porterà tra le varie sventure anche probabilmente a ciò che prevedo nei commenti censurati, e che è in fase più avanzata in altri paesi.

L’elenco completo dei commenti censurati da il Fatto, inclusi diversi sul covid, è nel mio sito, pagina “   Commenti censurati da “Il Fatto”

Segnalo lo scritto censurato anche agli studiosi del Centro Studi Livatino, della cui esistenza ho saputo in occasione di un mio commento sulla beatificazione di Livatino (v. 9 dicembre 2020. Blog de Il Fatto. Commento al post di F.A. Grana “Rosario Livatino verso la beatificazione: Canicattì contro la traslazione del corpo ad Agrigento. “Nessuno lo tocchi””. Nella raccolta “ La decenza precede la santità ” sito menici60d15). Lo segnalo insieme al suggerimento che questa istituzione ponte tra magistratura e Vaticano consideri, nei suoi studi, il concetto di “moral credentialing”; con particolare riferimento alle posizioni antimafia, e a quelle di magistero morale:

“Recent studies lead to the paradoxical conclusion that the act of affirming one’s egalitarian or prosocial values and virtues might subsequently facilitate prejudiced or self-serving behavior, an
effect previously referred to as “moral credentialing.” (Brown RP et al. Moral credentialing and the rationalization of misconduct. Ethics Behav, 2011. 21: 1-12).

La lettura de “Il giudice ragazzino” mi turbò. E’ un bene che la sua figura venga ricordata. Insieme alle circostanze che hanno permesso l’omicidio, e che non avrebbero dovuto esserci. Né sono state eliminate eradicando al mafia: al contrario la mafia, utile anche come alibi, è stata elevata a entità ontologica fissa; a diavolo rispetto al quale presentarsi come paladini del Bene. Conoscendo magistratura e clero, la creazione della figura del magistrato-santo ha un suono beffardo e sinistro. In queste celebrazioni, come mostra il caso Montante ( Un certificato di decenza per le attività antimafia . Sito menici60d15), il credito morale che ne deriva può essere speso in atti che sul piano culturale e politico sono immorali o illeciti: o anche mafiosi, la cultura mafiosa essendo tutt’altro che limitata ai mafiosi di cosca. Un diavolo rispetto al quale la cultura clericale non è certo l’acqua santa.

Il credito morale creato sul valore altrui, un poco come stampare in proprio denaro, viene impiegato in atti che sono il terreno adatto alla crescita delle malapiante che si dice di combattere ( I professionisti della metamafia. Sito menici60d15). Come il favorire frodi e sfruttamenti tramite la medicina, fino a farsi promoter pubblicitari; il parteciparvi attivamente ( Quando è Pietro che si associa a Simon Mago . Sito menici60d15); e la censura e l’assassinio morale di persone comuni che opponendosi a questi crimini ammantati di ipocrisia rendono onore a Livatino naturalmente e senza forma , obbedendo, nella loro condizione, a valori simili col fare il proprio dovere. Così che ai loro occhi la continua ricerca di simboli, riti e declamazioni che non poggiano come dovrebbe essere su una buona normalità, appaiono il solito eroismo senza decenza; la solita ciliegina senza la torta, o posta a guarnire i peggiori materiali.

Distinti saluti

Francesco Pansera

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26 gennaio 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “‘Giornali fotocopia, senza consumare le suole’. La critica del Papa ai media non va già archiviata”

“Francesco dimostra di essere maestro in quanto testimone. E i giornalisti?” E che devono fare. Si adeguano, se non vogliono finire nelle scarpe di Silvio Magnozzi. Es. i miei commenti all’articolo del F.Q “L’appello di Papa Francesco per il vaccino: “È etico, io lo farò. In gioco la salute, ma anche la vita tua e degli altri. Inspiegabile il negazionismo suicida”” li hanno censurati in blocco, nonostante abbia sollevato tra l’altro il tema, che sarebbe compito dei giornalisti rendere noto, degli incentivi e ricatti al pubblico per fare assumere il ruolo di paziente (Incentivi e ricatti ai cittadini per medicalizzarli. Sito menici60d15). Senza la censura l’informazione sarebbe meno fotocopia. Il papa, come è tipico di chi ha attitudine al dominio, rinfaccia ai giornalisti un conformismo del quale lui è tra i beneficiari. Il papa fa da testimonial a prodotti biotech sfornati al volo perché le persone corrano a farseli iniettare, invece di applicare la virtù della prudenza. Un esempio di ciò che è uniformemente assente dai media principali: “They have tried to make coronavirus vaccines for decades with no success. A vaccine was developed against another coronavirus 30 years ago, but when tested in cats, they fared worse than cats that were not vaccinated” (P Gotzsche, 131500 citazioni). Essendo papa è un testimonial coi gendarmi: obiezioni sui campi tecnici ai quali fornisce una patinatura etica vengono represse come al tempo della Roma del Belli.

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2 novembre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. La Cara “Malattie rare, il Senato ha approvato il testo unico: è legge. Dal fondo per il sostegno ai caregiver alla ricerca: cosa prevede”

In medicina pochi campi come quello delle malattie rare offrono una ampiezza e varietà di modi diversi di frodare a danno dei pazienti e del contribuente e a vantaggio del business. Dalla trasmutazione della malattia da fenotipo clinico a positività di incerti test di laboratorio, agli studi per l’approvazione approssimativi e manipolati su campioni esigui, supportati con l’esibizione di bambini in sedia a rotelle; agli screening neonatali che su malattie a bassa incidenza sono garanzia di moltiplicazione delle diagnosi, di false diagnosi e false guarigioni; alle cure preventive controfattuali, che misurano il “successo” sui non-eventi; alle iniezioni messe a 1 milione di euro l’una; alle esenzioni fiscali alle multinazionali come premio alle frodi; alla moltiplicazione surrettizia delle malattie rare col “salami slicing”, alle associazioni di pazienti astroturf, cioè pagate per premere per il prodotto miracoloso di turno, etc.

Da noi i “mastini” del giornalismo da guardia non annusano la notizia e non abbaiano, presentandola come senz’altro positiva, a differenza che altrove: House Orphan Drug Proposal: A Windfall for Pharma, False ‘Cure’ for Patients – Provision in Proposed 21st Century Cures Act Could Cost the Public $12 Billion. Public Citizen, 2015. Nessuno chiede una legislazione seria che preveda procedure e controlli volti specificamente a impedire che il settore si espanda come paradiso degli imbrogli in campo biomedico.

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2 novembre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. La Cara “Malattie rare, il Senato ha approvato il testo unico: è legge. Dal fondo per il sostegno ai caregiver alla ricerca: cosa prevede”

In medicina pochi campi come quello delle malattie rare offrono una ampiezza e varietà di modi diversi di frodare a danno dei pazienti e del contribuente e a vantaggio del business. Dalla trasmutazione della malattia da fenotipo clinico a positività di incerti test di laboratorio, agli studi per l’approvazione approssimativi e manipolati su campioni esigui, supportati con l’esibizione di bambini in sedia a rotelle; agli screening neonatali che su malattie a bassa incidenza sono garanzia di moltiplicazione delle diagnosi, di false diagnosi e false guarigioni; alle cure preventive controfattuali, che misurano il “successo” sui non-eventi; alle iniezioni messe a 1 milione di euro l’una; alle esenzioni fiscali alle multinazionali come premio alle frodi; alla moltiplicazione surrettizia delle malattie rare col “salami slicing”, alle associazioni di pazienti astroturf, cioè pagate per premere per il prodotto miracoloso di turno, etc.

Da noi i “mastini” del giornalismo da guardia non annusano la notizia e non abbaiano, presentandola come senz’altro positiva, a differenza che altrove: House Orphan Drug Proposal: A Windfall for Pharma, False ‘Cure’ for Patients – Provision in Proposed 21st Century Cures Act Could Cost the Public $12 Billion. Public Citizen, 2015. Nessuno chiede una legislazione seria che preveda procedure e controlli volti specificamente a impedire che il settore si espanda come paradiso degli imbrogli in campo biomedico.

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26 novembre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post “No Green Pass, perquisito un uomo che fermò le riprese di PiazzaPulita. I magistrati di Milano: “Agiscono con logica da branco””

Questa non è attività giornalistica ma documentaristica: si filma e si intervista come in un documentario su un branco di animali esotici, o una tribù di eccentrici selvaggi. E’ rivelatore che i magistrati, in sintonia, attribuiscano la reazione a tale trattamento a un “branco”. Sarebbe interessante sapere se controllano, come sarebbe loro dovere, se questi incidenti non sono causati e gonfiati da agenti provocatori. Da entrambi i lati. Posso testimoniare che c’è un altro branco. Che con consumata viltà tiene chi critica le frodi della medicina, e ora quelle del covid, in un bagno di molestie, violenza privata, boicottaggio, minacce, vandalismi. Un branco che non potrebbe operare senza gli strumenti delle forze polizia, e senza le coperture di chi dovrebbe tutelare la legalità.

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2 maggio 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Diego Passoni: “Con Peter Gomez abbiamo infranto il tabù del ditino del dottore per la visita della prevenzione per la prostata”. Il racconto di ‘Ca** nostri””

Lo screening per il cancro della prostata ha ricevuto un duro colpo dai pareri negativi degli enti regolatori, basati su studi che mostravano che non previene le morti, mentre provoca legioni di invalidi, “limp and leaking” (impotenti e incontinenti). Gli interessi in gioco hanno lanciato una controffensiva, che ricorre anche alla retorica*. Come questa dell’esplorazione rettale digitale che sarebbe un superare il machismo; un appello al progressismo che ricorda le sigarette “torce della libertà” per lanciare il fumo tra le donne nel 1929 in USA (Bernays, il padre della manipolazione mediatica).

Gli esami clinici possono essere pericolosi. Già le evidenze “scientifiche” sono viziate dagli interessi in gioco. Tantomeno si dovrebbe valutare l’opportunità di un test sulla base di considerazione estetiche, umanistiche. Per chi vuole comunque seguire questo criterio, c’è “The great prostate hoax”, di Ablin, che oltre a spiegare perché lui non abbia mai voluto sottoporvisi, nonostante il test di laboratorio sul quale lo screening si basa lo abbia inventato lui, racconta come si sia dedicato a questa ricerca avendo assistito impotente alla morte del padre per cancro della prostata; dopo avere insistito perché si sottoponesse regolarmente all’esplorazione rettale.

*Prostate cancer screening rhetoric amps up. Medscape, 2018.

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10 luglio 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post ““Spazziamo via il negazionismo d’accatto, il clima sta cambiando a causa dell’uomo”: le parole del geologo Mario Tozzi”

Questi toni squadristici avvalorano la vignetta USA che dice “You are the carbon they want to reduce”.

@ Maurizio Manfredini. “Occhio le parole sono importanti”. Avrei anche usato la comune espressione “green fascism” ma non ho voluto dare troppa importanza a uno che viene a dire che nel nome della scienza, da lui incarnata, bisogna spazzare via le opinioni contrarie. Una parola importante, che i dirigenti della RAI e la commissione di vigilanza RAI, che danno spazio sulla tv pubblica, pagata col canone, a uno che fa di questi monologhi, dovrebbero conoscere, è “lysenkismo”: la censura e repressione di pareri scientifici che contestano teorie usate per giustificare pesanti operazioni politiche.

@ SF104. La vostra non è scienza, ma una sua degenerazione: è scienza inversa* o meglio invertita. La scienza invertita non offre informazioni disinteressate sulle quali basare decisioni, ma inventa pezze d’appoggio per decisioni prefissate*. La scienza vera impone di tenere contro delle obiezioni di esperti dissenzienti, verificandole ,non di spazzarle via e chiamarle “sceme”. La scienza non ha “dati e fatti” come si indottrina a credere. Ha argomentazioni, che devono basarsi su dati. E’ diverso: nessuno ha il monopolio degli argomenti e della valutazione dei dati. L’inversione della scienza ha la sua forza non nei dati e negli argomenti, dei quali è carente e che manipola senza vergogna, ma nella decisione politica di prostituire la scienza, e la politica sanitaria, invertendole**. Manomissione dettata esplicitamente da strutture come UE e ONU**. I vili appelli all’ostracismo, gli immancabili insulti, sono indice del carattere fascista *** della scienza invertita.

*“Scienza inversa”: un concetto da opporre alla parola tappabocca “scienza”.
**The inversion of the ‘precautionary principle’. Hart, 9 lug 2023.
***Il fascismo mussoliniano, il fascismo dei banchieri e il fascismo pecorone.

@ Odisseo1. Un esempio della dottrina della scienza invertita che ho descritto. La scienza non riconosce certezze assolute neppure per le sue più solide e collaudate teorie, e non proibisce ma richiede che vengano cimentate con la critica teorie in sviluppo. Qui per di più contestate da esperti di alto livello; mentre sono a sostegno di pesanti operazioni politiche. In effetti “la scienza non è democratica” perché riconosce il primato della verità sul consenso dei più. Coulomb fu letteralmente cacciato dalla sala dai colleghi quanto affermò che l’attrito non dipende dall’area; ma aveva ragione lui. Ma la scienza è democratica perché prende in considerazione critiche valide di qualunque provenienza, essendo priva di una casta di sacerdoti o di aristocratici: è disposta a correggersi, anzi chiede di essere corretta. Anche qui, all’inverso voi sostituite all’evidenza scientifica il consenso corporativo “la stragrande maggioranza…” (“consenso” strombazzato e aggiustato con la censura come Tozzi fa a gran voce); e negate che si possa criticare l’opinione corrente. Nel celebre slogan di Burioni, “la scienza non è democratica” il vizio prima ancora che nel predicato è già nel soggetto: la vostra non è “la scienza”, ma una degenerazione, parareligiosa dittatoriale e fraudolenta, nel suo opposto.

@ Maurizio Manfredini. Lei mi ricorda Ficarra che dice “è assurdo”: per lei sarebbe assurdo che gli industriali, che storicamente hanno finanziato il fascismo, da Mussolini a Pinochet a Videla, possano avere interessi a forzature autoritarie in appoggio al green business. Né si comprende come mai una risultanza scientifica così solida che sarebbe paragonabile alla meccanica newtoniana, appoggiata dai poteri che contano, avrebbe bisogno del lancio di anatemi contro chi la mette in dubbio.

La RAI mi costringe a non guardare Tozzi. Io cambio canale o spengo l’apparecchio, ma è la RAI, servizio pubblico, che si fa pagare come servizio pubblico, che non dovrebbe mandare in onda appelli al lysenkismo. Che direi contrari alla Costituzione, se la scienza invertita (v. risposta a sf104) non avesse anche l’appoggio di quelli che dicono di difendere la Costituzione.

@ Maurizio Manfredini. I toni dovreste abbassarli voi che pretendete di zittire voci contrarie, di imporre messaggi di odio via RAI e vi paragonate a Newton. Non stiamo parlando di Hitler; ma dei pecoroni pronti ad andare in quelle direzioni dietro ai discorsi da caporale della milizia*.

*Il fascismo mussoliniano, il fascismo dei banchieri e il fascismo pecorone.

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15 luglio 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Federica Sciarelli: “Non capisco chi lascia la Rai. Quando Salvini mi ha attaccata ho risposto, non me ne sono andata. Facci? Deciderà il pubblico” “

Sciarelli cita Andreotti: “se vuole il telespettatore cambia canale”. E’ più fedele ai principi di un servizio pubblico quanto affermò un dirigente Rai negli anni ’60: ”dobbiamo dare agli spettatori il meglio di quello che vogliono, non il peggio”.

Sciarelli sta tranquilla perché è una “9 in religione”*. Il mercoledì conduce con maestria Chi l’ha visto. Il sabato sera, in seconda serata, vestita e truccata come per una occasione mondana, fa propaganda al Bambin Gesù, del Vaticano; senza rendersi conto probabilmente dell’ambivalenza, e del lupo sotto la pelle d’agnello, del messaggio che così lancia**; nonostante sostenga di starci attenta. Le si attribuisce una vicinanza a JH Woodcock, che una volta mi fece convocare in Questura per ciò che avevo scritto a proposito di trattamenti intimidatori di polizia verso chi denuncia le frodi biomediche. Furono gentili, ma la sera stessa mentre passeggiavo arrivò un’auto della polizia, fece un’inversione ad U, mi si piantò davanti a fari accesi e ne uscirono due agenti, con aria di sfida. Ripartirono quando li oltrepassai. Riportai l’accaduto a Woodcock (6 aprile 2007; racc 128572454176). Nulla è cambiato, sia i desaparecidos da soppressione istituzionale delle denunce sulle frodi mediche, sia la propaganda mediatica delle frodi.

*”Le mie vacanze erano sempre in pericolo. Mi salvavo all’ultimo. 9 in Religione” (Marcello Marchesi).
** Quando è Pietro che si associa a Simon Mago. Sito menici60d15.

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24 luglio 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Cambiamento climatico, a chi conviene il negazionismo? Segui la diretta con Peter Gomez”

Senza dubbio c’è chi difende lo status quo per interesse. Ma non si dovrebbe censurare che c’è anche un interesse – dominante, a parere di molti – a impoverire e degradare in nome del verde. Oltre ai danni del consumare e inquinare come se non ci fosse un domani bisognerebbe considerare quelli del depredare in nome di un millenarismo posticcio. Chi tatua “negazionista” addosso a chi si oppone ai disegni dei poteri forti verrà a sua volta classificato come collaborazionista.

Tra i tanti cattivi insegnamenti, gli USA offrono alcune preziose lezioni di democrazia:

“Legally, the [U.S.] Supreme Court has long held that when a private company creates something that functions as a public square (think of a company town), the First Amendment comes into play. Way back in April 2020, it was already clear that the then-existing online socio-political censorship was going to expand into the world of science, medicine, and academia in the new COVID-19 era.”

Il Fatto, che associa al titolo l’immagine americana di un bambino strillone, simbolo del “watchdog journalism”, dovrebbe seguire il criterio della Corte suprema USA: il privato che offre uno spazio pubblico di discussione non ne è il tiranno, e soggiace alle norme democratiche di libertà di espressione. Invece, es., di marchiare posizioni di dissenso come gravemente errate a priori, esecrabili e liberamente insultabili. Segno tra l’altro di argomenti che non si reggono in piedi se non li si protegge dalla libera critica.

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25 luglio 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post ““Balla colossale”, “teatrino mediatico”, “dogma green”: così giornali e politici hanno negato i cambiamenti del clima. Anche dopo i disastri”

Dal piano per contrastare il cambiamento climatico di consulenti scientifici del governo UK:

-Blocco totale dei viaggi in aereo e nave per il 2050.
-Blocco produzione auto diesel per il 2030.
-Uso della rete stradale ristretto al 60% del livello attuale per il 2050.
-Cibo, riscaldamento e energia ristretti al 60% del livello attuale per il 2050.
-Eliminazione del consumo di carni bovine e ovine per il 2050.

Commento di Fenton, professore di analisi statistica del rischio: “A parte le limitazioni estreme di libertà personale e di movimento, ciò significa o una popolazione al freddo e affamata .. o depopolazione massiva.”
Fonte: Global warming will save many lives … but we have to keep that quiet. 25 lug 2023. Sito Where are the numbers?

Non si parla delle “soluzioni” previste, mentre starnazzano e si beccano “i capponi di Renzi” (il rignanese): ridurre questi programmi mondiali a un contrasto interno tra “sinistra” che è al servizio dei poteri sovranazionali, e “destra”, che finge di opporsi ma è venduta pure lei, è fare come i capponi, i capponi di Renzo (il lecchese).

@ Tintinnabulum: Fenton è un professore emerito, e un’autorità riconosciuto nel suo campo. Che è quello della statistica. Con centinaia di articoli peer reviewed (a parte l’assurdità di chiedere siti peer reviewed per esprimere pareri di dissenso). Chi non si basa sul merito degli argomenti, ma sui titoli, e per di più nega i titoli a chi li ha davvero e in abbondanza, e lo diffama, e inventa criteri ridicoli, mentendo spudoratamente, non è affatto una “persona normale”, sotto ogni profilo. E scredita, lui sì, gli argomenti che sostiene con questi sistemi infimi che rientrano appieno nel reato di diffamazione. Una magistratura che difenda come dice la Costituzione, e che ricordi i movimenti eversivi pilotati dei decenni passati, dovrebbe buttare un occhio su queste campagne che ricorrono sistematicamente a reati, v. gli ecoattivisti, per promuovere progetti volti ad alterare radicalmente l’assetto sociale capovolgendo la Costituzione.

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26 luglio 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di E. Ambrosi “Il negazionismo climatico non è un’opinione ma una falsa notizia: per me l’odg deve intervenire”

La notizia è che sulla base di 1) PREVISIONI apocalittiche; 2) ipotesi causali che attribuiscono ad attività umane gli effetti apocalittici; 3) ipotesi sull’efficacia di misure politiche per “raffreddare il pianeta”, si vogliono imporre misure estreme di impoverimento, degrado e depopolazione; es. consulenti del governo UK chiedono entro il 2050 una riduzione al 60% rispetto all’oggi dell’uso della rete stradale, del consumo di cibo, energia e riscaldamento. Mentre 4) le tre vertiginose teorie giustificative – che prive di verifica empirica non si possono considerare scienza acquisita, anche a prescindere da errori e cattiva fede – sono contestate nel merito da un numero considerevole di scienziati competenti. Questa notizia non viene data. In effetti lo OdG dovrebbe intervenire sull’occultamento e distorsione del quadro che viene mostrato al pubblico; e per difendere la professione dalle intimidazioni dei collaborazionisti.

Ci sono stati giornalisti eroi – esibiti per farsi belli. Ci sono giornalisti-giornalisti, giornalisti-impiegati (Fortapasc). Non c’è democrazia senza informazione corretta. Fa tristezza sentire giornalisti che chiedono la censura di altri giornalisti che non si prestino a manomettere la verità parafrasando le veline. Secondo Tolstoj i giornalisti sarebbero prostitute intellettuali. Con tutto il rispetto per lui, il grande russo qui esagerava: alcuni giornalisti mostrano gravi lacune di cultura generale, e sono sgrammaticati.

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21 settembre 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Tumore al seno, “La prevenzione è il nostro capolavoro”: rivedi la diretta della conferenza stampa”

Di recente la U.S. National Library of Medicine ha aggiunto il termine “overdiagnosis”, “sovradiagnosi” alla sua lista di titoli medici. Definendola “the labeling of a person with a disease or abnormal condition that would not have caused the person harm if left undiscovered, creating new diagnoses by medicalizing ordinary life experiences, or expanding existing diagnoses by lowering thresholds or widening criteria without evidence of improved outcomes. Individuals derive no clinical benefit from overdiagnosis, although they may experience physical, psychological, or financial harm.”. Lo riporta una review mainstream*, che descrive l’inefficacia e i danni degli screening. Gli autori evitano di irritare i potenti beneficiari di questa frode, ma chiedono che al pubblico venga resa un’informazione onesta.

Il governo Meloni, e il Fatto suo severo critico, dovrebbero essere concordi nel dare una informazione veritiera al pubblico – e in particolare alle donne, che tutti dicono di voler proteggere da abusi e violenze – sugli scarsi benefici e i tanti rischi dello screening*. Invece sono uniti nel rispondere alla chiamata della mamma: non solo non svelano il divario tra quanto viene fatto credere e la realtà, ma lavorano assieme per irrobustire l’inganno. Contribuendo a un bombardamento massiccio di disinformazione e propaganda.

*Dunn BK et al. Cancer overdiagnosis: A challenge in the era of screening. Journal of the National Cancer Center, 2022.

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31 ottobre 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Banfi, Cucinotta, Verdone, Boccoli: l’invito a donare per la prevenzione del tumore del seno – Fondazione il Fatto Quotidiano per Komen Italia”

CENSURATO

“Io, nutrita dagli slogan: ma con me la pubblicità non funziona mai” Articolo di Benedetta Boccoli, Il Fatto, 1 agosto 2022.

Purtroppo la propaganda ingannevole della quale l’attrice si fa, come tanti personaggi dello spettacolo, testimonial, è straordinariamente efficace, oltre che perversa: Kristen Pickles, Alexandra Barratt et al. Effects of awareness of breast cancer overdiagnosis among women with screen-detected or incidentally found breast cancer. BMJ open, 2022.

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6 febbraio 2024

Blog de Il Fatto

Commento al post “Scontro Bocchino-Ranucci a La7. “La tua è capacità ossessiva”. “Non parli da direttore di un giornale ma da difensore della casta politica””

Perrella, lunghi legami con ambienti piduisti, incluso a suo tempo De Lorenzo*, mi è sempre parso una pedina usata per le operazioni dei soliti “deviati”. Come il doppio pacco, il crimine di ritorno in nome della lotta al crimine iniziale, sui rifiuti in Campania**. Gli è stato dato credito a Brescia, da dove sono partite diverse altre operazioni di disinformazione sulla medicina. Potrebbe darsi che venga ora riciclato per tenere sotto tiro quelli del governo Meloni; minacciando di rivelare fatti che non sono falsi.

Ranucci fa bene a protestare per le querele e cause civili volte a zittire i giornalisti; e vanno ascoltati allarmi come il suo sulla censura delle magagne dei politici. Ma come altri suoi colleghi a sua volta pratica il limited hangout, rivelando una parte del marcio ma nascondendo e avvalorandone gli strati più profondi. Es. sulla reale natura degli inoculi anticovid, che non sono stati solo una truffa in termini di soldi. Del resto, l’indicare certi livelli** porta non ai riflettori di RAI3 in prima serata e da Lilli Bilderberg su La7. Ma a esiti bui.

*G. Cipriani. I mandanti. Il patto strategico tra massoneria mafia e poteri politici. Ed. Riuniti 1993.
** La post-camorra. Dai tagliagole alla chirurgia ingiustificata della tiroide

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V. anche:

I due sillogismi di Gomez e la giustizia “dai cinesi”

Quello che Report non dice

 

 

Il magistrato e gli stregoni

15 April 2013

Appello al popolo

Riporto un mio commento alla proposta del prof. A. Giannuli di sostenere la candidatura del procuratore Raffaele Guariniello a Presidente della Repubblica [1].

ccc

L’onestà personale e l’indisponibilità a partecipare ai giochi sporchi del potere sono condizioni necessarie per la carica di Capo dello Stato. Averle soddisfatte, con Guariniello, avrebbe già del miracoloso; ma sarebbe sufficiente? Chi è nella stanza dei bottoni deve conoscere gli intricati circuiti che arrivano e partono dalla console: a quali effetti paradossali può dare luogo pigiando comodamente un bottone.

Per esempio, nel caso Stamina i magistrati hanno buttato olio sul fuoco di una guerra tra maghi, sostenendo fortemente entrambe le parti; ma guardandosi dal riconoscerla come una manfrina. In queste ore, Balduzzi ha aperto la strada alle terapie pseudoscientifiche, sostenute da Celentano e Gina Lollobrigida (e da Grillo); affidando la verifica delle cure Stamina agli stessi Spedali Civili di Brescia che le praticano, che è come affidare una perizia giudiziaria all’indagato (non è la prima volta che l’ospedale di questa città di galantuomini assediata dalla mafia ottiene una tale prova di fiducia). Anche l’altro versante, sostenuto dall’azione in sé meritoria di Guariniello, il versante della scienza “post-accademica” [2] cioè tecnicamente competente ma aggiogata a esigenze di profitto, sta come prevedevo [3,4] raccogliendo i frutti del rito tribale: allo stesso tempo è partita in Italia la prima sperimentazione clinica al mondo per la cura con staminali della paralisi sopranucleare progressiva, una malattia rara, che si manifesta clinicamente anche con parkinsonismo, presentata dai media come “una forma grave di Parkinson”.

Questa sperimentazione ufficiale parte sulla stessa onda delle aspettative create col caso Stamina, ma ha tutte le carte a posto. L’obiettivo che si pone è altrettanto ambizioso di quelli della ditta indagata da Guariniello per truffa e associazione a delinquere: al confronto della ricostituzione dei circuiti neuronali, l’ottenere la ricrescita dei capelli nei calvi, o una terza dentizione nell’età adulta, dovrebbero essere giochi da ragazzi. Appare che entrambe le attuali scuole italiane sulle terapie con staminali condividano alcune peculiarità. Non solo i dulcamara ma anche gli scienziati accreditati preferiscono partire dal più difficile, e dal meno facilmente verificabile, anziché andare per gradi cominciando con modelli più semplici e di facile valutazione. Così che anche per terapie ufficiali con staminali come questa vale il commento di Emile Zola a Lourdes davanti agli ex-voto: “Vedo stampelle ma non protesi”.

Finirà che la gente dovrà continuare a pagarsi, come prima e più di prima, sia la dentiera, sia, se malattie neurologiche la rendono non autosufficiente, buona parte dell’assistenza per disabili. I fondi pubblici saranno stati allocati nelle costosissime terapie ufficiali che soddisfano quello che i magistrati pro-Stamina hanno chiamato “il diritto alla speranza”; inclusa la speranza degli investitori di fare soldi sfruttando la credulità popolare con la complicità di chi occupa lo Stato. E c’è il rischio che i beneficati debbano per di più fronteggiare anche qualche tumore impiantato con le staminali.

I magistrati che si tuffano in queste grandi operazioni di marketing biomedico sostenute dallo Stato, che si addentrano nell’antro dello stregone e danno credibilità ad apprendisti o a maestri, mi paiono a loro volta, nel migliore dei casi [5], colpiti da un sortilegio: magistrati “brain in a vat”. Processano, secondo coscienza e secondo il diritto, gli input che vengono fatti giungere loro; input che però non descrivono la realtà, ma ne danno una rappresentazione di comodo.

Un presidente “brain in a vat” (si potrebbero fare anche altri nomi), manipolabile ma non venduto, che serve il potere solo se convinto, è all’atto pratico molto diverso, o molto meglio, dei presidenti burattino? Forse sì; ma anche un ipotetico presidente “brain in a vat”, ancorché onesto, non ci basterebbe per uscire dalla fossa nella quale ci siamo cacciati seguendo i film avvincenti che ci vengono fatti percepire come se fossero la realtà.

1. Giannuli A. Per il nuovo Presidente della Repubblica: torno a proporre Raffaele Guariniello. Blog di Aldo Giannuli, 10 aprile 3013.

2. Ziman J. Real Science. Cambridge University Press, 2000.

3. Gli strani “compagni di letto” di Ingroia. https://menici60d15.wordpress.com/2013/02/13/gli-strani-compagni-di-letto-di-ingroia/

4. L’ambasciatore USA ordina il sostegno al loro complesso magico-industriale. https://menici60d15.wordpress.com/2013/03/20/4753/

5. La corruzione ghibellina di magistratura e polizia. https://menici60d15.wordpress.com/2012/03/24/la-corruzione-ghibellina-di-magistratura-e-polizia/

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Blog di A. Giannuli

Commento al post “Per il nuovo Presidente della Repubblica: torno a proporre Raffaele Guariniello” del 10 aprile 3013

Nell’odierna medicina commerciale l’ambivalenza dei processi biologici si fonde con l’ambiguità della politica; nella “biopolitica” – dove come ha scritto Agamben sbiadiscono le distinzioni tra destra/sinistra, pubblico/privato etc.- mentre ciò che appare viene percepito in termini elementari e manichei, buono/cattivo, la realtà sottostante, quella di un sistema complesso, fa sì che spesso gli effetti di interventi “moralizzatori” siano del tutto diversi da quelli previsti. Pareto ha distinto tra verità, efficacia e utilità di un’ideologia. Il dr Guariniello, insieme ad altri magistrati, offre buon materiale per discutere la natura ideologica di teorie mediche presentate come dogmi al pubblico. Permette di illustrare con esempi (v. il mio sito) come interventi giudiziari apparentemente progressisti e controcorrente, e quindi persuasivi per l’opinione pubblica, “efficaci” secondo Pareto, siano in realtà espressione di ideologie false, o solo parzialmente vere, e lanciate in quanto utili ai poteri economici piuttosto che al popolo che sembrano difendere.

Una nozione che è applicabile anche alla chiusura dell’Ilva di Taranto, dove, in obbedienza a interessi economici e politici, si sta passando dal cancro nascosto al cancro inventato; come mi riprometto di scrivere; non appena riuscirò ad accumulare il fiato necessario date le attenzioni di altri fedeli servitori dello Stato, che un tempo si occupavano di attività che il prof. Giannuli studiava e oggi sono d’accordo con Guariniello su importanti temi di salute pubblica.

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17 aprile 2013

Blog de Il Fatto 

Commento al post “Staminali, Nature: “No a malati come cavie. Italia ascolti monito” ” del 16 aprile 2013

Al convegno vaticano criticato dalla rivista inglese ha aderito Sir JB Gurdon, Nobel 2012 per le sue ricerche sulle staminali. Contemporaneamente al convegno, in USA esce un libro dal titolo “The healing cell: how the greatest revolution in medical history is changing your life” che esalta le promesse scientifiche sulle staminali. E’ scritto da un prete, una dottoressa-businesswoman e un giornalista medico, con forti legami con l’establishment biomedico USA; prefazione di Benedetto 16°. In questo imbroglio, i preti e gli scientisti anglosassoni sono molto più vicini e solidali di quanto Nature, coi suoi toni indignati, non voglia far credere. E’ piuttosto una manfrina tra compari per fare passare il business delle staminali creando aspettative con tecniche di propaganda mediatica. I preti la buttano sull’etica astratta e sul sentimentale; gli scientisti sul metodo scientifico e i regolamenti, che garantirebbero la verità essendo a prova di frode (ma non lo sono, tutt’altro). Gli spettatori ruspanti scelgono la ciarlataneria strappalacrime della Stamina; quelli che si sentono intellettuali e laici, le boriose frodi dell’attuale ricerca biomedica commerciale. L’apparente scontro tra i discepoli di san Francesco e gli adoratori di Newton, i toni roboanti dei due “contendenti”, coprono l’avida ricerca del profitto e la carenza di progressi rilevanti, di prospettive terapeutiche reali, di scienza e di onestà che accomunano entrambi.

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Blog di A. Giannuli

Commento al post “Cucchi, gli operai di Terni e la corporazione giudiziaria” del 7 giu 2013

@ Leonilde. La medicina sta prendendo il posto dell’industria come forma di sfruttamento; spesso a scapito della salute. Credo che sulla posizione della magistratura davanti a reati contro la salute sarebbe salutare non credere alle favole, ma recuperare il concetto marxiano di “sovrastruttura”; sembra che i primi ad averlo dimenticato siano quelli di provenienza comunista.

Le ingiustizie e i reati contro la salute vengono perseguiti se e quando conviene al capitale; altrimenti sono coperti e protetti; in alcuni casi, impedendo a chi si oppone non solo di lavorare, ma di campare. Se possibile, date le attenzioni che i tutori della legalità mi riservano, preparerò un scritto per illustrare il complesso di motivi utilitaristici che ritengo abbiano portato a sdoganare, dopo tanto tempo, la tossicità dell’amianto, consentendo l’azione giudiziaria, comunque meritoria (ma non assolutoria); e come contemporaneamente nuovi danni alla salute siano attivamente promossi e aiutati mediante un’attività criminale delle istituzioni, magistratura compresa.

Sono d’accordo sui rischi di strumentalizzazione delle richieste di controllo dell’operato dei magistrati (il controllo dovrebbe essere in primo luogo preventivo, penso: https://menici60d15.wordpress.com/2011/04/01/il-celibato-dei-magistrati/). E sulla necessità di tutelare l’indipendenza della magistratura; sia dalle forze esterne, sia dalle pratiche venderecce interne.

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24 giugno 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post “SLA, “i primi test con cellule staminali cerebrali sono positivi” del 24 giugno 2013

Spendido. Ormai la SLA e altre malattie neurologiche hanno i giorni contati: è scientifico. Va però ricordato il contributo di preti, magistratura, forze di polizia, politici, amministrazioni locali, giornalisti, e tanta altra parte della meglio società a questa grande impresa, “la più grande rivoluzione nella storia della medicina, che cambierà la vostra vita”, come dice il titolo di un recente libro USA sul tema; prefato da Ratzinger quando era ancora papa. Conoscendo questo Lavoro, oscuro ma prezioso, di sostegno agli Scienziati, non mi sorprende che l’Italia primeggi nel campo delle staminali: le doti di abnegazione e insieme di acume intellettuale, di severo rigore, dura fatica e felice creatività, onestà cristallina, coraggio, tenacia e indipendenza di giudizio, di culto del diritto e amore per l’umanità tutta di cui lo Stivale è pieno sono esattamente ciò che occorre per risolvere un problema come quello posto dalla geniale idea di curare le patologie del tessuto nervoso con cellule staminali. Che il mondo sappia, e si inchini riconoscente. Noi non abbiamo solo la mafia; abbiamo pure quest’altro genere di onorevoli associazioni.

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13 ottobre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Di Grazia “Stamina bocciata, chi è il ciarlatano e chi il genio?” del 12 ottobre 2013

Se si vuole vendere come miracoloso un prodotto che non funziona, un modo per farlo è mandare avanti un compare che faccia il ciarlatano: che ne presenti una versione ancora più scombinata, e che con grandi promesse crei un’aspettativa nel pubblico. Per poi farlo sbugiardare da un venditore credibile, un dottore, uno scienziato, che correggendo gli errori (in realtà inseriti apposta) sembrerà presentare una versione valida del prodotto; che altro non è che il prodotto originale.

La domanda dovrebbe essere chi sono i furbi e chi i fessi. I furbi sono quelli che hanno montato questo finto litigio tra compari, col quale si sono lanciate come possibili e imminenti terapie che sul piano tecnico sono estremamente improbabili. Da quelli che nelle istituzioni hanno dato spazio e visibilità a un Vannoni, a Napolitano che nomina senatore a vita a credito, per futuri altissimi meriti, la Cattaneo; passando per i magistrati e i giornalisti.

I fessi sono quelli che accettano il falso dilemma. Sia i “masscult” che credono che Vannoni sia un genio filantropo osteggiato dall’establishment; sia i “midcult” che ragionano che siccome Vannoni è un ciarlatano allora le staminali della vera Scienza potranno soddisfare promesse fantascientifiche come quella di ricreare il tessuto nervoso.

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@ Ander Elessedil. Tanti come te affermano: a) che l’introduzione di nuove terapie avviene solo su criteri scientifici; b) che è ”impossibile” frodare nella ricerca clinica in quanto la riproducibilità è usata per verificare l’efficacia e prevenire le frodi; c) che la ricerca sulle staminali è indifferente al clamore mediatico.

Si tratta di posizioni molto molto ingenue, che scambiano il catechismo con la realtà. Gli stessi addetti ai lavori ammettono che le cose spesso non vanno così; e ci sono tanti scandali a confermarlo. In questo caso la scienza è spudoratamente al servizio del marketing. Con Vannoni, e con le continue passerelle mediatiche degli scienziati, si è introdotto un bias nella ricerca, che vizierà ipotesi, finanziamenti e interpretazioni. Si dovrebbe ormai prevedere anche un “cieco” delle aspettative, proibendo questi clamori, volendo essere davvero scientifici.

Prevedere futuri successi medici (e dargli un seggio in senato) è antiscientifico (e opposto al principio costituzionale di tutela della salute).

La stessa puerile teoria delle staminali come “mattoni magici” calpesta la “textbook science”, ciò che già si sa sulla biologia dello sviluppo. Come è stato osservato, con le staminali basterebbe usare modelli animali, per applicare ciò che dici; invece sia Vannoni che gli “oppositori” vogliono subito passare all’uomo, e al più difficile (e meno facilmente verificabile): il tessuto nervoso; come a Lourdes, dove Zola osservò che vedeva “stampelle ma non protesi”.

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@ Ander Elessedil.

1) La medicina attuale bara sul metodo scientifico. Per esempio: Elshaug AG, et al. Over 150 potentially low-value health care practices: an Australian study. Med J Aust 2012; 197: 000-000. doi: 10.5694/mja12.11083.

2) “è assurdo” non è un argomento.

3) Nominare senatore a vita non chi ha ottenuto grandi risultati ma chi propugna terapie non dimostrate è dannoso per i cittadini; e probabilmente anticostituzionale, creando il merito anziché riconoscerlo e viziando la ricerca medica con pregiudizi che potranno riflettersi negativamente su efficacia e sicurezza delle terapie. Parlare di antipatia personale è di bassa lega come del resto il tuo tono.

4) Antiscientifico è parlare a priori di futuri successi. Un’ipotesi comunque deve essere coerente coi dati noti; se non lo è in partenza è capzioso sostenere che occorre attendere il responso de “la Scienza” per criticarla.

5) L’articolo de Il Fatto che citi è un esempio deontologicamente censurabile di cattivo giornalismo medico, che lascia intravedere risultati senza reali basi.

Grazie per il consiglio di leggere; non posso ricambiarlo perché da come ragioni mi pare tu appartenga alla categoria di quelli che non traggono beneficio dagli studi. Beneficio in termini intellettuali. Poi su come rimediare la pagnotta ognuno si regola come crede e come può.

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@ Ander Elessedil. Lo stesso Garattini considera che su 8500 farmaci solo un centinaio sia davvero utile. Sul metodo scientifico in medicina vedo che tu a Vannoni avete idee molto molto vicine: è scientifico, e sacro, quello che pare a voi.

Sul tuo giudicare come assurdo che il caso Stamina sia un marketing stunt che deve surrogare l’inconsistenza scientifica delle staminali, mi pare che tu come tanti associ un’eccessiva fantasia sulle potenzialità delle staminali a un atteggiamento bigotto su come va avanti la scienza medica.

La nomina di un senatore a vita, “per incoraggiamento” (G. Napolitano), che incide su un campo scientifico e medico (e su un grosso business) in fieri riguarda certo la Costituzione.

Non bisogna essere né ottimisti né pessimisti nel comunicare i risultati al pubblico. Bisogna dire la verità e non creare false speranze imbastendo favolette a proprio vantaggio.

La sperimentazione non è un rito che ha la sua efficacia nell’essere celebrato. Mostrami tu che le staminali risolvono una perdita di tessuto cerebrale nell’animale e poi ne riparliamo. E non leggere troppo.

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@ Ander Elessedil. Sei tu che confondi medicina e scienza. Gli errori sistematici nella pratica medica non sono “scienza”, come sventatamente affermi. Sono colpe, frodi o omicidi. Le persone non sono cavie.

Sì, tutti complici, allineati e coperti, di un modesto sistema per sbarcare il lunario, come in altri campi di una medicina resa ipertrofica a gracile dalla ricerca esasperata del profitto.

Ovviamente la mossa quirinalizia a te sta bene.

La favoletta è comunicare al pubblico di poter ricostruire tessuti stabili come cuore e cervello a fini terapeutici, tacendo dei vincoli biologici che ostacolano il progetto e in assenza di risultati sperimentali sufficienti.

Lo affermo ancora: non si dovrebbe passare all’uomo senza prima avere prove solide su animali. Ma si è sviluppata un’arte, detta “ricerca traslazionale”, per saltare da dati di laboratorio insufficienti alla clinica. Arte che include cose come la libera uscita a Vannoni, la nomina a senatrice di Cattaneo, il tuo atteggiamento borioso e sguaiato e sapessi quanto altro ancora.

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@ Ander Elessedil. Non basta che una terapia sia sostenuta da basi scientifiche. Le basi devono essere valide. Lo screening per il cancro della prostata ha “basi scientifiche” secondo la tua definizione. Per il direttore scientifico dell’American Cancer Association, Brawley, “ha una probabilità 50 volte maggiore di rovinarti la vita che di salvartela”. Sì, sto parlando anche di omicidio. E non è certo la prima volta che il male nasce dalla mediocrità che esemplifichi.

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@ Ander Elessedil. In medicina quello che è valido oggi può essere superato domani; ma, sul piano etico, non può essere riconosciuto come nocivo domani; come invece sta avvenendo in tanti casi. E a ciò, e ai conseguenti omicidi, portano visioni paranoidi come la tua di una medicina come pura pratica scientifica.

Vuol dire che se si dice alla popolazione sana di eseguire un programma di screening, bisogna essere certi dei benefici. Non si può dire 30 anni dopo “Ci siamo sbagliati, la Scienza ci ha parlato ancora e ora sappiamo che fa più male che bene”.

La paranoia è una diagnosi psichiatrica. Bisognerebbe evitare di affibbiare diagnosi psichiatriche a quelli con cui si discute. Nel tuo caso non dirò che sei sociopatico ed ebefrenico. Ma che non brilli per onestà e vigore intellettuale.

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@ Ander Elessedil. Non è stato affatto un processo “scientifico dalla prima all’ultima fase.”. Le manipolazioni (inclusi gli attacchi ad personam verso chi le denunciava) non si contano (Gotzsche. Mammography screening. Radcliffe 2012). E’ stato un enorme business che si è impadronito della scienza e le ha fatto produrre le pezze d’appoggio. La Scienza poi serve anche come alibi: chi non se ne fida è paranoico, secondo certi suoi chierici. Per te la scienza sono gli articoli scientifici coi grafici e le tabelle. Un’idea chiara, ma falsa.

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@ Ander Elessedil. Essendoci già state delle frodi e manipolazioni, – strutturali, non semplicemente di singoli – che hanno causato danni rilevanti, non è spropositato chiedersi se la cosa si ripete con le attuali promesse sulle staminali. Non è blasfemo. Non corrono “anni-luce” tra le frodi dell’altro giorno e l’oggi. Un anno luce sono oltre 9400 miliardi di Km; è vero, il tuo non è un eufemismo; è un’altra cosa. Mostri bene come proclamandosi sacerdoti della scienza se ne possa fare l’uso più disinvolto e sgangherato. Mostri come la scienza venga usata come foglia di fico per un sostanziale laissez-faire nel business sanitario.

E confermi quanto dico sul caso Stamina: tu e gli altri propagandisti delle staminali siete facilitati nello spararle così grosse dal paragone con Vannoni sul piano etico e scientifico; paragone che è stato imposto con un caso costruito a forza. Rispetto a lui potete fare una certa figura. Ma rispetto agli standard veri, dovete ringraziare la generale corruzione dei poteri dello Stato.

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@ Ander Elessedil. La burocrazia nella ricerca medica serve più da barriera al mercato che come controllo etico. Se lavori scientifici mostrano che la medicina non rispetta gli standard scientifici ai quali dice di attenersi, la cosa resta, anche se tu decidi che la prova è inammissibile.

Stamina è magia; praticata nel secondo miglior ospedale d’Italia, secondo la classifica Agenas. Per maggiori dettagli v. “Gli strani ‘compagni di letto’ di Ingroia” e “La frode delle staminali”, nel sito che porta il mio nome. Anche la versione ufficiale comunicata al pubblico sulle staminali è magia, rispetto alle conoscenze di biologia dello sviluppo. La prima è magia alla Wanna Marchi; la seconda ricorda i racconti di fantascienza di Asimov, che era anche docente universitario di biochimica.

Riguardo alle mie “paranoie”, prendo atto che sei tra quelli che emettono di queste diagnosi. Sul tuo status di anticomplottista volontario e non pagato, guarda, lo dico senza ironia, lo dico letteralmente, che esiste un mercato per questo servizio alle imprese.

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@ Ander Elessedil. Quello che ti posso dare, in cambio della promessa di non ammorbarmi ulteriormente, è il consiglio di imparare a distinguere tra normativo e descrittivo. Per te i comitati etici chiamandosi così sono etici, la burocrazia deve proteggere il cittadino e quindi lo protegge, etc. Per le tue aspirazioni a ricevere uno stipendio da quelli che beneficiano della tua opera indefessa, buona fortuna.

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@ Ander Elessedil. Anche come buttafuori sei parecchio gracilino. Chissà, un domani, con le staminali…

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@ alienMIT. Chi teorizza che sia un’idea inconcepibile, da burlare come stortura mentale, la possibilità che il potere inganni i cittadini, non sembra avere reazioni cutanee marcate; è del genere che non arrossisce.

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@ Darsch. Gli anticomplottologi sono dei ruffiani senza vergogna. Così è più chiaro?

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@ Darsch. Nuove professioni e antichi mestieri: l’anticomplottista.

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@ Darsch. Bene, lei “adora” individuare “menti piccole”, e farle “scaldare”. E paragona questo piacere a quello che trae dall’osservare le lampade al plasma.

E’ utile cominciare a delineare i tratti caratteriali di quella particolare varietà di prosseneta che è l’anticomplottista; cioè chi, per calcolo o per inclinazione naturale, tende ad ottenere meriti presso il potere attaccando sul piano personale quelli che ritengono di avere compreso alcuni inganni del potere e comunicano al pubblico le loro tesi.

Gli attacchi consistono principalmente nello spiegare le teorie “complottiste” come manifestazioni di gravi disturbi mentali, principalmente la paranoia (patologia che può giustificare un TSO); o come espressioni di una carenza intellettiva e morale tale da giustificare il disprezzo. Sono accompagnati da atteggiamenti altezzosi e provocazioni. Gli attacchi hanno un potenziale intimidatorio e una carica pedagogica; anche sul pubblico, che viene educato a scegliere le idee non in base al merito, ma alla popolarità; e a coltivare non il dubbio, ma il gregarismo.

Continui pure, e se vuole mi parli ancora di lei. Quando ha cominciato? Come si è associato alla compagnia delle staminali?

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@ Darsch. Raccolgo i miei post sul mio sito, menici60d15. C’è una pagina “la frode delle staminali”. Io non sostengo nessun “magico guaritore”: ma che in questa vicenda il più pulito – che resta da individuare – ha la rogna.

Complimenti per la bella vita. Finora ha commentato che dico supercazzole, che ho una mente piccola e facile da destabilizzare, e mi ha falsamente attribuito un sostegno a “magici guaritori” (chi, Vannoni o Cattaneo?). Me lo vuole mostrare un pensiero suo sul tema, cioé la vicenda Stamina? Se non è troppo fuori tema.

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@ Darsch. Un anticomplottista puro. Solo fango, senza infingimenti. Signor Darth lei rappresenta una importante risorsa per la ricerca scientifica sul ruffianesimo. Sul marketing ha ragione. In letteratura si registrano altri casi di discussioni pseudo-bioetiche montate ad arte, a suon di milioni di dollari, da ditte di pubbliche relazioni pagate da case farmaceutiche per fare apparire efficaci terapie che non lo erano (Eichacker et al. Surviving sepsis – practicing guidelines, marketing campaigns and Ely Lilly. NEJM, 2006. 335: 16.). Speriamo che la magistratura continui a dormire, altrimenti addio vita beata.

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Non mi attribuisca una fiducia nella magistratura che non ho affatto. “Contestiate”? Quando ci si trova contro certe mafie si è soli. Io ho citato la magistratura dopo che nei miei scritti ho prodotto evidenze che avrebbero già dovuto dare luogo a un suo intervento. E, comportamenti mafiosi delle istituzioni permettendo, ho intenzione di produrne ancora: questa storia delle staminali è un giacimento, non d’oro, non di platino, ma del materiale del quale sono fatti i sogni degli uomini, e i disegni degli strozzini, sulla medicina.

Lei invece la cita in risposta, un po’ come come quei signori che replicano “Vada dal magistrato” (N. Dalla Chiesa, Manuale del perfetto mafioso). Ieri 15 ott c’è stata una telefonata di solidarietà del papa a dei malati che vogliono le terapie Stamina.

Quali che siano gli esiti delle loro eventuali indagini, su un campo sul quale si stende l’ombra della bandiera di interessi economici abituati a spadroneggiare senza temere la nostra magistratura, spero una cosa. Vedo che lei si è già messo a puntare la parola “marketing”. Esistono delle ditte di pubbliche relazioni (multinazionali, non piccoli studi professionali come Vannoni), che nel lanciare prodotti medici “blockbuster” impostano campagne di marketing basate sulle
tecniche amorali e a volte immorali della persuasione pubblicitaria; l’immagine popolare della “Scienza” viene ampiamente sfruttata a questi fini. Spero che per lo meno i magistrati non concedano a voi anticomplottisti anche di far passare quest’altra realtà come i fantasmi di menti malate.

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Vediamo un po’. “Complesso” del “Super eroe”. Mi ci sono trovato; pensi che credevo che la medicina e la ricerca medica mi mettessero al riparo dalle porcherie del mondo. Non saranno piuttosto ad essere delle “mezze pialle” quelli come lei, capaci di diffamare e insultare per pagine e pagine coloro che sostengono tesi che ostacolano affari illeciti, senza parlare mai del merito delle tesi?

Al mondo ci sono anche diverse persone semplicemente oneste; certo che chi fa un lavoro come il suo tende psicologicamente a negare che ciò sia possibile e che sia una forma di normalità.

Non mi pare di esercitare alcun brigantaggio; se resisto ai tanti malfattori di passo, spesso stipendiati con denaro pubblico, è grazie al disgusto che mi danno. Su Vannoni, non cambi le carte in tavola: sta semmai dalla sua parte, non dalla mia. L’immagine popolare della scienza, ridotta a un fumetto per accalappiare clienti, l’hanno resa malconcia quelli dell’associazione della quale lei fa parte, non io.

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7 novembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di U. Bardi “Ricerca: troppe leggi (non fisiche) rovinano la scienza” del 7 novembre 2013

Il metodo Stamina è sì da “Italia dei pifferai”, come lei, docente di chimica, lo definisce; ma ciò anche perché è servito da catalizzatore alla frode ufficiale sulle staminali, quella della ricerca ufficiale, che anche grazie a Stamina può per confronto atteggiarsi a scienza seria mentre fa promesse strabilianti e ingiustificate (v. La frode delle staminali http://menici60d15.wordpress.c… su http://menici60d15.wordpress.c…. Il caso Stamina si può paragonare anche a quelle reazioni chimiche che la natura o l’uomo accoppiano ad altre che altrimenti non potrebbero avvenire. Sarebbe anche utile richiamare il carattere combinatorio e multifattoriale, e le proprietà emergenti, dei processi chimici, come antidoto alla favola preformista di una “potenza” intrinseca delle cellule staminali. Le leggi, o i vincoli, della biologia dello sviluppo che imporrebbero di non lanciare promesse messianiche sulle staminali non sono rispettati da nessuna delle 2 scuole “neoalchemiche”, Vannoni e scienza ufficiale, che dandosi battaglia stanno assieme lanciando il business delle staminali. Lo Stato fornisce un servizio completo, dalla promozione di Stamina a quella della ricerca “invece” seria con la senatrice a vita per meriti futuri, alla repressione del dissenso. In questo business tecnologico, di leggi giuridiche e di diritto degni di questo nome non ci sono che quantità omeopatiche.

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4 dicembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post “Stamina, il Tar accoglie ricorso Vannoni contro nomina comitato scientifico”

Le staminali di Vannoni e di alcuni magistrati sono il Pacco. Le staminali della sen. Cattaneo e di altri magistrati sono il Contropacco.

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4 dicembre 2013

Blog de il Fatto

Commento al post di D. Pretini “Senatori a vita, Forza Italia fa rinviare la convalida: “Chiarire i loro meriti” “

Paragonare le nomine per merito al livello medio del Pdl è come paragonare B. a Bokassa e concludere che è un filantropo. Cambiano i personaggi, ma la telenovela continua, sotto la stessa regia. Elena Cattaneo non ha ottenuto risultati scientifici che possano essere definiti “altissimi meriti”. Ha però “meriti” politici: rappresenta il futuro dell’Italia, quello di un Paese de-industrializzato, in mano a potentati economici esteri, dove è centrale per l’economia la medicina, con le sue frodi, come quelle basate sulle promesse di resurrezione dei tessuti a struttura complessa mediate le staminali. Promesse tanto seducenti quanto assurde, e nocive per la tutela della salute. Come senatrice a vita, sganciata dal controllo popolare, potrà operare in tale senso; tra gli applausi degli astuti italiani che pensano che la Cattaneo li farà vivere 100 anni, così come hanno pensato che B. li avrebbe arricchiti.

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18 marzo 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Gianbartolomei “Stamina, Davide Vannoni patteggia condanna a un anno e dieci mesi”

Parlare di “trionfo della scienza” perché finalmente si sono fermati soggetti “in divisa da ladro”, e gli è pure stato dato un paterno scappellotto, è come dare una cattedra di fisica per chiara fama a chi risponde “ma va la’ ” a quelli che credono che si possano piegare i cucchiai col pensiero. La corrotta ricerca biomedica ha bisogno di essere definita a contrario, non per i propri comportamenti e meriti, ma facendola apparire come baluardo all’oscurantismo; questo connubio teatrale, dopo tanto torpore, di “giustizia e scienza” appare piuttosto essere la manifestazione di una sotterranea intesa tra magistratura e grande business biomedico. Del resto lo Stato occupato dai corrotti si giova dall’essere definito non per la sua aderenza alla Costituzione, ma come l’opposto del terrorismo e della mafia; che quindi quando occorre aiuta sottobanco. Analogamente, prima di fare la faccia severa lo Stato ha permesso per molti anni a una volgare truffa di spacciare le sue assurdità ai malati e ai familiari. E – cosa perfino peggiore, ma che viene taciuta – di impiantare così nel pubblico aspettative false ma sentite sulla cura delle malattie; di rendere “regnant social expectations” (Callahan) le promesse irrazionali della scienza ufficiale sulle staminali; a vantaggio di quegli affari illeciti, troppo grandi e sofisticati per essere semplicemente definiti ciarlataneria, che i nostri magistrati, candidi come colombe, identificano con la “scienza”.

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14 aprile 2015
Blog de Il Fatto
Commento al post di Marco Bella “Sindone: quando la storia può essere rigorosa quanto la scienza”

Vorrei chiedere agli storici e ai sociologi se la presenza della Sindone a Torino abbia influenzato l’esoterismo laico, cioè massonico, per il quale è nota questa città, stimolando, nello stesso campo del magico, del misterico, una reazione di segno opposto; o parzialmente contrario, dati i legami tra i due gruppi di potere. Es. l’importante museo egizio.
Questa “guerra tra maghi” mi sembrerebbe un paragone un poco più calzante del contrasto tra dibelliani e oncologia ufficiale, che non quello tra dibelliani e “autenticisti” uniti contro la Verità Scientifica avanzato da Marco Bella. Il cancro è una risorsa economica prima di essere un oggetto di studio scientifico. L’imponente scienza del cancro è una scienza debole, viziata dal “profit motive” e intrisa di fideismo scientista, che fa da paravento e strumento a enormi interessi economici. Una “scienza” che quanto ad applicazioni, cioè cure, con rare eccezioni gira a vuoto, o gira al contrario, in senso iatrogeno, e fa così ottenere guadagni sempre crescenti a danno dei pazienti. I progressi terapeutici reali sono modesti, e di cancro si continua a soffrire e morire. Una scienza che, come nel caso Stamina, si fa bella paragonandosi alla ciarlataneria e alla superstizione non potendo splendere di luce propria. Una “scienza” che, irrazionalmente, fa dei torti altrui le proprie ragioni.

@ Gianni Monroe. Vede il suo non è solo un arbitrario relativismo etico. E’ un relativismo epistemico, nell’interpretazione dei fatti. Ed è un “relativismo” coerente con la frode. Per lei l’establishment scientifico (Tomatis), che come è costume dei benpensanti lei chiama “comunità scientifica” è una forza buona che smaschera le vergogne. Invece i dati indicano che la sua forza buona è in forte conflitto di interesse, essendo condizionata dall’industria, e le vergogne contribuisce a crearle e a nasconderle. Non si dovrebbe contare sul buon cuore della “comunità scientifica” per impedire le stragi per frodi biomediche, delle quali casi come il Vioxx sono la parte visibile dell’iceberg, imponente e tuttavia minoritaria rispetto a ciò che non si vede. Affidare la custodia del pollaio alle volpi in termine tecnico si chiama “cattura normativa” (una delle finalità di quella tragedia e farsa del caso Stamina). La si può rivestire come fa lei con panni filosofici, di uno scetticismo sulle fondamenta, a suo dire elusive, dei principi per i quali es. non si può uccidere una persona per impossessarsi dei suoi beni; ma restano sofismi che danno forma estetica a sovrastrutture culturali che coprono forme di sfruttamento parecchio brutte.

Lei dà come entità primitive l’indifferenza dei valori morali, che non sarebbero che mere convenzioni sociali, e allo stesso tempo la “bellezza” della “comunità scientifica”, che ci proteggerebbe dalle frodi. La frode c’entra perché con questa “business ontology” così svergolata uno dei principali attori della frodi biomediche strutturali, l’establishment scientifico, viene posto in una posizione privilegiata di controllore delle frodi stesse. Così es. basta fare in modo, con la compiacenza e la partecipazione delle istituzioni dello Stato, che a Stamina, una banale frode che normalmente sarebbe durata 30 minuti, il tempo dell’arrivo del maresciallo dei CC, vengano invece fatte assumere dimensioni giganti, per poter presentare per contrasto una comunità scientifica corrotta come il baluardo contro la ciarlataneria; con magistrati come Guariniello e Santosuosso che come lei commentano inneggiando alla “scienza” quando dovrebbero controllarne gli abusi, coonestando una cattura normativa che è anche “deep capture” (Hanson e Yosifon), cioè cattura culturale.

Invece per me non c’è bisogno della filosofia per assumere che la medicina non deve nuocere al paziente a favore di chi la vende. E occorre prendere tristemente atto (v. Gotzsche, cit.) che la ricerca scientifica ai nostri giorni non è la cura, ma è parte della patogenesi. La volontà di rappresentare posizioni, interessi, e rapporti di forza senza infingimenti è già un orientarsi verso la soluzione.

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17 maggio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post “Epatite C: pm indaga sui fondi non ricevuti dalle Regioni per pagare farmaco”

Nella storia dell’epatite C è costante, fin dalla nascita, lo squilibrio tra l’esilità e le anomalie delle evidenze scientifiche da un lato e dall’altro la brillantissima performance economica, mediata da un massiccio uso del marketing e da straordinarie fortune politiche. Vi è già stato, in altri paesi, un ruolo determinante dei giuristi nella “costruzione della malattia tramite la legge”, è stato scritto a proposito della strana natura di questa entità nosologica. Il farmaco per il quale il PM Guariniello ora indaga per omissione di cure, “la cura da 1000 dollari a pillola” è così costoso da essere in grado, è stato osservato, di mandare in bancarotta l’intero sistema sanitario, e non solo quello italiano. Comunque stiano le cose sull’onestà dell’offerta di cure, e su eventuali complicità istituzionali, visto che questa azione giudiziaria incide così profondamente in campo politico, condizionando l’allocazione delle risorse pubbliche destinate al diritto alla tutela della salute, andrebbe chiesto al PM Guariniello, e agli altri magistrati che volessero emularlo, di presentare gli elementi sui quali basano l’assunto che il farmaco è appropriato ed efficace; e la convinzione che il farmaco sia così appropriato ed efficace che i termini del suo uso vadano imposti dalla magistratura.

@ Elisabetta Picchietti. Un conto è esigere dallo Stato la miglior tutela possibile della salute, un altro è accettare che questa richiesta venga orientata a favore degli interessi dell’industria e della finanza. IL PPI (patient and public involvement) è una strategia per la commercializzazione e la privatizzazione della medicina – dettata da istituzioni come l’OCSE, la Banca Mondiale, la UE – che contrariamente alle apparenze va contro gli interessi dei pazienti e del pubblico (Tritter J et al. Globalization, markets and healthcare policy. Routhledge, 2009.).

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20 giugno 2015

Blog di Aldo Giannuli

Commento al post “Dalla Prima alla Seconda Repubblica in Italia”

In medicina è detto “never events” quel genere di errori che non dovrebbero accadere mai: amputare la gamba sana invece che quella in cancrena, somministrare a Tizio le cure destinate a Caio, lasciare un tampone nell’addome, etc. In campo politico e amministrativo ci sono never events che sono indice non di negligenza ma di dolo. E che si spiegano con la subordinazione dei poteri dello Stato a poteri economici sovranazionali. Es. l’avere lasciati indisturbati i black bloc a Genova [1].

E’ stato un never event anche l’aver fatto passare nel SSN e sui media, per anni, la ciarlatanesca e spudorata “terapia” Stamina, ignorando le pur tenui barriere “scientifiche”; e superando le barriere politiche, molto più robuste, per le quali se a politici, clero, polizia, magistrati non sta bene in Italia non si può neppure attraversare liberamente la strada. Un “errore” incredibile, che trova la sua spiegazione in un’operazione di marketing di magistratura, polizia, politica (non senza l’ombra dei sevizi) a favore del business biomedico [2]. In questi termini sono spiegabili anche altri interventi di magistratura e polizia, come la distruzione di Pantani [3] o l’intervento forte e tardivo sui veleni dell’ILVA [4]. Attualmente ci sono gli estremi per sostenere che abbiamo i CC e Guariniello (che il prof. Giannuli vorrebbe al Quirinale) che esercitando l’azione penale spingono a favore di quella che può essere la maggiore singola truffa a danno del contribuente e del cittadino, le terapie a colpi di centinaia di milioni di euro per l’epatite C.

Osservando questi fenomeni, sono giunto alla conclusione che in campo medico magistrati e forze di polizia operano, ancor più dei politici, a favore di interessi illeciti del business medico [5]. Una tesi che trova riscontro in quella di Giannuli per la quale la globalizzazione neo liberista comporta una “alleanza diretta tra il potere finanziario e gli apparati tecnici dello stato (polizia, magistratura, servizi segreti) e confina il potere politico ad una funzione meramente servente” in un “nuovo blocco storico che indichiamo come “l’alleanza tra la spada e la moneta” “.

Restano nascoste sotto alle concezioni ingenue e rassicuranti su medicina, magistrati e polizia le conseguenze negative dei servigi resi dalla penna e dal manganello a poteri che, paragonabili a organizzazioni mafiose [6], determinano come curare le malattie. Mentre la gravità delle conseguenze dovrebbe portare a identificare in questi rapporti patologici tra potere giudiziario e moneta medica un pericoloso focolaio di corruzione.

1 Fracassi F. G8 Gate. Alpine studio, 2011.
2 Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale. *
3 Per cosa è morto Pantani. Lo sport e il marketing farmaceutico. *
4 Ilva. Dal cancro nascosto al cancro inventato. *
5 Nuove P2 e organi interni. *
6 Gotzsche P. Deadly Medicines and Organised Crime. Radcliffe, 2013.

*nel mio sito.

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25 agosto 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post “Morto dopo TSO: “Soldi non aveva patologie al cuore, morto per ipossia”. Titolo mutato in “Morto dopo Tso: “Soldi ucciso da ipossia dovuta a compressione del collo” dopo avere postato il commento

“Morto dopo TSO: “Soldi non aveva patologie al cuore, morto per ipossia”. “Quando si accerta la causa di morte, è importante ricordare che riportare il solo meccanismo di morte non è accettabile”. (Prahlow J. Forensic Pathology for Police, Death Investigators, Attorneys, and Forensic Scientists. Springer, 2010); ciò dovrebbe valere anche per la comunicazione al pubblico dei riscontri autoptici.

Si distingue tra “modalità di morte”: es. omicidio. “Causa della morte”: es. strozzamento; così si chiama la compressione del collo che l’omicida effettua senza ausili meccanici (con es. un laccio è strangolamento). “Meccanismo della morte”: es. la conseguente ipossia, cioè insufficiente apporto di ossigeno ai tessuti, che può a sua volta derivare da molteplici percorsi causali. I tre aspetti rappresentano una scala di crescente dettaglio sul piano biologico, che è utile o necessario percorrere nei due sensi per l’accertamento delle responsabilità.

L’enfasi sul meccanismo di morte può venire utilizzata per annacquare le responsabilità, secondo la tattica, frequente sia in medicina che in campo giudiziario, dell’esibire una precisione tecnica per ridurre l’accuratezza sostanziale. Es. “ipossia” o “anemia cerebrale acuta” (in grassetto nell’articolo) suonano meglio che “strozzamento”; e prospettano le acrobatiche scappatoie patogenetiche la cui sussiegosa costruzione è prevista nella licenza di illegalità rilasciata ad alcune categorie, come le forze di polizia o gli psichiatri.

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24 dicembre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post “Raffaele Guariniello, il pool su lavoro e salute continua senza di lui. Spataro apre bando per coordinatore”

Il 5 dicembre scorso a un convegno con Guariniello un magistrato ha paragonato gli inquinatori a chi intossica gli altri fumando in ascensore. Il fumo è un importante agente cancerogeno per chi fuma; occorre riflettere sul perché chi lo dimostrò, Doll, sia stato lautamente pagato sottobanco per 20 anni dall’industria chimica. Il fumo passivo invece appare essere un rischio gonfiato (Penston, Stats.con). Così si addossano su un solo cancerogeno anche colpe non sue, distogliendo dagli altri; mostrando solo il fumo si scarica la responsabilità sul pubblico (il cancro colpa dei “lifestyles”). Si contribuisce alla paura che spingerà verso il controverso screening per il cancro del polmone, che può divenire una forma legalizzata di ciò che Brega Massone ha fatto in maniera spudorata.

Occupandosi di salute un magistrato può ottenere insieme la gratitudine di potenti interessi illeciti e il plauso del pubblico. Se volesse farlo sine spe avrebbe vita dura. Dovrebbe essere consapevole del rischio di strumentalizzazione; di come reti patogene complesse possono paradossalmente essere mantenute e aggravate considerando ed esagerando solo alcuni dei nodi (o inventandone); che a lanciare l’allarme solo su Scilla, l’inquinamento, si spinge la gente nella Cariddi delle sovradiagnosi. Che vi sono sforzi per ottenere la “cattura normativa” da parte di grandi interessi, e anche la “deep capture”, la cattura culturale, così che chi controlla finisce per lavorare per il controllato.

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3 novembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Fabbretti “Omicidio Bruno Caccia, perché dopo 33 anni manca ancora la verità”

Forse alcuni omicidi eccellenti hanno avuto, al di là dei moventi contingenti, al di là della criminalità che ha fornito gli esecutori, una funzione politica di “pulizia antropologica”: sono serviti a marcare come proibiti alcuni tipi umani. Nel capitalismo alcuni tipi umani, tra i quali il magistrato integerrimo, sono un’anomalia sistemica e non devono esistere, ha scritto Castoriadis. Il fatto che dopo 33 anni “manchi ancora la verità” da parte di quelli che dovrebbero essere i colleghi di Caccia sembra confermare che uccidendolo sia stata soffocata una varietà rara, una autentica diversità antropologica, impedendo che si riproducesse con l’esempio e l’insegnamento.

Commento al post “Roma, Guariniello possibile capo gabinetto di Raggi: “Sto decidendo””

Guariniello e i 5S hanno in comune due tratti congiunti. Da un lato non sono compromessi col generale mangia-mangia casareccio, e hanno qualche merito nel contrastarlo. Dall’altro tendono a perorare cause che sembrano progressiste e invece finiscono puntualmente per favorire i poteri forti più potenti. I 5S hanno appoggiato Stamina, Guariniello, molto lentamente, l’ha contrastata. Il duetto tra i due cori, durato anni, ha costituito una mega-propaganda a beneficio delle staminali ufficiali (v. “Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale”).

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22 maggio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Giuseppe Conte e il caso Stamina: nel 2013 fu legale della bimba che i genitori volevano curare con i metodi di Vannoni”

Stamina è stata una operazione di marketing, e una farsa criminale, gestita dallo Stato a favore dei poteri forti. Si è inscenato uno scontro tra due modi diversi, ma non mutualmente esclusivi, e anzi complementari, di lucrare sulla medicina a danno della salute e dei beni dei cittadini. Va contro la salute la parte in commedia del protagonista , di chi come Conte spinge per la “libertà di cura”, tipico ideologismo liberista che sembra progressista ed è un bidone; corrispondendo di fatto alla “libertà di truffa” (questo carattere ‘bifronte’ è ricercato dalle forze che servono il potere fingendo di stare dalla parte della gente). Va contro la salute anche la parte dell’antagonista; di chi, come la papabile alla presidenza del consiglio Cattaneo*, ha usato una truffa livello Vanna Marchi come standard negativo per propagandare e dare credibilità alle promesse “scientifiche” ufficiali, sofisticate ma anch’esse ciarlatanesche, sull’asserita individuazione del giacimento aurifero della rigenerazione di parti di organi solidi tramite staminali. E’ contro la salute anche il ruolo dei macchinisti di Stato che dietro le quinte hanno alimentato e retto il gioco per anni; e si sono occupati inoltre di reprimere le voci che lo avrebbero messo a rischio, con sistemi da codice penale che troverebbero l’approvazione dei mafiosi che dicono di combattere.

Vedi: Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale.

*Gastaldi G. Il Fatto, 7 mag 2018.

@ luigiboschin. Li conosco i fatti. E Iacona, che una volta ha parlato di “apertura di prateria per noi giornalisti” in campo biomedico, non è una fonte molto attendibile. Semmai tu dovresti spegnare la tv e leggere materiale di prima mano; anche sulle gravi responsabilità dei giornalisti nelle frodi mediche; su come le notizie giornalistiche false o distorte costituiscano atto medico e provochino danni alla salute su scala collettiva; e sui “conflitti di interesse” tra verità e multinazionali generose e riconoscenti che corrispondono ai grassi e verdi pascoli di Iacona.

@ luigiboschin. La tua figliola non ha “i FATTI”, come scrivi, e neppure ha i fatti; anche se ha lavorato da giornalista insieme a un PM. Questa collaborazione conferma piuttosto quanto denuncio. Una giornalista non dovrebbe “lavorare insieme a un PM” come scrivi; ma di fatto è successo questo, nell’ambito di un’operazione di marketing di Stato che ha diffuso false concezioni a favore di business illeciti. E dove Iacona e coll. hanno fatto la loro parte. A danno del pubblico; mentre ne hanno beneficato in diversi, inclusi magistrati e giornalisti; che in effetti lavorano insieme, in questi casi. Una sociologa della scienza, Jasanoff, ha osservato come la propaganda medica tragga credibilità dagli interventi giudiziari. Quello che dici di non capire sul lavoro di tua figlia è il genere di concetti definito da Maynard Keynes: “è difficile fare capire una cosa a qualcuno il cui stipendio dipende dal non capirlo”. A non capire certe cose ci si guadagna; fino ad arrivare a Palazzo Chigi. Mentre a non farsi i fatti propri si hanno seri guai. In USA c’è un dibattito sui conflitti di interesse dei giornalisti biomedici (c’è anche chi parla di “checkbook science”). Es. “Real harm to real people from shoddy PR news releases” Health News Review, 19 gen 2016. Da noi c’è chi sostiene l’incomprensibilità del concetto mentre vanta una collaborazione col celebre Guariniello.

@ luigiboschin. Tu vai all’insediamento del presidente degli USA. Ah no, quello era Gelli, con Carter. Tu vai a cena da Donald Trump. Holy canasta. I’m impressed. Interessanti i legami multipli di tua figlia giornalista, con Guariniello, Iacona, e l’entourage di Trump. I soldi del canone RAI obbligatorio sono spesi bene. Le compagnie farmaceutiche uccidono impunemente; “are getting away with murder”. Sono le parole del tuo amico Trump, Che però si è subito dimostrato ottimo amico di quelli che chiama assassini, mettendoli in posti di governo importanti e legiferando a loro favore. Credo che sia la stessa tecnica dei “populisti” (in realtà, demagoghi) nostrani; e quindi la partecipazione alla farsa criminale Stamina fa curriculum. Buona fortuna a voi che “la vita la viviamo in diretta” (ma attenti agli effetti omicidiari della medicina che servite).

Commento agli auguri di Pasqua 2013 del vescovo di Brescia su Youtube

31 March 2013

C’è anche chi dice di vedere Gesù, e lo annuncia, ma non riconosce l’Uomo. Uno dei modi per svilire la persona umana è anteporle un Dio e dirsene rappresentanti. I trascorsi rapporti tra la gerarchia ecclesiastica che ha espresso il nuovo papa e la giunta militare argentina sono un esempio di come per il Dio dei preti il gregge è bestiame. Il bastone pastorale è prossimo alla picana.

L’ambasciatore USA ordina il sostegno al loro complesso magico-industriale

20 March 2013

20 marzo 2013

Appello al popolo

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AltanAnticancro

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Le distinzioni politiche tradizionali (come quelle fra destra e sinistra, liberalismo e totalitarismo, privato e pubblico) perdono la loro chiarezza e la loro intellegibilità ed entrano in una zona di indeterminazione una volta che il loro referente fondamentale sia diventato la nuda vita. G. Agamben. Homo sacer

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E’ passato pressoché inosservato il discorso dall’ambasciatore USA David Thorne su “Il ruolo e il futuro dell’industria farmaceutica Americana in Italia” [1] pronunciato il 5 febbraio 2013 all’Ambasciata americana di Via Veneto, in un convegno al quale hanno partecipato personalità come il papabile alla presidenza della Repubblica Gianni Letta, il nipote Enrico Letta del PD, il ministro della salute Balduzzi, il sottosegretario allo sviluppo economico De Vincenti, il direttore generale dell’AIFA Pani, il vice-presidente di Confindustria Regina e il chairman dello “Italian American Pharmaceutical Group”, Antonelli. L’ambasciatore dice in pratica due cose. a) “L’industria farmaceutica basata sulla ricerca, vale a dire il settore farmaceutico e delle biotecnologie incentrato sull’innovazione” è “motore di crescita economica”. b) Chi occupa le istituzioni deve sostenere gli interessi USA in Italia su questo settore; posto inoltre che “gli investitori americani” formano “una parte sostanziale” anche della “industria farmaceutica italiana”.

I farmaci cosiddetti “innovativi” sono un settore ben definito dell’industria farmaceutica; al loro interno la classe principale è quella dei farmaci oncologici. Ufficialmente, e agli occhi del pubblico, l’innovazione farmaceutica ha un carattere prometeico. In realtà oggi la sua natura è sisifea, derivando da un calcolo economico. Nelle parole di Piero Bevilacqua: “ […] l’interesse del capitale per la scarsità non solo rappresenta un aspetto nuovo del suo sforzo di dominio, ma costituisce una minaccia gigantesca che si para al nostro orizzonte. Che il capitale oggi insegua affannosamente la scarsità appare evidente dalla corsa continua con cui le imprese sono impegnate a realizzare sempre nuovi prodotti, a contrastare l’abbondanza delle merci, che perdono rapidamente valore, con variazioni di prodotti e incremento dei loro aspetti simbolici in grado di riaccendere incessantemente i desideri dei consumatori.” [2].

E’ il principio del pipelining, l’allestimento di un percorso produttivo che consente a un’azienda di sfornare in continuazione prodotti sempre nuovi. L’innovazione farmaceutica attualmente non punta ad accrescere e ad applicare le conoscenze scientifiche e tecnologiche per il bene dell’umanità, ma al profitto mediante la continua creazione di scarsità: Una scarsità relativa – spesso fittizia – rispetto ai farmaci esistenti. Nella grande maggioranza dei casi i farmaci innovativi non sono sviluppati per essere risolutivi, ma per superare il prodotto di qualche anno prima e essere superati qualche anno dopo. Devono mostrare qualche beneficio rispetto ai farmaci che intendono sostituire; beneficio che può anche essere minimo, irrilevante o totalmente inventato; e devono contenere vizi, es. effetti collaterali, che ne giustificheranno la sostituzione dopo un po’ di tempo. Un poco come i prodotti software, coi quali però non condividono il conseguimento di reali traguardi tecnologici: occorre che nel mortaio si pesti acqua, perché prodotti che curino efficacemente le malattie, ponendo la parola “fine”, o quasi, su una determinata necessità di cura, spegnerebbero la relativa pipeline, e sarebbero quindi calamitosi per il business.

In genere sono farmaci molto costosi (es. 10000 euro/mese); introdotti con procedure accelerate e semplificate e che si vuole rendere sempre più veloci e meno controllate; sono scarsamente o per nulla efficaci; possono avere pesanti effetti collaterali, che spesso emergono – o sono resi noti – solo dopo la loro frettolosa immissione nel mercato, e che costringono a ulteriori cure. Distolgono la ricerca e lo sviluppo da prodotti risolutivi, e sottraggono allo Stato e alle famiglie risorse economiche obbligandoli a ulteriori spese per interventi più appropriati e utili. Tutte carattestiche vantaggiose per il business.

La ricerca della scarsità è evidente, nota Bevilacqua, nella manovra per rendere scarsa anche l’acqua e privatizzarla; un’operazione di regresso verso la barbarie, perché non si può chiamare civile una società dove un potere pezzente lesina quella quantità d’acqua, piccola rispetto al totale disponibile, necessaria agli usi umani, cioè per bere, cucinare, lavarsi e pulire. Ma la scarsità viene prodotta artificialmente anche nei prodotti hi-tech. Un esempio è dato dall’informatica e dalla telefonia mobile, campi nei quali siamo abituati ai continui aggiornamenti e alla continua uscita di nuove versioni dettati da questa volontà di profitto. Le “novità” sono spesso solo apparenti, e contengono difetti e “bugs” che predispongono a nuovi futuri prodotti. Ci sono stati casi, come quello del sistema operativo Vista di Microsoft, dove su alcuni PC con software preinstallato si è dovuto offrire – a pagamento – il downgrade, cioè l’installazione del sistema precedente, Windows XP. Del resto ci sono forti legami del business biomedico con quello dell’elettronica digitale e del software; gli attuali chairman della Roche-Genentech e della Apple sono la stessa persona [3].

Inoltre, i farmaci innovativi, cioè la frequente uscita di prodotti sempre nuovi, rendono possibile il gioco borsistico. Le notizie di futuri effetti terapeutici di un nuovo farmaco sono in pratica un titolo derivato, un future, che può rendere all’istante più di quanto renderà -forse- il prodotto stesso che dovrebbe uscire anni dopo; anche se la notizia è falsa. Ma degli interessi della finanza l’ambasciatore, che ha cura di citare l’occupazione prodotta dall’industria farmaceutica, non dice nulla. Né c’è in Italia una Sinistra che dica che l’occupazione offerta da una medicina a intensità di capitale è ben inferiore all’occupazione (meno cool, ma più stabile) creata da una sanità a intensità di lavoro, che sarebbe quella necessaria, dato il crescente numero di persone non autosufficienti.

Oggi la medicina è strettamente legata alla finanza: la notizia di un trial dal quale risultino effetti positivi alza il corrispondete titolo in borsa, quella dell’interruzione di una sperimentazione clinica lo fa crollare. I farmaci innovativi avvicinano ancor più tra loro medicina e finanza. I farmaci innovativi hanno il carattere di futures anche per il paziente: vengono es. promossi presentandoli come novità che possono allungare l’aspettativa di vita del malato di qualche mese, secondo le evidenze, esili, e non al di sopra di ogni sospetto, della sperimentazione clinica finanziata dalla casa produttrice. I criteri per stabilire il loro prezzo seguono regole di tipo finanziario piuttosto che industriale. Interessanti analisi a carattere marxista hanno distinto tra valore d’uso e valore di scambio del farmaco innovativo [4]; ma nella realtà il prezzo viene fissato proprio sul valore d’uso, che è artificialmente alto data la promessa che il prodotto rappresenta, di importanza vitale per il paziente. E’ una nuova strategia di prezzo dell’industria farmaceutica, detta “valuebased”; in pratica, è come fare pagare un bicchiere d’acqua in base alla sete del cliente dopo avere monopolizzato l’acqua. Un criterio per il quale si può fare pagare un bicchiere di acqua fangosa 10000 euro ad una persona che stia morendo di sete.

Stupisce un poco che l’ambasciatore, sia pure usando misurate forme diplomatiche, abbia parlato così chiaramente. Lo ha potuto fare per vari motivi. Il primo è la reverenza vile degli italiani verso il potere. Quello degli interessi economici curati dall’ambasciata americana è un argomento che in molti paesi evoca immagini di golpe e di massacri di civili. Da noi dovrebbe per lo meno far ricordare Mattei e le 7 sorelle, e il caso Ippolito, con la perdita dell’indipendenza della politica energetica; o la perdita dell’indipendenza in campo biomedico con la persecuzione politica e giudiziaria del padre dell’Istituto Superiore di Sanità Domenico Marotta; o la perdita dell’indipendenza industriale nel settore hi-tech informatico con l’affossamento dell’Olivetti e la cessione della divisione elettronica alla General Electric [5].

Questi snodi fondamentali della storia della Repubblica sono ignorati, o meglio rimossi, dall’opinione pubblica. Sarebbe interessante sapere quanti su 100 italiani conoscono la leggenda nata sulla morte di Steve Job, fondatore della Apple, e quanti la storia dei prodotti pionieristici della Olivetti nel campo dei personal computer e dei capovolgimenti avvenuti attorno alla strana morte dello scienziato informatico Mario Tchou. Il diplomatico riconosce che per le aziende farmaceutiche USA “l’Italia è stata e continua ad essere uno dei migliori mercati al mondo, dove i loro prodotti hanno avuto grande successo sul mercato”; ma l’italiano medio considera estremista anche il semplice chiedersi se gli interessi delle multinazionali e degli speculatori USA nel campo della salute coincidono col suo interesse personale. Le persone dabbene e responsabili non toccano questi argomenti, e non parlano dell’influenza negativa di Palazzo Margherita sulla vita della nazione e sui destini individuali dei cittadini che la compongono. La recente rivelazione dell’appoggio dell’ambasciatore USA a Grillo probabilmente è servita a fargli prendere voti alle elezioni politiche del febbraio 2013, anziché suonare come un campanello d’allarme, date le concezioni di tanti italiani sul potere sovrano come realtà immodificabile; e sulla necessità di mettersi dalla sua parte.

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Il complesso magico-industriale

Inoltre, l’ambasciatore può procedere perché l’aviazione, l’aviazione culturale, ha già bombardato. E’ difficile per il cittadino medio concepire una medicina non centrata sul farmaco; e concepire il farmaco altrimenti che come una cosa buona, che dà la vita. La medicina si è affiancata alla guerra come motore di crescita economica; il modello del complesso militare-industriale, la cui influenza eccessiva fu denunciata da Eisenhover, come predetto da Chomsky si è allargato ad altri settori industriali; si è passati a quello medico-industriale, e con le biotecnologie allo “university-industrial complex” [6]. Attualmente siamo arrivati al “complesso magico-industriale” secondo un’espressione coniata da due sociologi considerando i rapporti tra medicina ufficiale e “alternativa” [7].

La strategia industriale, e finanziaria, dell’innovazione farmaceutica converge infatti con l’antico pensiero magico, che non ci ha mai abbandonato. Tutte e tre si basano sul desiderio di effetto immediato. Scrive Umberto Eco: “Noi crediamo di vivere [nella] Age of Reason. […] Però questa abitudine alla tecnologia non ha nulla a che fare con l’abitudine alla scienza. Ha piuttosto a che fare con l’eterno ricorso alla magia. Che cosa era la magia, che cosa è stata nei secoli e che cosa è, come vedremo, ancora oggi, sia pure sotto mentite spoglie? La presunzione che si potesse passare di colpo da una causa a un effetto per cortocircuito, senza compiere i passi intermedi .” [8].

L’idea stessa di una farmacologia infinita, implicita nel modello della permanente produzione di nuovi farmaci, sta alla fisiologia come l’alchimia sta alla chimica. Nel caso delle cure con le staminali del metodo Stamina [9], in corso mentre Thorne pronunciava il suo discorso, è applicabile quanto Eco scrisse a proposito del caso Di Bella; ancor più che alla stessa terapia Di Bella: “Il caso Di Bella è stato un trionfo della fiducia magica nel risultato immediato. E’ difficile comunicare al pubblico che la ricerca è fatta di ipotesi, esperimenti di controllo, prove di falsificazione. Il dibattito che oppone la medicina ufficiale alle medicine alternative è di questo tipo: perché il pubblico deve credere alla promessa remota della scienza quando ha l’impressione di avere il risultato immediato della medicina alternativa?” [10].

Il caso Di Bella, che lanciò la cosiddetta “libertà di cura”, ovvero spinse verso il marketing medico direct-to-consumer, fu un’operazione dagli aspetti complessi, che sarebbe lungo spiegare qui. E’ interessante che vi partecipò, in una maniera spregiudicata che portò a responsabilità tanto gravi quanto protette, lo stesso centro che ha innescato il caso Stamina, gli Spedali Civili di Brescia, che ha legami col sistema di “sicurezza” USA [11]; e che allora giocò la parte della medicina scientifica e rigorosa, mentre oggi al contrario recita quella della coraggiosa medicina ribelle che rompe gli indugi e spezza le pastoie burocratiche. In entrambi i casi si sono usati bambini.

Eco cita Chesterton: “Quando gli uomini non credono più in Dio non è che non credano più a nulla. Credono a tutto” [8]. Un poco come la sospensione di alcuni farmaci, pur dannosi, può provocare effetti nocivi, il cosiddetto rebound, così la secolarizzazione, se ha sottratto in parte il popolo all’influenza oscurantista del clero, ha portato a forme di idolatria forse ancor più primitive, che fanno della scienza e della tecnologia uno gnosticismo per le masse. Una religiosità secolare le cui credenze, opportunamente sollecitate, si traducono in profitti (e alle quali il clero si è prontamente convertito [12]). I magistrati e i commentatori del caso Stamina, come Veronesi, parlano di diritto alla speranza. Ma questa è una speranza nella magia. “La fiducia, la speranza nella magia non si è affatto dissolta con l’avvento della scienza sperimentale. Il desiderio di simultaneità si è trasferito nella tecnologia, che sembra la figlia naturale della scienza.” [8].

La stimolazione di concezioni magiche ha larga parte non solo nelle medicine alternative – non a caso ribattezzate “complementari” – ma anche nel lancio dei prodotti hi-tech e innovativi. “Scienza” e magia si aiutano e si rafforzano a vicenda mentre fingono di combattersi. Nel caso Stamina [9], su una base reale data dalle conoscenze sulla biologia dello sviluppo, e da alcuni fenomeni che hanno trovato sfruttamento clinico come la possibilità di impiantare cellule staminali emopoietiche, l’ufficialità ha lanciato l’idea magica delle staminali che curano tutte le più comuni malattie. Basandosi su questa promessa di magia la Stamina ha a sua volta offerto le sue terapie, a risultato immediato garantito; ciò sta permettendo, in un ulteriore rimpallo, alla scienza ufficiale di applicarle lei senza avere prima prodotto sufficienti prove di efficacia: in nome dell’emergenza causata sull’opinione pubblica e, grottescamente, del rigore scientifico, le terapie stanno venendo tolte alla Stamina per essere affidate, in barba a ogni logica, ai laboratori accreditati, le “cell factories”. Le “fabbriche delle cellule”; un nome di marketing; fabbriche che produrrebbero la sostanza di cui siamo fatti; che secondo Shakespeare è la stessa sostanza di cui sono fatti i sogni.

Il caso Stamina non è un attacco di arditi innovatori ai parrucconi della medicina, ma un colpo di mano del potere, basato su un falso dilemma, per istituzionalizzare una truffa; imponendo mediante un’ammuina prodotti che suonano miracolosi ma non funzionano. Le “cell factories” ricevono le prime commesse non sulla base dei risultati della scienza avanzatissima che questi prodotti dovrebbero rappresentare, ma nell’ambito di una elaborata pagliacciata messa in scena sulla pelle dei pazienti. Ufficialmente, per tamponare uno stato di emergenza.

Il risultato immediato, il volere tutto e subito, ha una valenza autoritaria, che sfocia nello “stato di eccezione”; quello stato di emergenza, di sospensione delle leggi che può essere deciso solo da chi ha il potere sovrano, tanto che ne costituisce la proprietà caratteristica secondo Schmitt, insigne filosofo del diritto e politologo (apprezzato dai nazisti e dagli strateghi della strategia della tensione). Agamben vede questo potere di decidere lo stato di eccezione come un aspetto della biopolitica, nella quale il potere non si rivolge al bios del cittadino, alla vita umana intesa nella sua accezione morale e politica, quella che l’Ulisse di Dante indica come la nostra “semenza”; ma si aggancia allo zoe del suddito, la “nuda vita”, il corpo della persona; fino a farla divenire un homo sacer, che può essere ucciso legalmente [13]. La biopolitica dà forma al complesso degli attuali rapporti tra medicina e potere.

Lo stato di emergenza, usato nel caso Stamina per introdurre le terapie con staminali, è un’altra arma dei poteri rappresentati da Thorne. Col caso Avastin-Lucentis (Roche Genentech) si sta pure tentando di far passare una pratica antiscientifica e perniciosa, l’off-label, come cosa buona in nome di un’emergenza, costruita abilmente su un caso particolare [14], così che in Italia si invoca in nome del bene dei pazienti e della buona amministrazione l’off-label per un farmaco, l’Avastin, mentre in USA si tenta di limitare i danni della deregulation criticando l’off-label dello stesso farmaco in nome degli stessi principi.

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Spaghetti in salsa biotech

L’ambasciatore inoltre sa che il territorio è stato bonificato, mediante la selezione della classe dirigente e la repressione del dissenso. Nell’ambiente tecnico è noto che i farmaci innovativi servono a fare soldi più che a curare il paziente; in letteratura compaiono articoli che ne parlano, come quello a firma di noti esperti italiani che discute seriamente la domanda della battuta della vignetta di Altan: “Un nuovo farmaco anti-cancro sul mercato: buone notizie per gli investitori o per i pazienti ?” [15]. Ma la critica tecnica, già cauta rispetto agli interessi che va a toccare, non arriva al livello politico e mediatico. Si attua una negazione del conseguente [16], riconoscendo il male ma avendo cura che la constatazione tecnica non giunga al pubblico, e non si traduca in denuncia morale e in azione politica.

Thorne, membro della “Skull and bones”, non ha come armi solo le parole. In Italia le stesse strutture dello Stato che si sono occupate dell’eliminazione di Moro, inviso a Kissinger, le stesse forze di polizia che hanno permesso e talora favorito le stragi, la stessa magistratura che le ha lasciate impunite anche a livello di manovalanza, oggi forniscono a un business come quello propugnato da Thorne servizi di soppressione del dissenso su questi temi, mediante tecniche di boicottaggio e di terrorismo psicologico che nella defunta DDR i loro omologhi della Stasi chiamavano di “decomposizione” [17]; tecniche che si dice in Internet siano usate, illegalmente, in USA dalla FBI. A chi è oggetto di queste attenzioni accadono fatti che sembrano avere anch’essi del magico.

I politici che hanno ascoltato Thorne non chiedono altro che di obbedire, cercando di mantenere la benevolenza di un potere che ha sempre meno bisogno di loro. Tra i partecipanti al convegno vi erano Ignazio Marino, del PD, medico tornato dagli USA portando, come gli indesiderabili degli anni ‘50, i semi di nuovi impresentabili business, e Roberto Maroni, già ministro dell’interno, sostenitore del “Padroni a casa nostra”. Inscenano litigate a beneficio del pubblico, ma lavorano assieme per i padroni USA.

Anche i magistrati obbediscono ai dettami dei poteri globalisti che hanno nelle istituzioni USA il loro braccio operativo; seguendo in questo i CC e la PS, che tra un poco potranno dire di essere fedeli agli USA nei secoli; è la forma precipua della loro corruzione [18]. Uno dei magistrati che dovrebbe essere dei migliori, Ingroia, ha partecipato alla vergognosa farsa del caso Stamina [8] e allo stesso tempo ha dichiarato di essere “favorevole ad aumentare gli investimenti americani in Italia” [19]. I magistrati servono gli interessi dell’industria biomedica partecipando al lancio di ideologismi e di prodotti mediante il potere giudiziario, e mediante l’omissione. In Lombardia, il processo di istituzionalizzazione del genere di medicina propugnato da Thorne, contrario ai principi costituzionali sulla salute e sui limiti alla libertà dell’iniziativa economica, può contare sulla cecità pronta e assoluta dei magistrati di ogni colore: i magistrati, posso testimoniare, lasciano campo libero ai reati funzionali agli interessi dei quali Thorne si è fatto portavoce.

L’ordine di scuderia è che le grandi forze criminali che attentano alla legalità sono date solo dalla mafia, da Berlusconi, e dalla corruzione, o meglio dalla bribery di quella classe politica che i poteri forti vogliono ridimensionare. La lotta alla mafia in particolare diviene così un magnifico alibi [20]; e quindi un asset per i poteri sovranazionali interessati a controllare l’ltalia [21]. Thorne nel suo discorso invita a “pensare in modo globale ed agire a livello locale”. Un’esortazione che può aiutare a comprendere il riconoscimento di “top global thinker” assegnato dalla rivista “Foreign Policy” al più celebre magistrato della Lombardia, Ilda Boccassini [22].

E’ interessante che il movimento di Grillo abbia appoggiato, in forme brusche e autoritarie dietro alla maschera buonista dell’aiuto ai malati, sia l’operazione Stamina che quella Avastin off-label [23]. Sul Corriere della Sera, Celentano ha spiegato, nel prendere posizione a favore delle terapie della Stamina, che Grillo ha vinto proprio perché terapie come questa non sono state concesse [24]. Se fosse vero, vorrebbe dire che Grillo vince collegando i grandi interessi dei poteri sovranazionali alla dabbenaggine e alla presunzione popolare. Celentano, che è una persona intelligente (a differenza dei cittadini che gli riconoscono il ruolo di opinion leader su terapie sperimentali), un tempo cantava “Chi non lavora non fa l’amore”; oggi, parlando di “schifo e vergogna” nel fare il controcanto ai sostenitori delle staminali “scientifiche” continua ad aiutare quelli che si arricchiscono senza lavorare. All’appoggio USA a Grillo corrisponde il pericolo concreto che i grillini confondano tra rivoluzione civile e stato d’eccezione; e che la legittima e meritoria voglia di pulizia e rinnovamento si traduca, opportunamente pilotata, nella sostituzione – parziale – della vecchia corruzione delle mazzette e degli inciuci dei politici nazionali con la nuova corruzione istituzionalizzata e impersonale delle multinazionali.

Il pericolo è che si passi dalla protesta espressa dalla canzone “In fila per tre” di Edoardo Bennato all’anticonformismo allineato e coperto simboleggiato da quel video su Youtube [25] dove Celentano canta in un grammelot pseudo-yankee “Prisencolinensinainciusol”, impersonando un maestro al quale gli alunni, rappresentati nella clip da maliziose scolarette, obbediscono, ballando al ritmo travolgente della canzone. Un ballo che però, mostra il video, consiste nel dimenarsi rimanendo seduti al proprio posto; in sincronia, come un plotone militare, ripetendo in coro lo stesso ritornello avvincente e senza senso.

* * *

I khomeinisti, manifestando davanti all’ambasciata USA a Teheran, chiamavano gli USA “Il grande Satana”. Oggi sono i cittadini statunitensi a definire “gestito da Satana” il modello medico promosso dall’ambasciatore: così Amanda Bennett, giornalista premio Pulitzer, ha commentato gli oltre seicentomila dollari delle cure per il marito, morto di cancro; in gran parte sovratrattamenti altamente tecnologici ma futili (con due terzi della spesa negli ultimi 24 mesi di vita) [26]. “Abbiamo trovato un medico per ogni cosa, ma non uno che fosse interessato a lui” scrive la vedova. Tra i trattamenti che elenca, quell’Avastin che da noi i grillini e gli altri indignati della società civile dipingono come il Francesco d’Assisi dei farmaci. Ci vorrebbe meno superficialità, prima di imboccare anche per la medicina la direzione additata dall’ambasciatore ai suoi caudatari indigeni.

La medicina non dovrebbe essere oggetto di profitto e speculazione. L’unione di medicina e crescita economica è una delle parti intrinsecamente errate e pericolose del progetto liberista. Le nozze tra medicina e affari sono mostruose, e non si dovrebbero fare, né ora né mai; purtroppo ci sono tanti don Abbondio, spalleggiati da bravacci, pronti a celebrarle. L’ambasciata USA non smentisce la sua fama sinistra. Ma in fondo questo ordine dell’ambasciatore USA ai ruffiani e agli scagnozzi italiani è il segno di una disperazione che accomuna i paesi avanzati. Il sistema economico liberista si è ridotto a istituzionalizzare una serie concatenata di truffe speculative sulle malattie per continuare a funzionare [27]. Al di là degli USA, il mondo sviluppato è infetto da questa concezione cannibalesca e autofagica.

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Note

[1] Il ruolo ed il futuro dell’industria farmaceutica Americana in Italia. Discorso dell’Ambasciatore David Thorne. Roma, 5 febbraio 2013, Ambasciata Americana. Reperibile su internet.

[2] Bevilacqua P. Elogio della radicalità. Laterza, 2012.

[3] King S. Is Apple/Genentech’s Art Levinson poised to assume chairman role at Roche? Forbes, 5 mar 2013.

[4] Apolone G, Patarnello F. The value of a drug. From innovation to the payment via Karl Marx. J Ambulatory Care Manage, 2008. 31: 52-55.

[5] Perrone N. Perché uccisero Enrico Mattei. Nuova Iniziativa Editoriale, 2006. Caglioti L. La scienza tradita. Le vicissitudini della ricerca scientifica in Italia. Di Renzo, 2006. Pivato M. Il miracolo scippato. Quattro grandi occasioni perdute della scienza italiana negli anni sessanta. Donzelli, 2011.

[6] Kenney M. Biotechnology. The university-industrial complex. Yale University Press, 1986

[7] Collins H, Pinch T. Dr Golem. How to think about medicine. University of Chigago Press. 2005.

[8] Eco U. Il mago e lo scienziato. La Repubblica,  10 novembre  2002.

[9] Gli “strani compagni di letto” di Ingroia. https://menici60d15.wordpress.com/2013/02/13/gli-strani-compagni-di-letto-di-ingroia/

[10] Eco U. A passo di gambero: guerre calde e populismo mediatico,  Bompiani,  2006.

[11] Transatlantic cooperation on combating bioterrorism. EU/US symposium. Ambasciata d’Italia a Washington, 24 novembre 2003.

[12] La fallacia esistenziale nel dibattito bioetico sulle staminali. https://menici60d15.wordpress.com/2011/10/22/la-fallacia-esistenziale-nel-dibattito-bioetico-sulle-staminali/

[13] Agamben G. Homo sacer. Il potere sovrano e la nuda vita. Einaudi, 1995.

[14] Sulle regole per la Roche. https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/30/sulle-regole-per-la-roche/

[15] Apolone A, Tafuri G, Trotta F, Garattini S. A new anticancer drug in the market: good news for investors or for patients? Eur J Cancer, 2008. 44 : 1786-88.

[16] La negazione del conseguente. In: Lo sfruttamento del bias da sovradiagnosi in oncologia. https://menici60d15.wordpress.com/2011/11/25/lo-sfruttamento-del-bias-da-sovradiagnosi-in-oncologia/

[17] Falanga G. Il ministero della paranoia. Storia della Stasi. Carocci, 2012.

[18] La corruzione ghibellina di magistratura e polizia. https://menici60d15.wordpress.com/2012/03/24/la-corruzione-ghibellina-di-magistratura-e-polizia/

[19] Dinucci M. L’arte della guerra. Gli ologrammi della politica. Il Manifesto, 13 marzo 2013.

[20] I professionisti della metamafia. https://menici60d15.wordpress.com/2010/06/08/i-professionisti-della-metamafia/

[21] La mafia e l’antimafia favoriscono la soggezione dell’Italia a poteri sovranazionali ? https://menici60d15.wordpress.com/2012/07/28/4271/

[22] I mafiosi filantropi e la Lombardia non omertosa. https://menici60d15.wordpress.com/2011/12/20/i-mafiosi-filantropi-e-la-lombardia-non-omertosa/

[23] Il grillismo al servizio del capitalismo predatorio. https://menici60d15.wordpress.com/2013/02/17/il-grillismo-al-servizio-del-capitalismo-predatorio/

[24] Celentano A. “Ecco perché Grillo ha vinto” Corriere della Sera, 6 marzo 2013.

[25] Prisencolinensinainciusol. Youtube, http://www.youtube.com/watch?v=gU4w12oDjn8

[26] Cancer billing “operated by Satan” says memorist. Medscape, 18 mar 2013.

[27] La medicina come rimedio ai limiti della crescita economica. https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/15/la-medicina-come-rimedio-ai-limiti-della-crescita-economica/

Il grillismo al servizio del capitalismo predatorio

17 February 2013

 

15 febbraio 2013

Blog de Il Fatto

Commenti al post “Roche e Novartis, danni a sistema sanitario per 400 milioni. Istruttoria Antitrust” del 15 febbraio 2013

censurato

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Giorgio Muccio: 

Sono l’avv che ha presentato l’esposto all’antitrust ed aggiungo che il DL balduzzi art11 comma 3 e4 avrebbe posto rimedio ma x l’insipienza/incompetenza di buona parte dei ns parlamentari (nn tutti) tali commi sono stati eliminati. Chissà come mai?
Inoltre il 3 di dicembre novartis ha chiesto l’estensione di lucentis per tutte le patologie oculari. Ciò comporterà una spesa dell’Italia di 650 milioni di € l’anno. Urge quindi una revisione della legge DiBella (prevista nn per ragioni di appropriatezza clinica ma x contenimento della spesa farmaceutica).
Come candidato del MoVimento 5stelle mi impegno in questo senso e credo che nn sarà un problema convincere gli altri (quelli dell’Emilia Romagna ne sono già a conoscenza e sono già convinti)

menici60d15:

@ Giorgio Muccio.

Contestare un cartello sul caso Avastin-Lucentis mi pare meritorio; e questa iniziativa italiana potrebbe essere di esempio per gli altri Stati. Purché non vada a finire come chiede l’avvocato Giorgio Muccio, candidato del M5S, che ha presentato un esposto all’Antitrust, ma che in accordo con gli altri esponenti del M5S chiede in pratica l’estensione dell’off-label; ciò è invece servire gli interessi rapaci e immorali delle multinazionali farmaceutiche. L’off-label, lo dovrebbe suggerire il buon senso e i casi in USA lo dimostrano, non porta a un contenimento, ma ad un incremento della spesa farmaceutica; oltre che a danni alla salute dei cittadini, da prescrizioni inappropriate e da spreco di risorse:

Sulle regole per la Roche
http://menici60d15.wordpress.c…

Giorgio Muccio:

Odio quando mi si mette in bocca quello che non ho detto: REVISIONE NON VUOL DIRE ELIMINAZIONE. Cmq sicuramente nn faremo discutere la proposta di modifica alla commissione attività produttive e alla commissione affari sociali come avvenuto nel caso della conversione del DL Balduzzi (in quest’ articolo è venuta fuori solo la metà del burridume).
Il principio cui fare riferimento è quello sancito dalla sentenza della corte Costituzionale 151/09 (che ho ottenuto io sulla Legge 40/04) che sancisce l’alleanza terapeutica di medico e paziente temperata dalla necessità di contenimento delle spese…. COME PERALTRO AFFERMERà SEMPRE LA CORTE COSTITUZIONALE chiamata a decidere dal TAR Emilia-Romagna sul ricorso presentato da Novartis contro la Regione Emilia-Romagna.
IN OGNI CASO LA DISCIPLINA DELL’OFF-LABEL COSì COME è ADESSO HA I GG CONTATI.

menici60d15, censurato da Il Fatto:

@ Giorgio Muccio.

Avvocato non alzi la voce, non cambi le mie parole e chiami le cose col loro nome. L’off-label, la deregolamentazione delle prescrizioni, è un male per il cittadino, e patrocinandolo lei, come avvocato o come parlamentare, di fatto lavora per le multinazionali. Lei dice che “il principio cui fare riferimento è quello dell’alleanza terapeutica sancito dalla sentenza dello Corte costituzionale 151/09”. Non ho trovato nella sentenza da lei citata l’espressione “alleanza terapeutica”; che comunque non c’entra nulla con l’off-label e coi cartelli delle multinazionali; se non per favorire illeciti.

La “alleanza terapeutica” è un concetto della psicoanalisi; mutuato in medicina per ragioni ideologiche: per evitare le responsabilità del rapporto principale-agente tra medico e paziente; e per dare una copertura rispettabile alla forte dipendenza psicologica del paziente nei confronti del medico; dipendenza che favorisce abusi di potere, e andrebbe ridotta anziché stimolata. E’ vero che magistrati e avvocati fanno spesso riferimento a questa “alleanza”, ma fanno male. I giuristi non dovrebbero fare assurgere uno slogan commerciale a principio giuridico, e sarebbe una mostruosità inserirlo nell’ordinamento:

I giornalisti e il mal di schiena

menici60d15:

Oggi 17 feb 2013 in Svizzera una deputata socialista, Sommaruga, ha criticato la liquidazione di 60 milioni di euro che la Novartis verserà al presidente dimissionario Vasella. Da noi, a una settimana dalle elezioni politiche del feb 2013, Il Fatto Quotidiano diretto da Padellaro censurando un mio post non permette di contestare nel merito, come contrarie agli interessi dei cittadini e favorevoli a quelle delle multinazionali come la Novartis, le posizioni su temi di politica sanitaria di G. Muccio, avvocato grillino che parla già come se fosse in Parlamento a comandare. Ciò per di più su una questione, che l’avv. Muccio segue anche in veste professionale, sulla quale sono in corso procedimenti della magistratura amministrativa e dell’Antitrust. Credo che il Movimento 5 stelle – e Il Fatto – siano portatori di forme nuove dell’inveterato costume di servire il potere, non migliori di quelle dei politici vecchio stile che indicano come il male da estirpare.

3.1.10

Giorgio Muccio:

Ho fatto avviare un procedimento sanzionatorio da 400 milioni di € nei confronti di 2 multinazionali. Ho segnalato che con l’attuale sistema l’Italia spenderà 650 milioni di € l’anno solo x il lucentis e mi si accusa di volere un sistema che fa il gioco delle multinazionali, nel momento in cui dico che il sistema attuale va cambiato.
Siamo al ridicolo.
Nel caso nn lo sapessi sui forum del fatto nn si può fare copia incolla. Se vuoi lo puoi fare sulla mia bacheca FB che è aperta a tutti. Purché nn si insulti.
Ps sono decimo al senato quindi è improbabile che entri ma la situazione cambia poco.
Pps se entro, x regole ns (certo nn praticate da altri), i rapporti professionali cessano e x chiarezza nn mi occupo di quello del TAR e quindi avanti la Corte Costituzionale. La regione Emilia-Romagna ha i suoi avv…. Nn certo del Movimento.

menici60d15, censurato da Il Fatto:

Avv. Muccio, lei e il Fatto censurate le obiezioni di merito e rispondete alle proteste per averle censurate; “ridicolo” è come ve la cantate e ve la suonate. Non l’ho insultata, e se davvero l’avessi fatto non dovrebbe avere difficoltà come avvocato a rispondermi. Lei appoggia la sua azione professionale e politica al blog de Il Fatto, ma censura le critiche che non le fanno fare bella figura; e così facendo protegge la manfrina su Avastin-Lucentis, che potrà avere sulla sanità pubblica effetti negativi peggiori di quello che lei si vanta di avere contrastato. Non so di quale copia incolla stia parlando: il suo comportamento è scorretto anche nel ricostruire i fatti.

Sullo off-label e la “alleanza terapeutica” media e commentatori in Italia diffondono concezioni gravemente distorte. Censurando il minimo intervento che denuncia ciò, si favorisce l’equivoco e l’inganno. Cercherò di fare conoscere per altre vie al pubblico e a chi ha responsabilità giudiziarie, amministrative e politiche quanto lei e Il Fatto ritenete di nascondere ai lettori. Per ora rilevo che come M5S non cominciate affatto bene; mostrando di praticare l’arte dello spacciare come cosa buona ciò che va a danno dei cittadini; e di estendere la mancanza di democraticità e di discussione che sono interne al “movimento” alla discussione politica pubblica e alla tanto celebrata “rete”.

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Blog de Il Fatto

Commenti al post di B. Collevecchio “Super poliziotti o capi popolo? No grazie, non voto” del 19 febbraio 2013

19 febbraio 2013

Credo si abbia il dovere non di votare, ma di esercitare i diritti elettorali: non possiamo votare come ci pare, ma abbiamo un preciso dovere di votare candidati adatti. Non abbiamo il diritto di votare bauscia, quisling, ruffiani, faccendieri, mangioni, mezzecalze, fiancheggiatori della mafia, etc. Non è lecito, e non è neanche accorto: nomineremmo amministratore dei nostri beni un noto truffatore?

Né le elezioni sono una fiera di beneficenza, dove comunque qualcosa bisogna acquistare anche se tutta la merce è scadente. Se si ritiene che i candidati siano tutti inadeguati, credo che occorra restituire la scheda elettorale:

No Dal Molin ~ Elezioni: “Pesélo, paghélo, impichélo”

https://menici60d15.wordpress.com/2007/05/13/no-dal-molin-elezioni-“peselo-paghelo-impichelo”/

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20 febbraio 2013

adesso si aveva già l’impressione che la minaccia venisse sostituita dalle parole molli dell’usuraio: “Ma se hai firmato tu stesso? Non lo vedi? E’ tanto chiaro! Devi fare come diciamo noi, perché, guarda la cambiale! La tua volontà è uguale alla nostra.”  (Il Gattopardo, sull’introduzione delle votazioni con l’annessione).

“Legittimazione” è il nome del gioco; al potere importa poco chi vuoi eleggere, chi credi di scegliere; gli interessa avere col voto, qualunque voto, la tua firma di accettazione del sistema. Restituendo la scheda elettorale allo Stato si dice al potere “non avete la mia [la nostra] legittimazione”. E’ una dichiarazione di sfiducia che pesa più dei roboanti ma innocui Vaff…  di Grillo; solo, richiede al singolo un pelo in più di coraggio di quello che occorre per applaudire nella folla un comico appassionato di tematiche sociali e quindi votare gli sconosciuti graditi a Casaleggio.

Ritirare in questo modo civile, ma fermo, la legittimazione popolare fino a quando non si recupera il livello della decenza, non stare al gioco, è un atto di disobbedienza che dà il senso che si è raggiunto un limite. Chi comanda preferirebbe a ciò i voti al M5S o a Ingroia; che come i Garibaldini stanno salvando i gattopardi. Restituire la scheda è un modo per chiedere un reset etico, mettendo in mora il sistema; comunque più dignitoso che il firmare l’ennesima cambiale in bianco per paura di esporsi, per poi pigolare di essere stati ingannati.

molto colto e totalmente avulso dalla realtà

questo il problema di molta cultura di opposizione in  italia:
utopisti quando dovrebbero essere pragmatici
e realisti e cinici quando dovrebbero essere utopisti e sognatori

favoriscono ciò che avversano in un masochismo incredibile
che se la conta e se la mena

menici60d15:

20 febbraio 2012.

@ Maurizio De Gregorio. A peccare di distacco dalla realtà sono piuttosto i populisti. Il consenso e la fiducia degli italiani verso il regime all’entrata in guerra erano altissimi. Mussolini aveva parlato di “Foresta di 8 milioni di baionette bene affilate e impugnate da giovani intrepidi e forti”; disse anche “Spezzeremo le reni alla Grecia”. Mandò 32 battaglioni contro i 52 greci, che combattevano in casa per difendere la loro terra; le buscammo. Churchill commentò “l’ultimo popolo d’Europa ha battuto il penultimo”. Non si può fare la guerra con le battute a effetto.

Dove sono le truppe del M5S? Gli esperti di economia, di amministrazione, dei vari settori tecnici, etc. Si può mai sapere chi sono, che faccia hanno, quali esperienze, quali capacità, quali modelli di società e di Stato hanno i futuri nuovi parlamentari e possibili governanti? Votare senza discutere dei signor nessuno da catapultare in prima linea sarebbe il nuovo che spazza via la corruzione? Non sto certo paragonando Grillo a Mussolini; ma gli entusiasti che lo vedono come il salvatore degli italiani ricordano i loro nonni che osannavano Mussolini in Piazza Venezia, pendendo dalle sue labbra, pensando che avremmo vinto la guerra come gli antichi romani; e che la patria si serve anche facendo la guardia a un bidone di benzina.

siamo nel 2013 e continuare a parlare di quasi un secolo fa è indice dell’arretratezza della cultura italiana.

negli anni 20 era tutto un fiorire di ideologie, l’epoca dell’ideologismo
ora stiamo entrando da alcuni decenni ( dal 68 in poi) in una epoca post ideologica

coscienza interiore, risveglio interiore, ecologia, coscienza globale, democrazia diretta sono i nuovi temi che che si stanno imponendo.

Grillo ha successo per tanti motivi, tra cui:
1) per la forza e la corenza della sua linea politica proposta sinora senza gravi pecche o contraddizioni
2) per l’incapacità di molti altri di produrre aggragazione in politica, la solita cosa italiana, metti 5 persone intorno a un tavolo e inizieranno a litigare
3) perchè propone una sintesi di molte sedimentazioni delle culture di oppsizione
4) perchè il grado di marciume del sistema è massimo e conivolge tutti quelli della politica tradizionale
irrimediabilmente compromessi.

Quindi se si è pratici e realisti il Movimento 5 Stelle è una possibilità e una speranza insieme.
I paragoni con il passato sono fuorvianti, esiste certo una risonanza di alcune forme ma più che altro per il problema della arretratezza culturale italiana.

Non metto in croce chi fa qualcosa per cambiare, casomai lo aiuto

domani si vedrà

menici60d15, censurato da il Fatto:

21 febbraio 2013.

@ Maurizio De Gregorio. Veramente l’episodio che riporto è avvenuto 8 anni prima della nascita di Grillo. Indice di arretratezza culturale è il non avere memoria, non apprendere dagli errori di chi ci ha preceduto; la sicumera di chi sbuffa offeso se gli si mostra la pagina di un libro e pensa di avere capito tutto avendo sentito 2 ore di Grillo. Comunque si potrebbe fare il paragone con il consenso tributato alle sparate di Berlusconi o di Bossi; o alla retorica “compagna” della sinistra.

Grillo penso abbia successo perché spesso (non sempre) considera problemi autentici e sostanziali, sollevando e mostrando qualche badilata della tanta cacca che sommerge il Paese; perché adula l’elettore e gli prospetta una “rivoluzione” in pantofole; e perché segue il corso globalista, di riduzione dei corrotti poteri politici locali a favore dei corrotti poteri sovranazionali.

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22 feb 13

La censura a catechismo

Per lasciarne traccia a futura memoria, ho segnalato all’Ordine dei giornalisti con quali metodi deontologicamente scorretti e politicamente antidemocratici sta venendo favorito il “successo” del M5S alle imminenti elezioni da parte dei giornalisti de Il Fatto. E’ infatti la terza volta in pochi giorni che nella discussione con un esponente del M5S vengono censurate le mie repliche, lasciando senza giustificazione l’ultima parola al politico (v. “Il grillismo al servizio del capitalismo predatorio”  nel mio sito menici60d15).

Così il Fatto costruisce un catechismo a domanda e risposta, come il Compendio del catechismo preparato dall’allora cardinale Ratzinger; dove le varie obiezioni sollevate dai lettori a un potere politico, in questo caso il M5S, vengono consentite, ma le spiegazioni del politico non ammettono repliche. Il dialogo autentico viene così sostituito da ciò che i preti chiamano “forma dialogica”, che sembra un dialogo ma è un indottrinamento.

Il Fatto e i grillini tendono ad associare il rifiuto della scheda elettorale a posizioni anarchiche. Ma, come nel mio caso, vi è anche un rifiuto borghese verso un sistema politico fascistoide; nel quale Il Fatto e il movimento di Grillo sono più integrati di quanto ciò che viene fatto leggere nei loro blog possa far credere.

Francesco Pansera

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Brescia, 21 febbraio 2013

Al presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti

Dr. Enzo Iacopino

Via Parigi 11

00185 Roma

Oggetto: manipolazione “catechistica” in campagna elettorale.

Segnalo che Il Fatto, diretto da Antonio Padellaro, nel suo blog online, a pochi giorni dalle elezioni, sistematicamente permette critiche ai “grillini”, ma censura le risposte di chi ha sollevato le critiche. Ciò mi è successo per tre volte nel giro di pochi giorni, su due differenti argomenti, criticando un candidato e un attivista (V. allegato post “Il grillismo al servizio del capitalismo predatorio” sul mio sito).

Questa tecnica del consentire obiezioni ma lasciare l’ultima parola al politico censurando le repliche si può chiamare “catechistica”, perché porta alla formazione di una specie di catechismo del movimento politico, con le domande e le risposte; un po’ come il Compendio preparato dall’allora card. Ratzinger. Le varie obiezioni sollevate dai lettori a un potere politico, in questo caso il M5S, vengono consentite, ma le spiegazioni del politico non ammettono repliche. Anzi, chi critica viene così esposto a commenti diffamatori senza potere rispondere. Il dialogo autentico viene così sostituito da ciò che i preti chiamano, a proposito del loro Compendio del catechismo, “forma dialogica”; che sembra un dialogo ma è un indottrinamento. Qui per di più chi legge ha l’impressione che si tratti di un libero dialogo, e che il politico abbia l’ultima parola in virtù del merito di ciò che dice.

Segnalo questo perché penso valga la pena di riconoscere questa forma di censura e manipolazione, relativa alla asserita libertà della “rete”. Credo andrebbe stabilito il principio che se un giornale consente una discussione coi lettori sul web, allora dovrebbe attenersi a un obbligo di correttezza, e non manipolarla a piacimento escludendo alcuni interventi in modo orientare nella direzione desiderata le opinioni dei lettori. Ciò soprattutto su temi oggetto di contenziosi giudiziari, di rilevanza politica come la tutela della salute, la spesa sanitaria, le elezioni, e che riguardano gli interessi milionari di soggetti potenti come le multinazionali; come si può vedere da quanto allego. Questa è la 25° volta che Il Fatto censura senza giustificazione un mio commento (v. “Commenti censurati da Il Fatto” sul mio sito).

Inoltre, va registrato con quali metodi deontologicamente scorretti e politicamente antidemocratici sta venendo favorito il successo elettorale del M5S dai giornalisti de Il Fatto.

Distinti saluti

Francesco Pansera

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23 aprile 2013

Blog Come Don Chisciotte

Commento al post di V. Lo Monaco “Ma la rabbia dov’è finita?” del 23 aprile 2013

Sembra che il grillismo stia funzionando come barriera di protezione del sistema. Come imbottitura, che assorbe lo scontento popolare e lo devia facendolo sfogare in un innocuo spettacolo pieno di suono e di furia.

O Grillo o la lotta armata? Speriamo che non ci pensi qualche ufficio affari riservati a conferire credibilità a questa alternativa falsa e ignorante. Grillo sta diventando una comoda giustificazione all’analfabetismo politico, alla codardia e alla subordinazione volontaria. Sono invece da apprezzare quel 50% di friulani che alle elezioni regionali di due giorni fa, senza tante chiacchiere, hanno speso i loro diritti elettorali astenendosi, e ponendo così una democratica mozione di sfiducia verso la cricca che ci sta svuotando le tasche. Forse è stato solo un calcolo egoistico a muoverli; ma in ogni caso non votando hanno avuto la serietà, la forza e la dignità di rispondere con un “no” alla richiesta di firmare la liberatoria con la quale ai parassiti che usurpano le istituzioni viene riconosciuta legittimità democratica.

La differenza non è tra “conformisti” e “ribelli”, ma tra eterodirezione e dissenso popolare. La maggioranza degli italiani ha creduto al fascismo, e poi alla DC; non c’è voluto molto a Berlusconi e alla Lega a convincerli; ci sono voluti decenni perché la parte più scaltra cominciasse a sospettare, essendo rimasti in mutande, che i “comunisti” forse non stanno proprio dalla parte del popolo, ma sono in affari con quell’altra. Oggi con Grillo si accetta l’ennesimo prodotto confezionato, protestando la sua genuinità perché incontra il favore dell’elettorato. L’analisi, anche quando è minuziosa, resta olfattiva: l’odore ancora una volta è buono. Chi nota che gli ingredienti sono scadenti o pessimi viene severamente bollato con le etichette più pesanti. Fatevi quest’altra scorpacciata. Buona fortuna.

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2 marzo 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. De Felice “Stamina: l’audizione in Regione e l’affondo di M5S”

La contraddizione è più apparente che reale; perché né i 5 Stelle né Stamina sono così contrapposti all’establishment come si vuole fare apparire. In breve, Stamina è servita a fare propaganda alle staminali ufficiali, alle quali ora deve lasciare spazio. Stamina è una truffa così sfrontata da fare sembrare credibili e fondate al confronto le promesse terapeutiche miracolose delle staminali ufficiali; che sono anche loro un bluff. I 5 Stelle sono stati coerenti nel sostenere i grandi interessi retrostanti: prima aiutando a montare il caso appoggiando Stamina, e poi, attaccando Stamina, nel ri-orientare le aspettative così suscitate verso le staminali “serie”. Né sono stati gli unici, in questa truffa di Stato. I grillini e le altre forze, come la magistratura, che hanno assunto posizioni contraddittorie sono coerenti nel farsi i loro interessi servendo interessi illeciti di poteri forti.

Sarebbe ora che anche gli italiani crescessero e imparassero a riconoscere tale coerenza, smettendo di bersi le scazzottate (es. PD contro Berlusconi) che vengono regolarmente inscenate per plasmare l’opinione pubblica. E che imparassero a considerare la possibilità che i due contendenti operino assieme verso lo stesso fine: se uno è un truffatore non è detto che chi sembra opporglisi fieramente (ma a guardare bene lo favorisce) sia automaticamente onesto; può essere un compare, altrettanto disonesto, che trae credibilità dal litigio.

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7 marzo 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. De Felice “Novartis-Roche: chi guadagna sulla salute dei cittadini?”

Le truffe sono due, ingegnosamente accoppiate. Una è quella, ora nota, della falsa differenziazione dei 2 farmaci. L’altra è quella ideologica del sostenere che l’azienda è il contraente forte: “il farmaco è suo e fa quel che vuole” (D. Minerva); incluso non metterlo in commercio se non le conviene. Quindi lo Stato, invece di governare e dire all’azienda produttrice “il tuo è un trucco illegale, fammi l’Avastin in preparazione per uso oftalmico” dovrebbe eludere le leggi stabilite dall’industria, favorendo l’off-label; andando così verso la deregolamentazione dei farmaci già approvati per altro uso, che mette a rischio la salute e aumenta la spesa sanitaria e i profitti aziendali.

E’ pericoloso e ingannevole presentare come rimedio agli abusi l’off-label, che è la base per forme di comparaggio sistematico con giri di affari di decine di miliardi di euro (Big pharma often commits corporate crime, and this must be stopped. BMJ 2012;345:e8462), e porta a sovraprescrizioni che hanno provocato morti di pazienti

Con Avastin-Lucentis Big Pharma ha fatto come quei tassisti che fanno il giro lungo per far pagare la corsa più del dovuto. La multa ha anche il merito di mettere in luce una pratica scorretta. Ma aprire all’off-label sull’onda del caso sarebbe come sostenere che per assicurare che i tassisti seguano il percorso più breve occorre prevedere per loro deroghe al rispetto delle precedenze e dei semafori; e che così il servizio migliorerà.

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Giorgio Muccio:

Noi abbiamo avuto una discussione tempo fa sulla questione off-label in cui mi accusavi di promuovere l’off-label e mi accusavi di fare il gioco delle multinazionali (xchè non ti sei andato a leggere gli art. 11 comma 3 e 4 del Decreto Balduzzi 1 non convertiti). Spero di averti smentito.
Il 16 maggio la Corte Costituzionale potrebbe risolvere il problema dando agli enti erogatori dei farmaci (Stato Regioni) la facoltà di chiedere la registrazione facendo diventare “on” quello che prima era “off”.

PS Basta stabilire la tariffa sulla base di quanto dice il navigatore satellitare all’inizio della corsa invece che il tassametro.

@ Giorgio Muccio. Non vi è stata discussione, ma censura, perché – sotto elezioni politiche – le mie risposte, e quindi le mie critiche alle posizioni del m5s sono state censurate da il Fatto (v. Il grillismo al servizio del capitalismo predatorio). Ora non vedo in cosa mi avresti smentito. Spero che tu non voglia ricominciare coi toni urlati dell’altra volta.

Il paragone del basarsi sui dati del navigatore satellitare per stabilire la tariffa del tassista sarebbe simpatico se non avesse due difetti: a) nella realtà spesso il dato, cioè la possibilità materiale di estendere correttamente l’uso, non è disponibile; questa dell’Avastin è una eccezione (che si strumentalizza per farla divenire regola). Ma spesso si va a braccio, basandosi su pareri di esperti che si è visto sono di routine p-a-g-a-t-i dalle multinazionali (bada che se insisti a trascurare ciò so io a chi rivolgermi: ai grillini, che queste cose le denunciano…). b) come annunci, la tendenza all’opposto è risolvere imboccando comunque un senso vietato, ma facendo rovesciare la freccia che lo indica ai vigili urbani in modo da fare sembrare la cosa legale. O mettere segnali mobili, che si possono togliere o invertire a seconda di chi passa. Così come la segnaletica è necessaria ma non sufficiente alla sicurezza stradale, non è salutare ridurre i problemi dell’off-label, che sono primariamente medici, e tecnici, a un gioco di commi, di leggi, di atti burocratici, mettendo in secondo piano la sostanza.

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Giorgio Muccio:

1)Pecchi di logica: come ho fatto a risponderti se eri censurato?
2)Spero di averti smentito circa il fatto di essere al servizio delle multinazionali del farmaco sulla base di quello che proponevo.
Al resto risponderò con i fatti nei prossimi mesi.

@ Giorgio Muccio. 1) Pecco di logica “mucciana” (e quindi mentirei). Ma contra factum non valet argumentum. Le mie risposte a te non sono state pubblicate, e per lasciare memoria dell’accaduto l’ho segnalato a suo tempo all’Ordine dei giornalisti (cfr. I grillini al servizio del capitalismo predatorio). La cosa è inoltre dimostrabile con le copie di quanto postato e quanto scomparso.

2) Questo è un altro dei casi, es. quello in corso di Stamina (v. La truffa delle staminali, sul mio sito), nel quale si favoriscono grandi interessi illeciti in medicina montando uno scandalo, anche giudiziario, con un “malamente” al quale si contrappongono i “buoni”. Il malamente cattivo lo è davvero (le multinazionali, Stamina); ma la soluzione presentata dai “buoni” è in realtà ciò verso cui i grandi interessi illeciti volevano andare a parare.

Si combatte un male a favore non del suo opposto, la cosa giusta, ma di uno dei suoi contrari, un altro male. Le allucinanti pretese di Vannoni (prima lanciato poi attaccato dai grillini) danno credito alla truffa delle promesse terapeutiche infondate delle “rigorose” staminali ufficiali. I trucchi su Avastin portano a presentare la pratica corruttrice dell’off-label come un liberatore dalla corruzione. Questi scandali sono un’occasione irresistibile: permettono di presentarsi come paladini del bene e allo stesso tempo servire il potere. Il M5S e la magistratura agiscono come minimo in termini troppo superficiali rispetto al loro ruolo dichiarato.

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28 marzo 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. De Felice “Caso Novartis-Roche: ministro Lorenzin vuole intervenire?”

“Con tutto il dovuto rispetto, questa commissione e questo Congresso saltano quando l’industria farmaceutica gli dice “salta”: si precipitano ad approvare la legislazione quando l’industria medica vuole che passi una certa legislazione”. Deputato USA Sherrod Brown, 2002 (Washington Post, 7 marzo 2002).

Il parlamentare dell’Ohio la fa semplice, ma In Italia sono più furbi; a volte si mettono d’accordo sul dare gli ordini all’incontrario. Così, se l’industria vuole che il personale politico salti, deve dire “non saltate” e loro saltano, obbedendo mentre fingono di opporsi. In questo modo, con questa storia dell’Avastin, stanno introducendo l’off-label, una deregolamentazione che aumenterà i profitti, metterà a rischio la salute dei cittadini, favorirà la corruzione dei medici e degli amministratori, e aumenterà la spesa, incluso lo “out-of pocket” (di tasca propria); fingendo di opporsi allo strapotere di Big Pharma, e di legiferare a favore della tutela della salute e della razionalizzazione della spesa.

Giorgio Muccio:

Come spiegato dal AGCM l’off-label crea concorrenza e quindi diminiusce i profitti non il contrario, per il resto concordo.

@Giorgio Muccio. Segnalo a lei, e, se è vero quanto le attribuisce, alla AGCM, “Regulatory Actions on the Off-Label Use of Prescription Drugs: Ongoing Controversy and Contradiction in 2009 and 2010” Fairman e Curtiss, JMCP 16: 629, 2010; che mostra quanto sia risibile parlare diminuzione dei profitti per una pratica che le industrie premono affinché sia allargata, perché crea “tremendous” incrementi delle vendite; e parlare di concorrenza per un sistema che è la quintessenza della negazione della regolazione tramite il mercato, e che in USA è perciò sotto la costante attenzione del Dipartimento di Giustizia, con multe che ammontano a miliardi di dollari. E di come sia stato specioso prendere a pretesto l’Avastin, sul quale è stato applicato uno spudorato double-standard: mentre viene discriminato per l’uso off-label oftalmico è stato indebitamente permesso come off-label antitumorale – costosissimo – nonostante i pareri tecnici contrari.

E di come la discussione avrebbe dovuto riguardare i ben noti gravi rischi dell’off-label per la salute dei pazienti; e per la spesa. In Italia invece abbiamo avuto propaganda e censura; le istituzioni e le forze politiche hanno fatto da commedianti e da picciotti, recitando il ruolo loro assegnato nella sceneggiata; ingannando i cittadini spacciando un caso particolare per quello generale, stravolgendo e occultando i termini reali della questione; mentre tenevano a bada chi denunciava questa corruzione di alto bordo.

Giorgio Muccio:

La legge DiBella dice che perchè possa essere utilizzato l’Off-label ci debbono essere 3 requisiti: 1) il consenso del paziente all’uso off-label 2) pubblicazioni scientifiche che provino l’efficacia dell’off-label 3) che non ci siano on-label per la stessa patologia. NON VEDO QUINDI COME POSSA ESSERE UTILIZZATO UN OFF-LABEL (PIù COSTOSO) DI UN ON-LABEL (MENO COSTOSO), visto che la sua critica si concentra sui costi.
NB LA PARTICOLARITà DEL caso Avastin è tale in quanto 1) Avastin si è dimostrato tanto efficace da essere rimborsato dal SSN, fintanto che non è stato autorizzato Lucentis 2) L’OMS dice di utilizzare Avastin nonostante ci sia Lucentis autorizzato.
3) Avastin costa 1/60 di Lucentis. ….. per tralasciare tutto quanto emerso nel procedimento davanti all’AGCM.

@ Giorgio Muccio. Lei non vede, o dice di non vedere, l’evidenza. Legga l’articolo che le segnalo. E’ lei che si concentra sui costi, non io, che guardo all’aspetto medico. La realtà non la creano le leggi, ma i fatti, ed è un fatto, universalmente noto, oltre che prevedibile, che l’off-label porti ad aumentare la spesa da un lato e i profitti dall’altro. Anche su un piano logico, i 3 requisiti di legge che cita non impediscono che si introducano nuovi utilizzi off-label di un farmaco a vantaggio di chi lo vende. A parte il fatto che appare che, come già avviene all’estero, ci si voglia accontentare di molto meno che di una “provata efficacia” (nel qual caso sarebbe più semplice e vantaggioso per tutti dichiarare approvato l’uso); basterà qualche pezza d’appoggio confezionata ad hoc e qualche parere “indipendente” di incorruttibili esperti. Il caso Avastin oftalmico appare sempre più come un cavallo di Troia per introdurre la deregolamentazione voluta dall’industria.

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8 aprile 2014

Giorgio Muccio: Ho letto. La questione è permettere solo a casi come Avastin, che ha 3 studi di grandi dimensioni a sostegno dell’equivalenza per efficacia e sicurezza, verificati dall’OMS.
Non si tratta di fare una nuova regola (che peraltro cozzerebbe con direttiva europea) ma di fare l’eccezione alla regola che già c’è, in modo da evitare distorsioni come quella di Avastin.
PS molto utile l’articolo perchè ora capisco alcuni doc. depositati nel procedimento dell’AGCM…. x poco ancora riservati.
:-)

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27 ottobre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “M5S, Grillo: “Prima d’incontrare la finanza, la mafia aveva una sua morale” “

La mafia è, ed è sempre stata, “una montagna di m. “. Viene in genere trascurato che è solo una delle vette di un’intera catena montuosa di poteri associati, che comprende i poteri economici e i poteri corrotti dello Stato: la mafia viene dipinta come un Kilimangiaro nero e le altre vette come colline rosa. Il duo Grillo-Casaleggio agita questioni vere ma non le rende più chiare, e aiuta a tenerle confuse: qui sulla mafia ha esagerato nel correggere l’orografia, e ha invertito i colori. Le altezze sono simili, e il colore vero è lo stesso, sui generis, per tutte le cime.

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12 dicembre 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post d P. Gomez “Corruzione, Re Giorgio Napolitano è nudo. Davanti ai vescovi”

Presepio 2014. Sono nudi anche i vescovi. Ma chiedere di riconoscere che sono nudi sia il bue, sia l’asinello che viene detto cornuto dal bue, e anche il bambin gesù – Grillo, mandato dal padre a salvare la mangiatoia, e scaldato dal fiato dei due grossi animali, sarebbe pretendere troppo dagli italiani. Per di più sotto Natale.

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[in risposta a: Nicoletta: “Ma hai già cominciato a bere dal mattino? Datti una regolata”] Eliminato insieme ai commenti ingiuriosi ai quali rispondeva.

No, è che pensavo a quelli che credono che i preti possano fare la morale sulla corruzione; e a quelli che credono che siccome Grillo ha scoperto che in Italia c’è la corruzione, allora obbedendo a lui e a Casaleggio hanno modo di fare valere la superiorità morale che si sentono dentro. E mi sono venute alla mente metafore zoomorfe. Mi dispiace di avere così urtato la vostra sensibilità.

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@ dinamo62. Parafrasi per dinamo62 e c. Napolitano accusa genericamente di eversione chi è stomacato dalla classe dirigente, ma rappresenta lui stesso una forma di eversione dall’alto. I vescovi fingono di contrastarlo condannando la corruzione, malcostume del quale sono tra i maggiori responsabili e beneficiari. Tutti e due con questo battibecco contribuiscono a fare credere che la soluzione sia Grillo, che raccogliendo i voti dei semplici e dei presuntuosi e riducendo quindi il non voto salverà il sistema caro a Napolitano e ai vescovi. Tanti italiani sono incapaci di istanze autenticamente popolari: sono incapaci di concepire la politica come altro che parteggiare per uno o per l’altro dei potenti sul palcoscenico; e basta poco per ottenere il loro appoggio. Condividono in realtà le idee di Napolitano, che sia eversivo non mettersi comunque sotto a figure di potere, anche nel contestare gli abusi del potere.

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15 febbraio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Maggiani Chelli “‘Catturandi’, come si arresta un latitante. Anche Messina Denaro”

Non so se il libro sia classificabile come saggio, o come fiction. O forse come test diagnostico, perché il proporre la tesi che davvero forze di polizia e magistratura non siano riusciti, nonostante sinceri e lodevoli sforzi, a prendere Messina Denaro in 22 anni è un test per valutare il grado di dabbenaggine dell’italiano medio. O meglio per confermare il suo brillante tasso di omertà rispetto alle mafie di Stato, alle quali fa comodo avere dei Baubau a piede libero per potersi presentare come protettori mentre esercitano indisturbati i loro non lodevoli affari.

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@ Massimiliano. C’è una certa affinità tra i 5 stelle e queste latitanze di decenni che invece di far vergognare vengono esibite come titoli di merito. Anche il Movimento 5 stelle a parole fa fuoco e fiamme, e si autoincensa definendosi difensore dei sacri princìpi; e anche lui poi, entrato in massa nel Palazzo, nei fatti si distingue per stare immobile come una lucertola al sole rispetto ai nuclei dai quali emanano i mali del Paese; legittimando un sistema politico e istituzionale marcio; e permettendogli non solo di riprodursi, ma di progredire nel suo sgretolare la nazione. Ed entrambe le trionfanti ritirate raccolgono il consenso dei cittadini che sono disposti a fare le barricate; se non piove.

@ Cosimocs. Il “mio” PD? I massocomunisti? Quando mostravo come siano i primi venduti, i piddini mi rispondevano che allora ero di Forza Italia: siete appena arrivati e anche voi non sapete concepire la politica al di fuori del vostro giro. Chi vi critica non può che essere un sostenitore di un altro membro del club. Invece di fare sceneggiate, urlare vaffa, saltare sui banchi come scimmie, e poi leccare compunti quelli della sceneggiata Messina Denaro – ciò su cui ho commentato; invece di raccontare la favoletta dei “fedeli servitori dello Stato“ che rischiano la vita contro la mafia, scambiando l’eccezione per la prassi, scambiando i pochi che credendoci ci hanno rimesso la vita con i tanti che ci fanno carriera; invece di aggiungere l’altra trita e perniciosa favoletta della “moralità della mafia“ (Il Fatto, 27 ott 14; M5S Grillo: “Prima di incontrare la finanza la mafia aveva una sua morale”). Invece di fumetti per zuzzurelloni, invece di aggiungere retorica a retorica, invece di cliccare a comando sentendosi come se si stesse premendo il grilletto del mitra, un’opposizione seria esporrebbe al popolo i reali rapporti di forza tra delinquenza mafiosa, i poteri forti che sostenendola la fanno sembrare invincibile, e i poteri dello Stato che la strumentalizzano e la usano come manovalanza, alibi e diversivo per le loro imprese criminali.

@ Cosimocs. No, mi bastano. Mi bastano per confermare il vuoto – o peggio – che c’è dietro la tipica superficialità presuntuosa che manifesti coi tuoi toni. Ho già scritto di come agitando la mafia al Nord, le istituzioni, e i grillini di rincalzo, favoriscano altre forme di criminalità non meno gravi, lasciandole libere di commettere gli illeciti che sostengono l’introduzione del modello liberista al Nord. O aiutandole. Mi riferisco in particolare alla sanità. V. il ruolo dei grillini nel caso Stamina o nel caso Avastin-Lucentis, sul mio sito.

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29 dicembre 2015

Blog de il Fatto

Commento al post di D. De Felice “Avastin-Lucentis: nel 2016 avremo una nuova legge sui limiti ai farmaci?”

@ Domenico De Felice. La pagina linkata al sito del Senato riporta solo gli estremi del disegno di legge, s2174, presentato dalla senatrice Montevecchi, cofirmatari Taverna, Donno, Santangelo, Airola, Moronese, Paglini, tutti del M5S. Nel “fascicolo iter” in pdf non c’è alcun testo. Stampando l’intera scheda si trova : “Testi disponibili: nessun testo disponibile”. Il suo articolo presenta la proposta di legge come l’arrivo di un sospirato progresso, ma non dice espressamente di che si tratta; sembra di intuire, dai suoi precedenti interventi, che si vogliano allentare i limiti all’impiego off-label dei farmaci. Sarebbe possibile per cortesia, per venire incontro al cittadino poco pratico, avere un link diretto al testo del disegno di legge? O anche averne un riassunto, con un commento che spieghi i suoi effetti pratici, in modo da potere valutare quanto buona sia la buona notizia?

@ Domenico De Felice. Il link al video non l’ho trovato nel suo articolo, ma ho trovato il video su Youtube. Inviterei i parlamentari M5S a rilasciare senza ritardi al pubblico anche il testo delle proposte legislative che dicono di presentare in favore dei cittadini; nel 2006 Grillo ha fatto un post di una mia lettera sull’inceneritore di Brescia all’ASM, oggi A2A, che verteva proprio su questo dare la notizia senza i documenti relativi. Nel video Paola Taverna chiede i commenti e l’aiuto del pubblico. L’off-label è un grosso favore al business farmaceutico; aumenta la spesa farmaceutica, mentre espone il pubblico a gravi rischi. Il caso particolare dell’Avastin-Lucentis fa da cavallo di Troia. L’uso off-label dello stesso Avastin per il cancro metastatico della mammella è stato portato a esempio di deregulation nociva per il pubblico: Darrow JJ et al. New FDA Breakthrough-drug category-Implications for patients. N Engl J Med 2014; 370: 1252.

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22 luglio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “M5s, Di Maio elenca tra le lobby anche quella “dei malati di cancro”. Polemiche, poi le scuse”

Di Maio o chi gli scrive i testi è slittato dal concetto di lobby a quello contiguo di “stakeholder”, “azionista” e in senso lato “portatore di interessi”. Per il liberismo la proprietà di un’azienda che inquina è uno stakeholder insieme ai cittadini esposti, allo Stato, ai dipendenti, etc. Questo ambiguo porre sullo stesso piano, come partizioni di una stessa torta, interessi eterogenei viene applicato anche in medicina. Il cancro avrebbe per stakeholder il malato, i curanti, le ditte farmaceutiche e gli altri fornitori, i ricercatori, etc. L’interesse del malato alle cure migliori non è più privilegiato, ma compete con altri interessi, in conflitto. Gli stakeholder forti possono aumentare il rendimento delle loro “quote” es. sovradiagnosticando, cronicizzando, prescrivendo cure inutili e dannose che richiederanno altre cure, ottenendo dallo stato l’abbassamento dei criteri di approvazione di nuovi farmaci. In pratica un “furto di utilità” a danno del malato. E’ un po’ come dire che la lepre e la volpe che la vuole per cena sono entrambe stakeholders della vita della lepre. E parlare di lobby delle lepri. Di Maio accomuna le volpi del lobbismo affaristico ai malati-lepre. Ciò suona strampalato da noi, ma è routine nella malsana polita sanitaria USA. I 5 Stelle contendono ai PD i favori dei poteri liberisti; praticando in forme nuove la tecnica collaudata di presentarsi agli elettori come dei Don Chisciotte e poi muoversi nel Palazzo come Sancho Panza.

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6 agosto 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di PRESSapoco “Screening neonatale, votata la legge ma nessuno deve saperlo”

Le malattie rare consentono di vendere farmaci costosissimi aggirando i già corrivi controlli standard *. Es. è stata appena approvata una terapia per l’ADA Scid, presentata come un successo italiano. Non è stato detto che costerà 665000$ a paziente. Né che avere dubbi sull’efficacia è lecito**, e quindi doveroso (ma poco salutare, dato il sistema di protezione mafiosa istituzionale per questi affari). Gli screening neonatali sono funzionali al business nascente delle malattie rare. Molte malattie genetiche e metaboliche non hanno meccanismi patogenetici semplici e netti, come invece viene fatto credere al pubblico: al dato di laboratorio considerato marker positivo può non corrispondere un futuro sviluppo di malattia, o la malattia può essere espressa in forma lieve. Gli screening possono sia allargare la quota di bambini etichettati come malati e quindi il volume di affari, sia simulare una parziale efficacia dei farmaci, data in realtà dai casi che comunque sarebbero rimasti asintomatici o avrebbero sviluppato forme lievi. E’ uno schema già rodato con gli screening per il cancro. Toglierebbe denaro al SSN per la routine regalandolo alle case farmaceutiche. L’aspetto peggiore è che creerebbe piccoli malati.

* “Adaptive licensing” or “adaptive pathways”: deregulation under the guise of earlier access. 16 ott 2015, Joint briefing paper. Prescrire.org
** Garde D. There’s a possible cure for ‘bubble boy’ disease. It will cost $665,000. Statnews, 3 ago 2016.

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21 dicembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Roma, anche l’Anac contro Marra: “Conflitto d’interessi sul fratello. E la Raggi doveva esonerarlo dalle decisioni””

C’è un problema di “epistemic reliance”, “fiducia epistemica”. Noi sentiamo Grillo, sentiamo i 5S, denunciare il malaffare; ci si allarga il cuore e crediamo che i 5S siano tutt’altra cosa dal sistema che condannano con voce tonante. Il grosso, grossissimo guaio è che c’è un problema nascosto di fiducia epistemica mal riposta anche sull’ANAC, che ha un progetto sinergico con AIFA per il “fast track”, l’approvazione abbreviata dei nuovi farmaci. Una forma di corruzione istituzionalizzata non meno dannosa per i cittadini della corruzione con mazzette dei palazzinari romani. Un watchdog dei diritti dei cittadini competente, incisivo e non ambiguo (come purtroppo non sono i 5S), il National Center for Health Research, ha parlato di “McDrugs”, e di come “fast drugs can be more dangerous than fast food”. Ma il renziano Cantone – magistrato – invece di avvisare dei danni e dei pericoli del fast track, riportati anche da studiosi della corruzione*, collabora al programma obamiano di deregolamentazione dei farmaci, ponendo così l’anticorruzione al servizio della corruzione legalizzata.

*Light DW et al. Institutional corruption and the pharmaceutical industry. Journal of Law, Medicine and Ethics. Fall 2013.

23 dicembre 2016. Fonte: quotidianosanità.it. “Da Ministero e Anac arriva Fast Track per sperimentazioni più veloci e sicure”. Scaricato il 19 dic 2016. A quattro giorni di distanza, la notizia non risulta essere riportata da altre fonti internet. Può darsi che l’articolo riporti erroneamente “ANAC” invece di “AIFA” nel comunicare nel titolo e nel testo che “è nato il fast track, un progetto sinergico di ANAC e Ministero della salute”. L’eventuale errore non è a oggi corretto. Anac collabora alla realizzazione dei progetti di AIFA e Min. Salute, come riferisce anche l’articolo. Non risulta abbia sollevato obiezioni sul fast track, esponendone la natura corrutiva, o i rischi di corruzione. L’articolo prende spunto dalla IX Conferenza Nazionale sui Dispositivi medici. La conferenza ha tenuto a battesimo il fast track italiano. Il sito della conferenza non riporta la presenza di Anac. Riporta la compresenza e la convergenza di controllati e controllori, incluso il comandante dei NAS.

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10 gennaio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. La Cara “Terapia genica, Luigi Naldini: “Così l’esistenza di molti bambini è cambiata in meglio”

Il “gerrymandering” che enfatizza le malattie rare – citate da Sergio Mattarella nel suo discorso di fine anno – permette dietro all’immagine sacra del bambino malato manovre speculative dello stesso livello di quelle dei salvataggi bancari a spese dei cittadini (e della stessa radice; non sorprende che sia sostenuto dalle banche); ma più gravi, dato il loro impatto negativo sulla salute. Permette infatti approvazioni con controlli ridotti, e di vendere quindi farmaci dall’efficacia terapeutica nulla o dubbia (ma non privi di effetti avversi) applicando il “premium pricing”. Coartando il concetto di malattia rara tende ad estendersi alle malattie comuni, con sotterfugi come il “salami slicing”, aggirando così i controlli e i limiti anche per la massa dei pazienti. Elementi fondamentali dello schema sono la definizione di malattia e di nuovi sottogruppi tramite biomarker e la “diagnosi precoce”, che inevitabilmente porteranno a sovradiagnosi (che permettono di presentare “risultati” terapeutici). La politica e l’informazione invece di fermarsi ai buoni sentimenti da talk show dovrebbero considerare che il combinato di attenzione sproporzionata, propaganda, manipolazione della nosologia e deregolamentazione non porti a un “cambiamento dell’esistenza di molti bambini” – e anche di molti adulti – in peggio, con un bilancio complessivo negativo per la collettività.

Herder M. What is the purpose of the Orphan Drug Act? PLoS Med, 2017. 14; e1002191. E citazioni.

@ Beta. Quanto dico dell’attuale distorsione della ricerca sulle malattie “rare” è il trasferimento sul piano politico di critiche e allarmi lanciati da esperti, anche da Brussels, su una nuova direzione impostata dalle multinazionali farmaceutiche globalmente. Partita dagli USA (anche tramite l’ODA), riguarda anche la UE, es reg. 141/2000*. Telethon, dopo avere spinto per la promessa sostanzialmente mancata – come era prevedibile – della terapia genica, ora ha aggiunto esplicitamente il tema delle malattie rare. Sempre con la formula della propaganda mediatica che strumentalizzando il dolore supporta una ricerca tanto sofisticata quanto basata su presupposti e catene di assunti errati o fragili. E’ stato detto che “un giorno tutti i tumori saranno malattie rare”. L’Italia non appare estranea alla nuova strategia. Es. la scelta da piano industriale dei politici (5S in testa) di allargare gli screening neonatali obbligatori per le malattie rare, portandoli a 40, senza indicare le malattie; non partendo quindi dalla singola patologia e dal bilancio della validità e utilità dei test. E’ già avvenuto che premure preventive portino a fatturati astronomici per chi vende e ad un forte aumento delle persone, qui bambini, falsamente etichettate come malate, senza che i benefici promessi si avverino.

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Commento al post di S. Palmisano del 4 maggio 2017 “Cellulari e tumori, chi ne studia la correlazione sia super partes”

@ Sp1959. 5 giorni dopo Ivrea anche a Firenze (studio avv. Bonafede, deputato 5stelle; giudice Nuvoli) la magistratura ha riconosciuto che l’uso del cellulare può provocare tumori del sistema nervoso. Non si tratta dunque di un fake a sostegno del business oncologico e giudiziario: è la terza sentenza del genere e quindi, soddisfacendo il Principio del Campanaio (1), è stato raggiunto l’elevato livello di rigore tipico dei contributi della magistratura alla medicina. Il Principio del Campanaio è applicato dalla scienza ufficiale del più alto livello di reputazione, es. nella ricerca oncologica (2), che magistrati e forze di polizia considerano fonte di verità, immune da interessi di parte o illeciti, e difendono come giannizzeri.

1 ”In The Hunting of the Snark di Lewis Carroll, il Campanaio dice: «Tutto quello che ti dico tre volte è vero».” (L’errore del campanaio. In: Follie e inganni della medicina. Skrabanek P. McCormick J. Marsilio, 1992).

2 “Some non-reproducible preclinical papers had spawned an entire field, with hundreds of secondary publications that expanded on elements of the original observation, but did not actually seek to confirm or falsify its fundamental basis. More troubling, some of the research has triggered a series of clinical studies — suggesting that many patients had subjected themselves to a trial of a regimen or agent that probably wouldn’t work. “ Begley CG, Ellis LM. Raise standards for preclinical cancer research. Nature, 2012.483;531.

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4 marzo 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di E. Ambrosi “Cancro al seno, parlano 200 donne malate: “Non siamo fighe, siamo rottami. Chiediamo una miglior qualità della vita (e una comunicazione giusta)””

In Francia una commissione, che ha compreso cittadini, nominata dal ministero della sanità, ha chiesto l’abolizione o la riduzione dello screening per il cancro della mammella e uno stop alla disinformazione e propaganda (Barratt A et al. Reform of the National Screening Mammography Program in France. JAMA, 30 ott 2017). In Italia si cerca all’opposto di espandere il business. Anche con l’estetizzazione della pesante e dolorosa esperienza del cancro. La presidente dell’Associazione Italiana Oncologia, Stefania Gori, ha lodato la Toffa. Per una voce di donna, con diagnosi di cancro della mammella, che denuncia queste tecniche di vendita avvilenti e disoneste: Ehrenreich B. Smile or die. How positive thinking fooled America & the world. Granta, 2010.

Rivolgersi a Bergoglio come avvocato è finire in ore leonis, perché il clero promuove il business del cancro, al quale partecipa. Ma gli italiani, diceva Montanelli, “vogliono fare la rivoluzione coi carabinieri”. E infatti anche la scelta dello “antisistema” M5S, che ha appena vinto le elezioni, del generale dei CC della Terra dei fuochi al ministero dell’ambiente va nel verso del favorire il business del cancro insieme agli spot della Mediaset di Berlusconi su come è fico avere il cancro e alle bugie sul cancro del governo Renzi (v. La post-camorra. Dai tagliagole alla chirurgia ingiustificata della tiroide).

@ boboviz. La commissione non comprendeva solo comuni cittadini. Le sue conclusioni sono simili a quelle espresse nel 2014 dal medical board svizzero. Sono il primo a criticare l’inserimento dei cittadini nelle valutazioni tecniche; è una tattica della medicina commerciale e delle sue manipolazioni, come ho già scritto, anche su questo blog (citando Tritter et al. Globalisation, Markets and Healthcare Policy. Redrawing the patient as consumer. Routledge, 2010). Il coinvolgimento dei cittadini è giustificato in situazioni estreme. Va riconosciuto che anche l’idea alla Burioni di un “magistero scientifico”, cioè che la competenza da sola sia sufficiente è una favola ingannevole: “l’esperienza dice che il mondo è pieno di scienziati e di intellettuali che si prostituiscono al potere e ne avallano tutte le abiezioni. Forse che costoro non sono corrotti perché sono competenti ?” (V. Pareto).

Io ho scritto, come ho fatto su altri aspetti, come dietro a posizioni che superficialmente appaiono a tutela della salute i 5S servano grandi interessi illeciti, insieme ad altri poteri; qui nel cavalcare gli allarmi gonfiati sulle epidemie di cancro da sversamenti della Terra dei fuochi. “L’accenno ai poteri dei 5S di fermare il cancro”, parto della tua mente, è in effetti da manuale di psicologia clinica; o da manuale di tecniche di caciara. Come lo è l’attribuirmi posizioni che sono quelle della tua parte e affermazioni opposte a ciò che scrivo.

@ boboviz. Occorrono semplicemente persone sia competenti sia oneste; e una politica che se ne avvalga. La medicina non è autonoma: riflette il livello di civiltà della società che la esprime. Se la società è corrotta, la medicina sarà corrotta. Se il politico tipo è uno come te, dai modi boriosi e dalle funzioni servili, la medicina sarà quella viziata o fraudolenta imposta dal business. Inevitabilmente. Ciò non toglie che le aberrazioni vadano denunciate.

La diffidenza sui 5S nasce dall’osservarli. Es: “Di Maio e la lobby dei malati di cancro”. Posizione confermata da molte analisi di terzi, es. “Consulente Intelligence Nato: Ecco perché il potere ha fabbricato i 5 Stelle”. Informare per resistere, 28 set 2017. Dopo la P2 dei tempi di Andreotti e Cossiga, il ventennio del piduista di Arcore, il viceré Napolitano, il circolo massonico di Renzi, in tempi di crisi un fan club di inadeguati, inquadrati in una ferrea organizzazione top-down, guidati con strumenti di marketing professionali, a differenza dei tentativi grassroot che il sistema fa restare microscopici o stronca, sboccia sul letame dei partiti e diviene il primo partito; sulla parola, per avere svelato che i politici fanno schifo e promesso soldi gratis. Sospettare che chi ci mette in padella provveda anche alla brace dev’essere un’altra delle sindromi descritte nei manuali di psichiatria che tieni a portata di mano.

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22 maggio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Giuseppe Conte e il caso Stamina: nel 2013 fu legale della bimba che i genitori volevano curare con i metodi di Vannoni”

Stamina è stata una operazione di marketing, e una farsa criminale, gestita dallo Stato a favore dei poteri forti. Si è inscenato uno scontro tra due modi diversi, ma non mutualmente esclusivi, e anzi complementari, di lucrare sulla medicina a danno della salute e dei beni dei cittadini. Va contro la salute la parte in commedia del protagonista , di chi come Conte spinge per la “libertà di cura”, tipico ideologismo liberista che sembra progressista ed è un bidone; corrispondendo di fatto alla “libertà di truffa” (questo carattere ‘bifronte’ è ricercato dalle forze che servono il potere fingendo di stare dalla parte della gente). Va contro la salute anche la parte dell’antagonista; di chi, come la papabile alla presidenza del consiglio Cattaneo*, ha usato una truffa livello Vanna Marchi come standard negativo per propagandare e dare credibilità alle promesse “scientifiche” ufficiali, sofisticate ma anch’esse ciarlatanesche, sull’asserita individuazione del giacimento aurifero della rigenerazione di parti di organi solidi tramite staminali. E’ contro la salute anche il ruolo dei macchinisti di Stato che dietro le quinte hanno alimentato e retto il gioco per anni; e si sono occupati inoltre di reprimere le voci che lo avrebbero messo a rischio, con sistemi da codice penale che troverebbero l’approvazione dei mafiosi che dicono di combattere.

Vedi: Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale.

*Gastaldi G. Il Fatto, 7 mag 2018.

@ luigiboschin. Li conosco i fatti. E Iacona, che una volta ha parlato di “apertura di prateria per noi giornalisti” in campo biomedico, non è una fonte molto attendibile. Semmai tu dovresti spegnare la tv e leggere materiale di prima mano; anche sulle gravi responsabilità dei giornalisti nelle frodi mediche; su come le notizie giornalistiche false o distorte costituiscano atto medico e provochino danni alla salute su scala collettiva; e sui “conflitti di interesse” tra verità e multinazionali generose e riconoscenti che corrispondono ai grassi e verdi pascoli di Iacona.

@ luigiboschin. La tua figliola non ha “i FATTI”, come scrivi, e neppure ha i fatti; anche se ha lavorato da giornalista insieme a un PM. Questa collaborazione conferma piuttosto quanto denuncio. Una giornalista non dovrebbe “lavorare insieme a un PM” come scrivi; ma di fatto è successo questo, nell’ambito di un’operazione di marketing di Stato che ha diffuso false concezioni a favore di business illeciti. E dove Iacona e coll. hanno fatto la loro parte. A danno del pubblico; mentre ne hanno beneficato in diversi, inclusi magistrati e giornalisti; che in effetti lavorano insieme, in questi casi. Una sociologa della scienza, Jasanoff, ha osservato come la propaganda medica tragga credibilità dagli interventi giudiziari. Quello che dici di non capire sul lavoro di tua figlia è il genere di concetti definito da Maynard Keynes: “è difficile fare capire una cosa a qualcuno il cui stipendio dipende dal non capirlo”. A non capire certe cose ci si guadagna; fino ad arrivare a Palazzo Chigi. Mentre a non farsi i fatti propri si hanno seri guai. In USA c’è un dibattito sui conflitti di interesse dei giornalisti biomedici (c’è anche chi parla di “checkbook science”). Es. “Real harm to real people from shoddy PR news releases” Health News Review, 19 gen 2016. Da noi c’è chi sostiene l’incomprensibilità del concetto mentre vanta una collaborazione col celebre Guariniello.

@ luigiboschin. Tu vai all’insediamento del presidente degli USA. Ah no, quello era Gelli, con Carter. Tu vai a cena da Donald Trump. Holy canasta. I’m impressed. Interessanti i legami multipli di tua figlia giornalista, con Guariniello, Iacona, e l’entourage di Trump. I soldi del canone RAI obbligatorio sono spesi bene. Le compagnie farmaceutiche uccidono impunemente; “are getting away with murder”. Sono le parole del tuo amico Trump, Che però si è subito dimostrato ottimo amico di quelli che chiama assassini, mettendoli in posti di governo importanti e legiferando a loro favore. Credo che sia la stessa tecnica dei “populisti” (in realtà, demagoghi) nostrani; e quindi la partecipazione alla farsa criminale Stamina fa curriculum. Buona fortuna a voi che “la vita la viviamo in diretta” (ma attenti agli effetti omicidiari della medicina che servite).

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23 maggio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Ruccia “5s-Lega, Travaglio: “Conte? Chiarisca suo curriculum. Vedo molti cani da riporto trasformarsi in cani da guardia””

Ieri 22 maggio 2018 il Congresso USA ha approvato la legge “Right to try” voluta da Trump, contro il parere – fondato, anche se sua volta non disinteressato – delle società scientifiche; variante del “diritto alla libertà di cura” del quale Giuseppe Conte è paladino. Il “diritto a tentare”, è stato osservato, “esporrà pazienti vulnerabili al rischio di seri danni, incluso il morire prima e in maniera più dolorosa” (M.A. Carome, Public Citizen). Frenerà anche la ricerca di cure efficaci, sviluppate con criteri scientifici, o meno antiscientifici, a danno dei futuri pazienti. Mentre favorirà indebitamente il business. Il cambio di vocazione evidenziato da Travaglio è reciprocante: è vero che i cani da riporto ora fanno i cani da guardia. Ma quelli che si presentano come cani da guardia rivelano inquietanti congruenze con i soliti Melampo, il cane da guardia che nel libro di Collodi era d’accordo con le faine.

@ flamenco. L’angoscia per familiari malati la conosciamo tutti. Anche la pulsione a tentarle tutte è un pensiero domestico, familiare a tutti noi. Oggi però, nel terzo millennio, le conoscenze acquisite mostrano che legalizzando i tentativi disperati si crea una situazione che chiamo di “efficienze divergenti”: diminuisce l’efficienza delle cure e del trovare cure più efficaci, e aumenta l’efficienza economica, il profitto. Un affossare sempre più nella condizione di ‘vinti’ i malati, e incamerare sempre più soldi dall’altro lato. La via relativamente più efficace, e quindi la più etica, è quella razionale, anti-istintiva, non quella emotiva, che viene sollecitata ad arte e infiorettata da speculatori senza cuore.

Il problema oggi è se i governanti rappresentano il popolo o il potere. Si può fare a meno di valutare la buona fede di un candidato alla guida del paese. Lasciando ciò al frate confessore. Al cittadino è sufficiente il fenomeno, cioè l’aderenza di fatto del candidato a potenti ideologismi (appoggiati anche con mezzi criminali, posso dire) a vantaggio del potere e a danno del popolo.

Il “diritto a tentare”, argomento che fu di Berlusconi, è un pessimo affare anche in campo politico. Come in medicina, dovrebbe piuttosto vigere lo “aviation model”. Le cure e il governo del Paese dovrebbero avere garanzie tendenti a quelle che si hanno salendo su un aereo che non cadrà, e non essere esperimenti sulla pelle della popolazione.

@ elpolloloco91. Legga meglio, ho scritto che è paladino della libertà di cura. Come è chiaro dall’averla portata ad argomento nel perorare un’istanza che andava a favore di un “diritto” a che i contribuenti finanzino le truffe mediche più volgari. Dall’essersi speso nella creazione di strutture di sostegno e propaganda a favore di questo “diritto”. E dal fatto che, cattedratico, ha portato argomentazioni giuridiche a sostegno; assai deludenti. Come del resto tanti magistrati, ha ritagliato un facile caso iperuranio ignorando incredibilmente di stare ricalcando un argomento capzioso, a favore di colossali interessi illeciti del mondo terreno della malattia e dell’economia; di stare cucendo una veste giuridica, perché abbiano forza di legge, su slogan probabilmente usciti dalle grandi agenzie di public relation.

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20 dicembre 2018

Blog de il Fatto

Commento al post di T. De Marchi “Angelo Tofalo indossa la tuta da Top Gun e annuncia: l’F-35 è irrinunciabile”

L’arte di cantare che si sta “ridendo in faccia a Monna morte ed al destino” mentre ci si sta calando le brache. Spiace anche per quei militari davvero coraggiosi e leali alla bandiera.

Nel paese dei preti arraffoni sotto le pelli d’agnello, dei bauscia che trascinano l’Italia verso il postribolo mentre recitano di amarla, dei “disinistra” che si rivelano essere come i porci di Orwell, dei furbi di paese che fanno tanto fumo per mangiarsi l’arrosto, bisognerebbe avere sempre presente il commento di un personaggio di Fellini: “se un ladro ha la faccia da ladro in fondo è onesto”. Il M5S è l’esempio più recente della mai appresa differenza tra esca e amo: tra un appetitoso boccone e un gancio d’acciaio con punta ad arpione. La differenza tra retorica e pratica. Tra “Se il destino è contro di noi, peggio per lui” e il motto che Longanesi diceva andrebbe scritto nel bianco del tricolore: “Tengo famiglia”. Nella mia esperienza, tra il “pugnale in mezzo ai denti/in uno contro venti” e le audaci operazioni di stalking di corpi armati dello Stato in venti contro uno per procacciarsi la pagnotta servendo gli affari criminosi dei big shots.

cawdor: Stai poco bene? Deliri.

@ cawdor. Può darsi. Quando sento il passaggio dei 5S dal “no agli F-35” al loro sottosegretario alla difesa e carabiniere parà che spiega che gli F-35 vanno acquistati e com’è bello volare sugli F-35 mi appare, invece che le immagini di repertorio su El Alamein, la scena alla quale assistei tanti anni fa su un Pilatus, di uno che rifiutò di lanciarsi. Stropiccio gli occhi, ma vedo Otello Celletti, il vigile di Sordi, che in tribunale spiega di avere scambiato “sbronzo” per “str..” e elogia il sindaco che aveva denunciato (Vittorio De Sica). Chiudo gli occhi, mi concentro, ma mi appaiono Stanlio e Ollio che nell’andarsene dalla Legione straniera cantano e ballano “Guardo gli asini che volano nel ciel”. Tu che sei pratico di pensiero lucido, dimmi: è grave?

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6 aprile 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Attilio Manca, Napolitano spieghi perché si interessò alla morte dell’urologo di Provenzano”

e al post di M. Lanaro “Borsellino, De Raho: “Agenda rossa sparita? Momento oscuro della nostra democrazia. Oggi mafie più insidiose di allora””

“Se ci sono state entità esterne che sono intervenute [1993], questo lo si scoprirà [2019]”. L’affermazione del capo dell’antimafia De Raho per me conferma quanto ho appena postato su Bonafede e Morra: “E’ quanto meno ingenuo scrivere che il ministro Bonafede e il presidente della commissione parlamentare antimafia Morra “si stanno muovendo in totale discontinuità con chi li ha preceduti”. “La speranza che venga fatta luce su incredibili segreti di Stato va rafforzandosi”. Va rafforzandosi negli ingenui, che non considerano la possibilità – concreta, per chi conosca la friendliness di Bonafede e dell’antimafia per chi tira i fili – che si tratti della consueta, collaudata, sempre ripetuta prassi del “pipelining”, nella quale sono versati politici e magistrati, che consiste in una sistematica sfasatura: ci si occupa di “segreti di Stato” che si è lasciato non chiariti o si è aiutato decenni prima per crearsi un alibi sulle infamie attuali alle quali ci si prostituisce. Napolitano bisognava evitarlo e fermarlo prima che facesse danni. Ma l’escamotage è prima lasciare fare e poi ergersi alti e nobili verso il passato remoto; per continuare a voltare le spalle al presente, e favorirlo. Le vergogne di ieri divengono le medaglie di oggi, a coprire nuove vergogne.”

@ Edison2. Veramente io le cose le ho scritte prima; inclusa la sventura Napolitano, e la collaborazione di Bonafede alla disinformazione imposta dal potere quando faceva l’avvocato a Firenze. Ma voi avete il monopolio dell’opposizione dura e pura. Altro che chiacchiere. Basta guardare i 5S al governo. E’ sicuramente una mia impressione errata, ma nel pugno chiuso proteso dal ministro Toninelli dal banco del governo mi è parso di intravedere un leccalecca. Prima il pugno chiuso, poi la rosa nel pugno, ora il leccalecca. La mafia e le complicità schifose sono quelle di sempre; la novità è l’utilizzo di ragazzini smaniosi anziché dei quaquaraqua adulti.

@ Edison2. E’ stata tutta la scena, del titolare di un ministero che dai banchi del governo fa un gesto gigionesco, da quindicenne elettrizzato, a darmi un senso di incredulità, a farmi chiedere se avevo visto bene. Siete voi il brutto film.

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29 aprile 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Beppe Grillo annuncia: “Ho deciso di partecipare al convegno dei terrapiattisti perché sono cervelli che non fuggono” cambiato dopo il commento in “Beppe Grillo annuncia partecipazione al convegno dei terrapiattisti, l’organizzatore Favari: “Per me il M5s è influenzato dalla Cia”

Per fare sembrare decenti i parlamentari democristiani e socialisti, e anche altri, giovò il confronto con l’onorevole Staller; Cicciolina, che per soldi faceva in pubblico sesso torrido, e ne parlava in maniera monocorde, fatta eleggere in parlamento da quell’altro falso antisistema e anticonformista dei poveri, Pannella. Analogamente, per lanciare lo scientismo come ideologia del potere, e per fare sentire intelligenti i fresconi che scambiano la scienza corrotta, e la sua nefasta pretesa di porsi come fonte suprema di verità e di morale, per la scienza onesta e disinteressata, il social marketing ha dovuto abbassare la rappresentazione dell’oscurantismo rispetto al quale “scegliere” “La Scienza” al livello di macchiette uscite da “Quelli della notte” e “Indietro tutta”.

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2 giugno 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “2 giugno, Roberto Fico. Festa dedicata a tutti, anche ai migranti e ai rom”

Purtroppo, purtroppo per loro, il sentimento repubblicano degli italiani è debole; e le parole dell’alta carica grillina, che invitano al party anche l’immigrazione immessa a forza – con la Marina militare che fa gli sbarchi alla rovescia – rafforzano l’interpretazione del 2 giugno come la festa degli imboscati strutturati tramite lo Stato, senza altra bandiera che quella dei propri interessi.

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6 agosto 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Bella “Omeopatia e pseudoscienze, dai temi di questo blog è nato un libro. E spero vi sia utile”

Un libro del genere, per di più da parte di un deputato 5S, per me è utile come conferma della tesi dello “standard negativo liberista”. Il neoliberismo ha la necessità di rendere presentabili posizioni che non lo sono. Per farlo ricorre alla loro valutazione rispetto a standard negativi, a posizioni ancora peggiori, invece che a standard positivi, come è ad es. la Costituzione. Si vuole vendere la speranza di cellule magiche, le staminali, capaci di ricostruire tessuti a piacimento, addirittura parti di cervello ? Invece di comunicare come l’ipotesi si stia rivelando underperforming si lancia una truffa da Vanna Marchi, Stamina, che eccita le aspettative e rispetto alla quale l’ufficialità ben figura. Le strutture mafiose della società legale – non ultime quelle del business biomedico – sono protette e rese presentabili esaltando la criminalità mafiosa e il “contrasto” ad essa, in realtà tiepido. La pratica e la ricerca medica, piegate a interessi commerciali, ritrovano la verginità morale paragonandosi alla ciarlataneria tradizionale. Lo standard negativo è tra le tecniche giustificative classiche degli abusi di potere; è stata descritta da Pascal nell’ottava delle sue Lettere Provinciali (v. ‘La polarizzazione gesuitica’, nel mio sito). In politica, 5S e Salvini si basano sullo standard negativo. La tecnica necessita di una censura che restringa agli occhi del pubblico l’alternativa tra lo standard negativo, il pessimo, la spalla, e il male che si vuole promuovere.

@ Marco Bella. Forse il mio stile non è sufficientemente chiaro, ma lei, onorevole Bella, sembra interessato non a capire ma a respingere e screditare: nella risposta che si è preso la briga di dare a un commento “incomprensibile” non c’è una singola parte che non sia polemica o che riguardi il merito. Anch’io dovrei ringraziarla, per dare esempio dell’operazione gesuitica che descrivo. I 5S hanno monopolizzato il dissenso; sembra che la corruzione e i mali d’Italia li abbiano scoperti loro, e che solo loro possano definirli. La critica fuori dal loro ambito è errata, irrealistica, incomprensibile, etc. Come il fare notare che la bufala dell’omeopatia non autorizza, sul piano logico e su quello fattuale, la sua conclusione che occorre pertanto avere fiducia nella corrotta medicina ufficiale – es. lo “scientifico” progetto Interceptor patrocinato dal ministero della Sanità a guida 5S (Giulia Grillo).

Barthes ha descritto così quest’uso dello “incomprensibile”: “Io che faccio il mestiere d’intelligente, non ci capisco nulla; ora voi, non diversamente, non ci capirete nulla; questo vuol dire che siete intelligenti quanto me”. Lei fa il suo mestiere di deputato 5S di mantenere il sistema, facendo sentire intelligenti quelli che amano i facili schemi a puntini numerati che gli presentate per riportarli all’ovile, cioè alle urne; ed escludendo bollandole come fuori dal discorso le voci che lo metterebbero a rischio.

@ Alessandro Firpo. L’invitare ad avere fiducia nella medicina ufficiale, che si occupa della salute incamerando denaro del contribuente per oltre 100 miliardi di euro/anno “ha poco o punto a che fare con la politica”; se un libro denuncia alcune frodi e loda chi ne pratica altre, non meno gravi, osservare che sta servendo le seconde è fuori tema; ed è da maleducato rilevare che chi ne scrive in un libro è un parlamentare, di un movimento che si presenta come critico del sistema. Se il grillino medio accetta questi suoi strilli, per citarne solo tre, mi rincuora che non capisca quanto scrivo: forse è un problema di ricezione, difficilmente risolvibile. Grazie per l’esibizione da troll in pronto appoggio al deputato della Repubblica.

@ Marco Bella. Onorevole, ma sei sicuro che quelle che SPIEGHI (sic) siano LE frodi, e non solo le piccole, classiche frodi, che prendi come argomento per spingere verso una medicina ufficiale che non è proprio candida ? Ci sono innumerevoli esempi. Non so, chi scrive libri sulle frodi mediche e siede in Parlamento saprà che la magistratura sta decidendo su cosa fare per il più citato, pluridecorato ricercatore biomedico italiano, trovato a fare il photoshop alle elettroforesi. O che in queste ore il CEO di Novartis, Vas Narasimhan, è sotto accusa in USA per avere coperto la falsificazione dei risultati di ricerca della sua ditta su una costosissima terapia genica in corso di approvazione. E’ encomiabile che si riveli che le boccette d’acqua con elaborate etichette non curano le malattie. Ma, consentimi, non che se ne deduca che quindi le fiale con nomi impronunciabili da 100000 euro della medicina ufficiale sono Scienza garantita. Soprattutto se si è deputati; e per di più di un partito che sembra specializzato nel servire il potere fingendo di combattere l’ingiustizia. Altrimenti dovremmo considerare che Berlusconi sia un cristallino paladino dell’onestà, migliore perfino di voi 5S, dati i piccoli imbrogli che Striscia la Notizia svela ogni sera. PS: per favore, a proposito del “potere di farsi domande”, reggi i troll.

@ rispettare la legge e Bene. Sostenere che le cure mediche sono un libero prodotto di mercato, da prendere o lasciare a proprio giudizio e a proprio rischio – mentre si sta parlando di frodi mediche – è in contraddizione già col primo dei due propositi del suo lungo nickname.

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11 marzo 2022
Blog de Il Fatto
Commento al post di M. Bella “Green pass, perché è difficile sostenere che sia ancora uno strumento adeguato”

CENSURATO

Per quanto tardivo e annacquato, un discorso che in regno cecorum suona ragionevole e coraggioso, echeggiando timidamente quanto nel resto del mondo è stato già riconosciuto e tradotto senza storie in revoca delle misure, ancorché blande. Ma comunque un discorso ingannevole: i politici sono bifronte, e le due facce sono diverse tra loro. Questa del 5S Bella è la faccia verso il gregge. Quella verso il potere, che è quella che conta, è la faccia con le gote marcate del 5S Sileri, rappresentativa del partito che gabbati gli elettori mantiene e stira verso l’infinito le imposizioni orwelliane della medicina dei banchieri. Imposizioni lesive della salute e distruttive per la società e l’economia.

Di concerto con l’accademico pontificio Ricciardi, la faccia vera di Bergoglio. Una faccia espressiva, cinematografica; da domenicano che nella sala delle torture con malcelato piacere ordina al boia un giro di corda in più. Avrebbe potuto recitare ne “Il nome della rosa”, oltre che come fece ne “L’ultimo guappo”.

E con una magistratura che permette e favorisce la riscrittura in termini mafiosi della Costituzione, con l’obbedienza al ricatto mafioso come dovere e obbligo del cittadino; avendo verso il potere la faccia del suo già portavoce degli interessi di categoria Palamara. Mentre mostra al volgo una faccia severa incorniciata tra quelle di eroi antimafia coi quali ha poco a che fare.

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4 ottobre 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Lanaro “Cafiero de Raho, primo ingresso alla Camera da deputato M5s: “Il mio primo impegno? Va sanata l’incertezza sull’ergastolo ostativo””

Il neo parlamentare che nell’ottobre 2022 si fa intervistare davanti al retro di Montecitorio ben mascherinato, dando con questo inchino il buon esempio ai cittadini, è De Raho, importante figura della lotta perenne a una mafia perenne; ora, non sorprende, propagandista del degrado perenne* in nome di un’epidemia perenne.

Poco prima di essere eletto ha detto “proteggeremo i cittadini dalla ndrangheta”. Io non voglio la protezione dai “protettori” della ndrangheta. Voglio che la mafia non sia elevata a entità ontologica, e sia eliminata. Voglio essere difeso da tutte le forme di predazione, dal pizzo in bolletta come dal pizzo chiesto da tangheri porta a porta. Mentre l’antimafia stabile complementare alla mafia fissa è un alibi e diversivo per servire altre mafie, quelle del jab for job, delle epidemie gonfiate e del pizzo in bolletta. L’alleggerimento dell’ergastolo ostativo va nella direzione di proseguire il sistema di controllo e sfruttamento mafia-antimafia proprio dell’Italia; prosecuzione sulla quale sono tutti d’accordo.

Medici e scienziati di altri paesi, di una pasta diversa di quelli mostrati sui media, chiedono che la politica sanitaria abbia come obiettivo la salute complessiva, invece di concentrarsi su una singola malattia, oggi il covid: anche la “lotta” limitata alla mafia di ndrina, cosca etc. è un modo obliquo per servire il male.

*Masks do more harm than good. Ineffectual and psychologically malignant. Gruppo Hart, 8 giugno 2022.

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7 dicembre 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Balzano “Per me un governo che non regge senza ministri filo Usa o Ue è una stortura del sistema”

Il 3 ottobre 2023, su La7, trasmissione Dimartedì, Davigo ha affermato che “i giudici sono prima di tutto giudici della UE e poi giudici del loro Paese”. Davanti a milioni di spettatori. E nessuno ha detto niente. Il pesce puzza anche dalla coda. Tutto quello che sanno fare gli italiani è accettare, per avere l’alibi alla loro pecoraggine, qualche falso Masaniello mediatico, lanciato loro dal potere che dovrebbero contestare, da applaudire fino a quando puntualmente li tradirà, e verrà sostituito da uno nuovo.

@ doctor no:

Di Maio è un caso palese; oggi. Lo descrissi come un sola che lavora per il potere quando era ancora soffuso dell’alone eroico di Grillo*. Mie osservazioni su come i 5S fanno passare per opposizione al potere il trasformare in legge interessi illeciti del potere sono state censurate da Il Fatto**. (Anni prima mi aveva chiamato Casaleggio, che fece di un mio scritto sugli inceneritori l’argomento di un post di Grillo). Il punto è che gli italiani, litigiosi tra loro, verso il potere non provano altro che paura e speranza di favori; e non concepiscono altra opposizione alle sue prevaricazioni che applaudire figure che vengono loro presentate come salvifiche. Illudendosi di farsi i fatti propri senza impicciarsi di come i potenti si fanno i loro. Un aspetto costante è l’orizzontalizzare, il ricondurre l’oppressione dall’alto a una lotta tra gruppi dello stesso livello, es. tra 5S e gli altri partiti; gruppi che inscenano scontri, dando l’impressione di un contrasto dove vi è una gara all’asservimento. Il pubblico del resto vuole essere ingannato, e così sollevato dalla responsabilità personale di opporsi a chi lo opprime e lo deruba.

Di Maio e la lobby dei malati di cancro. Il paziente come stakeholder Sito menici60d15, 2016.
** Il grillismo al servizio del capitalismo predatorio . 2013, Ib.

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7 dicembre 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Balzano “Per me un governo che non regge senza ministri filo Usa o Ue è una stortura del sistema”

Il 3 ottobre 2023, su La7, trasmissione Dimartedì, Davigo ha affermato che “i giudici sono prima di tutto giudici della UE e poi giudici del loro Paese”. Davanti a milioni di spettatori. E nessuno ha detto niente. Il pesce puzza anche dalla coda. Tutto quello che sanno fare gli italiani è accettare, per avere l’alibi alla loro pecoraggine, qualche falso Masaniello mediatico, lanciato loro dal potere che dovrebbero contestare, da applaudire fino a quando puntualmente li tradirà, e verrà sostituito da uno nuovo.

@ doctor no:

Di Maio è un caso palese; oggi. Lo descrissi come un sola che lavora per il potere quando era ancora soffuso dell’alone eroico di Grillo*. Mie osservazioni su come i 5S fanno passare per opposizione al potere il trasformare in legge interessi illeciti del potere sono state censurate da Il Fatto**. (Anni prima mi aveva chiamato Casaleggio, che fece di un mio scritto sugli inceneritori l’argomento di un post di Grillo). Il punto è che gli italiani, litigiosi tra loro, verso il potere non provano altro che paura e speranza di favori; e non concepiscono altra opposizione alle sue prevaricazioni che applaudire figure che vengono loro presentate come salvifiche. Illudendosi di farsi i fatti propri senza impicciarsi di come i potenti si fanno i loro. Un aspetto costante è l’orizzontalizzare, il ricondurre l’oppressione dall’alto a una lotta tra gruppi dello stesso livello, es. tra 5S e gli altri partiti; gruppi che inscenano scontri, dando l’impressione di un contrasto dove vi è una gara all’asservimento. Il pubblico del resto vuole essere ingannato, e così sollevato dalla responsabilità personale di opporsi a chi lo opprime e lo deruba.

Di Maio e la lobby dei malati di cancro. Il paziente come stakeholder Sito menici60d15, 2016.
** Il grillismo al servizio del capitalismo predatorio . 2013, Ib.

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v. anche:

Lo Stato canaro, i polli di Renzo e il bait-and-switch

Sulle regole per la Roche

L’ambasciatore USA ordina il sostegno al loro complesso magico-industriale

Di Maio e la lobby dei malati di cancro. Il paziente come stakeholder

Gli strani “compagni di letto” di Ingroia

13 February 2013

Appello al popolo

13 febbraio 2013

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Le staminali e altre questioni di biopolitica porteranno sempre più i politici ad avere strani compagni di letto

JD Moreno

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L’espressione “strani compagni di letto” (da La Tempesta, Shakespeare: “misery acquaints a man with strange bedfellows”) è comunemente usata dai commentatori politici anglosassoni per indicare alleanze inattese e anomale. Ingroia si è subito trovato compagni di partito che appaiono piuttosto strani per fare una “rivoluzione” o almeno portare una ventata di aria pulita: stagionati guerriglieri della poltrona come Diliberto, Ferrero, Di Pietro, etc. Ma il commento del bioeticista Moreno [1], che considera che nuove strane alleanze politiche verranno formate sotto la pressione delle forze economiche che vogliono imporre le biotecnologie [2], si attaglia specificatamente alla scelta di Rivoluzione Civile di candidare Andolina per le prossime elezioni politiche del 24 febbraio 2013. L’analisi del bioeticista sull’influenza del biotech sulla politica mostra come l’Ingroia politico non sia un fenomeno spontaneo, ma un prodotto piuttosto sofisticato inserito in una tendenza globale.

Andolina applica, al di fuori dei protocolli ufficiali, con metodi di preparazione alla buona, una terapia con cellule staminali che lo ha portato ad essere inquisito insieme ad altri dal Procuratore Guariniello per truffa, associazione a delinquere, somministrazione di medicinali pericolosi per la salute pubblica. E’ senza dubbio al centro di una querelle intrisa di emotività su un tema importante e delicato, che richiederebbe lucidità, fermezza e coerenza. Tutto ciò non ha fermato il paladino della legalità Ingroia, che ha messo Andolina come capolista; con giustificazioni tanto fumose e contorte (non sapevo; non l’ho candidato io ma Rifondazione; però se eletto si dimette) quanto furono cristalline le parole del suo maestro Borsellino sui criteri di candidatura dei politici.

Andolina è un truffatore che gioca sulle malattie dei bambini o un genio incompreso benefattore dell’umanità? Considerando le staminali come un tema di sanità pubblica, non sono interessato alle sue responsabilità personali, ma alla truffa più ampia nella quale si trova a giocare essenzialmente il ruolo di compare; insieme a insospettabili come i magistrati. Gli psicologi che studiano il comportamento degli investitori nei mercati finanziari considerano che le scelte delle persone in situazioni di informazione incompleta derivano da un processo duale, cioè dall’interazione tra il sistema cognitivo, razionale, e quello affettivo, inconscio; il secondo essendo il più forte [3]. Dato il doppio carattere, tecnico e emotivo, degli interventi a tutela della salute, è utile considerare la presenza dei due sistemi e la loro interazione anche nelle situazioni di incertezza relative alla valutazione di terapie innovative. Tanto più che, è stato osservato da uno specialista del settore, ormai sulle terapie farmacologiche l’aspetto finanziario è predominante rispetto a quello industriale, così che gli effetti sulla Borsa della notizia diffusa oggi di una possibile nuova cura contano più dei guadagni ottenuti dalle vendite del farmaco 5 anni dopo.

Sul piano affettivo, le staminali rientrano nel pacchetto di promesse di salute perenne e immortalità tramite prodotti hi-tech [4]. Le staminali, si dice al pubblico, diverranno una mano santa: dovrebbero riparare le lesioni di cuore e cervello che spesso rendono penosa la vecchiaia; restituire l’uso degli arti a chi è rimasto paralizzato per lesioni del midollo spinale o per malattie neurologiche degenerative; curare il diabete, i tumori solidi, l’artrosi, rimediare alle malattie genetiche, ridare la vista a chi l’ha persa per patologie della retina, etc. Sul piano razionale, sono un filone di ricerca che tenta di estendere alcune proprietà della crescita e differenziazione dei tessuti per applicarle al campo medico. Proprietà che da un lato sono strabilianti, ma dall’altro sono contenute entro poderosi vincoli biologici. Il processo di sviluppo e differenziazione è ricco di fenomeni che sono sbalorditivi, ben più della puerile vulgata delle staminali che come abili muratori ricostruiscono organi e tessuti danneggiati; appartenendo a quel genere di processi naturali che fanno dire anche a scientisti duri, se non puri, come R. Dawkins che “la realtà è magica” [5].

Ma nella realtà alcune “magie” avvengono e altre non avvengono, né possono avvenire (ci sono degli invarianti; che sono anch’essi stupefacenti); è compito della scienza discernere tra queste categorie. Il business, con i ricercatori più che consenzienti, si è impossessato di quello che dovrebbe essere un piccolo campo di ricerca chiuso nei laboratori; sfruttando la base delle conoscenze scientifiche, ampia e consolidata, seppure incompleta, su un fenomeno biologico che in alcune sue manifestazioni sembra magico, nel senso che ha del meraviglioso, ha forzato le previsioni sulle applicazioni cliniche in senso magico, cioè nel senso di sovrannaturale, al di là di qualsiasi plausibilità e decenza, e le ha diffuse nell’opinione pubblica tramite un’imponente e incessante campagna mediatica.

Come era da attendersi i risultati di rilevanza medica qua staminali terapeutiche, al netto delle terapie con staminali ante litteram e dei fenomeni rigenerativi fisiologici, sono stati marginali; tolto il can can mediatico, ai pazienti restano delle prospettive di future avare eccezioni al sostanziale “no” col quale la realtà fisica ha risposto alla ricerca di quest’altra fonte miracolosa. Nulla che corrisponda lontanamente alle promesse della propaganda. Un fallimento, testimoniato dal caso del ritiro, con rinuncia ai 25 milioni di dollari di finanziamento già ottenuti da un’agenzia statale, da parte di una ditta pioniere delle biotecnologie, che ha così abbandonato la sperimentazione clinica intrapresa sul genere di cure che Andolina dice di poter ottenere con uno schiocco di dita [6].

Si è quindi reso necessario per gli affaristi ricorrere a vari espedienti per continuare l’affare, ed espanderlo, tenendo insieme scienza e superstizione, forti della presa che le notizie di nuove cure possono avere sui malati e sul pubblico. Non potendo presentare fatti concreti chiaramente positivi, risultati tangibili che spegnerebbero lo scetticismo, è tramite tecniche di persuasione, ottenendo con sistemi manipolativi un consenso di massa, che si sta creando una accettazione del principio che le ricerche sulle staminali danno o daranno luogo a terapie efficaci. In particolare, si cerca di produrre nel pubblico ciò che gli psicologi cognitivi – anche quelli che studiano come convincere gli investitori – chiamano “anchoring”: un giudizio di base, rispetto al quale verranno valutate le successive informazioni. E’ stato dimostrato da celebri studi che le correzioni di questo giudizio iniziale prodotte da nuovi dati tendono a essere insufficienti. L’anchoring tende cioè a vincolare i giudizi successivi alla prima opinione che il soggetto si forma sull’argomento; una euristica naturale che se si basa su false informazioni o false convinzioni può causare gravi errori nel giudizio e nelle decisioni [7].

L’esempio che viene fatto è il prezzo iniziale gonfiato di un’auto usata, che nella negoziazione farà sembrare accettabili i ribassi successivi anche se restano superiori al reale valore dell’auto [8]. Vanno soggetti a errori da anchoring, e da altre fallacie cognitive, non solo il pubblico, ma anche gli esperti [9] e i medici nella pratica quotidiana [10]. L’anchoring è collegato, anche nella progressione della ricerca scientifica, all’effetto d’ordine [11]: l’informazione che si riceve per prima tende ad essere accettata come uno standard, sul quale misurare le informazioni successive; e quindi pesa di più nella formazione finale della credenza, non per il suo valore di verità, ma per la sua posizione. Sulle staminali si sta facendo molto per ottenere un anchoring e un effetto d’ordine circa la loro validità, mediante la propaganda mediatica, alla quale si sono aggiunte varie operazioni.

Una prima operazione è stata quella della controversia bioetica tra “cattolici” e “laici” su staminali adulte ed embrionali [12], che induce a credere all’efficacia delle staminali per presupposizione: se due litigano tanto per un tesoro, il tesoro deve esserci, ovvero le staminali funzionano o funzioneranno. Il clero, che manda gruppi di devoti a manifestare pro Stamina davanti ai tribunali, in realtà ha più investimenti che scrupoli nel business delle staminali. E’ riportato in letteratura almeno un altro caso di quest’uso strumentale della bioetica, dove si è creata ad arte – e mediante ricchi finanziamenti agli esperti – una discussione etica per propagandare un farmaco inefficace e dannoso [13].

Simile a questo sistema, che possiamo chiamare “manfrina bioetica”, è la “manfrina giudiziaria”, che in Italia sta venendo applicata col caso Stamina. C’è chi parteggia per il medico coraggioso che rompe gli schemi; chi esige invece l’aderenza ai severi protocolli ufficiali; ma in entrambe le scelte il falso dilemma implica che le staminali funzionano. Nel pubblico si configurano e si rafforzano speranze e aspettative a mano a mano che la vicenda si sviluppa.

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Giurisdizione e marketing farmaceutico

I magistrati reggono bene il gioco. Ingroia, e i giudici che hanno ordinato la prosecuzione delle terapie, danno credibilità ad Andolina e alla versione “alternativa” delle staminali. Guariniello, che insieme ad altri magistrati e ai NAS dei Carabinieri è già stato partecipe di quello che considero un caso analogo di strumentalizzazione del potere giudiziario a fini di marketing farmaceutico [14], si trova invece a spingere, insieme ai NAS, all’AIFA e ad altri magistrati, verso la versione istituzionale, che alla lunga sarà quella prevalente, e che paradossalmente otterrà i maggiori benefici dalla violazione dei più elementari principi scientifici – e di buon senso – da parte di Andolina e c. La ricerca ufficiale apparirà per contrasto seria e ragionevole nelle sue pacate – e contenute, almeno nelle pubblicazioni scientifiche – affermazioni di efficacia. E’ da notare che Andolina ha accettato di puntare al più improbabile degli effetti clinici, la rigenerazione del tessuto nervoso; con un preparato dalla composizione non ben definita. Un po’ come se avesse chiesto 50000 euro per una Panda catorcio. Una esagerazione che sembra fatta per fornire credibilità alle terapie ufficiali con staminali, che proporranno obiettivi non così abborracciati, e relativamente meno ambiziosi (e quindi più facili da raggiungere coi tanti trucchi coi quali si possono manipolare i trial e confondere le acque in sede clinica).

Andolina trae legittimità dalle teorie ufficiali sulle staminali, e la ricerca ufficiale ne trae ancora di più da Andolina, apparendo seria e rigorosa paragonata alle sue sgangherate procedure. Un’ambivalenza pilotata funzionale a grandi interessi, che spiega la distribuzione delle – marcate – posizioni dei magistrati su entrambi i fronti. Ambivalenza riassunta dal commento di Veronesi, per il quale è sbagliato non ammettere la terapia di Andolina “ma anche” andare contro le motivazioni scientifiche che l’hanno fermata. Il filone alternativo, promettendo guarigioni miracolose, sta incontrando il favore del pubblico in tutto il mondo; si è sviluppato un turismo medico verso i paesi, in molti casi non tecnologicamente avanzati, che consentono questa lucrosa truffa (attualmente il costo di un trattamento con staminali è indicativamente attorno ai 40000 euro, ma può superare i 150000 euro; in paesi come la Tailandia il rito di immortalità può costare meno di 10000 euro). In Italia, ottenuti i gradi sul campo con questo colpo di mano, e le medaglie grazie a Ingroia e agli altri magistrati, il filone alternativo potrà proseguire, sia pure in semiclandestinità, come forma borderline, e riemergere al bisogno.

Il filone ufficiale avrà vantaggi anche superiori; come il clero che respingendo come falsi alcuni miracoli acquisisce la credibilità e l’autorevolezza che vengono poi spese nel dichiararne altri autentici (avvalendosi di comitati scientifici). Come il venditore che mette in guardia da proposte di concorrenti troppo belle per essere vere, per poi presentare la sua che resta comunque allettante, e che al confronto delle altre appare ragionevole; ma è truffaldina anch’essa. Ad Andolina infatti si contestano i mezzi, più che il progetto in sé. Uno dei giudici ha emesso una sentenza che secondo i media si riassume nel “Sì alle cellule per [bambina], ma che non siano quelle della Stamina, ma staminali di laboratori autorizzati” [15]. Una presa di posizione che dovrebbe essere ricordata come esempio negativo. Esempio di come la magistratura persegue le frodi mediche di secondo grado, quelle che leggiamo sui giornali, e aiuta quelle di primo grado, quelle strutturali e legalizzate [16]; e di come a volte aiuti le frodi di primo grado col contrastare quelle di secondo grado; e accettando di arrogarsi compiti tecnici che non dovrebbero competerle.

I singoli magistrati sembrano condividere la credulità che stimolano nei cittadini; saranno anche loro come tutti noi vittime di questi giochi sulla salute. Non hanno trovato strano che uno dei maggiori ospedali d’Italia, e il più grande della Lombardia, gli Spedali Civili di Brescia, sede di reparti universitari, diretto da una burocrazia pubblica fin troppo fiscale, (capace di contestare a un medico dipendente il fatto che lavori, gratuitamente, oltre le ore previste dal contratto), dia credito a sperimentazioni terapeutiche dilettantesche e estremamente azzardate, per non dire senza senso, su minori, e che addirittura le ospiti, avendo solo da perderci in prestigio, quando se funzionassero gli stessi risultati potrebbero essere ottenuti, pazientando un poco, con procedure ortodosse; magari sviluppate dalla propria facoltà di medicina, ottenendo così riconoscimenti mondiali. Né trovano strano che l’AIFA, che ha denunciato Andolina, sia presieduta dal rettore dell’Università di Brescia, Pecorelli, direttore della Clinica ostetrica e ginecologica Università di Brescia/Spedali Civili di Brescia. Pecorelli non ha prevenuto lo “scandalo” che colpiva la sua istituzione di provenienza; non ha operato per insabbiare o sopire l’azione dell’AIFA come suo presidente; e questo, non c’è bisogno di dirlo, va a suo onore.

Ma Pecorelli non ha fermato il danno alla propria istituzione di provenienza neppure come rettore, e come tra i più influenti cattedratici bresciani, e nazionali, intervenendo senza commettere illeciti con una moral suasion su Brescia, per riportare alla ragione i dipendenti dell’ospedale ai quali sembra abbia improvvisamente dato di volta il cervello. Invece delle proverbiali connivenze e obbedienze accademiche, avremmo qui un singolare caso di anarchia e autolesionismo. Volendo ricorrere alla satira, si potrebbe dire che è come se uno scaltro capomafia, tra i più potenti, folgorato dalla lettura della Critica della ragion pratica, applicasse l’inflessibile etica kantiana e denunciasse alla polizia alcuni dei suoi fedeli sottocapi; o basterebbe citare “Quel generale romano” di Campanile [17].

Pecorelli è uno dei maggiori promotori in Italia del vaccino contro l’HPV sulle ragazze per la prevenzione del carcinoma del collo dell’utero. Il caso Stamina a Brescia mi ha fatto ricordare che, prima di divenire presidente dell’AIFA e rettore, a una conferenza rivolta al pubblico, alla sala San Barnaba di Brescia, sulla prevenzione in età scolare del tumore della cervice uterina, il 16 ottobre 2008, citò con approvazione i tentativi di terzi di fare oscurare siti web che criticavano il vaccino come pericoloso (ricordo anche la pantera della PS che, attesa e immancabile, mi sfilò accanto fatti pochi passi dopo essere uscito dalla sala). C’è una certa somiglianza col caso in oggetto, perché quelle critiche – che definì “depistaggi” – contro le quali si scagliava appaiono in effetti non adeguatamente supportate, ma ciò non toglie che vi sia una minoranza di scienziati qualificati che avanzano critiche valide: considerando questo vaccino come un caso di scienza ufficiale corrotta, che presenta al pubblico come evidenza fattuale assunti di base errati o non dimostrati; assunti di comodo che vengono tradotti in messaggi distorti, a favore di interessi economici che godono di forti protezioni da parte dei governi [18,19]. In entrambi i casi, staminali e vaccino, appare che siano stati indicati dei facili bersagli sui quali fare puntare l’attenzione per distogliere dalle magagne autentiche e mostrarsi onesti e scientifici. Il vaccino antiHPV, la cui efficacia non è dimostrata, e che con ogni probabilità è inefficace, e che se anche avesse l’efficacia parziale promessa dai produttori non avrebbe che un effetto minimo, pochi decimi di punto percentuale, sulla mortalità femminile per tumore in Italia, è uno dei fiori all’occhiello dei responsabili della politica sanitaria italiana: “L’Italia questa volta vince il confronto con gli altri Paesi europei e si colloca al terzo posto per diffusione del vaccino” [20]. In compenso non ci sono fondi per coprire l’assistenza agli anziani non autosufficienti.

Inoltre, le case farmaceutiche non sono tenere con coloro che percepiscono come una minaccia per i loro interessi; e senza un loro appoggio, o consenso, i responsabili di terapie che le scavalcano prendendo per di più scorciatoie illecite, di porte aperte avrebbero trovato solo quelle delle case circondariali, se non avessero recepito gli avvertimenti. Ad Andolina invece dà appoggio una grande struttura ospedaliera della regione che sarebbe la leader anche per la sanità; e pare gli si voglia assicurare addirittura l’immunità parlamentare, una tecnica alla Dell’Utri. Probabilmente ottenuto l’effetto voluto si farà in modo che nessuno dei compari che hanno giocato la parte dei ribelli nella manfrina giudiziaria si faccia male veramente.

Intanto sull’onda di questa “emergenza” il ministero della Salute ha emanato direttive per le sperimentazioni sulle staminali; che verranno supervisionate dall’AIFA. Si sono ristabiliti ordine e rigore. La questione della legittimità di intraprendere sperimentazioni su umani senza attendere sufficienti evidenze precliniche, e anzi in presenza di un quadro complessivo di evidenze di efficacia negativo, il tema della plausibilità biologica, della correttezza scientifica e dell’opportunità sul piano della scelta politica dell’allocazione delle risorse per la sanità, sono stati così elegantemente evitatati, facendoli evaporare ai calori del caso Stamina.

Nella sanità lombarda, celebrata per la sua efficienza, si calpesta ancor più che altrove l’aureo enunciato di Cochrane, per il quale un sistema sanitario “non può raggiungere l’efficienza senza passare per l’efficacia”. E’ grazie a quello stesso spirito che è all’opera sulle staminali a Brescia, diametralmente opposto alla concezione di Cochrane, che in Lombardia si sono succhiati dalle casse dello Stato i tanti milioni di euro andati poi in quelle tangenti che oggi i magistrati, svegliatisi da un sonno durato diversi lustri, scoprono. Ma né i magistrati – né il pubblico – sono curiosi di sapere con quali sistemi è stata ottenuta quella montagna di denaro pubblico stornata a favore degli amici. Le staminali sembrano la fantascienza che si fa realtà; pensando a cosa accadrà ai malati, a me questo lancio delle costosissime cellule magiche mentre la sanità pubblica viene ridotta, e mentre aumentano le esigenze di assistenza agli anziani, ricorda quei paesi del Meridione dove le fognature erano carenti, ma ogni anno il Comune destinava una quota consistente dei fondi disponibili allo “sparo”, i fuochi d’artificio per la festa del patrono.

Alcuni magistrati hanno ordinato di proseguire le terapie della Stamina parlando di “diritto alla speranza”, una difesa che allora si può applicare a qualsiasi ciarlatano che, appigliandosi a uno straccio di argomento pseudorazionale, susciti la speranza di guarigione in chi è in condizioni disperate. La speranza, nei casi dove è utile stimolarla, la si può ottenere anche con dei placebo economici (un tempo si usava la “pillula panis”) anziché con misture che costringono le persone a vendere la casa, o che nel caso delle terapie pubbliche lasciano scoperti servizi utili. A questi magistrati suggerirei di considerare la speranza in medicina invece che come un diritto in sé come il diritto a un farmaco: come il diritto agli oppiacei, farmaci che possono essere una medicina preziosa, in alcune circostanze, o una droga che abbrutisce o uccide, in altre; e che possono essere spacciati anche dai peggiori soggetti o essere tagliati male.

Altri magistrati hanno accettato la tesi del ricorrente che i “centri d’eccellenza internazionale” – gli Spedali Civili e l’Università di Brescia – renderebbero “pleonastico” illustrare la giustificazione razionale delle terapie. A loro volta le sentenze dei magistrati a favore di Andolina vengono citate come prova della bontà delle sue cure, anche da eminenti giuristi candidati con Rivoluzione Civile. Si sta dunque affermando una nuova brillante forma di validazione delle cure per via giudiziaria, tramite un circulus in probando costituito da una legittimazione reciproca tra due argomenti ad auctoritatem. Potrebbe essere chiamata “validazione a simmetria centrale”. Le due autorità, medica e giudiziaria, si dispongono infatti tra di loro in un atteggiamento che ricorda le figure a simmetria centrale, es. il simbolo buddista dello yin-yang.

Queste operazioni manipolano l’opinione pubblica; appannano le non eccezionali facoltà di discernimento dei governanti e indeboliscono la loro già flebile capacità di resistere ai voleri dei poteri forti, mentre stuzzicano i loro vivaci appetiti. Interferiscono inoltre col processo scientifico. Si sa che i trial vengono condotti in doppio o anche triplo cieco per evitare che i pregiudizi del paziente, del medico, e di chi verifica influenzino le misure. Ma in casi come questi i progetti di ricerca successivi partono già da alcune credenze e aspettative diffuse e radicate a livello culturale: si è generato un bias ambientale di anchoring e di order effect; che orienterà la ricerca nella direzione voluta, e renderà più facile far passare per buoni i dati delle sperimentazioni accreditate. Credo che la funzione dei magistrati sia di rappresentare e difendere alcuni standard fissi; scritti nella Costituzione e nelle norme. Con questi giochi i magistrati stanno costituendo all’opposto dei falsi standard a favore delle staminali, tradendo così nella maniera più radicale il loro compito ed esorbitando di fatto dalle loro competenze.

La magistratura dovrebbe smettere di fare il pesce in barile, e prendere invece misure per evitare di venire strumentalizzata. Dovrebbe, anziché favorirle, contrastare tali operazioni, che sono attentati alla salute dei cittadini, ad una efficiente assistenza sanitaria e all’inviolabilità delle casse dell’erario. La magistratura si sta assumendo la responsabilità storica dell’introduzione di queste e di altre terapie “innovative”. Ingroia e i suoi colleghi magistrati portatori di questo dubbio onore si trovano ad avere altri strani bedfellows. Cicchitto, piduista berlusconiano, ha commentato che “C’è un giudice a Berlino” a proposito di una sentenza favorevole ad Andolina. Da Falcone e Borsellino a Cicchitto. E’ tipico della sinistra istituzionale partire cantando “la entranable transparencia, de tu querida presencia…” e arrivare presto, con una breve sequenza di intelligenti mosse politiche, a trovarsi a lavorare insieme a Gelli.

Un modo serio per valutare le terapie con staminali e evitare frodi sarebbe quello di richiedere risultati robusti e convincenti su validi modelli animali prima di consentire la sperimentazione su umani. Neppure a farlo apposta, magistrati di Brescia nello stesso periodo del caso Stamina hanno dato vigore all’opposizione alla sperimentazione animale, con la chiusura dell’allevamento di Green Hill. La sperimentazione animale può essere una truffa e una crudeltà, ma correttamente eseguita può dare informazioni necessarie alla tutela della salute; ed è interesse di chi conduce operazioni come questa sulle staminali indebolire gli standard di verifica delle terapie [21]. I magistrati, e gli attivisti dai quali hanno ottenuto applausi, hanno avuto in questa battaglia di civiltà compagni come Formigoni e Vittoria Brambilla; per non parlare della pornostar bresciana Elena Grimaldi, che sostiene che “Green Hill ha chiuso grazie a me”. La situazione creata è di quelle che un’espressione colloquiale paragona alla baraonda di una casa di tolleranza. Un chiassoso mercimonio; anche a prescindere dalla professionista bresciana.

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I professionisti della metamafia e la magistratofilia

Non scrivo per favorire altri partiti o movimenti, che non reputo migliori. Non sono pregiudizialmente contrario al passaggio di magistrati a funzioni politiche, anche se le esperienze pregresse, e valutazioni sui meccanismi di potere profondi, dovrebbero intimare cautela [22]. Il caso Ingroia mi interessa per ciò che può dire su tendenze generali. Ingroia è un valoroso magistrato antimafia che non guarda in faccia a nessuno, o una figura piuttosto ambigua che va a unirsi all’orgia della politica romana, al servizio, come gli altri e forse più ancora, di poteri imperiali come le multinazionali farmaceutiche? La dissonanza cognitiva si può risolvere lasciando cadere come assurda e calunniosa la presente interpretazione. Oppure, si può accettare il lavoro faticoso e ingrato di revisione delle premesse, cioè delle proprie credenze sulla lotta alla mafia e sugli interessi della magistratura.

Ingroia come magistrato antimafia sarà rispettabile, anche se sembra più graffiare che mordere; la vicenda delle intercettazioni sul Quirinale, un altro spettacolo pirotecnico i cui ultimi sprazzi si vanno già spegnendo, sembra caduta a fagiolo per sollevarne le quotazioni. Ma il punto è che essere antimafia non dovrebbe dare oggi necessariamente una patente di superiorità morale. C’è un’antimafia combattente, coi suoi eroi davanti ai quali alzarsi in piedi e togliersi il cappello; ma c’è anche ed è preponderante un’antimafia di comodo, che veste le penne del pavone e bada a campare cento anni, e che arriva al suo estremo ad essere ricettacolo di imboscati e di ruffiani; perché non solo la mafia, ma anche una perenne antimafia che non vince mai la guerra è funzionale agli interessi dei poteri forti [23,24].

Tra le rovine che la mafia ha causato al Paese vi è quella derivante dall’essere stata posta dal potere come standard; un altro ancoraggio, un altro falso standard, uno standard negativo sul quale misurare la legalità, e rispetto al quale il resto dell’illegalità appare meno grave o secondario; o non compare per nulla, e viene così lasciato libero di operare. L’antimafia di converso è sinonimo di eroicità, anche quando in realtà di eroismo non ce n’è troppo. Così oggi non si giudica il politico Ingroia su cosa farà per il Paese, e neppure si considerano i suoi risultati concreti come magistrato, la sua strana defezione sul più bello, le giravolte nella metamorfosi da magistrato a leader di un gruppetto parlamentare che potrà incidere sugli equilibri politici; ma lo si esalta come un Giulio Cesare della lotta alla mafia, che va sostenuto senza discutere, o comunque non va criticato, se non si vuole passare per mafiosi o simpatizzanti.

E’ per me una mesta soddisfazione vedere una conferma, con questa candidatura di Andolina, di quanto sostengo da anni, che l’antimafia serve anche da legittimazione e da alibi per favorire interessi dei poteri economici e finanziari come le frodi mediche. Ciò vale in generale per l’intera magistratura. Posso testimoniare che non ci sono magistrati per i reati, anche gravi, di supporto a queste operazioni. E che le forze di polizia lavorano come se fossero contractors profumatamente pagati dalle multinazionali, piuttosto che tutelare la legalità in questo campo. La presenza sotto la guida del discepolo di Borsellino di Andolina, e di soggetti in odore di massoneria comunista, come Diliberto e Soffritti, o dalle posizioni non sempre limpide come l’accusatore di Falcone Leoluca Orlando, o dalle frequentazioni atlantiche come Di Pietro, anche lui magistrato simbolo passato dalle stelle di grandi operazioni giudiziarie moralizzatrici al calduccio maleodorante della politica, appare comica e sinistra per chi sperimenta le complicità di politici e magistrati, e i mezzi e i servizi istituzionali, dei quali possono disporre le forze che impongono prodotti medici come le staminali.

Grillo, l’altro degli “irregolari”, rivale di Ingroia per il posto di capo dell’insurrezione civile che metterà fine alla corruzione, pranza con l’ambasciatore USA e ne riceve le lodi [25]. Gli italiani vogliono fare la rivoluzione coi Carabinieri, diceva Montanelli. Seguendo un costume secolare, gli italiani considerano necessario avere un protettore tra i potenti; nello sconvolgimento politico e sociale degli ultimi decenni alcuni pensano di averlo trovato nella magistratura; immemori evidentemente di come funzioni l’amministrazione giudiziaria nella routine. Ma la magistratura ha due anime – e forse Ingroia mostra come non siano tanto separate tra loro. C’è quella che aspira sinceramente a distribuire giustizia, a costo di sacrifici, dell’incomprensione del pubblico e di esposizioni personali; e quella che tende a servire il trono per partecipare dei suoi privilegi. C’è nella magistratura, questa sorta di aristocrazia, un’anima nobile; e anche un’anima cortigiana e parassitaria, che tra le due non è quella più debole. Noi cittadini dovremmo mostrare da un lato riconoscenza e sostegno per il magistrato che immette giustizia nella società, invece di restare indifferenti fino a quando non viene colpito; ma dall’altro lato dovremmo esercitare verso la magistratura come potere una diffidenza attenta e ragionata, invece dell’abbandonarci al timore reverenziale.

O di abbandonarci al sogno di avere trovato un “potere buono”, e al tifo; un altro aspetto della degenerazione delle istanze di sinistra, che ricadono in concezioni pre-politiche conservatrici e illiberali proprie della cultura italica. Sui dirigenti comunisti di Rifondazione che, accodatisi a Ingroia, servono il peggior Capitale con la furbata di mettere a capolista “l’antisistema” Andolina non occorre spendere parole. I semplici cittadini che si ritengono di sinistra stanno accettando troppo facilmente l’equivoco tra giustizia e potere giudiziario. Gli entusiasti di qualsiasi colore che sperano di ottenere la giustizia affidandosi al partito dei giudici cadono in ore leonis.

I magistrati certo non scippano le vecchiette e, salvo eccezioni, non vogliono bustarelle. Ma cercano a loro volta il favore di poteri maggiori, e tendono pertanto a servire proprio i poteri superiori che sono la fonte principale delle sempre più pesanti ingiustizie e dell’affossamento della nazione; li servono sfruttando la leva della funzione di controllo, che permette loro di agire senza dover esporsi troppo, e anzi riuscendo a fare bella figura, come si vede qui. Combattono, meritoriamente, la corruzione di politici e amministratori, di quei “baroni” che “l’impero” vuole ridimensionare; ma tendono a servire l’altra corruzione, quella dei poteri sopranazionali, che includono la tecnocrazia globalista che vuole imporre il mercato del biotech. Poteri che hanno dimostrato di curare la selezione della classe dirigente nazionale, aiutando l’ascesa di alcuni e fermando altri, arrivando a fare uccidere quelli della pasta di Falcone e Borsellino.

Oggi il trono è dato in primo luogo da quei poteri che influenzano l’Italia avendo “la testa fuori dall’Italia”. Un tema sul quale vige una generale omertà [26]. Con atti come la candidatura di Andolina, Ingroia aiuta la corporazione dei magistrati, che vuole tessere di queste alleanze [27]; ma danneggia la magistratura come istituzione, svilendone la funzione, abbassandola a strumento di marketing; in aderenza alla dottrina, derivata dalle teorie economiche – con le collegate pesanti interferenze politiche nei vari paesi – della scuola di Milton Friedman, che prevede che lo Stato induca una Domanda commerciale che poi i privati soddisfano [28].

In operazioni come questa sulle staminali la magistratura si trova in conflitto di interessi. Un conflitto nel quale viene premiata se opera male e punita se opera bene. Aiutando il business delle staminali la magistratura ottiene il favore, anziché l’ostilità, di poteri forti; inoltre, in generale lo sfruttamento parassitario del popolo si traduce in benefici per lei. D’altro canto, se si opponesse al criminale messianesimo sulle terapie magiche i primi – ma non i soli – a darle addosso sarebbero gli innumerevoli sciocchi presenti nel popolo. Così partecipa alla frode, piegandosi alla realtà contingente, o approfittando dell’occasione, costituite entrambe dalla convergenza tra gli interessi del potere truffatore e i sentimenti del popolo truffato.

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Note

[1] Moreno J.D. Biotech is thrusting us into new political territory. New Scientist, 28 ago 2012.

[2] Kenney M. Biotechnology and the creation of a new economic space. In Thackray A. Private science: biotechnology and the rise of molecular sciences. University of Pennsylvania press, 1998.

[3] Lovric et al. A conceptual model of investor behavior. In: Advances in cognitive systems. London Institution of Engineering and Technology, 2010.

[4] Hall S. I superfarmaci dell’immortalità. Prefazione di S. Garattini. Orme editori, 2004.

[5] Dawkins R. La realtà è magica. Mondadori, 2012.

[6] Boseley S. Geron abandons stem cell therapy as treatment for paralysis. Guardian, 15 nov 2011.

[7] Tversky A. Kahnemann D. Judgement under uncertainty. Heuristics and biases. Science, 1974. 185: 1124.

[8] Anchoring. Wikipedia.

[9] Eyles et al. Do expert assessments converge? An exploratory case study of evaluating and managing a blood supply risk. BMC Public Health, 2011. 11: 666.

[10] Groopman J. How doctors think. Houghton Mufflin, 2007.

[11] Wang et al. Human belief revision and the order effect. Twenty-second annual conference of the Cognitive Science Society, 2000.

[12] La fallacia esistenziale nel dibattito bioetico sulle staminali. https://menici60d15.wordpress.com/2011/10/22/la-fallacia-esistenziale-nel-dibattito-bioetico-sulle-staminali/

[13] Eichacker et al. Surviving sepsis – Practice guidelines, marketing campaigns, and Eli Lilly. NEJM, 2006. 335:16. Linee guida mertoniane e linee guida commerciali. In: La corruptio optimi nel liberismo: le linee guida cliniche e il decreto Balduzzi. https://menici60d15.wordpress.com/2012/10/21/la-corruptio-optimi-nel-liberismo-le-linee-guida-cliniche-e-il-decreto-balduzzi/

[14] Per cosa è morto Pantani. Lo sport e il marketing farmaceutico. https://menici60d15.wordpress.com/2013/01/29/per-cosa-e-morto-pantani-lo-sport-e-il-marketing-farmaceutico/

[15] Angelici L. Sì alle cellule, no alla Stamina. Corriere della Sera, 29 dic 2012.

[16] La magistratura davanti alle frodi mediche di primo e secondo grado. https://menici60d15.wordpress.com/2009/08/22/la-magistratura-davanti-alle-frodi-mediche-di-primo-e-secondo-grado/

[17] Campanile A. Vite degli uomini illustri. Rizzoli, 1975.

[18] Dueberg P. Virus che causano il cancro della cervice. In: AIDS, Il virus inventato. Baldini e Castoldi, 1998. p. 119.

[19] Tomljenovic et al. HPV vaccines and cancer prevention, science versus activism. Infectious Agents and Cancer, 2013. 8: 6.

[20] Edott. Vaccinazione anti-Hpv, Italia terza in Europa. 30 gen 2012

[21] La sperimentazione animale. Uno spoglio etico. https://menici60d15.wordpress.com/2011/05/16/sperimentazione-animale-uno-spoglio-etico-2/

[22] Il PM Nicastro come assessore alla sanità: la non complementarietà tra magistrati e tangentisti. https://menici60d15.wordpress.com/2010/02/27/1322/

[23] La mafia e l’antimafia favoriscono la soggezione dell’Italia a poteri extra-nazionali? https://menici60d15.wordpress.com/2012/07/28/4271/ .

[24] I professionisti della metamafia  https://menici60d15.wordpress.com/2010/06/08/i-professionisti-della-metamafia/

[25] Il fascino dell’ambasciatore USA per Grillo: “Interlocutore affidabile”. Il Fatto Quotidiano, 12 feb 2013.

[26] Il tolemaicismo politico. https://menici60d15.wordpress.com/2013/02/04/il-tolemaicismo-nella-storia-contemporanea-italiana/

[27] La corruzione ghibellina di magistratura e polizia. https://menici60d15.wordpress.com/2012/03/24/la-corruzione-ghibellina-di-magistratura-e-polizia/

[28] Klein N. Shock economy. Rizzoli, 2007.

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24 febbraio 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di N. Dalla Chiesa “La ricercatrice in lotta contro la danza più infelice del mondo” del 24 febbraio 2013

censurato

Se il discernimento accademico non impedisce al prof. Dalla Chiesa di considerare interpretazioni che non hanno cittadinanza nell’università della quale sia lui sia la collega per la quale ha impugnato la cetra fanno parte, gli segnalo il seguente articolo sul rapporto tra antimafia, criminalità economica e staminali:

Gli strani “compagni di letto” di Ingroia

Gli strani “compagni di letto” di Ingroia

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5 agosto 2013

Blog de il Fatto

Commento al post “Sperimentazione Stamina, 20 scienziati a Lorenzin: “Protocollo sia reso pubblico” del 5 agosto 2013

Il duello Stamina-ortodossia appare come un caso di quella tecnica promozionale che le ditte di pubbliche relazioni – il campo di expertise di Vannoni – chiamano “impollinazione incrociata”, nella quale una tesi viene fatta passare orchestrando uno scontro tra due parti apparentemente in conflitto (Rampton S, Stauber J. Toxic sludge is good for you. Lies, damned lies and the public relation industry, 1995): v. “Gli “strani compagni di letto” di Ingroia” e “Il magistrato e gli stregoni”, reperibili su internet.

La posizione dell’Università di Brescia-Spedali Civili, che con una mano pratica il metodo, legittimandolo, e con l’altra lo attacca in nome dell’onestà e del rigore, potrebbe essere detta un caso di “autoimpollinazione”. Del resto, l’Italia progressista in questi giorni esulta per la condanna di Berlusconi mentre il principale partito che la rappresenta, e che davanti agli elettori ha sempre dipinto Berlusconi come la causa dei mali d’Italia, ci governa assieme: in Italia il tenere il piede in due staffe, o in tre, passa inosservato; se non per venire apprezzato come segno di acume e abilità.

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Questa è una e-mail di contatto dal sito http://www.antimafiaduemila.com/ inviata da:

Francesco Pansera <menici60d15@gmail.com>

Spezzano Sila, 29 ott 2013

Egregia redazione di Antimafia 2000

oggetto: antimafia e staminali.

Vedo che vi interessare alle staminali: oggi 29 ott 2013 avete pubblicato l’articolo pro-Stamina “Legalità e terapia con cellule staminali” di Andolina. Sui rapporti tra antimafia e staminali vi segnalo i miei post: “Gli strani “compagni di letto” di Ingroia :

https://menici60d15.wordpress.com/2013/02/13/gli-strani-compagni-di-letto-di-ingroia/

e “La convergenza di mafia e antimafia.Pizzo mafioso e pizzo di Stato” :

https://menici60d15.wordpress.com/2013/09/08/la-convergenza-di-mafia-e-antimafia-pizzo-mafioso-e-pizzo-di-stato/

sul mio sito https://menici60d15.wordpress.com/

Altri miei post sull’argomento:

I professionisti della metamafia

https://menici60d15.wordpress.com/2010/06/08/i-professionisti-della-metamafia/

La frode delle staminali

https://menici60d15.wordpress.com/la-frode-delle-staminali/

Buon lavoro

Francesco Pansera

menici60d15@gmail.com

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13 agosto 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Gina Lollobrigida è candidata al Senato: l’attrice 95enne in corsa per la lista Italia Sovrana e Popolare”

O una spregiudicata mossa propagandistica, o una conferma che per essere ammessi sulla scena politica qualsiasi sia la posizione professata occorre in ogni caso dare prova di volubilità e cialtroneria. Dare garanzia che come nel film del 1953 del nonno di Calenda al posto della sostanza si metterà la fantasia.

– Che ti mangi ?
– Pane.- E che ci metti dentro ?
– Fantasia marescia’.

15 agosto 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Gina Lollobrigida si candida al Senato e si ispira a Gandhi: “Mi batterò perché sia il popolo a decidere””

A Miss Italia mentre la concorrente sfila, la presentatrice legge a) il sogno nel cassetto (es. “Laurearmi in medicina e lavorare all’estero”; b) il motto della candidata (es. “Credere in sé stessi così che gli altri possano credere in te”). Qui il sogno nel cassetto è diventare senatrice, e il motto essere gandhiani e lasciare decidere al popolo su sanità e giustizia.

I movimenti politici “diagnostici”, che si presentano avendo il merito dell’accurata individuazione e descrizione degli oceanici scempi prodotti dall’establishment, ma nessuna prova diretta che faranno ciò che dicono, dovrebbero studiare come dare delle garanzie di serietà ai cittadini cui chiedono di mandarli al potere; come garantire di non offrire delle esche che nascondono degli ami, pescando così elettori a sostegno di ciò che con la bocca dicono di combattere; come è stato per Grillo, o Di Pietro, o per la degenerazione da Nenni a Craxi, da Gramsci a Letta, etc. Le rassicurazioni verbali, le denunce esatte e vibrate, lo scilinguagnolo, non bastano. Questa candidatura, di una persona che non ha qualifiche particolari, una esperienza di vita opposta a quella popolare, e che supera di 15 anni il limite di età posto dagli accorti preti per partecipare al conclave, non va in questo senso. Oltre che non rispettare, strumentalizzandola, una amata figura del cinema italiano.

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15 agosto 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Pipitone “Conte candida Scarpinato. Nel listino M5s anche l’ex magistrato De Raho e l’ex ministro Costa. Chi sono gli altri: da Appendino a De Santoli”

Una riprova di come la mafia di cosca serva a mantenere l’ipomafia istituzionale. E di come ciò avvenga mediante l’antimafia. Se non ci fosse la mafia, se la si fosse eradicata, come dovrebbe essere in un Paese sano, non ci potrebbero essere i semidei dell’antimafia. Semidei che coprono le spalle all’ipomafia istituzionale, e ora la rivestono della loro credibilità e del loro prestigio. Es. l’ipomafia praticata da Pierpaolo Sileri, 5 stelle, che da sottosegretario alla sanità ha vociato di esilio (a calci) e messo in atto il ricatto di “rendere la vita difficile” fino a togliere il lavoro, ed estromettere, tuttora, dall’esercizio della professione medica, per chi non si sottoponga a iniezioni che si stanno rivelando inefficaci e nocive.

Magistrati autenticamente antimafia – o magistrati tout court – dovrebbero rifiutare con sdegno di fornire legittimazione e lustro a un partito che pratica l’ipomafia istituzionale, responsabile in concorso della triturazione di diritti fondamentali, incluso il rispetto della vita umana, con l’operazione covid. Magari potrebbero aiutare il loro sodale Ingroia, iscrivendosi nelle sue liste. E’ invece Ingroia che ambiguo aiuta il loro gioco, candidando la veneranda Gina Lollobrigida. Questi tempi particolarmente torbidi offrono la possibilità di vedere in diretta come funziona il teatro dei pupi istituzionale; in questo caso come la mafia degli eterni latitanti serve da alibi per pratiche mafiose che usano la Gazzetta ufficiale.

Il tolemaicismo politico

4 February 2013

4 febbraio 2013

Blog di A. Giannuli

Commento al post “La difficile partita del Quirinale” del 4 febbraio 2013

Postato il 4 feb 2013 e accettato il 7 feb 2013

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Il tolemaicismo nella storia contemporanea italiana

Ora, quando si saprà, o meglio, si dirà, tutta intera la verità del potere di questi anni, sarà chiara anche la follia dei commentatori politici italiani e delle élites colte italiane. E quindi la loro omertà.

Pasolini, 1976

La minuziosa previsione del prof. Giannuli sui bizantini giochi politici tra partiti che porteranno all’elezione del prossimo capo dello Stato permette di presentare un concetto, quello di “tolemaicismo”, che ho di recente usato in un commento su Ingroia, censurato, nel blog de Il Fatto (in: La fallacia esistenziale nel dibattito bioetico sulle staminali. https://menici60d15.wordpress.com/2011/10/22/la-fallacia-esistenziale-nel-dibattito-bioetico-sulle-staminali/). Chiamo tolemaicismo, in analogia alla teoria geocentrica dell’astronomo alessandrino Claudio Tolomeo, la pratica di ricondurre a dinamiche esclusivamente – o prevalentemente – interne fatti nazionali che sono in realtà determinati da poteri esteri, come gli USA, la Nato, la finanza internazionale, etc. Ci limitiamo qui al tolemaicismo “descrittivo”, che interpreta gli eventi; ma si potrebbe parlare anche di quello “materiale”, che orchestra determinati eventi in modo che risultino da fattori nazionali.

Le ipotesi su chi sarà il prossimo capo dello Stato ne sono un esempio. Penso che un metodo da non trascurare dovrebbe essere il considerare cosa imporrà lo ”italian desk” a Washington, e come si esprimerà Palazzo Margherita, cioè l’ambasciata USA. O anche guardare ai profili dei papabili in base ai requisiti dal punto di vista USA. Se sono filostatunitensi come Saragat, e Napolitano, “il mio comunista preferito” per Kissinger. Se hanno dato prova di fedeltà collaborando alla sistemazione di qualche italiano sgradito. Cossiga diceva che lui e i DC avevano ucciso Moro; intendendo di avere causato la morte di Moro indirettamente, come effetto collaterale previsto ma non voluto, e per una scelta autonoma, di difesa dello Stato; mentre fu una responsabilità di tipo diretto, e in esecuzione di volontà esterne. Ci si dovrebbe anche chiedere qual è il reale nesso tra Banca d’Italia o burocrazie bancarie internazionali e la carica istituzionale garante del sistema democratico. Il prof. Giannuli rinvia a tale questione, considerando tranquillamente Draghi come il candidato della Merkel; che verrebbe eletto come ripiego, per una “patta” tra i partiti.

Va notato che Tolomeo non era un cretino, ma un ingegno superiore, scopritore di formule trigonometriche usate ancor oggi. E che il suo modello degli epicicli, mentre è falso sul piano fisico, ha in alcuni casi un buon potere predittivo; era capace di produrre previsioni sul moto dei pianeti più accurate di quello copernicano, ai tempi di Galilei. Il tolemaicismo politico è una forma elaborata di omertà, che ha raggiunto in Italia livelli sofisticatissimi, divenendo una vera e propria attività intellettuale, e anche lavorativa, in diversi casi. Es. la dottrina della mafia come il primo potere forte avverso al paese: dove si è omertosi su chi comanda davvero, e lo si serve, combattendo l’omertà sulla mafia; che è un potere criminale, per quanto forte, comunque subalterno a chi comanda davvero, che viene usato sul piano politico come il mammasantissima usa i suoi stessi picciotti per spaventare e fare chiedere protezione. La mafia andrebbe piuttosto vista come i picciotti non dichiarati dei poteri forti (La mafia e l’antimafia favoriscono la soggezione dell’Italia a poteri extra-nazionali? https://menici60d15.wordpress.com/2012/07/28/4271/ I professionisti della metamafia. https://menici60d15.wordpress.com/2010/06/08/i-professionisti-della-metamafia/). L’omertà tolemaica dei politici, dei magistrati, della classe dirigente e degli intellettuali si congiunge con quella del popolo, che istintivamente comprende che può dire peste e corna dei fanti ma deve lasciare stare i santi.

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17 ottobre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Tundo ” Marco Pantani, “complotto per alterare ematocrito”. L’ombra della camorra” 

Non mi stupirei troppo se effettivamente per stroncare Pantani ci si fosse avvalsi anche della criminalità organizzata, come manovalanza. O se la criminalità organizzata fornisse alibi, o depistaggi, o facesse da “pecora”. Anche lo zelo discriminatorio di magistrati e media verso Pantani è stato indotto dalla diabolica camorra? Questa idea delle mafie come entità onnipotenti è uno degli strumenti del “tolemaicismo”: l’arte, già adottata per gli omicidi politici e le stragi terroristiche, di attribuire a mandanti nazionali fatti gravi avvenuti per volontà di poteri sovranazionali. Poteri che coloro che occupano le istituzioni – le forze di polizia e i magistrati spesso per primi – servono con impeccabile zelo, come il caso Pantani ha mostrato e continua a mostrare.

v. “Per cosa è morto Pantani. Lo sport e il marketing farmaceutico”
“Il tolemaicismo politico”

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1 giugno 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Marcelli “Sentenza Diaz: Cantone chiarisca le sue posizioni”

@ michele o pazzo. “Tolemacismo” si riferisce al geocentrismo, basato sui modelli – o sui teoremi – dell’ottimo matematico Tolomeo; contrapposto al modello eliocentrico copernicano (v. articolo). E’ una metafora per indicare una sofisticata forma di omertà, tipica di intellettuali e “istituzioni”, della quale lei fa sfoggio. Che è pure una forma di servilismo, dove a volte gli esecutori arrivano ad addossarsi anche le responsabilità dei mandanti (confidando comunque, e non a torto, nella comprensione dei magistrati). Appare che lei, Cantone e magistrati affini, gli eroi in divisa torturatori di ragazzini inermi, stiate tutti da una stessa parte. Che è quella giusta, dice lei. Il “partito americano”, dico io. A parte i differenti giudizi, l’identificazione del vostro gruppo è già un risultato condiviso, del quale possiamo accontentarci, su questi argomenti così gravi.

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25 febbraio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post ““Mani pulite-25 anni dopo”, il libro. Dai pm “manettari” ai “comunisti salvati”, ecco le post verità su Tangentopoli”

Mani pulite ha fatto sì che al momento giusto una vecchia mafia politica, tarata su un’economia keynesiana, divenuta obsoleta per la mutata situazione storica venisse rapidamente scalzata e sostituita da “viddani” adatti al corso liberista successivo alla Caduta del muro. Ottenuto il cambiamento tutto è stato nuovamente “blindato”. Dalla calata di Napoleone alla Resistenza, le speranze di palingenesi accese dal vento di interessi stranieri durano poco. Secondo Barbacetto, Gomez e Travaglio, ai quali dobbiamo puntuali ricostruzioni giornalistiche dei fatti giudiziari e politici, Mani pulite fu “una grande, ma ordinaria azione giudiziaria”; un’epopea spontanea da ricordare e celebrare. Io chiamo “tolemaicismo” lo spiegare i grandi cambiamenti della storia repubblicana in termini nazionali, interni; con argomenti complessi, dotti e ingegnosi, che ricordano la teoria tolemaica degli epicicli e degli eccentrici con la quale si sorreggeva, validamente sul piano logico, il falso modello geocentrico del moto degli astri. Non vi fu complotto, dicono. Bisogna ammettere che, data l’ansia di compiacere gli USA che alberga in tanti, a cominciare da magistrati, CC e Viminale come sa chi ci capita, se vi è stato un disegno tutt’al più la CIA lo avrà affidato ai suoi tirocinanti del primo anno.

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21 giugno 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Piazza della Loggia, la Cassazione conferma l’ergastolo per Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte”

Un indicatore degli effetti del ritardo della sentenza, un modo per comprendere quanto questa giustizia incida sul fiume della Storia, è ottenibile sottraendo dalla data dell’evento la distanza in anni tra evento e sentenza: 1974-43=1931. Tra la strage e la sentenza è passato tanto tempo quanto ne è trascorso tra il 1931 e la strage. Quanto pesava nel 1974 il 1931, quando l’Italia, largamente rurale, era sotto Mussolini. La violenza di Stato era autoctona e dichiarata: Gramsci osservava il mondo da una cella. Hitler doveva ancora prendere il potere. Gli USA si dibattevano nella grande depressione. L’Ucraina di Stalin stava entrando in carestia.

Un alto magistrato a Brescia ha affermato a una conferenza – essa stessa manifestazione delle mortifere strategie dei poteri forti – che se sente dire che la strage è stata lasciata impunita dalla magistratura “diventa scortese”. E’ possibile riconoscere dei meriti alla sentenza, che i fan dei magistrati magnificheranno. Ma conoscendo quanto è attualmente vasta e radicata la rete delle complicità istituzionali coi poteri che nel 1974 vollero la strage e che in questi cinque decenni hanno ordinato altre operazioni deleterie, conoscendo il doppio gioco delle autorità che ogni anno si mostrano sul palco alle commemorazioni, a me la sentenza pare una foglia di fico, un belletto su un volto grinzoso, una maschera di rispettabilità data ai tirapiedi perché meglio proseguano i loro servigi per gli affari dei nostri giorni.

@ Paola. Ma le verità sono davvero così complesse che non bastano 50 anni a trovarle? Per Pasolini – novembre ’74 – “non è poi così difficile”. Le verità su molti misteri d’Italia sono come la meccanica celeste: riguardano sistemi di forze molto grandi ma relativamente semplici in linea di principio, anche se la descrizione dettagliata può richiedere calcoli avanzati. (Chiamo “tolemaicismo” l’arte, simile alle spiegazioni ad hoc dell’astronomia geocentrica, di spiegarle in termini nazionali, ignorando la “massa gravitazionale” dell’ “astro” USA). L’importanza dell’azione giudiziaria andrebbe valutata considerando i suoi effetti sulle stragi e gli omicidi politici, che hanno potuto proseguire per decenni, fino a che sono stati utili; e gli effetti sull’influenza di poteri sovranazionali sull’Italia, oggi più forte di allora; e non contrastata, tutt’altro, dalla magistratura. Quanto all’indomito coraggio dei bresciani, osservandone da 24 anni i comportamenti ho sviluppato l’idea che queste stragi siano servite anche a “vampirizzare” la popolazione, facendone un docile collaboratore dietro alla retorica; la stessa retorica che oggi fa celebrare la sentenza. Forse nel decidere i luoghi degli eccidi gli uffici di guerra psicologica hanno considerato anche il carattere, qui diciamo “pragmatico”, di alcune cittadinanze.

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29 agosto 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Strage Borsellino, i boss accusati da Scarantino chiedono i danni allo Stato”

Ma sono davvero così misteriosi i mandanti primi? “E’ delitto di mafia? Tutti dicono così. Ma è intelligente cercare anche altre piste. E’ prudente toccare anche altri tasti. E’ saggezza investigativa affacciarsi anche su altre sponde. Mafia, terrorismo e destabilizzazione potrebbero andare a braccetto in cupa sinistra convivenza.” Luigi Bommarito, arcivescovo di Catania, 25 giugno 1992.

Chiamo “tolemaicismo politico” (v. mio sito) lo spiegare i misteri d’Italia in termini interni, nazionali, negando o minimizzando i poteri sovranazionali come NATO e USA. Un aspetto dell’analogia è la forza gravitazionale. Identificata da Newton nel ‘700, con la sua legge fenomenologica, rafforzò il modello eliocentrico; ma i meccanismi di questa forza restano tuttora da definire con sicurezza. Stare sul pero sui poteri sovranazionali perché non si hanno evidenze specifiche sufficienti è un po’ come esitare ad abbandonare il modello geocentrico perché i meccanismi della forza gravitazionale non sono accertati.

La “forza gravitazionale” della grande massa che tiene l’Italia come satellite invece agisce, di continuo, e i signori prefetti, i signori ufficiali dei CC, i signori questori, i signori procuratori e giudici ne sono tramite; non solo in casi eccezionali, ma anche nella routine codarda e miserabile dell’asservimento; che li pone, come questo ribaltamento delle parti mostra, due tacche sotto la criminalità mafiosa.

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17 maggio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Omicidio Biagi, pena ridotta di 10 mesi all’ex Br Boccaccini. Il figlio Lorenzo: “Mi fa molta rabbia, prendo atto” “

jav2. ogni tanto pensi anche a quello che ha fatto suo padre… [commento più votato, con 10 like]

@ jav2. Anche nell’omicidio Biagi compaiono complicità di Stato e brigatisti che fanno da ponte coi servizi*. L’omicidio annunciato e lasciato commettere ha educato giuslavoristi e legislatori ad essere diligenti nei compiti di dettato dei poteri forti sulle leggi sul lavoro. Anche grazie ai “lavoratori” che non concepiscono altro che il loro interesse immediato. Non pensando che sia nel loro interesse, che sia indispensabile, tutelare lo Stato e la nazione. Es. impedendo condizionamenti tramite l’assassinio politico, che si tradurranno in danni anche alle condizioni di lavoro, come è avvenuto. Con l’omicidio si è sfruttato, oltre che una classe dirigente che vende il Paese – magistratura non ultima – quello che chiamo ‘il canone italiano’ della gente comune: l’essere aggressivi coi propri pari e connazionali e codardi con il potere. L’attuale stato del lavoro in Italia sotto il tallone liberista mostra l’inefficacia del canone; dello scannarsi tra connazionali e leccare il potere. Chi, invece di scagliarsi contro l’ucciso pensando all’abbonamento allo stadio perso per colpa sua, volesse cominciare, nel suo interesse, ad alzare la testa, può leggere il primo capitolo de ‘Il golpe inglese’, ‘E Churchill ordinò: insabbiare il delitto Matteotti’ (Cereghino e Fasanella, Chiarelettere, 2011) su come gli inglesi armarono con documenti Matteotti contro Mussolini e armarono la mano fascista che l’uccise.

*Dezzani F. Omicidio Marco Biagi: il terrorismo di Stato tra noi. 4 marzo 2015.

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26 ottobre 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Depistaggio di Stato, ma 25 anni prima di piazza Fontana. Carlo Lucarelli lo racconta su FQMillenniuM in edicola”

Per non dire dell’affaire Putifarre. La moglie, narra la Bibbia, accusò Giuseppe di avere tentato di stuprarla dopo che Giuseppe le aveva resistito. Casi storici nostrani sono in “In pessimo Stato”, O. Lupacchini; da leggere. Altri paesi hanno antologie simili. Da noi si pratica un equivalente intellettuale dell’astronomia tolemaica: contorsioni per attribuire all’indubbia tradizione locale, quindi primariamente a mandanti interni, i crimini usati per controllare l’Italia; da forze sovranazionali tuttora attive, che contano, primo dei “misteri”, su una classe dirigente collaborazionista. Su Il Fatto del 20 ott 2019, pg. 11, un articolo su Piazza Fontana: “Noi sappiamo”. “Basta con la retorica dei misteri d’Italia”. Più giù: [dei pochi processi sulle stragi risoltisi con condanne] “mancano i mandanti, alcuni degli esecutori, molti dei complici”. L’autore è Barbacetto, uno dei migliori giornalisti italiani, che ha dei meriti quanto a denunce. E’ del 16 dicembre 1969, 4 giorni dopo la strage, il rapporto del SID che dice che era stata realizzata da terroristi neri con l’appoggio della CIA. Il “mistero”, ovvero ciò che viene negato nel discorso pubblico, è che “siamo un protettorato USA” (Maletti). A pg. 10, a fianco al “Noi sappiamo”, articolo sui rapporti tra Berlusconi e Capaci messi in luce dal PM Tescaroli. Ma non si parla della pista USA: “Capaci, Luca Tescaroli: un atto terroristico-eversivo di una strategia più ampia”. S. Zecchi, Euronews, 26 maggio 2019.

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6 dicembre 2019

Blog de il Fatto

Commento al post “Genova, morto l’ex magistrato Mario Sossi: fu sequestrato dalle Brigate Rosse per 33 giorni”

Franceschini ha anche detto che su Sossi lo Stato pilotò le BR come con Moro. Risulta un progetto dei servizi per uccidere Sossi simulando un tentativo di liberazione. Tra i rapitori un infiltrato del Viminale, Marra.

Mario Sossi, 1974, durante il sequestro: “… Opportunisti, sfruttatori , manutengoli, ruffiani e vigliacchi, fanno vita comoda e nessuno li va a rapire. Per di più, qualcuno di essi ha la sfrontatezza di recitare la miserabile commedia del cittadino intransigente”! […] Una scelta “équipe” di psichiatri e psicologi, guidati dall’ineffabile P.E.T. [Taviani], ha sentenziato che, se non sono pazzo , poco ci manca; sono pazzo quel tanto che occorre per falsare il significato delle parole che dirò se uscirò di qui … “

Mario Sossi, 1979: “Poiché sono assolutamente convinto del carattere artificioso della guerriglia rivoluzionaria nostrana, non ho il minimo dubbio nell’individuare gli strateghi di queste operazioni in agenti segreti di potenze straniere”

A chi non appartenga alle categorie enumerate da Sossi, e non abbia altri deficit, queste righe del giudice dicono sul doppio Stato – anche su quello attuale – più di tanti libri e convegni.

@ Antandra. Andrebbe chiesto a Il Fatto. In effetti Franceschini, intervistato da Fasanella, ha raccontato in un libro (“Che cosa sono le BR”, postfazione del giudice Priore) come sia stato eseguito una sorta di trapianto di testa delle BR. Le vecchie BR furono decapitate da CC e servizi, e la vecchia testa, che già era manovrabile e bacata, fu sostituita con una nuova perfino peggiore totalmente controllata dallo Stato. Penso occorra ascoltare ogni fonte disponibile, senza considerarne nessuna come certa; né i terroristi che ci hanno ripensato, né i familiari, a volte fagocitati dal sistema come lo fu a suo tempo la vedova Matteotti (v. “La sindrome di Peppa nei familiari delle vittime”) né gli esperti, che non sono infallibili e, con un numero di lodevoli eccezioni, cucinano versioni ad usum delphini, praticando quello che chiamo il tolemaicismo (v. “Il tolemaicismo politico”), lo spiegare l’eversione in termini prevalentemente nazionali. Non sono un esperto, e i miei interessi e competenze sono diversi, ma ritengo di essere testimone diretto di alcune cose; quello che vedo è che le stagioni del terrorismo sono state solo una forma contingente del dominio sull’Italia, che continua dopo l’alibi della Guerra fredda con mezzi non vistosi, potendo contare per le necessarie attività eversive sul repertorio umano descritto da Sossi. Attività che includono il mantenimento, tramite epurazioni, di una classe dirigente e di istituzioni adatte.

@ Antandra. Anch’io considero Sergio Flamigni una risorsa preziosa. Barbacetto è ottimo come capacità professionali, ma come si vede qui per il rapimento del giudice Sossi, una storia torbida che getta luce sulle forze che percorrono l’ltalia, e quindi anche sul nostro travagliato presente, su questi argomenti un grande giornale alla ribalta come il Fatto non può scrivere che 2+2=4.

@ Antandra. Sì, da noi si è sviluppata l’arte di parlare di fatti gravi evitando le verità indicibili. Qui si è aggirato l’indicibile del caso Sossi rivolgendosi a un ex-terrorista che altrove ha effettivamente contribuito alla verità; ma riportando solo del suo “dialogo” con la persona che teneva prigioniera tenendogli una pistola alla tempia. Si può tacere la verità che si fa mostra di gridare anche facendo parlare un esperto, che dall’alto del suo sapere dia un taglio obliquo alla ricostruzione, cesellando dottamente su aspetti vividi ma secondari mentre lascia in ombra la cupa sostanza. Molto usato, in terra di preti, è sostituire al popolo come parte lesa dei delitti politici volti a tenerlo asservito e sfruttato i familiari delle vittime, col loro dolore che li rende incontestabili, e che in buona fede possono ripetere le versioni aggiustate (e perfino in certi casi trarne credibilità e vantaggi indebiti). I familiari messi a occupare oltre al loro anche il posto del popolo come richiedenti giustizia esonerano un popolo poco propenso a fronteggiare poteri forti e cattivi. Le vittime dirette, i testimoni di grado zero, se morti non parlano, e se vivi si fa in modo di screditarli, anche facendo leva sulla loro condizione psicologica, quella di chi è nelle mani di cialtroni con la pistola, come si fece con Sossi e con Moro.

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20 gennaio 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Bova “Borsellino quater, i giudici: “Nella strage di via d’Amelio possibili interessi convergenti di gruppi di potere estranei a Cosa nostra”

A quanto riporta Il Fatto questa di oggi è una “sentenza anfibologica”. “I giudici hanno escluso responsabilità dei poteri forti sovranazionali”. Falso: citano la presenza di appartenenti ai servizi, notoriamente subalterni ai detti poteri; convergenze, meglio “intersecazioni di convergenze” (possibili) con gruppi di potere estranei a Cosa nostra (non specificati), “coni d’ombra” (parziali). “I giudici hanno riconosciuto mandanti sovranazionali”. Falso: “tragico delitto di mafia dovuto ad una ben precisa strategia del terrore adottata da Cosa nostra”; la mafia come causa necessaria e sufficiente.

“lo scopo finale dello stragismo-terrorismo è un profitto economico che, forse all’insaputa dei «badilanti» del terrore, avvantaggia i «padrini» come in Cile e in Iraq e in molti altri paesi.”(G. Maletti (SID, Andreotti, P2), aprile 2020, in “L’inchiesta spezzata di Pasolini” S. Zecchi). Un modello “copernicano” con la mafia come badilante di poteri esteri dei quali l’Italia è un satellite, appare rozzo rispetto a questo lavoro di bulino dei giudici; ma forse non è peggiore di quello canonico “tolemaico”, che pone al centro forze nazionali, e qui considera i mafiosi come primum movens, proseguendo, dopo il lavoro di zappa con Scarantino, la blindatura sull’input mortifero dei poteri – attorno ai quali il pianetino Italia orbita – capaci di sovvertire dal Cile all’Iraq.

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21 gennaio 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Limiti “Borsellino quater, su via D’Amelio restano molte ombre ma la trattativa Stato-boss non c’entra”

Escludere una trattativa Stato-boss appare essere un merito della sentenza. E’ del tutto inverosimile che lo Stato – che tenne fermo Moro mentre lo assassinavano, col refrain della “fermezza” – venga costretto da quattro caprari col mitra a trattare con loro. Ma in quei mesi si consumò, su più livelli, un accomodamento dello Stato con ben altri poteri*, che manovravano per i loro disegni sia caprari sanguinari che compìti magistrati. E ancora li manovrano. Si dice “gettare il bambino con l’acqua sporca”. Insieme all’acqua sudicia e le bolle di sapone con le quali lo si è mascherato non bisogna fare sparire dalla ricostruzione il mostro.

*F. Dezzani. Alle radici dell’infamante Seconda Repubblica: il biennio 1992-1993.

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12 dicembre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post “Piazza Fontana, il Senato twitta la relazione degli ex Msi che rilancia la pista anarchica. Fratoianni: “Oltraggio, fu attentato fascista””

Fu, come si dice, una “strage di Stato”. Ma si dovrebbe dire “strage di Stato commissionata”. Meglio, “strage di Stato commissionata e lasciata impunita”*. Meglio ancora, “strage di Stato commissionata, lasciata impunita e con perenne copertura istituzionale dei mandanti con attribuzione di tutte le responsabilità agli esecutori”. Gli italiani avrebbero da guadagnare, soprattutto oggi, per ciò che attiene al loro futuro, dal superare il timore reverenziale e riconoscere sia il ruolo dei pupari stranieri**, sia – non meno deleteria – la viltà dei burattini istituzionali; invece di accettare, facendosene partecipi, il solito teatrino depistante e autoassolutorio fasci-compagni.

*Salvini G. La maledizione di Piazza Fontana. 2019.
** Willan P. Puppetmasters. The political use of terrorism in Italy. 2002.

13 dicembre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post “Strage di piazza Fontana, Mattarella: “Processi hanno lasciato verità non pienamente svelate. Ma emerge la matrice eversiva neofascista””

La matrice eversiva fu atlantica. La sua manovalanza neofascista emerse già al tempo delle calunnie del questore Guida. Che, ho sentito a una conferenza dalla figlia di Pinelli, era stato addetto al confino quando era nella polizia fascista. E’ vero che c’è dai tempi del fascismo di cento anni fa un filo ininterrotto delle infamie; sia nero, rosso, bianco o altro il colore che assume nei vari tratti. Vige il “tolemaicismo” sui misteri d’Italia, cioè il mettere al centro delle ricostruzioni fattori interni, torturando fatti e logica. I post fascisti reggono il gioco ai “glaxocomunisti”, che si rifanno una verginità gridando alle camice nere, mentre servilmente evitano così la visione corretta, “l’eliocentrismo” nel quale l’ltalia è un satellite di poteri esteri, che ne determinano il corso, con i vari mezzi del potere; es. usando cialtroni rossi o neri come pedine. Questa mistificazione, dettata dai mandanti, è anch’essa una prosecuzione in altre forme di quegli anni che si dicono passati; e che invece servirono tra le altre cose a sostituire una classe politica, quella dei Moro, dei Mattei, dei La Torre, che manteneva il senso degli interessi nazionali con una i cui componenti gareggiano nel fare i tirapiedi ai poteri che ordinarono le bombe nell’Italia prospera di allora e che oggi ordinano gli inoculi dietro ricatto del fascismo dei banchieri, nell’Italia tornata terra di conquista.

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11 marzo 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Limiti “Giangiacomo Feltrinelli morì 50 anni fa: su quel mistero un documento getta una luce sinistra”

Avevo 8-9 anni quando nel 1968 uscì il film “Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?”, di E. Scola, 1968. A Siena sentii una conversazione su come il film contenesse uno sfottò di un ricco editore di sinistra irrequieto e con smanie guerrigliere. Fecero il nome, ma allora non mi diceva nulla e non lo ricordo con sicurezza. Memorabile la scena di Sordi, l’editore, col ragioniere e la guida scalcagnata che sparano al “simba” accucciato; il leone dopo che hanno spadellato, da breve distanza – non hanno “cogliuto bbuono o tiro” secondo la canzone – si alza dignitosamente e se ne va sparendo nella boscaglia, come scocciato; Sordi, che aveva fantasticato del resoconto del faccia a faccia con la belva nel salotto romano: “Questa non la raccontiamo”.

Circa 30 anni dopo, a Brescia, intorno alla fine degli anni ’90, andai a sentire una conferenza di Inge Feltrinelli. Al momento delle domande le chiesi un ricordo di Leo Szilard. Lei si mostrò sorpresa e mi chiese come facessi a sapere della sua amicizia – quanto aveva 21 anni – col grande fisico. Ne avevo letto in USA; nellla biogradfia di Szilard “Genius in the shadows. The man behind the bomb” (W. Lanouette, con Bela Szilard. Pref. di Jonas Salk. Scribner, 1992). Il libro racconta come Szilard fosse controllato dai servizi USA, e come la sua figura venne offuscata.

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17 marzo 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Bauducco “Strage di Capaci, esposti a Milano i resti dell’auto della scorta di Falcone. La vedova Montinaro: “Dopo 30 anni non sappiamo ancora la verità”

Fu uno dei crimini di obbedienza – obbedienza ai voleri dei poteri forti – che butterano la storia dell’Italia repubblicana. Questo spiega perché “dopo 30 anni non sappiamo ancora la verità” mentre la teatralità abbonda. Cosa rappresenta quell’ammasso di lamiere informe.

Chi conosce in prima persona l’obbedienza ai mandanti delle stragi che è prevalente nelle stesse istituzioni che si fanno fregio dei Caduti vi vede una spoglia spolpata. Spolpata di meriti e valori altrui per tirare a campare.

Ma a tutti i cittadini che non siano pavidi può ormai apparire come la magniloquenza e l’insistenza delle istituzioni nell’accostarsi a eroismi e sacrifici altrui servano a nascondere il servilismo verso i poteri forti che allora ordinarono le stragi e oggi chiedono altre libbre di carne.

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10 febbraio 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post ““Se avessi davanti Messina Denaro, questa sarebbe la mia prima domanda”. Il dilemma di Grasso che potrebbe essere risolto dal boss” “

Il 28 maggio 2013 Grasso parlò a in Piazza Loggia alla commemorazione della strage del 1974. Quando vado a quella commemorazione ricevo sempre un contatto fisico sgradito. Lo spintone di un addetto sbadato del servizio d’ordine del sindacato; una volta un pestone del locale presidente ANPI, che poi subito si scusò con una faccia compita e lievemente beffarda. Nel 2013 Grasso scese dal palco e venne in piazza. Gli organizzatori avevano avuto la pensata di disseminarla di rotoballe. Me lo trovai davanti, separati da una rotoballa. In quel momento venni spostato dallo spintone di un fotografo, così sembrava, che nella foga di scattare una foto mi sbalzò malamente, e si frappose tra me, la gran balla e l’alto magistrato, da poco divenuto seconda carica dello Stato. Scattai una foto anch’io; Grasso si voltò e andò via. Fu per questo che un mese dopo notai sui giornali la notizia della partecipazione di Grasso a un ricevimento dell’ambasciatore USA. Lì deve avere rivaleggiato coi valletti coi vassoi nel muoversi senza urtare nessuno.

Perché la mafia abbia dato manovalanza per gli spintoni al Paese del ’92 e ’93 Grasso dovrebbe chiederlo, se non lo sa, alle sue entrature atlantiche. La mafia non “cambiò strategia”. I nervi che comandano la mano che serve i poteri sovranazionali, della quale la mafia è solo un dito, erano già connessi prima. E sono connessi oggi. Cambiarono i comandi. Che poi sono tornati ai tocchi felpati che accomunano alla mafia le dita istituzionali.

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29 aprile 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Borsellino “Trattativa Stato-mafia, per noi familiari delle vittime quegli imputati non sono eroi”

Massimo rispetto per i familiari delle vittime. Commento le loro posizioni solo nella dimensione pubblica delle stragi. Né conosco a fondo i fatti. Però osservo, in ambiti che conosco abbastanza bene, che istituzioni, forze di polizia, PA, magistratura, e purtroppo anche la società civile premono per spiegare in termini nazionali, endogeni, atti criminali imposti da fuori. Dei quali i responsabili italiani sono solo esecutori; figure non diaboliche ma miserabili. Lo chiamo “tolemaicismo”: il modello geocentrico riusciva a rappresentare il moto dei pianeti, ma a costo di contorsioni acrobatiche*. La riduzione forzata al livello nazionale genera labirinti di specchi che tengono al sicuro il male. Es. si additano soggetti che hanno responsabilità vere, ma con accuse distorte; fino al grottesco**. Se si vuole la verità, in un ambito dove il coraggio non si spreca, bisogna, incuranti dei don Abbondio che strillano al complottismo, considerare un modello copernicano, dove gli esecutori sono delinquenza locale protetta, e i “deviati” sono ruffiani al servizio del “motore primo”. Che è dato dai poteri sovranazionali dalla massa molto più grande che impongono la rotta al Paese; anche con la violenza, con la quale inoltre selezionano la classe dirigente eliminando esemplarmente i tipi umani di valore ed elevando i mediocri e i debosciati, fino a farne modelli da imitare.

*Il tolemaicismo politico.
**Il vero piano pandemico, rispettato, in Lombardia orientale nel 2020.

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12 dicembre 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. De Vita “54 anni fa la Strage di Piazza Fontana: un sanguinoso fil rouge unisce i 5 attacchi del 12 dicembre”

G. Salvini con A. Sceresini. La maledizione di Piazza Fontana. L’indagine interrotta. I testimoni dimenticati. La guerra tra i magistrati. Chiarelettere, 2019.

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Bauducco “Piazza Fontana, Sala alla commemorazione: “A Milano fascisti e nazisti, vecchi e nuovi, non devono avere spazio””

La “matrice fascista” è un falso e un alibi. I fascisti sono stati causa intermedia, cioè sciagurati esecutori, mediante i servizi. La matrice, cioè i mandanti, la causa necessaria, è la mamma atlantica. Che oggi sindaci “antifascisti” lombardi non sono secondi a nessuno nel servire. Una causa necessaria resa sufficiente dall’acquiescenza e complicità delle istituzioni, le stesse che ipocritamente “chiedono giustizia tutti gli anni”.

@ Il figlio del grigio: “Involontariamente ci hai preso”. Non è farina del mio sacco. Ci sono serie ricostruzioni di studiosi, magistrati e giornalisti – di una realtà complicata, ma la cui essenza è sintetizzabile in poche righe – e sono in molti a sapere. E non è involontario, il rompere un’omertà fifona. Da re nudo, da segreto di Pulcinella, su qualcosa di molto grave e molto importante, un po’ difficile da riconoscere ma che non è rocket science. V. L’omertà manzoniana su Moro. Sito menici60d15 (“può adirarsi che tu mostri sospetto su di lui, e, nello stesso tempo, farti sentire che quello che tu sospetti è certo”). Il problema sono anche gli italiani, che stanno al gioco, e sono pronti a combattere a parole fascisti e mafiosi, purché non si scherzi “con i santi”. V. Il tolemaicismo politico; e L’orizzontalizzazione, ib.

@ Il figlio del grigio: Potresti cominciare da “Trame atlantiche” S. Flamigni; “The puppetmasters. The political use of terrorism in Italy” P. Willan; “Gli eserciti segreti della NATO” D. Ganser; “Dietro tutte le trame” Tamburino G.”; “The Jakarta method. Washington’s anticommunist Crusade &amp; The Mass Murder Program That Shaped Our World” Bevins V. Date le tue simpatie clericali, i libri di Casarrubea sugli inizi in Sicilia nel dopoguerra, nei quali si staglia la collaborazione del Vaticano; che prosegue. Ho già citato “La maledizione di Piazza Fontana” di G. Salvini, da leggere sia in sé, sia come omaggio all’autore, che va in pensione in questi giorni, essendo stato avversato all’interno di una magistratura che quelli che non stanno al gioco li prende come propri simboli ma non certo come modello. Di scritti ce ne sono tanti. Come per tante altre letture, il passettino, minimo, per distillare la morale ce lo deve mettere il lettore.

@ Ierre: La letteratura è abbondante. Es. G. De Lutiis. I servizi segreti in Italia, 2010. Piazza Fontana vi è citata 64 volte, e non in termini positivi per i servizi.

Questo mostrarsi meravigliati mi ricorda un episodio del mese che passai in Israele in uno scambio studentesco. Sentivo spesso dei boati (probabilmente i jet militari che superavano la barriera del suono, poi ho ricostruito). Ne chiesi ai medici dell’ospedale di Kfar Saba che mi ospitava come studente di medicina. Ma caddero dalle nuvole. Un giorno a mensa, a tavola con altri tre medici, si sentì un boato fortissimo. Ebbi come l’impressione che la minestra tremasse nel piatto. “Ecco, questi boati. Li avete sentiti?” I tre medici si scambiarono un impercettibile sorriso e risposero “no”. Ma forse, trattandosi non di fedeltà alla propria nazione ma del suo opposto, è più appropriato il paragone con la scenetta boccaccesca di donne infedeli che colte in flagrante non solo negano, ma proseguono l’atto.

@ Ierre: Sono noti, e se anche non lo fossero resterebbe la responsabilità della struttura nell’ingranaggio. Alcuni sono stati condannati. Il citato libro di De Lutiis ha 15 pagine di indice dei nomi. Che ricorrono in tanti altri libri. O es. nelle liste note P2. In testa alla prima pagina, seconda colonna, “Allavena Giovanni”. L’ultimo nome, dopo Zorzi Delfo, è “Zvi Zamir”, capo del Mossad. Il libro ha anche un appendice con le liste dei responsabili dei vari servizi. Bisognerebbe semmai conoscere di più su quelli odierni. I nomi restano nell’ombra rispetto alle responsabilità un po’ per la natura segreta; un po’ per l’impunità loro garantita; un po’ perché sono in fondo mezze figure, esecutori di ordini sovranazionali più prossimi ad addetti al capestro con lo stipendio ministeriale il 27 che a James Bond. A “Un giorno in pretura” sentii una PM citare Nietzsche : “l’assassino non è all’altezza del suo gesto”. Penso lo stesso dei quadri – servizi, polizie in divisa, magistrati, politici, amministratori, omini comuni – che si prestano a tanti di questi crimini. A tante operazioni sanguinose e abiette di condizionamento del Paese verso il basso; che non appartengono solo a un passato concluso, sul quale si dibatte senza fine e si inscenano cerimonie bolse mentre si commettono tradimenti nel presente. Es. parlando di amministratori lombardi, bipartisan, e di papaveri assortiti a Roma: Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale . Sito menici60d15.

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v. anche:

Il vero terrapiattismo

L’orizzontalizzazione

Servizi, masse e istituzioni nei movimenti di protesta

Il canone italiano

Baruffe di corte: i baroni della destra e i mandarini della magistratrura

Per cosa è morto Pantani. Lo sport e il marketing farmaceutico

29 January 2013

Blog  Appello al popolo

GraficiAmgen

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Una rivista di quella intellighenzia di sinistra che è stata così severa su Pantani, “Diario” di Enrico Deaglio, ha pubblicato un articolo nel quale si chiama in causa Sartre, e quel che è peggio Tocqueville, per incensare Armstrong (Browning F. Quando Jean-Paul e Alexis videro Lance pedalare. Diario, 99, 2005). […] Sarebbe utile fare un parallelo tra la vicenda mediatica fatta subire a Pantani e quella costruita sul rivale Armstrong, testimonial dell’efficacia delle terapie oncologiche, figura vittoriosa, non stroncata ma rafforzata dalle accuse di doping. F. Pansera, 16 gennaio 2008, lettera ai Procuratori della Repubblica Branca e Guariniello uuu uuu uuu

ccc

Che ci fosse del losco nelle accuse a Pantani lo scrissi per la prima volta 10 giorni dopo la sua morte, il 24 febbraio 2004, in una lettera ai PM Guariniello, Bocciolini e Gengarelli, intitolata “Eterogenesi dei fini e ambiguità nell’azione pubblica dei magistrati in campo sanitario: il caso della lotta al doping e della morte di Pantani”. Dal mio punto di osservazione, il caso Pantani, e quello di Armstrong, sono da inscrivere in una più ampia azione di marketing volta a promuovere il consumo di massa di farmaci e di altri prodotti medici agendo sul sistema culturale. Nell’ultima parte del 2012 c’è stato il colpo di teatro della rivelazione ufficiale del doping di Armstrong. Ed è accaduto qualcosa nel retroscena: è comparsa una pubblicazione scientifica che mostra che non ci sono presupposti teorici, né prove scientifiche solide, che indichino che l’EPO abbia proprietà “ergogeniche”, cioè che funzioni come doping [1]. Se l’EPO non funziona, se anche l’arcirivale era dopato (e non solo con EPO, probabilmente, ma anche con qualcosa di più efficace) credo ci si debba chiedere: ma allora, per cosa è morto Pantani? Riassumo, rivedendolo e aggiornandolo, quanto scrissi, nel 2004 e nel 2008, ai magistrati.

Sulla morte del “Pirata” esistono teorie “complottiste”, alcune delle quali prese peraltro in considerazione a suo tempo dalla magistratura, che appaiono per lo più come esagerazioni sensazionalistiche e forse depistanti. Accetto la tesi che Pantani facesse uso di EPO. Ma non quella che sia stato il farmaco a fare di lui un campione: l’EPO era largamente usato tra i concorrenti; e l’efficacia dell’EPO nel migliorare la performance atletica allo stato è da ritenersi nulla [1]. Non trovo elementi sufficienti per credere che qualcuno lo abbia materialmente ucciso quella notte nel residence; ma appare chiaro che sia stato spinto verso quel bordo dell’esistenza oltre il quale c’è il baratro; spinto, penso, anche volontariamente, oltre che da coloro che hanno responsabilità colpose poco nobili. La vicenda appare sistematicamente intessuta con enormi interessi economici, che sarebbe omissivo trascurare come irrilevanti. Interessi del genere di quelli che portano Big Pharma a spendere 53 miliardi di dollari all’anno nei soli USA per il marketing.

Presento quindi un’interpretazione, basata su esperienze personali oltre che su un’analisi, che potrà essere bollata anch’essa come “dietrologica” dagli anticomplottologi di mestiere o volontari. Trovo sensate e plausibili le tesi di Stefano Anelli, alias John Kleeves, un politologo indipendente che tentò di avvisare Pantani sulle forze che l’avevano preso di mira [2]. Kleeves vede un complotto USA nella caduta in disgrazia di Pantani, e lo collega all’ascesa di Armstrong, attribuendo il movente a una generale volontà di propaganda culturale degli USA in Europa. Gli USA hanno storicamente strutture governative, integrate col loro apparato bellico, dedicate alla promozione della loro immagine nel mondo, come, durante la Guerra Fredda, l’USIS, nata dallo Psychological Warfare Branch [3]. Statunitensi ed europei non condividono gli stessi sport popolari; Armstrong, capitano di una squadra statunitense, diventando il numero uno di uno sport europeo sarebbe servito ad aumentare le nostre simpatie e la considerazione verso gli USA; a riconoscerli come i più forti senza vederli come estranei.

Ciò potrebbe avere favorito, secondo quanto ha scritto Anelli, la nostra approvazione e partecipazione militare alle guerre che gli USA perennemente muovono verso il malcapitato popolo di turno quando i mezzi economici e quelli a bassa intensità non sono ritenuti adeguati a soggiogarlo; o quando gli serve una guerra. Anelli osserva che Armstrong si è presentato non con una squadra sponsorizzata come di consueto da un privato – es. la “Mercatone Uno” – ma con lo US Postal Service, che è un’agenzia del governo USA. Armstrong ha avuto alle spalle la potenza USA. Anelli considera che quindi il suo doping probabilmente era espressione dei migliori laboratori e delle migliori conoscenze. La tesi di Anelli combacia col quadro che presento qui. E’ molto probabile che il doping di Armstrong non sia stato l’EPO, come invece dichiara.

Kleeves-Anelli è morto in circostanze tanto allucinanti e folli, secondo la versione data dai giornalisti, quanto sono pacati e lucidi i suoi scritti di critica agli USA, es. “Un paese pericoloso”. Scritti reperibili su internet, che consiglio, trovandoli più interessanti e attendibili delle rivelazioni di figure di “perseguitati” ufficiali come Assange [4]. Anelli e io, Francesco Pansera, che come lui conosco gli USA anche per averci vissuto e non sembro stare affatto in simpatia a quei poteri che Anelli ha ben individuato, indipendentemente abbiamo scritto, tra le altre cose, interpretazioni complementari su Pantani. Anelli non ha mai saputo della mia esistenza, e io ho saputo della sua solo dopo la morte.

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La lotta al doping come propaganda: farmaci-medicina, farmaci-amuleto e farmaci-talismano

Rispetto al gigantesco business dei farmaci, il doping rappresenta solo una piccola parte degli illeciti e dei danni legati ai farmaci; la iatrogenesi è oggi una delle maggiori minacce alla salute. Enfatizzando la lotta al doping si deviano l’attenzione del pubblico e le risorse dello Stato rispetto ai problemi e ai crimini più gravi relativi ai farmaci. Ma la lotta al doping, che ha ricevuto un forte impulso col caso Pantani, paradossalmente è anche una forma di propaganda per i farmaci.

Come è stato osservato la scientificità che la medicina ha conquistato non ha scacciato il pensiero magico che la pervade fin dalla sua origine; e l’ha sotto importanti aspetti potenziato. Nel pensiero magico una medicina, una pozione miracolosa, cura e guarisce; un amuleto preserva dai mali; un talismano potenzia le normali capacità. Ci sono farmaci-medicina, quelli di uso clinico, che tolgono la malattia; farmaci-amuleto, come i vaccini, o la chemioprevenzione, o la proposta della “polypill” che da sola preverrebbe tutte le comuni patologie cardiovascolari dell’invecchiamento [5]. E farmaci-talismano, come appunto il doping, che permettono di compiere imprese eccezionali donando la forza e lo spirito che fanno ottenere soddisfazioni, vittoria, denaro, gloria, fama. Elevandolo a talismano, il farmaco non è più, come dovrebbe essere, un rimedio contro quella avversità che è la malattia grave; è una dotazione permanente dell’uomo moderno di successo. Un modello che è particolarmente efficace nella cultura USA; ma che ha attecchito ormai anche da noi, insieme agli altri elementi della colonizzazione culturale.

E’ conveniente per le case produttrici che il farmaco sia visto, oltre che come una medicina, che si prende quando si è malati, come un amuleto e come un talismano, che si portano sempre addosso, ovvero si assumono anche da sani, meglio se a vita. Tale concezione culturale stimola la domanda di farmaci, rafforza l’accettazione reverenziale delle prescrizioni, dei prezzi, dei proclami di efficacia e sicurezza, e allarga il mercato, dai malati verso l’intera popolazione. I pubblicitari, che conoscono le strutture mentali sulle quali fanno leva, per non dire che conoscono i loro polli, prevedono nel loro codice di autodisciplina che la pubblicità su prodotti medicinali e terapie non deve “indurre a ritenere che il medicinale o il trattamento curativo possano migliorare il normale stato di buona salute”. Le notizie sul doping aggirano questo divieto etico generale, introducendo la credenza che i farmaci possano conferire uno stato di supernormalità. Il doping mostra come il farmaco dà successo, fa vincere.

I’EPO ha una doppia applicazione; prima che essere un farmaco-talismano è un farmaco-medicina, essendo usato per curare le anemie, principalmente quelle di pazienti nefrologici e oncologici. Un cattivo farmaco terapeutico con una nutrita “fedina penale”, come si dirà. La figura di Armstrong associa il farmaco-medicina – chemioterapia e farmaco biotech – alla forza e alla riuscita. La sua fondazione oncologica, dopo essere stata intitolata a lui stesso, Armstrong (che in inglese suona come “Fortebraccio”), ora, dopo le ammissioni di doping – con EPO – si chiama “Livestrong”. Un nome che riecheggia uno degli slogan pubblicitari dell’EPO per uso clinico: “Strength for life”. Il farmaco fa vivere, e fa vivere da forte. L’EPO è particolarmente adatto a questa propaganda; un farmaco sofisticato, modernissimo, che arricchisce la persona di sangue; “il sugo della vita”, il liquido speciale ricco di valenze simboliche e magiche [6].

Quella del farmaco come talismano, dell’oggetto la cui efficacia è simbolica e non reale, è una delle metafore che, formulate per facilitare l’espressione di un concetto, poi si scoprono essere non meri paragoni figurati o analogie, ma descrizioni abbastanza aderenti alla realtà. Risulta infatti che il talismano che ha portato Pantani alla rovina non funzioni sul piano biologico. Da una recente valutazione qualitativa condotta da un gruppo di farmacologi olandesi [1] emerge che non esiste evidenza scientifica che l’EPO ricombinante (prodotta cioè con tecniche di ingegneria genetica) potenzi la prestazione atletica dei ciclisti ad alta performance. Gli autori esaminano inoltre approfonditamente sul piano fisiologico e farmacologico la possibilità teorica che l’EPO possa funzionare come dopante negli atleti, e concludono che tale possibilità teorica non c’è o non potrebbe essere che molto limitata. La loro analisi teorica mostra anche possibili effetti peggiorativi sulla performance. Inoltre, notano, gli effetti avversi sono stati trascurati; nonostante ci siano stati diversi casi di decessi di atleti attribuiti all’EPO. Tutto ciò è sconcertante rispetto alla storia ufficiale, ma coerente col quadro qui esposto. Del resto, le credenze dei nostri tempi sull’efficacia come dopante dello stimolatore della produzione di globuli rossi sono una curiosa inversione della credenza, che ha occupato i due millenni precedenti, che cavare il sangue sia efficace nel curare le malattie [7].

La cultura del doping aiuta anche la diffusione della cultura delle droghe stimolanti; es. la cocaina, il business di quella ndrangheta che si dice di voler combattere. Il PM Scarpinato ha parlato di doping sociale adatto a una società darwiniana, commentando il forte incremento dell’uso di cocaina nel primo decennio del millennio. Ci sono rapporti che segnalano la diffusione del “doping per il cervello”, cioè dell’uso di “smart drugs” nelle università [8]. Certe produzioni intellettuali fanno sospettare che ci sia questo uso, ma che sia un’arma a doppio taglio; che potrebbe, piuttosto che fare raggiungere la genialità, rendere formidabile la cretinaggine.

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Sport e marketing oncologico

Insieme a una funzione ideologica generale sui farmaci, questa vicenda ne ha una di pubblicità specifica per l’EPO. Il colossale spot pubblicitario fatto con il suo uso come dopante, la narrazione mediatica a tutti nota che ruota attorno ai suoi poteri talismano, è solo una parte della storia di questo farmaco. La storia del maggior successo economico della puntata giocata da industria e finanza sulle biotecnologie farmaceutiche. Un falso successo, sostenuto dallo hype mediatico sulle biotecnologie come futura radiosa era della farmacologia; una dottrina millenarista, nata negli ambienti finanziari non meno che nei laboratori, i cui limiti, e quindi i cui fallimenti sul piano clinico, erano del resto prevedibili fin dall’inizio per elementari ragioni biologiche [9]. Mediante le notizie sul doping, noi associamo l’EPO alla potenza, sia pure ottenuta illecitamente; nella realtà clinica quella dell’’EPO è una storia dove regnano avidità, sofferenza e morte.

Un storia “sordida”, così è stata definita [10]. Che coincide con la nascita e l’ascesa della Amgen, la casa produttrice, la più grande ditta di biotech al mondo. Una catena di liti per i brevetti, di altri trucchi di marketing, di persecuzione dei whistlebowers cioè di coloro che, interni al sistema, hanno denunciato le irregolarità, di prezzi gonfiati rispetto ai costi di ricerca e sviluppo, di rimborsi ottenuti pagando i politici grazie ai quali – succede anche in USA – si sono ottenuti profitti privati spropositati con il denaro pubblico destinato alla sanità. Nel 2002, mentre Pantani andava alla deriva, producendo l’EPO la Amgen, anche grazie alla propaganda così ottenuta, fatturava 5 miliardi di dollari. Denaro per la maggior parte dei contribuenti USA; con profitti di circa un terzo, una performance eccellente.

U. Veronesi si è espresso a favore della liberalizzazione dell’EPO come dopante. La sua posizione mostra come gli oncologi siano per la somministrazione dell’EPO a tutta cannella. Come al solito, le rivelazioni della dannosità del farmaco sono arrivate successivamente ai profitti. Dopo 20 anni di profitti favolosi, ad uso clinico consolidato, si è “scoperto” che l’EPO aumenta sì l’ematocrito, ma non c’è evidenza valida – analogamente al suo uso come doping – che dia benefici alla maggior parte dei pazienti con insufficienza renale cronica, mentre ci sono dati che indicano che sia dannoso [11]. Si è inoltre accertato che l’EPO non riduce ma aumenta la mortalità nei malati di cancro [12]. Un trial su dializzati e uno su pazienti con cancro della mammella hanno dovuto essere interrotti perché l’elevazione dell’ematocrito era associata a incrementi della mortalità e di eventi cardiovascolari. Ciò per la sua capacità di provocare tromboembolie, e nei pazienti oncologici, si ritiene, per un complesso di effetti che include la stimolazione della crescita tumorale, data la sua natura di fattore di crescita.

L’EPO andrebbe comunque accuratamente dosato, su pazienti accuratamente selezionati. Al contrario, la Amgen ha pagato centinaia di milioni di dollari ai medici perché ne massimizzassero il consumo tramite le prescrizioni, e i nefrologi e gli oncologi ne hanno imbottito quanti più pazienti possibile, provocando così morti in nome del profitto [13,14]. I due grafici all’inizio [14] mostrano l’andamento nel tempo delle spese di lobbying per l’EPO, che hanno raggiunto i 16.3 milioni di dollari all’anno nel 2007, e il correlato incremento dei dosaggi, che sono arrivati a triplicarsi. L’EPO è il capostipite dei farmaci ingiustificatamente costosi e allo stesso tempo inefficaci e nocivi, che sono uno dei tanti regali dell’evoluzione del liberismo sfrenato.

Ottenere l’EPO ricombinante è stato in sé un notevole risultato scientifico (raggiunto grazie a un importante lavoro di ricerca preliminare finanziato con denaro federale, cioè pubblico [9]); ma la proteina non dà al paziente i vantaggi terapeutici sperati; dà comunque a chi l’ha sviluppata e agli investitori i profitti agognati, perché sulla scienza è stata innestata la frode, appoggiata dalla corruzione, dalla disinformazione e dalla violenza. La commistione variegata di scienza e crimine, espressione della corrupio optimi del liberismo [15], è frequente nell’attuale medicina. Gli autori del lavoro sull’inefficacia dell’EPO nel ciclismo agonistico osservano che il suo uso come dopante è simile ai casi – frequenti – di uso clinico di farmaci non basato su prove sperimentali di efficacia. Nella biomedicina attuale il livello di rigore delle prove di efficacia richiesto per la prescrizione dei farmaci varia dalla coercizione autoritaria all’anarchia e alla superstizione, in funzione del profitto [15-17].

L’EPO, “un paradigma per l’industria farmaceutica” secondo uno dei suoi promotori, lascia dietro di sé una stria di sangue. La forza simboleggiata da Armstrong è in realtà quella dell’homo homini lupus. O meglio, la forza per la quale chi è in condizione di necessità e debolezza, il dializzato o l’ammalato di cancro allo stadio avanzato, è una preda; la forza di canidi più vicini allo sciacallo che al lupo.

Armstrong si è anche presentato come colui che ha vinto il cancro prima di vincere le corse. La sua figura associa terapie oncologiche e successo. Non viene detto che il tumore del quale era affetto, quello del testicolo, ha alti tassi di guarigione, perfino quando dà metastasi; costituendo una delle poche eccezioni e non la regola di un’oncologia sostanzialmente fallimentare sul piano terapeutico, più brava a sfruttare il cancro come risorsa economica che a curarlo.

Visto il generale carattere altamente fraudolento di tutta questa storia, e considerando gli interessi medici che tale frode è andata a favorire, non sarebbe fuori luogo avere riserve sulla caratterizzazione della neoplasia (tumore a cellule germinali nonseminomatoso, misto, stadio III): un piccolo aggiustamento, es. sulla componente coriocarcinomatosa, può aver aiutato a fare apparire il risultato terapeutico più brillante. Resta singolare che Armstrong sia stato colpito proprio da una delle pochissime neoplasie che fanno fare bella figura alla chemioterapia e agli oncologi.

Anche dopo l’apparente caduta, Armstrong continua a essere utile al business oncologico. In Italia la sua immagine viene usata per favorire la manovra attualmente in corso di estensione del business del cancro agli adolescenti, una classe di età particolarmente sensibile al richiamo delle figure sportive. Lo US Preventive Service Task Force ha concluso che lo screening per il cancro del testicolo non dà benefici, anche in considerazione della curabilità di questo tipo di tumore; a rigor di logica, la guarigione di Armstrong dovrebbe mostrare proprio questo. Ma gli screening tumorali sono una miniera d’oro, e Armstrong è quindi citato al contrario, per supportare messaggi come “l’autopalpazione può salvare i maschi” [18]: oncologi e altri soggetti economici interessati discutono pubblicamente se Armstrong resta un grande, essendo “riuscito a dare voce agli adolescenti malati di tumore” o se sono da preferirgli i calciatori della serie A, testimonial della campagna “Non fare autogol”, promossa dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica per sensibilizzare gli adolescenti al rischio cancro [19]. Credendo alle storie e agli slogan della pubblicità medica, che li vogliono attirare nelle trappole della falsa “prevenzione”, le persone, minori e adulti, rischiano di farlo davvero l’autogol, come sta venendo ammesso anche da fonti ufficiali le più ortodosse [20].

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Il braccio muscoloso e quello focomelico della giustizia

I magistrati hanno una posizione rispetto al business medico che chiamo di commensalismo [21]: fanno parte della stessa classe sociale e siedono sul piano culturale e istituzionale alla stessa mensa con coloro che mettono in atto le frodi mediche strutturali; condividono con loro, oltre che privilegi, i presupposti ideologici ammanniti dal padrone di casa insieme al buon cibo. In questo caso la cultura del farmaco; il farmaco come oggetto magico di potente efficacia, invariabilmente onesto e prezioso quando lo si usa in obbedienza ai poteri che lo generano.

In casi come questo la magistratura si attiene a quello che appare come un canovaccio già scritto, recitando una parte prestabilita nella rappresentazione dello spettacolo della medicina. Quando si occupa di notizie biomediche scottanti – e a maggior ragione se ci sono di mezzo gli USA – la magistratura configura una giustizia dalle braccia fortemente asimmetriche. Se il copione prevede che debba intervenire adopera il suo braccio forte, dalla muscolatura ipertrofica e allenata quanto quella di un campione di atletica pesante. Quando avrebbe il dovere di mostrare, perseguendole, le truffe, le violenze e gli strazi degli affari voluti dai poteri che serve, adopera l’altro braccio, il braccio di un focomelico: un povero abbozzo inutilizzabile.

In questi casi la magistratura perseguita e non persegue. Esattamente l’opposto di quanto affermò uno dei PM che si occuparono di Pantani, che, forse per un meccanismo di difesa psicologico, disse che “l’autorità giudiziaria persegue, non perseguita”.

Un famoso medico così integrato nel sistema da divenire ministro della sanità ha proposto di liberalizzare l’EPO per il doping; su Pantani però lo Stato ha lanciato “blitz” di Carabinieri e ha impegnato sette Procure. La contraddizione è solo apparente, come si vede qui. Occupandosi accanitamente di ciò che oggi appare come un “reato impossibile” vista l’inefficacia dell’EPO, e che è sempre stato marginale rispetto alla massa di reati riguardanti i farmaci, la magistratura ha fatto scoppiare uno scandalo che ha lanciato in campo mediatico il messaggio del farmaco-talismano. A tante paia di orecchie non adeguatamente separate tra loro da tessuto nervoso è arrivato il messaggio “prendi la pillola e diventi forte come Pantani”.

Inoltre, togliendo di mezzo Pantani si è dato spazio alla leggenda di Armstrong, venuto dall’America a vincere in Francia alla maniera di Asterix, e come Asterix grazie a magiche pozioni. Si sapeva che anche Armstrong fosse dopato; come gli altri; probabilmente in realtà meglio degli altri visto chi aveva alle spalle, come nota Kleeves. Può darsi che Pantani costituisse un ostacolo insormontabile anche per l’apparato farmacologico che sosteneva Armstrong, e che per questo si sia ritenuto di farlo eliminare. Tolto il rivale, in modo da favorire le credenze sui farmaci-talismano, la voce fatta trapelare che gli impressionanti successi di Armstrong fossero dovuti al doping favoriva anch’essa l’ideologia del farmaco. Ma ad Armstrong, il campione superbo quanto la nazione che ha rappresentato, la giustizia non ha fatto nulla.

Fino al 2012, quando la narrazione sulle vittorie di Armstrong viene chiusa in modo da sfruttarla ulteriormente (con un “fuoco d’artificio finale” come in altri scandali sportivi, hanno commentato alcuni bloggers). A carriera conclusa e a risultato propagandistico – politico e commerciale – ottenuti, Armstrong, ricco e famoso, viene dopo tanti anni smascherato e squalificato a vita dalla giustizia sportiva USA (dall’agenzia antidoping). Il “duro” mostra ora il suo lato umano, come in una soap che si rispetti. Armstrong ha raccontato in TV, in uno degli show più seguiti, di avere usato sostanze dopanti, anzi di avere usato l’EPO, e altri farmaci; reo confesso, caso mai i capa tosta si ostinassero a non credere che è tutto merito dei farmaci. Armstrong ha pianto, ha parlato della mamma, dei figli, del piacere dell’onestà, etc. Ha suscitato negli spettatori sentimenti edificanti, completamente diversi dal “gotcha!” del 1999 sul piccolo italiano imbroglione. Recita il mea culpa e sta trattando, da pari a pari, una resa; ha offerto, pare, 5 dei suoi 100 milioni di euro. Una smentita che è una notizia data per la seconda volta. Si ristabilisce tardivamente una “verità” nota – che poi verità non è – ma la morale non cambia, e si rafforza: i farmaci fanno vincere e portano in alto.

Tutti sanno dell’EPO come dopante, che rende potenti; che non sia in realtà un farmaco miracoloso che rende campioni lo sanno in pochi; e pochi sanno della sua inefficacia nell’uso clinico, dei soldi ai politici, dei comparaggi, e delle morti di pazienti. Né la magistratura italiana ha voluto indagare seriamente sulle gravi manipolazioni riguardanti l’uso clinico dell’EPO, anche quando ciò è stato – dal sottoscritto – ad essa segnalato, insieme alle manipolazioni per un altro prodotto analogo, sempre della stessa casa produttrice, la Amgen. E’ interessante che il magistrato al quale fu assegnato il caso che avrebbe dovuto portarlo ad occuparsene diede invece la caccia a ciclisti e calciatori dopati; e che sia stato tra gli imputati nelle accuse di traffico di droga a carico dei capi dei Carabinieri del ROS, accuse dalle quali i suoi colleghi l’hanno assolto.

Tutti sanno che Pantani sarebbe morto per overdose di cocaina. E’ stata invece fatta sparire dalla ricostruzione mediatica la presenza sul luogo della morte di una confezione del farmaco Surmontil, un simpaticomimetico come la cocaina, che ha un meccanismo di azione analogo a quello della cocaina, è più della cocaina in grado di provocare morte, e agisce in sinergia con la cocaina, potenziandone gli effetti. Non è frequente che una overdose di cocaina arrivi a uccidere un soggetto giovane e sano; mentre gli antidepressivi triciclici, la famiglia della quale il Surmontil fa parte, sono uno dei maggiori agenti causali delle morti per overdose da sostanze ad azione farmacologia.

Sarebbe stato ragionevole considerare anche gli effetti sinergici del Surmontil; ma la droga che si compra in farmacia è sacra, così tutta la colpa è stata data alla droga che si compra per strada. Il perito – di area massonica – al quale la magistratura ha affidato la ricostruzione per spiegare la morte ha in pratica considerato che Pantani abbia assunto un fustino di cocaina, mentre l’antidepressivo, “cugino” della cocaina sul piano farmacologico, più pericoloso, ma con una reputazione di medicina rispettabile, è stato tolto di scena.

Acqua in bocca anche sul possibile ruolo indiretto degli psicofarmaci che Pantani assumeva, che potrebbero avere indotto crisi psicotiche e comportamenti autolesionistici. La magistratura sempre più spesso scrive pagine tecniche di medicina, legittimando tesi che favoriscono infondatamente interessi illeciti, anche quando sembrano andare nel verso opposto [22]; oppure conferisce autorevolezza a perizie mediche che postulano l’impossibile quando occorre che non si faccia troppa chiarezza sui gravi reati, passati e futuri, di imputati privilegiati, come la polizia [23]. Invece sul rapporto causale tra psicofarmaci e atti di violenza, es. in riferimento ai casi di omicidio-suicidio, un campo che rientra pienamente nelle sue competenze e nei suoi doveri, dove sarebbe importante indagare e fare giustizia a tutela della salute pubblica, la magistratura si fa i fatti suoi, non disturbando così uno dei maggiori settori del mercato farmaceutico. Gli antidepressivi sono “la gallina dalla uova d’oro” dell’industria farmaceutica, nota l’autore di un recente articolo sul British Medical Journal nel descrivere come siano sovraprescritti, come le prescrizioni e il consumo continuino a crescere, e come siano poco o nulla efficaci. Neanche le molecole sono tutte uguali davanti alla legge.

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Lo sport per propagandare l’hi-tech biomedico

Come prevedevo nella lettera ai PM del 2004, lo sport viene sempre più usato per propagandare il business medico presso il grande pubblico. Lo sport non solo appassiona in sé, ma attira come condizione di super-salute; come stato simbolico del corpo che non solo è sano, ma dà successo, permettendo di raggiungere grandi mete.

Al di là del caso EPO, c’è una tendenza generale di sfruttamento dello sport a fini di marketing biomedico. In occasione delle Olimpiadi di Pechino e di Londra gli esperti e i dirigenti internazionali dell’antidoping hanno lanciato sgomenti l’allarme sul “doping genetico” e il “doping con staminali”, che produrrebbero atleti “geneticamente modificati”. Pura fantascienza, volta a fare credere al pubblico che le biotecnologie biomediche possano ottenere quei fantastici risultati promessi e sbandierati, a priori estremamente improbabili, che finora non si sono visti.

Un altro tema è quello degli atleti con protesi, come Pistorius, che è stato ammesso a gareggiare con atleti sani. L’invalido che supera i normali grazie ad un artifizio tecnologico. Queste storie ci mostrano una tecnologia che è capace non solo di supplire alle funzioni perse, ma di fare dell’uomo un superuomo, un uomo-macchina, verso il cyborg; un altro passaggio dai prodotti-medicina a quelli talismano, che propaganda l’hi-tech biomedico, la magia quotata in borsa.

Propaganda utile in particolare per quell’hi-tech che ha maggior necessità di una stampella pubblicitaria date le scarse possibilità reali, come le promesse di una “medicina rigenerativa” mediante cellule staminali; che aggiungono al loro vastissimo carnet di favole propagandistiche [24] quella di poter dare luogo a superatleti. Paradossalmente, l’hi-tech biomedico, che dovrebbe essere il campo delle tecnologie più avanzate, è il luogo della maggiore convergenza tra scienza e ciarlataneria, in forme sofisticate.

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La Gladio della medicina e la medicina dei Carabinieri e delle Questure

Qualche anno fa a Brescia a una conferenza pubblica la persona considerata l’addetto stampa della Gladio, alzatasi dal pubblico, ha parlato delle necessità di controllare le notizie sulla salute, affermando che su Cernobyl dovettero intervenire esercitando una censura per evitare di allarmare l’opinione pubblica. A parte le tante riserve sul merito, non si comprende, a prima vista, cosa possa interessare di un problema di salute pubblica a una struttura paramilitare segreta che ha fornito pazienti e salme a ospedali e cimiteri.

Ma in effetti le strutture “deviate” si occupano anche di medicina, ed è verissimo che si occupano di censura su temi di salute pubblica. Non però per il bene della popolazione, ma per servire gli interessi dei proprietari – che non sono i medici – di un settore che occupa una posizione centrale nell’attuale sistema economico. Un settore, l’industria medica, con la particolare caratteristica di avere una grande componente irrazionale, che fa sì che la pratica si conformi facilmente a credenze e manipolazioni psicologiche. Un campo adatto a operazioni di disinformazione mediatica e guerra psicologica; che pur non essendo materiali come una bomba o un proiettile possono avere effetti materiali pesanti sulla popolazione e sui singoli. Nel caso del business biomedico, abbiamo i professionisti dell’inganno che aiutano e difendono un’industria largamente basata sull’inganno.

Appare esservi una specie di Gladio medica, dipendente naturalmente dai servizi USA, che si occupa di operazioni come queste, nell’interesse della industria medica globale, manipolando l’opinione pubblica, sviando autorità vogliose di farsi sviare, screditando e mettendo a tacere voci scomode e di denuncia. Forse sono le stesse strutture degli Anni di Piombo, che oggi, caduto il Muro e instauratosi il cosiddetto “capitalismo cognitivo” hanno trovato nuovi compiti, che permettono loro di continuare a lavorare per le necessità dei poteri sovranazionali. I magistrati sono integrati con tali forze, fornendo il braccio grosso o quello offeso a seconda della necessità. E tali forze hanno buon gioco in un Paese molle, in un Paese di povera gente dove vige l’omertà e serpeggia un’istintiva collaborazione verso le scorrerie e gli omicidi del potere [25].

Non viene apprezzato quanto oggi Viminale e Viale Romania si occupino di medicina e la condizionino, sfruttando il loro potere di polizia. Ci si preoccupa giustamente di Eurogendfor, dei CC che diverranno una polizia al di sopra della legge e al servizio dei banchieri, delle multinazionali, degli USA; non si considera che affidare ai CC, tramite i NAS, il controllo sui farmaci di concerto con l’AIFA, come ha stabilito un recente accordo [26], oltre ad essere inappropriato su un piano di principio non è differente in alcuni casi chiave dall’affidare la tutela della salute prevista dalla Costituzione a qualcuna delle multinazionali di pubbliche relazioni alle quali le case farmaceutiche commissionano campagne di promozione, o di disinformazione sanitaria; o dall’affidarla a dei contractors, dei sicari al soldo di case farmaceutiche.

Non sappiamo tutto, ma si può dire che a Pantani è stato fatto peggio che ucciderlo. E’ stato patologizzato, cioè gravemente destabilizzato sul piano psichico; con la pressione giudiziaria, la gogna mediatica, la stigmatizzazione e – da non sottovalutare – gli psicofarmaci. Non approfondisco qui il tema della patologizzazione, materiale e surrettizia [27], che oltre a essere orribile e disgustoso in sé, ha oggi rilevanza per la reale natura dei rapporti tra controllo del Paese, eversione e istituzioni, a cominciare dalle forze di polizia e inclusa la magistratura; e potrebbe avere stretti legami con diversi inspiegabili episodi di violenza e terrorismo che si stanno susseguendo, tra i quali non si può escludere la morte di Anelli.

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Distrutto ma non vinto

Le idee camminano sulle gambe degli uomini, secondo la frase di Nenni amata da Giovanni Falcone. Anche i movimenti, simili a quelli di zolle tettoniche, degli interessi impersonali e molto grandi che hanno ucciso Pantani sono resi possibili da persone in carne ed ossa. L’immagine di Pantani continua a spiccare; a quello luminoso delle salite si è aggiunto uno sfondo livido composto di smorte passioni umane. La speranza dei ruffiani e il servilismo sadico dei tirapiedi, le due principali categorie di addetti al mostruoso macchinario ai cui ingranaggi Pantani è stato dato in pasto. La schadenfreude dei mediocri che si appagano nel vedere la persona superiore che cade. Una nazione che si abbandona alla dominazione USA; nella quale persone invise all’occupante come Anelli e Pantani non hanno più garanzie che Renzo Tramaglino. Lo zelo verso il potere e verso i crimini del potere; ci sono stati parecchi scandali internazionali sul doping, ma l’Italia può fregiarsi di meriti particolari: ha lanciato l’EPO nello sport, col gruppo di Conconi, e nel mettere in scena lo spettacolo ha fatto a pezzi per davvero un suo campione.

Le drug whores della professione medica. La presunzione di chi senza esserne capace vorrebbe fare grandi cose e per questo ricorre al doping o alla droga. Le parole di disprezzo e compatimento degli ipocriti passati dalla bandiera rossa alle stelle e strisce; quando si sono precipitati a dire che non era un vero campione ma solo un truffatore, è di sé stessi che parlavano. Il telespettatore che risponde agli stimoli visivi in maniera prevedibile come un topo di laboratorio, per il quale i campioni sono immagini costruite a tavolino alla Armstrong. La meschinità dei tanti figuranti che per un panino si prestano a inscenare quanto occorre a queste operazioni. Il commensalismo dei magistrati, pronti a dare corpo a uno script pubblicitario come a non vedere reati gravi fino a farsene complici.

Tanti lo ricordano con affetto e ammirazione, perché Pantani non era solo un campione sul piano atletico; era nato col carattere del campione. Disarcionato e trascinato nel fango, ha recuperato la grandezza proseguendo la discesa, attraversando il dolore fino a giungere alla dimensione tragica che lo ha riportato, per altra via, a quello che era il suo posto.

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Note

[1] Heuberger et al. Erythropoietin doping in cycling: lack of evidence for efficacy and a negative risk-benefit. Br J Clin Pharmacol, 2012. doi: 10.1111/bcp.12034.

[2] Kleeves J. Sport e politica: la morte di Pantani. 3 luglio 2004. Reperibile su internet.

[3] Tobia S. Advertising America. The United States Information Service in Italy (1945-1956).

[4] Da quali minacce va protetta la Glaxo. https://menici60d15.wordpress.com/2010/12/07/da-quali-minacce-va-protetta-la-glaxo/

[5] O’Riordan M. One pill cure them all: single-drug polypharmacy in cardiovascular disease. Heartwire, 28 set 2012. [6] Camporesi P. Il Sugo della vita. Simbolismo e magia del sangue. Garzanti, 1997.

[7] Il salasso ieri e oggi e la sinergia tra malattia e terapia. https://menici60d15.wordpress.com/2012/01/15/il-salasso-ieri-e-oggi-la-sinergia-tra-malattia-e-terapia/

[8] Doping per il cervello, è boom nelle università. GSK informa, 26 feb 2010.

[9] Le Fanu J. The rise and fall of modern medicine. Carroll and Graf, 1999. Cap. The brave new world of the new genetics, sez. Genetic engineering, penultimo paragrafo.

[10] Goozner M. The $800 million pill. The truth behind the cost of new drugs. University of California press, 2005.

[11] Jacques et al. Decision memo for erythropoiesis stimulating agents (ESAs) for treatment of anemia in adults with CKD including patients on dialysis and patients not on dialysis (CAG-00413N). Centers for Medicare & Medicaid Services, 16 giu 2011.

[12] Bohlius et al. Recombinant human erythropoiesis-stimulating agents and mortality in patients with cancer: a meta-analysis of randomised trials. Lancet, 2009. 373: 1532.

[13] Berenson A. Pollack A. Doctors reap millions for anemia drugs. NY Times, 9 mag 2007.

[14] Whoriskey P. Anemia drugs made billions, but at what cost? Washington Post, 20 lug 2012.

[15] La corruptio optimi nel liberismo: le linee guida cliniche e il decreto Balduzzi. https://menici60d15.wordpress.com/2012/10/21/la-corruptio-optimi-nel-liberismo-le-linee-guida-cliniche-e-il-decreto-balduzzi/

[16] L’irresponsabilità della medicina in franchising. https://menici60d15.wordpress.com/2012/11/30/lirresponsabilita-della-medicina-in-franchising/

[17] Sulle regole per la Roche. https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/30/sulle-regole-per-la-roche/

[18] Martinella V. “L’autopalpazione può salvare i maschi”. Corriere della Sera, 6 luglio 2012.

[19] Cuppini L, Martinella V. Lance Armstrong e la lotta al cancro. “Ha sbagliato, resta un grande esempio”. Corriere della Sera, 12 ottobre 2012. Massi C. Armstrong, ancora supereroe anti-cancro?. Il Messaggero, 14 ott 2012.

[20] Sovradiagnosi I. Come la medicina nuoce. https://menici60d15.wordpress.com/2012/04/12/sovradiagnosi-i-come-la-medicina-nuoce/

[21] “A sinistra, e a un altro lato della tavola, stava, con gran rispetto, temperato però d’una certa sicurezza, e d’una certa saccenteria, il signor podestà, quel medesimo a cui, in teoria, sarebbe toccato a far giustizia a Renzo Tramaglino, e a far star a dovere don Rodrigo, come s’è visto sopra.” (I commensali al tavolo di don Rodrigo, Promessi sposi, cap. V).

[22] Nuove P2 e organi interni. https://menici60d15.wordpress.com/2011/12/08/nuove-p2-e-organi-interni/

[23] Le perizie ballistiche. https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/25/le-perizie-ballistiche/

[24] La fallacia esistenziale nel dibattito bioetico sulle staminali. https://menici60d15.wordpress.com/2011/10/22/la-fallacia-esistenziale-nel-dibattito-bioetico-sulle-staminali/

[25] Il terzo livello. https://menici60d15.wordpress.com/2012/09/05/il-terzo-livello/

[26] Sanita’: Aifa-Nas, nasce la “superagenzia” italiana del farmaco. AGI, 17 dic 2012.

[27] Patologizzazione surrettizia e patologizzazione materiale. In: Leopardi, Unabomber e altri eversori https://menici60d15.wordpress.com/leopardi-unabomber-e-altri-eversori/

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20 giugno 2013

Blog de il Fatto

Commento al post “Farmaco per bambini contraffatto, appello dei carabinieri: “non usate Ozopulmin” ” del 19 giugno 2013

ccc

L’ozopulmin, mentre può avere effetti nocivi anche seri, non è un farmaco di provata efficacia, e non ci sono molte ragioni per pensare che possa essere utile sul piano biologico. E’ un farmaco ormai marginale, di una classe in via di eliminazione. La frode, la mancanza di principio attivo, può essere paradossalmente vantaggiosa, se il composto che lo sostituisce non ha a sua volta effetti avversi.

Tanti altri pericoli, e tanti altri inganni, anche molto più gravi, riguardanti farmaci ai bambini, restano ben coperti; questo “appello dei CC” a non usare l’Ozopulmin senza principio attivo sembra uno spot costruito per introdurre i CC come autorità sanitaria (CC e AIFA hanno di recente siglato un accordo per formare assieme una “superagenzia”).

A molte persone, buoni spettatori del maresciallo Rocca e di Don Matteo – e buoni consumatori di pillole – piacerà questo poliziesco, e l’idea che veicola dei Carabinieri che proteggono la gente anche in campo farmacologico; e piacerà l’idea complementare che il problema sono i farmaci taroccati, mentre quelli autentici fanno bene. A me no: i NAS vanno bene per i pesci piccoli, come questi; ma è poco salutare, in tema di medicina, affidarsi ai CC, che stanno dalla parte delle multinazionali e delle banche; in maniera così radicale che a chi è di ostacolo ai grandi affari, non candidi, del business medico ufficiale, i CC appaiono come una milizia al servizio di tali interessi.

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14 febbraio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Pagani e A. Scanzi “Pantani, 10 anni dopo. Mura: “Quando morì, pensai di lasciare Repubblica”

Gianni Mura definisce due schieramenti su Pantani: quelli del ““drogato”” e quelli del ““complotto cosmico””. E si tira fuori da entrambi, dice. Non dubito del suo dispiacere, e va apprezzato l’interesse per la figura di Pantani, ma vorrei osservare che ridurre tutto a un esercizio di barocco lombardo, nello stile di Gianni Brera, su Pantani come caso umano, addossandogli ancora, stavolta coi toni del compianto, la responsabilità della sua distruzione, può configurare uno di quei casi nei quali il rifuggire da due estremismi è istituirne un terzo. Si fa l’esempio dei due gruppi che sostengono l’uno, che la Terra giri da Est a Ovest, e l’altro che giri da Ovest a Est; chi, scuotendo il capo, abbraccia la via di mezzo vuole una Terra immobile. La Terra invece gira, in un verso definito; e ciò che la fa girare, a parte il momento angolare, è il denaro. Non è questione di ““complotti”” ma di non coprirsi come sempre occhi orecchie e bocca davanti ai grandi interessi economici e politici di poteri forti; e lasciare così che altri casi sciagurati avvengano, altri danni siano prodotti. Danni che possono riguardarci non solo come spettatori, ma come vittime: v. ““Per cosa è morto Pantani. Lo sport e il marketing farmaceutico””, reperibile su internet.

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17 ottobre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Tundo ” Marco Pantani, “complotto per alterare ematocrito”. L’ombra della camorra” 

Non mi stupirei troppo se effettivamente per stroncare Pantani ci si fosse avvalsi anche della criminalità organizzata, come manovalanza. O se la criminalità organizzata fornisse alibi, o depistaggi, o facesse da “pecora”. Anche lo zelo discriminatorio di magistrati e media verso Pantani è stato indotto dalla diabolica camorra? Questa idea delle mafie come entità onnipotenti è uno degli strumenti del “tolemaicismo”: l’arte, già adottata per gli omicidi politici e le stragi terroristiche, di attribuire a mandanti nazionali fatti gravi avvenuti per volontà di poteri sovranazionali. Poteri che coloro che occupano le istituzioni – le forze di polizia e i magistrati spesso per primi – servono con impeccabile zelo, come il caso Pantani ha mostrato e continua a mostrare.

v. “Per cosa è morto Pantani. Lo sport e il marketing farmaceutico” “Il tolemaicismo politico”

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21 ottobre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Travaglio “Marco Pantani, le nuove inchieste e quell’ematocrito fuorilegge già nel 1995”

Anch’io, per quanto esposto da Travaglio, penso che Pantani abbia usato l’EPO. Credo però non sia irrilevante l’analisi di alcuni farmacologi, che mostrano che non ci sia evidenza scientifica che l’EPO funzioni come dopante, e che ci siano ragioni teoriche per dubitare fortemente che possa funzionare (Heuberger et al. Erythropoietin doping in cycling: lack of evidence for efficacy and a negative risk-benefit. Br J Clin Pharmacol, 2012. doi: 10.1111/bcp.12034.). Ciò, e la “fedina” dell’EPO come farmaco clinico, la sua storia di marketing, che un libro ha definito “sordida” (Goozner M. The $800 million pill. The truth behind the cost of new drugs. U of California Press, 2005.), imporrebbero di considerare un filone che è stato ignorato dagli inquirenti professionisti e dilettanti (v. “Per cosa è morto Pantani. Lo sport e il marketing farmaceutico). L’ho esposto precedentemente a questa nuova “rumba” mediatico-giudiziaria; pensando che fosse ormai calato il silenzio su una storia che a mio parere è comunque sordida. Ora c’è questo nuovo polverone che, tramite l’esagerazione, potrebbe fare in modo di perpetuare la confusione, e di continuare a tenere oscurate realtà meno romanzesche e maggiormente legate ai soldi. Travaglio può insegnare come possa accadere che mentre scorrono fiumane di inchiostro e rotolano valanghe di faldoni giudiziari su versioni fantasiose ma accettabili per il potere, altre ricostruzioni più fondate ma non “politically correct” restino inesplorate.

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@ Bedrosian Baol. La medicina che si dice scientifica in realtà punta molto sull’eterno desiderio di affidarsi a “maghi”. Il caso Pantani ha contribuito ad alimentare nel pubblico il pensiero magico sui farmaci.

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23 ottobre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Ziliani “Marco Pantani con ematocrito alto nel ’98. Ma fu cacciato il gregario Forconi”

@ Giorgio Vittori. Lei sostiene che “la risposta al doping è assolutamente individuale” e “imprevedibile” al punto di poter fare di un atleta modesto un campione assoluto, che surclasserebbe gli atleti che al netto del doping gli sarebbero superiori, e nonostante che si dopino anche loro. Basandosi su questo modello, sostiene che Pantani non aveva meriti personali ma “faceva rendere al meglio le pratiche truffaldine che utilizzava per vincere” (qui non è chiaro se le “faceva rendere” per costituzione, o se lei voglia dire che era particolarmente abile nel doparsi). E’ una tesi interessante, anche per la ricostruzione delle motivazioni, o dei moventi, sia della tenacia delle accuse mosse a Pantani sia della veemenza delle espressioni di disprezzo nei suoi confronti. Combacia inoltre con il crescente interesse delle multinazionali farmaceutiche (e dei loro reparti di marketing) alla variabilità individuale nella risposta terapeutica ai farmaci. Lei presenta le sue affermazioni in tono molto sicuro; addirittura chiama “ignorante” chi non le considera assodate. Può dare qualche fonte sulla asserita estrema variabilità, su questi effetti esplosivi in soggetti predisposti, della risposta ergogenica all’EPO, e al doping in generale? Come spiega che Pantani abbia vinto il Giro d’Italia dilettanti nel 1992, e avendo già collezionato altri successi, prima cioè di quando si ritiene abbia cominciato ad assumere EPO?

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12 marzo 2015

Blog de il Fatto

Commento al post “Strage Piazza della Loggia, perquisizioni del Ros per cercare foto e documenti”

I giornali riportano che la morte di Pantani è ora attribuita dalla perizia disposta dalla magistratura anche agli psicofarmaci, oltre che alla cocaina; è quanto avevo scritto, spiegandolo estesamente, agli inquirenti 11 anni fa, nella racc. r/r del 3 giugno 2004 al GIP Mussoni e al PM Gengarelli (v. Per cosa è morto Pantani. Lo sport e il marketing farmaceutico). Oggi perquisizioni dei ROS per la strage di P. Loggia del 1974. Mi pare ci sia un caratteristico “pipeline giudiziario”, che ritarda l’accertamento della verità per poi ripescarlo molti anni dopo, a giochi fatti, in modo da non occuparsi di attività “delicate” attuali; o in alcuni casi di occuparsene, ma all’incontrario…

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5 settembre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post “Marco Pantani, pm chiede archiviazione. La madre Tonina: “Ora inizia la guerra” “

Tra i commentatori de Il Fatto ce n’è uno, “Otello”, che sostiene che bisogna maggiormente temere non i delinquenti, ma gli “onesti”. Mi sembra di capire che per “onesti” intenda quelle figure, soprattutto istituzionali, che sono comunemente considerate tali; e che pertanto automaticamente vengono contrapposte a mafiosi, corrotti, violenti etc. Mi sono una volta scontrato aspramente con lui (tende a parteggiare per il clero; al quale invece la sua teoria calza a pennello); ma questo è un caso dove penso si potrebbe dargli ragione. La distruzione di Pantani non è stata questione di killer, ma di rinomate istituzioni dello Stato, che sono attentissime nel servire i desiderata, e quindi gli interessi, di poteri forti. I desiderata su quale visione del mondo e delle cose vada data all’opinione pubblica, es. conformando ad essa l’azione giudiziaria; e i desiderata di soffocamento di realtà sgradite, con omissioni di atti di ufficio, parzialità, autentiche persecuzioni. La morte di Pantani appare essere stata un effetto collaterale di questo marketing di Stato a favore di interessi privati illeciti; di questo plasmare, mediante il potere legale dello Stato, una “realtà” fittizia a favore del big business. Con conseguenze che non sono meno gravi per il popolo, non sono meno criminali, dei killer misteriosi immaginati nel residence dalla madre di Pantani. (V. nel mio sito: Per cosa è morto Pantani. Lo sport e il marketing farmaceutico).

@ A mia volta sono sorpreso dall’estrema facilità con la quale si scrive senza leggere o senza saper leggere. Dove ho scritto che Pantani era una minaccia, come Mattei, per i poteri forti? Consapevole che attribuzioni di responsabilità vanno supportate, ho segnalato nel commento un mio articolo. Le costava così tanta fatica leggerlo? Contiene informazioni di tipo fattuale, che restano fuori dal rimestare lo stesso pastone al quale lei partecipa. Es. che ad un’analisi scientifica l’EPO è risultato non efficace come dopante. E’ un particolare trascurabile? E che l’EPO ha in campo medico una storia, descritta da altri, di “complotti” – la parola con la quale vi riempite la bocca – a fini di profitto; “complotti” che hanno compreso corruzione, falsi attestati di efficacia, marketing spregiudicato, e pazienti uccisi per avidità, con sovraprescrizioni. Nell’articolo, del 2013, è anche anticipato quanto la Procura dice solo ora: che la morte non è dovuta alla sola cocaina, e che lo psicofarmaco considerato vi ha avuto un ruolo importante. Io questo lo scrissi ai PM nel 2004, venendo ignorato. Forse tra qualche altro decennio la magistratura vorrà considerare pure gli altri elementi; che continua a omettere, a sentire le dichiarazioni del PM sui media. Per ora resto un “complottista”, secondo i tanti che fanno consapevolmente disinformazione; e per i “nowhere man”, quelli che mentre non sono ben orientati nello spazio chiamano “complottista” chi presenta una possibile mappa.

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14 marzo 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Tundo “Marco Pantani, detenuto intercettato: “La camorra gli fece perdere il Giro d’Italia ’99” “

I magistrati, che con il Pantani vivo furono degli inquisitori implacabili e rigidi, sembrano diventati dei creduloni di bocca buona.

A una conferenza (10 dic 2010) ho sentito Salvatore Borsellino spiegare come “La gente ancora crede che Borsellino sarebbe stato ucciso dalla mafia”. La mafia è una gran comodità per il potere; soprattutto per le espressioni del potere più insospettabili. Ci sono elementi per considerare che la camorra sia una “patsy”, che distoglie e rassicura il pubblico sulle colpe istituzionali: vedi “Per cosa è morto Pantani. Lo sport e il marketing farmaceutico.” In questi casi i magistrati divengono creduloni; come è avvenuto nelle indagini sulla strage di Via D’Amelio.

@ Blackimp. Qui abbiamo addirittura una mafia astratta, non provata per ammissione del magistrato. Ma guai a dubitarne, altrimenti si minimizza la mafia; e quindi si è suoi complici. Invece, è proprio con l’attribuire tutto alla mafia che si minimizza “lo sterco”. Le mafie sono solo una parte dello sterco; e fanno da parafulmine al resto. Grazie anche ai coraggiosi come te che “o la mafia o i templari e i marziani”.

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8 gennaio 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post “Marco Pantani, il pusher in commissione Antimafia: “Non si è suicidato, è stato ucciso. Doveva darmi 20mila euro ma sono spariti” “

L’altro ieri sull’omicidio di Piersanti Mattarella si è dato spazio al parere di Giusva Fioravanti; che in un paese libero sarebbe al “fine pena mai” effettivo. Oggi su Pantani si fa concionare uno spacciatore dagli scranni dell’antimafia, alla destra del presidente. Tutto può essere, ma colpisce come l’ipotesi omicidio di mafia, con la sua sproporzione tra evidenze scarse e larga diffusione mediatica, sia privilegiata rispetto ad altre meno facili, ma più fondate approfondendo; come la morte in conseguenza di altri delitti o l’induzione al suicidio (v. ‘Per cosa è morto Pantani. Lo sport e il marketing farmaceutico’). Il Fatto ha ricordato che Sciascia chiamò “confortevoli” le ipotesi che riconducevano l’omicidio di Mattarella esclusivamente alla mafia. Attribuire il male invincibile ai tagliagole di paese rassicura il popolo rispetto all’idea di essere sotto una spietata tirannide economica. La mafia è la sentina nella quale occultare l’indicibile; e una funzione dell’antimafia istituzionale appare essere quella di coprire i crimini della mafia alta coi crimini della mafia bassa. Soprattutto un’antimafia diretta da Morra, in ottimi rapporti con affiliati all’Ordine del Santo Sepolcro, organizzazione paramassonica vaticana, che ha avuto esponenti come B. Contrada, Gelli, Marcinkus, e nel suo piccolo il prefetto Paola “Scarpetta” Galeone (quella alla quale si imputa in pratica di avere ripulito quanto restava nel piatto con una scarpetta da 700 euro).

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Brescia, 29 novembre 2021
Dr. ssa Elisabetta Melotti
Procuratore della Repubblica
Rimini

prot.procura.rimini@giustiziacert.it

La censura del gatto e la volpe su Antimafia e caso Pantani al tempo del Covid

Allego un mio commento e lo scambio con un troll, ai cui insulti pro Big Pharma è stata lasciata l’ultima parola, sulla notizia di una nuova apertura delle indagini su una pista mafiosa per la morte di Pantani. Desidero lasciare memoria di una censura a miei commenti sul caso Pantani. Non per la forma vile e boriosa, nulla di particolare per me, immerso nel bagno di illegalità ipomafiosa (vedi “L’ipomafia”; questo e gli articoli citati sono nel mio sito menici60d15) generato e alimentato da magistratura e forze di polizia. Ma per ciò di cui è indice, soprattutto oggi, al tempo della “epidemia ircocervo”, con caratteristiche mai viste nella storia, che giustificano una curva di gravità delle “misure”, cioè l’abrogazione di diritti umani e costituzionali, che continua a crescere indisturbata dopo venti mesi.

-Rispetto a quanto scrissi in “Per cosa è morto Pantani. Lo sport e il marketing farmaceutico” la versione ufficiale ha poi corretto il tiro, includendo gli psicofarmaci, che avevo indicato essere stati grossolanamente omessi, tra le cause di morte. Resta costante, e riceve un “booster” al tempo del covid l’allontanare la ricostruzione dagli interessi del business farmaceutico. Questo nuovo capitolo su Pantani aggiorna le manipolazioni e le frodi biomediche del passato a quelle odierne, dove l’industria farmaceutica è assurta a dio dell’Olimpo. Non sorprende che a farlo sia l’Antimafia.

-Come dico da anni (La metamafia; Un certificato di decenza per le attività antimafia; L’ipomafia; L’eccezionalismo su fascismo, mafia e covid, in preparazione), l’antimafia appare essere il complementare della mafia nell’ambito di un meccanismo di potere. Nella mia esperienza quando i poteri che dominano l’Italia vogliono ottenere un certo risultato, come tagliare la testa di qualcuno che intralcia crimini come quelli in oggetto, possono affidare il compito sia agli assassini della mafia, sia ai ruffiani e imboscati senza onore e senza dignità che dicono di combattere la mafia. (Digitare anche “Morra” e “Cavalieri del Santo sepolcro” nella casella di ricerca del mio sito menici60d15). Sull’assassinio morale di chi si oppone e denuncia non solo si omette di indagare; si lascia mano libera ai killer, e si partecipa, mentre si inscenano storie fumetto sulla mafia onnipotente. La selezione inversa, l’epurazione degli onesti e capaci ad opera dell’ipomafia istituzionale è una componente del risultato che si erge tetro e pauroso davanti a noi in questi mesi col covid.

-Questa funzione servente delle istituzioni ha avuto e ha rilevanza anche per la distruzione di Pantani e i successivi depistaggi. Ci sono analogie col caso Kercher, che in questi giorni si perfeziona con la liberazione precoce di uno dei responsabili del ributtante assassinio; quello che ha fatto da pecora. Il magistrato Mignini disse che il suo lavoro di PM si svolse sotto i riflettori degli States. Certi potenti tagli di luce e di ombre possono fare apparire colori che non ci sono, sostituendosi a quelli autentici che non devono apparire. I mafiosi, che a volte neppure ricordano tutti i loro crimini per quanti ne hanno commessi – e che hanno legami col mondo ambiguo dei servizi – possono fare da pecora. Oggi, coi riflettori dei poteri forti puntati sul covid, si sta agevolando il lavoro della Procura di Bergamo con la pecora della farsa Zambon-OMS del mancato piano pandemico per la strage del 2020 in Lombardia (Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale). So per esperienza come sotto certi gelidi raggi appare in trasparenza la colonna vertebrale, con la sua debole consistenza, di quelli che esibiscono la foto di Falcone o Borsellino o il ritratto di Salvo D’Acquisto che offre il petto. Per non parlare di quelli che dicono di concepire la medicina come un sacerdozio. Col covid la loro debolezza di rachide sta avendo effetti deleteri sull’intera nazione.

-I magistrati, per nulla estranei alle responsabilità su Pantani insieme a quelli che le sofisticazioni sulla sanità dovrebbero combatterle, hanno il supporto di amici curiae come questo squallido troll, che imbevono di veleni la ricostruzione di una morte che fu dovuta ad azioni imbevute di veleno. E’ singolare che scrive subisca – grazie a una magistratura fantoccio – un trattamento di assassinio morale che include pesanti forme di guerra psicologica, volto a fiaccarlo e delegittimarlo, di provenienza istituzionale; quando chi aveva presentato tesi compatibili su Patani, Stefano Anelli, è scomparso in circostanze eccezionali che hanno preso la forma del massimo discredito.

-La tecnica di routine vile e miserabile di intervenire per insultare pubblicamente chi riporta notizie di reato a comento di indagini e poi ottenere la censura della risposta (La censura del gatto e la volpe, in Commenti censurati da Il Fatto; Entomologia forense: l’infestazione da troll delle notizie di reato) è indice del mutato ruolo del giornalismo, che, già asservito al business medico, ne sta diventando strumento senza anima (v. O’ Neill. Big Media is turning into Big Brother. Spiked, 9 nov 2021; From news and entertainment to Government propaganda; HART, 23 nov 2021).

Distinti saluti

Francesco Pansera

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22 novembre 2021
Blog de Il Fatto

Commento al post “Marco Pantani, riaperta di nuovo l’inchiesta sulla morte dopo le audizioni in Antimafia: i pm di Rimini indagano per omicidio”

La mafia è una montagna di m. che, vistosa com’è, viene usata – oltre che come manovalanza per gli affari più sporchi – per nascondere dietro di essa le inconfessabili infamie prodotte dall’asservimento di chi occupa le istituzioni a poteri sovranazionali. Il ripescaggio dei sospetti di omicidio mafioso, che allontanerà ulteriormente dalle responsabilità superiori *, ha una sua attualità, come alibi e diversivo, e forse anche come depistaggio, riguardando il caso Pantani l’asservimento ai poteri del business farmaceutico. E’ attuale visto come i politici stanno abusano del potere dello Stato a beneficio di detti poteri. E visto che i magistrati ricordano nella difesa della Costituzione, massacrata a beneficio di detti poteri, le capitolazioni senza combattere del passato. Dalla Marcia su Roma all’8 settembre, alla caduta della Repubblica di Venezia descritta da Nievo. Alla difesa di Roma dai francesi della nobiltà papalina ne Il marchese del Grillo, dove “Io so io” si tinge la faccia di sangue per far credere di avere fatto qualcosa, per poi accogliere gli invasori.

*Per cosa è morto Pantani. Lo sport e il marketing farmaceutico.

Max Costantini:
Dopo tutto sto pistolotto filo complottista, in buona sostanza contro Big Pharma, permettimi una domanda: quando ti ammali come ti curi?
1) con erbe e preparati galenici venduti al mercato nero?
2) hai uno sciamano di fiducia?
3) vai in farmacia con la ricetta medica e compri medicinali prodotti guarda un pò da Big Pharma?

@ Max Costantini: Come dico nell’articolo che cito, l’episodio della morte di Pantani è inseribile nel quadro della massiccia propaganda culturale pro farmaci, che attribuendo al farmaco poteri magici e assegnandogli un ruolo dominante nel trattamento medico porta a sproloqui come i tuoi. Propaganda culturale che ha spianato la via all’attuale operazione covid. Le responsabilità per la morte di Pantani vanno cercate anche in un apparato statale docile nel servire tale propaganda – magistrati e polizie non ultimi – e nel creare quindi dei riprogrammati mentali come te. Responsabilità che si possono tenere nascoste anche grazie al paravento della mafia di cosca – che ci si guarda dall’eliminare, con un’antimafia che somiglia al vaccino per il covid, sacro mentre non estingue il problema e permette l’emergenza infinita.

Max Costantini:
L’unico che ha fatto uno sproloquio, al solito contro l’industria del farmaco sei stato. Dopo averlo letto, ammetto con un pizzico di ironia ti ho posto una domanda. Mi rispondi al limite dell’insulto, senza poi entrare nel merito delle domande che ti ho fatto, che restano ironiche e continui a sproloquiare contro Big pharma con una strizzatina d’occhio ai no vax, che probabilmente ti annoverano tra le proprie fila. Mi resta il dubbio quando stai male come ti curi?

@ Max Costantini: Per eventuali lettori, non per te, dico le condizioni iniziali. Davanti alla malattia – quelle vere, e quelle tarocche, in genere da sovradiagnosi, che nella medicina commerciale sono una buona fetta – si è come davanti a un territorio pericolosissimo da dover attraversare. Una giungla con belve, insetti mortali, trappole, precipizi, etc. Occorre una guida. Ma le guide ufficiali sono corrotte, e pensano a spennarti, anche a costo della tua pelle. Fare da sé, o scegliere a proprio giudizio una guida alternativa (“libertà di cura”) non è meno rischioso. L’unica soluzione sicura è che nella giungla della malattia non viga la legge della giungla, ma che lo Stato garantisca guide affidabili. Es. esperti hanno proposto che le terapie non siano quelle liberamente offerte dall’industria, dietro alla maschera oscena che usurpa il nome di “scienza” (con la quale sempre più il business definisce la malattia in funzione di pillole e fiale da propinare), ma vengano commissionate dallo Stato. E da questo verificate. Utopia, con una classe dirigente venduta. Bisogna barcamenarsi. Riconoscendo come banditeschi criteri come il tuo “O mangi la minestra o salti la finestra”, che echeggia la lista di opzioni in un manuale di marketing degli ospedali cattolici USA (1 Only known option. 2 Top-of-mind option. 3 Acceptable option. 4 Best Option. 5 Only acceptable option)*. Ciò che ripeti è nel campo della biocriminologia, più che della medicina.

*MacStravic. Marketing religious health care.

Max Costantini:
Ti faccio i complimenti per la dotta citazione. Ma resta il punto, dopo lo sproloquio e la citazione, quindi farina non del tuo sacco, come e dove ti curi? Bellissime queste menate, ma la domanda è semplice. La mia era partita in modo ironico, ma visto che ti incaponisci infilando addirittura citazioni da un testo del secolo scorso, la risposta, più semplice del testo che citi, e che con buona probabilità non hai letto, è questione di principio.

@ Max Costantini, Censurato da Il Fatto:
Sì, in effetti il testo sul marketing degli ospedali cattolici, del 1987, la cui lettura fu abbastanza sconvolgente, con Bergoglio è divenuto superato. Ora è peggio. Vedi “Quando è Pietro che si associa a Simon mago” sul mio sito. (Non che l’altro compare, quello “laico”, sia migliore). Inutile citarti il classico lavoro di Domenighetti, che mostra che i medici si fanno sottoporre a interventi chirurgici meno della popolazione generale. Regolandomi su quello che so sulla medicina e sui medici sono arrivato alla soglia della terza età in buona salute, e senza dare soldi a purgantieri e private equities. Preferirei avere di chi fidarmi; i troll molesti come te ricordano che genere di guida riceverei.

Più che ironia, il tuo disprezzo è autorassicurazione. Comprensibile, visto che le idee storte che covi oltre a danneggiare la società sono punizione a sé stesse. Ne ho visti diversi di agenti e difensori della medicina fraudolenta che sono rimasti vittima della medicina carnivora che per interesse o stupidità propagandavano. Del resto, siamo al tempo nel quale, secondo ciò di cui tu sei una goccia – e grazie ai nostri formidabili giuristi – la condizione di default del cittadino è divenuta quella del paziente, che deve accettare “responsabile“ e grato misure e trattamenti medici (v. “L’esproprio della salute da parte della medicina dei banchieri”. Nel mio sito). Pensa a curarti e lasciami stare.

Max Costantini, aggiunto il 25 novembre, due giorni dopo la censura:
Quindi alla fine, visto che al di là di sproloqui contro big pharma, citando addirittura testi americani del secolo scorso, che sicuramente non hai letto, non sei stato capace di fare le due cose più semplici: cogliere e mantenere il tono ironico del mio primo commento, e da ultimo ancora più semplice rispondere e basta. Continua così duro e puro.

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17 settembre 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Sofia “Marco Pantani, la commissione: “Mafia? La pista resta aperta. Sulla squalifica verità non soddisfacenti, ora Procura faccia chiarezza” “

“accanto al fabbricato un pozzo profondo, vigilato da quei tali eucaliptus, offriva muto i vari servizi dei quali era capace: sapeva far da piscina, da abbeveratoio, da carcere, da cimitero. Dissetava, propagava il tifo, custodiva cristiani sequestrati, occultava carogne di bestie e di uomini sinché si riducessero a levigatissimi scheletri anonimi. (Il Gattopardo).

“a giudicar per induzione, e senza la necessaria cognizione de’ fatti, si fa alle volte gran torto anche ai birbanti.” (I Promessi Sposi).

Nell’Italia odierna la mafia ha come il pozzo de Il Gattopardo molteplici funzioni. Anche questa, di occultare le reali responsabilità di crimini commessi su commissione tramite lo Stato, attribuendoli ad essa. Funzione di “pecora”, nel gergo criminale, che i criminali della mafia accettano, come indica il loro utilizzo come manovalanza in omicidi eccellenti. Morra, l’antimafia amico dei Cavalieri del Santo Sepolcro*, la congrega implicata in sanguinose trame piduiste e mafiose ai tempi nei quali ne faceva parte Bruno Contrada, rappresenta bene un’antimafia adatta a queste operazioni.

Vedi: Per cosa è morto Pantani. Lo sport e il marketing farmaceutico.

* Il Manifesto 25 feb 2016. “Il grillino massone candidato a Cosenza tra le polemiche”.

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14 feb 2024

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Fulghesu “Marco Pantani e il viaggio dell’Eroe: a 20 anni dalla morte il ricordo dei successi e del coraggio in ogni ripartenza”

Non fu omicidio diretto, per ciò che è noto, ma per gli elementi disponibili – e tenuti coperti – fu una grande vigliaccata collettiva*. Il servilismo cieco e pronto, quello delle istituzioni e dei media per primi, ebbe come esito il dare in pasto un campione a interessi che vanno a nostro danno. Celebrarlo da morto addirittura come “eroe” permette di autoassolversi e di tacere che nell’Italia protettorato, perfino in campo sportivo, l’aria che si respira non è salubre per figure eminenti, che emergano dalla mediocrità, la rendano apparente stagliandosi su di essa, e trascinino gli altri ad emanciparsene.

* Per cosa è morto Pantani. Lo sport e il marketing farmaceutico

Stokasto. Ti sei dimenticato il Midazolam. Di prenderlo…tre volte al giorno.

@ Stokasto: Stokasto, grazie a te che mostri il livello umano che ha risucchiato Pantani. In UK hanno almeno un parlamentare non allineato, Bridgen, che ha fatto un’interrogazione sull’uso omicida del midazolam nell’operazione covid*. Da noi passa per coraggioso antisistema Cappato, un altro promotore del marketing farmaceutico; e promotore dell’uso omicidiario del midazolam e c.; i cui seguaci usano rodomontate di questo livello. Magistrati e Cappato boys recitano lo stesso copione di marketing sulla morte facile**; date le responsabilità dei magistrati nella fine di Pantani*** non mi stupisce questa convergenza tra troll pro-pharma e ricostruzione giudiziaria vuota.

* Member of Parliament asks the UK Government about the use of midazolam during the pandemic. 2 mar 2023.
** Il riduzionismo giudiziario nella frode medica strutturale: il caso del testamento biologico
*** Per cosa è morto Pantani, cit.

 

 

Il Primo Stato

19 December 2012

19 dicembre 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post di N. Di Somma e M. De Maglie “Il coraggio della suora, l’omertà della stampa” del 19 dicembre 2012

Mi pare che il discrimine principale non sia tra uomini e donne, ma tra clero e persone comuni. Da un lato è confortante che la suora, alla quale va tutta la nostra solidarietà come persona, abbia avuto giustizia. Ma l’eccezione non dovrebbe fare ignorare la norma: si può dire che possano contare sulla stessa giustizia i tanti laici, di qualsiasi sesso, che hanno subito e subiscono abusi o violenze di qualsiasi genere da parte del clero? Un clero, suore comprese, che a volte non si astiene dall’ostentare beffardamente la propria influenza sulle istituzioni che dovrebbero tutelare la legalità. Invece di precipitarsi, sfruttando qualsiasi occasione, a ripetere le giaculatorie su un clero virtuoso e vittima del sistema, si potrebbe osservare che la giustizia per i reati del clero è diversa a seconda che le vittime appartengano anch’esse al Primo Stato o siano pecorelle del gregge.

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19 dicembre 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post “Esenzioni IMU alla Chiesa, la UE dà l’ok e “condona” all’Italia il recupero aiuti” del 19 dicembre 2012

La UE è una struttura di sfruttamento, e riconosce alla Chiesa un compartecipazione, una fetta di lasagna. In cambio la Chiesa aiuterà, come fa da molti secoli, nella spremitura degli astutissimi abitanti della marca italica.

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26 ottobre 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post di A67 “Il Ministro Cancellieri incontra padre Maurizio Patriciello” del 26 ottobre 2012

Nella mia esperienza, se un comune cittadino denuncia alla magistratura le angherie della polizia, poi dovrà aspettarsi ritorsioni; spesso nella forma di un raddoppio di quanto ha denunciato. Qui il ministro dell’Interno in persona riceve il povero prete oltraggiato, leccando il clero; e il giornalista lecca entrambi. E la gente comune? “Nessuno completamente innocente, tutti egualmente colpevoli” secondo il giornalista; una filosofia da prete e da questurino che ricalca antichi detti della malavita, e favorisce la malavita.

Inoltre in un articolo dove si plaude alla cerimonia di penitenza dello Stato per avere osato rimbrottare un prete che aveva omesso il cartiglio onorifico a un prefetto, il prete viene qualificato come “Padre”. La direzione e la redazione de Il Fatto dovrebbe considerare di adottare la politica editoriale di chiamare i preti con titoli come “don” o tutt’al più “reverendo”, invece di lubrificare queste studiate moine tra il manganello e l’aspersorio.

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@ Salvatore Legnante. Né la distanza tra Stato e grande criminalità, né la distanza tra Stato e clero, né quella tra clero e grande criminalità sono ampie quanto dovrebbero essere nell’interesse del cittadino. Così non solo in Campania ma in tutta Italia, inclusa Brescia dove Cancellieri è stata prefettto, i preti vengono identificati con lo stato, e le guerre alla criminalità non si vincono mai, mentre chi le “combatte” accumula potere e si arricchisce parallelamente al grande crimine.

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22 febbraio 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di E. Bianchini “Senatrice Pdl scrive ai preti umbri. Uno risponde: “Velo pietoso su Berlusconi” del 22 febbraio 2013

Il clero ha fatto per i due decenni a cavallo del millennio i peggiori affari col suo degno compare B., contribuendo all’impoverimento materiale e al degrado spirituale della nazione. Ora, caduto B. in disgrazia presso i poteri forti, il clero prende le distanze e cerca nuovi soci. Non si chiede conto ai preti delle loro complicità nel saccheggio; invece, basta una severa letterina, che sarebbe rispettabile o lodevole, se la data non fosse “12 febbraio 2013”, fatta provvidenzialmente circolare, e la gente si prostra e grida al nuovo San Francesco.

“Dio perdona tante cose per un’opera di misericordia” dice Lucia all’Innominato. Fino a quando tanti avranno questo atteggiamento alla Lucia Mondella verso i preti e verso gli altri poteri, continueremo ad essere imbrogliati e sfruttati. Davanti a tanta ansia di riverire, di trovare una mano di potente da baciare, il capolavoro di Manzoni va sostituito coi Promessi sposi riscritti da Piero Chiara: “… la tattica dei preti è di star sempre metà da un parte e metà dall’altra. Così, comunque vadano le cose, loro vincono sempre”.

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21 giugno 2013

Blog de il Fatto

Commento al post di C. Tecce “Francesco, 100 giorni da Papa pop. Basterà?” del 21 giugno 2013

In Italia paghiamo tasse da Scandinavia con servizi da Sud America anche perché ci accolliamo senza fiatare una bella fetta delle tasse, e delle spese, del clero: vige il risciò fiscale per i preti, e noi siamo quelli che tirano le carrozzelle. Slurpate invereconde come questa di Tecce fanno sì che la gente continui contenta a fare i coolies.

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@ Massimo Ekow Corsini. Più che di un luogo comune, si tratta di un re nudo. E tutta questa pubblicità che esalta il nuovo papa è un raccontare quanto sono belli e ricchi i vestiti nuovi dell’imperatore.

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Togliere ai poveri per dare ai ricchi è un luogo comune, dal punto di vista dello “sceriffo di Nottingham”. Sui dati quantitativi e i dettagli dei privilegi economici e fiscali del clero, si può vedere il sito della UAAR. Se in Italia, con le tasse che paghiamo, i servizi pubblici le paiono decenti, si vede che applica – agli altri – lo standard pretesco per il quale la gente deve stare con la bocca appena sopra il pelo dell’acqua, meglio se ogni tanto un po’ sotto. Ma forse, citando il “Sud America” ho involontariamente richiamato certi “servizi pubblici” argentini che un altro luogo comune vuole siano stati motivo di somma infamia per il clero.

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21 giugno 2013

Blog de Il Fatto

Commenti al post di V. Gentili “I silenzi omertosi della Chiesa OGM” del 21 giugno 2013

Secondo Francesca Gentili, artista, in cerca di scrittura suppongo, noi siamo traditi e smarriti, e in cerca di guida morale; e dovremmo sperare in Francesco, che riporterà la Chiesa alla sua precedente purezza. Il salvatore sarebbe arrivato“ a piedi dalla fine del mondo”.

E’ venuto dall’Argentina piduista – dove non risulta abbia avuto problemi – nell’Italia piduista, dove pure il clero problemi con Gelli e c. non ne ha, anzi. Per passare l’Atlantico ha usato mezzi di trasporto convenzionali.

Non vanno a piedi, ma si spostano con le nostre gambe. Serviamo da forza motrice per i preti, come i coolies che tirano i risciò, pagando le tasse anche per la loro quota e permettendo che lo Stato giri a loro denaro e risorse del contribuente. Il clero ha molto in comune con la mafia; ora, anche la retorica del capo buono e generoso che si oppone ai  sottoposti perfidi e cattivi.

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@ eliminato. Veronica Gentili. Non è ancora famosa. Ma è sulla strada giusta.

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@ marcodd. In effetti il comportamento materiale dei preti è una forte evidenza contro le loro affermazioni su entità sovrannaturali non osservabili con le quali sarebbero in rapporto privilegiato.

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Cristofobia e cristianofobia

I preti vanno in risciò; noi siamo i coolies che devono fornire il servizio. I coolies che obiettano al tirare la carrozzella, al pagare le tasse dei preti oltre che le loro; all’uso del denaro del contribuente e delle altre risorse dello Stato per privilegiare il clero e favorirne l’arricchimento; al venire impoveriti, tenuti nell’ignoranza, venduti ad altri poteri (a volte ostili per davvero alla Chiesa), e sfruttati come bestie da soma, sono “Cristofobici”. Il passeggero del risciò con una canna e una lenza fa penzolare davanti al fesso alle stanghe un Crocifisso, per indurlo a muoversi. Quelli che si rifiutano di tirare sarebbero affetti da una patologica avversione per la figura di Cristo; se poi si voltano e dicono al passeggero ciò che pensano, sono “cristianofobi”. L’argomento è interessante perché è uno dei casi, non infrequenti, dove i clericali bestemmiano sia l’Uomo sia il loro Dio in un colpo solo.

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@ guest. Guardi che di smettere di fregarvi i soldi dei cittadini vi toccherà sentirlo sempre più spesso.

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27 giugno 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Politi “Papa Francesco sceglie una donna per ripulire lo Ior” del 27 giugno 2013

Mary Ann Glendon è una repubblicana, già consulente per la bioetica di GW Bush; una bioeticista contraria all’uso dei preservativi anche per la prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale. L’articolo omette di dire, al momento in cui posto questo commento, che la “donna” scelta dal papa è stata ambasciatore degli USA presso il Vaticano. Collega cioè dell’ambasciatore USA in Argentina ai tempi dei desaparecidos, e dei tanti ambasciatori dei tanti golpe. Collega di Clara Booth Luce, ambasciatrice USA in Italia negli anni ’50, quando CIA e Vaticano rafforzavano quella collaborazione che aveva già dato effetti come la strage di Portella, e che ci avrebbe portato dove siamo oggi. Pare che il papa di allora Pio XII, ad una ennesima tirata dell’intransigente Clara sul pericolo dei miscredenti abbia risposto “Signora, sono cattolico anch’io”. Questa nomina non autorizza a pensare che sarà la nostra condizione quella che verrà migliorata dal rimaneggiamento dello IOR.

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Lo chieda a Politi, secondo il quale ha rilevanza che è una donna. I collegamenti politici e le posizioni etiche di una persona nominata hanno invece rilevanza quando la nomina viene presentata come segno di progressismo, rinnovamento, pulizia, eccetera. Per ripulire le stalle Augie ci volle Ercole; ho dei dubbi che una persona col curriculum della Glendon possa essere pari al compito che i media e i tanti del pubblico attribuiscono alla volontà dell’attuale papa.

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10 luglio 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Robecchi “Un ‘White bloc’ di nome Francesco” del 10 luglio 2013

Papa “White bloc”? Più che bianco colomba mi sembra bianco vaselina… Questo spot de Il Fatto sul papa che si mescola ai manganellati manifestando in piazza per il Bene, e anzi  – naturalmente – si mette alla loro testa contro alta finanza e multinazionali, mi ricorda quell’altra campagna di marketing, che attribuiva a Berlusconi identità multiple: manager, operaio, intellettuale, buon padre di famiglia, capo della banda musicale, etc. Su di un manifesto di 6 metri per 3 col faccione di B. e lo script “Per un presidente contadino”, qualcuno aggiunse con la vernice spray “allora va a zappà la terra”.

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Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Vaticano, Papa Francesco: “Pene più severe per reati contro minori e riciclaggio” dell’11 luglio 2013

“Le leggi son ma chi pon mano a elle?” (Dante). Una legge, in sé, non è che un paragrafo in un grosso libro. Guardando alla realtà, la legge che conta, la legge vera che il clero applica, e che insegna come applicare dietro le chiacchiere ai suoi tanti adepti e scagnozzi, dai governanti ai facchini, è il “mors tua vita mea”. Il canone di Caino, che ha contribuito non poco al degrado della vita sociale e al declino della Nazione.

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Blog de Il Fatto

Commento al post di E. Matassi “Filosofia; i volti moderni di Gesù” del 22 luglio 2013

Il genio allucinato di Nietzsche ha potuto vedere “una colossale e inattaccabile sfera di bronzo” in Gesù. Noi persone comuni dovremmo prima di tutto riconoscere la colossale e perenne faccia di bronzo dei preti.

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Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Papa Francesco in Brasile condanna “la dittatura del denaro e del successo” del 24 luglio 2013

Predicare contro i vizi dei quali si è campioni: la ventriloquia morale dei preti.

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Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Papa Francesco a Rio, ‘lottare contro la miseria` e prende un caffè nella favela” del 25 luglio 2013

La prima miseria è quella di un popolo – in Brasile e anche da noi – che non ha le sue istituzioni etiche e politiche, che si contrappongano a quelle del potere, e che perciò si aggrappa disperato a istituzioni che – anche quando si presentano come popolari – sono dall’altra parte della barricata. Così che un’istituzione di potere come la Chiesa mentre sfrutta il popolo può permettersi di fargli intravedere la salvezza, con qualche chiacchiera da bar e un caffè, ottenendo così una ancor maggiore sudditanza.

La prima miseria è quella delle istituzioni di popolo desaparecide; eliminate dalla scena sociale come furono eliminati quegli argentini che avrebbero potuto dare corpo a istituzioni popolari, e che invece hanno terminato il loro calvario quando i loro torturatori li hanno buttati dagli aerei nel Rio della Plata, con un Chiesa che allora fu connivente e complice, e oggi usurpa il loro posto.

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Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Bergoglio a Rio: “La laicità dello Stato favorisce la convivenza tra religioni”

Una caramellina agli ingenui, e allo stesso tempo un occhiolino ai massoni e alle altre grandi religioni ? Lo Stato non dev’essere “laico”, nel senso di essere neutrale, e quindi magari d’accordo con le varie religioni nello spartirsi lo sfruttamento del popolo. Lo Stato deve essere laico in quanto tutela attivamente l’Uomo, nella sua realtà terrena; e deve pertanto rifiutare, fermare e se necessario bandire l’accesso al potere a qualunque religione o ideologia, quando questa bestemmia l’Uomo.

Si tratti degli intrighi dei preti, che antepongono all’Uomo il loro Dio proteiforme, che cambia forma e volontà a seconda dei loro affari e del clima storico; o di quelli di quei “laici” di loggia che fanno lo stesso ma usano un pittoresco “Grande architetto”; o delle frodi degli scientisti, i Simon mago della ricerca, che coprono la loro attività di imbroglioni proclamandosi sacerdoti della Scienza; o dell’eversione dei banchieri, che istituzionalizzano il furto sostenendo che tutto è opera di un Demiurgo chiamato “mercato”; o delle imposizioni de “il Partito” dei defunti “comunisti”, che vedevano la mano della Storia nella loro dittatura di burocrati.

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Commento al post di F. A. Grana “Papa Francesco: “Sì a trasparenza e onestà”. Online il sito dello Ior” del 31 luglio 2013

Lei l’ha mai sentita la barzelletta della perpetua giovane, dell’inchiesta del vescovo…? No? Gliela voglio accontare: per una volta, sentirà una barzelletta sui preti raccontata da un prete… Dunque: al vescovo vanno a riferire che in un paese c’è un prete che non solo tiene una perpetua di età molto al di sotto, come dice Manzoni (lupus in fabula), della sinodale; ma che se la corica a lato, nello stesso letto. Il vescovo, naturalmente, corre: piomba in casa del prete, vede la perpetua giovane e belloccia davvero, poi la camera da letto, il letto a due piazze e mezza. Contesta al prete l’accusa. Il prete non nega. ‘E vero’ dice ‘eccellenza che lei dorme da questo lato e io da quest’altro: ma, come vede, al muro, tra il mio lato e il suo, ci sono dei cardini; e a questi cardini io ogni sera, prima di andare a letto, attacco questa grande e robusta tavola, che è come un muro – e mostra la tavola. Il vescovo si addolcisce, stupito da tanto candore: ricorda qualcuno di quei santi del medioevo che andavano a letto con una donna ma mettendo una croce o una spada nel mezzo, con dolcezza dice ‘Ma figliuolo mio, la tavola, non c’è dubbio, è una precauzione; ma la tentazione, se la tentazione ti assale furiosa, rabbiosa, infernale qual è? E tu che fai, quando la tentazione ti assale?’ ‘Oh eccellenza’ risponde il prete ‘non ci vuole poi tanto: levo la tavola.’ ” (Sciascia, A ciascuno il suo).

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Commento al post di F. A. Grana “Papa Francesco, “La Lista di Bergoglio”: così salvò chi fuggiva dalla dittatura” del 2 ottobre 2013

I vincitori sono “padroni anche della verità” su quanto è davvero avvenuto (Primo Levi). Mentre i sommersi non possono più parlare. Onore ai sommersi del Rio della Plata.

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Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Bia “Parma, no all’estradizione di don Reverberi: “Nessuna prova che collaborò con Videla” del 30 ottobre 2013

Il prete che 4 testimoni affermano essere stato presente alle torture ordinate dai generali argentini che giocavano a tennis col cardinale Laghi non era fuori posto. I preti vogliono dominare. E sanno che chi viene abusato tende a sottomettersi. Il caso delle torture è estremo, ma l’opera dei preti per il degrado di chi non si sottomette è costante. Possono usare blandizie e paroline dolci, ricatti economici ed emotivi o atti efferati, ma il fine è lo stesso. La Chiesa ha bisogno che l’Uomo sia offeso per poterlo manipolare. A questo va aggiunta la componente sadica che è spesso associata alla ricerca del potere.

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4 novembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di Cittadinanzattiva “Crisi, qualche proposta: una ‘legge Bergoglio’ anticorruzione e una ‘patrimoniale zero’ ” del 4 novembre 2013

Lo Stato non impedisce l’evasione fiscale, e il rappresentante di “Cittadinanzattiva” propone di combatterla tassando ulteriormente i cittadini, con una patrimoniale da applicare secondo un criterio regressivo rispetto al reddito. Chi è a basso reddito ma ha qualche casa, magari ereditata, viene classificato insieme ai grandi evasori da stanare. Lo Stato è strutturato in modo da favorire la corruzione e il privilegio, e il rappresentante di “Cittadinanzattiva” propone di combattere ciò affidandosi ai disegni del capo dei preti, coloro che di tale sistema parassitario sono tra i principali beneficiari. Accettare queste visioni sembra piuttosto un assumere posizioni di “cittadinanza passiva”.

Andrebbe invece riconosciuto che all’evasione fiscale è stata affiancata la “diversione fiscale”: le tasse in quota crescente non vanno in servizi pubblici ma tornano ad essere usate, come avveniva in antico, per arricchire i potenti depredando il popolo per via legale. E andrebbe riconosciuto che bisogna smettere di tutelare e incrementare l’immenso patrimonio dei preti a spese dei cittadini comuni.

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8 novembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Papa Francesco contro la corruzione, condanna la “dea tangente” ” dell’8 novembre 2013

Dalle tangenti libera nos Domine. Ma anche dalla depredazione legalizzata tramite le tasse, i privilegi a certe categorie, la privatizzazione dei servizi; voci queste nelle quali il clero ha le mani in pasta.

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9 novembre 2013

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Commento al post di M. A. Mazzola “Futuro: il Papa, unico leader politico” del 9 novembre 2013

A me pare che il futuro verso il quale l’Italia sta andando vedrà un ridimensionamento della depredazione tramite corruzione e tangenti, e un corrispondente aumento della depredazione istituzionalizzata, alla luce del sole e coi Carabinieri, tramite tasse, privatizzazione dei servizi, privilegi legalizzati, frodi commerciali e professionali. Il clero si sta riposizionando, ripudiando le pratiche delle quali è stato per decenni tra i maggiori padrini. La gente come al solito è indietro, e applaude chi la sta traghettando dalla padella alla brace.

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11 novembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Corruzione, Papa Francesco: “Scandaloso chi dona alla Chiesa ma ruba allo Stato” ” dell’11 novembre 2013

In una commedia di De Filippo, un personaggio a chi aveva commesso un ammanco di cassa: “Erano soldi tuoi?”. “No”. “Allora li hai rubati. C’è la parola, usiamola”. I ladri sono ladri. I tangentisti sono ladri. Ma ci sono forme di depredazione più sofisticate e radicali, che stanno soppiantando quelle classiche. Come chiamare il cristiano (o chiunque) che trasforma le imposte e tasse in decime da pagare all’alta finanza e ai potentati vari, clero incluso? E quello che privatizza i servizi come sanità, pensioni, scuola, che dovrebbero già essere coperti dalle tasse? E quello che istituzionalizza privilegi ingiusti a favore di certe categorie, inclusa quella dei preti? E quello che partecipa alle frodi istituzionalizzate della medicina nella sanità laica e cattolica? Limitarsi ai “ladri” nel 2013 è gattopardesco.

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Il papa si ricorda del settimo comandamento il popolo fa i conti senza l’oste lo acclama ed è contento mentre al posto suo paga le imposte.

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13 novembre 2013

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Commento al post di B. Borromeo “Papa Francesco, il pm Gratteri: “La sua pulizia preoccupa la mafia” del 13 novembre 2013

La mafia e il clero sono entrambi agganciati ad un comune sistema di potere, quello dei poteri forti. Le esternazioni del magistrato Gratteri rischiano di favorire la mimetizzazione di tali legami. E’ vero che il sistema di sfruttamento si va evolvendo, andando verso l’istituzionalizzazione; la mafia può essere preoccupata di rimanere tagliata fuori, ma noi dovremmo continuare a preoccuparci che tutto resti come prima, dopo che tutto sarà cambiato.

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14 novembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di V. Gentili “Papa Francesco, la casta e i bastoncini di Shangai”

La “collusività omertosa” di cui parla l’attrice si alimenta anche con l’adulazione del clero, della quale ci dà un lirico esempio. Altro che bastoncini di Shangai …

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@ Karlino. Di certe pratiche che tanti si inventano per campare, come quella di arruffianarsi il potente di turno, preferisco non capire molto.

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15 novembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Politi “Papa Francesco e il verminaio che lo circonda”

Si va delineando il modello: il papa è la testa che profuma di un pesce marcio.

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19 novembre 2013

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Commento al post di P. Farinella “Frattura Pdl: il retroscena cattolico e la ‘misericordina’ “

Su clero, papi e medicine (quelle vere, delle multinazionali) ci sarebbe molto da dire: dall’appoggio dell’ex papa e del papa attuale alle promesse commerciali messianiche sulle staminali, alla partecipazione dell’ospedale Vaticano del Bambin Gesù alla medicalizzazione dell’obesità infantile. Ma siamo sotto Quaresima: la 2° rata dell’IRPEF e dell’IMU. Pertanto non dovremmo farci distrarre da altri discorsi, ma meditare contriti sul risciò fiscale; cioè sul fatto che noi paghiamo non solo tasse esose sui nostri beni, ma paghiamo anche quelle dei preti, ai quali facciamo quindi da coolies.

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19 novembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Madron “Campo da calcio a pagamento in oratorio per chi non frequenta il catechismo”

Vi scandalizzate per l’euro richiesto per giocare al calcetto dell’oratorio. Miscredenti, perché guardate la pagliuzza nell’occhio del prete e non vedete la trave che vi viene conficcata in questi giorni, ovvero il fatto che con l’IRPEF e l’ IMU vi state togliendo il pane di bocca per arricchire il clero e pagare le tasse al posto suo?

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Brescia, 21 novembre 2013

Opera San Francesco per i poveri Viale Piave 2 20129 Milano Frati minori cappuccini Fondazione Voce di Padre Pio P.le S. Maria delle Grazie, 4 71013 San Giovanni Rotondo (FG) racc. online Per cortesia non inviatemi più materiale promozionale. I vostri due plichi sono arrivati ieri 20 novembre 2013, lo stesso giorno che ho ricevuto molestie e segnali piuttosto sgradevoli. Questa coincidenza della stampa religiosa che arriva insieme ad “avvertimenti” dopo che ho scritto su internet critiche al clero l’ho già sperimentata anni fa, e ora pare stia riprendendo. Allego copia dei 4 commenti che avevo postato su internet poche ore prima. Commenti simili li avevo postati nelle settimane e nei mesi precedenti. Francesco Pansera Dr F. Pansera Via Tosetti 30 25124 Brescia http://ra60d15.wordpress.com/

19 novembre 2013

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Commento al post di P. Farinella “Frattura Pdl: il retroscena cattolico e la ‘misericordina’ “

Su clero, papi e medicine (quelle vere, delle multinazionali) ci sarebbe molto da dire: dall’appoggio dell’ex papa e del papa attuale alle promesse commerciali messianiche sulle staminali, alla partecipazione dell’ospedale Vaticano del Bambin Gesù alla medicalizzazione dell’obesità infantile. Ma siamo sotto Quaresima: la 2° rata dell’IRPEF e dell’IMU. Pertanto non dovremmo farci distrarre da altri discorsi, ma meditare contriti sul risciò fiscale; cioè sul fatto che noi paghiamo non solo tasse esose sui nostri beni, ma paghiamo anche quelle dei preti, ai quali facciamo quindi da coolies.

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19 novembre 2013

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Commento al post di A. Madron “Campo da calcio a pagamento in oratorio per chi non frequenta il catechismo”

Vi scandalizzate per l’euro richiesto per giocare al calcetto dell’oratorio. Miscredenti, perché guardate la pagliuzza nell’occhio del prete e non vedete la trave che vi viene conficcata in questi giorni, ovvero il fatto che con l’IRPEF e l’ IMU vi state togliendo il pane di bocca per arricchire il clero e pagare le tasse al posto suo?

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18 novembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Lapertosa “Rifiuti tossici, allarme pediatri: “Rischio cancro inaccettabile. Incidenza alta” “

Non è così semplice come mostrano i media; non è così cinematografico, coi buoni che combattono i cattivi. L’inquinamento è un grave pericolo per la salute, riconosciuto, ma vi sono altri pericoli, nascosti e contrari al senso comune, che sono potenziati dal battage sull’inquinamento. Le cose possono essere ancora più sudice di come vengono presentate; la camorra può essere usata come “forcone” per spingervi verso “angeli” in camice bianco che angeli non sono. State attenti su questi allarmi, per voi e per i vostri figli, perché oltre ai cancri da inquinamento ambientale e da cancerogeni nei prodotti di consumo ci sono anche i falsi cancri da sovradiagnosi. (V. “Ilva. Dal cancro nascosto al cancro inventato”).

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20 novembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Farinella “Papa Francesco, fermi l’interventismo politico del Vaticano

La teoria del pesce marcio con la testa profumata.

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20 novembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. Iardino “Un cimitero dei feti? Questione di civiltà e di buona amministrazione”

Le spoglie di feti da aborti volontari sono spesso una conseguenza della rinuncia ad avere figli perchè non ce li si può permettere. Quelli che costruiscono i giardini degli angeli sono gli stessi che contribuiscono a provocare questa sterilità da cause socio-economiche.

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@ Red Baron. Non sono marxista. Sono quelli come te che sono cimiteriali.

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Renzi è di quelli che si occupano più di bare che di culle.

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22 novembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Globalizzazione, il cardinale Maradiaga: “E’ come il comunismo e il nazismo”

“La mafia fa schifo”. (Salvatore Cuffaro, da presidente della regione Sicilia; attualmente detenuto per favoreggiamento aggravato alla mafia).

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23 novembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Concistoro 2014, Papa Francesco premia i cardinali stranieri. Solo 5 gli italiani

Sul piano politico, sarebbe appropriato considerare che non esistono cardinali “italiani”, anche se sono nati in Italia e qui hanno fatto carriera. Essi sono infatti leali al Vaticano, che considera la nazione italiana come un organismo sul quale impiantarsi per trarne nutrimento.

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26 novembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco, l’esortazione apostolica: “Chiesa recuperi freschezza del Vangelo””

Bene, ma sul succhio dei nostri soldi a favore del clero tramite l’imposizione fiscale, infernale per noi e angelica per loro ? Questo papa ci dà tanta poesia, però arrivati al dunque Bergoglio non fa rima con portafoglio.

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@ Elisabetta Cantele. Ma non è solo questione di rivolgersi allo Stato (!). L’aggressività dei preti ci riguarda in prima persona.

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28 novembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Marcelli “Papa Francesco dacce er via…” 

Ieri Berlusconi è stato fatto decadere dalla carica di senatore, e oggi il prof. Marcelli ci esorta a metterci agli ordini del papa, chiedendogli l’OK per una ribellione. Il papa, spiega, è adatto a questo ruolo di comandante del nuovo CLN in quanto nella sua enciclica ci rivela come stanno le cose: ci stanno fregando. Poi Marcelli forse si accorge che il suo ardore barricadero lo ha portato ad eccedere: specifica che l’enciclica gli appare consolatoria. Noi consoliamoci con De Andrè, confrontando le necessità espresse nell’articolo con quelle di Pasquale Cafiero:

mi scervello e mi asciugo la fronte per fortuna c’è chi mi risponde a quell’uomo sceltissimo immenso io chiedo consenso a don Raffaè.

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@ Fabio Marcelli. L’ho riletto. Non abbraccio nessuna ideologia (neppure quella della pagnotta …) . Continua a sembrarmi un articolo che adula il potere e che diseduca alla responsabilità politica personale, incitando ad affidarsi a figure carismatiche, del tutto improbabili rispetto al programma politico dichiarato. Mi pare un appello al peronismo, a un pastone ideologico-emotivo che permetta di raccogliere quanta più gente possibile, fascisti e comunisti, speculatori e scontenti, sfruttatori e sfruttati, sotto la stessa tettoia.

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@ Fabio Marcelli. Il peronismo è irrilevante, dici? Detto da uno che mette insieme la Evangelii Gaudium e i morti di Abbadia San Salvatore nel 1948 …

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1 dicembre 2013

Blog de Il Fatto 

Commento al post “Aids, appelli di Papa Francesco e di San Suu Kyi. Francia riduce prezzi condom” dell’1 dicembre 2013

Sulla patogenesi dell’AIDS e la iatrogenicità della diagnosi e della terapia ufficiali ritengo abbia ragione il prof. Duesberg (e i tanti altri ricercatori e accademici qualificati che hanno espresso idee simili alle sue). Penso quindi che il papa, mettendosi su questo punto accanto a quei poteri globalisti che a noi dice di criticare e di contrastare, appoggi una versione cruenta e crudele delle concezioni malthusiane; come i suoi predecessori.

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8 dicembre 2013

Blog de Il Fatto 

Commento al post di F.A.Grana “Il lato ‘politico’ di Padre Pio e quel no alla riforma agraria di Alcide De Gasperi”

In attesa di un’analisi serena e scevra da pregiudizi laicisti che riconsideri la possibilità che le statue della Madonna piangano, leggiamo su Il Fatto che padre Pio era animato da “una fortissima carica civica”; che lo portava a spendersi in un impegno generoso come può esserlo quello di chi ha le mani bucate. La fonte è un libro, “Da Pietrelcina. L’altro Padre Pio”. Il nome della casa editrice, “La Fontana di Siloe” è interessante.

La Piscina di Siloe è il luogo dove Gesù secondo il Vangelo diede la vista a un cieco dalla nascita. E’ simbolo della conversione al cattolicesimo. Tanto più dopo che Pitigrilli scrisse il libro “La piscina di Siloe” dove racconta la sua conversione. Cattolico ai tempi di De Gasperi e da vecchio, sotto il fascismo era stato ateo, vizioso e fatuo, e spia e delatore per l’Ovra. Fece arrestare tra gli altri Leone Ginzburg, Carlo Levi, Cesare Pavese, Giulio Einaudi. A Parigi Emilio Lussu gli disse: “togliti dai piedi, perché davanti a uno come te la pistola spara da sola”.

Pitigrilli viene portato a esempio edificante dai cattolici, e forse in futuro anche dai laici. Conviene ricordarsi di questa figura quando si legge la frase così frequente su questo blog, “sono ateo e anticlericale, però questo papa…”.

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8 dicembre 2013

Blog de Il Fatto 

Commento al post “Papa Francesco uno scandalo la fame del mondo”. Appello a Chiesa e istituzioni”

Si riconosce che la fame nel mondo sia dovuta in genere non alla assenza di alimenti, ma alla estrema povertà che impedisce di comprarli o di produrli. Il clero è ricco in maniera ingiustificata rispetto a quanto dà. Va classificato tra coloro che tolgono, impoveriscono e affamano. Anche se si mimetizza come amico e difensore degli affamati.

Quid prodest strepitus oris muto corde? A che serve lo strepito della voce, se il cuore tace? (S. Agostino).

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10 dicembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Trinchella “Papa Francesco veda Philomena e aiuti le madri che cercano i figli”

“Bergoglio è il pontefice degli umili, dei poveri, dei malati”. Solo perché mostra segni esteriori, ingigantiti dai media, di uno spirito caritatevole? Se si vuole continuare a piangere dopo aver fatto una scorpacciata di lacrime con la storia del figlio che le suore strappano alla madre derelitta e poi vendono, va bene. Chiedete aiuto a Bergoglio per ricongiungere alle madri gli altri casi di figli venduti. Ma se si vuole che tragedie causate dagli abusi del clero non si ripetano bisogna tenere gli occhi asciutti, e chiedere giustizia a soggetti terzi e non alle stesse istituzioni responsabili; e soprattutto non abbandonarsi a questa soggezione, questa apertura di credito di tipo filiale a figure religiose, sulla base di esili impressioni che forse derivano da sceneggiature che sono più “pellicole” del film al quale vengono a forza collegate. Questa fiducia infantile è tra le cause degli abusi del clero sui quali poi, quando non restano nell’oscurità, si va a singhiozzare nella poltrona della sala cinematografica.

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@ marisa guidi. C’è il perdono rispetto a Dio o a sé stessi, un sentimento privato, interiore, che non è accessibile né verificabile dall’esterno; può derivare da forza o da debolezza, da un animo puro o da complicate alchimie mentali. Poi c’è il perdono predicato dai preti, e promosso dai loro scrivani. Un perdono dichiarato ed esibito, analogo, nelle conseguenze pratiche, alla concezione che porta i criminali a chiamare “infame” la vittima che non si attiene al codice dell’omertà e li denuncia. Li si può distinguere dalla chiassosità e dall’invadenza. Nel discorso pubblico, sul perdono interiore non c’è molto da dire. Invece, appena i preti intervengono su di un delitto commesso da qualche loro protetto, o da loro stessi, ecco che appare immancabile la questione del perdono dei colpevoli, talora infilata di straforo, talora ingombrante e querula, che disturba e intralcia la domanda di giustizia. Prevedibile come lo sbucare di Paolini dietro ai cronisti tv.

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@ Giovanna Trinchella Gentile Giovanna,

il cinema è un’arte affascinante, ma non dovrebbe aiutare a confondere apparenza e realtà. Alla speranza, una delle tre virtù che sarebbero teologali, viene attribuita una valenza esclusivamente positiva; può invece anche essere un veleno. Parafrasando un biologo dell’Ottocento a me sembra che vi sia troppa speranza e troppo poca carità. E che questo papa, e articoli come i suoi, vadano in questa direzione, creando una sceneggiatura ricca di di impressioni e arida nella sostanza.

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@ Giovanna Trinchella Gentile Giovanna

è la sua esortazione a invocare il papa contro i torti del clero sulla base di un film tratto da una storia vera che compie il passaggio dalla realtà all’apparenza. Sul suo consiglio di tacere sul papa per un anno prima di esprimere giudizi, le suggerisco di applicarlo. Sul dover tacere perché è stato nominato man of the year su Time, le segnalo il mio commento sul relativo articolo de Il Fatto.

Francesco

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11 dicembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post “Papa Francesco è il personaggio dell’anno di Time: “E’ il pontefice della gente” “

Man of the year come altri “santi padri” (e anche diversi potenti poco raccomandabili). Si può trovare un altro precedente nell’intesa fin dagli anni ’40 tra Pio XII e Clara Booth Luce, poi ambasciatrice USA in Italia, moglie del proprietario di Time. Booth Luce era “fedele acccolito” (cit.) del papa; che ogni tanto doveva anzi frenarla: “sono cattolico anch’io”. A quel tempo Vaticano e USA si occupavano insieme, per il bene del gregge italico, di propaganda, e quando non bastava la carta stampata di operazioni come la strage di Portella. Ma è roba passata, che non c’entra nulla con l’oggi. Time, la rivista a maggior circolazione al mondo, non persegue gli interessi del potere a danno del popolo.

Dubitarne, considerare la notizia come propaganda della tirannia globalista contraria al nostro interesse, è sconveniente quasi quanto sostenere che le autorevolissime riviste Nature e Science sono tiranniche e a volte distorcono la scienza, e creano bolle mediatiche con trucchi di marketing, dando spazio ai temi che vogliono e sopprimendone altri importanti, permettendo agli autori delle ricerche che vogliono far passare per eccezionali di “prendere scorciatoie” che portano a frodi. E’ quanto ha appena affermato il premio Nobel per la medicina 2013 Scheckman. Ma sai che gliene importa di questo nichilismo distruttivo sulle fonti di informazione ai devoti di padre Pio; e al midcult italiano, che è tradizione considerare più intelligente e più libero della gente semplice.

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11 dicembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post “Uk, Scientology ora è religione: sì a matrimoni e probabili sgravi fiscali”

Da noi Scientology è tenuta a bada dai preti, che comandano. A ognuno la sua croce.

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@ peterdem. Sì. Sono gironi di diverso livello. Per me, Scientology emana da subito un’aura sinistra, mentre il cattolicesimo può ammaliare. Da adolescente fui avvicinato per strada da una bella ragazza, che mi invitò ad andare in un centro lì vicino, di Scientology (che non conoscevo), a compilare un questionario di tipo psicologico. Il modulo con le risposte fu poi passato a un addetto, che dopo averlo letto mi fece alcune domande e poi mi disse in malo modo di andarmene, come se fossi io a voler truffare loro. Forse hanno valutato che da me non avrebbero ottenuto una lira, mentre avrebbero avuto un rompiscatole tetragono e sobillatore. Rimasi un po’ mortificato, ma oggi se ci ripenso non mi dispiace essere stato immediatamente scartato da Scientology. I preti sono più avvolgenti, sia nella cattura mentale che nella spoliazione materiale; ma non sono angioletti neanche loro. Anche loro possono portare nascosto sotto l’abito lo stiletto.

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@ peterdem. Scientology mostra in modo palmare i danni a cui può portare lo sfruttamento del senso religioso. Ma, a parte il fatto che a volte sono i preti che ti mettono nel mirino se hai qualcosa che è loro interesse toglierti, non sono sicuro che “dalla chiesa ti puoi allontanare” “quando ti pare”. La religione non è una semplice fandonia; è un poco come quei farmaci i cui sorprendenti effetti si spiegano con il fatto di natura che sulle cellule si trovano recettori specifici per essi, che rispondono ai farmaci attivando percorsi metabolici; che possono portare anche ad effetti psichici, come nel caso dell’oppio citato da Marx nel suo celebre paragone. Chi si è allontanato, venendo bollato come “apostata” o transfuga, insomma rinnegato, ha descritto la fatica che occorre. E’ da notare che i principali oppositori del reato di plagio sono i preti, che sul tema hanno la coda di paglia. Penso al contrario che andrebbero introdotte, erga omnes (incluso il furoreggiante “messianismo scientifico”) norme a protezione del senso religioso, inteso come la naturale recettività dell’individuo ai messaggi di tipo religioso o soteriologico, che consente uno sfruttamento a fini illeciti. Bisognerebbe cominciare dal non consentire ai minori i sacramenti (né la frequentazione di sette). Anche se, come mostra Scientology, non ci sono solo i cattolici. Bisognerebbe anche regolare i messaggi mediatici apparentemente “laici”, che nascondono la stimolazione di pulsioni religiose a fini di profitto.

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13 dicembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Bellelli e M. Bella “Il Papa e Stamina: la cura percepita”

Credo che con le staminali il clero persegua, insieme ad interessi materiali (v. il vescovo Paglia) una forma di sincretismo con la scienza; qui tra la speranza di vita eterna nell’aldilà e la magia scientista che promette l’immortalità su questa terra con prodotti hi-tech. Un progetto che ha precedenti nelle teorie di un altro gesuita, Teilhard de Chardin, che furono stroncate da Monod e Medawar. Altri tempi. Oggi il prof Bellelli contemporaneamente predica il rigore scientifico e trova aspetti positivi nell’appoggio del papa a Stamina. “La speranza, anche se fallace, ha un valore” conclude. La speranza fallace ha un valore, per il paziente disperato; ma non è un valore. Non può essere negata a chi è disperato (mentre deve esserlo a chi, sano, viene illuso) ma resta una speranza truffaldina; una speranza “usurocratica”, ottenuta – tramite i poteri dello Stato – esaltandola sui media e sopprimendo le altre possibilità, anche quelle che avrebbero forse funzionato. Chi la crea quindi non va premiato, ma va fermato; né è lecito estendere la non negabilità dell’uso “terapeutico” su chi è disperato all’uso come strumento di induzione di una domanda di mercato nel pubblico generale. La via di uscita, contrariamente a quanto dice Bellelli, c’è; si trova in quei principi etici giudaico-cristiani che certo non si possono rammentare al papa. Es. il 7° comandamento. Ma che sembrano più irraggiungibili e utopici delle promesse messianiche di resurrezione dei tessuti.

F. Pansera

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@ Benedetto Toni. Se il paziente è rispetto alla speranza allo stadio nel quale si trova rispetto al dolore il malato terminale con metastasi ossee, anche se falsa la speranza non gli va negata, come per l’altro paziente la morfina (meglio se con un placebo). Ma dovrebbe trattarsi di una soluzione tampone: se tale speranza è fraudolenta , come ho scritto, andrebbe progressivamente smorzata fino a farla sparire dall’immaginario, eliminando il problema. Invece qui preti e scienziati, magistrati e imbonitori, dotti e ignoranti, guardie e ladri, politici e persone ingenue, stanno facendo a gara a portare combustibile a questo falò e farlo ardere vigoroso e a lungo, in modo da creare aspettative generali sulle staminali. I pazienti di Vannoni sono come ostaggi, usati strumentalmente a questo fine. Gli aspetti compassionevoli fanno da cavallo di Troia al disegno degli strozzini di creare la domanda per i futuri farmaci dell’immortalità.

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@ Teodoro Lascella. Se si applica il ragionamento del TAR, per il quale gli esperti non devono essere “prevenuti” contro una nuova proposta, allora più grossa uno la  spara maggiore sarà il suo potere di ricusazione degli esperti. Il bello è che il paradosso è evitabile con un concetto che i giudici amministrativi padroneggiano: la “ricevibilità”. La pretesa di un esperto di marketing di curare con una terapia miracolosa e segreta dovrebbe essere respinta come irricevibile. Irricevibile sul piano etico, scientifico e giuridico.

In condizioni normali si valuterebbero inoltre eventuali profili psichiatrici o penali. Ma gli ordini di scuderia sono di fare ammuina sulle staminali, per radicare false speranze nel pubblico; sia sulle staminali di Nature che su quelle di Padre Pio. Il TAR si adegua, con una versione togata dell’ideologia scientista imposta dal liberismo: il futuro è una tabula rasa, e tutto vi è possibile grazie alla scienza; la scienza – purché accreditata dalle magistrature dello Stato – è il solo oracolo che può indicare se la guerra sarà vinta o persa; ciò che il mondo già conosce sugli uomini, e la scienza sulla natura, non conta; se non in forma parziale e distorta, quando conviene al papa o al re.

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@ Marco Bella. Oltre all’ovvia assistenza medica, sarebbe utile distinguere 4 ordini di problemi, da tenere separati nell’affrontarli, ponendo cura nel non confondere le categorie e invece comporle tra loro: a) La biologia della malattia; fino a evidenza contraria la possibilità di ricostituzione terapeutica di tessuto nervoso con “staminali”è fantasia. b) Il dolore morale e la paura del malato e dei familiari; li si sta sballottolando senza pietà; occorre che strillino, nel gigantesco spot sulle staminali. c) Sarebbe ora di riconoscere che vi è un gruppo di problemi derivanti dal fatto che nella odierna medicina commerciale vige il vae victis; come nella giungla, chi è ferito o debole diviene una preda, che viene attaccata fingendo di volerla aiutare; vi è cioè un problema di frode endemica, strutturale, che può provenire da insospettabili, e va affrontato esplicitamente. Le staminali hanno anche una dimensione criminologica; comprendendo questo le cose divengono più chiare. d) La protezione degli astanti, del pubblico, il vero obiettivo per il quale è stata inscenata questa sconcia farsa, che sta venendo indottrinato nel credere all’imminente venuta delle cellule magiche. I vari attori si dovrebbero restituire l’un altro i rispettivi cappelli, fare un passo indietro, restare nel proprio ambito, parlare e far parlare il meno possibile, e fare il proprio dovere. Tutto si sgonfierebbe. Ma questo implicherebbe una buona fede e una dirittura che posso testimoniare essere assenti.

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15 dicembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco, primo Natale a San Pietro: “Mi danno del Marxista? Non sono offeso

“Il capitalismo è lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo”. Il potere del clero è il contrario.

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@05ulm.  “Monaci, preti e polli non furono mai satolli”. (Vox populi toscana).

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@ graffit. “Vedo stampelle ma non protesi”. Emile Zola sugli ex-voto a Lourdes.

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@ obiettivamente. Tipica risposta vagamente minatoria del cerretano cattolico disturbato nella sua attività di imbonitore.

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@ obiettivamente. E’ la madonna di Lourdes che fa miracoli a quelli con le stampelle (che possono fingere) ma non fa ricrescere gli arti. Questo voleva dire Zola scrivendo “vedo stampelle ma non protesi”. Speriamo che a te dia quello che ti manca.

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E perché dovrebbe offendersi (ammesso che sia vero)? E’ la conferma che abboccano; o meglio, che fingono di abboccare; che può contare su tanta gente di esile spina dorsale per la quale i propri interessi politici sono un tema noioso e pericoloso. Gente che non vuole opporsi al potere, ed è lieta di affidarsi a qualsiasi potente che dicendo “io sono per il popolo” per quanto improbabile come leader popolare gli dà l’alibi per evitare di interrogarsi e agire politicamente; e gli permette di continuare a interessarsi di cose personali che considera le sole importanti. O più gradevoli, come il calcio, la tv, la playstation etc.

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16 dicembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. Marchesi “Papa Francesco persona dell’anno: capace di rivoluzionare un secolo”

Non solo il capo di una delle maggiori forze di sfruttamento predica la giustizia sociale. Ma le altre forze capitalistiche invece di censurarlo pubblicizzano in maniera martellante la sua immagine “rivoluzionaria”. Ora abbiamo i comunisti “top-down”. E’ un interessante prodotto di marketing: insieme agli ovvi vantaggi per chi sfrutta di presentarsi come difensore degli sfruttati, permette a tanti di dirsi “per la giustizia sociale” e allo stesso tempo di leccare il potere.

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17 dicembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post “Papa Francesco compie 77 anni e festeggia il compleanno con quattro clochard”

Auguri di cento di questi giorni. E anche che in futuro non ci siano clochard che abbiano bisogno del papa, e che il papa non abbia bisogno di esibire clochard.

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17 dicembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di B. Ballardini “Chiesa e marketing: Bergoglio verso il Concilio Vaticano 3.0?”

La chiesa è un po’ in crisi. Il suo messaggio appare anche all’uomo medio logoro e stantio; vi sono altri poteri forti che la guardano con ostilità, e guardano con appetito alle sue ricchezze; deve cambiare pelle. Nel farlo, può contare su “fondamentali” utili al marketing. La grande esperienza e abilità (la “propaganda” l’hanno inventata loro). La spregiudicatezza cinica da principe rinascimentale. Il compiacere sistematicamente i più forti. Il camaleontismo, che le permette di virare i colori a piacimento e in poco tempo. Soprattutto, la natura fortemente “consonante” del suo prodotto, che, se è una truffa, è una di quelle truffe che spesso il truffato accoglie con una passione non meno intensa della volontà del truffatore di rifilargliela.

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13 gennaio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Zaccariello “I preti contro discarica di Poiatica: ‘Cloaca nauseante. Noi preoccupati per la salute’ “

“Trasi munnizza e esci oru” diceva un mafioso del business dei rifiuti. Un business basato sul degrado, che attrae mafiosi, corrotti e cascame umano di vario genere. La concentrazione di monnezza fisica genera una concentrazione di monnezza umana. Lo smaltimento rifiuti non solo riceve, ma emette. Dai rifiuti può anche uscire cancro, per inquinamento. Ma possono uscire diagnosi di cancro anche attraverso allarmi basati sull’emotività, come quelli che qui lanciano i preti, e che vanno a favorire il business dei cancri taroccati, un florido business nel quale i preti hanno grossi interessi (v. “Ilva. Dal cancro nascosto al cancro inventato”).

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@ bandarus 05. L’articolo è reperibile su internet digitando il titolo. Queste sono questioni complesse, e il “ho detto tutto” sarebbe meglio lasciarlo a Peppino De Filippo.

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@ anton ruud. Sono questioni complesse, ma anche fraudolente. E che, come nelle frodi di strada, abbisognano, tra i vari compari, di gorilla che intimidiscano e screditino chi dice cose non gradite, che potrebbero mettere sull’avviso i polli. Nel gergo dei truffatori USA i dissuasori si dicono “Heavy”, o “Freddy”. Ne è un piccolo esempio il tuo commento, sguaiato, senza senso e vagamente minaccioso, che cerca di fare passare me per favorevole a una manifestazione del liberismo dissennato nel quale i preti inzuppano il pane; salvo vestire i panni dei salvatori, per lanciare nuove frodi a loro vantaggio, aggiornate ai tempi.

Come in tutte le truffe, si gioca sull’avidità del pollo; al quale va bene lo stile di vita consumistico, salvo saltare su quando i rifiuti gli arrivano al collo. Allora ascolta le voci più allarmistiche, reagendo come al solito di pancia, e cascando in nuovi seducenti imbrogli.

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@ mosquito. Sarebbe tanto se ci fosse un 5% della popolazione che si informa, studia e ragiona invece di farsi dire per cosa deve protestare dagli imbonitori con la tonaca o in borghese.

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22 dicembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post “Papa Francesco, messaggio a Davos: “Ricchezza sia a servizio dell’umanità” “

Ricordo un titolo di Travaglio: “I ricchi che rubano”. Poi ci sono i ricchi che rubano e predicano la giustizia sociale.

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4 febbraio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco, il messaggio quaresimale: “Disoccupazione è suicidio incipiente”

Il rapporto tra disoccupazione e clero ha alcune analogie con quello tra disoccupazione e mafia. Inclusa la pretesa di preti e mafiosi di essere considerati dei benefattori che vogliono bene al prossimo; purché questi se lo meriti. Entrambe le forze tendono a ordinare la società secondo loro criteri, parassitari e gerarchici, che sconvolgono quello che dovrebbe essere l’ordine sociale basato sulla giustizia e sulla solidarietà umana.

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4 febbraio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco, in dieci mesi assegnati sei appalti per le riforme del Vaticano”

Si crede che il percorso della medicina sia dettato da considerazioni scientifiche ed etiche. Oggi in realtà a indicare la rotta sono in misura preponderante multinazionali di marketing come la PWC, alla quale il papa ha affidato l’ospedale pediatrico del Bambin Gesù. La PWC (180000 dipendenti e $31.5 mld di fatturato) ad es. ha propugnato e preme per l’alleggerimento delle prove scientifiche di sicurezza ed efficacia per i nuovi farmaci, e l’utilizzo della totalità dei pazienti come cavie (farmaci col triangolo nero), in modo da velocizzare sia l’immissione di nuovi prodotti sia il loro ricambio con altre novità, senza fine. La PWC sta lanciando la “”medicina personalizzata””, che ha calcolato produrrà un fatturato di oltre $450 mld nel 2015. La medicina personalizzata suona come una buona idea, e in parte lo sarebbe; ma in pratica significa segmentazione post hoc con conseguenti falsi risultati nella ricerca, e stimolazione dell’individualismo consumista nei pazienti, spinti così a fare shopping medico; per prodotti ““su misura””, quindi più costosi. Ha analogie con la branca della teologia morale detta ““casistica””, nella quale eccelsero i gesuiti. Fu un uomo di fede e di scienza, Pascal, a denunciare come la casistica distrugga i principi etici che dice di applicare. Preti e businessmen della City londinese, quando si tratta di fare profitti, anche sulle malattie dei bambini, adorano assieme lo stesso dio.

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6 febbraio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Terra dei fuochi, il provvedimento è legge. Screening gratuito e utilizzo dell’esercito

I rifiuti sono, dal punto di vista economico, “”autofertilizzanti””, come certi reattori nucleari: ciò che producono può a sua volta essere sfruttato. Sui rifiuti ci sono i business nei quali l’inquinamento è l’effetto. E quelli dove l’inquinamento, creato dai business precedenti, è la causa, cioè l’occasione per fare altri soldi: con le bonifiche; ma non solo. Anche con la medicalizzazione e la iatrogenesi. Non dice la verità, ma dice una cosa vera don Patriciello commentando “”E’ un punto di inizio, non di arrivo””. Non è una svolta, ma una prosecuzione su nuove basi.

Sono noti i danni alla salute provocati dal business del primo tipo, cioè da inquinamento. E’ molto meno noto che sono possibili anche danni alla salute provocati dal business del secondo tipo, mentre il potere mostra di voler soccorrere chi ha lasciato fosse esposto a sostanze tossiche. Davanti alla premurosa elargizione di screening gratuiti dopo decenni di libero inquinamento, gli abitanti della Terra dei fuochi dovrebbero stare attenti a non cascare dalla padella alla brace: dai danni alla salute da inquinamento a quelli da medicalizzazione. Vedi l’articolo ““Ilva. Dal cancro nascosto al cancro inventato””, reperibile su internet. (Siti Appello al popolo e menici60d15).

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5 marzo 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Bergoglio: “Abusi su minori, Chiesa ha fatto tanto. Il Papa? Una persona normale”

Il papa della porta accanto. Solo che le tasse e le spese condominiali sul suo appartamento gliele paghiamo noi.

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22 marzo 2014

Blog de il Fatto

Commento al post “Papa Francesco contro i media: “Peccati grossi disinformazione e calunnia”

A quando una lectio magistralis di Wanna Marchi sull’etica del commercio? I media mentono e calunniano ad alto volume, ma i preti avvelenano i rapporti personali nell’ombra. Gli affari del clero prosperano anche grazie alla pratica sistematica della calunnia e della denigrazione verso chi è di ostacolo. Quanti danni ha fatto e fa “l’odio paziente e vigile dei mediocri” (Celine) che portano la tonaca? Dopo secoli di pratica, sono così versati nei venefici morali che li commettono anche su commissione, per conto terzi, non diversamente dai mafiosi. Un famoso giornalista disse che in alcune circostanze il silenzio è una bugia; è questo è un altro tratto che accomuna media e preti.

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27 marzo 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Papa Francesco contro i corrotti alla Messa dei politici: “Più difficile che tornino a Dio”

Parafrasi. I poteri forti vogliono una ridistribuzione del bottino tra ladroni: vogliono ridimensionare in Italia lo sfruttamento parassitario dei cittadini da parte dei signorotti locali a favore dello sfruttamento parassitario dei cittadini da parte di banche, multinazionali, paesi egemoni etc. Noi preti prendiamo quindi un poco le distanze dallo sfruttamento di tipo democristiano, dei quali siamo stati animatori. Favoriamo l’arrivo del nuovo corso di sfruttamento; e la variazione degli assetti a scapito della mafia perdente, con la quale abbiamo fatto, e faremo, buoni affari. Usiamo inoltre i ladroni da mettere in minoranza come capro espiatorio per i nuovi ladrocini. Seguendo il ferreo precetto del mettersi dalla parte del più forte, e allo stesso tempo non volendo cancellare del tutto lo status quo, mandiamo al cane più debole il segnale che se vuole continuare a spolpare qualcosa deve mettersi al servizio dei cani più forti. Noi preti facciamo così in modo da continuare a rimanere a pieno titolo nella banda, e in modo che la nostra fetta di lasagna continui ad essere assicurata; invariata, e possibilmente accresciuta.

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27 marzo 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di M.Pillera “Papa Francesco, per i corrotti non c’è via d’uscita”

Esagerato. Basta che i capobastone locali si sottomettano all’impero, rubino un pò meno per sè e siano solerti nel reggere il sacco ai poteri forti, incluso il Vaticano, e tutto resterà come prima.

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28 marzo 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Viola “Papa Francesco: ‘I politici corrotti non sono buoni cristiani’

Affidarsi a una figura di autorità, e idolatrarla, perché pronuncia verità morali elementari che dovrebbero essere già presenti e ben ferme in interiore homine è segno di vuoto spirituale, ipocrisia e servilismo. Tanto più se chi dispensa concetti profondi e illuminanti come “i politici non devono essere corrotti” è a capo di un gruppo che è maestro nel praticare l’opposto di ciò che predica.

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@ valeria1967. Non dovremmo cercare alcun “superman” o “gigante buono” a cui affidarci. Ma solo dentro di noi un “soldato semplice” che sa qual è il suo dovere e cerca di farlo.

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4 aprile 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Incontro Renzi-Bergoglio, il Papa: “Io comunista? Amare i poveri è Vangelo”

Comunismo? Vangelo? Campare e prosperare alle spalle degli altri non è né comunista né evangelico. Ci vorrebbero meno paroloni e più decenza.

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9 aprile 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Politi “Renzi, impari qualcosa dal Papa”

Neppure la dottrina cattolica prevede che si possa prendere il papa o chiunque altro come standard morale. Questa è papalatria. Un modo per sbarazzarsi dei princìpi di etica pubblica sostituendoli col poster di un papa alla mano. La via religiosa all’immoralità.

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19 aprile 2014

Commento agli auguri di Pasqua del vescovo di Brescia su Youtube

Ritenere falso che i morti tornino in vita non è più sufficiente. L’ateismo è divenuto polveroso quanto le dottrine che avversa. Non basta più non credere nella resurrezione dei corpi: occorre essere atei anche rispetto alla religione scientista, anch’essa strumento di prevaricazione, e non credere neppure alle promesse di resurrezione terrena degli organi con le staminali; miracolo hi-tech che oggi i preti hanno in catalogo accanto alla vita eterna tradizionale.

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10 maggio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post ” Expo 2015, card. Parolin: “Corruzione male del mondo. Non abbassare la guardia” “

“Lotta alla corruzione” vuol dire “centralizzazione e legalizzazione della corruzione”. I piccoli feudatari, i tangentisti, i forchettoni, vanno ridimensionati, lasciando loro solo una ragionevole commissione. La corruzione, istituzionalizzata tramite lo Stato, deve andare principalmente a beneficio dei poteri forti come multinazionali, nazioni egemoni, banche, Vaticano. Il clero si unisce ai magistrati e alle forze di polizia in quest’opera di riforma della ripartizione dei territori e della spartizione degli utili tra gangster.

Come già fece con Tangentopoli, il pubblico applaude i “liberatori”, illudendosi che l’attacco alla mafia perdente andrà a suo vantaggio.

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13 maggio 2014

Blog de Il FattoCommento al post “Croce dedicata al Papa travolse e uccise ragazzo: 13 indagati da Procura di Brescia”

“Giovanni Paolo II a settembre è venuto a Brescia. Ha beatificato Tovini, un banchiere […]. Gli hanno fatto trovare uno spettacolare crocifisso ricurvo di una ventina di metri, con Cristo sospeso prono, quasi parallelo al terreno, incombente e precario. Aggiungere nuovi significati, o presunti significati, ad un simbolo come la croce? A me, spettatore esterno e marginale, ha ricordato la tendenza a piegare il religioso come più fa comodo, maltrattando ulteriormente Cristo e chi gli sta sotto.” (Brescia, 30 ottobre 1998. Lettera a un’amica suora).  

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21 maggio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Cei, anche Ouellet contro Bagnasco: “Assemblea non sia gioco di fazioni”

Mi raccomando, dopo la sceneggiata della terribile lotta tra Renzi-Grillo-Berlusconi, goduta al modesto costo dell’andare a votare per uno dei contendenti, e così dare la vostra legittimazione, che renderà più agevole lo spennarvi, non mancate di credere a quest’altra appassionante storia di cappa e spada del duello tra curia vaticana buona e curia vaticana cattiva.

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23 maggio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di E. D’Ospina “Terra dei fuochi: incontro con Don Maurizio Patriciello. La speranza che non si arrende mai”

“Incontrare don Maurizio Patriciello è un dono” secondo Elisa D’Ospina, che si presenta come “scrittrice”. Io ritengo che per molti bambini, per molti genitori, don Maurizio Patriciello sia una disgrazia, dati i messaggi che diffonde, parziali e ingannevoli, che favoriscono le speculazioni più basse sulla sofferenza e sulla paura, complice l’aura di santità diffusa intorno a lui dai vari turiferari. Vedi: Sos cancro dei bambini e sovradiagnosi. Ilva, dal cancro nascosto al cancro inventato. Reperibili su internet.

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@ Ilenia. Un tempo si faceva il galoppino ai democristiani, oggi direttamente ai preti. Reperibili su internet ci sono studi scientifici che mostrano milioni di casi di sovradiagnosi di cancro, dovute a fome di propaganda della malattia. E’ di queste ore la notizia che nel PIL verranno incluse anche attività illegali come traffico di droga e prostituzione. I benefici all’economia da diagnosi fraudolente di cancro, favorite dagli allarmi a senso unico ai quali lei inneggia, vi entreranno a pieno titolo.

Io segnalo a chi non si beve a occhi chiusi i raccontini delle spiegazioni ufficiali, a chi dubita che il potere che ha tollerato la camorra sia rinsavito, questo altro pericolo, che si facciano soldi sulla paura e a danno della salute dopo che si sono fatti soldi inquinando il territorio. Chi ritiene di non aver tempo da perdere ad ascoltare altre voci, ragionare e riflettere, si accomodi, segua il piffero dei don Patriciello e vada a fare la fila alla porta dei reparti di oncologia.

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27 maggio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco: “La pedofilia è come le messe nere”. Tre vescovi sotto indagine”

“Un prete pedofilo è come un prete che celebri messe nere”. E un clero che non paga le sue tasse e le carica sulle spalle degli altri è come un clero che predica la fratellanza e si fa portare in risciò dai cittadini comuni.

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29 maggio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di J. Piromallo “Trash-chic, il Papa snobba il ricevimento dei Legionari di Cristo e va dai francescani”

Il papa, in Israele, snobba il ricevimento dei Legionari di Cristo, altezzosi e chiacchierati, e va a mangiare a sorpresa dagli umili francescani. Rompendo il protocollo. Wow. A chi volesse rinunciare al piacere di bersi questo happy hour mediatico, per rimanere a gola asciutta ma sobrio, ricordo la storia di Enrico Zucca, un francescano i cui interessi, dal trafugamento della salma di Mussolini all’eversione nera, agli omicidi di Stato al caso Moro, mostrano che certi soggetti incardinati nell’ordine dei seguaci del Poverello di Assisi non hanno nulla da invidiare ai bellicosi correligionari sud-americani quanto a fascismo e partecipazione ai giochi oscuri del potere. (v. L’anello della Repubblica, S. Limiti. Il noto servizio, Giulio Andreotti e il caso Moro, A. Giannuli).

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@ Luca Castelli. Se avessi dovuto riportare, come fai tu, l’esperienza personale, avrei avuto difficoltà a trasmettere adeguatamente il senso di sfiducia e il giudizio negativo sui francescani coi quali ho avuto a che fare. Riporto fatti storici (recenti; a criticare i francescani ci pensò già Dante), citando autori che non dovresti vantarti di non conoscere. Mi rivolgo a quelli che sarebbero disposti a rinunciare a bersi le seducenti storielle sul clero virtuoso. Tu parli agli etilisti. Io esorto a non bere; tu a continuare ad ubriacarsi di queste pericolose frottole.

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1 giugno 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Patriciello “Nascere uomini”

Si nasce uomini; dando ascolto a melopee come questa a poco a poco si diventa sudditi senza spina dorsale.

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6 giugno 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. Naso “Finale The Voice, suor Cristina trionfa. E ora Rai2 ha trovato uno show “mondiale”

La frivolezza costa cara. E’ un lusso che viene elargito mentre si negano le cose essenziali. Ora i preti somministrano anche questo veleno. Non guardate questi spettacoli vacui, che rendono servi; e non partecipate a queste feste di massa che rendono scemi. Don Milani, il rompic… che oggi i preti-star scimmiottano, aveva messo in guardia dalla frivolezza “regalata” dal potere: “Un ballo se è bello o brutto non importa, quello che impongono è quello che pigliate. Se fissano a New York che quest’anno ballate l’Aida, voi ballate l’Aida, se fissano che ballate la messa da morto, ballate la messa da morto.

La vostra libertà è di scegliere entro i limiti delle poche possibilità che vi danno, cioè di ballare un twist o un madison, ma non di ballare o pensare; non di ballare o regnare e essere padroni del vostro voto, del vostro pensiero; non di ballare oppure vincere discussioni; non di ballare o convincere le persone con cui parlate.

Purtroppo la mia previsione è che sarete pecore, che vi piegherete completamente alle usanze, che vi vestirete come vuole la moda, che passerete il tempo come vuole la moda. Ma mi dite che soddisfazione ci trovate ad accettare una situazione simile? Ribellatevi! Ne avete l’età: Studiate, pensate, chiedete consiglio a me, inventate qualcosa per sortire da questa triste situazione in cui siete e poter arrivare al punto di fare realmente, con una libera scelta vostra, le cose che vi par giusto fare.”

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@ votochivoglio. “Chiedete consiglio a me” lo diceva don Milani, non io. Lo riporto infatti tra virgolette. Lei è arrivato alla pensione senza sapere comprendere un semplice testo. Don Milani si rivolgeva ai giovani, e per loro riporto il suo pensiero. A lei, che ha risolto come dice, buon proseguimento. La sua soluzione è esistenzialmente rispettabile; ma credo che la disoccupazione giovanile sia a livelli record anche perché ci sono quelli come lei che si sono messi così comodi e papali che pensano di potere scrivere senza saper leggere.

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@ votochivoglio. Lei non deve giustificarsi per le sue scelte. Ma neppure esibire l’atteggiamento aggressivo da ignorante presuntuoso che, osservò Pasolini quando lei era giovane, è figlio proprio della sostituzione della cultura popolare con quella dei media. Esempio di tale cultura artificiale sono queste competizioni di “talenti” dove si celebra l’idea del successo facile. Un coro di sirene al quale i preti ora hanno aggiunto un’altra voce, con la tonaca, invece di mettere in guardia.

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11 giugno 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana ” Papa Francesco: “Corrotti e fabbricanti di armi dovranno render conto a Dio”

Il considerare l’aldilà come una realtà, e una realtà omogenea alla vita terrena, dà luogo a paradossi che i furbi e i prepotenti non mancano di sfruttare. Sono rimaste storiche le parole del legato pontificio nella Crociata albigese, quando si pose il problema di distinguere tra catari e cattolici nello sterminare gli eretici: “Ammazzateli tutti, Dio riconoscerà i suoi”.

Su una vena meno feroce, combattere la corruzione spaventando i corrotti con il redde rationem nell’aldilà per ciò che commettono nell’aldiqua mi ricorda la storiella che circolava sul capostipite di una famiglia di successo della provincia italiana. Muore il babbo. Arriva un figlio, lo piange, e gli mette nelle tasche del vestito un milione di lire in banconote, come per rendergli più leggero il viaggio nell’Ade. Il secondo fratello fa lo stesso, lasciando nella bara contanti per lo stesso valore. Poi arriva lui, il futuro capostipite. Strilla, si dispera. Si mette a cercare nelle tasche interne della propria giacca. “Anch’io ti lascio un milione per le piccole spese” – dice tra i singhiozzi. “… ohibò, ho dimenticato il portafoglio. Fa lo stesso, ti lascio un assegno da 3 milioni e prendo i 2 milioni”.

L’aldilà è un titolo di credito. La nostra povera vita reale è in sudici contanti. E semmai la religiosità, un senso religioso della vita, deve pure essere in contanti. Pochi maledetti e subito. Non una cambiale emessa da soggetti di dubbia fede.

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20 giugno 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di E. Fierro “‘Ndrangheta, Papa Francesco nell’inferno dei boss dove fu ucciso il piccolo Cocò”

Non tutti i preti sono collusi, ma non è solo questione di preti “puliti” e “punciuti”. E’ la mentalità clericale che è contigua, che è affine, a quella mafiosa. E che pervade tutti gli ambiti della società. Il clero fa da legame, da collante, da ponte tra ciò che dovrebbe essere separato e distinto, e alimenta la mentalità e le pratiche che favoriscono anche l’osmosi tra crimine e Stato, crimine e resto della società. Così che in Calabria puoi ricevere messaggi di intimidazione da condannati per mafia e da gente in divisa che dice di combattere la mafia, da modesti dipendenti comunali di sindaci che si dicono antimafia e da preti, o religiosi, compiaciuti e gonfi come le vesciche che un tempo si vedevano nelle macellerie. Le belle parole, che i preti possono emettere “a fiumara in piena”, sono facciata. Sono “falsa politica”, avrebbe forse detto un candido prete di Oppido Mamertina che scrisse crudamente su queste cose, con lo pseudonimo di don Luca Asprea. A chi si affida ai preti nella lotta contro la mafia occorre ripetere quel detto meridionale: “ tu dall’ospedale vuoi la salute?”. Se non si è capaci di ergersi sulle proprie gambe contro l’oppressione, se ci si rivolge ai preti perché siano guida nella lotta a un male del quale essi sono uno dei principali fattori causali, si ha già perso. O forse si vuole solo collaborare alla festa antimafia per vedere di rimediarne qualche banconota, così come prima alcuni facevano per la festa del santo locale.

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@ Ale. Lei dice che quando un mafioso si presenta allo IOR con una valigetta di contanti ci sono problemi di incomunicabilità, così che il prete non capisce cosa mai vorrà quel signore, e occorre un intermediario, un facilitatore culturale, che spieghi? O che quando il capobastone locale e il vescovo decidono ciascuno per suo conto chi deve avere un lavoro e può mettere su famiglia e chi è bene che continui a stare “seduto” insorgono tra loro liti furibonde, con il vescovo che parla al mafioso come Fra’ Cristoforo a Don Rodrigo?

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@ Ale. Non è difficile trovare affinità mentali e umane tra coloro che si arricchiscono mediante privilegi. Se non sopporti la generalizzazione non sopporti il ragionamento razionale. Una delle mistificazioni dei preti, dei paglietta, dei politicanti è che la generalizzazione sia qualcosa di per sé negativo. Un fisico ha scritto “chi ha il dono della generalizzazione”. E’ un’operazione logica fondamentale, che non piace a coloro che sono disonesti fin dal linguaggio. Se ne può discutere la validità nei casi in cui è applicata, ma negarne a priori la liceità è disonesto. In una vignetta Altan mise alla berlina il refrain “non si può generalizzare”: “I ladri sono ladri” – “Lei non può criminalizzare così un’intera categoria”. Ho esordito dicendo che si sono eccezioni. Potrei citare casi di degni preti calabresi. Ma la mia generalizzazione è lecita. Il clero, in Calabria e non solo, appartiene a una classe che sovrasta quella delle persone comuni, come quelle dei politici e dei mafiosi. Classi che insieme sono dedite allo sfruttamento. Scagliarsi contro la generalizzazione è coltivare l’ignoranza per nascondere e preservare una realtà ingiusta. Una generalizzazione illecita è invece quella del clero che si fa bello dei pochi preti che hanno combattuto davvero la mafia, attribuendosi in massa la virtù delle eccezioni.

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@ Ale. E’ interessante quanto i preti denigrino l’operazione di generalizzazione, chiamandola come dici “ignoranza, superficialità, segno di mancanza di giudizio e di incapacità di distinguere il vero dal falso”. Forse perché rimanda al concetto di classe, sia sul piano logico che su quello politico e morale. Fra’ Tommaso Campanella, che amava la sua Calabria, identificò tre mali estremi in “Tirannide, sofismi e ipocrisia”. Questo diseducare al ragionamento razionale chiamando vizio ciò che può essere un pregio è un sofisma ipocrita al servizio della tirannide.

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@ Ale. Tu con la scusa dei limiti dell’induzione neghi che il clero, e i poteri ad esso alleati, possano essere valutati come classe. Non c’è una casta di preti, ci sono solo singoli casi, sostieni. Chi la pensa altrimenti sragiona, mi dici, e non è scientifico. Vallo a dire al Bambin Gesù, Ospedale Vaticano, che qualche giorno fa si è fatto incensare dai media per avere affermato di aver prodotto un nuovo miracoloso metodo per i trapianti di midollo osseo sulla base di un singolo studio preliminare. Non sei prete, ma con i tuoi sofismi contrari all’etica e alla logica parli come un molinista delle Provinciali di Pascal. In omaggio al papa gesuita, suppongo. Io non penso che chi dissemina tali idee false e capziose dovrebbe poter aprire e mantenere scuole, perché non formerà dei cittadini consapevoli, ma dei sudditi superstiziosi.

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@ Ale. Credo sia tu che stai costruendo un’epistemologia di comodo per evitare la verità elementare che non esistono solo individui, ma anche gruppi sociali, classi, caste, i cui componenti hanno interessi comuni e contrapposti a quegli degli altri gruppi. I preti costituiscono una classe (un tempo si diceva che sono “Il primo Stato”). Per es., il loro atteggiamento rispetto al fisco è molto più simile tra di loro che rispetto al resto della popolazione, date le esenzioni di cui godono; e dato il travaso di denaro dal popolo a loro che ne deriva. Tra parentesi, non ho ancora sentito di un singolo prete che non accetti questa prassi, di fare pagare alla gente comune le tasse sui beni immobili che gestisce.

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@ Ale. Studi filosofia, ma discuti peggio di un sacrestano. Pure in difesa del tuo papa devi usare la bugia, l’attacco personale, l’arrampicata sugli specchi? Tu sei di quei filosofi che dicono con San Tommaso “primum manducare” e poi si fermano a questo stadio preliminare (scusa la ricercata citazione, ma preferisco non esprimere in termini dialettali calabresi cosa penso degli interessati soccorritori della casta dei preti). Io non uso molto l’espressone “onestà intellettuale”, perché credo che chi è intellettualmente disonesto è disonesto tout court; tu vai d’accordo coi preti; “similes cum similibus contregantur” (scusa ancora la citazione).

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@ Ale. Errata corrige: “similes cum similibus congregantur” (a Brescia quelli come lei li chiamavano “congregot”). Buonasera.

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21 giugno 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Politi “Bergoglio, il Papa che non vuole andare in vacanza”

Ricorda il culto per Mussolini. Era possibile vedere la luce del suo studio di Piazza Venezia accesa tutta la notte: il Duce lavora sempre, per il suo popolo. Intanto i funzionari dle partito si arricchivano e facevano la bella vita. Mussolini incaricava l’usciere di tenere la luce accesa e spegnerla all’alba. Malaparte, fascista ma irrispettoso della gerarchia, scrisse “Spunta il sole, canta il gallo, Mussolini monta a cavallo”; si fece un pochino di confino. Oggi, nel Paese nel quale “la mafia uccide solo d’estate” i fascisti di Stato, devoti del papa, si danno il cambio per continuare il lavoro senza rinunciare alle meritate ferie.

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21 giugno 2014

Blog de Il Fatto

Comnento al post di F.A. Grana “Papa Francesco oltre Wojtyla: per la prima volta un’esplicita scomunica ai mafiosi”

La ndrangheta è il frutto più velenoso di un albero velenoso. E’ la declinazione in ambito malavitoso di mentalità e comportamenti diffusi in tutti i settori della società. L’albero si conosce dai frutti, e questo albero ha anche robuste radici clericali, tra le sue varie radici. E’ comodo usare la mafia come standard negativo, come male assoluto, per sentirsi dalla parte del bene. E’ un poco fare come quegli industriali del Nord che alle riunioni di Confindustria invitano Albanese perché reciti Cetto La Qualunque, rispetto al quale si sentono degli imprenditori integri e illuminati. O un poco fare come i mafiosi stessi, che dopo che “qualcuno” ha bruciato la vigna si presentano al proprietario e gli offrono protezione, bollando con parole di fuoco gli “ignoti” danneggiatori (che in realtà hanno mandato loro).

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22 giugno 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Roccuzzo “Mafie, il Papa che scomunica”

Non c’è solo la mafia. C’è anche la mezza mafia, cioè il malaffare di politici, amministratori, faccendieri, massoni, preti, magistrati, forze di polizia, etc. E paradossalmente questo prendere a parole le distanze dalla mafia, questo auto assegnarsi una patente di bontà e onestà, e distribuirla ai tanti soci, fungerà da salvacondotto per continuare con gli affari della mezza mafia meglio di prima.

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@ Peppe. Attribuendo intenzioni disoneste a tutti, si rischia di assolvere tutti, chi commette peccati veniali e grandi predatori. Le responsabilità vanno differenziate, in base ai comportamenti. E’ verissimo che tanti dei comuni cittadini partecipano, a volte in forma larvata, al malaffare. E che questa categoria viene trascurata, quando il suo peso è fondamentale. Io li chiamo “i lazzaroni”, come i popolani al servizio dei Borboni nella soppressione della rivoluzione del ’99. Sono una piaga nascosta. Purtroppo i successori del cardinale Ruffo di Calabria, e i loro confratelli padani, ne fanno largo impiego anche oggi. Questo è uno degli effetti più nefasti delle pratiche clientelari che accomunano la mentalità clericale e quella massonica.

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@ Peppe. E’ sbagliato dire es. che siccome tra i preti vi è una maggiore prevalenza di comportamenti pedofili rispetto alla popolazione generale, allora i preti sono tutti pedofili. Ma è sbagliato anche, come vorrebbero i preti, e come lei ripete, guardare solo all’individuo e non anche alla classe. Per esempio, i preti formano in massa una classe fiscalmente privilegiata: gran parte delle tasse sui loro beni grava sulle nostre spalle. Sotto questo aspetto i preti non stanno sulla nostra stessa barca; e quanto più si aggrava l’ingiustizia a nostro danno, tanto meglio staranno loro. I preti, come classe, hanno influito sulla storia del Paese; negativamente, pensano tanti. Alcuni parlano di educazione clericale a una cattiva religiosità, che ha portato a scusare l’arbitrio, il privilegio, la sopraffazione. Cattivi insegnamenti che hanno elevato a sistema questi mali, favorendo così la corruzione, e anche le mafie.

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29 giugno 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco torna dopo indisposizione. Battuta sulla tomba dei papi”

Il papa se ne approfitta perchè in Italia non dico di comunismo, che forse non è da rimpiangere, ma di ideali di giustizia sociale da tanti anni non c’è neppure l’odore. Il papa è comunista? E sono, come sostiene, i comunisti ad avere usurpato le posizioni dei cattolici? Chiedilo a loro : a quelli che dormono sul fondo del Rio della Plata.

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@ mauriziorosso. C’è tutta un’area antiutilitarista, che attinge a tradizioni diverse, e che a differenza del comunismo e del socialismo istituzionalizzati non condivide col capitalismo lo stesso immaginario. Non condivide la stessa utopia della salvezza tramite la continua crescita economica, che porta la “sinistra” ad essere una costola, o una fedele gregaria, o una quinta colonna, o una prostituta senza vergogna, del capitalismo stesso. Posizioni antiutilitariste che sono autenticamente critiche del liberismo, senza essere estremiste. Né sono posticce e strumentali al potere come il cattolicesimo progressista. Ma che, forse proprio per questa loro indipendenza, e questo carattere di alternativa autentica, sono soppresse e negate, anche con la stantìa recita di “destra contro sinistra”. Consiglio un piccolo grande libro: “Il vicolo cieco dell’economia”, di J. C. Michea.

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@ mauriziorosso. Ma perché dovresti deludermi dicendomi che hai letto il libro che segnalo a tutti gli interessati? Io a mia volta lo conosco per una recensione di Marino Badiale, che vi trova assonanze con la sua riflessione; ed esordisce con “E’ bello scoprire di non essere soli nell’universo”. Lo stesso sentimento che ho provato io, e che credo proverebbero tante persone animate da un sincero desiderio di una società più giusta, e disorientate o disgustate dal tradimento di coloro che hanno parlato in nome di quegli stessi ideali. Comunque anche Michea adotta alcune analisi e intuizioni marxiane. Lasch e Preve sono altri pensatori ai quali riferirsi volendo capire come mai la sinistra è un’ottima arma del capitalismo. Nel libro di Michea, tra gli altri pregi, concetti fondamentali sono concentrati in 100 pagine. Credo allora valga la pena scrollarsi di dosso le vecchie etichette, non cercare improbabili primogeniture e approfondire questi campi scarsamente frequentati, e che inaspettatamente mostrano orizzonti ampi e puliti che credevamo perduti.

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@ Harry Fotter. Non bisogna fingere di essere ciò che non si è, e che non si può essere. “Ama il prossimo tuo come te stesso” è un’esagerazione innaturale. Uno slogan che è servito e serve per fregarlo, il prossimo, e sotto il cui vessillo si sono commessi eccidi. Meglio la regola aurea “Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te”. Non una società basata sull’ “amore”, ideale ambiguo e ipocrita, ma una società basata sulla decenza nei rapporti tra persone.

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@ mauriziorosso. Fare dei sentimenti di amore e fratellanza valori politici non ha funzionato, ed è stato controproducente. Non che volersi bene debba essere vietato o deprecato, ma non basta. I motivi del fallimenti li esponi tu stesso, citando Gesù, che parla di “prossimo”, non di tutti gli uomini. Il prossimo sono “quelli che conosco”, dici. E’ vero; funzioniamo così, ma ciò contrasta, retorica a parte, con la possibilità di giustizia sociale. Amiamo il prossimo, chi conosciamo; e con chi non soddisfa questo criterio? Ricordo in USA una breve chiacchierata con uno sconosciuto italo-americano che veniva da Palermo. Portava al collo, appesa a una catena d’oro, una piastrina d’oro con la silhouette della Sicilia. In corrispondenza di Palermo c’era un diamante. “Peccato che in Sicilia, una terra magnifica, ci sia la mafia” – dissi. “Dipende” – mi rispose –“ se ti conoscono non ci sono problemi. Se non ti conoscono può essere diverso”.

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@ mauriziorosso. Come tutte le tecniche di controllo ideologico, anche i sermoni dei preti parlano più alle viscere che alla testa, e scambiano la dimensione privata con quella politica. E’ vero che proviamo sentimenti principalmente per quelli coi quali veniamo in contatto diretto. Ma non mi pare una buona base per definire l’etica pubblica. C’è il volto dell’altro, ma c’è anche l’altro senza volto. Esiste anche un naturale sentimento di solidarietà umana, di rispetto per gli altri esseri, di rispetto per sé stessi nel riconoscere gli altri come parte di un tutto comune, che andrebbe valorizzato. Oggi viene soppresso, e si diseducano le persone, facendo loro credere che al di fuori della propria sfera fare la carogna sia naturale e necessario. E anche qui i clericali, dai ciellini lombardi ai mafiosetti calabresi ai mestatori romani, strappano di mano la bandiera ai dilettanti, mostrando in effetti di meritare di essere loro gli alfieri della furfanteria, dietro a chiacchiere come queste sul clero che starebbe dalla parte degli sfruttati.

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30 giugno 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana ‘ ” Arcivescovo di Reggio al Papa: “Abolire i padrini per ostacolare la ‘ndrangheta” ‘

La proposta mostra quanta serietà ci sia negli intenti antimafia del clero calabrese. Si dovrebbe piuttosto abolire il battesimo dei minori, e permettere solo ai maggiorenni di decidere se affiliarsi o meno alla Chiesa cattolica, o ad altre religioni. Oltre che tutelare i diritti del minore e della persona, questo potrebbe avere anche un effetto benefico contro la mentalità chiesastica, che è l’anticamera della mentalità mafiosa.

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@ Ale. Molto probabilmente, sono praticamente nulle le responsabilità del clero calabrese riguardo alla criminalità organizzata della Papuasia. Quelle sulla ndrangheta invece non sono affatto trascurabili. Senza l’influenza culturale e politica del clero la criminalità organizzata ci sarebbe comunque; ma il suo peso sarebbe ridotto, perchè in Calabria, e in Italia, vi sarebbe una maggiore separazione tra i criminali e il resto della società.

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5 luglio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana ‘Papa Francesco: “Non portare il pane a casa toglie la dignità” ‘

Anche il papa, come altri potenti, usa l’espressione che sentiamo ripetere tante volte “mettere al centro”: mettere al centro l’uomo, o la sua dignità. “Mettere il paziente al centro”. L’interpretazione dell’espressione, visto che quelli che la usano più che altro “mettono in mezzo” le persone, si può ribaltare: in effetti ciò che fanno i potenti è mettere l’uomo al centro nel senso di metterlo a metà di un percorso. L’uomo dovrebbe essere messo non “al centro”, ma all’inizio e alla fine di qualsiasi operazione sociale. All’inizio, perché è lui il movente, e alla fine per verificare se il fine umano per il quale si era partiti è stato ottenuto. Se l’alfa e l’omega sono invece la divinità, o per i liberisti l’economia, l’uomo diviene un passaggio intermedio, un mezzo, e può essere strumentalizzato da quelli che dicono di parlare e agire in nome di queste entità superiori.

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@ Graffit. Oltre allo “Uno e Trino” ci sarebbe una specie di groviglio teologico “uomo-Dio”, per il quale non si può dire che l’uomo viene mortificato, però alla fine sempre sotto deve stare? I cristiani a quanto dici si ritengono esentati dal loro Dio dal sottostare al principio logico fondamentale di non contraddizione, e dall’esprimere la loro dottrina in termini comprensibili. Privatamente potete pensarla come volete; e magari mostrare coi fatti che il vostro credo non sfrutta il senso religioso per impostare una gerarchia di privilegi, ma rispetta l’uomo, e concorre positivamente alla sua tutela. In ogni caso, nella sfera pubblica a nessun dio dovrebbe essere permesso di ergersi al di sopra dell’uomo per procura, tramite suoi asseriti ministri. Neppure al Dio eretto da cristiani che come te ci mettono 4 righe a passare dal cantare l’infinita potenza di Dio a parole di commiserazione e disprezzo per l’uomo; dallo “umanesimo integrale” al concludere, in soldoni, “voi nun siete un c…”.

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10 luglio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post ‘ Oppido, il maresciallo: “La ‘ndrangheta forma odiosa di sopraffazione” ‘

@ Annamaria Zerbi. Presumo che sia andata così, per 2 ragioni. Da un lato, il fatto, subito ripreso dai media, che sarebbe potuto accadere da quando è in vigore questo asserito “inchino”, segue di pochi giorni l’intervento del papa sulla mafia, ed è stato seguito dall’intervento del vescovo, che ha sospeso le processioni. Come ho scritto, anche il clero ora si rifà una verginità e si dà un alibi sfruttando la mitologia per la quale la casa dove abita il Male sono i paesini calabresi, così come la casa degli dei greci era il Monte Olimpo; in modo da distogliere l’attenzione dai suoi lati bui, o inferi.

Inoltre, da molti anni ho modo di toccare con mano come i CC si danno la briga, evidentemente perché così ordinati, di commettere atti che non vanno nella direzione della lotta al crimine, ma in quella della protezione di interessi forti, interessi così potenti che possono avvalersi ora della mafia ora dello Stato. In Calabria vedo come a volte non sia possibile distinguere, per chi è inviso a tali interessi, tra atti intimidatori di CC e di forze dello Stato collegate, dei massoni e dei mafiosi. Per esempio, vorrei sapere da dove è partita l’inquietante email, a firma di un condannato per ndrangheta, che mi è arrivata nei minuti intercorsi tra quando ho postato il primo commento su questo episodio e la sua pubblicazione. Commento dove ho scritto che la mafia è una montagna di m…, come diceva Impastato, che viene messa in evidenza per coprire le montagne di m… delle istituzioni.

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14 luglio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post  ‘ Oppido, don Rustico: :”Non capisco la Dda. Arresti non servono. Così si criminalizza” ‘

Ma non vi pare costruita questa commedia? Col prete che fa di tutto per farsi dare del mafioso, che si erge a contraddire il papa, il vescovo, l’opinione pubblica, le autorità, su una cosa come la mafia? E’ più probabile che il prete stia facendo da spalla. Come in un programma Mediaset. Se i mafiosi causano interazioni “mafiogene” con la popolazione, che li si tolga dalla loro sfera di influenza antropologica: che non siano permessi arresti domiciliari nel loro paese di origine, ma solo altrove; che le famiglie mafiose siano tolte dai loro paesi e disperse, separandone i componenti in luoghi diversi. Ma lo scarmazzo inconcludente sulla mafia è metamafia, è mafia sulla mafia. Conviene al potere, e anche ai preti, accentrare l’attenzione sulla mafia: per far dimenticare, e per fare accettare, che la maggior parte degli italiani il pizzo lo paga non ai mafiosi come quelli dell'”inchino”, ma, attraverso lo Stato, ai poteri forti (incluso il clero); e che da questi, prima che dalla mafia, subisce soprusi, angherie, perdita di diritti, ingiustizie. Poteri che del resto all’occorrenza possono servirsi per i lavori sporchi di quei mafiosi che a parole condannano. Ora preferiscono usarli come alibi, diversivo e spauracchio, per tenere sottomessa la popolazione: un uso mafioso della lotta alla mafia. Pensare che i mali d’Italia provengano dai 5000 abitanti di Oppido Mamertina, o dai 500 di San Procopio, è da stupidi e da vigliacchi.

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28 luglio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post  di F. A. Grana “Papa Francesco a Caserta, bestemmie in diretta su emittente dei vescovi Tv 2000”

I preti cercano costantemente di mettersi in una posizione di superiorità morale senza averla realmente meritata. In tutti i modi, ma sopratutto sfruttando la loro asserita contiguità col divino. Non si dovrebbe bestemmiare, anche per non dare ai preti un pretesto per salire sulla pedana di difensori di Dio. Alcune volte l’insulto sacrilego è un’invocazione estrema al Dio assente. I preti al contrario cantano Dio per potere meglio oltraggiare l’umanità.

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30 luglio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Gianbartolomei “Piemonte, “no a scuola pubblica se c’è veto paritaria”. Pd e Sel contro la norma”

In Piemonte la vara dello Stato si inchina ai boss papalini.

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31 luglio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Scuola, Giannini: “Veto paritaria? Stop a lotta fra statale e non statale”

Diversi commentatori si fanno distrarre dall’errore tipografico nel sommario dell’articolo: “ha” senza la acca. Ma l’errore da non trascurare è del ministro della pubblica istruzione, ed è di aritmetica. Per lei 2+2 fa 5. Questo è infatti l’esempio che si porta per illustrare l’artificio retorico detto della “media aurea”. Se uno dei contendenti sostiene che 2+2=4, e l’altro che 2+2=6, l’autorità preposta che voglia favorire il secondo può assumere la posizione apparentemente conciliante che 2+2=5. Perfino davanti al caso grottesco di una scuola privata, sovvenzionata, confessionale, che vieta allo Stato di aprire sue scuole, chi ci governa trova il modo di affermare che 2+2 non fa 4.

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1 agosto 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Gianbartolomei ” ‘Veto delle private sulle pubbliche’: Piemonte valuta costituzionalità della norma”

E’ già difficile comprendere espressioni come “uno e trino”, o “vergine e madre, figlia del tuo figlio”. Ma che debba essere la scuola privata a detenere un controllo amministrativo sulla scuola pubblica non può essere scritto che nel vangelo degli arraffoni.

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2 settembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Patriciello “Riina minaccia don Ciotti: uomini e uomini”

“Beati i miti, perché erediteranno la terra”. “Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati”. Secondo il Discorso della montagna, dolce sul piano poetico, velenoso su quello politico, chi subisce in questa vita si vedrà ripagato nell’altra. Anche i prepotenti se la godono in questa vita, ma sconteranno le loro malefatte a tumulazione avvenuta. Una sequenza “a scacchiera”. Se prima si perde poi si vince, e viceversa. Non si può accettare sul piano civile l’invito alla rassegnazione, a subire i soprusi; ma da quelle parole emana un certo pathos, legato all’alternarsi e alla caducità delle storie umane.

La posizione del clero su temi come la mafia è invece “win-win”. E’ in ottimi rapporti con la mafia, con la quale ha fatto e fa affari assieme, condividendone buona parte della mentalità e delle prassi di potere. Allo stesso tempo, grazie ad alcuni omicidi di preti degni, e ora grazie a una serie di provvidenziali spot, e all’eloquenza come quella di don Patriciello, sta dando ai preti la veste di coraggiosi oppositori della mafia. Il clero riesce ad essere sia mafioso sia antimafioso, e a trarre così vantaggio da entrambi i partiti. Può accadere al contrario che una persona comune, che capiti nelle grinfie di questi insaziabili che vogliono per loro tutte le beatitudini, quelle materiali e quelle morali, non solo sia perseguitata perché onesta, ma sia pure fatta passare per un poco di buono, da sorvegliare.

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11 settembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Politi “Suore uccise in Burundi: la tragica normalità di tre donne di Dio”

Bisogna sperare che si tratti solo di un delitto isolato, e non vi siano componenti di fanatismo religioso o di lotta tra poteri. E’ una forma di sciacallaggio anche l’impossessarsi dei panni delle vittime, e vestirli. Grande rispetto e considerazione per tre donne. Non per i clericali che, ringalluzziti da questo fatto orribile, vorrebbero fare passare queste suore per un campione rappresentativo di un gruppo sociale, il loro, che mediamente di africano ha solo l’affinità con gli sciami di locuste. I clericali che mirano a campare cento anni, e per un seme di grano come quelli che mi immagino seminassero le uccise ne seminano mille di zizzania.

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13 settembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Papa Francesco: “Una terza guerra combattuta a pezzi con crimini e massacri”

Stavolta, con il concetto che si sta combattendo una terza guerra mondiale a pezzi invece che tutta in una volta, il papa ha scelto di dire qualcosa di nuovo e interessante. Ma è una verità parziale, che con la sua incisività aiuta a tenere nascosta l’altra parte. La guerra, parafrasando il famoso detto, è la prosecuzione dello sfruttamento con altri mezzi. E’ il passaggio dal parassitismo alla predazione. Se non si vuole la guerra, l’orrore massimo, bisogna combattere il male alla radice: lo sfruttamento dei popoli, fra nazioni e interno alle nazioni, che avviene incessantemente, qui e ora, anche da noi. E che ormai anche da noi appare come una guerra a bassa intensità del potere contro le persone comuni. Una guerra che usa principalmente forme subdole e “legali” – ma anche quando occorre dosi di violenza criminale – per spremere la gente come arance e ottenerne denaro e soggezione. Guerra nella quale i preti sono maestri, e che, oggi, trovano di gran lunga più conveniente per i loro affari che la guerra guerreggiata. Da qui probabilmente il loro invito alla moderazione agli altri componenti della “Santa alleanza” che regge il mondo.

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@ Otello. E’ lei che mi ha convinto. Dire che il potere inganna e fa i suoi interessi è roba da complottisti che credono nei rettiliani. No, avete ragione voi isomerici: quello che c’è dietro a ciò che ci viene detto e mostrato è lo stesso di quello che c’è davanti. Tentare un’analisi è roba da disturbati mentali. E lei col suo sdegnato commento e le sue acute argomentazioni è la dimostrazione che voi persone dabbene ed equilibrate siete isomerici, avete una sola faccia; il lato B essendo uguale a quella che mostrate.

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@ Otello. Non si scaldi, se rispondo per le rime ai suoi insulti. Lei che difende il papa, non lo sa che bisogna porgere l’altra guancia? (O, per gli isomerici, una delle altre tre). Soprattutto se si è quelli che hanno cominciato. Se vuole vedermi, e mostrarmi la sua faccia per un consulto, venga lei da me. Si rivolga alla diocesi di Brescia, dove sanno chi sono e dove abito. Però glielo dico subito, nei casi di isomeria facio-podalica in genere c’è poco da fare.

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21 settembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana ” Papa Francesco in Albania, “paese che ha sofferto per un terribile regime ateo”

Credo che la presenza nella psicologia dei singoli di una sana dimensione religiosa, che può anche essere atea, favorisca una società sana. Ma sia la defunta “chiesa” comunista d’Albania sia il sempre rampante clero cattolico sono casi di fonti nocive, alle quali è meglio non beva chi voglia dissetare la propria sete di senso religioso della vita nei termini della costruzione di una società giusta, prosperosa e pacifica.

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@ Giovanna. Per “senso religioso” intendo la sensazione, la credenza, che vi sia un piano superiore, al quale noi siamo sottomessi. Il senso religioso è connaturato all’uomo; la sua forma spontanea vede varie divinità, o il Dio dei monoteisti, costituire questo piano; una concezione che, qui sono d’accordo con lei, è stata dannosa, e anche catastrofica. Una soluzione a ciò è rifiutare l’esistenza di questo piano superiore; ma mi pare che il materialismo che comporta conduca anch’esso a danni e storture. Io penso che il piano superiore andrebbe riconosciuto, ma andrebbe popolato di principi etici, di principi universali che assicurino la miglior convivenza possibile. L’uomo sottomesso a un Dio è in pratica al guinzaglio dei preti; ma anche l’uomo che crede di essere sovrano, non sottoposto a nulla, diventa spesso una caricatura patetica e pericolosa. Credo che essere uomini sia anche scegliersi un padrone, che non sia né un Dio, né leggi umane né convezioni, né il ventre “veluti pecora”, ma leggi morali che, interne a noi, ci sovrastano come un cielo stellato. Leggi alle quali obbedire, sordi ai comandi in contrasto con esse, da qualsiasi bocca provengano.

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21 settembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana ” Papa Francesco: “Gli estremisti travisano la religione, nessuno si faccia scudo di Dio” “

Sugli estremisti che travisano la religione qui ha ragione il papa:

G Bernanos, I grandi cimiteri sotto la luna. (Sulla guerra civile spagnola).

“L’antivigilia, duecento abitanti della vicina cittadina di Manacor, giudicati sospetti dagli italiani, erano stati tirati fuori dai loro letti, in piena notte, condotti in massa al cimitero, abbattuti con una palla nella testa e bruciati in mucchio un po’ più lontano. Il personaggio che le convenienze mi costringono a chiamare il vescovo-arcivescovo aveva delegato laggiù uno dei suoi preti il quale , con le scarpe nel sangue, distribuiva le assoluzioni tra una scarica e l’altra. “

Quando sentiamo i preti pronunciare parole di pace contro qualcuno, quando sentiamo chiunque, muezzin, rabbino, congressman, unire religione e guerra ricordiamoci delle scarpe del prete spagnolo distaccato presso le valorose truppe italiane dal vescovo sostenitore di quella che lui chiamava la “nuestra santa guerra”.

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24 settembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana ” Papa Francesco: “Anche la Chiesa superi la diffidenza verso i migranti” “

I migranti sono parte dell’attuale macchina per fare profitti:

“Nei paesi ricchi i salari sono determinati più dai controlli sull’immigrazione che da qualsiasi altro criterio, inclusa la legislazione sui salari minimi. Come viene stabilito il tetto massimo di immigrati? Non dal «libero» mercato del lavoro, che, se lasciato a se stesso, finirebbe per rimpiazzare l’80-90 per cento dei lavoratori locali con manodopera straniera più conveniente e spesso più produttiva. La soglia d’immigrazione è in gran parte stabilita dalla politica.” (Chang, 23 cose che non ti hanno mai detto sul capitalismo).

E’ la stessa macchina che quando conviene li uccide nei loro paesi natali. I rimproveri moralistici sull’immigrazione sono principalmente coperture per nascondere la vergogna di questa Babele. Sono discorsi voluti da chi non vuole né il bene dei migranti né il nostro, ma pensa a come sfruttare entrambi, creando un disordine a lui favorevole. Gli stranieri basterebbe rispettarli, non derubarli, o se del caso aiutarli, a casa loro, e non obbligarli così a venire da noi. Ne guadagneremmo tanto, vivremmo meglio e in pace, sia loro che noi . (v. “La pietà coi numeri e altre forme minori di pietà”).

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2 ottobre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. Evangelisti ” Satira su preti pedofili, il parroco di Livorno contro il titolo del Vernacoliere”

Il fedele e il confessore. – Padre, ho peccato. Ho abusato di un ragazzino. – Uhm. E poi, cos’altro ? – Poi … ho bestemmiato. – E’ comprensibile, non stanno mai fermi. Il guaio è che i prefetti fanno ben altro che “invitare alla saggezza e alla prudenza” quando c’è da coprire crimini di notabili e di poteri forti.

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19 ottobre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F:A: Grana “Bergoglio beatifica Paolo VI. “Instancabile apostolo”. Con Francesco anche Ratzinger”

La santità di papa Pochino

“Il Papa ha fatto pochino: forse ne avrà scrupolo” (Aldo Moro, ultima lettera alla moglie). Montini, che ebbe da Pio XII la delega ai servizi segreti, è stato invece instancabile in altri campi, dalle ratlines per esfiltrare i nazisti in Sud America alla P2, che ha avuto un ruolo anche nella dittatura argentina. Questa beatificazione del papa dell’OSS di Portella e della CIA di Moro da parte del papa passato attraverso l’Argentina dei desaparecidos impensierisce. Forse lo faranno santo patrono delle “barbe finte”; o delle anime finte, posticce come le barbe.

Sembra invece non usurpata la sua fama di “papa intellettuale”. Woityla, nella sua prima visita a Brescia – città montiniana, cioè catto-massonica – citò una frase di Paolo VI che dice pressapoco che “un giorno solo la chiesa proteggerà la scienza”. Una profezia singolare, che, anche se non si è avverata, tutt’altro, perché la chiesa ha le mani in pasta nella degenerazione della scienza a fini di profitto, fa supporre che egli avesse superato la propaganda, sia clericale, sia scientista, e fosse in possesso di una visione chiara, non banale, dei reali rapporti tra scienza, capitalismo ed etica. Questi pezzi grossi del clero, Bergoglio lo fa spesso, di tanto in tanto fanno balenare il Vero e il Giusto che contribuiscono a tenere incarcerato e nascosto.

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25 ottobre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco: “La famiglia imbastardita dalle convivenze part time” “

Come al solito, c’è del vero nel descrivere una situazione, in questo caso l’attacco alla famiglia, della quale il clero è tra i maggiori responsabili: sostenendo il modello liberista, che disgrega le formazioni sociali, perché vuole avere avere una folla di individui isolati, più manipolabili. Insieme a ciò, con la pratica della “pulizia confessionale” da parte dei preti, che favoriscono con le raccomandazioni e i particolarismi il costituirsi di famiglie pro-clero, dando lavoro e tranquillità a chi si arruffiana col parroco, o con mille congreghe, mentre discriminano e cercano di svantaggiare chi non si sottomette. Per poi aggiungere al danno la beffa della riprovazione per la vita familiare “imbastardita” degli esclusi. Tolstoj quando scrisse “Tutte le famiglie felici sono uguali” non intendeva che sono tutte affiliate a CL. Data la qualità umana dei baciapile, credo che anche questa forma di selezione porterà a un imbastardimento della popolazione.

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29 ottobre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Papa: “Io comunista? Amore per i poveri è nel Vangelo. Proseguano la lotta”

Dato che tanti si sono detti comunisti, e hanno detto di essere per i poveri, per poi mettersi d’accordo con Licio Gelli e servire il peggior capitalismo, non dovrebbe sorprendere che il papa adotti una livrea mimetica rossa. Anche se dispiace, pensando che prende il posto dei comunisti veri che hanno fatto il volo e ora dormono sul fondo del Mar della Plata, quando Bergoglio era in Argentina ma questi accostamenti non li faceva.

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@ Andres. Timeo Danaos… Uno dei guasti della mentalità cattolica è questo vedere le divisioni come sempre negative. Ciò porta a strani abbracci che invariabilmente si rivelano mortali. Il papa fa il capo della Chiesa. Che non è un’organizzazione di beneficenza o un movimento per l’emancipazione dei popoli. Se si vuole liberarsi dall’oppressione bisogna rivolgersi altrove (e nemmeno ai comunisti, a mio parere). Che il papa voglia fare davvero qualcosa di buono, che voglia che il clero cessi di essere un peso e contribuisca invece a un miglioramento sociale, lo si vedrà dalle azioni concrete. La pretesa di essere giudicato dalle sole parole non è un buon segno. Parole e gesti simbolici che appaiono suggeriti, se non dal demonio, dalle grandi multinazionali di pubbliche relazioni alle quali il Vaticano si affida. E che di sicuro non sono comuniste, essendo un’industria che ha servito anche la giunta Videla.

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@ Andres. Non disturbano neanche me; ma neppure mi “stupisco” come dicono di essersi stupiti gli esperti di fumo del Leoncavallo. Provo un senso di stanchezza davanti a questi stunt, e a questo gridare al miracolo perché un papa dice parole a effetto. Non credo che sia “la prima volta in 2000 anni” che un papa a parole prende le parti dei poveri. Sarebbe la prima volta, forse, se ci fosse un papa che non pretendesse che le sue parole vengano prese per fatti. Un papa uomo, non semi-divinità, che non facesse proclami che non siano proporzionati a ciò che fa nel concreto. Quanto alle multinazionali, comincio a pensare che questo papa sia una specie di peronista, che terrà buoni i descamisados. Non credo che corra i rischi di quei sudamericani o centroamericani che non piacevano alla ITT o alla United Fruit. O alla Ford.

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@ Andres. Fece scalpore a fine Ottocento anche la Rerum novarum, che per di più era un’enciclica, che ebbe qualche effetto. Allora, quando si profilava il pericolo del marxismo, si parlò di “papa dei lavoratori”. C’è un passo nei libri sacri dove si dice di un cammello (o era una gomena) e della cruna di un ago. Ricordo da bambino a fine anni Sessanta a Siena, città rossa, un’ omelia, che mi colpì, perché il celebrante, un olivetano, disse che “chi è ricco non può essere onesto”. Discorsi del genere in effetti da qualche tempo se ne sentivano pochi. I preti possono avere mille registri, a seconda delle circostanze. Mi pare che lei si sforzi di estrarre succo da dove non ce n’è molto. Per me questi annunci sono solo varianti dei consueti giochi di prestigio dove l’oro che i preti si prendono sembra trasformarsi in morale che i preti elargiscono.

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29 ottobre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Kanakis “Papa Francesco, ho scovato l’anti-Renzi”

Anna Kanakis ci rivela che l’antipapa è Renzi. Mi correggo, che il papa è l’anti-Renzi. In passato la signora prediligeva Cossiga tra quelli da elogiare come “buoni”. Speriamo che Bergoglio non ci salvi da Renzi come Cossiga salvò Moro da quelli che lo volevano morto.

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@ Anna Kanakis. Lei ha una sensibilità spiccata, ma fortemente selettiva, nel riconoscere qualità morali nei potenti. Cossiga è stato un uomo politico e le sue responsabilità, di portata storica, non possono essere coperte incasellandole come lei fa come problematiche interiori, e come accuse dalle quali la persona non si può più difendere. Lei vede l’uomo Cossiga; che le appare un po’ come oggi le appare Bergoglio. Io vedo l’opera attuale di quelle organizzazioni che gestirono l’assassinio di Moro quando Cossiga era ministro dell’interno; e penso che gli acquarelli dai colori tenui che lei espone siano tragicamente impropri (per non dire grottescamente falsi).

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@ Anna Kanakis. Sa, leggendo i suoi commenti politici mi viene un poco in mente il romanzo “Delitto di Stato”, di Maria Bellonci, dove vicende di palazzo sono filtrate e trasfigurate da una sensibilità femminile. Forse il suo interesse per la letteratura potrebbe essere più proficuo se orientato su altri soggetti.

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29 ottobre 2014

Blog de Il Fatto 

Commento al post “Papa Francesco, Leoncavallo: “Parole più a sinistra di quelle dei partiti di sinistra” “

Anche Mussolini a parole era su posizioni più di sinistra dell’attuale “sinistra”; col fascismo sociale, poi copiato in Argentina da Peron. A parte i leoncavallini, opportunisti quanto la sinistra che criticano, non è che con questo papa dall’Argentina ci sta rimbalzando il peronismo, o qualcosa del genere?

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14 novembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana: Papa Francesco: “Tante persone costrette a lavorare in nero e senza garanzie” 

E’ in corso un’aggressione delle classi parassitarie verso le classi subalterne. Il clero, che il papa rappresenta, sta di fatto dalla parte dello sfruttamento. Il papa però ora sostiene, con parole e gesti simbolici, di essere dalla parte degli sfruttati. Sulle parole dal papa si può fare una scommessa, come quella proposta da Pascal sull’esistenza di Dio; ma al contrario: conviene non credergli. Se le sue parole fossero sincere, lo si vedrà coi fatti; se sono le solite parole mielate che i preti usano per conquistarsi la fiducia delle vittime, non ci si sarà cascati. Credere alle parole di un papa senza garanzie è da sprovveduti; oppure è da ruffiani, che dicono di crederci nella speranza che gli venga lanciato qualche avanzo del pasto.

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18 novembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Papa Francesco: “Tanti dirigenti corrotti, sono in stato di putrefazione””

Zaccheo, ricorda il papa, promette di restituire 4 volte quello che ha rubato. Invece se si intralciano i preti nei loro affari sporchi, mostrando loro che si stanno comportando da banditi, la reazione è più quella della criminalità organizzata verso i guastafeste. Pertanto a me queste uscite del front-man dei preti sul marciume all’interno dei sepolcri imbiancati ricordano, per analogia, quel gangster che descrive disgustato le nefandezze della sua banda a un gruppo avverso nel quale chiede di entrare, e che in realtà è stato mandato ad infiltrare.

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26 novembre 2014

Blog de Il fatto

Commento al post di M. Politi “Papa Francesco a Strasburgo: il pontefice dei poveri e la sordità dei politici”

La banda di usurai che affondano le loro grinfie nella carne della nazione italiana ora può contare anche sul papa come good cop.

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27 novembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Vaccino esavalente, “nesso causale con autismo”. Indenizzo per bimbo di 9 anni” 

Non è che una sentenza che arbitrariamente dà credito a un’ ipotesi non ha “alcun peso” perché dal punto di vista scientifico non fa testo. La sentenza , che è stata ripresa anche da siti stranieri, rinfocola la polemica, e condiziona l’opinione pubblica. Jasanoff ha osservato che le decisioni giudiziarie su temi scientifici condizionano il pubblico molto più della sola scienza. Mettere una pulce nell’orecchio sui potenziali pericoli dei vaccini può essere utile. Ma l’argomento è complesso, e qui si disinforma invece di chiarire, con un’accusa ai vaccini scientificamente infondata.

La sentenza viene resa nota insieme alla notizia dell’incontro del papa con bambini autistici, genitori e addetti ai lavori; dal Bambin Gesù, ospedale del Vaticano, si è commentato come mentre in USA si considera che un bambino su 68 rientri nello “spettro autistico”, in Italia si fanno troppo poche diagnosi. Le due notizie pubblicizzano l’autismo, e vanno a favore della sovradiagnosi e della misdiagnosis, e quindi dell’espansione truffaldina del mercato dei farmaci al ritardo mentale, ad altri disturbi e a varianti normali.

E’ interessante la tesi del giudice come tronista, che non ricerca la verità, ma emette sentenze a seconda di quale delle due parti sia stata più brava a convincerlo; anche sui temi che riguardano la salute, che destano allarme nel pubblico, e che fanno guadagnare o perdere grandi quantità di denaro all’industria e alla finanza.

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12 dicembre 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post d P. Gomez “Corruzione, Re Giorgio Napolitano è nudo. Davanti ai vescovi”

Presepio 2014. Sono nudi anche i vescovi. Ma chiedere di riconoscere che sono nudi sia il bue, sia l’asinello che viene detto cornuto dal bue, e anche il bambin gesù – Grillo, mandato dal padre a salvare la mangiatoia, e scaldato dal fiato dei due grossi animali, sarebbe pretendere troppo dagli italiani. Per di più sotto Natale.

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[in risposta a: Nicoletta: “Ma hai già cominciato a bere dal mattino? Datti una regolata”] Eliminato insieme ai commenti ingiuriosi ai quali rispondeva.

No, è che pensavo a quelli che credono che i preti possano fare la morale sulla corruzione; e a quelli che credono che siccome Grillo ha scoperto che in Italia c’è la corruzione, allora obbedendo a lui e a Casaleggio hanno modo di fare valere la superiorità morale che si sentono dentro. E mi sono venute alla mente metafore zoomorfe. Mi dispiace di avere così urtato la vostra sensibilità.

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@ dinamo62. Parafrasi per dinamo62 e c. Napolitano accusa genericamente di eversione chi è stomacato dalla classe dirigente, ma rappresenta lui stesso una forma di eversione dall’alto. I vescovi fingono di contrastarlo condannando la corruzione, malcostume del quale sono tra i maggiori responsabili e beneficiari. Tutti e due con questo battibecco contribuiscono a fare credere che la soluzione sia Grillo, che raccogliendo i voti dei semplici e dei presuntuosi e riducendo quindi il non voto salverà il sistema caro a Napolitano e ai vescovi. Tanti italiani sono incapaci di istanze autenticamente popolari: sono incapaci di concepire la politica come altro che parteggiare per uno o per l’altro dei potenti sul palcoscenico; e basta poco per ottenere il loro appoggio. Condividono in realtà le idee di Napolitano, che sia eversivo non mettersi comunque sotto a figure di potere, anche nel contestare gli abusi del potere.

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24 dicembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Padellaro “Papa Francesco: perché stiamo con Bergoglio”

Padellaro, già direttore de l’Unità, rappresenta l’uomo di princìpi che sa stare al mondo. Ieri era la giustizia sociale, oggi la spiritualità. Ieri era il potere politico derivante dal consenso delle masse, oggi il potere della Chiesa: questo alto sentire varia i suoi enunciati coi tempi, ma resta sempre orientato verso il potere. E quindi verso i benefici che il potere comporta o che elargisce. Più sento queste mielose dichiarazioni di affinità col capo eletto di coloro che prosperano all’ombra del Crocifisso, più rivaluto la figura del Cattivo Ladrone.

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27 dicembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Padellaro “Natale di pietra”

La strumentalizzazione degli “ultimi” a favore delle classi privilegiate

“Qui, infatti, l’ipocrisia e il cinismo, o specularmente la cattiva coscienza e l’autoinganno, sono probabilmente le disposizioni strutturali in quanto queste classi sono tenute a riprodurre e a sviluppare costantemente le condizioni di un modo di vita privilegiato […] all’interno di un immaginario che si struttura – a differenza di quello delle élite precedenti – sulla negazione delle disuguaglianze che fondano quei privilegi. È, indubbiamente, tale dispositivo quello che spiega, fra l’altro, il ruolo insolito che gioca, nella buona coscienza delle classi privilegiate contemporanee, la compassione filantropica per “l’escluso”, che sia il senzatetto, l’immigrato clandestino, il giovane di periferia … Il fatto è che l’escluso, se gli si assegna il monopolio della sofferenza legittima, presenta un doppio vantaggio: innanzi tutto quello di appartenere a una categoria minoritaria per definizione (il che limita automaticamente il campo dell’ingiustizia e quindi quello della cattiva coscienza); poi, e soprattutto, quello di permettere con la sua stessa esistenza di spostare in un colpo solo l’insieme dei lavoratori ordinari, inseriti nel sistema di sfruttamento classico, dalla parte dei benestanti e dei privilegiati. “ (J.C. Michea. Il vicolo cieco dell’economia. Sull’impossibilità di sorpassare a sinistra il capitalismo).

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29 dicembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di T. Nocchetti “Papa Francesco a Napoli, 200mila euro stanziati: anch’io ‘vorrei una Chiesa povera’”

Il papa chiagne e i suoi sottoposti fottono.

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1 gennaio 2014 Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco: “Lotta alle schiavitù di oggi”. Nel 2015 viaggio in Asia e Sinodo”

Il papa ha mosso “l’invito ‘no global’ a non acquistare prodotti realizzati attraverso lo sfruttamento di altre persone”. La Chiesa ha i mezzi per redigere e pubblicare un elenco di tali prodotti. Che il papa faccia preparare e pubblicare un tale elenco. Otterrebbe così un duplice risultato. Mostrerebbe che non si limita a uscite a effetto, ma che fa sul serio nel ripudiare il partito dei potenti dei quali fa parte. Inoltre, dopo secoli di “Index librorum prohibitorum” riscatterebbe la Chiesa, pubblicando un indice a favore non più dell’oppressione ma degli oppressi; contribuendo in maniera fattiva a difendere la libertà di cui a parole si dice sostenitore.

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@ Kurohata. Parlare in astratto quando si può indicare il concreto non è una virtù. Da come la metti, quella del papa non sarebbe che una “grillata”; una sparata mediatica tutto fumo e niente arrosto. In effetti, il clero ha una tradizione nell’incitare a combattere il peccato mentre fa affari col peccatore. E quindi ha cura di evitare di entrare nei “dettagli”, cioè l’indicare esplicitamente le situazioni materiali che denuncia a gran voce come peccaminose. Penso ai prodotti farmaceutici, dove spesso sono i consumatori, cioè i pazienti – e i sani – ad essere barbaramente sfruttati. Nella medicina “cattolica” e a in quella “antipapista”. Accomunate dall’adorazione del dio quattrino.

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7 gennaio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Papa Francesco fa la riffa: in palio una Panda. Incasso in beneficenza ai poveri”

Un’elemosina coi soldi degli altri, ottenuti celebrando un rito consumista. Ma qui si sta scuotendo la società dalle fondamenta.

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15 gennaio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Bergoglio: “Non si può deridere la fede. Uccidere in nome di Dio? Aberrazione”

Non si possono offendere le credenze religiose come parte integrante dei valori delle singole persone. Ma non si può neppure bestemmiare l’Uomo in nome di Dio, come fanno di continuo, escogitando mille modi, mille pretese, mille proclami i preti e i sedicenti “credenti” delle varie religioni. Il mondo sarebbe non pacificato, ma meno arroventato se si stabilisse che nella sfera pubblica “la fede” viene dopo i valori naturali universali condivisi; che in campo politico Dio viene dopo l’Uomo. Se non si salva prima l’Uomo non si salva neppure Dio. Dio, se ci fosse, non si offenderebbe di questo “secondo posto” a cautela della pace e della civile convivenza; a differenza di quelli che lo usano come scudo e come arma per le loro guerre di sopraffazione.

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@ Gabriele Aleandri. Il clero nella vita politica è fuori posto come i mercanti nel tempio. Invece i preti perseguono il potere politico, i mercanti trafficano in chiesa e i politici mettono su bottega.

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19 gennaio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al  post di V. Gentili “Charlie Hebdo: l’irritante irreverenza dell’ateo”

“Irritante irreverenza dell’ateo”? Su che basi ci si pone in questo atteggiamento di condiscendenza? Le credenze religiose personali vanno rispettate. Ma le professioni di fede come mezzo per ottenere di essere considerati speciali, no. E’ bene che non sia rispettato l’uso della religione (o di qualsiasi ideologia) per pretendere un particolare “rispetto”, o addirittura “reverenza”; per recintare nell’agorà un luogo “sacro” dal quale operare in posizione di privilegio, di presunta superiorità morale, di impunità. Una tattica che è sempre stata fonte di ingiustizia e strumento di sopraffazione. La “reverenza” bisogna meritarsela coi comportamenti. E’ bene che non venga accordato alcun atteggiamento reverenziale verso chi si atteggia a uomo di fede, o a pia donna, per ottenere rispetto mentre non rispetta gli altri.

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20 gennaio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Saletti “Charlie Hebdo: solo la religione merita il rispetto che si deve a una ‘madre’?”

Cominciarono ad accusarmi di libertinaggio, non essendoci leggi antiblasfeme. Poi mi rinchiusero per pazzo, e qui un infermiere cattolico mi uccise di botte. La mia colpa fu questa: dissi che Dio mentì ad Adamo, e gli assegnò di condurre una vita da scemo (Lee Masters, Antologia di Spoon River)

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22 gennaio 2015

Blog de Il Fatto 

Commento al post di M. Patriciello “Pedofilia, urge un dibattito scientifico per continuare a riflettere”

E giustamente sono anche cattivo, deve avermi sciupato l’indifferenza di una mamma ostile, c’ho l’Io devastato da trauma infantile. E’ solamente mancanza di amore, io sono buono, non c’entro, se vi faccio del male non reagite sono debole di dentro. (Giorgio Gaber)

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La pedofilia, attrazione sessuale orientata esclusivamente o primariamente verso prepuberi, va distinta dalla violenza sessuale su bambini. Non tutti i pedofili violentano i bambini e non tutti i violentatori di bambini sono pedofili. La pedofilia è già oggi considerata un disturbo mentale. Nell’articolo il prete, mentre chiede di considerarla malattia, non distingue tra pedofilia e violenza sessuale su bambini. Tende così ad alleggerire la responsabilità giudiziaria e lo stigma sociale sulla violenza su minori, inglobando anch’essa nella sfera della “malattia”. Le sue posizioni sono coerenti con gli interessi del clero in tema di violenze dei preti su minori.

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26 gennaio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Cei, Bagnasco: “Libri sul gender a scuola sono colonizzazione ideologica” “

C’è del vero nelle parole di Bagnasco sulla volontà di colonizzazione ideologica. Il liberismo vuole una società disgregata, di individui poco sorretti dalla rete familiare; individui isolati e senza solidi punti d’appoggio, e perciò più malleabili come consumatori e come sudditi. C’è anche tanto di vero nelle accuse al clero di volere controllare le famiglie; di condizionarle per trarne potere, ricattando gli adulti e indottrinando i bambini; di insinuarsi a loro vantaggio in fatti privati che non possono riguardarli, di instillare sensi di colpa e ipocrisia, di favorire le famiglie dei loro e sabotare le famiglie di quelli che non si sottomettono. Il liberismo porta verso rapporti familiari sfuocati e fragili; il clericalismo, verso una famiglia gretta e soffocante. Né i preti, né gli strozzini, che peraltro litigano tra loro solo di giorno, sono buoni maestri su come creare e condurre una famiglia.

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@ VeronikaVeg. Facevo un discorso più ampio. Mi pare sia in atto un invito ad abbracciare stili di vita adatti agli interessi liberisti. E che poi si dipinga tale spinta come “promozione dell’integrazione”. Qui sul Fatto c’è una divertente rubrica che invita regolarmente uomini e donne ad acquistare “sex toys” per quello che può essere chiamato “monoerotismo”. Non ho letto il piano di educazione sessuale che citi. Ricordo una vecchia vignetta del NY Times. Due bambini dell’asilo. Uno dice: “”Jane ha due mamme”. L’altro: “Cosa vuol dire ‘due’?”. I giovani hanno poche prospettive, li si manda allo sbaraglio, non li si attrezza per la vita, non si favorisce la loro crescita, non si permette davvero loro di scegliere; gli si impedisce di fatto, con la disoccupazione, di fare figli e mettere su famiglia con una persona dell’altro sesso se hanno questo ghiribizzo tra i tanti leciti (e su questo i preti tacciono); ma si ha “premura” di educarli all’integrazione sessuale. Non dico che ciò che viene insegnato dal piano che tu lodi sia sbagliato; probabilmente conterrà anche buoni insegnamenti sull’accettazione degli altri. Ma, ritengo, è parte di un movimento strumentale che mira a promuovere comportamenti personali per interessi particolari, e come tale pericoloso e portatore di squilibri. Come la predica dei precetti cattolici del resto.

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@ ekkekkakkien. Se il liberismo vuole la famiglia tradizionale, perché la combatte ? Tu dici “gomploddo”. Fatti vedere le adenoidi, questa pronuncia nasale che si riversa addirittura nello scritto preoccupa. Un tempo si diceva che l’ipertrofia delle adenoidi compromettesse la crescita del cervello. Una teoria falsa, ma che a volte si sarebbe portati a rivalutare.

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@ fuzzylogic. Se parli per sentenze è già tanto che ti si risponda. Non si capisce se sei un prete o il suo omologo speculare in campo avversario.

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15 febbraio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Papa Bergoglio ai nuovi cardinali: “Non isolatevi in una casta” “

Nell’Ancien Regime il clero era il “Primo Stato”. Parlando delle ambizioni dei preti dire “casta” è riduttivo. I preti pensano in grande. Il fare della Sicilia, da regione occupata dalla mafia, la “porta aperta all’Africa” suona come l’annuncio dell’avvicendamento di una piaga con un’altra. O della sovrapposizione di calamità. Forse dovrebbero chiedere ai siciliani, che hanno 2000 anni di storia come colonia, se vogliono fare la porta d’accesso per gli africani.

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16 febbraio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco, smacco alla politica: niente messa con parlamentari e governo”

Questo papa è un dono della Provvidenza. Proprio quando la credibilità della politica è al suo nadir; quando anche il più fantozziano degli elettori deve ammettere che si è fregato con le sue mani dando fiducia a persone indegne, il papa fa una mossetta e riaccende nei tanti cuori ovini la speranza di avere ritrovato un nuovo potente, un nuovo duce, sotto la cui ala cercare rifugio. Il sistema è salvo. La nuova stella è a capo della banda di sfruttatori più abile e potente, che ha una tradizione proverbiale nel proclamare una cosa per meglio praticare l’opposto, osserverebbero i pagani. Dai cattivi politici bisogna liberarsi, democraticamente, da soli, in primis prendendo coscienza della situazione, invece di aspettare il “liberatore” di turno, se non si vuole ricadere nella stessa passività verso un diverso padrone; sibilerebbe qualche cattivo maestro. E’ abnorme, e non porta bene ai popoli, affidarsi a capi religiosi in campo politico, sentenzierebbe un inviato di Satana. Ma come ispirato da divina colomba Egli ha alzato un sopracciglio davanti alla masnada che lo stesso clero ha contribuito a mettere a capo dell’Italia che affonda; tanto basta all’italiano medio per poter ritornare a soddisfare rapito e con rinnovato slancio il desiderio di vassallaggio che gli rugge dentro, da troppo tempo ormai mortificato e represso da una realtà impudica.

@ Esperio. La rivoluzione per essere efficace deve cominciare “in interiore homine”, ha scritto Luciano Bianciardi (citando S. Agostino). Che ci siano giganti buoni che “ci pensano loro” era una pubblicità di Carosello; non una sveglia, ma una bella fiaba per mandare a letto rassicurati i bambini.

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19 febbraio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post ” Trattativa, cappellano in aula: “Un amico dei servizi mi ha sconsigliato di deporre” “

I rapporti di collaborazione tra preti e servizi segreti, e le comuni responsabilità nelle pagine più sudice della storia dello Stato repubblicano (incluso l’omicidio Moro, citato in chiave apologetica da questo prete con amici nei servizi) sono parte integrante del nucleo criminale che condiziona le sorti del Paese; costituiscono uno di quegli aspetti chiave nascosti e coperti da omertà che permetterebbero di capire tante cose e prevenire tanti mali.

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24 febbraio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. C. Caselli “Corruzione, le parole del Papa e i politici sordi”

Il papa certamente sa parlare. Le sue prediche contro la corruzione possono avere un peso. Ma sono parole, che hanno effetti molto deboli. Sull’altro piatto della bilancia, abbiamo un clero che ha informato della sua cultura la nazione. La loro concezione gerarchica della società e quella per la quale lo Stato è subordinato a poteri etici, cioè ai preti, il loro paternalismo e particolarismo, il perdono come opzione al bisogno, la crudezza dei rapporti di forza dietro l’ipocrisia barocca, il criterio mafioso per il quale nulla spetta ma tutto è grazia concessa dall’alto, hanno fatto dell’Italia una nazione nella quale la corruzione è intessuta intimamente nella società. La massa degli italiani non sa, sinceramente, cosa voglia dire essere cittadini, e i vantaggi, oltre che i limiti, che ciò comporta. Anche se quando vuole la descrive magistralmente, il clero è più fonte di corruzione che opposizione ad essa. Le società calviniste invece, con la loro idea del successo come segno della predestinazione, inducono a forme diverse di corruzione, che istituzionalizzano, rendono legale, lo sfruttamento, del quale la corruzione nostrana è solo una declinazione. Sembra che i magistrati siano solidali col papa per passare anche da noi dalla corruzione “tridentina” a quella luterana, come vogliono le forze della globalizzazione. Purtroppo probabilmente il risultato sarà un ibrido delle due, con i preti e i magistrati custodi, come sempre, del nuovo assetto.

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@ Otello. Per ciò di cui stiamo parlando, essere cittadini significa considerarsi parte responsabile di una comunità solidale, entro la quale i rapporti di interesse sono regolati da accordi equi prestabiliti, dagli effetti prevedibili, detti leggi, anzichè solo da contrattazioni personali volta per volta, né da rapporti di forza. Significa comprendere che vi sono beni comuni che è conveniente, anche da un punto di vista egoistico, tutelare come tali, anziché considerare la loro tutela come un impaccio che si può scavalcare, magari con la benedizione del parroco. C’è in effetti una religiosità nell’accettare ciò; se non ti piace (ma conoscendoti, penso che sia perché ti piacciono le religiosità che vestono i paramenti ecclesiastici) puoi leggere il discorso pre-cristiano di Pericle “Ad Atene noi facciamo così”. Se non ricordo male, fu Aristotele a dire che anche la cittadinanaza dovrebbe essere considerata una magistratura.

@ Otello. I beni comuni sono quelli che empiricamente dimostrano di dare i migliori frutti se considerati come un bene collettivo. Del quale non bisogna abusare. Es. classico del passato sono i “commons”, i pascoli comuni. Si sottovaluta come le cure mediche e il diritto alla tutela della salute siano da considerare un bene comune: si è visto che se ognuno fa parte a sé tenderà a pretendere il meglio del meglio, senza limite; ciò porterà a fornirgli le cure più lucrose, anche se inefficaci, o solo marginalmente utili; e non solo altri resteranno scoperti per cure utili, ma, date le componenti probabilistiche presenti in tante procedure mediche, lui stesso non avrà le cure ottimali. E’ assimilabile a un bene comune un valore come l’onestà, che in una società ricca come la nostra porta a una vita più tranquilla e sicura per tutti. Le “volpi” della vita comune finiscono a loro volta in pelletteria; quanti furbi di successo vengono bidonati una volta che si rivolgono alla medicina. Sulla “libertà di religione” occorre qualche cautela, perché le religioni confessionali in politica sono corrosive dei diritti: tendono ad aggredire le libertà altrui (il tuo tono ne è un piccolo esempio). Nonostante pretendano di riferirsi all’assoluto, e quindi a ciò che è supremo, e di farsene portavoce, le religioni nella vita pubblica dovrebbero essere in posizione subordinata, rispetto al primato dell’umano. E che cos’è l’umano… ?

@ Otello. Anche io quando sento i tuoi complessi e perentori ragionamenti avrei l’impulso di rifugiarmi nel mondo incantato della fisica. E occuparmi della teoria delle stringhe. Non quella che vuole unire meccanica quantistica e relatività generale. La teoria delle stringhe delle scarpe, che dovrebbero costituire una carrucola composta.

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28 febbraio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco contro ‘false cooperative’: “Ingannano per scopri di lucro” “

28 febbraio 2015. E’ morto Pasquale Barra, detto ‘O animale. Si dice che abbia affondato i denti nelle viscere di chi aveva appena ammazzato a coltellate. Il papa esorta le cooperative a non essere ipocrite, e dice che la sanità “è un campo delicato”. In genere, quando una figura istituzionale definisce una certa questione come “delicata” intende dire che si stanno commettendo azioni illecite e impresentabili, che però si possono tenere coperte e proseguire a patto di maneggiarle con cura. La codeword “delicato” è adattissima in effetti a tanti affari della medicina, cha attirano frotte di benefattori – incluse le cooperative – per i quali sono appropriate le parole di Bergoglio sulle cooperative corrotte: “dietro a una facciata onorata perseguire invece finalità disonorevoli e immorali”. Massima delicatezza; nulla a che vedere con Pasquale Barra, che, scrissero i giudici, accentuava la sua aura di crudeltà per fare più paura. Sono invece le figure rassicuranti di medici, preti, scienziati, magistrati, carabinieri, etc. a sostenere quella medicina che Jacques Attali ha chiamato “l’ordine cannibale”, e che a volte porta sui tavoli delle sale settorie corpi che sembrano essere passati sotto le zanne di bestie feroci.

@ Edmondo. I “casini” sono solo quello che emerge. E’ nella routine, nella quotidianità, che il loro Cristo viene negato, negli ospedali cattolici così come nei non cattolici; una indifferenza rispetto ai principi professati che è una manifestazione pratica della non esistenza di Dio. Quelli cattolici però hanno la statuetta della Madonna e ci sfiniscono di prediche su come loro siano ispirati dal Signore, mentre badano a succhiare soldi come idrovore.

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8 marzo 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Ferrara “Alex Zanotelli, una vita dalla parte degli ultimi”

Se anche, ripulito dell’abbondante saliva della slurpata dell’articolista, fosse questo stinco di santo, e allora? Ci saranno eccezioni, ma l’indole media del clero non è emancipatrice ma parassitaria; e i santini di personaggi con l’aureola sono tra le chincaglierie con le quali abbindolano chi sfruttano.

@ Maurizio Rosso. Come per i mafiosi che esigono il pizzo, o gli amministratori locali che vogliono la mazzetta, non è che chi subisce la loro influenza deleteria deve “frequentarli” per dire come si comportano. Anzi, raccomando a chi voglia preservare quel poco di virtù che può avere di evitare tali cattive frequentazioni.

@ Savoia Marchetti. Fidatevi. Che Zanotelli sia un santo ve lo dice uno con per avatar un bombardiere con tre fasci littori, l’aereo di Mussolini che operò anche in Spagna; quando i preti si aggiravano “con le scarpe nel sangue” tra i cadaveri di quelli che avevano fatto fucilare dagli italiani (Bernanos, I Grandi cimiteri sotto la luna).

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8 marzo 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco a Cl: “No spiritualità d’etichetta. Non siate impresari da Ong” “

Il papa critica la spiritualità attuale delle locuste di CL; non dice nulla sul loro poderoso apparato buccale.

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5 aprile 2015

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Commento agli auguri di Pasqua del vescovo di Brescia Luciano Monari

Che tipo di speranza ci offre la Pasqua, chiede il vescovo Monari? Sul piano teologico e psicologico, una speranza smodata, quella di vittoria sulla morte. Ma in pratica la speranza smerciata dai preti è come un salvagente di cemento, o come un’ancora di cartone. La loro speranza è nemica della moderazione e della decenza.

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11 aprile 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Giubileo 2015, Francesco ai corrotti come Wojtyła ai mafiosi: “Convertitevi” “

E convertirsi anche riguardo al travaso forzoso dei nostri beni a favore del clero, es. mediante la diversa imposizione fiscale, infernale per noi e angelica per loro? Oltre il pizzo della criminalità organizzata e la corruzione delle mazzette c’è l’istituzionalizzazione dello sfruttamento, la rapina che si fa legge dello Stato, così che è il rapinato a doversi recare coi soldi in mano dal rapinatore; che è perfino peggio. Su questa forma di sfruttamento, in forte crescita, il clero, che ne è tra i beneficiari, resta silenzioso; mentre ha preso a condannare a parole quelle che sono le forme di sfruttamento più grossolane, criminali e gravi ma vassalle rispetto ai poteri forti.

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1 maggio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Zanardo “Expo 2015, Francesco e la rivoluzione del volto”

L’uso cattolico di citare i poveri che non mangiano prima di cominciare il pasto. Un pensierino sulla fame degli altri col tovagliolo già al collo e le posate in mano aiuta la convivialità: rasserena e rende più gustose le pietanze, anche se queste non sono che gli hamburger di McDonald, uno degli sponsor della manifestazione.

@ ErPanza78. A ognuno il suo mestiere. Ma lo stand dei croccanti moniti pontifici non è molto diverso da quello accanto dei grassi panini di McDonald. C’è anche il junk food dell’anima, un cibo soddisfacente al momento ma alla lunga nocivo, data la sua qualità e composizione.

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27 maggio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Castello di Narni, monsignor Paglia indagato per associazione a delinquere”

Monsignor Paglia è stato uno dei promotori delle terapie sperimentali con staminali. Terapie con le staminali ufficiali, quelle “serie” non quelle di Vannoni (che il clero comunque ha pure supportato). Per molti spettatori questo interesse del vescovo per le biotecnologie sarà un titolo di merito, una cosa buona, che contrasta col suo amore per il denaro e i relativi maneggi; e che lo redime, almeno in parte. A me invece, sapendo quali associazioni a delinquere sostengono il business delle staminali, questa notizia dell’accusa di associazione a delinquere per gli affari illeciti sulla compravendita del castello di Narni appare perfettamente in linea con la partecipazione del prelato alle grandi operazioni dell’industria medica. Anzi, è un anticlimax; un poco, per fare un esempio, come l’accusa di evasione fiscale per la quale fu condannato Al Capone, mentre andò impunita la sua attività di gangster.

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10 giugno 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di P.G. Cardone “Azzollini a suor Marcella: “Da oggi in poi comando io, se no vi piscio in bocca” “

San Francesco insegnava a rispondere al diavolo tentatore “Apri la bocca che vi ti caco”. Le sventurate suore ancelle invece avrebbero permesso lo scambio dei ruoli. Un’analoga versione delle suore ancelle che non conterebbero nulla, ma sarebbero povere vittime di manager laici – che le rendono ricche e potenti tramite la gestione di strutture ospedaliere – la sentii raccontare da un fervente cattolico, anni fa; ma riguardo a un florido stabilimento ospedaliero lombardo. Allora mi chiedevo dubbioso se le cose stessero proprio così. Sembra che ovunque vadano le suore ospedaliere finiscano nelle mani di bruti che le schiavizzano (e le riempiono di soldi). Ma a giudicare dall’avidità, dai cattivi soci e dalle cattive affiliazioni, dai modi aggressivi e maligni quando sanno di poterlo fare, da comportamenti che i businessman USA chiamano “cutthroat”, non subiscono proprio nulla che non gradiscano e dal quale non ricavino un tornaconto. Questa storia delle suorine che si fanno mettere i piedi in testa appare conforme alla usuale tattica passivo-aggressiva clericale. Faciliterà l’applicazione della vigente legge non scritta sui privilegi del Primo Stato, e quindi il loro passare indenni per questo chiassoso happening giudiziario; per continuare, voltate di nuovo le spalle al mondo, a cercare il sussurro di Dio nel fruscìo delle banconote.

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13 giugno 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco al Csm: “Salvaguardare i diritti umani, ma senza farne abuso” “

E’ corretto e opportuno che un organo dello Stato, che dovrebbe salvaguardare autonomia e indipendenza dei magistrati, vada in pellegrinaggio a farsi dare direttive dal capo di un potere che ha pesanti interessi sull’Italia, interessi non sempre leciti e che non di rado contrastano con gli interessi leciti e i diritti dei cittadini italiani? L’arroganza e la corruzione istituzionale dei magistrati si alimentano di questi ossequi della loro casta ai poteri forti.

@ Giovanna. E’ un SAM :“Sono Ateo Ma”. (Sono ateo ma questo papa spacca; sono ateo ma bisogna, laicamente, obbedire al papa; sono ateo ma questo papa mi fa venire voglia di donare tutti i miei averi alla Chiesa e farmi frate trappista; etc.). Molti si saranno accorti di questa nuova figura, che da quando Ratzinger è stato sostituito con Bergoglio è divenuta una presenza pressoché costante nei commenti sui tanti articoli de il Fatto sul papa.

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16 giugno 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Enciclica Laudato si’, Bergoglio: “Non è intoccabile il diritto a proprietà privata”

Il papa utilizza l’ambiguità dell’espressione “proprietà privata”, ambiguità che deriva dal carattere omnicomprensivo del concetto: sono “proprietà privata” la casetta di chi vive modestamente e i fantastilioni delle multinazionali e delle banche. Semplificando al massimo, bisognerebbe distinguere tra “proprietà personale”, i beni il cui possesso consente a una persona di vivere serenamente e dignitosamente; questa dovrebbe essere intoccabile; e “ricchezze”, il di più oltre il necessario posseduto da persone o da entità giuridiche, da rispettare, se ottenute lecitamente, ma “toccabili”, in funzione crescente del loro ammontare.

Oggi all’inverso accade che sia il diritto alle ricchezze ad essere intoccabile, mentre non è affatto intoccabile quello alla proprietà personale. Su queste ultime è stabilmente innestato, tramite lo Stato, come un tubicino; tramite il quale viene praticato un continuo salasso, a favore delle grandi ricchezze, incluse quelle delle Chiesa. I preti, che sono tra i beneficiari e i sostenitori di questo sistema capovolto, hanno tutto interesse a parlare di “non intoccabilità” della “proprietà privata”. E a rafforzare l’equivoco, accorpando sotto un unico titolo e considerando quindi “sempre” “prelevabili” sia le proprietà personali delle persone comuni, facili prede, sia le ricchezze dei predoni, che al di là delle chiacchiere sono intoccabili di fatto.

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18 giugno 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Laudato si’: dall’ecologia alle banche, pubblica l’enciclica di Francesco”

“Abbiamo tutti i motivi per dirci stanchi delle buone parole e delle omelie morali senza risultato”
(Lévi-Strauss)

@ Paolo Catti De Gasperi. Sono già informato. I preti sono soggetti pericolosi, che sistematicamente usano buone parole per fare l’esatto opposto. Con una costanza e una sistematicità che fa pensare a una specie biologica che abbia sviluppato nell’inganno il suo modo di adattarsi all’ambiente e riprodursi. In pratica mi rimproveri di riconoscere l’esca.

@ Graffit. Graffit lei però non deve, nel suo empito papalino, bestemmiare. “Fatti”? Moderi i termini. Queste del papa sono parole, non fatti. E restano parole; nenie consolatorie; il miracolo di trasformare il flatus vocis in fatti concreti non è stato compiuto.

I fatti dei preti ci sono eccome, ma sono di ben altro tenore; essendo poco distinguibili, e spesso poco distinti, da quelli inqualificabili dei poteri che il papa condanna, genericamente, con la bocca, mentre sotto il tavolo ci si scambiano strette di mano.

@ Paolo Catti De Gasperi.  Non credo di abboccare facilmente. Certo, non si può mai sapere, date la fauna e la flora dello strano mondo del quale i preti fanno parte. Ecco perché è importante mantenere intatta la capacità di provare nausea e disgusto.

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26 giugno 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. Fusaro “Papa Francesco, l’ultimo marxista?”

Dovrebbe essere evidente la duplicità delle parole di giustizia, addirittura “marxiste” secondo i turiferari, del capo di un’organizzazione che è parte integrante del sistema di dominio e sfruttamento. Ma il timbro falso viene neutralizzato dalle pulsioni degli italiani ad acclamare un potente per trarne protezione; un po’ fingendo, un po’ convincendosi, di credergli. Mettersi sotto a un protettore funzionerà anche in questo liberismo aggressivo, che in effetti è così vorace da porre a rischio anche gli stessi interessi del clero? Non credo. Ascoltare i preti, che pensano a salvare sé stessi, potrebbe peggiorare la nostra situazione; già ora paghiamo le decime anche a loro, oltre che ai poteri globalisti. Ma tanti italiani sono incapaci di reggersi in piedi sulle loro gambe, politicamente. E non possono fare altro che affidarsi a un patronus, nella speranza di vivere in ginocchio.

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26 giugno 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Amendola “L’Enciclica ‘Laudato si’’, Papa Francesco e Berlinguer”

@ Elcondorpasa. Berlinguer, quello che predicava le virtù repubblicane e anticapitaliste stando – parole sue – “sotto l’ombrello della Nato”. La stessa balda posizione – la bocca a sinistra e il sedere sotto l’ombrello atlantico – di tanti magistrati, intellettuali, leader spirituali, etc. ai quali dobbiamo buona parte del successo del nostro Paese.

@ Nokia. Quello stesso che, avvisato dell’imminente attentato terroristico alla Questura di Milano del 1973, tacque, e lasciò che avvenisse, come era nella volontà dei servizi, mentre tramite G. Pajetta intratteneva buoni rapporti col capo dell’Ufficio Affari Riservati del Viminale, D’Amato, emissario della CIA. Renzi non è un mutante, ma il prevedibile frutto dell’albero. L’ubertoso albero dei doppiogiochisti.

@ Nokia. Non mi drogo. Il fatto è riportato in un’ordinanza di un collega di Amendola, il giudice Antonio Lombardi. Non so se ho ferito un nostalgico nelle sue illusioni o se ho dato a un ruffiano il modo di ricevere un altro buono pasto.

@ Nokia. E allora? L’articolo conferma quanto dico. Lei non potendo confutare ricorre all’attacco ad personam. Berlinguer, grande figura. Apprezzato anche dai “nemici”: un mese prima del sequestro Moro viene invitato da N Birnbaum, ritenuto collegato alla CIA, per tenere conferenze in USA. Al suo posto manda un altro, tale Napolitano. Diversi commentatori, affetti evidentemente dagli stessi gravi disturbi che lei diagnostica a me (Chessa, Pinotti, Santachiara), hanno collegato ciò alla fine di Moro, e alle susseguenti fortune dei “comunisti” “preferiti”. Lei si deve stordire con alcool o altro per fare questo suo lavoro o ormai ci ha fatto il callo? O è nato con la vocazione?

@ Nokia. Non credo che le obbedienze che hanno gestito l’assassinio di Moro abbiano a che fare con le scie chimiche. Non ho mai considerato il tema delle scie chimiche. Lo ignoro, supponendo a priori che probabilmente sia una di quelle bufale di disturbo, che servono ad aggiungere confusione, mescolandosi alle verità sporche e così mimetizzandole, giustificando la tesi che chi controinforma sul potere non è che un “complottista”. Eh, i comunisti atlantisti, un colossale bluff, uniscono i metodi della propaganda stalinista a quelli delle multinazionali di pubbliche relazioni occidentali.

@ Cesby. A Civitavecchia la gente venera le statue della Madonna che piangerebbero sangue, e il Procuratore della Repubblica venera l’asserito anticapitalismo di Berlinguer (v. infra). Tutti insieme lodano il papa “ecologista” come leader spirituale e politico. I fedeli saranno anche brava gente, il Procuratore ha dei meriti. Ma sembra che in Italia siamo condannati a vivere in un perenne Seicento manzoniano.

@ GAmendola. Il suo elogio di Berlinguer e l’accostamento tra il segretario del PCI e papa Bergoglio mi hanno fatto ricordare di un altro magistrato, del quale non ricordo il nome, che tanti anni fa in un’intervista paragonò la situazione italiana, sul terrorismo, a un fiume che, date le increspature prodotte in superficie dal vento, sembra scorrere in un verso, mentre in realtà scorre nel verso opposto. Se vogliamo un futuro dove si pensi con la propria testa, e ci si possa fidare della testa di altri su questioni sulle quali non sappiamo giudicare, bisogna privilegiare la coerenza tra ciò che appare e ciò che è. Ci sono stati casi di coerenza, pagata cara, anche tra i comunisti e i cattolici. E’ alle loro posizioni lineari, anziché ai trompe l’oeil della politica di successo, che va la mia ammirazione.

F. Pansera

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30 giugno 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Cannavale “Enciclica Laudato si’: Papa Francesco e Pepe Mujica, un’interessante analogia”

L’opposizione ai consumi voluttuari e alienanti, agli sprechi sconsiderati, alla corsa cieca al profitto, alla guerra folle contro la Natura è una cosa. L’impoverimento un’altra. In Uruguay, dove Mujica è presidente, il PIL procapite è circa il 43% di quello italiano. Meno della metà. L’Italia è seconda nella graduatoria dei paesi per aspettativa di vita alla nascita (83 anni); l’Uruguay è 44° (77 anni). Speriamo che un papa dalle posizioni “analoghe” a quelle di un ex tupamaro – movimento guerrigliero di ispirazione marxista-leninista – convertitosi all’ecologismo non sia una sceneggiata che, allestita quando aumenta la depredazione da parte dei poteri forti, servirà a indorare la pillola dell’avvicinamento del livello di ricchezza degli italiani a quello degli uruguaiani, e dei nostri standard di vita e politici a quelli di altri paesi sudamericani. Credo che converrebbe sondare “analogie” anche col peronismo.

@ Daniele Uboldi. Ho mostrato indicatori di tipo oggettivo. Non ho espresso giudizi sull’Uruguay, ma sul sentire vagheggiare una società bella, pacifica, sobria e progressista, a parole, mentre con gli occhi, dove abito, vedo che il clero pratica un affarismo senzaddio, così che, arricchendosi, contribuisce a spingere le persone verso l’inferno della povertà. Mi fa piacere che si sia trovato bene in Uruguay, tra persone di classe. Da bambino volevo andarci, avendo letto “Il fiume non si ferma” di Mino Milani. Sono luoghi affascinanti. Ottimi scenari, come dimostra anche l’ambientazione latina delle telenovelas.

Se ci si basa su testimonianze personali, come fa lei, sarebbe interessante conoscere il parere di quelli che dormono sul fondo del tratto di mare, o nel grande estuario, tra l’Uruguay e Buenos Aires, nel quale furono gettati vivi (narcotizzati, su consiglio dei preti) dagli aerei militari, quando Bergoglio era là, e ancora non era stato fulminato sulla via di Damasco dal “marxismo” o roba simile. Ma loro non possono più parlare. E sembra che dopo la vita vengano spogliati anche della loro identità, che come una preda di guerra viene fatta vestire alla parte che coi generali piduisti ci giocava a tennis.

@ Daniele Uboldi. Mi permetto di consigliarle di fare sì tesoro delle sue esperienze in Uruguay, Paese al quale guardo con rispetto e simpatia, Mi permetto di consigliarle di fare sì tesoro delle sue esperienze in Uruguay, Paese al quale guardo con rispetto e simpatia, ma di non ritenere che ciò che ha visto, per quanto vivido, esaurisca il reale. Che a volte è ben diverso dallo spicchio che vediamo dalla nostra cameretta. Siamo viandanti in un mondo che è “grande e terribile” diceva uno sfortunato genio italico.

@ Daniele Uboldi. Io sono un medico, e tra gli argomenti che seguo c’è la cattiva applicazione del quantitativo in medicina. (Inclusa l’importanza eccessiva accordata alla statistica, e il suo uso distorto). Sono onorato di fare la sua conoscenza, ma devo confessare che ho una collezione di esempi negativi di studi di suoi colleghi (la letteratura a riguardo è nutrita). A volte (e a volte per dolo, purtroppo) si trascura il formale quando sarebbe appropriato, o viceversa lo si mette al primo posto quando dovrebbe prevalere l’esperienza. Sono utili entrambi, se applicati con criterio. Nel ‘700 a vincere il premio per il modo più efficiente su come disporre l’albero delle navi fu un matematico, Bernoulli, che era uno svizzero che non aveva mai visto il mare. Se avessi un guasto all’auto, per la riparazione mi fiderei più di Giggetto er meccanico, che, con la 3° media, aggiusta auto da 40 anni, che del prof. Rubbia, che conosce come pochi i principi del motore termico. Il saper dare il giusto peso ai vari tipi di evidenza e di saperi vale anche per i temi che discutiamo qui.
Hasta siempre, Daniele

@ Daniele Uboldi. A ognuno il suo mestiere. Siamo su posizioni vicine. Ma vorrei osservare che in alcuni settori, complessi e a rilevanza etica, non si tratta di mestieri e neppure di professioni liberali, ma di un’attività intellettuale, che deve saper uscire dalle acque tranquille degli ambiti disciplinari per parlare, da ospite, anche la lingua di altri settori. Segnalo l’articolo, sempre attuale, di un noto biostatistico, consulente della più quotata rivista di medicina, sui danni della carenza di interdisciplinarietà, di comprensione reciproca dei temi, tra medici e statistici nella ricerca biomedica: Bailar, JC. The Real Threats to the Integrity of Science. Journal of Higher Education, 21 apr 1995.

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31 luglio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Farinella “Ici-Imu:perché lo Stato ha bisogno delle scuole paritarie”

Don Farinella ci fa notare come lo Stato crei il “bisogno” delle scuole private, regalando i soldi del contribuente ad amici vari, incluso il clero, affossando la scuola pubblica, e obbligando così il cittadino a pagare per i servizi tre volte: con le tasse per i servizi pubblici, con i trasferimenti delle tasse ai privati per il “bisogno” creato distraendo le entrate dello Stato dalla loro legittima destinazione, e direttamente di tasca propria quando il servizio pubblico è sufficientemente sabotato dallo Stato. Dai conti di Farinella sono escluse diverse altre voci rilevanti; es. i vantaggi materiali che il clero ricava dal gestire l’istruzione, cioè dal plasmare le menti dei futuri cittadini. C’è da temere che la pedagogia clericale insegni di questi falsi bilanci, che fanno presentare come benemerito ciò che è mafioso.

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30 agosto 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco: “Le morti dei migranti sono crimini che offendono l’umanità” “

Verissimo che le morti dei migranti nei viaggi di entrata sono crimini contro l’umanità. E come tali andrebbero perseguiti. Ma la responsabilità di questi crimini non è delle popolazioni, come la nostra, alle quali l’immigrazione forzosa viene fatta subire. E’ dei poteri che impongono il travaso di masse di persone, e che, come al tempo delle navi negriere, non si curano di perdere nel viaggio parte della loro merce, che è sovrabbondante. Anzi, usano tali stragi per esercitare ricatti morali, applicando quello che potrebbe essere detto “l’argomento del negriero”: “se non collaborate allo sversamento di masse di stranieri nel vostro popolo siete responsabili della loro morte”.
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2 settembre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Musolino “Madonna di Polsi, vescovo non parla di ‘ndrangheta. La Questura vieta i funerali pubblici del boss Nirta”

Il vescovo ha fatto un riferimento abbastanza trasparente, di condanna morale, alla ndrangheta. Senza nominarla. Sotto alle parole diplomatiche restano le affinità, che spingono ad alleanze. Il feeling naturale tra clero e malavita affonda le sue radici nei secoli. “Durante la loro attività criminale, i briganti davano grosse somme in denaro a preti e monaci i quali, in segno di riconoscenza, offrivano protezione e ospitalità. […] I briganti si mostravano profondamente religiosi, nutrivano una grande devozione per la Vergine; parte del ricavato delle attività criminali era sempre destinato alla chiesa o al santuario dove si riunivano ogni anno per ringraziarli della protezione ricevuta.” (Sole G. L’invenzione del calabrese. Rubbettino, 2015).
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@ Electra. Segni vistosi di amicizia tra crimine e clero ce ne sono tanti. Forse viene data loro eccessiva attenzione, come nel recente caso dei funerali Casamonica; distolgono, oltre che da altre routine di illegalità non meno dannose per il popolo, dalla circostanza che entrambe le forze, pur molto diverse sotto altri aspetti, ricercano, ciascuna per proprio conto, giustificazioni e coperture di tipo religioso al perseguimento aggressivo di interessi terreni. Appare che queste basi, originariamente indipendenti tra loro, contribuiscano all’avvicinamento tra “diavolo e acqua santa”, dando infine luogo a quei fenomeni esteriori che danno scandalo. Si considera in genere che la rozza religiosità mafiosa sia una religiosità deviata e aberrante rispetto allo standard raffinato e sapiente costituito dalla Chiesa. I santini e le candele dello ndranghetista sono molto lontani dalle pagine di spiritualità di S. Agostino o dai ragionamenti di S. Tommaso che i preti maneggiano. Si potrebbe invece provare a considerare che i grandi gruppi di potere parassitario tendano a fornirsi di un’ideologia di supporto; che questa, influenzata dalla cultura locale, possa prendere forme religiose; e che tali coperture religiose pur nella diversità dei livelli e delle pratiche abbiano dei punti in comune, e quindi formino dei ponti culturali, che favoriscono i rapporti concreti tra clero e vari gruppi criminali. Gruppi mafiosi, gruppi di criminalità comune o – non ultimi ma primi – gruppi affaristici.
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16 ottobre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post “Mercedes Vito, Papa Francesco benedice il primo esemplare prodotto in Argentina”

Nel suo libro “The shock doctrine” (2008) Naomi Klein riporta che la Mercedes-Benz Argentina è stata accusata di avere segnalato negli anni ’70 alla giunta militare nome e indirizzo di 16 sindacalisti di un suo impianto. I 16 finirono tra i desaparecidos. 14 di loro non sono mai più tornati. La fonte citata nel libro è l’articolo: Sergio Correa, “Los desaparecidos de Mercedes-Benz” BBC Mundo, November 5, 2002.
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18 novembre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post “Giuseppe Gulotta, dopo 22 anni di carcere da innocente incontra Papa Francesco”

Per Giuseppe Gulotta essere ricevuto dal papa “se non è un miracolo ditemi voi cos’è”. Con tutto il rispetto a la solidarietà per lui, non è un miracolo per la società, e per altri nelle grinfie della criminalità di Stato. E’ un’altra mano di bianco sull’esterno di un sepolcro; un passaggio di un’imenoplastica del potere, opportunamente tardiva. L’omicidio dei due carabinieri – che nel libro “Alkamar” viene ricondotto a traffici di Gladio, cioè alle istituzioni dello Stato, non alla “pista mafiosa”, l’unica che “rimane aperta” secondo questo articolo de Il Fatto – resta inspiegato e impunito. Né è intervenuta una giusta punizione a impedire, col suo potere deterrente, che i carabinieri e i magistrati lavorino per il crimine in altri intrighi. Si sta riparando, messi al sicuro i vari colpevoli, il singolo caso della ingiusta condanna di Gulotta. Ma non si sta riparando per gli altri cittadini, per prevenire altre frodi giudiziarie, e per contrastare i disegni criminosi ai quali sono funzionali. Con questo arrivo a cose fatte della giustizia, in realtà una giustizia subordinata all’illegalità, con queste agnizioni “miracolose” si sta invece ripulendo dal fango e dal sangue una macchina che continuerà ad operare.

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16 dicembre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Giubileo, la truffa delle false pergamene. Papa: “La salvezza non si paga, è gratis”

Non ci sono pasti gratis, e le attività di tipo religioso dei preti hanno un prezzo, che è anzi sproporzionato rispetto al valore; come altre cose che sembrano gratuite. E’ stato osservato da un medico e matematico (D.E. Eddy) che i sistemi coi quali, tramite le assicurazioni (private, ma vale anche per la sanità pubblica) si dà ai pazienti l’impressione che cure non necessarie o dannose siano gratuite sono forme di “riciclaggio che fanno apparire quelli della BCCI dei dilettanti”. (Per i più giovani, la BCCI era la banca coinvolta in traffici sporchi per antonomasia, al tempo di Bush e Bin Laden). E’ forse davvero gratis Mediaset, che oltre a ottenere in cambio l’inoculazione nel cervello dello spettatore di modelli culturali alienanti e di tanta pubblicità ha imposto Berlusconi? Qui l’uso della tv, che “può imbottire teste, indurre ai consumi e formare opinioni” non si paga “però si sconta” (L. Bianciardi). E’ un po’ lo stesso coi preti. Se si limitassero a servire il bisogno di religiosità, fornendo, a chi lo vuole in questa forma, sostegno psicologico e consulenza morale, non adulterati da secondi fini, non ci sarebbe nulla di male nel pagargli il giusto corrispettivo. Ma dicono di non volere nulla, quando predicano il loro ruolo di ministri di Dio, se non un implicito riconoscimento di autorità, che poi trasformano in privilegio, e quindi in sfruttamento, così che alla fine il “dono“ si rivela un contratto usuraio.

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20 dicembre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Vaticano, quelli che incarnano davvero una Chiesa povera e attenta agli ultimi”

“L’attenzione agli ultimi” può essere uno strumento di potere e sfruttamento: “[…]’ipocrisia e il cinismo, o specularmente la cattiva coscienza e l’autoinganno, sono probabilmente le disposizioni strutturali in quanto queste classi [dominanti] sono tenute a riprodurre e a sviluppare costantemente le condizioni di un modo di vita privilegiato […] all’interno di un immaginario che si struttura – a differenza di quello delle élite precedenti – sulla negazione delle disuguaglianze che fondano quei privilegi. È, indubbiamente, tale dispositivo quello che spiega, fra l’altro, il ruolo insolito che gioca, nella buona coscienza delle classi privilegiate contemporanee, la compassione filantropica per ”l’escluso”, che sia il senzatetto, l’immigrato clandestino, il giovane di periferia… Il fatto è che l’escluso, se gli si assegna il monopolio della sofferenza legittima, presenta un doppio vantaggio: innanzi tutto quello di appartenere a una categoria minoritaria per definizione (il che limita automaticamente il campo dell’ingiustizia e quindi quello della cattiva coscienza); poi, e soprattutto, quello di permettere con la sua stessa esistenza di spostare in un colpo solo l’insieme dei lavoratori ordinari, inseriti nel sistema di sfruttamento classico, dalla parte dei benestanti e dei privilegiati. (Michea JC. Il vicolo cieco dell’economia. 2002).

@ Piero. Grande canzone. Ce n’è anche una parodia goliardica, non riferibile. E lei si ricorda la canzone di Orietta Berti dello stesso periodo, che invitava a non protestare per avere il vino se comunque si ha il pane, perché altrimenti si finisce col rimanere senza niente.

@ Piero. E’ rilevante anche “Via dei ciclamini”, allegra ma percorsa da un delicato pathos, sulla distanza troppo breve che separa l’amore onesto dalla prostituzione.

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20 dicembre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Farinella “Vaticano: a proposito della finta donazione del cardinal Bertone”

Che scandalo! Ma l’ingordigia di Bertone è solo una vistosa pagliuzza rispetto alla trave invisibile che favorisce, a danno della dignità, della salute e dei beni delle persone. Bertone non deve sforzarsi molto per impersonare il “bad cop”; così facendo aiuta il “good cop”. La sua donazione è per lo studio delle “malattie rare”. Ottima cosa sulla carta. In pratica le malattie rare sono puntate perché, prevedendo deroghe ai requisiti di approvazione dei farmaci, offrono uno spiraglio per affari colossali (1). E’ in corso un’offensiva per la deregulation a favore di Big Pharma che fa leva anche sulle “malattie rare” (2). Col cavallo di Troia dei bambini malati, e la scappatoia delle orphan drugs, si venderanno “nichebuster”: farmaci non adeguatamente testati, e quindi con maggior probabilità inefficaci o dannosi, a prezzi altissimi, per le malattie comuni; come è già accaduto.
Questi però sono discorsi aspri e tristi, poco gradevoli mediaticamente; invece lo spettacolo del Prete Cattivo che non prevale sulle Forze del Bene impersonate dai Preti Buoni è godibile e appagante.

1 Drugs for rare diseases: mixed assessment in Europe. Prescrire International, 2007. 16: 36.
2 “Adaptive licensing” or “adaptive pathways”: Deregulation under the guise of earlier access. Brussels, 16 October 2015, Joint briefing paper. www.prescrire.org

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20 dicembre 2015

Blog de il Fatto

Commento al post “Bambin Gesù, Bertone: “Mio è gesto di beneficenza. Contro di me santa alleanza. Su ospedale operazione a mia insaputa”

Bertone, e l’ospedale pediatrico del papa, pongono l’enfasi sulle malattie rare mentre queste sono usate come stratagemma dall’industria e dalla finanza per aggirare i controlli e vendere farmaci poco efficaci, poco sicuri e costosissimi*. Bertone chiede misericordia per sé, ma lui e le gerarchie che all’apparenza gli si oppongono mostrano di averne per le persone comuni e gli ammalati quanto i banchieri e gli speculatori coi quali così collaborano.

*Drugs for rare diseases: mixed assessment in Europe. Prescrire International, 2007. 16: 36. “Adaptive licensing” or “adaptive pathways”: deregulation under the guise of earlier access. Brussels, 16 October 2015, Joint briefing paper. Prescrire.

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28 gennaio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Bioetica, Papa Francesco: “La Chiesa non rivendica alcuno spazio privilegiato” “

La biomedicina è corrotta da una ricerca del profitto che il liberismo sta rendendo spasmodica; e il clero, coi suoi interessi in campo sanitario, è tra i grandi beneficiari delle colossali speculazioni sulle malattie e sulle paure e le sofferenze legate alle malattie. La bioetica ha spesso un ruolo di appoggio, giustificativo, e a volte propagandistico, alle innumerevoli frodi dell’attuale medicina, mentre evita di guardare ai punti cruciali. I preti, con le loro conoscenze teoriche e pratiche sull’etica e sul mondo, potrebbero avere un ruolo di denuncia. Credo che le parole del papa sulla “rinuncia a un ruolo privilegiato” della Chiesa sulla bioetica vogliano dire che non saranno certo loro a fare i guastafeste; e che faranno disciplinatamente la loro parte, in un’impresa che è oggi la forma religiosa più convincente e più redditizia, in cambio della loro quota di bottino.

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2 febbraio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Adriana Faranda a corso di formazione per magistrati. Che protestano: “Assurdo” “

“Tra il materiale sequestrato ai brigatisti Valerio Morucci e Adriana Faranda dopo il loro arresto (29 maggio 1979) c’era l’indirizzo e il numero telefonico dell’abitazione di monsignor Marcinkus, nonché l’indirizzo e il numero telefonico di padre Felix Morlion (agente della Cia), ai quali l’autorità giudiziaria non ha mai rivolto alcuna domanda”. “Per confutare la perizia sulla mitraglietta Skorpion utilizzata per uccidere Moro, Valerio Morucci e Adriana Faranda si sono avvalsi di un perito di parte legato al servizio segreto militare: tale Marco Morin, estremista di destra, appartenente a “Gladio”. (Sergio Flamigni, La tela del ragno e Convergenze parallele).

La Faranda alla scuola dei magistrati? L’ambiguità della situazione riflette l’ambiguità della grande maggioranza dei burocrati giudiziari, che mentre vanno dicendo di essere colleghi di Alessandrini e Occorsio stanno invece allineati e coperti rispetto ai poteri che muovevano i fili allora e continuano a muoverli oggi. E’ una presenza proficua per i giovani giureconsulti: li aiuta ad apprendere l’arte di articolare le categorie reali con le categorie dichiarate, che sono tra loro opposte e incompatibili. Ed e’ istruttivo anche per il pubblico.

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7 febbraio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. Lenzi “Incontri tra ex terroristi e vittime? Ancora troppe nuvole coprono la verità”

I poteri che propagarono la paura di un terrorismo autonomo, che in realtà pilotavano, ora si giovano di questo fare assumere ai familiari in aggiunta alla posizione, sacrosanta, di vittime in quanto congiunti il ruolo improprio di rappresentanti esclusivi e indiscutibili dei cittadini come vittime degli effetti politici di quelle strategie violente. La paura terroristica è tramontata; ma i poteri egemoni che la vollero non sono inattivi; continuano, indisturbati, a dare ordini. Si perpetuano e si facilitano i loro affari criminali, oggi sotterranei anziché vistosi, con questa falsa riduzione ad una riconciliazione tra ribelli in buona fede e le vedove e gli orfani su un passato lontano. La squallida classe dirigente che mantiene per loro conto l’Italia a pelo d’acqua è anche il frutto di quella stagione che si vorrebbe sepolta; e delle interferenze, che hanno mutato forma senza perdere in efficacia, che si vorrebbero inesistenti. Invece di riscritture romantiche e edificanti ad uso dei vincitori sarebbe utile al Paese guardarsi la piaga cancrenosa. Si dovrebbero raccontare i terroristi come utili idioti, quando non collaborazionisti. E es. di come il fascismo agì sulla vedova Matteotti per normalizzare l’assassinio del marito; comparando ciò all’attuale ruolo normalizzatore dei familiari delle vittime. Invece di preti che mantengono torbide le acque costruendo epiloghi luminosi, servirebbe un’analisi storica che chiarisca le complicità del clero.

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10 marzo 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. La Cara “Fondazione Theodora aiuta con i suoi clown i bambini in ospedale: “Il sorriso è un diritto per ogni malato” (Foto)”

Graffit: Mi è venuto subito in mente il manifesto futurista del controdolore di A. Palazzeschi, il cui punto 8 è: “Trasformare gli ospedali in ritrovi divertenti, mediante five o’ clock thea esilarantissimi, café-chantants, clowns. Imporre agli ammalati delle fogge comiche, truccarli come attori, per suscitare fra loro una continua gaiezza. I visitatori non potranno entrare nei palchetti delle corsie se non dopo esser passati per un apposito istituto di laidezza e di schifo, nel quale si orneranno di enormi nasi foruncolosi, di finte bende, ecc. ecc.”  Applicato a bambini degli ospedali pediatrici è da standing ovation al superlativo.

@ Graffit: A me invece è venuto in mente un recente articolo di esperti in “financial engineering” e oncologi di Harvard e del MIT che propongono di istituire mutui ipotecari specifici per fare pagare negli anni ai pazienti le costosissime cure mediche *. Uno di loro, Weinstock, ha fatto l’esempio delle cure con cellule CAR-T per la leucemia linfoblastica pediatrica, il più frequente tumore infantile, commentando che questi pazienti giovani avranno una lunga vita per ripagare il debito. (Ma le cure accorciano l’aspettativa di vita dei sopravvissuti dei tumori pediatrici). Ciò costituirebbe un incentivo a imporre farmaci sempre più costosi, ammettono gli autori. E anche un incentivo a sovradiagnosticare tumori nei bambini per trarne una rendita. In Europa il SIOPE, un piano strategico sui tumori pediatrici, parla di sviluppare trattamenti – e diagnosi – con l’industria dei farmaci. Palazzeschi era uno spirito gentile e un po’ balzano. Qui si tratta di pelli di agnello su affari lupeschi. Infatti i preti come lei sono pronti col turibolo a spandere fumo; e a partecipare agli affari carnivori che si nascondono dietro la maschera degli ingenui pagliacci.

* Nelson R. Can’t Afford the Cost of Cancer Drugs? Get a Mortgage. Medscape, 1 marzo 2016. Montazerhodjat V, Weinstock DM, Lo AW. Buying cures versus renting health: Financing health care with consumer loans. Science Translational Medicine, 24 febbraio 2016.

Graffit: Ben vengano nuove terapie efficaci, auspicabili a costo zero o previdenzialmente coperte. Le Dottoresse e Dott. Sogni possono essere buoni coadiuvanti psicologici, utili quanto i placebo, ma benevoli dispensatori di buon umore neofuturista.
Solo i preti come lei possono credere che io sia un prete, anziché un sacerdote di tipo luterano appartenente al popolo regale e sacerdotale, di cui parlano le sacre scritture. Come re del popolo regale vado sempre in giro con la corona in testa: i bambini del Bambin Gesù mi farebbero festa, altri la festa.

@ Graffit. Mi scusi se ho leso la sua regalità. Pensavo fosse un’aureola invece lei porta solo una corona. Penso che sì, i poveri bambini degli ospedali pediatrici la festeggerebbero; ci vorrebbe qualcuno adulto che mettesse da parte il clima puerile e fiabesco, favorevole ai business illeciti della medicina, che i sacerdoti con la corona etc. come lei alimentano, e li sottraesse alle vostre “feste”.

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15 marzo 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Pipitone “Augusta, Curia chiede dimissioni del prete che legge in chiesa i nomi dei morti per inquinamento. E la città si mobilita”

Non per nulla i preti chiamano “gregge” la gente. Il gregge prima ha applaudito le industrie inquinanti, l’invasione della chimica con la sua carica cancerogena, senza volere sentire nulla sugli aspetti negativi. E ora applaude l’essere condotto verso l’industria del cancro con allarmi ad hoc e scenette come questa del prete coraggioso osteggiato dal vescovo cattivo; senza voler sentire nulla dei pericoli di sovradiagnosi e di cure fraudolente legalizzate.

Un cardinale di Palermo, il mantovano Ruffini, incluse Tomasi di Lampedusa tra i maggiori mali della Sicilia, accanto alla mafia (della quale però disse anche che era un’invenzione dei comunisti). Forse perché i primi gattopardi sono i preti; che stanno lavorando per l’introduzione dell’oncologia di massa al Sud, mentre l’economia peggiora, l’industria convenzionale viene smantellata e le pensioni degli anziani come fonte di reddito per le famiglie si vanno riducendo. Una rivoluzione apparente che farà sì che tutto resti come prima, o peggiore di prima.

17 marzo 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Pipitone “Augusta, ritirata la richiesta di dimissioni di don Palmiro Prisutto: il sacerdote che legge i nomi dei morti per inquinamento resta al suo posto”

Un prete predica in chiesa che ognuno è condannato a morire di cancro, dovuto invariabilmente all’inquinamento industriale, essendo in corso “un vero e proprio genocidio”. In Spoon River gli epitaffi svelavano la verità; non servivano a diffondere gli inganni dei vivi tramite i morti.

L’epidemiologia è oggi uno strumento di persuasione, che serve il business. Sia nascondendo rischi, come quelli delle lavorazioni industriali; uno dei suoi fondatori, sir R. Doll, autore dello studio che dimostra che il fumo causa il cancro del polmone, in seguito, pagato segretamente dalla Monsanto per 20 anni (1500$ al giorno), minimizzò il rischio cancerogeno degli inquinanti ambientali e dei prodotti chimici. Sia gonfiando e distorcendo i “fattori di rischio”, con allarmismi che hanno portato a crescite esponenziali nel consumo di prodotti medici.

Per i cittadini è un danno sia il minimizzare il rischio tumori da inquinamento, come avveniva soprattutto ai tempi dello sviluppo economico coi democristiani; sia l’esagerarlo e l’enfatizzarlo, come avviene oggi, sotto il liberismo, quando si vogliono rastrellare pazienti per l’oncologia, una delle poche industrie mai in crisi e sempre in crescita, che bada a sfruttare il cancro piuttosto che a guarirlo. I preti, ben addentro al business medico, si conformano al corso storico. Buona fortuna a chi crede che l’epidemiologia dei tumori dal pulpito sia contrapposta ai grandi interessi in gioco; e che il vittimismo passivo sia un buon affare.

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26 aprile 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Papa Francesco, preghiera-invettiva alla via crucis. Contro preti pedofili, terroristi, corrotti, indifferenti”

Le parole dei preti sono spesso come quelle piante belle ma cariche di sostanze nocive. Così come si può ammirare un oleandro in fiore ma non si deve mangiarlo (20 casi di intossicazione all’anno riportati in Lombardia), si possono apprezzare le parole che ricordano valori che il corso storico – al quale il clero è come sempre ben allineato – vuole siano demoliti; ma occorre guardarsi dallo scambiare queste liriche per sincere dichiarazioni di intenti.

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27 marzo 2016

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Commento agli auguri di Pasqua del vescovo di Brescia Luciano Monari

Le parole dei preti sono come quelle piante belle ma cariche di sostanze letali. La speranza che predicano è della stessa famiglia di quella dello slogan “Food, health and hope” adottato da una potente multinazionale che ha, fondatamente, fama sinistra. Chi accumula oro spesso batte la moneta della speranza. Meglio il Credo senza resurrezione e senza campane, ma fresco e pulito, di T. Huxley: “Nessuna fede, pochissima speranza, e il massimo della carità che si riesce a dare”.

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28 marzo 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Chiesa, effetto Bergoglio anche sulle confessioni”

Il problema è spesso costituito da chi si confessa, da chi si sgrava la coscienza e trova un accomodamento morale che lo fa ripartire più vispo di prima, non meno che da chi gli fornisce questo servizio impartendo il sacramento. Sul danno sociale, sulla cronicizzazione del malcostume (a partire dal malaffare mafioso) provocati da pratiche di assoluzione da parte di un potere parallelo che ne trae indebiti vantaggi, vedi “La bolla di componenda” di Camilleri. V. anche “ ‘A confessione ‘e Taniello” di R. Petra, marchese di Caccavone, su una nota più leggera, sul reale gradiente morale tra confessore e penitente.

@ pregiudicati. Ho avuto un’educazione cattolica, e a catechismo andavo bene; né questa mi sembra la peggiore delle disgrazie, non illudendomi sulla incapacità degli uomini di vivere senza l’appoggio di una qualche illusione. Quello che dico deriva dalla constatazione empirica di come si comportano nel mondo i preti; e dei danni che provocano. Inclusa la loro pretesa di scambiare per questioni spirituali, per “religione”, per discorsi sulla divinità, tecniche di manipolazione e sfruttamento terrene. Mentre nella realtà la sacrestia sovrasta il tabernacolo.

@ pregiudicati. Poi sono cresciuto e ho visto che questa storia del “pentimento” soggettivo che permette di farsi “assolvere” se ci si rivolge alle persone giuste è un sostituire i doveri verso gli altri con il rapporto col proprio ombelico; che favorisce il lassismo morale per chi si metta sotto la protezione dei preti; fino a divenire un rilascio di patenti di ribalderia (v. Camilleri).

@ pregiudicati. Hai ragione, l’albero si riconosce dai frutti. Il clero ha venduto componende a Mussolini (“l’uomo mandato dalla Provvidenza”), poi ai democristiani, a Berlusconi, ora ai piduini. Papa Bergoglio di recente ha lodato come “grandi d’Italia” Napolitano (massoneria e finanza internazionale) e Emma Bonino (Soros), emissari di poteri che agli italiani non vogliono troppo bene. Non so se questa sequenza ininterrotta di piaghe per te è reale a sufficienza.

@ pregiudicati. C’entra col potere che il clero si arroga di giudicare secondo opportunità il bene e il male, e di assolvere e appoggiare chi è abbastanza furbo da allearsi a lui, a scapito del popolo. Forse preferiresti che parlassi di casi come quello della signora che nei neocatecumeanali, che praticano la confessione pubblica nell’assemblea, prima stupì confessando il suo adulterio. E poi lasciò esterrefatti, e anche un po’ divertititi, quando 15 giorni dopo tornò a lamentare di essere ricaduta nello stesso peccato. E continuò così. La lavanderia opera a livello micro e a livello macro.

@ pregiudicati. Sembrava più un caso dove il “chiagne e … “ così frequente tra i credenti era letterale. Comunque, stai equiparando le donne con una relazione extraconiugale ad alcolizzate gravi, da guarire dalla “dipendenza”. Già gli Alcolisti Anonimi sono criticati per tendere alla patologizzazione per quella che è realmente una dipendenza; e per tendere al cultismo. Secondo il Vangelo, Cristo con l’adultera ebbe un’altra mano. Poi c’è l’Anonima Banchieri; e quelli non li curate dal peccato, ma ci peccate assieme.

@ Vicv71. I reati vanno prevenuti e puniti. Il facile lavaggio dell’anima favorisce il commettere di continuo quell’oceano di abusi e scorrettezze, anche gravi, che rendono ingiusta la società; e anche la commissione di reati. Inoltre, come componente di quell’elemento della cultura cattolica che esagera l’attenzione allo stato spirituale dell’offensore a scapito dell’attenzione al danno all’offeso e alla società, favorisce l’impunità anche sul piano giudiziario.

@ Vicv71. Ti dici d’accordo sulla prevenzione dei reati, ma difendi pratiche che li favoriscono. Non è che per “prevenzione” tu intendi la sorveglianza occhiuta su chi si oppone ai sacri affari? La confessione non è elencata nel codice tra le attenuanti, quindi, dici, non ha rilevanza sullo stato della giustizia … La mentalità cattolica, e anche l’influenza politica cattolica, influenzano anche l’amministrazione della giustizia. Posso fare esempi personali; ma su Il Fatto settimane fa ho osservato che i magistrati mentre a suo tempo – al tempo di “papa pochino” (Aldo Moro) – trascurarono di indagare perché la Faranda e Morucci avevano numero di telefono e indirizzo di casa di Marcinkus e padre Felix Morlion (agente della CIA), oggi la loro fine sensibilità li spinge a invitare la stessa Faranda a tenere banco alla scuola per magistrati (invito ritirato dopo le proteste). L’unione di argomenti emotivi e formalismo che presenti è tipica. Di comune applicazione nella vita reale, permette di distorcere l’azione giudiziaria a fini particolari.

 @ Vicv71. Perchè cambi le carte in tavola? Non ho detto che una confessione religiosa possa influenzare un procedimento penale. Ho detto che il clero ha vari strumenti, anche culturali, come l’istituto dell’assoluzione morale rilasciata da un esponente di un centro di potere privato, per influenzare la concezione comune delle responsabilità personali, e il livello di giustizia. Un istituto questo sì abbastanza assurdo da un punto di vista razionale rispetto alle responsabilità personali; che viene infatti riportato come una comicità nei paesi non cattolici. Tu parli di una cosa diversa da quella di cui parlo io: parli dello “straw man” che hai allestito. Camilleri conclude la Bolla di componenda col commento di Sciascia che una carta del genere non si troverà mai; ed è questa assenza ciò a cui tu ti stai appellando.

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11 aprile 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. Patitucci “Obesità infantile, ecco i batteri nemici del fegato. “Future terapie saranno basate su probiotici personalizzati” “

Dagli ottocenteschi postulati di Koch si è arrivati ad annunciare al pubblico di avere individuato come patogene delle specie batteriche avendo riportato una variazione della loro frequenza nelle feci. Un’affermazione che appare come lo sviluppo ai nostri giorni non della scienza, ma degli incredibili cavilli dei gesuiti denunciati da Pascal nelle Lettere Provinciali. Sembra che nell’ospedale del Vaticano dotti teologi abbiano stabilito che spacciare una vaga correlazione dal vago significato per l’individuazione di un agente causale – di un’entità patologica a sua volta dai contorni e dal significato tutt’altro che ben definito – e annunciare questo esile falso come una valida base per medicalizzare bambini e riempirli di lucrosi prodotti farmaceutici, non sia peccato.

@Cleofe e York. Il concetto è che l’industria medica inventa o esagera nuovi stati patologici, e attribuisce loro una – falsa – causa precisa, per vendere farmaci e altri prodotti e servizi medici. Per fare questo si calpestano i criteri logico scientifici che servono a definire le malattie, a individuare le loro cause e a stabilire se nuove cure sono realmente efficaci e sufficientemente sicure; mentre si ricorre a campagne di propaganda mediatiche. I dettagli tecnici richiedono la conoscenza sia dei criteri, sia dell’ambito biologico e clinico della nuova malattia che viene lanciata; sia ormai delle tecniche di propaganda. Un buon inizio, volendo capire, è l’articolo “Selling sickness: the pharmaceutical industry and disease mongering” di Moyniham et al, BMJ 2002. 324: 886. Ci sono – oltre alla cattiva fede di chi è interessato – resistenze psicologiche e culturali alla comprensione. E’ di recente uscito uno studio che mostra come in UK le persone non conoscano e abbiano difficoltà a comprendere il concetto di sovradiagnosi, che è un importante aspetto di queste manipolazioni della medicina a danno dei pazienti (Ghanouni et al. A survey of public definitions of the term ‘overdiagnosis’ in the United Kingdom. BMJ Open. 2016.).

@Cleofe e York. Nell’articolo di Patitucci si dice, o si lascia chiaramente intendere, che sarebbero i batteri a provocare un effetto patologico. E se ne desume, citando gli autori dello studio, che occorre trattare i bambini, agendo sui batteri. Ma una associazione, ammesso che vi sia, non è necessariamente causale. Stabilire la causalità biologica è piuttosto arduo; e prima ancora, bisogna definire in maniera accurata e precisa l’effetto, cioè la malattia, sulla quale si lanciano allarmi e si vuole intervenire. “Laici” e “credenti” sono oggi accomunati dal non rispettare queste procedure, a favore di una medicina molto più facile, superficialmente appagante, e redditizia.

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9 maggio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Migranti, la Cei a Renzi: “Valutare i permessi di soggiorno umanitari: 40mila invisibili sfruttati in Italia” “

Aveva ragione Primo Levi: anche nella sventura ci sono i sommersi e i salvati. Ma quelli che il clero fa passare per sommersi sono in realtà i salvati, inoculati coattivamente nelle nostre società per un cinico disegno. I sommersi, assenti nei discorsi da piazzisti sulle asserite motivazioni “etiche” di queste deportazioni inverse, sono le moltitudini lasciate nei paesi di provenienza, a morire di fame, e di sfruttamento occidentale, o sotto le bombe. In questa etica appiccicaticcia gli esclusi, i dannati, divengono persone solo quando sono in movimento, “migranti”, e diretti qui. Chi resta fermo nelle sue terre o va nella direzione non desiderata non esiste. Così finiscono tra i sommersi anche gli italiani svantaggiati, che vengono ancor più messi ai margini per fare spazio a questa tratta delle popolazioni.

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1 giugno 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Migranti, Cei: “No a hotspot su navi”. Alfano: “Non possiamo accogliere tutti”. Lega: “Chiesa usi i soldi dello Ior””

censurato

Un tempo vi erano dei miserabili che mutilavano e storpiavano i bambini per renderli più efficaci come mendicanti, muovendo a pietà col loro aspetto. Ne “L’ opera da 3 soldi”, di Brecht, Geremia Delatore, che gestisce con la violenza il racket dei mendicanti, spiega a Sgranfigna l’arte di usare storie compassionevoli per “smuovere il buon cuore dei passanti”: “sfornito di mezzi e abbandonato a me stesso… come il rottame di una nave in balia del mare”.  Il naufragio è un’immagine potente.

Appare che questi annegamenti, per la maggior parte evitabili dalla stessa macchina organizzativa che va a prendere i migranti e ce li porta in casa, abbiano la stessa radice, servendo a dare una giustificazione morale all’immigrazione forzosa; così che degli assassini, dei corruttori di popoli, sembrino angeli misericordiosi, e chi li critica mostri di malvagità.

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12 giugno 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Regis “Aldo Moro, verso via libera alla beatificazione. Il postulatore Giampaolo: “Quasi concluso l’iter canonico” “

Moro non fu affatto un santo; ma fu un martire. Era uno statista, figura di politico che oggi i giovani non conoscono nemmeno nelle sue forme più sbiadite. Una battuta vuole che la diplomazia vaticana sia nata quando Pietro negò per la terza volta di conoscere Gesù. Pietro poi si fece crocifiggere capovolto, si riporta; mentre i preti badano a restare coi piedi per terra. Sono capaci di consegnare uno dei loro – uno dei pochi che metteva in predicato l’asservimento delle greggi italiche al tiranno – ai sicari del tiranno. E poi sostenere che il tradito fosse un santo, atteggiandosi ad anime pie e a vittime. Per meglio continuare a tradire. La chiesa del dodicesimo apostolo, ma priva di rimorsi, che fende così la sua via nella storia.

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10 luglio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Migranti, Francesco: “Il mio prossimo è anche chi ha fede e nazionalità diverse e che vogliono cacciare” “

Il prossimo non è solo chi è “prossimo”, cioè vicino, ma anche chi è distante. Questa è la copertura poetica. La realtà è che stanno facendo come il marito che picchia la moglie e fa il galante fuori.

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19 agosto 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Meeting Cl, Mattarella all’inaugurazione: “Spostamenti migratori non si risolvono con un cartello che vieta l’ingresso”

Andrebbe piuttosto rivalutato il valore delle giuste separazioni. Es. un Presidente della Repubblica non dovrebbe esortare a spalancare le frontiere a masse senza arte né parte in cerca di fortuna; e dovrebbe astenersi dal varcare la soglia del gran convegno di un forte gruppo di interesse come CL. La sua partecipazione è anche un insulto – modesto – ai cittadini che sono vittime dell’affarismo spregiudicato di questa specie di massoneria clericale; ed è un endorsement che rafforza le mura e allarga il fossato di un castello di signorotti, dei quali favorirà aggressività e convinzione di impunità. Ho l’impressione che Sergio Mattarella sia più affine al padre che al fratello Piersanti nel definire liberi pascoli e muraglie invalicabili.

@ Mauro. C’è da sperare che gli italiani comprendano in interiore homine che sarebbe nel loro personale e urgente interesse avere governanti validi e che li rappresentino. Il confronto tra il catalogo attuale – nessuno escluso – e i tempi che ci attendono dovrebbe fargli venire brividi di paura, se non di sdegno; e spingerli a drizzare la schiena, piuttosto che impetrare il Soffio divino.

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14 settembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Melito Porto Salvo, per l’arcivescovo di Reggio non è solo ‘ndrangheta e omertà. “C’è un problema di educazione sessuale””

L’arcivescovo di Reggio Calabria ha ragione: questa disgraziata vicenda ha diverse sfaccettature. Una è data dagli appoggi istituzionali di cui godono gli Iamonte (e naturalmente dai servizi che gli Iamonte rendono ad alcune operazioni istituzionali; magari di concerto con loro omologhi di pedigree lombardo). Ne è un esempio lo stesso intervento dell’arcivescovo, che ingigantendo l’aspetto sociologico riduce un lungo periodo di reati contro la persona, una reiterazione di comportamenti malvagi e vili, a espressione delle storture della società. Forse riadattando un sermone sulle discoteche, Fiorini Morosini considera che la violenza di gruppo, il soggiogamento della vittima, l’intimidazione implicita verso il resto del paese siano un riflesso del diffuso orientamento alla vita gaudente. Una questione di “mancata educazione sessuale”. Sono ragazzi che volevano giocare e divertirsi. Il prelato ha già provveduto a fargli fare una ramanzina. In carcere: l’edonismo imperante deve avere contagiato anche i preti di Melito, che non hanno aperto gli occhi alle vittime della società da liberi, e anzi parteggiano per loro. Ma è acqua passata: è dalla Chiesa, che è l’opposto della mafiosità e dell’arretratezza culturale, che la popolazione tutta deve ricevere – come ha ricevuto per tanti secoli – educazione sessuale e lezioni sulla buona vita. Il capo del clero reggino conclude che, a fini pedagogici, sulla vicenda occorre spegnere luci e microfoni.

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29 settembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. Lenzi e C. Pecora “Uno Bianca: perdonare i terroristi non è solo difficile, è impossibile”

Le pressioni per il perdono possono contenere una valenza aggressiva che prolunga e inasprisce l’offesa invece di cancellarla. In alcune circostanze l’invito a praticare il perdono può derivare da un cinico calcolo di potere, quando non da perfidia. L’insistenza dei preti sul perdono dei responsabili di violenze dalla torbida matrice fa venir in mente che il cardinale Mazzarino nelle sue lezioni di tecnica del potere consiglia, per vendicarsi di qualcuno, di figurare estranei facendolo colpire da terzi e poi obbligare l’offeso a perdonare l’offensore. Il fedele servitore del Re Sole raccomanda inoltre di assicurare l’impunità agli esecutori.

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13 ottobre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Papa Francesco: “Non è cristiano chi difende Gesù e vuole cacciare i rifugiati. L’ipocrisia è il peccato più grave di tutti””

Da bambino, tanti anni fa, leggevo Famiglia Cristiana. Nelle prime pagine il direttore rispondeva a quesiti dei lettori. Mi colpì una sua risposta: “Nel Vangelo non c’è scritto di essere fessi”. Credo che nel Vangelo non ci sia scritto neppure di ascoltare chi ti vuole fare fesso in nome di Gesù.

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26 ottobre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di D: Marceddu “Gorino, il parroco: “Chi sono io per giudicare? Nessuno ha avvisato per tempo. Qui mancano i servizi””

Eh no. Comodo dissociarsi e atteggiarsi a mezzo difensore del gregge quando alla fine anche una popolazione molle come la nostra fa resistenza. Le solite doppiezze dei preti. I preti sono tra i principali promotori di questa invasione, e sono loro che anche sul territorio ne devono rispondere. E’ a loro, ai parroci come ai prelati, che si deve chiedere non un giudizio morale, ma conto e ragione degli sfaceli causati da questa manovra disumana travestita da atto umanitario.

@ Giovanni Cammarata. E’ lei che fa confusione tra il credere e non credere in Dio e le responsabilità umane di una questione terrena. Si può anche essere sinceri credenti e respingere gli inganni degli uomini con la tonaca. Lei si dice ateo, che sarebbe comunque irrilevante, ma mette di mezzo Dio nel difendere le evidenti complicità dei preti in un’operazione sporca. E’ un ateo SAM, “Sono Ateo Ma…” una frequente figura del marketing di questo pontificato.

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26 ottobre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Chiaramonte “Lettera agli abitanti di Gorino, con mia profonda vergogna”

Fare il tifo per l’immigrazione forzosa porta a un doppio vantaggio: servire il potere e allo stesso tempo apparire virtuosi e moralmente superiori. Paghi uno e prendi due. Un affare irresistibile al discount del pensiero unico liberista per quelli che non vogliono o non possono spendere molto.

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26 ottobre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Migranti, il Papa: “Chiusura non è soluzione ma favorisce traffici criminali. Tutti siamo chiamati ad accogliere” “

Le migrazioni sono un fenomeno storico non nuovo ricorda Bergoglio. Anche le inondazioni a scopo bellico, le invasioni, le occupazioni, non sono una novità. L’immigrazione forzosa fatta subire a un popolo – il nostro – probabilmente avrà dei precedenti, e forse un nome specifico. In Unione Sovietica di spostavano etnie e gruppi sociali a piacimento. Nulla di nuovo sotto il sole, inclusa la benedizione dei papi alla violenza e al sopruso.

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27 ottobre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. D’Auria “Guerrina Piscaglia, una condanna senza corpo della vittima. Gratien ‘prete deviato’ per forza”

Purtroppo si può manipolare anche coi metodi dello “scienziato empirista” che D’Auria esige: si possono portare esempi di come in biomedicina siano indebitamente invocati in senso probatorio o restrittivo a seconda dell’interesse. Un libro di metodologia scientifica (MacMahon B Pugh TF. Epidemiology principles and methods, 1970) osserva che la cautela in assenza di prove dirette è lodevole, ma non dovrebbe essere spinta a estremi irrealistici, e cita a riguardo Thoreau: “ci sono evidenze circostanziali molto forti, come quando trovi una trota nel latte” [Thoreau si riferiva alla possibilità che il latte fosse stato annacquato].

@mauriziorosso. No trota? Sicuro? Comunque parlo dei principi dell’epistemologia applicata. Non dei ghirigori coi quali mandare assolto il prete di Kinshasa.

@ mauriziorosso. Non sto discutendo il merito delle sue premure verso il prete condannato per l’omicidio del’amante. Sto contestando il livello di prova che qui si afferma essere necessario nei casi pratici e gravi della vita, come il riconoscimento degli effetti avversi di una terapia o in un giudizio penale. I prelati che negarono che il cannocchiale di Galilei funzionasse sostenendo che ciò che si vedeva potessero essere artefatti applicavano questa obiezione strumentale (sottodeterminazione di Duhem), che spinge verso il piano metafisico questioni che sono in realtà fatte di terra e di fango. Una strategia che viene tuttora tirata fuori quando serve, in vari campi, spacciandola per “metodo scientifico”.

@ mauriziorosso. Ma io non faccio l’avvocato (né lei è il giudice) e non voglio partecipare al processo parallelo o al processo del processo che lei tiene a imbastire a favore del suo già ben protetto assistito. Io contesto che si possa invocare il “rigore” a piacimento e senza limiti quando fa comodo. Per di più in nome della “scienza” o di un ideale di scientificità. Lo dice es. anche l’autrice di un recente editoriale sul New England Journal of Medicine nel rispondere a chi si oppone in nome del rigore metodologico alla denuncia del problema, poco presentabile, delle sovradiagnosi di massa da screening: “Rather than focusing on statistical issues and study design, we should move forward by agreeing that overdiagnosis does occur, even though the exact percentage of overdiagnosed cases remains unknown”. (Elmore JC. Solving the problem of overdiagnosis. 13 ott 2016). Lorenzo Tomatis osservava che vi è un doppiopesismo nel rigore richiesto alle prove scientifiche a seconda che i risultati convengano o meno. Trovo logicamente infondata, e pericolosa, la tesi dalla quale deriva che il fare sparire un’evidenza, es. un cadavere, conferisce una automatica impunità. E per la quale si può creare “evidenza” sopprimendo le critiche. Sono contro questa “epistemologia del plinto di cemento”, che è adottata dai senza scupoli di tutte le razze e di tutte le casacche.

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1 novembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di N. Carnimeo “Minori non accompagnati: un bimbo migrante sta per affogare, lo salviamo o no?”

Segnalo l’articolo “Non sono poveri e non scappano dalla guerra né dalla fame”, che riporta un’intervista ad Anna Bono, docente di storia e istituzioni dell’Africa all’Università di Torino. Su Appello al Popolo, 29 ott 2016. Stiamo importando imboscati, più che bisognosi.

Gli annegamenti sono prevenibili, visto che la breve traversata è gestita e monitorata coi mezzi dello Stato. Gli annegati, quelli veri e quelli inventati, sono usati per fare figurare l’immigrazione forzosa come una questione di soccorso a dei naufraghi. I magistrati su queste morti annunciate guardano dall’altra parte. Quello che possiamo fare per salvare bambini dall’annegamento è riconoscere che sono usati come scudi umani dai sostenitori di questa violenza degli sbarchi camuffata da atto umanitario. Vanno salvati togliendoli di mano a chi come l’articolista li solleva e li tiene sospesi fuori bordo per ricattarci e fare arrivare altri finti profughi da mantenere.

@Vlad Tepes. Non conosco l’autrice, e non ho nulla a che spartire con fondamentalisti e fascisti. Qualcosa sul merito di ciò che questa esperta scrive? Qualche autore di quelli che hanno la sua approvazione che dimostra che dice il falso, che “accogliamo” secondo un criterio etico-razionale, cioè accogliamo quelli che ne hanno più bisogno? La piramide dell’età con la divisione per sesso degli immigrati, della popolazione italiana, delle popolazioni di provenienza, delle popolazioni bisognose? Sono calunnie di fasci e di fanatici che vi sia un forte eccesso di giovanotti da discoteca e una scarsità di soggetti fragili, di anziani, malati, sfollati da bombardamenti? Comunque Bergoglio è al servizio di Soros. Posso provarlo, applicando il suo schema logico: Bergoglio porta i calzini; chi lavora per Soros in genere non va in giro senza calzini. Se ne deduce infallibilmente che Bergoglio è al servizio di Soros. Purtroppo la burbanza di quelli come lei non si limita a questo modo di ragionare, che si chiama fallacia del medio non distribuito.

 @Vlad Tepes. Sono io che devo rimostrare sotto casa di Soros? Ma vada lei a prendere istruzioni. Cavolata per cavolata, perché non organizzate un sistema di scambi: per ogni 5 gagà neri che manteniamo uno come lei viene proscritto in Africa, a sfogare lì il suo spirito samaritano. Mediamente non ci perderemmo nello scambio; forse il livello umano del Paese migliorerebbe. Certo immettere in quel continente martoriato quelli del suo stampo sarebbe una vera crudeltà nei confronti delle popolazioni stanziali. E di tutto l’ecosistema. Fiutata la sua presenza gli elefanti si metterebbero a barrire scuotendo il capo; grandi mandrie di gnu si darebbero alla fuga.

 @Vlad Tepes. La Rochefoucauld osservava come è curioso che i preti mentre predicano la povertà accumulano grandi ricchezze. Analogamente, molti di quelli che predicano l’immigrazione forzosa in nome di principi umanitari sono facili al disprezzo e all’insulto verso chi critica i piani che servono. Probabilmente i due paradossi sono collegati, riguardando le stesse figure, e la differenza tra ciò che dicono e ciò che vogliono. Ma in fondo la mancanza di rispetto per chi non riconosce la asserita superiorità di certe carità pelose copre una mancanza di rispetto – non sempre immotivata – per sé stessi.

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2 novembre 2016

Blog de il Fatto

Commento al post “Papa Francesco: “Migranti, l’Europa non si deve spaventare. Ma i governanti abbiano prudenza per integrare bene””

Gli italiani non dovrebbero spaventarsi, ma preoccuparsi, e opporsi, come fanno gli altri europei. E’ da incoscienti non preoccuparsi di questa inoculazione di disordine, discriminazioni, ingiustizie, tensioni. Sostenuta dal clero tramite la grottesca deformazione dei principi cristiani a favore del disegno liberista, che non vuole comunità forti di cittadini, ma una poltiglia di sradicati da manipolare. A proposito dell’avvicinamento ai luterani, si può dire che la chiesa oggi vende indulgenze alla degenerazione dello spirito capitalista.

2 novembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Migranti, Papa Francesco: “Europa non si spaventi. Disumano chiudere le porte””

E’ disumano ignorare i problemi dei popoli in difficoltà, derubarli, sfruttarli, bombardarli, fomentare guerre invece di aiutarli razionalmente in loco. Ma è pure scarsamente umano, è una caricatura ghignante della solidarietà, l’imporre porte aperte per masse di giovani bighelloni africani, spesso della classe media ci dicono gli esperti, lasciando nella disperazione chi dentro e fuori i confini ha veramente bisogno, e danneggiando le nostre strutture sociali, perché i vari potentati ne traggano profitto.

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6 novembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Giubileo dei carcerati, Papa Francesco: “Ipocrita chi vede la prigione come unica via”. E chiede un “atto di clemenza””

Pubblicato al 2° tentativo 6 ore dopo il primo

I consueti ammiccamenti del Vaticano alla malavita.

7 novembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Marietti “Giubileo dei carcerati, ha ragione Papa Francesco”

Il reale problema delle carceri, in un Paese dove lo Stato non rispetta i cittadini “liberi”, è una cosa. Il non erigersi a Dio e non fare un inferno di quei centri di dolore che raccolgono chi ha creato dolore è una questione reale, che rientra nella tutela della civiltà di un Paese. Il fare di questo problema un pretesto per aprire le porte delle carceri è un’altra cosa, di natura opposta: un negare la necessità inevitabile della punzione certa a tutela della convivenza civile, un altro erigersi a Dio esercitando l’arbitrio, accordando impunità, se non anche patenti di corsa, a delinquenti di fascia bassa per meglio preservare la propria impunità di fascia alta; e seminare così paura e disordine, per trarne potere a spese dei cittadini.

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7 novembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Politi “Migranti, la Chiesa può accogliere ma serve la Politica. Che latita”

L’affermazione che sarebbe la Chiesa ad “accogliere”, da “buon Samaritano” secondo Angelo Scola (CL…), ricorda quel tale che si presentò a casa di un conoscente sostenendo di avere fatto il voto di venire a mangiare gratis a casa sua per tre mesi, e di doverlo soddisfare avendo ricevuto la grazia implorata. Questa non è accoglienza, è introduzione forzosa di popolazioni straniere a vantaggio dei poteri parassitari e a danno del popolo.

8 novembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Migranti, don Vigorelli: “O siete di Salvini o siete cristiani”. Il segretario del Carroccio: “Episodio vergognoso””

Un falso dilemma gesuitico. Se non siete per la cinica operazione di darwinismo sociale camuffata da pietà cristiana dei preti, allora siete per le sparate fascistoidi – e a salve – della Lega. Sullo scaffale dei pensieri precotti del supermarket mediatico stanno solo questi due prodotti, entrambi tossici.

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13 novembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Papa Francesco: “Inaccettabile scartare le persone”. Oggi chiudono le porte sante”

“Non puoi mangiare l’arancia e buttare via la buccia. Un uomo non è un pezzo di frutta” (Willy, il mediocre e disperato protagonista di “Morte di un commesso viaggiatore”). Che sia “inaccettabile scartare le persone” lo sappiamo. Ce lo ricordano mentre praticano una eugenetica politica, importando a forza e favorendo determinati tipi di persona – non le più svantaggiate – non per bontà ma perché più adatti come sudditi rispetto ai loro affari. Trattando così interi popoli come se fossero vari cumuli di frutta di loro proprietà, da selezionare, scegliendo e scartando, per riempire le cassette come gli conviene.

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16 novembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Don Ciotti contro l’Europa: “I muri non risolvono i problemi. Investimenti si fanno nella direzione giusta””

E’ deludente sentire il celebre prete antimafia parlare per slogan, e anzi ripetere gli slogan di Renzi. Ora c’è l’opposizione ai muri; a certi muri ovviamente, non ai loro, che anzi vengono rafforzati. Non più frontiere nè confini. Ma una posizione così radicale non dovrebbe essere definita, spiegata e argomentata? Quando a lanciare slogan contro i muri sono i preti dalle loro posizioni blindate, insieme ai liberi muratori renziani, con le loro imbarazzanti pretese di superiorità, e a coloro che lucrano sull’immigrazione forzosa (inclusi i mafiosi, che su questo stanno con don Ciotti) mi viene in mente Ezechiele. Non il profeta ma Ezechiele lupo, quello dei tre porcellini, che pure avrebbe condannato come atto di egoismo e slealtà l’uso della muratura.

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30 novembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. Salvadorini “Corsi de il Fatto Quotidiano: il giornalismo scientifico deve essere critico, non megafono della scienza”

Riguardo all’uso della medicina e della “scienza” per fare uscire mafiosi dal carcere, segnalo che secondo notizie giornalistiche a Cosenza sono in corso trattative che coinvolgono il vescovo Nolè e il direttore del carcere Benevento per estendere alle fasce deboli e ai detenuti lo screening per il carcinoma della prostata. Lo screening col PSA o succedanei – v. Ablin, “Il grande inganno della prostata” – non identificando realmente il cancro della prostata ha reso senza necessità impotenti e incontinenti molti che vi si sono sottoposti. E’ infatti in via di ritiro in USA. Ma è un business colossale. Da un lato, i carcerati poveri diavoli, che sono in una posizione di soggezione, potranno subire pressioni per fare da carne da cannone. Magari con la prospettiva che una diagnosi di cancro e la conseguente mutilazione portino ad alleggerimenti di pena. Dall’altro, è da notare che, in funzione dell’età, la biopsia alla quale il test del PSA conduce può mostrare positività per cancro con frequenza elevatissima (oltre il 50-60% dai 50 anni di età). Si e proposto di non chiamare più “cancro” tali reperti istologici. Questi falsi positivi potrebbero fornire un appiglio giuridico a detenuti potenti, provvisti di complicità istituzionali, per evitare la cella; salvo non farsi operare, e non finire quindi ”limp and leaking” (“floscio e gocciolante”) visto che sta prendendo piede il “watchful waiting” invece della prostatectomia.

@ Monocalpo. E infatti non è previsto e non si dovrebbe. Stiamo parlando di imbrogli che possono favorire altri imbrogli. Non pensi che l’etichetta di malato di cancro possa avere un suo peso, tra gli argomenti addotti, davanti a un tribunale di sorveglianza?

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6 dicembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Papa Francesco si rivolge a preti e vescovi: “No alla doppia vita come Giuda””

Più che il pastore che lascia le 99 pecorelle per quella smarrita, i preti ricordano un pastore che si metta d’accordo coi lupi.

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17 dicembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Politi “Papa Francesco, 80 anni amari. In Vaticano è sempre più sotto attacco”

Il papa ieri nel circondarsi di bambini malati, seguiti al Bambin Gesù, si è soffermato sulla piccola Noemi, ora in lista d’attesa per una terapia sperimentale dell’opedale pediatrico vaticano; mettendole in testa la sua papalina. E’ toccante, ma il cappello papale non è il rifugio più sicuro per un bambino malato. E’ invece un ottima copertura per forze che nella ricerca amorale del profitto si comportano come orchi. Nel 2013 papa Francesco aveva usato Noemi per patrocinare Stamina*. Collabora così ad un’operazione di diseducazione e regressione culturale: la traslazione della medicina verso il magico, con la medicina ristretta a quella “scientifica”, in realtà commerciale e corrotta, magia buona, e alle medicine “antisistema”, in realtà ciarlataneria classica aggiornata, magie dubbie o cattive. Un riarrangiamento analogo a quello già architettato nel ‘600 per legittimare la magia dai gesuiti contro i quali si scagliò Pascal nelle Lettere Provinciali. Lunga e sana vita a Bergoglio, come a chiunque. Ma bisognerebbe considerare anche la salute e la longevità delle persone comuni e dei bambini vittime di operazioni che sotto mentite spoglie sono più vicine, nelle finalità, nelle pratiche e nei tradimenti istituzionali, all’Argentina di Videla o alla Sicilia del cardinale Ruffini che al Vangelo.

*Stamina, il Papa un giorno intero al fianco di Noemi, in attesa di nuove cure. Corsera Brescia, 6 nov 2013.

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30 dicembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Sfregola “Pranzo gratis per i poveri? Sì, solo se italiani. Quando la carità è nazionalista”

Pittore ti voglio parlare
Mentre dipingi un altare.

Tra tanti angioletti neri
Metti anche un angioletto bianco

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1 gennaio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Papa Francesco: “Abbiamo un debito con i giovani, li obblighiamo a emigrare e mendicare lavori che non esistono”

Lacrime di coccodrillo. Non sono un buon segno, perché i coccodrilli cattolici piangono non solo dopo avere mangiato ma anche prima di un nuovo pasto.
@ graffit. De te fabula narratur. In effetti parlo anche per esperienze personali, conoscendo il clero, che con la sua famelicità sta riducendo l’Italia a una riserva di caccia per coccodrilli con la lacrimuccia e squali inespressivi.
@ graffit. Buon per lei. Solo che il suo hortus conclusus si alimenta anche creando disordine all’esterno, cioè a spese altrui.
ccc
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21 gennaio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Terremoto Centro Italia, “turbina utilizzata per pulire percorso della processione”: polemica a Montemonaco”

Nel Buon governo, e nelle buone religioni, su questioni materiali come il soccorso per una bufera di neve, o la ricostruzione dopo un terremoto, l’Uomo precede Dio. Dio, se esistesse e fosse come dicono, non avrebbe difficoltà a lasciare che il salvataggio di un cristiano abbia priorità rispetto a un rito di adorazione; a dare priorità al ridare un tetto ai mortali rispetto al ricostruire un sontuoso tempio per celebrare Lui che vive nell’eternità. Nel Cattivo governo, e nelle cattive religioni, Dio viene usato per bestemmiare l’Uomo.

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26 gennaio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di O. Lupacchini “‘Il concilio d’amore’, tra Dio e il Papa si salva solo il Diavolo”

Ai tempi di Panizza la sifilide faceva paura, e non sorprende che per l’ingenuo iconoclasta rappresenti la vigoria di Satana. Allora erano in tanti a morire pazzi o dementi con la neurosifilide, considerata una manifestazione avanzata della sifilide. Oggi quel genere di flagello appartiene alla storia delle malattie; è scomparso a causa della cattiva medicina, ha scritto Lewis Thomas, perché la delicata spirocheta, che dà la sifilide, è stata immersa in “un aerosol di penicillina” da uso indiscriminato di antibiotici.

O anche perché con l’avvento degli antibiotici si è smesso di trattare la sifilide con mercurio e arsenico, che erano le vere cause della neurosifilide, provocando un avvelenamento cronico con esiti tardivi peggiori della malattia naturale, secondo P. Duesberg. Duesberg vede nell’errore dei medici ottocenteschi un precursore storico delle manipolazioni iatrogene con le quali oggi come allora si condannano a un inferno in terra masse di persone. Non c’è bisogno di calarsi in pozzi bui e viscidi per arrivare al Male. Inutile alzare il pugno e maledire il Cielo, o sbeffeggiare chi millanta di esserne portavoce. Anche il Diavolo è un’ipotesi non necessaria. Ciò che chiamiamo Male è in noi e tra noi, diffuso, in una miscela corrosiva diluita ma permanente composta di stupidità, paura, autoinganno, hubris, avidità e quant’altro. Assume a volte forme concentrate; più spesso in chi comanda, o veste la talare, la divisa, la toga o il camice bianco.

@ Helvetius. Sinceramente, da ciò che scrivi non credo che tu sappia in cosa consista lo studio; e credo che ciò che chiami “studiare” non sia, una volta lasciati i banchi delle elementari, un’attività da raccomandare.

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27 gennaio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Corlazzoli “Giorno della Memoria, Auschwitz raccontata dai 18enni: “Quei muri sono come quelli che si vogliono alzare oggi” “

Un paragone che dà del nazista sterminatore a chi è contrario all’immigrazione forzosa. Non rispettando così neppure le vittime di quella tragedia. I muratori razzisti che allora eressero i muri dei ghetti e dei lager per segregare coloro che consideravano inferiori sono piuttosto simili ai muratori autorazzisti che oggi vogliono abbattere ciò che abbiamo costruito per trasformare la società in un’immensa tendopoli, sovrastata dai castelli dei signori.

@ Grazia Rove. La carta che gli resta da giocare è quella pretesca del tentare di suscitare ad ogni costo, senza andare per il sottile, un senso di colpa, per quanto infondato, che faccia presa almeno sulla parte più suggestionabile dell’uditorio; con accuse grottesche e spudorate verso chi non accetta l’assurdo di un travaso dall’Africa all’Italia.

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6 febbraio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Augusta, don Prisutto e i morti per inquinamento: la Spoon River di Sicilia in un documentario”

Tra i prodotti velenosi emessi dalle industrie ce n’è uno particolarmente prezioso per gli speculatori: la paura. La paura della malattia, che spinge le persone verso l’industria medica. Attribuire tutte le morti per cancro a fonti puntuali di inquinamento è un’operazione scorretta, che trova la sua ratio nella valorizzazione di quell’inquinante potente che è la paura. Don Prisutto, esponente di una chiesa che è nel lucroso business della medicina commerciale, si trova a fianco di altre figure “etiche” nell’alimentare credenze distorte sulle malattie a danno della popolazione e a favore del business. Considerare solo i pericoli, reali, dell’inquinamento industriale, gonfiandoli con una retorica accattivante oltre le loro pur rilevanti dimensioni e ignorando le altre cause, e nascondere l’interesse a spingere verso i reparti di oncologia, con le loro false diagnosi di massa spacciate per prevenzione e le cure poco efficaci, pesanti e costosissime per i cancri veri, è come educare i bambini ad attraversare una strada a due sensi di circolazione e molto trafficata guardando solo da un lato anziché sia a sinistra che a destra.

@ FrankVa. Hai ragione sui pericoli dell’ignoranza. Il lato buono di quanto scrivi è che mette in luce la differenza, che andrebbe rimarcata, tra inquinamento ed esposizione. Non è vero che accertato che una sostanza è dannosa si può mettere “punto e basta”, congratularsi con sé stessi per il proprio raziocinio e senso civico e andare a mangiarsi una cassata. Anche un fornello da cucina o un accendino accesi possono causare orribili danni se l’esposizione ai loro gas è troppo ravvicinata. Bisognerebbe vietarli? La tossicità intrinseca è una cosa, l’esposizione è un’altra, gli effetti reali sulla salute un’altra ancora. Una conseguenza del confondere tra inquinamento ed esposizione è che spesso, in conformità a interessi illeciti, si nascondono gli effetti nocivi sui lavoratori o altri soggetti che siano direttamente esposti e allo stesso tempo si impaurisce eccessivamente la popolazione generale. Il rischio viene nascosto oppure esagerato dai don Prisutto in funzione dell’interesse. Un recente studio australiano mostra come i medici sottovalutino gli effetti avversi delle medicine. Il cui consumo beneficia da queste campagne di paura. Il danno da inquinamento va valutato sugli effetti sulla salute, data l’esposizione, non sulla tossicità potenziale. Forse invece di magliette, foulard, parodie di Spoon River, denunce di genocidi e professioni di oggettività bisognerebbe mostrare evidenze valide e, deposta la sicumera e riconosciuti gli interessi palesi e quelli nascosti, ragionarci.

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13 febbraio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Pedofilia, Papa Francesco: “Chiedo umilmente perdono alle famiglie delle vittime. Saremo molto severi””

“Il saggista politico W.R. Mead ha indicato un disservizio più sottile nell’attenzione mediatica ai preti pedofili. Nel dare notizia di preti pervertiti i giornalisti presumibilmente credono di sollevare la questione più ampia del crollo morale di una delle istituzioni spirituali più antiche e influenti. Tuttavia, come Mead nota, l’attenzione ossessiva ai preti pedofili mette in ombra problemi della chiesa dalle conseguenze molto più estese. Cita in particolare la corruzione dei partiti politici che la chiesa ha supportato in Europa, e la perdita di fedeli. Questi temi sono più difficili da coprire per la stampa, specialmente in modo che il pubblico li trovi interessanti. Eppure sono indicatori molto più pertinenti del declino e della corruzione della chiesa che non i preti pedofili”. *

La scandalosità degli abusi di preti su bambini può essere usata per distrarre dal contributo del clero allo sfruttamento, all’impoverimento, e al degrado delle condizioni di vita che colpiscono personalmente ognuno di noi.

*Glassner B. The culture of fear. 2010.

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27 marzo 2017

Blog de Il Fatto

Commmento al post “Benedizioni a scuola, per il Consiglio di Stato “sono legittime se fuori dalle ore di lezione e se facoltative”

Più che un atto religioso un avviamento alla vita reale, alle sue ipocrisie e genuflessioni. Grazie al Consiglio di Stato, che se ne intende, i ragazzi possono venire plasmati alla legalità reale. “A scuola ero il miglior ultimo della classe. Le mie vacanze erano sempre in pericolo. Mi salvavo all’ultimo. 9 in Religione”. (Marcello Marchesi).

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31 marzo 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Alatri, la preghiera davanti al locale. Il vescovo: “Che la vendetta non crei altri deserti””

Se davvero c’è questo pericolo, speriamo che ad Alatri, dopo che si è permesso che una scelleratezza venisse compiuta, non si aggiunga la scelleratezza della vendetta. Ma il discorso del vescovo, che subito rimprovera i cittadini per colpe non commesse e difende, da potenziali future violenze, gli assassini, appare obliquo. C’è la capacità, come Manzoni diceva di don Abbondio, di saper trovare sempre un torto nella parte offesa; qui la comunità. Più ancora, appare riflettere la costante preferenza dei preti per Caino. Il clero mentre recita la predicazione della non violenza si avvale anche dei prepotenti, dei violenti, dei criminali; dall’esercito dei raccomandati, tanto molesti quanto vili, alla malavita come la banda della Magliana; dalle dittature sudamericane alle istituzioni dello Stato “democratico”, sulle quali esercita la sua pesante influenza. Da sempre la Chiesa offre asilo e aiuto ai violenti, e procura loro impunità, sapendo che ne trarrà vantaggi. Vuole che le persone siano gregge, spaventate e docili. Due categorie apparentemente opposte sono affini nella ricerca del potere e nell’uso della paura per ottenerlo. Infatti tendono ad allearsi. Mussolini, nello stringere il patto tra camicie nere e tonache, disse che la potenza della Chiesa si fonda sulla paura. Lo riporta Ernesto Rossi, in un libro il cui titolo non andrebbe scordato: Il manganello e l’aspersorio.

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14 aprile 2017

Youtube

Commento agli auguri di Pasqua 2017 del vescovo di Brescia Monari

Per la Pasqua hanno messo una stazione della Via Crucis sotto casa. Una croce addobbata con una stola bianca; scaricata da un furgone della Caritas, guidato da un nero, che mentre passavo ha imballato il motore spargendo il tanfo dei gas di scarico. Quei due pezzi di legno ortogonali indicherebbero un’entità superiore all’Uomo. A me la croce imposta e l’incensiere diesel hanno fatto venire in mente David Lazzeretti, il Cristo dell’Amiata, visionario sincero, messo a morte perché troppo umano.

v. Spezzano della Sila, 15 aprile 2017. In :I professionisti della metamafia

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1 maggio 2017

Blog de  Il Fatto

Commento al post “Migranti, altro che morti in mare. La colpa è delle Ong cattive: parola di Luigi di Maio”

Pierberry: Lo si dice anche per il cancro…….

@ Pieberry: In effetti ci sono analogie e legami tra le due varietà di benefattori, e tra le due varietà di traghettamento di denaro del pubblico in tasche private: “Si vede che non solo gli antitumorali somministrati [costosissimi] sono stati uno spreco di risorse, ma anche che sono inefficaci e provocano tossicità non necessaria sui pazienti”. A. Aggarwal, autore del recente studio “Do patient access schemes for high-cost cancer drugs deliver value to society?—lessons from the NHS Cancer Drugs Fund”. Annals of Oncology, 2017. 0:13.

Pieberry: Ma vada a ….scopare il mare con una scopa di saggina!

@ Pieberry: E’ giusto che ci vada lei, che può camminare sulle acque, essendo di quelli cui la santità conferisce capacità sovrannaturali. Basta vedere come riuscite a moltiplicare le pagnotte e i branzini.

Pieberry: Signore perdonalo perchè non sa quello che dice.

@ Pieberry: Signore, le nostre colpe sono grandi, ma non ci meritavamo la confusione delle lingue e la dispersione dei popoli come per la Torre di Babele. Permettimi di farTi osservare che gli scellerati che lavorano per Babilonia, a nostre spese, sostengono di agire in Tuo nome. Potrebbe essere un caso di millantato credito: forse non Tu, ma qualche altro signore, gli ha dato “un assegno della sua presenza”.

Pieberry: A quanto ammontava l'”assegno”?

@ Pieberry: Mysterium fidei. Possiamo farcene un’idea considerando il giro d’affari (C. Marincola. Ecco i fondi per i migranti un miliardo va alla Chiesa. Il Messaggero, 28 aprile 2017), che porta ad escludere che il corrispettivo dei benefici ricevuti ammonti a soli 30 denari.

Pieberry: Quelli sono riservati ai traditori

@ Pieberry: E’ vero. Le maschere vuote, che recitano qualsiasi copione e non hanno rimorsi, si fanno pagare bene.

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17 maggio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Migranti, Gratteri: “Al cara cibo insufficiente e soldi alla ‘ndrangheta. Cose veramente tristi””

Sono “cose veramente tristi”; tristi almeno cinque volte. 1) Tristi perché conseguenza di un’immigrazione forzosa che estende sfruttamento e degrado sociale all’Italia a favore degli stessi interessi che portano guerre e depredazioni nel mondo. Questo parassitismo primario è come un tronco dal quale si ramificano altre cose tristi: 2) Veniamo obbligati a fornire ogni giorno il cornetto col cappuccino e gli altri due pasti a schiere di giovanotti nullafacenti, scelti da chi ha imposto questa invasione, voltando le spalle a popoli martoriati e alla povertà e disoccupazione nostrane (parassitismo discriminatorio). 3) Si traveste una violenza epocale con nobili ideali, trascurando i ragionevoli doveri verso i popoli in loco e sostituendoli con una “accoglienza” deformata oltre il suo campo di applicabilità fino all’assurdo (misericordia simoniaca, che spaccia valori e principi come poteri magici benefici per poi lucrarci). 4) Al seguito dei grandi predatori pasteggiano le solite iene, mafiosi, politici, preti (parassitismo mafioso). 5) Ci si spella le mani nell’applaudire la retata, riconoscendo alle istituzioni che ci tradiscono legittimità in cambio del contentino di una puntata dell’eterna saga mafia-antimafia; illudendoci che l’accettata con la quale i CC e Gratteri hanno potato uno dei rami, finora lasciato prosperare, sia un colpo al tronco della malapianta, che invece viene protetta e curata.

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18 maggio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. Patitucci “Corea di Huntington, speranze dalla terapia genica. La senatrice a vita Cattaneo: “Mai più discriminazione”

In generale, etica della ricerca e cultura cristiana dovrebbero convergere nel tenere l’aspetto etico e quello tecnico separati e distinti. Oggi invece ricercatori e clero cercano la promiscuità. Le malattie gravi inducono a compassione e impongono obblighi di solidarietà. E’ divenuta prassi stimolare ad arte la compassione per rendere credibili le promesse di cura, sostituendo la plausibilità biologica con spot lacrimevoli (bayesanesimo fraudolento). La gravità di una malattia, la sua crudeltà e lo stigma, l’impulso a combatterla, non hanno nulla a che vedere con la possibilità materiale di curarla; ma spesso sono usati, invece che per spingere alla migliore assistenza possibile, per legittimare prodotti hi-tech, basati su teorie di comodo architettate dal business, piuttosto che dalla scienza al servizio della compassione come si vuole fare credere. Presentare casi commoventi, o creare un caso morale*, sono tecniche usate dalle ditte di marketing per aiutare i loro clienti a vendere farmaci costosissimi che non funzionano. E’ divenuta comune l’affermazione di voler “destigmatizzare” per propagandare un prodotto medico carente; es. è stata usata per la colonscopia virtuale**.

*Eichacker PQ et al. Surviving sepsis – Practice guidelines, marketing campaigns, and Eli Lilly. NEJM, 2006. 335:16.
**As radiologists push for “virtual” colonoscopy coverage, risk of misleading readers is real. Health News Review, 12 set 2016.

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22 maggio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Gentilini “Tumori infantili, l’Italia detiene il triste primato in Europa”

Lo studio citato commenta sull’incremento dell’incidenza mondiale dei tumori infantili del 20% in 20 anni: “Cancer statistics in high-income countries might be influenced by overdiagnosis of some cancers detected by non-invasive imaging and screening tests, including neuroblastoma, thyroid cancer, melanoma, and kidney cancer. “. Non lo studio, ma la dr.ssa attribuisce l’incremento all’inquinamento; e il primato italiano di tumori infantili ad una maggiore corruzione che causerebbe più inquinamento. L’inquinamento è tra le cause di cancro; ma mentre lo si sbandiera non si dovrebbe ignorare la possibilità, ormai nota, che nel differenziale rispetto ad altri paesi giochi la sovradiagnosi. Sovradiagnosi favorita dai continui allarmi sui miasmi dell’inquinamento. E in Italia catalizzata – narrazione per narrazione – dal pietismo peloso di un paese cattolico: per i tanti santocchi (inclusi quelli non praticanti o non credenti) l’immagine del bambino nelle grinfie del cancro, che consente sviolinate caramellose che portano a intascare indebitamente soldi e riconoscimenti, è una tentazione. Così forte che se il cancro il bambino non ce l’ha non si moderano nello sfruttare i diversi appigli disseminati dalla medicina “scientifica” per inventarlo impunemente.

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15 giugno 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Papa Francesco contro la corruzione: “E’ una bestemmia, un cancro che logora le nostre vite. Bisogna combatterla insieme””

Sia Peppino Impastato sia Bernardo Provenzano erano contro Gaetano Badalamenti. Impastato perché era contro la mafia. Provenzano come mafioso concorrente. Si può essere contro la corruzione per ragioni morali e come vittime; oppure come competitori. La grande distribuzione è ostile ai liberi bottegai; analogamente la corruzione tradizionale, dove ogni disonesto, fino all’ultimo assessore del piccolo comune, può rubare per casa sua quanto gli riesce, non è ben vista dai poteri forti. Il loro interesse è di ridurre il cancro della corruzione per espandere la tisi dello sfruttamento legalizzato. Tramite la tassazione a loro vantaggio, mentre i servizi pubblici sono privatizzati; la svalutazione continua dell’identità personale e comunitaria e dei diritti, il dissodamento del tessuto sociale per la monocoltura del suddito-consumatore, le grandi frodi istituzionalizzate della medicina. Addossando poi la colpa alla mafia perdente. Il clero prospera nel regime di corruzione, e prospererà anche in quello dello sfruttamento legalizzato.

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17 giugno 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Corruzione e mafia, il Vaticano pensa alla scomunica. “L’illegalità calpesta la sacra dignità della persona””

I mafiosi non tollerano che la delinquenza comune operi a piacimento nel territorio che sfruttano. Il clero e i “50 magistrati” sono alleati contro la corruzione delle mazzette ma sono a favore dello sfruttamento legalizzato, tramite il potere dello Sato, a beneficio delle banche, delle multinazionali e degli altri privilegiati. I preti predicano con sussiego il “rispetto per la dignità della persona” e intanto vanno in risciò, con noi che li trainiamo pagando anche le loro tasse, e anzi pagando a loro le decime. I magistrati combattono la corruzione delle mazzette, e agitano l’eterna lotta alla mafia, ma favoriscono lo sfruttamento da parte dei poteri forti; a volte con favoritismi che mostrano come certi lauti stipendi siano bustarelle legalizzate.

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17 giugno 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Corrotti e mafiosi, ecco l’iter della scomunica promessa dal Vaticano. Obiettivo: farla entrare in vigore nel 2018”

Che il ricco faccia pagare le sue tasse al povero, e che invece di versare per intero le tasse dovute ne incassi parte, come fa il clero in Italia, a quanto pare non rientra nella corruzione. Invece di limitarsi alla corruzione si dovrebbe considerare l’intero spettro di atti coi quali si può trasgredire il settimo comandamento.

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13 luglio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Cei, Galantino risponde a Renzi: “Aiutarli a casa loro? Non basta. È un modo per scrollarsi di dosso le responsabilità””

L’imporre un’operazione di ingegneria etnica che ristruttura – malamente – la composizione della popolazione esorbita dai poteri costituzionali. Va considerato come un atto illegale e ostile verso il popolo italiano, da parte dei governanti e da parte di altre forze che li comandano come la CEI.

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15 luglio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di P: Gomez “Papa Francesco: e se ci governasse lui? L’editoriale di Peter Gomez su Fq Millennium”

Un po’ come spegnere il fuoco con la benzina o curare l’anemia con le sanguisughe.

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5 novembre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco, gli estimatori ‘impensabili’ del Pontefice”

Luigi Berlinguer, già rettore dell’università di Siena, ministro dell’istruzione e riformatore in senso liberista dell’università, segretario generale della conferenza dei rettori, è stato citato a esempio della “metà dei rettori iscritti alla massoneria”*. L’affinità e i legami tra i massocomunisti e il papa globalista non sono affatto “impensabili”, e anzi sono prevedibili. Berlinguer, uno dei mandarini responsabili dell’attuale condizione del Paese, si definisce “rozzo attivista da strada”. Gli italiani dovrebbero smettere di credere ai fumetti. Con Bergoglio il potere veste i panni dell’opposizione ai propri misfatti, mentre ha cura di rendere l’opposizione autentica “desaparecida”.

*Carlucci D, Castaldo A. Un paese di baroni. Truffe, favori, abusi di potere. Logge segrete e criminalità organizzata. Come funziona l’università italiana. Chiarelettere, 2009. Pag. 139.

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16 novembre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Pasciuti “Fine vita, Francesco è la vera ‘classe dirigente’: indica la strada senza curarsi della convenienza”

Quello che è buono non è nuovo e quello che è nuovo non è buono. Il buono è l’identificazione dell’accanimento medico a fine vita o in condizioni di malattia estreme e crudeli. Il nuovo è l’appoggio alla liberatoria culturale e giuridica per un maggiore arbitrio medico su vita e morte. Es. il Liverpool Care Pathway in UK, dove la soppressione di anziani, volta ridurre la spesa, ottenuta applicando buoni protocolli di fine vita anche a chi non stava morendo, è stata ricompensata in denaro. Non c’è contraddizione con la pretesa assurda e macabra di “curare” Charlie Gard: il medesimo fine, il profitto, impone a seconda delle circostanze che si curino i morti e si uccida chi non vuole morire. E’ ovvio che il clero abbia saperi e capacità politiche di gran lunga superiori a quelli dei figuranti messi a gestire lo Stato. Ma è patetico credere che i preti non predichino secondo la loro convenienza. Sono puntuali nel posizionarsi secondo il loro interesse, e la campagna sul libero morire ha – come decenni fa quella sul libero amore – finalità economiche, più che di emancipazione. Oggi accorre sbarazzarsi di cittadini non redditizi. Si lecca la mano che porta al macello, mentre si tacciono i tetri calcoli sul controllo della popolazione. E’ stata meno ipocrita Lady Warnock, filosofo moralista consulente del governo UK: per lei chi soffre di demenza “ha il dovere di morire” perché costa troppo.

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24 novembre 2017

Blog de il Fatto

Commento al post “Migranti, Papa: “I politici che fomentano la paura seminano violenza razzista””

Gli stranieri alla ventura immessi a forza sono come le biglie di un mulino a biglie. Ad essere frantumata e macinata sarà la popolazione locale, togliendo legami comunitari, diritti, identità, ricchezza. La globalizzazione non vuole comunità forti, ma una massa di singoli deboli e incolori.

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6 dicembre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Giambartolomei “Bologna, sarà vietato concedere sale comunali a chi discrimina in base all’etnia, alla religione o al sesso”

Ci sono due modi di svilire l’umanità dei singoli e delle etnie. C’è quello fascista classico, per il quale ci sarebbero individui e “razze” superiori e inferiori. E quello globalista, che furtivamente sostituisce al principio di uguaglianza, al principio di pari dignità umana, quello apparentemente simile, ma opposto negli effetti, di interscambiabilità. Il principio che le persone e le etnie sono così uguali da essere interscambiabili. Per il principio di interscambiabilità lavoro, casa, spazi sociali, riconoscimento di cittadinanza, li possono avere l’individuo e il gruppo che li hanno costruiti, che ne sono tessuto costitutivo, come pure li può avere chiunque altro, venuto da qualunque posto. Secondo decisioni prese e imposte dall’alto. A chi si oppone all’ideologia dell’interscambiabilità globalista, e ai metodi coercitivi coi quali viene attuata, viene cucita addosso la stella nera del razzismo.

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14 dicembre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Marfella “Terra dei Fuochi non è una fake news. Il report di Regione Campania è incompleto”

Le evidenze dovrebbero essere indipendenti dalle asserite virtù di chi le presenta. Il biostatistico Allison ha chiamato “white hat bias”, “bias del cappello bianco”, il distorcere l’informazione scientifica in nome del ritenersi “dalla parte giusta”. E l’iscrivere chi dissente nella parte sbagliata.

Per di più, i buoni col cappello bianco e i malamente che rapiscono i bambini in culla lavorano per lo stesso impresario. Si sta distillando un prezioso sottoprodotto dell’inquinamento, la paura delle malattie, separandola dalla verità sull’effettiva entità del fenomeno, dalle responsabilità e dalle conseguenze antieconomiche. Sia De Luca, magnifico esempio di feudatario, tanto brillante nel rintuzzare i rivali quanto ossequiente ai poteri superiori, sia Patriciello, emissario di un clero che si occupa di vendere greggi di pecorelle, hanno interesse a mantenere la paura free-floating, che giustifichi il business delle bonifiche e spinga le persone nel business dell’oncologia. E allo stesso tempo ad evitare conseguenze negative su altri settori dell’economia, come l’agricoltura e la ricerca sconsiderata del profitto nel business dei rifiuti. L’incertezza sollevata inscenando il duello salva capre e cavoli.

Don Diana non meritava di essere chiamato maestro di questo peccato di superbia interessata, l’indossare il cappello bianco; né di questo genere di sceneggiate, il contrario del parlare chiaro che porta a ricevere non consenso ma la violenza dei malvagi.

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21 dicembre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Papa Paolo VI sarà santo: “Individuato un miracolo compiuto dal Pontefice”

Papa Pochino (“il papa ha fatto pochino”, A. Moro, prima dell’esecuzione) era legato a massoneria e servizi; e ai loro affari sporchi. Da Paolo VI a Telethon, la santità, l’eroismo, gli altissimi valori sono un camuffamento dei predatori. In biologia viene chiamato “mimetismo aggressivo”. La differenza tra l’aureola pubblica e la verità picea ricorda quegli ordigni innescati che vengono nascosti in pucciosi peluche per farli esplodere nelle mani di bambini.

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31 dicembre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Zanfino “Si gela, italiani e migranti assieme occupano hotel nel centro di Cosenza. “Il Comune? Quest’anno nemmeno i container””

Ezechiele lupo non vuole che i 3 porcellini abitino ciascuno in una casa in muratura. Così di porcellini ne fa arrivare altri 3, sullo stesso appezzamento e quindi per gli stessi mezzi di sostentamento, in modo che finiscano tutti e 6 in baracche e capanne. Quando penso al genere di società per la quale il clero e i suoi accoliti stanno spingendo, e alle pressioni per regalare agli immigrati il denaro ottenuto spremendo i piccoli proprietari di case, o per regalargli direttamente le case permettendo occupazioni, mentre il primo padrone di immobili, il clero, gode di lauti privilegi fiscali, mi viene in mente il palazzo vescovile di Noto, che torreggiava accanto alla cattedrale superbo in mezzo alla miseria e alla disperazione narrata da Verga nei suoi racconti. Sarà contenta la curia di Cosenza, che vede le prime avvisaglie del degrado, del livellamento verso la povertà, dell’arbitrio che si fa legge, che stanno venendo perseguiti tramite l’immigrazione forzosa e l’uso anticristiano di princìpi morali cristiani.

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1 febbraio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Leucemia, bimbo di 4 anni curato con la terapia genica. È la prima volta in Italia”

@ Fausto Noce. Ha ragione. La versione cartacea de Il Fatto va oltre, titolando “terapia genica salva bimbo di 4 anni”. Si tratta di hype propagandistico per i farmaci oncologici “innovativi”, che sul piatto dei benefici moltiplica ad arte il peso di un dato che sul piano scientifico, ed etico, non permette i Te Deum intonati da tutto l’arco dirigenziale, dalla Lorenzin al giornale di Gomez e Travaglio; dando la falsa impressione che le nuove costosissime terapie oncologiche, che qualche volta sembrano funzionare, nelle condizioni controllate, e artificiose, dei trial (un noto ricercatore, Von Hoff, dice che in molti trial di farmaci oncologici per essere ammessi bisogna essere atleti olimpionici col cancro), costituiscano la fatidica soluzione già tante volte annunciata; mentre occulta i gravi rischi e i fini speculativi dell’immunoterapia e della terapia genica sull’altro piatto. Occulta come queste nuove terapie oncologiche molto spesso non funzionino mentre non di rado massacrano il paziente e possono rendere il cancro decine di volte più aggressivo. “La bilancia falsa è abominio al Signore” (Proverbi).

@ Bobovitz. Voi uomini di scienza lo sapete che a volte un sottoinsieme, definito intensionalmente, coincide con l’intero insieme. Es.: “Dimmi un po’ ragassuolo, tu conosci un certo Mario che abita qua intorno?” “Qui de Mario ce ne so’ cento” “Mo si va bene, ma questo l’è uno che ruba” “Sempre cento so’”. (I soliti ignoti).

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15 febbraio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Marco Cappato, la Consulta depenalizzi l’aiuto al suicidio per motivi umanitari”

Abele. Il suicidio tramite terzi allontana lo spettro del fare la fine della vittima del racconto di Poe “Il barile di Amontillado”. Magistrati e politici illuminati e coraggiosi stanno conducendo una battaglia di civiltà.

Caino. E’ arrivato l’ordine: legalizzare l’eliminazione di persone in base a criteri economici. Media, radicali e magistrati, sensibili ai voleri atlantisti, si sono messi all’opera. Si mostrano casi particolari come questo di dj Fabo dove la soppressione delle restanti funzioni vitali è eticamente difendibile e una deroga, rigidamente circoscritta, ridurrebbe lo sconcio di sofferenze prolungate. Si tace sul vero obiettivo, la massa di vecchietti e malati gravi di ogni età – inclusi sani resi malati dalla medicina – da sfruttare per vendere cure fraudolente inefficaci o nocive e poi buttare come limoni spremuti. In USA ora si criticano le speculazioni commerciali ($3000) sul PAD, physician assisted dying. Da noi si ignorano rozzamente gli interessi e le condizioni che costituiscono l’imbuto che conduce a “scegliere liberamente” il suicidio sostituendolo con un fantoccio, lo “Homo juridicus” padrone delle sue scelte. L’immagine implicita di questi festeggiamenti per la morte facile è quella di Casper del viandante solitario che osserva dall’alto della cima il mare di nebbia. Per molti l’immagine appropriata sarà quella di un insetto che finito nella corolla a imbuto di una pianta carnivora si dissolve al suo fondo, poco importa come.

 @ Dada Cinnok. Sì, siamo figli di Caino. Riconoscerlo può aiutarci a limitare e superare la nostra natura; e a non abboccare a tante predicazioni di amore, bontà, santità, incluse quelle in salsa “laica”, come questo brillante diritto-dovere di aiutare gli altri ad andare a morire ammazzati. In modo da raggiungere e mantenere una convivenza civile, dove non vigano sotto cosmesi etiche, ideologiche e giuridiche le leggi di Caino. Una società basata sulla decenza, che è il minimo accettabile, e salvo casi fortunati anche il massimo cui si può ragionevolmente puntare.

@ Angle. I figli del fratello che ha prevalso assassinando il fratello e ha così diffuso la sua progenie non sono tutti uguali; allora bisogna anche considerare come è distribuita nelle varie componenti della popolazione la loro diversità. Dato lo stratagemma di presentarsi come discendenti dello zio si dovrebbero inoltre comparare due distribuzioni di frequenza, quella apparente e quella reale.

@ Angle. Ah, lei intende in senso letterale. Dio, il Dio il cui nome ricorre spesso nei discorsi dei suoi portavoce, e Satana, se posso usare i vostri termini, hanno in comune questa narrazione della lotta tra bene e male, tra good guy/bad guy, angeli e demoni, santi e scellerati. Quanti fascismi ho visto dietro all’antifascismo, quanto piduismo, la mafia di Stato, dietro all’antimafia, quanta “eversione dall’alto” (cit.) dietro all’antiterrorismo, empietà contro l’Uomo dietro a parole di fede in Dio. Quanta propaganda pro frodi mediche dietro all’antidoping, barbarie di ritorno dietro a battaglie di civiltà come questa del suicidio a domanda, frodi tecniche dietro alla lotta alle ciarlatanerie delle cure alternative. Così, sarà Dio, sarà Satana, quando sento proclamare applicazioni del binarismo bene/male mi chiedo se provengono da quella minoranza di brave persone o dal solito lupo che s’è mangiato la nonna, ne indossa la cuffia e aspetta Cappuccetto Rosso.

@ Angle. L’expertise dei preti sul mondo terreno è straordinaria. E’ stolto credere, come si dice spesso, che, siccome li sostiene la Chiesa, allora si tratta per forza di principi retrogradi e dannosi. D’altra parte, ci si può trovare su posizioni convergenti per motivazioni e finalità diverse. Es. il rispetto della dignità umana vs. il potere che deriva dallo stare in piedi davanti a chi è messo in ginocchio dalla sofferenza. Inoltre il clero è immerso nel business biomedico, per nulla santo, al quale questo liberalizzare – e privatizzare – le cesoie di Atropo è funzionale.

Si fa presto a dire di essere parte di una istituzione Santa. Da bambini, quando dicevamo cosa volevamo diventare da grandi, c’era sempre il più furbo che diceva, invece che il pilota di caccia o il dottore, “il miliardario”. Ma il miliardario non è un mestiere o professione, è un risultato eccezionale. Analogamente questo attribuirsi a priori una “Santità” pare una furbata per bambini. E ancor più col distinguo tra contenitore soprannaturale e contenuto umano. Poi si può credere di essere qualsiasi cosa, e indossare i paramenti più sfarzosi o le vesti più dimesse; ma per me se si vuole essere riconosciuti come interlocutori certo non santi ma credibili, qualunque abito si indossi e intenzione si professi bisogna dimostrare una robusta decenza, cioè il non scendere sotto il livello che comporta il rispetto sostanziale degli altri.

@ Angle. Non dubito che, come per altri gruppi criticati e criticabili – comunisti, fascisti, massoni, pregiudicati etc. – tra i cattolici e nel clero vi siano singoli individui di valore. Anche perché alcuni penso di averli conosciuti, di persona o tramite gli scritti. Ma lei trasfigura una realtà prosaica. Del resto è questa la vostra arte, di operare anagrammi e sciarade sulla realtà per ricomporla in un significato diverso, talora opposto.

@ Angle. Non si dovrebbe citare Dio, usandolo come un “jolly”, per ciò che è spiegabile in termini terreni. Cappato lavora per il liberismo. E quelli che calano “Dio” in continuazione? Lei dice che loro sono doppiamente contrari. A me pare siano contrari a metà. La regolazione delle morti è imposta dall’economia liberista, e il clero sa che chi si mette dalla parte del più forte campa 2000 anni. Serve al business biomedico, alla medicina dei guadagni di Borsa stratosferici, che ha resuscitato sotto il manto dello scienziato forme di magia naturale e promesse di salvezza ancora più arcaiche della novella cristiana. Un business stregonesco tinto di sangue col quale anche il clero si arricchisce. Per di più, la gente, mentre crede che pozioni e gizmo tecnologici la manterranno sempre in forma, si affretta ad accettare che si tiri la spina alla prima prospettiva di soffrire. Così i preti si limitano a un “lip service”. Peccato, perché c’è un clericalismo che specula sul dolore, ma c’è anche una filosofia cristiana che potrebbe dare un contributo positivo, educando a una visione di vita più sobria e forte; a non credere né alle promesse di immortalità terrena, né alle paure e minacce di tormenti degli imbonitori. Potrebbe indirizzare molti sulla strada per affrontare, senza sfuggire – né pretendere di risolverla – la condizione umana.

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27 febbraio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Profughi, corridoio umanitario con l’8xmille. Bambini a Fiumicino, Galantino ai “politici sciacalli”: “Guardateli negli occhi””

Galantino è uno che quando parla a quelli che considera ”il gregge” tende a non distinguere. Nel 2017 ci ha detto che non c’è differenza tra i profughi di guerra e i migranti economici. Distinguere tra chi fugge dai massacri e chi viene qui perché vuole il televisore a schermo gigante per il monsignore è come fare la distinzione tra “morire impiccato e la sedia elettrica”. Ha usato una stessa parola, sfruttandone la polisemia, chiamando nello stesso discorso “disgraziata” Pamela Mastropietro e “disgraziato” il nigeriano che a Macerata l’ha uccisa e depezzata. Ora non distingue tra bambini e cagnolini. Dice severo “guardateli negli occhi” come la signora chiede “non è carino?” del suo Fuffi o come la gattara tratta come suoi figli i tanti micini. La signora e la gattara hanno ritagliato un loro micro-mondo da coltivare riversandovi amore. Disinteressandosi del pianeta vero, che resta all’esterno. Ma chi dice di volere fare il bene non può coltivare bonsai: deve guardare “Il mondo grande e terribile” (Gramsci). I bambini si deve cercare di salvarli tutti, in loco, con azioni politiche; non solo la parte infinitesima portata qui per esibirla in spot dolciastri per meglio accollarci una massa di gente scelta con criteri non umanitari ma di tornaconto. Un uso dei bambini “callous” e stucchevole; e stomachevole se si pensa alla sorte che le stesse forze servite dal clero che impongono a noi l’immigrazione forzosa decretano per i tanti bambini sotto le bombe o alla fame.

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4 marzo 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di E. Ambrosi “Cancro al seno, parlano 200 donne malate: “Non siamo fighe, siamo rottami. Chiediamo una miglior qualità della vita (e una comunicazione giusta)””

In Francia una commissione, che ha compreso cittadini, nominata dal ministero della sanità, ha chiesto l’abolizione o la riduzione dello screening per il cancro della mammella e uno stop alla disinformazione e propaganda (Barratt A et al. Reform of the National Screening Mammography Program in France. JAMA, 30 ott 2017). In Italia si cerca all’opposto di espandere il business. Anche con l’estetizzazione della pesante e dolorosa esperienza del cancro. La presidente dell’Associazione Italiana Oncologia, Stefania Gori, ha lodato la Toffa. Per una voce di donna, con diagnosi di cancro della mammella, che denuncia queste tecniche di vendita avvilenti e disoneste: Ehrenreich B. Smile or die. How positive thinking fooled America & the world. Granta, 2010.

Rivolgersi a Bergoglio come avvocato è finire in ore leonis, perché il clero promuove il business del cancro, al quale partecipa. Ma gli italiani, diceva Montanelli, “vogliono fare la rivoluzione coi carabinieri”. E infatti anche la scelta dello “antisistema” M5S, che ha appena vinto le elezioni, del generale dei CC della Terra dei fuochi al ministero dell’ambiente va nel verso del favorire il business del cancro insieme agli spot della Mediaset di Berlusconi su come è fico avere il cancro e alle bugie sul cancro del governo Renzi (v. La post-camorra. Dai tagliagole alla chirurgia ingiustificata della tiroide).

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12 marzo 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Belve, Adriana Faranda ospite su Nove: “Non ci aspettavamo che la scorta di Moro fosse così impreparata””

Forse non sono la Faranda e c. ad essere “belve”; ma sono mezzecalzette quelli che danno corda agli utili scagnozzi della guerra a bassa intensità e accreditano la tesi di Moro tenuto per 55 giorni da terroristi-Diabolik che tengono in scacco un esercito di incapaci. Invece che l’esibizione della belva da baraccone sarebbe stato più interessante sentire parlare di questo:

“Il luogo infatti si colloca nell’ area dove il 16 marzo si perdono le tracce dei rapitori di Moro durante Ia fuga da via Fani; in via della Balduina, da un lato vi sono alcuni stabili appartenenti all’Istituto per le opere di religione, lo lor, diretto per molti anni dal potente monsignore Paul Marcinkus (29) dall’altro vi sono gli ampi giardini e i palazzi della Loyola University of Chicago – Rome Center of Liberal Arts, anch’essa gestita da religiosi [E’ un’università dei gesuiti,ndr]. (De Lutiis, Il golpe di Via Fani).

(29): “Tra il materiale sequestrato ai brigatisti Valerio Morucci e Adriana Faranda dopo il loro arresto (29 maggio 1979) c’era l’indirizzo e il numero telefonico dell’abitazione di monsignor Marcinkus, nonché l’indirizzo e il numero telefonico di padre Felix Morlion (agente della Cia), ai quali l’autorità giudiziaria non ha mai rivolto alcuna domanda”. (Da: Flamigni, La tela del ragno).

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16 marzo 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di E. Ambrosi “Nuovo contratto Rai, lavoro in eredità? Fare assumere un parente non è come dare i buoni pasto”

Le asserite motivazioni del passaggio dinastico del posto di lavoro pubblico in RAI, incluso quello di giornalista, sono nobili: aiutare gli indigenti. Era lo stesso criterio filantropico di Gianni Prandini, il democristiano bresciano deceduto giorni fa, a sentire il suo amico don Armando Nolli, che ha celebrato il funerale e nel lodarne la figura nell’omelia ha detto che Prandini “ha sempre tenuto presente i bisogni più che i meriti”. Date le sue pratiche tangentizie (v. Mani sporche, Travaglio e Gomez) a Brescia circolava una barzelletta sulla differenza tra un democristiano-tipo e Prandini. Il democristiano-tipo per spiegare come si fa ad arricchirsi dice al neofita “Vedi quella strada là in fondo alla valle? L’appalto prevedeva un terrapieno di 4 metri e noi l’abbiamo fatto costruire di 3 metri”. Prandini al neofita dice: “Vedi quella strada là in fondo alla valle?” – “Quale strada? Non vedo nessuna strada.” – “Appunto”. Circolava anche un libro che illustrava come “la brigata prandiniana dei prendeur d’affaires” avesse circuito e spogliato dei suoi averi un’anziana, anche grazie a varie complicità istituzionali. Scritto da Renato Rovetta, che era un giornalista del tipo che la RAI tiene lontano.

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1 aprile 2018

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Commento al video messaggio “Tremolada: “Nella Pasqua scaturisce la speranza. Il vescovo Pierantonio augura una buona Pasqua ai bresciani”

A Paolo VI, cui Tremolada è devoto, non si attribuisce che uno stentato miracolo parziale. Testimonio un altro effetto sovrannaturale del santo: da molti anni quando a Brescia passo davanti a una chiesa compaiono Audi station wagon o auto di polizia. Puntuali evocazioni delle entità che sistemarono Moro, e che nella Buenos Aires di Bergoglio esibivano le famigerate Ford Falcon; in un’alleanza tra adoratori della Trinità e del triangolo massonico della quale Montini andrebbe fatto patrono.

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7 aprile 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Brescia, bimba di 4 anni muore di otite: “Era stata respinta da due ospedali” “

Il messaggio è tonante: dietro alla comune otite c’è un mostro che può uccidere il bambino; l’otite media quindi esige work-up diagnostico e terapia aggressivi. Non viene detto che i mostri sono due, e disposti a tenaglia. Oltre a Scilla, le rare complicazioni di una patologia quasi sempre benigna, c’è Cariddi, gli effetti iatrogeni degli esami e delle terapie. Gli antibiotici hanno scarsa efficacia sulle otiti, e possono fare aumentare le ricorrenze. Il dubbio qui seminato di un ascesso cerebellare trascurato porta alla TAC, che soprattutto nei bambini può causare cancro del cervello e leucemia*, con una probabilità come minimo paragonabile a quella delle complicazioni gravi nelle otiti. La buona medicina pilota il bambino nello specchio di mare, non così stretto, tra i due mostri. Quella cattiva fa rotta a casaccio. La medicina commerciale grida a Scilla per spingere il bambino verso Cariddi, sulla cui presenza tace. Questa vaga e anomala scare story viene da Brescia, città dove i magistrati vanno troppo d’accordo coi medici, e coinvolge la Poliambulanza, ospedale di suore fortemente orientato alla medicina commerciale; tra gli amplificatori, un parroco e la ministra Lorenzin. C’è di che raccomandare ai genitori doppia cautela, data la disseminazione di messaggi parziali, distorti, ingannevoli e pericolosi.

*The use of computed tomography in pediatrics and the associated radiation exposure and estimated cancer risk. JAMA Pediatr 10 giu 2013.

Zaccanella9apr18

9 aprile 2018, ore 15:02. Un’inquilina sente il bisogno di spazzare le scale condominiali sovrastanti l’atrio proprio mentre entro con la spesa. Succede sempre; anche dopo che a mie lettere di protesta all’amministratore le pulizie sono state affidate a una ditta esterna. Una catena di molestie incessante e asfissiante. Entrato in casa, su RAI 1 una presentatrice, un avvocato e un attore commentano il caso della bambina a Brescia, stigmatizzando il non dare gli antibiotici e non fare la TAC ai bambini con l’otite. Citano a sostegno Ricciardi, direttore dell’ISS. Sostengono che i genitori dovrebbero a loro giudizio chedere la TAC all’ospedale, e che se la chiedono i medici commettono un abuso passibile di procedimento giudiziario negandola. Sono queste informazioni perniciose al pubblico, questo sobillare, il vero delitto, di gran lunga il principale e il più grave, se non l’unico.

L’inquilina lavora come inserviente nella vicina Poliambulanza (v. sopra). E’ una figura repellente; ma, col suo modo di acquisire meriti buttando sporcizia dall’alto addosso a un medico quando rientra con la spesa nell’edificio dove abita, è una gran signora paragonata ai magistrati, medici, preti, prefetti, sindaci e assessori, ufficiali dei CC, funzionari di polizia, etc. che i meriti li acquisiscono accoppiando a operazioni come questa della criminale diseducazione del pubblico, e dell’intimidazione dei medici sull’otite, la relativa repressione nei miei confronti. Mi chiedo se la ricompensa l’avranno subito, o dopo che verrà registrato l’incremento che stanno così producendo del consumo di antibiotici per otite, e quindi l’incremento di casi di otite, di complicanze, e di lucrosi cancri del cervello e del midollo osseo in bambini. Oppure metà subito e metà a risultato ottenuto.

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19 aprile 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Pietrobelli “Treviso, prete brucia 500mila euro della parrocchia al casinò: patteggia due anni”

C’è chi nega l’esistenza della ludopatia*. Ammesso che l’entità nosologica abbia, come sembra, un nucleo reale, è interesse delle case da gioco e di chi nello Stato favorisce i loro affari espanderlo e dilatarlo, in modo da trasferire sulle vittime la responsabilità morale e giuridica di quella che è una truffa statistica legalizzata. La ludopatia inoltre crea pazienti, e quindi fatturato, per l’industria psichiatrica, che prospera – causando gravi danni – proprio sulla patologizzazione dei comportamenti. Lo sviluppo del concetto di ludopatia viene finanziato da casinò**. I preti, sempre pronti a puntare l’indice sui vizi e le debolezze degli altri, nel caso del confratello parlano di “patologia”, per la quale il prete giocatore è stato immesso in “un impegnativo programma terapeutico”. In effetti non deve essere un campione di equilibrio psicologico. Ma l’etichetta di malato è anche comoda come quella di cleptomane per la signora bene che venga trovata a rubare dagli scaffali dei supermarket. E soprattutto serve la funzione che il clero ha appaltato di propagandare sotto pelli di agnello gli ideologismi a sostegno delle bassezze del liberismo. *Vesper I. Gaming addiction probably isn’t a real condition, study suggests. New Scientist, 26 ottobre 2017. ** Casinos fund therapy for gambling. Las Vegas Sun, 9 marzo 2012.

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3 giugno 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. La Cara “Papa incontra l’Unione italiana per la lotta alla distrofia muscolare: “Siete una ‘palestra’ di vita attraverso la lezione della sofferenza””

Ricordo con gratitudine una professoressa di italiano delle medie, persona all’antica, un po’ rigida ma coscienziosa e preparatissima. Diceva che i partiti politici “si scoprono gli altarini a vicenda”. Si riferiva con un’espressione compita al noto fenomeno dello sput.tanamento incrociato, al reciproco svergognarsi rivelando le rispettive malefatte. Non avviene solo in politica. All’EMA hanno espresso parere negativo sull’eteplirsen ($300000/anno) per la distrofia muscolare. In USA il farmaco, definito da un critico “an elegant placebo” è stato approvato, nonostante pareri negativi e tra grida allo scandalo, dalla FDA. L’EMA ha anche raccomandato l’estensione delle indicazioni di un altro farmaco per la distrofia muscolare, in origine bocciato, poi ammesso con riserva, l’ataluren (£220000/anno). Che la FDA invece ha respinto come di non provata efficacia*.

La ricerca su terapie geniche per la distrofia muscolare ne ha fatta di strada dagli anni ’90, quando lo scopritore del gene difettoso, Hoffman, parlò indignato di “snake oil” e di arruolamento di famiglie disperate a proposito dei primi tentativi. Oggi c’è un solido complesso marketing-ricerca, così che alla carenza di efficacia di questi prodotti costosissimi si supplisce con una lubrificazione emotiva, belle parole e buoni sentimenti; affidandosi ai migliori specialisti di queste cose.

*Jeffrey S. CHMP Advises Against Approval for Eteplirsen in DMD. Medscape, 1 giu 2018.

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14 giugno 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Migranti, Papa Francesco: “Sono persone, non numeri. Bisogna cambiare mentalità, l’altro non è una minaccia””

Non sono numeri. I numeri sono quelli a molte cifre dei soldi ottenuti a danno delle persone comuni gestendo questa tratta e questa invasione. Sono persone. E anche noi lo siamo. Siamo tutti persone, noi e loro, e non bestiame. Non siamo mandrie che possono essere spostate e ammassate a piacimento dagli avidi cowboy dell’anarcocapitalismo, che usano le terre di chi vi è nato e vi abita come loro carri bestiame, nei quali stipare persone come a loro conviene.

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20 giugno 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Papa: “I populisti creano la psicosi sull’immigrazione. Paura non impedisca di accogliere il prossimo””

Come distinguere la carità vera dalla carità pelosa? Un indice dell’uso strumentale, o immorale, dell’etica è la presenza di efficienze divergenti. Fare entrare liberamente quelli più svelti, o quelli scelti da chi comanda tutta l’operazione, è un modo molto inefficiente di aiutare il prossimo. Non si aiutano i più bisognosi e si crea danno a chi è obbligato ad “accogliere”. E’ invece un modo efficiente di creare degrado, tensioni e discordia per trarne potere e denaro, riportando indietro la società verso i tempi d’oro del papato.

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4 luglio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Papa a messa per migranti: “Silenzi complici su ingiustizie”. Ai volontari ong: “Grazie a chi salva vite senza chiedere niente””

Quello del buon samaritano fu un soccorso casuale dopo un’aggressione casuale. Il soccorso samaritano quotidiano e all’ora convenuta è un’anomalia. Se inoltre il samaritano deruba altri per mantenere l’aggredito occorre chiedersi se egli non sia una varietà camuffata di brigante di strada. Ci sono atti che vengono presentati come altruistici mentre sono per tornaconto; e nascondono la creazione di esternalità negative, cioè scaricano danni su terzi. Es. è descritto come le case farmaceutiche facendo approvare farmaci non ben testati con la scusa dell’aiuto ai malati scarichino sulla collettività costi di ricerca e rischi alla salute da effetti avversi. Le operazioni “Amaro Montenegro” di salvataggio in mare usurpano la parabola del samaritano sia perché sono deterministiche, sia perché scaricano pesanti esternalità negative sulle persone comuni, che il papa e gli altri privilegiati additano come persone cattive. E’ vero che c’è un silenzio su ingiustizie: quello sulle esternalità negative da parte di chi si autoelogia mentre fa il samaritano su appuntamento e di mano lunga. E’ inquietante come in questo quadro gli annegati vadano a fornire un alibi. In questo papato il clero pratica la tecnica dell’atto presentato come santo che nasconde l’ottenimento di vantaggi indebiti e scarica pesanti esternalità negative; sia nel caso dei migranti, sia con complicità in campo farmaceutico. Sembra che il Vangelo venga svenduto come fonte di slogan per arricchirsi.

@ Petti rosso. A giudicare dal trattamento che continuo a ricevere dai prefetti e da ceffi con la divisa dello Stato, su temi come frodi mediche istituzionalizzate, immigrazione forzosa, affari sporchi del clero il vangelo e il rosario del ministro degli interni Salvini sono molto più vicini a quelli di Bergoglio di quanto la sceneggiata pubblica faccia apparire.

@ Simone Tribbioli. Il Vangelo è stato sempre usato per fargli dire ciò che conveniva; soprattutto, come qui, per scavalcare e sovvertire il senso di giustizia naturale. La ierotecnica, lo sfruttamento a fini materiali del religioso, che oggi fa del Vangelo un repertorio di slogan di marketing, è l’opposto della religiosità. E offende la religiosità naturale di tutti.

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20 agosto 2018

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Commento al post di P. Farinella “Ponte Morandi: l’Imam, il Cardinale e quelle parole che hanno commosso una città intera”

Le esequie di decine di morti per un disastro dovuto all’incuria e avidità di una classe dirigente che è largamente espressione del potere politico del clero, trasfigurate in un “ponte di civiltà e d’amore indistruttibile” tra gli italiani e i musulmani immessi a forza sul territorio nazionale; invasione affidata al clero. I cadaveri devono ancora essere inumati, e già si prende la palla al balzo per un ponte tra i vecchi affari sporchi tra democristiani e cementieri e i correnti affari sporchi della globalizzazione presi in appalto dai clericali. Un articolo di Pellizzetti su questo blog è stato criticato perché parla di responsabilità diffuse per il disastro. Un popolo che accetta di essere preso per i fondelli con questa “conduzione” spirituale andrebbe incluso tra i corresponsabili. Chissà se mai gli italiani si romperanno i tiranti di questa retorica clericale che si lava dal fango con altro fango, e messi da parte i ponti Morandi e i ponti Farinella si accontenteranno di ponti ben costruiti e ben mantenuti, di politici che non li derubino e non li vendano, e di preti che, per chi apprezza il genere, ostendano, inzuppino nel vino e addentino ostie, non saporiti tarallucci.

@ Umana. Lei è atea ma addirittura accetta il magistero clericale sull’unione delle religioni, a sproposito, in occasione di una cerimonia funebre, per una sciagura, dovuta in parte agli stessi cattivi maestri; e invita gli altri ad accettarlo. Lei è una SAM (Sono Ateo Ma…), figura nuova molto frequente con questo papa socio onorario del Rotary. I ponti, sia fisici sia morali, non si costruiscono ignorando le proprie responsabilità e disegnando a chiacchiere meravigliosi arcobaleni, rilanciando lo sfruttamento in forme nuove. Le Sante alleanze tra i capi dei vari poteri vengono fatte passare per muri abbattuti, ma sono fossati e fortificazioni tra chi ha potere e la gente comune; i travasi di popoli vengono fatti passare per ponti indistruttibili tra le genti, ma ricordano piuttosto un altro dispositivo tecnologico: un mulino a biglie, nel quale componenti etniche diverse vengano unite, mescolate, fatte sfregare tra loro, frantumate e omologate in modo da ottenere un volgo indistinto e sottomesso.

@ Umana. “Un giorno, sant’Agostino in riva al mare meditava sul mistero della Trinità, volendolo comprendere con la forza della ragione. S’avvide allora di un bambino che con una conchiglia versava l’acqua del mare in una buca. Incuriosito dall’operazione ripetuta più e più volte, Agostino interrogò il bambino chiedendogli: «Che fai?» La risposta del fanciullo lo sorprese: «Voglio travasare il mare in questa mia buca». Sorridendo Sant’Agostino spiegò pazientemente l’impossibilità dell’intento ma, il bambino fattosi serio, replicò: «Anche a te è impossibile scandagliare con la piccolezza della tua mente l’immensità del Mistero trinitario». E detto questo sparì.”. (Suor Gloria Riva. Avvenire, 25 ago 2015).

Si commette un errore simile a quello imputato al co-fondatore della dottrina cattolica se si pensa di poter racchiudere in un breve scritto le poste del libro mastro degli affari sporchi del clero. Tutti noi abbiamo la nostra buchetta di acqua sporca; ma è incommensurabile col mare e gli abissi dei predicatori del Vangelo.

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20 settembre 2018

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Commento al post di F.A. Grana “Papa: “Chi sfrutta i migranti ne renderà conto a Dio. Rinasce l’intolleranza, la politica non strumentalizzi la paura””

Date le responsabilità del clero nello sporco affare dell’immigrazione forzosa, e i vantaggi ingiusti che ne ottiene a scapito del popolo, per pronunciare un malaugurio del genere occorre una esemplare certezza sulla non esistenza di Dio.

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3 ottobre 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Musolino “Arresto Lucano, il procuratore di Locri: “Non processiamo il progetto Riace ma gli illeciti. Ho lanciato una bomba in una favola”

Quando sono in Calabria l’impressione che ho è che il malaffare massonico e quello clericale non abbiano di che temere dalla magistratura. Non mi stupirei quindi se anche col “modello Riace” la magistratura reggesse il gioco alla costruzione di un eroico soccorso al vincitore. Il progetto, sostenuto da massoni e clero, dell’immigrazione forzosa, se ha una “nobiltà”, come dice il Procuratore di Locri, ha una nobiltà condizionale, una nobiltà “cherry picking”: di tutte le cose nobili e umanitarie che si possono fare in Calabria, in Italia, e per il Terzo Mondo, si sceglie proprio quel pezzettino marginale che corrisponde agli interessi globalisti a danno degli altri cittadini italiani e che non migliora le condizioni dei popoli in difficoltà. Tutti pecoroni davanti alle vessazioni tramite la legge, ma leoni quando trasgredendo la legge si servono poteri superiori allo Stato. C’è la tragedia di Antigone che onora i vincoli familiari e c’è la farsa di Antigone che tiene famiglia.

filippoguidarelli. Il malaffare massonico e quello clericale servi del globalismo? Davvero è questo il male profondo della Calabria?

@ filippoguidarelli. Chi lo sa? Secondo Enrico Fierro qui su Il Fatto la natura selvaggia avrebbe selezionato una popolazione di irrecuperabili bruti. All’opposto, figlio di calabresi cresciuto fuori dalla Calabria, sospetto che non vi sia un male profondo, ma una sfortuna storica; una serie di condizioni e di scelte politiche sulla Calabria che l’hanno collocata nel quadro nazionale e internazionale in una posizione svantaggiosa; che si è accresciuta, autoalimentandosi con l’esaltazione dei difetti dei calabresi e la soppressione dei loro pregi. Alcuni mali che sembrano eterni, immutabili, e quindi costitutivi, ‘ontologici’, come la mafia, o in medicina impostazioni errate che risalgono a secoli precedenti, sono invece anacronismi voluti: artificialmente tenuti in vita da grandi interessi. Anche la malasorte della Calabria, credo. “lo stesso giorno dell’arrivo in Città degli anglo-americani “una pattuglia puntò su Fuscaldo Marina per incontrare l’Avvocato Samuele Tocci” ultimo Venerabile della Loggia cosentina prima dello scioglimento.” (Libro Unione provinciale agricoltori Cosenza). Il clero in Calabria per secoli ha sfruttato il popolo associandosi in affari coi criminali (v. G. Sole. L’invenzione del calabrese, 2015). A Sambiase negli anni ’60 quelli che oggi chiamiamo ndranghetisti erano chiamati “massoni”. L’influenza negativa di clero e massoneria, anche come agenti dei poteri esterni, appare maggiore di quella delle fiumare, delle timpe e delle scogliere omeriche.

Commento al post “Riace, Di Matteo a Tv2000: “Rischio strumentalizzazione per denigrare accoglienza migranti”

Il finanziamento da parte del contribuente all’immigrazione forzosa è “accoglienza” quanto il pizzo estorto ai commercianti è “assistenza ai carcerati”. Il modello Riace che Di Matteo esalta dando per scontato che sia un’attività positiva e meritoria permette, agganciandosi al servire i poteri globalisti contro l’interesse dei cittadini, di fare rinascere in una forma ammodernata l’assistenzialismo clientelare, dove politici e clero elargiscono a loro discrezione denaro pubblico a chi vogliono; pratica mafioide favorevole alla crescita delle mafie. Una magistratura che pratica interventi di propaganda a favore della politica imposta dai poteri forti nascondendo e mascherando gli aspetti negativi a danno dei cittadini sta alla magistratura con la emme maiuscola come la sinistra dei banchieri di Renzi sta a quella di Gramsci. “Il più grave fattore di inquinamento della nostra democrazia” è l’ubiquitaria (nessuno escluso) sottomissione di politici e organi dello Stato ai poteri forti; sottomissione che accomuna tra gli altri la mafia alla antimafia del genere rappresentato da questo spot del sostituto procuratore della DNA De Matteo sull’emittente vaticana.

Petti rosso. La vostra paranoica avversione per i migranti vi ha mandato in tilt la ragione e il buon senso. Ripiatevi.

@ Petti rosso. Ricordo una volta la cattura di un borseggiatore. Gridava senza ritegno “pazzo” a chi lo accusava, ma il poliziotto di mezza età che lo teneva non ci faceva caso. Forse però lei è a suo modo sincero. Il vostro camaleontismo narcisistico vi fa vedere il bene dove c’è squallido calcolo e il male in chi non ha ingurgitato il beverone del quale vi nutrite come poppanti al biberon. Inutile rispondervi “ripijateve voi”, perché dalla condizione narcisistica, dalla condizione di chi non ha faccia propria ma ha una maschera determinata dall’esterno che diviene faccia, non si esce. Si può solo cambiare personaggio.

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4 ottobre 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Farinella “Mimmo Lucano, anch’io nella mia vita sono andato contro leggi ingiuste”

Farinella ha argomenti tanto forti che deve premettere che chi non la pensa come lui è un imbecille. Ma, passato lo sdegno, da buon pastore ci indica la strada: prima delle leggi dei codici, prima ancora delle leggi naturali, c’è una Legge più alta. La Legge della Pagnotta, del chi-se-ne-frega-degli-altri, che oggi è dettata dai poteri globalisti, che impongono di cambiare la composizione etnica del Paese, imborghesendo a nostre spese una massa di gente che differisce da noi per cultura e per il colore della pelle, ma non per livello morale medio, inclusi avidità e opportunismo. Col bonus di passare per rivoluzionari mentre per un tozzo di pane si collabora a fare in modo che tutto cambi perché il parassitismo dei privilegiati, come il clero, continui come prima.

@ GR. Sarei dunque un teorico delle leggi razziali, che portarono agli orrori dei massacri e dei lager. Auspicherei la razza pura; lei al contrario è una evidenza a favore del controverso concetto del lussureggiamento degli ibridi. La facilità di insulto come la sua rafforza la sensazione che quelli che difendono a spada tratta gli ebrei oggi che gli ebrei sono potenti, e che lanciano accuse di razzismo, antisemitismo, nazismo etc. a chi contrasta quelle violenze in disprezzo dell’umanità che sono le politiche globaliste siano i discendenti morali dei ruffiani senza spina dorsale che permisero e applaudirono le leggi razziali.

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14 ottobre 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Papa Francesco proclama sette santi: tra loro anche Papa Paolo VI e il vescovo Oscar Romero”

Per bilanciare questo proclamare alcuni cattolici come esseri intermedi tra i comuni mortali e Dio si potrebbe istituire altri riconoscimenti dove si definiscono cattolici in posizione intermedia tra gli esseri umani e il demonio. Es. un premio “Machete d’oro”, con riferimento ai 581000 machete acquistati (da fornitori cinesi) nella pianificazione del genocidio dei Tutsi in Ruanda: il più recente degli eccidi appoggiati ed eseguiti anche da alcuni preti e vescovi. Con un Vaticano che davanti ai massacri di massa di africani nel loro Paese non mostrò ombra della pertinacia, che dice derivare da coerenza col messaggio del Vangelo, con la quale lavora per l’immigrazione forzosa di giovanotti africani in Italia, ordinata dagli stessi grandi interessi che vollero il genocidio; ma si limitò a un flebile lip service per chiamarsi fuori. Qualche personaggio, data la maestria clericale nel sembrare un tipo di persona ed esserne un altro, meriterebbe entrambi i titoli.

Commento al post di F.A. Grana “Vaticano, Papa Paolo VI che si offrì alle Brigate Rosse e il vescovo martire Romero: i due nuovi santi proclamati da Bergoglio”

La ‘santità’ consente di calpestare la decenza. Le chiacchiere sul puntare ad elevarsi ad un livello intermedio tra gli uomini comuni e Dio facilitano la prassi degli affari che avvicinano al diavolo. L’aureola sulla testa distrae dalle mani da prestigiatore. E dalle scarpe nel sangue, come quelle del prete in uno degli eccidi benedetti dai preti (Bernanos, I grandi cimiteri sotto la luna). Qui un papa nominato membro onorario del Rotary a Buenos Aires, cioè cooptato da ambienti massonici dell’Argentina della dittatura sanguinaria, nomina semidio un papa già addetto ai servizi segreti vaticani e in odore di massoneria, attivo nella Chiesa coinvolta nel terrorismo e nelle stragi.

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22 ottobre 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Migranti, blitz interforze durante una serata organizzata da don Biancalani: “Resisteremo. In nome del Vangelo””

Un blitz senza reale motivazione di 50 agenti contro un prete armato solo del Vangelo, che difende i diseredati della terra. I diseredati hanno le treccine. E le forze di polizia gareggiano tra loro nell’obbedire a tappetino ai preti. Soprattutto nell’eseguire, come fanno da decenni, operazioni sporche conformi ai voleri dei poteri sovranazionali dei quali i preti e le forze di polizia sono agenti zelanti e privi di remore. Non si può escludere che si sia trattato di una sceneggiata – v. il caso Lucano – per fare passare per coraggiosi perseguitati quelli che lavorano e lucrano, a spalle coperte, nell’eversione della immigrazione forzosa. E per fare passare Salvini come un inflessibile difensore degli italiani.

@ formica nera. Che dico. Questi sono come i discorsi del corvo e della civetta al capezzale di Pinocchio. Per me ci sono dei punti fermi. La corruzione della polizia – e della corporazione cugina dei magistrati – a favore dei poteri forti; come quelli che stanno imponendo l’immigrazione forzosa; che creerà la società atomizzata e non coesa necessaria al liberismo che solo sprovveduti o disonesti possono considerare evangelica o civile. La subordinazione del manganello all’aspersorio, della polizia a un clero che da tempi immemorabili vende il Paese a interessi esterni. E la prevalenza della società dello spettacolo, per la quale uno dei primi precetti del buon commentatore, del buon blogger, davanti a una disputa tra poteri, dovrebbe essere quello di considerare non solo chi dei due litiganti abbia ragione, chi siano i “buoni” e chi i “cattivi”, ma anche la terza, importante possibilità che entrambi stiano recitando una parte concordata, a danno degli spettatori.

@ daria papadia. Mi fa piacere che tu abbia colto l’ironia. Sono d’accordo, ma non punzecchiarmi chiamandomi “compagno”. La mia impostazione non è quella dell’apprezzabile tradizione del socialismo autentico, ormai introvabile sulla scena pubblica; e considero un insulto essere accomunato alla falsa sinistra attuale, che “ha cambiato marciapiede ma non mestiere” (Castoriadis e Michea). (Ma il falso populismo non è la soluzione). Ricordo un vecchio contadino calabrese: “Compagno sì, ma prima voglio vedere la persona”.

@ daria papadia. Figurati. Ma ci sono socialisti autentici che sono contrari a questa immigrazione forzosa voluta dal capitale. Sia i preti, sia la polizia, che in questo sketch appaiono fronteggiarsi, hanno cura di evitare che trapelino critiche “di sinistra”.

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14 febbraio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “‘Moro. Il caso non è chiuso’, i soldi per il riscatto erano pronti nella villa di Castel Gandolfo”

Tra i veri testi sacri del clero andrebbero annoverati quelli del gesuita spagnolo Baltasar Gracian, che nel ‘600 scrisse che un vincitore non necessita di spiegazioni. Perché la maggioranza della gente non bada ai dettagli, ma solo se si ha vinto o si ha perso. Così che la reputazione non viene danneggiata da atti ignobili, se porta alla vittoria. “Il papa ha fatto pochino. Forse ne avrà scrupolo” scrisse Moro nella sua lettera d’addio. Al papa, amico di Moro, sarà costato e forse dispiaciuto; ma, legato ai servizi, sacrificò a una sorte orribile uno dei suoi uomini migliori per mantenersi dalla parte dei vincitori. Vari storici indicano un ruolo attivo di prelati nel rapimento e nella prigionia di Moro. Per non parlare del ruolo degli israeliani, che qui figurano pure loro – testimone un piduista dei CC – tra i soccorritori.

L’importante, ciò che conta, è non finire in croce, a costo di porgere i chiodi e reggere la scala a chi crocifigge. Assicurata l’appartenenza alla parte vittoriosa, come prescrive il vangelo secondo Baltasar, poi con quattro chiacchiere e fumi d’incenso non ci vuole molto a coprire il dettaglio del sangue e del tradimento. A scrivere la storia capovolta dei vincitori, facendo di papa Pochino un santo e convertendo un cinico abbandono, e probabilmente una collaborazione con i mandanti, in un disperato sforzo per salvarlo. Con fumetti come il cofanetto di banconote; quando per liberare Moro sarebbe bastato volerlo.

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1 gennaio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Mattarella al Papa: “Politica responsabile e lungimirante non alimenta paure, non lascia spazio a nazionalismo e xenofobia””

Alle orecchie di tanti italiani, i messaggi a carattere etico che Bergoglio e Mattarella ripetono in continuazione, e si palleggiano, sull’immigrazione, non hanno il suono argentino della verità. Sembrano piuttosto strumentali alla trasformazione dell’Italia secondo il dettato globalista, che vuole le nazioni come contenitori di sradicati. I costanti appelli della coppia ad alti valori umanitari fanno pensare a quei missionari che predicando ai locali con la Bibbia in mano preparavano il terreno alle conquiste coloniali e allo sfruttamento.

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15 gennaio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post ““Siamo rovinati. Non ci resta che vendere la mozzarella contaminata di Caserta”. Alessandro Gassmann e Marco Giallini fanno imbufalire i produttori campani”

Un altro risultato del complesso mafia-antimafia, che, nell’ambito dei suoi servigi alle grandi frodi mediche strutturali (1), sta lanciando senza validi riscontri un allarme su routine di squartamenti a Castel Volturno per predare organi. Una narrativa implausibile sul piano tecnico, che esalta l’industria ufficiale dei trapianti mentre tace dei suoi eccessi e distorsioni: gli effetti avversi sui singoli, come quelli da allentamento dei criteri di espianto e di utilizzo; gli effetti negativi sulla comunità (2); ‘an overly zealous medical and societal commitment to the endless perpetuation of life’ sul quale anche i preti sgomitano per arricchirsi, prostituendo ad esso la concezione cristiana della vita. Si rafforza l’idea falsa che un trapianto sia in sostanza come svitare un pezzo da un’auto e montarlo sulla propria, invece che una forzatura immunologica. Lo strombazzamento mediatico su improbabili “anonima macellazione umana” è in sintonia ideologica con la medicina liberista; che ha l’interesse, tenuto per ora coperto mentre si prepara il terreno con queste notizie, a instaurare un mercato, con persone che – evidentemente costrette dal bisogno – vendano legalmente i propri organi (3).

1 La post-camorra. Dai tagliagole alla chirurgia ingiustificata della tiroide. Sito menici60d15.

2 Fox RC, Swazey JP. Spare parts. Oxford University Press, 1992.

3 From removing disincentives to testing incentives. Am J Transpl, 31 mar 2015.

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21 marzo 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Bauducco “Mafia, Don Ciotti: “Vero nemico non sono migranti, ma criminalità organizzata. Governo? Finora ha fatto poco””

Il nemico non sono i migranti. Ostili nei nostri confronti semmai sono i preti e gli altri che li fanno entrare e ci guadagnano. E che ci dicono che siamo malvagi e peccatori se non accettiamo mansueti l’imposizione di mantenerli e di subire i costi sociali di quest’altra operazione regressiva liberista; un discorso piuttosto simile a quello col quale i mafiosi fanno passare il pagamento del pizzo per l’atto di carità dell’assistenza alle famiglie dei carcerati. Se i mafiosi venissero a mancare, debellati da un’antimafia vera, smetterebbero di coprire e rendere intoccabile la corruzione e il parassitismo dei “buoni”, che si ingrassa nascosto dietro all’antimafia delle processioni e delle prediche.

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27 marzo 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Migranti, Papa Francesco: “Tenere ferma la nave di Open Arms? E’ un’ingiustizia””

Usare gli imbarcati stessi come ostaggi per farli entrare a forza, un ricatto morale che usa la violenza sui migranti per il fine della violenza su di noi dell’immigrazione forzosa, non è una ingiustizia. E’ un crimine, sostenuto dal potere. Al tempo della filantropia tossica, dei “filantropocapitalisti”*, i preti fanno affari con un uso tossico del Vangelo.

*Parramore L. Toxic Philanthropy? The Spirit of Giving While Taking. Trad. italiana: Filantropia tossica: lo spirito del dare mentre si toglie. L Mancini, Appello al popolo.

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14 aprile 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Greta Thunberg in Italia: incontrerà Papa Francesco. “La crisi climatica non va in vacanza. Neanche noi””

Con l’ecoliberismo si può dare la veste nobile dell’austerità all’impoverimento dovuto allo sfruttamento. Si può usare il tema ambientale come leva politica, si possono aumentare i profitti, es. spingendo o obbligando a cambiare auto o spingendo a varcare da sani le porte dei reparti di oncologia con la paura del cancro. Si può dare sfogo al malcontento per il sistema economico liberista, evitando che venga messo seriamente in discussione. Che la predicatrice della nuova religione sia una bambina, e che vada d’accordo col papa, il capo dei professionisti dell’infantilizzazione delle masse a favore del potere, con la UE di Strasburgo, con Maria Elisabetta Alberti Casellati, indica quale genere di “protesta contro il sistema” quelli che comandano stanno stimolando. Chi non è d’accordo sulla necessità di contrastare il degrado ambientale? Ma il primo inquinamento è quello dei temi etici, usati come passepartout per introdursi nelle coscienze, controllarle, e continuare ad abbuffarsi e insozzare a danno del pianeta e della maggioranza dei suoi abitanti.

@ sianpain. Con l’ecoliberismo si può dare la veste nobile dell’austerità all’impoverimento dovuto allo sfruttamento. Si può usare il tema ambientale come leva politica, si possono aumentare i profitti, es. spingendo o obbligando a cambiare auto o spingendo a varcare da sani le porte dei reparti di oncologia con la paura del cancro. Si può dare sfogo al malcontento per il sistema economico liberista, evitando che venga messo seriamente in discussione. Che la predicatrice della nuova religione sia una bambina, e che vada d’accordo col papa, il capo dei professionisti dell’infantilizzazione delle masse a favore del potere, con la UE di Strasburgo, con Maria Elisabetta Alberti Casellati, indica quale genere di “protesta contro il sistema” quelli che comandano stanno stimolando. Chi non è d’accordo sulla necessità di contrastare il degrado ambientale? Ma il primo inquinamento è quello dei temi etici, usati come passepartout per introdursi nelle coscienze, controllarle, e continuare ad abbuffarsi e insozzare a danno del pianeta e della maggioranza dei suoi abitanti.

@ area 51. Sapesse quanto sono stufo io di vedere dei vecchi criminali che manovrano dei giovani smidollati.

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21 aprile 2019

Youtube

Commento agli auguri di Pasqua 2019 del vescovo di Brescia Tremolada

Conoscendo i comportamenti, e le distese di gramigna coltivata chiamandola grano, sembra che l’uomo sulla croce che dai preti viene esibito, celebrato e fatto adorare come il maestro che indica la via non sia Cristo ma quello accanto, il cattivo ladrone. In tanti luoghi e manifestazioni la croce che esposta regna è di fatto quella del cattivo ladrone; un esemplare del tipo umano più terreno, che non rinuncia al sogno dell’immortalità ma cerca di abbrancarla con le unghie adunche.

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25 aprile 2019

Commento al post di T. Montanari “Eretici, Tomaso Montanari racconta Papa Francesco: “È l’unica voce contro precariato e dittatura del denaro””

Un papa è piuttosto l’opposto di un eretico. L’eretico parlando paga. Dice cose nuove, che stonano e non sono gradite, e ne è testimone esponendosi all’ostilità e alle punizioni. Il papa parlando guadagna. Può dire quello che vuole, e le sue parole, anche se criticabili, o banali, o vistosamente in contrasto con i comportamenti, verranno prese per oro colato e profondi insegnamenti. Non ha bisogno di provare le sue affermazioni con la testimonianza della coerenza; gli basta parlare, o fare qualche mossetta come quelle che questo giornalista riporta farlo sciogliere e traboccare di ammirazione. All’eretico si nega il diritto di parlare; al papa si riconosce una autorità a priori sulle coscienze.

Sono le voci sincere ad essere represse. Certo che “voci contro precariato e dittatura del denaro” non se ne sentono molte. Es. quelle argentine furono mandate ai pesci dalla giunta Videla mentre Bergoglio stava zitto e al sicuro. Si sente bene solo la voce, o meglio il flatus vocis, di Bergoglio, al servizio come falso dissidente degli altri poteri forti, che condanna con la bocca e aiuta con le mani. Che slurpata invereconda.

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27 maggio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Farinella “Europee 2019, gli italiani hanno votato senza ragionare. E lo pagheranno amaramente”

Un’analisi che fa riflettere. Ma, e i preti ? Il texan sharpshooter (tiratore scelto texano) prima spara alla parete del fienile e poi disegna i bersagli centrandoli sui segni dei colpi. Il clero fa texan sharpshooting etico sull’immigrazione, disegnando il Vangelo attorno agli obiettivi prefissati dell’immigrazione forzosa segnati da poteri che del Vangelo e dell’etica se ne stropicciano. Non si è così alienato buona parte del favore popolare? Davvero non sa dove spinge così l’elettorato? I preti a differenza nostra i loro interessi rispetto a chi comanda li sanno difendere, e la politica la sanno fare; invece di sostenere dietro compenso ladri e ruffiani avrebbero potuto dotare l’Italia di una classe politica decente. Forse, venuta meno la presa del messaggio religioso hanno scelto di partecipare alla macellazione come carne da brodo delle galline italiche che finora hanno sfruttato come ovaiole. Cioè alla spoliazione e al degrado di una popolazione laboriosa ma imbelle, che hanno storicamente tenuto in uno stato di infantilismo, rissosa all’interno e incapace di affrontare chi la sfrutta e chi la vende.

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6 agosto 2019

Blog de Il Fatto

Commmento al post “La Madonna è persona seria e il ‘macho’ del Papeete riesce a imbrattare anche lei”

Non è rassicurante vedere porre una legge dello Stato sotto gli auspici del circo di Medjugorje. Del resto i politici baciapile, di qualsiasi fazione, si sprecano; questa uscita è la versione leghista, di un livello di serietà non diverso es. da quello delle asserite tardive tendenze mistiche manifestate dai post-comunisti D’Alema e Bertinotti dopo la caduta del Muro, o dell’asserito ardore umanitario puntiforme, limitato al servire l’arrembaggio del Paese con l’immigrazione forzosa. L’accostamento dell’approvazione di una legge sulla sicurezza col “compleanno della Madonna” a me che conosco le costanti illegalità e violenze del Viminale al servizio dei poteri forti fa venire in mente il blasfemo sergente istruttore Hartman in Full Metal Jacket, che il 25 dicembre celebra il Natale come “il compleanno di Gesù Cristo” facendo cantare in coro “Tanti auguri a te” e usandolo per ribadire l’addestramento a liberarsi dalle remore morali e uccidere. Salvini non è un marine, ma anche lui o i suoi spin doctor seguono il vecchio metodo del “Dio è con noi”, appropriandosi di simboli cristiani; gareggiando in fariseismo e spregiudicatezza coi proprietari storici del marchio, e, non impacciati dalla tonaca, evocando il sacro alla maniera greve da caserma, o da pellegrinaggio in pullman da padre Pio, o Natuzza, o qualche altra fonte cattolica di portenti sovrannaturali.

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3 ottobre 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Politi “Pignatone in Vaticano, la scelta di un pm antimafia non si improvvisa in poche ore. Papa Francesco manda un chiaro segnale”

Piazzale Clodio e Vaticano sono uniti da via della Giuliana, strada piuttosto larga. Considerando la libertà di manovra, i privilegi, le impunità e i favoreggiamenti di cui godono gli affari del Vaticano in Italia, questa nomina del procuratore della Repubblica al tribunale del trono di Pietro appare come un caso di revolving door tra poteri che dovrebbero essere oggetto di controllo di legalità e poteri che dovrebbero esercitare tale controllo. Più che quello di improbabili moralizzazioni interne a colpi di processi, il messaggio che manda è che in Italia l’alto clero e i giudici dello Stato sono sullo stesso lato del banco. Un segnale simile è stato emesso mesi fa da un altro magistrato, anche lui renziano, il capo dell’anticorruzione Cantone, scrivendo un libro su legge e etica insieme al bergogliano vescovo Paglia, che si occupa di grandi operazioni commerciali hi-tech tutt’altro che immacolate come le staminali e l’intelligenza artificiale.

La “scelta di un PM antimafia” (di “Serpico”, aggiunge Grana) mostra anche come mafia e antimafia siano strutturalmente congiunte a formare un dispositivo di potere: senza quello che ai più sembra naturale e non lo è, cioè la mafia mai eliminata, e quindi senza la ricrescita senza fine della verginità assicurata dall’antimafia perenne, sarebbe più difficile camuffare, facendole passare per alleanze tra poteri buoni, commistioni che negano i principi costituzionali e la stessa essenza della giustizia.

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25 gennaio 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Politi “La Chiesa si schiera contro la cultura dell’odio: non si potrà dire che Francesco abbia taciuto”

Non il fascismo, ma forme moderne di tirannide sono già in corso: l’imposizione ai cittadini di masse di stranieri, spacciata per umanitarismo; l’imposizione bipartisan dello ‘Stato terapeutico’ a favore del business medico e delle sue frodi. Salvini fa leva su sentimenti viscerali. Ma Bergoglio è un campione della cultura della porporina, che riveste con la polvere dorata degli alti principi il peggiore materiale per farlo sembrare una cosa buona. Basta pagare, e indorano anche lo sterco.

unicuique suum tribuere. Yaveh ordinò a Eliseo di cuocere focacce di sterco

@ unicuique suum tribuere. Non lo sapevo; non sono riuscito a trovare la fonte sulla singolare ordinazione. Questo conferma che i due formavano, con rispetto, una coppia non molto amabile. Il Vecchio Testamento riporta che quando Eliseo fu canzonato da dei bambini per la sua calvizie il profeta chiese vendetta a Dio, che inviò due orse che sbranarono 42 bambini. A una conferenza una nota PM ha raccontato che quando era a Barcellona Pozzo di Gotto un boss mafioso fece amputare le mani a un bambino che aveva rubato un giocattolo a un coetaneo figlio del boss. Nella mia esperienza i don con la tonaca hanno una concezione di sé più vicina a quella stralunata dei don con la lupara e di Eliseo che a quella evangelica che dovrebbe accompagnare le loro esortazioni alla mansuetudine. Anche qui la glassa esteriore copre un ripieno di composizione opposta.

unicuique suum tribuere. leggasi Ezechiele invece di Eliseo

@ unicuique suum tribuere. A Ezechiele Dio impose di usare gli escrementi umani come combustibile per cuocere, penitenza poi convertita nell’uso di escrementi vaccini. La divinità, riporta la Bibbia, richiese inoltre al profeta di farsi la barba con la spada, di bruciare un terzo dei peli rasati, sminuzzarne un altro terzo e disperdere al vento il terzo finale. La suddivisione dei peli era da effettuarsi mediante una bilancia. Il pensiero di Ezechiele appare avere una certa influenza su questo pontificato. Ezechiele lupo, dei tre porcellini, con la sua avversione ai “muri”, alle case fatte in muratura. Il sogno dei lupi, del mondo come una sterminata favela di baracche punteggiata da castelli e conventi dalle mura possenti. Ci pensavo l’altro giorno, guardando il programma di Alberto Angela sul sontuoso monastero dei Benedettini di Catania, 210×130 metri, e riflettendo su come doveva apparire agli occhi dei poveri e piegati descritti da Giovanni Verga.

unicuique suum tribuere. ma le focacce erano a contatto con il combustibile?

@ unicuique suum tribuere. Lei ha sbagliato il soggetto: non Eliseo, con la sua strage divina degli innocenti – la versione clericale del “Nemo me inpune lacessit” dei sanguinari e dei mafiosi – ma Ezechiele. Ha sbagliato il predicato: non mangiare sterco ma usarlo, rinsecchito, per cuocere poggiandovi sopra gli alimenti; nell’ambito dei trattamenti per produrre un profeta di Dio. Mi pare che lei abbia una gran voglia di parlare della cacca e dell’obbligare a mangiarla; anche riscrivendo a questo scopo il testo sacro. In effetti, come dicevo, parlando di preti basta grattare la vernice scintillante dello escatologico e affiora lo scatologico.

unicuique suum tribuere. E’ vero, lei ha ragione, l’argomento mi appassiona,per questo mi ero collegato al finale del suo post a memoria senza verificare le scritture. Comunque io una focaccia cotta così non la mangerei 

@ unicuique suum tribuere. Lei si appassiona a ciò che è stomachevole per antonomasia. Forse in effetti considerare il nauseabondo invece di escluderlo in certi casi è un modo di andare al cuore del problema. Mi occupo di frodi mediche istituzionalizzate – nelle quali il clero si è tuffato – e quotidianamente vedo cose che mi fanno rimpiangere quando in anatomia patologica prima di descriverli e campionarli svuotavo del loro contenuto fecale i segmenti di colon provenienti dalle sale operatorie. Certi, i più insospettabili, hanno proprio un pezzo di sterco secco al posto del cuore.

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8 luglio 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post “Migranti, papa Francesco: “Non immaginate l’inferno dei lager in Libia, basta versioni distillate. È Dio a chiederci di sbarcare””

Come può essere che masse di persone continuino a farsi rinchiudere volontariamente in lager infernali? Mi ricorda di Woody Allen che raccontava che faceva telefonate oscene a una donna. Le telefonate erano “collect”, a carico del destinatario. E la donna le accettava.

L’inferno volontario è una premessa di comodo alla scontata conclusione che neppure Dio che sa tutto vede altra soluzione che quella di imbarcarle sulla pericolante nave Italia, e perciò ci “chiede” di farlo – in pratica ci obbliga a farlo tramite la sua pia ancella Lamorgese.

Non è lecito scherzare sulla sofferenza altrui, qualunque sia il suo grado reale dietro alla propaganda. Ma è lecito e anzi è doveroso non prendere sul serio le parole dei broker della sofferenza. Di coloro che per professione vi speculano. Sia gonfiando a dismisura l’allarme su una porzione minuscola rispetto al totale, quella che gli fa comodo per i loro disegni di potere e arricchimento, come i giovani del Terzo mondo che investono nella traghettata Libia-Italia; sia trascurando e occultando il resto della sofferenza, cui hanno contribuito e continuano a contribuire, in concorso coi poteri che a parole condannano, nelle terre di partenza e in quelle di approdo.

@ John Green. Io non ho una buona opinione degli immigrati: penso che siano come noi. E non credo quindi che siano dei poveri sprovveduti usciti dalla foresta che non sappiano ormai cosa li attende in Libia, che non sappiano fare i loro conti, e che continuino a farsi imbrogliare.

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17 dicembre 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post “Coronavirus, l’accusa del re di Svezia: “Nel nostro Paese molti morti, abbiamo fallito. Il popolo ha sofferto””

16 dicembre 2020, Worldometer. Svezia 7 decessi covid, Italia 680. Svezia in 23° posizione nella graduatoria mondiale dei decessi covid per popolazione, stabile. Italia terza, prossima a guadagnare la seconda posizione superando il Perù. Gli svedesi non devono temere una catastrofe economica; agli italiani glielo dice pure San Gennaro che il futuro non si prospetta buono. I governanti svedesi si battono il petto, gli italiani danno lezione al mondo. O meglio, gli svedesi chiagnono e fottono, gli italiani fanno ‘o gallo ‘ncopp a munnezza.

@ Il figlio del grigio. Non dimentico, e sono il primo a indicare la responsabilità degli italiani. Che sembrano quelle ragazze che continuano a incappare nello stesso genere di amore sbagliato, del quale poi ogni volta si lamentano, per ricascarci, senza avere imparato. Dopo avere accettato gli inganni passati che citi, si fanno ingannare da quelli nuovi che pure enumeri, credendoci: il “mancato rinnovo del protocollo pandemie” è un volgare depistaggio. Formigoni e c. hanno fatto da apripista alle grandi frodi mediche istituzionalizzate; e ora che le frodi hanno attecchito, cominciano ad essere non più necessari e vengono attaccati; dopo che tutti, magistratura in primis, ha fatto fare a qui brutti ceffi quello che volevano. La sanità “pubblica” non esiste: la pratica medica è dettata dal business, e darle un terminale pubblico aggiunge il potere dello Stato ai grandi interessi criminali ultra-privati.

Il figlio del grigio. Forse non te ne sei ancora accorto, ma ormai sono passati quasi 30 anni da quando il paese ha iniziato la china verso il baratro,ed è targata berlusalvameloni più pd, volevo solo segnalarti che questo governo, il primo da 30 anni a questa parte che sta dalla parte del popolo, ce la sta mettendo tutta per tirare su la cloche, dell’aereo in picchiata che hanno ereditato, dai precedenti danni fatti dai potenti e i loro servi di politici corrotti, vedi alla voce cerchio magico e giglio magico

@ Il figlio del grigio. CENSURATO

Sapessi quanto ti sbagli, sognando questa opposizione a B. il piduista e contorno, ai suoi amici massocomunisti, e al giglio fracico da parte del governo di Conte e Di Maio, che secondo te sarebbero di tutt’altra parrocchia e “dalla parte del popolo”; quando a loro è stata affidata l’operazione covid, dove manca solo che al popolo pinzino le targhette all’orecchio come si fa col bestiame. Per non parlare, conoscendo la tua devozione, del papa affiliato al Rotary di Buenos Aires.

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4 febbraio 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “L’indice dei libri proibiti è sparito ‘appena’ 55 anni fa. Il primo a stilarlo? L’autore del Galateo”

censurato

Non ho mai ben capito perché la croce sulla quale su suppliziato Gesù dovrebbe essere diversa tra quelle della foresta sterminata di croci usate per giustiziare innumerevoli innocenti nel corso della storia. Crocifissi in mille modi diversi. Es. i Romani non avevano solo il metodo della croce; ci furono anche le liste di proscrizione di Silla, non meno tremende come forma di tortura mortale. Anche di modi di censura ce ne sono diversi. Non c’è più il rogo. I tempi sono cambiati; il clero non è cambiato ma si adegua. Persa l’egemonia, la messa all’indice potrebbe essere una forma di riconoscimento, e un’ammissione di soverchieria. Oggi il povero cristo che intralci gli affari del clero, e quelli delle sante alleanze cui il clero aderisce, scrivendo come siano contrari al Vangelo, e anche al codice penale, viene proscritto in silenzio, tramite qualche sinedrio di ruffiani, e inchiodato tra i malfattori e gli scarti della società, con un cartello di scherno, a contare i parassiti che si spartiscono il suo e i benemeriti spara-alle-spalle che si guadagnano stipendio, gradi e medaglie impestandolo.

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17 aprile 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. Mattiello “Ergastolo ostativo, dopo la sentenza della Consulta la sfida è non spostare indietro il baricentro della lotta alla mafia”

Buona la domanda dell’attivista antimafia, di quale cultura è figlia l’attuale svolta?

Della cultura clericale, che include l’ostilità per il “pentitismo” tra le sue aree di sovrapposizione con quella mafiosa. V. Dissociazione mafiosa e pentimento cattolico, in Sales I: I preti e i mafiosi. “Pentimento senza riparazione. Nella dottrina cattolica, la violazione di alcuni comandamenti … non rubare, non ammazzare non rende necessario riparare l’ingiustizia commessa e il dolore procurato …. L’ingiustizia compiuta e il danno arrecato non implicano obblighi nei confronti delle vittime. È solo l’autorità religiosa che ha il potere di liberarci dal peso degli errori commessi.” “come sia vicina la teologia morale cattolica all’idea che in materia di pentimento e collaborazione hanno gli stessi mafiosi”. “I collaboratori di giustizia, infami e anticristiani”, etc.

E della cultura dell’applauso degli italiani, sempre pronti a battere le mani, entusiasti e passivi, a ogni trillo retorico. In particolare sull’antimafia. Senza badare al clericalismo da Sicilia del dopoguerra di Mattarella, né a quello della affarista e atlantista CL di Cartabia. Senza badare che ciò che si sta disarmando fu in risposta alle stragi che pilotarono il passaggio alla II repubblica; che oggi, in una ulteriore turbolenza verso il declino, potrebbero essere usati, o minacciati, sistemi analoghi; e che si mostra così alla manovalanza che si stanno predisponendo vie di fuga per chi tiene la bocca chiusa.

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7 novembre 2021

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Commenti al post “Riace, padre Zanotelli invita tutti a sostenere Mimmo Lucano: “Comunità ferita. Ma andiamo avanti contro tendenza neofascista che fa paura””

Zanotelli difende due condizioni di deroga al settimo comandamento, “Non rubare”, che pur non essendo scritte sono fondamentali, per il comportamento del clero e per la sua influenza culturale. 1) Rubare essendo protetti da potenti, e in coerenza coi loro disegni. 2) Rubare sotto una copertura pseudoetica.

Rubare sul business dei travasi forzosi di etnie soddisfa entrambi i requisiti. Se ben condotti da mani esperte i furti di questo genere portano ai ladri un triplice vantaggio: il bottino, passare per santi e acquisire meriti presso i potenti che così si servono, e quindi potere. A ciò corrisponde un triplice danno: oltre all’impoverimento dei derubati, la selezione avversa delle figure leader e l’affossamento del Paese in una condizione di asservimento e sfruttamento.

E’ logico che venga difesa con veemenza la sua impunità. In primis dal clero, per il quale è una professione; e anche perché la prospettiva di arricchirsi, acquisire prestigio e divenire signorotti in quando vassalli, senza rischi, è fortemente attraente per tanti. Mentre i magistrati, attaccati da più parti, ricordano che potrebbero ritirare l’ampia franchigia di impunità al costume ubiquitario dell’uso criminoso dell’etica; alla santimonia che in questo caso vende i popoli e si arricchisce con la loro tratta.

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26 novembre 2021

Commento al post di P. Barabino “Droghe, Don Ciotti alla contro-conferenza sui temi esclusi dal tavolo istituzionale: “La legalizzazione non sarebbe stata trattata””

27 novembre 2021

Commento al post “Droghe, don Ciotti: “Serve la depenalizzazione dei reati più lievi. La mafia più pericolosa è la lentezza della politica””

Non abbiamo solo un governo fantoccio, ma anche guide morali fantoccio. C’è da instaurare un mercato della droga, da affidare alla mafia, restringendo la disponibilità di sostanze ma mai strozzandola del tutto ? Arriva l’antimafia della mafia samurai invincibile e perenne. C’è da intontire le masse con stupefacenti per fargli accettare il nuovo degrado? L’antimafia si converte al free joint. La droga degrada la persona e annulla il cittadino. Ma il vangelo di Ciotti e c. è “La bolla di componenda” di Camilleri.

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4 dicembre 2021

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Comemnto al post “Migranti, il Papa a Cipro: “Le nostre spiagge come i lager del secolo scorso. È una schiavitù universale: non possiamo tacere””

Predica e impone l’accoglienza forzosa, e la dottrina che i popoli in difficoltà si possono aiutare solo facendoli venire a casa dei già pestati, già spremuti, già venduti sudditi della bassa Europa. Questo colonialismo inverso dove si invitano masse dei più irrequieti a considerare altri popoli come fonte di nutrimento e arricchimento è seminare una zizzania che infesterà il futuro.

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9 dicembre 2021

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Commento al post di F. A. Grana “Papa Francesco ancora una volta contro la corruzione: “Ripresa e sviluppo con il risanamento della società””

Di “corruptio optimi pessima” parlava Ivan Illich, ma a proposito della Chiesa. L’etica liberista di Bergoglio ricorda le finestre a bocca di lupo delle carceri: limita la vista a uno stretto spicchio di cielo, ma nasconde la realtà umana che scorre davanti. Non è corruzione che il clero non paghi la sua gigantesca IMU ma la addossi a noi, e che ora, grazie al PD, in barba a una sentenza della Cassazione torni a non pagare neppure la tassa rifiuti e la faccia pagare maggiorata a noi. Non è corruzione favorire, propagandare e imporre le frodi di Big Pharma. Non è corruptio optimi dell’etica rinchiudere i cittadini e cinesizzarli con la scusa del covid, e allo stesso tempo obbligarli ad “accogliere” chi vuole venire a suo piacimento nella loro terra. Appare che sia di competizione, non di opposizione, il rapporto tra i poteri dei quali Bergoglio è parte e le forme di corruzione contro le quali tuonano.

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25 maggio 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Padre Pio e i rapporti burrascosi con Vaticano e confratelli: ‘Le stimmate se le procura da sé’”

“Il pittore Guido Gonzato, che era devoto di Padre Pio, mi raccontò un giorno d’aver fatto il viaggio a San Giovanni Rotondo insieme a un architetto che andava dal famoso frate per chiedergli la grazia di avere una commissione qualsiasi, perché da dieci anni che si era laureato non aveva ancora avuto un cliente. A San Giovanni Rotondo, quando l’architetto apparve sul piazzale, Padre Pio lo chiamò per nome e gli disse: «Lo so perché sei venuto e ti voglio accontentare. Appena tornerai a casa ti saranno ordinate parecchie stazioni».

L’architetto, che era proprio specializzato in costruzioni ferroviarie, credette al miracolo.

Appena tornato infatti si vide ordinare dal Curato del suo paese, ma a titolo di carità, un progetto per il rifacimento delle quattordici stazioni della Via Crucis che dentro altrettante cappelle scalcinate circondavano la chiesa parrocchiale.”

(Piero Chiara)

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1 giugno 2022

Blog de il Fatto

Commento al post di A. Corlazzoli “Gita scolastica al Duomo di San Donà di Piave: gli insegnanti non fanno entrare alcuni alunni perché “non fanno religione”

“Si versano più lacrime per le preghiere esaudite che per quelle non accolte” (Santa Teresa d’Avila). I giovani non dovrebbero premere troppo per entrare nei luoghi di culto (vecchi e nuovi; dichiarati e mascherati). Nei luoghi dove si fa atto di sottomissione a una qualche entità, plasmata in modo che non coincide mai con la legge morale, l’unica alla quale dobbiamo essere sottomessi; ma vi si sovrappone malamente, deformandola ed esautorandola, a vantaggio di quelli che manovrano il simulacro. Le chiese sono antri suggestivi, che racchiudono bellezze artistiche. Ma la permanenza prolungata tra le imposture dei preti rende meno umani: o più pecore o più lupi. L’accesso furbescamente condizionato all’indottrinamento andrebbe preso come “a blessing in disguise”, che meglio permette di mantenere il rifiuto di giurare sulle parole di qualsiasi maestro.

@ Charles Daniel. Le piramidi sono all’aperto, nel deserto. Hanno il fascino del grandioso, che è stato sfruttato dalla massoneria. Insieme ad altri simboli egizi. Ci sono logge intitolate ad Iside. Come la sinistra “Iside 2” di Trapani, che ricorre nelle ricostruzioni su mafia e deviazioni di Stato. Qualsiasi culto si appoggia a varie forme di sublime, di eccelso, per fini terreni. Terreni nel senso del terriccio del piano di campagna. Se vai a vedere le piramidi hai i modesti rischi del giro turistico sul dromedario. Se ti avvicini al culto massonico di Iside, puoi essere coinvolto nei peggiori crimini. Ai quali storicamente non sono stati estranei soggetti che veneravano i simboli del cattolicesimo. Del resto quelli come te, ai quali non la si fa, a volte hanno la doppia affiliazione, sia tonache che grembiulini. Il carattere interessante o edificante dei luoghi di culto, il loro potere seduttivo, non deve fare dimenticare il carattere moralmente ambiguo e spesso malsano.

@ Charles Daniel. Sei tu che insisti nel fare una caricatura, nello storpiare per negare la sostanza e insultare come un sacrestano che vede messo in pericolo il bussolotto delle offerte. Lascia perdere i sacrifici umani delle civiltà precolombiane estinte, la macumba, l’isola di Pasqua, etc. Torna tu coi piedi per terra. Nell’Italia del Veneto di “Signore e signori” (P. Germi); o de “Le mie vacanze erano sempre in pericolo. Mi salvavo all’ultimo. 9 in Religione” (Marcello Marchesi). Nelle religioni c’è tanto, ma ciò non toglie che chi va al mulino si infarina.

Charles Daniel. TOLTO DOPO LA MIA RISPOSTA, CENSURATA E POI RIMESSO. Ti do ragione, ai matti si dà sempre ragione. Io sono ateo, ma tu sei ossessionato dalla religione più di un fanatico credente. Riguardo alle tue estemporanee citazioni non dimostrano un bel niente.

@ Charles Daniel. CENSURATO. Tu sei un credente e un fedele. Un credente e un fedele della religione della pagnotta, che vi accomuna tutti. La religione non mi interesserebbe, se fosse possibile voltare le spalle ai lupi vestiti da agnello. Come dimostra, oltre agli infiniti imbrogli commessi all’ombra della Croce, il tuo sbraitare, da volgare piazzista di Rolex falsi sbugiardato.

@ Charles Daniel. CENSURATO. Tu sei un credente e un fedele. Un credente e un fedele della religione della pagnotta, che vi accomuna tutti. La religione non mi interesserebbe, se fosse possibile voltare le spalle ai lupi vestiti da agnello. Il senso del religioso, a torto o a ragione di fatto un bisogno istintivo dell’uomo, quasi una sua caratteristica biologica, come se vi fossero “recettori” innati per esso, andrebbe separato e distinto dal suo sfruttamento a fini di frode e sopraffazione. Dell’uso strumentale del senso religioso, del suo avvelenamento, che condiziona in negativo la vita civile, per non parlare di come opera sulla vita di chi è di intralcio a loschi affari, non si può fare a meno di occuparsi. L’educazione religiosa nelle scuole dovrebbe includere anche questo caveat (qualche teologo ha anche supportato questa necessità di educare sul lato cattivo della religione). Non limitarsi a un approccio pseudoetnologico come il tuo, che, fai bene a mostrarlo, nasconde animosità lupesche. Come dimostra, oltre agli infiniti imbrogli commessi all’ombra della Croce, il tuo sbraitare, da volgare piazzista di Rolex falsi sbugiardato.

@ Charles Daniel. CENSURATO. Provo a ripostare la risposta, censurata, a un tuo precedente insulto. Tu non sei ateo. Sei un credente e un fedele. Un credente e un fedele della religione della pagnotta, che vi accomuna tutti. La religione non mi interesserebbe, se fosse possibile voltare le spalle ai lupi vestiti da agnello. Il senso del religioso, a torto o a ragione di fatto un bisogno istintivo dell’uomo, quasi una sua caratteristica biologica, come se vi fossero “recettori” innati per esso, andrebbe separato e distinto dal suo sfruttamento a fini di frode e sopraffazione. Dell’uso strumentale del senso religioso, del suo avvelenamento, che condiziona in negativo la vita civile, per non parlare di come opera sulla vita di chi è di intralcio a loschi affari, non si può fare a meno di occuparsi. L’educazione religiosa nelle scuole dovrebbe includere anche questo caveat (qualche teologo ha anche supportato questa necessità di educare sul lato cattivo della religione). Invece di limitarsi a un approccio pseudoetnologico come il tuo, che, fai bene a mostrarlo, è una copertura per animosità lupesche. Come dimostra, oltre agli infiniti imbrogli commessi all’ombra della Croce, il tuo sbraitare, da volgare piazzista di Rolex falsi sbugiardato.

@ Charles Daniel. Significa che così come la Sala di Smeraldo del Grande e Temibile Mago di Oz nasconde un ometto ventriloquo di Omaha (che in USA è come dire di Chieti), non bisogna lasciarsi abbagliare da certe rutilanti scenografie. Tu fusse ‘nu poche mariuolo?

@ Charles Daniel. Charlie, risponderti è come parlare con la testa di Yorik da vivo. Certe luci nel buio non sono fari ma falò. “E fu allora che Nuto calmo calmo mi disse che superstizione è soltanto quella che fa del male, e se uno adoperasse la luna e i falò per derubare i contadini e tenerli all’oscuro, allora sarebbe lui l’ignorante e bisognerebbe fucilarlo in piazza.” (C. Pavese. La luna e i falò). “Ed era contro di essi [i conventi] che in realtà erano accesi i fuochi delle montagne, attizzati del resto da uomini assai simili a quelli che nei conventi vivevano, fanatici come essi, chiusi come essi, come essi avidi di potere, cioè, com’è l’uso, di ozio”. (Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo).

@ Charles Daniel. A proposito delle logge massoniche Iside, sono citate anche nel libro “Dietro tutte le trame – Gianfranco Alliata e le origini della strategia della tensione” di G. Tamburino, che ho appena letto avendone saputo da Il Fatto, che lo ha recensito qualche giorno fa. Appartiene a quel genere di libri che fanno rendere conto che siamo come costretti nella caverna platonica a vedere solo gli artefatti della realtà. Es. questa specie di psicologia inversa, disperata, per spingere i giovani in chiese sempre più vuote (ahimè, vuote a vantaggio di luoghi e di nuove divinità non migliori).

Tra le cose che si apprendono dal libro c’è, in particolare nell’appendice con la cronologia e biografia, scritta da M. Massignan, l’associazione tra cialtroneria e crimine eversivo. Tra il ciarpame di copertura, con l’ossessione per i titoli altisonanti e per l’attribuirsi eccelsi meriti, e i soldi passati sottobanco per commettere infamie. Vi sono figure inserite in reti responsabili di gravissimi reati, che prima di essere dei criminali sono dei buffoni. Anche questa tua facilità clownesca nel produrre discorsi strampalati coi quali falsificare a oltranza quanto scrivo ha un timbro ibrido. Sembra che il male abbia cura di non presentarsi mai col suo volto, ma sempre dietro a una varietà maschere. Non necessariamente positive. A volte nobili, o sante, o “awe inspiring” come maestose cattedrali; altre volte dozzinali e grottesche.

@ Charles Daniel. Ti dò modo di guadagnarti ancora la pagnotta: il nome della loggia Ungheria è stato collegato a piazza Ungheria, ai Parioli; dove c’è pure la chiesa intitolata al gesuita Bellarmino! Il ciarpame di copertura è un attributo di ciò che nasconde. Le squadre della morte organizzate dagli USA in El Salvador intitolate al mitico Atlacatl, simbolo della resistenza ai colonizzatori bianchi: “El Mozote, the report said, was work of U.S.-trained Atlacatl battalion, part of a days-long search-and-destroy sweep known as “Operation Rescue.” In fact, the report said, the soldiers massacred more than 500 people in six villages. In El Mozote, where the identified victims exceeded 200, “the men were tortured and executed, then women were executed and finally, the children” Washington Post, 3/21/1993”. “Gladio”, la spada dei legionari romani, gente seria, per i miserabili accoltellatori alle spalle a libro paga dell’aquila statunitense. I simboli di amore e altruismo per la tosatura del gregge, o la sua macellazione se non rende abbastanza. “Quando i grandi di questo mondo si mettono ad amarvi, è che vogliono ridurvi in salsicce da battaglia… È il segnale… È infallibile. È con l’amore che comincia.” Celine.

L’efficacia del grande male deriva in larga parte dal poter attingere al serbatoio immenso e inesauribile di battaglioni di piccoli cialtroni, che le chincaglierie grandi e piccole le recepiscono e le emettono; inclusi i cialtroni varietà “da sagrato”.

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5 dicembre 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Il libro-enciclica con tutti gli appelli alla pace del Papa: “Con la guerra tutti sconfitti”. E Francesco ringrazia anche ilfattoquotidiano.it”

Il Signore, secondo Manzoni, porta sempre a termine i miracoli, dice Bergoglio. Il Signore. I poteri maggiori, coi quali Bergoglio è strettamente alleato, stanno facendo portenti negativi. Come l’epidemia a dio del vulcano, che si placa solo se si buttano nel cratere il normale vivere, diritti, averi, salute. O come la guerra di difesa con le armi che sparano al contrario, colpendo noi. O come la dittatura del denaro che promette benessere in cambio dell’abbandonare i valori etici e sta diffondendo impoverimento, insieme all’immoralità senza freni nella vita pubblica e nella politica dietro a maschere false. Le parole di Bergoglio sul completare “i miracoli” suonano sinistre.

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6 dicembre 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Candela “Marina Nalesso, la portavoce del ministro Sangiuliano si racconta a ‘Maria con te’: “Il rosario al Tg2? Non lo tolgo mai e non intendo farlo, la Madonna è nella mia vita””

“A scuola ero il miglior ultimo della classe. Le mie vacanze erano sempre in pericolo. Mi salvavo all’ultimo. 9 in Religione” (Marcello Marchesi). Ci sono delle povere donne di paese che sbarcando il lunario affettando una religiosità esagerata e aggressiva portano anche loro il rosario al collo.

C’è il rischio che a chiedere di togliere i simboli cattolici li si sostituisca con qualche altro segno di devozione ad un’entità superiore, ovvero ai suoi rappresentanti terreni. Il triangolo con l’occhio massonico, la doppia elica del DNA della recente religione tecnocratica, i simboli di qualche altra religione se dovesse divenire egemone. Non che le altre divinità dell’attuale Olimpo non siano ossequiate e servite anche loro. Consideriamo queste ostensioni un avvertimento, un segnale di doppiezza, un’ammissione di tartuferia, in linea con la propaganda sempre più falsa e spudorata che si propinano i giornalisti mainstream, non watchdog ma rumorosi cagnolini da grembo del potere.

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12 marzo 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “ESCLUSIVO | Intervista a Papa Francesco: ‘Corruzione, lo scandalo che mi fa soffrire’. Pedofilia? ‘La Chiesa ha capito che non può più coprirla’”

Corruzione e mafia occupano il podio mediatico dei grandi mali. Il papa aggiunge la sua alle voci incessanti che dagli altoparlanti ci spiegano cosa pensare, lasciando assente, sul gradino più alto, il genitore di mafia e corruzione: lo sfruttamento. Il prosperare succhiando le vite degli altri, con l’inganno e con la violenza. Corruzione e mafia sono casi particolari e riconoscibili di sfruttamento. Ma lo sfruttamento è più ampio, prendendo forme coperte: legalizzate, istituzionalizzate, sacralizzate. La forma delle leggi distorte, del governo e dell’amministrazione feudali, servili verso i più forti e predatori con i cittadini, delle ideologie imposte, dei lupi sotto pelli di pecora. Non è certo da un papa che ci verrà il freno al parassitismo dei potenti e dei loro vassalli, incluso quello dei preti.

Interview with Pope Francis. “Corruption is the scandal that makes me suffer. Pedophilia? The Church can no longer cover it up” | EXCLUSIVE

The pope adds his voice to the unrelenting propaganda which depicts corruption and mafia as the only great evils. Thus hiding exploitation, of which corruption and mafia are but particular instances. Exploitation thrives on sucking away life from others. Much wider than “mafia di cosca” and kickbacks, exploitation takes forms which are hidden having being made legal, socially accepted and even commendable: unjust laws; civil servants drooping in front of financial powers, robbing common people to fatten their masters; self-serving ideologies; fraudulent medicine; wolves clothed as sheeps. It won’t be from a pope that we will get a restraint of the parasitism of the powerful and their henchmen; including the clergy parasitism.

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22 maggio 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Papa Francesco, appello alla Cei per vincere l’indifferenza sui migranti. Il libro pensato come regalo ai vescovi”

Si può seminare zizzania (Matteo, 13,24) facendo mostra di predicare alti valori morali. Es. le tirate del papa e del clero sui vaccini come atto d’amore hanno contribuito a suscitare discriminazione verso i non vaccinati*. (I quali invece non hanno provato pregiudizio verso i vaccinati*). Queste nuove “exclusionary attitudes”* passano ovviamente sotto omertà, preti per primi. L’immissione forzosa di masse di stranieri, l’abbattere i normali modesti muri antropologici delle stanzette delle persone comuni – mentre si innalzano bastioni ancora più imponenti attorno ai castelli dei privilegiati – vengono presentati come atti etici, quando seminano la discordia, il disordine, la dissipazione del tessuto sociale sui quali il clero e gli altri poteri prosperano. Così come i vaccini e i lockdown, entrambi dannosi, sono stati presentati come l’unica via di salvezza, i travasi di popolazioni in Italia vengono presentati come l’unica soluzione agli squilibri mondiali. Situazione analoga con l’apocalisse climatica. Sembra il vangelo secondo il gatto e la volpe, dove il gatto, in camice bianco o con la nomea di intellettuale, dice che c’è un grave problema e che non può essere risolto che con sistemi che depredano e degradano le persone comuni; e la volpe, da alti pulpiti e alti scranni, dice che le persone devono accettare la depredazione e il degrado come dovere etico.

*Discriminatory attitudes against unvaccinated people during the pandemic. Nature, 2023.

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4 giugno 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Papa Francesco su Rai 1: “Le apparizioni della Madonna? Non sempre sono vere”. È la prima volta nella storia che un Pontefice è ospite in uno studio tv” “

I miracoli sono un’immagine platonica netta e ben delineata, che siamo predisposti ad accettare come vera: wishful thinking. Esprimono una concezione poco rispettosa della divinità, dipingendola come una specie di capobastone o di politico locale che può salvare o no a seconda di quanto lo si prega.

Tra le incongruenze logiche, una divinità farebbe in modo di mostrare come inequivocabile il suo intervento. Non ci dovrebbe essere bisogno di accertamenti, commissioni, etc. Si ricorre allora a trucchi da imbonitore. Incluso quello dello standard negativo: riconoscendo per truffaldine sceneggiate del genere di Trevignano si legittima il potere di dichiarare miracoli “veri”. Come ribadisce qui Bergoglio.

Lo standard negativo è usato anche per i miracoli laici. Ricordo i cori degli ultrà del Brescia con lanci di bengala davanti al duomo pro Stamina, la truffa grossolana che ha legittimato le promesse di miracolo delle staminali ufficiali; sulle quali anche il clero ha interessi. C’è il wishful bias anche per i miracoli laici: il presidente della Corte d’appello che ha lasciato impunito l’inoculo della ridicola truffa Stamina nel SSN ha di recente ammonito contro l’accusare i medici senza avere le competenze tecniche; e allo stesso tempo li ha lodati come magnifici per il covid, nonostante le caratteristiche iatrogene della strage covid locale, mostrando di sentenziare a sentimento, come minimo.

*Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale.

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23 agosto 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Zuppi e la definizione del fascismo in ricordo di Don Minzoni: “E’ disprezzo dell’altro e del diverso, il razzismo raffinato o rozzo che sia””

“Per il potere che avevano … la Chiesa, la Confindustria e la monarchia hanno avuto la maggiore responsabilità per l’avvento del fascismo al potere” Ernesto Rossi, Il manganello e l’aspersorio.

“E forse ci voleva anche un uomo come quello che la Provvidenza Ci ha fatto incontrare”. Pio XI su Mussolini, 1929.

Come per la mafia, il clero si associa al potere violento e gerarchizzante per poi quando serve dire di essere contro, presentando a riprova i sacerdoti fatti uccidere da quello stesso potere. Oggi la stessa parola e il concetto di “fascismo” sono stati resi ambigui. Si serve il fascismo mascherato della globalizzazione, quello che es. forza l‘omossessualità nei bambini*, contrapponendolo al fascismo alla Catenacci; fatto guidare da Vannacci, al quale è assegnato il compito di antagonista “spaventapasseri” (straw man fallacy). Se ti opponi al fascismo folle del covid e della sessualizzazione dell’infanzia, se non bevi la frottola per bambini che cinici travasi etnici siano fatti per nobili sentimenti, e quella del doversi rendere povero e servo per abbassare la temperatura del globo, sei fascista. Se servi il “radicalismo sovversivo del liberismo “ (Michea) sei antifascista. La scena viene interamente occupata dallo “scontro” tra due fascismi, affini. Una polarizzazione teatrale che scaccia posizioni che rifiutano sia il fascismo del manganello che quello della siringa.

*The assaults on our young have reached peak insanity. 5 ago 2023, gruppo Hart.

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24 agosto 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Riaperta la chiesa dove fu ritrovato il corpo di Elisa Claps. Il fratello: “Ladri di verità per 30 anni, spero che nessuno ci entri””

Non va dimenticato che la verità sull’omicidio di Elisa è emersa fortunosamente, per la reiterazione del crimine da parte di uno psicopatico protetto lasciato impunito, e per non potere più nasconderla data l’azione giudiziaria in UK. La storia mostra anche un’altra verità che si vuole far dimenticare: l’alleanza tra clero, massoneria, forze di polizia e magistratura a copertura di crimini. Dietro alle declamazioni altisonanti su Vangelo, legalità, contrasto alla mafia, eroismo dei servitori dello Stato, etc. E’ una verità che le persone oneste che si oppongono a crimini di notabili conoscono bene. Mentre quella che chiamo “mafia passiva”, le tante persone comuni con la loro omertà, questa verità la respinge, ed entrerà in quella chiesa che è stata profanata dai suoi stessi custodi, non conoscendo altro che la speranza del favore dei potenti e la paura di scontentarli.

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28 agosto 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Caivano, Meloni in cdm: “Accolgo l’invito di don Patriciello. Non una semplice visita, non esistono zone franche. Offriremo sicurezza” “

Parco Verde, frazione di Caivano, è un paesello come ce ne sono migliaia. Ha circa 6000 abitanti, lo 0.01% della popolazione italiana. Nel Buon Governo non si fa una passerella governativa, ma si bonifica, in forze, con mezzi legali e civili, stroncando l’illegalità, sanando il degrado e le negligenze dello Stato, energicamente, presto e bene.

In uno Stato corrotto invece c’è bisogno delle sceneggiate che facciano da alibi, da distrazione, da legittimazione a istituzioni e politica corrotte, bipartisan; di uno standard negativo che faccia sembrare la situazione generale accettabile, e accettare la “protezione” dello Stato (la metamafia, mafia sulla mafia). Un alibi anche per la pecoraggine dei cittadini dell’intera nazione, che vengono così aiutati a far finta di nulla nel subire vessazioni tramite lo Stato, intenti a seguire le storie delle Sodoma e Gomorra campane. Speriamo che queste non siano le prime puntate di una nuova serie delle saghe Bene-Male, ora ad ambientazione sessual-camorristica, con paladini luminosi che si oppongono a malamente demoniaci. L‘eroe qui è Patriciello, esponente di un clero a capotavola nel banchetto sull’Italia, esperto nell’arte di apparire salvatori del popolo mentre lo si vende*; un clero che ha su illegalità e degrado agenti tipo la Cartabia nella stanza dei bottoni mentre Patriciello recita dabbasce, come ha già fatto*.

*La post-camorra. Dai tagliagole alla chirurgia ingiustificata della tiroide. Sito menici60d15.

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22 agosto 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Migranti, l’arcivescovo di Palermo: “Va recuperato il senso umanitario. Non si possono penalizzare le Ong perché salvano vite”

Imponendo di valutare una questione nella sua globalità, il celebre teorema che prende il nome da un pastore anglicano, il rev. Bayes, dovrebbe essere trasposto, nella sua essenza qualitativa, anche a questioni etiche, o presentate come tali. In questo caso, il principio di Bayes dice che è errato ragionare come l’arcivescovo: “dati gli sbarchi [che sottobanco noi preti e c. organizziamo] cosa è etico”. La corretta impostazione è “dato ciò che è etico, cosa fare per i popoli in difficoltà dai quali arrivano i migranti”. Con la prima versione si serve un travaso umano, cioè di uomini, ma disumano, voluto dai poteri forti a loro interesse, mascherato con belati e pelli di pecora. Senza badare né alle masse di diseredati che restano a marcire nei loro paesi né agli italiani che devono accollarsi “l’accoglienza” e farne le spese. Con la seconda, si deve cercare di migliorare le condizioni in loco, e non sostituire parte del gregge italico con altre “razze” ora che non rende più abbastanza.

Detto in altri termini, la carità – asserita – verso gruppi particolari, senza la giustizia, che è carità verso tutti, è un uso immorale dell’etica. Non è “senso umanitario”, ma senso cinico del business sulla pelle dei popoli. Come mostrano le morti catalizzate e catalizzatrici degli affogati*, portate a sostegno dall’arcivescovo.

*Le morti catalitiche Sito menici60d15.

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14 settembre 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. De Vita “La mamma di Elisa Claps a “Chi l’ha visto”: “Il parroco sapeva benissimo la verità”. E spunta un nuovo testimone: “Io in questa Chiesa sono stato abusato””

In quella chiesa più che Dio si è di fatto adorato Satana. Si dice che Dio si serva dei piccoli. Anche Satana: uno stuolo di piccoli uomini ha continuato a servirlo dopo il massacro di una ragazza pura, coprendo a oltranza gli immondi officianti. La prosecuzione è avvenuta in altri luoghi che come le chiese si presentano come consacrati al Bene: i luoghi della legalità e della giustizia. Cioè i luoghi dell’emancipazione dallo stato di natura. Dalla bestialità. Quella che è stata celebrata davanti al tabernacolo.

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3 ottobre 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Migranti, l’arcivescovo di Palermo attacca il governo: “Oggi è assente a Lampedusa, preferisce occuparsi di una giudice che ha fatto il suo lavoro””

Ricordo diversi decenni fa una riposta del direttore, un prete, ad una lettera a Famiglia Cristiana: Il Vangelo non dice che bisogna essere fessi. Le continue prese di posizione in nome di libri sacri dei “fissi”, cioè clero, politici (di ogni colore, con i loro finti duelli), magistrati, sindacalisti, giornalisti affermati, etc. sono studiate in modo da servire i più forti. A scapito dei “fessi”: cittadini italiani comuni sempre più spinti verso il declino; popolazioni dei Paesi di provenienza tenute nell’abbandono e nello sfruttamento, e nel peggiore dei mali, la guerra; imbarcati lasciati criminalmente annegare per dare un pretesto etico e pseudogiuridico alla violenza dell’immissione forzosa di masse di stranieri* spacciando il servizio navetta per salvataggi.

I sedicenti esecutori della Costituzione e del Vangelo considerano solo una piccola parte, i giovanotti egoisti con qualche soldo dei gommoni, a scapito delle popolazioni di origine, i sommersi; a scapito dei fessi che li devono mantenere, così come devono pagare le tasse anche per il clero. Sulla Costituzione non è scritto che chi occupa lo Stato può vendere il Paese e farne un’entità amorfa a disposizione dei poteri forti. Né sul Vangelo è scritto che si deve accettare il parassitismo, l’arbitrio e il privilegio – macchiati di sangue – di chi dice di parlare per conto di Cristo.

* Le morti catalitiche. Sito menici60d15.

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9 novembre 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. De Vita “Chi l’ha visto?, Federica Sciarelli chiede scusa alla madre di Elisa Claps: ecco perché lo ha fatto”

Il diavolo fa le pentole. La magistratura fa i coperchi (v. “Felicia Genovese” in *). E’ accaduto che le pentole abbiano perso il coperchio, con l’omicidio in UK, del quale la compiacenza delle istituzioni italiane è stata causa necessaria. A ciò e alla dirittura dei Claps si deve se la scelleratezza non è rimasta occultata come l’avevano resa clero, massoneria, magistratura, polizia, etc.

Elisa è morta per una sua pulizia interiore, per la Fede istintiva e candida che hanno alcune ragazze: una chiesa le sembrava un luogo sicuro. Altri giovani sono stati uccisi per la fiducia che provavano rispetto a istituzioni etiche. Morì così Serantini**. Abbandonato in un brefotrofio, era stato adottato da un poliziotto. Serantini deve avere associato la divisa al bene, alla protezione. Quando la polizia caricò, lui non fuggì come gli altri. Gli fracassarono il cranio col calcio dei fucili. Anche qui la magistratura ne esce molto male**. Era figlio di un agente di polizia, locale, anche Federico Aldrovandi, ucciso per avere incontrato poliziotti sbagliati. Credeva evidentemente che le caserme dei CC siano luoghi consacrati alla legalità Serena Mollicone.

La storia di Elisa dovrebbe mantenere aperta una consapevolezza, soprattutto per i giovani del genere omnia munda mundis, sulle reti sotterranee che collegano i vari palazzi del potere, e sui pericoli dietro alle loro facciate rassicuranti.

*T. Jones. Sangue sull’altare. 2012.
**C. Stajano. Il sovversivo. 1975.

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19 novembre 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Giornata mondiale dei poveri, il Papa: “La povertà è uno scandalo, non distogliamo lo sguardo. Dio ce ne chiederà conto””

Le parole del papa andrebbero meditate, ma non da sole: assieme allo sketch di Massimo Troisi “Chi ha preso i soldi del Belice” (https://www.youtube.com/watch?v=frLe7S3tSW4).

La povertà viene usata come pretesto dai ricchi – che la creano – per appropriarsi anche dei modesti beni di chi ha qualcosa.

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16 dicembre 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. Turrini “Morto Toni Negri, l’ex leader di Potere operaio aveva 90 anni. Lotta di classe, Br e Parlamento: il ritratto. Sangiuliano: “Cattivo maestro”

D’Annunzio insegnò a confezionare paccottiglia fascista; Negri ha insegnato la paccottiglia pseudorivoluzionaria per il terrorismo pilotato pro sistema. Anticomunista, borsa di Studio Rockefeller e pubblicato da Harvard, in cordiali rapporti con l’avvocato di Piromalli* nella Calabria massonica della quale la ‘ndrangheta è un’estroflessione. Un modello principe del sicofantismo, della scissione narcisista per i tanti che agognano a servire il potere e insieme apparire ribelli.

La sua figura può essere usata per calibrare la scala usata per la selezione della classe dirigente in Italia. Tra quelli che lo hanno inquadrato come fomentatore del terrorismo legato ai servizi USA, italiani ed europei è stata elevata la mortalità per omicidio: G. Galli, E. Alessandrini, Pecorelli, Dalla Chiesa**. E’ invece un venerato maestro per soggetti di successo come Casarini, attualmente in affari col Vaticano per l’immigrazione forzosa: soggetti che cioè si atteggiano a rivoluzionari e servono la peggiore eversione dall’alto.

*Guarino M. Poteri segreti e criminalità. L’intreccio inconfessabile tra ‘ndrangheta, massoneria e apparati dello Stato. 2004.
**Willan P. The puppetmasters. The political use of terrorism in Italy. 2002.

@ Brisk: Quella di Negri è l’oscurità sinistrese che vuole simulare profondità. Le opere di D’Annunzio, notò Sapegno, non è che siano oggi molto leggibili. Diverso il valore umano. D’Annunzio, sincero nei suoi sbandamenti, affamato di vita, v. la sua biografia di P. Chiara, era coraggioso e sfidò il pericolo. Negri, scialbo e doppio nelle sue contraddizioni, è stato di quelli “happy for others to risk their skins in the struggle while they stayed at home to concoct a programme of political pie in-the-sky to underpin the improbable revolution” (Willan, cit.).

Ma ciò cui mi riferisco è la credulità pubblico. La giocoleria verbale, la teatralità, il morboso del Vate attecchirono. Ricordo di fronte all’ingresso del Vittoriale le bancarelle che vendevano magliette con la faccia del Duce; di un affabulatore di provincia che portò alla rovina l’Italia con la furbata di associarsi, essendo debole, all’aggressione di nazioni molto più forti e bellicose. Parimenti i midwit di sinistra mentre snobbano una figura di autentico valore, Gramsci – più apprezzato dagli anglosassoni che da noi – si sentono intellettuali engagé bevendosi campagne di marketing ritagliate sui disegni del potere da ditte di PR ultraliberiste; accettando maestri vistosamente finti. “Molti non sanno che alla loro testa marcia il nemico / la voce che li comanda è la voce del loro nemico” (Brecht); “Credono di spezzare il cerchio e non fanno altro che rinsaldarlo” (Pasolini).

@ Stefeno: Palermo, scampato all’onda d’urto mentre anche la magistratura gli faceva la guerra 1, le cui ricostruzioni ricevono apprezzamenti es. da G. Tamburino 2, non cita Toni Negri. Ma descrive una “nicchia trofica” rilevante: “L’ex magistrato Carlo Palermo nel suo libro La Bestia parla del «quarto livello», un intreccio di poteri di cui fanno parte Cosa nostra, la mafia americana, la massoneria nazionale e internazionale e i servizi deviati italiani e americani” 3.

Mi lasciarono perplesso sia alcune tesi de “Il Quarto livello” sia che fosse pubblicato dagli Editori Riuniti. Che nell’ambito del frettoloso cambio di vestiti per un periodo assunsero il buffo nome di “Editori Riuniti University Press”. Siete andati dalle stelle alle stalle con i “livello 4”. Da “Il Quarto Stato” a “Rete 4” – P2, mutazione culturale liberista, cene eleganti, stallieri, etc. – dove ha una serata Bianca; mentre all’occorrenza sventolate lo slogan del babbo sulla questione morale, come fai tu a proposito della questione rappresentata da Toni Negri; eversore protetto nelle parole del compagno Pecchioli 4. L’opera omnia di Marx e Engels degli Editori Riuniti è in 50 volumi; un testo più agile per cercare di capire l’intricato reticolo intellettuale su cui poggia la prassi della caviar gauche è “L’albergo del libero scambio” di Feydeau.

1 Palermo C. L’attentato. 1993.
2 Dietro tutte le trame. 2022.
3 Pinotti F. Potere Massonico. Chiarelettere, 2021.
4 Tra misteri e verità. 1995.

18 dicembre 2023

Commento al post di S. Cannavò “Toni Negri: “Cattivo maestro? No, compagno fra altri. Ma peccato non vedere altri cattivi maestri”

Negri addita il nemico in Rockefeller che lo finanziò*. Un monopolio naturale, la distribuzione dell’energia, sta divenendo oggetto di speculazione con la farsa del libero mercato. Nessuno fiata. C’è invece chi esalta Negri, agente provocatore del capitalismo predatorio*. Come lo vedeva M. Nozza:

“delegato diocesano degli studenti dell’Azione cattolica; poi democristiano. Toni Negri, nella sua vita, era stato tutto. Tutto tranne che comunista. E io non avevo mancato di sottolineare la rabbia visceralmente anticomunista di Negri.

Nel suo stile tra l’ermetico e l’invasato, Toni Negri lasciava cadere frasi di questo genere: “Nulla rivela a tal punto l’enorme storica positività dell’autovalorizzazione operaia, nulla più del sabotaggio. Nulla più di quest’attività di franco tiratore, di sabotatore, di assenteista, di deviante, di criminale che mi trovo a vivere. Immediatamente mi sento il calore della comunità operaia e proletaria, tutte le volte che mi calo il passamontagna”. E poi: “La violenza é il filo razionale che lega la valorizzazione proletaria alla destrutturazione del sistema e quest’ultima alla destabilizzazione del regime. Basta con l’ipocrisia borghese e riformista contro la violenza”.

Lo stile di Toni Negri era a metà tra D’Annunzio e Carolina Invernizio. Toni Negri esaltava la mistica del manganello (come Marinetti) e lo squadrismo (come Mussolini). Il motto di Toni Negri era: Armiamoci e partite.”

*Puppetmasters. The political use of terrorism in Italy.

@ Enzo Tomasetti: A lei sfugge la necessità di non fare affermazioni sussiegose e ambigue: il ruolo degli intellettuali è quello praticato da Toni Negri in senso descrittivo o prescrittivo? In senso descrittivo, non lo venga a dire a me, di quanto e come intellettuali e chi esercita professionali intellettuali – medici, ricercatori, magistrati, giornalisti – “si prostituiscono al potere e ne avallano tutte le abiezioni” (Pareto). Però andrebbe detto alle masse che li ascoltano, che sono dei venduti che li porteranno a degradarsi e a perpetuare ingiustizia e sfruttamento.

La tesi che occorra riconoscere francamente che il ruolo dell’intellettuale, come un vasto panorama appare mostrare, non possa essere che quello del parolaio che inganna il popolo per conto del potere è interessante, ma andrebbe argomentata. Soprattutto perché esistono alcuni controesempi: intellettuali che contrastano la famelicità del potere. Gramsci, snobbato dai sinistri nostrani. Pasolini, che “se l’era cercata”, disse Andreotti. Dolci “per chi sta bene e ha la vita facile, sono insopportabili questi importuni che ricordano col loro esempio, fastidioso come un rimprovero vivente, che nel mondo esiste l’onestà e la dignità” (Calamandrei in sua difesa). O E. Alessandrini, che ebbe la grinta di andare a cena con Negri, per studiarlo. O Tobagi, i cui assassini – ragazzi viziati e protetti – furono influenzati da Toni Negri, come riporta Nozza.

@ Enzo Tomasetti: Devono decidere le masse quali voci ascoltare: lei è per il caveat emptor, “badi il compratore”, principio liberista. Negri del resto sosteneva che bisogna favorire il capitalismo per giungere prima al comunismo. Il profeta della lotta armata predicava di disarmarsi sul piano dell’opposizione civile. (Un ragionamento “non falsificabile”, che più che un intellettuale ricorda i truffatori che chiedono gli si consegnino i propri beni per ricevere un maggior guadagno in futuro). Un principio di liberismo spinto: diversi di quelli che lo hanno additato come un deleterio doppiogiochista, “la concorrenza”, sono stati uccisi; G. Galli, E. Alessandrini, Pecorelli, Dalla Chiesa. Mentre Negri fu favorito dal quel potere che predicava di combattere a passamontagna calato. Casarini, che lo considera un messia, prospera, a braccetto coi preti, col business dell’immigrazione forzosa, un’altra imposizione dall’alto presentata come “ribellione per amore”. Non si può parlare di libero mercato delle idee se alcuni vengono esaltati e alle voci contrarie si fa sparare. Lo vedo nel mio campo, la medicina: le masse sono in grado di giudicare se vengono date loro informazioni corrette. Se invece si presentano come salvatori i piazzisti di truffe di alto livello e si eliminano i critici quella che risulta non è “la forza dell’intellettuale” ma la forza dell’oppressione violenta. Che molti – i peggiori – ambiscono servire.

@ Enzo Tomasetti: Ma quale maestro. Alla fine cosa ha detto di memorabile. Si atteggiava a maestro eccome. E’ da considerare ben altro.

Uccidere pure Budda? Ma è una fissazione. Uccidi qua, sbudella là. Non capisco il senso del detto zen. Tento di controbattere a tanta implacabile determinazione con M. Marchesi: “Se avanzo seguitemi. Se indietreggio uccidetemi. Se casco per terra spazzolatemi”.

@ Enzo Tomasetti: In queste ore si discute sulla contrapposizione tra il PdC, Meloni, e l’influencer Ferragni, nuova figura di spicco della sinistra, per la storia della falsa filantropia sui pandoro; e pure sulle uova di Pasqua. Davanti alla politica che recita copioni di marketing, come questa guerra delle due bionde mostra, mi va bene essere un sempliciotto che ritiene che Negri sia servito a fare deragliare l’opposizione democratica al potere e a marchiare come proibiti, mediante uccisioni esemplari, tipi umani utili al Paese; che non comprende l’ovvia necessità di sparare a vista a Budda; né che calando docili le brache sulle bollette a strozzo si accelera l’inevitabile crollo del capitalismo, come Negri ha insegnato alle avanguardie della rivoluzione.

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26 dicembre 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “A Padova un’attivista minorenne di Ultima generazione invoca la pace alla messa di Natale e finisce in questura”

Gli italiani sono dei signor Cupiello, immersi nel presepe e ciechi al dramma in corso che li riguarda. Si fanno affascinare anche da un presepe grottesco come questo. I poteri che ordinano e ottengono il più terribile dei mali, le guerre, che finora vediamo da lontano, sono gli stessi che da noi vogliono l’impoverimento e l’asservimento tramite gli spauracchi di apocalissi climatiche se non ci si lascia spogliare dei propri beni e delle proprie libertà. Clero, ecoattivisti e Viminale, che inscenano di queste farse ributtanti, qui usando la Natività per la propaganda più falsa, spietata e anticristiana, sono tutti e tre al loro servizio. La responsabilità che dovremmo prenderci è semplicemente quella di non dare fede alla squallida costruzione di un’altra finta opposizione al potere, come se non conoscessimo già effetti deleteri della falsa sinistra, della falsa destra, dei falsi antisistema, di una antimafia che fa da alibi alla mafia di Stato, dei falsi predicatori del Vangelo etc., tutti quanti al servizio dei ricchi e dei potenti.

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18 febbraio 2024

Blog de Il Fatto

Commento al post di C: Simbula ” “Ho arrestato il capo delle Br senza sparare, ora preparo pizze e assisto i malati di cancro”: la seconda vita del poliziotto Claudio Bachis”

Complimenti. Ma mi vengono in mente a) Mike Stern, che da agente di collegamento tra il bandito Giuliano e i servizi USA da anziano passò a occuparsi di Alzheimer (ne scrissi nel 2007 all’allora PM Scarpinato; e la cosa dovrebbe interessargli anche come senatore, perché la grande frode strutturale sulla demenza senile che lì descrivo dall’anno scorso può avvalersi di un corposo intergruppo parlamentare; ma ho l’impressione che come ad altri non gli interessi molto quella che chiamo “la mafia dietro l’antimafia”). b) i CC che hanno donato il premio di 10000€ per la cattura in limine vitae di Messina Denaro a un reparto di oncologia pediatrica*.

Abito nella stessa città dove Moretti** si gode i privilegi vergognosamente riconosciutigli. E dove invece ricevo un trattamento di genere opposto. Su questo sito giorni fa, in risposta a chi mi calunniava come “avvinghiato a CL”, ho risposto ricordando tra le altre vergogne di CL il lavoro dato a “Moretti-servizi”. E’ intervenuto un massone dichiarato con i soliti insulti; il Fatto come altre volte ha censurato la mia risposta. Nella città ospitale con Moretti sono scattate le solite rappresaglie.

Una continuità personale tra contrasto del terrorismo e assistenza ai malati non dovrebbe coprire la continuità strutturale tra il terrorismo pilotato di allora e gli odierni lavori sporchi pro frodi mediche di alto bordo.

*Le anamorfosi su mafia e cancro
**Flamigni S. La sfinge delle Brigate rosse. 2004.

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Vedi anche:

La decenza precede la santità

Anche il CSM interviene su Alfie

Preghiere esaudite. Le cure compassionevoli nella medicina usuraia

La post-camorra. Dai tagliagole alla chirurgia ingiustificata della tiroide

Sos cancro nei bambini e sovradiagnosi

Quando è Pietro che si associa a Simon Mago

La santimonia

Il publication bias del blog de Il Fatto

18 December 2012

18 dicembre 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Travaglio “Qualche risposta e una proposta” del 17 dicembre 2012

Cancellato due volte

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Il Fatto offre al pubblico un luogo di discussione politica. Ciò è meritorio, ma è anche una responsabilità: se si fanno passare solo alcune voci si falsa la discussione e conseguentemente il giudizio dei lettori. Io raccolgo tutti i miei commenti cancellati da il Fatto in un elenco sul mio sito:
http://menici60d15.wordpress.c…

Invito gli altri a fare lo stesso, riportando i loro commenti sforbiciati da Il Fatto in un proprio sito. Sarebbe utile se dei blogger organizzassero siti sui quali sia possibile postare le campanelline che non hanno potuto fare sentire il loro tintinnio nel blog de Il Fatto. Mettendo in rete i commenti che Il Fatto non pubblica si eviterà che informazione e opinioni potenzialmente utili siano totalmente sommerse. Inoltre, comparando il detto e il non detto, si potrà comprendere se e quanto la principale arena allestita sull’area progressista è in pendenza, essendo inclinata verso determinati interessi.

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Il commento è stato invece accettato dai moderatori sul post di B. Tinti “Con Monti per un governo di salute pubblica”, che non ha attinenza diretta col tema della censura de Il Fatto. La redazione appare seguire un criterio di rilevanza inversa.

Choosy, marchesini e figli di. La differenza tra meritocrazia e merito

10 December 2012

Appello al Popolo

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Il merito, qualunque genere di merito, non esiste altro che per convenzione. (…) Che merito ha la mosca di avere sei zampe là dove il ragno ne ha otto? Maffeo Pantaleoni, Erotemi, 1925.

Il metro di valutazione [nel settore primario e secondario], per l’operaio e per il contadino, è facile, quantitativo: se la fabbrica sforna tanti pezzi l’ora, se il podere rende. (…) Nei nostri mestieri [terziari] è diverso, non ci sono metri di valutazione quantitativa. (…) Come si può valutare un prete, un pubblicitario, un PRM? (….) No, non abbiamo altro metro se non la capacità di ciascuno di restare a galla, e di salire più su, insomma di diventare vescovo. In altre parole, a chi scelga una professione terziaria o quartaria occorrono doti di tipo politico. La politica, come tutti sanno, ha cessato da molto tempo di essere scienza del buon governo ed è diventata invece arte della conquista e della conservazione del potere. L. Bianciardi, La Vita Agra.

La trasformazione dell’Italia in un Paese “ordinato secondo i criteri del merito e della gerarchia” “per l’esclusivo bene del popolo”. Licio Gelli

Ci si dovrebbe guardare dal predicare ai giovani, come scopo della vita, il successo (…) Infatti un uomo che ha avuto successo è colui che molto riceve dai sui simili, incomparabilmente di più di quanto gli sarebbe dovuto per servigi da lui resi a costoro. Il valore di un uomo, tuttavia, si dovrebbe giudicare da ciò che egli dà e non da ciò che egli riceve. A. Einstein

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Secondo il governo, i problemi del lavoro sono le pretese dei giovani, che si devono mettere in testa che la stabilità del lavoro è finita, che essere disoccupati è normale, che accettare qualsiasi condizione è doveroso. Per ribadire ciò, ai giovanotti è stato fatto osservare che sono sfigati (Martone), fermi al posto fisso (Cancellieri), choosy (Fornero), e ora viziatelli troppo abituati a cercare vie dorate sempre secondo il Ministro del Lavoro, delle Politiche Sociali e delle Pari Opportunità Elsa Fornero, che ha preso a cuore questa campagna di moralizzazione. E’ come ne “Il marchese del Grillo”, ma non solo per la battuta famosa; anche per la scena dove il marchese, nel suo palazzo, stanco di lanciare frutta agli accattoni postulanti al cancello, comincia a tirargli pigne: non è che quegli italiani che hanno accettato il sistema clientelare non si meritino di essere presi a pesci in faccia dai politici, ora che i nodi stanno venendo al pettine.

E non è che non ci sia una non trascurabile parte di verità nelle accuse; ma la parte più veritiera sta proprio sullo stesso pulpito dal quale proviene la predica. Per il sottosegretario Martone gli studenti che a 28 anni non si sono ancora laureati sono sfigati; nessuna precisazione sulle diverse tipologie di fuoricorso. L’università di massa amplifica il fenomeno sociale indicato da Medawar – e prima di lui da Salvemini – nel quale alcuni vengono istruiti al di sopra della loro intelligenza; ma un sottosegretario di Stato che si esprime con tale rozza albagia mostra di essere anche lui un “pompato”, in questo non diverso da chi presume troppo di sé percorrendo un corso di studi per i quali non è adatto. Martone è divenuto ordinario a 29 anni, ma per il rotto della cuffia, con un concorso più simile all’esame di uno sfigato raccomandato al quale i professori non mancano di fare notare che il 18 gli viene regalato, che all’abbraccio a un “giovane maestro” (Martone e il concorso (non-sfigato), Il Fatto, 25 gen 2012). E’ figlio di un alto magistrato che tra gli incarichi accumulati ha avuto quello di presidente dell’ANM, l’associazione di categoria dei magistrati, una casta tra le più forti, che vive ai piedi del trono. Il padre evidentemente ha insegnato al figlio il suum cuique tribuere: i modi ossequiosi sono per i potenti, quelli cortesi per gli altri gentiluomini di corte, mentre la plebe va trattata per quella che è.

Abbiamo poi il figlio del Ministro dell’Interno Cancellieri, Peluso, che ha ricevuto 3.6 milioni di euro per abbandonare una nave che sta affondando, della quale era ufficiale, cioè direttore finanziario, la Fondiaria assicurazioni. Una buonuscita di 3 annualità dopo 14 mesi di lavoro. Soffermarsi sulla notizia di questo trattamento potrebbe aiutarci a progredire nella comprensione dell’oscuro fenomeno dei prezzi esosi e sempre crescenti delle polizze per rc auto. Il figlio non è rimasto tuttavia disoccupato; Telecom, della quale conosciamo da utenti il culto dell’efficienza, si è subito accaparrata un manager che ha dimostrato di sapere generare denaro praticamente dal nulla. Solo i maligni direbbero che si tratta di un caso di “mamager”, con la “m” in mezzo. E sarebbe antipolitica fare illazioni su come questi cadeaux da parte di privati possano spingere la mamma a sdebitarsi, coi soldi nostri, quando siede al Viminale, o coi colleghi a Palazzo Chigi. Resta però la sensazione di essere presi tra due fuochi, tra “pubblico” della madre e il privato del figlio; tra le imposte e tasse con le quali il governo della mamma ci toglie denaro per darlo agli speculatori finanziari e i taglieggiamenti di aziende come quella del figlio.

La figlia della Fornero, giovane professoressa universitaria con 102 pubblicazioni. Sono tante; forse troppe. Un ricercatore anziano, quando da studente ero interno in un laboratorio, diceva che a lavorare bene di ricerche scientifiche di laboratorio non si riuscirebbe a pubblicarne più di una all’anno. Erwin Chargaff, nel lamentarsi dell’eccesso di pubblicazioni scientifiche (che è spinto anche dalle case editrici) osservò che il ricercatore in carriera pubblica molto ma metà di ciò che pubblica è robaccia; solo che non si capisce quale metà. Alcune università USA chiedono ai candidati ai posti di professore di presentare soltanto le loro principali 5 o 10 pubblicazioni.

La figlia invece ha invece scelto la via italiana delle pubblicazioni a palate; e, di riflesso, il costume italiano di affollare le pubblicazioni di autori. Una volta un avvocato, abituato a vedere il figlio che pubblicava come autore unico, osservò che le pubblicazioni presentate dagli altri candidati a un concorso pubblico per assistente ospedaliero più che titoli di merito scientifico erano attestati di iscrizione a cooperative: per fare una cooperativa occorrevano allora almeno 9 persone, e le pubblicazioni che si presentano ai concorsi spesso hanno elenchi degli autori chilometrici. Forse il numero sufficiente a fondare una cooperativa stabilito nel Codice Civile fino al 2001 potrebbe essere preso come livello di guardia, almeno in campo universitario, nella valutazione dei titoli esibiti da chi vuole dimostrare la propria eminenza intellettuale. A meno di non cominciare ad assegnare cattedre a cooperative di ricercatori invece che a singoli.

Le pubblicazioni in cooperativa possono essere segno di vari vizi che dovrebbero essere incompatibili con la posizione di professore universitario; tra i quali il conformismo. Le due professioni inamovibili, magistrato e professore universitario, non dovrebbero essere occupate da conformisti. Calamandrei ha scritto che il conformismo è la peggiore sciagura per i magistrati. I magistrati, in particolare quelli di Magistratura Democratica, hanno illustrato con esaustiva precisione come la meritocrazia applicata alle promozioni dei magistrati possa divenire strumento di controllo politico; sull’abuso delle valutazioni da parte dei poteri forti a fini di discriminazione in altre professioni hanno un atteggiamento molto più aperto, e perfino collaborativo.

Per i professori, valgono le parole che Brecht ha messo in bocca a Galilei: “Non credo che la pratica della scienza possa essere disgiunta dal coraggio. (…). Se gli uomini di scienza non reagiscono all’intimidazione dei potenti egoisti e si limitano ad accumulare sapere per sapere, la scienza può rimanere fiaccata per sempre, e ogni nuova macchina non sarà fonte che di triboli per l’uomo. (…) [Con scienziati conformisti] il massimo in cui si può sperare è una progenie di gnomi inventivi, pronti a farsi assoldare per qualsiasi scopo”. In tutti i campi, la differenza tra il conformismo e la ruffianeria verso il potere può facilmente annullarsi. Questo brano da La Vita di Galilei andrebbe citato quando gli scienziati piagnucolano di subire le persecuzioni di Galilei essendosi comportati nel modo per il quale i membri della Commissione Grandi Rischi sono stati condannati in primo grado.

Le 102 pubblicazioni su Pubmed della scienziata che ha avuto la fortuna di essere figlia della severa ma giusta castigatrice dei costumi hanno in media 10.4 autori (deviazione standard 5.9); sembra che in questo la brillante rampolla dell’elite sia stata democratica, e anzi collettivista, avendo seguito la via della mutualità. Es. l’articolo più recente, novembre 2012, riporta gli autori: D’Arena, Gemei, Luciano, D’Auria, Deaglio, Statuto, Bianchino, Grieco, Mansueto, Guariglia, Pietrantuono, Martorelli, Villani, Del Vecchio e Musto. La spiegazione consueta è che l’elevato numero di articoli e l’elevato numero di autori sono un riflesso della complessità e quindi dell’alto valore della ricerca, oggi che la ricerca non è più la scienza ottocentesca dei pochi scienziati solitari etc. Ma il cittadino potrebbe allora chiedere su quale criterio è stata, così speditamente, assegnata una tenured professorship, finanziata con denaro pubblico, a una delle tante formichine della ricerca moderna. L’interpellata ha risposto agli attacchi che per lei parla il curriculum; il quale è un elenco di riconoscimenti, ma è opaco rispetto il merito; sarebbe meglio indicasse quali vittorie scientifiche le hanno fatto compiere una rapida carriera da tenente a generale come nell’esercito napoleonico, dove c’era il bastone di maresciallo nello zaino di ogni soldato.

Da quello che ho trovato, la ricercatrice è stata coautrice di pubblicazioni “dalle quali si evince un notevole apporto personale”; non dice di più il giudizio di idoneità per il posto di professore associato, che ha conseguito presso la Facoltà di psicologia dell’Università di Chieti-Pescara. All’Università di Torino, l’università del cui corpo docente fanno parte i genitori, è arrivata essendovi chiamata; dalla facoltà di medicina. Il presidente della commissione che ha stilato il giudizio in Abruzzo, Piazza, genetista di alto livello, è lo stesso professore di Torino nel cui dipartimento la studiosa è rimbalzata, come una palla che va in buca dopo un preciso tiro di sponda.

Che cosa ha scoperto, cosa ha fatto personalmente, di così notevole da convincere addirittura l’università italiana, che negò una cattedra anche a Rubbia, a ritenere che occorresse farla professore al più presto? E’ curioso come beneficiati e difensori della meritocrazia siano restii a entrare nel merito circa i meriti riconosciuti. Usano invece esibire quelli che sono considerati gli indicatori del merito, come il CV e la lista delle pubblicazioni. E’ la medesima filosofia concettuale dei markers clinici, indicatori predittivi, diagnostici, prognostici e terapeutici; che è un’altra disgrazia sotto mentite spoglie che sta per abbattersi sull’ignara popolazione, sui malati e sui sani. Sta per prendere il posto, o per affiancarsi, a quella degli screening di massa; probabilmente una disgrazia ancora peggiore. Non si considera più la realtà, ma ciò che si stabilisce siano i segni della realtà. La medicina, come le regole del merito, si semiotizza. Non è difficile comprendere quali occasioni di frode offra il passaggio dalle cose ai segni delle cose; anche senza citare U. Eco, che dice che la semiotica, la scienza dei segni, è la disciplina che studia tutto ciò che può essere usato per mentire.

Le pubblicazioni della ricercatrice mostrano che ha partecipato a lavori di equipe sulla caratterizzazione di alcuni recettori di membrana, tra i tanti presenti sulla superficie dei leucociti; molecole come le tante altre alle quali la ricerca si sta sforzando di appiccicare il più possibile, senza lasciarsi impressionare dalla realtà, valore clinico, e quindi valore economico, facendole considerare dei markers clinici o dei recettori per farmaci immunologici. La ricerca alla quale la figlia si è aggregata è rigorosamente mainstream, è sull’asse centrale del fiume, dove la corrente è più veloce. Ed è una minuscola tessera della rivoluzione semiotica in corso nella biomedicina, una fase di evoluzione di una medicina fraudolenta e sfruttatrice; ma non sono sicuro che questo la professoressa Silvia Deaglio lo sappia; e non credo che se lo sapesse sarebbe così choosy da evitare nel suo lavoro di collaborare al disegno generale, o di contrastarlo.

La Deaglio ha raggiunto la posizione di professore universitario occupandosi di ricerche tali da non permetterle, neppure una sola volta su 102 pubblicazioni, di pubblicare da sola, di fare sentire la sua voce da solista invece di cantare nel coro. Penso si possa escludere che la figlia della Fornero sia capace di produrre a getto continuo idee che mobilitano all’istante dozzine e dozzine di ricercatori, come si potrebbe ingenuamente evincere dall’elenco dei suoi articoli, e dalla posizione accademica ottenuta; un portento che al confronto un’altra coppia di accademiche madre-figlia, Maria e Irene Curie, sembrerebbero due mezze calzette. Anzi, dato che entrambi i genitori della genetista sono anch’essi professori universitari il confronto andrebbe fatto con il trio Curie, includendo il marito e padre Pierre Curie; tutti e tre premi Nobel di indiscutibile valore. Anche il marito di Irene ottenne un meritato Nobel; a riprova che, ovviamente, sono possibili cluster familiari legittimi; ma da non confondere con le cliques familistiche. Si è fatto osservare, a difesa della giovane, che i genitori sono cattedratici in campi diversi, insegnando a economia. Ma la differenza è minore di quanto si possa pensare; la biomedicina è ormai una branca dell’economia; e non dell’economia pulita.

Oggi i risultati delle sperimentazioni biomediche sono regolarmente seguiti sul Wall Street Journal, avendo ripercussioni sui titoli in Borsa. In USA i ricercatori da tempo vengono indagati per insider trading; di recente la Security and Exchanges Commission, la Consob statunitense, ha comunicato che l’FBI ha arrestato per insider trading un neurologo che sperimentava un farmaco per l’Alzheimer. Del resto la studiosa si occupa di un recettore sul quale si sta sviluppando un farmaco che probabilmente, se approvato, come altri farmaci oncologici della sua classe sarà inutile al paziente, senza essere innocuo; ma che gli analisti finanziari prevedono già che, efficace o no, genererà fatturati miliardari, avendo già reso decine di milioni di dollari per la vendita della licenza. Le ricerche della figlia inoltre ricevono finanziamenti anche da una banca; ad essere picky, la stessa dove la mamma è stata vicepresidente; ma ciò non dovrebbe distrarre dagli stretti rapporti tra banche e business biomedico.

Sul tema del rapporto tra ricerca biomedica e denaro può dire qualcosa anche Barbara Ensoli, una dei tanti coautori della figlia della Fornero, anche lei con una lista di pubblicazioni sia lunga che larga su riviste prestigiose. La Ensoli, ricercatrice di successo come la figlia della Fornero, e anche di più, ha ottenuto decine di milioni di finanziamenti pubblici per una ricerca sullo sviluppo di un vaccino antiAIDS che si sta rivelando un colossale fallimento; secondo Agnoletto, che auspica l’intervento della magistratura, il prevedibile fallimento di una ricerca fine a sé stessa, cioè fine ai finanziamenti; ma che, come mostrano anche le migliaia di citazioni dei suoi articoli, ha creato un volume di affari, dando lavoro, lavoro scientifico prestigioso, ad un largo giro di persone; inclusi alcuni familiari della Ensoli.

La denuncia di Agnoletto è appoggiata da Robert Gallo, che ha scritto la prefazione al libro di Agnoletto “AIDS, lo scandalo del vaccino italiano” (Feltrinelli). Agnoletto ha riportato sul sito di Grillo che Gallo ha ritenuto fin dall’inizio privo “di un grammo di logica e di dati” il presupposto della sperimentazione cominciata 15 anni prima dalla Ensoli. Coloro che a suo tempo valutarono il merito del progetto non se ne accorsero? E’ interessante che Grillo, che si è fatto la fama di antisistema anche schierandosi contro l’establishment dell’AIDS, diffondendo la denuncia di Agnoletto ora si trovi dalla parte del numero uno di quell’establishment, Gallo; il quale a sua volta fu accusato di misconduct, in pratica di furto, sulla identificazione dell’HIV come agente dell’AIDS, e sul relativo brevetto. Fu assolto dopo un accordo tra Reagan e Chirac. Duesberg, che nega la validità della scoperta della quale Gallo si è appropriato, ha commentato che Gallo, ottenuta visibilità in questo modo, ha attirato nel campo dell’AIDS una scia di ricercatori carrieristi; anche perché dal giorno del proclama di Gallo sull’avere isolato il virus dell’AIDS, il plagio di un falso, i finanziamenti governativi USA divennero abbondanti per chi seguiva quella linea e si chiusero per gli altri. La Ensoli ha lavorato per 12 anni nel laboratorio di Gallo, nella mecca della ricerca biomedica, i National Institutes of Health di Bethesda; lì ha imparato come rubare agli dei il fuoco per darlo all’umanità. Sembra l’intreccio di una soap opera o il retroscena di un congresso della vecchia DC, ma questi sono gli esponenti di punta di un settore di ricerca di punta, la creme de la creme; un esempio del distillato ottenibile con le dure regole meritocratiche vigenti nella “comunità scientifica” internazionale.

* * *

“Meritocrazia” è in realtà la parodia liberista del merito. Nei paesi anglosassoni significa che il potere fa in modo che il posto vada al più adatto, indipendentemente – o quasi – da rapporti o interessi personali. Indipendentemente, va notato, da valutazioni etiche, per come le si intende comunemente. Ma non indipendentemente da valutazioni politiche. Diversi incarichi vanno effettivamente ai migliori nel senso alto della parola; ma, nei campi dove corrono grandi interessi, come la medicina, anche se occorre un posto di professore per una manipolazione ideologica, per una frode concettuale o materiale, per mantenere uno stato di cose iniquo ma generatore di immensi profitti, anche in questo caso si sceglie effettivamente il più adatto a tale scopo; il più intelligente, preparato, creativo, infaticabile, amorale, servile, falso e spregiudicato; anche se è uno sconosciuto senza appoggi appena arrivato dall’altra parte del mondo.

Nella mia esperienza in USA, che ha incluso alcune delle stesse istituzioni dove si è perfezionata la figlia della Fornero (dove sono andato, e da dove sono tornato, in circostanze totalmente diverse), nel corpo docente, che includeva alcuni italiani, pur tra lotte e intrighi accademici erano assenti quei grossolani casi di raccomandazioni filiali così frequenti da noi; tranne che per un caso, “the glaring exception” commentò una collega inglese mentre parlavamo delle differenze tra Europa e USA. Era il direttore di un dipartimento di un’istituzione for profit affiliata; il quale, come è tipico di tanti raccomandati, forse per reazione alle chiacchiere sul suo conto, o perché non avendo conosciuto la fatica non la rispettava, e per ottenere come poteva il rispetto che ai suoi colleghi veniva tributato per le loro capacità, era anche il più “cattivo” e temuto dagli specializzandi.

C’erano invece tra i visitatori dall’estero italiani figli di genitori influenti, a volte figli di baroni universitari; persone di capacità normali, senza infamia e senza lode, non particolarmente portate per la ricerca né appassionate, che facevano il loro stage per formare i titoli previsti per il rilascio del posto sotto casa che gli era tenuto in caldo in Italia. E che avrebbero docilmente diffuso, a volte dall’alto di qualche cattedra, gli insegnamenti di stampo liberista al loro ritorno in patria; una tecnica di conquista economica descritta da Naomi Klein in “Shock Economy”. Il libro della Klein mostra che è una tecnica che storicamente fa parte di un insieme che ha compreso l’assassinio, nei giorni successivi al golpe in Cile dell’11 settembre 1973, degli altri medici che con Allende avevano attuato la sovranità sanitaria nel loro Paese, puntando su una medicina sociale e abbattendo l’importazione e il consumo di farmaci; e quindi i profitti delle multinazionali farmaceutiche. Il New England Journal of Medicine, la cui direzione era a pochi passi dai centri di Harvard per i quali sia la figlia della Fornero sia io siamo passati, pubblicò un editoriale che in pratica dice che quei medici se l’erano cercata (Jonsen et al., 1974; a commento di un articolo sulla stessa rivista che aveva illustrato i meriti del sistema sanitario socialista smantellato da Pinochet). Editoriale intitolato “Doctors in politics: a lesson from Chile”.

La meritocrazia liberista, dove il merito è stabilito dall’alto, può comportare anche l’eliminazione attiva, in modi diversi, di soggetti non graditi, “immeritevoli” rispetto alla hidden agenda. Discriminandoli e delegittimandoli; fino all’assassinio morale, facendoli figurare come elementi indegni, professionalmente e moralmente. Nei casi più molesti e pervicaci, magari come soggetti mentalmente disturbati; magari come potenziali terroristi [1]. Si trascura che in Italia quei poteri che vogliono la meritocrazia hanno ottenuto una selezione della classe dirigente; tramite l’eliminazione fisica di soggetti altamente meritevoli, o eccezionali, che avremmo dovuto tenerci stretti; usando i servizi e i terroristi come longa manus; e tramite le “lezioni” che le uccisioni costituiscono, facendo leva sul nostro individualismo di povera gente. Mentre sono stati aiutati altri soggetti, che è stato calamitoso avere nei posti di comando e che invece abbiamo accettato, spesso festosamente; fino ai governanti di oggi, nominati d’imperio, che, come ci meritiamo, ci sbeffeggiano mentre ci vendono.

Nei vari centri USA che ho conosciuto non ho trovato figli di madri famose o di genitori influenti tra i docenti, ma il comportamento di diversi di loro portava al contrario a pensare che fossero, metaforicamente, figli di madre ignota; tecnicamente bravi e quindi pericolosi. Nelle università e nei centri di ricerca statunitensi dove ci si occupa di ricerche finalizzate al profitto – il modello verso il quale l’università italiana sta strisciando – è comune la figura dello scienziato selezionato in base al merito strumentale, che è sia bravo, sia un ragguardevole “figlio di …”, il cui accesso alla direzione della ricerca ad elevato valore pubblico dovrebbe essere sconsigliato per ragioni di salute pubblica. Può darsi che al successo che il finanziere Sindona riscosse in USA, dove tenne anche conferenze in importanti università, abbiano contribuito le sue capacità di problem-solving matematico, che si dice fossero non comuni.

Il merito strumentale, la selezione del personale che non è ad personam, ma persegue un forma di efficienza per soddisfare un diverso calcolo egoistico, noi provinciali li scambiamo per equità, favoleggiando degli USA e di altri paesi come dell’Eldorado della Giustizia Lavorativa. E siamo pronti ad applaudire e ad indignarci per i nostos, i ritorni dei “cervelli in fuga” [2]; che a volte dovrebbero invece fare ricordare le conseguenze sull’Italia del rimpatrio di Lucky Luciano e degli altri indesiderati dagli USA negli anni ’50, perché sono utilizzati come strumento di colonizzazione, per l’introduzione di prodotti commerciali o di ideologie funzionali al business.

Da noi siamo agli inizi; l’antico malcostume si fonde col nuovo in ibridi grotteschi. La “meritocrazia” da noi attualmente non è neppure merito strumentale, ma la caricatura del merito. In essa il successo dovrebbe essere funzione del talento e di altre doti; in realtà vale la funzione inversa. Prescrive formalmente la regola che si va avanti se si è bravi; ma funziona in realtà secondo la regola che se si è avanti allora vuol dire che si è bravi. Non sempre naturalmente, ma spesso sono altri i determinanti effettivi del successo. E vale l’opposto: se si è discriminati si è dei perdenti, degli sfigati tanto presuntuosi quanto inetti; il danno e lo stigma.

Sul piano politico, da noi oggi meritocrazia non vuol dire come dice l’etimologia “il governo di chi merita”, ma che chi comanda va considerato il più meritevole. L’ultima posizione che ricordo della sinistra istituzionale contro la meritocrazia è quella di un articolo di Bruno Trentin sull’Unità del 13 lug 2006, “A proposito di merito”, dove si analizza sul piano storico la meritocrazia e la si riconosce come uno strumento del potere, concludendo che il concetto di merito sul lavoro è divenuto sinonimo di obbedienza. Già nell’Unità del 22 gen 2007 si leggeva un articolo dal seguente incipit: “Meritocrazia. E’ racchiusa in una parola la rivoluzione che Fabio Mussi, ministro dell’Università e della Ricerca, racconta in videochat ai lettori de L’Unità, intervistato dal direttore Antonio Padellaro”. Un altro punto sul quale la “sinistra” si è trovata d’accordo con Berlusconi, che si è espresso anche lui sulla necessità di introdurre la meritocrazia nell’università; e che ha portato esempi pratici alle donne in cerca di fortuna di come se sono brave possono aggiungere il laticlavio al loro guardaroba.

E’ una riedizione della vecchia storia che la posizione sulla scala sociale sarebbe determinata dalle capacità intellettuali. Ora possono cadere le maschere, e si ravvivano forme di classismo che non si erano mai spente. In risposta a Fornero e c. , coloro ai quali viene riconosciuto alto ingegno per il loro alto lignaggio potrebbero essere chiamati marchesini, dalla poesia del Belli:

A dì trenta settembre il marchesino,
D’alto ingegno perché d’alto lignaggio,
Diè nel castello avito il suo gran saggio,
Di toscan, di francese e di latino.

Ritto all’ombra di un feudal baldacchino,
Con ferma voce e signoril coraggio,
Senza libri provò che paggio e maggio
Scrivonsi con due g come cugino.

Quinci, passando al gallico idïoma,
Fe’ noto che jambon vuol dir prosciutto,
E Rome è una città simile a Roma.

E finalmente il marchesino Eufemio,
Latinizzando esercito distrutto,
Disse exercitus lardi, ed ebbe il premio.

(Il saggio del marchesino Eufemio, 1834)

Le espressioni sprezzanti verso i giovani, ai quali è stata tolta la prospettiva di una vita serena e completa, lanciate da questo governo di servitorelli, di abusivi raccomandati dalla finanza internazionale, non sono che l’accentuazione di uno degli aspetti peggiori del tradizionale sistema della raccomandazione: i raccomandati e chi li sostiene hanno spesso un atteggiamento scostante e altezzoso, simile a quello dei rinnegati, coi quali hanno in comune necessità psicologiche di autogiustificazione, e coi quali a volte hanno anche qualche parentela morale. Un atteggiamento che vuole sottolineare una incolmabile differenza; come se chi sta in alto per privilegio e chi sta in basso per discriminazione appartenessero a due razze diverse, o addirittura a due diverse specie biologiche. Anche in questa concezione c’è a volte del vero; ma in termini diversi da quelli delle fantasie che si rapprendono nelle menti dei suprematisti nostrani.

Ho l’impressione che, così come le buffonate e le prostitute di Berlusconi sono state preparatorie alle misure del governo Monti, che al confronto sembra serio perché non fa avanspettacolo e non dà luogo a notizie da rivista del barbiere, parimenti la diffusione di questi scandaletti, di questi sketch che farebbero ridere se non ci danneggiassero, servirà a introdurre una maggiore quota di merito strumentale, che sembrerà merito vero rispetto al nepotismo.

* * *

La meritocrazia è un modo col quale il potere ordina gerarchicamente la società. Non solo la ordina stabilendo gerarchie, ma la “pettina”: orienta i singoli verso il potere, verso il suo benevolo giudizio; così come “le freccette”, i vettori, di un campo di forze attrattivo puntano tutti, dalle loro diverse posizioni, a un centro di attrazione fisso. In ciò non solo è antidemocratica, ma corrode il popolo stesso, atomizzandolo, trasformandolo da comunità di soggetti che interagiscono in una massa di individui o di frammenti eterodiretti. Per non parlare degli effetti sull’entità che brulica sotto il belletto dell’espressione “comunità scientifica”.

Si possono distinguere due correnti, non separate, della meritocrazia; la “meritocrazia dei figli di” e la “meritocrazia dei marchesini” ne sono i rispettivi esempi paradigmatici. Una, misconosciuta, derivata dall’utilitarismo anglosassone, è quella che premia effettivamente una forma di merito, il merito strumentale. Nel merito strumentale sono i mezzi che giustificherebbero moralmente il fine. Per esso vale quanto osservato da D. Fisichella: “Ma si può immaginare una “competenza” così asettica da sfuggire sempre e comunque a ogni condizionamento dell’interesse? “Si può peccare per ignoranza” – osserva Vilfredo Pareto – “ma si può peccare per interesse. La competenza tecnica può fare evitare il primo male, ma non può nulla contro il secondo”. (…) l’esperienza dice che il mondo è pieno di scienziati e di intellettuali che si prostituiscono al potere e ne avallano tutte le abiezioni. Forse che costoro non sono corrotti perché sono competenti ?” [3]. Una meritocrazia che degenera sino a ricordare la scena, ne I Soliti Ignoti, della lezione tenuta da Totò, con una pacata verve professorale, sulla tecnica di scassinamento delle casseforti.

L’altra, che invece è ben nota, è quella del merito-grazia, un po’ calvinista e un po’ da Roma papalina, che taglia corto stabilendo che se uno ha successo è segno che è un predestinato, o che così vuole Dio che lo sa Lui quello che deve fare. In genere il potere vuole nei posti direttivi una quota sufficiente di un mix delle due varietà: “figli di” o altri portatori di merito strumentale, e marchesini o nobiltà di mestolo. Mentre sopravvalutiamo acriticamente il merito dei primi, i secondi ci appaiono, dal nostro punto di vista, come dei privilegiati; ma non va dimenticato che sono allo stesso tempo dei clientes, per quanto d’alto bordo; sono lì per dire sempre yes.

Si parla così tanto di meritocrazia, e dei complessi metodi che consentirebbero misure quantitative del merito, che ci stiamo scordando cosa è il merito, nella sua essenza classica, non distorta da ideologie politiche. Il merito non è quello degli esempi dei casi di ricercatori contemporanei e altre persone di successo esaminati qui. Non è neppure identificabile con genuine capacità intellettuali né con le abilità umane nelle loro varie declinazioni: già Aristotele nell’Etica Nicomachea osserva che “l’incontinenza”, la mancanza di saggezza, è compatibile con la scienza; e che tale mancanza di saggezza è compatibile anche con l’abilità. La scienza e l’abilità infatti prescindono dal fine buono. Mentre la saggezza è “la capacità di congiungere una premessa universale concernente il fine buono con una premessa particolare concernente i mezzi adeguati ad esso” [4]. Questo è il migliore principio che conosco al quale conformare i criteri per valutare il merito delle attività intellettuali, o tentare una valutazione.

Come i meriti esaltati dalla meritocrazia, questo merito, il merito classico, è anch’esso frutto di un criterio convenzionale. Ma un criterio naturale; basato su elementi etici, principalmente quello dell’utilità per la comunità delle capacità della persona, delle sue qualità e di ciò che con esse produce o di ciò che può produrre se gli viene consentito. Un merito che ci si può fare riconoscere portando la nostra povera merce non davanti alla ratio, a una razionalità che è bounded, limitata dati i nostri limiti cognitivi e limitata deliberatamente del potere. Ma davanti alla phronesis, la saggezza, nella quale la ratio è necessariamente ma solo parzialmente inclusa. Il merito rispetto alla capacità di usare mezzi particolari, e i corretti mezzi particolari, per un’utilità universale, come posto da Aristotele. Un criterio molto diverso da quello top-down, che discende dall’alto, che assegna il merito a capacità e doti che servono utilità particolari, non sempre lecite né sempre coerenti con l’utilità sociale: che è il criterio del merito strumentale, il massimo che l’ideologia della meritocrazia può offrire, quando non dà luogo a farse sguaiate e indecenti; o a pratiche di selezione tramite eliminazione delle quali è specialista Licio Gelli, e in generale la massoneria, che sono altri propugnatori della meritocrazia.

Il merito così inteso è una particolare forma di valutazione etica. Guarda ai vantaggi che le qualità dell’individuo offrono alla comunità. Non ci si dovrebbe vergognare di sostenere che il merito lavorativo va valutato secondo l’etica pubblica. Credo, a proposito del merito accademico, che sia da guardare con sospetto la produzione scientifica di quegli studiosi che la vantano dicendo che è “avalutativa”. Per diversi motivi. Intanto un conto è sforzarsi di essere oggettivi, un altro è riuscirci. Poi, la pretesa, comune a tante ideologie di diverso segno, di essere “scientifici” finge di non sapere che la teoria, inclusa la teoria politica, inevitabilmente permea di sé qualsiasi lavoro scientifico, accademico o intellettuale. Inoltre, la circostanza che un dato risultato sia oggettivo tende ad essere indebitamente usata come motivazione per imporre che il risultato non sia sottoposto a una valutazione delle sue valenze etiche, sociali ed economiche. Infine, oggi l’oggettività scientifica è piuttosto intersoggettività, accettazione da parte di altri soggetti, come ha mostrato Ellul. E’ accettazione tra pari, a cominciare dai professori universitari; gli effetti politici dei loro giudizi sono un’ulteriore ragione per la quale i professori dovrebbero essere selezionati nell’interesse del popolo; mentre spesso vengono nominati dall’alto, dai veri detentori della sovranità, e lavorano per loro.

Vi è anche chi sostiene che il merito non esiste, o che comunque tutti dovrebbero ricevere lo stesso trattamento. Questa posizione, che si sentiva ai tempi del ’68, ha il pregio di mostrare gli eccessi e le aberrazioni nel riconoscimento del merito e del suo compenso nella meritocrazia, e di come si manipoli il merito per eliminare quella pari dignità umana che va riconosciuta a tutti. Ma, considerando contro i fatti che tutti abbiano le stesse capacità, o che la società umana possa funzionare senza alcuna forma di compenso, di facilitazione o di garanzia in cambio del talento, dell’impegno e dell’assunzione di responsabilità utili alla società, è un’esagerazione di segno opposto che porta a sua volta, tramite il livellamento, a forme di discriminazione alla rovescia. Accettato che debba essere riconosciuto il merito, il passo successivo è prendere atto del problema del criterio. I criteri per la valutazione del merito e dei benefici da riconoscergli possono essere visti come algoritmi, dei quali possono essercene innumerevoli. Non procura nulla di buono ai più l’algoritmo della meritocrazia liberista che porta alle stelle alcuni, ai quali magari andrebbero posizioni molto più modeste, o che dovrebbero addirittura essere puniti, mentre all’estremo opposto incarica gli uffici affari riservati del Viminale di neutralizzare altri che avrebbero dei meriti ma secondo un diverso algoritmo, di carattere non gradito al potere.

La diade “particolare/universale” è un elemento chiave, oggi mortificato, per la valutazione del merito accademico e professionale (e che andrebbe recuperato anche in politica). Nel valutare il merito si deve porre attenzione a quali sono i reali destinatari dei vantaggi che produce. Ma la riduzione al particolare opera negativamente non solo sui fini ma anche al livello tecnico, quello dei mezzi. Spesso in medicina, col riduzionismo, si pretende che i risultati scientifici non solo siano immuni da valutazioni etiche sulle loro applicazioni, ma che siano adottati trascurando altri oggettivi aspetti materiali che modificherebbero o capovolgerebbero quel giudizio valoriale positivo che si dà per scontato. Mentre allargando la visuale, su un piano scientifico, divengono evidenti pecche gravi che dovrebbero impedire l’introduzione del ritrovato.

Invece l’oggettività puntiforme è il sigillo sacro che apre tutte le porte. Sono oggettive le statistiche per le quali il carcinoma del collo dell’utero è il secondo tumore più frequente nella popolazione femminile mondiale. E’ un dato che viene ripetuto dagli esperti e diffuso dai media, per propagandare il vaccino contro l’HPV, le cui basi sarebbe lungo criticare; ma il dato altrettanto oggettivo che in Italia, analogamente ad altri Paesi avanzati, questo tumore rappresenta solo lo 0.6% della mortalità per tumore tra le donne viene taciuto nel fare pubblicità al lucroso vaccino; al quale vanno così attenzione e risorse sproporzionate, nonostante che la sua efficacia nel prevenire il cancro non sia scientificamente dimostrata, e che sia prevista in grado non più che parziale dalle stesse fonti che lo hanno prodotto e approvato; e che vi siano ragioni biologiche per ritenere a priori che tale efficacia non possa essere che nulla – come per il vaccino antiHIV della Ensoli secondo Gallo, che però parla solo ora – secondo scienziati critici come Duesberg, che ha denunciato ciò prima che il vaccino antiHPV fosse sviluppato. Considerando questi elementi, i meriti del vaccino, di chi lo sviluppa e di chi lo promuove appaiono sotto una luce diversa.

Nella meritocrazia della biomedicina si riconosce come merito anche un merito che non solo è limitato al piano tecnico, ma che ha per oggetto informazioni tecniche che quando non sono false sono monche e distorte, ottenute usando lo stesso piano tecnico come un letto di Procuste. Si finisce così per riverire come meritori autentici illeciti o crimini; la cui copertura intellettuale è secondaria. Della definizione aristotelica andrebbe evidenziata la condizione che essa pone dell’adeguatezza tecnica dei mezzi, non meno di quella dell’universalità dei fini etici. Ci sono anche un’etica dei mezzi intellettuali, un’etica delle metodologie, un’etica della conoscenza, che sono state estromesse dalla giuria del merito.

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In USA c’è una comune espressione rivelatrice della cultura del lavoro nel liberismo: to become a success, diventare un successo. (C’è anche l’espressione rat race, per definire la corsa al successo lavorativo, e l’alienazione che provoca). Fanno credere alla gente che il successo sia tutto, per poi lasciarla ormai con un pugno di mosche. Il lavoro serve a sopravvivere; e il problema dei più, nonché sceglierlo, è di trovarne uno o conservarlo. Volendosi impegnare nell’ottenere una posizione di qualità, volendo investire nella carriera, o volendo resistere all’oppressione tramite il ricatto occupazionale, si potrebbe considerare l’opzione di essere choosy, anzi rigidi, guardando al merito del lavoro oltre che ai propri meriti. Rigidi verso sé stessi, non eccedendo i propri limiti, cioè cercando solo lavori nei quali si è certi di potere assolvere il dovere di essere competenti, attivi, e responsabili verso gli altri. E rigidi verso il mercato, escludendo lavori o compiti che comportano disvalori rispetto all’etica pubblica o individuale, a cominciare da quelli che li comportano occultamente; e rifiutando forme e prassi lavorative che non rispettano la dignità personale del lavoratore; mettendo così in mora il sistema. Per pagarsi questo lusso, che i figli di ministri non possono permettersi, occorre essere più easy, più accomodanti (ma non rinunciatari) sul resto, come le proprie aspirazioni, che spesso sono drogate dai messaggi di una società basata sui consumi. Non si diventerà big shots, pezzi da novanta, non si avrà vita facile, ma si resterà umani; e si contribuirà ad abbassare, verso il popolo, l’attuale baricentro della piramide sociale.

[1] Leopardi, Unabomber e altri eversori. https://menici60d15.wordpress.com/leopardi-unabomber-e-altri-eversori/

[2] Vendola e il nostos del professore. https://menici60d15.wordpress.com/2010/01/26/vendola-e-il-nostos-del-professore/

[3] D. Fisichella. L’altro potere. Tecnocrazia e gruppi di pressione. Laterza, 1997.

[4] Berti E. Aristotele. Sei, 1992.

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14 settembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di M.A. Mazzola “C’eravamo tanto Amato”. Censurato

Giuliano Amato e la meritocrazia mafiosa

@ m.l. audit. Grazie per la segnalazione del libro di Barrotta sulla meritocrazia. Segnalo il mio articolo “Choosy, marchesini e figli di. La differenza tra meritocrazia e merito”, reperibile su internet. Le capacità individuali vengono citate non solo in maniera distorta; le si cita solo quando fa comodo. In un ambiguo intervento sull’ineluttabilità della mafia (Mafia, Amato: ormai è diventata economia. ADN Kronos, 28 apr 2007) l’uomo per tutte le stagioni oggi messo a fare il giudice costituzionale, che allora reggeva gli Interni, ha affermato: “Noi possiamo decapitare la mafia, ma è un organismo che ha una capacità di riprodursi, che forse null’altro in Italia ha in egual misura”.

La mafia come l’Idra di Lerna, o come l’invertebrato che da lei prende il nome? Quando ghigliottinarono Lavoisier fu detto che era bastato un secondo per tagliare una testa come la sua, ma sarebbero occorsi cento anni per averne un’altra. Non è vero che è possibile rimpiazzare a ripetizione un capo in grado di condurre una cosca con un altro delinquente. Se si tolgono di mezzo gli ufficiali dell’esercito dei gangster, questo verrà sconfitto; se si vuole sconfiggerlo. Allo stesso modo, e lo stiamo vedendo, se si eliminano magistrati antimafia valenti e valorosi, non sarà facile sostituirli.

E questo può essere detto di tutte le altre attività di tipo dirigenziale o intellettuale. Quando conviene ai poteri che servono, i dr sottile sostituiscono l’ideologia del merito con visioni egualitaristiche della natura umana altrettanto mitologiche.

[Choosy, marchesini e figli di. La differenza tra meritocrazia e merito]

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4 dicembre 2013

Blog de il Fatto

Commento al post di D. Pretini “Senatori a vita, Forza Italia fa rinviare la convalida: “Chiarire i loro meriti”

Paragonare le nomine per merito al livello medio del Pdl è come paragonare B. a Bokassa e concludere che è un filantropo. Cambiano i personaggi, ma la telenovela continua, sotto la stessa regia. Elena Cattaneo non ha ottenuto risultati scientifici che possano essere definiti “altissimi meriti”. Ha però “meriti” politici: rappresenta il futuro dell’Italia, quello di un Paese de-industrializzato, in mano a potentati economici esteri, dove è centrale per l’economia la medicina, con le sue frodi, come quelle basate sulle promesse di resurrezione dei tessuti a struttura complessa mediate le staminali. Promesse tanto seducenti quanto assurde, e nocive per la tutela della salute. Come senatrice a vita, sganciata dal controllo popolare, potrà operare in tale senso; tra gli applausi degli astuti italiani che pensano che la Cattaneo li farà vivere 100 anni, così come hanno pensato che B. li avrebbe arricchiti.

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16 febbraio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di E. Letta “Elkann e gli altri: il partito dei Bamboccioni”

Enrico Verga contrappone alle parole di Elkann, Martone, Fornero etc. sui giovani che sarebbero disoccupati per colpa loro una speranza in Renzi. Ma Renzi simboleggia un cambiamento gattopardesco, e probabilmente un peggioramento: una parziale transizione dai raccomandati ““marchesini”” ai raccomandati ““figli di””: v. ““Choosy, marchesini e figli di. La differenza tra meritocrazia e merito”,” reperibile su internet.

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12 febbraio 2015

Blog de il Fatto

Commento al post di E. Murgese ““Respinto a Medicina a Milano, oggi sono a Oxford. Il problema dell’Italia? I fondi”

La radioterapia è in uso dal 1896, e di cancro si continua a morire. Non è la strada giusta, e bisognerebbe cercare nuovi mezzi terapeutici. Invece si prevede una forte espansione della radioterapia in futuro; grazie agli “assetati di successo” come si definisce questo ricercatore, che pur essendo laureato in fisica non sembra avere presente il concetto di miglioramento asintotico di una terapia che ha limiti intrinseci di efficacia. E grazie alla superficialità del pubblico, che anziché appassionarsi a questi “Dagli Appennini alle Ande” dovrebbe badare al suo interesse es. in materia di cura del cancro, e guardare al merito delle ricerche, che non vanno necessariamente a suo vantaggio ma di sicuro vanno a vantaggio di interessi privati.

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25 settembre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Giannuli “Meritocrazia”

Si ritiene che Michael Young, laburista, avesse intenti satirici nel coniare l’espressione “meritocrazia”; v. “L’inganno della meritocrazia” di M. Boarelli, in Lo straniero, aprile 2010. Quello che scrisse in senso ironico e beffardo è stato preso sul serio dai liberisti. Il tema si presta ad equivoci. Un altro è quello sui “figli di”. Occorre distinguere tra la meritocrazia dei figli di papà, frequente da noi, e la meritocrazia di stampo anglosassone dei figli di buona donna; v. “Choosy, marchesini e figli di. La differenza tra meritocrazia e merito”.

https://menici60d15.wordpress.com/2012/12/10/choosy-marchesini-e-figli-di-la-differenza-tra-meritocrazia-e-merito/

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10 febbraio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di O. Lupacchini “Libertà, giustizia e merito si trovano solo nell’isola di Utopia”

Nicola Fusco. C’è anche chi ha avuto il coraggio di argomentare che questo stato di cose sia quello ottimale, per la prosperità di una società… avrà sicuramente letto “La favola delle api”…

@ Nicola Fusco. “Queste lucide analisi [di Mandeville, su una asserita dannosità delle virtù civiche] confermano il ruolo sovversivo che George Orwell attribuiva alla ‘common decency’. Spiegano anche perché tutti i poteri del secolo hanno dovuto unirsi in una nuova santa alleanza per liquidarla: la Sinistra e gli stalinisti attraverso l’intervento dello Stato, la Destra e i liberali attraverso il mercato, i fascisti per principio.” (Michea JC. L’insegnamento dell’ignoranza. Metauro, 2004).

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2 ottobre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di O. Lupacchini “Concorsi truccati, un grande classico. Quando il trombato era Giambattista Vico”

Piero Chiara commenta che il freddo di Vatolla, “nel Cilento nevoso”, forse ha aiutato Vico nelle sue meditazioni. Che oggi vengono riportate in sofisticati testi anglosassoni di semiotica. Bartolo Nigrisoli, chirurgo di guerra, estraneo ai servilismi e agli intrighi dei Balanzone, uno dei pochi professori che preferirono perdere la cattedra piuttosto che giurare fedeltà al fascismo, raccontava di come il prof. Rummo avesse copiato pari pari dalla tesi di laurea di Codivilla. Codivilla non disse nulla; intervenne rivendicando il suo anni dopo, quando Rummo si scagliò pubblicamente contro un terzo medico, Moscatelli, che aveva plagiato ciò che lui Rummo aveva rubato a Codivilla. Di aneddoti sulle miserie accademiche ce ne sono tanti. Ma converrebbe non scordare che in Italia gli scandali, le tangentopoli, esplodono, dopo decenni di impunità, quando arriva l’ordine di sostituire una mafia vecchia con una nuova. I magistrati sembrano avere una particolare destrezza nel perseguire le gaglioffate giuste al momento giusto. Il nepotismo, il clientelismo, possono essere sostituiti non dal merito ma dalla meritocrazia strumentale: dove a fare il professore di diritto tributario va il più abile nel curare gli interessi delle banche. O nelle cattedre mediche il più brillante nell’eseguire il copione delle multinazionali farmaceutiche. Con una censura non meno ferrea delle voci sgradite. V. “Choosy, marchesini e figli di. La differenza tra meritocrazia e merito”.

Il prof. Bellelli osserva che comunque l’Italia si colloca ottava in una classifica della ricerca internazionale basata sulle citazioni. Questi indici, più appropriati come misura del conformismo, sono criticati per la varietà di storture che generano. Inclusa la capacità di creare gli inciuci* nei quali noi italiani, forse a torto, siamo considerati i primi; di certo non siamo gli ultimi arrivati. Inoltre la ricerca internazionale, metro di paragone per Bellelli, in campo biomedico è così sana che si discute su se ad essere falsi sia la maggioranza dei risultati di ricerca, secondo il celebre articolo di Ioannidis (oltre 5000 citazioni…), o “solo” una bella fetta dalle dimensioni da definire. Gli argomenti di Bellelli costituiscono un esempio, una trasposizione al tema della selezione degli universitari, di temi importanti per la biologia e la clinica delle malattie che la pletorica ricerca ufficiale, imbrigliata, accantona, e copre con sofismi standard: l’assenza di “gold standard” di malattia solidi e la loro sostituzione con surrogati non validi; e il disprezzo, la svalutazione, per il fenotipo della malattia, per ciò che accade, sostituiti in nome dell’oggettività da indici pseudoquantitativi o esoterici test di laboratorio, che suonano scientifici ed essendo complicati intimidiscono, ma troppo spesso sono un latinorum ad hoc.

*Greenberg SA. How citation distortions create unfounded authority: analysis of a citation network. BMJ, 2009.

@ Andrea Bellelli. Non è questione di nazioni, ma di tipi umani. Non sono contento. Non si considera abbastanza ciò che il dr. Lupacchini evidenzia, che gli effetti delle epurazioni, della selezione inversa della classe dirigente, quali che siano la sua provenienza e le modalità, dagli omicidi politici “eccellenti” degli anni passati a silenziose eliminazioni per via burocratica, li scontiamo tutti.

@ Giacomo Mulas. “Esagerazioni”? Con un mercato globale dei farmaci sul milione di milioni di euro/anno, e in crescita incessante, è più facile che siano invece i suoi beneficiari a minimizzare ciò che è così smisurato che non si può negarlo del tutto. Il praticare una forma tradizionale di malaffare non impedisce di aggiungervi una forma più moderna, e di fonderle. (Io poi commentavo l’uso di questa aggiunta come elemento a discolpa dell’uso privato delle assunzioni nell’università pubblica). Credo anzi che il fattore sovranazionale sia al centro dei motivi che sottendono lo scandalo: i signorotti dello Stivale capiranno l’antifona, e compiaceranno l’impero il più possibile per cercare di mantenere l’ereditarietà dei feudi minori. Col risultato, che già c’è posso testimoniare, di un “lussureggiamento degli ibridi” tra la corruzione italica e quella d’importazione. Del resto, il ceppo nostrano della mafia è stato potenziato dal patrocinio di poteri esteri. Rileggendo il suo commento, con passi logici come “la corruzione generalizzata della ricerca non è minimamente un problema italiano perché non riguarda solo l’Italia” un altro esempio che mi viene alla mente è quello di Stanlio e Ollio: grazie al doppiaggio di Sordi e Zambuto la versione italiana fa ridere ancora di più dell’originale in inglese.

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28 marzo 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Dal Corno “Carriere, lo studio: “La fortuna conta più del talento. Per questo i mediocri battono chi ha maggiori abilità””

La fortuna può essere apparente, derivando da altre capacità. Napoleone per assegnare un incarico di comando chiedeva del militare: “E’ fortunato ?”. Pasteur diceva che il caso aiuta la mente preparata. Ma, con tutto il rispetto per l’arduo modello statistico dei fisici catanesi, “ho avuto fortuna” è anche una delle spiegazioni tipiche dei raccomandati. Il concetto di fortuna che sbaraglia il talento dovrebbe essere preso con le molle nella vita pratica. A volte la fortuna è un eufemismo per altri fattori. Non andrebbe trascurato (anche nei modelli statistici) il concetto di puntualità della fortuna per alcune persone di successo, bene esposto da un altro siciliano, acuto osservatore del mondo: “Due anni dopo la fuga di don Calogero con Bastiana lo hanno trovato morto sulla trazzera che va a Rampinzeri, con dodici lupare nella schiena. Sempre fortunato don Calogero, perché quello stava diventando importuno e prepotente.” (Il Gattopardo).

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6 febbraio 2021

Blog de il Fatto

Commento al post di M. Del Corno ” “La tirannia del merito”, nel libro di Michael Sandel tutti gli inganni e i pericoli della meritocrazia”

Il merito è il criterio valido quando comprende le doti morali oltre alla competenza e alle capacità. La meritocrazia è l’ideologia per la quale il comandare, il privilegio, l’arricchimento, sono meritati per definizione. Occorre distinguere nettamente tra merito e meritocrazia*. Altrimenti si può benissimo avere contemporaneamente meritocrazia e soppressione del merito vero. Lo mostra il pendolo della politica che ci passa sibilando davanti oscillando tra i due nuovi poli: demagoghi e tecnocrati. Tecnocrati ultra-competenti, ultra-competenti anche nel confezionare cravatte e applicarcele. Demagoghi di vario genere, rozzi, mediocri, a volte incapaci totali, figure appaganti per i mediocri e i presuntuosi, ma anche loro obbedienti ai burattinai. Con nel mezzo figure di politici tradizionali che, poco rassicuranti, e a volte agghiaccianti, sono i generatori del moto pendolare.

*Choosy, marchesini e figli di. La differenza tra meritocrazia e merito. (2012).

 

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Vedi anche:

La selezione avversa

La ‘generatio aequivoca’ di professori universitari e magistrati

Vendola e il nostos del professore

Pienza e la nuova Pienza

Il paradosso dei monatti

La mano da baciare

8 December 2012

7 dicembre 2012

Blog de Il Fatto

Commenti al post della redazione “Crisi di governo, Financial Times: “Monti non si comprometta con Berlusconi” del 7 dicembre 2012

Parzialmente censurati

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Obbedire al Financial Times non porterà a cose migliori che l’aver dato retta a B.

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Siamo vicini alle elezioni, e riappare d’incanto il gioco del “male minore”: “meno male che Silvio c’è” dovrebbero dirlo Monti e Bersani, che così possono apparire appunto come “il male minore”. Ma la scelta del “male minore” può essere valida purchè si tratti di scegliere tra due mali non coordinati tra loro. Tra bad cop e good cop, o tra il mafioso che brucia la vigna e quello che subito dopo compare per offrire protezione al danneggiato, non è uno scegliere tra due mali il minore; è cascare in un gioco delle parti. E anche in campo politico Berlusconi più che il male maggiore appare oggi come un babau agitato per spingerci a votare il personale già designato dall’alto.

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Berlusconi è un problema, ma è il solo problema? E se cominciassimo a vederci gli interessi nostri per conto nostro, invece di farceli dire dal Financial Times?

Antonio Eleuteri:  Allora assicuriamoci che i berluscones lobotomizzati non vadano a votare.

@ Antonio Eleuteri. Poco fa in aula Bersani ha detto che l’IMU che stiamo per pagare sotto il governo Monti è una tassa di Berlusconi e non di Monti. Non credo che chi sostiene Monti o Bersani, e quindi crede a un’affermazione del genere, sia cerebralmente molto diverso da chi ha creduto in B.

Marysassary:Decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23, in materia di Disposizioni in materia di federalismo Fiscale Municipale. artt. 7, 8, 9.
Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale nº 67 del 23 marzo 2011[

Chi governava nel marzo 2011?
Monti ne ha anticipato l’introduzione dal 2014 al 2012.

@Marysassary. E quindi Monti, che ha approvato e aggravato, non è responsabile in concorso, ma è il contrario di B.

Lello74: nessuno ha detto questo………marysassari ti ha dato la prova che tu hai sparato una cretinata……….
e tu continui……qua qua qua

@ Lello74. A Pippo, che chiede per i banchieri il pizzo del 5%, subentra Pluto, che lo porta al 6%. Se si fa notare che non è vero che bisogna avere fiducia in Pluto contro il perfido Pippo, arriva Lello74 che ti dice che sei un cretino e fa la voce grossa: qua qua. Va a ballare il Pulcino Pio.

Lello74, aggiunto dal Il Fatto come replica, non prevista dall’algoritmo di Disqus:

non ti ho dato del cretino… anche se da come scrivi, verrebbe la tentazione …

@Lello 74, commento ex novo. Censurato da Il Fatto.

Io invece penso che dietro ad attegiamenti come il tuo, lecchino verso la grande finanza e di spocchia arrogante verso chi non striscia, ci siano scarse risorse. Resto dell’idea che gli elettori di Bersani hanno sostanziali affinità con gli elettori di Berlusconi.

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Commento ex novo censurato

Vedo che Il Fatto permette che chi esprime un’opinione contro un articolo riceva in risposta un puro insulto, creando addirittura spazio apposito nonostante la serie delle risposte sia finita; mentre non consente di rispondere alle ingiurie e al dileggio, censurando la risposta postata ex novo. Il mio commento che le responsabilità dell’ IMU sotto Monti siano anche di Monti, e che non sia saggio seguire le indicazioni del Financial Times su quali governanti eleggere, mi sono valse questo trattamento.

Credo che il male degli italiani sia il concepire la politica come la ricerca di una mano di potente da baciare, ieri Berlusconi, oggi direttamente la finanza internazionale, invece di esprimere propri rappresentanti. Potente che poi, come dovrebbe essere ovvio, non fa il loro interesse, ma il proprio e li sfrutta. Promuovendo tale costume fino ad arrivare a questi bassi trucchetti, il Fatto tradisce sia la deontologia professionale, sia l’immagine con la quale si vuole presentare agli italiani; e mostra di praticare quel vizio che un giornale veramente progressista dovrebbe combattere.

Francesco Pansera

L’irresponsabilità della medicina in franchising

30 November 2012

Appello al popolo

In queste cause, i medici sono tenuti a rispondere solo se accusati di aver agito in contrasto col codice sanitario, d’aver dimostrato imperizia nella loro prestazione delle cure prescritte, o d’aver mancato ai loro doveri per sete di guadagno o per indolenza. Il problema però è che la maggior parte del danno inflitto dal medico moderno non appartiene a nessuna di queste categorie. Si verifica infatti nell’ordinario esercizio svolto da uomini e donne ben preparati, che hanno imparato ad adeguarsi ai giudizi e ai metodi imperanti nella professione anche quando sanno (o potrebbero e dovrebbero sapere) quali danni arrecano.” Ivan Illich, Nemesi medica

Nell’era nazista c’era un funzionario delle ferrovie responsabile della programmazione dei convogli per l’Est. Tutto quello che “faceva” era organizzare le partenze dei treni per Varsavia, Lodz, e naturalmente Treblinka, Sobibor, Auschwitz II, etc. La destinazione, egli riteneva, non lo riguardava. Il paragone non è esagerato.” E. Loewy. Ethics and Evidence-based medicine: is there a conflict? 2007

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Come appendice all’articolo sulle linee guida cliniche commerciali (LGCc) nel decreto Balduzzi [1] commento il testo definitivo, ora convertito in legge: Art. 3. 1. L’esercente la professione sanitaria che nello svolgimento della propria attività si attiene a linee guida e buone pratiche accreditate dalla comunità scientifica non risponde penalmente per colpa lieve. In tali casi resta comunque fermo l’obbligo di cui all’articolo 2043 del codice civile. Il giudice, anche nella determinazione del risarcimento del danno, tiene debitamente conto della condotta di cui al primo periodo.

Esamino la norma non da un punto di vista propriamente giuridico, non avendone la competenza, ma proseguendo il discorso sugli aspetti medici e politici. Una presentazione delle differenze tra il punto di vista medico e quello giudiziario sulle LGC in USA, aggiornata al 2003, è in: Clinical practice guidelines and the law [2]. Il testo riporta che l’American Medical Association si oppone all’uso delle LGC come standard legale, chiedendo che in sede giudiziaria abbiano solo valore indiziario. Nelle corti USA le LGC risultano essere usate più frequentemente per incolpare che come elementi a discarico; mentre chi le sostiene in ambito medico preme perché possano essere usate solo per discolparsi. Una recente presentazione delle posizioni giuridiche sul tema in Italia è in Caminiti [3]. Potrebbe essere utile come ausilio euristico nello studio giuridico una comparazione con la normativa sulla responsabilità nel franchising, accordo commerciale che ha alcune sostanziali analogie con la medicina basata sulle LGCc [1].

Per riallacciarsi a quanto già detto nel precedente articolo, e per ricordare quale sia nel concreto la solidità delle LGC come fondamenta della responsabilità professionale, e quali possano essere le conseguenze del loro impiego in questo senso, riporto alcuni casi di LCG messe in discussione nel periodo durante il quale il decreto veniva convertito in legge. Una buona pratica accreditata, molto nota, sancita da tutte le LGCc, quella dell’uso dei beta bloccanti per le coronaropatie, sta venendo sconfessata. Recenti studi hanno mostrato che i betabloccanti non danno vantaggi di sopravvivenza e non riducono il rischio di infarto o ictus. Contemporaneamente altri medici hanno fatto notare che i betabloccanti, almeno alcuni, aumentano il rischio di diabete, e conseguentemente di infarto e di ictus. Una rivista di divulgazione scientifica ha commentato che i betabloccanti, per i quali nel periodo di fulgore è stato assegnato un Nobel, “sono stati usati per 40 anni per trattare i problemi cardiaci, ma ora sembra che non funzionino. Cosa è andato storto?” [4]. In campo oncologico, LCGc molto importanti, quelle per la prevenzione del cancro della mammella, non traggono lustro da uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine [5], che considerando 30 anni di prevenzione con la mammografia conclude che lo screening “sta avendo, nel migliore dei casi, solo un piccolo effetto sulla mortalità per cancro della mammella”, mentre ha generato false diagnosi di cancro – e quindi danni fisici, psicologici ed economici – su 1.3 milioni di donne nei soli USA.

In Inghilterra, i giornali hanno usato tinte forti per riferire di una spaccatura tra i medici sul Liverpool Care Pathway, un protocollo per il trattamento di fine vita accreditato dal Department of Health come “best practice” [6]. Alcuni medici hanno denunciato che il protocollo, che porta a morte in media in 29 ore, viene usato come mezzo di eutanasia di massa degli anziani per liberare posti letto, e ridurre la spesa sanitaria, applicandolo anche a pazienti che non stanno morendo. Gli ospedali ricevono incentivi economici per raggiungere elevati livelli di applicazione del protocollo; alcuni ospedali hanno così raggiunto il mezzo milione di sterline. Per difendere il protocollo un “Consensus statement” è stato emesso congiuntamente da un gruppo di società mediche, come il Royal College of General Practitioners, alle quali si sono uniti il Royal College of Nursing che rappresenta gli infermieri e gruppi di pressione come Age UK che dice di operare nell’interesse degli anziani; riviste come il British Medical Journal lo hanno difeso enfatizzando i lati positivi del programma (la rivista gemella, il Journal of Medical Ethics, quest’anno ha pubblicato l’articolo di due bioeticisti italiani, Giubilini e Minerva, che sostengono che l’uccisione dei neonati è lecita nelle stesse circostanze in cui lo è l’aborto). Oltre che i rischi derivanti dall’assegnare troppo potere, e immunità, alle LGC, il caso mostra come il tema, che da noi si chiama del “testamento biologico”, abbia una rilevante dimensione economica, e come ci possano essere interessi economici di larga scala e moventi di tipo malthusiano per abbreviare la vita di alcune categorie di pazienti. Interessi che sono accuratamente censurati da noi, dove l’idea di forme di abbreviamento della vita è stata introdotta allestendo il teatrino laici/cattolici, al quale i magistrati si sono prestati [7]. In UK l’obiezione è sostenuta dai cattolici; che in Italia, dove tali pratiche, o meglio la loro formalizzazione, devono ancora affermarsi, si sono guardati dal diffondere la notizia dello scandalo. L’autonomia del paziente, che include il diritto a morire, e forse anche la facoltà di ottenere di abbreviare la fine, viene confusa con il suo opposto, la pretesa della medicina e di chi la manovra di decidere in base a criteri di parte se e quando la persona deve togliersi di mezzo; preferibilmente col suo consenso, avendola convinta che è quello il suo bene.

Una quarta notizia di questi giorni che aiuta a inquadrare la norma è l’analisi della PricewaterhouseCoopers, una multinazionale di consulenza alle imprese, che prospetta alle industrie farmaceutiche di fare in modo che i loro prodotti sostituiscano interventi medici più costosi, prevedendo che in questo modo la quota per la farmaceutica della spesa sanitaria possa salire dall’attuale 15% al 20% entro il 2020 [8]. Le LCGc saranno uno dei campi di battaglia di queste guerre per annettersi quote di mercato strappandole a settori concorrenti. La notizia è utile anche nell’analisi di scelte politiche del governo – sempre comprensivo con le industrie farmaceutiche [9] – come la riduzione della spesa pubblica per l’assistenza ospedaliera, il taglio dei posti letto e la chiusura di ospedali.

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1. Dal mondo reale al mondo rovesciato in tre mosse

La norma si basa su un concetto già opinabile, quello di colpa lieve in medicina. In medicina la nozione di “colpa lieve”, soprattutto di colpa lieve penalmente rilevante, è discutibile, perché in medicina anche una colpa “lieve” può avere effetti gravi, riguardando la diagnosi e la cura: la medicina è un “life-critical system”, per il quale vanno applicate misure di sicurezza stringenti. La colpa lieve appare far parte di un orientamento volto a evitare una pressione giudiziaria eccessiva sull’attività del medico; orientamento che porta i magistrati a emettere “principi e opinioni estremamente favorevoli nei confronti degli esercenti l’attività medica” [10].

Su questa premessa si è compiuto il passo fondamentale, quello dell’istituzione di un mondo [1] incorporando standard commerciali nella legge dello Stato. Un mondo rovesciato. Come detto, in linea di principio le LCG possono essere utili, o preziose, e alcune lo sono realmente; ma questa risorsa è inquinata da interessi economici, così che le LGC, a partire da quelle che riguardano le cure più comuni, possono essere formulate, e vengono formulate, in termini che sono altamente dannosi per il paziente, e anche per i sani [1]. La medicina ha il potere di definire ciò che è male e ciò che bene. Se scambia i valori coi disvalori, e se la legge sancisce lo scambio, ciò che è criminale può divenire obbligo, e il rifiuto di commettere reati un reato. Scambiando il male col bene, e imponendo il primo con la legge, si ottiene il temibile effetto di renderlo altamente efficiente. E’ una istituzionalizzazione di quei crimini dei colletti bianchi che hanno tra le loro caratteristiche quella di non essere riconoscibili come tali, e anzi di essere talvolta ricevuti con gratitudine dalle vittime [11].

Il comma del decreto Balduzzi appare essere espressione del patto simbiotico medicina-economia precedentemente esposto. Il liberismo è legalista: si sbarazza dell’etica sostituendola col diritto. Le LGCc, espressione della EBM, sono adatte all’applicazione in campo medico della pratica di spodestare l’etica insediando al suo posto la legge: alcuni clinici, discutendo di come la EBM porti, tramite salti logici, a costose indicazioni terapeutiche che non sono nell’interesse della salute del paziente, l’hanno definita “una adorazione della forma” [12]. La norma è un esempio di come l’uso corrotto dell’Ottimo consenta di calpestare i principi fondamentali e instaurare un regime di sfruttamento autoritario, tramite il controllo del corpo, senza suscitare allarmi e opposizione. Mostra come la scienza funga da ideologia al liberismo; mostra come quella che si fa chiamare “comunità scientifica” in campo medico andrebbe piuttosto chiamata “biocrazia” [13], essendo animata dai tecnocrati della medicina. La norma è un esempio di norma tecnocratica; dove classe medica e magistratura sottomettendosi a criteri “oggettivi” [1] in realtà si sottomettono a interessi particolari illeciti e antisociali e ne divengono strumento.

Infine, la norma sacralizza le LCGc, e il crimine che in esse può essere contenuto. Al di là dei limiti sull’entità della colpa e della distinzione tra civile e penale, che hanno un effetto cosmetico, la norma introduce nell’ordinamento il principio delle LGCc, dettate come si è visto da interessi terzi, come standard giuridico sul quale valutare l’operato del medico. Sacralizza quia absurdum, proclamando l’illogico, l’irrazionale. Non si comprende infatti per quale motivo un medico non dovrebbe rispondere di colpa lieve se applica le LGC. Non si comprende il nesso tra l’applicazione di standard e impunità. Anche nel caso di LGC mertoniane [1], cioè etiche e valide: sarebbe come legiferare che se una ditta edile costruisce la struttura in cemento armato di una casa secondo un progetto antisismico che sulla carta assicura elevata sicurezza allora è in certa misura esentata dal rispondere della corretta esecuzione materiale dei lavori. (Ma se le LGCc fossero pulite non ci sarebbe motivo di associarle a norme cervellotiche come questa). Una legge che premia senza una ragione giustificabile; una specie di legge-truffa, che premia quelle che spesso sono truffe. E’ una estensione della teologia scientista: chi applica la EBM è un sacerdote della scienza, che non esercita una professione ma officia riti, e non lo fa per sé ma per un Bene superiore; e quindi quando sbaglia non può essere giudicato col metro che si applica ai comuni fedeli, o agli eretici. La legge apparentemente suona ragionevole; a guardare meglio appare sventata e sciocca; la sua ratio reale è quella di un raffinato modo per sostituire alla Costituzione le regole di un nuovo ordine (Balduzzi è ordinario di diritto costituzionale, e ha insegnato “diritto costituzionale della salute e dell’organizzazione sanitaria”).

Il clero medico può essere controllato solo se per mezzo della legge si limita e si revoca la sua prerogativa di decidere che cosa è malattia, chi è malato e che cosa bisogna fargli”. L’affermazione di Illich [14], che si richiama alla concezione di Freidson per la quale le professioni si basano su una concessione di potere da parte della collettività [15] è tuttora attuale, se la si aggiorna, come ha in seguito fatto lo stesso Illich [16], alla nuova situazione, dove tale potere è ormai stato in larga parte tolto al medico, essendosene impadronita l’industria medica. Industria che questa norma perversa al contrario rende partecipe del potere di controllo dello Stato. Con la norma, che delega la definizione degli standard alle commissioni di esperti a libro paga delle multinazionali [1], la legittimazione professionale è di tipo teocratico, discendendo dalla dea Scienza, tramite la EBM controllata dall’industria. Vediamo come la norma interagisce, in una rete di complicità, con i medici, i magistrati e quella che chiamo “l’industria della malasanità”. Senza tacere, come invece vuole l’etichetta, le colpe e responsabilità delle persone che compongono il popolo.

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2. Il dilemma di Catalano

Ai medici la norma fa un occhiolino che è una proposta che non può essere rifiutata. Lavora per noi e avrai impunità, sgarra e sarai bastonato dal giudice. Vesti i panni dello scienziato, e avrai i privilegi dello stregone. Data l’influenza ufficiale e sottobanco sulle LCGc dell’industria medica [1], il decreto riconosce e in misura sostanziale prescrive obblighi del medico nelle decisioni cliniche verso soggetti terzi portatori di interessi che sono in conflitto con quelli del paziente, e talora in diretta opposizione. Un comparaggio forzoso. E’ una legge la cui carica perlocutoria di fatto non agisce come deterrente affinché ci si astenga dal danneggiare il prossimo, ma va nella direzione opposta. Esprime verso i medici una minaccia – e allo stesso tempo un’offerta corruttiva – che di fatto, dato lo stato epocale della realtà sociale della medicina, danneggia la tutela della salute per favorire quel genere di iniziativa economica che l’art. 41 della Costituzione proibisce. Discrimina inoltre tra medici, e quindi tra cittadini davanti alla legge, tramite un criterio abnorme.

Una minaccia che fa appello alla ragionevolezza. Catalano era il trombettista che in “Quelli della notte” dispensava riflessioni come “E’ molto meglio innamorarsi di una donna bella, intelligente e ricca anziché di un mostro, cretino e senza una lira”. La norma dice al medico che per lui è molto meglio attenersi a degli specchietti che anche un deficiente sa applicare, essere così rispettato e stimato, guadagnare e godere di impunità, piuttosto che scervellarsi a capire qual è il bene del paziente che ha davanti, passare per incompetente, rischiare di non lavorare e di finire sotto processo e essere condannato. Col decreto Balduzzi anche da noi viene istituzionalizzato lo scaltro alibi della “medicina difensiva”; alibi che preso per buono viene a sua volta usato – da conservatori come G.W. Bush, e da noi da alti magistrati in odore di massoneria deviata [17] – come argomento per legalizzare l’impunità dei medici; col risultato di favorire entrambi i mali, sia un eccesso di consumi medici nocivo e costoso, sia l’impunità. La legge premia l’applicazione automatica delle LGCc; inoltre stabilisce margini di tolleranza commerciali, cioè consente entro certi limiti un’applicazione frettolosa e sbadata degli schemini che riassumono le LGCc; come è vantaggioso nella medicina ad alta produttività, a catena di montaggio. Una norma patologica sul piano giuridico e iatrogena su quello medico.

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3. I magistrati e l’altra corruzione

Ai magistrati la norma fa un altro occhiolino. Consente loro di servire i poteri forti proteggendo il cuore nero del business medico senza esporsi. I magistrati tendono a perseguire le frodi mediche di secondo grado, quelle degli scandali che appaiono a ritmo continuo sui media, e a proteggere e favorire le frodi di primo grado, quelle strutturali, che vengono nascoste al pubblico [18]. La norma li aiuta in ciò rafforzando la separazione tra i due gradi e glorificando le frodi di primo grado. Con la nuova norma e il ruolo assegnato alle LGCc il magistrato perde un poco del suo potere decisionale, per vestire i panni dell’esecutore di giustizia delle multinazionali; può invocare per sé la stessa tesi difensiva che ha accolto nell’assolvere il medico: “ho applicato la legge / ho applicato le linee guida”, ”come è mio dovere”. La “Nuremberg defense”, così detta dalla difesa degli imputati del processo di Norimberga. Qui le responsabilità del medico – e del magistrato – non sono quelle dei criminali di guerra; ma non sono nemmeno così indirette come quelle del funzionario dei treni nazista (epigrafe).

L’applicazione del decreto e il valore giuridico così riconosciuto alle LGCc permettono di mandare assolto chi causa – anche consapevolmente – danno. Mentre espongono a punizione con sentenze alla giudice di Pinocchio quella minoranza di medici che “non sono del bel numero” (Collodi) e decidono, in scienza e coscienza, e correttamente, di non applicare le LCGc; (la magistratura fa di questi piacerini all’industria medica e ai suoi bracci operativi). Dato il carattere frequentemente iatrogeno delle LGCc e i susseguenti contrordini, potrebbe accadere che un medico venga condannato per non avere applicato una certa procedura, e che cinque anni dopo un medico sia condannato perché l’ha applicata, nello stesso contesto clinico. La norma impedisce la sciagura che si eserciti una giustizia che correggendo le aberrazioni del sistema abbia effetti politici, e invece coinvolge la magistratura in atti di frode e violenza. D’altro canto, la abnormità della legge può tradursi in un permesso morale, per alcuni magistrati, di applicare la loro discrezionalità, contrastando gli effetti perversi della norma, es. facendo leva sull’opinabilità del concetto di “colpa lieve” nell’atto medico.

Si parla molto di corruzione dei politici, riferendosi principalmente alla bribery, le tangenti nell’amministrazione di denaro pubblico. Altre fondamentali forme di corruzione vengono invece trascurate. La norma ne mette in luce due, molto importanti. Una è la corruzione a favore degli interessi dei poteri forti sopranazionali, principalmente le oligarchie anglo-americane e i poteri finanziari che hanno nella UE il loro braccio politico. Quei poteri forti, quei poteri atlantici, i cui disegni sull’Italia, ormai evidenti, la magistratura storicamente ha più favorito che ostacolato. Comprende la corruzione a favore della tecnocrazia; in ciò la si potrebbe chiamare “l’altra corruzione”, perché corrisponde a quello che Fisichella ha chiamato “l’altro potere” [19]. Non sorprende che la norma sia stata fatta emanare da un governo di tecnocrati, per quanto tecnocrati caserecci.

La seconda, collegata, è la corruzione che non mette le mani in tasca al cittadino, ma modifica il modello del mondo, capovolgendolo, a testa in giù, così che il denaro cada per gravità, come un fatto di natura, dalle tasche delle persone nelle mani dei profittatori. La si potrebbe chiamare “corruzione ontologica” nella quale si opera sulla costruzione della realtà sociale. Quello di costruzione della realtà è forse il più importante tra i poteri non scritti della magistratura. Il magistrato con norme del genere non giudicherà su quanto è avvenuto nel mondo reale, ma su un modello, difforme quanto meno nelle premesse. Giudicherà sulla base di miti; ciò che è inaccettabile, di miti dannosi, partoriti dagli studi di marketing e inoculati nel pubblico con i miliardi spesi in attività di pubbliche relazioni, con la corruzione, con la censura. Giudicherà su un mondo di carta e di sogni che spesso è un mondo rovesciato, al quale conferirà credibilità e consistenza.

Del resto la magistratura già contribuisce alla costruzione di un mondo falso, strutturato per lo sfruttamento tramite la medicina; volontariamente, senza esservi obbligata dalla legge, con decisioni giudiziarie che accettano, e avvalorano, le tesi di poderose campagne di disinformazione a favore del business medico; come la propaganda delle staminali, che devono appoggiarsi al mito e alla caciara non avendo dati reali che confermino le grandiose promesse [20], con sentenze che secondo il piduista berlusconiano Cicchitto mostrano che “c’è un giudice a Berlino” [21] e altre che sostengono l’esistenza di un “diritto alla speranza”, tale da rimanere “innegabile” [22] anche per lucrose terapie ciarlatanesche che in altre sedi giudiziarie, non avverse al business medico, hanno portato a un’inchiesta per truffa e associazione a delinquere: si ottiene così la creazione nel pubblico di aspettative, e la creazione di uno standard negativo che servirà a far risaltare al confronto come affidabili e promettenti le sperimentazioni cliniche ufficiali; il depistaggio sulle cause iatrogene dell’incremento delle diagnosi di cancro incolpandone l’uso dei telefoni cellulari [23]; con la chiusura di Green Hill, l’incoraggiamento, con l’appoggio di figure tanto nobili e disinteressate in tema di medicina quale è quella di Formigoni, a protestare contro la sperimentazione animale; una protesta pilotata strumentalizzando alcune buone ragioni, per indebolire ulteriormente i controlli scientifici, e per deviare la protesta dalle politiche che causano sofferenza alle persone al tema del dolore fisico inflitto agli animali [24].

Ogni gruppo sociale ha le sue pratiche particolari di abuso; queste due forme di corruzione appaiono proprie della magistratura, una magistratura “business friendly” [25], con precedenti di estrema gravità quanto a inversione pinocchiesca della devianza, di concerto con le forze di polizia, per favorire la frode medica strutturale; una magistratura sulla quale i signori della frode medica che hanno imposto la legge possono contare.

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4. L’industria della malasanità

Le frequenti cause giudiziarie per responsabilità professionale non sono parte della fisiologia di una società ben funzionante, come invece siamo abituati a pensare. Come impresa etica a carattere tecnico, che riguarda beni fondamentali, il lavoro del medico dovrebbe raramente finire in tribunale; in un sistema sano. La medicina dovrebbe essere strutturata in modo tale da prevenire in larga misura la commissione di reati e l’insorgenza di un contenzioso nel suo esercizio. Come ha intuito Illich (epigrafe), gran parte dei danni della medicina derivano da un dolo sistemico, che ora si istituzionalizza. Dolo che provoca sia iatrogenesi; sia la generazione di errori, dati il volume e la complessità delle procedure mediche; e dati i criteri industriali di produttività ai quali la medicina deve attenersi. Lo Stato, lo Stato nazionale [26], non dovrebbe sottrarsi alla responsabilità di definire lui gli standard [1], il bene e il male in medicina, e conseguentemente di impedire il dolo strutturale, per il quale i vari gruppi che traggono profitto dalla medicina storicamente spingono. Ma abbiamo uno Stato campiere. I medici non devono essere esonerati dal rispondere di imperizia, imprudenza, negligenza, ma di rado dovrebbero dare motivo per ricevere tale contestazione; l’errore medico puro dovrebbe essere ridotto al minimo con misure diverse da quelle giudiziarie. La dolosità, che in forme torpide e mascherate è comunemente associata alla medicina che persegue il profitto, dovrebbe essere riconosciuta e efficacemente repressa. Occorrerebbe inoltre evitare che le cause contro i medici vengano mosse strumentalmente, per perseguire profitti.

Invece nella realtà odierna la corruttela medica è consentita e sostenuta. Anziché prevenirla e contrastarla si è scelto di sfruttarla economicamente derivandone un ulteriore mercato, quello delle assicurazioni e delle cause legali. Un ulteriore feedback positivo, dove la “medicina difensiva” chiude il loop, che danneggia la tutela della salute [27]. In USA la “malpratice”, il contenzioso legale sulla responsabilità medica è anch’esso un’industria standardizzata: in alcune specialità l’agenda del medico prevede due appuntamenti fissi mensili col proprio avvocato. E’ parte integrante dell’attività professionale. Ricordo che al primo anno di residency in USA ricevetti da uno studio legale un cartoncino di invito a partecipare gratuitamente a un “mock trial”, un processo simulato, dove ci avrebbero dato istruzioni su come vestirsi, come parlare al magistrato, come rivolgersi all’eventuale giuria, etc. In USA sono gli studi legali che contattano sistematicamente i pazienti; una pratica che comincia ad affacciarsi da noi. In Italia le denunce sono passate da circa 9500 nel 1994 a circa 33600 nel 2010 [28]; le richieste di risarcimento sono più frequenti al Nord. La frequenza di tali cause potrebbe essere presa a indice del livello di industrializzazione della medicina di un Paese o di un’area. In questo modo il servizio giustizia segue la sorte del servizio medicina: anche del servizio giustizia si fa un altro settore economico, che impiega risorse pubbliche a scapito delle richieste fondate di giustizia.

I media, gli stessi che diffondono le false speranza sulla medicina, alimentano anche questa industria fomentando nel pubblico la propensione a fare causa con le storie di “malasanità”. I media sono anche lo specchio che amplifica responsabilità che, andrebbe riconosciuto, sono da attribuire al pubblico: “Indulgere alla moda radicaleggiante di mettere in berlina il medico sarebbe la maniera più sicura per disinnescare qualunque crisi politica alimentata dalla nuova coscienza della salute. Se i medici dovessero diventare vistosi capri espiatori, il buon paziente sarebbe sollevato da ogni colpa per la sua cupidigia terapeutica”. A scriverlo è Illich [14], un autore non sospettabile di partigianeria per la corporazione medica, né di sentimenti elitisti. Il medico è ormai un anello intermedio della catena dello sfruttamento; partecipando alla frode, nel ricevere ingiusti vantaggi deve addossarsi anche colpe non sue.

L’industria della malasanità agisce anche come valvola di sfogo, per evitare di fare crescere troppo l’insoddisfazione del pubblico, che percepisce una connotazione fraudolenta nella medicina commerciale, senza riuscire ad articolare una critica dati gli ostacoli e le barriere tecniche, psicologiche e culturali. La medicina tecnocratica, apparentemente così razionale, con le sue promesse pubblicitarie provoca in realtà una regressione psicologica, che viene sfruttata per il dirottamento. Illich [14] ha osservato che la medicina tecnocratica “favorisce la ricomparsa delle illusioni più primitive riguardo alle cause della morte.” Per le quali tra l’altro “la morte richiede …qualcuno a cui imputarla”. “La tradizionale caccia alle streghe, che si scatenava alla morte del capotribù, si modernizza. Per ogni morte prematura o clinicamente ingiustificata, si può sempre trovare la persona o l’ente responsabile che ha ritardato o impedito l’intervento medico.”

Abbiamo sulle cause giudiziarie mediche la percezione sbagliata che siano una normale routine. Un’altra percezione errata è che riducano la frode strutturale, quella insita nella medicina. L’industria della malasanità in realtà supporta le frodi. Con la sensibilità e acutezza che gli sono proprie, Illich nota che “la facoltà (dove esiste) di ricorrere in giudizio contro la cattiva pratica professionale ha mitigato il senso d’impotenza del profano, ma nella sostanza ha anche rafforzato la determinazione del paziente a insistere nelle cure ritenute idonee dall’opinione medica aggiornata”. E che “Se non disavvezza il cliente dal suo bisogno di chiedere e prendere sempre più assistenza, la difesa dei consumatori non fa che rafforzare la collusione tra chi dà e chi prende”. Le sue previsioni si sono avverate.

Allo stesso tempo, l’ordinamento, la prassi e la propaganda sono strutturati in modo che il dolo strutturale, funzionale al grande business, incorporato nelle LCGc, goda di immunità assoluta; che non sia in hoc mundi sul piano giudiziario. Al contrario, ora abbiamo la frode che si fa, con la necessaria circospezione, legge. Sempre più i reati che derivano dalla frode medica strutturale non solo sono intoccabili, ma vengono favoriti tramite la legge e l’azione giudiziaria. In USA si può essere condannati per non avere prescritto uno screening raccomandato dalle LGCc anche se secondo l’evidenza disponibile al paziente non sarebbe andata meglio se lo si fosse sottoposto allo screening [29]; mentre i medici non devono temere conseguenze giudiziarie se lo stesso screening provoca un cancro da radiazioni, o porta a una catena di eventi clinici e complicanze che termina col decesso, in una persona che era altrimenti sana. Sia in USA che in Italia colpe e comportamenti dolosi personali, anche molto gravi, tante volte restano impuniti mediante i tradizionali meccanismi castali e particolaristici; allo stesso tempo, molte cause sono pretestuose, motivate dalla venalità di avvocati, pazienti e familiari, e dalle spinte culturali e psicologiche citate sopra. Un’industria, quella della malasanità, che è fuori centro come lo è la medicina industriale basata sulle LGCc [1].

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5. Diritto ermetico

Il comma Balduzzi è funzionale a tale quadro; fa la sua comparsa nello stesso tempo in cui viene resa obbligatoria per i medici, dal 2013, l’assicurazione per responsabilità professionale. Le assicurazioni sostengono che in Italia il settore è in forte perdita; si prevedono pertanto aumenti del costo e riduzione dell’estensione delle coperture [28], verso la situazione USA, dove pure in passato le assicurazioni hanno riferito perdite, ma ora i margini di profitto per la vendita delle assicurazioni per responsabilità professionale sono sicuramente generosi, e sono andati aumentando, fino a superare, secondo una statistica, quelli del 99% delle aziende nella lista Fortune delle 500 maggiori imprese USA [30]. Il comma esplica a favore dell’industria della malasanità almeno tre funzioni. Rende possibile la sua crescita evitando che danneggi il business sul quale è sovrapposta, con la funzione di barriera di protezione; protezione della frode strutturale, che è elevata a standard e quindi non viene messa in discussione; non viene giudicata ma viene usata come metro di giudizio. Una botte di ferro che ripara in parte anche il medico, che in più continuerà a godere di ampie franchigie di impunità. Secondo, la funzione di moltiplicatore del contenzioso, poiché causa l’espansione quantitativa di procedure mediche, che sono innervate da fattori iatrogeni.

Una terza funzione è quella di generatore di incertezza e confusione che crei un opulento mercato per assicurazioni, avvocati, periti. etc. “Norma” in latino vuol dire squadra, la squadra dell’artigiano; da un lato, erigendo un muro bene a piombo attorno all’altare sul quale stanno regole che sono espressione di grandi interessi privati amorali, la norma è rigida e netta; ma le contraddizioni interne e rispetto alla realtà materiale la rendono intrinsecamente instabile, facendola agire anche come un generatore di disordine all’esterno del perimetro sacro che delimita. In sede giudiziaria può generare un caleidoscopio di configurazioni, distinguo, sofismi; la norma potrà portare a un traballamento, a un gioco ciclico, simile a quello visto per i farmaci nella EBM [1], tra LGCc, le loro diverse versioni, le critiche soft alle LGCc, che non mancano, e la gradazione della colpa. La colpa è grave o lieve? Quali LGC sono state applicate? In che misura? La loro applicazione è stata valida, ovvero lo specifico paziente parte lesa può correttamente essere rappresentato sul piano clinico dalla classe ideale di pazienti alla quale le LGC applicate o invocate fanno riferimento? Fino a dove si estende l’immunità conferita dall’avere applicato le sacre tavole? Le LGC vanno intese nel loro significato di intervento sulla popolazione, o valutate rispetto al singolo paziente? Come vanno considerate le LCG, soprattutto quelle che alcune fonti indicano come controproducenti, nella ricostruzione della causalità dell’evento? Possono essere considerate causa, concausa o vanno escluse a priori? Il medico ha una sua discrezionalità professionale o è un mero affiliato come chi distribuisce un prodotto con un marchio? Etc.

I medici saranno forse assolti con frequenza maggiore che senza la norma; purché paghino il pizzo al sistema, sotto forma di rata dell’assicurazione o di parcella agli avvocati. Costi che ricadranno sulla spesa sanitaria e quindi sul pubblico e sui pazienti [31]. Per un saggio della discussione in giuridichese delle LGCc nel decreto Balduzzi, piuttosto deprimente, anche se non privo di riferimenti al “cinico e pigro sapore aziendalistico” delle LGC, vedi Capitani [32]. Una norma chiara nella lettera che genera un diritto “ermetico”, ermetico nei due significati della parola: sia per l’isolamento ermetico, rispetto all’accertamento delle responsabilità, che con la norma si vuole assicurare ad elementi impresentabili della realtà materiale; quelli corrispondenti ai voleri e agli interessi del big business medico. Sia perché porterà a discussioni intricate e bolse, in alcuni casi difficili da valutare correttamente, cioè abbracciando la globalità dei fatti, anche per gli inquirenti, i giudicanti e le parti del processo. Con le LGC come standard giuridico il processo sarà spesso disaccoppiato dalla realtà; il suo esito sarà spesso determinato dal peso degli interessi coinvolti, dall’abilità degli avvocati e dalla qualità dei magistrati. Un bel risultato per questa unione tra rigore scientifico e certezza del diritto.

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Note

[1] La corruptio optimi nel liberismo. Le linee guida cliniche e il decreto Balduzzi. https://menici60d15.wordpress.com/2012/10/21/la-corruptio-optimi-nel-liberismo-le-linee-guida-cliniche-e-il-decreto-balduzzi/

[2] Timmermans S. Berg M. The gold standard. The challenge of evidence-based medicine and standardization in health care. Temple University Press,  2003.

[3] Caminiti R. La rilevanza delle linee guida e il loro utilizzo nell’ottica della c.d. “medicina difensiva”. In: Ferrario et al. La medicina difensiva. Questioni giuridiche, assicurative, medico-legali. Maggioli, 2011.

[4] Bloom J. Beta blockers are busted – what happens next? New Scientist, 12 novembre 2012. Expert: time to break the beta blocker habit? Bioscience technology, 12 novembre 2012.

[5] Bleyer A. Welch G. Effect of three decades of screening mammography on breast-cancer incidence. NEJM, 2012. 367: 1998-2005.

[6] Doughty S. Care Pathway condemned by senior doctors as “medical treatment that hastens death”. Mail Online, 23 ottobre 2012. Doughty S. Doctors to act on Care Pathway: after Mail campaign, investigation is launched into controversial guidelines on « hastening death ». Mail Online, 24 ottobre 2012. McCartney M. The assault on the Liverpool care pathway. BMJ, 2012. 345: e7316.

[7] Il riduzionismo giudiziario nella frode medica strutturale: il caso del testamento biologico. https://menici60d15.wordpress.com/2009/06/24/il-riduzionismo-giudiziario-nella-frode-medica-strutturale-il-caso-del-testamento-biologico/

Questionario immaginario ai magistrati sul testamento biologico. https://menici60d15.wordpress.com/2009/03/09/questionario-immaginario-ai-magistrati-sul-testamento-biologico/

[8] Pharma industry ‘on cusp of golden era’. World News, 15 nov 2012.

[9] La generosità del governo Monti e del suo elettorato verso le multinazionali farmaceutiche. https://menici60d15.wordpress.com/2011/12/01/la-generosita-del-governo-monti-e-del-suo-elettorato-virtuale-verso-le-multinazionali-farmaceutiche/

[10] Drui P. Il medico, vittima o artefice del sistema giuridico italiano? Giornale della Previdenza, 2010. n. 8.

[11] Ruggiero V. Economie sporche. L’impresa criminale in Europa. Bollati Boringhieri, 1996.

[12] Psaty B M. Evidence-based medicine. Worship of form and treatment of high blood pressure. J Gen Int Med, 2000. 15: 755.

[13] Lech G. The biocrats. Penguin, 1972.

[14] Illich I. Nemesi medica. L’espropriazione della salute. Mondadori, 1977.

[15] Freidson E. Professions of medicine: a study of the sociology of applied knowledge, Dodd, Mead, 1971.

[16] Illich I. La salute è malata. Corriere della Sera, 23 ottobre 1998.

[17] Spagnolo G. Medicina difensiva, pazienti e finanza pubblica. Giornale della Previdenza, 2011. n.12.

[18] La magistratura davanti alle frodi mediche di primo e secondo grado. https://menici60d15.wordpress.com/2009/08/22/la-magistratura-davanti-alle-frodi-mediche-di-primo-e-secondo-grado/

[19] D. Fisichella. L’altro potere. Tecnocrazia e gruppi di pressione. Laterza, 1997.

[20] La fallacia esistenziale nel dibattito bioetico sulle staminali. https://menici60d15.wordpress.com/2011/10/22/la-fallacia-esistenziale-nel-dibattito-bioetico-sulle-staminali/

[21] Staminali: Cicchitto, c’é un giudice a Berlino. AGI, 22 agosto 20121.

[22] Staminali, dal giudice di Catania nuovo sì alle cure per Smeralda. Il Giorno Brescia, 2 ottobre 20122

[23] Nuove P2 e organi interni. https://menici60d15.wordpress.com/2011/12/08/nuove-p2-e-organi-interni/

[24] Sperimentazione animale. Uno spoglio etico. https://menici60d15.wordpress.com/2011/05/16/sperimentazione-animale-uno-spoglio-etico-2/

[25] Reati contro l’economia. https://menici60d15.wordpress.com/2011/01/23/reati-contro-leconomia/ .

I magistrati “business friendly” e la mafia come sineddoche tendenziosa. https://menici60d15.wordpress.com/2010/10/16/1593/

[26] Sovranità sanitaria. http://www.appelloalpopolo.it/?p=5626

[27] Sovradiagnosi II. Parodia e antiomeostasi nella medicina commerciale.

https://menici60d15.wordpress.com/2012/07/07/sovradiagnosi-iii-parodia-e-anti-omeostasi-nella-medicina-commerciale/

[28] Le Pera A. Responsabilità civile. Pillola amara per i medici. Giornale della Previdenza, 2012. n. 6.

[29] Kaplan R. M. Disease, diagnoses, and dollars. Copernicus Books, 2009.

[30] Eviatar D. Medical malpractice insurers’ profits higher than nearly all Fortune 500 companies. Washington Independent, 6 ott 2009.

[31] Gordon L. Financial effects of defensive medicine and medical malpractice insurance. Tesi. Ball State University, Indiana, 2011.

[32] Capitani F. G. il “Decreto Balduzzi” e la responsabilità medica: le linee guida ospedaliere. Lex24 Sole 24 ore, 4 ottobre 2012.

 

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20 ottobre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. De Felice “Big Pharma torna all’attacco sul caso Avastin-Lucentis”

Big Pharma all’attacco lo è sempre. L’analisi di documenti interni ottenuti e resi pubblici da magistrati USA che hanno processato aziende farmaceutiche mostra che essa agisce in base a criteri di marketing anche in campo scientifico (*). Tra le tante manipolazioni rivelate dai documenti c’è quella della segmentazione del mercato. Le case farmaceutiche hanno tipizzato il mercato, e hanno modi di presentare farmaci per i medici che chiamano “High flyers”, propensi all’off-label; e altri modi per i medici “Rule bound”, che vogliono seguire linee guida. In generale, sia propugnare l’off-label, trascurando gli enormi rischi clinici e il forte incremento della spesa, sia favorire l’uso secondo linee guida condizionate comunque dal business, sono modi, solo apparentemente contrapposti, di aiutare la ricerca amorale del profitto in medicina. Qualunque dei due partiti la spunti nel ben congegnato caso Avastin-Lucentis, l’industria e la finanza medica ne avranno in un modo o nell’altro un vantaggio; e avranno motivi di gratitudine per gli attivisti e i poteri dello Stato. Fino a quando Big Pharma sarà il banco, fino a quando politici, opinionisti, magistrati, non metteranno in discussione il diritto che si è presa di essere il banco, vincerà sempre.

* GI Spielmans, PI Parry. From Evidence-based Medicine to Marketing-based Medicine: Evidence from Internal Industry Documents. Bioethical Inquiry, gen 2010. DOI 10.1007/s11673-010-9208-8. Reperibile su internet.

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3 gennaio 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Casolari “I contenziosi per via penale tra medici e pazienti ledono tutti: il futuro della medicina è fosco”

Resident in USA, ricevetti un invito a partecipare gratuitamente a un “mock trial”, un processo simulato, dove avvocati ci avrebbero dato istruzioni su cosa dire e non dire al giudice, come rivolgersi alla giuria, etc. Ero giovane, e lo cestinai pensando che non avesse nulla a che fare con la pratica della medicina.

Divenuta comodo strumento di profitto e di potere, la medicina è stata sovrainfettata dal business avvocatesco. In una medicina sana le cause penali e civili sarebbero rare: lo Stato definirebbe la medicina onesta, e, consapevole dei margini fisiologici di incertezza e degli inevitabili tradeoff, controllerebbe che la pratica, non necessariamente pubblica, non deviasse. Ma ogi la medicina non è più in mano ai medici ma a poteri forti, che ne impongono forme aberranti*.

Lo Stato invece di controllare fa da picciotto di sgarro e da esattore. I magistrati hanno accettato la medicina come forma di crimine legale. Nordio e magistrati “di sinistra” sono in consonanza sull’assimilare i medici ai magistrati nell’impunità**. Sanando l’infezione di base si spegnerebbe la sovrainfezione. Invece si istituzionalizza un prestige bias – che piace tanto anche ai magistrati: si difende il “prestigio” della medicina togliendo controlli; favorendo così ulteriori degenerazioni.

* L’irresponsabilità della medicina in franchising. – La medicina difensiva come scusa e come illecito. Sito menici60d15.
**Baruffe di corte: i baroni della destra e i mandarini della magistratura Ib.

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vedi anche:

 

La necessità di laicità contro l’aggiramento dei limiti e l’inversione dei controlli posti dall’art. 41 della Costituzione

Le pubbliche virtù delle ambulanze e il postulato di sacralità delle pratiche mediche stabilite

La corruptio optimi nel liberismo: le linee guida cliniche e il decreto Balduzzi

Cancellieri

29 November 2012

29 novembre 2012

Sito Don Chisciotte

Commento al post di C Bertani “Lettera aperta al ministro dellinterno Anna  Maria Cancellieri” del 28 novembre 2012

Con questa compita e “fiduciosa” letterina al ministro del Viminale si amplifica l’effetto intimidatorio della notizia dell’incredibile aggressione gratuita dei poliziotti a Welponer. E Anna Maria Cancellieri, fin da quando era prefetto, ne sa qualche cosa sull’arte dell’intimidazione obliqua a favore dei rapaci poteri che le hanno fatto fare carriera.

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29 ottobre 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Beccaria “Politicamente Scorretto contro le mafie. Lucarelli ospita il ministro Cancellieri” del 29 ottobre 2012

La lotta alla mafia come forma di spettacolo e di intrattenimento. Abitua alla convivenza con la mafia e aiuta a lasciare in ombra altre forme di grande criminalità, legate all’economia. Non mi stupisce la partecipazione del ministro Cancellieri.

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25 novembre 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Castigliani “Mafia al Nord, Cancellieri: “Abbiamo fatto miracoli, ma no al Monti bis” (video)” del 25 novembre 2012

Non credo che la  mafia la Nord sia un fenomeno primario, cioè che i mafiosi abbiano “conquistato” il Nord con le loro sole forze; ma che sia un fenomeno derivato: gli è stato permesso dallo Stato di insediarsi. La mafia costituisce un ottimo alibi, anche per le istituzioni che dovrebbero tutelare la legalità, per lasciare operare indisturbate e favorire altre forme di grande criminalità, come la criminalità economica istituzionalizzata, che ci sta impoverendo peggio della mafia.

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26 ottobre 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post di A67 “Il Ministro Cancellieri incontra padre Maurizio Patriciello” del 26 ottobre 2012

Nella mia esperienza, se un comune cittadino denuncia alla magistratura le angherie della polizia, poi dovrà aspettarsi ritorsioni; spesso nella forma di un raddoppio di quanto ha denunciato. Qui il ministro dell’Interno in persona riceve il povero prete oltraggiato, leccando il clero; e il giornalista lecca entrambi. E la gente comune? “Nessuno completamente innocente, tutti egualmente colpevoli” secondo il giornalista; una filosofia da prete e da questurino che ricalca antichi detti della malavita, e favorisce la malavita.

Inoltre in un articolo dove si plaude alla cerimonia di penitenza dello Stato per avere osato rimbrottare un prete che aveva omesso il cartiglio onorifico a un prefetto, il prete viene qualificato come “Padre”. La direzione e la redazione de Il Fatto dovrebbe considerare di adottare la politica editoriale di chiamare i preti con titoli come “don” o tutt’al più “reverendo”, invece di lubrificare queste studiate moine tra il manganello e l’aspersorio.

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@ Salvatore Legnante. Né la distanza tra Stato e grande criminalità, né la distanza tra Stato e clero, né quella tra clero e grande criminalità sono ampie quanto dovrebbero essere nell’interesse del cittadino. Così non solo in Campania ma in tutta Italia, inclusa Brescia dove Cancellieri è stata prefettto, i preti vengono identificati con lo stato, e le guerre alla criminalità non si vincono mai, mentre chi le “combatte” accumula potere e si arricchisce parallelamente al grande crimine.

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23 ottobre 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post “Fondiaria, buonuscita di 3,6 milioni per il figlio del ministro Cancellieri” del 22 ottobre 2012

@ Marinos. Anche chi accettta un governo nel quale il ministro dell’Interno riceve per suo figlio milioni di euro in regalo da potenti gruppi finanziari non è molto furbo.

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Intanto la Dialogo assicurazioni del gruppo Sai mi ha aumentato il prezzo annuale della RC auto del 25%, invece di ridurlo, non avendo avuto sinistri. Tra le imposte e tasse con le quali il governo della mamma ci toglie il denaro per darlo agli speculatori finanziari, e i taglieggiamenti che l’azienda assicurativa del figlio del ministro opera direttamente, non si sa chi sia più onesto. Questa coppia madre-figlio simboleggia l’associazione tra pubblico e privato, che è più vorace del pubblico e del privato da soli. I “sit-in e le manifestazioni per liberare i luoghi della democrazia” lasciano il tempo che trovano. Occorre focalizzarsi su obiettivi concreti e ben definiti; potremmo partire da qui: formiamo un movimento contro le tariffe-furto delle assicurazioni.

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@ Lela. Si è vero, se non si sa cosa è un cartello, cioè l’accordo tra le ditte per tenere alti i prezzi, si fa prima ad andare in un movimento di quelli esistenti che si occcupano di cambiare il mondo e continuare a essere depredati.

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25 novembre 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Nicita “La differenza tra merito e ‘me-lo-merito’ ” del 25 novembre 2012

Il figlio del ministro Cancellieri ha ricevuto 3.6 milioni di euro per abbandonare una nave che sta affondando, della quale era ufficiale, cioè direttore finanziario, la Fondiaria Assicurazioni. Oltre alla differenza tra “merito” e “me-lo-merito” bisognerebbe considerare altre differenze, come quella tra “maNager” e “maMager”.

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Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Franco e F. Baraggino “Milano, Cancellieri: “La mafia c’è ma non la sua cultura omertosa” del 19 dic 2011.

Censurato.Pubblicato qui il 17 feb 2012 causa boicottaggio Telecom

Che la Lombardia sia estranea alla cultura omertosa è un cliché che fa il paio con la favola dei mafiosi che proteggono le vecchiette. La cultura omertosa non è un’esclusiva della mafia. E’ la mafia ad essere un singolare caso di criminalità che, posta a cavallo tra crimine comune e istituzioni, condivide con queste ultime le condotte machiavelliche proprie del potere; inclusa la cultura dell’omertà. In Lombardia anche a detta di lombardi è radicata una cultura omertosa autoctona, che si avvale della mafia meridionale come diversivo, alibi e minaccia ricattatoria per tutelare meglio i propri affari: oltre alla mafia, in Lombardia c’è una “metamafia” istituzionale

I professionisti della metamafia

che mostra di combattere la mafia mentre copre e aiuta altre attività criminose non meno gravi, ma inserite nel circuito legale, come le frodi mediche.

Ilda Boccassini è da elogiare per la sua attività di repressione della mafia, ma è incomprensibile il titolo di “top global thinker” datole da “Foreign policy”. Un premio ai suoi meriti rispetto agli interessi degli USA, e all’ideologia che impongono; compresa questa di proiettare su una mafia che ci si guarda dall’eradicare i crimini e la mafiosità dell’economia legale. Qui a Brescia, dove Cancellieri è stata prefetto, interessi criminali internazionali e indigeni sono liberi di fare i loro comodi come i mafiosi nella Sicilia de “la mafia non esiste” di decenni fa; potendo contare sull’omertà, e sull’intimidazione istituzionale verso chi denuncia. Il riconoscimento a quello che attualmente è il più celebre magistrato lombardo appare essere un incentivo non alla libertà intellettuale, ma all’opposto al conformismo giudiziario e culturale di una magistratura e una polizia asservite ai poteri maggiori, che fiancheggiano forme di crimine istituzionalizzato ancora più forti e importanti della mafia.

I buchi neri

27 November 2012

23 novembre 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Feltri “La domenica va dove ti porta la Tamaro” del 23 novembre 2012

Credo che sia più sano per lo spirito e per il portafoglio non accettare che anche il proprio tempo libero venga colonizzato dal grande business. L’attrazione esercitata dai centri commerciali mi sembra quella del Paese dei Balocchi di Pinocchio, dove si entra persone e si esce ciuchi.

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Aveva ragione Piero Chiara: il “Servitevi da soli” dei supermarket è un segno di disprezzo.

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@ Uva63. Collodi mette in guardia; anche contro gli omini “teneri e untuosi” che dietro ai modi carezzevoli sono dei violenti sanguinari. La storia delle forze che stanno dietro ai centri commerciali, la scarsa distanza, come per il conduttore del carro per il Paese dei balocchi, tra promesse luccicanti e violenza, deve ancora essere scritta; nonostante nei centri commerciali sia possibile incrociare i maggiori magistrati della città; che forse sono troppo presi con la mafia e il terrorismo per occuparsene.

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@ Zaffarallo. Se è per questo, in USA facevo la spesa nei drugstore alle 11 di sera, non avendo altro tempo. Ma nei centri commerciali il necessario e il vacuo sono mescolati; come nei vecchi casini dove non c’erano confini chiari tra necessità e vizio. La domenica la gente dovrebbe riposarsi, non essere obbligata a completare il ciclo economico come un criceto sulla ruota.

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18 dicembre 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Stinco “Ikea, scontri tra facchini e polizia. Due i feriti lievi (video)” del 18 dicembre 2012

Censurato lasciando le repliche ai miei commenti

@ Guest, rimosso. “Guerra tra poveri”?  Questo è uno scontro tra  un gigante economico e dei magazzinieri. Che avrebbe dovuto essere prevenuto da sindacati e istituzioni. I poliziotti, da quelli che guadagnano 1500 euro al mese a quelli che ne guadagnano 50000, stanno dalla parte dei soldi. Posso testimoniare che l’Ikea va a braccetto con la polizia, praticando tecniche di provocazione che poi danno lavoro ai poveri in divisa.

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@ AndreaBB. I commessi Ikea sono assunti per una quota nel comune che ha permesso la costruzione del centro. E’ facile pensare che siano soggetti raccomandati; anche a giudicare dai comportamenti di frequente supponenti coi clienti e servili con la direzione. Andrebbero studiati gli effetti antropologici dei centri commerciali su popolazioni come quella di Roncadelle, nel bresciano, che è un paesino gonfio di centri commerciali, dai quali assorbe denaro e una mentalità deteriore.

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@ Ciro di Persia. E’ esperienza diretta. E se ci fossero dei magistrati meno “global thinker” sarebbe una denuncia penale. Lei a quanto dice sta all’Ikea; non mi è nuovo il suo atteggiamento da dipendente che sta dalla parte del padrone. Soprattutto nella grande distribuzione, il rapporto di lavoro ha assunto un carattere corporativo, per il quale multinazionali e istituzioni possono usare i dipendenti per operazioni extracontrattuali che, ripeto, dovrebbero andare all’attenzione della magistratura. In un mondo organizzato in filiere di sfruttamento, arriverà anche il suo turno; i 1800 euro che guadagna come carrellista sono molto meno di quanto occorrerebbe a giustificare il suo tono compiaciuto.

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27 novembre 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post di C. Merico ” “La Coop siamo noi”, lavoratrici scrivono alla Littizzetto: “Non arriviamo a 700 euro”” del 26 novembre 2012

@ Callisto 8. Anche a me risulta che ci sia un interesse della ditta a selezionare per fare le cassiere donne che hanno l’animo, se non i costumi sessuali, della prostituta. Lo stesso criterio appare essere applicato al personale maschile. Vogliono persone in sintonia con i valori della dirigenza.

Francesco Pansera

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@ rantolo. Alla Coop l’unica cosa di sinistra che è rimasta è la retorica; dietro alla quale si commettono atti che solo chi ha l’animo di una prostituta può commissionare o eseguire senza vergognarsi.

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@ reta. Io vorrei poter andare dove ritengo opportuno senza essere molestato. A Esselunga, nel cui consiglio di amministrazione attualmente siede un ex vicecomandante generale dell’arma, i carabinieri mi hanno invitato a non andare, se non volevo incontrarli ogni volta che ci mettevo piede. La crisi economica e la crisi dei valori stanno portando a questo fenomeno della selezione del personale in base a criteri morali perversi. Andrebbe riconosciuto che a volte resta disoccupato chi non è adatto a un sistema corrotto. Invece di fare gli offesi occorrerebbe riconoscere il problema e non fare “marchette”, marchette metaforiche, che non sono meno gravi di quelle altre.

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@ rantolo. E’ roba da denuncia penale, non da esempio. Peccato che un importante procuratore anni fa abbia detto, commentando un discorso di Dino Greco (che, come qualche altro alto magistrato, frequenta la mia stessa Coop), che l’effervescente retorica dell’allora segretario della CGIL gli aveva fatto venire “i brividi”. Per ora tocca commentare le osservazioni altrui sugli aspetti più convenzionali della vendita di ciò che non si dovrebbe vendere.

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18 giugno 2013

Blog di A. Giannuli

Commento al post “Dedicato a quelli a cui piace tanto la nostra magistratura di cui difendono la fiera indipendenza…” del 18 giugno 2013

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Sfruttatori e privilegiati

Secondo Augè i centri commerciali sono “nonluoghi”. Nella mia esperienza sono non luoghi anche rispetto allo Stato di diritto: appaiono esserci intese sottobanco, per nulla pulite, tra grande distribuzione e forze di polizia. Con la scusa della sicurezza, sono porti franchi dove è ad esempio possibile praticare impunemente molestie e provocazioni su soggetti che vanno destabilizzati. I magistrati, come è prassi, davanti ai grandi interessi e agli affari sporchi della polizia assumono una posizione a dir poco compiacente. Tale atteggiamento di favore, questo spalleggiare gli sfruttatori da parte dei privilegiati, potrebbe aver contribuito alla condanna dell’anziana.

Ma vogliamo dire qualcosa, oltre che sui privilegiati, i magistrati, come giustamente fa Giannuli, anche sui supermercati? Sono pratici; ma, ottenuta una posizione quasi monopolistica e di cartello, vendono a prezzi alti cibo mediocre, cibo che non sa di nulla e induce a mangiarne sempre di più, spingendo allo stesso tempo verso costumi alimentari dannosi, con quello che ne consegue per la salute (Il rimprovero della maitresse. In: https://menici60d15.wordpress.com/2012/07/07/sovradiagnosi-iii-parodia-e-anti-omeostasi-nella-medicina-commerciale/ ).

La pagliuzza dell’anziana viene portata, con successo, davanti alla magistratura; le loro pratiche commerciali irresponsabili (per non parlare dell’evasione fiscale), il dissesto del tessuto sociale che provocano (e i lavoretti sporchi per gli uffici affari riservati), vanno lisci. I centri commerciali stanno anzi assumendo atteggiamenti arroganti e autoritari, tipici di chi sfrutta da una posizione di forza una massa di pecoroni; godendo in ciò dell’appoggio delle forze di polizia, e della magistratura. Assistiamo al pugno di ferro con le ottantenni mentre Esselunga va a scempiare Mantova e Palazzo Tè; e Coop “la rossa” si allea a CL, con la quale condivide lo stesso livello etico. Il supermarket, lo scintillante antro delle sirene del consumismo, andrebbe riconosciuto come luogo di potere ostile al cittadino.

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La grande distribuzione vuole vendere anche i farmaci da banco e quelli senza obbligo di prescrizione. I sondaggi mostrerebbero che la possibilità di aggiungere le pillole nel carrello della spesa passando dalla “parafarmacia” del supermarket piace alla maggioranza della gente; che la scambia per una iniziativa “etica”, a favore del popolo; anche perché così la presentano i DS e la COOP. Forse piacerebbe di meno se venisse adeguatamente spiegato che questi non sono sempre farmaci “leggeri”, coi quali si va sul sicuro. Alcuni tra i più comuni, gli anti-infiammatori non steroidei, sono responsabili, tra i vari effetti avversi gravi possibili, anche di ictus e infarti.

Dietro al banco dei surgelati, farmaci pericolosi in libera vendita. In corsia 7, una vecchia si frega una bottiglia di liquore e un pacco di biscotti. Davanti al silenzio – e alla censura, con la complicità dei magistrati – sulla barbarie di prodotti capaci di rendere invalidi e di uccidere venduti a ignari acquirenti come caramelle, insieme alle caramelle, è sconfortante sentire disquisire su quanto è stato giusto applicare il processo penale, la pressa da 100 tonnellate – che quando servirebbe per i casi davvero gravi si inceppa – a un furto da 20 euro commesso da una donna di 80 anni.

Non ha rubato pane, ma generi voluttuari. Nel romanzo di Mauriac “La farisea” l’autore riesce, probabilmente proprio grazie alle sue posizioni cattoliche, a far sprigionare dalle pagine la morbosità del moralismo. In un episodio la protagonista, giudice inflessibile delle altrui debolezze, osserva indignata che una coppia di indigenti ha speso parte del denaro che lei gli elargisce nel noleggio di un pianoforte; che non sanno neppure suonare. Li umilia, e poi se ne pente procurandosi ulteriori fremiti spirituali.

In questo modo il supermarket, il capannone dei sogni, dove l’immaginario e le merci si incontrano, allarga i suoi confini annettendo nuovi territori, e rafforza antichi paletti; in nome del bene, ma sbagliando i punti cardinali, e moltiplicando certezze sbagliate.

Il liberismo mentre uccide la politica risparmia il diritto, e ne fa un suo strumento; in un assetto innaturale che genera risultati grotteschi e tende a istituzionalizzare il crimine del potere. I magistrati, nella mia esperienza, si prestano volentieri.

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19 dicembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post “Esselunga criticata per apertura a Mantova. Risponde regalando buoni spesa da 30 euro”

Piero Chiara ha scritto che il “servitevi da soli” dei supermarket è segno di disprezzo. Anche questo buono spesa per 30 euro, elargito ai mantovani per ottenerne il consenso su uno scempio urbanistico, è un gesto che tradisce arroganza. Bernardo Caprotti, che si fa passare per mecenate e ha ricevuto lauree ad honorem, non è migliore di Achille Lauro, che a Napoli regalava pacchi di pasta, zucchero e farina in cambio di voti. E chi si fa comprare, cambiando idea perché gli è stata regalata una mezza busta di spesa a 70 km di distanza, non sta messo meglio di quei napoletani ai quali Lauro dava una scarpa prima delle elezioni e l’altra a voto avvenuto.

Francesco Pansera

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24 febbraio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Paolini “Follonica, due donne frugano tra la merce fallata. Gli addetti le rinchiudono, le filmano e le deridono”

Una scena da bassofondo, tra le zingare che strillano e chi si diverte a tenerle in gabbia. Mostra il retro del supermarket. Nel grande magazzino si soddisfano le pulsioni primarie dei clienti, ma dietro le apparenze lustre e gli inviti suadenti tutto è in vendita, tutto ha una marchetta con il prezzo. Gli addetti sono spesso quello che ci si può aspettare in un posto del genere.

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30 aprile 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Grosseto, chiusero due rom in un gabbiotto: licenziati due dipendenti Lidl”

Ma insomma. Ci derubano tramite le tasse e ci tolgono i servizi essenziali, e facciamo finta di niente. Disoccupazione, degrado sociale, libero magna magna, mantenimento di giovani bighelloni stranieri, in un Paese che sta scivolando verso un passato che sembrava solo un ricordo, e tutti fermi, a parte un generico mugugno. Se non resta neppure che rivalersi su due donne, per di più ladruncole e zingare, e fare vedere su di loro quanto si è tosti, che vita è? A onor del vero, quando i reati e le vigliaccate hanno per mandante un ministero che sta su uno dei 7 Colli, anche quello un covo di fegatacci, l’impunità è assicurata, e non solo i commessi hanno mano libera nello sfogare la frustrazione per le loro carenze, ma il management della grande distribuzione non ha difficoltà a collaborare.

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25 febbraio 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Montanari “Coronavirus, l’assalto ai supermercati e l’atavico terrore della pancia vuota”

L’ammirazione per Manzoni aumenta ripensando alla sua descrizione sicura e attuale degli effetti psicologici della peste del ‘600; un’analisi basata sulle conoscenze del primo Ottocento, prima delle scoperte di Pasteur e di Koch. “Il buon senso c’era, ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune”. La sollecitazione di paure irrazionali sempre più diviene strumento di potere; mentre i cavalieri dell’apocalisse effettivi oggi hanno facce accattivanti, come quelle degli spot pubblicitari dei supermercati. I supermercati sono le cattedrali del cibo industriale, di quel processed food il cui impatto negativo sulla salute e sulla longevità dell’intera popolazione è tenuto nascosto, e viene lasciato libero di fare danni*. Il contrario delle notizie e degli interventi sul Coronavirus.

*Gotzsche PC. Survival in an overmedicated world.

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27 marzo 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Sansa “Coronavirus, qualcuno si ricorderà dei cassieri dei supermercati?”

Stamane sulla RAI hanno mostrato Cordero di Montezemolo che esortava ad affidarsi alla scienza contro il virus. Il Fatto a febbraio ha riportato che PM contestano all’illuminato filantropo di avere dissipato seicentomila euro Alitalia in gozzoviglie. All’una su RAI 3 il mellifluo Paolo Mieli ha ricapitolato la vicenda del generale Bellomo, un eroe vero. Il tema della selezione avversa della classe dirigente è stato abilmente evitato, e si è attribuito alla situazione politica contingente il comportamento vile degli italiani nel lasciare senza fiatare che venisse giustiziato. Nel pomeriggio Ferruccio Sansa canta l’eroismo delle cassiere. Che tra i vari meriti sanitari hanno anche quello di scaccolarsi puntualmente, da anni, quando passano la spesa di un medico del quale si occupano gli stessi apparati che stanno gestendo questa epidemia, di cui la città lombarda dove abito rappresenta uno dei maggiori focolai. Dall’1/1/2020 al 3/3/2020, ultima volta che ci sono stato, non hanno mai saltato. Su Google Drive ho una raccolta di foto di cassiere con le dita ostentatamente nel naso, in bocca, nel cavo ascellare, sul pavimento, nel cestino della spazzatura, etc. nel maneggiare gli alimenti che compro. Potrebbe appoggiare la concessione di medaglie al valore, a loro, alle ditte, al prefetto e agli altri organizzatori, da parte di Mattarella. Non mi stupirei se in serata venisse trasmessa una storia con un mafioso che salva una bambina in crisi respiratoria da Coronavirus.

Bertrand Einstein. peccato, avevi iniziato bene prendendotela con Motezemolo e Mieli, privilegiati e sempre in prima fila a pontificare. Poi te la sei presa con ste disgraziate che fanno un lavoro alienante e sottopagato ed ora – come se nn bastasse – rischiano molto più della media delle persone. Prova tu a stare otto ore in un posto di lavoro dove non puoi nemmeno alzarti (spesso i capi cronometrano addirittura le loro soste bagno) senza poterti gattare il naso o l’ascella se tu prude. Se non è del tutto igienico, pazienza, forse dovresti fare un giro in qualche azienda di prodotti alimentari e vedere quali sono gli standard delle cose che mangi

Censurato @ Bertrand Einstein.

Chi ha i soldi, inclusi i CDA delle GDO miliardarie responsabili di questi reati miserabili, lo sa che “gli operai sono anche peggio di noi” (G. Gaber). Se tu conoscessi le frodi mediche che voi crumiri morali servite, e che mansueti subirete. Ai prossimi gesti fissi delle cassiere – e dei loro direttori – mi pulirò sul posto della loro saliva, muco, sudore o sporco del pavimento o spazzatura, con fogli di carta con le facce di noti monsignori bioeticisti e magistrati anticorruzione dei quali la catena ha sponsorizzato le conferenze. Ieri su il Fatto c’è stato un coro di fischi contro Zanda, che propone di ipotecare Montecitorio dato lo strozzamento dell’economia. E’ la profezia di Moro, “il mio sangue ricadrà su di voi”, che si compie. Moro lo disse ai colleghi, ma vale per l’intera popolazione. Zanda è stato il portavoce di Cossiga durante e dopo l’uccisione di Moro. Se la gente guarda solo al suo particolare e non si cura della civitas, delle epurazioni di chi farebbe i suoi interessi; se permette che chi ha tradito sia premiato; che alle alte cariche dello Stato vengano messi debosciati, e nelle istituzioni fantocci, ruffiani e venduti; se vi prostituite per due lire partecipando all’assassino morale di soggetti non graditi a grandi affari criminali, poi avrete l’impatto della selezione avversa che favorite. Es. Zanda, che forse sta partecipando a un secondo golpe dopo quello del 1978, e i soldi agli usurai li darà non vendendo il Colosseo ma togliendoli ai cittadini.
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[Vedi: 3 marzo 2020. il sigillo presidenziale. In: I rituali zozzonici della banda Mattarella]

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9 Ottobre 2020. Raffinatezza intellettuale e profondità culturale della Brescia di Emilio Del Bono e della TIM di Salvatore Rossi. In: I rituali zozzonici della banda Mattarella

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10 dicembre 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post ” “Uomo che uccise la moglie incapace d’intendere”: polemiche per la sentenza di Brescia. Bonafede dispone accertamenti”

Non conosciamo il caso nei necessari dettagli. Appare però che le possibilità di “jolly” ottenibili dalla carta psichiatrica coltivandone la giurisprudenza non siano ignote in ambienti della magistratura bresciana. Per dirne una nel 1998 a Brescia lo psichiatra Ermentini, direttore di cattedra dell’università di Brescia e primario degli Spedali Civili, lo stesso che dalla cabina di regìa P2 aveva appiccicato diagnosi psichiatriche su Moro prigioniero per screditarne le lettere, fu prosciolto dal GIP Anna Di Martino dall’accusa di avere favorito un camorrista, La Torre, e l’evasione di un trafficante di droga di alto livello, tramite referti psichiatrici pilotati.

Ricordo una conferenza pubblica tenuta congiuntamente da Ermentini e dall’allora capo dei GIP di Brescia. Sembravano ben affiatati. Quel magistrato lo soprannominai “Ciliegino” dopo che una volta mentre ero alla cassa del supermarket me l’ero trovato alla cassa accanto. Ogni volta che facevo la spesa lì un magazziniere immancabilmente sceglieva di passare per la strettoia della cassa dove mi trovavo, arrivando di spalle, urtandomi e strusciandosi nel passaggio. Lo avrebbe fatto anche davanti al magistrato? Arrivò da davanti, dal lato di uscita delle casse, una commessa, che restò a distanza, e fece cadere da un cestellino alcuni pomodori ciliegini, uno dei quali rotolò fino alla mia scarpa.

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17 aprile 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Galeotti ““Nei supermercati ingressi liberi e nessuno segue le regole: rischiamo il contagio e tanti colleghi muoiono. Per non perdere il posto i diritti vanno in secondo piano” “

Grande distribuzione, sindacati, manager, cassiere. Alimenti di qualità mediocre a prezzi sostenuti. Vendere, vendere, vendere. Il pabulum adatto alla proliferazione del virus sterminatore. Non quello vero, quello politico, che deve impestare la vita quotidiana delle persone in ogni suo interstizio per estrarne soldi e potere.

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7 settembre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post “Green pass, l’ad di Conad: “I dipendenti non vaccinati vadano in aspettativa non retribuita” “

Francesco Pugliese, cavaliere del lavoro (Mattarella). Presidente di GS1 e ADM, associazioni di categoria. Ha firmato un libro dal tema a impronta etica e progressista: “Tessiture sociali”. Insieme ad Aldo Bonomi, sociologo, il cui nome notoriamente ricorre nelle ricostruzioni degli anni del terrorismo, nelle analisi sul ruolo dei servizi e dei suoi infiltrati, e sulla falsa sinistra al servizio del peggior liberismo e di interessi stranieri*. Ne parla in termini non lusinghieri anche la sentenza-ordinanza 2322/73 del Tribunale di Milano a carico di Maggi, il fascista condannato all’ergastolo per la strage di Piazza Loggia a Brescia.

La connessione col mondo dei burattinai, dei giochi di specchi, degli omicidi di Stato, aiuta a spiegare l’aut aut. Che probabilmente è volto a intimidire, sia per spingere alla vaccinazione; sia per indurre a sottomissione la forza lavoro, e selezionare informalmente i dipendenti tra i più deboli quanto a doti morali e intellettuali. Un’altra radice è la mentalità nazionale prevalente. Montanelli diceva che gli italiani vogliono fare la rivoluzione coi carabinieri. E’ vero, e non solo. Questo farsi la propria legge sull’onda dell’operazione covid e dire “non siamo noi che ti ricattiamo minacciandoti di toglierti il lavoro se non ti fai bucare, sei tu che rinunci a campare” è un esempio di come tanti italiani non si lasciano scappare l’occasione di fare i mafiosi coi carabinieri.

*es. G. Barbacetto. Il grande vecchio. 2009.

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27 settembre 2023

Blog de Il Fatto

Commenti al post di B. Ballardini “Spot Esselunga, la pubblicità è alla frutta”

Commento al post di  V. Russo “Una pesca all’Esselunga senza plastica? Si vede che è tutto finto”

“… un vero e proprio «impero del mercato» che, grazie all’operato congiunto del sistema produttivo e di quello statale statunitensi, creò figure nuove – i cittadini consumatori – plasmando sulla sua immagine quella civiltà europea che, fino ad allora, aveva sempre fatto vanto della propria radicale diversità socioculturale rispetto agli Stati Uniti: ecco così sorgere una nuova forma di pubblicità, volta non a convincere informando, bensì a inculcare nella mente del consumatore il bisogno assoluto del bene reclamizzato; ecco sorgere i supermercati (il primo in Italia [Esselunga, ndr] nacque a Milano alla fine degli anni Cinquanta ad opera della International Basic Economy Corporation di Nelson A. Rockefeller) , nuove cattedrali del consumo, la religione che si stava facendo strada nell’Italia del boom.”*

Esselunga, con Caprotti che voleva Draghi PdR, è parte di quell’imprenditoria di stampo USA che copre interessi impresentabili con il “virtue-signaling”, acquistato da ditte di PR, come questo spot alla “Piange il telefono”. (Nel 2019 i CC hanno simulato un attacco terroristico in una Esselunga, a Pioltello. La magistratura dovrebbe guardare al triangolo tra economia liberista, condizionamenti ideologici e apparati di sicurezza, invece di cincischiare sull’ipotesi puerile del pazzo isolato, se volesse fare sul serio sul terrorismo di “Unabomber”** nei supermarket).

* Luzzi S. Il virus del benessere, Laterza 2009.
** Leopardi, Unabomber e altri eversori.

Per lo più la frutta è esposta sfusa; poi la si passa alla cassa non libera come nello spot, ma imbustata e prezzata; dal cliente (“Il servitevi da soli non è un invito, ma un segno di disprezzo, come il termine consumatore”, Piero Chiara). E’ comunque vero che l’involucro non è meno importante del contenuto, e che questo spot lo conferma. Il PdC Meloni, che dovrebbe essere al timone della nave in mare grosso tra gli scogli, twitta che lo trova “bello e toccante”. Il direttore del principale giornale online di opposizione, Gomez, ha versato una lacrima, ci dice. Male, perché le lacrime vanno riservate ai dolori della vita reale, mentre non bisogna farsi smuovere da chi tocca ad arte corde emotive (è anche per questo che da giovani bisogna leggere es. le novelle di Verga, e lasciarsene commuovere: per immunizzarsi dalle dozzinali strimpellate di gelidi imbroglioni nella vita adulta). E soprattutto perché per sopravvivere nella giungla liberista bisogna distinguere l’involucro dal contenuto. In particolare la differenza tra la pelle di agnello e la bestia carnivora che se ne rivesta. Qui a chiamare a raccolta col violino dei teneri sentimenti è una ditta le cui recenti vicende giudiziarie* non sono che la punta dell’iceberg, come sa chi ha a che fare con la “fratellanza” della quale fa parte.

*“Frode fiscale e sistematico sfruttamento dei lavoratori”, sequestrati quasi 48 milioni a Esselunga. Pm: “Sistema illecito fin dal 2016”. Il Fatto, 22 giu 2023.

@ Hobbes:

E’ vero che nessuna offerta al pubblico può avere un successo duraturo se non trova riscontro in una recezione del pubblico. Ma ciò non significa che il bisogno al quale si lega sia “reale”: può essere un bisogno indotto. Amplificandone uno reale o creandolo ex novo. Con la disinformazione e l’indottrinamento. L’industria miliardaria del marketing si occupa di ciò. L’industria plurimiliardaria della medicina – con la quale la grande distribuzione, Esselunga in particolare, ha legami opachi – si basa sulla trasformazione di una domanda genuina e essenziale in una smisurata domanda indotta. Una facile via al profitto, avendone i mezzi, che arriva a livelli criminali. Interessi che hanno appoggi criminali insospettabili*.

Né tantomeno successo di pubblico vuol dire necessariamente “funzione sociale necessaria e importante”. Altrimenti dovremmo dirlo es. di dittature storiche o della droga. Un successo che si basa anche su violenza e censura.

Bisognerebbe al contrario che il potere dei soldi non debordi: qui che venda buoni prodotti alimentari a un prezzo onesto, lasciando ad altri la discussione su temi come la crisi della famiglia. (E stando lontano dalla medicina commerciale, alla quale Esselunga è legata da figure come A. Alfano, già ministro degli Interni).

*Mello M. The United States of America vs Theodore John Kaczynski. Ethics power and the invention of the Unabomber.

@ Hobbes:

Rap di C. Bisio, 1992: “poi ‘sti pescatori greci non potrebbero pescare in alto mare … senza andare a importunare le ragazze come te che normalmente sono brave ma travolte dagli eventi non disdegnano di fare la put.ana?” La ragazza che porti a esempio va in Grecia – e non fa figli – perché l’assetto socioeconomico la costringe in quella direzione. Forse se potesse scegliere liberamente tra vari mondi possibili, preferirebbe quello con una serena vita tradizionale. Pasolini percepì presto come col consumismo alle persone venisse tolta l’identità sedimentata, sostituendola con la forza e la propaganda con una distorta. La “coercive persuasion”, furiosa nel covid. Siamo influenzabili e ci pieghiamo; ma siamo davvero così costituzionalmente scarsi da considerare uno spot livello Harmony, commissionato da pizzicagnoli senza remore per attribuirsi altruismo, come un inedito di E. De Filippo, o ci siamo stati portati?

Studi mostrano che i pazienti “scelgono” cure che non sono nel loro interesse avendo ricevuto informazioni ingannevoli. A volte chiedono cure aggressive che i medici scartano per sé stessi. Mentre quando si dà un quadro onesto e veritiero i pazienti scelgono razionalmente. In medicina sta prendendo piede la “shared decision”, che spesso è un modo mascherato per rifilare cure cattive, lucrose, facendolo figurare come una “scelta” del paziente.

Ma sono discorsi come quelli di Kaczynski, che sono stati collegati a uova esplosive nei supermercati…

§  §  §

v. anche:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/07/mafia-padana-e-magistrati/

https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/17/salsa-cilena-allesselunga/

https://menici60d15.wordpress.com/2011/10/24/le-magie-dellesselunga/

https://menici60d15.wordpress.com/2011/04/24/la-famiglia-ikea/

La corruptio optimi nel liberismo: le linee guida cliniche e il decreto Balduzzi

21 October 2012

Appello al popolo 21 ottobre 2012

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La barbarie è l’assenza di standard a cui appellarsi” (Ortega y Gasset)

Gli standard […] non riguardano tanto le abilità, o l’uniformità, quanto la ridefinizione dell’autonomia del paziente. In breve, riguardano la creazione di nuovi mondi” (S. Timmermans e M. Berg [1])

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E’ in discussione alle Camere il decreto-legge n 158 sul riordino della Sanità, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 214 del 13 settembre 2012, detto “decreto Balduzzi” dal nome del ministro della salute del governo Monti. Il decreto è stato criticato sotto vari profili, da voci che sono espressione degli interessi dei gruppi e corporazioni che siedono alla tavola della sanità. Non si discute invece di diversi punti del decreto che riguardano più direttamente il cittadino, essendo accomunati da due caratteristiche: appaiono agli occhi del pubblico come misure ragionevoli e utili, che migliorano la tutela della salute; invece costituiscono un pericolo per la salute e un danno economico, contenendo una carica iatrogena e provocando una indebita diversione di fondi pubblici a soggetti privati. Considero qui l’art. 3, dove definisce il rapporto tra responsabilità professionale del medico e linee guida cliniche. Altri punti del decreto che sembrano vantaggiosi per il cittadino ma sono svantaggiosi sono gli articoli sui farmaci innovativi, quello sulle prescrizioni off-label (che pare verrà cancellato), sulle “ludopatie” e sulle medicine alternative.

Art. 3 del decreto, comma 1: “Fermo restando il disposto dell’articolo 2236 del codice civile, nell’accertamento della colpa lieve nell’attivita’ dell’esercente le professioni sanitarie il giudice, ai sensi dell’articolo 1176 del codice civile, tiene conto in particolare dell’osservanza, nel caso concreto, delle linee guida e delle buone pratiche accreditate dalla comunità scientifica nazionale e internazionale.”

La norma “rende più serena l’attività del professionista sanitario”, ha commentato il ministro, e associazioni di categoria hanno riconosciuto che è un primo importante passo. Credo debba essere spiegato come invece dal punto di vista del pubblico la norma dovrebbe essere causa di preoccupazione. Discuto quindi le linee guida cliniche sotto il profilo medico e politico. La norma è stata più volte modificata, prima e dopo la pubblicazione del decreto, per il quale il governo si dice intenzionato a porre il voto di fiducia. Mentre pubblico questo commento la bozza di legge considera che il medico che si attiene alle linee guida non sarà punibile per colpa lieve in sede penale, ma sarà possibile chiedere i danni in sede civile, dove il magistrato dovrà tenere conto dell’aderenza alle linee guida. Le considerazioni, non tecniche, sugli aspetti giuridici sono pertanto rinviate a dopo che il Parlamento avrà deciso la forma definitiva e convertito il decreto in legge.

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1. L’utilità delle linee guida

In una delle intercettazioni di Brega Massone, il chirurgo della casa di cura S. Rita di Milano, una dottoressa gli fa osservare che ha operato un paziente per un piccolo nodulo polmonare senza attendere il controllo a tre mesi previsto dalle linee guida. In un’altra, Brega Massone incarica il collega Marco Pansera (nessun nesso, o meglio nessuna parentela con chi scrive, che è pure lui un altro dottor Pansera) di reperire delle linee guida per allegarle alla memoria difensiva. Questa apparente contraddizione illustra come le linee guida cliniche (LGC) [2,3] abbiano un carattere ambiguo e relativo. Il primo punto è prendere atto di tale ambivalenza. Non ci sono attualmente metodi formali che di per sé assicurino qualità ed onestà delle cure. Come è stato osservato [4] nella pratica le LGC possono essere benefiche per il paziente o altamente dannose e lo stesso si può dire della loro sostituzione col giudizio soggettivo del medico.

Che il medico nella pratica quotidiana non abbia libertà professionale assoluta ma segua determinati standard, e debba rispondere dei danni causati da deviazioni arbitrarie da tali standard, è un concetto sia persuasivo sia fondato. Le LGC sono uno degli aspetti principali del processo di standardizzazione della medicina. L’utilità dell’introduzione di forme di standardizzazione in medicina si può vedere da alcune fasi della sua storia [1]. Uno dei padri nobili è stato l’inglese Cochrane. Catturato dai tedeschi nella II Guerra mondiale, unico medico militare in un campo di prigionia con 20000 internati, osservò che dei prigionieri affidati alle sue cure ne morivano molti di meno di quanto egli si aspettasse dati la durezza delle condizioni e gli scarsi mezzi a disposizione. Dopo la guerra comparò la mortalità con quella di un secondo campo di prigionia; ne dedusse che gli interventi medici inappropriati possono causare più danno che l’assenza di cure. Nel 1972 pubblicò “Effectiveness and efficiency”, molto citato dai fautori delle LGC; ma spesso a sproposito, perché il libro contesta l’uso di pratiche mediche prive di reale efficacia, mentre oggi come si vedrà le LGC sono usate per trattare senza necessità decine di milioni di persone.

Si deve alla volontà di standardizzare la medicina per ragioni organizzative, e anche per ragioni commerciali, l’introduzione nel corso del Novecento della moderna cartella clinica, la cui utilità è palese (e che oggi sta venendo distorta con l’introduzione della cartella elettronica). Wennberg ha mostrato la necessità di standardizzazione per evitare l’effetto “Dr Knock” [5], evidenziando la sconcertante variazione geografica in USA nell’utilizzo di risorse mediche. Variazione correlata non alle necessità della popolazione, né alle caratteristiche urbane o rurali dell’area, ma all’offerta di servizi medici: dove c’erano più chirurghi i cittadini venivano operati molto più frequentemente; se in un’area era presente un centro specializzato, es. in angiografie, lì l’incidenza della relativa patologia, la cardiopatia ischemica da curare con bypass, si impennava. E’ impensabile una buona politica sanitaria che non si avvalga di forme di standardizzazione, inclusa la standardizzazione clinica. Un esempio attuale di LGC utili sono alcuni “bundles of care”, che sono delle checklist, delle liste di controllo, ma basate esclusivamente su evidenze scientifiche robuste [6], la cui applicazione nella pratica ospedaliera su presentazioni cliniche specifiche appare poter ridurre la mortalità [7] evitando dimenticanze ed errori.

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2. Linee guida mertoniane e linee guida commerciali

L’altro genitore della standardizzazione in medicina, la ricerca del profitto, è tanto dissoluto quanto il primo è virtuoso. La standardizzazione ha una natura prettamente industriale, tayloristica, ed economica, burocratico-contabile. L’economia si è impossessata della medicina, come settore altamente redditizio ed espandibile a dismisura. Come si vedrà le LGC sono uno strumento naturale per conformare la medicina al profitto. E’ notorio, è ammesso e discusso anche nelle sedi ufficiali, che le commissioni che preparano le LGC sono spesso composte o pesantemente infiltrate da esperti che sono emissari di interessi economici, dai quali gli esperti ricevono denaro, partecipazioni azionarie o altri benefici, e ai quali spesso devono la loro carriera [8]. Una corruzione che può riguardare anche i funzionari pubblici che sviluppano le LGC amministrative, in base alle quali lo Stato acquista ed eroga prodotti medici [9]. La contropartita ovviamente è il favorire il consumo dei prodotti degli “sponsor” (parola che in inglese significa anche “padrino”). Un caso che è emerso, quello dell’impegno e delle risorse investite dalla Eli Lilly per manomettere i bundles of care del trattamento dello shock settico allo scopo di imporre il suo farmaco Xigris, permette di vedere nel dettaglio come ciò avvenga [10].

Nel 2001 la FDA approvò lo Xigris, sulla base di un solo trial clinico; ponendo però riserve sulla sua efficacia, e la raccomandazione di ottenere studi di conferma e eseguire test aggiuntivi. Data questa incertezza le vendite non raggiunsero le aspettative dell’azienda, che erano tra i 300 e i 500 milioni di dollari all’anno. La Eli Lilly si rivolse allora a una ditta di pubbliche relazioni, la Belsito & Company. Fu finanziata, con diversi milioni di dollari, una campagna di marketing che durò anni, articolata in 3 fasi: 1) campagna di sensibilizzazione per definire la necessità di trattare la sepsi; 2) sviluppo di LGC addomesticate; 3) inserimento delle LGCc nei performance bundles coi quali le assicurazioni pagano i trattamenti medici. Ci si avvalse di prestigiose società scientifiche; “11 società scientifiche 11” furono citate tra i “promotori”; mentre fu omesso il rifiuto dell’appoggio della Infectious Diseases Society of America, motivato dalle metodologie falsate e dal conflitto di interesse. La Eli Lilly finanziò i lavori di sviluppo delle LGCc, elargendo inoltre denaro ad personam agli esperti. Dalle LGCc risultarono, senza fondamento, punteggi elevati allo Xigris e più bassi ad altri trattamenti concorrenti come gli antibiotici e la somministrazione di fluidi. Quando due studi clinici dovettero essere interrotti perché il farmaco causava un eccesso di emorragie, gli esperti trascurarono l’informazione. Un terzo studio clinico, che mostrò che il rischio di emorragia era maggiore di quanto si riteneva, fu citato nella documentazione senza alcun commento. Si riuscì a fare inserire le LGCc in un performance bundle, omettendo i dati sui rischi di emorragia.

Parallelamente furono messe in atto diverse attività di supporto: lobbying politico, coinvolgimento di associazioni non profit “watchdog” sulla qualità delle cure, creazione e distribuzione di un periodico sul tema. Due di queste manovre collaterali sono particolarmente interessanti. Essendo il farmaco costoso, si fece spargere la voce che non ce n’era a sufficienza per tutti i pazienti: i medici stavano venendo “sistematicamente forzati” a decidere a chi concedere la vita e chi lasciare morire. In realtà, la casa farmaceutica non riusciva a venderne abbastanza, e il farmaco aumentava le probabilità di decesso. Lanciare l’allarme scarsità è una collaudata tecnica di marketing. Enzo Biagi ha scritto che alcuni personaggi pubblici gli ricordavano i venditori di bomboloni della riviera romagnola, che in spiaggia gridavano “Vado via!” ma restavano sempre lì. E’ interessante comparare l’episodio, e i fenomeni di accaparramento e incetta durante la guerra, con gli odierni allarmi sulla scarsità di farmaci, in particolare quelli oncologici, che sono tanto costosi quanto in genere scarsamente efficaci.

Non contenta, la Eli Lilly organizzò una task force di clinici e bioeticisti, previo finanziamento di 1.8 milioni di dollari, perché ponzasse sull’ardua questione del razionamento delle cure all’interno delle unità di terapia intensiva. Questa tattica mostra un aspetto non conosciuto della bioetica: il suo utilizzo, o la sua prostituzione, a fini propagandistici. Discutendo dei risvolti etici, spesso inventati o fortemente esagerati, di un nuovo ritrovato, si può fare credere, per entimema, per presupposizione, che il prodotto è efficace; si sta usando questa tecnica di disinformazione per le cellule staminali, mediante la diatriba “etica” tra staminali embrionali e adulte, e relativa sceneggiata “clericali contro positivisti” [11].

L’influenza dell’industria sulle LGC è in parte formalizzata. Alcuni protocolli per la preparazione delle LGC, come quello del NICE inglese, prevedono esplicitamente la partecipazione dell’industria. In USA metà del budget per l’approvazione dei farmaci da parte dell’ente governativo, la FDA, è fornita dalle industrie farmaceutiche: i funzionari addetti ricevono metà del loro stipendio dai postulanti che sottopongono i prodotti da valutare; il governo federale rifiuta di pagarli interamente coi suoi fondi. In Texas, essendo governatore G. W. Bush, lo sviluppo delle LGC statali per il trattamento dei disturbi psichiatrici fu ufficialmente finanziato dalle case farmaceutiche; le LGCc che ne risultarono davano larga priorità al trattamento farmacologico.

Preso atto di “con chi si ha a che fare” occorre premunirsi. Il primo passo è la verifica del livello linguistico. “Standard” già nell’etimologia rinvia al potere: viene da stendardo, il vessillo intorno al quale si radunavano le truppe in battaglia. A volte si tratta, se è una guerra, di una giusta guerra contro l’oscurantismo e lo sfruttamento. Le “linee guida” però, come si vede e come si vedrà da altri esempi, non necessariamente guidano verso la giusta meta ma possono sviare e condurre sulla cattiva strada. Appare chiaro che “linee guida” è una espressione a pelle d’agnello sotto la quale possono nascondersi lupi. Conviene quindi distinguere tra “linee guida cliniche mertoniane” (LGCm), che osservano i principi classici dell’etica scientifica, come quelli enunciati da R.K. Merton; e “linee guida cliniche commerciali” (LGCc), che dicono di seguirli ma servono in realtà fini commerciali. Con LGC senza aggettivi si indicheranno le linee guida in generale. Qualcuno potrebbe commentare che allora si dovrebbero distinguere anche le “LGCp”, “linee guida cliniche politiche”, che cercano un realistico compromesso tra etica ed esigenze dell’economia; ma a me pare più interessante esaminare come il termine, il concetto e la pratica siano stati sovvertiti.

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3. La corruptio optimi nel liberismo

Occorre una breve digressione sull’origine dell’ambivalenza che connota le LGC. Il capitalismo, e ancor più la sua attuale forma, il liberismo, non si limita a fare soldi, ma aggredisce le istituzioni sociali per plasmarle ai suoi scopi. Nel fare ciò, corrompe alcune istituzioni che sono ottime; con gli effetti descritti da Illich, che cita spesso il “Corruptio optimi pessima” (Gregorio Magno): l’Ottimo una volta corrotto si tramuta nel pessimo. Il liberismo nella sua corsa cieca a volte ignora istituzioni sociali ottime, le travolge e le rovina. Ma appare che il liberismo punti anche deliberatamente all’Ottimo per farlo proprio e corromperlo, come strategia di potere. Avvalersi dell’Ottimo è vantaggioso. Il male tramite l’Ottimo corrotto è molto più insidioso da riconoscere e contrastare che il male palese.

Se si dice di agire in nome della Democrazia e della Libertà ci sarà un’esitazione in chi si oppone; passerà del tempo prima di rendersi conto che i concetti nobili di democrazia e libertà sono ridotti a forma, e a slogan per predare e opprimere. Quale modo migliore di praticare l’ingiustizia e lo sfruttamento che affidarne l’allestimento e la gestione proprio alla Sinistra, depositaria storica degli ideali di giustizia sociale, come è squallidamente avvenuto in Italia. La scienza offre la descrizione più profonda del mondo materiale, e ci dà informazioni che permettono di allontanarci dalle brutalità dello stato di natura, e di fare luce anche sul mondo non materiale superando così credenze oscure e superstizione; le sono state affidate sofisticazioni e frodi commerciali su larga scala, e la si sta trasformando sempre più in una specie di religione gnostica al servizio del business. Ci rivolgiamo alla medicina perché ci sollevi dall’angoscia davanti la malattia che ci colpisce o ci spaventa. Questa attività lavorativa che si presenta come animata dallo spirito del Buon Samaritano è stata valorizzata come il migliore terreno per praticare il marketing, approfittando senza pietà della posizione di debolezza e vulnerabilità di chi chiede aiuto, fino a fare di un importante servizio tecnico ed etico un pilastro che troneggia al centro dell’economia; fino a far passare un servizio di supporto alla vita per la fonte della sopravvivenza; con la bioetica, lo studio dei principi morali applicato agli interventi della medicina e della scienza sull’uomo, che invece di contrastare l’immoralità le fa da compare.

Il liberismo invade le istituzioni sociali e ne cattura la parte migliore, l’Ottimo, ma quando può non lo distrugge: piega la potenza dell’Ottimo ai suoi fini. Ne fa un ostaggio, col quale si fonde in un corrotto e complicato oggetto ibrido. Non è vero che “è tutto un magna magna”; è peggio. La frode pervade il sistema molto più di quanto si pensi: ma le varie frodi si notano poco perché si mimetizzano, essendo strettamente legate all’Ottimo, in nuovi composti sociali. Se siamo timidi di fronte alle manipolazioni del liberismo è anche perché mentre “miriamo” ci accorgiamo che sparando potremmo colpire le istituzioni ottime o buone nelle quali le sue frodi sono intessute, istituzioni delle quali non possiamo fare a meno. Bisogna distinguere, discernere, districare, in faticose analisi che, ammesso che arrivino a essere ascoltate, difficilmente faranno presa sulle menti continuamente lavate dalla propaganda mediatica.

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4. Le LGCc e il patto simbiotico medicina-economia

Anche nel caso delle LGCc non si è trattato di una semplice annessione. Le pittoresche commissioni di scienziati e saggi a libro paga sono solo il mezzo di un arrangiamento più ampio; il conflitto d’interesse, generalizzato, dei singoli, è la manifestazione di un conflitto d’interesse strutturale, insanabile fino a quando non interverranno decisioni politiche. Le LGCc mostrano come tra medicina ed economia si sia stabilita quella forma di simbiosi, di mutualismo finalizzato al parassitismo, che si riscontra nei rapporti tra mafia e imprenditori, o tra poteri globalisti e caste nazionali. Da un lato, con le LGCc i medici perdono autonomia, e lavorano per il business. Le LGCc servono a ricattarli: l’aderenza alle LGCc viene usata per valutare la “qualità” (altro Ottimo corrotto dal liberismo) della prestazione professionale. In USA, tramite sistemi come il pay-for-performance, non osservare le LGCc significa guadagnare meno, non fare carriera o perdere il lavoro. In Italia la medicina è di tipo pubblico; ci sono comunque “obiettivi di produttività” che si avvalgono di LGCc, e ora anche il decreto Balduzzi va verso l’americanizzazione prevedendo che i medici siano periodicamente valutati in base a linee guida. Anche da noi si sta costituendo, o rafforzando, un omologo sistema ricattatorio a favore di privati, tramite lo Stato, ora anche con la minaccia/beneficio giudiziaria del decreto Balduzzi; un altro caso di trasformazione dello Stato in vassallo e gendarme di poteri sopranazionali.

D’altro canto le LCGc forniscono ai medici una protezione, che assicura alla categoria grandi vantaggi economici e sociali. Le LGCc demarcano quella che è stata chiamata “la giurisdizione professionale” [1]. Sono una barriera monopolistica, come “le regole dell’arte” delle antiche corporazioni; solo, negoziate con gli sponsor, che ne dettano l’orientamento generale e le parti essenziali. Proteggono il sistema da eccessi destabilizzanti (vedi il caso S. Rita), mantenendo la frode al valore ottimo, l’ottimo non etico ma economico, che come per i prezzi è quello che approssima ma non oltrepassa il massimo che la Domanda può sostenere. Conferiscono una patente di immunità per atti privi di reale giustificazione che possono provocare lesioni anche mortali; possono essere citate a discolpa in sede giudiziaria. Inoltre, come ha mostrato uno studio su medici della previdenza sociale olandese [1] le LGC, con la loro aura di scientificità e oggettività conferiscono legittimazione, credibilità e prestigio alla professione. Le LGCc sono infatti molto usate in oncologia, dove, tolti i “successi” sui falsi cancri da sovradiagnosi, per i quali si riesce a salvare una buona percentuale di sani (non tutti, data la tossicità delle terapie), i progressi reali, sul cancro vero, sono stati vergognosamente scarsi [12]; e dove i farmaci sono particolarmente costosi.

Le LGCc sono spesso enfaticamente definite dai commentatori medici “una camicia di forza”. Per come sono strutturate sono una misura autoritaria che previene la critica e il pensiero indipendente. Portano ad un’alienazione professionale simile a quella dell’artigiano mutato in operaio descritta da Marx. Agiscono da camicia di forza per i medici che non vogliano lavorare per il business, ma sono al contrario un mezzo che permette al medico di scatenarsi nella ricerca furiosa del profitto; una misura costrittiva che libera la pazzia morale facendola figurare come condotta doverosa improntata a prudenza e rigore. Sono una gabbia che impedisce di uscire e protegge dall’esterno, che si è avuto cura di rendere confortevole: appellandosi a valori come l’autonomia professionale e la deontologia, e a realtà come la variabilità biologica e clinica, si fa in modo, come si vedrà, che le LGCc, una volta espletata la loro funzione di deterrente/incentivo per il consumo di prodotti medici e di protezione, non siano d’impaccio o di imbarazzo, ma lascino spazio arbitrario al medico. Si consente che il medico trascuri le indicazioni delle LGCc, come molto spesso avviene, purché egli ne colga lo spirito, che è quello di orientare i consumi nella direzione indicata. Gli effetti negativi di questa componenda tra i due poteri vengono ovviamente scaricati sui cittadini. Per i quali le LGCc sono a volte un editto di condanna.

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5. Le LGCc e la iatrogenesi pilotata

Mentre in Italia col decreto Balduzzi gli emissari del boss entravano, cordialmente accolti, nello studio del medico e gli facevano un discorsetto, in USA veniva pubblicato, con una certa risonanza, un articolo che denuncia i danni alla salute derivanti dall’applicazione delle LGCc nella medicina di famiglia. Hunt et al. [13] considerano il drammatico aumento di diagnosi e terapie per le condizioni croniche in USA. La spesa per i farmaci è aumentata di 6 volte dal 1990. Il 45% degli statunitensi ha almeno una diagnosi di malattia cronica. L’11% della popolazione e il 40% degli ultra sessantenni assume 5 o più farmaci. Le reazioni avverse ai farmaci sono triplicate tra il 1995 e il 2005, fino a divenire la quarta causa di morte. Considerando le terapie per l’ipertensione arteriosa e il diabete [14, 15], gli autori spiegano così questo andamento: le LCGc portano a trattare molte più persone abbassando le soglie diagnostiche e prescrivendo terapie farmacologiche; in USA hanno portato a trattare 10 milioni di persone in più per il diabete e 22 milioni in più per l’ipertensione; persone che avendo valori prossimi alla norma da un lato traggono minore beneficio dai farmaci, dall’altro sono più esposte ai danni da sovratrattamento (es. ipotensione, ipoglicemia). Gli altri effetti avversi dei farmaci, es. disturbi gastrici e respiratori, divengono pure molto più frequenti nella popolazione, e portano ad altre terapie farmacologiche. La polifarmacia, l’assunzione di più farmaci, che interagendo moltiplicano gli effetti avversi, espone i pazienti ad una terza categoria di danno e a ulteriori cure. E’ il circolo vizioso, che gli autori chiamano “prescription cascade”, “prescrizioni a cascata” o “cascata terapeutica”, tipico della medicina commerciale [15].

Le LGC sono sostenute tramite finanziamenti agli esperti da un’industria farmaceutica che spende nei soli USA circa 53 miliardi di dollari all’anno per il marketing. In USA le LGCc sono imposte e incentivate usandole come criterio di valutazione del lavoro dei medici, e mediante sostanziali premi in denaro per i medici che le seguono, ovvero rispondono a deviazioni marginali dei valori degli esami di laboratorio prescrivendo terapie farmacologiche aggressive. Le assicurazioni private dunque appaiono integrate nel sistema, promuovendo ciò che a prima vista avrebbero interesse a limitare. Ma non c’è vera contraddizione, perché questo sistema iatrogeno è il motore dell’espansione della medicina dalla quale ricavano immensi profitti. Gli autori lo dicono tra le righe, presentando il modello qualitativo della “Legge dei benefici inversi”: all’abbassarsi delle soglie lungo la distribuzione di frequenza non solo aumenta rapidamente il numero di pazienti, ma aumentano i danni iatrogeni, mentre i benefici si riducono (fig. 1).

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Figura 1. Da Hunt et al. [13]. La curva a campana rappresenta la distribuzione del valore della glicemia nella popolazione. All’abbassarsi della soglia diagnostica mediante LGCc (linee verticali tratteggiate) un maggior numero di persone risulta incluso nel gruppo dei soggetti da curare, aumentano i danni e si riducono i benefici.

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Figura 2. Espansione del mercato medico tramite LGCc. La curva a campana rappresenta la distribuzione di frequenza in una popolazione dei valori di un ipotetico esame di laboratorio. Le linee punteggiate sono le soglie di trattamento stabilite da LGCc e da LGCm. La retta è data da un indice di danno iatrogeno, equivalente al numero medio per paziente di prodotti medici consumati a causa degli effetti iatrogeni delle cure prescritte in base ai valori dell’esame. La curva più ripida, data dal prodotto tra la distribuzione di frequenza e la funzione della retta del danno, mostra l’incremento del mercato indotto dalle LGCc (frecce; v. testo). Area ombreggiata: mercato con LGCm. Area tratteggiata: mercato con LGCc.

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Con la fig. 2 mostro un esempio schematico dell’importanza strategica delle LGCc per il profitto e del loro conseguente utilizzo come strumento, sulla base di quanto evidenziato da Hunt et al. Le LGCc abbassando le soglie moltiplicano la quota di popolazione trattata (freccia a). Mediante la prescrizione di cure iatrogene moltiplicano ulteriormente la popolazione trattata, trasformandola in una popolazione teorica, la cui unità non è più il paziente ma il paziente-farmaco (freccia b). Premono infine affinché il mercato così creato sia pienamente sfruttato (freccia c). Il grafico mostra come le LGCc, tramite aggiustamenti diagnostici poco vistosi, e scelte terapeutiche “ragionevoli”, ottengano effetti economici di grande portata, disegnando una configurazione altamente vantaggiosa per il business, nella quale i profitti aumentano di molte volte rispetto a quelli ottenibili con LGCm. Ciò al costo di diagnosticare falsamente condizioni morbose su larghe fasce di popolazione, e di renderle davvero malate, riproducendo in termini moderni l’antica sinergia della medicina con la malattia [16].

Il grafico mostra anche quanto sia vantaggioso economicamente puntare sui sani: l’effetto perverso si basa principalmente sul trattamento dei sani, che sono molto più frequenti dei malati e risentono maggiormente degli effetti iatrogeni diretti, da abbassamento dei valori del parametro fisiologico. Le LGCc giocano un ruolo chiave di moltiplicatore: piccole variazioni degli standard permettono di catturare larghe fette di popolazione, secondo una funzione di tipo esponenziale. Le LGCc sono flessibili e versatili, e possono essere impiegate per la creazione di meccanismi di massimizzazione del profitto diversi da quello mostrato qui. Come, alcuni segnali lo fanno pensare, avverrà negli anni futuri.

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6. LCGc e spesa sanitaria

Le LGCc sono uno dei fattori determinanti dell’incremento della spesa sanitaria. Un genere di aumento che all’analisi dei dati non porta, come invece si tende a credere, a miglioramenti della salute della popolazione, ma appare peggiorarla [17]. Le LGCc infatti inducono cure inutili, che hanno effetti iatrogeni generatori di altri costi; comportano inoltre un elevato costo opportunità, lasciando scoperti servizi medici utili. Le LCGc vengono anche usate da enti di controllo per limitare la spesa. Ma con criteri che non vanno necessariamente a vantaggio del cittadino. Gli sprechi indotti dal complesso medico-industriale sono associati a risparmi altrettanto immorali. La medicina dev’essere esaustiva e esclusiva: deve trattare tutte le malattie e solo le malattie. Le LCGc hanno un ruolo importante nel disassare la medicina rispetto a questo standard, producendo una medicina che cura anche senza necessità ciò che è economicamente conveniente e trascura l’assistenza che sarebbe utile al paziente ma non conviene. L’esempio tipico è il paziente operato senza necessità, sulla base di LGCc ufficiali, e poi dimesso troppo in fretta dopo l’intervento, per fare posto ad un altro, con l’avallo di altre LGCc; una catena di montaggio che necessita di pezze d’appoggio giustificative e di un sistema di standard di controllo. In un sistema a sanità pubblica come quello italiano, le LGC spingono per una medicina fuori centro dove lo Stato paga per trattamenti inutili e dannosi, finanziati aumentando le tasse, e allo stesso tempo obbliga il cittadino a sborsare di tasca propria, direttamente o tramite assicurazioni private, per l’assistenza non coperta o non disponibile nella pratica. Assistenza anch’essa regolata da LGCc. Andrebbe inquadrata in questo scenario l’associazione tra il decreto Balduzzi e i tagli ai finanziamenti della sanità pubblica, come quello previsto dalla concomitante “legge di stabilità”.

Si sta tentando di introdurre, superando gli ostacoli costituiti dai dati e dalle analisi che lo sconsigliano, lo screening per il cancro del polmone; così che gli interventi “alla S. Rita”, in forme meno estreme ma molto più diffuse nella pratica clinica, divengano legali, e, venendo codificati in LGCc, perfino meritori o obbligati secondo il decreto Balduzzi. Il caso Ilva cade a fagiolo per spingere il pubblico in questa direzione. Nessuna voce si alza per mettere in guardia da un nuovo screening che viene presentato come un altro Progresso benemerito guidato dalla Scienza. Di quelli che sono addentro, diversi sanno di queste manipolazioni e tacciono, per interesse, o per timore di ritorsioni. Alcuni non sanno, in buona fede, in genere associata a superficialità. Altri in falsa coscienza non vogliono sapere, per quieto vivere o sete di guadagno o entrambe. Hunt at al. nel loro studio su un piccolo campione hanno trovato che un 7% dei medici metteva in dubbio le indicazioni delle LGCc, esponendosi così di persona. Il 67% dei medici ha dichiarato che le applica perché convinto del loro valore scientifico; una credenza largamente condivisa dal pubblico. Ma la scientificità delle LCGc e della ricerca sulla quale poggiano è tutt’altro che scontata.

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7. L’antiscientificità delle LCGc

Le LGCc sono il terminale del sistema della “Evidence based medicine” (EBM). Nell’entrare nel Dipartimento di ostetricia e ginecologia del San Francisco General Hospital gli specializzandi ricevono le seguenti indicazioni: “L’opinione clinica ha uguale peso qualunque sia il rango di chi la esprime. Noi valutiamo le opinioni in base a quanto sono supportate dall’evidenza scientifica, non secondo il prestigio di chi le propone”. I neolaureati appena arrivati sono incoraggiati a contestare le decisioni cliniche di qualunque docente, se hanno recuperato dalla biblioteca o da internet una pubblicazione che sostiene una tesi diversa [1]. (Naturalmente i medici, dal direttore all’ultimo assistente, hanno l’esperienza, la posizione e non di rado la carognaggine per rintuzzare gli attacchi e difendere la gerarchia, che con stili diversi resta ferrea in USA e da noi). Questo aizzare alla rivolta, un esempio di distruzione di valori tradizionali nel liberismo, mostra il carattere ideologico della EBM.

L’EBM è una versione della filosofia empirista, che prende un grano di diamante, la constatazione e la affermazione dell’impossibilità del progresso della conoscenza scientifica senza sperimentazione, e lo trasforma in un grosso pezzo di carbone, sostenendo in pratica che conta solo il risultato dei trial clinici pubblicati, che parlano da soli per bocca dell’alto clero scientifico. E’ un poco la parodia delle definizioni operative della fisica, dove con cautela da un fenomeno, accertato con sicurezza sperimentalmente, si deriva la definizione di una grandezza o di una legge. Qui l’avere pubblicato dei dati consente di precipitarsi a stipulare i criteri ufficiali, di portata generale, sul trattamento delle malattie. Si tratta di dati statistici, prodotti da specialisti che “stringono al laccio di una formula, e strozzano, dati sperimentali o epidemiologici che andrebbero considerati in un contesto biologico del quale hanno scarsa conoscenza” (Tomatis). Il timore reverenziale verso i numeri [18] – e la loro connotazione magica agli occhi di molti [19] – fa apparire come oro colato qualsiasi panzana; similmente a quanto avviene per l’econometria, anch’essa uno strumento del liberismo. L’interpretazione critica, la plausibilità, la comparazione con gli aspetti fisiopatologici, l’umile buon senso, le proposte alternative, la segnalazione di rischi trascurati, vengono guardati come attentati al rigore scientifico, per non parlare della valutazione socioeconomica, cioè la valutazione della consonanza degli studi scientifici e delle LGCc con grandi interessi di parte.

L’insopprimibile incertezza insita nel trattamento della malattia intesa come entità biologica viene così non ridotta ma amplificata. La medicina è oggi inscritta in un “probabilistic framework”, al quale siamo ormai abituati, che consente un gioco di rimandi all’infinito; come nel gioco delle cocuzze, ma vertiginoso. Lo studio A mostra un aumento della sopravvivenza di 8 mesi nei pazienti per la patologia K con il farmaco x; no, lo studio B dice che è di 1 anno nel 40% dei pazienti e gli effetti collaterali sono ridotti del 30% rispetto ai farmaci della generazione precedente. Lo studio C segnala che però compaiono altri gravi effetti avversi nel 5% dei casi; lo studio D dice che data la limitata efficacia di x occorre guardare al nuovo promettente farmaco y, ingiustamente accusato di essere un ammazzacristiani, e che invece, se somministrato insieme al farmaco z, potrebbe, per alcune sottopopolazioni di pazienti, nel 37% dei casi… In questo modo il “progresso” tende ad assumere un carattere ciclico piuttosto che lineare. Ogni rimescolata del calderone, ogni giro di giostra, sono vantaggiosi per l’industria e la Borsa, provocando una continua immissione di nuovi prodotti commerciali. Questo processo, che usurpa il nome di “innovazione”, non è invece vantaggioso per i malati e il pubblico. Le LGCc, periodicamente aggiornate, cristallizzano, nella forma opportuna, i passaggi principali, dando la fallace impressione di offrire un punto fermo rispetto a questo continuo turbinio.

Non conta, o non conta quanto dovrebbe, visto che la riproducibilità è alla base del metodo sperimentale, se, come si è visto per lo Xigris, il trial è uno solo; e di provenienza sospetta, e se in seguito altri trial lo contraddicono. Fonti ortodosse riconoscono che le frodi nel lavori scientifici stanno aumentando; dal 1976 al 2007 sono divenute circa 9.6 volte più frequenti, secondo una stima basata sugli articoli ritirati [20]. Non solo le commissioni che preparano le LGCc, ma anche gli studi clinici sui quali le commissioni si basano sono anch’essi largamente controllati dall’industria tramite i finanziamenti e la selezione politica degli addetti. E’ noto che nei trial si può, senza arrivare a ricorrere alla falsificazione massiccia dei dati, fare apparire un effetto che non c’è mediante una serie di espedienti [21]. Le LGCc recepiscono fin troppo prontamente “l’innovazione” industriale, ma bloccano le proposte innovative indipendenti, e ritardano così il progresso scientifico [4]. Non contano i problemi dei trial di validità esterna e di eterogeneità, clinica e biologica, della popolazione dei pazienti. La pubblicazione, basata su un trial, di LGCc dell’American College of Cardiology che prescrivevano l’uso dello spironolattone per lo scompenso cardiaco è stata associata a un aumento di 4 volte di questo uso del farmaco; e a un aumento più che quadruplo dei ricoveri per elevazione del potassio ematico, causato dal farmaco, in assenza di riduzione della mortalità per tutte le cause. Le LCGc di ospedali pubblici statunitensi per lo screening del cancro del colon hanno forzato questi esami su pazienti affetti da comorbidità gravi, scoraggiando i medici ad esercitare il giudizio clinico per quei casi nei quali i rischi dello screening erano minori dei potenziali benefici [22].

Non contano le critiche accese e motivate che qualche volta salgono dalla base dei medici e ricercatori, talora anche nei confronti di LGCc emesse dalle sedi più prestigiose [23,24]. La dottrina della EBM nega esplicitamente valore all’esperienza clinica personale. In medicina l’esperienza da sola è insufficiente e pericolosa, ma associata ad altre forme di conoscenza di fatto ha un valore, che a volte nella pratica è preponderante. Un studio inglese ha rilevato un aumento di mortalità del 6% nei pazienti ammessi in ospedale il primo mercoledì di agosto, primo giorno di lavoro per gli junior doctors appena abilitati [25]; che sono allo stesso livello di quelli che all’arrivo al San Francisco General Hospital vengono istigati a disprezzare l’esperienza clinica altrui. Le LCGc si appropriano della parte critica del processo scientifico, quella basata sul pensiero indipendente; parte critica che la ricerca basata sulla EBM ha già minimizzato. Alla fine in queste che dovrebbero essere la celebrazione dell’oggettività non contano nemmeno i trial e gli altri dati oggettivi, ma pesa il giudizio soggettivo. Ci sono stati casi di procedure estremamente invasive e pesanti che si sono subito affermate come “buona pratica”, prima di dover essere ritirate data la dannosità, es. il trapianto di midollo osseo più chemioterapia per il cancro della mammella negli anni Novanta [3]. Uno studio pluriennale pubblicato del luglio 2012 ha rivelato che la “buona pratica accreditata” finora indiscussa della prostatectomia per il cancro localizzato della prostata, che è tra le diagnosi di cancro più frequenti negli uomini, non dà vantaggi di sopravvivenza rispetto all’astensione terapeutica [26]. Il risultato, che riguarda un intervento invalidante, praticato negli anni su alcuni milioni di persone, ha lasciato “ammutoliti” gli urologi del convegno dove è stato presentato, hanno riferito i giornali che hanno riportato la notizia (si è evitato di darle risalto). Il risultato era prevedibile se si fosse considerata la biologia di questo cancro, gli interessi economici, le evidenti forzature e manipolazioni, il dovere di non nuocere [12]. Tutti elementi che le LCGc trattano al contrario di come si deve fare.

Tra le critiche ufficiali alle LGCc [27] c’è questa non distinguere con sufficiente chiarezza tra dati scientifici e opinioni personali degli esperti (v. “Indiani Pima contro Rancho Bernardo” in [15]). Le opinioni di questi integerrimi probiviri sono riunite in un accordo, il “consensus”; che poi a volte non è neppure un consenso perché la decisione finale è l’opinione dell’esperto che “grida di più”, è stato osservato [28]; come accadeva nel sistema politico spartano, ma qui ha la voce più grossa chi ha alle spalle gli interessi maggiori. In pratica, si calpestano i principi della corretta metodologia scientifica dopo essersene proclamati alti custodi. La scienza non è democratica, in quanto non decide in base alla maggioranza o altri rapporti di forza; ma è democratica in quanto consente a tutte le posizioni legittime di esprimersi e misurarsi, rifiutando il principio di autorità. Nelle LCGc si fa l’opposto.

A questo proposito, non si può tacere che accanto al publication bias, l’occultamento dei risultati sgraditi o la loro soppressione preventiva finanziando solo gli studi desiderati e i ricercatori fidati, opera una forma autentica e criminale di repressione del dissenso. Nell’Italia di Monti e Balduzzi, di Cancellieri, Manganelli e Gallitelli, di Vietti e Sabelli, e dei loro predecessori, si fornisce aiuto istituzionale a queste macro-frodi; inclusa l’eliminazione della dissidenza tecnica radicale; mediante forme sistematiche di boicottaggio, discredito, guerra psicologica e intimidazione. Operazioni che rappresentano l’introduzione in Italia, terra dove storicamente il potere “ha la mano pesante” coi dissidenti (Ferrarotti), di quella proscrizione non dichiarata, descritta da Tocqueville, che in USA colpisce chi si pone contro il senso comune che lega potere e popolo [29]. Tecniche che si avvalgono di strumenti moderni, di respiro e qualità militare; e provengono dall’Atlantico, come le LGCc, la EBM e gli altri artifici ideologici, funzionali ai poteri globalisti, che proteggono. Applicate in Italia con la solita servile complicità e connivenza anche dalle istituzioni “non deviate”; le stesse che vediamo esibirsi e accampare meriti in occasione delle commemorazioni degli omicidi politici e delle stragi (impunite) che nei decenni precedenti furono ordinati da quelle stesse forze che oggi ordinano l’eliminazione di alcune voci che possono denunciare la frode biomedica strutturale. Uno dei tanti angoli sordidi del retrobottega dove il liberismo prepara i prodotti che esporrà luccicanti nella sua vetrina. In questo caso, apponendo il cartellino “Scienza medica”.

Ironia delle ironie, gli standard costituiti dalle LGCc non sono essi stessi standardizzati. Di LGCc ce n’è una moltitudine. Un medico ha commentato che “la cosa buona di questi standard è che ce ne sono così tanti tra i quali scegliere” [1]. LGCc sono emesse da società scientifiche e di categoria, da strutture governative e internazionali, da enti locali, ospedali, compagnie di assicurazione. Esistono agenzie nazionali che dovrebbero valutarle e selezionarle. In Italia c’è il Sistema Nazionale Linee Guida dell’Istituto Superiore di Sanità. Ma come si vede dal decreto Balduzzi nei fatti si lascia libertà di scelta. In pratica ognuno può fare come vuole purché stia al patto di base. Questo “politeismo” frustra la natura stessa degli standard e ne contraddice il fine dichiarato, mostrando come in realtà essi debbano servire come filtro, per bloccare o fare passare modulando a seconda della convenienza, e debbano pertanto alternare “rigore” a lassismo. Accade che le LGCc vengano bellamente ignorate, senza conseguenze, quando decretano una certa limitazione del consumo di un prodotto medico, per problemi di sicurezza ed efficacia che riguardano una procedura che è già un caso di sovratttamento [30]; o per fare posto a un nuovo prodotto più remunerativo, come è avvenuto per il Pap test [31] dopo l’introduzione del vaccino contro l’HPV e il relativo test. La parodia [15] scivola verso la farsa quando si invitano i medici a valutare essi stessi le LGCc, e al loro interno i gradi di evidenza che queste presentano, e considerare quali LGCc applicare e fino a che punto.

Ci si lamenta da più parti di una medicina che la scienza avrebbe reso disumanizzante. Queste voci non si solleverebbero davanti a una medicina scientifica che offrisse solo vantaggi, per quanto limitati. Il problema della EBM è che fa un uso in larga parte retorico e strumentale della scienza e della tecnologia, applicandole in forme mistificatorie e parziali. La EBM non ha inventato il metodo scientifico ma lo ha distorto in una teologia nella quale si è “scientifici” a metà, la metà che fa comodo; “scientifici” fino a quando non si acchiappa il dato che conviene e poi dogmatici. Andrebbe invece recuperato un genuino spirito scientifico. Andrebbero eliminati i corollari dell’EBM contro altre forme razionali di conoscenza: è scientifico non trascurare nella ricerca e non ignorare nell’analisi gli aspetti fisiopatologici. E’ scientifico non ignorare o sopprimere l’evidenza scientifica e l’analisi critica che confliggono con gli interessi commerciali. E’ scientifico non usare indicatori di comodo, come i “surrogate endpoints”, ma indicatori degli esiti reali delle terapie e degli interventi sulla popolazione che le LGC vengono a costituire [32]. E’ scientifico non scartare a priori ma prendere in considerazione e valutare con criteri oggettivi l’esperienza sul campo dei clinici. E’ scientifico avvalersi, come ipotesi, e come elementi di giudizio nella aree di incertezza, degli input provenienti dalla base professionale, inclusi i singoli medici; e anche degli input provenienti dai pazienti (evitando però la “medicina partecipativa”, un altro ingannevole schema di marketing); aspetti questi ultimi che il sistema di preparazione delle LGC del NICE inglese ammette in certa misura. E’ scientifico non fingere che non esistano influenze commerciali e politiche, ufficiali e coperte, ma dichiararle esplicitamente. E’ scientifico schermare la preparazione delle LCG da queste influenze [33].

L’aspetto che, a parere di chi scrive, più radicalmente contrasta con la buona pratica scientifica e tecnologica riguarda la mancanza di controllo integrato nel disegno del quale le LGCc sono una componente; e in particolare la mancanza di un adeguato feedback negativo. Richiede una trattazione a parte lo spiegare come le LGCm dovrebbero essere parte di un sistema di controllo, progettato ab initio per funzionare come un feedback negativo, integrato nel sistema clinico, da solo o accoppiato a feed forward. Il sistema attualmente è piuttosto disegnato per agire come un feedback positivo, un amplificatore [15]; e la norma del decreto, e la sua futura applicazione da parte dei magistrati, va in questa direzione. Il sistema delle LGCc, che incide sulla salute dell’intera popolazione, ha meno controlli di sicurezza di un autolavaggio a gettone. Non c’è un efficiente sistema di correzione, e neppure di “spegnimento” in caso di errore grave. Per come è configurato, genera errori colossali e oscillazioni paurose, che non vengono corretti efficacemente; solo in alcuni casi, con molto ritardo, ci sono ripensamenti, spesso dovuti a motivazioni politiche [12], come quello per la prostatectomia, e per gli screening oggi messi in discussione sul piano ufficiale come quelli per il cancro della mammella e della prostata. Errori che hanno significato innumerevoli terapie farmacologiche e interventi chirurgici pesanti, inutili e gravemente dannosi. Occorre chiedersi come mai queste notizie di “contrordine” vengano accolte dal pubblico con indifferenza, e su quali meccanismi generali si basi l’accettazione culturale delle LGCc.

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8. Le LGCc come atto linguistico perlocutorio

Le LGCc si presentano come criteri indiscutibili, o comunque autorevoli, in quanto “oggettivi”. Nel suo studio sulla retorica del quantitativo, Porter [34] distingue tra oggettività “meccanica”, come quella es. di un algoritmo per preparare le LGC, e oggettività “disciplinare”, legata all’appartenenza a un gruppo che possiede competenze specialistiche. Ammesso che si possa parlare di oggettività per documenti che arrivano a configurare responsabilità di una gravità incalcolabile, occorre riconoscere che dietro le sembianze di oggettività “meccanica” opera una “oggettività disciplinare”. Espressione questa del resto ossimorica, contenendo la contraddizione tra professionalismo e verità oggettiva, e tra professionalismo e etica. Gli esempi visti permettono comunque di farsi un’idea su come qualificare l’oggettività delle LGCc.

La forza culturale delle LGC è piuttosto una forza pragmatica: sono atti linguistici performativi, di una particolare potenza trattandosi di atti perlocutori medici; potenza ora aumentata dalla trascrizione in una norma dello Stato (che come si dirà date le sue implicazioni ha pure essa un particolare carattere perlocutorio, verso i medici, che travalica quello proprio della legge). Se un medico dice “ fai così o morirai” non sta dando solo delle direttive; oppure se dice “la scienza mostra che chi non fa così muore”, non emette solo una semplice descrizione del mondo: il messaggio arriverà a colpire i piani psicologici profondi del destinatario, che si preoccuperà, a volte perfino se ha ricevuto informazioni affidabili che le indicazioni del medico non sono corrette. Anche il pubblico, inclusi i magistrati, non rimarrà insensibile. Non va dimenticato che la medicina è, non da ieri, una pratica antropologica, che come la magia sua consorella si affida in buona parte al potere della parola. La parola emessa da una fonte medica credibile pesa come piombo, anche se in realtà la densità dei concetti tecnici che esprime non è superiore a quella della paglia. Chi si accinge a “tener conto” delle LGCc dovrebbe tenere conto pure di questo.

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9. La barbarie in loden

La barbarie è l’assenza di standard ai quali appellarsi. Il sociologo dell’economia Thorstein Veblen ha descritto come sotto la patina di civilizzazione del businessman resti il barbaro. Con la modernità la barbarie si avvale di standard; la barbarie si ripulisce e impone standard barbari. In questo modo non solo non ci sono veri standard ai quali appellarsi, ma si viene invitati a conformarsi civilmente ai falsi standard vigenti. (Un altro standard perverso è la mafia, che come standard negativo giustifica la massa dei crimini istituzionali non strettamente mafiosi; inclusi i crimini della medicina commerciale, e le relative complicità istituzionali [35]).

Gli standard, e quei particolari standard che sono le leggi, creano mondi. Se sono standard barbari, creeranno mondi barbari, non importa quanto sofisticati e a tinte sobrie. Critichiamo “il sistema”, ma è il mondo stesso che viene cambiato alterando gli standard. Le LCGc, e il loro enforcement tramite leggi come questo decreto, definiscono un mondo nuovo. Un mondo nel quale il potere froda, sfrutta, e danneggia la salute senza dover ricorrere a truffe rozze e ributtanti come quelle della S. Rita, e con profitti maggiori. Le LGCc non definiscono solo un genere di medicina, ma un genere di paziente. Un paziente in batteria (che resterà tale anche nell’incipiente “medicina personalizzata”).

Il liberismo annette grande importanza alla costruzione di una realtà sociale rispetto alla quale esso sia naturale e legittimo; dove le sue depredazioni appaiano come manifestazioni del giusto ordine delle cose. Il decreto Balduzzi riunisce due poteri capaci di creare nuove realtà, gli standard clinici e l’esercizio della giurisdizione. In un’altra corruptio optimi, anche ai magistrati il liberismo chiede di collaborare alla costruzione del nuovo mondo. Una richiesta alla quale i magistrati si conformano, nonostante che il progetto non sia quello del mondo disegnato dalla Costituzione.

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Seconda parte: L’irresponsabilità della medicina in franchising

https://menici60d15.wordpress.com/2012/11/30/lirresponsabilita-della-medicina-in-franchising/

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Note

[1] Timmermans S, Berg M. The gold standard. The challenge of evidence-based medicine and standardization in health care. Temple University Press, 2003.

[2] Medical guidelines, Wikipedia.

[3] Jacobson J O, et al. Evidence-based medicine: do clinical practice guidelines contribute to better patient care ? Medscape Hematology-Oncology. 3 settembre 2009

[4] Loewy E H. Ethics and evidence-based medicine: is there a conflict? Medscape General Medicine 2007. 9: 30.

[5] Bamforth I. Knock: a study in medical cynicism. BMJ, 2002. 28: 14.

[6] Haraden C. What is a bundle. Institute for healthcare improvement, 26 aprile 2011.

[7] Robb E. et al. Using care bundles to reduce in-hospital mortality: a quantitative survey. BMJ 2010. 340; c1234.

[8] Vedi: [13]. Citazioni 14, 43, 44 in [13]. Dictating doctors’ orders; in: Abramson J. Overdosed America. Harper Perennial, 2004.

[9] Petersen M. The pharmaceutical business over human kind: making drugs, shaping the rules. New York Times, 1 febbraio 2004.

[10] Eichacker P Q et al. Surviving sepsis – Practice guidelines, marketing campaigns, and Eli Lilly. NEJM, 2006. 335:16.

[11] La fallacia esistenziale nel dibattito bioetico sulle staminali.

https://menici60d15.wordpress.com/2011/10/22/la-fallacia-esistenziale-nel-dibattito-bioetico-sulle-staminali/

[12] Sovradiagnosi I. Come la medicina nuoce.

https://menici60d15.wordpress.com/2012/04/12/sovradiagnosi-i-come-la-medicina-nuoce/

[13] Hunt et al. The changing face of chronic illness management in primary care: a qualitative study of the underlying influences and unintended outcomes. Annals of Family Medicine, 2012. 10: 452.

[14] Sovradiagnosi II. Il business medico mira alla pancia.

https://menici60d15.wordpress.com/2012/05/14/sovradiagnosi-ii-il-business-medico-mira-alla-pancia/

[15] Sovradiagnosi III. Parodia e anti-omeostasi nella medicina commerciale.

https://menici60d15.wordpress.com/2012/07/07/sovradiagnosi-iii-parodia-e-anti-omeostasi-nella-medicina-commerciale/

[16] Il salasso ieri e oggi. La sinergia tra malattia e terapia.

https://menici60d15.wordpress.com/2012/01/15/il-salasso-ieri-e-oggi-la-sinergia-tra-malattia-e-terapia/

[17] Cost-effectiveness and opportunity costs. In: Kaplan R M. Disease, diagnoses and dollars. Copernicus books, 2009.

[18] Greene J A. Prescribing by numbers. Drugs and the definition of disease. Johns Hopkins University Press, 2007.

[19] Neumayer P. Guarire con i numeri. Efficaci e straordinari metodi di guarigione: da Fibonacci a Grabovoi. Macrolibrarsi, 2012.

[20] Borenstein S. Study: fraud growing in scientific research papers. Bioscience technology online, 1 ottobre 2012.

[21] Smith R. Medical journals are an extension of the marketing arm of pharmaceutical companies. PLoS Medicine, 2005. 2: e138.

[22] Krawitz R L et al. Evidence-based medicine, heterogeneity of treatment effects, and the trouble with averages. Milbank Q, 2004. 82: 661.

[23] Woodman R. Open letter disputes WHO hypertension guidelines. BMJ, 1999. 318; 893.

[24] Concerned scientists dispute new cholesterol-lowering guidelines. Statin drug treatment carries great risk, few benefits. The International Network of Cholesterol skeptics. Agosto 2004.

[25] Jen M H et al. Early in-hospital mortality following trainee doctors’ first day at work. PLoS ONE, 2009. 4: e7103.

[26] Wilt et al. Radical prostatectomy vs. observation for localized prostate cancer. NEJM, 2012. 367: 203.

[27] Trustworthy clinical guidelines. Editoriale. Ann Int Med, 2011. 154: 774.

[28] Wickers AJ. Guidelines panel recommends approach of loudest member. Medscape news, 16 marzo 2012.

[29] Ocone C. La democrazia in America di Tocqueville. Appello al Popolo, 30 settembre 2012. http://www.appelloalpopolo.it/?p=7443

[30] Miller R. Survey shows variance of opinion on PCI appropriateness. Artwire, 29 marzo 2011.

[31] S. Fox. Annual cervical cancer screening persists despite guidelines. Medscape news, 18 agosto 2011.

[32] Kaplan R M. The Ziggy theorem: toward an outcomes-focused health psychology. Health Psychology, 1994. 13: 451.

[33] Restoring the integrity and purpose of medical research. In Abramson J. Overdosed America. Cit.

[34] Porter T M. Trust in numbers. The pursuit of objectivity in science and public life. Princeton University Press, 1995.

[35] I professionisti della metamafia.

https://menici60d15.wordpress.com/2010/06/08/i-professionisti-della-metamafia/

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31 marzo 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Casolari “Camici sporchi e medici spezza ossa, attenzione a sbattere il dottore-mostro in prima pagina”

Le situazioni mostruose generate dal sonno della ragione non vanno scambiate per “il mostro”. E’ improbabile che spaccasse volontariamente ossa (mentre è facile che fosse disposto a correre il rischio anteponendo un suo interesse illecito a quello legittimo e ai diritti del paziente). Meglio non emettere pesanti giudizi non conoscendo a fondo i fatti. Soprattutto, “il mostro”, l’aberrazione, l’esagerazione caricaturale non rappresenta la situazione generale, sulla quale il pubblico dovrebbe invece porre attenzione. Una situazione di frode istituzionalizzata*. E’ plausibile che l’accusato fosse non un mostro ma qualcosa di più tremendo: un leader. Riverito e seguito dai più, in un ambito dove pratiche come applicare protesi substandard con interventi inutili o dannosi per aumentare i profitti sono la norma, letteralmente*; e che ora, con una mostruosità giuridica, sono tutelate e premiate dalla legge, con l’aderenza alle linee guida stilate dagli stessi “controllandi”, case produttrici e medici. Riconoscere il carattere strutturale va contro immensi arricchimenti. Per fortuna dei beneficiari, va anche contro la potente fantasia del medico-genitore che si prende cura di noi come da bambini facevano mamma e papà. Così conviene calcare la mano sul “mostro”, scaricando tutto sulla “mela marcia”, facendo sfogare malcontenti e lasciando il business intatto.

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v. anche:

Le pubbliche virtù delle ambulanze e il postulato di sacralità delle pratiche mediche stabilite

La necessità di laicità contro l’aggiramento dei limiti e l’inversione dei controlli posti dall’art. 41 della Costituzione

La differenza tra opposizione e take-over

14 October 2012

14 ott 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Cappato “Avviso ai manifestanti: diffidate di chi gioisce a Formigoni caduto” del 14 ottobre 2012

Tano Badalamenti ebbe due nemici dai nomi fatidici: Peppino Impastato e Bernardo Provenzano. Il primo gli era ostile in quanto combatteva la mafia; il secondo perché in competizione per l’esercizio del potere mafioso. Formigoni ha avuto per 15 anni l’appoggio della sinistra debenedettina e della magistratura, che gli hanno lasciato fare quello che ha voluto. Quelli che fino a ieri sono stati suoi complici ora chiedono indignati le sue dimissioni: in quanto oppositori politici, portatori di un diverso progetto di società, o per prenderne il posto come camerieri del liberismo ?

Moltissimi credono che se una forza politica fa la guerra al cattivo di turno allora dev’essere sicuramente buona, o almeno migliore del cattivo. Molti pensano che le livree rosse siano migliori di quelle azzurre o verdi o di altro colore. Se la gente non sa distinguere tra opposizione e take-over: tra Impastato e Provenzano, o tra rinnovamento morale autentico e Tangentopoli, o tra impegno civile e camorrismo politico; allora si merita Formigoni, e la squallida sinistra che si avvia a dargli il cambio e che non vale più di lui.

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16 febbraio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Tangentopoli, l’eterna corruzione italiana. Incontro a Milano con i magistrati del pool”

Tangentopoli è un esempio della differenza, sempre presente ed eternamente ignorata nella politica italiana, tra ““il contrario”” e ““l’opposto””. L’opposto di un male è un bene; ma il contrario di un male può essere un altro male. L’opposto dei tangentisti di allora è uno Stato retto da politici integri. Invece abbiamo avuto il contrario dei tangentisti della Prima repubblica: i forchettoni della seconda repubblica, che oltre a mangiare hanno svenduto l’Italia. E non abbiamo imparato nulla, perchè continuiamo con una costanza che ha del demenziale a confondere i nuovi “contrari” con “l’opposto”; salutando nuovi mali come ciò che ci salverà dai mali attuali. Per i rapporti tra la magistratura di Mani pulite e organi diplomatici e servizi USA, v. “Capitalismo predatore”, Amoroso B., Perrone N. Castelvecchi, 2014.

I magistrati scrittori

29 September 2012

29 settembre 2012

Blog di Aldo Giannuli

Commento al post “La querela di Carofiglio ad Ostuni: Gianrico cosa combini?” del 29 settembre 2012

Da adolescente come tanti mi interessavo un poco di letteratura. Vedendo quanto fossero arbitrari e acidi certi attacchi, conclusi che la critica lettaria dovrebbe essere solo positiva: di un libro si dovrebbe dire solo bene. Se è bello, lodarlo; se è così così, segnalare quanto di buono si può estrarne. E per il resto tacere, ignorando del tutto i libri pessimi; a meno che non ci siano motivi specifici per additare lo scarso pregio. Anche questo caso di “bovarismi” contrapposti (in senso zootecnico da un lato e flaubertiano dall’altro) in sé non meriterebbe grande attenzione, ma permette di considerare il tema dei magistrati scrittori; e del rapporto tra narrativa e ricostruzione, giudiziaria o storica, dei fatti.

“I magistrati, che vedono e sanno tante cose, e a quanto pare hanno tempo per una seconda attività, possono scrivere utili saggi; ho apprezzato “La manomissione della parole” di Carofiglio. Ma fino a quando non vanno a riposo dovrebbero astenersi dal fare i romanzieri, per almeno 2 motivi. Il narcisismo, frequente in chi cerca la gloria scavando nella propria fantasia, non andrebbe stimolato in chi di mestiere dovrebbe essere terzo, dovrebbe sapersi mettere tra parentesi rispetto ai fatti e ai giudizi. Inoltre la forma mentis del magistrato dovrebbe essere quella di chi distingue e separa il reale dal narrativo, che si somigliano, e si attraggono e si fondono, spontaneamente, e ancor più ad opera di bugiardi e scrittori, le cui menti, al contrario, catalizzano l’unione. Es. il traffico di organi espiantati forzosamente, sul quale Camilleri ha scritto e Carofiglio ha indagato, è una narrazione verosimile e una metafora suggestiva (e una propaganda ai trapianti); ma allo stato è una leggenda. Non che manchino persone che ne sarebbero capaci, ma non è conveniente per il cliente: un trapianto non è la mera sostituzione di un organo con un pezzo di ricambio; per il suo successo sono critiche la compatibilità immunologica e la struttura medica. Magistrati, scrittori e parlamentari non parlano invece dei rischi di predazione negli espianti legali a cuore battente, e delle proposte (Am J Kid Dis 2009; 54. 1145) di legalizzare nei Paesi poveri la vendita “volontaria” di organi.” (Postato su Il Fatto a commento del post “Si può dire a Carofiglio “sei uno scribacchino”? il 25 settembre 2012).

Una narrazione, una storia, che incorpori il falso, è molto più persuasiva di una bugia nuda. Mi capita spesso di osservare persone pratiche, astute e attente che, a loro danno, ripetono convinte, indignate o entusiaste, le narrazioni della propaganda in campo biomedico. Conoscono la vita, nella quale sono immerse, e non hanno perso tempo sui romanzi. Per questo non riconoscono gli schemi e i trucchi del romanzo e del racconto. Così sono disarmate rispetto alle narrative della disinformazione; alle sue fiabe, che potrebbero essere analizzate come Propp fece con la morfologia delle fiabe per bambini. Es. le fiabe dell’industria medica, che investe molto sul marketing: 53 miliardi di dollari all’anno nei soli USA.

I magistrati e gli storici in servizio quindi dovrebbero leggere, o avere letto, molta narrativa, per immunizzarsi (oltre che per gli altri vantaggi delle buone letture), e produrne poca, per non prendere cattive abitudini mentali, e caratteriali. E’ vero che in alcuni casi la forma romanzo è utile in quanto permette di esporre tesi non consentite in sedi formali; es. Mistero di Stato di M. Almerighi. In questi casi è positivo, anche se non ottimale, che i magistrati e altri ricercatori del vero dispieghino le loro capacità letterarie, che a volte (non sempre; ci sono romanzi di magistrati preoccupanti) sono di tutto rispetto.

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8 ottobre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di E. Reguitti “Gianrico Carofiglio e il linguaggio della politica: ovvero parlare senza impegnarsi a dire la verità”

Ottimi la condanna del linguaggio mistificatorio, degli shibboleth giuridici e castali, e il chiamare dovere lo sforzarsi di essere chiari. Ma si rischia di ottenere l’effetto opposto se si dimenticano due altri elementi della comunicazione. La precisione non è l’accuratezza, che è l’adequatio del dire alla realtà. Si può essere precisi, quindi efficaci, nel descrivere falsamente uno stato di cose. Un medico statunitense ha osservato che il potere di convincimento conferito ad alcuni leader dal loro sapere parlare e scrivere eccezionalmente bene è tra le fonti di falsa precisione, che maschera e istituzionalizza una grave inaccuratezza diagnostica. Anche la “studiata semplicità” dello stile anglosassone (Prezzolini) può essere una retorica. Es. la nascente “precision medicine”. Prima di tentare di raggiungere l’eloquenza, l’icasticità, occorre, ed è già sufficiente, attenersi alla definizione di Stevenson: “dire la verità non consiste nel dire cose vere, ma nel dare impressioni fedeli del vero”; anche perché c’è un altro problema: quello del ricevente, che deve voler comprendere il messaggio. La città dove abito la chiamo “la sabbionaia” quando penso a come i locali magistrati, forniti di adeguate capacità comunicative, tappandosi occhi, orecchie e narici permettano un esercizio di abusi e reati libero e continuato, così che i responsabili curano i propri interessi illeciti spensierati come i bambini che giocano al sicuro nel recinto della sabbia.

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6 giugno 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Lombezzi “‘Pulizia etica’, pronti a una riforma sanitaria epocale? Ultrasettantenni toglietevi di torno!”

Il demografo Imhof ha mostrato come per una persona di 80 a Berlino nel 1600 l’aspettativa di vita fosse di 6 anni; nel 1980 è passata a 8 anni, 2 in più. La longevità biologica non è cambiata. E’ aumentata la “longevità ecologica”: molte più persone si avvicinano ai limiti biologici. Ed è aumentata, nota Imhof, la “durata del morire”: che con l’invecchiamento diffuso è divenuta per molti più lunga e dolorosa. L’allarme etico del magistrato è, tipicamente, politically correct: contiene un nucleo di verità, ma finisce per favorire il male che denuncia. E’ vero che la sorte degli anziani è condizionata da fattori di mercato amorali (o criminali); ma la ricerca del profitto ha causato principalmente la medicalizzazione dell’invecchiamento, con crescita esponenziale di interventi eccessivi, spesso inutili e iatrogeni. Medicalizzazione che è divenuta, nota il gerontologo Kaufman, “imperativo morale” culturalmente stabilito. All’occorrenza, quando occorre sfoltire, o va dato il colpo di grazia per aver usato l’anziano come carne da cannone, cioè come pretesto per vendere prodotti medici, si ricorre, sempre più, anche a sistemi di eliminazione, come i protocolli o “le volontà” di fine vita. Ma per ora la paura, o la preoccupazione principale, non dovrebbe essere di venire esclusi da esami diagnostici da fantascienza, pillole toccasana e maghi del bisturi; ma di riceverne troppi e sbagliati, e di non ricevere invece l’assistenza onesta della quale gli anziani necessitano.

@ roberto 3912. U. Veronesi da Fabio Fazio su RAI3 disse che la medicina farà vivere fino a 120 anni. Si disinforma e si inganna il pubblico, e anche per questo quanto riporto è poco noto; ma è riconosciuto in sede scientifica, e non mi risulta sia contestato come non ortodosso:

-Imhof AE. The Implications of Increased Life Expectancy for Family and Social Life. In: Medicine in Society: Historical Essays. Cambridge U Press, 1992.

-Keyfitz N. What difference would it make if cancer were eradicated? An examination of the Tauber paradox. Demography, 1977. 14:411.

-Lohman PHM et al. Choosing the limits of life. Nature, 1992. 357: 185.

-Welch HG et al. Estimating Treatment Benefits for the Elderly: The Effect of Competing Risks. Ann Intern Med 1996. 124: 577.

Nella ricerca scientifica empirica si evita l’espressione “dimostrare” che mi attribuisci. Infatti non l’ho usata. E non si contestano “numeri” (dati) dicendo che se ne avrebbero tanti altri “ben diversi” senza però mostrarli. Puoi per favore fare conoscere a me e ai lettori questi tuoi ‘numeri ben diversi’, e citare gli estremi della tua “bella pluralità di fonti”? Mi pare tu mostri la visceralità e le fantasticherie disordinate che questi temi esistenziali suscitano. E che vengono fatte rendere, in maniera non meno perversa ma più sottile e lucrosa di quella che immagini.

@ roberto 3912. Sarebbe inutile dirti che stai confondendo tra aspettativa alla nascita e in età avanzata. In tv vedo spot sul gioco d’azzardo online che dipingono il potenziale cliente come un imbecille presuntuoso. Spot su snack e bon bon che mostrano che li consumano ragazze sole, frustrate e inacidite. C’è uno spot su un Suv che viene lodato paragonandolo alla concorrenza con le parole che userebbe una persona gretta, arricchita e ignorante. Ho come l’impressione che tu rappresenti lo stesso genere di tecnica di marketing: che le panzane che dici e i modi che usi facciano presa per identificazione su un certo genere di clienti.

@ roberto 3912. Le frodi mediche prosperano per carenza di “anticorpi” culturali. Per la debolezza dei due possibili baluardi: l’opposizione ‘alta’, intellettuale, e quella popolare, derivante dalla conoscenza del mondo.Lo mostra questo scambio: il giudice Settembre, il magistrato delle violenza di Stato alla Diaz, indulge nella descrizione di distopie che spingono a chiedere più medicina. Al suo fianco si trova una voce come la tua, coi tuoi insulti da venditore di Rolex falsi sbugiardato. Spero che i più avveduti si accorgano che chi parla di longevità di 150 anni grazie alla medicina ha gli argomenti e i modi del pataccaro.

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19 luglio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di G.C. Caselli “Camilleri mi è stato amico e Maestro. Soprattutto quando avevo il ‘matapollo’”

Chi si occupa della cosa pubblica come i magistrati dovrebbe leggere, o meglio avere letto da giovane, tanta buona narrativa. Per imparare, e anche per immunizzarsi dalla sinuosa retorica delle belle lettere. Ne “Il diavolo, certamente” Camilleri illustra in chiave letteraria il concetto di ‘paradosso di Gettier’, nel quale una credenza basata su una percezione errata o un’argomentazione invalida poi risulta confermata ad opera di meccanismi diversi. Il concetto è stato applicato all’incastrare con prove false un vero colpevole. E’ utile nello studio della frode medica strutturale, dove regolarmente i proclami e il battage mediatico infondati e implausibili su cure portentose a un passo dall’essere ottenute vengono poi “stranamente” confermati a posteriori da studi “scientifici” (e dopo anni, a malloppo incassato, smentiti…). Le pagine di Camilleri, coi loro personaggi che regalano un fischietto e vogliono farsi regalare in cambio un pianoforte (La strage dimenticata), o che hanno paura dei prepotenti ma sono coraggiosi davanti alle catastrofi della natura, giudicandola meno terribile degli uomini, consolano e arricchiscono. Ma possono anche intontire sulla realtà prosaica. Le istituzioni non sono Montalbano; sono più come Nicola Zingaretti. Chi vuole separare realtà e favola i romanzi dovrebbe vederli come incenso, come bellezza e sapienza fatte di fumo; che può anche essere usato per coprire le puzze più fetide.

@ bassettoni. Nel presentare presso la Corte costituzionale i nuovi gradi la Polizia ha fatto parlare Bocci, “Mimì”. Non mi ha dato un’impressione di serietà. Il Fatto ha riportato che i nuovi, elaborati, gradi, si scollano quando fa caldo. C’è una tendenza perniciosa al “reality”, a presentare versioni di comodo mescolando realtà e fantasia. La narrazione persuasiva può essere strumento di frode e di delitti. Soprattutto alle orecchie di chi ha letto poco, e si scioglie per qualche buon pezzo di letteratura, tarato sull’appagare chi legge. Ciò spiega perché certi difendano la narrativa a spada tratta. Lei mi ha già risposto su Il Fatto, difendendo la rutilante prosopopea di Marfella (vedi Natale in Terra dei Fuochi, la strage degli innocenti duemila anni dopo. 22 dicembre 2018), che la sovradiagnosi e i sovratrattamenti di cui scrivo sono “la melma in cui mi muovo” e che sono posizioni “di tipo fortemente paranoico” etc. (concludendo che pertanto non mi avrebbe più parlato). Credo che l’esaltazione di Montalbano, il Bene e il Male che si comprendono agevolmente mentre si digerisce la cena sul divano, aiuti nella diffusione dei mix vero-falso. Quelli pro business oncologico sono fonte di lutto e rapina; i tutori della legalità invece di separare vero e falso avvalorano il mix e lo difendono; come lo spettatore della sceneggiata napoletana che scambia emozione e realtà e commosso punta la pistola a ‘o malamente che sul palcoscenico sta per rapire il neonato. Ma non vedo troppo candore.

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4 ottobre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Boero “Navi dei veleni: il caso di Otranto raccontato da Maritati è più attuale che mai”

Un altro magistrato scrittore* pugliese e eletto nei DS; come Carofiglio che in tv chiama chi non si vaccina “free-rider”; “scrocconi”, spiega Parenzo col quale fa un duo.

La lotta al potere può essere dal basso, genuina, o top-down, indotta dal potere per suoi disegni. (Un concetto utile per il caso Lucano). Conosciamo tutti i rischi che ci vengono rappresentati con le storie sulle “navi dei veleni”. Mentre non si parla dei rischi del benzene che con la benzina “verde” ha sostituito il piombo tetraetile. La tossicità ematopoietica, la capacità di provocare leucemia mieloide acuta e altre gravi malattie**. Lo respiriamo ogni giorno, ignari, imbevuti della propaganda giuliva su distributori e auto; mentre abbiamo viva l’immagine dell’ombra tenebrosa della mole di una nave sul fondo del mare.

Così pericoli alla salute in atto e diffusi vengono nascosti, stornando l’attenzione su aspetti ad alto impatto narrativo che non mettono in crisi il sistema. E che hanno il vantaggio aggiuntivo della paura che, depurata da responsabilità, viene diffusa perché spinga verso il business della biomedicina, come quello delle sovradiagnosi di cancro, altro tabù che viene favorito da questi allarmi strategicamente piazzati.

Nell’attività giurisdizionale, politica, autoriale, i magistrati tendono ad alimentare le denunce top-down e a soffocare quelle bottom-up.

*I magistrati scrittori. Sito menici60d15.
** Benzene. In: Casarett and Doull’s, Toxicology, the basic science of poisons, 2019.

@ Ferdinando Boero. Non ho attribuito a Maritati una finalità particolare, come lei scrive arbitrariamente. Apprendere questo precedente per me è conferma che l’egemonia culturale porta a ritagliare, troppo docili, ingenui e acritici per dei magistrati, allarmi sull’inquinamento utili al potere, gonfiandoli mentre si nascondono altre magagne e le si favorisce* (anche praticando livelli criminali di censura). Suggestio falsi e suppressio veri. Si ingigantisce, si copre, si mente, si torce, si passa al letto di Procuste e si ottiene la versione finto progressista voluta dal “radicalismo sovversivo del liberismo”, come lo chiama Michea, autore autenticamente di sinistra – specie estinta sul mainstream da noi. Capisco che siamo alla giunzione del covid con il global warming, l’ecologismo finto, elitista e succhia soldi; altra “coraggiosa” battaglia top down; e la sinistra di Sua Maestà sfodera severità e pronto zelo verso i liberi. Ai due scontati “-ismi” politically correct che mi attribuisce rispondo con altri due, il sessantottismo** e l’eccezionalismo***, che sono come i veleni a livello biochimico che hanno affinità per recettori fisiologici ma invece di attivarli li inceppano.

*Ilva: dal cancro nascosto al cancro inventato. La post camorra: dai tagliagole alla chirurgia ingiustificata della tiroide.
**La piaga del sessantottismo.
***Mafia, fascismo, covid: i casus belli dell’eccezionalismo. In preparazione. Against pandemic research Exceptionalism. Science, 1 mag 2020.

@ gabrielesilv. Come siamo suscettibili. Ho postato controvoglia, per dovere, consapevole della brutta compagnia nella quale mi andavo a ficcare, inclusi i volgari galoppini che fanno corona alle varie personalità della sinistra liberista. Comunque anche questa è documentazione, che a rispondere con contumelie a chi non ossequia il libro del posato magistrato-politico-scrittore, già sottosegretario agli Interni in governi D’Alema, ma ne propone risvolti non lusinghieri, ci siano quelli che parlano come l’imitazione di Briatore fatta da Crozza: “blablare”. O forse è la ripetizione del verbo della nuova guru, il ”bla bla” pronunciato giorni da Greta Thurnberg. Nel vostro servilismo, della cultura anglosassone prendete il peggio, e ne scimmiottate quindi anche le espressioni derisorie. Come quelle macchiette che di una lingua straniera la prima cosa che imparano sono le parolacce.

@ Ferdinando Boero. Come mostro sopra, il problema non è tanto che lei salta subito all’insulto, e neppure la boria, ma il suo modo povero di ragionare.

@ Ferdinando Boero. Ho cominciato io? Lei dà un esempio del trollaggio alla “Songo fetente”: se si dice a un guappo che ti ha scavalcato nella fila “c’ero prima io” quello risponde “allora songo fetente? Lo avete sentito tutti che mi ha chiamato fetente”. E si ritiene autorizzato a reagire adeguatamente. E’ un esempio del lavoro universitario attuale*, prendere il precotto che si riceve dall’alto, diffonderlo, e sbracciarsi a difenderlo senza andare per il sottile nel censurare le voci sgradite. Come qui, buttando in caciara ciò che non si sa confutare. Attività per molti più congeniale che quella dello studio, ricerca e argomentazione seri.

E’ inoltre un esempio di recensione dove il recensore, a delle critiche argomentate che sono attaccate da un volgare troll (basta vedere nel suo profilo che “gavrielesilv” non commenta gli articoli, ma rimbrotta e insulta chi li commenta) risponde scendendo a fianco del troll a fare il numero del guappo. Naturalmente il troll sarei io, che osservo e studio da anni ciò che riporto qui. Ma sono abituato a vedere come la prassi di distinti magistrati di attaccare il cavallo dove vuole il padrone sia accompagnata da questo genere di supporto di strada. L’operazione covid ha generato un mostro: il marketing coi poteri dello Stato, es. il ricatto “se non ti fai inoculare muori di fame”. Accademici e magistrati sono più strumento che barriera per il nuovo corso.

*The universities are turning into ideological mills. Spiked, 17 set 2021.

@ gabrielesilv. Quasi mi sento in colpa per avere commentato (ne scrivo da diverso tempo, es.*) cosa penso di questa icona, le “navi dei veleni”: ho richiamato una quantità di troll strepitanti che il libro di Maritati, comunque una testimonianza storica, non merita. Poteva mancare l’appello al buon senso come lode della stolidità, come vincolo al superficiale, al prima facie, come barriera all’approfondimento? Poteva mancare il pezzo forte della piccineria intellettuale, l’attribuzione di valore per appartenenza, con la relativa accusa di simpatie naziste? La citazione di un articolo liberal sul declino delle università: “The University’s Crisis of Purpose”. NY Times, 1 set 2009. E un articolo di ricercatori sul campo, che può mostrare quali garanzie di veridicità e imparzialità offre la scienza attuale ai magistrati e ad altri che non volessero usare il metro di Carofiglio, o quello mostrato qui dai troll, su questioni politiche spacciate per scienza: “Academic Research in the 21st Century: Maintaining Scientific Integrity in a Climate of Perverse Incentives and Hypercompetition”. Environmental Engineering Science, 2016. Mi scuso per gli svolazzamenti e le deiezioni di queste winged monkeys, non era mia intenzione attirarle. D’altra parte forse è segno che ho toccato uno di quei pilastri di cartapesta che reggono l’ufficialità.

@ Ferdinando Boero. Ho inquadrato il libro tra quelli scritti da magistrati, tema su cui ho scritto, e indicato punti in comune con Carofiglio, che ha dato del “parassita” a chi non si vaccina*. Lei decide che è “benaltrismo”. O è lei che arrogante e senza logica stabilisce cosa uno può e non può scrivere. Lei è un accademico. Oggi l’ideologia scientista del covid identifica la competenza con l’integrità. Che invece sono attributi diversi e indipendenti, come spiegò Pareto (“l’esperienza dice che il mondo è pieno di scienziati e di intellettuali che si prostituiscono al potere e ne avallano tutte le abiezioni. Forse che costoro non sono corrotti perché sono competenti?”). Lei commette la nota fallacia del “selecting on the dependent variable” – una fallacia sulla quale si basano diverse fortune mediatiche di magistrati e forze di polizia – stabilendo un modello sugli effetti (l’inquinamento è solo quello in mare aperto, non il benzene che respiriamo). Ma non solo: il proporre altre spiegazioni per la variabile dipendente, come faccio io, che po’ essere sbagliato nel merito ma è corretto come procedimento, lo bolla come “complottismo” e asinità. Che dire. Poveri soldi miei di contribuente, con universitari che ragionano così.

*Chi è stato magistrato dovrebbe avere un motivo in più per non emettere sentenze di condanna a sentimento. Carofiglio legga es. Why are we vaccinating children against covid-19? Toxicology reports, 14 set 2021.

*Radiotossicità mafiosa e legale, 2011.

@ elwood blues. Stupisce anche me. Voglio dire, mi stupisce trovare tanta acutezza, originalità, profondità in numerose persone non note al pubblico leggendo la letteratura scientifica, rispetto alla uscite demenziali e truffaldine del mainstream mediatico. Forse è proprio la comparazione con quello che vomita la propaganda a dare l’impressione di trovarsi davanti a dei geni. Oggi, riporta il Fatto, Bassetti dichiara che alle amministrative “Hanno vinti i vaccini” e “Italiani hanno bastonato i partiti che sono andati dietro ai complotti.”. Con un astensione record nonostante la necessità di aiuto data la crisi, con le grandi città dove ha votato meno della metà degli elettori, con nessun exploit di partiti, io mi vergognerei di fare un commento simile, e considererei che così si induce a pensare – a “vedere la connessione” dice lei – “appare che il primo partito sia di gran lunga quello di chi non crede alle favole e imposizioni mediate dai politici, e li rifiuta”. Invece la sparata di Bassetti passa tranquillamente. Con questo standard, ecco che chi esercita un certo livello di pensiero critico appare a chi è molto suscettibile sull’argomento intelligenza – la cui limitatezza chi è intelligente conosce – per uno che risolve le radici cubiche mentalmente.

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V. Le banalità tossiche di Carofiglio. In Milizie bresciane

9 dicembre 2021 (Censurato).

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Vedi anche:

Il diavolo, certamente

I “falsi pentiti” nella disinformazione biomedica

La fallacia esistenziale nel dibattito bioetico sulle staminali

Nuove P2 e organi interni

La magistratura come cuscinetto

I “falsi pentiti” nella disinformazione biomedica

23 September 2012

23 settembre 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post “Psicologia, crediamo alle notizie false perchè distratti e pigri” del 22 settembre 2012

La disinformazione è endemica in medicina. E’ singolare associarla alle ingenue proteste dal basso piuttosto che al potere, che la esercita in forme sofisticate. Es. dando spazio al dissenso errato, che agisce come i falsi pentiti che con accuse false discreditano quelle vere. Il Fatto ha appena diffuso la notizia di uno studio per il quale il mais OGM è tossico. Lo studio è stato condotto nella maniera più pedestre (v. Rats and GM, in Understanding uncertainty) e sarà facile screditarlo, per poi estendere il discredito alle altre critiche sugli OGM. Che i vaccini possano causare autismo è di dubbia plausibilità; la frode svelata porta ad accettare il ragionamento invalido: l’autismo da vaccino è una bufala, pertanto lo sono anche le altre critiche sui vaccini e la ricerca ufficiale è onesta.

Il falso dissenso può inoltre stimolare angosce e quindi consumi. Non lo si dice al pubblico, perché la sovradiagnosi è tabù, ma la definizione e diagnosi di autismo non sono nette. L’incidenza può variare del 40% a seconda dei criteri ufficiali adottati. C’è un aumento vertiginoso di diagnosi; in USA si è arrivati a 1 diagnosi di autism spectrum disorder ogni 88 bambini. Bisogna chiedersi se il caso Wakefield non abbia favorito, insieme alla scienza”seria”, una lucrosa epidemia di sovradiagnosi. I magistrati aggravano la disinformazione dando credito ai “falsi pentiti” (sentenze su autismo da vaccini) e non ai “pentiti” veri; come è accaduto per pentiti di mafia.

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11 gennaio 2021

Blog de il Fatto

Commento al post “Francesco Zambon parla a La7: “Dalla denuncia intorno a me solitudine, dall’Oms non ho avuto solidarietà” “

Credo che dietro le quinte, al di là delle esigenze di copione, la solidarietà per Zambon ci sia, perché fa comodo a tutti i vari poteri coinvolti un falso pentito che recitando sui media la parte dell’ostracizzato permette di fingere di credere al depistaggio – inconsistente sul piano tecnico – per il quale la strage reale in Lombardia orientale che ha innescato l’operazione Covid sarebbe dovuta al non avere aggiornato un documento dell’OMS. Un “piano antipandemico” preparato non in base a dati di fatto, ma all’opposto mentre si lanciavano ingigantimenti mediatici catastrofisti, antiscientifici, che facevano figurare le periodiche ondate di virus simil-influenzali come armageddon, per i quali sarebbe lecito parlare di rischio di estinzione di H. Sapiens secondo R. Horton, attuale direttore del Lancet (Infection: the global threat. The New York review, 1995). Un depistaggio che configura inoltre una situazione – rivelatrice – di paradosso di Gettier, dove un allarme manifestamente costruito poi si realizza; in forme anch’esse non limpide.

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27 agosto 2022

Youtube

Commento al video “Fuori e dentro l’OMS – Dietro il Sipario” – Visione TV – Italia libera e sovrana

Zambon, che sostiene che l’anomalo picco di letalità in Lombardia – che è stato l’epicentro dell’epidemia di manipolazioni orchestrate dall’OMS – sarebbe dovuto a trasgressioni dei comandamenti dell’OMS, è un falso pentito. V. “Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale“.

 

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17 febbraio 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. Mattiello “Whistleblowing, le norme che l’Italia adotterà potranno fare poco contro un certo brodo culturale”

Mattiello chiede che termine italiano usare per “whistleblower”. Gli stessi anglosassoni, così abili nell’uso del linguaggio, sono dovuti ricorrere alla metafora, alla perifrasi. Occorre evitare termini positivi a priori, perché le denunce vanno verificate, e perché come ci sono i falsi pentiti, i falsi oppositori del sistema, i falsi contestatori*, ci sono anche i falsi whistleblower. Es. Francesco Zambon, che si presenta come “un pesce piccolo”, e così è visto anche dai cosiddetti “antisistema” quando è un pesciolino pilota che aiuta a condurre il docile gregge in bocca alla criminale narrativa istituzionale sulla strage covid in Lombardia**. Per non parlare dei tanti sistemi Montante dove si coprono metodi mafiosi – incluso il soffocamento del whistleblowing – dietro a pose da spadarotta contro la mafia.

Una figura dimenticata, l’industriale Alberto Bertuzzi “il mestiere meno conosciuto in Italia è certo quello di cittadino”, venne chiamato “promotore civico”. In attesa del termine perfetto, questa espressione, che incoraggia, ma non dà per assunta la santità, potrebbe essere assegnata, provvisoriamente, a privati che denuncino, e così sostengano implicitamente di non stare al gioco dello “una mano lava l’altra e due mani lavano il viso”, citato da Mattiolo; o dello “una mano lava l’altra e tutt’e due rubano l’asciugamano” (Marcello Marchesi).

*I sicofanti. Sito menici60d15.
** Il vero piano pandemico, rispettato, in Lombardia orientale nel 2020. Ib.

L’Italia cartografica

22 September 2012

22 settembre 2012

Blog Uguale per tutti

Commento al post di M. Travaglio “Democratica ma anche no” del 21 settmembre 2012

 

Gli abitanti di “Flatland” (Abbott) vivono in un mondo a 2 dimensioni. Una sfera che attraversa il loro mondo gli appare come l’inopinata comparsa sul territorio di un cerchio che aumenta di diametro e poi si riduce, fino a sparire altrettanto misteriosamente. Travaglio parla di muri, ma sembra che in Italia ci sia una visione bidimensionale: si scotomizza l’influenza e il peso determinante di poteri sovranazionali in questioni come la mafia (La mafia e l’antimafia favoriscono la soggezione del Paese a poteri extra-nazionali ? https://menici60d15.wordpress.com/2012/07/28/4271/). Come i flatlanders vedono una circonferenza che varia dove in realtà c’è il passaggio di una sfera, noi vediamo in chiave nazionale, in interpretazioni ricche di colore ma piatte, eventi come la mafia, il terrorismo e anche Tangentopoli che invece devono gran parte della loro forza a impulsi extra-nazionali, con finalità ed effetti diversi o perfino opposti rispetto a ciò che sembrano.

Oggi si agita la questione della trattativa. Da tanti anni mi chiedo perché la magistratura non ha fatto chiarezza sulle stragi del ‘92, e se è stato normale, e se i magistrati hanno trovato normale, che alla vicepresidenza del CSM siano andati Rognoni e Mancino, ministri dell’Interno in anni di eversione “di Stato”; Stato che a sua volta appare avere obbedito a poteri ad esso superiori. Anche questo scontro, portato all’incandescenza dai media, tra Procura di Palermo e Quirinale, questa eco dopo 20 anni degli sconvolgimenti del ’92, potrebbe in futuro rivelarsi come la manifestazione ai nostri occhi dell’attraversamento del Paese da parte di oggetti la cui dimensione non riusciamo a concepire o non vogliamo concepire.

La disinformazione circolare sulle cause di malattia

21 September 2012

21 settembre 2012

Blog de Il Fatto – Scienza

Commento al post “Malattie croniche e tumori, Italia quinta nella classifica europea della mortalità” del 20 settembre 2012

Cancellato da Il Fatto dopo correzione

E’ un sistema circolare, di depistaggio, a gioco delle tre carte; e allo stesso tempo un sistema di propaganda. Molte diagnosi di tumore e altre malattie derivano dalla medicina stessa, tramite le sovradiagnosi e gli effetti iatrogeni, che sono connaturati all’attuale medicina commerciale. Queste frodi strutturali vengono coperte addossando all’inquinamento tutte le colpe. Es. l’incremento dei tumori infantili:

https://menici60d15.wordpress.com/2008/12/17/sos-cancro-nei-bambini-e-sovradiagnosi/

Le denunce dell’inquinamento coprono la sovradiagnosi e la iatrogenesi. Un loro spin off è la strumentalizzazione per grandi manovre politiche, come sembra essere il caso dell’Ilva. L’inquinamento, che è un fattore patogeno reale e importante, viene a sua volta nascosto, negato o sottovalutato tramite la corruzione della ricerca, come ha illustrato Tomatis nei suoi libri. Viene inoltre coperto puntando l’indice verso i “lifestyles”, addossando quindi la colpa alle vittime. Gli stili di vita pure sono un fattore, ma che viene esagerato:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/01/30/il-pornografico-e-l’osceno/

Si tace inoltre che i fattori come quello degli alimenti industriali sono al di fuori del nostro controllo, e vengono promossi dal business: Il rimprovero della maitresse. In:

https://menici60d15.wordpress.com/2012/07/07/sovradiagnosi-iii-parodia-e-anti-omeostasi-nella-medicina-commerciale/

La colpevolizzazione con la campagna sui lifestyles e la paura suscitata con gli allarmi dei danni da inquinamento chiudono il cerchio spingendo il pubblico a rivolgersi alla medicina “preventiva” e clinica e alle sue frodi.

Vedi anche:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/12/08/nuove-p2-e-organi-interni/

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13 febbraio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Gentilini “Inquinamento e rischio tumori, ma davvero ammalarsi è solo sfortuna?”

La cancerogenesi ha componenti stocastiche, ed è in parte un fatto di natura, indipendente dalle attività umane. Ma in parte ha cause antropiche; la circostanza che un evento abbia meccanismi aleatori nella catena delle cause anziché essere puramente deterministico non esclude che vi possano essere responsabilità umane, la cui presenza è comunque accertata. Un conto è la probabilità di scivolare sul marciapiede dopo una gelata, un altro la probabilità se qualcuno vi scarica olio o bucce di banana tutto l’anno. Un conto è una roulette russa con un proiettile in una delle 6 camere del tamburo del revolver, un altro un giro dove qualcuno ha caricato il revolver con 5 proiettili su 6 camere.

E’ un gioco delle tre carte: si tende a minimizzare le responsabilità dei soggetti forti, cioè il ruolo dei cancerogeni chimici, ambientali e negli alimenti. Si scarica la responsabilità sulle vittime, esaltando i fattori personali, come i lifestyles, la dieta e ora la “sfortuna”. L’inquinamento a sua volta viene usato per nascondere, e, purtroppo, promuovere, un altro fattore umano legato al profitto, le sovradiagnosi di cancro (v. “Ilva, dal cancro nascosto al cancro inventato”).

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@ vihai. Non ho detto che è falso, ma che spinge, insieme ad una interpretazione tendenziosa, a favore di una tesi che assolve le responsabilità di grandi interessi. La mia critica sul merito non si discosta dalla valanga di critiche di ricercatori e istituzioni che l’articolo ha ricevuto. L’articolo, è stato notato, non dice molto di nuovo rispetto a quanto già si sapeva. (v. es. “Is cancer due mostly to bad luck?”, D. Gorski). E’ il taglio che è orientato a una tesi ideologica. Riguardo al tuo tono arrogante e ai tuoi insulti, al tuo chiamare “complottista” qualunque critica che riguardi quegli stessi grandi interessi che l’articolo e la sua propaganda vanno a proteggere, un consiglio, a proposito di fattori ambientali e lifestyles: la lingua è ricoperta da un epitelio squamoso stratificato poco cheratinizzato, un tessuto che come saprai non è in una posizione sicura nel grafico di Tomasetti e Vogelstein; il leccare le scarpe dei potenti come fanno quelli come te anche se dà vantaggi nel breve termine appare una pratica imprudente, oltre che poco dignitosa.

@ viahi. Grazie per ripetere quello che detto io, dicendomi che dico il falso. Vale la pena di osservare che l’autore dell’articolo in questione, Vogelstein, è uno dei più quotati scienziati sul cancro e gode dell’appoggio di soggetti come te nel lanciare messaggi al pubblico.

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1 marzo 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Gentilini “Campi elettromagnetici, l’appello di medici e scienziati contro l’innalzamento dei limiti”

La dr.sa Gentilini applica una forma ingenua di “cui bono”. “Il legame tra campi elettromagnetici e cancro non è solo empiricamente debole o irriproducibile, ma è anche biologicamente implausibile. I campi elettrici fisiologici sulla superficie del cervello o del cuore sono di intensità comparabile a quella indotta sulla superficie corporea dal camminare a un metro al secondo sotto alle linee dell’alta tensione. Il campo EM terrestre indurrà nel corpo del passante campi elettrici maggiori che i campi magnetici delle sovrastanti linee elettriche”. A scriverlo è stato P. Skrabanek, uno dei più feroci critici della medicina e della ricerca biomedica (in: False premises, false promises). Ritengo, con Skrabanek, che la ricerca biomedica e la medicina attuali siano percorse da corruzione e da “Follie e inganni” (v. il suo libro omonimo, in italiano); e che le aziende della telefonia mobile siano, per altri aspetti, complici. Ma questo dell’elettrosmog appare come un depistaggio, associato alla soppressione di informazioni su pericoli iatrogeni reali. I medici prima di occuparsi di ambiente dovrebbero guardare entro casa loro, cioè alla loro professione. Alle sovradiagnosi di cancro, favorite da questi allarmismi. Alle radiazioni ionizzanti, da esami radiologici non necessari; B. Reilly, uno dei maggiori internisti USA, ha di recente commentato che si è stimato che in USA ci siano dai 15 000 ai 30 000 casi all’anno di cancro causato dalle TAC (One doctor, Atria, 2014).

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@ Savoia Marchetti. E’ la tua che è la cultura del telefonino, che ragiona a livello degli spot pubblicitari dei gestori telefonici e si beve le manovre propagandistiche dei preti. E che si prende così, mentre sbraita, sia il cancro da inquinamento, sia quello da procedure mediche, sia le sovradiagnosi di cancro da allarmi lanciati ad arte. Gli abitanti di Cesano dovrebbero stare attenti a non finire carne da cannone per il business senza limiti dell’oncologia.

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29 dicembre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Gentilini “Smog e rischi per la salute: nemmeno rispettando i limiti saremmo al sicuro”

Gli allarmi sui cancerogeni seguono un andamento politico. Fino a metà degli anni 70 si ammetteva che la grande maggioranza dei cancri (80-90%) fosse dovuta all’esposizione ad agenti chimici. Le pressioni dell’industria hanno fatto in modo di nascondere questo dato macroscopico. Ora si torna a parlarne, additando l’inquinamento dell’aria e del suolo; ma non i cancerogeni nei prodotti di consumo. Il cancro è nell’aria che respiriamo. Il liberismo ha trionfato, e può convenire quest’ammissione parziale e insieme esagerata e allarmista, che induce paura. Il clima di paura aiuta il business medico; anche spingendo a esami mirati, e a interpretazioni di reperti incidentali, che tendono a sovradiagnosticare come cancro anche alterazioni che non si comportano come cancro. In particolare, mentre non ci sono elementi solidi per sostenere che l’inquinamento atmosferico sia la causa dell’incremento di diagnosi di cancro nei bambini, la paura spingerà a controlli che possono causare sovradiagnosi. Es. si è visto come il ricercare sistematicamente il neuroblastoma nei bambini abbia portato fino a 4 falsi positivi per ogni vero positivo. Si dà l’allarme solo su Scilla, l’inquinamento, mentre si tace su Cariddi, le sovradiagnosi, verso le quali così si spinge. Le varie fonti di cancerogeni chimici uccideranno molti di noi nel lungo periodo; per i bambini e gli adolescenti, il pericolo più insidioso è il crescente interesse verso di loro da parte dell’industria del cancro.

@ fv111. Non si tratta di immaginare. Le sovradiagnosi non sono “esami in più”. Sono diagnosi falsamente positive. Sulla spinta di interessi economici e del marketing, inclusi gli allarmi mediatici, sono divenute un fenomeno routinario, di larga scala, non un’eventualità improbabile. Non sono riducibili a errori di laboratorio. Gli standard diagnostici sono congegnati in maniera tale che il patologo non sia in grado di discernere con certezza, mentre pressioni sociali lo inducono a seguire pratiche che generano sovradiagnosi*. Alcuni screening diagnostici, es. quello del cancro della prostata tramite PSA, sono stati scoraggiati da enti regolatori per questo motivo. Dopo essere stato censurato, il tema è ormai del tutto riconosciuto e ampiamente dibattuto in letteratura. Azzardato, o sconsiderato, è trarre conclusioni e critiche basandosi su una costruzione mentale personale di cosa sia oggi la medicina. Le consiglio il libro “Sovradiagnosi. Come gli sforzi per migliorare la salute possono renderci malati” di Welch et al. Il Pensiero Scientifico, 2013. Oppure può andare al post de il Fatto, pubblicato nello stesso giorno di questo, “Dai vaccini ai radicali liberi, i falsi miti della scienza secondo Nature”, e approfondire il punto “la diagnosi precoce salvavita per tutti i tumori”.

*Foucar E. Do pathologists play dice? Uncertainty and early histopathological diagnosis of common malignancies. Histopathology, 1997. 31: 495.

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10 gennaio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Gentilini “Presidente Mattarella, vogliamo un’ Italia ‘sostenibile e responsabile’

L’ecologismo o è “a monte”, integrato nel modello socioeconomico, che deve condizionare nel senso di una ecologia umana autentica, o è subordinato ad esso. Nel liberismo che tutto divora l’ecologismo “sostenibile” è un ecologismo roboante ma addomesticato, che parla a comando, giustificando sia autoritarismi; sia gli affari dell’economia dell’inquinamento, questa “finestra rotta” di Bastiat: es. con le bonifiche, e come spauracchio per spingere le masse verso l’industria medica, mai sazia di pazienti, lanciando allarmi parziali e esagerati, con un’evidenza “scientifica” di appoggio alla grancassa mediatica insufficiente e fortemente viziata. Non rassicurano le parole di Mattarella nel suo primo discorso di fine anno sulla necessità, data la “concretezza e centralità del problema” di superare divergenze per “collaborare” sull’ambiente, quando l’argomento appare oggetto di gravi omissioni e distorsioni a favore di interessi particolari che contrastano con i diritti del cittadino dettati dalla Costituzione. Si parla di “genocidio” della Terra dei Fuochi. Ma “a giudicare per induzione, e senza la necessaria cognizione dei fatti, si fa alle volte gran torto anche ai birbanti” (Manzoni). E si fa un favore ad altri birbanti, perché la diffusione di queste narrazioni semplicistiche su draghi sterminatori è in grado di innescare effetti nocebo, che tramite il meccanismo circolare paura-medicalizzazione-sovradiagnosi-paura stanno facendo sì che la profezia si autoavveri.

@ Nokia. Per “ecologismo umano a monte” intendo il fissare a priori al modello socioeconomico dei limiti che consentano una convivenza il più possibile armoniosa tra Uomo e Natura; il decidere quanto abbiamo bisogno di togliere alla Natura per condurre in maniera serena e degna quel tratto di esistenza che ci viene concesso, senza danneggiarla a nostro stesso danno e senza spremerla oltre in un’illusoria ricerca del superamento della nostra condizione umana. Non è all’insegna della “purezza” come il nazismo – o i vagheggimenti tipo New Age – ma della misura. Se ha parentele politiche, queste sono con l’antiutilitarismo e il repubblicanesimo. “Si chiama nazionalsocialismo” nei bollori dei propagandisti del liberismo: l’ideologia che da un lato si sente in guerra con la natura, dall’altro specula sulle scarsità e le paure che crea con l’imbrattarla e il distruggerla. E’ il liberismo che con lo “healthism” tende a un’ecologismo stralunato e opportunista, con connotazioni fasciste: v. P. Skrabanek. The death of human medicine and the rise of coercive healthism.

@ Nokia. E’ arrivato il Grande Fratello (di Orwell, non di Berlusconi): questo suo convogliare posizioni politiche e autori sgraditi sotto etichette così negative è il newspeak di “1984”. Mi può indicare qualche autore valido, uno dei buoni maestri che guidano voi della sorveglianza antinazista? O anche l’idea di confrontare posizioni diverse è da SS?

@ Nokia. Dunque lei è un discepolo del Presidente degli USA. L’idea di dare del nazista a chi dissente promana dal pensiero di Obama? Stalin chiedeva “quante divisioni ha il papa”. Ora abbiamo una presunta guida spirituale che come commander in chief del più potente esercito del mondo di divisioni ne ha a disposizione a non finire; e non le lascia inoperose. Un nuovo “imperatore filosofo”? O una “filosofia delle cannoniere”?

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2 marzo 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Gentilini “Birre con erbicida: sul glifosato l’ennesima lezione imparata in ritardo?”

La dr.ssa Gentilini si chiede dove sia la coerenza di una EU che consente l’esposizione a cancerogeni e poi critica il trascurare questo pericolo. La coerenza è nel carattere ciclico, proprio della razionalità economica: del trarre profitto sia nel vendere beni creando danno sia nel vendere prodotti per trattare il danno che si è causato. Vi è un ciclo inquinamento- cancro, nel quale l’inquinare è il braccio “di andata”; il braccio “di ritorno” è l’impaurire e spingere a curarsi, anche esagerando il pericolo, e vendendo prodotti, come gli screening – un’altra lezione non ascoltata – che continuano ad essere presentati al pubblico con meriti che non hanno. Se si vuole, l’esposizione a sostanze dannose è “il pacco” e la speculazione medica il “contro pacco”. Quando si inquina non lo si dice; e quando si lancia l’allarme sull’inquinamento non si avverte dei rischi di sovradiagnosi, sovratrattamento, inefficacia e iatrogenesi. Si dovrebbe invece avere chiaro che i mostri sono due, la Cariddi dei cancerogeni, che quando serve viene mostrata, e la Scilla delle speculazioni mediche, che viene taciuta e verso la quale si spinge; mostri che servono lo stesso padrone.

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18 gennaio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Marfella “Terra dei Fuochi e Lombardia, mal comune ‘sommo gaudio’ per chi le governa”

Seguendo il costume diffamatorio lanciato da Burioni, Marfella chiama “medici no-tox, pericolosissimi e antiscientifici” quelli che sollevino dubbi sulla natura causale della sua asserita correlazione tra eccessi di diagnosi di cancro e inquinamento. Identificare la correlazione con la causalità è non da medici ignoranti, ma da ignoranti tout court (1).

Tra gli sfaceli causati dalla mafia – e tra i motivi per i quali non viene eliminata – c’è che dicendo di contrastarla ci si pone nella posizione migliore per praticare affari affini. L’antimafioso scienziato poi ha la doppia aureola. Ma attribuire l’incremento di diagnosi del cancro della tiroide solo a Carmine Schiavone nascondendo l’allarme mondiale su come sia facile sovradiagnosticarlo, tanto che si vuole togliergli il termine ‘cancro’ per casi comuni, è più una prosecuzione che un contrasto dell’opera della camorra. Giusto parlare della cancerogenesi chimica. Ma limitarla all’inquinamento ambientale tacendo dei cancerogeni nei prodotti di consumo, es. la correlazione col cibo industriale dei supermarket (2), è da “medici miasmatici”, che descrivendo il cancro come una fatalità impalpabile spingono la gente verso le frodi dell’oncologia e coprono responsabilità di commerci legali nell’esposizione a cancerogeni.

1 Utts J. What Educated Citizens Should Know About Statistics and Probability. The American Statician, 2003. 57: 74.

2 Fiolet T. et al Consumption of ultra-processed foods and cancer risks. BMJ, 2018. 360: k322.

@ Antonio. Le segnalo i paragrafi 4 (significatività statistica) e 9 (variabilità) dell’articolo sull’alfabetizzazione statistica. Di quello di cui parla “solo lei” si parla sempre, gonfiandolo all’inverosimile: l’inquinamento ambientale, elevato a causa unica e infinitamente potente di cancro. Di altri fattori si tace, e li si nasconde: la correlazione alimenti industriali/cancro; la sequenza allarme cancro/sovradiagnosi. Un recente lavoro mostra come l’incidente nucleare di Fukushima abbia causato alle tiroidi di minori, via allarme, sovradiagnosi di cancro, e non come si temeva cancri da radiazioni. Lei dà per certo che il criminale abbandono di materiali medici radioattivi stia facendo una strage; non dice nulla sui danni certi da radiazioni a bruciapelo da esami radiologici facili. Uno studio mostra come le TAC nei bambini triplichino il rischio di leucemia e tumore al cervello. Un sospetto di cancro indotto dai suoi allarmi sregolati può trasformare un bambino sano in un malato di cancro autentico da radiazioni mediche.

Lei si fa un vanto del gridare; ma in Italia i toni forti si usano per le fogne che stanno in basso, facili da riconoscere, come la criminalità. Contemporaneamente ci si mette a disposizione delle fogne che stanno in alto, legali e riverite. Legga Gigerenzer, tedesco, noto scienziato cognitivo e statistico, che riporta la sua furiosa litigata con uno stimato dentista per evitare una “banale” radiografia alla figlia (Risk savvy. How to make good decisions).

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4 aprile 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Martucci “Elettrosmog, una nuova sentenza lo riconosce come concausa di tumori. E intanto Bruxelles blocca il 5G”

Esistono in campo medico delle fake propagandistiche, volute dall’alto, che a diffonderle si fa carriera (e a contrastarle si sperimenta la mafia di Stato). L’avvocato Conte, oggi premier, o almeno triumviro, difensore di Stamina. L’avvocato Bonafede, già sostenitore dei tumori da cellulari (la sentenza di Firenze) oggi guardasigilli. Per non parlare dei magistrati. Ieri hanno sospeso dal servizio cinque agenti della polizia penitenziaria per avere suonato al matrimonio pacchiano di un camorrista. Anche il capo del ministero della giustizia e i magistrati che dovrebbero assicurare la giustizia fanno lavoretti di trombettieri trash e incompatibili col loro ruolo, creando false paure su una ubiquitarietà del cancro che favoriscono il business oncologico (mentre si tace sui pericoli reali e accertati, come gli effetti cancerogeni delle radiazioni, molti ordini di grandezza più energetiche, delle montagne di esami radiologici non necessari). Trombettieri ad un livello superiore, e dalle conseguenze più nefaste di quelle dei musici della penitenziaria che si barcamenano come il secondino cantato da De André.

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Blog de Il Fatto

14 gennaio 2020

Commento al post di M. Martucci “Cellulare e tumori, una sentenza conferma il nesso. E ora la posta in gioco è sempre più alta

Il settore biomedico è il più corrotto (Braithwaite, Gotzsche); la medicina, col suo potere persuasivo come pratica antropologica e l’intricato versante tecnico rende facile e sicuro nascondere danni reali e inventarne di falsi. Non si dice al pubblico del previsto “tsunami of iatrogenic harm” (Mandrola) da app mediche degli smartphone*; mentre si agita un rischio cancro aiutando così sia le sovradiagnosi di cancro a fini di lucro, sia interessi extramedici.

Impressiona come e quanto i magistrati siano partecipi. Es. a Brescia e Torino oltre a decretare un nesso cellulari-neoplasie sono già stati determinanti per Stamina, la truffa pro Pharma**, modulando il loro intervento massimizzando l’effetto disinformativo a danno della tutela della salute e coprendo le spalle ai responsabili istituzionali.

Disgustato, anche dalla promiscuità dei magistrati, mi rifugio nelle letture sulle buone pratiche di ricerca. Ma non c’è scampo: il libro di A. Field ‘An adventure in statistics’, Sage 2016, considera la sentenza nostrana sul cancro da cellulari -“In October 2012 Italy’s highest civil court supported Innocente Marcolini’s claim…. “ – per spiegare il metodo scientifico. Come esempio negativo. Il nesso che la nuova sentenza conferma è quello tra magistrati e medicina fraudolenta.

*I’m a Heart Doctor. Here’s Why I’m Wary of the New Apple Watch. Medium, 17 Set 2018.
**Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale.

bobovitz: “Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale”
Sinceramente, hai mai pensato di consultare uno bravo?

@ bobovitz. Un modo per vendere un prodotto che non funziona è raffrontarlo con uno ancora peggiore. Ciò è stato fatto per le promesse miracolistiche sulle staminali ufficiali, facendo spuntare e crescere versioni cialtronesche di cure miracolose con staminali; in USA si sono registrati tanti casi. In Italia abbiamo avuto Stamina. Non credo che uno psichiatra onesto considererebbe questa tesi motivo per intraprendere cure. Stamina è stata lanciata a Brescia dal più grande ospedale pubblico, sede universitaria, della regione modello per la sanità; essendo il rettore dell’Università di Brescia, Pecorelli, presidente dell’ente per il controllo scientifico dei farmaci, l’AIFA. Forse uno bravo vedrebbe comportamenti psicotici nelle istituzioni responsabili. Lasciando da parte la psichiatria, “tu sei matto” è l’argomento dei borsaioli colti in flagranza.

bobovitz: Vedo che non hai seguito la vicenda Stamina (o l’hai seguita ma non l’hai capita), motivo per cui passo oltre.

@ bobovitz. Capire una truffa è decostruirla e ricomporla (ci si riesce se si possiedono sufficienti conoscenze sul merito e le circostanze). Il primo passo è proprio non accettare la storia che presenta. Storia che a volte ha più di un livello. Es. non credere all’imbonitore che per accattivarsi la fiducia sbugiarda, dicendo il vero, un astante che in realtà è il suo compare. Ma queste cose non le devo certo spiegare a te.

15 gennaio 2020

Commento al post di L. Gaita “Cellulari e tumori, gli scienziati discutono su sentenza. Polichetti (Iss): “Studi non sufficienti per un verdetto così”. L’Isde: “Nessun stupore”

Uno dei criteri classici di causalità in epidemiologia (Bradford Hill) è la presenza di correlazione dose-risposta. Es. più sigarette si fumano più aumenta il rischio di cancro del polmone. Qui abbiamo, nella comunicazione al pubblico, una correlazione inversa. Si tace degli effetti cancerogeni accertati da radiazioni EM ad alta energia, quelle da TAC*, ionizzanti, capaci di alterare il DNA; e della insufficiente attenzione a questo pericolo nel prescrivere esami radiologici**. Mentre si cerca a tutti i costi di fare figurare un simile effetto, nonostante l’evidenza cercata e non trovata, delle radiazioni a bassa energia. L’inversione della correlazione dose-risposta può essere considerata come indice di disinformazione. Qui è associata al silenzio anche sui danni autentici da cellulari, quelli iatrogeni da app mediche***. Quel che è peggio alimenta l’allarmismo che favorisce le lucrose sovradiagnosi di cancro. Mette la credibilità delle sentenze al servizio del perverso marketing biomedico; e scredita una magistratura già collusa rispetto ad una ricerca biomedica che il business, dopo averla resa strumento di frode, vuole sia riconosciuta come supremo legislatore e suprema magistratura.

*Overall Cancer Incidence 24% Greater for Those Exposed to CT in Childhood or Adolescence. BMJ, 2013.
** Personalized and Conscientious Medical Imaging. To Image or Not to Image. Jama, 2017.
*** Artificial Intelligence Is Rushing Into Patient Care—And Could Raise Risks. Sci Am 2019.

18 gennaio 2020

Commento al post di P. Gentilini “Cellulare e tumori, la sentenza di Torino è una pietra miliare. Per me una boccata d’aria”

Gli ideali vanno a male, e il liberismo accelera la putrefazione. Es. da Gramsci a Renzi. Gotzsche, parlando della degenerazione della Cochrane, da lui cofondata e che oggi l’ha espulso, riporta come ogni singola ONG crescendo finisca con l’operare in maniera diametralmente opposta ai fini per cui fu fondata. Da Tomatis – pure lui cacciato da ciò che fece grande – che combatté la cancerogenesi da prodotti industriali, ai “medici per l’ambiente” che non fanno pulizia in casa propria, la medicina, ma usano l’inquinamento come spauracchio per aumentare la sporcizia domestica delle sovradiagnosi di cancro. Il livello di conflitto di interesse e di corruzione in medicina è da non credere, dice Gotzsche nel descriverlo. Ma magistrati che parlano di conflitti di interesse qui mi ricordano, oltre a Manzoni “a giudicare per induzione, e senza la necessaria cognizione dei fatti, si fa alle volte gran torto anche ai birbanti”, Iago che dice a Otello “Guardatevi dalla gelosia, mio signore”: ne osservo da anni gli interventi in campo biomedico, e posso mostrare come nelle operazioni di suggestio falsi e suppressio veri a favore del business biomedico ci si tuffino e ci sguazzino. Anche in questo caso, dove mentre si dice di opporsi alla corruzione ci si arrampica sui vetri per lanciare un allarme inconsistente che favorisce le sovradiagnosi di cancro e depista dai cancri veri da radiazioni ionizzanti da esami radiologici e dai danni iatrogeni da app biomediche degli smartphone.

@ Valter Fiore. Lo spiega es. il cardiologo Mandrola*, che in precedenza ha definito uno “tsunami of iatrogenic harm” gli effetti da attendersi da app mediche. V. anche Artificial Intelligence Is Rushing Into Patient Care—And Could Raise Risks. Sci Am 2019.

E sui cancri dalle radiazioni ionizzanti delle TAC non necessarie? La testimonianza giurata di non conoscenza da parte di una persona competente come lei è effetto dell’impostazione commerciale, che fa intraprendere e diffondere le cosiddette ‘fishing expeditions’ per acchiappare una pagliuzza essendo omertosi sul pilone da viadotto appenninico.

*I’m a Heart Doctor. Here’s Why I’m Wary of the New Apple Watch. Medium, 17 Set 2018. Screening for Atrial Fibrillation Comes With Many Snags. JAMA, 7 ago 2018.

@ Valter Fiore. I wearables e la relativa disinformazione aggiungono, sfruttando la ‘gizmo idolatry’, un ulteriore livello di generatori di sovradiagnosi e quindi di danni iatrogeni alla salute; la cui responsabilità piuttosto che agli ipocondriaci va addossata agli organi regolatori, e a chi ne intasca i benefici, medici “scocciati” inclusi. Le CT scan inutili non sono solo uno spreco. Causano malattia e uccidono, per cascade effects da incidentalomi e anche per effetto diretto provocando cancri. La medicina difensiva è una scusa, e un illecito*, per giustificare gli interessi di lucro di una medicina che è tutta privata, nelle impostazioni e nella dottrina: anche la medicina pubblica oggi è il terminale pubblico di una medicina privata. Le indicazioni e le prassi sono dettate, complici i politici (e magistrati), dal business; che ne raccoglie i profitti, anche indebiti, tramite il prelievo fiscale**. Da qui la recente simpatia per la medicina “pubblica” dei pescecani del business biomedico. “Fishing expedition” in biomedicina è un termine dispregiativo che indica il cercare di produrre risultati a tutti i costi; con mezzi scorretti come l’abuso delle subgroup analysis e il p-hacking. Lei applica la comune confusione tra exploratory e confirmatory research, che è come fare passare la raccolta di voci su eventuali reati per il verdetto di condanna della Cassazione.

*V. La medicina difensiva come scusa e come illecito.

**V. Le frodi mediche istituzionalizzate come tasse occulte.

Il diavolo, certamente

15 September 2012

15 settembre 2012

Blog di Aldo Giannuli

Commento al post “Pevsner” del 13 settembre 2012

Camilleri dunque si documenta; questo dev’essere uno dei fattori che rendono i suoi libri gradevoli e appaganti. Uno dei più recenti, “Il diavolo, certemente” illustra in chiave letteraria il concetto di “paradosso di Gettier”, nel quale una credenza basata su una percezione errata o un’argomentazione invalida poi risulta vera ad opera di meccanismi diversi; un concetto che, opportunamente applicato, può essere utile in campi come lo studio della strategia della tensione (l’ho citato a proposito della posizione dei magistrati su Vantaggiato, <https://menici60d15.wordpress.com/2012/05/19/terrorismo-multipronged//); o lo studio della frode medica strutturale, dove regolarmente i proclami e il battage mediatico infondati e implausibili su epidemie incombenti, o su cure portentose a un passo dall’essere ottenute, o su entrambe, vengono poi confermati a posteriori da studi “scientifici”.

Su Camilleri e gli scrittori siciliani (o forse meridionali in genere) ho una piccola teoria. Camilleri dopo una lunga esperienza ha avuto il meritato successo, trovando la giusta vena, in età avanzata; Lampedusa cominciò a scrivere sul serio tardivamente; come Piero Chiara, lombardo di padre siciliano, cantore disincantato del lago Maggiore che torna alla Sicilia “Con la faccia per terra”. Sembra che la pasta letteraria siciliana sia troppo densa, luminosa e corrosiva, e debba essere temperata con la posatezza dell’età. O anche tagliandola con umori continentali, mediante studi o lunghe permanenze; in varie combinazioni, che danno luogo a incroci fecondi. L’immersione di Lampedusa nella letteratura europea, i legami di Sciascia e di Bufalino con quella francese, gli studi filologici in Germania di Pirandello. Potrebbe essere interessante approfondire, cercando altri casi e controesempi.

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6 novenbre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post ““Non vollero salvare Moro”. Indagato per calunnia ex finanziere” del 5 novembre 2013

Paradosso di Gettier e depistaggi

Una tra le varie possibilità è quella del paradosso di Gettier, dove una credenza è vera nonostante sia ritenuta tale sulla base di una giustificazione falsa (il libro “Il diavolo, certamente” di Camilleri ne contiene alcuni esempi). In questo caso il finanziere potrebbe avere effettivamente prodotto delle false evidenze; che supportano però un fatto vero. Il paradosso di Gettier costruito ad arte può essere una tecnica di depistaggio, per screditare una pista valida o intorbidire le acque su una verità raggiunta.

Col conseguente procedimento per calunnia intimidisce il pubblico dal profferire ciò che d’altra parte si lascia intravedere: “L’iniquo che è forte… può adirarsi che tu mostri sospetto di lui, e, nello stesso tempo farti sentire che quello che tu sospetti è certo.” (Manzoni). Una nota, questa del negare e mostrare, presente in tutta la vicenda Moro.

Bisogna distinguere tra valore di verità e giustificazione di una credenza, quando si tratta dei Misteri d’Italia. Nel caso Moro appare esserci stato almeno un altro caso di giustificazione falsa di una verità. Cossiga diceva che lui e i DC avevano ucciso Moro; intendendo di avere causato la morte di Moro indirettamente, come effetto collaterale previsto ma non voluto, e per una scelta autonoma di difesa dello Stato; mentre, come mostrano studi come quelli di Flamigni e De Lutiis, fu una responsabilità di tipo diretto, e in esecuzione di volontà esterne.

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19 luglio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di G.C. Caselli “Camilleri mi è stato amico e Maestro. Soprattutto quando avevo il ‘matapollo’”

Chi si occupa della cosa pubblica come i magistrati dovrebbe leggere, o meglio avere letto da giovane, tanta buona narrativa. Per imparare, e anche per immunizzarsi dalla sinuosa retorica delle belle lettere. Ne “Il diavolo, certamente” Camilleri illustra in chiave letteraria il concetto di ‘paradosso di Gettier’, nel quale una credenza basata su una percezione errata o un’argomentazione invalida poi risulta confermata ad opera di meccanismi diversi. Il concetto è stato applicato all’incastrare con prove false un vero colpevole. E’ utile nello studio della frode medica strutturale, dove regolarmente i proclami e il battage mediatico infondati e implausibili su cure portentose a un passo dall’essere ottenute vengono poi “stranamente” confermati a posteriori da studi “scientifici” (e dopo anni, a malloppo incassato, smentiti…). Le pagine di Camilleri, coi loro personaggi che regalano un fischietto e vogliono farsi regalare in cambio un pianoforte (La strage dimenticata), o che hanno paura dei prepotenti ma sono coraggiosi davanti alle catastrofi della natura, giudicandola meno terribile degli uomini, consolano e arricchiscono. Ma possono anche intontire sulla realtà prosaica. Le istituzioni non sono Montalbano; sono più come Nicola Zingaretti. Chi vuole separare realtà e favola i romanzi dovrebbe vederli come incenso, come bellezza e sapienza fatte di fumo; che può anche essere usato per coprire le puzze più fetide.

@ bassettoni. Nel presentare presso la Corte costituzionale i nuovi gradi la Polizia ha fatto parlare Bocci, “Mimì”. Non mi ha dato un’impressione di serietà. Il Fatto ha riportato che i nuovi, elaborati, gradi, si scollano quando fa caldo. C’è una tendenza perniciosa al “reality”, a presentare versioni di comodo mescolando realtà e fantasia. La narrazione persuasiva può essere strumento di frode e di delitti. Soprattutto alle orecchie di chi ha letto poco, e si scioglie per qualche buon pezzo di letteratura, tarato sull’appagare chi legge. Ciò spiega perché certi difendano la narrativa a spada tratta. Lei mi ha già risposto su Il Fatto, difendendo la rutilante prosopopea di Marfella (vedi Natale in Terra dei Fuochi, la strage degli innocenti duemila anni dopo. 22 dicembre 2018), che la sovradiagnosi e i sovratrattamenti di cui scrivo sono “la melma in cui mi muovo” e che sono posizioni “di tipo fortemente paranoico” etc. (concludendo che pertanto non mi avrebbe più parlato). Credo che l’esaltazione di Montalbano, il Bene e il Male che si comprendono agevolmente mentre si digerisce la cena sul divano, aiuti nella diffusione dei mix vero-falso. Quelli pro business oncologico sono fonte di lutto e rapina; i tutori della legalità invece di separare vero e falso avvalorano il mix e lo difendono; come lo spettatore della sceneggiata napoletana che scambia emozione e realtà e commosso punta la pistola a ‘o malamente che sul palcoscenico sta per rapire il neonato. Ma non vedo troppo candore.

I magistrati e il consenso

14 September 2012

13 settembre 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Lillo “Trattativa Stato-mafia, Sabelli: “Firme? la magistratura non ha bisogno di consenso” del 12 settembre 2012

Censurato da Il Fatto

La barbarie è l’assenza di standard a cui si può fare appello” (Ortega y Gasset). Dicendo che il magistrato “non deve cercare il consenso e non deve temere il dissenso della piazza” il presidente del sindacato di categoria dei magistrati esprime un concetto alto e di importanza vitale: la magistratura deve operare e giudicare in base a uno standard fisso – la legge che discende dalla Costituzione – e non in base agli umori popolari; anche se questi fossero “maggioranza”. Purtroppo vedo che, per lo meno nel mio campo, la medicina, i magistrati – di qualsiasi fazione – tendono a soddisfare il consenso popolare o perfino a crearlo, favorendo così grandi interessi illeciti, che spesso corrispondono a ciò che, a suo discapito, la gente fortemente vuole.

I cittadini dovrebbero tenere bene a mente il principio enunciato dal dr Sabelli, generalizzato a tutti i poteri che possono influenzare la magistratura. Sia come antidoto alle voci suadenti delle forze che, siccome manovrano l’opinione pubblica, hanno interesse a far credere al popolo che la sua opinione è infallibile e sacra; e spesso lo convincono a preferire i Barabba. Sia per riflettere sull’enorme beneficio derivante dall’avere un potere di controllo che operi in base a standard, “invariante” rispetto alle pressioni dell’economia, alle minacce della violenza, alle mistificazioni della propaganda. Sia per ricordarsene quando i magistrati dei quali l’ANM cura gli interessi calpestandolo esercitano la barbarie.

Il Terzo livello

5 September 2012

4 set 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Lanaro “Caso Alpi, la madre di Ilaria: schifata dalla giustizia italiana” del 3 set 2012

Due concetti semplici e ardui, fondamentali, estrapolati dalle dichiarazioni fatte il 3 set 12 da due familiari di persone eliminate perché invise ai poteri forti. Luciana Alpi:  “Sono schifata perché la giustizia in questo Paese non esiste”. Nando Dalla Chiesa: “ma mai potevo pensare […] che potessero ucciderlo. Ho capito con gli anni che un assassinio può essere firmato, ma la gente può anche rifiutarsi di leggere quella firma e cercare altrove le ragioni. Così avvenne per mio padre”.

I “cattivi”, i killer e i servizi, sono solo il primo livello del sistema di epurazione; non potrebbero operare se non potessero contare in anticipo sul secondo livello, quello delle varie forme di cooperazione istituzionale, della magistratura e delle forze di polizia in divisa, oltre che dei politici e dei burocrati; un livello che assicura che per questo genere di reati non esista Stato di diritto, e ci sia il meno possibile verità. Poi c’è il terzo livello, il più terribile, e il più efficace: quello della gente comune. Che, omertosa e servile, è pronta a credere alle versioni di comodo e a sostenerle; ma rifiuterà di prendere in considerazione le responsabilità del potere vero; cercherà anzi di acquisire meriti presso i mandanti, nelle forme più vili. Non riusciremo a contrastare le forze che ordinano delitti politici se non supereremo i tabù che impediscono di considerare le gravi responsabilità dei “buoni”: le istituzioni “non deviate”, i magistrati e il popolo.

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8 luglio 2012

Blog de Il Fatto

Commenti al post di L. Mazzetti “Manganelli, le scuse non bastano” dell’8 luglio 2012

Lo “anche se vi credete assolti siete lo stesso coinvolti” vale anche per la gente, pronta ad accettare mezze verità e capri espiatori sui crimini di Stato per poter continuare a praticare il servilismo verso il potere. Mazzetti scrive che rimane il dubbio che i responsabili della Uno bianca siano stati coperti dalla polizia. Ad essere accusato di ciò, anche formalmente, fu in particolare Chiusolo, che ha preso il posto di uno degli epurati dei fatti di Genova come capo dell’anticrimine. Un’inchiesta penale lo prosciolse. La sua figura appare più vicina a quella di De Gennaro, anch’egli prosciolto dai magistrati, per il G8, che a quella di poliziotti capaci e fedeli alla Repubblica come Emilio Santillo, allontanato dal comando dell’antiterrorismo quando si doveva lasciare che Moro fosse assassinato. I magistrati ci hanno messo 11 anni a rimuovere, a reati prescritti, alcuni dei responsabili. Ma la “società civile” non si cura di avere nuovi funzionari che garantiscano contro il terrore e l’eversione dall’alto. Né in questa decade ha fatto nulla su identificabilità della polizia alle manifestazioni e il reato di tortura. E’ più comodo indignarsi guardando il film “Diaz” e ripetere il mantra che la colpa alla fine è dei soliti politici, come il mignottaro di Arcore e la sua corte. Poi, se come appare stia già avvenendo prenderanno piede nuove forme, adatte ai tempi, di controllo mediante la violenza e la mistificazione, ricominceranno borbottii e geremiadi.

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@ Giulioterzo. Quando avremo una polizia democratica e non più fascista? Forse quando i cittadini avranno il coraggio di pensare che le forze di polizia sono così principalmente in quanto strumenti in mano a poteri sovranazionali come la NATO, e oggi anche la UE; e non solo perché culturalmente discendenti dalla scuola di Arturo Bocchini e di Mario Roatta.

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6 luglio 2012

Blog de il Fatto

Commento al post “Nominati nuovi vertici della Polizia: Chiusolo alla DCa e Pellizzari allo SCO” del 6 luglio 2012

Ho saggiato di persona, quando era Questore a Brescia, i metodi di Gaetano Chiusolo, cognato di Pierferdinando Casini. Per esempio, per anni non sono potuto entrare in librerie né biblioteche senza essere intercettato all’entrata, o all’uscita, o all’entrata e all’uscita da auto della polizia. Mi pare abbia una concezione dello Stato, dei poteri che sovrastano lo Stato e della convivenza civile e democratica affine a quella dei colleghi che va a sostituire.

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15 luglio 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Ravera “G8, finalmente giustizia per il sangue delle vetrine” del 15 luglio 2012

Secondo la Ravera, siccome i poliziotti invece di fermare i Blac Bloc si sono rivalsi sui pacifici e inermi occupanti della Diaz, allora non è equo condannare chi se l’è presa col G8 distruggendo la proprietà privata che gli capitava a tiro. Due errori non fanno una cosa giusta, e due strabismi non si compensano a vicenda. In tema di comparazioni, e di guardare dritto, nulla da dire su come la magistratura sta trattando i Notav? L’indignazione e la protesta per il comportamento della magistratura andrebbero rivolte verso le sostanziali coperture per le mani libere lasciate ai Black bloc, per le torture a freddo di innocenti alla Diaz e Bolzaneto:

Il commensalismo dei magistrati

https://menici60d15.wordpress.com/2012/05/29/il-commensalismo-dei-magistrati/

E oggi andrebbe esercitata per la persecuzione dei Notav:

Giancarlo Caselli e i Notav: il negativo e il proibito https://menici60d15.wordpress.com/2012/02/23/giancarlo-caselli-e-i-no-tav-il-negativo-e-il-proibito/

Piuttosto che per i volenterosi figuranti che consapevolmente o meno si sono prestati ad animare i disordini di Genova sotto la regia della polizia, alimentando la tradizione della violenza insensata che il potere suscita e pilota a piacimento per crearsi un alibi alla repressione delle istanze di giustizia e democrazia:

La coltivazione della viltà: Giuliani e Bagnaresi

https://menici60d15.wordpress.com/2008/04/05/la-coltivazione-della-vilta-giuliani-e-bagnaresi/

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17 lug 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Innocenzi “#Federico 25, per una legge contro la tortura” del 17 lug 2012

Non dovrebbe essere difficile, dato il clamore mediatico sul caso Aldrovandi e sugli altri simili, raccogliere 50000 firme. Ma, invece di fare scrivere da esperti e persone informate disegni di legge su tortura e identificabilità della polizia, e raccogliere le firme per proporli per iniziativa popolare, come previsto dalla Costituzione, si chiede, come previsto da Internet, di firmare online per una generica supplica al ministro della polizia perché faccia fare una legge che controlli gli abusi che provengono dal suo stesso ministero. Una legge di controllo scritta da chi dovrebbe essere controllato.

Come madre alla quale è stato strappato un figlio, che ha lottato con successo perché il caso venisse a galla, Patrizia Moretti può dire e fare ciò che vuole, e non si può che rispettarla. Come attivista politico appare un asset della finta sinistra e dei preti, le forze che la sostengono, maestri nell’arte di favorire il potere simulando un’opposizione di comodo, che è inconsistente anche se raccoglie consenso; a partire dal consenso dei tanti che vogliono fare gli “impegnati” e allo stesso tempo tenersi buono chi comanda. Se volete aiutare chi come me subisce gli abusi di polizia e la collegata connivenza della magistratura, firmate per buone leggi di iniziativa popolare, se chi ne ha la possibilità volesse fare sul serio e le proponesse. Ma non per operazioni gattopardesche come questa.

http://menici60d15.wordpress.c.

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21 ottobre 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Todde “L’Agenzia del Farmaco vieta l’Avastin, rimedio contro la cecità” del 20 ottobre 2012

@Sonia Martino. Lei tocca un punto importante. E’ vero che non ci si può occupare di tutto: si dovrebbero però delegare persone degne e competenti, e a guardare i nostri politici e funzionari ciò non è accaduto. Il popolo, che può essere considerato come un’istituzione, è anch’esso colpevole del presente stato di cose. Inoltre, se da cittadini si sceglie di occuparsi di un tema, si ha l’obbligo di non essere superficiali: molto del “dissenso” è preconfezionato, e serve a pilotare l’opinione pubblica verso obiettivi fissati in partenza. Così quando si lanciano temi come questo la protesta popolare fa pensare a quei balli caraibici di gruppo, nei quali le figure di libertà e spensieratezza della danza sono ripetute all’unisono come in un plotone militare.

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23 novembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Casolari “Psicologia, il maltrattato che diviene maltrattante”

E’ vero che il male può corrompere anche la vittima, come hanno osservato Manzoni e Primo Levi. D’altra parte, gli italiani sono bravissimi nell’arte di don Abbondio di trovare nella vittima colpe che giustifichino la loro viltà e complicità. E’ stato fatto anche con Moro.

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4 marzo 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Bellelli “Psicologia sociale: il familismo amorale nell’Italia di oggi”

L’analisi statunitense è di parte e incompleta. Il familismo amorale c’è; un testo fondamentale per la comprensione dell’Italia è la difesa di Giuda da parte di Troisi in Ricomincio da tre (Youtube). Ma deriva dalla mancanza di comprensione dell’interesse pubblico come interesse privato: in un popolo il cui orgoglio è stato dilavato da secoli di dominazioni, e indottrinato dai preti a litigare coi fanti e leccare i santi se si vuole sopravvivere, il singolo non capisce che è in primis proprio interesse avere una sfera pubblica sana. Che se si lascia uccidere Mattei, e gli altri epurati, poi si vivrà peggio. La legge accettata è quella dei rapporti di forza; e si accetta la società ordinata secondo la gerarchia effettiva che ne deriva. La politica è sostituita dalla speranza individuale del vassallaggio: che servendo un potente si diverrà signori, anche microscopici, ricevendo un piccolo feudo. Ciò è diffuso da Domodossola a Lampedusa, dal magazziniere raccomandato alle alte cariche atlantiste. I nostri “potenti” sono per lo più povera gente che ha ottenuto di divenire grande feudatario, vendendosi pezzo dopo pezzo il Paese. Al Nord si sottomettono a padroni più forti. Sembrano puliti perché – in cordate clientelari – servono i poteri globalisti senza volto, i poteri “innominati”, più che il piccolo viscido galantuomo di paese. In questa corsa al padrone i terroni settentrionali non fanno meno danni di quelli doc, e se siamo dove siamo lo si deve anche a loro.

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@ A. Bellelli. Ho letto il libro. Interessante, anche se prende in esame un paese “spaventosamente povero”, con un alto tasso di mortalità e problemi di denutrizione, dove nessuno dei 2000 abitanti ha una propria automobile. Ma non mi pare che l’autore consideri la “mancanza di comprensione dell’interesse pubblico come interesse privato”. Considera invece la mancanza di una espansione dell’interesse privato nel pubblico, sempre su base egoistica e familistica (l’ottenere prestigio, soddisfazioni), che è una cosa diversa dal sospendere l’egoismo e curare l’interesse pubblico per non subire un danno. Banfield (che cita Milton Friedman tra i riferimenti metodologici della sua analisi sulle possibilità di sviluppo economico di una popolazione straniera) auspica tale espansione affinché favorisca lo sviluppo economico. Questa espansione l’abbiamo avuta, la crescita c’è stata, le condizioni materiali di vita sono migliorate; tutti vogliono essere qualcuno e “realizzarsi”, le strade sono intasate di auto e le arterie di placche ateromasiche; ma il familismo amorale è rimasto. E si è forse aggravato; come Banfield riconosceva sarebbe potuto accadere, nel chiedere di uscire dal familismo pigiando sul pedale del familismo. L’interesse privato ha già invaso il pubblico, con effetti misti e a volte disastrosi. Noi, trascurando di tutelare la sfera pubblica, paghiamo sempre più tasse per arricchire dei privati mentre i beni pubblici che le tasse dovrebbero finanziare ci vengono tolti.

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Che nel bianco della bandiera nazionale andrebbe scritto “Tengo famiglia” Longanesi lo ha detto ancora prima, o senza avere letto la descrizione di Banfield (1955); che è più vicina alla Lucania di C. Levi o alla Calabria di Alvaro che all’Italia di 60 anni dopo. E una tale bandiera rappresenta l’intero territorio. Quando vivevo in USA ho sentito diverse volte questa tesi dell’Italia del Sud arretrata e familista rispetto al Nord “calvinista” e progredito; e ho potuto osservare che per maggior senso civico si intendeva una maggiore aderenza ai dettami liberisti. Declinati comunque all’italiana. Non ci sono solo i don Ciccio Mazzetta; anche i Perego padani e i burocrati romani tengono famiglia. Dimmi chi voti e ti dirò che idea hai del bene pubblico; e a giudicare dalla scarsa o assente correlazione tra la qualità degli eletti e la loro provenienza regionale, lo spirito civico, che in effetti storicamente era più vivo in alcune aree, come quelle che hanno conosciuto i Comuni, si è disciolto sotto l’effetto corrosivo e omologante del liberismo, lasciando poco più che una maschera. La cui consistenza posso tristemente apprezzare, frequentando sia la Lombardia che la Calabria, e constatando direttamente, con tutto il rispetto per il venerabile studio di Banfield, insieme alle differenze le affinità, le convergenze e i legami inconfessabili tra le due popolazioni rispetto alla sottomissione a chi comanda; e rispetto alla conseguente amoralità pubblica.

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6 febbraio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Mondello “Stacchio, per il benzinaio solidarietà 2.0: #iostoconstacchio (storify)”

Una gran massa di italiani ha i testicoli retrattili come le “corna” delle lumache: si esaltano al pensiero di sparare a un delinquente se questi è uno zingaro, ma quando vengono derubati alla grande dai potenti, da chi sta portando il Paese indietro di decenni, stanno muti e con gli occhi bassi.

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@ Gilly. Gilly, che estroflessione. Ritorna in te. Nel mio piccolo, non mi faccio voler bene da chi vi offre il pappone dello “spara allo zingaro”. Denuncio reati poco noti commessi da potenti; e, non meno importante, non seguo i pecoroni.

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13 febbraio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Massari “Poste, rivolta sindacale per gestione del caso trucchi su qualità: “Dirigenti salvati, lavoratori affondati” “

Il popolo è spesso migliore dei suoi governanti; ma è demagogia sostenere che la plebe dei raccomandati e degli imboscati, dei lazzari e dei servitori del più forte, sia migliore dei suoi capi; e che non ne sia complice. I “lavoratori” delle Poste non sono in genere di una pasta migliore dei “dirigenti”. Tanti illeciti non potrebbero essere commessi senza questa omogeneità morale e culturale tra chi architetta e chi esegue.

@ Stefano Frigerio. E’ giusto sottolineare le gravi responsabilità del popolo; ogni popolo ha i governanti che si merita, si dice. Ma oltre alle responsabilità “bottom up” sono trascurate anche quelle “top down”, cioè la corruzione dall’alto della gente comune, che si lascia convincere ad abbandonare i valori tradizionali per scimmiottare – stupidamente – la spregiudicatezza di chi comanda; pensando sia vantaggioso fare il cinico che pensa solo a sé stesso. In realtà danneggiandosi, contribuendo a degradare il tessuto sociale nel quale vive; e perdendo la sua anima e la sua dignità, rimanendo così senza difese rispetto al potere. Come mostra il caso dei dipendenti delle Poste, arroganti e pronti agli abusi, che ora si squalificano, e favoriscono quindi ulteriori privatizzazioni del servizio, frignando e ricattando per avere un’estensione dell’impunità riservata ai loro capi.

@ Paolo. Questa è la cosiddetta “Nuremberg defense”, la “difesa di Norimberga”, lo “obbedivo agli ordini” estesa dai gerarchi ai sottoposti. Che può portare a conseguenze gravi anche in questa versione all’amatriciana, dove non si rischia il plotone di esecuzione, come immaginerebbe Fantozzi (a parte che anche il soldato ha l’obbligo di disobbedire agli ordini se criminali). Un rimpallo che poi esita nella solita assoluzione generale. L’eroismo, la santità, non sono richiesti; non c’entrano nulla, e non andrebbero sciupati in queste storie ignobili, che ne fanno retoriche della vigliaccheria. Qui non si tratta di essere Enrico Toti o Salvo D’Acquisto. C’entra invece la grande nemica, del liberismo come della invereconda “sinistra”: la decenza. Che pure ha un costo. E’ richiesta la responsabilità individuale del cittadino; che può essere un soldato semplice, ma non un servo. Il lavoro non è una trincea, ma neppure il seggiolone dove si riceve la pappa. Alcune cose non si fanno e basta, se si vuole continuare a potersi guardare allo specchio. E si possono non fare anche se non si è nati col cuore di leone; tanto più quando si è in tanti, e organizzati in un sedicente sindacato.

@ Paolo. Forse è meglio lasciare perdere i paragoni coi soldati della Brigata Catanzaro o con i marinai della corazzata Potemkin. Io pratico quanto dico, e parlo perché sono in condizioni di poter dire la mia sul tema; non perché sia un eroe o sia afflitto da un adamantino senso del dovere, ma perché sono delicato di stomaco; e perché comprendo che non si tratta di “concetti nobili ed elevati”, di ”teoria”, quanto di una questione pratica, che è anche di convenienza personale, oltre che di dignità. Negli uffici postali mi capita spesso di sentire, dopo la prima mezzora di attesa, la gente inveire. Al vicino di fila che si rivolge a me lamentandosi rispondo che l’impiegato postale riceverà a sua volta disservizi in ospedale o al pronto soccorso, negli uffici amministrativi e giudiziari, nei trasporti. Per le persone comuni, la decenza, il non fare i furbi, l’esigere di svolgere un lavoro corretto ed efficiente, è in primo luogo una convenzione vantaggiosa per sé stessi.

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20 febbraio 2016

Blog de il Fatto

Commento al post di G. Barbacetto “Lo scandalo sanità in Lombardia, la fatina dei denti e i controllori puniti”

@ giancarlo4601. “Viva la magistratura ora e sempre” perché fa un centesimo del suo dovere? Una della radici della corruzione è proprio il desiderio di tanti di trovarsi un qualche potere protettore.

21 febbraio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di T. Mackison “Scandalo sanità Lombardia, l’ex primario di Niguarda: “Nel 2006 la mia denuncia finita nel nulla” “

Così come la magistratura colpì il malaffare politico, con Mani Pulite, solo quando il farlo coincise con interessi non amichevoli di poteri forti sul Paese, la magistratura appare permettere, favorire o perseguire selettivamente illeciti in campo medico, d’intesa col Viminale, secondo una funzione ricalcata su quella degli interessi dei poteri forti, come le multinazionali farmaceutiche e i grandi investitori in campo biomedico.

21 febbraio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Gaudenzi “Scandali Lombardia: da Chiesa a Rizzi, nel paese dove i condannati processano i giudici”

E’ segno dello scarso senso civico degli italiani che solo i disonesti critichino la magistratura. Quando pizzicati, e con accuse false o strumentali, che costringendo a respingerle aiutano a far passare sotto silenzio le magagne vere della magistratura, servizievole verso i poteri che affossano l’ltalia.

22 febbraio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di E. Ciccarello “Appalti sanità: “Italia seconda più a rischio in Europa per corruzione e mafia” “

“Nella sanità quasi mai le forniture sono vinte da aziende straniere. E’ sintomo di frodi e collusioni”. Avoglia se ci sono frodi e collusioni in quella mangiatoia a cornucopia che la medicina è stata fatta diventare. Frodi secondarie, su forniture che spesso a loro volta costituiscono esse stesse una frode, la frode primaria, non andando nell’interesse del paziente ma di chi produce e commercia i beni e i servizi. La frode medica primaria, che ha i ”pregi” della legalità formale e della rispettabilità esteriore, non è una nostra creazione: diffusa nei paesi industrializzati, l’abbiamo prevalentemente importata. Impiantandoci sopra la corruzione tradizionale degli appalti e altri imbrogli. Le aziende straniere vogliono entrare anche nei settori mantenuti dal malaffare nostrano; col loro sistema della frode primaria, integrato nell’economia legale e culturalmente mimetizzato come “scienza”; e rendendo la corruzione ad esso funzionale.

I succhiasangue nostrani vengono quindi svergognati. Si può essere contro Tano Badalamenti perché si è contro la mafia, come Peppino Impastato; ma si può essere contro Badalamenti perché si vuole impossessarsi del suo business, come Bernardo Provenzano. La distinzione, che sarebbe fondamentale, tra opposizione morale e take-over fra bande è tenuta fuori dal discorso mediatico, e giudiziario, sulla delinquenza e la corruzione. Così il correre in soccorso della banda più forte viene presentato come istanza etica.

@ Giovanna Maggiani Chelli. Interessante. Non stento a credere che lo stato parallelo, e quindi anche i suoi fiduciari della malavita, oggi abbiano mandato di interessarsi anche della destinazione dei circa 110 miliardi di euro/anno della sanità. Potrebbe per cortesia dare indicazioni bibliografiche su queste rivelazioni di “collaboratori di giustizia” ?

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17 novembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di O. Lupacchini “Voto, suffragio universale e democrazia ‘borghese’ di Manzoni” “

Manzoni sarà stato paternalista, o elitista; ma voleva che alla lettura del romanzo fosse abbinata quella de La colonna infame, che mostra quanto buon padre possa essere il potere. Oggi il grande capitale facendo credere alla gente che è libera di pensare e di scegliere imbriglia l’immensa forza bruta della stupidità di massa. In medicina ai mali del paternalismo si è sostituita, o meglio affiancata, una pretesa autonomia del paziente che “permette ai medici di scapolare dal dovere di base che è sempre stato di perseguire il bene del paziente”*. In USA si stanno indebolendo i regolamenti di controllo sulla sicurezza dei farmaci in nome delle “libere” “scelte” dell’individuo; si approvano prodotti pericolosi affermando che ci si è conformati al livello di rischio voluto dai pazienti. Per poi imporre paternamente compliance, ovvero obbedienza, ai pazienti. L’attuale manipolazione scientifica delle masse ricorre a qualsiasi ideologismo e al suo contrario (Napolitano con la sua storia rappresenta bene questo eclettismo). Credo che il superamento del paternalismo vada cercato nel rifiutare i falsi padri imposti dall’alto ma eleggere se possibile chi ci governi come un buon padre. L’agghiacciante attuale arco politico dimostra che purtroppo il popolo non è affatto bravo in questo, che corrisponde a una forma alta di democrazia rappresentativa.

*Loewy EH. In defense of paternalism. Theor Med Bioeth 2005. 26: 445.

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28 gennaio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di V. Bisbiglia “Parentopoli Atac Roma, 150 a rischio licenziamento: “Privi di requisiti” Sindacati: “Responsabilità di altri” “

Adesso abbiamo anche i raccomandati a loro insaputa. Con la differenza che dare del corrotto ai politici fa parte del discorso permesso, ma pochi hanno il coraggio di riconoscere il carico di corruzione, i guasti alla vita civile, generati dalle congreghe di clientes che hanno avuto il posto di autista o di spazzino.

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21 aprile 2022

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Commento al post di P. Ferrero “L’Anpi ha completamente ragione: la Resistenza italiana non si può paragonare a quella ucraina”

Non sono paragonabili, ma sono entrambe figlie di posizioni false e autolesioniste. Gli italiani accettarono il fascismo che violento e cialtrone mosse guerra contro nazioni bellicose essendo impreparato e accodandosi alla follia nazista. Dopo l’8 settembre si pose a molti il dilemma dello scambiare nemico e aggregarsi sottomessi al vincitore. Gli ucraini hanno accettato lo zelenskismo, il fare da stato fantoccio suicida. Per il piacere degli USA si sono prestati a rendersi una minaccia per una nazione molto più forte, fino a farsi attaccare. Ora hanno il dilemma di difendere la propria terra essendosela prima venduta e combattendo una guerra altrui in casa propria e con la certezza di sconfitta.

L’ANPI ha evitato la vergogna di unirsi allo zelenskismo nostrano. Ma dovremmo riflettere sulle conseguenze tragiche, per noi nel ‘43, per gli ucraini oggi, di accettare per viltà, ruffianeria, indifferenza, corruzione, le posizioni “furbe” in realtà false e dannose, dei capi. Ieri il fascismo, oggi lo zelenskismo. Non esistono poteri buoni; invece di servire gli uni o gli altri, e invece di bersi la retorica fascio-clericale, trombona e ignorante, che si traduce nell’eseguire l’ordine di “reagire” evirandoci economicamente, dovremmo riconoscere come primo dovere quello della nostra salvezza e sicurezza nello scontro tra i potenti litiganti. E solo dopo esserci messi al sicuro lavorare – ma seriamente – per la pace degli altri, anche a costo di sacrifici.

@ Matteo Sivestrini. “Adesso sta a vedere che il cretino sono io” (De Curtis). Mi rifaccia questa sparata il 9 maggio, quando commemoreranno Aldo Moro, uno di quelli eliminati – tramite gli immancabili traditori e idioti – da chi vuole farci vivere “in un modo aperto e libero”. Con politici come lui PdC o PdR, invece dei campioni attuali, non faremmo la guerra di liberazione tagliandoceli.

@ Matteo Sivestrini. Martinazzoli, abile affabulatore, parlò di “inattualità” di Moro. Forse vivo mentalmente in un mondo inattuale, dove “libertà” non significa piegarsi al potente di turno e servirlo (oggi gli USA; domani chissà) e per il resto cercare di fregare i propri pari. Lei vive nel fumetto con sangue vero delle versioni ufficiali, dove le BR erano “samurai invincibili”. Aldo Moro era un DC, uno scaltro curiale portato al compromesso. Ma non era lontano dall’utopia borghese di una società equilibrata, inattuale e invisa al liberismo non meno del libro dei sogni dei comunisti. Moro, tanto di cappello, era il contrario dei buffoni che a parole sono dei Che Guevara e poi a stipendio ottenuto fanno gli sciuscià. Teneva all’Italia come entità autonoma e libera, e questo ha segnato la sua eliminazione esemplare. Tramite le BR, sciagurati ometti anti-italiani, proprio come la sciagurata masnada per la quale lei interviene, che oggi pratica quello che chiamo il “caetanismo”, l’aberrazione che può degenerare nello zelenskismo. Es. l’influenza del Centro Studi americani di Via Caetani – è davanti al muro esterno della sede del Centro che fu parcheggiata la Renault 4 – nell’orientare, tolti di mezzo gli “inattuali” e promossi gli yes-men, le nuove politiche sanitarie, senza precedenti, senza legalità, senza razionalità e iatrogene. Uniche per l’Italia, una forma di barbarie hi-tech che giusto un bravo scolaretto come lei può vedere come “occidentali”.

@ Ground 01. A me non fanno paura i mostri come Goebbels, che sono rari. A me fanno paura le masse che facilmente li seguono. Es. Why did so many German doctors join the Nazi Party early. International Journal of Law and Psychiatry, 2012. Uno storico tedesco, Kellerhoff, sostiene che la forza principale che ha portato all’Olocausto è stata la peer pressure. Le greggi di pecore, quelle sono sempre attive, cioè pronte a obbedire.

@ Snorri. Legga meglio che c’è. E legga meglio anche sulle cause; a meno di non fare come quegli attaccabrighe che grossi e minacciosi mettono il loro naso a 1 cm dal tuo e ti dicono “ti ho toccato? Che vuoi, se mi tocchi ti meno”. Una variante è che a provocare è uno piccolo, con dietro uno grosso che aspetta di accorrere in soccorso. Veda un po’ di trovare anche qualcosa sul ruolo di paciere degli anglo-americani, che smentirebbe definitivamente le calunnie che li dipingono come guerrafondai. Anche se Il Fatto di oggi riporta del generale Bertolini, già dei parà, ambiente che un poco ho conosciuto da civile e che non mi è parso spiccasse per bolscevismo, irenismo e amletismo, “gli USA tengono in ostaggio la pace”; “se il negoziato non c’è perché gli USA non lo vogliono, la guerra va avanti chissà quanto. E questa è una cosa spaventosa”.

@ Matteo Sivestrini. Le ho lette tutte, e non vi ho trovato nulla sugli USA che trattengano la loro “bald eagle”. Fu detto che la guerra è una cosa troppo seria per lasciarla ai generali. C’è da chiedersi se una cosa seria come l’informazione va lasciata a giornalisti e commentatori, perché per l’Ucraina alcuni nostri generali si stanno mostrando, nel dare punti di vista e informazioni, più seri e ponderati di tanti uomini di penna, che invece ricordano la poesia di Trilussa “L’eroe ar caffè”, 1916.

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CENSURATO

3 settembre 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. C. Caselli “Generale Dalla Chiesa: il mio ricordo a quarant’anni dalla strage di via Carini”

Credo che gli omicidi eccellenti abbiano avuto moventi multifattoriali: che siano stati commissionati tenendo conto di una molteplicità di fattori. Tra questi la necessità di selezionare la classe dirigente “compradora” tramite la quale governare il Paese a scapito dei suoi abitanti. La selezione avviene anche marcando come proibiti alcuni tipi umani tramite l’assassinio. L’attuale catalogo politico, che ricorda un atlante di funghi saprofiti, corrobora l’ipotesi.

Era un carabiniere che ci credeva davvero, ed era professionalmente abile. Per di più, con le parole che Caselli riporta sulla mafia che concede come favore ciò che è diritto delineava una singolare figura di generale quadrato e tosto che esprime critiche politiche centrate e nobili che potrebbero provenire da un Salvemini o un Danilo Dolci. (Quando la tendenza è all’opposto che le istituzioni mafiosamente concedano come favore ciò che è dovuto). Un guerriero che parla come un filosofo va bene per la Repubblica di Platone. Ciò può avere pesato, insieme ai fattori contingenti, per il pollice verso.

Questi crimini necessitano di una “location” adatta, attrezzata e conforme al copione ad usum delphini. Se si vuole eliminare un Dalla Chiesa il machiavello è mandarlo a Palermo e affidare il lavoro ai mafiosi. (Se si vuole un picco di letalità che inneschi e sostenga a livello internazionale una cascata di provvedimenti mostruosi giustificandoli in nome della salute, la Lombardia orientale è il posto giusto).

[Il commento è stato censurato, rimuovendolo, dopo essere rimasto visibile per almeno una giornata e avere ricevuto dei like. Probabilmente per l’ultima frase, sulla location in Lombardia orientale della “mini Wuhan”. V. Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale. Il classico lavoro di Wennberg, The Dartmouth Atlas of Health Care in the United States. Hanover, NH:Trustees of Darmouth College; 1998, mostra come contrariamente a quello che istintivamente si crede la medicina sia un determinante dell’incidenza registrata di malattia, e così di forti variazioni nell’incidenza locale (nella prassi per ragioni di profitto, tramite il meccanismo della “supplier-induced demand”). Mostra inoltre come sia comune il fenomeno di creazione di malattia da parte della medicina. Sia dichiarandone la presenza surrettiziamente, o ri-etichettando patologie diverse, sia materialmente, pilotando il decorso clinico con azioni e omissioni. Nozione tabù in generale, e tanto più nel caso della strage covid in Lombardia, che gode di coperture e di versioni di comodo non inferiori a quelle delle stragi siciliane.

Per altri miei commenti sul quarantennale dell’omicidio di Dalla Chiesa, v. La selezione avversa]

3 settembre 2022

Commento al post di S. Limiti “Carlo Alberto dalla Chiesa, nelle carte di Moro il segreto del suo assassinio”

Dalla Chiesa non era un agnellino né un ingenuo. Ma si trovò a giocare contro la sociopatia al potere. Che toccando i tasti giusti riuscì ad attirarlo a Palermo, e quindi alla portata dei mitra dei mafiosi; facendo così rientrare agli occhi del pubblico l’eliminazione nella narrazione “mafiocentrica”, la versione canonica che resa credibile dagli omicidi eclatanti accentrando l’attenzione su uno dei grandi poteri criminali lascia liberi di agire gli altri. Come i poteri che vollero la morte di Moro; e che oggi ci sacrificano ai loro interessi facendoci andare in malora.

Ambrosoli scrisse alla moglie che non lo avrebbero ucciso perché sarebbe stato un omicidio firmato. Enrico Mattei, l’opposto degli attuali traditori, procacciava nel mondo con magistrale abilità l’energia per l’Italia. La moglie lo sentiva piangere la notte per le minacce ricevute; deve essersi sentito rinfrancato dalla laurea honoris causa conferitagli da Stanford. Ma non fece tempo a ritirarla. Lo deve avere anche rassicurato la presenza di un passeggero americano sul suo aereo. Tutti e tre persone di grande valore, che non avendo la testa del farabutto erano svantaggiate nel confronto col Male vero, che unisce lo studio psicologico della vittima, l’inganno perfido, la finzione gelida, alla sanguinarietà bestiale. La dicotomia buoni/cattivi è spesso semplicistica, si sa. Ma si può usare al suo posto quella tra “l’inferno e chi non è inferno” (Calvino), che è robusta.

@ Basettoni. Ci sono colpe anche nel farsi colonizzare senza resistere, e anzi collaborando: “If overall responsibility for the strategy of tension rests with the United States, a great burden of guilt must be born by the Italians, without whose willing participation the country’s terrorist ordeal would never have come about” (Willan P. Puppetmasters. The political use of terrorism in Italy.2002; il libro dà anche un quadro non agiografico su Dalla Chiesa e il suo assassinio). Si parla sempre di mafia, un po’ di corruzione, ma mai della terza testa del mostro, il tradimento delle classi dirigenti. Né dell’ignavia omertosa degli italiani, che ora avranno modo di meditare sulle conseguenze degli atti di guerra cui, presi solo dai loro affari immediati, hanno voltato le spalle, come l’eliminazione di un capitano d’industria come Mattei,di statisti come Moro e di tanti che volevano servire il Paese.

@ Basettoni. Si viene estromessi dal lavoro, e con esso dalla possibilità di incidere sulla società, non come il facoltoso avvocato Conte, dagli ambigui addentellati, catapultato a palazzo Chigi; ma scomparendo in silenzio mentre si viene mascariati. A lupara bianca. Senza clamore, senza che se ne accorga altri che quelli che vanno educati. Su direttive di oltreoceano, v. R. F. Kennedy jr, “The real Anthony Fauci”, 2021, sulle epurazioni implacabili, e sulle munifiche selezioni alla rovescia degli “esperti”, pro frode in campo biomedico. Tramite notabili di casa nostra. Del genere di quelli che misero in carcere Domenico Marotta. Facendo largo ai Ricciardi e catapultando ai vertici i Crisanti. “Piacerini” di politici e magistrati dalle conseguenze nefande: “Why are so many people dying? The endless butterflies effects of damaging policies”, Gruppo Hart, 5 set 2022.

La precisa ripartizione delle responsabilità tra i quisling e le persone comuni – con il clero storico gestore e catalizzatore dalla pratica di vendersi l’Italia – forse è il problema dell’uovo e la gallina. In ogni caso non si può sollevare da una cospicua quota di colpe l’italiano medio, che, uso servire i santi e fregare i suoi pari, ancora meglio se le due cose assieme, ascolterebbe con impaziente distacco il suo quadro di asservimento nazionale. Che lei ha tratteggiato usando l’accetta, con tagli di troppo e senza gli sfumati che lo rivestono. Ma non è certo campato in aria.

La mafia e l’antimafia favoriscono la soggezione dell’Italia a poteri extra-nazionali ?

28 July 2012

Comunicato il 23 luglio 2012 a “Appello al popolo”. In attesa di pubblicazione

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”… gl’Amplissimi Senatori quali Stelle fisse, e gl’altri Spettabili Magistrati qual’erranti Pianeti spandino la luce per ogni doue, venendo così a formare un nobilissimo Cielo, altra causale trouar non si può del vederlo tramutato in inferno d’atti tenebrosi, malvaggità e sevitie che dagl’huomini temerarij si vanno moltiplicando, se non se arte e fattura diabolica, attesoché l’humana malitia per sé sola bastar non dourebbe a resistere a tanti Heroi, che con occhij d’Argo e braccj di Briareo, si vanno trafficando per li pubblici emolumenti.”

Manzoni, I Promessi sposi.

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Sul blog de il Fatto il 19 luglio scorso è apparso un post su un plagio, fin troppo palese, di Saviano [1]. Ho postato il seguente commento:

Nel Giulio Cesare di Shakespeare la folla vuole linciare i congiurati. Vede Cinna e vuole ucciderlo. Ma non è Cinna il congiurato, è Cinna il poeta. “Ammazziamolo lo stesso, ha scritto brutte poesie”. Simmetricamente, la folla continuerà a osannare Saviano anche quando i suoi plagi sono ostentati, perché è Saviano, lo scrittore antimafia. Oggi si celebra Borsellino, in uno di quei riti tribali italici dove si venerano figure eccezionali dopo aver lasciato che fossero uccise, per ottenere un trasferimento simbolico del loro valore a coloro che sono servi dei poteri che vollero quelle eliminazioni. Sarebbe ora di non seguire la folla, lasciare perdere Saviano, pensare in silenzio a Borsellino, e considerare che, invece di eradicare la mafia e passare a occuparsi dei maggiori problemi del Paese, di altre forme di grande criminalità altrettanto dannose che ci stanno togliendo il futuro, sulla mafia chi occupa lo Stato ha costruito una metamafia, che gli permette di continuare a praticare il peggiore malaffare:

I professionisti della metamafia

https://menici60d15.wordpress.com/2010/06/08/i-professionisti-della-metamafia/

Mi è stato risposto:

Sudlander. “il problema non è criticare saviano, ma avere l’ossessione di criticare saviano che è un aberrazione esattamente come il santificarlo.

il 90% delle critiche a saviano si possono riassumere in: è un ebreo, è diventato ricco, dice cose che tutti sanno. le prime 2 non mi sembrano dei reati, la terza non è vera e anche se fosse vera c’è differenza tra banalità e bugia.il restante 10% sono critiche estetiche al suo primo libro (ok qualcuno credeva che fosse il nuovo pasolini? o forse ha il dovere di esserlo?)

tu dici di lasciar perdere saviano? ecco iniziamo a non dare attenzione ad ogni virgola che scrive sopratutto se,con molta probabilità,dietro questa notizia del plagio non c’è nessun reale plagio.

(per piacere pubblicatelo)

il 20 luglio ho replicato:

“Non critico certo che sia ebreo; anche se non andrebbe ignorato cosa hanno fatto a un oppositore extrasistema, critico di Saviano, Arrigoni:

I precedenti di Arrigoni

https://menici60d15.wordpress.com/2011/04/15/i-precedenti-di-arrigoni/

Né che sia arricchito; anche se non andrebbe ignorata la differenza tra chi opponendosi viene distrutto dallo Stato e chi ne ottiene benefici. Ho già scritto di apprezzare Gomorra sul piano estetico e informativo; anche se un libro da treno non andrebbe scambiato per un capolavoro, e l’attenzione che gli si presta mi pare espressione di “Un’antimafia di Stato vanitosa e sbadata dove la fanfara è la prima arma”:

Lotta alla mafia nell’anno domini 2010: Saviano e Lea Garofalo

https://menici60d15.wordpress.com/2010/10/23/lotta-alla-mafia-nell%E2%80%99anno-domini-2010-saviano-e-lea-garofalo/

Io critico che ci si consoli con le storie di mafia mentre la frode diviene sistema, crescono le tasse e si privatizzano i servizi pubblici (penso al mio campo, la medicina); a favore di forze che possono contare sia sulla mafia sia sulle istituzioni corrotte. La mafia è un male ma non è l’unico male; è come una tra le vette dell’Himalaya, non come un Kilimangiaro solitario. Non viene abbattuta, ma è usata per distrarre, impaurire, esigere il pizzo del consenso, giustificare omissioni e complicità. Il cittadino medio deve temere per la sua vita e i suoi beni più la criminalità economica alla quale le istituzioni ci stanno vendendo, che i “Cicciotto e mezzanotte”. “

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Ma Il Fatto, apparentemente per una catena di insormontabili difficoltà informatiche, non ha pubblicato la mia risposta, né mi ha dato su ciò le spiegazioni che gli ho chiesto. Il Fatto in precedenza ha censurato altri miei commenti [2], compresi alcuni riguardanti lo stesso argomento [3].  Ciò ha rafforzato le mie convinzioni “eretiche” su mafia e antimafia. La concezione corrente della mafia si basa su tre postulati impliciti, che ci appaiono ovvi e indiscutibili, e che respingo ad un analisi razionale come inverosimili e contrari all’evidenza. Il postulato di invincibilità, per il quale è normale che se qualche decina di viddani di Corleone o di tamarri di qualche sperduto paesino dell’Aspromonte decidono di divenire una potenza mondiale non c’è niente che possa fermarli. Il postulato di sovranità, per il quale la mafia è un’entità autonoma e indipendente, non sottomessa ai poteri che potrebbero annientarla senza grande sforzo. Il postulato di nazionalità, che è di portata generale venendo applicato anche ad altre piaghe del Paese, che considera che in Italia la mafia deve il suo successo ad appoggi politici – e dei servizi – esclusivamente nazionali, cioè italiani, a loro volta sovrani, che resistono a qualsiasi stagione e a qualsiasi forza contraria.

Anche le idee sulla genesi della attuale mafia sembrano chiare e da condividere ma non lo sono. Nel marzo scorso a una conferenza a Brescia il procuratore Prestipino, chiedendosi come si è arrivati a questo punto, ha detto che gli interessa maggiormente quello che c’è da fare per contrastare questo fenomeno criminale, piuttosto che la storia di come siamo arrivati alla situazione attuale; invitando a guardare al “bicchiere mezzo pieno”, i passi avanti ottenuti e i successi conseguiti; es. oggi non ci sono più, tra gli ndranghetisti di spessore condannati, latitanti; anche se nel frattempo la ndrangheta si è estesa al Nord. Il magistrato antimafia ha fatto notare che la mafia è quanto meno coeva alla formazione dello Stato unitario, e ha influenzato il Paese lungo la sua storia da allora ai nostri giorni. E’ per questa circostanza che, ha aggiunto, è da disapprovare l’uso della parola “emergenza”; a me invece questa emergenza perenne sulla mafia suona falsa e antidemocratica per altri motivi [4]. Il sistema mafioso col suo doppio aggancio al territorio e al potere costituito ha una sua compiutezza sociologica, che lo rende particolarmente temibile e porta ad annoverarlo tra i modelli fissi che in forme diverse si presentano nel corso storico, in luoghi e tempi diversi, quando l’humus antropologico è adatto e le circostanze lo permettono; ma nonostante ciò la mafia meridionale in Italia avrebbe potuto essere tra i tanti fenomeni che si sono conclusi. La nazione e lo Stato oggi sono, anche se non tanto quanto dovrebbero essere, molto più forti e consapevoli di quelli dell’Italia rurale dei tempi di Palizzolo o del prefetto Mori. La continuità della mafia mi pare artificiale, e la sua permanenza un anacronismo deliberato, che a sua volta ha frenato la crescita dell’Italia.

Mi pare che la mafia storica –  su un isola sulla quale già prima dell’Unità l’Inghilterra poneva particolare attenzione militare e commerciale –  sia stata mantenuta in vita e virulentata dagli USA, che, conoscendone il ramo statunitense, ne compresero le potenzialità intrinseche e se ne servirono, come avevano fatto in precedenza politici italiani, come instrumentum regni; prima per lo sbarco in Sicilia del 1943; poi per fare della Sicilia la “49° stella” di fatto, cioè un protettorato USA al centro del Mediterraneo, spezzando le istanze di libertà con le uccisioni di sindacalisti, il bandito Giuliano, la strage di Portella. Pio La Torre, politico intransigente che si opponeva alla base NATO di Comiso, fu ucciso dalla mafia con armi in dotazione all’esercito USA (quel giorno il suo compagno di partito Napolitano si trovava a Manhattan). Il potere mafioso è rifluito dai potenti USA al vecchio ceppo primario, rinvigorendolo e probabilmente salvandolo; gli furono conferiti, dagli arcana imperii, anche tramite la massoneria, incarichi come il narcotraffico, il traffico d’armi, di capitali, il condizionamento della vita politica nazionale, omicidi politici e stragi terroristiche; insieme a un’ampia impunità nei suoi delitti di routine, dal racket allo sfruttamento degli appalti pubblici.

Negli ultimi decenni, con lo scatenarsi dei poteri economici e finanziari globali, e soprattutto dopo la caduta del Muro, la nuova mafia è stata usata come stampella antimodernista del liberismo, assegnandole un ulteriore compito. Abituata a operare nell’ombra e con discrezione, è divenuta spettacolare, ostentando la propria ferocia; desiderosa di alleanza con lo Stato, per un periodo questa criminalità astuta e cauta gli ha mosso guerra; da argomento tabù è stata fatta diventare una delle maggiori icone nazional-popolari. Mediante questa mutazione operativa e culturale si è attuata un’opera di mistificazione che favorisce il dominio e la spoliazione della nazione. Se si vuole conquistare un paese si possono corrompere alcuni suoi “generali” (come si fece letteralmente coi generali borbonici nel 1860; e come appare si sia fatto in Libia e si stia facendo in Siria). I nostri “generali” al 99% sono a buon mercato; ma per conquistare o tenere sottomesso un paese occidentale moderno è preferibile operare in modo più sofisticato, in modo da non alienarsi il consenso popolare. Dei vari fronti dai quali il Paese è attaccato, si può mediante un’opera di corruzione e disinformazione fare concentrare le difese su di un singolo fronte; avendo così mano libera sugli altri fronti.

La mafia, nonostante la mitologia della quale è ammantata, che ci viene ripetuta incessantemente da innumerevoli film, manifestazioni, dibattiti etc., di per sé sarebbe rispetto allo Stato un nemico relativamente debole, che potremmo stroncare in poco tempo; volendolo. Invece viene protetta, virulentata, e quindi additata come il Male ontologico, il Male metafisico, in modo che l’attenzione e gli sforzi si concentrino contro di essa. Ottenendo così una diversione, di forze e dell’attenzione dell’opinione pubblica, e allo stesso tempo un alibi per le impunità e i servigi che la nostra ruffianissima classe dirigente assicura ai poteri extranazionali; oltre che un alibi per un diverso e più noto capitolo di corruzione, quello delle ruberie, concussioni e clientelismi mafiosoidi per la propria fazione. Una classe dirigente che così facendo ottiene allo stesso tempo credibilità presso la cittadinanza opportunamente sensibilizzata. La forza attuale della mafia è esterna ad essa (N. Dalla Chiesa), ma risiede prima che nella società e la politica nazionali, come giustamente si dice, in centri di potere che le travalicano, sui quali rigorosamente si tace. Falcone sentì la necessità di affermare che la mafia è un fenomeno umano. Oggi è nell’immaginario collettivo “opus diaboli”, la sua essenza satanica manifestandosi nel fatto che nonostante tante battaglie non venga sconfitta. E’ come l’Uomo nero per un bambino, e chi occupa lo Stato ci dà protezione in cambio del pizzo della sottomissione. Da qui la necessità di costruire eroi, appropriandosi della figura di quelli veri, come i magistrati e altri combattenti autentici osteggiati in vita e mandati a morire, i mafiosi di fronte e i collusi alle spalle; e costruendone di artificiali come Saviano o altri. Intanto, mentre guardiamo rapiti il serial pluridecennale che ci propina, chi ci ha imposto Berlusconi, D’Alema, Napolitano, Monti, etc. ci fa svaligiare la casa.

Ci sono guerre che al potere conviene non vincere (un’altra, che conosco da medico e ricercatore, è quella contro il cancro). Sul piano tattico, la mafia è tenuta sotto controllo, in modo che operi e se ne rilevi la presenza ma il suo potere non cresca all’infinito. Si ha cura di preservare la versione ufficiale sulla sua natura. La magistratura “atlantista e berlingueriana” [5] ha pestato l’acqua nel mortaio sulle cause prime e le finalità di fatti gravissimi; riproposti in continuazione all’attenzione del pubblico mentre il Paese regredisce; con ricostruzioni diverse ma mai conclusive: le stragi di venti anni fa che, dietro a versioni di copertura come quella dello Stato che spaventato tratta coi mafiosi che vogliono un alleviamento del carcere duro, ebbero un ruolo basilare nella realizzazione delle volontà atlantiche di allora sul Paese.

Sul piano strategico, per l’Italia concentrarsi sulla mafia in una eterna guerra di logoramento, invece di schiacciarla e passare agli altri fronti, è un esporsi ulteriormente indebolita ai poteri che si vogliono appropriare della nazione. La cosa più triste in tutto ciò è che ci si avvale anche di capacità e di energie di persone in buona fede, nelle istituzioni e nel popolo, dissipando risorse che sarebbero preziose su posizioni che sono sguarnite; dove grandi forme di criminalità dei colletti bianchi sono libere di depredare, dando luogo alle spoliazioni delle quali percepiamo l’esistenza, come quelle che si stanno manifestando nell’attuale crisi economica; e ad altre che la grande maggioranza delle persone non è neppure consapevole di subire, come le frodi mediche strutturali. Avvalendosi degli idealisti e degli onesti, non consapevoli dell’eterogenesi dei fini, l’antimafia è divenuta inoltre una piccola industria, che accanto a una parte operativa consente a diversi di acchiappare qualche vantaggio, costruire carriere, emulare Impastato su palcoscenici sicuri; e tende perciò a perpetuarsi e a perpetuare l’ideologia che la regge.

Ora si è sostituita come prima mafia Cosa nostra con la ndrangheta, e lanciata la mafia al Nord. Gli ndranghetisti avrebbero colonizzato il Settentrione, secondo la Direzione nazionale antimafia e all’unisono Mario Draghi, grand commis della dissoluzione della sovranità nazionale a beneficio delle banche e delle multinazionali; una specie di Spedizione dei Mille da Sud verso Nord, improbabile ma efficace quanto quella delle Camice rosse [6]; non sarebbero serviti a fermarla i tanti anni di esperienza accumulati nella lotta alla mafia al Sud, e le risorse allocate a questo scopo. A pensarci bene, la vulgata di come estese attività mafiose si siano insediate e si estendano al Nord è un insulto all’intelligenza, e l’averlo permesso, per ciò che è vero, e pure per ciò che è esagerazione, un insulto alla memoria dei valorosi caduti combattendo la mafia. Posso testimoniare che in Lombardia e anche in altre regioni le stesse istituzioni che si fanno belle con l’antimafia – magistratura, forze di polizia, sinistra debenedettina, politici locali di ogni colore, sindacati, clero etc. – sono i migliori agenti delle forze neoliberiste extranazionali che ci stanno sottoponendo a uno sfruttamento di tipo coloniale, che sta portando una quota crescente di una popolazione laboriosa e creativa a condizioni di vita stentate. Forze che anche al Nord si avvalgono, con la zelante manovalanza delle istituzioni e degli autoctoni, di metodi mafiosi. Per la società civile, sarebbe ora di combattere la mafia chiedendo di vincerla finalmente e di finirla, questa guerra.

https://menici60d15.wordpress.com/

Note

[1] Ecomafia 2012, la prefazione di Saviano troppo “simile” al capitolo di Terzian. http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07/19/rapporto-ecomafia-2012-nella-prefazione-di-saviano-troppe-analogie-con-capitolo/297662/#disqus_thread

[2] menici60d15. Commenti censurati da “Il Fatto”.

https://menici60d15.wordpress.com/commenti-censurati-da-il-fatto/

[3] Ndrangheta e privatizzazione della sanità. https://menici60d15.wordpress.com/2011/03/25/ndrangheta-e-privatizzazione-della-sanita/

Antimafiosi. https://menici60d15.wordpress.com/2011/03/25/antimafiosi/

I mafiosi filantropi e la Lombardia non omertosa. https://menici60d15.wordpress.com/2011/12/20/i-mafiosi-filantropi-e-la-lombardia-non-omertosa/

Segnalazione del post: “Giancarlo Caselli e i No-Tav: il negativo e il proibito” su post pro Caselli di Gomez, Travaglio, Dalla Chiesa. https://menici60d15.wordpress.com/2012/02/23/giancarlo-caselli-e-i-no-tav-il-negativo-e-il-proibito/

Contro la legalizzazione della mafia. In: https://menici60d15.wordpress.com/2010/06/08/i-professionisti-della-metamafia/

[4] Antimafia e cultura dell’emergenza. https://menici60d15.wordpress.com/2011/03/28/antimafia-e-cultura-dellemergenza/

[5] Blog di A. Carancini. Vent’anni dalla morte di Borsellino? Dalla mafia mi guardo io… 20 luglio 2012

[6] Italia.150 anni di conquiste fiat. https://menici60d15.wordpress.com/2011/03/17/italia-150-anni-di-conquiste-fiat/

v. anche i link nei post citati

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21 ottobre 2014

Blog dei Il Fatto

Commento al post ” Concussione, Scarpinato: “Le legge Severino riduce le pene e crea omertà ”

I libri e gli interventi di Scarpinato suscitano stima. Per questo anni fa gli mandai copia di una relazione sui nuovi interessi di uno dei protagonisti della “Storia segreta della Sicilia” (Casarrubea), Mike Stern, che da giovane gestì Salvatore Giuliano e da anziano ha partecipato alle frodi mediche strutturali. Un campo dell’“osceno” (Scarpinato), le frodi mediche legalizzate, che a mio parere i magistrati aiutano a tenere fuori scena, e a prosperare. Favoriti in ciò anche dall’essere concentrati sulla mafia. Mi ha fatto piacere che usiamo la stessa espressione, “linea Maginot”, riferendoci alla lotta alla mafia. Con valore diverso però: “Si costruisce, in un cantiere perenne che è una perenne ossessione estetica come la chiesa di Gaudì, questa linea Maginot contro la mafia, e si lascia che venga aggirata in mille modi.”. Comunemente, “linea Maginot” è una metafora per un’opera di difesa imponente nella quale si sono riversate tutte le energie, che poi viene aggirata dal nemico, anche per la sua incompletezza. Forse Scarpinato, che scrive benissimo, vuole invece riferirsi a quelle valutazioni storiografiche che le riconoscono parziale efficacia; trasformando la critica in lode. Come è successo alla parola “meritocrazia”, che fu coniata in senso ironico e spregiativo. Ma forse sbagliamo tutte due, perché la mafia è una quinta colonna; o una delle quinte colonne, di quei poteri economici per i quali l’Italia è tornata ad essere terra di conquista.

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Ved anche:

Medicina e rischio democratico

 

Sovradiagnosi III. Parodia e anti-omeostasi nella medicina commerciale

7 July 2012

13 giugno 2012 

Comunicato a “Appello al popolo” il 13 giugno 2012 e lì pubblicato il 28 giugno 2012 

L’efficacia specifica della metformina [il farmaco di prima scelta per il diabete dell’adulto] nel prevenire il decesso o eventi cardiovascolari non è stata provata …  Non abbiamo trovato evidenza che la metformina abbia alcun effetto benefico specifico sulla mortalità per tutte le cause, sulla mortalità cardiovascolare, o sulla morbosità cardiovascolare nei pazienti con diabete di tipo 2. … Sebbene la metformina sia considerata come lo standard di riferimento, il suo rapporto benefici/rischi resta incerto. Non possiamo escludere una riduzione del 25% o un incremento del 31% nella mortalità per tutte le cause. Non possiamo escludere una riduzione del 33% o un aumento del 64% della mortalità cardiovascolare … Comparato con gli altri antidiabetici orali, la metformina potrebbe essere quello coi minori svantaggi”. Da PLoS Medicine, aprile 2012 [3]

“La relatività della normalità non deve costituire in alcun modo per il medico un incoraggiamento ad annullare in una confusione la distinzione tra normale e patologico. Questa confusione spesso si addobba del prestigio di una tesi, essenziale per il pensiero di Claude Bernard, secondo la quale lo stato patologico è omogeneo allo stato normale di cui non costituisce altro che una variazione quantitativa in più o in meno. Questa tesi positivista … è stata volgarizzata prima di Cl. Bernard da Broussais e da Comte. In effetti, se si esamina il fatto patologico nel dettaglio dei suoi sintomi e nel dettaglio dei meccanismi anatomo-fisiologici, esistono numerosi casi in cui il normale e il patologico si presentano come delle semplici variazioni quantitative di un fenomeno omogeneo (vedi la glicemia nel diabete, per esempio). Ma è proprio questa patologia atomistica che, se è inevitabile sul piano pedagogico, rimane contestabile su quello teorico e pratico. Considerato nel suo insieme, un organismo in situazione di malattia è “altro”, e non lo stesso modificato solo nelle dimensioni (il diabete deve essere considerato una malattia della nutrizione il cui il metabolismo dei glucidi dipende da fattori multipli, coordinati dall’azione di fatto indivisibile del sistema endocrino) ”. G Canguilhem, Il normale e il patologico, 1943, 1968.

Echeggiando i concetti espressi un secolo prima da C. Bernard, “Trovare il diabetico nascosto” [film propagandistico della casa farmaceutica Upjohn, 1965, per il lancio della prevenzione farmacologica del diabete] terminava con il monito: “Non dobbiamo pensare più che il diabete è avere lo zucchero nelle urine: dobbiamo pensare alla malattia dinamica”. Senza la distinzione categorica della presenza o assenza di zucchero nelle urine come si-o-no diagnostico, come tracciare il confine tra glicemia elevata e stato di malattia diabetica? … la distinzione fu mediata dalla categoria mobile e malleabile del prediabete”. J A Greene, 2007 [4]

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Nel terzo capitolo, intitolato “Noi cambiamo le regole. Come vengono cambiati i numeri per diagnosticarti diabete, colesterolo elevato e osteoporosi”, Welch e al. [5] estendono quanto visto per il caso dell’ipertensione [2]: un singolo “numero” viene usato per diagnosticare una condizione morbosa che si asserisce essere nel suo stadio asintomatico iniziale. Nel caso del diabete, che è la patologia che consideriamo in questa puntata, la diagnosi precoce di laboratorio dovrebbe servire a prevenire lo sviluppo del diabete mellito di tipo 2 (DMII), quello dell’adulto e dell’anziano, che è un fattore di rischio per infarto cardiaco, ictus, danni oculari fino alla cecità, insufficienza renale, neuropatie, ulcere e cancrene agli arti inferiori e altre patologie.

Questi numeri soglia, notano gli autori, sono stabiliti da gruppi di esperti, in un processo che non è puramente scientifico, ma è influenzato da giudizi di valore, “e perfino da interessi finanziari”. Il valore della soglia diagnostica dell’esame di base per la diagnosi del diabete, la glicemia a digiuno, che era di 140 mg/dl, nel 1997 è stato abbassato a 126 mg/dl. Attualmente la soglia per la diagnosi di prediabete è di 100 mg/dl.

Welch spiega che i benefici del trattamento sono una funzione crescente della severità della anormalità quantitativa considerata; e che quindi per anormalità lievi i benefici se ci fossero sarebbero comunque bassi; mentre può essere rischioso ridurre un parametro vitale come la glicemia, quando già di per sé non è particolarmente elevato. Welch porta l’esempio di un trial clinico iniziato nel 2003, su diabetici ad alto rischio per infarto o ictus. In uno dei bracci, 5000 persone ricevettero una terapia farmacologica intensiva, che riesce ad abbassare la glicemia tanto da portarla sotto il limite dei 140 mg/dl. Nel 2008, l’omologo USA del nostro Istituto superiore di sanità, che conduceva il trial, dovette interrompere questo trattamento intensivo; dichiarò che lo “modificavano” come “misura di sicurezza”, un eufemismo per dire che il trattamento veniva interrotto per quel braccio a causa di un eccesso di mortalità rispetto ai pazienti che ricevevano una terapia standard. I ricercatori affermarono che la causa dell’eccesso di mortalità probabilmente non era dovuta ai farmaci, ma a qualche combinazione non identificata di fattori. Welch commenta che se il trattamento intensivo avesse mostrato una riduzione di mortalità gli autori non avrebbero avuto esitazioni nell’attribuirla ai farmaci.

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Il tema parodistico e il fattore anti-omeostatico nella medicina commerciale

La nota comica della diversa interpretazione del trial randomizzato (il modello di ricerca che viene venerato come lo strumento capace di svelare gli effetti di un intervento clinico, al netto di bias e fattori confondenti) a seconda che dia i risultati voluti o no, è da prendere sul serio. Nell’esaminare il caso della sovradiagnosi del diabete come un altro “puntare alla pancia” della gaussiana [2] vorrei esporre il concetto di parodia e quello di anti-omeostasi nella medicina commerciale, e in particolare nella medicina preventiva. Nello scandalo che scosse gli USA nel 1970, dovuto alla rivelazione che l’uso della tolbutamide per la prevenzione del diabete stava causando un eccesso di decine di migliaia di morti, del quale si dirà, uno dei protagonisti, Bradley, osservò che in questi casi ognuno proclama di servire l’interesse pubblico, ma ognuno nel montare il cavallo dell’interesse pubblico va in una differente direzione (cit. in [4]). I grandi programmi di screening che ingigantiscono la spesa sanitaria e i profitti delle multinazionali, coi loro accorati appelli, sono in genere parodie mostruose dell’avere a cuore l’interesse pubblico. In generale, nella sua ricerca del profitto il liberismo economico fa una parodia del servire l’interesse pubblico. Ciò è particolarmente marcato nel caso della medicina, dove i vari settori, diagnosi, cura, prevenzione, si prestano a essere distorti a favore del profitto, con risultati economici straordinari. La medicina liberista prende a questo scopo dall’armamentario ideologico, culturale, dottrinale, scientifico le componenti che le servono (v. epigrafe), accozzandole senza badare alla loro eterogeneità, con risultati irrazionali, e talora farseschi, ma efficaci sul piano della persuasione dei pubblico e su quello economico. Il vizio, già presente nella medicina “keynesiana”, è sfrenato in quella “reaganiana” che la sta sostituendo.

L’aspetto fondamentale di questa parodia riguarda la funzione omeostatica della medicina. La medicina curativa per sua natura è omeostatica: si affianca o si sostituisce ai meccanismi naturali di feed-back negativo (FB-) (un FB- è quello del termostato, per capirci) che mantengono o riportano l’organismo allo stato di salute. La medicina curativa è anch’essa strutturata come un FB- : si osservano gli effetti delle cure sul paziente, e li si regola di conseguenza. Se non funzionano o sono dannosi, li si elimina; se sono efficaci, li si dosa fino a che si ottengono i risultati voluti, o fino a che gli effetti avversi superano quelli benefici. L’interesse privato può ottenere tale FB-, anche con risultati non inferiori, o talora superiori, a quelli di una medicina “di Stato”; ma solo fino a un certo punto. L’omeostasi ha un carattere autolimitante, che contrasta con l’essenza espansiva, col bisogno di continua crescita, del liberismo. Il liberismo è sotto il segno del feedback positivo (FP+) (un esempio di FB+ è la crescita economica che genera altra crescita). In fisiopatologia, il FB+ è nella maggior parte dei casi sinonimo di circolo vizioso; in economia, è spesso sinonimo di circolo virtuoso.

La medicina liberista tenderà a forzare le limitazioni derivanti dal suo successo; abbiamo visto [2] come storicamente nel dopoguerra le preoccupazioni delle industrie farmaceutiche che il successo degli antibiotici limitasse la loro crescita portarono alla creazione del mercato infinito della prevenzione mediante farmaci. Avvalendosi dell’autorità e fiducia di cui gode, la medicina può invertire il FB- in un FB+: cure non ottimali, ma più costose; effetti iatrogeni che generano altre cure e così altro profitto. Il liberismo, lo dice la parola stessa, vuole essere libero; non gli piacciono i controlli, che quando non può eliminare tende a trasformare in parodie di controllo, che lo favoriscono. Viene in genere trascurato che con la prevenzione medica si riesce a sottrarsi maggiormente al circuito di controllo del FB-, con un salto categoriale: si passa dal feedback, che corregge basandosi sui risultati, al feedforward (FF), che invece corregge preventivamente comparando uno standard con quelli che sono identificati come disturbi. (Un esempio di FF è l’epurazione preventiva di voci scomode; es. lo stroncare sul nascere la carriera, la reputazione e l’attività di qualche giovane medico e ricercatore che ha dato segno di costituire una fonte di dissenso dannoso per le frodi mediche strutturali). Nella prevenzione medica i dati presi in considerazione dal controllo non sono più gli output clinici, l’evoluzione dello stato di malattia del paziente e gli effetti delle cure, ma fattori di disturbo anteriori alla malattia, i fattori di rischio (opportunamente caricaturizzati) o alterazioni presentate come manifestazioni precoci del male. L’idea è quella ovvia di intervenire prima che compaia la malattia conclamata. Una strategia in sé buona, che però viene spesso falsificata e distorta nelle sue componenti, per massimizzare i  profitti, anche contro l’interesse del singolo paziente e del pubblico. Il FF permette ciò: non è un meccanismo di autoregolazione, a differenza del FB-. Perché il FF sia efficace occorre che modellizzi fedelmente la realtà; altrimenti si può sostenere che il sale che non si scioglie è un malum omen, e che occorre acquistare costose pozioni per prevenire gli effetti incombenti della negatività. E’ un FF anche questo.

Si passa, in termini tecnici, da un controllo ad anello chiuso ad uno ad anello aperto, manipolabile a piacimento. Con la medicina preventiva il retrocircuito non è più dato dal monitoraggio continuo e in tempo reale degli effetti delle cure sulla malattia del singolo paziente, ma è assente dal disegno primario; viene aggiunta una forma affievolita di FB- coi risultati, tardivi e spesso contradditori e controversi, di studi epidemiologici, effettuati ogni tanto, a distanza di anni, sugli effetti aggregati della prevenzione sulla popolazione trattata, della quale viene studiato un piccolo campione non sempre rappresentativo. Studi non esenti dall’influenza di chi ha investito molto denaro su ciò che viene misurato, guadagnandone molto. Sta facendo scalpore in questi giorni l’autorevole raccomandazione della US Preventive Services Task Force contro il test del PSA per lo screening del cancro della prostata; dopo che lo screening ha provocato sui pazienti danni paragonabili a quelli di una guerra [1]. Oppure con la “sorveglianza farmacologia” sugli effetti avversi, un altro controllo ex post carente e addomesticabile, contestato nella sua applicazione perfino dai politici (v. gli interventi a riguardo del senatore USA Grassley [6]). L’anima anti-omeostatica della medicina liberista, liberata dalla verifica puntuale del FB-, attiva meccanismi di amplificazione del business fino ad arrivare a dare luogo all’effetto cascata, dove, avendo repertato magari per caso su un paziente un nonnulla si può, in una catena crescente di esami, terapie, complicazioni, effetti avversi, arrivare ai più pesanti, inutili e costosi trattamenti [7]. Se mi sarà possibile, approfondirò in successivi articoli la discussione di questo vizio madornale nel disegno degli attuali interventi preventivi. Per ora consideriamo parodia e anti-omeostasi nel caso della prevenzione del diabete e delle sue complicazioni.

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Il diabete amaro

Giuvenilia è una città (l’organismo) che deve crescere. Nel piazzale antistante la città (il sangue) arrivano autotreni di cibo, autobotti di carburante (glucosio e lipidi)  e camion di materiale edilizio (materiale proteico e altro). Ma l’ufficio dogane non funziona, e non rilascia i permessi (insulina) per fare entrare gli approvvigionamenti in città. La burocrazia (i sistemi omeostatici dell’organismo) si riserva questo potere per limitare forme di approvvigionamento e di crescita eccessive e disordinate, squilibri interni alla città che porterebbero a forme di degrado urbanistico e sociale. L’eccessiva mancanza di permessi di accesso impedisce alla città di sostenersi e crescere. La città subisce effetti analoghi a quelli di uno stato d’assedio. Gli edifici esistenti vengono bruciati per ottenere energia e non morire di freddo, c’è la fame. Gli autisti scaricano le autobotti di carburante nei fossi, causando inquinamento. Interviene una potenza straniera (la medicina) che rilascia d’imperio permessi ad hoc. Questi permessi (iniezioni di insulina) fanno entrare i camion in città, ma sono regolati sulle autobotti di glucosio (il dosaggio della terapia con insulina sui valori di glicemia). I camion entrano, la morte per fame è scongiurata, la manutenzione e la costruzione di edifici riprende. Anche se l’intervento straordinario della potenza straniera, che non riproduce esattamente la regolazione delle dogane, a lungo andare porta con sé quegli squilibri che l’occhiuta burocrazia interna voleva evitare.

Questa metafora, rozza, approssimativa e ipersemplificata senza vergogna, ma non tanto quanto è rozzo, omissivo, distorto e senza vergogna lo stato delle conoscenze e della dottrina attuale sul diabete dell’adulto, vuole dare un’idea di cosa accade nel diabete di tipo I, la forma giovanile, e degli effetti della sua terapia con insulina, allo scopo di meglio comprendere cosa accade nella sovradiagnosi e nel sovratrattamento del diabete di tipo II, quello dell’adulto e dell’anziano, la forma soggetta a prevenzione di massa. Andiamo infatti a Congedati, la città del diabete di tipo II. E’ una città pingue, dove si è costruito e immagazzinato anche troppo e si mangia fin troppo (obesità). L’ufficio dogane rilascia fin troppi permessi (iperinsulinemia), ma il piazzale è ingorgato (iperglicemia) dalle continue richieste della città.

Arriva un gruppo di potenti affaristi; un gruppo più potente di molti Stati. Sostengono, indicando il piazzale ingolfato di automezzi, che la città ha un problema, che è simile a quello di Giuvenilia: troppi camion in attesa di entrare (iperglicemia). E che il rimedio, se si vuole evitare la catastrofe, deve essere dello stesso tipo: ridurre l’ingolfamento nel piazzale rilasciando permessi extra, che forzeranno l’ingresso delle merci in città, basandosi sul numero di autobotti di glucosio nel piazzale. Un intervento per il quale va pagato chi lo fornisce, gli affaristi, naturalmente. E l’eccesso di permessi? Ci sarà, ma non viene recepito dai doganieri (intolleranza all’insulina). E se la resistenza dei doganieri (recettori dell’insulina) fosse un tentativo, su input di cittadini avveduti, di limitare l’eccessivo afflusso, fonte anch’esso di squilibri e di danni? Non perdiamoci in sofismi, si risponde; e si fa notare che a forza di rilasciarne, l’ufficio preposto (pancreas endocrino) può logorarsi ed esaurirne l’emissione. Del resto, questa ribellione della città, che arriva a bloccare le dogane, provoca alla fine anch’essa squilibri (diabete dell’adulto conclamato); se Congedati, che si sente una civiltà in decadenza e ha paura della fine, vuole evitarli deve cominciare da subito ad acquistare i rimedi degli affaristi. I rimedi saranno gli stessi, in principio, che per Giuvenilia: più permessi (insulina); oppure, ancora meglio, pressioni sull’ufficio dogane per rilasciare permessi, e sui doganieri perché lascino passare i rifornimenti obbedendo ai permessi (ipoglicemizzanti orali). Gli affaristi possono presentare dati che mostrano che il loro sistema funziona, per quanto solo parzialmente, limitando gli eccessi alla Savonarola indotti nei doganieri dalla constatazione della crapula che ha luogo in città, e limitando i danni da inquinamento degli scarichi abusivi di carburante nei fossi. Ma è soprattutto grazie ai sapienti pagati, alla propaganda sulla cittadinanza, ai ruffiani e manutengoli delle istituzioni cittadine che li favoriscono, anche sopprimendo il dissenso, che l’affare prospera. Intanto il degrado aumenta, alimentato anche dall’eccesso di permessi, in un circolo vizioso che diventa esplosivo.

A Giuvenilia l’intervento ripristina, con parziale successo, un FB- fisiologico che la malattia ha obliterato. A Congedati bisognerebbe chiedersi se l’intervento degli affaristi mira sempre al circuito di controllo giusto, e se il suo intervento non ne instaura un altro di tipo espansivo, capace di produrre risultati anch’essi abnormi. L’allegoria non ha certo la pretesa di descrivere fedelmente ciò che accade; vuole mostrare uno schema ipotetico (e di moderata critica; diverse altre varianti sono possibili) per fare luce sulla circostanza dell’avere contemporaneamente una campagna ossessiva sulla prevenzione del diabete, che mette sotto terapia una buona fetta della cittadinanza anziana, e quella che viene definita un’epidemia crescente di diabete. Mostra come i circuiti di FB- siano stravolti o invertiti per ottenere al contrario un’espansione del mercato, cioè delle malattie.

Il diabete (dal greco dia-baino, passare attraverso, con riferimento alla poliuria) è noto fin da tempi remoti, per la sua caratteristica di aumentare la produzione di urina e di renderla dolce dato il “trabocco” nelle urine dell’eccesso di zucchero nel sangue (“meravigliosamente dolce, come miele,” secondo Willis nel Seicento; da qui l’aggettivo “mellito”). Nel 1936 si distinse tra diabete giovanile (già chiamato nell’Ottocento “diabete magro”) e quello dell’adulto (detto “diabete grasso”). La sistemazione nosologica si è in pratica fermata a questo stadio rudimentale; essendo quella più consona alla crescita industriale mediante prevenzione. Negli anni Cinquanta la Upjohn lanciò il primo antidiabetico orale, l’Orinase (tolbutamide). Il mercato target era inizialmente solo quello dei diabetici trattati con insulina, ai quali il farmaco orale risparmiava le iniezioni. Il farmaco però non risultò efficace sui malati sintomatici di diabete giovanile. L’attenzione si volse allora ai pazienti più anziani, fino ad allora trattati con la dieta, e agli adulti asintomatici. Da quel momento la definizione scientifica del diabete è passata ad essere funzione degli interessi dell’industria. Le cause e i meccanismi patogenetici del diabete e delle sue complicazioni restano poco noti, relegati in poche stanzette del falansterio della ricerca sul diabete. La Upjhon tentò perfino di fare definire dagli esperti un diabete “Orinase-responsive”. Da un lato l’industria volle che lo stato di resistenza all’insulina che insorge con l’età restasse legato alla parola “diabete”, che indica una grave malattia, da scongiurare. Un nome che permette di presentare come prevenzione farmacologica del DMII la stessa strategia già impiegata, su basi più razionali, per la terapia del diabete giovanile: quella mediante gli ipoglicemizzanti. Allo stesso tempo, beffardamente, si sbarazzò della glicosuria, il segno che aveva dato il nome alla malattia (v. epigrafe) ma che limitava il pool di acquirenti. Seguendo l’esempio del Diuril [2], partì una poderosa macchina di guerra fatta di rapporti scientifici e di propaganda verso i medici curanti e verso il pubblico, per trattare coi nuovi ipoglicemizzanti orali la nuova malattia, il diabete asintomatico, cioè stati, sempre più lievi, di elevazione della glicemia, denominati “hidden diabetes”, “diabete nascosto”.

Si escogitò il “prediabete”, un’entità con numerosi sinonimi e con definizioni differenti, per istituire la continuità che serviva tra il normale e il patologico (v. epigrafe); col prediabete si poté trasformare il diabete in “un mercato infinitamente espandibile” [4]. Col prediabete, termine riaffiorato ai nostri giorni, e i suoi congeneri, si può agitare lo spauracchio del diabete e allo stesso tempo negare di averlo fatto. La glicemia assunse un ruolo centrale, o meglio di attore unico, in una sindrome che, nelle sue forme autentiche, ha in realtà una base biochimica intricata e multifattoriale. Attualmente le cause del DMII, emergenza mondiale, restano sconosciute o vaghe; i meccanismi di passaggio dalla glicemia elevata alle gravi complicazioni ricevono scarsa attenzione ai fini pratici, e i modelli proposti sono dubbi; questi campi di ricerca sono ridotti a settori secondari. Fare luce su questi aspetti fondamentali, necessari all’impostazione razionale delle terapie e delle misure preventive, favorirebbe i malati veri, e la prevenzione autentica; ma rischierebbe di detronizzare la glicemia e i farmaci ipoglicemizzanti dal loro ruolo di padroni della scena. Il diabete deve restare “troppo zucchero nel sangue”, un concetto che tutti conoscono e che tutti afferrano.

Andrebbe distinto il rapporto tra diabete autentico dell’adulto, o l’insieme eterogeneo di patologie che questa etichetta comprende, e le forme “pre-“, inclusa la resistenza all’insulina. Le forme iniziali di DMII che vengono fatte rientrare nella sfera del diabete appaiono piuttosto essere parte di una sindrome metabolica composta da alterazioni interconnesse di diverse vie metaboliche, dovute al processo di invecchiamento e a effetti legati all’alimentazione; nelle quali la resistenza all’insulina è solo uno tra i vari fattori, forse di natura reattiva, da classificare tra le cause intermedie e non tra quelle iniziali. Ma anche questa impostazione metterebbe a rischio il principio degli ipoglicemizzanti come la via giusta alla prevenzione (come pure di altri farmaci preventivi per altre patologie correlate). Così, dopo la caricatura del diabete senza dia-baino è stata impostata una parodia di quest’altra concezione, che è stata appunto chiamata ufficialmente “Sindrome metabolica”, che tampona questo pericolo. Un poco come quando nel Medioevo la Chiesa istituiva delle regole monastiche che riconducevano al suo interno le pressioni centrifughe eretiche. La sindrome metabolica ufficiale non è tanto un’entità fisiopatologica quanto semplicemente un aggregato di diagnosi: obesità o sovrappeso, trigliceridi, glicemia e pressione arteriosa elevati, ridotto colesterolo HDL (quello “buono”); tutti con soglie basse; e ulteriormente abbassate, in assenza di studi clinici che lo giustificassero. Più della metà degli statunitensi sopra i 50 anni rientra nei nuovi criteri diagnostici della sindrome metabolica [8]. Così definita la sindrome serve in pratica a vendere farmaci a un maggior numero di soggetti, e nella forma del pacchetto completo per la prevenzione cardiovascolare. Una volta messa una parodia del concetto al posto del concetto vero, poi è la stessa ortodossia a criticarlo sul piano teorico [9] per evitare che dissolva le varie fonti di mercato in un unicum che potrebbe imporre di cercare altri indicatori e altre vie terapeutiche e preventive, una catastrofe sul piano commerciale; mentre sul piano pratico la sindrome continua a aiutare le vendite delle varie filiere del consorzio.

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Il rimprovero della maitresse

C’è un altro motivo per il quale si vuole che le cause del DDMII restino nell’ombra. Ci sono forti evidenze [10] che il diabete dell’adulto, la cui incidenza nei paesi occidentali si è impennata insieme alla crescita economica e sta crescendo nei paesi del Terzo mondo in crescita economica, sia dovuto all’alimentazione. Non solo all’aumento di cibo ingerito, ma anche alla sua qualità; sono indiziati composti come gli acidi grassi di sintesi – grassi idrogenati – e gli zuccheri raffinati. Indicare i cibi industriali come colpevoli porterebbe a concludere che la prevenzione dovrebbe consistere nell’eliminarli dai prodotti alimentari in vendita e in un radicale riassetto dell’Offerta commerciale di cibo, con proibizione dei componenti alimentari nocivi e obbligo di utilizzo di quelli benefici. Questa sarebbe prevenzione autentica, attuata sulla popolazione e non sul singolo [11]: invece di spostare la soglia di trattamento verso sinistra, “tirare” verso sinistra la curva gaussiana della distribuzione dei valori di glicemia nella popolazione, analoga a quella già vista per l’ipertensione [2]. Si eviterebbero così la medicalizzazione della vita, e i danni alla salute e gli esorbitanti costi economici della “prevenzione” farmacologica; che ormai si può criticare col dire che è meglio prevenire (sul serio) che curare (chiamando le cure sui sani prevenzione). Una misura che, prendendo il posto del raccomandare farmaci ipoglicemizzanti a larghe fette della popolazione dalla mezza età in poi, danneggerebbe gravemente l’industria medica; e che danneggerebbe gravemente l’industria alimentare e quella della grande distribuzione. Mentre attualmente le ultime due forniscono clienti alla prima.

La melliflua dittatura della grande distribuzione ci obbliga a cibi di qualità mediocre e dannosi per la salute. Non c’è nelle nostre società scarsità di cibo (sulla quale i sistemi omeostatici dell’organismo sono tarati) ma abbondanza. Cibi che però non soddisfano e quindi non danno senso di sazietà date le loro caratteristiche organolettiche. O che in alcuni casi, forse stimolando temporaneamente i centri cerebrali del piacere, provocano una coazione a mangiare, cioè a consumare di più; l’aggiunta di zuccheri è uno dei metodi per ottenere ciò. Da poco tempo, seguendo il modello USA dei drugstore, i supermarket vendono anche farmaci, per ora con alcuni limiti. Uno spin-off del ciclo alimenti/malattia, nel tripudio dei consumatori che credono così di risparmiare denaro e guadagnare salute.

L’antinomia è stata risolta indicando l’obesità, il principale fattore di rischio per il diabete, come una delle sue cause; e anzi abbassandone la soglia, data dall’indice di massa corporea, BMI, per includere più pazienti nei trattamenti in assenza di evidenza scientifica [8]. Mentre patologizzare un lieve sovrappeso è sovradiagnosi, l’obesità franca è un autentico problema di salute pubblica. Solo, la si considera come dovuta esclusivamente ai comportamenti individuali, al “lifestyle”, e non come conseguenza di un’offerta di cibo patologica, che non lascia molta scelta, dovuta a fattori a loro volta derivanti dalla spasmodica ricerca del profitto. Si fanno così coesistere i due mercati, e se ne aggiungono altri, come quello delle diete. In televisione i continui consigli gastronomici sono inframmezzati da esortazioni degli esperti a dimagrire. E’ come una maitresse che dice “sporcaccione” a un cliente che crea disturbo, o che aumenta eccessivamente la confusione già presente, nel locale dove esibisce le sue ragazze. Come per la clientela della maitresse, il consumatore ha una parte di responsabilità, indulgendo ai suoi appetiti; che gli vengono rinfacciati dallo stesso sistema che li stimola e li sfrutta.

La parodia degli alimenti di migliore qualità si è inoltre sviluppata nella creazione di un nuovo settore di mercato, quello dei “cibi biologici”, dizione che dovrebbe essere preoccupante, implicando che esistono alimenti non biologici; il che non è infondato, alcuni componenti dei cibi essendo prodotti chimici di sintesi, sui quali le mosche non si posano. Sulla genuinità dei “biologici” sono state avanzate numerose riserve. Ci si dovrebbe inoltre chiedere perché la Sanità di Stato impiega una buona quota del denaro pubblico in medicine (spesso inefficaci) che dovrebbero prevenire rischi (talora fantomatici) ma lascia che solo chi se lo può permettere effettui una prevenzione più efficace mangiando cibo più sano. Si lascia al lettore la valutazione dell’elemento parodistico nel recente intendimento di mettere una sovrattassa sul “junk food”.

Quel che è peggio, si è prodotta un’obesità nei bambini, che tenderà a permanere con la crescita; sono passati i tempi dove “le mamme si disperano per la magrezza [fisiologica] dei loro figlioli” [12]. In studi che hanno sancito l’efficacia degli ipoglicemizzanti orali nella prevenzione della progressione del DMII, il SES, socioeconomic status, fattore confondente critico, è stato scorrettamente ignorato [13]. Nella nostra società l’obesità colpisce maggiormente le classi meno abbienti. Il ruolo diabetogeno degli ormoni dello stress e l’importanza di una vita serena è un altro tasto che non si accorda con la cultura egemone della competizione e dell’insicurezza.

Nell’ambulatorio medico, sfruttando l’ambiguità delle categorie corrispondenti al pre-diabete, si spiega al paziente che il primo trattamento previsto dai protocolli di prevenzione è quello basato su dieta e esercizio fisico, che risultano più efficaci dei farmaci. Poi, visto l’insuccesso del “modificare lo stile di vita” per abbassare i valori di glicemia (ed è particolarmente difficile abbassare ciò che è prossimo al normale, o è in realtà normale), scuotendo lievemente la testa davanti al soggetto sufficientemente colpevolizzato, si prescrivono i  farmaci. Il cliente, a  sua volta, accetta di continuare nelle sue abitudini in cambio dell’assunzione giornaliera della pillola.

Naturalmente si trascura che, analogamente a quanto visto per l’ipertensione, un’elevazione dei valori glicemici a digiuno può essere la risposta fisiologica a stress mentali, esercizio, dolore, freddo. Non solo il diabete è l’iperglicemia, ma l’iperglicemia è diabete secondo i buoni credenti.

Così, al tempo in cui si grida all’epidemia mondiale, prevedendo mezzo miliardo di diabetici tra 20 anni, con costi insostenibili, e si chiede la “prevenzione” mediante diagnosi precoce, non ci si preoccupa molto, apparentemente, di definire in maniera completa e certa le cause e i meccanismi del diabete e quelli della sua progressione verso gravi patologie; prosperano invece filoni di ricerca come quello per il quale il consumo di cioccolata preverrebbe le malattie cardiovascolari, anche secondo sofisticatissimi modelli statistici. Un’affermazione che andrebbe esaminata avendo presente quanto detto sulla tendenza dell’ortodossia a compartimentalizzare i componenti della sindrome metabolica, sull’inversione dei circuiti di controllo, sulla preminenza accordata agli studi statistici rispetto ai dati fisiopatologici, e sui messaggi contraddittori emessi da alcune categorie di esercenti.

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Indiani Pima contro Rancho Bernardo

La scienza della medicina liberista, anche per ciò che riguarda l’abbassamento delle soglie diagnostiche, trascura e coarta gli aspetti fisiopatologici. Contano primariamente le associazioni statistiche descritte su popolazioni, centrate sul concetto di fattore di rischio, travestito da fattore causale e quindi da malattia, e sugli effetti benefici, spesso in termini di endpoints surrogati, parodie dei benefici autentici come la riduzione della mortalità; associazioni misurate con operazioni una tantum dagli studi di epidemiologia clinica.

Hadler [14] ha esaminato criticamente i maggiori studi sui quali si basa la prevenzione farmacologica del DMII, mostrando come dietro alle affermazioni trionfalistiche i risultati siano stati in realtà, quando non negativi, elusivi, necessitando di analisi supplementari che hanno estratto qualche punto a favore della causa “massagiando e torturando i dati” [13]. Gli studi sono semmai da interpretarsi come evidenze che la prevenzione con ipoglicemizzanti non riduce la mortalità, e come indicazioni a evitare gli interventi farmacologici a favore di interventi non farmacologici per i soggetti asintomatici che non hanno elevazioni marcate della glicemia; la maggioranza dei soggetti. La glicemia, e altri esami come l’emoglobina glisosilata, sono end point surrogati, che vengono curati al posto della malattia, commenta Hadler. Questo autore nota inoltre come gli opinion leader medici che sostengono la tesi opposta alla sua dichiarino relazioni d’affari con case farmaceutiche fortemente impegnate nel commerciare agenti per il trattamento del DMII, come Aventis, Lilly e Novo Nordisk. Questo genere di associazione tra esaminatori ed esaminandi è ben noto [15] ed è stato rilevato anche in un celebre caso di resistenza istituzionale al ritiro dal mercato di un antidiabetico nocivo [16]. L’ADA enfatizza i farmaci e minimizza dieta ed esercizio nei suoi programmi educativi; affidati a organizzazioni non profit che hanno come “corporate partners” AstraZeneca, Aventis, Bristol-Myers Squibb, Eli lilly, GlaxoSmithKline, Merck, Merck/Schering-Plough, Monarch, Novartis, Pfizer e Wyeth. Probabilmente a questi legami si riferiva chi ha commentato che l’ADA – le cui indicazioni fanno testo nel mondo – “si è venduta al diavolo”.

Non si è riusciti a provare l’utilità della profilassi farmacologica per la prevenzione del diabete nella popolazione generale, un proposito che, è stato osservato da eminenti specialisti, appare dettato dall’avidità piuttosto che dall’altruismo, ed espone la popolazione a rischio iatrogeno [17,18]; c’è invece evidenza dell’efficacia degli interventi su alimentazione e attività fisica, misure utili anche per prevenire altre patologie, che non necessiterebbero di un approccio medico. Gli organismi consultivi si sono astenuti dall’esprimersi a favore dello screening universale per il diabete, che è ciò verso cui si sta spingendo. Lo raccomanda l’influente ADA a tutti gli adulti dopo i 45 anni; e si vogliono estendere le indicazioni per lo screening per il DMII ai giovani. La stessa associazione stima in 20.8 milioni il numero di americani diabetici, il 7% della popolazione. E in 42 milioni, il 14% della popolazione, gli affetti da “prediabete”. Ciò in USA genera un giro d’affari annuale di 112 miliardi di dollari (o il doppio secondo altre stime), con straordinarie prospettive di crescita.

Il diabete nella storia è stato considerato una stranezza. Galeno dice di averne visto solo due casi in tutta la sua carriera. Oggi nelle società occidentali una persona ha in media un 10-20% di probabilità di ricevere la diagnosi di questa condizione cronica nel corso della vita. Il diabete era fino agli inizi del Novecento una malattia rara; era considerato raro anche in Cina, dove nei secoli precedenti si era osservato che colpiva i nobili piuttosto che i poveri. Nel 2012 la Lilly ha ufficialmente aperto un centro di ricerca e sviluppo sul diabete a Shangai. Nella Cina comunista del XXI secolo i diabetici sarebbero 90 milioni. La ricercatrice cinese che dirige il centro ha affermato che anche in Cina il diabete ha raggiunto proporzioni epidemiche. L’apertura della fabbrica della Lilly in Cina per la produzione di antidiabetici è prevista entro lo stesso anno. I tempi dell’Orinase, che nel 1959 poteva contare su 2 milioni di diabetici in USA, il cui lancio portò a una crisi nella quale illustri clinici statunitensi si scambiarono in pubblico accuse di essere dei venali ciarlatani – o delle “puttane delle case farmaceutiche” – sono lontani e fanno sorridere.

L’incremento nella prevalenza del diabete è dovuto all’invecchiamento della popolazione, e all’incremento autentico di incidenza da fattori dietetici, che ufficialmente vengono imputati alla ghiottoneria e poltronaggine della gente; ma anche a fenomeni moltiplicativi basati sull’abbassamento delle soglie diagnostiche. Nel 2003 l’ADA propose di abbassare la soglia per la diagnosi di prediabete a 100 mg/dl; proposta che è stata in seguito applicata. Il comitato di esperti ammise che gli studi disponibili non supportavano la decisione, e che questa avrebbe provocato un incremento (drammatico) nel numero di soggetti etichettati come bisognosi di trattamento medico. La soglia dei 100 mg/dl venne giustificata mediante dati statistici sugli indiani Pima, un gruppo di indiani d’America di circa 5˙000 persone che vive in Arizona, particolarmente propenso a sviluppare obesità e diabete.

Kaplan e al. [8] hanno messo alla prova la tesi dell’ADA che il prediabete conduce al diabete esaminando una popolazione bianca, di classe sociale medio-elevata, di circa 50˙000 persone, quella della comunità di Rancho Bernardo in California. L’analisi, condotta da un gruppo dell’Università di California di San Diego, non pubblicata su riviste peer reviewed, ha mostrato che sotto i 100 mg/dl il 2,3% aveva sviluppato il diabete nei successivi 20 anni. Al di sopra della soglia, tra i 100 e i 110 mg/dl, il diabete si è sviluppato nel 4.1% dei soggetti. I soggetti con valori corrispondenti alla diagnosi di Impaired Fasting Glucose, alterata glicemia a digiuno, con valori superiori ai 100 mg/dl e fino a 126 mg/dl, non hanno avuto in 20 anni un significativo incremento di incidenza dei segni di complicazioni rispetto ai soggetti con valori inferiori a 100 mg/dl.

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L’omeopatia pesante e l’effetto “trappola per topi”

I benefici della prevenzione del diabete mediante il trattamento del prediabete se ci sono non sono più che minimi. Gli svantaggi, che vengono esclusi dalle informazioni al pubblico, e dai bilanci vantaggi-svantaggi, appaiono molto più corposi. In generale, abbassare eccessivamente la glicemia è pericoloso. C’è una “casa” che non ha bisogno dei “permessi doganali” visti prima: il cervello, che al contrario di altri distretti si serve di glucosio a piacimento per i suoi fabbisogni energetici, senza dipendere dall’insulina, consumando una larga quota del glucosio disponibile. Ma il cervello normalmente utilizza solo glucosio e ne è strettamente dipendente, a differenza di altri distretti che possono impiegare anche acidi grassi e resistono meglio alla carenza di composti energetici. Se ci sono troppi “permessi doganali”, permessi che spesso sono accompagnati dall’ingiunzione a costruire e immagazzinare, gli altri distretti possono fare piazza pulita, cioè provocare un abbassamento eccessivo della glicemia, lasciando “a secco” il cervello (innescando una catena complessa di eventi patologici). Ne risultano sincope, coma, morte. Questo rischio è più marcato con l’insulina e con alcune classi di ipoglicemizzanti orali, come le sulfaniluree: Welch racconta di un suo paziente di 74 anni al quale prescrisse un farmaco, il gliburide, che provocò ipoglicemia e di conseguenza un incidente automobilistico dal quale riportò fratture multiple delle vertebre cervicali.

Gli ipoglicemizzanti orali possono dare una varietà di effetti avversi, es. danni epatici e un incremento nel tasso di cadute e fratture negli anziani. Un aspetto singolare del caso che consideriamo, quello delle sovradiagnosi, è che questi farmaci sono in grado di causare ciò che dovrebbero curare; come, in teoria, i farmaci omeopatici. Con la differenza che l’omeopatia è una terapia placebo, mentre questi farmaci, date le loro caratteristiche intrinseche e le dosi, hanno efficacia farmacologica (che non vuol dire efficacia terapeutica).

Nel 1970 il Washington Post diffuse la notizia che secondo lo studio UGDP almeno 8˙000 pazienti all’anno morivano per danni cardiaci provocati dall’Orinase. A Wall Street il titolo della Upjohn cadde in poche ore. Scoppiò uno scandalo, che solo anni dopo fu smorzato mediante controdeduzioni scientifiche, che però non erano conclusive. L’episodio merita di essere ricordato anche perché, come altre “battaglie di civiltà” di quegli anni, che da noi erano quelli del ’68, la rivolta – in sé fondata – contro l’autorità e il paternalismo smantellò alcune forme di controllo per sostituirle con altre più insidiose. I medici non avevano tutti i torti nel protestare che la notizia, comunicata direttamente al pubblico con un grande battage (al quale partecipò anche il celebre anchorman Cronkite) li scavalcava scorrettamente e lasciava nell’incertezza e nel disorientamento i pazienti. Lo scandalo diede il via libera a forme di comunicazione diretta al pubblico non solo sui prodotti medici, ma sugli standard terapeutici, su ciò che fa bene o fa male, senza un adeguato filtro dello Stato che verifichi la qualità e gli scopi delle informazioni e le trasmetta attraverso canali appropriati; tecnica che oggi è prassi. L’Orinase fu sostituito con altri prodotti, e l’espansione del mercato proseguì meglio di prima, potendosi avvalere anche di questa nuova arma.

L’insulina è sospettata di avere un ruolo causale nella comparsa delle complicazioni cardiovascolari che compaiono nei soggetti che, affetti da diabete giovanile, sopravvivono a lungo grazie a questa terapia. Gli ipoglicemizzanti orali per la prevenzione del DMII hanno un meccanismo d’azione che simula quello della insulina nel diabete giovanile, nonostante che, come si è visto nel racconto delle due città, situazioni fisiopatologiche differenti e per certi versi opposte sottendano le due entità, dando luogo a manifestazioni cliniche che in parte sono molto diverse tra loro; le due entità sono accomunate dall’iperglicemia, dalla terapia con insulina o con sostanze che ne mimano gli effetti, dalle complicanze a lungo termine, e dal nome: quando si dice la potenza delle parole. Questa continuità terapeutica lascia perplessi, soprattutto per ciò che riguarda la prevenzione del DMII. Es. le sulfaniluree stimolano la secrezione di insulina; altri antidiabetici, come quelli appartenenti alla classe dei tiazolidinedioni (“Il popolo, quando sente le parole difficili, si affeziona”, il Nerone di Petrolini), rendono i tessuti più sensibili all’azione dell’insulina, che è già in eccesso in molti casi di DMII; non sorprende che queste due classi di farmaci provochino obesità, il principale fattore di rischio per il diabete; ciò che bisognerebbe evitare. Le statine, un altro farmaco preventivo del pacchetto “Sindrome metabolica”, aumentano il rischio di sviluppare diabete. Vi è evidenza che gli ipoglicemizzanti, inclusa la metformina [3], possano provocare eventi cardiovascolari, come infarto e scompenso cardiaco, ciò che dovrebbero prevenire. Cioè che possa accadere che una persona assuma gli ipoglicemizzanti per prevenire un diabete che comunque nel 97% dei casi non sarebbe mai comparso; con farmaci che non è detto che eviteranno il rischio residuo; ma che si procuri così un infarto del miocardio mortale.

Un tiazolidinedione, il rosiglitazone, è stato mantenuto in commercio per anni nonostante si sapesse che provoca un eccesso di accidenti cardiovascolari fatali; e che stava causando decine di migliaia di decessi. Era stato approvato in fretta, presentandolo come “wonder drug”. Non solo la casa produttrice, la GlaxoSmithKline, che ne otteneva un fatturato di 3 miliardi di dollari all’anno, ma anche gli enti regolatori, la statunitense FDA e l’europea EMA, sono ricorsi a manipolazioni e tattiche dilatorie per immetterlo sul mercato, non avvertire il pubblico del rischio e non ritirarlo, in una saga che è andata avanti per oltre un decennio prima del ritiro nel 2010 [19].

La terapia con antidibetici dovrebbe salvare da complicazioni come la cecità; ma i tiazolidinedioni sono accusati anche di provocare edema maculare [20], la più comune causa di perdita della vista nei pazienti con retinopatia diabetica. A sua volta l’edema maculare alimenta, insieme alla retinopatia diabetica, un’altra patologia dove l’insulina e i suoi analoghi sono sospettati di essere agenti causali [21], un lucroso mercato farmaceutico, sul quale si sono impiantati altri intrighi e manipolazioni volti a espandere ulteriormente il mercato [22].

Questa “omeopatia pesante”, nella quale appare presente una sinergia tra malattia e terapia [6], è coerente col modello espansivo, ampliando il mercato delle malattie. Se un malato peggiora dopo la somministrazione di un farmaco, mentre va meglio se il farmaco non viene impiegato, ciò può essere rilevato dai curanti e dai pazienti stessi; che, pur entro pesanti limiti, si regoleranno di conseguenza, su quel paziente e sui pazienti successivi. Ma se un sano assume una medicina per prevenire una malattia che gli è stato detto è a rischio di contrarre in futuro, e, come accade frequentemente, dopo 5 anni sviluppa quella malattia, causatagli però dal farmaco stesso, si penserà che sia stato un altro dei tanti sfortunati che si ammalano nonostante le terapie preventive. Non si penserà a un nesso causale tra farmaco e terapia, che sarà comunque difficile da provare. La sostituzione del FB- della medicina curativa col FF della medicina preventiva consente di somministrare ancor più facilmente farmaci iatrogeni, che causano ciò che dovrebbero prevenire, senza che ciò sia rilevato.

La prevenzione farmacologica espone così a un effetto simile a quello che si ottiene con l’impiego come veleno per topi del coumadin (un farmaco usato anche sull’uomo per la prevenzione delle trombosi). Il coumadin provoca emorragie mortali nei ratti solo dopo alcuni giorni. Gli animali muoiono lontani dall’esca. I superstiti non associano i decessi all’esca, che altrimenti eviterebbero come fanno per altri veleni. A prescindere da giudizi di valore e sull’intenzionalità, ciò è coerente col generale movimento storico nel quale meccanismi di omeostasi sono, mediante parodie, trasformati in meccanismi di espansione. Se si trattano milioni di pazienti, non occorre che tali effetti iatrogeni siano molto frequenti; anche percentuali basse possono creare un pool di nuovi pazienti in grado di sostenere un lauto mercato. Anzi, è conveniente per il business evitare farmaci che diano luogo troppo spesso al meccanismo della profezia che si autoavvera e che vi diano luogo con effetti fatali, perché ciò potrebbe mettere in allarme il pubblico, e la cronicità è una condizione appetibile per lo sfruttamento economico.

L’uso preventivo di farmaci su larga scala sui sani dovrebbe per principio, e per legge, essere subordinato all’accertamento dell’assenza di significativi effetti avversi, come del resto è previsto dai protocolli classici per tutti i nuovi farmaci. Invece, ripetendo il mantra “tutti i farmaci hanno effetti collaterali” e presentando “rapporti benefici/rischi” tagliati per il lavoro di imbonitore degli informatori farmaceutici, la politica è di accelerare l’approvazione riducendo o eliminando i controlli di sicurezza; tale volontà delle industrie farmaceutiche è recepita anche a Strasburgo, dove l’industria farmaceutica spende 40 milioni di euro all’anno in lobbying [23].

Ci si espone così al rischio che l’esca invitante della compressa che previene gravi malattie contenga un agente che aumenta la probabilità di contrarre tali malattie. Ci si espone al rischio di incidenti come quelli riferiti, o come quello del Rezulin, che nel 1996 fu il primo antidiabetico orale approvato con procedura accelerata, nonostante non presentasse vantaggi rispetto ai congeneri. Ne fu ordinato il ritiro, in seguito a una procedura ritardata, nel 2000, perché aveva provocato troppi casi di insufficienza epatica mortale. La casa produttrice, che nel frattempo era finita sotto indagine penale per le sue pratiche di marketing, aveva speso decine di milioni di dollari per finanziare lo studio di efficacia, e in regalie agli esperti e ai medici.

Invece di astenersi dal somministrare farmaci di non provata sicurezza, soprattutto ai sani su larga scala come avviene nella prevenzione, si sono istituiti e si stanno rafforzando sistemi di “farmacovigilanza”, o meglio di post-marketing, il cui scopo appare essere quello di monitorare il mercato dal punto di vista dell’Offerta, anche per evitare l’instaurarsi di situazioni da incidenza e gravità eccessive degli effetti avversi che possano essere riconosciute e dare troppo scandalo o allarme. (Il ritiro di farmaci per sostituirli con prodotti “innovativi” è di per sé connaturato al sistema economico-finanziario dell’industria farmaceutica). Un circuito di controllo a FB- che regola e mantiene in attività un sistema malato e iatrogeno (con inquietanti implicazioni quanto al problema dell’invecchiamento della popolazione e relative politiche demografiche). Ottenendo così che quelle che qualche marxista chiamerebbe “le contraddizioni del capitalismo” non esplodano, né spariscano, ma, girando al regime appropriato, continuino ad agire e a permettere di intascare illecitamente denaro a danno altrui.

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Quante parodie della cura della salute pubblica abbiamo descritto? Quanti circoli viziosi, quanti FB- depressi o eliminati e sostituiti con FB+ e FF, o con FB- patologici volti a favorire interessi illeciti privati, si possono contare in quanto esposto qui espressamente o implicitamente? Quanti altri se ne potrebbero descrivere? Sul piano biologico, il diabete può essere definito come una patologia del controllo metabolico. Nella nostra realtà, il diabete è anche una patologia dei controlli sociali e politici, con formazione di circoli viziosi iatrogeni che corrispondono a forme di espansione commerciale, che creano un altro diabete, a imitazione delle banche che creano con vari artifici nuovo denaro.

Considerazioni simili si possono fare per altre malattie. Lo studio del fattore anti-omeostatico della medicina liberista potrebbe essere esteso ai campi dell’economia e della politica; campi che appaiono anch’essi malati a causa del sovvertimento dei meccanismi di controllo che dovrebbero prevenire e stabilizzare, o “curare”. Si parla di decrescita; un modo per farlo potrebbe essere quello del considerare la necessità di ripristinare o istituire FB- politici e amministrativi, riconoscendoli come una componente essenziale del governo di una nazione; come un sistema omeostatico sociale che è altamente dannoso smantellare (“deregulation”) o ancora peggio stravolgere. Va notato che le forze liberiste, mentre si liberano dei FB- che sono loro d’intralcio, dipingendo i controlli sulla ricerca del profitto come anticaglie illiberali, si avvalgono di propri FB- per la tutela dei propri interessi. I rischi del FF devono d’altra parte mettere in guardia sui rischi dell’economia pianificata. Sarebbe interessante considerare anche l’azione giudiziaria come un FB- dell’organismo sociale, guardando al cosiddetto “guadagno” del FB, ai tempi di risposta, alla generazione di instabilità, a inversioni del verso o della finalità del FB, etc.

Sia le istituzioni sia il popolo appaiono avere abbracciato l’ideologia, e la filosofia di vita, dell’espansione continua a scapito della stabilità. Queste frodi si sostengono anche grazie alla predisposizione mentale del pubblico, ormai dipendente dal veleno dell’insoddisfazione perenne e del perseguimento di un continuo accrescimento della propria potenza personale; un miraggio che comprende quello che Hadler – il clinico universitario che è tra i critici qualificati delle versioni “scientifiche” sulla diagnosi e cura del prediabete – chiama “il complesso di Matusalemme”: l’idea di poter determinare il giorno della propria morte, contraddicendo l’Ecclesiaste dove dice che questo potere l’uomo non lo ha. Le frodi si mantengono e prosperano anche grazie alla complicità attiva delle istituzioni, in altro caso di FB- pervertito. Tutori della legalità che non accetterebbero mai una mazzetta, davanti alla prospettiva di acquisire meriti presso i poteri forti commettono automaticamente atti peggiori. Come il cane addestrato di Pavlov, che secerne saliva al solo suono della campanella, associandolo al pasto; un riflesso condizionato che è il più famoso caso di FF in fisiologia.

https://menici60d15.wordpress.com/

Qui altri articoli sulla sovradiagnosi.


La prossima parte è prevista dopo la pausa estiva

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Note:

[1] Sovradiagnosi I. Come la medicina nuoce.

https://menici60d15.wordpress.com/2012/04/12/sovradiagnosi-i-come-la-medicina-nuoce/

[2] Sovradiagnosi II. Il business medico mira alla pancia.

https://menici60d15.wordpress.com/2012/05/14/sovradiagnosi-ii-il-business-medico-mira-alla-pancia/

[3] Boussageon R et al. Reappraisal of metformin efficacy in the treatment of type 2 diabetes: A meta-analysis of randomised controlled trials. PloS Medicine, 2012. apr 10.

[4] Greene J A. Prescribing by numbers. Drugs and the definition of disease. Johns Hopkins University Press, 2007.

[5] Welch H G, Schwartz L M, Woloshin S. Overdiagnosed. Making people sick in the pursuit of health. Beacon Press, 2011.

[6] Il salasso ieri e oggi. La sinergia tra malattia e terapia. https://menici60d15.wordpress.com/2012/01/15/il-salasso-ieri-e-oggi-la-sinergia-tra-malattia-e-terapia/

[7] Deyo R A. Cascade effects of medical technology. Annu Rev Public Health, 2002. 23: 23-44.

[8] Kaplan R M. Disease, diagnoses, and dollars. Facing the ever-expanding market for medical care. Copernicus Books, 2009.

[9] Kahn R et al. The Metabolic Syndrome: time for a critical appraisal. Diabetes Care, 2005. 28: 2289-304.

[10] Cordain L. et al. Origins and evolutions of the Western diet: health implications for the 21th century. Am J Clin Nutr, 2005. 81: 341-54.

[11] McKinlay J , Marceau L. US public health and the 21st century: diabetes mellitus. Lancet, 2000. 356: 757-61.

[12] Lenzi F , Caniggia A. Manuale di semeiotica medica. Minerva Medica, 1979.

[13] Hadler N M. Worried sick. A prescription for health in an ovetreated America. University of North Carolina Press, 2008.

[14] Hadler NM. Oral hypoglycemics and diabetic nephropathy. Clin J Am Soc Nephrol, 2008. 3: 159-62.

[15] Miller R. Conflicts of Interest Abound in Diabetes Guidelines Committees. Heartwire, 2011.

[16] Wang et al. Association between industry affiliation and position on cardiovascular risk of rosiglitazone: cross sectional systematic review. British Medical Journal, 2010. 340: c1344.

[17] Montori V et al. Waking up from the DREAM of preventing diabetes with drugs. British Medical Journal, 2007. 334: 882-84.

[18] Tuomilehto, J. Evidence-based prevention of type 2 diabetes: the power of lifestyle management. Diabetes Care, 2007. 30: 435-38.

[19] Mutalik M. The story of glitazones. Int J Cur Biomed Phar Res, 2011. 1: 141-147.

[20] Idris I et al. Association between thiazolidinedione treatment and risk of macular edema among patients with type 2 diabetes. Arch Intern Med. Pubblicato online 11 giugno, 2012.

[21] Chantelau et al. Insulin, insulin analogues and diabetic retinopathy. Arch Physiol Biochem, 2008. 114 : 54-62.

[22] Sulle regole per la Roche.

https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/30/sulle-regole-per-la-roche/

[23] Grogan K. Big pharma spends 40 millions euros per year lobbying in EU. 28 marzo 2012. Reperibile su internet.

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Blog di Appello al popolo

Commento al post “Salute, cioccolato alleato del cervello che invecchia. Migliora funzioni cognitive” del 14 agosto 2012

Il Fatto e gli altri media hanno diffuso al pubblico questo risultato scientifico lo stesso giorno della sua pubblicazione online su una rivista di prim’ordine, il 14 agosto 2012. Non avrebbero dovuto omettere il particolare che lo studio è stato finanziato da un grande produttore di dolciumi industriali: la Mars; che ha fatturato 30 miliardi di dollari nel 2010. Avrebbero inoltre dovuto avvertire il pubblico, distinguendo tra un possibile effetto farmacologico positivo del cacao e gli effetti alimentari negativi del comune cioccolato dolce: una barretta Mars, o i cioccolatini mostrati da Il Fatto nella fotografia sotto il titolo, contengono zuccheri raffinati e grassi, in forma concentrata; che innalzano la glicemia e fanno ingrassare. I prodotti al cioccolato inoltre tendono a dare dipendenza e a provocare assunzione compulsiva, con conseguente eccesso calorico. E’ più probabile che con la cura con le praline o le barrette di cioccolato ripiene di caramello della Mars le funzioni cerebrali cognitive peggiorino, per l’aterosclerosi; e che peggiorino anche quelle motorie, sensoriali e simboliche, per un incremento del rischio di ictus e Tia. Per una critica della prevenzione cioccolataia v. “Il rimprovero della maitresse” in “Sovradiagnosi III. Parodia e anti-omeostasi nella medicina commerciale”
http://menici60d15.wordpress.c…

Nello stesso numero, il Foglio loda la magistratura per la ritrovata inflessibilità nell’applicazione della legge, col blocco dell’Ilva (Ilva, Io sto con Patrizia Todisco; Ilva, la politica dei veleni; etc.). Non credo ci sia contraddizione; si può sostenere che Il Fatto difenda in entrambi i casi la salute. Ma ci sono elementi per ritenere che anche nel caso dell’Ilva non sia la difesa della salute dei cittadini l’intento di chi ci dice cosa fa bene e cosa fa male.

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@ni hao. Le informazioni sulla salute diffuse congiuntamente da fonti scientifiche e mediatiche, come questa, spesso anziché aiutare il cittadino a compiere scelte razionali sono fuorvianti e dannose, essendo in consonanza con grandi interessi industriali e finanziari.

 

Il commensalismo dei magistrati

29 May 2012

27 ottobre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post “Anm, Vietti: “Magistrati evitino invasioni”. Carbone: “Incandidabilità è questione etica” del 26 ottobre 2013

Il dr. Maurizio Carbone, segretario dell’ANM, sostiene che la magistratura svolge un ruolo di supplenza della politica anche in campo bioetico. Seguendo da anni i rapporti tra magistratura e questioni mediche, posso dire che tramite omissioni, parzialità, connivenze e interventi attivi la magistratura sta di fatto svolgendo, al fianco della politica, un articolato ruolo di complice in grandi operazioni che dovrebbero essere dette “biocriminalità”.

Poco prima di essere eletto dal Parlamento al CSM, Vietti ha dichiarato: “La sanità oggi deve essere concepita non come una spesa infruttifera per fornire ai cittadini un semplice servizio solidaristico, ma come motore di sviluppo, capace di alimentare sia la ricerca che una occupazione qualificata”. Con un’impostazione politica così radicale, non c’è da meravigliarsi che il servizio giustizia su questioni mediche divenga un servizio all’imprenditoria medica. Ricercare la crescita economica e il profitto tramite le cure mediche è roba da cannibali. Attali, banchiere, anni fa scrisse un libro che si intitola “Vita e morte della medicina. L’ordine cannibale”.

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Blog de “Il fatto” 

Commento al post di M. Portanova “De Gennaro assolto. Ma solo in tribunale” del 29 mag 2012

Cossiga dichiarò dai banchi del Parlamento che De Gennaro serviva l’FBI. Queste impunità e i crimini che se ne giovano non cesseranno se il popolo pecorone non riconoscerà il commensalismo dei magistrati coi poteri forti sovranazionali:

A sinistra, e a un altro lato della tavola, stava, con gran rispetto, temperato però d’una certa sicurezza, e d’una certa saccenteria, il signor podestà, quel medesimo a cui, in teoria, sarebbe toccato a far giustizia a Renzo Tramaglino, e a far star a dovere don Rodrigo, come s’è visto sopra.
(I commensali alla tavola di don Rodrigo, Promessi sposi, cap. V)

@Portanova.   Il fatto che De Gennaro sia stato assolto da un’accusa marginale non dovrebbe distrarre dalla circostanza che i magistrati non lo hanno processato per le torture di massa; sostenendo così implicitamente che decine di poliziotti, comandati dai vertici della polizia per un evento importantissimo, sotto i riflettori dell’opinione pubblica internazionale, sotto gli occhi della maggiori potenze mondiali, si siano di punto in bianco comportati come si comportavano i fascisti di Villa Koch, su decine di persone inermi, senza che il comandante in capo della polizia ne sapesse niente o li fermasse. Dev’essere la scuola Scajola, allora ministro dell’interno, al quale regalavano case a sua insaputa. Contrariamente a Portanova, penso che De Gennaro avrebbe dovuto rispondere ai giudici del comportamento dei suoi subordinati; e che le omissioni dei magistrati non andrebbero scusate con ragionamenti che prendono in giro la gente, usando i politici come “whipping boy” per mantenere il mito di una magistratura che fa il suo dovere senza guardare in faccia a nessuno. Quando si tratta del “partito americano” i magistrati non sono secondi ai politici nell’obbedire e assicurare l’impunità agli esecutori.

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6 luglio 2012

Blog de il Fatto

Commento al post “Nominati nuovi vertici della Polizia: Chiusolo alla DCa e Pellizzari allo SCO” del 6 luglio 2012

Ho saggiato di persona, quando era Questore a Brescia, i metodi di Gaetano Chiusolo, cognato di Pierferdinando Casini. Per esempio, per anni non sono potuto entrare in librerie né biblioteche senza essere intercettato all’entrata, o all’uscita, o all’entrata e all’uscita da auto della polizia. Mi pare abbia una concezione dello Stato, dei poteri che sovrastano lo Stato e della convivenza civile e democratica affine a quella dei colleghi che va a sostituire.
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8 luglio 2012 

Blog de Il Fatto 

Commenti al post di L. Mazzetti “Manganelli, le scuse non bastano” dell’8 luglio 2012

Lo “anche se vi credete assolti siete lo stesso coinvolti” vale anche per la gente, pronta ad accettare mezze verità e capri espiatori sui crimini di Stato per poter continuare a praticare il servilismo verso il potere. Mazzetti scrive che rimane il dubbio che i responsabili della Uno bianca siano stati coperti dalla polizia. Ad essere accusato di ciò, anche formalmente, fu in particolare Chiusolo, che ha preso il posto di uno degli epurati dei fatti di Genova come capo dell’anticrimine. Un’inchiesta penale lo prosciolse. La sua figura appare più vicina a quella di De Gennaro, anch’egli prosciolto dai magistrati, per il G8, che a quella di poliziotti capaci e fedeli alla Repubblica come Emilio Santillo, allontanato dal comando dell’antiterrorismo quando si doveva lasciare che Moro fosse assassinato. I magistrati ci hanno messo 11 anni a rimuovere, a reati prescritti, alcuni dei responsabili. Ma la “società civile” non si cura di avere nuovi funzionari che garantiscano contro il terrore e l’eversione dall’alto. Né in questa decade ha fatto nulla su identificabilità della polizia alle manifestazioni e il reato di tortura. E’ più comodo indignarsi guardando il film “Diaz” e ripetere il mantra che la colpa alla fine è dei soliti politici, come il mignottaro di Arcore e la sua corte. Poi, se come appare stia già avvenendo prenderanno piede nuove forme, adatte ai tempi, di controllo mediante la violenza e la mistificazione, ricominceranno borbottii e geremiadi.
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@ Giulioterzo. Quando avremo una polizia democratica e non più fascista? Forse quando i cittadini avranno il coraggio di pensare che le forze di polizia sono così principalmente in quanto strumenti in mano a poteri sovranazionali come la NATO, e oggi anche la UE; e non solo perché culturalmente discendenti dalla scuola di Arturo Bocchini e di Mario Roatta.
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19 luglio 2012
Blog de Il Fatto
Commento al post “Processo Ros, assolto ex pm Conte Generale Ganzer rinuncia a prescrizione” del 18 luglio 2012
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“L’Italia è un paese ridicolo e sinistro: i suoi potenti sono delle maschere comiche, vagamente imbrattate di sangue”.(Pasolini)
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4 giugno 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Ganzer e i suoi “spregiudicati per fuoco sacro”. Attenuanti per lunghezza processo”

Ecomostro: “Mi piace molto il passaggio logico “nel […] agire con […] indifferenza rispetto a […] legge […] hanno ritenuto, pur nella consapevolezza […] di cadere nell’illegalità, di poter […] ottenere […] prevenzione dei reati”… cioè, sostanzialmente, detto in altre parole, “hanno sì commesso reati; però mentre lo facevano pensavano che così facendo avrebbero prevenuto la commissione di reati”… proprio un bel principio, che ci può portare molto lontano…”
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@ Ecomostro: E’ il genere di logica che a me ricorda quella dei gesuiti contro la quale si scaglia Pascal nelle Provinciali: “…cerchiamo di mettere in pratica il nostro metodo di ‘dirigere l’intenzione’, che consiste nel proporsi per fine delle proprie azioni un oggetto permesso. Non che, per quanto è in nostro potere, noi non cerchiamo di distogliere gli uomini dalle cose proibite; ma, quando non possiamo impedire l’azione, purifichiamo per lo meno l’intenzione; e così correggiamo il vizio del mezzo con la purezza del fine.” Un’impostazione che, come mostra Pascal, alla bisogna permette di giustificare moralmente l’omicidio per futili motivi e quello a tradimento, il furto, la frode, l’usura, la calunnia e quant’altro.
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Lettera al presidente dall’ANM 

Brescia, 28 mag 2012

A sinistra, e a un altro lato della tavola, stava, con gran rispetto, temperato però d’una certa sicurezza, e d’una certa saccenteria, il signor podestà, quel medesimo a cui, in teoria, sarebbe toccato a far giustizia a Renzo Tramaglino, e a far star a dovere don Rodrigo, come s’è visto sopra.”

(I commensali alla tavola di don Rodrigo, Promessi sposi, cap. V)

Con tutte le infamie commesse dalla magistratura e dalle forze di polizia nei miei confronti, a danno mio ma non solo mio, che non mi sia arrivata la ricevuta di ritorno della racc. spedita oltre un mese fa al giudice Platè (v. sopra “La corte dei miracoli bresciana dopo l’assoluzione per la strage”) dovrebbe essere l’ultima delle mie preoccupazioni. E’ già successo per molte altre denunce che le ricevute di ritorno sparissero; si è semplicemente riaffermato il principio che non posso spedire liberamente corrispondenza. Come è prassi, alla protesta è seguito un aggravio dei comportamenti denunciati: i postini sono divenuti una presenza fissa tra le comparse che inscenano atti di stalking.

L’episodio merita di essere notato per due motivi. Uno riguarda il livello di corruzione e il livello qualitativo della magistratura; i livelli intrinseci, al netto di altri fattori di malagiustizia. I magistrati attribuiscono la mediocre e talora pessima qualità del servizio giudiziario alle leggi sbagliate, alla carenza di dotazioni, a deficit organizzativi e alle responsabilità di poche “mele marce”, elementi senza dubbio reali. Però questa libertà di boicottaggio e provocazione è indipendente da tali fattori: l’episodio, solo uno tra gli innumerevoli atti di abuso, molestia e provocazione commessi impunemente, indica un atteggiamento collusivo della magistratura. Una magistratura che non sa garantire al cittadino che se questi scriverà a un magistrato quanto invia verrà correttamente recapitato; una magistratura che consente che l’abuso de “l’iniquo che è forte” venga reiterato nel comunicarlo a un giudice, è una magistratura che non ha rispetto di sé stessa; e che non si classificherebbe molto bene nella famosa graduatoria de “Il giorno della civetta”.

Il secondo aspetto è quello dei legami tra magistratura e terrorismo di Stato. Non è la prima volta che resto sorpreso dall’alone di pochezza e ambiguità che scopro attorno a un magistrato che si è occupato della Strage di Piazza Loggia del 1974, e che quindi dovrebbe essere un avversario di certi poteri. Questo ennesimo microepisodio, un momento in un continuum di abusi, è un esempio di un complesso di tecniche ben definite di boicottaggio, mobbing, discredito, logoramento e provocazione che sono espressione di nuove forme di controllo antidemocratico. E che sono probabilmente derivate da un’unica matrice che si occupa anche – si va facendo sempre più chiaro [*] – di nuove tecniche di terrorismo false flag o pilotato. Andrebbe riconosciuto che la magistratura non si è limitata a mantenere impunito post factum il terrorismo di ieri, ma lascia libera di agire, e aiuta nei suoi primi passi, l’opera di allestimento di nuove forme di “eversione dall’alto” mediante la creazione surrettizia o materiale di una devianza, l’imposizione di uno stigma su soggetti da eliminare dalla vita civile, e la diffusione dei corrispondenti modelli culturali nell’opinione pubblica.

La questione decontestualizzata appare bagatellare e segue a ruota l’assoluzione per la Strage (e avviene mentre a Brindisi sembra riapparire la strategia della tensione ma il PM, lupus in fabula, attribuisce subito la bomba a qualche singolo arrabbiato col mondo); mostra una delle strategie dei magistrati per togliersi d’impaccio, e anzi acquisire meriti presso i don Rodrigo, quando i don Rodrigo che dovrebbero fare stare a dovere sono soggetti come la NATO, gli USA, i loro manutengoli delle forze di polizia, etc. : i magistrati tendono a porre i reati fuori dalla loro portata, mediante l’estremizzazione e la minimizzazione. In casi come la Strage, lasciano crescere lo scandalo provocato dal reato – reato che aveva tra i suoi fini proprio quello di incidere sull’opinione pubblica – fino a che il fatto appare tanto enorme da giustificare in qualche modo sul piano umano la loro defezione. All’opposto in altri casi, come il mio, vedono solo singoli attimi isolati di una dinamica complessiva, rappresentandoli come di poco o nessun conto e non meritevoli perciò di considerazione; il padrone di casa, com’è suo interesse, li favorisce in questo loro applicare la fallacia del sorite, procedendo quando possibile a piccoli passi.

Con mezzi del genere i magistrati mantengono la posizione di rispettoso commensale davanti ai poteri che, nel perseguire grandi interessi economici e politici, ordinano le operazioni di omicidio politico e di psyop di vario tipo, quelle clamorose dei decenni precedenti e quelle apparentemente meno cruente di oggi.

Copia della presente viene inviata come racc. online (se i vari convitati me lo permettono) a Rodolfo Sabelli, presidente dell’ANM. Senza ricevuta di ritorno.

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Leopardi, Unabomber e altri eversori.

https://menici60d15.wordpress.com/leopardi-unabomber-e-altri-eversori/

Il pendolo di Foucault e il generatore di Kelvin.

https://menici60d15.wordpress.com/2012/03/27/il-pendolo-di-foucault-e-il-generatore-di-kelvin/

Terrorismo multipronged ?

https://menici60d15.wordpress.com/2012/05/19/terrorismo-multipronged/

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Brescia, 9 luglio 2012

Nicoletta Paris
Direttore della filiale di Brescia
Poste Italiane
Via L. Gambara 10
25121 Brescia
racc. rr online

Violenza privata Poste Italiane

Direttrice Paris

Il 25 giu 2012 Poste Italiane mi ha comunicato tramite lettera – non firmata – che dal 2 luglio il mio conto corrente viene bloccato, venendomi impedito di effettuare operazioni di sportello, per carenza di informazioni relative alle norme della prevenzione dei reati di riciclaggio. La lettera dice che il blocco è inevitabile, precisando che potrò sanare la presunta “irregolarità” solo dopo che sarà scattato il blocco e non prima. Irregolarità che è inesistente e inventata: ho rilasciato, quando mi sono state richieste, cioè l’anno precedente, le informazioni a riguardo; non ho da allora effettuato alcuna operazione superiore al ritiro di poche centinaia di euro. Sul conto è depositata una somma non superiore a quella che occorre all’acquisto di un’auto di classe media.

Questo illecito sequestro di denaro, il più recente anello di una catena di abusi, segue la pubblicazione della descrizione di altre scorrettezze gratuite di Poste Italiane nei miei confronti. E segue la pubblicazione di altri miei post e commenti sgraditi a grandi interessi, tanto illeciti quanto potenti. Abusa delle norme antiriciclaggio a chiaro fine di ritorsione, provocazione, insulto e intimidazione. Mostra il vigente regime di legalità inversa, dove perfino le misure di lotta al crimine sono sfruttate per commettere illeciti; e mostra il relativo capovolgimento dei ruoli tra le persone oneste e coloro che, pur occupando cariche rilevanti, sostanzialmente sorreggono il loro percorso di vita con espedienti.

Poste italiane non ha né reale necessità né titolo per farmi ripetere quanto ho già dichiarato nel nov 2011 sulle norme antiriciclaggio; né tanto meno per confiscare a sua discrezione il mio denaro ponendo condizioni arbitrarie per restituirlo. Comunque, constatando come non sia infondata la convinzione che Poste Italiane ostenta di poter tafanare, vessare e danneggiare liberamente e a oltranza, accetto di ripetermi, se questa è la condizione ricattatoria per tornare a poter disporre del mio denaro.

Ma non verrò come vorreste impormi in un ufficio postale per rappresentare questa farsa. Rivolgetemi le domande sulla dichiarazione antiriciclaggio per iscritto e risponderò per iscritto tramite raccomandata. Penso che quest’altra vostra guapperia (non firmata) sia sufficiente: non intendo accettare che ad essa si aggiungano ulteriori offese, molestie e provocazioni, prevedibili in base all’esperienza pregressa, come piazzate, urti di facchini, addetti allo sportello che si puliscono il naso con le dita prima di porgermi i moduli etc. In luglio e settembre sono contattabile al seguente indirizzo email: hropan@tin.it

Francesco Pansera

La presente è aggiunta al post “Il commensalismo dei magistrati” sul mio blog menici60d15, dove commento sulla partecipazione di Poste italiane alle operazioni di mobbing, stalking e quant’altro di cui sono oggetto.

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v. il post Patologia e malattia delle istituzioni dell’8 ottobre 2013.

V. anche:

Il populismo cortigiano

Baruffe di corte: i baroni della destra e i mandarini della magistratrura

Terrorismo multipronged ?

19 May 2012

Blog di Aldo Giannuli

Commento al post “L’attentato di Brindisi” del 19 mag 2012

Come il prof. Giannuli, davanti a questo fatto abbandono le remore metodologiche e dico anch’io la mia. Anzi, in parte l’avevo già detta:

“C’è la possibilità che questo governo “Vaticano-Loggia Continua”, che dovrà raccogliere quanto Berlusconi ha seminato, si avvalga di un qualche ritorno del terrorismo? Come standard negativo dal quale trarre credibilità, legittimità e consenso:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/04/21/i-magistrati-e-leffetto-bokassa/

(Blog di Aldo Giannuli – Commento al post “Due parole sul nuovo governo” del 21 nov 2011))

“Vedo che tra i compiti del ministero attualmente diretto da [Cancellieri] c’è anche questo, di educare il popolo ad accettare le ruberie, gli abusi, le frodi, le violenze “legali” dei poteri forti dell’economia; educarlo a convincersi che quelle dei banchieri o degli assicuratori non sono ingiustizie e soperchierie che il cittadino ha il diritto e il dovere di contrastare, ma una realtà immodificabile; che non accettare è vano e stolto, e può anche essere pericoloso per il cittadino, esponendolo a rappresaglie. Educare il popolo a credere che gli unici grandi attentatori alla convivenza civile e alla giustizia sono la mafia e il terrorismo. Questo caso di estorsione, piccolo, ma sfacciato quanto una richiesta di pizzo, è un esempio dell’applicazione del principio che il Ministero degli interni difende a mano armata, e promuove con una zelante attività “pedagogica”. (Email a un importante manager italiano, il giorno prima della bomba ai liceali a Brindisi).

D’altra parte, analisi di esperti, come Giannuli qui, e Comidad sulla gambizzazione dell’AD di Ansaldo nucleare (Attentati false flag, attentati true flag e attentati flagless, 5 mag 2012), indicano per questi attentati con la didascalia (pistola Tokarev, Scuola Morvillo Falcone) anche un’altra pista non così ovvia: quella della predazione del pesce grande a danno del pesce medio; ipotizzando scenari che hanno evidenti analogie con quello degli attentati che nei primi anni Novanta aiutarono la transizione politica voluta dai poteri extranazionali. Le due ipotesi non sono incompatibili: gli attentati potrebbero essere operazioni “multipronged”, cioè “a più punte” (come le punte di un forcone); mentre non si può dire nulla sugli esecutori materiali, sembra di intravedere alcuni dei rebbi, cioè parte della molteplicità dei fini.

1) Siamo ai tempi nei quali i barbari ci chiedono sempre più oro, e lo pesano con bilance truccate; non c’è da stupirsi che per prevenire o reprimere malcontento e esitazioni aggiungano all’altro piatto il peso della spada. Quindi, le solite bombe pedagogiche, rivolte a noi Ciccioformaggio, cioè al popolo che non ha il coraggio neppure di parlare, per spingerlo a stringersi spaventato, sottomesso e riconoscente alle istituzioni corrotte che lo derubano e lo vendono; e che lo proteggono dall’uomo nero: la mafia, il terrorismo politico, qualche spostato. Dopo l’eruzione esplosiva, parte come al solito la colata di retorica che spazzerà via qualsiasi reazione democratica seria.

2) Inoltre, un messaggio ai Manutengoli, cioè la classe dirigente, perché da un lato continuino imperterriti a salassarci per loro conto, ma dall’altro si accontentino della paga e delle commissioni, stiano al loro posto e cedano qualche altro osso. Due giorni prima della bomba a Brindisi c’è stata una reazione dell’ABI, con toni fermi che è insolito sentire da istituzioni italiane, all’attacco straniero contro le banche italiane, e la Consob ha convocato Moody’s. “Un’aggressione, “all’Italia, alle sue imprese, alle sue famiglie, ai suoi cittadini”, che conferma il ruolo di “destabilizzazione” delle agenzie di rating con i loro giudizi “parziali e contraddittori” “ (M. Meggiolaro, Il Fatto).

3) Con l’occasione, anche un messaggio contro le Impurità della magistratura, con un attentato pochi giorni prima della ricorrenza dell’assassinio a Capaci di un magistrato di eccezionale spessore. Un’intimidazione verso eventuali elementi che invece di servire i padroni del mondo vorrebbero fare i magistrati. Perché si fermino, o comunque non passi per la testa alla massa dei loro colleghi di imitarli, o di muovere qualche passo in quella direzione. A proposito di “anarchici informali”, una curiosità: tra le motivazioni del premio che l’FBI ha conferito a De Gennaro c’è quella di essere stato un “consigliere informale” degli ambasciatori USA in Italia.

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Blog Il Corrosivo

Commento al post di M Cedolin “Bomba a Brindisi, utilità della tensione” del 19 mag 2012 

Segnalo il post “Terrorismo multipronged ?” sull’attentato avvenuto nella città che è il porto d’imbarco per la Grecia:

Terrorismo multipronged ?

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Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Chiesa “Il tempo dei Breivik” del 21 mag 2012 

Così se uno dà segni di insofferenza ai  taglieggiamenti legali eseguiti mediante il potere dello Stato, o con la complicità dello Stato, a favore di interessi privati; se uno non è sufficientemente mansueto nell’accettare di venire derubato di denaro buono ricevendo in cambio servizi mediocri o pessimi, quando ci sono; allora potrebbe essere classificato come un potenziale terrorista. Se uno dà in smanie per il pizzo legale eccessivamente pesante, per torti (o provocazioni) subiti da un potere che non lo fa campare; e,  come Renzo quando andava da Azzeccarbugli, a vederlo pare un matto, allora potrebbe essere uno che, nelle parole del PM Di Napoli “ce l’ha col mondo”, e quindi è capace di mettere le bombe.  Una tesi a dir poco azzardata (ma non è escluso che la “conferma” ad affermazioni così perentorie venga a posteriori) ma che è quella delle “istituzioni”, e che fa comodo alle “istituzioni”. La si potrebbe ribaltare considerando che la sua introduzione e diffusione sia una delle molteplici finalità dell’attentato di Brindisi; e anche di altri, come quelli di questi mesi verso Equitalia:

Terrorismo multipronged ?

https://menici60d15.wordpress.com/2012/05/19/terrorismo-multipronged/

Forse siamo “Al tempo dei Breivik” nel senso che ora ci si avvarrà di spostati più o meno autentici per tenere buono il popolo bue con la minaccia del terrorismo; anzi con la minaccia di essere etichettato come potenziale sovversivo, se non si sta zitti e chini nel farsi togliere diritti e opportunità, e se non ci si presenta a richiesta coi soldi in bocca. Un terrorismo che dà la possibilità di eliminare voci scomode trattandole come potenziali focolai generatori di crimini efferati. Che la tesi sviluppata da Giulietto Chiesa vada a sovrapporsi a quella delle “istituzioni”, che hanno una pratica pluridecennale nel terrorismo pilotato, potrebbe essere una coincidenza dovuta a grande capacità e grande onestà intellettuali; ma anche no.

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Blog di Aldo Giannuli

Commento al post “Lo “spostato” non fa più notizia” del 27 mag 2012

Nuovi terrorismi e sensibilità letterarie dei Carabinieri

Se avessi velleità accademiche, se fosse questo il mio campo e se non avessi altro a cui badare rivendicherei di essere stato in Italia il primo, o tra i primi, a indicare questa nuova forma di terrorismo, e a darne un’interpretazione, prima che avvenissero i fatti ai quali viene comunemente legata:

Leopardi, Unabomber e altri eversori

https://menici60d15.wordpress.com/leopardi-unabomber-e-altri-eversori/ (2010)

Oggi, con gli inquirenti che parlano come prima ipotesi di attentatore isolato che “odia il mondo” per la bomba a Brindisi (e poi nascondono il braccio), si può dire che il concetto sia stato ormai efficacemente inoculato nell’opinione pubblica; tanto da “non fare più notizia”. Diversi commentatori anche progressisti, come G. Chiesa, hanno dato il loro profondo contributo all’affermazione culturale del tema del terrorismo alla “se perdo la pazienza mi scatta la iulenza”:

Terrorismo multipronged ?

Terrorismo multipronged ?

Sempre su “il Fatto” la scrittrice Lidia Ravera ha sostenuto (“Il massacro senza ragione di una persona “normale”) la tesi nella sua forma forte, per la quale anche una persona normale può lanciare una bomba a casaccio, es. contro delle ragazzine, senz’altra motivazione che un generico ma smisurato odio. Il più votato dei commenti al suo articolo online: “Avvisate gli investigatori! la Ravera ha risolto il caso: l’assassino è un uomo normale. Si dia inizio alla caccia. Avvisate anche la comunità scientifica, il tratteggio della patologia criminale è servito: è un portatore sano di odio. Sicuramente misogino.”

Non si può dire che questo e altri crudeli sbeffeggiamenti la Ravera non se li sia meritati. Ha perso un’occasione; gli scrittori, esperti di sentimenti e passioni, potrebbero dare un loro contributo sull’argomento distinguendo i concetti che si sta tentando di unificare in un grottesco e immondo pastone. Potrebbero trattare di una distinzione preliminare fondamentale: quella tra l’odio endogeno, che nasce da oscure alchimie interiori, e l’odio indotto, che porta qualunque persona, se sufficientemente esasperata, a rispondere a sua volta con una zampata agli animali che non smettono di tormentarla. Possono sviluppare il tema di come evitare di accettare lo scambio che coloro che vogliono indurre l’odio, persone animate da un’aggressività ferina, miserabili da compiangere, cercano di ottenere tra loro e chi riceve le loro persecuzioni; nel tentativo di appropriarsi di qualità e virtù delle quali sono sprovvisti.

Gli scrittori possono specificare quali sono le abissali differenze tra le dinamiche della ribellione sociale, di chi si dipinge la faccia e grida “Si se ‘ntosta a nervatura mett’a tutt’e ‘nfaccia o muro”, e quelle, precise come un congegno a orologeria, del terrore senza volto seminato dal potere. Possono raccontare come a volte si assecondino e incoraggino le reazioni all’ingiustizia per poterle meglio reprimere. Possono raccomandare la cultura come antidoto, indicando come avere letto qualche libro non alla moda, pensare contro l’opinione corrente, discutere contro sé stessi, aiuti a non cadere nella trappola. Potrebbero spiegare che chi si consuma sui libri e critica la follia umana come Leopardi – quel loro collega – è l’antitesi del terrorista; ed è tra i bersagli di chi confeziona il terrorismo e dei fiancheggiatori.

Questa concezione per la quale chiunque è sospettabile di essere un terrorista, soprattutto se è scontento, protesta o critica, nuova nella declinazione, che è adatta ai tempi, ma in fondo non una novità storica nella sostanza, ha un’evidente dimensione narrativa; credo sia interessante a questo proposito considerare il variegato rapporto che quelli che dovrebbero fermare la nuova minaccia, cioè i Carabinieri, hanno con la narrativa e le lettere. Nelle fiction sui CC si dà un’immagine dei custodi dell’ordine edulcorata e gigionesca fino allo stomachevole, che fa pensare a gusti letterari fanciulleschi; del resto, la figura di terrorista che è stata abbozzata dai commenti ai fatti di sangue recenti e pregressi è degna dei copioni su don Matteo e il maresciallo Frassica.

E’ opinione comune, rafforzata dalle barzellette, che i Carabinieri parlino male e scrivano male. Allo stesso tempo, sembra diano un’importanza perfino eccessiva alla forma. Sfogliando un libro di quiz per l’esame di ammissione a sottufficiale dei CC ho visto che ricorrevano le domande sui plurali dei nomi composti (“pescespada”, “cassaforte”), una delle parti più arzigogolate e noiose della grammatica italiana; pedanteria lievemente sadica, da caserma. I peggiori sono quelli che, intervistati da qualche emittente locale, si esprimono con termini inutilmente ricercati, e non appropriati, per fare vedere che non sono solo abili investigatori e uomini d’azione.

D’altra parte, i CC a volte fingono un’ignoranza che non hanno; per fare calare le difese all’interlocutore, o per fare passare per colpa ciò che è dolo. Il prof. Giannuli pochi giorni fa ha tacciato di inettitudine il ministro Cancellieri per le indagini sull’attentato di Brindisi; ma a volte fa comodo ai poliziotti “play dumb”, come il commissario di “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” (1970), che storpia volutamente “via del Tempio” in “via del Tempo” dopo avere dato del cretino a un suo sottoposto per lo stesso errore. Così facendo si può meglio sostenere, ad esempio, che per “Gradoli” si intendeva in buona fede il paesino vicino al lago di Bolsena, non la via di Roma dov’era il covo dei brigatisti che ebbero parte nell’esecuzione di Moro; nonostante che proprio in via Gradoli il Sisde e anche il capo della polizia Parisi avessero intestati alcuni appartamenti.

Gli ufficiali dei Carabinieri che si occupano di analisi del crimine o di redigere comunicati si esprimono in buon italiano, presentando a volte, come i professionisti di altri campi, concetti istruttivi. Ma non sono solo gli alti gradi quelli dai quali si può apprendere. Piero Chiara, un maestro del narrare e dell’uso dell’italiano, dopo avere elencato i grandi scrittori dai quali ha imparato l’arte aggiunge: “Ma c’è stata una schiera di scrittori involontari che ho preso in considerazione durante gli anni nei quali ho lavorato nell’Amministrazione della giustizia: quella dei marescialli dei carabinieri. Ho letto migliaia di verbali nei quali uomini semplici e pieni del senso della realtà si studiavano di riferire i fatti nel modo più chiaro possibile. I marescialli dei carabinieri non facevano riflessioni né si abbandonavano a introspezioni psicologiche: riferivano puramente e semplicemente. Mi sono capitati sotto gli occhi dei piccoli capolavori di narrativa, dai quali ho imparato a raccontare vedendo nella mente i fatti come in un film e studiandomi di tradurli in parole semplici e precise”.

Tornando agli emuli di Breivik e di Kaczynzki, credo non sia irrilevante che i Carabinieri, nella loro rivista “il Carabiniere”, direttore il Comandante generale dell’arma, abbiano 15 anni fa ospitato un saggio (“Vi racconto Lord Jim”, Il Carabiniere, dic 1997) dell’italianista statunitense TJ Harrison, l’autore secondo il quale oggi un Leopardi, date le sue critiche, andrebbe considerato come un potenziale Unabomber (v. Leopardi, Unabomber…, cit.). Queste del pazzo furioso o del savio impazzito che ricorrono alle bombe per esprimersi, del normale che fa una strage gratuita, o dell’emarginato che avendo perso la fiammella della speranza perde anche quella della ragione, sono narrazioni che per andare in scena necessitano di violenze sanguinose e di forme meno evidenti ma anch’esse gravi di violenza illecita. Corrono su binari fissi allestiti già da diversi anni, imposti dai massimi poteri e sorretti com’è tradizione da complicità dei poteri dello Stato; credo, sulla base di quanto ho visto coi miei occhi, che siano narrazioni eversive che, per quanto contrastino col “senso della realtà” di un qualsiasi bravo maresciallo, e per quanto servano a costruire una diversa e ingiusta realtà sociale, le forze di polizia nazionali non possono che ripetere, astenendosi dall’applicare il loro sapere, se non per arricchirle e renderle più credibili; obbedendo agli ordini, nello spirito dell’allievo che deve conoscere che le parole “il capostipite”, “il caposquadra”, “la capoclasse”, “la capocuoca” seguono ciascuna una diversa regola per la formazione del plurale.

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@Giannuli. No, “Il Carabiniere “ non ha pubblicato il saggio ““Leopardi, Unabomber” di TJ Harrison, Dip. di italianistica, Columbia university, e Istituto italiano di cultura, New York, 1999. (Un’istituzione piuttosto diversa da com’era ai tempi di Prezzolini; una delle tappe delle visite ad limina dei personaggi italiani in cerca della benedizione USA, come Vendola). E’ consultabile in: Giacomo Leopardi: Poeta e filosofo , ed. Alessandro Carrera (Firenze: Cadmo, 1999), pp. 51-60. L’arma dei Carabinieri ha però mostrato interesse per questo singolare autore, Harrison, che su Il Carabiniere ha trattato il tema di Lord Jim, di Conrad. Harrison ha anche nel suo curriculum l’intervista televisiva “Mussolini’s Secret War”, one-hour documentary for The History Channel, 2001, che pure potrebbe interessarle.

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Blog Il Corrosivo

Commento al post “Berremo anche questa?” del  7 giu 2012

Devo difendere magistratura e forze di polizia: una telenovela non si giudica dalla prima puntata.

Terrorismo multipronged ?
https://menici60d15.wordpress.com/2012/05/19/terrorismo-multipronged/

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10 lug 2012 

Blog Il Corrosivo

Commento al post “L’anticiclone brucia le prove” del 9 lug 2012 

Dopo il “paradosso di Gettier” del PM Dinapoli che subito dopo l’attentato dice che è stato uno che ce l’ha col mondo e poi viene arrestato uno che dice che ha messo la bomba perché ce l’aveva col mondo; dopo “la fiaccola sotto il moggio” di un asserito attentato “dimostrativo” non percepibile come tale dal destinatario; è arrivata l’autocombustione notturna, in un centro di polizia, a distruggere reperti; o forse solo a  proseguire la catena di messaggi anomali. A questo punto, non dovrebbe stupire che quest’altra esplosione venga attribuita all’anticiclone Caronte, che come mostra il grafico di Cedolin proviene da Sud; sciarada per sciarada, una “Corrente del Sud”, Southstream in inglese.

https://menici60d15.wordpress.com/2012/05/19/terrorismo-multipronged/

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8 novembre 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post di E. Salvato “Bomba contro magistrato a Mantova, un arresto: “Ripicca per furto impunito” del 7 novembre 2012

Dopo Vantaggiato, un’altra bomba dai moventi ufficiali flosci; e per di più messa da un poliziotto. Nella notte dell’attentato, il 4 luglio, Independence day, in USA si tengono dei grandiosi spettacoli di fuochi d’artificio. Data la soggezione delle forze di polizia italiane agli americani, forse qualcuno è stato particolarmente influenzato e ha voluto fare i botti qui da noi.

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23 aprile 2013

Blog Come Don Chisciotte

Commento al post di V. Lo Monaco “Ma la rabbia dov’è finita?” del 23 aprile 2013

Sembra che il grillismo stia funzionando come barriera di protezione del sistema. Come imbottitura, che assorbe lo scontento popolare e lo devia facendolo sfogare in un innocuo spettacolo pieno di suono e di furia.

O Grillo o la lotta armata? Speriamo che non ci pensi qualche ufficio affari riservati a conferire credibilità a questa alternativa falsa e ignorante. Grillo sta diventando una comoda giustificazione all’analfabetismo politico, alla codardia e alla subordinazione volontaria. Sono invece da apprezzare quel 50% di friulani che alle elezioni regionali di due giorni fa, senza tante chiacchiere, hanno speso i loro diritti elettorali astenendosi, e ponendo così una democratica mozione di sfiducia verso la cricca che ci sta svuotando le tasche. Forse è stato solo un calcolo egoistico a muoverli; ma in ogni caso non votando hanno avuto la serietà, la forza e la dignità di rispondere con un “no” alla richiesta di firmare la liberatoria con la quale ai parassiti che usurpano le istituzioni viene riconosciuta legittimità democratica.

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30 aprile 2013

Blog di A. Giannuli

Commento al post “Cosa c’è dietro l’attentato di Roma?” del 29 aprile 2013

Il gesto di Preiti è come una ciliegia candita che, caduta per caso non si sa da dove, centra esattamente il suo posto sulla torta. Ha consentito ai politici – e ai poliziotti – la violenza concettuale per la quale se mentre ti strangolano protesti sei un violento verbale che istiga a spargere sangue. Le tremebonde masse italiane saranno ancora più caute nel lamentarsi; mentre una piccola minoranza potrà essere spinta a emulare il gesto, giustificando così la repressione, e confermando il concetto che dire “i ladri sono ladri” è irresponsabile e violento.

Andrebbe sottolineato che non bisogna imitare Preiti, ma neppure lasciarsene intimidire: assolutamente no alla violenza, ma no anche al voler fare la rivoluzione coi Carabinieri, come diceva Montanelli. O all’affidare la rivoluzione a Eurogendfor. Andrebbe superata l’illusione dell’ammutinamento della Corazzata Potemkin, delle forze di polizia che si mettono dalla parte del popolo. Sembra che quando sono in gioco grandi interessi, come il saccheggio del Paese, i Carabinieri e le altre forze di polizia rispondano a poteri superiori, e siano cani da guardia dei politici che tengono al guinzaglio i loro padroni.

L’attentato, com’è come non è, può costituire un messaggio anche per figure di potere, oltre che uno spot per il popolo bue. Verso le teste di legno che stavano giurando a Palazzo Chigi, ricordando loro qualche cosa; e anche verso frange oneste, o tentate dall’onestà, delle istituzioni, della magistratura, o delle stesse forze di polizia: se cedi alla debolezza di fare il tuo dovere può sempre esserci una scheggia impazzita, un calabrese di ritorno, che arriva e ti spara.

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5 novembre 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Alessandria, esplosione in cascina disabitata: 3 pompieri morti e 3 feriti. Procuratore: “Atto doloso, abbiamo trovato timer e bombola gas”

Sovradiagnosi II. Il business medico mira alla pancia

14 May 2012

Blog Appello al popolo

14 mag 2012

 

Voglio vendere farmaci a tutti. Voglio vendere farmaci ai sani. Voglio che i farmaci si vendano come caramelle
H. Gadsen, uno degli amministratori delegati della Merck, Sharp & Dome, la casa farmaceutica che nel 1958 lanciò il primo antipertensivo di massa con una campagna di marketing
Il paziente perde i diritti costituzionali scritti da Thomas Jefferson: alla vita, alla libertà e al perseguimento della felicità”.
Sir G. Pickering, regius professor di medicina a Oxford, sugli effetti dell’introduzione del trattamento farmacologico di massa dell’ipertensione

 

Nell’introduzione Welch e al. [1] chiariscono che la loro critica non riguarda la diagnosi su chi è davvero ammalato; ma “il nostro entusiasmo per la diagnosi” sui sani, la diagnosi preventiva. Welch fa una lista delle sovradiagnosi alle quali sarebbe esposto come paziente (ad un’età di circa 55 anni):

– Episodi isolati di elevazione della pressione arteriosa (PA). Diagnosi: ipertensione borderline.

– Peso 94 kg, altezza 182 cm. Diagnosi: sovrappeso.

– Ogni tanto bruciore di stomaco dopo i pasti. Diagnosi: malattia da reflusso gastroesofageo.

– Si alza una volta a notte per urinare. Diagnosi: iperplasia prostatica benigna.

– Al risveglio rigidità articolare, che si dissolve dopo un po’. Diagnosi: artrosi.

– Mani fredde, soprattutto se beve caffè. Migliora quando beve alcolici. Diagnosi: malattia di Raynaud.

– Deve scrivere la lista delle cose da fare, dimentica i nomi delle persone, non ricorda PIN e passwords. Diagnosi: early cognitive impairment. (Indicatore di Alzheimer incipiente).

– Ci tiene che tazze e bicchieri stiano su scaffali separati, così che corregge il lavoro della moglie quando questa scarica la lavastoviglie. Vuole in contenitori separati i calzini per il lavoro, quelli per lo sport e quelli invernali. Diagnosi (non probabile): disturbo ossessivo-compulsivo.

Se facesse una radiografia del torace, Welch non sarebbe sorpreso se mostrasse il reperto incidentale di un nodulo polmonare (sospetto cancro del polmone); né sarebbe sorpreso se una TAC addominale trovasse una cisti renale, una colonscopia un polipo, una biopsia prostatica un piccolo cancro. L’analisi genetica mostrerebbe varianti genetiche di tutti i tipi. Tutti reperti che porterebbero a ulteriori esami e con una probabilità consistente a terapie.

Welch considera questi come esempi di cattiva medicina; e commenta che la riduzione dell’aspettativa di vita sana che si sta osservando nei baby-boomers rispetto ai loro predecessori può derivare anche da queste pratiche, che creano malattia e disabilità. La diagnosi è un’arma a doppio taglio, avverte.

Welch e al. passano quindi a considerare la madre di tutti i programmi di estensione della medicina ai sani mediante sovradiagnosi: il trattamento dell’ipertensione arteriosa di grado lieve e moderato. Fino agli anni Cinquanta, solo l’ipertensione grave veniva considerata malattia e veniva trattata. Il trattamento dell’ipertensione grave è un intervento medico che ha un autentico valore curativo e preventivo: l’ipertensione grave provoca con elevata frequenza, e spesso in breve tempo, patologie importanti come lo scompenso cardiaco, l’ictus, l’infarto del miocardio; e altre gravi patologie vascolari.

Welch et al. mostrano come gli effetti preventivi benefici della riduzione della PA siano netti negli studi clinici per l’ipertensione grave, ma sono sfumati [fino a essere evanescenti] per elevazioni medie o lievi; mentre il rischio di effetti avversi da farmaci resta consistente. Il bilancio benefici/danni, favorevole nei casi gravi, diviene quindi sfavorevole in quelli lievi, dove il trattamento coi farmaci è peggio della malattia, o meglio della variazione identificata come patologica. Welch porta ad esempio due suoi pazienti. Il primo, Mr Lemay, si presenta con episodi ricorrenti di dolore toracico. La PA risulta 202/117. Il paziente viene ammesso in terapia intensiva, dove la PA viene abbassata. (Welch nota che il paziente risultò negativo per infarto del miocardio, mentre oggi, coi nuovi esami ematici, gli sarebbe stato diagnosticato un infarto; l’introduzione del dosaggio della troponina ha fatto aumentare del 25% la positività ai criteri di diagnosi di infarto; attualmente, nel 2012, si parla di abbassare la soglia di positività per i valori della troponina; ciò porterebbe a un ulteriore incremento della diagnosi di infarto miocardio del 47%; e delle conseguenti angiografie coronariche del 42%). Il paziente in seguito proseguì la terapia antipertensiva; che probabilmente gli ha salvato la vita.

Un secondo paziente, Mr. Bailey, un agricoltore 82enne, ad una visita risultò avere una PA sistolica di 160, con la diastolica nei limiti. Welch gli prescrisse un diuretico, in osservanza alle linee guida. In un’umida giornata di sole il paziente, disidratato, ebbe un collasso, favorito dal farmaco. Welch, clinico ed epidemiologo, fece questo discorso al paziente: il 19 casi su 20, in base alla letteratura  [quella ufficiale, condizionata da chi vende i farmaci] egli non avrebbe avuto alcun beneficio dalla terapia antipertensiva nei successivi cinque anni. Mentre sarebbe rimasto esposto al rischio di collassi, e alle conseguenze delle cadute, che a quell’età possono avere effetti disastrosi. Il paziente scelse di non curarsi. “Perfettamente razionale” commenta Welsh.

Il paziente da un lato fu fortunato ad essere seguito da un medico competente e onesto. Ma dall’altro, occorre chiedersi se l’onere della decisione debba ricadere sul paziente, qui di 82 anni, e non debba invece essere del medico, nell’ambito dei suoi compiti professionali, valutati anche, ma solo entri i limiti del vero e del razionale, i valori e le preferenze del singolo paziente. Welsh e coautori ritengono che sia il paziente a dover scegliere la strada, posto davanti alle statistiche. Questa posizione, criticabile, perché il medico fornisce consulenza e guida, non solo un campionario di opzioni, è una posizione illuminata rispetto a ciò che accade di solito, dove i rischi vengono taciuti e i benefici esagerati; e le statistiche in forma completa, comprensive degli effetti avversi, non solo non vengono presentate al paziente, ma il medico neppure le conosce, anche perché non vengono fornite di routine ma occorre costruirsele. Lo stesso Welsh, che è in questo campo competente come pochi, non dice a Mr. Bailey, per carenza di dati specifici, qual è il rischio che assumendo il farmaco cada, si fratturi il collo del femore e quindi in pochi mesi muoia. A questa carenza ha supplito il buon senso del vecchio fattore del Vermont.

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Perché non stabilire in anticipo di curare coi farmaci i Mr Lemay e astenersi coi Mr Bailey? Perché per un Mr Lemay, nel New England e anche da noi, ci sono 10 o 20 Mr Bailey. La PA ha una distribuzione di tipo normale, spostata e stirata a destra nelle popolazioni occidentali, fig. 1.

Fig. 1. Distribuzioni della PA sistolica in uomini di mezza età. Linea tratteggiata: nomadi kenioti. Linea continua: impiegati statali londinesi [2].

I farmaci antipertensivi possono ridurre di una certa quota (non azzerare, va notato) il rischio di scompenso cardiaco e accidenti cardiovascolari. Se si tratta coi farmaci solo la classe a rischio maggiore, quella nella quale i vantaggi sono netti, cioè la coda destra della curva, si ha un mercato piccolo. Spostamenti verso sinistra anche piccoli della soglia dalla quale la PA viene trattata provocheranno un  forte incremento del numero dei soggetti ai quali vendere trattamenti, coinvolgendo la “pancia” della curva, quella dove è concentrata la maggior parte dei soggetti, con valori che si discostano poco dalla media – e dalla normalità fisiologica –  e che beneficeranno meno o nulla dal trattamento e anzi ne avranno in media più danno che beneficio. Quando nel 1984 il Joint national committee USA spostò la soglia della PA diastolica da 95 a 90 mmHg per la diagnosi di ipertensione, il numero di statunitensi considerati ipertesi quasi raddoppiò. Spostando la soglia verso la pancia si catturano molti più pazienti; inoltre, così come una ciliegia tira l’altra, aumentano le prescrizioni di altri esami, e di altre terapie; e aumentano gli affetti avversi, cioè il carico iatrogeno sulla popolazione; effetti che sul piano dei profitti dell’Offerta sono tutti positivi.

Fino agli anni Cinquanta si trattavano le ipertensioni gravi, considerando soglie di 160/120, o maligne, 200/130. I clinici della prima metà del Novecento mettevano in guardia dal trattare l’ipertensione allora chiamata “benigna”. Nel 1931 il professor Hay scrisse che “c’è del vero nel detto che il maggior pericolo per un uomo con la pressione elevata risiede nella scoperta di ciò, perché qualche stupido cercherà di abbassarla”. La frase non è più attuale, perché fortunatamente le cure non sono quelle pesantissime di allora e dei decenni successivi; ma come si vedrà siamo arrivati al punto che in molti casi converrebbe riconsiderarla. Le soglie si sono progressivamente abbassate negli anni, fino a livelli così bassi da provocare qualche protesta, poi rientrata. Nel 1999 centinaia di medici di una sessantina di paesi firmarono una lettera aperta indirizzata all’OMS contro le sue nuove linee guida, che prevedevano l’abbassamento della soglia di normalità a 130/85, con 120/80 ottimale; accusando l’agenzia sanitaria dell’ONU di essere in combutta con la casa farmaceutica ASTRA:  l’OMS aveva interpretato lo studio sponsorizzato dalla ASTRA col quale si potevano giustificare le nuove regole al di là dei suoi risultati, che non mostravano benefici per tale abbassamento della soglia. Tra i firmatari il gruppo nazionale più numeroso era quello degli italiani. In Italia i medici di medicina generale, non pagati a prestazione, ricevevano con le nuove linee guida un aumento del carico di lavoro senza corrispettivo economico. Il controllo della PA è la prestazione più frequente negli ambulatori dei medici di famiglia.

Oggi a qualsiasi valore superiore ai 120/80 è attribuita una crescente valenza patologica (“pre-ipertensione” per i casi più lievi) e quindi una serie di accertamenti e trattamenti. I casi di pressione sistolica superiore a 160 mmHg sono il 4% della popolazione USA. Abbassando la soglia di 40 unità, a 120 mmHg, il mercato passa al 40% della popolazione; i valori della PA aumentano con l’età, e oltre il 90% dei soggetti di età superiore ai 65 anni ha valori superiori a 120/90 [3]. Per tagliare la testa al toro, alcuni esperti hanno proposto di trattare il 100% della popolazione di età superiore a 54 anni. Il mercato si va espandendo verso i giovani, gli adolescenti, e i bambini dai 3 anni in su; la terapia è cronica, a vita, e prima la si comincia meglio è, soprattutto per chi la vende. Skrabanek e McCormick argomentano che”l’ipertensione è forse la più diffusa e dannosa delle non-malattie contemporanee” [4].

Negli anni Cinquanta in USA i produttori di case farmaceutiche erano preoccupati che l’efficacia dei farmaci per le malattie acute, come gli antibiotici, avrebbe tarpato le prospettive di crescita della loro industria. Si pensò allora di ampliare il mercato, adattandolo alla mutazione epidemiologica secolare portata dagli effetti benefici della crescita economica: la riduzione delle malattie infettive e l’ascesa di quelle degenerative. L’ipertensione, malattia tendenzialmente asintomatica, offriva la possibilità di iniziare a trattare persone senza sintomi. Un team congiunto di scienziati della Merck, casa farmaceutica forte nella ricerca, e di esperti di marketing della casa farmaceutica Sharp & Dome, che invece aveva sviluppato questo altro settore dell’industria medica, lanciò il Diuril per l’ipertensione, in un’operazione che viene considerata il cippo che segna il cambiamento generale di paradigma, l’introduzione delle cure preventive, cioè la vendita di prodotti medici ai sani. Le due aziende si fusero, in quella che divenne la più grande casa farmaceutica del mondo, in un matrimonio che ha fatto scuola e nel quale ben presto il marketing è divenuto il coniuge dominante. E’ impressionante come già in quell’era lontana vennero usate tecniche propagandistiche sistematiche di coinvolgimento dei media e degli esperti per convincere medici e pubblico [5]. Il successo a sua volta portò a una ridefinizione dell’ipertensione come malattia e a progressivi abbassamenti della soglia di trattamento, che consentirono l’ingresso nel mercato di altri farmaci, in un’espansione esemplare dal punto di vista della crescita industriale.

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La medicalizzazione della PA nella popolazione generale può essere esaminata, secondo una nota tripartizione, a livello concettuale, politico-istituzionale e dell’interazione medico-paziente. Sul piano concettuale, il modello epistemologico razionalista, che studiava le cause delle malattie per trovare misure o terapie che agissero sulle cause, è stato sostituito da quello empirista [6]; nella definizione, nella categorizzazione nosografica e nella dottrina clinica. Conta il fenomeno, i valori di PA, e le outcomes degli interventi, cioè i risultati degli studi clinici di abbassamento della pressione mediante un dato farmaco. Nonostante l’importanza che l’ipertensione essenziale, la forma comune, ha assunto nella medicina attuale, le sue cause, e i meccanismi che la collegano o nei casi lievi-moderati la collegherebbero alla malattia restano in penombra o avvolti nell’ombra.

Si considera una singola variabile, la PA, e la si tratta come una variabile di tipo continuo. Ma andrebbe chiesto se i due assunti sono corretti. Come è stato osservato, le vasculopatie possono essere determinate da covariate dell’ipertensione, indipendenti rispetto ad essa, piuttosto che dall’ipertensione in sé. L’ipertensione può essere quindi solo un indicatore; un marker surrogato [7]. In questo modo non si distingue tra malattia ipertensiva, dove l’ipertensione appare avere un ruolo causale, e ipertensione come fattore di rischio; “fattore di rischio” è un’espressione epidemiologica che vuol dire “indicatore di rischio”, ma è usata come se volesse dire “fattore causale”. Altri possibili fattori vengono considerati solo in senso aggiuntivo. A parte le forme secondarie, non è scontato che sia lecito considerare in un’unica categoria di “ipertensione numerica” sia l’ipertensione grave, che ha i caratteri di una malattia, sia l’ipertensione fattore di rischio, sia l’ipertensione sintomo, che a volte è secondaria a stress, le uniche eventuali differenze essendo quelle quantitative del valore di PA. Appare che si dovrebbe anzi distinguere nell’ambito di queste categorie, su base etiopatogenetica. In molti casi, es. in oncologia, la sottoclassificazione fine aiuta a congiungere artificiosamente benigno e maligno. Qui, al di là di alcune suddivisioni generali, è convenuta la strategia opposta.

Questa monodimensionalità di tipo riduzionista rende possibile e facilita lo scorrimento verso sinistra lungo l’ascissa della curva gaussiana, verso la pancia della popolazione, sulla base dei risultati dei trial clinici. Questi ultimi, nota Welch, mentre sono netti per gli interventi sull’ipertensione grave, anche in studi piccoli, hanno necessitato di studi di grandi dimensioni per estrarre i ridotti effetti che giustificano l’estensione del trattamento all’ipertensione lieve e moderata. Spesso i risultati prodotti da tali giganteschi e costosissimi studi mostrano benefici risicati in maniera sconcertante; per spostarsi verso la pancia della curva, la montagna degli studi partorisce topolini. Una stima della riduzione del rischio di ictus nella fascia d’età 60-69 ha mostrato che secondo i dati ufficiali la terapia fa salire la probabilità di non subire un ictus dal 99.3% al 99.5% [3], un quinto di punto percentuale. Gli studi clinici, anche quando appaiono rigorosi, hanno una lista di limitazioni tecniche e di riserve, es. la validità esterna, cioè l’applicabilità al mondo reale. Gli studi clinici rispondono nei fatti anche agli investitori; che sembra siano stati di frequente singolarmente fortunati, ad avere, tra studi contraddittori e negativi, studi scientifici che mostrassero un minimo appiglio col quale giustificare il trattamento. La “scienza” ufficiale appare protesa a cancellare il più possibile la distinzione tra normale e patologico per i valori di PA; con una serie di espedienti.

I risultati “scientifici” minimi e dubbi vengono poi amplificati in più stadi, da quello scientifico alle informazioni al paziente passando per i media. Sul piano scientifico si presentano i risultati in modo da dare loro risalto. Così invece di dire “miglioramento di 0.2 punti percentuali” per riferire della stima citata, si potrebbe dire, usando come è consuetudine il rischio relativo, “riduzione del rischio del 28.6%”, che è matematicamente corretto ma forviante.

Fig. 2. v. testo.

La fig. 2 mostra un grafico a pag. 2 della traduzione italiana di un importante testo statunitense sull’ipertensione [8]. Un volume di oltre 500 pagine, col titolo mantenuto in inglese; primo capitolo, intitolato “Ipertensione nella popolazione generale”; incipit: “L’ipertensione è fonte di sconforto e al tempo stesso di speranza”. La figura, tratta da un importante articolo pubblicato su Lancet,  riassume la giustificazione teorica dell’abbassamento della PA anche per valori di elevazione ridotti, mostrando come la mortalità per cardiopatia ischemica decresca all’apparenza linearmente col ridursi della PA. Può sfuggire al lettore che la scala delle y non è lineare, ma logaritmica in base 2, mostrando, dice il testo, ma senza spiegarlo, come il rischio raddoppi per ogni decade di età. Questa trasformazione linearizza le crescite, e le decrescite, di tipo esponenziale; è di tipo esponenziale l’incremento generale con l’età dei danni e dei rischi da invecchiamento. La trasformazione è utile soprattutto quando c’è un range di valori ampio, di diversi ordini di grandezza.

Fig. 3. v. testo.

Fig. 4 v. testo.

Il grafico log- normale sulla relazione tra ictus e PA, fig. 3, è simile a quello della fig. 2. La situazione sarebbe stata rappresentata più fedelmente usando la comune scala lineare, come hanno fatto alcuni ricercatori che lo hanno ridisegnato [9], fig. 4. In questo modo il grafico racconta una storia molto diversa, mostrando che la correlazione tra elevazione della PA sistolica e ictus in realtà è inesistente o scarsa per i gruppi d’età meno anziani fino a circa 140 mmHg. E che c’è un netto punto di inflessione attorno ai 150 mmHg, con aumento del rischio, molto più marcato per i più anziani. Ovvero, che per la prevenzione dell’ictus non ci sono vantaggi teorici sostanziali nel trattare innalzamenti moderati della PA sistolica fino a 70 anni, e che anche dopo quell’età resta da vedere se conviene, dati gli effetti avversi dei farmaci, trattare elevazioni moderate.

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Questo tipo di informazione scientifica aiuta a immaginare di quale livello sia l’informazione a riguardo diffusa dai giornalisti che campano facendo da cassa da risonanza ai lanci dei nuovi prodotti medici, e di che livello sia quella propagandistica, basata su tecniche di persuasione da call-center che i medici utilizzano avendola ricevuta, a volte assieme a benefici come gadget, regali o semplicemente denaro, dagli emissari delle case farmaceutiche, gli “informatori scientifici” che li curano uno ad uno. Sul piano politico-istituzionale si mira alla pancia anche nel senso del crasso interesse. La pancia degli inciuci e della corruzione. L’American heart association ha stimato in 76 miliardi di dollari i costi diretti e indiretti per l’ipertensione in USA nel 2010. Nel 2004 gli antipertensivi hanno costituito il 10% della spesa per farmaci in USA. Anche in Italia gli antipertensivi sono in vetta alle classifiche dei farmaci più prescritti, con l’ACE inibitore ramipril al primo posto. Ci sono stati casi che hanno mostrato che gli esperti incaricati di dettare le linee guida sull’ipertensione hanno ricevuto cifre dell’ordine degli 800۠000 dollari dalle case farmaceutiche interessate. Da noi la magistratura è intervenuta con qualche tirata d’orecchie ai medici che a centinaia  ricevevano mazzette in cambio di prescrizioni, e alle ditte produttrici che pagavano i medici per lucrare. Di recente c’è stato il caso della maggiore casa farmaceutica italiana, Recordati, che produce l’antipertensivo lercanidipina.

Ci furono nei primi anni del lancio della terapia di massa per l’ipertensione opposizioni tecniche ed etiche; che poi sono rientrate. I tanti bioeticisti stanno alla larga da temi che sarebbero fondamentali, ma che trattare e pubblicizzare può tradursi in quello che molti considererebbero un suicidio professionale. Posso testimoniare che le voci scomode che sono percepite come una minaccia dal business e non obbediscono agli avvertimenti vengono eliminate dalla scena professionale con metodi sostanzialmente fascisti, mediante le istituzioni dello Stato. Anche la natura sociale dell’ipertensione, discussa negli anni Settanta, è tra gli argomenti proibiti. Mentre girano voci esagerate, o fantasiose, sulla capacità della mente di causare malattie organiche, come il cancro, si tace in genere sui determinanti psicosociali dell’ipertensione [6, 10]. Su come sia associata al modo di vita capitalista, su come aumenti nelle società competitive, e in condizioni di stress (incluso il mobbing); su come sia associata alla disoccupazione, e sia frequente nelle persone spaventate. Non si parla di come condizioni di vita più umane migliorerebbero lo stato di salute dell’intera popolazione anche attraverso l’abbassamento della PA, o di ciò che i valori della PA rappresentano sul piano fisiopatologico. Non si parla dei danni personali e sociali, derivanti dall’imposizione dell’etichetta di malato, e dell’assunzione del “sick role”, con le diagnosi di massa di ipertensione. Così si incanala il disagio psicologico che il sistema sociale crea verso la categoria classificatoria della malattia organica, che permette di sfruttarlo economicamente. Non si butta via niente.

Fin dai suoi esordi il lancio dell’ipertensione si è basato sulla stretta collaborazione tra industria privata e politici. I politici non si chiedono se questo uso delle risorse sia nel miglior interesse dei cittadini, e sono al servizio di questo strano trattamento collettivista imposto da interessi privati. Né l’insana partnership è limitata agli USA, ma riguarda anche la UE [11]. Uno studio norvegese ha mostrato che l’applicazione delle linee guida europee del 2007 sull’ipertensione comporterebbe un carico di lavoro che avrebbe effetti dirompenti sull’intero sistema sanitario del paese [12]. La sollecitudine amorevole con la quale si cerca di aiutare i sani a non ammalarsi comprando per loro (coi loro soldi) le medicine scompare quando nonostante i farmaci – e a volte a causa dei farmaci – una persona subisce ad es. un ictus. Allora per l’assistenza lo Stato si fa arcigno o latitante, e conteranno la capacità personale di fare le scelte giuste, le conoscenze e le disponibilità economiche, i fondi pubblici essendo stati spesi in questo e in tanti altri interventi “preventivi”.

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La pancia prende le forme della visceralità a livello dell’interazione medico-paziente. La PA è una grandezza biologica che si presta sotto vari aspetti a espansioni di mercato; anche e soprattutto perché, come gli studi di marketing verificano in questi casi, il suo controllo incontra il favore psicologico del pubblico. E’ stato detto che gli screening, come quello per l’ipertensione, più che di una “medicina basata sull’evidenza” sono espressione di una “medicina basata sull’invadenza”. Questo è in parte vero, ma non si tratta di una pura forma di “imperialismo del corpo”. Appare essere un’annessione consensuale più che un’invasione: piace al pubblico [11]. Al quale non si rende chiaro che la PA non è da considerare come un valore soglia che non andrebbe mai oltrepassato, come può essere – approssimativamente – per i valori degli esami clinici di laboratorio, ma è fisiologico e entro ampi limiti benefico che la PA, adattandosi di continuo alle richieste dell’organismo, si innalzi temporaneamente quando le richieste di perfusione degli organi aumentano. Richieste che possono aumentare anche per stimoli psichici; da questo punto di vista la PA è il parametro fisiologico adatto a convertire l’ansia, il disagio, in un segno “obiettivo” di malattia, passibile di cure materiali, e quindi motivo di commercio di beni e servizi.

Le cure sembrano concedere giovinezza, riportando i valori numerici della PA a quelli dei 20 anni; ma non è la stessa cosa che riportare l’apparato cardiovascolare, e gli altri, alla primavera della vita. La misurazione della PA è stata definita da un internista come un “gesto sacro” al quale spesso annette più importanza il paziente che il medico. Alcuni soggetti sviluppano forme ossessive che li portano a controllarsi la PA molte volte al giorno; secondo una statistica sarebbero 7 italiani su 100. L’illusione di controllare facilmente salute e malattia controllando, con l’assumere qualche pillola, un valore puntiforme, che si può misurare anche da soli o in farmacia, soddisfa il bisogno di controllo sulla propria sorte. Si ottiene così la medicina cosiddetta “euboxica”, da “eu-“, “bene”, e “-box”, “casella”: dove il paziente ha tutte le caselle degli esami nei limiti di normalità; e si ammala e muore lo stesso ma con gli esami in ordine, si è osservato commentando i risultati di studi che mostravano che all’abbassamento della PA era corrisposto non una riduzione ma un aumento dei decessi; l’equivalente in campo medico del detto sulla chirurgia “l’operazione è riuscita il paziente è morto”.

Così in ambulatorio avviene spesso una commedia degli equivoci. L’ipertensione può essere sovradiagnosticata anche perché la sua misurazione è soggetta a un considerevole errore di misura: la misurazione della PA è tradizionalmente manuale piuttosto che di laboratorio come per gli esami ematici, e si basa tra gli altri fattori su una variabile qualitativa come l’auscultazione dei toni arteriosi. Non è impensabile che capiti di misurare 95 mmHg invece dei 90 reali, la variazione che raddoppiò il mercato potenziale in USA nel 1984. Studi hanno mostrato che errori non sono rari, ma non se ne tiene conto come si dovrebbe. Si sono tolti dal mercato gli sfigmomanometri a colonna di mercurio, per ridurre l’inquinamento da mercurio (ma, nonostante sia stato formalmente bandito dalla UE, non si è ancora eliminato l’amalgama dentale, dove il mercurio va in bocca); a favore di quelli elettronici che non danno le stesse garanzie di oggettività. La PA può elevarsi transitoriamente per stress, per un’emozione o stati ansiosi, inclusa la visita medica e la misurazione stessa della PA; si tende però a trascurare l’aspetto funzionale, e a considerare anche l’ipertensione “da camice bianco” come una variante non innocua, da includere nelle forme da seguire e trattare. Non si avvisa il pubblico che diversi farmaci possono provocare innalzamenti pressori e precipitare eventi cardiovascolari; inclusi farmaci di uso comune come i cortisonici e alcuni antibiotici, farmaci non strettamente necessari come gli estrogeni per la menopausa, farmaci da banco che si mandano giù senza pensarci come gli antidolorifici e gli antinfiammatori. La semplice rilevazione della PA porta in caso di minima elevazione rispetto alle soglie draconiane a una serie di altri esami e accertamenti, che moltiplicheranno sia il rischio iatrogeno sia i fatturati. Welch e al. scrivono che con l’ipertensione lieve si trasforma la gente in pazienti; ma li si trasforma in parte anche in malati autentici.

L’aspetto più scorretto è quello sulla consapevolezza e la comunicazione del bilancio benefici/danni della terapia farmacologica nell’ipertensione lieve e moderata. Le varie classi di antipertensivi possono dare una varietà di effetti collaterali fastidiosi e pesanti. Disturbi dell’umore e del sonno, cefalea, riduzione della memoria, disturbi gastrointestinali, impotenza. Alcuni di questi effetti peggiorano ciò che dovrebbero migliorare; gli antipertensivi possono provocare, con meccanismi diversi, innalzamento dei lipidi nel sangue, squilibri elettrolitici, edemi, disturbi della funzione cardiaca, aritmie, sincopi, angina, infarto, TIA, ictus. Gli antipertensivi migliorano i parametri emodinamici nell’iperteso autentico; ma possono peggiorarli se vengono assunti quando in realtà non ci sono migliorie da ottenere. Gli abbassamenti di pressione eccessivi sono causa di infarti miocardici e cerebrali. Cuore e cervello sono protetti da tali abbassamenti da meccanismi dedicati, che però non sono insormontabili; e nell’anziano la capacità omeostatica si riduce. Negli anziani, la principale classe di consumatori, tali effetti avversi sono particolarmente frequenti e gravi. Gli antipertensivi possono interagire negativamente con altri farmaci, soprattutto nell’anziano, che spesso ne assume diversi. Possono influire negativamente sulle patologie e sui deficit dei quali l’anziano è spesso portatore. Si parla per gli antipertensivi di “curva J”: una curva a barca, come una J coricata, dove non solo la pressione elevata, ma anche il suo eccessivo abbassamento aumenta il rischio di malattia e morte. E sui valori ottimali di riduzione – quando si riesce a ottenerla – la dottrina non è chiara. Diversi studi non sono riusciti a mostrare che l’ipertensione sia un predittore di mortalità nell’anziano, e alcuni studi hanno mostrato che la PA elevata era un predittore di sopravvivenza piuttosto che di mortalità dopo i 75 anni d’età [3]. Parallelamente all’introduzione degli antipertensivi di massa c’è stato nei decenni un forte incremento dell’incidenza standardizzata per età di fratture del collo del femore; incremento che nell’ultima decade sembra stabilizzarsi. Ci si può aspettare un aumento di sincopi e cadute, e quindi di fratture ossee, da farmaci che deprimono i meccanismi fisiologici che normalmente assicurano il mantenimento di una PA sufficiente in caso di esercizio fisico, di emorragia o altre variazioni del volume ematico, di mutamenti meteorologici o del semplice assumere la statura eretta. Della relazione tra il consumo di antipertensivi e di vari altri farmaci assunti in massa dagli anziani e le cadute e le fratture non ci si cura molto; nonostante che la frattura del collo del femore nell’anziano sia una patologia grave, che molto spesso esita in una penosa anticamera del decesso.

L’ipertensione è adatta all’espansione delle cure ai sani anche perché rientra nel ristretto numero di alterazioni patologiche che sono in genere asintomatiche. Asintomatico non vuol dire completamente muto; la medicina ha sempre cercato segni oggettivi per definire una patologia, e per rivelarla se asintomatica. Nel caso di ciò che si considera ipertensione lieve isolata, il medico, esperiti gli esami di rito, non deve fare altro che titolare i farmaci  – venendo indotto a scegliere tra i più costosi, che a volte sono anche quelli che danno maggiori effetti collaterali – contro i valori numerici che risultano dal bracciale e dalla pompetta. Diviene così poco più di un tecnico specializzato dell’industria. Epidemiologi che hanno esaminato il tema del bilancio benefici/danni dei trattamenti osservano che le linee guida basate sui trials coartano a svantaggio del paziente il giudizio clinico sul caso individuale [13]. L’ipertensione, invece di venire inquadrata in un contesto fisiopatologico più ampio, è passata da malattia asintomatica a malattia virtuale; con l’alibi della “scientificità”, testimoniata dal giocare con qualche numero. Come recitava anche il titolo di una serie informativa di qualche anno fa del Ministero della sanità rivolta ai medici, si usa dire che si tratta di “prescrivere in base ai numeri”; che può essere inteso come una critica, ma anche come una lode. Ma questi non sono numeri, nel senso che si possa attribuire loro certezza matematica; sono statistiche, e statistiche parziali e distorte, di tipo promozionale. Le informazioni ai pazienti sono del genere di quelle di una brochure su un complicato titolo finanziario: sono generiche, esagerate e ottimistiche, e non mostrano i termini sui rischi, ben noti ai matematici che hanno creato il titolo. Rischi che invece dovrebbero essere esplicitamente misurati e considerati dalla dottrina medica, e incorporati nelle prescrizioni al paziente (fig. 5).

Fig. 5. Il grafico A mostra l’intersezione tra la possibilità di benefici del trattamento in funzione del rischio di base (linea continua) e il rischio di affetti avversi (linea tratteggiata). Mostra quindi la soglia di rischio dalla quale si può considerare il trattamento. Gli altri grafici tengono conto della diversa risposta individuale ai farmaci e della diversa suscettibilità individuale ai loro effetti avversi [13].

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I modi coi quali si è ottenuta l’espansione dell’ipertensione da malattia grave a una condizione diffusa che trasforma i cittadini in pazienti mi ricordano una frase della Storia della Colonna infame: “fecero come que’ ragni, che attaccano il capo del loro filo a qualcosa di solido, e poi lavoran per aria”. Oggi le delicate ragnatele dottrinali che permettono agli appetiti dell’industria e della finanza di raggiungere la pancia della gaussiana sono protette da birri e giudici. Nel libro la frase è riferita agli effetti del terrore imposto dai giudici su due delle vittime; quelli erano tempi feroci, nei quali si bruciavano pubblicamente le streghe e gli eretici; incluso, ottanta anni prima, Michele Serveto, uno dei primi studiosi della circolazione del sangue, messo al rogo dai calvinisti. Ma la tendenza a imporre e istituzionalizzare, anche con la violenza e la frode, credenze irrazionali e dannose è rimasta con noi, in forme che hanno perso la vistosità e sono divenute spaventosamente potenti. E non è mutata in chi amministra la giustizia la serva complicità nelle prepotenze criminali di poteri esteri, che allora erano gli spagnoli, mentre oggi sono i poteri forti dell’economia coi loro bracci politici, come gli USA, la UE, la NATO.

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Qui altri articoli sulla sovradiagnosi.

 

 

Immagine iniziale. Curva di Gauss della variazione dell’altezza in un campione di 2193 bambine di 8 anni. Da: Valabrega E. Contando e ricontando. Avviamento al calcolo delle probabilità. Loescher, 1980; ripreso da Le scienze, Larousse, 1934.

Parti precedenti:

Sovradiagnosi I. Come la medicina nuoce.  https://menici60d15.wordpress.com/2012/04/12/sovradiagnosi-i-come-la-medicina-nuoce/

Note

[1] Welch H G, Schwartz L M, Woloshin S. Overdiagnosed. Making people sick in the pursuit of health. Beacon Press, 2011.

[2] Rose G. Sick individuals and sick populations. Int J epidemiol, 1985. 14: 32.

[3] Kaplan R M. Disease, diagnoses, and dollars. Facing the ever-expanding market for medical care. Copernicus books, 2009.

[4] Skrabanek P, McCormick J. Follie e inganni della medicina. Marsilio, 1995.

[5] Greene J A. Prescribing by numbers. Drugs and the definition of disease. Johns Hopkins university press, 2007.

[6] Kawachi I, Conrad P. Medicalization and the pharmacological treatment of blood pressure. In: David P, ed. Contested grounds. Public purpose and private interest in the regulation of prescription drugs. Oxford university press, 1986.

[7] Il salasso ieri e oggi. La sinergia tra malattia e terapia. https://menici60d15.wordpress.com/2012/01/15/il-salasso-ieri-e-oggi-la-sinergia-tra-malattia-e-terapia/

[8] Kaplan N M. Kaplan’s clinical hypertension. Ninth edition. Edizione italiana. Lippincott, Williams & Wilkins, 2007.

[9] Kaplan R M, Ong M. Rationale and public health implications of changing CHD risk factors definitions. Annu Rev Public Health, 2007. 28: 321.

[10] Greenberg G. Psychosocial factors and Hypertension. Br Med J, 1988. 296: 591.

[11] Sovranità sanitaria. In : Appello al popolo. http://www.appelloalpopolo.it/?p=5626

[12] Petursson et al. Current european guidelines for management of  hypertension: are they adequate for use in primary care? Modelling study based on the Norvegian HUNT2 population. BMC Fam Pract, 2009. 10:70

[13] Krawitz R L et al. Evidence-based medicine, heterogeneity of treatment effects, and the trouble with averages. Milbank Q, 2004. 82: 661.

Giustizia per Piazza Loggia

17 April 2012

 

Segnalato sul sito di Aldo Giannuli

nei commenti al post “Sentenza di Brescia e giustizia in Italia: ne vogliamo parlare?” del 17 apr 2012

Strage impunita? Tranquilli, ci faranno un bel filmone che in un piacevole dopocena appagherà l’anelito democratico dei più; pure meglio di una sentenza. Non state a guardare il capello.

Per quelli che invece pensano che quando succedono queste cose la campana suona per tutti, e sono disposti a considerare altre versioni oltre a quelle che hanno libero corso, una testimonianza sul servilismo di forze di polizia, magistratura, sinistra e gente comune rispetto ai poteri che allora vollero la bomba e che oggi continuano ad essere serviti in altri crimini:

Giustizia per Piazza Loggia

Giustizia per Piazza Loggia

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Se x+2=3x, quanto vale x? Vale 1. E se x+2=x+3, quanto vale x? Non c’è soluzione. E’ un’equazione impossibile. Lo stesso avviene con la giustizia. Un’azione giudiziaria è come un’equazione nella quale l’incognita x sono le responsabilità penali. Come per quegli oggetti potentissimi che sono le equazioni, si tende a credere che la giustizia sia sempre in grado di dare un risultato significativo; tutto sta nel riuscire a ottenerlo. Ma anche nella giustizia ci sono equazioni impossibili, che per loro natura non possono dare risultato; che corrispondono a situazioni nelle quali la responsabilità, l’incognita, sta su entrambi i membri dell’equazione, a sinistra e a destra del segno uguale, e non ci sono termini aggiuntivi che possano permettere di portarla da un lato solo, lasciando la soluzione dall’altro lato.

L’espressione “strage di Stato” è una di quelle che sono meno coraggiose di quanto sembrano. Nasconde il fatto che lo Stato non ha neppure agito in maniera autonoma, per quanto perversa, ma è stato strumento di poteri sovranazionali, interessati a tenere lo Stato e la nazione in una condizione di subalternità, influenzandone la politica interna. Parimenti il corollario, espresso da Sciascia, “lo Stato non può processare sé stesso” sembra un’affermazione forte, mentre è una descrizione affievolita di una realtà nella quale lo Stato non può processare – e neppure nominare – i mandanti che serve, prima di non poter processare sé stesso come esecutore. Dipingere poi la strage come opera di fascisti, che furono solo la bassa manovalanza, contrapposti ai nobili antifascisti, che con gli angloamericani hanno sempre avuto un rapporto a dir poco ambiguo, è un ulteriore passo verso la mistificazione.

Non da commentatore né tanto meno da esperto di terrorismo, ma da parte lesa e testimone, desidero lasciare memoria della mia esperienza. A Brescia, per chi è nel mirino dei poteri forti, sembra quasi di stare in una dependance della vicina base Nato di Ghedi; con comando USA e personale italiano. Gli stessi poteri esteri che vollero la strage del 1974 oggi comandano a bacchetta, e continuano ad essere serviti nei loro disegni, aggiornati ai tempi, ma sempre eversivi, violenti e antidemocratici, dalle istituzioni, con in testa le forze di polizia e la magistratura. Quelle che dovrebbero essere le parti “non deviate” dello Stato invece di tutelare la legalità, la democrazia, i principii costituzionali, collaborano coi “deviati” per soffocare voci sgradite, e nel compito di rappresentare il dissenso democratico su temi inconfessabili come devianza potenzialmente pericolosa, da reprimere. Le pratiche della liquidazione politica di determinati soggetti e della costruzione di una tensione che giustifichi abusi e reati non si avvalgono più di armi che provocano emorragia acuta, ma proseguono mediante forme di violenza subdola. Poteri esteri serviti dai politici, il postcomunista ora filoUSA e filosionista sindaco Corsini non meno dell’attuale sindaco Paroli, berlusconiano, che ha avuto incarichi presso la Nato. Serviti da quelli che della vendita del Paese hanno da secoli fatto un mestiere, i preti. Serviti dalla sinistra migliorista e da quella “radicale” e dai sindacati, forze per le quali ogni anniversario della strage è il giorno della ricrescita della “verginità antifascista”, da investire 365 giorni all’anno per compiacere anche in maniera inqualificabile le forze che nel 1974 si avvalsero dell’esplosivo.

Serviti da una borghesia di arricchiti che non hanno perso il terrore della fame. Fino alla larga platea di gente comune, che approva istintivamente qualsiasi cosa vada verso il ricevere più soldi, fino ai facchini che non sono molto diversi dalle alte cariche nel vendersi vilmente al più forte. Una gerarchia di caporali, coinvolti in ciò che a gran voce chiedono sia perseguito. Chi commette o favorisce reati commissionati dalle forze che fecero mettere le bombe non troverà colpevoli per le bombe; mentre i processi a salve lunghi quarant’anni, le commemorazioni, le montagne di retorica gli serviranno da alibi; sul terrorismo è nata una florida industria della chiacchiera e dello spettacolo.

A Brescia volendo si potrebbe osservare l’operato di apparati “deviati” e gli aiuti e l’impunità di cui godono non a posteriori, ma “in diretta”, secondo l’espressione di Borsellino sulla mafia. Molti di quelli che si dicono vittime, molti di quelli in prima fila ai funerali o sul palco in piazza, sono in realtà legati direttamente o indirettamente agli apparati che un tempo facevano mettere le bombe, da rapporti che arrivano alla complicità. Sul piano morale, come traditori, sono più in basso dei mandanti che sono senza scrupoli nel curare i loro interessi. Le stragi hanno avuto la complicità trasversale della classe dirigente, che le ha sfruttate; ma sono state anche un chiamare il bluff della popolazione, sul suo dirsi nazionalista, se di destra, votata alla libera e serena convivenza se di centro, o erede dei partigiani se di sinistra, davanti alle sirene del benessere che chi con una mano ha sguinzagliato i bombaroli presentava con l’altra. E’ incredibile cosa è disposta a fare la gente per qualche soldo, come si venda la carica di elettore e di cittadino responsabile per un piatto di lenticchie. Questo fattore, la carota accoppiata alla bastonata, non andrebbe omesso. L’equazione era impossibile fin dall’inizio, e oggi lo è forse più di allora.

Non è vero quanto hanno commentato i PM, che “ormai è una vicenda che va affidata alla storia, più che alla giustizia”: c’è una continuità di comportamenti istituzionali, e anche personali, tra quanto avvenne nel 1974 e quanto è avvenuto dopo e avviene oggi. E’ vero che non è cosa per la giustizia, intesa come la nostra magistratura; è vero che è un caso ormai storico; ma è un caso nel quale la storia si fonde con la politica dei nostri giorni; o meglio con la non-politica dei nostri giorni. Questo Stato, coi suoi poteri e con la mentalità fascistoide radicata nelle masse, è mutatis mutandis un analogo, che dura da decenni, del governo di Vichy. Procedimenti giudiziari e sentenze come questi sono anche un modo dei magistrati per farlo presente e ribadirlo per ciò che attiene all’esercizio della giustizia.

Come dissi in occasione dell’assoluzione di 1° grado (*), una condanna di comodo, che avrebbe dato l’impressione di una giustizia lenta e parziale, ma comunque possibile, sarebbe stato peggio. I magistrati hanno rispettato l’equazione impresentabile che modellizza la realtà, quella che comprende anche le loro connivenze e complicità; non hanno forzato soluzioni false. Ad un’analisi politica l’assoluzione può essere anche letta come una condanna: come un’ammissione di correità per una classe dirigente della quale i magistrati sono parte pregiata; e come un gesto di disprezzo per il popolo, i cui umori mediamente sono molto più vicini di quanto non si dica all’operato collaborazionista dei magistrati, che oggi viene additato con sdegno.

Francesco Pansera

* https://menici60d15.wordpress.com/2010/11/23/brescia-non-solo-bombe/

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Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Bolognesi “Piazza della Loggia: non è mistero, ma segreto” del 19 apr 2012

C’è il segreto di chi copre perché non si veda, ma c’è anche l’omertà di chi si copre gli occhi per poter dire che non ha visto; c’è anche l’omertà e la connivenza delle istituzioni “pulite”, dei quadri intermedi e delle persone comuni, non diversamente dalla mafia al Sud, nel dare appoggio ai poteri che vollero la bomba e oggi spadroneggiano. Le responsabilità non sono state solo in alto, e focali; ma sono state e sono diffuse, distribuite e trasversali, se non universali, comprendendo anche settori insospettabili, e il popolo:
http://menici60d15.wordpress.c…
Giustizia per Piazza Loggia

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@Rama.  Io di ricordi così ne ho a dozzine, e non sempre erano gente che si diceva di destra; la mentalità fascistoide, come osservò Gobetti, è nella biografia della nazione. Ricordo, a un incrocio davanti a un’edicola di giornali dove un tempo c’era un tabellone de l’Unità, e dove spesso incrociavo la polizia, una persona parlare della strage subita come di un titolo di merito;  un salvacondotto per fare quello che conveniva al suo gruppo. Anche la contabilità dei morti e dei danni causati dal sistema di potere del quale le stragi sono stato un drammatico episodio è diversa e maggiore di quella delle versioni ufficiali; né è chiusa, come si sostiene. Rimane coperta grazie al luridume fascista e al fetido gioco degli ipocriti, che ci ha portato alla condizione attuale.

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20 febbraio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Strage piazza della Loggia, pg: “Annullare assoluzioni. Maggi ideatore e mandante”

Un altro processo servirà a pronunciare ciò che non può essere detto, o piuttosto ad aggiungere qualche altra carriolata di carte sul tumulo della verità? A prolungare gli effetti perversi della bomba, a fornire ancora alibi e coperture? Vivo a Brescia da 20 anni, e non smetto di restare sorpreso, e disgustato, dalla contiguità e collaborazione delle istituzioni che a parole condannano la strage con i mandanti; che non sono gli utili idioti che i poteri forti hanno protetto, dopo averli utilizzati per l’esecuzione materiale. Ogni 28 maggio, giornata delle elaborate celebrazioni per la strage impunita, mi viene dato modo di ricordare le parole del Generale Dalla Chiesa, su come la prima corona di fiori ai funerali delle vittime di mafia sia quella dei mafiosi responsabili. E quelle di Pasolini su come la strage sia servita – e a questo serve anche oggi – “a ricostituirsi una verginità antifascista”,”con l’aiuto e l’ispirazione della CIA”. La strage non è solo impunita sul piano giudiziario; la sua matrice infame e ributtante resta ancora sommersa, mentre continua ad operare indisturbata, venendo anzi aiutata dalle istituzioni legali. Nascosta ma non remota, come una rete sotterranea sotto le strade della città.

Francesco Pansera

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21 febbraio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Strage piazza Loggia Brescia, Cassazione annulla assoluzioni Maggi e Tramonte”

Posso testimoniare che i magistrati oggi sono estremamente accomodanti con le forze che allora furono mandanti della strage (i mandanti veri, “atlantici”, non gli sciagurati che furono usati). Per me è preoccupante sentire che si loda la magistratura per il nuovo processo, perché le fornirà un alibi per continuare ad essere accomodante. Certo, è difficile non sperare nella giustizia. Ma è da lodare una magistratura che produce questi risultati? Coi potenti gli italiani sono affetti dalla sindrome di Lucia Mondella: “Dio perdona tante cose per un’opera di misericordia”. Così oggi molti esaltano la magistratura perché promette di partorire un topolino dopo una gestazione che è arrivata al quarantesimo anno; quando ci si dovrebbe mettere le mani nei capelli.

Francesco Pansera

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21 giugno 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Piazza della Loggia, la Cassazione conferma l’ergastolo per Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte”

Un indicatore degli effetti del ritardo della sentenza, un modo per comprendere quanto questa giustizia incida sul fiume della Storia, è ottenibile sottraendo dalla data dell’evento la distanza in anni tra evento e sentenza: 1974-43=1931. Tra la strage e la sentenza è passato tanto tempo quanto ne è trascorso tra il 1931 e la strage. Quanto pesava nel 1974 il 1931, quando l’Italia, largamente rurale, era sotto Mussolini. La violenza di Stato era autoctona e dichiarata: Gramsci osservava il mondo da una cella. Hitler doveva ancora prendere il potere. Gli USA si dibattevano nella grande depressione. L’Ucraina di Stalin stava entrando in carestia.

Un alto magistrato a Brescia ha affermato a una conferenza – essa stessa manifestazione delle mortifere strategie dei poteri forti – che se sente dire che la strage è stata lasciata impunita dalla magistratura “diventa scortese”. E’ possibile riconoscere dei meriti alla sentenza, che i fan dei magistrati magnificheranno. Ma conoscendo quanto è attualmente vasta e radicata la rete delle complicità istituzionali coi poteri che nel 1974 vollero la strage e che in questi cinque decenni hanno ordinato altre operazioni deleterie, conoscendo il doppio gioco delle autorità che ogni anno si mostrano sul palco alle commemorazioni, a me la sentenza pare una foglia di fico, un belletto su un volto grinzoso, una maschera di rispettabilità data ai tirapiedi perché meglio proseguano i loro servigi per gli affari dei nostri giorni.

@ Paola. Ma le verità sono davvero così complesse che non bastano 50 anni a trovarle? Per Pasolini – novembre ’74 – “non è poi così difficile”. Le verità su molti misteri d’Italia sono come la meccanica celeste: riguardano sistemi di forze molto grandi ma relativamente semplici in linea di principio, anche se la descrizione dettagliata può richiedere calcoli avanzati. (Chiamo “tolemaicismo” l’arte, simile alle spiegazioni ad hoc dell’astronomia geocentrica, di spiegarle in termini nazionali, ignorando la “massa gravitazionale” dell’ “astro” USA). L’importanza dell’azione giudiziaria andrebbe valutata considerando i suoi effetti sulle stragi e gli omicidi politici, che hanno potuto proseguire per decenni, fino a che sono stati utili; e gli effetti sull’influenza di poteri sovranazionali sull’Italia, oggi più forte di allora; e non contrastata, tutt’altro, dalla magistratura. Quanto all’indomito coraggio dei bresciani, osservandone da 24 anni i comportamenti ho sviluppato l’idea che queste stragi siano servite anche a “vampirizzare” la popolazione, facendone un docile collaboratore dietro alla retorica; la stessa retorica che oggi fa celebrare la sentenza. Forse nel decidere i luoghi degli eccidi gli uffici di guerra psicologica hanno considerato anche il carattere, qui diciamo “pragmatico”, di alcune cittadinanze.

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25 giugno 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Agosti “Strage di piazza della Loggia, lettera agli innocenti”

Dopo mezzo secolo suonate l’adunata per andare a cercare i mandanti della strage. Vivo a Brescia, che quando sono in gioco interessi USA sembra una dependance della vicina base NATO-USA. Vengono in mente quei baroni scozzesi di “Braveheart” che chiamavano a raccolta contro gli occupanti inglesi e sottobanco si erano venduti ad essi. A2A, la partecipata del Comune, che ogni volta che su Il Fatto commento gli interventi di Mattarella manda puntualmente le macchine spazzatrici a sfilarmi accanto sollevando lerciume mentre cammino, chiede la nomina a senatore a vita di Manlio Milani. Anche Mattarella, da decenni uomo di fiducia “su cui puntare” come presidente secondo un ambasciatore USA in Italia (La Stampa, 20 giu 2017), necessita di alibi per la sua fedeltà atlantica. Così, col machiavellismo e le capacità recitative che nella nostra classe dirigente occupano il posto di doti più pregiate, verranno prolungate la sacralità e la pompa che rivestono scelte di campo non molto eroiche.

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25 giugno 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Beccaria “Piazza della Loggia: le coperture istituzionali, la P2 e i rischi per la democrazia”

Lewontin, genetista di Harvard, è ricorso a un approccio che chiama “dialettico”* per mostrare l’erroneità delle manipolazioni concettuali della genetica. Il determinismo semplicistico fa da base alla “new genetics”**, presentata come un trionfo della medicina ma in realtà una sua degenerazione commerciale. Sulla quale, tra parentesi, Brescia si è buttata a pesce, scoprendosi una vocazione accademica quando la medicina è divenuta un modo facile di arricchimento per chi non abbia troppe ubbie etiche e assilli epistemologici. Lewontin mostra come il suddividere gli oggetti di natura in classi separate e distinte porti a non cogliere aspetti critici e travisare; insieme al suddividere bisogna considerare la possibile “interpenetrazione degli opposti”. Lewontin sostiene l’applicazione del suo metodo anche al campo politico, inclusa la politica imperialista USA*. A Brescia di interpenetrazione tra chi si presenta come offeso dalla bomba e chi da allora continua a dare ordini ce n’è tanta. La strage di quel 28 maggio 1974, dove la distinzione tra i corpi dilaniati da una parte e gli uccisori dall’altra fu orribilmente netta, viene esibita, a volte col suo contorno torbido di allora, per nascondere e favorire il più vasto campo di legami e complicità di oggi; che riguardano affari inconfessabili come quelli sulla salute.

*Levins R, Lewontin R. The dialectical biologist. Harvard Univ Press, 1985.
**Le Fanu J. Rise and fall of modern medicine. Hachette, 2011.

 

 

 

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v. anche:

Servizi, masse e istituzioni nei movimenti di protesta

Sovradiagnosi I. Come la medicina nuoce

12 April 2012

Non basta dire che, essendo il cancro maligno, occorre chiamare cancro ogni altra formazione maligna: sarebbe questo un circolo vizioso […] Si deve determinare […] l’istologia e la fisiologia dei tumori. […] Purtroppo tutto ciò non è facile

R. Virchow, 1858

Il test [del PSA per il cancro alla prostata] vale poco più che fare testa o croce

R. J. Ablin, co-scopritore del PSA. In: The great prostate mistake. New York times, 10 mar 2010

ccc

Il cancro purtroppo esiste, e fa paura. Ma nella nostra società sulla paura del cancro si innesta indisturbato un fenomeno di sciacallaggio. Così come le famiglie dei rapiti sono esposte a richieste di riscatto da parte di falsi rapitori, che vogliono sfruttare il loro stato di debolezza, chi ha il cancro, o teme di poterlo contrarre, deve fronteggiare non uno ma due pericoli: quello della malattia biologica e quello dei suoi simili disposti a sfruttare il suo stato di paura e di ricerca di aiuto. Uno sciacallaggio che può prendere un’ampia varietà di forme, ed è istituzionalizzato, come mostra il caso delle sovradiagnosi di cancro. Ciò vale anche per altre malattie, che l’attuale medicina tende a sfruttare economicamente prima che a curare.

Questo è il primo di una serie di articoli che riportano e commentano, integrandoli con aggiunte personali, i capitoli del libro “Sovradiagnosticati. Fare ammalare le persone nel perseguire la salute” di Welch, Schwartz e Woloshin [1]. La sovradiagnosi è diagnosticare una condizione morbosa attribuendole una gravità che non ha. La condizione falsamente rappresentata come molto più grave o potenzialmente più grave di quanto non sia realmente è in genere, anche se non sempre, reale: la sovradiagnosi è un’esagerazione interpretativa truffaldina; che come si può immaginare è a scopo di lucro. Si traduce in un danno per il paziente provocando ansie e paure, perdite economiche e cure inutili e spesso dannose, fino a configurare forme di lesioni gravissime e di omicidio. Può riguardare moltissime malattie, anche conclamate, ma assume aspetti epidemici nelle diagnosi precoci su soggetti asintomatici o con sintomi lievi o vaghi, eseguite per iniziativa individuale oppure nei programmi pianificati di screening di massa, in particolare di quelli per i tumori; dove vengono diagnosticate malattie, anche molto gravi, non in seguito alla richiesta della singola  persona già sofferente per una causa organica da definire, ma su soggetti sani.

Al lettore verrà alla mente il caso della casa di cura S. Rita. Ma lì le diagnosi erano falsificate grossolanamente, per una impostura personale di alcuni medici che, se non sono gli unici a praticare questo genere di medicina, non sono però rappresentativi della categoria. Il problema delle sovradiagnosi è legato al loro essere strutturali, cioè incorporate nella dottrina, e applicate legalmente e con tutti gli onori come routine nella prassi quotidiana, tramite sofisticate manipolazioni e una massiccia propaganda. L’operato di Brega Massone, Pansera Marco e gli altri sta alle sovradiagnosi di massa come un pusher che fa la cresta sulla merce tagliandola eccessivamente sta al traffico internazionale di droga [2]. Come dirò, le forze di polizia e la magistratura non combattono ma favoriscono illeciti come le sovradiagnosi strutturali, che non sono gli illeciti di balordi indisciplinati, ma espressione mainstream della medicina delle multinazionali e dei banchieri.

Il tema in Italia finora fa parte del proibito, di ciò di cui non si deve parlare al grande pubblico [3]. I programmi di screening, spesso appoggiati dallo Stato, in Italia e in altri paesi europei nascondono agli utenti quello che è il loro principale effetto avverso, la sovradiagnosi e il conseguente sovratrattamento. In USA, dove del resto il problema è ancora più grave, invece se ne parla. Su media che fanno opinione come il New York times e Newsweek sono comparsi diversi articoli “eye-opener”. Si sta considerando di avvisare anche formalmente gli utenti, introducendo quella liberatoria chiamata “consenso informato” anche per gli screening, scaricando così sull’utente la responsabilità, ma comunque inducendo almeno i più accorti a considerare di non sottoporsi ad alcuni esami. In USA il tema è stato fatto emergere per vari motivi, il principale dei quali è che in corso una manovra di frenata della spesa sanitaria. Lì, dove il sistema è disegnato per fare aumentare i costi, la spesa sanitaria sta divenendo un problema, e un po’ di marketing negativo mediante qualche spiffero di verità sulle sovradiagnosi, che sono un formidabile moltiplicatore, capace di incrementare capitoli di spesa per decine e centinaia di volte, può aiutare a rallentarne la crescita; senza certo fermare un volano che ha l’inerzia dei convincimenti di tipo religioso sulla medicina, e quella di alcuni trillions di dollari di PIL all’anno (un trillion sono mille miliardi). La spesa sanitaria USA ha raggiunto il 17.3% del PIL nel 2009 e si prevede che sarà del 19.3% nel 2019; se l’esuberanza del suo tasso di crescita, che è oggi intorno al 5% annuo, non verrà placata, la spesa secondo alcuni osservatori raggiungerebbe il 25% nel 2025.

Questo può spiegare perché il Chief medical officer dell’American cancer society, la principale fomentatrice della iatrogenesi in oncologia mediante quelle sovradiagnosi che calpestano il “primum non nocere”,  abbia pubblicato un libro gesuiticamente intitolato “How we do harm” “Come nuociamo” [4]. L’autore, Brawley, che mette in epigrafe una poesia di s. Ignazio di Loyola, e nel dilungarsi sulla sua ammirazione per i gesuiti raccontata come a scuola i gesuiti gli abbiano insegnato a chiamare “shit” la shit, fa vedere un pochino dello sterco dell’oncologia, stando attento a non mostrarne troppo; e fa anche, tra tanta retorica, qualche critica tecnica di notevole peso. Appare piuttosto che i gesuiti gli abbiano insegnato a camminare sul filo, per mettersi alla testa della denuncia delle gravi colpe dello stesso sistema che lo annovera tra gli appartenenti all’alto clero. Forse le confessioni involontarie, prima di quelle dei peccati ammessi come a imitazione di sant’Agostino, sono i passi più interessanti del libro. In Italia, che è spesso indietro di 5-15 anni,  il clero e i cattolici sono all’avanguardia nella produzione di quel lucroso materiale imbrattato di sangue sul quale oggi in USA si piangono lacrime di coccodrillo, pie o laiche.

Anche se forse questa, in USA ma per ora non da noi, è proprio la volontà di chi comanda, è utile diffondere il concetto di sovradiagnosi, che è tra i fattori maggiori di degenerazione della medicina. Il concetto è necessario sul piano politico: la vicinanza sul piano tecnico col modello USA di medicina, già stretta, sta aumentando, e vi è da noi chi auspica che si vada verso il modello USA di espansione della spesa sanitaria anche sul piano delle scelte politico-economiche [5]. La sovradiagnosi è uno dei modi principali di ottenere questo obiettivo. Purtroppo, anche se non dovrebbe mai, mai, essere così, perché ci si dovrebbe poter fidare della medicina, è necessario sapere del problema anche a livello personale, per meglio tutelare la salute della propria famiglia dai trabocchetti della medicina.

L’argomento oltre che vasto è intricato, derivando dalla commistione di due complessità tra loro eterogenee: la sovradiagnosi istituzionalizzata è il risultato di un impasto di alta tecnologia e pulsioni psicologhe primitive, opportunamente stimolate. Una mistura infernale di scienza sofisticata, ma distorta e manipolata in modo da combinarsi con alta affinità con un oscurantismo sostenuto dalla propaganda, che eccita gli eterni sentimenti e paure primordiali sulla salute. Il libro di Welch et al. consente un approccio relativamente semplificato al tema. L’autore principale, ricercatore al Dartmouth college, ha competenze sia cliniche che epidemiologiche, e ha fatto “a hell of a job” nel contestualizzare la sovradiagnosi nella realtà clinica e nel definirla in termini quantitativi sul piano epidemiologico. Glissa, e a volte è omissivo, sulle conseguenze iatrogene e sulla manipolazione ad hoc della dottrina fisiopatologica; pur descrivendo il movente economico, tende a scusare per quanto può le responsabilità morali dei medici, attribuendole in parte a fiducia in buona fede in ciò che prescrivono (nonostante studi abbiano mostrato che quando si indebolisce il “profit motive”, come la copertura di Medicare, calano come per incanto anche le prescrizioni inappropriate e nocive, emesse in scienza e coscienza, come quelle per il cancro alla prostata [4]). Del resto, considerate oggettivamente, le responsabilità sarebbero al livello di crimini contro l’umanità, e coinvolgerebbero una quantità di intoccabili del mondo economico e politico. Welch è comunque un autore che resta nell’ortodossia ufficiale, affiliato a un’istituzione il cui presidente di recente è stato messo a capo della Banca mondiale. Forse vuole anche evitare di essere sbranato dai colleghi, e di essere censurato dai poteri medici superiori, mostrando loro che anzi si è limitato. Ma in ogni caso il libro, che si sforza, riuscendoci, di rendere chiaro un soggetto un po’ complicato e soprattutto contrario al senso comune, ci offre la possibilità di comprendere un tema fondamentale, proibito in Italia.

Comincio dal considerare il capitolo su quello che è considerato come il caso più netto e chiaro di sovradiagnosi: lo screening per il cancro alla prostata.

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La bolla del cancro della prostata

– Lo psichiatra: perché agita le braccia?

– Il paziente: per tenere lontano gli elefanti.

– Lo psichiatra: ma non ci sono elefanti qui.

– Il paziente: appunto, funziona.

Incredibilmente, in sei anni, dal 1986 al 1992, in concomitanza con l’introduzione dello screening per il cancro della prostata con il PSA, il tasso di diagnosi di cancro della prostata in USA è quasi raddoppiato. Il picco è stato preceduto da un aumento, cominciato nel 1975, legato all’esame istologico dei frammenti di prostata da resezione endouretrale per ipeplasia prostatica; ad esso è seguito un certo calo, ma con un tasso sempre superiore del 50% a quello pre-1975.

Il problema del presagire un male futuro per poi affermare di averlo evitato con un proprio intervento, dalle misure contro gli elefanti del paziente della barzelletta alle predizioni di cancro e relative cure alle predizioni e i relativi sortilegi delle fattucchiere, è che genera controfattuali: se non avviene niente l’oncologo o la maga possono dire che la loro azione ha salvato il cliente. Questo sul piano individuale; la singola persona diagnosticata come affetta da tumore difficilmente metterà in dubbio una simile diagnosi; e se anche lo facesse non saprà riconoscere, se non dispone di competenze specialistiche – che in alcuni casi non sono comunque sufficienti a dare una risposta certa – se aveva davvero un cancro. La sovradiagnosi si rivela sul piano epidemiologico, dove, scrive Welch, se il tasso di diagnosi positive per un tipo di cancro nella popolazione aumenta, e se si tratta davvero di cancro, aumenterà con una buona correlazione anche il tasso di mortalità per quel cancro (fig. 1). Invece la mortalità per il cancro alla prostata è rimasta sostanzialmente stabile, con qualche riduzione attribuibile al miglioramento delle terapie; o anche, paradossalmente, agli effetti iatrogeni delle terapie, che fanno morire il paziente per altre cause, cardiovascolari, prima di quando il cancro della prostata, ammesso che ci fosse, lo avrebbe ucciso [4]; mentre l’incidenza di diagnosi è passata da meno di 100 per centomila nel 1975 a circa 150 per centomila nel 2005, con un picco di oltre 225 per centomila nei primi anni Novanta (fig. 2).

 

Fig. 1 Evidenza epidemiologica di sovradiagnosi secondo Welch.

Fig. 2. USA 1975-2005. L’area scura è data dai cancri della prostata sovradiagnosticati. Welch, cit.

Un fautore dello screening, o anche per il suo campo Wanna Marchi, potrebbero rispondere che se non si vede nulla è perché il danno sarebbe stato maggiore, se non fosse stato sventato appena in tempo, proprio grazie al loro intervento. Ma questa spiegazione “forza la credibilità” commenta Welch. Invece che un fattore – la sovradiagnosi – ne richiede due: autentico incremento nel cancro e miglioramento nelle cure. Inoltre richiede un’ipotesi “eroica”: che l’autentico aumento del carico di cancro, l’introduzione dello screening e il miglioramento delle cure siano avvenuti tutti e tre in perfetta sincronicità. Questa ipotesi tripla è altamente implausibile, mentre come dirò ci sono altri elementi che non lasciano dubbi  che si sia trattato di sovradiagnosi.

Se lo screening fosse solo una diagnosi precoce di cancro autentico, il numero totale di individui diagnosticati sarebbe costante, limitandosi ad accumularsi nei primi anni dell’introduzione dello screening. Con lo screening c’è stato invece un incremento nel numero totale dei cancri della prostata, o meglio delle etichette con questa diagnosi, che Welch stima in un extra di due milioni di persone in USA tra il 1975 e il 2005. I tassi di incidenza sono rimasti elevati. Hanno ammesso che vi è stato un enorme problema di sovradiagnosi le stesse istituzioni Usa preposte. Nel 2008, sulla base di studi clinici, la US Preventive Services Task Force ha raccomandato contro lo screening sui sani per il cancro della prostata, ammettendo che il test sul quale si basa, il dosaggio del PSA, risulta in una riduzione della mortalità piccola o nulla ed è associato a danni; l’American cancer society ha ammesso a posteriori che “la ricerca non ha ancora provato che i potenziali benefici dello screening superano i danni del test e del trattamento” invitando a limitare lo screening ai soli pazienti sintomatici e con più di 10 anni di aspettativa di vita.

In Italia, già nel 1996 un documento di consenso sugli screening del CNR e della AIRC affermava che allo stato non era “lecito né etico realizzare lo screening” per il cancro della prostata. Ma al 2011, quando la non eticità e la non liceità sono risultate ancora più chiare, il nostro ministero della salute propone un test annuale del PSA dopo i 50 anni. Da noi il test ematico di screening a volte viene inserito di routine nei comuni esami del sangue, senza chiedere il consenso del paziente, e non informandolo preventivamente dei pesanti rischi del test. Sulle “problematiche” etiche, deontologiche, giuridiche e politiche di queste politiche e prassi, i nostri tanti bioeticisti, così facondi sui media, muti come pesci sono. I dati ISTAT riportano un quasi raddoppio dell’incidenza delle diagnosi di cancro della prostata tra il 1998 e il 2002. La situazione italiana [6] è un’importazione di quella USA. Ma noi non ce ne preoccupiamo, concentrati a osservare e commentare le vicissitudini mondane delle ghiandole sessuali di Berlusconi anziché pensare a salvare le nostre  [7].

Una diagnosi di cancro su una persona sana non è uno scherzo. Provoca danni gravi, e lesioni che possono arrivare a essere mortali. L’efficacia delle terapie precoci, che viene data per scontata nella mistica degli screening, dovrebbe invece essere la prima questione scientifica da accertare in questo campo, nota Brawley. Welch concede che alcuni tra i pazienti possano avere beneficiato dello screening per il cancro della prostata, anche se su questo non ci sono dati certi, e le istituzioni accreditate ammettono che i benefici potrebbero essere nulli anche per una fortunata minoranza di pazienti; ma calcola che per ogni paziente che ne ha beneficiato, non si sa in che misura, da trenta a cento sicuramente hanno sofferto le conseguenze di una falsa diagnosi di cancro della prostata: le conseguenze psicologiche e sociali della diagnosi, e le pesanti conseguenze fisiche delle cure. Uno studio di coorte ha mostrato che dopo una diagnosi di cancro della prostata i rischi relativi di suicidio e di attacco cardiaco mortale nel primo anno dopo la diagnosi raddoppiano, con un picco di rispettivamente 8 e 11 volte nella prima settimana dopo la diagnosi. Un giornalista del New York times, scrivendo della sua esperienza personale, ha commentato “ è più difficile scrivere del peso della depressione che del cancro della prostata in sé e delle indegnità fisiche che ne conseguono”.

La biopsia prostatica è dolorosa e comporta un certo rischio di sanguinamento e infezioni gravi. Le terapie in Italia tendono ad essere meno “aggressive” che in USA, ma non troppo. La sovradiagnosi ha portato nella maggior parte dei casi all’asportazione chirurgica della prostata e alla radioterapia. Dalla terapia derivano molto spesso impotenza, incontinenza urinaria, altri penosi disturbi alla defecazione. Se le cose si mettono male, la terapia può causare ulteriori complicanze, come la creazione di fistole tra il retto e la vescica, che porteranno a una colostomia e a una ureterostomia, così che le feci e le urine verranno emesse in sacche mediante tragitti che passano la parete addominale. A ciò si può aggiungere il sovratrattamento: venire curati con terapie più pesanti, pensate per il cancro avanzato [4]; blocco della produzione di ormoni maschili mediante farmaci, se non mediante asportazione chirurgica dei testicoli, con complicanze come fratture ossee, attacchi cardiaci, ictus. I milioni di false diagnosi, in USA e negli altri paesi occidentali, inclusa l’Italia, hanno avuto conseguenze inimmaginabili.

Le sovradiagnosi generano un forte spreco di risorse che poi mancano per interventi più utili ai malati. Distorcono la pratica medica e il mercato; in USA gli screening per il cancro della prostata vengono utilizzati per attrarre pazienti per ammortizzare il costo della chirurgia robotica per il cancro della prostata, che ha macchinari – chiamati “da Vinci” – e spese dell’ordine dei milioni di dollari per singolo centro con vantaggi non più che modesti rispetto alla chirurgia tradizionale. Una conseguenza avversa di questi screening, che viene trascurata, è il loro tendere a soffocare la ricerca di cure migliori. Se il cancro diviene un gigantesco affare diagnosticandolo falsamente con indagini di massa, riuscire a controllarlo nelle sue forme autentiche, che riguardano popolazioni molto più piccole, ridurrebbe i profitti rendendo obsoleti gli screening. Il saggio aforisma  “meglio un’oncia di prevenzione che una libbra di cure” è stato stravolto nella fraudocrazia nella quale viviamo; si è visto che non ottenendo una buona oncia di cure si può guadagnare su diverse libbre di falsa prevenzione.

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La prostata è una ghiandola normalmente delle dimensioni di una testa d’aglio, posta alla base della vescica, dove circonda il primo tratto dell’uretra. Contribuisce alla produzione dello sperma. Non è indispensabile alla sopravvivenza. Il cancro della prostata è la seconda causa di morte per cancro tra i maschi in USA, e la terza in Italia. E’ divenuto la neoplasia più frequentemente diagnosticata negli uomini. Il tasso di frequenza è basso fino all’età di 50 anni, per poi crescere fino a raggiungere livelli molto elevati sopra i 75 anni. Metà delle morti avvengono a un’età superiore agli ottanta anni; l’età mediana di morte per questo cancro è attualmente superire all’aspettativa di vita alla nascita. Quindi, il cancro della prostata è annoverato tra i quattro cancri “big killer”, ma causa la morte principalmente in soggetti con bassa aspettativa di vita. La sottopopolazione più esposta alla malattia, quella degli anziani, è anche quella nella quale misure preventive di massa anche se efficaci porterebbero ai minori vantaggi in termini di aspettativa di vita.

Il cancro autentico della prostata si sviluppa più spesso dalle cellule epiteliali dell’organo. Nelle forme aggressive può infiltrare gli organi vicini, la vescica e il retto, e dare metastasi, anche metastasi localizzate alle ossa, particolarmente dolorose. Si considera in genere, come fa anche Welch, che vi siano forme neoplastiche poco aggressive, molto più frequenti, che crescono così lentamente che restano asintomatiche e la persona muore per altre cause. Le sovradiagnosi deriverebbero dal reperire e trattare questi cancri a bassa aggressività. Questa rappresentazione può essere in parte vera, ma è incompleta e fuorviante.

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L’assist e il bomber. O l’ubriaco e il paranoico

Vediamo ora i meccanismi che hanno permesso le sovradiagnosi di cancro della prostata; sono molto diversi dalle rozze invenzioni dei chirurghi della S. Rita. Le sovradiagnosi istituzionalizzate di cancro della prostata si basano su un meccanismo a due stadi: c’è un assist, il test del PSA, che passa la palla al bomber, la diagnosi bioptica, che va a segnare. Cominciamo dal bomber. Le sovradiagnosi predittive puntano a fare numero: a diagnosticare come malati il maggior numero possibile di soggetti. Lo fanno, per gli screening oncologici, sfruttando alcune variazioni biologiche comuni, molto più comuni del cancro autentico, che si sviluppano con frequenza elevata in alcuni organi e possono essere fatte passare per cancro. La prostata è tra gli organi che offrono questa opportunità commerciale. Con l’età tende a ingrossarsi, dando luogo a ostruzioni dell’uretra e quindi a difficoltà della minzione. Si tratta dell’iperplasia prosaica benigna, una condizione così comune che c’è chi, a ragione, sostiene che vada considerata come una manifestazione normale, anche se indesiderabile, dell’invecchiamento piuttosto che come una malattia. Oltre, e spesso insieme, a questa iperplasia, si verificano con l’età nell’organo una varietà di modificazioni microscopiche, che al microscopio assomigliano a quelle del cancro conclamato; e pertanto, seguendo e portando al parossismo un antico e anacronistico accademismo, che è una forma della comune fallacia dell’affermazione del conseguente, le si chiama cancro; essenzialmente sulla base del loro aspetto.

Da “se A (cancro autentico) allora B (quadro istologico x)”, si inferisce erroneamente “Se B allora A”, che può essere vero ma non è necessariamente vero. Inferire A da B è possibile, soprattutto su lesioni che hanno dato manifestazioni macroscopiche di sé, ed è estremamente utile quando ciò è possibile; ma non sempre ciò è possibile, soprattutto quando si cerca di farlo su modificazioni minime, precocissime e silenti. In soggetti con cancro conclamato della prostata il tessuto neoplastico avrà al microscopio una certa apparenza x; se ne deduce abusivamente, o sulla base di studi di validazione insufficienti, quando non compiacenti, che se si trovano focolai microscopici di aspetto x, o anche solo riconducibile a x, allora il paziente ha il cancro.

Non era questo che voleva fare Virchow, uno dei fondatori della moderna diagnostica istologica dei tumori, che studiava l’anatomia microscopica dei tumori nelle autopsie di pazienti morti per cancro. Virchow, grande scienziato, e politico progressista che diede un notevole impulso alla difesa della salute pubblica, a quanto scrive (v. epigrafe) sembra avesse intuito il pericolo insito nel nuovo paradigma che andava creando. Sembrerebbe che riguardo a questo concetto preliminare forse aveva maggiore sensibilità lui, che esplorava coi mezzi di allora territori ancora vergini, che i suoi successori di 150 anni dopo, che con tutte le conoscenze accumulate e la tecnologia avanzata, e i danni ai pazienti che sono derivati su larga scala dalla fallacia, non mostrano questa consapevolezza; se non in negativo, per impedire che questo nodo, alla base della loro professione, venga esplicitamente affrontato e risolto. Virchow non poteva immaginare che il paralogismo avrebbe attecchito e si sarebbe ingigantito fino a divenire parte dell’ossatura economica del mondo civile.

Queste modificazioni che sembrano cancro non si comportano come cancro, e nella stragrande maggioranza dei soggetti sono irrilevanti, venendo portate fino alla morte, come una tra la moltitudine di parti che compongono il nostro corpo e delle quali non sappiamo l’esistenza. A meno che non le si vada a cercare e le si proclami “cancro”. La loro frequenza è comparabile a quella della iperplasia prostatica; anzi appare essere anche maggiore di quella dell’iperplasia prostatica nelle classi più giovani: studi su autopsie di soggetti morti per altre cause hanno mostrato che la frequenza cresce con  l’età, passando da un 30% tra i 30 e 40 anni fino a superare l’80% tra i 70 e i 79 anni, il gruppo nel quale è relativamente elevata anche l’incidenza di cancro autentico. Il trucco sta nel chiamare cancro e trattare come tali queste modificazioni.

Volendo, in questo modo si potrebbe ottenere un’epidemia di cancro, falsa, tra i ventenni, tra i quali modificazioni che vengono definite come forme neoplastiche iniziali sono state trovate in uno studio nell’8% delle prostate di soggetti morti per incidente. In uno suo studio, Welch ha mostrato che con l’introduzione dello screening col PSA ha moltiplicato per 7 il numero di diagnosi di cancro della prostata nei soggetti sotto 50 anni; il cancro della prostata in questa classe d’età secondo le statistiche è aumentato di sette volte. Dalla dottrina ufficiale e da ciò che viene raccontato al pubblico consegue l’assurdità che esisterebbe una classe di tumori che da un lato insorgono con elevatissima frequenza e per di più in soggetti giovani, ma che dall’altro lato non danno mai segno di sé, fino a che i soggetti non muoiono per altre cause, spesso di vecchiaia. La rappresentazione più semplice e razionale di un tale fenomeno è che questo sottotipo di cancro della prostata non è cancro, per lo meno ai fini pratici, e pertanto non andrebbe chiamato cancro nella clinica.

Queste modificazioni microscopiche e asintomatiche sono multicentriche,  cioè si sviluppano contemporaneamente in più zone della ghiandola, come è tipico delle varianti parafisiologiche e delle forme degenerative; il cancro autentico invece, che ha origine monoclonale, derivando da una singola cellula, si sviluppa in un unico nodulo, che solo in un secondo tempo replica sé stesso, quando dà metastasi. La multicentricità, invece di costituire un’ulteriore ragione per rivedere la denominazione e classificazione di questi reperti, è stata sfruttata per la sovradiagnosi. Mentre per gli altri tumori si fa la biopsia mirata ad un nodulo o una massa per verificare al microscopio la sua natura, per il carcinoma occulto della prostata, non essendoci un nodulo sospetto (in un organo che spesso è già bozzoluto per l’iperplasia benigna) si eseguono biopsie multiple campionando l’organo; riuscendo così a pescare una di quelle aree che si prestano a venire etichettate come cancro. Studi hanno mostrato che più biopsie per paziente si prendono, più diagnosi di cancro si fanno. Portando il numero delle biopsie a 32-38 per paziente si è arrivati a ottenere una diagnosi di cancro ogni sette soggetti.

L’assist è dato dal test per il PSA. Nello screening le biopsie sono prescritte sulla base di una positività al test per il PSA, prostate specific antigen. Il PSA è un enzima che liquefà lo sperma dopo l’eiaculazione, per facilitare la motilità degli spermatozoi. Aumenta nel sangue in presenza di cancro autentico della prostata, e quindi si è pensato, anche qui con una classica fallacia dell’affermazione del conseguente, di dosarlo nel sangue considerandolo come un indicatore di possibile presenza di cancro iniziale della prostata. Come indicatore a questo scopo è pessimo: il suo livello ematico può aumentare per patologie non neoplastiche, inclusa la comune iperplasia benigna, e invece rimanere basso in presenza di cancro della prostata. Non è specifico non solo per il cancro, ma neppure per la prostata. E’ ciò che serviva per convogliare verso la biopsia non mirata, della cui affidabilità si è già detto. Così si è deciso, arbitrariamente, che livelli ematici superiori a 4 miliardesimi di grammo per millilitro sono un campanello di allarme (soglia che a volte viene ulteriormente abbassata); tali livelli sono presenti nel 5% della popolazione sopra i 65 anni: il test crea un vastissimo portafoglio clienti. Ci sono imprese commerciali che vantano il PSA come un test col 70% di falsi positivi, ed eseguito 45 milioni di volte all’anno nel mondo. Usare su milioni di persone un test sofisticato ma ubriaco, che è costante nel prendere fischi per fiaschi, per convogliare verso un esame di diagnosi istologica che ha tassi paranoici di positività per cancro, segue evidentemente una logica che non è quella della buona qualità delle cure, per non parlare della logica della scienza o di quella dell’etica.

Così come uno degli scopritori del PSA ha preso le distanze dal suo uso (v. epigrafe), anche Gleason, il patologo che negli anni Sessanta formulò con uno studio di correlazione anatomo-clinica il più usato sistema di gradazione istologica del carcinoma della prostata, in seguito rimaneggiato, propose poi, dopo il silenzioso disastro delle sovradiagnosi, di rinominare “adenosi”, termine che evita connotazioni allarmanti, le forme da lui precedentemente classificate come cancro a bassa e media aggressività. Ma non fu ascoltato; la parola fatidica, quella che in USA chiamano “the C word”, “cancro”, oppure “neoplasia” o almeno “atipico” magari con qualificazioni che permettono di usarle ambiguamente, inoculando la paura del cancro ma potendo negare di averlo fatto, “in situ”, “intraepiteliale”, deve essere presente per fare girare la macchina. E si vuole e si ottiene che venga usata sempre di più, mai di meno. La nosografia e la sua nomenclatura “scientifiche” obbediscono a esigenze di marketing, anche quanto sono opposte agli interessi e diritti dei cittadini su un bene come la salute.

Questa è una ricostruzione ridotta e semplificata della frode. Ci sarebbe molto altro da dire su argomenti come le manipolazioni dottrinali della diagnosi istologica del cancro, i possibili effetti causali di sostanze con azione ormonale, la propaganda mediatica, il ruolo attivo dei truffati nella truffa [8], le complicità istituzionali, la censura e la disinformazione gestite da forze di polizia e magistratura in obbedienza a poteri forti internazionali [9] per favorire l’introduzione e il mantenimento nella colonia italica di queste frodi mediche sanguinarie, che sono allo stesso tempo settori industriali, economici e finanziari strategici [10]. Ma quanto esposto può bastare per farsi un’idea di come, quanto facilmente, e quanto spesso, avviene che con la sovradiagnosi una persona in buona salute venga ridotta a un impotente col pannolone e con sulla testa la spada di Damocle della ricorrenza di un cancro, in realtà fantomatico. E può portare a interrogarsi, al di là del caso del cancro, sul peso dello sciacallaggio nel sistema socioeconomico in cui viviamo; e a chiedersi se tale costume sia maggiormente tipico del volgo, dell’inclita, o se non sia piuttosto un tratto trasversale, che sotto sembianze diverse accomuna tanti, dai medici che praticano questa medicina e i loro complici di altre corporazioni agli strati moralmente infimi della società; da coloro che godono della nomea di benefattori dell’umanità e di paladini della giustizia, a quelli che sono riconosciuti come brutta gente.

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Qui altri articoli sulla sovradiagnosi.

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Note

  1. Welch H G, Schwartz L M, Woloshin S. Overdiagnosis. Making people sick in the pursuit of health. Beacon press, 2011.
  2. Voler guarire senza essere malati. https://menici60d15.wordpress.com/2011/10/30/voler-guarire-senza-essere-malati/
  3. Giancarlo Caselli i NOTAV: il Negativo e il Proibito. https://menici60d15.wordpress.com/2012/02/23/giancarlo-caselli-e-i-no-tav-il-negativo-e-il-proibito/. L’articolo considera tra l’altro l’affermazione di G. Caselli che la magistratura sarebbe intervenuta chirurgicamente su una sanità sana in un caso di tangenti sui pannoloni. Questo è tipico della nostra magistratura, che attacca quelle che ho chiamato frodi di secondo grado, ma rispetta – e protegge – le frodi strutturali di primo grado sulle quali quelle di secondo grado si basano, chiamando “sano” ciò che è marcio; le frodi che hanno portato Brawley [4] a scrivere che “lo screening del cancro della prostata e il trattamento aggressivo forse salvano vite, ma di sicuro fanno vendere [legalmente] pannoloni” commentando la partecipazione di un’industria di pannoloni al finanziamento di un’associazione che propaganda lo screening con pratiche scorrette e disinformative.
  4. Brawley O W. How we do harm. A doctor breaks ranks about being sick in America. St. Martin’s Press 2011. (L’immagine del caduceo che proietta l’ombra del dollaro è presa dalla copertina).
  5. La medicina come rimedio ai limiti della crescita economica. https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/15/la-medicina-come-rimedio-ai-limiti-della-crescita-economica/
  6. Tombesi M. Il PSA avanza, ma il tumore non recede. Occhio clinico, apr 2007.
  7. Il mediatico e l’extramediatico. Il caso delle ghiandole sessuali maschili. https://menici60d15.wordpress.com/2009/05/13/il-mediatico-e-lextramediatico-il-caso-delle-ghiandole-sessuali-maschili/
  8. Dittatura a stampo e medicina. https://menici60d15.wordpress.com/2012/01/23/dittatura-a-stampo-e-medicina/
  9. La corruzione ghibellina di polizia e magistratura. https://menici60d15.wordpress.com/2012/03/24/la-corruzione-ghibellina-di-magistratura-e-polizia/
  10. D’Andrea S. I settori industriali strategici. Appello al popolo 31 mar 2012

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Blog de Il Fatto

Commento al post di A Bellelli “Tumore alla prostata, sul test PSA il dibattito è aperto” del 30 mag 2012

Non credo sia possibile ignorare il fattore profitto, che spiega come su un tema tanto importante la medicina presenti al pubblico posizioni contrastanti, o “agnostiche” come quella del prof. Bellelli. Il test del PSA è un elemento di un disegno più complesso, quello della prevenzione del carcinoma della prostata mediante diagnosi precoce, che viene severamente criticato anche da fonti ortodosse: lo screening per il carcinoma prostatico è il caso più netto e chiaro per illustrare i meccanismi della sovradiagnosi, e i relativi danni. Vedi:

Sovradiagnosi I. Come la medicina nuoce http://menici60d15.wordpress.c…

Il carcinoma della prostata è un caso ben noto, che consente un’analisi a posteriori. A chi volesse osservare in diretta come nascono e si affermano queste grandi operazioni medico-industriali, suggerirei di seguire il lancio in corso dello screening per il cancro del polmone, con l’annesso sviluppo di biomarkers, che svolgeranno un compito analogo a quello che è stato demandato al PSA nel caso della diagnosi precoce del cancro della prostata.

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26 gennaio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di O. Lupacchini “‘Il concilio d’amore’, tra Dio e il Papa si salva solo il Diavolo”

Ai tempi di Panizza la sifilide faceva paura, e non sorprende che per l’ingenuo iconoclasta rappresenti la vigoria di Satana. Allora erano in tanti a morire pazzi o dementi con la neurosifilide, considerata una manifestazione avanzata della sifilide. Oggi quel genere di flagello appartiene alla storia delle malattie; è scomparso a causa della cattiva medicina, ha scritto Lewis Thomas, perché la delicata spirocheta, che dà la sifilide, è stata immersa in “un aerosol di penicillina” da uso indiscriminato di antibiotici.

O anche perché con l’avvento degli antibiotici si è smesso di trattare la sifilide con mercurio e arsenico, che erano le vere cause della neurosifilide, provocando un avvelenamento cronico con esiti tardivi peggiori della malattia naturale, secondo P. Duesberg. Duesberg vede nell’errore dei medici ottocenteschi un precursore storico delle manipolazioni iatrogene con le quali oggi come allora si condannano a un inferno in terra masse di persone. Non c’è bisogno di calarsi in pozzi bui e viscidi per arrivare al Male. Inutile alzare il pugno e maledire il Cielo, o sbeffeggiare chi millanta di esserne portavoce. Anche il Diavolo è un’ipotesi non necessaria. Ciò che chiamiamo Male è in noi e tra noi, diffuso, in una miscela corrosiva diluita ma permanente composta di stupidità, paura, autoinganno, hubris, avidità e quant’altro. Assume a volte forme concentrate; più spesso in chi comanda, o veste la talare, la divisa, la toga o il camice bianco.

@ Helvetius. Sinceramente, da ciò che scrivi non credo che tu sappia in cosa consista lo studio; e credo che ciò che chiami “studiare” non sia, una volta lasciati i banchi delle elementari, un’attività da raccomandare.

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7 gennaio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di C. Daina “Narcolessia, il morbo autoimmune silenzioso che ha colpito 24mila ignari italiani”

Nei primi anni del 2000 in USA la ditta Cephalon ottenne un’esplosione dei profitti, lodata come sorprendente da Mark Goodman, un analista della banca d’affari Morgan Stanley, essendo riuscita a fare moltiplicare le prescrizioni per il suo farmaco Provigil per la narcolessia – malattia rara – tramite una “campagna di sensibilizzazione”. La “sensibilizzazione” di pubblico e medici fu impostata in modo da congiungere la diagnosi di narcolessia grave con altre più comuni forme di sonnolenza diurna. Si fece leva sui pericoli del colpo di sonno alla guida e al lavoro. Il successo commerciale provocò la diffusione dell’uso di farmaci stimolanti del sistema nervoso, in particolare tra gli studenti (1). Dato il precedente, nello studiare come finanziare tramite il SSN le nuove costose cure per la narcolessia le istituzioni dello Stato non dovrebbero ignorare la possibilità che la lucrosità dei farmaci porti a “campagne di sensibilizzazione” che spingano verso il consueto armamentario  – allarmi di nuova insidia alla salute, “diagnosi precoce”, markers, sintomi aspecifici, off-label – per generare sovradiagnosi e così sovraprescrizioni. C’è anche il rischio, anche questo non inaudito, che anziché controllare e impedire abusi le istituzioni facciano dello Stato un partner dell’operazione, a danno dei cittadini.

1 Critser G. Generation X. How prescription drugs are altering american lives, minds and bodies. Mariner books, 2006.

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30 ottobre 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Corlazzoli “Insegnanti a scuola di gestione del disagio giovanile, il test in Liguria e Piemonte con il Rotary”

Ci sono 3 Costituzioni. Quella ufficiale, che, come il cilindro campione di platino-iridio del chilogrammo a Sevres, sta sotto una campana di vetro. Quella di fatto, che è data dagli occupanti dei due palazzi del Quirinale, che sono loro la costituzione, facendo dire a quella sotto vetro ciò che vogliono come un ventriloquo al suo pupazzo. E una terza, una Costituzione ideale, del mondo dei sogni. Questa dovrebbe proibire a privati iniziative mediche, e assicurare che non l’esercizio, ma il controllo di efficacia e utilità, e la definizione delle necessità e delle misure mediche, sia esclusiva dello Stato.

A partire dagli screening a tappeto “filantropici”. Che provocano masse di falsi positivi, cioè di persone falsamente etichettate come malate. Qui di giovani bollati come malati di mente. A vantaggio degli squali della medicina. Andrebbe capito che la diagnosi è un atto non meno pericoloso della terapia, e che non ci si può alzare la mattina e decidere di somministrala a sani “a fin di bene”. Tanto più da parte del Rotary, la paramassoneria organo delle classi agiate, quelle che beneficiano da frodi come gli screening di massa. Rotary che è legato alla Gates Foundation, e che finanzia l’OMS, poteri privati che “immense harm”* hanno già fatto ai minori. Né i presidi dovrebbero vendersi gli alunni. Bisognerebbe segnalarlo ai magistrati, che però sono parecchio affratellati col Rotary.

* Yet more fear mongering over covid in children. Gruppo Hart, 1 ago 2023.

Commento agli auguri di Pasqua 2012 del vescovo di Brescia su Youtube

8 April 2012

I violenti, gli ipocriti, gli sciacalli spesso invocano o augurano la pace. “Solitudinem fecerunt, pacem appelunt”. Altro è la pace, altro è starsene in pace a spese degli innocenti ai quali si è mosso guerra.

Il pendolo di Foucault e il generatore di Kelvin

27 March 2012

Blog di Aldo Giannuli

Commento al post “Un altro spostato: l’eccidio di Tolosa” del 27 mar 2012 

Casseri, che si occupava di occultismo e teorie fasciste, campi che mi provocano l’orticaria, prima di morire ha accusato di plagio, con argomenti che non appaiono palesemente infondati, Umberto Eco, per “Il cimitero di Praga”, romanzo storico su occultismo e servizi segreti. Eco in precedenza aveva scritto “Il pendolo di Foucault”. Il pendolo di Foucault, comune nei musei di storia naturale, appartiene a quella classe di esperimenti fisici affascinanti, dove un apparecchio rilevatore di estrema semplicità svela la presenza di grandi forze naturali. Eco, “la pietra di Pappagone della cultura italiana” nella definizione di Marcello Marchesi, non si è fatto scappare il sottile senso del meraviglioso che emana dall’esperimento del fisico francese.

Il prof. Giannuli, nel considerare il caso Casseri e gli altri simili avvenuti in pochi mesi, ci ricorda giustamente che il metodo scientifico parte dalle ipotesi, e che qui siamo su “thin ice”. A volte si sa così poco che occorre un lavoro preliminare alla formulazione di ipotesi. Davanti a questi strani casi di “pazzia politica” credo che la prima ipotesi debba essere quella generalissima e altamente astratta di una black box: l’ipotesi che esistano dei meccanismi per produrre questi fenomeni, dei metodi a noi sconosciuti. Abbiamo cioè un problema di ingegneria inversa: data una scatola nera con certo output, cosa c’è dentro? Per tentare di risolvere un simile problema occorre studiare, prima di formulare ipotesi specifiche.

Se avessi il compito e il potere di indagare su queste schifezze – e se gli uffici del servizi non volessero confidarmi cosa sanno su queste cose – chiederei per es. ad uno storico del terrorismo e dei servizi come il prof. Giannuli di riscrivere una storia del terrorismo in Italia impostandola sotto il profilo della manipolazione dei terroristi neri e rossi da parte dei servizi. Di quali mezzi, di quali leve, di quali analisi, di quali risorse, di quali espedienti si sono serviti per le operazioni false flag? Quanto vi è stato di spontaneo, quanto di pilotato, quanto la mano dei servizi è intervenuta direttamente, e soprattutto, quali sono state le forme miste negli atti di terrorismo ?

Inoltre chiederei a uno psichiatra esperto di metodi di condizionamento mentale una relazione sulle tecniche psicologiche, farmacologiche, organizzative, con le quali si possono ottenere dati comportamenti. Nel frattempo leggerei, cautamente e con scetticismo, la letteratura corrispondente a quella delle due relazioni. Quindi cercherei di incrociare le due fonti, nella speranza di trovare un appiglio di una qualche consistenza che permetta di fare luce, o di formulare un’ipotesi, sul principio, o sui meccanismi, sui quali si basa il funzionamento della scatola nera che oggi sembrerebbe avere preso il posto delle operazioni degli Anni di piombo. (Chiederei anche i motivi e i mandanti di alcuni comportamenti ad alcune istituzioni dello Stato, e della città dove abito).

Può darsi che le sconcertanti notizie sui casi di strage, e forse anche quelle su alcuni tragici suicidi, rispecchino la nostra ignoranza e minorità rispetto ad alcune moderne tecnologie del potere, davanti alle quali siamo come dei primitivi davanti a un accendino, o a una radio. Può darsi che questi fatti terribili siano la forma estrema e rara di metodi di condizionamento e manipolazione diffusi, che più spesso prendono forme meno intense; si dovrebbe studiare l’esistenza di altre forme mirate ma meno cruente o incruente; ad esempio, esiste oggi, io ritengo, un pesante “mobbing di Stato” (commissionato, come altri delitti dell’Italia repubblicana) teso a condizionare chi ne è oggetto; fino a considerare le forme che sfociano nel condizionamento ideologico e culturale di massa coi media, “banale” forse, ma non da sottovalutare, viste le follie collettive cui storicamente può portare e sta portando.

Riguardo a ciò, nel brainstorming, o nel libero inventare, sui numerosi diversi congegni che ipoteticamente potrebbero stare nella scatola nera, si potrebbe immaginare tra i tanti anche qualche analogo psicologico del generatore di Kelvin; un apparato, la cui spiegazione si può trovare su internet, che è un altro di quegli oggetti scientifici che sono sbalorditivi per noi laici, per la semplicità con la quale ottengono effetti di larga scala. Nel generatore di Kelvin si riesce a produrre grandi differenze di potenziale, anche superiori ai diecimila volt, facendo gocciolare l’acqua da due taniche in due secchi, col solo fare passar le gocce attraverso due collari metallici collegati per via incrociata all’acqua dei secchi. Fino a che scoccano scintille tra gli elettrodi montati sui due secchi; inaspettatamente e come dal nulla agli occhi degli astanti, che pensano a qualche dispositivo elettrico nascosto che invece non c’è.

La generazione di alta tensione con mezzi elementari si trova non di rado in elettrostatica; e non è da confondere con una generazione sostenuta di corrente elettrica. L’accrocco comunque mostra, per metafora, come a volte bastano mezzi minimi e ingredienti in sé leciti e insospettabili per evocare potenti forze naturali; come disponendo in un certo sapiente ordine oggetti semplici e comuni e lasciando andare le cose sia possibile creare il fuoco con l’acqua; come con delle innocue goccioline, goccia a goccia, si può ottenere un accumulo di energia, fino a che alla fine non è che il vaso trabocca; ma parte una forte scarica elettrica; che in alcuni casi potrebbe incendiare del combustibile che qualcuno potrebbe avere messo a distanza utile.

La sinistra radicchiale

26 March 2012

Blog di Aldo Giannuli

Commento al post “Perchè sono comunista” del 26 mar 2012

“C’è sempre un puro più puro…” diceva Nenni. Quello che accomuna i comunisti ai peggiori capitalisti, e ai tanti opportunisti che stanno tra i due, è la bugia e l’omertà sul valore sociale ed etico del lavoro; non del lavoro come impiego e fonte di reddito, naturalmente; ma sul valore etico e sociale di ciò che viene prodotto. Per esempio, come ho osservato in questo sito (*), si auspica che la medicina divenga sempre più “motore della crescita del reddito e dell’occupazione”. Conoscendo questo settore dall’interno, vedo che l’enorme espansione e il successo economico della medicina sono il risultato di frodi strutturali, che tolgono sistematicamente, legalmente, sia salute sia denaro alle persone; ma alimentano così sia la speculazione finanziaria sia, in senso letterale, le famiglie dei portantini. Non ci sono forze politiche che contestino questa via cannibalistica al capitalismo.

La causa della crisi, crisi che prende forme primariamente economiche ma non è solo economica, risiede solo in parte nel fattore che, grazie soprattutto ai comunisti, di solito si indica, il capitale; ha le sue spore nascoste, o meglio taciute, anche nel lavoro; che grazie soprattutto ai comunisti è sacro e immune da critiche sulle sue conseguenze etiche e politiche. Il capitalismo ha così nel comunismo la sua cintura protettiva, consistendo quella che si presenta come un’opposizione radicale nel non chiedere al leone altro che di essere un po’ meno leonino nella spartizione delle prede: l’obiettivo presente, fatte salve le belle chiacchiere sul sole dell’avvenire che dovrà sorgere, è di “rifondare il patto sociale tra capitale e lavoro “ per “un sistema sociale un po’ più equilibrato”.

Io apprezzo la profondità di certe analisi marxiste; non contesto certo a nessuno il diritto di chiamarsi comunista e di professare qualsiasi dottrina; né di sostenere che posizioni come le mie sono utopiche, errate, etc. Solo rilevo questa consuetudine, comune a tante forze politiche, di presentarsi per gli autentici oppositori radicali quando si è un barbacane del sistema, un antemurale che protegge il capitalismo dal cambiamento radicale. Non si tratta di essere più puri dei puri; è valido in questo caso ciò che osservava Pascal sul radicalismo relativo, di come un moderato che non segua una deriva estremista appaia lui estremista: “Quando tutto si muove in modo uguale, in apparenza non si muove niente, come su una nave. Quando tutti vanno verso la dissolutezza, sembra che nessuno ci vada. Colui che si ferma mette in evidenza l’esagerazione degli altri, come se fosse un punto fisso.”

Questo per me è radicalismo, oggi: riconoscere che si sono spostate abnormemente le coordinate dell’etica pubblica e contestare ciò. Chi è portatore di questa soverchia “purezza”- anche se le sue posizioni sarebbero non troppo lontane da quelle di un ipotetico democristiano, o di un repubblicano, onesti – non “epura i meno puri”, come invece diceva Nenni; ma viene epurato lui. E i bravi sedicenti comunisti, forse anche per rinsaldare il patto sociale e riequilibrare la loro busta paga, spesso non si fanno pregare per svolgere quest’altro lavoretto extra per il nemico capitalista.

* https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/15/la-medicina-come-rimedio-ai-limiti-della-crescita-economica/

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21 giugno 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Piazza della Loggia, la Cassazione conferma l’ergastolo per Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte”

@ Valter Martinelli. E’ fin da bambino, nella rossa Siena degli anni ’60, molto prima di internet, che mi trovo male a discutere coi “compagni” che mettono le loro attività di disturbo al servizio di ciò che dicono di combattere. Il tema è la strage di Brescia, non le persecuzioni – accertate – di Stalin verso gli ucraini. Comunque lei nel tema rientra indirettamente, con la sua petulanza scorretta e fastidiosa che mentre agita la bandiera rossa serve chi volle le bombe. Un tipo umano non raro, nel ramo di parabola dai Gramsci e i Pio La Torre ai Napolitano, ai massocomunisti, e infine ai massoni e basta; che viene trascurato nelle ricostruzioni quando invece ha giocato un ruolo importante nelle disgrazie e nei tradimenti dell’Italia repubblicana. Grazie per la sua testimonianza. Continui pure ad esibirsi.

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5 novembre 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post “Marche, il provveditore che esalta la guerra in una lettera agli studenti. Anpi: “Retorica bellicista che non stimola conoscenza critica” “

“Dalle pagine di Gabriele d’Annunzio, così cariche di sapori, afrori, colori e suoni, esala spesso l’odore della morte, che per il poeta è un profumo, quasi il risvolto o la sublimazione della sua sessualità. Il folklore mussoliniano ne dedusse un armamentario funebre, fiorito di teschi, fiamme e camicie nere con contorno di riti altrettanto mortuari come il famoso appello: «Camerata Tal dei Tali!», al quale il coro degli accompagnatori rispondeva: «Presente», e che diede luogo, nel ventennio nero, al romanesco improperio malaugurante: «Te possano chiamà presente».” (Piero Chiara).

Mentre la gente si lascia ubriacare di paura, e l’Italia viene tradita e strozzata, il logoro siparietto del battibecco sul folklore mussoliniano tra i sedicenti patrioti e quelli che la guerra all’invasore la fanno alla playstation – entrambi bene imboscati – aiuta a nascondere l’avverarsi della previsione “Se i fascisti dovessero mai tornare tra noi, non avranno più la camicia nera o bruna,ma il camice bianco” (Citato in Jean-Claude Michea, Il nostro comune nemico,2017).

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22 agosto 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Ravenna, decine di nostalgici ricordano il gerarca Ettore Muti. A pochi metri antifascisti cantano Bella Ciao”

Ricordo, in vecchio articolo di “Storia illustrata”, che per la sua uccisione si usò l’espressione “un cespuglio sparò”. Mi colpì l’espressione vivida, fuori luogo nella ricostruzione di un omicidio. Poi ho trovato che è una espressione di Montanelli in “XX Battaglione eritreo” (1936). Quell’altro triste personaggio, Badoglio, aveva incaricato i carabinieri. Nella mia esperienza, i prefetti, e le prefettesse, proseguono a tutt’oggi la tradizione di operazioni sporche, sopprimendo certe voci ed esaltandone altre, impunemente, per come richiesto da chi sta in alto. Il prefetto non avrebbe dovuto autorizzare, per di più sotto elezioni, la celebrazione di un simbolo della politica ottusa, violenta e antidemocratica. Ma così, oltre a strizzare l’occhio agli amici nostalgici, si consente ai servitori del fascismo dei banchieri di rabberciare una irrecuperabile verginità antifascista con la solita stanca sceneggiata in costume.

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5 marzo 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post ““La tua rivoluzione è stata la mia”. Polemica su Di Cesare per il post su Balzerani (poi cancellato). Rettrice La Sapienza: “Sconcerto””

Si possono esecrare le tesi di un intellettuale che sostenga la lotta armata, ma comunque rispettarlo. E’ invece disgustoso che – bene imboscata nello Stato con una cattedra universitaria – si elogi il terrorismo pilotato. Tramite il terrorismo affidato ai vari Moretti*, il compagno della Balzerani, si è soggiogato il Paese, si sono eliminati leader che lo volevano libero, si è selezionata una classe dirigente di servi. Disgustoso è il narcisismo del fiancheggiare l’oppressore e presentarsi come fiancheggiatore della ribellione all’oppressione (vale anche per i post-fascisti).

Donatella Di Cesare ha pubblicato “Immunodemocracy. Capitalist asphyxia” una critica addomesticata dell’operazione covid che vorrebbe sostituirsi a quella – per me altamente valida – di Agamben (vergognosamente attaccato, anche su questo sito). Il saggio è stato subito pubblicato dalla Massachussetts Institute of Technology Press. Toni Negri, promotore del terrorismo con legami con figure sinistre del capitalismo, fu pubblicato dalla Harvard University Press. A Cambridge, Massachussets (Boston), trovano porte aperte e così legittimazione e prestigio autori italiani che si appropriano di critiche antisistema, le deformano e le indirizzano in forme che ne permettono un utilizzo strumentale da parte del potere che dicono di combattere.

*S. Flamigni. La sfinge delle Brigate rosse. 2004.

@ MARCOBASTA: Non metto in discussione il diritto di salutare sul piano umano anche il peggior delinquente. Ma si ha anche il diritto di osservare che riconoscendo con l’occasione dignità alle “idee” di un doppio gioco, sanguinoso, preparato a tavolino in qualche think tank di oltre oceano, condotto per stupidità o scelleratezza, che ha portato alla decadenza invece che alla crescita, ci si esibisce nell’arte del servire il padrone fingendosi ribelli.

Come in tutte le storie di ambiguità e doppiezza, “una parola” non basta. Ci sono abbondanti evidenze che ci fosse anche cattiva fede. E protezione. Es. “stella a sei punte” Moretti. Nella migliore delle ipotesi, “ci credevano” come utili idioti. Gli intellettuali servirebbero a questo, a riconoscere i cattivi insegnamenti. Es. Pasolini: “Essi credono di spezzare il cerchio e invece non fanno altro che rinsaldarlo”.

Avremmo bisogno di un’autentica sinistra progressista, e di un’autentica destra conservatrice. Invece appare che siano permesse solo caricature, vuote dietro alle sparate, e accomunate dal servire i poteri che nel 1978 manovravano i terroristi improvvisati, resi “samurai invincibili”, e che oggi non ne hanno neppure bisogno, essendo sufficiente il personale politico ottenuto anche con via Fani, via Caetani, etc.

@ MARCOBASTA: Prima l’ha “salutata” lodandone i deliri e lo sfacelo provocato, poi si è retratta, come il cucù degli orologi svizzeri. Non ha neppure tenuto il punto, ma ha nascosto il braccio. Va bene la lotta armata, ma anche i contributi INPS….

L’espressione sui samurai è di Tobagi: “non sono samurai invincibili”. Tobagi fu ucciso da dei figli di papà, al solito protetti. Non è “fare i samurai” fare i sicari – e le patsy, i prestanome – essendo un terminale di apparati delle maggiori potenze politiche e militari, servendole in quello che voi dovreste riconoscere come “imperialismo”. E’ invece simile alla viltà degli squadristi, che attaccavano in venti contro uno. Si sono spente le voci equilibrate, come Moro e Tobagi, si sono eliminati coraggiosi autentici, da Bellomo a Rossa a Borsellino a Calipari, e si dà spazio a sguaiataggini servili e incoscienti con ritrazione incorporata. In Italia pure terroristi e annessi tengono famiglia, e sono raccomandati.

La corruzione ghibellina di magistratura e polizia

24 March 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post “La corruzione come l’infiltrazione mafiosa. Così la prefettura potrà sciogliere il Comune” del 24 mar 2012

Credo che questa misura vada vista nell’ambito della guerra che “l’Impero”, cioè i poteri forti sovranazionali, sta facendo ai “Baroni”, cioè i potentati locali, per aumentare la propria quota nella spartizione dello sfruttamento della nazione.

Purtroppo prefetture e uffici giudiziari sono ghibellini: mentre (ora) contrastano i furfanti della corruzione “baronale”, quella delle mazzette, allo stesso tempo favoriscono e aiutano la corruzione “imperiale”, quella di alto livello, che rapina e danneggia i cittadini mediante taglieggiamenti e frodi che vengono istituzionalizzate, divenendo legge scritta, o legge di fatto.

V. “L’Impero e i Baroni” in: La UE come mostro adescatore: la proibizione agli Stati nazionali di presentare argomenti scientifici

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Blog di Aldo Giannuli

Commento al post “Compagno Ferrero, come si fa a dire: “Abbiamo piena fiducia nella magistratura…”? ” del 23 mar 2012

Sul Procuratore Caselli e i NOTAV segnalo il post:

https://menici60d15.wordpress.com/2012/02/23/giancarlo-caselli-e-i-no-tav-il-negativo-e-il-proibito/

Credo che la magistratura condivida col Ministero degli interni una inclinazione che per comodità potremmo chiamare “ghibellina”:

“L’Impero e i Baroni” in

La UE come mostro adescatore: proibizione agli Stati nazionali di presentare argomenti scientifici

Le forze progressiste, oltre a combattere i soprusi dei “baroni” (a la Berlusconi), dovrebbero per lo meno riconoscere l’esistenza entro le istituzioni dello Stato di una corruzione “ghibellina” (a la Monti), che combatte la corruzione delle mazzette e dei magheggi, ma nell’ambito di un appoggio alla guerra che l’impero sta facendo ai baroni per soppiantarli come attore principale nello sfruttamento della nazione. Purtroppo la sinistra nostrana è la prima a correre in soccorso dell’“Impero”; e questo può contribuire a spiegare perché Ferrero esprima così tanta fiducia nella magistratura.

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7 ottobre 2012

Blog de il Fatto

Commento al post “Calabria, vedova Fortugno condannata per truffa, falso e abuso a due anni” del 6 ottobre 2012

L’omicidio Fortugno ha contribuito a lanciare la ndrangheta come prima mafia sul palcoscenico mediatico. La biasimevole nomina della vedova a deputato ha potenziato l’effetto. Ora che l’effetto è stato ottenuto, la condanna della Laganà aiuta la campagna contro la corruzione, cioè la campagna contro la corruzione dei baroni locali e a favore della corruzione dell’impero globalista. Una corruzione quest’ultima che comporta una politica sanitaria liberista che non è più etica della politica sanitaria “morotea”, che il Dr Fortugno mi pare rappresentasse.

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16 dicembre 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post di B. Tinti “Con Monti per un governo di “salute pubblica”” del 16 dicembre 2012

Speriamo che questa presa di posizione di Tinti, che rappresenta la magistratura progressista, serva ad aprire gli occhi ai tanti affetti da magistratofilia. I magistrati vengono osannati perché perseguono i mafiosi e ogni tanto i mangioni nostrani. Ma c’è un’altra corruzione, che ci danneggia non meno della mafia e dei tangentisti, che si potrebbe chiamare “il livello atlantico”: quella a favore di poteri globalisti, delle oligarchie anglosassoni, dei banchieri e delle loro lobbies a Bruxelles. E di questa corruzione i magistrati, insieme agli pseudoavversari DS, sono più alleati che nemici.

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18 dicembre 2012

Blog Don Chisciotte

Commento al post di M. Dinucci “Vedi Napoli e poi muori” del 18 dicembre 2012

De Magistris, magistrato passato alla politica, offre Napoli come base strategica alla Nato, chiedendole di vigilare sul mondo. La magistratura è femmina: va col vincitore, e si innamora del vincitore. Sarebbe bene aprire gli occhi sulla magistratura atlantista, che sta passando dall’influenzare la politica al gestirla direttamente, come fiduciaria dei poteri forti sovranazionali.

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@ Gratis. Ripetere la dottrina Nato non è dire frasi di circostanza. De Magistris è un altro magistrato che passato alla politica si rivela deludente: mutatis mutandis, non è diverso da te che corri in soccorso alla Nato. C’è modo e modo di stare sotto un dominio straniero, e il tuo non è di quelli più dignitosi. Dici che bisogna accettare la Nato senza fiatare perché c’è da tanto tempo. Forse da quando sei nato “nire nire”? A volte basta solo na guardata…

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Il problema non è solo la l’Italia nella Nato, ma la Nato nell’Italia. La Nato è il braccio armato di poteri che condizionano pesantemente il Paese; e condizionano negativamente le nostre esistenze: il lavoro, la salute, i servizi pubblici, le tasse, etc. Dovremmo rendercene conto, valutare come cittadini ed elettori il grado di atlantismo dei nostri politici e magistrati (a partire da quelli che si presentano come progressisti), e regolarci di conseguenza nell’appoggiarli o votarli. Altrimenti continueremo ad avere carrieristi che si votano al santo giusto, raggiungono posizioni di potere e poi collaborano al nostro sfruttamento, che è ciò che sta avvenendo.

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@ Fedeledellacroce. Un conto è essere un Paese occupato (anche se non proprio “militarmente a tutti gli effetti” come dici), un altro è abbandonarsi all’occupante.

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20 dicembre 2012

Blog de il Fatto

Commento al post “Chi, attacco alla Boccassini: dal mozzicone a terra alle calze a righe” del 20 dicembre 2012

Nonostante che le colpe di B siano un argomento così trattato che per alcuni è divenuto un mestiere, non si parla di uno dei peggiori danni inflitti da B. al Paese: l’instaurazione di standard negativi sui quali comparare gli altri attori pubblici. Così come Bersani, Grillo o Monti sembrano grandi statisti se paragonati a B., la Boccassini rifulge rispetto alle frivole stupidaggini di Signorini. Si potrebbero usare misure astronomiche: la Boccassini è 10 anni-luce sopra Signorini. Questa posizione rispetto a un intrattenitore mondano non ci dice in sé dove stia la Boccassini rispetto alla giustizia; a sua volta, pur avendo alcuni meriti, potrebbe trovarsi a 100 anni-luce dalla posizione di stella polare dove la pone la stampa che osanna i magistrati come salvatori dell’Italia. L’operato dei magistrati andrebbe valutato non relativamente a personaggi negativi, ma rispetto a standard fissi, non escluso lo stato di legalità e di giustizia del territorio sul quale operano. E in Lombardia, oltre alla ndrangheta e alle prostitute di B. , ci sono altre forme di criminalità, istituzionalizzata, che passano sotto silenzio; e che operano senza timore della magistratura, ma anzi guardano ad essa come ad una sicurezza.

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22 dicembre 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Imperato “”la morale della telefonatina” del 22 dicembre 2012

Secondo il PM Imperato i magistrati sono “lo specchio della società”, e chi è senza peccato scagli la prima pietra. Il magistrato, membro del CSM, trova normale, “ovvio”, che i magistrati siano un campione rappresentativo della società, anziché un gruppo selezionato, che ha il ruolo, retribuito, di non comportarsi come tutti, e di fare in modo che le persone non si conformino all’andazzo generale, ma a standard prestabiliti. Questa è una concezione indulgente sulle responsabilità dei magistrati, secondo la quale quando si tratta di doveri i magistrati vanno visti come il resto della società. Magari il male fosse solo questo, e fosse solo questione di “telefonatine”. I magistrati sono lo specchio non della società, ma della classe dirigente; che include quelli che “le occasioni che fanno l’uomo ladro” se le cercano, quelli che frequentano gli arcana più laidi delle tecniche del potere, e i tanti che vedendo ciò stanno zitti.

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10 gennaio 2013

Blog de Il Fatto

Commenti al post di M. Imperato “Antimafia, toghe e politica” del 10 gennaio 2013

Bisognerebbe dire al dr Ingroia di andare da un magistrato, se avrà tempo, quando finita la campagna elettorale dall’Oceano Pacifico e il Mar dei Caraibi tornerà a Mondello o al Lido di Ostia: un PM che indaga sulle stragi e ripete lo “Io so” di Pasolini, che lo pronunciò – 38 anni prima – da intellettuale, a me fa venire in mente quello che il perfido imprenditore (Paolo Stoppa) nel film “La mazzetta” dice al piccolo faccendiere napoletano (Nino Manfredi): “avvocato, se necessario le mando un avvocato”.

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@ Eunice. Non credo che sia la criminalità organizzata che ha preso il potere, ma forze economiche e politiche sovranazionali, che si avvalgono tra l’altro anche della mafia; forze sulle quali tutti, arancioni compresi, muti sono. Il suo peana mostra come Ingroia, al quale anch’io istintivamente guardavo con ammirazione e stima, sia ormai una figura carismatica; e gli eroi ognuno se li sceglie secondo i suoi gusti. A me piace molto il motto della Amerigo Vespucci: “Non chi comincia ma quel che persevera”; e un magistrato che abbandona a metà un procedimento fondamentale, concludendo il suo lavoro con uno “Io so”, e va dall’altro lato dell’oceano con un altro compito, e appena sbarcato da lì fa campagna elettorale in Italia, mi provoca effetti diversi da quelli che suscita ai tanti come lei. Forse anche perché tocco con mano come quelle forze criminali che andrebbero contrastate siano libere di spadroneggiare, e vedano la magistratura più come un asset che come un nemico. Vorrei meno parole e più sostanza. Ma ho l’impressione che tra il dire e il fare ci sia di mezzo l’Atlantico; Il Nord Atlantico in particolare.

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@ Eunice. Ho vissuto a Brescia, città che ha legami con istituzioni Nord Atlantiche. Che la natura sia meravigliosa al punto da simulare la magia è un profondo tema epistemologico (cfr. “La realtà è magica” R. Dawkins, Mondadori); ma è fuori luogo che un chirurgo, aperto l’addome del paziente, si fermi a contemplare e dica “Che cos’è la macchina umana”, come fa Totò-chirurgo in “Totò diabolicus”. Lo “Io so” di Pasolini nel ‘74, quando nessuno capiva cosa davvero accadendo, fu una delle poche esternazioni coraggiose, alte e autentiche in questo paese di tromboni e trombette. Lo “Io so” di Ingroia oggi è inquietante. Ingroia fa lo storico e l’intellettuale quando dovrebbe proseguire il suo lavoro di magistrato, ma quando si tratta di parlare dei fattori sopranazionali (es. chi poteva organizzare il golpe al quale accenna) non ne parla applicando il livello di rigore della prova giudiziaria. Inoltre, procedimenti giudiziari che certificano che vi sono stati allucinanti abusi del potere dello Stato ma non arrivano a tradursi nelle conseguenti sanzioni – penso anche all’omicidio Aldrovandi – possono avere come effetto collaterale una valenza intimidatoria nei confronti della popolazione e dei pochi che fanno il loro dovere.

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@ Eunice. Non credo che i mafiosi siano samurai invincibili, ma delinquenza organizzata virulentata e protetta dallo Stato su mandato di forze internazionali; non mi trovo a mio agio a discutere con chi come lei crede alla dottrina ortodossa sulla natura della mafia e, salvo eccezioni, della lotta alla mafia: ”… gl’Amplissimi Senatori quali Stelle fisse, e gl’altri Spettabili Magistrati qual’erranti Pianeti spandino la luce per ogni doue, venendo così a formare un nobilissimo Cielo, altra causale trouar non si può del vederlo tramutato in inferno d’atti tenebrosi, malvaggità e sevitie che dagl’huomini temerarij si vanno moltiplicando, se non se arte e fattura diabolica, attesoché l’humana malitia per sé sola bastar non dourebbe a resistere a tanti Heroi, che con occhij d’Argo e braccj di Briareo, si vanno trafficando per li pubblici emolumenti.” (Manzoni). A Brescia, come in Lombardia, fiorisce una degenerazione maligna dell’antimafia, che chiamo “metamafia”, nella quale le istituzioni usano la mafia come spauracchio, alibi e diversivo per mantenere credibilità e legittimazione mentre, servendo quegli stessi poteri che danno ordini alla mafia, commettono o favoriscono crimini che non sono meno ignobili e miserabili di quelli dei mafiosi.

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@ Eunice. “La mafia non esiste” lo dicevano politici e magistrati fino agli anni Sessanta. Ora invece l’omertà si declina dicendo “esiste solo la mafia”. Non perda tempo con crisi economica indotta, disoccupazione, pizzo tramite le tasse, privatizzazione di sanità e scuola, taglio delle pensioni, assenza di prospettive per i giovani, impoverimento economico e morale del Paese, la frode eretta a pilastro del sistema economico, etc. Pensi a Osso, Mastrosso e Carcagnosso, alle gesta di Scarpuzzedda e di Cicciotto e mezzanotte, alla puncitina, a come quando la mafia decide di conquistare il mondo, passando per Garbagnate, non ci sia nulla da fare, etc. . Buona visione a Voi partigiani; almeno fino a quando non vi porteranno via anche il televisore.

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@ Beppe A. Parlamentari provenienti dalla magistratura potrebbero, in linea di principio, essere utili, o preziosi, come legislatori. Ma abdicare alla funzione e ai poteri di controllo di legalità per andare a fare il guru di una minoranza raccogliticcia e impotente, la solita sinistra “radicale” istituzionale che parla come Don Chisciotte e agisce come Sancho Panza, rastrellare consensi da iniettare in un sistema politico fantoccio, mi pare in linea con il generale asservimento “a testa alta” della magistratura verso i poteri liberisti. La magistratura appare ereditare la parte di opposizione “pulita” che nella fictio democratica della Prima repubblica toccò al PCI atlantista di Berlinguer. Temo, per esperienza personale, che, come per il PCI di allora, anche persone pulite contribuiranno a legittimare il luridume politico; e quello giudiziario.

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@ Beppe A. Non mi permetto di dirti come votare. Personalmente credo si abbia il dovere non di votare, ma di esercitare i diritti elettorali: non possiamo votare come ci pare, ma abbiamo un preciso dovere di votare candidati adatti. Non abbiamo il diritto di votare bauscia, quisling, ruffiani, faccendieri, mangioni, mezzecalze, fiancheggiatori della mafia, etc. Non è lecito, e non è neanche accorto: nomineremmo amministratore dei nostri beni un noto truffatore? Né le elezioni sono una fiera di beneficenza, dove comunque qualcosa bisogna acquistare anche se la merce è scadente. Se i candidati sono tutti insufficienti, credo che occorra restituire la scheda elettorale: No Dal Molin. Pesélo, paghèlo, impichélo.  http://menici60d15.wordpress.c…

Nel caso dei candidati magistrato ha luogo il “paradosso astronomico”: Ingroia è, rispetto es. a Berlusconi e al campionario di cui sopra, 10 anni-luce più in alto; ma questo non vuol dire che sia vicino alla posizione di stella polare dove lo pone la propaganda. Sembra che il potere con le elezioni non voglia che esprimiamo nostri rappresentanti, ma che votando chiunque da una rosa da lui designata lo legittimiamo. Questa inversione del processo elettorale, che cambia il voto in un televoto, genera mostri, e non andrebbe accettata. Dovremmo applicare nei confronti del potere meno “speranza”; e più diffidenza, “il mezzo di difesa della democrazia che accomuna tutte le persone sensate” secondo Demostene.

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20 gennaio 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Maggiani Chelli “Caro Ingroia, non servono altre commissioni parlamentari” del 20 gennaio 2013

La signora Maggiani Chelli ha ragione. In genere le commissioni parlamentari d’inchiesta sono un espediente dei politici per approdare a poco o nulla. E il leader di Rivoluzione civile ha precedenti: ha già trovato il modo per estromettere il valoroso PM che ha condotto le indagini dal processo sulla cosiddetta “trattativa Stato-mafia”. Un processo che ha evidente rilevanza per la verità sulle stragi del ’93.

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Il passaggio di Ingroia dall’esercitare la giurisdizione sulle stragi di 20 anni prima al prospettare una futura commissione politica d’inchiesta viene visto come un avanzata dai suoi fan, ma credo costituisca una notizia incoraggiante per la manovalanza e i quadri dell’eversione di Stato.

F. Imposimato, nel presentare “La Repubblica delle stragi impunite”, nov 2012: “La struttura politico militare che ha commesso le stragi da Piazza Fontana a via D’Amelio è intatta ed anzi si è rafforzata. E dunque il pericolo del ripetersi di stragi come strumento di lotta politica esiste ed è grave. Dietro c’è come sempre l’ombra sinistra della politica e dei poteri economici e finanziari, quelli che fanno capo a gruppi insospettabili con la testa fuori dall’Italia.”.

Se siamo a questo punto è anche perché siamo dei pecoroni. Esprimiamo una magistratura che è in media molle sui crimini di quei poteri politici, economici e finanziari; fino ad esserne in alcuni casi complice, posso testimoniare. Esprimiamo inoltre una “società civile” tanto pavida quanto vanagloriosa, pronta a vestire i panni del rivoluzionario, del partigiano, del combattente etc. mentre studia i più elaborati compromessi per evitare di indisporre il nemico. Così accade che una figura simbolo della magistratura marci come un generale alla testa dei suoi uomini in direzione diversa da quella che porta al fronte, tra due ali di “impegnati” che lo acclamano e si uniscono alle truppe.

Francesco Pansera

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Blog de Il Fatto

Commento al post di L. De Carolis “Rivoluzione civile, Ingroia e la grana dell’impresentabile” del 27 gen 2013

Pochi sanno della disinformazione, dello stravolgimento della realtà, dei giochi delle parti in corso per propagandare le terapie con staminali, che sono molto lontane dal poter dare i risultati promessi, come la rigenerazione del tessuto nervoso; sia nelle loro sgangherate versioni “dissidenti”, alle quali anche Ingroia sta conferendo visibilità e credibilità, sia in quelle ufficiali, che trarranno beneficio dalla caciara apparendo oneste e plausibili al confronto.

Non ci si rende conto della gravità della candidatura di Andolina nella lista Ingroia. E’ una notizia sinistra e rivoltante, ma molto interessante per la comprensione dei rapporti tra magistratura e poteri occulti, delle complicità della magistratura nella frode medica strutturale, e della reale funzione della lotta alla mafia nel sistema di potere che domina l’Italia. E anche, absit iniuria, dei meccanismi della credulità popolare in tema di medicina. Invece di sognare di essere salvati da Ingroia o Grillo o da chi altro, da Andolina o Guariniello, gli elettori dovrebbero preoccuparsi delle pericolose frodi di Stato sulle quali si sprecano i soldi per la sanità.

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Blog de Il Fatto

Commento al post “Ilda Boccassini contro Antonio Ingroia: “Lui come Falcone? Come si permette” del 29 gennaio 2013

Ingroia, che ha avuto un incarico dall’ONU, la stessa organizzazione che ne diede uno al figlio di Licio Gelli, e Boccassini, considerata tra i 100 maggiori “global thinker” mondiali dalla rivista “Foreign policy”, sono allo stesso, altissimo, livello. Ingroia mentre fa ancora parte della magistratura candida Andolina, meritatamente indagato per truffa e associazione a delinquere. Andolina fa da compare nella frode delle terapie ufficiali con le staminali, generando aspettative nel pubblico e conferendo credibilità alle terapie “scientifiche” per contrasto. Gli imbrogli delle terapie ufficiali vengono invece protetti, oltre che manu militari dalla polizia, dai magistrati sobri e rigorosi dei quali Boccassini è un simbolo, che non vedono le frodi e le violenze sulle quali tali terapie si basano, avendo ben altro da perseguire, come la ndrangheta e casi di prostituzione minorile. Una costellazione di astri di prima grandezza.

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Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Maggiani Chelli “Boccassini vs Ingroia, sarà colpa della politica?” del 30 gennaio 2013. Censurato.

Non è strano questo sgradevole contrasto tra Ingroia e Boccassini? La stranezza è un portato del “tolemaicismo”, ovvero l’interpretare i fatti italiani in chiave esclusivamente locale, escludendo fattori esteri. Che converrebbe invece considerare, anche in questo scontro tra Aiace e Ulisse per le armi di Falcone. Ingroia ha svergognato i politici nazionali, che i poteri forti vogliono ridimensionare, con lo “io so”, ma poi a metà lavoro ha fatto le valige per la terra dei Maya, troncando così un tema, le stragi, che porterebbe a livelli che vanno oltre quello dei politici locali, verso i poteri sovranazionali. L’ONU, che gli ha fornito un intermezzo prima del suo ingresso in politica, dove sta modificando gli equilibri, è la stessa organizzazione che diede un seggio al figlio di Gelli.

Certo Ingroia non l’ha imparato da Borsellino a candidare, essendo ancora magistrato, un inquisito come Andolina. Che non è solo l’artefice ma anche il compare di una truffa per il lancio delle terapie con staminali: gioca il ruolo del ciarlatano a favore delle terapie ufficiali, che sono altrettanto inefficaci, e otterranno così domanda e credibilità. Le frodi mediche strutturali sono protette dalla magistratura, che lascia fare sui reati dei poteri sopranazionali, come quelli di Big Pharma, con la scusa che c’è da badare alla ndrangheta, o alle malefatte di B.; ciò può spiegare perché alla Boccassini la rivista “Foreign Policy” ha conferito il titolo di “top global thinker”.

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@mondoallarovescia. E’ difficile seguire un discorso su ciò di cui non si parla. In generale, sì, di fatto le Procure e altri uffici giudiziari conformano la loro azione a interessi illeciti delle multinazionali farmaceutiche, modulando interventi e omissioni. Vedi ad es:

Per cosa è morto Pantani. Lo sport e il marketing farmaceutico.

Per cosa è morto Pantani. Lo sport e il marketing farmaceutico

Nel caso delle staminali, ho intenzione di scrivere estesamente su come stia avvenendo qualcosa di simile a Brescia, col caso Stamina.

Occorre distinguere tra “negativo” e “proibito”. La magistratura combatte il negativo, che viene altamente pubblicizzato, come la ndrangheta, ma non il proibito, che non deve esistere nel discorso pubblico. Il titolo di grande pensatore globale a quello che attualmente è il più celebre magistrato lombardo appare essere un incentivo non alla libertà intellettuale, ma all’opposto al conformismo giudiziario e culturale di una magistratura e una polizia asservite ai poteri maggiori, che di fatto fiancheggiano forme di crimine istituzionalizzato ancora più forti della mafia, e non meno nocive per il cittadino.

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Alcuni economisti ultraliberisti sostengono che molte attività considerate ignobili – usuraio, ricattatore, spacciatore, poliziotto corrotto, chi sfrutta il lavoro minorile etc. – sono in realtà eroiche, perché forniscono servizi economici richiesti. Tra queste, un autore (Block W. Defending the undefendable. Ludwig von Mises Institute, Alabama, 2008) cita anche il “medical quack” il ciarlatano (accanto al “pimp”, il lenone). Per motivi che ho tentato di segnalare agli elettori su questo blog (ma il mio commento è stato rimosso), candidando Andolina Ingroia, e Rifondazione comunista, si mostrano più vicini a queste teorie dei seguaci di Milton Friedman che alle sane idee di Borsellino sui requisiti dei candidati. Del resto Ingroia non è l’unico magistrato a considerare l’illegalità non come una soglia, ma come una finestra; dove solo alcuni reati, quelli messi bene in vista, vanno perseguiti; mentre altri ancora più gravi ma non visibili vanno tenuti nascosti, tollerati, e anche attivamente favoriti; come la frode medica strutturale ed i reati che l’accompagnano.

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@peppefer. ”C’è un giudice a Berlino” (Cicchitto, piduista e berlusconiano, su una sentenza a favore di Andolina). Spero che questo serva a chiarire a cosa accomuno quelli sulle sue posizioni. Grazie per riconoscere che apparteniamo a categorie diverse.

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Blog de il Fatto

Commento al post “Cellule staminali, giudici autorizzano cura compassionevole per bimba di 5 anni” del 31 gennaio 2013

I giudici, in questo caso quelli di Crotone, sono troppo modesti. Il merito di avere coraggiosamente lanciato, contro ogni apparente ragionevolezza, la terapia con staminali per una patologia come il morbo di Niemann Pick, naturalmente a scopo compassionevole e non certo per fare soldi, va a loro non meno che ai “centri d’eccellenza internazionale” che renderebbero secondo il ricorrente “pleonastico” illustrarne la giustificazione razionale. E’ una nuova brillante forma di validazione delle cure che potrebbe essere chiamata “a simmetria centrale”, essendo costituita da una legittimazione reciproca tra due argomenti ad auctoritatem. La disposizione delle due autorità, medica e giudiziaria, tra di loro ricorda infatti quelle figure a simmetria centrale come il simbolo buddista dello yin-yang. Più qualche aiutino del genere di quelli per i quali vanno rinomati posti come Cutro; mentre viene ingiustamente trascurato come è a Brescia che li si usa efficacemente contro chi disturba questo genere di progressi scientifici ed etici.

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Di parassiti che prosperano vendendo fumo e speculando sulle disgrazie altrui – come in questo caso – non ci sono solo i preti. I popoli possono essere narcotizzati con le religioni tradizionali, ma anche con forme magico-religiose travestite da “scienza”. Gruppi cattolici hanno manifestato davanti ai tribunali perché queste cure fossero applicate. Quando c’è da mangiare abusando della credulità popolare nessuno della brigata manca all’appello. I preti sulle staminali sono come i comunisti di Berlusconi, che secondo lui mangerebbero i bambini quando invece pranzano e cenano assieme.

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Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Borsellino “Cosa penso davvero di Ingroia e del suo progetto politico” del 1 febbraio 2013 censurato

La prospettiva di un politico pulito attrae chi vorrebbe un’Italia pulita. Ma non credo che Ingroia rappresenti una vera svolta rispetto a quei mediatori del parassitismo che sono le altre liste. Mi permetto di consigliare cautela; perché Ingroia non si è ancora tolto la toga, e non è ancora entrato in Parlamento, che ha già candidato un soggetto come Andolina, che non solo è inquisito per truffa e associazione a delinquere a danno di malati, ma è implicato in una operazione inqualificabile, a favore di grandi interessi industriali e finanziari, che si avvale, tra gli altri appoggi, di quel genere di strutture “deviate”, o meglio devianti, che nei decenni precedenti si sono occupate in maniera criminale e funesta di magistrati come Paolo Borsellino.

Lo si associa a figure che furono un’eccezione rispetto alla media dei colleghi; ma di fatto nella scelta dei candidati mostra di esercitare il peggiore vizio della corporazione che l’ha espresso, favorendo intrighi e manipolazioni che esiteranno in forme particolarmente gravi di parassitismo del potere a danno dei cittadini. L’entusiasmo acritico non è un buon antidoto al cinismo gretto. Il sogno non interrompe l’inganno, ma può prolungarlo. Anche senza puntare il dito verso Ingroia quando lo elogiano persone da ascoltare come Salvatore Borsellino, non bisognerebbe dimenticare che sono all’opera menti un po’ più raffinate delle nostre; e, ho l’impressione, di quella dello stesso Ingroia.

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24 febbraio 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di B. Giulietti “Le famiglie dei magistrati ringraziano Berlusconi” del 24 febbraio 2013

C’è anche chi ringrazia entrambi gli attori del siparietto allestito dai giornalisti: sia il piduista Berlusconi frequentatore di mafiosi, sia la magistratura che si fa bella con le vittime delle epurazioni che lei stessa ha permesso col suo atteggiamento cortigiano verso quei poteri forti che dominano il Paese, e che possono decidere e commissionare omicidi eccellenti e stragi.

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Blog de Il Fatto

Commento al post  di M. Zavagli “Ferrara, Grasso: ‘Stipendio giusto da parlamentare è di 5-7mila euro’ ” del 5 ottobre 2013

Prima di chiedersi quanto pagarli, si dovrebbe valutare quanto valgono coloro che occupano le posizioni di parlamentare o magistrato. Mi chiedo spesso qual è il valore in euro di un parlamentare, di un’alta carica dello Stato, di un PM, di un giudice, per poteri forti come le multinazionali farmaceutiche. E se chi occupa quelle cariche vale quella somma di denaro, dal punto di vista dei cittadini, col non favorire quegli interessi che l’hanno determinata e servire invece gli interessi del popolo.

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13 novembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di B. Tinti “Giustizia o verità, sbagliare è umano”

Ho sentito anni fa il dr. Tinti a una conferenza a Borgosatollo, e mi pare di ricordare che considerasse il caso Tortora un errore giudiziario. Ora omette questo elemento nella sua analisi, che mostra 2 simmetrie che mi sembrano da correggere. Una è quella tra gradi di giudizio: sarebbero equivalenti, almeno il 1° e 2°, quanto a ricerca di verità. Come la partita di andata e quella di ritorno. In effetti pare anche a me che sia così di fatto; che vi sia una loro “parallelizzazione”; che spesso serve a favorire una data sentenza senza perdere la faccia, o per altri giochi. Sarebbe utile definire le loro funzioni in modo che siano genuinamente sequenziali, e non si possa dire come fa Tinti: aveva ragione il 1° grado o il 2°?

Inoltre mentre si chiede come quel governatore romano “cos’è la verità?” l’ex PM ignora le influenze esterne, rispetto alle quali il processo sarebbe quindi simmetrico. Se la “verità processuale” risulta costantemente deviata, rispetto alla verità sostanziale, a favore di potenti piccoli e grandi, allora non solo “la verità rivelata”, ma anche la fiducia nel sistema giudiziario e oltre un certo limite quella nei magistrati diventano “per i credenti”.

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@ Iachi. No, io credo che dovendo scegliere tra gli abissi epistemologici della “non conoscibilità della verità sostanziale”, che lei sostiene, e la circostanza terra terra che anche i magistrati “difendono il loro salario dall’inflazione”, sia più sostanziale la seconda via.

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@ Iachi. Io seguo gli interventi della magistratura su questioni mediche, e noto la apparente credulità della magistratura su questioni – in realtà commerciali – come le staminali. Mi pare curioso che mentre si attribuisce alla “scienza” un potere cognitivo portentoso e immediato, sulle verità su fatti umani, quelle che un PM, o un maresciallo dei CC o un ispettore di polizia che sanno il loro mestiere possono nella gran parte dei casi ottenere o approssimare, si diventi dei pensosi filosofi, e si reciti “l’ignorabimus”. Vedo che spesso i giudici decidono in base alla “verosimiglianza” come criterio estetico, quando non dovrebbero, e trascurano la veromisiglianza bayesiana, cioè le probabilità a priori, quando dovrebbero tenerne conto. Sono d’accordo con le sue conclusioni: se è come dice lei, che “la verità non esiste”, allora si è autorizzati e in certi casi tenuti a giudicare sistematicamente le decisioni dei giudici.

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@ Iachi. Non è troppo serio essere creduloni sul raggiungimento di verità sulla natura, e invocare Godel o Heisemberg sull’accertamento della verità su fatti umani. Soprattutto se si fa il magistrato. Il magistrato che facesse discorsi come i suoi mi ricorderebbe Totò chirurgo che davanti all’addome che ha aperto esclama “che cos’è la macchina umana”.

Filosofi quando conviene, poi. Non si può mettere in croce un innocente, o un perseguitato, e servire Barabba, con la massima superficialità, e poi lamentarsi accorati dei limiti metafisici della conoscenza. I magistrati ritengo traggano prestigio dalla loro capacità di raggiungere la verità su fatti umani. Nel momento in cui si dice che la verità non esiste, che la loro è una valutazione di plausibilità e verosimiglianza, e alla fine li si lascia fare come loro conviene, ci si pone di fatto al di fuori dei valori che lei elenca. Anche se li si usa come scudo, o come carapace.

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@ Iachi. Grazie per l’affermazione “un giudizio senza prove e dimostrazioni è una opinione e come tale è aria fritta: sono gli argomenti e le dimostrazioni che come tali danno loro consistenza e peso.” E’ esattamente, quello, dimostrabile per tabulas, che a volte fanno i magistrati, a favore di grandi interessi. Mi fa piacere che ora stia tentando di dare una definizione di verità, che prima considerava inesistente. La verità non viene prodotta, ma raggiunta. Invece di “una tesi che regga alle verifiche” le propongo la definizione classica di ”adequatio rei et intellectus”. Sa, col criterio di resistenza alle verifiche si può sempre incaricare qualche magistrato di fermare, abusando del proprio potere, chi potrebbe mostrare la falsità di certe tesi care a grandi interessi.

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@ Iachi. Scusi, non è lei che ha scritto sopra: “Non è poi così abissale, in realtà è semplicissimo: la “Verità” non esiste, esiste solo la verosimiglianza, la plausibilità e i giudici decidono in base a questa. ”. Il mio pensiero negativo sulla magistratura deriva da constatazioni empiriche. Volendo trovare un punto d’incontro, lei paragona l’operato dei giudici al dibattito culturale. E’ così, ma non dovrebbe essere così. Le decisioni dei giudici, date le loro conseguenze sulla persona e sulla società, dovrebbero appartenere ad un livello superiore, paragonabile a quello per i calcoli della struttura di un ponte o degli elementi scientifici per l’applicazione di cure mediche. Io ho un’impressione vicina alla sua, che a volte i giudici impugnino la loro penna con la leggerezza, interessata, di tanti critici letterari o cinematografici. Ma la vita di una persona non è un film.

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@ Iachi. Credo che dal diritto possano venire ottimi insegnamenti metodologici per la ricerca scientifica, che attualmente ha un’impostazione empirista e quindi anti-razionalista. Questa della verità diversa a seconda dell’iniziale maiuscola o minuscola mi pare appartenga però alla retorica giudiziaria. La verità è bene considerarla la verità per corrispondenza tra mente e cosa, che è unica, prima di addentrarsi in disquisizioni epistemologiche.

La plausibilità è un concetto diverso: una affermazione plausibile può essere vera o falsa. Nella ricerca medica, la plausibilità biologica è uno degli indizi (criteri di Bradford Hill) per stabilire un rapporto causale (criterio importante, e spesso volutamente trascurato quando si devono lanciare promesse di “wonder drugs”, es le staminali). Sono sicuro che sulla plausibilità i giuristi possono dire cose più utili che mescolarla e confonderla, erroneamente, con la “verità”.

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@ Iachi. Un asino che vola non è implausibile. E’ impossibile. Haldane, matematico e biologo, calcolò che un angelo, per come viene raffigurato nell’ iconografia religiosa, per poter volare dovrebbe avere muscoli pettorali spessi oltre un metro, e essere scheletrico. Chiamare “verità” la circostanza che le cose stanno in realtà come si pensa o come si afferma che stiano è una definizione ”autoreferenziale” ? E’ preoccupante questa ostilità verso il concetto di verità e verso il buon senso. Se i magistrati la pensano come lei, questo spiega tante cose.

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@ Iachi. Dalla plausibilità al posto della verità a “mutazioni genetiche che dotano della possibilità di eludere la forza gravitazionale” (pensi che io evito espressioni come “è nel suo DNA”, conoscendo le fantasticherie alle quali dà luogo il determinismo genetico). Passando per la realtà che non esiste in sé, ma è conseguenza del suo essere ricercata. Complimenti anche a lei: certo che ne ha di ottave lo strumento che lei riesce a suonare. Mi auguro però che non sia questo il genere di “musica” delle aule dei tribunali.

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26 novembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. Milosa “Discriminati di Stato, una legge per sanare le disuguaglianze tra gli ufficiali dell’Arma”

Sarebbe interessante conoscere e comparare i tassi di obbedienza massonica nei due gruppi.

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16 febbraio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Tangentopoli, l’eterna corruzione italiana. Incontro a Milano con i magistrati del pool”

Tangentopoli è un esempio della differenza, sempre presente ed eternamente ignorata nella politica italiana, tra ““il contrario”” e ““l’opposto””. L’opposto di un male è un bene; ma il contrario di un male può essere un altro male. L’opposto dei tangentisti di allora è uno Stato retto da politici integri. Invece abbiamo avuto il contrario dei tangentisti della Prima repubblica: i forchettoni della seconda repubblica, che oltre a mangiare hanno svenduto l’Italia. E non abbiamo imparato nulla, perchè continuiamo con una costanza che ha del demenziale a confondere i nuovi “contrari” con “l’opposto”; salutando nuovi mali come ciò che ci salverà dai mali attuali. Per i rapporti tra la magistratura di Mani pulite e organi diplomatici e servizi USA, v. “Capitalismo predatore”, Amoroso B., Perrone N. Castelvecchi, 2014.

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19 febbraio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Signorelli “Corruzione, che passione!

@ clack. La corruzione è un cancro; ma non consiste solo nelle mazzette e nei favoritismi. C’è anche la corruzione che consiste nello svendere il Paese e i suoi cittadini a interessi esterni; in genere in cambio di privilegi, e potere sui concittadini, piuttosto che di denaro. Una corruzione che è anche eversione e tradimento. Ci sono quelli che praticano entrambe le forme; e quelli che, praticando solo la corruzione di tipo eversivo, che passa inosservata, pretendono di essere considerati dei Catone della pubblica moralità. Tipico di questi corrotti-traditori è lo sfascismo, il premiare e incoraggiare nei fatti il malcostume per il quale a parole si stracciano le vesti. In modo da favorire il fallimento del Paese e quindi la sua vendita a prezzi d’occasione.

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21 febbraio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Strage piazza Loggia Brescia, Cassazione annulla assoluzioni Maggi e Tramonte”

Posso testimoniare che i magistrati oggi sono estremamente accomodanti con le forze che allora furono mandanti della strage (i mandanti veri, “atlantici”, non gli sciagurati che furono usati). Per me è preoccupante sentire che si loda la magistratura per il nuovo processo, perché le fornirà un alibi per continuare ad essere accomodante. Certo, è difficile non sperare nella giustizia. Ma è da lodare una magistratura che produce questi risultati? Coi potenti gli italiani sono affetti dalla sindrome di Lucia Mondella: “Dio perdona tante cose per un’opera di misericordia”. Così oggi molti esaltano la magistratura perché promette di partorire un topolino dopo una gestazione che è arrivata al quarantesimo anno; quando ci si dovrebbe mettere le mani nei capelli.

Francesco Pansera

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27 marzo 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Senato, Raffaele Cantone presidente dell’Autorità anticorruzione”

La corruzione è di due tipi. Quella tangentista, volgare (bribery) rivolta verso il basso, che munge i cittadini per fare cassa. E quella eversiva, di alto bordo, nella quale politici, magistrati, amministratori piegano i loro compiti e i loro interventi agli interessi dei poteri forti; creando una legalizzazione di forme di sfruttamento. La nomina di Cantone è una garanzia contro la corruzione del primo tipo, quella dei taglieggiamenti tramite la pubblica amministrazione, delle mazzette e dei favori; che è dannosa per noi, e che i poteri che beneficiano della corruzione del secondo tipo hanno interesse a ridimensionare, non per ragioni di equità e giustizia ma per sostituirsi ad essa nello sfruttamento dei cittadini.

La nomina non è invece rassicurante rispetto alla corruzione eversiva, quella che beneficia poteri che i magistrati appaiono voler compiacere. Poteri che stanno ottenendo una istituzionalizzazione dello sfruttamento (privatizzazione dei servizi, decime camuffate da imposte, deregolamentazione a favore delle frodi in medicina e nei consumi, etc.). Poteri dei quali non si parla ma che, come l’attuale crisi economica mostra, costituiscono per il cittadino un pericolo non inferiore a quello dei forchettoni e dei mafiosi, dei quali si parla in continuazione. Con Cantone si riduce la possibilità che un Cicciotto e Mezzanott venga a bussare alle nostre porte. Ma temo che aumenti quella che a bussare sia l’ufficiale giudiziario.

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@ Giovanni Pozzi. Mi sembra che tu rappresenti quelli che quando qualcuno mette in dubbio i facili schemetti della propaganda, con lo sceriffo che combatte i cattivi, reagiscono come se gli si spegnesse di colpo la tv proprio mentre il film era allo “arrivano i nostri”. Buona visione e buon Renzi.

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10 maggio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post ” Expo 2015, card. Parolin: “Corruzione male del mondo. Non abbassare la guardia” “

“Lotta alla corruzione” vuol dire “centralizzazione e legalizzazione della corruzione”. I piccoli feudatari, i tangentisti, i forchettoni, vanno ridimensionati, lasciando loro solo una ragionevole commissione. La corruzione, istituzionalizzata tramite lo Stato, deve andare principalmente a beneficio dei poteri forti come multinazionali, nazioni egemoni, banche, Vaticano. Il clero si unisce ai magistrati e alle forze di polizia in quest’opera di riforma della ripartizione dei territori e della spartizione degli utili tra gangster.

Come già fece con Tangentopoli, il pubblico applaude i “liberatori”, illudendosi che l’attacco alla mafia perdente andrà a suo vantaggio.

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19 giugno 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Barbacetto “Scontro procura di Milano: Bruti-Robledo, caso chiuso, problemi aperti”

Nel 1991 Cossiga inviò i blindati dei CC davanti alla sede del CSM a scopo intimidatorio. Il CSM resistette. Attaccabilissimo quanto a pratiche clientelari, il CSM era tuttavia inattaccabile sui principi, ha commentato Romano Canosa. Oggi con Napolitano e Vietti siamo messi peggio di allora; i blindati non servono, basta un portalettere.

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29 luglio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Pellizzetti “Riforma del Senato: Camera dei Lord, Rotary o massoneria?”

Le istituzioni di copertura

Pellizzetti si avventura, con la verve che gli è propria, nel concetto di “istituzioni di copertura”: che si presentano come istituzioni democratiche, ma sono in realtà il braccio istituzionale di interessi particolari. La massoneria, certo. Ma questa a sua volta è un corpo intermedio, composto per lo più da persone il cui rapporto tra ambizioni e meriti ricalca la distribuzione dei pesi in un misirizzi. A dettare gli ordini non sono conciliaboli di incappucciati, ma i grandi interessi senza volto dell’economia globale; che i misirizzi incappucciati fiorentini, lombardi, calabresi, etc. servono, per tornaconto.

Altre istituzioni, oltre a quelle del governo e del parlamento, si stanno avviando a divenire mera copertura quando sono in gioco grandi interessi. Es. in medicina forze di polizia e magistratura stanno operando, in maniera non meno spregiudicata e abusiva di quella dei politici, al servizio della trasformazione richiesta da grandi interessi liberisti. (Es. l’operazione Stamina: v. “Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale”).

Se, come gli verrebbe spontaneo, il cittadino ossequioso dello Stato di diritto riconosce come legittime le istituzioni di copertura, si sottomette in realtà ai poteri retrostanti. Se le disconosce, non accettando questo sovvertimento dell’ordine democratico, può essere incasellato lui come eversore; come un ribelle, un anarchico. E può quindi essere perseguito con mezzi legali; intrecciati ai sistemi massonici.

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13 settembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Stipendi forze dell’ordine, l’annuncio di Alfano: “Trovata soluzione al problema” “

Dimmi chi ti paga, e quanto, e ti dirò a chi sei leale. Nella mia esperienza, le forze di polizia sono leali non alla Costituzione, ma ai poteri forti che, non contenti delle razzie degli scorsi decenni, stanno dando corso all’opera conclusiva di sovversione istituzionale. Così che mentre la gente stringe la cinghia i “soldati”, cioè gli “assoldati” del pletorico e ambiguo esercito delle polizie chiedono e ottengono un “sovrassoldo”, la loro porzione di bottino, per continuare a collaborare nello spolpamento del Paese.

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14 settembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Premio Campiello, vince a sorpresa “Morte di un uomo felice” di Giorgio Fontana”

C’è una scissione tra la magistratura letteraria e quella reale. Chissà se invece di mostrarci sempre magistrati-San-Giorgio a caccia del drago qualcuno scriverà su come un Paese che consente che vi sia un’amministrazione della giustizia di routine, la giustizia per le persone comuni, così inefficiente che la disonestà ne risulta premiata è un Paese dove si coltiva la gramigna. Chissà se ci sarà mai uno scrittore – magari uno dei tanti magistrati che si cimentano con la pagina bianca – che anziché l’ennesima variazione, letterariamente più o meno felice, sul cliché del magistrato che combatte i Cattivi, scriva sugli attuali ottimi rapporti tra la magistratura e i poteri economici e finanziari che allora si avvalsero anche dei terroristi per tenere in pugno l’Italia, per spaventare e per eseguire epurazioni; e ai quali oggi non occorrono più quegli sciagurati, bastandogli schioccare le dita perché i poteri dello Stato obbediscano. Chissà se ci sarà chi si avvalga della forma romanzo non per nascondere l’allargamento del fossato tra il potere giudiziario e il popolo, ma per “sfrondare gli allori”, es. mettendo in luce le conseguenze che tali rapporti, tali collaborazioni, stanno avendo sul destino del Paese.

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26 settembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post ” Berlusconi, il condannato tratta con i sindacati di polizia a nome di Renzi”

Ma perché, con chi dovrebbero trattare i sindacati di polizia per questo trattamento di favore? Nell’attuale sfascio da basso impero, sono pretoriani che vogliono più soldi per continuare a fare i guardiani dello sfruttamento e proteggere i privilegiati dagli sfruttati. Un altro aspetto della privatizzazione dello Stato. Con B. si intenderanno benissimo. Quelli del M5S reggono il gioco eccependo che chi fa l’accordo ha la cravatta che non si intona con la giacca e la camicia, mentre trascurano che ha anche il sedere scoperto.

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@ gian. Certa gentaccia i poliziotti preferiscono evitarla: tengono famiglia. Qui si tratta di rimediare qualche carta da 100 euro in più assicurando l’appoggio ad un altro tipo di grande criminalità; e B., sommo esperto di favoritismi tramite leggi ad hoc e uomo di mondo, (peraltro non estraneo ad ambienti mafiosi) è l’interlocutore giusto.

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@ gian. Padrino, addirittura. Non esageriamo. B. ha dimostrato di essere un signore; uno che quando c’è da mettere mano al portafoglio per pagare che so, un magistrato, non sta a lesinare il centesimo. Per molte persone, e anche per molti poliziotti, quando si è così ricchi e munifici non si può essere che persone perbene, ci mancherebbe altro. E anche se stavolta pagherà con soldi nostri, lo farà con lo stesso impeto di generosità che gli è proprio.

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25 ottobre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di E. Ciccarello “Corruzione, delibera di Cantone su ordini professionali: “No incarichi a politici” “

Credo che il messaggio sia che le lobby nazionali, corrotte e arroganti, devono fare spazio lungo la mangiatoia ai poteri sovranazionali. Troveranno un accordo, e avremo altre bocche, dai denti aguzzi, da sfamare. Anzi, si stanno già mettendo d’accordo, applicando l’abuso di potere degli ordini professionali a interessi di livello globale. Nel mio caso, avendo denunciato gravi illeciti in campo medico, e continuando a farlo, sono tenuto dall’Ordine dei medici sotto procedimento disciplinare, con motivazioni false, illegittime e grottesche, da 14 mesi: non mi sono presentato a difendermi, ma il verdetto viene rinviato e ritardato sine die. Ciò sta favorendo la prosecuzione degli abusi la cui denuncia a CC e prefettura ha avuto per risposta l’apertura del procedimento. Questo da un presidente dell’Ordine provinciale che ha concorso personalmente, insieme a diversi suoi colleghi amici, a una delle frodi che denuncio. Sulla quale, molto nota, a giorni si aprirà un processo, ma di incerto significato e con un taglio parziale che ignora gli interessi più grossi. Il caso mostra che per gli Ordini, e anche per la magistratura, CC e prefetture “dat veniam corvis, vexat censura columbas”, quando certe “mamme” chiamano. Non sarebbe la prima volta che la lotta ai corrotti, in sé sacrosanta, si risolve in un peggioramento, vedi Tangentopoli. E’ necessario che tutto cambi affinché tutto resti come prima. Cantone, che ha scritto un libro intitolato “I Gattopardi”, dovrebbe saperlo.

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2 novembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. D’Onghia “Morte Cucchi, “i pestaggi di Stato” e le condanne dei pochi che hanno pagato”

Questi episodi, dove i poliziotti picchiano a piacere e i magistrati confermano che possono farlo, sono visti come aspetti di privilegio e impunità. Credo debbano essere visti anche come intimidazioni funzionali allo sfruttamento. Noi pensiamo che magistrati e poliziotti si frappongano tra chi vive onestamente e il crimine. Ma appare che ad essere in mezzo siamo noi, polli da spennare, tra la mafia da un lato e polizia e magistrati dall’altro. Con casi come questi, che i media riportano ampiamente, veniamo “convinti” a temere lo Stato; e quindi a stare buoni e farci tosare come pecore e imbrogliare come scemi dalla squallida classe “dirigente” che permettiamo occupi lo Stato; e che così arricchisce sé stessa e i poteri maggiori ai quali ci vende.

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3 novembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Cucchi, sindacato Sappe querela sorellella Ilaria: “Istiga all’odio e al sospetto”. Titolo poi cambiato in: ” Cucchi, Pignatone “rivedrà gli atti” ma elogia i pm. Famiglia: “Abbiamo perso tempo”

“L’associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte si avvalgono della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri.” Credo che questa definizione “(legge Rognoni La Torre) possa avere rilevanza per comprendere quanto sta accadendo e viene pubblicizzato dai media, e cioè la catena di morti innocenti dove appaiono evidenti responsabilità istituzionali, che però vengono negate dai giudici, con sentenze che sollecitano la tracotanza del braccio armato dello Stato; mentre chi governa si occupa di cedere il controllo di attività economiche a terzi, privatizzando servizi pubblici, e di fare loro realizzare profitti e vantaggi ingiusti.

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16 novembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di B. Tinti “Processo L’Aquila e Tor Sapienza: Giudici, processi e isterie collettive”

Il diritto, in sé, è una cosa seria. Tinti fa bene a ricordarci che siamo ignoranti in materia (a volte anche a nostro svantaggio). E che questa nostra ignoranza può causare gravi danni. Però è anche vero che i magistrati, che non in futuro come preconizza – o minaccia – Tinti, ma da sempre a volte danno ragione al più forte, su questa ignoranza ci marciano: “-Error, conditio, votum, cognatio, crimen, cultus disparitas, vis, ordo, ligamen, honestas, si sis affinis,…- cominciava Don Abbondio, contando sulle punta delle dita. -Si piglia gioco di me? Interruppe il giovine – Che vuol ch’io faccia del suo latinorum? -Dunque, se non sapete le cose, abbiate pazienza, e rimettetevi a chi le sa.”.

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@ Stefano Mencarelli. Il tema della partecipazione della nostra magistratura, così “atlantically correct”, negli affari più gravi e oscuri della storia del Paese, tema che non riguarda solo la mafia, né solo singoli magistrati, merita di essere considerato a parte.

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7 marzo 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Padellaro “Enzo Tortora, chi ne usa e ne abusa”

Tortora non è stato ancora pienamente riabilitato: filibustieri in processione possono oscenamente accostare il loro nome al suo. Marcello Fiori ha buon gioco nel far notare che il PM che lo accusa è lo stesso che accusò ingiustamente Tortora perché dice una cosa vera, anche se non è vero che lui e il suo caso siano comparabili a quelli di Tortora. Sono contrario a leggi, come quella recente sulla responsabilità civile dei magistrati, che consentano di esercitare pressioni sulla magistratura, e in funzione della propria potenza. Dovrebbero però esserci altre forme di controllo. Il non prendere provvedimenti interni contro i magistrati che si rendono responsabili di gravi danni ai cittadini ha una valenza discriminatoria a favore dei potenti. Il coordinatore dei club Forza Italia può lanciare questa stoccata, quando forse avrebbe di che stare zitto. Per un semplice cittadino, la magistratura che si lecca i baffi dopo essersi mangiata Tortora è una magistratura che fa paura. I potenti vorrebbero una magistratura al guinzaglio. Ma la magistratura, mentre negozia coi poteri forti, è più interessata ad apparire come un Moloch che come la moglie di Cesare agli occhi del popolo, dal quale dovrebbe trarre legittimità.

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31 marzo 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post “Bergamo, induzione indebita e peculato: indagato il questore Dino Finolli”

Il Fatto riporta che alla notizia che il loro questore è indagato perché sospettato di avere favorito la dilazione di un versamento al fisco, i poliziotti della Questura sono rimasti choccati, e più di uno si è sentito male ed è tornato a casa. Si potrebbe considerare la reazione come indice di una visione dei “Buoni e Cattivi” irrealistica, schematica e eccessivamente lusinghiera verso la propria categoria. Ma è il segno di un cuore puro. Meglio non fare soffrire i poliziotti rivelando loro cosa altro fanno, routinariamente, i dipendenti del Viminale, cioè i poliziotti stessi, nel distretto di Corte d’appello di Brescia senza tema che la magistratura crei noie. Dato questo amore virginale dei questurini per la legalità, qualcuno di loro incanutirebbe di colpo.

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25 aprile 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Portanova “25 Aprile: “Da Mussolini ai delatori, il fascismo fu complice dello sterminio degli ebrei” “

Il libro di Levis Sullam, sui danni provocati allora dall’aggregazione di quei mucchietti di viltà e grettezza che sono gli animi dei delatori, gli animi dei persecutori per interesse, si potrebbe regalarlo a diverse persone che oggi occupano le stesse cariche pubbliche citate nell’articolo, e che sono i discendenti morali di quei questori, ufficiali dei CC, prefetti, magistrati, etc. che allora si macchiarono di questo abominio. Oggi servono nuovi padroni, nuovi fascismi, con metodi più subdoli, in funzione di scopi diversi; non ci sono vagoni piombati che vanno verso l’annientamento morale e fisico. Ma sotto nuovi panni e nuovi modi l’animo torpido ma tenace del delatore, l’animo del caporale, resta lo stesso; e con esso la sua carica distruttiva del vivere civile e la sua potenzialità di morte, alle quali settanta anni fa fu permesso di dispiegarsi in forma completa.

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12 maggio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post “Marco Biagi, prescritti De Gennaro e Scajola. ‘Si confrontino con loro coscienze’ “

Credo che sarebbe più dignitoso e utile se si riconoscesse apertamente che la magistratura non ha la possibilità – né in generale ha la voglia – di perseguire i crimini commessi dai circoli di potere superiori. Fino a quando si tratta di mafiosi che bruciano i santini e sciolgono le vittime nell’acido, o di mangioni filmati mentre intascano la busta coi contanti, e fino a quando si tratta di dipingere mafiosi e mangioni come dei Satana in persona, ai quali i magistrati si oppongono come strenui difensori dei cittadini, è un conto. Ma quando si tratta del Satana vero, coi suoi tirapiedi istituzionali (o mafiosi), dei crimini politici che da decenni servono a tenere soggiogato il Paese, i magistrati molto spesso guardano altrove o si limitano a fingere di interessarsi. O peggio, a volte attuano comportamenti che appaiono consonanti con la volontà dei mandanti, contribuendo a isolare la vittima prima dell’esecuzione e lasciandosi facilmente “depistare”.

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5 marzo 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Marcelli “Lavoro, la salute dei poliziotti va tutelata”

“deve essere riconosciuto il loro diritto a rifiutarsi a prestare servizi in violazione della legge, a tutela non solo della loro salute e sicurezza ma anche della democrazia, della libertà e della vita di tutti i cittadini.”. Secondo il giurista Marcelli ai poliziotti verrebbe negato il diritto di rifiutarsi di prestare servizi in violazione della legge e a danno della democrazia, della libertà e della vita dei cittadini. Io pensavo che avessero non il diritto, ma il dovere di non eseguire gli ordini di commettere illegalità. Ritengo comunque che se uno è un uomo il diritto naturale di non commettere atti immorali lo ha comunque, e lo deve esercitare comunque.

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30 settembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Limiti “Commissione Moro, coordinamento con Procura generale per ricostruire strage di via Fani. Arriva pm che indagò su Brescia”

L’eliminazione di Moro mostra come quando la mamma atlantica chiama e chiede la testa di qualche italiano l’apparato dirigente, clero, politici, carabinieri, polizia, notabili, esegue. Non è una pedanteria metodologica obiettare che è un errore dare per scontato, portando ad esempio le poche eccezioni, che la magistratura, parte integrante dell’apparato, si dissoci e non pratichi questo costume. Magari tramite un elegante pipelining basato sullo sfasamento storico: apparendo impegnata a indagare su misfatti di 40 anni prima mentre favorisce quelli contemporanei; che verranno a loro volta indagati 40 anni dopo, a copertura di quelli che favorirà allora. Bisognerebbe guardare anche al ruolo della magistratura nei Misteri d’Italia e nelle epurazioni.

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1 febbraio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. Marceddu “Modena, il sindacalista arrestato: “Hanno voluto incastrarmi. A quell’incontro non dovevo esserci””

Trappole del genere, che fanno un uso criminale della legge, non possono essere messe in atto dove ci sia una magistratura come si deve, che eserciti un effetto deterrente con la sua presenza, creando nei disonesti e nei funzionari deviati la consapevolezza che se ricorressero a questi mezzi sarebbe fatta chiarezza sulle loro trame e verrebbero svergognati e adeguatamente puniti. Invece, se la magistratura è debole, coloro che condividono con la mafia l’arte di intorbidire le acque, mascariare e intimidire avranno campo libero.

Ci sono poi anche casi di persecuzione politica, di corruzione a favore di grandi interessi, dove la magistratura è collusa, e chi dovrebbe tutelare la legalità rilascia licenze di delinquere; assicurando impunità, partecipando alle manipolazioni, e arrivando a istruire su come commettere reati e farla franca.

@ Recobino. Con una semplicità pari a quella che ci vede lei, può essere una montatura. In un sistema sano, l’accertamento solido dei fatti dovrebbe prevenire l’instaurare una situazione di dubbio estremo, che non si limita all’innocenza o alla colpevolezza, ma dove dall’esterno non si sa se il soggetto sia colpevole o vittima. E la sorte del soggetto non dovrebbe dipendere da chi ha partecipato alla produzione della situazione ambigua, ma dovrebbe essere valutata da inquirenti e giudici terzi. Dovrebbe essere fatta chiarezza: una giusta condanna per calunnia, a carico o del sindacalista accusato o di chi l’accusa, dovrebbe in ogni caso venire emessa.

@ Silmarille. No, non ha preso la busta da quel che si vede nel video (diffuso senza audio). Gli inquirenti avrebbero dovuto accertare come si sono svolti i fatti e il loro significato in maniera sicura prima di arrestarlo e precipitarsi a dipingerlo sui media come un sindacalista corrotto. Non conosco la realtà dei Cobas e dei loro nemici. Intervengo per portare una testimonianza. Nella mia esperienza: a) l’emettere un giudizio, da parte dell’autorità, basandosi su dati incerti e parziali, rinunciando a ottenere e considerare informazione facilmente disponibile, è indice di cattiva fede; b) le forze di polizia a volte organizzano macchinazioni contro chi è inviso a poteri forti, e possono contare su una magistratura che gli copre le spalle e li aiuta.

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17 marzo 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Ilaria Alpi, la madre: “Basta iniziative. Io umiliata e offesa da formali ossequi di chi ha operato per occultare la verità””

Solidarietà alla madre di Ilaria Alpi. Ricusare la giustizia dei tribunali a volte è l’unica via che resta per tutelare la verità e il principio di giustizia. Rinunciò a difendersi, revocando il mandato ai legali, Danilo Dolci, querelato da Bernardo Mattarella. Rifiutò di comparire in aula, con motivazioni che lo esposero all’accusa di oltraggio alla corte, Domenico Marotta, direttore dell’Istituto Superiore di Sanità, persona di stampo ben diverso da quello di alcuni altri suoi successori; vittima di un’operazione che è stata giustamente definita “una vergogna della magistratura”*.

Per chi da decenni ordina i delitti più gravi, quelli commessi per mantenere il Paese sottomesso, tra i quali l’eliminazione di persone di valore e preziose per il Paese; per chi fa stroncare l’esempio dato da persone come Alpi, Dolci, Marotta, la magistratura non è un deterrente e a volte è una risorsa. In Italia in genere soltanto delinquenti e disonesti considerano, per ovvie ragioni, la magistratura come fonte di male. E’ indice dello scarso senso civico degli italiani – e del loro scarso coraggio davanti al potere – il non includere la magistratura, nei suoi rapporti con i poteri forti, tra i focolai di corruzione che determinano i mali perenni della Repubblica e ora il declino della nazione.

*Russo L Santoni E. Ingegni minuti. Una storia della scienza in Italia. Feltrinelli, 2010.

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12 maggio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Roma, esplosione in strada davanti alle Poste. “Non si esclude la pista anarchica””

Il ministero delle Poste a suo tempo faceva parte del comitato della Presidenza del consiglio per la “difesa psicologica”. Chissà quale contorto ragionamento ha portato gli anarchici a vedere oppressione nel ritirare e consegnare, sia pure con la notoria sciatteria, lettere e pacchi. Ma di sicuro verrà trovato un movente che sembrerà uscito dalla penna di Bakunin; mentre non credo che la magistratura inquirente, per non parlare di CC e PS, prenderebbe in considerazione la tesi che le Poste attuali collaborano con quegli apparati che tradizionalmente si occupano di pilotare l’opinione pubblica pilotando bombaroli e terroristi; e che oggi si occupano anche di swapping tra onestà e crimine, ovvero di dipingere chi è di intralcio a grandi affari illeciti (anche se di idee moderate e borghesi) come un deviante; e chi pratica i grandi affari illeciti come vittima da proteggere.

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9 giugno 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Mafia, la Cassazione assolve Mori e Obinu per la mancata cattura di Provenzano: respinto ricorso della procura”

I mafiosi sono criminalità “on steroids”, direbbero in USA. Il doping è dato dalla protezione dello Stato. Quando lo Stato virulenta il crimine, quando i pusher sono i CC, si creano cortocircuiti esiziali. Per una ferrea convenzione, la mafia è l’unico caso dove a mezza bocca si ammette che lo Stato favorisce la grande criminalità. Ma è un parafulmine. Giorni fa Mattarella ha firmato il decreto sulla caterva di vaccinazioni coatte. Sarà contenta la Glaxo. “GlaxoSmithKline (GSK) is one of the most criminal drug companies in the world (3). It has committed numerous offences that fulfil the criteria for organized crime under US law”. (PC Gotzsche. Deadly psichiatry and organized denial. People’s press, 2015. Un’esposizione competente e dettagliata delle mostruose falsificazioni della ricerca commesse dalla Glaxo, e delle associate complicità istituzionali, per fare assumere in nome della “scienza”, anche a minori, psicofarmaci inefficaci e dai gravi effetti collaterali, inclusi suicidio e omicidio).

Posso testimoniare che quello della criminalità medica è un altro settore dove i discendenti morali di Salvo D’Acquisto, con la copertura dei colleghi di Falcone e Borsellino, non sono la cura ma sono causa, insufficiente ma necessaria, non meno dei giustamente vituperati politici. Fino a far divenire lo Stato braccio del crimine.

@ Stefaso B. Pure a Ilardo lo hanno vaccinato… E comunque basta con questo cercare sempre di patologizzare il prossimo per vendere rimedi hi-tech, costosissimi e tarocchi. Per esempio contro la fame esistenziale, che porta a sentirsi giustificati nel commettere qualsiasi bassezza come se fosse per la sopravvivenza, inutile cercare vaccini. Si dovrebbe cominciare sperimentando misure semplici, come il fare consumare, fino all’ultima briciola, pasti sontuosi, abbondanti e nutrienti almeno tre volte al giorno, per convincere gli affetti che non stanno morendo di fame. Sancita la scientificità, per chi rifiuti di sottoporsi alla profilassi alimentare, o rifiuti di praticarla integralmente, dagli antipasti alla scarpetta finale, si potrebbe ricorrere, per il suo bene e per il superiore interesse della comunità, a sanzioni del tipo di quelle che faranno vendere vaccini alla limpidissima Glaxo firmate da Mattarella. Posa la siringa, è l’ora della pappa.

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21 giugno 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Piazza della Loggia, la Cassazione conferma l’ergastolo per Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte”

Un indicatore degli effetti del ritardo della sentenza, un modo per comprendere quanto questa giustizia incida sul fiume della Storia, è ottenibile sottraendo dalla data dell’evento la distanza in anni tra evento e sentenza: 1974-43=1931. Tra la strage e la sentenza è passato tanto tempo quanto ne è trascorso tra il 1931 e la strage. Quanto pesava nel 1974 il 1931, quando l’Italia, largamente rurale, era sotto Mussolini. La violenza di Stato era autoctona e dichiarata: Gramsci osservava il mondo da una cella. Hitler doveva ancora prendere il potere. Gli USA si dibattevano nella grande depressione. L’Ucraina di Stalin stava entrando in carestia.

Un alto magistrato a Brescia ha affermato a una conferenza – essa stessa manifestazione delle mortifere strategie dei poteri forti – che se sente dire che la strage è stata lasciata impunita dalla magistratura “diventa scortese”. E’ possibile riconoscere dei meriti alla sentenza, che i fan dei magistrati magnificheranno. Ma conoscendo quanto è attualmente vasta e radicata la rete delle complicità istituzionali coi poteri che nel 1974 vollero la strage e che in questi cinque decenni hanno ordinato altre operazioni deleterie, conoscendo il doppio gioco delle autorità che ogni anno si mostrano sul palco alle commemorazioni, a me la sentenza pare una foglia di fico, un belletto su un volto grinzoso, una maschera di rispettabilità data ai tirapiedi perché meglio proseguano i loro servigi per gli affari dei nostri giorni.

@ Paola. Ma le verità sono davvero così complesse che non bastano 50 anni a trovarle? Per Pasolini – novembre ’74 – “non è poi così difficile”. Le verità su molti misteri d’Italia sono come la meccanica celeste: riguardano sistemi di forze molto grandi ma relativamente semplici in linea di principio, anche se la descrizione dettagliata può richiedere calcoli avanzati. (Chiamo “tolemaicismo” l’arte, simile alle spiegazioni ad hoc dell’astronomia geocentrica, di spiegarle in termini nazionali, ignorando la “massa gravitazionale” dell’ “astro” USA). L’importanza dell’azione giudiziaria andrebbe valutata considerando i suoi effetti sulle stragi e gli omicidi politici, che hanno potuto proseguire per decenni, fino a che sono stati utili; e gli effetti sull’influenza di poteri sovranazionali sull’Italia, oggi più forte di allora; e non contrastata, tutt’altro, dalla magistratura. Quanto all’indomito coraggio dei bresciani, osservandone da 24 anni i comportamenti ho sviluppato l’idea che queste stragi siano servite anche a “vampirizzare” la popolazione, facendone un docile collaboratore dietro alla retorica; la stessa retorica che oggi fa celebrare la sentenza. Forse nel decidere i luoghi degli eccidi gli uffici di guerra psicologica hanno considerato anche il carattere, qui diciamo “pragmatico”, di alcune cittadinanze.

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17 settembre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Limiti “Piazza della Loggia, la verità già nota 40 anni fa. Ma le indagini puntarono altrove”

S. Palidda, studioso del controllo di polizia, usa l’espressione “anamorfosi dello Stato di diritto” per indicare l’applicazione abnorme e omissiva delle norme a favore di interessi particolari. Come nelle anamorfosi ottiche, disegni deformi e irriconoscibili proiettati sullo schermo visibile al pubblico acquistano forma compiuta e presentabile. Hanno carattere di anamorfosi anche le innumerevoli ricostruzioni delle stragi dove è costante lo schema “l’impegno dei magistrati e investigatori non è mai mancato ma…” ma ci sono stati diabolici depistaggi. Credo che nessuna ricostruzione che voglia essere onesta e approfondita possa eludere il tema dell’applicazione del “codice atlantico”, delle connivenze e complicità di magistrati, forze di polizia e notabili locali alle operazioni sotto l’egida della Rosa dei Venti. Ieri e oggi. Il tribunale di Brescia ha da poco assolto un medico per avere incassato, quando era il rettore, lo stipendio di primario senza andare al lavoro: perché l’università e l’ospedale glielo hanno lasciato fare*. Una motivazione che suona farsesca al lettore comune. Un ragionamento giuridico che sa di anamorfosi, di mappatura di altre ragioni, riconducibili, per chi conosca gli affari che prosperano impuniti a Brescia, al ruolo dell’allora rettore di portaordini di Washington. Ordini che oggi riguardano operazioni mediche come Stamina e i vaccini imposti.

*M. Toresini. Corsera, 15 lug 2017.

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14 ottobre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Mafia, il capo della polizia revoca la destituzione di Bruno Contrada: avrà stipendi arretrati con interessi”

Credo che il provvedimento sia da classificare insieme alle scarcerazioni e alla sistemazione lavorativa dei terroristi usati come sicari negli anni di piombo. Ovvero nell’ambito delle protezioni, incluse ripulitura di immagine e trattamento previdenziale, degli addetti alle corde e alle ruote utilizzati per il controllo del Paese. E che la sbadataggine della magistrato Accardo sia in linea con i comportamenti della grande maggioranza della magistratura quando certe mamme chiamano.

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19 novembre 2017

Blog de il Fatto

Commento al post di G. Barbacetto “Barbara D’Urso accolta dalla polizia col picchetto d’onore nella Questura di Milano”

Barbara D’Urso e le forze di polizia esercitano di concerto un’importante funzione: la costruzione a favore di grandi interessi privati della realtà sociale, cioè della percezione condivisa della realtà sulla quale si basano le pratiche sociali. A favore di grandi interessi che a volte, es. nel caso dei prodotti medici quotati in Borsa, contengono una componente criminale. Una costruzione della realtà dettata da affari illeciti di alto livello, ottenuta sia tramite attività propagandistiche di manipolazione mediatica; sia tramite attività coperte di repressione del dissenso, che nella PS hanno preso il posto di quelle di quando il Viminale pilotava il terrorismo. Il servire in ruoli diversi gli stessi poteri può spiegare l’omaggio delle forze dell’ordine alla celeberrima presentatrice. Rincuora leggere commenti indignati, ma la polizia può contare sui tanti italiani pronti a credere che un funzionario di polizia sia simile a figure eccezionali immaginarie come il commissario Montalbano e gli altri poliziotti delle fiction; o reali come Boris Giuliano, Pasquale Juliano, Emilio Santillo. Piuttosto che essere, più probabilmente, un genere di persona più affine a Bruno Contrada; o a Barbara D’Urso, come questo episodio mostra.

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27 novembre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Berlusconi da Fazio a Che tempo che fa: “Non fossi candidabile ho pensato al generale dell’Arma Gallitelli”

Gallitelli, che è stato il degno vice del generale Delfino, è quello che ci vuole per completare l’opera di svendita e degrado della nazione condotta dal compare di Dell’Utri.

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Commento al post di R. Colella “Perché Silvio Berlusconi ha proposto Leonardo Gallitelli come candidato premier”

I CC dal dopoguerra sono strumento, anche in operazioni inconfessabili, degli stessi poteri forti sovranazionali che con la stagione delle bombe lanciarono B. nella politica italiana. L’Italia, “paese ridicolo e sinistro” retto da “maschere comiche vagamente imbrattate di sangue” (Pasolini) viene controllata tramite la selezione di una classe politica pagliaccesca; forse si mandano in scena i fidati macchinisti perchè lo spettacolo è arrivato ad essere così disgustoso per molti elettori che occorre qualche maschera che sembri seria.

@ josephdredd. Non sto “accusando esattamente”. La Rosa dei Venti ha diverse punte … Le accuse esatte – e vere – dovresti chiederle a chi riceve un buono stipendio per difendere il Paese. Come tanti, so, perché “non è poi così difficile”, che, mentre hanno svolto compiti esecutivi, le bombe non possono essere farina del sacco delle figure plautine messe lì a fare da classe dirigente. Né credo alla sanguinosa pagliacciata della “arte e fattura diabolica” (Manzoni) che spiegherebbe la potenza eccezionale della malavita mafiosa, malavita anch’essa sponsorizzata dai poteri forti. Quando coloro dai quali dovrebbero provenire “accuse esatte” non hanno vergogna a farsi sponsorizzare da un personaggio con la storia di B, non devono esserci remore nell’usare il proprio giudizio e rifiutare le farsesche versioni ufficiali coi loro scenari di cartone; e nello spiegarsi ciò che accade guardando a forze reali come quelle della NATO, in grado di condizionare le sorti di intere nazioni, anche con interventi di “guerra a bassa intensità”, e note per praticare, anche nel nostro Paese, queste attività.

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27 dicembre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “G8 di Genova, promosso a questore il poliziotto che accusò i no-global di aver ucciso Carlo Giuliani”

Del neo questore Lauro non sappiamo molto. Sappiamo, dall’episodio di Piazza Alimonda dove accusò subito i manifestanti di avere ammazzato loro, “pezzi di m.”, Giuliani, che tende a giungere a conclusioni frettolose nelle indagini. Ma forse non è così: ha invece mostrato il pregio, dal punto di vista di chi seleziona la classe dirigente italiana, di essere prontissimo nel mistificare. La tecnica dello scambiare le parti tra aggressore e vittima si può fare risalire alla moglie di Putifarre, che, racconta la Bibbia, accusò Giuseppe di avere tentato di farle violenza non essendo riuscita a sedurlo. Nel 1947 il mafioso Ofria, braccio destro del massone Soresi, partecipò ad un assalto con mitra e bombe a mano contro una sede del PCI. Vi furono morti e feriti. Uno dei feriti colpì a sua volta Ofria con un colpo di pistola. Il commissario capo di Polizia di Partinico, Agnello, scagionò Ofria inserendolo nell’elenco degli aggrediti. Impastato fu assassinato dalla mafia in modo da essere poi fatto passare per un dinamitardo da inquirenti predisposti a questo falso. Posso testimoniare che anche oggi i pezzi di m. veri delle istituzioni nell’eseguire l’atto di proscrizione decretato dai loro padroni verso qualcuno troppo onesto per le loro attività fanno di tutto per costruirgli una figura di deviante, di soggetto da controllare, tramite provocazioni e costruzione di false prove.

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4 febbraio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Sofia “Macerata, Grasso: “Se fomenti il razzismo, uno che spara lo trovi. Solidarietà Forza nuova? Oltre ogni limite””

L’opposizione è di massa, e gli italiani nel complesso non hanno tra i loro peccati quello di sentirsi un popolo superiore. Per molti, l’opposizione non è dovuta, come sostiene Grasso, al colore della pelle, che anzi rassicura e placa. Se fossero scandinavi i tanti che bighellonano a nostre spese per strada, questa violenza imposta dal potere apparirebbe più netta, e l’opposizione sarebbe uguale, o forse più netta e forte, libera dall’equivoco razziale. “Uno che spara lo trovi”. Le parole del titolo attribuite a Grasso andrebbero lette come un’ammissione. I politici sanno come falsare i termini, fomentando la feccia. “So dunque che gli uomini al potere continueranno a organizzare altri assassini e altre stragi, e quindi a inventare i sicari fascisti: creando cosi una tensione antifascista per rifarsi una verginità antifascista e per rubare ai ladri i loro voti; ma, nel tempo stesso, mantenendo l’impunità delle bande fasciste che essi, se volessero, liquiderebbero in un giorno.” (Pasolini, 1975). Oggi un Traini cade come il cacio sui maccheroni per fare passare per civiltà il fascismo globalista dell’immigrazione forzosa, e per dare del razzista a chiunque si opponga a questo moderno cugino del razzismo, sul quale i Grasso e le Boldrini basano le loro tristi fortune.

@ Guido Guber. A proposito di “fornire la pistola”, com’è che a un borderline esaltato, a un disoccupato che ha dato segni di squilibrio comportamentale, a uno con un tatuaggio nazistoide sulla faccia, è stata lasciata una Glock? La “Magistratura” “ritiene” di indagare anche su questo aspetto? Traini è un fascista, e i fascisti non solo sono violenti, ma, quel che forse è perfino peggio, sono gregari. Com’è, come non è, il “cane sciolto” ha fatto come al solito quello che voleva il potere. In modo da permettere a quelli come te di accusare di appoggio al fascismo quelli come me (e con noi Pasolini). Così non si parla del nocciolo della questione: lo scafismo. Per il quale chi sale su un barcone acquista uno status speciale che impone attenzioni e cure particolari, a scapito delle moltitudini sfruttate e oppresse che si lascia dietro, e a scapito delle popolazioni costrette a fargli spazio e mantenerlo. Lo scafismo appartiene alla stessa famiglia del razzismo. Il razzismo sostiene che ci sono, costituzionalmente, gruppi umani superiori e inferiori, da ordinare gerarchicamente; lo scafismo predica non l’uguaglianza, ma l’interscambiabilità, un’altra aberrazione, per la quale il posto su questa terra di qualunque persona comune può essere concesso a piacimento dal potere a chiunque altro, in modo da ottenere una configurazione etnica conforme a un disegno imposto dall’alto. Quest’altra violazione dei diritti umani la state facendo passare per “civiltà”.

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21 febbraio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Aldo Moro, “A morte le guardie”: imbrattata con svastiche la targa di via Fani a Roma. Famigliari vittime: “Vergognoso””

Nell’agosto 2014, a Celico (Cs), ho ascoltato una conferenza pubblica di Francesco Bruno, il criminologo legato ai servizi che in caso di liberazione avrebbe dovuto “prendersi cura” di Moro, dato il disturbo psichiatrico che era stato diagnosticato a Moro per spiegare quanto scriveva (Ippolito: roba da psichiatri stalinisti. Corsera, 1 dic 1993). Alcune affermazioni di Bruno estranee al tema della conferenza (che era quello delle persone che si perdono nei boschi) hanno rafforzato la convinzione che gli apparati incaricati di coprire con manipolazioni l’eliminazione di Moro siano ancora in piedi. L’uccisione degli agenti di scorta può avere un legame con quanto il giudice Lupacchini riporta sul comportamento delle volanti di polizia nell’attentato alla sinagoga di Roma dell’ottobre 1982 (“Il lodo Moro”. In: In pessimo Stato. Koinè, 2014). Ma anche con l’allontanamento di un dirigente di polizia fedele e abile come Santillo dalle indagini su quel colpo di mano che frantumò quanto restava dell’indipendenza dello Stato; e con la volontà di creare un alibi agli aiutanti del boia, permettendogli di mostrare dei loro caduti come segno di merito. Credo che lo squallido imbrattamento, con gli insulti vili agli agenti uccisi, nel corso di una campagna orchestrata di riesumazione, more democristiano, del pericolo di fascismi e opposti estremismi, contempli anche questo ultimo scopo, sull’immagine pubblica degli odierni tirapiedi.

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23 febbraio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di V. Ulivieri “Brescia, nella Terra dei Fuochi del Nord smantellata la task-force: spostati (e non sostituiti) procuratore e direttrice Arpa”

Un altro fattore, meno noto, soprattutto da noi, ma più incisivo e maggiormente comprovato, che spiega questi incrementi di incidenza “stepwise” di tumori come melanoma cutaneo, carcinoma del rene, della tiroide, della mammella, è la sovradiagnosi. Una caratteristica delle sovradiagnosi di cancro è che si alimentano con gli allarmi sulla presenza di fattori cancerogeni sul territorio; e, una volta innescate, si autoalimentano con l’aumento spurio di incidenza e il conseguente rinnovato allarme. Sarebbe interessante conoscere l’opinione riguardo a questo aspetto, messo un po’ in ombra dall’emergenza sul flagello delle Terre dei Fuochi, dei magistrati noti al pubblico per il loro impegno nel contrastare (soprattutto tramite clamorose indagini; meno in termini di condanne) i reati su rifiuti e discariche in quanto cause delle riportate epidemie di cancro; come Sandro Raimondi. Comunque, nella sfortuna a Brescia è sorta una laboriosa industria della diagnosi e della cura del cancro; che si avvale del prezioso concorso, nella sua meritoria opera a tutela della salute, delle Istituzioni preposte alla legalità: prefettura, questura, comando CC, assessorato e comando polizia municipale. E non ultimi ma primi i servitori dello Stato con la toga che hanno intitolato il palazzo di giustizia di Brescia all’insigne giurista e tra i fondatori della P2 storica Giuseppe Zanardelli.

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9 luglio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Ginambartolomei “Xenofobia e reati d’odio, la Procura di Torino: priorità ai fascicoli, pool di pm ad hoc e no archiviazione facili”

La parte buona, da accettare senza riserve, del pronunciamento del procuratore Spataro è data dal suo dissuadere dal commettere reati e atti incivili verso gli immigrati. Trascendere, abbandonarsi a scorrettezze (come fanno anche gli immigrati; a volte usati come provocatori e stalker dalla polizia, posso testimoniare) sarebbe un degradarsi. E anche un auto-sconfiggersi, cadendo in una trappola; si può temere che a sostegno dei diktat e degli insulti pro sbarchi compaiano delitti di utili idioti verso gli occupanti, come già accaduto a Macerata. La parte cattiva è l’appoggio politico del magistrato agli sbarchi decisi da chi manovra il traffico, cioè a una violenza contro il popolo, i cui mandanti ultimi appaiono essere gli stessi poteri che ci hanno dato – con la complicità dello Stato – la stagione del terrorismo e la mafia perenne. in Italia il servizio giustizia non funziona e a volte funziona a rovescio; ma la magistratura si sveglia, dispiega una voce chiara e forte e dà “lezioni di civiltà giuridica “ agli altri paesi quando c’è da legare il cavallo dove vuole il padrone a danno del popolo. A Lecco un magistrato ha disposto che gli appartamenti pignorati agli italiani morosi fossero assegnati a richiedenti asilo. Chissà se un giorno gli italiani si accorgeranno da che parte stanno regolarmente i magistrati quando il tallone di ferro dei poteri forti preme sui cittadini.

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ccc

v. anche:

La decenza precede la santità

I crimini di controllo e il loro carattere continuativo e moltiplicativo

La funzione mafiogena della magistratura e delle forze di polizia e i surrogati civili di giustizia

Brescia non solo bombe

La post-camorra. Dai tagliagole alla chirurgia ingiustificata della tiroide

I depistaggi a stupro continuato

Corruzione “qui tam” e sfruttamento

Servizi, masse e istituzioni nei movimenti di protesta

Patologia e malattia delle istituzioni

La convergenza di mafia e antimafia. Pizzo mafioso e pizzo di Stato

L’ambasciatore USA ordina il sostegno al loro complesso magico-industriale

I magistrati e l’altra corruzione. In: L’irresponsabilità della medicina in franchising

I mafiosi filantropi e la Lombardia non omertosa

Apoptosi della sinistra e magistratofilia

Nuove P2 e organi interni

I magistrati e gli USA

L’omertà e le complicità nazionali nelle epurazioni USA

La medicina come rimedio ai limiti della crescita economica

Radiotossicità mafiosa e legale

Ndrangheta e privatizzazione della sanità

Massoni e legalità

Rispetto della Storia nell’azione giudiziaria

Reati contro l’economia

I magistrati “business friendly” e la mafia come sineddoche tendenziosa

I professionisti della metamafia

Il PM Nicastro come assessore alla sanità: la non complementarietà tra magistrati e tangentisti

Quando “less is more”

La magistratura e la separazione dei valori: il caso della “Nave dei veleni”

La magistratura davanti alle frodi mediche di primo e secondo grado

Il riduzionismo giudiziario nella frode medica strutturale: il caso del testamento biologico

Il mediatico e l’extramediatico. Il caso delle ghiandole sessuali maschili

I 18 anni di Noemi e la nascita della sanità integrativa La magistratura come cuscinetto

La UE come mostro adescatore: proibizione agli Stati nazionali di presentare argomenti scientifici

15 March 2012

Blog  Appello al popolo

15 mar 2012

Due mesi fa, su una rivista della Società europea di biologia molecolare due ricercatori, la norvegese Wickson e l’inglese Wynne, hanno paragonato la natura di una proposta legislativa della Commissione europea (CE) alla rana pescatrice abissale [1]; è quel pesciaccio, che vive negli strati marini profondi, dove la luce solare non arriva, che pare disegnato da un caricaturista per quanto è brutto e per come rappresenta il predatore astuto (e anche la dabbenaggine delle sue vittime). Ha una enorme bocca, sproporzionatamente grande rispetto al corpo in alcune specie, orlata di lunghi denti aghiformi. Dalla testa gli protrude un filamento che porta un’esca luminescente. In quei neri abissi, nella zona “abissopelagica”, gli organismi ci vedono poco, quando non sono del tutto ciechi. Quelli che percepiscono la luce dell’esca ballonzolante le si avvicinano, senza vedere a cosa è attaccata, e finiscono inghiottiti nella bocca spalancata del predatore.

Il lysenkismo della CE

Ho apprezzato la metafora del mostro che è inguardabile e che però riesce ad attrarre le sue prede, conoscendo la propensione del pubblico a prestare consenso alle frodi che provengono dalle oscure profondità del big business sopranazionale, riguardanti la cura delle malattie [2]. I due ricercatori sono ricorsi all’immagine della rana pescatrice per mostrare come una riforma UE in discussione, a prima vista attraente, sia realtà una trappola e una mostruosità: la recente proposta della CE di non consentire agli Stati nazionali di avanzare obiezioni di carattere scientifico sulle importazioni di cibo geneticamente modificato, né sugli organismi e le coltivazioni geneticamente modificate; in particolare, sulla loro sicurezza e sui danni che possono provocare alla salute e all’ambiente.

Questi argomenti scientifici verrebbero riservati alla preposta agenzia UE, che diviene quindi l’unica fonte qualificata a esprimere pareri scientifici recepibili sede legislativa UE; gli Stati potrebbero avanzare sugli OGM solo obiezioni di altro genere: sociali, economiche, di politica interna, etc. (v. l’articolo [1], reperibile su internet, per i dettagli e un’analisi critica). Il perseguimento della centralizzazione in sede comunitaria dell’analisi scientifica dei rischi degli OGM si basa su presupposti confusi, falsi e contradditori, affermano giustamente i due ricercatori.

Il Parlamento europeo ha proposto emendamenti che eliminano questo diktat; non conosco l’evoluzione più recente dell’iter legislativo, se e quanto questa misura draconiana verrà bocciata o addolcita; i media, anche quelli “progressisti”, e forse quelli “progressisti” ancor più degli altri, stanno attenti a non farci sapere nulla di queste cose, mentre ci martellano e ci distraggono con le solite questioni di cortile, le solite miserie nostrane, o sempre nuove scempiaggini: argomenti come la denuncia di questa singolare limitazione agli Stati fanno parte del Proibito [3]. In ogni caso, resta il fatto che la CE vorrebbe fare un solo boccone di una serie di capisaldi di civiltà, giustizia e razionalità, che riguardano la salute delle persone e la tutela dell’ambiente oltre che gli interessi economici degli Stati nazionali; con un notevole danno per le popolazioni. Mediante una misura che è rivelatrice dei reali princìpi ispiratori della politica comunitaria.

Sul versante scientifico, la restrizione della CE non rispetta le norme di comunitarismo e universalismo dell’etica della ricerca. Questa reductio ad unum della consulenza scientifica, ottenuta lasciando parlare solo gli scienziati di corte, per ora sugli OGM, e, una volta fatto passare il principio, magari anche su altri campi, come le cure mediche o le grandi opere, non rispetta il metodo scientifico, che è basato sul confronto tra ricercatori diversi. E in un campo, quello dell’analisi scientifica del rischio, che è tra i più incerti, indeterminati e controversi; e tra i più esposti a influenze politiche ed economiche e conseguentemente ad analisi e interpretazioni di parte. Un settore che spesso dà luogo a diatribe che si trascinano per molti anni, dove in effetti si spererebbe che la scienza desse risposte univoche; che è cosa molto diversa da una scienza che parla con una voce sola, la voce del padrone.

Sul versante politico, la pretesa della CE non rispetta la più elementare decenza. Secondo la CE ora i popoli non dovrebbero essere liberi neppure più di proteggersi dai rischi alla salute e all’ambiente, ma dovrebbero accettare prodotti sapendo che sono nocivi. La CE non rispetta la libertà politica, impedendo a un’entità politica – a Stati nazionali, non alla giunta di Roccacannuccia – di scegliere, tra quelli legittimi, gli argomenti che giudica appropriati. Non rispetta il corretto rapporto tra scienza e politica, dove non può essere “accountable” una scienza volta alla “non accountability” politica; e non lo rispetta fingendo di ignorare come gli argomenti etici, e anche quelli sociali o politici, sono, nell’analisi del rischio, inestricabilmente intrecciati a quelli scientifici.

L’Olimpo dal quale dovrebbero discendere sugli abitanti di Europa le pure e imparziali verità scientifiche non è altro che l’EFSA, che ha sede a Parma. Un ente tutt’altro che indipendente, da sempre fortemente favorevole al cibo e alle coltivazioni OGM, e da anni per questo criticato da associazioni watchdog [4-6]; con un curriculum, che si sta aggiornando in queste settimane, di denunce e reprimende che lo vedono con le mani nella marmellata: esperti che dirigono potenti associazioni di categoria dell’industria alimentare, o che lavorano per le industrie che dovrebbero controllare; adozione degli stessi criteri di valutazione tossicologica scelti per convenienza dall’industria; decisioni su prodotti sui quali, più ancora che gli OGM, non si dovrebbe scherzare, come i pesticidi, prese sulla base di studi sponsorizzati dall’industria, mentre, antiscientificamente, studi indipendenti vengono ignorati; norme di abbattimento dei controlli, scappatoie, e innalzamento delle concentrazioni di sicurezza a favore dell’industria. Si parla di una sua riforma …

L’EFSA è così responsabile e rigorosa che ha anche appoggiato con affermazioni false che ha poi dovuto ritirare l’introduzione in commercio di prodotti OGM contenti geni che conferiscono resistenza a antibiotici di primaria importanza per l’uso medico, esponendo così le popolazioni a un rischio di diffusione della resistenza a tali antibiotici (la patata Amflora per la produzione industriale di amido e, con gli scarti di questa produzione, come mangime per animali). L’EFSA appare come un modello di cattiva scienza, al servizio di interessi parte. Secondo la CE l’oste, oltre ad avere l’esclusiva sui controlli antisofisticazioni di legge sul suo vino, non potrebbe neppure venire contestato, essendo stabilito che il suo Verbo è assoluto.

I soloni della CE mostrano una superbia e un’esaltazione che raggiunge il ridicolo. Allestiscono una scenetta dove la UE è rappresentata da un austero scienziato che ascolta, paziente, ma fermo, gli Stati nazionali che si presentano coi farfugliamenti di fricchettoni alla Verdone di “Un sacco bello” sull’amore per la natura, o le recriminazioni interessate e miopi di villici gretti e ignoranti nemici del progresso, o le superstizioni di donnicciole spaventate da dicerie metropolitane sui rischi del cibo industriale.

La proibizione ha anche un valore simbolico, che è umiliante per gli Stati. La notizia è un dato a favore di quanto dice Ida Magli, che parla di dittatura europea, di mostruosità del progetto UE, e sostiene che la sua unica finalità è l’eliminazione degli Stati nazionali. Questi fondamentalisti dei cavoli loro vogliono addirittura sancire l’inferiorità intellettuale rispetto all’Impero [7] di intere nazioni, le stesse che con tutte le loro colpe hanno fatto la Civiltà occidentale. Nazioni che hanno fatto anche la storia della scienza, che un tempo dicevano sciovinisticamente cose come “la chimica è una scienza francese”, adesso dovrebbero stare zitte e col cappello in mano mentre le buone forchette di Parma (l’EFSA) gli fanno la lezione.

E se non rispettano intere comunità nazionali, possiamo farci il conto di quanto importi dei singoli individui a questi emissari dei grandi poteri economici e finanziari. E’ una conferma che alla CE non sono interessati alla salute, al benessere e alla prosperità delle popolazioni, quanto agli interessi di chi trae profitto da quelle popolazioni.

Questa trovata ricorda il caso Lysenko (che pure riguardava l’agronomia) in URSS sotto Stalin: la manipolazione della scienza, e l’imposizione di tale scienza manipolata da parte dello Stato. Ora si vuole qualcosa di simile in Occidente, e a livello sovranazionale, contro gli Stati. L’impossessarsi della scienza per farne un instrumentum regni è in tempi moderni tentazione di tutti i poteri forti. Il caso mostra l’imperversare dello scientismo, che nel sistema neoliberista degenera nell’opposto della scienza autentica: una forma di Sacro sul quale fondare il potere tecnocratico. Uno stravolgimento e una corruzione della scienza che guasta e discredita questa preziosa risorsa intellettuale dell’umanità.

L’Impero e i Baroni

L’uso strumentale di argomenti scientifici in politica economica internazionale non è una novità, ma finora ha interessato la competizione tra attori economici e quindi quella tra Stati. Lorenzo Tomatis ha scritto di come in materia di regolamenti internazionali sui cancerogeni per un certo periodo le industrie più forti volevano che fossero privilegiati i dati sperimentali rispetto a quelli epidemiologici: i dati sperimentali portavano più di quelli epidemiologici all’eliminazione di sostanze in uso nell’industria, imponendo quindi una riconversione che solo le industrie forti potevano sostenere, e che aveva quindi come conseguenza la sparizione o l’asservimento delle industrie piccole e medie. (Oggi i poteri forti fanno largo uso dei “dati” epidemiologici, più facilmente manipolabili e, date le difficoltà pratiche, meno facilmente replicabili e quindi meno facilmente smentibili; così che accade che un cattedratico di biochimica citi come risolutivi a favore del dogma HIV-AIDS dati epidemiologici anziché sperimentali [8]). La novità è che ora la scienza, o meglio la retorica pseudoscientifica, è messa al servizio della centralizzazione dell’economia, e anche al servizio della centralizzazione delle frodi a fini di profitto.

Oltre che come volto a soggiogare e svilire gli Stati, a impedirgli di difendere i loro legittimi interessi, l’intendimento della CE va visto nell’ambito della guerra dell’Impero ai Baroni. Il contrasto sotto gli occhi di tutti, ma tabù, tra da un lato l’Impero, che ha la sua testa, o la principale tra le sue teste, in USA (e questo caso lo conferma [9]); cioè i poteri forti della globalizzazione che si stanno impossessando dell’Europa; come le grandi banche, le multinazionali, i poteri finanziari, i poteri militari. Impero del quale la CE non è che uno dei tentacoli politici, per quanto importante. E dall’altro lato i Baroni, i tanti piccoli e medi potentati locali che un tempo, tramite il potere degli Stati nazionali, regnavano non formalmente ma di fatto sui rispettivi feudi, nell’ambito di un complesso gioco di alleanze ed equilibri tra di loro; come i partiti, i gruppi di interesse, le caste; il clero, un principato tra i più potenti. Soprattutto nel caso dell’Italia, con la secolare attitudine dei suoi abitanti a stare sotto qualche potentato grande o piccolo, la guerra riguarda i diritti di sfruttamento sui sudditi, che l’impero vuole per sé, riducendo, se non abolendo, il potere dei baroni.

Ad esempio, prima gli agricoltori o i proprietari dell’industria alimentare locali potevano rivolgersi, per la tutela dei loro interessi, non sempre coincidenti con gli interessi del popolo, al politico del partito giusto, previo pagamento di una quota al partito, agli amici e perché no anche al politico stesso, che avrebbe difeso e promosso i loro interessi in sede legislativa nazionale, e anche internazionale; magari appoggiandosi secondo convenienza ad argomenti “scientifici”. Non va dimenticato che anche le politiche statali nazionali possono essere corrotte; per non parlare della ricerca scientifica che, indipendentemente dalla UE, riguardi temi rilevanti per grandi interessi economici. I baroni contano ancora qualcosa; il peso degli interessi locali dell’agricoltura e dell’industria alimentare non è stato ancora del tutto cancellato. Misure come questa tolgono potere ai baroni per darlo agli “imperiali” come le multinazionali.

Una lotta che vede un’inclinazione ghibellina della nostra magistratura [3,10,11], che identifica la corruzione con l’endemica corruzione esercitata dai baroni, seguendo i dettami di “Transparency international”, e la combatte; meritoriamente; ma che davanti a forme superiori di corruzione e malaffare, quelle relative all’impero, è, almeno in campo biomedico, muta come una trota e cieca come un pesce abissopelagico; quando non le aiuta attivamente.

Mussolini, che in precedenza aveva detto “il razzismo è roba da biondi”, poi su pressione di Hitler impose le infami leggi razziali, con relative teorie d’appoggio sulle razze biologiche umane. Bottai, considerato tra i gerarchi più colti e intelligenti, commentò “perché sparare con un cannone per uccidere un uccellino?”, “il problema degli ebrei esiste ” ma “si poteva risolverlo con piccoli atti amministrativi”. Anche la proposta della CE di impedire per legge agli Stati nazionali obiezioni scientifiche sugli OGM è roba da biondi, da anglosassoni (o anche da germanici), che hanno questa tendenza a formalizzare il sopruso e l’imbroglio, a renderli direttamente legge scritta; es. con la legalizzazione delle lobbies (la cui introduzione in Italia è auspicata da illuminati magistrati nostrani, allo stesso tempo cantori di “Mani pulite” [10]; l’EFSA è stata anche accusata di essere un trampolino per il lobbying, dati i passaggi, tipici del lobbismo, di suoi controllori alle dipendenze dei controllati come lobbisti UE [4]). Invece in un paese cattolico e con una tradizione giuridica come il nostro si preferisce il sistema alla Bottai, quello di non mettere direttamente nero su bianco, inequivocabili, l’infamia o l’inganno troppo grossi, ma di fare la legge prima facie presentabile, ma predisposta all’infamia e alla strumentalizzazione, e poi escogitare caso per caso come aggirarla o sfruttarla con piccole mosse, salvando le apparenze e facilitando la corruzione baronale.

Del resto i due poteri in parte si contrastano, ma in parte si sostengono e cooperano, trovando accordi spartitori. All’Impero un po’ di corruzione locale, ridimensionata e rispettosa dei suoi interessi, serve comunque per scopi amministrativi e come lubrificante per la sua macchina; né i baroni possono minimamente sognare attualmente di potersi liberare dell’Impero. La cooperazione ha ragione d’essere soprattutto in Italia, dove la classe “dominante”, o subdominante – a cominciare dal clero –  ha una storica tradizione compradora, cioè di mediatrice di forme di sfruttamento del Paese da parte di poteri esteri; badando ai suoi interessi, conformandosi al periodo storico, cercando di trovare accordi con gli invasori di turno e per il resto impipandosene altamente del bene della nazione [12].

Ida Magli si è chiesta stupita come è stato possibile ottenere un così totale  “addomesticamento delle scienze umane” all’ideologia necessaria al progetto UE [13]. Posso risponderle che, per quel che riguarda le scienze biomediche in Italia, oltre all’inganno, alla propaganda, alla corruzione, all’istituzionalizzazione del sopruso, si è ricorsi, al fine di ottenere la selezione voluta dai poteri dei quali la CE è braccio politico, a epurazioni col sistema Bottai di soggetti che non si facevano addomesticare, e rischiavano di traviare gli altri col loro esempio.

La vendita di singoli cittadini è preliminare alla vendita di cittadini in massa; è un servizio che i baroni della ricca (finora) e molle provincia italica hanno svolto e svolgono per l’Impero, con una perizia e un’affidabilità testimoniate dall’appoggio che hanno fornito alle eliminazioni cruente, che hanno avuto luogo fin dalla nascita della Repubblica, di soggetti invisi ai poteri esteri egemoni. Un’onorata società composta da magistrati, politicanti, amministratori pubblici, antichi corpi di gendarmi che stanno passando armi e bagagli sotto la bandiera della gendarmeria europea, e servizi, si occupa di neutralizzare voci che intralcerebbero il disegno dell’Impero, soffocandole e screditandole, applicando gli insegnamenti dell’illustre fascista, aggiornati ai mezzi offerti dal progresso.

L’esca nel buio

Questo caso conferma come l’Unione europea contrariamente al nome abbia una natura litica: come non unisce le forze per costruire una più ampia e forte entità politica, ma dissolve strutture politiche e sociali, principi non negoziabili, sistemi culturali, diritti e regole fondamentali, sciogliendo gli Stati e le comunità nazionali in una poltiglia adatta a essere sfruttata. Questa non è un’unione, ma l’unificazione a un omogenato. Non sappiamo come andrà a finire; non si può escludere che il progetto UE data la sua natura strumentale rientri, una volta che ci avrà resi sufficientemente poveri e soli. Noi credevamo – peccando di superficialità, commenterebbe da antropologa Ida Magli [13] – a questa affascinante storia dell’unire i popoli europei, dell’affratellarci superando l’ostilità che ha portato a scannarci tra di noi per tanti secoli, per raggiungere la pace e la prosperità. In realtà, davanti al progetto reale di unione europea e alle sue tante manifestazioni siamo come la preda nel buio davanti all’esca del mostro abissale. Questa unione europea non unisce ma dissolve.

Dobbiamo essere grati a chi ci avverte dell’abbaglio, e a coloro che, come gli animatori di questo sito, oltre a informarci studiano possibili vie d’uscita e ce le indicano. Ma il mostro adescatore è l’intero sistema neoliberista, con le sue tante trappole composte da seduzioni luccicanti collegate a mandibole che si serrano automaticamente. Il fenomeno della bioluminescenza accomuna la rana pescatrice abissale alle lucciole. Le lucciole sono quasi scomparse, cacciate dall’inquinamento. Aggiornando il proverbio ai tempi, stiamo attenti a non prendere esche luminescenti per lanterne.

https://menici60d15.wordpress.com/

Note 

1. F. Wickson, B. Wynnie. The anglerfish deception. EMBO reports. 12 Jan 2012. Reperibile su internet.

2. menici60d15. La generosità del governo Monti e del suo elettorato virtuale verso le multinazionali farmaceutiche. https://menici60d15.wordpress.com/2011/12/01/la-generosita-del-governo-monti-e-del-suo-elettorato-virtuale-verso-le-multinazionali-farmaceutiche/

3. menici60d15. Giancarlo Caselli e i No-TAV: il negativo e il proibito. https://menici60d15.wordpress.com/2012/02/23/giancarlo-caselli-e-i-no-tav-il-negativo-e-il-proibito/

4. Conflicts on the menu. A decade of industry influence at the European Food Safety Authority (EFSA). Corporate Europe observatory e Earth open source. Reperibile su internet.

5. G. Paglino. “Mancanza di indipendenza e conflitto di interessi”. L’Efsa nel mirino delle associazioni. Il Fatto quotidiano 6 mar 2012.

6. G. Monastra. La questione OGM. Circoli Nuova Italia. 11 apr 2010. Reperibile su internet.

7. Uso lo steso termine, ma per fini che non hanno nulla a che fare con quelli del libro “Impero” di Toni Negri; edito, andrebbe notato, dalla Harvard university press.

8. menici60d15. Aids: negazionisti vs. non-riproducibilisti. https://menici60d15.wordpress.com/2012/01/26/aids-negazionisti-vs-non-riproducibilisti/

9. A. Pisanò. Pressioni americane sull’Europa per introdurre colture Ogm. Il Fatto quotidiano. 9 mag 2011.

10. menici60d15. I magistrati business friendly e la mafia come sineddoche tendenziosa

https://menici60d15.wordpress.com/2010/10/16/1593/

11. menici60d15. Reati contro l’economia. https://menici60d15.wordpress.com/2011/01/23/reati-contro-leconomia/

12. menici60d15. C’è la parola: compradora.

https://menici60d15.wordpress.com/2011/02/21/c’e-la-parola-compradora/

13. Ida Magli. La dittatura europea. BUR, 2010.

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Blog di A. Giannuli

Commento al post “Contro la legge sul negazionismo” del 18 ottobre 2013

Mi associo. In questo modo poi accade che “I vincitori sono padroni anche della verità” (Primo Levi). Segnalo il post “La UE come mostro adescatore. La proibizione agli stati nazionali di presentare argomenti scientifici”*, su un altro tentativo di imbavagliare ope legis la libertà di dissenso, addirittura a livello di sovranità nazionale. Ci sarebbe molto da dire anche sui metodi informali, o meglio coperti, già affidati sottobanco ai “questurini e magistrati” (e agli uffici affari riservati) coi quali le istituzioni dello Stato praticano a favore di potenti interessi privati la censura e la repressione del dissenso in campi come la medicina.

Nel post osservo che proprio le “verità scientifiche” di Stato, col manifesto degli scienziati razzisti, facilitarono la persecuzione degli ebrei. Queste operazioni discriminatorie attraggono cialtroni e vili; ma risucchiano anche studiosi e intellettuali di valore. Ad aderire successivamente al manifesto vi furono persone come Piero Bargellini, Giovanni Gentile, Giovannino Guareschi, Giovanni Papini, Ardengo Soffici. Sarà quindi meritevole se gli storici riusciranno a tenere almeno il loro campo in carreggiata.

Francesco Pansera

*https://menici60d15.wordpress.com/2012/03/15/la-ue-come-mostro-adescatore-proibizione-agli-stati-nazionali-di-presentare-argomenti-scientifici/

 

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30 marzo 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post di T. Colluto “Xylella, studio Efsa: “E’ la causa del disseccamento degli olivi del Salento”

Se lo dice l’EFSA…

Sicurezza alimentare, bufera sull’Efsa. Scoppia un caso per conflitto d’interessi. Il quotidiano Le Monde apre un caso sull’agenzia europea: “Chi deve controllare ha lavorato per anni come consulente per i grandi colossi industriali”. Il Fatto, 31 gen 2012.

“Mancanza di indipendenza e conflitto di interessi”. L’Efsa nel mirino delle associazioni. Un rapporto stilato dalle associazioni Corporate Europe Observatory e Earth Open Source denuncia i conflitti d’interesse dei membri dell’EFSA e ripetuti favoritismi nei confronti delle multinazionali. Il Fatto, 6 mar 2012.

Concerns about the political use of their opinions have been expressed by members of the EFSA themselves. According to the report, this situation is due to the close ties between “certain members” of the GMO panel and the giants of biotechnology, led by the panel’s chairman, Harry Kuiper. Kuiper is the coordinator of Entransfood, a project funded by the European Union to “facilitate market introduction of GMOs in Europe, and therefore bring the European industry in[to] a competitive position.” In that capacity, he is a participant in a working group that includes Monsanto and Syngenta. Robin MM The world according to Monsanto, 2012.

“WE WERE PRESSURED BY INDUSTRY TO HIJACK SCIENCE”. This is the candid confession of Dr. Herman Koeter, head of the European Food Safety Authority, after resigning from the corrupted agency. B. Martini, 5 set 2011.

@ ogeid3. Così? Monbiot G. The fake persuaders. Corporations are inventing people to rubbish their opponents on the internet. The Guardian, 14 mag 2002.

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23 novembre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Vaccini, commissario Ue: “Gli Stati hanno la responsabilità morale di immunizzare i bambini se i loro genitori non lo fanno””

Dove trovare ormai cimiteri affollati di tombe di bambini morti secoli fa, che quell’organizzazione benefica che è la UE esorta a visitare? Ce ne sarà forse rimasto qualcuno; ma è un’immagine da feuilleton, scelta perché commuove, e blocca la ragione. “… a Napoli muoiono troppi bambini. Quando muore un bambino i suoi parenti gettano, dietro il carro bianco che si allontana, manciate di confetti. Rimbalzano e rotolano sulla strada, questi confetti di qualità scadente, porosi e grigiastri: innumerevoli coetanei del defunto accorrono e si accapigliano per raccoglierli, lasciando lembi di camicia e di pelle nella zuffa; ridenti e furiosi non sentono la morte che li chiama e li conta come la chioccia fa con i pulcini, ma sono pieni della necessaria dimestichezza con lei”. (G. Marotta. L’oro di Napoli, 1947). Nel modello della transizione epidemiologica in Europa le grandi epidemie sono dal ‘700 gradualmente scomparse, e la mortalità da malattie infettive è calata fino a crollare, col crescere del reddito e con il miglioramento delle condizioni di vita. La crescente tendenza allo sfruttamento, orchestrata tramite la UE, non va nel verso della tutela della salute. Oggi l’insidia alla salute dei bambini costituita dalle bugie della propaganda e dall’asservimento al business dei politici e dei burocrati può portare a un regresso, come sta avvenendo in vari aspetti della vita civile, anche in campo sanitario.

Giancarlo Caselli e i NO-TAV: il Negativo e il Proibito

23 February 2012

Sottoposto  a Appello al popolo il 23 feb 2012 e lì pubblicato il 27 feb 2012

“… questi episodi mi ricordano i familiari dei camorristi che circondano le auto delle forze dell’ordine per impedire gli arresti dei loro congiunti” Giancarlo Caselli, 20 feb 2012, sulle contestazioni alla carcerazione dei NO-TAV

Il cardinale Giulio Mazzarino, reggente di Francia, scrisse che se un governante vuole colpire legalmente un soggetto che non ha colpe deve prima fare punire ingiustamente una persona cara al soggetto, più volte, per poi prendere a pretesto le sue crescenti proteste e recriminazioni, i “trascorsi di lingua” così suscitati, per accusarlo e punirlo.

In questi giorni infuria lo scambio di accuse tra i NO-TAV e il Procuratore di Torino Caselli in merito alla carcerazione di attivisti NO-TAV e della conseguente contestazione di Caselli. Caselli sostiene che lo si vuole zittire, e fa intendere di percepire in questi atti l’atmosfera prodromica di un possibile nuovo terrorismo. Sull’altro fronte, viene accusato di servire i poteri forti abusando del potere giudiziario. Credo che questo caso mostri le conseguenze della differenza tra “il Negativo” e “il Proibito” [1].

Andrebbe riconosciuto che lo Stato combatte e reprime due entità diverse: quelle negative e quelle proibite. Le attività proibite non devono apparire sulla scena pubblica; anche e soprattutto se sono positive; come, in questo caso della lotta alla TAV, la lotta ai soprusi degli insaziabili predatori e speculatori istituzionali. Le attività negative sono attività illecite reali, ufficialmente combattute, ma in realtà entro certi limiti permesse, perché svolgono alcuni ruoli inconfessabili funzionali agli arcana imperi; e perché è utile mostrarle al popolo come il Nemico che lo minaccia. Al contrario delle attività proibite, che non devono neppure esistere agli occhi dei cittadini, e la cui repressione deve avvenire il più possibile in forme coperte, alla lotta alle attività negative viene data pubblicità. Ad esempio trafficare in droga è un’attività altamente illegale e del tutto negativa, ma non è davvero proibita: si mostrano i successi dei sequestri, ma il traffico non viene eradicato. La mafia è da noi il massimo della negatività; se ne parla in continuazione in tutte le salse, le librerie e le cineteche hanno settori ad essa dedicati; perché non è proibita, e anzi è stata ed è favorita; la mafia svolge varie funzioni criminali e politiche, e ora, soprattutto nella sua “inarrestabile” espansione al Nord, serve da alibi a classe dirigente, politici, magistratura e forze di polizia per trascurare i reati del crimine istituzionalizzato [2]. Incluse speculazioni e saccheggi come questo della TAV.

Il Proibito positivo va represso e nascosto; non deve apparire. Quando ciò non sia possibile, uno dei modi di reprimere il Proibito positivo è di trasformarlo in Negativo, in un’entità visibile, ma che l’opinione pubblica riconosce come negativa, dando quindi pieno consenso allo Stato nella sua repressione. Per gli oppositori di penna isolati, li si può fare passare per pazzi, irresponsabili, visionari, potenziali criminali. Il terrorismo è stato un altro grande Negativo. Non è un segreto che il terrorismo degli Anni di piombo sia stato favorito e pilotato dallo Stato; che in questo modo ha raccolto consenso mentre, con l’alibi della lotta al terrorismo, evitava di considerare richieste politiche magari a volte discutibili, ma legittime e pacifiche, di progresso sociale. Ex chaos ordo. Oppure si può esaltare un Negativo per nascondere un altro Proibito: non si parla che delle infiltrazioni al Nord della mafia, ormai un’entità non umana ma demoniaca a credere a quanto si dice sulla sua inarrestabilità, e intanto si lascia che la sanità compia la sua evoluzione liberista, che comporta crimini non inferiori a quelli dei mafiosi (a volte in società con la mafia); a volte usando la mafia come spauracchio per favorire gli interessi della privatizzazione della sanità [3]. La mafia viene rappresentata come un Kilimangiaro solitario, non come una tra le vette della catena himalaiana della criminalità e dello sfruttamento nella quale è integrata.

Essendomi occupato di frodi mediche strutturali, come i sistemi per lucrare legalmente sulle malattie falsificando la dottrina, o diagnosticandole falsamente, ho conosciuto personalmente le tecniche che magistrati, forze di polizia e altri galantuomini praticano, e le pagine di infamia che scrivono, per trasformare il Proibito in Negativo, a spese della persona da censurare.

I NO-TAV della Val di Susa sono un caso particolare, un’eccezione nel desolante panorama di inerzia popolare e di movimenti fintamente opposti al potere: non solo hanno toccato un tema autentico e proibito, di elevato valore etico e politico, ma sono stati capaci di renderlo pubblico, e di riscuotere il sostegno o l’approvazione di una larga quota della cittadinanza. Credo che sia in corso un tentativo da parte dello Stato di trasformare la lotta alla TAV, questa inaccettabile comparsa del Proibito sul palcoscenico mediatico, in un Negativo, esecrato dall’opinione pubblica.

Una delle attività delle forze di polizia appare essere quella della provocazione volta a tal fine. Posso testimoniare quanta scienza, quanto innato talento, quanta cura, quante risorse vengono spese in questo che è un vero e proprio compito istituzionale non scritto (nel quale la magistratura appare a volte stare – consapevolmente – a disposizione della polizia, anziché dirigerla). La carcerazione dei NO-TAV appare allora come una provocazione giudiziaria che sfrutta la precedente provocazione di polizia; come un altro gradino di un’escalation volta a convertire il Proibito in Negativo. La polizia non è una banda di teppisti, anche quando si comporta come se lo fosse (diversi di loro senza grande sforzo per immedesimarsi nella parte); e non lascia molto al caso; i gesti di violenza, sfregio, e provocazione in Val di Susa devono essere stati pianificati per innescare una reazione. Che ha portato alla situazione attuale. Anche l’inclusione tra i carcerati di due madri di famiglia incensurate e di una persona con stampella riporta ai sistemi del cardinale Mazzarino di cui in epigrafe. Io li conosco bene.

I NO-TAV della Val di Susa sono gente onesta, decisa e che sa quello che fa, dalla quale c’è da imparare. Se posso permettermi un’opinione, direi loro di stare attenti a non essere sospinti sul piano inclinato del Negativo. Credo non sia affatto un caso che si siano trovati a essere accusati di non rispettare proprio il Procuratore Caselli: Caselli non è uno qualsiasi, ma è tra i viventi forse la massima figura simbolo della lotta al Negativo da parte dello Stato, per la sua attività contro mafia e terrorismo. In questo si è dimostrato persona credibile e di valore, una specie di generale che sta in trincea. Capace di fronteggiare, da uomo di legge, persone che avevano commesso decine di omicidi, o potenti come Contrada e Dell’Utri. Non si può che ringraziarlo e rispettarlo per questo (tenendo presente che la sua carriera non è esente da ombre). Anche se non andrebbe scordato che lo Stato lascia incancrenire Negativi come la mafia e a suo tempo il terrorismo, dipingendoli come invincibili, quando gli fa comodo. Oltre a questo, quello che appare certo su Caselli è che è una persona di elevato spessore, “tosta”, forse fin troppo, che è svilente attaccare con mezzi beceri. Rattrista vederlo oggi come il castigamatti dei NO-TAV; una congiuntura che mi porta a fantasticare che, forse, tra le finalità dell’atto giudiziario c’è anche quella di evitare al movimento guai e accuse molto più gravi.

I rapporti di Caselli, rappresentante di punta della magistratura, col mondo dei poteri forti sono un altro discorso. Ricordo le sue lodi, che mi parvero eccessive, sulla figura di Gianni Agnelli, l’alleato di Kissinger e di Gelli. La lotta verso certe fazioni, Andreotti, il “cardinale reggente” al quale gli USA vollero assestare un colpo, e Berlusconi, che nonostante il suo livello di onestà e sottomissione non è sufficientemente gradito all’alta finanza, non permette di escludere suoi buoni rapporti con altre fazioni. Mi colpirono mesi fa i suoi commenti riguardo all’azione della Procura di Torino su tangenti sulla fornitura di pannoloni e altri illeciti analoghi: “un’operazione chirurgica contro fatti specifici” su un corpo altrimenti sano. Nella sanità c’è tanto di quel marcio che le tangenti sui pannoloni sono poca cosa; lì, volendo operare nell’interesse dei cittadini, ci sarebbe da spalare con la vanga o le ruspe, non da incidere col bisturi del chirurgo; la bassa corruzione, Negativo, si innesta su un forte elemento strutturale, la cui denuncia è Proibito, e sul quale la magistratura appare sorda, cieca, muta e anzi compiacente; un elemento strutturale che può trarre vantaggio dal contrasto al sistema delle tangenti [4,5].

Anche la lotta all’amianto, che Caselli ha citato a sostegno nel suo attacco a chi lo contestava, andrebbe vista in una prospettiva meno romantica. E’ doveroso plaudire alle condanne dei responsabili (per quanto saranno probabilmente simboliche). Ma non va taciuto che l’amianto, oggi entrato a far parte del Negativo, è stato a lungo un tema proibito. Un killer noto da decenni che è stato lasciato agire per decenni, perché allora così conveniva agli interessi economici (complice anche la sinistra in nome della tutela dell’economia e del lavoro). Sembra che oggi sia arrivata l’ora di sfruttarlo non più “a mettere”, come prodotto, ma “a levare” tramite il grande business della bonifica, che beneficerà di questa pubblicità. Prima la vita e poi la borsa. Mentre si lasciano agire altri agenti cancerogeni noti e controllabili, ma il cui abbattimento ostacolerebbe il business; ad esempio, si sta zitti e non si fa nulla sui tanti cancri provocati dalle vagonate di esami radiologici non necessari, eseguiti per ragioni non tecniche ma commerciali.

Togliere le intercettazioni non è proprio come “pretendere che i medici rinuncino alle radiografie, alle TAC, alle risonanze magnetiche”, come ha dichiarato Caselli. D’accordo sull’importanza fondamentale delle intercettazioni; ma i lucrosi esami di imaging con radiazioni ionizzanti stanno facendo nell’omertà generale delle istituzioni quello che è stato lasciato fare all’amianto in passato, e andrebbero urgentemente ricondotti a livelli appropriati. Paragone infelice, che riassume bene l’orientamento della magistratura sul Negativo e sul Proibito. Forse sarà piaciuto ad alcuni molto in alto; gli stessi che si fregano le mani vedendo che l’Italia (dati 2008) è equipaggiata (coi soldi dei contribuenti) con una densità di apparecchi per TAC e risonanze magnetiche tra le più alte in Europa, superiore, e a volte doppia o tripla, rispetto a paesi come Germania, Francia, Inghilterra, Danimarca, Svizzera.

Quindi credo che si dovrebbe evitare di distrarsi, focalizzando la protesta su un’icona sacra come Caselli, non volendo essere trascinati nel Negativo. Diversi commentatori hanno buttato benzina sul fuoco. Oggi meno il NO-TAV si occupa di Caselli, che del resto non ha fatto tutto da solo, meglio è. Dove i provvedimenti giudiziari fossero giusti, questo aiuterà il movimento, depurandolo dai violenti e inducendolo a non seguire derive suicide; va riconosciuto che un movimento come il NO-TAV può attrarre facinorosi, i migliori alleati della reazione che li incoraggerà a fare i loro numeri; che ci possono essere inevitabilmente errori davanti a soprusi e provocazioni continui. Va ricordato che l’avere subito abusi non assolve penalmente dall’averli commessi. E’ illusorio pretendere che non ci si sporcherà lottando contro una bestia, che non si verrà in qualche misura corrotti a propria volta dal Male che si subisce; ma bisogna cercare di limitare questo danno. Anche se suscita qualche perplessità la versione della polizia e di Caselli, che fa sembrare i valsusini più temibili dei Gurkha delle valli nepalesi.

Dove gli interventi giudiziari sono infondati, o eccessivi, o strumentali come autorevolmente sostenuto dal magistrato Pepino, sarebbe meglio limitarsi a mostrare le vittime innocenti che lo Stato mercenario fa nella difesa di interessi illeciti; denunciando le appaiate omissioni sulle violenze, quelle sì autentiche, della polizia; denunciando la manovra di provocazione, il tentativo di criminalizzare il movimento. Senza permettere che l’ingiustizia faccia perdere di vista l’aspetto pregiato, e inaccettabile per il potere, della protesta; il Proibito di una  popolazione che difende la sua terra dalla rapacità proterva e distruttrice dei poteri forti. Aspetto che invece deve restare sempre in primo piano.

Non  bisogna accettare che un problema eminentemente politico, e vergognoso per i politici, sia trasformato dallo Stato in uno di ordine pubblico o peggio di terrorismo o di attacco allo Stato. A Caselli, che come è lecito interviene spesso nel dibattito pubblico, si può educatamente e fermamente chiedere, in nome dei suoi meriti, cosa fa la magistratura, che vede un disegno organizzato nelle violenze, contro i reati individualmente commessi dalle forze di polizia contro i NO-TAV; e cosa fa la magistratura rispetto al disegno eversivo di provocazione mediante la violenza verso i NO-TAV. E cosa ne pensa lui come commentatore e opinion-maker sui temi della giustizia. Bisognerebbe anche chiedere, non si sa a chi, se è deontologicamente corretto che un Procuratore che ha fatto eseguire carcerazioni (peraltro assai discutibili) nei confronti di esponenti di un movimento politico per presunti reati commessi nell’ambito dell’attività politica, poi non eviti situazioni di contestazione, ma vi risponda, spendendo il suo prestigio di magistrato in espressioni smodate (comportamenti da famiglie di camorristi, responsabili di situazioni gravi e allarmanti dalle conseguenze imprevedibili) che discreditano tale movimento agli occhi dell’opinione pubblica. Ma non è a Caselli, o solo a Caselli, ma a tutta la classe di governo, che va chiesto perché lo sventramento di un territorio viene protetto manu militari contro la fiera opposizione dei suoi abitanti; perché lo Stato fa la guerra a chi vuole salvare la propria casa e la propria famiglia da un atto vandalico titanico, che spacca le montagne e squarcia il fondovalle senza altra utilità che quella di permettere a dei piccoli parassiti di appropriarsi del denaro altrui.

Nella contestazione alla magistratura di Torino c’è una certa ingenuità; ci si indigna perché la magistratura sta dalla parte dei prepotenti. I tanti anni di Negativo politico pernicioso, grottesco e sguaiato con Berlusconi, e il relativo martellante impegno (verbale) per la giustizia quando spadroneggiava il Capo che i saggi italiani si sono dati, impegno di colpo ammansitosi davanti all’imposizione di Monti, sono serviti a fare dimenticare che non esistono poteri buoni; che anche la magistratura storicamente fa comunque parte della corte del potere, e che non è identificabile nel suo complesso con le figure di alcuni suoi rari esponenti (che forse non ci meritavamo) che si sono immolati per la giustizia. Un conto è combattere alcune forme di corruzione, di crimine, quelle negative, deputate a rappresentare il Male; un altro è combatterle tutte, incluse quelle più forti che è proibito considerare. La magistratura, dietro alla lotta al Negativo, alla mafia, a Berlusconi, alla lotta alla corruzione o meglio alla bribery, cioè alla corruzione e concussione mediante denaro, tra funzionari pubblici e imprenditori, o tra funzionari e cittadini, sta aiutando ciò di cui è proibito occuparsi: la corruzione, spesso senza versamento di denaro, tra poteri dello Stato e poteri forti; attuando orientamenti “business friendly”[4-6], dove la corporazione si assicura i propri spazi alleandosi ai poteri più forti, in genere sopranazionali, talora favorendo forme di corruzione che superano la bribery, e portano all’istituzionalizzazione del crimine, come nel caso dell’americanizzazione della sanità e delle speculazioni sulle grandi opere. Tra i suoi meriti, la lotta dei NO-TAV può avere quello di fare aprire gli occhi sulla posizione della magistratura rispetto a pezzi sulla scacchiera che non appaiono nella versione mediatica semplificata “poteri buoni-contro-poteri cattivi”. Il merito di indurre a una visione della magistratura più realistica e matura, in un Paese dove non ci sono solo i personaggi mafiosi da film o le prostitute di Berlusconi, e relativi magistrati eroici o inflessibili, ma anche problemi ordinari, per i quali i tempi dei procedimenti giudiziari non di rado si possono misurare in lustri.

La magistratura inoltre, come la polizia, ha una natura di istituzione ibrida [7]: contemporaneamente svolge un servizio indispensabile – per il quale come istituzione va tutelata – e serve il potere; il caso di Caselli mostra come criticarla fondatamente sia impegnativo e delicato come il gioco dei bastoncini dello Shangai. Stretta tra la necessità di essere credibile e quella di mantenere il suo spazio tra gli altri poteri, la corporazione, che data la sua attività conosce bene la natura umana e la sua debolezza, non persegue né esclusivamente la giustizia, né solo i propri interessi, ma compie scelte politiche, a volte molto complesse; e a volte inique, dove la difesa della giustizia diviene un ostaggio per praticare l’ingiusto; così che c’è il rischio attaccandola di buttare il bambino senza avere eliminato l’acqua sporca. Questo caso mostra anche come l’azione repressiva dello Stato possa indirettamente aiutare il movimento, se ben sfruttata, evitandogli di imboccare strade sbagliate, e mostrando da che parte sta lo Stato, o meglio da che parte sta chi lo occupa, in nome del popolo.

Dobbiamo sostenere i NO-TAV da questo subdolo attacco, col consenso. Si sta avvicinando la dichiarazione dei redditi: perché non fare in modo da poter destinare il quattro per mille ai NO-TAV? Occorre inoltre fare una scelta netta di rifiuto della violenza. Per ragioni se non altro tattiche: si hanno davanti forze molto più forti. Vogliono che il movimento si lanci a testa bassa contro un muro; è la testa che si rompe, diceva Gramsci. Non solo, ma si hanno davanti forze più scaltre di noi, nei loro machiavellismi; forze che vogliono trascinare nel Negativo i NO-TAV, questo Proibito che rischia di divenire incontenibile, che rischia di svegliare un popolo di abulici dalla loro accettazione di soprusi e sfruttamenti, mostrandogli come si può reagire. Senza violenza non vuol dire senza forza: bisogna essere incudine e non martello. Cioè attuare forme di resistenza e di protesta non violente, mettendo in conto che non sarà una gloriosa passeggiata, ma si prenderanno ingiustamente tanti colpi, in senso figurato o anche fisico. Occorre a questo proposito temere le infiltrazioni, e il regalo di “alleati” che sarebbe meglio non avere. Le carcerazioni potrebbero essere l’inizio di una guerra di logoramento e di una campagna di discredito, che sono più pesanti da sopportare di quanto non si creda. Oppure potrebbero essere in programma azioni violente da parte della polizia, con gli arresti, le accuse di violenza  e quelle di avere minacciato Caselli che servono a preparare l’opinione pubblica. Non si può escludere che sia da temere qualche atto terroristico partorito come in passato da qualche ufficio affari riservati, con la manovalanza dei soliti cialtroni disgraziati (cosa quest’ultima che sono sicuro Caselli non voglia, e che forse potrebbe voler fare in modo di evitare). Non bisognerebbe perdere mai di vista che si sta combattendo per una causa giusta e nobile, che lo Stato vuole mantenere proibita tentando di trasformarla in qualcosa di negativo, non essendo riuscito stavolta a soffocarla.

Pubblicato anche su https://menici60d15.wordpress.com/

1. Il negativo e il proibito https://menici60d15.wordpress.com/2011/04/04/il-negativo-e-il-proibito/

2. I professionisti della metamafia https://menici60d15.wordpress.com/2010/06/08/i-professionisti-della-metamafia/

3. Ndrangheta e privatizzazione della sanità https://menici60d15.wordpress.com/2011/03/25/ndrangheta-e-privatizzazione-della-sanita/

4. La magistratura di fronte alle frodi mediche di primo e secondo grado https://menici60d15.wordpress.com/2009/08/22/la-magistratura-davanti-alle-frodi-mediche-di-primo-e-secondo-grado/

5. Il PM Nicastro come assessore alla sanità: la non complementarietà tra magistrati e tangentisti https://menici60d15.wordpress.com/2010/02/27/1322/

6. I magistrati business friendly e la mafia come sineddoche silenziosa https://menici60d15.wordpress.com/2010/10/16/1593/

7. Le istituzioni ibride https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/22/istituzioni-ibride/

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Giancarlo Caselli e i NO-TAV: il Negativo e il Proibito

Segnalazione censurata dai post:

“La pericolosa stupidità dei blitz anti-Caselli” di P. Gomez 21 feb 2012

“No Tav, le minacce non sono libertà di pensiero” di F. Rossi 22 feb 2012

“Il Procuratore Pippo” M. Travaglio 22 feb 2012

“Un odio che sa di muffa” N. Dalla Chiesa, 23 feb 2012

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Blog Il Corrosivo

Commento del 27 feb 2012 al post di M. Cedolin “Che mondo è?”

Onore a Luca Abbà. Quasimodo ha cantato dei giovani crocifissi ai pali del telegrafo durante la Resistenza. Oggi i migliori tornano a salire sulla croce per la nostra ignavia.

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9 giugno 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Tav, Erri De Luca rinviato a giudizio per istigazione a delinquere”

La Tav è una forma di parassitismo. Si buca la Terra come un verme scava nella mela, e si tolgono risorse ad altri uomini, distruggendole irreversibilmente, per accumulare altro denaro. Sarebbe ora di rendersi conto che la magistratura non è fatta di eroi popolari, ma serve, con i propri, i grandi interessi dei poteri forti. Ma le posizioni di De Luca mi stanno antipatiche. Invitare all’azione fisica contro forze materialmente soverchianti è la ricetta per la sconfitta. E’ come dare testate al muro, diceva Gramsci: è la testa che si rompe. E’ un invito prima di ogni altra cosa stupido, che porta a finire in trappole catastrofiche, trascinando con sé le buone ragioni della lotta. Penso agli sciaguratissimi sobillatori della lotta armata, che servì a stabilizzare il sistema, e a fare giustiziare alcuni dei pochi esponenti di valore della classe dirigente, educando gli altri. All’invito accettato ad “assaltare” la zona rossa al G8, andando a giocare ai “guerriglieri” a un summit di superpotenze che non hanno avuto scrupoli nello sporcarsi le mani di sangue bombardando civili inermi per perseguire disegni di dominio. Il boicottaggio deve essere morale e politico.

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12 giugno 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Marietti “Tav, io sto con Erri De Luca”

All’articolista il procedimento giudiziario contro De Luca ricorda l’arresto per chi vendette un libro di Ginsberg. Anche a me, ma per ragioni diverse. Se un autore viene ostentatamente messo sotto accusa dal potere, non è detto che ciò che dice sia valido. I poeti della beat generation aiutarono a scardinare il vecchio ordine, ma favorirono l’instaurarsi dell’attuale pensiero unico consumista, non migliore. Le banalità di De Luca sul sabotare spingono a fare ciò che il potere vuole il movimento faccia per sconfiggerlo. Nè significa che l’autore sia davvero inviso al potere. In USA i comizi di Ginsberg a platee di accannati, insieme al guru dell’LSD Leary, venivano mostrati in diretta ai giovani dalle tv nazionali. Lotta continua, il giornale di De Luca, era stampato a Roma da una tipografia di proprietà di uomini della CIA. State tranquilli che De Luca non andrà in galera; forse ci andrà qualche ingenuo che gli crede. Cercate di non appoggiarvi a figure carismatiche più o meno autentiche, ma di reggervi sulle vostre gambe. Almeno, cercate di non farvi imporre come al solito i vostri capi, i vostri leader, dagli avversari.

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@ Cristiana_c. Gentile Cristiana, lei chiede che interesse poteva avere un’organizzazione anticomunista come la CIA a stampare un giornale di comunisti arrabbiati. Forse alla CIA erano scemi, o cavallereschi. O volevano boicottare i “commie” inserendo volutamente errori tipografici. Es. stampando “i compagni si devono scoglionare lungo il percorso del corteo” invece che “i compagni si devono scaglionare…” (la battuta, sull’obbedienza al Partito dei comunisti degli anni ’50, è di Guareschi). Oppure erano interessati a strumentalizzare la sinistra estrema; volevano un caos dal quale estrarre l’ordine che faceva loro comodo. La domanda da porsi in questi casi dovrebbe essere: e se i fessi fossimo noi? Marco Boato disse che comunque non interferivano e facevano prezzi molto buoni.

Se vuole approfondire, ed evitare così questa ambiguità tipica dei movimenti italiani (favorita dalla bellettristica barricadera), la vicenda è esposta nel libro “Il pistarolo” di Marco Nozza, che ho letto di recente grazie a un articolo di Barbacetto su Il Fatto. Segnalazione per la quale sono grato, perché anch’io, con lo scetticismo e il distacco che derivano da qualche anno e qualche esperienza specifica in più, cerco figure positive, e Nozza, giornalista investigativo con un’impostazione filologica, un’ottima penna ma che andava al sodo, un vero “watchdog” della democrazia, è stato, tra tanti retori ed esteti, una delle non molte voci critiche capaci e genuine, da prendere ad esempio.

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@ Bat 21. Lei confonde il rischio di farsi infiltrare con il lasciarsi infiltrare e magari la voglia di farsi infiltrare. Confonde l’infiltrazione con la permeabilità. Ma è possibile che in Italia perfino quando si dice di essere disposti a lottare fino alla morte contro il sistema, a compiere gesti estremi, abbracciando ideologie estreme, poi si riesca sempre ad infilare un qualcosa per compiacere il potente di turno? A scapito del Paese e di quelli che ci credono davvero. A parte De Luca, che quantomeno fornisce la retorica per questa insormontabile tendenza a giocare la parte voluta dal potere, in Italia sono ruffiani pure i terroristi; ci sono lecchini pure tra gli estremisti.

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@ Bat12. E’ lasciandosi “esfiltrare” che i quaquaraquà della BR hanno dato una mano a sistemare il democristiano meno preferito da Kissinger? E’ per questo che hanno ucciso persone di valore, lasciando il campo libero ai peggiori? Curioso che cerchiate di zittire chi vi critica mentre indicate De Luca come vittima di repressione. Già avete ricominciato a decidere chi può dire cosa? Può parlare solo De Luca e i suoi fan? Nonostante il danno che avete fatto, avete la stessa boria di allora. Si vede che sentite che potete ancora essere utili a coloro dai quali vi fate “esfiltrare”.

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@ Bat21. Caro signore, in effetti stavo per prendere una cantonata. Mi accingevo a dirle che gli ex sessantottini come lei parlano con l’albagia tipica di chi ha le spalle coperte, che li accomuna ai funzionari di polizia o di prefettura quando abusano del loro potere per proteggere interessi illeciti dei potenti. Invece lei è proprio, mi dice, un ex appartenente alle FA, che ha combattuto il terrorismo. A me risulta che le forze di polizia abbiano favorito il terrorismo, prima di smorzarlo quando non serviva più (le stragi e gli omicidi politici sono stati passati ai mafiosi). E ridicola mi suona questa sua pretesa di esserne totalmente fuori. Non mi meraviglia che difenda a spada tratta De Luca, catalizzatore di quei sentimenti irrazionali che permettono ai suoi colleghi di pilotare le cose nel senso voluto, di occupare così il proprio tempo e così giustificare lo stipendio, lasciando impuniti altri reati, quelli dei potenti, e anzi favorendoli. Né che lei trovi affinità con lui, mentre si scaglia verso un borghese come sarei io. Anche per me, come per lei, il giudizio umano su polizia e cantori ufficiali della lotta armata, su chi gioca su due tavoli, che stia nella squadra delle guardie o in quella dei “ribelli”, è simile. Su quello che faccio io, si informi dai suoi colleghi presso la Questura o il Comando CC o la Prefettura di Brescia, che, nonostante la carenza di mezzi, mi seguono con tanta attenzione.

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@ Bat 21. Per ora no. Sono sufficienti i contractors delle FA come lei. 1200 euro al mese sono pochi per chi rischia quotidianamente la vita…

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@ Carlo Pifferi. Non ho detto che i poeti beat abbiano favorito il consumismo, ma che ci fosse un interesse a usarli, a dare loro visibilità, a farne dei miti, es. con l’episodio del libraio arrestato, contro il vecchio ordine per instaurarne uno nuovo. A mia volta sono d’accordo con lei sulla differenza tra quei sinceri “poeti maledetti” e certi “millelirici” italiani, e sullo stato attuale dell’intellighenzia italiana. Anche l’arte e la cultura sono controllate. Facendo a meno di star come Saviano, Servillo, Sorrentino, De Luca, lei non perde molto, e forse ci guadagna. Qui comunque sarà meglio limitarsi alle idee politiche, senza confonderle col valore artistico.

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@ Carlo Pifferi. Mi riferisco al nuovo ordine culturale, funzionale al corso economico. Della strumentalizzazione a favore di una società edonista ha scritto tale Pasolini. “Era giusto che noi ricorressimo alla ragione per sconsacrare tutta la merda che i clerico-fascisti avevano consacrato. Dunque era giusto essere laici, illuministi, progressisti a qualunque patto”. [Ma oggi il nuovo potere] “si è valso proprio delle nostre conquiste mentali di laici, di illuministi, di razionalisti, per costruire la propria impalcatura di falso laicismo, di falso illuminismo, di falsa razionalità. Si è valso delle nostre sconsacrazioni per liberarsi di un passato che, con tutte le sue atroci e idiote consacrazioni, non gli serviva più”.

Le segnalo “La cultura del narcisismo – l’individuo in fuga dal sociale in un’epoca di disillusioni collettive” di C. Lasch, 1979. A proposito del culto di De Luca, e degli altri “Io sto con (x)”, nel libro si legge: “I narcisisti, dice Kernberg, “si entusiasmano spesso per qualche eroe o qualche individuo eccezionale” e ” ‘si vivono’ come parte di quella persona eccezionale”. Vedono l’individuo da loro venerato “semplicemente come un prolungamento di loro stessi”.” Io faccio presente il rischio che si sfrutti questa tendenza per orientare il movimento Notav in direzioni, come quelle delle quali De Luca è propagandista, che permetteranno di vincerlo neutralizzandone la carica morale e criminalizzandolo. Ma sembra che dica cose dell’altro mondo.

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@ Carlo Pifferi. I valsusini stanno combattendo, con una notevole determinazione, per la loro terra. Qui non è che gli costruiscono solo nel “backyard”. Gli stanno togliendo la terra da sotto i piedi. La loro terra, che un poco è anche nostra, trattandosi di Italia.

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@ Carlo Pifferi. Le famiglie legate alla ndrangheta credo siano, per lo Stato, una specie protetta; quanto e più dei camosci e degli stambecchi. Se la loro attività criminale si estinguesse, sarebbe una liberazione per i cittadini ma un guaio per tanti “uomini delle istituzioni”: perché le ndrine forniscono un alibi allo Stato, alle forze di polizia e alla magistratura per fingere di non vedere certi crimini legati agli interessi dei poteri forti, con la scusa che si è impegnati contro questa entità che dicono invincibile; e permettono di commettere parzialità, abusi, omissioni, provocazioni, manipolazioni, reati gravi a favore degli stessi poteri, traendo legittimità e credibilità dalla lotta contro i demoni devoti alla Madonna di Polsi. Mafie e terrorismo favoriscono i crimini di Stato. Sembra che qualcosa di simile stia avvenendo anche in Val di Susa. (Ecco perché penso che i Notav dovrebbero evitare le tentazioni come quelle offerte dalla “persecuzione” di De Luca). Lei, che dice di appartenere ai meglio informati, e senz’altro è dalla parte dei più danarosi e dei più armati, non ha mancato di condire le sue affermazioni, per il resto tanto smodate quanto apodittiche, con la lotta alla ndrangheta. A me pare che la lotta alla mafia sia degenerata al punto che con essa si giustificano le peggiori cose. Dirsi contro la mafia è diventato un comodo camouflage per quelli che sono i meglio informati su come farsi i propri interessi a danno degli altri.

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2 settembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Festa dell’Unità a Genova: spinte e urla contro la Tav e il procuratore Caselli”

Disturbando un loro raduno non solo si è commessa una scorrettezza. Si è data loro l’occasione di atteggiarsi a vittime, quando, nella mia esperienza in Lombardia e in Calabria, gli ex comunisti stanno dimostrando pochi scrupoli nei comportamenti bulleschi, violenti e ricattatori per proteggere i loro interessi, e anche grandi interessi illeciti. Sembra che quel che gli è rimasto del comunismo siano le pratiche staliniste. Anche Giancarlo Caselli però, che fa lezione agli italiani contro la cultura mafiosa, dovrebbe evitare di avallare, con la sua presenza, i comportamenti dei DS. Anni fa, a una sua conferenza a Brescia (dalle “suore poverelle”), arrivato il giro delle domande una donna anziana gli espose un suo caso personale, protestando di essere vittima di comportamenti “mafiosi” da parte dell’amministrazione locale. Caselli all’apparenza non capì la questione, e le rispose continuando a parlare della lotta alla mafia meridionale. Sembra che a forza di occuparsi dei delinquentacci della mafia questi grossi magistrati abbiano perso la percezione della “lex mafiosa” che sovrasta la vita di tante persone comuni; legge imposta non da mafiosi ma dai politici corrotti e dai corrotti che occupano le varie amministrazioni dello Stato. Caselli dovrebbe capire che verso le persone comuni, o non protette, la mentalità e i comportamenti dei DS spesso non differiscono da quelli di soggetti in odore di mafia; coi quali i DS a volte sono in affari; mentre tuonano contro la mafia.

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24 febbraio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. C. Caselli “Corruzione, le parole del Papa e i politici sordi”

Il papa certamente sa parlare. Le sue prediche contro la corruzione possono avere un peso. Ma sono parole, che hanno effetti molto deboli. Sull’altro piatto della bilancia, abbiamo un clero che ha informato della sua cultura la nazione. La loro concezione gerarchica della società e quella per la quale lo Stato è subordinato a poteri etici, cioè ai preti, il loro paternalismo e particolarismo, il perdono come opzione al bisogno, la crudezza dei rapporti di forza dietro l’ipocrisia barocca, il criterio mafioso per il quale nulla spetta ma tutto è grazia concessa dall’alto, hanno fatto dell’Italia una nazione nella quale la corruzione è intessuta intimamente nella società. La massa degli italiani non sa, sinceramente, cosa voglia dire essere cittadini, e i vantaggi, oltre che i limiti, che ciò comporta. Anche se quando vuole la descrive magistralmente, il clero è più fonte di corruzione che opposizione ad essa. Le società calviniste invece, con la loro idea del successo come segno della predestinazione, inducono a forme diverse di corruzione, che istituzionalizzano, rendono legale, lo sfruttamento, del quale la corruzione nostrana è solo una declinazione. Sembra che i magistrati siano solidali col papa per passare anche da noi dalla corruzione “tridentina” a quella luterana, come vogliono le forze della globalizzazione. Purtroppo probabilmente il risultato sarà un ibrido delle due, con i preti e i magistrati custodi, come sempre, del nuovo assetto.

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14 marzo 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di G.C. Caselli “Firenze, la storia riscritta dagli squadristi”

Non sono d’accordo con forme violente di protesta, come l’impedire di parlare. Per ragioni di principio; di tattica, visto che chi si contesta è militarmente più forte (e non meno violento); e di strategia, perché permette di essere dipinti come aggressori da chi aggredisce. La storia la scrivono i vincitori; e spiace vedere Caselli che accosta le figure di chi ha lottato davvero ed eroicamente contro la mafia ai cupi interessi dei poteri forti. Ma non è il solo. Il 13 marzo, allo “Unistem day” a Milano, ho sentito il magistrato Santosuosso spiegare a un uditorio di studenti che “Il diritto alla salute non può andare contro la scienza”. Ciò che lui chiama “scienza”, il business biomedico, sono interessi economici resi giganteschi da metodi fraudolenti; descritti in dettaglio da un criminologo accademico come “da bastardi spietati” (Braithwaite) e da affermati ricercatori come letteralmente mafiosi (Gotzsche). Santosuosso, giudice, e professore universitario specializzato nei rapporti tra diritto e scienza, degli aspetti criminologici della “scienza” fa mostra di essere più ignaro di un bambino. Mi è dispiaciuto vedere in chiusura della lezione agli studenti, in un video con musica trascinante a manetta, da convention di promotori finanziari, con immagini a scansione rapida di lanci col paracadute, acrobati sul filo tra due grattacieli, Zanardi che gareggia in carrozzina, etc. , anche Falcone e Borsellino sorridenti.

 (Cancellato da Il Fatto) Leonardo Ceppa : “cupi interessi dei poteri forti”. il mondo capovolto del vecchio marx diventa qui slogan anticapitalistico-fondamentalistico, denuncia pregiudiziale, fantasmatica, psicotica. urge ricovero alla neuro.

 (Cancellato da Il Fatto) @ Leonardo Ceppa. Io sarei di idee borghesi; non è che se uno è contrario ai “ricchi che rubano” (Travaglio) è “marxista”. Sulla proposta di TSO, uhm, “Leonardo Ceppa”. Strano ossimoro. Da quello che scrive, lei è più la solita ceppa … che un nuovo Leonardo.

 (Cancellato da Il Fatto) Leonardo Ceppa: menici60d15? perbacco.

 (Cancellato da Il Fatto) @ Leonardo Ceppa. Se non altro non sono uno che non sa fare altro che dare dello psicotico da ricoverare a chi critica il potere. I Notav stanno forse avendo “alleati” dei quali sarebbe meglio facessero a meno. Ma anche Caselli non ci fa una bella figura, con fiancheggiatori del suo calibro.

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@ Alzappone1. Forse prima che a me converrebbe rivolgersi alle opere degli autori che ho citato: Gotzsche P. Deadly medicines and organized crime. Braithwaite J. Corporate crime in the pharmaceutical industries. Sempre che non si sia di quelli come lei, che ho l’impressione facciano meno fatica a scrivere che a leggere. Sulle sue lodi di una mia presunta grandezza, quelli che usano il suo argomento mi ricordano una vignetta di Altan. Un bambino al padre: “Papà, non sono degno di te”. Il padre: “allora sei proprio l’ultima m.”.

@ Alzappone1. Che la ricerca biomedica sia corrotta è riconosciuto da innumerevoli commentatori; inclusi direttori del BMJ, JAMA, NEJM. In Italia, il forte riflesso alla suzione verso i potenti porta a negare l’evidenza, ad attacchi personali contro chi lo dice e a fare anche di peggio. Le cose sono più gravi di come le ho descritte. Il considerare “scienza” lo sviluppo di terapie che avranno fatturati per decine di miliardi, quando i casi di trucchi e truffe nel settore, a partire da truffe nella ricerca, sono descritti per migliaia di pagine, è un errore categoriale che favorisce crimini contro la salute. Il servirsi della scienza non rende necessariamente scientifica un’attività finalizzata al profitto. E’ come dire che siccome l’aritmetica non è un’opinione, allora un bilancio aziendale non può essere falso. Il metodo scientifico è orientato alla conoscenza pura; non garantisce onestà e disinteresse, ma li presuppone. E’ disonesto far credere che sia in grado di preservare dalle frodi. Il promettere successi terapeutici, come sulle staminali “scientifiche”, è marketing e non scienza: la scienza vera non può prevedere i suoi successi. E’ lo sviluppo attuale del “modello lineare” di produzione di ricchezza tramite la ricerca introdotto da Vannevar Bush (citato nella conferenza con Obama). La “scienza” che dà alla Pfizer margini di profitto del 42% necessita di marketing di Stato come Stamina; di cattivi maestri e magistrati amici; per la propaganda e il soffocamento della critica.

P.S. @ Alzappone. Quanto affermi su P. Gotzsche e J. Braithwaite è falso; v. le relative voci su Wikipedia, e il libro “Mammography Screening: truth, lies and controversy”. Braithwaite, criminologo, (“ruthless bastards”) è uno studioso di livello internazionale e del tutto “mainstream”; es. nel suo curriculum vi è anche una laurea honoris causa dell’Università cattolica di Lovanio. Nella prefazione al libro di Gotzsche sulla corruzione della ricerca biomedica, Richard Smith, già editor del BMJ, scrive, a proposito degli studi di Gotzsche sui danni della mammografia e sulla cattiva scienza che li ha resi possibili, e a proposito degli attacchi e scorrettezze che Gotzsche ha ricevuto in risposta, “Peter’s view might now be called the orthodox view”. Sono ricercatori stimati, che hanno cariche e riconoscimenti importanti; non “hanno idee” ma presentano corposi cataloghi di casi documentati dai quali hanno derivato le loro conclusioni sull’inquinamento della biomedicina. Sono così noti e preparati che li si può solo pugnalare alle spalle; come fai con le tue invenzioni denigratorie. Questo post, di Gian Carlo Caselli, è su “La storia riscritta dagli squadristi”. Noi siamo finiti a parlare d’altro, di “scienza”; ma tu rientri bene in argomento, col tuo uso pronto e deciso della menzogna per dipingere come estremisti sconclusionati e velleitari tutti coloro che si oppongono agli interessi e ai crimini dei poteri forti.

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29 settembre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Corradino “Libertà di espressione: c’è De Luca e De Luca”

Credo che siano entrambi, il maneggione di pochi scrupoli e l’agitatore sessantottino, funzionali al sistema di potere. Sono la versione riadattata ai tempi di due figure che in passato si contrapponevano come le travi e i puntoni della stessa capriata. Il governatore reincarna il democristiano vecchio stampo, appalti e raccomandazioni. L’intellettuale viene eletto a simbolo di coscienza civile dimentichi della scia di sangue e delle deviazioni del Paese generati, a vantaggio dei poteri forti, dal gruppo dei cattivi capi del quale faceva parte alcuni decenni fa. Entrambi a loro modo sinceri nel servire in ruoli diversi lo stesso controllatissimo copione; che polarizza il consenso prevedendo da un lato il sistema tribale dell’affarismo e delle briciole clientelari; dall’altro il tranello della lotta violenta per contrastare la violenza del potere.

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2 agosto 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Catania “Cannabis, l’ex maresciallo della Guardia di Finanza che la usa contro la sua patologia: “Avevo dolori cronici, sono rinato. Sia legale””

Questo ex maresciallo della Finanza, che fa notare i benefici dell’avere sottufficiali accannati, descrive la cannabis come acqua di Lourdes. E ottenibile come il basilico con la piantina sul balcone. Una visione così distorta, naive ed estrema – ma diffusa nel pubblico* – da invitare a citare i pericoli e i danni dell’assunzione della sostanza, come l’induzione di psicosi **. La “sintesi”, cioè l’andare a parare, potrà essere quella di avere un popolo di rintontiti legalizzando l’uso di versioni sintetiche, come propugna la Open Foundation di Soros ***. A beneficio delle case farmaceutiche; alle quali i vertici mafiosi di alto livello, approdati all’alta finanza, che ambiscono a ripulirsi e legalizzarsi, non sono certo ostili… .

Nella mia esperienza i vertici di viale XXI Aprile non sono da meno dei cugini di viale Romania e del Viminale nel servire la suggestio falsi dettata dal business biomedico (e anche nel fornire servizi di suppressio veri a detto business). Sulla diffusione delle droghe, c’è il precedente dell’Operazione Blue Moon.

* Americans’ View of Marijuana Is Rosy, and Unscientific. Reuters, 24 lug 2018. – Smoke and Mirrors: Is Marijuana Actually Medicinal? Medscape, 18 apr 2018.
** Cannabinoids in Medicine: Limitless Hope or Hype? Medscape, 12 mag 2022.
*** Savioli S. ONG, il cavallo di Troia del capitalismo globale. 2018.

@ Alex Cece. Tu se non sbaglio sei entusiasta sia delle libere canne che delle pere a mRNA di Draghi, Speranza e compagnia. Che vuoi, c’è una tradizione di complottisti che vedono il male in nobili battaglie progressiste. Es. quell’acido di Tocqueville, che in “Democracy in America” parla delle “ready-made opinions for the use of individuals,who are thus relieved from the necessity of forming opinions of their own”. Le opinioni ready-made, le opinioni precotte, come questa del libero stordirsi come vuole il potere, passando pure per spiriti liberi, o quella del farsi siringare a comando, passando per persone mature e responsabili, sono così comode. Quale mente malata può credere che chi ordina queste campagne d’opinione non voglia il nostro bene? I fatti mostrano il contrario. Non fare caso ai seccatori complottisti. Libere canne e obbedienza vaccinale, all’apparenza contrastanti, sono due temi della stessa agenda farmacologica, accomunati dalla volontà di controllare i pecoroni. Oops; scusa. Non farci caso. Fumaci su; e pensa alla quarta dose. E alle successive.

@ Alex Cece. I danni sociali da alcool o altre sostanza psicotrope non giustificano l’aggravamento della situazione con la cultura dello spinello. Sì, mi sono interrogato sull’opposizione al tabacco – che è realmente nocivo alla salute fisica. Osservo che la sua soppressione come sostanza psicotropa va di pari passo con la spinta verso gli psicofarmaci, generalmente inefficaci, addictive e nocivi (il cui consumo è in continuo aumento) – e verso le canne.

Mazzucco è volenteroso ma spesso impreciso ed esagerato sui temi medici.

La libertà tu la intendi come “fare come mi pare”. E’ giusto chiedere di poter disporre del proprio corpo. Ma come cittadino, lavoratore (e guidatore) hai la responsabilità sociale, cioè verso gli altri, di essere lucido e responsabile. Ci sono già troppa indifferenza, disimpegno e menefreghismo per incrementarli per via farmacologica. Dici di essere libero, ma ripeti il catechismo del potere: chi non accetta il pensiero precotto è “complottista”; sì alle canne, sì ai vaccini.

La cultura dello spinello è la cultura dell’individualismo servile. Come confermano i tuoi strilli e improperi da bambino al quale è stato tolto il ciucciotto. I romani chiamavano il vino “la mammella dei vecchi”. Anche con le canne siamo a livello orale: un “pacifier” (il ciucciotto in inglese), nell’ambito del processo di regressione infantile delle masse.

 

@ Alex Cece. Appare sia mantenuta una forma di equilibrio, che è in corso di modifica, tra droghe e farmaci. Tendo a “speculare”, come dicono gli anglosassoni quando l’analisi – su dati, non su fantasie – non gli piace; l’impellenza di capire, capire per migliorare, mi porta a costruire degli strumenti concettuali, delle categorie. Es. distinguo tra “negativo” e “proibito” stabiliti dal potere. Le droghe, o es. la mafia che le commercia, sono negativo, venendo così finora considerate, ma non sono proibito, essendo mantenute presenti nella vita reale; è possibile che le droghe siano state rese illegali senza che il loro consumo venga stroncato anche per creare una scarsità e produrre un mercato, controllato; e a fini di controllo sociale, come dicevo. E che la mafia di cosca venga mantenuta sia perché conduce servizi come il traffico di droga sia perché come spauracchio aiuta a coprire forme più sottili di predazione, legalizzate e istituzionalizzate. Chi la mafia la vuole annientare, o si oppone ai disegni del business farmaceutico nelle sue varie forme, è proibito: viene stroncato e non appare sulla scena.

Solidarietà e vicinanza, se mi permetti, per la situazione personale che esponi. Ma consentimi anche di farti notare che la libertà sta in alto, e bisogna arrampicarsi per raggiungerla. Mentre quelli che sono presentati come scivoli verso la libertà, qui gli scivoli dati dalle sostanza psicotrope, portano giù, in situazioni che sono il contrario della vita libera.

La patafisica dei Carabinieri sull’assassinio di Borsellino

4 February 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post “Borsellino fu avvertito dell’attentato ma scelse di proteggere la famiglia” del 4 feb 2012

Da un lato, dicendo che si sapeva che ci sarebbe stato un attentato, il colonnello Sinico fa un’asserzione che ricorda quelle prove matematiche dette “non costruttive”, che definiscono l’esistenza di un oggetto – l’attentato – senza che si sappia come giungere a quell’oggetto. E’ una forma di ragionamento che taluni esperti giudicano eccessivamente astratta perfino per il rarefatto contesto del pensiero matematico. Si sapeva che ci sarebbe stato un attentato, ma non si è operato efficacemente per individuare gli attentatori, bloccarli, proteggere il magistrato. Con le prove non costruttive si prova in maniera rigorosa, ad esempio, che è possibile sezionare una palla grande quanto un’arancia e ricomporla in una palla grande quanto la Luna.

Dall’altro lato, il carabiniere ripete, in una elaborazione edulcorata, la consueta tesi per la quale se uno è consapevole che se prosegue nel combattere l’ingiustizia verrà ucciso, e tuttavia non si tira indietro, allora è animato da pulsioni suicide o comunque sbagliate. La confusione tra il superare la paura della morte e il voler morire. “Dio sa che è lui che ha voluto farsi ammazzare” dicono i mafiosi. “Il battuto era almeno almeno un imprudente” secondo Don Abbondio. E in un popolo educato alla viltà tanti sono sinceri quando, per ciò che li riguarda, identificano la categoria del non arrendersi davanti ai crimini dei potenti con quella del suicidio, o con qualche altra distorsione psicologica.

La prima affermazione è di una logica che esorbita dalla logica del mondo reale. La seconda fa la caricatura di una deliberazione che fu nobile, ma suona inconcepibile per le concezioni che istituzioni e maggioranza popolare condividono sullo saper stare al mondo. La dirittura di Borsellino lascia attoniti e in commossa ammirazione noi persone di medio livello; ma induce altri a interpretazioni malevole. Credo che ciò che contribuì a condannare Borsellino presso i poteri forti, dei quali i mafiosi non furono che esecutori o “patsy”, sia stato il suo eccezionale coraggio, l’alta qualità della persona. A differenza dei tanti mangiatori di pastasciutta; inclusi tanti di quelli che sostengono che è il sangue di Falcone e Borsellino la sostanza che tinge di rosso le loro toghe.

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4 giugno 2014
Blog de Il Fatto
Commento al post ” Borsellino, il pm Gozzo: “Magistrati e antimafia facciano autocritica ”

Sull’assassinio di Borsellino con i quattro agenti della scorta ancora non è stata fatta chiarezza. Il PM Gozzo chiede “cosa non ha funzionato”, in questi 20 anni di depistaggi: polizia, magistratura, controlli disciplinari e penali, Csm, la dottrina, la libera stampa. Immaginiamo un orologio le cui lancette girino alla corretta velocità angolare, ma in senso antiorario. Non è che quell’orologio “non funziona”: funziona al contrario. Quando certe “mamme”, che possono contare su esecutori obbedienti sia nella mafia che tra quelli che dovrebbero combatterla, ordinano di eliminare qualcuno, l’orologio istituzionale gira al contrario. Funzionando come un orologio svizzero.

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6 giugno 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. Lauricella “Strage Borsellino, Scarantino racconta in aula il depistaggio di Stato: “Costretto a dire il falso da pm e poliziotti” “

“A fine mese, quando ricevo lo stipendio, faccio l’esame di coscienza e mi chiedo se me lo sono guadagnato”
PAOLO BORSELLINO

Aids: negazionisti vs non-riproducibilisti

26 January 2012

Blog de Il Fatto

Commento al posti di A. Bellelli “Aids, l’epidemia che esiste” del 26 gen 2011

Postato su questo sito il 21 feb 2012 causa boicottaggio Telecom

Ho acquistato online (pur essendo un medico, la frequentazione delle biblioteche biomediche mi è di fatto interdetta da molestie e boicottaggi) l’articolo di Lohse et al (Annals of internal medicine, 2007, 146: 87) che secondo il prof. Bellelli dimostra la validità del principio che l’AIDS è causato dall’HIV. L’articolo non contiene alcun dato che consenta tale inferenza; infatti gli autori si astengono dal trarla. Al contrario, nella discussione dei risultati gli autori ammettono che la minore aspettativa di vita che, nel loro studio, risulta in coloro ai quali è stata attribuita una positività per l’HIV, può derivare da altri fattori, costituendo queste persone un gruppo esposto a maggiori fattori di rischio della popolazione generale. Lohse et al riconoscono esplicitamene che attribuire l’eccesso di mortalità all’HIV può essere una “overestimation” dovuta a tale fattore confondente.

Né gli autori, pur desiderosi di riconoscersi nell’ortodossia, si macchiano dell’affermazione che la riduzione di mortalità provocata dalle nuove terapie è una prova che l’HIV causa l’AIDS; consapevoli che così dicendo considererebbero dei farmaci altamente tossici, quelli delle prime terapie per l’AIDS, come controllo della prova ex adiuvantibus.

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Autori, Titolo, Rivista, Anno, Volume, Pagina.

@ Bellelli. Prof. Bellelli, forse è meglio che sia lei a rileggere quanto ha scritto. Appare che lei affermi e neghi le stesse asserzioni. E che adotti una forma imprecisa e ambigua che favorisce ciò; ad esempio, lei scrive “relazione Hiv-Aids” ma evita di dire, come invece dovrebbe visto che è ciò di cui sta parlando ai lettori, considerandolo un dato indiscutibile, “relazione causale Hiv-Aids”. Questo mi ricorda quel classico studio epidemiologico che trovò una strettissima correlazione positiva tra frequenza di nidi di cicogne e tasso di natalità tra le città di un paese del Nord Europa; mentre non ci sono studi che mostrino che tale fortissima relazione tra presenza di cicogne e nascite sia causale. Il fattore confondente era il benessere economico, che oltre che un incremento delle nascite portava a un maggior utilizzo dei riscaldamenti, e quindi favoriva la nidificazione.

E’ anche curioso che un professore di biochimica medica porti come prova di un’etiologia virale studi epidemiologici (interpretati arbitrariamente) anziché studi di laboratorio. Io non sostengo nulla; le dico solo “show me”: l’onere della prova è su chi afferma. Mi pare che lei sostenga che l’AIDS è causato dall’HIV. Se non è, come ora anche lei mi pare ammetta, la pubblicazione che lei ha citato a provarlo, la cosa più semplice, e anche quella doverosa, è che lei indichi per favore la pubblicazione o le pubblicazioni che riportano la prova di ciò: Autori, Titolo, Rivista, Anno, Volume, Pagina.

Grazie per l’invito nella biblioteca dell’istituto che dirige. Ne approfitterei se fossi a Roma anziché a Brescia, dove hanno metodi più spicci per acquisire meriti presso le multinazionali.

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@ Bellelli. Usare come prova ciò che poi si chiama “conferma” costituisce un petizione di principio. Se si ammette di non avere certezze non bisognerebbe trattare come visioni importune o pericolose le ipotesi alternative avanzate da numerosi scienziati accreditati. E il principio che bisogna provare ciò che si afferma vale anche per l’asserto che l’ipotesi Hiv-Aids sarebbe la più forte sul piano scientifico. Questa è una versione estrema del proclamare a priori un’ipotesi come la più forte e su questa base escludere le altre; i sociologi della scienza chiamano questa forma di profezia che si autoavvera “Effetto San Matteo”.

Neanch’io desidero continuare la discussione, perché mi sembra di ricevere la risposte che in “Totò Peppino e la Malafemmina” i fratelli Capone davano a Mezzacapo dopo averlo invitato a chiedere un risarcimento per il danno subito. E’ interessante che nella scenetta Totò, Peppino e Mezzacapo mentre parlano girano attorno a un tavolo; in un girotondo che ricorda il circulus in probando del prof. Bellelli e di tanti altri.

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18 novembre 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Spinazzola “Nuovi farmaci per l’epatite cronica C in tempo di crisi? del 18 novembre 2012

Per la storia di come è stata definita e lanciata l’epatite C, una ricostruzione che getta pesanti ombre su questo affare in grado di inghiottire una buona fetta della spesa sanitaria, vedi “Virus fantomatici e grossi guadagni” in Duesberg P. H. Il virus inventato. Baldini &Castaldi, 1998. Pag. 97-101.

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@ maldicapo. Negli anni ’70 si parlava di “epatite non-A non-B”, una definizione negativa che si riferiva a uno o più agenti causali non ancora definiti. La storia dell’epatite C di cui si parla nell’articolo comincia negli anni ’80, quando i ricercatori della Chiron, la stessa ditta che vendette il kit diagnostico, annunciarono di avere trovato il virus dell’epatite C. Affermazione che fruttò alla Chiron incassi vertiginosi, e che Duesberg, da virologo, contesta nel merito, evidenziandone le incongruità.

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27 ottobre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Hiv, condannato a 24 anni per lesioni aggravate Talluto: ha contagiato 32 donne. Pm avevano chiesto ergastolo”

Lo Stato, mentre distorce il modello effetto gregge per obbligare a far vaccinare i propri figli, stabilisce tramite sentenza che una persona abbia potuto – deliberatamente – infettarne decine con un virus il cui tasso di trasmissione è stimato nell’ordine di 1 per ogni 500 rapporti sessuali. Perfino le organizzazioni che si occupano di AIDS, come UNAIDS e HIVMA, avvisano delle infondatezze e dei pericoli della criminalizzazione della sindrome, esponendone i danni sanitari, giuridici e culturali*. Anche se nei gradi successivi si nasconderà la mano riformando la sentenza, resterà il danno peggiore: la propaganda, tramite l’azione giudiziaria, al concetto che la malattia non è un fenotipo ma un dato di laboratorio. I magistrati stanno applicando il prestigio della loro funzione a questa concezione perniciosa, e la stanno estendendo alla giustizia penale; anche la prova di colpevolezza diviene un dato di laboratorio. Basta impapocchiare qualche test “scientifico”, a volte da parte della stessa ditta che poi vende le cure, e il foglietto stampato dal macchinario con sopra scritto “positivo” diviene evidenza inoppugnabile per dichiarare una persona affetta da grave malattia. O colpevole di terribili delitti. E quindi drenare miliardi di euro dei contribuenti vendendo farmaci, e fare dell’amministrazione della giustizia un pugnale del potere.

* Criminalisation of HIV Non-Disclosure, Exposure and Transmission: Background and Current Landscape. UNAIDS, feb 2012.

@ evron. Fenotipo è ciò che appare macroscopicamente. I piselli rugosi di Mendel, una setticemia. (Non è, né “i libri” dicono questo, “l’insieme delle caratteristiche scritte nel genoma”). Il termine proviene dalla genetica, ed è un’abbreviazione appropriata per “manifestazioni cliniche direttamente osservabili”. Anche perché molti dei test che si stanno sostituendo alla sua valutazione clinica sono genetici. Es. un caso, con risvolti legali, dove è stata diagnosticata una patologia, definita da un’alterazione dell’elettrocardiogramma, sulla base di un sofisticato test genetico. Mentre sarebbe bastato fare un banale ECG per vedere che l’alterazione non c’era*. A definire la malattia come risultato di laboratorio succede che tanti, spaventati e disinformati, e spinti da disonesti, corrotti e animosi imbecilli seguano il consiglio di un vecchio slogan per la propaganda dell’Epatite C: “Si ti senti bene, fai le analisi del sangue. I sintomi dell’epatite C sono molti diffusi: aspetto sano, appetito normale, assenza di dolore”. Tu che sei persona istruita e dotata di elasticità mentale, si vede da cosa scrivi, converrai sull’opportunità di usare un termine sintetico, appunto “fenotipo”, del resto già usato in questo senso, da contrapporre alle diagnosi di malattia oracolari, basate su test di laboratorio.

*Ackerman JP et al. The Promise and Peril of Precision Medicine: Phenotyping Still Matters Most. Mayo Clin Proc. 2016. 91: 1606.

@ ErPanza78. Lei parla di significato preciso delle parole e intanto altera le mie parole. In ambito tecnico e scientifico le parole sono etichette di concetti. Le etichette devono essere utili e pratiche. Non è peccato modificarne il significato se ciò è utile e pratico. Es. ampliandolo. (Ma non alterandolo, come invece si fa con espressioni “mouthful” come “precision medicine”). Sono i concetti che devono essere aderenti alla realtà. Es. il concetto che secondo le conoscenze ufficiali non è possibile infettare a raffica con l’HIV decine di persone tramite rapporti sessuali. Il concetto, pernicioso, che una condizione morbosa è definita dalla positività a un test. Ignorare i concetti, e i loro gravi vizi, e concentrarsi pedantemente sulle parole, deriva dalla concezione essenzialista di malattia, che “has no place in science” (Scadding JG.Essentialism and nominalism in medicine: logic of diagnosis in disease terminology).

@ Evron. La tua è la versione che critico come corrotta, nell’indebolimento e stravolgimento della logica e dei presupposti epistemologici, nella ricerca, nella pratica clinica e nelle operazioni di censura, disinformazione e marketing tramite i poteri dello Stato. Se il termine non ti piace, come è comprensibile data l’importanza artificiosamente attribuita al genotipo, dalla medicina commerciale, sostituiscilo con “fenomenologico”, “clinico”, “osservabile” etc. Ma credo che sia il concetto che non piace, della differenza tra il materiale e l’astratto, e del relativo abuso.

@ Evron. Probabilità di infettare di 1/500 per rapporto. Elevandola a 1 su 50 per partner, la probabilità di infettarne 30 su 30, che è il messaggio che viene dato, è (1/50)^30, cioè 1 su un numero di 51 cifre che comincia per 9. Una probabilità circa 1.5 milioni di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi più bassa di quella di vincere il primo premio al Superenalotto. Gli ospedali e gli uffici giudiziari non sembrano curarsi neppure della plausibilità – al di fuori del mondo dei fumetti – di un impestatore eccezionalmente virulento e allo stesso tempo asintomatico. Il buon senso che “se ne sta nascosto per paura del senso comune” della peste del Manzoni; e anche l’ipocrisia borghese di “Palla di sego” di Maupassant.

@ Evron. No, sono grottesche le conseguenze quantitative della storia improbabile che presentate al pubblico. Ma è meglio lasciare il freddo mondo dei numeri e guardare all’aspetto umano. Una storia di degrado morale e abbrutimento, di gente senza creanza, senza vergogna, senza rispetto per sé stessi. E non sto parlando dell’imputato e delle sedicenti vittime…

@ Evron. Nella mitologia borghese descritta nei racconti di Maupassant, nella visione ipocrita che divide in “perbene” e “gentaglia”, è presente, in un racconto, anche la figura dell’untrice che contagia volontariamente di sifilide i suoi amanti tedeschi. Se la biologia dell’AIDS fosse quella della medicina ufficiale e dei tribunali come questo, data la – incoraggiata – promiscuità sessuale in tutti gli strati della società mezza Italia sarebbe un lazzaretto. La probabilità cumulativa per un tasso di trasmissione di 1/500 che su 1500 rapporti tra 25 e 35 diano luogo a infezione è di 1 su cinquecentomila miliardi. Ergastolo, o 24 anni, per un reato impossibile. Un messaggio al pubblico sulla malattia come risultato di laboratorio che aiuterà i peggiori furfanti ad arricchirsi depredando l’erario e causerà danni veri di massa alla salute.

Gli autori del capolavoro riceveranno probabilmente riconoscimenti e onorificenze. Non è il caso di prendersela per i miei commenti, che sono come un peto in un mulino. Le ”infette”, riporta l’articolo, alla lettura della sentenza hanno detto piangendo “giustizia è fatta”. Ma tu mi correggi severamente: è sbagliato dire che si ritengono vittime. Mi ricordi il Malato Immaginario con Sordi. Al suo capezzale il vecchio medico porta il giovane figlio neolaureato (Cristian De Sica); che dice sussiegoso: “Il paziente stupisce e il medico…”. “Lo guarisce” – fa Sordi. “No, lo cura”. Sordi, rivolto al padre: “Certo che il figliolo ne dà di soddisfazioni”.

@ Evron. Nei miei esempi oltre a considerare gli elementi della notizia data dai media ho usato i valori da lei citati. Inclusi 1500 rapporti, che non è ragionevole pensare corrispondano a un pari numero di relazioni sentimentali: non dovrebbe attribuirmi premesse che non ho usato. 10 rapporti a relazione, e anche con altre ragazze, lei ora dice. La probabilità di infezione a ragazza sarà: (1/500)*10= 1/50. Consideriamo che, dotato di prodigiose capacità seduttive e di un appetito insaziabile, abbia avuto 300 differenti partner, 10 rapporti a partner. La probabilità cumulativa di infettarne tra 25 e 35 è di circa 3 su un miliardo. Vuole in più decuplicare il tasso di infezione? Anche in questo quadro caricaturale, in questo delirio osceno, la probabilità è meno di 1 su 10000. La storia che lei si affanna a difendere è sballata; anche sotto altri profili tecnici. Per me è in questo e nella sua provenienza, non da un forum di leggende metropolitane ma da un procedimento giudiziario, che risiede il suo carattere sinistro. E’ ulteriormente inquietante che la notizia del processo sia uscita in concomitanza con la giornata dell’AIDS*. E che quest’anno la sentenza di condanna sia stata emessa mentre alla European AIDS Conference a Milano venivano presentate le nuove linee guida per il trattamento. E’ lei che ha cominciato; se vuole smettere di rimestare mi fa un piacere.

*Pennetta E. AIDS: annunci da marketing e la strana storia dell’untore della capitale. Critica scientifica, 19 dic 2015.

@ Togasso. Grazie. In effetti la scienza e la razionalità applicate dai magistrati qui appaiono essere quelle della “Osteria numero venti …”. E pensare che la distribuzione di Poisson comparve per la prima volta in un libro di legge… (Ho usato la binomiale cumulativa). L’occasione fa l’uomo ladro, e in numerosi casi i magistrati appaiono non astenersi dal cogliere, agendo “in nome del popolo”, diverse situazioni alla “Barabba o Cristo” offerte dall’attuale medicina: dove si può essere corrotti senza rischi, assecondando allo stesso tempo gli umori della piazza e i disegni dei dominatori. Al tempo di Barabba e Gesù i dominatori erano i Romani, oggi sono la finanza e il business biomedico.
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13 giugno 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Ancona, sieropositivo da 11 anni ma aveva rapporti non protetti: arrestato. Ai poliziotti: “Questa malattia non esiste””

Sarebbe un grave errore, una tragica leggerezza, pensare che si tratti di un caso isolato. Di gente che si congiunge carnalmente senza le doverose verifiche sierologiche preventive, di gente folle che fa sesso senza prima passare dal dottore, ce n’è tanta. Occorre rafforzare la lotta al contagio; è imperativo istituire sezioni specializzate in diritto postribolare nelle Procure, e di polizia genitale nei vari corpi delle forze dell’ordine. Non si dovrà partire da zero, date le competenze diffuse e le punte di eccellenza già presenti tra i tutori della legalità.
ccc
 
@ Segnalatore anonimo. Perché venne dato un farmaco, l’AZT, già scartato per tossicità, che causava gli stessi sintomi ed effetti della sindrome immunodepressiva che avrebbe dovuto curare? Ho una cartella, intitolata “Omeopatia pesante”, con oltre 200 articoli; più un’altra ottantina in una sezione “Omeopatia pesante cancro”. Alcuni degli articoli aggiunti nelle ultime settimane:
– Aumento delle emorragie intracerebrali da trattamento dell’ictus con trombolitici (The Case Against Thrombolytic Therapy in Stroke. Medscape 13 aprile 2018).
– Fratture da bifosfonati nei prescritti periodi di sospensione della terapia con bifosfonati per la prevenzione delle fratture da osteoporosi. (Endocrine Pract. 2018; 24:163).
– Emorragie intracraniche in pazienti con fibrillazione atriale da anticoagulanti per la prevenzione dell’ictus. (Stroke.2012;43:1511).
– Aumento di malattie respiratorie, allergiche, infettive dopo rimozione di adenoidi e tonsille nei bambini. (JAMA Otolaryngol Head Neck Surg. 7 giu 2018).
– Articoli vari sulla iperprogressione di tumori solidi, e conseguente riduzione della sopravvivenza, causate da immunoterapia.
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Non è un quadro con figure a bordi spessi, colori vividi, e personaggi nettamente caratterizzati che parlano per nuvolette; come invece questa storia, a paragone rassicurante, della cattura del delinquente impestatore.
ccc
 
@ Segnalatore anonimo. L’acqua di Hahnemann, farmacologicamente innocua, andrebbe contrastata per la pericolosità insita nelle teorie mediche a carattere magico. Andrebbe evitata, per principio, anche la “omeopatia pesante”, il curare o prevenire malattie con cattive applicazioni di risultati scientifici, efficaci nel causare effetti identici o simili a ciò che si afferma di voler curare: prevenzioni oncologiche cancerogene, antiaritmici aritmogeni, antibiotici che provocano gravi infezioni, etc. Una “omeopatia” che è largamente presente nella medicina “allopatica”, ed è un fattore non secondario del suo straordinario successo commerciale.

Dittatura a stampo e medicina

23 January 2012

Blog Appello al popolo

Pubblicato col titolo “Sovranità sanitaria”

Postato su questo sito il 16 feb 2012 causa boicottaggio Telecom

I tempi mostrano come la democrazia possa degenerare in una “dittatura a stampo”: una forma di governo dove da un lato la democrazia politica è di facciata, e gli interessi reali del popolo sono violati, ma d’altro canto il potere conserva un consenso popolare imponendosi il vincolo di adattarsi allo “stampo” degli istinti profondi e degli umori del popolo; conformando ad esso la propria signoria invece di forzarla, e cercando semmai di farlo divenire per quanto possibile complementare al proprio volere tramite la manipolazione ideologica e mediatica. La medicina, alla quale ci si affida come un tempo alla religione, è uno dei campi dove la dittatura a stampo, efficace in sé oltre che adatta al governo dei mercanti, ha potuto maggiormente calzare, plasmare e quindi sfruttare la volontà popolare. In aderenza alle pulsioni e credenze del pubblico in tema di salute, opportunamente stimolate e pilotate, la medicina è stata trasformata in uno dei maggiori settori dell’imprenditoria liberista; un settore parassitario dove la Domanda è facilmente regolata da un’Offerta senza scrupoli, e sul quale si è sovrapposta l’economia fittizia della speculazione finanziaria.

Noti economisti auspicano che la quota sanità del PIL salga al 20%; ciò è ottenibile, ma sarebbe una disgrazia, perché già oggi per far diventare la medicina un motore di crescita economica la si è gravemente inquinata con deviazioni e con pratiche fraudolente; così che non fornisce ciò che potrebbe dare mentre storna risorse e crea danni iatrogeni. Ad esempio, la “prevenzione” oggi non consiste nell’assicurare un ambiente salubre, condizioni di vita equilibrate e cibi genuini, alla luce delle conoscenze biomediche; ma in trattamenti medici di massa ai sani mediante costosi programmi di screening, l’inutilità e la dannosità dei quali sta venendo riconosciuta in diversi casi anche in sedi ufficiali. Si favorisce la cronicizzazione delle malattie, per trasformarle in rendite assicurando il maggior consumo di costose scatolette di farmaci proclamati efficaci, e si lascia alle famiglie la gran parte di carichi sanitari essenziali come le cure odontoiatriche e l’assistenza ai non autosufficienti. E’ anche possibile che, ridotta la democrazia reale al lumicino, i futuri sviluppi, che potrebbero includere una maggiore privatizzazione della sanità, si avvalgano di forme più tradizionali di autoritarismo, per giungere allo “Stato terapeutico” preconizzato da alcuni commentatori. I meccanismi coi quali il potere ottiene ciò sono oscurati da fattori psicologici e tecnici, potenziati dalla propaganda e dalla censura; ma gli effetti negativi sono percepiti da una quota crescente di cittadinanza.

Le forze liberiste nel perseguire lo sfruttamento della medicina si sono poste il problema di geometria istituzionale: “volendo impossessarci del governo della medicina, come massimizzare la sua distanza dai due centri naturali di controllo democratico, lo Stato e il territorio ?”. Lo hanno risolto ottenendo dai politici la sovraordinazione della UE allo Stato e la devoluzione della sanità alle Regioni. La UE considera apertamente la medicina come un settore economico strategico, la cui tutela consente deroghe ai diritti fondamentali; spodesta un governo centrale occupato da politici “cùpidi di servilismo”. Le Regioni, ricettacolo di corrotti, traducono in interventi legislativi e amministrativi gli interessi dei poteri forti della sanità a livello locale. Anche se da solo non è sufficiente, e il servizio pubblico non sempre è superiore all’iniziativa privata, è necessario che sia lo Stato nazionale, al servizio razionale delle necessità e richieste delle realtà locali, a controllare la medicina. Ciò renderà possibile l’intervento più urgente, quello di emancipare i cittadini dalla loro condizione di stampo del potere mediante una corretta informazione; sollecitando in loro il meglio, anziché il peggio come fa la dittatura a stampo; in modo che sappiano ciò che devono pretendere dalla sanità e ciò che non possono chiederle.

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L’inquinamento come capro espiatorio

Grazie Tonguessy. Il post è la copia conforme di una proposta che ho mandato, da esterno, a Stefano D’Andrea per l’atto costitutivo dell’associazione “Sovranità”. E’ quindi succinto, e mette diversa carne al fuoco. In particolare spero che verrà approfondito il concetto della degenerazione della democrazia in “dittatura a stampo”.

La medicina può dare indicazioni fondamentali alla prevenzione: lo studio del mesotelioma e di altre patologie polmonari ha mostrato che occorre evitare di inalare fibre d’amianto. Il tema delle malattie causate dal capitalismo è un tema classico della sinistra, che ha raggiunto il suo apice intorno agli anni Settanta, quando si ascoltavano medici e scienziati di valore come Maccacaro, Tomatis, Lewontin. Poi però il capitalismo è andato avanti: la malattia da epifenomeno del sistema economico è divenuta una sua risorsa, da sfruttare; e da proteggere
https://menici60d15.wordpress.com/2011/01/23/reati-contro-leconomia/

La sinistra invece è andata indietro: non solo non si è sviluppata e diffusa nei militanti l’analisi del nuovo fenomeno, ma i temi classici di sinistra sono stati prostituiti alla propaganda capitalista. Certo che lo smog fa male a bambini e adulti. Ma all’inquinamento vengono addossate anche le responsabilità dolose della medicina, impresentabili, come le sovradiagnosi; e con questi allarmi si innescano meccanismi che possono portare a un peggioramento della situazione, e a un incremento del business:
https://menici60d15.wordpress.com/2008/12/17/sos-cancro-nei-bambini-e-sovradiagnosi/

Secondo l’OMS Italia è il paese con maggiore incidenza al mondo di diagnosi di tumore nei bambini. Credo che tale record non sia dovuto tanto a un effetto cancerogeno straordinariamente rapido e potente delle nostre polveri sottili, quanto al ruolo di fattori umani, inclusa la misera abilità nazionale nel cambiare le carte in tavola con un po’ di retorica.

Su sovradiagnosi, sovratrattamenti, iatrogenesi, i pediatri stanno zitti, pur essendo questo un tema che li riguarda direttamente, preferendo puntare l’indice sui tubi di scappamento e le ciminiere. In USA la prevalenza di asma pediatrico è più che raddoppiata in 15 anni, dal 1980 al 1996. Si è poi assestata, sembra, in concomitanza di una variazione nei criteri di definizione nei questionari; ma le visite ambulatoriali – e con esse fatturati, redditi e rendite – hanno continuato a crescere; le visite si sono triplicate nel periodo dal 1989 al 2005. Il trend è comune ai paesi industrializzati.

E’ difficile pensare che lo smog non vi abbia alcun ruolo. Ci sono però altri fattori plausibili – e più facili da controllare che non lo smog – che vengono lasciati in ombra: es. gli allergeni nei prodotti di consumo. E i farmaci: alcuni studi indicano che gli antibiotici nel primo anno di vita, e il paracetamolo, la familiare tachipirina, aumentano nei bambini il rischio di sviluppare l’asma in seguito. Il mercato globale dei farmaci per l’asma ha superato i 15 miliardi di dollari all’anno, e continua a crescere. Gli antiasmatici sono essenzialmente dei sintomatici, i cui effetti iatrogeni impongono spesso altre cure. L’asma è un grosso mercato in crescita; che viene favorito indicando il pericolo di asma ai genitori apprensivi; non c’è invece troppo interesse a fermarlo con strozzature alla fonte, agendo sulle cause evitabili.

Mentre serve da capro espiatorio e da argomento di propaganda per gli aspetti meno presentabili della medicina e del liberismo, l’inquinamento viene a sua volta coperto nelle sue reali responsabilità enfatizzando il ruolo dei “lifestyles”, cioè alla fine dando la colpa alla vittima:
https://menici60d15.wordpress.com/2011/01/30/il-pornografico-e-l’osceno/

Riguardo all’acuta osservazione di Marx Groucho sui posteri, l’occuparsi di chi verrà dopo mi pare un principio morale prezioso, che contribuisce a dare senso alla vita, e che, volendo sviluppare una religiosità laica, può prendere il posto della Speranza cattolica e della promessa di vita eterna.

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Blog de Il Fatto

Commento al post di V. Giannella “Bambini malati per lo smog: cercasi volontari ” de 25 gen 2011

Complimenti alla Facoltà di medicina dell’Università di Milano, ai suoi clinici, biostatistici, bioeticisti che insegnano agli studenti a fare ricerca in questo modo. Per una critica dell’assunto che sia nel miglior interesse dei bambini e dei genitori focalizzare l’attenzione sull’inquinamento tra i fattori causali dell’asma, v.:

http://www.appelloalpopolo.it/…

(Blog “Appello al popolo”. Post “Sovranità sanitaria”. Commento n. 2.)

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Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Mazzella “L’Europa perde raccolto e salute. Grazie America ” del 16 feb 2012

“Non so più er ghepardo de na vorta”. “Sarà sto buco de l’azoto” (Supercafone, Er piotta, battuta finale).

Su Il Fatto Gian Luca Mazzella si chiede se il record di incidenza di diagnosi di tumori infantili in Italia non sia da attribuire all’inquinamento da eccesso di ozono. E’ prassi attribuire l’aumento di diagnosi di tumori infantili all’inquinamento. Ma ci sono altri fattori antropici, ancor meno confessabili, che non dovrebbero essere nascosti dietro agli allarmi sull’inquinamento:

Sos cancro nei bambini e sovradiagnosi
http://menici60d15.wordpress.c…

L’inquinamento come capro espiatorio. In: Dittatura a stampo e medicina
http://menici60d15.wordpress.c…

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@produttore. Il fatto che l’OMS (la cui credibilità ha ricevuto di recente un duro colpo a seguito della notizia che il suo allarme di pandemia mondiale da virus H1N1 è stato determinato dal pagamento di tangenti da parte delle ditte produttrici di vaccini agli scienziati dell’OMS) includa l’inquinamento tra le varie possibili cause di incremento di diagnosi di tumori infantili non consente di tacere sulle sovradiagnosi di tumore, un’entità ben nota agli addetti – e a chi vuole lucrare sulla medicina – ma tenuta nascosta al pubblico.

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@produttore. “Ripeto, i tumori infantili sono attribuiti proprio all’inquinamento”. L’incremento di diagnosi di tumori infantili è stato giustificato al pubblico attribuendolo all’inquinamento. Si tende a fare passare questa ipotesi per certezza ripetendola, come fa lei; trascurando fattori ancora meno presentabili come le sovradiagnosi.

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Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Mingazzini ” Tumori in saldo ” dell’8 mar 2012

Questa dell’inquinamento dell’aria come Grande causa dell’incremento dei tumori nei bambini e del tasso di morbosità generale è la tesi politically correct, inculcata dai media. Una versione semplicistica che protegge fattori iatrogeni e interessi economici impresentabili:

Sos cancro nei bambini e sovradiagnosi
http://menici60d15.wordpress.c…

L’inquinamento come capro espiatorio. In: Dittatura a stampo e medicina
http://menici60d15.wordpress.c…

Il salasso ieri e oggi. La sinergia tra malattia e terapia

15 January 2012

Blog Appello al popolo

Postato su questo sito il 20 feb 2012 causa boicottaggio Telecom

In un precedente intervento su Appello al popolo, Tonguessy illustra come Richelieu morì vittima della fiducia nelle pratiche mediche “scientifiche”, e come Paganini corse il rischio di fare la stessa fine [1]. E’ interessante apprendere che morirono in seguito a salasso e affetti da tisi sia Richelieu che Luigi XIII. Quest’ultimo era il successore dei re di Francia taumaturghi, ai quali nel Medioevo il popolo attribuiva il potere di guarire i loro sudditi, mediante l’imposizione delle mani, dalla scrofola, una forma tubercolotica che colpisce i linfonodi del collo. Di personaggi storici morti per salasso devono essercene stati diversi. Un altro fu Raffaello Sanzio, morto nel 1520 a 37 anni dopo essere stato trattato con ripetuti salassi per una febbre insorta, secondo il Vasari, a causa di “eccessi amorosi”. I bambini statunitensi imparano a scuola che George Washington non disse mai una bugia in vita sua; pur essendo quindi una figura diversa da Richelieu, anche Washington morì in seguito ai salassi effettuati dal suo medico personale (che in più gli somministrò calomelano, un purgativo costituito da un composto del mercurio), nel 1799. Del resto, anche il leggendario Robin Hood sarebbe morto per essersi fidato di una perfida badessa, che nel salassarlo lo dissanguò deliberatamente.

La pratica è antichissima. La cita Ippocrate, e Galeno ne sviluppò la dottrina. A fine Settecento, mentre in Francia stava per sorgere quella medicina scientifica che molto tempo dopo ne avrebbe decretato la fine, Rasori [1] rivestì il salasso di una teoria fisiopatologica ad hoc: le malattie essendo causate da uno stimolo, occorre un controstimolo. Rasori applicò il salasso ai malati di tifo petecchiale delle truppe franco-cisalpine del generale Massena; e i salassi sono considerati con approvazione nei capolavori della letteratura romantica che narrano di eroi gravitanti attorno a quel periodo. Una ferita del protagonista de “La certosa di Parma” si ascessualizza nonostante i salassi. Ne “Le confessioni di un italiano” – un “must” per chi condivida le idee di questa e-zine risorgimentale – Carlino Altoviti, spirito laico, intelligente, colto, ardimentoso e d’animo nobile come il suo autore, militando nei cisalpini ritrova la Pisana, unico e grande amore della sua vita, durante uno scontro sanguinoso coi borbonici; e per farla rinvenire le fa aprire una vena da un barbiere.

A parte rare situazioni particolari, il salasso è una terapia irrazionale e deleteria. Segue però una sua logica, che l’ha fatto arrivare ai giorni nostri. In USA ci sono case di cura che nel 2012 offrono al pubblico il salasso terapeutico. Molti di noi hanno conosciuto anziani ai quali da giovani la polmonite era stata trattata con l’applicazione di “sanguette”, la Hirudo medicinalis. Ai primi anni Ottanta, studente, raccolsi la storia clinica di un paziente che mi riferì di essere stato curato dal medico di famiglia mediante autotrasfusioni, con iniezioni intramuscolo del suo stesso sangue prelevato da una vena. L’assistente mi disse di avere già sentito altri casi del genere. Una pratica che probabilmente era una forma di compromesso per proseguire una terapia ormai scientificamente inaccettabile ma che, commenta G. Cosmacini ”incontrava favore o non suscitava rigetto nel popolo, cui la sottrazione di sangue a scopo terapeutico appariva tutt’altra cosa dal “vampirismo sanguemaniaco” stigmatizzato dai detrattori del metodo” [2]. Senza il consenso e l’entusiasmo del popolo tante follie della medicina non esisterebbero.

D’altra parte il consenso popolare non doveva essere assoluto se il medico-poeta Rajberti nel 1840 ammoniva che “Fra i mille e uno errori del volgo relativamente alla medicina … il più grave …dico essere questo l’odio ai salassi, o meglio all’uso di molti salassi”. Rajberti era un oppositore dell’omeopatia, una teoria che non ha basi razionali, basata sul principio “similia similibus curentur”; ma anche curare chi è malato cavandogli il sangue è fare come i pompieri di Viggiù che spegnevano il fuoco con la benzina. C’è una forma di “omeopatia pesante”, che cura il simile col simile e non usa dosi infinitesimali ma dosi efficaci e a volte da cavallo; è una costante della medicina; oggi è praticata in forme sofisticate da tanti medici che si dicono “allopatici”.

Ci furono nei secoli medici che criticarono e combatterono il salasso, sulla base del buon senso accoppiato all’esperienza, e poi sulla consapevolezza derivata dalle acquisizioni scientifiche. A coloro che ai nostri giorni verrebbero chiamati “negazionisti”, o fautori del “nichilismo terapeutico”, si opposero i difensori della tradizione, che col crescere della medicina scientifica si avvalsero, secondo uno schema molto usato anche oggi, oltre che dei consueti meccanismi di difesa corporativi anche di giustificazioni ex post in stile scientifico; come quella per la quale evidenze sperimentali mostravano che gli animali salassati aumentavano di peso.

La logica alla quale il salasso deve il suo successo appare essere la logica delle possenti radici magiche della medicina, e in particolare quella della “effectiveness”. Se il paziente, e anche il medico, credono nelle virtù curative di una terapia, non è necessario che essa sia davvero efficace. Basta che abbia “effectiveness”, che produca degli effetti biologici interpretabili come miglioramenti, per essere accettata. Il controllo su una variabile biologica mimerà il recupero del perduto controllo sul corpo.

Con i salassi ripetuti si possono ottenere stati clinici interpretabili positivamente; non perché il malato stia meglio, ma perché si otterrà un effetto calmante e di remissione apparente della malattia. L’insufficienza di circolo e il deficit di ossigenazione indeboliranno il paziente e lo obbligheranno a risparmiare le forze al punto che sembrerà che i salassi abbiano attenuato o spento la malattia di base. In alcuni casi l’agitazione potrà aumentare nelle fasi iniziali, ma col proseguire dei prelievi calerà comunque, sostituita da gradi crescenti di ottundimento e astenia. Anche se interiormente l’angoscia dovesse salire, le sue manifestazioni avranno energia minore. Il paziente sembrerà più “tranquillo” e meno sofferente, almeno temporaneamente. Si insisteva sulla necessità di ripetere i salassi probabilmente perché così si poteva oltrepassare la fase delle manifestazioni reattive dello shock e dell’anemia, quando avevano luogo, e giungere ad uno stato di segni interpretabili come ottenimento di una “pace”, una “atarassia”, anche se in realtà espressioni di un livello più grave di deterioramento: sembrava quindi che l’intervento avesse ripristinato un qualche equilibrio.

Inoltre, il salasso, spesso usato per curare malattie infettive febbrili, mentre peggiora l’infezione, provocando vasocostrizione periferica può abbassare la temperatura cutanea, dando così l’impressione di stare contrastando efficacemente la patologia, che veniva (e viene) identificata con la febbre. Manifestazioni patologiche causate o aggravate dall’emorragia, come la fame d’aria, il polso debole e rapido, delirio, convulsioni, verranno comunque imputate esclusivamente alla malattia di base. Il suo stato di salute oggettivo è peggiorato, ma quando, salasso dopo salasso, i parametri ematici e emodinamici scendono a livelli molto bassi il paziente raggiunge una condizione di letargia – e poi a volte il coma – che fa sembrare il malato come addormentato, e il decesso un passare dal sonno alla morte.

Col salasso si otteneva una effettività di tipo pubblico: agli occhi degli astanti i suoi effetti potevano essere scambiati per segni di miglioramento, o di efficacia parziale, curativa o palliativa, della terapia. Anche oggi tanti sforzi terapeutici per malati gravi sono più in funzione delle persone vicine al malato e del pubblico che nell’interesse del malato stesso. Sarebbe interessante studiare nel dettaglio sotto questo punto di vista l’evoluzione degli effetti fisiopatologici e clinici derivanti dalla sovrapposizione su una patologia infettiva, o di altro genere, di salassi ripetuti, praticati secondo il calendario e le quantità usate storicamente.

Il paziente diviene anche più remissivo e disposto ad obbedire al medico; toltogli abbastanza sangue se imprecherà non potrà farlo che con un filo di voce, e nonché discutere o protestare farà fatica a muoversi; ma è più probabile che speri disperatamente in un aiuto. Un effetto di aumentata compliance, o meglio di sottomissione, sul quale occorrerebbe riflettere anche in merito a pesanti terapie odierne. Se poi il paziente è così gagliardo da riuscire a superare non solo la malattia ma anche le cure si avrà un successone. Tutto ciò potrebbe spiegare come una pratica tanto assurda sia stata per secoli una terapia universale di base; e una delle principali fonti di reddito dei chirurghi, in concorrenza coi flebotomi e barbieri.

L’ipotesi è suffragata da elementi storici che portano a supporre che il salasso periodico, limitato, che sfianca, sia stato usato anche come strumento di controllo sociale. La scuola di Salerno lo consigliava ai sani come misura preventiva. Risulta essere stato praticato in forme codificate in “istituzioni totali”. Il salasso era usato come provvedimento disciplinare nell’esercito romano. Nei conventi medievali il sottoporsi a salassi ripetuti era previsto dalle regole degli ordini, e le scadenze venivano riportate in calendari che fondevano l’aspetto religioso con quello astrologico e igienistico. Lombroso riporta come nell’Ottocento i detenuti calabresi fossero regolarmene salassati [3]. E’ noto che ai nostri tempi in istituzioni totali come carceri, caserme o strutture psichiatriche per mantenere l’ordine si faccia largo uso di sedativi, a volte prescritti, a volte somministrati a insaputa dei soggetti. Oggi assistiamo alla tendenza a mettere sotto psicofarmaci buona parte della popolazione, medicalizzando le comuni difficoltà personali e sociali. Nel 2010 in USA un adulto su 5 ha assunto almeno una volta un farmaco psichiatrico; nelle donne la proporzione è risultata di 1 su 4.

L’espediente di fare passare l’effectiveness per efficacy è più vivo che mai. Nell’attuale medicina “evidence based” ha preso la forma dei “surrogate endpoints”, una metodologia non risolutiva, da maneggiare con le molle e avendo le mani pulite, se proprio non si può evitarla; forte generatrice di fallacie ed errori [4-6] ovvero in pratica eccellente opportunità per aggirare i controlli e frodare. Oggi è divenuta prassi comune. I surrogate endpoints valutano i vantaggi di una terapia non sui “patient important endpoints”, cioè su ciò che conta, ma su effetti positivi surrogati, che la propaganda ci ha abituato a considerare come clinical endpoints; es. “su una misura di laboratorio come la pressione arteriosa, invece che su un’evidenza clinica più diretta come la prevenzione degli ictus” [7,8]. O, nel caso del salasso, sulla capacità di abbassare la temperatura cutanea e smorzare le manifestazioni di sofferenza in una malattia infettiva. Un altro esempio è il dichiarare efficace un antitumorale perché si è documentata in studi clinici una sua capacità di ridurre il volume o di arrestare la crescita della massa neoplastica rilevabile agli esami di imaging; nonostante che la progressione tumorale a livello cellulare continui, più aggressiva di prima dati effetti selettivi, e su un organismo indebolito dalla terapia, sfociando quindi in manifestazioni come le metastasi a organi vitali, così che la sopravvivenza e la qualità di vita non migliorano, o peggiorano.

I surrogate endpoints non guardano agli effetti di un farmaco o di altra terapia su una patologia, ma solamente, tra i molteplici effetti del farmaco e tra i vari meccanismi della malattia, agli effetti del farmaco su una singola variabile patologica (che può essere insufficiente a definire il corso della malattia, o in alcuni casi non rilevante). Lasciano così fuori dalla valutazione gli effetti collaterali del farmaco e gli altri determinanti della malattia. Prima di essere usati come markers di efficacia dovrebbero almeno essere validati da altri studi, ma questo molto spesso non avviene, oppure viene fatto in maniera tale che non fa che aggiungere un altro strato di complessità e incertezza al processo di verifica dell’efficacia. Sono molto usati per l’approvazione accelerata di farmaci “innovativi” [9], con la riserva che l’efficacia sarà confermata in seguito, mediante studi di postmarketing che poi vengono condotti in maniera debole e pro forma e a volte restano sospesi; o che se anche mostrano inefficacia non danno luogo alle misure di ritiro previste. La celebrata serietà anglosassone qui prende forme burocratiche all’italiana, diciamo.

A contrastare il gioco dei surrogate endpoints, che ha permesso l’approvazione di farmaci, costosissimi, che in alcuni casi i pur compiacenti organi di controllo sono stati costretti a ritirare come inefficaci e dannosi [10], ci ha provato nel 2009 C. Grassley, un senatore repubblicano del GAO, “Government accountability office”, la commissione del Congresso USA che si occupa del controllo della spesa pubblica [7]. Il politico non si è certo messo di punta contro al sistema, però ha chiesto il rispetto dei controlli postmaketing, sulla base di un’analisi dettagliata dell’operato della FDA in merito a farmaci approvati grazie ai surrogate endpoints. Deve essersi preoccupato per la pericolosità di alcuni dei farmaci da lui presi ad esempio, come l’antidiabetico rosiglitazone, somministrato a circa 60 milioni di persone nel mondo prima che studi evidenziassero che incrementa nettamente nei pazienti la patologia e la mortalità cardiovascolari. Grassley avrà evidentemente tenuto conto anche dei soldi che in questo modo vengono salassati ai contribuenti, e a coloro che pagano i balzelli al sistema direttamente con le assicurazioni mediche private.

Il senatore se l’è cavata con un “vicious attack” sul Wall Street journal, a firma di Thornton, un ex funzionario della FDA che lo ha accusato di cospirare per impedire che i malati di cancro ricevano cure migliori; come quelle che vende Thornton stesso, passato a dirigere una ditta di biotecnologie che sviluppa farmaci oncologici (informazione che ha omesso nella intemerata). Secondo l’organo di Wall Street le moderate obiezioni avanzate dal senatore repubblicano e la sua richiesta di porre un freno agli aspetti più indecenti del sistema dei surrogate endpoints pongono lo sviluppo dei farmaci oncologici “sull’orlo del baratro di un ritorno ai Secoli bui”.

In Italia, dove i politici si azzuffano tra loro per chi deve essere il primo a fare da scendiletto alle case farmaceutiche e nessuno vuole giocare la parte del guastafeste, i surrogate endpoints sono un esempio tipico di argomento sul quale vige l’omertà politica. Per un semplice medico lo sviluppare critiche radicali ai surrogate endpoints, e al sistema del quale sono strumento, espone a i rischi cui si espone chi ostacoli dei delinquenti nei loro crimini. I guai che ne derivano sono mediati dalla solita compagnia. Monsignori che si credono dei Richelieu e sono sul livello di Marcinkus; “compagni” mantenuti del FMI e BCE; apparati che prima della caduta del Muro servivano gli interessi “atlantici” di selezione della classe dirigente pilotando omicidi politici, e ora non vogliono stare con le mani in mano; e la massa dei fiancheggiatori istituzionali e popolari, il branco ottuso e famelico dei furbi che si vendono ai poteri che vincono sempre; ottenendone, come mostra anche il destino imboccato dalla nazione, il guadagno di Pottino.

Un’ulteriore evoluzione dei surrogate endpoints e dello sfruttamento della effectiveness è costituita dai biomarkers, complessi marcatori molecolari che aumentano la scivolosità diagnostica invece di ridurla, con conseguente aumento di “clienti” e quindi del fatturato. Si occupa di applicare biomarkers a campi dove l’accuratezza diagnostica è già carente ad es. il San Raffaele di Milano [11], un centro dove la disinvoltura morale nel fare soldi con la medicina (appoggiandosi magari ai lavori sporchi dei servizi [12]) non è limitata agli aspetti amministrativi così come si vuole fare credere e come la gente vuole credere.

I tempi bui del salasso non sono alle nostre spalle. Del resto oggi la deplezione ematica è praticata su larga scala, mediante i chemioterapici antitumorali che come effetto collaterale deprimono il midollo osseo, l’organo che produce le cellule del sangue. L’effetto è indiretto, ma non sgradito agli interessi economici: ha permesso la creazione di un mercato di stimolatori dell’emopoiesi, inclusa l’EPO, l’eritropoietina resa famosa dal caso Pantani, farmaco i cui alti e bassi borsistici vengono attentamente seguiti dagli speculatori finanziari. In USA pagando gli oncologi la casa produttrice ha ottenuto che l’EPO fosse somministrata ai malati di tumore oltre le indicazioni e i dosaggi previsti, uccidendo pazienti. C’è chi campa, e si arricchisce, anche in maniera criminale, sulle anemie iatrogene da salasso chimico. Ciò mostra come la iatrogenicità abbia un effetto economico di moltiplicatore, dove un danno iatrogeno consente di vendere oltre al prodotto che l’ha causato anche il rimedio al danno; in una spirale che la medicina attuale non si astiene dall’instaurare e sfruttare, tutt’altro. Le terapie attuali sono informate da quella che B. Martin, studioso della soppressione dell’innovazione in campo scientifico, chiama “Interested technological vulnerability”.

Più ancora che la produzione dei globuli rossi, i chemioterapici deprimono la produzione della serie bianca, privando l’organismo delle naturali difese che impediscono ai microrganismi patogeni di mangiarci vivi; così che anche gli agenti che normalmente il nostro sistema immunitario tiene a bada senza che compaiano manifestazioni cliniche divengono temibili e agguerriti. D’altra parte, anche chi commercia o investe in antibiotici o in fattori di crescita granulocitari deve sopravvivere. Ho seguito da vicino e descritto in una relazione un caso di una giovane paziente che ha subito indebitamente questa triste sorte. E ho visto come il disastro prodotto dai farmaci, e dalle cure all’incontrario, sia stato occultato e messo a tacere da autorità mediche e giudiziarie che, nel loro piccolo, hanno poco da invidiare a Richelieu quanto a scrupoli morali; e quanto a metodi per “fare apparire le vittime come colpevoli”, secondo il principio caro al suo degno successore e correligionario Mazzarino.

Non siamo più ai tempi nei quali si curavano col salasso anche le emorragie o la grave disidratazione del colera; ma si può stilare una lunga lista di esempi attuali di “omeopatia pesante”: sofisticate terapie che causano o aggravano ciò che dovrebbero curare. Sul piano tecnico, resta presente in medicina una forte sinergia tra malattia e terapia, che assicura la crescita del business biomedico. Non si teorizza più apertamente come il Fioravanti nel Cinquecento che “il medico dee fare con gli ammalati come fa il cuoco quando la pignatta bolle et fa strepito et va per sopra, che ne cava fuori una picciola quantità et così manca il strepito e non va più fuori”. Si presentano invece mediante pacati scienziati tabelle e grafici che mostrano epidemie incombenti, creando un clima di paura; e allo stesso tempo un clima di intolleranza che in qualcuno porta alla voglia di assestare una badilata “in testa, di taglio” [13] a chi diffonda le tesi di quei ricercatori che denunciano tali tabelle e grafici come falsi; e che denunciano le terapie che tali frodi promuovono come atte a provocare lo stesso quadro clinico devastante della malattia [14].

Sul piano morale i “progressi” sono consistiti nel mantenere, affinare e calibrare la sinergia malattia-terapia per sfruttarla al meglio, senza farla trasparire troppo; coprendola spesso con forme di effectiveness, più evolute di quella rozza del salasso. Facendo così della medicina un pilastro del sistema economico liberista; usando tra i vari mezzi anche la iatrogenesi e la technological vulnerability come moltiplicatori che generano crescita economica. L’antica anima irrazionale della medicina sopravvive vigorosa; ma oggi l’oscurantismo è un prodotto delle ditte di public relations al servizio del marketing, costruito consapevolmente e scientificamente. Il potere ha proiettori che invece che luce proiettano coni d’ombra.

Come risultato, si creano situazioni anomale, inimmaginabili, che dovrebbero sgomentare l’uomo della strada che le esaminasse; es. le affermazioni di Duesberg, accomunato a scopo denigratorio a personaggi come Simoncini ma tra i maggiori virologi al mondo, che parla di “AIDS da ricetta medica”; o quelle di Sonnabend, infettivologo dissidente apprezzato dai leader dell’ortodossia come Fauci per le sue posizioni concilianti rispetto al dogma HIV, che dice che “sono abbastanza cinici da immettere farmaci sapendo che hanno effetti tossici e che produrranno una certa mortalità, e sapendo che dopo due o tre anni, quando la mortalità diverrà ovvia, dovranno ridurre i dosaggi”.

Pubblicato anche in https://menici60d15.wordpress.com/

Note

1.Tonguessy. Strutture di potere – Richelieu e la scienza. Appello al popolo, 12 gen 2012. http://www.appelloalpopolo.it /?p=5451

2.Cosmacini G. L’arte lunga. Laterza, 1997

3.Zanobio B. Armocida G. Storia della medicina. Masson, 1997

4.Fleming TR et al. Surrogate end points in clinical trials: are we being misled? Ann Int Med, 1996. 125: 605:613.

5.Sobel BE at al. Surrogates, semantics, and sensible public policy. Circulation, 1997. 95:1661:63.

6.D’Agostino, RB. Debate: The slippery slope of surrogate outcomes. Current Controlled Trials in Cardiovascular Medicine, 2000. 1:76-78

7.New drug approval. FDA needs to enhance its oversight of drugs approved on the basis of surrogate endpoints. GAO report to the ranking member, Committee on finance, U.S. Senate, 2009.

8.Psaty BM et al. Evidence-based Medicine. Worship of form and treatment of high blood pressure. J Gen Intern Med, 2000. 15: 755–756.

9.menici60d15. La generosità del governo Monti e del suo elettorato virtuale verso le multinazionali farmaceutiche. Appello al popolo, 16 dic 2011. http://www.appelloalpopolo.it/?p=5262

10.menici6ad15. Sulle regole per la Roche. https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/30/sulle-regole-per-la-roche/

11.Scoperto il “codice a barre” della sclerosi multipla. La Stampa, 28 dic 2011

12.menici60d15. https://menici60d15.wordpress.com/2007/06/11/commento-al-topic-lui-e-cristo/

13.Commento di un blogger al post di A. Delfanti “Nessuna correlazione tra HIV e AIDS”. Scontro scientifico sulle teorie “negazioniste”. Il Fatto quotidiano, 9 gen 2012. http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/09/nessuna-correlazione-aids-articolo-apre-scontro-nella-comunita-scientifica/182546/

14.Duesberg P et al. AIDS since 1984: no evidence for a new, viral epidemic – not even in Africa. Italian journal of anatomy and embryology, 2011. 116: 73:92. http://www.fupress.net/index.php/ijae/article/view/10336/9525

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15 feb 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Marfella “Si scopre che la camorra assicura un welfare avanzato. E lo stato?”

Veramente che il farmaco sia una “risorsa” lo si vede a occhi chiusi, oggi 15 feb 2022, quando a chi non se ne fa iniettare uno di dubbia utilità e sicurezza viene tolto il lavoro. Alla mafiosa. Ma Marfella si riferisce non ai trilioni di dollari del business farmaceutico, ma umilmente alla piccola lasagna per gli impiegati di concetto della ricerca. Che con sincerità partenopea accosta alle vedette dello spaccio. Non solo il farmaco è pilastro centrale dell’economia; ma ciò è un punto sul quale camorristi, politici, magistrati, preti, etc. sono d’accordo. Così che occupano o sostengono livelli diversi della stessa variabile: lo sfruttamento tramite i farmaci. L’altro giorno hanno arrestato Guttadauro, noto esponente storico di quella mafia che ricorda gli antri siciliani dei ciclopi, i mostri che si cibavano di carne umana. Nulla a che vedere con le frodi della medicina ufficiale; che pure pasteggiano con la carne umana, ma in maniera sofisticata. Lo spauracchio mafioso invece di essere incenerito viene agitato da figure come Saviano: aiuta lo sfruttamento tenendo bassa la media e quindi lo standard dell’integrità. Così che i perbene possono arricchirsi illecitamente usando il farmaco come “risorsa”, e sembrare onesti e meritevoli. E’ una delle funzioni della mafia. La statistica insegna che bisognerebbe usare anche la mediana del tasso di criminalità, oltre che la media aritmetica, raffrontando mafia e legalità. E soprattutto raffrontando mafia e medicina.

@ CarloJr. Nel 2021 i ricavi attesi erano un rispettabile 50 miliardi di dollari per quell’anno per i soli vaccini mRNA. Lo riporta Nature*. Non male per prodotti che vengono fatti assumere tramite i governi, con disinformazione e ricatti. E che pertanto la cui “vendita”, termine improprio trattandosi di inganno tramite paura ed estorsione tramite violenza, quindi, meglio, il cui prelievo fiscale a beneficio di privati, è rinnovabile ed espandibile a piacimento. E la cui base scientifica era stata giudicata, testuale, “s***”, cioè m****, da un premio Nobel, il cui nome viene tenuto coperto, riporta lo stesso articolo di Nature.

Il suo strepito è intonato alla pia glorificazione dei suddetti prodotti contenuta nell’ordinanza 583 del 4 feb 2022 con la quale il Consiglio di Stato ha confermato l’obbligo vaccinale per i sanitari; e così l’epurazione dei medici che non reggono con diagnosi e terapie il gioco mortifero sul covid che continua a produrre e aggrava, dopo due anni di epidemia e di misure draconiane, le pessime statistiche usate per giustificare norme che si servono del degrado morale e materiale come arma per obbligare ai farmaci. Mantenendo così lo stesso circolo vizioso di quando la maggioranza dei medici reiteravano il salasso in risposta al peggioramento delle condizioni del paziente dopo il salasso**.

*The tangled history of mRNA vaccines. Nature, 16 set 2021.
**Il salasso ieri e oggi. La sinergia tra malattia e terapia. Sito menici60d15.

Giochi su Galileo Galilei

29 December 2011

Blog Appello al popolo

Commenti al post di Tonguessy “Strutture di potere – Galileo e la Chiesa” del 29 dic 2011

Postato su questo sito il 19 feb 2012 causa boicottaggio Telecom

Grazie a Tonguessy per l’ottimo articolo. E’ particolarmente interessante l’osservazione del progresso scientifico come ideologia che allontana il popolo dalla concezione medievale della vita frugale. La promessa di salvezza intramondana che allontana da quella concezione del limite che abbiamo perso, e che farebbe risaltare la Scienza nella sua vera grandezza.

Io sono tra quelli che quando sono in spiaggia sul Tirreno restano a guardare il tramonto sul mare. Uno spettacolo bello in sé, e che induce a riflessioni delle quali “Il silenzio” fuori ordinanza è l’equivalente musicale. La contemplazione del sublime che la nostra stella ci offre quotidianamente è temperata dal pensiero che non è il Sole che cala dietro l’orizzonte, spandendo colori regali attorno a sé; ma siamo invece noi che insieme alle sdraio e a tutto il resto ci stiamo lentamente ribaltando all’indietro.

Anche l’antagonismo Chiesa/Scienza si è evoluto, e credo occorra fare attenzione a non identificarlo con quello dei tempi di Galilei; come invece può essere interesse dei contendenti far credere: https://menici60d15.wordpress.com/2008/01/21/diplomi-di-laurea-bruciati-sul-sagrato-tornano-i-roghi/

Resta l’antagonismo ideologico, con la Scienza e la Fede usate come armi; un esempio è dato da come entrambe le parti strumentalizzano la discussione sul darwinismo. Confronto che a volte sbotta in toni che tradiscono l’antica vocazione: https://menici60d15.wordpress.com/2011/04/16/i-preambula-fidei-di-san-tommaso-e-quelli-di-de-mattei-e-carancini/

Ma il clero attualmente ha anche interesse a favorire la scienza. Interessi “pastorali”, perché, preso atto che la nuova religione secolare è oggi quella che fa più presa sulla credulità delle masse, preferisce cooptarla e sfruttarla anziché attaccarla frontalmente. (E sa, vecchia volpe, che conviene dargli corda anche perché le magagne della degenerazione affaristica della scienza ne minano la credibilità dall’interno). Diventato lo scientismo un’ideologia parareligiosa, il clero col suo know-how può insegnare ai seguaci di Prometeo come ricavarne consenso e zecchini.

Interessi politici, perché il Vaticano deve trovare un punto di convivenza e alleanza con altri poteri che non può certo contrastare, e che fanno dell’ideologia scientista il loro credo. Appoggiando la scienza, evitando di attaccarla, se non per ridicole questioni teologiche, tacendo sulle strumentalizzazioni e storture dei modi nei quali è praticata, e fornendo servizi di supporto, il clero può acquisire meriti presso poteri che non lo amano.

Interessi economici, perché la “scienza” è in pratica la tecnologia commerciale, e il clero è tra le forze che investono molto denaro e ricavano molto denaro da essa; v. il caso San Raffaele, scoperchiato, nei suoi aspetti finanziari ma non in quelli “scientifici”, nell’anno del passaggio di governo da Berlusconi a Monti.

Così le occasionali rumorose baruffe e le frequenti gomitate non devono fare perdere di vista che tra le due chiese, che se potessero adotterebbero gli argomenti degli inquisitori da un lato e dei lanzi dall’altro, i rapporti sono articolati; come quelli dei famosi imprenditori di Pisa, che litigavano di giorno ma cooperavano di notte: https://menici60d15.wordpress.com/2011/04/12/i-futures-di-santa-lucia/

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@Lorenzo. Tra il primitivo che adora la luna e lo scienziato capace di mandarci un razzo (magari forte della pregressa esperienza pionieristica con le V2 naziste) c’è una grande differenza; ma non sarei così sicuro che ci sia un abisso. Il 23 dicembre scorso c’è stato il quarantennale della “Guerra al cancro” dichiarata da Nixon sull’onda dell’esaltazione per le missioni Apollo. La luna è sempre là, non più meta di visite a parte quelle innocue dei poeti, ma la guerra al cancro non è stata vinta. Invece, si è trasformata la lotta al cancro in una economia di guerra. La soluzione è stata brillante sul piano economico; inqualificabile su quello etico e politico.

La “comunità scientifica”, superiore alle diatribe ideologiche, lo sguardo fisso in alto verso il perseguimento della Conoscenza dell’ignoto, ma anche con un fine intuito per buste paga e pensioni, continua a pestare alacremente l’acqua nel mortaio così come si vuole che faccia. Il cancer burden continua ad aumentare. Dal 1998 al 2007 in Europa la spesa pro capite per i farmaci oncologici è cresciuta di sei volte, e attualmente si parla di aumento dei prezzi insostenibile per i nuovi farmaci “innovativi”; prodotti frutto di un metodo così galileiano che si discute apertamente nelle sedi ufficiali di come valutarne l’efficacia sui pazienti dopo che sono stati commercializzati, in carenza di dati sperimentali sufficienti; cioè di come chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati; e così efficaci che diversi medici scelgono di non assumere le terapie destinate ai pazienti se affetti da cancro. Gli analisti finanziari prevedono ulteriori enormi guadagni, e la gente continua a credere, anche se con qualche tentennamento, ai proclami di vittoria della “comunità scientifica”.

Lo scienziato non deve essere necessariamente “engagé”; ma deve essere onesto, e non può pretendere di essere considerato tale per dogma. Tra il primitivo e lo scienziato ideale in mezzo c’è l’acquitrino della scienza corrotta, e di quell’atteggiamento irrazionale, diffuso tra il pubblico e anche tra i ricercatori, prossimo alle credenze dei primitivi che il fisico Feynman (Il Nobel che scoprì la causa del banale errore tecnico che causò il disastro della navetta Challenger) ha chiamato “Cargo cult science”. Cioè l’adorazione di stampo tribale di ritrovati tecnologici e della scienza, che vengono visti come divinità benevole e onnipotenti.

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@Lorenzo. Grazie per questo esempio di teologia scientista.

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@Mincuo. Leggo che Bellarmino ebbe parte nel primo processo a Galilei, quello del 1616. Circa venti anni prima aveva partecipato al procedimento che aveva mandato sul rogo Giordano Bruno; alla figura del cardinale, e futuro santo e dottore della Chiesa, era quindi associata una notevole carica intimidatoria; se non altro da vivo. Assieme a teorie che oggi suonano esoteriche, veniva contestata a Bruno l’affermazione che “vediamo il sole nascere e tramontare perché la terra se gira circa il proprio centro”. Pare che a Bruno fosse stata offerta la possibilità di evitare la morte accettando qualche compromesso dottrinale; ma Bruno non volle. Questa fermezza, più ancora che le sue teorie, deve essere suonata inaccettabile alle orecchie dei preti.

Una posizione ancora oggi da giudicare negativamente per l’ethos nazionale: ricordo come Montanelli sul Corriere abbia scritto che in pratica Bruno, che comunque secondo lui era un pensatore che valeva poco, se l’era cercata con la sua cocciutaggine. La sua scelta credo fosse il frutto di un misto di consapevolezza intellettuale e carattere; e anche di stanchezza esistenziale, se non disgusto, per la sua vita travagliata e per la meschinità e viltà che vedeva nei suoi persecutori. Bruno divenne poi un simbolo di laicità; cioè in pratica di anticlericalismo massonico, che invece nei compromessi si trova a suo agio.

Come Campanella, se i suoi concetti mostrano un modo nuovo di pensare che muove i primi passi, fu un bravo poeta. Mi colpì su “the Crimson”, la rivista di Harvard (interdisciplinare), un detto a lui attribuito: “Lux umbra dei”, la luce è l’ombra di Dio. Un altro pianeta rispetto ai minuziosi sofismi di coloro che dicono di parlare in Suo nome; e rispetto alla loro nascosta ma non sopita propensione a scempiare quelli che non possono piegare; con qualsiasi mezzo, dalle dotte falsità dell’erudito alle pratiche di compiaciuta violenza degli sbirri e lacchè.

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@Mincuo. “L’ambasciatore della Corte medicea, Piero Guicciardini, ottimo conoscitore dell’ambiente romano, era ben consapevole dei pericoli incombenti sullo scienziato: «so bene che alcuni frati di San Domenico, che hanno gran parte nel Santo Offizio, et altri, gli hanno male animo addosso; e questo non è paese da venire a disputare sulla luna, né da volere, nel secolo che corre, sostenere né portarci dottrine nuove».[44]

Il 24 febbraio 1616, richiesti dal Sant’Uffizio, i teologi risposero unanimemente che la proposizione «il sole è il centro del mondo e del tutto immobile di moto locale», era «stolta e assurda in filosofia, e formalmente eretica», in quanto contraddiceva molti passi delle Sacre Scritture e le opinioni dei Padri della Chiesa; che la proposizione «la Terra non è il centro del mondo, né immobile, ma da sé si muove anche di moto diurno», era «censurabile in filosofia; riguardo alla verità teologica, almeno erronea nella fede». Di conseguenza, il 25 febbraio il papa ordinò al cardinale Bellarmino di «convocare Galileo e di ammonirlo di abbandonare la suddetta opinione; e se si fosse rifiutato di obbedire, il Padre Commissario, davanti a un notaio e a testimoni, di fargli precetto di abbandonare del tutto quella dottrina e di non insegnarla, non difenderla e non trattarla». Un documento datato 26 febbraio attesterebbe l’avvenuto precetto del Bellarmino e l’obbedienza di Galileo[45] mentre il 5 marzo era reso pubblico il decreto della Congregazione dell’Indice che proibiva e sospendeva «rispettivamente gli scritti di Nicola Copernico De revolutionibus orbium coelestium, di Didaco Stunica su Giobbe e di Paolo Antonio Foscarini, frate carmelitano».” (Wikipedia).

Lei chiama “raccomandazioni amichevoli” una convocazione dopo una procedura formale,  da parte di uno che aveva sistemato Bruno; il quale pare sia stato anche torturato (secondo Wikipedia). Qui bisognerebbe parlare della radice culturale comune a clero e mafia, evidente anche nei modi di esprimersi. Ma non vorrei essere ripreso da lei con accusa di andare fuori tema. Dovreste vergognarvi per quello che avete fatto, in quella e innumerevoli altre occasioni, e invece vi mettete in cattedra a dispensare menzogne e giudizi. Non so chi lei si creda di essere o cosa pensi di avere detto, ma ci vuole un po’ più di un pallone gonfiato per farmi “lasciare stare”.

Non sono di nessun partito, non difendo nessuna fazione, a differenza di lei. Non apprezzo Michele Serra, non leggo Repubblica, che elogia quanto ha prodotto in medicina e in campo culturale il suo degno correligionario Verzè. Vede, lei questo non può capirlo, ma ci sono persone che hanno opinioni forti pur non appartenendo a nessun gruppo. L’argomento del quale tratto non è Galileo, ma gli abusi di potere della Chiesa. Che lei giustifica con la situazione politica del tempo. No; posso testimoniare che avete la vocazione, come mostra anche il suo atteggiamento mistificatorio e arrogante. Lo mostra nella sua parte presentabile; i sudici scagnozzi dei quali allora come oggi vi servite completeranno i suoi auguri di lunga vita e la brillante lezione di filologia fraudolenta.

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Egregio Mincuo, difensore della Fede, cerchi di capire. Il clero si oppone sostanzialmente al progresso che emancipando l’uomo lo sottrae al giogo del potere. E nell’opporsi non si astiene da forme di violenza e di inganno; anzi eleva queste pratiche al rango di scienza, che è l’unica scienza che si può riconoscere alla massa di zeloti e farisei dei quali lei fa parte. Se fosse per Bellarmino o per quelli come lei staremmo ancora al Medioevo; agli aspetti negativi del Medioevo. Queste sono responsabilità molto gravi. Sono il primo a criticare le distorsioni dell’attuale tecnocrazia, alla quale i preti fanno da tirapiedi. Ma il progresso sano è salvezza dell’Uomo. Pensi ad esempio se non avessimo le fogne: quante malattie infettive. Certo, ci sarebbero anche aspetti positivi. Davanti a un vomitatore di insulti come lei, si potrebbe prendere il pitale, metterglielo davanti e dirgli “parla con questo”.

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Caro Stefano, grazie per il tuo intervento. Non ho nessuna voglia di riaprire la questione che hai chiuso, ma vorrei andare oltre evidenziando un aspetto che mi pare interessante. Un poco la storia si ripete. J. Schwartz, in “The creative moment”, 1992, sostiene che la Chiesa era orientata ad ammettere la teoria eliocentrica purché fosse nascosta entro l’oscuro linguaggio matematico, ferma restando la versione delle Scritture. Lo stesso Bellarmino, leader intellettuale dei gesuiti, istruiva i preti a stare lontano dalle dispute coi matematici sulla questione. Per questo autore, un fisico, lo scandalo è consistito non tanto nella soppressione della verità da parte dell’autorità, ma nell’avere imposto che la “chiarezza sovversiva” della fisica venisse avvolta in un linguaggio matematico inaccessibile ai più.

Oggi più di allora il rigore, la specializzazione, possono essere distorti in uno strumento per occultare e censurare il vero. O per propagare il falso. E’ nota la critica ai modelli matematici in economia; si parla meno di come alcune metodologie matematiche di base dell’epidemiologia clinica, di difficile valutazione per i non iniziati, a detta di statistici professionisti servano più ad ingannare che a trovare il vero. Qui sul blog è stato possibile screditare con toni sprezzanti chi proponeva tesi non gradite, col pretesto che non si può parlare che di un solo processo a Galilei, non contando nulla la raccomandazione di censura dei teologi nel 1616, e la conseguente disposizione del papa a Bellarmino di ordinare a Galileo di cessare di insegnare, discutere, difendere le sue tesi se non voleva essere arrestato. (Che a me sembra anche peggio di un regolare processo). Tizio spara a Caio con una calibro 9, e Caio, sopravvissuto, lo accusa di avergli tirato una revolverata. L’avvocato di Tizio, rispondendo che per il perito balistico è una sciocchezza chiamare “revolver” la calibro 9, che invece è un arma semiautomatica, non sta servendo il rigore e la precisione; se adotta questi argomenti si vede che non può che buttarla in chiasso.

Ci sono molti modi per reprimere voci non gradite. Dall’omicidio fisico a quello morale all’attacco verbale all’appello al metodo; da usarsi diversamente a seconda delle circostanze. Nell’affresco del quale il caso Galilei è parte appaiono le varie tipologie. Mentre qui tutto lo spazio è stato invaso e occupato da ciò che potrebbe costituire l’oggetto di una nota a piè pagina, se correttamente riportato. Spaccando la pagliuzza in quattro si può ignorare il quadro generale; dalle pugnalate, si ritiene per mano di sicari della Chiesa, all’amico di Galilei Paolo Sarpi, difensore dell’indipendenza della Repubblica di Venezia; alle migliaia di donne che in quegli anni in Europa venivano bruciate per stregoneria.

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24 settembre 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post “Terremoto, Clini attacca la sentenza: “Unico precedente è quello di Galileo” del 24 settembre 2012

E’ un cupo esempio di come la mediocrità al potere uccide. Ma se proprio si vogliono scomodare i massimi sistemi e si vogliono cercare precedenti storici, trattandosi di un caso di incosciente servilismo degli scienziati che ha avuto conseguenze tragiche si potrebbero citare i 10 scienziati che inventarono per Mussolini le basi teoriche delle leggi razziali.

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@grab. Contrariamente a quanto ritenuto dalle ingenue credenze popolari, si può essere ciarlatani anche maneggiando provette in laboratorio o risolvendo equazioni differenziali.

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7 novembre 2012

Blog de Il Fatto

Commento al posto “Nature: l’Italia non capisce la scienza” del 7 novembre 2012

Secondo Nature la “scienza” conferisce a chi la pratica una posizione di superiorità simile a quella che secondo il clero Dio conferirebbe alla Chiesa; superiorità che, in entrambi i casi, si pretende che gli altri poteri e il popolo riconoscano, sottomettendosi. I magistrati italiani mi sembrano fin troppo arrendevoli e compiacenti con la “scienza”, o meglio coi poteri forti sopranazionali che la usano come ideologia. Forse il catechismo di Nature non trova ancora in Italia tutto lo spazio che vorrebbe perché il posto è già ingombrato da quello cattolico. Andrà a finire che dovremo sorbirci entrambi. Però in Italia qualcuno che, pur comprendendone l’importanza, ha mantenuto della scienza una visione laica l’abbiamo avuto:

“Ma si può immaginare una “competenza” così asettica da sfuggire sempre e comunque a ogni condizionamento dell’interesse? “Si può peccare per ignoranza” – osserva Vilfredo Pareto – “ma si può peccare per interesse. La competenza tecnica può fare evitare il primo male, ma non può nulla contro il secondo”. … l’esperienza dice che il mondo è pieno di scienziati e di intellettuali che si prostituiscono al potere e ne avallano tutte le abiezioni. Forse che costoro non sono corrotti perché sono competenti ?” (D. Fisichella. L’altro potere. Tecnocrazia e gruppi di pressione. Laterza, 1997).

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@ Flavio Masi. A me invece la tecnocrazia sembra un dato di fatto rimosso. L’attuale governo di “tecnici” che sono criticati sul piano tecnico da affermati specialisti, mi sembra in realtà una formazione, un po’ casereccia, di tecnocrati. Il saggio di Fisichella comincia parlando di “bancocrazia”; anche questo non mi pare un concetto iperuranio, anche se il termine non è di uso comune.

L’onestà degli scienziati dovrebbe essere un loro elementare dovere, e non motivo di “ammirazione” da parte del pubblico. La “comunità scientifica” è uno di quei gruppi che al loro interno sono molto diversi da come si presentano al pubblico. Chi non si accontentasse del panegirico sulla ricerca guidata dal metodo scientifico che come la colomba dello Spirito santo illumina e guida gli scienziati, potrebbe leggere ad es. “Visto dall’interno” di L. Tomatis.

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@ Flavio Masi. “Per il resto dissento. Il metodo scientifico si può discutere, come ogni cosa umana, e come ogni cosa umana è tutt’altro che infallibile, manegarne l’utilità mi sembra arduo.”

Non ho negato l’utilità del metodo scientifico. E’ curioso come il citarlo autorizzi alcuni a cambiare le carte in tavola.

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@ Flavio Masi. “La sua citazione parodistica del metodo scientifico, unita al suo post precedente, mi ha indotto a pensare che dietro ci fosse una critica radicale. Tutto qui.”.

E’ lo stesso slittamento di chi difende i condannati dell’ Aquila: se si criticano le mistificazioni commesse in nome della scienza si è contro la scienza.

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13 novembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Tipaldo “Commissione Grandi Rischi, quando la scienza trema /2”

Per Tipaldo l’accertamento del nesso causale è stato scientificamente carente: mancano tra l’altro studi statistici sulla popolazione per poter dire che le vittime siano state influenzate dalla rassicurazione. E’ un’applicazione della “sottodeterminazione delle ipotesi” (Duhem), con la quale si possono sempre negare perfino proposizioni scientifiche. L’usò anche il vescovo di Padova, rifiutando di guardare nel cannocchiale di Galilei sostenendo che le macchie lunari dovevano essere un artefatto da strumento difettoso. E qui non si tratta di scienza. Ma di una comunicazione tecnico-istituzionale al pubblico. Alla quale va applicato il livello di determinazione proprio di tali comunicazioni. Altrimenti si può sostenere che mancano le audiometrie che mostrino che le vittime non avessero problemi di udito, e così via; e nessuna comunicazione sarebbe mai colpevole (specie se le vittime non possono più parlare). Mi pare un riaffermare il diritto di alcuni al libero uso del latinorum scientifico. La “scienza” – la scienza cortigiana – trema, ma di rabbia, perché è stata messa in dubbio la sua superiorità, che ora subito riafferma sfondando il buon senso e prendendo per il collo il diritto. Tribunali a parte, è chiaro che sono state fatte cose da galera. Per interessi particolari, pensando che ciò che era possibile non si sarebbe verificato, si è scelto di non dire la verità: “dire la verità non consiste nel dire cose vere, ma nel dare impressioni fedeli del vero” (Stevenson).

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21 novembre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post “Terremoto L’Aquila, Cassazione: assolti scienziati Commissione grandi rischi. Condannato solo De Bernardinis”

Lo scientismo, l’appello magico-religioso alla scienza, è ai nostri tempi la potente ideologia dei grandi interessi economici e politici. Siamo al tempo della “unholy alliance between bad science and big business” (Ho). La “scienza” è divenuta un simulacro al quale fare dire ciò che conviene al potere. Una fonte di verità suprema, che non ha niente sopra di sé; e quindi un potere normativo incontrollato. Riportando i sacerdoti di questa “scienza” alle loro reali dimensioni e responsabilità terrene, i magistrati, forse inconsapevoli degli interessi che andavano a toccare, rischiavano di rendere visibile che la “scienza” non è il sole attorno al quale le altre attività umane ruotano. Fatti oggetto di una campagna internazionale, hanno abiurato. Al di là degli aspetti giudiziari, il non riuscire a distinguere, o il non volere distinguere, tra rassicurazione positiva ingiustificata di non terremoto, mentre è in corso un’attività sismica, e mancata previsione di terremoto (e anche tra affermazioni accademiche a dispetto e consulenza tecnica sul campo mentre sono in gioco vite umane; tra manomissione della scienza per meschini giochi di interesse e corretta applicazione della scienza a importanti quesiti pratici) offre un test, un pons asinorum, per capire se si ha a che fare con chi, per interesse o per stupidità, sostiene lo scientismo, e come tanti preti e bigotti disprezza e calpesta in realtà i principi che dice di proclamare e difendere.

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29 dicembre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Sylos Labini “Xylella, Stamina e L’Aquila: quando la giustizia ‘processa’ la scienza”

@ Andrea Bellelli. In medicina, il “probabilistic framework” che in effetti occorre per maneggiare alcune classi di fenomeni è stato dilatato a dismisura. Ciò non solo produce false acquisizioni (v. es. Penston J. Stats.con, 2010); consente anche doppie verità, per le quali si può sia affermare un risultato, in nome di un “rigoroso” metodo statistico in realtà traballante o non valido, sia negare di averlo fatto lamentando una non comprensione di quella tormentata e fumosa entità che è la causalità statistica; a seconda della convenienza. Forse occorre valutare le responsabilità delle conseguenze deterministiche delle informazioni “probabilistiche”. Se si induce a mozzare olivi, fare restare la gente in casa mentre è in corso un fenomeno sismico, o si iniettano costosi preparati dalle asserite proprietà miracolose, poi non si può pretendere un tribunale domestico presieduto dalla fortuna cieca anziché dalla giustizia bendata.

 

I brutti affari della Sigma Tau

22 December 2011

Blog di Bruno Tinti su Il Fatto

Commento al post “Sigma Tau, che brutto affare” del 22 dic 2011

Postato su questo sito il 18 feb 2012 causa boicottaggio Telecom

Secondo quanto si vociferava in ambiente medico negli anni Ottanta, la Sigma Tau non è nuova a soluzioni creative per la tutela del diritto al lavoro. Allora – prima che emergesse lo scandalo delle tangenti al piduista Poggiolini – si diceva che, data la liason tra Sigma Tau e il Ministero della sanità, chi lavorava in ST aveva il coniuge assunto al Ministero, e viceversa chi lavorava al ministero aveva il coniuge assunto in ST. Maldicenze, forse, ma che la ST si appoggiasse più sulle tangenti e gli appoggi politici che sull’etica e la scienza per prodotti che hanno fatto la sua fortuna come la carnitina, è comprovato dalle indagini dei magistrati; e dal parere di autorevoli esperti.

La voce non è da trascurare come un pettegolezzo perché riguarda un punto importante: le frodi mediche strutturali vengono protette con la distribuzione di posti di lavoro. Così che davanti all’idea della perdita del lavoro passa in secondo piano cosa l’azienda realmente produce, dandosi per scontato che produce cose buone, non essendo i lavoratori dei pescecani come i padroni, ma onesti faticatori. Rendere noto al pubblico e ai pazienti, oltre ai problemi di occupazione della ST, che ad es. il principio attivo del farmaco Prostide della ST risulta provocare un incremento delle diagnosi di cancro ad alta aggressività della prostata, sarebbe becero e irresponsabile.

Sostenere di affidare le aziende a chi ci lavora mi pare un’ottima proposta, che non merita certo l’insulto di “schifoso fascista”. Solo, la convinzione per la quale il lavoro è necessariamente etico, e che chi lavora nell’industria farmaceutica è automaticamente un benemerito, è un poco perbenista; espressione di quella concezione piccolo borghese che è il terreno di cultura di comportamenti fascisti, e delle relative connivenze e complicità istituzionali; come i metodi di censura, incluso il licenziamento, a protezione dei prodotti che danno il pane ai lavoratori dell’industria farmaceutica, e spesso anche il companatico.

I mafiosi filantropi e la Lombardia non omertosa

20 December 2011

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Franco e F. Baraggino “Milano, Cancellieri: “La mafia c’è ma non la sua cultura omertosa” del 19 dic 2011. Censurato.

pubblicato su questo sito il 17 feb 2012 causa boicottaggio Telecom

Che la Lombardia sia estranea alla cultura omertosa è un cliché che fa il paio con la favola dei mafiosi che proteggono le vecchiette. La cultura omertosa non è un’esclusiva della mafia. E’ la mafia ad essere un singolare caso di criminalità che, posta a cavallo tra crimine comune e istituzioni, condivide con queste ultime le condotte machiavelliche proprie del potere; inclusa la cultura dell’omertà. In Lombardia anche a detta di lombardi è radicata una cultura omertosa autoctona, che si avvale della mafia meridionale come diversivo, alibi e minaccia ricattatoria per tutelare meglio i propri affari: oltre alla mafia, in Lombardia c’è una “metamafia” istituzionale

https://menici60d15.wordpress.com/2010/06/08/i-professionisti-della-metamafia/

che mostra di combattere la mafia mentre copre e aiuta altre attività criminose non meno gravi, ma inserite nel circuito legale, come le frodi mediche.

Ilda Boccassini è da elogiare per la sua attività di repressione della mafia, ma è incomprensibile il titolo di “top global thinker” datole da “Foreign policy”. Un premio ai suoi meriti rispetto agli interessi degli USA, e all’ideologia che impongono; compresa questa di proiettare su una mafia che ci si guarda dall’eradicare i crimini e la mafiosità dell’economia legale. Qui a Brescia, dove Cancellieri è stata prefetto, interessi criminali internazionali e indigeni sono liberi di fare i loro comodi come i mafiosi nella Sicilia de “la mafia non esiste” di decenni fa; potendo contare sull’omertà, e sull’intimidazione istituzionale verso chi denuncia. Il riconoscimento a quello che attualmente è il più celebre magistrato lombardo appare essere un incentivo non alla libertà intellettuale, ma all’opposto al conformismo giudiziario e culturale di una magistratura e una polizia asservite ai poteri maggiori, che fiancheggiano forme di crimine istituzionalizzato ancora più forti e importanti della mafia.

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20 dicembre 2012

Blog de il Fatto

Commento al post “Chi, attacco alla Boccassini: dal mozzicone a terra alle calze a righe” del 20 dicembre 2012

Nonostante che le colpe di B siano un argomento così trattato che per alcuni è divenuto un mestiere, non si parla di uno dei peggiori danni inflitti da B. al Paese: l’instaurazione di standard negativi sui quali comparare gli altri attori pubblici. Così come Bersani, Grillo o Monti sembrano grandi statisti se paragonati a B., la Boccassini rifulge rispetto alle frivole stupidaggini di Signorini. Si potrebbero usare misure astronomiche: la Boccassini è 10 anni-luce sopra Signorini. Questa posizione rispetto a un intrattenitore mondano non ci dice in sé dove stia la Boccassini rispetto alla giustizia; a sua volta, pur avendo alcuni meriti, potrebbe trovarsi a 100 anni-luce dalla posizione di stella polare dove la pone la stampa che osanna i magistrati come salvatori dell’Italia. L’operato dei magistrati andrebbe valutato non relativamente a personaggi negativi, ma rispetto a standard fissi, non escluso lo stato di legalità e di giustizia del territorio sul quale operano. E in Lombardia, oltre alla ndrangheta e alle prostitute di B. , ci sono altre forme di criminalità, istituzionalizzata, che passano sotto silenzio; e che operano senza timore della magistratura, ma anzi guardano ad essa come ad una sicurezza.

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8 settembre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Limiti “lda Boccassini, giusto celebrarla ma deve ancora chiarire quel buco investigativo”

Ho avuto modo di chiedermi quale sia lo status previsto per la magistratura negli accordi segreti USA-Italia da Cassibile in poi. Sarei grato a chi mi indicasse informazioni e studi sull’argomento. Stefania Limiti nell’evidenziare un aspetto rivelatore elegantemente glissa su valutazioni estetiche e morali delle recenti esternazioni della Boccassini circa un legame sentimentale con Falcone. Ma i due temi appaiono collegati, perché per praticare la doppia lealtà essendo energici sia nell’una che nell’altra, il che a volte coincide col servire efficacemente i mandanti e perseguire validamente gli esecutori materiali, occorrono tipi umani particolari; dai particolari profili psicologici, dove convivano vitalità e rassegnazione. E questa uscita non necessaria – e deprimente – sugli abbracci con Falcone è anch’essa rivelatrice per comprendere, attraverso una delle sue figure più rappresentative, il ruolo della magistratura nella storia contemporanea dell’Italia. Inclusi i criteri di selezione esterni – che hanno avuto nell’uccisione di magistrati la loro manifestazione estrema – coi quali si è dato forma all’attuale magistratura.

Patologizzazione surrettizia e materiale

15 December 2011

Blog di Aldo Giannuli

Commento al post “Breivik e gli altri: siamo sicuri che siano tutti (e solo) matti ?” del 14 dic 2011

Postato su questo sito il 15 feb 2012  causa boicottaggio Telecom

Il prof. Giannuli vede un possibile fattore causale comune tra le stragi del norvegese Breivik e quelle avvenute nelle stesse ore ieri a Liegi e Firenze. Mi pare significativo che Breivik abbia citato l’Unabomber statunitense, portatore di un messaggio ideologico molto diverso, come ispiratore. Sulle ultime due stragi e la loro coincidenza – e sulle reazioni, come quella a cacio sui maccheroni di Sofri – sono possibili diverse ipotesi; questi episodi (come pure alcuni strani suicidi) spingono ad una serie di congetture che gli esperti dovrebbero studiare. Può essere utile, in questo bell’argomento di come la caratteriopatia sociopatica di chi ha potere possa usare come arma la psicosi, la distinzione tra patologizzazione surrettizia e patologizzazione materiale, che ho considerato a proposito dell’Unabomber del NordEst:

https://menici60d15.wordpress.com/leopardi-unabomber-e-altri-eversori/

Nella patologizzazione surrettizia si fa figurare come pazzo chi non lo è. Con la simulazione, come forse è avvenuto nel caso dell’Unabomber del NordEst. O con la calunnia; spesso aiutata da torti e provocazioni che provocano comportamenti rappresentabili come disturbati; così come ad un osservatore esterno doveva sembrare un matto Renzo Tramaglino mentre, roteando le braccia, e con esse i capponi che teneva in mano, andava dall’Azzeccagarbugli.

Non è così difficile simulare l’opera di un pazzo; o applicare l’etichetta di pazzo. In USA mi è stato insegnato che nella diagnosi microscopica dei tumori occorre tener presente che se si esaminano le cellule normali ad ingrandimento troppo elevato si tende a vederle come cancerose. Riflettei che avviene lo stesso con gli umani; Basaglia ha detto che “da vicino nessuno è normale” e lo “scrutiny” è elencato tra i sistemi per mobbizzare i whisteblowers. Benigni nel “Il mostro” fa dell’umorismo sulla pratica della parafrasi psichiatrica di comportamenti normali, e di come questa provochi un circolo vizioso. Gli effetti di stigma di questa forma di patologizzazione, e le forme illegali di controllo che spesso l’accompagnano, sono favoriti dalle ricorrenti notizie di stragi commesse da folli: tra le numerose valenze di queste notizie c’è anche quella di favorire la patologizzazione surrettizia di chi è inviso al potere.

Nella patologizzazione materiale gesti folli possono essere ottenuti “eccitando e incanalando i nuclei psicotici di qualche sventurato” (cit.). C’è una letteratura complottista, e anche mi pare una più attendibile, su queste pratiche. Anche qui è possibile una similitudine con la biologia dei tumori. La cancerogenesi appare essere un fenomeno “multistep”, avviene cioè per stadi. Fattori mutageni diversi possono agire sul DNA: quando la somma dei danni multipli raggiunge una soglia si ha la trasformazione neoplastica. Analogamente, in un soggetto predisposto, che ha già salito per cause diverse alcuni gradini della scala verso la psicosi, stimoli successivi, applicati in maniera deliberata e mirata, possono portare alla psicosi franca o innescare una crisi psicotica. Sono anche possibili giochi e intrecci tra le due forme di patologizzazione.

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Il fattore psicofarmaci evidenziato da Nicola Mosti è uno di quelli che hanno un rapporto efficacia/attenzione altamente favorevole dal punto di vista di chi potrebbe organizzare tali atti. Gli psicofarmaci sono tra i determinanti strutturali invisibili dell’attuale società. I magistrati tendono ad evitare l’argomento, nonostante abbia pesante rilevanza in gravi reati contro la persona. Otto anni fa segnalai rispettosamente l’utilità che la magistratura se ne occupasse al Procuratore Guariniello, specializzato in inchieste sulla sanità, che ha condotto diverse importanti indagini, e attualmente sta conducendo un’indagine sull’ingannevolezza delle affermazioni circa la capacità della Crescina di fare tornare il capillizio a precedenti splendori. Ne scrissi a proposito del caso Pantani:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/25/le-perizie-ballistiche/

Ma il ruolo degli psicofarmaci in esplosioni inattese di violenza non è nella fitta agenda degli interventi dei magistrati sulla medicina:

Il PM Nicastro come assessore alla sanità: la non complementarietà tra magistrati e tangentisti. Par. 17. https://menici60d15.wordpress.com/2010/02/27/1322/

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Nella cassetta delle ipotesi non può mancare la “patsy”, il capro espiatorio al quale attribuire l’esecuzione, e da esibire ai media, mentre la strage è stata materialmente compiuta da altri, da soli o in concorso con la patsy. Come è avvenuto per Lee Oswald, incastrato per l’assassinio di JFK; e, secondo le recenti ricostruzioni, anche per la strage di Portella della Ginestra, dove la patsy era il bandito Giuliano con la sua banda. C’è chi pensa che l’esperienza di Portella sia stata applicata a Dallas. Si è ipotizzato che Breivik sia una patsy consapevole.

Anche in altri fatti di terrorismo, come la dinamica del rapimento in Via Fani dello statista che non piaceva a Kissinger, e la successiva gestione, sembra possibile sospettare che vi siano stati più esecutori con piani diversi. Per diversi omicidi politici, la mafia può essere stata una patsy dalle mani insanguinate. Per es. quello di Pio La Torre, nemico vero della mafia ma anche severo oppositore delle basi USA in Italia; ucciso con un’arma in uso non ai mafiosi, ma all’esercito USA. La patsy può anche essere immaginaria; una figura fantomatica creata dai servizi, come ritengo potrebbe essere l’Unabomber nostrano. Anche la Nave dei veleni di Cetraro, che denunciai come bufala prima degli accertamenti, ha alcune caratteristiche della patsy.

C’è un ampio spazio, che non bisognerebbe scavalcare a “Ponte sullo Stretto”, tra i rettiliani e le labirintiche ambiguità di quelli che dovrebbero tutelare la legalità ma non si capisce da che parte stanno, o meglio lo si capisce ma si fa fatica a crederlo; o tra gli arcana imperii supertecnologici e i puttana imperii dei comunisti della varietà apprezzata da Kissinger, ai quali fa comodo una riesumazione del fascismo squadrista per fingersi di sinistra.

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11 ottobre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Casolari “Medicina difensiva: l’intervento psichiatrico deve svolgere un ruolo di controllo sociale?”

Casolari, medico psicoanalista, riferendo delle sue esperienze nel campo lascia pensare che i magistrati possano permettere, e talora favorire, l’uso della psichiatria come arma offensiva tramite la scusa della “medicina difensiva”. E’ interessante, anche per ragioni di ricostruzione storica. In Italia si è dato del pazzo perfino a Moro – mentre si evitava di farlo tornare a casa – mediante le valutazioni diagnostiche “nauseanti” [1] di Ferracuti, “collaboratore del Sisde in Italia e agente della CIA” [2]. Il segretario della ANM, Ippolito, definì come “un’ignominia degna della psichiatria stalinista” il trattare Moro come un soggetto bisognoso di trattamenti psichiatrici nel caso di una sua liberazione; piano che invece secondo Cossiga era stato preparato d’intesa con la magistratura. I magistrati smentirono indignati. Andrebbe notato che da parte di psichiatri e di altre figure dotate di potere amministrativo non solo il prestarsi a dichiarare falsamente malata di mente una persona, es. per screditare un testimone, ma anche il prestarsi a minacciarla di farla dichiarare pazza, per esercitare su di essa pressioni indebite, es. per intimidire un testimone, è una forma di violenza subdola e grave.

1 Nese M. Guerzoni: “In quella riunione decisero che era pazzo”. Corriere della Sera, 1 dicembre 1993.
2 Lupacchini O. In pessimo Stato. Koinè, 2014.

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17 aprile 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di Laura Quarà – Area pro labour – giuristi per il lavoro “Colleghi difficili e vita d’ufficio: ecco cosa fare in caso di conflitto sul lavoro”

Ridurre, come fa qui questa esperta, i contrasti sul lavoro alla dimensione psicologica e caratteriale – considerando addirittura disturbi della personalità “non conclamati” – favorisce, nelle forme più accese della universale lotta per l’interesse, il victim blaming e la patologizzazione della vittima. Lo mostra il caso estremo dei ‘whistleblower’ in ambito lavorativo, che studi riportano essere esposti al vedersi applicare false diagnosi psichiatriche che spiegano le loro denunce come frutto di disturbo mentale. L’analisi psicologica non è sminuita dall’essere subordinata al ‘reality check’, e non esenta dal guardare ai profili di correttezza ed equità e dal restarvi ancorati. Una impostazione equilibrata dovrebbe prima verificare la realtà dei fatti, il merito delle accuse che le parti si rivolgono, le circostanze e gli interessi materiali in gioco, e poi compararli con le rimostranze e i comportamenti e valutarne eventuali posizioni psicologiche distorte, infondate o esorbitanti. Se si parte dalle carenze affettive nell’infanzia e non si guarda mai all’osso conteso o predato, si può finire col fornire una vidimazione paludata allo scorretto (o al narcisista…) che di chi reagisce ai suoi soprusi o rivela i suoi illeciti dice “è pazzo”, e cerca di provocarne reazioni interpretabili secondo il catalogo che questa consulente sfodera subito: fobie, proiezioni, manie di persecuzione etc.

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Da:

2 giugno 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Ex Ilva, Bonelli (Verdi): “600 bambini nati con malformazioni a Taranto, ma governo rinvia presentazione dello studio””

In: ILVA. Dal cancro nascosto al cancro inventato

il gattamelata. Bene. In attesa che venga “silurato” anche Paci e le centinaia di altri autori che si occupano della questione senza farsi radiare, quindi vendendosi alle forze del male immagino, come me d’altronde, la invito sinceramente a cercare aiuto da un collega ancora abilitato. 

@ il gattamelata. In un Paese dove il capo dello Stato oversells mammography * e manda la figlia a fare da madrina ad operazioni di disinformazione a danno del diritto costituzionale alla tutela della salute (a proposito di psichiatria della medicina, il “diritto alla salute” è stato identificato come paranoia **); dove si ammette quando non lo si può più negare che si è peccatori per considerarsi quindi assolti e proseguire; dove chi dovrebbe essere censurato usa impunemente la psichiatrizzazione per screditare e minacciare chi sveli frodi sulla salute, il posto di chi non si adatta è quello del matto. Sono fortunato; abito nella città, e d’estate nel paesino, dei due psichiatri che si occuparono di spiegare le lettere di Moro sequestrato diagnosticando un disturbo psichiatrico. Cossiga affermò che i magistrati erano d’accordo nella psichiatrizzazione piduista, e nel fare internare Moro in psichiatria in caso di liberazione. In questi giorni magistrati accostano gli scandali affiorati su CSM e ANM alla vicenda P2 del 1981. Una magistratura che es. nel caso ILVA persegue solo la “mafia perdente” e aiuta l’altra, permettendo che in nome della lotta all’inquinamento si passi dall’industria dell’acciaio a quella delle truffe della medicina, che continua a consentire l’uso mafioso della psichiatria, è anch’essa ben integrata in un sistema folle e miserabile.

*Woloshin S et al How a charity oversells mammography. BMJ, 2012 345: e5132.

**Zoja L Paranoia. La follia che fa la storia. 2011.

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6 dicembre 2019

Blog de il Fatto

Commento al post “Genova, morto l’ex magistrato Mario Sossi: fu sequestrato dalle Brigate Rosse per 33 giorni”

Franceschini ha anche detto che su Sossi lo Stato pilotò le BR come con Moro. Risulta un progetto dei servizi per uccidere Sossi simulando un tentativo di liberazione. Tra i rapitori un infiltrato del Viminale, Marra.

Mario Sossi, 1974, durante il sequestro: “… Opportunisti, sfruttatori , manutengoli, ruffiani e vigliacchi, fanno vita comoda e nessuno li va a rapire. Per di più, qualcuno di essi ha la sfrontatezza di recitare la miserabile commedia del cittadino intransigente”! […] Una scelta “équipe” di psichiatri e psicologi, guidati dall’ineffabile P.E.T. [Taviani], ha sentenziato che, se non sono pazzo , poco ci manca; sono pazzo quel tanto che occorre per falsare il significato delle parole che dirò se uscirò di qui … “

Mario Sossi, 1979: “Poiché sono assolutamente convinto del carattere artificioso della guerriglia rivoluzionaria nostrana, non ho il minimo dubbio nell’individuare gli strateghi di queste operazioni in agenti segreti di potenze straniere”

A chi non appartenga alle categorie enumerate da Sossi, e non abbia altri deficit, queste righe del giudice dicono sul doppio Stato – anche su quello attuale – più di tanti libri e convegni.

@ Antandra. Andrebbe chiesto a Il Fatto. In effetti Franceschini, intervistato da Fasanella, ha raccontato in un libro (“Che cosa sono le BR”, postfazione del giudice Priore) come sia stato eseguito una sorta di trapianto di testa delle BR. Le vecchie BR furono decapitate da CC e servizi, e la vecchia testa, che già era manovrabile e bacata, fu sostituita con una nuova perfino peggiore totalmente controllata dallo Stato. Penso occorra ascoltare ogni fonte disponibile, senza considerarne nessuna come certa; né i terroristi che ci hanno ripensato, né i familiari, a volte fagocitati dal sistema come lo fu a suo tempo la vedova Matteotti (v. “La sindrome di Peppa nei familiari delle vittime”) né gli esperti, che non sono infallibili e, con un numero di lodevoli eccezioni, cucinano versioni ad usum delphini, praticando quello che chiamo il tolemaicismo (v. “Il tolemaicismo politico”), lo spiegare l’eversione in termini prevalentemente nazionali. Non sono un esperto, e i miei interessi e competenze sono diversi, ma ritengo di essere testimone diretto di alcune cose; quello che vedo è che le stagioni del terrorismo sono state solo una forma contingente del dominio sull’Italia, che continua dopo l’alibi della Guerra fredda con mezzi non vistosi, potendo contare per le necessarie attività eversive sul repertorio umano descritto da Sossi. Attività che includono il mantenimento, tramite epurazioni, di una classe dirigente e di istituzioni adatte.

@ Antandra. Anch’io considero Sergio Flamigni una risorsa preziosa. Barbacetto è ottimo come capacità professionali, ma come si vede qui per il rapimento del giudice Sossi, una storia torbida che getta luce sulle forze che percorrono l’ltalia, e quindi anche sul nostro travagliato presente, su questi argomenti un grande giornale alla ribalta come il Fatto non può scrivere che 2+2=4.

@ Antandra. Sì, da noi si è sviluppata l’arte di parlare di fatti gravi evitando le verità indicibili. Qui si è aggirato l’indicibile del caso Sossi rivolgendosi a un ex-terrorista che altrove ha effettivamente contribuito alla verità; ma riportando solo del suo “dialogo” con la persona che teneva prigioniera tenendogli una pistola alla tempia. Si può tacere la verità che si fa mostra di gridare anche facendo parlare un esperto, che dall’alto del suo sapere dia un taglio obliquo alla ricostruzione, cesellando dottamente su aspetti vividi ma secondari mentre lascia in ombra la cupa sostanza. Molto usato, in terra di preti, è sostituire al popolo come parte lesa dei delitti politici volti a tenerlo asservito e sfruttato i familiari delle vittime, col loro dolore che li rende incontestabili, e che in buona fede possono ripetere le versioni aggiustate (e perfino in certi casi trarne credibilità e vantaggi indebiti). I familiari messi a occupare oltre al loro anche il posto del popolo come richiedenti giustizia esonerano un popolo poco propenso a fronteggiare poteri forti e cattivi. Le vittime dirette, i testimoni di grado zero, se morti non parlano, e se vivi si fa in modo di screditarli, anche facendo leva sulla loro condizione psicologica, quella di chi è nelle mani di cialtroni con la pistola, come si fece con Sossi e con Moro.

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Blog de Il Fatto

11 dicembre 2022

Commento al post ““Benvenuti all’inferno, qui sono tutti ladri. Mi tengono senza luce per sparare in tranquillità”. I deliri online del killer di Roma contro i vicini”

Sarebbe interessante sapere come è stato possibile che abbia potuto, per di più coi precedenti noti ai CC, avere accesso ad un poligono di tiro; ad una Glock calibro 9; e portarsela via. Come con una bicicletta a noleggio a Villa Borghese. La tragedia è avvenuta in un genere di ambienti dove a volte malaffare borghese e uffici insospettabili ma equivoci si incontrano.

12 dicembre 2022

Commento al post di S. Montanari “Strage a Roma: quando rancore e risentimento ti portano a uccidere”

Il giorno prima della strage ho inconsapevolmente usato una delle espressioni del blog dell’assassino*. La giustizia deve servire “ne ad arma veniant”. Ma magistrati e forze di polizia hanno di fatto due funzioni: giurisdizionale e ontologica. La giurisdizionale: ergastolo, siamo d’accordo. La funzione ontologica, cioè di costruzione della realtà sociale e culturale, è falsa e perversa, essendo quella di dare vesti presentabili al “vassallismo”. Una gerarchia di feudi, dai maggiori, come la magistratura, che serve l’imperatore coonestando un’ontologia medica criminale*, ai valvassini di provincia cui viene lasciato parassitare usando i codici.

L’ontologia giudiziaria prevede, con la complicità degli psichiatri, di circoscrivere a malattia endogena lo sbroccare sotto le vessazioni protette dei vari feudi. Un apice dell’ontologia è che il mero non accettarle è segno di latente furia omicida, stigma che giustifica discriminazione e controllo. La Glock da asporto al poligono è coerente con la costruzione di tale apice.

Mandai a De Raho, DNA, un resoconto di come aggressioni condominiali – con istruzioni dei CC per l’impunità, nelle parole dei bastonatori – siano studiate per provocare e svilire, e favorire quindi impunità su grandi crimini delegittimando denunce. Ora parlamentare potrebbe occuparsene, se gli avanzasse tempo dalla missione di presentare i magistrati come emuli di Falcone e Borsellino.

I paradisi giudiziari per la grande criminalità biomedica . Sito menici60d15.

12 dicembre 2022

Commento al post di L. Casolari “Strage in condominio, questi casi non sono rari ma i servizi psichiatrici in Italia sono in difficoltà”

Una settimana fa su il Fatto Tescaroli ha ricordato il caso Vitale, il primo pentito di mafia, le cui accuse vere furono ignorate mentre fu, non senza fondamento, ricoverato in manicomio. Uscito, gli spararono. Siamo il paese dove si è arrivati senza problemi al livello cloaca di chiamare Moro impazzito per ciò che scriveva mentre lo si teneva fermo in balia dei sicari. Esiste anche la patologizzazione interessata, per giustificare carognate, viltà, ruberie, violenze, vessazioni, censure, omissioni e favoritismi giudiziari.

Bisognerebbe – ad essere onesti e professionali – includerla nella diagnosi differenziale. Considerando ovviamente le forme miste. Mentre suona interessato correre a chiedere più fatturato per gli psichiatri e ignorare che è comunque prevenzione l’impedire situazioni scatenanti tramite la giustizia amministrata lealmente dallo Stato. Tutt’altro: appare che la prassi sia procedere, forti di impunità, ad esasperare ad arte, in modo da poter chiamare folle la vittima. Sembra che si privilegi il prendere, il succhiare, il togliere a proprio vantaggio, soldi, potere, reputazione, da parte di amministratori, politici, magistrati, psichiatri. A oltranza. A questo soggetto, senza dubbio non equilibrato, ciò che è stato dato è incredibilmente una pistola di grosso calibro con la quale rafforzare la narrazione gaglioffa e miserabile che gli abusi protetti e favoriti da chi dovrebbe impedirli non esistono e chi se ne lamenta è un pazzo pericoloso.

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11 gennaio 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Francesco Bruno, morto il criminologo che si è occupato del mostro di Firenze e di decine di casi di ‘nera’”

Insieme al suo maestro Ferracuti (P2 e agente CIA*) diagnosticò un disturbo psichiatrico a Moro prigioniero. Sulla base di una lettera di Moro. “Il mio compito, ha dichiarato Bruno, avrebbe dovuto essere quello di aiutare il presidente della Dc a ricostruire la sua personalità provata dalla prigionia e da una condizione che lo stesso Moro aveva definito di “pieno e incontrollato dominio di altri su di lui”. Mi ricordo che all’ epoca si parlò della possibilità di isolarlo per alcuni giorni, come consigliavano di fare nei casi di “sindrome di Stoccolma” gli studi americani, in una stanza al policlinico Gemelli.”**

Nel 1993 Cossiga affermò che la Procura di Roma era d’accordo con l’internamento**. Suscitando proteste sdegnate. Cossiga non è una fonte sicura; ma non escluderei che abbia detto il vero, potendo portare a conferma una testimonianza di ciò di cui sono capaci i magistrati in conformità agli interessi criminali di chi controlla l’Italia. Per di più conoscendo come certi poteri, tradizionali servitori di chi controllando l’Italia ogni tanto chiede qualche testa, siano particolarmente di casa a Celico, come in altri paesini e città calabresi.

*Imposimato F. Doveva Morire. Chiarelettere, 2008.

**Cossiga: tacevo per carita’ di patria. Polemiche dopo le dichiarazioni di Cossiga Francesco sul progetto per accogliere Moro Aldo dopo un eventuale rilascio. “l’isolamento concordato con la Procura ” – Guerzoni: “in quella riunione decisero che era pazzo”. Corsera 1 dic 1993.

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vedi:

10 febbraio 2023. Restituzione della scheda elettorale, elezioni regionali del 12 e 13 febbraio 2023.
Tumbarello e Crisanti. Il supporto dei magistrati alla grande criminalità biomedica al tempo della gloriosa cattura di Messina Denaro. In: Milizie bresciane

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27 aprile 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Montanari “l caso di Paul Seung e la psicosi paranoica: quali sono i segnali d’allarme da non sottovalutare”

Viene nascosto che la diffidenza verso il potere è un valore. La si accosta invece alla follia violenta; e una classe dirigente debosciata fa presto a misclassificarla, criminalmente, come sintomo di pericolo dal quale proteggersi.

“tutti questi mezzi di difesa sono frutto del lavoro umano e richiedono una spesa; ma ve ne è uno che accomuna per natura le persone sensate, che è valido e garantisce la salvezza per tutti, specialmente per i governi democratici rispetto a quelli tirannici. Di che si tratta? Della diffidenza. Proteggetela, attaccatevi ad essa, se la conserverete non avrete a subire alcun male.”. Demostene, IV sec. AC.

“Lance DeHaven-Smith, a professor of Public Administration and
Policy at Florida State University and author of Conspiracy Theory in
America, argues that a suspicious attitude toward government is crucial to maintaining our democracy and supported by the realistic view of mankind and the potential for political corruption and misconduct foreseen by The Founders in the Declaration of Independence.

Labeling someone who is suspicious of criminal wrongdoing at the
highest levels of government a “conspiracy theorist” effectively frames them as paranoid crazies whose arguments should be rejected out of hand, a convenient way of avoiding rebuttal with evidence”. Stiles M. One idea to rule them all. Reverse engineering American propaganda, 2022.

Della dark triad – narcisismo, machiavellismo, sociopatia – diffusa tra capi e sergenti, non si parla.

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13 febbraio 2024

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Zamboni “Il ricorso al fine vita è un diritto, spero che l’Emilia Romagna l’affronti con la dovuta laicità”

A Mirandola, Modena, il 21 marzo 2020 è arrivato dalla Germania un carico extra di diecimila dosi di midazolam. Un depressore dei meccanismi del respiro. Col quale si è “trattata” l’insufficienza respiratoria delle diagnosi di covid, col risultato di uccidere. Il midazolam è tra i farmaci dell’eutanasia. E’ stato usato anche per condanne a morte, e si è visto che è una morte tutt’altro che indolore.

La “scelta” sull’omicidio medico è di fatto in mano non a chi lo subisce ma a chi lo esegue. Ai medici, che hanno incentivi a farne un pessimo uso. Consegnare ai medici il diritto sulla propria vita può facilmente tradursi nella sequenza sovratrattamento-colpo di grazia, con un aumento di dipendenza, indegnità e sofferenza*.

Tra le esche per imporre l’agenda dell’omicidio medico c’è quella, scolastica, della “laicità”. C’è una opposizione laica all’omicidio medico, es. **. Viceversa il clero, partecipe delle manipolazioni mediche con le quali si ottengono potere e ricchezza, gioca sull’ambiguità delle cure palliative. La prima distinzione è tra l’aiutare NEL morire, evitando l’accanimento e preservando la qualità di vita, che viene negato; e l’aiutare A morire, che tranne una minoranza di casi è un essere messi in condizioni tali da dover accettare come preferibile l’essere abbattuti. O un essere abbattuti d’ufficio, come avviene in UK.

*Il riduzionismo giudiziario nella frode medica strutturale: il caso del testamento biologico
**Yuill. Assisted Suicide: The Liberal, Humanist Case Against Legalization. 2013.

Stokasto. Completamente avvinghiato a CL?

@ Stokasto: Io “avvinghiato a CL”. Quella di “Tutto Chiesa e wc” (Travaglio, La scomparsa dei fatti). Di Chiaravalloti “passerà gli anni suoi a difendersi” (Travaglio, Mani sporche). Dei magistrati affiliati (questo l’ho scritto io: “Pubblicare la lista dei magistrati di CL”, 2008). Della concezione simoniaca del medico come sacerdote, G. Cesana. Di Cartabia asset per i mafiosi e il crimine farmaceutico. CL che ha dato un buon lavoro, soldi pubblici, a Moretti, BR-servizi, e ha aiutato Barbone, sicario di Tobagi (Fasanella, I silenzi degli innocenti). Mentre io sono tra quelli epurati tramite cricche come CL.

Sei tu che vedi le cose da un prospettiva a 90 gradi. Non mi riferisco alla postura simbolo di passività (anche se non è fuori luogo). Parlo della orizontalizzazione*: il convertire le ferree imposizioni del potere globalista, verticali, dall’alto al basso, come questa dello sdoganamento dell’omicidio, nelle sceneggiate destra-sinistra. Da verticale a orizzontale, una rotazione ad angolo retto. Quando fanno a gara nel servire il potere vero la finta destra, la finta sinistra, toghe anti-forchettoni, come la PM Siciliano, che duetta con Cappato per fare degenerare l’eccezione in norma di routine, e pro-forchettoni, come Nordio, iscritto all’ass. Coscioni, etc. **.

* L’orizzontalizzazione.
** Baruffe di corte: i baroni della destra e i mandarini della magistratura

 

Stokasto. Ama profondamente quello che scrive ed esagera. Il tema è serio e il Midazolam come lo Xanax (ben più conosciuto) è un ansiolitico che anche io darei a chi sta per essere giustiziato perhè condannato a morte.

Attento che questo è un argomento che mi tocca da vicino e potrei dedicarle molto più tempo per portare alla luce gli assurdi altarini con santini e croci che si è tatuato sotto la scucchia.

@ Stokasto: Il midazolam è sì una benzodiazepina ma non di quelle consumate a fiumi nella vita comune. Di uso specifico, crisi epilettiche, anestesia, può divenire efficace strumento di morte, deprimendo il respiro, tanto più in sinergia coi farmaci coi quali viene combinato, e con la somministrazione per infusione data la durata d’azione molto breve. Giocando su questo equivoco può essere usato per l’eutanasia del non consenziente, come è avvenuto col Liverpool Care Pathway. E come è stato denunciato per il famigerato protocollo covid NG163, es. **.

La rassicurazione falsa e ingannevole che il midazolam “è un ansiolitico come lo Xanax” ha dunque autentica rilevanza criminologica, che dovrebbe essere nota alla magistratura. Oltre a mostrare come l’omicidio sia il fine e non il mezzo della campagna per la morte facile, e come i mezzi siano quelli subdoli del veneficio.

*This Sedative Is Now a Go-To Drug for Executions. But Does It Work? NYT, 1 lug 2022.
**Evidence the UK Government authorised “mass murder” of the Elderly and Vulnerable by Midazolam injection and then blamed Covid-19. The Exposè 19 gen 2022. – Ahmedzai +9 altri. Managing COVID-19 symptoms in the community. BMJ 20 apr 2020.

Tintinnabulum. Neologismi, ceiptolalia, circostanzialità, tangenzialità, …direi più che si tratta di un disturbo del pensiero.

La grandiosità fa pensare che sia in fase maniacale, ma forse è psicosi. Non è facile fare diagnosi differenziale senza altri elementi.

@ Tintinnabulum: Il caso di Alessia Pifferi, che evitavo di seguire per quanto è triste, per me è divenuto interessante per la presa di posizione della Procura di Milano sulle psicologhe. Mi chiedo se lì si rendano conto di quali interessi di pendagli da forca sono andati a toccare, non accettando la carta jolly, “la matta”, della consulenza psichiatrica; la carta dei camorristi* e dei farabutti di alto bordo.

*C. De Rosa. I medici della camorra. Castelvecchi, 2017.

Syrantex. Yuill risulta molto più comico negli altri suoi libri (quando difende il secondo emendamento o quando sostiene che Nixon combattesse il razzismo). Il libro sul suicidio assistito, seppur altrettanto strampalato, non riesce a risultare allo stesso modo divertente.

@ Syrantex: CENSURATO

Chi interviene per dare del buffone che non fa ridere a un autore che contesta l’agenda Cappato; senza altra argomentazione? Ma è Syrentex, massone dichiarato, facile a giudizi rapidi come gli inoculi che difende: mi ha già dato del terrorista pericoloso, del mafioso, del malato di mente. A commento di un articolo qui su massoneria e politica, S. Limiti, 4 mag 2021, mi ha scritto che “le piacerà” leggere come la Iannini, “mai visto un GIP umiliare così un PM”, abbia bloccato le denunce sui massoni del notaio Marrapodi (poi trovato impiccato).

Non per lui, ma per chi leggesse, un altro autore laico che denuncia la pericolosità del progetto morte facile: Euthanasia and the ethics of a doctor’s decisions. An Argument against Assisted Dying. Bloomsbury Academic, 2021. Di Ole Hartling, medico, già chairman del comitato etico danese.

Non si faccia caso a Syrentex che sfregia coi suoi scarabocchi le copertine dei libri e le foto degli autori. Bisogna però annotare quali supporters ha il progetto “etico” della morte facile davanti a critiche come quelle di Yuill, Hartling, le mie. E osservare che mentre nei paesi anglosassoni c’è un’opposizione laica di medici, intellettuali, cittadini, nell’Italia cattolica Cappato, protetto da un cordone di troll, monopolizza la scena mediatica. E di voci mediche, di singoli, di Ordini, di società scientifiche, così forti e assidue nel chiedere e ottenere aumenti salariali, impunità e medicalizzazione, se ne sentono poche.

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15 febbraio 2024

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Saletti “Difendo le psicologhe di Alessia Pifferi: indagare due professioniste è un atto violento”

E’ interessante, per chi non ha competenze specifiche, che un soggetto affetto da gravissimo deficit intellettivo come la Pifferi sappia usare correttamente i congiuntivi. E allora? Anzi. Si approfitti della presenza di Nordio come Guardasigilli per sancire formalmente il diritto di psichiatri, psicologi, forze di polizia, magistrati, etc. all’insindacabilità, cioè al falso ideologico, nel definire il carattere, la morale, le capacità di una persona. Basta con i sotterfugi indecorosi come quelli per i camorristi*, o per tenere Moro nelle mani dei sicari, o per respingere come inattendibili le denunce di reati ai quali lo Stato collabora.

*C. De Rosa. I medici della camorra. Per la prima volta nero su bianco tutti i come e tutti i perché la criminalità organizzata strumentalizza la malattia mentale e le perizie psichiatriche per ottenere benefici di ogni genere. Una forma pericolosissima di «mafia dei colletti bianchi» che rischia di mettere seriamente in discussione il concetto stesso di giustizia. Castelvecchi, 2017.

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4 marzo 2024

Blog de Il Fatto

Commento al post “Lasciò morire di stenti la figlia, lo psichiatra: “Alessia Pifferi visse maternità come obbligo o fatica””

Mentre Santalucia, ANM, in queste ore si indigna sul test psicoattitudinale ai magistrati, e su una loro profilazione psichiatrica, i magistrati appaiono possibilisti con gli avvocati sull’uso nei procedimenti della perizia psichiatrica come jolly, come “Matta”.

Dalle lettere di Moro prigioniero Ferracuti, P2 e agente CIA, diagnosticò un disturbo psichiatrico. Nel 1993 Cossiga affermò che la Procura di Roma era d’accordo con l’internamento in caso di liberazione (Guerzoni: “in quella riunione decisero che era pazzo”. Corsera 1 dic 1993). Cossiga non è fonte attendibile, ma i magistrati appaiono approvare l’uso della psichiatria per affari indicibili. Come in altri casi, in questo abboccamento tra magistrati e avvocati si avverte una “fistola” tra narrazione, l’arma degli avvocati, e evidenza, il dovere dei magistrati.

Oggi su Il Fatto il gen. Jucci sulla distruzione di Moro: “purtroppo ci sono stati italiani che hanno operato seguendo le loro indicazioni [degli USA] per obiettivi che forse non dovevano essere né fatti né pensati”. “If overall responsibility for the strategy of tension rests with the United States, a great burden of guilt must be born by the Italians, without whose willing participation the country’s terrorist ordeal would never have come about.” (Willan P. Puppetmasters. The political use of terrorism in Italy, 2002). Oggi più di allora il parere pseudoscientifico è pomposo alibi a pavidità e tradimento. Come è avvenuto per il covid.

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5 marzo 2024

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Maddalena “Con i test psicoattitudinali si indebolisce la figura del magistrato e si infrange la Costituzione”

In “Primo, non curare chi è normale” lo psichiatra Frances – in precedenza tra i redattori del DSM che critica – denuncia come l’abuso della psichiatria possa servire a normalizzare la popolazione, a omologarla rendendola uniforme con un profilo fissato dal potere. Il danno delle valutazioni sullo stato mentale è anche questo, selezionare magistrati conformisti, che accettano le false narrazioni ufficiali come “fatti” (es. covid); oltre a quello di dichiarare pazzo chi individua reati di poteri intoccabili (un’infamia alla quale non sono estranei).

Per di più i magistrati di professione valutano il profilo psicologico e umano di chi hanno davanti. E attenti come sono alla carriera, anche quello dei colleghi. (E’ inquietante che con queste capacità si siano dati Palamara a rappresentarli…). Quindi sono in grado di individuare e fermare, volendolo, derive di colleghi.

D’altra parte la pretesa di nessuna sostanziale accountability rispetto all’esterno è insostenibile. In teoria e data la realtà. Un rimedio potrebbe essere adottare il principio dei gangster italoamericani*: associare le nomine a dei garanti. Chi nomina deve in certa misura, entro l’ambito costituzionale, rispondere di deviazioni del nominato. Si può immaginare con quale entusiasmo la proposta** – da estendere al resto delle alte cariche della PA – verrà accolta da cordate e capicordata.

* Fusco G.C. Gli indesiderabili. Sellerio, 2003.
** La ‘generatio aequivoca’ di professori universitari e magistrati

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23 marzo 2024

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Frodina “Test psicoattitudinali ai magistrati, il governo va fino in fondo: lunedì la norma in Cdm. L’Anm: “Sconcerto, disegno contrario alla Costituzione””

“Semerari c’è sempre. Se indagato, viene assolto. Anche dopo mesi di carcere per la strage di Bologna. È un professionista stimato, temuto e riverito, il perito più richiesto dai magistrati e allo stesso tempo il criminologo di fiducia della banda della Magliana e di Luciano Liggio, della camorra e dell’eversione nera.” “Un giorno un invito a casa di un magistrato, quello successivo al matrimonio di Renato Vallanzasca. Questo è Aldo Semerari”.*

La “verifica della salute mentale” è un attrezzo piduista. Roba da Semerari e Ferracuti*. Ma i magistrati non sono estranei al piduismo, né a questa sua particolare infamia. Alla quale ora rischiano di venire a loro volta esposti dopo che l’hanno favorita e mentre continuano a favorirla in combutta con il peggio del peggio.

*D. De Rosa. La mente nera. Un cattivo maestro e i misteri d’Italia: lo strano caso di Aldo Semerari. Sperling e Kupfer, 2014.

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25 marzo 2024

Blog de il Fatto

Commento al post di P. Frosina “Test psicoattitudinali agli aspiranti magistrati: al Csm togati e laici di Pd e M5s chiedono una discussione urgente. Martedì la norma in Cdm”

“carabinieri che tentarono di accreditare Peppino Impastato come una persona instabile sul piano psichico”. Subranni: “Purtroppo la signora Piraino [vedova di Borsellino, che riferì che il marito le aveva detto che Subranni era punciuto] non sta bene in salute. Forse un Alzheimer, non so quando cominciato” (Il Fatto, 25 marzo 2024, “Morto Antonio Subranni, l’ex generale dei Ros dei Carabinieri”). I gendarmi sono usi a questi mezzi molto poco onorevoli quando li chiama Mangiafuoco.

Con le valutazioni dello stato mentale si può facilmente invertire la realtà, fino a mascherare adducendo tare della vittima l’eliminazione di chi denuncia il crimine protetto dallo Stato; e mandare liberi killer di camorra e della banda della Magliana. Le valutazioni mentali sono, usando un termine della genetica, entità per loro natura pleiotropiche: servono da strumenti di verità e giustizia come da strumenti di falso e di crimine. E di selezione dei più smidollati intellettualmente e moralmente. Chi dettò il piano Gelli lo sapeva. Lo sanno bene anche i magistrati, i maghi del pleiotropismo, che non vogliono bere la medicina che vedono somministrare da farabutti e prescrivono essi stessi.

 

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Vedi anche:

Leopardi, Unabomber e altri eversori

L’essenza del mobbing risiede nella sua dinamica cumulativa

 

 

Nuove P2 e organi interni

8 December 2011

Il piduismo ha permeato di sé buona parte della massoneria italiana, come se tante piccole P2 fossero germinate ovunque, nelle principali città“. 

A. Cordova

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Blog di Aldo Giannuli

Commento al post “Il caso Bisignani-P4” dell’8 dic 2011

Il prof. Giannuli invita a non considerare le nuove Pn, con n>2, come una semplice prosecuzione della P2. E’ vero che ci sono differenze, forse legate a diramazioni: certi segni, come il magistrato che, denunciati meritoriamente i privilegi borbonici e gli abusi dei Consiglieri di Stato, invita a “una collaborazione sincera e duratura tra massoneria [buona] e magistratura” [1] portano a chiedersi se gli scandali giudiziari non riflettano una lotta intestina tra fazioni in lotta, portatrici di interessi e stili diversi. Inoltre, cambiato il periodo storico, occupandosi di affari invece che di “Guerra fredda”, forse le nuove Pn non si occupano più di sbudellamenti. Forse: v. Breivik. Però si occupano più di prima di budella, occupandosi di quel fondamentale settore dell’economia che è la medicina.

Forse è un caso, ma è stata la Corte d’appello di Brescia presieduta da Marra, poi dimessosi per lo scandalo P3, ad appoggiare la campagna sui cellulari che provocano il cancro, riconoscendo il nesso etiologico con una sentenza, la prima del genere in Italia. (Questa di scrivere pagine “acrobatiche“ di medicina – gradite al potere – è una delle attività improprie che distraggono i magistrati dal loro lavoro). La cancerogenesi a pile dei cellulari ha scarsissima plausibilità biologica, ma viene agitata in continuazione; in contraddizione col silenzio su radiazioni elettromagnetiche molto più potenti e che si sa per certo essere cancerogene, come quelle dei raggi X: i presunti e dibattuti pericoli dei telefonini sono noti al pubblico come lo erano gli unguenti degli untori sotto la peste, mentre gli si nasconde quanto gli addetti sanno, e scrivono nelle riviste scientifiche, che una quota non trascurabile e crescente di tumori sta venendo provocata da esami radiologici, spesso non necessari, in particolare le TAC. Ritengo che il cancro da cellulari sia un vero depistaggio etiologico. Peraltro attuato su scala mondiale; i piduisti nostrani di ieri e di oggi appaiono come gli operatori locali di movimenti di portata internazionale.

I nostri comunque fanno la loro figura all’interno di questa orchestra internazionale. Statistiche di questi giorni riportano che l’Italia ha la più alta incidenza al mondo di neoplasie dell’età pediatrica. Immediatamente, insieme all’inquinamento (fattore reale, negato o esagerato a seconda della convenienza) sono stati accusati i cellulari. Le Pn si occupano, insieme ai cugini delle forze di polizia, e agli zii della magistratura, di screditare e mettere a tacere chi indichi altri fattori, di tipo sociologico, e segnatamente criminologico, per questo record [2].

Va bene uno sguardo distaccato sui nuovi fenomeni piduisti; ma, soprattutto con una magistratura al 99% abituata, allora come oggi, a fare il pesce in barile, e a ingraziarsi i poteri forti, quando non è parte diretta della rete piduista, suggerirei ai comuni cittadini di non perdersi in distinguo eccessivamente sottili, e di non vedere con occhio più benevolo queste reti di potere; che mettono silenziosamente a rischio gli organi interni, cioè le budella, più di quando facevano fragorosamente esplodere le bombe o crepitare i mitra.

1. https://menici60d15.wordpress.com/2011/03/11/massoni-e-legalita/
2.https://menici60d15.wordpress.com/2008/12/17/sos-cancro-nei-bambini-e-sovradiagnosi/

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@Laura. Noi viviamo immersi in un mare di radiazioni elettromagnetiche. La vita sulla Terra si basa sulla radiazione solare. Vedere significa rilevare mediante i fotorecettori della retina le radiazione elettromagnetiche emesse o riflesse dagli oggetti, da tutto ciò che vediamo, nello spettro del visibile (l’informazione è poi trasmettessa al cervello, che la elabora). La luce visibile ha una lunghezza misurabile in decimillesimi di millimetro, e non ci fa venire il cancro. C’è in genere una relazione inversa tra lunghezza d’onda ed energia, e quindi una relazione inversa tra lunghezza d’onda e dannosità. La propaganda mediatica ha invece fatto sì che la relazione tra lunghezza d’onda della radiazione e percezione del danno che essa provoca sia diretta. I cellulari usano “radiazioni” ad alta lunghezza d’onda e quindi a bassa energia, misurabili in decimetri; sono circa un milione di volte più lunghe della radiazione del visibile. I telefonini non sono, come invece ci sembrano, scatolette magiche eccezionalmente potenti: si chiamano “cellulari” perché non sono che delle piccole radiotrasmittenti, capaci di trasmettere in un raggio di qualche chilometro, che necessitano pertanto che il territorio sia coperto da “celle”, ciascuna centrata da un’antenna, che formano la rete attraverso la quale si trasmettono i segnali.

I raggi X, che sono circa diecimila volte più corti della radiazione del visibile, e circa 10 miliardi di volte più corti delle radiazioni dei cellulari, data la loro elevata energia sono capaci di ionizzare, cioè di “scassare” le molecole togliendo loro elettroni, formando così composti nocivi e provocando mutazioni nel DNA. Stime mainstream considerano che in USA il 2-3% dei tumori sia dovuto a radiazioni mediche. Si stima, secondo fonti ortodosse, che una singola TAC in una persona di 25 anni incrementi dello 0.6% il rischio di morire di cancro. Una angiografia coronarica su una donna di 25 anni dà una probabilità su 143 di sviluppare un cancro della mammella o del polmone (D. Johnson, CT Radiation and Cancer Risk.What Healthcare Providers Need to Know, 2011, reperibile su internet). Per dare un’idea, una probabilità simile a quella di spararsi scegliendo, per un singolo giro di roulette russa, tra 24 revolver con tamburo a 6 camere posti su un tavolo, uno solo dei quali contiene una singola pallottola. Si ammette che nella pratica le dosi, e quindi i rischi, siano non di rado maggiori di quanto riportato dai dati ufficiali.

Io non amo i cellulari, che sono utili ma riducono la privacy, e la mia distanza dall’industria della telefonia, che Lei cita, è ancora maggiore di quella che sullo spettro elettromagnetico separa ai raggi X dalle onde radio dei cellulari; ma non bado alle “radiazioni” dei cellulari, che Lei teme; mentre avrei paura a farmi irradiare ripetutamente la testa con le TAC, come Lei fa tranquillamente. Ci sono buone ragioni, delle quali non si parla, come quelle di ordine pedagogico che avanzò lo psicoanalista Carotenuto, per non dare il cellulare ai bambini. In letteratura, sia pure in ritardo, si sta cominciando a cercare di stabilire protocolli per limitare le TAC ai bambini. Invece affermare che “poco importa e poco cambia” tra le “radiazioni” dei cellulari e quelle dei raggi X, cioè tra un gatto e una tigre, mostra su quale genere di convinzioni e quale livello di disinformazione si appoggia la campagna istituzionale che concentra l’attenzione sui presunti danni da cellulare. Si parla sempre di “scientificità”, “rigore”, ma questa è una mistificazione essenzialmente quantitativa, che dalle alte sfere discende fino a fare sostenere degli sproloqui agli zelanti sostenitori di base. Mi chiedo dove sono gli esperti di fisica, ingegneria, biologia, che potrebbero meglio di me spiegare l’equivoco e muovere critiche su questo depistaggio.

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@Giandavide.

a) A seminare paura indicando falsi colpevoli ci si guadagna in controllo politico, denaro e impunità. Soprattutto sul cancro: si spingono le persone ad accettare il cancro come una fatalità, una quidditas che pervade ogni cosa, e ad entrare nei meccanismi dell’oncologia temendo di averlo. I cellulari cancerogeni sono inoltre parte di una campagna di colpevolizzazione delle vittime che trasferisce le responsabilità dal potere alla gente; dall’inquinamento, quello vero, e dalla iatrogenesi, ai “lifestyles”:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/01/30/il-pornografico-e-l’osceno/

Intanto i cellulari continuano a vendersi come il pane, ed è sorto un mercato complementare sulla protezione da elettrosmog.

Il rasoio di Occam è un accorgimento ottimo per le ipotesi filosofiche e per quelle sulla natura (incluse quelle sulla correlazione tra lunghezza d’onda e pericolosità delle radiazioni elettromagnetiche); ma semplificare è controindicato per le trame del potere. Il principio euristico che trovo utile in questi casi è che il potere è più scaltro di noi gente comune.

b) L’elettrosmog della stazione radio Vaticana, sul quale inutilmente ho chiesto ai magistrati e al loro perito dati raccolti rilevanti ma omessi nella perizia, contribuisce alla paranoia sulle onde usate dagli apparecchi radio civili come raggi della morte; e ha le caratteristiche del “fare la pecora”, cioè accollarsi un reato per scagionare altri; o dell’accusarsi di un reato non commesso mentre si nascondono propri reati più gravi e autentici. Pratiche alle quali i preti, che evidentemente non credono nel giudizio divino visto il loro tuffarsi negli orrori del business medico, si prestano, con poco danno e bilancio netto positivo date le loro cointeressenze nel business medico e nella gestione del potere. La manovra riguarda anche la campagna di disinformazione e propaganda sulla leucemia infantile:

https://menici60d15.wordpress.com/2010/06/16/se-voi-foste-lo-scienziato/

Leggendo le due perizie, quella dell’accusa e quella di Veronesi, spiace dover dare ragione a quest’ultimo, che ha gravi responsabilità nella involuzione dell’oncologia in un fattore di crescita economica, e ritenere innocenti, dei reati ascritti, i preti, che sulla tutela dell’infanzia appaiono più vicini a Erode che al Bambinello. Ma sembra vigere il principio di economia dei neuroni, per il quale gli unici complotti e gli unici scandali che esistono sono quelli dei quali anche un cretino sa comprendere lo schema, e che vengono sbattuti in faccia dai media.

c) Nel caos disinformativo, e quello sui cellulari è una pacchia per i falsi progressisti di sinistra, si prospetta anche che i cellulari facciano bene (“Fanno bene al cervello? Non bisogna escludere nulla, neanche un effetto benefico delle onde elettromagnetiche dei cellulari” Repubblica, 28 nov scorso, in un dossier sulla pericolosità dei cellulari sull’onda della trasmissione Report). Sostenere che “non bisogna escludere nulla”, incluso che le onde radio dei cellulari possano addirittura contrastare la perdita di memoria da demenza senile, mostra lo stato pietoso delle facoltà critiche in età anteriore alla senilità in quelli che dovrebbero costituire il nerbo dell’opposizione alle manipolazioni del potere.

Le P2 vecchie e nuove hanno buon gioco in questo campo nel difendere gli interessi del business medico. Non siamo molto cambiati dai primi decenni del secolo scorso. Nel 1909 a Verbicaro, in Calabria, durante un’epidemia di colera, avvenne l’ultimo caso di linciaggio di una persona considerata un untore, un milite della Croce rossa. Negli stessi anni in USA sull’onda dei successi scientifici della fisica si diffondeva la credenza che la radioattività avesse proprietà salutari. Ci fu chi beveva acqua tonica radioattiva per vivere più vigoroso e più a lungo, finendo a volte con la mandibola mangiata dal cancro; e chi si applicava lo “scrotal radioendocrinator”, il cui inventore, che si vantava di essere il maggior bevitore di acqua al radio, morì di carcinoma della vescica. L’aura taumaturgica attorno alle radiazioni spinse ad applicarle ai bambini, che sono quelli nei quali gli effetti cancerogeni sono più pesanti. Ricordo, in un ospedale di Boston dove ho lavorato, la gigantografia di una vecchia foto di un’infermiera che si protegge il volto con una mano mentre con l’altra abbassa la leva del macchinario puntato su un bambino. In quell’ospedale pediatrico, nato come nave ospedale per curare i bambini con l’aria di mare, negli anni Venti si trattava la pertosse con i raggi X. Dagli anni Venti agli anni Cinquanta si sono irradiati con raggi X i bambini per patologie benigne come la tigna del capo, o per non-malattie come le tonsille o il timo ingrossati (Hemplemann et al. “Neoplasms in persons treated with X-rays in infancy: fourth survey in 20 years,” Journal of the National Cancer Institute, 1975: 50, 519-530).

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@Laura.

Veramente è il concetto che fisicamente tanti piccoli urti non fanno niente e una singola fucilata sì (a parte il fatto che gli effetti delle radiazioni ionizzanti sono cumulativi) che è di immediata comprensione; lo capisce un bambino e lo applicò Einstein per la spiegazione dell’effetto fotoelettrico che diede inizio alla meccanica quantistica e gli valse il Nobel; dovremmo capirlo anche noi che siamo in posizione intermedia tra questi due estremi. Io non sono in missione per conto di Dio contro tutte le diavolerie del potere; tento di occuparmi di quelle che ho trovato, all’inizio con stupore e smarrimento, nel mio campo, la medicina, ed è anche troppo. Dell’abuso delle moderne tecnologie per il controllo, in campo generale e medico, ho parlato [1]. E pure sugli effetti sull’economia, e quindi anche sulle nostre borse, della frode medica strutturale [2]. Qui però stavamo parlando di altro: di come si cincischi sulla cancerogenicità di onde radio a debolissima energia per meglio tacere dei danni di quelle ad alta energia, e di altri fattori cancerogeni; e di come e perché le istituzioni dello Stato e quelle dello Stato parallelo aiutano e proteggono le credenze irrazionali che Lei, e scienziati accreditati, sostengono.

Continuando quanto ho detto a Giandavide sulle concezioni popolari irrazionali sulle onde elettromagnetiche, alla fine del Novecento si è sviluppato l’uso, che dura fino ai nostri giorni, degli screening per prevenire il cancro mediante immagini radiologiche. Cioè di prevenire il cancro esponendo masse di persone sane a cancerogeni. I tecnici, come Irwin Bross, che denunciarono la pericolosità di tale pratica, hanno perso, se non la vita come rischia Lei a quanto dice, il lavoro e la serenità. E’ di 3 giorni fa il più recente studio ortodosso che smentisce i precedenti trionfalismi degli studi “scientifici” sullo screening della mammella, ridimensiona i benefici, evidenzia i danni che comporta e auspica un cambio di trend [3] (mentre da noi si punta ad espanderlo [4,5]); stenta a decollare la proposta, sostenuta da interessi potenti, di sottoporre a TAC i fumatori per prevenire il cancro al polmone. Probabilmente questa resipiscenza sugli screening ha a che fare con quei mutamenti epocali economici e politici considerati dal prof. Giannuli; altre forme di sfruttamento della medicina, diverse, si stanno preparando. Può darsi che in futuro gli storici accomuneranno le bizzarrie che nella prima metà del Novecento vedevano nella radioattività una fonte di salute agli screening mediante esami radiologici di fine secolo e del secolo presente. E che pratiche come il sottoporsi fiduciosamente a ripetute irradiazioni delle mammelle a scopo diagnostico verranno viste come rituali apotropaici, che speculavano, come in una forma religiosa, sul desiderio di salute e sulla paura di morire. Questo scambio di opinioni tra Lei e me potrà mostrare i motivi e i meccanismi del successo di tali operazioni.

1. https://menici60d15.wordpress.com/2010/05/10/privacy-sicurezza-e-panottismo/
2. https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/15/la-medicina-come-rimedio-ai-limiti-della-crescita-economica/
3. E Hitt. UK study finds lack of net benefit for mammography, Medscape, 9 dic 2011
4. https://menici60d15.wordpress.com/2011/10/16/teenage-cancer/
5. https://menici60d15.wordpress.com/2011/11/25/lo-sfruttamento-del-bias-da-sovradiagnosi-in-oncologia/

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19 ottobre 2012

Blog de Il Fatto – sezione Scienza

Commento al post “Cancro al cervello dopo anni di cellulare. Cassazione: “C’è legame, sì all’invalidità”  ” del 18 ottobre 2012

Il depistaggio giudiziario sul cancro

L’operato dei magistrati si può valutare dai mondi che le loro sentenze raffigurano. Nel mondo delineato dalle sentenze della Cassazione la P2 non è pericolosa, mentre i cellulari fanno venire il cancro. Credo che nel mondo nel quale viviamo sia vero il contrario; e che questa campagna globale, in Italia affidata anche alla magistratura, sul cancro da onde elettromagnetiche del telefonino, una tesi tanto implausibile quanto propagandata, sia un depistaggio. Un depistaggio giudiziario, nel quale i magistrati non sono depistati ma depistano coonestando false accuse; mentre lasciano impunite forme delittuose di esposizione a cancerogeni autentici. Un depistaggio che in realtà favorisce il cancro, coprendo e proteggendo altri fattori cancerogeni, o fattori che provocano diagnosi di cancro, che sono ben accertati ma vengono lasciati nell’ombra perché legati al profitto: le radiazioni ionizzanti del consumismo radiologico; le sovradiagnosi di cancro, frodi istituzionalizzate e su larga scala che generano enormi guadagni illeciti; i cancerogeni chimici nei prodotti di consumo e da inquinamento.

Nuove P2 e organi interni
http://menici60d15.wordpress.c..

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@iosono. I cellulari sono utili, ma manca nella discussione comune una critica sociologica al loro uso; es. lo psicoanalista Carotenuto ha trattato della dannosità di farli usare ai bambini, controllandoli come con una sorta di braccialetto elettronico. Non amo i cellulari, ma sostengo che i cellulari come causa di cancro fanno da “pecora”, alla quale addossare colpe maggiori e inconfessabili.

Guardando la calca davanti ai negozi Apple, mi chiedo piuttosto perché la gente ne è tanto innamorata. Così innamorata che forse attua il meccanismo di difesa dello spostamento, accettando di attribuire al telefonino colpe diverse da quelle che ha realmente. I libri sul cancro da telefonino si trovano negli stessi centri commerciali che li vendono. Il dissenso vero però non si trova in genere sugli scaffali dei supermaket.

Vedi anche:

La disinformazione circolare sulle cause di malattia

https://menici60d15.wordpress.com/2012/09/21/la-disinformazione-circolare-sulle-cause-di-malattia/

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Celebrazioni dell’estate 2013

 

1 agosto (censurato) – 3 agosto 2013

Blog di A. Giannuli

Commento al post “Bondi minaccia la guerra civile: ridiamoci su, ma nel caso facesse sul serio…” del 3 agosto 2013

Memorabile il 1 agosto 2013: condannato Berlusconi. Esultanza generale; resistono i “nostalgici”. 20 giorni prima a Gela le istituzioni hanno celebrato lo sbarco delle truppe USA in Sicilia nel 1943.

Il popolo non ha saputo opporsi né alla disgrazia Mussolini, né alla disgrazia B.; anzi li ha sostenuti. L’invasione della Sicilia da parte di forze straniere, che fu accompagnata da stragi di prigionieri di guerra italiani, e dalla semina della mafia di varietà atlantica, segnò l’inizio di una catastrofe dalla quale non ci siamo più risollevati; cosa c’è da festeggiare?. B. ha raccordato la corruzione all’italiana col liberismo, del quale ha rappresentato la forma adolescenziale; ora, caduto in disgrazia presso i poteri forti, recita la sua parte, accortamente, sapendo che se sta al gioco non gli succederà nulla. “Cala il sipario sul buffone di Roma” scrive il Financial Times, e gli italiani approvano; approvando così anche i piani sull’Italia delle forze delle quali in Financial Times è espressione.

I pagliacci in genere lavorano in coppia, e oltre all’Augusto di Arcore bisognerebbe parlare anche de “il Bianco“: i post-comunisti, ora al governo con l’odiato nemico. Ma quando anche la platea è composta da clown pretendere certi distinguo – e certi accorpamenti – è anch’esso motivo di risate. Personalmente ho un motivo in più per ricordare queste celebrazioni. Il 1 agosto, mentre i magistrati condannavano B., il Fatto censurava il seguente commento all’articolo: “Sanità, cittadini e ben-essere” di D. De Felice:

“Preg.mo Dr. Armando Rossini,

lei viene accostato come magistrato ad una campagna “legalitaria” per l’introduzione di una cartella elettronica personale, che porterebbe a un “maggior controllo della spesa sanitaria”, e ad evitare che “la salute del cittadino sarà in balia di persone che la usano a propri fini di guadagno a scapito della collettività”. Le segnalo l’articolo “Digital records may not cut health costs, study cautions”, Lohr S. NY Times. March 5, 2012, che contesta tale assunto: almeno in alcuni casi, la “e-health” appare fare aumentare i costi, e favorire interessi venali, come la prescrizione di esami non necessari. Uno studio citato nell’articolo suggerisce che in USA essa abbia favorito forme di comparaggio, che in Italia è un reato. Vi sono poi altre obiezioni, e pericoli per il cittadino, che sarebbe lungo esporre.

Devo aggiungere che i magistrati, mentre non assicurano una giustizia efficiente, che contribuirebbe alla salute e al ben-essere dei cittadini; mentre non contrastano, tutt’altro, la censura del dissenso sugli interessi della medicina commerciale, sono inclini a spendersi in operazioni di marketing biomedico che sarebbe sciagurato considerare a priori essere a beneficio del popolo. Io preferisco parlare di princìpi, prima che di regole; ma secondo sia i princìpi, sia le regole della legalità e della democrazia i magistrati queste cose non dovrebbero farle.”

Così i magistrati, mentre cacciano attori dei quali gli Alleati si sono stancati, come fecero al tempo di Tangentopoli, danno una mano ai silenziosi sbarchi di prodotti USA che non vanno nell’interesse della salute, del benessere e della libertà dei cittadini.

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27 ottobre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post “Anm, Vietti: “Magistrati evitino invasioni”. Carbone: “Incandidabilità è questione etica” del 26 ottobre 2013

Il dr. Maurizio Carbone, segretario dell’ANM, sostiene che la magistratura svolge un ruolo di supplenza della politica anche in campo bioetico. Seguendo da anni i rapporti tra magistratura e questioni mediche, posso dire che tramite omissioni, parzialità, connivenze e interventi attivi la magistratura sta di fatto svolgendo, al fianco della politica, un articolato ruolo di complice in grandi operazioni che dovrebbero essere dette “biocriminalità”.

Poco prima di essere eletto dal Parlamento al CSM, Vietti ha dichiarato: “La sanità oggi deve essere concepita non come una spesa infruttifera per fornire ai cittadini un semplice servizio solidaristico, ma come motore di sviluppo, capace di alimentare sia la ricerca che una occupazione qualificata”. Con un’impostazione politica così radicale, non c’è da meravigliarsi che il servizio giustizia su questioni mediche divenga un servizio all’imprenditoria medica. Ricercare la crescita economica e il profitto tramite le cure mediche è roba da cannibali. Attali, banchiere, anni fa scrisse un libro che si intitola “Vita e morte della medicina. L’ordine cannibale”.

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13 novembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di B. Tinti “Giustizia o verità, sbagliare è umano”

@ Iachi. Io seguo gli interventi della magistratura su questioni mediche, e noto la apparente credulità della magistratura su questioni – in realtà commerciali – come le staminali. Mi pare curioso che mentre si attribuisce alla “scienza” un potere cognitivo portentoso e immediato, sulle verità su fatti umani, quelle che un PM, o un maresciallo dei CC o un ispettore di polizia che sanno il loro mestiere possono nella gran parte dei casi ottenere o approssimare, si diventi dei pensosi filosofi, e si reciti “l’ignorabimus”.

Vedo che spesso i giudici decidono in base alla “verosimiglianza” come criterio estetico, quando non dovrebbero, e trascurano la veromisiglianza bayesiana, cioè le probabilità a priori, quando dovrebbero tenerne conto. Sono d’accordo con le sue conclusioni: se è come dice lei, che “la verità non esiste”, allora si è autorizzati e in certi casi tenuti a giudicare sistematicamente le decisioni dei giudici.

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@ Iachi. Non è troppo serio essere creduloni sul raggiungimento di verità sulla natura, e invocare Godel o Heisemberg sull’accertamento della verità su fatti umani. Soprattutto se si fa il magistrato. Il magistrato che facesse discorsi come i suoi mi ricorderebbe Totò chirurgo che davanti all’addome che ha aperto esclama “che cos’è la macchina umana”.

Filosofi quando conviene, poi. Non si può mettere in croce un innocente, o un perseguitato, e servire Barabba, con la massima superficialità, e poi lamentarsi accorati dei limiti metafisici della conoscenza. I magistrati ritengo traggano prestigio dalla loro capacità di raggiungere la verità su fatti umani. Nel momento in cui si dice che la verità non esiste, che la loro è una valutazione di plausibilità e verosimiglianza, e alla fine li si lascia fare come loro conviene, ci si pone di fatto al di fuori dei valori che lei elenca. Anche se li si usa come scudo, o come carapace.

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@ Iachi. Grazie per l’affermazione “un giudizio senza prove e dimostrazioni è una opinione e come tale è aria fritta: sono gli argomenti e le dimostrazioni che come tali danno loro consistenza e peso.” E’ esattamente, quello, dimostrabile per tabulas, che a volte fanno i magistrati, a favore di grandi interessi. Mi fa piacere che ora stia tentando di dare una definizione di verità, che prima considerava inesistente. La verità non viene prodotta, ma raggiunta. Invece di “una tesi che regga alle verifiche” le propongo la definizione classica di ”adequatio rei et intellectus”. Sa, col criterio di resistenza alle verifiche si può sempre incaricare qualche magistrato di fermare, abusando del proprio potere, chi potrebbe mostrare la falsità di certe tesi care a grandi interessi.

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@ Iachi. Scusi, non è lei che ha scritto sopra: “Non è poi così abissale, in realtà è semplicissimo: la “Verità” non esiste, esiste solo la verosimiglianza, la plausibilità e i giudici decidono in base a questa. ”. Il mio pensiero negativo sulla magistratura deriva da constatazioni empiriche. Volendo trovare un punto d’incontro, lei paragona l’operato dei giudici al dibattito culturale. E’ così, ma non dovrebbe essere così. Le decisioni dei giudici, date le loro conseguenze sulla persona e sulla società, dovrebbero appartenere ad un livello superiore, paragonabile a quello per i calcoli della struttura di un ponte o degli elementi scientifici per l’applicazione di cure mediche. Io ho un’impressione vicina alla sua, che a volte i giudici impugnino la loro penna con la leggerezza, interessata, di tanti critici letterari o cinematografici. Ma la vita di una persona non è un film.

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@ Iachi. Credo che dal diritto possano venire ottimi insegnamenti metodologici per la ricerca scientifica, che attualmente ha un’impostazione empirista e quindi anti-razionalista. Questa della verità diversa a seconda dell’iniziale maiuscola o minuscola mi pare appartenga però alla retorica giudiziaria. La verità è bene considerarla la verità per corrispondenza tra mente e cosa, che è unica, prima di addentrarsi in disquisizioni epistemologiche.

La plausibilità è un concetto diverso: una affermazione plausibile può essere vera o falsa. Nella ricerca medica, la plausibilità biologica è uno degli indizi (criteri di Bradford Hill) per stabilire un rapporto causale (criterio importante, e spesso volutamente trascurato quando si devono lanciare promesse di “wonder drugs”, es le staminali). Sono sicuro che sulla plausibilità i giuristi possono dire cose più utili che mescolarla e confonderla, erroneamente, con la “verità”.

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@ Iachi. Un asino che vola non è implausibile. E’ impossibile. Haldane, matematico e biologo, calcolò che un angelo, per come viene raffigurato nell’ iconografia religiosa, per poter volare dovrebbe avere muscoli pettorali spessi oltre un metro, e essere scheletrico. Chiamare “verità” la circostanza che le cose stanno in realtà come si pensa o come si afferma che stiano è una definizione ”autoreferenziale” ? E’ preoccupante questa ostilità verso il concetto di verità e verso il buon senso. Se i magistrati la pensano come lei, questo spiega tante cose.

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@ Iachi. Dalla plausibilità al posto della verità a “mutazioni genetiche che dotano della possibilità di eludere la forza gravitazionale” (pensi che io evito espressioni come “è nel suo DNA”, conoscendo le fantasticherie alle quali dà luogo il determinismo genetico). Passando per la realtà che non esiste in sé, ma è conseguenza del suo essere ricercata. Complimenti anche a lei: certo che ne ha di ottave lo strumento che lei riesce a suonare. Mi auguro però che non sia questo il genere di “musica” delle aule dei tribunali.

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2 dicembre 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Abati “Uranio impoverito, carabiniere malato di tumore. Tar: “Piena responsabilità Stato”

Il carcinoma papillare della tiroide non è “una patologia gravissima” come scrivono i giudici: la prognosi è molto buona. Il carcinoma papillare della tiroide è tra le alterazioni che oggi si riconosce essere sovradiagnosticate. La sua incidenza è esplosa con l’uso dell’ecografia. E’ una di quelle alterazioni che più le si cerca, più le si trova; si dice infatti che la sovradiagnosi sia dovuta a “zelo” diagnostico. Per arginare il boom di diagnosi si è anche proposto di cambiargli il nome, per le lesioni di piccole dimensioni: da cancro a micro PLIC (micro papillary lesion of indolent course).

I noduli diagnosticati come carcinoma papillare della tiroide si presentano più frequentemente tra i 20 e i 40 anni. Mettendo da parte questo particolare caso, una diagnosi di carcinoma papillare della tiroide è il modo adatto per spillare soldi dei contribuenti e goderseli, dichiarandosi vittime dell’uranio impoverito, sfruttando lo zelo di magistrati e medici. La diffusione di notizie del genere si rifletterà inoltre negativamente sulla popolazione civile, favorendo il business della sovradiagnosi. La guerra è stupida, la guerra è il ladrocinio che si fa violenza, e questa è una delle sue bave.

Morris LGT et al. The increasing incidence of thyroid cancer: The influence of access to care. Thyroid, 2013. 23: 885.

Too much medicine. Brito JP. Thyroid cancer: zealous imaging has increased detection and treatment of low risk tumours. BMJ, 2013. 347: f4706.

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4 dicembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post “Stamina, il Tar accoglie ricorso Vannoni contro nomina comitato scientifico”

Le staminali di Vannoni e di alcuni magistrati sono il Pacco. Le staminali della sen. Cattaneo e di altri magistrati sono il Contropacco.

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13 dicembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Bellelli e M. Bella “Il Papa e Stamina: la cura percepita”

@ Teodoro Lascella. Se si applica il ragionamento del TAR, per il quale gli esperti non devono essere “prevenuti” contro una nuova proposta, allora più grossa uno la  spara maggiore sarà il suo potere di ricusazione degli esperti. Il bello è che il paradosso è evitabile con un concetto che i giudici amministrativi padroneggiano: la “ricevibilità”. La pretesa di un esperto di marketing di curare con una terapia miracolosa e segreta dovrebbe essere respinta come irricevibile. Irricevibile sul piano etico, scientifico e giuridico.

In condizioni normali si valuterebbero inoltre eventuali profili psichiatrici o penali. Ma gli ordini di scuderia sono di fare ammuina sulle staminali, per radicare false speranze nel pubblico; sia sulle staminali di Nature che su quelle di Padre Pio. Il TAR si adegua, con una versione togata dell’ideologia scientista imposta dal liberismo: il futuro è una tabula rasa, e tutto vi è possibile grazie alla scienza; la scienza – purché accreditata dalle magistrature dello Stato – è il solo oracolo che può indicare se la guerra sarà vinta o persa; ciò che il mondo già conosce sugli uomini, e la scienza sulla natura, non conta; se non in forma parziale e distorta, quando conviene al papa o al re.

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4 gennaio 2014

Blog Don Chisciotte

Commento al post di M. Fini “Vietare Stamina, come chiudere Lourdes”

Massimo Fini difende Stamina, pur ritenendola inefficace, in nome della speranza, che contrappone alla “tracotante arroganza della Scienza moderna”. Stamina in realtà è parte di tale arroganza, basandosi su una teoria ufficiale; che, molto meno fondata di quanto si fa credere al pubblico, Stamina aiuta a lanciare nell’opinione pubblica coi lamenti strazianti dei pazienti e dei familiari. (V. “La frode delle staminali” nel sito menici60d15). La speranza può essere considerata un diritto se è caritatevole. Ma questa è speranza usuraia: è una speranza basata sulla soppressione di valide alternative. Che è esattamente quanto teorizzano i manuali di marketing sanitario. Uno strozzinaggio sulla speranza che i magistrati legittimano ordinando le cure Stamina riconoscendo la sua posizione di “unica alternativa”. L’ammettere tale speranza tossica, che gioca sulla inefficacia per fare profitto, danneggia il diritto alla tutela della salute, che implica una ottimizzazione dell’efficacia e dell’onestà delle cure. Abbiamo a volte bisogno di speranza; ma dovrebbe trattarsi di speranze oneste, speranze di buona qualità, non di fili di paglia venduti come rami d’oro dai cravattari della medicina e dai loro tanti complici.

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2 febbraio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di T. Colluto “Metodo Di Bella, per giudice deve essere a carico del servizio sanitario nazionale”

Considerando che le cure oncologiche sono in genere deludenti rispetto alle promesse e ai soldi spesi, bisognerebbe resistere all’impulso di aderire a una delle due parti, e guardare al quadro più ampio: quello di uno scandalo acceso ad arte che pone un falso dilemma, in ogni caso sfavorevole al cittadino. Solo superficialmente infatti la sentenza pro Di Bella si contrappone all’ufficialità. Essa va nel senso del lasciare la scelta al paziente; che è ciò su cui il business punta per ottenere “sviluppo”, cioè sempre maggiori profitti. Dietro ad una parte valida, riguardante la variabilità biologica tra individui e le preferenze personali, la medicina soggettiva è una medicina commerciale e nociva, che sostituisce i bisogni oggettivi del paziente con i suoi desideri, facilmente manipolabili. In medicina l’anarchia non è meglio della scienza corrotta. Al business fanno comodo entrambe.

“”La sanità oggi deve essere concepita non come una spesa infruttifera per fornire ai cittadini un semplice servizio solidaristico, ma come motore di sviluppo””; Vietti, vicepres. CSM. Con sentenze come questa i magistrati stanno introducendo – a danno della tutela della salute e dell’onestà dei commerci artt. 32 e 41 della Costituzione – l’ideologismo della medicina dei desideri, dove il paziente sceglie il prodotto; che, come per Stamina, dopo la libera uscita ““alternativa”” verrà sfruttato dalle multinazionali, dalla finanza e dalle case di cura private.

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8 marzo 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. De Felice “Novartis-Roche: chi guadagna sulla salute dei cittadini?”

Le truffe sono due, ingegnosamente accoppiate. Una è quella, ora nota, della falsa differenziazione dei 2 farmaci. L’altra è quella ideologica del sostenere che l’azienda è il contraente forte: “il farmaco è suo e fa quel che vuole” (D. Minerva); incluso non metterlo in commercio se non le conviene. Quindi lo Stato, invece di governare e dire all’azienda produttrice “il tuo è un trucco illegale, fammi l’Avastin in preparazione per uso oftalmico” dovrebbe eludere le leggi stabilite dall’industria, favorendo l’off-label; andando così verso la deregolamentazione dei farmaci già approvati per altro uso, che mette a rischio la salute e aumenta la spesa sanitaria e i profitti aziendali.

E’ pericoloso e ingannevole presentare come rimedio agli abusi l’off-label, che è la base per forme di comparaggio sistematico con giri di affari di decine di miliardi di euro (Big pharma often commits corporate crime, and this must be stopped. BMJ 2012;345:e8462), e porta a sovraprescrizioni che hanno provocato morti di pazienti

Con Avastin-Lucentis Big Pharma ha fatto come quei tassisti che fanno il giro lungo per far pagare la corsa più del dovuto. La multa ha anche il merito di mettere in luce una pratica scorretta. Ma aprire all’off-label sull’onda del caso sarebbe come sostenere che per assicurare che i tassisti seguano il percorso più breve occorre prevedere per loro deroghe al rispetto delle precedenze, dei semafori e dei sensi vietati; e che così il servizio migliorerà.

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@ Giorgio Muccio. Non vi è stata discussione, ma censura, perché – sotto elezioni politiche – le mie risposte, e quindi le mie critiche alle posizioni del m5s sono state censurate da il Fatto (v. Il grillismo al servizio del capitalismo predatorio). Ora non vedo in cosa mi avresti smentito. Spero che tu non voglia ricominciare coi toni urlati dell’altra volta.

Il paragone del basarsi sui dati del navigatore satellitare per stabilire la tariffa del tassista sarebbe simpatico se non avesse due difetti: a) nella realtà spesso il dato, cioè la possibilità materiale di estendere correttamente l’uso, non è disponibile; questa dell’Avastin è una eccezione (che si strumentalizza per farla divenire regola). Ma spesso si va a braccio, basandosi su pareri di esperti che si è visto sono di routine p-a-g-a-t-i dalle multinazionali (bada che se insisti a trascurare ciò so io a chi rivolgermi: ai grillini, che queste cose le denunciano…). b) come annunci, la tendenza all’opposto è risolvere imboccando comunque un senso vietato, ma facendo rovesciare la freccia che lo indica ai vigili urbani in modo da fare sembrare la cosa legale. O mettere segnali mobili, che si possono togliere o invertire a seconda di chi passa. Così come la segnaletica è necessaria ma non sufficiente alla sicurezza stradale, non è salutare ridurre i problemi dell’off-label, che sono primariamente medici, e tecnici, a un gioco di commi, di leggi, di atti burocratici, mettendo in secondo piano la sostanza.

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@ Giorgio Muccio. 1) Pecco di logica “mucciana” (e quindi mentirei). Ma contra factum non valet argumentum. Le mie risposte a te non sono state pubblicate, e per lasciare memoria dell’accaduto l’ho segnalato a suo tempo all’Ordine dei giornalisti (cfr. I grillini al servizio del capitalismo predatorio). La cosa è inoltre dimostrabile con le copie di quanto postato e quanto scomparso.

2) Questo è un altro dei casi, es. quello in corso di Stamina (v. La truffa delle staminali, sul mio sito), nel quale si favoriscono grandi interessi illeciti in medicina montando uno scandalo, anche giudiziario, con un “malamente” al quale si contrappongono i “buoni”. Il malamente cattivo lo è davvero (le multinazionali, Stamina); ma la soluzione presentata dai “buoni” è in realtà ciò verso cui i grandi interessi illeciti volevano andare a parare.

Si combatte un male a favore non del suo opposto, la cosa giusta, ma di uno dei suoi contrari, un altro male. Le allucinanti pretese di Vannoni (prima lanciato poi attaccato dai grillini) danno credito alla truffa delle promesse terapeutiche infondate delle “rigorose” staminali ufficiali. I trucchi su Avastin portano a presentare la pratica corruttrice dell’off-label come un liberatore dalla corruzione. Questi scandali sono un’occasione irresistibile: permettono di presentarsi come paladini del bene e allo stesso tempo servire il potere. Il M5S e la magistratura agiscono come minimo in termini troppo superficiali rispetto al loro ruolo dichiarato.

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23 marzo 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Vaccini, procura di Trani apre inchiesta su possibile connessione con autismo”

Sarebbe meritorio se qualche Procura indagasse senza pregiudizi, a 360°, sui fortissimi incrementi di diagnosi psichiatriche su bambini, e di conseguente somministrazione di psicofarmaci. La Procura di Trani invece rilancia un’ipotesi screditata; e quindi ricaccia ancor più nell’ombra i solidi elementi, non difficili da individuare, che imporrebbero di considerare – anche tramite indagini giudiziare – se il boom di diagnosi di autismo sia legato a sovradiagnosi (cioè a diagnosi “gonfiate”; alla “S. Rita”, per intendersi).

Così distorta, l’indagine della magistratura è un depistaggio e uno spot pubblicitario a favore del business dell’autismo; e non ridurrà i danni causati dagli eccessi sui vaccini, e dai loro pericoli, ma aumenterà i danni della epidemia di diagnosi di autismo. Bisognerebbe introdurre un reato di “propaganda di malattia”. Prevedendo aggravanti per chi fa di questi servigi agli interessi illeciti del business biomedico abusando dei mezzi e della credibilità che gli vengono dal suo ruolo di medico, giornalista, magistrato, amministratore pubblico.

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31 marzo 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.Spinazzola “Vaccini, le contestazioni in Rete e la comunicazione scientifica”

Scienza? La definizione e la diagnosi di autismo, o “disturbi dello spettro autistico” sono quanto di più arbitrario e proteiforme. Da casi gravi a piccoli disturbi, senza un denominatore comune univoco. Dai markers genetici al famigerato “occhio clinico”, passando per le definizioni stipulative e mutevoli dei chiacchierati esperti del DSM. Da malattia rara e peculiare a “epidemia” con incrementi esplosivi Si ammette che sia sovradiagnosticata, per l’influenza di fattori sociologici, come, in USA, i vantaggi che la diagnosi comporta per familiari e medici. Quali sono gli effetti dell’inclusione di casi di ritardo mentale nell’autismo? Qual è in questo calderone eterogeneo e cangiante dell’autismo il peso di varie eziologie; inclusi i casi, rari, ma non inesistenti, di danno neurologico da vaccino? Qual è il peso delle pressioni per estendere la diagnosi per vendere di più, creando allarme, disinformando, depistando, con i magistrati e i NAS che intervengono a orologeria – rafforzando quello che appare come un bias – insieme agli allarmi della letteratura “scientifica”, amplificati dai media?

Senza definire l’oggetto di cui si parla si può litigare all’infinito, tra gli zeloti che gridano “è scienza” senza mostrarla e senza rispondere nel merito alle critiche e gli zeloti che accettano a occhi chiusi la tesi che è tutta colpa dei vaccini. Qual è la definizione scientifica, e quali sono i conseguenti corretti criteri diagnostici dell’autismo? Se esistono.

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2 aprile 2014 – Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo

Blog de Il Fatto

Commento al post “Giornata autismo, da uno studio canadese “Spiegazione scientifica a introspezione”

Un bambino, una persona, su 80 affetta da autismo? Ma dove sono?
Non è che è una malattia che sta diventando “di moda”?
Lungi da me sottovalutare una malattia indubbiamente grave e per cui non ci sono ancora cure certe, ma mi sembra che vengano bollati come autistici anche bambini che sono semplicemente introversi, magari immaturi, senza concedergli il beneficio della crescita coi propri tempi. E questo non aiuta gli autistici veri che necessitano di aiuto.
E’ anche vero che il numero degli psicologi e psicoterapeuti ultimamente è lievitato a dismisura, e devono pur lavorare…..

@ Once in a while. Secondo quanto comunicato in questi giorni dal CDC, in 10 anni, dal 2000 al 2010, la prevalenza dei disturbi dello spettro autistico sarebbe aumentata del 120%. Cioè sarebbe più che raddoppiata; per una malattia ora comune, della quale l’umanità non si era accorta fino a ieri. Analisti finanziari prevedono che la prevalenza continuerà ad aumentare del 10%-17% all’anno. Si sta creando quello che gli esperti chiamano “disease reservoir”: l’equivalente di un giacimento, di un bacino idrico, da sfruttare economicamente. In termini di paziente-anno (i diagnosticati hanno spesso speranza di vita normale), si è stimato che sarà paragonabile a quello del più grande mercato neurologico, l’Alzheimer.

Occorre considerare la propensione antropologica ad abbandonarsi ciecamente alla credenza che le parole mediche denotino sempre e fedelmente cose reali. “Una nuova malattia fu lanciata sul mercato, una nuova parola fu coniata. Un conio aureo: COLITE! […] La colite si diffuse come un incendio per tutta Parigi. La mia sala d’aspetto era così piena di clienti che alcuni dovevo metterli in sala da pranzo” (A. Munthe, Storia di San Michele). Certe etichette diagnostiche, a partire da quelle ottenute estendendo in maniera arbitraria e vaga la diagnosi di patologie reali e gravi, possono diffondersi come incendi. Soprattutto quando i pompieri fanno un secondo lavoro al servizio di chi ha interesse a che si butti benzina sul fuoco.

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Brescia, 7 aprile 2014

Procura della Repubblica
Procuratore aggiunto dott. Nello Rossi
Piazzale Clodio
00192 Roma

Procura della Repubblica
Sostituto procuratore dott. Stefano Pesci
Piazzale Clodio
00192 Roma

racc. r/r online

La responsabilità ontologica dei magistrati nella frode medica strutturale. Il caso dell’Avastin per uso oftalmico

Egregi magistrati

ho saputo dai media che dopo la multa della AGCM avete prontamente aperto un fascicolo per truffa e aggiotaggio riguardo al caso Avastin-Lucentis; mentre il Parlamento sta approvando, sull’onda del caso, la legge sullo off-label. Vi segnalo a riguardo una raccolta di commenti, “Sulle regole per la Roche”, nel mio sito [1], dove mostro che le accuse hanno fondamento (anche se difficilmente si potranno produrre gli estremi per condanne penali; e passata la – opportuna – buriana verranno tutti assolti); ma sono anche strumentali alla liberalizzazione dell’off-label.

Lo scandalo che indagate per diffusione di notizie false e che turbano il mercato è un caso particolare; che dà a sua volta una rappresentazione fortemente distorta, fino all’assurdo e al ridicolo, presentando con un non sequitur la deregolamentazione dell’off-label come soluzione generale. Il caso mediatico che col vostro pubblicizzato intervento state consolidando è a sua volta un mezzo per commettere il genere di illeciti che ipotizzate; e anche peggio, perché andrà inoltre a danneggiare la salute dei cittadini. L’esperienza dell’off-label in altri paesi mostra chiaramente come sia una pratica corruttrice, che farà intascare mazzette ad amministratori pubblici e a medici, falserà il mercato, aumenterà la spesa e metterà a rischio la salute del pubblico. Accettando passivamente la questione nei termini imposti, la magistratura sta aiutando a passare dal secundum quid al dicto simpliciter; a spegnere il fuoco con la benzina.

Una discussione razionale e onesta dovrebbe considerare i ben noti pericoli dell’off-label, nell’ambito della più ampia tendenza in atto per la deregolamentazione dell’immissione di nuovi farmaci nell’uso clinico. Immissione di “nuovi” farmaci, o di un nuovo uso di farmaci già introdotti, che spesso danno vantaggi marginali o nulli, o sono in realtà clinicamente svantaggiosi, a costi monetari astronomici. Beffardamente, ciò è mostrato dagli spudorati via libera, contro l’evidenza sperimentale e il parere degli esperti, conferiti proprio all’eroe di questa storia, l’Avastin, per il suo impiego primario come antitumorale [2]. In un’ottica corretta, sarebbe necessario distinguere tra giuridico e scientifico; tra off-label di fatto e off-label di diritto. Invece la certificazione giuridica e amministrativa viene a sostituirsi surrettiziamente alle garanzie scientifiche.

Da tempo registro interventi clamorosi della magistratura in campo medico che ottengono l’approvazione del pubblico sollecitandone l’indignazione ma che, anche nei casi dove hanno dei fondamenti, sono di fatto, oltre il livello superficiale sul quale giornalisti, politici e non ultimi i magistrati si attestano, strumentali a grandi interessi illeciti (Pantani, ILVA, elettrosmog, Green Hill, i vaccini come causa dell’epidemia di diagnosi di autismo, etc.). Li raccolgo nel post “Nuove P2 e organi interni” [3]. Attendo la conclusione della prolungata indagine del PM Guariniello su Vannoni e complici per illustrare come anche la vicenda Stamina sia uno scandalo montato ad arte a favore del business legale e a discapito della salute e dei beni dei cittadini; e con quanta puntualità la magistratura abbia di fatto recitato la sua parte in questa frode in grande stile (v. anche “La frode delle staminali” [4]).

Con i casi che solleva, e con quelli che tiene al di sotto dell’orizzonte dell’opinione pubblica, la magistratura ha il notevole potere politico, che chiamo “ontologico” di contribuire a costruire la realtà culturale e sociale del Paese (il segretario dell’ANM invece lo chiama, a proposito della medicina, “ruolo di supplenza in campo bioetico”); e ha una conseguente “responsabilità ontologica” (che non esclude responsabilità di altro tipo, più tradizionali). Appare che la magistratura stia mettendo a profitto tale potere, giocando un ruolo politico a favore delle grandi frodi mediche che mettono l’industria medica alla testa dell’economia legale. Appare che la magistratura stia sistematicamente operando nel comporre un panorama artificiale funzionale alla concezione liberista della medicina enunciata dall’attuale vicepresidente del CSM Vietti [5]; e funzionale agli interessi particolari che ne beneficiano.

Non solo, ma appare che la magistratura stia inoltre fornendo, con atti ed omissioni, insieme alla pars construens, l’opera di censura di cui necessitano gli scenari che si vogliono mostrare al pubblico come la realtà entro la quale vive. In altre parole, sta operando in maniera sofisticata per diffondere il falso e nascondere il vero a favore di grandi interessi illeciti. Il potere e il prestigio della magistratura stanno venendo impiegati a fini scenografici, per allestire una realtà posticcia. Incluso l’esaltare e indorare ciò che è lercio e venefico e l’imbrattare e distruggere ciò che sarebbe sano e utile.

Posso ad es. prevedere che riceverò rappresaglie e forme di discredito, tramite le istituzioni dello Stato, per avere scritto questa lettera. Mi ha molto colpito l’affermazione di un magistrato, Pier Luigi Dell’Osso, ora Procuratore generale a Brescia, secondo il quale la P2 era solo un organizzazione affarista, che non aveva alcun intento di eversione dell’ordine costituzionale . E’ un esempio di ontologia giudiziaria; per me la P2 non solo era, come esposto da studiosi e specialisti, uno dei bracci operativi usato da poteri forti volti per controllare il Paese, ma era (o è) un caso particolare di un fenomeno più ampio, che si può chiamare piduismo, cioè la sovversione dello Stato tramite le sue istituzioni. Oggi col declino del Paese si vede più chiaramente come controllo politico sotterraneo e “affarismo”, cioè sfruttamento economico istituzionalizzato e su larga scala, confluiscano.

Tra le attività del piduismo odierno c’è quella di creare le ontologie mediche desiderate dal grande business. Es. a Brescia i problemi della sanità secondo i magistrati locali sarebbero l’elettrosmog, un depistaggio rispetto ai cancerogeni reali [3] e una propaganda per le sovradiagnosi di cancro; e Green Hill, trampolino per un movimento di opinione che porta al ridimensionamento della sperimentazione animale, nell’ambito dell’indebolimento del metodo scientifico per favorire il profitto, e distrae dal tema di una ricerca biomedica sempre più ridotta a strumento speculativo [6].

Mentre un’operazione bresciana criminale e allucinante come la terapia Stamina presso una grande struttura pubblica, una ciarlataneria di Stato per far apparire per contrasto decenti le staminali “scientifiche”, una manovra pubblicitaria sulla pelle dei pazienti per lanciare il megabusiness basato su un bluff delle staminali ufficiali, non è stata fermata; non avendo nulla di illecito, almeno a quanto è dato sapere al pubblico. E chi denuncia queste cose è solo un medico marginale e inattendibile, un soggetto strambo e sospetto, di dubbia moralità, da tenere sotto sorveglianza; coloro che in città commettono reati, abusando dei mezzi e delle strutture dello Stato e del potere legale, al fine di proteggere questo status quo criminale, e aggravarlo, sono liberi di delinquere, da quelle stimabili persone che sono.

Con composizioni “ontologiche” del genere la magistratura sta giocando un ruolo importante nel dare corpo a una sorta di “piano di rinascita democratica”, che cancella i buoni princìpi e scardina le buone regole e li sostituisce con nuove regole a favore dei grandi affari illeciti della medicina e a danno della tutela della salute; mentre i soggetti che sono d’intralcio vengono epurati.

Il dottor Dell’Osso è allo stesso tempo, come altri magistrati di successo, un sostenitore della necessità di concentrarsi sulla mafia. Anche questo vedere solo la mafia e non il piduismo mi sembra un’ontologia distorta. La mafia invece di venire stroncata viene utilizzata dallo Stato come minaccia per ottenere il consenso e la sottomissione dei cittadini [7]; la lotta alla mafia serve come diversivo e alibi per favorire le attività illecite di chi occupa le istituzioni, incluso il piduismo. Ammassare le forze sul fronte della guerra interminabile alla mafia e negare l’esistenza dell’eversione piduista, lasciando completamente sguarnito quest’altro fronte, personalmente mi pare una contraddizione grottesca. Sia per i legami tra le due forme criminali; sia perché, nella mia esperienza, il comportamento piduista delle istituzioni assume spesso le forme oblique e trasversali, vili e turpi, caratteristiche dell’intimidazione e della violenza mafiose.

Distinti saluti

Dr Francesco Pansera

Dr F. Pansera
Via Tosetti 30
25124 Brescia
https://menici60d15.wordpress.com/

Note:

[1] https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/30/sulle-regole-per-la-roche/
[2] Fairman A. K. Curtiss F.R. Regulatory Actions on the Off-Label Use of Prescription Drugs: Ongoing Controversy and Contradiction in 2009 and 2010. JMCP, 2010. 16: 629.
[3] https://menici60d15.wordpress.com/2011/12/08/nuove-p2-e-organi-interni/
[4] https://menici60d15.wordpress.com/la-frode-delle-staminali/
[5] “”La sanità oggi deve essere concepita non come una spesa infruttifera per fornire ai cittadini un semplice servizio solidaristico, ma come motore di sviluppo”. Michele Vietti.
[6] https://menici60d15.wordpress.com/2011/05/16/sperimentazione-animale-uno-spoglio-etico-2/
[7] https://menici60d15.wordpress.com/2010/06/08/i-professionisti-della-metamafia/

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9 aprile 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Clinica Santa Rita, Brega Massone condannato all’ergastolo. Arrestato in aula”

Anni fa una ricerca svizzera, di G. Domenighetti, prendendo in considerazione interventi chirurgici comuni (appendicectomia, tonsillectomia, isterectomia, etc. ) ha mostrato che se il paziente è un medico l’indicazione all’intervento chirurgico viene posta meno spesso che nella popolazione generale; e che gli avvocati condividono con i medici questo trattamento “astensionista”.

Credo che i magistrati, che per professione vedono di cosa sono capaci gli uomini per avere denaro e potere, e che si stanno dando molto da fare con la medicina commerciale, abbiano capito che genere di tiri può ricevere di questi tempi chi si rivolga al medico o al chirurgo per una sospetta patologia neoplastica. E come non ci sia bisogno di arrivare agli spropositi di Brega Massone, e di Pansera Marco, ma si possa usare il coltello o il veleno senza necessità restando formalmente nei limiti legali. Con questa condanna all’ergastolo i magistrati stanno anche mandando il segnale, agli appartenenti alla corporazione cugina, di non fare certi scherzi se il paziente è un magistrato.

Dovrebbero capire di che si tratta anche le persone comuni. Per es. riflettendo sulla frase di un primario italiano nell’introduzione allo studio di Domenighetti: “Lo sparviero campa sulla credulità dei piccioni”. E leggendo “Sovradiagnosi” di G. Welch, ed. Il Pensiero Scientifico.

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L’immagine data dai magistrati di un caso aberrante isolato in una medicina sana, garantita dai poteri dello Stato, è rassicurante, ma non corrisponde al vero. Questa è la esile coda di una panciuta curva di distribuzione. Un caso non comune (ma neppure unico) che si pone all’estremo di uno spettro continuo di una prassi generalizzata di sovradiagnosi e sovratrattamenti, che vengono praticati in massa e di routine in forme più sottili e sofisticate. In forme legali, protette dalla stessa magistratura e dalle forze di polizia -anche con mezzi illeciti- e sfruttate anche da alcuni dei soggetti ammessi come parti civili.

La magistratura con questa sentenza punisce solo chi ha voluto fare di testa propria e esagerare fuoriuscendo dalle regole di un business che prevede la sovradiagnosi e il sovratrattamento in forma strutturale, ma entro limiti definiti, che impediscono eccessi controproducenti per il profitto. Come sarebbero controproducenti per un traffico di banconote false di buona qualità degli spacciatori che prendessero l’iniziativa di spacciarne, insieme a quelle ricevute, altre di qualità scadente, facilmente riconoscibili come false, mettendo sull’avviso pubblico e autorità.

Portando alla luce un caso dove la mostruosità è evidente e annunciando, per il godimento della piazza, la più terribile punizione, la magistratura mantiene nell’ombra la banalità del male che pervade l’odierna medicina quotata in borsa; male al quale non è estranea.

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1 giugno 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di B. TInti “Giornali e talk show: quelli che… ho ragione io e basta”

Attribuendo ai magistrati un “pensiero sferico”, cioè obiettivo, non orientato da pregiudizi e secondi fini, ma aperto ad ogni risultanza e possibilità razionale, il dr Tinti scambia il prescrittivo con il descrittivo. Sì, dovrebbe essere così, e a volte è così; probabilmente alcuni magistrati sono maestri di questo modo alto di leggere la realtà. Ma, quando sono in gioco grandi interessi, a volte il ragionare dei magistrati da sferico diventa “perico”, cioè a pera, deformato a favore di tali interessi. Lo vedo nel mio campo, la medicina, dove i magistrati coi loro interventi e le loro omissioni sono divenuti importanti produttori di veline, non in contrapposizione ai media ma insieme ad essi. Contribuendo così in maniera determinante ad una costruzione mediatica della realtà gravemente distorta, a favore di grandi interessi illeciti; tanto che penso che si dovrebbe considerare una “responsabilità ontologica” dei magistrati. (v. “Nuove P2 e organi interni” reperibile su internet).

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7 giugno 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Stamina, dopo 3 mesi ripartono le infusioni Intervento su Federico, bimbo di 3 anni”

Chi dice di rispettare la scienza dovrebbe tacere, e guardare col fiato sospeso. Infatti, è in corso a Brescia un alto esperimento scientifico di medicina rigenerativa: la sapiente rigenerazione dell’imene morale per i medici del locale ospedale, che dopo avere appiccato il fuoco applicando Stamina vengono aiutati a tirarsene fuori, presentandosi con un secchio d’acqua in mano e proclamandosi alti difensori delle preclare virtù mediche, delle quali si ricordano ora. Chi dice che le staminali non funzionano (io: v. “Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale”, su internet) avrà motivo di ricredersi, davanti ai risultati di questa ricrescita più lesta e sbalorditiva di quella per la quale vanno famose le urì del paradiso islamico.

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@ Lucio_oh. Copernico, e anche Tolomeo, erano grandi matematici. Qui la disputa è tra il mazziere del banchetto del gioco delle tre carte e un compare che tra il pubblico finge di avere capito il trucco per invogliare gli altri a giocare. Una sceneggiata che permette ai Simplicio di credersi dei Galilei.

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8 giugno 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Martelli “Stamina: a Brescia riprendono le infusioni, il direttore dell’Aifa minaccia le dimissioni”

A tutti i magistrati del caso Stamina andrebbe fatto presente che sono coinvolti in una frode “bait and switch” (v. “Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale”); attuata usando i pazienti come pedine sacrificabili. Frode che sta evolvendo in un noto schema di m

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12 aprile 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Amendola “Uno scudo penale per i vaccinatori serve a poco, ma resta un nodo irrisolto”

In USA eseguii col mio direttore, neuropatologo, perito della pubblica accusa, nella sala settoria del medical examiner un’autopsia su una paziente morta in seguito ad intervento neurochirurgico. Il neurochirurgo responsabile era dello stesso centro universitario, e col mio capo lavoravano quotidianamente assieme, erano amici, e partecipavano a stabilire reciprocamente lo stipendio dell’altro. Di giri simili di assegnazioni di perizie autoptiche giudiziarie ne ho visti anche in Italia.

Assicurare formalmente l’impunità ai medici che obbediscono ai diktat sanitari facendosene esecutori, mentre si puniscono e ricattano quelli che non si adeguano, sarebbe un progresso in termini di giustizia rispetto a quanto prospettato da Amendola e Nello Rossi. Vale come brocardo una battuta di un personaggio di Fellini: “Se un ladro ha la faccia da ladro in fondo è onesto”. E’ relativamente meno iniquo, e come caveat emptor è più sicuro per la salute dei cittadini, che si riconosca apertamente l’impunità, non nascondendo la debolezza istituzionale e personale; invece che fingere uno Stato di diritto, con azioni giudiziarie pro forma, che rafforzano reti di potere procurando ai magistrati il pizzo della reverenza da timore e da favore ottenuto. Le perizie affidate agli Ordini possono essere come le indagini su un capo dell’ANM corrotto e corruttore affidate a quelli che lo hanno eletto e ne hanno beneficiato. (Con Palamara e Cantone entrambi amici di mons. Paglia, non si è lontani da ciò).

arketing basato sull’illusione cognitiva scientificamente descritta detta “effetto di dominanza asimmetrica”, o “decoy effect”; nel quale Stamina è il decoy, le staminali ufficiali sono il prodotto da lanciare, e la critica razionale e onesta al progetto delle staminali terapeutiche il “prodotto” da eliminare. Ma appare inutile e rischioso esporre tali ragionamenti a magistrati che nell’investire di poteri straordinari Andolina dicono di non sapere che è accusato di truffa per avere già esercitato quelle stesse attività.

Suona un pò buffo che l’ingiunzione provenga da Pesaro: i marchigiani hanno fama di essere mediamente gente cauta e moderata. Ma l’impressione che si tratti di un colpo di testa è sbagliata. Non so se i magistrati siano marchigiani, ma certo non corrono il rischio di sollevare nei loro confronti quell’ostilità che costò cara a un grande Italiano proveniente dalla provincia di Pesaro, Enrico Mattei. Che invece era uno “anomalo”, che non attaccava il cavallo dove vuole il padrone. Stamina è un caso di virulentazione del crimine per via giudiziaria, e di marketing giudiziario, nell’ambito di un intrigo servendo il quale si ottiene anzi la benevolenza di chi muove i fili.

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@ Palorzo. Questa che si possano capire questioni complesse senza alcuno sforzo e senza studiare fa parte delle idee sbagliate che vengono propagandate dal caso Stamina. Il mio è appunto un invito ad approfondire, per chi vuole. L’articolo che cito è di circa 11000 parole. Su Wikipedia c’è la voce “Decoy effect”, e su internet vi sono diversi articoli che lo spiegano. E’ un concetto che necessita di un certo impegno per essere capito; se lei ha la pazienza di studiarlo e capirlo, poi si può proseguire a parlare. Un Nobel per l’economia, che ha studiato questo genere di illusioni cognitive, parla di “pensiero veloce e pensiero lento”. Il pensiero veloce, quello dei media e dei commenti da 1500 caratteri max, è più comodo, ma per capire bene ci vuole il pensiero lento. Altrimenti si rimane a cincischiare col “Vannoni ciarlatano o eroe”, e le cose vanno a finire dove le stanno portando i giudici della sua ridente regione.

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“CB: Pero i giudici, per la gravita e la risonanza del caso, non dovrebbero permettersi un pensiero veloce. Non dovrebbero permetterglielo le istituzioni, se sono pigri.”

@ CB. E’ vero. Ma anche gli “scientifici” dovrebbero comprendere che verità e veridicità sono due variabili diverse, per quanto connesse. E il fatto che la scienza abbia una particolare capacità di approssimare la verità non implica che chi agisce a suo nome sia automaticamente veridico, cioè non dica bugie. E possa quindi porre il suo operato al di fuori, e sopra, della legge e del controllo di legalità.

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@ dalfattopassiamoaifatti.  “Chi vende farmaci e cure”, cioè le multinazionali farmaceutiche e altri giganteschi soggetti economici, è proteso alla “innovazione” cioè a immettere sul mercato nuovi prodotti, a maggior valore aggiunto. Sfruttando la circostanza che nella società attuale la gente sembra non stancarsi mai di chiedere nuovi farmaci sempre più meravigliosi. L’idea delle staminali panacea non l’ha inventata Vannoni; lui piuttosto la propaganda. Se fossi al posto dei magistrati, sarei interessato a conoscere cosa sa Vannoni, esperto di marketing, di tecniche di marketing come l’introduzione di prodotti decoy per influenzare i consumatori a favore di altri prodotti; dato che Stamina appare avere una funzione di questo genere.

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1 luglio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Giuseppe Uva, caso infinito. Il gip: “Indagini contraddittorie, ne servono altre”

Di ieri la notizia che il presidente del tribunale di Brindisi ha dato disposizioni per evitare che le persone si presentino un tribunale in shorts, infradito. etc. Giusto, ma non si dovrebbe scambiare il decoro con la dignità. Casi come questo di Uva, casi dove si permette alle forze di polizia – posso testimoniarlo – di fare i guappi del quartiere, indicano che i magistrati tengono più al decoro che alla dignità della loro funzione e del loro lavoro.

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10 luglio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Sanità pubblica, ecco l’integrazione con le assicurazioni che piace a Unipol e Censis”

‘ “Il presidente della compagnia delle coop [Stefanini]: “Se sapremo superare i pregiudizi consolidati, il pilastro socio-sanitario, inteso non più solo come un costo, può divenire una solida filiera economico-produttiva da aggiungere alle grandi direttrici politiche per il rilancio della crescita nel nostro Paese”. Lorenzin: “Partiamo in autunno”. ‘

Queste parole riecheggiano quelle dell’attuale vicepresidente del CSM, Vietti: “La sanità oggi deve essere concepita non come una spesa infruttifera per fornire ai cittadini un semplice servizio solidaristico, ma come motore di sviluppo, capace di alimentare sia la ricerca che una occupazione qualificata”. Guardando ai suoi interventi e alle sue omissioni, ritengo che la magistratura debba essere contata tra i poteri che, all’apparenza difensori dei dettati costituzionali, stanno in realtà operando nel senso di far virare la sanità verso il mercato liberista. E’ rincuorante leggere nei commenti una generale opposizione a questo business. Ma non andrebbe dimenticato che la sanità può essere privatizzata anche dall’interno, rendendo le cure finalizzate al profitto prima che all’interesse del paziente, e facendole applicare da una sanità che esteriormente rimane pubblica.

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In un paese liberista lo Stato fa leggi che fanno fare soldi agli amici: “Con tutto il dovuto rispetto, questa commissione e questo Congresso saltano quando l’industria farmaceutica gli dice “salta”: si precipitano ad approvare la legislazione quando l’industria medica vuole che passi una certa legislazione”. Deputato USA Sherrod Brown, 2002 (Washington Post, 7 marzo 2002). Che i baroni italici ghibellini vogliano dall’Impero in cambio dei loro servigi una certa autonomia per i loro piccoli feudi, un doppio sfruttamento, possibile data la mollezza dei villici locali, è un altro discorso. (Triplo sfruttamento, se si considera anche la lasagna per il clero).

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25 luglio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Di Grazia “Medicina: la libertà di cura è libertà di farsi truffare?”

Come Di Grazia, che ricama sull’art. 32, anche un magistrato, Deidda, dirigente della Scuola superiore di magistratura, sostiene oggi (25 lug 14: La Stampa “Impossibile fermarli senza un parere scientifico ufficiale”; informazione Glaxo Smith Kline “Stamina, un giudice difende i giudici”) che nella Costituzione vi sarebbe un diritto alla “libertà di cura”. Tale, secondo lui, da rendere leciti l’iniezione degli intrugli di Stamina e l’obbligo posto dai giudici in questo senso. Di Grazia invece rappresenta la voce “scientifica”: libertà di cura per l’industria, per ciò che le redazioni di riviste scientifiche certificano come “scientifico”; ma non per la concorrenza, ovvero per la piccola e media impresa della ciarlataneria. Con una farsa come Stamina, che condivide con altri interventi istituzionali di questi stessi mesi un sapore eversivo prima che criminale, magistrati e politici stanno operando per introdurre una maggiore “libertà” di spaccio in medicina; e allo stesso tempo, ponendosi come ago della bilancia tra due diversi livelli di malaffare, per ottenere una regolazione fine di tale libertà, al livello di esclusività desiderato dal business farmaceutico. Il pubblico crede che questa “libertà di truffa” sulla salute, in nome della Costituzione, della libertà, della scienza etc, sarà un bene per lui. Credo che ormai l’articolo più rilevante per la salute, in quel Documento che non ha mai regnato e ora è attorniato dai sicari, sia l’art. 41, secondo comma.

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@ Lupesio. “Protocolli rigidissimi”? Ciò che è intricato sembra rigoroso. Sono labirintici, dovendo servire da barriera di mercato, ma plasmabili. Come il diritto, v. le tesi ultraliberiste di Deidda sui farmaci. Riproducibilità? I trial clinici non sono riproducibili, se non in teoria. E si possono aggiustare, in tanti modi. Infatti spesso a giochi fatti vengono smentiti. L’industria ha anche questo da guadagnare nel passare, come esige, alla ricerca clinica prima di avere sufficienti evidenze di laboratorio.

Critiche feroci prima di accettare la scoperta? Si censura la critica, si pagano ditte di PR e esperti che annunciano il miracolo ancor prima che avvenga, si seminano fantasie. Ne è una prova Stamina, che sfrutta il “fumus di efficacia” delle staminali ufficiali nella rigenerazione di tessuti complessi per applicare un “metodo”, segreto, di rigenerazione del tessuto nervoso, che in un ambito non corrotto avrebbe presto portato dal secondino o dallo psicologo.

Grazie a un simile scadimento, la ricerca ufficiale sulle staminali ha buon gioco nel sostenere che lei invece può procedere alla ricerca clinica. Un’applicazione seria del metodo scientifico, e un’applicazione rispettosa del diritto costituzionale alla tutela della salute, richiederebbe, invece che queste farse, risultati solidi – riproducibili – su animali di laboratorio di rigenerazioni di parenchimi di livello terapeutico (non le solite “promettenti” ombre di risultati) prima di passare alla sperimentazione sull’uomo.

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29 luglio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Pellizzetti “Riforma del Senato: Camera dei Lord, Rotary o massoneria?”

Le istituzioni di copertura

Pellizzetti si avventura, con la verve che gli è propria, nel concetto di “istituzioni di copertura”: che si presentano come istituzioni democratiche, ma sono in realtà il braccio istituzionale di interessi particolari. La massoneria, certo. Ma questa a sua volta è un corpo intermedio, composto per lo più da persone il cui rapporto tra ambizioni e meriti ricalca la distribuzione dei pesi in un misirizzi. A dettare gli ordini non sono conciliaboli di incappucciati, ma i grandi interessi senza volto dell’economia globale; che i misirizzi incappucciati fiorentini, lombardi, calabresi, etc. servono, per tornaconto.

Altre istituzioni, oltre a quelle del governo e del parlamento, si stanno avviando a divenire mera copertura quando sono in gioco grandi interessi. Es. in medicina forze di polizia e magistratura stanno operando, in maniera non meno spregiudicata e abusiva di quella dei politici, al servizio della trasformazione richiesta da grandi interessi liberisti. (Es. l’operazione Stamina: v. “Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale”).

Se, come gli verrebbe spontaneo, il cittadino ossequioso dello Stato di diritto riconosce come legittime le istituzioni di copertura, si sottomette in realtà ai poteri retrostanti. Se le disconosce, non accettando questo sovvertimento dell’ordine democratico, può essere incasellato lui come eversore; come un ribelle, un anarchico. E può quindi essere perseguito con mezzi legali; intrecciati ai sistemi massonici.

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15 agosto 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Brescia, assessore multata e denunciata dal vigile: “Lei non sa chi sono io, maleducato”

A Brescia stanno sviluppando la via giudiziaria alla ricrescita dei tessuti; in particolare, alla ricrescita dell’imene. Gli Spedali Civili si stanno rifacendo una verginità versando un bicchiere d’acqua sul fuoco dell’incendio Stamina che hanno appiccato su scala nazionale: ora non curano più i pazienti che hanno illuso con promesse fraudolente, e si oppongono alle richieste in questo senso con un vigore di intensità pari a quella del precedente lassismo. I vigili di Brescia appaiono con questo episodio come vittime del potere, grazie alle tremende intemperanze della consigliera comunale della giunta Del Bono. Nella mia esperienza, questa fierezza e indipendenza esistono solo in questa velina di dubbia natura. Per chi sia nelle attenzioni delle “istituzioni”, o meglio degli zelanti tirapiedi istituzionali di poteri forti, è al contrario possibile rilevare un parallelo, e rilevare una continuità, tra gli inquietanti comportamenti della polizia municipale di Brescia (18 marzo 2014, 5 mesi fa, il giorno precedente a quello dei soprusi che i vigili avrebbero subito dai politici dai quali dipendono) e gli inquietanti comportamenti, spostatisi da Brescia in Calabria, di calabresi condannati per ndrangheta (anche loro ammanicati con le istituzioni); così che viene da definire le guardie del Comune di Brescia come quel corpo che in alta uniforme porta la prima corona di fiori alla stele dei Caduti il giorno dell’anniversario della strage voluta dai poteri forti.

@ Daltrond. E’ molto chiara la notizia, come in uno spot. Si sta affermando come strumento di persuasione, propaganda e mistificazione lo spot giudiziario. Vedi Stamina. Un nuovo genere, e un’altra joint venture Stato-privati, dove la tutela della legalità viene utilizzata come rivestimento, e permette di meglio delinquere.

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12 settembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Riccardo Magherini, medici legali [della Procura]: “Asfissia provocata da modalità di arresto e cocaina”

Sulla morte da “sindrome da excited delirium” – una entità nosologica la cui esistenza è controversa, e che è sospettata di avere una natura “politica”, avendo tra le sue singolarità l’essere fortemente associata a casi “politici”, in particolare gli interventi della polizia – segnalo il commento giornalistico “Death by excited delirium: diagnosis or coverup?” (Morte da excited delirium: diagnosi o insabbiamento? ) di Laura Sullivan, feb 26, 2007. Reperibile su internet.

Questa sindrome viene spesso considerata insieme alla asfissia da compressione nei casi di morte in custodia; ma mentre lo “excited delirium”, che trasferisce almeno parte delle responsabilità alla vittima, è una patologia “raccomandata”, che viene portata in primo piano, nonostante la sua fumosità, o forse proprio per questa sua capacità nebbiogena, dell’asfissia da compressione – che rimanda all’immagine efferata del “burking” – si parla malvolentieri, e si tende a minimizzarne il ruolo causale, nonostante che spiegherebbe in maniera chiara diversi di questi decessi, o forse proprio per questo. In ogni caso, dovrebbe essere interesse degli agenti di polizia non montare sul torace dei fermati stesi a terra, a maggior ragione se i fermati sono agitati o appaiono avere problemi di salute.

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3 ottobre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Stamina, Lorenzin: “No a sperimentazione. Metodo che equivale alla cura dei maghi” “

@ Plm2. L’imbroglio al quale partecipi è di là da venire; non ha salvato nessuno e, speculando indegnamente sulla malattia come si fa ormai da decenni, sarà fattore oltre che di impoverimento di iatrogenesi; sia direttamente, sia stornando risorse da cure realmente utili. E’ di oggi la notizia che alle isole di Capo Verde nel rifiutare Stamina le autorità locali hanno domandato a quelle italiane come avesse fatto l’Italia a credergli. La risposta è sintetizzata dalla tua figura, che rappresenta l’anello di congiunzione tra Vannoni e Cattaneo. Stamina è servita a permettere a soggetti come te di avere credibilità. A capo Verde non sanno come le istituzioni italiane praticano l’arte pretesca di costruire una credibilità relativa, in modo da apparire virtuosi mentre curano il proprio particolare, tramite standard negativi, come la mafia e il terrorismo. In un Paese non corrotto dovresti essere già passato davanti al magistrato e a una commissione ministeriale, a spiegare per quale motivo, per quali interessi, dissemini informazioni false e nocive per la salute pubblica; e ti guarderesti dal reiterare. Invece pratichi impunemente un’attività che è il puntuale sviluppo di quella di Vannoni, con gli stessi toni e argomenti dell’imbonitore di piazza, mettendoti pure in cattedra. E ricavandone consenso e prestigio; come per un lungo periodo è stato fatto in modo avvenisse, cosa incomprensibile agli ingenui capoverdiani, anche per Vannoni.

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@ Plm2. La truffa di Stamina si sviluppa dalle interessate distorsioni delle teorie ufficiali; e le aiuta. Senza la parola magica “staminali” – creata dall’ufficialità con una rappresentazione capziosa e ingannevole della biologia della crescita dei tessuti – non sarebbe stata possibile. L’ufficialità della ricerca e della medicina non è il male per antonomasia. E’ un male antifrastico: come in altri campi, politica, economia, amministrazione pubblica etc. “l’ufficialità” è stata invasa e corrotta da una manica di imbroglioni, avidi e senza scrupoli; seguiti da un ampio codazzo di scemi. Tu attribuisci ai complottisti anche Stamina. Posso assicurarti che i signori che hanno reso possibile l’operazione Stamina e l’hanno sostenuta – quelli di Spedali Civili – Università di Brescia, AIFA, Ministero della salute, Parlamento, magistratura, etc. – non sono complottisti ma persone serie e misurate. Quanto te.

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@ Plm2. Io nego il “dogma” che la ricerca ufficiale non possa essere che onesta e benefica; non in generale l’utilità della ricerca; né i suoi successi, quando sono reali e non inventati. Che la ricerca biomedica sia in crisi, che sia malata di affarismo e produca quindi non di rado il falso e il dannoso, non sono certo il solo a dirlo. Nel mondo, le voci in questo senso si moltiplicano. In Italia, paese cattolico abitato da sacrestani, è in corso una Controriforma scientista, per la quale se si denunciano le frodi commesse in nome della scienza il business biomedico riesce facilmente a farti etichettare come disturbato mentale, e a farti appioppare un “cappello di stagnola”; da gente che dice di difendere la scienza ma cerca una mancia. Es. tramite soggetti come te, che in realtà portano il cappello di mollica di Pinocchio, o le orecchie d’asino di Lucignolo. Ma che sono aiutati dai Melampo dei poteri dello Stato, che invece di fare la guardia si mettono d’accordo coi ladri.

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@ Plm2. La magistratura lo sa già. Ma le nostre istituzioni non sono molto portate all’autocritica. Appare piuttosto che “per detergersi dalla melma si lavano con altra melma” (Origene).

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@ Plm2. La nozione che la magistratura sia in ottimi rapporti coi poteri forti (poteri tra i cui desideri rientra anche lo sfruttamento economico della medicina e quindi l’operazione Stamina), è risaputa in circoli ristretti, ma non viene in genere riconosciuta dall’italiano medio, che scherza coi fanti ma lascia stare i santi. Un indizio è dato dal fatto che la magistratura è la stessa che ha mandato impuniti perfino i manovali delle stragi degli anni scorsi. A quei tempi c’era chi, come me per Stamina, osservava quanto fosse improbabile che degli scalzacani potessero avere un successo smodato nelle loro imprese criminali, senza un appoggio di entità forti, finalizzato a un disegno di potere. Allora i ruffiani li chiamavano “pistaroli”; oggi si dice “complottista”. Ma i poteri, i meccanismi e le impunità sono rimasti di base gli stessi. Quelle sviste, quegli errori giustificabili, quel “subire” depistaggi, quegli “atti dovuti” che hanno portato all’impunità dei terroristi, oggi sono impiegati per condurre un’operazione altrettanto improbabile in uno stato democratico, e anch’essa eversiva, come Stamina.

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@ Plm2. I politici, quei prestanome, sarebbero i “poteri forti”? E poi dici che il complottista sono io. I politici litigano coi magistrati, perché a loro differenza rubano pure; ma sono entrambi cortigiani della stessa corte e riveriscono gli stessi signori. Per i nomi e cognomi dei poteri economici e finaziari del business biomedico, risali la filiera di chi ti paga; ma vorrei vederti, se ridi o se ti inchini col cappello in mano.

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@ Plm2. Quindi, se non si conosce il nome di chi commette il reato, si blatera se si denuncia la commissione del reato. Questo fa parte della “fase di riflessione sul rapporto tra giustizia e scienza” auspicato dal ministro Lorenzin? Stai estendendo il tuo caratteristico modo”rigoroso” di ragionare dalla scienza alla giustizia.

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@ Plm2. Me lo vuoi fare ripetere? Non è che un aspetto di una situazione più ampia. Buona parte della classe dirigente italiana è “compradora”, cioè prospera vendendo le ricchezze della nazione a forze esterne; favorendo lo sfruttamento, come per una colonia. Anemizzando così un Paese che sarebbe florido. Attività che andrebbe considerata come un ramo del sommerso, coi suoi imprenditori e i suoi impiegati: vedi il lavoro che fai tu qui, ad esempio. Un servizio che si occupa di sottrarre ricchezza. La magistratura, insieme ai cugini dei CC e del Viminale, non è estranea a questa borghesia compradora. Nell’articolo “Nuove P2 e organi interni“ ho raccolto alcuni dei numerosi esempi di questa attività della magistratura a favore dei poteri forti del business biomedico.

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@ Plm2. I “fantomatici” (Plm2) poteri forti del businness biomedico spendono nei soli USA per il marketing farmaceutico 53 miliardi di dollari all’anno, secondo una stima del 2008. Si ritiene che buona parte di questa cifra vada in tangenti. L’industria farmaceutica, che un classico studio criminologico definì come l’industria più corrotta, è una delle maggiori fonti di corruzione di chi occupa cariche pubbliche. Posso testimoniare che in Italia il comportamento di politici, amministratori, carabinieri e altre forze di polizia, magistrati, medici e straccioni privati è indiscernibile da quello di chi si trovi a libro paga delle multinazionali. Tale comportamento include, a imperitura vergogna delle istituzioni citate, il fare passare chi denuncia le frodi volute dall’industria medica per “un caso umano” e un “complottista”, nelle tue parole. Tu sei lecchino perfino nella filantropia, visto che la rivolgeresti a beneficio di criminali miliardari che già pagano per avere le azioni abiette che tu dici di voler fornire loro gratis. E’ la sociopatia dei componenti dell’associazione a deliquere alla quale sei affiliato che andrebbe studiata.

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@ Plm2. Coi giochi di specchi “Dat veniam corvis, vexat censura columbas”.

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2 novembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Truzzi” Piercamillo Davigo, “Immaginavo i corrotti con la lingua verde come visitors” “

Per Davigo “nemmeno il medico è contento di operare qualcuno, lo fa perché è necessario”. Il governo USA nel 1974 valutava in 2.4 milioni all’anno gli interventi chirurgici non necessari, e in 16000 all’anno i conseguenti decessi. La situazione non è migliorata, né i chirurghi italiani sono estranei ai costumi dei colleghi statunitensi. Si tratta di interventi di routine, non di manipolazioni aberranti come quella della S. Rita. L’idea del chirurgo come filantropo che non opera, se non, con rincrescimento, quando è necessario, che mai opererà per soldi e vantaggi personali quando sia a vantaggio del paziente l’astenersi, è fondata quanto la parentela di Ruby con Mubarak.

Vedendo solo a) mafia e b) mazzette, magistrati rispettabili come Davigo danno credibilità a una versione perbenista, schematica e amputata, del panorama dei danni che il cittadino subisce a causa della grande criminalità. La terza fiera, c), lo sfruttamento legalizzato, come ad esempio gli interventi chirurgici non necessari, resta in incognito. Verso questa pirateria legalizzata i magistrati appaiono amichevoli, vedendo le cose con gli stessi occhiali rosa che vengono fatti portare al pubblico; fino a elogiare come paradigma dei “buoni”, contrapposti ai birbaccioni, figure immaginarie alle quali nella realtà corrispondono situazioni che un tempo sono state, e forse in un lontano futuro torneranno a essere, perseguite dai magistrati come reato.

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@ Pippuzzo. Pippuzzo, non è “altro”. Credere che la corruzione siano solo le mazzette è portare i paraocchi; e a volte è un servire l’altra corruzione, quella che il crimine lo istituzionalizza. Le frodi mediche strutturali sono un caso di un campo più vasto. I soldi da paese scandinavo che paghiamo in tasse ci ritornano tutti sotto forma di servizi, o una bella stecca va ad arricchire speculatori? Forse è a quelli come te, sempre bisognosi di una figura d’autorità alla quale affidarsi, e tanto ossequiosi verso questa quanto strafottenti con chi non si adatta, che manca il pizzico di coraggio per superare la leggenda che i mali che subiamo sono solo una questione di insaziabili tangentisti. E per riconoscere che vi è anche uno sfruttamento istituzionalizzato, che i poteri dello Stato non contrastano ma servono.

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19 novembre 2014

Dr Patrizio Gattari e gli altri giudici della sentenza in oggetto
c/o il Presidente del Tribunale di Milano
Dr.ssa Livia Pomodoro
Via Freguglia 1
20122 Milano

Oggetto: lotta alla mafia bassa e aiuto alla mafia alta in Lombardia nel 2014

Ieri 18 novembre ho postato un commento all’articolo de il Fatto Quotidiano “’Ndrangheta 40 arresti in Lombardia. Ripreso il conferimento della “Santa”, di A. Bartolini. Il commento è stato censurato. Lo riporto qui:

“Queste ricorrenti notizie fanno pensare: “la mafia in Lombardia c’è; ma per fortuna c’è anche chi la combatte, e ci protegge.” Io vedo la cosa da un diverso punto di vista. Oggi, stesso giorno della notizia, ho pubblicato sul mio sito un articolo dove mostro che i giudici del tribunale di Milano con una sentenza sulla responsabilità del medico stanno favorendo frodi che danneggiano la salute (“La medicina difensiva come scusa e come illecito”). E oggi, a Brescia, ho ricevuto un altro danneggiamento alla mia auto, che come in precedenza presenta elementi che portano a ritenere che i mandanti siano tra coloro che dovrebbero tutelare la legalità. Quindi io penso che la lotta alla mafia sia un alibi e un  iversivo, sotto al quale le istituzioni favoriscono poteri più forti e non meno pericolosi della mafia; anche con sistemi mafiosi o piduisti. Es. i poteri che stanno rendendo sempre più orientata al profitto la sanità, a scapito della tutela della salute. I cittadini vengono distratti e tenuti sottomessi facendogli credere che i poteri criminali che li minacciano siano costituiti soltanto dalla mafia, e che quindi le istituzioni li proteggano. In realtà, gli interessi dei cittadini vengono venduti ai potentati economici, mentre li si rassicura facendoli baloccare con l’ennesima replica del film del rito della puncitina, o facendoli illudere di avere capito tutto sbugiardando Maroni sulla mafia.”

L’articolo al quale faccio riferimento “La medicina difensiva come scusa e come illecito”, è sul mio sito http:/menici60d15.wordpress.com/. Ho la modesta speranza che in quanto ho scritto vi siano cose che sarebbero utili ai magistrati nel loro lavoro: avrei preferito segnalare il mio articolo in altro modo. Ma devo riconoscere che in Italia, e inparticolare in Lombardia, di mafie ce ne sono due. Quella delle puncitine e quella dei grandi interessi economici e finanziari che sfruttano il Paese. E forze di polizia e magistrati combattono la mafia bassa anche perché così nascondono come aiutano la mafia alta.

Oltre alla relazione tra lotta alla mafia e aiuto al business medico, credo che vi sia una relazione tra posizioni della magistratura come quelle che critico nella vostra sentenza e i reati che vengono liberamente commessi a mio danno (v. il post “Milizie bresciane” sul mio sito). Entrambe le attività favoriscono, tramite i poteri dello Stato, grandi interessi illeciti in medicina. Considero pertanto la magistratura corresponsabile, oltre che della situazione in cui verso, della serrata catena di stalking, molestie, provocazioni, minacce, aggressioni fisiche, danneggiamenti, abusi di potere, mobbing amministrativo, situazioni diffamatorie, etc. che, sulla base di pregresse esperienze, posso prevedere mi attenda in ritorsione all’avere scritto l’articolo.

Distinti saluti

Francesco Pansera

Dr F. Pansera
Via Tosetti 30
25124 Brescia

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27 novembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Vaccino esavalente, “nesso causale con autismo”. Indenizzo per bimbo di 9 anni” 

Non è che una sentenza che arbitrariamente dà credito a un’ ipotesi non ha “alcun peso” perché dal punto di vista scientifico non fa testo. La sentenza , che è stata ripresa anche da siti stranieri, rinfocola la polemica, e condiziona l’opinione pubblica. Jasanoff ha osservato che le decisioni giudiziarie su temi scientifici condizionano il pubblico molto più della sola scienza. Mettere una pulce nell’orecchio sui potenziali pericoli dei vaccini può essere utile. Ma l’argomento è complesso, e qui si disinforma invece di chiarire, con un’accusa ai vaccini scientificamente infondata.

La sentenza viene resa nota insieme alla notizia dell’incontro del papa con bambini autistici, genitori e addetti ai lavori; dal Bambin Gesù, ospedale del Vaticano, si è commentato come mentre in USA si considera che un bambino su 68 rientri nello “spettro autistico”, in Italia si fanno troppo poche diagnosi. Le due notizie pubblicizzano l’autismo, e vanno a favore della sovradiagnosi e della misdiagnosis, e quindi dell’espansione truffaldina del mercato dei farmaci al ritardo mentale, ad altri disturbi e a varianti normali.

E’ interessante la tesi del giudice come tronista, che non ricerca la verità, ma emette sentenze a seconda di quale delle due parti sia stata più brava a convincerlo; anche sui temi che riguardano la salute, che destano allarme nel pubblico, e che fanno guadagnare o perdere grandi quantità di denaro all’industria e alla finanza.

v. anche: L’autismo al tempo dell’individualismo

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9 gennaio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di Max Brod “Riccardo Magherini, familiari consegnano bossolo alla procura. Oggi prima udienza”

Michele: “Appurare la verita’ non vuol dire proporre tesi fantascientifiche”

@ Michele.  Questo bisognerebbe dirlo ai magistrati, che ammettono nel processo un’entità di comodo come la “excited delirium syndrome”, e le fanno assumere una posizione centrale.

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22 gennaio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Musolino “Cosenza, “bimbo fatto nascere prematuro e lasciato morire per indennizzi” “

@ Alexander. Ci sono mercanti di carne umana, e macellai di bambini, anche tra i medici lombardi. Ma quelli polizia e magistratura li proteggono, considerando i loro crimini “attività produttive”.

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@ Alexander. I soliti polli di Renzo. A paragonare la medicina commerciale internazionale, alla quale la regione Lombardia si vanta di aderire più delle altre regioni, alla criminalità organizzata mafiosa, è stato un accreditato ricercatore danese, Gotzsche (Deadly medicines and organised crime. How big pharma has corrupted healthcare, Radcliffe, 2013). Indovina chi ci guadagna e chi la prende in quel posto, anche in Danimarca, e figuriamoci in Lombardia e in Calabria? Ma tu consolati pure con la realtà fumettistica sui reati in campo medico costruita nelle questure, nei comandi dei cc, nelle procure e nelle redazioni dei giornali.

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23 gennaio 2014 

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Gianbartolomei “Processo Stamina, Davide Vannoni verso il patteggiamento dopo accordo con pm”

“La damnatio di Stamina sarà probabilmente parziale, e più che altro verbale, con tanto fumo e poco arrosto, perché tra compari si finge di litigare e di picchiarsi ma non ci si fa male davvero.” (In: Stamina come esca per le frodi della medicina  ufficiale. 4 maggio 2014).

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24 gennaio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Musolino “Cosenza, gip: “Finge incidente e fa morire figlio: madre incinta solo per i soldi””

Il Fatto Quotidiano, 23 gen 2015: “Cosenza, gip: “Finge incidente e fa morire figlio: madre incinta solo per soldi” di L. Musolino. Quindi non solo l’aborto procurato fatto passare per conseguenza di un incidente d’auto; ma anche una procreazione ottenuta per poi uccidere il nascituro. Ricorda il racconto di Maupassant su una donna che si faceva ingravidare per poi rendere deforme il feto usando stretti corsetti, e vendere i figli mostruosi così ottenuti ai circhi; mentre una signora del bel mondo partoriva bambini deformi usando i corsetti per non perdere la linea durante la gravidanza.

Seguo da anni con attenzione le posizioni della magistratura sui reati e crimini in medicina. Ritengo che i magistrati – di concerto coi media – assegnino pesi molto diversi, lungo una scala molto ampia, alle notizie di reato in campo medico; e che tali correzioni siano coerenti con grandi interessi, anche illeciti, sulla medicina. Sarebbe utile avere conferma che il GIP del tribunale di Castrovillari, dr.ssa Letizia Benigno, ha davvero scritto qualcosa interpretabile come l’accusa alla donna di essersi fatta mettere incinta allo scopo preordinato di fare morire il figlio; e conoscere in base a quali elementi muove quest’altra accusa.

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9 febbraio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Francesco celebra la Giornata contro la tratta delle persone: “Schiavitù piaga dell’umanità”

@ graffit. Le “guarigioni miracolose” di Lourdes sono modellini di quelle mediche “scientifiche”, che operano su larga scala, sulle quali anche i preti speculano; con un giro d’affari ben superiore a Lourdes. Ma lei fa lo gnorri, e vede solo l’opera di Bernadette Soubirous e della “scienza” “rigorosa” che le viene appiccicata. Strana trascuratezza verso i tanti malati che si rivolgono agli ospedali, non a Lourdes. Una manifestazione della apparente avversione dei clericali per il normale, per il quotidiano a favore dell’estremo, dell’eccezionale. Questi racconti fantastici sui miracoli medici “divini” preparano il terreno irrazionale per quelli scientisti. Sì, in effetti il clero che si macchia di queste responsabilità andrebbe legalmente perseguito. Questo è un altro motivo per il quale il truffatore appoggiato dal papa, Vannoni, che ha fatto tanto danno impiantando nel pubblico idee false sulle possibilità terapeutiche delle staminali, la passerò liscia. Mentre a venire “perseguito” con mezzi subdoli è chi denuncia queste frodi. Mi fa piacere sentirla lodare Lourdes e allo stresso tempo pronunciare il “vada dal magistrato”; espressione, è stato osservato, molto usata dai mafiosi; e tipica anche di chi si occupa di questi affari e sa di potere contare su miracolose, o comunque infallibili, protezioni.

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16 febbraio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Di Sano “Topi soppressi per mancanza di fondi, chiesto processo per ricercatore”

“Uomini e topi”. Io lo vedo qui a Brescia; difendendo assiduamente i diritti degli animali da laboratorio la magistratura ha trovato un abile modo per omettere di occuparsi degli illeciti commessi a danno delle persone dai grandi interessi che controllano la ricerca biomedica. (Interessi criminali che a volte aiuta fattivamente). Una priorità invertita che suona progressista, ma che con questi ricorrenti interventi così puntuali – o pedanti – va a favore dei poteri forti, stimolando due movimenti di opinione estremisti: quello della difesa acritica della sperimentazione animale, che è utile ma ha dei limiti; e può essere usata per frodare, soprattutto a livello di ricerca di base; e quello che vede solo il lato animale, e opponendosi per ragioni etiche, o sentimentali, ai modelli animali favorisce l’indebolimento della metodologia scientifica, e cioè in pratica favorisce la deregolamentazione dell’immissione di nuovi farmaci a spese degli umani; sui quali sta venendo trasferita una parte sempre maggiore dei rischi della sperimentazione.

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21 febbraio 2015

Blog de il Fatto

Commento al post di B. Tinti “Epatite C: il farmaco che salva la vita c’è, i soldi no”

La magistratura italiana, che sta finendo con Stamina, si accinge a partecipare alla truffa successiva? L’epatite C è già stata descritta come una malattia costruita tramite i giuristi. Non è quell’epidemia invariabilmente mortale, e azzerabile o quasi col farmaco, che il già PM Tinti dipinge (allegando a sostegno una brochure pubblicitaria). Un magistrato che descrive i fatti come un informatore farmaceutico; con la procedura Daubert, che il governo vuole introdurre col pretesto degli “errori” su Stamina, ciò diverrà frequente. Ma ammettiamo che i fatti stiano come dice; è legale, è costituzionale, è decente, è deontologicamente corretto per chi magistrato lo è ancora, il considerare come un fatto naturale il “value-based pricing”, cioè che una medicina – per di più commercializzata su larga scala e che ha come acquirente lo Stato – sia pagata in base alla gravità di ciò che eviterebbe ? (“ Il farmaco … costa un sacco di soldi; non solo perché si deve recuperare l’investimento: [in grassetto:] più la malattia è grave, più il business diventa proficuo”). Sarebbe come, avendo una popolazione che sta morendo di sete, vendergli l’acqua a 50 euro al litro. In USA, dove i privati ne finanziano l’elezione, si parla di magistrati “business friendly”; e anche da noi non è assente tra i magistrati la cultura della amichevolezza verso le grandi operazioni speculative sulle malattie; e verso le speculazioni sulla paura delle malattie.

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1 marzo 2015. Nota all’appunto dell’1 marzo 2015 in “Milizie Bresciane

Brescia, 24 febbraio 2015

Presidente della Corte d’appello di Brescia
Dr.ssa Graziana Campanato
V. Lattanzio Gambara 40
25121 Brescia

racc. r/r online

Coinvolgimento della Corte d’Appello di Brescia nel mobbing, intimidazione e violenza ai danni del dr Pansera

Ieri lunedì 23 febbraio 2015 ho ricevuto una notifica giudiziaria dalla Corte d’appello, ufficiale giudiziario Salvatore Crapanzano, per ritirare, ai sensi di articoli del codice di procedura penale, una delibera che mi riguarda dell’Ordine dei medici. Non sarebbe stato possibile notificarla presso il mio domicilio, dice la nota. Non capisco cosa c’entri la Corte d’appello coi miei rapporti con l’Ordine, che dall’agosto 2013 tiene sospeso un procedimento disciplinare nei miei confronti; inoltre Poste Italiane, che è tra i responsabili degli atti di mobbing la cui denuncia ai CC ha avuto come risposta l’apertura del procedimento disciplinare, funziona quando vuole; non mi consegna la posta solo quando non vuole consegnarmela, come ha fatto, ostentatamente, anche dopo l’apertura del procedimento. A scrivere la delibera è l’Ordine, e a notificarla è stata la Corte d’Appello, tramite un postino, ma per ritirarla dovrò andare al comune, dice la notifica. Il Comune di Brescia, presso il quale dopo avere spedito la presente andrò a ritirare la delibera, si è già distinto nell’esacerbazione del mobbing, e nella relativa commissione di reati, che è seguita all’apertura del procedimento disciplinare [1]. Medici, magistrati, poliziotti, politici, grandi aziende legate all’alta finanza; non mi stupirei se volesse fare la sua comparsa nella solenne consegna della meditata delibera anche quell’altro, altrettanto degno, custode dei costumi di questa Italia, i preti. Appare che gli atti formali come il procedimento disciplinare alla giudice di Pinocchio, e come questo modo promiscuo di consegnare delibere, servano per “tenermi fermo” mentre il mobbing e gli atti di violenza di cui sono oggetto sul campo, cioè sulla strada, proseguono più virulenti. Come scrissi a suo tempo al prefetto, Livia Narcisa Brassesco Pace, non voglio dire però che mi appaia enorme la distanza umana tra gli esecutori delle diverse parti, tra i cialtroni di strada che devo fronteggiare e le alte istituzioni che manovrano per cercare di stringermi in un angolo senza esporsi.

Rilevo quindi che anche il nome e il potere della Corte d’appello di Brescia vengono usati in quest’ambito. Ho già fatto notare nelle mie precedenti lettere al presidente dell’Ordine che egli mi ha messo sotto procedimento disciplinare del tutto illegittimamente, mentre denuncio come una truffa, ma una truffa di Stato, il caso Stamina [2], della quale è lui stesso personalmente corresponsabile insieme a influenti medici bresciani. Dato l’aggravarsi degli atti di violenza e mobbing nei miei confronti [1] nelle more di questo procedimento disciplinare pluriennale, in una sequenza di reati nei miei confronti tanto energica e puntuale quanto è stato apparentemente timido e indolente il contemporaneo contrasto istituzionale a Stamina, poche settimane fa ho già dovuto scrivere al Comandante provinciale dei CC, e al Questore, su come io sia oggetto di forme subdole, ma che non escludono la violenza fisica, di messa a tacere di un testimone scomodo da parte delle forze che rappresentano [3,4]. Ancora una volta la risposta è un esibire con arroganza un’altra istituzione, quella giudiziaria, che è quella che sulla carta i responsabili dovrebbero temere per quanto hanno commesso. Faccio osservare ai rinforzi, la Corte d’appello di Brescia, che in passato ho anche criticato come volte a favorire interessi privati a danno della salute dei cittadini sentenze “innovative” e prese di posizione sulla medicina provenienti da codesta Corte d’appello [5,6]. Non sono impressionato.

Accludo anche copia di uno dei miei tanti commenti su rapporti non limpidi tra magistrati e frodi mediche strutturali, che ho postato su internet il giorno lavorativo precedente al ricevimento di questa notifica giudiziaria. Riguarda un’operazione truffaldina, quella sull’epatite C, per la quale lo Stato intende versare a privati centinaia di milioni di euro; su basi tali da costituire abbondante motivo per fare minacciare i guastafeste; ovvero il dissenso tecnico. Io invece vorrei preparare una relazione su questa frode. Dopo avere preparato un articolo di epicrisi su Stamina, il cui processo volge al termine; in particolare sui vari tipi di “speranza medica” sui quali i vari attori, inclusi i magistrati, di ambo i partiti, hanno giocato, consapevolmente o meno. Ma si vuole farmi toccare con mano che l’interesse dello Stato, o delle associazioni a delinquere che lo occupano, per le mie denunce corrisponde i vantaggi che se ne possono trarre sopprimendole.

Rilevo come ci sia una incessante volontà di danneggiarmi facendo uso strumentale del potere dello Stato. Pensavo che mi si fosse già impestato abbastanza con questo procedimento disciplinare imbastito per avere denunciato abusi, tenuto aperto a piacere fino a farlo durare 18 mesi, e accompagnato da teppismi e mascalzonate di ogni genere; mentre contemporaneamente i poteri dello Stato srotolavano con calma, a danno del popolo e a favore di grandi interessi illeciti, la frode di Stamina. Il motivo principale per il quale invio questa lettera è il tentativo di limitare gli ingiusti danni fisici, materiali e morali che così mi vengono inflitti; e di limitare i danni sociali provocati da questa attività di boicottaggio, censura e discredito nei miei confronti.

Rilevo anche questa libertà delle istituzioni locali di usare la legge, e le istituzioni preposte alla legalità, per commettere abusi: credo sia utile lasciare documentazione di come l’Ordine dei medici riceva impulso e strumenti da CC, prefettura, e uffici giudiziari, per atti che detti uffici dovrebbero impedire e perseguire. Ricordo che quando – già oggetto di quella espulsione discriminatoria dal lavoro e di quella “reputation trashing” che nello stesso periodo in altri Stati europei altri medici, come me contrari alla trasformazione affaristica della medicina [7], stavano ricevendo dai governi nazionali – chiesi il trasferimento presso l’Ordine di Brescia, questo mi fu negato, sostenendo falsamente che avevo un procedimento penale in corso, sul quale venne anzi addirittura aperto un procedimento disciplinare; fui quindi costretto, per iscrivermi e far ritirare il procedimento, a ottenere e presentare un certificato del tribunale che dimostrava che non era vero niente.

Quale che sia il contenuto di questa stagionata delibera, sono stanco di queste forche caudine istituzionali, allestite incessantemente, come un vero lavoro, da gente i cui comportamenti sono l’opposto di quelli che suscitano riverenza o timore, per fini abietti, criminali ed eversivi. Mi state dando modo di riflettere a lungo sui rapporti tra mafia meridionale e interessi locali al Nord; e sto sviluppando una teoria per la quale l’attecchimento della mafia meridionale al Nord appare molto meno sorprendente, se si considera lo stato di illegalità paramafioso nel quale le istituzioni che dovrebbero combattere il crimine consentono di operare alle forze e alle istituzioni che rappresentano interessi locali. Dando spesso loro una mano.

Distinti saluti

Francesco Pansera

Dr F. Pansera
Via Tosetti 30
25124 Brescia

all.

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21 febbraio 2015 – Blog de Il Fatto
Commento al post di B. Tinti “Epatite C: il farmaco che salva la vita c’è, i soldi no”

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La magistratura italiana, che sta finendo con Stamina, si accinge a partecipare alla truffa successiva? L’epatite C è già stata descritta come una malattia costruita tramite i giuristi. Non è quell’epidemia invariabilmente mortale, e azzerabile o quasi col farmaco, che il già PM Tinti dipinge (allegando a sostegno una brochure pubblicitaria). Un magistrato che descrive i fatti come un informatore farmaceutico; con la procedura Daubert, che il governo vuole introdurre col pretesto degli “errori” su Stamina, ciò diverrà frequente. Ma ammettiamo che i fatti stiano come dice; è legale, è costituzionale, è decente, è deontologicamente corretto per chi magistrato lo è ancora, il considerare come un fatto naturale il “value-based pricing”, cioè che una medicina – per di più commercializzata su larga scala e che ha come acquirente lo Stato – sia pagata in base alla gravità di ciò che eviterebbe ? (“Il farmaco … costa un sacco di soldi; non solo perché si deve recuperare l’investimento: [in grassetto:] più la malattia è grave, più il business diventa proficuo”). Sarebbe come, avendo una popolazione che sta morendo di sete, vendergli l’acqua a 50 euro al litro. In USA, dove i privati ne finanziano l’elezione, si parla di magistrati “business friendly”; e anche da noi non è assente tra i magistrati la cultura della amichevolezza verso le grandi operazioni speculative sulle malattie; e verso le speculazioni sulla paura delle malattie.

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[1] Milizie bresciane. https://menici60d15.wordpress.com/2013/12/17/milizie-bresciane/
[2]. Stamina come esca per le frodi della medicina istituzionale. https://menici60d15.wordpress.com/2014/05/04/stamina-come-esca-per-le-frodi-della-medicina-ufficiale/ . La frode delle staminali. https://menici60d15.wordpress.com/la-frode-delle-staminali/
[3] Lettera del 14 gen 15 all’assessore alla sicurezza Muchetti e al col. dei CC Spina.
[4] Lettera del 27 gen 15 al questore Esposito e al v.q. agg. Cerroni. (Ricevuta dopo pochi giorni comunicazione telefonica e scritta del ritiro dell’addebito).
[5] Commento alla sentenza della Corte d’appello di Brescia sulla presunta capacità dei telefoni cellulari di causare formazioni neoplastiche. In: Nuove P2 e organi interni. https://menici60d15.wordpress.com/2011/12/08/nuove-p2-e-organi-interni/ . V. anche commento del 16 feb 2015 sulle procure che seguono l’esempio di quella bresciana, ib.
[6] Commento alle posizioni del presidente della Corte d’appello di Brescia sulla medicina difensiva. In: L’irresponsabilità della medicina in franchising. V. nota 17 https://menici60d15.wordpress.com/2012/11/30/lirresponsabilita-della-medicina-in-franchising/ ; e in: La medicina difensiva come scusa e come illecito. V. nota 89. https://menici60d15.wordpress.com/2014/11/17/la-medicina-difensiva-come-scusa-e-come-illecito/
[7] Dealing with dissent. In: Leys C, Player S. The plot against the NHS. Merlin Press, 2011.

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1 marzo 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Gentilini “Campi elettromagnetici, l’appello di medici e scienziati contro l’innalzamento dei limiti”

La dr.sa Gentilini applica una forma ingenua di “cui bono”. “Il legame tra campi elettromagnetici e cancro non è solo empiricamente debole o irriproducibile, ma è anche biologicamente implausibile. I campi elettrici fisiologici sulla superficie del cervello o del cuore sono di intensità comparabile a quella indotta sulla superficie corporea dal camminare a un metro al secondo sotto alle linee dell’alta tensione. Il campo EM terrestre indurrà nel corpo del passante campi elettrici maggiori che i campi magnetici delle sovrastanti linee elettriche”. A scriverlo è stato P. Skrabanek, uno dei più feroci critici della medicina e della ricerca biomedica (in: False premises, false promises). Ritengo, con Skrabanek, che la ricerca biomedica e la medicina attuali siano percorse da corruzione e da “Follie e inganni” (v. il suo libro omonimo, in italiano); e che le aziende della telefonia mobile siano, per altri aspetti, complici. Ma questo dell’elettrosmog appare come un depistaggio, associato alla soppressione di informazioni su pericoli iatrogeni reali. I medici prima di occuparsi di ambiente dovrebbero guardare entro casa loro, cioè alla loro professione. Alle sovradiagnosi di cancro, favorite da questi allarmismi. Alle radiazioni ionizzanti, da esami radiologici non necessari; B. Reilly, uno dei maggiori internisti USA, ha di recente commentato che si è stimato che in USA ci siano dai 15 000 ai 30 000 casi all’anno di cancro causato dalle TAC (One doctor, Atria, 2014).

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@ Savoia Marchetti. E’ la tua che è la cultura del telefonino, che ragiona a livello degli spot pubblicitari dei gestori telefonici e si beve le manovre propagandistiche dei preti. E che si prende così, mentre sbraita, sia il cancro da inquinamento, sia quello da procedure mediche, sia le sovradiagnosi di cancro da allarmi lanciati ad arte. Gli abitanti di Cesano dovrebbero stare attenti a non finire carne da cannone per il business senza limiti dell’oncologia.

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4 marzo 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di G.C. Caselli “Firenze, la storia riscritta dagli squadristi”

Non sono d’accordo con forme violente di protesta, come l’impedire di parlare. Per ragioni di principio; di tattica, visto che chi si contesta è militarmente più forte (e non meno violento); e di strategia, perché permette di essere dipinti come aggressori da chi aggredisce. La storia la scrivono i vincitori; e spiace vedere Caselli che accosta le figure di chi ha lottato davvero ed eroicamente contro la mafia ai cupi interessi dei poteri forti. Ma non è il solo. Il 13 marzo, allo “Unistem day” a Milano, ho sentito il magistrato Santosuosso spiegare a un uditorio di studenti che “Il diritto alla salute non può andare contro la scienza”. Ciò che lui chiama “scienza”, il business biomedico, sono interessi economici resi giganteschi da metodi fraudolenti; descritti in dettaglio da un criminologo accademico come “da bastardi spietati” (Braithwaite) e da affermati ricercatori come letteralmente mafiosi (Gotzsche). Santosuosso, giudice, e professore universitario specializzato nei rapporti tra diritto e scienza, degli aspetti criminologici della “scienza” fa mostra di essere più ignaro di un bambino. Mi è dispiaciuto vedere in chiusura della lezione agli studenti, in un video con musica trascinante a manetta, da convention di promotori finanziari, con immagini a scansione rapida di lanci col paracadute, acrobati sul filo tra due grattacieli, Zanardi che gareggia in carrozzina, etc. , anche Falcone e Borsellino sorridenti.

@ Alzappone1. Che la ricerca biomedica sia corrotta è riconosciuto da innumerevoli commentatori; inclusi direttori del BMJ, JAMA, NEJM. In Italia, il forte riflesso alla suzione verso i potenti porta a negare l’evidenza, ad attacchi personali contro chi lo dice e a fare anche di peggio. Le cose sono più gravi di come le ho descritte. Il considerare “scienza” lo sviluppo di terapie che avranno fatturati per decine di miliardi, quando i casi di trucchi e truffe nel settore, a partire da truffe nella ricerca, sono descritti per migliaia di pagine, è un errore categoriale che favorisce crimini contro la salute. Il servirsi della scienza non rende necessariamente scientifica un’attività finalizzata al profitto. E’ come dire che siccome l’aritmetica non è un’opinione, allora un bilancio aziendale non può essere falso. Il metodo scientifico è orientato alla conoscenza pura; non garantisce onestà e disinteresse, ma li presuppone. E’ disonesto far credere che sia in grado di preservare dalle frodi. Il promettere successi terapeutici, come sulle staminali “scientifiche”, è marketing e non scienza: la scienza vera non può prevedere i suoi successi. E’ lo sviluppo attuale del “modello lineare” di produzione di ricchezza tramite la ricerca introdotto da Vannevar Bush (citato nella conferenza con Obama). La “scienza” che dà alla Pfizer margini di profitto del 42% necessita di marketing di Stato come Stamina; di cattivi maestri e magistrati amici; per la propaganda e il soffocamento della critica.

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19 marzo 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Tornago “Brescia, rettore assume ex segretaria Gelmini. Indaga Corte dei Conti”

Pecorelli, ginecologo, è sia il rettore dell’università della quale gli Spedali civili di Brescia sono il policlinico, sia il presidente dell’Aifa. Cioè comanda sia nell’ospedale pubblico che ha accolto i magliari di Stamina, sia nell’agenzia statale che dovrebbe assicurare la “scientificità” dei farmaci. Non è strano? Solo se si bevono le veline mediatiche: Stamina fa sembrare scientifiche le terapie ufficiali, e aiuta la pretesa di una farmacologia al di sopra della legge, e che si fa legge. Il trasformare la “health” in “wealth” necessita di questi “stunt” di marketing, e di certi pupari.

E anche di amici nelle istituzioni. Nella primavera del 2014 ho assistito a una scena agghiacciante. All’università di Brescia Nicola Gratteri ha prima, parlando di come combatte gli ndranghetisti, trascinato l’uditorio; me compreso, che ho antenati delle sue parti e trovo affinità perfino fisionomiche, oltre che culturali, con Gratteri; e poi è stato zitto e sorridente, facendo da testimonial, mentre Pecorelli esponeva il progetto “Health and wealth”. Un progetto che vuole fare affari sulla salute; che non può funzionare senza frodi, senza impunità e aiuti istituzionali alle frodi, senza la soppressione delle voci di denuncia; nella migliore tradizione paramafiosa delle nostre istituzioni e classi dirigenti. Altro che assistere alla puncitina.

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14 aprile 2015
Blog de Il Fatto
Commento al post di Marco Bella “Sindone: quando la storia può essere rigorosa quanto la scienza”

Vorrei chiedere agli storici e ai sociologi se la presenza della Sindone a Torino abbia influenzato l’esoterismo laico, cioè massonico, per il quale è nota questa città, stimolando, nello stesso campo del magico, del misterico, una reazione di segno opposto; o parzialmente contrario, dati i legami tra i due gruppi di potere. Es. l’importante museo egizio.
Questa “guerra tra maghi” mi sembrerebbe un paragone un poco più calzante del contrasto tra dibelliani e oncologia ufficiale, che non quello tra dibelliani e “autenticisti” uniti contro la Verità Scientifica avanzato da Marco Bella. Il cancro è una risorsa economica prima di essere un oggetto di studio scientifico. L’imponente scienza del cancro è una scienza debole, viziata dal “profit motive” e intrisa di fideismo scientista, che fa da paravento e strumento a enormi interessi economici. Una “scienza” che quanto ad applicazioni, cioè cure, con rare eccezioni gira a vuoto, o gira al contrario, in senso iatrogeno, e fa così ottenere guadagni sempre crescenti a danno dei pazienti. I progressi terapeutici reali sono modesti, e di cancro si continua a soffrire e morire. Una scienza che, come nel caso Stamina, si fa bella paragonandosi alla ciarlataneria e alla superstizione non potendo splendere di luce propria. Una “scienza” che, irrazionalmente, fa dei torti altrui le proprie ragioni.

@ Gianni Monroe. Vede il suo non è solo un arbitrario relativismo etico. E’ un relativismo epistemico, nell’interpretazione dei fatti. Ed è un “relativismo” coerente con la frode. Per lei l’establishment scientifico (Tomatis), che come è costume dei benpensanti lei chiama “comunità scientifica” è una forza buona che smaschera le vergogne. Invece i dati indicano che la sua forza buona è in forte conflitto di interesse, essendo condizionata dall’industria, e le vergogne contribuisce a crearle e a nasconderle. Non si dovrebbe contare sul buon cuore della “comunità scientifica” per impedire le stragi per frodi biomediche, delle quali casi come il Vioxx sono la parte visibile dell’iceberg, imponente e tuttavia minoritaria rispetto a ciò che non si vede. Affidare la custodia del pollaio alle volpi in termine tecnico si chiama “cattura normativa” (una delle finalità di quella tragedia e farsa del caso Stamina). La si può rivestire come fa lei con panni filosofici, di uno scetticismo sulle fondamenta, a suo dire elusive, dei principi per i quali es. non si può uccidere una persona per impossessarsi dei suoi beni; ma restano sofismi che danno forma estetica a sovrastrutture culturali che coprono forme di sfruttamento parecchio brutte.

Lei dà come entità primitive l’indifferenza dei valori morali, che non sarebbero che mere convenzioni sociali, e allo stesso tempo la “bellezza” della “comunità scientifica”, che ci proteggerebbe dalle frodi. La frode c’entra perché con questa “business ontology” così svergolata uno dei principali attori della frodi biomediche strutturali, l’establishment scientifico, viene posto in una posizione privilegiata di controllore delle frodi stesse. Così es. basta fare in modo, con la compiacenza e la partecipazione delle istituzioni dello Stato, che a Stamina, una banale frode che normalmente sarebbe durata 30 minuti, il tempo dell’arrivo del maresciallo dei CC, vengano invece fatte assumere dimensioni giganti, per poter presentare per contrasto una comunità scientifica corrotta come il baluardo contro la ciarlataneria; con magistrati come Guariniello e Santosuosso che come lei commentano inneggiando alla “scienza” quando dovrebbero controllarne gli abusi, coonestando una cattura normativa che è anche “deep capture” (Hanson e Yosifon), cioè cattura culturale.

Invece per me non c’è bisogno della filosofia per assumere che la medicina non deve nuocere al paziente a favore di chi la vende. E occorre prendere tristemente atto (v. Gotzsche, cit.) che la ricerca scientifica ai nostri giorni non è la cura, ma è parte della patogenesi. La volontà di rappresentare posizioni, interessi, e rapporti di forza senza infingimenti è già un orientarsi verso la soluzione.

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27 aprile 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Martucci ” ‘La Città Bianca’, il romanzo sui retroscena dell’elettrosmog”

Ci sono anche le paure costruite ad arte, che servono a deviare l’attenzione da motivi autentici di timore, facendo leva su meccanismi psicologici che includono anche l’alleviamento di sensi di colpa collettivi: Glassner B. The culture of fear. Why americans are afraid of the wrong things (2010); Oliverio Ferraris A. Psicologia della paura. Bollati Boringhieri (1998). Con tutte le censure su fatti gravi riguardanti i cancerogeni (inclusi quelli da radiazioni ionizzanti), la ricerca biomedica corrotta, i danni culturali della civiltà dei telefonini, le truffe delle compagnie telefoniche, questa imponente campagna mediatica su un’ipotesi implausibile sul piano scientifico appare come un depistaggio. Un’operazione che consente a chi vi partecipa di raggiungere la sistemazione più ambita da tanti italiani in carriera: quella nella quale agli occhi del pubblico si appare come paladini del bene, o addirittura “eroi” (cit. intervista di Martucci), dei Davide che sfidano Golia, mentre allo stesso tempo si acquisiscono meriti presso il potere servendone gli inganni.

@ Hobbes.Non viene generalmente apprezzato che il bilancio danni benefici non è un’operazione quantitativa, ma etica e soggettiva. Ognuno può trarre il suo. La tua è la tipica pretesa scientista di “misurare” valori etici. E anche così il tuo è un cattivo modo di misurare: es. il fatto che la TAC possa da un lato essere utile, non giustifica in alcun modo, sull’altro piatto, che a fini di profitto venga usata senza reale necessità, anche su bambini, provocando tumori, come è riconosciuto che avvenga (ma del pericolo rappresentato dall’uso eccessivo, a fini di lucro, di queste onde elettromagnetiche, accertato e concreto, si tace). E’ come giustificare un omicidio per rapina perché “d’altro canto” il responsabile sarebbe un noto filantropo (un tipo di bilancio usato dai mafiosi). Inoltre la tua bilancia è irrilevante rispetto all’argomento, la veridicità e i moventi della campagna sull’elettrosmog.

E’ ironico che qui invece andrebbe adottata sì una “bilancia”, ma quella proposta da Kant: “le teorie sulla ipotetica natura degli spiriti e sul loro rapporto con noi, pesano sensibilmente solo sul piatto della speranza mentre su quello della speculazione [ragione] sembrano risolversi in aria”. Ovvero, per l’elettrosmog su un piatto ci sono forti ragioni culturali e psicologiche, in gran parte sollecitate o costruite, che portano a credervi; mentre sul piatto razionale si tratta di un’ipotesi implausibile.

@ Hobbes. Siccome a me la TAC “salva la vita” è accettabile che a te provochi un cancro senza altro motivo che il profitto di chi vende l’esame. E’ matematico; e anche etico; dici tu con la tua “bilancia” “oggettiva”; che è quella dell’usuraio, o del commerciante disonesto, non quella del fisico. “Il pericolo dell’uso eccessivo della TAC è talmente segreto” che chi dovrebbe astenersi dal suo uso imprudente e pericoloso continua a farlo, impunemente e anzi riverito. Ho l’impressione che la condanna affissa su “Donna moderna” che citi sia un pò deboluccia, e non serva ad altro – come la liberatoria rappresentata dal consenso informato – che a trasferire come al solito la responsabilità sulla vittima. Facilitati in ciò dal rumore di fondo, o dal frastuono, mediatici, come questo sull’elettrosmog. Ma un ragionamento chiaro, lineare – pulito – voi scienziati benefattori dell’umanità non riuscite a presentarlo?

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17 maggio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post “Epatite C: pm indaga sui fondi non ricevuti dalle Regioni per pagare farmaco”

Nella storia dell’epatite C è costante, fin dalla nascita, lo squilibrio tra l’esilità e le anomalie delle evidenze scientifiche da un lato e dall’altro la brillantissima performance economica, mediata da un massiccio uso del marketing e da straordinarie fortune politiche. Vi è già stato, in altri paesi, un ruolo determinante dei giuristi nella “costruzione della malattia tramite la legge”, è stato scritto a proposito della strana natura di questa entità nosologica. Il farmaco per il quale il PM Guariniello ora indaga per omissione di cure, “la cura da 1000 dollari a pillola” è così costoso da essere in grado, è stato osservato, di mandare in bancarotta l’intero sistema sanitario, e non solo quello italiano. Comunque stiano le cose sull’onestà dell’offerta di cure, e su eventuali complicità istituzionali, visto che questa azione giudiziaria incide così profondamente in campo politico, condizionando l’allocazione delle risorse pubbliche destinate al diritto alla tutela della salute, andrebbe chiesto al PM Guariniello, e agli altri magistrati che volessero emularlo, di presentare gli elementi sui quali basano l’assunto che il farmaco è appropriato ed efficace; e la convinzione che il farmaco sia così appropriato ed efficace che i termini del suo uso vadano imposti dalla magistratura.

@ Elisabetta Picchietti. Un conto è esigere dallo Stato la miglior tutela possibile della salute, un altro è accettare che questa richiesta venga orientata a favore degli interessi dell’industria e della finanza. IL PPI (patient and public involvement) è una strategia per la commercializzazione e la privatizzazione della medicina – dettata da istituzioni come l’OCSE, la Banca Mondiale, la UE – che contrariamente alle apparenze va contro gli interessi dei pazienti e del pubblico (Tritter J et al. Globalization, markets and healthcare policy. Routhledge, 2009.)

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29 maggio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di E. D’Ospina “#Vorreiprendereiltreno, bimbo affetto da malattia rara fermato sulle scale del binario: “Troppo lento” “

Le orphan drugs hanno trovato tanti papà; che moralmente sono di incerti natali. Uno studio del 2012 della Thomson Reuters mostra che la cura delle malattie rare può genere profitti non inferiori a quelli da malattie comuni, per un valore di mercato dell’ordine delle centinaia di miliardi di dollari. Le malattie rare sono una nuova miniera per il business farmaceutico. E’ un settore in crescita esplosiva.

Conferma ciò il marketing d’appoggio sui media. L’uso di malati per propagandare operazioni commerciali con la presentazione di storie ad effetto dovrebbe essere contrastato; soprattutto se, come in questo caso, si utilizzano minori. Il business delle malattie rare sfrutterà queste storie toccanti per ottenere denaro pubblico a prescindere dalla reale validità dei nuovi prodotti, e per massimizzare alcuni dei numerosi vantaggi delle malattie rare: i ridotti costi, tempi e requisiti per l’approvazione alla messa in commercio. Le lacrime versate sugli spot si tradurranno in lacrime nella vita reale, dovute alla diversione delle risorse per le cure, di malattie rare e comuni, da ciò che è più utile verso ciò che è più remunerativo.

Poliziotti e magistrati dovrebbero interessarsi, per dovere istituzionale, a queste manipolazioni dell’opinione pubblica; ma tengono molto all’amicizia dei grandi interessi finanziari e industriali sulla medicina, e nonché contrastarle preferiscono partecipare alle varie campagne di propaganda, interpretando sé stessi.

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@ Tano Loktar Scala. Due articoli recenti per chi invece di volesse approfondire il tema della natura speculativa dell’interesse per le malattie rare:

Are orphan drugs too successful? Ttopstart, 16 gen 2015.

e quello dell’uso delle narrazioni ad effetto per vendere prodotti medici:

Patient anecdotes in NY-Presbyterian hospital ads mask mediocre quality ratings. Health News Review, 27 mag 2015.

@ Noodles. Le malattie rare sono un problema di bambini inspiegabilmente maltrattati da poliziotti brutali degni di un romanzo di Dickens o di Hugo; poliziotti carogna che addirittura impediscono a un bambino disabile – per una malattia mitocondriale – di prendere il treno per andare a curarsi. Chi pensa invece che la prima cosa da sapere per il cittadino comune sulle malattie rare è che su di esse si appuntano enormi interessi speculativi; e che tali interessi ricorrono sistematicamente ai ricatti morali su casi umani per spillare soldi, a danno dei pazienti, è un “complottaro”. Almeno secondo noodles, uno dei tanti concorrenti al premio “piccoli Renzi crescono”.

PS. se vuoi proprio parlare di complotti e Polfer, si potrebbe ricordare di quando il capo della Polfer era Umberto D’Amato, legato alla CIA, e scoppiavano le bombe sui treni. Ma sono fantasie complottare “meglio della fantascienza” …

@ Gian TT. Leggendo es. l’articolo che ho citato “Are orphan drugs too successful?” si può rilevare come il presupposto che presenti “per queste malattie al momento nessuno investe” è grossolana disinformazione, essendo oggi vero l’opposto. Il fare propaganda per le operazioni dell’industria medica falsa il processo di introduzione di nuovi farmaci, che vengono sviluppati e poi approvati avendo come base “a priori” un consenso pubblico costruito coi metodi delle agenzie di PR. Es. il sollecitare il pathos sui bambini malati favorirà l’ulteriore abbassamento delle soglie delle prove di efficacia, e la pratica del “premium price”, l’uso di prezzi esorbitanti come prova dell’efficacia; a danno dei malati. Non so come si possa pronunciare come fai tu la parola “ricerca” mentre si sostiene che “a fin di bene” è lecito manipolare il pubblico. Se si trattasse solo di soldi, si potrebbe equiparare ciò all’aggiotaggio, che è già un reato. Ma qui si incide inoltre pesantemente sulla tutela della salute, impiegando le risorse (denaro dei cittadini) in ciò che conviene all’industria e alla finanza; negando cure utili e introducendone altre che chi vi guadagna non solo non ha convenienza siano efficaci, ma non ha neppure convenienza che siano almeno prive di effetti collaterali. La dimensione criminale di tali manovre, che godono della complicità e della connivenza dei poteri dello Stato, non andrebbe sottovalutata.

@ Stefano.Che fine umorista che sei. Mi fai la parodia anche di questo, tratto da una pagina del documento di analisi “No al Nuovo ordine mondiale” del collettivo anarchico “Bakunin vive”:

“Big Pharma è diventato un global business nell’era dei farmaci blockbuster, quelli che tutti noi conosciamo e utilizziamo. Malgrado il marketing … la creazione di valore per gli azionisti è stata recentemente scarsa o addirittura nulla. La linea potrebbe essere, come consigliano alcune società di consulenza aziendale, di imitare le piccole aziende del farmaco di eccellenza: mirare alla massima customer satisfaction, semplice in regimi di prezzi amministrati o garantiti dai sistemi di rimborso farmacologico pubblico, e puntare ai settori che il blockbuster ha sempre trascurato: le malattie rare e metaboliche …
Ma giocare facile è una tentazione irresistibile: se la ricerca e sviluppo è costosa e non permette questa nuova ingenua religione del «creare valore per gli azionisti», c’è sempre la via d’uscita del marketing aggressivo e più o meno occulto… Tuttavia, sul piano di quelle che potremmo definire le PSYOP (Psychological operations) di Big Pharma, occorre farsi alcune domande essenziali…”

Ah no scusa, è da una pagina di Giancarlo Elia Valori. (Geopolitica della salute. Marsilio, 2014). Ma fa lo stesso. Facciamoci altre due risate.

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@ noodles. C’è il costume di screditare certe segnalazioni di illeciti commessi a favore dei poteri forti dipingendole come “assurde” o frutto di “complottismo”; questa tattica è particolarmente facile in medicina, dove dati i complicati rapporti tra dimensione tecnica e dimensione umana è facile scambiare – agli occhi del pubblico- tra Bene e Male. La partecipazione della polizia di Stato a manipolazioni a danno della salute e dell’erario non è poi una “notiziola”. (Né queste lealtà deviate sono una novità, o sono inconcepibili, v. i citati trascorsi degli uffici al Viminale della Polfer). La reale natura commerciale, e i risvolti negativi sulla tutela della salute, dell’interesse mediatico per le malattie rare e metaboliche, che vengono taciute al pubblico dandogli invece questi spot, non sono poi una notiziola. Del resto, perché ti scaldi tanto per un commento semi-invisibile a una “notiziola”? Quanto al premio, non accetto regalie dalle multinazionali; che poverine hanno già da mantenere la folla di affamati di ogni genere e grado della quale anche tu fai parte.

@ noodles. Questo episodio non è un attentato dinamitardo: non è grave in sé, ma andrebbe indagato e approfondito in quanto sintomatico di rapporti corrotti tra Stato, business farmaceutico e informazione. D’altra parte, tra il prestarsi a uno spot per delle grandi truffe sulla salute e il fare passare un tipo con una valigetta, sapendo che in entrambi i casi se ne avranno vantaggi e non si verrà puniti, non c’è poi una così grande differenza; anche sul piano degli effetti negativi sulla cittadinanza.

Bacini anche a te Noodle; ma mi pare tu esprima la paura che se si lascia che si tiri una maglia poi continuando a tirare si può fare un gomitolo di tutto il maglione. Chi è infedele nel poco lo è anche nel molto; chi è un bugiardo è anche un ladro. Questi detti sono spesso veritieri; e le volpi del business medico hanno grandi code di paglia da proteggere dal fuoco. Così ci sono degli addetti che hanno la funzione di “defensores virginitatis”, e scattano a rinserrare la falla non appena vengono messe in dubbio le finalità di certi accorati lamenti dell’apparato di sfruttamento della malattia su casi di malati che soffrono; e vengono allo stesso tempo posti interrogativi sulla reale professione di certe figure della ricerca medica; che non portano proprio il cilicio (comunque il cilicio lo porta la Binetti, anche lei entusiasta sostenitrice dell’operazione malattie rare).

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6 giugno 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post “Stamina, no della Cassazione al metodo di Vannoni: “Nessuna validità scientifica” “

Consideriamo tre tipi di banconote: quelle autentiche; quelle ben contraffatte, così da sembrare vere; e quelle contraffatte in maniera pedestre, es usando una fotocopiatrice, facilmente riconoscibili come false. Chiamare “tecnicamente imperfetto”, come ha fatto la Cassazione, il ridicolo trattamento Stamina è un po’ come chiamare “tecnicamente imperfette” le banconote grossolanamente contraffatte con una fotocopiatrice. E’ un abbassare lo standard a favore delle contraffazioni ben fatte; che appare essere una delle finalità di questa truffa di Stato a favore del business farmaceutico, che calpesta gli interessi dei pazienti e del pubblico. Truffa che vede le posizioni dei magistrati aderire fedelmente al copione, dalle turbinose giravolte delle prime fasi alla precisione millimetrica del presente denouement.

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20 giugno 2015

Blog di Aldo Giannuli

Commento al post “Dalla Prima alla Seconda Repubblica in Italia”

In medicina è detto “never events” quel genere di errori che non dovrebbero accadere mai: amputare la gamba sana invece che quella in cancrena, somministrare a Tizio le cure destinate a Caio, lasciare un tampone nell’addome, etc. In campo politico e amministrativo ci sono never events che sono indice non di negligenza ma di dolo. E che si spiegano con la subordinazione dei poteri dello Stato a poteri economici sovranazionali. Es. l’avere lasciati indisturbati i black bloc a Genova [1].

E’ stato un never event anche l’aver fatto passare nel SSN e sui media, per anni, la ciarlatanesca e spudorata “terapia” Stamina, ignorando le pur tenui barriere “scientifiche”; e superando le barriere politiche, molto più robuste, per le quali se a politici, clero, polizia, magistrati non sta bene in Italia non si può neppure attraversare liberamente la strada. Un “errore” incredibile, che trova la sua spiegazione in un’operazione di marketing di magistratura, polizia, politica (non senza l’ombra dei sevizi) a favore del business biomedico [2]. In questi termini sono spiegabili anche altri interventi di magistratura e polizia, come la distruzione di Pantani [3] o l’intervento forte e tardivo sui veleni dell’ILVA [4]. Attualmente ci sono gli estremi per sostenere che abbiamo i CC e Guariniello (che il prof. Giannuli vorrebbe al Quirinale) che esercitando l’azione penale spingono a favore di quella che può essere la maggiore singola truffa a danno del contribuente e del cittadino, le terapie a colpi di centinaia di milioni di euro per l’epatite C.

Osservando questi fenomeni, sono giunto alla conclusione che in campo medico magistrati e forze di polizia operano, ancor più dei politici, a favore di interessi illeciti del business medico [5]. Una tesi che trova riscontro in quella di Giannuli per la quale la globalizzazione neo liberista comporta una “alleanza diretta tra il potere finanziario e gli apparati tecnici dello stato (polizia, magistratura, servizi segreti) e confina il potere politico ad una funzione meramente servente” in un “nuovo blocco storico che indichiamo come “l’alleanza tra la spada e la moneta” “.

Restano nascoste sotto alle concezioni ingenue e rassicuranti su medicina, magistrati e polizia le conseguenze negative dei servigi resi dalla penna e dal manganello a poteri che, paragonabili a organizzazioni mafiose [6], determinano come curare le malattie. Mentre la gravità delle conseguenze dovrebbe portare a identificare in questi rapporti patologici tra potere giudiziario e moneta medica un pericoloso focolaio di corruzione.

1 Fracassi F. G8 Gate. Alpine studio, 2011.
2 Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale. *
3 Per cosa è morto Pantani. Lo sport e il marketing farmaceutico. *
4 Ilva. Dal cancro nascosto al cancro inventato. *
5 Nuove P2 e organi interni. *
6 Gotzsche P. Deadly Medicines and Organised Crime. Radcliffe, 2013.

*nel mio sito.

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7 luglio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post “Stamina,”Vannoni è genio ma criminale” il pm chiede due anni per truffa”

La “genialità” di Vannoni è un’altra di quelle giustificazioni della magistratura che ricordano il passo del Manzoni “gl’Amplissimi Senatori quali Stelle fisse…”. In effetti la ciarlataneria, che venne definita da un osservatore “ars turpissima sed profunda” – due secoli prima di Galilei – una volta che sia smascherata a volte appare ingegnosa, e profonda nel suo toccare i giusti tasti psicologici.

Ma lo Stato non è un villico ingenuo o una massaia smarrita: dovrebbe sapervi resistere senza difficoltà, e proteggere i cittadini bloccandola sul nascere. Invece ne è complice. Vannoni è stato solo un buon “con artist” che, con le spalle coperte, ha eseguito un copione scritto da altri. Copione al quale anche coloro che avrebbero dovuto fermarlo si sono fedelmente attenuti, come bravi attori o docili burattini.

Non è la presunta diabolicità di chi ha interpretato la parte del protagonista, che è proprio quella dell’irresistibile ciarlatano, che spiega come il marketing abbia potuto raggiungere questi livelli di criminalità. Ma è il marciume delle istituzioni, che sempre più vendono i cittadini a grandi interessi privati; in questo caso prestandosi ad una farsa propagandistica sulle staminali.

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@ Chiara Lestuzzi. Non mi sembra il caso di alzare la voce. Di “QUESTO” processo se ne occuperanno quelli come lei. Di fatto qui, commentando l’articolo, si parla della figura di Vannoni, che è indissolubilmente legata all’affare Stamina, e di come essa sia stata plasmata dai magistrati, insieme ai media. E anche, visto che lei è di quelli che tendono a ridurre il reale al giudiziario, di QUEI mancati procedimenti della magistratura che hanno permesso e favorito la resistibile ascesa di questo “genio”.
Per valutare ciò che i magistrati fanno e non fanno relativamente a un problema, in questo caso Vannoni, credo che sarebbe appropriato applicare quella che in statistica si chiama media armonica pesata.

@ Chiara Lestuzzi. La sorte di Vannoni è secondaria. Siamo nell’era del capitalismo cognitivo: su alcuni temi lo schema “guardie e ladri”, con i mariuoli che scappano col malloppo da una parte e i carabinieri coi baffoni che li inseguono dall’altra non è adeguato. L’azione giudiziaria, male impostata e opportunamente modulata, può divenire strumento di convincimento di massa; di costruzione di un’ontologia, cioè di credenze condivise che percepiamo come la realtà. Anche a favore di interessi che comportano gravi lesioni dei diritti umani e costituzionali. Segnalo il post “Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale” nel mio sito.

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18 agosto 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post “Tumori, ricercatori: “Scoperta una molecola che ne frena la crescita” “

La sostituzione della ricerca razionale di cure efficaci con la diffusione della speranza che si verrà curati, e la conseguente vendita di speranza spacciata per cura materiale, è uno schema truffaldino che può contare sia su illustri fiancheggiatori istituzionali (es. i magistrati che hanno individuato un “diritto alla speranza” nel caso Stamina), sia su quella parte del pubblico, cioè dei truffati, che batte le mani ogni volta che vengono ripetuti annunci ingannevoli come questo.

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7 settembre 2015

Blog de il Fatto

Commento al post di P. Di Nicola e I. Proietti “Incompatibilità al Csm: poltrona a rischio per il consigliere Renato Balduzzi”

Il precedente vicepresidente del CSM, Vietti, vicino a proprietari di case di cura, ha sostenuto che “La sanità oggi deve essere concepita non come una spesa infruttifera per fornire ai cittadini un semplice servizio solidaristico, ma come motore di sviluppo”. Appare che gli interessi del business biomedico continuino ad essere rappresentati nel CSM da Balduzzi, anch’egli legato all’imprenditoria sanitaria. Interessi che da tempo i magistrati appaiono in numerosi casi non solo tollerare, ma attivamente promuovere – e proteggere – anche quando si tratta di interessi contrari ai diritti fondamentali dei cittadini. I magistrati fanno ciò prendendo per oro colato, e rafforzando, gli schemi falsi o viziati diffusi dal marketing. Schemi che sfruttano la difficoltà di distinguere, per il cittadino medio, tra ciò che sembra giusto e ciò che è ingiusto in medicina. In questi casi i magistrati non applicano la verifica delle premesse, la conoscenza sulle maschere del mondo, il discernimento informato, nei quali dovrebbero essere maestri.

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1 ottobre 2015

Blog de il Fatto

Commento l post di B. Tinti “Ttip, perché è utile un Tribunale internazionale”

Di recente un giudice federale ha bloccato un’agenzia governativa, la FDA (non certo nota per essere nemica del business), che stava impedendo a una ditta di propagandare l’uso off-label di un farmaco. Il giudice ha motivato la sentenza col 1° Emendamento, quello sulla libertà di espressione, che per lui sarebbe da applicare anche al commercio. Il JAMA ha commentato che così si va verso la ripetizione di quelle tragedie (cioè quelle con migliaia di morti) da uso di farmaci non adeguatamente testati (*). Numerosi casi mostrano la tendenza dei magistrati italiani a fare da manutengoli agli affari sporchi di Big Pharma, con giustificazioni di livello pari a quelle del collega USA (es. un “diritto alla speranza”); e la tendenza all’uso del diritto come strumento per tali affari; in particolare, all’uso del diritto per ottenere quella deregulation, o libertà di truffa, che si è già visto essere in grado di causare morti a migliaia; o a decine di migliaia. E’ per questo che considero di dubbio valore le asserite basi giuridiche e morali per richiedere un tribunale speciale per la tutela degli interessi delle multinazionali.

* Sharfstein JS Charo A. The Promotion of Medical Products in the 21st Century. Off-label Marketing and First Amendment Concerns. JAMA, sept 14, 2015.

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6 ottobre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di E. D’Ospina “Anna Tatangelo nuda per la Lotta ai tumori: la polemica in rete. “Foto troppo sexy, rimuovete la campagna”

Una pubblicità di trattamenti medici che fa leva sul desiderio femminile di essere sessualmente attraenti e sul timore di perdere il sex-appeal. Con una foto da catalogo di conigliette e la conseguente amplificazione da polemica e da gossip. Non è la foto ma il messaggio ad essere postribolare. Negli anni ‘50 e ‘60 c’erano magistrati bigotti che, mentre non vedevano tante cose, sequestravano riviste osé. Si riporta che Scalfaro, che era stato magistrato, avesse schiaffeggiato una signora per il suo decolté. Oggi abbiamo la magistratura “pharma friendly”, che non convoca i responsabili della Lilt e la Tatangelo per chiedere loro come mai diffondano, tramite studiate tecniche di propaganda, una concezione distorta e ingannevole dello screening e indicazioni dannose e potenzialmente letali. Quelle per le quali lo screening va esteso alle classi più giovani, perfino alle ventenni, che “DEVONO” (Tatangelo) sottoporsi a “prevenzione”, ovvero cominciare a quell’età a ricevere periodicamente i raggi del mammografo; va esteso perfino, andando a rastrellarle nelle scuole, alle adolescenti; mentre tutto ciò viene negato anche dai protocolli ufficiali; e all’estero le conclusioni di tanti tecnici sono per una riduzione, quando non la totale soppressione, di questo screening, dato il bilancio danni-benefici scadente, e nella valutazione di alcuni ricercatori negativo, anche per le donne di età più avanzata. La nudità di una bella donna fa da foglia di fico alla tratta delle mammelle.

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6 ottobre 20015

Blog de il Fatto

Commento al post di A. Marfella “Terra dei Fuochi: Gigi, Anna e le pubblicità ingannevoli”

Nella medicina attuale il cancro non è come il vaiolo, che ha una causa e manifestazioni ben definite (“monotetiche” ci spiegano gli epidemiologi, es. P. Vineis). La sua definizione e le sue cause sono divenute di fatto più eterogenee – politetiche – per l’influenza della ricerca del profitto. Tra le definizioni e quindi tra i criteri diagnostici sono state fatte rientrare alterazioni che non si comportano come cancri ma come tali sono diagnosticate; falsi positivi, che, moltiplicati dalla “prevenzione” – in realtà diagnosi presintomatica di massa – hanno causato crescite esplosive nelle statistiche dei corrispondenti “tumori”. L’inquinamento, fattore causale reale, viene indicato come causa monotetica delle “epidemie” di cancro dovute alle sovradiagnosi. La ricerca amorale del profitto provoca sia le aberrazioni dell’inquinamento, sia le aberrazioni delle sovradiagnosi; le prime vengono usate non solo per nascondere, come capro espiatorio, ma per praticare, come spauracchio che spinge alla “prevenzione” tramite screening, le seconde, mediante una rappresentazione distorta e ingannevole; diffondendo un nocebo in un circolo vizioso. I coniugi D’Alessio rappresentano bene il livello intellettuale e civile di questo appoggio all’industria biomedica. Un’industria che necessita di censura e massiccia propaganda; spesso fornite proprio da quelli che avrebbero il dovere di impedire quella caccia ai sani, per trasformarli in pazienti, che ora sta puntando le ragazzine.

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14 ottobre 205

Blog de Il Fatto

Commento al post di T. Mackison “Mario Mantovani, anche i dializzati sono un affare per la politica. E Aned denuncia: “Ci chiedono soldi in nero” “

L’affare, con le relative mazzette, del trasporto dializzati non è soltanto sporco, in maniera inimmaginabile secondo l’ingenuo articolista (c’è di peggio nella sanità lombarda e nazionale). E’ anche in contrasto col nuovo corso della medicina; e coi relativi grandi interessi, ai quali coloro che esercitano il controllo di legalità appaiono essere particolarmente sensibili. Negli anni ’70, mostrano studi USA, la dialisi a casa, pur essendo considerata superiore sul piano terapeutico e, allora, più economica, rispetto a quella in ospedale, fu accantonata, per favorire i centri di dialisi. Oggi anche da noi, per ragioni non deontologiche ma economiche, su input della UE, si sta rilanciando la dialisi a casa; ma in una chiave liberista, che potrà portare a nuovi svantaggi per i pazienti e a nuove forme di sfruttamento dei contribuenti a vantaggio di interessi privati.

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15 ottobre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post “Mario Mantovani, pm: “Faceva assunzioni su richiesta di Berlusconi. Dal marito della Bergamini al fratello del capogruppo Pdl” “

La mafiosità endemica e permanente, che fa impunemente decidere chi può lavorare e chi no nella sanità lombarda, è stata anche in questo caso giudicata dai magistrati non penalmente rilevante, ma solo “borderline”, e priva di vantaggi immediati. Un’analisi di statistici ed economisti mostra che in biomedicina la pratica corrente della selezione dall’alto di quali risultati pubblicare e con quale credito, e quali lasciare non visibili, mentre viene sottovalutata porta a una distorsione dell’intera ricerca, e così della pratica clinica (Young NS et al. Why Current Publication Practices May Distort Science. Plos medicine, 2008. 5: 1418). Analogamente, non viene considerato a sufficienza che la selezione a fini di potere tramite assunzioni e licenziamenti pilotati è un ramo madornale della malapianta della corruzione: una selezione degli operatori pubblici come agenti personali di chi occupa posti di potere devia e distorce il sistema sanitario, e le altre amministrazioni; dando luogo ai contesti “desolanti”, ma fertili per il malaffare, trovati dai magistrati. Mentre ogni singolo caso di assunzione e esclusione indebite dà al patronus vantaggi immediati, paragonabili a quelli della generazione di un altro “tentacolo”, o dell’eliminazione di chi è di ostacolo alla mafia, per un mafioso.

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15 ottobre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Cappato “Caso Mantovani: il sistema delle nomine Asl è marcio”

I radicali sostengono che il sistema delle nomine Asl è marcio, e che “la sola strada” per fermare il “processo infettivo” consiste nel togliere le nomine dei direttori generali ai politici per darle a “società nazionali e internazionali specializzate” cioè passarle del tutto alle multinazionali. E’ costante nella storia della medicina il tentativo, o la tentazione, di curare un male con un altro male. Per limitarsi al passato, curare il cancro infettando il paziente con lo streptococco; c’erano medici che trattavano con il salasso anche il colera.

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17 ottobre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post “Vaccini, “ministero valuta sanzioni per medici che li sconsigliano”. Poi la retromarcia: “Percorsi di concertazione”. Parzialmente censurato da Il Fatto (commenti completi in: Massoni e legalità )

@ Gianluigi Loi. La sua risposta conferma le intenzioni illecite del governo, sostenendo che si possa sanzionare pesantemente un giudizio medico in scienza e coscienza, e ponendo come condizione per la non sanzionabilità la qualità scientifica (giudicata da chi ?) dell’evidenza a supporto delle critiche. (Aggiungo alla mia collezione di contraddizioni della medicina questa, per la quale la ricerca “buona” si valuta dalla copertina, cioè dagli indici bibliometrici; mentre quella scomoda si valuta nel merito, e per vedere se la sua presentazione a sostegno di una tesi non debba essere motivo di sanzione). La teoria che il medico debba basarsi esclusivamente sulla “evidenza” cioè sulle pubblicazioni, è riconosciuta come fallace e interessata. Ci sono ampie evidenze che l’evidenza è pilotata, esaltandoi risultati desiderati e sopprimendo quelli imbarazzanti, dall’industria. Editoriali sulle maggiori riviste discutono dei problemi di publication bias e non riproducibilità di tanta ricerca, e si pongono il quesito di come arginare questa degenerazione della scienza. Infine, posso testimoniare che proprio chi porta evidenze scientifiche può essere oggetto di rappresaglie inqualificabili, con atti e argomenti da fare arrossire qualunque funzionario onesto, tramite l’Ordine dei medici, i Carabinieri, e con la connivenza di quelli che dicono di essere colleghi di Falcone e Borsellino. Il principio seguito di fatto da chi occupa le istituzioni è il “superior stabat lupus”.

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Brescia, 14 novembre 2015

Ai magistrati che si occupano di tutela della salute
c/o il Presidente del TAR Lombardia
Dr. Angelo De Zotti
Via Filippo Corridoni 39
20122 Milano

racc. a/r online

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Interessi e controllo di legalità sulle onde elettromagnetiche

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Allego copia di miei commenti all’articolo di M. Martucci “Elettrosmog, i tribunali smantellano l’antenna selvaggia” pubblicato su Il Fatto l’11 novembre 2015, che loda sentenze di tribunali amministrativi come orientate alla tutela della salute. Invio il materiale sia per la tenue speranza che tra i vari magistrati ce ne sia almeno qualcuno che ne faccia buon uso. Sia per lasciare documentazione a futura memoria, dato il più consistente timore, basato sull’esperienza, di ricevere, a parte i soliti virulenti attacchi ad hominem prontamente arrivati sul blog, le consuete gravi ritorsioni, intimidazioni, provocazioni, che, condotte da istituzioni dello Stato tramite l’abuso del potere legale, si accentuano quando critico l’operato dei magistrati descrivendolo come a favore di interessi illeciti del business biomedico.

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Francesco Pansera

Dr Francesco Pansera
Via Tosetti 30
25124 Brescia

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Le persone non lo sanno o lo sottovalutano, e tanti medici non lo sanno o si comportano come se non lo sapessero*, ma gli esami radiologici come la TAC portano con loro un rischio non trascurabile di cancro. Questo disinformare e omettere le precauzioni e i controlli su un fattore cancerogeno accertato, le radiazioni elettromagnetiche ad alta energia, per occuparsi delle “onde potenzialmente nocive” e della “elettrosensibilità” è un poco, sul piano fisico, come andare in safari e dare la caccia ai gatti, o alle farfalle, invece che alle tigri e ai leoni. Ed è come, sul piano politico e civile, combattere il traffico anziché la mafia a Palermo.
*Lee CI et al. Diagnostic CT scans: assessment of patient, physician, and radiologist awareness of radiation dose and possible risks. Radiology 2004;231:393.

@ Hobbes. L’articolo che cito riporta che solo il 9% dei medici di pronto soccorso esaminati si dimostravano consapevoli che le TAC sono associate a un rischio di cancro. Rischio per i pazienti, non per gli operatori, che lei spiega essere protetti. Secondo stime ufficiali il 2% dei cancri è attribuibile alle TAC. Il National Cancer Institute ha calcolato che in USA le TAC eseguite nel 2007 abbiano provocato 29000 casi di cancro negli anni successivi. Uno studio ha mostrato una variazione di 13 volte nella dose di radiazione usata per le TAC in diversi ospedali. Il problema è riconosciuto, ed è reso più grave dal suo legame con l’aumento di esami radiologici non necessari, contro il quale sono in corso campagne di educazione rivolte ai medici, anche in Italia. Il mondo immaginario nel quale il problema non esiste o è sotto controllo che lei, Hobbes, racconta, dà un senso di fiducia e tranquillità; ma nella realtà è quello dello “homo homini lupus”.

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@ fabiomariaderose. Il rischio di cancro da radiazioni aumenta con la dose cumulata. Ma anche una singola esposizione può essere sufficiente: non è che non bisogna “farne troppe”; non bisogna farne se non strettamente necessario. Nel 2013 la Società italiana di Radiologia ha stimato che 1 esame radiografico su 3 è inutile (e fa aumentare di 4 volte il rischio che il paziente sia operato inutilmente). Una stima del 2010 ha calcolato che in 25 anni le radiazioni da esami diagnostici assorbite dagli italiani si siano sestuplicate. Abbiamo una densità di TAC per milione di abitanti tra le più alte d’Europa (es. più alta dell’80% di quella della Germania). Il problema degli effetti cancerogeni trascurati o taciuti delle TAC da noi fu sollevato qualche anno fa da Eugenio Picano, dell’istituto di Fisiologia clinica del CNR.
Lunghe o corte, la comunicazione al pubblico dei rischi di cancro da onde elettromagnetiche non brilla per scientificità e limpidezza. E’ più a livello delle chiacchiere che si fanno ai giardinetti, i luoghi sui quali magistrati e giornalisti appuntano l’attenzione con la storia dell’elettrosmog.

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@ Sp1959. Quello che lei descrive, il superstizioso irrazionale, è la disgrazia di tipo A. Poi c’è la disgrazia di tipo B, che lei rappresenta, che sostiene che ciò che è tecnologico non può che essere buono e onesto e chi lo mette in dubbio è un troglodita e un deficiente; che nella sua difesa arrogante e spudorata arriva a negare l’evidenza, ciò che è riconosciuto dalla famosa “comunità scientifica”, come in questo caso, e semina liberamente disinformazione e diffamazione; potendo contare su magistrati che come lui appoggiano gli ideologismi del business, e lo favoriscono, orientando la loro attività su temi come l’elettrosmog e affini.

ccc
@ Sp1959. Es. Brenner DJ, Hall EJ. Computed tomography: an increasing source of radiation exposure. N Engl J Med 2007. 29;357:2277. Guardi poi gli articoli successivi che lo citano. Ma può astenersi dal “parlarne” con me. Non ho voglia di parlare con un superstizioso di tipo B, incapace di comprendere il concetto elementare che un eccesso di tecnologia può provocarli, anziché evitarli, i decessi. Comunque, se vuole muovere i primi passi in campo scientifico, se vuole avventurarsi al di fuori delle facili illusioni della fede nella “scienza” come sostituto della religione, le segnalo il concetto di curva J-shaped, la cui comprensione, tramite adeguata meditazione, faciliterebbe il pur doloroso distacco dal dogma della tecnologia come fonte di salute e di salvezza. Allora, se ne vorrà ancora parlare, per dimostrare che ha capito ciò che nessun commentatore serio e preparato nega si presenti portando almeno tre altri esempi (ce ne sono a bizzeffe) di danni iatrogeni da eccesso di tecnologie mediche.

ccc
@ Sp1959. Invece di andare a studiare, continua con la diffamazione. Io non spingo a nessuna terapia, tantomeno “naturale” e “miracolosa”. Sostenere che chi critica le pratiche mediche ufficiali provoca per ciò stesso la morte di pazienti è l’argomento detto “you are killing my patients”, che, è stato osservato da un noto medico ricercatore del Cochrane, avrebbe potuto essere usato anche da chi praticava salassi. La natura falsa, gratuita e calunniosa di ciò che afferma su di me dice abbastanza su di lei e sulle sue intenzioni. E anche sul valore di ciò che evidentemente non può essere difeso che in questi modi sui quali, ripeto, i magistrati sono troppo distratti.

ccc
@ Sp1959. Eseguire sistematicamente una marea di esami radiologici non necessari, e solo una persona in malafede può negare che ciò, come è ampiamente riconosciuto, avvenga, esponendo così masse di persone ad un agente cancerogeno senza reale necessità, non è un “male minore”. E’ un male puro. Registro che il nominare la magistratura ha su di lei l’effetto di reiterare comportamenti illeciti. La magistratura, mentre dà corpo alle ombre dell’elettrosmog, un depistaggio e uno spauracchio che aumenta l’insicurezza e l’ipocondria; mentre adotta l’assurdo ideologismo, imposto dai poteri forti*, della lotta a minacce alla salute ipotetiche, non esercita un effetto deterrente sugli attacchi personali diffamatori e calunniosi verso chi osserva che si lanciano allarmi e si perseguono le forme deboli, dalla pericolosità implausibile e non provata, di un agente, mentre si trascura e si censura la sicura pericolosità dell’esposizione ingiustificata alle forme forti. Credo che ciò che la magistratura sta contribuendo a “smantellare”, insieme ai recenti governi, ad una classe dirigente corrotta e ai piccoli agit-prop come lei, siano gli articoli della Costituzione sulla tutela della salute, sulla libertà della scienza e sulla libertà di espressione, in quanto ostacoli agli interessi senza scrupoli del business.
*Cooper M. Life as surplus. Biotechnology and capitalism in the liberal era. University of Washington Press, 2008.

@ Sp1959. E’ lei che esprime giudizi sui libri, e sui lettori che li apprezzano, senza leggere i libri stessi. Il testo, pubblicato dalla casa editrice di un’università USA, che non risulta incline a legare il suo nome a teorie deliranti, ha ricevuto il plauso di vari recensori accademici. Tutto può essere, ma prima di dire o insinuare che il pensiero altrui, soprattutto se articolato per centinaia di pagine e apprezzato da soggetti accreditati come nel caso del libro in oggetto, sia “delirante” occorre dimostrarlo. Piuttosto questo suo lanciare fango a piacimento, questo non presentare un discorso che sia privo di insulti, falsità, calunnie, non è indice di equilibrio, quanto meno morale. Ci sono tanti difensori del business medico che come lei ricordano, nella sostanza degli argomenti e nei modi, i gladiatori. Voglio dire, ricordano quelli che oggi si vestono da gladiatori e stanno davanti al Colosseo per i turisti.

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24 dicembre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post “Raffaele Guariniello, il pool su lavoro e salute continua senza di lui. Spataro apre bando per coordinatore”

Il 5 dicembre scorso a un convegno con Guariniello un magistrato ha paragonato gli inquinatori a chi intossica gli altri fumando in ascensore. Il fumo è un importante agente cancerogeno per chi fuma; occorre riflettere sul perché chi lo dimostrò, Doll, sia stato lautamente pagato sottobanco per 20 anni dall’industria chimica. Il fumo passivo invece appare essere un rischio gonfiato (Penston, Stats.con). Così si addossano su un solo cancerogeno anche colpe non sue, distogliendo dagli altri; mostrando solo il fumo si scarica la responsabilità sul pubblico (il cancro colpa dei “lifestyles”). Si contribuisce alla paura che spingerà verso il controverso screening per il cancro del polmone, che può divenire una forma legalizzata di ciò che Brega Massone ha fatto in maniera spudorata.

Occupandosi di salute un magistrato può ottenere insieme la gratitudine di potenti interessi illeciti e il plauso del pubblico. Se volesse farlo sine spe avrebbe vita dura. Dovrebbe essere consapevole del rischio di strumentalizzazione; di come reti patogene complesse possono paradossalmente essere mantenute e aggravate considerando ed esagerando solo alcuni dei nodi (o inventandone); che a lanciare l’allarme solo su Scilla, l’inquinamento, si spinge la gente nella Cariddi delle sovradiagnosi. Che vi sono sforzi per ottenere la “cattura normativa” da parte di grandi interessi, e anche la “deep capture”, la cattura culturale, così che chi controlla finisce per lavorare per il controllato.

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29 dicembre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di O. Lupacchini “Di giustizia, verità e menzogna (anche istituzionali)”

Ci sono campi dove il falso è per così dire “fisiologico”. Tra la funzione antropologica di rassicurazione della medicina; che da millenni simula, come richiesto dai pazienti, poteri che non ha, avendone acquisito di reali, in grado più limitato di quanto lascia credere, solo negli ultimi 150 anni; e la frode tecnica, il passo è breve. In questi ambiti ci si aspetterebbe che figure abituate a discernere, come i magistrati, siano comunque refrattarie, o ostili, alla menzogna. Invece spesso si accomodano in questa zona franca del falso, sfruttando come consumati uomini di mondo l’occasione data dalla preferenza del pubblico per narrative che “ring true” in quanto false. Unite, le due istituzioni alle quali si affida il ruolo di costruire una realtà abitabile, giustizia e medicina, danno luogo a intrecci sofisticati; che le ditte di marketing biomedico sembra abbiano preso a sfruttare, pilotandoli. Osservando gli interventi dei magistrati in tema di tutela della salute mi viene spesso in mente la frase di Debord: “Nella società dello spettacolo, il vero è un momento del falso”. E osservando l’abuso che fanno del loro potere le istituzioni preposte a tutelare la legalità per proteggere menzogne mediche, amate dal pubblico e pietre angolari di affari da miliardi di euro, mi viene in mente un commento di Piero Chiara, già cancelliere di tribunale, secondo il quale la legge è “l’unica arma capace di atterrare qualsiasi galantuomo”.

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2 gennaio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post “Terra dei fuochi: il report dell’Iss certifica un altro pezzetto di verità. Guardiamo con fiducia al 2016”

Dallo studio: “Le caratteristiche metodologiche [analoghe a quelle dello studio Sentieri] non consentono, in linea generale, la formulazione di valutazioni di nessi causali, permettono tuttavia di individuare situazioni di possibile rilevanza eziologica da approfondire con studi mirati,”. L’allarme però viene dato in termini causali; come mostrano i toni tribunizi del dr. Marfella, che nel convegno da lui citato del 5 dicembre sedeva a fianco al Procuratore Generale di Brescia. Platea di minorenni, scolaresche. Nonostante a un convegno un eminente epidemiologo abbia risposto affermativamente alla mia domanda su se gli epidemiologi italiani considerino il rischio che questi allarmi mediatici provochino, col meccanismo della profezia che si autoavvera, un aumento spurio di diagnosi dei tumori, data la riconosciuta associazione tra considerazione del rischio e sovradiagnosi, gli epidemiologi, e gli altri addetti, appaiono ignari di ciò. L’inquinamento è una calamità della quale si privilegiano gli aspetti di generatore di profitti: medicalizzazione e bonifiche. Anche la possibilità di un circolo vizioso allarmi-diagnosi andrebbe studiata e contrastata, come fattore confondente e come pericolo futuro; e anche come dovere etico, e non solo, di non costruire sciagurate industrie del cancro, rischio che la storia degli screening dimostra non essere teorico. Ciò tanto più per dati che non sono così eclatanti e indiscutibili come li si presenta sui media.

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16 gennaio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Brescia, sieropositivo pretendeva rapporti senza protezioni. Obiettivo: contagiare”

La civilissima Brescia!

@ Giovanna Maggiani Chelli. Come per qualsiasi altro posto, non si può dire “la civilissima Brescia” per un singolo caso di comportamento ignobile.

Inoltre le cose potrebbero stare in maniera diversa. La notizia in sé appare sospetta. Il caso di “untore” AIDS del mese scorso è stato fatto uscire dalla magistratura romana con precisione svizzera, quando il calendario ha segnato la giornata mondiale dell’AIDS. Date le incongruenze emerse ad un’analisi tecnica (che comportano la possibilità che l’imputato sia assolto dopo avere svolto la funzione propagandistica) quel caso è stato giudicato “un’operazione di marketing per rilanciare una “stanca” giornata mondiale contro l’AIDS “ (Pennetta E. AIDS: annunci da marketing e la strana storia dell’untore della capitale. Blog “Critica scientifica” 19 dic 2015).

In questo genere di operazioni, di marketing spregiudicato pro business biomedico, Brescia, pur arrivata tardi, primeggia. Pungolati dall’avidità piuttosto che costretti dal bisogno, non pochi bresciani si sono tuffati in questa nuova industria. Posso enumerare diversi casi; che hanno trovato appoggio presso la magistratura locale, la cui azione giudiziaria (a parte certe azioni che non si possono definire “giudiziarie”), ora zelante ora catatonica, “dovetails” col marketing biomedico – e le relative esigenze di censura e impunità. E’ in questo senso che è appropriato dire “la civilissima Brescia”.

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19 gennaio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di O. Lupacchini “Decamerone’: la falsità di Ser Ciappelletto e gli eredi di oggi”

Nel 2007 scrissi una relazione sulla promozione della ricerca, anche italiana, sulla demenza senile (oggi detta morbo di Alzheimer) da parte dell’allora novantenne Michael Stern; che a suo tempo era stato incaricato dai servizi USA di gestire Salvatore Giuliano. Nella relazione, che inviai anche ad alcuni magistrati, tra i quali Scarpinato, mostravo come vi fosse una continuità tra lo Stern giovane dell’OSS e della strage di Portella e quello anziano della filantropia biomedica. Dato quanto sapevo, citai a paragone ser Ciappelletto.

La medicina, partecipe del potere di definire ciò che è Bene e ciò che è Male, crea facilmente questi equivoci: Bene e Male spesso sono inaccessibili alla valutazione, nascosti nelle profondità di una complessa realtà biologica a sua volta coperta da spessi strati di interessi e credenze umani. Un caso attuale di “Ciappelletto” è il farmaco Avastin, che ha una “fedina penale”, una lista di precedenti documentati, tale da venire citato da tecnici come caso esemplare di costosissimo farmaco imposto contro l’evidenza scientifica e prescritto off-label ingiustificatamente (come antitumorale). In Italia, con la vicenda, anche giudiziaria, Avastin-Lucentis, gli si è all’opposto data un’identità di farmaco col saio e con l’aureola; che viene sfruttata, giocando su un secundum quid, per presentare l’off-label – una forma di deregulation voluta dal business dannosa alla salute e al portafogli – come una pratica virtuosa da legalizzare.

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Vedi: Telethon. La manipolazione dello sperabile e la squadra pro-truffa. In: Milizie bresciane, 13 febbraio 2016

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20 febbraio 2016

Blog de il Fatto

Commento al post di G. Barbacetto “Lo scandalo sanità in Lombardia, la fatina dei denti e i controllori puniti”

@ giancarlo4601. “Viva la magistratura ora e sempre” perché fa un centesimo del suo dovere? Una della radici della corruzione è proprio il desiderio di tanti di trovarsi un qualche potere protettore.

21 febbraio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di T. Mackison “Scandalo sanità Lombardia, l’ex primario di Niguarda: “Nel 2006 la mia denuncia finita nel nulla” “

Così come la magistratura colpì il malaffare politico, con Mani Pulite, solo quando il farlo coincise con interessi non amichevoli di poteri forti sul Paese, la magistratura appare permettere, favorire o perseguire selettivamente illeciti in campo medico, d’intesa col Viminale, secondo una funzione ricalcata su quella degli interessi dei poteri forti, come le multinazionali farmaceutiche e i grandi investitori in campo biomedico.

21 febbraio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Gaudenzi “Scandali Lombardia: da Chiesa a Rizzi, nel paese dove i condannati processano i giudici”

E’ segno dello scarso senso civico degli italiani che solo i disonesti critichino la magistratura. Quando pizzicati, e con accuse false o strumentali, che costringendo a respingerle aiutano a far passare sotto silenzio le magagne vere della magistratura, servizievole verso i poteri che affossano l’ltalia.

22 febbraio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di E. Ciccarello “Appalti sanità: “Italia seconda più a rischio in Europa per corruzione e mafia” “

“Nella sanità quasi mai le forniture sono vinte da aziende straniere. E’ sintomo di frodi e collusioni”. Avoglia se ci sono frodi e collusioni in quella mangiatoia a cornucopia che la medicina è stata fatta diventare. Frodi secondarie, su forniture che spesso a loro volta costituiscono esse stesse una frode, la frode primaria, non andando nell’interesse del paziente ma di chi produce e commercia i beni e i servizi. La frode medica primaria, che ha i ”pregi” della legalità formale e della rispettabilità esteriore, non è una nostra creazione: diffusa nei paesi industrializzati, l’abbiamo prevalentemente importata. Impiantandoci sopra la corruzione tradizionale degli appalti e altri imbrogli. Le aziende straniere vogliono entrare anche nei settori mantenuti dal malaffare nostrano; col loro sistema della frode primaria, integrato nell’economia legale e culturalmente mimetizzato come “scienza”; e rendendo la corruzione ad esso funzionale.

I succhiasangue nostrani vengono quindi svergognati. Si può essere contro Tano Badalamenti perché si è contro la mafia, come Peppino Impastato; ma si può essere contro Badalamenti perché si vuole impossessarsi del suo business, come Bernardo Provenzano. La distinzione, che sarebbe fondamentale, tra opposizione morale e take-over fra bande è tenuta fuori dal discorso mediatico, e giudiziario, sulla delinquenza e la corruzione. Così il correre in soccorso della banda più forte viene presentato come istanza etica.

@ Giovanna Maggiani Chelli. Interessante. Non stento a credere che lo stato parallelo, e quindi anche i suoi fiduciari della malavita, oggi abbiano mandato di interessarsi anche della destinazione dei circa 110 miliardi di euro/anno della sanità. Potrebbe per cortesia dare indicazioni bibliografiche su queste rivelazioni di “collaboratori di giustizia” ?

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19 e 20 marzo 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Simulazioni al pc e nuovi farmaci: dalle molecole ai sistemi biologici (podcast)”

Questa intervista aiuta a capire come mai gli uffici giudiziari di Brescia, mentre dicono di avere gravi carenze di personale, e appaiono non carenti ma inesistenti davanti ad abusi che favoriscono il futuro orwelliano decantato da Cingolani (che tra tre giorni terrà una conferenza a Brescia, invitato dal Comune), si spendano generosamente in “battaglie di civiltà” (PM Cassiani) per casi come i cagnolini di Green Hill.

Ottime notizie per gli investitori e altri “shareholders”. Per i malati, il colore del futuro non è rosa: ciò che descrive Cingolani è una cosuccia come la liquidazione del metodo scientifico, ormai ingombrante per il business; per sfornare farmaci “innovativi” a getto continuo, con garanzie di sicurezza ed efficacia azzerate.

“ ‘With clinical evidence becoming an industry advertisement tool and with much ‘‘basic’’ science becoming an annex to Las Vegas casinos” … “Claims are even made that with new big data, the scientific method is obsolete: petabyte data will replace the scientific method (28) . I apologize for being so old fashioned, but I believe the scientific method is alive and well and will remain so, regardless of amounts of data.
28 The data deluge makes the scientific method obsolete. Available at http://www.wired.com/2008/06/p…. Accessed January 7, 2016.”

Ioannidis JPA. Evidence-based medicine has been hijacked: a report to David Sackett. Journal of Clinical epidemiology, 2016. http://dx.doi.org/10.1016/j.jc…

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6 aprile 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di E. Ciccarello “Corruzione nella Sanità, la ricerca: “Episodi di tangenti in un’Asl su tre”. Il rapporto di Transparency”

Queste campagne di Emergency e di Cantone modernizzano il Paese, inducendo i forchettoni all’antica a moderarsi per fare spazio al malaffare politico consono alla globalizzazione. Si può rubare facendo pagare al contribuente una siringa 10 volte il suo costo reale. Ma si può rubare, e legalmente, e molto di più, anche facendo iniettare al paziente un farmaco costosissimo, inutile e nocivo ma “scientifico”. I politici tradizionali tirano più per il primo tipo di ladrocinio, dove intascano direttamente e gestiscono un potere di mediazione; i magistrati, i CC e i politici “di ultima generazione”, parteggiano per il secondo tipo di corruzione, che va a beneficio di Big Pharma e degli altri grandi investitori della medicina; i quali poi ricompensano, riconoscendo loro diritti feudali, le corporazioni istituzionali e i gruppi politici che li servono. Istituzioni che divengono così una sorta di personale dell’industria e finanza medica internazionale, anche se lo stipendio glielo paghiamo noi. I magistrati stanno accumulando una serie di benemerenze rispetto ai poteri forti della medicina. Probabilmente si addiverrà ad un accordo spartitorio tra i baroni locali e l’impero, e avremo siringhe sia a costo gonfiato, ma un po’ meno gonfiato, sia dal contenuto ancor più fraudolento di oggi, e in formato king size.

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18 aprile 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Pipitone “Sangue infetto, ministero della Salute condannato a risarcire ex trasfuso con 580mila euro”

Tra le tante stranezze dell’epatite C c’è quella di trapiantare fegati positivi per epatite C in pazienti con diagnosi di epatite C. Mentre i giudici di Caltanissetta emettono questa sentenza sull’infettività del sangue, esce uno studio a sostegno – a posteriori – della pratica di sostituire fegati infettati da virus dell’epatite C con fegati infettati da virus dell’epatite C * (uno degli autori è consulente, tra le altre ditte, della Gilead). La versione ufficiale sull’epatite C – un’entità individuata dall’industria farmaceutica – è piena di stranezze, coincidenze sospette, licenze metodologiche, salti logici, contraddizioni, affermazioni paradossali, implausibilità, ragionamenti convoluti alternati a ragionamenti semplicistici, lacune; che sono coperti dalla cosmesi mediatica, alla quale la magistratura contribuisce, avallando con la sua autorevolezza es. il nesso causale tramite sentenze come questa. La magistratura sta fornendo credibilità a un edificio concettuale che è solido non nella sua struttura ma nei contrafforti politici che lo tengono in piedi; anziché indagare sulla veridicità delle premesse di questa colossale idrovora di risorse pubbliche.

*Johnson K. New Data Endorse Use of Hepatitis C-Positive Liver Donors. Medscape, 17 aprile 2016.

@ Braciolanti. Nei pazienti infetti da HCV l’impianto di un fegato HCV+ non peggiorerebbe la condizione dei pazienti rispetto a trapianti con fegati HCV-. Nonostante la terapia immunosoppressiva, che dovrebbe portare a una recrudescenza dell’infezione e dei suoi effetti. Lei non trova in ciò nulla di strano, mentre insinua che l’osservarlo sia antiscientifico, come di chi neghi l’esistenza dell’AIDS. L’AIDS, e il virus HCV esistono; esiste, o dovrebbe esistere, anche la razionalità scientifica, che porta a considerare le anomalie e a considerare le varie spiegazioni possibili, invece di forzarle nella versione ufficiale. Questa dei trapianti infetti che non mutano il decorso malattia è una evidenza a favore della tesi, già espressa da un virologo che si chiama Duesberg, che il legame causale tra presenza di virus HCV e l’asserito quadro clinico dell’epatite C sia il frutto di una costruzione a tavolino per fini commerciali. L’assenza di effetti attesi dopo l’impianto di fegati infetti è spiegabile in vari modi; uno dei più semplici è che l’HCV non sia il fattore causale della nebulosa sindrome detta “epatite C”. Anche le frodi mediche esistono; credo che la presenza al seguito di sentenze propagandistiche di pronti denigratori professionali delle osservazioni critiche ne sia uno dei marker.

@ Braciolanti. Anche limitandosi al quadro che lei richiama: l’agente etiologico di una malattia infettiva “certificato” con l’epidemiologia; agenti che vengono presentati come un flagello biblico che però si ammansiscono quando i fegati che hanno infettato siano impiantati su soggetti affetti dalla stessa malattia che provocano, nonostante che le difese immunitarie vengano abbassate; decorso clinico anomalo per un’infezione virale, e non falsificabile (siamo ai tempi della medicina “scientifica” “non falsificabile”*); ce ne sarebbe più che a sufficienza per aprire un’inchiesta seria sulla consistenza dei vestiti dell’imperatore, ovvero sulla giustificazione scientifica e tecnica al fiume di milioni di euro che passa dai contribuenti ai privati in questa operazione, brillantissima per gli investitori.

*Manrai AK et al. Clinical Genomics. From Pathogenicity Claims to Quantitative Risk Estimates. JAMA, 29 feb 2016.

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3 maggio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di O. Lupacchini “Piercamillo Davigo e la virtù del ‘parlar chiaro’ “

Sotto le semplificazioni mediatiche la realtà è multidimensionale: corrisponde a un vettore che può essere positivo nella componente dell’asse x, quello più immediato, che viene mostrato, e negativo nelle sue proiezioni su altri assi, che vengono celati. Es. un processo per un cancro del colon attribuito all’esposizione lavorativa in tipografia è positivo sull’asse del contrasto ai tumori occupazionali, che i datori di lavoro tendono a occultare. Non appare positivo su quelli dell’accertamento dei fatti e della giustizia, perché appare indimostrabile e poco plausibile che questo particolare tipo di cancro, comune, sia dovuto a quella esposizione lavorativa. E’ negativo sull’asse della tutela della salute e della proprietà privata, favorendo concezioni culturali errate che vanno a favore di interessi colossali sul cancro del colon a scapito dei cittadini.

L’intemerata di Davigo è positiva sull’asse del contrasto alla corruzione tangentizia, in pratica il contrasto ai politici ladri; e su quello del contrasto all’arroganza dei politici. Ma ha una componente negativa nascosta: fa identificare con le tangenti tutta la corruzione, nascondendo l’asse della corruzione proditoria, quella a favore dei poteri forti; la corruzione nefasta che affonda il Paese, e che può trarre beneficio dall’equivoco, strumentalizzando la lotta alle tangenti, come è accaduto proprio con Mani Pulite. Una eterogenesi dei fini sulla quale i magistrati sono un po’ troppo silenziosi.

@ Sidney Sonnino. Un conto è prendere una mazzetta es. per fare acquistare allo Stato il farmaco di una certa ditta. Un altro è legiferare per abbattere i controlli sull’immissione di nuovi farmaci; o imbastire casi giudiziari clamorosi per sostituire, nei presupposti che giustificano la ricerca sperimentale sullo sviluppo di nuove classi di farmaci, alla plausibilità scientifica aspettative irrazionali create ad arte; in cambio non di soldi, ma di posizioni di potere, con i relativi vantaggi. (C’è poi la “cattura normativa”, che riesce a strumentalizzare politici o magistrati onesti). Sono anni che osservo questa differenza; è stato per me un conforto scoprire che “distinguo” di questo genere non solo vengono posti da specialisti (1), ma sono applicati proprio dove li ho desunti, la medicina (2).

I magistrati fanno il loro gioco, invadendo il territorio altrui e sguarnendo il proprio a seconda della convenienza. Il problema vero sono gli italiani, che sono dei von Clausewitz col collega d’ufficio e dei Giufà davanti al potere; e che non concepiscono la ribellione all’ingiustizia altrimenti che con l’eleggere a loro paladino qualche altra figura di potere; dimentichi che “non esistono poteri buoni”.

1 Thompson D. Two concepts of corruption. Harvard Center for ethics, 2010.
2 Light D et al. Few Benefits from New Drugs and Many Serious,
Costly Risks. Chemical industry Digest, 2014.

@ Sidney Sonnino. Sui principi generali che citi siamo penso tutti d’accordo. Un conto però sono i 10 comandamenti e la loro predicazione, un conto gli affari del convento. Io sarei stato più entusiasta se i magistrati avessero espresso come presidente del loro sindacato di categoria una persona con le stesse doti di Davigo, vigorosa, competente, personalmente onesta; ma che non richiamasse – di questi tempi – grafi dalle forme inquietanti; es. quello che collega il parresiasta al chiacchierone: Davigo-Di Pietro-Leeden-Renzi.

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14 maggio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Pena di morte, il colosso farmaceutico Pfizer nega i suoi medicinali per le iniezioni letali”

“A cominciare dagli anni ’90 i dirigenti del marketing farmaceutico cominciarono a parlare ossessivamente dell’integrazione tra marketing e R&D [ricerca e sviluppo]. Il primo fu William Steere Jr. della Pfizer, che fu promosso da capo del marketing ad amministratore delegato nel 1991. Le priorità dichiarate da Steere nell’assumere il comando della ditta erano tre. “La prima, avvicinare marketing e ricerca. La seconda, avvicinare marketing e ricerca. Poi, disse, la terza era avvicinare marketing e ricerca” (1).
La Pfizer è una “marketing machine” (Fortune); ha un “livello tetro di etica pubblica” (NY Times). Sulla priorità data al marketing a danno della ricerca il Wall Street Journal commenta “quando il gioco si fa duro i duri alzano i prezzi” (2).
Unire marketing e ricerca è andare verso la ciarlataneria e la frode. Per apparire come filantropi mentre praticano strategie criminali le multinazionali farmaceutiche possono contare, oltre che sulla propaganda come questa, su qualche boia e tanti tirapiedi. In Italia reclutati soprattutto nelle istituzioni, tra i tanti esperti in doppiezza; che mentre si presentano es. come cavalieri della lotta alla mafia, o bioeticisti, si occupano di togliere di mezzo con l’assassinio morale le voci scomode.

1 Applbaum K. Is marketing the enemy of pharmaceutical innovation? Hasting Center Report 2009. 4: 13.
2 Mintzberg H. Patent nonsense: evidence tells of an industry out of social control. CMAJ, 2006. 1

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29 settembre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post “Chiedere una perizia psichiatrica in un processo non è infamante: così si alimenta uno stigma”

I magistrati forniscono spesso l’effetto morsa: facendo da ganascia “buona” contro una ganascia “cattiva” aiutano a frantumare i resti della Costituzione. Di B. si considerino i trascorsi sinistri; ci vorrebbe un’analisi etnopsichiatrica sul perché gli italiani eleggono a governarli una massa di “dark triad” (narcisismo, machiavellismo, sociopatia) che li fa vivere male. Ma normalizzare le perizie psichiatriche è folle.

Così si diseduca il pubblico alla iatrogenesi sociale e culturale (Illich); che porta alla iatrogenesi clinica, la creazione di false malattie col pretesto di cercarle. Al contrario i cittadini devono avere ben presente che i test medici sono pericolosi quanto un intervento chirurgico o un farmaco, e non vanno somministrati senza reale indicazione clinica. Un test può distruggere una persona. O una nazione. Oggi set 2021 abbiamo una “peste” e una medicalizzazione della vita dell’intera popolazione costruita con test di laboratorio*.

“Il potere di etichettare dà il potere di distruggere” (“Primo non curare chi è normale”, A. Frances). Chiedere di non stigmatizzare mentre si vuole espandere la pratica è un tirare acqua, cioè clienti, al mulino degli psichiatri; è al livello della canzone “Gli uomini sessuali” di C. Zalone. I magistrati dovrebbero smettere di favorire l’uso del potere medico da parte del potere, pratica letale per lo Stato di diritto.

* It is time to stop calling asymptomatic positive test results ‘cases’. Hart, 28 set 2021.

75.

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18 giugno 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Caserta, morta a 3 anni. Arrestati falsa pediatra e marito: “Non diagnosticarono tumore””

Un guidatore può sbandare a destra e finire nel burrone. Ma può sbandare a sinistra, invadere la corsia opposta e fare un frontale; soprattutto se bada solamente a stare lontano dal precipizio a destra. Anche per le diagnosi di cancro gli errori possibili sono due. Si può mancare, colpevolmente o meno, la diagnosi di neuroblastoma. Studi hanno mostrato che, date le sue caratteristiche biologiche, c’è per questo tumore, statisticamente, una marcata facilità a commettere l’errore opposto, cioè a sovradiagnosticarlo. Trattando quindi bambini sani come malati di cancro, con gravi conseguenze, anche a lungo termine, sulla loro salute. Ci sono interessi economici, e, soprattutto in Campania, una campagna mediatica, che favoriscono lo sbandare dal lato dei falsi positivi. Vi è una dolosità sistemica in questo. Sul piano culturale, professionale, giudiziario, mentre i falsi negativi si puniscono e si propagandano i falsi positivi si nascondono e si premiano. Gli stessi che alla notizia di una mancata diagnosi di cancro chiedono i castighi più severi ringrazieranno per le lesioni o l’omicidio da errore opposto *. Magistrati, CC, preti, opinionisti, pronti sui falsi negativi, si sottomettono all’ideologia che vuole i falsi positivi sistematici come parte dell’economia legale, da proteggere e aiutare a crescere.

*Jha S. Doctors are thanked by the false positives but sued by the false negatives. Psychology Today. 13 set 2015.

@ Alexv. Aggiungerei “Come si può pensare che istituzioni dello Stato, autorevoli uomini di scienza dediti alla cura delle malattie, santi uomini con la tonaca, e i media, curino altro che il bene del cittadino, e che addirittura lo danneggino servendo per un loro tornaconto altri interessi?”. Accomodati: segui la strada che ti indicano. L’economia ha bisogno di persone che ragionano come te. Io mi rivolgo a quelli che non scambiano i telegiornali e gli allarmi diffusi dai media per la realtà.

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6 luglio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Traffico di virus, assolta la deputata Ilaria Capua: “Il fatto non sussiste”

Un conto sono le mozzarelle avariate, un altro gli affari smisurati del genere di quelli della Gilead di Donald Rumsfeld con il Tamiflu per l’aviaria umana da H5N1* (e con i farmaci della epatite C). Al di là di questo caso, in generale, occupandosi di temi come ulteriori ceppi di virus dell’aviaria, zoonosi ed epidemie, epidemie false e epidemie provocate, gli investigatori oltrepassano il segnale “Hic sunt leones” e entrano non nel deserto o nella savana, ma in labirinti di specchi, dove se non si vuole essere sbranati la caccia alle belve può essere al più quella di Tartarino di Tarascona, o di Alberto Sordi in “Riusciranno i nostri eroi a ritrovare il loro amico misteriosamente scomparso in Africa?”. Quando il cacciatore non è amico del giaguaro, e gli scandali si sollevano ad arte per avvalorare per implicatura il falso e occultare l’impresentabile.

*H5N1: Avian flu and not a glimmer of proof. In: Engelbrecht T Kohnlein C. Virus Mania. Trafford, 2007.

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15 luglio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Caso Giuseppe Uva, carabinieri e poliziotti assolti. I giudici: “Niente percosse su di lui” “

Il prolasso della valvola mitrale è una diagnosi gonfiabile. Una “overlap syndrome”, cioè basata su una condizione che il più delle volte non è che una variante normale, la cui presenza e rilevanza vengono falsamente ingigantite [1]. E’ stata usata dai consulenti e dagli avvocati di una casa farmaceutica per confondere le acque sui danni mortali causati da un farmaco [2]. In Italia ai tempi della leva obbligatoria era tra le diagnosi di comodo per farsi riformare. Oggi spiega come mai Uva sia morto in coincidenza con una nottata in caserma nonostante risulti, secondo i magistrati, che nessun CC né poliziotto gli abbia torto un capello.

Cosa devono avere visto e sentito le pareti di certe stanze. “Ogni carcere che gli uomini costruiscono / è fatto con mattoni di vergogna” (O. Wilde). Ma vale anche per alcuni altri edifici costruiti in nome della giustizia.

1 Quill TE et al.. The medicalization of normal variants: the case of mitral valve prolapse. Gen Intern Med, 1988. 3: 267.

2 Mundy A. Dispensing with the truth. The victims, the drug companies, and the dramatic history behind the battle over Fen-Phen. St. Martin’s Press, 2001.

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18 luglio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Stefano Cucchi, nuova assoluzione in appello per cinque medici. La sorella Ilaria: “Sei sempre stato morto” “

Da giovane non ci credevo, ma le mafie meridionali hanno avuto e hanno anche medici tra gli affiliati e i fiancheggiatori; i casi sono numerosi, tanto che si potrebbe scrivere un libro sull’argomento. Se qualcuno qualificato avesse tale intenzione, posso dargli copia di una settantina di ritagli, da giornali e da libri, che negli anni ho casualmente raccolto sull’argomento.

Un libro sui comportamenti di tipo mafioso, sensu strictu, dell’industria della medicina è già stato pubblicato, da un medico ricercatore della Cochrane collaboration *.

Ci sarebbe da scrivere un libro anche su un terzo tema, quello delle joint ventures e degli scambi di “favori”, non così diversi dalla complicità mafiosa per natura e per gravità delle conseguenze, tra coloro che dicono di tutelare la salute e coloro che dicono di combattere la mafia.

*Gotzsche P. Deadly medicines and organized crime. Radcliffe, 2013.

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21 luglio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Gaita “Vaccini, “in Italia obblighi e costi a macchia di leopardo. Serve piano unico nazionale o il sistema non è credibile” “

 
Censurato**
 

Il Nordic Cochrane Group ha fatto reclamo all’Agenzia europea del farmaco per il modo di gestire – o di insabbiare – le segnalazioni di medici di effetti avversi da vaccino HPV. La dr.sa Brinth ha scritto di medici che le confidano di non riportare gli effetti avversi impauriti dalla campagna contro gli “antivaccinisti”*. Da noi mentre l’Ordine promette sanzioni ai medici che non vaccinano, la regione Toscana regala ai medici 400-600 euro del contribuente per ogni persona che vaccinano contro il meningococco (un’epidemia che si è sviluppata con l’introduzione di un nuovo test diagnostico). Già i medici non sono in media granitici nel rinunciare a vantaggi personali per rispettare il dovere etico e contrattuale di servire l’interesse alla salute del paziente. Ora per di più si sta allestendo un sistema di premi e punizioni che ricorda i sistemi di bassa lega usati da alcune ditte per aumentare il rendimento dei loro piazzisti. Lorenzin, Chersevani, Ricciardi, Bonaccini etc. dovrebbero dichiarare i report scientifici e i pareri scritti di esperti sui quali basano il loro voler obbligare popolazioni di sani ad assumere medicinali, in deroga alla Costituzione. Se non lo fanno glieli dovrebbe chiedere la magistratura, visto che tali imposizioni, e minacce volte a costringere, se non adeguatamente fondate possono configurare vari reati.

*Chusteka Z. Complaint Filed Over EMA’s Handling of HPV Vaccine Safety Issues. Medscape, 5 lug 2016.

 
** I commenti di lettori pubblicati da Il Fatto su questo post e quello del giono precedente “Vaccini, Ordine dei medici: “Sanzioni disciplinari fino alla radiazione per chi li sconsiglia” assommano a oltre 3800.
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10 settembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Scuola, Fondazione Telethon lancia campagna sull’inclusione dei bambini affetti da malattie rare – VIDEO”

Censurato. (Copia inviata p.c. alla presidente del Tribunale dei minori di Venezia)

La presidente del Tribunale dei minori di Venezia ha spiegato come “Abbiamo salvato un bambino non ci siamo riusciti con Eleonora [Bottaro]”*; facendogli d’autorità asportare un occhio, data una diagnosi di tumore. A parte i casi specifici, che necessitano della conoscenza dei dettagli per essere valutati, appare che i magistrati siano solerti nel contrastare le cure ciarlatanesche (a volte dopo averle virulentate, v. Stamina); ciò sarebbe meritorio, se i magistrati non considerassero, con una comparazione errata – e ricercata – la medicina ufficiale, in realtà infestata da deviazioni speculative, come un supremum indiscutibile. La campagna Telethon nelle scuole sulla “inclusione”, singolarmente limitata ad un settore nosologico ristretto – che sta divenendo “invasivo” – può, dietro la facciata pedagogica, favorire l’agenda delle malattie rare, che è descrivibile come una gigantesca operazione per legalizzare frodi mediche**. Le “malattie rare” oggi non coincidono più come si fa credere con le malattie trascurate, tutt’altro. Su questo empito filantropico verso la popolazione scolastica della medicina “scientifica” d’assalto supportata dalle banche i magistrati non pensano di dover vigilare a tutela dei minori.

* Il Mattino, 7 set 2016.
** “Adaptive licensing” or “adaptive pathways”: Deregulation under the guise of earlier access. Brussels, 16 October 2015, Prescrire.org. House orphan drug proposal: a Windfall for Pharma, False ‘Cure’ for Patients. Public citizen, dic 2015.

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13 settembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post  “Genetica, banca dati con Dna centenari sardi: “Sparite alcune provette” “

Le banche dati del DNA a fini medici sono in primo luogo un’entità economica: si conta con esse di generare immensi profitti. La reale vantaggiosità per i pazienti di questi progetti, che Ruth Hubbard, una biologa di Harvard da poco deceduta, ha chiamato “Profitable promises”, intitolando così un suo libro, è assai dubbia. Ma a questo rimedia la propaganda. Tra le varie piste investigative andrebbe considerata anche quella della propaganda per entimeme, per implicatura. Se le provette vengono rubate vuol dire che sono preziose. E che quindi quanto viene promesso sui “big data” genetici è veritiero. Una complicazione è che CC e magistrati in generale mostrano una simpatia eccessiva per i grandi interessi che beneficiano della diffusione di notizie che alterano la percezione del reale valore dei prodotti biomedici, nei pazienti e negli investitori.

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15 settembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Aids, al sieropositivo che contagiò 30 donne contestata l’epidemia dolosa”

Nicola Da Rio: La probabilita’ di contagio con singolo rapporto vaginale e’ <0.1%, con singolo rapporto anale attorno al 1.5%. Per aver contagiato cosi’ tante persone, quanti rapporti ha avuto sto tizio? Uno al giorno per 10 anni?

@ Nicola Da Rio. Sull’HIV varie autorità hanno già superato tante volte il vieto principio logico di non contraddizione, e l’ingenua regola della plausibilità biologica dato ciò che si conosce empiricamente; a favore di narrazioni avvincenti, che come mostra un vecchio libretto di uno scrittore lombardo sugli untori hanno anche il merito di autovalidarsi, all’opposto dei freddi e noiosi scenari della “scienza” dei pedanti. Forse i magistrati, che oggi generosamente si occupano di scrivere pagine nuove di medicina, vogliono aggiungere il loro contributo a questa nuova disciplina, che si potrebbe chiamare “biologia balistica” (biologia di chi le spara); sarebbe interessante conoscere a quale numero corrisponde secondo loro il tasso di infettività dell’HIV nei rapporti sessuali, e con quali argomenti rendono tale valore coerente con le credenze che diffondono nel pubblico tramite l’esercizio dell’azione giudiziaria.

hcarlo: Non penso che i magistrati abbiano detto una fesseria, anzi. Ho fatto il vostro stesso ragionamento e riletto sia l’articolo che altri articoli su questo caso. Innanzitutto dei 57 casi si parla di 27 casi indiretti, figli o partner successivi, quindi i casi di contagio diretto sono 30. Ho letto che Talluto ha dichiarato di aver avuto anche 5 differenti partner in un mese, ipotizzando 2 rapporti con ciascuna, magari uno solo con alcune e 3 con altre, fanno 10 rapporti al mese, plausibili anche sotto il profilo fisico. Poiché si parla di ben 10 anni il conto diventa il seguente: 10 rapporti x 12 mesi x 10 anni = 1200 rapporti, ipotizziamo ora che si tratti di soli rapporti vaginali in cui il rischio si attesa su circa lo 0,3% otteniamo 36 possibili contagi, perfettamente in linea con quanto ipotizzato dai magistrati.

@ hcarlo. 0,3%=0,003= 3 per mille. Lo 0,3% di 1200 è 3,6 non 36. Credo che oltre a 600 diversi partners in 10 anni, e al bis con ognuna di esse, occorra considerare che siano stati solo rapporti anali, se si vuole raggiungere un valore atteso di una quindicina di casi infetti.

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18 ottobre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. Marceddu “Farmaci, furti di antitumorali per oltre 2 milioni: 18 arresti. L’ombra della camorra”

I nuovi farmaci oncologici sono costosissimi, e il loro prezzo riflette non una reale efficacia o altre giustificazioni razionali ma la volontà di chiedere “what the market will bear”, quanto il mercato sopporta*. Il fatto che vengano rubati mostra che hanno un elevato valore di mercato, ma non implica, come si tenderebbe a credere, che siano preziosi, cioè proporzionalmente efficaci (es. il traffico di corni di rinoceronte, per intendersi). Guardando all’ampiezza e all’intensità degli appoggi istituzionali a pratiche come i prezzi estorsivi e fraudolenti degli antitumorali nel mercato legale, pratiche che nonostante la loro gravità vengono tenute nell’ombra, l’attenzione di CC, magistrati e media ai furti di antitumorali ricorda un poco il 1° capitolo de “La bolla di componenda” di Camilleri: dove la GdF su soffiata bloccava di tanto in tanto uno dei tanti carichi di sigarette, a favore di telecamere, figurando come tutore della legalità, quando in realtà per il contrabbando, lasciato altrimenti indisturbato, il bilancio era positivo, derivandone una pubblicità alle sigarette.

*Kim C, Prasad V. Cancer Drugs Approved on the Basis of a Surrogate End Point and Subsequent Overall Survival: An Analysis of 5 Years of US Food and Drug Administration Approvals. JAMA Internal Medicine, 19 ott 2015. Mailankody S, Prasad V. Five Years of Cancer Drug Approvals: Innovation, Efficacy, and Costs. JAMA Oncology, 2015. 1: 4. 539.

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14 novembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Casolari “Modena, per i pazienti è sempre colpa dei medici. La realtà è diversa da tv e fiction”

“L’intera medicina si è collusa con un progetto più ampio di ricerca di soluzioni tecniche ai problemi esistenziali posti dalla finitezza della vita e dall’inevitabilità dell’invecchiamento, della perdita e della morte… Le sole soluzioni a queste profonde sfide esistenziali vanno cercate nel coraggio, sopportazione e accettazione dei limiti dalla vita. Nel pensare in maniera diversa e più profonda.” (I. Heath sui meccanismi sociologici di quelle frodi mediche istituzionalizzate che sono le sovradiagnosi*). La medicina stimola nel pubblico aspettative false, e irrealistiche fino al delirio, per trarne profitti smisurati. Richiama alla realtà quando le conviene, come in questo caso; con “rimproveri della maitresse”, che ricordano una tenutaria che dia dello sporcaccione ai clienti sulle cui debolezze vive. L’anima fraudolenta delle promesse mediche comporta violenza fisica, con lesioni e omicidi su larga scala. In genere violenza indiretta e mascherata sui pazienti**. Non dovrebbe sorprendere che emerga talora violenza fisica riconoscibile, da parte di pazienti coerenti nel delirio o di chi vende medicina fraudolenta. Per di più la dimensione criminologica della medicina è un tema sul quale magistrati e forze di polizia hanno i carboni bagnati.

*Overdiagnosis: when good intentions meet vested interests. BMJ, 2013. 347: f6361.
** Es. Ablin RJ. The great prostate hoax. How big medicine hijacked the Psa test and caused a public health disaster.

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23 novembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. Patitucci “Meningite in Toscana, eccessi di casi di meningococco C. Rezza (Iss): “Ceppo particolarmente virulento””

C’è una letteratura sulle cause commerciali di variazioni geografiche di incidenza. L’ISS la ignora, insieme alla circostanza che l’incremento di diagnosi di meningite in Toscana è associato all’introduzione di un test diagnostico sviluppato al Meyer di Firenze. Il nuovo test usa un metodo, la PCR, che è noto causare falsi positivi. Ha già provocato incrementi spuri di incidenza di malattie infettive da sovradiagnosi (malaria, m. di Lyme, colite da c. difficile). Prima che di epidemia, il rischio per la salute pubblica appare essere quello che, secondo un collaudato “business model”, che ha già causato tragici effetti, la definizione di malattia venga alterata, identificandola abusivamente con la positività di test di laboratorio a basso valore predittivo positivo, che provocano sovradiagnosi; mentre allo stesso tempo si stimolano paure eccessive. Ciò permette di vendere cure inutili o dannose, a scapito dell’assistenza utile. Mattarella dal Quirinale esclude che possano esservi critiche fondate e responsabili ai vaccini; il presidente dell’ISS Ricciardi può invitare pubblicamente i magistrati a fare da braccio secolare a questa sua “scienza”, rivolgendosi alla stessa Procura che 50 anni fa fu, a danno della nazione, il sicario morale di un presidente dell’ISS come Marotta. Le frodi istituzionali sulla salute, come i test diagnostici che creano le “epidemie” che dicono di contrastare, sono intoccabili anche quando non sono coperte che da un velo sottile.

@ Marco (quello senza avatar). L’incremento dei morti, e i conseguenti allarmi mediatici su un’epidemia, sono qui legati a circostanze poco limpide e molto sospette sulle quali istituzioni all’altezza dei loro poteri e doveri indagherebbero, in un Paese onesto. Andrebbe considerato come un ulteriore indizio che le versioni ufficiali siano appoggiate sul web da squadrette di soggetti pronti a tirare fuori il “complottismo” e a dileggiare chi non scambia, come fanno non molto lucidamente loro, la diagnosi di morte per la diagnosi della causa di morte; rammaricandosi che i manicomi siano stati chiusi. (Secondo un’interpretazione di quelle che danno un lavoro ai troll, furono chiusi, assecondando, ma solo nella pars destruens, il sincero radicale di sinistra Basaglia in Italia, e negli stessi anni dal liberista Reagan in USA, per creare un più ampio mercato agli psicofarmaci, che sono spesso inutili e dannosi).

@ Marco (quello senza avatar). Sì, non c’è nessuna epidemia, e probabilmente nessuna reale rilevante variazione nell’epidemiologia della meningite. Invece, date al pubblico l’impressione, manipolando ad arte esami e notizie, che la pestilenza sia dietro l’angolo; per supportare prediche e obblighi a sempre nuove vaccinazioni. Peccato che “al vostro paese” non ci siano un giudice, una guardia e una gattabuia. Un recente lavoro * mostra che in Europa il carico di malattia da 6 infezioni associate alle cure mediche è maggiore di quello delle altre 32 malattie trasmissibili. Le malattie infettive oggi sono diventate largamente un problema iatrogeno. Ma gli zelanti Savonarola della peste incombente su questo stanno muti.

*Cassini A et al. Burden of Six Healthcare-Associated Infections on European Population Health: Estimating Incidence-Based Disability-Adjusted Life Years through a Population Prevalence-Based Modelling Study. PLOS medicine, 18 ott 2016.

@ Marco (quello senza avatar). Una versione semplificata del lavoro è sul New Scientist: “The first ever study of hospital-acquired infections in European hospitals has found that the combined health impact of these infections is twice that of the combined burden of 32 infections caught outside hospitals, including flu, HIV and tuberculosis.” (18 ott 2016). La licenza di mistificare a piacimento chi te l’ha data? Se distorci ciò che è scritto nero su bianco, accusando gli altri di non capire, si può immaginare cosa fai sulla epidemia-non-epidemia di meningite. Certo è un bello spettacolo per un cittadino vedere la presidenza della Repubblica, l’ISS, Il Meyer di Firenze, la crema della medicina, affiancati da venditori come te.

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30 novembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. Salvadorini “Corsi de il Fatto Quotidiano: il giornalismo scientifico deve essere critico, non megafono della scienza”

Riguardo all’uso della medicina e della “scienza” per fare uscire mafiosi dal carcere, segnalo che secondo notizie giornalistiche a Cosenza sono in corso trattative che coinvolgono il vescovo Nolè e il direttore del carcere Benevento per estendere alle fasce deboli e ai detenuti lo screening per il carcinoma della prostata. Lo screening col PSA o succedanei – v. Ablin, “Il grande inganno della prostata” – non identificando realmente il cancro della prostata ha reso senza necessità impotenti e incontinenti molti che vi si sono sottoposti. E’ infatti in via di ritiro in USA. Ma è un business colossale. Da un lato, i carcerati poveri diavoli, che sono in una posizione di soggezione, potranno subire pressioni per fare da carne da cannone. Magari con la prospettiva che una diagnosi di cancro e la conseguente mutilazione portino ad alleggerimenti di pena. Dall’altro, è da notare che, in funzione dell’età, la biopsia alla quale il test del PSA conduce può mostrare positività per cancro con frequenza elevatissima (oltre il 50-60% dai 50 anni di età). Si e proposto di non chiamare più “cancro” tali reperti istologici. Questi falsi positivi potrebbero fornire un appiglio giuridico a detenuti potenti, provvisti di complicità istituzionali, per evitare la cella; salvo non farsi operare, e non finire quindi ”limp and leaking” (“floscio e gocciolante”) visto che sta prendendo piede il “watchful waiting” invece della prostatectomia.

@ Monocalpo. E infatti non è previsto e non si dovrebbe. Stiamo parlando di imbrogli che possono favorire altri imbrogli. Non pensi che l’etichetta di malato di cancro possa avere un suo peso, tra gli argomenti addotti, davanti a un tribunale di sorveglianza?

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2 dicembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Margottini “Corsi de il Fatto Quotidiano: da Human Technopole a Xylella, per le inchieste scientifiche serve metodo”

censurato

Alla giornalista Margottini, laureata in matematica, segnalo che spesso il giornalismo scientifico e le frodi a fini di lucro della biomedicina sono intimamente legati in uno schema che chiamo “bayesanesimo fraudolento”, riconducibile al teorema di Bayes. Le probabilità a priori di ottenere un dato risultato, cioè la valutazione della plausibilità biologica delle possibili vie sulla base di ciò che si conosce, sono sostituite dallo scegliere ipotesi che si conformino alle aspettative a carattere magico del pubblico, distorcendo ad hoc la teoria; e dal farle sembrare raggiungibili attraverso campagne mediatiche. Ciò è facilitato dall’impostazione empirista che considera i trial clinici – facilmente manipolabili – non una verifica ma la fonte unica di verità. Il caso Stamina mostra come politici, giornalisti e magistrati si occupino di gonfiare le probabilità a priori; così da indirizzare la ricerca e aumentare artatamente la valutazione positiva a posteriori del raggiungimento di effetti clinici*. Rendendo in questo modo “entrenched” quelle che poi si rivelano, come era prevedibile, “underperforming big ideas”**, criticate come pericolosamente viziate da aspettative fideistiche perfino dalla servizievole FDA ***.

*Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale. Sul mio sito.
**Joyner et al. What happens when underperforming big ideas in research become entrenched? JAMA, 28 lug 2016.
***Marks et al. Clarifying stem-cell therapy’s benefit and risks. NEJM, 30 nov 2016.

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9 dicembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Franco “Agenzia del farmaco, non è permesso accedere agli atti sui rimborsi spese del presidente Melazzini”

Virus 1953: Ma, fare un esposto alla Corte dei Conti?

@ Virus 1953: La Corte dei Conti ha appena chiesto 400000€ a Susanna Fiorini, l’infermiera condannata per aver falsificato referti di test di screening del tumore del colon, per “lesione della fede pubblica” e “avere diffuso allarmismo e sfiducia nelle istituzioni”. Ma nessuna Procura o Corte dei Conti vede quanto sono falsi e ingannevoli i messaggi sia istituzionali sia di privati per indurre a sottoporsi agli screening es. per il cancro della mammella, millantando benefici e tacendo dei rischi e di probabili bilanci sfavorevoli* (né la propaganda per quello del colon è esente da manipolazioni**). La Corte dei Conti non appare diversa da altre giurisdizioni che in campo medico coonestano il frame ufficiale, calcando la mano, omettendo e favorendo la censura. Di figure come Melazzini non bisognerebbe occuparsi applicando il sistema che è stato attribuito al Procuratore di Palermo Scaglione: guardare la minuzia, cioè quello che forse potrebbe intascare coi rimborsi (come in effetti si è già visto col rimborso forfettario in reg. Lombardia), e lasciare indisturbato il grosso, ovvero ciò che fa intascare alle case farmaceutiche a danno dell’erario; e della tutela della salute.

*Keen JD Jorgensen KJ. Four principles to consider before advising women on screening mammography. J Women’s Health, 2015. 24:867.
**Horgan J. Why I won’t get a colonscopy. Sci Am 12 mar 2012.

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17 dicembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Politi “Papa Francesco, 80 anni amari. In Vaticano è sempre più sotto attacco”

Il papa ieri nel circondarsi di bambini malati, seguiti al Bambin Gesù, si è soffermato sulla piccola Noemi, ora in lista d’attesa per una terapia sperimentale dell’opedale pediatrico vaticano; mettendole in testa la sua papalina. E’ toccante, ma il cappello papale non è il rifugio più sicuro per un bambino malato. E’ invece un ottima copertura per forze che nella ricerca amorale del profitto si comportano come orchi. Nel 2013 papa Francesco aveva usato Noemi per patrocinare Stamina*. Collabora così ad un’operazione di diseducazione e regressione culturale: la traslazione della medicina verso il magico, con la medicina ristretta a quella “scientifica”, in realtà commerciale e corrotta, magia buona, e alle medicine “antisistema”, in realtà ciarlataneria classica aggiornata, magie dubbie o cattive. Un riarrangiamento analogo a quello già architettato nel ‘600 per legittimare la magia dai gesuiti contro i quali si scagliò Pascal nelle Lettere Provinciali. Lunga e sana vita a Bergoglio, come a chiunque. Ma bisognerebbe considerare anche la salute e la longevità delle persone comuni e dei bambini vittime di operazioni che sotto mentite spoglie sono più vicine, nelle finalità, nelle pratiche e nei tradimenti istituzionali, all’Argentina di Videla o alla Sicilia del cardinale Ruffini che al Vangelo.

*Stamina, il Papa un giorno intero al fianco di Noemi, in attesa di nuove cure. Corsera Brescia, 6 nov 2013.

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21 dicembre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Roma, anche l’Anac contro Marra: “Conflitto d’interessi sul fratello. E la Raggi doveva esonerarlo dalle decisioni””

C’è un problema di “epistemic reliance”, “fiducia epistemica”. Noi sentiamo Grillo, sentiamo i 5S, denunciare il malaffare; ci si allarga il cuore e crediamo che i 5S siano tutt’altra cosa dal sistema che condannano con voce tonante. Il grosso, grossissimo guaio è che c’è un problema nascosto di fiducia epistemica mal riposta anche sull’ANAC, che ha un progetto sinergico con AIFA per il “fast track”, l’approvazione abbreviata dei nuovi farmaci. Una forma di corruzione istituzionalizzata non meno dannosa per i cittadini della corruzione con mazzette dei palazzinari romani. Un watchdog dei diritti dei cittadini competente, incisivo e non ambiguo (come purtroppo non sono i 5S), il National Center for Health Research, ha parlato di “McDrugs”, e di come “fast drugs can be more dangerous than fast food”. Ma il renziano Cantone – magistrato – invece di avvisare dei danni e dei pericoli del fast track, riportati anche da studiosi della corruzione*, collabora al programma obamiano di deregolamentazione dei farmaci, ponendo così l’anticorruzione al servizio della corruzione legalizzata.

*Light DW et al. Institutional corruption and the pharmaceutical industry. Journal of Law, Medicine and Ethics. Fall 2013.

23 dicembre 2016. Fonte: quotidianosanità.it. “Da Ministero e Anac arriva Fast Track per sperimentazioni più veloci e sicure”. Scaricato il 19 dic 2016. A quattro giorni di distanza, la notizia non risulta essere riportata da altre fonti internet. Può darsi che l’articolo riporti erroneamente “ANAC” invece di “AIFA” nel comunicare nel titolo e nel testo che “è nato il fast track, un progetto sinergico di ANAC e Ministero della salute”. L’eventuale errore non è a oggi corretto. Anac collabora alla realizzazione dei progetti di AIFA e Min. Salute, come riferisce anche l’articolo. Non risulta abbia sollevato obiezioni sul fast track, esponendone la natura corrutiva, o i rischi di corruzione. L’articolo prende spunto dalla IX Conferenza Nazionale sui Dispositivi medici. La conferenza ha tenuto a battesimo il fast track italiano. Il sito della conferenza non riporta la presenza di Anac. Riporta la compresenza e la convergenza di controllati e controllori, incluso il comandante dei NAS.

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10 gennaio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. La Cara “Terapia genica, Luigi Naldini: “Così l’esistenza di molti bambini è cambiata in meglio”

@ Beta. L’europeo ““Adaptive licensing” or “adaptive pathways”: Deregulation under the guise of earlier access” Prescrire, ott 2015 ? Questa è un’operazione anche economica e politica, nell’ambito di un mercato dove i miliardi di euro corrono come noccioline, e non si dovrebbe storcere il naso se la trattano, come avviene, anche riviste internazionali di legge e di economia. Come in altri casi, alcuni giuristi ed economisti, in possesso di strumenti adatti, per la conoscenza degli ambienti del business, e perché meno coinvolti direttamente, muovono critiche puntuali e istruttive, meglio di tanti ricercatori biomedici. (C’è anche una monografia italiana del 2007, che non ho letto, da un convegno su “Malattie rare: la ricerca tra etica e diritto”).

Lei non solo vede la figura dello scienziato come l’unico tra gli esperti che possa giudicare. Ma gli attribuisce una onniscienza, estesa al futuro, che fa parte dell’attuale diseducazione sulla scienza, una volgarizzazione della dottrina di V. Bush: la credenza che si possano predire i successi scientifici, e ottenerli purché si dedichino loro sufficienti risorse. Si ignora la plausibilità iniziale, e per una “slothful induction”, decenni di fallimenti; si sostituisce al necessario ragionamento bayesiano un bayesanesimo fraudolento che crea priors fittizi con la propaganda come quella di Telethon; le citerei articoli a riguardo ma temo che lei li esamini attraverso la sua ottica, che non si limita a ingrandire.

 

@ Beta. E’ verissimo che spesso chi fa parte della classe dirigente o del ceto intellettuale non sa, non essendo addentro. E che a volte abbracci lo stesso modello di malattia presentato sulle riviste femminili prima delle pagine dei lavori a uncinetto. L’agenda della ricerca scientifica biomedica viene distorta in radice e per i rami dagli interessi economici. Così che chi conosce e analizza il mondo degli affari a volte diviene adatto a spiegare dove si vuole andare a parare nella “Scienza”. Avviene es. regolarmente sul Wall Street Journal. O a volte partecipa attivamente; es. permettendo che l’autorevolezza del potere giudiziario su temi scientifici (Jasanoff) sia usata per propagandare un dato tema. Sui danni del persistere sulla terapia genica e altre agende imposte dal business v. esempio Joyner et al.What happens when underperforming big ideas become entrenched. JAMA, 28 jul 2017. Su il “time will tell”: Kaptchuck TJ. Effect of interpretive bias on research evidence. BMJ, 2003. 326: 1453. Paolo VI disse che l’Osservatore Romano non considera il mondo com’è ma come dovrebbe essere; anche lei ha una visione curiale di come vanno le cose nella ricerca biomedica.

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13 gennaio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Ministro Lorenzin dopo la firma dei nuovi Lea: “Vaccini gratis e senza ticket” “

Gratis? “Molte persone non lo vedono ma alla fine tutti i costi sono pagati dalle persone comuni. Quando vedi i pazienti nel tuo studio sai che non pagheranno la particolare prestazione che stai per erogare. Ma puoi essere certo che alla fine in qualche modo pagheranno il costo. Abbiamo portato il laundering [riciclaggio] dei costi della sanità ad un’arte elevata, che fa sembrare le banche off-shore dei dilettanti. Ma puoi essere certo che dopo che il riciclaggio è completato, i costi saranno ancora là, e li pagheranno le persone comuni” (*,ridotto).

Questi non sono regali; se non alle case farmaceutiche di denaro pubblico. Saranno pagati da noi con le imposte e tasse; e con le spese private che si sarà a costretti a sostenere per l’assistenza medica realmente necessaria e lasciata scoperta.

*Eddy DM Medicine, money and mathematics. Am Coll Surg Bull, 1992. 77: 36.

@ Snoopix. Non è la “sanità universale”. E’ la sanità delle multinazionali attraverso il potere dello Stato. Che ottimizza non la salute, ma il profitto, succhiando denaro ai cittadini mediante informazioni ingannevoli, sovradiagnosi e cure futili, e a volte dannose, ma comode e lucrose per il business, e trascurando interventi necessari, non sviluppando trattamenti e lasciando il cittadino senza guida e senza aiuto in situazioni critiche.

@ Bruccio. Questo è il modello americano. Es. “With faster drug approvals taxpayers could be left to foot the bill” STATplus, 13 gen 17 (USA). Sei tu che sembri avere difficoltà a distinguere tra servizio sanitario utile pagato con le tasse e uso del prelievo fiscale con la copertura della sanità pubblica per trasferire denaro dei cittadini al business.

@ Bruccio. Quindi non si può criticare o denunciare come corrotto nessun appalto per lavori pubblici se non si è ingegneri specializzati in quel genere di opera? Sono un medico e mi occupo di frodi mediche strutturali. In genere, come qui, cito degli autori a supporto di quanto dico. Puoi indicarmi tu quale immunologo, vaccinologo, dipendente dell’industria farmaceutica sulla base di quali studi e di quali competenze sosterrebbe che una spesa pubblica importante non possa essere che benefica, indiscutibile e priva di conflitti di interesse se supportata dal parere di “scienziati”? Puoi indicarmi es. l’evidenza scientifica pubblicata che giustificherebbe l’allocazione preferenziale di denaro pubblico per la vaccinazione di adolescenti maschi contro l’HPV ? Che giustifichi il porre tale vaccinazione sotto il titolo di “assistenza essenziale”? Io credo che, più che essere io a rispondere nel “tribunale della scienza” nel quale fai il pubblico ministero, in un Paese sano ciò andrebbe spiegato alla magistratura nell’ambito di un’indagine. Condivido l’opinione di diversi scienziati che in medicina la scienza sia stata insozzata facendone uno strumento di frode, e che mettendola al servizio dei soldi facili sia stata fatta divenire un fattore di malattia.

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28 gennaio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Giustizia, l’allarme del Pg di Milano: “Siamo al collasso. Gravi le infiltrazioni della mafia in Fiera””

Il convento povero descritto dal capo dei ricchi frati degli uffici giudiziari di Milano, con una “giustizia al collasso”, e la resistenza contro i brutti ceffi della mafia alle porte da così tanti decenni da fare sembrare poca cosa al confronto i miseri 10 anni dell’assedio di Troia, corrisponde con notevole precisione alla situazione ideale per il crimine di alto bordo, tanto grave quanto invisibile, che trova in Lombardia un terreno particolarmente adatto, come le truffe delle banche, o le frodi istituzionalizzate in medicina: insufficienza di mezzi e distrazione dell’attenzione e delle risorse verso crimini ad alto impatto mediatico come quelli del mostro mafioso. La magistratura milanese è stata criticata per le assoluzioni in appello dopo che JP Morgan e altre banche importanti erano state condannate in primo grado per truffe miliardarie. Non conosco i dettagli, ma riguardo alle frodi mediche strutturali posso testimoniare che spesso e volentieri la magistratura nel suo deliquio finisce con l’essere più un aiuto che un deterrente.

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6 febbraio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Augusta, don Prisutto e i morti per inquinamento: la Spoon River di Sicilia in un documentario”

Tra i prodotti velenosi emessi dalle industrie ce n’è uno particolarmente prezioso per gli speculatori: la paura. La paura della malattia, che spinge le persone verso l’industria medica. Attribuire tutte le morti per cancro a fonti puntuali di inquinamento è un’operazione scorretta, che trova la sua ratio nella valorizzazione di quell’inquinante potente che è la paura. Don Prisutto, esponente di una chiesa che è nel lucroso business della medicina commerciale, si trova a fianco di altre figure “etiche” nell’alimentare credenze distorte sulle malattie a danno della popolazione e a favore del business. Considerare solo i pericoli, reali, dell’inquinamento industriale, gonfiandoli con una retorica accattivante oltre le loro pur rilevanti dimensioni e ignorando le altre cause, e nascondere l’interesse a spingere verso i reparti di oncologia, con le loro false diagnosi di massa spacciate per prevenzione e le cure poco efficaci, pesanti e costosissime per i cancri veri, è come educare i bambini ad attraversare una strada a due sensi di circolazione e molto trafficata guardando solo da un lato anziché sia a sinistra che a destra.

@ FrankVa. Hai ragione sui pericoli dell’ignoranza. Il lato buono di quanto scrivi è che mette in luce la differenza, che andrebbe rimarcata, tra inquinamento ed esposizione. Non è vero che accertato che una sostanza è dannosa si può mettere “punto e basta”, congratularsi con sé stessi per il proprio raziocinio e senso civico e andare a mangiarsi una cassata. Anche un fornello da cucina o un accendino accesi possono causare orribili danni se l’esposizione ai loro gas è troppo ravvicinata. Bisognerebbe vietarli? La tossicità intrinseca è una cosa, l’esposizione è un’altra, gli effetti reali sulla salute un’altra ancora. Una conseguenza del confondere tra inquinamento ed esposizione è che spesso, in conformità a interessi illeciti, si nascondono gli effetti nocivi sui lavoratori o altri soggetti che siano direttamente esposti e allo stesso tempo si impaurisce eccessivamente la popolazione generale. Il rischio viene nascosto oppure esagerato dai don Prisutto in funzione dell’interesse. Un recente studio australiano mostra come i medici sottovalutino gli effetti avversi delle medicine. Il cui consumo beneficia da queste campagne di paura. Il danno da inquinamento va valutato sugli effetti sulla salute, data l’esposizione, non sulla tossicità potenziale. Forse invece di magliette, foulard, parodie di Spoon River, denunce di genocidi e professioni di oggettività bisognerebbe mostrare evidenze valide e, deposta la sicumera e riconosciuti gli interessi palesi e quelli nascosti, ragionarci.

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4 aprile 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Marfella “Autismo, tumori e disabilità: quanto influisce l’inquinamento sulla nostra salute?

Ricordo il dr. Marfella, che dice di essere schierato dalla parte dei cittadini, a fianco al Procuratore generale di Brescia a una conferenza dove si lanciavano allarmi sui danni alla salute da inquinamento nel bresciano, accomunandolo alla Terra dei Fuochi. Platea di studenti, cioè di minori, scelta a mio parere imprudente, per non dire censurabile*. Marfella accosta l’inquinamento anche alla ”epidemia” di autismo; schierandosi a fianco all’ufficialità, incluso Mattarella, in un’operazione di creazione di malattia per via culturale. La bufala dell’epidemia di autismo da vaccini serve da standard negativo per fare sembrare scientifiche le manipolazioni sull’autismo dell’ufficialità; come Stamina al confronto fa sembrare credibili le promesse fantasiose dell’ufficialità sulla rigenerazione del tessuto nervoso. La chemio, fallimentare, viene valutata paragonandola alla follia del metodo Hamer. Su questo sito M. Mirabella, che ha gravi responsabilità per forme di deleteria pubblicità direct-to-consumer mascherate da divulgazione, sembra un difensore dell’onestà scientifica, essendo mostrato a sbeffeggiare una “raeliana”. Il dibattito è coartato a magia bassa contro magia alta. Per un esempio di terza campana, v. autismo in “Primo non curare chi è normale. Contro l’invenzione delle malattie”, Boringhieri. L’autore dopo avere diretto la nosografia psichiatrica ufficiale ne è divenuto un critico.

*La post-camorra. Dai tagliagole alla chirurgia ingiustificata della tiroide

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20 aprile – 5 maggio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Bauducco “Ivrea, Roberto Romeo risarcito per malattia professionale: “Ho usato il cellulare per 15 anni: ora non sento più dall’orecchio destro” “

Gli esperti sanno che “il cancro più lo si cerca più lo si trova”: si trovano lesioni non maligne o a bassa malignità che vengono sovradiagnosticate e sovratrattate. Ciò vale anche per il tessuto nervoso. Es. i gliomi a basso grado trovati incidentalmente investigando cefalee o traumi cerebrali. Con decisioni definite “controverse”, per queste lesioni clinicamente silenti e indolenti si sta passando dal “wait-and-see” a chirurgia, chemio e radio. C’è perfino chi propugna lo screening per i gliomi, una proposta che fa il paio con l’andare ad attaccarsi allo schwannoma vestibolare pur di dire che i cellulari causano tumori cerebrali. La sentenza, che arbitrariamente associa il cellulare, oggetto comune, all’immagine, resa familiare dai film, dei tumori cerebrali aggressivi, favorisce il business dei sovratrattamenti. Fa sì che accostandolo all’orecchio il cellulare vi immetta la pulce del cancro. Mentre i danni sociali della cultura dello smartphone e le pratiche da filibustieri delle compagnie per sfilare soldi non vengono discusse, i magistrati applicano una lente ingrandente e danno credibilità al rischio implausibile e non dimostrato dei tumori cerebrali da telefonino. Aumentano così l’incertezza invece di ridurla, e lanciando allarmi servono interessi che invece andrebbero contrastati; in campo medico incappano spesso in queste sfortune. La sentenza-spot dovrebbe far temere più che altro di non finire privati senza ragione di una cucchiaiata di cervello.

Commento al post di E. Ambrosi del 22 aprile 2017 “Cellulare, toglietevelo dalla testa. E basta”

La classificazione di Renn, adottata dal governo inglese, definisce vari tipi di rischio e li rappresenta con figure mitologiche: il rischio Damocle, il rischio Cassandra, il rischio Ciclopi, etc. Considera il rischio alla salute da uso del cellulare come rischio Medusa, a bassa probabilità e basso danno ma che, ipnotico, causa considerevole allarme. Andrebbe aggiunto il rischio Edipo, dal personaggio che cercando di fuggire dal fato che gli era stato predetto finì per compierlo: il rischio dato dall’allarme che si auto-avvera. (Per evitare confusione con i noti concetti freudiani, invece che Edipo lo si può chiamare rischio Perseo, o “Samarcanda”, dalla canzone di Vecchioni). E il rischio Scilla, dove si fa vedere solo uno di una coppia di pericoli, vero o presunto, e si indirizza così verso i gorghi dell’altro. C’è un apparato tecnico allestito in modo da favorire la sovradiagnosi e il sovratrattamento dei tumori cerebrali, e gli allarmi sul cancro da cellulare spingono verso di esso. In generale i continui allarmi sul cancro da inquinanti, con un’oncologia mai sazia di pazienti, conducono al rischio Pandora della classificazione Renn, ad alta incertezza e lunga persistenza. I costruttori delle credenze correnti, i giornalisti e i magistrati, non identificano e non mostrano al pubblico che dicono di servire questi altri rischi; che si possono raggruppare nel rischio Autòlico, dal nonno di Ulisse, abile e maligno impostore che aveva il potere di rendersi invisibile.

@ Atomic. Non è un demerito dei soli italiani, come conclude l’articolo. Gli italiani hanno solo esercitato il consueto zelo. Nel dicembre 2010 la Corte d’appello di Brescia – una corte piuttosto sensibile ai venti atlantici – emise la prima sentenza che riconosce che un cellulare abbia causato un tumore, anche in quel caso un tumore benigno di un nervo cranico. Contemporaneamente nel Maine un legislatore, Boland, proponeva di apporre un’avvertenza di rischio cancro sui cellulari, come per le sigarette. L’articolo inoltre ignora la step increase in incidenza dei tumori del CNS negli anni Ottanta da introduzione di nuovi strumenti diagnostici. “Variazioni importanti” “legate a sostanziali miglioramenti nella capacità diagnostica per immagini” dice a proposito dell’aumento dei tumori infantili del SNC il rapporto AIRTUM 2012. Epidemiologi USA hanno invece osservato che se fosse solo questione di miglioramenti diagnostici l’incidenza dopo essere aumentata avrebbe dovuto decrescere ai livelli precedenti, cosa che non è avvenuta.

Commento al post di A. Tundo del 27 aprile 2017 “Cellulari e tumore, il giudice: “Nesso c’è. Nessun dubita del rischio per amianto ed esplosioni atomiche” “

Anche per i magistrati “Scienza” è diventata la parola magica che trasforma in profondo il superficiale. Nel caso delle radiazioni ionizzanti e del mesotelioma gli studi hanno confermato e definito ex post le cause di quadri patologici drammatici e spesso peculiari rilevati ictu oculi. Nel caso dei cellulari si è invece cercato – secondo il criticato costume degli epidemiologi di lanciare “scare stories” a raffica – di stabilire la presenza di un ipotetico, poco plausibile, effetto cancerogeno, altrimenti invisibile, con strumenti epidemiologici (insufficienti); e nonostante l’imponenza dell’esposizione e gli sforzi non ci si è riusciti.

E’ stato osservato che la “comunità scientifica” oggi tende a fare come chi equivochi in campo giudiziario tra l’indagine preliminare o il rinvio a giudizio (exploratory research) e il processo o il verdetto finale (confirmatory research). Sembra che i potenti fattori economici e culturali che conformano la medicina siano in grado di far dimenticare l’abbiccì, o di farlo mettere da parte. E che i magistrati, che sulla differenza tra le due fasi potrebbero dare insegnamenti preziosi, anziché riportare sulla retta via partecipino all’andazzo; che è solo apparentemente coraggioso, favorendo sovradiagnosi di cancro e cause giudiziarie volte a fare quattrini, lasciando indisturbato il business parossistico dei cellulari, o quello delle radiazioni cancerogene non necessarie in campo medico.

@ Ale. Il gradiente biologico è un’evidenza forte, ma non necessaria dati problemi di non-linearità, soglia e saturazione; ed è stato anch’esso evidenziato chiaramente: “the risk of disease demonstrates dose dependence. In the most closely studied asbestos-exposed population, residents of the Western Australian asbestos mining town Wittenoom, both mine workers and non-mining residents with greater intensity and duration of exposure had higher rates of disease (23,24). Length of employment has similarly been shown to increase mesothelioma risk in Norwegian insulation and asbestos-cement workers (25,26).” (Robinson BM. Malignant pleural mesothelioma: an epidemiological perspective. Ann Cardiothorac Surg, 2012. 1; 491). La relazione dose effetto dovrebbe essere tenuta presente nel valutare correttamente il rischio nelle varie situazioni.

@ Ale. L’accertamento di causalità è andato oltre il sospetto, ed è ben stabilito. Anche data la particolarità anatomica di questo cancro. Il lavoro che cito riferisce di un incremento del rischio relativo di mesotelioma negli esposti tra il 130% e il 600%. Sono stati riportati aumenti di incidenza di oltre il 10000%, negli spruzzatori di asbesto. (Ricordo a Buffalo il tecnico delle autopsie. Dei morti per mesotelioma diceva la provenienza senza guardare la cartella: “This guy was from Lackawanna”. A Lackawanna, una cittadina dell’hinterland, c’era un’acciaieria, la Bethlehem Steel, per un periodo la più grande al mondo, che aveva chiuso 6 anni prima, nel 1983.) Il gradiente biologico come uno dei criteri epidemiologici di causalità di Bradford Hill è stato soddisfatto. La definizione quantitativamente accurata del rapporto, essendo stabilita la causalità, cioè la possibilità di predire il livello di rischio sul territorio, è un tema diverso, in effetti molto importante e sottovalutato per le politiche pubbliche; anche se è un po’ fuori dall’argomento del post, l’attribuzione di proprietà cancerogene.

Commento al post di S. Palmisano del 4 maggio 2017 “Cellulari e tumori, chi ne studia la correlazione sia super partes”

Le radiazioni ionizzanti sono un cancerogeno certo e potente. L’analogia a effetto tra l’uso del cellulare e i sopravvissuti di Hiroshima è scientifica come sostenere che avendo trovato altezze simili tra un cestista (in ginocchio) e un nano (su trampoli), allora anche il nano è alto. Sul conflitto di interessi, va osservato che la paura per agenti cancerogeni, che ha un valore di mercato spingendo a sovradiagnosi e a richieste di denaro a vario titolo, oggi viene separata dalle responsabilità, che sono più mostrate che punite, e dal modello socioeconomico liberista, che non viene messo in discussione. La propaganda, inclusa quella giudiziaria, opera un po’ come la colonna di distillazione di una raffineria. Alcune componenti vengono fatte sparire; altre, come la paura, sono diffuse nell’atmosfera, inquinando l’opinione pubblica. Un buon sistema è nascondere i cancerogeni veri (es radiazioni ionizzanti mediche), e agitare quelli falsi o esagerati. Vi è conflitto d’interessi anche nel produrre paure redditizie. Es. quando nel 1884 Bismarck introdusse l’assicurazione per i lavoratori, medici e avvocati riesumarono la teoria già screditata delle “lividure” e altri esiti di traumi come causa di cancro (Malleson A. Whiplash and other useful disease. Cap. Lawyers, junk science and chicanery. McGill-Queen ‘s University Press, 2002).

@ Sp1959. 5 giorni dopo Ivrea anche a Firenze (studio avv. Bonafede, deputato 5stelle; giudice Nuvoli) la magistratura ha riconosciuto che l’uso del cellulare può provocare tumori del sistema nervoso. Non si tratta dunque di un fake a sostegno del business oncologico e giudiziario: è la terza sentenza del genere e quindi, soddisfacendo il Principio del Campanaio (1), è stato raggiunto l’elevato livello di rigore tipico dei contributi della magistratura alla medicina. Il Principio del Campanaio è applicato dalla scienza ufficiale del più alto livello di reputazione, es. nella ricerca oncologica (2), che magistrati e forze di polizia considerano fonte di verità, immune da interessi di parte o illeciti, e difendono come giannizzeri.

1 ”In The Hunting of the Snark di Lewis Carroll, il Campanaio dice: «Tutto quello che ti dico tre volte è vero».” (L’errore del campanaio. In: Follie e inganni della medicina. Skrabanek P. McCormick J. Marsilio, 1992).

2 “Some non-reproducible preclinical papers had spawned an entire field, with hundreds of secondary publications that expanded on elements of the original observation, but did not actually seek to confirm or falsify its fundamental basis. More troubling, some of the research has triggered a series of clinical studies — suggesting that many patients had subjected themselves to a trial of a regimen or agent that probably wouldn’t work. “ Begley CG, Ellis LM. Raise standards for preclinical cancer research. Nature, 2012.483;531.

@ MyOwnBoss. Grazie. Un articolo su Radiology dell’aprile 2017 (Larson et al) rileva che in USA il numero di TAC su bambini si è quintuplicato negli ultimi 13 anni. Una stima conservativa ha calcolato in USA tra 2640 e 9080 i casi di cancro all’anno causati da TAC pediatriche*. Ma su questo si sta zitti. La pericolosità delle onde EM aumenta in generale con l’aumentare della frequenza, e quindi dell’energia. Il pubblico viene invece indotto a credere a una “legge fisica” opposta, nella quale minore è la frequenza maggiore è il pericolo. Nell’articolo di Palmisano scopro nomi a me già noti per altri affari, in questa attività di magistrati e medici associati di uguagliare il rotondo al quadrato e di cambiare il bianco in nero.

*Miglioretti DL et al. The use of computed tomography in pediatrics and the associated radiation exposure and estimated cancer risk. JAMA Pediatr, 2013.

@ Panthera Pardus. Contano entrambi. La pericolosità è data dal tipo di radiazione. Gli effetti nocivi anche dall’assorbimento e altri fattori. Infatti il sievert (dose di radiazione che causa un effetto biologico equivalente a 1Gy di raggi-x o gamma) si basa sul gray (dose di radiazione che produce l’assorbimento di 1 joule di energia per chilogrammo di tessuto).

“What is risk ? The calculations are based on:
-The type of radiation
-The energy that it resides in the body (more energy means a higher probability of an effect)
-Where in the body the energy remains.”

E’ da un documento del Dept. of Energy USA. L’ho scelto perché porta l’emblema con la testa di aquila bianca; può quindi essere sottoposto degnamente a te, che da come ragioni fai bene a presentarti con il simbolo di un’aquila a doppia testa.

@ Panthera Pardus. Ci ho parlato, ma non sappiamo a quale delle tue due teste portare le conclusioni. E’ stato osservato, da un illustre chirurgo, che il Caduceo medico in realtà ha un serpente solo, e che ad averne due, come si usa spesso per rappresentare attività mediche, è quello di Mercurio, il dio dei ladri. Analogamente, avere a che fare con una doppia testa di aquila è una allegoria dell’avere a che fare con le categorie che usurpano il posto di quelle che dovrebbero legittimamente occuparsi della tutela della salute.

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13 maggio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di I. Tabusso “Brexit, l’Agenzia europea del farmaco a Milano? La strada è lunga e in salita”

La Norvegia limitava l’approvazione dei nuovi farmaci a quelli che mostravano un vantaggio sugli esistenti. Nel 1996 la “armonizzazione” UE le fece rimuovere questo sano criterio. Studiosi della corruzione considerano l’attuale approvazione dei farmaci esempio principe di corruzione istituzionalizzata*. E’ divenuta un’attività eminentemente affaristica, tutto fuorché limpida; dove si possono creare dal nulla miliardi di euro di profitti purché si sia disposti a recitare, senza alcun rischio, sussiegose farse; e non ci si lasci impressionare dalle conseguenze visibili in sala settoria di questa meravigliosa forma di creazione di ricchezza, una cornucopia fondamentale per il modello economico trionfante. Necessita di doti che la Lombardia ha in abbondanza, per dono di natura e per la cultura plurisecolare degli affari, non impacciata da soverchie ubbie intellettualoidi o moralisteggianti. L’operosità lombarda è inoltre provvista di un apparato di protezione piduista, cioè di mafia tramite i poteri dello Stato. Efficiente e discreto, come dev’essere la mafia che si rispetti, è quel che ci vuole per l’eliminazione delle voci guastafeste e la conduzione spedita. Abbiamo una marcia in più rispetto agli altri pur degni pretendenti all’osso. Se si applicherà il criterio meritocratico, Milano ha già la prestigiosa assegnazione in tasca.

*Light D et al. Few Benefits from New Drugs and Many Serious, Costly Risks. Chemical Industry Digest, Feb 2014.

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30 maggio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Processo Stamina, quattro condanne a due anni per il filone bresciano”

Nel 1947 a Partinico fu assaltata una sezione del PCI. Due militanti furono uccisi, uno rispose al fuoco ferendo G. Ofria, mafioso locale, braccio destro di un massone latifondista. La polizia fece passare Ofria, sicario, per una delle vittime. Tra gli uccisi vi era il padre di Giuseppe Casarrubea, che, divenuto storico, ha commentato: “La cosa incredibile non è, tuttavia, solo l’equivoca attività d’indagine degli inquirenti, quanto il fatto che i giudici sia a Viterbo, sia a Roma, non svolsero nessun approfondimento autonomo, e si appiattirono acriticamente sui rapporti di polizia. Anzi fecero di peggio. Non solo rimossero il problema dei mandanti ma concessero le attenuanti ai correi della strage”*.

Nel processo per quel remoto fatto di sangue nella Sicilia di Bernardo Mattarella ci sono state manipolazioni, influenze esterne, circostanze storiche e conseguenze per il Paese che si possono comparare con l’odierno fare figurare Reg. Lombardia, Min. della Salute e AIFA tra le vittime; con l’assoluzione dalle accuse appropriate, truffa e associazione a delinquere; e con l’appiattimento sui voleri della “money-driven medicine” nell’elevare acqua sporca a “farmaco imperfetto”, una falsità madornale che serve lo schema fraudolento del quale Stamina è solo una componente**; schema che chiarisce movente principale e mandanti dell’imbroglio, che sono stati rimossi.

*Casarrubea G. “Fra’ diavolo” e il governo nero.
**Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale.

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2 giugno 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Bergamo, bombe carta e volantini anti-Lorenzin davanti agli ambulatori per vaccini: gruppo di ultradestra rivendica”

La medicina, quella fraudolenta, è “big money”, e prefetti della stessa pasta di Federico Umberto D’amato, generali dei CC alla G. Palumbo, magistrati che non sono l’opposto di Carmelo Spagnuolo, e i tanti lazzari sempre disponibili per un tozzo di pane, stanno acquisendo meriti adoperandosi per i “piani di rinascita” sanitaria. Da alcuni mesi nella strada che separa l’ambulatorio vaccini della ASL vicino casa mia dallo squallido parchetto dove vado a leggere sfila un campionario di tipi inquietanti e molesti; inclusi guidatori avventati e distratti che ti sfiorano con l’auto. Sbucano “a cucù” cioè con la prevedibile regolarità della pendola svizzera da muro. La zona è divenuta mal frequentata. A febbraio un signore, presente ad una strana aggressione che ho subito a qualche decina di metri, quando ho chiamato il 112 si è presentato spontaneamente come agente di PS in pensione, invitandomi ad andarmene prima che la pattuglia arrivasse, per evitare guai. Occupandomi di frodi mediche, e data una lunga esperienza, a me pare un voler creare una tensione. Mi sarei rivolto alla magistratura, se la città, a 50 km da Bergamo, non ne fosse sprovvista.

@Carlo Ferrari. Vive la Republique?” Viva, ma ho l’impressione che lei più che all’Italia inneggi alla fraternité dei sanculotti…

A me sembra di assistere al triste spettacolo di gente che fa qualsiasi cosa per un tozzo di pane, nonostante abbia di che vivere o sia benestante. Una storia da aggiornamento ai nostri giorni delle “Autobiografie della leggera”, che fu scritta nel 1961. Comunque, se lei volesse sviluppare l’estetica della cialtroneria troverà ampi spunti nel campo degli appoggi istituzionali alle frodi mediche.

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9 giugno 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Mafia, la Cassazione assolve Mori e Obinu per la mancata cattura di Provenzano: respinto ricorso della procura”

I mafiosi sono criminalità “on steroids”, direbbero in USA. Il doping è dato dalla protezione dello Stato. Quando lo Stato virulenta il crimine, quando i pusher sono i CC, si creano cortocircuiti esiziali. Per una ferrea convenzione, la mafia è l’unico caso dove a mezza bocca si ammette che lo Stato favorisce la grande criminalità. Ma è un parafulmine. Giorni fa Mattarella ha firmato il decreto sulla caterva di vaccinazioni coatte. Sarà contenta la Glaxo. “GlaxoSmithKline (GSK) is one of the most criminal drug companies in the world (3). It has committed numerous offences that fulfil the criteria for organized crime under US law”. (PC Gotzsche. Deadly psichiatry and organized denial. People’s press, 2015. Un’esposizione competente e dettagliata delle mostruose falsificazioni della ricerca commesse dalla Glaxo, e delle associate complicità istituzionali, per fare assumere in nome della “scienza”, anche a minori, psicofarmaci inefficaci e dai gravi effetti collaterali, inclusi suicidio e omicidio).

Posso testimoniare che quello della criminalità medica è un altro settore dove i discendenti morali di Salvo D’Acquisto, con la copertura dei colleghi di Falcone e Borsellino, non sono la cura ma sono causa, insufficiente ma necessaria, non meno dei giustamente vituperati politici. Fino a far divenire lo Stato braccio del crimine.

@ Stefaso B. Pure a Ilardo lo hanno vaccinato… E comunque basta con questo cercare sempre di patologizzare il prossimo per vendere rimedi hi-tech, costosissimi e tarocchi. Per esempio contro la fame esistenziale, che porta a sentirsi giustificati nel commettere qualsiasi bassezza come se fosse per la sopravvivenza, inutile cercare vaccini. Si dovrebbe cominciare sperimentando misure semplici, come il fare consumare, fino all’ultima briciola, pasti sontuosi, abbondanti e nutrienti almeno tre volte al giorno, per convincere gli affetti che non stanno morendo di fame. Sancita la scientificità, per chi rifiuti di sottoporsi alla profilassi alimentare, o rifiuti di praticarla integralmente, dagli antipasti alla scarpetta finale, si potrebbe ricorrere, per il suo bene e per il superiore interesse della comunità, a sanzioni del tipo di quelle che faranno vendere vaccini alla limpidissima Glaxo firmate da Mattarella. Posa la siringa, è l’ora della pappa.

@The_Marveluos 2. Non è appropriato prendere la “verità giudiziaria” come punto di riferimento per la ricostruzione storica. Il riferimento per la verità storica è la situazione storica complessiva. Partendo dalle risultanze giudiziarie si equipara la probabilità dell’ipotesi corrispondente su quanto avvenuto alle risultanze giudiziarie stesse; anziché considerare, correttamente, la variazione della probabilità delle varie ipotesi sul quadro generale dopo le risultanze giudiziarie, tenendo conto della capacità delle sentenze di rappresentare in maniera veritiera la realtà. Esistono i falsi risultati, in medicina come nei processi. E a volte sono preponderanti. Neppure i medici spesso si rendono conto che data una mammografia di screening positiva per cancro la “sentenza” corrisponde alla presenza di un cancro clinico solo in 1 caso su 10 (Gigerenzer, 2014). Il tasso di “falsi negativi” nelle assoluzioni per i misteri d’Italia non appare affatto trascurabile. Questo discutere sul niente col privilegiare indebitamente un pezzetto è stato chiamato “prosecutor’s fallacy”, la fallacia del PM (che commettono volentieri anche gli avvocati).

@The_Marveluos 2. Sono d’accordo sulla problematicità, e ambiguità, del concetto di “Storia contemporanea”. “Storico” secondo il dizionario vuol dire anche “appartenente a una realtà effettivamente accertata e documentata”; è questa l’accezione per il tema della provenienza del potere della mafia e di altre forme di grande criminalità; che, lo si chiami storia o politica o in altro modo, è di un’attualità pressante, da non rimandare ad un lontano futuro, quando diverrà un argomento morto come la Constitutio de feudis o la donazione di Sutri.

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14 giugno 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Davigo: “Dentro i partiti accadono cose non tollerate in nessuna società, nemmeno in una bocciofila”

Guardie e ladri. Batteri utili e batteri che provocano malattie. Ma volte il modello appropriato non è quello buoni/cattivi. Ci sono batteri normalmente presenti, es. nell’intestino, che divengono patogeni quando trovano condizioni di scarsa concentrazione di ossigeno (anaerobiosi). Anche i politici, come Davigo mette in luce, “fanno infezione”, cioè creano corruzione, in situazioni di “anaerobiosi”, ovvero in situazioni chiuse, sottratte all’ossigeno del controllo democratico. Solo che questo pericolo c’è per qualsiasi gruppo di potere che sia chiuso, sottratto ai controlli. Davigo limita ai politici il suo giusto indicare i pericoli delle situazioni chiuse al controllo. Secondo lui ai magistrati va invece applicato il modello che ci è caro fin da bambini, quello buoni/cattivi. I magistrati sarebbero i buoni per stipulazione. E’ vero che si tratta di “specie”, di tipi umani, diversi: il magistrato che intasca la mazzetta non è, a differenza del politico con la mazzetta, rappresentativo della sua categoria. Ma quando si tratta di ottenere i favori di grandi interessi sovranazionali, es. spazzando via un sistema politico corrotto perché sia soppiantato da un altro più asservito a banche e multinazionali, o favorendo grandi affari a danno dei cittadini – penso a quelli della medicina – l’anaerobiosi della casta giudiziaria favorisce ascessi e cancrene da germi opportunisti come quella dei politici. E all’opposto di quanto dice Davigo in questi casi non sono i cattivi che devono temere i magistrati.

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23 giugno 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Casolari “Brega Massone, la Cassazione annulla l’ergastolo all’ex primario della Santa Rita: “Non erano omicidi dolosi””

Nel maggio 2017 in Inghilterra un chirurgo, Ian Patterson, è stato condannato perché diagnosticava falsamente il cancro alla mammella e operava quindi senza necessità (senza causare la morte). Il giudice, Jeremy Baker, ha riconosciuto che le conseguenze dannose sul corpo delle vittime hanno avuto natura dolosa: la condanna, a 15 anni di carcere per 17 casi, è stata per avere “wounded with intent”, “lesioni intenzionali”. Il giudice ha detto al chirurgo “Lei ha deliberatamente giocato sulle paure peggiori delle pazienti, inventando o esagerando il rischio che avrebbero sviluppato un cancro, e ha conquistato in questo modo la loro fiducia e confidenza perché acconsentissero alle procedure chirurgiche che ha eseguito su di loro.

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3 luglio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Fumo passivo in ufficio per 5 anni: muore di tumore. Regione Sicilia condannata a risarcire familiari di una dipendente”

Il trascurare l’insieme e le complesse relazioni delle varie classi clinico-patologiche è stato paragonato a quei sei ciechi che descrivono un elefante in base a ciò che tastano: per chi tocca una zanna è come una lancia, per chi sente la proboscide è un serpente, considerando la zampa è una colonna, etc. Vengono spesso presentati quadri distorti e ingannevoli. Es. nell’imporre i vaccini come intervento sull’intera popolazione si sono mostrati dei casi come morti da morbillo omettendo l’appartenenza a classi di TRD (treatment-related death) e di affetti da gravi malattie.

Dal fumo diretto, causa forte di cancro al polmone, si è creato allarme manipolando gli studi sul fumo passivo. La “disease awareness”, come quella indotta dalla notizia di questa sentenza – dubbia nel merito – è nota provocare sovradiagnosi e aumentare le vendite di cure. La carota dei risarcimenti rende ancor più convincente il bastone della paura. Un recente studio, sullo screening per il cancro del polmone, riporta 40 falsi positivi per ogni cancro autentico. Diagnosticando cancri che non ci sono si causano danni pesanti, anche mortali.

Il costringere gli altri a respirare fumo, cancerogeno, è in ogni caso inaccettabile. Ma l’effetto netto di notizie di cronaca giudiziaria del genere, associate alla cecità – o connivenza – dei magistrati su altre parti dell’elefante, appare essere quello di favorire l’industria medica, aumentando il numero dei pazienti piuttosto che riducendolo.

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27 ottobre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Hiv, condannato a 24 anni per lesioni aggravate Talluto: ha contagiato 32 donne. Pm avevano chiesto ergastolo”

Lo Stato, mentre distorce il modello effetto gregge per obbligare a far vaccinare i propri figli, stabilisce tramite sentenza che una persona abbia potuto – deliberatamente – infettarne decine con un virus il cui tasso di trasmissione è stimato nell’ordine di 1 per ogni 500 rapporti sessuali. Perfino le organizzazioni che si occupano di AIDS, come UNAIDS e HIVMA, avvisano delle infondatezze e dei pericoli della criminalizzazione della sindrome, esponendone i danni sanitari, giuridici e culturali*. Anche se nei gradi successivi si nasconderà la mano riformando la sentenza, resterà il danno peggiore: la propaganda, tramite l’azione giudiziaria, al concetto che la malattia non è un fenotipo ma un dato di laboratorio. I magistrati stanno applicando il prestigio della loro funzione a questa concezione perniciosa, e la stanno estendendo alla giustizia penale; anche la prova di colpevolezza diviene un dato di laboratorio. Basta impapocchiare qualche test “scientifico”, a volte da parte della stessa ditta che poi vende le cure, e il foglietto stampato dal macchinario con sopra scritto “positivo” diviene evidenza inoppugnabile per dichiarare una persona affetta da grave malattia. O colpevole di terribili delitti. E quindi drenare miliardi di euro dei contribuenti vendendo farmaci, e fare dell’amministrazione della giustizia un pugnale del potere.

* Criminalisation of HIV Non-Disclosure, Exposure and Transmission: Background and Current Landscape. UNAIDS, feb 2012.

@ evron. Fenotipo è ciò che appare macroscopicamente. I piselli rugosi di Mendel, una setticemia. (Non è, né “i libri” dicono questo, “l’insieme delle caratteristiche scritte nel genoma”). Il termine proviene dalla genetica, ed è un’abbreviazione appropriata per “manifestazioni cliniche direttamente osservabili”. Anche perché molti dei test che si stanno sostituendo alla sua valutazione clinica sono genetici. Es. un caso, con risvolti legali, dove è stata diagnosticata una patologia, definita da un’alterazione dell’elettrocardiogramma, sulla base di un sofisticato test genetico. Mentre sarebbe bastato fare un banale ECG per vedere che l’alterazione non c’era*. A definire la malattia come risultato di laboratorio succede che tanti, spaventati e disinformati, e spinti da disonesti, corrotti e animosi imbecilli seguano il consiglio di un vecchio slogan per la propaganda dell’Epatite C: “Si ti senti bene, fai le analisi del sangue. I sintomi dell’epatite C sono molti diffusi: aspetto sano, appetito normale, assenza di dolore”. Tu che sei persona istruita e dotata di elasticità mentale, si vede da cosa scrivi, converrai sull’opportunità di usare un termine sintetico, appunto “fenotipo”, del resto già usato in questo senso, da contrapporre alle diagnosi di malattia oracolari, basate su test di laboratorio.

*Ackerman JP et al. The Promise and Peril of Precision Medicine: Phenotyping Still Matters Most. Mayo Clin Proc. 2016. 91: 1606.

@ ErPanza78. Lei parla di significato preciso delle parole e intanto altera le mie parole. In ambito tecnico e scientifico le parole sono etichette di concetti. Le etichette devono essere utili e pratiche. Non è peccato modificarne il significato se ciò è utile e pratico. Es. ampliandolo. (Ma non alterandolo, come invece si fa con espressioni “mouthful” come “precision medicine”). Sono i concetti che devono essere aderenti alla realtà. Es. il concetto che secondo le conoscenze ufficiali non è possibile infettare a raffica con l’HIV decine di persone tramite rapporti sessuali. Il concetto, pernicioso, che una condizione morbosa è definita dalla positività a un test. Ignorare i concetti, e i loro gravi vizi, e concentrarsi pedantemente sulle parole, deriva dalla concezione essenzialista di malattia, che “has no place in science” (Scadding JG.Essentialism and nominalism in medicine: logic of diagnosis in disease terminology).

@ Evron. La tua è la versione che critico come corrotta, nell’indebolimento e stravolgimento della logica e dei presupposti epistemologici, nella ricerca, nella pratica clinica e nelle operazioni di censura, disinformazione e marketing tramite i poteri dello Stato. Se il termine non ti piace, come è comprensibile data l’importanza artificiosamente attribuita al genotipo, dalla medicina commerciale, sostituiscilo con “fenomenologico”, “clinico”, “osservabile” etc. Ma credo che sia il concetto che non piace, della differenza tra il materiale e l’astratto, e del relativo abuso.

@ Evron. Probabilità di infettare di 1/500 per rapporto. Elevandola a 1 su 50 per partner, la probabilità di infettarne 30 su 30, che è il messaggio che viene dato, è (1/50)^30, cioè 1 su un numero di 51 cifre che comincia per 9. Una probabilità circa 1.5 milioni di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi più bassa di quella di vincere il primo premio al Superenalotto. Gli ospedali e gli uffici giudiziari non sembrano curarsi neppure della plausibilità – al di fuori del mondo dei fumetti – di un impestatore eccezionalmente virulento e allo stesso tempo asintomatico. Il buon senso che “se ne sta nascosto per paura del senso comune” della peste del Manzoni; e anche l’ipocrisia borghese di “Palla di sego” di Maupassant.

@ Evron. No, sono grottesche le conseguenze quantitative della storia improbabile che presentate al pubblico. Ma è meglio lasciare il freddo mondo dei numeri e guardare all’aspetto umano. Una storia di degrado morale e abbrutimento, di gente senza creanza, senza vergogna, senza rispetto per sé stessi. E non sto parlando dell’imputato e delle sedicenti vittime…
 
@ Evron. Nella mitologia borghese descritta nei racconti di Maupassant, nella visione ipocrita che divide in “perbene” e “gentaglia”, è presente, in un racconto, anche la figura dell’untrice che contagia volontariamente di sifilide i suoi amanti tedeschi. Se la biologia dell’AIDS fosse quella della medicina ufficiale e dei tribunali come questo, data la – incoraggiata – promiscuità sessuale in tutti gli strati della società mezza Italia sarebbe un lazzaretto. La probabilità cumulativa per un tasso di trasmissione di 1/500 che su 1500 rapporti tra 25 e 35 diano luogo a infezione è di 1 su cinquecentomila miliardi. Ergastolo, o 24 anni, per un reato impossibile. Un messaggio al pubblico sulla malattia come risultato di laboratorio che aiuterà i peggiori furfanti ad arricchirsi depredando l’erario e causerà danni veri di massa alla salute.
 
Gli autori del capolavoro riceveranno probabilmente riconoscimenti e onorificenze. Non è il caso di prendersela per i miei commenti, che sono come un peto in un mulino. Le ”infette”, riporta l’articolo, alla lettura della sentenza hanno detto piangendo “giustizia è fatta”. Ma tu mi correggi severamente: è sbagliato dire che si ritengono vittime. Mi ricordi il Malato Immaginario con Sordi. Al suo capezzale il vecchio medico porta il giovane figlio neolaureato (Cristian De Sica); che dice sussiegoso: “Il paziente stupisce e il medico…”. “Lo guarisce” – fa Sordi. “No, lo cura”. Sordi, rivolto al padre: “Certo che il figliolo ne dà di soddisfazioni”.
 
@ Evron. Nei miei esempi oltre a considerare gli elementi della notizia data dai media ho usato i valori da lei citati. Inclusi 1500 rapporti, che non è ragionevole pensare corrispondano a un pari numero di relazioni sentimentali: non dovrebbe attribuirmi premesse che non ho usato. 10 rapporti a relazione, e anche con altre ragazze, lei ora dice. La probabilità di infezione a ragazza sarà: (1/500)*10= 1/50. Consideriamo che, dotato di prodigiose capacità seduttive e di un appetito insaziabile, abbia avuto 300 differenti partner, 10 rapporti a partner. La probabilità cumulativa di infettarne tra 25 e 35 è di circa 3 su un miliardo. Vuole in più decuplicare il tasso di infezione? Anche in questo quadro caricaturale, in questo delirio osceno, la probabilità è meno di 1 su 10000. La storia che lei si affanna a difendere è sballata; anche sotto altri profili tecnici. Per me è in questo e nella sua provenienza, non da un forum di leggende metropolitane ma da un procedimento giudiziario, che risiede il suo carattere sinistro. E’ ulteriormente inquietante che la notizia del processo sia uscita in concomitanza con la giornata dell’AIDS*. E che quest’anno la sentenza di condanna sia stata emessa mentre alla European AIDS Conference a Milano venivano presentate le nuove linee guida per il trattamento. E’ lei che ha cominciato; se vuole smettere di rimestare mi fa un piacere. *Pennetta E. AIDS: annunci da marketing e la strana storia dell’untore della capitale. Critica scientifica, 19 dic 2015.
 
@ Togasso. Grazie. In effetti la scienza e la razionalità applicate dai magistrati qui appaiono essere quelle della “Osteria numero venti …”. E pensare che la distribuzione di Poisson comparve per la prima volta in un libro di legge… (Ho usato la binomiale cumulativa). L’occasione fa l’uomo ladro, e in numerosi casi i magistrati appaiono non astenersi dal cogliere, agendo “in nome del popolo”, diverse situazioni alla “Barabba o Cristo” offerte dall’attuale medicina: dove si può essere corrotti senza rischi, assecondando allo stesso tempo gli umori della piazza e i disegni dei dominatori. Al tempo di Barabba e Gesù i dominatori erano i Romani, oggi sono la finanza e il business biomedico.
 
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20 novembre 2017

Blog de il Fatto

Commento al post di V. Agnoletto “Agenzia europea del farmaco, peccato averla persa. Ma cosa volevamo farci?”

 
A premere per l’assegnazione a Milano c’è stato Scaccabarozzi, capo di Farmindustria. Che controlli possono essere quelli che il controllato agogna? Alla vigilia del voto Telettutto, emittente bresciana, ha mostrato una conferenza sull’inquinamento dove Marfella ha detto che la mortalità infantile per cancro in Italia è la più alta del mondo. Da noi un inquinamento eccezionale e particolare fa strage di bambini? I dati non lo dicono. Ad essere relativamente elevata in Italia è l’incidenza di tumori infantili, per la quale si dovrebbe pensare alle sovradiagnosi; favorite, a vantaggio del business oncologico, da allarmi a effetto. Che andrebbero indagati dalla magistratura. Ma il procuratore di Brescia Buonanno e l’aggiunto Raimondi erano accanto a Marfella. La magistratura coonesta discorsi ingannevoli e sgangherati, vestendo di autorevolezza la suggestio falsi a favore della medicina commercializzata. E concorre anche alla suppressio veri, posso testimoniare. Quando l’Italsider creava ricchezza per i tarantini, chi parlava, giustamente, del pericolo cancro era guardato come un importuno fuori dal mondo. Oggi si è passati ad allarmi gonfiati ad arte che favoriscono la sostituzione dell’industria tradizionale con quella medica, dove la materia prima sono le persone. L’EMA vidima una produzione di ricchezza truffaldina e cannibale, e averla in Italia, dove il meglio, la magistratura, è questo, non avrebbe dovuto essere motivo di esultanza.
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@ mansal. Credo di rappresentare l’ala estrema della critica a Stamina, truffa buffonesca pilotata dallo Stato per fare sembrare per contrasto valide le promesse alla Vanna Marchi sulla rigenerazione di tessuti con staminali “ufficiali” (un altro “job” dove hanno brillato Brescia e i magistrati). Le consiglierei il libro di un medico e ricercatore danese, Gotzsche, “Deadly medicines and organized crime”, su quanto è mafiosa (parole sue) l’approvazione dei farmaci nell’intero mondo occidentale; anche in Danimarca, paese civilissimo paragonabile all’Olanda. Ma non credo che lei voglia sentire parlare dell’universalità del malaffare farmaceutico. Un recente articolo su come l’EMA approvi antitumorali costosissimi senza evidenza valida che migliorino la sopravvivenza e la qualità di vita, e i commenti su come l’EMA sia un sistema di controllo “broken”, riguarda l’EMA sul Tamigi (Prasad V. Do cancer drugs improve survival or quality of life? You don’t need to know, according to our broken regulatory system. BMJ, 26 ott 2017). Comunque, oltre un certo limite la smodatezza nell’approfittare diventa controproducente, e l’eccessiva efficienza in questo senso della nostra classe dirigente potrebbe avere sconsigliato di trasferire nella terra dei famelici lombardi la delicata funzione di immissione di farmaci tarocchi per oltre 300 milioni di europei.

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22 novembre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Vaccini, la Consulta boccia il ricorso della regione Veneto sulla obbligatorietà: “Misure spettano a legislatore nazionale””

Il principio che non debbano essere i singoli cittadini a decidere sulla necessità di trattamenti medici è in sé sano, e fondamentale; andrebbe a loro vantaggio, se i poteri dello Stato non fossero corrotti. Anche che la politica sanitaria debba essere omogenea su scala nazionale è un principio buono. Non solo sul piano politico; ma anche sul piano tecnico. E’ utile considerare le vaccinazioni come un intervento su popolazioni. Es. la questione di base dovrebbe essere se è vantaggiosa o svantaggiosa per la popolazione una sostituzione dell’immunità naturale con quella artificiale. O la “pulse vaccination”, la vaccinazione sincronizzata, che permetterebbe di abbassare la quota di vaccinati che si ritiene necessaria e di evidenziare gli effetti avversi dovuti alle vaccinazioni. Risolverebbe inoltre la questione della “soglia minima” portata a pretesto per obbligare. Ma non appare che siano rispetto dei diritti, verità, razionalità e chiarezza nella tutela della salute, e risparmio di denaro pubblico, ciò che i vari organi dello Stato perseguono.

I giudici della Corte costituzionale dei quali Beatrice Lorenzin e Roberto Burioni (e la Glaxo) stanno vantando l’appoggio: *Paolo Grossi, Presidente. Giorgio Lattanzi. Aldo Carosi. Marta Carabbia. Mario Rosario Morelli. Giancarlo Coraggio. Giuliano Amato. Silvana Sciarra. Daria De Pretis. Nicolò Zanon. Franco Modugno. Augusto Antonio Barbera. Giulio Prosperetti. Giovanni Amoroso.

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2 dicembre 2017

Blog de il Fatto

Commento al post di G. Amendola “Ilva, in una lotta tra inquinati non ci possono essere vincitori”

Dall’alto del monte Olimpo, il Magistrato osserva con compassione i mortali che si dibattono intrappolati nelle pene della condizione umana. Ma è solo una “lotta tra inquinati”, secondo la narrazione costruita dai magistrati? Non sono in gioco anche altri fattori, primari e più forti, dati da grandi interessi economici? I magistrati intervengono imperiosamente a fermare l’Ilva dal 2012, quando è in corso la deindustrializzazione del Paese. Non erano con gli altri responsabili della “vergogna nazionale” nei decenni precedenti? Così come allora si “tenevano gli occhi ben chiusi” su questa esternalità negativa dell’industrializzazione, le conseguenze dell’esposizione a sostanze nocive, oggi si è omertosi e complici sul nuovo corso e i suoi danni: la medicalizzazione, che invece della bugia del silenzio si giova della bugia dell’esagerazione, degli allarmi smodati sul rischio di cancro e altre malattie. I laminatoi vengono sostituiti dai mammografi. Sul nastro trasportatore non più billette, ma corpi. I magistrati non stanno contrastando questa riconversione industriale, ma aiutano la suggestio falsi che la sostiene; e, posso testimoniare, anche la suppressio veri. Trovandosi a lavorare per il potere insieme a forze piduiste.

 

@ Stef Menc. Una conclusione squallida che è tutta tua. Se fossi un magistrato non mi farebbe piacere ricevere questo genere di supporto. E mi chiederei in che compagine sto mettendo la toga che porto.

@ Traurig. La casta mafiosa e corrotta, i sindacalaidi, gli amici della parrocchietta e capitani coraggiosi che rubano i risparmi di pensionati e famiglie sono in un elenco del quale fa parte anche la tua categoria, che a mio parere è da accostare per gravità alla mafia e al terrorismo come strumento nefasto di potere a danno del Paese: i sessantottisti, che servono chi sta ancora più su del generone italico con temi pseudoprogressisti. E tutti insieme andate avanti a spese degli onesti. Nel loro servilismo, nella loro vigliaccheria, nel loro torpore mentale, i sessantottisti si sentono insultati da discorsi che non ricalchino la dottrina preconfezionata; e quindi legittimati a rispondere con l’insulto, ritenendosi inoltre superiori al dovere di argomentare. Un aspetto di questa piaga, il sessantottismo, in questi anni è la magistratofilia: la “Magistratura” sarebbe esente da errori, pavidità, compromessi col potere, corruzione. Il caso ILVA ha affinità con Tangentopoli, dove pure lo svegliarsi al momento giusto della magistratura, e qualche colloquio con diplomatici USA a quanto si riporta, ha orientato il Paese verso la china desiderata. Per i progressisti dei miei stivali la magistratura, che da che mondo è mondo è strumento del potere, farebbe eccezione: sarebbe una forza “buona”, come loro, a priori. Dimmi chi ti loda e ti dirò chi sei. Sulle marmotte non dico nulla essendo contrario a discutere con chi riporta casi aneddotici personali.

@ Traurig. Sì, il sessantottismo, strumento delle “distruzioni creative” del liberismo, per me è uno dei grandi mali del Paese, misconosciuto (autori di riferimento: Orwell, Lasch, Michea, Pasolini). Ed è, data la portata dei suoi effetti negativi, e data la natura burattinesca, cioè manovrata dall’alto coi fili, accostabile a mafia e terrorismo. E’ una forma speciale del diffusissimo tipo italiano, il vassallo. Che si trova un potere da servire per fare il signorotto sui suoi pari. Nel sessantottismo più o meno consapevolmente si seve il potere indossando panni “antisistema”, e così in più si fa bella figura, passando per coraggiosi combattenti. Basti vedere lei, che prima si scaglia contro di me, e poi “mi ricorda” che siamo occupati e c’è la VI flotta. Che crede di essere a posto misurandosi col peggio. La “LEGALITA’”, ad indossarla come in un vorticoso spettacolo di trasformismo, alternandola a fasi di immobilità da iguana al sole, sono le “forze vive” come la sua. C’è anche la legalità delle bande di criminali (Platone). E’ un valore derivato: dipende dai principi sui quali si basa. Es. se sviluppa i principi di libertà e decenza, che dovrebbero portare a fare meno gli Zampanò contro un connazionale senza padrini che esprime tesi non allineate, e ad essere meno Gelsomina, meno passivi, meno filosofici, meno gattopardeschi, verso i poteri occupanti dei quali si è così solerti nell’indovinare e servire le volontà. Una forma di intuito della quale sono ben provvisti anche i magistrati.

@ Traurig. In base al suo modo di ragionare Pasolini era di destra, perché criticava gli studenti contro i poliziotti. E anche un bigotto, perché critico dell’aborto. P. Impastato era un mafioso, perché come Provenzano era contro Badalamenti. Sciascia un fiancheggiatore della mafia, criticando l’antimafia. E’ l’opposto: dirsi contro un male non vuol dire essere per il bene. Può invece favorire un terzo male, un terzo interesse illecito. Un equivoco sul quale speculano in tanti, dai magistrati ai 5S.

Voi state svendendo le industrie, e allo stesso tempo, con la medicalizzazione, i concittadini. Per lei, “l’anticasta”, sull’indipendenza “è sufficiente” la rivista di De Benedetti, tessera n.1 del PD. Una razionalizzazione del prostituirsi al potere. Lei è allineato con la Digos, che avendo bisogno di giustificazioni per gli abusi su mandato nei miei confronti le sarà grata dell’attribuirmi disegni di “azioni militari” contro USA e NATO. Occorre un’intima disperazione per far convivere grandi proclami con l’atto infimo di additare come soggetto pericoloso da sorvegliare chi è di intralcio alle frodi omicide della medicina commercializzata. Frodi a volte favorite dai magistrati, quelli del “diritto alla vita”. Del resto il groviglio ILVA è un habitat adatto per manipolatori. L’ILVA, e lo stato attuale del Paese, riflettono i danni della gara a lustrare le scarpe a chi sta in alto per ottenere un piccolo feudo. Gara spesso mascherata da esercizio di alti compiti o da opposizione al potere.

@ Traurig. Sì, credo che “lo scambio democratico di opinioni” sia finito: la diagnosi psichiatrica è l’ultima carta che vi resta. Le condizioni psichiatriche sono una disgrazia meno grave della patologia esistenziale della “sindrome di Steve Jobs”, quella di coloro che come lei non hanno bisogno che glielo dica Steve Jobs “stay hungry”, di “stare affamati”, perché la convinzione irremovibile di essere in uno stato perenne di necessità che giustifica qualsiasi atto per mangiare ce l’hanno già.

@ Traurig. Grazie per la rassicurazione. Ma continuo ad avere queste allucinazioni, a sentire l’ombra minacciosa e incombente di chi è disposto a qualsiasi bassezza per mangiare. Di quelli che chiamo “straccioni esistenziali”. Mi rendo conto che è assurdo: sono creature immaginarie, non esistono. E se esistono non hanno nulla a che fare con quelli che intervengono come lei. Grazie per mostrarmi, con l’esibizione nella quale si sta producendo, qual è invece la realtà. Straccione esistenziale. Che idea stramba.

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Amendola

sebastio

I beniamini di Traurig: Gianfranco Amendola e Franco Sebastio. Già procuratori della Repubblica, hanno entrambi assunto cariche politiche, dato il loro impegno “di sinistra” (Verdi e Rifondazione, rispettivamente). I goodfellas dello Stato che operano per strada non sono rimasti con le mani in mano mentre Traurig sul web lodava i magistrati e mi dava pubblicamente del portatore di opinioni stravaganti, allineatissimo con la casta mafiosa e corrotta, con i ladri e i farabutti; e del paranoico che ha in mente attentati a basi NATO e USA perché dico di essere meno ruffiani coi poteri forti. Nel 2010 il Dept. of Health dello stato di New York ha fatto pubblicare sul suo sito una mappa interattiva dello stato (20 milioni di abitanti) che mostra l’incidenza di vari tipi di cancro per area. La mappa consente di sovrapporre all’incidenza la localizzazione di siti inquinanti. La pubblicazione è dovuta a una legge statale, imposta dai politici contro il parere dello stesso Dept. of Health dello stato di NY e dell’American Cancer Society. Lo statistico Wainer spiega l’ingannevolezza e i pericoli della comunicazione al pubblico di dati del genere*. Usati acriticamente possono fare più danni del ritorno dell’Inquisizione, commenta. Anche la conversione dalla censura agli allarmi apocalittici, le manipolazione mediatiche, politiche, giudiziarie, tecniche su un vulnus reale del caso Ilva e degli altri allarmi sull’inquinamento scoppiati nello stesso periodo, che fungono da battitori che spingono la selvaggina verso un’oncologia sempre a caccia di pazienti, sono un nefasto riaffiorare delle mai morte paure e del mai morto oscurantismo dei secoli precedenti sulle cause di malattia**. Un’operazione pilotata, che sotto le mentite spoglie di battaglia civile e di legalità si avvale anche della violenza, quella della repressione delle voci di dissenso e denuncia. Posso testimoniare che, come sotto l’Inquisizione, il magistrato e il boia lavorano efficientemente di concerto, oggi a favore del business biomedico.

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*Wainer H. Medical illuminations. Using evidence, visualization & statistical thinking to improve health care. Oxford University Press, 2014.
**ILVA. Dal cancro nascosto al cancro inventatoLa post-camorra. Dai tagliagole alla chirurgia ingiustificata della tiroide

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10 dicembre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Sla, la storia di Dario Del Fabro: “Questo sarà il mio ultimo Natale. Un giudice mi ha negato le cure sperimentali””

E’ nell’interesse dei malati che cure e sperimentazione siano tenute il più possibile separate e distinte. Nella cura si bada solo al vantaggio per il malato, e quindi non lo si usa come cavia. Nella sperimentazione si punta alla solidità dei risultati, anche, entro certi limiti, a scapito del soggetto, che entrando in una sperimentazione accetta di sacrificarsi per la collettività. In viscide forme ibride cura-ricerca le ditte “prod [pungolano] desperate patients”* a chiedere loro prodotti, in genere costosissimi, che non hanno i numeri per dimostrarsi efficaci in una sperimentazione adeguata, facendo intravedere la possibilità di miracolo e predicando il diritto a tentarlo. L’avidità imprenditoriale fa leva sulla sofferenza per scippare, con la scusa della “compassione”, l’approvazione di farmaci non validi. Così facendo le ditte possono arricchirsi illecitamente e alla svelta. A danno dei malati; quelli che usano al momento come pedine; quelli che riceveranno, a caro prezzo, cure che non funzionano; gli affetti da altre malattie, che vedranno le risorse pubbliche per l’assistenza medica tolte per finanziare le frodi; e i malati futuri, perché così si abbattono le possibilità – già tenui nel caso di patologie gravi come quella della SLA – di ottenere a lungo termine cure valide tramite una ricerca scientifica onesta.

*What’s driving the massive social media campaign for Genervon’s ALS drug? Fiercebiotech, 14 gen 2016.

@ naitsaB. Nel caso in questione la sostituzione dell’evidenza scientifica con l’aizzare i blogger è stata così estrema (v. citaz.) che il caso dovrebbe essere esaminato sotto il profilo della frode, e i magistrati delle 6 sentenze che gli hanno dato il via libera, e i giornalisti che parlano di “medicina di ultima generazione” appaiono censurabili.

Ci troviamo tutti nella condizione di degrado verso la morte; ma normalmente per alcuni decenni il calo è così lento che non ce ne accorgiamo. Negli sfortunati affetti da malattie come la SLA – e nei tanti che hanno una malattia grave comune, es. un cancro avanzato – la discesa verso la morte, accelerata, viene percepita di continuo; e questo è uno dei fattori che le rende crudeli. Ma non ci sono salvati. E’ illusorio, è un meccanismo di difesa chiedere “per chi suona la campana”.

Prega tu di non finire, quando verrà il tuo turno, nelle grinfie di chi usa i malati gravi come scudo umano, perché alle sofferenze della malattia ti verranno aggiunte quelle dello sciacallaggio.

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14 dicembre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Liberati “Consiglio di Stato, il problema è davvero il ‘genio’ Bellomo?”

Sembra un caso così sguaiato da far temere che si voglia sabotare la credibilità di un’istituzione che è già poco al servizio dei cittadini. Forse Bellomo, un outlier ma non un corpo estraneo, fa lo stralunato per strategia difensiva, sapendo che i magistrati vogliono che il suo comportamento appaia attribuibile a sfrigolanti cortocircuiti mentali. Tecniche di microscopia elettronica molto sofisticate si avvalgono di algoritmi per migliorare la qualità dell’immagine. Per avvisare come questi algoritmi possano creare dal rumore ciò che si vuole, si è mostrato che impostandoli a modo possono trovare in un quadro microscopico molecolare l’immagine di Einstein che fa la linguaccia*. Anche i magistrati a volte trovano con i loro strumenti sofisticati l’immagine di quello che volevano trovare dove non c’è. Es. quando si tratta di favorire e proteggere lucrosi artefatti delle complesse manipolazioni dell’attuale ricerca biomedica. Qualche magistrato vede, inspiegabilmente, il volto di Einstein o di un mezzo Einstein guardandosi allo specchio. Per il cittadino che ne subisce le conseguenze, l’accostamento peggiore, sberleffo e schiaffo, resta quello, implicito nelle celebrazioni, tra i Falcone, i Borsellino, gli altri magistrati caduti, e il vincitore medio del concorso in magistratura.

* Henderson R. Avoiding the pitfalls of single particle cryo-electron microscopy: Einstein from noise. PNAS, 5 nov 2013.

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16 dicembre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Lanaro “Cnr, i precari si calano dal tetto: “La ricerca è appesa a un filo”. Poi incontrano Grasso: “Il vostro lavoro è il futuro del paese”

La ricerca attraversa una pesante crisi etica*. Il liberismo ha fatto della ricerca scientifica uno strumento di profitto, e a volte, almeno in campo biomedico, di vera e propria frode istituzionalizzata. Si è così creato un meccanismo di selezione darwiniana che non favorisce quelli che la amano e ne rispettano le regole **; ma al contrario chi pratica le QRP (“questionable research practices”). La ricerca scientifica per molti è diventata un modo come un altro per sbarcare il lunario; e non dei più cristallini. Diversi di quelli in cerca di una sistemazione nella ricerca non corrispondono, eticamente e intellettualmente, alla figura romantica dello scienziato disinteressato. Così come Piero Grasso, che sotto elezioni appoggia rivendicazioni sindacali, di gruppo, per un’attività dove dovrebbe contare il merito individuale, è persona diversa – e di “fitness evolutiva” opposta – da Falcone e Borsellino, le figure della cui luce riflessa beneficia.

*Edwards MA, Roy S. Academic Research in the 21st Century: Maintaining Scientific Integrity in a Climate of Perverse Incentives and Hypercompetition. Environmental Engineering Science. 2017. 34.

** Smaldino PE, McElreath R. The natural selection of bad science. 2016. R. Soc. Open. Sci. 3: 160384.

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17 gennaio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “DJ Fabo, Pm: “Assolvete Cappato, nessun ruolo esecutivo. Dignità è poter essere uomo e autodeterminarsi”

Le affermazioni della PM Siciliano sul caso particolare di DJ Fabo sono moralmente rispettabili. Il problema è quanto non considera nella sua perorazione generale, sui media, del diritto al suicidio assistito. Il magistrato presta l’autorevolezza del suo ruolo ai cantori della morte a richiesta nel farne soltanto una questione di diritti umani. Dove la malattia, a volte di concerto con le cure, si accanisce, e crea “l’uomo incrodato”, crea una situazione di agonia cronica, l’interruzione attiva delle residue funzioni vitali può costituire l’unico rimedio, l’unica difesa della dignità umana, e della stessa salute intesa in senso lato. Ma l’eutanasia risponde anche all’interesse di sopprimere persone e pazienti in base a criteri economici. E addirittura in base a incentivi finanziari. Come mostra il caso del Liverpool Care Pathway in UK. “Sparatevi Breda” scrisse M. Marchesi. Un magistrato, a contatto professionale con la miseria umana, e quindi anche con l’arte di spacciare per aiuto il sopruso, non dovrebbe nell’appoggiarlo pubblicamente ignorare l’ambivalenza e il possibile uso perverso di un nuovo principio etico. I magistrati seguono il flusso culturale imposto dal business e gradito al popolo, che al pretesco celebrare il digrignare di denti per il dolore sostituisce l’occultamento della condizione umana, fornendo sia lo schermo delle false promesse di immortalità da cure miracolose, spesso fonte di sofferenze non necessarie, sia quello dell’abbattimento zootecnico.

@ Pot. Non so molto della genealogia culturale del suicidio e della soppressione dei malati, ma mi pare che, mentre storicamente è antica, precristiana, la concezione della liceità – non il “diritto”, termine ormai degradato – del suicidarsi, dell’uccidersi da sé, sia piuttosto nuova l’idea del comprendere tra le cure mediche il farsi dare la morte, come evenienza di routine, e alla fine come servizio fatturabile. “Cantori della morte a richiesta”, perché chi si profonde in questa battaglia “di civiltà” a mio parere usa toni trionfalistici ed esibisce una sicumera giustificabili da una causa migliore di quella del legalizzare ed espandere ciò che finora è stata una estrema, mesta, ratio. Forse lo scarso entusiasmo del quale mi accusa deriva dalla consapevolezza delle pressioni economiche, antiumanistiche, di cui ho detto, verso questo bel progresso, e dal vedere ogni giorno come la medicina calpesti la dignità dei malati nello stesso taciuto perseguimento del profitto con cure non necessarie*; nell’indifferenza o nella complicità di quelli che si accalorano per portare l’efficienza del suicidio agli stessi alti livelli generali di civiltà della nostra società. E nella foga, sbadatamente, aprendo la strada all’omicidio mascherato.

*Mandrola J. In defense of less-is-more. Medscape, 9 gen 2018.

@ pappacci. Sono temi pesanti; mi pare che lei abbia un’acuta reazione di difesa. Il libero arbitrio? Basta un buchino nella dentina, o una pietruzza in un uretere, per spazzare via questo elaborato capitolo dei trattati di filosofia. Per non parlare di quando le metastasi rosicchiano incessantemente le ossa o una malattia neurologica trasforma il corpo in un manichino. La responsabilità dell’assistenza, che può includere il convenire di usare come terapia l’interruzione delle funzioni vitali, non può essere scaricata sull’assistito immaginandolo come una sorta di superuomo padrone di sé stesso. Il mondo reale, con le terapie truffa vendute col ricatto della speranza, c’entra eccome. Lo sa quanti casi ci sono di “nessuna possibilità di miglioramento”? La campana non suona solo per i casi rari, come DJ Fabo, selezionati, ritagliati per sostenere la tesi che è bene rilasciare una liberatoria per farsi sopprimere, ma per quelli quotidiani. Per un Welby, un DJ Fabo, ci sono es. tanti malati terminali che vengono curati con la chemio, inutilmente e a loro danno*. Si potrà dare loro comodamente il colpo di grazia, togliendoseli dai piedi dopo averli usati come supporti per cure aberranti, facendolo passare per una scelta del paziente, alla quale si è acconsentito per alti motivi. Proseguendo con l’applicare le espressioni in malafede* della medicina commerciale.

*Mulcahy N. Palliative Chemotherapy Is ‘Disingenuous Term,’ Says Critic. Medscape, 5 marzo 2018.

@ RiccardoAlasia. E’ questo il bello del sessantottismo, cioè del supportare tesi che sembrano progressiste e invece sono al servizio delle forze di sfruttamento: permette di sembrare eroici mentre si serve. Permette ai mosci di atteggiarsi a forti. Ai fifoni di fare gli spadarotta. E di sfogarsi assestando il calcio dell’asino. Vada a sgambare in attesa del nuovo input dei radicali. O dei magistrati come la Siciliano, che ha eccitato animi come il suo sollevando il pathos della corazzata Potemkin: quello dello strumento di dominazione che passa invece a difendere i deboli. Ma a ben vedere, invece che all’immagine dei cannoni della corazzata dello zar che i marinai puntano sui cosacchi dello zar che stanno massacrando donne e bambini sulla scalinata di Odessa, la situazione è più simile a quella del voltafaccia al processo di Otello Celletti ne “Il vigile”. Non perda tempo con me, e galoppi a soccorrere qualche altro vincitore.

@ RiccardoAlasia. Ciò su cui lei salta a piè pari, con l’aiuto di qualche battito d’ala, è un cumulo di monnezza. Quando ha finito di fare chicchirichì dal suo pulpito, cerchi, invece di occuparsi della mia ventilazione, di abbassare di qualche torr la pressione dei gas dei quali è gonfio.

@ RiccardoAlasia. Alla buon ora. Un addetto di una partecipata presieduta da un cattedratico con esperienze oxoniensi ha già provveduto al consueto spernacchiamento. Certo che in Lombardia i magistrati possono contare sull’appoggio della parte più vibrante della società civile.

@ Pot. Ci sono due medicine. La medicina-servizio fa il miglior interesse del paziente. Non crea situazioni trappola che inducono a chiedere la morte. Quando queste si presentino spontaneamente si trova in effetti davanti al dilemma di quando si possono recidere i brandelli che tenendo attaccata la persona alla sopravvivenza biologica le causano sofferenze atroci. La medicina-business massimizza il profitto, facendo danni pur di vendere prodotti e servizi, e può essere lei la causa delle situazioni che spingono a chiedere la morte. Nelle sue mani, l’omicidio consensuale è un’arma in più; può sia favorire trattamenti inutili che provocano gravi sofferenze sia essere applicato con criteri zootecnici.

Oggi regna la medicina orientata al profitto. Il suo quadretto è uno spot di questa medicina: morire facendosi uccidere è una cosa naturale e accettata da tutti, per fortuna fornita dai medici, che sono umani e sensibili, ma ostacolata da norme inspiegabili e strane sul non uccidere, e dagli affetti da una patologia fobica, che, non curati, agitano i fantasmi di abusi, causando danni terribili ai normali.

La medicina commerciale trae il suo potere dalla nostra tendenza a considerare e immaginare, come meccanismo di difesa, solo gli aspetti positivi e nobili dell’intervento medico. La reale emancipazione proverrà dal divenire capaci di guardare anche i lingotti d’oro sanguinosi che oggi sono sull’altro piatto della bilancia.

@ RiccardoAlasia. Meno di 24 ore, e il gas si è già riformato. Mi spiace, non posso fare più nulla per lei.

@ RiccardoAlasia. In effetti a intrattenermi con lei comincio a sentire il disagio che si prova stando al bordo del vacuo più del necessario. La vertigine sonnolenta data dal piatto, da ciò che non ha profondità.

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15 febbraio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Marco Cappato, la Consulta depenalizzi l’aiuto al suicidio per motivi umanitari”

Abele. Il suicidio tramite terzi allontana lo spettro del fare la fine della vittima del racconto di Poe “Il barile di Amontillado”. Magistrati e politici illuminati e coraggiosi stanno conducendo una battaglia di civiltà.

Caino. E’ arrivato l’ordine: legalizzare l’eliminazione di persone in base a criteri economici. Media, radicali e magistrati, sensibili ai voleri atlantisti, si sono messi all’opera. Si mostrano casi particolari come questo di dj Fabo dove la soppressione delle restanti funzioni vitali è eticamente difendibile e una deroga, rigidamente circoscritta, ridurrebbe lo sconcio di sofferenze prolungate. Si tace sul vero obiettivo, la massa di vecchietti e malati gravi di ogni età – inclusi sani resi malati dalla medicina – da sfruttare per vendere cure fraudolente inefficaci o nocive e poi buttare come limoni spremuti. In USA ora si criticano le speculazioni commerciali ($3000) sul PAD, physician assisted dying. Da noi si ignorano rozzamente gli interessi e le condizioni che costituiscono l’imbuto che conduce a “scegliere liberamente” il suicidio sostituendolo con un fantoccio, lo “Homo juridicus” padrone delle sue scelte. L’immagine implicita di questi festeggiamenti per la morte facile è quella di Casper del viandante solitario che osserva dall’alto della cima il mare di nebbia. Per molti l’immagine appropriata sarà quella di un insetto che finito nella corolla a imbuto di una pianta carnivora si dissolve al suo fondo, poco importa come.

@ Dada Cinnok. Sì, siamo figli di Caino. Riconoscerlo può aiutarci a limitare e superare la nostra natura; e a non abboccare a tante predicazioni di amore, bontà, santità, incluse quelle in salsa “laica”, come questo brillante diritto-dovere di aiutare gli altri ad andare a morire ammazzati. In modo da raggiungere e mantenere una convivenza civile, dove non vigano sotto cosmesi etiche, ideologiche e giuridiche le leggi di Caino. Una società basata sulla decenza, che è il minimo accettabile, e salvo casi fortunati anche il massimo cui si può ragionevolmente puntare.

@ Angle. Ah, lei intende in senso letterale. Dio, il Dio il cui nome ricorre spesso nei discorsi dei suoi portavoce, e Satana, se posso usare i vostri termini, hanno in comune questa narrazione della lotta tra bene e male, tra good guy/bad guy, angeli e demoni, santi e scellerati. Quanti fascismi ho visto dietro all’antifascismo, quanto piduismo, la mafia di Stato, dietro all’antimafia, quanta “eversione dall’alto” (cit.) dietro all’antiterrorismo, empietà contro l’Uomo dietro a parole di fede in Dio. Quanta propaganda pro frodi mediche dietro all’antidoping, barbarie di ritorno dietro a battaglie di civiltà come questa del suicidio a domanda, frodi tecniche dietro alla lotta alle ciarlatanerie delle cure alternative. Così, sarà Dio, sarà Satana, quando sento proclamare applicazioni del binarismo bene/male mi chiedo se provengono da quella minoranza di brave persone o dal solito lupo che s’è mangiato la nonna, ne indossa la cuffia e aspetta Cappuccetto Rosso.

@ Angle. Non si dovrebbe citare Dio, usandolo come un “jolly”, per ciò che è spiegabile in termini terreni. Cappato lavora per il liberismo. E quelli che calano “Dio” in continuazione? Lei dice che loro sono doppiamente contrari. A me pare siano contrari a metà. La regolazione delle morti è imposta dall’economia liberista, e il clero sa che chi si mette dalla parte del più forte campa 2000 anni. Serve al business biomedico, alla medicina dei guadagni di Borsa stratosferici, che ha resuscitato sotto il manto dello scienziato forme di magia naturale e promesse di salvezza ancora più arcaiche della novella cristiana. Un business stregonesco tinto di sangue col quale anche il clero si arricchisce. Per di più, la gente, mentre crede che pozioni e gizmo tecnologici la manterranno sempre in forma, si affretta ad accettare che si tiri la spina alla prima prospettiva di soffrire. Così i preti si limitano a un “lip service”. Peccato, perché c’è un clericalismo che specula sul dolore, ma c’è anche una filosofia cristiana che potrebbe dare un contributo positivo, educando a una visione di vita più sobria e forte; a non credere né alle promesse di immortalità terrena, né alle paure e minacce di tormenti degli imbonitori. Potrebbe indirizzare molti sulla strada per affrontare, senza sfuggire – né pretendere di risolverla – la condizione umana.

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22 febbraio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Consulta, presidente: “Dj Fabo, no ad accanimento contro vita e morte”. E sul voto: “Astenersi è inaccettabile””

Votare nel senso di esprimere tramite le elezioni il proprio giudizio su come vada condotta la nazione è un dovere. Votare nel senso di avere l’obbligo di scegliere sempre e comunque tra i candidati è una truffa, se i candidati, imposti dall’alto, sono tutti indegni; se sono i diversi personaggi della stessa opera dei pupi. In questo caso il rifiutarsi di sceglierne uno, e il dichiarare inaccettabili le false alternative, col non votare, è un’espressione legittima del proprio giudizio politico, in un sistema dove la democrazia non sia una finzione. Un ex presidente della Corte, Zagrebelsky, abile oratore, ha considerato il paradosso della folla che preferisce Barabba a Gesù. Un altro guaio è quando i Ponzio Pilato ci indicano con tono grave l’obbligo etico di scegliere tra Barabba e Gambadilegno. Sembra, anche riguardo all’introduzione imposta dal liberismo della regolazione delle morti, che i giudici della suprema Corte, che annoverano tra loro Giuliano Amato, più che di conformare alla Carta Costituzionale le leggi che le stanno sotto si occupino di adattare la costituzione reale alle leggi che le stanno sopra.

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23 febbraio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di V. Ulivieri “Brescia, nella Terra dei Fuochi del Nord smantellata la task-force: spostati (e non sostituiti) procuratore e direttrice Arpa”

Un altro fattore, meno noto, soprattutto da noi, ma più incisivo e maggiormente comprovato, che spiega questi incrementi di incidenza “stepwise” di tumori come melanoma cutaneo, carcinoma del rene, della tiroide, della mammella, è la sovradiagnosi. Una caratteristica delle sovradiagnosi di cancro è che si alimentano con gli allarmi sulla presenza di fattori cancerogeni sul territorio; e, una volta innescate, si autoalimentano con l’aumento spurio di incidenza e il conseguente rinnovato allarme. Sarebbe interessante conoscere l’opinione riguardo a questo aspetto, messo un po’ in ombra dall’emergenza sul flagello delle Terre dei Fuochi, dei magistrati noti al pubblico per il loro impegno nel contrastare (soprattutto tramite clamorose indagini; meno in termini di condanne) i reati su rifiuti e discariche in quanto cause delle riportate epidemie di cancro; come Sandro Raimondi. Comunque, nella sfortuna a Brescia è sorta una laboriosa industria della diagnosi e della cura del cancro; che si avvale del prezioso concorso, nella sua meritoria opera a tutela della salute, delle Istituzioni preposte alla legalità: prefettura, questura, comando CC, assessorato e comando polizia municipale. E non ultimi ma primi i servitori dello Stato con la toga che hanno intitolato il palazzo di giustizia di Brescia all’insigne giurista e tra i fondatori della P2 storica Giuseppe Zanardelli.

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12 marzo 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Belve, Adriana Faranda ospite su Nove: “Non ci aspettavamo che la scorta di Moro fosse così impreparata””

Forse non sono la Faranda e c. ad essere “belve”; ma sono mezzecalzette quelli che danno corda agli utili scagnozzi della guerra a bassa intensità e accreditano la tesi di Moro tenuto per 55 giorni da terroristi-Diabolik che tengono in scacco un esercito di incapaci. Invece che l’esibizione della belva da baraccone sarebbe stato più interessante sentire parlare di questo:

“Il luogo infatti si colloca nell’ area dove il 16 marzo si perdono le tracce dei rapitori di Moro durante Ia fuga da via Fani; in via della Balduina, da un lato vi sono alcuni stabili appartenenti all’Istituto per le opere di religione, lo lor, diretto per molti anni dal potente monsignore Paul Marcinkus (29) dall’altro vi sono gli ampi giardini e i palazzi della Loyola University of Chicago – Rome Center of Liberal Arts, anch’essa gestita da religiosi [E’ un’università dei gesuiti,ndr]. (De Lutiis, Il golpe di Via Fani).

(29): “Tra il materiale sequestrato ai brigatisti Valerio Morucci e Adriana Faranda dopo il loro arresto (29 maggio 1979) c’era l’indirizzo e il numero telefonico dell’abitazione di monsignor Marcinkus, nonché l’indirizzo e il numero telefonico di padre Felix Morlion (agente della Cia), ai quali l’autorità giudiziaria non ha mai rivolto alcuna domanda”. (Da: Flamigni, La tela del ragno).

 

Commento al post di G. Amendola “Green Hill, la Cassazione chiude la vergognosa vicenda dei beagle. Ma non basta”

In un paese civile non si infliggono sofferenze non necessarie agli animali; e prima ancora non si usano gli umani come cavie, immettendo nella pratica clinica farmaci non sufficientemente testati. In un paese incivile uomini e bestie sono trattati in maniera simile. In un paese fintamente civile si allentano i controlli sui farmaci facendo mostra di affannarsi a evitare sofferenze agli animali mentre si lascia che i farmaci vengano testati sulla popolazione (es. Carome M. Worst pills. Ott 2017. US Senate passes “False hope” Act. Pease AM et al. Postapproval studies of drugs initially approved by the FDA on the basis of limited evidence: systematic review. BMJ, 3 mag 2017). I magistrati, in particolare quelli bresciani, mostrano grande sensibilità per “gli esseri viventi e senzienti come noi” (Amendola); associata a una posizione “business friendly” sugli esperimenti condotti a beneficio del business biomedico su intere popolazioni di primati della specie H. sapiens.

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18 marzo 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Marfella “Sanità, anche io ho il mio codice 048. Ma al Registro tumori non serve”

Non discuto la condizione clinica dalla quale il dr. Marfella riporta essere affetto. In un film della Wertmuller il protagonista vede con terrore sulla faccia del PM gli stessi nei del mafioso. A volte ho un po’ un’impressione simile; es. quando sento come qui magistrati (D. Ceglie) e CC che attribuiscono all’inquinamento dei camorristi una presunta esplosione di casi di cancro basandosi sull’esenzione da ticket. Un grossolano end point surrogato ottimo per il circolo vizioso che è stato chiamato “il paradosso del falso allarme”, dove “il danno è interpretato come beneficio” perché chi viene falsamente diagnosticato come malato di cancro diviene “the most vocal proponent” dei test che portano alla falsa diagnosi*.

Invece di giocare al piccolo epidemiologo introducendo nuovi “metodi” magistrati e polizia dovrebbero commissionare un monitoraggio epidemiologico sull’uso di psicofarmaci, e sul loro possibile ruolo causale**, nei casi di omicidio- suicidio che riempiono le cronache. Sarebbe un dovere d’ufficio, scrissi anni fa al più celebre PM impegnato in fatti di medicina. Ma magistrati e polizia, ricolmi di buon senso, evitano l’epidemiologia che è anatema per il business biomedico, mentre sono un pungolo e un traino per quella del genere che fa aumentare il fatturato.

*Schwartz LM et al. Not so silver lining. Arch Int Med 28 mar 2011. ** Gøtzsche PC. Deadly Psychiatry and Organised Denial, 2015.

19 marzo 2018:

@ Tamas1412: L’articolo di Mangone mostra anche che usando come indicatore l’esenzione da ticket si sovrastima l’incidenza dei tumori che sono sia più frequenti sia più soggetti alla sovradiagnosi e ai suoi circoli viziosi, prostata e mammella. Questo può spiegare perché Ceglie e i suoi CC adottandolo hanno potuto esibire una irrealistica incidenza quintuplicata. L’appropriatezza per frodi dell’indicatore è data, oltre che dal suo carattere fortemente incerto e indiretto, dal corrispondere a un beneficio economico. Accordato su base burocratica in un territorio povero e dove tradizionalmente si praticano forme di assistenzialismo con maschera medica, es. le pensioni di invalidità. Le manipolazioni orchestrate sulle varie “Terra dei fuochi” fanno intravedere che lo status di malato verrà incentivato con ricompense (ci sono già casi di pazienti pagati in USA). Indicatori di incidenza di tipo monetario si impenneranno e autoalimenteranno. Invece che su “rancori personali” di Marfella, bisognerebbe concentrarsi sulla insufficiente separazione tra forze negative e positive, camorristi-inquinatori e antimafia-antitumori. Come per il terrorismo – in questi giorni le istituzioni fanno mostra di indignarsi per le infami uscite mediatiche che sono consentite alla Faranda – appaiono esserci pervietà, giochi delle parti e continuità di progetto tra le forze negative e quelli che le combattono; e una certa sottomissione di entrambi agli stessi grandi interessi e poteri maggiori.

22 marzo 2018:

Ho letto l’articolo di Mangone. Compara le esenzioni con i RT, e – in quest’ambito – riporta una sottostima di casi. Con una relativa sovrastima dei tumori più comuni e sovradignosticabili, e un 3.5% di probabili non tumori in pazienti con esenzione. Ciò non contraddice e non deve nascondere la trave, ignorata, che benefici di welfare, e quindi il loro uso come indicatori, possano in circostanze favorevoli, allarmi, falsa informazione medica, propaganda, prevedibilmente portare a incidenze gonfiate – anche nei RT, non esenti da limiti tecnici e condizionamenti politici – per la convergenza tra l’industria, ad avere pazienti, e il pubblico, a ottenere benefici.

Es. per il redattore capo del DSM IV (Frances A. Primo, non curare chi è normale) c’è una “falsa epidemia di autismo”, con uno spettacolare aumento di incidenza di 20 volte, per un “errore dell’epidemiologia” con “epidemiologi psichiatrici, che utilizzano un sistema intrinsecamente difettoso per la sistematica tendenza a fornire un quadro esagerato” quando “L’ «epidemia» di autismo, però, per una buona metà è stata sicuramente alimentata dai servizi: una diagnosi sbagliata è il modo più sicuro per un bambino di ottenere maggiore attenzione nel sistema scolastico e una terapia psichiatrica più accurata.” Anche altri mostrano come alla “epidemia” di autismo ha contribuito l’ottenimento di “a wide range of state-funded services” (Rossi NT. The Production of Autism Diagnoses within an Institutional Network).

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2 aprile 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Dichiarazione dei redditi, l’Agenzia delle Entrate: “Ecco come lo Stato usa le tasse””

La ripartizione delle entrate non svela l’uso interno e il merito delle varie voci. Es. si sta spalmando sulla massa dei contribuenti la spesa per farmaci a 6 cifre a paziente inutili e dannosi, lasciando scoperti servizi utili ai malati. La “difesa del SSN” cela la volontà ordoliberista di prelievi forzosi mediante le tasse a favore di privati, nominalmente per finanziare la tutela della salute, ma a danno della salute. Anche in USA ora si propone di usare la copertura ideologica della medicina sociale (es. A. Chandra, Harvard School of Government, ‘Losing Genetic Lottery, but Winning at Cure’) per quelle che sono frodi mediche da miliardi di euro.

Per di più l’Ag. delle entrate usa pesanti cartelle, infondate in maniera teatrale, derisoria e tracotante, per intimidire e ricattare chi sveli le frodi dell’industria medica; con tanto di sfoggio della GdF. Si dovrebbero piuttosto pubblicare introiti e benefici dei dirigenti dell’agenzia, degli ufficiali della GdF e altre polizie, dei signori che si guadagnano lo stipendio di magistrato permettendo questi reati, dei medici, dei politici e degli altri dipendenti pubblici che compongono questa associazione finalizzata al taglieggiamento occulto dei cittadini tramite il fisco. Una associazione che rivaleggia con la mafia come zavorra criminale per il Paese, ma è ancor meno visibile, imboscandosi nello Stato. Questa “trasparenza” sulla destinazione delle tasse è uno dei suoi mimetismi etici, foriero di ulteriori predazioni.

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7 aprile 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Brescia, bimba di 4 anni muore di otite: “Era stata respinta da due ospedali” “

Il messaggio è tonante: dietro alla comune otite c’è un mostro che può uccidere il bambino; l’otite media quindi esige work-up diagnostico e terapia aggressivi. Non viene detto che i mostri sono due, e disposti a tenaglia. Oltre a Scilla, le rare complicazioni di una patologia quasi sempre benigna, c’è Cariddi, gli effetti iatrogeni degli esami e delle terapie. Gli antibiotici hanno scarsa efficacia sulle otiti, e possono fare aumentare le ricorrenze. Il dubbio qui seminato di un ascesso cerebellare trascurato porta alla TAC, che soprattutto nei bambini può causare cancro del cervello e leucemia*, con una probabilità come minimo paragonabile a quella delle complicazioni gravi nelle otiti. La buona medicina pilota il bambino nello specchio di mare, non così stretto, tra i due mostri. Quella cattiva fa rotta a casaccio. La medicina commerciale grida a Scilla per spingere il bambino verso Cariddi, sulla cui presenza tace. Questa vaga e anomala scare story viene da Brescia, città dove i magistrati vanno troppo d’accordo coi medici, e coinvolge la Poliambulanza, ospedale di suore fortemente orientato alla medicina commerciale; tra gli amplificatori, un parroco e la ministra Lorenzin. C’è di che raccomandare ai genitori doppia cautela, data la disseminazione di messaggi parziali, distorti, ingannevoli e pericolosi.

Zaccanella9apr18

9 aprile 2018, ore 15:02. Un’inquilina sente il bisogno di spazzare le scale condominiali sovrastanti l’atrio proprio mentre entro con la spesa. Succede sempre; anche dopo che a mie lettere di protesta all’amministratore le pulizie sono state affidate a una ditta esterna. Una catena di molestie incessante e asfissiante. Entrato in casa, su RAI 1 una presentatrice, un avvocato e un attore commentano il caso della bambina a Brescia, stigmatizzando il non dare gli antibiotici e non fare la TAC ai bambini con l’otite. Citano a sostegno Ricciardi, direttore dell’ISS. Sostengono che i genitori dovrebbero a loro giudizio chedere la TAC all’ospedale, e che se la chiedono i medici commettono un abuso passibile di procedimento giudiziario negandola. Sono queste informazioni perniciose al pubblico, questo sobillare, il vero delitto, di gran lunga il principale e il più grave, se non l’unico.

L’inquilina lavora come inserviente nella vicina Poliambulanza (v. sopra). E’ una figura repellente; ma, col suo modo di acquisire meriti buttando sporcizia dall’alto addosso a un medico quando rientra con la spesa nell’edificio dove abita, è una gran signora paragonata ai magistrati, medici, preti, prefetti, sindaci e assessori, ufficiali dei CC, funzionari di polizia, etc. che i meriti li acquisiscono accoppiando a operazioni come questa della criminale diseducazione del pubblico, e dell’intimidazione dei medici sull’otite, la relativa repressione nei miei confronti. Mi chiedo se la ricompensa l’avranno subito, o dopo che verrà registrato l’incremento che stanno così producendo del consumo di antibiotici per otite, e quindi l’incremento di casi di otite, di complicanze, e di lucrosi cancri del cervello e del midollo osseo in bambini. Oppure metà subito e metà a risultato ottenuto.

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11 aprile 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Ruccia “Giustizia, Davigo: “La politica non ha mai fatto pulizia al suo interno. Ha sempre detto di aspettare le sentenze””

Chi indica le stalle Augie dei politici dovrebbe avere una casa decentemente pulita. Davigo dice di essersi impressionato per G. Ferrara che spiega che per fare politica bisogna essere ricattabili. Ferrara ricorda quei soggetti che dichiarano sfrontatamente la loro professione illecita. Ha detto una verità fondamentale, per quanto laida. E i magistrati? Per dirne una, il procuratore capo della città dove abito ha un figlio che è stato trovato a rapinare negozi a mano armata. Non è ricattabile un padre che ha un tale peso? A me pare di sì, anche considerando la sfrenata commissione di reati in città da parte di forze in grado di ricattarlo sulla sorte del figlio.

@ didimoclasta. Certo, Didimo. E il fatto che non porti al colloquio col figlio in carcere un pane dal quale sporge una lima rende la sua non ricattabilità ancor più granitica.

@ didimoclasta. Io invece non ho tanti dubbi sulla natura della tua ignoratio elenchi in merito alla condizione di ricattabilità di un procuratore.

@ massimilianos. Politici e magistrati hanno piani di corruzione diversi. Credo che quasi nessuno entri in magistratura a caccia di mazzette, e che alcuni magistrati siano disposti a essere non ricattabili, condizione svantaggiosa, e a volte letteralmente pericolosa. Non così i politici. Ma quando ci sono in gioco grossi interessi, affari di massima scala, di magistrati moralmente “tacco 12”, di entrambi i sessi, ne compaiono così tanti che fanno sembrare la magistratura come tutta uscita dalla scuola del consigliere Bellomo.

@ massimilianos. Ho letto l’articolo. Prendo gli articoli dell’autore, Fittipaldi, con scetticismo, da quando ne scrisse uno dove attribuiva all’inquinamento l’incremento di diagnosi di cancro nei bambini (l’ho commentato nel mio post “SOS cancro nei bambini e sovradiagnosi”). Non conosco l’ambiente giudiziario e non ho un panorama completo sui magistrati. Osservo il loro comportamento pubblico rispetto alle grandi frodi mediche istituzionalizzate. Penso che nel caso dei magistrati la migliore mazzetta sia un regolare lauto stipendio a chi non è moralmente all’altezza. Può darsi che io sottovaluti la frequenza di passaggi extra di rotoli di banconote fermati con un elastico. A proposito del giudice che si intratteneva con la moglie di una persona da lui fatta arrestare, si è occupato, ricavandone elogi, della celebre Terra dei Fuochi campana, che è un caso molto meno limpido e onorevole di quel che si fa credere, facendo parte della stessa propaganda cui ha dato voce Fittipaldi, che favorisce frodi mediche intoccabili, calate dall’alto da quei poteri forti dei quali politici e magistrati si contendono il favore.
 

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23 maggio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Ruccia “5s-Lega, Travaglio: “Conte? Chiarisca suo curriculum. Vedo molti cani da riporto trasformarsi in cani da guardia””

Ieri 22 maggio 2018 il Congresso USA ha approvato la legge “Right to try” voluta da Trump, contro il parere – fondato, anche se sua volta non disinteressato – delle società scientifiche; variante del “diritto alla libertà di cura” del quale Giuseppe Conte è paladino. Il “diritto a tentare”, è stato osservato, “esporrà pazienti vulnerabili al rischio di seri danni, incluso il morire prima e in maniera più dolorosa” (M.A. Carome, Public Citizen). Frenerà anche la ricerca di cure efficaci, sviluppate con criteri scientifici, o meno antiscientifici, a danno dei futuri pazienti. Mentre favorirà indebitamente il business. Il cambio di vocazione evidenziato da Travaglio è reciprocante: è vero che i cani da riporto ora fanno i cani da guardia. Ma quelli che si presentano come cani da guardia rivelano inquietanti congruenze con i soliti Melampo, il cane da guardia che nel libro di Collodi era d’accordo con le faine.

@ flamenco. L’angoscia per familiari malati la conosciamo tutti. Anche la pulsione a tentarle tutte è un pensiero domestico, familiare a tutti noi. Oggi però, nel terzo millennio, le conoscenze acquisite mostrano che legalizzando i tentativi disperati si crea una situazione che chiamo di “efficienze divergenti”: diminuisce l’efficienza delle cure e del trovare cure più efficaci, e aumenta l’efficienza economica, il profitto. Un affossare sempre più nella condizione di ‘vinti’ i malati, e incamerare sempre più soldi dall’altro lato. La via relativamente più efficace, e quindi la più etica, è quella razionale, anti-istintiva, non quella emotiva, che viene sollecitata ad arte e infiorettata da speculatori senza cuore.

Il problema oggi è se i governanti rappresentano il popolo o il potere. Si può fare a meno di valutare la buona fede di un candidato alla guida del paese. Lasciando ciò al frate confessore. Al cittadino è sufficiente il fenomeno, cioè l’aderenza di fatto del candidato a potenti ideologismi (appoggiati anche con mezzi criminali, posso dire) a vantaggio del potere e a danno del popolo.

Il “diritto a tentare”, argomento che fu di Berlusconi, è un pessimo affare anche in campo politico. Come in medicina, dovrebbe piuttosto vigere lo “aviation model”. Le cure e il governo del Paese dovrebbero avere garanzie tendenti a quelle che si hanno salendo su un aereo che non cadrà, e non essere esperimenti sulla pelle della popolazione.

@ elpolloloco91. Legga meglio, ho scritto che è paladino della libertà di cura. Come è chiaro dall’averla portata ad argomento nel perorare un’istanza che andava a favore di un “diritto” a che i contribuenti finanzino le truffe mediche più volgari. Dall’essersi speso nella creazione di strutture di sostegno e propaganda a favore di questo “diritto”. E dal fatto che, cattedratico, ha portato argomentazioni giuridiche a sostegno; assai deludenti. Come del resto tanti magistrati, ha ritagliato un facile caso iperuranio ignorando incredibilmente di stare ricalcando un argomento capzioso, a favore di colossali interessi illeciti del mondo terreno della malattia e dell’economia; di stare cucendo una veste giuridica, perché abbiano forza di legge, su slogan probabilmente usciti dalle grandi agenzie di public relation.

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6 giugno 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Lombezzi “‘Pulizia etica’, pronti a una riforma sanitaria epocale? Ultrasettantenni toglietevi di torno!”

Il demografo Imhof ha mostrato come per una persona di 80 a Berlino nel 1600 l’aspettativa di vita fosse di 6 anni; nel 1980 è passata a 8 anni, 2 in più. La longevità biologica non è cambiata. E’ aumentata la “longevità ecologica”: molte più persone si avvicinano ai limiti biologici. Ed è aumentata, nota Imhof, la “durata del morire”: che con l’invecchiamento diffuso è divenuta per molti più lunga e dolorosa. L’allarme etico del magistrato è, tipicamente, politically correct: contiene un nucleo di verità, ma finisce per favorire il male che denuncia. E’ vero che la sorte degli anziani è condizionata da fattori di mercato amorali (o criminali); ma la ricerca del profitto ha causato principalmente la medicalizzazione dell’invecchiamento, con crescita esponenziale di interventi eccessivi, spesso inutili e iatrogeni. Medicalizzazione che è divenuta, nota il gerontologo Kaufman, “imperativo morale” culturalmente stabilito. All’occorrenza, quando occorre sfoltire, o va dato il colpo di grazia per aver usato l’anziano come carne da cannone, cioè come pretesto per vendere prodotti medici, si ricorre, sempre più, anche a sistemi di eliminazione, come i protocolli o “le volontà” di fine vita. Ma per ora la paura, o la preoccupazione principale, non dovrebbe essere di venire esclusi da esami diagnostici da fantascienza, pillole toccasana e maghi del bisturi; ma di riceverne troppi e sbagliati, e di non ricevere invece l’assistenza onesta della quale gli anziani necessitano.

@ roberto 3912. U. Veronesi da Fabio Fazio su RAI3 disse che la medicina farà vivere fino a 120 anni. Si disinforma e si inganna il pubblico, e anche per questo quanto riporto è poco noto; ma è riconosciuto in sede scientifica, e non mi risulta sia contestato come non ortodosso:

-Imhof AE. The Implications of Increased Life Expectancy for Family and Social Life. In: Medicine in Society: Historical Essays. Cambridge U Press, 1992.

-Keyfitz N. What difference would it make if cancer were eradicated? An examination of the Tauber paradox. Demography, 1977. 14:411.

-Lohman PHM et al. Choosing the limits of life. Nature, 1992. 357: 185.

-Welch HG et al. Estimating Treatment Benefits for the Elderly: The Effect of Competing Risks. Ann Intern Med 1996. 124: 577.

Nella ricerca scientifica empirica si evita l’espressione “dimostrare” che mi attribuisci. Infatti non l’ho usata. E non si contestano “numeri” (dati) dicendo che se ne avrebbero tanti altri “ben diversi” senza però mostrarli. Puoi per favore fare conoscere a me e ai lettori questi tuoi ‘numeri ben diversi’, e citare gli estremi della tua “bella pluralità di fonti”? Mi pare tu mostri la visceralità e le fantasticherie disordinate che questi temi esistenziali suscitano. E che vengono fatte rendere, in maniera non meno perversa ma più sottile e lucrosa di quella che immagini.

@ roberto 3912. Sarebbe inutile dirti che stai confondendo tra aspettativa alla nascita e in età avanzata. In tv vedo spot sul gioco d’azzardo online che dipingono il potenziale cliente come un imbecille presuntuoso. Spot su snack e bon bon che mostrano che li consumano ragazze sole, frustrate e inacidite. C’è uno spot su un Suv che viene lodato paragonandolo alla concorrenza con le parole che userebbe una persona gretta, arricchita e ignorante. Ho come l’impressione che tu rappresenti lo stesso genere di tecnica di marketing: che le panzane che dici e i modi che usi facciano presa per identificazione su un certo genere di clienti.

@ roberto 3912. Le frodi mediche prosperano per carenza di “anticorpi” culturali. Per la debolezza dei due possibili baluardi: l’opposizione ‘alta’, intellettuale, e quella popolare, derivante dalla conoscenza del mondo.Lo mostra questo scambio: il giudice Settembre, il magistrato delle violenza di Stato alla Diaz, indulge nella descrizione di distopie che spingono a chiedere più medicina. Al suo fianco si trova una voce come la tua, coi tuoi insulti da venditore di Rolex falsi sbugiardato. Spero che i più avveduti si accorgano che chi parla di longevità di 150 anni grazie alla medicina ha gli argomenti e i modi del pataccaro.

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13 luglio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Vaccini, attivista no vax condannata per procurato allarme: ha diffuso informazioni errate”

Ben fatto. Chi si credeva di essere, la ministra Lorenzin, che ha inventato una strage di bambini per morbillo in UK? O la magistratura italiana, che per fare un esempio tra i molti ha lavorato come la più rampante agenzia di marketing creando nel pubblico aspettative ciarlatanesche sulla possibilità di cure magiche con le staminali, tramite Stamina, prima criminalmente permessa per anni e poi, quando la credenza ha attecchito, sostituita con il prodotto da vendere, la magia “buona” delle staminali ufficiali. Alla “No vax” troppo attiva è andata bene. Per due motivi: a) la sua battaglia è anch’essa gradita al business perché, forse lei non lo sa (qualcuno che dirige i No-vax lo sa, comunque), diffonde la concezione della libertà di scelta individuale delle cure, ciò che il business vuole, a danno dei malati. b) ha mosso una critica falsa, dando credibilità alle frodi ufficiali. Se avesse chiesto non la libertà di scegliere da chi farsi imbrogliare, ma una medicina ufficiale onesta della quale fidarsi e alla quale affidarsi, con la garanzia dello Stato; e se avesse svelato qualcuna delle innumerevoli magagne vere, allora sarebbero stati guai seri. In silenzio, non 400, ma migliaia di euro; per intrecci continuativi di attenzioni e “sviste” dell’Agenzia delle entrate; e per il carrozziere, date le controdeduzioni espresse spaccando parabrezza e sfondando portiere; e ben di peggio. I Nuclei Pro Sofisticazioni non scherzano.

@ PierFrancesco Delsignore. Oggi in medicina spesso chi ti mette in padella allestisce anche la brace. Bisognerebbe rifiutare di dibattersi tra le due, e chiedere un trattamento corretto; questa possibilità terza viene duramente repressa.

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13 luglio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Talco, gli oncologi: “Nessuna prova di una correlazione con il cancro dell’ovaio”

La “scienza” dietro alla sentenza ha la stessa consistenza del talco (1). Sono invece solidi due punti. a) si sta cercando di forzare (2,3) l’introduzione dello screening per il cancro delle ovaie. Un’impresa viziata alla base, perché il cancro dell’ovaio, che ha sì un tasso di mortalità elevato, ha un’incidenza bassa, e quindi un test avrà valore predittivo basso, con molti falsi positivi; cioè creerà molte false malate e false guarigioni, musica per le orecchie del business. L’utilità e la pericolosità di un test diagnostico non sono, come comunemente si pensa, esclusivamente sue caratteristiche intrinseche, ma dipendono anche dalla frequenza nella popolazione della malattia che si cerca. b) la descrizione dei precedenti noti della Johnson &amp; Johnson per ogni genere di imbrogli, intrighi e violazioni in campo medico occuperebbe un libro. Una possibile connessione tra i due punti è che col clamore mediatico e relative discussioni si stia introducendo nel pubblico l’idea di un legame tra la quotidianità, il banale, qui l’igiene intima femminile, e l’insidioso ma poco frequente cancro dell’ovaio.

1Mulcahy N. Talc Powder and Ovarian Cancer: What’s the Science? Medscape, 2016.

2Kuhen BM. The Hunt Continues for Early Ovarian Cancer Clues. JAMA, June 14, 2017.

3Narod SA. Is There a Future for Ovarian Cancer Screening? JAMA Intern Med, May 2018.

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17 luglio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Terremoto L’Aquila, Guido Bertolaso assolto nell’appello del processo Grandi Rischi bis”

Diverse delle case crollate erano state costruite male; i pilastri “scientifici” delle rassicurazioni positive della Protezione civile erano quelli fatti di plastilina, modellabili a piacere, della “scienza” – mortifera – al servizio dell’affarismo e della malapolitica. Ad essere ‘antisismica’ è stata la magistratura, limitatamente agli imputati eccellenti, che sono stati isolati dalle loro responsabilità come con un sistema di molle e piani scorrevoli da fare invidia ai giapponesi.

@ The Lawyer. Lei non contesta le mie accuse di abuso della credibilità istituzionale e scientifica per motivi meschini, e di favoritismi in sede giudiziaria. Mi dice che ho “sognato” il crollo degli edifici mal costruiti nel terremoto. Casa dello studente. 8 morti. Condanna di 3 ingegneri e 1 architetto che lo ristrutturarono confermata in Cassazione. “Sul fronte dell’ingegneria sismica … unanime è stato il giudizio espresso dalla comunità-tecnico scientifica riguardo al mancato rispetto di rigorose norme antisismiche … in un’area a elevato rischio sismico”; vulnerabilità critiche di tutti gli edifici pubblici crollati nel 2009 erano state evidenziate in un dossier del 1999 (Wikipedia, Terremoto dell’Aquila del 2009). Ora lei citi le norme etiche che la autorizzerebbero a fare il paglietta che mena il can per l’aia, chiamando fantasia ciò che è palmare, davanti a una catastrofe naturale con centinaia di morti, i cui effetti nefasti sono stati favoriti da coloro che erano pagati dal contribuente per ridurli.

@ The Lawyer. “Insopportabile”?. Sono abituato a occuparmi di cose repellenti, e il suo discorso, un banale sproloquio da sensale privo di qualsiasi rispetto per sè stesso, ha anche il pregio di essere un buon indicatore del livello umano dei suoi assistiti e degli argomenti coi quali vengono protetti.

@ The Lawyer. Quale merito? Lei spara solo frottole e insulti. Ma non prova vergogna? Dove ho scritto di crolli post terremoto? I crolli post terremoto sono una sua spudorata invenzione per non parlare di quelli che ho indicato, inclusa fonte, dovuti al terremoto. Non conosco la procedura penale. Credo che occorra una procedura di valutazione dei processi da parte del pubblico; e che tra i principi di questa vi sia che se il difensore mente e fa caciara come l’ultimo magliaro sorpreso a spacciare Rolex falsi l’imputato ha da temere dalla verità e dai discorsi onesti e chiari.

@ The Lawyer. Lei cita, lodandolo, Berlusconi. Io non ho nulla di cui vergognarmi, e lei conferma di essere immune da questo sentimento. Ma un po’ di disagio lo provo a parlare con lei, data la sensazione che non vi sia differenza, sul piano etico e comportamentale, tra almeno un difensore legale dell’entourage di B. e quelli che reclutavano per lui materiale umano per le “cene eleganti”. Complimenti alla Corte, le cui sentenze in nome del popolo lei esibisce come un fiore all’occhiello, che ben si intona alla giacca e al resto dell’abito consono alla sua attività.

@ The Lawyer. In medicina, i magistrati fanno un po’ come il “diavoletto di Maxwell”. Fanno passare o bloccano gli illeciti secondo un criterio; che è a favore del potere e del business. Es.si rinviano a giudizio i genitori che permettono alla figlia le pazzoidi cure Hamer, ma c’è omertà e complicità sulle frodi dell’oncologia ufficiale. Le colpe di omissione, vera o presunta, vengono perseguite, anche esagerando, mentre sono favorite quelle di commissione, favorendo così il business. Qui però l’omissione dolosa, commessa da alti funzionari, di vitali informazioni tecnico-scientifiche, sostituite addirittura con informazioni opposte, è stata abbuonata, nonostante abbia causato una strage. Questo è il fiore che lei vanta. Quanto alla difesa imperniata sui soccorsi e la ricostruzione dopo il terremoto, da parte di chi prima ne ha potenziato gli effetti (si potrebbe calcolare, rispetto alle vittime, una differenza in termini di scala Richter con le informazioni corrette e quelle false), a suo dire encomiabili, come se – fingendo che sia vero – fare il proprio dovere meritasse una medaglia, ricorda vagamente l’avvocato di Gino Bramieri che nel difendere chi aveva ucciso entrambi i genitori disse “insomma, un po’ di pietà per un povero orfano”.

@ The Lawyer. I processi non sono un rito esoterico, comprensibile ai soli iniziati. E’ vero che i dettagli fattuali vanno conosciuti, e che gli aspetti tecnici del diritto, spesso determinanti, non sono valutabili da chi non è del mestiere. Ma i risultati sociali, politici, etici di ciò che la macchina giustizia emette lo sono, e hanno statisticamente distribuzioni che generano in molti sfiducia, non sempre ingiustificata. Se l’input è dato da schiere di morti per intenzionalità umana, mossa da arroganza, ed escono assoluzioni, allora il processo appare, l’ ho scritto all’inizio, come un dissipatore di forze, un ammortizzatore, invece che come uno strumento di ripristino dell’ordine; se gli esiti sono prevedibili in base alla posizione degli attori sulla scala del potere e ai rapporti di forza tra i poteri che rappresentano; se è sempre buio a mezzogiorno, se si può prevedere una eclissi a settimana, poi non vale ribattere che il volgo ignorante non conosce l’astronomia. Forse allora la scienza è quella del II capitolo dei Promessi Sposi: “Error, conditio, votum, cognatio, crimen, Cultus disparitas, vis, ordo, ligamen, honestas, Si sis affinis,… ”.

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6 agosto 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di O. Lupacchini “Lewis Carroll, in tribunale con Alice. Il Paese delle meraviglie ci spiega come funziona la nostra (in)giustizia”

Mio commento su Il Fatto, 4 mag 2017:

5 giorni dopo Ivrea anche a Firenze (studio avv. Bonafede, deputato 5stelle; giudice Nuvoli) la magistratura ha riconosciuto che l’uso del cellulare può provocare tumori del sistema nervoso. Non si tratta dunque di un fake a sostegno del business oncologico e giudiziario: è la terza sentenza del genere e quindi, soddisfacendo il Principio del Campanaio (1), è stato raggiunto l’elevato livello di rigore tipico dei contributi della magistratura alla medicina. Il Principio del Campanaio è applicato dalla scienza ufficiale del più alto livello di reputazione, es. nella ricerca oncologica (2), che magistrati e forze di polizia considerano fonte di verità, immune da interessi di parte o illeciti, e difendono come giannizzeri.

1 ”In The Hunting of the Snark di Lewis Carroll, il Campanaio dice: «Tutto quello che ti dico tre volte è vero».” (L’errore del campanaio. In: Follie e inganni della medicina. Skrabanek, McCormick).

2 “Some non-reproducible preclinical papers had spawned an entire field, with hundreds of secondary publications that expanded on elements of the original observation, but did not actually seek to confirm or falsify its fundamental basis. More troubling, some of the research has triggered a series of clinical studies — suggesting that many patients had subjected themselves to a trial of a regimen or agent that probably wouldn’t work. “. Begley CG et al. Raise standards for preclinical cancer research. Nature, 2012.483;531.

@ Luigi 43. Volevo commentare come sia pervasiva la “logica carrolliana”, sia in medicina che in ambito giudiziario, derivando dalla volontà di aggiustare sentenze e dottrina (e qualche volta, in buona fede, dai nostri limiti cognitivi). La magistratura ha la tendenza ad affiancarsi alla medicina, fino a scriverne pagine, false o distorte, servendo il potere. Mette la sua credibilità al servizio del marketing.

Ma non è assurdo che intervenga a controllare, anzi. C’è una tendenza ad estrometterla. Es. una recente decisione della Corte suprema UK lascia le decisioni sul fine vita a parenti e medici. I casi di Alfie e Charlie mostrano come si voglia dare potere terapeutico ai genitori, cioè tramite loro a chi vende speranza, ovvero fumo, a 100000 euro a fiala, quando il miglior interesse dei bambini può essere un altro.

La medicina è in primis una pratica antropologica; le pulsioni irrazionali che le danno forma vengono fatte convergere con immensi interessi commerciali. Il controllo dello Stato, anche tramite la magistratura, appare come l’unica via per limitare la medicina alla sua porzione razionale, efficace e utile ai malati.

Inoltre, nella attuale ideologia empirista della “evidence based” – che in pratica vuol dire che se si impapocchia un falso risultato, si sopprimono le evidenze contrarie, e lo si pubblica con fanfara mediatica, quella è scienza galileiana – ci sarebbe molto da apprendere dalla teoria giuridica della costruzione della prova. Ma i magistrati tengono famiglia.

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20 settembre 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Massa, 34 morti sospette in ospedale: indagato il primario di medicina. La difesa dell’Asl: “Dati in linea col passato””

E’ in corso il lancio dell’enorme business della sepsi, con nuove impostazioni che portano a sovradiagnosi e sovratrattamenti; e quindi a cure lucrose; e spesso dannose, non solo per il paziente ma anche per la comunità dati gli effetti di selezione di resistenza agli antibiotici (ma in questo caso la comunità non conta, all’opposto degli argomenti “collettivisti” per giustificare le vaccinazioni obbligatorie). Nello spettro delle ipotesi andrebbe inclusa quella che si tratti di uno scandalo propagandistico; un allarme falso o strumentale, finalizzato a introdurre il nuovo prodotto; a spingere i medici, impaurendoli, a sovradiagnosi e cure aggressive che vanno contro l’interesse del paziente *; e il pubblico ad accettarle e richiederle. Non sarebbe la prima volta. Nel gennaio ‘17, a proposito della scare meningite in Toscana, commentai su questo blog “azzardo la previsione che la sepsi, una miniera d’oro, sarà il prossimo bug du jour col quale la carovana di scienziati rigorosi, giornalisti segugi, bloggers, trolls etc ci intratterrà”. Precedenti mostrano che politici e magistrati vanno inclusi nella lista dei carovanieri, data la loro adoperabilità come strumenti del marketing criminale. Forse la previsione si sta avverando, e pratiche omicidiarie andrebbero perseguite ruotando in altre direzioni l’indice puntato.

*Klompas M et al. Antibiotics for Sepsis—Finding the Equilibrium. JAMA, 14 set 2018.

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26 settembre 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Amendola “Veterinario infrange il codice della strada per salvare un cane in fin di vita, merita una multa?”

Due professori di medicina d’urgenza, veterani delle Emergency Room, hanno incluso la velocità tra i miti tossici della medicina*. La medicina concitata, che dà priorità alla velocità a scapito del verificare e pensare, causa danni, spiegano. Mio padre, avvocato, mi raccontava che a volte l’urgenza viene usata per commettere imbrogli e abusi. Ciò avviene anche in medicina. Giuristi, e manuali di primo soccorso, prescrivono di non mettere a rischio l’incolumità di altri per soccorrere una persona. Tanto meno uno stato terminale giustifica il fast and furious al PS, o altre misure eroiche. Se poi il soggetto è un cane, ci si accorge che ci si è molto sollevati da terra, tra cirri, angioletti con la cetra e paradisi dei cani. Ieri Mattarella diceva che i magistrati non devono farsi influenzare dai media. Ma, almeno in campo biomedico, sono a volte loro stessi influencer, es. qui il dr. Amendola col mito dei blitz medici, con l’accanimento terapeutico sui morenti come rito, con l’antropomorfizzazione degli animali, che porta alla animalizzazione degli umani. Bisognerebbe tornare sulla crosta terrestre, e alla parola “osteosarcoma” pensare semmai all’associazione tra il rischio di sovradiagnosi di questa neoplasia e i crescenti appetiti del business biomedico sui tumori dell’età giovanile; a come la paglia stia incustodita accanto al fuoco.

*Emergency docs highlight toxic health care myths. Health News Review, 13 ago 2018

piero nardi. Sono le INTENZIONI a condurci dall’Essere Uomini all’Essere Superuomini. (Commento rimosso).

@ piero nardi. C’è anche il superomismo medico, ma la maggior parte dei medici veste concezioni nicciane più che per porsi sopra la massa per porsi fuori tiro dal rischio, derivante da Costituzione e codici di risarcimenti, svergognamenti e galera. Già 60 anni fa il famoso chirurgo Dogliotti sosteneva che “il chirurgo … deve mantenere un’ampia indipendenza scientifica e morale, al di sopra della stessa magistratura comune … » la quale, davanti all’errore di un chirurgo, dovrebbe affidarsi a una sorta di « Corte di scienziati » « prima di esprimere giudizi sulla liceità o correttezza della nostra opera … »”. (G. Ferrieri. Il medico. 1963). Ci sono diversi esempi di come i magistrati, e ora anche le leggi, accordino franchigie e immunità ai medici. Una necessità per l’attuale business medico, che ha fatto degli effetti avversi un moltiplicatore di profitto. Tutte le scuse sono buone*, giocando sulla presunta sacralità della cura; solo lo Ubermensch veterinario, che si pone al di là del Bene, del Male e del Codice della Strada in nome dello stato di eccezione canino, per ora non è passato.

*La medicina difensiva come scusa e come illecito. Sito menici60d15.

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9 ottobre 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. Rosso “Vajont, 55 anni fa il disastro della diga. Tra errori e silenzi c’era anche chi lottava per la verità”

Ma si è sicuri che la magistratura sia desiderosa di sentire pareri tecnici non compiacenti quando gli imputati, o i responsabili, rappresentano grandi interessi? La PM di Milano Tiziana Siciliano ha appena auspicato che venga attuata la legge Gelli, che prevede di giudicare la responsabilità medica rispetto alle linee guida cliniche. “Che in base alla legge avrebbero dovuto essere il nostro faro”, dice. E’ un auspicare di subire una cattura normativa, ed è un po’ come essere ansiosi di premiare gli osti che annacquano il vino – o lo fanno col metanolo – se sta scritto negli insindacabili capitolati della loro corporazione.

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30 novembre 2018

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Commento al post “Caso Magherini, Cassazione: “Carabinieri assolti perché non potevano prevedere la sua morte””

Senza la circolare del 13 marzo 2014 i Carabinieri, arma istituita il 13 luglio 1814, non sanno come fermare correttamente, essendo in 4, un agitato. I magistrati oltre che all’insostituibile funzione neurocognitiva delle circolari hanno creduto a un’entità di comodo come la “excited delirium syndrome”. Quando ci sono di mezzo grandi interessi il discernimento di magistrati e poliziotti corre su una scala logaritmica, potendo variare nel giro di qualche riga dalla zappa al microtomo, da Giufà o Gioppino alla logica di Frege e alla sensibilità di Proust. Per chi ha l’uso legale della violenza, di spada o di penna, l’ignoranza su quello che fa non può essere una scusante.

L’ignoranza che favorisce grandi interessi illeciti la vedo esercitare dai magistrati su questioni di sanità. Es. andrebbe loro mostrato come lo screening su minori per cancro della tiroide dopo l’incidente nucleare di Fukushima ha portato a fare emergere e sovradiagnosticare come cancro serbatoi di lesioni noncliniche e subcliniche, innocue, con “un peggioramento anziché un miglioramento della salute”*. Perché non possano poi dire che ignoravano che oltre all’inquinamento anche l’allarme su di esso ha pericoli, antropogeni, e può essere illecito; e nel dare forza alle paure su “terre dei fuochi” non ignorino l’interesse criminale miliardario, accertato, a estrarre falsi cancri dai serbatoi nonclinici a fini di profitto.

*Bauer et al, Morris. JAMA, Otolaryngology–Head & Neck Surgery, 29 nov 2018.

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2 gennaio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Walter Ricciardi: “Le dimissioni dall’Iss? Da governo posizioni antiscientifiche””

Posso testimoniare che Ricciardi Cattolica – Cergas Bocconi – Valotti A2A – Mattarella costituiscono una clique integrata entro una estesa rete di potere. Rete che difende frodi biomediche miliardarie anche con sistemi da codice penale tramite le istituzioni dello Stato; rete che costituisce una “Santa” della corruzione: un livello altissimo di malaffare con legami internazionali per difendersi dal quale non vi sono giudici a Berlino; ma solo uffici giudiziari che rilasciano ai galantuomini licenze di delinquere.

@ Tataelga. Ce ne sono troppe. Non so, Stamina nell’ospedale universitario di Brescia (rettore Pecorelli, lo stesso portaordini da Washington sui vaccini) (1). Speculazioni – iatrogene – sulle malattie rare (delle speculazioni di recente se ne è occupato perfino il Government Accounting Office USA) con Telethon; sponsorizzate da Mattarella, e da una rete di grandi imprese come TIM, BNL, Auchan, etc. (2). A proposito di Ricciardi, Cattolica e Gemelli, a proposito di antiscientificità e a proposito di sottrazione di soldi pubblici, l’idea di applicare, calpestando la barriera della necessità dei previsti presupposti scientifici, la frode del pacchetto sovradiagnosi-pseudocure (2) all’Alzheimer, progetto Interceptor Fondazione Lilly – AIFA.

Se vuole una documentazione più circostanziata, dica a Valotti di farmela chiedere dal prossimo dei suoi spazzini che qui a Brescia mi butterà addosso lo sporco della strada, come è frequente costume dell’azienda dei termovalorizzatori diretta da questo professore di economia delle aziende e delle amministrazioni pubbliche dell’università Bocconi, il tempio del sapere che vanta Roberto Calvi tra i suoi passati dirigenti, ha dato al Paese Mario Monti e forse gli darà anche un altro dei suoi sodali, Cottarelli.

1 Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale. Sul mio sito.

2 Un certificato di decenza per le attività antimafia. Sul mio sito.

@ Tataelga. L’informazione mediatica sulla medicina in grado di influenzare il pubblico andrebbe riconosciuta costituire atto medico; le Iene è un programma che sarebbe letteralmente da chiudere, almeno per la sua disinformazione perniciosa sulla medicina. Ma quest’altro servizio di mistificazione Mediaset fa comodo alle grandi frodi, incluse quelle ‘bocconiane’ che cito; anche quando può non sembrare; e fa comodo ai loro – buona serata – galoppini, che parlandone male possono darsi un tono, quando sono dei magliari dello stesso livello.

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16 gennaio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Cellulari, Tar del Lazio obbliga i ministeri a fare informazione su rischi connessi al loro uso: “Campagna entro 6 mesi””

Suggestio falsi e suppressio veri. Si pompano e si agitano babau che spingono verso l’industria del cancro e si sopprime l’informazione sui pericoli di tale industria, come il rapporto svantaggioso rischi/benefici negli screening di massa. Non vedremo un’ordinanza che obblighi a informare, nell’invitare il pubblico a iniziative come “Race for the cure”, della falsità e della pericolosità per la salute dei messaggi delle campagne pelose della Komen sulla mammografia*. Tra l’altro, quelle sono radiazioni che invece il cancro possono provocarlo davvero. Pierino lavora per il lupo. I politici lavorano come lobbisti per gli affari illeciti del big business biomedico. Mentre i magistrati, come è già avvenuto nel caso Stamina **, dove pure il TAR del Lazio si è distinto, abusano del potere dello Stato lavorando come propagandisti per gli stessi affari illeciti.

*Woloshin S Schwarts LM. How a charity oversells mammography. BMJ, 2012. 345:e5132. **Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale.

Rino: Un boss di Vodafone, Tre, Wind, TIM, Samsung, Huawei, Nokia, Apple non avrebbe potuto rigirarla meglio la frittata.

@ Rino. Subito dopo avere postato, la connessione internet di Tim è caduta. Ora sono connesso con Iliad in tethering. Telecom mi fa pagare 60 euro al mese di adsl per una connessione lentissima, riservandosi la facoltà di tagliarmi del tutto la connessione quando le gira. Non so ancora se il blackout è per un guasto o per ciò che ho postato ieri sul mio sito, sulla codardia, a proposito dei CC, dei magistrati e del loro comune “commander in chief”. Ho lo smartphone, economico, proprio come backup per i boicottaggi di Telecom. Non sono iscritto ai social. Non uso whatsapp. Considero la corsa feticistica agli smartphone una distorsione di rilevanza etnopsichiatrica. Raccolgo articoli sull’uso degli smartphone nelle frodi mediche, e sulle responsabilità delle ditte produttrici di smartphone. Credo che andrebbero maggiormente riconosciuti e discussi i lati negativi della rete. E che una magistratura onesta dovrebbe indagare TIM per il mobbing e boicottaggio nei miei confronti. Invece i “boss” delle compagnie telefoniche spadroneggiano, grazie alla corruzione dei poteri dello Stato. E grazie a quelli come te, che non si sa se per indole o perché pagati, sono sempre pronti a gettare fango su chi non accetta la disinformazione; come offesi che venga messo in dubbio il loro acume per avere composto il disegno, del quale insieme a questi magistrati vanno così fieri, ottenuto unendo lo schema coi puntini numerati fornito da potenti associazioni a delinquere.

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25 gennaio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “I gemelli rapinatori protetti dal loro Dna: “È troppo simile, difficile distinguerli. Dobbiamo assolverli””

I gemelli identici sono discriminabili dalle impronte digitali (1,2). L’articolo non considera i polpastrelli coi loro dermatoglifi, saltando dal taglio dei capelli e i tatuaggi al DNA. Ciò è in linea con l’attuale ideologia medica, nella sua svalutazione del fenotipo (3) ed esaltazione della biologia molecolare. Ideologia che i magistrati e le forze di polizia – che sui media appaiono più cattolici del papa (4,5) nel culto monoteistico del DNA – abbracciano spesso, con un trasporto eccessivo, apparentemente incuranti dei suoi risvolti affaristici, opachi e fraudolenti.

1 Srishari SN et al. Discriminability of fingerprints of twins. Journal of Forensic Identification, 2008. 58: 109.

2 Xunqiang et al. Fingerprint Recognition with Identical Twin Fingerprints. Plos One, 2012. 7: e35704.

3 Il disprezzo per il fenotipo. Sito menici60d15.

4 Cale CM. Forensic DNA evidence is not infallible. Nature, 2015. 526: 611.

5 Ackerman JP et al. The Promise and Peril of Precision Medicine: Phenotyping Still Matters Most. Mayo Clin Proc, 2016. 91: 1606.

@ Mario Ambrosini. Che i guanti siano una barriera insormontabile all’identificazione lo pensano i malviventi nel loro “false sense of protection” (1); ed esperti nostrani di indagini giudiziarie scientifiche, ai quali in risposta al loro sarcasmo sulla imbattibilità dei guanti andrebbe consigliato di rivolgersi a esperti di indagini giudiziarie scientifiche (1). Ed anche a esperti di indagini giudiziarie generali, che magari non sanno niente di loci ipervariabili e microsatelliti, e sono ignoranti sull’attuale dogma che il DNA sia l’unico marker identificativo, e di come siano gradite e ricompensate le storie persuasive (2) che aiutano il business – e le sue frodi – presentando il DNA come ‘verità cosmica’ (3); ma come tanti loro colleghi non considerano l’uso di guanti una fortezza inespugnabile davanti alla quale guardare con sufficienza chi non getta immediatamente la spugna; e si muovono, capaci di ottenere campioni di impronte digitali o altri semplici marker fenotipici collegati all’autore del crimine col lavoro investigativo, invece di mostrarsi delusi e cogitabondi come il pensatore di Rodin sullo sgabello del laboratorio.

1 Glove prints. Wikipedia, 26 gennaio 2019.

2 Rothenberg KH The drama of DNA: Narrative genomics. 2014 Oxford University Press.

3 Roof J. The poetics of DNA. 2007 Univ of Minnesota Press.

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29 gennaio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di O. Lupacchini “Emilio Alessandrini, il giudice dalla ‘faccia mite’, giustiziato dagli eversori che combatteva”

“«Il capitalismo si è sviluppato consumando in modo irreversibile l’eredità storica [che comprende] l’onestà, l’integrità, la responsabilità, la cura del lavoro, le attenzioni dovute agli altri, ecc. Ora, in un regime che proclama continuamente, con le parole e con i fatti, che il denaro è il suo unico valore, e in cui la sola sanzione è quella della legge penale, per quali ragioni i giudici non dovrebbero mettere all’asta le sentenze che devono emettere? Certo, la legge lo proibisce, ma perché coloro che sono incaricati di applicarla dovrebbero essere incorruttibili? Quis custodes custodiat? […] Si dirà: ci sarà sempre qualche matto inoffensivo che preferisce [valori morali al denaro]. Io dico invece che proprio secondo le norme del sistema persone simili non devono esistere: la loro sopravvivenza è un’anomalia sistemica, come quella di operai coscienziosi, di giudici integerrimi, di burocrati weberiani, ecc.» (Castoriadis).

E’ in declino il tipo antropologico rappresentato da Emilio Alessandrini, che diceva che il magistrato è un mestiere che per farlo bisognerebbe pagare. In campi nei quali ci si può muovere senza che il pubblico capisca ciò che avviene, come i grandi affari della biomedicina, dove si mescolano potere, soldi e immaginario, il comportamento dei magistrati a volte è indiscernibile da quello del magistrato che voglia non pagare, ma al contrario essere pagato.” (Da un mio scritto sull’eliminazione dei tipi antropologici proibiti, 2006).

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9 febbraio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Trinchella “Eluana Englaro, “così in Cassazione stabilimmo che la dignità è il diritto dei diritti. Poi la fase oscura della politica””

Nell’attuale medicina commerciale la longevità ha sostituito la salute, così che si imbottiscono i pazienti di cure futili, aggressive e dolorose vendendo la speranza falsa di prolungare a oltranza la vita. La maggior parte delle spese mediche è in media consumata nell’ultimo anno di vita. Ciò ha prodotto la necessità economica contrastante di troncare a piacimento le cure. N. Wade, l’autore di ‘Betrayers of truth – fraud and deceit in science’, commentò una delle tante promesse commerciali di immortalità, quella della Geron sulla telomerasi, citando le Parche. Agli affari occorre anche Atropo. Qui i magistrati si svegliano, ricordandosi della dignità “diritto dei diritti”, e generalizzando da un caso particolare e mediatico. In medicina e nel diritto il rigore astratto, il rigore “scientifico” è mancanza di rigore: in queste discipline applicate occorre ciò che è stato definito ‘rigore pratico’, che tiene conto di tutti i fattori, inclusi quelli umani, storici, economici. Volendo davvero preservare la dignità bisognerebbe intervenire per ridurre sovradiagnosi, sovratrattamenti e medicalizzazione della morte; invece di limitarsi a fornire un meccanismo di smaltimento dei corpi sui quali ci si è accaniti per fare soldi. Ma in Italia a tanti, dai terroristi agli alti magistrati, piace la “doppia medaglia”; che si ottiene contribuendo a quelle parti dell’architettura ideologica voluta dal potere che fanno apparire come idealisti disinteressati che combattono per dei principi.

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12 marzo 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “La Confessione, Davigo a Gomez: “Non so ancora se sono onesto perché non sono mai stato indotto in tentazione””

Davigo fa sua la tesi che in certi ambienti non accettare mazzette è porsi contro il gruppo dei colleghi; mentre per il magistrato la mazzetta è una scelta individuale. Ciò è solo un aspetto della regola per la quale ogni attività ha la sua forma di malaffare. I magistrati in genere non prendono banconote e ripudiano l’idea; ma la corruzione non è solo bribery. I magistrati praticano forme diverse – impalpabili – di corruzione di categoria. Es. col loro potere di marketing giudiziario: possono influenzare e formare l’opinione pubblica su temi scientifici (Jasanoff) tramite interventi e omissioni. Per un’attività di controllo come la loro basta scegliere casi particolari che rientrino nei limiti del presentabile per favorire grandi interessi illeciti, ottenendo così il patrocinio di poteri forti. Es. illeciti istituzionalizzati glorificati valutandoli rispetto a uno standard negativo. Trucco – usato anche negli studi scientifici, e che è una delle funzioni della mafia – che capovolge il concetto della legge e dell’etica come standard. In biomedicina, Stamina, truffa rozza che consente di presentare come scienza benefica la bolla delle staminali ufficiali. La cura Hamer, e analoghi, che i magistrati dovrebbero togliere di circolazione come aberrante, e invece stanno sfruttando per mostrare le manette a chi tenti di divincolarsi, inevitabilmente incorrendo in altri mali e inganni, da una oncologia ufficiale che non senza fondamento percepisce come fraudolenta e paurosa.

Commento al post “La Confessione, Davigo a Gomez: “Intitolare una via a Craxi? Anche per i giudici inglesi non era un perseguitato politico”

Davigo si lamenta di chi dice che Tangentopoli fu un colpo di Stato. A noi spettatori che la applaudivamo apparve come la pulizia delle stalle di Augia; oggi mi sembra più appropriato paragonare il passaggio dalla prima alla seconda repubblica ad un “trapianto di feci”. (Il trapianto di feci esiste davvero; è una terapia, ancora agli inizi, sviluppata per la cura di gravi infezioni iatrogene, derivate da quel genere di medicina orientata al profitto che è esplosa dopo la caduta del Muro e i fenomeni satelliti come Tangentopoli). Gli italiani applaudono sempre l’Ercole che dà una lavata alle stalle di Augia, o le spalanca indignato; e poi si ritrovano puntualmente con un trapianto di nuove feci. Ci pensavo l’altro giorno ascoltando i propositi del generale dei CC Cotticelli sui letamai della sanità calabrese, conoscendo l’azione repressiva e propagandistica dei CC – e dei magistrati – a favore degli affari illeciti della medicina liberista.

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4 aprile 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Martucci “Elettrosmog, una nuova sentenza lo riconosce come concausa di tumori. E intanto Bruxelles blocca il 5G”

Esistono in campo medico delle fake propagandistiche, volute dall’alto, che a diffonderle si fa carriera (e a contrastarle si sperimenta la mafia di Stato). L’avvocato Conte, oggi premier, o almeno triumviro, difensore di Stamina. L’avvocato Bonafede, già sostenitore dei tumori da cellulari (la sentenza di Firenze) oggi guardasigilli. Per non parlare dei magistrati. Ieri hanno sospeso dal servizio cinque agenti della polizia penitenziaria per avere suonato al matrimonio pacchiano di un camorrista. Anche il capo del ministero della giustizia e i magistrati che dovrebbero assicurare la giustizia fanno lavoretti di trombettieri trash e incompatibili col loro ruolo, creando false paure su una ubiquitarietà del cancro che favoriscono il business oncologico (mentre si tace sui pericoli reali e accertati, come gli effetti cancerogeni delle radiazioni, molti ordini di grandezza più energetiche, delle montagne di esami radiologici non necessari). Trombettieri ad un livello superiore, e dalle conseguenze più nefaste di quelle dei musici della penitenziaria che si barcamenano come il secondino cantato da De André.

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5 aprile 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Gianbartolomei “Stefano Leo, presidente corte d’Appello: “Chiedo scusa alla famiglia. Non è colpa nostra. C’è carenza di personale” “

L’inefficienza può essere utile. Frank Coppola disse che la mafia è mettere un cretino come procuratore capo. In medicina ci sono studi che mostrano che un tasso elevato di effetti avversi chirurgici salva dal rosso il bilancio di alcuni ospedali USA. La magistratura non protesta con vigore, come sa fare e come dovrebbe fare se fosse in buona fede, per la carenza di personale; se non quando ne emergono effetti imbarazzanti. Le carenze di risorse sono anche alibi per connivenze e complicità. Nella città dove abito i procuratori li chiamo “i melampidi” dal cane da guardia di Pinocchio che era d’accordo con le faine. Una dinastia elettiva che lascia mano libera non ai rubagalline, ma al grande malaffare istituzionale. Ieri su Il Fatto ho notato che nel curriculum che ha portato Conte a palazzo Chigi c’è l’appoggio alla truffa Stamina. Oggi, con Conte in città, ho ricevuto gli stessi abusi minacciosi, organizzabili solo da Comune e forze di polizia, che ricevevo quando descrivevo la natura istituzionale della truffa Stamina, innescata nell’università di Brescia. Abusi e reati liberamente commessi e ostentati, come se in città non ci fossero magistrati, tramite un’azienda che ha a capo un professore della stessa università. La carenza di cancellieri può coprire il rilascio di licenze di delinquere.

@ Enrico B.2. ome scrissi al tempo dello scandalo, quello della S. Rita fu un caso artigianale e rozzo, che metteva a rischio un sistema sofisticato dove la frode e il danno iatrogeno sono invece legalizzati, essendo iscritti e nascosti nella dottrina ufficiale, e addirittura obbligatori con le leggi sull’aderenza alle linee guida cliniche, dettate dall’industria tramite esperti pagati*. Per così dire, sono stati puniti dei pusher che volevano fare la cresta sullo spaccio loro affidato; mettendo a rischio un business immenso, che invece viene protetto da magistrati che oberati di lavoro non trovano mai il tempo di guardarvi, né di guardare ai crimini comuni di appoggio. Salvo parteciparvi, con interventi che sono forme di marketing giudiziario a favore di truffe a danno della salute, un esempio tra i tanti Stamina**.

*Stamatakis E et al. Undue industry influences that distort healthcare research, strategy, expenditure and practice: a review. Eur J Clin Investig 2013.

** Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale. Nel mio sito.

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9 aprile 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Musolino “Corruzione, Davigo: “Raramente è fatto singolo”. Gratteri: “Se è sistemica serve pena uguale ad associazione mafiosa””

“Immaginarsi un corrotto che si venda una volta soltanto è come immaginarsi una prostituta che si venda una volta soltanto. Non ha senso” (Davigo). Ci sono vari tipi di prostituzione. Es. in USA le “drug whores”, che si fanno pagare in droga. “Drug whores” sono anche chiamati dalle case farmaceutiche i più esosi tra i medici che mettono a libro paga perché prescrivano, e che si fanno pagare anche dalla concorrenza (in particolare gli psichiatri). Da noi i medici in rapporti non virginali con Big Pharma si contano a brigate e divisioni*. C’è anche qualche drug whore che invece di accontentarsi pensa di poter dettare legge ai giganti delle pillole; le vediamo nei tg, consegnate al braccio secolare di magistratura e polizia. A proposito di magistratura, polizia, e prostituzione per Big Pharma, la prostituzione una tantum evocata da Davigo va distinta da ciò che una scafata segretaria d’ospedale bresciana chiamava “le puttane con un cliente solo” riferendosi alle mantenute. Il concetto di corruzione monopsonica, continuativa, ha piena rilevanza a voler fare sul serio sulla corruzione. Soprattutto quando il cliente unico è dato dai poteri forti che includono Big Pharma, che ha oltre a un esercito di medici da marciapiede anche i favori non pagati in moneta di istituzioni i cui componenti guardano alle mazzette con lo stesso sincero orrore col quale le mantenute guardano alle battone di strada.

*Big Pharma, 30000 medici con la lobby. Il Fatto 1 apr 2019.

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18 aprile 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Vaccinazioni, tribunale di Pistoia dà ragione alla madre contro padre che si opponeva: “Tutela salute anche collettiva””

giulio 03: Parafrasando la celebre frase da un’opera di Bertold Brecht “”Ci sarà pure un giudice a Berlino””, possiamo anche noi, soddisfatti, dire “Abbiamo un Giudice a Pistoia”. Bene, per Bacco!

 
 
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6 maggio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Cucchi, la Procura generale chiede la prescrizione del reato per i medici: “Ma è una sconfitta per la giustizia””

Una magistratura che si rammarica per la sconfitta della giustizia mentre dopo avere cincischiato chiede la prescrizione per i soliti privilegiati ricorda Sordi tenente in ‘Tutti a casa’, che, rimproverati due soldati – chiamandoli “sciacalli” – perché hanno rubato un pacco viveri al suo attendente, li ferma mentre stanno per riportare il maltolto e gli fa mettere ai voti la decisione se mangiarselo o restituirlo. I due soldati votano per tenerlo. “Io voto contro. Ma siccome m’avete messo in minoranza, annamo ar cesso và”.

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9 maggio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Del Corno “Produzione industriale, il boom della farmaceutica non dipende dalla Brexit. Export e ricavi in crescita dal 2008”

Il genio italico è particolarmente adatto a questa industria; che deve la sua eccezionale performance economica a sistemi, per fare esempi delle ultime ore, come il testare i nuovi farmaci rispetto a controlli di comodo, che facciano sembrare migliori i nuovi, costosissimi prodotti senza provarlo davvero*. O il diagnosticare sistematicamente lesioni benigne come tumori aggressivi, fino a creare epidemie di falsi cancri, per poi vantare di riuscire a “guarirli”, es. il melanoma, giocando sulla mancanza di risoluzione diagnostica tra lesioni tumorali incipienti e entità benigne, e diffondendo paure con campagne di disinformazione**. Ma il merito per questo ramo rigoglioso che protende da un albero in sofferenza va anche ai media, che si guardano dal dare notizia delle denunce interne alla medicina come quelle di cui sopra mentre diffondono l’idea che chi non crede ai continui annunci di trionfi della medicina ufficiale abbia gli stessi processi mentali dei terrapiattisti. E alla nostra magistratura, ai CC, alla PS, la santa mafia che ferma il sabotaggio di questa industria da parte di guastafeste che vorrebbero insinuare che sia qualcosa di diverso da una magnifica unione di scienza e operosità.

*Harrison P. Clinical trials of new cancer drugs ‘frequently flawed’. Medscape, 8 mag 2019.

**Finholm. V. As melanoma rises, doctors challenge some early testing. Medscape, 7 mag 2019.

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2 giugno 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Ex Ilva, Bonelli (Verdi): “600 bambini nati con malformazioni a Taranto, ma governo rinvia presentazione dello studio””

A sentire politici e commentatori come Bonelli a Taranto sarebbe in corso e sarebbe tenuta nascosta un’epidemia di malformazioni congenite, con centinaia di bambini nati malformati a causa dell’inquinamento dell’ILVA. Dal 2002 al 2015 risultano nati a Taranto 25357 bambini. 600 bambini nati con malformazioni danno un tasso di malformazioni congenite del 2.4%. Il Ministero della salute riporta una prevalenza nazionale di malformazioni congenite di circa il 2% nella prima settimana di vita, che sale al 5-6% entro l’anno di vita. Uno studio osservazionale in corso su inquinamento e malformazioni congenite in Bretagna considera un tasso di malformazioni congenite in Francia del 3%. Volendo esercitare le doti di “cittadini liberi e pensanti” si dovrebbe considerare se va nell’interesse proprio e dei propri figli gonfiare la Scilla dell’inquinamento e nascondere la Cariddi delle sovradiagnosi, dei sovratrattamenti e delle altre manipolazioni del business biomedico, verso la quale si sta spingendo seminando paura con informazioni false e ingannevoli.

@ il gattamelata. L’unico numero che viene riportato è quello del totale di tutti i casi accumulatisi in 14 anni; inducendo il lettore a credere che ci siano stati 600 bambini nati malformati a causa dell’ILVA. Solo nel testo si dice che è risultato un numero di malformazioni più alto rispetto al dato regionale; ma, mentre si lanciano accuse di occultamento di dati spaventosi, si tacciono i dati elementari dei valori dell’incremento assoluto e relativo. Non si riporta, come lei dà per certo, che la differenza sia risultata statisticamente significativa. Se anche lo fosse, lo scambiare la significatività statistica per un effetto biologico forte è descritto negli elenchi degli “spin”, delle manipolazioni usate da certi autori per fare dire alle loro ricerche il contrario di ciò che hanno rilevato. I dati disponibili indicano già (v. mio commento precedente) che il pericolo per la salute non è dato solo dall’inquinamento, ma anche dalla diffusione di informazioni grossolanamente artefatte sull’inquinamento.

@ il gattamelata. Le peer review sono accusate di lassismo; ma se lei si presenta come fa qui, difendendo dati che non presenta e teorizzando che se le informazioni – false e catastrofiche – che si diffondono al pubblico sono su dati non pubblicati non si può criticarle, non si stupisca se perfino i corrivi peer reviewers la fermano. Ai dati inventati ma sacri, allo scambiare il cumulativo per l’incremento, roba non da peer review ma da bocciatura alle medie, o da associazione nella stessa cella di Vanna Marchi, aggiunge che dovrei tenermi per me e non svelare i trucchi di manipolazione della comunicazione delle ricerche; un sacrilegio appena commesso es. da il JAMA, la rivista dell’associazione di categoria dei medici USA (Fihn SD. Combating misrepresentation of research findings. 3 mag 2019). Conclude che chi non accetta questa sua “scienza” è pagato. D’acccordo sul “follow the money”: io non sono pagato, ma pago un prezzo per parlare contro il senso comune costruito da media, esperti, magistrati, showman, etc. Vedo piuttosto che esiste una conventio a praticare, in buona parte con denaro pubblico e con l’abuso della autorità istituzionale, la suggestio falsi e la suppressio veri a danno della salute pubblica e a favore di grandi interessi illeciti del business biomedico, notorio corruttore. Il terrapiattismo del potere che lei esibisce con tranquillità non potrebbe esistere e fare i sui danni senza tornaconti, censure e complicità.

@ il gattamelata. Non lo penso solo io che diagnostichino – strutturalmente, secondo dottrina – malattie che non ci sono, in particolare il cancro, per vendere prodotti medici. Posto che la sua sia solo impreparazione, incapacità e presunzione, quando ha finito di fare la ruota e contemporaneamente “svuotarsi l’intestino” sul suo trono digiti “overdiagnosis” su Pubmed. Sono riportati oltre 12000 articoli. Biostatistici hanno sviluppato metodologie per misurare il fenomeno. Tomatis osservò che gli statistici sono svegli ma “stringono al laccio di una formula e strozzano dati sperimentali che andrebbero considerati in un contesto biologico del quale hanno scarsa conoscenza”. Quindi una laurea in statistica può non essere sufficiente o rilevante; specie se non si hanno 2 centesimi di buon senso, modestia e onestà per capire che sì, la medicina non è scienza pura né filantropia ma una pratica antropologica che genera migliaia di miliardi vendendo sulla fiducia. Non è molto diverso dal capire che il meccanico o l’idraulico possono sovradiagnosticare guasti per alzare il conto. Lanciare allarmi oltre il vero lasciando libere queste frodi istituzionalizzate è come lanciare una Ferrari alla quale sono stati tolti i freni. Se lo si fa in buona fede, cioè si è stupidi, non bisognerebbe fare ricerca, tenere lezione, dettare politiche sanitarie … Se menzogne come questa sono diffuse per vantaggi materiali o psicologici si è nel campo delle consuete miserie che danno gambe agli orrori della storia umana.

@ il gattamelata. Bene, io sono losco perché non metto il mio nome su quel che scrivo sul internet, mentre lei non lo mette per deontologia. A non avere chiaro il concetto di sovradiagnosi sono io, non lei che scrive che mica convincono le persone ad avere tumori per vendergli le cure. Lei poi addirittura spinge il suo coraggio fino a mettere il suo nome sulle sue pubblicazioni scientifiche. Come altri, o meglio tutti (incluso me a suo tempo, devo dire; o come quando scrivo alla magistratura dell’impunità di cui gode la disinformazione nociva alla salute come questa che lei sta propagandando). Lei non mi vede come suo collega. Grazie. Mi duole invece di essere un contribuente, con ricercatori dotati come lei. Siccome per un periodo ho scritto liberamente, su invito, sulla rivista dell’associazione che ha lanciato il termine “sovranista”, articoli come quelli che lei cita, gatta ci cova. La ringrazio anche per la misura di stare lontano da me 2 km; tanto più che l’efficacia dei cordoni sanitari nell’impedire il contagio è sottovalutata. La sua statura, si vede da ciò che scrive, è tale che la sua figura torreggiante sarà visibile anche da quella distanza. Purtroppo non c’è nessuna profilassi contro inganni perniciosi come questo dei 600 casi di malformazioni congenite nascoste causate dall’inquinamento ILVA, che in un paese serio sarebbe oggetto di attenzione dei poteri dello Stato non meno dell’inquinamento ILVA.

@ il gattamelata. Ho esposto al pubblico il lavoro di Welch, con mie considerazioni. Non pubblico più su riviste scientifiche perché mi viene impedito; come del resto sono stati silurati lo stesso Welch, o Gotzsche, autorità riconosciute, dalle stesse forze che danno spazio a campioni come lei. Inoltre aspetti criminologici della medicina non dovrebbero restare confinati entro la corporazione. (Quelli che non vogliono siano rivelati sono gli stessi che chiedono la “medicina partecipativa”, che invece è un coinvolgere le vittime nelle truffe, come si vede qui). Non uso il mio nome, che riporto nel mio sito, per non esporlo agli schizzi di trollini e trolloni; come lei, che invece di vergognarsi e nascondersi per l’appoggio alla diffusione di notizie cialtronesche da esposto in Procura, viene a sindacare dove io posso scrivere. Forse c’è in effetti qualcosa di “sovranista” nel rivelare frodi mediche internazionali che sfruttano le persone come bestiame. In Italia c’è un problema di “soccidanti”, che affittano gli italiani. Sui ricercatori venduti, caro prof, posso scrivere per centinaia di pagine. Il caso di Fisher è un esempio debole; lei lo ha scelto perché è anche remoto e lui era molto intelligente? Quel che l’interessante esibizione che ha voluto offrire qui mi fa venire in mente è un articolo di Feinstein sui “perils of riding on a data barge”, i pericoli dell’analizzare dati che sono una chiatta carica di spazzatura (J Clin Epidemiol 1989.42; 929).

il gattamelata. Bene. In attesa che venga “silurato” anche Paci e le centinaia di altri autori che si occupano della questione senza farsi radiare, quindi vendendosi alle forze del male immagino, come me d’altronde, la invito sinceramente a cercare aiuto da un collega ancora abilitato. 

@ il gattamelata. In un Paese dove il capo dello Stato oversells mammography * e manda la figlia a fare da madrina ad operazioni di disinformazione a danno del diritto costituzionale alla tutela della salute (a proposito di psichiatria della medicina, il “diritto alla salute” è stato identificato come paranoia **); dove si ammette quando non lo si può più negare che si è peccatori per considerarsi quindi assolti e proseguire; dove chi dovrebbe essere censurato usa impunemente la psichiatrizzazione per screditare e minacciare chi sveli frodi sulla salute, il posto di chi non si adatta è quello del matto. Sono fortunato; abito nella città, e d’estate nel paesino, dei due psichiatri che si occuparono di spiegare le lettere di Moro sequestrato diagnosticando un disturbo psichiatrico. Cossiga affermò che i magistrati erano d’accordo nella psichiatrizzazione piduista, e nel fare internare Moro in psichiatria in caso di liberazione. In questi giorni magistrati accostano gli scandali affiorati su CSM e ANM alla vicenda P2 del 1981. Una magistratura che es. nel caso ILVA persegue solo la “mafia perdente” e aiuta l’altra, permettendo che in nome della lotta all’inquinamento si passi dall’industria dell’acciaio a quella delle truffe della medicina, che continua a consentire l’uso mafioso della psichiatria, è anch’essa ben integrata in un sistema folle e miserabile.

*Woloshin S et al How a charity oversells mammography. BMJ, 2012 345: e5132.

**Zoja L Paranoia. La follia che fa la storia. 2011.

vedi anche “7 giugno 2019. Gli altri fratelli di Mattarella” in: I rituali zozzonici della banda Mattarella

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20 giugno 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Eleonora Bottaro morta di leucemia, i genitori condannati per aver rifiutato la chemioterapia. La madre: “Rifarei tutto””

Sentenze del genere sarebbero benefiche se la medicina e la magistratura operassero, al contrario di ciò che avviene, in modo da separare nettamente le cure oneste e razionali da quelle disoneste e irrazionali. Né la diffidenza per l’oncologia ufficiale né gli avvisi contro le terapie alternative sono infondati. Nel buon governo sia cure pazzoidi come quella Hamer, sia cure “scientifiche” in realtà volte al profitto a danno del paziente sono bandite. Nel cattivo governo si lasciano entrambe e si fa credere – anche con una magistratura troppo credulona o troppo amichevole col business biomedico che sfruttando una eccezione manda un messaggio generale – che il discrimine sia tra le cure alternative, che sono palesemente sballate, e cure ufficiali, che non sono razionali e oneste come dicono, arrivando a usare come moltiplicatore di profitto i pesanti effetti avversi. Le persone, se lasciate senza guida onesta, e indotte a credere alla “libertà di cura”, la perniciosa illusione – voluta dal business e propagandata qui dai magistrati – di poter scegliere da sé, nel tentativo di trovare una via si alterneranno tra la padella e la brace; perdendo le parti valide della medicina ufficiale; o cadendo in cure ufficiali inefficaci e pesanti. Il pubblico dovrebbe rifiutare la “libertà” di scegliersi il guaritore, e con essa il caveat emptor, e pretendere invece una unica medicina cui potersi affidare, onesta e razionale, depurata da predatori e commensali grandi e piccoli.

22 giugno 2019

La sentenza è arrivata nella “giornata nazionale” delle leucemie. Una condanna della magistratura è un efficace strumento di marketing e propaganda (Jasanoff); meglio, di persuasione, data la minaccia che contiene. Il giorno dopo a Torino i medici del Civile di Brescia sono stati assolti in secondo grado dalle già annacquate accuse per Stamina. Il comportamento consapevole dei luminari di uno dei maggiori policlinici universitari d’Italia non è stato meno ciarlatanesco, cialtronesco, malintenzionato e dannoso dell’inganno nel quale si sono ficcati i genitori puniti a Padova. Ma Stamina, patrocinata dall’avvocato oggi premier Conte, è la versione italiana di una frode propagandistica* in atto anche in USA e altrove; alla quale magistrati di tutta Italia hanno partecipato. Il procuratore di Milano Greco ha espresso stupore per lo scandalo CSM, aggiungendo che “i magistrati del Nord” quelle cose non le fanno. Al Nord diversi medici e magistrati si limitano al gioco grande, i servigi ai massimi poteri; blindati da rischi, date le protezioni sia occulte sia ideologiche. Chissà se il PM Greco, esperto di reati finanziari, ignora anche che le manipolazioni della medicina come queste hanno una natura, e una struttura, finanziaria. Frodi quotate in Borsa, che sfruttano la copertura e la libertà di azione della medicina; la più bassa espressione delle arti della finanza, per il sangue di cui grondano e per il volume.

*v. ‘Stamina come esca per le frodi della medicina commerciale’.

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14 settembre 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Padova, condannati per chemio negata alla figlia: “L’hanno sottratta alle cure che potevano guarirla””

L’etica in fuorigioco

In Scozia il governo disinforma le donne sullo screening mammografico, ignorando le voci di clinici leader che faccia più male che bene (BMJ, Christie, 31 lug 2019). Con la preabilitazione si scarica sui malati di cancro la responsabilità delle cure quando sono sconvolti e impauriti (BMJ, Giles, 14 ago 2019). Le donne andrebbero informate che la terapia ormonale per la menopausa può provocare il cancro della mammella (Mahase, BMJ, 2 set 2019). La chemioprevenzione del cancro della mammella si basa sull’assunto immaginario che sia possibile prevedere il cancro individualmente, e il suo bilancio danni-benefici può essere negativo, incluso il causare cancri (JAMA, Pace, Keating, 3 set 2019). E’ fondata la tesi che la maggior parte dei risultati di ricerca in oncologia siano falsi; i ricercatori non dovrebbero nascondere la metodologia usata (JAMA Oncology, Unger, 5 set 2019).

Sono esempi recenti della disinformazione sul cancro riversata sul pubblico. Che non ha torto a non fidarsi. Ma il caso Bottaro mostra come lo shopping, la “libertà” di “scegliere” – gradita a Big Pharma – sia una falsa soluzione. Se lo Stato e la magistratura facessero in modo che il paziente possa affidarsi ad una medicina onesta, sia stroncando cure pazzoidi come Hamer, sia contrastando le frodi hi-tech, allora una sentenza del genere sarebbe giusta. Così è come dare per valido un gol in fuorigioco, favorendo le frodi di alto bordo, fino a concorrervi forzando il pubblico a soggiacervi.

Vedi il seguito in:

Il fuorigioco etico

‘L’altra mafia e i bambini: la sentenza di condanna dei Bottaro e il suo contorno mafioso. In: I rituali zozzonici della banda Mattarella 18 settembre 2019.

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Brescia, 26 settembre 2019

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Ai giudici del caso Bottaro
Dr.ssa Mariella Fino e dr. ssa Marina Ventura
e ad altri magistrati che si occupino di casi analoghi

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c/o il Presidente del Tribunale di Padova
Dr. Francesco Spaccasassi
Via N. Tommaseo 55
35131 Padova

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Racc. a.r. online

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Segnalo copia di miei commenti sulla recente pubblicazione delle motivazioni della sentenza di condanna del caso Bottaro:

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-Il fuorigioco etico. Nel mio sito internet menici60d15.
-L’altra mafia e i bambini: la sentenza di condanna dei Bottaro e il suo contorno mafioso. Nel mio sito internet menici60d15, in: I rituali zozzonici della banda Mattarella – 18 settembre 2019.

ccc
Non per chiedere giustizia e legalità, ma perché i magistrati non possano dire in futuro di non essersi resi conto, di non essere stati informati, delle trappole a danno della salute che stanno contribuendo a costruire. E dei reati abietti e miserabili ai quali collaborano, e dai quali ottengono vantaggi.

Distinti saluti

Francesco Pansera

ccc

Dr. Francesco Pansera
Via Tosetti 30
25124 Brescia

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3 ottobre 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Politi “Pignatone in Vaticano, la scelta di un pm antimafia non si improvvisa in poche ore. Papa Francesco manda un chiaro segnale”

Piazzale Clodio e Vaticano sono uniti da via della Giuliana, strada piuttosto larga. Considerando la libertà di manovra, i privilegi, le impunità e i favoreggiamenti di cui godono gli affari del Vaticano in Italia, questa nomina del procuratore della Repubblica al tribunale del trono di Pietro appare come un caso di revolving door tra poteri che dovrebbero essere oggetto di controllo di legalità e poteri che dovrebbero esercitare tale controllo. Più che quello di improbabili moralizzazioni interne a colpi di processi, il messaggio che manda è che in Italia l’alto clero e i giudici dello Stato sono sullo stesso lato del banco. Un segnale simile è stato emesso mesi fa da un altro magistrato, anche lui renziano, il capo dell’anticorruzione Cantone, scrivendo un libro su legge e etica insieme al bergogliano vescovo Paglia, che si occupa di grandi operazioni commerciali hi-tech tutt’altro che immacolate come le staminali e l’intelligenza artificiale.

La “scelta di un PM antimafia” (di “Serpico”, aggiunge Grana) mostra anche come mafia e antimafia siano strutturalmente congiunte a formare un dispositivo di potere: senza quello che ai più sembra naturale e non lo è, cioè la mafia mai eliminata, e quindi senza la ricrescita senza fine della verginità assicurata dall’antimafia perenne, sarebbe più difficile camuffare, facendole passare per alleanze tra poteri buoni, commistioni che negano i principi costituzionali e la stessa essenza della giustizia.

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10 ottobre 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Bari, inquilini morti in palazzo vicino a una discarica. Il giudice non archivia e ordina ai pm di indagare ancora: “Non c’è prescrizione” “

Il rimpallo di false rappresentazioni della malattia tra medico e paziente è stato chiamato “pas de deux” (Malleson). Anche magistratura e “scienza” ballano assieme, e amplificano concezioni false e dannose scambiandosele. Come questa “teoria miasmatica del cancro”; per la quale il cancro avrebbe modalità di diffusione somiglianti a quelle degli avvelenamenti acuti. Questi casi mediatici contrastano con la “firma epidemiologica” del cancro (definita trattando delle sovradiagnosi, causa reale di picchi di incidenza del cancro*; che “scienza” e magistrati concorrono nell’occultare). Il cancro da agenti ambientali ha firma diversa, se non in casi particolari, es. alcune esposizioni ravvicinate all’amianto; e anche lì con latenze lunghissime. “La giurisprudenza chiama ma la scienza non risponde” secondo un magistrato, a proposito dell’assoluzione di De Benedetti per i morti da amianto. Questi procedimenti, simili alle “sentenze suicide” con le quali si mandavano assolti i fascisti nel dopoguerra, sono “ a pera”: una base larga, mediatica, che manda un messaggio di paura convincente ma falso; l’inconsistenza poi restringerà il caso nei gradi successivi fino al “liberi tutti”. Risultato: l’inquinamento diffuso come causa reale di cancro resta incontrollato e impunito; l’allarme così alimentato spinge verso l’estensione – in particolare al Sud – delle lucrose frodi di massa dell’oncologia*.

*Welch et al. Epidemiologic Signatures in Cancer. NEJM, 3 ott 2019.

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16 ottobre 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Marfella “Lo scorretto smaltimento dei rifiuti industriali continua ad avvelenarci. Serve la tracciabilità!”

L’economia green che Marfella auspica si basa non sulla riduzione ma sullo sfruttamento, pilotato, dei danni del consumismo e dell’inquinamento. Le cure per il cancro da 450000 euro a paziente sono una sua manifestazione. E’ un’economia a circolarità artificiosa e perversa: ottenuta tramite una continua deviazione. Tramite l’asimmetria dei messaggi e degli interventi, come il vogatore che spinge su uno dei due remi e tiene in acqua l’altro. Da un lato gli effetti cancerogeni di agenti ambientali sono presentati come avvelenamenti acuti, inventandosi scenari da peste del ‘300; dall’altro si tace e si censura, more mafioso, l’aumento di incidenza di cancro e altre malattie che è accertato essere dovuto alle sovradiagnosi; verso le quali si spinge, con lo spauracchio della peste da rifiuti. I suoi amici magistrati, che come dice Marfella si rendono conto, si rendono conto di dove il padrone vuole si attacchi il cavallo, sono operosi sia nel contribuire al clamore per spingere la selvaggina verso i reparti di oncologia per cure i cui standard etici, quanto a efficacia e dannosità di ciò che viene venduto a “extortion price”, non sono migliori di quelli di inquinatori e camorristi*; sia nell’assolvere gli inquinatori a scarmazzo ottenuto; sia nell’eliminazione di chi osserva che i volenterosi rematori della galera liberista stanno tirando all’impazzata i remi di un bordo e tenendo fermi quelli dell’altro.

*Cancer drugs, survival, and ethics. BMJ, 2016. 355:i5792.

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29 ottobre 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Sanità, il gruppo Recordati dona 2 milioni all’ospedale dei bambini di Milano per nuova unità degenza e rinnovo ambulatorio”

Le insegne della Croce Rossa rendono intoccabili; ma un’ambulanza può trasportare invece che feriti esplosivo. Davanti a operazioni che si presentano come motivate da nobili principi occorre distinguere tra ‘vettore’ e ‘carico’: prima di togliersi il cappello, accertarsi che il carico sia coerente col vettore etico. La Recordati promuove la cura – con denaro pubblico – delle malattie rare. Oltre al ritorno di immagine, le malattie rare sono una comoda mangiatoia a danno dei pazienti e del pubblico. Permettono di lanciare farmaci non adeguatamente testati, “with unproven public health benefit, dubious plausibility, and suggestive evidence of harm”*. Le case farmaceutiche puntano su oncologici e malattie rare perché in questi campi possono imporre a prezzi esorbitanti** anche farmaci inefficaci e dannosi.

In USA agenzie governative indagano e politici criticano il business delle malattie rare. Sala e Gallera nella foto reggono il nastro; e anche il gioco. In Lombardia gli occupanti le istituzioni sopprimono – impunemente – le voci di denuncia sul contenuto effettivo dei vettori etici dell’industria medica. Le case farmaceutiche stabiliscono la politica sanitaria, i politici si adeguano. Dovrebbe essere il contrario***

*Pharmaceutical Marketing for Rare Diseases. JAMA; 18 mag 2017.
**It’s Official! Curing Patients Is Bad for Business. Medscape, 18 apr 2018.
***New drugs: where did we go wrong and what can we do better? BMJ, 10 lug 2019.

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8 novembre 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Bauducco “‘Ndrangheta, la procuratrice della Dda ai sindaci del Milanese: “Non avete più alibi, entrate a far parte del capitale sociale dell’antimafia””

”… gl’Amplissimi Senatori quali Stelle fisse, e gl’altri Spettabili Magistrati qual’erranti Pianeti spandino la luce per ogni doue, venendo così a formare un nobilissimo Cielo, altra causale trouar non si può del vederlo tramutato in inferno d’atti tenebrosi, malvaggità e sevitie che dagl’huomini temerarij si vanno moltiplicando, se non se arte e fattura diabolica, attesoché l’humana malitia per sé sola bastar non dourebbe a resistere a tanti Heroi, che con occhij d’Argo e braccj di Briareo, si vanno trafficando per li pubblici emolumenti.”. Un milanese di altri tempi. Voi invece iscrivetevi al “capitale sociale dell’antimafia”. Approfittate. Mantenendo in vita la mafia dei paesani e raffigurandola come una criminalità inestirpabile, lo Stato, lo stesso Stato dell’impunità per Piazza Fontana e della verginità antifascista tramite le stragi, vi permette di porvi sulla testa le aureole dell’antimafia, e potere così fare liberamente gli amministratori juke-box, a favore di altre grandi forme di sfruttamento; quelle dei poteri globalisti, del capitale finanziario che stanno spogliando l’Italia. Così come i magistrati e le forze di polizia tra un mafioso e l’altro fanno i juke-box, suonando tutti e solo i dischi decisi da chi “calls the tune” in operazioni come Stamina a Brescia o l’Ilva di Taranto.

@ fabrip.  Tante sentenze, 10^6 € in spese legali per gli Spedali Civili, NAS al “lavoro” per anni; quando sarebbe bastato un maresciallo esperto in truffe di strada per fermare Vannoni. Volendo lanciare le underperforming staminali, l’ordine, diramato da un policlinico dove il rettore ha portato da Washington gli ordini sui vaccini, è stato di suonare una musica giudiziaria che scambiasse di posto 3 entità. La medicina pazza (Stamina) è stata messa al posto di medicina disonesta. La medicina disonesta (promesse staminali ufficiali) al posto di quella onesta. La medicina onesta (denuncia delle frodi) al posto di quella pazza.

Taranto. Per tagliare l’industria pesante e convertirla nell’industria medica si è ordinato di suonare una musica che, date 2 cause di aumento di incidenza di cancro, inquinamento (a) e sovradiagnosi (b), fornisse la coonestazione della magistratura all’ingigantire oltre il vero a; e allo stimolare b, censurando sulla sua presenza e spingendo verso di essa gridando alla peste; fino al livello truffe di strada, es. Bonelli che dice che metà dei bambini di Taranto si ammala di cancro. Risultato non solo forni spenti e operai a casa. Anche aumento in futuro di incidenza di diagnosi di cancro.

In entrambi i casi clero regista e all’incasso. Rispetto ai voleri dei poteri sovranazionali preti, polizie e magistratura vanno contati tra i focolai di corruzione.

V. Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale. ILVA. dal cancro nascosto al cancro inventato.

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Da: Le frodi cumulative e la sera a Varazze. In: I rituali zozzonici della banda Mattarella 28 novembre 2019.

L’articolo di Barbacetto riporta come il GIP, Sofia Fioretta, abbia giustificato gli indagati – che hanno amministrato milioni di euro provenienti fondi pubblici e da donazioni di privati stimolate da campagne propagandistiche – sostenendo, contro i PM, che si tratti di aggiustamenti di poco conto. Quel che è peggio, al di là dello squallido caso che è emerso tra i tanti nascosti, il GIP difende gli indagati sostenendo che la necessità di non perdere tempo, e quella di non farsi superare da ricercatori concorrenti, giustificano qualche manipolazione. Vorrei mandare a questa persona, che ritocca i principi di quel metodo scientifico così spesso invocato a proposito, stabilendo che si possa  sbullonarlo un pochino, copia del libro “Rigor mortis. How sloppy science creates worthless cures, crushes hope, and wastes billions. R. Harris. Basic Books, 2017” sui danni della diffusa corruzione della ricerca di base, sulla quale si basa la corrotta ricerca clinica. Su come non sia stata chiamata a giudicare su un’insignificante macchiolina su un velo candido e sacro, ma su uno schizzo proveniente dalle stalle augie. E le vorrei mandare dalla mia raccolta bibliografica personale una sessantina di scritti scientifici sui danni immani al corpo e al patrimonio da approvazioni di farmaci “fast track”; approvazioni che si basano su dati viziati, generati dallo stesso delirio narcisista che la magistrato ha messo sulla cattedra di un tribunale con la sua sentenza: del sacrificare la qualità e la correttezza della ricerca in nome della rapidità. E’ l’individualismo liberista che sragiona. L’avaro non è razionale, diceva mio padre. Ho paragonato le procedure di accelerazione in medicina al fracassare le scialuppe di una nave che affonda nella frenesia di salvarsi (Preghiere esaudite. Le cure compassionevoli nella medicina usuraia).

Mi sconsiglia dall’informare così il magistrato la vile parata di picciotti all’andata e al ritorno dall’edicola, complementare al servilismo ideologico del tribunale di Milano: la suggestio falsi necessita della suppressio veri. Quello che la collega del GIP Dolci chiama “il capitale sociale dell’antimafia in Lombardia” viene investito non solo nella promozione cumulativa del falso, ma anche nella soppressione cumulativa di chi lo svela.

Un magistrato, che dice di operare in base alla Costitutuzione, dovrebbe essere sensibile all’importanza di princìpi fissi, e di premesse solide. La ricerca di base fornisce le premesse che portano ai trattamenti. “False premesse, false promesse”, in medicina (Skrabanek) e negli altri affari umani. E’ grave anche che un magistrato non comprenda gli effetti a cascata di illeciti, che lei vede come minori, inseriti nelle fasi iniziali della catena della ricerca dal banco del laboratorio al letto del malato. Che non consideri come vi siano associazioni a delinquere a dolo distribuito, dove il dolo emerge cumulativamente da illeciti individuali. Nella ricerca è prassi consolidata ottenere un effetto cumulativo delle manipolazioni, così che a piccoli passi il bianco viene fatto nero (YA de Vries et al. The cumulative effect of reporting and citation biases on apparent efficacy of treatments: the case of depression. Psychological Medicine, 2018. 48: 2453). “Le piccole deviazioni dal protocollo rendono aperta la via alla distorsione deliberata dei risultati”; “la distorsione deliberata della scienza senza mentire è molto più comune, e molto più seria [della falsificazione dei dati] nel suo impatto e nelle sue conseguenze sul nostro paese, i posteri e noi stessi” (Bailar JC: How to distort the scientific record without actually lying: truth, and the arts of Science. Eur J Oncol, 2006. 4, 217; l’articolo considera anche la “Research science in the courtroom”).

La ricerca biomedica è da decenni impostata e deviata, e lo è sempre più: è già un cavallo di Troia (Healy D. Pharmageddon. U of California Press, 2012) per favorire il business industriale a scapito del paziente e del pubblico. Riconoscere come lecita quella che Barbacetto chiama “la modica quantità” di manipolazioni è simile a ritenere lecita una modica quantità di mafia. Una concezione quest’ultima che del resto i magistrati dietro alle chiacchiere hanno praticato e praticano.

Forse occorre un cambiamento del clima culturale dell’epoca storica perché la magistratura smetta di fornire pezze di appoggio giuridiche alla libertà di delinquere dell’industria medica. Nel 1970 A.G. Maccacaro, il marxista, denunciò come Sartori, del Gaslini, avesse tranquillamente riportato di avere somministrato a bambini un immunosoppressore (cancerogeno) al fine di fare proliferare il virus dell’epatite per meglio fotografarlo previo prelievo bioptico. Il pretore Adriano Sansa indiziò i medici. Ma intervenne il procuratore di Genova, Coco, che poi sarebbe stato coinvolto nel torbido affare del rapimento del giudice Sossi, e assassinato dagli sciagurati delle BR. Avocò e archiviò, con la motivazione che la Costituzione non vuole “coercire l’attività di ricerca scientifìca in incongrue apposite formule giuridiche limitative e punitive, poiché ne rimarrebbe ostacolato e mortificato, per un presunto rispetto della persona umana, il progresso della scienza”. L’Ordine dei medici stette muto; così come oggi, nota Barbacetto, quelli che tuonano che la gente deve obbedire senza fiatare alla “scienza” non dicono nulla sullo sputtanamento dei capi della ricerca oncologica italiana. Oggi, ben nascosta sotto le apparenze, la situazione è nel complesso peggiorata, perché all’alleanza tradizionale tra notabili si è aggiunta la collusione dei magistrati con gli immensi interessi finanziari sovranazionali sulla medicina, ai quali anche i “baroni” sono soggiogati. Ma oggi queste motivazioni all’archiviazione per l’uso alla luce del sole di bambini come cavie di laboratorio sacrificabili farebbe scandalo. (Anche perché, all’eccesso opposto, si sfrutta la sofferenza dei bambini per ottenere “poster child” coi quali lanciare frodi mediche istituzionalizzate). Speriamo che tra alcuni decenni anche le motivazioni del GIP di Milano suonino aberranti, come realmente sono, che appaiano tali per i giusti motivi, e che non siano quindi presentabili.

Per ora però la tendenza è all’opposto fare della “scienza” un salvacondotto per delinquere, grazie alla propaganda che la presenta come immacolata, disinteressata e benevola per definizione; i magistrati si guadagnano la sportula dei poteri forti appoggiando la frode ideologica e le sue applicazioni pratiche (Nuove P2 e organi interni). Chi concorre a istituzionalizzare ulteriormente una criminalità potente non dovrebbe fare il magistrato; ma siccome di persone con la toga dello Stato come questo GIP, che cantano l’ideologia dominante e le sue assurdità come negli anni ‘30 gli uditori in camicia nera intonarono Giovinezza al passaggio di Mussolini, ce ne sono tante, questa nobile categoria che si è data Palamara a rappresentarla ha convenuto con chi tira i fili che è meglio che sia io a non fare il medico; e che io sia oggetto di attività di assassinio morale, così da non essere impicciata mentre dà una mano ad una gigantesca orgia di imbrogli sulla salute.

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11 dicembre 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Terra dei fuochi al Nord, in aumento il cancro alla prostata. Una ‘lapidazione’ mai vista”

Si è stimato che un 60% delle diagnosi di cancro della prostata siano sovradiagnosi (Welch, Black, JNCI, 2010). Il “great prostate hoax” è “a public health disaster” (Ablin, lo scopritore del PSA; sul cui dosaggio si basa lo hoax). Con la sovradiagnosi si può finire impotenti e incontinenti senza ragione.

L’articolo che dà a Marfella l’appiglio omette di scrivere di quanto è aumentata l’incidenza; discute invece degli aumenti percentuali. Da un grafico si vede un incremento in USA, per un fenomeno rarissimo tra le età 25-39, da meno di 1 caso/milione nel 1975 a meno di 4 casi/milione nel 2015. Un incremento in 40 anni dell’ordine dei decimillesimi di punto percentuale. E’ ingannevole fare passare big percentages per big numbers. “If results are presented as … relative values, mistrust them [diffidane]. Convert the figures to actual results.” (Hickey et al. Tarnished Gold. The Sickness of Evidence-Based Medicine, 2011).

Gli autori ammettono che all’incremento possa contribuire la sovradiagnosi col PSA; che si basa su quella disinformazione che alimentano. Includono tra le possibili cause una maggiore sedentarietà, supposta, dei giovani di oggi; congettura che dà un’idea del genere di “scienza”.

La notizia vera è che il business oncologico monta allarmi per espandersi ai giovani. Marfella vanta la considerazione delle istituzioni, anche a Brescia; un’affinità che aiuta a capire come le istituzioni abbiano visto in Montante un profeta dell’antimafia.

@ Antonio. I dati non sono numeri puri. 4*10^-6 è “il quadruplo” di 10^-6; ma praticamente la mai vista lapidazione di massa che per il dr. Marfella vi corrisponde es. in Lombardia riguarderebbe 1 soggetto ogni 3 anni. Saltando qualche anno, e in certi casi si tratterebbe di sovradiagnosi; che aumenteranno, con questi allarmi che sfondato il confine del vero proseguono in una corsa furiosa.

Feinstein* dice dei clinici che accettano questo modo del dr. Marfella di presentare i dati che “are not wary buyers”; ovvero che sono professionisti che commettono incauto acquisto. Penso, anche per esperienze personali, che per gli amici di Marfella con la divisa e con la toga dello Stato si dovrebbe considerare la ricettazione, e anche peggio, dati i sinistri beneficiari con la marsina del finanziere (per non dire degli inquietanti suggeritori con la tonaca); e date le conseguenze nefaste sul popolo di questo “lying with statistics” – e anche “despite statistics”. Es. il “pulling the plug” per l’ILVA; ma includeranno anche la diffusione di quelle frodi mediche istituzionalizzate, come quelle basate sulle sovradiagnosi, dove invece purtroppo le big percentages riguardano big numbers.

* Invidious Comparisons and Unmet Clinical Challenges. Ann Intern Med, 1992. 92:117.

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24 dicembre 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Dj Fabo, la requisitoria della pm Siciliano: “Fabiano ha scelto di morire autonomamente, l’imputato Cappato venga assolto”

 
Il problema etico reale, con le sue aporie, è sovrastato dalla pressione del business per avere una via legale allo smaltimento dei pazienti; i magistrati conformano il diritto a ciò che fingono di ignorare ma di cui echeggiano gli argomenti raffazzonati dalle agenzie di marketing. DJ Fabo, nota la PM Siciliano, era una persona forte, un “combattente”, capace di autodeterminarsi. Ma a) DJ Fabo non è tipico della popolazione per la quale si chiede di cambiare la legislazione. Un caso tipico è l’anziano depresso e spossato, per la malattia e spesso anche per gli effetti avversi delle cure. E’ il trucco del far tornare i conti e generalizzare scegliendo soggetti adatti: è stato detto che per essere ammessi a certi trial clinici di oncologia si deve essere atleti olimpionici col cancro*. b) La retorica del malato combattente è stata chiamata “warrior trap”**: sei un guerriero quindi “combatti”, ovvero accetti di subire trattamenti devastanti e inutili ma lucrosi. E ti fai abbattere se diventi ingombrante. c) Quale libera scelta quando si è in una relazione di dipendenza, incatenati da sofferenza e terrore? Sembra piuttosto esserci una carenza di autodeterminazione, rispetto a grandi interessi, nei magistrati che dipingono l’omicidio di chi viene portato a acconsentirvi come la morte del superuomo.
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*’Buying a Ford but Paying for a Ferrari’: Value in Cancer Care. Medscape, 2017.
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**Pharma banks on cancer patients who are ‘determined to keep fighting’. Health News Review, 2018.
 

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9 gennaio 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post “Inchiesta ‘ndrangheta, il Csm apre pratica per trasferimento d’ufficio per procuratore generale Lupacchini dopo critiche a Gratteri”

Il crucifige su Lupacchini ha analogie col post di oggi su questo blog nel quale Spinazzola pubblicizza, con Justin Bieber, un’entità dall’esistenza assai dubbia; la forma cronica della malattia di Lyme. Una diagnosi che permette di trattare condizioni funzionali, “di testa” per capirsi, come malattia organica. Con trattamenti prolungati di antibiotici inutili ma causa di gravi danni, anche mortali*. Gli esperti spiegano che, se esiste, è una condizione rara. Ma i pazienti. aizzati, si arrabbiano a sentirlo. Hanno zittito malamente Steere quando si espresse in questo senso; inducendo così altri medici a tacere. Steere è il ricercatore che identificò il batterio che causa la malattia (acuta). Le incertezze scientifiche, l’irrazionalità dei pazienti, gli interessi a lucrare e la propaganda mediatica hanno reagito tra loro dando origine a uno dei tanti casi nefasti di sovradiagnosi e sovratrattamento. Attenti alle zecche, ho pensato; pardon, volevo dire attenti alle malattie propagandate da personaggi dello spettacolo e dello sport…

La colpa di Lupacchini è, come chi avvisa contro le malattie inventate, di sfidare il superficiale, le apparenze, l’appagante. A chi riesca a fare a meno di gratificarsi applaudendo all’ovvio, consiglio di informarsi su chi sia Lupacchini, per me uno dei non molti magistrati notevoli tra quelli noti al pubblico. E di leggere il suo libro “In pessimo Stato”.

*Deceptive Lyme Disease Diagnosis Linked With Serious Infections. JAMA 25 lug 2017.

@ George Benson. Quando si avanza un’ipotesi – invidia professionale – bisogna verificare che non ce ne siano anche altre, ed esaminarle. Lupacchini è un magistrato esperto nella posizione di Procuratore generale; non le viene il sospetto che ne sappia più di noi? Inoltre, è colui che in precedenza ne ha svelate tante – nell’indifferenza del pubblico – su cosa brulica dietro a quello che proiettano sul telone mediatico. Per me è una fortuna avere una fonte che non possa essere equiparata a Napalm 51. Dietro al telone non c’è il nulla, ma interi mondi. Es. ieri sera anche il TG1 ha trasmesso la notizia su J. Bieber che avrebbe la Lyme cronica. Questa è disinformazione grave, che dovrebbe avere rilevanza penale. Il Fatto riporta che le indagini di Gratteri mostrano che la Vibonese (serie C) è infiltrata dagli ndranghetisti. Nel frattempo il nuovo consiglio comunale di Lamezia nell’insediarsi ha indossato il fiocco della Komen. Associazione che, non solo per me, è un’agenzia di marketing che spaccia su grande scala la truffa degli screening mammografici come “salvavita”; mentre per il pres. del CSM, che manda sua figlia a fare da madrina alla Komen, è una benedizione. Questa è la mafia di serie A, e un’assicurazione per il Comune di Lamezia di non essere di nuovo sciolto per mafia. Le due frodi sulla salute non temono il controllo di legalità ma contano sulla protezione di Stato da guastafeste; collusioni cui l’antimafia a tela di Penelope fornisce alibi e diversivi.

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Blog de Il Fatto

14 gennaio 2020

Commento al post di M. Martucci “Cellulare e tumori, una sentenza conferma il nesso. E ora la posta in gioco è sempre più alta

Il settore biomedico è il più corrotto (Braithwaite, Gotzsche); la medicina, col suo potere persuasivo come pratica antropologica e l’intricato versante tecnico rende facile e sicuro nascondere danni reali e inventarne di falsi. Non si dice al pubblico del previsto “tsunami of iatrogenic harm” (Mandrola) da app mediche degli smartphone*; mentre si agita un rischio cancro aiutando così sia le sovradiagnosi di cancro a fini di lucro, sia interessi extramedici.

Impressiona come e quanto i magistrati siano partecipi. Es. a Brescia e Torino oltre a decretare un nesso cellulari-neoplasie sono già stati determinanti per Stamina, la truffa pro Pharma**, modulando il loro intervento massimizzando l’effetto disinformativo a danno della tutela della salute e coprendo le spalle ai responsabili istituzionali.

Disgustato, anche dalla promiscuità dei magistrati, mi rifugio nelle letture sulle buone pratiche di ricerca. Ma non c’è scampo: il libro di A. Field ‘An adventure in statistics’, Sage 2016, considera la sentenza nostrana sul cancro da cellulari -“In October 2012 Italy’s highest civil court supported Innocente Marcolini’s claim…. “ – per spiegare il metodo scientifico. Come esempio negativo. Il nesso che la nuova sentenza conferma è quello tra magistrati e medicina fraudolenta.

*I’m a Heart Doctor. Here’s Why I’m Wary of the New Apple Watch. Medium, 17 Set 2018.
**Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale.

bobovitz: “Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale”
Sinceramente, hai mai pensato di consultare uno bravo?

@ bobovitz. Un modo per vendere un prodotto che non funziona è raffrontarlo con uno ancora peggiore. Ciò è stato fatto per le promesse miracolistiche sulle staminali ufficiali, facendo spuntare e crescere versioni cialtronesche di cure miracolose con staminali; in USA si sono registrati tanti casi. In Italia abbiamo avuto Stamina. Non credo che uno psichiatra onesto considererebbe questa tesi motivo per intraprendere cure. Stamina è stata lanciata a Brescia dal più grande ospedale pubblico, sede universitaria, della regione modello per la sanità; essendo il rettore dell’Università di Brescia, Pecorelli, presidente dell’ente per il controllo scientifico dei farmaci, l’AIFA. Forse uno bravo vedrebbe comportamenti psicotici nelle istituzioni responsabili. Lasciando da parte la psichiatria, “tu sei matto” è l’argomento dei borsaioli colti in flagranza.

bobovitz: Vedo che non hai seguito la vicenda Stamina (o l’hai seguita ma non l’hai capita), motivo per cui passo oltre.

@ bobovitz. Capire una truffa è decostruirla e ricomporla (ci si riesce se si possiedono sufficienti conoscenze sul merito e le circostanze). Il primo passo è proprio non accettare la storia che presenta. Storia che a volte ha più di un livello. Es. non credere all’imbonitore che per accattivarsi la fiducia sbugiarda, dicendo il vero, un astante che in realtà è il suo compare. Ma queste cose non le devo certo spiegare a te.

15 gennaio 2020

Commento al post di L. Gaita “Cellulari e tumori, gli scienziati discutono su sentenza. Polichetti (Iss): “Studi non sufficienti per un verdetto così”. L’Isde: “Nessun stupore””

Uno dei criteri classici di causalità in epidemiologia (Bradford Hill) è la presenza di correlazione dose-risposta. Es. più sigarette si fumano più aumenta il rischio di cancro del polmone. Qui abbiamo, nella comunicazione al pubblico, una correlazione inversa. Si tace degli effetti cancerogeni accertati da radiazioni EM ad alta energia, quelle da TAC*, ionizzanti, capaci di alterare il DNA; e della insufficiente attenzione a questo pericolo nel prescrivere esami radiologici**. Mentre si cerca a tutti i costi di fare figurare un simile effetto, nonostante l’evidenza cercata e non trovata, delle radiazioni a bassa energia. L’inversione della correlazione dose-risposta può essere considerata come indice di disinformazione. Qui è associata al silenzio anche sui danni autentici da cellulari, quelli iatrogeni da app mediche***. Quel che è peggio alimenta l’allarmismo che favorisce le lucrose sovradiagnosi di cancro. Mette la credibilità delle sentenze al servizio del perverso marketing biomedico; e scredita una magistratura già collusa rispetto ad una ricerca biomedica che il business, dopo averla resa strumento di frode, vuole sia riconosciuta come supremo legislatore e suprema magistratura.

*Overall Cancer Incidence 24% Greater for Those Exposed to CT in Childhood or Adolescence. BMJ, 2013.
** Personalized and Conscientious Medical Imaging. To Image or Not to Image. Jama, 2017.
*** Artificial Intelligence Is Rushing Into Patient Care—And Could Raise Risks. Sci Am 2019.

18 gennaio 2020

Commento al post di P. Gentilini “Cellulare e tumori, la sentenza di Torino è una pietra miliare. Per me una boccata d’aria”

Gli ideali vanno a male, e il liberismo accelera la putrefazione. Es. da Gramsci a Renzi. Gotzsche, parlando della degenerazione della Cochrane, da lui cofondata e che oggi l’ha espulso, riporta come ogni singola ONG crescendo finisca con l’operare in maniera diametralmente opposta ai fini per cui fu fondata. Da Tomatis – pure lui cacciato da ciò che fece grande – che combatté la cancerogenesi da prodotti industriali, ai “medici per l’ambiente” che non fanno pulizia in casa propria, la medicina, ma usano l’inquinamento come spauracchio per aumentare la sporcizia domestica delle sovradiagnosi di cancro. Il livello di conflitto di interesse e di corruzione in medicina è da non credere, dice Gotzsche nel descriverlo. Ma magistrati che parlano di conflitti di interesse qui mi ricordano, oltre a Manzoni “a giudicare per induzione, e senza la necessaria cognizione dei fatti, si fa alle volte gran torto anche ai birbanti”, Iago che dice a Otello “Guardatevi dalla gelosia, mio signore”: ne osservo da anni gli interventi in campo biomedico, e posso mostrare come nelle operazioni di suggestio falsi e suppressio veri a favore del business biomedico ci si tuffino e ci sguazzino. Anche in questo caso, dove mentre si dice di opporsi alla corruzione ci si arrampica sui vetri per lanciare un allarme inconsistente che favorisce le sovradiagnosi di cancro e depista dai cancri veri da radiazioni ionizzanti da esami radiologici e dai danni iatrogeni da app biomediche degli smartphone.

@ Valter Fiore. Lo spiega es. il cardiologo Mandrola*, che in precedenza ha definito uno “tsunami of iatrogenic harm” gli effetti da attendersi da app mediche. V. anche Artificial Intelligence Is Rushing Into Patient Care—And Could Raise Risks. Sci Am 2019.

E sui cancri dalle radiazioni ionizzanti delle TAC non necessarie? La testimonianza giurata di non conoscenza da parte di una persona competente come lei è effetto dell’impostazione commerciale, che fa intraprendere e diffondere le cosiddette ‘fishing expeditions’ per acchiappare una pagliuzza essendo omertosi sul pilone da viadotto appenninico.

*I’m a Heart Doctor. Here’s Why I’m Wary of the New Apple Watch. Medium, 17 Set 2018. Screening for Atrial Fibrillation Comes With Many Snags. JAMA, 7 ago 2018.

@ Valter Fiore. I wearables e la relativa disinformazione aggiungono, sfruttando la ‘gizmo idolatry’, un ulteriore livello di generatori di sovradiagnosi e quindi di danni iatrogeni alla salute; la cui responsabilità piuttosto che agli ipocondriaci va addossata agli organi regolatori, e a chi ne intasca i benefici, medici “scocciati” inclusi. Le CT scan inutili non sono solo uno spreco. Causano malattia e uccidono, per cascade effects da incidentalomi e anche per effetto diretto provocando cancri. La medicina difensiva è una scusa, e un illecito*, per giustificare gli interessi di lucro di una medicina che è tutta privata, nelle impostazioni e nella dottrina: anche la medicina pubblica oggi è il terminale pubblico di una medicina privata. Le indicazioni e le prassi sono dettate, complici i politici (e magistrati), dal business; che ne raccoglie i profitti, anche indebiti, tramite il prelievo fiscale**. Da qui la recente simpatia per la medicina “pubblica” dei pescecani del business biomedico. “Fishing expedition” in biomedicina è un termine dispregiativo che indica il cercare di produrre risultati a tutti i costi; con mezzi scorretti come l’abuso delle subgroup analysis e il p-hacking. Lei applica la comune confusione tra exploratory e confirmatory research, che è come fare passare la raccolta di voci su eventuali reati per il verdetto di condanna della Cassazione.

*V. La medicina difensiva come scusa e come illecito.

**V. Le frodi mediche istituzionalizzate come tasse occulte.

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23 marzo 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post “Coronavirus, Franceschini alle opposizioni: “Non possiamo permetterci polemiche, collaboriamo. C’è totale abnegazione, Conte va ringraziato

“Un mezzo sigaro e una croce di cavaliere non si negano a nessuno”, così pare dicesse Vittorio Emanuele II; vale di questi tempi per il titolo di eroe. Siamo all’eroismo di massa, di categoria. Mussolini non avrebbe potuto sperare di meglio. Si rischia la svalutazione; come per le onorificenze, bisogna introdurre gradi. Eroe semplice, eroe scelto, supereroe. Ma anche supereroe è inflazionato. Iper-eroe? Trans-eroe ? Eroe totale, ricalcando Fantozzi. Un esempio di ultra-eroe è fornito da uno scagnozzo di Franceschini che, posso dire, chiamato in causa si è adoperato, in concorso con altri, per il Coronavirus prima che l‘epidemia insorgesse, nel dicembre 2019. Casi di viaggi a ritroso nel tempo per spianare la strada al Bene fermando il Male sono descritti, essendo comparsi nei fumetti dal 1958*: la Legion of Super-heroes di Lightining Lad, Cosmic Boy e Saturn Girl.

Un domani gli storici dovrebbero occuparsi delle circostanze e degli episodi che hanno preceduto il flagello. Dalla Brexit, a oscure vigliaccate istituzionali. Di queste ultime dovrebbero occuparsene anche le Procure locali, ma sarebbe vano. Un PM straeroico (e quanti ce ne sono …) nulla potrebbe contro le bolle di alegalità che chi ha ricevuto la Forza emette a piacimento.

*Kakalios J. The physics of superheroes. Gotham books, 2005. (Trad. italiana Einaudi, 2005)

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24 marzo 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Amendola “Coronavirus, chi non rispetta le regole paga solo una piccola multa. E per me è davvero assurdo”

Gianfranco Amendola dà un esempio del cattivo rapporto forma/metodo, di quella esaltazione della forma e avvilimento del metodo, dello “scolasticismo di strada” che caratterizza il pensiero e i provvedimenti di tanti magistrati e giuristi. Se l’epidemia di Coronavirus è quella che si dice sia, e se le misure di segregazione in casa dell’intera popolazione hanno l’efficacia che si dice abbiano, il suo zelo nel chiedere inasprimenti della carcerazione di massa potrebbe avere un senso. Se. Prima di appiccare il fuoco a libertà e necessità basilari come quella di muoversi all’aperto un giurista dovrebbe essere sicuro di poggiare su premesse solide. Soprattutto quando ci sono incertezze e anomalie, come quella di un virus “saltatorio”, dipinto come contagiosissimo ma limitato a focolai; o che uccide prevalentemente chi sta già morendo; o che non si sa bene come venga diagnosticato quale causa primaria di morte; o che mentre alcune infezioni endemiche di sicuro killer diffusi e temibili vengono minimizzate, quelle batteriche ospedaliere, viene tanto propagandato da costituire in primo luogo un’epidemia mediatica; o che appare avere addentellati con interessi bellicosi di poteri planetari, economici e geopolitici; o che può causare con le misure draconiane prese in suo nome regressi e danni sociali immani, causa a loro volta di dolore, malattie e morte. Si può anche ricorrere alle torce e bruciare ciò che è prezioso, ciò che è sacro; ma bisogna sapere cosa si sta facendo.

@ Mattia 88. Abito a Brescia, dove ne ho viste da vicino e studiate diverse sulla medicina. E’ per questo che ho potuto prevedere che “la Leonessa” avrebbe assunto un ruolo centrale; come è avvenuto in questa strana pandemia a macchia di leopardo. L’allarmismo è giustificato. Non è esagerato ma male orientato: considera solo quelle macchinette molecolari che sono i virus e sottovaluta la malignità e la stupidità umane.

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27 marzo 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Amendola “Sanzioni per chi non resta a casa, le nuove norme mi sembrano più accettabili e adeguate”

Un detenuto ha diritti e garanzie; tra i quali conoscere le motivazioni che legittimano la detenzione. Mi chiedo se tra tanti magistrati e giuristi si alzi una voce per chiedere che a questa privazione di massa della libertà, che agli effetti diretti sulla libertà personale assomma quelli indiretti, potenzialmente catastrofici, del fermo economico e sociale del Paese, si associ un’adeguata informazione sull’epidemia. Vengono riportate le frequenza assolute, dei contagiati e dei deceduti. Tot morti, tot contagiati. Numeri che impressionano; ma ingannevoli, avvisano gli epidemiologi esperti in queste crisi, perchè: “Numerators (number of cases, … etc.) are never sufficient to meaningfully assess needs, and monitor/evaluate interventions. They must always be compared to the denominator (i.e. the population at risk, or targeted for the intervention). Unless this is done, no conclusions about disease trends, coverage and effectiveness can reliably be drawn.” Nella inondazione di grida, ordini, retorica e chitarronate, non vengono diffusi bollettini con l’andamento di indici relativi come l’incidenza, il case-fatality rate, lo excess mortality rate, la loro comparazione per aree geografiche nazionali e internazionali, per età e con dati storici, etc. Il commento del magistrato è che per ora è sacrosanto mettere agli arresti domiciliari tutti quanti, mentre per le “polemiche” sulle garanzie dei segregati se ne parlerà a condanna eseguita.

@ remo mazzacurati. Diritto-dovere? Veramente i magistrati, i loro pari casta e i loro amici con la divisa fanno in modo che la critica tecnica e politica come la mia su argomenti come questi abbia conseguenze equivalenti a quelle del mancare di rispetto al padrino.

Lavarsi spesso le mani è un’utile misura igienica. Come il non spargere saliva; che nel caso italiano va inteso anche nel senso metaforico di non leccare il potere. Probabilmente quello che chiamo ‘il canone italiano’, l’atteggiamento di arrendevolezza e ruffianeria verso il potere accoppiato ad animosità verso le persone comuni, è tra i fattori che spiegano il nostro primato negativo in questa crisi. Una strategia secolare che nei tempi attuali si dimostra sempre meno vantaggiosa per fasce crescenti di popolazione.

@ letiziafelician. Se si può comunicare lo “spread”; se si può, per ottenere la concessione di muovere passi contati e furtivi per non finire come il conte Ugolino e figli, compilare il bizantino modulo di autocertificazione che prevede di dichiarare la conoscenza di norme che vanno cercate e comprese, ci si può abituare anche a indici da terza media come quelli corretti, che descrivano l’epidemia relativamente alla popolazione. Quanti nuovi ammalati da ricoverare – che è diverso che infettati – per ogni mille abitanti ogni settimana? Quale incremento di decessi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente? E rispetto ai gruppi di età, geografici, di comorbidità ? Qual è l’incidenza cumulativa, il peso della malattia sul Paese (attack rate). C’è una tradizione di selezionare statistiche ad effetto in medicina. Qui i valori assoluti eccitano la drammaticità; è stato mostrato sperimentalmente che numeri semplici facilitano la corretta comprensione delle offerte di screening, e invece in quel caso si ricorre a indici relativi – gonfiati – che spaventano e sviano.

Parlo in generale. Lei, forte della sua vicinanza di vedute col magistrato (e anche, sulla “inutilità” della conoscenza, con incendiatori di biblioteche del passato), resti in casa, non vedendo altro valore in gioco che la salute – e solo quella per il virus; contenta dei bollettini di guerra che Barbara D’Urso e le sue colleghe Rai sciorinano per ore e ore gesticolando e senza disturbarla con formule da astrofisici.

@ letiziafelician. Parola d’onore, non è mia intenzione insegnarle nulla. Accetto la sofferenza del risponderle solo per esporre il mio pensiero. Se lei non cerca di zittirmi per avere detto che a limitazioni drastiche della libertà personale da parte del governo deve corrispondere un’informazione tecnicamente adeguata, che permetta di verificare l’effettiva necessità, gliene sarò grato. Altrimenti continui pure col suo numero da aspirante caposala che vuole compiacere il primario. Conosco bene il genere del lecchino scarso che sentendosi le spalle coperte “si incazza”, scimmiottando la self-righteousness dei suoi boriosi superiori, e portando il proprio acume a sostegno delle manipolazioni ufficiali. I dati da rilasciare dovrebbero essere quantitativi; come la variazione del rapporto tra mortalità rilevata ed attesa. Ma contano anche quelli qualitativi, e lei sta dando un saggio del livello cognitivo e morale e degli atteggiamenti che serpeggiano tra chi gestisce l’attuale epidemia e le sue misure liberticide.

@ letiziafelician. Più che un confronto, una infestazione. Spiacevole per l’infestante, dice. Sente di avere la missione di impestarmi? Ritiene che sarà di beneficio ai suoi affari? Vuole sfogarsi? Mi spiace per la situazione che riferisce della sua non definita attività commerciale; non giustifica però il suo atteggiamento; il caso che descrive e le sue posizioni sono interessanti come esempio dell’atteggiamento da non tenere, autolesionista per chi voglia lavorare onestamente. Forse anche la dissonanza cognitiva gioca nell’accettazione supina delle versioni ufficiali.

(Da qui non parlo di lei o a lei, Letizia).

Situazioni eccezionali possono giustificare misure eccezionali; come la sospensione di diritti fondamentali e il fermo di una nazione. Ma non consentono mai la sospensione del raziocinio, della cautela, della fermezza, dei princìpi costituzionali. Non possono mai esserne il pretesto. Le due sospensioni non vanno mai confuse. Anzi le virtù civiche vanno qui applicate in maggior grado. ‘Grace under pressure’. Anche per la verifica di garanzia, della reale sussistenza di circostanze che impongano misure autodistruttive. Invece di abbandonarsi alle impressioni inoculate dai media e all’ipse dixit.

Andrebbero sviluppati e stabiliti criteri di legge oggettivi, in questi casi soglie di grandezze epidemiologiche il più possibile ‘foolproof’ , per il controllo di legalità e democrazia quando si instauri uno stato di eccezione dalle gravi conseguenze sul popolo, o lo si prolunghi.

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3 aprile 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post “Coronavirus, il pg della Cassazione: “Rischio epidemia nelle carceri. Bisogna alleggerire la pressione e incentivare misure alternative””

Questa epidemia ha caratteristiche anomale sul piano biologico; es. il suo profilo epidemiologico ricalca quello delle cause di morte generali. Le misure prese dal nostro governo per combatterla appaiono massimizzare il danno collaterale alla società: ‘mitigation’ rigida, che non abbatte l’epidemia ma prolunga il suo corso, e quindi le misure restrittive; linearmente; mentre i danni da strozzamento dell’economia attivando fattori moltiplicativi crescono nel tempo in maniera più che lineare. Questo dell’immissione nella società, in nome del freno alla circolazione del virus, di un gruppo dedito ad attività antisociali, è un altro aspetto. Salvi si è pronunciato contro la dietrologia sull’uccisione di Moro, per lui opera esclusiva delle BR. Nella crisi di oggi, che forse può essere comparata a quella del 1978, i magistrati hanno ciò che è un merito, per la visione del mondo sostenuta da Salvi per Moro: avere depurato preventivamente la società di voci di critica tecnica della versione ufficiale e delle conseguenti azioni istituzionali. Voci che oggi più che mai è bene continuino a essere segregate. Come dice il secondino di Collodi, l’apertura delle celle non può riguardare quelli che “non sono del bel numero”.

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9 aprile 2020

Commento al post di E. Vecchione “Coronavirus, ecco gli undici supereroi della quarantena di cui non avevamo bisogno”

@ Oui Danton. I modelli matematici dicono anche perché questa pandemia si comporta in maniera totalmente diversa nello 0.06% delle terre emerse che è l’Italia? In maniera che giustifica il fare terra bruciata di una intera nazione, caso unico? Le mie posizioni sono applicate in altri paesi che si può escludere siano consigliati da analfabeti e scemi. Rispondere a critiche con lunga caterva di insulti – perché non si crede ciecamente a controfattuali – non è un argomento; è segno di mancanza di argomenti. Conosco abbastanza biologia e aritmetica per sapere che dipingere quella vaccinazione naturale che è l’immunità di massa come una disgrazia e affermare “finirà col vaccino” quando non lo si ha, richiede tempi lunghi, e non si è riusciti a ottenere, al netto della propaganda, vaccini efficaci contro l’influenza comune richiede incompetenza o gravissima malafede. Vivendo a Brescia e occupandomi di frodi mediche istituzionalizzate su cosa è avvenuto in Lombardia orientale, il singolare focolaio che ha giustificato predizioni apocalittiche e lo spegnimento dell’Italia, non solo ho un’idea, che ho già esposto, ma posso portare testimonianza. Ma non credo che i CC di Piazza Brusato indagherebbero su sé stessi e altri eroi. La PM Siciliano ha già dato prova di interpretare la medicina nel senso voluto dai poteri forti; temo che le sue indagini porteranno a spiegazioni di comodo per coprire verità altre. Nell’ambito di un apparato del quale i badilanti degli insulti come lei fanno parte.

@ Oui Danton. Ammettere di capire poco e di ripetere e amplificare le fake ufficiali del “senso comune” (Manzoni sulla peste) è già un passo avanti, ma non basta. In Italia le brave istituzioni deputate alla legalità hanno prevenuto, sopprimendolo, un dissenso valido e consistente su quanto accade. Giovanni Falcone ha riportato che Frank Coppola disse che la mafia è mettere un cretino a fare il procuratore capo; e decenni di selezione della classe dirigente stanno dando i loro frutti in questa occasione. In altri paesi, europei, in USA, in tutti i continenti (dove non si applicano comunque le misure dissennate, suicide e da alto tradimento prese in Italia) molti specialisti, medici, virologi, epidemiologi, giuristi, politici di primo piano stanno denunciando, in maniera adeguata, quanto accade (Facts about Covid-19. Swiss Propaganda Research). Non si tratta di riconoscere di essere dei magliari, o di essere uno dei tanti appellativi che ricevo io. Ma di rendersi conto di stare partecipando a uno di quei sommovimenti dove, come lei che ha pure la storia tra le molteplici discipline che coltiva sa, decine di migliaia di persone, interi popoli, e quelli che dovrebbero essere le elites, si comportano in un modo che poi viene giudicato folle e criminale. E’ facile condannare quella persecuzione razziale, quell’altra dittatura, 80 anni dopo. Bisogna opporsi alle svolte sciagurate contemporanee.

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26 aprile 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post “Coronavirus, Bonafede: “Pronti a intervenire su scarcerazione dei boss mafiosi in accordo con la commissione Antimafia””

L’epidemia che si usa per sequestrare i cittadini, concentrandoli in maniera malsana in spazi ristretti, sta facendo aprire le porte delle carceri. In queste ore buie l’antimafia non viene meno ai suoi compiti: fare scarmazzo riguardo alla montagna di m. della mafia, guardandosi dallo spianarla, per legittimare e lasciare libera di agire la montagna di m. istituzionale. Che si sta occupando dell’operazione Coronavirus, posso testimoniare, anche coi consueti metodi paramafiosi propri della organizzazioni massoniche e paramassoniche, come quella cara a Morra e quelle alle quali appaiono essere affiliati tanti tutori della legalità. Proseguendo la tradizione di quando il primo piduismo pilotava il terrorismo e si avvaleva dei mafiosi. Ai terroristi inafferrabili e ai mafiosi invincibili si affianca oggi una terza classe di mostri malvagi, i virus sterminatori, da usare per governare il gregge dosandone libera circolazione e repressione.

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28 aprile 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Marietti “Boss scarcerati: se si dubita della buona fede dei giudici, li si denunci”

Provocando sconcerto, e richiesta di legalità, la scarcerazione di alcuni boss serve anche a distrarre dalle attuali omissioni e paradossalmente a mantenere credibilità e ascendente. I magistrati, col loro silenzio e con complicità precedenti, hanno responsabilità nell’attuale golpe mascherato da emergenza sanitaria. Responsabilità che attengono a un argomento tabù, che viene tenuto nascosto dietro all’interminabile narrazione della lotta alla mafia: i rapporti tra magistratura e poteri forti. Poteri forti che possono avvalersi sia della mafia che di quelli con le gigantografie di Falcone e Borsellino.

“Vada dal magistrato” è una voce del “Dizionario del perfetto mafioso” (N. Dalla Chiesa). Implica un riconoscimento di legittimità. Richiama al fatto che, mafiosi o esponenti delle istituzioni, si sta operando all’interno di un sistema costituito. Ciò di cui i magistrati dovrebbero rendere conto è il loro tradimento “endogeno”: attuato restando fedeli invece che ai princìpi al sistema di potere reale del quale sono parte, che assecondano nelle sue peggiori degenerazioni.

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5 maggio 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Pietrobelli “Mazzoncini verso guida della multiutility lombarda A2A. M5s: ‘Rinviato a giudizio, è incompatibile’. Per il sindaco di Brescia nomina è regolare”

Fino a che durerà, trovando un pubblico che accetta il dogma della mafia come entità ontologica perenne e ineliminabile, lo show sempreverde della mafia di turno, dietro ad esso continueranno a operare liberamente e a prosperare alla luce del sole altre varietà di sodalizi predatori. La clericale Brescia è un buon posto dove osservare quella che chiamo la metamafia: il crimine istituzionalizzato che nasconde la sua vera natura dietro alla facciata nobile della lotta al diavolo, alla mafia; con il connesso piduismo, l’uso mafioso dei poteri dello Stato. Personaggi bresciani hanno avuto e hanno un’influenza – cruenta – nello sviluppo di questo concetto. Alcuni provenienti dalla magistratura zanardelliana*.

*da Giuseppe Zanardelli, bresciano, PdC, esimio giurista. Massone e praticante di metodi di governo come la persecuzione tramite il potere dello Stato: “Se un magistrato … un impiegato pubblico … osa appoggiare il candidato dell’opposizione, cala su di lui la scure del prefetto” (Chiarini). Tra i fondatori della loggia P2 storica, a lui nel 2010 i magistrati di Brescia, babbo Mazzoncini in testa, hanno intitolato il palazzo di giustizia, con statua all’ingresso; mentre erano intenti a proseguire, con i procedimenti interminabili e le assoluzioni, l’opera pluridecennale di riduzione asintotica delle responsabilità giudiziarie per la strage piduista del 1974.

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12 maggio 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post “Silvia Romano, Gherardo Colombo a Punto Esclamativo (Loft): “Siamo un popolo di presuntuosi che pensa di poter giudicare tutto””

E’ presunzione scagliarsi contro una ragazzina che, assecondando il suo byronismo, è stata mandata a giocare in ore leonis. Ma è vanagloria tacciare gli altri di ignoranza mentre si osanna servili chi ha pagato a tagliagole un riscatto, forse in denaro e certo in propaganda, per una liberazione avvenuta lo stesso giorno dell’anniversario del ritrovamento di Moro, che in obbedienza ai mandanti fu tenuto fermo sotto i colpi dei sicari.

Siamo presuntuosi. Ma “omertà” viene da “umiltà”. Non è modestia l’accettare le versioni e la retorica ufficiali su fatti pubblici gravi che in realtà ci riguardano. Come Renzo che si fa imbambolare da Don Abbondio che per non fare il suo dovere lo accusa di presunzione in materia di legge canonica: “Dunque, se non sapete le cose, abbiate pazienza, e rimettetevi a chi le sa.”. Se gli italiani si informassero e giudicassero di più su Moro nel 1978, sulla riconversione alla seconda Repubblica nel 1992-93, oggi non subirebbero docili la sorte che li attende con questa terza operazione, il lockdown orwelliano nel 2020.

Si acclama l’aumento dei posti in terapia intensiva e dei ventilatori; si nasconde come possa tradursi in un danno alla salute *. Un esempio del genere di presunzioni “asintomatiche” diffuse dal potere; quelle che i magistrati tendono a rendere leggi di fatto.

* The Urge to Build More Intensive Care Unit Beds and Ventilators: Intuitive but Errant. Ann Intern Med 7 maggio 2020.

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20 maggio 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post “Bonafede, Davigo su La7: “Io al suo posto come ministro Giustizia? Mai. Da più di 30 anni ripeto che i magistrati non devono fare politica””

Bisogna ascoltare Davigo quando spiega che i magistrati non devono fare i politici. Ma occorre anche distinguere tra divenire un politico e fare politica. La posizione di magistrato è ottima per fare politica. E Davigo ne è un esempio. Nell’intervista ha anche difeso la legittimità delle misure restrittive per l’intera popolazione e di strozzamento dell’economia assimilandola a quella dei fogli di via dei questori per soggetti pericolosi. La lucidità analitica con la quale castiga la corruzione spicciola appare capovolgersi, davanti al tema degli abusi dei poteri forti, in un frettoloso “professionismo delle carte a posto” assolutorio. O in una specie di Nuremberg defense autoassolutoria. Dando per scontato che le misure eccezionali e dagli effetti disastrosi – dettate dall’OMS, che ha una storia di corruzione – siano tutte materialmente giustificate; rifiutando di considerare, lui così solerte nell’additare, meritoriamente, le astuzie dei farabutti quando si tratta di mazzette, se non ci siano abusi col pretesto del “supremo” interesse della salute. Della salute “quoad coronam”, in obbedienza all’OMS; salute tanto ristretta e storpiata quanto è dilatata e irrealistica la definizione di salute dell’OMS come “totale benessere fisico, mentale e sociale”. Contraddizione apparente: con entrambi gli estremi ad essere favoriti sono gli stessi grandi interessi – pagatori dell’OMS – che vogliono la medicalizzazione della società e dell’economia; e ora lo Stato terapeutico.

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21 maggio 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post “Giovanni Falcone, Lodato su La7: “Nel 1989 mi fece il nome di Bruno Contrada”. L’avvocato: “Chieda scusa, mio assistito è oggi incensurato”

Contrada “mente raffinatissima”? Era un tirapiedi, i servizi essendo quadri delle forze atlantiche. Si usano come al solito esecutori come pecora per proteggere i mandanti. Inoltre si pratica ciò che chiamo “pipeling giudiziario”: lo svelare infamie di 30 anni prima per coprire quelle che si stanno commettendo al presente. Quello stesso passato del quale si “fa memoria” per occultare il presente continua ad operare sottotraccia, non essendo mai andato via. L’attuale presidente della commissione antimafia, Morra, mostra pubblicamente simpatia per i cavalieri del Santo Sepolcro, ai quali era affiliato Contrada (come Gelli, Marcinkus e importanti mafiosi). Trovandomi nel cosentino, e scrivendo delle manipolazioni istituzionali sull’epidemia con le quali si sta strozzando l’Italia, non mi vengono risparmiate occasioni per ricordarlo. “Strange bedfellows” direbbero citando Shakespeare i cronisti politici anglosassoni. Da noi potremmo citare Pirandello: “La maschera e il volto”. Le varie fratellanze massonico-clericali, coi loro insospettabili e benemeriti, che allora si diedero da fare per quel golpe che servì a trasformare la corrotta I Repubblica nella ancora più corrotta II Repubblica, si stanno dando da fare, liberamente come allora, per l’attuale operazione Covid, che risulterà in una ulteriore svendita del Paese.

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21 maggio 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Pipitone “Giovanni Falcone, il ricordo al Csm. Di Matteo: “Prima di essere ucciso fu delegittimato e isolato anche dalla magistratura e dal Consiglio”. Ardita: “Basta ipocrisie, fu tradito e calunniato pure dai colleghi””

Oggi sotto certi aspetti è peggio; perché le parti sono meno chiare. Ai tempi di Falcone c’era un blocco istituzionale che difendeva in maniera semi-trasparente la mafia; per servire, traendone vantaggi, il padrone atlantico, che usava la mafia come parte del sistema di controllo del Paese. Oggi lo si serve anche vestendo i panni dell’antimafia; che è divenuta anch’essa, come alibi, distrazione e attività legittimante, strumento dei poteri non ufficiali. I legami di De Raho con Palamara, la simpatia di Morra per i cavalieri dei Santo Sepolcro (Contrada, Gelli, Marcinkus), dicono di una continuità aggiornata gattopardescamente ai tempi. Il sottobosco massonico-clericale che allora lavorò obbediente, a fianco della manovalanza mafiosa, per sostituire la cattiva I Repubblica con la pessima II Repubblica, oggi lavora obbediente , spesso col crest dell’antimafia appeso alle spalle, per un ulteriore degrado dell’Italia; servendosi del Covid. Mafia “virulentata”, ripeto da anni; oggi si sta virulentando non il virus, ma l’epidemia; con misure irrazionali e incostituzionali spacciate per “scienza” che la prolungano e ne moltiplicano i danni socioeconomici. Oggi come allora, la magistratura non fiata e accetta e sostiene la versione ufficiale. Battendosi il petto sulle vergogne del passato mentre ne commette di simili.

@ Mariachiara Rossi. Se non ci sono morti per strada c’è necessariamente meno mafia? Se i cadaveri -di innocenti- restano in sala settoria, uccisi da affari sporchi, es. da una medicina legalmente fraudolenta (io ne ho visti tanti) che si sostiene su pratiche mafioidi, va meglio? Eppure nell’essenza della mafia storicamente vi è l’operare il più possibile in silenzio, per vie oblique, senza dare nell’occhio. Mio nonno, calabrese, diceva che “Il peggior delinquente è quello che si fa i fatti suoi”. Cioè i peggiori farabutti sono quelli che riescono a delinquere senza venire riconosciuti, senza esibire la loro violenza criminale. E magari passando per brave persone, o benefattori. La fase stragista, cinematografica, che l’antimafia mondana identifica con la mafia, è stata un servizio a poteri oggi più forti di allora.

La frase di Shakespeare che Borsellino ripeteva, “Il coraggioso muore una volta sola…” ha una sua triste attualità. Che impasto state facendo, parlate sempre di eroismo, di gesta omeriche, e poi riducete l’esistenza alla sopravvivenza; come ha osservato Agamben in occasione di questa epidemia, alla “nuda vita”; a quello che Lasch ha chiamato il “survivalism”, il “minimal self”. Sia in materia di mafia, sia sul Covid; due fenomeni più collegati di quanto non faccia comodo alla retorica ufficiale.

@ Mariachiara Rossi. Morti ammazzati ne ho visti. A Boston, nella rotation dal medical examiner. Il programma della giornata lo leggevo al mattino uscendo di casa sul quotidiano lasciato sulle scale: Tizio taglia la gola a Caio da orecchio a orecchio. Sempronio spara nella pancia a quell’altro. Poi li trovano in sala settoria. Ma oggi ne spedisce all’obitorio, conciandoli male, più la penna – anche quella con la quale si prescrivono cure – che la spada, mi stia a sentire.

I valorosi uccisi dalla mafia non devono essere resi “inutili” facendone immaginette per logore giaculatorie. E facendone motivo per un applaudirsi da soli – istituzioni e cittadini – che ha dell’osceno. Davanti a certe figure io non mi sento “fiero”: mi sento piccolo. E quindi non mi adagio nella poltiglia retorica offerta a piene mani dalle istituzioni in queste ricorrenze. Come le ho già detto, un modo degno per ricordarli sarebbe quello di fare un bilancio e mostrare quanto ci si è avvicinati o meno a quello che deve essere l’obiettivo chiaro, l’eliminazione della mafia; che oltre a essere un male in sé permette ad altre grandi associazioni a delinquere di operare impunemente.

@ Mariachiara Rossi. Un corpo esanime crivellato di colpi è la rappresentazione più efficace del Male. Invece i corpi esanimi crivellati da terapie per il Covid, terapie irrazionali e sostenute da paura e censura*, mentre le case farmaceutiche si fregano le mani, non compaiono sulla scena. La mafia, e l’antimafia nella sua forma attuale, servono anche a fare credere alla persone brave come lei che in un ospedale non ci si possa imbattere, salvo casi eccezionali, in un omicidio. Invece è frequente. Non si tratta di omicidi volontari. Ma non sono neppure colposi. Lo chiamo “dolo sistemico”. Il sistema, orientato al profitto, imposta la medicina in forme che ammettono che il paziente, prevedibilmente, ne riceva danno o possa morirne. Mentre il singolo medico non percepisce bene cosa gli dà da vivere – né si sforza molto; come è stato descritto, sono all’opera meccanismi psicologici di negazione. Il tutto è legalizzato; ora perfino reso obbligatorio, con le linee guida. E con sistemi mafiosi di controllo del dissenso. Ciliegina sulla torta, c’è una tendenza, dettata dal marketing, a sacralizzare questo settore economico. Es. paragonando i suoi operatori ai caduti nella lotta alla mafia, mentre lo si sta espandendo.

*Prasad V. Has the Pandemic ‘Infected’ Our Approach to Medicine? 21 maggio 2020.

@ … . La democrazia appare come il sistema che può funzionare meglio degli altri, purché i cittadini siano correttamente informati. Accade invece ciò che avviene in medicina, dove con la scusa dell’autonomia, del superamento del paternalismo, si induce il paziente a condividere le decisioni cliniche; non è difficile presentare le cose in modo che il paziente “scelga” quello che conviene non a lui, ma all’offerta medica. Si addossa così a lui parte della responsabilità per le cure che riceve; psicologicamente e legalmente. E’ stato osservato che ciò sta accadendo anche nella crisi Covid*.

Gli italiani non hanno votato liberamente: “La prima libertà è la libertà dalla bugia”. Se fossero stati correttamente informati non avrebbero votato contro il loro interesse, e ci troveremmo meglio, invece che nelle mani di questo catalogo di soggetti. La suggestio falsi e la suppressio veri, io lo vedo nel campo della medicina, sono tra le prime attività del piduismo, ovvero la mafia coi poteri dello Stato. E più lo praticano, più tuonano contro mafia e forze oscure.

* The Urge to Build More Intensive Care Unit Beds and Ventilators: Intuitive but Errant. Ann Int Med 7 maggio 2020.

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Spezzano della Sila, 29 giugno 2020

Ai magistrati della Procura di Salerno
C.so Garibaldi 181
84122 Salerno

e p.c.

Ing. Benedetto Levi, Ceo
Iliad Viale F. Restelli 1/A
20124 Milano

racc r/r online

“Nell’era nazista c’era un funzionario delle ferrovie responsabile della programmazione dei convogli per l’Est. Tutto quello che “faceva” era organizzare le partenze dei treni per Varsavia, Lodz, e naturalmente Treblinka, Sobibor, Auschwitz II, etc. La destinazione, egli riteneva, non lo riguardava. Il paragone non è esagerato.”. Tradotto da: E. Loewy. Ethics and Evidence-based medicine: is there a conflict? 2007.

Il ruolo della criminalità istituzionale calabrese nella crisi covid: le vaccinazioni iatrogene obbligatorie di Jole Santelli

Riporto quanto ho già segnalato sul blog de Il Fatto, a futura memoria, perché non si possa dire che i magistrati non ne avessero notizia:

“24 giugno 2020
Blog de Il Fatto
Commento al post “L’altro virus, Gabrielli: “Le mafie potrebbero cannibalizzare i settori in crisi per il Covid. ‘Ndrangheta punta a farmaci e vaccini”

Solo ndrangheta? E la partnership tra istituzioni dello Stato e Big pharma? La presidente Santelli ha ritenuto di poter decretare, in una regione con gravi carenze sanitarie, la vaccinazione antiinfluenzale obbligatoria degli over 65, da settembre. Evidenze e nozioni acquisite suggeriscono che tra le cause della pandemia vi sia tale vaccinazione, che può favorire la malattia da coronavirus*; come risulta anche in studi che non rilevano il fenomeno biologico sottostante, l’interferenza virale, per altri virus, mentre lo confermano per il coronavirus**. Gli stessi che predicano cautela e prudenza per giustificare il loro soverchiare il cittadino in nome della salute poi ignorano questo pericolo – noto agli specialisti consulenti dei politici – obbligando masse di persone ad inoculazioni dalle conseguenze potenzialmente mortali; capaci di provocare le seconde ondate che si dice di voler scongiurare. Il Viminale è impegnato a tappare la bocca a chi denunci le tante misure iatrogene; come questa, un caso autentico di banalità del male; che esporre alle procure calabresi non è molto diverso dal denunciare crimini mafiosi nella Sicilia e nell’Italia di Bernardo Mattarella.
* COVID-19 severity in Europe and the USA: Could the seasonal influenza vaccination play a role?. EBMPHET consortium. 7 June 2020.
** Wolff GG. Influenza vaccination and respiratory virus interference among Department of Defense personnel during the 2017–2018 influenza Season. Vaccine, 2020. 38: 350-354.”

Un servizio al business – una vendita della popolazione – della nota rete composta di politica, massoneria, magistratura e forze di polizia in Calabria; alla quale i magistrati migliori forniscono il paravento dell’eterna lotta alla mafia. Una funzione, questa della lotta alla mafia di cosca che copre la mafia di Stato e la sua partnership con interessi criminali privati di grande scala, esemplificata dalle affermazione del capo della polizia Gabrielli che commento. Tale rete calabrese opera insieme alle meno note reti omologhe del Nord; come mostra anche il carattere congiunto dei più recenti boicottaggi e mobbing che ricevo*. Né va trascurata la componente clericale, pienamente addentro alle frodi mediche istituzionalizzate**; con presidenti di tribunali calabresi che baciano la mano al vescovo nell’insediarsi vestiti con la toga dello stato*. Apparati che nella crisi covid si stanno occupando delle manipolazioni materiali, cioè delle morti iatrogene, e delle manipolazioni informative , cioè dell’epidemiologia e delle notizie ingannevoli al pubblico sull’epidemia e sulle misure contro di essa. I più svolgendo ognuno una piccola parte – che spesso coincide comunque con un illecito – come il funzionario delle ferrovie naziste dell’epigrafe. Alle morti largamente iatrogene della crisi covid a Brescia corrispondono nella Calabria poco coinvolta abusi di potere iatrogeni che i morti li provocheranno in nome della “prevenzione” delle morti viste a Brescia; appiccicando agli abusi teorie “scientifiche”, in realtà strampalate; che a chi conosca la realtà dei fatti sull’inutilità di tale vaccinazione e sui modi per venderla (v. es. Gotzsche PC. Vaccines: truth, lies and controversies. 2020. Cap. sulla vaccinazione antiinfluenzale; Doshi P. Influenza vaccines. Time for a rethink. JAMA, 2013. 173: 1014) ricordano i trucchi goffi e mal riusciti di un prestigiatore mediocre. Abusi che andrebbero fermati per le loro tragiche conseguenze sulla popolazione. Coi quali si è disposti a provocare stragi, insieme alla rovina economica del Paese, nella brama di acquisire meriti presso grandi interessi.

Prefetto di Cosenza: Cinzia Guercio. Sindaco: Mario Occhiuto. Procuratore della Repubblica: Mario Spagnuolo. Questore: Giovanna Petrocca. Comandante provinciale CC: Piero Sutera. Vescovo di Cosenza: Francesco Nolè. Ministro degli interni: Luciana Lamorgese.

Distinti saluti
Francesco Pansera
menici60d15@gmail.com

* La partnership tra istituzioni dello Stato e privati nella criminalità ordoliberista: il mascariamento della patente di guida dell’avv. Vittorini e del prefetto di Brescia si incontra a Cosenza con la “procedura Lozano” di Iliad. In: Coronavirus, 22 giugno 2020. Nel mio sito menici60d15.
** 1 Quando è Pietro che si associa a Simon Mago. 2 La post- camorra. Dai tagliagole alla chirurgia ingiustificata della tiroide. Nel mio sito menici60d15.

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5 luglio 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post “Coronavirus, Speranza: “Valutiamo il Tso per chi rifiuta la quarantena”. Zingaretti: “Spavaldi e irresponsabili mettono tutti a rischio”

Nonostante sia ministro della sanità, Speranza applica il modello intuitivo ma falso, e caricaturale, che scambia la presenza del virus per la patogenicità*. Lo si potrebbe chiamare modello a pidocchio: da secoli, e nell’opinione comune, si crede che la malattia sia come un oggetto, un corpo estraneo, e che si identifichi con la presenza nel corpo di tale oggetto; di “animalicchi”, “bugs”, per le malattie infettive*, qui il virus. Mentre la malattia va intesa come un processo, che insorge quando oltre all’agente causale necessario vi sono circostanze adatte. La presenza non è la patogenicità*. Si può essere positivi a microorganismi potenzialmente capaci di provocare gravi malattie, come E. coli e N. meningitis, senza avere o provocare malattia. Scambiare qui il necessario per il sufficiente è essere positivi al test per incompetenza o cattiva fede gravi. Le spore della muffa sono ubiquitarie nell’aria, ma solo in certe circostanze fanno ammuffire il cibo. Il TSO e il carcere per una positività a un test di presenza (che per di più può essere un falso positivo) possono essere come arrestare il gestore un ristorante avendo rilevato la normale presenza nell’aria della cucina di spore di muffa. Introducono inoltre un altro principio del fascismo sanitario, che la malattia sia diagnosticata in asintomatici come mera positività a un test, anche inadeguato, e che quindi si curino non le malattie ma i risultati di test di laboratorio.

*What is a pathogen? Virulence, 2014. 5: 775.

@ Claudio S. Un gioco delle tre carte tra positivi sani, malati e malati gravi. Quando si è “positivi sintomatici gravi” si sta male; es. manca l’aria, condizione che produce una angosciosa sensazione di morte imminente; non si rifiuta il ricovero. E queste masse di malati gravi, tantomeno stoici e recalcitranti, non ci sono. La galera per voi “ci sta tutta” per infezioni via positivi asintomatici che avvengono ogni anno a milioni e sono ciò che ci evita epidemie come la spagnola, ha osservato Gupta, Oxford U, nel criticare il lockdown. Usate il diritto penale, la responsabilità individuale, per negare e avversare meccanismi naturali collettivi, imperfetti ma solidi, che mettono termine alle epidemie e le prevengono. Voi non rispondete a problemi reali, ma escogitate casi improbabili e falsi modelli che giustifichino soverchierie e misure iatrogene. Il non distinguere in maniera chiara tra positività non patogena e malattia (e positività a test di dubbia accuratezza) genera mostri, medici e giuridici. Consente di prolungare con la forza l’emergenza e le sue pastoie; e di nascondere il braccio tirato il sasso. Anche il solo fare tintinnare le manette e mostrare la camicia di forza per intimidire i cittadini affinché rinuncino a diritti di base, mettano a rischio la salute e accettino la rovina economica è un abuso inaccettabile. Una minaccia credibile di violenza per obbligare a subire altre violenze: tipica dei tagliagole cui quel pulcino nella stoppa di Speranza fa da portavoce.

@ Cornisello. Mi ricordate il doublespeak di Orwell: per voi un’argomentazione corretta è un sofisma; mentre l’equivoco vergognoso e farsesco che denuncia, col quale il governo minaccia di galera i cittadini perché rinuncino a libertà essenziali è un ragionamento lineare. Come un tempo la religione della quale ha preso il posto (Illich) la medicina consente l’inversionismo, il fare figurare il male come bene e il bene come male. Attirando un certo genere di persone. E so per esperienza che gli uomini di legge con la toga o la divisa di cui può disporre Speranza sono specializzati proprio nel rendere il tondo equivalente al quadrato; e nel mutare il bianco in nero, il vero in falso e i sani in malati.

Vedi:

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26 agosto 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post “Cremona, messaggi no-vax e negazionisti sui social: 66enne indagato per istigazione alla disobbedienza delle leggi”

Una intimidazione a non protestare mentre lo Stato trasforma la nazione in un sanatorio militare con imposizioni che esperti qualificati (es. Barrington declaration) giudicano infondate e dannose. Implica che la copertura legislativa conferisce impunità e poteri dittatoriali alla medicina, anche se nociva.

“In queste cause, i medici sono tenuti a rispondere solo se accusati di aver agito in contrasto col codice sanitario…. Il problema però è che la maggior parte del danno inflitto dal medico moderno … Si verifica nell’ordinario esercizio svolto da uomini e donne ben preparati, che hanno imparato ad adeguarsi ai giudizi e ai metodi imperanti nella professione anche quando sanno (o potrebbero e dovrebbero sapere) quali danni arrecano.” Ivan Illich, Nemesi medica

“Nell’era nazista c’era un funzionario delle ferrovie responsabile della programmazione dei convogli per l’Est. Tutto quello che “faceva” era organizzare le partenze dei treni per Varsavia, Lodz, e naturalmente Treblinka, Sobibor, Auschwitz II, etc. La destinazione, egli riteneva, non lo riguardava. Il paragone non è esagerato.” E. Loewy. Ethics and Evidence-based medicine: is there a conflict? (Citati in “ L’irresponsabilità della medicina in franchising ”)

La PM Saccaro è della scuola bresciana di R. De Martino, che nella mia esperienza era estremamente sensibile ai desiderata “atlantici” sulla medicina. Cosa che a suo tempo – non oggi – mi stupì, perché era il PM che indagava sulla strage di Brescia.

 

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2 settembre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post “Green pass a scuola, Tar respinge la richiesta di sospensiva: “Diritto a non vaccinarsi non è assoluto, giusta la sospensione dei docenti””

“Correttamente e razionalmente giustificabile”. Con una narrazione ad hoc si può giustificare ogni abuso: in campo scientifico è lysenkismo. E qui la narrazione impazza. Tanto da indurre a definire la scienza vera come costituita, prima ancora che dal metodo, da una disposizione morale: la rinuncia alle narrazioni sul mondo, sulla condizione umana e in particolare sulla malattia che da sempre l’uomo costruisce, o accetta da chi gliele presenta già confezionate.

Una misura come la proscrizione dal lavoro dovrebbe essere non “giustificabile” ma giustificata: i magistrati che la coonestano e se ne fanno quindi responsabili dovrebbero reperire e produrre esplicitamente le evidenze per le quali secondo loro il sottrarsi alla medicalizzazione di massa provocherebbe danni di tale gravità che non si può parlare di contratti di lavoro Shylock, stipendio in cambio di cessione del controllo sul proprio corpo. Esistono macroscopici controesempi: altrove, es. Svezia, la ragionata non applicazione delle inaudite misure sanitarie imposte in Italia mediate l’inaudita sospensione dei diritti non ha causato i danni previsti da noi, ma vantaggi.

Anche il nascondere le difese naturali, individuali e di gruppo, quando di fatto le ondate epidemiche si sono sempre esaurite per questo motivo, l’alterare la realtà fino a contare non gli immuni ma i vaccinati, è più vicino alla psicosi di massa, alla mass sociogenic illness – e alla frode iatrogena – che alla razionalità onesta.

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4 settembre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Marfella “Il ministro Cingolani ci ricorda solo quei numeri che tornano utili per supportare le sue tesi”

“Questa intervista aiuta a capire come mai gli uffici giudiziari di Brescia, mentre dicono di avere gravi carenze di personale, e appaiono non carenti ma inesistenti davanti ad abusi che favoriscono il futuro orwelliano decantato da Cingolani (che tra tre giorni terrà una conferenza a Brescia, invitato dal Comune), si spendano generosamente in “battaglie di civiltà” (PM Cassiani) per casi come i cagnolini di Green Hill.

Ottime notizie per gli investitori e altri “shareholders”. Per i malati, il colore del futuro non è rosa: ciò che descrive Cingolani è una cosuccia come la liquidazione del metodo scientifico, ormai ingombrante per il business; per sfornare farmaci “innovativi” a getto continuo, con garanzie di sicurezza ed efficacia azzerate.” (Da un mio commento qui, post “Simulazioni al pc e nuovi farmaci: dalle molecole ai sistemi biologici”, 19 mar 2016).

Come Cingolani, i Terrafuochisti con allarmi smodati e argomenti ritagliati che sopprimono fattori essenziali, come la medicalizzazione commerciale, portano acqua al mulino della medicina corrotta. Il cui “futuro orwelliano” è arrivato. Anche grazie a magistrati come quelli bresciani insieme ai quali Marfella tiene banco. Del resto lo prevede anche il piano Gelli di gestire sia la maggioranza sia l’opposizione. L’importante è che dietro all’opera dei pupi dello scontro entrambe le posizioni portino ai vantaggi voluti dal potere. Mentre le voci non pilotate, fuori dall’alternativa win-win, vengono eliminate.

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15 settembre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post “Il Green Pass sarà esteso. La conferma dei sindacati dopo incontro con Draghi: “Obbligo per lavoratori pubblici e privati”

Leuciscus: Quel che mi sorprende è che non esistano magistrati, in altre situazioni molto solerti nell’ aprire fascicoli per ipotesi di reato anche fantasiose, che in questo caso non si pongano neanche il dubbio dell’illegalità di simili provvedimenti.

@ Leuciscus: La magistratura muta e inerte a me non sorprende, seguendone da anni le posizioni sul crimine biomedico di alto bordo, ed essendo testimone della sua partecipazione ai reati di preparazione di questa eversione dall’alto.

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17 settembre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post “Green pass, il Consiglio di Stato: “La richiesta di esibirlo non viola la privacy. È prevalente l’interesse pubblico alla ripresa economica””

Il green pass all’italiana che prolunga il fermo della vita normale che dura da 18 mesi favorisce la ripresa economica e sociale così come i consiglieri di Stato tutelano la giustizia e gli interessi legittimi dei cittadini.

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Da L’ ipomafia,  18 settembre 2021:

Brescia, Unibsdays, 23 maggio 2014, aula magna di Giurisprudenza, ore 18. Contemporaneamente, nell’aula 5 di Giurisprudenza, conferenza ““Dal bancone del laboratorio al letto del paziente oncologico”, lo slogan accattivante e demenziale della “medicina traslazionale” (I trucchi della medicina traslazionale), l’ideologia medica dello sloanismo, del getto continuo – come gli aggiornamenti Microsoft di Windows – di prodotti “innovativi” inefficaci e dannosi, funzionale all’impiego della medicina come comoda fonte di enormi profitti. Gratteri, dopo avere entusiasmato l’uditorio, me compreso, parlando di come combatte la mafia, è stato zitto e sorridente, facendo da testimonial, mentre Pecorelli esponeva il suo progetto “Health and wealth”. Il progetto di fare affari sulla salute; che non può funzionare senza frodi, senza impunità e aiuti istituzionali alle frodi, senza la soppressione delle voci di denuncia. Un progetto che la tradizione ipomafiosa delle nostre istituzioni e classi dirigenti propizia. Uno dei “laboratori” intermedi dai quali è uscita l’operazione covid; inclusa la strage di pazienti a Bergamo e Brescia (Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale). Con la collaborazione della magistratura.

Quattro mesi dopo la conferenza Pecorelli era a Washington, da dove ha portato la consegna di fare dell’Italia la capofila mondiale dell’imposizione dei vaccini. Che è ciò che abbiamo vissuto in questi mesi e stiamo vivendo in questi giorni, e che Gratteri appoggia esprimendosi in tv per l’obbligatorietà. Nonostante che il suo ruolo di PM e la popolarità – che i media allineati alimentano – comportino il non pronunciarsi a favore di ciò che deroga dai principi costituzionali e che da molti viene contestato come un grave abuso.

Alla suggestio falsi si aggiunge la suppressio veri con l’eliminazione di chi si oppone. In particolare di chi si oppone alla medicina iatrogena, e si sarebbe quindi opposto, se non fosse stato fatto fuori, alla gestione “clinica” iatrogena che ha prodotto la strage knock-on in Lombardia orientale. Eliminazione attuata mediante i consumati sistemi obliqui dell’ipomafia, e con metodi nuovi d’importazione come il gaslighting. Tramite “fratelli” e clericali che in nella Presila cosentina, a Lamezia, a Brescia, hanno pochi gradi di separazione dalla mafia di ndrina alla quale invece Gratteri è avverso.

Come minimo pratica forme di ragionamento circolare il magistrato – Gratteri non è il solo – che senza conoscere il merito ma dando per certi i benefici si dice a favore dell’obbligatorietà dell’introduzione nel corpo di tutti cittadini di sostanze ad attività farmacologica non ben nota e dotate comunque di una accertata capacità di ledere, anche gravemente (meglio, introduzione nelle cellule, i nuovi vaccini potendosi definire “intracellulari”). Sostanze per di più sbucate fuori in maniera anomala da una vicenda tumultuosa e opaca, che dovrebbe portare a interrogarsi sulla asserità necessarietà e centralità delle vaccinazioni e sull’asserito loro essere “l’unica via di salvezza”. Una obbligatorietà o un costringere che viola non solo il dettato Costituzionale sulla tutela della salute, ma la stessa ontologia implicita nella Costituzione, sostituita con un modello del mondo psicotico, dove il cittadino non ha salute ma deve riceverla dalla case farmaceutiche tramite lo Stato (L’esproprio della salute da parte della medicina dei banchieri). Dove si definisce il cittadino come un uomo inerme, privo di difese, che necessita dei farmaci come chi non abbia i reni della dialisi. In una finzione che criminalmente la malattia la crea (v. es. Vaccinating people who have had Covid-19: why doesn’t natural immunity count in US? BMJ, 13 set 2021). Ragionamenti di infimo livello, discorsi da richiesta di pizzo, tanto più indegni per chi giudica per professione, che ottengono la circolarità col bulverismo (Il bulverismo giuridico e giudiziario su questioni mediche) e con la fallacia del saltare alla conclusione “selecting on the dependent variable”. Pratiche diffusissime, costanti, tra chi conduce e appoggia la campagna covid, e segno certo di cattivo giudizio, per inadeguatezza morale o intellettuale.

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26 settembre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Ercolani “Green pass in università, i docenti che si oppongono dovrebbero rivedere alcune nozioni”

“Altro discorso sarebbe se il governo utilizzasse il suddetto monopolio contro la popolazione, ma non mi sembra che spingere a vaccinarsi più gente possibile per il bene comune, fornendo a ciascuno la possibilità di farlo gratuitamente, rientri in un quadro del genere”. Invece ci sono evidenze che stia avvenendo proprio questo, che ciò che si persegue è la vaccinazione anche a costo di danneggiare la salute: Vaccinating people who have had covid-19: why doesn’t natural immunity count in the US?. BMJ, 13 set 2021. Vaccinare ignorando lo stato immunitario dovrebbe essere oggetto di indagine della magistratura. Che purtroppo ha una doppia contabilità, e qui e oggi vale quella in nero …

Cittadini, intellettuali, giuristi, politici, magistrati, giornalisti, se onesti, invece di basarsi su quello che hanno capito, o che gli conviene capire, dovrebbero – qualsiasi siano le loro posizioni – chiedere per prima cosa che lo Stato pubblichi, aggiornandola, la versione scientifica ufficiale dell’epidemia in base alla quale prende misure tanto gravi. Corredata dalle evidenze con le quali è stata costruita, e dalle evidenze che giustificano le misure. Anche come bilanciamento – implicito nella Costituzione – a salvaguardia di democrazia, legalità e civiltà. Su tale versione si potrà discutere. Invece lo Stato – in realtà chi lo occupa – fa in modo che fonti disparate vengano mischiate a produrre un rumore sul quale si erge come “ordinatore” sovrano e imperscrutabile.

@ Mauro N. Sui motori di ricerca si trova di tutto – inclusi buoni motivi per fare il contrario di quello che obbligano a fare i nostri governanti – ma non i dati e il ragionamento del governo. Che dovrebbero essere resi espliciti e consultabili, costituendo la giustificazione di questa sostituzione della Costituzione con le regole del ghetto. Per esempio, la magistratura dovrebbe avere un testo di riferimento, uno standard sui fatti in base al quale giudicare; giudicare anche la loro contestazione. Così invece, e la magistratura lo accetta, si giudica senza prima accertare i fatti, inferendoli, circolarmente, dalle misure contestate che lo Stato asserisce derivare da essi. Regolandosi in pratica sul saturation advertising, su quanto ossessivamente ripetuto dai media.

Lei considera lo Stato il braccio secolare della “scienza” cioè della ricerca in mano a Big Pharma. Ed esibisce gusti estetici singolari: trova “stucchevole” la richiesta di chiarezza, trasparenza, motivazioni, assunzione di responsabilità su provvedimenti estremi, e le sembra ricercata la parola “evidenza”. Quando a 19 anni, studente, entrai come interno in un laboratorio di ricerca, la prima cosa notevole che appresi, la prima correzione alla visione comune, è che nella ricerca empirica non ci sono “prove”, ma evidenze. Uno degli effetti delle manipolazioni e capovolgimenti dell’attuale doublespeak è che chi corre in soccorso al vincitore vede premiata la propria incompetenza, tanto che può vantarsene.

@ Mauro N. No, io sono della categoria, descritta dal PM Emilio Alessandrini, di quelli che non vengono pagati ma pagano per il loro lavoro. Su come sia fondamentale, su come sia la cosa da chiedere, per la salute fisica e morale – e per le future epidemie o le future frodi – che si stabilisca che lo Stato metta a disposizione di tutti, e dei magistrati e dei cittadini che ad essi si rivolgano, la sua versione scritta e motivata delle caratteristiche dell’epidemia, e delle ragioni che giustificano le particolari misure distopiche su quella superficie inferiore all’1 per mille delle terre emerse detta Italia, non mi va di parlarne con i troll di Palazzo Chigi, o comunque con lei. Anche perché probabilmente i magistrati che espongono le gigantografie di Alessandrini e degli altri uccisi mi daranno modo con i loro interventi, qui riportati, di illustrare come non si sta solo stracciando la Costituzione, ma si sostituendo l’ontologia, la visione della realtà materiale, biologica, che la Costituzione correttamente implica con un’altra, che suona come i discorsi di un affetto da schizofrenia, essendo espressione della follia predatrice dell’avaro (v. L’esproprio della salute da parte della medicina dei banchieri).

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29 settembre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post “Chiedere una perizia psichiatrica in un processo non è infamante: così si alimenta uno stigma”

I magistrati forniscono spesso l’effetto morsa: facendo da ganascia “buona” contro una ganascia “cattiva” aiutano a frantumare i resti della Costituzione. Di B. si considerino i trascorsi sinistri; ci vorrebbe un’analisi etnopsichiatrica sul perché gli italiani eleggono a governarli una massa di “dark triad” (narcisismo, machiavellismo, sociopatia) che li fa vivere male. Ma normalizzare le perizie psichiatriche è folle.

Così si diseduca il pubblico alla iatrogenesi sociale e culturale (Illich); che porta alla iatrogenesi clinica, la creazione di false malattie col pretesto di cercarle. Al contrario i cittadini devono avere ben presente che i test medici sono pericolosi quanto un intervento chirurgico o un farmaco, e non vanno somministrati senza reale indicazione clinica. Un test può distruggere una persona. O una nazione. Oggi set 2021 abbiamo una “peste” e una medicalizzazione della vita dell’intera popolazione costruita con test di laboratorio*.

“Il potere di etichettare dà il potere di distruggere” (“Primo non curare chi è normale”, A. Frances). Chiedere di non stigmatizzare mentre si vuole espandere la pratica è un tirare acqua, cioè clienti, al mulino degli psichiatri; è al livello della canzone “Gli uomini sessuali” di C. Zalone. I magistrati dovrebbero smettere di favorire l’uso del potere medico da parte del potere, pratica letale per lo Stato di diritto.

* It is time to stop calling asymptomatic positive test results ‘cases’. Hart, 28 set 2021.

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4 ottobre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Boero “Navi dei veleni: il caso di Otranto raccontato da Maritati è più attuale che mai”

Un altro magistrato scrittore* pugliese e eletto nei DS; come Carofiglio che in tv chiama chi non si vaccina “free-rider”; “scrocconi”, spiega Parenzo col quale fa un duo.

La lotta al potere può essere dal basso, genuina, o top-down, indotta dal potere per suoi disegni. (Un concetto utile per il caso Lucano). Conosciamo tutti i rischi che ci vengono rappresentati con le storie sulle “navi dei veleni”. Mentre non si parla dei rischi del benzene che con la benzina “verde” ha sostituito il piombo tetraetile. La tossicità ematopoietica, la capacità di provocare leucemia mieloide acuta e altre gravi malattie**. Lo respiriamo ogni giorno, ignari, imbevuti della propaganda giuliva su distributori e auto; mentre abbiamo viva l’immagine dell’ombra tenebrosa della mole di una nave sul fondo del mare.

Così pericoli alla salute in atto e diffusi vengono nascosti, stornando l’attenzione su aspetti ad alto impatto narrativo che non mettono in crisi il sistema. E che hanno il vantaggio aggiuntivo della paura che, depurata da responsabilità, viene diffusa perché spinga verso il business della biomedicina, come quello delle sovradiagnosi di cancro, altro tabù che viene favorito da questi allarmi strategicamente piazzati.

Nell’attività giurisdizionale, politica, autoriale, i magistrati tendono ad alimentare le denunce top-down e a soffocare quelle bottom-up.

*I magistrati scrittori. Sito menici60d15.
** Benzene. In: Casarett and Doull’s, Toxicology, the basic science of poisons, 2019.

Vedi il susseguente scambio con troll in : I magistrati scrittori

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8 settembre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Limiti “lda Boccassini, giusto celebrarla ma deve ancora chiarire quel buco investigativo”

Ho avuto modo di chiedermi quale sia lo status previsto per la magistratura negli accordi segreti USA-Italia da Cassibile in poi. Sarei grato a chi mi indicasse informazioni e studi sull’argomento. Stefania Limiti nell’evidenziare un aspetto rivelatore elegantemente glissa su valutazioni estetiche e morali delle recenti esternazioni della Boccassini circa un legame sentimentale con Falcone. Ma i due temi appaiono collegati, perché per praticare la doppia lealtà essendo energici sia nell’una che nell’altra, il che a volte coincide col servire efficacemente i mandanti e perseguire validamente gli esecutori materiali, occorrono tipi umani particolari; dai particolari profili psicologici, dove convivano vitalità e rassegnazione. E questa uscita non necessaria – e deprimente – sugli abbracci con Falcone è anch’essa rivelatrice per comprendere, attraverso una delle sue figure più rappresentative, il ruolo della magistratura nella storia contemporanea dell’Italia. Inclusi i criteri di selezione esterni – che hanno avuto nell’uccisione di magistrati la loro manifestazione estrema – coi quali si è dato forma all’attuale magistratura.

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Brescia, 13 ottobre 2021

Dott. Enrico Ravera
Presidente del Tribunale
prot.tribunale.genova@giustizia.cert.it

Censure de Il Fatto su sentenze pro-covid

La barbarie è l’assenza di standard (Ortega y Gasset)

Riporto miei commenti censurati da Il Fatto il 7 ottobre 2021

[v. Il sinallagma ipomafioso e la giustizia a cricchetto nell’operazione Shylock ]

Come vado ripetendo, dovrebbe esserci una versione ufficiale di Stato sulla epidemia, motivata e periodicamente aggiornata, sulla quale dibattere, anche in sede giudiziaria. Es, appare che i magistrati non
considerino la possibilità, concreta, di effetti avversi a medio e lungo termine, non noti data la “miracolosa” uscita dei vaccini in poche settimane dopo decenni di tentativi infruttuosi, che l’articolo che ho riportato e che è stato censurato documenta. Effetti avversi a medio e lungo termine dei quali gli effetti avversi a breve, che hanno portato Danimarca e Svezia a sospensioni della somministrazione, costituiscono avvisaglie (Why are we vaccinating children against Covid -19? Toxicology Reports, 2021, 8, 1665; Recent deaths in young people in England and Wales. HART, 11 ott 2021). Altri magistrati considerano il basso titolo anticorpale per giustificare la pratica, – più da Corte d’assise che da giudice amministrativo o del lavoro – di vaccinare ignorando l’immunità naturalmente acquisita. Quando “Gandhi and others have been urging reporters away from antibodies as the defining metric of immunity. “It is accurate that your antibodies will go down” after natural infection, she says—that’s how the immune system works. If antibodies didn’t clear from our bloodstream after we recover from a respiratory infection, “our blood would be thick as molasses.” (Vaccinating people who have had covid-19: why doesn’t natural immunity count in the US? BMJ, 13 set 2021).

Ma appare che i magistrati non ci tengano a una descrizione di riferimento della realtà fattuale sulla quale devono giudicare; ad avere uno standard sul quale si possa discutere. Appare che vada bene anche a loro fondare il “sereno convincimento” sull’atmosfera creata dall’azione combinata di governo e media, la cui natura il caso delle censure delle mie segnalazioni sugli effetti avversi mostra. Col risultato che la magistratura contribuisce allo spingere con la minaccia masse di italiani alle inoculazioni basandosi sulla propaganda; e alimenta la propaganda che accompagna le minacce con notizie di sentenze come queste, opportunamente manipolate nascondendo le critiche.

Distinti saluti

Francesco Pansera

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20 ottobre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post “Vaccino Covid, la sentenza del Consiglio di Stato: “Legittimo l’obbligo per il personale sanitario””

Si apprende dai media che 20 giorni prima della odierna pubblicazione di questa sentenza il Consiglio di Stato ha ospitato nella sua sede una premiazione per meriti medici. Ad alto tasso di inbreeding: quelli del bel mondo si sono premiati tra loro. Tra i nomi, Cristina Messa (attuale ministro dell’università e ricerca), Gianni Letta, Vicenzo Paglia, Silvio Brusaferro, Beatrice Lorenzin, Renato Balduzzi, Livia Turco, Francesco De Lorenzo, Maria Pia Garavaglia, Walter Ricciardi, Corrado Augias, Roberto Burioni, Daniela Minerva, Domenico De Masi. A fare gli onori di casa il presidente di quest’organo costituzionale, Filippo Patroni Griffi.

Sponsor dell’occasione mondana a Palazzo Spada: Industrie Farmaci Accessibili, Intesa Sanpaolo, Igiene Urbana Evolution, Abc Farmaceutici, Accord Healthcare Italia, Baxter, Doc Generici, EG, Laboratorio Farmacologico Milanese, Salf, Teva Italia, Viatris-Mylan. L’atmosfera promiscua tra magistrati e stakeholder fa venire in mente il titolo di un’opera di un parente del presidente, Giuseppe Patroni Griffi: “Gli amanti dei miei amanti sono i miei amanti”.

Le sentenza non lo dice, ma tra i suoi effetti principali vi è quello di selezionare la classe medica – e quella che viene chiamata “comunità” scientifica – in senso conforme. I cittadini italiani dovranno ringraziare anche di questo anfitrioni, ospiti e sponsor della serata di gala nel sontuoso palazzo occupato dai giudici amministrativi.

@ Pollock. Grazie. Mi sono basato su una email del 22 set 2021 ricevuta dalla EDRA spa: “Giuria d’eccellenza e ospiti d’onore alla prima edizione del Premio De Sanctis per la Salute Sociale”, e su questi due articoli: “Augias, Burioni e De Laurentiis, chi ha vinto il premio per la salute sociale” Formiche, 27 set 2021; “Alla Cri il premio della Fondazione De Sanctis”. Giornale della Protezione Civile, 28 set 2021. Non ho approfondito, perché nonostante un passato come anatomopatologo trovo molto sgradevoli certi “quadri diagnostici”.

Apprendo da un altro commentatore che l’estensore della sentenza è stato Franco Frattini. Su questo importante e tipico Consigliere di Stato v. “Riecco Frattini, “fattorino” Nato”. Il Fatto, 6 ott 2012. Credo che molti di questi magistrati appartengano alla categoria, così frequente nei palazzi romani, di quelli che chiamo “i Luna piena”: onnipotenti davanti al cittadino comune perché, come la luna della poesia di Trilussa “La lucciola” (“La Luna piena minchionò la Lucciola …”) vivono di ciò che riflettono da poteri superiori. E questa sentenza, che seleziona e incentiva i medici secondo il criterio di Glengarry Glen Ross (come le epurazioni precedenti delle quali il Consiglio di Stato si è macchiato, che hanno favorito l’attuale “sociogenic mass illness” a danno della nazione) ne è un esempio.

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23 ottobre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post “‘Il virus perfetto’, lo speciale di PresaDiretta sulle questioni irrisolte della pandemia Crisanti: “Lombardia? Era seduta su una bomba””

La bomba sulla quale i lombardi stavano e sono seduti, e che è stata fatta esplodere dando così l’avvio mondiale al covid, è la compliance particolarmente stretta della medicina locale, aggressiva e facile alla iatrogenesi, con le direttive internazionali sulla medicina come strumento di profitto e potere.

“Models only say what they are told to say” e i modelli predittivi e descrittivi dell’Imperial College sul covid sono noti per costituire la trasposizione in numeri di argomenti falsi a giustificazione delle misure politiche e delle loro conseguenze negative. Avere messo l’Imperial College, via Crisanti, come consulente dei magistrati mi ricorda la scena finale di “Anni Ruggenti“, da rivedere ora che si agita il fascismo mussoliniano per mimetizzare l’asservimento al fascismo dei banchieri. “Camerati, ho preferito telegrafare perché non amo le ispezioni segrete. D’altronde sarebbe stata una mancanza di fiducia in voi, che siete le forze vive della nazione” (il gerarca vero al suo arrivo dopo che Manfredi è stato riconosciuto).

Per chi fosse interessato a possibili ricostruzioni mainstream ma almeno plausibili e non farsesche, segnalo M. Girardot, “A Novel Perspective on a Not So Novel Virus”, es. : “This doesn’t require a PhD to understand: if many weak people are grouped together and share high doses with each other, they end up poisoning one another, repeatedly. Care homes turn into virus production factories releasing massive viral quantities in the ambient air.”

@ Marco Poltiglia: Sui modelli matematici in generale, la loro soggettività e il loro potere retorico e persuasivo: Models Only Say What They’re Told to Say. In: Prediction and Causality in Econometrics and Related Topics (Studies in Computational Intelligence, 983) 1st ed. 2022. Reperibile online.

Sui precedenti storici dei modelli epidemiologi dell’Imperial College, e delle loro mistificazioni e danni: Use and abuse of mathematical models: an illustration from the 2001 foot and mouth disease epidemic in the United Kingdom. Rev. Sci. Tech. Off. Int. Epiz. 2006. – Holocaust. In: The Epidemiologists: Have they got scares for you ! Brignell J. 2004.

Sulle predizioni apocalittiche sballate e l’inserimento nella propaganda ufficiale per il covid: The Imperial College model. In: A state of fear. How the government weaponised fear during the covid-19 pandemic. Dodsworth L. 2021.

Su cosa ritengo sia accaduto: Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale. Sito menici60d15.

Su come procedure giudiziarie convolute e commistioni tra responsabili e potere giudiziario abbiano in precedenza portato all’impunità su altre stragi indotte e pilotate dall’alto e da fuori in Lombardia: La maledizione di Piazza Fontana. Salvini G. 2019.

@ Marco Poltiglia: Piuttosto che di ribaltare il tavolo io parlerei di separazione delle funzioni e delle carriere. La separazione tra chi commette reati e chi li deve contrastare; che, ampia e ben marcata nel caso dei rubagalline, decresce con l’aumentare del potere di chi delinque; e da un certo livello sfuma e sbiadisce fino a che ai livelli più alti non si distingue neppure un tenue piano di clivaggio, e il cittadino che si oppone si trova davanti un fronte unico composto sia da ladri che da guardie.

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1 novembre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post “Trieste, il prefetto Valenti chiude piazza Unità d’Italia: “Diritto di manifestare temporaneamente compresso per salvaguardare la salute””

A Valenti scrissi, inutilmente, il 23 set 2016, quando era prefetto di Brescia: l’ ACI (presidente l’avv. PierGiorgio Vittorini) nel rinnovarmi la patente me l’aveva consegnata con l’immagine della faccia cancellata, irriconoscibile. Il prefetto Valenti avallò il mascariamento. A proposito di pass e discriminazione, anni dopo Iliad (CEO Benedetto Levi) mi rifiutò un abbonamento a internet, sostenendo che la patente non è valida. Avendo protestato Iliad voleva togliermi anche il primo abbonamento che aveva stipulato con me. Dovetti scrivere al questore di Brescia* per evitare di perdere linea e numero telefonico del cellulare. Un episodio tra tanti più gravi.

Valenti fa un appello ai manifestanti “che si ostinano a violare la liberà altrui”: “Lasciate vivere gli altri”. Per me vi è una rete che abusando del potere istituzionale si occupa di reprimere denunce e dissenso che ostacolino i disegni di potere e sfruttamento sull’Italia. Non lasciando vivere. Un’attività che chiamo “caetanismo”, da via Michelangelo Caetani. Dove ha sede dal dopoguerra il Centro Studi Americani, che oggi trasmette direttive sulla medicina scrupolosamente eseguite dai vari poteri dello Stato. Presidente Gianni De Gennaro, presidente onorario Giuliano Amato. Fu davanti al centro che parcheggiarono la Renault rossa**.

* racc. “Facce annerite e facce di sterco” al questore Signer. 19 ott 2020.
** Il golpe di Via Fani. De Lutiis, 2007.

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Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Canino

“Imma Tataranni, parla l’attrice Vanessa Scalera: “Sono così diversa da lei che per strada non mi riconosce nessuno”. Ecco il segreto del successo della serie di Rai1”

Ilda e Imma

Sia il magistrato onesto che quello corrotto sa quanto sia vitale il “prestigio”. Eppure la Boccassini, ex magistrato di primo livello – premiata, notare, come “top global thinker” da “Foreign Policy” – esibisce l’immagine di sé goffa e dozzinale dell’avvinghiamento nel volo notturno.

Vi si può forse vedere una correzione della retorica mediatica sui giorni tragici a Palermo nel 1993. Che servirono, dopo che ai vari obiettivi principali per imporre un nuovo corso, anche a fornire copertura e alibi ai magistrati: fatti figurare da allora come colleghi dei valorosi uccisi, quando li hanno traditi da vivi e da morti. Ora col covid siamo a un nuovo snodo; e polizie e magistratura sono impegnati nell’operazione “Hic Rhodus” cioè nel fare gli gnorri davanti allo scempio del diritto e della Costituzione, e anzi collaborare. In futuro sarà peggio. Il nascondersi dietro alla celebre foto di Falcone e Borsellino mostra la corda. Allora si aggiunge la retorica del “magistrato uomo tra gli uomini”, con le sue debolezze; e della PM fedifraga Imma la Rossa, coeva mediatica delle sgraziate rivelazioni amorose della Boccassini. Un cuscinetto soap per la realtà di ben altri rapporti e infedeltà delle toghe con le foreign policies che dominano l’Italia. Gli italiani hanno creduto all’alibi scritto col sangue e crederanno a queste aggiunte scritte col rossetto; mentre Palamara, Ungheria, Cartabia segnano la strada verso “a new low” della giustizia per i cittadini onesti.

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8 novembre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post “Borsellino quater, la Cassazione: “Anomalie e zone d’ombra ma strage di via D’Amelio ha paternità mafiosa””

Dato il contesto attribuire agli esecutori mafiosi anche il ruolo di mandanti appare irrealistico. Di sicuro è illogico escludere positivamente “variabili latenti” quando vi sono segni concreti, ammessi pur snobbandoli dagli stessi giudici, della loro azione. E’ un passaggio di testimone tra ricostruzioni che non smascherano i disegni di potere ma ne favoriscono il proseguimento. Ci si accinge a giustificare la strage covid in Lombardia orientale con narrazioni di comodo scritte dai mandanti. Dall’oniricità dei viddani dotati dei superpoteri dei fumetti a quella della strage covid focalizzata entro sanità locali, che sono efficienti emissarie dei registi, come dovuta ad una insufficiente aderenza ai dettati dei registi.

Col covid diritto e scienza si stanno malamente congiungendo. E con essi mistificazioni scientifiche e paralogismi giuridici. E’ tenuta nascosta dagli imbonitori mediatici – ma è sottolineata dagli esperti onesti – l’importanza delle variabili latenti in epidemiologia. Latenti non vuol dire inimmaginabili o esoteriche, essendo spesso entità comuni, ma trascurate nell’impostazione, soggettiva, del modello. Va riconosciuto come parallelamente sia praticata la ricostruzione giudiziaria surrettizia, dove si espelle l’evidenza di fattori sottostanti, “latenti” ma non così arcani, diversi da quelli evidenti e pubblicizzati sui quali si addossano in toto le responsabilità, e sui quali si cuciono significati che prolungano l’eversione.

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8 novembre 2021

Possibile che dei magistrati non sappiano distinguere tra obbligo formale e coercizione di fatto? E’ uno scherzo da prete – cui i preti non sono estranei – costringere, pena la perdita immediata dell’accesso al lavoro e dello stipendio, a procurare di farsi introdurre, a proprie spese, tamponi nel proprio faringe, a intervalli misurati in ore, in continuazione per mesi e mesi, senza una data di fine pena certa; sino a che non si cede, e ci si fa inoculare non vaccini ma farmaci che sarebbero preventivi di malattia, noti comportare rischi di salute; farmaci che del vaccino, e quindi dei corrispondenti benefici diretti sulla popolazione, hanno solo il nome, non fermando secondo la stessa narrazione ufficiale l’epidemia, nonostante l’elevato tasso di inoculati.

Non è una sentenza da magistrati, ma una coonestazione, una complicità da burocrati che diranno di avere eseguito ordini, certificare una legittimità legale dell’imposizione di questa progressiva e lenta compressione giugulatoria – contraddittoria anche rispetto al pressoché nullo peso dell’epidemia tra gli scolari – senza esporre in maniera esplicita quelli che si ritiene autonomamente essere gli elementi di fatto giustificativi, dando per buoni a priori quelli sommariamente addotti dai soggetti che occupano lo Stato.

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11 novembre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post “Il figlio di 12 anni testimonia in Tribunale contro il padre no vax: “Le cose che mi dice non hanno molto senso””

Nei paesi anglosassoni disposizioni di legge, es. la “Gillick competence”, prevedono che un minore di età inferiore ai 16 anni possa scavalcare entrambi i genitori nelle decisioni sul sottoporsi a trattamenti medici. In Italia per ora questa agevolazione non c’è. Può darsi che nell’agenda Cappato vi sia anche questo traguardo. Da noi quando possibile, come nei casi di dissenso tra i genitori, i magistrati usano lo stesso principio di civiltà giuridica che applicano innumerevoli volte su questioni che riguardano la salute e il business biomedico: “in dubio pro Leo”. Qui il Leo, cioè quello tra gli stakeholder che ha la forza e gli artigli del leone, è dato dalla Pfizer e dalle forze che stanno abolendo lo stato di salute naturale dei cittadini, l’antica ingenua credenza sotto la cui influenza fu scritta la Costituzione, per sostituirlo con quello ben più scientifico della salute ottenibile solo via continuo monitoraggio e intervento medico, di massa, somministrati in forme coattive che configurano un nuovo assetto dei rapporti tra potere e individuo.

Un aggiornamento sullo stato della scienza riguardo alle miocarditi da vaccino in minori: Following the Science or the Silence? Censorship concerns grow. Hart, 8 novembre 2021.

@ Ermete Macchioni. I magistrati ergono, insieme ai bambini, la fiaccola della ragione contro i borbottii insensati del complottismo, dice lei. A me invece sembra un insinuarsi nei rapporti familiari e spaccarli, in una versione liberista dei metodi della Stasi e di altri assolutismi. Metodi che posso testimoniare sono usati sistematicamente, grazie ai sedicenti colleghi di Falcone e Borsellino, anche per eliminare il dissenso.

Un altro tema che il marketing impone alla cultura, e anche all’amministrazione della giustizia, è quello del bambino in grado di comprendere e valutare complessi temi scientifici che confondono gli specialisti. Harry Potter, Greta, gli insopportabili mocciosi che danno lezione in tv. Non è che i bambini hanno raggiunto e superato i grandi. E’ che si infantilizzano gli adulti. Si vuole il ragionamento puerile.

Sarebbe interessante conoscere quali argomenti di buon senso, es. sugli effetti dei lipidi anionici del vaccino, i magistrati riconoscono a un dodicenne. E cosa ne pensano loro stessi. E che uso fanno della categoria del complottismo, la carta jolly che permette di fare orecchie da mercante su denunce scomode; di trasformare in una passeggiata di salute un compito ingrato come quello di opporre il diritto alla prepotenza.

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18 novembre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Sofia “Buccini presenta “Il tempo delle Mani Pulite”. Il procuratore Ielo: “Indagine? Tentativo di legge uguale per tutti, non si voleva la rivoluzione””

Estraneo a quel mondo, mi resi conto della realtà della corruzione casualmente. Fermatomi in una città del Nord industrioso davanti alla sua vetrina, un antiquario attaccò bottone. Nel chiacchierare mi disse che gli affari si erano fortemente ridotti dopo Mani Pulite: suoi pezzi venivano usati per giustificare mazzette, come ritrovamenti in soffitta.

Allora l’azione giudiziaria fu collineare rispetto alla volontà dei poteri forti che negli stessi mesi cambiavano l’assetto dei Paese; e andò allo stesso tempo nel senso della legalità. Anche oggi, col covid, l’azione giudiziaria è coerente con le volontà dei poteri forti e va nello stesso verso; ma stavolta in direzione opposta a quella della legalità, essendo muta, inerte e collaborante davanti al massacro della Costituzione, e al conseguente sconvolgimento sociale ed economico. (Idem per i giornalisti).

La variabile indipendente appare essere la consonanza coi poteri forti. I magistrati si trovano oggi a remare in accordo coi forchettoni cui non garba l’azione anticorruzione. Le toghe dello Stato sono arrivate a dare l’apporto necessario all’eliminazione di chi è di intralcio ai disegni illeciti dei poteri forti; qualcuno dei Giuda (P. Borsellino) ha anche lui intascato, ho saputo dai media, belle somme per pezzi di pregio trovati in soffitta. Le autocelebrazioni per la lotta alla corruzione e alla mafia nascondono la terza testa, segreta, del mostro: il tradimento.

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26 novembre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post “No Green Pass, perquisito un uomo che fermò le riprese di PiazzaPulita. I magistrati di Milano: “Agiscono con logica da branco””

Questa non è attività giornalistica ma documentaristica: si filma e si intervista come in un documentario su un branco di animali esotici, o una tribù di eccentrici selvaggi. E’ rivelatore che i magistrati, in sintonia, attribuiscano la reazione a tale trattamento a un “branco”. Sarebbe interessante sapere se controllano, come sarebbe loro dovere, se questi incidenti non sono causati e gonfiati da agenti provocatori. Da entrambi i lati. Posso testimoniare che c’è un altro branco. Che con consumata viltà tiene chi critica le frodi della medicina, e ora quelle del covid, in un bagno di molestie, violenza privata, boicottaggio, minacce, vandalismi. Un branco che non potrebbe operare senza gli strumenti delle forze polizia, e senza le coperture di chi dovrebbe tutelare la legalità.

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Brescia, 29 novembre 2021
Dr. ssa Elisabetta Melotti
Procuratore della Repubblica
Rimini

prot.procura.rimini@giustiziacert.it

La censura del gatto e la volpe su Antimafia e caso Pantani al tempo del Covid

in Per cosa è morto Pantani. Lo sport e il marketing farmaceutico

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30 novembre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. D’Auria “Rudy Guede è libero: così si chiude la stagione della giustizia pop”

La “giustiza pop” che applica il “codice atlantico”, rectius nord-atlantico, è alive and kicking nel paese dove il soggetto messo a capo delle BR, Moretti, e il magistrato messo sullo scranno più alto, Salvi, concordano nell’attribuire esclusivamente alle BR l’eliminazione di Moro. Poche settimane fa la ricostruzione di comodo scritta dai magistrati sotto dettatura dei mandanti che attribuisce alla mafia anche il ruolo di mandante, oltre che quello di manovale, per Via D’Amelio. Sembra essere in rampa di lancio un’altra ricostruzione scritta dai mandanti e recitata da inquirenti e indagati, che protegge il dolo e il danno e li prolunga. Ieri sui media la notizia che il proc. di Bergamo dice che Speranza non gli ha detto la verità sul piano pandemico. Il duetto ministro e procura attribuisce la strage in Lombardia orientale, che è servita a livello mondiale a giustificare le misure liberticide e iatrogene, ad una insufficiente diligenza nel seguire i dettami dei mandanti dell’operazione covid. Diligenza che Speranza ha sempre applicato perinde ac cadaver – mentendo, impunemente, ogni giorno, più volte al giorno, da 20 mesi. Una versione che non spiega – a meno di appiccicare ulteriori pezzi assurdi a questa epidemia ircocervo – perché vi sia stato uno spaventoso livello di mortalità di una “pandemia” esclusivamente in quell’area, microscopica rispetto al resto delle terre abitate. Versione assolutoria che inoltre giustifica gli abusi che seguirono e quelli che verranno.

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2 dicembre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post “Obbligo vaccinale, Consiglio di Stato respinge il ricorso di un medico: “La salute collettiva prevale su dubbi scientificamente infondati””

La risposta immune che un vaccino in teoria suscita ha due effetti separati: da un lato nell’individuo il contrasto alla malattia; dall’altro sulla popolazione lo spegnimento delle epidemie limitando la trasmissione della malattia – non della positività a test, ora promossa a “caso” e “contagio”. Le epidemie vere terminano per deficit di trasmissione data la risposta immune cumulativa. E’ a questa seconda funzione che può essere attribuito alla vaccinazione un valore per la collettività. Ma questi inoculi sono privi di tale capacità, come dice la versione ufficiale; che, contro ogni plausibilità storica e biologica, vuole che l’epidemia impazzi dopo 20 mesi, per giustificare l’incrudelirsi delle pastoie. Per trovare un barlume di giustificazione sul piano collettivo si usa quella del sovraccarico del sistema sanitario. Nonostante la popolazione nazionale si sia come rimpicciolita di dieci volte dati i tassi di vaccinazione; e più ancora dato che le categorie realmente suscettibili hanno tassi di vaccinazione subtotali.

In nome della salute collettiva si sta costringendo, col ricatto sul lavoro, ad assumere sostanze ad asserita azione preventiva individuale, non prive di gravi rischi, che si ammette non essere efficaci come vaccini sul piano della salute collettiva. Per dare veste legale a un simile legerdemain bisogna essere privi di diverse caratteristiche ed averne altre; in una combinazione che uno si aspetta in figure molto diverse da quella del magistrato.

@ Fabrizio Fabrizi. “Nella persona che non ha credito, l’abitudine a ben ragionare, a non accontentarsi delle vane apparenze, è una colpa. Poiché ogni buon ragionamento offende” Stendhal. Intanto dopo i magistrati USA anche una commissione della Camera dei Lord UK si è espressa contro la vaccinazione obbligatoria del personale medico*. Tu ripeti il commento maligno che si usa in Calabria: “s’anu jungiutu”, si sono uniti, a significare che due sono sulle stesse posizioni essendo della stessa pasta. Il similia cum similibus vale anche per il Consiglio di Stato, che ha tra i suoi meriti quello di avere selezionato, e di continuare a selezionare, medici secondo criteri diciamo internazionali. Togliendo credito agli indegni. Affidando le operazioni a valorosi come il suo Frattini, già curatore dei nostri interessi come ministro degli esteri: “Riecco Frattini, “fattorino” Nato”. Il Fatto, 6 ott 2012. I fattorini di vario tipo** di cui la NATO dispone “jungiuti” permettono di esercitare il controllo sul Paese, anche selezionando la classe dirigente appropriata.

*Evidence is insufficient to back mandatory NHS staff vaccination, says House of Lords committee. BMJ, 3 dic 2021.
**Willan P. Puppetmasters. The political use of terrorism in Italy. 2002.

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V. Le banalità tossiche di Carofiglio. In Milizie bresciane

9 dicembre 2021 (Censurato).

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… Ciò vale anche in sede giudiziaria, altro possibile movente della censura. I magistrati giocano la parola jolly “scienza”, dando per vero a scatola chiusa tutto ciò che porta questo bollino ufficiale. Così facendo non difendono la Costituzione che ostendono solenni quando gli conviene, ma aiutano a seppellirla, sostituendo ad essa come standard di riferimento la scienza inversa delle frodi. Dovrebbero invece essere costretti, dalle richieste dei ricorrenti e dalla dottrina, davanti a sospensioni gravissime dei diritti in nome della scienza, a valutare esplicitamente in primis se si tratta di “scienza scienza” o di scienza inversa. Dovrebbero recuperare la diffidenza per le versioni di parte che è base e dovere della loro professionevre; ed è alla base della democrazia, diceva Demostene. Il ruolo complice della magistratura, sia negli interventi eversivi su commissione dei decenni passati, sia nelle frodi mediche istituzionalizzate, è largamente sottovalutato. Oggi abbiamo una fusione di eversione di Stato su commissione e frode medica istituzionalizzata, in un ibrido che non a caso ha assunto le forme più viruente in Italia: grazie anche al collaborare e rintanarsi dei sedicenti eroi della lotta a mafia, terrorismo e corruzione. Oltre che una scienza inversa vi è un diritto inverso. Le due aberrazioni stanno operando in concorso. In Svezia, dove si è applicata non la scienza inversa ma la scienza diretta, la scienza vera, la media mobile su 7 giorni della mortalità giornaliera per covid è a una cifra, cioè inferiore ai 10 decessi al giorno, dal 22 maggio 2021. Spesso è inferiore a 5. Da noi la scienza inversa ha costruito una epidemia-tsunami che è servita da giustificazione all’instaurare un mostruoso diritto di privati ad accedere, tramite il potere dello Stato, all’interno del corpo dei cittadini e intervenirvi. Le decisioni dei magistrati in nome di una scienza inversa vanno considerate come diritto inverso; e come parte integrante dei meccanismi alla rovescia che alimentano questa “epidemia” e gli sfaceli che comporta. [continua].

da: “Scienza inversa”: un concetto da opporre alla parola tappabocca “scienza”

9 gennaio 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Covid, Remuzzi a La7: “Nulla al mondo è più sicuro dei vaccini a mRna. No vax duri e puri? Sono una religione, non li convinceremo mai” “

La CISL è un sindacato clericale pesantemente colluso coi poteri e con gli apparati che stanno instaurando un mostruoso diritto di privati ad accedere, tramite il potere dello Stato, all’interno del corpo dei cittadini e intervenirvi. Comunque un suo segretario generale, Pezzotta, anni fa una cosa giusta la disse sulle contrattazioni: o si picchia o si parla. Qui Remuzzi dice che bisogna “convincere” e intanto chi non si convince è oggetto di “misure” ispirate dall’arcivescovo Ruggieri e dalla “aquae et igni interdictio”. [continua]

da: “Scienza inversa”: un concetto da opporre alla parola tappabocca “scienza”

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21 gennaio 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Uccise la madre 92enne gravemente malata perché soffriva: dopo tre anni confessa e viene assolto”

Insieme a quella dell’assoluzione per l’eutanasia della madre, è di oggi la notizia di una forma di obbligatorietà di test clinici in Puglia: tutte le donne dai 40 ai 74 anni riceveranno la convocazione per lo screening del cancro al seno, e verranno multate se non daranno disdetta. Si va creando una “giurisprudenza” “ridicola e sinistra” (Pasolini) che associa cure coatte su sani e omicidio dei malati scomodi. La si sta costruendo insinuandosi in interstizi e forzandoli; con magistrati che tali spazi li lasciano aperti o li spalancano. La contraddizione è solo apparente: sia la medicalizzazione -iatrogena – ora arrivata all’esproprio della salute, che viene erogata dallo Stato tramite interventi medici, sia i colpi di grazia agli scomodi sono coerenti col business. I magistrati sono collaborativi su questi obblighi abnormi, che da quello “unethical, immoral, discriminatory, ineffective” e che favorisce la diffusione del virus* sul vaccino covid si estendono ora a pratiche fortemente criticate, ridotte o abolite altrove data la iatrogenicità, qual è lo screening per cancro della mammella. Allo stesso tempo i colleghi di Falcone e Borsellino, ma anche di Palamara, si danno da fare per produrre fattispecie presentabili e quindi fessure giuridiche per i successivi piedi di porco anche sullo smaltimento di chi dopo essere stato ridotto a malato non è più redditizio.

*Open letter to House of Lords on NHS Vaccine Mandate. Hart 3 gen 2022.

@ Pier Francesco Del Signore. La libertà al tempo del covid è capovolta. La libertà è non ricevere cure pesanti e nocive che arricchiscono il business e che poi riducono la persona in uno stato tale da fargli acconsentire ad essere abbattuta. La libertà è non subire medicina push, proibita anche dal giuramento di Ippocrate. E quindi è non dover temere sanzioni pecuniarie e morali se non si risponde a una convocazione a farsi irradiare le mammelle per ottenere dati notoriamente inaccurati e poco utili, coi gravi danni che – occultati – possono derivarne.

Che tu, 19496 commenti a macchinetta pro business medico, corra in soccorso ai magistrati, compreso Emiliano, che in questi giorni a loro volta corrono in soccorso al più forte dando per assodate le inverosimili versioni ufficiali dello Stato che avrebbero il dovere di verificare, mi ricorda un articolo sul non forzare queste decisioni che in epigrafe riporta la procedura giudiziaria dove prima si emette la sentenza e poi si giudica:

“Let the jury consider their verdict,” the King said, for about the twentieth time that day. “No, no!” said the Queen. “Sentence first — verdict afterwards.” “Stuff and nonsense!” said Alice loudly. “The idea of having the sentence first!” “Hold your tongue!” said the Queen, turning purple. “I won’t!” said Alice. “Off with her head!” the Queen shouted at the top of her voice.”(Whither scientific deliberation in health policy recommendations? Alice in the Wonderland of Breast-Cancer Screening. NEJM, 1997).

@ for a wonderful world. Grazie per la solidarietà. Seguendo da anni le frodi mediche strutturali, ho descritto tante volte come i magistrati le servano volontariamente. Non meno dei politici. A differenza di tanti politici, i magistrati tranne eccezioni mai prenderebbero una mazzetta. Ma quanto ad asservimento ai poteri forti non sono meno compromessi dei politici. Sto pensando di scrivere sui magistrati nell’operazione covid, mostrandone il ruolo partecipe. Es. l’alimentare il mantenimento abnorme e surrettizio dell’epidemia consentendo confirmation bias su ricoveri e TI, tramite l’epurazione illegittima dei medici che non si prestano. I magistrati non dovrebbero applicare senza fiatare leggi che sono “anticostituzionali” quanto lo è una coltellata a chi intralci progetti criminosi; e non si limitano ad applicarle ma rilanciano. Longanesi diceva che gli italiani vogliono fare la rivoluzione coi carabinieri: il mistero più tremendo e intoccabile delle varie sventure del Paese è dato dalla tiepidità timorosa dell’italiano medio. Sarebbe ora di considerare, oltre a quelle dei soliti noti, delle teste di turco deputate, anche le responsabilità dei magistrati e delle forze di polizia nelle imposizioni “ab extrinseco” che deformano e storpiano il destino del Paese.

@ oimetra. Strano, perché in Romagna c’era una certa tradizione contro le prepotenze dello Stato. Si vede che l’involuzione politica che ha portato dal socialismo umanitario a Renzi prende in Puglia forme da fascismo agrario, mentre in Emilia maschera la servitù volontaria da solidarietà sociale. Segnalo: Susan Bewley: “Things should never be the same again in the screening world”. British Medical Journal 14 apr 2020. E’ una donna inglese, professore di ostetricia e ginecologia, che sullo screening per il cancro della mammella non ha affatto la presuntuosa dabbenaggine che lei attribuisce a tutte le donne della sua regione.

@ oimetra. Lo screening aumenta la probabilità di finire in sala operatoria e non prolunga la vita:
-Estimates of overdiagnosis of invasive breast cancer associated with screening mammography. Cancer Causes Control, 2010. 21:275.
-Why cancer screening has never been shown to “save lives”—and what we can do about it. BMJ, 2016. 352:h6070.
-The secret harms of cancer screening. Lown Institute, 31 gen 2020.
-Breast screening should be scrapped. The Guardian, 2 ago 2011.

 

Mafia? Due anni fa ho inviato a un’amministrazione comunale del Sud, che pure si è messa a esaltare lo screening mammografico, i libri “Gotzsche P. Mammography screening. Truth, lies and controversy. Radcliffe, 2012. Gotzsche P. Deadly medicines and organized crime. Radcliffe, 2013.” Io ho ricevuto rappresaglie; l’amministrazione è stata poi sciolta per infiltrazioni mafiose. La linea della palma che sale e la linea del mammografo che scende sono legate. Anche nei metodi di difesa dei loro affari; con la disinformazione tutelata dai magistrati. La mafia da cinema fa da paravento a spinte insospettabili che determinano sia le punizioni di Emiliano alle donne che non scattano alla premura pelosa dello Stato perché si sottopongano a una pratica invasiva che in paesi più avanzati si discute come limitare o abolire; sia la comprensione dei suoi colleghi giudici, altrimenti sordi e impassibili su tante mostruosità materiali e giuridiche commesse in nome della medicina, per i cuscini sulla faccia dei malati gravi.

@ Synesthedy. Ci sono differenze ma non sono essenziali: entrambi i sistemi prevedono un terzo pagante, e una medicina dettata dall’offerta privata. La nostra medicina non è veramente pubblica: è a terminale pubblico, ma è definita nella dottrina e nella pratica – e nella selezione dei medici – dai grandi interessi privati, ormai fusi con la finanza. Che con una medicina a terminale pubblico possono avvalersi, grazie alla loro forza, dei poteri dello Stato – di uno Stato debole e asservito – inapplicabili direttamente. Ciò che appare evidente col covid. Infatti in USA si preme per andare verso una medicina “pubblica” di questo genere, che in realtà è una forma di medicina privata che si potenzia munendosi dei poteri dello Stato. Da aggiungere che lì, dove tutto nasce, hanno frenato sugli screening, es. quello della prostata, non potendo continuare a negare il bilancio sfavorevole, evidenziato da fonti autorevoli. Appare che il business voglia scaricare questo lucroso prodotto a dir poco mediocre, in realtà peggio che mediocre, sulle altre zone, come quelle meridionali della colonia italica, finora rimaste escluse, non per virtù ma per arretratezza economica.

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27 gennaio 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post ““Non mi vaccino, non sono una cavia”, morta di Covid 52enne che ha rifiutato anche il ricovero”

Lo Stato toglie il lavoro agli insegnanti in nome di una epidemia che non riguarda gli alunni. Proibisce di comprarsi i calzini e di ritirare la pensione alla posta. Nell’ambito di misure che in questi giorni pongono l’Italia su tre podi negativi: sia delle anomale metriche di una anomala epidemia; sia, di gran lunga, della pesantezza delle misure antipersona dette “anticovid”. Sia quindi delle contraddizioni, indicative di danno alla salute da sospensione dei diritti democratici, perché le prime due dovrebbero essere correlate in senso inverso, e non diretto. Una configurazione perversa davanti alla quale la magistratura è come se non ci fosse. Non si chiede perché nazioni che non hanno queste restrizioni vanno molto meglio. Perché milioni di non vaccinati nel mondo campano benissimo mentre i vaccinati contribuiscono al perdurare dello stato di eccezione. Se i soldi versati a medici e ospedali dietro diagnosi covid, e l’epurazione dei medici che non si prestano, non abbiano effetti perversi. Se sia lecita l’alterazione delle statistiche sulle TI, ammessa ieri dal sindaco di Amburgo, descritta in UK, e in Italia. Invece abbiamo il procuratore di Lodi che pratica una sweeping generalization, e un endorsement di trattamenti farmacologici forzosi nonostante siano dubbi, sulla base di una notizia di parte. Muoiono i vecchi diritti e ne nascono di nuovi, come questo dei magistrati di prendere per oro colato le anomalie sulle quali sarebbero pagati per indagare.

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9 febbraio 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post di AntonioCarbonelli “Obbligo vaccini, il Consiglio della Giustizia amministrativa siciliana vuole vederci chiaro”

Sto raccogliendo le parole e le espressioni che nell’attuale “infodemia” sono utili a descrivere ciò che accade e invece mancano. In tema di “giustizia prudente” (“Il battuto era almeno un imprudente.“…) una è la “availability cascade” sul covid. Un’altra, connessa, è il “teorema di Thomas”, caposaldo della sociologia, riportato anche in testi di criminologia: “Quando situazioni vengono definite come reali, sono reali nelle loro conseguenze”. Le due espressioni riguardano meccanismi di autoavveramento. Che i magistrati stanno favorendo invece di impedire. Es. permettere l’epurazione dei medici contrari alla vaccinazione produce una selezione di medici che accettando, per convinzione, paura o calcolo, la versione ufficiale permettono la continuazione iatrogena, materiale e nei “numeri”, dell’epidemia senza precedenti tramite scelte cliniche soggettive. A danno della salute dei cittadini.

Es. tramite lo “incorporation bias”: diagnosticare una malattia in base a uno standard che comprende il criterio che dovrebbe essere validato. Una circolarità praticata anche dai magistrati che danno per indiscutibile la versione ufficiale, cioè il re nudo* sul quale sono chiamati a verificare e giudicare. Quarta, il “lysenkismo” è la distorsione violenta di modelli scientifici a fini totalitari. E il magistrato onesto e capace dovrebbe chiedersi se non è questo il caso.

*The Official Regime Coronadoom Narrative Has Taken A Series Of Vicious Body Blows. Briggs, 8 feb 2022.

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15 feb 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Marfella “Si scopre che la camorra assicura un welfare avanzato. E lo stato?”

Veramente che il farmaco sia una “risorsa” lo si vede a occhi chiusi, oggi 15 feb 2022, quando a chi non se ne fa iniettare uno di dubbia utilità e sicurezza viene tolto il lavoro. Alla mafiosa. Ma Marfella si riferisce non ai trilioni di dollari del business farmaceutico, ma umilmente alla piccola lasagna per gli impiegati di concetto della ricerca. Che con sincerità partenopea accosta alle vedette dello spaccio. Non solo il farmaco è pilastro centrale dell’economia; ma ciò è un punto sul quale camorristi, politici, magistrati, preti, etc. sono d’accordo. Così che occupano o sostengono livelli diversi della stessa variabile: lo sfruttamento tramite i farmaci. L’altro giorno hanno arrestato Guttadauro, noto esponente storico di quella mafia che ricorda gli antri siciliani dei ciclopi, i mostri che si cibavano di carne umana. Nulla a che vedere con le frodi della medicina ufficiale; che pure pasteggiano con la carne umana, ma in maniera sofisticata. Lo spauracchio mafioso invece di essere incenerito viene agitato da figure come Saviano: aiuta lo sfruttamento tenendo bassa la media e quindi lo standard dell’integrità. Così che i perbene possono arricchirsi illecitamente usando il farmaco come “risorsa”, e sembrare onesti e meritevoli. E’ una delle funzioni della mafia. La statistica insegna che bisognerebbe usare anche la mediana del tasso di criminalità, oltre che la media aritmetica, raffrontando mafia e legalità. E soprattutto raffrontando mafia e medicina.

@ CarloJr. Nel 2021 i ricavi attesi erano un rispettabile 50 miliardi di dollari per quell’anno per i soli vaccini mRNA. Lo riporta Nature*. Non male per prodotti che vengono fatti assumere tramite i governi, con disinformazione e ricatti. E che pertanto la cui “vendita”, termine improprio trattandosi di inganno tramite paura ed estorsione tramite violenza, quindi, meglio, il cui prelievo fiscale a beneficio di privati, è rinnovabile ed espandibile a piacimento. E la cui base scientifica era stata giudicata, testuale, “s***”, cioè m****, da un premio Nobel, il cui nome viene tenuto coperto, riporta lo stesso articolo di Nature.

Il suo strepito è intonato alla pia glorificazione dei suddetti prodotti contenuta nell’ordinanza 583 del 4 feb 2022 con la quale il Consiglio di Stato ha confermato l’obbligo vaccinale per i sanitari; e così l’epurazione dei medici che non reggono con diagnosi e terapie il gioco mortifero sul covid che continua a produrre e aggrava, dopo due anni di epidemia e di misure draconiane, le pessime statistiche usate per giustificare norme che si servono del degrado morale e materiale come arma per obbligare ai farmaci. Mantenendo così lo stesso circolo vizioso di quando la maggioranza dei medici reiteravano il salasso in risposta al peggioramento delle condizioni del paziente dopo il salasso**.

*The tangled history of mRNA vaccines. Nature, 16 set 2021.
**Il salasso ieri e oggi. La sinergia tra malattia e terapia. Sito menici60d15.

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17 febbraio 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “30 anni di Mani Pulite, dall’arresto di Chiesa alla scoperta del sistema. il racconto di Piercamillo Davigo e Gherardo Colombo al Fatto”

Colombo lamenta che per la vulgata la corruzione era una invenzione. Cita gli appalti con le percentuali della sanità lombarda. La corruzione c’era eccome, e lo sanno tutti. Ma con Tangentopoli il ridimensionamento dei vecchi tangentari ha portato all’insediamento della nuova corruzione, quella a favore del grande business internazionale. Che la magistratura favorisce. A partire dal business della sanità. Es. la magistratura “eroica” di allora oggi è piena complice dell’operazione covid e dei suoi scempi tramite la “epistemic injustice”* o la criminalità epistemica, avallando l’epurazione dei medici ed esperti che non reggono il gioco mettendo in atto manipolazioni tecniche omicide che hanno portato a misure strozzinesche con statistiche sulla salute pessime. Hic Rhodus. Ma oggi come allora la magistratura opera in favore dei poteri forti che controllano l’Italia.

Le nostre rivoluzioni, dallo sbarco dei Mille sul quale Lampedusa ha ricavato il concetto di gattopardismo, alla Resistenza sostenuta dagli Alleati, a Mani pulite che ha come sostituito Bontade con Riina, sono bastarde: le intenzioni sane, e anche nobili, si intrecciano con i sudici fili di burattinai esteri che mirano alla sottomissione e allo sfruttamento. Del resto la vergogna Palamara è come lo svergognamento di Mani Pulite, oggi per scardinare e catturare anche la residua indipendenza dei magistrati.

*Bustamante, Dahlman, eds. Argument Types and Fallacies in Legal Argumentation. Springer, 2015.

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19 febbraio 2022
Blog de Il Fatto
Commento al post “Perugia, si indaga sulla morte del biologo no vax Franco Trianca: accusato di omicidio colposo il medico di base che firmò l’esenzione”

Nei test statistici sull’efficacia di un farmaco è corretto verificare non solo la possibilità di una maggiore efficacia rispetto al controllo, ma anche quella di una efficacia minore: si usano test di significatività “two-sided”, bilaterali, e non “one-sided”, unilaterali. Magistrati sostengono questa buona prassi statistica (D.C. Baldus et al. Equal Justice and the Death Penalty: A Legal and Empirical Analysis, 1990). Il Procuratore Cantone invece, legato a Renzi e al vescovo Paglia, che hanno forti agganci col business biomedico, considera solo la possibilità che la morte sia una conseguenza di mancate somministrazioni di farmaci da opposizione al vaccino. Non chiede di conoscere le cause di morte per risalire da queste ad eventuali responsabilità. Non parte dai fatti ma dal presupposto a priori che responsabilità sulla morte di un “no vax” in ambito medico non possano che derivare da omessi trattamenti. Non anche da possibili condotte attive scorrette. Le evidenze sugli scambi di attribuzione di cause tra vaccinati e non vaccinati, es. *, e la possibilità di confirmation bias, da parte dei medici selezionati tramite l’obbligo vaccinale, che condizionino negativamente il trattamento dei pazienti con lo stigma “non vax”, esulano dal campo visivo di una magistratura che si è messa alle dipendenze del neo istituito “Ministero della Verità”. E che lo stigma iatrogeno lo alimenta.

* Where’s the evidence for waning vaccine immunity? Gruppo Hart, 17 feb 2022.

@ Max Costantini. Sackett, padre della EBM (venerato da Cartabellotta; che pratica la metodologia di cui si dice seguace come Napoleone de La fattoria degli animali l’uguaglianza; o i 5S ciò che promettevano per avere il voto):

Diagnostic suspicion bias

A knowledge of the subject’s prior exposure to a putative cause (ethnicity, taking a certain drug, having a second disorder, being exposed in an epidemic) may influence both the intensity and the outcome of the diagnostic process.

E’ stato creato un “lysenkoism bias”. Così chiamo il potenziamento, tramite condizionamenti ed eliminazioni dei medici, dei noti diagnostic suspicion bias, expectation bias, confirmation bias, incorporation bias, a danno di non-vaccinati e vaccinati. Cioè tramite la sospensione dalla professione per non essersi vaccinati, le intimidazioni, il discredito, i ricatti, i premi, il bombardamento ideologico. Un bias a danno della salute di singoli; e determinante per l’inaudito perdurare dell’epidemia con le sue “misure” e i conseguenti danni a salute e società. Bias perverso del quale sono responsabili anche i magistrati, che avallano minacce ed epurazioni, fanno tintinnare le manette e prestano la credibilità della loro carica alla propaganda martellante.

I principi costituzionali se sono vivi vivono tra gli uomini: la loro presenza o assenza al letto del malato sta facendo in molti casi la differenza tra la vita e la morte. Sono i magistrati che li tradiscono che come le stelle stanno a guardare da lontane altezze.

@ Max Costantini. Sì, l’ho letto. Leggi tu e fai leggere questo: “Covid-19: politicisation, “corruption,” and suppression of science. When good science is suppressed by the medical-political complex, people die.” 2020. E’ dello executive editor del British Medical Journal. La gente muore se si sopprime, con la forza dello Stato, la dialettica tecnica. E’ dimostrato che c’è una correlazione positiva invece che inversa tra stringency delle misure e decessi. L’Italia è tristemente il paradigma di questa assurdità. Di questa enorme trave nell’occhio, che i magistrati non vedono. L’altro giorno Gratteri ha chiesto pene “proporzionate e proporzionali alla realtà criminale”. Qui non solo non c’è la minima proporzionalità delle misure. Ma con le epurazioni e la criminalizzazione si stanno abolendo le proporzioni, in senso matematico. Una proporzione è un particolare rapporto tra due quantità dove il numeratore è incluso nel denominatore. Es. su 100 medici attivi, x sono contrari alla narrazione ufficiale. Se gli x medici vengono epurati la proporzione va a zero. Resta un rapporto, ma tra una minoranza di esterni che dissentono e quelli con la tessera che operano. Ciò vale anche per altri addetti e decisori. Il mantenimento di una proporzione matematica, cioè di una minoranza critica all’interno del sistema, può essere un criterio di conformità alla Costituzione e all’interesse del Paese per giudicare su ostracismi e discriminazioni di Stato. Per evitare che la gente muoia.

@ Max Costantini. Avrei anch’io una piccola curiosità sociologica: i magistrati cosa provano ad avere sostenitori della tua caratura?

Quanto a “comprendere” io non ne sono mai sicuro e mi interrogo su questo in continuazione. Nel senso che non mi fido della comprensione immediata, prima facie: peste, tragedia, necessità di intervenire col fuoco. “Ovviamente”, “non vi è chi non veda”, etc. Come hanno spiegato Kahneman e Tversky in “Thinking fast e slow”, la comprensione facile può ingannarci. Bisogna scavare. Es. la scuola di Sackett, l’idolo tradito di Cartabellotta, ha analizzato come non sia semplice definire la normalità rispetto alla malattia – o ad una epidemia. Mostra come alcuni criteri “ovvi” siano fuorvianti. E considera tra i validi quello terapeutico: dove la normalità è segnata dal limite oltre il quale le terapie – le misure di contrasto, per una epidemia – dimostrabilmente “do more good than harm”. E qui oggi siamo in una situazione dove le misure sono peggio che niente, come mostra l’accumularsi di segnalazioni di gravi effetti iatrogeni paradossi e di profezia che si autoavvera; e anche la comparazione con tanti altri paesi che badano a non tenersi questa pietra al collo. Un criterio che dovrebbe avere rilevanza sulla liceità delle misure a nodo scorsoio. Dovrebbero chiederselo anche altri, inclusi i magistrati che vantano amici curiae come te, se hanno capito.

@ Max Costantini. No, non ho risposto al tuo insulto ripetuto ma ne ho preso spunto. Tu sei come quelli che nel raccogliere deposizioni prima scrivono le risposte e poi fanno le domande. La procedura giudiziaria della regina in Alice nel paese delle meraviglie. E non solo della madama immaginata da Carroll.

@ Max Costantini. Paraocchi, invasato, ti è partito l’embolo, partito per la tangente, spassosissimo etc. Dev’essere una bella soddisfazione per Cantone avere fiancheggiatori come te. Ma c’è del vero, non perché io sia come ti prendi cura di insozzarmi ma in senso relativo. Indagare a senso unico su una morte anomala – con una tesi precostituita nel senso gradito al potere – e rispondere come fai tu con insulti e dileggio ad argomentazioni, ha una sua serietà. La serietà dell’assicurarsi la pagnotta senza guardare in faccia a nessuno. In questi giorni Speranza ha deciso che la prova di avvenuta guarigione non è sufficiente ai medici per riavere il loro posto di lavoro; devono comunque vaccinarsi. Accettare una simile aberrazione, medica e morale, è come sottoporsi a uno di quei rituali di affiliazione a gang basati sul degrado fisico e morale. E’ anteporre la pagnotta a qualsiasi altra cosa. Tu confermi come questa particolare serietà sia diffusa negli ambienti che difendi a baguette tratta.

@ Max Costantini. You serious? Rileggiti i tuoi di commenti: tu chiami “estremista” chi avanza una critica; e il tuo non presentare l’ombra di un argomento, uno straccio di confutazione, ma atteggiarti a caporale e bofonchiare senza tregua, lo chiami “non essere mai estremista”. Il tuo è l’estremismo della lotta per la sopravvivenza. La pacatezza del terrore del perdere i favori del padrone. E non sei solo. La magistratura “a prescindere” ha enormi responsabilità col suo stare “in riposte mura” e fare capolino per segnalare di essere dalla parte di chi con la scusa della salute sta arando e spargendo il sale non solo sulla Costituzione, ma sui diritti primi, e sulla stessa pratica del diritto. C’è da chiedersi con quale faccia i magistrati si presentano ai loro colleghi di altre nazioni a insegnare come combattere la mafia, dopo ciò che stanno permettendo e favorendo per il covid.

Sul vedermi come estremista; sul vostro credervi moderati; e su ciò in cui dovrebbe consistere il reale “non estremismo”, a partire da chi occupa il posto di magistrato:

“Quando [tutto] si muove in modo uguale, in apparenza non si muove niente, come su una nave. Quando tutti vanno verso la dissolutezza, sembra che nessuno ci vada … Colui che si ferma mette in evidenza l’esagerazione degli altri, come se fosse un punto fisso” (dal Pensiero 592 di B. Pascal).

@ Max Costantini. CENSURATO.

Tu sei tra i soggetti che nella mia esperienza ronzano attorno alle Procure ( Entomologia forense. L’infestazione da troll delle notizie di reato ). Come questa, che aumenta la lunaticità ufficiale sostenendo di potere e volere verificare un omicidio impossibile; ed emettendo così disinformazione che causa reati reali della massima gravità:

Other places discuss the lunacy of the mandatory approach: it is tyrannical (and not a “very important patient safety argument”), and totally counter-productive. For covid, it is clear to anyone who is willing to look at the data that vaccinated populations are not doing better than unvaccinated ones. What is more, there are well-known scenarios (e.g. Marek’s Disease) where leaky vaccines can result in much worse outcomes for the vaccinated population, both individually and as a whole. These statements are not ‘anti vaccine’; they are ‘pro vaccine safety’ and are questions that should be asked to ensure vaccination programmes are made as safe and effective as possible. And these questions are nothing if not pertinent, when it turns out that in Israel, the most Pfizered nation on earth, it has been claimed that 80% of serious covid cases are ‘fully vaccinated’ and “the vaccine has no significance regarding severe illness”? (Reverse Ferret on Vaccine Mandate. Gruppo Hart, 9 feb 2022).

In UK il minacciato obbligo vaccinale per i medici è stato ritirato. L’infamia nella quale inzuppate il pane è tutta italiana.

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1 marzo 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Carceri, il giudice scelto per guidare il Dap scrive a Cartabia: “Mie frasi equivocate”. Maria Falcone: “Attenuare 41bis? Segnale pericoloso””

La mafia è una istituzione prevista dalla costituzione non scritta: uno standard negativo e un alibi che fa sembrare lecito e lascia indisturbato il grande malaffare legalizzato. Aiuta a mantenerla l’enfasi sul culto dei martiri. Che andrebbero ricordati e onorati non con gare di poesia e recitazione ma con resoconti quantitativi che mostrino quanto ci si è avvicinati all’eliminazione della mafia, l’unica “terapia” valida. Il magistrato scelto dalla custode della costituzione Cartabia addita la scarsa sostanza dietro ai riti antimafia; ma lo fa pro misure che ravvivano il benchmark mafioso, non per rendere effettiva la guerra.

Del resto, per appoggiare i gravi abusi anticostituzionali, anti-diritto, antidemocratici, anti-etici delle “misure” covid i magistrati stanno tradendo il loro dovere primo di preservare la natura induttiva del loro lavoro; di basare cioè azioni e sentenze sul serio accertamento dei fatti. Trasformano il loro compito in deduzione, povera e servile dietro al pomposo latinorum. E a volte pure zoppicante. Con omissioni e interventi che sono deformi quanto ciò che invece dovrebbero raddrizzare. Proprio come i loro sodali scienziati, medici, giornalisti; accomunati dalla degenerazione nel deduttivo, nell’astratto, nello scolastico, nel teologico, di professioni in primis empiriche e induttive. Il ritorno alla tradizione di favorire il babau mafioso fa comodo anche a molti che ne denunciano la contraddittorietà rispetto alla retorica antimafia.

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5 marzo 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Bellelli “Pasolini fu l’ultimo grande intellettuale del Pci, che preferì espellerlo”

In matematica ci sono i concetti radiali. Anche le idee politiche sono “radiali”: hanno oltre a un nucleo teorico dichiarato un raggio tacito lungo il quale possono degenerare. Quelle troppo elevate scivolano presto lontano dal nucleo ideale, che viene mantenuto come specchietto.

“Da Nenni e compagni a Craxi e compagnia”. Parafrasando Biagi, da Gramsci a Renzi e i suoi amici. Nessun “errore”. Ma quale Gramsci. I comunisti facevano già il doppio gioco. Applicando la lezione di Gramsci – apprezzato più dagli anglosassoni che da noi – al contrario: la selezione inversa della classe dirigente e intellettuale. Partecipando alle epurazioni di figure scomode ai padroni USA. Pasolini, che era intellettuale in interiore homine, e aveva cercato una casa. O Domenico Marotta, padre dell’ISS che sta a Ricciardi e Brusaferro come don Milani (un altro prima epurato e poi usato per farsi belli) sta a Marcinkus. Scienziati come Marotta non avrebbero fatto dell’Italia la sentina dell’operazione mondiale covid. O Moro, che da PdR non avrebbe fatto il viceré passivo ma ci avrebbe difesi. Tra le attività della triste compagnia guidata da Letta e Franceschini c’è l’eliminazione di voci indipendenti che guastano la vendita dell’Italia. Con mezzi che sarebbero di pertinenza della magistratura penale se questa – che fu già persecutoria con Pasolini – a sua volta non praticasse innominabili commerci coi mandanti delle stragi nascosta dietro ai cartelloni con Falcone e Borsellino.

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5 marzo 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Musolino “‘Ndrangheta, arrestato Campisi: era latitante da 2 anni. Il broker della droga era nascosto a Roma. A casa una parrucca e molti libri”

“Oh what a tangled web we weave, when first we practice to deceive” W. Scott.

E’ l’epigrafe di un articolo che spiega i trucchi contabili sulla mortalità dei vaccinati e non vaccinati*. Falsi bilanci criminali che non temono la GdF e le DDA; che stanno dalla parte di Klaus Davi, che strilla in tv istigando ad addossare ai non vaccinati la colpa di una epidemia ottenuta con manipolazioni del genere.

La mafia viene interpretata secondo categorie fumettistiche. Come fa comodo al potere**. Dovrebbe piuttosto essere analizzata con strumenti concettuali che vadano oltre il livello Gomorra. Es. quelli alla base degli structural equations models***. Sotto questo aspetto le letture del mafioso sulla criminalità massonica e sul pasionario dell’antimafia Davi sono del tutto pertinenti alla sua attività criminale. Riguardando variabili latenti, e anche confounders, ovvero poteri che agiscono causalmente sia sulla mafia sia sulle istituzioni antimafia. Come può sperimentare a sue spese, da Lamezia a Brescia, chi sia inviso alle forze, latenti, ma non troppo, che impongono sia la mafia perenne, e quindi l’antimafia perenne; sia questa novità nella storia umana e questa mafiosizzazione della biomedicina, le epidemie rovinose a sorgente stazionaria.

*Public Health Scotland and the misinterpretation of data. Hart, 4 mar 2022.
**I professionisti della metamafia. – L’ipomafia. Sito menici60d15.
***Gli structural equations model per lo studio dei Misteri d’Italia. Sito menici60d15.

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11 marzo 2022
Blog de Il Fatto
Commento al post di M. Bella “Green pass, perché è difficile sostenere che sia ancora uno strumento adeguato”

CENSURATO

Per quanto tardivo e annacquato, un discorso che in regno cecorum suona ragionevole e coraggioso, echeggiando timidamente quanto nel resto del mondo è stato già riconosciuto e tradotto senza storie in revoca delle misure, ancorché blande. Ma comunque un discorso ingannevole: i politici sono bifronte, e le due facce sono diverse tra loro. Questa del 5S Bella è la faccia verso il gregge. Quella verso il potere, che è quella che conta, è la faccia con le gote marcate del 5S Sileri, rappresentativa del partito che gabbati gli elettori mantiene e stira verso l’infinito le imposizioni orwelliane della medicina dei banchieri. Imposizioni lesive della salute e distruttive per la società e l’economia.

Di concerto con l’accademico pontificio Ricciardi, la faccia vera di Bergoglio. Una faccia espressiva, cinematografica; da domenicano che nella sala delle torture con malcelato piacere ordina al boia un giro di corda in più. Avrebbe potuto recitare ne “Il nome della rosa”, oltre che come fece ne “L’ultimo guappo”.

E con una magistratura che permette e favorisce la riscrittura in termini mafiosi della Costituzione, con l’obbedienza al ricatto mafioso come dovere e obbligo del cittadino; avendo verso il potere la faccia del suo già portavoce degli interessi di categoria Palamara. Mentre mostra al volgo una faccia severa incorniciata tra quelle di eroi antimafia coi quali ha poco a che fare.

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17 marzo 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Bauducco “Strage di Capaci, esposti a Milano i resti dell’auto della scorta di Falcone. La vedova Montinaro: “Dopo 30 anni non sappiamo ancora la verità”

Fu uno dei crimini di obbedienza – obbedienza ai voleri dei poteri forti – che butterano la storia dell’Italia repubblicana. Questo spiega perché “dopo 30 anni non sappiamo ancora la verità” mentre la teatralità abbonda. Cosa rappresenta quell’ammasso di lamiere informe.

Chi conosce in prima persona l’obbedienza ai mandanti delle stragi che è prevalente nelle stesse istituzioni che si fanno fregio dei Caduti vi vede una spoglia spolpata. Spolpata di meriti e valori altrui per tirare a campare.

Ma a tutti i cittadini che non siano pavidi può ormai apparire come la magniloquenza e l’insistenza delle istituzioni nell’accostarsi a eroismi e sacrifici altrui servano a nascondere il servilismo verso i poteri forti che allora ordinarono le stragi e oggi chiedono altre libbre di carne.

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18 marzo 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post di E. Dragagna e S. Gandini “Covid, alcuni provvedimenti giudiziari ripristinano la retribuzione ai no vax sospesi”

“[is] fundamental that the legal trial carries credibility and retains force and respect with the public because the various parties, judge, jury, opposing counsels, witnesses and police, are independent one from another”; Rennie, JAMA deputy editor, su come i trial clinici, dove chi giudica è controllato da chi viene giudicato, dovrebbero conformarsi a quelli giudiziari. Avviene l’inverso: i magistrati (es. TAR Lazio) si subordinano alle versioni di una delle parti, quella forte di chi occupa lo Stato.

A parte la manipolazione ad hoc della scala valoriale, tipica della medicina for profit e iatrogena*, i magistrati si arrogano un potere che non hanno, omettendo la verifica dei fatti e prendendo per valido un bilancio platonico, avulso dal reale – per non dire un hand-waving – tra tutela della salute e diritto al proprio lavoro. La pesata, col controllo pesi, dovrebbe essere tra asserito valore sanitario della misura afflittiva da un lato e dall’altro inefficacia, danni e rischi quoad valetitudinem et vitam del vaccino, per il singolo e la popolazione. Dati e studi mostrano quest’altro piatto come occupato, e sempre più pesante. Detto altrimenti i magistrati dovrebbero verificare l’unicità della situazione italiana rispetto al resto del mondo (e indagare sulla raggelante correlazione tra stretta a oltranza e cattivi risultati). Il loro abuso di potere coonesta l’eversione degli altri poteri dello Stato.

*Parker et al. Values in breast cancer screening. BMJ, 2015.

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6 aprile 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Salerno, specializzandi “costretti a eseguire flessioni e a pagare la colazione se arrivano in ritardo””

Goliardate che confondono sugli abusi veri. Es. chi faccia notare che lo statistico N. Fenton, professore di Risk Information Management nella stessa Queen Mary University dove è professore l’ortopedico/drill-sergeant di Salerno, ha dimostrato – analizzando le forti anomalie sui dati dei vaccini covid – che per fare sembrare salva-vita vaccini che non abbiano nessun effetto benefico basta un ritardo di una settimana nel riportare le morti, oppure misclassificare i decessi dei vaccinati da meno di una settimana come decessi di non vaccinati*, dovrà fare, da epurato dalla medicina, flessioni di altro genere. Es. le flessioni con cartelle esattoriali non dovute, il cui pagamento poi non verrà accettato, e che poi verranno chieste di nuovo maggiorate, e che continueranno a essere chieste ancora una volta pagate. Davanti alla magistratura, che pratica una doppia contabilità della giustizia, dove si chiudono gli occhi sulla routine da disciplina di cosca e si guarda a pagliacciate del genere. O a casi estremi e incidenti tragici, come appare essere per Sara Pedri, della selezione volta a fare dei medici – e dei consulenti tecnici – uno stuolo omogeneo di docili piazzisti; selezione che i magistrati, che hanno espresso figure guida come Bellomo e Palamara, consentono e a volte aiutano fino a livelli di criminalità di Stato.

*Fenton N. Neil M. The impact of misclassifying deaths in evaluating vaccine safety: the same statistical illusion. Probability and risk, 1 dic 2021.

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12 aprile 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post di I. Cavicchi “La privatizzazione in sanità va avanti, nonostante il Covid. L’ultimo caso riguarda la Lamorgese”

I dipendenti degli Interni non sono privilegiati come possono credere ad avere accesso a case di cura che cooptano ministri degli Interni, e la Iannini, e che hanno legami con l’AISE *: “… medical care should be driven by patient needs, not surgeon needs (or now, system needs)”**. L’affinità è bidirezionale: la ministra Lamorgese e i suoi dipendenti fanno in modo, abusando del potere di polizia, che le cure mediche vadano primariamente nell’interesse di chi le vende. Incluse le cure della sanità ”pubblica”; in realtà “sanità privata a terminale pubblico”, o “sanità ordoliberista” essendo dettata da giganteschi poteri privati; statale è il potere esattoriale, sempre a favore dei privati e su loro ordini, di raccogliere i proventi – o il bottino – della medicina-business, tramite il fisco.

Oggi il Viminale aiuta il business biomedico privato e “pubblico” con sistemi di eliminazione del dissenso che invitano a una comparazione coi tempi dell’Ufficio affari riservati del prefetto Umberto D’Amato. Una delle differenze è che in campo medico i comportamenti di grave infedeltà istituzionale sono punizione a sé stessi: la medicina commerciale è “ugly” per i pazienti**. Così forse il paragone dovrebbe considerare anche quei bombaroli pilotati che rimasero vittima dei loro stessi ordigni.

*Non solo Maroni e Alfano: Sua Sanità ingaggia gli spioni. Il Fatto Quotidiano, 6 luglio 2020.
**Welch G. Cancer Screening—The Good, the Bad, and the Ugly. JAMA, 6 aprile 2022.

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12 maggio 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Milano, “colpevole ritardo” nel diagnosticare la sclerosi multipla: medico condannato a risarcire 830mila euro ad una paziente”

Se a Milano in cima all’edificio più alto della città invece della legittima Occupante stesse un diavoletto, questi potrebbe indurre a sfruttare a fini di lucro la sclerosi multipla (SM): è accertato che la SM si presta ad essere sovradignosticata. Ciò viene favorito dall’imaging, e dal cambio dei criteri diagnostici, cui ha partecipato un ospedale milanese fondato da un prete arrembante. Perfino gli artefici delle variazioni ammettono questa evenienza:

“If MRI findings are over-interpreted and the clinical picture is not properly interpreted, there is a clear risk of overdiagnosis (false positives), [… ] . This may result in inappropriate exposure of patients to drugs with associated risks.”

Il diagnosticare la SM anche su chi non ce l’ha porta a fare sembrare le terapie più efficaci di quello che sono. Il diavoletto potrebbe dare impulso a tale spirale a coda di diavolo, sovradiagnosi-falsi successi-sovradiagnosi, inducendo i magistrati locali a creare un deterrente dal considerare il “countervailing risk”. Tanto più che le sovradiagnosi di SM spesso sono su base funzionale*, cioè su soggetti vulnerabili alle suggestioni, come questa condanna. I magistrati verranno inoltre indotti a precipitare nella Geenna sociale i medici che si oppongano.

Il diavoletto avrà così ottenuto una medicina che genera malattia e una giustizia complice del crimine. Ma queste sono fantasie morbose alla Buzzati.

*Functional neurological disorders and multiple sclerosis. J Neurol, 2022.

 

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13 maggio 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Strage di Piazza della Loggia, accolta l’istanza di revisione. Nuovo processo per Maurizio Tramonte”

Dopo mezzo secolo la magistratura non è ancora sicura su quanto può dire sia avvenuto in Piazza Loggia il 28 maggio 1974, tanto che considera di ripensarci sull’esito carcerario, già esiguo, tardivo e poco rappresentativo del complesso di responsabilità? Ieri 12 maggio 2022 ho rinnovato al presidente della Corte d’appello di Brescia Castelli, al procuratore generale di Brescia Rispoli, al presidente del Tribunale di Brescia Masia, mie considerazioni sulla recente sentenza di assoluzione dei medici di Brescia per la truffa Stamina. Truffa e assoluzione che a mio parere hanno rilevanza per l’anomalia costituita dalla strage covid nel distretto di Corte d’Appello di Brescia nel 2020, e per i relativi procedimenti giudiziari. La richiesta di copia della sentenza di assoluzione, 11 aprile, non è stata soddisfatta. I fatti più gravi e scottanti sono scritti su fogli che la magistratura mantiene nei decenni accartocciati e riaccartocciati, così che sono leggibili solo in forma frammentaria e confusa. Mentre è lesta nel fermare con sistemi sommari chi quei fogli vorrebbe dispiegare.

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28 giugno 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Finte vaccinazioni per far ottenere il Green pass, medico condannato a 5 anni e 3 mesi in abbreviato”

La sentenza riflette l’ideologia covid dell’esproprio della salute: il nuovo credo per il quale la salute non è uno stato di natura ottenuto attivamente dal corpo; non è la norma – da tutelare – la malattia essendo un’eccezione; ma è concessa a cittadini altrimenti inermi – e se del caso imposta – a pagamento, dal big business, tramite lo Stato.

E’ l’opposto, tanto che assumere questi vaccini può essere svantaggioso: Natural immunity is not – and never was – just a right-wing conspiracy theory. A plea to return to sane medical theses. Gruppo Hart, 25 giu 2022.

Oltre che a coonestare la riscrittura orwelliana della Costituzione e intimidire la resistenza, la sentenza “severa” appare volta a creare un alibi a una magistratura zitta e cooperante, dietro al grande telone con l’immagine di Falcone e Borsellino, sulle scorrerie commesse in nome della salute. Con la sentenza si rappresenta una buona fede, una sincerità, nel credere a versioni sempre più sgangherate; da parte di coloro che per professione riconoscono e smascherano imbrogli e miserie umane. Come l’imperatore della fiaba di Andersen che continua a camminare impettito dopo che il bambino ha gridato che è in mutande. O come certe ragazze che raccontano, e se ne convincono, che è per amore che si accompagnano a vecchiardi straricchi. O meglio, data la carica di violenza, come quelli che commettendo reati comuni contro la persona, dettati dall’interesse personale, dicono di farlo per ragioni ideali.

@ LorenzoM68. Veramente a discutere per slogan e frasette siete voi terracubisti, che descrivete fenomeni biologici la cui plausibilità è paragonabile all’affermazione che il pianeta ha forma cubica. Voi motoperpetuisti, che vi state inventando l’epidemia perpetua.

@ LorenzoM68. Le tabelline non sono le epidemie. E sono pubbliche, non riservate ai sommi sacerdoti*. E sono invarianti nel tempo, non avendo risultati diversi di mese in mese come i semplicismi fraudolenti, i “2+2”, con i quali i televirologi stanno creando la prima epidemia perpetua. Siete voi che fate un po’ come Eulero che disse a Diderot “Monsieur, (a+b^n)/n = x, donc Dieu existe; respondez”. Si possono dire sciocchezze anche essendo eccelsi matematici. Figuriamoci nel caso vostro. L’esaltare la sentenza spacciando per certe quanto l’aritmetica dei numeri naturali sperimentazioni, che per di più sono sia raffazzonate e manipolate sia beneficiarie di cattura normativa*, e pareri, che per di più senza pudore calpestano le nozioni acquisite, la storia naturale e la storiografia delle epidemie, la logica, perfino l’umile buon senso, mostra quanto sono solidi e misurati gli appoggi intellettuali e morali di questo genere di applicazioni di un potere giudiziario altrimenti disertore. Da parte di “plutocrazie farmaco massoniche”, l’unica sua affermazione che non è scollata e lontana dalla realtà.

*V. es. First finding from Pfizer trials. 95% efficacy claim does not stand up. Hart. 16 giugno 2022. Su un tribunale statunitense che ha ordinato all’FDA di rilasciare i documenti che vuole tenere segreti fino al 2076 sull’approvazione di emergenza del vaccino Pfizer.

@ Syrentex. 1) Ci sono medici convinti che i vaccini siano inefficaci, e possano avere efficacia negativa. 2) Come confermano diversi studi. E la situazione generale sotto gli occhi. 3) All’assunzione di tali vaccini lo Stato condiziona, vergogna dell’Italia, l’avere di che vivere, il lavoro, la dignità, il poter recarsi in un negozio o in ufficio, a scuola, all’università. 4) lncluso il poter esercitare la professione medica. 5) Oltre che col ricatto, l’assenso viene ottenuto spendendo la credibilità dello Stato, quella della magistratura, e epurando i medici che dissentono. 6) Riguardo al “sottarli agli altri”, a parte la sovrabbondanza di vaccini da smaltire, pagati coi nostri soldi, un medico preparato conosce “l’effetto S. Teresa d’Avila” in medicina: si versano più lacrime per le preghiere esaudite che per quelle rifiutate. Es. classico, il forzare in USA tramite la magistratura una cura del cancro del mammella con ablazione del midollo osseo e chemio ad alte dosi causò una strage delle donne che l’avevano preteso.

Penso che vadano considerati tutti gli elementi, esemplificati qui sommariamente, non solo quelli della versione del governo e di chi lo manovra. E che si possa quindi parlare di stato di necessità, di dissimulazione onesta finalizzata al rispetto sostanziale dell’etica e delle leggi. E al rispetto di sé stessi, come persona e come medico. Dare 5 anni e ignorare il quadro di allarme invece mi pare tradire il mandato al controllo di legalità sugli altri poteri.

@ Syrentex. Personalmente mi comporto come lei dice; per linearità. Per il mio modo personale di oppormi all’ingiustizia privilegiando la chiarezza delle posizioni. Ma stringo idealmente la mano al condannato, per quanto so da questo articolo. Pur avendolo spesso criticato mi mancano i post su Il Fatto di O. Lupacchini, il magistrato “giusfilosofo”, dispensato dopo avere osato criticare Gratteri. Il Fatto si è impoverito privandosene. Tra le cose che ho appreso da lui la vitalità del diritto, come entità autonoma, come argine all’arbitrio tramite la legge. Anche tramite la sua segnalazione di “Diritto e menzogna – La questione della giustizia in Italia”. U. Vincenti. 2013. Che il medico in casi del genere o è “braccio dello Stato”, senza occhi, raziocinio né coscienza, oppure non esiste, può essere legge di fatto, come in effetti sta avvenendo e come i magistrati come questo avvalorano, ma non è degno di essere detto diritto. Legge aberrante, analoga a quelle che hanno provocato, dopo un’adesione sorprendentemente facile* alle ideologie che se ne avvalsero, i noti orrori**. E altri, meno noti, ma non meno sanguinosi, ne sta provocando. E qui prima di codici e pandette ci sono la realtà biologica e la medicina, dove affidarsi al suo “diritto” potrà avere conseguenze estremamente spiacevoli.

* Why did so many German doctors join the Nazi Party early? International Journal of Law and Psychiatry, 2012.
**The Nazi doctors and the Nuremberg code. Oxford U Press, 1992.

@ Syrentex. Non posso intavolare una discussione in termini giuridici, non avendo la preparazione. Posso contestare che si parta dal codice, e che si proceda per deduzione. Penso che si debba partire dalla realtà, data la quale se in casi particolari si trasgrediscono regole formali per evitare un danno ingiusto ad altri non si dovrebbe essere puniti. “Esimenti”, o cose del genere. E si dovrebbe indagare sul pericolo che l’imputato evidenzia contrastandolo.

Ho già osservato che sulla medicina, e ancor più sul covid, i magistrati accentuano la tendenza, evidenziata da Vincenti, allo scolastico, al deduttivo, o meglio allo pseudodeduttivo. Dando per assunte premesse che celano il falso, dettate dal principe, e srotolando da lì calcoli logici, vistosi ma viziati in radice. Purtroppo la diserzione dei magistrati dal controllo su cosa sta avvenendo col covid e con le sue misure da 28 ottobre 1922 facilita ciò.

Non sono un giurista, ma da cittadino vorrei che l’amministrazione della giustizia fosse – come per altre attività applicate, e applicate all’uomo – una disciplina primariamente induttiva, cioè basata in primis sull’accertamento dei fatti e della sostanza delle responsabilità. Altrimenti si giudica come don Ferrante. E, data la realtà biologica sulla quale tanti credono di poter fare i prepotenti e i giocolieri delle carte a posto come fanno coi poveri cittadini, si rischia di fare la stessa fine.

@ Syrentex. Avere ragione e mostrarlo non basta ….La funzione del PM dovrebbe essere anche quella, accertando i fatti, di riscontrare le esimenti. Invece, nessun sospetto che il si salvi chi può covid, il pandemonio con le sue smisurate e continue anomalie, contraddizioni ed estremizzazioni sia sotteso da interessi illeciti di massima scala. Neanche da parte del giudice. Anzi, con la condanna si nega positivamente che sia così (per asseverazione, senza avere soddisfatto l’onere della prova). Questi magistrati ricordano quell’inglese che continuava a uscire dalla sua camera d’albergo e a rientrarvi dopo avere chiesto un bicchiere d’acqua. Perché la sua stanza era in fiamme. Ma non sono sicuro che il loro sia aplomb. Sembra più una grave forma di emianopsia o di sordità selettiva. O di “belle indifference”.

Lei si rifarà a norme procedurali, parlando di inversione dell’onere della prova. Forse un test di buona giustizia potrebbe essere questo: che la sentenza stia in piedi anche in termini laici, senza tecnicismi. I trial – la parola indica anche i processi – clinici spesso sono costruiti ad hoc, in modo da dare i risultati voluti. Hanno validità interna ma non validità esterna, cioè applicabilità nella pratica medica alla popolazione di malati di riferimento. Analogamente, le sentenze, tecniche quanto volete, dovrebbero essere tali da restare aderenti al vero anche varcata in uscita la soglia dell’aula dalla quale sono entrate, provenendo dal mondo esterno dove vivono.

@ Syrentex. Stiamo parlando della notizia del processo – che è pure importante, per il messaggio che diffonde – non del processo, del quale non conosciamo i dettagli. Il solito equivocare tra prescrittivo e descrittivo. Se è prescritto, perché i magistrati si sono comportati, come spesso fanno, come se avessero al contrario un diritto al prima facie, al superficiale, al conformismo prono? A istruire procedimenti ed emettere condanne basandosi sulla medicina per come viene raccontata dalle riviste femminili ? Per come viene dettata dal marketing biomedico (che conosce il potere persuasivo, e intimidatorio, di una singola sentenza di tribunale). Un diritto a ignorare circostanze e evidenze drammatiche e di dimensioni epocali, che al contrario dovrebbero doverosamente essere oggetto della loro funzione di indagine?

E’ noto che in biomedicina il riduzionismo favorisce interpretazioni errate e di comodo. A tale proposito, parlando di covid, v. What is a pathogen? Toward a process view of host-parasite interactions. Virulence, 2014. I magistrati fanno lo stesso, almeno in appoggio a grandi operazioni ideologico affaristiche in medicina, che sono l’antitesi fedele della Costituzione mentre si conformano all’apparenza ai suoi dettati; tanto da ricordare l’antagonismo molecolare farmacologico – come quello di molti veleni letali. V. Il riduzionismo giudiziario nella frode medica strutturale: il caso del testamento biologico. Sito menici60d15.

@ Syrentex. Parlate voi di forma e sostanza … mentre dite che il giudice di Pinocchio va bene perché il condannato può rivolgersi ai giudici delle corti superiori. Anzi peggio: per sentenze del genere, a parte il danno all’imputato, così come la smentita di una notizia falsa diffusa a mezzo stampa perfeziona la disinformazione, l’assolvere nei gradi successivi dopo che la notizia della sentenza ha dato i suoi effetti deleteri sul pubblico lascia il danno e autoassolve i magistrati. Che dovrebbero essere più responsabili sul loro potere di costruzione della realtà sociale. E risponderne. Alla luce del teorema di Thomas: “ if men define situations as real, they are real in their consequences”. Ciò vale soprattutto per i pronunciamenti della magistratura sulla medicina, che viene presentata al pubblico in versioni artefatte a fini di lucro; a volte puntualmente associate a spot giudiziari. Soprattutto su questioni controverse e politicamente sovraccariche come questa anomala epidemia. Soprattutto per un’epidemia gonfiata con adynaton e imposizioni ad hoc, abnormi e nocive. Tanto che si dovrebbe indagare per epidemia dolosa; includendovi la diffusione di informazioni e le delibere che definendo il reale anche se biologicamente infondate creano nei fatti una situazione di epidemia, coi suoi danni. E includendovi anche i magistrati che partecipano alla costruzione dell’epidemia tramite suggestio falsi e suppressio veri. Invece si pongono le basi per avere in futuro altre “epidemie di Thomas”.

@ Syrentex. Nel dirimere una contesa, dando ragione all’uno e torto all’altro, il giudice inevitabilmente crea uno che è contento e uno che è scontento. Questa massima che i magistrati ripetono spesso mi fa cascare le braccia e mi porta a interrogarmi sul loro modo di sentire e di ragionare. I casi minimi infatti non sono due ma quattro: contento avendo viste riconosciute le proprie ragioni. Contento per “essere andato in tasca alla giustizia” avendo vinto essendo nel torto. Scontento perché avendo torto il giudice lo ha dimostrato. Scontento perché essendo nel giusto viene invece sancito che ha torto. C’è una essenziale differenza tra l’essere scontento per non averla fatta franca o per finire cornuto e mazziato. Chi riconosce solo due casi commette una circolarità sul piano logico e mostra insensibilità per l’altro e per l’avere giustizia, mentre mette sé stesso al centro e si attribuisce infallibilità.

Sulla sorte delle mie denunce, ho motivi di ottimismo: quando mai i magistrati non hanno svelato le trame del potere, come quelle dei cosiddetti “Misteri d’Italia”, presto e bene, e messo subito in galera, in massa, esecutori, quadri intermedi e mandanti? E ne abbiamo già parlato, ricorda. Nello scambio a commento al post del 4 maggio 2021 “Massoneria e politica, siamo alle solite: la vita pubblica va protetta dai gruppi privati”, quando tra le altre squisitezze additò alla mia attenzione come andarono a finire le denunce del povero notaio Marrapodi …

Nel dirimere una contesa, dando ragione all’uno e torto all’altro, il giudice inevitabilmente crea uno che è contento e uno che è scontento. Questa massima che i magistrati ripetono spesso mi fa cascare le braccia e mi porta a interrogarmi sul loro modo di sentire e di ragionare. I casi minimi infatti non sono due ma quattro: contento avendo viste riconosciute le proprie ragioni. Contento per “essere andato in tasca alla giustizia” avendo vinto essendo nel torto. Scontento perché avendo torto il giudice lo ha dimostrato. Scontento perché essendo nel giusto viene invece sancito che ha torto. C’è una essenziale differenza tra l’essere scontento per non averla fatta franca o per finire cornuto e mazziato. Chi riconosce solo due casi commette una circolarità sul piano logico e mostra insensibilità per l’altro e per l’avere giustizia, mentre mette sé stesso al centro e si attribuisce infallibilità.

Sulla sorte delle mie denunce, ho motivi di ottimismo: quando mai i magistrati non hanno svelato le trame del potere, come quelle dei cosiddetti “Misteri d’Italia”, presto e bene, e messo subito in galera, in massa, esecutori, quadri intermedi e mandanti? E ne abbiamo già parlato, ricorda. Nello scambio a commento al post del 4 maggio 2021 “Massoneria e politica, siamo alle solite: la vita pubblica va protetta dai gruppi privati”, quando tra le altre squisitezze additò alla mia attenzione come andarono a finire le denunce del povero notaio Marrapodi …

@ Syrentex. Se un crimine è dimostrato e il giudice non accetta la dimostrazione – per non parlare della lupara bianca delle denunce – non è che non sia vero. O realmente non soddisfa gli standard giudiziari, o il giudice è incapace o pavido o venduto. Quanti magistrati scippano le vecchiette? Nessuno. Quanti aderiscono al peculato epistemologico che lei teorizza, per il quale la verità di fatto, la verità storica, la stabilisce il giudice? Mentre si mette il collare ai magistrati, si vuole dare loro questa funzione di cani da guardia del pensiero unico. Addestrandoli su cosa è scienza e cosa è complottismo, scie chimiche, etc. Sembra che la repulsione per lo scippo della verità sia minore che per lo scippo delle borsette. Sarebbe interessante conoscere la reazione dei magistrati alla difesa che si riduce a parlare di rettiliani, di negazione di Eratostene sulla geometria del pianeta (II secolo AC), quando si documentano crimini dei poteri maggiori.

Tamburino nel suo recente libro “Dietro tutte le trame” (nel quale la massoneria è citata 81 volte) parla di “distanza, talora abissale, tra verità reale e ricostruzione giudiziaria”. A volte c’è anche una distanza come quella tra la terraferma e il fondo della Fossa delle Marianne tra i doveri dei magistrati e i loro comportamenti. Altrimenti lei si guarderebbe dal definire in questi termini svilenti la funzione giudiziaria.

@ Syrentex. Al momento l’unico etichettato formalmente come criminale, da chi si occupa di pendagli da forca, è il medico oggetto del procedimento. Il tempo dirà delle posizioni dell’etichettato e degli etichettatori.

Gli alchimisti pensavano di mutare il piombo in oro, per via chimica. Avevano torto, ma la trasmutazione degli elementi è stata ottenuta tramite la fisica nucleare. Il vaccino cowpox non mutava le persone in vacche. E’ il vaccino di Speranza che oggi muta la società in una Fattoria degli animali, con il gregge da spremere, i tribuni del popolo che divengono tiranni, gli uguali più uguali, la zootecnia dei cittadini mascherata da medicina. Del resto, volendo evitare l’impresentabile realtà attuale, e parlare di remoti precedenti storici, il riferimento più antico non è al ‘700 di Jenner, ma al Vangelo di Matteo: “Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecora, ma dentro sono lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete”; considerando che Speranza è affiliato alla Fabian society, che ha per emblema un lupo coperto da una pelle d’agnello.

@ Syrentex. I fatti, e le bugie contraddittorie, con il morbo ammazzadiritti che impazza* dopo la vaccinazione di massa forzosa – quando avrebbe già dovuto esaurirsi naturalmente – con i dati sulla salute della popolazione che dietro alle veline sono peggiorati con le vaccinazioni**, con le persone rese bolse dal ricatto vaccinale***, indicano che state facendo di Barabba il messia. “Dai loro frutti li riconoscerete”; e questo vale anche per i magistrati.

*Covid, i medici di famiglia: “incremento esponenziale del contagio con numeri mai osservati in oltre 2 anni di pandemia”. Il Fatto, 2 lug 2022.
** A picture tells a thousand words: or does it? More data lies try to prop up crumbling narrative. Gruppo Hart, 2 giugno 2022.
*** Rise in long-term sickness. But the timing doesn’t fit long covid. Gruppo Hart, 25 giu 2022.

@ Syrentex. Lei dice di ragionare in termini di diritto ma batte e ribatte sulla categoria “Novax”. Cioè applica la guilt by association. Tipica del maccartismo. Mizzica che giurista. Accetto la sua etichetta, “novax”: lei dice di non averne mai sentito uno che non proponga “ognuno faccia come gli pare”. Eccomi. La libertà di cura è un’altra truffa della medicina degli usurai. E’ il caveat emptor, alternativo alla medicina forzosa. Nella giungla della malattia è rischioso, fino a essere suicida, “scegliere” tra i vari “professional” o fare di testa propria. Occorre affidarsi alla medicina; uno dei cui compiti principali è dire cosa non fare, allontanando dalle credenze irrazionali e dalla superstizione. Però lo Stato deve garantire una medicina cristallina e affidabile. Non la medicina di Vanna Marchi con venature di Mengele. La libertà di cura è segno del naufragio; è il si salvi chi può, l’estrema ratio davanti a un impazzimento come quello presente.

“Non c’è criminale che non si lamenti dei giudici”. Detto da lei mi viene in mente il “non tutti i massoni sono criminali ma tutti i criminali sono massoni”. Comunque. E’ proprio questo il problema, che in Italia se ne lamentano solo i criminali e i traffichini. Mentre dovrebbe essere riconosciuto dagli onesti che senza giustizia imparziale ed efficiente non c’è democrazia; e che rispetto ai poteri forti la magistratura non la conta giusta, e fa il doppio gioco.

Non postato per chiusura dei commenti. @ Syrentex. Raj Bhopal, tra i maggiori esperti di igiene pubblica, ha paragonato il trovarsi in una epidemia nuova alla condizione di “zugzwang” degli scacchi, dove ogni mossa è svantaggiosa e i piani vanno studiati per uscirne minimizzando il danno, accettando soluzioni che comportano danno per evitare danni peggiori. L’ha detto sapendo che le epidemie sono battaglie che vengono comunque vinte, dalle difese naturali; si tratta di minimizzare il costo della vittoria. Tanti esperti, es. con la Barrington declaration, hanno applicato correttamente in questo senso le conoscenze mediche. Venendo bastonati. Invece l’epidemia è stata presentata come la fine del mondo, la medicina come magia onnipotente, che salva senza danno, e le persone come i “topi nudi” di laboratorio, prive di difesa. Col risultato che si è giocato a perdere, arrivando alle conseguenze allucinanti di una epidemia che proseguirebbe come mai visto prima avendo obbligato la cittadinanza a vaccinarsi come mai fatto prima. Sulle responsabilità di massoni e magistrati (un’endiadi, a volte …), come lei dice quando mai chi è responsabile di disastri di portata storica lo ammette, etc.

§  §  §

28 giugno 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Finte vaccinazioni per far ottenere il Green pass, medico condannato a 5 anni e 3 mesi in abbreviato”

La sentenza riflette l’ideologia covid dell’esproprio della salute: il nuovo credo per il quale la salute non è uno stato di natura ottenuto attivamente dal corpo; non è la norma – da tutelare – la malattia essendo un’eccezione; ma è concessa a cittadini altrimenti inermi – e se del caso imposta – a pagamento, dal big business, tramite lo Stato.

E’ l’opposto, tanto che assumere questi vaccini può essere svantaggioso: Natural immunity is not – and never was – just a right-wing conspiracy theory. A plea to return to sane medical theses. Gruppo Hart, 25 giu 2022.

Oltre che a coonestare la riscrittura orwelliana della Costituzione e intimidire la resistenza, la sentenza “severa” appare volta a creare un alibi a una magistratura zitta e cooperante, dietro al grande telone con l’immagine di Falcone e Borsellino, sulle scorrerie commesse in nome della salute. Con la sentenza si rappresenta una buona fede, una sincerità, nel credere a versioni sempre più sgangherate; da parte di coloro che per professione riconoscono e smascherano imbrogli e miserie umane. Come l’imperatore della fiaba di Andersen che continua a camminare impettito dopo che il bambino ha gridato che è in mutande. O come certe ragazze che raccontano, e se ne convincono, che è per amore che si accompagnano a vecchiardi straricchi. O meglio, data la carica di violenza, come quelli che commettendo reati comuni contro la persona, dettati dall’interesse personale, dicono di farlo per ragioni ideali.

@ LorenzoM68. Veramente a discutere per slogan e frasette siete voi terracubisti, che descrivete fenomeni biologici la cui plausibilità è paragonabile all’affermazione che il pianeta ha forma cubica. Voi motoperpetuisti, che vi state inventando l’epidemia perpetua.

@ LorenzoM68. Le tabelline non sono le epidemie. E sono pubbliche, non riservate ai sommi sacerdoti*. E sono invarianti nel tempo, non avendo risultati diversi di mese in mese come i semplicismi fraudolenti, i “2+2”, con i quali i televirologi stanno creando la prima epidemia perpetua. Siete voi che fate un po’ come Eulero che disse a Diderot “Monsieur, (a+b^n)/n = x, donc Dieu existe; respondez”. Si possono dire sciocchezze anche essendo eccelsi matematici. Figuriamoci nel caso vostro. L’esaltare la sentenza spacciando per certe quanto l’aritmetica dei numeri naturali sperimentazioni, che per di più sono sia raffazzonate e manipolate sia beneficiarie di cattura normativa*, e pareri, che per di più senza pudore calpestano le nozioni acquisite, la storia naturale e la storiografia delle epidemie, la logica, perfino l’umile buon senso, mostra quanto sono solidi e misurati gli appoggi intellettuali e morali di questo genere di applicazioni di un potere giudiziario altrimenti disertore. Da parte di “plutocrazie farmaco massoniche”, l’unica sua affermazione che non è scollata e lontana dalla realtà.

*V. es. First finding from Pfizer trials. 95% efficacy claim does not stand up. Hart. 16 giugno 2022. Su un tribunale statunitense che ha ordinato all’FDA di rilasciare i documenti che vuole tenere segreti fino al 2076 sull’approvazione di emergenza del vaccino Pfizer.

@ Syrentex. 1) Ci sono medici convinti che i vaccini siano inefficaci, e possano avere efficacia negativa. 2) Come confermano diversi studi. E la situazione generale sotto gli occhi. 3) All’assunzione di tali vaccini lo Stato condiziona, vergogna dell’Italia, l’avere di che vivere, il lavoro, la dignità, il poter recarsi in un negozio o in ufficio, a scuola, all’università. 4) lncluso il poter esercitare la professione medica. 5) Oltre che col ricatto, l’assenso viene ottenuto spendendo la credibilità dello Stato, quella della magistratura, e epurando i medici che dissentono. 6) Riguardo al “sottarli agli altri”, a parte la sovrabbondanza di vaccini da smaltire, pagati coi nostri soldi, un medico preparato conosce “l’effetto S. Teresa d’Avila” in medicina: si versano più lacrime per le preghiere esaudite che per quelle rifiutate. Es. classico, il forzare in USA tramite la magistratura una cura del cancro del mammella con ablazione del midollo osseo e chemio ad alte dosi causò una strage delle donne che l’avevano preteso.

Penso che vadano considerati tutti gli elementi, esemplificati qui sommariamente, non solo quelli della versione del governo e di chi lo manovra. E che si possa quindi parlare di stato di necessità, di dissimulazione onesta finalizzata al rispetto sostanziale dell’etica e delle leggi. E al rispetto di sé stessi, come persona e come medico. Dare 5 anni e ignorare il quadro di allarme invece mi pare tradire il mandato al controllo di legalità sugli altri poteri.

@ Syrentex. Personalmente mi comporto come lei dice; per linearità. Per il mio modo personale di oppormi all’ingiustizia privilegiando la chiarezza delle posizioni. Ma stringo idealmente la mano al condannato, per quanto so da questo articolo. Pur avendolo spesso criticato mi mancano i post su Il Fatto di O. Lupacchini, il magistrato “giusfilosofo”, dispensato dopo avere osato criticare Gratteri. Il Fatto si è impoverito privandosene. Tra le cose che ho appreso da lui la vitalità del diritto, come entità autonoma, come argine all’arbitrio tramite la legge. Anche tramite la sua segnalazione di “Diritto e menzogna – La questione della giustizia in Italia”. U. Vincenti. 2013. Che il medico in casi del genere o è “braccio dello Stato”, senza occhi, raziocinio né coscienza, oppure non esiste, può essere legge di fatto, come in effetti sta avvenendo e come i magistrati come questo avvalorano, ma non è degno di essere detto diritto. Legge aberrante, analoga a quelle che hanno provocato, dopo un’adesione sorprendentemente facile* alle ideologie che se ne avvalsero, i noti orrori**. E altri, meno noti, ma non meno sanguinosi, ne sta provocando. E qui prima di codici e pandette ci sono la realtà biologica e la medicina, dove affidarsi al suo “diritto” potrà avere conseguenze estremamente spiacevoli.

* Why did so many German doctors join the Nazi Party early? International Journal of Law and Psychiatry, 2012.
**The Nazi doctors and the Nuremberg code. Oxford U Press, 1992.

@ Syrentex. Non posso intavolare una discussione in termini giuridici, non avendo la preparazione. Posso contestare che si parta dal codice, e che si proceda per deduzione. Penso che si debba partire dalla realtà, data la quale se in casi particolari si trasgrediscono regole formali per evitare un danno ingiusto ad altri non si dovrebbe essere puniti. “Esimenti”, o cose del genere. E si dovrebbe indagare sul pericolo che l’imputato evidenzia contrastandolo.

Ho già osservato che sulla medicina, e ancor più sul covid, i magistrati accentuano la tendenza, evidenziata da Vincenti, allo scolastico, al deduttivo, o meglio allo pseudodeduttivo. Dando per assunte premesse che celano il falso, dettate dal principe, e srotolando da lì calcoli logici, vistosi ma viziati in radice. Purtroppo la diserzione dei magistrati dal controllo su cosa sta avvenendo col covid e con le sue misure da 28 ottobre 1922 facilita ciò.

Non sono un giurista, ma da cittadino vorrei che l’amministrazione della giustizia fosse – come per altre attività applicate, e applicate all’uomo – una disciplina primariamente induttiva, cioè basata in primis sull’accertamento dei fatti e della sostanza delle responsabilità. Altrimenti si giudica come don Ferrante. E, data la realtà biologica sulla quale tanti credono di poter fare i prepotenti e i giocolieri delle carte a posto come fanno coi poveri cittadini, si rischia di fare la stessa fine.

@ Syrentex. Avere ragione e mostrarlo non basta ….La funzione del PM dovrebbe essere anche quella, accertando i fatti, di riscontrare le esimenti. Invece, nessun sospetto che il si salvi chi può covid, il pandemonio con le sue smisurate e continue anomalie, contraddizioni ed estremizzazioni sia sotteso da interessi illeciti di massima scala. Neanche da parte del giudice. Anzi, con la condanna si nega positivamente che sia così (per asseverazione, senza avere soddisfatto l’onere della prova). Questi magistrati ricordano quell’inglese che continuava a uscire dalla sua camera d’albergo e a rientrarvi dopo avere chiesto un bicchiere d’acqua. Perché la sua stanza era in fiamme. Ma non sono sicuro che il loro sia aplomb. Sembra più una grave forma di emianopsia o di sordità selettiva. O di “belle indifference”.

Lei si rifarà a norme procedurali, parlando di inversione dell’onere della prova. Forse un test di buona giustizia potrebbe essere questo: che la sentenza stia in piedi anche in termini laici, senza tecnicismi. I trial – la parola indica anche i processi – clinici spesso sono costruiti ad hoc, in modo da dare i risultati voluti. Hanno validità interna ma non validità esterna, cioè applicabilità nella pratica medica alla popolazione di malati di riferimento. Analogamente, le sentenze, tecniche quanto volete, dovrebbero essere tali da restare aderenti al vero anche varcata in uscita la soglia dell’aula dalla quale sono entrate, provenendo dal mondo esterno dove vivono.

@ Syrentex. Stiamo parlando della notizia del processo – che è pure importante, per il messaggio che diffonde – non del processo, del quale non conosciamo i dettagli. Il solito equivocare tra prescrittivo e descrittivo. Se è prescritto, perché i magistrati si sono comportati, come spesso fanno, come se avessero al contrario un diritto al prima facie, al superficiale, al conformismo prono? A istruire procedimenti ed emettere condanne basandosi sulla medicina per come viene raccontata dalle riviste femminili ? Per come viene dettata dal marketing biomedico (che conosce il potere persuasivo, e intimidatorio, di una singola sentenza di tribunale). Un diritto a ignorare circostanze e evidenze drammatiche e di dimensioni epocali, che al contrario dovrebbero doverosamente essere oggetto della loro funzione di indagine?

E’ noto che in biomedicina il riduzionismo favorisce interpretazioni errate e di comodo. A tale proposito, parlando di covid, v. What is a pathogen? Toward a process view of host-parasite interactions. Virulence, 2014. I magistrati fanno lo stesso, almeno in appoggio a grandi operazioni ideologico affaristiche in medicina, che sono l’antitesi fedele della Costituzione mentre si conformano all’apparenza ai suoi dettati; tanto da ricordare l’antagonismo molecolare farmacologico – come quello di molti veleni letali. V. Il riduzionismo giudiziario nella frode medica strutturale: il caso del testamento biologico. Sito menici60d15.

@ Syrentex. Parlate voi di forma e sostanza … mentre dite che il giudice di Pinocchio va bene perché il condannato può rivolgersi ai giudici delle corti superiori. Anzi peggio: per sentenze del genere, a parte il danno all’imputato, così come la smentita di una notizia falsa diffusa a mezzo stampa perfeziona la disinformazione, l’assolvere nei gradi successivi dopo che la notizia della sentenza ha dato i suoi effetti deleteri sul pubblico lascia il danno e autoassolve i magistrati. Che dovrebbero essere più responsabili sul loro potere di costruzione della realtà sociale. E risponderne. Alla luce del teorema di Thomas: “ if men define situations as real, they are real in their consequences”. Ciò vale soprattutto per i pronunciamenti della magistratura sulla medicina, che viene presentata al pubblico in versioni artefatte a fini di lucro; a volte puntualmente associate a spot giudiziari. Soprattutto su questioni controverse e politicamente sovraccariche come questa anomala epidemia. Soprattutto per un’epidemia gonfiata con adynaton e imposizioni ad hoc, abnormi e nocive. Tanto che si dovrebbe indagare per epidemia dolosa; includendovi la diffusione di informazioni e le delibere che definendo il reale anche se biologicamente infondate creano nei fatti una situazione di epidemia, coi suoi danni. E includendovi anche i magistrati che partecipano alla costruzione dell’epidemia tramite suggestio falsi e suppressio veri. Invece si pongono le basi per avere in futuro altre “epidemie di Thomas”.

@ Syrentex. Nel dirimere una contesa, dando ragione all’uno e torto all’altro, il giudice inevitabilmente crea uno che è contento e uno che è scontento. Questa massima che i magistrati ripetono spesso mi fa cascare le braccia e mi porta a interrogarmi sul loro modo di sentire e di ragionare. I casi minimi infatti non sono due ma quattro: contento avendo viste riconosciute le proprie ragioni. Contento per “essere andato in tasca alla giustizia” avendo vinto essendo nel torto. Scontento perché avendo torto il giudice lo ha dimostrato. Scontento perché essendo nel giusto viene invece sancito che ha torto. C’è una essenziale differenza tra l’essere scontento per non averla fatta franca o per finire cornuto e mazziato. Chi riconosce solo due casi commette una circolarità sul piano logico e mostra insensibilità per l’altro e per l’avere giustizia, mentre mette sé stesso al centro e si attribuisce infallibilità.

Sulla sorte delle mie denunce, ho motivi di ottimismo: quando mai i magistrati non hanno svelato le trame del potere, come quelle dei cosiddetti “Misteri d’Italia”, presto e bene, e messo subito in galera, in massa, esecutori, quadri intermedi e mandanti? E ne abbiamo già parlato, ricorda. Nello scambio a commento al post del 4 maggio 2021 “Massoneria e politica, siamo alle solite: la vita pubblica va protetta dai gruppi privati”, quando tra le altre squisitezze additò alla mia attenzione come andarono a finire le denunce del povero notaio Marrapodi …

Nel dirimere una contesa, dando ragione all’uno e torto all’altro, il giudice inevitabilmente crea uno che è contento e uno che è scontento. Questa massima che i magistrati ripetono spesso mi fa cascare le braccia e mi porta a interrogarmi sul loro modo di sentire e di ragionare. I casi minimi infatti non sono due ma quattro: contento avendo viste riconosciute le proprie ragioni. Contento per “essere andato in tasca alla giustizia” avendo vinto essendo nel torto. Scontento perché avendo torto il giudice lo ha dimostrato. Scontento perché essendo nel giusto viene invece sancito che ha torto. C’è una essenziale differenza tra l’essere scontento per non averla fatta franca o per finire cornuto e mazziato. Chi riconosce solo due casi commette una circolarità sul piano logico e mostra insensibilità per l’altro e per l’avere giustizia, mentre mette sé stesso al centro e si attribuisce infallibilità.

Sulla sorte delle mie denunce, ho motivi di ottimismo: quando mai i magistrati non hanno svelato le trame del potere, come quelle dei cosiddetti “Misteri d’Italia”, presto e bene, e messo subito in galera, in massa, esecutori, quadri intermedi e mandanti? E ne abbiamo già parlato, ricorda. Nello scambio a commento al post del 4 maggio 2021 “Massoneria e politica, siamo alle solite: la vita pubblica va protetta dai gruppi privati”, quando tra le altre squisitezze additò alla mia attenzione come andarono a finire le denunce del povero notaio Marrapodi …

@ Syrentex. Se un crimine è dimostrato e il giudice non accetta la dimostrazione – per non parlare della lupara bianca delle denunce – non è che non sia vero. O realmente non soddisfa gli standard giudiziari, o il giudice è incapace o pavido o venduto. Quanti magistrati scippano le vecchiette? Nessuno. Quanti aderiscono al peculato epistemologico che lei teorizza, per il quale la verità di fatto, la verità storica, la stabilisce il giudice? Mentre si mette il collare ai magistrati, si vuole dare loro questa funzione di cani da guardia del pensiero unico. Addestrandoli su cosa è scienza e cosa è complottismo, scie chimiche, etc. Sembra che la repulsione per lo scippo della verità sia minore che per lo scippo delle borsette. Sarebbe interessante conoscere la reazione dei magistrati alla difesa che si riduce a parlare di rettiliani, di negazione di Eratostene sulla geometria del pianeta (II secolo AC), quando si documentano crimini dei poteri maggiori.

Tamburino nel suo recente libro “Dietro tutte le trame” (nel quale la massoneria è citata 81 volte) parla di “distanza, talora abissale, tra verità reale e ricostruzione giudiziaria”. A volte c’è anche una distanza come quella tra la terraferma e il fondo della Fossa delle Marianne tra i doveri dei magistrati e i loro comportamenti. Altrimenti lei si guarderebbe dal definire in questi termini svilenti la funzione giudiziaria.

@ Syrentex. Al momento l’unico etichettato formalmente come criminale, da chi si occupa di pendagli da forca, è il medico oggetto del procedimento. Il tempo dirà delle posizioni dell’etichettato e degli etichettatori.

Gli alchimisti pensavano di mutare il piombo in oro, per via chimica. Avevano torto, ma la trasmutazione degli elementi è stata ottenuta tramite la fisica nucleare. Il vaccino cowpox non mutava le persone in vacche. E’ il vaccino di Speranza che oggi muta la società in una Fattoria degli animali, con il gregge da spremere, i tribuni del popolo che divengono tiranni, gli uguali più uguali, la zootecnia dei cittadini mascherata da medicina. Del resto, volendo evitare l’impresentabile realtà attuale, e parlare di remoti precedenti storici, il riferimento più antico non è al ‘700 di Jenner, ma al Vangelo di Matteo: “Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecora, ma dentro sono lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete”; considerando che Speranza è affiliato alla Fabian society, che ha per emblema un lupo coperto da una pelle d’agnello.

@ Syrentex. I fatti, e le bugie contraddittorie, con il morbo ammazzadiritti che impazza* dopo la vaccinazione di massa forzosa – quando avrebbe già dovuto esaurirsi naturalmente – con i dati sulla salute della popolazione che dietro alle veline sono peggiorati con le vaccinazioni**, con le persone rese bolse dal ricatto vaccinale***, indicano che state facendo di Barabba il messia. “Dai loro frutti li riconoscerete”; e questo vale anche per i magistrati.

*Covid, i medici di famiglia: “incremento esponenziale del contagio con numeri mai osservati in oltre 2 anni di pandemia”. Il Fatto, 2 lug 2022.
** A picture tells a thousand words: or does it? More data lies try to prop up crumbling narrative. Gruppo Hart, 2 giugno 2022.
*** Rise in long-term sickness. But the timing doesn’t fit long covid. Gruppo Hart, 25 giu 2022.

@ Syrentex. Lei dice di ragionare in termini di diritto ma batte e ribatte sulla categoria “Novax”. Cioè applica la guilt by association. Tipica del maccartismo. Mizzica che giurista. Accetto la sua etichetta, “novax”: lei dice di non averne mai sentito uno che non proponga “ognuno faccia come gli pare”. Eccomi. La libertà di cura è un’altra truffa della medicina degli usurai. E’ il caveat emptor, alternativo alla medicina forzosa. Nella giungla della malattia è rischioso, fino a essere suicida, “scegliere” tra i vari “professional” o fare di testa propria. Occorre affidarsi alla medicina; uno dei cui compiti principali è dire cosa non fare, allontanando dalle credenze irrazionali e dalla superstizione. Però lo Stato deve garantire una medicina cristallina e affidabile. Non la medicina di Vanna Marchi con venature di Mengele. La libertà di cura è segno del naufragio; è il si salvi chi può, l’estrema ratio davanti a un impazzimento come quello presente.

“Non c’è criminale che non si lamenti dei giudici”. Detto da lei mi viene in mente il “non tutti i massoni sono criminali ma tutti i criminali sono massoni”. Comunque. E’ proprio questo il problema, che in Italia se ne lamentano solo i criminali e i traffichini. Mentre dovrebbe essere riconosciuto dagli onesti che senza giustizia imparziale ed efficiente non c’è democrazia; e che rispetto ai poteri forti la magistratura non la conta giusta, e fa il doppio gioco.

Non postato per chiusura dei commenti. @ Syrentex. Raj Bhopal, tra i maggiori esperti di igiene pubblica, ha paragonato il trovarsi in una epidemia nuova alla condizione di “zugzwang” degli scacchi, dove ogni mossa è svantaggiosa e i piani vanno studiati per uscirne minimizzando il danno, accettando soluzioni che comportano danno per evitare danni peggiori. L’ha detto sapendo che le epidemie sono battaglie che vengono comunque vinte, dalle difese naturali; si tratta di minimizzare il costo della vittoria. Tanti esperti, es. con la Barrington declaration, hanno applicato correttamente in questo senso le conoscenze mediche. Venendo bastonati. Invece l’epidemia è stata presentata come la fine del mondo, la medicina come magia onnipotente, che salva senza danno, e le persone come i “topi nudi” di laboratorio, prive di difesa. Col risultato che si è giocato a perdere, arrivando alle conseguenze allucinanti di una epidemia che proseguirebbe come mai visto prima avendo obbligato la cittadinanza a vaccinarsi come mai fatto prima. Sulle responsabilità di massoni e magistrati (un’endiadi, a volte …), come lei dice quando mai chi è responsabile di disastri di portata storica lo ammette, etc.

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8 luglio 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Tamponi e test solo in farmacia, la Consulta: “La decisione non è una scelta irragionevole””

Irragionevole, a dir poco, è che la Consulta si muova solo per una contesa commerciale sulla spartizione della sinecura covid mentre in nome di una asserita tutela della salute, che appare sempre più falsa e pretestuosa*, si è instaurato, consenziente la Consulta, il “quod placuit principi, habet vigorem legem”. Con effetti dirompenti su diritti umani, società, economia e salute. Su ciò la Corte costituzionale sta rinserrata nel suo palazzo. Sito davanti all’obelisco coi Dioscuri, che è il miliare aureo dal quale vanno misurate distorsioni, abusi e capovolgimenti della Costituzione che si estendono su tutto il territorio nazionale.

*Es. “Imperial fantasy of 20 million lives saved. Modelling used to make wild claim”. Gruppo Hart, 8 lug 2022, sulle stime controfattuali “scientifiche” dei benefici dei vaccini, imposti da noi in Mafiolandia con ricatti che sono arrivati alla interdizione dal lavoro. ”Imperial’s models have never been proven to be right. Lessons never seem to be learnt. The assumptions Imperial used to create this model have no bearing to the real world.” Dallo Imperial College si vanta di provenire Crisanti, al quale la magistratura ordinaria a 600 km dall’obelisco di piazza del Quirinale ha prontamente affidato la perizia sulla strage covid iniziale, reale ma del tutto anomala. Strage di innesco. Che ha fornito la giustificazione al quod placuit; come ha rimarcato, in termini gratulatori, lo stesso Imperial College.

E’ suggestiva per implicazione la disputa test rapidi o PCR (questa notoriamente fonte di falsi positivi che la fanno del tutto inadatta a test di screening, e per di più tarata per il covid in modo da provocarne). L’implicazione subdola è il beneficio dei test di massa per il covid.

“Demolition of frameworks for protecting the public from ineffective, poorly delivered, and unethically practised screening”; “Screening is counterintuitive, complex, and paradoxical”; “At best … can only tell us … how rapid tests compare with PCR tests (if both are done) … It cannot tell us how many cases will be found that are truly infectious … (uno degli esperti di Stato di test di massa estromessi in UK sul covid, BMJ 2020;371:m4438).

Prof. Qimron, capo del dip. Microbiologia-immunologia della Tel Aviv University, al suo governo: “You refused to admit that mass testing is ineffective, despite your own contingency plans explicitly stating so”.

“It is for a doctor, not a bit of plastic tat, to diagnose illness”. (Covid above else – The Covid Doctrine is Incompatible with Inalienable Rights. Gruppo Hart, 15 gen 2022).

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22 luglio 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Pietrobelli “Veneto, caso Tamponi rapidi – La procura di Padova chiede il processo per due dirigenti regionali: “Falsi attestati sulla attendibilità”

E’ suggestiva per implicazione la disputa test rapidi o PCR (questa notoriamente fonte di falsi positivi che la fanno del tutto inadatta a test di screening, e per di più tarata per il covid in modo da provocarne). L’implicazione subdola è il beneficio dei test di massa per il covid.

“Demolition of frameworks for protecting the public from ineffective, poorly delivered, and unethically practised screening”; “Screening is counterintuitive, complex, and paradoxical”; “At best … can only tell us … how rapid tests compare with PCR tests (if both are done) … It cannot tell us how many cases will be found that are truly infectious … (uno degli esperti di Stato di test di massa estromessi in UK sul covid, BMJ 2020;371:m4438).

Prof. Qimron, capo del dip. Microbiologia-immunologia della Tel Aviv University, al suo governo: “You refused to admit that mass testing is ineffective, despite your own contingency plans explicitly stating so”.

I magistrati accettano una “dottrina” di comodo incompatibile coi diritti inalienabili, ignorano le sue macroscopiche e impudenti assurdità e la coonestano cadenzando omissioni e interventi selettivi. Incluso il credito conferito a Crisanti, emissario di quell’Imperial college riconosciuto tra le fonti principali dei falsi studi sui quali poggia la dottrina liberticida.

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26 luglio 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Casula “L’ex Ilva dieci anni dopo il sequestro: il nodo salute-lavoro è irrisolto. E i magistrati che indagarono insistono: “È ancora pericolosa””

Nella mitologia greca Argo era un gigante con occhi anche dietro la testa; o con cento occhi. Briareo, un gigante con cento braccia. Il falso anonimo manzoniano attribuisce agli “Spettabili Magistrati” “occhij di Argo e braccj di Briareo”. Nel complesso mondo attuale, dove regnano multicausalità e intrecci etiologici, rivestiti di un marketing di consumata scivolosità, la magistratura dovrebbe avere di questi attributi. Il caso Ilva mostra al contrario una magistratura affetta da emianopsia, e da ipotrofia monolaterale, che cieca e inerte su noxae patogene causate da brama di profitto che non siano l’unica che considera e combatte non solo le lascia libere, ma le potenzia*. Con effetti simili a quelli della polizia che limitandosi a reprimere una gang favorisce la gang rivale. O agli antibiotici che inducono infezioni alterando la flora microbica. O dei gattopardi che dicendosi paladini del popolo contro il vecchio regime lavorano per la conversione al nuovo regime.

Del resto, la compliance della magistratura per quelle che si possono chiamare “allegorie materiali” della biomedicina, dove interessi di potere e di profitto dei massimi livelli costruiscono, da un nucleo di realtà, una narrazione soteriologica, nella quale una causa singola viene gonfiata fino a rappresentare tutto il Male, in modo che altri fattori nocivi siano lasciati liberi, e ne siano istituiti di nuovi, è apparsa evidente con l’operazione covid.

*Ilva. Dal cancro nascosto al cancro inventato.

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26 luglio 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Casula “L’ex Ilva dieci anni dopo il sequestro: il nodo salute-lavoro è irrisolto. E i magistrati che indagarono insistono: “È ancora pericolosa””

Nella mitologia greca Argo era un gigante con occhi anche dietro la testa; o con cento occhi. Briareo, un gigante con cento braccia. Il falso anonimo manzoniano attribuisce agli “Spettabili Magistrati” “occhij di Argo e braccj di Briareo”. Nel complesso mondo attuale, dove regnano multicausalità e intrecci etiologici, rivestiti di un marketing di consumata scivolosità, la magistratura dovrebbe avere di questi attributi. Il caso Ilva mostra al contrario una magistratura affetta da emianopsia, e da ipotrofia monolaterale, che cieca e inerte su noxae patogene causate da brama di profitto che non siano l’unica che considera e combatte non solo le lascia libere, ma le potenzia*. Con effetti simili a quelli della polizia che limitandosi a reprimere una gang favorisce la gang rivale. O agli antibiotici che inducono infezioni alterando la flora microbica. O dei gattopardi che dicendosi paladini del popolo contro il vecchio regime lavorano per la conversione al nuovo regime.

Del resto, la compliance della magistratura per quelle che si possono chiamare “allegorie materiali” della biomedicina, dove interessi di potere e di profitto dei massimi livelli costruiscono, da un nucleo di realtà, una narrazione soteriologica, nella quale una causa singola viene gonfiata fino a rappresentare tutto il Male, in modo che altri fattori nocivi siano lasciati liberi, e ne siano istituiti di nuovi, è apparsa evidente con l’operazione covid.

*Ilva. Dal cancro nascosto al cancro inventato.

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2 agosto 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Catania “Cannabis, l’ex maresciallo della Guardia di Finanza che la usa contro la sua patologia: “Avevo dolori cronici, sono rinato. Sia legale””

Questo ex maresciallo della Finanza, che fa notare i benefici dell’avere sottufficiali accannati, descrive la cannabis come acqua di Lourdes. E ottenibile come il basilico con la piantina sul balcone. Una visione così distorta, naive ed estrema – ma diffusa nel pubblico* – da invitare a citare i pericoli e i danni dell’assunzione della sostanza, come l’induzione di psicosi **. La “sintesi”, cioè l’andare a parare, potrà essere quella di avere un popolo di rintontiti legalizzando l’uso di versioni sintetiche, come propugna la Open Foundation di Soros ***. A beneficio delle case farmaceutiche; alle quali i vertici mafiosi di alto livello, approdati all’alta finanza, che ambiscono a ripulirsi e legalizzarsi, non sono certo ostili… .

Nella mia esperienza i vertici di viale XXI Aprile non sono da meno dei cugini di viale Romania e del Viminale nel servire la suggestio falsi dettata dal business biomedico (e anche nel fornire servizi di suppressio veri a detto business). Sulla diffusione delle droghe, c’è il precedente dell’Operazione Blue Moon.

* Americans’ View of Marijuana Is Rosy, and Unscientific. Reuters, 24 lug 2018. – Smoke and Mirrors: Is Marijuana Actually Medicinal? Medscape, 18 apr 2018.
** Cannabinoids in Medicine: Limitless Hope or Hype? Medscape, 12 mag 2022.
*** Savioli S. ONG, il cavallo di Troia del capitalismo globale. 2018.

@ Alex Cece. Tu se non sbaglio sei entusiasta sia delle libere canne che delle pere a mRNA di Draghi, Speranza e compagnia. Che vuoi, c’è una tradizione di complottisti che vedono il male in nobili battaglie progressiste. Es. quell’acido di Tocqueville, che in “Democracy in America” parla delle “ready-made opinions for the use of individuals,who are thus relieved from the necessity of forming opinions of their own”. Le opinioni ready-made, le opinioni precotte, come questa del libero stordirsi come vuole il potere, passando pure per spiriti liberi, o quella del farsi siringare a comando, passando per persone mature e responsabili, sono così comode. Quale mente malata può credere che chi ordina queste campagne d’opinione non voglia il nostro bene? I fatti mostrano il contrario. Non fare caso ai seccatori complottisti. Libere canne e obbedienza vaccinale, all’apparenza contrastanti, sono due temi della stessa agenda farmacologica, accomunati dalla volontà di controllare i pecoroni. Oops; scusa. Non farci caso. Fumaci su; e pensa alla quarta dose. E alle successive.

@ Alex Cece. I danni sociali da alcool o altre sostanza psicotrope non giustificano l’aggravamento della situazione con la cultura dello spinello. Sì, mi sono interrogato sull’opposizione al tabacco – che è realmente nocivo alla salute fisica. Osservo che la sua soppressione come sostanza psicotropa va di pari passo con la spinta verso gli psicofarmaci, generalmente inefficaci, addictive e nocivi (il cui consumo è in continuo aumento) – e verso le canne.

Mazzucco è volenteroso ma spesso impreciso ed esagerato sui temi medici.

La libertà tu la intendi come “fare come mi pare”. E’ giusto chiedere di poter disporre del proprio corpo. Ma come cittadino, lavoratore (e guidatore) hai la responsabilità sociale, cioè verso gli altri, di essere lucido e responsabile. Ci sono già troppa indifferenza, disimpegno e menefreghismo per incrementarli per via farmacologica. Dici di essere libero, ma ripeti il catechismo del potere: chi non accetta il pensiero precotto è “complottista”; sì alle canne, sì ai vaccini.

La cultura dello spinello è la cultura dell’individualismo servile. Come confermano i tuoi strilli e improperi da bambino al quale è stato tolto il ciucciotto. I romani chiamavano il vino “la mammella dei vecchi”. Anche con le canne siamo a livello orale: un “pacifier” (il ciucciotto in inglese), nell’ambito del processo di regressione infantile delle masse.

 

@ Alex Cece. Appare sia mantenuta una forma di equilibrio, che è in corso di modifica, tra droghe e farmaci. Tendo a “speculare”, come dicono gli anglosassoni quando l’analisi – su dati, non su fantasie – non gli piace; l’impellenza di capire, capire per migliorare, mi porta a costruire degli strumenti concettuali, delle categorie. Es. distinguo tra “negativo” e “proibito” stabiliti dal potere. Le droghe, o es. la mafia che le commercia, sono negativo, venendo così finora considerate, ma non sono proibito, essendo mantenute presenti nella vita reale; è possibile che le droghe siano state rese illegali senza che il loro consumo venga stroncato anche per creare una scarsità e produrre un mercato, controllato; e a fini di controllo sociale, come dicevo. E che la mafia di cosca venga mantenuta sia perché conduce servizi come il traffico di droga sia perché come spauracchio aiuta a coprire forme più sottili di predazione, legalizzate e istituzionalizzate. Chi la mafia la vuole annientare, o si oppone ai disegni del business farmaceutico nelle sue varie forme, è proibito: viene stroncato e non appare sulla scena.

Solidarietà e vicinanza, se mi permetti, per la situazione personale che esponi. Ma consentimi anche di farti notare che la libertà sta in alto, e bisogna arrampicarsi per raggiungerla. Mentre quelli che sono presentati come scivoli verso la libertà, qui gli scivoli dati dalle sostanza psicotrope, portano giù, in situazioni che sono il contrario della vita libera.

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15 agosto 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Pipitone “Conte candida Scarpinato. Nel listino M5s anche l’ex magistrato De Raho e l’ex ministro Costa. Chi sono gli altri: da Appendino a De Santoli”

Una riprova di come la mafia di cosca serva a mantenere l’ipomafia istituzionale. E di come ciò avvenga mediante l’antimafia. Se non ci fosse la mafia, se la si fosse eradicata, come dovrebbe essere in un Paese sano, non ci potrebbero essere i semidei dell’antimafia. Semidei che coprono le spalle all’ipomafia istituzionale, e ora la rivestono della loro credibilità e del loro prestigio. Es. l’ipomafia praticata da Pierpaolo Sileri, 5 stelle, che da sottosegretario alla sanità ha vociato di esilio (a calci) e messo in atto il ricatto di “rendere la vita difficile” fino a togliere il lavoro, ed estromettere, tuttora, dall’esercizio della professione medica, per chi non si sottoponga a iniezioni che si stanno rivelando inefficaci e nocive.

Magistrati autenticamente antimafia – o magistrati tout court – dovrebbero rifiutare con sdegno di fornire legittimazione e lustro a un partito che pratica l’ipomafia istituzionale, responsabile in concorso della triturazione di diritti fondamentali, incluso il rispetto della vita umana, con l’operazione covid. Magari potrebbero aiutare il loro sodale Ingroia, iscrivendosi nelle sue liste. E’ invece Ingroia che ambiguo aiuta il loro gioco, candidando la veneranda Gina Lollobrigida. Questi tempi particolarmente torbidi offrono la possibilità di vedere in diretta come funziona il teatro dei pupi istituzionale; in questo caso come la mafia degli eterni latitanti serve da alibi per pratiche mafiose che usano la Gazzetta ufficiale.

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22 agosto 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Ravenna, decine di nostalgici ricordano il gerarca Ettore Muti. A pochi metri antifascisti cantano Bella Ciao”

Ricordo, in vecchio articolo di “Storia illustrata”, che per la sua uccisione si usò l’espressione “un cespuglio sparò”. Mi colpì l’espressione vivida, fuori luogo nella ricostruzione di un omicidio. Poi ho trovato che è una espressione di Montanelli in “XX Battaglione eritreo” (1936). Quell’altro triste personaggio, Badoglio, aveva incaricato i carabinieri. Nella mia esperienza, i prefetti, e le prefettesse, proseguono a tutt’oggi la tradizione di operazioni sporche, sopprimendo certe voci ed esaltandone altre, impunemente, per come richiesto da chi sta in alto. Il prefetto non avrebbe dovuto autorizzare, per di più sotto elezioni, la celebrazione di un simbolo della politica ottusa, violenta e antidemocratica. Ma così, oltre a strizzare l’occhio agli amici nostalgici, si consente ai servitori del fascismo dei banchieri di rabberciare una irrecuperabile verginità antifascista con la solita stanca sceneggiata in costume.

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2 settembre 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Frosina “Alla scuola di formazione per magistrati c’è il corso “critico” sulle correnti. Chi lo tiene? I big delle correnti (intervistandosi tra di loro)”

“Quando senti rumore di zoccoli non pensare alle zebre, pensa ai cavalli” (detto medico USA). Davanti ai movimenti della categoria dei magistrati non pensare a Falcone e Borsellino, pensa a Palamara.

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13 settembre 2022

Blog de Il Fatto

Comemnto al post di G. Pipitone “Lotta alla mafia ignorata da centrodestra e Azione. Il report: bene M5s, Sinistra, De Magistris. Il Pd? ‘Programma avanzato, Letta non ne parla’”

Sulla mafia i partiti politici esprimono una gamma di posizioni i cui poli sono: a) fare affari con la mafia, per ottenere soldi e voti. b) presentarsi come paladini contro la mafia di cosca, colpendola ma mantenendola in vita, per trarre da ciò una rendita di prestigio, credibilità, e soprattutto di ricompense per essere esecutori delle pratiche mafiose ordinate dai poteri forti, pratiche eseguite mentre si grida contro la mafia. Come il pizzo vaccinale, e l’epurazione dei medici contrari alle frode vaccinale. Mentre va crescendo il pizzo bollette. Questa seconda posizione, che usa la lotta alla mafia come diversivo e alibi, è particolarmente cara ai magistrati. Una terza posizione, che chiede non di “contrastare”, “parlare di”, “lottare” etc. ma di puntare risolutamente a eradicare la mafia, e cominciare a difendersi dalle altre forze predatorie, non è rappresentata, e viene attivamente repressa, more mafioso, con la piena collaborazione dell’antimafia appigionata.

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4 ottobre 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Lanaro “Cafiero de Raho, primo ingresso alla Camera da deputato M5s: “Il mio primo impegno? Va sanata l’incertezza sull’ergastolo ostativo””

Il neo parlamentare che nell’ottobre 2022 si fa intervistare davanti al retro di Montecitorio ben mascherinato, dando con questo inchino il buon esempio ai cittadini, è De Raho, importante figura della lotta perenne a una mafia perenne; ora, non sorprende, propagandista del degrado perenne* in nome di un’epidemia perenne.

Poco prima di essere eletto ha detto “proteggeremo i cittadini dalla ndrangheta”. Io non voglio la protezione dai “protettori” della ndrangheta. Voglio che la mafia non sia elevata a entità ontologica, e sia eliminata. Voglio essere difeso da tutte le forme di predazione, dal pizzo in bolletta come dal pizzo chiesto da tangheri porta a porta. Mentre l’antimafia stabile complementare alla mafia fissa è un alibi e diversivo per servire altre mafie, quelle del jab for job, delle epidemie gonfiate e del pizzo in bolletta. L’alleggerimento dell’ergastolo ostativo va nella direzione di proseguire il sistema di controllo e sfruttamento mafia-antimafia proprio dell’Italia; prosecuzione sulla quale sono tutti d’accordo.

Medici e scienziati di altri paesi, di una pasta diversa di quelli mostrati sui media, chiedono che la politica sanitaria abbia come obiettivo la salute complessiva, invece di concentrarsi su una singola malattia, oggi il covid: anche la “lotta” limitata alla mafia di ndrina, cosca etc. è un modo obliquo per servire il male.

*Masks do more harm than good. Ineffectual and psychologically malignant. Gruppo Hart, 8 giugno 2022.

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Brescia, 3 ottobre 2022

Dr. Francesco Bruno
Procura della Repubblica
Verona
prot.procura.verona@giustiziacert.it


Dr. Angelo Ricciardi
Tribunale di Milano
prot.tribunale@giustiziacert.it


Le basi criminali del libero convincimento del magistrato in campo biomedico


Uno tra i primi ufficiali dei carabinieri ad arrivare sul posto spiegherà ai suoi uomini che quello stato di perenne stress è una tipica tattica di guerriglia. Su uno degli attentati “Unabomber”. In: U. Dinello. La via delle armi. Gladio, Peteano, Unabomber e altre verità nascoste. Laterza 2022. Il libro dà conferma a quanto dal sottoscritto intuito, riportato nello scritto del 2010: Leopardi, Unabomber e altri eversori; sito menici60d15.

Segnalo lo scritto “Il livello Scarantino: l’ipomafia a Lamezia al tempo delle notizie di progetti di attentati a Gratteri” nella raccolta “L’uso del fisco nell’eversione di Stato”; sito menici60d15. E lo scritto “ll livello Scarantino, palazzo Zanardelli e la strage covid in Lombardia orientale”; sito menici60d15. In risposta a una reiterazione del trattamento persecutorio via fisco sul quale avevo scritto al Procuratore della Repubblica di Verona il 30 maggio 2021 (In: L’uso del fisco nell’eversione di Stato; cit.). Non sono nelle condizioni, data l’opera di distruzione sociale della quale la magistratura è la prima responsabile, di rivolgermi a esperti per valutare il merito delle continue richieste aggiuntive di denaro e multe dell’Agenzia delle Entrate, delle quali in ogni caso non sono responsabile essendomi affidato a un commercialista – consulente di magistrati. Né ho di fatto la possibilità di esercitare il diritto di difesa in termini formali. Prima che il diritto a una difesa, manca il diritto a un giudice al quale appellarsi, come mostra la reiterazione delle pratiche “ipomafiose” (v. L’ipomafia; sito menici60d15) dopo che ne avevo scritto alla Procura di Verona. Quel che è certo è che dopo avermi epurato come medico, emarginato socialmente, e costretto a forza entro una situazione finanziaria precaria e sbilenca, viene fatto in modo che io sia costretto a pagare ancora più tasse di quelle già inique, in sé e per la situazione finanziaria impostami. Mediante cartelle a orologeria a carattere ritorsivo e intimidatorio, accompagnate da oltraggi che uniscono al boicottaggio l’insulto e l’intimidazione, con lo sfoggio tracotante di una libera facoltà di uso del potere legale per colpire e danneggiare.


Ciò che posso fare per non farmi travolgere da queste incessanti ondate criminali e miserabili è scrivere, per lasciare memoria di quanto avviene e delle sue conseguenze. In particolare, il caso mostra che i legami Sud-Nord, es Lamezia-Verona, non riguardano solo la mafia di ndrina, ma anche il sottobosco ipomafioso. Via le centrali romane, ovviamente. Si sta facendo luce sui passati legami tra ndrangheta e terrorismo. Il mio caso mostra come vi siano legami attuali tra l’eversione della quale storicamente lo Stato è esecutore intermedio e le locali ipomafiose. La magistrato Dolci parla di “colonizzazione” mafiosa della Lombardia. Credo che al Nord faccia comodo avere l’alibi e il diversivo della mafia (I professionisti della metamafia; sito menici50d15). L’ipomafia che si nasconde e viene nascosta indisturbata dietro alla lotta alla mafia al Nord è di pari qualità di quella del Sud, le due operando di concerto, come mostro qui. La recente condanna alleggerita per Montante in secondo grado, con l’assoluzione o il proscioglimento di figure istituzionali, si spiega dal mio punto di osservazione con i carboni bagnati sui sistemi Montante diffusi (v. Un certificato di decenza per le attività antimafia), come quello che si occupa di me. Si dice che i Meridionali sono italiani esagerati. Montante ha estremizzato un sistema che agisce ovunque, e al quale non è affatto estranea, tra le istituzioni, la magistratura. La colpa reale di questo amico di magistrati, personale di polizia, intellettuali, appare essere di avere utilizzato direttamente e smodatamente, per i propri interessi, piuttosto che per i poteri che ne hanno fatto strumento di controllo del Paese, il complesso costituito da mafia “invincibile” e antimafia a tela di Penelope.


Si dovrà parlare del ruolo dei magistrati nel covid. Il mio caso mostra come tra le cose che i magistrati hanno permesso e favorito vi siano il boicottaggio materiale e l’intimidazione di un medico non allineato che, come faceva già da molti anni, si opponeva a manipolazioni colossali in biomedicina.

Poco prima di quest’altra vendetta ipomafiosa avevo scritto un commento sul blog de Il Fatto quotidiano su come la notizia della pesante sentenza di condanna del dr. Ricciardi su mancate diagnosi “tempestive” di sclerosi multipla, col forte potere persuasivo e intimidatorio che può avere, abbia il carattere del booster, cioè di potenziamento, di gravi frodi biomediche a danno della salute del pubblico e dei beni dei contribuenti (In: Guai ai vinti; sito menici60d15). Non parlo del caso specifico, che non conosco, e della sua verità o falsità contingente. Ma il messaggio mediatico della condanna è contestualmente falso e fraudolento, a grave danno della salute. (I magistrati nel favorire le frodi biomediche istituzionalizzate spesso considerano solo l’eccezione fondata a una prassi fraudolenta che invece viene lasciata libera di predare e uccidere; v. Il fuorigioco etico: sito menici60d15). La “diagnosi precoce”, che permette la sovradiagnosi, e quindi i falsi successi terapeutici, è un dispositivo primario delle frodi mediche strutturali. Il concetto dovrebbe essere nel bagaglio di conoscenze di qualunque magistrato onesto e competente che si occupi di temi medici. La scuola giuridica rappresentata dalla magistratura italiana ha invece optato per il favorire l’eliminazione degli importuni che facciano presente concetti scomodi come questo, che porterebbero a rinunciare a collaborazioni ripagate dal potere, e che rendono popolari agli occhi del pubblico; mentre la sua presenza nella valutazione giudiziaria date le conseguenze porterebbe a perdere il favore del principe e forse a pressioni di ordine criminale; come avviene nel mio caso. I magistrati non si sottraggono allo “It is difficult to make a man understand something when his salary depends on not understanding it”. Tutt’altro. La storia della repressione delle mie denunce caso mostra come il “sereno”, o “libero”, “convincimento” per questa sentenza e tante altre (v. Nuove P2 e organi interni; sito menci60d15) si basi sulla evidenza mafiosa, cioè sulla soppressione sistematica con mezzi violenti delle voci tecniche che influirebbero radicalmente sulla ricostruzione dei fatti, sull’accertamento delle responsabilità, e sulla natura e le conseguenze del messaggio che così i magistrati inviano al pubblico e ai medici.

Francesco Pansera

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4 ottobre 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Lanaro “Cafiero de Raho, primo ingresso alla Camera da deputato M5s: “Il mio primo impegno? Va sanata l’incertezza sull’ergastolo ostativo””

Il neo parlamentare che nell’ottobre 2022 si fa intervistare davanti al retro di Montecitorio ben mascherinato, dando con questo inchino il buon esempio ai cittadini, è De Raho, importante figura della lotta perenne a una mafia perenne; ora, non sorprende, propagandista del degrado perenne* in nome di un’epidemia perenne.

Poco prima di essere eletto ha detto “proteggeremo i cittadini dalla ndrangheta”. Io non voglio la protezione dai “protettori” della ndrangheta. Voglio che la mafia non sia elevata a entità ontologica, e sia eliminata. Voglio essere difeso da tutte le forme di predazione, dal pizzo in bolletta come dal pizzo chiesto da tangheri porta a porta. Mentre l’antimafia stabile complementare alla mafia fissa è un alibi e diversivo per servire altre mafie, quelle del jab for job, delle epidemie gonfiate e del pizzo in bolletta. L’alleggerimento dell’ergastolo ostativo va nella direzione di proseguire il sistema di controllo e sfruttamento mafia-antimafia proprio dell’Italia; prosecuzione sulla quale sono tutti d’accordo.

Medici e scienziati di altri paesi, di una pasta diversa di quelli mostrati sui media, chiedono che la politica sanitaria abbia come obiettivo la salute complessiva, invece di concentrarsi su una singola malattia, oggi il covid: anche la “lotta” limitata alla mafia di ndrina, cosca etc. è un modo obliquo per servire il male.

*Masks do more harm than good. Ineffectual and psychologically malignant. Gruppo Hart, 8 giugno 2022.

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5 ottobre 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Piazza della Loggia, i pm di Brescia chiedono il rinvio a giudizio per due presunti esecutori della strage: avevano 17 e 20 anni”

Tale encomiabile tenacia e schiena dritta sulla strage di 48 anni fa stride con la corrività e arrendevolezza sulla strage covid avvenuta 2 anni fa nello stesso distretto di Corte d’appello. Dopo mezzo secolo di indagini e processi, i magistrati di quella giurisdizione devono conoscere molto bene il peso dei servizi e delle ingerenze estere. Eppure per la strage covid si sono affidati a Crisanti, emanazione dell’Imperial college, caso eclatante del “marriage between Big Pharma to the Western spy agencies”. Provengono dall’Imperial college le “fraudulent projections” usate “to justify the draconian global lock-downs”. (Proiezioni preparate da Ferguson, che ha riconosciuto il ruolo decisivo della strage in Lombardia nel rendere possibili nell’Occidente democratico le misure liberticide alle quali aveva fornito le pezze d’appoggio). Non solo: la chair dell’Imperial College è tenuta da “the former director general of MI5, Dame Eliza Manningham-Buller, a thirty-five-year counterespionage veteran who also functioned as official liaison between British and US intelligence agencies”. (Da: The Triumph of the Military/Intelligence Complex: Intelligence Agencies and COVID-19. In : R.F. Kennedy Jr. The real Anthony Faucy) . Questo genere di liaison spiega meglio della sua expertise professionale la scelta di Crisanti – fatto eleggere parlamentare col PD – da parte della magistratura bresciana.

Gio Zac: So da fonte certa che il Covid è stato diffuso dagli alieni grigi.

@ GIo Zac: Sì, è stato presentato ai giuggioloni bene informati come una entità aliena*, dato il carattere chimerico, un collage contraddittorio e incompatibile del peggio che si trova in natura mischiato all’orrido che non si dà in natura. Ma è proprio il contrario: una “peste” fatta “di suono e di furia”. Non occorre chissàche per gonfiare una delle ricorrenti ondate epidemiche virali a livello tale da giustificare coprifuoco, vaccinazioni coercitive, imposizione di bavagli, sabotaggio dell’economia. Avendo il potere necessario basta l’eccitare tramite le autorità e i media una psicosi di massa e spacciare come misure di contenimento quelle che sono smisurate condotte iatrogene; non è difficile avendo in pugno una classe dirigente analoga a quella de La Colonna Infame, o a quella dei misteri d’Italia regolarmente “depistati” dal dopoguerra ad oggi. Forse con qualche “carica di innesco” iniziale, localizzata e autolimitante, da fattori ad impatto biologico incogniti, per il picco in Lombardia orientale, che a sua volta ha costituito l’innesco principale, quello mediatico, in un effetto di amplificazione a catena.

Vedi anche:

Il livello Scarantino, palazzo Zanardelli e la strage covid in Lombardia orientale

Il vero piano pandemico, rispettato, in Lombardia orientale nel 2020

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14 ottobre 2022

Blog de Il Fatto

Comento al post di V. Iurillo “Giovanni Zito, il medico ex sindaco di Pompei accusato di violenze sessuali: il gip gli vieta di esercitare la professione, ma solo con le donne”

E’ ben documentato come il liberismo strutturi la medicina in modo da rendere agevole la possibilità di trarre vantaggi indebiti a danno dei pazienti. Un esempio tra mille, le indicazioni per applicare divaricatori nelle arterie del cuore*. Il giudice ritiene che i dubbi sullo sfruttamento del ruolo professionale vadano limitati agli appetiti sessuali e non debbano comprendere appetiti di denaro e potere. Una escissione col bisturi; ma non chirurgica, perché in chirurgia se si asporta un tumore, o una lesione di natura da determinare, si asportano anche ragionevoli margini di sicurezza. I magistrati mostrano una concezione sacra del clero medico, la credenza in un “ex opere operato”. Pfizer e Johnson-Johnson sono ai vertici delle classifiche delle aziende farmaceutiche più multate in USA per corruzione, comparaggio, immissione di farmaci adulterati o contaminati**; ma ciò non ha impedito che in Italia i magistrati si associassero ai politici nell’imposizione dietro ricatto degli inoculi di massa dei farmaci delle due ditte; sulla base di affermazioni perentorie supportate da informazioni autoprodotte che erano vaghe, carenti e dubbie dall’inizio, e che si stanno rivelando false e ingannevoli***.

* Stents don’t work? A look back at the research. Lown institute, 20 mag 2022.
** Financial penalties imposed on large pharmaceutical firms for illegal activities. JAMA, 17 nov 2020.
*** Curing the pandemic of misinformation on COVID-19 mRNA vaccines through real evidence-based medicine. J of Insulin Resistance, set 2022.

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17 ottobre 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Tre No Vax condannati per le minacce e gli insulti a Bassetti: uno lo inseguì in strada”

Gli attacchi inconsulti, verso chiunque, sono sinergici col potere nell’allontanare dal livello civile, e aiutano a cambiare le carte in tavola. Perseguendoli i magistrati frenano questa china e aiutano a non cadere nella provocazione. Solo, è in corso una gigantesca azione di censura, ricatto e infangamento del dissenso*. Questa smisurata frana i magistrati non la vedono – o l’aiutano. Vedono solo “libera manifestazione del pensiero” da soggetti “di notoria e comprovata competenza” nella partecipazione alla coventrizzazione mediatica sul covid**. Non vedono come i medici in tv arrivino allo “hucksterism”***. Una magistratura da ombelico del mondo, per la quale esistono solo le eccezioni, mentre non vede le travi che sfondano lo Stato di diritto.

*The crushing of dissent throughout the covid era. Orwellian parallels worsen by the week. Gruppo Hart, 8 ottobre 2022.
**Malhotra A. Curing the pandemic of misinformation on COVID-19 mRNA vaccines through real evidence-based medicine. J of Insulin Resistance 2022.
***Ioannidis JPA et al. How To Survive the Medical Misinformation Mess. Eur J Clin Invest 2017. “People are bombarded with medical news stories, television and radio talk shows, social media, pop culture magazines, spurious websites, … ads, … marketing messages and other media sources, much of which are incomplete or wildly inaccurate. [37] Some television shows hosted by physicians amount to hucksterism.”. (37. Schwitzer G. Pollution of health news. BMJ 2017).

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26 ottobre 2022

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Commento al post “Severino Antinori, il ginecologo assolto a Milano dall’accusa di violenze sessuali su due pazienti. La difesa: “Un calvario subito per pregiudizio””

Queste varie assoluzioni di Antinori potrebbero essere ineccepibili. Resta la circostanza che avvengono in un contesto nel quale i magistrati italiani – dato il loro ritirarsi sul covid, facendo capolino solo per dare ragione al più forte – sul tema delle cure mediche forzose e su quello dell’impunità per danni da terapie fatte adottare con l’inganno e la coercizione hanno i carboni bagnati. Sono nella stessa barca di coloro che dovrebbero perseguire. Barca che poi è in pratica la stessa reggia del principe della cui corte le due caste fanno entrambe parte.

Antinori è entrato nella letteratura bioetica per la sua promozione, a livello internazionale, della clonazione dei bambini. Progetto che anche Ratzinger, allora cardinale – era il 2001 – commentò negativamente: “un delirio da nazisti”. Questo attivismo di Antinori come portabandiera di tematiche transumaniste contribuisce a fare suonare le assoluzioni, magari in sé giustificate, come parte di una continua sgradevole armonia delle azioni ed omissioni dei magistrati con i sinistri voleri del principe in campo biomedico.

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26 ottobre 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Pietrobelli “Falsi tamponi a Trento, chiesto il processo per un infermiere e 87 clienti: “Pagavano 200-250 euro per poter ottenere il green pass””

Farsi pagare per fare risultare falsamente positivi a test – essi stessi sostanzialmente viziati – in modo da ottenere il pass fascista ricorda la borsa nera sulla fame nel caos e nel tracollo morale di “Napoli milionaria”.

Fertilizzare il terreno invita infestazioni: le comode frodi della medicina ufficiale vengono a loro volta parassitate. Es. dall’industria della cause legali*. A volte con esiti paradossi, come l’effetto Rasputin, l’efficacia relativa che le cure ciarlatanesche ottengono sospendendo le pesanti cure ufficiali **.

Come gli altri casi, anche questo farsi pagare per liberare da un’imposizione criminale può essere ricondotto al fenomeno biologico dello “iperparassitismo”, dove un parassita viene a sua volta parassitato da un diverso organismo. L’iperparassitismo paradossalmente può ridurre i danni di agenti microbiologici patogeni, come illustra un testo specialistico***. Che è quello che è avvenuto qui, con la bassa corruzione che ha ridotto gli effetti di quella alta. Ovviamente i magistrati e i CC vedono gli iperparassiti piccoli ma lasciano indisturbato il grande parassita primario che succhia vita e soldi al popolo, crimine del quale l’iperparassitismo è un epifenomeno.

*  La medicina difensiva come scusa e come illecito
**  Il ‘Decoy effect’ e ‘l’Effetto Rasputin’ nelle frodi mediche
*** Adaptive Dynamics of Infectious Diseases: In Pursuit of Virulence Management. Cambridge U Press, 2002.

@ Syrantex. A me ricorda più la tessera annonaria e la necessità di rivolgersi al mercato nero:

“Tessera annonaria

Rilasciata dalle autorità locali, la TA è il documento rigorosamente personale sul quale sono stampati i tagliandi da consegnare obbligatoriamente ai negozianti per acquistare le relative razioni alimentari giornaliere. Con il prolungarsi della guerra, la crescente rarefazione dei prodotti e l’insufficienza delle quantità razionate rispetto al fabbisogno calorico minimo, determinano tuttavia una generalizzata situazione di fame che si aggraverà dopo l’8 settembre 1943 a causa anche delle requisizioni per l’approvigionamento delle truppe d’occupazione tedesche, rendendo così indispensabile la penosa ricerca di integrazioni reperibili soltanto sul mercato nero, i cui prezzi sono peraltro inaccessibili ai ceti non abbienti.” (sito “Bella ciao, Milano”).

Comunque c’è un precedente anche per il suo paragonare un test diagnostico all’esame per la patente di guida. Il carabiniere della barzelletta, che cammina senza pace nella camerata fumando una sigaretta dopo l’altra. “Che succede?” gli chiede il superiore. “Mi lasci perdere marescià. Domani ho l’esame del sangue e non so niente”.

@ Syrantex. La modellizzazione delle epidemie fu viziata in radice dalla “false analogy between infection in disease and the mechanism understood under the name of chemical mass action.”*. Una seducente analogia scientifica; mentre col covid le false analogie sono crollate al livello della psicosi collettiva da predicatori millenaristi. Gli scalcinati trial della Pzifer sono scienza quanto la meccanica di Newton; “L’appello a non vaccinarsi è l’appello a morire” (Draghi lug 2021); il permesso per vivere è come quello per guidare l’auto. La persistenza di analogie sguaiate ora che ci si rende conto dell’ondata di follia e dei suoi danni indica dolo. Sull’accomunare il carattere morale di chi ricorre alla borsa nera per il green pass a quello di chi truffa l’esame della patente, io giustifico in nome dello stato di necessità chi ha aggirato la legge di Shylock pagando qualche profittatore ma vorrei test sul modo di guidare per il rinnovo della patente. Sono quelli che hanno posto il ricatto di Stato pro Big Pharma ad essere della stessa risma di quelli della patente facile, e così di una circolazione stradale meno sicura, pro Big Auto. I caporali sanno essere oppressivi e insieme corrivi. Volendo usare analogie sane, si dovrebbe guardare ai seri metodi di sicurezza dell’aviazione per stabilire regole e procedure in medicina: Applying aviation safety to healthcare. BMJ, 2019.

*The law of mass-action in epidemiology: a historical perspective. In: Ecological paradigms lost. 2005.

@ Syrantex. Avvocato, è in risposta al mio avere citato il cap. 11, “Counting the dead”, del libro di L. Dodsworth “A state of fear” che lei ha scritto che io avrei “ammazzato gente”. Il capitolo contiene passi come questi:

“For the first time in 50 years of slowly improving death registration we’ve lost our ability to differentiate the cause of death. It surprised me that the “no confirmatory death certificate’” was in the Coronavirus Act”.[Easthope, disaster planner].

“It’s hard to see how deaths in hospices can be attributed to Covid, and there is uncertainty about some care home ‘Covid deaths’ actually being due to Covid “.

“Lockdown itself caused a horrifying number of excess deaths, just as Easthope warned. A SAGE report (4) predicted that the overall death toll would be 222,000, but over 100,000 deaths would be non-Covid deaths caused by lockdown and other impacts“.

Ora vuole coprire la melma con altra melma attribuendomi affermazioni su chips nei vaccini, inviti a curarsi con la varichina e chiamando – lei aedo della massoneria – adepti di una setta, del genere di quella del massacro di Jonestown, me e persone che (avvedute) hanno cercato di sfuggire come potevano all’ago di Big Pharma brandito dallo Stato. Anche a giudicare da queste sue “controdeduzioni”, insieme alla scienza zombie* la degenerazione culturale liberista ha portato al diritto zombie.

*The Zombie science of evidence-based medicine. Journal of Evaluation in Clinical Practice, 2009. 15: 930.

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28 novembre 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Covid, archiviata l’inchiesta sulla gestione della pandemia nelle Rsa del Mantovano: “Nessuna condotta dolosa o colposa””

Nelle RSA vi sono stati comportamenti orrendamente irrazionali rispetto ai compiti e ai doveri di tutela e cura, e rispetto a elementari principi medici generali che sono indipendenti dalla natura dell’agente patogeno, per quanto “eccezionale”*. Gli stessi comportamenti sono invece ben centrati rispetto ad una necessità di produrre uno scenario apocalittico col quale innescare in nome della salute le misure politiche regressive **. Io non chiedo copia della documentazione di questa archiviazione ai magistrati, perché avendolo già fatto per altre, connesse, assoluzioni su reati di medici nello stesso distretto di Corte d’appello so per esperienza che la risposta saranno atti di ritorsione, discredito e minaccia. La condotta di Viminale, viale Romania e magistrati sulle stragi iniziali di pazienti che hanno dato la stura a una catena di misure di regressione di civiltà, salute e benessere richiama quella sulla “trattativa” Stato-mafia e l’insabbiamento per Via Capaci.

*Thirst killed 345 non-Covid patients in hospitals and care homes during first lockdown. Mirror 12 dic 2020. – Covid-19: Policy to discharge vulnerable patients to care homes was irrational, say judges. BMJ, 29 apr 2022.

**RF Kennedy Jr. The real Anthony Faucy. Bill Gates, Big Pharma, and the global war on democracy and public health.

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5 novembre 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Tumore dopo uso prolungato del cellulare per motivi di lavoro, a Torino la sentenza che riconosce la malattia professionale” “

I magistrati sostengono di poter fiutare effetti tumorali rari sepolti sotto una montagna di evidenza negativa: dovrebbe esserci un picco di incidenza da Etacs, con l’umanità attaccata ai cellulari. Mentre non hanno sentito lo schianto dell’asteroide della gestione covid sulla nazione, col suo immane sfacelo. Resta fuori scena l’uso crescente di smartphone app per frodi della medicina ufficiale; es. per l’occultamento di dati sugli effetti avversi da vaccino covid*.

Sentenze “long-shot” che suonano “coraggiose” sanciscono il principio che i magistrati possano intervenire sulla definizione di causalità biologiche in campo medico, a due mani con una ricerca sempre più manovrata dal business. Usurpando attività che è arduo praticare anche alla ricerca medica competente e onesta, la magistratura può così usare il suo potere materiale e di persuasione per negare o attribuire, minimizzare o ingigantire cause e responsabilità; es. l’efficacia dei vaccini covid (ottima, per il potere) e i loro effetti avversi (quasi inesistenti, per il potere). I magistrati si stanno arrogando la facoltà di scrivere a orecchio pagine di medicina quando i poteri forti impongono pagine contraffatte di medicina come presupposti di leggi giuridiche aberranti. Quando la medicina è diventata il piè di porco per scassare la Costituzione.

*Are adverse events in Covid-19 vaccine trials under-reported? Investigative Journalism, 2021.

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17 novembre 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Covid, il gip di Milano archivia l’indagine su Fabrizio Pregliasco: “Non ci fu discriminazione di pazienti non vaccinati””

Seguo da anni le reazioni della magistratura a quella piccola parte di imposizioni del grande business medico che arrivano in tribunale, e gli esiti dell’azione giudiziaria di questa importante PM sono costanti. Tanto da portare a chiedersi se la magistratura in questo aspetto della protezione del cittadino dagli abusi dei poteri forti e dei loro tirapiedi non possa essere sostituita da robot opportunamente programmati con semplici script. Es. “Ma si è sicuri che la magistratura sia desiderosa di sentire pareri tecnici non compiacenti quando gli imputati, o i responsabili, rappresentano grandi interessi? La PM di Milano Tiziana Siciliano ha appena auspicato che venga attuata la legge Gelli, che prevede di giudicare la responsabilità medica rispetto alle linee guida cliniche. “Che in base alla legge avrebbero dovuto essere il nostro faro”, dice. E’ un auspicare di subire una cattura normativa, ed è un po’ come essere ansiosi di premiare gli osti che annacquano il vino – o lo fanno col metanolo – se sta scritto negli insindacabili capitolati della loro corporazione.” Mio commento del 2018 su questo blog al post di R. Rosso “Vajont, 55 anni fa il disastro della diga. Tra errori e silenzi c’era anche chi lottava per la verità”.

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24 novembre 2022

Blog de Il Fatto

Commensto al post “Bitritto, scarcerato il barista accusato dell’omicidio di un 27enne: “Al massimo è stato eccesso di legittima difesa””

Un amicus curiae su come l’asfissia da costrizione in posizione prona sia una causa di morte empiricamente nota – mentre la letteratura tecnica sul tema, noto da sempre es. il “burking” ottocentesco, è carente e ambigua – tanto che i protocolli di polizia specificano come evitarla; e su come magistrati e medici tendano a disconoscerla, riguardando spesso soggetti immobilizzati da poliziotti:

Supreme Court of the United States. N. 20-391. On petition of a writ of certiorari to the United States Court of Appeal for the eight circuit. Reperito su internet il 24 nov 2022.

Mettendo da parte l’accertamento delle responsabilità del barista, il quadro disegnato dalla GIP, che mostra come la magistratura può considerare “mere ipotesi o congetture, inattendibili” l’attribuzione della morte all’asfissia da immobilizzazione in posizione prona, può costituire un tutorial sul sistema di uccidere qualcuno e farla franca migliore di quello di Davigo su come uccidere impunemente il coniuge: “will be used to condone egregious exercises of force” (cit.).

Separando le responsabilità penali dal resto, il messaggio di doveroso avvertimento che andrebbe dato a tutti è che se si immobilizza una persona a lungo in posizione prona, premendo sul torace – e ancor più se si comprime anche l’addome, e ovviamente il collo – l’esperienza mostra che, quali che siano i meccanismi, c’è il rischio che la persona non si rialzi più.

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30 novembre 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Casula e A. Tundo. “Sentenza Ilva, nelle motivazioni il “girone dantesco” di Taranto: “Con i Riva razzismo ambientale e ci fu corruzione di istituzioni e stampa””

Come per Tangentopoli, i magistrati vedono solo il marcio che i poteri forti vogliono sia sostituito con un marcio ancora peggiore. Su quest’ultimo, che rientra nel cerchio più profondo dell’Inferno dantesco, quello dei fraudolenti verso chi si fida, e che viene favorito dallo sbandierare il solo marcio precedente, chiudono occhi e orecchie. E tappano bocche, non solo le loro: v. “Ilva. Dal cancro nascosto al cancro inventato”.

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1 dicembre 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “La Consulta salva l’obbligo vaccinale per il personale sanitario: “Non è sproporzionato”. Respinti ricorsi di medici e prof no vax”

Un bollo in più su una giurisprudenza di Shylock proporzionata alla medicina di don Ciccio Mazzetta impapocchiate senza dignità dai tre poteri dello Stato. Da 23 anni restituisco la scheda elettorale. Alle politiche dello scorso settembre pensavo di mandarla alla Corte costituzionale, insieme al commento “La pregiudiziale criminologica”. (Poi l’ho restituita al CSM, con un commento sulla medicina e la magistratura locali come fattori determinanti per la localizzazione in Lombardia orientale nel 2020 dell’innesco a livello internazionale dell’operazione covid). Nel commento sostengo che la Consulta confronta leggi e Costituzione entro il recinto della fisiologia; quando vi è un weaponizing a fini sovversivi del potere dello Stato, che nega realtà naturali e cancella diritti che precedono la Costituzione*, non è adatta: il tema non è la costituzionalità ma il tradimento di una dirigenza della quale la corte è un distillato.

Ci confermiamo al fondo di un’Europa in decadenza, con uno Stato che in vile obbedienza ad un affarismo omicida cinge d’assedio i cittadini per fare irruzione nel torrente circolatorio e negli organi interni dei cittadini. Un’alta corte greca ha dichiarato illegittima un’aberrazione più limitata; dopo che Mussolini mandò l’esercito a buscarle in Grecia, Churchill commentò che gli ultimi d’Europa avevano battuto i penultimi.

* L’esproprio della salute da parte della medicina dei banchieri. Sito menici60d15.

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4 dicembre 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post di O. Capitano “Quanto ha pesato sull’Italia non avere un “Processo di Norimberga”? “Non c’entrano le pene, in Germania ebbe valore socio-politico””

La ferocia dei vincitori cancella colpe e assolve da responsabilità; come quelle dei milioni di italiani che da pecoroni fascisti divennero pecoroni antifascisti. Abbiamo avuto lo sconcio di Piazzale Loreto; che è servito a ripulire la coscienza nazionale, e a proseguire con un fascismo sotterraneo. L’impunità più dannosa è quella delle mancate epurazioni serie nella macchina statale; amministrative e culturali. La magistratura che oggi con la foglia di fico della “scienza” bandisce il buon senso e riconosce un primato al senso comune (Manzoni sulla peste) e subordina i diritti naturali, la descrizione della realtà, e per buona misura la Costituzione ai voleri sociopatici degli azionisti di Pfizer e dei fondi di investimento, e ai voleri totalitari e omicidi dei poteri globalisti, è, dietro al correre in soccorso agli ebrei ora che gli ebrei sono forti, la discendente morale dei magistrati che negli anni ‘30 fornivano il complemento pseudogiuridico alla pseudoscienza dei firmatari del “Manifesto degli scienziati razzisti” scrivendo sulla rivista “Diritto della razza”. Come il giudice La Torre, al quale non a caso furono affidate le epurazioni. Del resto il primo dei presidenti della Corte costituzionale, anni ’50, fu Azzariti, già presidente del Tribunale della razza. In una cupa simmetria con la sentenza dal colle del Quirinale dell’altro giorno, che va nel verso dell’istituzione di paradisi giudiziari per forme legalizzate di oppressione, predazione e dicriminazione.

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I paradisi giudiziari per la grande criminalità biomedica

9 dicembre 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Fine vita, in tre si autodenunciano per il caso di Massimiliano: Cappato, la giornalista Chiara Lalli e una attivista

CENSURATO

Gli italiani creduloni, che si sono fatti iniettare mRNA bevendosi la patacca dell’inoculo come dovere etico che avrebbe troncato l’epidemia, ora sono pronti ad assentire e premere per farsi abbattere dopo venire torturati, ancor più di quanto già avviene, con cure futili e dannose a scopo di lucro, es. *. L’agenda dei poteri forti che ci ha pestato col covid a dio del vulcano, che si placa solo se si buttano nel cratere diritti, vita normale, benessere, salute, può contare sull’instaurato paradiso giudiziario sui diktat biomedici; dalla Consulta che mette la Costituzione sotto le suole di Pfizer ai magistrati che si prestano a fare da spalla a Cappato. I magistrati, temibili con le persone comuni, come docili figuranti quando c’è di mezzo il potere biomedico. Non c’è un’azione della magistratura contro l’accanimento terapeutico a fini di lucro, fonte della maggior parte delle sofferenze e indegnità cui si vorrebbe rimediare con l‘omicidio medico; accanimento che invece così, con la legalizzazione del colpo di grazia mentre resta libero, verrà ulteriormente favorito, a danno dei malati. Cappato e c. possono promuovere e istigare a mezzo dei media il suicidio di chi è di peso senza che nessuno nelle istituzioni li fermi. Invece, vanno loro a fare una visita in caserma, con la serenità del giusto; in realtà con la tracotanza dell’intoccabile.

* When Too Much Treatment Creates More Harm Than Good. Medscape, 8 lug 2022.

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14 dicembre 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Sofia “I 20 anni dell’Associazione Coscioni, Cappato: ‘Tema dell’eutanasia è urgenza sociale. Politica non dà risposte? Le cercheremo nei tribunali’”

Con l’esclusione – spero – di alcune delle voci pro disabilità (a parte induzione e favoreggiamento della prostituzione, pagata dal SSN), è un catalogo di ribalderie e manipolazioni orwelliane. “Eutanasia” (aumento del lucroso accanimento terapeutico legalizzando il colpo di grazia, fatto invocare “liberamente” al paziente martoriato). Procreazione assistita (sterilità sociale e genitorialità per censo; donne come vacche fattrici, anche ad uso di omosessuali ricchi; avvio alle diagnosi predittive riguardanti il nascituro, riconosciuto campo di frodi). Malattie rare (deregulation con pretesti etico-tecnici per vendere farmaci tarocchi a centinaia di migliaia di euro a fiala mostrando bambini in sedia a rotelle). Cannabis terapeutica (stordimento dei sudditi facendo passare per medicina toccasana la cannabis, coi suoi danni alla salute e i suoi pericoli per l’incolumità). Staminali (progetto naif gravemente underperforming pompato come magico con la frode di Stato Stamina). Un magistrato che non provenga dalla montagna del sapone dovrebbe considerare la mano che Cappato gli tende alla stregua della proposta di essere punciuto. Ma le toghe nere, quando ci sono di mezzo i diktat liberticidi paludati in camice bianco dei poteri massimi*, sono molto diverse dalle figure epiche delle quali si dicono prosecutrici.

*Open letter to HoC & HoL scrutiny committees. The WHO’s pandemic PPR treaty is a major threat to national sovereignty and democracy. Gruppo Hart, 9 dic 2022.

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17 dicembre 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post ““Il caso Moro dalla Storia allo Schermo”. Domenica 18 dicembre a Piacenza l’incontro con Miguel Gotor e Marco Bellocchio”

Nel film di Bellocchio, consulente Gotor, papa “pochino” (A. Moro) è un candido asceta. Non un uomo di potere che sacrifica l’amico per mantenere il fare a mezzi con forze straniere sull’Italia; come il clero fa, a nostro danno, dai tempi dell’alto medioevo. I brigatisti sono guerrieri-filosofi capaci di audaci azioni di commando e di rendersi imprendibili mentre meditano angosciati sul loro agire. Non cialtroni violenti che non sapevano quello che facevano, pilotati, protetti, e ricattati per non parlare. Ma chi oserebbe dirlo, davanti a questa unione di acribia storiografica e somma arte?

Da giovane mi sorprese come l’asserita unione di due virtù possa generare il suo contrario. I mitici MD/PhD, medici col dottorato di ricerca, visti da vicino in USA si rivelarono tranne poche eccezioni scarsi come clinico e come ricercatore, buoni solo a impapocchiare quanto gli veniva ordinato di fare risultare. L’unione di scienza e diritto genera mostri, ora che la medicina è divenuta un vettore etico di sfruttamento e frode; come un’ambulanza nella quale i gangster possono trasportare impunemente, e con diritto di precedenza, armi e droga, grazie anche a magistrati che ricordano il commissario Winchester dei Simpson, perseguendo chi dubita che si tratti di soccorso e non cede il passo. Su temi di rilevanza vitale per il Paese, certi ibridi, certi arditi ircocervi, come questo di storiografia e “licenza poetica”, non andrebbero accolti come supereroi buoni.

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5 gennaio 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Zaia intercettato: “Crisanti? Stiamo per portarlo allo schianto”. Il microbiologo lascia l’ateneo di Padova: “Devo difendermi””

Un depistaggio a entimeme. Come per la truffa Stamina si considerano solo irregolarità relative, interne al sistema; dando per assunto che il sistema sia onesto, mentre costituisce il crimine primario, che viene così lasciato impunito e implicitamente glorificato. La presenza di una quota di falsi negativi nei tamponi era notoria*. Il crimine primario è che si siano usati i test, inclusi i PCR coi loro falsi positivi, per screening di massa e identificando artatamente la positività con la malattia**; per giustificare lockdown e altre imposizioni nefaste per diritti e salute.

L’innesco dell’operazione covid nel mondo occidentale è stato anglo-italiano: dato dalle previsioni apocalittiche falsificate da Ferguson, noto per falsificazioni precedenti; dell’Imperial college, che ha a capo un direttore dei servizi dell’MI5; in concorso con la reazione politica alla strage covid in Lombardia orientale, biologicamente anomala, politicamente indispensabile per ammissione di Ferguson. Lo scandalo è una magistratura che affida la consulenza sulla strage a Crisanti, proveniente dall’Imperial college. Ora con Crisanti-Galilei è come se perseguisse lo spaccio di eroina troppo tagliata, per tutelare il traffico di quella genuina.

* Lateral flow tests cannot rule out SARS-CoV-2 infection. BMJ 2020.
** What has changed regarding asymptomatic spread? Grupo Hart, 22 lug 2022. – Professor Ehud Qimron: “Ministry of Health, it’s time to admit failure”. Swiss Policy research, 10 gen 2022.

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10 gennaio 2023

Blog de il Fatto

Commento al post di G. Amendola “Ambientalisti, condivido il fine ma trovo dannose e incomprensibili certe azioni. Ecco perché”

Il già magistrato Amendola si chiede come tanti cosa vogliono questi ecoattivisti; e si dà inconsapevolmente la risposta: “una cosa è certa: LA LORO DENUNCIA E’ SACROSANTA”. Falso. La loro “denuncia”, come tutte, va passata al vaglio; dei fatti e politico. Vi è un problema ambientale; ma è anche vero, vedi covid, che temi etici vengono distorti ad hoc e usati per instaurare dittature. La strategia di questi attivisti, spontanei quanto quelli dell’Hyperion, orchestrati e modulati a livello internazionale*, è spiegabile come volta all’eccezionalismo. All’intimidazione morale che scaccia il raziocinio; all’apparire come portatori di valori così sacri, “sacrosanti” da essere esentati dallo scrutinio su fatti, contenuti, fini e mezzi. Salviamo la salute, quindi ti togliamo il lavoro se non ti fai iniettare. Noi salviamo il mondo, siamo superiori al Parlamento e alle opere d’arte. Credete e obbediteci. Incombe l’apocalisse ambientale quindi tu, persona comune, dovrai essere povera; mi pagherai l’energia a prezzi esorbitanti; mangerai insetti e riutilizzerai l’acqua del cesso depurata. Agli eccezionalismi classici, che ottengono sottomissione a un’entità suprema da loro manovrata – religione, fascismi (e antifascismo), imperialismi – si aggiungono soteriologie nuove. I magistrati should know better, ma spesso si fermano alla prima osteria etica e appoggiano il fascismo dei banchieri paludato da sacro.

*Extinction Rebellion still wants to disrupt your life. Spiked, 3 gen 2023

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19 gennaio 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Ultrasuoni per curare i tumori, dottoressa condannata all’ergastolo dal Corte d’assise di Cagliari”

Come a suo tempo per i farabutti della S. Rita, la colpa che viene punita esemplarmente è l’avere sgarrato: l’essersi messi a truffare per proprio conto, artigianalmente, invece di eseguire le consegne ufficiali, paludate, certificate e protette da toghe e divise. Per tante prassi terapeutiche si intaserebbero le carceri, se il metro fosse davvero quello dell’applicazione di terapie non validate, arbitrarie e dannose; es.*. Frodi omicide e lesioni di massa, quotate in Borsa, i cui ideatori ed esecutori non temono i magistrati, coi quali si incontrano al Rotary o al circolo del tennis; sono quelli che le denunciano che li devono temere.

*Inpatient palliative chemotherapy is associated with high mortality and aggressive end-of-life care in patients with advanced solid tumors and poor performance status. BMC palliative care, 2019.

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28 gennaio 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Scarpinato su Nove: “Matteo Messina Denaro ha goduto di alta protezione interna allo Stato perché se parla fa saltare il Paese” “

Il senatore Scarpinato parla chiaro ma non fa chiarezza. Il carattere di teatro dei pupi, l’inverosimiglianza, l’anomalia, l’apparente inversione di potere, tra quello dello Stato e quello attribuito alla mafia, la commistione di fronti, permangono e anzi si aggravano: è solo il capo della mafia dalle mani insanguinate che può pronunciare la verità e validarla sulle stragi del 92-93? Magistrati e forze di polizia non hanno questa forza?

Appare che valga sempre quanto scritto dal già magistrato Tamburino su Portella, di una comunanza orizzontale, come quadri intermedi, degli attori che diamo per scontato essere contrapposti: “nemmeno la mafia, i servizi segreti, la polizia si collocano a quel livello. Tutti, in posizioni differenti, sono organi operativi, strutture di servizio”*.

Ho appena sentito in tv il Procuratore generale Rispoli inaugurare l’anno giudiziario nel distretto di Brescia. Ha anticipato che le indagini a Bergamo sull’anomalo picco di mortalità covid si stanno per chiudere, e che accuseranno il non aggiornamento del piano pandemico. Se fosse così, dopo il vaccino a efficacia negativa avremmo la giustizia negativa, che serve e aggrava ciò che dovrebbe perseguire e contrastare**. Anche per questa strage – ancor più per questa strage – appare che le istituzioni recitino, magistratura inclusa, ruoli diversi dello stesso canovaccio dirette dallo stesso regista.

*Dietro tutte le trame, 2022.
**Lo knock on dell’operazione covid in Lombardia orientale.

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28 gennaio 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Modica “Messina Denaro, il procuratore De Lucia all’inaugurazione dell’anno giudiziario: “Basta speculazioni sull’arresto, indagine impeccabile” “

“Certo, tutte le opinioni sono legittime, pure quelle di chi ritiene la terra piatta, ma le opinioni davanti ai fatti sono destinate alla sconfitta” dice il Procuratore di Palermo. Che la terra sia sferoidale è stato capito circa 6 secoli prima di Cristo*. Coi mezzi di allora, essenzialmente l’osservazione empirica a occhio nudo, l’intelligenza e la buona fede. Che hanno prodotto opinioni motivate. Nell’allearsi alla scienza corrotta i magistrati stanno ricevendo in dote la concezione perniciosa – antigiuridica e antiscientifica – che vi siano “opinioni”, cioè gli argomenti da respingere, e “fatti”, gli argomenti del potere. L’operazione covid ha accentuato questa aberrazione. Come è scritto in una lettera aperta di un gruppo di scienziati sulle aberrazioni covid, “We should remind ourselves that data has no intrinsic meaning, and that evidence is an argument, an opinion or hypothesis.”. Beffardamente, i magistrati scimmiottano la cattiva scienza quando per avere scienza vera si dovrebbe riconoscere il suo carattere “dibattimentale”: in entrambi i campi si dovrebbe valutare la bontà degli argomenti; a partire dalle premesse fattuali. Come l’argomento dell’onnipotenza per 30 anni di Messina Denaro e della buona fede di chi dovrebbe fermare la mafia. Mentre magistrati e polizie stanno coonestando argomenti criminosi sul covid, e sulle sue stragi, che fanno il paio con quelli sulla mafia; e che servono gli stessi burattinai.

*Staddon J. Scientific Method, 2018.

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1 febbraio 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Grimoldi “La sanità lombarda discrimina e il Tribunale di Milano l’ha pescata con le mani nel sacco”

In Lombardia le morti covid risultano 4540 per milione di abitanti , contro i 1647/milione della adiacente Svizzera. Si dovrebbe parlare di questo, prima che della puntualità dei magistrati quando si tratta dei diritti degli stranieri. Si dovrebbe parlare di come destra, sinistra, 5S, Cl, Lega e magistrati in Lombardia gareggino nel servire l’agenda globalista, e come ciò vada a danno della salute.

Per un certo tempo ho raccolto le dichiarazioni di fiducia nella magistratura di indagati potenti. Poi sono diventate troppo numerose, e ho smesso. Il più recente “piena fiducia nella magistratura” è del dr. Tumbarello (Messina Denaro; Grande Oriente); Tumbarello è stato consulente abituale del tribunale di Marsala. La procura di Bergamo ha scelto come consulente sul covid Crisanti, proveniente dall’Imperial college, la fonte di previsioni grossolanamente false sul covid prese per oro colato dai politici a giustificazione delle misure liberticide; e appoggiate dall’anomalo picco di mortalità in Lombardia orientale nel 2020.

Questo consulente tecnico del tribunale di Milano che si candida alle regionali in Lombardia additando trionfante la tutela del diritto di chi passa le frontiere colabrodo a contribuire alla spesa sanitaria, mi sta dando un’idea; anche alla luce di altre situazioni in Lombardia e in Sicilia. Si dovrebbe fare l’elenco dei professionisti partigiani all’orecchio dei magistrati, come indice delle reali posizioni politiche di chi amministra la giustizia.

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2 febbraio 2023

Blog de il Fatto

Commento al post “Stamina 2, assolto in appello il pediatra Marino Andolina: “Non sono felice, penso a tutti i morti” “

Sarà contento tra gli altri “l’antisistema” Ingroia, che lo candidò 1. Andolina, in armonia con la concezione della legalità di ambienti ai quali è legato 2, affermava che “chi si oppone alla terapia Stamina va perseguito per legge” 3. E’ stato accontentato, applicando “codici” di quelli da loggia trapanese: chi è stato fermato è chi ha indicato la mano dei grandi interessi della biomedicina in una ciarlataneria da due soldi trascinata per anni e anni da medicina ufficiale, magistratura e media 4. Così come non è stato senza conseguenze – conseguenze di natura simile a quelle che hanno lasciato Messina Denaro imprendibile per 30 anni – indicare alla magistratura che l’avere permesso la truffa Stamina nel più grande ospedale della Lombardia, dominus il capo dell’AIFA che portò da Washington gli ordini sui vaccini, ha rilevanza per la localizzazione nello stesso distretto di Corte d’appello dell’anomalo picco di mortalità del 2020 che è servito da giustificazione delle leggi marziali irrazionali e nefaste; e per la nomina di Crisanti, Imperial college, a consulente dei PM 5. Certe scelte di consulenti, es. Tumbarello, parlano più delle sentenze.

1 Gli strani “compagni di letto” di Ingroia.
2 Truffa Staminali, Andolina “ho lavorato per i servizi segreti”. Giornale di Brescia 25 mag 2021.
3 BresciaToday 17 feb 2013.
4 Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale.
5 Il livello Scarantino, palazzo Zanardelli e la strage covid in Lombardia orientale.

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10 febbraio 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Pietrobelli “Inchiesta sui tamponi rapidi, a processo ex primario e la dg dell’Azienda Zero (Regione Veneto)

C’è un’analogia con lo schema Stamina*: si persegue un illecito per avvalorarne un altro, ufficiale, preso come standard corretto; preso apoditticamente allora, e contro l’evidenza a posteriori oggi. Qui lo standard da mantenere sacro è la nefasta versione Imperial College-Crisanti su come contrastare la pandemia recludendo il Paese in un sanatorio; con le misure dettate da Crisanti in Veneto messe a fare da falsa riprova rispetto alla strage in Lombardia orientale causata dalla poca fede nel Verbo, sempre secondo il copione**. Standard che dati i morti che sono serviti alla sua dimostrazione dovrebbe essere oggetto di indagine, di una magistratura che invece lo dà per sacro dall’inizio, partecipando così a una manipolazione dove tutte le parti istituzionali sono pupi e servono la stessa morale della storia.

Ho appena finito di leggere “I soldi della P2. Sequestri, casinò, mafie e neofascismo: la lunga scia che porta a Licio Gelli” (A. Beccaria, F. Repici, M. Vaudano; 2021, editoriale il Fatto quotidiano). Descrive come la magistratura ha “dragged her feet”, favorendo l’impunità sui mandanti dell’uccisione di un suo valoroso esponente, Bruno Caccia. E aiuta a comprendere la reale consistenza della magistratura davanti ai delitti commissionati da mandanti di massima scala.

*Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale.
**Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale.

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9 febbraio 2023

Blog de Il Fatto Commento al post “Covid, la Consulta sull’obbligo vaccinale al personale sanitario: “Misura né irragionevole né sproporzionata”. Il tampone? Non sostituisce il vaccino. Giusto il dimezzamento dello stipendio”

Una sentenza che va letta a contrario: la medicina deformata dal liberismo viene usata per convertire in legge benemerita la frode, la rapina, l’omicidio, l’asservimento, il ricatto. I palazzi di Piazza del Quirinale, o le facciate vuote come villaggi Potemkin che si affacciano sulla piazza, sanciscono quest’uso della medicina come strumento di tirannia e sfruttamento. Uso del quale la magistratura ordinaria sta abbondantemente approfittando per servire i poteri forti.

Una norma della costituzione reale che corrisponde a un criterio di integrità e capacità del magistrato: il magistrato che non tiene conto dell’uso della medicina come convertitore perverso, del potere che è le stato attribuito di fare figurare il Male come Bene da imporre e tutelare, e fa mostra di sottoporsi a questo sgangherato simulacro di cartapesta, o è corrotto o è incapace.

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14 febbraio 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Suicidio assistito, la Procura di Bologna ha chiesto l’archiviazione per le due attiviste che hanno accompagnato una donna in Svizzera”

L’entità “trattamenti di tipo farmacologico, interrotti i quali si verificherebbe la morte del malato anche se in maniera non rapida” è vaga e ambigua. Così da permettere nella routine, al di là dal caso in esame, studiato per ottenere la giurisprudenza voluta, sia il causare sofferenze e indegnità non necessarie sia la corrispondente induzione, interessata, al lasciarsi uccidere. Cioè un omicidio volontario mascherato da libero suicidio. In ambito clinico faciliterà e aggraverà il consueto accanimento terapeutico, ottenuto col consenso di una persona sofferente, dipendente e spaventata che è tutto fuorché libera, es. *: sarà più facile praticarlo potendo assestare il colpo di grazia. Accanimento lucroso, incentivato in termini monetari e di carriera dallo strapotente business biomedico per i medici; e compensato in termini di spartizioni di potere per i magistrati che lasciando indisturbati gli orrori dell’accanimento terapeutico e sostituendo il loro arbitrio e le loro fumosità a confini di legge chiari e netti per l’omicidio legalizzato mettono in atto i voleri dei poteri forti di esproprio dei corpi, in società con questi samaritani con la Luger.

*Physician Influence on Variation in Receipt of Aggressive End-of-Life Care Among Women Dying of Ovarian Cancer. JCO Precis Oncol 2022.

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vedi:

10 febbraio 2023. Restituzione della scheda elettorale, elezioni regionali del 12 e 13 febbraio 2023.
Tumbarello e Crisanti. Il supporto dei magistrati alla grande criminalità biomedica al tempo della gloriosa cattura di Messina Denaro. In: Milizie bresciane

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1 marzo 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Mantovani “Chiusa l’inchiesta di Bergamo sulla gestione della prima ondata Covid: indagati Conte, Speranza, Fontana, Gallera. Il leader M5s: “Tranquillo di fronte al Paese””

Picco di letalità biologicamente anomalo; e invece coerente con la narrazione ufficiale come casus belli per i nefasti lockdown e ricatti vaccinali. Invece di indagare su meccanismi e cause dell’anomalia biologica, e da lì su eventuali responsabilità, anche alla luce della coerenza mediatica e politica coi diktat, i magistrati hanno consegnato il ruolo di accertare il vero proprio a Crisanti, proveniente dall’Imperial college, la fonte mondiale della narrazione catastrofista, crassamente falsa, volta a giustificare le misure liberticide. Ci sono evidenze che in Lombardia creando panico si spinsero le persone verso misure sanitarie in sé letali. Fornendo i morti richiesti dal copione.

Le grandi fragorose palle di fuoco, i fuochi d’artificio dei nomi importanti, impressionano per poi lasciare il buio. Una pubblica accusa così pregiudizialmente deviata nell’impostazione, che fa propria ab initio la versione, anomala e piena di contraddizioni, delle forze che aveva il dovere di indagare, e affida loro la ricostruzione, non è più sobria della parodia dell’ispettore Derrick, Max Tortora, che davanti ai morti accoltellati crede subito alla signora Fottenberg che va in giro con le mani rosse di sangue. Ancora peggio, i magistrati mettono la credibilità del loro ruolo a supporto di una favola distopica che giustifica ulteriori futuri stati dittatoriali, altri flagelli, da fare passare come “piani pandemici”.

V. Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale.

2 marzo 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di V. Agnoletto “Covid, la decisione della procura di Bergamo è il primo passo verso una giustizia che non si fa intimidire”

“Una giustizia che non si fa intimidire” nel senso che non c’è stato bisogno di intimidirla perché si è subito messa a disposizione da sola, prendendosi immediatamente Crisanti, Imperial College, MI5, come Virgilio nel “viaggio dantesco”. Una scelta che ha analogie con quella di Tumbarello consulente dei magistrati, ho di recente scritto all’ANM. E invece una magistratura che consente le intimidazioni verso chi è di intralcio alla versione ufficiale; beneficiandone. Oggi Il Fatto riporta la testimonianza del fratello di Emanuela Orlandi su Pignatone che giunto a fare il Procuratore a Roma soffoca il caso della ragazza rapita come vuole il Vaticano. Il 23 febbraio scorso, edizione cartacea, in un articolo sulla borghesia mafiosa, cita “Giovanni Tinebra (ritenuto potente massone)”; il procuratore implicato nel depistaggio su Borsellino, un magistrato che davvero aveva doti morali e di carattere superiori. Bisognerebbe avere il buon senso di non correre a idealizzare la magistratura; che in Italia solo i disonesti potenti criticano. I magistrati di Bergamo, senza attribuire loro cupe appartenenze, nel modo di maneggiare l’asteroide che gli è piombato sul tavolo non ricordano affatto quel condottiero bergamasco eccezionalmente dotato; e neppure i pochi magistrati che davvero non si fecero intimidire, anche se la rappresentazione di questa storia dove regnano mediocrità e viltà prevede medaglie per tutti.

V. Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale.

2 marzo 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Covid, il procuratore di Bergamo: “Non potevamo chiudere con una archiviazione di fronte ai morti e alle consulenze””

“Di fronte alle migliaia di morti” “abbiamo scelto un consulente espressione dei poteri che hanno condotto l’operazione covid, che ci ha detto che il picco di letalità era dovuto a insufficiente aderenza alla dottrina che ha pilotato l’epidemia”; “e gli abbiamo creduto come il bimbo alla mamma, invece di notare che i tentennamenti sembrano fatti apposta per essere additati come colpevoli, e di indagare le cause dell’anomalia di un population fatality rate così eccezionalmente alto per il covid, la spiegazione dell’Imperial college, notoria fonte di false informazioni sul covid, non stando in piedi ed essendo conforme alla narrazione ufficiale coi terribili abusi che è servita a giustificare”. “Abbiamo ignorato fattori iatrogeni dissennati, come lo stipare la gente negli ospedali, intubarla e ventilarla a gogò, mandare infetti nelle RSA, abbandonare a sé stessi gli anziani nelle RSA”; “Abbiamo così imbastito, sotto dettatura, una favola che tiene nascoste le reali responsabilità sulla strage, anche col fumo degli accusati eccellenti; e che potrà essere usata per future operazioni fasciste con la scusa della salute”.

Oltre alla cattura normativa con le leggi covid fascistissime, dopo la Consulta che cambia a penna la Costituzione come vuole Pfizer, la cattura giurisdizionale, dove i magistrati si fanno strumento dei crimini del potere. Nel caso lo si faccia convintamente si parla di “deep capture”, di cattura profonda, che è anche peggio; soprattutto nel caso di magistrati.

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8 marzo 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Trinchella “Vaccini, la Consulta sull’indennizzo: “Incostituzionale la norma che fa decadere dopo 3 anni il termine per chiederlo”

La Costituzione descrive un paese nel quale “l’iniziativa economica privata è libera ma non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana” (art. 41). La medicina offre un modo efficace di aggirare questa barriera. La Consulta collabora, arrivando a permettere il ricatto per vendere farmaci senza “controlli opportuni” (art. 41).

Nel 2010 AstraZeneca vendeva il Seroquel nonostante dovesse pagare diversi 10^8 di $ ai pazienti danneggiati: era comunque conveniente pagare, ingannare il pubblico occultando i rischi, e incassare così diversi 10^9 di $*. A maggior ragione la case farmaceutiche non si fermeranno se gli indennizzi sono a carico del contribuente. Dietro alla pomposa antimetabole su diritti e bilancio, i giudici riscrivono a penna la costituzione, di concerto col serafico occupante del palazzo accanto. Facendone la costituzione dei poveracci, che si devono fare iniettare quel che ordina Big pharma se vogliono mangiare; e poi per i danni provocati potranno sperare di avere, brigando e strepitando, magari dopo 20 anni**, forse dei soldi, tolti dalle tasche di altri sudditi.

*“AstraZeneca’s Marketing Strategy: Sue Us, Please!” BNET 2010. – Evidence and extrapolation: mechanism for regulating off-label uses of drugs and devices. Duke Law Journal, 2014.
**Justice Delayed is Justice Denied? – Another Neurontin Settlement by Pfizer 20 Years After the Alleged Events. Health care renewal, 2014.

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14 marzo 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Mattarella: “Siccità tema centrale che spinge i fenomeni migratori. Non c’è un secondo tempo, cambiamenti climatici vanno affrontati ora” “

Si consolida la liturgia scientocratica. Grandi temi che condizionano in peggio la vita dei cittadini sono imposti senza fornire evidenza fattuale adeguata. Qui le fluttuazioni climatiche come dovute all’attività umana, e da frenare con mezzi che – guarda un po’ – impoveriscono le masse e arricchiscono i potenti. Nessuna attività di garanzia dei diritti. Invece, proclami da gran sacerdote. La Corte costituzionale ha fatto lo stesso coonestando il ricatto mafioso pro Big Pharma senza fornire evidenze adeguate e anzi contro l’evidenza.

L’azione istituzionale che si basa sulla degenerazione della scienza in ideologia fraudolenta pratica la trasposizione causa-effetto. Nella scienza vera si bada ad evitare di affermare che A causa B quando in realtà è B che causa A. Mattarella “esorta” i poteri sovranazionali a “prendere provvedimenti” quando in realtà ne è portavoce ed esecutore. Come i PM di Bergamo, che invece di indagare sulle cause della strage del 2020 hanno fatto propria la versione dei mandanti*; e l’hanno potenziata, favorendo ulteriori nefandezze in futuro**. Nella scientocrazia le istituzioni non sono “la cura” né “la prevenzione”, ma parte integrante della patologia.

*Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale.
**Open letter to HoC and HoL scrutiny committees. The WHO’s pandemic PPR treaty is a major threat to national sovereignty and democracy. Gruppo Hart, 9 dic 2022.

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15 marzo 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Pisanello “Madonna che piange e parla, ecco cosa sta accadendo a Trevignano Romano. Il mariologo Padre Gian Matteo: “Bisogna avviare delle indagini””

La truffa non è la truffa materiale della statua della Madonna che piange sangue. Questa è solo una truffa ausiliaria. La truffa principale è la truffa ideologica che fenomeni miracolosi, eccezionali, siano proclamati avendo passano il vaglio di autorità religiose e scientifiche. L’accademia delle scienze di Parigi dichiarò di non accettare più progetti di moto perpetuo nel 1775. Invece oggi – quando religione e scienza confluiscono come strumenti di inganno e di potere – si costruisce una legittimità indebita per proclamare miracoli, religiosi e laici, respingendo casi grossolani, che titillano le attese. E’ stato fatto, collaboranti i magistrati, con la ciarlataneria di basso livello Stamina, a favore delle promesse mirabolanti sulle staminali ufficiali*. E col Covid: “Covid, Crisanti: “Il vaccino? Senza dati non me lo faccio” (Il Fatto, 20 novembre 2020). I vaccini furono approvati con studi farsa, e il dicembre dell’anno successivo lo scienziato di fiducia dei magistrati e del PD intonava “Sìsì vax” insieme a Bassetti e Pregliasco. “The covid pandemic has catalysed the transformation of the regulator from a watchdog to an enabler.”. (Dame June Raine, capo della MHRA, ente regolatore farmaci UK. The way out. Gruppo Hart, 8 ott 2022). Respingendo i tarocchi piccoli si acquisisce il potere di proclamare l’autenticità di quelli grandi.

* Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale

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20 marzo 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Concutelli, Anm: “Tricolore sulla bara offende la memoria di tutte le vittime del terrorismo”

L’ANM ha pienamente ragione. Concutelli tradì, lavorando come killer per poteri sovranazionali. Ma quante volte la bandiera viene esibita ipocritamente? L’occasione più recente due giorni fa: un grande tricolore proiettato sull’ingresso del Cimitero vantiniano di Brescia, in occasione dell’inaugurazione della scultura “La cacciata dal Paradiso” – un titolo che rimanda, clericalmente, a colpe delle vittime e a forze onnipotenti – per la strage covid del marzo 2020, che diede l’innesco a una sorta di golpe. Hic Rhodus, la magistratura sta facendo più come quelli che vogliono fare passare Concutelli per un patriota che come i magistrati di valore che furono epurati esemplarmente, dei quali si fa fregio. “Although covid undoubtedly killed people, looking at its fatality in retrospect, the claimed lethality does not always match what we now know about the virus. There are particular examples such as New York City and Lombardy where the alleged covid mortality figures are well in excess of what was seen elsewhere, and suggest other factors must have been at play.” Da: An autopsy on covid deaths. Gruppo Hart, 11 mar 2023. L’analisi considera tra le cause l’eccessivo uso di ventilatori, che il Procuratore di Bergamo ha dichiarato essere stato insufficiente. I magistrati dovevano indagare l’anomalia e invece hanno fatto lestamente propria la nefasta versione dei mandanti sovranazionali*, legittimando reiterazioni.

*Il vero piano pandemico, rispettato, in Lombardia orientale nel 2020.

@ Lorenzo M68. Il codice del politically correct, quello istituzionale e quello della claque, prevede che le vittime di terrorismo e mafia (domani un’altra celebrazione del ricco calendario liturgico) servano a “rifarsi una verginità” (Pasolini). Giammai come termine di paragone con quanto viene fatto nel presente, comportamento da eliminare con sistemi vari; per mantenere la purissima qualità della classe dirigente e della società civile della quale godiamo. 

@ Renato S. Non posso risponderti “vergognatevi voi”: la vergogna è la coercizione degli uomini liberi.

“Perché a mio parere per gli uomini liberi la vergogna del proprio stato è un mezzo fortissimo di coercizione”. Demostene.

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30 marzo 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Pietrobelli “Dissero no alla chemioterapia per la figlia leucemica, i genitori condannati in via definitiva per omicidio colposo”

I magistrati si sono imboscati sui ricatti mafioso-orwelliani per obbligare gli inoculi a masse di sani, e sugli inoculi inutili e dannosi ai minori; figuriamoci se perdono l’occasione di velare la loro partigianeria additando una ciarlataneria da manuale, Hamer, opportunamente lasciata libera. E davanti a “successi”, dai quali ovviamente i propagandisti, inclusi quelli con la toga dello Stato, ritagliano via il lato buio, ovvero le cattive condizioni di salute a lungo termine e i sostanziali eccessi di mortalità, in particolare da secondo cancro, e da malattie cardiovascolari, nei giovani “guariti”. Gli effetti più gravi sono proprio dopo la leucemia linfoblastica, insieme ai tumori cerebrali*. Effetti tali che si parla tecnicamente di “sopravvivenza condizionale”**, un termine che dovrebbe colpire l’attenzione dei giuristi.

E’ come per la mafia: si falsa il quadro considerando uno standard negativo infimo, per fare apparire accettabile al confronto il proprio malaffare, dipinto in termini rosei. La sentenza favorirà la sottomissione dei genitori all’affarismo medico; anche a sovradiagnosi e altre frodi. Anche lo stimolo suscitato a favore della “libertà di cura” sarà un servigio a Big pharma, non essendo questione di cure “libere”, cioè di libertà di truffa, ma di non consentire una medicina corrotta e criminale.

*Rethinking Success in Pediatric Oncology: Beyond 5-Year Survival. J Clin Oncol, 2021.
**Conditional Survival in Pediatric Malignancies. Cancer, 2015.

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12 aprile 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Lanaro ““Commissione Covid? Indagini anche sulle Regioni”: la promessa di Faraone (Iv) che ha votato con FdI e Lega (ed è papabile presidente)”

Le indagini a uroboro

La Commissione di Faraone “no inoculo no autorizzazione a campare”:

“A quanto pare il vaccino anti-Covid non sarà obbligatorio per non urtare la sensibilità di Fragolina76 e Uomotigre58 che dopo approfonditi studi hanno appurato la presenza di un microchip collegato alle antenne del 5G che ci trasformerà tutti in rettiliani con la faccia di Bill Gates.
Ok, quindi bisogna trovare un sistema alternativo per proteggere categorie più a rischio e per tornare alla nostra vita normale.
Bene, la soluzione si chiama Passaporto sanitario integrato al vaccino anti-Covid. Chi non potrà esibire il documento non dovrà essere autorizzato a:
– fruire dei mezzi di trasporto (bus-treni-navi);
– accedere ai pubblici esercizi (bar-ristoranti-negozi);
– accedere all’interno di centri commerciali;

Caro No-Vax, vuoi essere “libero” di non vaccinarti? Prego fai pure…
Vuoi essere “libero” di infettare gli altri e costringere il Paese alla paralisi eterna? Scordatelo.”
(Estratto da Farone, Facebook, nov 2020).

I magistrati professionisti si sono dati come consulente Crisanti “mascherine e guanti anche in casa”, emissario di Ferguson, che è celebre come produttore di false predizioni, stra-gonfiate, sull’epidemia, finalizzate alla giustificazione dei diktat*.

Alla galleria di mostruosità covid si aggiungono le indagini a uroboro, condotte da quelli che dovrebbero rispondere.

*Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale.

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27 aprile 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Sentenza Trattativa, gli imputati esultano. Mori: “Sempre convinto della mia innocenza”. Ingroia: “Lo Stato si autoassolve””

Mori: sono un carabiniere; i carabinieri scoprono i reati; ergo se fossi stato colpevole me ne sarei accorto; ovvero non risultandomi di essere colpevole, sono innocente. Anche i magistrati praticano deroghe da barzelletta al “nemo judex in causa sua” davanti agli uccisi coi quali dal dopoguerra i nostri padroni tramite il personale istituzionale pilotano il Paese. Hanno affidato a Crisanti, Imperial College, fonte riconosciuta di disinformazione istituzionale catastrofista, la perizia sulla strage covid. Col risultato che lo Stato fa mostra di processare sé stesso, ma accusandosi di non essere stato sufficientemente scattante nell’eseguire le direttive dei poteri sovranazionali. I cui ordini – quelli reali – invece di fatto ha eseguito, come fa dal 1947, Portella. Occorreva una catasta di cadaveri per innescare l’operazione covid a livello internazionale. I morti per le telecamere sono stati forniti dalla Lombardia, con il pecoronesco applicare cure e misure mediche inconsulte*. Il procedimento posticcio non solo copre le responsabilità vere: col suo falso messaggio favorisce rese e crolli ancor più nefasti** dei compromessi e collusioni sulla mafia. Una “trattativa” Stato-Big Pharma sulla quale sono tutti d’accordo.

*Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale.
**Should the UK sign up to the proposed WHO Pandemic Preparedness Treaty? Gruppo Hart, 24 apr 2023. – Amendments to WHO’s International Health Regulations: An Annotated Guide. D. Bell, 1 feb 2023.

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29 aprile 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Borsellino “Trattativa Stato-mafia, per noi familiari delle vittime quegli imputati non sono eroi”

Massimo rispetto per i familiari delle vittime. Commento le loro posizioni solo nella dimensione pubblica delle stragi. Né conosco a fondo i fatti. Però osservo, in ambiti che conosco abbastanza bene, che istituzioni, forze di polizia, PA, magistratura, e purtroppo anche la società civile premono per spiegare in termini nazionali, endogeni, atti criminali imposti da fuori. Dei quali i responsabili italiani sono solo esecutori; figure non diaboliche ma miserabili. Lo chiamo “tolemaicismo”: il modello geocentrico riusciva a rappresentare il moto dei pianeti, ma a costo di contorsioni acrobatiche*. La riduzione forzata al livello nazionale genera labirinti di specchi che tengono al sicuro il male. Es. si additano soggetti che hanno responsabilità vere, ma con accuse distorte; fino al grottesco**. Se si vuole la verità, in un ambito dove il coraggio non si spreca, bisogna, incuranti dei don Abbondio che strillano al complottismo, considerare un modello copernicano, dove gli esecutori sono delinquenza locale protetta, e i “deviati” sono ruffiani al servizio del “motore primo”. Che è dato dai poteri sovranazionali dalla massa molto più grande che impongono la rotta al Paese; anche con la violenza, con la quale inoltre selezionano la classe dirigente eliminando esemplarmente i tipi umani di valore ed elevando i mediocri e i debosciati, fino a farne modelli da imitare.

*Il tolemaicismo politico.
**Il vero piano pandemico, rispettato, in Lombardia orientale nel 2020.

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10 maggio 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post ““Le dicevano che la chemio era nociva”: Cassazione conferma la condanna per i genitori di Eleonora Bottaro, morta di cancro”

Ortega y Gasset: “La barbarie è l’assenza di standard”. In Italia si adottano standard, ma negativi: per fare passare come Bene, e addirittura come Sacro, interessi che vengono così resi immuni dal controllo di legalità. E dalla denuncia tecnica ed etica. La mafia di cosca è lo standard negativo che consente i metodi mafioidi di Stato. Eliminandola le soverchierie di Stato sarebbero evidenti.

La ciarlataneria alla Hamer é lo standard negativo che consente l’idolatria di pratiche mediche commerciali delle quali si occulta il lato oscuro*. Cure commerciali che spingono a chiedere, ingenuamente, una “libertà di cura” che sarà libertà di essere meglio truffati dal big business. Una medicina onesta, garantita dallo Stato, preverrebbe l’angoscia di scelte sulla medicina in aggiunta alle sofferenze della malattia. Ma abbiamo uno Stato che tramite le supreme corti ha dichiarato “scientifici” vaccini la cui conferma di efficacia usa manipolazioni contabili ** appena un po’ più sofisticate della conta tra Totò e Peppino ne La banda degli onesti. Così che i magistrati partecipano a vendite della Fontana di Trevi. Anzi, all’imposizione di acquistarla.

*Rethinking Success in Pediatric Oncology: Beyond 5-Year Survival. J Clin Oncol, 2021. – Conditional Survival in Pediatric Malignancies. Cancer, 2015.
**Fenton N. How an illusion of efficacy can be established for any treatment – ‘Never vaccinated’ vs ‘Ever vaccinated’ mortality rate illusion: survivor bias &amp; how to overcome it.

@ alexei. Lei non confuta nel merito il meccanismo fraudolento denunciato da Fenton, non porta nessun argomento e insulta. Questa sproporzione tra argomenti e attacco personale la qualifica abbondantemente come troll. Un troll su questi temi non è un bello spettacolo. Per non parlare della triste convergenza tra il ragionamento giuridico delle toghe e i pronti berci dei troll.

@ alexei. Ho indicato alcune tra le studiate manipolazioni statistiche sui vaccini covid. Citando il prof. Fenton, un’autorità nel campo delle “metrics”, cioè misure a finalità pratiche. Es. The illusion of vaccine efficacy revisited 2 mag 2023. – How many deaths were caused by the covid vaccines? 4 apr 2023 – Claims the unvaccinated were at higher risk of hospitalization and death were based on deliberately murky record keeping 7 mar 2023. Lei interviene inventando favolette puerili su buoni e cattivi, e con gli immancabili insulti.

I tanti addetti all’infantilizzazione e all’imbrattamento come lei, i falsificatori di dati e informazioni, e non ultimi i professionisti stipendiati dell’accertamento della realtà non superficiale, di responsabilità e obblighi, cioè i magistrati, stanno portando verso il livello di marasma le preesistenti incertezze del pubblico sulla medicina. Delle quali questo caso tragico è uno dei prevedibili esiti: la reazione errata di persone comuni ad una percezione, fondata, di sfiducia verso la medicina ufficiale. Caso risolto a favore delle forze che beneficiano del caos che in concorso i vari attori alimentano e accrescono invece di contrastarlo. Con la sentenza si dà ai medici la facoltà di intimidire i genitori – per spingere verso lucrosi trattamenti – prospettando manette; che in un ordine democratico andrebbero invece applicate sia ai dulcamara alla Hamer sia agli affiliati ai grandi poteri biomedici che oggi torreggiano sullo Stato.

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13 maggio 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Frosina “Presentò il suo libro all’evento dei massoni: il Csm “salva” dal trasferimento il pg di Brescia”

Mizzica. Questo articolo de Il Fatto del 13 maggio 2023 l’ho letto oggi sabato 13 maggio 2023, ore 9:30, appena tornato dalle Poste di Brescia, avendo inviato per racc. al procuratore generale Rispoli la tessera elettorale – date le imminenti elezioni comunali – con lo scritto “La partecipazione della magistratura agli stagecraft criminali ed eversivi” dove parlo dell’attuale procedimento, da lui avocato, sulla strage covid in Lombardia del 2020*. Nel materiale faccio anche riferimento all’uso abituale da parte dei massoni delle coincidenze a scopo di derisione, di ostentazione di potere e immunità, e di minaccia. Credevo che la vicinanza di Rispoli fosse limitata al clero, essendo egli l’autore con Vito Mancuso del libro dal dimesso titolo “La bellezza, la legge e Dio”.

*Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale.

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27 maggio 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Genitori no vax indagati per tentato omicidio: si sono opposti al test Covid per il figlio di 4 anni gravemente malato”

Il PM Rossato e gli altri magistrati che si occupano di covid in Lombardia dovrebbero leggere il substack “The Earliest Days of the Italian Pandemic, or: Why Nobody Wants To Talk About February 2020 Anymore”. Per due motivi. Segnala anomalie nella diffusione del virus in Lombardia che portano a conclusioni di rilevanza penale. E spiega che spesso si inganna non tramite il falso ma tramite l’enfasi. Es. andando a scovare un motivo “carte a posto” per fare tintinnare le manette per un obbligo burocratico covid arbitrario, che usa un test inaffidabile per agitare un pericolo enfatizzato a dismisura (non c’ è stata una moria epidemica di bambini da covid). Mentre la stessa magistratura ignora le anomalie macroscopiche sul covid in Lombardia, come quelle riportate nel substack; es. i dati che mostrano che invece che una diffusione progressiva nel territorio come nelle epidemie vi sono stati multipli focolai come in un incendio doloso. Focolai coincidenti coi confini amministrativi, e dunque con le scelte sanitarie ovvero con fattori iatrogeni (Engler J. Were the unprecedented excess deaths curves in Northern Italy in spring 2020 caused by the spread of a novel deadly virus?). Più che ignorarle, i magistrati sopprimono attivamente queste notizie di reato. Mentre affidano la ricostruzione a Crisanti, un emissario dei mandanti che poi hanno sventolato quanto provocato in Lombardia come giustificazione delle misure mondiali.

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28 maggio 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Strage piazza Loggia, Mattarella: “Il Paese ha un debito verso Brescia”. La Russa: “Pagina buia della nostra storia”. Celebrazione in città

Si dice che un bilancio debba essere “chia-ve-co”: chiaro, veritiero e corretto. “Il Paese ha un debito verso Brescia” nel bilancio truccato di coloro che servono i poteri che ordinarono la bomba e spremono ancora la strage, dopo 50 anni, per “rifarsi una verginità” (Pasolini). In una contabilità chia-ve-co Brescia, che ospita la reclusione dorata di Mario Moretti, e fa da carceriere e da eliminatore a chi la pensa come Moro sui doveri verso il Paese, dovrebbe figurare la strage covid del 2020 in Lombardia, ordinata dai poteri forti a danno dell’Italia; attuata con il dolo sistemico delle misure mediche e sanitarie aberranti, iatrogene; supportata nella sua falsa rappresentazione da media e politici, le massime cariche a dirigere il coro; ed indagata spudoratamente secondo il dettato dei mandanti, generatore di ulteriori lutti e sfaceli*. Mentre si presenta come un merito la mancata conclusione degli accertamenti giudiziari sulla strage di mezzo secolo fa. La magistratura giustifica l’avvicinarsi alla boa del passaggio al sesto decennio di procedimenti giudiziari con il “fare bene a garanzia di tutti” quando si è precipitata ad affidare le indagini sulla strage del 2020 a Crisanti, Imperial college, una impostazione che dà le stesse garanzie della scelta di Pieczenick come consulente quando c’era da tenere fermo Moro sotto i colpi dei sicari.

*Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale.

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29 maggio 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Inchiesta sulla gestione della pandemia di Covid, chiesta l’archiviazione di Conte e Speranza”

La strage del 2020 è dovuta all’equivalente dell’avere caricato gli estintori con la benzina, cioè a misure mediche e sanitarie inconsulte, iatrogene*. L’accusa, suicida – o omicida, come ripetizione degli ordini dei mandanti – è che si sarebbe lesinato nell’irrorare con la super: il PM di Bergamo è arrivato a dire che ci sarebbero voluti più ventilatori, il cui sovrautilizzo è causa riconosciuta di eccessi di mortalità attribuiti al covid. La strage del 2020 si incastona perfettamente nel contesto, come innesco a giustificazione dell’operazione covid: la Lombardia ha fornito al mondo i morti e le clip per i diktat.

La mamma ha chiamato, e in questi casi in Italia la prassi è praticare due modi per tradire le vittime delle stragi eversive e degli omicidi politici, e con esse il popolo. Uno è proteggere i responsabili assolvendo e facendo cadere i crimini nell’oblio (es A. Rocchelli). Oppure si proteggono i mandanti partorendo topolini tra grandi ammuine autocelebrative; ottenendo così rinnovi annuali di verginità, come aveva capito Pasolini, da spendere servendo gli stessi mandanti per nuove nefandezze (es. ieri a Brescia per p. Loggia 1974 con i processi non conclusi dopo 50 anni). Il tempo dirà quale delle vie canoniche verrà imboccata. I precedenti storici, il coinvolgimento nello stagecraft criminale covid, e la condotta finora tenuta non autorizzano grandi speranze.

*Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale.

@ cicciobellociccio. Mi fa piacere che non usi più il tu, come ha fatto con me qui l’11 gennaio 2022, difendendo le aziende private che decurtavano lo stipendio o licenziavano chi non si vaccinava. Ora usa il lei, ma per sentenziare sciocchezze e insultare. Un’accoppiata diagnostica per trollismo, che preclude la discussione. E’ comunque da notare la vicinanza delle sue posizioni con quelle tragicamente alla pompieri di Viggiù, meritevoli di restare ricordate, espresse dalla Procura di Bergamo a proposito dei ventilatori (sui cui danni segnalai già nell’aprile e nel luglio 2020, con riferimenti bibliografici*, che ora si sono arricchiti). Fossi in loro non sarei contento del suo appoggio, e mi farei qualche domanda sulle facili fonti alle quali si sono affidati e su quelle che sono state soppresse; anche sentiti i “ragionamenti” medico-giuridici come il suo di un anno fa sul diritto al ricatto vaccinale a discrezione di datori di lavoro privati: ““non puoi fare come ti pare … si chiama assunzione di responsabilità. … le tue scelte personali non possono influire sugli altri, ti chiami fuori dalle regole della società in cui vivi? benissimo, puoi farlo… ma poi non pretendere di avere gli stessi benefici di chi si adegua alle regole. non esiste che tu puoi chiamarti fuori solo sulle cose che ti fanno comodo.”

*Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale.

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4 giugno 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Papa Francesco su Rai 1: “Le apparizioni della Madonna? Non sempre sono vere”. È la prima volta nella storia che un Pontefice è ospite in uno studio tv” “

I miracoli sono un’immagine platonica netta e ben delineata, che siamo predisposti ad accettare come vera: wishful thinking. Esprimono una concezione poco rispettosa della divinità, dipingendola come una specie di capobastone o di politico locale che può salvare o no a seconda di quanto lo si prega.

Tra le incongruenze logiche, una divinità farebbe in modo di mostrare come inequivocabile il suo intervento. Non ci dovrebbe essere bisogno di accertamenti, commissioni, etc. Si ricorre allora a trucchi da imbonitore. Incluso quello dello standard negativo: riconoscendo per truffaldine sceneggiate del genere di Trevignano si legittima il potere di dichiarare miracoli “veri”. Come ribadisce qui Bergoglio.

Lo standard negativo è usato anche per i miracoli laici. Ricordo i cori degli ultrà del Brescia con lanci di bengala davanti al duomo pro Stamina, la truffa grossolana che ha legittimato le promesse di miracolo delle staminali ufficiali; sulle quali anche il clero ha interessi. C’è il wishful bias anche per i miracoli laici: il presidente della Corte d’appello che ha lasciato impunito l’inoculo della ridicola truffa Stamina nel SSN ha di recente ammonito contro l’accusare i medici senza avere le competenze tecniche; e allo stesso tempo li ha lodati come magnifici per il covid, nonostante le caratteristiche iatrogene della strage covid locale, mostrando di sentenziare a sentimento, come minimo.

*Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale.

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7 giugno 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Inchiesta Covid, archiviate dal Tribunale dei ministri le posizioni di Conte e Speranza. “Il fatto non sussiste””

Conte e Speranza sono stati accusati – via Crisanti, longa manus dell’Imperial college, cioè di chi ha imposto la narrazione e i morti che hanno giustificato i successivi diktat – dell’equivalente di avere rubato la Torre di Pisa. E sono stati prosciolti. Però hanno come usato la benzina per spegnere il fuoco, in maniera sistematica, estrema e inspiegabile, e di questo dovrebbero rispondere, insieme a politici e amministratori di destra e sinistra, autorità sanitarie e medici: le notizie sulle cure e scelte terapeutiche abnormi*, il contesto politico e mediatico* e l’analisi statistica dei dati** indicano – come si poteva vedere dall’inizio* – che il picco anomalo di mortalità in Lombardia nel 2020 è stato iatrogeno, dovuto a misure sanitarie e mediche assurde in risposta ad un panico sollevato ad arte nella popolazione. Si è così instaurato un circolo vizioso paura-iatrogenesi-decessi-paura che ha generato i morti e ha permesso i filmati a effetto che sono serviti, internazionalmente, a giustificare lo stato di eccezione e con esso altre misure inconsulte, distruttive di benessere e di princìpi di civiltà, e anch’esse iatrogene. L’accusa deviata è servita a sostenere le falsità sul covid; appare che l’assoluzione ora servirà a lasciare nascoste e impunite le responsabilità reali.

*Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale.
**Engler J. Were the unprecedented excess deaths curves in Northern Italy in spring 2020 caused by the spread of a novel deadly virus?

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8 giugno 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Sofia “‘L’estate del golpe’, il libro sull’attentato a Rumor e i piani della destra eversiva. Scarpinato: “Meloni figlia di cultura che avversò Costituzione””

Lo Stato italiano e la classe dirigente nel 2020 hanno fornito tramite iatrogenesi* la strage per fare figurare falsamente** il covid come un flagello senza precedenti e altamente letale, e innescare così nel mondo la reazione a catena delle “misure”, che da noi fanno liberamente strame non solo della Costituzione, ma dei suoi presupposti. Ricostruzioni come quelle della Limiti e gli interventi di Scarpinato sono utili mostrando l’expertise di terrorismo eversivo su commissione che ha contribuito a far assegnare al ventre molle dell’Europa questo compito nel 2020. E mostrano la Rosa dei Venti a tre punte, la bussola a tre punti cardinali della società civile: con Est e Ovest fasci e compagni, e Sud mafia. Il Nord, i padroni sovranazionali, è tolto o sbiadito. Quando andrebbe riconosciuto l’asservimento bipartisan. E quello della magistratura; che sulla strage covid del 2020 sta facendo come se si fosse trovato un cadavere depezzato in una valigia, e si accusasse il proprietario della valigia, trovato con in mano una mannaia macchiata del sangue della vittima; ma lo si accusasse di istigazione al suicidio. E poi lo si assolvesse da questa accusa, e con essa da ogni altra responsabilità. Postfasci e sinistra fellona d’accordo. A proposito di depistaggi e deviazioni sull’eversione.

*Lo knock-on della strage covid in Lombardia orientale.
**Querying the existence of a covid ‘pandemic’. Hart, 6 giu 2023.

@ Gianni53. Ai fattori extraterrestri ci pensa l’ufficialità coi suoi volenterosi troll. Es. una magistratura che vuole la medaglia perché ancora conduce procedimenti su stragi avvenute es. nel 1974, cioè più vicine nel tempo alla fine della II guerra mondiale (29 anni) che ai nostri giorni (49 anni). Un effetto relativistico di rallentamento del tempo? La stessa descrizione del covid, alla quale la magistratura ha dato un contributo fondamentale, ha un carattere marziano: Paul E et al. COVID-19: an ‘extraterrestrial’ disease? International Journal of Infectious Diseases, 2021.

Per di più penso che il covid come lab-leak sia una bufala da fumetto per rappresentarne il carattere di minaccia terribile. E’ stato osservato che quest’altra storiella ha a che fare proprio con la strage in Lombardia: Engler J The Lombardy analysis, 2022.

Per me a sparare balle assurde da B-movie, i terroristi samurai invincibili, la mafia eterna, ora il covid dio del vulcano che stermina se non gli si sacrificano normalità e civiltà, sono quelli per conto dei quali i troll dileggiano la dissidenza. Con la differenza che sulla base delle balle ufficiali si straccia la Costituzione, si impongono leggi paranoiche e distruttive, si genera malattia, si emettono sentenze rigorose. Rigorose nell’applicare le idee di don Abbondio sullo stare al mondo e sui propri doveri.

@ Gianni53. Non “credo”, ma so che si sono “armadi ben chiusi e protetti” pieni non solo di scheletri pluridecennali, ma di cadaveri recenti, ancora in decomposizione. A voi piacciono solo i vostri fumetti. Eppure deve essere proprio un caso di contrazione del tempo, di uffici giudiziari che volano a velocità prossime a quelle della luce, se si ignora il mezzo secolo finora trascorso qui sulla Terra senza che si sia concluso il procedimento giudiziario su una strage terroristica in piazza. Mentre gli stessi uffici giudiziari che presentano ciò come un merito hanno steso le loro cappe nere a coprire i meccanismi e le responsabilità della inqualificabile strage covid del 2020. Ma come dubitare di una magistratura che può vantare appoggi del genere di questi suoi interventi. 

@ Gianni53. Ai tempi del salasso c’era chi accusava i colleghi di uccidere i pazienti salassandoli troppo poco. Speranza e Conte sono stati prosciolti da colpe che non hanno. E’ l’accusa ad essere colpevole, di alimentare una narrazione covid falsa; che ha usato forme di omicidio come strumento di persuasione; come ai tempi delle stragi palesi dei decenni passati; ma in forme nuove. E colpevole di depistare allo stesso tempo dalle colpe vere. Una certa raffinatezza mentale, a proposito di stragi. Messa in atto grazie alla scarsa consistenza del contrasto giudiziario.

Con tutto il loro potere relativo, Speranza e Conte sono dei pupi. Così come appaiono mossi da fili magistrati che affidano la ricostruzione a Crisanti, che è come affidare la ricerca di Messina Denaro a Tumbarello (questi realmente consulente dei magistrati). E gli altri magistrati che nel coprire le responsabilità indicibili, quelle vere, paragonano il covid alla Spagnola del 1918. Un paragone da rivista femminile economica; mentre sul piano tecnico la comparazione è valida in quanto evidenzia differenze radicali, e le crasse manipolazioni, non attribuibili a buona fede, tramite le quali si sono forniti i morti che servivano. C’è una buona letteratura a riguardo. Es: Fauci .. coauthored a study confessing that virtually all of the “influenza” casualties in 1918 did not actually die from flu but from bacterial pneumonia ..today easily treated with antibiotics unavailable in 1918.

 

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13 giugno 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Sei dirigenti dell’ex Ilva a processo per la morte di tumore del piccolo Lorenzo Zaratta”

La magistratura che regge il gioco nella strage covid d’innesco*, che legittima il ricatto mafioso sugli inoculi, esercita qui lo stesso uso abnorme di argomenti pseudoscientifici. Arrogandosi un diritto di riscrivere i principi della dottrina medica e della tanto acclamata “scienza” (sotto dettatura di Big Pharma).

Il rinvio a giudizio può essere inquadrato nel contrasto di voci su Berlusconi, morto ieri. Per il sociologo Furedi B. ha rappresentato il “populism from above”**. Un populismo che seduce il popolo ma serve i potenti. La politica italiana appare più facile da decifrare se si considera che le istituzioni costituiscano non organi indipendenti ma una corte al servizio del re, cioè dei poteri forti. E che le varie fazioni di cortigiani mentre si contendono spazi di potere gestiscono forme diverse delle stesse direttive regali. B. ha praticato il falso populismo per le classi meno istruite e il popolo grasso. Sinistra e magistratura, il populismo dall’alto di tipo midcult. La magistratura qui sembra difendere il popolo dai poteri forti. In realtà, come ha fatto col covid, li favorisce a danno del popolo; aiutando il business oncologico***. Probabilmente poi assolverà i cortigiani minori che ora accusa su basi inconsistenti mentre copre noxae reali per la salute dei bambini, e le potenzia***; come ha già fatto con Conte e Speranza*.

* Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale
** How Silvio Berlusconi was undone by Brussels, 12 giu 2023.
*** ILVA. Dal cancro nascosto al cancro inventato; La raffinazione della paura

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18 giugno 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Frosina “Sindaci, assessori, carabinieri e medici: i 3.623 pregiudicati per abuso d’ufficio che con la riforma di Nordio avranno le condanne cancellate”

“Tra il forte e il debole, tra il ricco e il povero, tra il padrone e il servitore è la libertà che opprime, è la legge che affranca“. Rousseau e Lacordaire, citato da don Milani.

La “paura della firma” ricorda la “medicina difensiva”*. Ma la critica a Nordio non è tutta la verità. Vi sono abusi di potere su singoli cittadini che vengono commessi in favore dei crimini dei poteri forti verso la collettività. Sulla libera commissione e impunità di questi i politici e i magistrati concordano. Es. gli abusi, mafioidi e fascisti, volti a eliminare le voci tecniche di critica della medicina, giudicate indispensabili perfino da chi chiede uno status giuridico privilegiato davanti alla legge per i medici** (richiesta che sia Nordio, sia magistrati “di sinistra” fanno propria). Politici e magistrati vanno visti come nobili di corte, in lotta tra loro per la supremazia, ma uniti nel servire il re. Uniti anche nel travolgere ogni principio, legge e decenza. Le nuove regole renderanno ancora più scorrevole il compito di proseguire i piani piduisti al servizio dei grandi interessi biomedici a tanti sindaci e funzionari, CC, PS, GdF, e anche a tanti magistrati.

*La medicina difensiva come scusa e come illecito. Sito menici60d15.
**Erosion of Peer Review and Quality Assurance Privilege. JAMA, 14 giu 2023.

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23 giugno 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Finte vaccinazioni Covid per ottenere il green-pass: la Procura di Ravenna chiede il rinvio a giudizio di 227 persone”

In Svezia tali accuse sono impossibili, in assenza dei ricatti mafiosi di Stato (senza che si siano verificate le sciagure minacciate da Mattarella e c. per giustificarli). I giudici svedesi hanno invece condannato a 2.5 anni un luminare italiano, Macchiarini (The deadly legacy of a stem cell charlatan. BMJ, 21 giu 2023).

In Italia i magistrati sono zelanti nel punire chi elude l’esproprio del proprio corpo, e assolvono i luminari che hanno introdotto la ciarlataneria Stamina (1) nel SSN agli Spedali Civili di Brescia (assolsero anche Macchiarini). Non solo. Il presidente della stessa corte che ha assicurato l’impunità alla ciarlataneria bresciana sulle staminali – e presidente di Magistratura democratica – propugna una “vicinanza” tra magistrati e medici (2). Come Nordio (3). Non solo. Magistrati e forze di polizia perseguitano, con sistemi che dovrebbero essere materia per le loro DDA, chi denuncia frodi ufficiali “deadly” come quelle di Macchiarini e Stamina e quelle deadly sul covid.

I nostri magistrati sono attratti dalla capacità di trasformare il crimine di alto bordo in legge data da una medicina zombie, catturata dal peggior liberismo. Ma per contribuire alla metamorfosi, con un diritto zombie, non per opporvisi.

1 Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale.
2 Castelli G. Magistrati e medici: più vicinanza di quanto si creda. Brescia medica, feb-mar 2023.
3 Processi, più tutele ai medici. Nordio: filtro come per i giudici. Corsera, 19 ott 2004.

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25 giugno 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di Kevin De Sabbata “Caso Djokovic e Covid, è giustificato limitare la libertà del singolo per tutelare la collettività”

Siamo portarti a credere, come questo giurista dà per scontato, che le misure di sanità pubblica, che considerano la collettività, non possano essere corrotte. Nulla di più illusorio: la politica sanitaria può essere usata come un formidabile pretesto per prevaricazioni del potere. Es.*. Deve al contrario essere esplicitamente riconosciuta la necessità di tutelare, anche ope legis, la salute da misure di public health nocive. E va riconosciuta e contrastata specificamente la possibilità dello Stato di opprimere e togliere diritti con pretesti medici.

Tendiamo anche a scambiare la reale potenza della scienza come strumento conoscitivo per la scienza come fonte certa di verità. Come osservò es. P. Medawar, la pratica scientifica presuppone onestà e buona fede. Si può mentire e frodare con la scienza, “egregiously”; inquinando così una risorsa preziosa. Le correzioni possono essere tardive o assenti. Es. **.

Né la medicina, né la scienza sono valide ex opere operato. E nemmeno il diritto lo è. Anche lo studio e l’esercizio del diritto presuppongono integrità morale. Altrimenti divengono la coonestazione e il braccio esecutivo di inganni e violenze del potere; come chi si occupa professionalmente di diritti, di imbrogli e violenze dovrebbe ben sapere.

*Bell D. Global Health and the art of really big lies. 2022. – Mordue A. The Betrayal of Public Health During The Covid Pandemic. 2022.
** Time to assume that health research is fraudulent until proven otherwise? BMJ, 2021.

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6 luglio 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Mattarella: “Negazionismo è base di nostalgie autoritarie. La memoria è un elemento fondamentale dell’identità”” [discorso nella visita in Cile]

Nel primi giorni successivi al golpe dell’11 settembre 1973 vennero fatti assassinare i medici che con Allende, che era medico, anatomopatologo, avevano attuato la sovranità sanitaria nel loro Paese, puntando su una medicina sociale e abbattendo l’importazione e il consumo di farmaci; e quindi i profitti delle multinazionali farmaceutiche. A Boston il New England Journal of Medicine pubblicò un editoriale che in pratica dice che quei medici se l’erano cercata: Doctors in politics: a lesson from Chile, Jonsen et al. 1974. Da noi i poteri dello Stato, dei quali Mattarella è espressione, devono avere una memoria eccellente, migliore che negli altri paesi europei, sulla lezione cilena riguardo alla politica sanitaria, come è apparso evidente con la sottrazione dei diritti e gli inoculi di Stato coercitivi in nome del covid; e come avviene nella routine, sottotraccia, a beneficio dei taglieggiamenti cui quei medici cileni si erano opposti. E mentre con le mani applicano la lezione, arrivando a arrogarsi diritti di arbitraria manipolazione farmacologica di massa sul corpo di ogni singolo cittadino, sui suoi organi e tessuti, con la bocca predicano l’imperativo di non dimenticare gli orrori dei fascismi del passato.

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15 luglio 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Federica Sciarelli: “Non capisco chi lascia la Rai. Quando Salvini mi ha attaccata ho risposto, non me ne sono andata. Facci? Deciderà il pubblico” “

Sciarelli cita Andreotti: “se vuole il telespettatore cambia canale”. E’ più fedele ai principi di un servizio pubblico quanto affermò un dirigente Rai negli anni ’60: ”dobbiamo dare agli spettatori il meglio di quello che vogliono, non il peggio”.

Sciarelli sta tranquilla perché è una “9 in religione”*. Il mercoledì conduce con maestria Chi l’ha visto. Il sabato sera, in seconda serata, vestita e truccata come per una occasione mondana, fa propaganda al Bambin Gesù, del Vaticano; senza rendersi conto probabilmente dell’ambivalenza, e del lupo sotto la pelle d’agnello, del messaggio che così lancia**; nonostante sostenga di starci attenta. Le si attribuisce una vicinanza a JH Woodcock, che una volta mi fece convocare in Questura per ciò che avevo scritto a proposito di trattamenti intimidatori di polizia verso chi denuncia le frodi biomediche. Furono gentili, ma la sera stessa mentre passeggiavo arrivò un’auto della polizia, fece un’inversione ad U, mi si piantò davanti a fari accesi e ne uscirono due agenti, con aria di sfida. Ripartirono quando li oltrepassai. Riportai l’accaduto a Woodcock (6 aprile 2007; racc 128572454176). Nulla è cambiato, sia i desaparecidos da soppressione istituzionale delle denunce sulle frodi mediche, sia la propaganda mediatica delle frodi.

*”Le mie vacanze erano sempre in pericolo. Mi salvavo all’ultimo. 9 in Religione” (Marcello Marchesi).
** Quando è Pietro che si associa a Simon Mago. Sito menici60d15.

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24 luglio 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Inchiesta Covid, archiviato anche Fontana. Resta solo l’accusa di rifiuto d’atti d’ufficio per la non applicazione del piano antinfluenzale”

“Secondo i pm bresciani l’epidemia colposa non si configura in quanto, anche sulla scorta della recente giurisprudenza, è un reato commissivo mentre nel caso di specie sono state contestate omissioni. Omissioni che per altro non sono state ravvisate… “.

Per prima cosa si dovrebbe spiegare come biologicamente è accaduto che il population fatality rate in quella ristretta area, in quel ristretto periodo, abbia avuto un picco abnorme, elevatissimo, rispetto a quello proprio del covid. Un quesito che, ammesso e non concesso che le categorie commissivo/omissivo siano mutualmente esclusive ed esaustive come arbitrariamente si considera, non esclude responsabilità commissive ma sollecita di verificarle. Come pure lo richiedono elementi lasciati in ombra*.

I magistrati bresciani sulla medicina hanno concezioni** che ricordano quelle anni ‘50 sulla mafia: “nell’immediato dopoguerra e fino ai tragici fatti di sangue della prima guerra di mafia degli anni ’62-’63, gli organismi responsabili e i mezzi d’informazione sembrano fare a gara per minimizzare il fenomeno mafioso” (G. Falcone). Concezioni che sono protette pure con sistemi affini a quelli si usavano impunemente in Sicilia nel dopoguerra con chi non si faceva i fatti suoi.

*Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale – Il vero piano pandemico, rispettato, in Lombardia orientale. Sito menici60d15.
**Castelli G. Magistrati e medici: più vicinanza di quanto si creda. Brescia medica, feb-mar 2023.

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27 luglio 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Frosina “Trattavano nomine con Palamara: il Csm salva le poltrone dei capi dei tribunali di Brescia e Firenze. “Indipendenti dalle logiche di corrente” “

“Indipendenti da condizionamenti derivanti da logiche correntizie”. Ma fare il sensale nel mercato delle nomine è un marker diagnostico di un allontanamento dalla “postura” e dalle responsabilità essenziali della professione e del compito di giudice: “Chi è ingiusto nel poco ingiusto è nel molto” dice il vangelo di Luca. Che conclude che nessun servitore può servire due padroni. Come invece postula l’ineffabile CSM; che dimentica, pur sapendolo bene, che i magistrati sono esposti a ben altre “logiche” che quelle “correntizie” cui obbedire o cedere. Es. *.

Per una funzione di controllo, ad alto guadagno nel linguaggio della cibernetica, dove cioè piccole deviazioni possono tradursi in ampi effetti, aggiustatine che appaiono minori come questa sommandosi finiscono col cambiare il bianco in nero, producendo gravi danni mentre le “carte” sembrano “a posto”. Spero che un giorno emerga come gli uffici giudiziari di Brescia di riferibile al piduismo non abbiano solo l’intitolazione al fondatore della P2 storica e la sua statua all’ingresso.

Francesco Pansera

*Il livello Scarantino, palazzo Zanardelli e la strage covid in Lombardia orientale – La partecipazione della magistratura agli stagecraft criminali ed eversivi. Sito menici60d15.

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1 agosto 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Regasto “Sulle commissioni d’inchiesta Mattarella impartisce una lezione chiarissima”

Le responsabilità nella strage di innesco covid* – attuata dalle parti dell’U. di Brescia, anch’essa implicata, dove è docente questo esegeta del M. giurista – richiamano quelle del padre Bernardo su Portella**:

“…nemmeno la mafia, i servizi segreti, la polizia si collocano a quel livello. Tutti, in posizioni differenti, sono organi operativi, strutture di servizio. La sede di elaborazione di una simile decisione non è nemmeno il luogo della politica comunemente intesa … . Non è pensabile che Bernardo Mattarella o Mario Scelba abbiano convocato una Direzione della Dc, ma nemmeno un organismo ristretto per deliberare sulla strage.” (G. Tamburino. Dietro tutte le trame. 2022).

Ciò meglio di alti distillati giuridici spiega i piedi puntati contro la commissione covid dell’altrimenti istituzionalmente indolente M. . Come il suo predecessore sulla cosiddetta “trattativa”. M. vuole se ne occupi solo la magistratura, che può controllare, e che è dai tempi di Portella che insabbia l’indicibile di questo livello; e che ha cominciato prendendo come consulente Crisanti, privo di competenze specifiche ed emissario dei registi dell’operazione, l’Imperial college a guida MI5.

*Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale.
**Da Portella della Ginestra, 1947, ad Alzano Lombardo, 2020. Sito menici60d15.

Commento al post di M. Lanaro “Renzi: “Sì all’istituzione della commissione d’inchiesta Covid. Qualcuno ha paura della verità?” “

Sul covid il più pulito ha la rogna. Es. la fornitura a livello internazionale della strage d’innesco*. Si ha paura di verità da tenere coperte e da usare come arma di ricatto. E’ questa valenza ricattatoria della verità, non la verità aperta a protezione di future reiterazioni, che un pessimo come Renzi vuole.

*Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale.

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13 agosto 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Travolge il barista con l’auto ad Alba: “Sei vaccinato”. Ora è indagato per tentato omicidio: il video”

Oltre che definire i torti e le circostanze, si dovrebbe considerare tra le ipotesi che questo scontro tra due dissennati – e altri che forse seguiranno – che nella forma in cui è riportato dai media fa da bilanciamento alle infamie provax, sia stato più o meno indotto, se non concordato. Come ai tempi, che ci si illude siano passati, degli “opposti estremismi” pilotati dal Viminale. Ho un filmato di quando sono stato gratuitamente aggredito e ferito a colpi di rastrello nell’entrare a casa. Mostra che uno degli aggressori dice di avere avuto istruzioni dai CC su come agire. Non ho reagito, evitando la rissa. Ho solo chiamato il 118. Aspetto ancora spiegazioni da magistratura, CC e Comune di Brescia (dopo l’accaduto, e dopo fanali spaccati e auto graffiata, gli aggressori hanno sostenuto che quello non fosse suolo pubblico, in quanto il Comune l’avrebbe affidato a loro; nonostante non vi fosse alcun cartello; quando chiedo di nuovo spiegazioni mi arrivano multe anomale, sanzioni costruite ad arte, etc.). In quel periodo avevo descritto come Stamina fosse una frode grossolana, come al Civile di Brescia l’avessero immessa nel SSN per propagandare le grandi promesse sulle staminali ufficiali, e come la magistratura reggesse il gioco.

Purtroppo, con l’operazione covid, nella quale sono implicati, i magistrati hanno preso la mano, insieme ai giornalisti, nel burocratizzare il loro ruolo, assumendo veline da Minculpop come verità acquisita e procedendo di conseguenza.

@ Hobbes. Quanti ricordi, eh? A proposito di città del Piemonte, ci sono equivoci peggiori. Es. tra il tartufo fungo e il tartufo tipo umano: “Tempo d’esami. Tema in classe «Descrivete la differenza fra il tartufo di Alba e il tartufo di Molière»” (Marcello Marchesi).

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14 agosto 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post ““Minacce, stalking e istigazione a delinquere contro Bassetti”: verso il processo 14 no vax”

Ammettiamo che le accuse siano fondate; che non sia una montatura per fare passare come vittima – una tattica sempre più comune – questo banditore di inoculi privi di adeguate garanzie. La condanna sarà doverosa; ma la magistratura è in ogni caso bugiarda. “Dire la verità non consiste nel dire cose vere, ma nel dare impressioni fedeli del vero” (Stevenson). La verità la cui impressione non viene data, date le colossali omissioni e acquiescenze della magistratura, e che viene mascherata e capovolta con questi interventi a “diavoletto di Maxwell” è che col pretesto del covid si sono lanciate ondate giganti di deceptive coertion, cioè di frode e violenza associate, a danno dei cittadini. Tramite istituzioni e media, inclusi “esperti” protervi. La magistratura che non vede la catasta di travi nell’occhio, che appoggia la coercizione vile per inoculi inutili e iatrogeni; che affida le indagini sulla strage iniziale all’emissario di un centro – legato allo MI5 UK – noto tra gli addetti per le sue predizioni artefatte volte a giustificare diktat liberticidi*; che, posso testimoniare, favorisce i reati dai quali dice di proteggere Bassetti e reati peggiori, quando volti a soffocare denunce di frodi biomediche, è parte in causa in una operazione dove chi occupa i poteri dello Stato ha raggiunto un nuovo infimo**.

*Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale.
**Peggio di Marcinelle: morti iatrogene per l’operazione covid in cambio di finanziamenti UE.

@ No Vat: Ciò che lei riferisce sul suo non capire niente di ciò che dicono, mentre parla e straparla, corrisponde alla descrizione della cosiddetta “afasia fluente”. In effetti voi collaborazionisti, almeno la quota più sincera e fervente, apparite affetti da un equivalente culturale dell’afasia fluente.

@ estemporaneismo: Di sicuro non ho studiato all’alta scuola che nel rapimento di Moro prese come consulente Pieczenick, emissario di Kissinger; e che ha rinnovato quei fasti affidando la consulenza giudiziaria sulla strage d’avvio covid a Crisanti, privo di competenze specifiche, e invece emissario dell’Imperial college*, presieduto da una figura dei servizi inglesi: “Dame Manningham-Buller has served as chair of the Imperial College London since 2011”; “the former director general of MI5 [lo stesso che pagò Mussolini], Manningham-Buller, a thirty-five-year counterespionage veteran who also functioned as official liaison between British and US intelligence agencies.”

Né invidio la scienza di questa magistratura, per la quale vestire la toga su covid, connessi e affini è come per l’imperatore incedere coi suoi vestiti nuovi, tra l’ossequio a mosse di stampo piduista, quali l’affidarsi a tali consulenti e la lupara bianca delle denunce di reato; la posizione a tre scimmiette sullo scempio che è stato fatto col covid di quella Carta che i magistrati ostendono alta come un libro sacro quando si tratta dei loro interessi; e l’appoggio vociante che riceve dalla suburra della rete.

*”Astronomically wrong” – Coronavirus disease 2019: The harms of exaggerated information and non-evidence-based measures. Ioannidis, 12 MARZO 2020. – The Failure of Imperial College Modeling Is Far Worse than We Knew. AIER, 2021. – Imperial continue to provide “evidence” to fuel the political narrative. 2023 Hart.

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19 agosto 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Frosina “Lettera a Nordio di 320 magistrati in pensione: “La separazione delle carriere stravolgerebbe la Carta. Rischio pm controllati dal governo”

Le persone comuni non dovrebbero perdere di vista che questo duello per la supremazia tra politici e magistrati è relativo: gli uni e gli altri non si curano del popolo, ma della loro posizione gerarchica*. Basta vedere il livello Azzeccagarbugli del servizio giustizia per i semplici cittadini, sul quale non si registrano né lettere di magistrati né buone intenzioni dei politici. E come quando si tratta di servire i poteri forti e dare addosso al popolo le due caste operino assieme come un sol uomo. Lo dimostra la cooperazione per lo scempio della Costituzione e per le autentiche infamie dell’operazione covid**.

*Baruffe di corte: i baroni della destra e i mandarini della magistratura.
** Il livello Scarantino, palazzo Zanardelli e la strage covid in Lombardia orientale – Peggio di Marcinelle: morti iatrogene per l’operazione covid in cambio di finanziamenti UE

 

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29 agosto 2023

Blog de il Fatto

Commento al post “Cappato: “Mi dicono che sono intercettato dai servizi”. Mantovano: “Escludo nel modo più assoluto”, la replica: “Fonte attendibile””

Potrebbe darsi. Furono tenuti sotto controllo dai servizi anche piduisti, che con i servizi erano in società. Se anche fosse, non vorrebbe dire che Cappato sia inviso al potere, come ridicolmente vorrebbe far credere. Con la sua agenda – omicidio medico*, stordimento delle masse con la cannabis, impoverimento e decadenza con la scusa di dover raffreddare il globo, inoculi forzosi, OGM, etc. – Cappato lavora puntualmente per il “radicalismo sovversivo del liberismo” (Michea), ed è così a fianco ai servizi nell’eseguire ordini di poteri sovranazionali a danno degli italiani. Un addebito che non dovrebbe stupire, conoscendo la “puntuale convergenza”** dei radicali pannelliani con i piani di Gelli. E che spiega come Cappato abbia porte aperte dai magistrati*, oltre che dai politici e i media. Mentre chi naturaliter si oppone alla sua agenda di morte e di degrado riceve un ben diverso trattamento, dal Viminale e annessi; e da quelli che si spacciano per colleghi dei magistrati che furono epurati esemplarmente mediante omicidio, a volte via P2. Uccisi su mandato degli stessi poteri sovranazionali che oggi possono guardare con soddisfazione al docile e variegato parco addetti che hanno ottenuto in Italia.

*Il riduzionismo giudiziario nella frode medica strutturale: il caso del testamento biologico. Sito menici60d15.
**Giannuli A. Da Gelli a Renzi (passando per Berlusconi). Il piano massonico sulla “rinascita democratica” e la vera storia della sua realizzazione. 2016.

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28 agosto 2023

Blog de il Fatto

Commento al post “Lo studio dei fisici italiani che negavano il cambiamento climatico ritirato: “Conclusioni non supportate da prove o dati””

Sulle retrazioni operano due tendenze, a tenaglia: “the unwillingness of scientific journals to retract seriously flawed data that mean the findings and conclusions cannot be relied on. … At the same time, however, calls for retractions and apologies have become ubiquitous and vexatious. When a reader or a lobby group disagree with an opinion or the tone of an article, an increasingly common reaction is to demand a retraction, an apology, or both. Sound research, commentaries, and journalism that deliver an uncomfortable message must be instantly erased from the scientific record, in some people’s opinion. When a complainant demands satisfaction, it isn’t by means of swords or pistols at dawn but by retraction”. (Abbasi, BMJ, editor in chief. Retract or be damned: a dangerous moment for science and the public, 22 giu 2023).

La censura di ricercatori di alto valore, es. Ioannidis sul covid, e le condizioni antiscientifiche per essere pubblicati* dovrebbero farci ricordare che l’identificazione della scientificità con la pubblicazione peer-reviewed è già abusiva sul piano epistemiologico, in sé. E considerare che oggi che la scienza ha perso la sua integrità, e viene prostituita a enormi interessi, è un avallare “organised criminal activities, which may be at the behest of sponsors” (Curing the pandemic of misinformation on COVID-19 mRNA vaccines through real evidence-based medicine. Malhotra, 2022)

*How to get published in the Covid era. Hart, 21 ago 2023.

@ pot: Grazie. Gli esami universitari sono perfettibili, es. mediante test scritti, sottratti a soggettività e influenze. Lo è anche l’attuale peer review, descritta come corrotta ed eliminabile dai maggiori editors*, es. mettendo in chiaro i commenti dei reviewers e i loro nomi. O sottraendo il controllo sui farmaci ai privati delle riviste per darlo allo Stato.

Inoltre qui non si parla di peer review ma dell’uso censorio, diffamatorio e intimidatorio delle retractions. Più in radice si tratta della cattura della scienza, della medicina e delle istituzioni di controllo – inclusa la magistratura – tramite burocratizzazione. La creazione un mondo posticcio per tabulas, che predomina su quello reale, così che una retrazione del corrottissimo mondo delle pubblicazioni scientifiche* diviene la base di carta per eseguire ciò che vogliono i manovratori, per quanto perverso. La burocratizzazione è un aspetto fondamentale della cattura liberista delle professioni intellettuali e delle istituzioni dello Stato. E come si vede da varie altre risposte è accoppiata ad orde di troll che applaudono e insultano come un tempo i lazzaroni pagati dai nobili.

* If peer review was a drug it would never get on the market because we have lots of evidence of its adverse effects and don’t have evidence of its benefit.
It’s time to slaughter the sacred cow. Dr Richard Smith, 2015, Former Editor BMJ – CORRUPTION OF MEDICAL RESEARCH IN THE WORDS OF THE WORLD’S TOP JOURNAL EDITORS. A. HAMILTON, 2021. @ pot:

@ pot: Le stesse fonti ufficiali ammettono che la peer review (un sistema recente) è tutt’altro che una buona difesa per la scienza. “The problem w i t h peer review is that we have good evidence on its deficiencies and poor evidence on its benefits. We know that it is expensive, slow, prone to bias, open to abuse, possibly anti-innovatory, and unable to detect fraud. We also know that the published papers that emerge from the process are often grossly deficient.” (BMJ, 1997).

La burocrazia, una delle tre forme del potere secondo Max Weber, sostituisce al merito, al reale, una forma, arbitraria. Un passaggio esiziale per la ricerca del vero, nella scienza, in medicina, in politica; e nel giudiziario, che oggi intreccia la sua burocratizzazione con quella della medicina. Lei tende ad avere una visione un po’ “panglossista” dei mali della ricerca e della medicina. Lei accosta la burocrazia al telefono, ai computer, etc. E’ stata in verità accostata agli orrori che derivano dalla banalità del male. Anche in capo medico: “Nell’era nazista c’era un funzionario delle ferrovie responsabile della programmazione dei convogli per l’Est. Tutto quello che “faceva” era organizzare le partenze dei treni per Varsavia, Lodz, e naturalmente Treblinka, Sobibor, Auschwitz II, etc. La destinazione, egli riteneva, non lo riguardava. Il paragone non è esagerato.” E. Loewy. Ethics and Evidence-based medicine: is there a conflict? 2007.

@ pot: Contrariamente alla democrazia, la scienza moderna è nata ed è fiorita senza peer review, mentre sta degenerando anche per le ingerenze politiche tramite peer review (“la Lega del Pippione” chiamava Galilei l’equivalente di allora della peer review; cioè i colleghi invidiosi che lo osteggiavano in nome della scienza). “In some ways, the system of peer review functions like the antithesis of the scientific method … Whereas the scientific method assumes that “experiment is supreme” and purports to eliminate bias, peer review deliberately imposes the bias of peer reviewers on the scientific process, both before and after experiments are conducted.”

La burocrazia, specialmente in campo medico e scientifico, dovrebbe avere relazione col merito; e sostiene di averne, per usurparlo invece di stare al suo posto. Dire che non ha alcuna relazione col merito è firmare una confessione di colpevolezza.

@ pot: Lei sta menando il can per l’aia. Nessuno nega la necessità di organizzazione e di controllo. Anzi. Lei però confonde ciò con la cattura normativa e l’abuso di potere. Ai quali si associa una deregulation nefasta. Es. bisognerebbe che fossero gli stati a chiedere proattivamente* alle aziende private prodotti farmaceutici, identificando necessità, dettandone le caratteristiche, e controllandoli, invece che accettare i prodotti stabiliti dai privati passivamente con approvazioni farsa*.

Un esempio di partnership tra la burocratizzazione medica e quella giudiziaria: la Procura di Bergamo ha affidato la ricostruzione sulla strage covid a Crisanti, privo di competenze specifiche e legato ai registi UK del catastrofismo**. His fretus, il PM ha detto che ci sarebbero voluti più ventilatori; che invece hanno contribuito all’anomalo picco di letalità – ad oggi inspiegato dall’ufficialità con argomenti validi – tramite polmoniti batteriche e l’uso “liberale” di midazolam, i medici seguendo – più o meno – “indicazioni” accreditate appena sfornate ad hoc (ma non il buon senso, né le conoscenze note, né i doveri deontologici). In pratica, con “le carte a posto”, il magistrato ha detto che non si è ammazzato abbastanza. E ha pure aggiunto che in futuro si dovrà ammazzare di più.

* New drugs: where did we go wrong and what can we do better?. BMJ, 2019.
**Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale.

@ pot: Se permetti, stiamo parlando della stessa cosa, di uso e abuso del potere burocratico sulla scienza. E delle sue conseguenze sul pubblico. Ad essere diverse sono le posizioni. Che una parte decida che quanto l’altra presenta sarebbe out of scope – non lo è, e mostra invece l’essenza del problema, e le sue drammatiche conseguenze – è un esempio del costume in voga, che ti porta a tentare di burocratizzare perfino una semplice discussione spicciola a due. Tanto più che covid e global warming – temi a smisurata valenza politica, tra loro coordinate – non sono proprio lontani come l’egittologia e la fisica quantistica: The complex beliefs of the covid and climate cults. Ideologies built on sand. Gruppo Hart, 9 lug 2023.

@ pot: E’ un sistema generalmente degenerato, dove nessuno, finanziatori, editors e burocrazia privata, politici, magistrati e burocrazia pubblica, media, sta al suo posto, mentre ognuno è disposto ordinatamente rispetto alla corruzione. E ogni attore si sposta e nasconde il braccio per sottrarsi a pesanti responsabilità quando si esamina il suo ruolo. Come lei mostra, presentando un quadro falsato che rimaneggia i ruoli e edulcora l’abuso vergognoso delle pubblicazioni scientifiche, dei bollini di scientificità assegnati al falso più spudorato e delle censure e dello stigma tracotante delle critiche serie. Un paragone più appropriato che con gli esami universitari sarebbe quello con i concorsi universitari nell’ultimo deli atenei; o gli appalti pubblici nell’ultima delle province.

@ pot: Per me invece è ora di considerare la degenerazione della scienza – da tanti addetti riconosciuta – sotto il profilo criminologico. Occorre una biocriminologia, che studi la ricerca e la medicina nelle sue degenerazioni criminali. Es.*. La conoscenza e l’autorevolezza sono potere, e la loro degenerazione ideologico-criminale a fini di prevaricazione è già avvenuta in passato: il lysenkismo di Stalin, il razzismo “scientifico” nazifascista. Con quelli che “should know better”, i magistrati, che allora scrivevano su “Il diritto razzista. Rivista del diritto razziale italiano” e oggi dicono di credere candidi alla tua visione pacioccona e invece di fare il loro dovere chiedono, da Nordio al capo di Magistratura democratica, che i medici siano assimilati ai magistrati e abbiano davanti alla legge particolari impunità. Oltre a quelle che vengono elargite di fatto. Una sinossi introduttiva sulla degenerazione generale della ricerca – al netto delle degenerazioni criminali – per un eventuale lettore di passaggio che non voglia bersi il tuo kyrie eleison: Academic Research in the 21st Century: Maintaining Scientific Integrity in a Climate of Perverse Incentives and Hypercompetition. ENVIRONMENTAL ENGINEERING SCIENCE, 2016.

*Lo knock dell’operazione covid in Lombardia orientale.

@ pot: “Mai parla di degenerazione della scienza”?. “If a critical mass of scientists become untrustworthy, a tipping point is possible in which the scientific enterprise itself becomes inherently corrupt and public trust is lost, risking a new dark age with devastating consequences to humanity.” Certo che gli addetti lo sanno, del marcio interno e dei suoi effetti.

In biblioteca ci sono articoli come “German medical association finally apologizes for atrocities committed by German physicans under the nazi” 2013, o “Why did so many German doctors join the Nazi Party early?” 2012; ergo per pot, il re del blasé, l’argomento è chiuso.

La medicina difensiva è come la “paura della firma” per liberalizzare l’abuso di ufficio. Ma, essendo i medici forzati a fare i piazzisti di Big pharma qui i magistrati, deboli coi poteri forti, sono d’accordo. Per me la medicina difensiva è un illecito in sé, andando contro il miglior interesse del paziente. Si parla di obbligo di mezzi e non di risultato e si tace dell’obbligo dei fini: v. La medicina difensiva come scusa e come illecito. Sito menici60d15.

Ma quale “verità assoluta” e “infallibilità”. L’onestà però non è un attributo divino, e attendersela nella ricerca della verità e del bene non è da sempliciotti come dice il re del blasé. In un campo che si vuole intoccabile, oltre un certo tipping point di disonestà che si istituzionalizza i crimini, dici bene, non si riesce a contarli. Non tutti si adattano a ciò come un guanto, re pot.

@ pot: L’articolo descrive cosa accade, e quali saranno le conseguenze. In genere si equivoca tra “possibile” e “probabile”, spacciando il primo per il secondo: negli allarmi covid e nell’allarme climatico (es. v. Somebody Might Get Hurt! Briggs, 1 set 2023). Tu fai il contrario. Questo tuo altro legerdemain è l’unico pezzo cui valga la pena rispondere, per mostrarne la fallacia. Aspetta: “Non esistono campi intoccabili” scambio normativo con descrittivo: stiamo commentando la notizia di una retrazione editoriale censoria e denigratoria, vergognosa, che dimostra che in nome della scienza si può fare qualsiasi porcata. Per il resto, hogwash generico da paglietta.

@ pot: “If nothing is done, we will create a corrupt academic culture” (2016, ib). A parte che è una frase delle good manners prescritte dalle linee editoriali per evitare di dire che sono una massa di venduti (anche per questo ho scelto questo articolo, per il lettore terzo; ma dà comunque un quadro raccapricciante). Ma soprattutto, quanto “predetto” è avvenuto: invece di frenare si è proseguito e ora la corruzione della ricerca è a livello ideologico e culturale selvaggio. Come dimostra questo accogliere per screditare con le retraction editoriali arbitrarie (e con le assunzioni per poi colpire in quanto dipendente, con gli inviti nei pollai dei talk show, etc.). La si potrebbe chiamare “fagocitosi censoria”. Pratiche miserabili e criminali che si stanno istituzionalizzando*. Censurando in maniera tracotante i preparati e onesti, anche se largamente affermati e autori di denunce ben documentate su fatti gravissimi*. Il caso mostra come si costruisca una evidenza mafiosa, si tratti dell’apocalisse pandemica o quella climatica – queste date per certe – che soppianta l’evidenza scientifica**. Col concorso delle istituzioni**. E accompagnata dallo hogwash di paglietta senza argomenti sostanziali, come mostri.

* Science And The Rise Of Totalitarianism. D. Marks, 23 ago 2023.
**“Evidenza scientifica e evidenza mafiosa e ipomafiosa in medicina e nell’amministrazione della giustizia. In: Il livello Scarantino, palazzo Zanardelli e la strage covid in Lombardia orientale.

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6 settembre 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Senza abuso d’ufficio, si crea un vuoto normativo nei casi di concorsi universitari truccati”

Politici e intrallazzoni vogliono avere mano libera. Ma i magistrati sono corresponsabili. In un campo come quello dell’adeguatezza, indipendenza e integrità dei ricercatori, dove già il rapporto tra danno alla comunità e rischio di sanzioni è molto elevato, tendono a minimizzare. Es. il GIP Sofia Fioretta ha ravvisato “un falso innocuo e innocente” nel photoshop di Alberto Mantovani 1. Esistono “falsi innocui e innocenti” nella pratica scientifica, si chiese giustamente Barbacetto. La risposta arrivò mesi dopo, quando Mantovani mise il suo prestigio al servizio della mega frode covid. Alla quale i magistrati – e i media – pure hanno contribuito 2.

Su il Fatto del 16 giu l’avv. Coppi spiega che i magistrati potrebbero comunque indagare per corruzione: questa potrebbe essere l’occasione per dare agli illeciti sulla manomissione della selezione della classe dirigente il giusto deterrente. Forse interverranno così in alcuni casi, ma quando vi sono in gioco i voleri dei poteri forti, come per la medicina, Nordio e Magistratura democratica sono concordi nel dare il disco verde alla corruzione 3. E poi, accademici e magistrati sono non di rado “birds of a feather” quanto a genealogia 4.

1 Barbacetto G. Ricerche mediche “aggiustate” però la scienza tace. Il Fatto 28 nov 2019.
2 I magistrati alle dipendenze del Ministero della Verità
3 Baruffe di corte: i baroni della destra e i mandarini della magistratura
4 La ‘generatio aequivoca’ di professori universitari e magistrati

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7 settembre 2023

Blog de il Fatto

Commento al post di G. Pietrobelli “Piazza della Loggia, stop al processo a Toffaloni per un difetto di notifica. Si ritorna all’udienza preliminare”

Le stragi con armi ed esplosivi furono shock psicologici volti a condizionare la politica; ed è stato uno shock a fini politici l’operazione covid (dove i governi si sono avvalsi di tecnici del nudging*). C. De Rosa ha scritto interessanti saggi sui vari usi criminali della psichiatria. Ne “I medici della camorra”, prefaz. di R. Cantone, osserva come mezzi di riprogrammazione mentale tramite shock “sono riproposti in campo economico da Friedman e i suoi discepoli, i Chicago Boys. Friedman e i Chicago Boys contribuiscono alla cosiddetta logica del “capitalismo dei disastri” che si fonda sugli stessi princìpi delle ricerche psichiatriche … un disastro può preparare il terreno a grandi riforme … è possibile applicare le teorie di privatizzazione e liberalizzazione del sistema economico di un Paese, proprio a partire da un qualsiasi shock: guerre, colpi di Stato, torture, dittature militari, ma anche disastri naturali … o altre catastrofi.”

I magistrati sono flemmatici e bizantini sui remoti shock da bombe, mentre sono stati precipitosi e arruffoni nel fare proprie le narrazioni shock, bugiarde e surreali, sul covid; e sulle associate stragi mediche** e aberrazioni come le coercizioni sugli inoculi. Troppo lenti o troppo veloci, ma sempre a vantaggio degli stessi poteri.

*Ethical concerns arising from the Government’s use of covert psychological ‘nudges’ in their COVID-19 communications strategy. 2022.
**Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale

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18 settembre 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Archiviazione o Consulta, i pm di Milano su Cappato: “Non aiutò il suicidio ma ’autodeterminazione dei malati” “

Calamandrei scrisse che il conformismo è la peggiore sciagura per i magistrati. Forse la peggiore sciagura è la cortigianeria; della quale il conformismo è espressione. Il diritto che viene riconosciuto è un diritto dei magistrati alla cortigianeria Il diritto a fingere di credere ai legerdemain ideologici coi quali i poteri forti danno una veste etica, legale, e “coraggiosa”, “progressista”, a volontà criminali. E il diritto a renderli legge. Quando il lavoro dei magistrati sarebbe quello di separare il grano dal loglio, di discernere tra etica tarocca e reale.

Se si volesse davvero evitare ai malati sofferenze inutili, e ciò sarebbe doveroso, si dovrebbe agire a monte di ciò che crea tante situazioni insostenibili: contro l’accanimento terapeutico e i sovratrattamenti. Sui quali si è omertosi, perché corrispondono a vendite lucrative di prodotti medici. Se si volesse davvero riconoscere l’autodeterminazione, si dovrebbero definire e circoscrivere i casi realmente problematici, di “incrodati”, nei quali l’accettare la richiesta può essere il male minore. Ma quale autodeterminazione può avere chi è stato reso gravemente sofferente nella routine? Così si legittimerà il colpo di grazia. Che permetterà un ancor maggior accanimento e quindi maggiori espropri sui corpi e maggiori sofferenze. E si legittimerà l’omicidio medico, che altrove si parla già di estendere a malati di mente, marginali, poveri.

v. Il riduzionismo giudiziario nella frode medica strutturale: il caso del testamento biologico.

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22 settembre 2023

Blog de il Fatto

Commento al post “Uccise e fece a pezzi Carol Matesi, Davide Fontana ammesso alla giustizia riparativa. Il padre della vittima: “Schifato” “

“Il sonno della ragione genera mostri”. Questi sono i mostri, ma il sonno è il nostro, che permettiamo di tenere i posti di guida del Paese occupati da soggetti che non sono nostri rappresentanti, nostri fiduciari, ma alieni. L’alieno è “colui che appartiene ad altri”. Come la Cartabia, o come i tanti che vanno a fare l’inchino al meeting di CL, a partire dal presidente del CSM, il PdR Mattarella.

@ Brisk: Il sonno della ragione genera mostri. Non bisogna confondere lo strumento con l’effetto. E’ vero che Goya lo disse descrivendo gli orrori dell’invasione di una rozza soldataglia; ma nel caso della penna del giudice – o della siringa del medico – con le “trovate mirabolanti”, con gli argomenti in sé ridicoli, si generano mostri con poco sforzo. Es. nell’applicare la sciagurata amnistia Togliatti i giudici ci aggiunsero del loro. Come nel caso dei fascisti assolti in quanto i giudici giudicarono non sufficientemente efferato lo stupro di gruppo – con modalità particolamente violente e umilianti – di una staffetta partigiana (Franzinelli M. L’amnistia Togliatti. 1946. Colpo di Spugna su crimini fascisti. Feltrinelli, 2016).

Pensando alle conseguenze, delle mancate epurazioni di allora, e oggi della giustizia resa una variabile aleatoria, una concessione soggetta al capriccio di chi ha in mano la penna, un bene scarso da pietire, si può dire che il sonno della ragione, il dormire e lasciare fare dei cittadini, genera stirpi di mostri: mostri che si riproducono e diventano così una presenza perenne.

@ Brisk: Usiamo categorie diverse. I magistrati aiutarono i fascisti non in quanto affini (anche se alcuni avevano indossato la camicia nera sotto la toga, e scritto su “Diritto della razza”), ma in obbedienza al nuovo potere. Che non voleva le epurazioni, volendo i fascisti come strumento per il controllo del Paese. I magistrati in quegli anni favorirono anche la mafia per lo stesso motivo. Togliatti con l’amnistia si adeguò ad ordini spartitori sovranazionali, Yalta, etc. Oggi col medesimo spirito cortigiano i magistrati “progressisti” servono i disegni del moderno fascismo tecnocratico in medicina, es. sul suicidio assistito, la legalizzazione del colpo di grazia che aumenterà sovratrattamenti e sofferenze. Dietro alla tenue vernice ideologica opera la perenne potente forza che spinge a mettersi dalla parte del più forte. Non è che Napolitano fosse un fascista convinto quando era nel GUF, un fanatico stalinista quando approvava l’URSS che schiacciava l’Ungheria, un sincero lockiano quando frequentava le ambasciate USA e UK e si metteva al servizio della NATO mentre gli stessi ambienti evitavano che avessimo degli Aldo Moro come PdR facendolo uccidere. Napolitano serviva il potere. Si trascura l’elementare, possente spinta a “correre in soccorso al vincitore”, e la si copre sotto storielle di duelli ideologici. La magistratura non è meno compromessa dei politici in questa forma di corruzione.

v. Baruffe di corte: i baroni della destra e i mandarini della magistratura

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7 ottobre 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “L’immunologo Le Foche: “Il mio paziente mi ha aggredito perché voleva che curassi il cane””

Il luogo, via Po, mi è familiare, avendo abitato a poche centinaia di metri per molti anni. A pochi passi, su via Salaria, uccisero D’Antona. All’ingresso del palazzo accanto a quello dove abitavo gambizzarono Gino Giugni. Passavo per via Po ogni giorno andando al liceo, di c.so Trieste, la cui entrata era luogo di raduno di picchiatori esterni, rossi e neri, oltre ai soggetti interni come alcuni dei massacratori del Circeo; davanti al liceo uccisero nella maniera più vile tre poliziotti.

Mi è familiare anche il sentore di perenne doppiezza. Di falsità violente. Da quelle ignobilmente diffuse via media sul covid a quelle sulle patologie vertebrali, lucroso locus di sovradiagnosi e sovratrattamenti*. A quelle volte allo scambio: Il presentare il crimine come virtù accoppiato alla criminalizzazione e patologizzazione del dissenso e della denuncia. Mi è tornato in mente, su questo buttafuori pregiudicato, anche il puzzo della violenza pilotata, come quella di quando gli uffici riservati usavano, obbedendo ai loro padroni, gli sciancati mentali del terrorismo come strumento di condizionamento e persuasione. E anche la facilità interessata con la quale tanti magistrati si bevevano la versione per la quale la violenza politica era solo farina del sacco dei terroristi.

* Hadler NM. Stabbed in the back. Confronting back pain in an overtreated society. The University of North Carolina Press. 2009.

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19 ottobre 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Pipitone “Messina Denaro aveva il Covid al momento dell’arresto. Il capo del Ros: “Latitanze ultra decennali possibili solo grazie a collusioni””

Non è credibile che il libero gironzolare di Messina Denaro per decenni sia stato dovuto solo a collusioni contingenti di “infedeli”. Appare all’opera una variabile latente che sovrasta le istituzioni e impone una collusione strutturale. La mafia di cosca giustifica un’antimafia perenne che copre una mafia di Stato che è al servizio di chi controlla il Paese. Analogamente, la “lotta” agli interessi sulla medicina della mafia di cosca citati dal generale copre gli interventi mafiosi dello Stato a favore della grande criminalità biomedica. Un recente riassunto sulle “trattative Stato-Big Pharma” che le istituzioni dello Stato applicano more mafioso: Hudson N, Actuarial and statistical problems around the Covid phenomen. 11 Oct 2023.

L’autore stesso osserva che il crimine che l’analisi di specialisti onesti converge nel mostrare “is hard to digest”. Non è un “antisistema”: si occupa con successo di private equities. E spiega come per sopravvivere nel mondo della finanza occorra avere lo “skepticism necessary in an environment characterised by asymmetric information”. (Altri casi mostrano che i businessmen tendono a non bersi, come invece fa la massa, gli annunci di portenti medici). Lo stesso genere di consapevolezza che i CC e i magistrati, anche loro ben preparati su come va il mondo, devono inghiottire nel ripetere le versioni farsa di copertura sulla mafia, sul covid e in generale sulla difesa della salute.

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26 ottobre 2023
Blog de Il Fatto
Commento al post di 30science “Covid, la grande truffa dei trattamenti con cellule staminali. L’allarme degli scienziati: “Non sono stati approvati o autorizzati”

Questi “allarmi”, questi appelli “a enti normativi e forze dell’ordine” a fermare le truffe hanno finalità non trasparenti. Se non si possono mostrare dei meriti reali si ricorre a uno standard negativo, a un infimo, rispetto al quale il prodotto da sbolognare sembri virtuoso. Analogamente all’uso della mafia di cosca come standard negativo che fa sembrare accettabile la mafia di Stato. Le truffe grossolane sulle staminali, lasciate operare (1) (come la mafia), fanno sembrare oneste le truffe ufficiali (2). Enti di controllo e polizie reggono il gioco. Applicando lo stesso sofisma gesuitico smascherato da Pascal nell’ottava delle sue Lettere provinciali: se le staminali – o i vaccini – hanno una forma di riconoscimento ufficiale, non importa quanto sgangherata (es. 3), allora sono “scienza” (4). Es. la Corte d’appello di Brescia ha assolto i medici del SSN per la rozza truffa Stamina. Il presidente subito dopo ha fatto l’occhiolino ai medici su un loro status privilegiato davanti alla legge (5). E’ a capo di Magistratura democratica, ma sui medici da equiparare ai magistrati nella non punibilità la vede come Nordio (5).

1 Unproven but Profitable: The Boom in US Stem Cell Clinics. JAMA, 2018.
2 Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale.
3 Anomalous Patterns of Mortality and Morbidity in Pfizer’s Covid-19 Vaccine Trial. 20 ott 2023.
4 La polarizzazione gesuitica.
5 Baruffe di corte: i baroni della destra e i mandarini della magistratura.

Tedbenner: basta con questi dico non dico: le truffe delle staminali sono solo lo spaventapasseri per coprie le truffe ben piú gravi dei vaccini anticovid. fa tutto parte della stessa mafia occulta, un complotto globale orchestrato dalla massoneria transnazionale con a capo mister no e la sua setta delle ombre agli ordini delle multinazioniali. ma noi teniamo l’elmetto e combattiamo, non siamo mica come quegli altri boccaloni, siamo speciali, piú furbi, vediamo le connessioni tra le cose, colleghiamo dati e avvenimenti. a noi non la si fa!

CENSURATO @ tedbenner: Bravo. Ti abbraccerei, se fosse possibile, e se il conseguente scampanellio delle bubbole del tuo copricapo non guastasse il pathos. Comunque è rincuorante vedere che c’è qualcuno che ha il coraggio di parlare; una voce particolarmente autorevole, stante la sua posizione di troll a latere*. * I troll a latere. In: I due sillogismi di Gomez e la giustizia “dai cinesi”. Sito menici60d15.

@ tedbenner, pubblicato: L’appello al conformismo, il minacciare di venire additati come complottisti, è un argomento da magliari. Ha una sua efficacia. Comunque è incoraggiante – ed è indice del livello delle attuali “istituzioni” – che giorni fa 8 elettori brianzoli su 10, dovendo scegliere tra Forza Milan Galliani e Cappato il promotore dell’omicidio medico (di concerto coi magistrati), non sono andati a votare. Salendo così il primo gradino della coscienza politica, quello di non credere alle vostre commedie e di non votare a proprio danno. Ci sono voluti decenni agli italiani per capire che i “compagni” non sono più quelli di Gramsci ma quelli di Renzi. Hanno capito che Grillo è un bait and switch. Che la destra è forchettona già lo sanno. Vediamo quanto ci vorrà per apprezzare l’inversione rispetto ai fini dichiarati di una sanità che ti vuole inoculare a tutti i costi mentre lesina l’assistenza standard. E l’inversione di una magistratura che proclama che Stamina ha una base scientifica, e che fa parlare la Costituzione come un ventriloquo il suo pupazzo, facendole dire e ribadire che è lecito togliere il lavoro a chi non si fa inoculare contro l’evidenza e senza altra garanzia che la parola degli indovini di corte. Può darsi che cresca la consapevolezza che il conformismo non paga, e porta alla rovina.

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8 novembre 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Frosina “Il pm del processo Diaz bocciato nella corsa a pg di Genova: era l’unico candidato, ma con una forzatura il Csm “resuscita” uno sfidante”

In ecologia si chiamano “guilds”*, cioè corporazioni, confraternite, i gruppi di specie diverse che sfruttano le stesse risorse. Il concetto di ecological guild è utile anche per la valutazione politica di fenomeni sociologici: i magistrati e le forze di polizia appartengono alla stessa ecological guild rispetto all’esecuzione di operazioni eversive ordinate da poteri forti sovranazionali. Dai pestaggi pianificati del G8** alla strage di innesco covid***.

Magistrati come Zucca salvano il concetto fondante che fa coincidere la giustizia con il lavoro dei magistrati. Un principio di civiltà, la cui dismissione porta alla barbarie; ma che dovrebbe essere visto criticamente, alla luce dei comportamenti reali di questa corporazione che non è diversa da altre più umili nel crearsi la sua “nicchia trofica” senza andare per il sottile; dietro a fumosi bizantinismi. Soprattutto andrebbero esaminate le coalescenze con gli apparati che dal dopoguerra pilotano il Paese con la violenza per conto dei poteri che fanno dell’Italia un protettorato. Dietro all’ostentazione di figure simbolo; in realtà rigettate dai colleghi come contrarie alle necessità ecologiche, cioè agli interessi corporativi, prima di essere epurate via assassinio dalle forze che impongono i veri criteri di selezione della classe dirigente.

*Guilds (ecology). Wikipedia.
**Fracassi F. G8 gate. 2011.
*** Il livello Scarantino, palazzo Zanardelli e la strage covid in Lombardia orientale

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10 novembre 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Pietrobelli “Falsi vaccini Covid, Madame e la tennista Giorgi verso il processo. I due medici imputati chiedono il patteggiamento”

Davanti allo scempio covid, scempio anche del diritto, i magistrati sono latitanti. Colpiscono invece i pochi medici che nonostante le ritorsioni sono rimasti fedeli al dovere, evitando inoculi basati su trial farsa, su un razionale illogico e pericoloso, l’mRNA, rivelatisi inefficaci e ad alta incidenza di effetti avversi gravi, anche a effetto ritardato. Minacciano i cittadini sul farsi mettere in corpo ciò che viene ordinato colpendo quelli che nel loro pieno diritto si sono sottratti alle coercizioni mafiose sugli inoculi. Per mascherare l’estrema parzialità perseguono i borsaneristi, i sanitari che bassamente ci hanno speculato facendosi pagare. Duettano con qualche attricetta che si dimena in cerca di notorietà, vaccino no anzi sì; oggi è costume della gente dello spettacolo fare marchette propagandistiche per il business biomedico.

Nel protettorato italico i magistrati agiscono come braccio del potere antidemocratico che ha mostrato il suo volto col covid. La vera legge che applicano è: reprimere qualsiasi accenno di resistenza e indipendenza. Intanto il viceré ha piazzato due giudici costituzionali – cioè i costosi ventriloqui che fanno dire alla Costituzione quanto viene ordinato. Il primo da un lato consigliere degli Schifani, Cuffaro, Lombardo, dall’altro integrato nella UE. La seconda sottosegretario in Vaticano, il reame che ci ha già mandato Cartabia, la pro-Pfizer che ha inoculato pure i codici, a protezione di ladri e sfruttatori.

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14 novembre 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Assalto alla Cgil, i giudici della Corte d’Appello: “Fu aggressione a un simbolo della democrazia””

La CGIL “paradigma di democrazia”? Piuttosto, paradigma del sistema dello standard negativo. Si prende un pessimo, un infimo, come standard, rispetto al quale proclamare virtuoso ciò che interessa. Si prende la mafia come standard negativo rispetto al quale presentarsi come “Stato di diritto”, quando si è corrotti, vendendo il Paese ai poteri forti e praticando sistemi mafioidi. Si prendono degli squadristi – con legami coi servizi – e li si lascia liberi di inscenare un assalto, quando in una vera democrazia non sarebbero stati neppure lasciati avvicinare.

Rispetto allo standard democratico autentico la CGIL è il paradigma di un tradimento. Si stanno moltiplicando i report, sulle più importanti riviste mediche, che mostrano che le persone che ricevono le terapie ufficiali per il covid si riammalano più di frequente; e maggiori sono gli inoculi anticovid maggiore è la probabilità di riammalarsi*. CGIL e soci, al contrario dei sindacati di altri paesi, hanno appoggiato le coercizioni per spingere verso una medicina di questo genere. Insieme a quegli altri “democratici” dei magistrati. Per non parlare del tradimento del ruolo istituzionale di tutela degli interessi dei lavoratori. Lo squadrismo alla Farinacci fa da standard negativo per presentare come “simboli di democrazia” i gruppi che si sono messi al servizio del fascismo dei banchieri.

*SARS-CoV-2 Virologic Rebound With Nirmatrelvir–Ritonavir Therapy. Ann Int Med, 14 nov 2023.

Renato S: La CGIL non è stata responsabile della politica sanitaria durante la pandemia, su cui non ha giurisdizione.
Se ha approvato le necessarie azioni di governo per contrastare i contagi e salvare un numero incommensurabile di vite, coi vaccini e l’abnegazione del personale sanitario, bisogna solo apprezzarla.
Il resto è fuffa e complottismo di persone ignoranti e travisate da cattivi maestri.

@ Renato S: Longanesi diceva che le onorificenze non solo non bisogna accettarle ma non bisogna neppure meritarle. Io sto compilando un “Albo Longanesi” sui premiati alla rovescia. Potrebbe cominciare con Kesserling, al quale quando disse che dovevamo fargli una statua rispose Calamandrei. Altri tempi. Gli ultimi iscritti sono Berlusconi al famedio. E il Nobel ai vaccini mRNA, v. * (l’articolo, di un gruppo di medici, docenti universitari e ricercatori inglesi, ha per immagine un tale che indossa il copricapo e l’alloro coi quali viene usualmente rappresentato Dante Alighieri). Anche i tuoi elogi per il comportamento della CGIl sono degni del libro d’oro. Andrebbero iscritti nel registro dei premiati anche i magistrati che esaltano la CGIl dopo questo assalto che puzza di combine per rabberciare la verginità ore prima di appoggiare la Pfizer card per lavorare. E che sono della partita anche nel mantenere questo mondo alla rovescia, dove la Pfizer, quella col cursus honorum più corposo** sovrasta i poteri dello Stato. E dove voi sareste dei valorosi e chi non accetta ciò che fate viene messo in categorie infamanti; classificazione che eseguite, come per il “jab for job”, avvinghiati a quella che dovrebbe essere “la controparte padronale” così come vi siete avvinghiati a Draghi.

*More circus theatre from the ‘safe and effective’ brigade. Hart, 10 ott 2023.
**Justice Department Announces Largest Health Care Fraud Settlement in Its History. US Dept. of Justice, 2 set 2009.

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29 novembre 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Suicidio assistito, Cappato si autodenuncia per Margherita Botto: “Aumentano le richieste, ora ne abbiamo oltre 5 al giorno””

A Chieti un GIP ha assolto due persone denunciate dai carabinieri per avere chiesto, in un hub vaccinale, informazioni sulle reazioni avverse degli inoculi covid. Il magistrato ha anzi chiesto alla Procura, che aveva chiesto 4 mesi di reclusione o 9000 euro di multa per interruzione di pubblico servizio, di valutare il comportamento della dottoressa che ha risposto alla legittima richiesta di informazioni chiamando i carabinieri.

Seguo le manipolazioni della medicina, con la relativa subordinazione delle istituzioni a grandi interessi privati, con gli scambi tra bene e male, tra merito e colpa, tra dovere autentico e retorica fraudolenta. La scena della stretta di mano mostrata nel video tra Cappato che si atteggia a martire e il carabiniere che fa gli onori di casa non mi sorprende. Entrambi lavorano per l’agenda biomedica dei poteri forti. In questo caso si sta soppiantando il processo democratico imponendo, grazie anche ai magistrati, una grave truffa etica e giuridica che spaccia come un valore una legalizzazione del crimine. Viene presentata come la giusta minimizzazione della sofferenza, che dovrebbe essere ottenuta contrastando in toto i sovratrattamenti a fini di lucro, quella che è invece una liberalizzazione dell’omicidio che, omertosa sui sovratrattamenti, li aggraverà data la legalizzazione del colpo di grazia, e aumenterà così degrado e sofferenze (v. Il riduzionismo giudiziario nella frode medica strutturale; il caso del testamento biologico).

Teschio:

Certo che siete proprio ossessionati dai vaccini, tanto da tirarli fuori in ogni singolo commento, eh? Siete rimasti gli unici a pensarci ogni giorno, spesso per più ore al giorno, e neppure vi rendete conto di quanto sia indice di gravi problemi psicologici.

E ovviamente il diritto di scelta su quando e come morire diventa complotto dei Poteri Forti a danno degli ignari cittadini, perché cosa sareste voi complottari senza una causa da combattere, non importa quanto inventata?

@ Teschio:

In passato quando bussavano alla porta e si chiedeva “Chi è ?” i carabinieri rispondevano “la legge”. Non so se lo facciano ancora. Oggi comunque non è più una metonimia. La compagine alla quale i carabinieri forniscono il braccio armato si pone come “la legge”. Ordina, e ci si deve fare inoculare sostanze non testate, inefficaci e pericolose (es. *; fai pure il tuo noto numero). Si chiede se sono sicure? Arrivano i CC e un procuratore a farti passare l’insolenza. Poi arriva Teschio, con l’insulto per argomento, a stabilire di cosa si deve parlare e di cosa si deve tacere. (Dato lo stato pietoso dei poteri dello Stato, potrebbero introdurre un “diritto al silenzio” oltre a quello già vigente sull’impunità; c’è già una cosa simile col “diritto all’oblio”, che nasconde i cancri secondari e gli altri danni dei tanto celebrati “successi” sui tumori pediatrici**).Bisogna dare ai medici, ridotti a docili esecutori, la possibilità di abbattere i pazienti ormai da buttare dopo lucrose terapie inutili e pesanti ? Arriva Cappato e dimostra, autodenunciandosi, che il verbo del quale è messaggero è sopra la legge; si mette a decidere lui chi deve vivere e chi può essere abbattuto, mentre gli si stende un tappeto rosso. Un esempio di quel che diceva Montanelli, che gli italiani vogliono la rivoluzione coi carabinieri.

*Another measure of the vaccines’ evident failure is being flagrantly ignored. Hart, 23 nov 2023.
**The long shadow of childhood cancer. BMC 2021.

Teschio:

So per certo di aver già replicato innumerevoli volte alle sue insensate affermazioni, spesso riportando i dati che la smentiscono (tipo i dati di efficacia differenziale dei vaccini contro la forma grave, che pure sono pubblici e che MAI ho sentito un no-vax commentare, in quanto demoliscono la vostra narrazione). Potrei farlo ancora una volta, ma sarebbe un perfetto spreco di tempo: una volta replicavo per evitare la diffusione delle vostre balle, ma ormai mi sono reso conto che siete rimasti gli unici ad essere ancora ossessionati dai vaccini, e a pensare costantemente ad essi. Farvi cambiare idea è impossibile anche di fronte all’evidenza dei dati, il pericolo che “infettiate” altri con le vostre convinzioni è scongiurato perché siete rimasti gli unici a pensare all’argomento, trovo quindi inutile perdere altro tempo. Faccio quindi opera di carità, e provo a farle capire quanto sia insano continuare a rimuginare sulla sua ossessione. Penso che un professionista potrebbe aiutarla a capire cosa non va nella sua vita, tanto da averla costretta ad abbracciare queste credenze per dare un senso ad essa: se risolve i suoi problemi, magari scompare anche la sua insana ossessione.

Ah, Cappato non ha la presunzione di decidere chi deve vivere e chi deve morire, così come invece fanno quelli che vogliono arrogarsi il diritto di decidere per gli altri. Ha semplicemente aiutato una persona che VOLEVA morire a farlo. La decisione era di quella persona, mica di Cappato.

lolraf08: Teschio
Standing ovation!
Non capisco perchè molti pensano che se passa la legge poi sono costretti a morire pure loro! Non capisco dove o chi gli ha detto una fregnaccia simile.

@ lolraf08:

1 le leggi riguardano tutti, e ci se ne può interessare anche oltre l’aspetto egoistico. Non ci sono solo Cappato e c. ad occuparsi degli altri, con questa loro possente vocazione filantropica ad ammazzare.

2 le leggi danno il tono generale alla società, al modo col quale vengono trattate le persone, e qui si parla di una liberalizzazione dell’omicidio.

3 l’omicidio medico presenta il pericolo di deriva della morte come dovere e come soluzione a problematiche sociali. Ci sono già numerosi casi di abuso, es Liverpool Care Pathway, di richieste di eutanasia per disabili e chi è di peso, e di intrusioni dello Stato – voi che parlate di liberà di scelta – magistrati compresi*, su un obbligo a morire.

4 Il colpo di grazia permetterà di riposizionare gli standard terapeutici su livelli ancora più pesanti, a fini di lucro, con incremento di sofferenze e indegnità. Che porteranno a implorare di essere finiti. Questo riguarda tutti, anche chi non è ansioso di farsi ammazzare.

Ho conosciuto persone che ricevuto l’inoculo covid hanno detto di “camminare due metri sopra terra”; ora non lo dicono più e non fanno i richiami. Forse ora hanno paura di finire due metri sotto terra. Dovreste riflettere un poco di più prima di scattare in standing ovation per la prospettiva di poter accedere alla soluzione finale.

* State overreach in medical decisions. Hart, 4 ott 2023.

Teschio:

1) nessuno ammazza chi non vuole essere ammazzato. Il concetto di libertà personale, a quanto pare, non le entra in testa.

2) esatto, danno il tono della società: e una società in cui si riconosce il diritto delle persone all’autodeterminazione, che comprende anche il diritto a morire qualora lo vogliano, è certamente più civile di una società in cui alcuni si arrogano il diritto di costringere a vivere chi non vuole più farlo.

3) la storia della china scivolosa è una sciocchezza. Nessuno ti ammazza per liberare un posto letto o risparmiare sulle cure. Ci deve essere la esplicita e diretta richiesta dell’interessato, il fatto che lei faccia finta di ignorare questo punto permette di cestinare tutte le sue paranoie complottare.

4) e, a proposito di paranoie complottare, eccone qui un’altra… ti fanno soffrire apposta così poi ti ammazzi. I deliri di certa gente davvero non hanno limite, ma in fondo è comprensibile: è l’unico modo in cui insoddisfatti cronici come lei possono illudersi di sentirsi speciali.

E, ovviamente, non poteva non partire la tirata sul vaccino, autentico chiodo fisso di ogni complottaro da qualche anno a questa parte, in una dimostrazione di ossessione e disagio mentale che non dovrebbe venire sottovalutata, e che sarà certo molto studiata da psicologi e sociologi in futuro.

@ Teschio:

1 Siete voi che non riconoscete la libertà di criticare l’inserimento forzato, col concorso delle istituzioni giudiziarie, dell’omicidio tra le pratiche del business biomedico e della biopolitica. Il Liverpool C. P. ha consentito omicidi di massa senza consenso.

2 Giustificare l’omicidio attribuendone la responsabilità a una libera scelta di chi è riverso e attanagliato dal dolore e dal terrore – avendovi contribuito – è un’altra applicazione, dopo il ricatto pro Pfizer “chi non si fa bucare non mangia”, dell’argomento mafioso “sei libero di scegliere”.

3 E’ tipico dei midwit – la piaga sfruttata da questa e altre campagne top-down – identificare una tipologia di argomento con la fallacia corrispondente: la china scivolosa qui è reale. Ampliare la platea di precari esistenziali ai quali offrire l’ultima spinta non è neutrale. Es. Canada’s euthanasia programme is flirting with eugenics. The plan to expand medically assisted dying to drug addicts [e ai malati mentali] is utterly barbaric. Spiked 25 ott 2023.

4 Non è sadismo, anche se aiuta. Ti usano come supporto per lucrare su prodotti medici; l’epifenomeno delle sofferenze così provocate viene usato per dominarti e ora anche per smaltirti. Non è inaudito, una paranoia da irrisolti dici, che si degradi per meglio sfruttare.

Le manipolazioni psicologiche del pubblico a fini di frode medica stanno già venendo studiate. Es. The Covid Inquiry: Further insights into the murky world of Behavioural Science. Hart, 23 nov 2023.

lorfa08:

menici60d15

Lei coi suoi punto uno e punto due, mi fa venire la pecola! Sa cos’è? Non augurerei mai a nessuno, nemmeno al mio peggior nemico, di passare o veder passare quello che hanno passato le persone a me più care, A NESSUNO! Spero per lei, di non passarci mai, ma se dovesse accadere, le auguro di essere lucido a sufficienza, per capire, ma non poter chiedere che qualcuno possa aiutarla a chiudere una vita che non è più vita, tra dolori,💩 che nessuno ti viene a pulire! Vogliamo poi parlare dell’ipocrisia dei medici? Avanti, parliamone!!! Sono pronti a tagliuzzarti, a toglierti pezzo per pezzo, ma poi ti sbattono fuori, non c’è più posto per te, servono i letti, tu sei diventato un peso! Le persone come lei, non sanno nemmeno che cosa vuol dire! Vuole vedere un suo caro ridotto come una larva, trattato come una m@@@a da qualche medico perchè non più autosufficiente? Liberissimo/ma, ma non rompete più le scatole tirando in ballo leggi, fede e altre azzate! Non parlo per me, quando deciderò, ho già tutto pronto, parlo per chi, a causa di queste leggi ita—gliane, non ne ha la possibilità. Tutti questi bla bla bla mi annoiano a morte! Si ricordi che tutti dobbiamo morire, questo è assodato, ma come, non lo sappiamo, neppure lei con la sua saccenza da quattro soldi! Saluti

@lolrfa08:

E’ peggio di come lei dice. Se la gente vedesse i riscontri autoptici si darebbe una calmata su questo continuo credere ai miracoli medici e chiederne ancora. I criteri dovrebbero essere mantenimento della dignità, minimizzazione della sofferenza e minimizzazione di intervento umano sulla vita. Ci sono casi dove minimizzare la sofferenza coincide con l’accorciare o terminare la vita, e ciò va accettato. Ma non va preso a pretesto per andare oltre. Quella di Cappato è una falsa soluzione, una ricetta che fa comodo a chi dirige la biomedicina e ne trae denaro e potere. Sofferenza e indegnità potranno aumentare. Si vuole fare ammazzare perché non le ritirano la pala? Perché le fanno venire le piaghe da decubito? Non è meglio chiedere assistenza infermieristica efficiente? Crede agli spot, che se firma di voler essere ammazzato la tratteranno meglio ? Da clinica svizzera ? Ne ho visti tanti, di quelli che deprecano la medicina e poi sono i primi ad abboccare alle frodi che purtroppo l’infestano.

Siamo tutti sotto lo stesso cielo, la sofferenza e la morte riguardano tutti. Non solo: la nostra condizione ci condanna inoltre, per minimizzare la sofferenza, ad affrontare le circostanze che la causano e avere un po’ di coraggio. Restare passivi, voltarle le spalle, come illude Cappato e c., è peggio. Tutti dobbiamo morire, ma come dice una frase di Shakespeare (abbia pazienza) resa famosa da un magistrato coraggioso, chi muore di paura muore molte volte prima di morire.

Teschio:

1) non c’è alcun omicidio, c’è aiuto al suicidio. L’omicidio è verso chi non vuole morire, qui il caso è letteralmente opposto.

2) come ampiamente prevedibile, non passa giorno senza che gente come lei tiri fuori il vaccino, autentica ossessione di ogni complottaro moderno. D’altra parte, senza una causa a cui dedicare la vostra esistenza, cos’altro vi resterebbe?

3) ah beh, sono certo che Spiked Magazine sia una fonte serissima… non c’è alcuna china scivolosa, chi vuole morire deve poter morire, fine.

4) certo certo, ci vogliono tutti malati e sofferenti per lucrarci sopra. Ma lei, col solo potere della sua intelligenza e di una connessione internet, ha capito la Verità. Come faremmo senza il suo prezioso contributo, che di certo non è dettato dal disperato bisogno di sentirsi speciale nonostante ogni evidenza del contrario?

@ Teschio: 1 Mai sentito parlare di omicidio del consenziente, di induzione al suicidio ? Per non dire di persone che torturate implorano di essere finite; e di omicidio camuffato da terapia.
2 Fuffa con insulti.
3 Fuffa con codice di cosca: “Dio mi è testimone, è lui che si è voluto fare uccidere”.
4 Fuffa con insulti.

Dei privati, Cappato e c., stanno forzando una liberalizzazione dell’omicidio, col sostanziale appoggio delle istituzioni preposte alla legalità; istituzioni reduci dall’avere fatto i gendarmi per il covid. La morte di Kissinger mi ha fatto ricordare come alcune presenze siano significative. Gugliemi e Moscardi in via Fani. Il suo emissario Pieczenik nel Viminale a gestire l’eliminazione di Moro* (replicata con l’MI5-Imperial-Crisanti-Procura Bergamo**); che incluse diagnosi psichiatriche su quanto scriveva. Qui la presenza significativa tra magistrati e CC è (con un fattore di scala di 10^-9 rispetto al caso Moro) un troll, che mi diagnostica un disturbo mentale per avere espresso critiche. Prima delle tue diagnosi ho letto un articolo, tutto fuorché “anti” (JAMA, da autore finanziato da case farmaceutiche)*** su quanto sia difficile e ingrato spiegare ai pazienti che sarebbe a loro vantaggio interrompere alcune terapie. Tra i compiti della magistratura dovrebbe esserci anche quello di proteggere il popolo da truffe concettuali come questa del colpo di grazia al posto dell’evitare i sovratrattamenti. Invece a mio parere vi collaborano. Capisco come non sia messo bene sulla vostra scala di valutazione delle vite umane.

* Flamigni G. Rapporto sul caso Moro. Il sequestro, Steve Pieczenik e il golpe atlantico. 2019.
** Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale.
*** Deciding When It’s Better to Deprescribe Medicines Than to Continue Them. 29 nov 2023.

Teschio:

Non c’è alcuna “liberalizzazione dell’omicidio”: non è che chi vuole vivere viene ammazzato. Si tratta solo di lasciare libertà ad una persona di decidere della propria vita, che comprende anche quando porvi termine.

Ma il complottaro ha sempre bisogno di vedere trame occulte contro la brava gente, di cui ovviamente solo lui si è accorto, per avere un qualche scopo nella propria altrimenti piatta esistenza.

@ Teschio: Anche il mafioso e l’imbroglione hanno bisogno di dire “è una tua scelta”. (E il troll non può fare a meno di insultare). Le battaglie etiche pilotate context-free, le leggi servili context-free, le sentenze servili context-free sono forme sofisticate di inganno e di violenza.

Teschio: Niente, quel pensiero fisso del complottaro secondo cui l’intero mondo trama contro di lui non è scalfibile neanche a cannonate. Se non le entra in testa che l’eutanasia è sempre una libera scelta, è perché non vuole capirlo: le piace troppo fare la vittima del Sistema, è l’unica cosa che dà sapore alla sua esistenza, evidentemente. Per quanto mi riguarda, vorrei essere libero di decidere io se e quando morire, non che tale scelta sia demandata a gente come lei, grazie.

@ Teschio:

l vostro terrapiattismo* è peggio di un pensiero fisso. E’ incapacità di percepire una terza dimensione, quella alto-basso, potere-gente comune; l’asse z. Come in Flatland di Abbott.

Sul tuo decesso, se ti ho dato l’impressione di volervi interferire me ne scuso. Il più tardi possibile, spero. Scusa, voglio dire, quando vuoi tu.

* Il vero terrapiattismo. Sito menici60d15.

Teschio:

“Sito menici60d15”

Oddio, ho visto adesso il suo blog! Davvero l’apice del disagio mentale, si mette a riportare ogni post scritto sul FQ che a suo avviso gli è stato censurato… qui andiamo ben oltre le semplici ossessioni complottare, siamo proprio nel regno delle manie di persecuzione, di “il Sistema ce l’ha con me e con gli altri uomini liberi come come!”, un livello di paranoia delirante che solo una persona che avrebbe bisogno di aiuto serio e qualificato può esprimere…

@ Teschio:

Trascrivo nel mio sito tutti i miei commenti, oltre 4300 in 16 anni. In varie raccolte tematiche. Una è “Commenti censurati da Il Fatto”, 108 commenti (il 2.4%). Credo possa essere di qualche interesse riguardo questo blog, l’unica arena importante di discussione che dà voce a semplici cittadini. Un’altra è “Entomologia forense. L’infestazione da troll delle notizie di reato”. Ne “I due sillogismi di Gomez e la giustizia “dai cinesi”“ riporto la prassi di non lasciarmi rispondere, censurando il mio commento, a scariche di violenta diffamazione a base di diagnosi psichiatriche (I sillogismo). Evidenzio come i troll usino l’infangare come proposizione logica dirimente (II sillogismo). E come ciò avvenga quando presento argomenti volti a mostrare quanto siano errati, deleteri e orientati a favore di grandi interessi, interventi di magistrati su argomenti medici. Nella lista dei commenti censurati segno quelli di questo tipo come “Merlo bianco”: il commentatore che il Gatto fece sparire, mangiandolo, perché metteva in guardia Pinocchio dalla truffa.

Primo sillogismo: Dando del malato di mente a chi denuncia come fraudolenti argomenti tecnici, disegni politici o versioni ufficiali su gravi fatti, si istituisce un sillogismo disgiuntivo irreversibile: o chi dissente è davvero malato di mente o chi lo etichetta così è un autentico farabutto.

Secondo sillogismo: A o B. Chi sostiene B è un cretino, ignorante, pazzo, pericoloso. Ergo A.

Teschio:

“Trascrivo nel mio sito tutti i miei commenti, oltre 4300 in 16 anni”

E questa non sarebbe una ossessione?

“Una è “Commenti censurati da Il Fatto”, 108 commenti”

Il che vuol dire che lei controlla ogni suo commento passato per vedere se viene pubblicato o, a suo dire, “censurato”. Qui siamo anche oltre l’ossesssione….

“riporto la prassi di non lasciarmi rispondere, censurando il mio commento”

E qui c’è paranoia: a tutti gli utenti alcuni commenti non vengono passati, solo che a differenza sua non se ne accorgono perché non controllano in modo maniacale le loro attività passate. Solo lei ci vede una persecuzione nei suoi confronti.

Lei davvero non sta bene. E questo non è un modo per attaccare le sue idee: ho spesso replicato ad esse nel merito in passato, e non ci vuole un granché a smontarle in quanto lei fa spesso affermazioni non verificate che spaccia per dati di fatto. Ma dopo aver “scoperto” il suo blog, mi rendo conto che c’è una grave sofferenza psicologica dietro le sue ossessioni.

Mi spiace molto per lei, cercherò di evitare di disturbarla oltre, perché mi sembra di farle un torto ad alimentare certi sui atteggiamenti. Ma, se posso avanzare un consiglio, provi a parlare con qualcuno di qualificato: potrebbe cambiarle la vita in meglio.

@ Teschio:

Raccogliere i propri scritti postati su internet in un proprio sito, senza peraltro promuoverlo (un sito shadow banned; che aprii su consiglio di un magistrato) sarebbe ossessione paranoica di chi è affetto da gravi disturbi mentali. Questa diagnosi proviene dal fronte che si ritiene ad un tale livello etico e tecnico da potere serenamente mettersi al di sopra della legge, su un tema come le sofferenze dei pazienti e l’offerta di omicidio. Dal fronte che occulta i dati negativi sul vaccino covid al punto che anche l’ufficialità, in altre nazioni, deve ammetterlo* (lo so, nominare i vaccini altro che per lodarli è segno infallibile di frustrazione narcisista, etc.). Non sono impressionato positivamente da chi, d’altro canto, vi dà credito e si presta a sceneggiate come questa di Cappato che fa l’Amatore Sciesa condotto all’esecuzione.

Mi fa piacere il tuo proposito di smettere di tampinarmi (con un’insistenza che si direbbe patologica, se non rientrasse in un gioco di interessi che la rendono remunerativa). D’altra parte, se non avverrà, le accanite bassezze alle quali dovete ridurvi per controbattere dicono del carattere pilotato, della disonestà, della violenza e assenza di freni – queste sì di livello dark triad – di operazioni come questa della deregulation dell’omicidio; mostrarlo è ciò che più mi interessa.

* FDA urged to publish follow-up studies on covid-19 vaccine safety signals. BMJ, 25 ott 23.

Ermete Macchioni: Caro menicius, ci vuole un enorme sprezzo del ridicolo per continuare a blaterare di “sostanze non testate e pericolose”, riferendosi a quello che è, molto probabilmente, il vaccino più sicuro della storia. È qualcosa che va oltre la schiavitù dei propri bias di conferma: è qualcosa di simile ad un metodo Goebbels autoinflitto. Mi affascina, dal punto di vista psichiatrico, notare come i più si limitino a ripetere a pappagallo tale filastrocca, mentre i più ossessionati credono che linkare articoli tratti da riviste predatorie dia loro aura di competenza. È uno spaccato di miseria umana atteggiarsi a preparati quando in realtà si è solo dei polli da spennare: le riviste suddette non campano solo grazie a chi paga per vedere pubblicate le proprie panzane, ma anche grazie a visualizzazioni e condivisioni. Mai che si chieda, chi si abbevera a tali fonti, perché certi “luminari” non sottopongano i propri studi ad una peer review. Va da sè, venendo al tema dell’articolo, che chi è ancora succube da paranoia vaccinale sicuramente vedrà in una chiave completamente sballata ed avulsa dalla realtà la questione eutanasia. Insomma, chi ha scelto di vivere nel terrore non può fare a meno di autoalimentarlo. Saluti

@ Ermete Macchioni: V. quanto ho già risposto a Teschio. Aggiungo che magistrati e CC si trovano assieme a soggetti che come te arrivano a commettere reati per sostenere la tesi preordinata. A parte quanto scrivi su di me – ridicolo, miseria umana, paranoico, incompetente, disonesto – chiami predatorie e pagate le pubblicazioni di Hart, un gruppo di accademici inglesi di riconosciuto valore, volontari; del BMC Health Services Research, stimata rivista peer reviewed; e dell’autrice, della Facoltà di medicina dell’Università di Lucerna. Diffamazione e calunnia per fare largo all’imposizione, scavalcando la legge o coartandola a piacimento, di una forma di deregolamentazione dell’omicidio mascherata con motivazioni filantropiche. Chissà se almeno i magistrati si fanno domande: su ciò cui stanno partecipando, dati i supporters come te e gli argomenti cui ricorrono; sulla vostra disinvoltura nell’infrangere la legge e nello spargere il falso e il discredito; e su un punto sul quale al netto di ciò che mi lanci addosso convengo con te, la coerenza tra le rispettive posizioni sul covid e sull’omicidio concordato.

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7 dicembre 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Sofia ““La pretesa del comando”, il libro di Limiti e Bonsanti presentato a Più Libri Più Liberi con Scarpinato: “Premierato pericoloso, mobilitiamoci per difendere la Carta””

La Carta non è ormai che un fastidioso reliquato per i poteri che controllano il Paese; che possono contare sia sul canale “destra” sia su quello “sinistra” (come prevedeva il Piano di rinascita). La destra ha una pluridecennale tradizione di ostilità dichiarata alla Costituzione. La “sinistra” ha un curriculum più recente, ma perfino più estremista dei fascistoni, di svuotamento dall’interno della Carta di garanzia. Sono entrambe antirepubblicane e asservite; cambiano lo stile e la forma nell’instaurare una indegna costituzione reale. Per non parlare della magistratura, che dai giudici di pace alla Consulta ha dato uno spettacolo apertamente osceno nel dirsi sottomessa alla “scienza”, in realtà ai peggiori poteri, sui ricatti da mafioso, sui diktat da imperatore romano pazzo, per costringere agli inoculi. Inoculi (in realtà inutili, controproducenti e pericolosi) forzati in nome del sacrificio dell’individuo al bene comune. Il peggio dell’utilitarismo anglosassone, del collettivismo maoista, della biopolitica centrata sulla nuda vita, in salsa santimoniosa cattolico romana. Pro Pzifer e c. Ma quale Costituzione. Suonano le loro trombe, ma non ci sono campane da suonare in risposta*. I sacrestani se le sono vendute da un pezzo, e possono solo inscenare, come è l’uso dai tempi degli attentati, l’orizontalizzazione destra/sinistra di quella che è eversione verticale, eversione dall’alto; per alternarsi in futuro alla destra, da buoni colleghi.

*Pier Capponi, 1494.

@ Massimo Maniati:

Similmente a Gesù per il Grande inquisitore, se non ci fosse stata e apparisse solo oggi, come un dattiloscritto anonimo, la Costituzione sarebbe classificata dalla Digos e Forte Braschi, dato lo statu quo, come un programma extraparlamentare, una radicalizzazione a tratti potenzialmente sovversiva, es. 1. La Costituzione è “novax” rispetto all’operazione covid. Meglio, lo sarebbe se fosse in vigore: se la Costituzione non fossero i ventriloqui che nei due palazzi sul Colle le fanno dire ciò che viene loro dettato; e applicato dal “fascismo degli antifascisti” (Flaiano) 2,3.

“Novax”; come chiamare voi ? D’Annunzio dedicò la Stanza del Mascheraio del Vittoriale a Mussolini: “Aggiusta le tue maschere al tuo viso…”. Data la passione per le mascherine 4, e la partecipazione ad una tragica mascherata fascista, vi si potrebbe chiamare “mascherai”. Nell’Italia “democratica” anche Pasolini usò lo stesso oggetto individuato nel Ventennio da D’Annunzio come metafora del potere: “L’Italia è un Paese ridicolo e sinistro: i suoi potenti sono delle maschere comiche, vagamente imbrattate di sangue”.

1 La necessità di laicità contro l’aggiramento dei limiti e l’inversione dei controlli posti dall’art. 41 della Costituzione.
2 Green Pass, Landini ad Assisi: “Siamo per l’obbligo vaccinale, lo dice la Costituzione”. Il Fatto, 19 set 2021.
3 Il fascismo mussoliniano, il fascismo dei banchieri e il fascismo pecorone.
4 The pro-masks eccentrics are squealing again. Hart, 30 ott 2023.

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27 dicembre 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. De Felice “Covid, sapremo mai se aggiornare il piano pandemico ci avrebbe salvato la vita?”

Ho sviluppato la convinzione che la mafia venga mantenuta come antemurale dei crimini istituzionali: l’antimafia, resa perenne, serve da alibi, diversivo e legittimazione per coprire e favorire la criminalità istituzionale. Un esempio di mafia dietro l’antimafia è questo. Invece di accertare le cause materiali, e quindi definire relative responsabilità umane, del picco di letalità in Lombardia nel 2020 (1), abnorme per intensità (record mondiale), breve durata e ristrettezza geografica (è stato definito “pinpoint”, a spillo), si insabbia, dietro a una piccola fuorviante caciara. Analisti di alto livello mostrano come potrebbe esserci stata anche una concausa tossica, oltre a quella iatrogena (2). Omertà e depistaggio di massimo livello (3); è lasciata a piede libero la tesi invereconda della strage causata da insufficiente aderenza a direttive di quelli che sono i mandanti; e la si invoca come base per ulteriori scempi e stragi in futuro. La magistratura ha un ruolo indispensabile nel capovolgimento del crimine in legge. L’assetto giudiziario italiano va contato tra i fattori che hanno fatto assegnare al ventre molle d’Europa la strage di innesco (4).

1 Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale.
2, Martin N. et al. A closer look at Spikeopathy as the explanation for the novel symptoms associated with COVID-19. 21 dic 2023.
3 I quattro livelli del depistaggio
4 Il livello Scarantino, palazzo Zanardelli e la strage covid in Lombardia orientale

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3 gennaio 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Casolari “I contenziosi per via penale tra medici e pazienti ledono tutti: il futuro della medicina è fosco”

Resident in USA, ricevetti un invito a partecipare gratuitamente a un “mock trial”, un processo simulato, dove avvocati ci avrebbero dato istruzioni su cosa dire e non dire al giudice, come rivolgersi alla giuria, etc. Ero giovane, e lo cestinai pensando che non avesse nulla a che fare con la pratica della medicina.

Divenuta comodo strumento di profitto e di potere, la medicina è stata sovrainfettata dal business avvocatesco. In una medicina sana le cause penali e civili sarebbero rare: lo Stato definirebbe la medicina onesta, e, consapevole dei margini fisiologici di incertezza e degli inevitabili tradeoff, controllerebbe che la pratica, non necessariamente pubblica, non deviasse. Ma ogi la medicina non è più in mano ai medici ma a poteri forti, che ne impongono forme aberranti*.

Lo Stato invece di controllare fa da picciotto di sgarro e da esattore. I magistrati hanno accettato la medicina come forma di crimine legale. Nordio e magistrati “di sinistra” sono in consonanza sull’assimilare i medici ai magistrati nell’impunità**. Sanando l’infezione di base si spegnerebbe la sovrainfezione. Invece si istituzionalizza un prestige bias – che piace tanto anche ai magistrati: si difende il “prestigio” della medicina togliendo controlli; favorendo così ulteriori degenerazioni.

* L’irresponsabilità della medicina in franchising. – La medicina difensiva come scusa e come illecito. Sito menici60d15.
**Baruffe di corte: i baroni della destra e i mandarini della magistratura Ib.

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3 gennaio 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post “Non può permettersi i farmaci per la madre: li comprano i carabinieri di Reggio in un gesto solidale”

C’è un problema di base-rate fallacy con i CC dal cuore tenero. La base-rate fallacy, importante nelle indagini giudiziarie – connessa alla prosecutor’s fallacy, la fallacia del pubblico ministero – è fondamentale anche per comprendere il comportamento di forze di polizia e magistrati. Soprattutto in Calabria. Se quello che si vede è che persegui cento massomafiosi apparirai come un valoroso tutore della legalità. Ma se allo stesso tempo ne lasci operare diecimila in realtà stai favorendo la massomafia istituendo una componenda, un equilibrio stabile. Il rapporto odierno tra Carabinieri e interessi globali e locali sui farmaci è più vicino ad un altro articolo de Il Fatto online di oggi 3 gennaio 2024 – a distanza di sicurezza, 45 anni – sull’uccisione di Mino Pecorelli nel 1979, autore A. De Vita, che alle carole natalizie e ai libri illustrati con la Piccola fiammiferaia e altre fiabe commoventi.

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26 gennaio 2024

Blog de Il Fatto

Commento al post “Nuovo piano pandemico, Schillaci: “Misure restrittive saranno emanate solo se indispensabili e per un tempo strettamente necessario””

In USA a un ordine delle guardie i detenuti devono mettersi stesi a terra e non muoversi. Schillaci ribadisce che lo Stato potrà darsi un potere simile sui cittadini. E esercitare di nuovo ricatti mafiosi per costringere ad accettare violazioni sul proprio corpo; gli inoculi a mRNA, che hanno mostrato non avere giustificazione reale, e esporre a rischi anche mortali. Dame Jenny Harries, figura di vertice del sistema di sicurezza sanitario UK, dove pure non sono arrivati alle nostre bassezze, ha detto che in futuro “dovremmo fare come la Svezia”: l’opposto di quello che si è fatto in Italia. Gli smidollati che hanno eseguito gli ordini sul covid avevano la scusa della non conoscenza. Lo si sapeva dall’inizio, ma ora c’è la conferma empirica che le misure siano state controproducenti. Da noi non una parola su questa enormità. Si fa finta di nulla e si riafferma la loro validità. Finta destra, finta sinistra, i ventriloqui della Consulta, i sedicenti colleghi di Falcone e Borsellino, continuano ad arrogarsi un diritto – questo sì davvero fascista – di imporre diktat liberticidi e iatrogeni in nome di una scienza zombie*. Uno degli articoli che riporta l’ammissione della Harries cita Brecht, Vita di Galileo: “Chi non conosce la verità è uno stupido, ma chi conoscendola la chiama bugia è un mascalzone.”**.

La scienza zombie e il diritto zombie. Sito menici60d15.
** Scientists and lies. The Covid inquiry and Jenny Harries. Covid Action. 11 dic 2023.

mauro paterlini: “menici60d15″… nientepopodimeno.

@ mauro paterlini. A volte basta un bambino per indicare che l’imperatore è in mutande. Valutare affermazioni forti in base alla fonte è un criterio euristico ragionevole. Non dovrebbe però divenire un meccanismo di difesa: un abbandonarsi all’argomento ad auctoritatem per sottrarsi al fronteggiare una situazione non avendone gli attributi. Oltre a una figura che è sia mainstream che competente come Jenny Harries, ci sono numerosi specialisti di livello internazionale – inclusi un paio di Nobel, per quelli che hanno bisogno di bollini – che sostengono, con dati e argomenti, che col covid si siano praticate aberrazioni, etiche, mediche, politiche, giuridiche. Bisognerebbe darsi un po’ di coraggio e guardare un pochino anche al merito. Senza lasciarsi abbagliare da figure torreggianti come Conte, Speranza, Draghi, Cartabia, Nordio, Meloni, Schillaci, Il trio “si si si vacciniamoci”, Sciarra, etc.

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1 febbraio 2024

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Frosina “Un concorso ad hoc con una sola prova per promuovere a giudici 700 magistrati onorari: il progetto di Nordio fa infuriare le toghe”

Suvvia magistrati, non fate gli schizzinosi. Con tutta la vostra scienza e prosopopea vi siete macchiati di codardia davanti al nemico – e anche di peggio – quando la Costituzione è stata assaltata e messa a ferro e fuoco col pretesto del covid. Ignorate l’elementare, il solido*, partecipando alla sua censura, per trasdurre in un diritto zombie una scienza zombie. Attualmente state permettendo – essendone di fatto tra i beneficiari – un’operazione di discredito e criminalizzazione del dissenso e delle denunce lasciando operare i fantomatici imbrattatori “VV”; mentre si preparano in silenzio nuovi sventramenti della Costituzione con la dittatura WHO. Voi inerti, bisogna sperare che il protocollo false flag non preveda un’evoluzione in atti di violenza su persone, come è stato in passato.

L’immissione di una quota di caproni nei ranghi se diminuirà qualità e credibilità, se farà passare dal diffuso sistema autoreferenziale Palamara al sistema eterodiretto Coppola riportato da G. Falcone (la promozione dei più cretini), d’altro canto faciliterà vostre sofisticate collaborazioni coi poteri che contano. Ciò che spiegava “Tre dita” sull’utilità degli inadeguati.

*Whatever happened to public health? An assessment of the response to covid-19. Hart, 18 gen 2024.

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7 febbraio 2024

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Mascali “Procura generale di Roma, l’ostilità di Chigi per Amato e l’influenza di Mantovano: il nuovo favorito al Csm ora è il “moderato” Patrono”

Un Procuratore generale di Roma, Ciampoli, stava facendo chiarezza, la chiarezza essenziale, sostanziale, su Moro (1). Stava anche definendo il ruolo di Pieczenik; a insabbiare ci pensò la figura scelta dai magistrati per rappresentare i loro interessi, Palamara.

Affidando la ricostruzione della strage iniziale del 2020 a un emissario dell’Imperial college (Ferguson, MI5) i magistrati hanno ricalcato i passi di Cossiga con Pieczenik emissario di Kissinger (2). Ma non c’è un pari di Ciampoli che voglia fare chiarezza su questo. Commentavo ieri qui (3) su Cappato che preme per depenalizzare l’uso omicida degli stessi farmaci che sono stati descritti tra le vere cause dei picchi di letalità covid. Leggo ora di aspiranti procuratori generali che scotomizzato il picco anomalo di letalità “fulminei” spalleggiano Cappato; ovvero l’agenda dettata da quei poteri che vollero la testa di Moro (col Vaticano doppio oggi sulle iniezioni letali come allora su Moro). Sul covid, come per le stragi del passato, i magistrati play dumb e drag their feet. Favoriscono e partecipano (2). Ciò dà una spiegazione dello slancio nel gareggiare per cariche che a esercitarle seriamente sono pesanti e ingrate.

1 Barbacetto G. “La commissione Moro ha nascosto la verità” Il Fatto, 25 nov 2019.
2 Il livello Scarantino, palazzo Zanardelli e la strage covid in Lombardia orientale
3 Fine vita, Cappato: “La Regione Lombardia non si volti dall’altra parte. Servono tempi certi perché le persone soffrano meno”

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Commento sulla trasmissione Report “Il vaccino scomparso” dell’11 febbraio 2024.

Quando l’estensione del marcio è astronomica, svelandone un pezzo che è allo stesso tempo piccolo rispetto al totale e in assoluto sufficientemente grande da impressionare, si può passare per eroi, mentre in realtà si sta favorendo il marcio nascondendone la gran parte1.

Abbiamo il Lancet che pubblica a ripetizione trucchi da magliari per simulare un’efficacia degli inoculi covid, es. 2. Per dare appoggio giudiziario al ricatto mafioso sugli inoculi la Cassazione, e le Procure che le hanno obbedito, hanno praticato il peculato intellettuale, appropriandosi della logica che è loro affidata a fini di giustizia per manometterla3. Magistrati hanno fatto come Cossiga con Pieczenick4. I palazzi del Colle hanno reso la Costituzione un pupazzo che dice quello che le fanno dire i ventriloqui.
Così Report può passare per eroico premettendo che le multinazionali “ci hanno salvato dal covid” e mostrando solo il lato economico della truffa, gli effetti avversi solo immediati, a smoking gun, e solo dell’AstraZeneca; senza pronunciare mai espressioni come “miocardite”, “eccesso persistente di mortalità”. Né “fascismo”, e propugnando “piani pandemici” fascisti. Agli italiani va bene così.

1 Le operazioni antimafia “mille tonnellate”
2 Yet another Lancet paper applied the ‘cheap trick’ to claim vaccine efficacy. 21 gen 2024.
3 Vaccini, “Archiviate tutto”. Scoop su come la Cassazione dettava la linea. 11 feb 2024.
4 Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale

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16 febbraio 2024

Blog de Il Fatto

Commento al post “Yara Gambirasio, la Cassazione: “Inammissibile il ricorso di Bossetti, non si possono riesaminare i reperti”. I suoi avvocati: “Il potere vince sempre””

Siamo nell’era dove una benedizione per l’umanità, la scienza onesta, è stata messa nelle segrete e sostituita da una “scienza” mostro sacro. Che tutto permette*. Così abbiamo anche la giustizia col jolly, che può fare del bianco il nero a piacimento facendo parlare il simulacro. Non ho idea su se Bossetti sia colpevole o innocente. Parafrasando Tortora, si deve sperare sia colpevole, dato ciò che la sua innocenza significherebbe sull’innocenza dei magistrati. Sperare che ci siano altre solide evidenze di colpevolezza indipendenti oltre al test genetico. Ho trovato sinistro che si sia usata la “scienza” come oracolo, anzi un test di laboratorio, la cui positività non può essere sufficiente da sola per una condanna penale**.

E più che sinistro che la stessa Procura abbia poco dopo eseguito, sempre con lo stesso jolly sacro della “scienza”, una manipolazione della ricostruzione di fatti, questa certa, tanto grossolana quanto immane, quanto protetta da enormi interessi che hanno interesse sia a tenerla coperta sia a mantenere la loro scienza di cartapesta come fonte suprema di verità***.

*“Scienza inversa”: un concetto da opporre alla parola tappabocca “scienza”
** Truth Machine. The Contentious History of DNA Fingerprinting. University of Chicago Press, 2008.
***Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale

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21 febbraio 2024

Blog de il Fatto

Commento al post di F. Baraggino “Poltronificio lombardo, il centrodestra si spartisce gli Istituti scientifici. Dal farmacista di FdI al papà dell’assessore forzista”

Ci sono due tipi di corruzione. Quella riconosciuta, bribery, cronyism, mazzette, clientelismo, etc. E quella tenuta nascosta, la institutional corruption* che consiste nel vendersi ai poteri forti, diventandone agenti; in cambio di posti di potere con relativi stipendi e privilegi. In Lombardia la falsa destra pratica entrambe. Da un lato obbediente ai poteri forti in campo medico perinde ac cadaver **. Dall’altro vivace nell’amministrazione “all’uso e’ Napule”. Napoli da dove Vincenzo De Luca vuole fare lo stesso, lanciare la corruzione “utroque” nel PD.

La formula ibrida si sta mostrando vincente rispetto alla pretesa di falsa sinistra, pentastellati, magistratura, giornalismo alla Report, di limitarsi alla corruzione istituzionale, che è più comoda perché evita giochi di sottobosco indecorosi e di sporcarsi le dita contando banconote. E che, gestendo operazioni che arrivano pitturate con pretesti etici, consente un’aura di alterità morale. In realtà fasulla, perché la corruzione verso l’alto non è meno perniciosa dell’altra, e può essere perfino peggiore. Soprattutto in campo medico.

* Light DW. et al. Institutional corruption of pharmaceuticals and the myth of safe and effective drugs. Journal of law, medicine and ethics. June 1, 2013. Light DW. Strengthening the Theory of institutional corruptions: broadening, clarifying, and measuring. Edmond J. Safra Working Paper, No. 2. 20 march 2013.
** Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale

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27 febbraio 2024

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Montanari “Sulla morte di Roberta Repetto e sulla difficoltà di punire chi manipola le fragilità umane”

Si dice che nell’abolizione del reato di plagio abbia pesato l’accontentare il clero, che in merito ha i carboni bagnati. Analogamente, appare che alle medicine alternative venga lasciata una indebita libertà di manovra perché rinfocolano una irrazionalità che è anche della medicina ufficiale*. Con la quale condividono anche finalità fraudolente. Le notizie del genere dell’escissione di una formazione su un tavolo di cucina servono inoltre da standard negativo per fare figurare come appropriate e corrette pratiche ufficiali che non lo sono. Giocando sul superficiale rapporto coi nei, si è arrivati a quella che in ambienti medici viene comunemente chiamata “epidemic of melanoma”: cioè una epidemia di sovradiagnosi. Un recente studio rileva in USA tassi di sovradiagnosi di melanoma del 50% negli uomini, e – rilevante per una prospettiva psicologica – del 65% nelle donne.** Additura sul JAMA, una specie di Osservatore Romano della medicina ufficiale, nel nov 2023 è apparso un articolo da titolo “Perspectives and Strategies to Minimize Harm From Melanoma Diagnosis”. Questo non viene reso noto al pubblico. Si propaganda il controllo dei nei, alimentando la frode. E non ci sono articoli di psicoanalisti su come questa medicina ufficiale sfrutti impunita e protetta le fragilità umane.

*La medicina alternativa non olet
**Ecological study estimating melanoma overdiagnosis in the USA using the lifetime risk method. BMJ, 2023.

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6 marzo 2024

Blog de il Fatto

Commento al post “Csm, nominati i nuovi vertici della Scuola della magistratura: c’è l’ex presidente della Consulta Sciarra. Ma sul suo nome la destra si astiene”

Silvana Sciarra ha un sorriso aristocratico. E anche un cognome da aristocratica. Quello che la giuslavorista ha fatto dire alla Costituzione come un ventriloquo fa col suo pupazzo, che lo Stato può costringere i cittadini, a pena di togliere il lavoro, a farsi inoculare preparati – non analizzabili, commerciali, improbabili, malamente testati, inefficaci e pericolosi – non è nobile. Cosa insegnerà ai magistrati? Che così come ci sono due meccaniche, newtoniana e quantistica, ci sono due legalità, quella per il volgo e quella funzionale alle predazioni e violenze dei poteri forti? Che i magistrati non sono sottoposti alla realtà e alla logica, ma possono impadronirsene e piegarle* nell’applicare la legalità “non newtoniana”, che come la meccanica quantistica non riconosce la realtà sensibile e non obbedisce alle regole della logica comune? La contraddizione tra quanto ha fatto alla Consulta e il metterla a capo dei maestri dei magistrati è simile a quella del nominare nel 1957 presidente della Consulta Azzariti dopo che era stato presidente del Tribunale della razza dal 1938 al 1943**. E’ simile anche il disprezzo per il popolo che emana da questi passaggi senza ritegno. Sembra che i magistrati ambiscano a essere considerati un’aristocrazia autoreferenziale, mentre protestano di non esserlo.

*Il peculato intellettuale dei magistrati
**Sullam SL. I carnefici italiani. Scene dal genocidio degli ebrei, 1943-1945. Feltrinelli, 2015.

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26 marzo 2024

Blog de Il Fatto

Commento al post di Saul Caia ““Depistaggio via d’Amelio, Scarantino accerchiato dai poliziotti. Inquietante collaborazione tra i servizi e la procura””

“Lo sfogo di Fiammetta Borsellino: “A Caltanissetta c’era Procura massonica, 25 anni di schifezze”” Palermo today, 19 lug 2017.

Che magistrati trovino “singolari e inquietanti” nel 2024 fatti interni alla magistratura avvenuti oltre 30 anni prima – e proseguiti per almeno un quarto di secolo secondo Fiammetta Borsellino – avrebbe l’umorismo della amblysia, se non riguardasse crimini della massima gravità; e se non confermasse che la collaborazione di magistratura e forze di polizia in divisa con apparati per operazioni indicibili – commissionate da fuori – è una prassi che perdura*.

*Il livello Scarantino, palazzo Zanardelli e la strage covid in Lombardia orientale

*  *  *

Su magistrati e frode medica strutturale vedi anche su questo sito:

La partecipazione della magistratura agli stagecraft criminali ed eversivi. 15 maggio 2023. In Il livello Scarantino, palazzo Zanardelli e la strage covid in Lombardia orientale

La cura come strumento del truffatore, dell’omicida e del parassita al tempo dello Stato canaro. In L’uso del fisco nell’eversione di Stato, Estate 2023.

Il peculato intellettuale dei magistrati

I cavalli di ritorno dei magistrati

La scienza zombie e il diritto zombie

Le procedure quasi-statiche

I magistrati servitori di più padroni

L’orizzontalizzazione

L’agenda Palamara dei magistrati

Baruffe di corte: i baroni della destra e i mandarini della magistratura

I due sillogismi di Gomez e la giustizia “dai cinesi”

Lo Stato canaro, i polli di Renzo e il bait-and-switch

L’essenza del mobbing risiede nella sua dinamica cumulativa

Le anamorfosi su mafia e cancro

Le operazioni antimafia “mille tonnellate”

Il populismo cortigiano

I paradisi giudiziari per la grande criminalità biomedica

Il populismo cortigiano

I nuovi eccezionalismi

Le prime osterie etiche

L’iperparassitismo delle frodi biomediche ufficiali

Il livello Scarantino, palazzo Zanardelli e la strage covid in Lombardia orientale

Il vero piano pandemico, rispettato, in Lombardia orientale nel 2020

Nuove P2 e organi interni

I quattro livelli del depistaggio

Il coraggio dei Carabinieri e la loro attività di repressione dell’onestà

“Scienza inversa”: un concetto da opporre alla parola tappabocca “scienza”

L’infestazione da troll delle notizie di reato

I magistrati alle dipendenze del Ministero della Verità

La biocriminologia

L’ipomafia

Il sinallagma ipomafioso e la giustizia a cricchetto nell’operzione covid

L’esproprio della salute da parte della medicina dei banchieri

Il bulverismo giuridico e giudiziario su questioni mediche

Censura postale di notizie di reato

La fraudocrazia

Lo knock-on dell’operazione covid in Lombardia orientale

L’uso del fisco nell’eversione di Stato

Corona virus

Distanza etica e distanza farmacologica tra delinquenza e contrasto alla delinquenza

Mafia fordista e neo liberismo

I crimini di controllo e il loro carattere continuativo e moltiplicativo

La necessità di laicità contro l’aggiramento dei limiti e l’inversione dei controlli posti dall’art. 41 della Costituzione

Le pubbliche virtù delle ambulanze e il postulato di sacralità delle pratiche mediche stabilite

La raffinazione della paura

Il ‘Decoy effect’ e ‘l’Effetto Rasputin’ nelle frodi medicheccc

Anche il CSM interviene su Alfie

Sinergie tra industria medica e industria dei rifiuti: le suppressio veri e suggestio falsi dei magistrati e la proiezione del sudiciume. In: La medicina sotto la presidenza Mattarella. Ottobre 2017

La polarizzazione gesuitica

La post-camorra. Dai tagliagole alla chirurgia ingiustificata della tiroide

I tamburi della paura

Attenti a Scilla

Corruzione “qui tam” e sfruttamento

La medicina difensiva come scusa e come illecito

Stamina come esca per le frodi della medicina ufficiale

La legalità come finestra

L’autismo al tempo dell’individualimo

Teenage cancer

Servizi, masse e istituzioni nei movimenti di protesta

I trucchi della medicina traslazionale

La frode delle staminali

Ilva. Dal cancro nascosto al cancro inventato

Il magistrato e gli stregoni

L’ambasciatore USA ordina il sostegno al loro complesso magico-industriale

Gli strani “compagni di letto” di Ingroia

Per cosa è morto Pantani. Lo sport e il marketing farmaceutico

L’irresponsabilità della medicina in franchising

La corruptio optimi nel liberismo: le linee guida cliniche e il decreto Balduzzi

I magistrati scrittori

Reati contro l’economia

La medicina come rimedio ai limiti della crescita economica

I “falsi pentiti” nella disinformazione biomedica

Sovradiagnosi I. Come la medicina nuoce

Sovradiagnosi II. Il business medico mira alla pancia

Sovradiagnosi III. Parodia e anti-omeostasi nella medicina commerciale

La corruzione ghibellina di magistratura e polizia

Giancarlo Caselli e i NO-TAV: il Negativo e il proibito

I Brutti affari della Sigma Tau

La fallacia esistentiale nel dibattito bioetico sulle staminali

I magistrati e gli USA

La CIA e l’art. 33 della Costituzione

Sulle regole per la Roche

Le perizie ballistiche

Istituzioni ibride

Salsa cilena all’Esselunga

La medicina come rimedio ai limiti della crescita economica

Radiotossicità mafiosa e legale

Mafia padana e magistrati

Il celibato dei magistrati

Sperimentazione animale: uno spoglio etico

Radiazioni: spauracchi e trappole vere

Surrogati della giustizia: la kermesse mediatica

Ndrangheta e privatizzazione della sanità

Massoni e legalità

L’omertà e la complicità nazionali nelle epurazioni USA

Brescia non solo bombe

La Leonessa

I magistrati “business friendly” e la mafia come sineddoche tendenziosa

Se voi foste lo scienziato

Il ladro e il viandante

Qui tam pro domino rege

Il PM Nicastro come assessore alla sanità: la non complementarietà tra magistrati e tangentisti

Quando “less is more”. Liste di attesa per le Tac, per i processi, e liste di priorità per il controllo dei cancerogeni in Calabria

La magistratura e la separazione dei valori: il caso della “Nave dei veleni”

Superperizie e superpoteri

Indipendenza della magistratura e pneumatici

La magistratura davanti alle frodi mediche di primo e secondo grado

Servizi segreti nella Sanitopoli barese ?

Il riduzionismo giudiziario nella frode medica strutturale: il caso del testamento biologico. In appendice: l’azione giudiziaria non euclidea

Contro il relativismo etico ed epistemico

La magistratura come cuscinetto

Questionario immaginario ai magistrati sul testamento biologico

Roba da chiodi

 

La generosità del governo Monti e del suo elettorato virtuale verso le multinazionali farmaceutiche

1 December 2011

Blog Appello al popolo

16 dic 2011

Postato su questo sito il 14 feb 2012 causa boicottaggio Telecom

Mentre c’è la crisi, e il governo impone nuovi prelievi e restrizioni, un analista della Global Insight, società di “market intelligence”, ha definito “fairly generous” il tetto di spesa (62,5 milioni di euro) stabilito dalla nostra agenzia del farmaco, l’AIFA, nell’approvare il Brilique, un antiaggregante piastrinico. Gli antiaggreganti piastrinici costituiscono una classe di farmaci da prescrivere e dosare con cautela, potendo provocare emorragie; non da distribuire a vagoni. E’ una delle quattro classi di farmaci che, mentre non vengono comunemente considerate ad alto rischio, insieme risultano causare i due terzi dei ricoveri d’urgenza di anziani per effetti avversi da farmaci, ha evidenziato un recente studio. Anche le approvazioni e i pagamenti stabiliti nella stessa tornata per altri farmaci hanno sollevato giudizi positivi in chi cura gli interessi di chi riscuote: “L’Italia continua ad essere un mercato affidabile per i farmaci innovativi [nonostante le difficoltà economiche e gli alti livelli di debito pubblico]” ha aggiunto l’analista [1].

La segnalazione della Global Insight sembra dire alle case farmaceutiche che per i loro prodotti col nuovo governo italiano possono continuare ad andare a colpo sicuro, almeno finché ci sarà qualcosa da raschiare. Tra i prodotti farmaceutici approvati dall’AIFA considerati dalla Global insight, che frutteranno centinaia di milioni di euro nei prossimi due anni alle case farmaceutiche, c’è anche l’oncologico Jevtana, per il cancro della prostata; la casa produttrice Sanofi converrà con la Global Insight che “il sistema italiano rimane aperto in maniera rassicurante alle nuove terapie”, dopo che il suo farmaco nel settembre scorso è stato respinto in primo grado dal NICE, l’omologo britannico dell’AIFA.

Gli inglesi hanno così motivato il respingimento:

a) Il Jevtana avrebbe dimostrato di prolungare la vita di poco più di due mesi. Per il NICE (che sa come funzioni la “scientificità” della ricerca sui prodotti da 48 milioni di euro di fatturato a trimestre come il Jevtana) un prolungamento inferiore a tre mesi non è un dato sufficientemente robusto per provare l’effettiva capacità di prolungare la sopravvivenza.

b) Il prolungamento putativo della sopravvivenza è associato per certo al rischio di effetti collaterali ematologici, gastrointestinali e renali e quindi di una peggiore qualità di vita. Gli effetti avversi possono essere anche gravi o mortali.

c) Il rapporto costo/Qaly, cioè tra costo e guadagno di vita corretta per la qualità, ammettendo tale guadagno, sarebbe troppo alto: 89˙000 sterline per Qaly, quando il limite raccomandato dal NICE è di 30˙000 sterline per Qaly. Un ciclo di trattamento costa 22˙000 sterline.

In Italia invece, nonostante il vago sentore british dei nuovi governanti, le risorse vengono impiegate per l’uso eroico del Jevtana, per poi naturalmente mancare per interventi più utili. Sono d’accordo che Albione sia perfida; però un poco i fatti suoi se li sa fare. E’ possibile che, dato che comandano le oligarchie finanziarie, alla fine il farmaco passi anche là, ma a un prezzo minore, e con la nomea di ripescato, non di “miracle-drug”; per lo meno gli esperti dell’agenzia nazionale UK non avranno ceduto senza combattere; invece che vestirsi da fessi e raccogliere le lodi della controparte, avranno limitato i danni alla cittadinanza. In Italia il 50% dei bambini assume almeno un antibiotico all’anno – molto spesso inutilmente e con effetti nocivi – contro il 14% dei bambini inglesi.

“Farmaco innovativo” suona bene, ma il suo significato reale non è così positivo. L’innovazione è quella schumpeteriana, volta al profitto; che nel caso della medicina si congiunge alla speranza della novità, della buona nuova che porta la salute. E’ una categoria merceologica ben definita, della quale il Jevtana è un esempio tipico, che fa drizzare le orecchie agli operatori finanziari; e le dovrebbe fare drizzare, per ragioni diverse, anche al paziente. L’industria farmaceutica è orientata a emettere di continuo “novità” da quella che chiama la “pipeline”, in modo da lucrarvi; si tratta in genere di rimaneggiamenti dell’esistente, che spesso è di base non efficace o poco efficace; si riducono alcuni difetti e problemi ma ne introducono altri; l’effetto principale è il mantenimento o l’incremento degli introiti, a spese della Domanda. Due passi avanti e uno indietro, o uno avanti e due indietro. Siamo abituati ad attenderci l’ultima novità; nonostante vi siano esperti che, in campo farmacologico, lo sconsigliano espressamente, osservando che i farmaci nuovi possono essere peggiori di quelli vecchi [2]. I farmaci, a chi li deve assumere o fare assumere ad altri, conviene distinguerli in utili e dannosi, piuttosto che in vecchi e nuovi.

Con questa sua “generosità” e “apertura” verso i farmaci innovativi, il governo Monti conferma di non essere “donna di province” ma il governo dei grandi interessi finanziari. (Liberalità che si associa a metodi criptofascisti di repressione di chi è di ostacolo a questi interessi in campo medico). Si dice che questo governo sia illegittimo in quanto non derivante da elezioni democratiche. Però l’episodio mostra che, anche se non eletto, ha un suo elettorato virtuale: che i suoi comportamenti, pur contrari agli interessi nazionali e del popolo, riflettono le opinioni e la mentalità di parte non trascurabile degli italiani.

Infatti, se anche la notizia non fosse stata tenuta fuori dal palcoscenico mediatico, non è detto che avrebbe necessariamente ricevuto la condanna unanime dell’opinione pubblica. Sulla decisione del NICE devono aver pesato l’allarme lanciato da commentatori anglosassoni sui nuovi farmaci oncologici “innovativi”: sul loro costo insostenibile e sulla loro scarsa efficacia e i pesanti effetti avversi; e la discussione sulla futilità di dare farmaci tossici e costosissimi a pazienti che comunque hanno un’attesa di vita di settimane. I medici spesso scelgono per sé stessi l’astensione da ulteriori cure per lo stadio avanzato e terminale [3] . Ma in Italia all’idea di non rimborsare il “salvavita” alcuni griderebbero al nazismo, col sostenere che non è giusto togliere vita o almeno speranza ai malati di cancro, o argomenti del genere; invocherebbero il liberalismo contro la cultura clerico-crociana, magari citando Locke e Stuart Mill; e molti, pur stando zitti, assentirebbero. Rifiutando di pensare che alla fine starebbero chiedendo di aggiungere castighi come infezioni gravi e insufficienza renale alle ultime settimane dei malati di cancro alla prostata.

Probabilmente molti difensori del Jevtana sarebbero gli stessi che poi, per paura di soffrire, ambiscono, indotti dalla propaganda, a forme di interruzione delle cure, e magari anche dell’alimentazione per via orale, o all’eutanasia, ma mediante il “testamento biologico”, che sostanzialmente è una liberatoria che lascia che la decisione dipenda dal giudizio degli interessi medici, laici e preteschi, prima che dal loro interesse [4]; e che non rileverebbero alcuna contraddizione tra le due posizioni. Su Il Fatto, che ha trovato in Monti la soluzione alle angosce per la cafonaggine di Berlusconi, l’orientamento prevalente propugna sia il testamento biologico, e ora anche il suicidio assistito, presentati come alta manifestazione di pensiero laico; sia l’allocazione dei fondi disponibili per la sanità nell’incremento dell’acquisto delle “terapie innovative” oncologiche [5].

Non si parla di come molte situazioni di fine vita da non augurare a nessuno possono essere prevenute o ridotte evitando di ricorrere a cure commerciali come quella alla quale i successori di Berlusconi, continuatori della sua opera, spalancano le porte e le casse dello Stato. Si trascura che, se si vogliono avere trattamenti che guariscono, è altamente imprudente consentire all’industria e alla finanza di rendere la cura del cancro l’equivalente di un titolo a rendimento annuale elevato, crescente e che non scade mai.

I nostri governanti, amministratori, tutori della legalità, opinion makers più o meno consapevolmente si vendono e ci vendono, come hanno sempre fatto, a questi interessi. Nel popolo, la coerenza è quella del sottomesso che è costante nel credere che ciò che è meglio per i suoi interessi è quanto chi comanda gli dà o gli prospetta. In futuro tanti, a cominciare dai progressisti italiani rassicurati dal loden di Monti, avranno ciò che chiedono: sia i farmaci inutili e costosi che aumentano la sofferenza e tolgono risorse, sia il venire liquidati, non sempre con metodi rapidi e indolori, quando non saranno più convenienti economicamente come supporto ai prodotti medici.

pubblicato anche su https://menici60d15.wordpress.com/

  1. Taylor N. Italy announces reimbursement for innovative new drugs. Pharmatimes world News. 14 dic 2011
  2. Grady D. Cit. in https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/15/la-medicina-come-rimedio-ai-limiti-della-crescita-economica/
  3. Murray K. How doctors die. 8 dic 2011 Zocalo public square.
  4. https://menici60d15.wordpress.com/2009/06/24/il-riduzionismo-giudiziario-nella-frode-medica-strutturale-il-caso-del-testamento-biologico/
  5. Moccia F. La Sanità e gli sprechi del parto cesareo. Il Fatto, 15 dic 2011

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@Gengiss. Infatti non si dice che il governo Monti abbia privilegiato un singolo farmaco, ma che dopo il suo insediamento è passato un intero pacchetto con criteri tali che rassicurano, secondo un analista, produttori e investitori sull’orientamento generale del nuovo governo; mentre nel mondo occidentale le misure dei governi alla crisi economica stanno provocando da tempo le reazioni preoccupate delle case farmaceutiche.

Monti pare sia stato mandato al governo per arginare tale crisi; a costo di sacrifici a carico dei cittadini, con misure che sta varando celermente. Credo sia significativo che mentre per i cittadini il prelievo di ricchezza mediate lo Stato aumenta ulteriormente, i servizi forniti in cambio diminuiscono, e dilaga l’insicurezza, ci siano voci che considerano il governo Monti generoso e rassicurante; e che siano quelle potenti dell’industria farmaceutica; e per prodotti come il Jevtana.

E’ giusta invece l’enfasi sulla natura tecnica, quindi teoricamente indipendente, dell’AIFA. In questi giorni un ex direttore dell’agenzia “più o meno indipendente”, Nello Martini, è stato rinviato a giudizio per disastro colposo, avendo omesso, dietro pagamento di tangenti, di informare il pubblico sugli effetti avversi di alcuni farmaci. Per i magistrati quindi l’operato di un recente direttore dell’AIFA è da galera.

Addetti del settore considerano sinceramente i pesanti reati dei quali Martini è stato accusato come delle inezie; e in effetti sono poco cosa, rispetto al quadro generale del quale sono parte. Diversi commentatori, anche autorevoli, difesero Martini all’epoca dell’arresto di altre persone coinvolte nel caso, descrivendolo come relativamente più indipendente dalle pressioni dell’industria farmaceutica di chi gli è succeduto; non credo che avessero torto in questa valutazione comparativa.

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28 novembre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post “L’idea di informazione di Monti: “In pandemia bisogna trovare modalità meno democratiche. Ci vuole un sistema che dosi dall’alto” – Video La7”

Non solo non c’è democrazia se l’informazione è controllata dall’alto. (Il miglior modo per controllarla è selezionare la dirigenza: dai docenti universitari, a chi detiene spazio mediatico, al personale politico). Si sottovaluta quanto la medicina sia primariamente informazione. L’informazione medica in mani interessate diviene un male pari alle malattie, e anche peggiore delle malattie. Forse il bocconiano Monti sta ricordando la sua unica carta, cioè quanto è fantoccio e chi rappresenta* per mettersi in mostra nella cassa dei burattini dalla quale Mangiafuoco sceglie a chi fare impersonare il PdR.

*La generosità del governo Monti e del suo elettorato virtuale verso le multinazionali farmaceutiche. 2011.

Lo sfruttamento del bias da sovradiagnosi in oncologia

25 November 2011

Sito “Partecipasalute” (Ist. Mario Negri, aderente allo standard Honcode per l’affidabilità dell’informazione medica).

Commento al post di Anna Roberto “Tumori e sopravvivenza: dati rapporto AIRTUM 2011” del 25 nov 2011. 

“Partecipasalute”, che vuole che i cittadini “partecipino e decidano consapevolmente”, e ha un comitato scientifico di tutto rilievo, dovrebbe spiegare che l’informazione dell’AIRTUM che riporta senza commenti è gravemente carente sul piano tecnico, etico e politico. La “sopravvivenza” di cui si parla è la sopravvivenza data una diagnosi di neoplasia; ed è diversa dalla mortalità, il tasso di decessi per tumore nella popolazione.

Il Sud ha una sopravvivenza statistica più bassa; ma ha avuto tassi di mortalità migliori del resto d’Italia: contrariamente a quello che l’articolo fa credere, al Sud si muore di cancro meno che al Nord (salvo progressi della ultim’ora). Il paradosso è spiegabile, tra gli altri fattori, con le sovradiagnosi di tumore, derivanti soprattutto da programmi di screening: nella mortalità le unità statistiche e la variabile in esame sono oggettive; nella sopravvivenza possono essere gonfiate.

Partecipasalute potrebbe informare su come nell’ortodossia internazionale stia crescendo la richiesta di informare i pazienti dei rischi di sovradiagnosi e altri danni dei programmi di screening. Richiesta rafforzata da studi recenti che hanno mostrato come ad es il principale screeening oncologico, quello per la mammella, salva non più che pochissime vite; contrariamente a quanto propagandato in Italia da studi e notizie come quelli in oggetto.

Sarebbe anche necessario, per un’informazione corretta, considerare il cancer burden e i DALY per cancro, cioè comparare quanta vita toglie il cancro, per morte e per menomazione della qualità di vita. Lo stesso meccanismo che fa ingannevolmente credere che si viva di più al Nord che al Sud dato il cancro, cioè le sovradiagnosi, che pongono in una condizione di malato ed espongono a rilevanti rischi iatrogeni, peggiora ulteriormente i DALY, cioè la qualità di vita e presumibilmente la longevità, al Nord.

Più che di un bias macroscopico inspiegabilmente trascurato, questa informazione tendenziosa, per non dire capziosa, appare come il riflesso di una volontà sistematica, volta a rafforzare, e ad estendere al Sud, la medicina commerciale e speculativa, inutile e dannosa per i pazienti ma redditizia e comoda per chi a vario titolo la gestisce.

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La negazione del conseguente

Che le statistiche di cancro al Sud, dove la sanità ha piaghe diverse, si sarebbero allineate a quelle del Centro Nord lo predissi anni fa [1], anche nel denunciare come bufala la rivelazione della “nave dei veleni” di Cetraro [2]. Ma non credo si possa ancora parlare di “sostanziale omogeneizzazione”, se non per alcune aree, come la Campania. Quando in questi anni ho detto che la mortalità per tumore in Lombardia risulta del 30% più alta che in Calabria [3], il più delle volte ho osservato, sui volti sia di calabresi che di lombardi, un’espressione di incredulità. Questo non è che uno degli effetti delle informazioni distorte presentate al pubblico, che hanno nell’equivoco semantico tra mortalità e sopravvivenza [1] uno dei loro fulcri. Il Rapporto AIRTUM 2011 in oggetto afferma nella prima pagina di prefazione che “al Sud si sopravvive un 4% in meno che al Nord e al Centro”. I citati dati AIRTUM [3] mostrano che al Nord si muore un 4% in più che al Sud. Non vi pare doveroso chiarire che dove “si sopravvive” di più si muore di più, e come è possibile? Forse introducendo il concetto di non-complementarietà tra mortalità e sopravvivenza [4]?

La comparazione della sopravvivenza tra aree con screening e senza screening invece che essere presentata come indice della superiorità della sanità (delle aree con screening), può servire a sviluppare un indice epidemiologico sulle sovradiagnosi, e quindi sulla iatrogenesi (delle aree con screening).

Grazie per avere trovato nella lettera spunti interessanti per leggere i dati, ma non dico novità: che la mortalità sia come indicatore generale più affidabile della sopravvivenza, e dell’incidenza, è stato spiegato da anni da cattedre autorevoli [5]. Al contrario, la monografia AIRTUM in oggetto non solo con la sua credibilità coonesta presso il pubblico l’equivoco tra sopravvivenza e mortalità, ma caldeggia l’impiego della “sopravvivenza oncologica” come strumento fondamentale della valutazione e quindi della programmazione sanitaria.

In realtà nella attuale epidemiologia dei tumori la sopravvivenza è un esempio da manuale di indice epidemiologico vistoso ma non autonomo, che non andrebbe considerato isolatamente, perché da solo è insufficiente e fuorviante al punto da essere gravemente dannoso. Assegnargli per se un valore politico centrale, per la “valutazione del sistema sanitario nella sua complessità” è deprecabile, per non dire sciagurato, equivalendo a legalizzare un artifizio contabile che, registrando le passività (iatrogene) come attivi, induce a una spirale perversa.

E’ meritorio che segnaliate anche i danni degli screening, e la propaganda su cui si basano; siete tra i pochi a farlo. Però in questo articolo di fatto sostenete radicalmente gli screening; come del resto fa esplicitamente la monografia in oggetto, che parla di “risultati eclatanti” per lo screening della mammella. E’ eclatante che in questi stessi giorni tra le varie voci qualificate di critica vi sia quella di una docente universitaria di ostetricia che spiega le ragioni scientifiche per le quali ha declinato l’invito a sottoporsi allo screening, nonostante sia portatrice di fattori di rischio [6].

Nel linguaggio comune questo si direbbe un “dare un colpo al cerchio e uno alla botte”. A me pare una pratica diffusa tra specialisti competenti che trattano di argomenti politicamente caldi, o meglio “hot”. L’ho osservata ad esempio tra gli studiosi più ferrati del terrorismo in Italia: che svelano e descrivono i legami di pochi sbandati con strutture dello Stato e poteri sopranazionali immensamente più forti; salvo poi minimizzare, quando non negare, il peso avuto da tali legami. La chiamo “la negazione del conseguente”, perché segue lo schema logico:

 – A

 – Se A allora B

– Non B.

Qui, semplificando:

 – Gli screening portano a sovradiagnosi, che aumentano i profitti a scapito della salute.

 – Se ci sono sovradiagnosi, l’uso dell’indice di sopravvivenza per la valutazione della qualità della sanità è ingannevole e aggrava la situazione.

 – L’indice di sopravvivenza mostra la qualità della sanità e deve guidare la programmazione sanitaria.

L’implicazione materiale porta spesso a errori logici, basati sullo scambio tra necessario e sufficiente; ma nella vita di tutti i giorni non si commette spesso un errore tanto evidente come la negazione del conseguente. Che perciò si potrebbe chiamare “la fallacia dei dotti”. O forse, dei dotti che sono uomini di mondo.

 30 nov 2011 h 8:15

1. https://menici60d15.wordpress.com/2008/12/17/sos-cancro-nei-bambini-e-sovradiagnosi/

2. https://menici60d15.wordpress.com/2009/10/28/la-magistratura-e-la-separazione-dei-valori-il-caso-della-“nave-di-veleni”/

3. Grande E. et al. Regional estimates of all cancer malignancies in Italy. Rapporto AIRTUM 2007. Tumori, 2007. 93: 345-351.

4. Reich J.M. Improved survival and higher mortality. The conundrum of lung cancer screening. Chest, 2002. 122: 329-337.

5. Bailar E.C. Cancer undefeated. NEJM, 1997: 336: 1569-1574.

6. Bewley S. The NHS breast screening programme needs independent review. BMJ 25 ott 2011.

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Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Sylos Labini “I testi tossici dell’economia” del 17 dic 2011

I modelli matematici hanno nella loro parte verbale, e in particolare nei nomi delle variabili, un punto debole che si presta particolarmente a manipolazioni. Esiste un retorica quantitativa, che consente di mentire e ingannare coi numeri (in realtà, con le misure o i conteggi). Per es. in epidemiologia dei tumori si equivoca tra “mortalità” e “sopravvivenza”, riuscendo a fare figurare un aggravamento del cancer burden come un successo: v. Lo sfruttamento del bias da sovradiagnosi in oncologia. https://menici60d15.wordpress.com/2011/11/25/lo-sfruttamento-del-bias-da-sovradiagnosi-in-oncologia/.

Nonostante si sappia che nel valutare l’efficacia di interventi sanitari come gli screening di massa l’indice corretto è la mortalità, non la sopravvivenza: v. paragrafo 20, in: National lung screening trial questions & answers. National cancer institute. http://www.cancer.gov/newscenter/qa/2002/nlstqaQA

Basterebbe sostituire il termine ingannevole “sopravvivenza” con quello tecnicamente più corretto “case fatality ratio”. Ma anche le professioni scientifiche hanno i loro trucchi.

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15 maggio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Ferri “Università: studenti ‘matti’, ciarlatani. Morte e vita”

L’interesse di quelli del CICAP per la “junk science” tende a fare credere che vi siano solo due categorie: ciarlatani e scienziati seri. Mettendo in ombra la terza categoria, quella della scienza ufficiale manipolata, e favorendo così il costume di accorpare le critiche razionali su di essa alla ciarlataneria o alla “pazzia”. Perché, invece di fermarsi al pezzo di maniera sull’eccentrico che studia con successo matematica e vuole curare il cancro con le cure alternative, lei che è un matematico e ha la moglie oncologo non spiega la differenza tra “mortalità” e “sopravvivenza” in tema di cure oncologiche. Indici epidemiologici coi quali nell’informare il pubblico si fanno dei giochi di prestigio semantici; anche in questi giorni, nello scontro titanico tra Grillo e Lorenzin. Potrebbe usare il paradosso dell’aumento di entrambe [1]. Potrebbe spiegare come un aumento della sopravvivenza (spesso spacciato per riduzione della mortalità) possa essere, e sia, una cattiva notizia, se è dovuto, come è spesso dovuto, a sovradiagnosi [2], lead time bias, length bias; concetti statistici che pure sarebbe meritorio lei prendesse in considerazione nella sua opera di divulgatore e di difensore della scienza.

[1] Reich J.M. Improved survival and higher mortality. The conundrum of lung cancer screening. Chest, 2002. 122:329.
[2] Barratt A. Overdiagnosis in mammography screening: a 45 year journey from shadowy idea to acknowledged reality. BMJ, 2015. 350:h867 doi: 10.1136/bmj.h867.

@ Massimo Ferri. Grazie. Mi permetta di farle osservare che non è costretto a scegliere “o CICAP o Simoncini” e quindi, volendo combattere le mistificazioni, a ignorare come fa il CICAP quelle interne alla scienza: in medicina non c’è solo il cancro curato col bicarbonato, ma c’è un vasto campo, largamente indisturbato, di errori tecnici molto più sottili; anche logico-matematici, dove i custodi delle discipline hard come lei potrebbero riportare l’ordine. Lei ha presentato una narrazione, un caso umano “e basta”; padronissimo, ma se si limita a questo dà della critica alla medicina ufficiale una visione distorta, ricalcando un tema abusato. Mi ricorda un po’ i rischi dell’induzione in matematica, dove si presentano degli esempi che paiono confermare un teorema che invece è falso. Es. “(2^x)-2 è sempre divisibile per x, con x numero intero” funziona con x=5 e x=7, ma è falso.

Commento così perché vedo che diversi fisici e matematici intervengono sulla medicina in maniera deludente, conferendo autorevolezza a posizioni culturali conformiste e fuorvianti, quando non “dead wrong”, che sono già fin troppo supportate; e Lei non mi pare privo di apertura mentale. Ci sono anche quelli che, mettendo a frutto le loro preziose competenze, danno contributi molto utili. Di recente un ex direttore del JAMA, Lundberg, nel commentare il degrado metodologico della ricerca biomedica ha segnalato il libro di uno statistico, Weisberg: “Willful ignorance: the mismeasure of uncertainty”.

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26 ottobre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. D’Alessio “Prevenzione tumori, i marcatori oncologici possono fare la differenza”

La differenza in peggio. L’articolo induce a credere che i test diano un risultato corretto di positività per tumore nel 95% dei casi. In Italia vengono diagnosticati circa 370000 nuovi casi di tumore all’anno, su una popolazione di circa 60 milioni di persone. Consideriamo, seguendo la giornalista-scrittrice, che si effettui un test con marcatori su 10 milioni di soggetti, con un tasso di falsi positivi del 5%. I casi attesi di nuovi tumori saranno circa 61700. Consideriamo, irrealisticamente, che i test abbiano sensibilità del 100%, cioè non si facciano mai scappare un tumore. Per il teorema di Bayes, il valore predittivo positivo del test sarà 100*(61700/(61700+ (9938300*0.05))= 11. L’11%. In circa 9 casi su 10 la persona con il mano il foglio che gli dice che ha il cancro sarà invece non affetta. Questo esempio schematico mostra il genere di calcolo corretto quando vengono proposti test di screening “salvifici” per “prevenire” malattie. Non bisogna confondere – neanche sui media – la sensibilità e specificità di un test con la sua capacità di dare informazioni corrette, che è ciò che conta e che non dipende solo dalle sue caratteristiche intrinseche, come si crede, ma anche da quelle della popolazione. Perfino se un test diagnostico avesse buone performance in sé – e i markers tumorali spesso non le hanno – quando lo si applichi a una vasta popolazione generale, composta prevalentemente da non affetti, diverrà esso stesso una minaccia alla salute.

@ otra vez. Scusi, ma volendo fare chiarezza lei dovrebbe dire che si “perdono” malati veri coi falsi negativi, che possono essere frequenti (v. PSA), e si guadagnano tanti malati finti, etichettando sani come malati. Non che in entrambi i casi si “perdono” sfortunati; come per dei soccorritori che non riescono a salvare tutti. L’articolo dà per assunto che i biomarkers siano una cosa vantaggiosa per la “prevenzione” del cancro, e lo proclama fin dal titolo. Poi fa riferimento ad una necessità di limitare gli eccessi. E’ tipico, quando nel disegno di base ci sono grossi vizi, che vanno a favore di interessi commerciali e danno del pubblico, non parlare chiaro, essere ambigui, fare discorsi doppi, confusi e suggestivi; si promuove il prodotto omettendone il vizio di impostazione, presentandolo come indiscutibilmente valido ma da regolare. Quelli che sono fattori di danno costitutivi e gravi vengono taciuti; e derubricati a errori eliminabili, e sotto controllo. Oggi su un articolo del Fatto online si discute di come la legge contro la tortura sia un pro forma. Un esempio medico di questo “spin” è dato da un recente articolo sulle “implicazioni etiche” dell’approvazione dello Spinraza, il farmaco milionario che ha goduto dell’appoggio di Checco Zalone: King NMP, Bishop CE. New treatments for serious conditions: ethical implications. Gene Therapy, 2017. 24: 534.

 

A nome di chi ancora crede nella sanità?

22 November 2011

Blog de Il Fatto

Commento al post di Francesca Moccia “A nome di chi ancora crede nella sanità” del 22 nov 2011

Francesca Moccia, coordinatrice del “Tribunale per i diritti del malato” chiede al Ministro della salute del governo Monti di difendere la Sanità pubblica; e lamenta che si deve “aspettare fino a 12 mesi per una mammografia”.

Chi pensa che lo screening mammografico salvi dal cancro ha buone ragioni per essere ottimista: questa pratica, la cui propaganda in questi giorni un USA viene criticata nelle sedi più ortodosse, sotto titoli come “Stop ‘selling’ cancer screening”, verrà favorita dal nuovo governo “tecnocratico”, che su questo punto non sarà un castigatore dei costumi ciellino-formigoniani.

Se invece si è disposti a prestare ascolto alla concezione per la quale la sanità – pubblica o privata – dovrebbe curare il cancro, anziché continuare a sfruttarlo con sistemi non esattamente limpidi avendone fatto un settore di punta dell’economia; se non si condivide la visione riportata nel sito del PD, per la quale “la sanità è un fattore di sviluppo per il Paese”, ma si ritiene che la sanità, almeno quella pubblica, debba essere un servizio, che spende le risorse disponibili nel miglior interesse dei pazienti, allora consiglio di leggere “The NHS breast screening programme needs independent review” British medical journal, 25 ott 2011; dove una donna, Susan Bewley, professore universitario di ostetricia, con una storia familiare positiva e multipli fattori di rischio per il cancro alla mammella, spiega i motivi scientifici per i quali ha rifiutato lo screening mammografico che le è stato offerto.

https://menici60d15.wordpress.com/2011/10/16/teenage-cancer/

https://menici60d15.wordpress.com/2011/10/27/la-lotta-ai-contronimi-ideologici-prevenzione/

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@alexei. Io invece mi sono chiesto perché, con tutti i problemi autentici, l’articolo della dirigente di “Cittadinanzattiva” evidenzi in grassetto “aspettare fino a 12 mesi per una mammografia”. Perché in un paese che pullula di mammografi si diffonde in continuazione la stessa storia che le mammografie sono troppo poche? Perchè non si parla di pinzillacchere come le critiche sulla loro scarsa utilità o dannosità; non si parla dell’inefficacia o dannosità delle costosissime terapie oncologiche; dell’impoverimento cui vanno incontro molti malati di cancro nel tentativo, spesso inutile e controproducente, di guarire? E di come, con la privatizzazione della sanità, il burden cancer, il carico di cancro, non diminuirà, ma il suo incremento sarà una provvidenza per gli investitori, che lo tradurranno in una ulteriore moltiplicazione della spesa? O magari, per prendere un altro argomento citato dal Tribunale, i “10 mesi per una TAC”, perché tribunali dei diritti e giornalisti stanno zitti sugli allarmi lanciati anche dall’ortodossia in merito all’eccessivo uso delle TAC, che esponendo a radiazioni ionizzanti sta contribuendo all’ incremento dei casi di cancro?

Contestare argomenti non graditi come irrilevanti nelle denunce sulla sanità non è solo “un limite”; è favorire una forma di censura, molto usata dai media, e da chi ha interessi personali su temi pubblici, che è la censura per tematizzazione. Per quale si parla ad nauseam di alcuni aspetti, che finiscono per essere identificati con il problema, mentre altri sono tabù, e suonano quindi come non pertinenti. E guarda caso gli argomenti propagandati sono le “carenze” di quei servizi che portano soldi a chi li vende, il fornisce e li sostiene; e gli argomenti proibiti i danni che questa inflazione di servizi a scapito di altri più utili causa ai cittadini.

Del resto, fanno così anche i magistrati veri:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/10/radiotossicita-mafiosa-e-legale/

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@alexei. Di che regione è la ASL che non concede la mammografia preventiva in tempi brevi? Perché, pensi invece c’è chi si lamenta delle sollecitazioni che riceve dalle ASL lombarde per fare la mammografia (v. La criminale medicalizzazione del corpo delle donne. Blog “agorà di cloro”, 13 nov 2011). Immagino che quindi per lei sarebbe del tutto fuori luogo parlare, in tema di problemi della sanità, di quanto bisogna aspettare, data l’allocazione delle risorse distorta a favore degli squali della salute, per avere le comuni cure odontoiatriche in cambio delle tasse pagate. O di quanto si deve sborsare se si ha in famiglia una persona affetta da demenza senile.

Ho l’impressione che lei sia tra coloro che tendono a confondere i problemi della sanità con gli interessi di chi trae guadagno dalla sanità. Credo che sostenere che l’allocazione delle risorse in sanità che obbedisca a criteri etici e razionali anziché speculativi, corporativi o sindacali non c’azzecca coi problemi della sanità sia peggio che un limite; ma è interessante, perché la forma alla medicina la dà il pubblico. Abbia fiducia che col nuovo corso il desiderio di ricevere da sani una periodica dose di radiazioni ed eventualmente un intervento chirurgico inutile o dannoso sarà esaudito (quello di sottrarsi realmente al rischio del cancro credo di no). E la verranno a cercare a casa, come già avviene nelle regioni a sanità civile come la Lombardia; dove infatti nel 2007 i tassi di diagnosi di cancro della mammella standardizzati per età nel 2007 sono risultati 110/100000 contro i miseri 74/100000 della arretrata Calabria. Solo, poi non bisognerebbe fare il piagnisteo quando si hanno problemi di salute seri e si viene lasciati a sbrogliarsela da soli.

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@alexei. “Non fare nessuna distinzione tra tempi di attesa” per i servizi utili, che non vengono forniti – favorendo così i privati – perché le risorse sono sprecate nell’inutile e nel dannoso, e i tempi di attesa per una “diagnostica di massa forse inutile se non addirittura pericolosa” [sue parole]? Immagino che prima di chiedere una summa in 2000 caratteri dello sterminato campo delle frodi mediche strutturali, e dare voti anziché argomentare, dovrebbe chiarirsi un po’ le idee.

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@alexei. Le frodi strutturali in effetti sono il nucleo portante, e trascurato, del malaffare medico. Ma sfortunatamente i ministri queste cose non le ascoltano, anzi: vedi quanto sta emergendo in questi giorni (ma dopo che non è più ministro) sui rapporti d’affari tra l’allora ministro Fazio e il bancarottiere Verzè. Per di più, gli enormi interessi in gioco, che ogni anno spendono cifre astronomiche in marketing e appoggi politici, riescono a lasciare tutto com’è; anche avvalendosi di quelli come lei, che tutto fanno per non chiarire, lanciando attacchi personali a chi denuncia ciò che va taciuto, mentre fingono di denunciare chissà quali scandali.

La richiesta di giustizia

15 November 2011

Blog de Il Fatto

Commento  al post di M. Viroli “Gli italiani? Realisti miserabili” del 15 nov 2011

Ritorno ai principii? Finalmente:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/02/05/la-fallacia-delle-regole/

https://menici60d15.wordpress.com/2011/02/08/obbedienza-alle-regole-e-obbedienza-delle-regole/

Anche se in tempi un po’ sospetti:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/10/27/la-riesumazione-dell’etica/

La forma nostrana di potere, pontificia, predica magistralmente la virtù mentre pratica la perversione. Viroli e Magris per i miei gusti sono tra i suoi migliori “domenicani”; le loro parole sono spesso un balsamo e una guida. I due vengono attaccati su questo blog come teorici privilegiati, ma sarebbe ora di non tacere più sul popolo come istituzione corrotta. Aveva ragione De Filippo:“La gente fa paura”.

Credo ci sia un punto che possa testare la buona fede delle due parti, e portare ad una convergenza: la instancabile e continua richiesta di giustizia, dati i principii, nei casi concreti. Che non è rivolgersi al magistrato, e può consistere nel rinunciare a farlo:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/03/31/“se-la-canaglia-impera-la-patria-degli-onesti-e-la-galera”/

Chi parla di principii da una cattedra ben incistata nell’establishment sarà credibile se sfrutterà le sue notevoli capacità intellettuali per chiedere giustizia riguardo a casi concreti: le tante forme dell’istituzionalizzazione della predazione da parte del potere sulle persone comuni.

Chi tira ogni giorno la carretta non dovrebbe scordare che chiedere giustizia per ciò che subisce non è solo un dovere civico, ma è l’unica arma pratica per non essere completamente sopraffatto da chi comanda; che fare proprio il cinismo dei potenti e cercare solo di integrarsi nello status quo, perdere la capacità di riconoscere l’ingiustizia che si subisce o si vede (e anche quella che si pratica) e rinunciare a reagire, non è da furbi. Lo dimostra la situazione nella quale, nonostante i loro pregi, gli italiani sono riusciti a farsi incastrare come imbecilli.

La richiesta di buon cibo

6 November 2011

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Mazzella “Tassare le bibite? Dovrebbero farlo su tutti gli alimenti in proporzione agli zuccheri aggiunti” del 6 nov 2011

Credo che lo sbandierato rapporto tra dieta e cancro, per il quale “il 30% dei tumori nasce a tavola a causa di cattive abitudini alimentari” sia un’esagerazione che colpevolizza le vittime e depista dai maggiori colpevoli, che sono da cercare nei cancerogeni chimici da inquinamento, in quelli presenti negli alimenti industriali, e nelle sovradiagnosi (*). Anche se è descritto un legame tra alcuni tumori e il sovrappeso, non penso sia la pastasciutta la responsabile principale dell’esplosione di diagnosi di cancro. D’altro canto, mangiare verdure è sano, ma non se sono cosparse di pesticidi cancerogeni.

Sono invece d’accordo sull’allarme sugli zuccheri e le farine raffinate come causa di diabete, di obesità e delle relative conseguenze cardiovascolari; rischio questo sottovalutato. In biochimica si dice che “i grassi bruciano al fuoco degli idrati di carbonio”. Ma anche la locomotiva industriale brucia zuccheri, la cui assunzione eccessiva fa venire fame, e pare provochi dipendenza, riempiendo di clienti i supermarket, e poi gli studi medici e le farmacie.

Andrebbe maggiormente considerato come in generale l’industria alimentare e la grande distribuzione impongano cibi che seguono logiche di mercato: invitanti sugli scaffali, ma spesso dannosi per la salute, sia per la presenza di sostanze tossiche, come i pesticidi, sia per la composizione biochimica, es. le farine raffinate.

Non viene notato, anche perché ormai tanti non hanno mai conosciuto il buon cibo, che si tratta spesso di alimenti dalle qualità organolettiche mediocri, che non soddisfano il palato e il senso di sazietà e quindi spingono a consumare di più. Invece di un’altra tassa sul cibo-spazzatura e sul cibo-droga, dovremmo chiedere prodotti di qualità, sul piano igienico e anche su quello gastronomico; richiesta fondamentale, che trascuriamo nella attuale dittatura occulta.

(*)https://menici60d15.wordpress.com/2011/01/30/il-pornografico-e-l’osceno/

La scomparsa dei Calamandrei

5 November 2011

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Truzzi “Calamandrei, educazione italiana” del 5 nov 2011

Le sue parole, che emanano il “fresco profumo di libertà”, erano consentite negli anni del Dopoguerra. Oggi Calamandrei va bene come santo laico, al quale accendere una candela per poi voltarsi, tornare nel mondo alleggeriti da sensi di colpa e continuare a peccare contro l’etica pubblica con rinnovato vigore.

Persone come lui, o anche solo persone normali che seguono istintivamente la direzione che magistralmente indicava e descriveva, oggi possono essere attivamente eliminate, sul piano morale quando non fisico, da apparati dedicati. Con meccanismi che ottengono una selezione avversa della classe dirigente, inclusa del resto l’estinzione dei veri azionisti; che assegnano valore alle persone secondo una scala invertita, per poi fare in modo che tale perversa falsa misura si avveri. Come un processo dove la sentenza viene emessa per prima, e poi il procedimento e la realtà vengono ad essa adattati col dolo e la violenza, potrei dire a Calamandrei se fosse vivo.

Apparati ai quali non è estranea la magistratura, che anche in questo più che i suoi elogi merita la sua diagnosi di conformismo e di letargia morale. Oggi un Calamandrei verrebbe classificato come “un insopportabile importuno”, cioè un rompiscatole, se non peggio. Calamandrei contrastò ai suoi tempi tali capovolgimenti, ormai istituzionalizzati:

“[L’arcivescovo di Palermo Ruffini nel 1964] denunciò una diabolica congiura mediatica mirante a calunniare la Sicilia; una congiura che aveva tre teste. … Danilo Dolci … Giuseppe Tomasi di Lampedusa … e la mafia, la quale, affermava Ruffini, non era niente di grave”. J. Dickie, Cosa nostra. Storia della mafia siciliana, 2005.

“Sono insopportabili questi importuni che ricordano, con il loro esempio, fastidioso come un rimprovero vivente, che nel mondo esiste la onestà e la dignità”. P. Calamandrei, arringa in difesa di Danilo Dolci, 1956.

(da: https://menici60d15.wordpress.com/leopardi-unabomber-e-altri-eversori/)

Lo screening del glaucoma coi paraocchi

2 November 2011

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. De Felice “Dove ci guida la vista?” del 2 nov 2011

Lo screening per il glaucoma, nonostante gli interessi coinvolti, non è stato ancora proclamato efficace su basi scientifiche; per ora non è santo ma solo venerabile. Fo l’advocatus diaboli. A leggere le lunghe e complesse discussioni sui pro e contro dello screening per il glaucoma, la proposta di obbligarvi per legge tutti i guidatori non appare affatto “un modo semplice” né pacifico per prevenire i temibili effetti di questa neuropatia. Il glaucoma cronico, la forma più comune, ha uno sviluppo insidioso, ma non è detto che la misura della pressione intraoculare lo diagnostichi in fase precoce: il rapporto tra aumento della pressione e il danno al nervo ottico non è consistente. Tale incertezza sul nesso causale probabilmente spiega perché lo screening ha specificità molto bassa e bassa sensibilità; cioè dà luogo a tanti falsi positivi (in un’analisi bayesiana, su 4 positivi 3 sarebbero falsi) e anche a falsi negativi; con in più il rischio di provocare una forma acuta di glaucoma; solleva inoltre dubbi sui dati circa l’efficacia, peraltro anche ufficialmente non elevata, delle terapie preventive volte ad abbassare la pressione intraoculare. Terapie che possono avere effetti nocivi anche pesanti, e sistemici, e dare luogo ad una serie di interazioni pericolose con altre patologie e farmaci.

Il glaucoma conclamato può essere causa di incidenti da riduzione del visus e del campo visivo. Ma porta al non rinnovo della patente, per una piccola quota di automobilisti; a differenza della terapia preventiva di massa, che pure incrementa il rischio di incidenti automobilistici, es. causando ridotta visione con poca luce da miotici. Le visite oftalmologiche per il rinnovo della patente di guida con screening obbligatorio potrebbero così non ridurre ma aumentare gli incidenti d’auto. Il paradosso mostra come questi appelli sulle premalattie che suonano di buon senso lascino fuori dal campo visivo bilanci vantaggi/danni che sono intricati e poco entusiasmanti.

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Nella Baltimore eye survey oltre il 50% dei glacomatosi non avevano una pressione intraoculare elevata. Di converso, nello studio di Gordon et al, Archives of Ophthalmology 2002; 120:714-20 risulta che il 90% dei soggetti con la diagnosi di ipertensione oculare non trattati non ha sviluppato glaucoma nei successivi 5 anni. La pressione intraoculare è considerata un fattore di rischio per il glaucoma. Ma non una causa; per sostenere che ciò è falso occorrerebbe portare prove. La ricerca sta sondando numerose ipotesi etiologiche completamente diverse.

I due concetti, fattore di rischio, concetto statistico, e causa, concetto fisiopatologico, sembrano vicini; ma non andrebbero confusi, ma tenuti molto bene separati mentalmente. E la distinzione andrebbe rispettata e spiegata soprattutto nel lanciare allarmi al pubblico. Uno scambio che invece è ormai automatico, essendo uno dei dogmi, delle pietre angolari, della disinformazione medica al pubblico.

Riguardo alla sua posizione che lo screening di massa, magari obbligatorio, sia una scelta che distinguerebbe uno statista da un politico, sono d’accordo nel senso che temo che potrebbe interessare più i nostri politicanti in cerca di commesse che padri della patria immuni dal lobbying:

“Tools for screening for glaucoma are imperfect and there is no currently accepted screening program. It would not be cost-effective to screen the entire population, and many people who are suspected of having glaucoma initially are found not to have the disease on review by an ophthalmologist.” (Australian doctor, july 2011).

A proposito di confusione tra pressione arteriosa e intraoculare, i beta bloccanti preventivi per via locale, molto usati, possono abbassare entrambe, provocando una riduzione della funzione cardiaca; slatentizzando o aggravando un’insufficienza cardiaca (o respiratoria); non l’ideale per una guida sicura.

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Il problema degli effetti collaterali sistemici, e locali, delle terapie farmacologiche per il glaucoma non appare essere stato superato. Le opinioni personali dei medici in tema di nuove forme di medicina possono avere un loro peso, e io le ascolto con attenzione, soprattutto quando non confliggono con gli interessi professionali; ma nel formularle, in campi così difficili, dove spesso sono in gioco decine di variabili, penso venga spontaneo trovare aiuto nelle opinioni esterne. Oggi la Glaxo ha accettato una transazione di 3 miliardi di dollari col governo Usa per avere forzato l’espansione delle indicazioni di suoi farmaci, con effetti catastrofici per i pazienti. Il singolo medico che, convinto che i progressi della medicina lo consentano, voglia proporre sulla base di convinzioni personali una cosuccia come un nuovo screening di massa praticamente obbligatorio, potrebbe esaminare con attenzione le ragioni per le quali, nonostante se ne parli dagli anni ’60, nonostante questo furore per trovare sempre nuovi mercati medici che ha portato la Glaxo a incorrere in costi con cifre da manovra finanziaria, gli screening per il glaucoma non sono stati ancora introdotti, neppure su base volontaria; e controllare quali sono le molteplici condizioni comunemente ritenute indispensabili per proporre uno screening, e se questo insieme di condizioni sarebbe davvero soddisfatto oggi. Il rischio altrimenti è quello di una visione coi paraocchi, che nel caso del glaucoma sarebbe il colmo.

Voler guarire senza essere malati

30 October 2011

Blog Il Fatto

Commento al post di D. De Felice “In sanità servono controlli sul lato umano” del 30 ott 2011

Le slot machine dovrebbero per legge riportare bene in vista l’aspettativa statistica di vincita; che sarà negativa, ovviamente: “Questa macchina vi farà vincere in media 80 centesimi per euro giocato”. Un indice statistico analogo, e non taroccato, dovrebbe essere consegnato, firmato dal clinico, e registrato per verifiche incrociate sull’esito degli interventi, a chi si sottopone a screening: “Questo screening vi farà guadagnare/perdere mediamente x anni di vita” (o di QALYs). Dati recenti mostrano che l’aspettativa soggettiva del pubblico per lo screening per il cancro del seno è stata gonfiata; e confermano che l’aspettativa reale, statistica, non è escluso sia del genere di quelle delle slot machine:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/10/27/la-lotta-ai-contronimi-ideologici-prevenzione/

 https://menici60d15.wordpress.com/2011/10/16/teenage-cancer/

Le sovradiagnosi e gli interventi inutili oncologici sulla mammella sono legali, riveriti, e protetti manu militari, anche dalla magistratura; rientrano in quelle che chiamo “frodi mediche di primo grado”; una frode relativamente meno cruenta di quelle della S. Rita, ma endemica, basata su una forma più sofisticata dello stesso schema, per il quale si antepone alla ricerca del profitto l’utilità delle cure, la veridicità della diagnosi e il “non nocere”:

https://menici60d15.wordpress.com/2009/08/22/la-magistratura-davanti-alle-frodi-mediche-di-primo-e-secondo-grado/

Una frode istituzionalizzata, strutturale, che è come le frodi dei banchieri, come stampare denaro falso con cliché veri:

https://menici60d15.wordpress.com/2008/12/17/sos-cancro-nei-bambini-e-sovradiagnosi/

Invece le grossolane frodi della S. Rita sono frodi mediche di secondo grado: sono come banconote false fatte con la fotocopiatrice; come furbizie di bancari o pusher che fanno la cresta; e che vengono puniti per meglio proteggere le frodi di primo grado:

https://menici60d15.wordpress.com/2009/02/26/roba-da-chiodi/

F. Pansera

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Ringrazio il dr De Felice per le sue parole, e per l’opportunità che offre di esporre qualche commento, sperando di giungere così nel confronto a diradare in qualche punto per qualche istante un poco della fitta nebbia sulla medicina.

@precisa. Il discorso riguarda gli screening in generale: es. quello sui tumori della pelle, che ha portato ad un raddoppio delle diagnosi di melanoma in 20 anni con mortalità invariata. Riuscendo così inoltre a farsi dire bravi perché, curando i nevi per melanomi, il melanoma non risulta più quella neoplasia “cattiva” che in realtà è tuttora.

Non è che la gente “lo sopporta”. E’ indotta a credere dalla propaganda che al massimo dovrà sopportare un falso allarme, ed è propensa a sottoporsi a questi riti apotropaici; ma in realtà in una moltitudine di casi verrà classificata e trattata come malata di cancro non essendolo; con tutti i gravi danni che ciò implica; inclusi, oltre ai danni personali, quelli ai conti pubblici. (Se poi è malata veramente, non potrà contare sulla stessa sollecitudine missionaria per la sua salute, ma si troverà sola e alla ventura, soprattutto se non accetta supinamente le cure che sono concepite in funzione di chi le produce e le commercia, e che come tali possono essere anche peggiori del male).

Quindi la denominazione di “truffa” non è eccessiva, tutt’altro; e le si dovrebbe considerare forme particolarmente gravi di frode. Solo, sul piano psicologico si tratta di quelle che l’economista Galbraith ha chiamato “frodi innocenti” nel suo “The economics of innocent fraud”: frodi che sono integrate nell’economia e nel costume, e che tendono a non essere percepite come frodi perfino quando vengono svelate.

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Prima che ai pazienti, bisognerebbe rivolgersi al pubblico generale. Il sottoporsi regolarmente a interventi medici da sani appare rispondere, invece che alla razionalità, a una logica interiore che è il riflesso di moderne angosce esistenziali. Lo si potrebbe chiamare un voler guarire senza essere malati. Andrebbe spiegato e diffuso il concetto che sul piano pratico accettare di frequentare in continuazione l’ospedale, lo studio medico o la farmacia prima di ammalarsi può essere un grave sbaglio. Sia per il rischio iatrogeno; sia perché favorisce un sistema economico-politico di sfruttamento della medicina che poi quando ce ne sarà davvero bisogno non fornirà la migliore assistenza e le migliori terapie possibili, tutt’altro, ma estorcerà ancora maggior denaro.

La riesumazione dell’etica

27 October 2011

Blog de Il Fatto

Comento al post di N. Dalla Chiesa “La vendetta dell’etica” del 27 ott 2011

 

Mi capita spesso di trovarmi d’accordo con gli enunciati di principio di Nando Dalla Chiesa, e di ammirare il modo in cui li formula; è con la loro estensione che spesso dissento. Sì, c’è una nemesi per aver trascurato l’etica, in particolare quella pubblica; che colpisce chi la calpesta rozzamente, a cominciare dai cittadini semplici che, ormai infettati dal corso storico, credono di poter scimmiottare il Principe, così come pochi anni fa pensavano di poter diventare milionari con la Borsa; senza sapere che senza etica sono un parco buoi anche in tema di diritti fondamentali.

Per andare a chi la trascura in nome di analisi politiche o economiche “oggettive”, pensando che dicendo “scevro da giudizi di valore” ci si qualifichi automaticamente come un serio studioso; che si bea di conoscere e applicare il termine “avalutativo”, ma non conosce o trascura la differenza tra “avalutativo” e “unprincipled”.

Per finire a quelli che la predicano per meglio razzolare, e sono i peggiori come si vede dai risultati; clero, sinistra, intellettuali, agenzie etiche come la medicina, il potere giudiziario, le forze di polizia. La loro ipocrisia è profonda e strutturata come il pozzo di S. Patrizio del Sangallo. Dalla Chiesa vede l’etica calpestata solo da B. e soci, ovviamente. Osservando gli effetti di quella che Illich chiamò la “Nemesi” medica, vedo che riguardo alla salute la parte che Dalla Chiesa difende non è seconda all’Amorale per antonomasia.

Ora che le cose si mettono male, probabilmente ci si ricorderà dell’etica pubblica; retoriche consolatorie si incontreranno con piagnistei di comodo. Ma l’etica non è un emolliente; sferza e brucia. Vorrei riportare un passo di Maccacaro, esempio raro di medico, scienziato, intellettuale e comunista che l’etica la sentiva in interiore homine, a differenza di tanti suoi compagni di partito e colleghi:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/10/27/la-lotta-ai-contronimi-ideologici-prevenzione/

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Blog de Il Fatto

Comento al post di M. Viroli “Letteratura della nuova Italia” del 4 dic 2011

Prevedibile…

https://menici60d15.wordpress.com/2011/10/27/la-riesumazione-dell’etica/

Per una lotta ai contronimi ideologici: la “Prevenzione”

27 October 2011

Blog Metilparaben

Commento al post “Minerva comincia col riprendersi le parole (e vi invita a fare altrettanto)” del 27 ott 2011 

Nel sito della Dante Alighieri ho cercato di propormi come “custode” della parola “prevenzione”. Ma non la considerano tra le parole da proteggere. Eppure è una parola che da benemerita è divenuta pericolosissima. E’ di questi giorni la notizia della proposta, abbastanza allucinante, di estendere ai preadolescenti maschi il vaccino HPV, autorevolmente criticato anche dall’ortodossia (v. “Dalla parte delle bambine”, documentario della tv svizzera); e per il quale occorre dubitare che sia anche solo teoricamente in grado di prevenire il carcinoma della cervice uterina:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/22/liceita-giuridica-del-battesimo-dei-neonati/

Si sta affermando finalmente che lo screening per il cancro della mammella non salva sostanzialmente vite, ma aumenta il peso del cancro diagnosticandolo precocemente o falsamente (Welch, Frankel, Likelihood that a woman with screen-detected breast cancer has had her “life saved” by that screening. Arch Int Med, oct 24, 2011). Da noi invece si cerca di espandere la frode alle donne giovani e alle adolescenti:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/10/16/teenage-cancer/

Gran parte di ciò è stato ottenuto con il misnomer “prevenzione”, che dovrebbe voler dire “Azione diretta a impedire il verificarsi o il diffondersi di fatti non desiderati o dannosi” (Devoto-Oli) e invece nella pratica significa l’opposto, medicalizzazione iatrogena della popolazione sana:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/02/25/anche-gli-psicologi-vogliono-le-spadare/

“Prevenzione” è così divenuta un “contronimo”, una di quelle parole che racchiudono due significati diametralmente opposti, spesso a causa di manipolazioni ideologiche. (V. “contronimi” nel mio sito). E’ un dato di fatto che attualmente per “prevenzione”, che dovrebbe voler dire “evitare di doversi curare da malati” si intende “sottoporsi a interventi medici da sani”; sottoponendosi a trattamenti che comunque li si voglia valutare di fatto esulano dal significato originario. Inviterei la Dante Alighieri e gli altri che hanno a cuore la lingua e la sua funzione sociale a considerare anche l’adulterazione della parole comuni; e in particolare la formazione di contronimi ideologici. Per ora, invito a riflettere sulle parole profetiche di Maccacaro, caso raro di medico e comunista che ci credeva davvero:

La diagnosi precoce, il check-up, gli screenings di laboratorio, i test multifasici: tutte queste cose che sono assordantemente propagandate e reclamizzate, […] sono assolutamente inefficaci e inopportune per la tutela della salute […]. La loro reale funzione è quella di tranquillante sociale, compiuta col dépistage di qualche “vero” malato organico (cancro, diabete, eccetera il cui destino resterà purtroppo immodificato) per dare agli innumerevoli altri la falsa rassicurazione necessaria al prolungamento nel tempo del loro possibile sfruttamento.

La vera medicina preventiva […], l’unica che abbia senso e verità, non è quella che il capitale ci propone ma quella cui il capitale si oppone. E’ la medicina che rintraccia le cause patogene e le elimina invece di trattenersi agli effetti e mascherarli con la finzione del loro riconoscimento precoce. Però se le cause sono nel modo di produzione, nella gestione sociale, nella costrizione di vita che il capitale ha imposto ed impone, cioè se il capitale è – come è – esso stesso patogeno, potrà mai combattere contro di lui e per l’uomo la medicina che si è fatta mediatrice del suo comando sull’uomo?” (In: Francese D. Sanità SPA, 2011).

Le magie dell’Esselunga

24 October 2011

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Franco “Cocaina e banane, trovati 25 chili di droga tra i bancali dell’Esselunga” del 24 ott 2011

Strane cose accadono all’Esselunga. Ora i 25 kg di cocaina tra le banane. E dire che la ditta è strettamente sorvegliata dalle forze dell’ordine. Per esempio, dopo aver postato questo:


https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/07/mafia-padana-e-magistrati/

e questo:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/17/salsa-cilena-allesselunga/

mi ci sono voluti 41 tentativi, nell’arco di un mese (mentre negli stessi giorni, vedo, avveniva il contrabbando di cocaina) per riuscire a compiere le poche centinaia di metri da casa all’Esselunga di via Volta a Brescia senza incrociare almeno un’auto di polizia. Per poi subire il solito comportamento gratuitamente provocatorio all’interno del grande magazzino. Oggi, appena pochi minuti prima di leggere l’articolo de Il Fatto, essendo passato in auto lì vicino, ho goduto della scorta di una Land Rover dalla Polizia provinciale, lo stesso modello di auto e lo stesso corpo di cui riferisco nel primo post, che mi si è messa dietro seguendomi a lungo per poi svoltare per una stradina che porta all’Esselunga.

Quasi sicuramente combinazioni prive di significato; oppure, dato il loro sapore onirico, opera del mago burlone sapientemente descritto da Tornatore nella sua recente apologia cinematografica dell’Esselunga. Oppure forse, attorno a forti realtà imprenditoriali come Esselunga le categorie onesti/criminali/tutori della legalità, presentate dai media e dalle forze di polizia, e sancite – o coonestate – dalla magistratura, e accettate come ovvie e naturali dal pubblico, sono solo parzialmente sovrapponibili a quelle reali; così che i ruoli e le alleanze reali sono talora opposti a quelli apparenti. I magistrati, inclusi quelli che si occupano di mafia, dovrebbero avere presente che vi sono oltre a quelle riconosciute anche forme sommerse di grande criminalità; e la possibilità che, come ho scritto più volte, con l’alibi della lotta alla criminalità si commettano reati non meno gravi.

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@Ecomostro. I fatti oggetto di denuncia si distinguono principalmente in veri o falsi, non in realistici o irrealistici. Io ho i filmati dei passaggi delle auto di polizia. (Né ci vuole molto, con la video sorveglianza, a fare eseguire un passaggio a una pattuglia al bisogno). Contra factum non valet argumentum. Argomento peraltro fallace: possono benissimo esserci fatti veri che suonano irrealistici. Se una denuncia venisse negata a priori perché secondo i gusti di qualcuno, o il sentire comune, non suona realistica, i critici cinematografici potrebbero fare le veci dei PM. Capisco che quanto denuncio possa essere accolto con perplessità. Però conoscere la differenza tra vero e verosimile fa parte del’abc del cittadino consapevole. Negare sicuri un abuso non conoscendo i fatti perché non corrisponde ai canoni Mediaset e Rai di rappresentazione del crimine è invece l’attività preferita dei boccaloni. Il “realistico” spesso non è che un nome rispettabile per “conformismo” e bigotteria. Io ad esempio ho forti dubbi che alla polizia manchi la benzina, visto che non mi riesce di uscire senza incrociarla. E la storia d’Italia è costellata di fatti “irrealistici”, inclusa l’invincibilità della mafia:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/03/17/italia-150-anni-di-conquiste-fiat/

Un piccolo test. Poniamo che sia stata commessa una strage terroristica nella piazza principale di Brescia, diciamo nel 1974. E diciamo che oggi, ottobre 2011, si attenda l’anno prossimo per un’altra tornata del relativo processo. E’ “realistico” che un processo per un fatto tanto grave si estenda al quinto decennio dalla commissione del reato, diverse epoche storiche e politiche dopo? Per me è un esempio della normale assurdità in cui viviamo. Di sicuro, è lo stesso ambiente dove avvengono i fatti che riporto; dei quali probabilmente dovrei discutere solo con chi non consideri “realistici” i tempi – e gli esiti – dei processi sul terrorismo.

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@ecomostro. Quello che non capisco io è come non ci possano essere eccezioni al “continuo via vai” in quel tratto; a Lei succede di incontrare senza eccezioni un’auto della Polizia ogni 500 metri ? E le capita di essere urtato al supermarket dallo stesso dipendente nello stesso punto per 4 volte consecutive?

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@n di zorro. Per proseguire il tuo “brainstorming”, forse non si sono lasciati scappare un quarto di quintale di coca; potrebbero anche averlo lasciato arrivare. Senza offesa. Le forze di polizia hanno precedenti di tutto rilievo nel doppio gioco sulla droga e nel non farsi scappare affari di droga (Ros di Bergamo); nel provocare e reprimere a fini di controllo politico (secondo gli insegnamenti di Cossiga); e nel pilotare l’eversione (attività sulla quale sono state scritte centinaia di pagine). E da quei professionisti che sono riescono a fare queste cose contemporaneamente senza fatica. Non come te che devi sforzarti per emettere contemporaneamente fesserie e insulti.

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@xenomars. A me pare che la polizia, e i servizi, siano anche troppo amici di Esselunga; e che abbiano una tendenza ad allestire insieme falsi scenari. (E che la Coop sia rivale in affari, ma non avversario ideologico di Esselunga, facendo parte dello stesso sistema).

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@pombo. Non mi seguono, si fanno vedere. Lo stalking Esselunga è cominciato a fine 2006, quando scrissi al comandante della municipale, promosso vicecomandante a Milano, e al difensore civico comunale, un magistrato emerito, commentando sulla circostanza, che è durata per tutto il 2006, per la quale ogni volta che entravo o uscivo da una biblioteca o da una libreria di Brescia incrociavo, senza eccezioni, un auto della polizia municipale, CC, PS, etc. E a volte sia quando entravo che quando uscivo.

Questo è l’esergo della lettera del 2006:

Questa specie, ora del tutto perduta, era allora floridissima in Lombardia…
(I Promessi Sposi. Commento sul modo dei bravi di farsi riconoscere dall’abito, dal portamento e dall’esibizione delle armi.)

L’accompagnamento culturale ha smesso di essere al 100%, ed è cominciato quello al supermarket; che è tenace e duraturo. Può darsi che a loro, e mi sa pure a te, siano più congeniali le banane che i libri.

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17 ottobre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di J. Piromallo “Trash-chic, dalle ‘nonne con le palle’ a Mr Esselunga: l’elogio dell’altra giovinezza”

Data la gerontocrazia italiana, è più facile leggere “slurpate” di ottuagenari, o nonagenari, che non le storie di vecchi mal vissuti che hanno condotto il Paese allo sfascio. “Mr Esselunga” è un grosso bottegaio che ha un’esatta percezione delle circostanze; ed è servile o tracotante a seconda del caso. Colluso con uno Stato corrotto (e con un vice comandate generale dei CC nel consiglio di amministrazione), è stato capace di bassezze da taverniere per compiacere i poteri maggiori ai quali deve la sua fortuna. E’, al netto delle adulazioni che compra, privo di qualsiasi visione che non si riferisca al proprio interesse. Può essere dipinto come grande uomo o grande imprenditore solo dai furbastri che si accodano ai Berlusconi, ai Gelli, ai Caprottti, fiutando istintivamente dei capibranco della loro stessa specie.

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1 aprile 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Ferrucci “Bernardo Caprotti, patron Esselunga: “Expo, sì a Coop e Farinetti. Noi fuori”

Caprotti è “calvinista” quanto un capomandamento al Sud è protettore delle vedove e degli oppressi. E chi crede a queste sviolinate è come quei paesani smidollati che si convincono che il capomafia sia un protettore dei deboli.

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27 settembre 2023

Blog de Il Fatto

Commenti al post di B. Ballardini “Spot Esselunga, la pubblicità è alla frutta”

Commento al post di  V. Russo “Una pesca all’Esselunga senza plastica? Si vede che è tutto finto”

“… un vero e proprio «impero del mercato» che, grazie all’operato congiunto del sistema produttivo e di quello statale statunitensi, creò figure nuove – i cittadini consumatori – plasmando sulla sua immagine quella civiltà europea che, fino ad allora, aveva sempre fatto vanto della propria radicale diversità socioculturale rispetto agli Stati Uniti: ecco così sorgere una nuova forma di pubblicità, volta non a convincere informando, bensì a inculcare nella mente del consumatore il bisogno assoluto del bene reclamizzato; ecco sorgere i supermercati (il primo in Italia [Esselunga, ndr] nacque a Milano alla fine degli anni Cinquanta ad opera della International Basic Economy Corporation di Nelson A. Rockefeller) , nuove cattedrali del consumo, la religione che si stava facendo strada nell’Italia del boom.”*

Esselunga, con Caprotti che voleva Draghi PdR, è parte di quell’imprenditoria di stampo USA che copre interessi impresentabili con il “virtue-signaling”, acquistato da ditte di PR, come questo spot alla “Piange il telefono”. (Nel 2019 i CC hanno simulato un attacco terroristico in una Esselunga, a Pioltello. La magistratura dovrebbe guardare al triangolo tra economia liberista, condizionamenti ideologici e apparati di sicurezza, invece di cincischiare sull’ipotesi puerile del pazzo isolato, se volesse fare sul serio sul terrorismo di “Unabomber”** nei supermarket).

* Luzzi S. Il virus del benessere, Laterza 2009.
** Leopardi, Unabomber e altri eversori.

Per lo più la frutta è esposta sfusa; poi la si passa alla cassa non libera come nello spot, ma imbustata e prezzata; dal cliente (“Il servitevi da soli non è un invito, ma un segno di disprezzo, come il termine consumatore”, Piero Chiara). E’ comunque vero che l’involucro non è meno importante del contenuto, e che questo spot lo conferma. Il PdC Meloni, che dovrebbe essere al timone della nave in mare grosso tra gli scogli, twitta che lo trova “bello e toccante”. Il direttore del principale giornale online di opposizione, Gomez, ha versato una lacrima, ci dice. Male, perché le lacrime vanno riservate ai dolori della vita reale, mentre non bisogna farsi smuovere da chi tocca ad arte corde emotive (è anche per questo che da giovani bisogna leggere es. le novelle di Verga, e lasciarsene commuovere: per immunizzarsi dalle dozzinali strimpellate di gelidi imbroglioni nella vita adulta). E soprattutto perché per sopravvivere nella giungla liberista bisogna distinguere l’involucro dal contenuto. In particolare la differenza tra la pelle di agnello e la bestia carnivora che se ne rivesta. Qui a chiamare a raccolta col violino dei teneri sentimenti è una ditta le cui recenti vicende giudiziarie* non sono che la punta dell’iceberg, come sa chi ha a che fare con la “fratellanza” della quale fa parte.

*“Frode fiscale e sistematico sfruttamento dei lavoratori”, sequestrati quasi 48 milioni a Esselunga. Pm: “Sistema illecito fin dal 2016”. Il Fatto, 22 giu 2023.

@ Hobbes:

E’ vero che nessuna offerta al pubblico può avere un successo duraturo se non trova riscontro in una recezione del pubblico. Ma ciò non significa che il bisogno al quale si lega sia “reale”: può essere un bisogno indotto. Amplificandone uno reale o creandolo ex novo. Con la disinformazione e l’indottrinamento. L’industria miliardaria del marketing si occupa di ciò. L’industria plurimiliardaria della medicina – con la quale la grande distribuzione, Esselunga in particolare, ha legami opachi – si basa sulla trasformazione di una domanda genuina e essenziale in una smisurata domanda indotta. Una facile via al profitto, avendone i mezzi, che arriva a livelli criminali. Interessi che hanno appoggi criminali insospettabili*.

Né tantomeno successo di pubblico vuol dire necessariamente “funzione sociale necessaria e importante”. Altrimenti dovremmo dirlo es. di dittature storiche o della droga. Un successo che si basa anche su violenza e censura.

Bisognerebbe al contrario che il potere dei soldi non debordi: qui che venda buoni prodotti alimentari a un prezzo onesto, lasciando ad altri la discussione su temi come la crisi della famiglia. (E stando lontano dalla medicina commerciale, alla quale Esselunga è legata da figure come A. Alfano, già ministro degli Interni).

*Mello M. The United States of America vs Theodore John Kaczynski. Ethics power and the invention of the Unabomber.

@ Hobbes:

Rap di C. Bisio, 1992: “poi ‘sti pescatori greci non potrebbero pescare in alto mare … senza andare a importunare le ragazze come te che normalmente sono brave ma travolte dagli eventi non disdegnano di fare la put.ana?” La ragazza che porti a esempio va in Grecia – e non fa figli – perché l’assetto socioeconomico la costringe in quella direzione. Forse se potesse scegliere liberamente tra vari mondi possibili, preferirebbe quello con una serena vita tradizionale. Pasolini percepì presto come col consumismo alle persone venisse tolta l’identità sedimentata, sostituendola con la forza e la propaganda con una distorta. La “coercive persuasion”, furiosa nel covid. Siamo influenzabili e ci pieghiamo; ma siamo davvero così costituzionalmente scarsi da considerare uno spot livello Harmony, commissionato da pizzicagnoli senza remore per attribuirsi altruismo, come un inedito di E. De Filippo, o ci siamo stati portati?

Studi mostrano che i pazienti “scelgono” cure che non sono nel loro interesse avendo ricevuto informazioni ingannevoli. A volte chiedono cure aggressive che i medici scartano per sé stessi. Mentre quando si dà un quadro onesto e veritiero i pazienti scelgono razionalmente. In medicina sta prendendo piede la “shared decision”, che spesso è un modo mascherato per rifilare cure cattive, lucrose, facendolo figurare come una “scelta” del paziente.

Ma sono discorsi come quelli di Kaczynski, che sono stati collegati a uova esplosive nei supermercati…

La fallacia esistenziale nel dibattito bioetico sulle staminali

22 October 2011

Blog de “Il Fatto”

Commento al post di A. Pisanò “Corte di Giustizia europea, no ai brevetti sugli embrioni umani” del 22 ott 2011

Sono almeno 40 anni che si annuncia la venuta dell’era della produzione di organi e tessuti mediate staminali. Un’idea affascinante; ma il gap tra sogno e risultati pratici resta oceanico, mentre al business occorrono risultati commerciabili. Non importa però che siano reali; trattandosi di medicina, basta dare l’impressione che ci siano. La bioetica, giovane disciplina ancillare al business, serve anche a fornire tale falsa impressione. Il litigio accanito su una carta inscenato tra il mazziere del gioco delle tre carte e il suo compare che si finge uno del pubblico dà agli astanti l’impressione che il gioco sia equo e ci sia per loro una possibilità di vincere. La bioetica assolve spesso lo stesso ruolo: allestendo una diatriba etica, fa sembrare vero l’entimeme dell’esistenza delle cure oggetto di discussione, o della possibilità di ottenerle in tempi brevi. Qui il gioco è quello delle staminali, e mazziere e compare sono i laici e i cattolici. Già 20 anni fa un famoso bioeticista, Kaplan, affrontò il caso, che ancora oggi è prematuro tanto quanto è contorto, di una donna che voleva farsi inseminare artificialmente dal padre, affetto da Alzheimer, per ottenere cellule embrionali con le quali curarlo. Il moralista non si chiese se tale questione non assomigliasse a quelle prove ontologiche che vorrebbero provare l’esistenza di qualcosa, in genere onnipotente, considerandone gli attributi; e se la questione, stante l’impossibilità materiale allo stato di curare l’Alzheimer con le staminali, non appartenesse alla categoria dei sofismi che rispondono in primis a esigenze ideologiche di interesse e di potere.

https://menici60d15.wordpress.com/2011/04/12/i-futures-di-santa-lucia/

https://menici60d15.wordpress.com/2008/01/21/diplomi-di-laurea-bruciati-sul-sagrato-tornano-i-roghi/

I magistrati favoriscono il business delle staminali dando una mano a entrambi gli attori in questa recita, e tenendo a bada i guastafeste.

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@Precisa. Grazie. Andrebbe riconosciuto che la bioetica può avere un fine propagandistico, che segue le leggi del marketing, o delle pubbliche relazioni. Può creare aspettative, e può contribuire a creare un prodotto che è una merce virtuale, fatto solo di aspettative, speranze e false impressioni. Cioè una truffa. Qui siamo a distanze astronomiche dagli impressionanti effetti terapeutici della penicillina sulla polmonite lobare.

Penso che, se davvero si fosse in grado di rigenerare strutture anatomiche con le staminali embrionali, i cattolici, che sono animati da un attaccamento sano, e talora fin troppo viscerale, a questa valle di lacrime, e che hanno avuto un papa che si fece iniettare cellule fetali di agnello nel tentativo di ritardare il redde rationem con Colui del quale era vicario, troverebbero in un lampo buonissime giustificazioni teologiche per usarle.

Dall’altro versante, la sentenza dei giudici della Corte europea toglierà molti “laici” dall’imbarazzo, permettendo di sostenere che se non ci sono stati i risultati promessi è perché, cedendo alle ingerenze clericali, si è penalizzata la ricerca sugli embrioni; dando così nuovo impulso alle interminabili recriminazioni tra “laici” e “cattolici”, la macchina del fumo; fumo che viene poi venduto a peso d’oro.

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Blog “Appello al popolo”

Commento al post “15 ottobre: un punto di vista diverso” del 23 ott 2011 

@Stefano. Segnalo un altro caso di falso dilemma impostato e imposto dal potere (con la complicità dei magistrati) partecipando al quale come “sinistra” si ottiene il doppio vantaggio di fare bella figura apparendo come progressisti e di intascare benefici per la manovalanza fornita alle frodi e alla violenza del potere:
https://menici60d15.wordpress.com/2011/10/22/la-fallacia-esistenziale-nel-dibattito-bioetico-sulle-staminali/

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22 agosto 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. De Felice “E’ tempo di staminali ?” del 21 agosto 2012

L’atrofia muscolare spinale colpisce anche i cani e i gatti. Si sono individuati modelli animali della patologia (Zanotelli et al. Fund Neurol, 2010. 25:73). Al di là della decisione specifica sul caso della piccola Celeste, caso che data la risonanza sta diffondendo presso il pubblico notizie che appaiono infondate e dannose, la magistratura potrebbe disporre di fare eseguire  verifiche sperimentali su animali delle affermazioni miracolistiche della Stamina foundation. Tali prove sarebbero anche nell’interesse dei pionieri, che si dicono osteggiati da “Big pharma” e sono attualmente accusati di truffa e associazione a delinquere. Si potrebbe anche testare la terapia su cani da laboratorio ai quali sia stata praticata una sezione del midollo spinale.

Purtroppo, conoscendo di persona i metodi criminali e miserabili coi quali a Brescia si protegge il business delle staminali, un mega business che nonché essere avversato gode di appoggi impensabili, in quartieri insospettabili, credo che si voglia andare nel verso opposto a quello della chiarezza, e anzi fare caciara per ottenere degli spot mediatici sulle staminali, dove quel che più conta è il clamore. Queste notizie scandalistiche creano in ogni caso speranze e aspettative; che saranno soddisfatte da susseguenti studi “seri” che presenteranno risultati, e relativi prodotti commerciali, meno eclatanti ma comunque ragguardevoli… Le staminali in carenza di risultati reali hanno bisogno di dosi particolarmente elevate di manovre mistificatorie e di propaganda; queste si scientifiche.

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@Marco Biti.

Anche l’opposizione alla sperimentazione animale può essere funzionale agli interessi dell’industria farmaceutica, permettendo di presentare prodotti “scientifici” saltando i controlli; come mostra questo caso della Stamina Foundation, che si sta sviluppando a Brescia parallelamente alla vicenda di Green Hill:

Sperimentazione animale: uno spoglio etico
http://menici60d15.wordpress.c…

Riguardo all’illusione di Vita eterna, c’è chi pensa di ottenerla tramite farmaci; ma sembra che a loro volta alcuni attivisti facciano dell’animalismo un culto, a giudicare dall’irrazionalità, dalla veemenza, e dal sovvertimento della scala tradizionale dei valori.

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27 gennaio 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. De Carolis “Rivoluzione civile, Ingroia e la grana dell’impresentabile” del 27 gen 2013

Pochi sanno della disinformazione, dello stravolgimento della realtà, dei giochi delle parti in corso per propagandare le terapie con staminali, che sono molto lontane dal poter dare i risultati promessi, come la rigenerazione del tessuto nervoso; sia nelle loro sgangherate versioni “dissidenti”, alle quali anche Ingroia sta conferendo visibilità e credibilità, sia in quelle ufficiali, che trarranno beneficio dalla caciara apparendo oneste e plausibili al confronto.

Non ci si rende conto della gravità della candidatura di Andolina nella lista Ingroia. E’ una notizia sinistra e rivoltante, ma molto interessante per la comprensione dei rapporti tra magistratura e poteri occulti, delle complicità della magistratura nella frode medica strutturale, e della reale funzione della lotta alla mafia nel sistema di potere che domina l’Italia. E anche, absit iniuria, dei meccanismi della credulità popolare in tema di medicina. Invece di sognare di essere salvati da Ingroia o Grillo o da chi altro, da Andolina o Guariniello, gli elettori dovrebbero preoccuparsi delle pericolose frodi di Stato sulle quali si sprecano i soldi per la sanità.

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29 gennaio 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post “Ilda Boccassini contro Antonio Ingroia: “Lui come Falcone? Come si permette” del 29 gennaio 2013

Ingroia, che ha avuto un incarico dall’ONU, la stessa organizzazione che ne diede uno al figlio di Licio Gelli, e Boccassini, considerata tra i 100 maggiori “global thinker” mondiali dalla rivista “Foreign policy”, sono allo stesso, altissimo, livello. Ingroia mentre fa ancora parte della magistratura candida Andolina, meritatamente indagato per truffa e associazione a delinquere. Andolina fa da compare nella frode delle terapie ufficiali con le staminali, generando aspettative nel pubblico e conferendo credibilità alle terapie “scientifiche” per contrasto. Gli imbrogli delle terapie ufficiali vengono invece protetti, oltre che manu militari dalla polizia, dai magistrati sobri e rigorosi dei quali Boccassini è un simbolo, che non vedono le frodi e le violenze sulle quali tali terapie si basano, avendo ben altro da perseguire, come la ndrangheta e casi di prostituzione minorile. Una costellazione di astri di prima grandezza.

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30 gennaio 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Maggiani Chelli “Boccassini vs Ingroia, sarà colpa della politica?” del 30 gennaio 2013

censurato

Non è strano questo sgradevole contrasto tra Ingroia e Boccassini? La stranezza è un portato del “tolemaicismo”, ovvero l’interpretare i fatti italiani in chiave esclusivamente locale, escludendo fattori esteri. Che converrebbe invece considerare, anche in questo scontro tra Aiace e Ulisse per le armi di Falcone. Ingroia ha svergognato i politici nazionali, che i poteri forti vogliono ridimensionare, con lo “io so”, ma poi a metà lavoro ha fatto le valige per la terra dei Maya, troncando così un tema, le stragi, che porterebbe a livelli che vanno oltre quello dei politici locali, verso i poteri sovranazionali. L’ONU, che gli ha fornito un intermezzo prima del suo ingresso in politica, dove sta modificando gli equilibri, è la stessa organizzazione che diede un seggio al figlio di Gelli.

Certo Ingroia non l’ha imparato da Borsellino a candidare, essendo ancora magistrato, un inquisito come Andolina. Che non è solo l’artefice ma anche il compare di una truffa per il lancio delle terapie con staminali: gioca il ruolo del ciarlatano a favore delle terapie ufficiali, che sono altrettanto inefficaci, e otterranno così domanda e credibilità. Le frodi mediche strutturali sono protette dalla magistratura, che lascia fare sui reati dei poteri sopranazionali, come quelli di Big Pharma, con la scusa che c’è da badare alla ndrangheta, o alle malefatte di B.; ciò può spiegare perché alla Boccassini la rivista “Foreign Policy” ha conferito il titolo di “top global thinker”.

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@mondoallarovescia. E’ difficile seguire un discorso su ciò di cui non si parla. In generale, sì, di fatto le Procure e altri uffici giudiziari conformano la loro azione a interessi illeciti delle multinazionali farmaceutiche, modulando interventi e omissioni. Vedi ad es:

Per cosa è morto Pantani. Lo sport e il marketing farmaceutico.

https://menici60d15.wordpress.com/2013/01/29/per-cosa-e-morto-pantani-lo-sport-e-il-marketing-farmaceutico/

Nel caso delle staminali, ho intenzione di scrivere estesamente su come stia avvenendo qualcosa di simile a Brescia, col caso Stamina.

Occorre distinguere tra “negativo” e “proibito”. La magistratura combatte il negativo, che viene altamente pubblicizzato, come la ndrangheta, ma non il proibito, che non deve esistere nel discorso pubblico. Il titolo di grande pensatore globale a quello che attualmente è il più celebre magistrato lombardo appare essere un incentivo non alla libertà intellettuale, ma all’opposto al conformismo giudiziario e culturale di una magistratura e una polizia asservite ai poteri maggiori, che di fatto fiancheggiano forme di crimine istituzionalizzato ancora più forti della mafia, e non meno nocive per il cittadino.

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Alcuni economisti ultraliberisti sostengono che molte attività considerate ignobili – usuraio, ricattatore, spacciatore, poliziotto corrotto, chi sfrutta il lavoro minorile etc. – sono in realtà eroiche, perché forniscono servizi economici richiesti. Tra queste, un autore (Block W. Defending the undefendable. Ludwig von Mises Institute, Alabama, 2008) cita anche il “medical quack” il ciarlatano (accanto al “pimp”, il lenone). Per motivi che ho tentato di segnalare agli elettori su questo blog (ma il mio commento è stato rimosso), candidando Andolina Ingroia, e Rifondazione comunista, si mostrano più vicini a queste teorie dei seguaci di Milton Friedman che alle sane idee di Borsellino sui requisiti dei candidati. Del resto Ingroia non è l’unico magistrato a considerare l’illegalità non come una soglia, ma come una finestra; dove solo alcuni reati, quelli messi bene in vista, vanno perseguiti; mentre altri ancora più gravi ma non visibili vanno tenuti nascosti, tollerati, e anche attivamente favoriti; come la frode medica strutturale ed i reati che l’accompagnano.

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@peppefer.  “C’è un giudice a Berlino” (Cicchitto, piduista e berlusconiano, su una sentenza a favore di Andolina). Spero che questo serva a chiarire a cosa accomuno quelli sulle sue posizioni. Grazie per riconoscere che apparteniamo a categorie diverse.

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1 febbraio 2013

Blog de il Fatto

Commento al post “Cellule staminali, giudici autorizzano cura compassionevole per bimba di 5 anni” del 31 gennaio 2013

I giudici, in questo caso quelli di Crotone, sono troppo modesti. Il merito di avere coraggiosamente lanciato, contro ogni apparente ragionevolezza, la terapia con staminali per una patologia come il morbo di Niemann Pick, naturalmente a scopo compassionevole e non certo per fare soldi, va a loro non meno che ai “centri d’eccellenza internazionale” che renderebbero secondo il ricorrente “pleonastico” illustrarne la giustificazione razionale. E’ una nuova brillante forma di validazione delle cure che potrebbe essere chiamata “a simmetria centrale”, essendo costituita da una legittimazione reciproca tra due argomenti ad auctoritatem. La disposizione delle due autorità, medica e giudiziaria, tra di loro ricorda infatti quelle figure a simmetria centrale come il simbolo buddista dello yin-yang. Più qualche aiutino del genere di quelli per i quali vanno rinomati posti come Cutro; mentre viene ingiustamente trascurato come è a Brescia che li si usa efficacemente contro chi disturba questo genere di progressi scientifici ed etici.

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Di parassiti che prosperano vendendo fumo e speculando sulle disgrazie altrui – come in questo caso – non ci sono solo i preti. I popoli possono essere narcotizzati con le religioni tradizionali, ma anche con forme magico-religiose travestite da “scienza”. Gruppi cattolici hanno manifestato davanti ai tribunali perché queste cure fossero applicate. Quando c’è da mangiare abusando della credulità popolare nessuno della brigata manca all’appello. I preti sulle staminali sono come i comunisti di Berlusconi, che secondo lui mangerebbero i bambini quando invece pranzano e cenano assieme.

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@ Stefano Mori.  Nel lavoro citato (“Neural stem cell implantation extends life in Niemann–Pick C1 mice”. Journal of applied genetics 48 (3): 269–72.) si ammette che il danno neurologico e il decadimento fisico non sono stati migliorati dall’intervento. Ciò dovrebbe impedire di parlare di effetto terapeutico. Produrre princisbecco, unendo nelle corrette proporzioni rame, zinco e stagno, è un onesto esercizio di metallurgia. Sostenere che si è fatto un passo avanti verso la generazione di oro, o che si ha la formula per generare oro, invece è cosa diversa.

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@ Stefano Mori. Segnalo a lei e ad altri interessati la raccolta di commenti “La fallacia esistenziale nel dibattito bioetica sulle staminali”:
http://menici60d15.wordpress.c…

e anche un editoriale sul Lancet, uscito oggi, intitolato “What is the purpose of medical research? “ 2 feb 2013 381: pag. 347, dove si dice che lo scopo della ricerca biomedica non è più quello di avanzare la conoscenza per il bene della società, trovando modi di prevenire e trattare le malattie, ma quello di fare soldi, anzi di essere un “motore economico” per le nazioni. E si invita a fermarsi, riflettere, e invertire la degenerazione.

4.2.3

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2 febbraio 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Borsellino “Cosa penso davvero di Ingroia e del suo progetto politico” del 1 febbraio 2013

censurato

La prospettiva di un politico pulito attrae chi vorrebbe un’Italia pulita. Ma non credo che Ingroia rappresenti una vera svolta rispetto a quei mediatori del parassitismo che sono le altre liste. Mi permetto di consigliare cautela; perché Ingroia non si è ancora tolto la toga, e non è ancora entrato in Parlamento, che ha già candidato un soggetto come Andolina, che non solo è inquisito per truffa e associazione a delinquere a danno di malati, ma è implicato in una operazione inqualificabile, a favore di grandi interessi industriali e finanziari, che si avvale, tra gli altri appoggi, di quel genere di strutture “deviate”, o meglio devianti, che nei decenni precedenti si sono occupate in maniera criminale e funesta di magistrati come Paolo Borsellino.

Lo si associa a figure che furono un’eccezione rispetto alla media dei colleghi; ma di fatto nella scelta dei candidati mostra di esercitare il peggiore vizio della corporazione che l’ha espresso, favorendo intrighi e manipolazioni che esiteranno in forme particolarmente gravi di parassitismo del potere a danno dei cittadini. L’entusiasmo acritico non è un buon antidoto al cinismo gretto. Il sogno non interrompe l’inganno, ma può prolungarlo. Anche senza puntare il dito verso Ingroia quando lo elogiano persone da ascoltare come Salvatore Borsellino, non  bisognerebbe dimenticare che sono all’opera menti un po’ più raffinate delle nostre; e, ho l’impressione, di quella dello stesso Ingroia.

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7 febbraio 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di  F. Marcelli “Crozza chiedi scusa ad Andolina, ma pubblicamente!” del 7 febbraio 2013

Con Andreotti, appoggiato dal PCI, gli Italiani hanno perso le libertà democratiche. Con Berlusconi, appoggiato dai post-PCI, la decenza e il decoro. Monti, aiutato dai DS, gli ha tolto i soldi. Ora, con “politici” come questi che vogliono imporre l’introduzione di terapie strampalate e lucrosissime tramite le candidature elettorali e a colpi di querela, agli italiani verrà tolta la salute (sempre con i comunisti a fare da spalla).

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@ Giuseppe Marcantonio. Misuratela tu (ma non esagerare). Conosco le frodi mediche. Si comincia col misurare la temperatura e si finisce con terapie da 80000 euro a ciclo….

Del resto, come si guadagnano il lauto stipendio quelli che ottengono il posto di parlamentare se non come in questo caso, inscenando una manfrina sulle staminali, un’operazione demagogica che si volgerà a favore di Big Pharma, e che per il cittadino avrà effetti non meno dannosi del pizzo e delle violenze della mafia. A proposito, su 160 commenti 0 di grillini.

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17 aprile 2013

Blog de Il Fatto 

Commento al post “Staminali, Nature: “No a malati come cavie. Italia ascolti monito” ” del 16 aprile 2013

Al convegno vaticano criticato dalla rivista inglese ha aderito Sir JB Gurdon, Nobel 2012 per le sue ricerche sulle staminali. Contemporaneamente al convegno, in USA esce un libro dal titolo “The healing cell: how the greatest revolution in medical history is changing your life” che esalta le promesse scientifiche sulle staminali. E’ scritto da un prete, una dottoressa-businesswoman e un giornalista medico, con forti legami con l’establishment biomedico USA; prefazione di Benedetto 16°. In questo imbroglio, i preti e gli scientisti anglosassoni sono molto più vicini e solidali di quanto Nature, coi suoi toni indignati, non voglia far credere. E’ piuttosto una manfrina tra compari per fare passare il business delle staminali creando aspettative con tecniche di propaganda mediatica. I preti la buttano sull’etica astratta e sul sentimentale; gli scientisti sul metodo scientifico e i regolamenti, che garantirebbero la verità essendo a prova di frode (ma non lo sono, tutt’altro). Gli spettatori ruspanti scelgono la ciarlataneria strappalacrime della Stamina; quelli che si sentono intellettuali e laici, le boriose frodi dell’attuale ricerca biomedica commerciale. L’apparente scontro tra i discepoli di san Francesco e gli adoratori di Newton, i toni roboanti dei due “contendenti”, coprono l’avida ricerca del profitto e la carenza di progressi rilevanti, di prospettive terapeutiche reali, di scienza e di onestà che accomunano entrambi.

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6 maggio 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Bellelli “Sperimentazione e modelli computerizzati: se il biologo si chiama computer” del 5 maggio 2013

Anche  i modelli matematici applicati alla medicina vengono deformati dalle pressioni commerciali. La biomatematica può spiegare che “La norma della crescita biologica è quella esponenziale. Una casa cresce per accrezione: i mattoni che rappresentano le unità di incremento non crescono essi stessi. Ma la caratteristica centrale della crescita biologica è che ciò che è formato dalla crescita è esso stesso a sua volta capace di crescere” (P. Medawar). Ciò aiuta a comprendere come il trapianto di midollo osseo, dove cellule staminali producono – come avviene fisiologicamente – centinaia di milioni di cellule isolate al giorno, non autorizza alla metafora del muratore, nella quale cellule staminali sarebbero capaci di rimpiazzare i “mattoni” perduti nei parenchimi e nei tessuti strutturati a popolazione cellulare stabile o perenne.

Su questo principio basilare si tace, per non guastare la piazza al business delle staminali. Altre volte invece si vorrebbe soppiantare la sperimentazione, oggi scomoda per il business, col computer. Pretesa che ricorda un errore del grande biomatematico D’Arcy Thompson. Dimostrò matematicamente che nella gallina la peristalsi foggia l’uovo in modo che il polo ottuso stia davanti rispetto al moto. L’uovo esce in effetti così; solo, studi radiografici hanno poi mostrato che in realtà l’uovo procede nell’ovidotto col polo acuto avanti, e si capovolge poco prima della deposizione.

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v. anche:

Cerca “staminali” nel sito.

Lo sport per propagandare l’hi-tech biomedico. in: Per cosa è morto Pantani. Lo sport e il marketing farmaceutico

https://menici60d15.wordpress.com/2013/01/29/per-cosa-e-morto-pantani-lo-sport-e-il-marketing-farmaceutico/

Linee guida mertoniane e linee guida commerciali. In: La corruptio optimi nel liberismo: le linee guida cliniche e il decreto Balduzzi

https://menici60d15.wordpress.com/2012/10/21/la-corruptio-optimi-nel-liberismo-le-linee-guida-cliniche-e-il-decreto-balduzzi/

Informazioni riservate su Black bloc e Indignati

16 October 2011

Due analisi riservate sui Black bloc e su coloro che, tutto al contrario, civilmente manifestano contro le banche con la benedizione di Mario Draghi:

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Blog “Appello al popolo”

Commento al post “15 ottobre: un punto di vista diverso” del 17 ott 2011  

Beati i Black bloc, che vengono lasciati liberi di sfasciare tutto senza ombra di poliziotto attorno: a me per riuscire ad andare a comprare il pane all’Esselunga vicino casa senza incrociare auto delle forze di polizia, l’ultima volta ci sono voluti numero quarantuno tentativi, eseguiti in 11 giorni, nell’arco di un mese. Avendo la sorte di essere oggetto di un assillante e ostentato stalking di polizia, con associate provocazioni in borghese per giustificarlo e connivenze della magistratura perché resti impunito, forse vedo i fatti del 15 ottobre sotto una prospettiva un po’ deformata. Sono consapevole che suoni come una delirante calunnia sostenere che storicamente in Italia la violenza politica più cieca e insensata è salvo eccezioni pilotata dal Viminale e da Viale Romania, e dagli annessi servizi, che a tale fine con consumato mestiere infiltrano i gruppi adatti, e sobillano e lasciano liberi di agire i peggiori cialtroni, per poi presentarsi come paladini della legalità, in modo da preservare lo statu quo. Ma, tendendo ormai a vedere polizia dappertutto, aggiungo che ad essere manovrati non sono stati solo i facinorosi: il corteo può essere considerato come composto al 100% da infiltrati. Secondo me, oltre ai Black bloc, ai quali la polizia ha affidato in subappalto delicati compiti politici, anche i manifestanti pacifici sono riconducibili alla polizia: in quanto carabinieri spirituali. Chi, obbedendo agli ordini mediatici, si dichiara “indignato” per ciò che Altan raffigurerebbe come un ombrello piantato nel suo didietro, e rafforza l’espressione del suo sdegno con una educata camminata di gruppo in una bella ottobrata romana, è l’omologo civile dei CC delle barzellette.

https://menici60d15.wordpress.com/2011/04/29/le-ragioni-per-non-votare/

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Il ritorno dei samurai angolo via Labicana

Caro Stefano, a me fa molto piacere avere trovato persone che, da un percorso diverso, sono giunte, in forma più strutturata, ai miei stessi ideali di Giustizia sociale, Sovranità nazionale e Indipendenza. Anche se ammiro e supporto il voler tradurre tali ideali in azione politica concreta, non sono d’accordo nel credere che il popolo possa fare suo, con la necessaria intensità, un tale progetto politico. Lo si vede in questi giorni. Il potere fa fatti; il popolo non fa niente. Non i manifestanti violenti, col fuoco di paglia dei loro capriccetti futili e funzionali all’oppressione. Non gli indignati obbedienti, ai quali vanno bene tutti i politici, e l’attuale sistema, e qualsiasi ideologia, se assicurano il potere d’acquisto per i consumi e il quieto vivere. Forse questi nostri ideali sono un po’ come quelli di certi rivoluzionari risorgimentali, che non piacevano in primis a coloro che i rivoluzionari pensavano di emancipare.

Riguardo all’azione politica, fa molto poco anche quella. Pur nel mio pessimismo, penso che si dovrebbero chiedere le dimissioni del ministro dell’interno, per le sue evidenti responsabilità, se non altro omissive (ma non credo solo omissive), nell’accaduto (e magari organizzare una manifestazione a tale fine). E si dovrebbero chiedere indagini giudiziarie sulle responsabilità delle forze di polizia. O anche in questa (per me del tutto inverosimile) incapacità di controllare e fermare un pugno di ragazzini nel cuore di Roma non si vede nulla di colpevole? Invece tale elementare risposta politica non solo non c’è un 20% che la chiede, ma non c’è nessuno. Se si vuole conquistare il popolo, bisognerebbe mostrargli i valori di pregio che un movimento come il tuo può offrire: la tensione a vedere le cose chiaramente e il retto rispondere. La radicalità della ragione e la sostanzialità dell’azione contro la hubris mediatica.

Trovo deprimente che, dopo le centinaia di morti e i danni alla nazione causati dalla strategia della tensione, la gente comune, e anche chi “should know better”, continuino ad accettare, come per un riflesso automatico, lo stesso schema narrativo di quella che è la solita farsa. Che andrebbe chiamata dei “samurai invincibili”, secondo l’espressione di Tobagi. E alla quale il pubblico partecipa prendendo la parti ora dell’uno ora dell’altro degli attori, con pensosi distinguo ma in maniera prevedibile quanto per una sceneggiata napoletana.

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Stefano, il commento di Buzz che tu approvi mi sembra, per le parti che riesco a capire, un insieme di affermazioni sussiegose, apodittiche e sbagliate. “Partire dagli effetti per dedurne [inferire] una causa”, essendo note alcune premesse, come quella storicamente accertata dell’esistenza dell’eversione di Stato, non è “scientificamente scorretto”: si chiama “abduzione”, operazione che si fa coincidere con la generazione creativa di ipotesi scientifiche che consente il progresso della conoscenza sulle cause dei fenomeni. Ma qui non accorre grande creatività. E d’altro lato, dopo 70 anni di storia della Repubblica, parlare con cipiglio di dietrologia, pigrizia intellettuale, tesi comode, incapacità di apprendere dalla storia, gravi errori metodologici etc contro chi fa notare che esiste la strategia della tensione, richiede capacità e “metodi” che sono lieto di non possedere.

Quanto affermi sull’inizio di un nuovo periodo storico e su ciò che sono stati questi anni mi pare invece molto interessante. Ma non contrasta con quanto dico: il potere può avere anzi un interesse ancora maggiore a intervenire con l’esibizione mediatica di violenza pilotata, per orientare l’opinione pubblica contro possibili forme di violenza spontanea o politicamente organizzata, per spingere verso forme di protesta votate al fallimento, e per favorire leggi e prassi repressive.

Tornando all’epistemologo Buzz, c’è una fallacia gigantesca ed esiziale, che tutti tendiamo a commettere: di accettare l’assunto implicito che il ristretto ventaglio di opzioni che ci viene presentato dal potere e dai media esaurisca le possibilità. Oggi accettando il falso dilemma Indignados o Black bloc. I primi mosci e inconcludenti, gli altri finti e insensati. Se ci si fa dettare dal padrone, che ci mostra due scelte apparentemente opposte, la strategia per uscire dalla subalternità, la vittoria non è proprio assicurata. Lo spettro, sia dell’esistente che del potenziale, è molto più ampio: c’è la violenza che cova di chi è veramente oppresso, e che non si limiterebbe all’innocua Cinecittà dell’altro giorno; c’è la rabbia di chi non sfila a comando ma non ce la fa più e voterebbe qualcuno più serio delle attuali maschere della politica. Ci sono i modi nuovi, inediti da scoprire urgentemente – questa sì è pigrizia, oltre che errore politico madornale – di opporsi efficacemente al potere; senza cadere né nella trappola di chi ti vuole addormentare dandoti ragione a chiacchiere, né in quella che ti incita a fermare un Frecciarossa in corsa a spallate.

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Blog de “Il Fatto”

Commento al post di Travaglio “Prendo le distanze” del 20 ott 2011

Scusi Travaglio, ma qui si stanno prendendo le distanze anche dalla legalità. A proposito della mescolanza di farsa e tragedia in Italia (Pasolini, oggi citato per la sua difesa dei poliziotti, andrebbe citato per “L’Italia è un Paese ridicolo e sinistro. I suoi governanti sono maschere comiche, vagamente imbrattate di sangue”); perché non chiedere le dimissioni di Maroni, per non avere saputo controllare e fermare un pugno di scemotti che ha guastato una manifestazione politica? E chiedere alla magistratura di indagare su responsabilità, che appaiono palesi, delle forze di polizia, sempre che il tema “poppe e natiche frequentate da B.” le lasci un po’ di spazio? C’era un giornalista, Tobagi, che contestava il dogma dell’invincibilità dei manovali del caos, ma purtroppo l’hanno ammazzato:

Il ritorno dei samurai angolo V. Labicana. In: https://menici60d15.wordpress.com/2011/10/16/informazioni-riservate-su-black-bloc-e-indignati/

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Segnalato su:

Blog di A Giannuli

post “La manifestazione di Roma: solito dejavu?” del 15 ott 2011

Comunicato del SIU* n. 1

Colendissimo Signor Lunnai

Due documenti riservati su Black bloc e Indignati, che mi auguro non cadano nelle mani di complottomani e dietrologi:

Informazioni riservate su Black bloc e Indignati

Suo fratello in Iside

Clisma 4

Guardia scelta del SIU*

* Scatorchiano Intelligence Unit.

e post ” Ancora su Piazza San Giovanni” del 18 ott 2011:

Riguardo ai consigli di Cossiga nel 2008:

https://menici60d15.wordpress.com/2008/10/29/incudine-e-non-martello/

Blog “L’aria che tira” di M. Cedolin 

Post “Dietro il fumo dei lacrimogeni e delle camionette che vanno a fuoco, c’è una società in cancrena” del 21 set 2011:

C’è una fallacia gigantesca ed esiziale, che tutti tendiamo a commettere: accettare l’assunto implicito che il ristretto ventaglio di opzioni che ci viene presentato dal potere e dai media esaurisca le possibilità. Oggi accettando il falso dilemma Indignados o Black bloc. I primi mosci e inconcludenti, gli altri finti e insensati. Se ci si fa dettare dal padrone, che ci mostra due scelte apparentemente opposte, la strategia per uscire dalla subalternità, la vittoria non è proprio assicurata. Lo spettro, sia dell’esistente che del potenziale, è molto più ampio: c’è la violenza che cova di chi è veramente oppresso, e che non si limiterebbe all’innocua Cinecittà dell’altro giorno; c’è la rabbia di chi non sfila a comando ma non ce la fa più e voterebbe qualcuno più serio delle attuali maschere della politica. Ci sono i modi nuovi, inediti da scoprire urgentemente – questa sì è pigrizia, oltre che errore politico madornale – di opporsi efficacemente al potere; senza cadere né nella trappola di chi ti vuole addormentare dandoti ragione a chiacchiere, né in quella che ti incita a fermare un Frecciarossa in corsa a spallate.

In:

Informazioni riservate su Black bloc e Indignati

Blog Metilparaben

Post “I garantisti delle leggi speciali” del 20 ott 2011 

Gatta ci cova…

https://menici60d15.wordpress.com/2011/10/16/informazioni-riservate-su-black-bloc-e-indignati/ 20 ottobre 2011 17:09

Blog Dietro il sipario

Post “Gli Indignados, strumenti inconsapevoli del Lucis Trust” dell’8 nov 2011

Informazioni riservate su Black bloc e Indignati

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Segnalazioni censurate: 

Blog de Il Fatto:

Post di P. Ojetti “La legge Irreale” del 17 ott 2011:

Ecco fatto. Bravi:

Informazioni riservate su Black bloc e Indignati

Post di Claudio Fava “Le leggi liberticide non servono” del 18 ott 2011:

I comportamenti liberticidi servono:

Informazioni riservate su Black bloc e Indignati

Post della Redazione “Roma, cortei in centro vietati per un mese. Solo “una manifestazione statica” per la Fiom” del 17 ott 2011:

C’è qualcosa che non quadra…

Informazioni riservate su Black bloc e Indignati

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3 maggio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post “No Expo, Milano in piazza per ripulire città dopo i black bloc. Il sindaco Pisapia: “No a ogni sopruso e violenza””

Conoscendo i costumi di ASM in materia di soprusi e violenza, e i suoi legami con gli specialisti del false flag, capisco quanto facciano comodo i fantomatici (*) black bloc a quelli come Pisapia.

* Fantomatico: che sfugge misteriosamente a ogni identificazione (Devoto Oli).

@ mariel_3. La spazzatura è il vostro mestiere.

@ ididit4love. E’ tipico di certi ambienti istituzionali: “si lavano dalla melma detergendosi con altra melma” (Eraclito). Si sbiancano del loro fascismo coi black bloc nerovestiti.

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4 maggio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di E. Liuzzi “No Expo: Milano due giorni dopo. Una lezione di civiltà”

Luciano Bianciardi “milanese” di adozione? “Faranno insorgere bisogni mai sentiti prima. Chi non ha l’automobile l’avrà, e poi ne daremo due per famiglia, e poi una a testa, daremo anche un televisore a ciascuno, due televisori, due frigoriferi, due lavatrici automatiche, tre apparecchi radio, il rasoio elettrico, la bilancina da bagno, l’asciugacapelli, il bidet e l’acqua calda. A tutti. Purché tutti lavorino, purché siano pronti a scarpinare, a fare polvere, a pestarsi i piedi, a tafanarsi l’un con l’altro dalla mattina alla sera. Io mi oppongo.”

Bianciardi nel 1953 si batté contro la legge-truffa. Oggi quelli che sarebbero i suoi concittadini ignorano la legge-truffa di Renzi per occuparsi di questa storiella edificante per preadolescenti non troppo svegli. Forse Bianciardi era un anarchico, un anticonformista. Ma lui era una persona seria, che si occupava di cose serie; alieno dalle buffonate come questa, dove si è lasciato che si sporcasse per poter dire di essere puliti.

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@ Emiliano Rossi. Sì, sembra che questo del “fare pulizia” sia un tema caro ai fascisti, o comunque a chi è su posizioni autoritarie. Ci sono tanti esempi. Dopo l’8 settembre il “Lustige Blatter” di Berlino pubblicò una vignetta dove una mano con una spazzola con la svastica toglie il fango che copre lo stivale Italia; con la dicitura “Via la feccia!”. Pare che i torturatori della dittatura argentina degli anni Settanta cospargessero di saponata per pavimenti i prigionieri legati alle brande per poi passarli con lo spazzolone. A proposito della città che il 23 marzo 1919 diede, con l’adunata di Piazza San Sepolcro, il battesimo al fascismo – e a proposito di “psyops” – c’è da dire che aziende che si occupano di rifiuti legate al Comune di Milano e al Comune di Brescia hanno questo costume squadrista, cioè violento e vile, dell’uso metaforico e “suprematista” del pulire. Pulire meritoriamente la società come si puliscono le strade; una “pulizia” che consente la “cosificazione” delle persone. L’innalzarsi trattando altri esseri come cose è una delle componenti del carattere fascista. Può darsi inoltre che in questi soggetti, e nei loro complici e mandanti, sia all’opera il meccanismo di difesa della formazione reattiva, data un’implicita consapevolezza della sporcizia che hanno dentro, e delle montagne di letame che creano nella loro ricerca ossessiva di denaro e sicurezza.

@ Emiliano Rossi. A volte. Bisogna vedere caso per caso, rifiutando formule a priori di qualsiasi segno. Va riconosciuto che “pulire” può essere un eufemismo ideologico, come “pacificare” o “uomo d’ordine” o anche ”liberismo”; nel gergo della malavita meridionale, “pulizzare” significa assassinare. O può indicare semplicemente la funzione igienica ed estetica, socialmente utile. L’ambiguità della figura del pulitore è rappresentata dalla parola inglese “scavenger”, che denomina sia lo spazzino, chi tiene pulita la città, che gli animali saprofagi, come la iena, lo sciacallo, l’avvoltoio. Dalle parti di Pisapia ci sono grosse aziende per le quali valgono entrambe le accezioni.

@ Emiliano Rossi. Se sei interessato, c’è il classico “Purity and danger” della sociologa M. Douglas, su come ottenere sacralità dallo sporco. Un tema che nella Lombardia ciellina-piddina ha una rilevanza generale.

@ Emiliano Rossi. Prego. Questo scaricare le colpe della politica su misteriosi imbrattatori dei muri di Milano riporta a un famosissimo precedente; e agli sfoghi di Renzo all’osteria della luna piena. Vedi se ti vuoi segnare pure questa.

@ Emiliano Rossi. A scuola spesso si fanno studiare, pedantemente, cose buone ma inadatte a dei ragazzi. Col risultato di “vaccinare” contro il sapere. I romanzi letti dopo che un po’ si è conosciuto la vita sono un’altra cosa. A rileggerli liberamente da grandi “i promessi” non sono pesanti, consolano e aiutano a capire. La buona letteratura ha anche un valore pratico: rende “scafati” sulle fregnacce narrative di bassa lega che ci propina la propaganda.

Teenage cancer

16 October 2011

Blog de Il Fatto

Commento al post di J. Piromallo “UnderForty: da Napoli contro il tumore al seno” del 14 ott 2011

Su il Fatto la giornalista Piromallo incita la rete perché si estenda lo screening per il cancro della mammella alle donne sotto i 40 anni. Voci autorevoli sostengono che le donne dovrebbero essere informate sul rischio di sovradiagnosi. Le statistiche, quelle mostrate al pubblico dai media compiacenti, mentono. Molte lesioni della mammella classificate istologicamente come cancro sono clinicamente silenti e non necessitano di trattamento. Più aumentano gli screening di massa, che catturano tali lesioni, fino al 46% in uno studio, più aumenta surrettiziamente l’incidenza; e più le cure sembreranno efficaci [1]. Due ricercatrici hanno calcolato che gli effetti degli screening sulla mortalità al netto di queste sovradiagnosi non sono più che minimi [2]. In realtà, più donne sane riceveranno l’etichetta di malate di cancro e i relativi danni fisici, morali, economici.

Ora tocca alle giovani; ma la lotta al cancro non dovrebbe essere affidata a “battaglie per la vita” dei blogger. Dovrebbe essere regolata dallo Stato. I cui occupanti favoriscono campagne mediatiche che alimentano un business miliardario che prospera svuotando seni, e fanno zittire chi dissente. Le forze che si presentano come “progresssiste”, legate alla grande finanza, sono in prima linea in queste campagne pseudoprogressiste.

Questo martellamento tendenzioso farà presa soprattutto sulle giovani che si trovano in una condizione di fragilità; costituzionalmente, o per circostanze di vita (stress, delusioni, solitudine, etc.). Tipico di queste operazioni è l’accostamento del cancro ad argomenti frivoli, come le borsette e i rossetti del link dell’articolo al NY Times sul Breast cancer awareness month.

1.https://menici60d15.wordpress.com/2008/12/17/sos-cancro-nei-bambini-e-sovradiagnosi/
2. Cutler, Burki. Overdiagnosis may further diminish mammographic breast cancer benefits minimized by elegant study. Climacteric. Journal of the International Menopause Society, apr 2011

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@Mir2011. Bisognerebbe darsi il coraggio morale di capire, e di spiegare se si comunica tramite i media, che gli esami diagnostici sono come le medicine: gli eventuali vantaggi vanno bilanciati coi possibili danni. Danni possono derivare anche da procedure non invasive: le informazioni generate dall’esame possono innescare una catena di interventi clinici nociva. Così come le medicine non sono caramelle, gli esami di imaging non sono fotografie, e possono essere pericolosi:

Screening could seriously damage your health. British medical journal 1997;314:533.

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5 ottobre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di M: G: Luini “Anna Tatangelo e la prevenzione: se proprio dobbiamo parlarne”

Quello del cancro del seno è un caso paradigmatico della sottomissione della medicina attuale a logiche di mercato, ciniche e spregiudicate. Dalla ricerca alla clinica alla propaganda. Incluso il fare leva su temi psicologici fuori luogo, ma sui quali le donne sono più vulnerabili. A qualche donna che anziché partecipare al business volesse difendere sé stessa e le altre donne da questi che in fondo non sono che mezzucci squallidi, che puntano sul fare presa soprattutto sulle donne meno difese, per cultura o per stato psicologico, segnalo il capitolo “Smile or die: the bright side of cancer” nel libro “Smile or die” (Granta, 2009) di Barbara Ehrenreich, una nota femminista americana (con un Ph.D. in biologia) che dopo una diagnosi di tumore della mammella non si è lasciata abbattere, né abbindolare; ma ha conservato lo spirito critico, e ha riportato con chiarezza ed energia quale oscena incastellatura di frivolezze il business abbia montato a scopo promozionale su un tema serio come il cancro del seno. E sulla relativa disinformazione, grave – o criminale – a scopo di lucro; es. secondo quanto viene fatto dire alla cantante che “la prevenzione DEVE [sic] interessare tutte le età, soprattutto le ragazze, incluse le ventottenni”.

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6 ottobre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di E. D’Ospina “Anna Tatangelo nuda per la Lotta ai tumori: la polemica in rete. “Foto troppo sexy, rimuovete la campagna”

Una pubblicità di trattamenti medici che fa leva sul desiderio femminile di essere sessualmente attraenti e sul timore di perdere il sex-appeal. Con una foto da catalogo di conigliette e la conseguente amplificazione da polemica e da gossip. Non è la foto ma il messaggio ad essere postribolare. Negli anni ‘50 e ‘60 c’erano magistrati bigotti che, mentre non vedevano tante cose, sequestravano riviste osé. Si riporta che Scalfaro, che era stato magistrato, avesse schiaffeggiato una signora per il suo decolté. Oggi abbiamo la magistratura “pharma friendly”, che non convoca i responsabili della Lilt e la Tatangelo per chiedere loro come mai diffondano, tramite studiate tecniche di propaganda, una concezione distorta e ingannevole dello screening e indicazioni dannose e potenzialmente letali. Quelle per le quali lo screening va esteso alle classi più giovani, perfino alle ventenni, che “DEVONO” (Tatangelo) sottoporsi a “prevenzione”, ovvero cominciare a quell’età a ricevere periodicamente i raggi del mammografo; va esteso perfino, andando a rastrellarle nelle scuole, alle adolescenti; mentre tutto ciò viene negato anche dai protocolli ufficiali; e all’estero le conclusioni di tanti tecnici sono per una riduzione, quando non la totale soppressione, di questo screening, dato il bilancio danni-benefici scadente, e nella valutazione di alcuni ricercatori negativo, anche per le donne di età più avanzata. La nudità di una bella donna fa da foglia di fico alla tratta delle mammelle.

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6 ottobre 20015

Blog de il Fatto

Commento al post di A. Marfella “Terra dei Fuochi: Gigi, Anna e le pubblicità ingannevoli”

Nella medicina attuale il cancro non è come il vaiolo, che ha una causa e manifestazioni ben definite (“monotetiche” ci spiegano gli epidemiologi, es. P. Vineis). La sua definizione e le sue cause sono divenute di fatto più eterogenee – politetiche – per l’influenza della ricerca del profitto. Tra le definizioni e quindi tra i criteri diagnostici sono state fatte rientrare alterazioni che non si comportano come cancri ma come tali sono diagnosticate; falsi positivi, che, moltiplicati dalla “prevenzione” – in realtà diagnosi presintomatica di massa – hanno causato crescite esplosive nelle statistiche dei corrispondenti “tumori”. L’inquinamento, fattore causale reale, viene indicato come causa monotetica delle “epidemie” di cancro dovute alle sovradiagnosi. La ricerca amorale del profitto provoca sia le aberrazioni dell’inquinamento, sia le aberrazioni delle sovradiagnosi; le prime vengono usate non solo per nascondere, come capro espiatorio, ma per praticare, come spauracchio che spinge alla “prevenzione” tramite screening, le seconde, mediante una rappresentazione distorta e ingannevole; diffondendo un nocebo in un circolo vizioso. I coniugi D’Alessio rappresentano bene il livello intellettuale e civile di questo appoggio all’industria biomedica. Un’industria che necessita di censura e massiccia propaganda; spesso fornite proprio da quelli che avrebbero il dovere di impedire quella caccia ai sani, per trasformarli in pazienti, che ora sta puntando le ragazzine.

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4 novembre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Ferrari “Tumore, il seno non è una cura”

Lo screening viene falsamente presentato come un puro beneficio per le donne, tacendo dei rischi di danno, che almeno in alcune circostanze possono superare i benefici (la cui reale entità è oggetto di revisione al ribasso). E’ per questo bilancio rischi-benefici che giorni fa l’American Cancer Society ha innalzato da 40 a 45 anni l’età alla quale cominciare le mammografie annuali. In Italia al contrario si fanno liberamente campagne di disinformazione e propaganda, conniventi le istituzioni, per estendere lo screening alle più giovani. Il “merito”, la legittimità, la legalità, di questo altruismo peloso verso le giovani restano coperti sotto l’ammuina sull’opportunità dell’impiego di messaggi pubblicitari a carattere sessuale.

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31 dicembre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Ferrari “Cancro al seno, la tetta vende. Ma solo se è per una ‘buona causa’”

E’ invece nobile e onorevole spingere le giovani, alla faccia di bacchettoni comunisti come la USPSTF del governo USA che la esclude, verso la “prevenzione” del cancro del seno, con poster da camionisti, facendo così leva sulle incertezze femminili sulla propria bellezza. L’industria in Italia è in via di smantellamento; che tutti diano il loro contributo alla baracca; anche le fanciulle sempre allo specchio, facendosi cavare un trancio di mammella; e che la linea del mammografo scenda verso le meridionali, arretrate, pigre e fataliste. E’ bello che alcuni mestieri hi-tech rivisitino la loro antichissima origine. Ma i doppi sensi da doposcuola sul toccare le tette o gli “spogliarellisti in tanga rosa leopardato” della senologa sono fiacchi. Ci vuole roba forte, es. Baum. M. Harms from breast cancer screening outweigh benefits if death caused by treatment is included; “I danni dello screening per il cancro della mammella superano i benefici se si considerano le morti da trattamento” BMJ 2013;346:f385 doi: 10.1136/bmj.f385: adottando questa coraggiosa trasposizione dell’oncologia nella sessualità, lo screening come quel famoso rapporto sessuale passivo. C’è ormai un buon numero di medici e ricercatori che pubblica nelle pagine patinate delle riviste scientifiche materiale eccitante come questo sugli screening. Posso dare altre indicazioni bibliografiche. Ma è roba proibita; non lo dite ai Carabinieri, fedeli tutori del buoncostume medico.

@ Alberta Ferrari. Non mi pare “scorretto” mostrare un esempio di autori che mostrano come le donne siano sistematicamente disinformate sullo screening, esagerando i benefici e tacendo dei rischi. Avrei potuto citare, per esempio, il Canadian National Breast Screening Study, del 2014, che ha trovato assenza di riduzione della mortalità. Lei ha scelto di mostrare uno studio favorevole; e seguendo il malcostume di presentare i risultati con un indice ingannevole: il rischio relativo “7-9 decessi su 30 attesi ogni 100 donne” si traduce in una riduzione del rischio assoluto di soli 0.7-0.9 punti percentuali. Invece di discutere la liceità dell’uso di cartelloni da night club per promuovere lo screening, occorrerebbe diffondere e spiegare la figura nell’articolo di Biller-Andorno e Juni, Abolishing Mammography Screening Programs? A View from the Swiss Medical Board. NEJM, 22 may 2014, che mostra la differenza tra quello che viene fatto credere alle donne e gli effetti reali; differenza che ha portato lo Swiss Medical Board a consigliare di sospendere i programmi di screening per il cancro alla mammella.

@ Alberta Ferrari. Se non le sembra il caso di dibattere, perché dibatte, concludendo che sarebbe “fuorviante” considerare che le campagne rivolte al pubblico, dalla Tatangelo ammiccante senza vestiti (copertina della brochure Lilt “Fai prevenzione: proteggilo anche tu”; leggere la prefazione del prof. Schittulli e del ministro della sanità Lorenzin), ai suoi commenti su questa stessa campagna c’entrino con l’invitare le donne a sottoporsi a screening. Penso che la sua posizione di critica ai toni sessuali della campagna sia un caso, frequente nel marketing medico, e anche nel marketing politico, di standard negativo: confrontare il prodotto che si vuole promuovere non con ciò che sarebbe corretto, ma con ciò che è pessimo, per farlo apparire come la cosa giusta. Un caso di pornografico (quello dei messaggi sessuali) che copre l’osceno (l’ob-scenum, il fuori-scena sul reale valore dello screening e sugli interessi relativi). Cercando di restare nell’argomento del suo articolo, ad essere “svizzera” non è solo l’informazione – sulla “controversia”, se vuole – che andrebbe doverosamente data alle donne mentre viene celata; e che lei, dimentica dei principi di etica scientifica di Merton, respinge con l’argomento che gli svizzeri non ne capiscono niente. Come i bostoniani del NEJM che li hanno pubblicati, evidentemente; e i canadesi, gente alla quale fa male bere troppo sciroppo d’acero; per non parlare degli inglesi (es. Baum), barbari: dei danesi (Gotzsche), amletici …

@ Alberta Ferrari. E’ accertato, anche dallo studio che lei cita, che i vantaggi degli screening sono al più modesti. E’ una donna comune, o qualunque essere umano, in grado di valutare i vantaggi di una riduzione del rischio di morire di un singolo tipo di cancro dello 0.9%, a fronte di non trascurabili rischi iatrogeni? Questo bilancio nei suoi punti non c’è; e dovrebbe essere il primo. Ci sono inoltre evidenze che i vantaggi possano essere nulli, e il bilancio negativo; una simile conclusione è già stata raggiunta ufficialmente sullo screening col PSA per il cancro alla prostata, dopo decenni di proclami trionfalistici. Il primo tema sul quale concentrarsi dovrebbe essere qual è il reale valore dello screening (o dei test genetici). Senza fingere che sia un problema solo scientifico, ma considerando che è un’industria, un vino dell’oste. Non comprendo come si possa premere per maggiori interventi preventivi e allo stesso tempo ammettere che è “controverso” se e quanto siano utili; né come si possa dire che non si parla a sufficienza al pubblico di cancro della mammella. Penso che invece ci vorrebbe una moratoria sui messaggi a carattere propagandistico, fino a quando non ci si possa presentare al pubblico avendo risolto la “controversia”, cioè presentando conoscenze univoche, solide e oneste, sul valore delle vie seguite finora. Lo sconcio dei messaggi sessuali su una grave malattia è un fattore di distrazione, da cestinare rispetto al merito; e da reprimere quando supporti messaggi ingannevoli lesivi.

@ Carlo Naldoni. Informazioni ingannevoli coprono bilanci rischi-benefici che sono “Morton’s fork”: la magra – e dubbia, a fronte di rischi iatrogeni certi – riduzione di 0.9 punti percentuali del rischio di morire di un singolo tumore – mammella – l’ha data la sua stessa collega autrice dell’articolo. Lei è oncologo, e questo è il suo pane da 40 anni. Mi chiede chi sono io; sono medico, mi occupo, circostanze permettendo, di frodi mediche strutturali. Un poco come l’oste e chi studi l’adulterazione del vino. Gotzsche e Ioannidis sostengono che sia dannoso includere chi lavora nel campo dello screening per il cancro della mammella nei panel di valutazione sullo screening, dato il conflitto di interessi. Io ho un conflitto di interessi nell’esprimere critiche nel senso che lo Stato mi mostra, more mafioso, che è meglio che mi faccia i fatti miei. La senologia italiana d’altro canto è così ben protetta che può promuovere uno screening illecito alle giovani con squallidi messaggi sessuali e insieme dirsi depositaria, contra factum (almeno la Ferrari ha parlato di “controversia”) di verità scientifiche indiscutibili. Dire che l’USPTF, che ha dato direttive opposte a ciò che voi fate spingendo le giovani allo screening, sia “comunista”, era ironico; e non credo che lei sia così tonto o così ignaro della medicina USA da non essersene accorto. Come pure è ironico il dire che i CC sono i fedeli custodi del buoncostume medico.

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14 luglio 2019

Blog de il Fatto

Commento al post di G. Scacciavillani “Donne e tumori, il rapporto speciale tra le pazienti e il senologo futura quota azzurra in un mondo rosa”

Quando si è malati o si teme di esserlo si hanno due problemi: biologico e umano. E’ sbagliato ridurre la malattia a una delle due dimensioni. E’ dannoso anche cedere alla tentazione di riunirle, sotto la direzione del medico, spinti da messaggi come questo articolo. Non credo che l’emotività femminile oscuri la comprensione della differenza biologica tra mammella, ghiandola sudoripara modificata, e polmone; le dinamiche emotive, complesse, vengono sollecitate e sfruttate da un marketing spietato. Es. si gioca sulle incertezze sull’attrattività sessuale. In USA per vendere estrogeni per la menopausa si è ricorsi a slogan come “Quando le donne sopravvivono alle loro ovaie”. Oggi si aggiungono forme più suadenti. Invece di informare sul rischio di essere trattate senza avere un cancro, di subire trattamenti pesanti nell’interesse di chi li vende, si batte sugli aspetti umani per diffondere indicazioni tecniche ingannevoli *. Il problema umano non è meno importante di quello biologico; ma l’unione dei due espone a divenire preda di frodi tecniche. Conviene cercare di curare entrambi, ma tenendoli separati. Altrimenti si diventa vittime del “culto del cancro della mammella” un intruglio pacchiano che “trasforma le donne in polli per le multinazionali” come ha compreso la femminista Ehrenreich, biologa e paziente **.

* How a charity oversells mammography. BMJ, 2012. 345:e5132.
** Welcome to Cancerland. A mammogram leads to a cult of pink kitsch. Harper’s 2001. 303:43.

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3 settembre 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Tumori alla gola aumentati del 300% in dieci anni: “Legame con infezione da Hpv, trasmesso attraverso il sesso orale”

Martinazzoli raccontò che a un suo collega avvocato era rimasto il soprannome “l’inventore” perché la prima notte di nozze la moglie era fuggita dalla camera d’albergo gridando “no, questa cosa te le sei inventata tu”. La tesi, non provata, che il sesso orale si sia diffuso repentinamente, al punto da provocare un’epidemia di cancro, oggi, in concomitanza con l’attribuzione dei tumori orofaringei all’HPV e con le pressioni per screening e vaccini, è implausibile. Né si comprende come possano i giovani presentare cancri da infezione che richiederebbero 20-50 anni per manifestarsi (superior stabat lupus…). Non va trascurato che questi sbalzi di incidenza di diagnosi sono un noto segno di sovradiagnosi; e che quella dell’HPV è una storia di malattia definita da chi ne vende il trattamento. Zur Hausen, l’inventore della anomala teoria* dell’HPV come causa di cancro, è legato all’industria, che ha anche influito sull’assegnazione del Nobel**. Diverse lesioni del cavo orale possono essere sovradiagnosticate come cancro, somigliandogli, sotto il giogo del framing propagandistico e degli incentivi e punizioni. Il fattore delle manipolazioni commerciali non va ignorato anche perché conseguenti sovratrattamenti possono causare effetti cruenti: i cancri della testa e collo sono tra quelli che più di frequente portano al suicidio i sottoposti a trattamento.

*McCormack et al. Molecular Cytogenetics 2013, 6:44.
**Ombre sul Nobel della Medicina. Premio pilotato. La Stampa 27/04/2017.

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29 novembre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. La Cara “Dare, arriva nelle scuole il videogioco per sensibilizzare i più giovani sulle patologie inguaribili e le cure palliative pediatriche”

Si dovrebbe educare i giovani – e gli adulti – sulla disinformazione della medicina commerciale e i suoi pericoli. Es. sulle sovradiagnosi dei noduli tiroidei che spaventano a morte tanti adolescenti*. O sul vaccino covid ai minori con un bilancio rischi-benefici svantaggioso. Invece si abusa dell’istituzione scolastica sfruttandola per la propaganda di malattie; per spingere i minori verso le trappole del corporate-backed disease-mongering (Moynihan) inoculando una concezione funerea del mondo, dove la condizione di malato perenne è una presenza stabile anche nelle fasce d’età nelle quali la morbilità è più bassa. “Dare” vuol dire osare in inglese. Ma questa vigliaccata va considerata come ciò che il verbo “dare” significa in italiano: anche i bambini e gli adolescenti devono dare la loro libbra di carne al business facile e smisurato della medicina fraudolenta.

*IARC-WHO. Overdiagnosis is a major driver of the thyroid cancer epidemic: up to 50–90% of thyroid cancers in women in high-income countries estimated to be overdiagnoses. 2016.

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Vedi anche:

I rintocchi funebri del marketing medico

 

La decrescita degli altri

15 October 2011

Blog de il Fatto

Commento al post di Fabio Balocco “La responsabilità personale” del 14 ott 2011 

Non vorrei che, nel paese dei preti e dei sacrestani, questo appello alla responsabilità personale, in sé sacrosanto, e che penso di applicare, divenisse un “victim blaming”:

“La decrescita degli altri

 Bisogna stare attenti affinché l’augurabile programma di decrescita economica non sia confuso con quello di “decrescita”, cioè di impoverimento, dei ceti medi e bassi da aumentato sfruttamento in un sistema altrimenti immutato. Se viene cooptato dai nostri politici, questo appello alla decrescita corre il concreto rischio di trasformarsi nello “accettate con letizia di stringere la cinghia mentre noi e i poteri che rappresentiamo continuiamo ad abbuffarci a vostre spese e a fare danno al pianeta meglio di prima”. A una declamazione astratta sulla virtù dell’austerità e i mali del consumismo, che riproponga quella di Enrico Berlinguer del 1977 che Lanza cita, si può associare un appoggio pronto, cieco e assoluto alle vie più turpi per proseguire la crescita economica “legale”:

 https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/15/la-medicina-come-rimedio-ai-limiti-della-crescita-economica/

Da un lato dobbiamo ammettere che la colpa è anche nostra; fino a che le cose andavano bene il modello consumistico ha calzato a pennello i valori della maggioranza delle persone. “Il popolo”, la “Ggente”, dovrebbe sedere accanto a Berlusconi e ai suoi soci di sinistra nel gabbione degli imputati. Dall’altro esiste anche una dimensione irriducibilmente politica di questo sistema basato sullo sfruttamento: chi ci governa, a destra e a sinistra, ha speso le sue notevoli doti a favore di un modello che è intrinsecamente sociopatico. Anche lì, davanti a politici che rappresentano non lui ma gli interessi che ci hanno condotto in questa situazione, l’individuo oltre che battersi il petto e risparmiare sull’acqua del water può fare attivamente la sua parte:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/04/29/le-ragioni-per-non-votare/

I magistrati e gli USA

8 October 2011

Blog de Il Fatto

Commento al post di Bruno Tinti “Meredith, il verdetto del popolo sovrano” dell’8 ott 2011

Al dr Tinti le discussioni sull’assoluzione della Knox e di Sollecito fanno venire in mente che il popolo ciancia senza capire nulla di diritto, e che i magistrati italiani sono superiori a quelli USA perché motivano le sentenze. Pur condividendo il giudizio sulla gente e sul sistema giudiziario USA, posso testimoniare che quando si tratta di dare impunità o appoggio ai crimini dei poteri forti, a partire da quelli coi quali gli USA mantengono il loro dominio sull’Italia, i magistrati italiani non sono migliori della gente e dei colleghi USA. Si può assistere alla “parallelizzazione” dei gradi di giudizio, che, sequenziali nel tempo, vengono affiancati sul piano spicciolo creando doppie verità; così che gli imputati sono assolti però si lascia intravedere, magari anche dallo stesso giudice che ha smentito il giudizio di colpevolezza del grado precedente, che di fatto sono colpevoli (o al danneggiato viene data ragione formalmente mentre col grado successivo, senza negare il giudizio precedente, si fa in modo che il torto prosegua). Le perizie tecniche, che andrebbero ormai riconosciute come un magnifico mezzo per eludere la logica più elementare e la decenza dietro al paravento del “rigore” e della prosopopea scientifica, possono certificare che gli asini volano:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/25/le-perizie-ballistiche/

o i periti possono divenire degli imbranati fantozziani (v. la perizia genetica della polizia per l’assassinio dell’ispettore Donatoni, in “Mistero di Stato”, di M. Almerighi). E la luce non è mai giusta: o è quella abbagliante dei proiettori dello show mediatico, oppure magistrati e forze di polizia cercano di operare nell’oscurità, senza contraddittorio, con procedure anomale, e di dare meno motivazioni pubbliche possibile, agendo per vie informali e riservate, lasciando meno tracce possibile della loro concezione del diritto e della giustizia rispetto allo zio Sam o altri signori.

Francesco Pansera

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Blog de Il Fatto

Commento al post di  G. Costa “Tutti i giudici di Amanda Knox” del 10 ott 2011

Nella sua intemerata per difendere il suo clan in un caso dove certo il sistema giudiziario non ha brillato, come quello Knox-Sollecito, Costa ha ragione quando dice che a volte il pubblico è una bestia. Il fatto è che i magistrati, in casi dove poteri forti esercitano la loro influenza, non appaiono migliori del volgo, ma una sua espressione ripulita, che nella baraonda ci sguazza:

I magistrati e gli USA

Anch’io nel mio campo, la medicina, vedo come spesso siano sbagliate, distorte, assurde le pretese del pubblico; ma quelle proposte sfuocate e spesso controproducenti nascono da una percezione intuitiva negativa sulla medicina che non è infondata. Penso che se la medicina fosse onesta e pulita tali proteste mal dirette in gran parte controproducenti rientrerebbero, e tra quelle restanti verrebbero riconosciute e isolate quelle sbagliate.

Che l’avvocato Costa e i magistrati che difende facciano la loro parte per assicurare una giustizia imparziale, equa e efficiente, e vedranno che la gente non tenterà di indossare i loro roboni settecenteschi e i berretti col pon pon. Una giustizia che abbia il carattere della linearità. Per es. se davvero non si vogliono polveroni e cicaleccio, basterebbe, non dico invertire il rapporto capovolto tra effetto e causa, riportandolo alla sua forma naturale, ma almeno accorciare i tempi, attualmente di 3 mesi, tra la sentenza, che è una conclusione, e le motivazioni, che dovrebbero essere le premesse della conclusione stessa. A costo di posticipare la sentenza. Una giustizia che, esposte le conclusioni, ci mette un altro quarto di anno per esporre come ha raggiunto le premesse, e come da esse abbia inferito le conclusioni, mentre fuori il pubblico rumoreggia e straparla, non può dirsi estranea alla caciara, per quando solenni siano le pose che assume.

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La coppia “calculemus” e “ignorabimus” nell’attività giudiziaria

@Gioele28. Che brutta professione quella del giudice, sul piano intellettuale oltre che umano, se consiste davvero in ciò che tu dici. Credo che la verità, ai fini pratici, etici e giudiziari sia un’entità tangibile e unica *; la cui approssimazione, se non sempre è possibile, non è però neppure così terribilmente irraggiungibile. Viene dipinta come vaporosa soprattutto quando al contrario si è proceduto con l’accetta.

E’ un po’ buffo che parlando dell’attività dei tribunali, che dovrebbero essere il luogo della misura nel giudizio, dall’ottimismo positivista sulle perizie tecniche si passi a dolenti considerazioni sull’inaccessibilità della verità, dove la vita reale sembra un’entità noumenica che le mura dei palazzi di giustizia tengono separata dal lavoro dei magistrati. Dalla hubris scientista, dal “calculemus” leibniziano, ad uno “ignorabimus” che invoca smarrito la trascendenza a giochi fatti.

Credo che sarebbe utile per tutti, meno che per chi è colpevole, che ci fossero linee guida solide sulla prova scientifica nei procedimenti giudiziari; basate su una definizione non ingenua – non ingenua sotto il profilo epistemologico e quello della conoscenza di come va il mondo – del rapporto tra la ricostruzione “naturale” del fatto, considerato come fenomeno causato da azioni umane, e ruolo dell’analisi scientifica nella ricostruzione. L’analisi scientifica porta la ricostruzione ai piani ipogei o iperurani del non osservabile, e può approfittarne per sdoganarsi dalla razionalità e dal controllo di attendibilità; facendo le veci del Dio di cui parla Gioele28; o meglio venendo usata come un traballante deus ex machina che interviene tonante e cigolante per imporre il finale desiderato.

* https://menici60d15.wordpress.com/2009/06/03/contro-il-relativismo-etico-ed-epistemico/

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Avvocato Costa, ringrazio Lei per mostrarmi in cosa consiste il Vostro lavoro.

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Blog de Il Fatto

Commento del 27 gen 2012 al post di M. Imperato “Lobby al sole anche da noi?” del 27 gen 2012

postato su questo sito il 5 feb 2012 causa boicottaggio Telecom

Il PM Imperato invita a considerare di introdurre anche da noi il lobbismo, cioè la legalizzazione dei finanziamenti ai politici da parte di gruppi di interesse. Il magistrato invita a guardare al fenomeno senza ipocrisie. Si dovrebbe estendere il suo suggerimento al potere giudiziario: considerando il fenomeno USA dei finanziamenti legali alle campagne elettorali dei magistrati da parte delle multinazionali. Lì è legale comprarsi dei magistrati in questo modo. Ma anche in Italia, così come non è sconosciuto il fenomeno dei soldi passati sottobanco da potenti gruppi di interesse ai politici, esiste la magistratura “business friendly”, che fa carriera essendo compiacente col business:

I magistrati “business friendly” e la mafia come sineddoche tendenziosa
http://menici60d15.wordpress.c…

Reati contro l’economia

http://menici60d15.wordpress.c…

27 gen 11 h 17:10

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Sito de L’Espresso

Commento all’articolo di P. V. Buffa “Così torturavamo i brigatisti” del 5 apr 2012

Sul fatto che i poliziotti, col coraggio dello sciacallo, quando non corrono rischi commettano abusi e i magistrati li coprano, non ho dubbi. Soprattutto se ci sono di mezzo interessi USA. Ciò che è sicuramente vero in questa storia è che polizia e magistratura di nascosto praticano e favoriscono forme abbiette di crimine a favore di interessi USA. Ciò che è sicuramente falso è l’implicazione che lo facciano solo per fini in sé leciti, e solo nei confronti di chi delinque.

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20 dicembre 2011

I mafiosi filantropi e la Lombardia non omertosa

Blog de Il Fatto
Commento al post di L. Franco e F. Baraggino “Milano, Cancellieri: “La mafia c’è ma non la sua cultura omertosa” del 19 dic 2011. Censurato.

ccc

Che la Lombardia sia estranea alla cultura omertosa è un cliché che fa il paio con la favola dei mafiosi che proteggono le vecchiette. La cultura omertosa non è un’esclusiva della mafia. E’ la mafia ad essere un singolare caso di criminalità che, posta a cavallo tra crimine comune e istituzioni, condivide con queste ultime le condotte machiavelliche proprie del potere; inclusa la cultura dell’omertà. In Lombardia anche a detta di lombardi è radicata una cultura omertosa autoctona, che si avvale della mafia meridionale come diversivo, alibi e minaccia ricattatoria per tutelare meglio i propri affari: oltre alla mafia, in Lombardia c’è una “metamafia” istituzionale

https://menici60d15.wordpress.com/2010/06/08/i-professionisti-della-metamafia/

che mostra di combattere la mafia mentre copre e aiuta altre attività criminose non meno gravi, ma inserite nel circuito legale, come le frodi mediche.

Ilda Boccassini è da elogiare per la sua attività di repressione della mafia, ma è incomprensibile il titolo di “top global thinker” datole da “Foreign policy”. Un premio ai suoi meriti rispetto agli interessi degli USA, e all’ideologia che impongono; compresa questa di proiettare su una mafia che ci si guarda dall’eradicare i crimini e la mafiosità dell’economia legale. Qui a Brescia, dove Cancellieri è stata prefetto, interessi criminali internazionali e indigeni sono liberi di fare i loro comodi come i mafiosi nella Sicilia de “la mafia non esiste” di decenni fa; potendo contare sull’omertà, e sull’intimidazione istituzionale verso chi denuncia. Il riconoscimento a quello che attualmente è il più celebre magistrato lombardo appare essere un incentivo non alla libertà intellettuale, ma all’opposto al conformismo giudiziario e culturale di una magistratura e una polizia asservite ai poteri maggiori, che fiancheggiano forme di crimine istituzionalizzato ancora più forti e importanti della mafia.

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29 maggio 2012
Blog de “Il fatto”
Commento al post di M. Portanova “De Gennaro assolto. Ma solo in tribunale” del 29 mag 2012

Cossiga dichiarò dai banchi del Parlamento che De Gennaro serviva l’FBI. Queste impunità e i crimini che se ne giovano non cesseranno se il popolo pecorone non riconoscerà il commensalismo dei magistrati coi poteri forti sovranazionali:

A sinistra, e a un altro lato della tavola, stava, con gran rispetto, temperato però d’una certa sicurezza, e d’una certa saccenteria, il signor podestà, quel medesimo a cui, in teoria, sarebbe toccato a far giustizia a Renzo Tramaglino, e a far star a dovere don Rodrigo, come s’è visto sopra.”
(I commensali alla tavola di don Rodrigo, Promessi sposi, cap. V)

@Portanova. Il fatto che De Gennaro sia stato assolto da un’accusa marginale non dovrebbe distrarre dalla circostanza che i magistrati non lo hanno processato per le torture di massa; sostenendo così implicitamente che decine di poliziotti, comandati dai vertici della polizia per un evento importantissimo, sotto i riflettori dell’opinione pubblica internazionale, sotto gli occhi della maggiori potenze mondiali, si siano di punto in bianco comportati come si comportavano i fascisti di Villa Koch, su decine di persone inermi, senza che il comandante in capo della polizia ne sapesse niente o li fermasse. Dev’essere la scuola Scajola, allora ministro dell’interno, al quale regalavano case a sua insaputa. Contrariamente a Portanova, penso che De Gennaro avrebbe dovuto rispondere ai giudici del comportamento dei suoi subordinati; e che le omissioni dei magistrati non andrebbero scusate con ragionamenti che prendono in giro la gente, usando i politici come “whipping boy” per mantenere il mito di una magistratura che fa il suo dovere senza guardare in faccia a nessuno. Quando si tratta del “partito americano” i magistrati non sono secondi ai politici nell’obbedire e assicurare l’impunità agli esecutori.

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1 agosto 2012

Blog “Come don Chisciotte”

Commento al post “A Taranto via l’ILVA per far posto alla NATO” del 31 luglio 2012

Non conosco questo caso; la tesi è analoga a quella che vede i procedimenti giudiziari sulla radioattività al poligono di Quirra come funzionali alla speculazione edilizia:

Commento di Robi al post di G. Paglino “Quirra, la commissione del Senato: “Chiudere e riconvertire il poligono” su Il Fatto del 31 mag 2012; e risposta a Robi:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/03/15/pescatori-di-cancro/

Credo che l’onnipotenza della NATO, e la complicità della magistratura con la NATO e in generale con le volontà degli USA, siano fattori tanto fondamentali quanto trascurati tra quelli che determinano il destino del Paese. Purtroppo gli italiani sbraitano contro i pupi, come i politici ladri che eleggono, ma sono omertosi sui “pezzi da novanta”, cioè sul potere vero e i suoi crimini.

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31 marzo 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di G.C. Caselli “Meredith e i mali del nostro processo”

Da profano del diritto, credo che Caselli abbia ragione sulle degenerazioni che nascono dai gradi di giudizio. Qui però il problema appare essere stato primariamente politico: quello di dover giudicare, per un delitto atroce commesso forse per un capriccio da debosciati, la rampolla di un membro dell’establishment USA. I magistrati appaiono essere piuttosto “atlantisti”; come gli conviene; mentre non potrebbero contare sull’appoggio di un popolo in cerca di padrone. L’ombra del grande cowboy appare essersi riflessa anche nella procedura. Sono riconosciute le cosiddette “sentenze suicide”, le sentenze scritte volutamente male, in modo da essere rigettate nei successivi gradi di giudizio. Qui appare che siano state le indagini ad essere “suicide”. Si sottovaluta quanto le premesse possano minare le conclusioni. Es. molta della ricerca biomedica entra nella fase clinica già su basi a dir poco traballanti. Ne conseguono conferme, poi smentite, nuove conferme, per lunghi anni, in una serie simile a quella dei gradi di giudizio dei tribunali. Nelle more il prodotto si vende, fino a che non viene sostituito, in un nuovo ciclo. Sia nella ricerca biomedica, sia nell’attività giudiziaria, insieme al tema dei gradi di giudizio e delle prove bisognerebbe considerare il problema della solidità delle fasi iniziali. E dell’applicazione di quel principio trascurato che sintetizza l’importanza delle premesse rispetto al “trial” nel detto “junk in, junk out”.

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@ DiogeneBright. Hai ragione, chi si occupa delle finanze di una multinazionale in USA è come un venditore di palloncini da noi. A proposito di mestieri usuranti, che voi pannelliani facciate i galoppini degli USA anche nel caso Kerchner è un indizio utile alla ricostruzione storica, mettendo da parte le risultanze giudiziarie.

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26 giugno 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Amendola “L’Enciclica ‘Laudato si’’, Papa Francesco e Berlinguer”

@ Elcondorpasa. Berlinguer, quello che predicava le virtù repubblicane e anticapitaliste stando – parole sue – “sotto l’ombrello della Nato”. La stessa balda posizione – la bocca a sinistra e il sedere sotto l’ombrello atlantico – di tanti magistrati, intellettuali, leader spirituali, etc. ai quali dobbiamo buona parte del successo del nostro Paese.

@ Nokia. Quello stesso che, avvisato dell’imminente attentato terroristico alla Questura di Milano del 1973, tacque, e lasciò che avvenisse, come era nella volontà dei servizi, mentre tramite G. Pajetta intratteneva buoni rapporti col capo dell’Ufficio Affari Riservati del Viminale, D’Amato, emissario della CIA. Renzi non è un mutante, ma il prevedibile frutto dell’albero. L’ubertoso albero dei doppiogiochisti.

@ Nokia. Non mi drogo. Il fatto è riportato in un’ordinanza di un collega di Amendola, il giudice Antonio Lombardi. Non so se ho ferito un nostalgico nelle sue illusioni o se ho dato a un ruffiano il modo di ricevere un altro buono pasto.

@ Nokia. E allora? L’articolo conferma quanto dico. Lei non potendo confutare ricorre all’attacco ad personam. Berlinguer, grande figura. Apprezzato anche dai “nemici”: un mese prima del sequestro Moro viene invitato da N Birnbaum, ritenuto collegato alla CIA, per tenere conferenze in USA. Al suo posto manda un altro, tale Napolitano. Diversi commentatori, affetti evidentemente dagli stessi gravi disturbi che lei diagnostica a me (Chessa, Pinotti, Santachiara), hanno collegato ciò alla fine di Moro, e alle susseguenti fortune dei “comunisti” “preferiti”. Lei si deve stordire con alcool o altro per fare questo suo lavoro o ormai ci ha fatto il callo? O è nato con la vocazione?

@ Nokia. Non credo che le obbedienze che hanno gestito l’assassinio di Moro abbiano a che fare con le scie chimiche. Non ho mai considerato il tema delle scie chimiche. Lo ignoro, supponendo a priori che probabilmente sia una di quelle bufale di disturbo, che servono ad aggiungere confusione, mescolandosi alle verità sporche e così mimetizzandole, giustificando la tesi che chi controinforma sul potere non è che un “complottista”. Eh, i comunisti atlantisti, un colossale bluff, uniscono i metodi della propaganda stalinista a quelli delle multinazionali di pubbliche relazioni occidentali.

@ Cesby. A Civitavecchia la gente venera le statue della Madonna che piangerebbero sangue, e il Procuratore della Repubblica venera l’asserito anticapitalismo di Berlinguer (v. infra). Tutti insieme lodano il papa “ecologista” come leader spirituale e politico. I fedeli saranno anche brava gente, il Procuratore ha dei meriti. Ma sembra che in Italia siamo condannati a vivere in un perenne Seicento manzoniano.

@ G. Amendola. Il suo elogio di Berlinguer e l’accostamento tra il segretario del PCI e papa Bergoglio mi hanno fatto ricordare di un altro magistrato, del quale non ricordo il nome, che tanti anni fa in un’intervista paragonò la situazione italiana, sul terrorismo, a un fiume che, date le increspature prodotte in superficie dal vento, sembra scorrere in un verso, mentre in realtà scorre nel verso opposto. Se vogliamo un futuro dove si pensi con la propria testa, e ci si possa fidare della testa di altri su questioni sulle quali non sappiamo giudicare, bisogna privilegiare la coerenza tra ciò che appare e ciò che è. Ci sono stati casi di coerenza, pagata cara, anche tra i comunisti e i cattolici. E’ alle loro posizioni lineari, anziché ai trompe l’oeil della politica di successo, che va la mia ammirazione.

F. Pansera

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31 ottobre 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post “Raffaele Sollecito al congresso dei Radicali: “Il carcere è una scuola di reclutamento per la mafia” “

Se possiamo ricevere l’edificante predicazione di questo nobile difensore degli oppressi dobbiamo ringraziare i radicali panneliani, che hanno a preso a cuore il suo caso; proprio come nel 1987 presero a cuore quello di un’altra limpida figura vittima del Moloch giudiziario, Licio Gelli. E dobbiamo ringraziare quell’altra forza politica altrettanto sensibile alle brezze atlantiche, la magistratura, che nella persona del giudice Claudio Pratillo Hellman ha avuto la felix culpa di impedire, con un ragionamento da manuale – da manuale degli errori di ragionamento quantitativo in ambito giudiziario* – l’acquisizione di informazioni di conferma che ci avrebbero fatto correre il rischio sciagurato di essere privati della voce di questo apostolo del Bene.

* The Case of Meredith Kercher: The Test That Wasn’t Done. In: Schneps L, Colmez C. Math on trial. How Numbers Get Used and Abused in the Courtroom. Basic Books, 2013.

@ Flipper. Sia la materia tecnica – il calcolo delle probabilità – sia la gravità di ciò che è in gioco, le responsabilità sullo sgozzamento di una ragazza per motivi abbietti, non si prestano ai riassunti. Posso però mandare copia del capitolo in oggetto a chi me lo richieda, alla email: menici60d15@gmail.com.

@ The Marvelous. Ho assistito in un altro caso celebre alla riduzione deliberata – e non giustificata, se non con argomenti di comodo – dell’informazione di laboratorio disponibile, a favore dei colpevoli, con l’avallo della magistratura. Uno statistico ha chiamato “pruning”, “potatura”, questo ridurre lo spazio degli eventi, cioè il modello a priori di realtà oggetto del giudizio. “Potare” i fatti, rinunciandovi, o distruggendoli, o ignorandoli (quando non mettendo a tacere voci scomode con sistemi piduisti) può essere indice di cattiva fede, costituendo sistema di manipolazione molto efficace. Come alterazione delle premesse, (ubiquitaria nella medicina commerciale) il pruning è potente e poco vistoso.

Mi “rassegno” a vedere che Sollecito, Gelli, la Cassazione che ha assolto Sollecito (e che in precedenza ha giudicato la P2 non pericolosa), i radicali e altri che stanno facendo di Sollecito una guida etica stiano dalla stessa parte, che passa per essere quella giusta ma non è la mia. In questi giorni si sta celebrando Pasolini. Che scrisse: “contro gli uomini politici si scrive … tutti abbiamo il coraggio di parlarne perché sono cinici, furbi … e grandi incassatori” ma sui “magistrati tutti stanno zitti, civicamente e seriamente zitti. Perché?” Credo che le responsabilità dei magistrati nell’imprimere al Paese la cattiva rotta che sta percorrendo, la consonanza dei loro atti con gli interessi di poteri extraistituzionali, siano fortemente sottovalutate.

@ The Marvelous. Se si vuole criticare i magistrati è utile distinguere, come è stato proposto per i medici, tra “output” ovvero ciò che producono, e “throughput” ovvero il lavoro che vi mettono. Il loro output, la “produzione” di giustizia, è spesso insoddisfacente. E non è che a un throughput intenso e sofisticato corrisponda necessariamente un buon output. Non conosco il diritto (ma conosco gli interventi business-friendly dei magistrati in medicina); vedo da tanti anni come in medicina spesso throughput mastodontici ed esoterici portino ad output nulli, nocivi o disonesti. Conosco bene questi appelli a chinare il capo davanti a formule liturgiche. Qui però lo stesso operato tecnico dei giudici è stato riportato in un libro specialistico, non di diritto, ma di matematica applicata in contesti giudiziari, come esempio di errore madornale.

Non sono per partito preso contro i magistrati; e temo la Cariddi di chi li vuole imbrigliati a tirare il carro del potere non meno della Scilla dei loro abusi corporativi. A volte ho difeso le loro sentenze, es. quelle di condanna per le false rassicurazioni “scientifiche” sul terremoto dell’Aquila, prima che venissero ribaltate, date le pressioni, di portata internazionale. Lei chiama in causa la sua esperienza. Potei parlare della mia; per la quale posso affermare con sicurezza, pur non essendo laureato in astrofisica, che i magistrati, quando si sono certi interessi e certe pressioni, tendono a dire che a mezzogiorno è buio.

@ The Marvelous. o non conosco il diritto, e dico che la sentenza di primo grado per il terremoto dell’Aquila condannava, giustamente, i responsabili per le loro rassicurazioni, consapevolmente forzate. Condannava per gli effetti tragici di una sconsiderata hubris burocratica che portò a credere di poter fare i prepotenti anche con la probabilità; un’entità che noi umani maneggiamo male, e va quindi trattata con la massima circospezione. Lei che il diritto lo conosce risolve sostenendo che la sentenza era “un obbrobrio” che condannava un “mancato allarme”, affermazione calunniosa verso quei magistrati. Io non conosco il diritto – disciplina che rispetto e ammiro – e considero nel caso Kercher il tema della rinuncia all’aumento del valore predittivo con la ripetizione di un test. Lei che lo conosce ripete il tema abusato dei singoli magistrati che sono uomini come tutti, e che quindi nel loro lavoro sono come dei reucci, e possono essere preda di passioni, miserie, etc. Per me i magistrati, categoria da selezionare tra gli “aristoi”, ricevono un consistente stipendio statale come corrispettivo per l’esercizio della loro funzione in maniera imparziale; formano una struttura, pagata dai contribuenti, e vanno valutati come componenti di tale struttura, e insieme alla struttura che li integra e li governa. Credo proprio che parliamo di due discipline diverse. E che gli “opportuni distinguo” che lei afferma di riuscire a fare siano troppo “opportuni”. Arrivederci.

@ The Marvelous.Ma io non ho parlato di “chi” debba valutare i magistrati. Ho detto “come” andrebbero valutati, chiunque li valuti e in qualunque sede, osservando che è scorretto accettare di considerarli tanti singoli reucci, secondo il luogo comune del “i magistrati sono uomini come tutti” che lei ripete, quando sono parte di una struttura, espressione di una istituzione. E sono pagati per comportarsi come ci si aspetta da un magistrato.

Non studio le “388 pagine” della sentenza dell’Appello perché non sono in grado di valutarle. Infatti al tempo dell’assoluzione qui su Il Fatto (8 ott 2011) mi sono astenuto dall’unirmi ai tanti che criticavano la sentenza; ma ho riportato la mia esperienza personale, conforme a precedenti storici, del trattamento di favore che i voleri USA, anche illeciti, ricevono dai magistrati; e di come le perizie siano spesso manipolate. Un argomento, una sentenza, è come un recipiente, che può essere solidissimo, ad un esame lungo e accurato come quello che lei mi invita a compiere, sul 99,9% della sua superficie. Ma se ha un buco alla base perderà non lo 0,1% dell’acqua, ma molto di più, fino al 100%. Un buco del genere l’ho trovato, casualmente, nel libro che cito sul ragionamento probabilistico in campo giudiziario. Se le 13 pagine della trattazione non sono troppo poche per Lei, gliene posso mandare copia. Arrivederci.

@ The Marvelous. Io parlavo dell’umanità del giudice come giustificazione al suo arbitrio. Penso sia preferibile che i giudici non siano esposti ai possibili ricatti di chi è forte, con l’estensione della responsabilità civile; però dovrebbero essere controllati seriamente all’interno; e dovrebbero esserci misure preventive, a partire dalla selezione, che deve essere continua, e dall’obbligo di rimanere estranei a gruppi di potere, cordate, etc. Non cause di routine contro i giudici, ma espulsioni di routine via CSM.

I magistrati, come ha scritto un magistrato, Edoardo Mori, sono partecipi del gioco delle perizie. Es. ho visto che “sanno che le perizie sono sempre di parte” eppure, o per questo, affidano la perizia della Procura proprio al professore di medicina legale dello stesso policlinico dove sono accaduti gli atti (gravissimi e ignobili) che andrebbe indagati.

Non racconti a me che i giudici motivano le sentenze. Firmano atti con conseguenze equivalenti ad una proscrizione, capovolgendo sentenze minuziosamente motivate, senza un rigo di motivazione, quando si tratta di fare un altro piacerino alle stesse forze interessate all’assoluzione della Knox. Ovviamente giustificando la laconicità con il genere di inattaccabili spiegazioni procedurali delle quali lei è maestro.

Prendo atto che per lei non ci sono state parzialità dei giudici. La invito a non fare come i prelati che si rifiutarono di guardare nel cannocchiale di Galilei, e leggere il libro che segnalo. Arrivederci.

@ The Marvelous. In medicina la grande maggioranza delle diagnosi si fa sulla base della storia clinica. Qui la “storia clinica”, fino alla sentenza di 1° grado, portava a ritenere che i due fossero colpevoli. Certo, il giudizio d’appello può, come a volte indagini supplementari nella diagnosi clinica, ribaltare il primo giudizio. Ma è singolare che ciò sia stato ottenuto bloccando un test di laboratorio utile e forse dirimente. Mi sono imbattuto nella descrizione come errore della rinuncia alla ripetizione dell’esame del DNA occupandomi della rinuncia ad acquisire dati disponibili da parte di chi deve giudicare in uno stato di incertezza: diagnosi cliniche, progetti di ricerca; o decisioni giudiziarie. La riduzione selettiva dell’informazione è un potente bias, che può avere natura anche volontaria e illecita. Es. il publication bias a favore dell’industria biomedica, che ha contribuito a fare denunciare da esperti come falsi la maggioranza dei risultati della ricerca biomedica. Lei risponde che solo i giuristi possono giudicare la ricostruzione dei fatti operata dai giudici. Sarebbe precluso al profano sostenere che vi è sostanziale differenza tra l’affermare positivamente che non ci sono rischi sismici e il mancare di prevedere un terremoto Questo suo volere estromettere la critica su aspetti tecnici non giuridici, per annetterseli come territorio giuridico, mi pare anch’esso una forma di quella potatura dell’informazione che è cattivo segno quanto a ricerca disinteressata della verità.

@ The Marvelous. Se uno fa una fesseria o una manipolazione extragiuridica, poi non può appellarsi alle competenze giuridiche per conferirle una immunità. Il diritto è una cosa, i fatti un’altra. Questa pretesa che la ricostruzione giudiziaria della realtà non sia criticabile, se non da giuristi, è ridicola e perniciosa.

Io la sentenza l’ho letta appena me l’ha segnalata. (Un altro motivo di perplessità è il “corax” – argomento tipico delle difese – per il quale se il coltello in oggetto fosse l’arma del delitto non sarebbe stato conservato dall’omicida). Legga lei una buona volta come il magistrato abbia impedito la conferma del test che mostra il DNA di Meredith sul coltello di Sollecito, e come questo costituisca un errore, diritto o non diritto.

Faccio inoltre presente che in un caso come questo, dove il risultato, “l’output” che conta, l’individuazione e la condanna di tutti i colpevoli, è stato mancato, atteggiamenti di sicumera sull’asserito buon esito dell’azione giudiziaria sono fuori luogo. Stiamo comunque parlando di un fallimento della giustizia. E i fallimenti, lei lo sa, possono avere varia natura. Arrivederci.

@ The Marvelous. Bene, ormai lei è in arringa. Non sono io ad argomentare a tesi. Solo pochi appunti. Davanti a un risultato che non può essere casuale, il profilo fedele del DNA di Meredith sulla lama del coltello di Sollecito, si rinuncia ad aumentare il valore predittivo del test. E’ falso quanto lei afferma, che la contaminazione della lama del coltello col DNA di Meredith “si è stabilita”: nella sentenza della Cassazione è meramente ipotizzata la possibilità, in astratto.

Vero è che a indagini in più punti “maldestre”, si sia combinata, come il cacio sui maccheroni, una “acribia” da inquisitori domenicani dei giudicanti; che davanti a un profilo del DNA sulla lama del coltello di Sollecito sovrapponibile al DNA di Meredith con una probabilità che il reperto sia casuale così bassa da essere trascurabile, modificano la teoria delle probabilità, almeno quella che deriva dagli assiomi di Kolmogorov, evitando così di rafforzare il significato del test, qualunque fosse il risultato; e che danno agli avvocati difensori il destro di asserire falsamente che “si è stabilita la contaminazione” applicando la teoria della sottodeterminazione di Duhem; teoria con la quale si può negare a piacimento la certezza di qualsiasi osservazione, es. classico anche che le immagini nel cannocchiale di Galilei fossero vere. Interessante, in questa epistemologia giuridica, pure il concetto che se un test va a sfavore dell’assistito non si dice “positivo” ma “preordinato”. Buon lavoro.

@ The Marvelous. Troppo buono. Ma non dovrebbe essere motivo di riflessione e allarme una contrapposizione tra scienza e diritto nella valutazione di prove scientifiche fondamentali?. In realtà, oltre alla scienza e al diritto ha agito la tecnica delle strategie di comunicazione; che condizionano pesantemente la ricerca biomedica; e anche il diritto, vedo. La ditta Gogerty and Marriott, di Seattle, della quale si è servita la famiglia Knox, ha curato in particolare il punto dolente del DNA di Meredith sul coltello di Sollecito, seminando a riguardo sui media falsità, in base alle quali si sono diffamati gli investigatori, dipinti come degli stupidi per questo reperto (Schneps e Colmez, cit.). Falsità del genere di quelle, comprensibili, degli avvocati della difesa: il DNA in oggetto non era “alterato” né “sovrapposto” né “contraddittorio”; e il test non si è voluto ripeterlo. Al contrario, i giudici, e con loro i periti ai quali si sono appoggiati nel cancellare la prova, non spiegano come sia risultato l’elettroferogramma di Meredith dalla lama del coltello di Sollecito; forse consapevoli che contra factum non valet argumentum, e che argumenta presentabili non ce ne sono. Spiace che tra le due, la scienza e la propaganda commerciale, il diritto dei magistrati, il diritto che i magistrati adottano in questi casi, sia entrato in sintonia più con la seconda che con la prima (Schneps e Colmez, cit.). Arrivederci.

@ The Marvelous. Il coltello con l’impronta genetica di Meredith sulla lama è stato trovato nell’abitazione di Sollecito. Lei, che conosce l’ambiente dall’interno, dice che i magistrati inquirenti sono stati degli incapaci, mentre i giudici di Cassazione sarebbero esenti da colpe, e “tutto quadra” in quanto asseriscono. Anni fa ho osservato, a proposito di altri fatti, che in medicina a volte alcuni leader di consumata esperienza praticano la “negazione del conseguente”, che ha la forma logica: “A”; “se A allora B”; quindi “non B”; e che consiste nello svelare o dimostrare una cosa grave, per poi non trarne le necessarie conclusioni sulle responsabilità ma al contrario negarle con un escamotage preordinato. In pratica un dire “mostro ciò di cui sei colpevole e ti assolvo con un cavillo”. Una cosa del genere può accadere anche in sede giudiziaria, e anche in Cassazione. Ebbe questa forma quello che fu detto “un paradosso del diritto”, l’assoluzione nel dopoguerra degli assassini dei fratelli Rosselli, stigmatizzata con parole di fuoco da Salvemini, attuata dai magistrati giocando sulle motivazioni, con una palese contraddizione tra le risultanze del processo e la sentenza (Franzinelli M. I tentacoli dell’Ovra. Boringhieri 1999).

@ The Marvelous. A mia volta posso citare come tante storture e frodi della ricerca biomedica siano determinate da premesse e scelte inziali errate. Errori che si potevano e si dovevano evitare, ma erano e sono vantaggiosi sul piano del profitto. A volte riconosciuti, dopo decenni. Qui appare che ci sia stato quel fenomeno detto del “suicidio” dell’azione giudiziaria, che è stata fatta andare male (con una “sciatteria” nelle indagini, con un “rigore” ingiustificato alla fine). Non penso si possano ignorare gli USA; la cui ombra – lo dico anche per esperienza diretta – porta i magistrati, per non parlare delle forze di polizia, ad applicare un “Codice Atlantico”; che non ha nulla a che vedere col genio leonardesco.

@ The Marvelous. Dai magistrati e dagli altri inquirenti come cittadino non mi aspetto che prima operino in modo da lasciarsi dipingere dalla stampa internazionale come dei cialtroni, e poi all’opposto applichino un “rigore” così estremo da venire riportato in un testo internazionale come esempio di errore di ragionamento che fa perdere a un procedimento giudiziario la possibilità di fare luce e quindi giustizia. La variabilità degli standard giudiziari qui ha compreso entrambe le codine patologiche di una gaussiana o altra curva già troppo poco puntuta.

Sulla “spe et metu”, che, io lo vedo, animano i magistrati, ma che, dice lei, il diritto rifiuta di considerare perché non sono dimostrabili, e non sono dimostrabili perché non misurabili (!); ciò va ad aggiungersi, come il contributo di un giurista, alle perle sull’uso retorico della misura, frequente in campo scientifico. Attualmente, o nel delirio attuale, si vogliono usare i cani per diagnosticare “scientificamente” il cancro e altre malattie con l’olfatto, sulla base di studi quantitativi *. (Sta collaborando all’impresa anche il Centro militare veterinario del nostro esercito). Chissà, forse allora si potrebbero fare annusare oltre che le urine dei pazienti anche quelle dei magistrati, per verificare, con standard che dovrebbero essere adeguati anche al diritto, il loro stato psicologico.

* Trained Dogs Sniff Out Thyroid Cancer With High Accuracy. Medscape, 9 marzo 2015.

@ The Marvelous. Che alle mie critiche, e alle critiche di altri che cito, al brillante procedimento giudiziario sull’assassinio di Meredith si risponda con una diagnosi psichiatrica rivela il valore di quel “diritto” che è il suo strumento, e che a quanto dice condivide con i magistrati. E che a mio parere, senza dubbio manifestazione della mia attuale condizione di “pazzo visionario”, non ha interrotto la violenza vile subita da Meredith ma ne è stato un prolungamento.

@ The Marvelous. Può aggiungere tutto il fragore bandistico, gli insulti e le insolenze che vuole, ma in questa vicenda continua a sentirsi, al posto della voce amica della giustizia, il parlottio degli scellerati e degli iniqui.

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2 febbraio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Adriana Faranda a corso di formazione per magistrati. Che protestano: “Assurdo” “

“Tra il materiale sequestrato ai brigatisti Valerio Morucci e Adriana Faranda dopo il loro arresto (29 maggio 1979) c’era l’indirizzo e il numero telefonico dell’abitazione di monsignor Marcinkus, nonché l’indirizzo e il numero telefonico di padre Felix Morlion (agente della Cia), ai quali l’autorità giudiziaria non ha mai rivolto alcuna domanda”. “Per confutare la perizia sulla mitraglietta Skorpion utilizzata per uccidere Moro, Valerio Morucci e Adriana Faranda si sono avvalsi di un perito di parte legato al servizio segreto militare: tale Marco Morin, estremista di destra, appartenente a “Gladio”. (Sergio Flamigni, La tela del ragno e Convergenze parallele).

La Faranda alla scuola dei magistrati? L’ambiguità della situazione riflette l’ambiguità della grande maggioranza dei burocrati giudiziari, che mentre vanno dicendo di essere colleghi di Alessandrini e Occorsio stanno invece allineati e coperti rispetto ai poteri che muovevano i fili allora e continuano a muoverli oggi. E’ una presenza proficua per i giovani giureconsulti: li aiuta ad apprendere l’arte di articolare le categorie reali con le categorie dichiarate, che sono tra loro opposte e incompatibili. Ed e’ istruttivo anche per il pubblico.

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21 maggio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Piercamillo Davigo: “Magistrati uccisi? È accaduto perché chi delinque ha trovato sponde in alcuni apparati dello Stato” “

Credo che per molti dei magistrati che sono stati uccisi – col supporto logistico dei servizi – il movente ultimo sia stato quello di epurare ed educare la classe dirigente di una nazione subalterna. Come per altri omicidi politici, la caratteristica che ha fatto del magistrato un bersaglio è stata una spontanea indipendenza rispetto a quei poteri forti sovranazionali che controllano il Paese; e che in genere possono contare su una magistratura compiacente.

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25 febbraio 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post ““Mani pulite-25 anni dopo”, il libro. Dai pm “manettari” ai “comunisti salvati”, ecco le post verità su Tangentopoli”

Mani pulite ha fatto sì che al momento giusto una vecchia mafia politica, tarata su un’economia keynesiana, divenuta obsoleta per la mutata situazione storica venisse rapidamente scalzata e sostituita da “viddani” adatti al corso liberista successivo alla Caduta del muro. Ottenuto il cambiamento tutto è stato nuovamente “blindato”. Dalla calata di Napoleone alla Resistenza, le speranze di palingenesi accese dal vento di interessi stranieri durano poco. Secondo Barbacetto, Gomez e Travaglio, ai quali dobbiamo puntuali ricostruzioni giornalistiche dei fatti giudiziari e politici, Mani pulite fu “una grande, ma ordinaria azione giudiziaria”; un’epopea spontanea da ricordare e celebrare. Io chiamo “tolemaicismo” lo spiegare i grandi cambiamenti della storia repubblicana in termini nazionali, interni; con argomenti complessi, dotti e ingegnosi, che ricordano la teoria tolemaica degli epicicli e degli eccentrici con la quale si sorreggeva, validamente sul piano logico, il falso modello geocentrico del moto degli astri. Non vi fu complotto, dicono. Bisogna ammettere che, data l’ansia di compiacere gli USA che alberga in tanti, a cominciare da magistrati, CC e Viminale come sa chi ci capita, se vi è stato un disegno tutt’al più la CIA lo avrà affidato ai suoi tirocinanti del primo anno.

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21 giugno 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Piazza della Loggia, la Cassazione conferma l’ergastolo per Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte”

Un indicatore degli effetti del ritardo della sentenza, un modo per comprendere quanto questa giustizia incida sul fiume della Storia, è ottenibile sottraendo dalla data dell’evento la distanza in anni tra evento e sentenza: 1974-43=1931. Tra la strage e la sentenza è passato tanto tempo quanto ne è trascorso tra il 1931 e la strage. Quanto pesava nel 1974 il 1931, quando l’Italia, largamente rurale, era sotto Mussolini. La violenza di Stato era autoctona e dichiarata: Gramsci osservava il mondo da una cella. Hitler doveva ancora prendere il potere. Gli USA si dibattevano nella grande depressione. L’Ucraina di Stalin stava entrando in carestia.

Un alto magistrato a Brescia ha affermato a una conferenza – essa stessa manifestazione delle mortifere strategie dei poteri forti – che se sente dire che la strage è stata lasciata impunita dalla magistratura “diventa scortese”. E’ possibile riconoscere dei meriti alla sentenza, che i fan dei magistrati magnificheranno. Ma conoscendo quanto è attualmente vasta e radicata la rete delle complicità istituzionali coi poteri che nel 1974 vollero la strage e che in questi cinque decenni hanno ordinato altre operazioni deleterie, conoscendo il doppio gioco delle autorità che ogni anno si mostrano sul palco alle commemorazioni, a me la sentenza pare una foglia di fico, un belletto su un volto grinzoso, una maschera di rispettabilità data ai tirapiedi perché meglio proseguano i loro servigi per gli affari dei nostri giorni.

@ Paola. Ma le verità sono davvero così complesse che non bastano 50 anni a trovarle? Per Pasolini – novembre ’74 – “non è poi così difficile”. Le verità su molti misteri d’Italia sono come la meccanica celeste: riguardano sistemi di forze molto grandi ma relativamente semplici in linea di principio, anche se la descrizione dettagliata può richiedere calcoli avanzati. (Chiamo “tolemaicismo” l’arte, simile alle spiegazioni ad hoc dell’astronomia geocentrica, di spiegarle in termini nazionali, ignorando la “massa gravitazionale” dell’ “astro” USA). L’importanza dell’azione giudiziaria andrebbe valutata considerando i suoi effetti sulle stragi e gli omicidi politici, che hanno potuto proseguire per decenni, fino a che sono stati utili; e gli effetti sull’influenza di poteri sovranazionali sull’Italia, oggi più forte di allora; e non contrastata, tutt’altro, dalla magistratura. Quanto all’indomito coraggio dei bresciani, osservandone da 24 anni i comportamenti ho sviluppato l’idea che queste stragi siano servite anche a “vampirizzare” la popolazione, facendone un docile collaboratore dietro alla retorica; la stessa retorica che oggi fa celebrare la sentenza. Forse nel decidere i luoghi degli eccidi gli uffici di guerra psicologica hanno considerato anche il carattere, qui diciamo “pragmatico”, di alcune cittadinanze.

La CIA e l’art. 33 della Costituzione

6 October 2011

Blog Blogghete

Commmento al post di G. Freda “Spacciatori di fuffa” del 6 ott 2011 

Dell’influenza degli USA sull’arte tramite la CIA sentii parlare da Enrico Baj ad una conferenza che tenne mi pare nel 1997 in un paese vicino a Brescia. Citò anche lui Peggy Guggenheim. Fece affermazioni sorprendenti su metodi di persuasione del genere “diplomazia delle cannoniere” che furono usati a Venezia. Riporto un passo da “Conversazioni con Enrico Baj” di L. Caprile, 1997 (pag. 54):

“Castelli ha organizzato la mostra al Padiglione americano della Biennale di Venezia nel 1964 assieme al suo amico Alan Solomon, entrambi dei servizi segreti americani. D’altra parte, i servizi segreti americani, qualche anno fa, hanno pienamente ammesso di aver considerato l’arte americana come un fatto d’importanza strategica e per tale considerazione di avere sollecitato l’interesse diretto del governo e della Casa Bianca. Nel caso della Biennale, Castelli e Solomon hanno avuto via libera dal Dipartimento di Stato.[…] improvvisamente si presenta l’accoppiata Castelli-Solomon, cambiano tutti i progetti precedenti e tutto lo spazio viene occupato dalla Pop Art con il conseguente successo dell’immagine americana up to date. […] Pensavamo che la Pop art volesse distruggere il mito della Coca-cola, della Marylin e del fumetto. Eravamo in errore perché lo si voleva solo esaltare.”

Credo che, come per altri aspetti della Guerra fredda, quello della opposizione all’URSS fosse un pretesto. Il movente principale mi pare sia stato quello di costruire un’egemonia culturale nei paesi “alleati”, che favorisse il dominio politico ed economico; creando consenso per le idee politiche capitalistiche, e mercati per i prodotti da consumare. Non si dirà mai abbastanza degli effetti negativi del condizionamento culturale. D’altro lato, occorre considerare che si tratta di informazioni “declassified”, come mostrano anche il libro della Stonor Sanders e la circostanza che la clamorosa rivelazione è arrivata sulle pagine di Repubblica. Sembra uno di quei “limited hang-out” tipici degli anglosassoni.

Questa ingerenza viola l’art. 33 della Costituzione, che dice che “L’arte e la scienza sono libere”. E’ noto il controllo sull’arte, che si può dire abbia ottenuto i suoi effetti già da molti anni; si parla molto meno di quello sulla scienza, attuato mediante i servizi e mediante vie riservate; che invece è più attuale e importante, per le ovvie implicazioni economiche; soprattutto in campo biomedico. Controllando l’arte si può influenzare la cultura generale dei popoli; controllando la ricerca scientifica e tecnologica, si controllano l’industria e il commercio.

I gruppi facenti capo a Rockefeller, citati a proposito del controllo dei servizi sull’arte, sono noti anche per l’influenza determinante che hanno avuto nel plasmare la medicina e la ricerca scientifica biomedica del nostro tempo. Pochi in Italia conoscono il caso della persecuzione di Domenico Marotta, mediata da magistratura e democristiani, e appoggiata da una campagna diffamatoria dell’Unità, due anni dopo l’uccisione di Mattei e alcuni mesi dopo il caso Ippolito. Marotta era un autentico gran commis dello Stato, molto lontano dai soggetti cui siamo ormai abituati. Fu un validissimo direttore dell’Istituto superiore di sanità, del quale è considerato il padre. Infranse il monopolio anglo-americano sulla penicillina, chiamando l’inglese Chain, premio Nobel, a lavorare per noi; un atto che ha evidenti analogie con la ricerca dell’indipendenza energetica per l’Italia di Mattei e Ippolito. Subì l’oltraggio del carcere ottantenne, mentre sui giornali veniva presentato come una “forchetta della scienza”. Marotta era un uomo del passato. I moderni servitori dello Stato hanno reso l’Italia un verde pascolo per le multinazionali farmaceutiche estere. In Italia un bambino su due assume almeno un antibiotico all’anno – molto spesso inutilmente e con effetti nocivi – contro il 14% degli inglesi.

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2 giugno 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Pellizzetti “Referendum riforme: ‘250 grandi intellettuali 250′ per la Boschi e Renzi”

Nel 1931 i professori universitari che rifiutarono di giurare fedeltà al fascismo furono 12 su 1250, lo 0.96%: E. Bonaiuti, M. Carrara, G. De Sanctis, G. Errera, G. Levi Della Vida, F. Luzzatto, P. Martinetti, B. Negrisoli, E. Ruffini, F. Ruffini, L. Venturi.

@ Uva 63. Non è un parallelo. Quel 99.04 di “sì” è un indice del proverbiale servilismo degli intellettuali, e quindi del valore da attribuire al loro fare da testimonial a leggi liberticide.

@ Uva 63. Sì, è una questione di precedenti che mostrano il servilismo degli intellettuali verso i potenti per ottenere vantaggi personali, non un “paragone”. Comunque somiglianze ci sono. Anche Mussolini, che conosceva gli italiani, si assicurava l’appoggio degli intellettuali pagandoli; con assegni mensili di importo variabile. Così che si diceva che in Italia i poeti si distinguono in millelirici, duemilalirici e tremilalirici.

@ Inverness. I 12 sono esempi di virtù eroiche. Persero la cattedra e la libertà. Anche nei primi anni del fascismo vi fu una spontanea consistente opposizione degli intellettuali, che poi su soffocata. Per alcuni ci vollero le maniera forti; ma per i più bastò fare leva sul “tengo famiglia” che i chiosatori come te incarnano perfettamente.

@ Inverness. Anche a me rincresce di aver anteposto i nomi delle 12 perle che non giurarono ai tuoi stentorei commenti.

@ nonnepossopiù. o dico che storicamente in Italia c’è una tradizione di servilismo degli intellettuali verso il potere autoritario, e lei replica chiedendomi cosa direi se ribattesse che le percentuali dei contrari sono circa pari a quelle dei pazzi. Cosa direi? Niente. Non si risponde ai non-argomenti. Rifletterei contrito sui grossi calibri intellettuali, capaci di cotanta confutazione, che il fronte del Sì ha a disposizione.

@ Effendi. Benedetto Croce, umanista di indubbio valore (come G. Gentile, del quale si dice fosse fascista per convenienza) nel dopoguerra lo ritroviamo presidente del Congresso della libertà e della cultura, “rappresentante di un crescente ‘pensiero euro-americano’ ”; un’associazione voluta dalle stesse strutture USA che organizzarono Gladio e Stay Behind. E che si occuparono di selezionare la classe intellettuale italiana facendo promuovere quelli che secondo loro erano “i capaci e i meritevoli” (*). Selezione che come si vede dà i suoi frutti.

*Sanders FS. La guerra fredda culturale. La CIA e il mondo delle lettere e delle arti. Fazi, 2004.

@ Effendi. Neanch’io ho mai capito molto l’idealismo crociano, e, a parte le strumentalizzazioni scientiste, bisogna riconoscere che il suo considerare la scienza come “tecnica” inferiore alle discipline umanistiche non ha giovato alla cultura italiana. E neppure capisco la versione “attualista” di Gentile. Erano però uomini di grande cultura. Sulla morte di Gentile c’è un libro di L. Canfora, “La sentenza”, secondo il quale non fu una semplice vendetta partigiana.

La medicina reaganiana dei DRG

5 October 2011

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. De Felice “Rimborsi sanitari: dubbi e certezze” del 4 ott 2011

Un economista conservatore, Ricossa, disse che il medico lo si dovrebbe pagare lo stesso indipendentemente dalla terapia: anche se non prescrive alcuna cura, purché sia la scelta più appropriata. La medicina è un “mercato imperfetto”, nel quale il paziente non sa ciò è bene per lui, e può accettare ad occhi chiusi prestazioni che sono nell’interesse dell’Offerta, ma che non lo aiutano o lo danneggiano. I pagamenti a prestazione come i DRG, introdotti da Reagan, spingono al consumo di esami e cure inutili o nocive su scala industriale. Prestazioni inappropriate che spesso inducono altre prestazioni, a catena. I DRG sono iatrogeni; premiano gli effetti avversi di esami e terapie, e la cattiva sanità: in USA ospedali che hanno ridotto le infezioni nosocomiali hanno visto ridurre le loro entrate da DRG. Paradossalmente, le truffe per “upcoding”, e a volte come per Poggi Longostrevi con pagamenti per esami non eseguiti, sono meno lesive, e meno gravi moralmente del lucro indebito ottenuto impunemente applicando quanto previsto dai DRG. Inoltre i DRG, consentendo l’arbitrio nel riclassificare la nosologia, e nell’attaccare alle varie classi pesi in denaro, vengono usati per favorire alcuni prodotti – in genere chirurgici a basso rischio, come le artroscopie di ginocchio- a scapito di altri a volte più utili, remunerandoli di più. Una mappatura dalla medicina reale a quella commerciale, deformante e irrazionale, dove le scelte del medico sono una variabile controllata dal business. In terzo luogo, i DRG consentono di agire come limitatori di spesa, per evitare che il sistema, costruito per produrre una spirale crescente di spesa medica, esploda. Questo aspetto, e l’irrazionalità della mappatura, sono quelli più contestati dai medici. Lamentele come quella del dr De Felice sono comuni. Si parla invece molto poco dei DRG come fondativi di un mercato falso e truccato che incentiva i consumi medici a danno della borsa e della vita.

*     *     *

Risposta all’autore. Censurata.

@De Felice. Grazie per la risposta. Se si critica il sistema chiedendo di aumentare i consumi, è più facile “metterci la faccia”:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/04/09/2398/

Invece se le critiche minacciano sostanzialmente i profitti si ha una reazione istituzionale e corporativa che a mio parere è pienamente di ordine criminale. Fare la critica della medicina con L’Ordine dei medici è come “Fare la rivoluzione coi Carabinieri”, che secondo Montanelli è una tipica aspirazione degli italiani.

Audit clinici e orrori clinici

2 October 2011

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. De Felice “Proposte per evitare le “cliniche degli orrori” del 2 ott 2011 

Il feedback clinico, dove il medico curante vede gli effetti, anche non immediati, delle sue cure, sarebbe utilissimo per migliorare l’esperienza del medico. E’ diverso dal monitorare la sanità e prevenire orrori comparando come stanno i pazienti dopo le cure, che non è proprio di quelle idee che consentono di citare la frase di Proust sulla scoperta come capacità di avere “occhi nuovi”: “Clinical audit has been practised in some form or another for centuries” (McMaster R. 2003. The information society and health care: a sceptical examination of change in the UK’s NHS). Anzi, da un lato l’arretratezza nell’ottenere statistiche e nell’eseguire, come sarebbe necessario, controlli sistematici validi sugli outcome clinici è un anacronismo strumentale, una tacita deregulation che favorisce gli abusi. Dall’altro, il saggio di McMaster mostra come per sé gli audit non sono sufficienti, non essendo intrinsecamente oggettivi, ma facilmente pilotabili; e come non impediscano distorsioni e frodi – coi conseguenti orrori – ma possano anzi favorirle, nelle forme in cui vengono promossi dall’ortodossia. E’ un po’ come per i bilanci aziendali: ci vogliono, ma occorre sapere che mani esperte possono far dire loro quello che conviene anziché la verità. I dati quantitativi giusti sono indispensabili; ma, come in altri campi complessi, in medicina non ci sono “calculemus” che si possano sostituire alla valutazione politica e deontologica.

Per un’opinione non convenzionale sulle rozze truffe della S. Rita; su come i medici responsabili stiano pagando in quanto i loro crimini sono anomali rispetto alle procedure del sistema, piuttosto che gravemente devianti dal livello etico; e sulle protezioni e gli aiuti istituzionali di cui contemporaneamente godono le sofisticate frodi mediche strutturali, che non verrebbero rilevate dagli audit:

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digitando nella casella di ricerca “S. Rita”, tra virgolette.

Sulle regole per la Roche

30 September 2011

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. De Felice “Perché curarne di meno pagando di più?” del 29 set 2011

Secondo il dr De Felice ci sono due farmaci oftalmologici concorrenti: il Lucentis della Novartis, a 1700 euro “a fiala”, e l’Avastin della Roche, a 24 euro “a fiala”. Sono equivalenti, ma L’Aifa autorizza solo l’uso del primo. In realtà la Roche/Genentech ha sviluppato e commercializza entrambi i prodotti; ha dato il Lucentis in concessione alla Novartis fuori dagli USA. La molecola del Lucentis è stata ottenuta da quella dell’Avastin. L’Avastin, un antitumorale somministrato per via parenterale, per l’uso oftalmico appare più economico perché essendo iniettato localmente, nel vitreo, ne occorre una dose molto più bassa. Il prezzo a dose elevato del Lucentis è un caso mascherato di discriminazione di prezzo e di value-based pricing, volto a massimizzare i profitti. Studi che dissuadono dall’uso oculistico off label dell’Avastin riportando maggiori rischi sono finanziati dalla Roche, la stessa casa che lo produce e ha fatto carte false per estenderne l’uso (ma non alle patologie oculistiche). Politici e opinionisti stanno reggendo questa commedia, invece di esigere dalla Roche un comportamento commerciale corretto: che sgonfi il prezzo del Lucentis o offra l’Avastin in forma farmaceutica per l’uso oftalmico.

L’Avastin ha avuto appoggi politici e traversie che hanno sollevato scandalo anche tra gli scienziati mainstream: la sua approvazione per il tumore della mammella è stata concessa dalla FDA contro il parere dei suoi stessi esperti; 2 anni dopo è stata ritirata data l’inefficacia. E’ un antitumorale costosissimo che fattura miliardi di euro all’anno. In USA l’uso antitumorale off label, non rimborsato dalle assicurazioni, porta i pazienti a pagare sui 100000 dollari/anno. In generale l’uso off label è un’altra bieca tattica di marketing che danneggia i pazienti; tale trasgressione delle regole, che in alcuni casi è stata sanzionata in USA con multe di miliardi di dollari, non andrebbe fatta passare per qualcosa di positivo.

~~~

Brescia, 14 nov 2011

Dr Enzo Iacopino
Presidente
Ordine nazionale dei giornalisti
Via Parigi 11
00185 Roma

racc a/r online

e

Dr.sa Adriana Bazzi
abazzi@rcs.it

email


Oggetto: grave disinformazione nell’articolo di Adriana Bazzi “Farmaci fuori indicazione quando è giusto rischiare”. Corriere della Sera, 13 nov 2011.

 “These are not always a victimless crime that’s just about money. These companies are engaged in actions in which there are times that result in people killing themselves or hurting others.”

Patrick Burns, attivista dei Taxpayers Against Fraud, sulla multa di 235 milioni di dollari pagata nel 2010 dalla Novartis per un caso di off label marketing

L’articolo in oggetto riporta una versione distorta e fuorviante della querelle bevacizumab vs. ranizumab. Vedi:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/30/sulle-regole-per-la-roche/ (allegato)

Invece di svelare la natura artificiosa della questione, l’articolo la “ontologizza”, come se i farmaci, anzi le preparazioni farmaceutiche, fossero un dato di natura immodificabile. Invece di denunciare un basso trucco delle multinazionali farmaceutiche a danno dei pazienti, l’ambiguo gioco delle parti delle agenzie regolatrici, e le conseguenze pericolose e a volte disastrose delle prescrizioni off label, attivamente ricercate per aumentare i profitti; invece di sensibilizzare cittadini e politici perché si faccia cessare un raggiro che pone l’alternativa tra il dover pagare un prezzo truffaldino o esporre i pazienti a un rischio iatrogeno, l’articolo accetta e amplifica la falsa rappresentazione; e ne trae la morale arbitraria e abusiva che l’off label può essere “giusto” anche se è un rischio.

Un sabotaggio terapeutico deliberato, volto alla ricerca amorale della massimizzazione del profitto, viene preso a pretesto per fare apparire accettabili forme ancora più nefaste di deregolamentazione e perseguimento del profitto. Questa posizione calpesta il diritto dei cittadini alla tutela della salute, e il diritto ad una informazione chiara, veritiera e corretta.

Sul sito del Corriere è stato rimosso un mio semplice commento (postato alle h 13:12) all’articolo online, che segnalava la radicale distorsione della versione dei fatti data dal Corriere e denunciava questo cavallo di Troia che invita a guardare con occhio positivo alle prescrizioni off label:

“No, non è andata come dice la giornalista Bazzi. Il bevacizumab (Avastin) e il ranibizumab (Lucentis) provengono dalla stessa casa farmaceutica; la separazione e il caso non erano necessari, ma sono stati costruiti e montati ad arte per generare profitti; con lo spinoff di presentare al pubblico le prescrizioni offlabel, pratica antiscientifica e pericolosa, (per la quale pochi giorni fa la Glaxo ha pagato al governo USA una transazione di 3 miliardi di dollari), come un “giusto rischiare”:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/30/sulle-regole-per-la-roche/

Poche ore dopo, insieme a due commenti, è stata aggiunta la dicitura “Non è possibile inviare commenti a questo articolo”. Questa censura non depone a favore della giornalista e del Corriere, che dovrebbero rendersi conto, insieme agli altri giornalisti e giornali che pure diffondono e occultano notizie come se fossero dipendenti di big pharma, di quanto gravi sono le responsabilità che così si assumono.

Distinti saluti

Dr Francesco Pansera

All.

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3 lug 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post di N. Dirindin e N. Magrini “Come risparmiare 200 milioni con un solo farmaco” del 2 lug 2012

E’ un gioco delle 3 carte basato su 2 equivoci: a) c’è un solo farmaco, surrettiziamente separato in due specialità. b) l’off-label qui è formale; confonderlo con l’off-label materiale è delittuoso; ma lo è anche il distinguere tra i due senza reale fondamento. Peccato che i magistrati, professionalmente i più adatti a decostruire questa perfida manovra, si prestino invece a sostenerla.

Immaginiamo che una ditta venda agli automobilisti bloccati in autostrada d’estate per decine di ore bottigliette d’acqua da mezzo litro a 20 euro cadauna. La medesima acqua, imbottigliata con le stesse procedure dalla stessa fonte, viene venduta dalla stessa ditta a 40 centesimi al litro, ma priva delle autorizzazioni per commercializzarla come acqua potabile. Si crea così un movimento che chiede di poter bere dalle bottiglie a 40 c/L; che porta un giudice a stabilire il principio che è lecito in casi particolari commercializzare acqua priva delle autorizzazioni. Aggirare una truffa allentando i controlli su frodi peggiori non è una vittoria né un risparmio né buona giurisprudenza. Si sarebbe dovuto contestare alla ditta di praticare il “value-based pricing” su un bene di prima necessità. E non invece cadere in una sconsiderata apertura sull’off-label, pratica spesso criminale che moltiplica i profitti delle multinazionali farmaceutiche a danno della salute e delle tasche dei cittadini.

Sulle regole per la Roche

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3 lug 2012 

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. De Felice “Spending review, in sanità si può risparmiare senza spendere” del 3 lug 2012

Lo stesso giorno, 3 lug 2012, mentre su il Fatto (v. anche “Come risparmiare 200 milioni con un solo farmaco” di N. Dirindin e N. Magrini, 2 lug 2012) si decanta l’off-label come la via per sottrarsi ai balzelli delle case farmaceutiche e risparmiare, sul blog per medici del British medical journal si discute di questo:

Can we trust drug companies?

Kirked: “La ditta Glaxo Smith Kline [il 2 luglio] è stata multata per 3 miliardi di dollari dopo avere ammesso di corrompere medici in USA per prescrivere farmaci non approvati [cioè off-label] ad adulti a bambini. Sembra abbia pagato di tutto, dai biglietti per i concerti di Madonna, a partite di caccia, a contante affinché i medici prescrivessero Seroxat [*], Wellbutrin e Avandia [questo ultimo responsabile di decine di migliaia di decessi]. … GSK ha anche promosso articoli che promuovevano questi prodotti e trattenuto articoli critici. GSK è la ditta che dice statine per tutti. Quanto possiamo fidarci della case farmaceutiche?”

E’ da notare che in USA l’off -label è consentito; è la sua promozione da parte della case produttrici che è illegale. Non spiegando cos’è davvero l’off-label, né i termini dell’imbroglio Avastin-Lucentis, si dà al lettore un’indicazione fuorviante; un “a dicto secundum quid ad dictum simpliciter”, che caldeggia ciò che è pernicioso facendolo apparire come un progresso.

Sulle regole per la Roche

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4 lug 2012

* farmaco che ha causato suicidi nei minorenni ai quali è stato prescitto off-label. L’off-label è tra i responsabili dell’incremento della spesa per i farmaci. La spesa per i soli antipiscotici di seconda generazione tra i quali rientra il Seroxat è passata in USA da 8.4 miliardi di dollari nel 2003 a 14.6 miliardi nel 2009.

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21 ottobre 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Todde “L’Agenzia del Farmaco vieta l’Avastin, rimedio contro la cecità” del 20 ottobre 2012

@docvero. La ringrazio per la correzione. Sia il Seroxat, che è un SSRI di seconda generazione, sia il Seroquel, antipsicotico, hanno avuto problemi per il loro uso off label. Il Seroxat nel 2012 ha portato a una multa di 3 miliardi di dollari alla GSK per avere corrotto i medici perché lo prescrivessero off label (più altri 3 miliardi in altri risarcimenti). Nel 2010 l’Astra Zeneca aveva pagato per lo stesso illecito commesso per aumentare le vendite del Seroquel una multa di circa 565 milioni di dollari. Per i danni da uso off label di antipsicotici: Leslie D E et al. Off label use of antipsychotic medications in Medicaid.  Am J Mang Care, 2012. 18: e109.

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Guardate che è un cavallo di Troia per introdurre forme di legalizzazione dell’off label, la prescrizione al di fuori delle indicazioni, che è pericolosissima per i pazienti e svuota i fondi statali per i farmaci. Con questo gioco delle parti tra Aifa cattiva e società civile buona si sta facendo in modo che sia la gente a chiedere di essere infinocchiata:

Sulle regole per la Roche
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Chiedere di legalizzare l’off label quando basterebbe che l’Avastin fosse prodotto anche in fiale per uso oftalmico è fare come quei Carabinieri che giravano la caserma per avvitare la lampadina. Bisognerebbe piuttosto chiedere ai nostri rappresentanti politici di farsi coraggio e esigere ciò dal gruppo industriale che produce l’Avastin (che poi è lo stesso gruppo che produce il Lucentis, il farmaco molto più costoso; è lo stesso principio attivo, con una piccola modifica per giustificare la distinzione, e la speculazione).

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Se lo Stato, che non è la casalinga di Voghera, dicesse alla casa produttrice, della quale è un grosso cliente: “produci l’Avastin in forma oftalmologica, senza gonfiare il prezzo” (prodotto che ha già i requisiti per essere approvato); si eviterebbe: a) di sprecare denaro col Lucentis; b) l’attuale rischio di endoftalmiti, con possibilità di perdita dell’occhio, dovuto a contaminazione nello “sbottigliamento” dell’Avastin; c) di aprire la strada alla legalizzazione dell’off label, che appare essere il fine di questa manfrina. Ma se lo Stato, e i cittadini, neppure prendono in considerazione questa possibilità, allora ci meritiamo questa farsa, e i danni che ne deriveranno.

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Punti chiave dell’articolo di Leslie et al.:

Il 57.6% dei pazienti ai quali venivano prescritti antipsicotici nel programma Medicaid non aveva avuto diagnosi di psicosi (schizofrenia o disordine bipolare) entro lo stesso anno. Tale uso off label, che porta con sé il rischio di gravi effetti avversi, era più alto tra i bambini, gli anziani, coloro ai quali era stata diagnosticata depressione, e i gruppi etnici più deboli. Persone non “pazze” hanno ricevuto, con motivazioni essenzialmente arbitrarie, farmaci per la schizofrenia che provocano diabete, discinesia tardiva, sindromi extrapiramidali. In USA questa pratica ha portato a un incremento della spesa per tali farmaci del 73% in 6 anni. Altri studi hanno mostrato che in USA il 21% di tutte le prescrizioni è off label. Il 46% delle prescrizioni di cardiovascolari, il 46% di antiepilettici, il 42% di antiasmatici.

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@docvero. No, non sto scherzando. E’ lei che non considera il tema con sufficiente serietà: le ricordo che in USA le reazioni avverse ai farmaci sono ormai la quarta causa di morte. La descrizione dell’off label in termini agiografici, es. con sceneggiate puerili come questa dove l’off label salva dalla cecità con pochi soldi ma “o’ malamente” lo impedisce, serve gli interessi dell’industria e dell’esercito dei suoi venditori. La pericolosità delle prescrizioni al di fuori delle indicazioni deriva dal fatto che c’è un interesse a vendere il farmaco anche se non serve o fa male. Vendita a volte incentivata corrompendo il medico e i funzionari degli enti preposti; e facendo diffondere dai media, spacciandole come notizie o analisi critiche, le veline delle ditte di pubbliche relazioni.

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@docvero. ” E’ con l’off-label che si fanno curare i ricchi in USA, andando nelle cliniche al confine col Messico.”. Ho lavorato in USA, e ho visto che i ricchi, che credono che sia solo una questione di soldi, a volte hanno cure peggiori, più pesanti e non necessarie, proprio perché possono pagare. Ho visto anche italiani malati di cancro che si erano venduti la casa per venire a farsi truffare in USA, nella speranza di salvarsi, e morire lì non diversamente da come sarebbero morti in Italia. La vendita della speranza è un settore commerciale ricco di paradossi.

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@Sonia Martino. Per esempio, in “Shock economy”, di N. Klein, si spiega come sia importante eliminare le figure scomode nelle operazioni di espansione del liberismo; e come sia possibile ottenere i risultati voluti a basso costo, corrompendo i funzionari locali. Il costo di un’operazione del genere sta alle spese annuali di marketing dell’industria farmaceutica come 1-2 euro stanno alla paga annuale di un poliziotto. Non c’è bisogno di arrivare all’eliminazione fisica per casi come il mio; negli anni Sessanta lo shock della persecuzione giudiziaria del padre dell’Istituto superiore di sanità, Marotta, fu sufficiente a imbrigliare la ricerca biomedica italiana. E, mi scusi, non dia per scontato che certe forme di eliminazione morale escludano l’eliminazione fisica, che può anche non essere cruenta o diretta. Inoltre il discredito, l’associare le idee non gradite a una figura stramba e grottesca, e la punizione esemplare, mafia docet, non sono meno importanti. Comunque di fatto ciò è avvenuto e avviene. Io a mia volta mi chiedo perché quanto dico su questi temi politici, che raccoglie i suoi complimenti, ma non mi sembra così eccezionale, non viene detto da altri; mentre io dovrei occuparmi di ricerca biomedica, dei meccanismi delle malattie, campo dove ero in grado di proporre concetti e ipotesi nuovi, come facevo (senza chiedere una lira, né altro) prima che tante belle istituzioni si scomodassero per impedirlo.

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@loginadsl.  In medicina capire è difficile; ma imbrogliare è facile…

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22 novembre 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. De Felice “Lo Stato come fautore della medicina difensiva” del 22 novembre 2012

L’Avastin ricorda la duplicità del dr Jekill, o meglio, da noi, quella democristiana di Sordi ne Il Moralista. Ha precedenti di pesanti manipolazioni per la sua introduzione. Lo scorso ottobre l’Agenzia europea del farmaco considera di multare pesantemente la Roche per avere omesso i controlli previsti (già scarsi) sugli effetti avversi dell’Avastin. L’Avastin è stato descritto come un farmaco-canaglia, costosissimo (90000$) e con efficacia nulla o scarsissima quanto a estensione della sopravvivenza, ma imposto a forza, come antitumorale (Fojo, Grady. How much life is worth: cetuximab, non-small cell lung cancer, and the $440 billion question. JNCI, 2009. 101: 1044).

Qui invece l’Avastin recita il ruolo di farmaco-santo, un francescano a piedi scalzi che un sinedrio di burocrati non lascia operare come farmaco oftalmologico perché costa poco. Tutto quello che si chiede è di farlo passare come off-label, una pratica che viene così anch’essa investita di un alone angelico. Solo che introducendo l’off-label si introduce uno degli strumenti della medicina-canaglia, costosissima e pericolosa. Chiedere che lo Stato ottenga che sia prodotto in forma per uso oftalmico o che i farmaci concorrenti adeguino il loro prezzo abbassandolo guasta la storia; e non si vede perché i politici debbano agire con coraggio se il pubblico è pecorone con le multinazionali.

Sulle regole per la Roche

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@Thhh. Il paracetamolo come antipiretico è risultato non superiore ai metodi fisici per trattare la sintomatologia febbrile dei bambini in una review Cochrane. Il suo largo consumo è frutto e causa della mentalità che porta a riempire di farmaci i bambini, una pratica che non è neutra né innocua. Off-label significa impiego al fuori delle indicazioni autorizzate. Quello che può avvenire è che le case farmaceutiche pagano i medici perché prescrivano un farmaco off label. Questo comparaggio toglie risorse per altri interventi più utili, e può provocare danni ai pazienti, es. decessi, come è accaduto ai pazienti rimpinzati di eritropoietina dagli oncologi pagati per prescriverla. In USA alcune case farmaceutiche sono state multate per miliardi di dollari per avere promosso l’uso di farmaci off label. Ma ad essere pagati per favorire l’off label non solo sono i medici. Sul gioco delle 3 carte tra Avastin e Lucentis col quale si sta propagandando l’off label come una buona cosa v. sopra, “Sulle regole per la Roche”.

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@Thhh. Mi auguro che non “TUTTI” pensino che le spugnature con acqua tiepida siano intollerabili per il bambino. Gli “irresponsabili” che, confermata la natura benigna della febbre, non ascoltino i consigli degli imbonitori farmaceutici possono ottenere vantaggi per i loro bambini: con gli antipiretici si può favorire l’infezione, e prolungare il malessere del bambino anziché ridurlo; il paracetamolo è pur sempre un farmaco, in grado di causare danni, es. epatite fulminate in caso di sovraddosaggio; secondo uno studio sul Lancet, i bambini trattati con paracetamolo presentano un rischio aumentato di sviluppare l’asma. (“Quando abbassare la febbre non è affatto utile” in “Bambini e (troppe) medicine” F. De Luca, 2009).

L’off-label serve a fare soldi, a spese delle tasche del paziente e a volte anche della sua salute. Se un farmaco è davvero efficace, basta farlo approvare; il problema è che spesso non sono efficaci e sicuri neppure i trattamenti “scientifici” provvisti di approvazione istituzionale. In questi giorni sono apparsi articoli che mostrano (Bangalore et al. JAMA, 3 ott 2012.) che un classico della prevenzione farmacologia, i betabloccanti per la riduzione del rischio di accidenti cardiovascolari, non è efficace; mentre alcuni betabloccati aumentano il rischio di diabete, e conseguentemente di infarto e di ictus. Un altro articolo, considerando 30 anni di prevenzione con la mammografia, conclude che lo screening, mentre “sta avendo, nel migliore dei casi, solo un piccolo effetto sulla mortalità per cancro della mammella” ha generato false diagnosi di cancro, con quello che ne consegue, su 1.3 milioni di donne nei soli USA. (Bleyer et al, NEJM, 22 nov 2012). Non credo che fidarsi della sola parola degli studi « scientifici » sponsorizzati dall’industria sia prudente.

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Blog de Il Fatto

Commento al post “Roche e Novartis, danni a sistema sanitario per 400 milioni. Istruttoria Antitrust” del 15 febbraio 2013

@ Giorgio Muccio. Contestare un cartello sul caso Avastin-Lucentis mi pare meritorio; e questa iniziativa italiana potrebbe essere di esempio per gli altri Stati. Purché non vada a finire come chiede l’avvocato Giorgio Muccio, candidato del M5S, che ha presentato un esposto all’Antitrust, ma che in accordo con gli altri esponenti del M5S chiede in pratica l’estensione dell’off-label; ciò è invece servire gli interessi rapaci e immorali delle multinazionali farmaceutiche. L’off-label, lo dovrebbe suggerire il buon senso e i casi in USA lo dimostrano, non porta a un contenimento, ma ad un incremento della spesa farmaceutica; oltre che a danni alla salute dei cittadini, da prescrizioni inappropriate e da spreco di risorse:

Sulle regole per la Roche
http://menici60d15.wordpress.c…

Francesco Pansera

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censurato

 @ Giorgio Muccio. Avvocato non alzi la voce, non cambi le mie parole e chiami le cose col loro nome. L’off-label, la deregolamentazione delle prescrizioni, è un male per il cittadino, e patrocinandolo lei, come avvocato o come parlamentare, di fatto lavora per le multinazionali.

Lei dice che “il principio cui fare riferimento è quello dell’alleanza terapeutica sancito dalla sentenza dello Corte costituzionale 151/09”. Non ho trovato nella sentenza da lei citata l’espressione “alleanza terapeutica”; che comunque non c’entra nulla con l’off-label e coi cartelli delle multinazionali; se non per favorire illeciti.

La “alleanza terapeutica” è un concetto della psicoanalisi; mutuato in medicina per ragioni ideologiche: per evitare le responsabilità del rapporto principale-agente tra medico e paziente; e per dare una copertura rispettabile alla forte dipendenza psicologica del paziente nei confronti del medico; dipendenza che favorisce abusi di potere, e andrebbe ridotta anziché stimolata. E’ vero che magistrati e  avvocati fanno spesso riferimento a questa “alleanza”, ma fanno male. I giuristi non dovrebbero fare assurgere uno slogan commerciale a principio giuridico, e sarebbe una mostruosità inserirlo nell’ordinamento:

I giornalisti e il mal di schiena

https://menici60d15.wordpress.com/2011/04/21/i-giornalisti-e-il-mal-di-schiena/

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Oggi 17 feb 2013 in Svizzera una deputata socialista, Sommaruga, ha criticato la liquidazione di 60 milioni di euro che la Novartis verserà al presidente dimissionario Vasella. Da noi, a una settimana dalle elezioni politiche del feb 2013, Il Fatto Quotidiano diretto da Padellaro censurando un mio post non permette di contestare nel merito, come contrarie agli interessi dei cittadini e favorevoli a quelle delle multinazionali come la Novartis, le posizioni su temi di politica sanitaria di G. Muccio, avvocato grillino che parla già come se fosse in Parlamento a comandare. Ciò per di più su una questione, che l’avv. Muccio segue anche in veste professionale, sulla quale sono in corso procedimenti della magistratura amministrativa e dell’Antitrust. Credo che il Movimento 5 stelle – e Il Fatto – siano portatori di forme nuove dell’inveterato costume di servire il potere, non migliori di quelle dei politici vecchio stile che indicano come il male da estirpare.

3.1.10

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censurato

Avv. Muccio, lei e il Fatto censurate le obiezioni di merito e rispondete alle proteste per averle censurate; “ridicolo” è come ve la cantate e ve la suonate. Non l’ho insultata, e se davvero l’avessi fatto non dovrebbe avere difficoltà come avvocato a rispondermi. Lei appoggia la sua azione professionale e politica al blog de Il Fatto, ma censura le critiche che non le fanno fare bella figura; e così facendo protegge la manfrina su Avastin-Lucentis, che potrà avere sulla sanità pubblica effetti negativi peggiori di quello che lei si vanta di avere contrastato. Non so di quale copia incolla stia parlando: il suo comportamento è scorretto anche nel ricostruire i fatti.

Sullo off-label e la “alleanza terapeutica” media e commentatori in Italia diffondono concezioni gravemente distorte. Censurando il minimo intervento che denuncia ciò, si favorisce l’equivoco e l’inganno. Cercherò di fare conoscere per altre vie al pubblico e a chi ha responsabilità giudiziarie, amministrative e politiche quanto lei e Il Fatto ritenete di nascondere ai lettori. Per ora rilevo che come M5S non cominciate affatto bene; mostrando di praticare l’arte dello spacciare come cosa buona ciò che va a danno dei cittadini; e di estendere la mancanza di democraticità e di discussione che sono interne al “movimento” alla discussione politica pubblica e alla tanto celebrata “rete”.

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5 marzo 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Antitrust, multa da 180 milioni di euro a Roche e Novartis: “Accordi illeciti”

Il provvedimento segna uno stop nella deriva della sanità verso un mondo alla rovescia. Tra i suoi meriti vi è anche quello di avere smascherato uno schema che, impudentemente, porta a favorire le prescrizioni off-label, mettendo a rischio la salute e aumentando ulteriormente la spesa, in nome del risparmio.

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7 marzo 2014

Blog de l’Espresso

Commento all’articolo di D. Minerva “Roche, Novartis e i servi sciocchi”

Le truffe sono due, ingegnosamente accoppiate. Una è quella, ora nota, della falsa differenziazione dei 2 farmaci. L’altra è quella ideologica del sostenere che l’azienda è il contraente forte: “il farmaco è suo e fa quel che vuole”; incluso non metterlo in commercio se non le conviene. Quindi lo Stato, invece di governare e dire all’azienda produttrice “il tuo è un trucco illegale, fammi l’Avastin in preparazione per uso oftalmico” dovrebbe eludere le leggi stabilite dall’industria, favorendo l’off-label; andando così, “a schiena dritta” secondo D. Minerva, verso la deregolamentazione dei farmaci già approvati per altro uso, che mette a rischio la salute e aumenta la spesa sanitaria e i profitti aziendali.

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7 marzo 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. De Felice “Novartis-Roche: chi guadagna sulla salute dei cittadini?”

Le truffe sono due, ingegnosamente accoppiate. Una è quella, ora nota, della falsa differenziazione dei 2 farmaci. L’altra è quella ideologica del sostenere che l’azienda è il contraente forte: “il farmaco è suo e fa quel che vuole” (D. Minerva); incluso non metterlo in commercio se non le conviene. Quindi lo Stato, invece di governare e dire all’azienda produttrice “il tuo è un trucco illegale, fammi l’Avastin in preparazione per uso oftalmico” dovrebbe eludere le leggi stabilite dall’industria, favorendo l’off-label; andando così verso la deregolamentazione dei farmaci già approvati per altro uso, che mette a rischio la salute e aumenta la spesa sanitaria e i profitti aziendali.

E’ pericoloso e ingannevole presentare come rimedio agli abusi l’off-label, che è la base per forme di comparaggio sistematico con giri di affari di decine di miliardi di euro (Big pharma often commits corporate crime, and this must be stopped. BMJ 2012;345:e8462), e porta a sovraprescrizioni che hanno provocato morti di pazienti

Con Avastin-Lucentis Big Pharma ha fatto come quei tassisti che fanno il giro lungo per far pagare la corsa più del dovuto. La multa ha anche il merito di mettere in luce una pratica scorretta. Ma aprire all’off-label sull’onda del caso sarebbe come sostenere che per assicurare che i tassisti seguano il percorso più breve occorre prevedere per loro deroghe al rispetto delle precedenze, dei semafori e dei sensi vietati; e che così il servizio migliorerà.

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Giorgio Muccio:

Noi abbiamo avuto una discussione tempo fa sulla questione off-label in cui mi accusavi di promuovere l’off-label e mi accusavi di fare il gioco delle multinazionali (xchè non ti sei andato a leggere gli art. 11 comma 3 e 4 del Decreto Balduzzi 1 non convertiti). Spero di averti smentito.
Il 16 maggio la Corte Costituzionale potrebbe risolvere il problema dando agli enti erogatori dei farmaci (Stato Regioni) la facoltà di chiedere la registrazione facendo diventare “on” quello che prima era “off”.

PS Basta stabilire la tariffa sulla base di quanto dice il navigatore satellitare all’inizio della corsa invece che il tassametro.

@ Giorgio Muccio. Non vi è stata discussione, ma censura, perché – sotto elezioni politiche – le mie risposte, e quindi le mie critiche alle posizioni del m5s sono state censurate da il Fatto (v. Il grillismo al servizio del capitalismo predatorio). Ora non vedo in cosa mi avresti smentito. Spero che tu non voglia ricominciare coi toni urlati dell’altra volta.

Il paragone del basarsi sui dati del navigatore satellitare per stabilire la tariffa del tassista sarebbe simpatico se non avesse due difetti: a) nella realtà spesso il dato, cioè la possibilità materiale di estendere correttamente l’uso, non è disponibile; questa dell’Avastin è una eccezione (che si strumentalizza per farla divenire regola). Ma spesso si va a braccio, basandosi su pareri di esperti che si è visto sono di routine p-a-g-a-t-i dalle multinazionali (bada che se insisti a trascurare ciò so io a chi rivolgermi: ai grillini, che queste cose le denunciano…). b) come annunci, la tendenza all’opposto è risolvere imboccando comunque un senso vietato, ma facendo rovesciare la freccia che lo indica ai vigili urbani in modo da fare sembrare la cosa legale. O mettere segnali mobili, che si possono togliere o invertire a seconda di chi passa. Così come la segnaletica è necessaria ma non sufficiente alla sicurezza stradale, non è salutare ridurre i problemi dell’off-label, che sono primariamente medici, e tecnici, a un gioco di commi, di leggi, di atti burocratici, mettendo in secondo piano la sostanza.

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Giorgio Muccio:

1)Pecchi di logica: come ho fatto a risponderti se eri censurato?
2)Spero di averti smentito circa il fatto di essere al servizio delle multinazionali del farmaco sulla base di quello che proponevo.
Al resto risponderò con i fatti nei prossimi mesi.

@ Giorgio Muccio. 1) Pecco di logica “mucciana” (e quindi mentirei). Ma contra factum non valet argumentum. Le mie risposte a te non sono state pubblicate, e per lasciare memoria dell’accaduto l’ho segnalato a suo tempo all’Ordine dei giornalisti (cfr. I grillini al servizio del capitalismo predatorio). La cosa è inoltre dimostrabile con le copie di quanto postato e quanto scomparso.

2) Questo è un altro dei casi, es. quello in corso di Stamina (v. La truffa delle staminali, sul mio sito), nel quale si favoriscono grandi interessi illeciti in medicina montando uno scandalo, anche giudiziario, con un “malamente” al quale si contrappongono i “buoni”. Il malamente cattivo lo è davvero (le multinazionali, Stamina); ma la soluzione presentata dai “buoni” è in realtà ciò verso cui i grandi interessi illeciti volevano andare a parare.

Si combatte un male a favore non del suo opposto, la cosa giusta, ma di uno dei suoi contrari, un altro male. Le allucinanti pretese di Vannoni (prima lanciato poi attaccato dai grillini) danno credito alla truffa delle promesse terapeutiche infondate delle “rigorose” staminali ufficiali. I trucchi su Avastin portano a presentare la pratica corruttrice dell’off-label come un liberatore dalla corruzione. Questi scandali sono un’occasione irresistibile: permettono di presentarsi come paladini del bene e allo stesso tempo servire il potere. Il M5S e la magistratura agiscono come minimo in termini troppo superficiali rispetto al loro ruolo dichiarato.

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11 marzo 2014

Blog de il Fatto

Commento al post di S. Disegni “Occhio non vede…”

Giusto, solo che la soluzione dei nostri statisti non è quella di dire all’industria “producete l’Avastin per uso oftalmico o allineate il prezzo del Lucentis”; ma l’off-label, che porta a corruzione, comparaggio, aumento della spesa e dei profitti, danni iatrogeni. Farà il bravissimo Disegni anche una vignetta sull’altro contendente in questo grottesco duello tra paladini di Big Pharma? Sulle nuove, rigorose, regole? Uno spunto:

Al vescovo vanno a riferire che in un paese c’è un prete che non solo tiene una perpetua di età molto al di sotto, come dice Manzoni, della sinodale; ma che se la corica nello stesso letto. Il vescovo piomba a casa del prete. Gli contesta l’accusa. Il prete non nega. ‘E vero’ dice ‘eccellenza che lei dorme da questo lato e io da quest’altro: ma, come vede, al muro, tra il mio lato e il suo, ci sono dei cardini; e a questi cardini io ogni sera, prima di andare a letto, attacco questa grande e robusta tavola, che è come un muro – e mostra la tavola. Il vescovo si addolcisce, stupito da tanto candore: ricorda qualcuno di quei santi del medioevo che andavano a letto con una donna ma mettendo una croce o una spada nel mezzo, con dolcezza dice ‘Ma figliuolo mio, la tavola, non c’è dubbio, è una precauzione; ma la tentazione, se la tentazione ti assale furiosa, rabbiosa, infernale qual è? E tu che fai, quando la tentazione ti assale?’ ‘Oh eccellenza’ risponde il prete ‘non ci vuole poi tanto: levo la tavola.’. (Sciascia, A ciascuno il suo).

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28 marzo 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. De Felice “Caso Novartis-Roche: ministro Lorenzin vuole intervenire?”

“Con tutto il dovuto rispetto, questa commissione e questo Congresso saltano quando l’industria farmaceutica gli dice “salta”: si precipitano ad approvare la legislazione quando l’industria medica vuole che passi una certa legislazione”. Deputato USA Sherrod Brown, 2002 (Washington Post, 7 marzo 2002).

Il parlamentare dell’Ohio la fa semplice, ma In Italia sono più furbi; a volte si mettono d’accordo sul dare gli ordini all’incontrario. Così, se l’industria vuole che il personale politico salti, deve dire “non saltate” e loro saltano, obbedendo mentre fingono di opporsi. In questo modo, con questa storia dell’Avastin, stanno introducendo l’off-label, una deregolamentazione che aumenterà i profitti, metterà a rischio la salute dei cittadini, favorirà la corruzione dei medici e degli amministratori, e aumenterà la spesa, incluso lo “out-of pocket” (di tasca propria); fingendo di opporsi allo strapotere di Big Pharma, e di legiferare a favore della tutela della salute e della razionalizzazione della spesa.

Giorgio Muccio:

Come spiegato dal AGCM l’off-label crea concorrenza e quindi diminiusce i profitti non il contrario, per il resto concordo.

@Giorgio Muccio. Segnalo a lei, e, se è vero quanto le attribuisce, alla AGCM, “Regulatory Actions on the Off-Label Use of Prescription Drugs: Ongoing Controversy and Contradiction in 2009 and 2010” Fairman e Curtiss, JMCP 16: 629, 2010; che mostra quanto sia risibile parlare diminuzione dei profitti per una pratica che le industrie premono affinché sia allargata, perché crea “tremendous” incrementi delle vendite; e parlare di concorrenza per un sistema che è la quintessenza della negazione della regolazione tramite il mercato, e che in USA è perciò sotto la costante attenzione del Dipartimento di Giustizia, con multe che ammontano a miliardi di dollari. E di come sia stato specioso prendere a pretesto l’Avastin, sul quale è stato applicato uno spudorato double-standard: mentre viene discriminato per l’uso off-label oftalmico è stato indebitamente permesso come off-label antitumorale – costosissimo – nonostante i pareri tecnici contrari.

E di come la discussione avrebbe dovuto riguardare i ben noti gravi rischi dell’off-label per la salute dei pazienti; e per la spesa. In Italia invece abbiamo avuto propaganda e censura; le istituzioni e le forze politiche hanno fatto da commedianti e da picciotti, recitando il ruolo loro assegnato nella sceneggiata; ingannando i cittadini spacciando un caso particolare per quello generale, stravolgendo e occultando i termini reali della questione; mentre tenevano a bada chi denunciava questa corruzione di alto bordo.

Giorgio Muccio:

La legge DiBella dice che perchè possa essere utilizzato l’Off-label ci debbono essere 3 requisiti: 1) il consenso del paziente all’uso off-label 2) pubblicazioni scientifiche che provino l’efficacia dell’off-label 3) che non ci siano on-label per la stessa patologia. NON VEDO QUINDI COME POSSA ESSERE UTILIZZATO UN OFF-LABEL (PIù COSTOSO) DI UN ON-LABEL (MENO COSTOSO), visto che la sua critica si concentra sui costi.
NB LA PARTICOLARITà DEL caso Avastin è tale in quanto 1) Avastin si è dimostrato tanto efficace da essere rimborsato dal SSN, fintanto che non è stato autorizzato Lucentis 2) L’OMS dice di utilizzare Avastin nonostante ci sia Lucentis autorizzato.
3) Avastin costa 1/60 di Lucentis. ….. per tralasciare tutto quanto emerso nel procedimento davanti all’AGCM.

@ Giorgio Muccio. Lei non vede, o dice di non vedere, l’evidenza. Legga l’articolo che le segnalo. E’ lei che si concentra sui costi, non io, che guardo all’aspetto medico. La realtà non la creano le leggi, ma i fatti, ed è un fatto, universalmente noto, oltre che prevedibile, che l’off-label porti ad aumentare la spesa da un lato e i profitti dall’altro. Anche su un piano logico, i 3 requisiti di legge che cita non impediscono che si introducano nuovi utilizzi off-label di un farmaco a vantaggio di chi lo vende. A parte il fatto che appare che, come già avviene all’estero, ci si voglia accontentare di molto meno che di una “provata efficacia” (nel qual caso sarebbe più semplice e vantaggioso per tutti dichiarare approvato l’uso); basterà qualche pezza d’appoggio confezionata ad hoc e qualche parere “indipendente” di incorruttibili esperti. Il caso Avastin oftalmico appare sempre più come un cavallo di Troia per introdurre la deregolamentazione voluta dall’industria.

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Brescia, 7 aprile 2014

Procura della Repubblica
Procuratore aggiunto dott. Nello Rossi
Piazzale Clodio
00192 Roma

Procura della Repubblica
Sostituto procuratore dott. Stefano Pesci
Piazzale Clodio
00192 Roma

racc. r/r online

La responsabilità ontologica dei magistrati nella frode medica strutturale. Il caso dell’Avastin per uso oftalmico

Egregi magistrati

ho saputo dai media che dopo la multa della AGCM avete prontamente aperto un fascicolo per truffa e aggiotaggio riguardo al caso Avastin-Lucentis; mentre il Parlamento sta approvando, sull’onda del caso, la legge sullo off-label. Vi segnalo a riguardo una raccolta di commenti, “Sulle regole per la Roche”, nel mio sito [1], dove mostro che le accuse hanno fondamento (anche se difficilmente si potranno produrre gli estremi per condanne penali; e passata la – opportuna – buriana verranno tutti assolti); ma sono anche strumentali alla liberalizzazione dell’off-label.

Lo scandalo che indagate per diffusione di notizie false e che turbano il mercato è un caso particolare; che dà a sua volta una rappresentazione fortemente distorta, fino all’assurdo e al ridicolo, presentando con un non sequitur la deregolamentazione dell’off-label come soluzione generale. Il caso mediatico che col vostro pubblicizzato intervento state consolidando è a sua volta un mezzo per commettere il genere di illeciti che ipotizzate; e anche peggio, perché andrà inoltre a danneggiare la salute dei cittadini. L’esperienza dell’off-label in altri paesi mostra chiaramente come sia una pratica corruttrice, che farà intascare mazzette ad amministratori pubblici e a medici, falserà il mercato, aumenterà la spesa e metterà a rischio la salute del pubblico. Accettando passivamente la questione nei termini imposti, la magistratura sta aiutando a passare dal secundum quid al dicto simpliciter; a spegnere il fuoco con la benzina.

Una discussione razionale e onesta dovrebbe considerare i ben noti pericoli dell’off-label, nell’ambito della più ampia tendenza in atto per la deregolamentazione dell’immissione di nuovi farmaci nell’uso clinico. Immissione di “nuovi” farmaci, o di un nuovo uso di farmaci già introdotti, che spesso danno vantaggi marginali o nulli, o sono in realtà clinicamente svantaggiosi, a costi monetari astronomici. Beffardamente, ciò è mostrato dagli spudorati via libera, contro l’evidenza sperimentale e il parere degli esperti, conferiti proprio all’eroe di questa storia, l’Avastin, per il suo impiego primario come antitumorale [2]. In un’ottica corretta, sarebbe necessario distinguere tra giuridico e scientifico; tra off-label di fatto e off-label di diritto. Invece la certificazione giuridica e amministrativa viene a sostituirsi surrettiziamente alle garanzie scientifiche.

Da tempo registro interventi clamorosi della magistratura in campo medico che ottengono l’approvazione del pubblico sollecitandone l’indignazione ma che, anche nei casi dove hanno dei fondamenti, sono di fatto, oltre il livello superficiale sul quale giornalisti, politici e non ultimi i magistrati si attestano, strumentali a grandi interessi illeciti (Pantani, ILVA, elettrosmog, Green Hill, i vaccini come causa dell’epidemia di diagnosi di autismo, etc.). Li raccolgo nel post “Nuove P2 e organi interni” [3]. Attendo la conclusione della prolungata indagine del PM Guariniello su Vannoni e complici per illustrare come anche la vicenda Stamina sia uno scandalo montato ad arte a favore del business legale e a discapito della salute e dei beni dei cittadini; e con quanta puntualità la magistratura abbia di fatto recitato la sua parte in questa frode in grande stile (v. anche “La frode delle staminali” [4]).

Con i casi che solleva, e con quelli che tiene al di sotto dell’orizzonte dell’opinione pubblica, la magistratura ha il notevole potere politico, che chiamo “ontologico” di contribuire a costruire la realtà culturale e sociale del Paese (il segretario dell’ANM invece lo chiama, a proposito della medicina, “ruolo di supplenza in campo bioetico”); e ha una conseguente “responsabilità ontologica” (che non esclude responsabilità di altro tipo, più tradizionali). Appare che la magistratura stia mettendo a profitto tale potere, giocando un ruolo politico a favore delle grandi frodi mediche che mettono l’industria medica alla testa dell’economia legale. Appare che la magistratura stia sistematicamente operando nel comporre un panorama artificiale funzionale alla concezione liberista della medicina enunciata dall’attuale vicepresidente del CSM Vietti [5]; e funzionale agli interessi particolari che ne beneficiano.

Non solo, ma appare che la magistratura stia inoltre fornendo, con atti ed omissioni, insieme alla pars construens, l’opera di censura di cui necessitano gli scenari che si vogliono mostrare al pubblico come la realtà entro la quale vive. In altre parole, sta operando in maniera sofisticata per diffondere il falso e nascondere il vero a favore di grandi interessi illeciti. Il potere e il prestigio della magistratura stanno venendo impiegati a fini scenografici, per allestire una realtà posticcia. Incluso l’esaltare e indorare ciò che è lercio e venefico e l’imbrattare e distruggere ciò che sarebbe sano e utile.

Posso ad es. prevedere che riceverò rappresaglie e forme di discredito, tramite le istituzioni dello Stato, per avere scritto questa lettera. Mi ha molto colpito l’affermazione di un magistrato, Pier Luigi Dell’Osso, ora Procuratore generale a Brescia, secondo il quale la P2 era solo un organizzazione affarista, che non aveva alcun intento di eversione dell’ordine costituzionale . E’ un esempio di ontologia giudiziaria; per me la P2 non solo era, come esposto da studiosi e specialisti, uno dei bracci operativi usato da poteri forti volti per controllare il Paese, ma era (o è) un caso particolare di un fenomeno più ampio, che si può chiamare piduismo, cioè la sovversione dello Stato tramite le sue istituzioni. Oggi col declino del Paese si vede più chiaramente come controllo politico sotterraneo e “affarismo”, cioè sfruttamento economico istituzionalizzato e su larga scala, confluiscano.

Tra le attività del piduismo odierno c’è quella di creare le ontologie mediche desiderate dal grande business. Es. a Brescia i problemi della sanità secondo i magistrati locali sarebbero l’elettrosmog, un depistaggio rispetto ai cancerogeni reali [3] e una propaganda per le sovradiagnosi di cancro; e Green Hill, trampolino per un movimento di opinione che porta al ridimensionamento della sperimentazione animale, nell’ambito dell’indebolimento del metodo scientifico per favorire il profitto, e distrae dal tema di una ricerca biomedica sempre più ridotta a strumento speculativo [6].

Mentre un’operazione bresciana criminale e allucinante come la terapia Stamina presso una grande struttura pubblica, una ciarlataneria di Stato per far apparire per contrasto decenti le staminali “scientifiche”, una manovra pubblicitaria sulla pelle dei pazienti per lanciare il megabusiness basato su un bluff delle staminali ufficiali, non è stata fermata; non avendo nulla di illecito, almeno a quanto è dato sapere al pubblico. E chi denuncia queste cose è solo un medico marginale e inattendibile, un soggetto strambo e sospetto, di dubbia moralità, da tenere sotto sorveglianza; coloro che in città commettono reati, abusando dei mezzi e delle strutture dello Stato e del potere legale, al fine di proteggere questo status quo criminale, e aggravarlo, sono liberi di delinquere, da quelle stimabili persone che sono.

Con composizioni “ontologiche” del genere la magistratura sta giocando un ruolo importante nel dare corpo a una sorta di “piano di rinascita democratica”, che cancella i buoni princìpi e scardina le buone regole e li sostituisce con nuove regole a favore dei grandi affari illeciti della medicina e a danno della tutela della salute; mentre i soggetti che sono d’intralcio vengono epurati.

Il dottor Dell’Osso è allo stesso tempo, come altri magistrati di successo, un sostenitore della necessità di concentrarsi sulla mafia. Anche questo vedere solo la mafia e non il piduismo mi sembra un’ontologia distorta. La mafia invece di venire stroncata viene utilizzata dallo Stato come minaccia per ottenere il consenso e la sottomissione dei cittadini [7]; la lotta alla mafia serve come diversivo e alibi per favorire le attività illecite di chi occupa le istituzioni, incluso il piduismo. Ammassare le forze sul fronte della guerra interminabile alla mafia e negare l’esistenza dell’eversione piduista, lasciando completamente sguarnito quest’altro fronte, personalmente mi pare una contraddizione grottesca. Sia per i legami tra le due forme criminali; sia perché, nella mia esperienza, il comportamento piduista delle istituzioni assume spesso le forme oblique e trasversali, vili e turpi, caratteristiche dell’intimidazione e della violenza mafiose.

Distinti saluti

Dr Francesco Pansera

Dr F. Pansera
Via Tosetti 30
25124 Brescia

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Note:

[1] https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/30/sulle-regole-per-la-roche/
[2] Fairman A. K. Curtiss F.R. Regulatory Actions on the Off-Label Use of Prescription Drugs: Ongoing Controversy and Contradiction in 2009 and 2010. JMCP, 2010. 16: 629.
[3] https://menici60d15.wordpress.com/2011/12/08/nuove-p2-e-organi-interni/
[4] https://menici60d15.wordpress.com/la-frode-delle-staminali/
[5] “”La sanità oggi deve essere concepita non come una spesa infruttifera per fornire ai cittadini un semplice servizio solidaristico, ma come motore di sviluppo”. Michele Vietti.
[6] https://menici60d15.wordpress.com/2011/05/16/sperimentazione-animale-uno-spoglio-etico-2/
[7] https://menici60d15.wordpress.com/2010/06/08/i-professionisti-della-metamafia/

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30 maggio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. De Felice “Caso Novartis Roche: l’impegno vincente dei cittadini”

Opporsi a una truffa come quella dell’Avastin-Lucentis introducendo l’off-label, che è stato definito “un’anomalia regolatoria che priva alcuni consumatori di protezione” (Shapiro, S. A. 1979. Limiting Physician Freedom to Prescribe a Drug for Any Purpose: The Need for FDA Regulation. Northwestern University Law Review 73:801) è come abolire le serrature delle porte di casa per impedire ai ladri di usare chiavi false. Oggi chi ha le maggiori ragioni per festeggiare, e di esprimere gratitudine alle persone e ai gruppi elencati da De Felice, sono i produttori e i venditori di medicine.

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20 ottobre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. De Felice “Big Pharma torna all’attacco sul caso Avastin-Lucentis”

Big Pharma all’attacco lo è sempre. L’analisi di documenti interni ottenuti e resi pubblici da magistrati USA che hanno processato aziende farmaceutiche mostra che essa agisce in base a criteri di marketing anche in campo scientifico (*). Tra le tante manipolazioni rivelate dai documenti c’è quella della segmentazione del mercato. Le case farmaceutiche hanno tipizzato il mercato, e hanno modi di presentare farmaci per i medici che chiamano “High flyers”, propensi all’off-label; e altri modi per i medici “Rule bound”, che vogliono seguire linee guida. In generale, sia propugnare l’off-label, trascurando gli enormi rischi clinici e il forte incremento della spesa, sia favorire l’uso secondo linee guida condizionate comunque dal business, sono modi, solo apparentemente contrapposti, di aiutare la ricerca amorale del profitto in medicina. Qualunque dei due partiti la spunti nel ben congegnato caso Avastin-Lucentis, l’industria e la finanza medica ne avranno in un modo o nell’altro un vantaggio; e avranno motivi di gratitudine per gli attivisti e i poteri dello Stato. Fino a quando Big Pharma sarà il banco, fino a quando politici, opinionisti, magistrati, non metteranno in discussione il diritto che si è presa di essere il banco, vincerà sempre.

* GI Spielmans, PI Parry. From Evidence-based Medicine to Marketing-based Medicine: Evidence from Internal Industry Documents. Bioethical Inquiry, gen 2010. DOI 10.1007/s11673-010-9208-8. Reperibile su internet.

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29 dicembre 2015

Blog de il Fatto

Commento al post di D. De Felice “Avastin-Lucentis: nel 2016 avremo una nuova legge sui limiti ai farmaci?”

@ Domenico De Felice. La pagina linkata al sito del Senato riporta solo gli estremi del disegno di legge, s2174, presentato dalla senatrice Montevecchi, cofirmatari Taverna, Donno, Santangelo, Airola, Moronese, Paglini, tutti del M5S. Nel “fascicolo iter” in pdf non c’è alcun testo. Stampando l’intera scheda si trova : “Testi disponibili: nessun testo disponibile”. Il suo articolo presenta la proposta di legge come l’arrivo di un sospirato progresso, ma non dice espressamente di che si tratta; sembra di intuire, dai suoi precedenti interventi, che si vogliano allentare i limiti all’impiego off-label dei farmaci. Sarebbe possibile per cortesia, per venire incontro al cittadino poco pratico, avere un link diretto al testo del disegno di legge? O anche averne un riassunto, con un commento che spieghi i suoi effetti pratici, in modo da potere valutare quanto buona sia la buona notizia?

@ Domenico De Felice. Il link al video non l’ho trovato nel suo articolo, ma ho trovato il video su Youtube. Inviterei i parlamentari M5S a rilasciare senza ritardi al pubblico anche il testo delle proposte legislative che dicono di presentare in favore dei cittadini; nel 2006 Grillo ha fatto un post di una mia lettera sull’inceneritore di Brescia all’ASM, oggi A2A, che verteva proprio su questo dare la notizia senza i documenti relativi. Nel video Paola Taverna chiede i commenti e l’aiuto del pubblico. L’off-label è un grosso favore al business farmaceutico; aumenta la spesa farmaceutica, mentre espone il pubblico a gravi rischi. Il caso particolare dell’Avastin-Lucentis fa da cavallo di Troia. L’uso off-label dello stesso Avastin per il cancro metastatico della mammella è stato portato a esempio di deregulation nociva per il pubblico: Darrow JJ et al. New FDA Breakthrough-drug category-Implications for patients. N Engl J Med 2014; 370: 1252.

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19 gennaio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di O. Lupacchini “Decamerone’: la falsità di Ser Ciappelletto e gli eredi di oggi”

Nel 2007 scrissi una relazione sulla promozione della ricerca, anche italiana, sulla demenza senile (oggi detta morbo di Alzheimer) da parte dell’allora novantenne Michael Stern; che a suo tempo era stato incaricato dai servizi USA di gestire Salvatore Giuliano. Nella relazione, che inviai anche ad alcuni magistrati, tra i quali Scarpinato, mostravo come vi fosse una continuità tra lo Stern giovane dell’OSS e della strage di Portella e quello anziano della filantropia biomedica. Dato quanto sapevo, citai a paragone ser Ciappelletto.

La medicina, partecipe del potere di definire ciò che è Bene e ciò che è Male, crea facilmente questi equivoci: Bene e Male spesso sono inaccessibili alla valutazione, nascosti nelle profondità di una complessa realtà biologica a sua volta coperta da spessi strati di interessi e credenze umani. Un caso attuale di “Ciappelletto” è il farmaco Avastin, che ha una “fedina penale”, una lista di precedenti documentati, tale da venire citato da tecnici come caso esemplare di costosissimo farmaco imposto contro l’evidenza scientifica e prescritto off-label ingiustificatamente (come antitumorale). In Italia, con la vicenda, anche giudiziaria, Avastin-Lucentis, gli si è all’opposto data un’identità di farmaco col saio e con l’aureola; che viene sfruttata, giocando su un secundum quid, per presentare l’off-label – una forma di deregulation voluta dal business dannosa alla salute e al portafogli – come una pratica virtuosa da legalizzare.

 

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11 ottobre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. De Felice “Avastin-Lucentis, nuovo colpo di scena sui farmaci della discordia”

Aggiornamenti:

-Dati deludenti sull’efficacia, nel contesto clinico reale, dell’Avastin, del rebrand Lucentis e dell’Eylea per la degenerazione maculare e la retinopatia diabetica (1). Il bevacizumab ha già una storia di asserita efficacia smentita dai dati come antitumorale.

-In Usa proposte legislative prevedono l’abbattimento dei controlli, e quindi delle garanzie di sicurezza, per la produzione di massa di galenici (2).

-Il Bevacizumab viene venduto, a caro prezzo, come antitumorale con accordi “value-based” che non solo hanno una natura strozzinesca, ma vengono tenuti segreti (3).

-Come antitumorale aumenta in maniera significativa i rischi di eventi CV, come infarto del miocardio e ictus. Sta così contribuendo all’istituzione di una nuova branca, la cardio-oncologia, che si occupa di trattare i danni CV da terapie oncologiche (4).

La campagna per l’uso off-label dell’Avastin ricorda il tema dello straniero che viene fatto passare per un sant’uomo al quale va lasciata mano libera. Mentre è un poco di buono, e il suo caso un cavallo di Troia per l’invasione di altri come lui.

1 Real-World Anti-VEGF Data Disappointing. Medscape 11ago 2016. Anti-VEGF Treatment May Not Stop Diabetic Retinopathy. Medscape 17 ago 2017.

2 Worst Pills set 2017.

3 A $475,000 price tag for a new cancer drug: crazy or meh? Stat 31 ago 2017.

4 Cardiovascular Adverse Events in Cancer Patients Treated With Bevacizumab. Practice Update 17 ago 2017.

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v. anche: Il grillismo al servizio del capitalismo predatorio

Giuramenti deontologici

28 September 2011

Blog de Il Fatto

Commento al post di Stefano Corradino “Giuriamo contro il bavaglio” del 28 set 2011. Censurato

Essendomi laureato in medicina alla Cattolica, non ho prestato il Giuramento di Ippocrate, originariamente rivolto agli dei: i preti vogliono chi si giuri solo sulle loro parole e i loro libri. Del resto, del Giuramento di Ippocrate nei fatti se ne stropicciano quasi tutti, dato ciò che è divenuta la medicina:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/15/la-medicina-come-rimedio-ai-limiti-della-crescita-economica/

I giornalisti poi concorrono attivamente a tale spergiuro:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/04/12/i-futures-di-santa-lucia/

https://menici60d15.wordpress.com/2011/04/21/i-giornalisti-e-il-mal-di-schiena/

Quindi sono scettico sul giuramento che i giornalisti per bocca di Stefano Corradino propongono in analogia con quello Ippocratico. E’ in realtà limitativo dell’art. 21 della Costituzione, e della libertà di espressione e di informazione, difendendo solo la loro categoria di professionisti deputati all’informazione; composta da un nucleo castale, da una folla di aspiranti alla casta, e da un’esigua minoranza di voci libere e coraggiose che non di rado campano male o non campano (e vengono esibite dagli altri per fare bella figura). I giornalisti protestano poco o nulla sul bavaglio ai bloggers associato al bavaglio ai giornalisti. I bloggers costituiscono una concorrenza, e quel che è peggio una spina nel fianco esponendo ciò che i giornalisti non dicono:

https://menici60d15.wordpress.com/commenti-censurati-da-il-fatto/

Come i magistrati con l’indipendenza della magistratura, al diritto sancito dall’art. 21 i giornalisti associano la facoltà di non ottemperare allo speculare dovere; che è ciò che dovrebbe distinguere i professionisti, ammesso e  non concesso che sia lecito avere un albo chiuso di “informatori”. Questi giuramenti etici di ordini professionali ricordano quello dei professori dell’università di Salamanca, che giurano sul libro aperto, simbolo di conoscenza, e sul libro chiuso simbolo di omertà.

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Commento allo stesso post, accettato

No, chi si assume l’onore e l’onere di formare l’opinione pubblica, chi diffonde le notizie che contribuiscono a costruire la realtà sociale, ha oltre al diritto costituzionale di informare anche il dovere etico di informare. Un famoso direttore del New York Times diceva che “In alcune circostanze, il silenzio è una bugia”.

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Blog L’AntiComunitarista

Commento al post “Comunicato sindacale USICWeb  – Comunicato Unione Sindacale dei Comunicatori Web – Post a rete unificata #noleggebavaglio” del 28 set 2011

Mi associo alla protesta. Chi scrive sulla rete deve assumersene la responsabilità, ma esistono già le leggi sulla diffamazione e la calunnia. I blog sono un corpo estraneo rispetto alla tradizione culturale autoritaria e chiesastica italiana, e queste norme liberticide sono la manifestazione di una reazione di rigetto che covava già da tempo:

“Fosse per l’Italia, neppure ci sarebbe bisogno di un giro di vite sul web contro il partito dell’odio e dell’invidia. Il web è piombato sull’Italia come un oggetto fantascientifico proveniente da un altro pianeta; dipendesse da noi, trasformato in carrozzone pubblico al servizio di interessi privati, sarebbe stato imbrigliato da un pezzo; aprire un sito per il semplice cittadino sarebbe più difficile che ottenere il porto d’armi; e la rete non andrebbe molto oltre Radio Maria, i reality, C’è posta per te, le previsioni del tempo, le ricette, il calcio, la pubblicità palese e redazionale, es. i siti di educazione alla salute e sul corretto uso dei farmaci, pluralistiche rappresentanze di partiti e forze sindacali, etc.; l’angolo più estremista, luogo di feroci duelli tra bloggers, nell’ambito di quanto consentito dai moderatori, sarebbe il sito di Fabio Fazio.”

(https://menici60d15.wordpress.com/2010/12/07/da-quali-minacce-va-protetta-la-glaxo/)

Forse si sta approfittando del declino di Berlusconi per addossare a lui una volontà censoria che è diffusa. Purtroppo c’è una convergenza di interessi contro i blog; anche da parte di forze che dovrebbero stare a fianco dei blogger nella difesa della libertà di informazione:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/28/giuramenti-deontologici/

Le perizie ballistiche

25 September 2011

Blog “Blogghete”

Commento al post “Magistrati alzatevi. Stavolta gli imputati siete voi.” del 24 set 2011

Le perizie ballistiche

Mi fa piacere che il giudice Mori citi il principio euristico del rasoio di Occam: l’ho citato anch’io settimane fa in una lettera al presidente di una Corte d’appello nel denunciare le manipolazioni giudiziarie di una perizia che ha deciso un importante processo. I magistrati ottengono perizie addomesticate non solo per sostenere l’accusa, come dice il giudice Mori, ma anche per favorire colpevoli eccellenti. Perizie che a volte sostengono tesi demenziali e grottesche, ma vengono protette dalle critiche con sistemi massonico-mafiosi.

L’autopsia di Ketha Berardi, la bambina morta nel 1999 in seguito alla contesa tra dibelliani e l’oncologia ortodossa, non mostrò ciò che ci si aspettava, un organismo invaso dal tumore, ma un corpo devastato dalle terapie, con un midollo osseo svuotato; nonostante i media nazionali avessero detto al pubblico che la leucemia aveva addirittura invaso l’addome. I disturbi addominali erano dovuti a una colite neutropenica da chemio, incredibilmente non riconosciuta e mal curata, anello di una catena di equivoci che portò al decesso. Per nascondere ciò, i periti del PM – tra cui i medici legali che lavoravano per lo stesso ospedale e nella stessa università dei responsabili –  sostennero che se il cancro non si vedeva è perché era oscurato dal cancro stesso. Come la nebbia di Milano in “Totò Peppino e la malafemmina”: non la si vede perché quando c’è la nebbia non si vede. Qui bisognava proteggere i grandi interessi dell’oncologia ortodossa, e allo stesso tempo la tesi solo apparentemente contraria, la perniciosa “libertà di cura”, che in pratica vuol dire marketing diretto tra industria e pazienti. Andava nascosta la circostanza che la bambina aveva pienamente ragione a fuggire da giudici e CC che su mandato dei medici la braccavano con la siringa in mano; andavano nascosti gli effetti avversi di farmaci lucrosi ma dannosi, come il G-CSF. E andava aiutato lo sviluppo economico di quel pinnacolo di civiltà e scienza che è diventata l’oncologia pediatrica: https://menici60d15.wordpress.com/2008/12/17/sos-cancro-nei-bambini-e-sovradiagnosi/ .

Nel caso di Pantani, il perito (un massone) ha attribuito le cause del decesso alla sola cocaina. Non si è parlato del Surmontil, un farmaco trovato nella stanza dove il campione è morto, che appartiene ad una classe, quella degli antidepressivi triciclici, che risulta al primo posto in una graduatoria delle cause di morte per overdose da farmaci negli USA. Il rapporto dose letale / dose efficace di queste medicine è ben peggiore di quello della cocaina, con la quale condividono il meccanismo d’azione generale e con la quale interagiscono in maniera sinergica. Ma nello strano accanimento giudiziario e mediatico contro il fuoriclasse è rimasto costante il messaggio che i farmaci non fanno che bene: l’EPO (un farmaco pericoloso, usato criminalmente anche nella clinica, ma “raccomandato”:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/05/16/sperimentazione-animale-uno-spoglio-etico-2/ )

è stato presentato come un farmaco-talismano, che potenzia le normali capacità. Mentre quando si sarebbe dovuto parlare come concausa, forse determinante, di un farmaco che si vende in farmacia, il Surmontil, usato per curare la tossicodipendenza, che come molti farmaci può aggravare ciò che dovrebbe curare, silenzio. Non ha invece avuto problemi di doping, o meglio problemi giudiziari e di immagine per il doping di cui faceva uso l’eroe che ha preso il posto di Pantani, lo statunitense Lance Armstrong. Vittorioso anche sul cancro. Il cancro del testicolo, un’eccezione ai generali insuccessi dell’oncologia che è stata fatta passare per regola.

Nel caso Aldrovandi, la Corte d’appello di Bologna ha confermato sulla parola, senza uno straccio di evidenza, l’interpretazione di un luminare di una fotografia che mostrerebbe un ematoma nella parete del cuore non notato dai periti all’autopsia. Non vedere un ematoma, anzi due, che affiorano dalla parete del cuore all’autopsia mentre si sta cercando la causa di morte è come non vedere un’incudine mentre si setaccia un cumulo di paglia cercando un ago, ma il perito (passato dalla difesa all’accusa per nobili ragioni di coscienza) è stato dipinto dai magistrati come un sapiente: una fonte primaria di conoscenza. Dati sperimentali dimostrano che per ottenere una simile lesione agendo a contatto diretto col cuore occorre una pressione equivalente a una tonnellata e 4 quintali a decimetro quadrato. Bisogna essere Hulk per sviluppare questa forza manualmente, e ottenerla agendo dall’esterno; e anche Silvan, per riuscire a mantenere allo stesso tempo la parete toracica e la colonna vertebrale intatte, che è, per capirsi, come fracassare il regalo in un uovo di Pasqua comprimendo l’uovo ma senza romperlo. Qui i giudici proteggono come al solito i poliziotti, applicando la regola che per mano dei colleghi di Montalbano e del maresciallo Rocca i cittadini innocenti muoiono per incredibili e imprevedibili cause accidentali; non per un pestaggio bestiale. Si è difeso, aumentandolo, anche il fumo attorno all’asfissia da compressione, una causa di morte che non deve apparire in forma piana perché è associata a manovre di contenzione e forme di tortura da parte di polizia e infermieri. Sul piano ideologico, i giudici servono il principio della scienza ad auctoritatem; e della validità dell’imaging e del virtuale in medicina, che ha causato e causerà più morti di una guerra con le sovradiagnosi; oltre a produrre montagne di soldi.

Sembra che nelle perizie mediche giudiziarie sia possibile osservare il peggio del potere giudiziario e del potere medico, che proteggendosi a vicenda ed entrambi coperti dal latinorum tecnico gettano la maschera e si abbandonano a forme orgiastiche di abuso di potere. Purtroppo in Italia i magistrati o sono demonizzati dai malfattori istituzionali che vorrebbero mano libera, oppure vengono dipinti dai lecchini “progressisti” come i Buoni che ci proteggono. I magistrati non scippano le vecchiette, e tranne rare eccezioni non prendono bustarelle. Deve esserci tra loro una quota, non preponderante, che svolge il suo dovere correttamente e in silenzio (e che forse un popolo cialtronesco come il nostro neppure si merita). Ma il cittadino che vuole esercitare il potere di controllo democratico dovrebbe tenere ben presente che non esistono poteri buoni; e che quando sono in gioco gli interessi di poteri forti i magistrati per lo più tendono a ritornare alla posizione naturale, accucciandosi ai piedi del trono; e possono fare imbrogli e partecipare a trame che nei meccanismi e negli effetti non sono diversi da quelli dei Cattivi come la banda Berlusconi o la borghesia mafiosa.

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@sal. Esperimenti hanno mostrato che il cuore suino, che è paragonabile a quello umano, ha uno stress di rottura di 14 kg/cm^2 (Seki S, Iwamoto H. J Trauma, 1998. 45: 1079). In un decimetro quadrato, un’area dell’ordine di grandezza dell’area di compressione esercitata da una o più persone sul dorso di un soggetto prono a terra, ci sono 100 centimetri quadrati. (14 kg/cm^2) x 100 cm^2= 1400 kg = 1 tonnellata e 4 quintali (per ottenere la pressione utile di 14 kg/cm^2 esercitando una compressione su 4 decimetri quadrati occorrono 5 tonnellate e 6 quintali). E’ da notare che tale valore di pressione rientra nel range di pressioni che si sviluppano nei cilindri di un motore di automobile in moto: 10-60 kg/cm^2. Infatti gli ematomi del cuore si osservano in vittime di schiacciamenti del torace, dove hanno agito pesi rilevanti o energie elevate, es. da incidente automobilistico.

Con questo ematoma della parete cardiaca a torace integro ottenuto manualmente il perito e i magistrati hanno in pratica scritto una nuova, inverosimile, pagina di nosografia; non si capisce come mai tale evenienza non si verifichi nelle tante compressioni del torace da manovre rianimatorie, nelle quali può accadere di provocare fratture costali, e dove non c’è la colonna vertebrale di mezzo. Per spiegare i presunti ematomi il perito ha aggiunto alla pressione esterna quella arteriosa; ma questa, considerando una pressione arteriosa di 200 mmHg, equivale a circa 2 etti e 65 grammi per cm^2, un valore trascurabile, oltre 53 volte inferiore al carico di rottura.

Invece di introdurre questa acrobatica teoria dell’ematoma, che poi sarebbe andato a interrompere il fascio di His, sarebbe bastato considerare che la compressione toracica da immobilizzazione su Aldrovandi e lo stato di soffocamento sono stati comprovati da testimonianze, che ci sono segni autoptici di asfissia, e che “Kneeling on the chest or any other form of chest compression during restraint is now accepted as being potentially fatal, and both the police and the prison service in the UK teach their officers of the risks of such pressure.” (Sheperd R. Simpson’s forensic medicine, 2003. Capitolo sulle asfissie).

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Guai a mancare di rispetto

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Zavagli “Gaffe di Cancellieri sul caso Aldrovandi. Insorge la famiglia del ragazzo” del 23 giu 2012 

Allo stesso tempo la Cancellieri dice “guai a mancare di rispetto e fiducia nella magistratura”. Il giorno della sentenza della Cassazione, tornando a casa ho avuto la scorta di una pantera della polizia, F4406, guidata da una donna, che per 5 minuti e qualche chilometro ha fatto la mia stessa strada dietro di me. Ore prima, accanto al tribunale, a una pantera della polizia era seguito un SUV che nell’entrare nel parcheggio del tribunale mentre attraversavo la strada mi ha puntato, costringendomi ad arretrare per non essere investito; poi è passata un’auto dei CC.

La violenza fisica come quella subita da Aldrovandi ha la proprietà di essere chiara. E’ stata poi protetta in sede giudiziaria da atti che sembrano una cosa e sono l’opposto. Come la perizia che vede su fotografia ematomi della parete cardiaca da compressione manuale, diagnosi inedita e assurda che permette di evitare di fare chiarezza su queste morti per asfissia tipiche delle morti da contenzione:

Le perizie ballistiche

Lo stesso perito ha attribuito la morte di Giuseppe Uva a aritmia da prolasso della mitrale, condizione quest’ultima nota per essere una “non malattia”, diagnosticabile in 1 persona su 20. E’ anche per perizie come queste che la magistratura viene difesa dalla polizia; con discorsi e gesti ambigui, più da clan alleati che da istituzioni di uno Stato democratico.

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Blog “Uguale per tutti”

Commento al post di Grazia Fenza “Il re è nudo … ma anche la magistratura italiana, purtroppo, non è granché vestita! ” del 26 set 2011

Davanti ai crimini del potere tanti magistrati, che dicono di indossare la toga di Falcone e Borsellino, sotto la loro toga portano la zimarra di Azzeccagarbugli:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/25/le-perizie-ballistiche/

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Blog de Il Fatto

Commento al post di Bruno Tinti “Meredith, il verdetto del popolo sovrano” dell’8 ott 2011

Al dr Tinti le discussioni sull’assoluzione della Knox e di Sollecito fanno venire in mente che il popolo ciancia senza capire nulla di diritto, e che i magistrati italiani sono superiori a quelli USA perché motivano le sentenze. Pur condividendo il giudizio sulla gente e sul sistema giudiziario USA, posso testimoniare che quando si tratta di dare impunità o appoggio ai crimini dei poteri forti, a partire da quelli coi quali gli USA mantengono il loro dominio sull’Italia, i magistrati italiani non sono migliori della gente e dei colleghi USA. Si può assistere alla “parallelizzazione” dei gradi di giudizio, che, sequenziali nel tempo, vengono affiancati sul piano spicciolo creando doppie verità; così che gli imputati sono assolti però si lascia intravedere, magari anche dallo stesso giudice che ha smentito il giudizio di colpevolezza del grado precedente, che di fatto sono colpevoli (o al danneggiato viene data ragione formalmente mentre col grado successivo, senza negare il giudizio precedente, si fa in modo che il torto prosegua). Le perizie tecniche, che andrebbero ormai riconosciute come un magnifico mezzo per eludere la logica più elementare e la decenza dietro al paravento del “rigore” e della prosopopea scientifica, possono certificare che gli asini volano:

Le perizie ballistiche

o i periti possono divenire degli imbranati fantozziani (v. la perizia genetica della polizia per l’assassinio dell’ispettore Donatoni, in “Mistero di Stato”, di M. Almerighi). E la luce non è mai giusta: o è quella abbagliante dei proiettori dello show mediatico, oppure magistrati e forze di polizia cercano di operare nell’oscurità, senza contraddittorio, con procedure anomale, e di dare meno motivazioni pubbliche possibile, agendo per vie informali e riservate, lasciando meno tracce possibile della loro concezione del diritto e della giustizia rispetto allo zio Sam o altri signori.

Francesco Pansera

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Blog de Il Fatto

Commento al post di  G. Costa “Tutti i giudici di Amanda Knox” del 10 ott 2011

La coppia “calculemus” e “ignorabimus” nell’attività giudiziaria

@Gioele28. Che brutta professione quella del giudice, sul piano intellettuale oltre che umano, se consiste davvero in ciò che tu dici. Credo che la verità, ai fini pratici, etici e giudiziari sia un’entità tangibile e unica *; la cui approssimazione, se non sempre è possibile, non è però neppure così terribilmente irraggiungibile. Viene dipinta come vaporosa soprattutto quando al contrario si è proceduto con l’accetta.

E’ un po’ buffo che parlando dell’attività dei tribunali, che dovrebbero essere il luogo della misura nel giudizio, dall’ottimismo positivista sulle perizie tecniche si passi a dolenti considerazioni sull’inaccessibilità della verità, dove la vita reale sembra un’entità noumenica che le mura dei palazzi di giustizia tengono separata dal lavoro dei magistrati. Dalla hubris scientista, dal “calculemus” leibniziano, ad uno “ignorabimus” che invoca smarrito la trascendenza a giochi fatti.

Credo che sarebbe utile per tutti, meno che per chi è colpevole, che ci fossero linee guida solide sulla prova scientifica nei procedimenti giudiziari; basate su una definizione non ingenua – non ingenua sotto il profilo epistemologico e quello della conoscenza di come va il mondo – del rapporto tra la ricostruzione “naturale” del fatto, considerato come fenomeno causato da azioni umane, e ruolo dell’analisi scientifica nella ricostruzione. L’analisi scientifica porta la ricostruzione ai piani ipogei o iperurani del non osservabile, e può approfittarne per sdoganarsi dalla razionalità e dal controllo di attendibilità; facendo le veci del Dio di cui parla Gioele28; o meglio venendo usata come un traballante deus ex machina che interviene tonante e cigolante per imporre il finale desiderato.

* https://menici60d15.wordpress.com/2009/06/03/contro-il-relativismo-etico-ed-epistemico/

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Avvocato Costa, ringrazio Lei per mostrarmi in cosa consiste il Vostro lavoro.

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Blog di Panorama

Commento all’articolo della redazione “Da Perugia ad Avetrana: la debacle della scientifica” del 14 ott 2011

Può anche esserci un interesse della polizia a fare apparire le sue indagini scientifiche come opera di imbranati fantozziani; cfr. la perizia genetica della Polizia scientifica sulle macchie di sangue nell’assassinio dell’ispettore Donatoni in “Mistero di Stato” di M. Almerighi.

http://menici60d15.wordpress.c&#8230;..llistiche/

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12 settembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Riccardo Magherini, medici legali [della Procura]: “Asfissia provocata da modalità di arresto e cocaina”

Sulla morte da “sindrome da excited delirium” – una entità nosologica la cui esistenza è controversa, e che è sospettata di avere una natura “politica”, avendo tra le sue singolarità l’essere fortemente associata a casi “politici”, in particolare gli interventi della polizia – segnalo il commento giornalistico “Death by excited delirium: diagnosis or coverup?” (Morte da excited delirium: diagnosi o insabbiamento? ) di Laura Sullivan, feb 26, 2007. Reperibile su internet.

Questa sindrome viene spesso considerata insieme alla asfissia da compressione nei casi di morte in custodia; ma mentre lo “excited delirium”, che trasferisce almeno parte delle responsabilità alla vittima, è una patologia “raccomandata”, che viene portata in primo piano, nonostante la sua fumosità, o forse proprio per questa sua capacità nebbiogena, dell’asfissia da compressione – che rimanda all’immagine efferata del “burking” – si parla malvolentieri, e si tende a minimizzarne il ruolo causale, nonostante che spiegherebbe in maniera chiara diversi di questi decessi, o forse proprio per questo. In ogni caso, dovrebbe essere interesse degli agenti di polizia non montare sul torace dei fermati stesi a terra, a maggior ragione se i fermati sono agitati o appaiono avere problemi di salute.

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9 gennaio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di Max Brod “Riccardo Magherini, familiari consegnano bossolo alla procura. Oggi prima udienza”

Michele: “Appurare la verita’ non vuol dire proporre tesi fantascientifiche”

@ Michele.  Questo bisognerebbe dirlo ai magistrati, che ammettono nel processo un’entità di comodo come la “excited delirium syndrome”, e le fanno assumere una posizione centrale.

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6 novembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di D Lucca “Caso Cucchi, tutto sbagliato fin dall’inizio”

@ Andrea Bellelli. Credo che vi sia stato un concorso di cause, a cascata, all’interno di una cornice di comportamenti illeciti. E che con queste cause si faccia un gioco delle tre carte; per di più spingendo il pubblico a puntare tutto sulla carta sbagliata (ma con un forte effetto intimidatorio) enfatizzando eccessivamente le percosse. Entrato vivo, uscito morto, maltrattato, picchiato secondo diversi testimoni, non curato in ospedale, non credo che si tratti di un caso “atipico”, ma di un caso censurato -nella ricostruzione- per proteggere i responsabili.

Tutt’altro che censurato mediaticamente. Cade a fagiolo la cadenza in questi ultimi anni di diverse notizie di cronaca analoghe. L’orrore associato all’impunità crea una “forza di intimidazione del vincolo associativo” mentre chi occupa lo Stato si occupa di cedere “il controllo di attività economiche” e di “realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri”.

Per conoscere la verità di livello giudiziario dei meccanismi della morte occorre andare nei dettagli. E non è detto che basti leggere i referti autoptici. Ho assistito all’autopsia di un altro caso mediatico, anni fa, e ho visto con quanta tranquilla semplicità un perito scelto dalla Procura l’ha manipolata, favorendo i responsabili, che erano anche i suoi colleghi di ospedale; ospedale del quale era la massima autorità medico legale. E quali misure “extragiudiziali” – e anche “extralegali” – sono state prese per mettere tutto a tacere.

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25 agosto 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post “Morto dopo TSO: “Soldi non aveva patologie al cuore, morto per ipossia”. Titolo mutato in “Morto dopo Tso: “Soldi ucciso da ipossia dovuta a compressione del collo” dopo avere postato il commento

“Morto dopo TSO: “Soldi non aveva patologie al cuore, morto per ipossia”. “Quando si accerta la causa di morte, è importante ricordare che riportare il solo meccanismo di morte non è accettabile”. (Prahlow J. Forensic Pathology for Police, Death Investigators, Attorneys, and Forensic Scientists. Springer, 2010); ciò dovrebbe valere anche per la comunicazione al pubblico dei riscontri autoptici.

Si distingue tra “modalità di morte”: es. omicidio. “Causa della morte”: es. strozzamento; così si chiama la compressione del collo che l’omicida effettua senza ausili meccanici (con es. un laccio è strangolamento). “Meccanismo della morte”: es. la conseguente ipossia, cioè insufficiente apporto di ossigeno ai tessuti, che può a sua volta derivare da molteplici percorsi causali. I tre aspetti rappresentano una scala di crescente dettaglio sul piano biologico, che è utile o necessario percorrere nei due sensi per l’accertamento delle responsabilità.

L’enfasi sul meccanismo di morte può venire utilizzata per annacquare le responsabilità, secondo la tattica, frequente sia in medicina che in campo giudiziario, dell’esibire una precisione tecnica per ridurre l’accuratezza sostanziale. Es. “ipossia” o “anemia cerebrale acuta” (in grassetto nell’articolo) suonano meglio che “strozzamento”; e prospettano le acrobatiche scappatoie patogenetiche la cui sussiegosa costruzione è prevista nella licenza di illegalità rilasciata ad alcune categorie, come le forze di polizia o gli psichiatri.

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15 luglio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Caso Giuseppe Uva, carabinieri e poliziotti assolti. I giudici: “Niente percosse su di lui” “

Il prolasso della valvola mitrale è una diagnosi gonfiabile. Una “overlap syndrome”, cioè basata su una condizione che il più delle volte non è che una variante normale, la cui presenza e rilevanza vengono falsamente ingigantite [1]. E’ stata usata dai consulenti e dagli avvocati di una casa farmaceutica per confondere le acque sui danni mortali causati da un farmaco [2]. In Italia ai tempi della leva obbligatoria era tra le diagnosi di comodo per farsi riformare. Oggi spiega come mai Uva sia morto in coincidenza con una nottata in caserma nonostante risulti, secondo i magistrati, che nessun CC né poliziotto gli abbia torto un capello.

Cosa devono avere visto e sentito le pareti di certe stanze. “Ogni carcere che gli uomini costruiscono / è fatto con mattoni di vergogna” (O. Wilde). Ma vale anche per alcuni altri edifici costruiti in nome della giustizia.

1 Quill TE et al.. The medicalization of normal variants: the case of mitral valve prolapse. Gen Intern Med, 1988. 3: 267.

2 Mundy A. Dispensing with the truth. The victims, the drug companies, and the dramatic history behind the battle over Fen-Phen. St. Martin’s Press, 2001.

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1 giugno 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Caso Uva, assolti in appello due carabinieri e sei poliziotti. Erano imputati per omicidio e sequestro di persona”

La sentenza implica che giudici e imputati appartengano alla stessa classe di persone; e c’è da crederci.

@ Roberto Frison. Fatemi capire voi: come mai non va bene convenire coi giudici sul giudizio morale implicito sugli imputati derivante dalla sentenza di assoluzione? Ho solo dedotto una conseguenza logica della sentenza: per quanto riguarda l’accusa e il giudizio, la corte e gli imputati appartengono allo stesso genere di persone. Ho evitato commenti senza dubbio azzardati, di tipo estetico, che so, che il giustificare la trasformazione di una persona da sana a morta dopo un passaggio di alcune ore in caserma con spiegazioni tipo “excited delirium syndrome”, la fantomatica “sindrome” inventata apposta, e puntualmente invocata anche in Italia, per sottrarre poliziotti e complici al dover rispondere di fattori causali più semplici e concreti, non consente quell’abbandono incondizionato ai pronunciamenti dei magistrati che invece voi esigete quando vi fa comodo; o che il giustificarla con il prolasso della mitrale, la diagnosi comodo di chi voleva evitare la naja, evoca appunto l’immagine di imboscati, di renitenti, di “Ragazzi di Cucarasi’ (vedi “Le rose del ventennio”, G. C. Fusco) più che quella di Salvo D’Acquisto che presenta il petto al plotone di esecuzione o di Emilio Alessandrini che sorride dalle gigantografie esibite nei palazzi di giustizia.

@ SuperC. Grazie per la segnalazione dell’articolo sul parricidio da parte del testimone. Conferma il quadro alternativo a quello ufficiale: se non si fosse trattato di marginali, di persone allo sbando, gli agenti sarebbero stati più corretti e contenuti. Credo che ci siano tanti CC e poliziotti che davanti a due cialtroni avvinazzati che fanno cagnara in strada siano in grado di riportare l’ordine senza violenza fisica né spreco di carta, inchiostro e altre risorse. Riservando le maniere bellicose a un altro genere di soggetti.

“In practice, a great deal of police work is mundane and not directly crime related. Research studies have consistently shown that a high proportion of police time is actually spent carrying out tasks that do not involve crime control – for example, calming disturbances, negotiating conflicts and responding to a wide range of emergencies (…). Indeed, many classic studies of the police role in the 1960s and 1970s in the United States (…) and in Britain (…) point to the service elements in police work and the role of the police as a twenty-four-hour ‘social service’(…).( Carrabine E et al. Criminology. A sociological introduction. Routledge, 2009).

La morte in seguito a un fermo di polizia di uno che schiamazzava rafforza l’impressione che ce ne siano troppi che al solo pensiero di fronteggiare dei delinquentacci veri soffrano di imbarazzanti cali del controllo sfinteriale, e compensino facendo gli uomini di panza sui deboli e gli emarginati.

@ SuperC. Non stavano brandendo scimitarre contro i CC. L’omicidio è avvenuto dopo gli abusi di polizia, commesso da chi ne era l’unico testimone diretto, ago della bilancia della sorte degli imputati. E’ nell’ordine delle cose che abbia luogo prima il delitto e poi il castigo. Ma la sequenza si può invertire. In generale, non andrebbe trascurato che CC e polizia quando commettono qualche abuso grave, quando la fanno troppo sporca, possono mettere in opera meccanismi di profezia che si autoavvera per cercare – a volte riuscendoci se trovano punti deboli in soggetti predisposti – di scaricare responsabilità e discredito sulla vittima. A volte, io lo posso testimoniare, in maniera premeditata, ab initio, cioè commettendo abusi gratuiti su un soggetto ignaro e perfettamente a posto prevedendo di innescare uno stato di cose confuso dal quale pescare, con un po’ di buona volontà da parte dei loro amici – e affini – con la toga da magistrato, la giustificazione al loro operato e l’affossamento della vittima.

@ SuperC. Accettare il risultato dei procedimenti giudiziari come un dato di fatto, una realtà immutabile. Potrei essere d’accordo, per motivi diversi: quando la magistratura è collusa, è inutile e dannoso insistere nel “chiedere giustizia”, e riconoscerle così legittimità. Non conosco il mondo giuridico, e potrei sbagliare, ma credo che sarebbe cosa buona anche una riduzione dei gradi di giudizio, che dilatando i tempi e mescolando le acque annacquano le responsabilità dei magistrati, e rallentano l’esistenza di chi incolpevole deve attraversare i territori dei Ghino di Tacco della legge. Per alcuni reati, come reati infamanti delle forze di polizia, o i crimini commessi servendo i voleri dei poteri sovranazionali, sarebbe più onesto abolire formalmente il diritto di chiedere giustizia, invece di inscenare procedimenti che coonestano le sopraffazioni.

@ SuperC. Davanti al fatto del filmato su Youtube che mostra il modo col quale il pm Abate interroga Biggiogero, e davanti al fatto di questo articolo: Quill TE et al. “The medicalization of normal variants: the case of mitral valve prolapse.” J Gen Intern Med 1988. 3: 276, sulla spiegazione accampata per dare conto di una morte improvvisa in custodia in circostanze che non appaiono affatto limpide, non c’è bisogno del permesso della legge per pensarla diversamente. La prima giustizia è la verità; e questa la si può cercare anche al di fuori e contro un sistema che, con pessimi precedenti, stavolta produce l’interrogatorio di Abate e appioppa come causa di morte una diagnosi che in ambiente medico era spesso oggetto già tanti anni fa di gomitate e strizzatine d’occhio.

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1 agosto 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Caso Uva, i giudici d’appello: “Non si può sostenere nesso causale tra condotta imputati e morte”

Ex falso quodlibet.

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30 novembre 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Caso Magherini, Cassazione: “Carabinieri assolti perché non potevano prevedere la sua morte””

Senza la circolare del 13 marzo 2014 i Carabinieri, arma istituita il 13 luglio 1814, non sanno come fermare correttamente, essendo in 4, un agitato. I magistrati oltre che all’insostituibile funzione neurocognitiva delle circolari hanno creduto a un’entità di comodo come la “excited delirium syndrome”. Quando ci sono di mezzo grandi interessi il discernimento di magistrati e poliziotti corre su una scala logaritmica, potendo variare nel giro di qualche riga dalla zappa al microtomo, da Giufà o Gioppino alla logica di Frege e alla sensibilità di Proust. Per chi ha l’uso legale della violenza, di spada o di penna, l’ignoranza su quello che fa non può essere una scusante.

L’ignoranza che favorisce grandi interessi illeciti la vedo esercitare dai magistrati su questioni di sanità. Es. andrebbe loro mostrato come lo screening su minori per cancro della tiroide dopo l’incidente nucleare di Fukushima ha portato a fare emergere e sovradiagnosticare come cancro serbatoi di lesioni noncliniche e subcliniche, innocue, con “un peggioramento anziché un miglioramento della salute”*. Perché non possano poi dire che ignoravano che oltre all’inquinamento anche l’allarme su di esso ha pericoli, antropogeni, e può essere illecito; e nel dare forza alle paure su “terre dei fuochi” non ignorino l’interesse criminale miliardario, accertato, a estrarre falsi cancri dai serbatoi nonclinici a fini di profitto.

*Bauer et al, Morris. JAMA, Otolaryngology–Head & Neck Surgery, 29 nov 2018.

@ Matteo Rossi. “The data supporting it is tenuous. I think excited delirium is often used as a catch-all to explain in-custody deaths,” said Indiana University cardiologist Dr. Douglas Zipes, who testifies on behalf of clients suing Taser International.” Il delirio da cocaina è una cosa (e dovrebbe essere un motivo di cautela in più per non fare di un fermo la cattura di una bestia da parte di cacciatori di frodo); la morte da excited delirium un’altra. Anche se hanno nomi simili. E’ come confondere “Via del Tempio” con “Via del Tempo” (il commissario che “plays dumb” in ‘Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto’; il film prodotto da Marina Cicogna Mozzoni Volpi di Misurata). O come confondere il paesino di Gradoli con Via Gradoli durante il sequestro Moro. In medicina questi slittamenti e scambi con i nomi sono frequentissimi; ma alla lunga non è un così buon affare giocare su queste cose come crede chi vi partecipa e ne intasca i vantaggi immediati. La medicina ambigua e falsa difesa e imposta dai questurini e dai signori con la toga dello Stato ricadrà anche su loro stessi e sulle loro famiglie.

@ Matteo Rossi. La presunta morte da exicted delirium non è quella da attacco cardiaco da “eccesso di cocaina”. “High blood concentrations of cocaine cannot in themselves be the mechanism of death in excited delirium syndrome, as the concentrations of cocaine in these cases is similar to those in asymptomatic recreational users. 12,17,18.In fact, deaths attributed to cocaine, whether they are or are not associated with excited delirium syndrome, have cocaine levels in the blood that overlap those using cocaine but who die of trauma with cocaine an incidental finding 17”. Di Maio e Di Maio, Excited delirium syndrome, CRC, 2006. E’ il libro di riferimento su questa diagnosi di comodo. Lo acquistai al tempo del caso Aldrovandi, quando questa scusa di ordinanza per nascondere l’asfissia e gli effetti emodinamici dell’immobilizzazione del torace fu pure tirata fuori. Se vuoi posso prestartelo, affinché tu lo lega e regga questa foglia di fico almeno in maniera coerente. Stamane, dopo avere postato il commento sulla circolare che interrompe il “nei secoli a nostra insaputa” e sulle manipolazioni sulla terra dei fuochi, i carabinieri hanno fatto una comparsata all’uscita di casa. Per la consegna potresti incaricare loro, mister onestà intellettuale.

Matteo Rossi: Peggio che disonestà intellettuale… tu sei un autentico paranoico. 

@ Matteo Rossi. Ricambio il profilo psicologico. A me pare che vi manchi ciò che occorre a combattere i crimini dei poteri forti come quelli insiti nell’attuale medicina. E che certi vostri accanimenti nella bassezza servano, oltre che ad acquisire benemerenze presso quei poteri forti, anche a compensare la frustrazione derivante da inconfessabili carenze e agenesie.

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25 gennaio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “I gemelli rapinatori protetti dal loro Dna: “È troppo simile, difficile distinguerli. Dobbiamo assolverli””

I gemelli identici sono discriminabili dalle impronte digitali (1,2). L’articolo non considera i polpastrelli coi loro dermatoglifi, saltando dal taglio dei capelli e i tatuaggi al DNA. Ciò è in linea con l’attuale ideologia medica, nella sua svalutazione del fenotipo (3) ed esaltazione della biologia molecolare. Ideologia che i magistrati e le forze di polizia – che sui media appaiono più cattolici del papa (4,5) nel culto monoteistico del DNA – abbracciano spesso, con un trasporto eccessivo, apparentemente incuranti dei suoi risvolti affaristici, opachi e fraudolenti.

1 Srishari SN et al. Discriminability of fingerprints of twins. Journal of Forensic Identification, 2008. 58: 109.

2 Xunqiang et al. Fingerprint Recognition with Identical Twin Fingerprints. Plos One, 2012. 7: e35704.

3 Il disprezzo per il fenotipo. Sito menici60d15.

4 Cale CM. Forensic DNA evidence is not infallible. Nature, 2015. 526: 611.

5 Ackerman JP et al. The Promise and Peril of Precision Medicine: Phenotyping Still Matters Most. Mayo Clin Proc, 2016. 91: 1606.

@ Mario Ambrosini. Che i guanti siano una barriera insormontabile all’identificazione lo pensano i malviventi nel loro “false sense of protection” (1); ed esperti nostrani di indagini giudiziarie scientifiche, ai quali in risposta al loro sarcasmo sulla imbattibilità dei guanti andrebbe consigliato di rivolgersi a esperti di indagini giudiziarie scientifiche (1). Ed anche a esperti di indagini giudiziarie generali, che magari non sanno niente di loci ipervariabili e microsatelliti, e sono ignoranti sull’attuale dogma che il DNA sia l’unico marker identificativo, e di come siano gradite e ricompensate le storie persuasive (2) che aiutano il business – e le sue frodi – presentando il DNA come ‘verità cosmica’ (3); ma come tanti loro colleghi non considerano l’uso di guanti una fortezza inespugnabile davanti alla quale guardare con sufficienza chi non getta immediatamente la spugna; e si muovono, capaci di ottenere campioni di impronte digitali o altri semplici marker fenotipici collegati all’autore del crimine col lavoro investigativo, invece di mostrarsi delusi e cogitabondi come il pensatore di Rodin sullo sgabello del laboratorio.

1 Glove prints. Wikipedia, 26 gennaio 2019.

2 Rothenberg KH The drama of DNA: Narrative genomics. 2014 Oxford University Press.

3 Roof J. The poetics of DNA. 2007 Univ of Minnesota Press.

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13 febbraio 2024

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Zamboni “Il ricorso al fine vita è un diritto, spero che l’Emilia Romagna l’affronti con la dovuta laicità”

A Mirandola, Modena, il 21 marzo 2020 è arrivato dalla Germania un carico extra di diecimila dosi di midazolam. Un depressore dei meccanismi del respiro. Col quale si è “trattata” l’insufficienza respiratoria delle diagnosi di covid, col risultato di uccidere. Il midazolam è tra i farmaci dell’eutanasia. E’ stato usato anche per condanne a morte, e si è visto che è una morte tutt’altro che indolore.

La “scelta” sull’omicidio medico è di fatto in mano non a chi lo subisce ma a chi lo esegue. Ai medici, che hanno incentivi a farne un pessimo uso. Consegnare ai medici il diritto sulla propria vita può facilmente tradursi nella sequenza sovratrattamento-colpo di grazia, con un aumento di dipendenza, indegnità e sofferenza*.

Tra le esche per imporre l’agenda dell’omicidio medico c’è quella, scolastica, della “laicità”. C’è una opposizione laica all’omicidio medico, es. **. Viceversa il clero, partecipe delle manipolazioni mediche con le quali si ottengono potere e ricchezza, gioca sull’ambiguità delle cure palliative. La prima distinzione è tra l’aiutare NEL morire, evitando l’accanimento e preservando la qualità di vita, che viene negato; e l’aiutare A morire, che tranne una minoranza di casi è un essere messi in condizioni tali da dover accettare come preferibile l’essere abbattuti. O un essere abbattuti d’ufficio, come avviene in UK.

*Il riduzionismo giudiziario nella frode medica strutturale: il caso del testamento biologico
**Yuill. Assisted Suicide: The Liberal, Humanist Case Against Legalization. 2013.

Stokasto. Completamente avvinghiato a CL?

@ Stokasto: Io “avvinghiato a CL”. Quella di “Tutto Chiesa e wc” (Travaglio, La scomparsa dei fatti). Di Chiaravalloti “passerà gli anni suoi a difendersi” (Travaglio, Mani sporche). Dei magistrati affiliati (questo l’ho scritto io: “Pubblicare la lista dei magistrati di CL”, 2008). Della concezione simoniaca del medico come sacerdote, G. Cesana. Di Cartabia asset per i mafiosi e il crimine farmaceutico. CL che ha dato un buon lavoro, soldi pubblici, a Moretti, BR-servizi, e ha aiutato Barbone, sicario di Tobagi (Fasanella, I silenzi degli innocenti). Mentre io sono tra quelli epurati tramite cricche come CL.

Sei tu che vedi le cose da un prospettiva a 90 gradi. Non mi riferisco alla postura simbolo di passività (anche se non è fuori luogo). Parlo della orizontalizzazione*: il convertire le ferree imposizioni del potere globalista, verticali, dall’alto al basso, come questa dello sdoganamento dell’omicidio, nelle sceneggiate destra-sinistra. Da verticale a orizzontale, una rotazione ad angolo retto. Quando fanno a gara nel servire il potere vero la finta destra, la finta sinistra, toghe anti-forchettoni, come la PM Siciliano, che duetta con Cappato per fare degenerare l’eccezione in norma di routine, e pro-forchettoni, come Nordio, iscritto all’ass. Coscioni, etc. **.

* L’orizzontalizzazione.
** Baruffe di corte: i baroni della destra e i mandarini della magistratura

 

Stokasto. Ama profondamente quello che scrive ed esagera. Il tema è serio e il Midazolam come lo Xanax (ben più conosciuto) è un ansiolitico che anche io darei a chi sta per essere giustiziato perhè condannato a morte.

Attento che questo è un argomento che mi tocca da vicino e potrei dedicarle molto più tempo per portare alla luce gli assurdi altarini con santini e croci che si è tatuato sotto la scucchia.

@ Stokasto: Il midazolam è sì una benzodiazepina ma non di quelle consumate a fiumi nella vita comune. Di uso specifico, crisi epilettiche, anestesia, può divenire efficace strumento di morte, deprimendo il respiro, tanto più in sinergia coi farmaci coi quali viene combinato, e con la somministrazione per infusione data la durata d’azione molto breve. Giocando su questo equivoco può essere usato per l’eutanasia del non consenziente, come è avvenuto col Liverpool Care Pathway. E come è stato denunciato per il famigerato protocollo covid NG163, es. **.

La rassicurazione falsa e ingannevole che il midazolam “è un ansiolitico come lo Xanax” ha dunque autentica rilevanza criminologica, che dovrebbe essere nota alla magistratura. Oltre a mostrare come l’omicidio sia il fine e non il mezzo della campagna per la morte facile, e come i mezzi siano quelli subdoli del veneficio.

*This Sedative Is Now a Go-To Drug for Executions. But Does It Work? NYT, 1 lug 2022.
**Evidence the UK Government authorised “mass murder” of the Elderly and Vulnerable by Midazolam injection and then blamed Covid-19. The Exposè 19 gen 2022. – Ahmedzai +9 altri. Managing COVID-19 symptoms in the community. BMJ 20 apr 2020.

Tintinnabulum. Neologismi, ceiptolalia, circostanzialità, tangenzialità, …direi più che si tratta di un disturbo del pensiero.

La grandiosità fa pensare che sia in fase maniacale, ma forse è psicosi. Non è facile fare diagnosi differenziale senza altri elementi.

@ Tintinnabulum: Il caso di Alessia Pifferi, che evitavo di seguire per quanto è triste, per me è divenuto interessante per la presa di posizione della Procura di Milano sulle psicologhe. Mi chiedo se lì si rendano conto di quali interessi di pendagli da forca sono andati a toccare, non accettando la carta jolly, “la matta”, della consulenza psichiatrica; la carta dei camorristi* e dei farabutti di alto bordo.

*C. De Rosa. I medici della camorra. Castelvecchi, 2017.

Syrantex. Yuill risulta molto più comico negli altri suoi libri (quando difende il secondo emendamento o quando sostiene che Nixon combattesse il razzismo). Il libro sul suicidio assistito, seppur altrettanto strampalato, non riesce a risultare allo stesso modo divertente.

@ Syrantex: CENSURATO

Chi interviene per dare del buffone che non fa ridere a un autore che contesta l’agenda Cappato; senza altra argomentazione? Ma è Syrentex, massone dichiarato, facile a giudizi rapidi come gli inoculi che difende: mi ha già dato del terrorista pericoloso, del mafioso, del malato di mente. A commento di un articolo qui su massoneria e politica, S. Limiti, 4 mag 2021, mi ha scritto che “le piacerà” leggere come la Iannini, “mai visto un GIP umiliare così un PM”, abbia bloccato le denunce sui massoni del notaio Marrapodi (poi trovato impiccato).

Non per lui, ma per chi leggesse, un altro autore laico che denuncia la pericolosità del progetto morte facile: Euthanasia and the ethics of a doctor’s decisions. An Argument against Assisted Dying. Bloomsbury Academic, 2021. Di Ole Hartling, medico, già chairman del comitato etico danese.

Non si faccia caso a Syrentex che sfregia coi suoi scarabocchi le copertine dei libri e le foto degli autori. Bisogna però annotare quali supporters ha il progetto “etico” della morte facile davanti a critiche come quelle di Yuill, Hartling, le mie. E osservare che mentre nei paesi anglosassoni c’è un’opposizione laica di medici, intellettuali, cittadini, nell’Italia cattolica Cappato, protetto da un cordone di troll, monopolizza la scena mediatica. E di voci mediche, di singoli, di Ordini, di società scientifiche, così forti e assidue nel chiedere e ottenere aumenti salariali, impunità e medicalizzazione, se ne sentono poche.

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15 febbraio 2024

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Saletti “Difendo le psicologhe di Alessia Pifferi: indagare due professioniste è un atto violento”

E’ interessante, per chi non ha competenze specifiche, che un soggetto affetto da gravissimo deficit intellettivo come la Pifferi sappia usare correttamente i congiuntivi. E allora? Anzi. Si approfitti della presenza di Nordio come Guardasigilli per sancire formalmente il diritto di psichiatri, psicologi, forze di polizia, magistrati, etc. all’insindacabilità, cioè al falso ideologico, nel definire il carattere, la morale, le capacità di una persona. Basta con i sotterfugi indecorosi come quelli per i camorristi*, o per tenere Moro nelle mani dei sicari, o per respingere come inattendibili le denunce di reati ai quali lo Stato collabora.

*C. De Rosa. I medici della camorra. Per la prima volta nero su bianco tutti i come e tutti i perché la criminalità organizzata strumentalizza la malattia mentale e le perizie psichiatriche per ottenere benefici di ogni genere. Una forma pericolosissima di «mafia dei colletti bianchi» che rischia di mettere seriamente in discussione il concetto stesso di giustizia. Castelvecchi, 2017.

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4 marzo 2024

Blog de Il Fatto

Commento al post “Lasciò morire di stenti la figlia, lo psichiatra: “Alessia Pifferi visse maternità come obbligo o fatica””

Mentre Santalucia, ANM, in queste ore si indigna sul test psicoattitudinale ai magistrati, e su una loro profilazione psichiatrica, i magistrati appaiono possibilisti con gli avvocati sull’uso nei procedimenti della perizia psichiatrica come jolly, come “Matta”.

Dalle lettere di Moro prigioniero Ferracuti, P2 e agente CIA, diagnosticò un disturbo psichiatrico. Nel 1993 Cossiga affermò che la Procura di Roma era d’accordo con l’internamento in caso di liberazione (Guerzoni: “in quella riunione decisero che era pazzo”. Corsera 1 dic 1993). Cossiga non è fonte attendibile, ma i magistrati appaiono approvare l’uso della psichiatria per affari indicibili. Come in altri casi, in questo abboccamento tra magistrati e avvocati si avverte una “fistola” tra narrazione, l’arma degli avvocati, e evidenza, il dovere dei magistrati.

Oggi su Il Fatto il gen. Jucci sulla distruzione di Moro: “purtroppo ci sono stati italiani che hanno operato seguendo le loro indicazioni [degli USA] per obiettivi che forse non dovevano essere né fatti né pensati”. “If overall responsibility for the strategy of tension rests with the United States, a great burden of guilt must be born by the Italians, without whose willing participation the country’s terrorist ordeal would never have come about.” (Willan P. Puppetmasters. The political use of terrorism in Italy, 2002). Oggi più di allora il parere pseudoscientifico è pomposo alibi a pavidità e tradimento. Come è avvenuto per il covid.

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v. anche:

Il paradosso dei monatti

Patologizzazione surrettizia e materiale

 

 

 

Liceità giuridica del battesimo dei neonati

22 September 2011

Blog di Alessio Liberati su Il Fatto

Commento censurato al post “Preti pedofili, “sbattezzo” e scomunica” del 22 set 2011

Il dr Liberati da giurista si chiede come si possa addebitare una colpa, e irrogare una scomunica, per aver rifiutato il battesimo che si è ricevuto inconsapevolmente a pochi mesi di vita. Cosa pensano i giuristi della liceità di porre una persona in questa trappola, e in generale in una condizione di appartenente a una religione, avvalendosi – o approfittando – del suo stato di neonato incapace di intendere e volere? Una affiliazione che per di più comporta forme di obbedienza, di accettazione di istruzioni, e comporta la possibilità di ricevere sanzioni. Si potrebbe obiettare su basi giuridiche alla liceità di battezzare i minori, anche se i genitori lo desiderano ?

Ma queste sono questioni teoriche. Non si sfugge al Doppio cielo con un tratto di penna:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/04/24/il-doppio-cielo/

E la vera scomunica, lo acquae et igni interdictio, spesso inflitta ed eseguita da preti e massoni a braccetto, è per chi è blasfemo verso il dio Quattrino e i suoi sacerdoti.

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Blog di Alessio Liberati su Il Fatto

Commento  al post “Preti pedofili, “sbattezzo” e scomunica” del 22 set 2011. Accettato.

Potrebbe essere utile comparare queste osservazioni sul battesimo di minori con l’appello recentissimo, del 6 set 2011, dell’arcivescovo di Los Angeles Gomez al governatore della California Brown per non fare passare una legge che prevede che i minori vengano vaccinati contro lo HPV anche senza il consenso dei genitori. La legge è voluta da Big pharma; e la capacità del vaccino di prevenire il carcinoma della cervice potrebbe essere paragonata a quella del battesimo di liberare dal peccato originale (cfr. Duesberg P. “Virus che causano il cancro della cervice” in “AIDS il virus inventato”; lettura raccomandata ai genitori che devono decidere se fare vaccinare le loro figlie). Sembra che le due chiese, quella di San Pietro e la nuova che promette la salvezza su questa terra, si contendano il diritto di mettere il loro marchio sui pargulos. Ma ho motivo di ritenere che queste comparazioni non siano gradite nel blog del dr Liberati su Il Fatto:

Liceità giuridica del battesimo dei neonati

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27 giugno 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Madron “Aborto, riti religiosi “per bimbi mai nati” anche senza il consenso dei genitori” del 27 giugno 2013

Antigone viene ricordata perché, sfidando la legge, volle dare umana sepoltura al fratello. Al contrario, preti e clericali riescono, sgusciando tra le maglie della legge, e favoriti da istituzioni compiacenti, a usare il rito funebre per offendere e umiliare le donne che hanno ritenuto di dover strappare da loro un figlio. Comunque una struttura sanitaria che si presta a tale gioco contravviene al dovere di rispettare la serenità e l’equilibrio psichico dei pazienti: se accettano di farle abortire, sono tenuti a non dare luogo a queste farse indegne. Il fatto che una donna abortisca non implica che sia indifferente alla sorte dei resti, e che non debba riguardarle se queste finiscono in mani interessate; mani che passano il resto del giorno a contare il frusciante, cioè le banconote, che ottengono con tristi manipolazioni come questa.

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@gce. Siete voi che rovistate ossessivamente nel dolore e nelle disgrazie della gente per trovare qualche appiglio su cui speculare.

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I preti si mettono a guardia della vita degli altri, all’entrata e all’uscita. Come doganieri ai quali va pagato un dazio. Il caso è pittoresco, ma non è più grave ciò che fanno, ed è accettato, sui bambini che nascono, facendo leva sui genitori? Battezzare un neonato senza avere sentito la sua volontà, che non è ancora in grado di formulare, affiliandolo così formalmente a una religione che lo conterà tra i suoi adepti, e riterrà quindi di avere stabilito con lui dei vincoli, a valenza psicologica e anche giuridica, non è anch’esso un atto di prevaricazione, che lede i suoi diritti ? Il neonato in quel caso non è persona ?

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Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Madron “Riti religiosi “per bimbi mai nati”, dopo 24 ore i genitori non hanno più diritti” del 27 giugno 2013

Battezzare un neonato senza avere sentito la sua volontà, che non è ancora in grado di formulare, affiliandolo così formalmente a una religione che lo conterà tra i suoi adepti, e riterrà quindi di avere stabilito con lui dei vincoli, a valenza psicologica e anche giuridica, non è anch’esso un atto di prevaricazione, che lede i suoi diritti ? Il neonato in quel caso non è persona ?

Le tasse come obbligo binario

22 September 2011

Blog de Il Fatto

Commento al post “L’arcivescovo di Bologna Caffarra: “E’ un obbligo morale pagare le tasse”” del 21 set 2011

Sono d’accordo col cardinale: pagare le tasse è un obbligo morale; in uno Stato sano dovrebbe quasi essere un piacere, una benedizione, dati i servizi che assicura. Dove dissento è nel considerare quest’obbligo spaiato. Credo che alcuni obblighi morali siano binari, essendo costituiti – come le forze in natura – da coppie; ci hanno abituati a considerarlo naturale, ma è in realtà artificioso e scorretto considerare solo un elemento della coppia di obblighi. Anche l’obbligo di pagare le tasse; che fa coppia con l’obbligo di bene amministrare le tasse: quello di amministratori e governanti di usare quel denaro nel miglior interesse dei cittadini; e di non intascarlo o farlo intascare agli amici o a poteri maggiori. Il prelievo tramite la forza e l’autorità morale dello Stato sta invece divenendo, con questi governi corrotti, un astuto metodo per sifonare denaro al popolo a favore dei grandi poteri parassiti (e qui l’esortazione del clero suona decisamente interessata).

Condannare l’evasione è giustissimo. Ma è ingiusto quando si omette, cosa che avviene regolarmente, che le tasse vanno tanto pagate dai contribuenti quanto onestamente amministrate da coloro che ne dispongono. Oppure quando la simmetria viene sostituita, come fa il cardinale cambiando abilmente il soggetto dalle tasse alle persone, con un richiamo generico agli amministratori a non lasciare che si perda nel loro foro interiore la coscienza di essere “servitori” del “bene comune”. Questo considerare sempre un solo piatto della bilancia – quello estremamente concreto del “pagate” – e di ignorare l’altro o metterci vuota retorica anziché pari sostanza, sa di ricatto morale a sostegno di una truffa. Qui la Chiesa, abituata alle decime, e a “bilanciare” l’oro con qualche elemosina, pratica l’opzione per i potenti e per le cose terrene, che è quella che le è più congeniale.

https://menici60d15.wordpress.com/2011/02/08/obbedienza-alle-regole-e-obbedienza-delle-regole/

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Blog de Il Fatto

Commento al post di P. Corrias “Se per la Chiesa l’Ici val bene anche un Silvio” del 22 set 2011

Può darsi che il clero stia solo temporeggiando per attendere il momento giusto per mollare B. Ma il problema delle tasse è più ampio, e non andrà via con Silvio; forse verrà aggravato dai nuovi reggenti, e il clero si prepara anche a questo. Segnalo il post “Le tasse come obbligo binario” a proposito della recente esortazione del cardinale Caffarra a pagare le tasse:

Le tasse come obbligo binario

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Blog de Il Fatto

Commento al post di V. Bellavite “Beni della Chiesa: un’altra gestione è possibile” del 7 ott 2011

“Monaci, preti e polli non furono mai satolli”:

Le tasse come obbligo binario

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4 novembre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di Cittadinanzattiva “Crisi, qualche proposta: una ‘legge Bergoglio’ anticorruzione e una ‘patrimoniale zero’ ” del 4 novembre 2013

Lo Stato non impedisce l’evasione fiscale, e il rappresentante di “Cittadinanzattiva” propone di combatterla tassando ulteriormente i cittadini, con una patrimoniale da applicare secondo un criterio regressivo rispetto al reddito. Chi è a basso reddito ma ha qualche casa, magari ereditata, viene classificato insieme ai grandi evasori da stanare. Lo Stato è strutturato in modo da favorire la corruzione e il privilegio, e il rappresentante di “Cittadinanzattiva” propone di combattere ciò affidandosi ai disegni del capo dei preti, coloro che di tale sistema parassitario sono tra i principali beneficiari. Accettare queste visioni sembra piuttosto un assumere posizioni di “cittadinanza passiva”.

Andrebbe invece riconosciuto che all’evasione fiscale è stata affiancata la “diversione fiscale”: le tasse in quota crescente non vanno in servizi pubblici ma tornano ad essere usate, come avveniva in antico, per arricchire i potenti depredando il popolo per via legale. E andrebbe riconosciuto che bisogna smettere di tutelare e incrementare l’immenso patrimonio dei preti a spese dei cittadini comuni.

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18 novembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Ue, dopo polemiche Juncker scrive a Renzi: “Tra priorità lotta a evasione” “

L’evasione fiscale è un crimine; colpisce che a chiedere di combatterla sia chi pratica la diversione fiscale, che è un altro crimine che consiste nel rubare tramite le tasse. Legalmente e su larga scala, fino a mettere in ginocchio interi popoli (v. Ferrero P. La truffa del debito pubblico).

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9 dicembre 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post “Mattarella: “Chi evade le tasse sfrutta chi le paga. È una cosa davvero indecente. Problema anche di norme, interventi e controlli”

Chi evade ruba agli altri; è un ladro, ma è suo collega, moralmente e nel parassitare il patto sociale, chi nelle istituzioni si assicura la poltrona regalando denaro pubblico a privati e usando quindi il potere di prelievo dello Stato per taglieggiamenti legalizzati. La stortura dell’evasione si raccorda con quella della diversione, per la quale i soldi delle tasse vengono dirottati nelle tasche di privati invece che in servizi pubblici; es. costosissimi farmaci inutili o dannosi spacciati per miracolosi*. Le tasse comportano due obblighi, quello di versarle e quello di amministrarle onestamente, che sono funzionalmente congiunti e vanno considerati insieme. “Le istituzioni” si limitano ad additare indignate l’indecenza di quelli ai quali permettono di sbafare senza pagare, essendo mute sull’altra, collegata, che tonnellate di oro consegnato dai cittadini allo Stato vengono ripagate con manciate di perline e specchietti. Un ulteriore motivo per interrompere l’evasione fiscale è che chi ruba con l’evasione probabilmente è meno disposto a farsi derubare con la diversione fiscale; togliendo il parassitismo in entrata aumenterebbe la pressione contro il parassitismo in uscita.

*Wise PH. Cancer drugs, survival and ethics. BMJ, 9 nov 2016. Wieseler B et al. New drugs: where did we go wrong and what can we do better? BMJ, 10 lug 2019.

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19 marzo 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post di F.A. Grana “Coronavirus, Papa: “Non sprechiamo questi giorni difficili, ritroviamo piccoli gesti concreti. Ringrazio chi si spende per gli altri”

Mio padre mi raccontò di quando, procuratore alle Imposte, rappresentando lo Stato in Commissione tributaria contro un monastero, prima della seduta disse al magistrato presidente della commissione che, trattandosi di pii monaci, si poteva cercare nei limiti della legge di aiutarli. L’abate però accolse la proposta di accomodamento sdegnato, con espressioni insultanti: non voleva pagare una lira. Il presidente guardava mio padre sogghignando e annuendo, come per dire “hai visto”. I preti culturalmente le tasse non le vogliono pagare; vogliono incassarle, come ai bei tempi. La medicina finanziata dai contribuenti è un modo ideale per arricchirsi, speculando sulla paura e spacciando per “salvavita” prodotti raffazzonati e pericolosi*. Che non pagare le tasse sia un delitto “è evidente”. E’ meno evidente, e questo il papa lo sottace, che il prelievo fiscale a favore di una medicina fraudolenta è pure un delitto – ed è peccato – a danno anch’esso della salute, e legalizzato.

Mio padre mi diceva anche che il potere politico voleva usare gli accertamenti per favorire amici e colpire avversari; posso testimoniare che chi si oppone alle frodi mediche istituzionalizzate che succhiano i soldi del contribuente a favore di privati, laici e preti, riceve un trattamento persecutorio che gli fa pagare ancora più tasse di quelle previste, già strozzinesche rispetto ai servizi forniti.

*Joseph A. With faster drug approvals, taxpayers could be left to foot the bill. Stat, 13 gennaio 2017.

Istituzioni ibride

22 September 2011

Blog  Il Corrosivo di Marco Cedolin

Commento al post “Quali sono i veri poliziotti?” del 22 set 2011

La polizia, che è fatta di Italiani, manifesta davanti a Montecitorio perché è voltagabbana: ha fiutato il vento e si stacca dal signorotto in disgrazia che prima ha aiutato con tutti i mezzi a spadroneggiare; e anzi gli va contro. Il Griso quando Don Rodrigo si ammala prende le distanze e poi lo tradisce accordandosi coi monatti, noterebbe qualcuno. Come fa spesso, Cedolin coglie un punto nodale: I poliziotti sono onesti e benemeriti lavoratori o sgherri del potere? Credo che il dilemma sia insolubile, posto così. Per trovare le coordinate che Cedolin giustamente chiede occorre superare le dicotomie semplici, e ammettere che alcune grandi istituzioni etiche, come la polizia, sono intrinsecamente ibride: hanno una funzione sociale positiva, ma anche una insopprimibile componente oscura. Un miscuglio, nel quale il primo aspetto, al quale ascrivere comportamenti corretti e esempi luminosi, viene sfruttato dal secondo, che si fa scudo dei casi nobili di aderenti all’istituzione che sono stati uccisi, che a volte sono casi di epurazione.

Come la salute, l’ordine quando c’è non si nota. Ci dimentichiamo che se non siamo in un Far West è perché c’è il lavoro delle forze di polizia. Non si può fare a meno di tale servizio pubblico. Questa azione però è carente là dove sarebbe più necessaria, come le aree del Sud dove la mafia è forte; e per i crimini dei colletti bianchi;  e solo chi ci è passato in prima persona può sapere quanto possono essere vendute le forze di polizia (soprattutto, posso dire, quando servono i poteri forti, come quelli che hanno commissionato gli omicidi politici); e quali reati possono impunemente commettere, quali abissi di infamia possono raggiungere; con la connivenza e a volte la complicità attiva della magistratura, altra istituzione ibrida.

La polizia dovrebbe difendere i cittadini: in realtà tende ad esercitare una protezione, arbitraria ed ineguale a seconda del cittadino, e che si riserva di ritirare a piacimento, regolandosi sulle convenienze e gli interessi in gioco, analogamente alla protezione mafiosa. Per il cittadino comune, la protezione si paga col pizzo della sottomissione al potere, che ha nei poliziotti i suoi campieri. Bisogna fuggire sia il rifiuto ideologico dell’istituzione, sia la tentazione di porvi cieca fiducia, come la propaganda martellante e la pavidità del cittadino medio spingono a fare:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/14/vogliono-i-poliziotti/

Ma da cittadini repubblicani occorre guardarla con distacco, esercitando il controllo democratico e pretendendo che nei suoi comportamenti si avvicini a ciò che dovrebbe essere, se vuole essere riconosciuta come istituzione, e non come una banda di soggetti descritti nel canto della mala:

“Prima faceva il ladro / e poi la spia / adesso è delegato di polizia”.

Quello dei Notav, in un’Italia piena di finte proteste pilotate dal potere, è un raro caso di lotta popolare genuina, e di risonanza nazionale, contro i soprusi del potere. Quindi sono in gioco non solo le grandi ruberie sull’Alta velocità, ma anche il principio che la gente deve stare buona mentre viene derubata; questo rifiuto di massa ad essere defraudati di beni essenziali è inaccettabile per la tirannia che aleggia dietro alla fictio democratica. Occorre che i resistenti della Val di Susa stiano attenti, perché se da un lato si cercherà di addormentare la protesta, dall’altro si farà di tutto per dipingerla come opera di violenti, esaltati, etc. E i poliziotti, che davanti a terroristi veri non brillerebbero, quando si tratta di bastonare brave persone divengono guerrieri implacabili e audaci.

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Grazie Marco. E’ vero che la polizia è immersa in una rete di relazioni istituzionali, che ne condizionano il comportamento;  e come altri poteri dello Stato è subordinata a forze come gli USA, le oligarchie finanziarie, il Vaticano. L’assorbimento, del quale parli, è un fenomeno passivo; ma le forze di polizia brillano anche di luce propria. Andrebbe forse maggiormente riconosciuto il ruolo attivo, silenzioso e sottovalutato, delle forze di polizia nel determinare la politica italiana, al livello intermedio del quale fanno parte. La difesa manu militari degli interessi illeciti del business medico è a mio parere un esempio di questa cogestione attiva. La gente non lo sa, ma la medicina che ha e che avrà

https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/15/la-medicina-come-rimedio-ai-limiti-della-crescita-economica/

è una medicina imposta coi questurini e i militari dal budriere bianco; e anche con forme più sofisticate di poliziotto.

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Blog “Conflitti e strategie”

Commento al Post di Gianni Petrosillo “Dateci un taglio” del 23 set 2011

Questa immagine della polizia esasperata che assalta il Palazzo ricorda gli ammutinati della Corazzata Potemkin; e chi ci crede dovrebbe stare a sentire Fantozzi…

Non so quanto sia sincero questo attrito tra La Russa e i poliziotti, che di fatto ha gettato l’amo di una polizia che sta al fianco dei cittadini esasperati dal Palazzo, e non di fronte a difesa del Palazzo con i randelli e con gli uffici riservati; ma anche se lo fosse, non mi sembra quello tra un fascista e onesti lavoratori esasperati …

Istituzioni ibride

La medicina come rimedio ai limiti della crescita economica

15 September 2011

Blog di Aldo Giannuli
Commento al post “I limiti della crescita e la crescita dei limiti” del 15 set 2011

Ci sono concetti che rispetto al senso comune suonano come boutades polemiche e non lo sono. Penso che al problema delineato dal Prof. Giannuli, quello di trovare nuove risorse per allargare ulteriormente i limiti della crescita economica su un pianeta già troppo sfruttato, sia stato trovato un rimedio con la trasformazione della medicina in attività economica di punta: le risorse sono i corpi delle persone; una materia prima facilmente reperibile; legata a una domanda, quella di miglioramento della nostra condizione di primati e di mortali, pressoché illimitata; e ad alta densità di valore aggiunto. Una trasformazione che si regge su un apparato di disinformazione e repressione. Es. :

https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/10/radiotossicita-mafiosa-e-legale/

Questa scelta di fare della medicina un pilastro del PIL, più o meno volontaria e consapevole, che ha analogie e anche sovrapposizioni con l’economia di guerra, comporta diversi vantaggi: genera profitti fantastici e crescita anticiclica per il grande capitale; contrasta, malthusianamente, l’esplosione demografica e l’allungamento da benessere della vita media; è una varietà tardiva di fordismo che crea posti di lavoro ben remunerati e poco faticosi. Sarà per questo che, nonostante la sua essenza cannibalesca, piace così tanto ai sindacati, che antepongono il sudore al sangue nella loro scala valoriale.

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“In questo mercato opera quella che gli economisti chiamano “legge di Say o degli sbocchi”, secondo cui l’offerta crea la propria domanda. Una nuova scoperta nella diagnostica o nella cura di un male trova subito un crescente numero di richiedenti. … L’Ocse ha stimato una spesa sanitaria media nell’ordine del 9% del Pil; gli Stati Uniti registrano un massimo del 15,3%… . Le spese alimentari, invece, incidono per il 16% sui bilanci delle famiglie americane e per il 18,8% in quelli delle famiglie italiane. Non è quindi infondato sostenere che la spesa sanitaria è destinata quanto meno ad affiancarsi alla spesa alimentare, fino a superarla, quale motore della crescita del reddito e dell’occupazione.” (Paolo Savona, Se la ricerca è al servizio della salute. Sole 24 ore, 17 set 2011).

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“La ricerca di Schwartz e Woloshin suggerisce che il pubblico USA crede fermamente, ma infondatamente, che i farmaci approvati dalla US Food and Drug administration sono altamente efficaci e sicuri.

Purtroppo, anche se viene informata che i nuovi farmaci (che non hanno una documentazione storica sulla sicurezza) possono essere più pericolosi che i farmaci vecchi, e che i farmaci per i quali si è mostrato che migliorano i risultati surrogati* non è detto che in realtà prevengano la malattia, una larga  parte del pubblico sceglie comunque questi farmaci; e i farmaci privi di alcuna evidenza di beneficio clinico. … Le raccomandazioni di Schiff et al. offrono uno schema per prescrivere giudiziosamente, in modo da prescrivere meno farmaci (soprattutto farmaci nuovi), avere meno effetti avversi da farmaci, e più salute.”

(D Grady, direttore degli Archives of internal medicine, set 2011. Editoriale di commento all’articolo di Schiff et al. “Principles of conservative prescribing”, ib., sulla necessità di ridurre il consumo di farmaci per migliorare la salute)

*Es. la riduzione della glicemia e della pressione arteriosa  vs la riduzione delle complicanze cardiovascolari nel diabete e nella malattia ipertensiva; la sopravvivenza libera da aumento di volume ed estensione del tumore vs la sopravvivenza tout court nel cancro [ndt].

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Blog de Il Fatto

Commento del 20 set 2011 al post di G. Marrucci “Se le case farmaceutiche scoprono gli open data” del 19 set 2011 

Veramente la condivisione dei dati è semplicemente parte dei prerequisiti deontologici e tecnici della ricerca scientifica, in particolare quella biomedica. Questo “Open source” è uno specchietto per le allodole, che serve a moltiplicare, con la ricerca che ristagna, le occasioni di accaparramento di lavoro altrui a fini di profitto privato; e a non parlare delle conseguenze nefaste della ricerca biomedica commerciale, continuando a lasciarla libera di fare quello che vuole:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/15/la-medicina-come-rimedio-ai-limiti-della-crescita-economica/

L’open source non impedirà la deriva verso farmaci costosissimi e inefficaci. Vengono lanciati farmaci oncologici che costano 3000-7000 euro al mese senza che il cancro venga curato. I profitti beneficiano del cancer burden, che continua ad aumentare. E’ un sistema nel quale gli investitori possono guardare al cancro come quegli speculatori nostrani che sono stati intercettati mentre ridevano per il terremoto dell’Aquila.

Non sorprende che l’autore del pezzo curi la sezione “Buone notizie” di Report: questa è la tipica finta buona notizia stile RAI 3, che sembra progressista e serve il peggior liberismo. La buona notizia vera sarebbe che la gente aprisse gli occhi, che politici, magistratura, forze di polizia e giornalisti smettessero di comportarsi come stipendiati delle multinazionali tradendo il popolo, e venisse invece posto un controllo efficace sulla correttezza etica e scientifica della ricerca biomedica commerciale.

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@alepolese. No, Open source non vuol dire gratuito, ma solo codice sorgente pubblico e modificabile (v. Free and open source, Wikipedia). La ricerca deve essere equivalente allo open source secondo la norma di Merton del “communalism”; applicare questa norma sarebbe fare metà del proprio dovere, non un passo per il quale gridare al miracolo. Ma ammettiamo come alepolese erroneamente sostiene che Open voglia dire senza scopo di lucro. Vorrei sapere quale adulto sano di mente, quanti lettori de Il Fatto possono credere che tale scelta possa riguardare il core business delle case farmaceutiche. Si prevede che nel 2014 la vendita mondiale di farmaci raggiungerà 1.100 miliardi di dollari. Questo risultato non è stato ottenuto da studiosi con la testa tra le nuvole: nel 1973 nei giorni successivi all’11 settembre cileno furono ammazzati i medici che avevano nazionalizzato e razionalizzato il mercato farmaceutico. (Oggi in Italia il business farmaceutico e i suoi illeciti possono contare su una rete massonica istituzionale di insospettabili che non è molto lontana dalla mafia). Braithwaite, in uno storico lavoro sul crimine dei colletti bianchi, concluse che quello farmaceutico è il settore più corrotto dell’industria. Diversi commentatori (es J Abramson, Overdosed America) affermano che le case farmaceutiche corrompono anche la scienza. Uno studio del set 2011 sugli Archives of internal medicine mostra che dal 1996 ad oggi il pur compiacente governo USA ha recuperato 12 miliardi di dollari frodati dalle case farmaceutiche.

Credo che Berlusconi e la mafia, i due cavalli di battaglia de Il Fatto, siano solo metà della storia delle piaghe del paese. L’altra parte, quella sommersa, è rappresentata da campagne come questa de Il Fatto, dove giocando con le catchword e falsificandone il significato manca poco che si dipingano le case farmaceutiche come dei cenobi di santi uomini che si spogliano delle loro ricchezze e girano col saio e a piedi scalzi a fare del bene all’umanità.

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Blog L’aria che tira

Commento al post di Marco Cedolin “Latouche più radicale di Marx” del 29 set 2011

Mi associo a Cedolin dove accosta giustizia e senso del limite, vedendo quali danni sta facendo la medicina commerciale, che per la sua potente valenza antropologica consente di praticare la crescita economica senza limiti:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/09/15/la-medicina-come-rimedio-ai-limiti-della-crescita-economica/

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Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Lanza “Latouche: Come si esce dalla crisi? Decrescendo”del 7 ott 2011

La decrescita degli altri

Bisogna stare attenti affinché l’augurabile programma di decrescita economica non sia confuso con quello di “decrescita”, cioè di impoverimento, dei ceti medi e bassi da aumentato sfruttamento in un sistema altrimenti immutato. Se viene cooptato dai nostri politici, questo appello alla decrescita corre il concreto rischio di trasformarsi nello “accettate con letizia di stringere la cinghia mentre noi e i poteri che rappresentiamo continuiamo ad abbuffarci a vostre spese e a fare danno al pianeta meglio di prima”. A una declamazione astratta sulla virtù dell’austerità e i mali del consumismo, che riproponga quella di Enrico Berlinguer del 1977 che Lanza cita, si può associare un appoggio pronto, cieco e assoluto alle vie più turpi per proseguire la crescita economica “legale”:

La medicina come rimedio ai limiti della crescita economica

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27 ottobre 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post “Anm, Vietti: “Magistrati evitino invasioni”. Carbone: “Incandidabilità è questione etica” del 26 ottobre 2013

Il dr. Maurizio Carbone, segretario dell’ANM, sostiene che la magistratura svolge un ruolo di supplenza della politica anche in campo bioetico. Seguendo da anni i rapporti tra magistratura e questioni mediche, posso dire che tramite omissioni, parzialità, connivenze e interventi attivi la magistratura sta di fatto svolgendo, al fianco della politica, un articolato ruolo di complice in grandi operazioni che dovrebbero essere dette “biocriminalità”.

Poco prima di essere eletto dal Parlmento al CSM, Vietti ha dichiarato: “La sanità oggi deve essere concepita non come una spesa infruttifera per fornire ai cittadini un semplice servizio solidaristico, ma come motore di sviluppo, capace di alimentare sia la ricerca che una occupazione qualificata”. Con un’impostazione politica così radicale, non c’è da meravigliarsi che il servizio giustizia su questioni mediche divenga un servizio all’imprenditoria medica. Ricercare la crescita economica e il profitto tramite le cure mediche è roba da cannibali. Attali, banchiere, anni fa scrisse un libro che si intitola “Vita e morte della medicina. L’ordine cannibale”.

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22 maggio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Vendemiale “Test Medicina, università contro il ministro: “Se li abolisce troppi studenti”

Per accedere alla facoltà di medicina bisognerebbe prima studiare per tre anni fisica, chimica, matematica e biologia, e per un anno psicologia, antropologia, sociologia, economia. Poi bisognerebbe lavorare (venendo retribuiti) per un anno come infermiere generico, a contatto coi pazienti, ruotando tra le varie specialità. Ottenuta la qualificazione con test scritti e oggettivi nelle scienze di base, e svolto il tirocinio infermieristico, si potrebbe partecipare al concorso di ammissione a medicina. I 5 anni preliminari, oltre a fornire la preparazione necessaria, servirebbero anche da filtro e sbarramento; sia sul piano delle capacità cognitive che su quello delle doti umane e caratteriali. Naturalmente, la realtà socio-economica, nella quale sempre più il medico è l’agente di commercio di grandi interessi, fa apparire ridicola una tale proposta.

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@ Enrico. Per “diventare medico” ci vogliono più dei 6 o 10 anni di corsi di studi. Completeresti gli studi “graduate” – a numero chiuso, rapportati all’effettiva necessità di medici, non alle necessità dell’Offerta, cioè del business medico – non a 60 ma a 28 anni; e poi puoi cominciare a fare il giovane medico sul serio, anziché diventare uno dei troppi laureati in lettere mediche a 24 anni, per poi arrabattarti tra necessità di formazione professionale e procacciamento della pagnotta e del companatico.

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@ Irene Nucci. Ci si può laureare in medicina a 24 anni (18+6).Le materie scientifiche hard compresse nel primo anno sono una penosa burletta; in questo è più razionale, pur con tutti i suoi difetti, il sistema USA, che prevede 4 anni di batchelor, in genere in materie scientifiche, prima di medicina. Le materie scientifiche sono una necessità se si vuole dirsi “scientifici” senza essere una “sòla”; non vedo come si possa discettare es. delle curve gaussiane dei trial senza saper maneggiare gli integrali, o della pressione arteriosa senza conoscere la meccanica dei fluidi; o dei farmaci senza conoscere la chimica. E’ vero che gli aspetti scientifici sono solo una parte di ciò che occorre al medico. L’arte è lunga. La specializzazione è un altro discorso; ma, se ci fosse una solida base, la specializzazione potrebbe venire ridimensionata, mentre oggi viene esaltata per ragioni di profitto, portando ad una segmentazione del lavoro, e ai relativi paraocchi, che non vanno nell’interesse del paziente e mantengono il medico in uno stato di perenne precarietà intellettuale, rispetto alla complessità e all’importanza di ciò che maneggia. Comunque, ripeto, sono discorsi utopistici; la tendenza è all’opposto, e anche in USA si parla di alleggerire il curriculum scientifico a favore di quegli aspetti che si dicono “umanistici”, ma che da soli servono solo a equipaggiare il medico con un agile scilinguagnolo e capacità recitative per una medicina votata al profitto.

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@ Irene Nucci. Medici “troppo scienziati” non ce ne sono. E’ una tua impressione. Occorrono sia le capacità umane che quelle tecniche. E se si hanno conoscenze tecniche approfondite, se si sa a fondo di cosa si sta trattando, se si conoscono possibilità e limiti dell’atto medico sul piano biologico, se non si deve vestire una maschera, il rapporto umano col paziente potrà essere più rilassato e autentico. Ma prima ancora che la competenza e quella che chiami “empatia”, occorre l’onestà, e quella è la qualità più difficile da ottenere.

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23 maggio 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di E. D’Ospina “Terra dei fuochi: incontro con Don Maurizio Patriciello. La speranza che non si arrende mai”

“Incontrare don Maurizio Patriciello è un dono” secondo Elisa D’Ospina, che si presenta come “scrittrice”. Io ritengo che per molti bambini, per molti genitori, don Maurizio Patriciello sia una disgrazia, dati i messaggi che diffonde, parziali e ingannevoli, che favoriscono le speculazioni più basse sulla sofferenza e sulla paura, complice l’aura di santità diffusa intorno a lui dai vari turiferari. Vedi: Sos cancro dei bambini e sovradiagnosi. Ilva, dal cancro nascosto al cancro inventato. Reperibili su internet.

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@ Ilenia. Un tempo si faceva il galoppino ai democristiani, oggi direttamente ai preti. Reperibili su internet ci sono studi scientifici che mostrano milioni di casi di sovradiagnosi di cancro, dovute a fome di propaganda della malattia. E’ di queste ore la notizia che nel PIL verranno incluse anche attività illegali come traffico di droga e prostituzione. I benefici all’economia da diagnosi fraudolente di cancro, favorite dagli allarmi a senso unico ai quali lei inneggia, vi entreranno a pieno titolo.

Io segnalo a chi non si beve a occhi chiusi i raccontini delle spiegazioni ufficiali, a chi dubita che il potere che ha tollerato la camorra sia rinsavito, questo altro pericolo, che si facciano soldi sulla paura e a danno della salute dopo che si sono fatti soldi inquinando il territorio. Chi ritiene di non aver tempo da perdere ad ascoltare altre voci, ragionare e riflettere, si accomodi, segua il piffero dei don Patriciello e vada a fare la fila alla porta dei reparti di oncologia.

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3 febbraio 2015

Blog Appello al popolo

Commento al post di M. Poggi “ISDS, l’insopportabile leggerezza degli acronimi”

Grazie per le informazioni su queste forme di governo sovranazionali, il cui peso politico è sottovalutato. La giurisdizione globalista riguarda anche il campo dell’organizzazione della sanità e il genere di cure mediche da praticare: “Gli accordi diverranno più rilevanti se dovessero sorgere contrasti sui termini o le applicazioni, o se i governi cercassero di tornare al servizio pubblico che erogavano prima. E’ in questi casi che gli accordi internazionali su aiuti di Stato, monopoli nell’erogazione dei servizi e normative nazionali appaiono preoccupanti. L’intenzione degli accordi è stata di proteggere gli investitori da trattamenti ingiusti da parte dei governi. Tuttavia, le aziende molto grandi hanno una tale esperienza e capacità in materia di contenzioso legale da riuscire a promuovere i loro interessi e diritti a danno delle singole nazioni e dei governi locali.” (tradotto da: Tritter J. et al. Globalisation, Markets and Healthcare Policy. Redrawing the patient as consumer. Routhledge, 2010).

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4 marzo 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Noto “Marcello De Cecco e Sergio Ricossa, un destino parallelo”

Ricossa era nell’organigramma di governo stilato da Edgardo Sogno nelle sue trame golpiste: per lui era previsto il posto di ministro del tesoro. Era però uno studioso che aveva capito i pericoli del liberismo, e la conseguente necessità di un’etica, nel rapporto tra economia e medicina, molto più di tanti “disinistra”: “Il chirurgo ed il medico devono essere amici nostri e della moderazione. Se lo sono, mostriamoci riconoscenti più che possiamo fino ad offrire loro di pagarli per interventi e cure che non hanno realizzato. Se sono amici, non accetteranno i nostri soldi. Accetteranno la nostra stima, la nostra volontà di promuoverli al grado di saggi e sapienti, che è molto di più di professore» (Sergio Ricossa, La Voce, 27 luglio 1994).

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10 giugno 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di A: Cannavale “Povertà e sanità per pochi, l’Italia va verso il modello americano?”

I costi salgono per la tendenza a offrire, o imporre, riti medici non necessari, o inefficaci, e a volte nocivi, ma sempre lucrosi, truffando, a favore di potenti investitori, sia i contribuenti sia chi paga di tasca propria. Mentre reali necessità sono lasciate scoperte. Il modello liberista, che si sta affermando anche da noi, è di ottenere facili profitti vendendo quanta più medicina sfruttando la sua dimensione irrazionale, per la quale più medicina è sinonimo di più salute. Troppa medicina invece è un pericolo per la salute, così che, come per una nemesi, la medicina liberista a volte rende la salute di famiglie a reddito elevato peggiore di quella di famiglie a basso reddito (es. *). La statistica della sopravvivenza per tumore (fatta ingannevolmente passare per il complemento di quella della mortalità) elevata al Nord non è in realtà una buona notizia per gli abitanti del Nord: è un artefatto che deriva essenzialmente dal diagnosticare, e trattare, come cancro entità benigne e asintomatiche, trasformando persone sane in pazienti oncologici. La sua estensione al Sud indicherà un’aggiunta di storture a danno della salute, non un miglioramento delle condizioni di arretratezza della medicina del Meridione. Non bisogna chiedere la medicina dei ricchi, ma la medicina onesta, che oltre a essere utile è economicamente sostenibile.

*Income and Cancer Overdiagnosis. When too much care is harmful. Welch et al. NEJM 8 giu 2017

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28 agosto 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post di Spazio Economia per Italia Aperta “Industria farmaceutica, grandi affari per grandi aziende”

L’industria immobiliare “non vende sogni”: la vendita di una casa che non c’è viene subito riconosciuta come una truffa. I produttori di energia vendono un’entità fisica astratta; ma che ha effetti concreti, che giustificano la bolletta elettrica. La merce dell’industria farmaceutica non ha invece uno stretto vincolo con la realtà materiale [1]. Ha un legame col mondo delle credenze magiche, dal quale la medicina storicamente proviene, e dal quale Big Pharma attinge la forza persuasiva che gli sta consentendo di imporre prezzi usurai anche quando non vende che dannose illusioni a chi, malato, si aggrappa a qualsiasi fuscello [2]. L’industria farmaceutica recupera la dimensione sostanziale tramite una redistribuzione allargata degli utili, indispensabile a mantenerne l’attività. Spende più in “marketing” che in ricerca; in USA 24 miliardi di dollari all’anno per ottenere la cooperazione dei medici, cioè le prescrizioni di farmaci ai pazienti [3]. Per ogni miliardo di euro/anno impiegato per ungere gli ingranaggi giusti si può creare la solida realtà di diecimila persone influenti che ricevono in media centomila euro/anno.

1 Boggs W. Flimsy evidence behind many FDA approvals. Reuters, 15 aug 2017.

2 Rupp T et al. Quality of Life, Overall Survival, and Costs of Cancer Drugs Approved Based on Surrogate Endpoints. JAMA, 2017. 177: 276.

3 Swanson A. Big pharmaceutical companies are spending far more on marketing than research. Wonkblog, 11 feb 2015.

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@ Adam Smith. Si parte da una buona idea, da dei buoni principi, e si finisce col degenerare. Succede sempre. Es. i seguaci di Adam Smith tendono a confondere tra “mano invisibile” e mano lesta.

@ Hobbes. Insomma, di un finanziamento dell’industria farmaceutica per lo studio criminologico dell’attuale industria farmaceutica – definita l’industria più corrotta da un classico studio [1] e un’impresa assimilabile alla mafia da analisi più recenti [2] – non se ne parla.

1 Braithwaite J. Corporate Crime in the Pharmaceutical Industry. Routledge, 1984.

2 Gotzsche PC. Deadly medicines and organized crime. Radcliffe, 2013.

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4 maggio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Bellelli “Sanità, investire in terapie geniche può non essere conveniente. Lo dice Goldman Sachs”

Oggi “La Scienza” è una gran chiacchierona, e pretende, contro i suoi princìpi, di potere predire futuri successi; e di darli anzi per scontati. Non a caso è una discussa banca di affari a dirsi preoccupata per l’eccessiva efficacia dei farmaci prossimi venturi. E’ come dirsi preoccupati per le conseguenze sull’economia e sui costumi di un sistema, costoso ma infallibile, per vincere terni al lotto, che sta per essere messo in commercio. O delle conseguenze sul traffico di nonni con le ruote.

E’ anche la parafrasi farsesca di una profonda verità: sviluppare cure efficaci non paga; perché solo raramente si avrebbe qualcosa da offrire; e una volta trovato un rimedio reale le possibilità di crescita sono limitate. Invece vendere fumo, vendere speranza, immettendo sempre nuovi “miracoli” o “miglioramenti” fa arricchire. Le cure che oltre a essere inefficaci causano effetti avversi sono ancor più redditizie; è riportato che amministratori di ospedali USA contano sulle complicanze chirurgiche per creare profitti; i farmaci che la banca dice di temere riducano l’industria medica per il momento stanno creando intere nuove branche, cioè nuove praterie per chi li vende, come la cardio-oncologia da effetti avversi degli oncologici. La tendenza generale a promettere sempre di più e provare sempre di meno* è supportata con discorsi da venditore di terni al lotto come questo di Goldman Sachs.

*Sorscher S. Trump fuels false hopes for dying patients. Public Citizen, May 2017.

@ Hobbes. E’ un argomento da magliari – “mi voglio rovinare !” – il paventare danni economici da eccesso di efficacia di farmaci futuri, estrapolando dai successi pregressi; dando per certa l’esistenza di “high hanging fruits” quando la scienza – non quella della banche d’affari – da secoli castiga queste superstizioni. A proposito di banche e farmaci, per tornare alla realtà e agli interessi in gioco sarebbe meglio parlare dei “mortgage pricing” che si vorrebbe introdurre: i farmaci pagati con mutui pluriennali, senza garanzia di efficacia, basati su bugie da magliari a chi è disperato. C’è una letteratura ormai imponente su ricerca farlocca e volta al profitto, iatrogenesi, spudorata deregolamentazione, approvazioni senza evidenza e contro l’evidenza, guadagni illeciti e stratosferici. Si ha buon gioco nel presentare al pubblico la denuncia delle frodi come “discussione da bar”; sia perché le promesse di farmaci magici sono seducenti; sia perché si tiene il pubblico nell’ignoranza; anche avvalendosi dell’equivalente burocratico di quelli che i ciarlatani di strada in USA chiamano “Freddie”, il gorilla che zittisce e allontana minacciando e picchiando chi tra gli astanti sollevi obiezioni alle suadenti parole dell’imbonitore. Da noi è una delle funzioni con le quali gli addetti alla legalità si guadagnano lo stipendio dello Stato; quando non combattono la guerra alla quale sono votati anima e corpo, quella contro l’illegalità e la mafia…

@ Hobbes. Lei colleziona quadretti; edificanti solo a prima vista. “Mele marce”, ma mai considerare che ad essere infetto sia il cestello. Chiamare i successi “frutti bassi”, che ne implicano altri più in alto, evoca una diversa metafora bucolica; è come dire che dato che mungere pecore, capre e vacche è facile, è pessimistico non lanciare promesse sulla più impegnativa mungitura di montoni, becchi e tori. Sulla grazia ricevuta per la quale lei si prostra alle multinazionali, già Cicerone, citando Diagora, osservò che nelle raccolte delle tavolette degli ex-voto davanti agli altari mancano quelle di chi invece non si è salvato. Nonostante il tono pacato, l’argomento “se non ti va bene in Italia c’è libertà di cura” è violento ed estremista. A parte che non c’è e non dovrebbe esserci libertà di cura (mentre, riporta l’articolo che cito sopra, si stanno sdoganando anche le cure ciarlatanesche di basso livello; che aiutano, es. Stamina, le cugine aristocratiche), occupando nella società la posizione altamente protetta di chi esercita la professione medica e vende cure, oltre a riceverne vantaggi ci si carica dell’onere di esercitarla eticamente, non come più conviene, dicendo a chi ha già il coltello della malattia puntato alla gola “se non ti va bene vai altrove”.

@ Hobbes. Che “se si è malati non c’è un altrove” lo considera anche un vecchio manuale di marketing degli ospedali cattolici USA: in effetti davanti a chi chiede aiuto per la malattia si può anche essere scarsi, o pessimi, basta presentarsi come la migliore delle scelte possibili. La ricerca della pietra filosofale o dell’elisir di eterna giovinezza è il vostro campo, non il mio. “L’altrove” morale c’è, e, corrispondendo secondo me non a chissà quale nobile ideale o principio trascendente, ma alla decenza, non sarebbe difficile localizzarlo; anche se non è chiaro chi preverrà tra il laccio dei cravattari e il collo duro della verità.

@ Hobbes. L’altrove morale è un mondo utopico, immaginario, o meglio reso utopico e immaginario dagli uffici di tanti galantuomini, con il camice, il tocco accademico, la toga o la divisa dello Stato. Un mondo astratto, nel quale il signor Rossi con l’infarto o col tumore ha sul piano materiale solo il problema della necrosi di regioni di miocardio o quello della crescita di tessuto neoplastico. E non ha a sua insaputa altri problemi, es. la sovradiagnosi di infarto NSTEMI da troponina, o la sovradiagnosi di cancro, es della prostata da PSA, o un cancro vero e aggressivo da uso avventato di radiazioni ionizzanti a scopo diagnostico, o un aumento del rischio di infarto e di morte da angioplastica coronarica, o l’associazione dell’inefficacia terapeutica con effetti avversi pesanti e a volte mortali dei nuovissimi e costosissimi antitumorali celebrati come trionfi. Etc.

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3 febbraio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. La Cara “Beta Talassemia, il primo paziente: “La terapia genica mi ha cambiato la vita. La fiaba che ti raccontano da bambino”

Un esempio di come la ricerca del profitto produca una medicina deviante rispetto agli interessi del pubblico. Uno dei reali successi della ricerca biomedica è l’avere identificato le cause genetiche delle talassemie, e avere prodotto informazione che rende possibile la prevenzione: è possibile indentificare gli eterozigoti, avvertirli che se concepiscono tra loro avranno un 25% di probabilità di figlio malato a gravidanza; si può fare diagnosi in utero sul concepito, e abortire. Ma mentre si fa passare come salvavita la “prevenzione” del cancro con screening, inefficiente e iatrogena; mentre chi non porge senza fiatare i suoi figli a qualunque prevenzione vaccinale viene classificato come terrapiattista, oltre a subire forme di coercizione; mentre si stanno lanciando screening neonatali a tappeto, contro i criteri previsti, che produrranno falsi malati e così falsi successi per il business lucrosissimo delle malattie rare, non ci si concentra su questa prevenzione, efficace, relativamente semplice e cost-effective, che ha dimostrato di abbattere l’incidenza della malattia. Un testo USA di genetica, l’Hartwell, porta Ferrara come caso esemplare di prevenzione della talassemia. Qui si dà invece spazio al curare più che al prevenire, con hype di marketing per una tecnica sofisticata di dubbia efficacia, e pesante; e che, costosissima, compromette l’impiego razionale delle risorse disponibili per le cure mediche a favore dei guadagni facili e miliardari delle biotecnologie.

Valter Fiore: la talassemia si trasmette per modalità autosomica recessiva, quindi, secondo la sua “etica” visione della medicina, bisognerebbe dire a due ragazzi, innamorati e ahimè per loro, portatori sani, che non devono fare figli pena il condannarli a trasfusioni a vita per non darla vinta al “profitto di una medicina deviante rispetto agli interessi del pubblico”. Un certo Josef M. applaudirebbe.

@ Valter Fiore. Diverse opzioni vengono prospettate alle coppie di portatori eterozigoti: astenersi dall’avere figli, correre il rischio del 25% a gravidanza di avere un figlio malato grave e del 50% di procreare un portatore, l’adozione, il test prenatale con eventuale aborto, il ricorso alle donazione di sperma o di ovuli e altre tecniche di riproduzione assistita. La ricerca può aggirare i pericoli che sa indentificare nel concepimento fisiologico; al quale molte coppie affette accettano di rinunciare senza sentirsi spinte a ciò da nazisti in camice. Andrebbe aggiunto l’avviso di guardarsi dai propagandisti del business biomedico, che parlano di “etica di Mengele” per spingere a produrre figli gravemente malati che facciano da carne da cannone per un business che dà garanzie di qualità e serietà delle “cure” non superiori a quelle delle tecniche di propaganda ingannevoli e dei trolls incontinenti che gli sono indispensabili.

Valter Fiore: lei vorrebbe subordinare il progresso medico-scientifico alla paranoide pseudo etica della lotta “al profitto”, di cui lei sarebbe sommo sacerdote e giudice: se non è questa un’idelogia nazistoide e cialtrona …davvero non saprei come qualificarla.

@ Valter Fiore. Comincio ad avere l’impressione che quelli come lei che estraggono la reductio ad hitlerum con la stessa prontezza con la quale Goering cercava la pistola appena sentiva la parola cultura siano della stessa partita. La ricerca del profitto in medicina è dannosa per i malati. Lo ha sostenuto ad esempio Arrow, in un’analisi economica delle cure mediche. Era un Nobel in economia, con cattedra a Stanford, non esattamente un luogo ostile alla ricerca del profitto e alla subordinazione della ricerca scientifica al profitto. Non un “paranoide sacerdote della pseudoetica” predicante “un’ideologia nazistoide e cialtrona”. Era però anche una persona e uno studioso intelligente e col rispetto di sé stesso, non uno dei tanti magliari venditori di fumo. Il primato del “progresso medico-scientifico” – cioè delle frodi che lei serve – sull’etica, quello è semmai “pseudoetica paranoide”. Ma non vorrei che si scambiassero le parti; ci siamo altre volte scambiate le valutazioni personali, che devono essere un punto fermo. Ognuno al suo posto. Per lei io sono un malato di mente, e per me lei è un volgare troll in appoggio a furfanterie di potenti. Questo sillogismo disgiuntivo, o sono pazzo io o è un miserabile lei, e i tanti come lei, per me va bene.

@ Valter Fiore. Il capitalismo è un’invenzione relativamente recente (Polanyi, La grande trasformazione). Il liberismo sfrenato è recentissimo. Non è vero che senza profitto le attività umane non si muoverebbero, e che indicando i mali della ricerca del profitto si boccerebbe l’intera storia dell’umanità; che non è riducibile a una massa di puttane. Il profitto è un booster; può elevare e può portare a sbattere. Gli ascensori sono una cosa buona. E avere nel palazzo dove si abita due ascensori, tre ascensori quando ne basta uno? Con la medicina è possibile farne acquistare cinque di ascensori, e anche guasti o che precipitano. Che in medicina la ricerca del profitto provochi gravi distorsioni, date le particolarità del rapporto offerta-domanda, è generalmente riconosciuto, anche da economisti conservatori (da noi Ricossa, che saggiamente scrisse che il medico andrebbe pagato e ringraziato proprio per il fatto di non prescriverci nulla). Non equilibrata è questa visione spasmodica per la quale un sistema economico di successo non può divenire dannoso quando supera i suoi limiti; per la quale non c’è salvezza al di fuori della ricerca del profitto, e per la quale qualsiasi campo deve essere messo a reddito. E’ fuori di testa pensare alla medicina come a un servizio, che va adeguatamente remunerato ma deve essere strettamente controllato e tenuto fuori dalla corsa alla crescita economica e all’arricchimento? O è fuori di testa il vendersi pure la salute per stare al passo col “progresso”?

@ Valter Fiore. No, i progetti di ricerca li facciamo dettare come avviene dall’industria; es la Purdue, la casa farmaceutica attualmente sotto inchiesta in Massachussetts per il suo marketing ingannevole sull’Oxycontin col quale ha guadagnato miliardi e ha fatto – letteralmente – una strage; e che ora vuole espandersi nel trattamento della dipendenza da oppiacei che lei stessa ha causato. A proposito di marketing ingannevole, capisco che lei, animato dalla mistica del profitto, pensi subito ai verdi pascoli delle commissioni burocratiche; ma invece di fare sforzare Toninelli, e i suoi omologhi col camice da scienziato e altrettanto entusiasti, applichiamo l’efficienza capitalistica ponendo criteri standard valutabili semplicemente sbarrando caselle: a) lo studio di questo articolo non va presentato come viene fatto come prova di efficacia, essendo uno studio di fase I-II. Classe di studi nota per essere distorta e usata indebitamente a fini di propaganda. b) il presentare come evidenza un caso personale, e in termini emotivi, ciò che agli altri viene addebitato con una smorfia di disprezzo come aneddotica, è pure scorretto e alimenta l’analfabetismo scientifico del quale sareste acerrimi nemici; c) ciò soprattutto in una patologia come la talassemia che può avere vari gradi di severità; non si devono mandare messaggi ingannevoli ai pazienti per vendere la pelle dell’orso. Bocciato, e senza gettoni di commissione, mi spiace.

Andrea Bellelli: Ma una volta che uno la talassemia ce l’ha curarlo è molto importante, non le pare?

@ Andrea Bellelli. Sicuro. Ma non è logico né onesto fare coincidere, come si fa qui, il rilevante problema di salute pubblica talassemia – uno dei pochi per i quali esiste davvero la via della prevenzione – col problema, che si può e si deve porre come un caso marginale in subordine, di trattare chi finisca comunque malato di talassemia. La ricerca è l’arte del solubile, diceva Medawar. Del raggiungibile. Il detto proviene dalla politica, e infatti la politica sanitaria è ancora di più arte del possibile, nell’allocazione degli sforzi della ricerca e nell’impiego di risorse secondo il vantaggio alla salute dei cittadini, invece che l’investire e il trascurare stati patologici in funzione del profitto.

donatella savasta fiore: “si può fare diagnosi in utero sul concepito, e abortire”. questa sì che è una bella conquista della medicina… stile Mengele. 

@ donatella savasta fiore. Non ritengo l’aborto “una conquista di civiltà”, alla Emma Bonino (difensore sorosiano dei diritti umani, che il papa attuale ha lodato come una “grande d’Italia”; i due pulpiti, il laico e il cattolico, hanno posizioni convergenti anche sul fare soldi con la medicina). E’ vero che l’abortire un feto che si sa affetto da grave malattia e il concepire mettendo in conto tale eventualità sono forme di eugenetica; che come tali non dovrebbero andare esenti da un esame etico. Ma chi non solo vuole obbligare gli altri a subire il dolore annunciato del dare al mondo un figlio destinato alla sofferenza, ma alimenta di quella sofferenza il business di cure mediche che dietro allo hype mediatico sono così spesso evitabili, dubbie, falsamente efficaci, generatrici di altre condizioni morbose e così di altre rendite, non pratica anche lui una forma di selezione su umani? Causa di fatto la prevalenza del più ipocrita e spietato, del più ladro e cinico. E tra le due, quella che sottrae dolore e disordine e quella che li genera per cibarsene, la più vicina alla figura del medico sadico nazista al quale pensate così spesso è la vostra.

@ donatella savasta fiore. Il nazismo, anzi Mengele, il peggio del nazismo, l’ha sollevato lei, paragonandolo all’opzione aborto in caso di grave malattia congenita. Ho risposto che tra l’evitare la nascita di un bambino gravemente malato tramite un aborto e lo sfruttare bambini malati e fare in modo da incrementare questa fonte di reddito, la posizione più vicina al nazismo è la seconda. Ma lei insiste col riportare nel dettaglio i massacri nazisti. a) Ricorrere al nazismo, tentando così di intimidire, è indice di mancanza di argomentazioni pertinenti e valide, e di slealtà. b) La fascinazione morbosa per i crimini efferati del nazismo, questo pensarci sempre e proiettarli su chi è di ostacolo a loschi affari, dice qualcosa sulle pulsioni profonde che vi animano. c) Il clero sta partecipando allo sfruttamento dei bambini tramite la medicina, e questo mostrarsi “rigorosi” è un modo per nascondere dietro a simboli sacri programmi criminali che implicano un profondo disprezzo per l’umanità. Volete impressionare e zittire dando del nazista, ma in chi sa cosa praticate suscitate altre forme di repulsione: “Fra tutte le specie di ingiustizia la più detestabile e odiosa è quella di coloro che, quanto più ingannano, più cercano di apparire galantuomini” (Cicerone).

indel: Nessuno mette in secondo piano la prevenzione. Smettila con questi ridicoli complottismi.

@ indel: Smettete voi di dare assurde priorità ai prodotti medici da ingrasso anziché alla medicina utile.

Non censurato. indel: Ma quali prodotti medici di ingrasso? Quali? Non sai manco di cosa si tratta. Ma chi sei tu per dire cos’è utile o no? Ma fai un favore al mondo e smetti di parlare di cose che non capisci

Mia risposta censurata @ indel. E’ appena uscito un articolo del Lown Institute, ‘The moral price we pay for “innovation” ‘ che permette di capire a chi non lo sapesse cosa intendo per medicina da ingrasso. Un paragrafo:

“The pharma sector … is a bubble fed by astronomical, obscene profits. It’s not the innovative ideas, though there are many of those, nor the ‘best and the brightest’ young scientists, though they can be dazzling in their smarts, that are making the biotech sector boom. It’s the recent access to cheap capital and even cheaper hype. And predatory pricing.”.

Dopo avere riportato esempi di ‘overpricing’ e ‘hype posing as innovation’, (promesse sfrontate di cura del cancro, farmaci anticancro approvati che non funzionano, continue richieste di abbassamento di standard già corrivi, oltre il 50% delle start-ups altamente lodate che non presentano evidenza valida per supportare le loro “innovazioni”) conclude che

“our willingness to turn a blind eye to the profiteering of local biotech is a moral failing, for which “history will not judge us kindly.”

La teppaglia come te, che conosco bene, della quale si avvale la Telethon nostrana con le sue grandi imprese finanziatrici, rappresenta bene la versione italiana di un’attività malata, di un crimine di rilevanza storica che sarebbe fare un favore al mondo fermare.

Risposta eliminata con la mia. Cleofe e York. Stai affermando che è la gentaglia nostrana a sostenere la fondazione Telethon? Sei da segnalare.

Mia risposta censurata. I tuoi tentativi di intimidazione, dato il trattamento che ricevo, e conoscendo il livello umano di chi si occupa di me, mi fanno ridere. Sono già segnalato, alla gentaglia che truffa lo stipendio dello Stato appoggiando Telethon sopprimendo il dissenso; e appoggiando le grandi aziende che si fanno belle finanziandola, finanziando così una versione usuraia e fraudolenta della medicina; in linea evidentemente col loro core business. Mentre in un Paese sano la magistratura dovrebbe indagare i mobbers, stalkers e trolls che liberamente si affollano a protezione di un’operazione di marketing ideologico che fa più danni di forme riconosciute di crimine organizzato.

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9 maggio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Del Corno “Produzione industriale, il boom della farmaceutica non dipende dalla Brexit. Export e ricavi in crescita dal 2008”

Il genio italico è particolarmente adatto a questa industria; che deve la sua eccezionale performance economica a sistemi, per fare esempi delle ultime ore, come il testare i nuovi farmaci rispetto a controlli di comodo, che facciano sembrare migliori i nuovi, costosissimi prodotti senza provarlo davvero*. O il diagnosticare sistematicamente lesioni benigne come tumori aggressivi, fino a creare epidemie di falsi cancri, per poi vantare di riuscire a “guarirli”, es. il melanoma, giocando sulla mancanza di risoluzione diagnostica tra lesioni tumorali incipienti e entità benigne, e diffondendo paure con campagne di disinformazione**. Ma il merito per questo ramo rigoglioso che protende da un albero in sofferenza va anche ai media, che si guardano dal dare notizia delle denunce interne alla medicina come quelle di cui sopra mentre diffondono l’idea che chi non crede ai continui annunci di trionfi della medicina ufficiale abbia gli stessi processi mentali dei terrapiattisti. E alla nostra magistratura, ai CC, alla PS, la santa mafia che ferma il sabotaggio di questa industria da parte di guastafeste che vorrebbero insinuare che sia qualcosa di diverso da una magnifica unione di scienza e operosità.

*Harrison P. Clinical trials of new cancer drugs ‘frequently flawed’. Medscape, 8 mag 2019.

**Finholm. V. As melanoma rises, doctors challenge some early testing. Medscape, 7 mag 2019.

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Vedi anche:

Le frodi mediche istituzionalizzate come tasse occulte

La necessità di laicità contro l’aggiramento dei limiti e l’inversione dei controlli posti dall’art. 41 della Costituzione

 

Radiotossicità mafiosa e legale

10 September 2011

Blog “L’anticomunitarista”
Commento al post “On. Torazzi, Lega Nord: “I magistrati meridionali favoriscono la mafia” del 7 set 2011.

Dall’articolo della Stampa del 10 set 11, citato dall’anonimo lombardo n.65 come “ennesimo episodio” che dimostrerebbe che la sopravvivenza della mafia è dovuta a insufficiente indipendenza dallo Stato. Titolo: “La galleria radioattiva ecco le prove dell’orrore”.Testo: “Senza alcuna pretesa di scientificità…”; “…0,41 millisievert [/ora] non è indice di pericolosità.”; “Resta il dubbio se possa essere un piccolo indizio.

Tutti sanno di ndrangheta e radiazioni cancerogene, e a parte Cetraro potrebbe esserci del vero. Ma dovrebbero sapere anche che con una TAC si assorbono, ufficialmente, 5-10 millisievert; o anche il doppio o più ancora in realtà; che il rischio di cancro da radiazioni ionizzanti da imaging medico, che la FDA ha classificato tra i cancerogeni, è a vita e si cumula nel tempo; che le stime ufficiali, quelle mostrabili al pubblico, attribuiscono alle radiazioni mediche il 2-3% dei cancri. (D.A. Johnson, CT Radiation and cancer risk, Medscape, 26 apr 2011). Equivalenti a 5000-7500 nuovi casi all’anno in Italia. E che tale esposizione deriva da esami clinici che a volte possono essere molto utili, ma spesso non lo sono affatto, venendo effettuati per fare soldi, avendo indotto il pubblico ad accettarli e pretenderli senza reale giustificazione.

Mafiosi, CC PS etc., magistrati, servizi, leghisti, benpensanti, preti, sindacalisti, politici “di sinistra”, giornalisti, bloggers non si risparmiano per esaltare l’esposizione a radiazioni cancerogene possibilmente causata dagli ndranghetisti; e allo stesso tempo per nascondere l’esposizione certa dovuta al business medico; risultato quest’ultimo che è ottenuto anche con tecniche censorie mafiose. Lo Stato conta poco. A manovrare i mafiosi, e insieme a loro anche tanti antimafiosi, sono poteri ad esso superiori; che ottengono che gli orrori autentici, e se non basta quelli inventati, della mafia, distolgano dagli orrori della criminalità economica istituzionalizzata.

 

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18 gennaio 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Marfella “Terra dei Fuochi e Lombardia, mal comune ‘sommo gaudio’ per chi le governa”

Seguendo il costume diffamatorio lanciato da Burioni, Marfella chiama “medici no-tox, pericolosissimi e antiscientifici” quelli che sollevino dubbi sulla natura causale della sua asserita correlazione tra eccessi di diagnosi di cancro e inquinamento. Identificare la correlazione con la causalità è non da medici ignoranti, ma da ignoranti tout court (1).

Tra gli sfaceli causati dalla mafia – e tra i motivi per i quali non viene eliminata – c’è che dicendo di contrastarla ci si pone nella posizione migliore per praticare affari affini. L’antimafioso scienziato poi ha la doppia aureola. Ma attribuire l’incremento di diagnosi del cancro della tiroide solo a Carmine Schiavone nascondendo l’allarme mondiale su come sia facile sovradiagnosticarlo, tanto che si vuole togliergli il termine ‘cancro’ per casi comuni, è più una prosecuzione che un contrasto dell’opera della camorra. Giusto parlare della cancerogenesi chimica. Ma limitarla all’inquinamento ambientale tacendo dei cancerogeni nei prodotti di consumo, es. la correlazione col cibo industriale dei supermarket (2), è da “medici miasmatici”, che descrivendo il cancro come una fatalità impalpabile spingono la gente verso le frodi dell’oncologia e coprono responsabilità di commerci legali nell’esposizione a cancerogeni.

1 Utts J. What Educated Citizens Should Know About Statistics and Probability. The American Statician, 2003. 57: 74.

2 Fiolet T. et al Consumption of ultra-processed foods and cancer risks. BMJ, 2018. 360: k322.

@ Antonio. Le segnalo i paragrafi 4 (significatività statistica) e 9 (variabilità) dell’articolo sull’alfabetizzazione statistica. Di quello di cui parla “solo lei” si parla sempre, gonfiandolo all’inverosimile: l’inquinamento ambientale, elevato a causa unica e infinitamente potente di cancro. Di altri fattori si tace, e li si nasconde: la correlazione alimenti industriali/cancro; la sequenza allarme cancro/sovradiagnosi. Un recente lavoro mostra come l’incidente nucleare di Fukushima abbia causato alle tiroidi di minori, via allarme, sovradiagnosi di cancro, e non come si temeva cancri da radiazioni. Lei dà per certo che il criminale abbandono di materiali medici radioattivi stia facendo una strage; non dice nulla sui danni certi da radiazioni a bruciapelo da esami radiologici facili. Uno studio mostra come le TAC nei bambini triplichino il rischio di leucemia e tumore al cervello. Un sospetto di cancro indotto dai suoi allarmi sregolati può trasformare un bambino sano in un malato di cancro autentico da radiazioni mediche.

Lei si fa un vanto del gridare; ma in Italia i toni forti si usano per le fogne che stanno in basso, facili da riconoscere, come la criminalità. Contemporaneamente ci si mette a disposizione delle fogne che stanno in alto, legali e riverite. Legga Gigerenzer, tedesco, noto scienziato cognitivo e statistico, che riporta la sua furiosa litigata con uno stimato dentista per evitare una “banale” radiografia alla figlia (Risk savvy. How to make good decisions).

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4 ottobre 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. Boero “Navi dei veleni: il caso di Otranto raccontato da Maritati è più attuale che mai”

Un altro magistrato scrittore* pugliese e eletto nei DS; come Carofiglio che in tv chiama chi non si vaccina “free-rider”; “scrocconi”, spiega Parenzo col quale fa un duo.

La lotta al potere può essere dal basso, genuina, o top-down, indotta dal potere per suoi disegni. (Un concetto utile per il caso Lucano). Conosciamo tutti i rischi che ci vengono rappresentati con le storie sulle “navi dei veleni”. Mentre non si parla dei rischi del benzene che con la benzina “verde” ha sostituito il piombo tetraetile. La tossicità ematopoietica, la capacità di provocare leucemia mieloide acuta e altre gravi malattie**. Lo respiriamo ogni giorno, ignari, imbevuti della propaganda giuliva su distributori e auto; mentre abbiamo viva l’immagine dell’ombra tenebrosa della mole di una nave sul fondo del mare.

Così pericoli alla salute in atto e diffusi vengono nascosti, stornando l’attenzione su aspetti ad alto impatto narrativo che non mettono in crisi il sistema. E che hanno il vantaggio aggiuntivo della paura che, depurata da responsabilità, viene diffusa perché spinga verso il business della biomedicina, come quello delle sovradiagnosi di cancro, altro tabù che viene favorito da questi allarmi strategicamente piazzati.

Nell’attività giurisdizionale, politica, autoriale, i magistrati tendono ad alimentare le denunce top-down e a soffocare quelle bottom-up.

*I magistrati scrittori. Sito menici60d15.
** Benzene. In: Casarett and Doull’s, Toxicology, the basic science of poisons, 2019.

Vedi il susseguente scambio con troll in : I magistrati scrittori

Mafia padana e magistrati

7 September 2011

Blog “L’anticomunitarista” 

Commento al post “On. Torazzi, Lega Nord: “I magistrati meridionali favoriscono la mafia” del 7 set 2011. Cancellato dal blog de “Il Fatto”, post “Mafia al Nord? Per il deputato leghista basta avere “magistrati padani”” del 7  set 2011

Ho denunciato le frodi strutturali del business medico, che sta a Brescia e alla Lombardia come la mafia sta a Palermo o Locri. Da anni CC, PS, etc. si fanno vedere immancabilmente ogni volta che vado a fare la spesa all’Esselunga di Brescia, V. Volta. Ho protestato, con l’unico effetto che i magazzinieri e le commesse dell’Esselunga hanno cominciato a urtarmi mentre faccio la spesa. Suppongo che le discussioni derivate da questo mobbing abbiano offerto il pretesto per continuare le molestie di polizia. Oggi 7 set 2011, tornato dalle vacanze, varcata di qualche metro la soglia, da fermo in un ampio spazio, una commessa mi ha dato una buona spallata frontale. Uscito dal supermercato, Polizia provinciale (particolare divertente, seguita da un furgone della ditta “ROS” di Bergamo).

A Brescia il Procuratore della Repubblica, Pace, è della Basilicata. A giudicare dagli abusi e intimidazioni mafiose che i bresciani, o i settentrionali come Caprotti, sono liberi di esercitare a oltranza, devo riconoscere che esistono elementi compatibili con questa tesi dei magistrati meridionali che favoriscono la mafia. Solo, qui si tratta della mafia padana, quella del grande capitale, e degli straccioni che commettono qualsiasi bassezza per un tozzo di pane. Il Procuratore precedente, di Parma, non è stato da meno. Penso che la divisione principale, alla quale guardare senza farsi fuorviare dalle solite carnevalate della Lega, sia tra tipo di malaffare: crimine organizzato vs grande crimine economico istituzionalizzato. La mafia meridionale in parte è combattuta, da qualche magistrato onesto di ogni latitudine. Ma è mantenuta in vita dalle istituzioni, perché fa comodo. Tra i suoi vari ruoli istituzionali c’è quello di fornire un alibi per lasciare indisturbato il grande malaffare delle multinazionali e delle banche, che ruba e uccide non meno della mafia convenzionale.

Francesco Pansera

https://menici60d15.wordpress.com/

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12 marzo 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Esselunga, polemiche sul cartello contro i “truffatori napoletani”. Il gruppo: “Il responsabile già sospeso dal servizio””

Che rozzezza. Eppure all’Esselunga sanno essere fini. Per un periodo ogni volta che facevo la fila per pagare arrivava un magazziniere che entrava o usciva passando nella strettoia tra le casse destinata ai clienti e mi strusciava malamente. Un giorno nella cassa accanto c’era in fila un noto magistrato. Verrò spintonato anche davanti a questo tutore della legalità ? Mi chiesi. Quella volta lo struscio mi fu risparmiato. Arrivò una commessa e fece cadere un pomodorino che rotolando sul pavimento andò a fermarsi contro la mia scarpa. Gli spintoni ripresero le volte successive. Da allora soprannominai mentalmente il magistrato “ciliegino”. Era un brillante parlatore. Ricordo una sua conferenza pubblica tenuta insieme ad un cattedratico – consulente di Cossiga durante l’eliminazione di Moro – che nella stessa giurisdizione ebbe delle noie, venendo accusato da un PM di avere favorito un camorrista. La richiesta di rinvio a giudizio fu respinta; a me però resta l’impressione che date misteriose fratellanze, date certe catene di amici di amici, davanti ad alcuni tipi di napoletano, es. un camorrista, nelle Esselunga lombarde quegli atteggiamenti che secondo alcuni maligni sarebbero attribuibili a una grave carenza di niacina vengano sostituiti dalla più alacre e rispettosa disponibilità.

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27 settembre 2023

Blog de Il Fatto

Commenti al post di B. Ballardini “Spot Esselunga, la pubblicità è alla frutta”

Commento al post di  V. Russo “Una pesca all’Esselunga senza plastica? Si vede che è tutto finto”

“… un vero e proprio «impero del mercato» che, grazie all’operato congiunto del sistema produttivo e di quello statale statunitensi, creò figure nuove – i cittadini consumatori – plasmando sulla sua immagine quella civiltà europea che, fino ad allora, aveva sempre fatto vanto della propria radicale diversità socioculturale rispetto agli Stati Uniti: ecco così sorgere una nuova forma di pubblicità, volta non a convincere informando, bensì a inculcare nella mente del consumatore il bisogno assoluto del bene reclamizzato; ecco sorgere i supermercati (il primo in Italia [Esselunga, ndr] nacque a Milano alla fine degli anni Cinquanta ad opera della International Basic Economy Corporation di Nelson A. Rockefeller) , nuove cattedrali del consumo, la religione che si stava facendo strada nell’Italia del boom.”*

Esselunga, con Caprotti che voleva Draghi PdR, è parte di quell’imprenditoria di stampo USA che copre interessi impresentabili con il “virtue-signaling”, acquistato da ditte di PR, come questo spot alla “Piange il telefono”. (Nel 2019 i CC hanno simulato un attacco terroristico in una Esselunga, a Pioltello. La magistratura dovrebbe guardare al triangolo tra economia liberista, condizionamenti ideologici e apparati di sicurezza, invece di cincischiare sull’ipotesi puerile del pazzo isolato, se volesse fare sul serio sul terrorismo di “Unabomber”** nei supermarket).

* Luzzi S. Il virus del benessere, Laterza 2009.
** Leopardi, Unabomber e altri eversori.

Per lo più la frutta è esposta sfusa; poi la si passa alla cassa non libera come nello spot, ma imbustata e prezzata; dal cliente (“Il servitevi da soli non è un invito, ma un segno di disprezzo, come il termine consumatore”, Piero Chiara). E’ comunque vero che l’involucro non è meno importante del contenuto, e che questo spot lo conferma. Il PdC Meloni, che dovrebbe essere al timone della nave in mare grosso tra gli scogli, twitta che lo trova “bello e toccante”. Il direttore del principale giornale online di opposizione, Gomez, ha versato una lacrima, ci dice. Male, perché le lacrime vanno riservate ai dolori della vita reale, mentre non bisogna farsi smuovere da chi tocca ad arte corde emotive (è anche per questo che da giovani bisogna leggere es. le novelle di Verga, e lasciarsene commuovere: per immunizzarsi dalle dozzinali strimpellate di gelidi imbroglioni nella vita adulta). E soprattutto perché per sopravvivere nella giungla liberista bisogna distinguere l’involucro dal contenuto. In particolare la differenza tra la pelle di agnello e la bestia carnivora che se ne rivesta. Qui a chiamare a raccolta col violino dei teneri sentimenti è una ditta le cui recenti vicende giudiziarie* non sono che la punta dell’iceberg, come sa chi ha a che fare con la “fratellanza” della quale fa parte.

*“Frode fiscale e sistematico sfruttamento dei lavoratori”, sequestrati quasi 48 milioni a Esselunga. Pm: “Sistema illecito fin dal 2016”. Il Fatto, 22 giu 2023.

@ Hobbes:

E’ vero che nessuna offerta al pubblico può avere un successo duraturo se non trova riscontro in una recezione del pubblico. Ma ciò non significa che il bisogno al quale si lega sia “reale”: può essere un bisogno indotto. Amplificandone uno reale o creandolo ex novo. Con la disinformazione e l’indottrinamento. L’industria miliardaria del marketing si occupa di ciò. L’industria plurimiliardaria della medicina – con la quale la grande distribuzione, Esselunga in particolare, ha legami opachi – si basa sulla trasformazione di una domanda genuina e essenziale in una smisurata domanda indotta. Una facile via al profitto, avendone i mezzi, che arriva a livelli criminali. Interessi che hanno appoggi criminali insospettabili*.

Né tantomeno successo di pubblico vuol dire necessariamente “funzione sociale necessaria e importante”. Altrimenti dovremmo dirlo es. di dittature storiche o della droga. Un successo che si basa anche su violenza e censura.

Bisognerebbe al contrario che il potere dei soldi non debordi: qui che venda buoni prodotti alimentari a un prezzo onesto, lasciando ad altri la discussione su temi come la crisi della famiglia. (E stando lontano dalla medicina commerciale, alla quale Esselunga è legata da figure come A. Alfano, già ministro degli Interni).

*Mello M. The United States of America vs Theodore John Kaczynski. Ethics power and the invention of the Unabomber.

@ Hobbes:

Rap di C. Bisio, 1992: “poi ‘sti pescatori greci non potrebbero pescare in alto mare … senza andare a importunare le ragazze come te che normalmente sono brave ma travolte dagli eventi non disdegnano di fare la put.ana?” La ragazza che porti a esempio va in Grecia – e non fa figli – perché l’assetto socioeconomico la costringe in quella direzione. Forse se potesse scegliere liberamente tra vari mondi possibili, preferirebbe quello con una serena vita tradizionale. Pasolini percepì presto come col consumismo alle persone venisse tolta l’identità sedimentata, sostituendola con la forza e la propaganda con una distorta. La “coercive persuasion”, furiosa nel covid. Siamo influenzabili e ci pieghiamo; ma siamo davvero così costituzionalmente scarsi da considerare uno spot livello Harmony, commissionato da pizzicagnoli senza remore per attribuirsi altruismo, come un inedito di E. De Filippo, o ci siamo stati portati?

Studi mostrano che i pazienti “scelgono” cure che non sono nel loro interesse avendo ricevuto informazioni ingannevoli. A volte chiedono cure aggressive che i medici scartano per sé stessi. Mentre quando si dà un quadro onesto e veritiero i pazienti scelgono razionalmente. In medicina sta prendendo piede la “shared decision”, che spesso è un modo mascherato per rifilare cure cattive, lucrose, facendolo figurare come una “scelta” del paziente.

Ma sono discorsi come quelli di Kaczynski, che sono stati collegati a uova esplosive nei supermercati…

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Vedi anche: Il pacchetto sovradiagnosi-pseudocure e la terza fogna. In: Un certificato di decenza per le attività antimafia

Guai ai vinti

22 June 2011

Blog della Redazione de il Fatto quotidiano

Replica al commento di Federico Derchi al post “Sclerosi multipla, in Italia la cura c’è, ma non per tutti” del 21 giu 2011

Per chi si trova nello stato di “chronic sorrow” la speranza è un’ancora che evita il naufragio del sé; ma ci sono potenti interessi che speculano su questo bisogno, e guastano alla radice la ricerca sulla SM. Leggendo i commenti, vedo che tra alcuni dei malati di SM sta sorgendo una certa consapevolezza di ciò.

La teoria della patogenesi immunologica della SM è da tanti anni alla base delle lucrose “cure”, “innovative” e spesso dannose come quelle che Il Fatto pubblicizza. Mentre veniva lanciato l’interferone per la SM, pubblicai un articolo teorico che espone indizi che contrastano con tale teoria, e che puntano verso un agente causale chimico (Pansera F. Form and cause in multiple sclerosis. Perspectives in biology and medicine 36: 306. 1993). E’ stato come avere rigato con una chiave la fiancata dell’auto del capo dei capi: nella mia esperienza, la debole teoria autoimmune viene difesa con sistemi mafiosi, grazie anche ai ruffiani delle istituzioni italiane. La terapia basata sull’ipotesi della CCSVI, una grottesca trasposizione all’encefalo della stasi venosa delle caviglie delle nonne, mi sembra sia stata messa sul “fast track” perché gioca il ruolo di oppositore di comodo. Non migliore dei dogmi del Golia farmaceutico che sembra fronteggiare, aiuta a far sì che tutto resti come prima; e accresce i profitti.

Non so per certo quale sia la causa della sclerosi multipla, né tanto meno quali possano essere le terapie. Ma ho visto come i trattamenti attuali si basino su una “slothful induction” finalizzata al profitto che viene protetta con mezzi criminali. Mi pare quindi che la scelta di astensione dalle terapie farmacologiche (una scelta che diversi medici praticano per sé stessi e i loro cari anche per altre “cure”, es. gli antitumorali), e di attenzione agli ausili meccanici che “regalano autonomia” sia saggia, cioè razionale e dignitosa; date le circostanze, che sono squallide e vergognose.

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Blog de il Fatto quotidiano

Commento del 28 lug 2011 al post ” Ferrara, nuova cura per la sclerosi multipla. Ma il ministero non concede i fondi” di Marco Zavagli

L’articolo conferma che gli standard deontologici de il Fatto sulle notizie mediche non sono migliori degli standard etici del governo Berlusconi, al quale il giornalista dà la colpa della crudele omissione di cure della sclerosi multipla. Ma il ministro Fazio ha dichiarato interesse e apprezzamento, a mio parere infondati, per l’ipotesi CCSVI. Sembra un gioco tra compari.

La CCSVI è un’idea balzana osteggiata per finta. Vive di propaganda e aiuti istituzionali. Anche il nome “Brave dream” suggerisce un marketing ploy. Il giornalista adduce come prova di efficacia la circostanza che la CCSVI è accettata a scatola chiusa all’estero; dove secondo Il Fatto sarebbero più scientifici, onesti e caritatevoli di noi. In realtà, molte frodi mediche sono di provenienza estera, in particolare anglosassone; e da noi godono dell’aiuto della parte “sana”: centrosinistra, media “progressisti” come il Fatto, e istituzioni insospettabili; che stanno vendendo i malati al grande business internazionale più ancora della parte palesemente corrotta, Berlusconi e c.

La CCSVI appare come una alternativa di comodo alle terapie immunologiche, che secondo il Fatto sarebbero pure colpevolmente trascurate pur essendo “innovative”:

Si tratta di innovazione “schumpeteriana”, cioè volta al profitto: variazioni commerciali sullo stesso presupposto errato. Credo che la nuova terapia-marketing, onirica – ma non esattamente coraggiosa, visto ciò su cui specula – non scalzerà le terapie farmacologiche, non essendo efficace; il suo ruolo è di affiancare le terapie “ortodosse” rappresentando un’aggiunta, anch’essa falsa, che dia sfogo ai sentimenti di malati e familiari per l’inefficacia e la dannosità dei farmaci. Fa pensare all’anatocismo, gli interessi sugli interessi applicati dagli strozzini e dai banchieri. Ostacolerà inoltre l’innovazione scientifica autentica, occupandone il posto.

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Risposta 8 ago 2011

@Marco Nazaro. Lei ha fatto male a perdere tempo a leggermi. Chi ha esperienza annusa subito un ciarlatano.

Al di sotto del cuore occorre un lavoro per vincere la forza di gravità e assicurare il ritorno venoso; mentre al di sopra il ritorno venoso ha la forza di gravità a favore. Il semplice mettersi in piedi dal letto provoca un aumento della pressione venosa alle caviglie di 100 mm Hg, e allo stesso tempo un aumentato deflusso dal circolo cerebrale, dove si può avere ipoperfusione. Ci sono meccanismi specifici per il ritorno venoso dalle gambe. Se falliscono si ha insufficienza venosa. E’ grottesco capovolgere l’emodinamica del “venous pooling” applicandola al distretto sovracardiaco ipotizzando una “insufficienza” in grado di causare danni analoghi a quelli cutanei da vene varicose (Zamboni JRSM, 2006), es. necrosi. L’anatomia delle vene presenta spesso anomalie prive di significato clinico. Il letto venoso è piuttosto elastico quanto a compenso di una stenosi mediante circoli collaterali. Ma se si verifica un’ostruzione significativa del deflusso venoso del cervello le conseguenze sono catastrofiche: è contraddittorio che l’ipotizzata stasi venosa non provochi emorragie e necrosi nel delicato e suscettibile parenchima cerebrale. Soprattutto in clinostatismo. Sarebbe così miracolosamente selettiva da palesarsi invece solo contribuendo, inspiegabilmente, alla patologia della SM.

Potrei continuare, ma neanch’io amo perdere tempo: divido le letture in “bianche e “nere” a seconda che edifichino o avviliscano, e per me è la CCSVI a costituire una lettura nera. Nonostante il mancato reperimento di dati fisiopatologici solidi a conferma di un’idea tanto peregrina, sono già partite, per le ragioni già dette, non solo le sperimentazione cliniche, ma anche la pratica chirurgica; della quale dovrebbero occuparsi forze di polizia e magistratura; il cui potere repressivo scorre però anch’esso capovolto, al servizio delle frodi strutturali del business medico.

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4 marzo 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. Patitucci “Sclerosi multipla, progressi da trapianto staminali: “Risultati miracolosi” “

Lo studio si basa sull’ipotesi autoimmune, una strada imposta a oltranza dall’ortodossia come l’unica, nonostante la mole degli studi l’abbia già rivelata come tutt’altro che giusta, e nociva (Behan P O. Futility of autoimmune orthodoxy in multiple sclerosis research. Expert Rev Neurol 2010. 10: 1023). E’, dicono alla fine gli autori, uno studio preliminare non controllato; più adatto quindi a generare falsi positivi che a dichiarare vittorie su una malattia come la SM, che ha un andamento alternante. Quello che riporta è che dopo avere ricevuto una (costosissima) “mazzata” mortale per poi essere recuperati, nei malati l’andamento della malattia appare avere avuto variazioni interpretabili come positive; come è già successo tante altre volte, senza risultati risolutivi. Anche il salasso, che ha retto per millenni, sembrava portare miglioramenti: dissanguandoli, ai pazienti la febbre diminuiva, i segni di infiammazione recedevano, il sonno diventava profondo. Anni fa in USA fu lanciata con altrettanti squilli di tromba una strategia terapeutica simile per il cancro. I malati fecero causa, vincendo, pur di ottenerla. Miliardi di dollari dopo, la terapia fu ritirata in quanto catastrofica. E’ lo sviluppo del caso Stamina: avendo creato aspettative irrazionali nel pubblico (anche se le staminali rigenerative del tessuto nervoso non c’entrano nulla) ora è la scienza con la maiuscola che può annunciare, abusivamente, “miracoli” senza portare prove adeguate.

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13 luglio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. Patitucci “Sclerosi multipla, “da nuova proteina possibile farmaco per rallentare malattia” “

@ Giovanna Maggiani Chelli.

Gentile Signora Maggiani Chelli

Il lavoro che lei elogia si basa sul modello concettuale in vigore, giudicato da diversi specialisti errato e catastrofico per i malati (es. 1), tanto che anni fa neurologi israeliani proposero, inascoltati, una sua moratoria, evidenziando altre gravi manipolazioni della ricerca e cura della sclerosi multipla commesse sistematicamente a favore dello sfruttamento economico della malattia (2). Il lavoro scientifico riportato da Patitucci, che non contiene nulla che in un sistema onesto possa e debba essere comunicato al pubblico, mostra come si prosegua a oltranza negli anni e nei decenni su una sola ipotesi, quella che si è rivelata infruttuosa, avendo interesse a non risolvere il problema. Un aspetto, questo sì, che la ricerca e la clinica sulla sclerosi multipla hanno in comune con lo stragismo; come l’arte del depistaggio e del falso, il disprezzo per la vita umana e per la sofferenza altrui dietro ai proclami ipocriti, il servire gli interessi dei poteri forti, la complicità vile di chi occupa le istituzioni, l’eliminazione delle voci critiche e costruttive; e anche le posizioni degli interessati prossimi eccessivamente sottomesse al potere e aderenti alle sue versioni.

Deferenti saluti

Francesco Pansera

1 O Behan P. Futility of the autoimmune orthodoxy in multiple sclerosis research. Expert Rev Neurother, 2010. 10: 1023.
2 Steiner I Wirguin I. Multiple sclerosis – in need of a critical reappraisal. Med Hypotheses, 2000. 54: 99.

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14 gennaio 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. La Cara “Sclerosi multipla, “studiamo una terapia grazie alle cellule staminali del cervello” “

@ Cristiano Pedrini. Fare di questa propaganda a futuri ipotetici risultati di ricerca non è meno sconcio né meno grave dello squallido sgomitare dei portaborse per agguantare il Rolex offerto dagli emiri. I nostri rappresentanti devono essere apparsi agli anfitrioni sauditi come piccioni ai quali sia stata lanciata una manciata di becchime. Qui pure c’è un lancio di chicchi. E’ censurabile sia comportarsi come piccioni, sia trattare i malati e il pubblico come piccioni.

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13 ottobre 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Sclerosi multipla, scoperto un potenziale biomarcatore dai ricercatori italiani”

“Cleofe e York: Non ho capito: il marcatore è stato scoperto o no? Tutti i vari marcatori che anticipano malattie… mah .”

@ Cleofe e York. Giusto: sul piano logico, e quindi su quello scientifico, una proprietà, e in particolare la proprietà di predire validamente lo sviluppo di una malattia, o è scoperta o non è scoperta. Ma sul piano commerciale, che è quello che conta, un marcatore “forse sì forse no”, prono a dare falsi positivi, è promettente, perché può essere sviluppato in uno pseudomarker che causa sovradiagnosi, e che quindi espande il mercato della malattia e permette di spacciare i trattati non affetti come “curati”. I “potential markers”, in genere entità della biologia molecolare alle quali viene attribuita una “potenziale” rilevanza diagnostica, stanno spuntando come funghi. Ad una recente conferenza internazionale sulla sovradiagnosi una delle sessioni è stata intitolata “Genomics – unlimited potential for overdiagnosis?”. La sclerosi multipla è già soggetta a procedure diagnostiche che, sotto la veste hi-tech, causano sovradiagnosi; sul piano etico non si dovrebbe neppure nominare l’espressione “marcatore potenziale” ma si dovrebbe pensare a ridurre l’incertezza diagnostica, favorevole al profitto e non rispettosa del diritto alla tutela della salute, che è già stata introdotta.

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5 dicembre 2019

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. La Cara “Sclerosi multipla, dopo la rivelazione di Fedez domande e risposte su malattia e diagnosi”

Ne “I nuovi mostri” (1977) un impresario (Tognazzi) fa in modo che la moglie, cantante senza più voce (Orietta Berti), si rompa una gamba, per presentarla come caso umano. Oggi gli artisti esibiscono cartelle cliniche su mali finti, veri, metà e metà, ottenendo insieme alla simpatia un ritorno per lo spot a favore di frodi mediche: gli istrionismi sulla malattia attirano sani nelle tagliole mediche, ora predisposte anche per i giovani fragili, che prendono sul serio “Amici”. Nel 2019 ho contato su Il Fatto e altri media un centinaio di notizie di star malate che lanciavano messaggi pro affarismo medico.

La promo con Fedez che si commuove per un’entità malferma e infida come la “radiologically isolated syndrome” – uno dei nodi del “burning debate”* sulle sovradiagnosi e misdiagnosis di sclerosi multipla col variare dei criteri diagnostici – non è meno mostruosa di ciò che Tognazzi fa nel film. Questa recente aggiunta nosologica poggia su pilastri come l’uso di esami, qui la MRI, che tendono a moltiplicare i falsi positivi; la medicalizzazione di asintomatici tramite predizione; gli “incidentalomi”; l’espansione della definizione di malattia, da parte di esperti pagati dall’industria; la propaganda mascherata, dove avatar del marketing scaldano il pubblico per figure di pacati scienziati anch’esse proiezioni degli stessi grandi interessi fuori controllo.

*Neporent L. Medscape, 12 Oct 2018. Hughes S. One in five MS patients misdignosed. ib. 18 Apr 2019.

@ My.  Ho pensato anch’io alla questione della sfera personale di chi si dice malato. Ma è una forma sofisticata di animalità fare dei problemi di salute veri o presunti di un singolo che sceglie di sciorinarli alla nazione dai divani RAI, Mediaset – e purtroppo anche dal programma di Gomez – un sigillo di intoccabilità che permette di diffondere falsità e paure, a danno della salute di molti e a vantaggio di quelli che cercano un forte lucro dalla medicina; ottendolo con straordinario successo. Anche ammettendo che Fedez, che non è e non va tenuto al “centerstage” del problema, rinunci a qualsiasi tornaconto e abbia davvero una forma iniziale di sclerosi multipla. Il suo messaggio genererà falsi malati e sovratrattamenti. Su questi affari sono a volte pagliacceschi quelli col camice e la cattedra; è follia informare sulle malattie tramite artisti specialisti del fare spettacolo sul poco o sul niente. Qui il bilancio per me pende dalla parte del non accettare che il livello superiore che ci sovrasta tutti, occupato dai due presidi a difesa dei fatti seri della vita, valori etici fondamentali e razionalità, sia occupato abusivamente, degradato e messo a reddito da operazioni di marketing a danno della salute e degli averi dei cittadini. Cerchiamo di tenere gli occhi asciutti davanti alle lacrime in tv, se vogliamo evitare le lacrime evitabili nella valle di lacrime del mondo reale. Chiediamo anzi una scena pubblica meno affollata di parac. col Rolex.

@ My. “Non hanno invitato a fare prevenzione” “neanche lontanamente”. Inizio dell’articolo che commentiamo: “Continuano a squillare i telefoni del centralino dell’AISM dopo l’inaspettata rivelazione di Fedez”. Mai sentito parlare di campagne di sensibilizzazione per disease-mongering, e di sovradiagnosi da reperto incidentale o da workup diagnostici per sintomi aspecifici? Questo, non il soporifero Fedez, dovrebbe provocare sussulti. Una volta, all’Oriocenter di Bergamo, casualmente c’era una sua esibizione gratuita. Dopo due minuti la “reazione” è stata la sensazione di assistere a uno spettacolino di filastrocche finto-trasgressive per preadolescenti, per cui me ne sono andato.

Preferirei evitare di considerare Fedez e simili, e non dover ricevere i numeri di animatori come lei che premono per mantenere nel cono di luce questi beniamini della meglio gioventù. Ma mi pare proprio il caso di superare lo sconforto e individuare il fenomeno di tanti personaggi dello spettacolo, spesso privi di luce propria, usati sistematicamente per operazioni di disinformazione contrarie ai doveri sulla tutela della salute.

@ My. Meno male che le basta, altrimenti pur di infilarci Fedez mi accusava di “anti-Fedezismo”. Ma i testimonial che girano questi caroselli non sono innocenti. Andrebbe riconosciuto che le comunicazioni mediatiche sulle malattie hanno una forte valenza medica, e hanno effetti di larga scala che possono essere dannosi sulla salute del pubblico; e che sono influenzabili da interessi sulla medicina che investono miliardi in marketing, dando luogo, secondo diversi osservatori e studiosi, a una medicina basata sul marketing. Quindi i messaggi mediatici su argomenti medici non dovrebbero essere privi di regole.

“Ci mancherebbe altro che impedire di parlare a un malato, o ritenerlo responsabile di quel che dice sui media”. Mentre fa apparire credibili, l’essere colpiti da malattia non rende necessariamente fonti valide sulle malattie degli altri, né sul piano tecnico né su quello etico (tanto meno se non si è davvero malati). Associazioni di malati in USA sono implicate in sottrazione di fondi; e nella diffusione di informazioni false e in pressioni sul governo, a libro paga del business e a danno di sani e di altri malati.

C’è un titolo, “Because cowards get cancer too”, libro del giornalista J. Diamond. Un tema che potrebbe interessare qualche rapper non da centro commerciale. E anche ipotetici parlamentari che non essendo gli omologhi di Fedez fossero capaci di porre barriere alla marea di disinformazione medica sui media.

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25 maggio 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post “Sclerosi multipla, trapianto di staminali cerebrali umani in 15 pazienti. In valutazione effetti terapeutici”

“Scevra da qualunque problematica etica o morale” ? L’elenco di tali problematiche è in realtà lungo. Es.:

1 Conflicts of interests: “Potential profits from stem cell interventions are massive, and may incentivize investigators to overstate successes or underreport adverse events”.
2 Informed consent: Once stem cells are implanted, patients cannot be guaranteed the right to leave a trial, due to possible migration and growth of cells.
3 Risk-benefit Ratio: Benefits unclear from current animal model studies, risks include both those of surgery and of the stem cells themselves.
4 Patients are also vulnerable to sensational claims made in the media by proponents of stem cell interventions.*

5 Uno dei temi tipicamente evitati dai bioeticisti: l’etica della plausibilità biologica. E’ improbabile che una patologia progressiva, a localizzazione multifocale e imprevedibile, nel più denso, intricato e irrecuperabile dei parenchimi possa curarsi con un trapianto. E’ invece plausibile che le definizioni di comodo e le fluttuazioni della sclerosi multipla facciano figurare successi spuri.

6 La pratica letteralmente criminale di eliminare le voci di dissenso tecnico. La “purezza” vantata richiama le frequentazioni del suo certificatore, il rappresentate del Vaticano Paglia, con il rappresentante dei magistrati Palamara; e ambienti connessi.

* Ethical clinical translation of stem cell interventions for neurologic disease. Neurology, 2017.

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12 maggio 2022

Blog de Il Fatto

Commento al post “Milano, “colpevole ritardo” nel diagnosticare la sclerosi multipla: medico condannato a risarcire 830mila euro ad una paziente”

Se a Milano in cima all’edificio più alto della città invece della legittima Occupante stesse un diavoletto, questi potrebbe indurre a sfruttare a fini di lucro la sclerosi multipla (SM): è accertato che la SM si presta ad essere sovradignosticata. Ciò viene favorito dall’imaging, e dal cambio dei criteri diagnostici, cui ha partecipato un ospedale milanese fondato da un prete arrembante. Perfino gli artefici delle variazioni ammettono questa evenienza:

“If MRI findings are over-interpreted and the clinical picture is not properly interpreted, there is a clear risk of overdiagnosis (false positives), [… ] . This may result in inappropriate exposure of patients to drugs with associated risks.”

Il diagnosticare la SM anche su chi non ce l’ha porta a fare sembrare le terapie più efficaci di quello che sono. Il diavoletto potrebbe dare impulso a tale spirale a coda di diavolo, sovradiagnosi-falsi successi-sovradiagnosi, inducendo i magistrati locali a creare un deterrente dal considerare il “countervailing risk”. Tanto più che le sovradiagnosi di SM spesso sono su base funzionale*, cioè su soggetti vulnerabili alle suggestioni, come questa condanna. I magistrati verranno inoltre indotti a precipitare nella Geenna sociale i medici che si oppongano.

Il diavoletto avrà così ottenuto una medicina che genera malattia e una giustizia complice del crimine. Ma queste sono fantasie morbose alla Buzzati.

*Functional neurological disorders and multiple sclerosis. J Neurol, 2022.

 

 

Sperimentazione animale: uno spoglio etico

16 May 2011

Appello al popolo

18 mag 2011

Due colpi quasi simultanei posero termine alla silenziosa attesa; Arguto depose ai piedi del Principe una bestiola agonizzante. Era un coniglio selvatico: la dimessa casacca color creta non era bastata a salvarlo. … Don Fabrizio si vide fissato da due grandi occhi neri che, invasi rapidamente da un velo glauco, lo guardavano senza rimprovero ma che erano carichi di un dolore attonito contro tutto l’ordinamento delle cose… L’animale moriva torturato da un’ansiosa speranza di salvezza, immaginando di poter ancora cavarsela quando già era ghermito, proprio come tanti uomini … Don Fabrizio … aveva provato, in aggiunta al piacere di uccidere, anche quello rassicurante di compatire” (Lampedusa)

Il 50% dei soggetti non ha mostrato alcuna reazione dopo l’inoculazione. L’altro topo è scappato.” (Medawar).

ccc

C’è tanto di sbagliato e tanto di giusto nella sperimentazione animale. Non ho sensi di colpa per le dozzine di rattini neonati ai quali estrassi il cervello, dopo averli decapitati, nel laboratorio universitario di ricerca di base sul funzionamento del cervello dove, studente di medicina, ero interno, intorno al 1980. E’ un tema etico complesso e strumentalizzabile. In esso giocano fattori eterogenei; limiti tecnici, profondi moventi antropologici, grandi interessi economici e ideologici. Questo calderone produce situazioni intricate e a volte paradossali. Vorrei illustrare come la sperimentazione animale può essere una truffa, oltre che una crudeltà; ma che lo stesso può essere detto a ragione anche della sua abolizione. In particolare, vorrei mostrare che la lotta attuale alla sperimentazione animale è una di quelle battaglie progressiste dove si crede di opporsi al potere, e che in realtà sono favorite dal potere per fini nascosti.

In questi problemi di bioetica, dove all’etica si sovrappongono ragioni non dichiarate, non basta cercare se è “giusto” o “sbagliato”. Alla variabile a due valori “a favore”/”contro” è opportuno affiancarne un’altra, che rappresenti gli altri fattori, e le strumentalizzazioni che portano con sé: la variabile a due valori “per buone ragioni”/ “per cattive ragioni”. Ciò è ottenibile con una tabella 2×2, dove le righe indicano “a favore” e “contro”, e le colonne “per buone ragioni” e “per cattive ragioni”. Si otterranno così 4 caselle, ognuna denominata dal nome della riga più il nome della colonna che incrociandosi formano la casella. Mentre le righe sono oggettive, le colonne derivano da un giudizio.

 

Le coppie di caselle contrapposte lungo le diagonali: 1 e 4; 2 e 3; contengono in buona parte argomenti complementari, che possono essere discussi indifferentemente nel primo o nel secondo degli elementi della coppia: es. alcuni degli argomenti “contro per cattive ragioni” sono il negativo fotografico di argomenti “a favore per buone ragioni”, e li si può trattare nella prima o nella quarta casella. Vediamo come si può effettuare tale spoglio etico: come si possono riempire le quattro caselle nel caso della sperimentazione animale.

1. A favore per buone ragioni

La sperimentazione animale consente di applicare il metodo scientifico nella sua forma più rigorosa, l’esperimento controllato. Ha portato a grandi conoscenze, soprattutto nel campo della fisiologia. Ha anche permesso di individuare cancerogeni e altri agenti nocivi. La sperimentazione animale è entrata a far parte di protocolli standard di ricerca scientifica e di controllo amministrativo. Va annoverata tra le forme di sfruttamento del regno animale, come la zootecnia, l’industria delle pelli, l’uso di bestie da fatica per ottenere energia meccanica, etc., che hanno emancipato l’uomo dallo stato di natura. Da sola non è sufficiente al progresso della scienza, ma eliminarla sarebbe un regresso. Già oggi i farmaci vengono immessi sul mercato con controlli limitati sulla sicurezza e sugli effetti collaterali, fidando nella “farmacovigilanza”; anche detta “postmarketing surveillance”. Riducendo la sperimentazione animale si aggrava uno stato di fatto di sperimentazione disordinata e incontrollata sull’uomo. E si riducono ulteriormente i controlli sull’esposizione ad agenti tossici e cancerogeni.

2. A favore per cattive ragioni

I modelli animali si basano sull’analogia, forma di inferenza induttiva debole che già sul piano teorico può far cadere in trabocchetti; trabocchetti che la Natura non si è astenuta dal disseminare nel mondo materiale: ci sono sostanze che per l’uomo sono innocue mentre sono tossiche per alcuni animali, e viceversa. Alcuni “modelli animali” di malattia non sono fedeli; sono solo rappresentazioni, a volte caricaturali, che mimano superficialmente la malattia, ma sono causate da meccanismi diversi, che danno luogo a fenomeni diversi, da quelli della patogenesi della malattia umana che si vorrebbe studiare. I limiti metodologici della sperimentazione animale si fondono con manipolazioni intenzionali. Quando viene usata, come spesso è il caso, per estrapolare risultati terapeutici sull’uomo può produrre risultati errati o che confondono. E anche risultati di comodo, volutamente fraudolenti. Ogni settimana sui media appaiono mirabolanti progressi medici … ottenuti su animali. Si annuncia un altro passo avanti della medicina, ma quasi sempre non è vero niente. Basta scegliere la specie animale, o il modello animale di malattia, adatti, e voilà.

Mediante la sperimentazione sugli animali si possono ottenere, o selezionare, facilmente le pezze d’appoggio desiderate. Basta poco, qualche flebile e vago risultato su animali, per giustificare l’inizio della trafila sperimentale sull’uomo che lancerà un farmaco “prescelto dagli dei”. In questi giorni parte in Italia la sperimentazione clinica sull’efficacia dell’EPO, eritropoietina, nella sclerosi laterale amiotrofica (1);  sarebbe interessante cercare di comparare il peso dei risultati ottenuti su animali – per i quali l’EPO, una delle tante citochine pleiotropiche presenti anche nel sistema nervoso, avrebbe una generica attività positiva, “neuroprotettiva”, che si opporrebbe in qualche misura al danno mentre il tessuto nervoso viene distrutto –  con il peso della “fedina penale” dell’EPO; come i milioni di dollari pagati (legalmente, in USA) dalle case produttrici agli oncologi per fargli prescrivere il farmaco, che può causare gravi effetti avversi; col risultato che il farmaco è stato somministrato oltre le sue indicazioni e oltre i dosaggi corretti, a danno della salute dei pazienti, e anche della spesa pubblica per la sanità (2).

Il pur accomodante ente USA di controllo dei farmaci, la FDA, ha imposto per l’EPO un’etichetta di avvertimento che informi i pazienti sui rischi di “aumento della mortalità, eventi cardiovascolari gravi, tromboembolie e accelerazione della progressione dei tumori quando usata fuori dalle prescrizione e dai dosaggi”. Lasciando da parte altri episodi poco edificanti, questo dell’incremento dei consumi e del fatturato ottenuti corrompendo di fatto i medici, che si sono lasciati corrompere e hanno imbottito del prodotto i pazienti talora fino a farli schiattare, è un precedente poco rassicurante sulla serietà di questa estensione del farmaco, su basi teoriche robuste quanto il filo di una ragnatela, a una patologia neurologica completamente diversa da quelle, ematologiche, oncologiche e renali, per le quali è stato sviluppato e approvato e per le quali ha almeno una ratio teorica – dovuta a studi di fisiologia che hanno utilizzato ratti e conigli – solida e lineare.

La comparazione sarebbe interessante e utile, per valutare qual è la variabile indipendente: se gli interessi di chi è malato o quelli di chi cura; se, data la malattia SLA, sperimentare sulla terapia con EPO è davvero la scelta più razionale tra le vie possibili per arrivare a un trattamento; oppure se, dati gli interessi economici, sono i malati di questa malattia feroce, e la conseguente disperata ricerca di una speranza cui aggrapparsi, ad offrire un’opportunità agli spiriti animali di industriali e speculatori per espandere il mercato dell’EPO; opportunità inconsistente sul piano biologico, e al quale la sperimentazione animale ha contribuito a fornire un alibi o una foglia di fico. Opportunità che può aggiungere danno a danno nei malati.

Ma tale confronto critico sarebbe poco salutare per l’ipotetico autore, perché oltre che sui modelli animali i farmaci come l’EPO, “blockbuster” nei profitti, possono contare su altri ausili; incluse istituzioni dello Stato, che quando non si occupano di difendere la democrazia dalla mafia e da altri birboni pensano a mettere a tacere, con sistemi animaleschi, chi intralci il progresso scientifico; facendosi custodi volontari del sacro fuoco di Prometeo;  e anche del relativo sistema di distribuzione di plusvalenze, cedole, dividendi e mazzette.

Oltre agli aspetti tecnici e economici ce ne sono di psicologici e culturali. L’uccisione di animali è un rito che sollecita i nostri istinti di crudeltà e insensibilità; ciò in campi, la medicina e l’igiene pubblica, che se non sono guidati da sentimenti umani scivolano verso la banalità del male. Quando ero resident in neuropatologia a Boston una volta fui mandato nello stabulario con l’occorrente per le autopsie. Trovai degli studenti di medicina del primo anno (retta 27000 dollari all’anno, in genere prestati da una banca; era il 1992) che aspettavano lievemente eccitati in una delle salette chirurgiche, attorno a un cane lupo, già sedato e immobilizzato, testa compresa. Lì mi venne detto che avrei dovuto rimuovergli la calotta cranica, da vivo, e poi l’encefalo, e indicare le principali parti anatomiche agli studenti. Il valore didattico della dimostrazione sarebbe stato modesto; meglio farli assistere alle autopsie di routine, o a un intervento, oppure a un esperimento, di neurochirurgia stereotassica.

Più che altro, i patimenti dell’animale e gli schizzi di sangue di cane avrebbero fatto acquisire agli studenti un po’ di quella “callousness”, così la chiamerebbe qualche critico anglosassone, che viene scambiata per “essere tosti”; mentre è la durezza del callo: ci si è fatto il callo, si diviene incalliti; callosità d’animo che in certi eserciti viene ottenuta nelle reclute facendogli scannare maiali; e che i futuri dottori avrebbero proficuamente applicato nella professione, sotto la maschera grave del medico preoccupato per il bene del paziente, mentre si sbrigavano a pagare il prestito alla banca per cominciare a far fruttare l’investimento. Io avrei compiuto un gesto senza senso e degradante. Così tornai su a mani pulite, dai miei capi coi quali già ero ai ferri corti.

Il dipartimento ospitava Imanishi-Kari, la ricercatrice allora al centro di uno scandalo internazionale per una frode scientifica che riguardava lei e un Nobel, Baltimore (detto “il papa”), e del quale aveva fatto le spese la ricercatrice che li aveva denunciati, O’Toole, ostracizzata dalla professione; i due erano difesi con tutti i mezzi dall’establishment scientifico; ci volle un senatore USA per sputtanarli e dargli una tirata d’orecchie. Sulla porta della sua stanza Imanishi-Kari aveva messo la foto della faccia ghignante di una gargoyle: un mostro in pietra ottenuto antropomorfizzando un animale.

3. Contro per buone ragioni.

La coltivazione del senso di umanità comporta che si rispetti la vita in tutte le sue forme. Quindi anche quelle animali. E’ prudente porre quante più barriere all’esercizio della violenza fisica, che fa presto a trovare giustificazioni e scorciatoie.

La sperimentazione animale oltre che un modello biologico per le malattie può essere un modello esistenziale del problema del male nel mondo: l’animale non ha scampo, sotto la mano dell’uomo; così come non l’abbiamo noi in mano al Fato, che con cura scientifica somministra dolore, col contagocce, o a volte strazia con i suoi ferri; o per chi ci crede in mano a Dio, che fa la stessa cosa, ma per il nostro bene a sentire alcuni dei vertici della ricerca scientifica italiana (3). Rinunciare a questo potere è un resistere come si può contro l’ordinamento maligno delle cose; è un gettare a terra l’offerta di rivalersi sugli animali del nostro destino per esorcizzarlo, per consolarsi; e chiedere invece conto al cielo, vuoto o abitato che sia, di tutto questo.

La sperimentazione animale è inoltre parte di quei parafernalia che danno un senso teatrale di scientifico, ma in sé non dà garanzie di scientificità, e può servire a propagandare il falso. Opponendosi alla sperimentazione animale ci si oppone anche a truffe pseudoscientifiche.

4. Contro per cattive ragioni.

E’ in corso da decenni un indebolimento della metodologia scientifica in medicina. La “scienza” oggi è il settore “ricerca e sviluppo” dell’industria medica, che è finalizzato al profitto, molto prima che alla conoscenza e al bene dei pazienti. L’industria farmaceutica è in realtà ben lieta di abolire i  controlli obbligatori di tossicità su animali; es. la Astra Zeneca, già accusata di avere soppresso dati preclinici sugli effetti collaterali di un farmaco oncologico, ha fatto propugnare tale abolizione a un suo ricercatore (4).

Beltz, l’inventore del primo farmaco che fu adottato per l’AIDS, l’AZT, si è detto pentito di averlo creato, avendo visto come è stato impiegato. L’AZT fu introdotto nella clinica sulla base di semplici esperimenti in vitro. Gli scienziati “eretici” che hanno evidenziato come l’AZT fosse un fattore causale della sindrome, piuttosto che una terapia efficace, hanno osservato che saltare la fase di sperimentazione animale sulla farmacodinamica ha contribuito all’equivoco: il risultato fu una somministrazione a livelli “prohibitively toxic” (5). In generale, la sperimentazione animale può dare elementi importanti – ma poco graditi a chi vende farmaci – sugli effetti paradossali, cioè iatrogeni, dei prodotti farmaceutici.

Non è stato quindi per le pressioni degli animalisti o per innata gentilezza d’animo che la UE nel 2007 ha messo al bando i test di cosmetici su animali, e nel 2008 gli USA hanno messo al bando i test tossicologici di inquinanti su animali. Si è pronunciata contro la sperimentazione animale in oncologia l’AIRC, che sulla patogenesi del cancro negli umani propaganda come verità scientifiche assodate affermazioni tendenziose (6) che sono il frutto di stime interessate; e, per stessa ammissione di chi li ha prodotti, non di dati stabiliti; e che vanno nello stesso verso di nascondere, assolvere e deregolamentare a favore dei grandi interessi.

C’è una convenienza a eliminare una metodologia, la sperimentazione su animali, che, con tutti i suoi limiti, può a volte dire “no”, “è falso”, a scoperte “scientifiche” finalizzate a fare alzare un titolo in Borsa; e può a volte dire “questo prodotto fa male”, “questo è mutageno e probabilmente cancerogeno”. La sperimentazione animale conviene al business quando appoggia le sue operazioni; è comoda per lanciare sui media la svolta epocale della settimana; ma dove porta a risultati sgraditi la si soppianta con la sperimentazione in vitro o i modelli matematici, che permettono ancora meglio di impapocchiare i risultati desiderati.

Non tutti, ma alcuni amanti degli animali sembrano frapporre psicologicamente gli animali tra sé e gli altri primati della loro stessa specie. Ci sono anche ragioni ideologiche, antiumaniste, contro la vivisezione, e in genere per la protezione degli animali: riconoscere pari dignità, o una maggiore dignità, agli animali favorisce una concezione più bassa della dignità dell’Uomo. Personalmente vedo il rispetto per gli animali non come un valore primario, ma come una conseguenza del rispetto per l’umanità. Se si mettono animali e persone sullo stesso piano, come alcuni apertamente predicano, può succedere che siano gli umani a essere trattati come animali. Appannando la distinzione tra uomo e animale, antropomorfizzando gli animali, si possono generare mostri; rischiamo di avvicinarci alla nostra natura zoologica, che incombe sotto di noi non meno del cielo stellato sopra di noi.

Gli animalisti fanno spesso parlare le immagini. Anch’io sono rimasto influenzato da ciò che ho visto; ma che non viene reso pubblico. Si freme davanti all’immagine neotenica di un piccolo di scimmia mentre viene “sacrificato”, secondo il termine usato negli articoli scientifici; non è difficile imbattersi in tali immagini. Ma le immagini dalla sala autoptica della “real thing”, di come vengono martoriati certi corpi dalla medicina commerciale; le immagini dei cadaveri dei bambini immolati sull’ara del business, degli esiti di forme cadenzate, sofisticate e controllate di macellazione, capaci di sviluppare un giro d’affari di diverse centinaia di migliaia di euro a persona trattata, non verranno mostrate.

Se si vogliono curare davvero le malattie c’è bisogno non tanto di immagini commoventi quanto di informazioni. La lotta alla sperimentazione animale va nel verso della tendenza a sopprimere le informazioni; quelle esistenti e le fonti che potrebbero produrle. Pochi giorni fa l’ombudsman dell’EU ha dato ragione, ma solo nel loro caso specifico, a due affermati ricercatori danesi che protestavano perché l’agenzia europea del farmaco, l’EMA, rifiutava da tre anni di consegnare dati relativi agli effetti avversi, anche mortali, di due farmaci antiobesità. L’EMA ha fornito comunque dati censurati, dopo avere addotto come spiegazione del rifiuto a qualsiasi rilascio l’argomento che l’informazione avrebbe danneggiato interessi commerciali; una deroga prevista al diritto fondamentale di accesso dei cittadini ai documenti dell’UE.

I due ricercatori commentano che l’EMA trattenendo i dati protegge interessi commerciali prima che la vita e il benessere dei pazienti; è la questione che ho posto prima a proposito della inversione della funzione “malattia ==> prodotto di cura” nel caso SLA-EPO. Concludono che il comportamento dell’EMA mostra come ci sia qualcosa fundamentally wrong nella scala di priorità della medicina (7). Da noi le autorità ce la mettono tutta per mostrare ai loro attuali padroni zelo implacabile nel proteggere i recessi sacri della ricerca medica. Così per alcuni tipi di medico anche ottenere articoli da una biblioteca medica universitaria diventa una penosa corrida, dati i boicottaggi, nel silenzio complice di tutti, compreso il Procuratore della Repubblica; e per il ficcanaso perfino l’accesso a biblioteche pubbliche generali deve avvenire con il monito di CC o di vigili urbani che arrivano regolarmente sulla soglia insieme all’utente, come se si trattasse di sventare una rapina alle Poste.

E’ difficile restare indifferenti alle immagini dei candidi piccoli di foca imbrattati del loro sangue mentre i cacciatori di pelli li massacrano a picconate sul pack; o al pathos del cane il cui sguardo continua a esprimere fedeltà all’uomo mentre muore legato al tavolo sotto l’attenzione perversa dei ricercatori. Intanto la FDA, e anche l’EMA, stanno mostrando interesse, dietro pressioni delle case farmaceutiche, che considerano “partners”, o “clienti”, per forme di approvazione parziale tipo “live license”, in analogia con quanto avviene col software: si consentirà l’entrata in commercio dei farmaci basandosi su ricerche “beta”, senza neppure completare i controlli, già fragili e aggirabili,  del trial clinico; come per i software, ci sarà un continuo “aggiornamento” a mano a mano che i dati sugli effetti arrivano dalla popolazione che assume il farmaco. Solo che qui i bugs non impallano un PC, ma possono consistere ad esempio nel caso dell’EPO nel blocco dell’afflusso di sangue ad aree del cervello o di altri distretti.  Ma gli anziani, i padri, le madri, i giovani, i bambini che fanno da cavie (cavie paganti) non commuovono quanto i cuccioli di beagle o di macaco.

Gli animalisti pensano di opporsi all’affarismo medico; sono spesso fautori delle medicine alternative. Non lo sanno, ma combattendo la sperimentazione animale accettano da quell’industria che credono di contestare una varietà dello stesso prodotto al quale deve gran parte del suo successo: il senso, una narrazione che soddisfi sul piano morale ed esistenziale. Mentre la medicina razionale in prima battuta suona meno umana delle storie suadenti confezionate per le masse; siano storie di farmaci miracolosi o di poveri animaletti.

I movimenti animalisti e antivivisezionisti costituiscono spesso una forma di dissenso romantico gradita al potere: fanno sfogare la sensazione diffusa ma indistinta che la medicina attuale comporti abusi e crudeltà; distraggono dagli orrori delle frodi della medicina sugli umani; facilitano l’eliminazione di strumenti di controllo ormai ingombranti, ottenendo in cambio consenso. Ci sono stati anche atti di violenza e attentati in nome dei diritti degli animali; queste forme terroristiche, non si sa quanto pilotate (8), facilitano la repressione del dissenso tecnico e democratico agli abusi commessi in nome della “scienza”; un gioco quest’ultimo che non dovrebbe suonare nuovo a chi abbia presente il “destabilizzare per stabilizzare” degli anni del terrorismo armato.

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Personalmente concludo che la sperimentazione su animali è etica e raccomandabile in linea di principio, purché abbia finalità esclusivamente scientifiche e obiettivi positivi per l’umanità; purché sia condotta e interpretata con onestà e rigore, ed eviti quanto più possibile sofferenze agli animali. Condizioni che molto spesso nella pratica non sono rispettate.

Gli oppositori della sperimentazione animale dovrebbero considerare la tabella, e in particolare la casella n.4: il rischio che le loro sincere posizioni progressiste vengano strumentalizzate dal potere. Questo accade più di frequente di quanto si pensi; c’è una hidden agenda anche per la bioetica.

Anche per il testamento biologico e l’eutanasia è possibile costruire una tabella etica 2×2, e la casella “a favore per cattive ragioni” è tutt’altro che vuota, data la presenza di interessi materiali che il dibattito mediatico trascura (9). Anche lì lo spoglio porta a un quadro più complesso di quello dell’attuale dibattito, schematico e manicheo; e porta a considerare se sostenendo il testamento biologico, o opponendosi, nei ristretti termini imposti dal dibattito ufficiale, non si sta inconsapevolmente accettando un falso dilemma, che andrà a nostro discapito qualunque sia la scelta (10,11).

https://menici60d15.wordpress.com 1. Arcovio V. Sla, per rallentare la malattia ora si prova con l’Epo. Il Fatto quotidiano, 12 mag 2011. http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/05/12/sla-per-rallentare-la-malattia-ora-si-prova-con-lepo/110565/ 2. Berenson A, Pollack A. Doctors reap millions for anemia drugs. New York Times, 9 mag 2007. 3. I “preambula fidei” di San Tommaso e quelli di De mattei e Carancini. https://menici60d15.wordpress.com/2011/04/16/i-preambula-fidei-di-san-tommaso-e-quelli-di-de-mattei-e-carancini/ 4. Robinson S. et al. A European pharmaceutical company initiative challenging the regulatory requirement for acute toxicity studies in pharmaceutical drug development, Regul. Toxicol. Pharmacol. (2008), doi:10.1016/j.yrtph.2007.11.009. 5. A Critical Analysis of the Pharmacology of AZT and its Use in AIDS.Eleni Papadopulos-Eleopulos et al. Curr Med res Opin 1999. 15: S1-45. 6. Il pornografico e l’osceno. https://menici60d15.wordpress.com/2011/01/30/il-pornografico-e-l’osceno/ 7. Gotzsche P.C, Jorgensen, A W. Opening up data at the European Medicines Agency. British medical journal, 10 mag 2011. 8. Leopardi, Unabomber e altri eversori. https://menici60d15.wordpress.com/leopardi-unabomber-e-altri-eversori/ 9. Questionario immaginario ai magistrati sul testamento biologico. https://menici60d15.wordpress.com/2009/03/09/questionario-immaginario-ai-magistrati-sul-testamento-biologico/ 10. Contro il relativismo etico ed epistemico. https://menici60d15.wordpress.com/2009/06/03/contro-il-relativismo-etico-ed-epistemico/ 11. Il riduzionismo giudiziario nella frode medica strutturale: il caso del testamento biologico. https://menici60d15.wordpress.com/2009/06/24/il-riduzionismo-giudiziario-nella-frode-medica-strutturale-il-caso-del-testamento-biologico/

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18 luglio 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post “Montichiari, sequestrato dalla Forestale l’allevamento “lager” di Green Hill” del 18 luglio 2012

La sperimentazione animale è un argomento complesso. Può accadere che il potere usi la lotta gli orrori e alle frodi della vivisezione per coprire, e per favorire, gli orrori e le frodi della medicina su esseri umani; apparendo allo stesso tempo aperto e compassionevole. Ricordo ad es. che è in corso una deregulation che riduce i controlli di sicurezza e di efficacia prima immettere sul mercato nuovi farmaci. Ciò sta portando a una condizione di continua sperimentazione di massa su umani, della quale non si parla e per la quale nessuno si commuove; grazie anche a operazioni di distrazione come questa di Green Hill. La visceralità di molti “antivivisezionisti” preclude il dibattito con loro. A chi è aperto al dubbio segnalo questo:

Sperimentazione animale: uno spoglio etico http://menici60d15.wordpress.c…

insieme alla riflessione che in questa “battaglia” “di civiltà” si ritrovano al fianco di alcuni tra i più strenui difensori della medicina commerciale, come Formigoni, la berlusconiana Brambilla, le forze di polizia e gli uffici giudiziari di Brescia.

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No, parlo di sperimentazione di fatto legalizzata, sulla popolazione inconsapevole, derivante dal ridurre i controlli sui farmaci, riducendo i tempi per l’approvazione, gli standard, es. mediante l’uso dei “surrogate end points”, e spostando parte dei controlli a tempi successivi alla immissione sul mercato, con controlli a posteriori come il “risk sharing” e la sorveglianza post marketing. Queste pratiche, e la connessa corruzione degli organi di controllo e dei media, espongono a situazioni come il caso Avandia, un antidiabetico che ha provocato decine di migliaia di morti prima di essere ritirato.

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E di che Foggianello. Semmai dovrei essere io a scusarmi per aver citato temi e posizioni “extramediatici”, che non troverai riportati nè su Mediaset nè sulla Rai.

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22 agosto 2012

Blog de Il Fatto Commento al post di D. De Felice “E’ tempo di staminali ?” del 21 agosto 2012

L’atrofia muscolare spinale colpisce anche i cani e i gatti. Si sono individuati modelli animali della patologia (Zanotelli et al. Fund Neurol, 2010. 25:73). Al di là della decisione specifica sul caso della piccola Celeste, caso che data la risonanza sta diffondendo presso il pubblico notizie che appaiono infondate e dannose, la magistratura potrebbe disporre di fare eseguire  verifiche sperimentali su animali delle affermazioni miracolistiche della Stamina foundation. Tali prove sarebbero anche nell’interesse dei pionieri, che si dicono osteggiati da “Big pharma” e sono attualmente accusati di truffa e associazione a delinquere. Si potrebbe anche testare la terapia su cani da laboratorio ai quali sia stata praticata una sezione del midollo spinale.

Purtroppo, conoscendo di persona i metodi criminali e miserabili coi quali a Brescia si protegge il business delle staminali, un mega business che nonché essere avversato gode di appoggi impensabili, in quartieri insospettabili, credo che si voglia andare nel verso opposto a quello della chiarezza, e anzi fare caciara per ottenere degli spot mediatici sulle staminali, dove quel che più conta è il clamore. Queste notizie scandalistiche creano in ogni caso speranze e aspettative; che saranno soddisfatte da susseguenti studi “seri” che presenteranno risultati, e relativi prodotti commerciali, meno eclatanti ma comunque ragguardevoli… Le staminali in carenza di risultati reali hanno bisogno di dosi particolarmente elevate di manovre mistificatorie e di propaganda; queste si scientifiche.

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@Marco Biti. Anche l’opposizione alla sperimentazione animale può essere funzionale agli interessi dell’industria farmaceutica, permettendo di presentare prodotti “scientifici” saltando i controlli; come mostra questo caso della Stamina Foundation, che si sta sviluppando a Brescia parallelamente alla vicenda di Green Hill:

Sperimentazione animale: uno spoglio etico http://menici60d15.wordpress.c…

Riguardo all’illusione di Vita eterna, c’è chi pensa di ottenerla tramite farmaci; ma sembra che a loro volta alcuni attivisti facciano dell’animalismo un culto, a giudicare dall’irrazionalità, dalla veemenza, e dal sovvertimento della scala tradizionale dei valori.

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11 novembre 2012

Blog “Come Don Chisciotte”

Commento al post di T. Mastroiaco “A.L.F. ANIMAL LIBERATION FRONT” del 9 novembre 2012

Una réclame perché ci si occupi del dolore degli animali invece che delle politiche che provocano dolore e sofferenza nelle persone; e un appello agli imbecilli per un nuovo terrorismo di Stato.

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6 maggio 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Bellelli “Sperimentazione e modelli computerizzati: se il biologo si chiama computer” del 5 maggio 2013

Anche  i modelli matematici applicati alla medicina vengono deformati dalle pressioni commerciali. La biomatematica può spiegare che “La norma della crescita biologica è quella esponenziale. Una casa cresce per accrezione: i mattoni che rappresentano le unità di incremento non crescono essi stessi. Ma la caratteristica centrale della crescita biologica è che ciò che è formato dalla crescita è esso stesso a sua volta capace di crescere” (P. Medawar). Ciò aiuta a comprendere come il trapianto di midollo osseo, dove cellule staminali producono – come avviene fisiologicamente – centinaia di milioni di cellule isolate al giorno, non autorizza alla metafora del muratore, nella quale cellule staminali sarebbero capaci di rimpiazzare i “mattoni” perduti nei parenchimi e nei tessuti strutturati a popolazione cellulare stabile o perenne.

Su questo principio basilare si tace, per non guastare la piazza al business delle staminali. Altre volte invece si vorrebbe soppiantare la sperimentazione, oggi scomoda per il business, col computer. Pretesa che ricorda un errore del grande biomatematico D’Arcy Thompson. Dimostrò matematicamente che nella gallina la peristalsi foggia l’uovo in modo che il polo ottuso stia davanti rispetto al moto. L’uovo esce in effetti così; solo, studi radiografici hanno poi mostrato che in realtà l’uovo procede nell’ovidotto col polo acuto avanti, e si capovolge poco prima della deposizione.

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24 settembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. Patitucci “Sperimentazione animale, corso su metodi alternativi all’Università di Genova”

“Si va verso un futuro – conclude la studiosa [Anna Maria Bassi] – in cui il modello sperimentale sarà l’uomo stesso”. Anche a me sembra che si stia andando – non per eccesso di scrupolo etico, ma per facilitare il business – in questa direzione, es. con i farmaci immessi in commercio col triangolo nero. La studiosa vuole l’obiezione di coscienza sull’eventualità di lavorare su modelli animali. Ho già raccontato di quando in un centro universitario USA mi rifiutai di asportare l’encefalo a un cane lupo vivo (“Sperimentazione animale: uno spoglio etico”). Vorrei sapere se sarà prevista l’obiezione di coscienza anche per la sperimentazione su H. sapiens, oltre che quella sulle altre specie.

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16 febbraio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Di Sano “Topi soppressi per mancanza di fondi, chiesto processo per ricercatore”

“Uomini e topi”. Io lo vedo qui a Brescia; difendendo assiduamente i diritti degli animali da laboratorio la magistratura ha trovato un abile modo per omettere di occuparsi degli illeciti commessi a danno delle persone dai grandi interessi che controllano la ricerca biomedica. (Interessi criminali che a volte aiuta fattivamente). Una priorità invertita che suona progressista, ma che con questi ricorrenti interventi così puntuali – o pedanti – va a favore dei poteri forti, stimolando due movimenti di opinione estremisti: quello della difesa acritica della sperimentazione animale, che è utile ma ha dei limiti; e può essere usata per frodare, soprattutto a livello di ricerca di base; e quello che vede solo il lato animale, e opponendosi per ragioni etiche, o sentimentali, ai modelli animali favorisce l’indebolimento della metodologia scientifica, e cioè in pratica favorisce la deregolamentazione dell’immissione di nuovi farmaci a spese degli umani; sui quali sta venendo trasferita una parte sempre maggiore dei rischi della sperimentazione.

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19 e 20 marzo 2016

Blog de Il Fatto

Commento al post “Simulazioni al pc e nuovi farmaci: dalle molecole ai sistemi biologici (podcast)”

Questa intervista aiuta a capire come mai gli uffici giudiziari di Brescia, mentre dicono di avere gravi carenze di personale, e appaiono non carenti ma inesistenti davanti ad abusi che favoriscono il futuro orwelliano decantato da Cingolani (che tra tre giorni terrà una conferenza a Brescia, invitato dal Comune), si spendano generosamente in “battaglie di civiltà” (PM Cassiani) per casi come i cagnolini di Green Hill.

Ottime notizie per gli investitori e altri “shareholders”. Per i malati, il colore del futuro non è rosa: ciò che descrive Cingolani è una cosuccia come la liquidazione del metodo scientifico, ormai ingombrante per il business; per sfornare farmaci “innovativi” a getto continuo, con garanzie di sicurezza ed efficacia azzerate.

“ ‘With clinical evidence becoming an industry advertisement tool and with much ‘‘basic’’ science becoming an annex to Las Vegas casinos” … “Claims are even made that with new big data, the scientific method is obsolete: petabyte data will replace the scientific method (28) . I apologize for being so old fashioned, but I believe the scientific method is alive and well and will remain so, regardless of amounts of data.
28 The data deluge makes the scientific method obsolete. Available at http://www.wired.com/2008/06/p…. Accessed January 7, 2016.”

Ioannidis JPA. Evidence-based medicine has been hijacked: a report to David Sackett. Journal of Clinical epidemiology, 2016. http://dx.doi.org/10.1016/j.jc…

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12 marzo 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Amendola “Green Hill, la Cassazione chiude la vergognosa vicenda dei beagle. Ma non basta”

In un paese civile non si infliggono sofferenze non necessarie agli animali; e prima ancora non si usano gli umani come cavie, immettendo nella pratica clinica farmaci non sufficientemente testati. In un paese incivile uomini e bestie sono trattati in maniera simile. In un paese fintamente civile si allentano i controlli sui farmaci facendo mostra di affannarsi a evitare sofferenze agli animali mentre si lascia che i farmaci vengano testati sulla popolazione (es. Carome M. Worst pills. Ott 2017. US Senate passes “False hope” Act. Pease AM et al. Postapproval studies of drugs initially approved by the FDA on the basis of limited evidence: systematic review. BMJ, 3 mag 2017). I magistrati, in particolare quelli bresciani, mostrano grande sensibilità per “gli esseri viventi e senzienti come noi” (Amendola); associata a una posizione “business friendly” sugli esperimenti condotti a beneficio del business biomedico su intere popolazioni di primati della specie H. sapiens.

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26 settembre 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Amendola “Veterinario infrange il codice della strada per salvare un cane in fin di vita, merita una multa?”

Due professori di medicina d’urgenza, veterani delle Emergency Room, hanno incluso la velocità tra i miti tossici della medicina*. La medicina concitata, che dà priorità alla velocità a scapito del verificare e pensare, causa danni, spiegano. Mio padre, avvocato, mi raccontava che a volte l’urgenza viene usata per commettere imbrogli e abusi. Ciò avviene anche in medicina. Giuristi, e manuali di primo soccorso, prescrivono di non mettere a rischio l’incolumità di altri per soccorrere una persona. Tanto meno uno stato terminale giustifica il fast and furious al PS, o altre misure eroiche. Se poi il soggetto è un cane, ci si accorge che ci si è molto sollevati da terra, tra cirri, angioletti con la cetra e paradisi dei cani. Ieri Mattarella diceva che i magistrati non devono farsi influenzare dai media. Ma, almeno in campo biomedico, sono a volte loro stessi influencer, es. qui il dr. Amendola col mito dei blitz medici, con l’accanimento terapeutico sui morenti come rito, con l’antropomorfizzazione degli animali, che porta alla animalizzazione degli umani. Bisognerebbe tornare sulla crosta terrestre, e alla parola “osteosarcoma” pensare semmai all’associazione tra il rischio di sovradiagnosi di questa neoplasia e i crescenti appetiti del business biomedico sui tumori dell’età giovanile; a come la paglia stia incustodita accanto al fuoco.

*Emergency docs highlight toxic health care myths. Health News Review, 13 ago 2018

piero nardi. Sono le INTENZIONI a condurci dall’Essere Uomini all’Essere Superuomini. (Commento rimosso).

@ piero nardi. C’è anche il superomismo medico, ma la maggior parte dei medici veste concezioni nicciane più che per porsi sopra la massa per porsi fuori tiro dal rischio, derivante da Costituzione e codici di risarcimenti, svergognamenti e galera. Già 60 anni fa il famoso chirurgo Dogliotti sosteneva che “il chirurgo … deve mantenere un’ampia indipendenza scientifica e morale, al di sopra della stessa magistratura comune … » la quale, davanti all’errore di un chirurgo, dovrebbe affidarsi a una sorta di « Corte di scienziati » « prima di esprimere giudizi sulla liceità o correttezza della nostra opera … »”. (G. Ferrieri. Il medico. 1963). Ci sono diversi esempi di come i magistrati, e ora anche le leggi, accordino franchigie e immunità ai medici. Una necessità per l’attuale business medico, che ha fatto degli effetti avversi un moltiplicatore di profitto. Tutte le scuse sono buone*, giocando sulla presunta sacralità della cura; solo lo Ubermensch veterinario, che si pone al di là del Bene, del Male e del Codice della Strada in nome dello stato di eccezione canino, per ora non è passato.

*La medicina difensiva come scusa e come illecito. Sito menici60d15.

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7 marzo 2020

Blog de Il Fatto

Commento al post di R. La Cara ” “Telethon tortura, no vivisezione”, scritta spray sulla sede della Fondazione: “Un attacco diretto alla ricerca scientifica” “

Le manipolazioni della medicina stanno venendo usate come formidabili casus belli. Un allarme medico opportunamente ordito può fare chiudere una grande acciaieria; o deviare nel senso voluto l’economia mondiale e i suoi equilibri. La medicina è sempre più marketing. Si prospetta un pericolo tremendo e si dà la soluzione, presentandosi come salvatori.

Gli agitatori dell’animalismo – una dottrina antiumanista, e di supporto al generale indebolimento degli standard di ricerca – che somigliano ai terroristi pilotati dei decenni precedenti, offrono il destro, mentre impazza la paura, agli spin doctor di presentare Telethon come la fiaccola della ragione contro le tenebre. Non si parla della sperimentazione sulla popolazione costituita dall’immissione in commercio di farmaci tanto propagandati quanto non adeguatamente testati; a partire da quelli per le malattie rare*, in Italia promossi da Telethon. E’ un non sequitur sostenere che essendo oggetto di attacchi ideologici e vandalismi allora si è scienziati corretti, e filantropi. Posso testimoniare che Telethon, la beniamina del grande capitale, gode di attività di soppressione del dissenso da parte di istituzioni e grandi aziende, di livello criminale, impunite e libere di agire dietro all’indignazione per i tempistici show degli animalari.

*Herder M. The FDA and Sarepta: a window into the real world of drug regulation. Stat 3 set 2019.

@ Paolo-A. A proposito di animali, Montanelli raccontava di quell’incidente dove nel tentativo non riuscito di evitare un cane un’autobotte si rovesciò, prese fuoco e incendiò un villaggio. Chi titolasse “Tragica fine di un cane” sarebbe negato per il lavoro di giornalista, commentava. Anche nel mio commento il tema della sperimentazione animale è secondario. Lei poi attribuisce posizioni estreme e semplicistiche proprio a me, che ho cercato di descrivere* come ci siano 4 possibilità sull’etica della sperimentazione animale: pro per buone ragioni; pro per cattive ragioni; contro per buone ragioni; contro per cattive ragioni.

*Sperimentazione animale. Uno spoglio etico. Sito menici60d15.

@ Paolo-A. Lei scambia la sua ignoranza per la mia. Se non si conosce una parola non si deve desumerne che quindi non ha significato, come fa lei. Ho scritto “antiumanista”, ed è quello che voglio dire. La parola “antihumanism” su Google dà 160000 risultati. Wikipedia: “E’ una teoria critica dell’umanesimo tradizionale …”. Si informi e corregga lei le sue lacune prima di scrivere che io intendo dire “antiumano”, e partire in quarta a dire che non mi devo permettere. Io rispetto animalisti anche estremi, ma sinceri, come Ruesch. Sono libero di non apprezzare e criticare il bioterrorismo pilotato, gli ideologi dell’antiumanesimo come Singer, lo “specismo”, le gattare, gli sciocchi. Quelli che pontificano pomposi di topi, ratti e criceti e non si curano della sperimentazione di massa su H. sapiens tramite l’immissione nella pratica di farmaci non adeguatamente testati o testati in maniera fraudolenta. Quelli che usano l’animalismo per sviare il discorso e lasciare nell’ombra le manipolazioni della med

@ Paolo-A. Secondo lei è illogico e scorretto chiedere a chi contesta l’uso degli animali come cavia di non trascurare l’uso dei primati della specie umana, in massa, come cavia. Mi pare un po’ come dire che è illogico criticare chi picchia la moglie e fa il galante fuori. Anni fa un animalista mi rispose che sì, bisogna sperimentare sugli umani e non sugli animali. Come ho scritto, alcune delle critiche alla sperimentazione animale hanno del merito; diversi animalisti però hanno posizioni tortuose e innaturali, che sembrano pescare in strati profondi; che appaiono essere stimolati e fatti affiorare per lasciare indisturbate storture che dovrebbero avere maggiore priorità. Gli animalisti contesteranno immagino l’uso di animali ammaestrati; sarà illogico e scorretto, ma penso dovrebbero considerare anche la pratica di ammaestrare il pubblico degli umani perché risponda con l’indignazione o la paura a stimoli preordinati, mentre ignora motivi di indignazione e preoccupazione autentici.

@ Paolo-A. Io invece penso che occorra avere la capacità di pensare i vari problemi reali, e i principi, contemporaneamente, non uno a uno, perché sono interconnessi. Dopo le malattie cardiovascolari e il cancro, gli effetti iatrogeni dei farmaci da medicina “scientifica” sono la terza causa di morte nei Paesi occidentali. E’ poco noto, e se ne parla molto meno che dell’etica della sperimentazione animale. Per lei, che si pone come insegnante del corretto modo di pensare, il silenzio sulle morti iatrogene derivate dall’attuale forma della scienza biomedica è “benaltrismo” rispetto allo scottante problema dell’uso di animali di laboratorio nella ricerca biomedica; una posizione non tanto distante da quello che mi diceva che bisogna sperimentare solo su umani. Mi tornano in mente gli encefali che tanti anni fa, in un laboratorio universitario di neurochimica, estraevo da ratti neonati. Avevano dimensioni paragonabili a quelle della falange distale del pollice, e gli emisferi erano lisci, senza solchi.

@ Paolo-A. Ci sono serie ragioni per mettere limiti alla corsa alla sperimentazione biomedica; tra di esse, la necessità di imporre studi davvero scientifici (incluso il vietare l’uso arbitrario di modelli animali non validi), e l’abbandono della ricerca per produrre pezze d’appoggio cartacee a speculazioni commerciali sulla malattia. Ma rinunciare alla conoscenza e al progresso per non sacrificare animali di laboratorio è un capriccio; gradito al business, perché offre la scusa per un ulteriore indebolimento delle metodologie.

Si vede che lei odia le polemiche e le schermaglie sofistiche. Si ricorda dello antiumanismo, col quale ha cominciato, redarguendomi perché secondo lei non esisteva dato che non lo conosceva? Anche la relazione tra battage sulla sperimentazione animale e gli aspetti più gravi e sinistri, taciuti, della ricerca biomedica non è che la si possa escludere dato che lei non la vede. Credo che lei dovrebbe concentrarsi sul compito che si è scelto, di difendere il fronte altrimenti sguarnito dei diritti dei porcellini d’India.

@ Paolo-A. ”Il compito che mi sono scelto, in questo e in altri miei interventi, è combattere l’uso disinvolto di pseudologiche fuorvianti, in qualunque contesto, che sono una delle piaghe di questa nostra civiltà, con conseguenze pesantissime.”. Questo può dirlo di sé un Tommaso Campanella: “Io nacqui a debellar tre mali estremi / Tirannide, sofismi, ipocrisia.” Nel suo caso il compito coincide con lo hand-waving del troll che la butta in caciara e insulta senza l’ultimo brandello di pudore a difesa del pensiero unico. Qui a difesa del falso dissenso, consentito e incoraggiato perché occupi il posto di quello proibito. E’ comprensibile che certe attività ricorrano a eufemismi per definirsi. Es. escort per prostituta, o informatore scientifico per piazzista di farmaci e sensale di comparaggi. Le manipolazioni linguistiche sono comuni nei tanti lavori offerti dal leviatano medico; sono usate da chi cerca un piatto di minestra senza andare per il sottile, rappresentanti farmaceutici e troll; ma anche negli ambienti più austeri*. Tra tanti medici “supereroi” (ministro Speranza) e “grandi scienziati che lavorano ogni giorno per farci uscire dal buio della malattia e dell’emarginazione” (Telethon, qui), in questa galleria di vergini autocertificate, occorrono quelli come lei nati per accorrere a imbrattare verità nascoste che affiorino.

*Vinker CH et al. Use of positive and negative words in scientific PubMed abstracts between 1974 and 2014. BMJ, 2015. 351: h6467.

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8 gennaio 2021

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Trinchella “Sperimentazione sui macachi, Franco Frattini e i tweet contro il progetto che ha “congelato” da presidente di sezione del Consiglio di Stato”

a) Si può essere a favore della sperimentazione animale per buone ragioni, perché fornisce modelli utili al progresso consentendo quella che è la via irrinunciabile della scienza autentica, la sperimentazione. b) Si può essere a favore per cattive ragioni: spesso i modelli animali sono inadeguati e vengono usati come pezze d’appoggio per frodi biomediche. c) Si può essere contro la sperimentazione animale per buone ragioni: per creare un margine di rispetto per la vita umana opponendosi alla violenza sugli animali quando inutile, fraudolenta o addirittura sadica. d) Si può essere contro per cattive ragioni: per svilire l’Uomo accomunandolo alle altre specie biologiche; per compensare psicologicamente con l’amore per gli animali carenze verso i propri simili; e a fini di deregulation, che sempre più permette di vendere e fare assumere farmaci non adeguatamente testati – con i cittadini usati come criceti, e a volte come bestiame sacrificabile; ma senza LAV che li difendano (1).

Frattini, “fattorino della Nato” (2) e esponente di un organo giudiziario strumento di inconfessabili ingerenze dei poteri forti, appare essere mosso dalla quarta che ho detto. Mostra nel campo giudiziario la diffusa “etica a tre”, dove si trae piacere doppio, appoggiando istanze che fanno apparire di animo nobile e che procurano meriti presso grandi, ma miserabili, interessi.

1 Sperimentazione animale: uno spoglio etico. Sito menici60d15.
2 Riecco Frattini, “fattorino” Nato. Il Fatto, 6 ott 2012.

@ strprogetti. L’immensa eterogeneità biologica viene in effetti spesso volutamente sottovalutata, a fini truffaldini. Es. per attribuire gratuitamente validità esterna infondata a trial clinici; o valore diagnostico a test genomici, l’informazione genetica essendo non un “progetto” fisso ma il fluido regno del combinatorio; o per vendere farmaci off-label, per analogia; o per vendere vaccini contro virus ad alto tasso di mutazione che si finge essere stabili (e allo stesso tempo trascurando la cross-reattività dell’immunità naturale e già acquisita, per sostenere la tesi delirante che saremmo senza altre difese che quelle vendute dal business biomedico).

D’altra parte gli esseri viventi hanno meccanismi di base comuni, universali; ciò ha permesso, soprattutto in campo fisiologico, di ottenere preziose inferenze sul nostro corpo da specie diverse. Come spiega il libro divulgativo “How life works: the inside word from a biochemist”.

Questo sul piano biologico. Su quello morale, gli animalisti, che additano, esagerandola, la diversità biologica tra l’uomo e le altre specie, hanno una tendenza a minimizzare la diversità morale tra umano e non umano. Ciò può essere sostenuto sulla base di altissime (un po’ troppo vertiginose forse) convinzioni filosofiche; ma nella pratica va a servire interessi della peggiore specie, che trattano l’uomo come una bestia; e che in campo medico lo fanno anche ignorando l’eterogeneità biologica di cui sopra.

@ My. A me pare che i “diritti animali” siano inventati da chi stabilisce cosa è politically correct e manovra gli appassionati di animali per andare in senso antiumanista, e per introdurre un diritto alla bestialità. In linea con l’ideologia liberista del darwinismo sociale, del “la società non esiste” (Thatcher), del “o sei leone o sei gazzella”; e in linea con l’ecologismo elitista, che vede troppi primati H. sapiens infestare la Terra, che considera suo possesso.

D’altra parte, avete dalla vostra un presidente di sezione del Consiglio di Stato; notoriamente sensibile ai desiderata dei poteri che detengono l’egemonia militare e culturale. In fondo questa vostra “zoologizzazione” può essere vista come un inverarsi dell’apologo di Orwell, che il mondo è una fattoria di animali; dove quelli che gridano “uguaglianza” poi finiscono col tiranneggiare, specificando che alcuni animali (cioè loro) sono più uguali degli altri.

@ My. Il bias lo ha lei, che non vede come il suo zoologicismo sia una tessera di un mosaico più ampio: di ciò che è stato chiamato “il radicalismo sovversivo del liberismo” (Michea). Come il sessantottismo; e come oggi la wokeness e la cancel culture, altre caricature alla George Grosz di posizioni rispettabili.

L’estensione cervellotica dei diritti li diluisce fino ad annullarli. In etica e diritto l’art. 1, il rispetto per la persona umana, viene diluito dall’errore categoriale dell’uomo come specie animale fra le altre (mentre in medicina si negano i vincoli biologici dati dalla nostra condizione di mammiferi raccontando favole grandiose). Per contrastare gli abusi su animali non c’è bisogno della tesi che li equipara agli umani. Una pensata da esaminare non come “idea”, perché come tale è irricevibile, essendo troppo stramba; ma come ideologia. Cioè come un sistema descrittivo e valoriale costruito a tavolino; che fa presa su buoni appigli psicologici naturalmente presenti nella psiche di molti.

Una ideologia che a me pare una aberrazione di principi validi, studiata per fare crescere frutti velenosi. “Serve eccome ad affrancare l’uomo dallo stato di bestia” certifica lei; intanto accade che case farmaceutiche (Glaxo) conducano studi segreti su animali – che mostrano effetti cancerogeni – non prima ma in tandem con trial clinici su umani (“Human guinea pig” asks for animal studies. In: Survival in an overmedicated world. Gotzsche, 2019).

@ My. Non vada all’aceto e non insulti. Capisco che il suo amore sconfinato per tutto il vivente si estende anche ai procarioti, in questo caso Acetobacter aceti. Ma lei sta confermando quel che si dice sulla scarsa simpatia verso i sapiens da parte di quelli che i loro totem se li fanno ancora con gli animali della foresta, come ai tempi di quando alcune tribù si dipingevano la faccia di blu.

@ My. Persone del suo elevato livello, che condivide con il suo beniamino di palazzo Spada, non dovrebbero confondersi con quelli come me. Quelli del vostro livello possono consolarsi dell’amarezza derivante dal confronto con gente “meccanica e vile” considerando che le case farmaceutiche sono di una munificenza regale nel compensare chi lavora per le manipolazioni ideologiche e l’epurazione di soggetti scomodi necessarie ai loro affari.

Le ragioni per non votare

29 April 2011

Blog di Daniela Gaudenzi su Il Fatto et al.

Commento al post “Amministrative: bisogna andare a votare” del 29 apr 2011 et al.

Alcuni manuali di marketing della medicina spiegano che non è necessario per un ospedale essere buono in sé: è sufficiente essere il meno peggio nell’area. L’accettazione di un analogo ricatto in politica ci ha portato alla situazione attuale. Credo che il voto vada dato solo a chi dà garanzia di essere un valido rappresentante del popolo; non al più sorridente tra i kapò o al più drammatico tra i clown. Se si individuano  come amministratori da scegliere candidati che si reggono sulle proprie gambe, li si voti. Altrimenti ha un pieno significato politico ritirare il voto, restituendo la scheda elettorale. Ciò che a loro importa è avere la legittimazione del voto; per il resto potete votare Grillo, Rauti, chiunque. Penso che il popolo sovrano abbia il dovere di ritirare tale legittimazione a gente palesemente prostituita, che dice che è qualunquista dire “tanto sono tutti uguali” ma si differenzia essenzialmente nella forma di prostituzione e nella clientela. Come è stato detto “Con la m. non si costruisce”. Vinceranno gli altri, i pessimi? E’ meglio avere per caporale un nemico dichiarato (che ha ottenuto il potere con una procedura contestata in massa con l’astensione) che un falso amico. Si sproloquia di rivoluzione armata, e mancano i modesti livelli di testosterone sufficienti a dire “No” l’unica volta che per esigenze di copione viene chiesto il nostro parere. Una raccomandata  per restituire la tessera elettorale al Quirinale costa pochi euro. Se votate rappresentanti di qualità scadente che danneggeranno la comunità, o se anche solo li legittimate partecipando alle elezioni, ne diverrete complici, e dovrete essere additati come causa dei problemi che dopo condannerete con elaborati piagnistei:

https://menici60d15.wordpress.com/2007/05/13/no-dal-molin-elezioni-“peselo-paghelo-impichelo”/

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Commento al post di Gianfranco Mascia “Manifestare non basta. Andiamo a votare” del 15 mag 2011. Censurato.

Qualunque cosa fate, sia “muovere il culo” come dice Mascia e andare a votare; oppure non obbedirgli e non andare, non perché pesanti di deretano ma per preservarvelo, il didietro:

Le ragioni per non votare

https://menici60d15.wordpress.com/2007/05/13/no-dal-molin-elezioni-“peselo-paghelo-impichelo”/

dovete assumervi la responsabilità personale – il merito o la colpa – del futuro politico che ne deriverà.

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Commento al post de Il Fatto ” Umbria, arrestato Orfeo Goracci vicepresidente del consiglio regionale” del 14 feb 2012

@unknow. Andando a votare attualmente non si elegge “chi si vuole”, ma chi vogliono loro. Restituendo la scheda elettorale non si legittimano i governanti, ma si ritira loro una legittimazione popolare che non meritano. Il diritto a criticare i governanti semmai lo perde moralmente chi prima legittima questo teatrino andando a votare e poi mugugna.

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21 ottobre 2012

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Todde “L’Agenzia del Farmaco vieta l’Avastin, rimedio contro la cecità” del 20 ottobre 2012

@Sonia Martino, in risposta allo sfogo O.T. sull’impossibilità di votare candidati onesti. Credo che votando si eserciti una magistratura; e che pertanto non si possa votare come ci pare, ma si abbia un preciso dovere di votare candidati adatti. Non abbiamo il diritto di votare mignottari, ruffiani, faccendieri, forchettoni, mezzecalze, fiancheggiatori della mafia, etc., per limitarsi agli esempi più plateali. Non è lecito, e non è neanche accorto: nomineremmo amministratore dei nostri beni un noto truffatore? Gli eletti non devono essere personaggi da televoto, né rispecchiare l’elettorato, ma essere i migliori. Le elezioni non sono una fiera di beneficenza, dove comunque qualcosa bisogna acquistare anche se la merce è scadente: se i candidati sono tutti insufficienti, credo che occorra restituire la scheda elettorale.

No Dal Molin – Elezioni: “Pesélo, paghélo, impichélo”

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23 novembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post “Regionali, urne flop: in Emilia Romagna e Calabria l’affluenza si ferma al 40%”

Il dovere non è di votare qualcuno comunque, ma di esercitare il compito di cittadino elettore. Tale dovere elettorale lo si esercita anche rifiutando di partecipare a elezioni farsa. Se la scelta data è tra un soggetti che si ritengono tutti infedeli al popolo e inadeguati, il dovere dell’esercizio dei diritti elettorali diviene il dovere di non votarne nessuno. E’ legittimando degli indegni che si perde il diritto di lamentarsi dopo.

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27 aprile 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di D. Turrini “Sondaggi elettorali, astensionismo oltre il 70% a Bologna. E Merola non convince”

Bisogna distinguere tra il dovere del cittadino di esprimere un parere politico tramite le elezioni e un presunto obbligo di scegliere entro la rosa dei candidati. Il dovere elettorale non è di votare comunque. Se i candidati sono tutti dannosi, se corrispondono a variazioni interne allo stesso partito unico, come era unico il partito alle elezioni sotto il fascismo, il dovere elettorale lo si esercita correttamente non votandone nessuno. Sul banco di un alimentarista in un grande mercato all’aperto del Nord c’erano tre cartelli affiancati: “Mezzano saporito”, “Bastardo di Asiago”, “Puzzone di Moena”; tre diverse qualità di formaggio. Se è alle elezioni che la “scelta” è tra un mezzano, un bastardo o un puzzone, l’elettore ha il dovere, oltre che il diritto, di non legittimarne nessuno come governante o amministratore.

@ Pino di A. Credo sia meglio non entrare nella cabina, e restituire formalmente il documento elettorale.

@ Alessandro F. La scelta reale è tra avere governanti non desiderati avendo acconsentito, oppure avendoli rifiutati. Governare come dici con il 12% dei consensi elettorali è comunque governare da sfiduciati; anche guardando come fai tu solo agli effetti immediati, questo non sentire il solito “come è buono lei …” almeno non li renderà più baldanzosi e sicuri di impunità. E’ anche una questione di dignità personale, che poi ha pure un valore pratico: verso chi non ha votato non si potranno usare “…le parole molli dell’usuraio: Ma se hai firmato tu stesso. Non lo vedi? tutto chiaro. Devi fare come diciamo noi, perché, guarda la cambiale: la tua volontà è uguale alla mia.” (Lampedusa, Il Gattopardo. Sui brogli elettorali nel plebiscito dell’annessione).

@ Alessandro F. Senza contare che se non si esercita il sacro dovere del Voto, se si voltano da ingrati le spalle ai Sacerdoti della democrazia che ci colmano di, ci colmano di, ora non mi viene la parola, il cielo diverrà nero, la terra tremerà, e le due Torri di Bologna oscilleranno pericolosamente. Guai a voi o empi, se commetterete quest’atto sacrilego.

@ Alessandro F. Rifiutarsi di votare a proprio danno per te è “scegliere di non agire”. Non firmare il contratto che ti porge un truffatore è mostrare di “avere come scopo nella vita il potersi lamentare”. Nel ’48 i democristiani si avvalsero dello slogan di Guareschi “Nella cabina elettorale Dio ti vede, Stalin, no!”. Ora tu ricorri a un altro argomento di sapore pretesco, dicendo che chi rifiuta di votare deve farsi un esame di coscienza; e se questa non risultasse pulita, come è secondo te probabile visto il suo comportamento irresponsabile e criticone, deve andare a votare. Complimenti per questo tuo modo di celebrare la Resistenza. Prima i galoppini elettorali lavoravano per un singolo partito; ora per il solo votare, perché l’elettore firmi il registro del seggio e entri in cabina, perché in effetti è questo ciò che conta per i candidati e per i loro padrini e padroni: avere uno straccio di legittimazione elettorale per poi eseguire il mandato dei poteri superiori dei quali costituiscono il personale politico.

@ Alessandro F. Le scale di moralità lei hai inserite tu, e ci piazzi le persone come ti fa comodo. E’ gratuita la tua insistita associazione tra non voto e necessità di farsi un esame di coscienza. Il non calare le brache davanti ai malintenzionati non richiede particolari riflessioni spirituali. Considera ciò nel tuo esame di coscienza serotino, e poi parlane al confessore o al guru. Chi non vota non è per questo motivo niente di speciale, ma perlomeno ha salito il primo gradino della saggezza: quello del non danneggiarsi da solo, dando retta ai discorsi degli imbonitori. E il primo gradino della decenza, non concedendo il suo appoggio politico a persone indegne.

@ Alessandro F. Non votando si compie un gesto politico di rifiuto dell’attuale offerta di governo. E’ già qualcosa. Prima di fare gol bisogna smettere di fare autogol. I “politici” sono interessati a poter dire di avere avuto legittimazione elettorale, mentre riconoscono di fatto un obbligo di mandato al contrario, verso i poteri forti dai quali dovrebbero proteggerci col potere che viene loro conferito con le elezioni; e tu lavori per loro con le tue interpretazioni di comodo, le tue fughe verso i massimi sistemi celesti per giustificare le meschinerie terrene. Non è che se meni il can per l’aia devo venirti dietro. Buona serata (e non scordare l’atto di dolore).

@ Michele Bassan. Si è creduto che siccome Grillo come uomo di spettacolo è stato un critico del potere sincero e dirompente, un movimento politico derivato avrebbe avuto le stesse caratteristiche. Nei fatti, il M5s ha ampiamente dimostrato di essere funzionale al sistema, fornendo una opposizione così ricca di contenuti e di azioni da portare a chiedersi se si tratti di manichini che imitano esseri umani, o di esseri umani che cercano di restare immobili come manichini. Il M5s, del quale sono noti i legami coi poteri che dice di combattere, raccoglie i voti degli ingenui e dei superficiali che pensano di fare la rivoluzione col dito, cliccando (a comando); e aiuta così a mascherare il distacco tra il popolo e il governo di Vichy che ci viene imposto. Non abbiamo un’alternativa che ci rappresenti davvero. Dobbiamo aprire la bocca in prima persona per dire “no”, oppure chinare la testa e partecipare alla pantomima a nostro danno.

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 31 dicembre 2017

Blog de Il Fatto

Commento al post “Discorso di fine anno di Mattarella: “Ragazzi del 1999 andranno a votare, quelli del 1899 in guerra: ricordiamocelo”

I ragazzi del 1999 e gli altri giovani possono fare tre cose alle elezioni. a) Buttare via il diritto elettorale, non votando e pensando ad altro, social, videogames, partite di calcio etc. b) Andare a votare, anche per sentirsi adulti, e così legittimare – qualunque marionetta votino – una classe politica che riconosce obbligo di mandato verso i poteri che sfruttano l’Italia, e che condanna i giovani non privilegiati a ingiustizie e al rischio di perdersi. c) Constatare che stanno venendo mandati al macello, come un secolo prima i ragazzi mandati, in una guerra inutile, dalle trincee del Carso contro le mitragliatrici al grido di “Avanti Savoia”; e, valutata l’universale inaffidabilità dell’offerta, esercitare responsabilmente il diritto-dovere elettorale rifiutandosi di andare al seggio a esprimere una preferenza, quando la scelta è tra fare decidere del proprio futuro a Vanna Marchi o al mago Otelma o a qualche nuovo ambiguo imbonitore, che dice che lui non è come Vanna e Otelma ma mostra già preoccupanti capacità illusionistiche, e fili che ne dirigono i movimenti. I giovani rifiuterebbero così non la politica e la democrazia, ma la loro sostituzione con sceneggiate dal canovaccio imposto. Chiedendo al contrario di avere politici che non recitino ma rappresentino davvero le loro giuste istanze. Saltando fuori dalla trincea per esordire nella vita adulta con un “No” agli inganni del potere e non con un “signorsì” suicida; come combattenti, non come carne da cannone.

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17 gennaio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di G. Ruccia “Elezioni, Travaglio: “M5s? Almeno non ruba. Su questione morale si è dimostrato diverso da altri partiti””

Meglio un Re Travicello che un Re Serpente, dicevano Fedro e Giusti. Ma, dato che oggi questi “re” sono in ogni caso personale politico dei poteri forti, la sostituzione delle serpi con i travicelli non contrasterà lo sfruttamento della nazione, a danno dei comuni cittadini, e forse lo favorirà ulteriormente. Di candidati al trono degni, che evitino al cittadino non ammanicato di votare a proprio danno, non se ne parla.

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21 febbraio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Perotti “Elezioni, manca la visione di un’altra vita. E il coraggio di proporla. Il 4 marzo non voterò”

Credo che occorra distinguere tra il dovere di votare e un asserito dovere di scegliere comunque tra i candidati. Il voto è un dovere; in nome della democrazia e del realismo politico andrebbe esercitato, votando lo schieramento che si sente più vicino, anche se tra i contendenti non vi è nessuno che corrisponde al proprio desiderio di rinnovamento radicale. Ma se la scelta è tra un ladro, un impostore e un clown non vi è un dovere di scegliere. Soprattutto se i candidati mostrano tutti, sia il vecchio ladro e il consumato ipocrita, sia il giovane guitto che inscena il numero già visto e rivisto del nuovo pulito che si opporrebbe al vecchio marciume, di essere attaccati a fili che fanno capo allo stesso puparo; così che eleggiamo non rappresentanti ma sergenti, o capibaracca. Anzi, il rifiutare di scegliere, e quindi non votare, può essere un modo di esercitare il dovere del voto più limpido del consueto accettare di legittimare una finzione non democratica, dandosi scuse e giustificazioni sempre più striminzite. Non si cambierà il mondo, non ci si potrà illudere che il gesto non venga a sua volta strumentalizzato e non favorisca alcuni; ma si potrà dire “non in mio nome”, rifiutando calcoli più o meno illusori da tavolino del tresette nella bettola. Ci si guadagnerà in dignità, e forse, non mostrandosi pecoroni ai quali si può fare tutto dopo averli circuiti con quattro chiacchiere, anche sul piano pratico, del trattamento da parte di chi comanda.

@ r. strauss. Ci sono già degli addetti che si occupano professionalmente della censura delle critiche espresse dagli “apoti”. Grazie per concedermi di rifiutare di firmare, scegliendo tra l’essere governato da Otelma o da Vanna Marchi, la carta dove accetto comunque la legittimità di entrambi come legislatori e amministratori della terra dove vivo. Ma perché solo a condizione che poi io non possa parlare sulle malefatte del vincitore? Se uno respinge una truffa poi non può contestarne gli effetti che subisce perché altri invece l’hanno resa efficace accettandola? Credo che discutendo di questioni politiche, anche in senso ampio, si dovrebbe dichiarare come si è votato. Lei chi ha votato? Chi ha avallato un sistema che ci ha dato Berlusconi come rinnovamento dopo Mani Pulite e Renzi come rimedio a Berlusconi, chi come Blanche Du Bois in “Un tram che si chiama desiderio” si affida sempre alla “kindness of strangers” sperando nel cavaliere di turno, a questo giro gli improbabili e ambigui 5S, non credo possa dire a nessuno (se non a sé stesso) “Hai scelto così? Ora stai zitto”. A dire il vero io mi lamento in primo luogo di come le persone servilmente e contro il loro stesso interesse continuino a favorire la qualità indecente dell’offerta politica.

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22 febbraio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post “Consulta, presidente: “Dj Fabo, no ad accanimento contro vita e morte”. E sul voto: “Astenersi è inaccettabile””

Votare nel senso di esprimere tramite le elezioni il proprio giudizio su come vada condotta la nazione è un dovere. Votare nel senso di avere l’obbligo di scegliere sempre e comunque tra i candidati è una truffa, se i candidati, imposti dall’alto, sono tutti indegni; se sono i diversi personaggi della stessa opera dei pupi. In questo caso il rifiutarsi di sceglierne uno, e il dichiarare inaccettabili le false alternative, col non votare, è un’espressione legittima del proprio giudizio politico, in un sistema dove la democrazia non sia una finzione. Un ex presidente della Corte, Zagrebelsky, abile oratore, ha considerato il paradosso della folla che preferisce Barabba a Gesù. Un altro guaio è quando i Ponzio Pilato ci indicano con tono grave l’obbligo etico di scegliere tra Barabba e Gambadilegno. Sembra, anche riguardo all’introduzione imposta dal liberismo della regolazione delle morti, che i giudici della suprema Corte, che annoverano tra loro Giuliano Amato, più che di conformare alla Carta Costituzionale le leggi che le stanno sotto si occupino di adattare la costituzione reale alle leggi che le stanno sopra.

 

 

 

La famiglia Ikea

24 April 2011

Blog di Bruno Ballardini su Il Fatto

Commento al post “Buona Pasqua, collega Giovanardi” del 24 apr 2011

C’è chi si scandalizza per la pubblicità Ikea perché centrata sulle coppie gay; e c’è chi la esalta, ritenendola segno di illuminato progressismo. L’Ikea vende mobili in scatola di montaggio. Prezzi abbordabili e buon design; qualità dei materiali non più che discreta e a volte, sopratutto nelle componenti tecniche, nettamente mediocre. L’Ikea offre una possibilità di arredo davvero utile, anche se si dovrebbe sperare in qualcosa di meglio.

Ma oltre ai pannelli in MDF da montare, l’Ikea propaganda uno stile di vita. “Siamo aperti a tutte le famiglie” è lo slogan sopra i due gay mano nella mano. Ovviamente l’Ikea vende a tutti, adeguandosi al mercato; ma anche cercando di plasmarlo; così che ha alcune idee sulla tipologia del cliente ideale, mentre spalanca generosamente a tutti le porte delle sue boutique del truciolato.

L’Ikea, una delle maggiori multinazionali, è stata accusa di imperialismo; e pratica un imperialismo almeno culturale, propagandando come moderno e “hot” un modello di famiglia gradito al suo business, e a quello delle sue sorelle: una famiglia non ricca, ma con un elevato reddito per familiare e una propensione ai consumi voluttuari; cioè con meno figli possibile, e invece con qualche soldo da spendere in ciancianelle e una spinta psicologica a farlo. Non stupisce che le piacciano particolarmente single, yuppies e “dinks” (double income no kids); questi ultimi includono le coppie gay.

All’Ikea è possibile vedere stand che proclamano come è bello vivere in 40 metri quadri, magari con scatole di cartone stilé al posto di mobili veri. Un conto è includere i gay, i single, gli anziani soli, nel novero delle famiglie; un altro è sostenere il modello economico imperante e spingere per sostituire i modelli familiari tradizionali con quelli più graditi al business.

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Blog di Benedetto Zacchiroli su Il Fatto

Commento del 25 apr 2011 al post “Ikea: uno squarcio di civiltà” del 25 apr 2011

Sia la posizione di Giovanardi, sia quella per cui la filosofia della pubblicità coi gay di una multinazionale gigante deve divenire “punto qualificante di un programma elettorale serio e concreto” mi sembrano posizioni estremiste; che, come ideologie di potere, vanno mano nella mano:

La famiglia Ikea

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@jeffcaird. Non ho scritto che la pubblicità Ikea è estremista; ma che è motivata non dall’etica ma dal profitto, e che è estremista attingere a tale fonte per i punti qualificanti di un programma elettorale. La parità di diritti umani non l’ha scoperta l’Ikea; e le corporations per loro natura tendono a fregarsene dei diritti umani.

Non ho scritto “una famiglia con elevato reddito”, ma “non ricca ma con un elevato reddito per familiare”; cioè non monoreddito e senza figli. Se uno guadagna 3000 ma ha una famiglia di 4, sono 750 a testa. Se due senza figli guadagnano ciascuno 1000, sono 1000 a testa, con un 33%  [in meno di reddito familare ma un 33% ] in più di potere d’acquisto pro capite.

Non approvi un articolo che si dissocia dall’apologia dell’Ikea come maestra di civiltà; invece di criticarlo, non sai dire altro che è “decisamente un’idiozia”: bell’esempio apertura mentale e di tolleranza verso le posizioni altrui. E’ l’atteggiamento di base di un Giovanardi; e, dietro la maschera, di multinazionali come l’Ikea, che sono tutt’altro che associazioni filantropiche. Secondo Le Monde diplomatique il fondatore dell’Ikea era filonazista.

Se non ti pare interessante discutere gli stili di vita propagandati dalla grande distribuzione, non li discutere; ma non c’è bisogno di comunicare che non li discuti perché trovi “troppo stupido” discuterli. Molti ne discutono, considerandolo un argomento importante per la comprensione della nostra società, che è la società dei consumi; si scrivono libri sull’argomento; con conclusioni diverse, ma non è affatto considerata un’attività stupida. Questa tua dichiarazione di possedere un’intelligenza troppo elevata per confonderti con simili argomenti potrebbe essere controproducente.

Però il tema che hai introdotto, quello della cretinaggine, forse purtroppo ha una sua rilevanza. Che vuoi che ti dica, vai all’Ikea e vota Ikea. Sei il cliente ideale, sia dei mobiletti di cartone pressato Ikea sia dei programmi elettorali ricalcati sulla pubblicità Ikea.

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Ho capito, l’Ikea è espressione della superiorità scandinava rispetto all’Italia. Mi sa allora che le idee del fondatore non sono del tutto irrilevanti. Apprezzo i paesi scandinavi; hanno dato al mondo qualcosa di più di scatole di montaggio di mobili in multifibra. Non confondiamo “Casa di bambola” di Ibsen con la casa delle bambole dell’Ikea.

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La pubblicità Ikea non è anticostituzionale come dice Giovanardi. Ma non è neppure questo uscire dagli stereotipi; è un imporne di nuovi. Dal 2000 al 2009 in Italia il tasso di natalità, già molto basso, è sceso di un altro 10%. Il crollo della natalità, la sterilità indotta socialmente, questo è un tabù vero. Il cartellone dell’Ikea non va messo sul rogo; ma neppure bisognerebbe farne un idolo. La promozione ideologica di tipologie di famiglie ottimizzate per l’economia liberista e i consumi è quanto di più mainstream rispetto al corso storico.

“Squarcio di civiltà”? “Antidoto all’oscurantismo culturale”? “Promozione della democrazia”? L’Ikea? Ma non vi pare di esagerare, o di fare della pubblicità redazionale ?

L’Ikea ha questa abilità, di vendere mobili cheap che però sono gradevoli a vedersi. E riesce anche a vendere idee che con poca spesa permettono di sentirsi portatori di nobili ideali.

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8 ottobre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post ”  Pinotti all’Ikea, la scorta si oppone al controllo. Ma il ministro: “Faccia pure” “

Ma voi credete davvero che un ministro, che fa comprare gli F-35, si mette in casa i mobili in fibra dell’IKEA? E che una grande multinazionale come IKEA non sia in buoni rapporti col governo? E che i vigilantes, che certe prefetture usano per i lavori sporchi, siano degli integerrimi che non guardano in faccia a nessuno? Uno spot promozionale reciproco tra categorie che tra loro vanno fin troppo d’accordo.

Il doppio cielo

24 April 2011

Youtube

Commento agli auguri di Pasqua 2011 del vescovo di Brescia

Commento censurato da Youtube

La volta della Cappella sistina eleva a sé chi la guarda dal basso. Ma volgendo lo sguardo al concreto operato dei preti si vede che l’impostura religiosa usa un doppio cielo per opprimere. Coprire il cielo vero con un contro-cielo. Macchinisti teatrali che si fanno Ananke, costruendo per gli altri un falso cielo, un falso destino. Posando il loro telone separano Cielo e uomini, e spregiano così entrambi.

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Blog de Il Fatto

Commento al post di Pallante e Bertaglio “L’ipocrisia leghista è l’arroganza occidentale” del 4 ott 2011

@giustizialista. Questo “ontolologizzare” la volontà dei poteri più forti, o le conseguenze della loro volontà, per cui la globalizzazione liberista, e le relative migrazioni, vanno prese come un dato di realtà non modificabile altrimenti è propaganda, mi pare un’impostura blasfema:

Il doppio cielo

I giornalisti e il mal di schiena

21 April 2011

Blog di Claudio Messora “Byoblu” su Il Fatto

Commento al post Il paziente italiano” del 21 apr 2011

Il giornalista Messora si lamenta su il Fatto col direttore sanitario dell’Ospedale Sacco di Milano perché sta aspettando troppo per una MRI alla colonna lombare. Pubblica la lettera sui giornali per “aumentare la consapevolezza dei pazienti”, dice.

I pazienti persone comuni queste cose già le sanno. Ed è anche grazie ai giornalisti che c’è un perenne intasamento degli ospedali. I giornalisti sono parte integrante di un sistema truffaldino basato sulle sovradiagnosi. Es. non informano sul fatto che molti mal di schiena non necessiterebbero di intervento chirurgico, ma vengono operati per fare soldi. Il concetto basilare di “esame medico dannoso” è ignorato dai giornalisti italiani; eppure è altamente rilevante per le risonanze magnetiche e altri esami radiologici, che sono una delle fonti principali di sovradiagnosi in ortopedia:

Clinical efficacy of imaging modalities in the diagnosis of low-back pain disorders. European spine journal, 1996.5:2.

Diagnostic imaging for low back pain: advice for high-value health care from the American college of physicians. Annals of internal medicine, 2011.154:174.

Sovradiagnosi che poi ostacolano l’utilizzo dei servizi di diagnosi e cura per chi ne avrebbe veramente bisogno. Anche quando c’è stato in Puglia il caso pro-for-pro, prostitute per protesi, i giornalisti si sono lanciati sull’aspetto mignotte, ma si sono guardati dal cogliere l’occasione per parlare degli eccessi, riconosciuti anche in sede di ortodossia medica, delle cure per il mal di schiena:

https://menici60d15.wordpress.com/2009/08/22/la-magistratura-davanti-alle-frodi-mediche-di-primo-e-secondo-grado/

In tale contesto, l’articolo del giornalista ammalato non appare mosso primariamente da scopi civici. Sembra piuttosto l’esternazione della sua personale sofferenza, trasformata in minaccia di sputtanare i medici se trattano i giornalisti come trattano, con l’appoggio dei giornalisti, i comuni cittadini.

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Bene, se queste sono le sue motivazioni spero che tornato in forma, cosa che le auguro avvenga al più presto, affronti da giornalista in maniera non superficiale e non retorica il tema dei disturbi della colonna lombare, e del business e delle frodi istituzionalizzate ad esso collegate. Gli articoli citati e quelli citati nel link possono essere una buona fonte di partenza.

Non può esserci un autentico rapporto medico-paziente se alla base vi sono situazioni intrinsecamente viziate. Nella mia esperienza, in generale in medicina quando si viene maltrattati si viene anche truffati.

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Credo che queste declamazioni di “rapporto paritario di relazioni terapeutiche tra curanti e curati” siano contrarie non solo a come gli ospedali sono, a ciò che avviene nella realtà, aspetto che Messora afferma non interessargli; ma anche a come dovrebbero essere, l’aspetto al quale si limita. Non solo non c’è parità, ma asimmetria, nella relazione di cura; è anche rischioso per il paziente accettare la bella favola che sia desiderabile la parità. La parità deve esserci sul piano civile – dove invece spesso manca – ma non può esserci né va finta su quello terapeutico.

La cosiddetta “alleanza terapeutica”, alla quale secondo la vulgata si deve ispirare la relazione medico-paziente nella medicina clinica è un concetto introdotto in psicoanalisi da Zetzel nel 1956 (Current concepts of transference. International journal of psychoanalysis, 37; 369-76). Nonostante il nome, che allude a una parità, riguarda in pratica la relazione di transfert tra il terapeuta e il paziente. Il transfert è quella relazione psicologica che può servire a curare le nevrosi, ma che quando è affettuosa permette di sfruttare in modi anche gravi il forte ascendente che lo psicoanalista esercita così sul paziente.

Penso che la relazione medico-paziente, per ciò che riguarda le malattie organiche, dovrebbe invece essere una relazione non ispirata a relazioni di vicinanza di tipo psicologico: quella, asimmetrica sia sul piano tecnico che degli interessi, tra “agente e principale”, descritta in economia; la relazione tra cliente e professionista. (Che include il tenere informato il paziente).

“L’alleanza terapeutica” è oltremodo rischiosa nella medicina commerciale odierna. E’ vero che si ha il bisogno di sentirsi uniti ad un guaritore, bisogno che è alla base della medicina; ma si rischia così di porsi in realtà in rapporto di transfert, e di accettare da una figura genitoriale terapie che sono nell’interesse dell’”agente” anziché nell’interesse del “principale”.

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@Ellegi. Sarebbe bene capire che “Fare il dottore è soltanto un mestiere” (Lee Masters/De André). Questa, se non la scandalizza troppo, è la versione semplificata del discorso “difficile”.

Suo cognato fa bene a non farsi pagare direttamente dai pazienti. Viene pagato col denaro dei contribuenti. I cittadini, gli elettori, non dovrebbero accettare che chi lavora in una struttura pubblica possa svolgere attività privata, fuori o dentro di essa; ma lo accettano, salvo lamentarsene; nell’ambiente si dice che quelli che più si lamentano poi sono quelli più pronti a pagare. La loro acquiescenza è per me l’emblema della platea dei pazienti, che ha la classe medica che si merita.

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@Dyad Moon. Da un lato, è vero che le tecniche comunicative, che dovrebbero far parte del bagaglio del medico, sono trascurate; es. le tecniche di comunicazione di una prognosi infausta. Ho visto persone estrarre dalla busta il referto con la diagnosi di cancro che li condannava e leggerlo mentre scendevano le scale dell’istituto dove l’avevano appena ritirato. Nei paesi anglosassoni questi importanti aspetti sono considerati, ma più nella letteratura per le infermiere che in quella medica.

Dall’altro lato, “communication skills” può essere un eufemismo per tecniche manipolative; che vengono apprese come in altre professioni dove si piazzano prodotti, es. il promotore finanziario. Si discute ad esempio su come chiedere scusa al paziente per gli errori, ma al fine di ammansirlo ed evitare una causa. In 28 stati USA esistono leggi che favoriscono ciò, non permettendo di usare in tribunale le scuse del medico come evidenza di colpevolezza.

Sia la carenza di comunicazione che una comunicazione melliflua e ingannevole possono essere strumento di abusi e frodi. La prima via è quella autoritaria tradizionale in Italia. La seconda è il nuovo che avanza, grazie anche alle campagne giornalistiche che enfatizzano questo aspetto. Qualche giorno fa ho letto del Provenge, un nuovo farmaco per il cancro alla prostata che costa 93000 dollari a ciclo (3 trattamenti). Con le cure mediche che diverranno sempre più costose, e sempre meno rimborsate dallo Stato, le tecniche di persuasione acquisteranno importanza. L’insistenza sulla comunicazione, una necessità reale e un’impellenza per il paziente, non dovrebbe distrarre dalla centralità della efficacia, utilità e qualità delle cure.

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17 gennaio 2013

Blog de Il Fatto Commento al post “Roche e Novartis, danni a sistema sanitario per 400 milioni. Istruttoria Antitrust” del 15 febbraio 2013

censurato

@ Giorgio Muccio. Avvocato non alzi la voce, non cambi le mie parole e chiami le cose col loro nome. L’off-label, la deregolamentazione delle prescrizioni, è un male per il cittadino, e patrocinandolo lei, come avvocato o come parlamentare, di fatto lavora per le multinazionali.

Lei dice che “il principio cui fare riferimento è quello dell’alleanza terapeutica sancito dalla sentenza dello Corte costituzionale 151/09”. Non ho trovato nella sentenza da lei citata l’espressione “alleanza terapeutica”; che comunque non c’entra nulla con l’off-label e coi cartelli delle multinazionali; se non per favorire illeciti.

La “alleanza terapeutica” è un concetto della psicoanalisi; mutuato in medicina per ragioni ideologiche: per evitare le responsabilità del rapporto principale-agente tra medico e paziente; e per dare una copertura rispettabile alla forte dipendenza psicologica del paziente nei confronti del medico; dipendenza che favorisce abusi di potere, e andrebbe ridotta anziché stimolata. E’ vero che magistrati e avvocati fanno spesso riferimento a questa “alleanza”, ma fanno male. I giuristi non dovrebbero fare assurgere uno slogan commerciale a principio giuridico, e sarebbe una mostruosità inserirlo nell’ordinamento:

I giornalisti e il mal di schiena

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censurato

Avv. Muccio, lei e il Fatto censurate le obiezioni di merito e rispondete alle proteste per averle censurate; “ridicolo” è come ve la cantate e ve la suonate. Non l’ho insultata, e se davvero l’avessi fatto non dovrebbe avere difficoltà come avvocato a rispondermi. Lei appoggia la sua azione professionale e politica al blog de Il Fatto, ma censura le critiche che non le fanno fare bella figura; e così facendo protegge la manfrina su Avastin-Lucentis, che potrà avere sulla sanità pubblica effetti negativi peggiori di quello che lei si vanta di avere contrastato. Non so di quale copia incolla stia parlando: il suo comportamento è scorretto anche nel ricostruire i fatti.

Sullo off-label e la “alleanza terapeutica” media e commentatori in Italia diffondono concezioni gravemente distorte. Censurando il minimo intervento che denuncia ciò, si favorisce l’equivoco e l’inganno. Cercherò di fare conoscere per altre vie al pubblico e a chi ha responsabilità giudiziarie, amministrative e politiche quanto lei e Il Fatto ritenete di nascondere ai lettori. Per ora rilevo che come M5S non cominciate affatto bene; mostrando di praticare l’arte dello spacciare come cosa buona ciò che va a danno dei cittadini; e di estendere la mancanza di democraticità e di discussione che sono interne al “movimento” alla discussione politica pubblica e alla tanto celebrata “rete”.

I magistrati e l’effetto Bokassa

21 April 2011

Blog di Alessio Liberati su Il Fatto

Commento al post “OK, sono un terrorista. Ma di destra o di sinistra ?” del 18 apr 2011

Salvo eccezioni, dr Liberati, lei e i suoi colleghi non siete “antropologicamente diversi”:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/02/03/antropologicamente-diversi/

Quanto al nuovo adynaton di Berlusconi che i magistrati sono brigatisti, dovreste avere motivi di gratitudine. E’ l’effetto Bokassa, cioè l’adozione di uno standard negativo: Previti è un fine statista, rispetto a Bokassa. Rispetto allo standard rappresentato da Berlusconi, voi siete 20 volte meglio.

E questo permette di dimenticare che rispetto allo standard dettato dalla Costituzione siete in media 20 volte peggio. Sia per quel che riguarda il doppio Stato; penso a quanto il doppio Stato commette oggi, impunemente, e anzi aiutato dai tre poteri dello Stato, es. gli affari del grande capitale sulla biomedicina; sia per l’andamento routinario della amministrazione della giustizia.

B. e voi duellate come Brancaleone con Teofilatto; ma alla fine andrà tutto bene, per entrambi i contendenti. Le conseguenze di ciò che la politica e la magistratura hanno ignorato e protetto in questi anni, penso alla medicina, le sentiranno i cittadini in futuro.

Con questa differenza: B. è un uomo di spettacolo, un istrione; voi magistrati, che dovreste essere abituati a giudicare secondo standard fissi e alti come la Costituzione, dovreste riconoscere e non accettare il gioco degli standard negativi di comodo.

Credo che il terrorismo, e oggi la mafia, siano altri standard negativi che rendono più accettabili le infamie commesse in nome dello Stato. Gli standard negativi sono comodi per il potere; contribuiscono all’allontanamento dallo Stato di diritto.

Davanti a pagliacciate come questa, e alle convergenze che nascondono, apprezzo sempre più Ortega y Gasset: “La barbarie è l’assenza di standard a cui appellarsi”. Un corollario è che una forma sofisticata di barbarie è la loro sostituzione con standard negativi costruiti ad arte.

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Blog di Aldo Giannuli

Commento del 22 apr 2011 al post “Caso Asor Rosa: è peggio ancora di quel che sembrava” del 20 apr 2011

Il bianco e l’augusto

Il prof. Giannuli ha “messo a posto” da par suo l’appello a un golpe di polizia di Asor Rosa e degli altri della “gauche caviar”. Mi chiedo però se avvalersi del suo intervento non sia stato come essere costretti a fare spiegare a Rubbia che non è il sole che gira attorno alla terra.

L’impressione è rafforzata dalla contemporanea uscita di un berlusconiano, Lassini, che ha affisso manifesti sui magistrati che sarebbero brigatisti; e anche lì, alte grida per affermare che non è vero che i magistrati appartengono alla principale banda armata dichiarata che ha impestato l’Italia.

A me pare uno scambio di cortesie, perché con questi standard negativi – la sinistra alla generale De Lorenzo, un premier che sbraita come l’ultimo magliaro – si conferisce alla controparte una credibilità relativa, che fa le veci di un autentico prestigio:

I magistrati e l’effetto Bokassa

Ormai invece che a “destra” e “sinistra” bisogna assistere alle performance di due artisti che si fanno reciprocamente da spalla sull’arena;  e si deve scegliere tra “il Bianco” e “l’Augusto”.

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Blog L’anticomunitarista di Gabriele Sensi

Commento del 12 set 2011 al post “On. Torazzi, Lega Nord: “I magistrati meridionali favoriscono la mafia” del 7 set 2011

Le ammuine leghiste

Zac, è la solita sceneggiata. I leghisti, che dovrebbero includere Mario Merola tra i loro intellettuali di riferimento, lanciano affermazioni da avvinazzati, come questa che la colpa della mafia è dei magistrati meridionali; e magistrati e “sinistra” ci imbastiscono un caso per atteggiarsi a senatori romani indignati e nascondere le loro responsabilità reali:

I magistrati e l’effetto Bokassa

Così intanto il servizio giustizia, e la lotta per la legalità, continuano ad andare alla deriva. I compagni di partito dall’attuale ministro dell’Interno inscenano le loro ammuine con quelli come te, non come me (v. Il bianco e l’augusto, stesso post). Non penso sarebbe giusto censurare i commenti che non seguono il canovaccio. Forse si dovrebbero cancellare le ingiurie che sono offensive per categorie di soggetti svantaggiati, come i cerebrolesi. Sono sicuro che Zac ha nella sua faretra tutta una serie di espressioni alternative per esprimere lo stesso acuto argomento; espressioni per le quali non mi offendo, finché implicano che io da un lato, lui e i tanti altri corifei dall’altro, siamo su versanti intellettuali e morali opposti.

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Blog de Il fatto 

Commento al post di A Beccaria “Ustica, Giovanardi sui giudici: “Come aver condannato Tortora per droga” del 13 set 2011

Sia l’adulazione della magistratura per una sentenza di risarcimento quando i colpevoli restano come al solito ignoti e impuniti, sia le accuse palesemente infondate di Giovanardi ai magistrati per una sentenza che almeno va nella direzione giusta, favoriscono la favola ufficiale di una magistratura non ambigua, strenua avversaria dei poteri forti responsabili delle stragi di allora e delle operazioni sporche di oggi.

I magistrati e l’effetto Bokassa

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Blog de Il Fatto

Commento al post di M. Imperato “Le Br in procura e il silenzio al Ministero” del 18 nov 11  

Il prestigio relativo

Non ci si è ancora chiesti dei rapporti tra il governo Monti, appena insediato, e la magistratura. A me pare che abbiano in comune quanto meno l’avvalersi dell’effetto Bokassa:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/04/21/i-magistrati-e-leffetto-bokassa/

Cioè il trarre prestigio dal paragonarsi a standard negativi; e appare che non occorra meno che le pulcinellate berlusconiane, come questa dei magistrati brigatisti, per ottenere un gradiente sufficiente. Come dico nel post linkato, l’assumere standard di comodo mi pare alla radice di quella istituzionalizzazione dell’illegalità che il giudice Imperato dice di voler combattere.

Ma, al tempo della società dello spettacolo, il prestigio relativo può surrogare quello autentico; e pretendere governanti e magistratura che non abbiano bisogno di propaganda comparativa ma brillino di luce propria sembra un voler chiedere il ritorno alla tv in bianco e nero e con due soli canali.

Comunque massima solidarietà ai magistrati per l’ostruzionismo al procedimento per vilipendio alla magistratura denunciato dal giudice Imperato; anche, penso, da parte di altri cittadini che magari non hanno badato a questo immondo oltraggio, ma conoscono bene il significato della locuzione “le lentezze e i silenzi della giustizia”.

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Blog di Aldo Giannuli

Commento al post “Due parole sul nuovo governo” del 21 nov 2011

21 novembre 2011 alle 08:48

C’è la possibilità che questo governo “Vaticano-Loggia Continua”, che dovrà raccogliere quanto Berlusconi ha seminato, si avvalga di un qualche ritorno del terrorismo? Come standard negativo dal quale trarre credibilità, legittimità e consenso:

I magistrati e l’effetto Bokassa

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20 dicembre 2012

Blog de il Fatto

Commento al post “Chi, attacco alla Boccassini: dal mozzicone a terra alle calze a righe” del 20 dicembre 2012

Nonostante che le colpe di B siano un argomento così trattato che per alcuni è divenuto un mestiere, non si parla di uno dei peggiori danni inflitti da B. al Paese: l’instaurazione di standard negativi sui quali comparare gli altri attori pubblici. Così come Bersani, Grillo o Monti sembrano grandi statisti se paragonati a B., la Boccassini rifulge rispetto alle frivole stupidaggini di Signorini. Si potrebbero usare misure astronomiche: la Boccassini è 10 anni-luce sopra Signorini. Questa posizione rispetto a un intrattenitore mondano non ci dice in sé dove stia la Boccassini rispetto alla giustizia; a sua volta, pur avendo alcuni meriti, potrebbe trovarsi a 100 anni-luce dalla posizione di stella polare dove la pone la stampa che osanna i magistrati come salvatori dell’Italia. L’operato dei magistrati andrebbe valutato non relativamente a personaggi negativi, ma rispetto a standard fissi, non escluso lo stato di legalità e di giustizia del territorio sul quale operano. E in Lombardia, oltre alla ndrangheta e alle prostitute di B. , ci sono altre forme di criminalità, istituzionalizzata, che passano sotto silenzio; e che operano senza timore della magistratura, ma anzi guardano ad essa come ad una sicurezza.

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24 febbraio 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di B. Giulietti “Le famiglie dei magistrati ringraziano Berlusconi” del 24 febbraio 2013

C’è anche chi ringrazia entrambi gli attori del siparietto allestito dai giornalisti: sia il piduista Berlusconi frequentatore di mafiosi, sia la magistratura che si fa bella con le vittime delle epurazioni che lei stessa ha permesso col suo atteggiamento cortigiano verso quei poteri forti che dominano il Paese, e che possono decidere e commissionare omicidi eccellenti e stragi.

 

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12 maggio 2013

Blog de Il Fatto

Commento al post di L. Napoleoni “Comizio Pdl, Berlusconi contestato a Brescia. Ma in tv va in onda un’altra realtà” dell’11 maggio 2013

Anche se ormai B. e anti-B. sono in atteggiamento inequivocabile a palazzo Chigi, la leggenda che i due sono nemici fa ancora presa. “Due nazioni, due popoli che si scontrano”. Ma dove? A me pare che il popolo stia fermo e zitto, che i politici siano tutti d’accordo e che Berlusconi, e Grillo dall’altro lato, facciano, da uomini di spettacolo quali sono, un po’ di ammuina per distrarre. Per dare l’impressione che esista una conflittualità politica; che invece è inesistente, rispetto ai problemi e alla pesantezza dello sfruttamento.

In questo modo agli italiani viene offerto un prodotto che vende moltissimo: la possibilità di “schierarsi” senza doversi impegnare realmente per un cambiamento. Brescia ha abbondanza di comparse per queste manfrine, e fa così prendere un po’ d’aria alla sua consumata verginità antifascista. Ci guadagna anche la magistratura, che, messa sotto accusa con motivazioni farsesche da uno come Berlusconi, riceve per contrasto una luce positiva che distoglie dalle sue complicità nella vendita del paese ai poteri forti.

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17 febbraio 2023

Blog de Il Fatto

Commento al post di A. Andreoli “Ruby ter, l’assoluzione di Berlusconi? L’ennesima conferma di come funzionano le cose in Italia”

“B. e voi [magistrati] duellate come Brancaleone con Teofilatto; ma alla fine andrà tutto bene, per entrambi i contendenti. Le conseguenze di ciò che la politica e la magistratura hanno ignorato e protetto in questi anni, penso alla medicina, le sentiranno i cittadini in futuro.”

Da: Blog de Il Fatto, mio commento al post di A. Liberati “OK, sono un terrorista. Ma di destra o di sinistra ?” del 18 apr 2011. Per il commento completo v. “I magistrati e l’effetto Bokassa”, sito menici60d15.

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V. anche:

Baruffe di corte: i baroni della destra e i mandarini della magistratrura

Il populismo cortigiano

I “Preambula fidei” di San Tommaso e quelli di De Mattei e Carancini

16 April 2011

Blog di Andrea Carancini
Commento del 16 apr 2011 al post “Sbagliata la petizione contro Roberto De Mattei” del 16 apr 2011 . Cancellato senza avviso al 25 apr 2011

La tesi di De Mattei non è illogica: è infatti esente da vizi logici evidenti. Come quella di quel pastore anglicano che cercò di contestare l’evoluzione dicendo che i reperti fossili ce li aveva messi Dio stesso, che li aveva creati fossili fin dall’inizio: i ragionamenti religiosi hanno spesso logicità, cioè coerenza interna, e a volte sono ingegnosi.

Ma quanto afferma De Mattei non è razionale; le affermazioni sulle cause dei fenomeni naturali si richiede siano di carattere scientifico per essere considerate razionali; e per essere di carattere scientifico devono essere almeno “falsificabili”, secondo la nota espressione di Popper. La tesi che Dio faccia provocare terremoti, osserva Carancini, non è “dimostrabilmente falsa”; nel senso che non è possibile dimostrarne la falsità; ma questo è esattamente il criterio generalmente stabilito per considerare un assunto non assurdo, o privo di valore o di significato, ma estraneo al discorso scientifico.

E siccome si sta parlando di terremoti è impressionante che un alto funzionario dell’istituto pubblico che dirige anche la ricerca sul tema indulga in spiegazioni causali non falsificabili. Le spiegazioni non falsificabili di disgrazie sono tipiche di maghi, fattucchiere e profittatori vari; il clero stesso è prudente nel dosare questo strumento di persuasione. Attribuire una natura divina alle calamità naturali non lascia sperare che si farà tutto il possibile per prevenire gli strazi e i danni che provocano, e per porvi rimedio. Non si vorrebbe percepire una morbosa approvazione per le sciagure in chi avrebbe l’incarico di contrastarle.

Oltre a ciò va rilevata una carica di fanatismo che allontana ancor più le affermazioni di De Mattei dalla razionalità (e anche dalla carità): per es. per De Mattei il terremoto sarebbe anche segno della misericordia divina, perché, pur meritando noi di venire uccisi, essendo peccatori, Dio ci risparmia. Questo più che razionale suona come indice di una mentalità sadica e prevaricatrice. E’ da notare che sul sito “Pontifex”, dove si sono minacciate azioni legali a difesa di De Mattei (citando anche miei passi), nel post “Riflessioni su catastrofi e castighi” si afferma, a proposito dello Tsunami del 2004 nel Sud Est asiatico, che:

“purtroppo, anche molti uomini di Chiesa hanno detto che non era certamente da considerarsi come un castigo. Ora è innegabile che il “turismo sessuale”, che si commetteva in molti di quei luoghi, è proibito dalla legge di Dio; basta leggere la Bibbia (sia il Vecchio che il Nuovo Testamento) per rendersi conto che Dio non transige su certi comportamenti.”

Cioè Dio avrebbe punito il turismo sessuale spazzando via con un’ondata le vittime del turismo sessuale e le loro povere abitazioni. Se questa è razionalità, è una razionalità che darebbe tanto lavoro a uno psicanalista.

Sono comunque d’accordo che una petizione contro De Mattei sia errata; in sé, perché per principio non si può votare l’ostracismo verso il singolo che esprime opinioni; sia perché avvantaggerebbe l’altra chiesa, quella scientista; che poi col clero è in buoni rapporti d’affari; affari seri che spesso beneficiano di queste baruffe per i gonzi:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/03/21/i-preti-sciamani-furbi/

https://menici60d15.wordpress.com/2011/04/12/i-futures-di-santa-lucia/

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Blog di Andrea Carancini
Commento non pubblicato con la motivazione di essere inerente a un commento ritirato

Ho ricevuto il seguente interessante commento email (del quale posso esibire copia):

“Non tutto ciò che è razionale è scientifico, almeno rispetto alla percezione comune di ciò che è scientifico. Di sicuro, quanto detto da De Mattei non solo non è irrazionale ma è coerente con il concetto cattolico di razionalità, che ha sempre postulato la CONOSCIBILITA’ di Dio tramite la conoscenza della natura. La logica dei ciarlatani non può certo essere paragonata a quella di un S. Tommaso.
Nessuno si può permettere di tacciare di ciarlatanismo i preambula fidei di S. Tommaso. Per me la discussione finisce qui.”

Ritengo utile rispondere:

I Preambula fidei del tredicesimo secolo dell’Aquinate non sono “ciarlatanismo”; ma non sono neppure i criteri sui quali si basa la ricerca scientifica nel mondo. Alcuni, come la prova “ex fine” dell’esistenza di Dio sono tipi di ragionamento esplicitamente negati dalla metodologia scientifica ufficiale. Secondo il criterio di falsificabilità cui si attiene universalmente la ricerca scientifica per essere riconosciuta tale, quanto dice il vicedirettore del CNR De Mattei dei terremoti non è razionale; è libero di dirlo ovviamente, ma si tratta di affermazioni non compatibili con una posizione di dirigente di ricerca.

Francesco Pansera

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v. anche:

Il primo Stato

I preti sciamani furbi

I precedenti di Arrigoni

15 April 2011

Blog di Andrea Carancini

Commento del 15 apr 2011 al post “Vittorio Arrigoni ucciso dai salafinti” del 15 apr 2011

Commento del 15 apr 2011 al post della redazione de Il Fatto “Gaza rapito e ucciso Arrigoni. I precedenti”. Censurato da Il Fatto.

I precedenti di Arrigoni

Secondo il Fatto, che è attestato su posizioni filoisraeliane, i precedenti dell’assassinio di Vittorio Arrigoni comprendono i cooperanti e i giornalisti rapiti e liberati in missione, e la bodyguard Fabrizio Quattrocchi; Nicola Calipari non è citato in sé, ma solo nel commento a un altro nome della lista, la Sgrena. Il problema della lista non è tanto la sua eterogeneità, quanto la sua parzialità depistante.

Io penso che ciò che ha avuto un peso determinante nella decisione di fare assassinare Arrigoni sia stato il suo essere una persona di grande valore, forte e capace nell’opporsi a chi comanda e tiranneggia nel mondo. Penso che sia stato mostrato prigioniero e sanguinante, prima di impiccarlo, per deumanizzare la sua figura, che era, ed è oggi più di prima, quella di un Uomo vero.

I “precedenti” sono l’insieme eterogeneo delle centinaia di italiani di valore uccisi dalla caduta del fascismo ad oggi; un’epurazione che, anche quando non sia stata direttamente ordinata dai poteri forti esteri, è andata comunque a loro vantaggio; e che si è avvalsa dell’appoggio costante degli innumerevoli leccascarpe dei tre poteri dello Stato; e dell’indifferenza di una popolazione con un tasso troppo alto di cialtroni.

Da Bonomo e Dalla Chiesa, generali veri, al fricchettone Rostagno. Dallo scaltro capitano d’industria Mattei al generoso extraparlamentare Impastato. Dal comunista La Torre al fascista De Mauro. Dal rigore del timorato Livatino al rigore del maudit Pasolini. Dal curiale Moro, autentico statista, alla ragazza in gamba Ilaria Alpi, autentica giornalista. Da Tobagi, un “tiratore scelto” della penna, a quei pochi funzionari di polizia che erano più acuti e più onesti di tanti “intellettuali”. Dal monarchico Ambrosoli al sindacalista Rossa. Da Calipari, che non ignorava cosa rischiava rappresentando una figura di agente dei servizi troppo indipendente e dinamica, ai tanti che credevano di fare solo il loro dovere.

15 aprile 2011 13:56

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Blog Metilparaben

Commento del 16 apr 2011 al post “C’è chi decanta, e chi fa” del 15 apr 2011

Mi è venuto il mente il caso di un altro Arrigoni, ucciso in circostanze misteriose, per il quale pure c’è chi ha parlato dei servizi israeliani. Una notte del 2005, sulla statale Brescia Verona, sotto il cartello che segna l’entrata a Verona, ci fu una sparatoria. Rimasero uccise 4 persone. I due poliziotti di una Volante; una donna, presentata dai media come prostituta; Andrea Arrigoni, investigatore privato, già bodyguard della Lega [e allontanato perchè sospettato di essere un informatore dei servizi]; stimato in vita per la sua attività sindacale, poi dipinto da morto come pazzo maniaco. Mi interessai al caso perché cerco di seguire tutte le notizie relative ad atti di violenza nei quali è coinvolta la polizia. Allora ipotizzai una provocazione di polizia finita male.

Secondo un post su Indymedia datato 2005, che ho letto nel 2010, la donna sarebbe stata in realtà un’ebrea ucraina, Galina Chafranek, forse agente di qualche servizio. Il post considera la possibilità che siano intervenuti nella sparatoria soggetti terzi; la collega ad un avvicinamento di Arrigoni ad AN, il partito  “guidato dall’attuale Ministro degli Esteri Gianfranco Fini, che negli ultimi mesi è giunto ad un acritico (ed a volte entusiasta) sostegno ai circoli giudaici euro-americani e all’entità sionista”. Digitando “Arrigoni” e “Chafranek” si può trovare il post su Google. Mi guardo dal presentare conclusioni, se non quella che sappiamo poco.

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Blog “Blogghete”

Commenti e discussioni nel post “Arrigoni: un altro omicidio mirato di Israele” del 15 apr 2010

A me pare che Il Fatto sia su posizioni filoisraeliane. In modo intelligente, facendo sentire, ma fioca, anche l’altra campana; così del resto ha sempre fatto anche il Corriere della Sera. C’è un modo rozzo e un modo sottile di appoggiare un potere. Quello rozzo sono buoni tutti a vederlo. E’ comodo riconoscere un giornalaccio e storcere la bocca. Riconoscere il modo sottile è più faticoso, ed ingrato perché espone a critiche. Ma è a forza di abboccare trionfanti al teatrino “brutti e cattivi contro pacati e nobili” che l’Italia è ridotta così.

Poche settimane fa il Fatto ha censurato un mio commento di critica in un post che santificava Saviano:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/03/25/antimafiosi/

Il giorno della notizia dell’assassinio di Arrigoni ha censurato il primo commento di questo post, che criticava il post della redazione del Fatto dove Arrigoni viene accomunato al mercenario Quattrocchi.

La posizione de Il Fatto su Arrigoni mi pare mostri come dei bravi giornalisti possano assecondare l’opinione pubblica progressista che vogliono gestire, per poi riportarla all’ovile. Riporto in ordine cronologico altri post pubblicati su internet finora da il Fatto su Arrigoni. Ho segnato con +, 0, -, il giudizio personale sulla concordanza delle posizioni contenute nell’articolo con posizioni come quelle di questo blog.

[+] Arrigoni, un eroe del nostro tempo (G. Chiesa). Elogio di Arrigoni. Rifiuto della tesi che siano stati i palestinesi.

[0] Vittorio Arrigoni è qui con noi (G. Mascia). Appello a manifestare assieme. Aderiscono gruppi palestinesi, Rifondazione, Italia dei valori, Partito dei comunisti, centri sociali.

[0] Vittorio Arrigoni, umano (A. Puliafito). Nulla sugli assassini. Era soprattutto un giornalista capace e libero.

[-] Il sangue dei pacifisti (S. Cannavò). Arrigoni è stato ucciso dai terroristi [palestinesi].

[-] La sfida salafita ad Hamas (P. Caridi, redazione). Probabilmente sono stati i salafiti, pertanto vanno analizzate a fondo le intenzioni contro Hamas di questo complesso gruppo.

[+] Arrigoni, la sincerità di un antieroe (E. Gazzilli). Elogio di Arrigoni.

[0] In ricordo di un pacifista scomodo (F. Marcelli). Elogio di Arrigoni. Non si sa chi lo ha ucciso. Dovremo aspettare le indagini dei nostri servizi segreti, che sicuramente ce lo diranno.

[0] Cooperante ucciso, sotto il Colosseo il ricordo di Arrigoni (S. Pavone). Arrigoni utopista. I manifestanti, che fanno rivivere la sua utopia, non credono siano stati i salafiti.

[0] Stay human, Vik (S. Alfano). Israele ha responsabilità indirette nell’omicidio di un generoso attivista. Sarà la sua morte a fare aprire gli occhi sull’esistenza di una questione palestinese, che la parlamentare europea sta già affrontando da tempo coi suoi colleghi.

[0] Valori e ideali non hanno nazionalità (FQ Londra). Nulla sugli assassini. Elogio delle scelte di vita di Arrigoni, che l’autore accomuna a quelle dei giovani italiani che, come lui, vanno a lavorare all’estero.

[-] Arrigoni i salafiti ammettono. Rapimento e uccisione sono opera di una cellula impazzita (Redazione). Sono stati i Salafiti, ma ufficialmente si cerca di sminuire le loro responsabilità parlando di schegge impazzite.

[0] Scusa Vittorio (C. Paolin). Scusa Vittorio per P. Battista del Corsera che dice che eri un fanatico colpevole di addossare a Israele tutta la colpa. Tu non eri come il Trota. E Hamas ha chiesto perdono all’Italia per l’omicidio.

[0] Restiamo umani, Vittorio (G. Cavalli). Ho sentito Vittorio pochi giorni fa, per una serata che stavamo organizzando a Milano sulla Freedom Flottilla. Era un apolide. Volontario professionista. Una delle tante briciole di democrazia. Uno di quelli che hanno la loro isola da costruire.

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Gisella, i miei commenti sono spariti dopo essere stati pubblicati: non è questione di hosting. E gli articoli il lettore li deve giudicare dai contenuti, non dalla personalità degli autori, come fai tu che li frequenti. Se è questione di persone, lo è nel senso opposto a quello che dici tu. Il potere in Italia ha questo carattere subalterno; questa natura compradora:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/02/21/c’e-la-parola-compradora/

I progressisti più degli altri. E purtroppo anche i progressisti professionalmente capaci. Credo che tra le motivazioni dell’eliminazione di persone forti e di valore come Arrigoni vi sia quella di selezionare una classe dirigente serva. Alla rassegna aggiungo questo articolo, che avevo dimenticato:

[-] Il pacifista tirato per la giacchetta (V. Gandus). Chi indica Israele come mandante è rivoltante e indegno quanto quelli che si fanno beffe della sua morte. Non bisogna tirare Arrigoni per la giacchetta, e la famiglia avrebbe dovuto fare passare la salma per Israele.

Questo invece è un commento, che Il Fatto mi ha pubblicato, all’articolo “Arrigoni, martire non per tutti”. L’articolo attribuisce l’uccisione alla parte araba, e contemporaneamente accusa i politici di ipocrisia per non interessarsi di Arrigoni. L’autore, Caserta, è tra i fondatori di Sinistra ecologia e libertà.

https://menici60d15.wordpress.com/2011/04/19/“io-non-m’impiccio-coi-ragazzi”/

Andrebbe notata la voragine tra la costante intorcinata ambiguità di questi giornalisti e il modo piano e schietto col quale Arrigoni parlava davanti ai cannoni israeliani.

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@ Mondart. Non penso di avere capito tutto. Sono giochi complicati, e il Medio oriente è particolarmente complicato. Una volta un libanese mi ha raccontato che gli israeliani arrivati a Beirut andarono ad uccidere non gli arabi estremisti, ma i più moderati, quelli che cercavano il dialogo con loro. Leggo con interesse i tuoi post, ma veramente stavolta non ho capito bene neppure quale disegno tu sostieni ci sarebbe stato. Ci sarebbe un’entità superiore anche a Israele e agli Usa che manovra tutti? Dovresti definirla meglio. In genere il “primo livello”, i grandi poteri economici, finanziari, politici, viene ignorato fingendo che esistano solo beghe italiche locali; vedo che può anche venire scavalcato in nome della ricerca di una livello ancora più alto. Israele, gli USA, le corporations, la grande finanza, etc. mi paiono abbastanza forti da rappresentare il livello superiore di potere. E mi paiono il livello di potere supremo da considerare ai fini pratici. Un potere che viene negato, o trascurato (non su questo blog, almeno nei suoi aspetti riguardanti la politica estera). Ma sentirò volentieri la descrizione di questo potere ancora superiore in nome del quale scuoti la testa. Una specie di potere immateriale, foucaltiano mi pare di capire.

Non ho scritto che Arrigoni è stato ucciso perché “dava fastidio al potere”. Ritengo al contrario che lui e altri, inclusi uomini di potere, siano stati uccisi non solo e forse non tanto per i loro atti, ma per i tipi umani che rappresentavano. Sono lontano dalle scelte di vita di Arrigoni, probabilmente non condiviveva con me tante idee; ma mi ha colpito la lucidità e la pacatezza con la quale ha risposto a Saviano sulla Palestina. (Saviano del quale ho criticato il culto in relazione all’antimafia). E mi ha colpito la credibilità e la coerenza, visto che parlava dalla prima linea.

Ritengo che ci sia da decenni una incessante pressione selettiva –mediante omicidio, fisico o morale- sulla nostra classe dirigente; dai governanti agli intellettuali ai dissidenti, per fare sì che in tutti i campi, dal governo al giornalismo alla magistratura (e ora i blog) non ci siano figure guida forti, ma regni la mediocrità. Ciò non esclude che ci siano altre motivazioni nella catena di omicidi; anzi mi pare probabile; ma credo che questa selezione antropologica sia da annoverare tra i fattori; anche perché mi pare che sia piuttosto sottovalutata dai sopravvissuti. Forse perché, come diceva Napoleone, “sopravvivono le salmerie”.

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@Mondart. E’ interessante quanto dici su eventuali futuri piani di dominio mondiale. Per quello spicchio al quale sono più interessato, la selezione avversa della classe dirigente, penso che si possano distinguere due casi. E’ vero che “se uno è veramente scomodo, sparisce e basta, magari con un attacco cardiaco”:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/03/03/morte-cardiaca-cc-e-magistrati/

Ma può anche esserci, all’opposto, un interesse a praticare quello che voi pubblicitari chiamate “marketing negativo”: educarne 1000 colpendo un caso esemplare; sopprimere in una maniera clamorosa e raccapricciante, che incida sui nuclei psicologici profondi, per marcare negativamente un dato tipo antropologico, rappresentato dalla vittima, in modo che non divenga un modello da imitare e invece divenga un modello negativo; o meglio un modello di comportamento proibito:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/04/04/il-negativo-e-il-proibito/

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@Mondart. Trovo in generale fondato che vi sia un’omologazione dei fenomeni culturali e che il dissenso venga pilotato. La tesi che Israele sia vittima dell’uccisione di Arrigoni mi pare davvero un tiro troppo lungo. E anche quella che noi e Israele saremmo nella condizione di “alleati” contrapposti agli USA. Israele appare strettamente legato, già fuso in pratica, agli USA; ed entrambi non ci sono amici.

Come mostra la stria di sangue della quale ho parlato nel primo commento. Lo zampino di Israele, oltre che quello degli USA, è emerso negli studi sugli Anni di piombo. La manipolazione da Pensiero unico sulla nostra sinistra, che quando non è venduta è in genere facilmente orientabile, a me pare questa: sono molto più conosciute e più contrastate le ingiustizie di Israele sui Palestinesi che le ingerenze ebraiche in Italia.

Arrigoni aveva scelto di occuparsi di Palestina. Penso che quello che ha fatto scattare il braccio assassino è che, persona di valore, lo stava facendo troppo bene (e forse anche in maniera diversa da ciò che al momento sappiamo). Ma per un Arrigoni ci sono tanti che si pavoneggiano con la kefiah al collo e che allo tesso tempo votano partiti “di sinistra” asserviti alla finanza internazionale ebraica, e si accodano alle speranze di affrancamento dal giogo berlusconiano affidate a un MSI con la kippah, Fini. Questi camperanno cent’anni, dipendesse dal Mossad.

Israele potrebbe essere visto come vittima in un altro senso. A volte mi chiedo perché gli ebrei, coi loro mezzi materiali e culturali, non riescono o non vogliono costruire una pace accettabile per tutti per quel territorio prevalentemente desertico meno esteso della Lombardia. E’ difficile, ma forse non è impossibile, trovare un’architettura di politica internazionale che garantisca la pace; e non ci vorrebbe molto, un po’ di benessere, per mettere le due piccole popolazioni residenti d’accordo su quelle quattro pietre arse dal sole. Dando così pace anche al resto del mondo. Invece gli ebrei accettano che Israele resti un perenne focolaio di guerra, vivendo in un modo angoscioso, che li avvicina a coloro che li hanno perseguitati; come presi in una trappola, politica ed esistenziale. Come condannati da una maledizione divina a non avere mai pace.


Radiazioni: spauracchi e trappole vere

14 April 2011

Blog “Blogghete”

Commento al post “I bambini atomici” del 13 apr 2011

Quando avevo circa 27 anni, 1-2 anni dopo Chernobyl, lavoravo saltuariamente nell’ambulatorio della direzione generale dell’ENEL (un appalto sontuoso a un tale, che non ci pagava, se non dopo 6-8 mesi e lunghe insistenze, le 60milalire/giorno pattuite). Fuori a volte c’erano i manifestanti contro il nucleare; e io, che ero non meno candido di quanto Freda dice dei suoi vent’anni, mi meravigliavo di come fossero tollerati, e anzi trattati amichevolmente nonostante le pesanti accuse che gridavano contro l’ENEL e i suoi capi.

Il 10 mag 2009, a Brescia, dopo una conferenza pubblica di uno studioso degli Anni di piombo, nel dibattito – saremo stati non più di una quindicina di spettatori – si è alzato Francesco Gironda, che ha detto di avere lavorato come “addetto stampa” di Gladio. Ha raccontato che dopo Chernobyl gli storni cadevano a mucchi nel suo giardino; e che dovere dello Stato “parallelo” è stato quello di tenere, responsabilmente, nascosta la notizia, che avrebbe provocato il panico. Questo per dire che tali notizie vengono considerate e manipolate (quando non create) dai famosi “servizi”. Che oggi si occupano meno di bombe e più di business, non ultimo il business della medicina.

Come osserva giustamente Freda, la notizia su Chernobyl fu tutt’altro che nascosta. Sono altre le notizie mediche che i colleghi di Gironda fanno in modo non emergano. Fa bene Freda, col suo fiuto, a non bersi le notizie mediche di fonti di parte come Repubblica; ma si tratta di un gioco di specchi complicato. Da un lato le radiazioni possono fare molto male, facilmente e in modo del tutto inapparente (e questa non è che una delle ragioni per opporsi al nucleare); dall’altro la loro grave pericolosità viene sia esagerata a dismisura, sia ferreamente censurata a seconda della convenienza; es. si sollecitano paure agitando fantasmi di radiazioni inesistenti, ma che paradossalmente, spingendo a fare accertamenti per la paura di essersi presi il cancro, tra i danni che provocheranno avranno quello di un aumento di esposizione alle radiazioni “buone”: le radiazioni mediche, che non sono affatto buone. Tutti sanno della “nave dei veleni” radioattiva di Cetraro, una brutta operazione di disinformazione (come scrissi prima che cominciassero le verifiche); ma ci si guarda dall’informare adeguatamente il pubblico sul rischio cancerogeno concreto derivante dal cumulo degli effetti degli esami radiografici o con isotopi radioattivi:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/03/15/pescatori-di-cancro/

In USA tutti sanno di Three miles Island, ma le cardio TAC “preventive”, che è stato calcolato provocano 75 nuovi casi cancro ogni 50000 soggetti, vengono pubblicizzate da cartelloni con l’immagine di un bambino che dice che per la Festa del papà regalerà al babbo una cardio TAC. L’allarme montante sulla radioattività dal Giappone potrebbe preludere a un nuovo allarme su un aumentato rischio di cancro e sulla necessità di farsi controllare; in particolare per alcuni tumori, come quello alla tiroide. Segnalo anche un altro mio commento, che include considerazioni sul cancro della tiroide, e sulla sua sovradiagnosi:

https://menici60d15.wordpress.com/2010/10/25/opere-e-omissioni-2/

I futures di Santa Lucia

12 April 2011

Blog di Valentina Rinaldi su Il Fatto

Commento al post”Quando la Chiesa spegne la speranza” dell’11 aprile 2011

E’ falso che la ricerca dei giapponesi citata dimostri o affermi che “è possibile generare una retina perfettamente funzionante utilizzando le cellule staminali”. Si tratta di un interessante esperimento di embriologia che riproduce, non si sa quanto fedelmente, alcune fasi della morfogenesi della retina; non una retina funzionante. Se pure si producesse una retina, e la si sapesse impiantare, il paziente sarebbe comunque nella condizione di chi abbia il midollo spinale sezionato: connetterla al cervello – del quale è parte – resta un compito formidabile.

Il clero, col suo know-how sullo sfruttamento della credulità, e i suoi investimenti sulle staminali, non spegne la speranza, ma la titilla: con la ridicola querelle embrionali/adulte fa credere all’efficacia attuale o prossima di terapie che sono nel libro dei sogni. Come nel gioco delle tre carte c’è un compare nel pubblico che fingendo di contestare veementemente il croupier lo rende credibile, e invoglia quindi i polli a puntare. L’efficacia viene posta per “entimema”. Tale attività di distrazione e propaganda è uno dei compiti della bioetica, che, “laica” o “cattolica”, è ancella del grande business biomedico (*).

La medicina è oggi strettamente legata alla finanza, e queste staminali assomigliano ai “derivati”: si vende una terapia che potrebbe esserci, o no, in futuro. Diffondendo voci false (e soffocando le critiche) si pratica una forma di aggiotaggio.

Travisare così le staminali è anche una forma moderna della richiesta di grazia a Santa Lucia: il prete, lo scienziato e il banchiere fanno cartello. Un po’ di speranza o di illusione possono alleviare la sofferenza per alcuni malati; ma non le truffe. Meglio fare come San Tommaso, e finché non ci sono risultati veri i soldi per la cura e l’assistenza spenderli in interventi razionali, non in “biglietti per Tokio”.

* https://menici60d15.wordpress.com/2008/01/21/diplomi-di-laurea-bruciati-sul-sagrato-tornano-i-roghi/

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9 febbraio 2015

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Francesco celebra la Giornata contro la tratta delle persone: “Schiavitù piaga dell’umanità”

@ graffit. Ma il girone di quelli che in nome di Dio o della scienza, o di entrambe le divinità, truffano i malati con i loro “miracoli” sta sopra o sotto al girone dei negrieri?

@ Barcobestia. Così i grandi interessi vogliono che la si veda, e così la vede tanta gente. La scienza, quella vera, non è una divinità; la scienza degenerata, quella che attualmente domina la medicina, sì. Vedo che lei ha messo 4 punti interrogativi alla sua domanda “la scienza divinità?”. Se davvero vuole capire, ed è disposto a calare il numero dei punti interrogativi, le consiglio ad esempio: Gotzsche PC Deadly medicines and organised crime. How big pharma has corrupted healthcare. Radcliffe, 2013.

@ graffit. I casi provati di truffa e di affermazioni eclatanti false in campo medico sono molto più numerosi. Zola davanti agli ex voto di Lourdes disse “vedo stampelle ma non protesi” e lo stesso può dirsi oggi dei ricorrenti “successi” medici vantati es. sulle staminali. Tra le “stranezze” dei miracoli cattolici sulla salute c’è quella che Dio li istituzionalizza, e li affida proprio alle categorie e ai singoli meno indicati: quelli che speculano su queste cose. La sua espressione “truffe religiose” per definire le truffe della medicina, sulle quali i preti fanno soldi non meno degli odiati “antipapisti”, e spesso e volentieri insieme a loro, è interessante. I preti hanno cooptato la magia vincente dei nostri giorni, la medicina che promette miracoli, ottenendo enormi profitti; alleandosi, come sempre, con i più corrotti e i più forti mentre dicono di volere aiutare i più deboli, e quindi i malati. I preti hanno così trovato una forma superiore di ecumenismo con gli altri adoratori del dio quattrino, portando in dote il loro secolare know how sulla manipolazione del senso religioso, che aiuta la mappatura della teologia religiosa in quella scientista.

@ graffit. Le “guarigioni miracolose” di Lourdes sono modellini di quelle mediche “scientifiche”, che operano su larga scala, sulle quali anche i preti speculano; con un giro d’affari ben superiore a Lourdes. Ma lei fa lo gnorri, e vede solo l’opera di Bernadette Soubirous e della “scienza” “rigorosa” che le viene appiccicata. Strana trascuratezza verso i tanti malati che si rivolgono agli ospedali, non a Lourdes. Una manifestazione della apparente avversione dei clericali per il normale, per il quotidiano a favore dell’estremo, dell’eccezionale. Questi racconti fantastici sui miracoli medici “divini” preparano il terreno irrazionale per quelli scientisti. Sì, in effetti il clero che si macchia di queste responsabilità andrebbe legalmente perseguito. Questo è un altro motivo per il quale il truffatore appoggiato dal papa, Vannoni, che ha fatto tanto danno impiantando nel pubblico idee false sulle possibilità terapeutiche delle staminali, la passerò liscia. Mentre a venire “perseguito” con mezzi subdoli è chi denuncia queste frodi. Mi fa piacere sentirla lodare Lourdes e allo stresso tempo pronunciare il “vada dal magistrato”; espressione, è stato osservato, molto usata dai mafiosi; e tipica anche di chi si occupa di questi affari e sa di potere contare su miracolose, o comunque infallibili, protezioni.

La religione non è una rapina

10 April 2011

Blog Malvino

Commento al post “:-D)” del 10 apr 2011

E’ vero che il messaggio dei preti è spesso una loro arma, funzionale ai loro interessi: mi sono chiesto come mai, tra tante belle filosofie e spiritualità, soggetti di potere e presumibilmente colti e sensibili come i magistrati abbiano sentito l’impulso di aderire al “nebuloso misticismo mondano” di Giussani, la cui parola “spicca più per il suo essere costruita attorno al perseguimento di soldi e potere che per una grandezza teoretica o morale”:

https://menici60d15.wordpress.com/2008/05/18/pubblicare-la-lista-dei-magistrati-di-cl/

Parlando di CL non si dovrebbero trascurare le accuse di essere stata finanziata dalla CIA. Sicuramente si comporta come se lo fosse.

Dei radicali, filoUSA quanto CL, non mi sono mai fidato, e trovo capziose le loro distinzioni, mutuate dai preti, chiesa/gerarchia, Cattolici/Vaticano, etc. Però, come dicevo qui qualche post fa su Capezzone e il Panopticon, non bisognerebbe rinunciare a concetti che hanno una loro validità, dei quali si impossessano, e lasciarli a loro che ne fanno un uso distorto, fino a capovolgerne il significato.

Credo che sia necessario riconoscere che i preti non scrivono su una tabula rasa quando convincono i credenti, ma interagiscono con un sistema predisposto. In una rapina, c’è un soggetto attivo e uno passivo, ben distinti. Invece nelle truffe il truffato è spesso parte della truffa con la sua avidità e credulità. Non ci sarebbe traffico di droga se non ci fossero nel cervello i recettori delle endorfine o il sistema dopaminergico, e sostanze capaci di legarsi opportunamente a tali entità biologiche. E’ a questo carattere di reciprocità, di legame tra criminale e vittima, con una sua affinità che può essere elevata, più che a una diabolica abilità di truffatori e drug lords, che le truffe e il traffico di droga devono il loro successo.

Analogamente, credo che sulla religione occorra sia distinguere tra fonte, messaggio e ricevente; sia considerare la loro integrazione. Clero, messaggio religioso, e religiosità naturale o altri loci psicologici del pubblico sono soggetti diversi e interagenti. Una dissezione, qui abbozzata, della religione nelle sue componenti, aiuterebbe tra l’altro ad attribuire le giuste responsabilità ai vari attori, e a distinguere tra diritti e doveri. Per esempio, il clero sfrutta la mancata corretta distinzione chiedendo “libertà” religiosa e allo stesso tempo opponendosi al reato di plagio da manipolazione religiosa. La sfera psicologica, forse con una base biologica, della religiosità naturale non può essere negata o conculcata; ma va protetta da manipolazioni e abusi, che possono raggiungere facilmente forme gravissime per l’individuo e la società.

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Blog Gians

Commento del 7 apr 2011 al post “Vi mostro il mio pollice” del 7 apr 2011

Penso che occorra distinguere nettamente tra religione e clero. Lo stalking, la molestia continua deumanizzante, non dichiarata e attuata con mezzi obliqui, è, posso testimoniarlo, uno strumento pretesco dei nostri giorni; ma ha a che fare con la religione quanto gli strumenti del boia che i preti usavano liberamente nei secoli scorsi.

Nel dibattito sulla libertà di religione andrebbe detto che i preti, uno dei vari gruppi di potere terreni, spesso e volentieri violano e calpestano anche il naturale senso religioso delle persone.

Segnalo il commento “I preti sciamani furbi” sul proclama di Radio Maria delle calamità naturali come meritati e misericordiosi castighi di Dio:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/03/21/i-preti-sciamani-furbi/

Questa è gente pericolosa, che non scherza, disposta a spazzare via con qualsiasi mezzo, quando può, chi ritiene vada tolto di mezzo. Se si vuole sopravvivere, anche in un cantuccio, bisogna resistere.

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Grazie a te, Gians. Accettare la distinzione tra “credenti” e “atei”, noi/loro, può essere una trappola. Forse si potrebbe stabilire che tutti hanno diritto al rispetto della loro sfera religiosa, o meglio spirituale come dice Nicoletta; inclusi gli a-tei, che vengono definiti in negativo rispetto ai “credenti”, e dipinti quindi come degli esseri privi di spiritualità; quindi vuoti, o malvagi; o instancabili libertini. Gli atei non sembrano peggiori dei credenti; e a volte si costruiscono una loro ricca spiritualità, senza farsela iniettare come un vaccino dalle religioni confessionali.

Accanto a ciò, si potrebbe stabilire anche che, dato ciò che la storia insegna, l’adesione a una religione o a una qualsiasi credenza comporta pericoli almeno potenziali per la società: non è un merito in sé. Non può mai essere un lasciapassare, che fa entrare in una casta di “eletti” e che consente di commettere le porcherie grandi, piccole e medie che da sempre i professionisti della religione e i loro seguaci commettono in nome di un dio.

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Gians, a volte più che ingerenze bisogna dire “ricatti” e “violenze”. Non è solo proselitismo o attivismo politico. Qui in Lombardia, feudo CL, i preti hanno portato il loro principio “nulla salus extra ecclesia” a livelli più vicini alla mafia che alla vecchia DC.

Metterci la faccia

9 April 2011

Blog de Il Fatto
Commento al post di M. Mingazzini ” Tumori in saldo ” dell’8 mar 2012

La faccia e il resto

Gentile Mingazzini, grazie per il “mi piace”. Mi permetta un’osservazione. L’anonimato, nel senso della non rintracciabilità, non è accettabile, ma io credo che lo pseudonimato sia appropriato alla “blogsfera”. Il nick registrato identifica in maniera univoca, e protegge il nome dagli schizzi di fango. Se si ritiene l’uso del nick scorretto, allora basta non consentirlo, richiedendo nome e cognome, come fanno alcuni siti. Quello che sicuramente non va bene è consentire l’uso dello pseudonimo e poi tacciare di scorrettezza chi lo usa.

Andrebbe osservato che il nome e cognome è solo uno dei vari attributi che definiscono una persona ai fini della sua caratterizzazione in un dibattito. Andrebbero dichiarati attributi più importanti; es. il conflitto di interessi rispetto al tema trattato, come gli autori di articoli scientifici sono spesso tenuti a fare. Sapere cioè se sostenendo una data tesi l’autore ci guadagna. O magari se al contrario rimedia solo una scarica di legnate (è il mio caso). Oltre al “conflitto d’interessi”, un altro attributo – relativo alla tesi presentata più che all’autore – che sarebbe bene dichiarare, soprattutto in ambito giornalistico, soprattutto su argomenti come quello di questo post, dove sono in gioco interessi di parte rilevanti, dovrebbe essere quello della “consonanza di interessi”: se quanto a torto o a ragione si sostiene va a favore di alcuni grandi interessi, di alcuni “stakeholders” forti. Questo sarebbe molto più utile del “metterci la faccia”, presentando un dato che a volte dice poco; o che in alcuni casi uno gradirebbe gli venisse risparmiato:

Metterci la faccia
http://menici60d15.wordpress.c…

Riguardo al mio commento sul record italiano di tumori infantili e sull’aumento della morbosità:

Nome e cognome: Francesco Pansera
Conflitto di interessi: nessuno.
Consonanza di interessi: nessuna.

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11 gennaio 2018

Blog de Il Fatto

Commento al post di S. Palmisano “Ilva, come svilire le valutazioni ambientali e sanitarie”

@ ermenegildo zecca. Gli ordini di grandezza che presento sono quelli delle stime di casi extra di tumore addotti a sostegno, 1 ogni 25 anni sull’intera popolazione, e degli incrementi verificati di false diagnosi da screening di cancro della mammella, 1 ogni 3 diagnosi positive.

Lo pseudonimato sul web protegge il nome, che è comunque registrato (come deve essere), dagli insulti gratuiti, che anche in questa occasione mi sono stati prontamente lanciati da utente non identificato (MGB). E’ come una cerata dovendo lavorare al mercato del pesce. (E, in generale, certi nomi e cognomi, certe gote al vento di incappucciati preferirei non fossero esibite). Anche io penso che sarebbe necessario sapere chi sono le persone con cui si discute. Si può stabilire di usare tutti obbligatoriamente nome e cognome. Ma il nome e cognome è solo uno degli attributi; identifica ma non definsce. Per esempio vorrei sapere quali appoggi, quali appartenenze hanno permesso di occupare una cattedra universitaria, finanziata dal contribuente, a un interlocutore che in una discussione a carattere scientifico cambia in questo modo le carte in tavola.

Il suo pubblico proponimento di non discutere più con chi non dichiara nome e cognome combacia col mio, tacito, di stare lontano dai troppi professori universitari che interpretano la loro posizione non come obbligo di rigore ma come licenza di manipolare. E la cui esibizione di titoli accademici si avvicina troppo a una forma di peculato.

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Blog Uguale per tutti

Commento al post di G. Faenza “Il re è nudo … ma anche la magistratura italiana, purtroppo, non è granchè vestita!” del 26 set 2011

Gentile Grazia da Crotone, lei dice di avere dovuto trovare il coraggio, per riuscire a intervenire sul blog con nome e cognome. Mi permetta una bonaria osservazione. Come mostrano anche innumerevoli episodi della vita pubblica, al giorno d’oggi, nella nostra società, coi suoi capovolgimenti di valori, non sono tanto le generalità quelle che bisogna avere il coraggio di mettere in gioco intervenendo:

Metterci la faccia

( https://menici60d15.wordpress.com/2011/04/09/2398/ ).

Ci sono lettere anonime firmate, si dice. Col rapporto tra le persone o le cose e i loro nomi si possono fare tanti giochi. Per esempio, a mio parere i magistrati sono parte – non sempre inconsapevole – del sistema di protezione di alcune importanti e gravi frodi, istituzionalizzate, che sono legate anche a nomi relativi alle persone e al loro corpo. Ci sono, nella nosologia del cancro, trasposizioni di nomi che sono come chiamare “tigre” un gatto in quanto entrambi felidi:

https://menici60d15.wordpress.com/2011/05/04/riflessioni-e-divagazioni-sulla-scelta-dei-nomi/

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13 settembre 2014

Blog de Il Fatto

Commento al post di F. A. Grana “Papa Francesco: “Una terza guerra combattuta a pezzi con crimini e massacri”

@ Otello. E’ lei che mi ha convinto. Dire che il potere inganna e fa i suoi interessi è roba da complottisti che credono nei rettiliani. No, avete ragione voi isomerici: quello che c’è dietro a ciò che ci viene detto e mostrato è lo stesso di quello che c’è davanti. Tentare un’analisi è roba da disturbati mentali. E lei col suo sdegnato commento e le sue acute argomentazioni è la dimostrazione che voi persone dabbene ed equilibrate siete isomerici, avete una sola faccia; il lato B essendo uguale a quella che mostrate.

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@ Otello. Non si scaldi, se rispondo per le rime ai suoi insulti. Lei che difende il papa, non lo sa che bisogna porgere l’altra guancia? (O, per gli isomerici, una delle altre tre). Soprattutto se si è quelli che hanno cominciato. Se vuole vedermi, e mostrarmi la sua faccia per un consulto, venga lei da me. Si rivolga alla diocesi di Brescia, dove sanno chi sono e dove abito. Però glielo dico subito, nei casi di isomeria facio-podalica in genere c’è poco da fare.

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 Blog Gians

Commento del 9 apr 2011 al post “Micidiale la posizione del pensatore” dell’8 apr 2011

Caro Gians, penso di metterci qualcosa più della faccia. Uso un nick, cosa lecita, per parare gli schizzi di fango dei malevoli e degli ignoranti sul mio nome. Mi chiamo Francesco Pansera, come mi firmo nei blog dove cioè è richiesto o quando dico cose particolarmente impegnative.

Va di moda usare l’espressione “metterci la faccia”, come se ciò fosse direttamente correlato all’onestà e al coraggio. Ci sono stati alcuni, anche magistrati, che per denunciare i meccanismi oscuri della strategia della tensione hanno scritto sotto pseudonimo; mentre si vedono tante gote al vento, sempre in mostra a difendere i soprusi del più forte, direttamente o fingendo di opporvisi.

Invece si considera poco il “metterci il popò”; nel senso di esporsi in prima persona alle conseguenze di alcune prese di posizione sgradite a chi ha il potere di cambiarti la vita. La distinzione è fondamentale. Un caro saluto.

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Caro Gians, rispondo come mi hai chiesto dal post del 7 aprile su quest’altro post. Il mio sito, https://menici60d15.wordpress.com/ , non è un blog: vi raccolgo gli interventi che ho postato altrove. Quanto scrivo non coincide con ciò di cui vorrei parlare: scrivo solo quando mi posso agganciare a temi trattati da altri; mi sono imposto questa limitazione per evitare un soliloquio che temo risulterebbe poco intelleggibile e sgradevole; sia perché tendo a trattare argomenti un po’ pesanti; sia perché non ho quella levità che è tra i pregi del tuo blog.

La raccolta è aggiornata: i post più recenti sono linkati sulla colonna a sinistra. C’è inoltre un indice cronologico per titolo che tengo aggiornato. Potrei organizzare meglio il sito, ma la piattaforma non è molto flessibile. Tengo in evidenza due lunghi post di anni prima un poco per spiegare chi sono, un poco per ragioni che si possono dedurre dalla loro lettura.

Questa è la soluzione che ho trovato, per il mio caso personale, al “problema del blogger”: quello della giusta distanza dagli altri sulla rete; per evitare sia di intrupparsi (come avviene troppo spesso) nel coro dello sciagurato dissenso “regolamentato”, eterodiretto da quelli che si crede di criticare (un tema ricorrente nei miei interventi); sia di ululare alla luna.

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Caro Gians, non mi preoccupano gli attacchi sul blog, che ovviamente possono avere luogo nei siti dove commento, o in altri siti (senza che io possa moderarli): ndranghetista trafficante di droga; seminatore di odio contro i cristiani, fasciocomplottista da 118, etilista drogato, etc. Né mi fanno schifo i complimenti, che pure ricevo.

Ma le risposte vere a ciò che scrivo arrivano nel mondo reale, dove alcuni sono tanto attenti quanto è poco interessato il lettore di blogger medio. Tu mostri “Il pensatore” di Rodin per raffigurare gli autori solitari. Si potrebbe mettere il “Fanciullo morso da un ramarro” di Caravaggio per rappresentare la reazione di tanti lettori davanti a tesi che non sono quelle del dissenso convenzionale.

Un esempio. Vorrei parlare di come, mentre Berlusconi e i magistrati concentrano la nostra attenzione sulle cosce di qualche ragazzotta, e i blog gli vanno dietro, l’industria medica sta approntando per il futuro cose come il “value based pricing”; cioè prezzi determinati non dal costo del prodotto o dal mercato, ma in base al bisogno, reale o percepito, che il paziente ha delle cure. E’ come fare pagare 100 euro un sorso d’acqua a un agonizzante.

Se ne scrivessi su un mio blog, pochi lo leggerebbero, e leggendolo capirebbero ancor meno se oltre al mio testo ci fosse una coda di commenti di disturbo. Le rappresaglie lontano da occhi indiscreti invece sarebbero pronte e pesanti. Devo limitare sia me stesso, che la discussione. Spero di poterlo infilare in poche righe da qualche parte.

Non è che un testo senza i commenti dei lettori in calce sia una novità o un sacrilegio nella storia della comunicazione. Per i miei gusti trovo che sia necessario leggere centinaia di pagine, e pensarci su, per ogni frase che si pubblica; e gradirei ritmi più lenti, volumi minori e profondità maggiore nei blog “impegnati”. Il blog personale è solo una forma tra le altre, non sempre adatta. Ci vorrebbero più forum, cioè siti dove sia permesso postare i propri post. Quando ho trovato la possibilità di scrivere un post, aperto ai commenti, su un sito visibile e corretto, l’ho sempre sfruttata.

Comunicare può essere difficile. Tu hai trovato una tua via, notevole; gradevolmente esile, e con un eccellente rapporto concetti/kilobyte. Dati gli argomenti che tratto e le risposte di quelli che critico, temo che ora per me sarebbe controproducente aprire un mio blog. Però dopo questa tua osservazione terrò maggiormente presente la possibilità. Auguri per l’altro tuo “progetto”; come vedi la vita reale reclama -stavolta nel bene- il suo primato sulla “blogsfera”.